Il Tuo Mondo Visto Dai Miei Occhi

di BabyLolita
(/viewuser.php?uid=507256)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Contatto ***
Capitolo 2: *** Io ti leggo dentro ***
Capitolo 3: *** Vorrei...ma non posso ***
Capitolo 4: *** Una Bugia Duratura ***
Capitolo 5: *** Messaggio ***
Capitolo 6: *** Rivelazioni ***
Capitolo 7: *** Frammenti Passati ***
Capitolo 8: *** Segno Di Sventura ***
Capitolo 9: *** Ci Separeremo ***
Capitolo 10: *** Sventiamo Questa Maledizione, Insieme ***



Capitolo 1
*** Contatto ***


Apro gli occhi e spengo la sveglia. Subito scatto in piedi e mi alzo per vestirmi. Non sono mai stata una tipa attiva, ma nemmeno una ragazza pigra. Diciamo che faccio le cose con i loro tempi. Se devo andare a scuola ad una determinata ora e la sveglia sancisce l’inizio della giornata, è inutile stare li a rigirarsi nel letto, tanto prima o poi mi dovrò alzare comunque. Vado in bagno e mi pettino i lunghi capelli rossi, mi infilo le lenti a contatto che illuminano i miei occhi neri e torno in camera a vestirmi. Indosso una gonna azzurra ed una maglietta bianca con un angioletto sopra. Scendo le scale e mi preparo la colazione. Ormai ho 18 anni e posso vivere da sola, non appena sono diventata maggiorenne i miei genitori sono partiti ed hanno iniziato a girare il mondo, lasciandomi sola a casa. Non che la cosa mi dispiaccia, vado a dormire quando mi va e mangio dove, come e quando voglio. Insomma vivo il classico sogno adolescenziale. Finisco di mangiare ed esco di casa afferrando la tracolla. Mi incammino verso scuola quando per terra trovo un quaderno nero che conosco fin troppo bene. Lo raccolgo. Lysandro deve averlo perso ancora. Già, Lysandro, il mio vicino di casa, il primo ragazzo che mi ha rivolto la parola il primo giorno che sono arrivata qui dopo il mio trasferimento. Sono ormai due anni che vivo qui, e mi sono ambientata totalmente. Arrivo a scuola e varco il cancello cercando Lysandro ma non lo trovo. A dire la verità non parliamo mai molto a scuola, è sempre nel suo mondo e poi frequentiamo due classi diverse. Entro in classe e mi siedo vicino a Iris, rassegnata. Pazienza, aspetterò la fine della scuola. Suona l’intervallo ed esco in cortile. Vado nel giardino del club di giardinaggio. Mi sdraio sul prato verde circondata da splendide rose rosse. Osservo il cielo mentre le nuvole scorrono veloci sopra la mia testa.
-   Elisabeth! – mi metto seduta.
Chi è che mi chiama? Mi guardo intorno e vedo Lysandro avvicinarsi.Mi alzo e gli vado in contro.
-   Hai mica visto il mio --- -
gli porgo il quaderno, senza nemmeno lasciargli il tempo di finire la frase.
-   Un giorno o l’altro perderai anche la testa Lys! – dico ridendo.
-   No dai, per fortuna quella è attaccata, altrimenti sicuramente sarebbe già andata perduta! –
ridiamo divertiti. In quel momento qualcuno lo chiama.
-   Ehy Lys! Che stai facendo?! Muoviti che abbiamo le prove! –
Dietro di lui vedo Castiel che lo incita a muoversi. D’un tratto la mia faccia diventa paonazza e mi porto le mani al volto. Castiel è il migliore amico di Lysandro da sempre, e da quando sono arrivata qui sono innamorata persa di lui. Ma lui nemmeno sa che esisto. Lysandro mi saluta con la mano e si allontana. Vedo due dei ragazzi più belli e desiderati della scuola allontanarsi da me, mentre uno dei due porta con se il mio cuore. La campanella suona e torno in classe, mentre la mia mente vaga su un pianeta lontano. L’ultima campanella segna la fine delle lezioni ed esco dall’aula. Mi incammino verso casa quando ad un certo punto qualcuno mi afferra un braccio. Mi giro di scatto e vedo Lysandro sorridente.
-   Ti va di venire da me per pranzo? Vorrei sdebitarmi per il quaderno! –
-   Volentieri! Allora….cosa offre la casa? – dico prendendolo a braccetto.
-   Quello che desidera lei signorina! –
Camminiamo chiacchierando del più e del meno, una volta arrivati entro a casa sua, i suoi genitori lavorano sempre tanto quindi è raro vederli in casa. In un certo senso io e Lysandro ci somigliamo in questo, per questo andiamo tanto d’accordo, anche se in momenti come quelli scolastici non ci parliamo praticamente mai dato che siamo in classi diverse. Mentre Lysandro cucina il pranzo io accendo la tele e mi metto a fare zapping. Anche se si tratta di un ragazzo, Lysandro è maledettamente bravo a cucinare. Dopo soli 15 minuti il pranzo è pronto e ci accomodiamo in sala. Patatine e milanese, il mio piatto preferito. Mangiamo allegramente ridendo e scherzando. Non appena abbiamo finito mi alzo per lavare i piatti ma Lysandro, da bravo gentiluomo, mi fa accomodare nuovamente a tavola mentre lui va in cucina con i piatti. Poco dopo suona il campanello. Lysandro sbuca dalla cucina per andare ad aprire ma lo blocco subito.
-   Sta tranquillo, posso sempre andare io ad aprire! Almeno questo lasciamelo fare signor uomo di casa! –
-   Eh va bene Beth, va pure ad aprire, tanto dovrebbe essere il pacco che aspettavo –
Sorrido avvicinandomi alla porta. Beth è il mio soprannome, o meglio, il nomignolo con cui Lysandro si diverte a chiamarmi. Apro la porta e rimango di sasso. Davanti a me non si presenta un corriere con un pacco in mano, ma Castiel! Vedo che mi squadra da cima a fondo, e poi sorride.
-   Lys! Ehy Lys! Non sapevo ti fossi fatto la ragazza! –
ride divertito.Lysandro compare improvvisamente dietro di me, mentre io sono ancora un blocco di cemento in preda al panico.
-   Che ci fai tu qui? –
-   Beh lo hai perso ancora dannazione! Come pensi che potremo sfondare nel mondo della musica, se tu perdi in continuazione il tuo dannatissimo quaderno con le nostre canzoni?! – dice lanciandogli il suo quaderno nero.
-   Non mi ero nemmeno reso conto di averlo perso! Grazie mille! –
-   Figurati. Piuttosto…da quanto questa frequenta casa tua? Non pensavo fossi quel genere di ragazzo. Cos’è…la mia compagnia ti ha finalmente fatto crescere? – afferma guardandolo in modo malizioso. Lysandro si gratta la testa imbarazzato.
-   No Castiel, lei è la mia vicina di casa, si chiama Elisabeth e si è trasferita due anni fa al nostro liceo. Possibile che tu non l’abbia mai vista?! –
-   Davvero? No non ci ho mai fatto caso. Sai io noto solo le belle ragazze, le cozze non fanno parte dei miei interessi –
Cozza? Cozza? COZZA?! A chi ha appena dato della cozza?! Improvvisamente il mio panico si dissolve ed il mio corpo da cementato diventa traboccante di rabbia.
-   Senti chi parla! Un bulletto che si crede chissà chi e va in giro come se tutto il mondo fosse ai suoi piedi! Sicuro di non reputarmi una cozza solo perché pensi che non calcolerei mai uno come te? Lo sanno tutti che ogni ragazza del liceo è ai tuoi piedi, ma io non ti ho mai considerato nonostante sono ben due anni che sono qui. Forse è questo che ti brucia vero? Il fatto che non sia diventata una dei tuoi tanti giocattolini ti scoccia vero? Il tuo chiamarmi “cozza” è solo una difesa dato che ti senti respinto ammettilo! Sei solo un pallone gonfiato! –
Così dicendo giro i tacchi e ritorno in cucina. Mi siedo su una sedia rabbiosa. Ho appena aggredito il ragazzo che mi piace mentendogli spudoratamente. Maledizione. È solo che non mi aspettavo di vederlo li, ma non mi aspettavo nemmeno di sentirmi dare della cozza! Odio essere così dannatamente impulsiva! In quel momento Lysandro rientra e si siede accanto a me fissandomi.
-   Non mi aspettavo che fossi così piperina –
-   Scusami Lys…non era mia intenzione aggredirlo così – dico grattandomi la testa imbarazzatissima.
-   Non preoccuparti, Castiel non darà sicuramente peso alle tue parole. Mi dispiace che tu l’abbia conosciuto in questo modo. Vedi sembra cattivo ma non lo è. Non posso negare che non si comporti da stronzo con le ragazze, è capace di conoscerle ed in giornata prima "usarle" e poi gettarle come se niente fosse solo per divertimento, ma al di fuori di quello è davvero una persona di cuore te lo garantisco. –
-   Non ne dubito…domani andrò sicuramente a scusarmi con lui! –
-   Se lo ritieni necessario…ma probabilmente, menefreghista com’è, se ne sarà già dimenticato –
-   Non lo faccio per lui, ma per me. Non mi piace essere scorbutica con le persone, ne tanto meno mi piace che qualcuno parli male di me in giro. Voglio scusarmi solo per riparare al mio errore –
ometto il fatto che userei questa scusa per rivolgergli nuovamente la parola. Non mi va che Lysandro pensi che io sia davvero una bugiarda dato che fino a qualche istante prima ho negato ogni mio interesse nei confronti di Castiel. Lysandro si mette a ridere di gusto mentre torna in cucina a lavare i piatti. Mi porto una mano al cuore. La rabbia è passata ed ha lasciato il posto al dispiacere. Come penso di conquistarlo, se lo tratto in questo modo? Appoggio la testa sul tavolo. E va bene, domani andrò a scusarmi con lui e cercherò di fare bella impressione! Passo tutto il pomeriggio insieme a Lysandro, facciamo anche i compiti assieme poi torno a casa, mangio cena e mi corico a letto, carica di buoni propostiti per il giorno successivo.
Prima di addormentarmi penso nuovamente a Castiel. Ora per lo meno è a conoscenza della mia esistenza. Chiudo gli occhi e cerco di immaginarmi come vive lui la giornata. Cerco di vedere le cose dal suo punto di vista. Comincio a credere che uno come lui debba sentirsi davvero solo. A parte Lysandro, non l’ho mai visto parlare con nessun altro, è sempre da solo e spesso si isola su una panchina a fumare. Non so se sta con i genitori o se vive una situazione tipo la mia o quella di Lysandro. Apro gli occhi e sento una lacrima accarezzarmi la guancia. Non so nulla del ragazzo che sento di amare, ma realizzo solo ora che la sua esistenza è molto triste. Mi addormento così, mentre nel mio cuore si culla il sentimento della solitudine.
La mattina dopo mi alzo di buon ora ed indosso un vestito rosso con un pizzo nero. Esco di casa senza nemmeno fare colazione, sono troppo agitata all’idea di parlare con Castiel per mangiare qualcosa. Arrivo a scuola e mi nascondo nel giardino del club di giardinaggio. Ormai conosco bene le abitudini di Castiel, dopo due anni di spionaggio so con precisione quando e dove trovarlo. La campanella che segna l’inizio delle lezioni suona. Aspetto qualche minuto ed eccolo uscire dall’aula. Probabilmente il professore lo ha già sbattuto fuori. Si siede sulla sua solita panchina e si accende una sigaretta. E’ il momento.  Sbuco fuori dal giardino e sgattaiolo verso l’entrata del liceo. Fingo indifferenza mentre mi avvicino a lui. Poi, con tutto il coraggio che riesco a raccimolare in qualche secondo, mi siedo accanto a lui. Sento che le mie gambe tremano per l’emozione ma ci appoggio sopra le braccia per tentare di nasconderlo. Castiel non mi considera e fuma come se io non ci fossi. La cosa inizia a darmi fastidio.
-   Senti, immagino che non te ne freghi niente del fatto che io sia qui, ma sappi che sono solo venuta a scusarmi per il mio pessimo comportamento di ieri. Tutto qui –
Non ottengo risposta. Lysandro aveva ragione, se ne frega totalmente. Mi alzo arrabbiata e mi allontano ma lui mi afferra la mano.
-   Che cosa vuoi da Lysandro? – mi giro verso di lui e vedo che mi polverizza con lo sguardo.
-   C-che cosa intendi? – sono terrorizzata.
-   Ti ho chiesto che cosa vuoi da lui. Anche se ieri ho detto di non averti mai vista in realtà non è così, me ne sono accorto sai? Sei sempre tu quella che gli riporti il quaderno quando lo perde, ogni volta che non lo trova corre da te come un cagnolino scodinzolante. È ovvio che è un pretesto per avvicinarlo. Che cosa vuoi da lui? –
-   Ma sei impazzito?! Perché pensi che debba volere qualcosa da lui?! Gli voglio moto bene perché è la prima persona che mi ha accolta quando mi sono trasferita, ed il suo quaderno ce l’ho spesso io perché è il mio vicino di casa, quindi percorriamo la stessa strada per venire a scuola, e spesso e volentieri è durante il tragitto che lo perde e io lo ritrovo e mi limito a riportarglielo! Ora lasciami mi stai facendo male! –
-   Non ancora. Non mi fido di te. –
-   Senti, a me non importa che tu ti fidi o meno, io ti ho detto la verità. Non hai nessun diritto di trattenermi contro la mia volontà! Ora lascia immediatamente la mia mano o mi metto ad urlare! –
Castiel molla la presa. Sono furiosa! Non doveva finire così! Com’è possibile che sia così arrogante?! Come si permette di accusarmi di qualcosa?! Mi allontano a passo svelto quando sento che mi parla.
-   Aspetta un attimo – per qualche motivo mi fermo e mi giro verso di lui. Mi fa cenno di avvicinarmi e non so con quale forza mistica decido di tornare accanto a quel ragazzo che mi ha appena rovinato la mattinata. Mi dice di sedermi accanto a lui e lo faccio.
-   Immagino che tu non abbia cattive intenzioni. Volevo solo assicurarmene. È difficile che Lysandro avvicini una ragazza come ha fatto con te, temevo che lo avresti ferito. – Castiel sentimentale? Non lo avrei mai detto.
-   Capisco che tu tenga davvero moltissimo a Lys…ma non è il caso di alterarsi così tanto. Dovresti darti una calmata – sento che scoppia a ridere.
-   Senti chi parla! Quella che ieri mi ha sputato addosso una cattiveria dopo l’altra! – il mio viso diventa nuovamente rosso.
-   T-ti ho già chiesto scusa prima per quello! –
-   Sisi lo so lo so…in ogni caso l’ho trovato divertente, è la prima volta che una ragazza mi dice certe cose in faccia. Ora capisco perché stai simpatica a Lys, sei proprio divertente! –
Iniziamo a parlare del più e del meno. Non posso crederci…non posso crederci! Sto parlando proprio con Castiel! Sento coronarsi parte del mio sogno d’amore! Bene…ora non devo far altro che conquistarlo! Passiamo tutta la mattinata assieme fino a quando l’ultima campanella non segna la fine delle lezioni. Aspetto che Lysandro esce e come lo vedo gli corro incontro sorridente. Capisce subito che sono riuscita a scusarmi con Castiel e per questo mi da alcune gentili pacche sulla testa. Lo invito a pranzare da me questa volta e lui accetta. Lo prendo a braccetto e ci avviamo al cancello. Salutiamo Castiel con la mano e ci avviamo a casa. Mangiamo pranzo e poi passiamo il pomeriggio assieme, tra un discorso e l’altro sono già le dieci di sera e accompagno Lysandro alla porta. Ci diamo appuntamento all’indomani mattina, decidendo di andare a scuola assieme.
Sono le sette e mezza e sono davanti a casa di Lysandro ad aspettarlo. Dopo qualche minuto esce e ci incamminiamo. Decidiamo di fermarci ad un bar a fare colazione. Ordino un cappuccino e afferro un croissant alla marmellata ancora caldo. Ci sediamo al tavolo ed iniziamo a mangiare tranquillamente. Dopo un po’ sento qualcuno sedersi accanto a me, mi giro e per poco non sputo fuori il boccone che sto masticando.
-   C-castiel?! Che ci fai qui?! – gli chiedo incredula.
-   Ci faccio colazione razza di imbecille – mi risponde secco.
-   Non ti vedo mai da queste parti Cas. Come mai sei passato? – interviene Lysandro.
-   Ti ho visto entrare poco fa è ho deciso di raggiungerti, infondo nemmeno io ho ancora fatto colazione. Ehy tu, cosa stai mangiando? –
Non ho nemmeno il tempo di rispondergli che ha già addentato il mio croissant, portandosene via più di metà.
-   Ma sei un villano! Ti sei mangiato più di metà della mia colazione! –
-   Devo dire che non è niente male! Penso che la prenderò anche io –
Osservo Lysandro chiedendogli aiuto con lo sguardo ma lui scoppia a ridere. Iniziamo a chiacchierare allegramente mentre il mio cuore inizia a tamburellare sempre più veloce quando realizzo che Castiel è seduto accanto a me. Ci alziamo ed andiamo a scuola, mi accompagnano fino alla mia classe e poi se ne vanno. Come mi siedo Iris mi tormenta di domande sul come mai questa mattina fossi arrivata con loro due. Gli rispondo semplicemente che io e Lysandro avevamo deciso di andare a scuola assieme quella mattina e che Castiel ci aveva incrociati e si era unito a noi. Mi sorprendo anche io di come, improvvisamente, io e Lysandro ci siamo avvicinati a tal punto di decidere di andare a scuola assieme. Chissà se lo faremo anche domani. Finita la scuola aspetto Lysandro all’uscita. Mi piace molto di più percorrere la strada di casa con lui piuttosto che da sola! Dopo un paio di minuti Castiel mi si avvicina.
-   Aspetti Lysandro da brava fidanzata? –
-   Ebbene si, a proposito sai dov’è? –
-   Davvero state assieme? –
-   Non hai risposto alla mia domanda –
-   Ma nemmeno tu alla mia! –
-   Io sono stata la prima a fare la domanda, quindi o mi rispondi, o non ti rispondo -
-   Ma se sono stato io il primo a farla! -
-   Poco importa. O mi rispondi o non ti dico nulla -
-   Non lo so dove sia, ora rispondi tu –
-   Non lo so se ho voglia di risponderti – gli dico sorridendo.
-   Eh va bene, è in aula che scrive, pare abbia avuto un’ispirazione. –
-   Ti ringrazio! – dico correndo per raggiungerlo, ma subito mi afferra per la mano. Il mio cuore sussulta.
-   Non mi hai ancora risposto – gli sorrido divertita e mi avvicino a lui.
-   E se anche fosse? –
-   Niente, vorrei solo saperlo – mi avvicino al suo orecchio e dolcemente gli sussurro:
-   Non stiamo assieme –
Poi mi allontano, raggiungendo Lysandro nella sua classe. Mi accorgo subito che si è addormentato, mi avvicino a lui e gli accarezzo i capelli argentati. Vedo che sorride. Cosa starà sognando? Noto il quaderno aperto sotto le sue braccia incrociate, dolcemente lo sfilo e lo chiudo. Prendo una sedia e mi siedo accanto a lui. È proprio bello quando dorme. Continuo ad accarezzargli la testa, mi piace il modo in cui sorride mentre lo faccio. In quel momento entra Castiel e gli faccio segno di non fare rumore. Si avvicina a me, afferra una sedia e mi si avvicina sedendosi. Stiamo li per un po’, in silenzio, mentre Lysandro dorme e si lascia coccolare.
-   Sei innamorata di lui? – mi chiede improvvisamente Castiel. Sorrido dolcemente continuando a guardare Lysandro.
-   No, però gli voglio bene. Molto bene. Magari un giorno lo amerò chi lo sa. E tu invece? Sei innamorato di qualcuno? –
il mio cuore si ferma quando mi rendo conto di avergli fatto una domanda così importante con una tranquillità disumana. Noto che si appoggia allo schienale della sedia, lasciando cadere indietro i suoi splendidi capelli color rubino.
-   Una volta lo ero. Ma lei mi ha spezzato il cuore. Da allora ho smesso di amare –
Improvvisamente mi fermo e lo guardo. Lui guarda me. Ora capisco come mai è così duro ed arrogante. Deve avergli fatto davvero male quella ragazza.
-   Era il tuo primo amore? –
-   Già…così lo chiamano –
-   Mi dispiace… -
-   È acqua passata…non so nemmeno perché sono qui a dirtelo! –
-   Beh è normale parlare con le persone infondo… -
Mentre parliamo continuo a fissarlo negli occhi. È come se sentissi il suo dolore fluirmi dentro, come se riuscissi a vedere dentro di lui. D’improvviso sento l’impulso di abbracciarlo. Mi alzo e scatto sulle sue gambe stringendolo a me. Lui è sorpreso e cerca immediatamente di staccarmi.
-   Scusami ma non sono riuscita a resistere. Non hai idea di quanta tristezza mi ha trasmesso il tuo sguardo. L’ho fatto d’impulso. Tu…stai ancora soffrendo molto non è vero? Il tuo essere arrogante…è solo una difesa per nascondere il tuo dolore ho ragione? Lo so che non ci conosciamo…ma io ti osservo, da sempre. So dove vai e quello che fai. Sei sempre solo ed isolato, a parte Lysandro non hai nessuno. Deve essere terribile vivere in questo modo. Ne ho avuto la conferma guardandoti negli occhi. Ho come percepito un messaggio di aiuto e non ho potuto fare a meno di tendere la mano per accoglierlo. Io posso starti accanto se lo desideri. Ti dimostrerò che non è necessario che tu continui a soffrire, che ci sono anche cose belle nella vita. Permettimi di restare con te, ti dimostrerò che puoi tornare ad essere felice! Voglio esserti amica e farti dimenticare il dolore, facendoti riscoprire la felicità – .
Improvvisamente smette di respingermi e mi abbraccia. Il mio cuore batte a mille. Non posso credere di aver appena fatto una cosa del genere. E lui non mi sta nemmeno più respingendo! Sono tra le sue braccia e lo sento rilassarsi mentre le mie lo stringono. Come si calma mi allontano e lo fisso negli occhi. Ora il suo sguardo è leggermente diverso, pare speranzoso. Gli accarezzo la guancia e gli sorrido.
-   Vedrai che sarò un ottima amica per te! –
In quel momento Lysandro si sveglia, scendo subito dalle gambe di Castiel e mi avvicino a lui abbracciandolo da dietro appoggiandomi alla sua schiena.
-   Ma buongiorno dormiglione! Che ne dici se andiamo a mangiare?! Ho una fame da lupi! –
-   Beth…sei pesante… - mi allontano subito.
-   Non è una cosa carina da dire ad una ragazza sai?! – dico fingendo di essermi offesa. Lui subito si allarma.
-   Scusami Beth! Non era mia intenzione, davvero! – scoppio a ridere e lo prendo a braccetto.
-   Su Lys muoviti, stavo solo scherzando! Che ne dici se ci fermiamo a mangiare ad un pub? Ho voglia di mangiare fuori! –
Lysandro mi sorride divertito, poi osserva Castiel che nasconde un sorriso.
-   Che è successo Cas? –
-   Niente niente, sapete ho fame anche io, penso che mi aggregherò a voi. –
-   Bene! – affermo felice, prendendo anche lui a braccetto – Andiamo? –
-   Ehy Beth…come mai tutta questa confidenza con Cas? –
-   Beh ha detto che posso essere sua amica! –
-   Veramente non ho detto nulla del genere! – controbatte acido, staccando il mio braccio dal suo.
-   Ma se prima mentre eravamo ab-- -
mi interrompo subito. Oddio non posso confessare una cosa del genere! Mi vergogno io stessa di quello che è accaduto un attimo prima!
-   Si va bene lo ammetto, ho accettato che diventasse mia amica, infondo se sta sempre con te Lys e tu glielo permetti, vuol dire che deve essere almeno simpatica, dato che a bellezza lascia a desiderare –
Gli lancio un’occhiata malefica ma non controbatto. Infondo mi ha appena salvata. Usciamo dalla scuola e lui si mette le mani in tasca. Lo osservo di soppiatto mentre guarda davanti a se. Poi il suo sguardo incrocia il mio ed io lo distolgo subito. Con il gomito mi colpisce gentilmente. Capisco subito quello che intende e lo prendo a braccetto. Vedo che sorride. Sento che mi sto avvicinando a lui più rapidamente del previsto. Questo gioca a mio favore! Entriamo in un pub e prendiamo da mangiare. Sono seduta tra due ragazzi bellissimi ed ogni ragazza che passa mi guarda invidiosa. Questo mi fa sentire importante! Finito pranzo usciamo e decidiamo di passare ad un negozio di musica. Trovo un nuovo album del mio gruppo preferito e mi mordo il labbro scoprendo di non avere abbastanza soldi con me. Pazienza, lo prenderò in un altro momento. Il cielo comincia a coprirsi di nuvole nere, così salutiamo Castiel e torniamo tutti a casa nostra. Sono le nove di sera ed ho appena finito di pulire la cucina mentre fuori imperversa un temporale, quando il campanello suona.
Vado ad aprire e mi ritrovo Castiel bagnato fradicio. Mi sposto immediatamente per farlo entrare e poi richiudo la porta.
-   Che cavolo ci fai qui?! E perché sei uscito con questo tempo?! –
-   Ero davanti a casa di Lysandro, dovevamo vederci per parlare di alcune cose ma non mi risponde ne’ al telefono ne’ al citofono! Non potevo tornare a casa con questo tempo e per disperazione sono venuto qui. Maledizione si può sapere che sta facendo quello li?! –
Così dicendo sbatte a terra la giacca in pelle ed incrocia le braccia nervosamente. Corro in bagno, gli porto un asciugamano e lo faccio sedere sul divano accanto al caminetto. Si avvolge nell’asciugamano e si siede, io mi siedo accanto a lui.
-   Mi dispiace ma non ho dei vestiti da darti –
-   Non importa – così dicendo si alza di scatto e si sfila la maglietta gettandola a terra.
-   Che…che…che cavolo stai facendo?! –
-   Scema, non posso restare con i vestiti bagnati! Almeno la maglietta posso togliermela! –
mi risponde riavvolgendosi nell’asciugamano. Mi accorgo che nonostante il fuoco sta ancora tremando.
-   Posso fare qualcosa per te? Vedo che stai tremando –
-   A dire il vero si, prestami il tuo calore –
Così dicendo mi tira a lui, sotto l’asciugamano e mi abbraccia. Subito divento rossissima ed inizio ad agitarmi. Il mio cuore batte all’impazzata per l’agitazione mentre la mia testa si svuota. Non capisco cosa sta succedendo. Sento che mi afferra il mento e me lo alza.
-   Scaldami –
Sono le ultime parole che mi dice prima di baciarmi.


Commento dell'autore: Salve a tutti xD ammetto di aver fatto un capitolo davvero lungo, ma se lo interrompevo prima non sarei riuscita a dare la stessa curiosità per fare leggere il seguito! Ammetto che prima di scrivere questa storia avevo già in mente il finale, e è diverso da quelli che faccio di solito. Spero comunque che vi piacerà!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Io ti leggo dentro ***


Non riesco a capire. Perché lo sta facendo? Perché mi sta baciando? Sento la sua lingua entrarmi con la forza in bocca. Lo lascio fare cercando di assecondarlo. Non ho mai baciato nessuno per cui me la sto vedendo parecchio brutta dato che lui sa bene quello che sta facendo, mentre io sono nel panico più totale. Mi stacco per riprendere fiato ma subito mi ritira a lui. Apro gli occhi e vedo che i suoi mi fissano insistentemente. In quell’esatto momento sento i suoi attuali sentimenti entrarmi dentro. Non è la prima volta che succede. È come se guardandolo negli occhi, le sue sensazioni e le sue emozioni entrassero dentro di me. Purtroppo però non sono quelle che mi aspetto. “Divertimento, inganno, sfruttamento”. Ecco quello che prova. Io sono solo un gioco. Sono appena diventata una delle tante. Prova divertimento per il fatto che ha scoperto che in realtà anche io sono innamorata di lui, e quindi può giocare con me come fa con le altre. Mi trasmette inganno perché può girarmi come preferisce, facendomi credere ciò che vuole ingannandomi. E sente che può sfruttarmi come più desidera, perché il mio cuore è nelle sue mani. Lo capisco. Capisco quello che prova ed è in quel momento che mi stacco improvvisamente, anche se i suoi baci mi fanno venire sempre più fame di lui. Lo desidero, ora più che mai. Mi allontano mentre i miei occhi non abbandonano i suoi. Non capisco cosa mi lega a lui, cosa mi permette di vedere dentro di lui in questo modo, non lo so davvero, so solo che succede ogni volta che prova qualcosa ed il mio sguardo incontra con il suo. Ora come prima lo fisso, ma sento che ciò che mi trasmette è diverso. È un misto di divertimento con una puntina di…tristezza? Lo osservo spaventata. Perché non capisco cosa mi sta succedendo. Lui ride divertito.
-   Meno male che non eri come le altre studentesse e non ti interessavo –
Lo fisso mentre con la sua aria da duro getta a terra l’asciugamano rimettendosi la maglietta. Lo seguo con lo sguardo mentre si infila la giacca di pelle e si avvia alla porta.
-   Perché? – riesco a farfugliare avvicinandomi a lui, prima che apra la porta.
-   Non c’è un motivo. Mi andava di farlo e l’ho fatto. E come immaginavo non sei diversa dalle altre. Fate tutte schifo –
-   No…perché hai provato…tristezza? – di colpo si gira e mi osserva. Io lo guardo.
-   E perché ora provi…paura? – d’improvviso mi viene in contro e mi sbatte al muro tenendomi le spalle. I miei occhi non abbandonano nemmeno per un’istante i suoi.
-   Come fai a capirlo? – mi ringhia contro.
-   Non lo so. Lo capisco e basta. –
-   Anche prima a scuola…sei riuscita a capire quello che provavo. Com’è possibile? –
-   Non lo so ti ripeto. È solo che è come se i tuoi occhi mi permettessero di entrarti dentro. Capisco quello che provi ogni volta che i tuoi occhi incrociano i miei –
-   Ma questo non è possibile! –
-   Ansia, paura, preoccupazione –
-   Smettila! –
-   Angoscia, rabbia –
-   Ti ho detto di piantarla! –
-   Va bene… -
così dicendo chiudo gli occhi. Non voglio farlo infuriare ulteriormente. È stato uno sbaglio rivelarglielo. Sento che la sua presa si fa più debole. Riapro gli occhi e lo guardo. Di colpo la sua tristezza mi pervade e lo abbraccio. Lui resta li fermo, senza fare niente. Pare sconvolto più di me. Poi mi allontana ed esce di casa allontanandosi di fretta. Ormai ha smesso di piovere.
Sono le sette e mezza quando esco di casa e mi ritrovo Lysandro che mi aspetta davanti al cancello. Lo raggiungo prendendolo a braccetto. Non me la sento di raccontagli cos’è successo ieri con Castiel, anche perché tanto glielo racconterà lui prima o poi. Ci fermiamo al bar a fare colazione ma questa volta Castiel non arriva. Finiamo di mangiare e ci dirigiamo a scuola parlando del più e del meno. Ci diamo appuntamento a fine scuola davanti all’ingresso. Le ore passano veloci dato che non faccio altro che pensare a Castiel. Ora che ho scoperto che posso leggergli dentro, mi rendo conto di avere ancora più bisogno di lui, di vedere e sentire quello che prova, di capirlo e di aiutarlo quando soffre. È come una droga, che lentamente mi rende sempre più dipendente. Suona l’ultima campanella e mi lancio di slancio verso l’uscita. Aspetto Lysandro mentre i miei occhi cercano quelli di Castiel. Ad un tratto Lysandro mi afferra il braccio e mi fa cenno di andare. Camminiamo un po’ in silenzio quando inizia a parlare.
-   Sono preoccupato per Castiel –
-   Perché? –
-   Non è venuto a scuola oggi –
-   Ti ricordo che stiamo parlando di Castiel, è normale che non venga a scuola –
-   Questo lo so, ma non è normale che non venga senza avvisarmi –
Abbasso lo sguardo. Penso e ripenso se sia il caso di confessargli tutto o no. Se sia giusto raccontargli che ieri sera è venuto da me e mi ha baciata e tutto il resto.
Prendo un bel respiro e trascino Lysandro verso una panchina e gli spiego tutto. Lo vedo incredulo ed anche spaventato.
-   Tu…riesci a vedere dentro di lui? –
-   Si…non so come spiegartelo. È come se guardandolo, ciò che prova entrasse dentro di me –
-   Ma non è possibile! –
-   Ti prego…non ripetere le sue stessa frasi – dico appoggiando testa sulle ginocchia per la disperazione.
-   In ogni caso…ieri sera non ti ha detto dove sarebbe andato? –
-   Ma che…so solo che è andato via di pessimo umore –
-   Dai vieni, torniamo a casa –
Mi prende per mano e mi porta con se. Mi accompagna a casa e mi chiede di restare con lui, ma la mia testa è troppo occupata a scervellarsi per accettare di pensare ad altro, quindi rifiuto cortesemente l’invito e mi rintano in camera mia. Mi getto sul letto mentre il mio pensiero fisso è Castiel, il ragazzo che da sempre so di amare, ma che ora scopro che riesco a capire dal profondo. Solo ora mi rendo conto del legame che mi unisce a lui. Il cellulare suona, lo afferro ed il messaggio è di Lysandro, mi ha inviato il numero di Castiel. Lo ringrazio e salvo il numero. Passano circa due ore prima che mi decida a mandargli un messaggio.
-   Dobbiamo parlare di quello che è successo ieri. Beth –
Invio. Non mi aspetto di ottenere risposte, ed invece alcuni minuti dopo Castiel mi risponde. Nel messaggio è contenuto un indirizzo ed un orario. Controllo l’ora. Ok ho mezz’ora di tempo per raggiungere il posto. Mi cambio ed esco di corsa. In meno di mezz’ora raggiungo il luogo dell’appuntamento. È una piccolo parco di cui non conosco l’esistenza, entro ed inizio a girarlo. Ad un tratto un cane mi salta sulle gambe facendomi cadere a terra. Cerco di rialzarmi ma lui non ha intenzione di muoversi da sopra di me. Vedo arrivare Castiel che lo toglie di peso e mi porge la mano. Lo guardo. “paura, preoccupazione”.
-   Tranquillo sto bene – dico afferrando la mano ed alzandomi.
-   E chi te lo ha chiesto? – non rispondo, ma capisco che si è risposto da solo.
Camminiamo un po’ e poi ci sediamo su una panchina.
-   Scusalo, Demon di solito non si comporta così. Normalmente fa le feste solo a me –
-   Beh si vede che gli sto simpatica –
-   Oppure voleva sbranarti, ma poi gli hai fatto pena e ha lasciato perdere –
-   Ah ah molto divertente…come stai? – lo vedo incupirsi.
-   Perché non ti rispondi da sola? –
così dicendo lo guardo negli occhi. “tristezza, dubbio, curiosità” gli elenco le sue emozioni, poi si gira nuovamente.
-   Allora non me lo sono sognato, riesci a farlo davvero –
-   A quando pare si –
-   Come mai tu ci riesci con me, ma io non ci riesco con te? –
-   Perché non tenti di farmi una domanda più semplice? A cui magari so rispondere? –
-   Ok…era il tuo primo bacio quello di ieri vero? –
Improvvisamente divento violacea in faccia.
-   C-come ti permetti?! Anche se fosse non sono cose che ti riguardano! –
-   Si invece. Tu riesci a leggermi dentro ma io no, quindi esigo che tu mi spieghi quello che provi. È una questione di lealtà –
-   Detto da te suona davvero falso! –
-   Guarda che io sono una persona leale! –
-   E baciare a tradimento ti sembra una cosa leale?! –
-   Si, se viene apprezzato –
-   Non ho mai detto di averlo apprezzato! Anzi! –
Il dialogo si interrompe. Vedo che sfugge al mio sguardo. Cosa mi nasconde? Gli prendo il viso tra le mani e lo giro verso di me per poterlo scrutare. All’inizio oppone resistenza, allora mi metto davanti ai suoi occhi ed osservo. “Tristezza”. È triste per quello che ho detto? Davvero sperava che lo apprezzassi? Continuo ad osservarlo mentre le sue emozioni cambiano. “Desiderio”. Desiderio? Cerco di capire e solo in quel momento mi rendo conto che le mie labbra sono a pochi centimetri dalle sue. Subito mi allontano. Non voglio un bacio così. Non ora. Prima dobbiamo risolvere questa situazione. Mi siedo composta ed aspetto che dica qualcosa, ma non lo fa. Passiamo il resto del tempo a guardare Demon che corre da una parte all’altra del parco, inseguendo uccellini ed insetti. Ad un certo punto Castiel si alza e dice di volermi accompagnare a casa. Mentre camminiamo fianco a fianco sento il desiderio di baciarlo. È come se una crisi di astinenza mi avesse colpito improvvisamente. Sento la necessità di avere le sue labbra sulle mie e la sua lingua che accarezza la mia. Stringo i pugni mentre inizio a mordermi il labbro. Arriviamo sotto casa e lo saluto guardandolo negli occhi. “Imbarazzo”…ma cosa? Che senso ha?
-   Perché provi imbarazzo? –
-   Ma la vuoi finire cristo santo?! Tienitele per te queste cose! Non è divertente sai?! –
-   Hai ragione scusami…ma perché? –
-   Dio mio sei irrecuperabile… -
Così dicendo tira fuori un CD e me lo porge, lo osservo meglio e mi accorgo che è quello del mio gruppo preferito che guardavo l’ultima volta! Appena me ne rendo conto faccio per saltargli al collo ma è già lontano. Gli urlo un grazie e lui mi fa un cenno di saluto. Passo tutta la notte ad ascoltarlo e mi addormento su quel dolce sottofondo musicale.
Come ogni mattina da qualche giorno esco di casa ed aspetto Lysandro. Non appena mi raggiunge ci dirigiamo verso il nostro solito bar. Sorprendentemente Castiel è li che ci aspetta. Ci sediamo tutti assieme ed iniziamo a comportarci come sempre. Decido di non parlare più a Castiel dei suoi stessi sentimenti. Deve essere davvero frustrante per lui trovare qualcuno a cui non poter nascondere nulla. Per cui, per cercare di arrivare al suo cuore, decido di mettere da parte il mio “dono”, evitando di parlargliene.
Sono passati due mesi ormai ed io, Lysandro e Castiel siamo diventati migliori amici. Piano piano mi sono avvicinata a Castiel, rendendolo sempre più importante nella mia vita. Tuttavia non mi ha più baciata e ancora oggi non capisco il senso di quel suo gesto. Che volesse usarmi e poi gettarmi via? Probabilmente si, ma il fatto che io riesca a fare quello che faccio…beh…deve averlo spinto a decidere di approfondire la nostra amicizia. Peccato per me che si tratta SOLO di amicizia. È Martedì pomeriggio e sto aspettando Castiel davanti a scuola. Lysandro ha un impegno con Leigh, suo fratello, per cui è uscito prima. Mentre lo aspetto osservo il roseto dove mi nascondevo per spiarlo di nascosto. Non mi sarei mai immaginata di conoscerlo davvero. In quel momento arriva e mi passa davanti.
-   Muoviti che ho da fare –
-   La gentilezza non fa proprio parte del tuo carattere?? –
-   Direi di no –
-   Nemmeno un pochino? –
-   Solo quando è strettamente necessario –
-   Eh va bene…ma dove stiamo andando? – gli chiedo quando noto che non mi sta accompagnando a casa.
-   Devo passare in un posto. Vattene pure a casa se non vuoi –
-   Oh insomma! Perché sei così acido quest’oggi?! –
-   Per nessun motivo in particolare –
-   Non costringermi a farlo, e sai a cosa mi riferisco –Subito rallenta il passo e si guarda intorno con aria seccata.
-   Mi si è rotta una corda della chitarra ieri mentre suonavo e rompendosi mi ha sbattuto sul dito che ora mi impedisce di suonare come voglio io. Sto andando a comprare delle corde nuove. Sei contenta adesso? –
-   Si, fammi vedere la mano –
Mi porge la mano sinistra e vedo che ha un dito coperto di cerotti.
-   Ma questa non è una medicazione! –
-   Non sapevo far altro, hai qualcosa da ridire? –
-   Direi di si! Adesso andiamo a comprare le tue corde e poi vieni da me, non posso farti andare in giro con un dito conciato in questo modo! –
Dopo venti minuti siamo a casa mia. Prendo delle garze e, dopo avergli tolto quei cerotti messi in modo disordinato sul dito, glielo medico. Non posso fare a meno di incrociare il suo sguardo. “Gioia”. Sorrido e vado in bagno a posare le garze. Preparo qualcosa da mangiare mentre lui si accende la tele. Fa come se fosse a casa sua, ma mi piace. Preparo una pasta veloce e porto tutto in salotto. Mi siedo vicino a lui ed iniziamo a mangiare. Non appena abbiamo finito riporto i piatti in cucina e torno a sedermi accanto a lui. Mi rendo conto che siamo soli in casa. Il nostro legame si è fatto davvero profondo in questi ultimi mesi. Ma cosa sono io per lui adesso? Nei suoi occhi non ho mai visto quel sentimento che invece da sempre io provo per lui. Lo guardo mentre cerco di passargli almeno in parte un po’ dei miei sentimenti. Improvvisamente si gira verso di me, ma non distolgo lo sguardo perché rimango rapita dal suo. “Incertezza, dubbio, desiderio”. Vedo che si avvicina a me. Lo osservo ancora, ma continuo a non vedere amore. Mi appoggia una mano sulla guancia e me la accarezza. Sta per baciarmi e ormai ciò che vedo dentro di lui è solo più il suo irrefrenabile desiderio. Mi lascio baciare capendo che non riuscirò mai a farlo innamorare di me. Se dopo due mesi non sono ancora riuscita a vedere l’amore trasparire dai suoi occhi, vuol dire che non ho speranze. Io lo amo dal profondo del mio cuore, ma lui non ama me. Questo bacio è solo uno sfogo momentaneo. Ma a questo punto non mi importa più. Mi basta averlo accanto anche se mi usa. Passiamo il pomeriggio così, baciandoci e stringendoci. Poi improvvisamente se ne va. Senza dire una parola, con un ghigno divertito sulla faccia.
La mattina dopo torno a scuola con Lysandro e come sempre ci incontriamo al bar con Castiel, lui finge che non sia successo nulla, mentre a Lysandro ho già raccontato tutto. È l’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze estive. La giornata passa davvero troppo lentamente e fingo di star male per uscire un po’ prima. Avviso Lysandro per messaggio e torno a casa. Non mi va di rivedere Castiel di nuovo, sento che avrei un impulso irrefrenabile di baciarlo. Vado a casa e mi stendo sul letto. Decido che è ora di dedicarmi un po’ a me. Fa caldo e decido di preparare la borsa per il mare. L’indomani sarei andata a farmi una bella vacanza di un giorno.
Mi alzo alle sette e mezza e mi preparo. In meno di dieci minuti sono già fuori che aspetto l’autobus. Salgo e attendo di arrivare al mare. Dopo circa quindici minuti sono arrivata. Sono quasi le dieci e la spiaggia è abbastanza piena. Mi ritaglio un angolino e ci stendo l’asciugamano. Mi spalmo la crema ed inizio a prendere il sole quando un enorme cane mi salta addosso. Subito scatto sedendomi.
-   Demon! Mi sei mancato! Come stai? –
Il cane di Castiel mi fa le feste, solo dopo realizzo che se c’è lui, anche Castiel deve essere nei dintorni. Detto fatto, eccolo venirmi in contro.
-   Guarda guarda chi si vede –
-   Già…vedo che abbiamo avuto la stessa idea Cas –
-   Così pare. Sei sola? –
-   No non vedi? C’è Demon a farmi compagnia! –
-   Ok sei sola –
-   Ci sei tu con me ora no? Ti va di andarci a fare un bagno? O hai paura dell’acqua? –
Dico alzandomi. Vedo che Castiel mi guarda dalla testa ai piedi. La cosa mi diverte e, sapendo che non mi dirà di sua spontanea volontà cosa ne pensa decido di divertirmi un po’. Incroci subito il suo sguardo. “compiacimento, desiderio, eccitazione”.
-   Allora vieni? –
lo incito a seguirmi, fingendo di non aver letto dentro di lui.Sento che mi segue e mentre lo fa so che mi sta guardando. Mi sento soddisfatta della cosa e camino a testa alta. Entriamo in acqua e giochiamo con Demon, che sembra felicissimo di essere li con noi. Dopo un’oretta usciamo e ci sediamo sul mio asciugamano. Ho un certo languorino e decido di andarmi a prendere qualcosa da mangiare, un gelato magari. Lo propongo a Castiel e lui miracolosamente decide di offrirmelo. Ci avviamo al bar sulla spiaggia ed ordiniamo due coni: io cioccolato e lui menta. Torniamo all’asciugamano e ci sediamo, in tempo zero Castiel finisce subito il suo gelato.
-   Si ma non c’è gusto a mangiare un gelato così velocemente! Non te lo gusti nemmeno! –
-   E che ne sai tu di come mi piace mangiare il gelato? –
-   Ok scusa scusa…era buono almeno? –
-   Si molto. Ed il tuo? –
-   Si, vuoi assaggiarlo? –
-   Ci sto –
Gli porgo il gelato e lui mi guarda con aria maliziosa. “Divertimento, seduzione, desiderio”. Che cosa ha in mente?
-   Che ne dici invece di farmelo assaggiare tu? –
-   E come faccio? Non ho un cucchiaino! –
-   Tu non ti preoccupare, ci sono sempre altri modi per farmelo assaggiare –
Lo guardo con aria interrogativa e lui mi fa cenno di leccare il gelato. Io lo faccio ma prima di riuscire a fare qualsiasi altra cosa prende e mi bacia. Il gelato freddo al cioccolato accarezza le lingue che giocano tra di loro. Quando si stacca sono sorpresa ed ansimante. Non mi aspettavo una cosa del genere.
-   Hai ragione, è buono anche il tuo –
Afferma ridendo, mentre nella mia testa risuona una sola parola “Ancora”. Lecco di nuovo il gelato e lo guardo con aria supplichevole sperando capisca, lui mi guarda e ride come se prendersi gioco di me fosse il suo passatempo preferito. Mi bacia ancora, questa volta con una passione travolgente. Come le nostre labbra si separano lecco nuovamente il gelato e lui mi bacia ancora una volta, sdraiandomi sull’asciugamano e mettendosi sopra di me. Quando si allontana sono senza fiato e desiderosa di lui. Cerco il gelato ma mi accorgo che nel momento in cui mi ha sdraiata la pallina è caduta sulla sabbia. Maledizione! Mi alzo scostandolo e gli dico di aspettarmi. So che ha capito che sto andando a prendere un altro gelato ma non mi importa. Mentre sto facendo la fila sento che mi afferra per una mano e mi porta dietro il bar, dove non passa nessuno. Mi mette contro il muro e riprende a baciarmi con così tanta passione che mi sembra di sciogliermi. Gli avvolgo le braccia intorno al collo mentre lui mi stringe con forza. Poi con le mani inizia a toccarmi il petto mentre con la lingua mi tortura l’orecchio. Mi slaccia il pezzo sopra del costume e gioca con il mio seno premendolo e facendomi provare così tanto piacere da sembrarmi irreale. Sento le sue labbra scendere fino a prendere il posto della sua mano. Emetto un gridolino di piacere mentre lo premo sul mio petto. Intanto con l’altra mano mi sfiora gli slip per poi passarci sotto e fare di me il suo giocattolo personale. Mi rendo conto che la sua bravura è frutto di una lunga esperienza. Probabilmente ogni ragazza della scuola ha vissuto momenti di questo genere con lui. Ma io ho qualcosa che loro non hanno, io posso vedere dentro di lui. E questo mi basta a farmi sentire diversa, anche se lui probabilmente non lo pensa. In quel momento il suo sguardo incrocia il mio e sento il disperato bisogno di capire cosa prova. Improvvisamente si ferma e mi guarda, come se anche lui di colpo riuscisse a vedermi dentro. Ci guardiamo per un istante ma mi sembrano passare ore. I suoi occhi mi immobilizzano e mi fanno diventare rigida come non mai. Che sta succedendo? È come se improvvisamente mi avesse ipnotizzata. Lo vedo sorridere cattivo mentre con l’ennesimo bacio mi serra le labbra. Ma questa volta è diverso. È dolce e amaro allo stesso tempo. Mentre mi bacia ci guardiamo negli occhi, ed è come se riuscissimo a parlarci, solo guardandoci:
-   Perché lo fai? –
-   Perché mi diverte –
-   Cosa ti diverte? –
-   Vedere che tu sei come tutte le altre –
-   E cosa ti fa credere che sia davvero così? –
-   Questa situazione. Sei corsa a comprare un altro gelato solo perché volevi che ti baciassi ancora. Sei patetica, proprio come tutte le ragazze del liceo. Mi fate schifo, tutte quante –
-   Però sei tu che mi hai seguita e mi hai portata qui. E anche tu stai continuando a baciarmi –
-   Perché non dovrei? Sei attraente in costume devo ricredermi. E poi è solo un passatempo come un altro. È fin troppo facile soggiogarvi –
-   Sei uno stronzo! –
-   Non ho mai detto di non esserlo –
-   Lysandro aveva ragione –
In quel momento si ferma e si allontana. Polverizzandomi con lo sguardo.
-   Cosa ti ha detto Lys su di me? –
-   Che sei uno stronzo con le ragazze. Ha detto anche che a parte questo eri di buon cuore, e pensavo davvero che fosse così! Pensavo davvero che sarei riuscita a far breccia nel tuo cuore in un modo o nell’altro – inizio a piangere – io riesco a vederti dentro, e questo mi fa sentire speciale e diversa da tutte le altre. Ma tu mi dici che faccio schifo proprio come tutte, mentre ho solo cercato di starti accanto. Sai cosa? Probabilmente hai ragione, sono come tutte quelle che ti sbavano dietro. Ma a differenza di loro, io ti amo da quando ti ho visto la prima volta. E da quel giorno non ho mai pensato a nessun altro. NESSUNO! Ho rifiutato tutti quelli che mi si avvicinavano perché sentivo che il mio cuore apparteneva a te! E invece tu mi tratti così…sai cosa? Restituiscimi il mio cuore e vattene da qualcun altro. Non preoccuparti per me da ora in poi non ho più intenzione di essere uno dei tuoi stupidi giocattolini. Ci vediamo quando torniamo a scuola, ti aspetterò come sempre al bar con Lys. Ma non aspettarti comportamenti diversi da quelli di un’amica da ora in poi. –
Così dicendo mi riallaccio il costume e mi allontano, ma non prima di riuscire nuovamente a leggergli dentro. “tristezza, rabbia, confusione”. Ben ti sta schifoso bastardo.
Vado in spiaggia, raccolgo le mie cose e torno a casa. Busso alla porta di Lysandro che mi apre sorpreso. Mi butto sul suo petto e scoppio a piangere. Lui mi avvolge tra le sue forti braccia e mi lascia entrare. Gli racconto tutto e lui mi ascolta senza lasciarmi andare.
-   Mi dispiace che Castiel si sia comportato così –
-   E a me dispiace di essermi innamorata di lui…Oh Lys voglio dimenticarlo, ti prego aiutami –
In quel momento prende il mio volto tra le mani e mi asciuga le lacrime. Poi mi fa uno di quei suoi sorrisi dolci che avrebbero fatto sciogliere anche il ghiacciaio più ghiacciato del mondo.
-   Mettiti con me Beth. Anche solo per farlo ingelosire. Magari ti innamorerai davvero di me un giorno o l’altro – lo guado sorpresa.
-   Ma Lys… -
-   Tu mi piaci Beth, molto, e so che è egoistico chiedertelo dato che sembro fare solo i miei interessi, ma non è così. Potrebbe essere un buon piano per farlo ingelosire, o per farti innamorare di me –
Guardo i suoi splendidi occhi e mi lascio trasportare dalle sue parole. Non sono in grado di vedere dentro di lui come faccio con Castiel, ma mi piace comunque la sensazione di dolcezza e sicurezza che Lysandro mi trasmette.
-   Lui lo sa? –
-   Che cosa? –
-   Beh che io…ti piaccio –
-   No…non lo sa. Ho imparato a nascondere molto bene i miei sentimenti –Rifletto sulla sua proposta, ed infine prendo una decisione.
-   Va bene – affermo appoggiando la mia mano sulla sua – accetto di diventare la tua ragazza –
Vedo il suo volto risplendere e non ho bisogno di vedergli dentro per capire che trabocca di gioia. Mi stringe a se ed io contraccambio. Sono sicura che con Lysandro sarò felice.
L’estate passa in fretta. Davvero troppo in fretta. Io frequento Lysandro durante tutto questo periodo. La sua dolcezza è travolgente e comincio a sentirmi veramente attratta da lui. Spesso ci siamo ritrovati a pochi centimetri dal baciarci, ma per qualche strano motivo lui si è sempre fermato, come se avesse paura di sbagliare. Sono tre mesi che usciamo insieme e domani ricomincerà la scuola, ed entrambi rivedremo Castiel, che per qualche strano motivo non si è più fatto sentire nemmeno con Lysandro. Lui mi ha detto di non preoccuparmi dato che spesso Castiel si comporta così, chiudendosi nel suo mondo. In quel momento la solitudine di Castiel mi ha avvolto, ma Lysandro me l’ha fatta dimenticare con un tenero abbraccio. Ora siamo qui, seduti al nostro solito bar, aspettando Castiel. Dopo qualche minuto sento la porta alle mie spalle spalancarsi. Non ho bisogno di voltarmi per capire che è lui, conosco fin troppo bene la sua camminata. Viene e si siede accanto a me, come sempre. Incrocio il suo sguardo e faccio per salutarlo, quando qualcosa mi rapisce. I suoi occhi…sono diversi. Dentro di lui qualcosa è cambiato, lo sento, ma non capisco di cosa si tratta. Lui contraccambia lo sguardo, passano diversi minuti prima che sento Lysandro posare dolcemente la sua mano sulla mia, che è appoggiata sul tavolo. Castiel se ne rende conto e distoglie lo sguardo per guardare quel gesto.
-   Stiamo assieme – Così Lysandro interrompe la scia dei miei pensieri.
Castiel non fa una piega e si alza per ordinare un cappuccino. Lysandro mi guarda e mi stringe la mano.
-   Tutto bene? –
-   S-si… -
Mento. Odio farlo ma è necessario. Non so nemmeno io cosa provo in questo momento. Castiel torna e si siede accanto a me e facendolo appoggia la sua mano sulla mia gamba, senza che Lysandro se ne renda conto. Ho un piccolo sussulto che cerco di nascondere. D’istinto appoggio l’altra mia mano, che tengo sotto il tavolo, sulla sua, ma come me ne rendo conto cerco di toglierla ma lui l’afferra e non lascia la presa. Ora mi trovo in questa situazione incasinata, con il mio ragazzo che mi stringe la mano sinistra, ed il ragazzo che amo dal primo giorno di scuola che stringe l’altra. Sento che sto per avere un attacco di panico.
-   V-vado al bagno! –
Dico scattando in piedi e sgattaiolando in bagno. Mi sciacquo la faccia con l’acqua gelida e me l’asciugo. Vivere quel momento è stato l’equivalente di una doccia fredda in pieno inverno con -30°. Quando esco sia Castiel che Lysandro mi stanno aspettando. Castiel è appoggiato al muro con le braccia incrociate. La testa bassa e gli occhi chiusi, mentre Lysandro mi viene incontro e mi bacia dolcemente la guancia. Usciamo tutti assieme e mi afferra la mano. Contraccambio il suo gesto e ci incamminiamo verso scuola. Mi accompagnano fino davanti alla mia classe, poi con un bacio sulla fronte mi saluta. Li vedo allontanarsi e li osservo fino a quando non girano l’angolo. Mi siedo al mio banco e blocco Iris prima che mi tormenti con mille domande con un secco “non chiedermi niente per favore”.
Finita la mattinata aspetto Lysandro all’uscita. Dopo poco tempo arriva, insieme a Castiel. Allungo la mia mano e Lysandro l’afferra, andiamo a mangiare un boccone e stranamente riusciamo a parlare tranquillamente. Questo mi rilassa, mi sembra di essere davvero tornati amici come un tempo. Usciamo e Castiel ci accompagna fino a casa, Lysandro mi saluta con un bacio sulla fronte e rientra in casa. Rimango sola con Castiel. L’aria è satura di tensione. Lo saluto e lui mi afferra la mano mentre cerco di allontanarmi. Improvvisamente mi ritrovo appoggiata al muro con Castiel che mi blocca ogni via di fuga.
-   C-che stai facendo? –
-   Perché non ti ha baciata…in bocca? – dice passandomi un dito sulle labbra.
-   Beh perché…perché lui non è un maniaco come te! – cerco di sottrarmi a lui ma mi blocca per le spalle.
-   E non ti dispiace avere così poca considerazione da parte sua? –
-   Lasciami subito! –Lo guardo negli occhi. “Tristezza, desiderio, ira”.
-   Ora smettila Castiel! Ormai sei solo un amico per me, io sto con Lysandro! –
-   E sei innamorata di lui? – abbasso lo sguardo. Poi prendo fiato.
-   Si! – rispondo. Vedo che mi guarda. I suoi occhi penetrano dentro di me.
-   Stai mentendo –
-   Non è vero! –
-   Si che è vero! Posso percepirlo! –
-   Cosa intendi? –
-   Non lo so…ma è successo qualcosa quel giorno al mare. –
-   Smettila. Mi stai spaventando –
-   Scommetto che gli hai chiesto di fingere di stare con te solo per farmi ingelosire non è vero? –
-   Ma ti ha per caso dato di volta il cervello?! -
-   Sta zitta ed ascoltami, io… -
-   Che diavolo sta succedendo qui?! –
-   Lys! –
Improvvisamente Lysandro compare accanto a me e mi tira a lui. Fulmina Castiel con lo sguardo che se ne va. Inizio a piangere. Lysandro mi abbraccia, poi mi prende il viso tra le mani e mi bacia, ma questa volta sulle labbra. Chiudo gli occhi e mi lascio baciare. È così dolce ed intenso che non riesco quasi a crederci. Lo stringo forte a me mentre la mia lingua gioca con la sua. Quando ci stacchiamo sento come se qualcuno mi avesse appena pugnalato a cuore. Che cosa sta succedendo?


Commento dell'autore: Ehehehe ecco un altro mistero che giunge nuovo in questa avvincente (spero xD) storia xD Se vi va di lasciare una recensione mi fa piacere xD

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Vorrei...ma non posso ***


Lysandro mi invita ad andare da lui e lo seguo senza fiatare. Entriamo in casa e mi siedo sul divano. Cerco di calmarmi ma il dolore al cuore è ancora insistente. Affondo la schiena nello schienale del divano e chiudo gli occhi. Respiro profondamente un paio di volte e mi rilasso. Piano piano le fitte al cuore stanno diventando meno intense fino a svanire del tutto. Quando riapro gli occhi noto che una lacrima mi sta solcando la guancia. L’asciugo subito, non voglio che Lysandro mi veda piangere, anche se non capisco bene cosa stia succedendo. Mi alzo e vado in cucina dove vedo il mio ragazzo alle prese con i fornelli. Mi avvicino lentamente a lui e appoggio la mia testa sulla sua schiena. Lui si ferma, fa per girarsi ma glielo impedisco abbracciandolo.
-   No aspetta, resta così per favore… -
Lui non risponde, ma asseconda la mia richiesta. Mi accarezza gentilmente la mano. Poi sciolgo l’abbraccio, e lui si gira verso di me. Lo guardo negli occhi, cerco una spiegazione ma so che non la troverò.
-   Baciami –
-   Cosa? –
-   Ho detto baciami Lys –
Chiudo gli occhi e alzo il viso. Lui lo afferra e dolcemente appoggia le sue labbra sulle mie. È un bacio caldo, che sa di cioccolato e panna, così dolce che sento di volerne ancora. Quando si allontana riapro gli occhi, vedo che guarda altrove con il volto in fiamme. Lo prendo e lo appoggio al mobile dietro di lui e lo abbraccio. Poi lo bacio, ma questa volta con avidità, ho bisogno di qualcosa di forte, qualcosa che vada oltre alla dolcezza. Ho bisogno di passione e travolgimento. Ho bisogno provare le stesse sensazioni…che provo baciando Castiel. Lui cerca di starmi dietro, ma mi accorgo che dopo un po’ non ci riesce. Mi allontano dalle sue labbra ma lui subito mi afferra la mano e mi trascina in salotto. Mi getta sul divano e poi si sdraia sopra di me e ricomincia a baciarmi. Ci baciamo per parecchio tempo fino a quando, per istinto probabilmente, inizio a sfilargli i vestiti. Quando riapro gli occhi mi accorgo che è a torso nudo sopra di me. Il suo respiro è affannoso ed il suo volto del colore dei miei capelli. Sento che si getta su di me e mi abbraccia. La sua mano passa sotto la mia maglietta accarezzandomi tutta la schiena. Cerco di restare tranquilla ma qualcosa mi spaventa. Inizio a tremare e lui subito si ferma. Si rialza e mi guarda negli occhi. Mi accarezza la guancia ed io chiudo gli occhi. Poi le sue labbra sfiorano dolcemente le mie, prima di alzarsi ed allontanarsi rimettendosi i vestiti. Rimango li, sdraiata sul divano ad osservare il soffitto. Questa volta, il mio cuore non sta soffrendo.
Lysandro mi chiama e lo raggiungo al tavolo. Mangiamo in silenzio e poi mi accompagna alla porta.
-   Perdonami, forse ho esagerato – dice aprendo la porta per farmi uscire.Poi mi da un bacio sulla guancia, ma io subito lo afferro mentre si allontana e gli do un bacio sulle labbra.
-   Sei il mio ragazzo, è sulle labbra che devi baciarmi –
Dico sorridendo. Lui mi afferra e mi stringe a se. Poi mi bacia sulle labbra. Mi allontano salutandolo con la mano e lo osservo chiudere la porta dietro di me. Esco dal cancello ed entro a casa mia, getto la tracolla a terra, prendo l’ipod e vado a fare due passi. Non me la sento di restare a casa, ho bisogno di un po’ di aria fresca per schiarirmi le idee. Perché avevo sentito quella fitta al cuore? E poi perché non si è più fatta viva? Eppure era stato il bacio di Lysandro a scatenarla, allora perché ai baci successivi non ho sentito nulla? Più cerco riposte, e più mi ritrovo con mille domande in più. Cammino a vuoto fino a quando non mi ritrovo in spiaggia. Osservo il mare e decido di avvicinarmi. Mi sfilo le scarpe e le prendo in mano mentre i miei piedi affondano nella sabbia calda. Che bella sensazione. Raggiungo la riva del mare e ci immergo i piedi, un brivido mi percorre la schiena e subito esco. Non pensavo fosse così fredda! Cammino lungo la riva mentre il mio sguardo è rapito dall’immensità del mare. Ad un certo punto sento un suono dolce ed armonioso che si avvicina sempre di più. Sembra il suono di uno strumento. Cammino ancora un po’ e raggiungo una lunga scogliera. Il suono è sempre più vicino e pare provenire proprio da laggiù. Salgo sulla scogliera e cerco di arrivare in fondo. Il suono ora mi è totalmente chiaro e subito capisco che si tratta di una chitarra. Mi fermo e chiudo gli occhi ascoltando la melodia. È una canzone dolce con una nota di tristezza. Riapro gli occhi e mi avvicino ancora, voglio sapere chi è che suona una cosa del genere, sicuramente deve essere una ragazza innamorata o una persona di questo tipo, sicuramente non si tratta di qualche persona arrogante come…
-   C-castiel?! – sgrano gli occhi. Non posso credere che sia lui a suonare questa melodia così dolce. Lui non si volta ma smette di suonare, pare infastidito.
-   Che ci fai qui? –
-   Ho seguito il suono della canzone…non credevo che potessi suonare cose di questo genere. Credevo suonassi solo canzoni rock o punk…non è proprio il tuo stile quello che suonavi fino a poco tempo fa –
-   E cosa te lo fa credere?! – non si volta neppure a guardarmi. Il suo tono è duro, rabbioso e feroce. D’un tratto mi sento male e sento di volerlo abbracciare.
-   Beh ecco…tu sei quello duro ed arrogante, il bulletto che picchia tutto e tutti, quello che odia gli ordini e che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, quello che…-
-   Che è privo di sentimenti come l’amore, che prova solo odio e ribrezzo e che si diverte solo ad usare le persone? –
Rimango sorpresa. Non volevo dire quelle cose. Davvero crede che io ho un così pessimo pensiero nei suoi confronti? Ammetto che durante un attacco di ira nei suoi confronti avrei potuto anche pensarle, ma in realtà, nel profondo, so di non crederci davvero. I miei occhi si riempiono di lacrime.
-   Perché? –
-   Cosa? –
-   Perché pensi che io creda questo di te? –
-   Non è così? –
-   Certo che non lo è! –
-   E allora sentiamo…cosa pensi di me? –
Abbasso lo sguardo ed asciugo le lacrime. Mi avvicino a lui, mi siedo ed appoggio la mia schiena alla sua. Sento che è agitato. Il suo corpo è rigido. Chiudo gli occhi e prendo fiato.
-   Non posso negare che tu sia un cafone, maleducato e prepotente, giochi con le persone che non reputi importanti e ti diverti a fare il bullo. Ma nonostante tutto, sotto sotto sei una persona di cuore e dai l’anima per le persone a cui vuoi bene. In realtà sei dolce e gentile, ma la tua corazza da bullo ti protegge. Devi aver sofferto molto in passato. Non so per chi o per cosa ma per questo sei diventato quello che sei ora. Ma ciò non toglie che, se si scava nel tuo profondo, si vede il vero te. Un ragazzo che sa dare il cuore e che è in grado di amare. È questo quello che penso davvero. –
Sento che si rilassa e che si appoggia a me.
-   Ti andrebbe…di continuare a suonare? Mi piaceva la canzone –
So che sorride, lo sento. Ricomincia a suonare la canzone mentre i miei pensieri si lasciano trasportare dalla melodia. Non mi importa se non capisco quello che sta succedendo, non importa se non smetterò mai di amarlo, non mi importa quello che succederà in futuro. Questa melodia mi sta scaldando il cuore e l’anima, ed ogni mio dolore ed incertezza sta fluttuando via nel vento, mentre il mare circostante culla questo dolce momento. Sono rilassata e felice, non vorrei essere da nessun altra parte in questo istante. Castiel smette di suonare la canzone ed in quel momento il mio cellulare squilla. È Lysandro. Rispondo alla chiamata e gli dico che sono a fare due passi, di non preoccuparsi e che ci saremo rivisti l’indomani a scuola. Io e Castiel ci alziamo e ci dirigiamo verso la spiaggia. Lui è davanti a me e lo osservo. Sento il mio cuore battere forte forte. Allungo la mano per toccarlo, ma scivolo su uno scoglio bagnato. Sto per cadere ma lui mi afferra al volo tirandomi nella sua direzione. Improvvisamente mi ritrovo appoggiata sul suo petto mentre le sue braccia mi stringono forte.
-   Stai bene? –
mi chiede guardandomi negli occhi.“preoccupazione, paura, ansia”
Gli sorrido dolcemente e faccio di si con la testa. Sento che mi accarezza la guancia e chiudo gli occhi. È sbagliato, so che è sbagliato. Ma non riesco a sottrarmi a lui. Sento le sue labbra che dolcemente mi baciano la fronte. Poi scioglie l’abbraccio e mi afferra la mano. Mi aiuta a tornare a riva e come appoggio i piedi sulla sabbia lascia la mia mano.
-   Ci si vede a scuola –
Dice andandosene. Lo guardo allontanare mentre nel mio cuore risuona ancora quella melodia.
Quando ormai è sparito dal mio campo visivo mi siedo sulla sabbia rivolta verso il mare. È ormai sera ed il sole sta tramontando. Non ha avuto strani approcci con me come poco prima, non ha tentato di baciarmi con la forza o altro. Come mai? Sento di essere ancora più confusa di prima, mentre un'unica certezza si fa sempre più forte dentro di me. Il mio cuore appartiene a lui, e temo che sarà così per sempre. Forse sarebbe il caso di dirlo a Lysandro, ma non mi va di fargli sapere di questo momento appena trascorso. Sento il bisogno di tenerlo per me, come il mio piccolo ricordo segreto. Sento che anche per Castiel è così. Quella melodia…era così bella. Chissà a cosa pensava mentre la componeva. Il sole ormai è tramontato e comincia a fare freddo. Mi stringo tra le spalle ed affondo la testa fra le mie ginocchia. Non arriverò mai ad una risposta, non riuscirò mai a capire che cosa mi lega a lui, non riuscirò mai a trovare pace. Ad un certo punto sento qualcosa di caldo cadere sui miei piedi. Alzo la testa e vedo un sacchetto bianco, subito dopo qualcosa di caldo si appoggia sulle mie spalle. Mi giro e vedo Castiel che subito si siede accanto a me, mentre la sua giacca mi copre la schiena.
-   Sapevo che eri ancora qui, allora ho pensato di portarti qualcosa da mangiare –
-   Ti ringrazio – dico aprendo il sacchetto – come mai sei così gentile con me di punto in bianco? –
-   Diciamo che voglio farmi perdonare per il mio comportamento di prima davanti a casa tua, ora stai con Lysandro e la cosa non è un tuo piano come pensavo all’inizio. Mi è bastata l’occhiataccia di Lys per capire che è una storia seria, quindi non mi sembra più il caso di giocare con te –
Giocare? Quindi sono solo questo alla fine. Sento una fitta al cuore ed improvvisamente lui si gira verso di me e mi stringe.
-   Perché? Perché adesso riesci a capire quello che provo e quello che voglio? Perché ora ti comporti così? Non ero solo un gioco? Perché cambi ogni minuto? Perché mi confondi ancora di più? –
-   Te l’ho detto. Qualcosa quel giorno al mare è cambiato –
-   E cosa?! – gli urlo staccandomi e guardandolo negli occhi, ma lui ha i suoi chiusi.
-   Questa volta non te lo lascio fare –
-   Perché? –
-   Perché sarebbe troppo facile piccola mia… -
Dice tirandomi nuovamente a se. Piccola mia?! Prima mi dice che sono un gioco, e ora mi chiama piccola mia?! Scoppio a piangere.
-   Smettila di confondermi… -
-   Non posso –
-   E perché?! Che cosa te lo impedisce?! –
-   Sei tu che me lo impedisci… -
-   Io?! Maledizione Castiel non venirmi a raccontare palle io non sto facendo assolutamente nulla! –
-   Stai facendo più di quello che credi invece! Davvero non te ne rendi conto?! –
-   Di cosa stai parlando? –
-   Lascia perdere –
Dice allontanandomi da lui e girandosi verso il mare, ormai totalmente avvolto dall’oscurità. Lo osservo costantemente. Non mi va di mangiare, nella mia testa risuonano le sue parole. Che cosa sto facendo per turbarlo a tal punto?
-   Ti scoccia che sto con Lysandro? –
-   Mi scocciano tante cose –
-   Ovvero? –
-   Non ti importa. A me ora basta che Lysandro sia felice, e se per esserlo ha davvero bisogno di te, l’importante è che tu stia al suo fianco, qualunque cosa accada –
-   Cosa intendi con…qualunque cosa accada? –
-   Intendo questo –
Dice tirandomi a lui e baciandomi. Cerco di sottrarmi ma lui mi trattiene e non riesco a resistergli, non posso, so che allontanarmi dalle sue labbra non è quello che voglio. Mi tornano in mente le parole che gli avevo rivoltato contro quella volta dietro quel bar. Quelle mie stesse frasi che affermavano che sarei stata solo un’amica per lui da quel momento in poi. Ripenso a quelle mie affermazioni rendendomi conto che mentivo non solo a lui, ma anche a me stessa. Mi lascio baciare fino a quando non mi sdraia sulla sabbia mettendosi sopra di me. Sto sbagliando, ma non è uno sbaglio doloroso per me, perché infondo so di amarlo. Ma so che sto sbagliando nei confronti di Lysandro. Eppure non riesco a fermarmi. Gli sfilo la maglietta mentre la luna illumina il suo petto. Sono rapita da lui, ogni parte di lui mi attrae. Sento che mi accarezza sotto la maglietta, proprio come aveva fatto Lysandro poche ore prima, proprio come Castiel aveva fatto quella volta in cui esistevamo solo io e lui e tutto il resto in torno aveva cessato di essere presente. Solo ora mi rendo conto che con lui sono totalmente a mio agio. Con lui riesco ad essere me stessa, senza vergognarmi o trattenermi. Mi accarezza il seno mentre gli slaccio i pantaloni ed inizio a sfilarglieli. Mi alza di peso e mi sfila maglietta e reggiseno, mi slaccia i pantaloni e me li sfila, lasciandomi in slip mentre lui ormai non indossa altro che la sua bellezza integrale. Mi rendo conto di quello che sta per succedere ma la cosa non mi spaventa. Le sue labbra serrano ancora le mie, mentre lo avvolgo tra le mie braccia. Sento che mi accarezza sotto gli slip, e poco dopo me li sfila. Si insinua prepotentemente fra le mie gambe, mentre i nostri respiri ansimano all’unisono. Ci guardiamo negli occhi mentre la luna ci spia curiosa. Vedo che sorride quasi tristemente e chiudo gli occhi. Non me la sento di sentire quello che sta provando, ho troppa paura che sia diverso da ciò che provo io. Mi bacia ancora, dolcemente questa volta, prima che tutto abbia inizio.
Cerco di resistere ma il dolore è insopportabile. Se avessi saputo che la mia prima volta sarebbe stata così dolorosa l’avrei evitata volentieri. Faccio una smorfia di dolore e guardo Castiel, pregando che capisca di fermarsi. Il suo sguardo incrocia il mio.
-   Perdonami, ma non posso fermarmi proprio adesso piccola, resisti ancora un po’ –
Chiudo gli occhi e stringo i denti. Dopo un po’ il dolore comincia a diminuire, lasciando il posto al piacere. Non riesco a crederci, non pensavo che sarebbe stato così bello. Sto facendo l’amore con il ragazzo che amo. Ma non so se lui ama me. E cosa peggiore…è il migliore amico del mio ragazzo. Ragazzo che mi ha proposto di stare con lui per dimenticarmi del ragazzo con cui sto facendo l’amore. Nella mia testa si forma una ragnatela di pensieri che si annullano a vicenda. Come cavolo sono finita in una situazione del genere?! E peggio ancora…come ne uscirò? Il mio corpo comincia a fremere cancellando ogni sorta di pensiero, mentre una strana sensazione mi pervade totalmente. Sento che Castiel aumenta il ritmo e questo non fa altro che aumentare quella sensazione fino a quando non la sento esplodere, travolgendo ogni mio senso ed ogni parte del mio corpo. Un urlo di piacere mi scappa ma non lo trattengo, sento che devo lasciarlo uscire proprio come sento che quella sensazione mi sta facendo impazzire. Castiel si ferma e si accascia sopra di me. Mi manca il fiato e mi sento sfinita. La sensazione ormai è passata ma sento di volerne ancora, nonostante un intenso desiderio di dormire mi assale improvvisamente. Castiel si alza e lo sento uscire da dentro di me. Mentre lo fa realizzo davvero cos’è appena successo. Lo osservo mentre si riveste e subito mi rivesto anche io. Siamo pieni di sabbia per non parlare dei nostri vestiti. Ci rivestiamo in fretta e poi lo guardo mentre si accende una sigaretta. Avrei tante domande da fargli, ma sento che la paura mi blocca. Abbasso lo sguardo e stringo i pugni. Lui si avvicina a me e mi avvolge tra le sue braccia.
-   Non devi dirlo a Lysandro –
-   Questo è il tuo primo pensiero dopo che lo abbiamo fatto?! –
-   No…non è questo, ma è uno dei più importanti –
-   Perché lo hai fatto? –
-   Perché mi andava –
-   E questa ti pare una spiegazione?! –
Dico staccandomi improvvisamente da lui. Lo guardo con ira e lui contraccambia il mio sguardo. “felicità, soddisfazione, … ” i miei occhi si sgranano leggendo dentro di lui un terzo ed inspiegabile sentimento… “amore”. I miei occhi si riempiono di lacrime. E lui torna ad abbracciarmi.
-   Promettimi che non glielo dirai –
-   Perché lo hai fatto? –
-   Te l’ho già detto, perché mi andava –
-   Castiel maledizione sai che ti leggo dentro –
-   Certo che lo so, per questo è inutile rispondere alla tua domanda – dice stringendomi.
-   Ma magari mi sbaglio! –
-   Non è mai successo –
-   Dimmelo! –
-   Non posso –
-   Perché no?! –
-   Perché sei la ragazza del mio migliore amico –
-   Ti ricordo che lo abbiamo appena fatto! –
-   Lo so… -
-   Te ne penti? –
-   Si…perché ho tradito il mio migliore amico e rischio di metterti in pericolo, ma allo stesso tempo no, perché non potevo più resistere –
-   Ti rendi conto che non fai altro che confondermi? Ti rendi conto che peggiori solo la situazione?! Se davvero quello che ho appena visto dentro di te è la verità…perché non mi chiedi di stare con te?! –
-   Perché non posso –
-   Che razza di ragionamento è?! Maledizione io ti amo! Lo sai benissimo! E allora perché?! Dato che anche tu mi --- -Non mi lascia finire la frase che mi bacia. Piango disperatamente mentre le sua lingua preme nuovamente sulla mia.
-   Vorrei…ma non posso. Non posso perché Lysandro ti ama troppo. È davvero felice da quando sei diventata la sua ragazza…non posso portargli via la sua felicità. Ma allo stesso tempo, non posso stare lontano da te. Io ho bisogno di te. Devi mantenere il segreto per essere felice ed al sicuro –
-   Ti rendi conto che è un controsenso? –
-   Si…ma non posso fare altrimenti. Ora promettimi che non glielo dirai. Promettimi che QUALUNQUE cosa accadrà, tu resterai sempre al suo fianco, e non gli racconterai mai nulla di quello che succede tra noi –
-   Questo presuppone che succederanno altre cose tra noi? – non posso nascondere un tono speranzoso mentre glielo chiedo.
-   Ho detto prometti –
-   Te lo prometto, ora rispondimi – lo sento rilassarsi improvvisamente. Come se gli avessi tolto un peso dallo stomaco.
-   Non lo so…ma temo di si –
-   Temo? –
-   Già… -
Capisco che il suo “temo” è riferito all’angoscia che lo pervade ogni volta che si avvicina a me, dato che è a conoscenza della profonda ferita che provocherebbe a Lysandro se venisse a scoprire quello che accade tra il suo migliore amico e la sua ragazza. Lo stringo forte senza aggiungere altro. Poi mi allontana e mi bacia afferrandomi la mano. Mi accompagna a casa ma si ferma prima di girare l’angolo per arrivare alla mia via. Mi appoggia contro il muro e mi bacia ancora. Poi mi guarda ed i nostri occhi si parlano.
-   Ricorda che hai promesso –
-   Si –
-   Bene…buonanotte –
Poi si allontana. Lo guardo sparire nell’oscurità mentre con le dita mi accarezzo le labbra, che dolcemente sussurrano un “ti amo” sofferto. Mi avvio verso casa ed entro. Getto i vestiti nel cestello degli abiti sporchi e mi infilo sotto la doccia. Lavo via la sabbia ed il calore di Castiel che sento ancora mio. L’acqua scivola sul mio corpo cancellando ogni traccia del mio tradimento, rivestendo il mio “io” di colpevolezza e senso di colpa. Esco dalla doccia e mi copro con un asciugamano. Il mio sguardo osserva il mio corpo allo specchio. Lascio cadere l’asciugamano e mi osservo. Nulla di diverso. Nessuno si sarebbe mai accorto di nulla. Nessuno avrebbe mai saputo nulla. Solo noi lo sappiamo. Sorrido, rendendomi conto di aver pensato a me e a Castiel come un “noi”. Riprendo l’asciugamano ed entro in camera. Mi infilo il pigiama e vado a letto, domani dovrò comportarmi come se niente fosse.
Suona la sveglia e la spengo. Avrei voluto chiudere occhio, ma il pensiero di Castiel e della nostra unione è stato così insistente da non lasciarmi dormire. Mi vesto ed esco di casa. Lysandro è già li che mi aspetta. Il cuore mi sale in gola ma lo ricaccio indietro sorridendo al mio ragazzo. Varco il cancello e subito lui mi bacia sulle labbra. Ho un piccolo sussulto e d’istinto mi scanso.
-   Scusami non volevo spaventarti. Sei stata tu a dirmi che dovevo baciarti sulle labbra –
-   Si scusami è solo che non me lo aspettavo! –
-   Ah meno male…temevo che ti avesse dato fastidio. Vieni andiamo Castiel ci starà aspettando –
Dice allungando la mano. Io l’afferro mentre il mio cuore batte furiosamente da quando Lysandro ha nominato il suo migliore amico. Entriamo nel bar. Altro che aspettando non è ancora arrivato. Ordiniamo tre cappuccini e ci andiamo a sedere al nostro tavolo. Poco dopo arriva la colazione e con lei arriva anche Castiel, che si siede accanto a me. Mangiamo tranquillamente parlando del più e del meno, mentre la mano di Castiel stringe la mia da sotto il tavolo. Lysandro si alza improvvisamente dicendo di dover andare al bagno. Lo vediamo entrare nella toilette e subito vedo Castiel che si guarda intorno prima di baciarmi appassionatamente.
-   Buongiorno piccola –
-   Buongiorno… controllavi che non ci vedesse nessuno? –
-   Già… -
-   Non puoi proprio resistere eh? -
-   Taci, non è così semplice -
Subito si allontana e torna a bere il suo cappuccino, mentre io mi brucio la lingua  bevendo di colpo il mio. In quel momento torna Lysandro che ride divertito quando gli spiego che mi sono bruciata la lingua. Usciamo ed il mio ragazzo afferra la mia mano, mentre con il braccio prendo a braccetto Castiel. Nessuno avrebbe mai sospettato niente, dato che è normale vederci così. Mi accompagnano fino in classe, e Lysandro mi saluta con un bacio sulle labbra. Il mio cuore ha una fitta in quel momento. È successo ancora. Continuo a non capire. Perché ogni tanto il mio cuore viene ferito quando Lysandro mi bacia, ed altre volte no? Iniziano ad allontanarsi ma prima di farlo Castiel mi accarezza dolcemente la mano, ovviamente senza farsi vedere da nessuno. Entro in classe e mi siedo. Questa volta Iris pretende una spiegazione e gli racconto tutto quello che è necessario raccontare. Ovvero che sto con Lysandro. Non posso rivelare altro. La lezione inizia e la professoressa di arte cerca di attirare il nostro interesse proponendoci di guardare un film su Michelangelo, ma nessuno le presta veramente attenzione, tantomeno io, che vago tra i ricordi ed i dilemmi nella mia mente. La campanella che segna la fine dell’ultima ora finalmente suona, e mi fiondo fuori dall’aula in fretta e furia. Non ne posso più di stare qui dentro. Esco in cortile e mi accorgo che piove. Maledizione fino a poco fa c’era il sole! Mi appoggio al muro ed aspetto Lysandro e Castiel. Non si fanno aspettare molto, e mi raggiungono con un ombrello.
-   Purtroppo sono riuscito a trovare solo questo – afferma Lysandro – staremo un po’ strettini ma dovremo starci tutti e tre –
-   Non c’è problema per me. A meno che Castiel non abbia qualcosa da ridire – fingo di guardarlo male, ma in quel momento ci parliamo con lo sguardo.
-  Secondo te ho qualcosa da ridire? –
-   Beh hai una motivazione per starmi appiccicato senza dare nell’occhio, quindi direi di no –
-   Vedo che sei perspicace…ogni tanto –
La mia faccia cambia colore dalla rabbia ma subito Lysandro lo nota.
-   Tutto bene? –
-   Si certo… -
-   Allora Castiel? Ti va bene stare con noi sotto l’ombrello? –
-   Visto che non c’è altra scelta… -
-   Ohh certo che c’è…puoi sempre restare sotto la pioggia e farti una bella doccia! – gli ringhio contro.
-   Come siamo scontrose! Muoviamoci Lysandro, non ho tempo da perdere –
Così dicendo mi spinge verso Lysandro che sta aprendo l’ombrello. Ci infiliamo tutti e tre sotto. Caspita non mi aspettavo che saremo rimasti così tanto vicini. I nostri tre corpi sono praticamente appiccicati. Sento il calore di entrambi i ragazzi coccolarmi dolcemente, mentre il mio cuore tenta di saltare fuori dal mio petto. Cerco di rilassarmi ma in quel momento Castiel mi afferra la mano. Siamo così ravvicinati che nessuno potrebbe mai accorgersi della cosa. Gliela stringo mentre una parte di me si sente morire per il senso di colpa. Arriviamo fino a casa di Castiel e lo salutiamo poi Lysandro mi afferra la mano e ci incamminiamo. Sento un'altra fitta al cuore colpirmi improvvisamente. Adesso basta ma si può sapere che diavolo mi sta succedendo?! Cerco di darmi una risposta definitiva quando la voce del mio ragazzo mi riporta alla realtà.
-   Senti ti va di andare a mangiare fuori da qualche parte questa sera? –
-   Ah…si certo volentieri. Dove vorresti andare? –
-   Tu non preoccuparti –
Dice facendomi un sorriso così dolce da uccidermi sul colpo, dato che nella mia testa riaffiora ancora il ricordo dei baci di Castiel. Mi accompagna fino a casa e mi saluta con un bacio, dandomi appuntamento alla sera alle sette. Entro in casa e mi getto sul divano. Non ho fame e decido di guardare la televisione. Chissà che cosa passa per la testa a Lysandro. Le sette arrivano in fretta e sento suonare il campanello. Esco e raggiungo il mio ragazzo che mi sta aspettando davanti a casa, porgendomi la mano. Ormai ha smesso di piovere da un po’. Afferro la sua mano e mi aspetto una fitta al cuore ma niente. Ora basta. Ci rinuncio. Camminiamo per un po’ fino a raggiungere un ristorante giapponese. Poi Lysandro mi tira a lui e mi stringe.
-   Visto che oggi sono quattro mesi che stiamo assieme ho deciso di portarti a mangiare nel tuo ristorante preferito, sentiti libera di ordinare tutto ciò che vuoi, ho intenzione di viziarti questa sera tesoro –
Quattro mesi?! Oggi facciamo quattro mesi? Oh caspita…io nemmeno lo sapevo. Che razza di persona sono? Mi faccio schifo. Non posso continuare in questo modo. Devo dirgli la verità. Mi stacco dal suo abbraccio e lo guardo negli occhi.
-   Senti Lys…devo dirti una cosa molto importante – il mio sguardo è serio e diretto – ecco vedi…io…in realtà io ti… -
-   Oh eccovi finalmente! Cominciavo a dubitare che sareste venuti! –
-   C-castiel?! Che cavolo ci fai qui?! E perché sei vestito in questo modo? –
-   Stupida io ci lavoro –
-   Non me lo avevi mai detto! –
-   Beh non mi interessava dirtelo –
-   Sei un maleducato! –
-   Volete seguirmi? Il vostro tavolo vi aspetta –
Castiel ci indica la strada. Sono shockata, frastornata e sorpresa. E chi se lo aspettava? E adesso come farò? Io stavo per rivelare tutto a Lysandro… e se Castiel fosse arrivato dopo che avessi confessato tutto? Mi morsico la lingua ringraziando il suo tempismo. Chissà che disastro sarebbe uscito fuori altrimenti. Ci sediamo al tavolo ed ordiniamo. Cerco di rilassarmi ma la tensione mi paralizza tutto il corpo. Lysandro appoggia la sua mano sulla mia e in un modo o nell’altro mi rilasso. Dopo un po’ una fitta al cuore mi colpisce. Ma come?! Ora le fitte non sono più legate ai gesti di Lysandro?  Sento la testa scoppiare. Non ne posso più di questa situazione. Gli stringo la mano ma subito si accorge che sono pallida in volto. Con la scusa di sentirmi poco bene mi allontano da lui e vado al bagno. Mi lavo il volto ed esco ma li davanti c’è Castiel che mi aspetta. Non vogliamo essere sentiti da nessuno, quindi ci parliamo come solo noi sappiamo fare.
-   Che cavolo stavi facendo?! –
-   Mi sono lavata la faccia –
-   Stupida sai a cosa mi riferisco! Stavi per spifferare tutto! Non avevi promesso?! –
-   Si lo so…ma quando mi ha detto che mi ha portata qui perché abbiamo fatto quattro mesi mi sono sentita da schifo. Io nemmeno lo sapevo ed il giorno prima l’ho tradito con il suo migliore amico! –
-   Lui questo non può saperlo, a meno che non fai la spia! –
-   Come fai ad essere così insensibile e non dirgli niente?! –
-   Come fai tu ad essere così stupida da non capire! È meglio che lui continui ad essere felice con te piuttosto che cambiare totalmente ed avere il cuore spezzato perché viene a sapere di noi! –Noi? Il mio cuore sussulta. Abbasso lo sguardo, ma subito lo rialzo.
-   Forse hai ragione, ma non è giusto –
-   Lo so che non è giusto, ma non possiamo fare diversamente poiché non posso rischiare di metterti in pericolo…tuttavia non posso farne a meno –
-   Di mentire? –
-   No di te razza di imbecille! –
Così dicendo mi afferra la mano e mi tira in bagno. Ci nascondiamo dentro una delle toilette ed inizia a baciarmi. In meno di cinque minuti mi ha già tolto pantaloni e slip, mentre io sono riuscita a togliere i suoi. Non riesco nemmeno a realizzare che sono chiusa con lui in bagno, che lo stiamo già facendo. Ma è diverso dalla prima volta. Ora sento molto meno dolore ed è più il piacere che mi pervade. Sento di nuovo quella sensazione iniziare a insinuarsi nel mio corpo mentre le labbra di Castiel giocano con il mio seno. Il brivido ed il desiderio salgono fino ad esplodere contemporaneamente, mentre il ragazzo che da sempre amo mi impedisce di urlare di piacere con un bacio così intenso da stordirmi. Poco dopo ci stacchiamo e ci rivestiamo, Castiel mi sistema i capelli in disordine ed io sistemo i suoi. Lo guardo negli occhi alla ricerca di quella conferma che so di trovare. Gli leggo dentro e vedo esattamente ciò che voglio vedere. Gli sorrido e lo bacio dolcemente. In quel momento qualcuno entra in bagno.
-   Ehy Beth sei qui? Tutto bene? –
Merda Lys! Guardo Castiel terrorizzata, lui mi fa cenno di rilassarmi e rispondergli tranquillamente.
-   Si sono qui…scusami non mi sentivo molto bene e ho rimesso un po’…torno subito ok? –
-   Sicura di stare bene? Vuoi che venga li? –
-   Nono! Tranquillo ce la faccio da sola! Sul serio! E poi non voglio che mi vedi in questo stato sono terribile –
-   Ma non devi preoccuparti per questo tesoro per me sei sempre bellissima –Vedo Castiel fare una smorfia disgustata e soffoco una risata.
-   No sul serio! Io voglio essere sempre bellissima per te quindi preferisco che non mi vedi in questo stato! Ti prego! –
una fitta al cuore mi ferma. Giuro che appena esco di qui me lo cavo! Ora ne ho le tasche piene!
-   Va bene, allora ti aspetto di la. Se poi non te la senti di restare torniamo a casa –
-   No tranquillo ora sto meglio. Dammi solo il tempo di sistemarmi e arrivo –
-   D’accordo –
Così dicendo lo sentiamo uscire. Mi appoggio al muro del bagno e sospiro. Questa volta ce la siamo visti proprio brutta. Guardo Castiel e subito noto il suo nervosismo. Lo abbraccio forte.
-   Ti ha dato fastidio quello che ci siamo detti? –
-   Anche se così fosse, non posso impedirlo –
-   Senti…me è davvero giusto fare quello che stiamo facendo? –
-   Non del tutto, ma almeno Lysandro è finalmente felice. Non l’ho mai visto così di  buon umore, per questo voglio che ci resti –
-   E come farai quando sarà lui ad impossessarsi di me come fai tu? –
una fitta al cuore mi pervade, ma questa volta è per colpa mia che la provo. Perché io non voglio unirmi a Lysandro come faccio con Castiel.
-   Io…non lo so –
-   Non puoi non permetterglielo. È il mio ragazzo in fin dei conti –
-   E tu? Glielo permetterai? –
-   Dovrò…prima o poi –
Mi stringe a se e poi mi bacia. “Ci penseremo quando poi accadrà” mi dice con il suo sguardo. Annuisco e lo bacio prima di vederlo uscire ed allontanarsi per tornare al suo lavoro. Mi sistemo capelli e trucco allo specchio e torno da Lysandro. Noto subito il suo sguardo preoccupato e lo bacio sulle labbra per rassicurarlo. Poi mi siedo e passiamo la serata come una normale coppia di fidanzati, mentre di soppiatto continuo ad osservare la persona che possiede realmente il mio cuore. Finita la cena usciamo dal locale e Lysandro mi propone di aspettare dato che Castiel sta per finire il turno. Andiamo sul retro del locale e ci appoggiamo al muro difronte alla porta di uscita dei dipendenti ed aspettiamo. Ad un certo punto Lysandro si mette davanti a me ed inizia a baciarmi. Mi tira a lui e mi bacia in modo sempre più intenso, fino a quando la sua mano passa sotto alla mia maglietta. Inizio a tremare di nuovo. Non è lui che voglio. Lui subito si ferma e mi guarda.
-   Perdonami…è che sono vergine e mi agitano queste cose – mi sento meschina a mentirgli così. Lui mi sorride dolcemente e mi stringe.
-   Non preoccuparti, aspetterò i tuoi tempi. A proposito… - dice allontanandosi e guardandomi negli occhi – cos’è che stavi dicendo prima che Castiel ci interrompesse?? –
Il mio cuore si ferma. Che cosa faccio adesso? Che cosa mi invento? Io stavo per dirgli che l’ho tradito…ma non posso farlo. Maledizione! Abbasso lo sguardo e realizzo che forse sia veramente il caso di dirgli tutto, indipendentemente dal pensiero di Castiel. E’ sleale giocare questo brutto tiro a Lysandro. Non se lo merita. Mi tiro su e lo fisso intensamente. Decido che devo dire tutto costi quel che costi.
-   Vedi Lys… io ti… -
In quel momento Castiel esce dalla porta, ma Lysandro non se ne accorge. Castiel afferra subito la situazione e mi fulmina con lo sguardo.
-   Hai promesso! –
-   Ma io… -
-   BETH! Hai promesso! –
Stringo le mani a pugno sulla schiena di Lysandro. Sospiro e mi rassegno. Non ho altra scelta.
-   Io ti amo, Lys –
Tutti ci rimangono di sasso. Io stessa rimango impietrita dalle mie stesse parole. Ma non posso fare altrimenti. Lysandro mi stringe a lui ed inizia a piangere.
-   Oh Beth! Speravo davvero che ti innamorassi di me! Sono così felice! Ti amo anche io! –
Ora anche i miei occhi si riempiono di lacrime, mentre la fitta più potente di tutte mi sta trucidando il cuore. Il mio sguardo incrocia quello di Castiel, e vedo che anche lui ha gli occhi lucidi. Le mi labbra si muovono senza pronunciare alcun rumore, ma questo gli basta per capire quello che gli sto dicendo: “perdonami”.
Lysandro si allontana da me ed interpreta le mie lacrime come segno di commozione, esattamente come le sue. Glielo lascio credere, perché in fin dei conti è l’unica cosa che posso fare. Continuo a mentirgli e per questo mi sento una persona ignobile. Ma sono finita in una storia più grande di me e nemmeno so cosa succederà in futuro. Più passano i giorni e più le cose si complicano. Ci incamminiamo tranquillamente mentre Lysandro canticchia stringendomi la mano, io e Castiel siamo totalmente a terra. Accompagniamo Castiel a casa. Non mi guarda nemmeno mentre varca la porta. Io e Lysandro torniamo a casa nostra e lui mi invita a stare da lui, lo liquido con una scusa banale che lui sembra bersi totalmente. Entro in camera e mi fiondo sul letto. Vorrei vedere Castiel, ma il mio è solo un desiderio egoistico. Mi addormento mentre il mio cuore è tormentato dal dolore.
L’indomani mi alzo per andare a scuola ma Lysandro non c’è. Vado a bussare alla porta di casa sua ma non mi risponde. lo chiamo al cellulare e mi dice che sta male, che non deve aver digerito la cena e che ha rimesso tutta la notte. Gli rispondo di stare tranquillo e di riposarsi che sarei passata a trovarlo dopo scuola. Mi allontano da casa e come sono fuori dal suo campo visivo inizio a correre verso la casa di Castiel. Lo incrocio mentre sta uscendo.
-   Che ci fai qui? –
-   Lysandro è malato quindi non verrà a scuola –
rispondo prendendo fiato.Castiel subito mi afferra per la mano e mi porta dentro in casa. Passiamo tutta la mattinata abbracciandoci e facendo l’amore, fino a quando un messaggio non interrompe la magia. Afferro il cellulare ed apro il messaggio. Subito il mio volto cambia colore. Castiel mi abbraccia da dietro e legge il messaggio inviato dal suo migliore amico: “durante la mattinata mi sono ripreso e sono venuto a scuola per prenderti ma Iris mi ha detto che eri assente anche tu. Dove sei?”
Entrambi diventiamo di sasso. Ed ora? Che cosa ci inventiamo?  Mi alzo di scatto e mi rivesto, Castiel fa altrettanto. Corro verso l’uscita ma Castiel mi ferma subito.
-   Calmati! Prima dobbiamo inventarci qualcosa! –
-   E cosa?! Come gli spiego che ho passato tutta la mattinata da te?! –
-   Basta non dirgli che eri qui! –
-   Eh grazie mi sei molto di aiuto! E cosa gli dico?! Che ero a raccogliere primule in un campo?! –
-   Sta zitta e cerca di pensare a qualcosa di intelligente! –
-   Guarda che se siamo in questa maledettissima situazione è solo --- -
Il telefono inizia a squillare. Guardo il display. Lysandro. Guardo Castiel terrorizzata. E adesso?




Commento dell'autore: Che cosa si inventeranno questa volta i due amanti? E come mai Castiel tiene tanto alla felicità di Lysandro? Sicuri che provi solo amicizia nei suoi confronti? O magari ha solo una possessione morbosa verso Elisabeth ma preferisce tenerlo segreto al mondo? E poi... avete notato una certa caratteristica, un elemento ricorrente che compare spesso nei discorsi che fa Castiel? Se ci avete fatto caso giungerete ad una delle chiavi dei vari misteri!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Una Bugia Duratura ***


Inizio a tremare mentre il cellulare vibra nella mia mano. Che cosa racconterò a Lysandro? Che cosa mi inventerò per nascondere la mia relazione con Castiel?  Chiudo gli occhi. Magari è solo un brutto sogno. Castiel afferra il cellulare e risponde. Non ho il tempo di controbattere che inizia a parlare con Lysandro, ma prima di farlo mette in vivavoce:
-   Ehy Lys, sono io –
-   Cas? Perché rispondi al cellulare di Beth? È successo qualcosa? –
-   Si ma nulla di allarmante tranquillo. Stamattina ci siamo visti al bar e Beth ha cominciato a stare male, l’ho accompagnata fino da me e ha rimesso. Adesso è in camera mia che dorme –
-   E perché non mi hai avvisato? –
-   Beh perché mi sono addormentato anche io. Quando l’ho portata in camera sono rimasto li un attimo per vedere se si riprendeva, ma ho finito per addormentarmi. Mi hai svegliato tu adesso chiamandola al cellulare –
-   E lei come sta? –
-   Non lo so sta ancora dormendo –
-   Arrivo subito –
-   D’accordo –
Castiel riaggancia e tira un sospiro di sollievo.
-   Pare si andata bene – affermo.
-   Si. Ma ora va di la, sdraiati e fingi di dormire, Lysandro non ci metterà molto ad arrivare –
-   Si subito! –
Lo supero di volata ma lui mi afferra per un braccio.
-   Aspetta – dice baciandomi improvvisamente – avevo bisogno di un ultimo bacio –
Sorrido e lo bacio a mia volta. Poi corro in camera e mi corico. Come mi infilo sotto le coperte mi accorgo che c’è ancora il calore del corpo di Castiel. Chiudo gli occhi e mi lascio avvolgere da quel calore e dal suo profumo che è in tutta la stanza. Mi rendo conto di essere davvero stanca dopo aver fatto l’amore per tutta mattina. E finisco per addormentarmi davvero. Quando riapro gli occhi Lysandro è accanto a me che mi stringe la mano. Come vede che apro gli occhi mi sorride dolcemente.
-   Stai bene tesoro mio? –
-   Si…grazie. Scusami non era mia intenzione farti preoccupare. –
-   Non importa. Meno male che c’era Castiel ad aiutarti! –
-   Già…meno male che c’era lui –
-   Anche se bisticciate spesso, in realtà lui ci tiene a te. Altrimenti di certo non ti avrebbe aiutata –
-   Dici davvero? – dico fingendomi sorpresa – magari lo ha fatto solo perché sono la tua ragazza –
-   No fidati, lo conosco bene. Ci tiene a te come persona, non solo perché sei la mia ragazza! –
-   Mi fido di te allora. A proposito, lui dov’è? Non lo vedo – cerco di non far trasparire molto interesse da questa mia richiesta, anche se in realtà è l’unica cosa che mi importa davvero sapere.
-   È uscito a comprare qualcosa da mangiare. Hai dormito tutto il pomeriggio. –
-   Come scusa?! –
Guardo l’ora. Sette e mezza. Non è possibile!  Esco dal letto e vado al bagno. Mi risciacquo la faccia e mi osservo allo specchio. Il mio volto è rilassato e riposato. Sorrido. Mi sposto i capelli e vedo una cosa che non avrebbe mai dovuto essere li. Un succhiotto. Un dannatissimo succhiotto! CAZZO! E adesso?! Riporto i capelli in avanti e lo copro. In quel momento sento una porta aprirsi. Esco dal bagno e vedo Castiel. Gli faccio segno di venire con me in cucina. Per fortuna la cucina si trova al piano di sotto rispetto alla camera di Castiel. Si avvicina per darmi un bacio ma subito mi scanso.
-   Sei un idiota! –
-   Ehy modera i termini. Per quale ragione mi aggredisci?! – mi risponde arrabbiato. Sposto i capelli e gli faccio vedere il succhiotto. Lo vedo sbiancare.
-   Oh merda… -
-   Già hai detto bene! E ora come faccio?! E se Lys lo vede? –
-   Aspetta. Dovrei avere dell’aceto –
-   Aceto?! –
-   Si…aiuta a farli andare via –
-   E tu come... –
-   Lascia perdere. Diventi esperto in certe cose quando hai parecchie esperienze –
-   Ahh è così eh? Brutto schifoso! –
Non posso nascondere un senso di ira e gelosia. Con quante ragazze è stato?! Probabilmente molte più di quelle che penso abbia avuto. Vorrei ammazzarlo di botte fino a fargli sputare il rospo. Ma non posso. Per lo meno non adesso. Mi passa un pezzo di carta imbevuto di aceto e mi dice di passarlo sul succhiotto. Lo lascio li per un po’ e prego che funzioni davvero. In quel momento Lysandro ci raggiunge.
-   Che state facendo? –
-   Oh niente tesoro…stavo solo aiutando Castiel con la spesa – invento goffamente. Una leggera fitta mi attraversa il cuore.
-   Ma no Beth! Lascia faccio io tu ti sei appena ripresa! Che hai al collo? –
-   Ohh niente, solo un leggero torcicollo non preoccuparti – per fortuna il pezzo di carta è coperto totalmente dalla mia mano.
-   Ahh ok allora…ma…non c’è puzza di aceto? –
-   No! Te lo stai immaginando! – rispondiamo io e Castiel all’unisono. Ci guardiamo improvvisamente. Merda. Mi giro verso Lysandro che ci guarda sopresi.
-   Scusatemi, vado al bagno! –
mi dileguo così, correndo rapidamente al bagno.Mi chiudo dentro e scivolo a terra. Questa situazione è veramente insopportabile. Mi alzo e mi avvicino allo specchio. Tolgo il pezzo di carta e controllo. Non è cambiato niente. Come volevasi dimostrare…getto il pezzo di carta nel wc e mi lavo il collo per cancellare l’odore dell’aceto. Poi tiro l’acqua ed esco. Castiel e Lysandro parlano normalmente in cucina ed io mi siedo su uno sgabello dietro di loro. Li guardo cucinare. È divertente vederli goffamente cercare di arrangiarsi ai fornelli. Rido divertita. In quel momento si accorgono della mia presenza.
-   Tutto bene tesoro? –
-   Si certo. Che preparate di buono? –
Dico avvicinandomi a loro. Lysandro mi fa spazio accanto a lui e mi avvicino. Patate e carne. Non male, dicono che fa bene mangiare carne alla sera! Chiedo a Castiel dove sono posate e stoviglie per apparecchiare la tavola e me le indica. Mi avvicino alla credenza e la apro. I piatti sono in cima. Allungo il braccio ma proprio non ci arrivo. In quel momento Lysandro si avvicina e li afferra per me. Gli sorrido dolcemente e lui ne approfitta per baciarmi. Non mi scanso e mi lascio baciare. Quando si allontana gli accarezzo la guancia, poi prendo i piatti e mi allontano, sfregandomi con la mano le labbra, come per cancellare quel bacio. Recupero bicchieri e posate e finisco di apparecchiare. In quel momento Castiel e Lysandro portano in tavola le padelle e ci sediamo: io e Lysandro vicini e Castiel di fronte a me. Iniziamo a mangiare parlando del più e del meno, mentre Castiel mi fa piedino. Arrossisco ed abbasso lo sguardo sorridendo. Adoro queste sue attenzioni. Ma allo stesso tempo odio doverle nascondere. Questa storia, in ogni caso, non avrà mai un risvolto positivo. A questo punto mi rendo conto che la mia relazione segreta non è più un “forse verrà scoperta” ma un “quando verrà scoperta”. Il mio sguardo incrocia il suo che mi osserva con aria interrogativa. Lo distolgo immediatamente. Non me la sento di parlare con lui adesso. Mangiamo e poi i ragazzi sparecchiano. Lysandro si è opposto quando gli ho chiesto se potevo dare una mano, così ora sono seduta qui in salotto che guardo la tele. Poco dopo Lysandro si avvicina e si siede accanto a me cingendomi le spalle. Mi appoggio a lui come farebbe ogni fidanzata. Poco dopo sento che mi bacia la testa. Capisco subito le sue intenzioni. Alzo lo sguardo chiudendo gli occhi e lascio che mi baci. Ci mette meno di un secondo a sdraiarmi sul divano mentre con la lingua preme delicatamente sulla mia. Lo abbraccio e fingo di apprezzare quello che sta succedendo, mentre in realtà focalizzo il mio pensiero su Castiel. Lysandro mi preme il seno da sopra i vestiti. Emetto un piccolo gemito. È più bravo di quello che credevo e purtroppo il piacere fisico è evidente. Ma dentro di me non mi sento felice, perché non è lui che amo. Lysandro si allontana e mi guarda negli occhi, poi mi sorride.
-   Ti amo Beth –
Io no…non ti amo. Mi dispiace, sono innamorata del tuo migliore amico. Ti prego smettila.
-   Ti amo anche io –
Rispondo lasciandomi baciare. Bugie, menzogne, inganno, illusione, delusione. Quando tutto questo finirà? La sua mano passa sotto la mia maglietta. È caldo il tepore che dolcemente mi accarezza. Cerco di non tremare per non insospettirlo ed in qualche modo ce la faccio. Sento che mi tocca il seno sotto il reggiseno e trattengo un gemito. È bravo, terribilmente bravo non posso negarlo. Ma mi sento violata, abusata e violentata. Vorrei tanto fermarlo ma so che non posso. Non è te che voglio, non è te che amo…ti prego smettila. Ma non posso esprimergli i miei pensieri. Non posso perché l’ho promesso al ragazzo che amo. In quel momento mi stringe il seno e non posso fare a meno di urlare di piacere. Subito dopo una fitta al cuore mi uccide. Castiel si schiarisce al voce dietro di noi.
-   Potreste smetterla? Almeno non sul mio divano –
Lysandro sfila subito la mano fuori dalla mia maglietta e io mi rialzo ricomponendomi. Mi sento male. Ma male davvero. Osservo Lysandro che si gratta la testa imbarazzato e poi Castiel che mi disintegra con lo sguardo. Io lo guardo supplichevolmente.
-   Non ho avuto altra scelta… -
-   Lo so. Ma evita almeno a casa mia –
-   Non sono riuscita ad oppormi… -
-   Non sei riuscita…o non hai voluto? –
Lo guardo disorientata. Ma come? Come può pensare una cosa del genere?! I miei occhi si riempiono di lacrime e Lysandro lo nota.
-   Che succede tesoro?! –
Non distolgo lo sguardo da Castiel, mentre l’ira mi travolge. Lo fisso intensamente, trasmettendogli insieme alle mie parole, l’odio che provo dopo la sua affermazione.
-   Ti detesto! –
Scatto in piedi e corro verso la porta ed esco fuori. Scappo lontano, corro così veloce che nessuno sarebbe in grado di starmi dietro. Mi rifugio nel parco dove ero andata con Castiel e Demon. Mi nascondo sotto un albero, lontano da tutto e tutti. Come può aver anche solo pensato che io non avessi opposto resistenza perché in realtà volevo che lui andasse avanti?! Come fa a non capire che faccio tutto questo solo per lui, e per assecondare la sua richiesta di non ferire Lysandro?! Perché ora mi accusa di non averlo fermato? Affondo la testa fra le ginocchia e cerco di calmarmi. Tanti pensieri mi frullano in testa fino a quando un in particolare non attira la mia attenzione.
E se lui in realtà…non volesse far uscire la nostra storia alla luce del sole non per non ferire Lys, ma perché si vergognerebbe di stare con me? Se in realtà fossi io il problema?
 I miei occhi si sbarrano. Non ho mai considerato questa eventualità. Eppure ho visto chiaramente che mi ama. Ma che senso ha? Perché lui, l’orgoglioso ed arrogante Castiel, che si impossessa di tutto e tutti, non vuole far sapere a tutti che è innamorato di me? Comincio a rendermi conto che la storia di non ferire Lysandro potrebbe essere solo una grossa montatura per nascondere qualcosa di più grande, qualcosa che nemmeno lui è in grado di concepire. Ormai le mie lacrime hanno smesso di scendere ed appoggio la testa al tronco osservando quello squarcio di cielo che si libera sopra di me. Le stelle luminose in cielo mi rasserenano in parte. Sento di aver bisogno di avere delle risposte da lui. Ma come? Non posso dire semplicemente a Lysandro “ehy guarda, vado da Castiel a chiarire una faccenda”, si insospettirebbe e mi massacrerebbe di domande. Ma non posso nemmeno sparire improvvisamente, mi cercherebbe tutto il tempo. Essendo il mio vicino di casa non posso nemmeno invitare Castiel da me. Altrimenti ci scoprirebbe in meno di un nano secondo. E allora come? Come farò a decidere di vedermi con Castiel, senza farglielo scoprire? Mi vibra la tasca. Estraggo il cellulare. Un messaggio. Apro.
“Dove sei tesoro? Sono preoccupato. Sei scappata via di punto in bianco senza dire niente dopo che sei scoppiata a piangere. Castiel ti ha fatto forse qualcosa?”
Sorrido. “Castiel ti ha fatto forse qualcosa?” dovresti farla a te stesso questa domanda. Io e Castiel ti stiamo facendo più male di quanto tu possa mai immaginare. E probabilmente lui si sta solo prendendo gioco di me. Quella volta, in spiaggia, deve aver capito come ingannarmi. Come fare in modo di farmi credere che provasse determinate cose, mentre in realtà non è così. Sento il mondo crollarmi addosso. Mi alzo e torno a casa. Non mi va di rispondere al messaggio, ne’ di farmi vedere da nessuno. Prima di imboccare la mia via controllo che non ci sia nessuno. Tutto tranquillo. Con uno scatto felino raggiungo la porta di casa mia ed entro. Chiudo a chiave e tiro un sospiro di sollievo. Vado in camera e mi corico. Ho solo voglia di dormire.
Quando al mattino mi sveglio vedo che la luce del cellulare lampeggia. Capisco che qualcuno deve avermi scritto. Afferro il cellulare ed illumino il display. La luce è più forte del previsto e devo chiudere gli occhi un momento. Piano piano li riapro e leggo sorpresa: 7 chiamate perse, 15 messaggi. Cazzo ora sono nei guai. Mi tiro su e mi appoggio allo schienale del letto aprendo l’elenco dei messaggi. Inizio a leggere i mittenti partendo dall’ultimo:
Lysandro, Lysandro, Lysandro, Lysandro, Lysandro, Lysandro, Lysandro, Castiel, Lysandro, Lysandro…. Un momento! Torno indietro e il mio sguardo si fissa su quell’unico messaggio con un mittente diverso. Lo osservo quasi inorridita. Lui che mi scrive? Che vuole? Non voglio più essere ingannata da lui. Ormai mi sono convinta che mi usa solo per i suoi scopi. Getto via il cellulare e mi rinfilo nel letto affondando la testa nel cuscino. Impongo alle lacrime di non scendere mentre sento il campanello suonare. Non voglio andare ad aprire. Il campanello non la smette e sono costretta ad alzarmi. Tiro su la serranda, apro la finestra e spio di soppiatto chi è alla porta. Iris. Che diavolo ci fa Iris qui?! Scendo ed apro la porta.
-   Ciao Beth! Visto che sono due giorni che non vieni a scuola ho pensato di portarti i compiti –
Due giorni?
-   Ma non sei a scuola? –
-   Ma cosa dici? Se sono le tre di pomeriggio! –
-   Le tre cosa?! –
Controllo alla svelta l’ora. Iris non scherza. La saluto con un bacio, afferro i compiti e mi rintano in casa. Maledizione ma quanto ho dormito?! Corro in camera e mi vesto. Afferro il cellulare e leggo i messaggi di Lysandro. Ognuno di loro è colmo di preoccupazione. Gli rispondo frettolosamente che sto bene ma che ho bisogno di stare da sola. Controllo le chiamate giusto per sicurezza, ma come immagino sono tutte sue. Mi siedo sul letto vedendo quell’unico messaggio non aperto e che non ho intenzione di aprire. Combatto contro la mia curiosità ma alla fine perdo ed apro il messaggio. D’istinto chiudo gli occhi. Ho paura di sapere quello che c’è scritto. Prendo fiato e li apro. Vedo poche righe e lentamente le leggo.
-   Dove diavolo sei finita?! Ho passato l’intera notte a cercarti. Sono preoccupato maledizione a te! Vedi di rispondermi appena leggi il messaggio –
Il solito arrogante. Non riesco a trattenere un sorriso. Ha passato tutta la notte a cercare…me? Subito il sorriso mi si cancella. E se è una bugia? E se lo ha scritto tanto per convincermi che ci tiene a me? Ringhio verso il cellulare come se avessi la sua brutta faccia davanti e rispondo rapida.
-   Tempo sprecato. Potevi farne a meno. –
Invio. Va al diavolo Castiel, tu e tutti i tuoi stupidi sotterfugi. Mai una volta che sei stato chiaro, mai una volta che mi hai detto di amarmi. Solo bugie su bugie. Adesso basta. Non voglio più saperne. Era ora di darci un taglio con tutto. Con te, con Lysandro e con i miei sentimenti. Sono stufa di tutte queste prese in giro. È ora di essere sinceri. Esco di casa e vado da Lysandro. Busso alla sua porta ed aspetto risposta. So che correrà ad aprire nella speranza di vedermi. Ancora una volta non mi sbaglio e come mi vede mi tira a lui abbracciandomi forte.
-   Oh Beth mio dio! Ero seriamente preoccupato! Dove sei scappata ieri sera? –
-   A fare un giro. Avevo bisogno di schiarirmi le idee –
-   A proposito di cosa? –
-   Di tante cose Lys. Sai, sono stata davvero una persona meschina in questi giorni, e sento che ora è arrivato il momento di essere sincera e leale. Basta bugie, basta inganni – Lys mi guarda spaventato. Probabilmente ha capito di cosa parlo.
-   Va avanti – mi incita con timore.
-   Vedi, in questo ultimo periodo sono successe diverse cose tra me e…Castiel. E ormai non è più il caso di tenertelo nascosto. Sai è stato lui a chiedermi esplicitamente di non dirti niente, ma a me sembra sbagliato quindi credo sia il caso di dirti tutto una volta per tutte –
-   Temo di essere già a conoscenza di ciò di cui vuoi parlarmi. Ma prego, continua pure – vedo i suoi occhi diventare lucidi. Capisco che lo sto ferendo a morte. Castiel aveva ragione, ma ormai non posso più tornare indietro.
-   Vedi…la verità è che quella volta che mi hai scritto perché non mi trovavi è perché ero andata in spiaggia a fare due passi, e li ho incontrato casualmente Castiel. Beh ecco, quel giorno lui… -
-   Mi sono dichiarato – urla Castiel dalle mie spalle, raggiungendomi con un balzo.Che diavolo stai blaterando razza di imbecille?!
-   È così, quella sera mi sono dichiarato a Beth. Non potevo più trattenere i miei sentimenti, ma lei mi ha respinto dicendo che era tardi ormai perché era innamorata di te. Le ho chiesto di non dirti niente per non metterti in allarme ma sai com’è fatta Beth. Non è in grado di tenere nascoste le cose a lungo –
Vedo Lysandro rilassarsi improvvisamente, mentre una lacrima gli solca il viso. Fulmino Castiel con lo sguardo ed iniziamo a parlarci.
-   Che cosa stai combinando?! –
-   Preservo la sua felicità! –
-   Ma sei impazzito?! Cerchi di salvare un rapporto basato sulla menzogna…con un'altra menzogna?! –
Sono colma di ira, se solo ne avessi la possibilità, gli spaccherei la faccia a pugni.
-   Ti prego, adesso smettila di fare la bambina e cerca di capire. Non posso permettermi di farlo soffrire! È già successo una volta e non è finita bene! –
Non ho il tempo di rispondergli che mi accorgo che la mia mano è finita dritta dritta sulla sua faccia. Gli ho appena dato uno schiaffo. Non posso crederci! Lysandro guarda sorpreso la scena, mentre Castiel si accarezza la guancia guardandomi frastornato. Cerco di reagire quando mi accorgo che sto piangendo.
-   B-Ben ti sta! – dico gettandomi tra le braccia di Lysandro. Lui mi stringe forte e guarda Castiel.
-   Ora è meglio che tu vada Cas. Beth è già abbastanza sconvolta –
Mi giro di soppiatto verso di lui e lo guardo con la coda dell’occhio mentre fa cenno di si con la testa. Si allontana lentamente, senza osservare nessuno dei due, poi sparisce oltre il cancello. Lysandro mi stringe e affondo nel suo petto mentre il mio cuore soffre di una delle sue fitte peggiori. Non è così che doveva andare. Non è questo quello che volevo ottenere. Ora la situazione è scivolata dalla padella alla brace. Castiel probabilmente non si farà più vedere in giro per un po’, e peggio ancora, non sono riuscita a dire la verità a Lysandro. Ma perché? Perché Castiel ci tiene così tanto a non rovinare il mio legame con Lysandro? Perché non vuole ferirlo in nessun modo? Oddio! Non sarà mica gay?! Mi allontano improvvisamente da Lysandro e gli chiedo schiettamente:
-   Senti ma Castiel è gay? – lo vedo allibito, sorpreso ed anche un po’ disgustato. Vedo che si massaggia le tempie sconcertato.
-   Ma come ti salta in mente? Alcuni giorni fa ti si è dichiarato e improvvisamente ti vengono questi dubbi? – abbasso la testa. In realtà non mi ha mai detto esplicitamente di amarmi. Mi sono limitata a leggerglielo…ahhh lasciamo perdere.
-   Si scusami…è che sono ancora abbastanza confusa, è successo tutto così in fretta… - menzogna. L’ennesima. Mi odio. Mi odio davvero in questo momento.Lysandro mi riprende fra le sue braccia e mi fa entrare in casa.
-   Vieni con me, ho intenzione di farti dimenticare del tuo dolore in men che non si dica –
Sorrido dolcemente mentre Lysandro mi accompagna in salotto. Conoscendolo mi offrirà un thè caldo o qualcosa di simile. Mi sorprendo quando improvvisamente cambia direzione portandomi verso…la camera da letto?!
Ehy no…un momento. Che diavolo sta succedendo qui?! Che intenzioni ha Lysandro?! Aspetta, aspetta, ASPETTA!
I miei piedi si inchiodano al pavimento e Lysandro mi guarda sorpreso.
-   Non vuoi? –
-   N-non vuoi…C-cosa?! –
-   Beh ecco… - dice grattandosi la testa – avevo intenzione di farti dimenticare di questa brutta esperienza…con una più bella –
-   E…e….e cosa intendi per “bella”? –
-   Beh… - mi risponde arrossendo – sono più di quattro mesi che stiamo assieme e hai detto di amarmi quindi…credo che potremo passare alla tappa successiva. Infondo alche l’altra volta non hai tentato di fermarmi! –
dice con un ghigno seducente che avrebbe steso chiunque, ma non me, che tento di non svenire per la paura. Maledizione! E ora come me la cavo? Io non voglio farlo con lui. Come esco da questo pasticcio? Oh merda, merda merda!! Che qualcuno mi aiuti presto!
Lysandro mi accompagna fino in camera sua, mi domando con quale coraggio ho deciso di muovermi. Entro e chiude la porta dietro di me. Deglutisco terrorizzata. E’ la fine! Questa volta non posso fuggire!  In quel momento mi sposta i capelli e da dietro mi bacia il collo ma, improvvisamente, si ferma. Tiro un sospiro di sollievo…troppo presto, però.
-   E questo cos’è?! – grida infuriato dalle mie spalle, mentre con la mano mi spinge verso uno specchio. Mi controllo e sbianco improvvisamente. Merda il succhiotto! Lo guardo fingendomi sorpresa ma subito noto che è parecchio più chiaro e sbiadito rispetto a ieri. L’aceto deve aver funzionato!
-   Ah non ti preoccupare, vedi ieri quando scappavo mi sono rifugiata nel parco vicino a casa e quando mi sono seduta a terra un insetto mi ha punta, e questa è la traccia che ha lasciato – semplice, banale, idiota. Nemmeno io mi sarei bevuta una castroneria simile. Già…ma Lysandro non è me. Lo vedo accasciarsi a terra.
-   Grazie al cielo temevo che Castiel avesse approfittato di te nel sonno! –
lo guardo sbigottita e trattengo una risata. Effettivamente sarebbe anche plausibile come cosa dato l’elemento di cui parliamo. E tenendo in conto che ora Lysandro è convinto che Castiel si sia dichiarato alla sottoscritta sarebbe piuttosto credibile come storia. Mi avvicino a lui e mi ci siedo accanto.
-   Mi dispiace per averti creato tutti questi problemi –
-   Non preoccuparti, l’importante è che ora so tutta la verità – la verità eh? – perché non c’è altro che devo sapere, vero Elisabeth? –
lo guardo sbigottita. Sono anni che non mi chiama con il mio nome intero. I suoi occhi sono gelidi come il marmo, un brivido mi percorre la schiena non appena li incrocio. Per la prima volta, Lysandro mi fa paura.
-   N-no…Castiel ti ha già detto tutto – bugia. L’ennesima. Ma questa volta io decido di mentirgli, perché temo per la mia incolumità. Subito si rilassa e distende il volto. Poi mi cinge il braccio con le spalle.
-   Scusa, ma credo che per questa volta passo ok? Mi dispiace farti aspettare così tanto, ma non me la sento di farlo con te oggi –
-   Non importa – fingo delusione, mentre dentro di me il mio cuore di libera leggero dalla gioia.
-   Perdonami tesoro. È che mi sento un po’ a disagio sapendo che il mio migliore amico, nonché tuo primo amore, ora sia innamorato di te. Spero non ci siano complicazioni – ce ne sono già state. Non sai quante. E non hai idea di quanto questo mi ferisca…
-   In ogni caso per lo meno oggi è stato sincero. Sono felice che tu abbia deciso di raccontarmelo, questo dimostra che ci tieni a me! E questo mi rende la persona più felice del mondo! – dice avvicinandosi e baciandomi.
-   Promettimi una cosa – mi chiede poi.
-   Dimmi –
-   Promettimi che resterai al mio fianco per sempre – il mio cuore si ferma per un attimo. Abbasso lo sguardo.
-   Non posso… – Lysandro si stacca da me improvvisamente e mi guarda spaventato.
-   E perché? Non vorrai forse dirmi che tu ami ancora… -
-   Aspetta, per favore lasciami finire. Vedi io non faccio promesse che non posso mantenere…non posso prometterti di stare con te per sempre perché prima o poi la nostra vita avrà fine. Ecco perché non posso promettertelo –
-   Allora fammi un'altra promessa –
-   Va bene –
-   Promettimi che starai al mio fianco qualunque cosa accada – sorrido, ripesando a quelle stesse parole che mi ha già fatto promettere Castiel.
Te lo prometto – dico accarezzandogli la guancia.
Lui mi abbraccia e mi bacia dolcemente. Poi si allontana e mi porge la mano. L’afferro e mi tira a se per stringermi un ultima volta, poi scendiamo al piano di sotto e lo saluto per tornare a casa mia. Apro la porta dell’ingresso della mia modesta abitazione e la richiudo alle mie spalle. Tutto questo disastro avrà mai fine? Riuscirò mai ad essere davvero felice?  Abbasso lo sguardo e noto un bigliettino a terra. Ma che diavolo… mi abbasso per raccoglierlo. Sopra c’è scritto “Per Beth”. Riconosco subito la calligrafia. È quella di Castiel. Rimurgino un attimo prima di decidermi a leggerlo. Lo apro e leggo tutto d’un fiato. Il mio volto sbianca improvvisamente, mentre il bigliettino scivola dalle mie mani raggiungendo nuovamente il pavimento.




Commento dell'autore: cos'avrà scritto Castiel nel biglietto? La risposta nel prossimo capitolo! Che ne pensate della storia per il momento? I colpi di scena più eclatanti devono ancora arrivare! Curiosi eh? Per ottenere le risposte che state cercando non perdetevi i prossimi capitoli! Grazie a tutti coloro che seguono ancora la mia storia =D

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Messaggio ***


Dalla fronte colano gocce di sudore mentre il fiato è corto. Sono alcuni minuti che corro disperatamente alla ricerca di Castiel. Perché proprio ora doveva scrivermi una cosa del genere? Perché aveva deciso di darmi quel colpo di grazia? Correvo a per di fiato, ma non sapevo dove andare. Sono corsa sotto casa sua ed ho bussato ma nessuno ha risposto. Poi sono corsa al parco, ma nemmeno li ho potuto ritrovare la sua figura. Mi siedo su una panchina esausta. Dove diavolo sei?!  Cerco di riprendere fiato mentre i miei polmoni bruciano ed una punta incredibile allo stomaco mi impedisce di recuperare fiato in fretta. Scatto in piedi nonostante la tremenda stanchezza e ricomincio a correre. Che stupida che sono! So dove trovarlo. Prendo la via che mi conduce alla spiaggia. So di trovarlo li. Raggiungo gli scogli e li percorro in fretta. Non mi importa di scivolare o cadere. Mi importa solo di trovarlo. Ed alla fine è li, a torso nudo sullo scoglio più alto, con le braccia spalancate come se volesse buttarsi ad angelo.
-         Fermati brutto idiota! –
Gli urlo con il poco fiato che mi rimane. Lui non si muove, non fa una piega. È come se la mia voce non lo raggiungesse. Faccio uno scatto e in men che non si dica sono dietro di lui, e lo stringo a me.
-         Che cosa stai cercando di fare razza di imbecille patentato?! –
-         Niente. È solo che restando qui così mi sembra di volare. È una bella sensazione. Perché cosa pensavi che stessi facendo? –
-         Beh vorrei vedere! Dopo quel messaggio che mi hai lasciato ti ritrovo qui in questa posizione. È normale che io pensi che tu voglia buttarti! –
-         Non dire fesserie –
Così dicendo si volta verso di me e mi stringe. Il suo petto nudo sfrega su di me, ed anche se io indosso una maglia, mi sembra di sentirlo sulla mia pelle, e questo mi fa arrossire violentemente. Lo stringo forte e sento che qualcosa è diverso in lui. Ancora una volta, qualcosa in lui è cambiato. Mi scosto e lo guardo negli occhi ma lui subito guarda altrove e mi allontana. Lo guardo disorientata e spaventata. Lui afferra la maglietta su uno scoglio vicino e la indossa, poi fa lo stesso con la giacca. Mette le mani in tasca e si allontana, senza guardarmi o parlarmi. Lo seguo in silenzio fino alla riva dove improvvisamente si ferma. Vedo che prende una sigaretta e l’accende. Fa un tiro e poi butta fuori il fumo. Tutto questo lo fa sembrare terribilmente virile e trattengo a stento il desiderio di saltargli addosso. Vedo che abbassa lo sguardo e batte nervosamente il piede nella sabbia. Poi inizia a muoverlo come nel tentativo di disegnare qualcosa, che poi subito cancella. Mi avvicino a lui, ma lui subito si allontana. Mi sento ferita e vedo che lui si porta una mano al cuore. Cerco di ottenere una risposta ma lui non fa altro che allontanarsi sempre di più. Più mi avvicino più mi evita, e questo sento che mi uccide.
-         Che diavolo ti prende?! –
-         Ho deciso che è meglio darci un taglio. Noi due…non possiamo continuare a “stare assieme” –
-         Ma sei impazzito?! –
-         No –
-         Perché ora, di punto in bianco, sei diventato freddo e distante?! Che ti è preso?! –
-         Niente. Mi sono solo accorto che non sei in grado di nascondere le cose. Quindi è meglio che non accada più nulla tra noi, almeno in questo modo Lysandro non verrà mai a sapere di noi, se questo noi cesserà di esistere –
-         Tu NON puoi chiedermi questo! –
-         Si che posso. Io ho dato inizio a tutto, ed io posso farlo finire –
-         Non ho intenzione di lasciare che questo finisca! –
-         Non hai altra scelta –
-         Oh si che ce l’ho! Se tu hai intenzione di “lasciarmi”, io racconterò tutto quanto a Lysandro! –
Vedo il suo sguardo diventare così cupo da terrorizzarmi. Si avvicina furiosamente a me e mi prende per il colletto della maglia sollevandomi sulle punte.
-         Tu NON dirai assolutamente NIENTE a Lysandro, sono stato sufficientemente chiaro? –
Sono terrorizzata. Il mio corpo trema e le mie gambe cedono. Chi è questa persona che ho davanti? Non è Castiel…lui non mi tratterebbe mai in questo modo. Non posso credere che sia davvero lui.
-         Castiel smettila, mi fai paura –
-         Non me ne frega un cazzo! Smettila di fare i tuoi capricci da ragazzina viziata e stammi alla larga da ora in poi –
Così dicendo molla la presa ed io crollo a terra sconvolta. Lo vedo allontanare. Vorrei chiamarlo, ma la voce non mi esce. Il terrore ha risucchiato ogni mia parola, ogni singolo rumore che la mia bocca potrebbe emettere. Lo vedo diventare sempre più piccolo fino a sparire davanti a me. Non appena mi calmo mi rialzo e mi avvio verso casa. Non riesco a credere che mi abbia detto una cosa del genere…  cammino cercando di darmi una spiegazione, che purtroppo non riesco a trovare. Rientro in casa ed accendo la televisione nel tentativo di distrarmi, ma proprio non ce la faccio. Lo sguardo tetro di Castiel ancora mi spaventa e mi agita, e questo non fa che farmi sentire ancora più frustrata.Davvero…è tutto finito? Ciò che nemmeno è iniziato…è già finito? Sento di voler piangere ma mi alzo ed esco di casa, varco il mio cancello e subito dopo quello di Lysandro. Non mi va di restare sola. Busso alla porta e lui subito mi apre. Mi fiondo dentro senza lasciargli il tempo di farmi delle domande. Poi mi giro e gli chiedo:
-         Posso restare per cena? Non voglio fare niente di avventato… è solo che non mi va di restare sola –
Lui dolcemente mi sorride, si avvicina e mi abbraccia. Poi mi da un bacio sulle labbra e mi fa cenno di si con la testa. Mi siedo sul divano mentre sento che in cucina prepara la cena. Mi lascio scivolare sul divano affondando in quel morbido tessuto. Chiudo gli occhi e lascio che la mia mente vaghi libera altrove. Poco dopo Lysandro mi chiama ed iniziamo a mangiare. Mi accorgo subito che è teso, ma aspetto che sia lui a fare la prima mossa. Ad un certo punto vedo che posa le posate e sospira. Capisco che sta per iniziare un discorso piuttosto serio.
-         Sai…oggi mi sono davvero spaventato –
-         A cosa ti riferisci? –
-         A te. Quando sei comparsa a casa mia dicendomi che dovevi dirmi qualcosa di te e Castiel. Ho temuto che mi avresti detto che in realtà tu e lui state assieme alle mie spalle – il mio cuore si ferma. Come diavolo hai fatto a capire tutto…ma a non credere a te stesso? Davvero credi così tanto alle parole di Castiel? Ma si può sapere cosa vi lega a tal punto?
-         Mi dispiace, non pensavo che potessi arrivare ad una conclusione simile…in ogni caso mi sembrava giusto dirtelo. Mi riferisco alla dichiarazione di Castiel –
-         Hai fatto benissimo tesoro, e per questo ti ringrazio – mi dice sorridendomi gentilmente.
-         Posso fartela io una domanda adesso? –
-         Certo tesoro –
-         Tu e Castiel, da quanto vi conoscete? –
-         Da quando siamo bambini credo. Perché me lo chiedi? –
-         Beh perché vedo che siete parecchio legati, fin troppo. Soprattutto per quanto riguarda Castiel –
-         Non penserai ancora che è gay vero? –
-         Nono per carità…però boh. E’ come se qualcosa di profondo lo legasse a te. È per caso successo qualcosa tra voi due che ha fatto si che lui si legasse così tanto a te? –
Lo vedo incupirsi improvvisamente. Tombola!!!
-         No tesoro. Non è successo niente di particolare –
Mi risponde sorridendomi di punto in bianco come se il pensiero che lo avesse attraversato fosse stato cancellato improvvisamente, resettando la sua mente. Lo guardo sorpresa e sospettosa, ma non approfondisco l’argomento. Capisco che non otterrei risposta. Finiamo di mangiare e lo aiuto a sparecchiare. Poi lo saluto con un bacio e torno a casa. Il fatto di aver scoperto che in realtà è successo qualcosa tra di loro mi fa sentire più vicina alla verità. Mi corico a letto e mi metto a dormire. Domani avrei dovuto affrontare Castiel dopo la sua catastrofica dichiarazione. Chissà cosa sarebbe successo.
La sveglia suona e subito mi alzo e mi vesto. Sono assetata di risposte quindi mi preparo rapidamente. Esco di casa e Lysandro è li che mi aspetta. Lo saluto con un sorriso mentre lui dolcemente accarezza le mie labbra con le sue. Ci prendiamo per mano e ci avviamo al bar. Come al solito facciamo l’ordinazione e ci sediamo. Non abbiamo il tempo di iniziare un discorso che i passi di Castiel saturano l’aria di ansia. Ma rimango sorpresa quando, invece si sedersi accanto a me, si siede a fianco di Lysandro. Una fitta dolorosa mi attraversa il cuore, e sono io stessa a provare quel dolore. In quel momento realizzo che ieri non stava scherzando quando diceva di volerci dare un taglio definitivo. Deglutisco a forza mentre il ricordo del suo terribile sguardo mi fa avere un brivido di terrore lungo la schiena. Castiel non mi guarda in faccia nemmeno per un secondo, ed è Lysandro a distruggere l’intensità della mia paura.
-         Come mai ti sei seduto vicino a me questa volta? –
-         Perché mi andava. Ti do forse fastidio? –
-         No anzi…preferisco averti accanto a me piuttosto che accanto a lei – vedo che lo guarda con cattiveria e lui abbassa lo sguardo sottomesso. Castiel sottomesso?! Ma che diavolo…
-         In ogni caso, oggi abbiamo le prove ricordi Cas? –
-         Ovvio, mica sono sbadato come te –
-         Senti Beth, ti andrebbe di venire ad assistere? La sala prove è vicino alla spiaggia e proviamo alle --- -
-         LYS! Sai benissimo che nessuno può assistere alle prove! Tanto meno una mocciosetta come lei –
-         Mocciosetta a chi?! Razza di cafone che non sei altro! – ora gliele suono…giuro che gliele suono!
-         Calmi calmi ragazzi…e va bene allora. Scusami tesoro, appena riuscirò a fargli cambiare idea ti inviterò ti va? –
-         Io NON cambierò idea – a questa affermazione Lysandro si gira verso Castiel, come se fosse soddisfatto della sua reazione, poi il suo sguardo cambia improvvisamente, mostrandomi un lato di Lysandro che non sapevo esistesse.
-         Come mai sei così acido questa mattina Cas? E poi scusa fino a ieri non dicevi di amar--- –
-         Non sono diverso dal solito Lys – lo interrompe lui – e poi non era amore ma solo un sentimento passeggero. Se n’è già andato quindi non preoccuparti –
Mentre pronuncia queste parole vedo lo sguardo di Lysandro passare dal minaccioso al rilassato, prima di tornare ad incrociare il mio. Qualcosa non quadra…
La discussione finisce li. Ci alziamo per andare a pagare e dirigerci a scuola. I ragazzi mi accompagnano in classe ma questa volta solo Lysandro si ferma a salutarmi, mentre Castiel tira dritto, come se nemmeno esistessi. Entro in classe e sprofondo sulla sedia. La lezione inizia, ma io non sono presente. La sesta ora finisce e corro all’entrata della scuola. Poco dopo arriva Castiel, che esce e mi passa davanti senza nemmeno fermarsi o degnarmi di uno sguardo. Gli corro dietro e lo afferro per un braccio.
-         Ma si può sapere che ti prende?! – lui subito strattona il braccio per far si che mollo la presa. Poi mi guarda in modo così assassino che sento che potrei morire da un momento all’altro.
-         Stammi alla larga, te l’ho già detto ieri. Non voglio saperne più niente di te! Non sei altro che la ragazza di Lysandro per me ora, quindi a parte quando sei con lui non ho intenzione di considerarti un essere vivente. Sparisci! –
Così dicendo si allontana velocemente, mentre nel mio cuore si è appena creato un solco così profondo da diventare una voragine, ed i miei occhi hanno perso ogni segno di vita. Lysandro mi raggiunge subito e si mette davanti a me.
-         Scusa se ho fatto tardi ma non trovavo il quaderno con le canzoni e visto che oggi ho le prove mi servireb--- ehy tesoro, tutto bene? Il tuo sguardo è strano –
-         No. Sto bene. Andiamo –
Mi afferra la mano e camminiamo per un po’. Facciamo una strada diversa e mi saluta davanti ad un edificio che non conosco. Ma capisco che è quello dove fanno le prove. Faccio un cenno di saluto con la mano e mi allontano. Pochi minuti dopo sono alla spiaggia. La osservo meglio e decido di farmi un giro sulla riva. Cammino un po’ mentre i miei piedi accarezzano la sabbia bagnata e la mia mente vaga nell’ignoto. Poco dopo vado a mangiare un boccone. Mangio un panino e bevo una coca cola. Guardo l’ora, sono già le tre di pomeriggio. Come mai è così tardi? Torno a casa e mi cambio i vestiti, poi esco di nuovo. Cammino a vuoto per diverso tempo fino a quando sento vibrare il cellulare. Lo sfilo dalla tasca e leggo, è da parte di Lysandro:
-         Scusami, le prove sono durate più del previsto. Ti va se passo a salutarti per darti il bacio della buonanotte? Penso che arriverò verso le undici dato che andremo a mangiare una pizza tutti assieme più tardi…ti fa niente aspettarmi? Grazie tesoro! –
Non rispondo. Infilo il cellulare in tasca e controllo l’ora. Sono le cinque. Cammino fino all’edificio dove avevo salutato Lysandro. Sento dei rumori provenire da li dentro. Non riesco ad avvicinarmi, la presenza di Castiel mi incute timore. Torno sui miei passi ed incrocio nuovamente la spiaggia. Sflilo le scarpe e ne attraverso una parte, poi mi siedo sulla sabbia ed inizio a piangere. Piango nel ricordare che in questo stesso posto tutto ha avuto inizio tra me e Castiel e che, nel medesimo luogo, tutto è giunto al termine. Affondo nella sabbia ed aspetto che il cielo diventi scuro. Non ho la forza di muovermi. Chiudo gli occhi e mi addormento. Quando li riapro il cielo è ricoperto di stelle. Mi alzo e sento le mie guance ancora bagnate. Devo aver pianto nel sonno… guardo il mare scuro e poi estraggo il cellulare dalla tasca. Un messaggio. Non lo apro. Guardo solo l’ora. Mezzanotte. Mi alzo in piedi e mi sfilo i vestiti, poi corro in mare. L’acqua è gelata, siamo quasi a Dicembre in fin dei conti. Non mi importa. Sento di volerla fare finita. Il mio cuore non ha più motivo di battere ormai. Di lui, non resta che un buco nero provocato dall’unico ragazzo che ho amato in vita mia, e che ora mi ha respinta definitivamente. Quel qualcosa di particolare che ci univa, ci ha fatto separare comunque, per questo ora non mi sento più in grado di andare avanti. Non so cosa mi spinge a pensare queste cose, ma è come se una forza superiore mi spingesse a farlo. Sento di aver perso l’unica cosa che mi rendeva felice. E per cosa poi? Il mio corpo si irrigidisce e comincia a farmi terribilmente male fino a quando, a poco a poco, smetto di sentirlo. Sono li, che galleggio nell’acqua sotto la luna. Mentre i miei occhi si fanno sempre più pesanti. Tutto ciò che ricordo è una lacrima solcarmi il viso, e le mie labbra sussurrare tristemente “Ti amo Castiel…addio”. Poi, il buio.
Quando riapro gli occhi non vedo ne’ nuvole ne’ angeli, e capisco che non sono dove credevo di essere. Ma non sono nemmeno all’inferno. Metto a fuoco il soffitto che si para davanti ai miei occhi. È bianco, così bianco da sembrarmi irreale. Alzo le braccia per sfregarmi gli occhi e sento qualcosa di fastidioso infilzato nel braccio. Controllo. Un ago? Guardo meglio e mi accorgo di essere attaccata ad una flebo. Mi tiro su dal letto di scatto e capisco di essere all’ospedale. Di colpo vedo nero e sento girare tutto. Mi lascio ricadere sul materasso. Merda…mi sono alzata troppo in fretta. Prendo fiato, e quando credo di farcela mi rialzo, ma questa volta più lentamente, e tutto attorno a me prende forma. Sono in una piccola stanza, il letto accanto a me è vuoto. La stanza è di un color panna che mi pare nauseante. Guardo la flebo appesa accanto a me e seguo il filo che conduce al mio braccio inorridita. Ho sempre avuto una fifa marcia degli aghi, e pensare che uno fosse infilato nel mio braccio destro mi disgustava. Il mio sguardo si sposta fino al polso, dove vedo un braccialetto con scritto il mio nome, cognome e data di nascita. Chi diavolo gli ha dato queste informazioni? Capisco che qualcuno deve avermi tirata fuori dall’acqua. Sposto le gambe a bordo del letto e mi alzo. Mi attacco all’aggeggio che regge la flebo e mi sposto usandolo da bastone. Riesco a muovermi bene e mi avvicino al bagno. Ci entro e mi guardo allo specchio. Il mio viso è bianco come quello di una bambola di porcellana. Esco dal bagno e mi avvicino alla porta della stanza, che è chiusa davanti a me. Appoggio la mano sulla maniglia ma prima che possa aprirla sento delle voci a me familiari parlare oltre la porta. Ci metto un po’ prima di riconoscerle, e quando lo faccio, vorrei che tutto ciò non fosse altro che un incubo. Castiel e Lysandro sono al di la di quella maledetta porta, che parlano con un dottore o chissà chi altro. Appoggio l’orecchio alla porta ed ascolto.
-         Dovrebbe svegliarsi a momenti. Ormai sono cinque giorni che dorme e le sue condizioni sono nettamente migliorate, non appena si sveglierà faremo qualche esame di controllo e poi potrete riportarla a casa –
-         La ringrazio molto dottore – Lys….
-         Si figuri, è il mio lavoro. Ma ditemi, non vi è venuto in mente alcun motivo per il quale abbia tentato il suicidio? –
-         No, purtroppo no. – fottuto bastardo di un Castiel! E’ tutta colpa tua! Se solo tu non mi avessi… trattengo un grido di ira. Meglio smettere di pensare e continuare ad ascoltare.
-         Capisco…a questo punto sarà necessario l’intervento di uno psicologo – un cosa?! Non ho bisogno di un dannato strizzacervelli! Ho solo bisogno di strozzare una certa persona e per far svanire tutti i miei problemi!!
-         Non c’è altra soluzione? – domanda Lysandro.
-         Temo di no. La sua azione ci fa capire che necessita di immediato aiuto. Non è detto che sarà altrettanto fortunata, la prossima volta… -
-         Non ci sarà una prossima volta, glielo garantisco – incalza Lysandro - Ora, se vuole scusarci, vorremo andare a vedere se si è svegliata, ah un’ultima cosa… –
Merda!  Mi avvicino il più velocemente possibile al letto senza far rumore, non ho il tempo di finire di ascoltare il discorso. Mentre cammino capisco che non è il caso di restare ulteriormente in questo posto, o sarei finita nelle mani di qualche pazzo maniaco manipola cervelli. Torno indietro ed apro l’armadio. Per fortuna trovo dei miei vestiti, Lysandro deve avermeli portati nella speranza che mi svegliassi presto. Li afferro e vado verso il letto. Mi sfilo la camicia da notte senza chiedermi chi me l’avesse fatta indossare e la infilo sopra il cuscino abbotonandocela sopra, poi lo sposto e lo infilo sotto le coperte. Con tutto il coraggio che ho (e chiudendo gli occhi) mi sfilo l’ago dal braccio e lo porto sotto le coperte, facendo in modo che sembri attaccato al mio braccio. Mi infilo i miei vestiti e mi avvicino al letto accanto. Prendo il cuscino del letto vicino e lo metto al posto del mio. Tiro su ancora di più le coperte e copro il tutto, poi do un’occhiata finale. Perfetto, dovrebbe funzionare. Sgattaiolo in bagno e socchiudo la porta. Poco dopo sento quella della camera aprirsi. Dalla fessura lasciata aperta della porta vedo passare prima Lysandro, poi Castiel. Una fitta al cuore mi pervade ma la ricaccio indietro. Non è il momento di farsi prendere dai sentimentalismi. Come si allontanano tiro verso di me la porta aprendola ed esco fuori con passo furtivo. Nascondo il braccialetto sotto la manica della felpa e mi avvio tra i corridoi. Tengo la testa bassa e cammino rapida. Voglio uscire di qui il prima possibile. Fortunatamente ci metto poco a trovare l’uscita. Nessuno mi chiede niente, c’è talmente tanta gente che nessuno mi considera. Come varco i cancelli dell’ospedale inizio a correre. Anche se non sono mai stata in questo ospedale, per fortuna conosco la zona. Corro per circa un quarto d’ora prima di arrivare a casa mia. So che tra poco Lysandro e Castiel sarebbero venuti a cercarmi proprio qui, quindi riprendo a correre e vado al parco. Mi inoltro abbastanza da ritrovarmi in un area isolata. Per fortuna fin da piccola sono stata un’abile scimmietta, quindi mi arrampico su di un albero senza troppa fatica. Meglio aspettare che le acque si calmino. Mi appoggio su un ramo robusto ed affondo la schiena nel tronco. Chiudo gli occhi e riprendo fiato. Infilo le mani in tasca e sento qualcosa, lo sfilo. Il mio ipod? Sorrido. Finalmente una nota positiva in questa giornata. Lo accendo ed infilo le cuffiette, vado alla ricerca della mia canzone preferita e la metto a palla. Per un momento, dimentico tutto. La canzone finisce troppo presto e questo mi riporta bruscamente alla realtà. Sfilo le cuffiette. Non mi va di ascoltare altra musica, mi è bastata la mia canzone preferita per risollevarmi, almeno in parte, il morale. Controllo l’ora prima di spegnerlo, sono le quattro e mezza di pomeriggio, poi lo spengo e lo ricaccio in tasca. Ascolto gli uccellini cinguettare ed ad un certo punto un piccolo scoiattolo attira la mia attenzione. Non mi muovo e lo osservo incuriosita. Vedo che mi si avvicina, ma come muovo la mano per avvicinarmi, scappa via impaurito. Che peccato…era così carino.  Osservo il cielo, è ancora abbastanza chiaro nonostante l’imbrunire stia trascinando via ogni traccia del suo splendore giornaliero. In quel momento qualcuno chiama il mio nome. Resto ferma e riluttante sentendo la voce dell’unica dannata persona da cui non volevo farmi trovare. Mi alzo e passo da un ramo all’altro fino a vedere Castiel che corre come un dannato cercandomi. Per fortuna gli alberi erano tutti pini, quindi non avrebbe potuto vedermi in mezzo al verde. La sua disperazione mi esalta, mi diverte, mi fa sentire forte. Soffri ora dannato, soffri come non mai. Spaventati e terrorizzati. Pensa pure che io abbia tentato di  nuovo il suicidio per causa TUA. Perché tu sai che sei TU l’unico responsabile!  Lo vedo lanciarsi da una parte all’altra di quel parco che io e lui avevamo visitato assieme, e questo un po’ mi rattrista. Lo vedo arrivare fino all’albero dove sono nascosta ed appoggiarci la mano mentre si piega in due per riprendere fiato. Poi si rialza ma appoggia la testa a quel tronco che mi stava sorreggendo. Resta li per un po’, prima di allontanarsi ed iniziare a prendere a pugni la pianta alla quale si stava appoggiando fino ad un secondo prima. Parla sottovoce, ma è come se le sue parole rimbombassero nella mia testa.
-         Maledizione Beth dove diavolo sei finita?! Se stai tentando di nuovo di…di…oddio ti prego io non potrei…io….io…. -
-         Tu cosa? – sussurro. Lui d’improvviso scatta, e si guarda intorno spaventato.
-         Beth? Dove sei? Ho sentito la tua voce! –
Mi porto le mani sulle labbra. Ma com’è possibile?! Io ho a malapena sussurrato quelle parole…eppure….eppure anche io prima ho sentito le sue. Possibile che…
-         Smettila di cercarmi – sussurro ancora. E lui si blocca all’improvviso.
-         Dove sei?! Perché sento la tua voce così chiaramente, ma non riesco a vederti?! –
-         Castiel…ormai è tardi – lo vedo tornare indietro ed appoggiarsi ancora all’albero con la schiena, poi scivolare a terra. So che piange, perché sento le sue fredde lacrime sulle mie guance. Mi sposto dall’altra parte dell’albero e mi appoggio anche io al tronco, ora è come se fossimo schiena contro schiena.
-         Io…sto sentendo la tua voce… Perché ora sei un angelo? –
-         Se fosse davvero così…come la prenderesti? –
-         Non potrei mai perdonarmelo –
-         Mi raggiungeresti? –
-         Anche subito –
-         Non farlo –
-         E perché? Tu sei … sei….sei morta per me. Lo so. Lo so che hai tentato di farla finita a causa mia e non riesco ad accettarlo. Perché lo hai fatto? –
-         Ancora te lo chiedi? –
-         … -
-         Comunque, non sono un angelo, ne qualcosa di simile. Sono viva, e sto bene –
-         E allora com’è possibile che… -
-         Non lo so. Ma probabilmente è lo stesso motivo per il quale riusciamo a parlarci guardandoci negli occhi. Non sappiamo perché, ma succede e basta –
-         Però…di solito per farlo dobbiamo guardarci negli occhi. Vuol forse dire che mi stai guardando? –
-         No -
-         Allora…sei vicina? – il mio cuore sussulta. Mi porto una mano al petto e la stringo.
-         No… -
-         Stai mentendo. Lo sento –
-         Torna a casa Castiel. Vattene. Non voglio più vederti. Tornerò da Lysandro questa sera stessa. Tu davvero non ti rendi conto di come mi fai stare? Prima che io tentassi di fare quelle che ho fatto, mi hai trattato da schifo, ed ora torni da me facendo quello pentito ed innamorato? Basta. Ora non ce la faccio davvero più. Non posso continuare a sopportare i tuoi continui sbalzi di umore ed i tuoi comportamenti lunatici. Facciamola davvero finita. Come volevi tu. Vattene. –
Non ottengo risposta. Chiudo gli occhi e guardo il cielo, ormai stellato. Ricordo il dolore dell’ultima volta che ho guardato questo stesso cielo, ma capisco che non ho intenzione di intraprendere lo stesso cammino, poiché la forza che in quel momento mi spingeva a farla finita, in questo istante non era presente dentro di me. Quando mi volto, Castiel se n’è andato. Scendo dall’albero e mi avvicino all’uscita del parco. Sento che qualcuno mi osserva ed inizio a correre spaventata. In poco tempo arrivo da Lysandro e busso alla sua porta. Lui mi apre e io lo bacio prima di fargli fare qualsiasi altra cosa. Gli afferro la mano e lo trascino in camera da letto. Come arriviamo lo butto sul materasso e mi metto sopra di lui. Inizio a baciargli il collo ma subito mi ferma e con forza mi toglie da sopra di lui, facendomi sedere sul bordo del letto e mettendosi accanto a me.
-         Non farmi domande ti prego – gli sibilo con voce meschina. Senza nemmeno sapere il motivo del tono della mia voce. Lui abbassa lo sguardo e poi si alza.
-         Lys…andiamocene. Solo io e te. Andiamocene via da qui. Per sempre. Ricominciamo da zero dove nessuno ci conosce e dove noi non conosciamo nessuno. Ricominciamo da zero….insieme. –
Lo guardo con aria supplichevole. Lui mi sorride dolce, con gli occhi pieni di lacrime. Si avvicina e mi accarezza la guancia.
-         D’accordo…ti va una cioccolata calda? L’ho comprata questa mattina –
Sorrido e faccio cenno di si con la testa. Si allontana e io mi getto all’indietro sul letto. Poi mi rialzo e mi rotolo fino in cima, affondando la testa nel cuscino. Mi rilasso e cerco di calmarmi dal quel fiume di emozioni che le mie stesse parole mi hanno procurato. Poi mi giro di lato e vedo un foglietto sul comodino di Lysandro. Mi tiro su e lo leggo.
-         Anche se tutto ciò che ho detto era una menzogna, vorrei che un’unica parte di tutto fosse veritiera. Ti amo Beth. Perdonami se non ti permetto di raccontare di noi a Lys. Ma lo faccio solo perché ti amo, e soprattutto, perché non voglio metterti in pericolo. Ma a questo punto, è meglio che io ti dica addio per sempre piccola mia –
Riconoscerei quel biglietto e quella calligrafia ovunque. Il biglietto che Castiel mi aveva fatto trovare quel giorno a casa mia, e che mi aveva fatto correre da lui temendo che la facesse finita era nuovamente nelle mie mani, ma questa volta lo avevo raccolto dal comodino del mio ragazzo. Capisco che ha capito tutto, che ci ha scoperti, e che non possiamo più nasconderci. Quando mi volto vedo Lysandro alle mie spalle con lo sguardo basso e qualcosa in mano. Qualcosa che non assomiglia per niente ad una tazza di cioccolata calda…


Commento dell'autore: Ok...questo capitolo è davvero tosto, io stessa lo trovo molto pesante emotivamente parlando. Cosa lega a tal punto Beth e Castiel? Cosa gli permette di leggersi nelle menti, e quale forza ha spinto Beth a compiere un atto tanto estremo?

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Rivelazioni ***


Scatto in piedi ed indietreggio terrorizzata, mentre il mio volto perde totalmente colore. Dall’altra parte della stanza, subito dopo la porta, il mio ragazzo tiene la testa bassa, reggendo un coltello affilatissimo nella mano. Il cuore mi salta in gola ed il terrore mi assilla. Sento di non avere via di fuga, di rischiare grosso questa volta. Mi rendo conto di tutti i piccoli segnali che mi erano arrivati da lui. La sottomissione di Castiel nei suoi confronti, i suoi sguardi truci, e l’ira che mi aveva trasmesso quella volta mentre parlavamo. E se il suo comportamento non fosse altro che una maschera? Se in realtà lui non fosse quello che sembra che sia?  Inizio ad ipotizzare una sua possibile follia, un suo possibile vero “io” che non sapevo esistesse. Vedo che inizia a camminare nella mia direzione, mentre si rigira il coltello nella mano. Se quello mi avesse trafitta, non avrei avuto scampo. Era un coltello di quelli grossi e corposi, che servivano per tagliare i grossi pezzi di carne. Si avvicina inesorabilmente a me, mentre io indietreggio fino a quando non resto bloccata nell’angolo della stanza. Lysandro si ferma ed alza lo sguardo. I suoi occhi sono intrisi di pura follia mentre mi rivolge un sorriso malato. Non riesco a parlare e cerco una via di fuga mentre si avvicina il coltello alle labbra e lo lecca. Oddio ma questo è pazzo!  Lysandro scoppia a ridere. Io deglutisco a forza. Devo trovare un modo di fuggire, e devo farlo ora o per me è finita! Mi guardo intorno quando con un balzo me lo ritrovo difronte. Il mio corpo si paralizza. Sono morta! Penso. Questa è la fine! Non ho via d’uscita!  Lo guardo ansiosa e sconvolta mentre inizia a parlarmi.
-         Sai…non mi sarei mai aspettato che Castiel facesse una cosa del genere. Questa volta però si è spinto troppo oltre. Non potrò perdonarlo. E non potrò farlo nemmeno con te – afferma osservandomi ed accarezzando il coltello – non sarà troppo difficile. Un colpo netto dritto al cuore e sarà tutto finito. Poi basterà portarti in un campo desolato e lasciare che il corso del tempo faccia il resto. A Castiel ci penserò dopo – scoppia a ridere.
Intravedo una chance di fuggire perché solleva la testa distraendosi. Mi abbasso e passo sotto il suo braccio correndo fuori dalla stanza. Corro verso la porta d’uscita ma lui mi afferra per un braccio e mi scaraventa a terra. Cadendo sbatto la schiena al tavolino del salotto. Un brivido mi percorre tutto il corpo e non riesco più a muovermi dal dolore. Cerco di farmi forza e sollevarmi ma il dolore è troppo forte. Lysandro è nuovamente difronte a me, che agita il dito facendo cenno di no mentre mi guarda con quello sguardo che mi angoscia ogni istante di più. Cerco di guadagnare tempo.
-         Perché stai facendo tutto questo?! –
-         Perché dici? Beh vediamo…la mia ragazza mi ha tradito con il mio migliore amico. Direi che è un motivo piuttosto valido! –
-         Ma cosa stai dicendo?! E pensi che ucciderci allevierebbe il tuo dolore?! –
-         Questo è poco ma sicuro – dice avvicinandosi.
-         C-che cosa intendi quando dici che questa volta Castiel ha esagerato? –
-         Ohh niente di importante –
-         Dimmelo! –
-         Perché dovrei? –
-         Beh perché…perché…perché è il mio ultimo desiderio! Si da sempre un ultimo desiderio a qualcuno che sta per morire no?! Allora dimmelo! Dimmi perché Castiel sembra soggiogato da te, dimmi perché dici che ha superato il limite, dimmi che cosa vi lega a tal punto! – urlo tutto d’un fiato. Lo vedo alzare la testa indeciso. Poi la inclina da un lato e poi dall’altro. Chiude gli occhi e sospira.
-         E va bene, infondo sono pur sempre un gentil uomo. Ultimo desiderio concesso. Ti racconterò ogni cosa. –
Così dicendo si siede sul divano difronte a me e appoggia il coltello vicino a lui. Tento di muovermi ma subito mi ferma.
-         Attenta, una mossa falsa e ti affondo il coltello tra gli occhi. Ora sta brava ed ascoltami. O vuoi morire senza sapere la verità? –
Abbasso la testa in segno di sottomissione e mi fermo. Vedo che si tira in avanti e poggia i gomiti sulle sue ginocchia, portandosi le mani intrecciate davanti alle labbra.
-         Vedi tesoro, è successo tutto alcuni anni fa. Io e Castiel eravamo inseparabili, proprio come ora d’altronde. All’epoca avevamo tredici anni e giravamo spesso con una ragazzina. Si chiamava Beatrice ed era bella, slanciata e bionda. Tutti la snobbavano perché aveva dei modi di fare scontrosi ed associali, ma questo ai miei occhi pareva speciale. Sono stato io il primo ad avvicinarla e lei, come faceva sempre con tutti, mi ha liquidato. Ci ho messo parecchi mesi prima che accettasse la mia presenza nella sua vita. Successivamente, come ti ho già detto, ha iniziato a girare con noi. Ha sempre provato astio nei confronti di Castiel, anche se non ho mai capito bene il perché. Ma alla lunga aveva accettato anche lui come presenza nella sua vita. A me piaceva molto Beatrice, anzi si potrebbe tranquillamente dire che l’amavo. Già…l’amavo con tutto il cuore, e Castiel lo sapeva. Quando gliel’ho confessato, lui subito si è offerto di aiutarmi, dicendo che non sarebbe stato difficile farla innamorare. Ho accettato il suo aiuto e messo in atto i suoi consigli, che stranamente parevano funzionare. Vedi, quel delinquente del mio migliore amico era parecchio sveglio. Aveva già capito come rigirare le ragazze fino a farle cadere ai suoi piedi, ed aveva solo tredici anni!! In ogni caso, avevo fatto breccia nel cuore di Beatrice. O almeno questo è quello che pensavo, perché poi, il giorno del mio quattordicesimo compleanno, siamo andati tutti quanti nella casa abbandonata dove eravamo soliti giocare di nascosto dai nostri genitori. Io avevo con me una torta ed un coltello, per affettarla e mangiarla tutti assieme, ma quando sono arrivato li, ho avuto un’amara sorpresa. Ero arrivato prima dell’ora dell’appuntamento, perché volevo sorprenderli con la torta, ma loro erano già li, e quello che ho visto non mi è piaciuto proprio per niente – vedo il suo volto cambiare brutalmente espressione, mentre il viso si irrigidisce e gli occhi trasmettono rabbia da tutti i pori –Beatrice stava….Beatrice si stava dichiarando a Castiel. Quando sono entrato, lei era di fronte a lui, e ho sentito chiaramente le sue parole. “Io ti amo! Ti ho sempre amato dalla prima volta che ti ho visto!”. In quel momento non ci ho più visto, e ho fatto cadere la torta a terra spappolandola, mentre il mio cuore aveva appena subito il medesimo trattamento. Castiel e Beatrice si sono girati verso di me e mi hanno guardato increduli. “Come hai potuto?!” ho urlato a Castiel correndogli incontro. Volevo farlo fuori. Lui mi aveva appena rubato Beatrice, lui aveva appena infranto ogni mio sogno. LUI, che si era offerto di aiutarmi, ora mi stava distruggendo portandomi via la sola cosa che amavo! Mentre mi avvicinavo rapidamente a lui ho alzato il coltello ma quando l’ho abbassato per colpirlo, Beatrice si è messa davanti, ricevendo il colpo al suo posto. Il coltello l’ha trafitta proprio in gola, ho visto le sue labbra sussurrare qualcosa come un “ti stai sbagliando”. Ma non ci ho fatto troppo caso, dato che ero preda dell’ira e della disperazione, mentre il suo corpo si accasciava a terra esanime. Ho guardato Castiel con odio. “E’ tutta colpa tua. I suoi sentimenti, la mia reazione, la sua morte. È tutta colpa tua! Se tu non ci fossi mai stato, tutto questo non sarebbe mai successo! Sei un mostro e meritavi tu di fare la sua fine! Adesso andiamocene, e guai a te se ne farai parola con qualcuno” gli ho detto estraendo il coltello dalla gola di Beatrice. “se verrò anche solo a sapere che ne hai fatto parola con qualcuno, non esiterò a fare altrettanto con te. Non sei altro che una persona sporca e spregevole. Sei uno sporco assassino. È tutta colpa tua.” Così dicendo ho afferrato la torta ormai distrutta e me ne sono andato con Castiel, lavando accuratamente il coltello in un ruscello li vicino e buttando la torta prima di tornare a casa. Alcuni giorni dopo al notiziario è passata la notizia di una bambina scomparsa, e due mesi più tardi quella del ritrovamento del cadavere, che fortunatamente era stato sbranato da alcuni animali quindi non sono stati in grado di identificare la causa del decesso o altro. Da quel giorno in poi ho sempre avuto Castiel in pugno, facendo leva sul suo senso di colpa sono riuscito a plasmarlo a mio piacere. Ma nonostante tutto puf! Inizio a legare tanto con te e cominci a diventare così importante per me da farmi cadere ai tuoi piedi, e subito dopo fai lo stesso con Castiel! E quello li è così cretino da cedere a te! Ti rendi conto?! Così ora sono costretto ad uccidervi entrambi, perché non posso accettare nuovamente un torto simile da lui, ne tanto meno da te! –
Ora capisco…capisco il perché dei suoi sguardi truci e della sottomissione di Castiel. Capisco il perché Castiel voleva a tutti i costi tenere nascosta la nostra relazione. Capisco perché ribadiva continuamente che voleva solo proteggermi e nel biglietto ha scritto che per la non mettermi in pericolo era meglio non far sapere niente a Lysandro. I pezzi del puzzle iniziano a combaciare perfettamente, e mentre nella mia mentre si fa chiara la via della verità. Lysandro davanti a me si alza in piedi, cerco di muovermi ma la schiena mi fa ancora troppo male. Vedo che riafferra il coltello.
-         Non è necessario che tu lo faccia! Ci sono altri modi per risolvere la faccenda! –
-         Non credo proprio tesoro. Addio! –
Lo vedo alzare il coltello. Tento con tutte le mie forze di muovermi ma capisco di non riuscirci. Appoggio la testa a terra terrorizzata e mi metto le mani sopra, quando qualcuno improvvisamente apre la porta sbattendola.
-         Mani in alto! Si fermi immediatamente! –
Rialzo la testa di scatto e vedo alcuni poliziotti sulla soglia di casa. Mentre mille dubbi mi invadono la testa Castiel compare da dietro e corre nella mia direzione afferrandomi di peso.
-         Non te lo lascerò fare piccolo bastardo! – gli urla Lysandro mentre si avventa su di lui con il coltello.
Un poliziotto spara un colpo, colpendogli la mano e facendo finire a terra l’arma. Castiel mi tiene in braccio mentre indietreggia portandomi al sicuro. Inizio a piangere terrorizzata ma allo stesso tempo felicissima di vederlo. Lysandro si tiene la mano sanguinante e dolorante mentre con uno sguardo colmo di odio osserva Castiel.
-         Hai intenzione di farlo ancora?! Hai intenzione di portami via chi amo per la seconda volta?! Non te lo lascerò mai e poi mai fare! Non questa volta! –
-         Sta zitto! È finita l’epoca dei ricatti. Non starò più al tuo gioco. Non è colpa mia quello che è successo quel giorno, non lo è mai stato! E’ stata solo ed esclusivamente colpa tua! –
-         Che cosa stai blaterando?! È perché lei si è innamorata di te che è morta! –
-         Ti stai sbagliando! –
-         Non mi sto sbagliando! Vi ho visti! Ho sentito che ti stava dicendo quelle cose! –
-         Ma quelle parole non erano per me! – urla Castiel con tutto il fiato che ha in gola. Vedo Lysandro guardarlo con una forzata curiosità.
-         Che cazzo stai dicendo fottuto bastardo?! Come non erano per te?! –
-         No maledizione! No! Beatrice mi aveva chiesto esplicitamente di andare alla casa abbandonata prima perché aveva un favore da chiedermi. Così ci siamo incontrati li e mi ha detto che era da sempre innamorata di te, da prima ancora che le andassi a parlare per la prima volta. Mi aveva chiesto di aiutarla con la dichiarazione. Perché quello voleva essere il suo regalo per il tuo compleanno! Mi ha chiesto di stare li fermo ed ascoltarla, e di farle sapere cosa ne pensavo! Non immaginavamo che saresti arrivato prima! Ora capisci?! Lei stava solo provando con me la dichiarazione che voleva fare a te! Lei amava solo ed esclusivamente te, da sempre! E tu…e tu….l’hai uccisa, facendomi sentire un verme mentre in realtà io non centravo niente! Volevo solo aiutarvi ad essere felici…perché volevo molto bene ad entrambi! – Vedo Castiel stremato, capendo che ha appena tirato fuori dal suo corpo tutto il dolore che da anni teneva seppellito dentro di se, insieme alla verità di quel maledetto giorno che li aveva legati per sempre. Vedo il volto di Lysandro coprirsi di terrore, mentre le lacrime gli sgorgano dagli occhi. I poliziotti gli corrono addosso e lo ammanettano, mentre un velo di tristezza copre il suo volto, prima di lasciare il posto ad uno strato di follia.
-         Lei…lei amava me? Davvero? Era da sempre…innamorata di me? Sul serio?? Ahahahah lei amava me! Hai capito dannato bastardo?! Lei era mia! Solo mia! AHAHAHAHAHAHA! –
Urla mentre i poliziotti lo portano via. Uno di loro si avvicina a noi. Castiel mi appoggia sul divano.
-         Signorina lei deve venire con noi. È fuggita dall’ospedale in cui era ricoverata. Dobbiamo controllare le sue condizioni ed in oltre… -
-         Senta, so già cosa mi faranno a quell’ospedale. Mi faranno delle visite e poi mi manderanno da uno strizza cervelli. Beh non ne ho più bisogno. Perché il motivo per il quale ho tentato il suicidio è stato appena arrestato. Quindi non ho più motivo di ripetere un altro gesto tanto estremo. –
-         La capisco…ma devo portarla comunque in ospedale. Ha preso una botta alla schiena non indifferente –
Abbasso lo sguardo e capisco di non avere scelta. Castiel mi rialza dal divano ed io mi appoggio al suo petto. Saliamo in auto e ci dirigiamo all’ospedale. Mi riportano nella mia stanza ed indosso nuovamente la camicia da notte. Il medico arriva e mi visita, ma prima di andarsene gli spiego che ho sentito il discorso che aveva avuto l’altra volta con i ragazzi, e racconto anche a lui la bugia del suicidio. So che non è il caso di mentire su queste cose, ma giunti a questo punto, una bugia in più non mi avrebbe di certo fatto male. Il medico fa cenno di si con la testa ed esce dalla stanza. Io affondo nel letto e appoggio la testa al cuscino. Chiudo gli occhi ed elaboro tutto quello che è appena successo. Penso alla povera Beatrice, uccisa dal ragazzo che amava. E poi penso a me, che ho appena rischiato la mia vita. Riapro gli occhi non appena sento la porta della mia stanza aprirsi. Sapevo che sarebbe venuto da me. Castiel si avvicina e afferra una sedia e l’appoggia a lato del mio letto. Allungo la mano e lui l’afferra. Ormai non abbiamo più motivo di nasconderci.
-         Non avevo idea che tu e Lysandro foste legati da un segreto così grande –
-         Mi dispiace non avertelo potuto raccontare. Ma sono felice che tu stia bene e che non ti sia successo nulla di grave. Ora finalmente riesci a capire? –
-         Già…mi dispiace di aver insistito così tanto sul fatto di dirgli tutto. Se solo avessi saputo io.. –
-         Tu non avresti potuto fare niente, e nemmeno io. Ma in questo modo siamo riusciti ad incastrarlo, e questa è la cosa importante –
-         Come sapevi che ero in pericolo? –
-         Ti ho seguita. Quando abbiamo avuto quel “discorso” nel parco, sapevo che non potevi essere lontana, quindi mi sono nascosto li vicino ed ho aspettato. Poco dopo ti ho vista saltare giù dall’albero e andartene e ti ho seguita –
-         Ecco perché mi sentivo osservata! –
-         Già…mi avevi detto che saresti andata da lui e non mi sentivo sicuro, temevo che Lys avesse capito tutto e avrebbe dato di matto, quindi ho seguito ogni tuo movimento e quando ti ho vista sparire perché ti sei messa a correre ho capito che eri già a casa sua. Ho corso in fretta e furia e quando sono arrivato da lui e mi sono affacciato alla finestra ho visto che stava prendendo un coltello. Ho chiamato subito la polizia che si è diretta da me immediatamente. Intanto sono salito sulla pianta che portava alla finestra della stanza di Lys e ho osservato tutta la scena. Non ti ho persa di vista un attimo e mentre fuggivi da lui la voltante della polizia è arrivata. Abbiamo socchiuso la porta e stavamo per entrare quando abbiamo visto che ti ha sbattuta a terra e hai battuto la schiena. Poi sei riuscita a distrarlo ed in quel momento ho fermato i poliziotti, intravedendo, grazie alla tua richiesta, la chance di farlo confessare tutto di sua spontanea volontà. Il resto lo sai. –
Mi sento totalmente spaesata mentre Castiel mi racconta quello che è successo. Poco dopo mi guarda negli occhi e io non gli leggo dentro. Ho solo bisogno di sentirmi al sicuro in questo momento. Sento che mi stringe la mano, mentre nella mia mentre cerco di immaginarmi Beatrice.
-         Io le somiglio? – chiedo poi.
-         A chi? –
-         A Beatrice – Castiel sorride.
-         In parte si. Avete lo stesso splendido sorriso – abbasso lo sguardo.
-         Io te la ricordo? –
-         No. Perché tu per me sei Elisabeth e basta –
-         La ricordavo… a lui? –
-         Probabilmente si. Ecco perché si sentiva tanto attratto da te –
-         Tu ora come stai? –
-         Bene…finalmente. Non c’è più nulla che mi frena. E posso averti finalmente tutta per me! –
-         Sai…a dire la verità ad un certo punto ho pensato che fossi gay –
-         Che cosa vai blaterando – mi risponde irritato – il grande e magnifico Castiel gay? Ma non diciamo fesserie – rido divertita.
-         Scusami. E’ che ero talmente confusa dai tuoi continui sbalzi di umore che non capivo più niente. Ho cominciato a credere che il tuo nascondere la nostra relazione fosse o una questione di vergogna, o il semplice fatto che in realtà fossi gay. Perché non vedevo un senso nel tuo desiderio di non dire niente a Lysandro per non ferirlo. Mentre ora so il vero motivo e ti chiedo scusa –
-         Non hai motivo di scusarti, va tutto bene –
In quel momento entra una donna nella stanza. La osservo incuriosita. E’ davvero una bella donna. Alta con i capelli castani a caschetto, gli occhi verdi ed un delizioso vestitino color cielo che le aderiva perfettamente. Si avvicina al mio letto ed afferra una sedia. Poi si siede e mi osserva. Io contraccambio lo sguardo.
-         Tu devi essere Elisabeth. È un piacere conoscerti. Il mio nome è Arianna e --- -
-         Lei è la psicologa immagino – le interrompo bruscamente. Vedo che non abbandona il mio sguardo intimidatorio, anzi mi sorride dolcemente.
-         Esatto, e mi piacerebbe molto parlare un po’ con te, ti va? –
-         Se è proprio necessario…lui può restare? –
-         Certamente. Allora, ho saputo che hai tentato il suicidio a causa di Lysandro. Ti andrebbe di parlarmene? – stringo la mano di Castiel e poi lo osservo e lui fa altrettanto. “Stai al gioco” gli riferisco, prima che i miei occhi abbandonino i suoi.
-         Io e Lysandro ci siamo messi assieme ad inizio estate, mi ha proposto di mettermi con lui per fare ingelosire il ragazzo qui presente, dato che sapeva che ero cotta di lui. Ho accettato la sua proposta e con il passare del tempo con Lysandro stava diventando una cosa davvero seria. Tuttavia solo per lui, perché io continuavo ad amare inesorabilmente qualcun’altro. Alcuni giorni fa probabilmente deve essere cambiato qualcosa nel mio atteggiamento che lo ha messo in allarme, poiché mi ha invitata da lui e poi mi ha minacciata, dicendomi che si era accorto che mi stavo allontanando da lui e non voleva accettarlo, che avrebbe fatto qualsiasi cosa per tenermi a lui, che era disposto ad uccidere Castiel se io non mi fossi innamorata di lui. Mi sono sentita male al pensiero di quello che avrebbe potuto fare allora mi sono avvicinata nuovamente a lui. Alcuni giorni dopo mi ha quasi violentata e sono fuggita, in quel momento mi sono ritrovata sulla spiaggia e, temendo che avesse visto la mia fuga come un totale rifiuto, che alla fine altro non era, lo avrebbe collegato a Castiel e sarebbe andato da lui per ucciderlo. Ho pensato che se io stessa fossi sparita per sempre, Castiel non sarebbe dovuto morire ed io finalmente sarei stata libera – abbasso lo sguardo. Dovrebbe reggere come storia. Infondo stiamo parlando di Lysandro. E abbiamo appena scoperto che ha una mente malata. Mi accorgo che la psicologa scrive qualcosa su un blocco di fogli che regge in mano poi si alza e mi ringrazia. La vedo uscire dalla porta mentre mi giro verso Castiel che mi guarda sorpreso.
-         E questa come ti è uscita? –
-         Ti pare che potessi dirgli che ho tentato il suicidio a causa tua? – subito mi porto la mano sulle labbra. Merda! Lui non sapeva che avevo tentato di farla finita per causa sua! Continuo a guardarlo negli occhi, mentre il suo sguardo si addolcisce.
-         Lo sapevo, non allarmarti. Sono stato io a tirarti fuori dall’acqua quella stessa notte. Qualcosa dentro di me è scattato ad un certo punto della serata e d’istinto sono corso alla piaggia. Li ho visto i tuoi vestiti e ho capito subito tutto. Ho chiamato l’ambulanza, mi sono tolto la giacca e mi sono tuffato. Ti ho trovata praticamente subito e ti ho portata fuori, poi ti ho avvolta nella mia giacca e ti ho stretta forte a me. Poco dopo è arrivata l’ambulanza che ti ha caricata e ti ha portata via, sono salito anche io perché volevano controllare anche me. Poche ore dopo ero a casa e ho chiamato Lysandro raccontandogli tutto. Siamo venuti a trovarti tutti i giorni mentre i medici ci chiedevano se sapevamo qualcosa a riguardo del tuo folle gesto. Ma nessuno dei due sapeva la verità, o almeno, questo è quello che gli ho fatto credere. Non potevo spifferare a tutti, soprattutto a Lysandro, per motivi che ora ben conosci, il perché hai deciso di farti fuori. In ogni caso la tua storia è brillante, se non per un piccolo dettaglio –
-         Ovvero? –
-         Se chiederanno la versione della storia a Lysandro, le cose non combaceranno – mi mordo il labbro. Merda! Non ci avevo pensato…
-         Beh ma Lysandro è fuori di testa, dubito che gli crederanno in ogni caso – affermo con uno sguardo speranzoso. Castiel si appoggia allo schienale della sedia sfregandosi la testa con la mano.
-         Spero vivamente che tu abbia ragione… -
Il medico entra nella stanza e si avvicina al mio letto. Mi dice che non c’è nulla di anormale negli esami e mi da il permesso di tornare a casa. Mi scuso per la mia fuga di qualche ora prima e me ne vado dall’ospedale, stringendo ancora la mia mano a quella di Castiel. Saliamo su un autobus e scendiamo a casa sua. Capisce subito che non mi va di restare sola e mi porta da lui. Entriamo in casa e ci facciamo una pasta veloce, poi saliamo in camera sua e ci accoccoliamo nel suo letto. Castiel mi avvolge fra le sue braccia mentre io mi inebrio del suo profumo.
-         Adesso posso essere davvero la tua ragazza? – sento che mi stringe.
-         Ora finalmente si –
-         Davvero? –
-         Certo –
-         Davvero, davvero? –
-         Ti ho detto di si –
-         Allora sugelliamo la cosa con un bacio –
Alzo lo sguardo e sento che i suoi occhi mi fissano nell’oscurità. Chiudo gli occhi mentre le sue labbra trovano subito le mie. È un bacio caldo e sensuale. Quando le nostre labbra si allontanano mi riappoggio nuovamente al suo petto. Addormentandomi tra le braccia di quello che è finalmente diventato il mio ragazzo.
Quando riapro gli occhi mi trovo in un posto che non conosco. Sembra un enorme campo di girasoli. Mi guardo intorno e non vedo niente altro che una luce abbagliante e fiori ovunque. Comincio a camminare incuriosita. Quest’a senz’altro non è la stanza di Castiel!  Sorrido, ricordandomi finalmente che l’incubo Lysandro è finito. Ma dove mi trovavo? Che fossi…in un sogno? Mi guardo le mani, e così facendo mi accorgo che indosso un lungo abito bianco in pizzo. Quando rialzo lo sguardo un colpo di vento agita tutti i girasoli e mi scompiglia i capelli. Non appena cessa, alzo la mano per ricompormi mentre sento che l’altra viene afferrata da qualcosa. Mi volto e vedo una dolce bambina bionda che mi stringe la mano e mi sorride dolcemente. Io la guardo con aria interrogativa.
-         Ti piacerebbe sapere cosa lega te e Castiel? – i miei occhi si sgranano. Come faceva a saperlo? – se ti interessa, io posso dirtelo –
Così dicendo molla la mia mano e ridendo inizia a correre, scomparendo tra i girasoli. Cerco di inseguirla ma invano. Entro nel campo e la cerco disperatamente.
-         Ehy tu! Dove sei finita?! –
Non ottengo risposta. Cerco ancora ma non la trovo. Ad un certo punto una voce alle mie spalle compare dal nulla.
-         Sono qui –
Mi volto e da in cima alla collina, circondata dai girasoli, quella bambina mi porge una mano. Allungo la mia avvicinandomi.
-         Ma chi sei? –
-         Io? Sono Beatrice! –
La mia mano sta per afferrare la sua, quando la sveglia suona. Scatto tirandomi su improvvisamente dal letto, facendo cadere Castiel. Subito si alza imbronciato e spegne la sveglia.
-         Capisco che hai un risveglio brusco ma non è il caso di agitarsi così tanto per una sveglia! –
Mi fiondo su di lui e lo guardo negli occhi, capisce subito che qualcosa non va.
-         Che c’è? Che è successo? – mi guarda preoccupato.
-         Ho appena sognato una bambina che diceva che poteva dirmi cos’è che ci lega –
-         E allora? Che vuoi che sia…era solo un sogn--- -
-         Mi ha detto di chiamarsi Beatrice –

Commento dell'autore: E rieccomi con un altro sconvolgente capitolo. Come fa Beatrice a conoscere il segreto che lega lei e Castiel? E perchè proprio lei compare improvvisamente nei sogni di Elisabeth? Se vi va lasciate una recensione, mi piacerebbe molto sapere il vostro parere e cosa pensate a riguardo della mia idea. Non vorrei che diventasse una cosa troppo esagerata per cui le critiche sono ben accette!!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Frammenti Passati ***


Vedo il volto del mio ragazzo passare dall’assonnato e nervoso, al serio ed agitato, poi mi prende improvvisamente il volto tra le mani sussurrandomi velocemente:
-   Se la vedessi in una foto, saresti in grado di riconoscerla? –
-   S-si… -
Castiel scatta in piedi e si mette ad aprire tutti i cassetti degli armadi della sua stanza, alla disperata ricerca di qualcosa che non riesce a trovare ma che sa di avere. Ad un certo punto tira fuori un enorme album con alcune foto e fogli che sbucano dai lati. Si siede accanto a me ed inizia a sfogliarlo nervosamente. il suo piede sbatte ripetutamente a terra scandendo i battiti agitati del suo cuore. Ad un certo punto prende una foto in mano, richiude violentemente l’album e mi fissa intensamente negli occhi prima di passarmela. “Paura, ansia, preoccupazione”. Tiene così tanto a Beatrice? Afferro la foto dalla mano e le guardo attentamente. Vedo tre figure: un ragazzino dai capelli neri come la pece cinge le spalle ad un altro bambino dai capelli argentati che sorride dolcemente, mentre davanti a loro una bambina fa l’occhiolino e tiene le dita a “V” come se indicasse una qualche specie di vittoria. Riconosco subito Lysandro, ma Castiel con i capelli neri, non lo avrei riconosciuto a meno che non fossi stata sicura che fosse lui. E quella bambina…mi pare davvero familiare, so che è lei, l’ho riconosciuta subito. Una dolce bambina con gli occhi argentati ed i capelli dorati non può che essere lei. Accarezzo dolcemente la sua figura sulla foto, mentre il mio cuore viene attraversato da una sensazione dolorosa, come se la malinconia di Castiel mi fosse appena entrata dentro. Gli ripasso la foto guardandolo negli occhi, e poi gli sussurro quelle parole che non so quali emozioni gli susciterà:
-   È lei –
Vedo subito che cerca di rilassarsi, ma nella sua mente frulla la mia stessa domanda: “Perché l’ho sognata?”. Gli racconto tutto il sogno e lo vedo impallidire improvvisamente quando gli spiego che lei è a conoscenza del legame che ci unisce. Subito inizia a grattarsi la testa nervosamente, come se gli avessi appena annunciato una cosa tragica. Lo tiro a me appoggiandolo dolcemente sul mio petto iniziando ad accarezzagli la folta chioma rossa, mentre lo sento rilassare. Poco dopo lo allontano e gli sfioro dolcemente le labbra con le mie, per poi parlarci nel tentativo di calmarlo:
-   Guarda il lato positivo della cosa, sei Beatrice è sincera, potremo scoprire cosa ci lega! –
-   E se fosse una cosa negativa? –
-   Ho detto guarda il lato positivo! –
-   Io sono realista razza di stupida! Bisogna considerare anche i lati negativi! –
-   Stupida a chi?! Parla quello tinto! –
Gli rispondo a tono gonfiando le guance in segno di disappunto. Lui mi guarda sorpreso per un attimo, poi alza il sopracciglio con aria da superiore e mi risponde:
-   Intanto quello tinto ti ha fatto perdere la testa –
Gli tiro un pugno sul braccio e mi alzo dirigendomi al bagno, sapendo che mi sta sorridendo guardandomi allontanare. Chiudo la porta alle mie spalle e mi specchio. I miei capelli spettinati cadono leggeri sulle mie spalle, mentre il mio cuore vaga leggero. Finalmente sono diventata la sua ragazza, e nessuno potrà più dividerci. Mi sfilo i vestiti e mi infilo sotto la doccia. Mentre l’acqua mi accarezza gentilmente il corpo facendo scivolare via il calore del mio ragazzo che ancora lo coccola, penso a tutto quello che è successo. Penso a Beatrice, ed alla tragedia che la lega ai due ragazzi più importanti della mia vita. Alla mia scoperta della pazzia di uno dei due, ed al nuovo legame finalmente sbocciato alla luce del sole. Cosa succederà ora? Cosa mi rivelerà Beatrice? Scoprirò davvero la verità? Ed io…sono pronta a conoscerla? Spesso vorrei che tutto questo fosse solo un brutto sogno. Che Lysandro non fosse pazzo e che non mi avesse quasi accoltellata, vorrei che lui fosse solo quella persona dolce senza il suo lato malato. Vorrei che io e Castiel fossimo una coppia normale. Vorrei non avere un legame così profondo, solo perché questo stesso legame mi spaventa. Il fatto che siamo in grado di fare certe cose, dimostra che qualcosa di immenso ci unisce. Ma perché proprio noi? Che cosa abbiamo di diverso da tutte le altre coppie?  I miei pensieri vengono interrotti da Castiel che compare alle mie spalle abbracciandomi ed infilandosi sotto la doccia con me. Il suo calore ritorna ad avvolgermi completamente mentre le sue labbra divorano il mio collo. Sento perfettamente la sua erezione premermi sulla schiena, mentre mille brividi di piacere mi pervadono totalmente. La sua mano attraversa tutto il mio corpo, partendo dal seno e scendendo nella zona che solo a lui ho permesso di violare. Mi appoggia al muro e mi penetra rapidamente, mentre l’acqua bagna i nostri corpi eccitati. Per la prima volta lo stiamo facendo come coppia, e questo mi fa sentire in pace con me stessa. Ma la pace lascia subito il posto ad una sensazione ben più grande e piacevole, che mi fa esplodere poco tempo dopo, nello stesso istante di Castiel. Quando lo sento uscire da dentro di me mi volto, mentre le sue mani dolcemente mi afferrano il volto, avvicinandolo alle sue labbra che poco dopo prendono il sopravvento delle mie. Quando si allontana esce dalla doccia lasciandomi li con i miei pensieri, e con il corpo ancora pervaso dal piacere che lui mi ha fatto provare ancora una volta. Quando esco lo vedo sul suo letto, con solo un paio di boxer ed i capelli ancora bagnati, mentre impugna la sua chitarra e suona una canzone che conosco. Riconosco la melodia, e ne ricordo le parole. Castiel mi vede e fa per smettere di suonare ma gli faccio cenno di continuare mentre mi porto le mani al petto e chiudo gli occhi, lasciando uscire dalla mia bocca le parole della canzone di uno dei miei gruppi preferiti:
-  So just give it one more try to a lullaby
   and turn this up on the radio
   if you can hear me now
   I’m reaching out 
   to let you know that you’re not alone 
   and you can’t tell, I’m scared as hell
   ‘cause I can’t get you on the telephone
   so just close your eyes
   well honey here comes a lullaby
   your very own lullaby –
Quando riapro gli occhi vedo Castiel guardarmi stupefatto. Gli sorrido e continuo a cantare quella canzone che sento mia dato che è Castiel che la sta suonando. Al termine riporto le mani lungo i miei fianchi mentre Castiel posa la chitarra sul letto e mi si avvicina ancora incredulo. Mi afferra le mani e mi fa una domanda che, in fin dei conti, mi aspetto:
-   Cantavi nella tua vecchia città? –
-   A dire la verità si. Ho seguito un corso di canto per cinque anni, ma poi ho smesso a causa del trasferimento –
-   Ti piacerebbe riprendere? –
-   Che intendi? –
-   Beh, a causa della dipartita di Lysandro alla nostra band manca il cantante, e la tua voce è stupenda – Castiel che mi fa un complimento?
-   Sicuro di stare bene? –
-   Perché? –
-   Mi hai appena fatto un complimento! –
-   E quindi? Sappi che quando parlo di musica sono sempre serio. E la tua voce è qualcosa che non può essere lasciata sepolta dentro di te. Deve venire fuori, ed io ti aiuterò a farlo suonando con la chitarra, proprio come abbiamo fatto prima! –
I suoi occhi brillano. Si vede che ama alla follia la musica. Mi sento quasi gelosa della cosa. Gli pizzico la guancia divertita, poi faccio cenno di si con la testa. Perché no? Sarà una nuova esperienza, e magari mi divertirò pure! Nell’esatto momento in cui accetto la sua proposta lo vedo partire in quarta girando tutta la stanza alla ricerca di spartiti e quant’altro. Vuole sentirmi cantare ancora, ed io allo stesso tempo voglio che la sua chitarra mi accompagni. È come una droga che ci unisce, che ci fa sentire parte di una stessa sinfonia. Canto parecchi brani di diversi gruppi musicali. Passando dai Nickelback ai Simple Plan. E poi ancora i Green Day e i 3 Doors Down. Tutte canzoni che conosco, perché anche io ascolto la sua stessa musica. Ancora un punto in comune, un altro punto di contatto. Quante altre cose non sappiamo l’uno dell’altra? Quante altre cose scopriremo? Castiel si interrompe improvvisamente mentre sto cantando “Astronaut”, e mi fa cenno di aspettare un secondo. Si rimette alla ricerca di qualcosa che non tarda a trovare. Mi passa un foglio tutto pasticciato e scarabocchiato ma che nel suo disordine ha un senso logico.
-   Canta questo – mi dice poi.
-   Non la conosco, di chi è? –
-   Non ha importanza. Tu cantala e basta –
-   Ma come faccio a sapere quando iniziare? –
-   Non preoccuparti. Io suonerò e tu prova ad immaginare il seguito. Sono sicuro che il resto verrà da se –
Non sono molto sicura della riuscita della cosa, ma tento comunque a modo suo. Mentre le sue dita scorrono lente sulla chitarra riconosco immediatamente la melodia. È quella che suonava quella volta sugli scogli, quella che mi aveva attirata nella sua direzione. Passo un occhio veloce sul testo e senza accorgermene, lo sto già cantando:
-   I was sitting in the dark when I saw you for the first timeYou smiled at me with shyness, and I have felt strange.
    What’s the meaning of this feeling?
    Why am I so confusing now?
    Why my heart is moving so fast when you are next to me?
    Please don’t leave me now, even if this love is so unfair
    Give me your hand and save me from the dark
    Who are you to let me feel this way?
    Why am I falling for you?
    What should I do to have you by my side?
    The darkness seems less gloomy now
    Are you coming for me?
    Are you saving me?
    ‘cause I love you, and I can’t hide it anymore
    I’ve loved you for a long time
    but I was too stupid for admit it
    Who are you to let me feel this way?
    Why am I falling for you?
    What should I do to have you by my side?
    The light is now clear in my heart
    Is that the meaning of the love?
    I want you to be forever mine
    Please don’t go away
    Because my heart is with you now
    Because I love you –
La canzone finisce e nel cuore sento una strana sensazione, come un formicolio di piacere legato a quella canzone che ho appena finito di cantare. Guardo Castiel. “Soddisfazione, compiacimento”.
-   L’hai scritta tu non è vero? –
-   E anche se fosse? –
-   Beh ti devo fare i miei complimenti è stupenda. Non pensavo potessi avere un animo tanto gentile –
-   Tzè, è solo il genere che va più in voga adesso. Altrimenti non avrei mai scritto una roba del genere –
Mi risponde distogliendo lo sguardo e mettendosi a strimpellare note a caso. Sorrido dolcemente. Devo dirgli che so che sta mentendo? No…questa volta lo lascio stare. Anche perché lui è il primo a sapere che non può mentirmi e anche nel caso lo facesse lo scoprirei subito. Mi siedo accanto a lui attirando la sua attenzione. Gli strappo un bacio e poi gli propongo di continuare a cantare. Lui non dice niente, abbassa lo sguardo e riprende a suonare. Chiudo gli occhi ed ascolto la melodia, riconoscendola quasi subito anche questa volta. Lascio che la mia voce riempia l’aria, mentre gli accordi della chitarra elettrica di Castiel mi seguono passo a passo.
Quando smettiamo di suonare sono ormai le nove di sera. Il tempo è volato ma non ce ne siamo nemmeno accorti. Usciamo di casa e Castiel mi afferra la mano, io contraccambio felice. Finalmente non dobbiamo più nasconderci. Tutto ad un tratto mi ricordo di Beatrice. Mi era totalmente passata di mente. Stringo forte la mano e Castiel avverte che sono turbata. Mi tira a lui e mi cinge le spalle.
-   Dai pivella ti porto a mangiare un boccone fuori ti va? –
-   Pivella? Adesso che stiamo insieme  potresti anche essere più gentile! –
-   Scordatelo. Non ti basta un pasto caldo come gentilezza? –
-   Io dicevo a parole… -
-   E io ti ho detto scordatelo –
Pfff….che antipatico. Pazienza, per questa volta te la passo. Infondo non posso mica pretendere tutto subito! Camminiamo per un po’ prima di arrivare ad un chiosco che vende dei kebab. Ne prendiamo uno a testa e poi torniamo indietro.
-   Dormi da me stasera –
-   ??? – sono sorpresa dalla sua improvvisa affermazione.
-   Così se dovessi risognare…Beatrice, io sarei li con te –
Già…sapevo che questo momento sarebbe arrivato. Ma se non la rincontrerò? Se quell’incontro fosse l’unico che ci è stato concesso? Basta. È inutile farsi domande. Rincontrarla o meno non è così importante. Infondo ora io ho Castiel al mio fianco, e non devo più preoccuparmi di nulla. Arriviamo a casa sua ed entriamo. Mi siedo sul divano in salotto ed accendo la tele. Anche se non voglio ammetterlo, sono terrorizzata all’idea di andare a dormire. Il solo pensiero di scoprire la verità mi terrorizza. Ho paura che quest’ultima mi separerà da Castiel, dopo che ci siamo appena messi assieme. Il mio ragazzo si siede accanto a me ed iniziamo a guardare la televisione. Percepisco anche la sua tensione, per cui mi appoggio al suo petto e lui mi stringe a se, mentre cerchiamo di cancellare l’ansia reciproca. Sono circa le tre di notte quando decidiamo di andare a letto. Nessuno dei due ha sonno, ma è inutile continuare a fuggire. Ci sdraiamo nel letto e subito mi appoggio a Castiel. Voglio averlo il più vicino possibile. Così se Beatrice mi darà una brutta notizia, non sarò sola al mio risveglio. Mi addormento quasi subito, anche se la paura mi paralizza.
Quando riapro gli occhi mi ritrovo dove non penso di essere. Davanti a me c’è il petto di Castiel, e la sveglia sta suonando a ripetizione. Sono le sette del mattino. Mi alzo spegnendo la sveglia e mi metto a sedere sul letto. Com’è possibile? Non l’ho sognata? Come mai? Il mio cuore viene percorso da un senso di disagio e paura. E se davvero non la incontrerò più? Significa dunque che ho perso l’unica chance di sapere la verità su di me e Castiel? In parte mi sento sollevata, anche se la mia curiosità si ritiene delusa vista la sua insoddisfazione. Scendo dal letto e mi vesto, poi scendo in cucina a preparare la colazione. Castiel mi raggiunge poco dopo, salutandomi con una volgare sculacciata sul sedere. Porto a tavola la colazione gonfiando le guance come faccio sempre quando sono arrabbiata e lo guardo imbronciata.
-   Che brutta che sei così –
-   Senti chi parla. Quello che per salutare la sua ragazza gli schiaffeggia il fondo schiena! –
-   Beh direi che su quel lato sei messa parecchio bene. Quindi è il saluto migliore –
-   Mai sentito parlare di bacio del buongiorno? –
-   Si ma non è qualcosa che mi riguarda –
-   Ma è qualcosa che riguarda me! –
Dico prendendolo per il colletto della maglia e tirandolo a me baciandolo a forza. Quando lo allontano gli sorrido soddisfatta:
-   Ecco, questo è un buon modo di augurare il buon giorno! –
Castiel affonda il cucchiaio nel latte e ci rovescia dentro una quantità indefinita di cereali, mentre nasconde un sorriso. Finita la colazione andiamo a scuola e Castiel mi accompagna fino in classe, mi saluta con un bacio sulle labbra e poi si avvia verso la sua aula. Non appena lo vedo sparire mi volto e davanti a me compare la faccia di Iris che mi guarda con un sopracciglio alzato:
-   Devi forse dirmi qualcosa? – mi incita lei.
-   Hemmm…no? –
-   Avanti, sputa il rospo. Prima ti vedo con Lysandro. Poi ti assenti da scuola per qualche giorno, scopro che sei ricoverata in ospedale per chissà quale motivo e quando torni arrivi mano nella mano con Castiel e ti fai pure baciare davanti a tutti! Direi che esigere una spiegazione sia il minimo! –Merda…Non posso dirle la verità su nulla in pratica. Che cosa mi inventerò questa volta? Ok, devo pensare a qualcosa ed in fretta!!
-   Lysandro sapeva che ero innamorata di Castiel, e mi ha proposto di stare con lui per farlo ingelosire. Poi sono stata male e mi hanno ricoverata all’ospedale perché il malore che sentivo in realtà era un attacco di appendicite. Castiel è venuto a trovarmi all’ospedale ed ero così emozionata dalla cosa che ho finto di dormire. Devo essere stata abbastanza convincente da fargli credere che dormissi davvero perché mi ha afferrato la mano e si è dichiarato. Subito per lo sbigottimento ho aperto gli occhi e siamo rimasti entrambi di sasso. Abbiamo chiarito la cosa e ci siamo messi assieme. Ho detto tutto a Lysandro e ci siamo lasciati, ed ora sto con Castiel. Fine della storia –
Ti prego fa che ci creda…fa che ci creda….fa che ci creda… La guardo negli occhi speranzosi, mentre vedo che incrocia le braccia analizzando ogni parola che ho appena pronunciato, poi improvvisamente mi sorride e mi afferra la mano:
-   Non capisco perché tu abbia dovuto fare tutti questi disastri solo per conquistare Castiel, anche perché non capisco che cosa ci trovi in un bullo del genere, ma sappi che sono contenta che ora tu abbia coronato il tuo sogno d’amore! A proposito ti hanno poi operata? –
-   Operata? –
-   Per l’appendicite!! –
-   Ahhh si…no cioè no….non mi hanno operata –Se l’è bevuta grazie al cielo!!! La mia preghiera istantanea è stata esaudita! Meno male!
-   Ma Lysandro? Lui era evidentemente innamorato di te si vedeva chiaramente. È rimasto a casa a causa della delusione? Devi averlo parecchio ferito… -
Abbasso lo sguardo mentre i miei occhi diventano lucidi ricordando l’evento di qualche giorno prima. Da allora non ho più avuto sue notizie. Come sta? Cosa gli stanno facendo? Un sorriso triste dipinge il mio volto, mentre racconto l’ennesima bugia alla mia amica, sapendo che è meglio così.
-   Già… mi dispiace averlo ferito a tal punto ma infondo io ho sempre amato Castiel –
-   Capisco. Beh dai Lysandro è una persona forte! Vedrai che tra qualche giorno tornerà a scuola! –
Non so se augurarmi che sia così o meno…anche se temo che non lo rivedremo per parecchio tempo…ma questo non posso di certo dirglielo…
Mi avvicino al mio banco e mi siedo. La lezione inizia e mi sforzo di seguirla. Non mi va di pensare ancora a tutto quello che mi sta succedendo. Tuttavia il fatto di aver dormito poche ore la notte scorsa si fa sentire, ed inevitabilmente finisco per addormentarmi.
Quando spalanco gli occhi sono di nuovo in quel campo di girasoli, indossando quell’abito bianco che ogni volta che raggiungo quel luogo porto addosso. Inizio a camminare, so chi devo cercare, e so per certo che mi sta aspettando. Ed eccola li, in una piccola radura attorniata dai girasoli che mi fissa, mentre è seduta a gambe incrociate e mi sorride. Mi avvicino a lei e mi siedo. Lei mi guarda con gli occhi furbi di una bambina che non ha potuto crescere, e questo mi fa male. Lei percepisce la mia sofferenza ed appoggia la sua mano sulla mia.
-   Come mai la notte scorsa non ti ho sognata ma ora si? – inizio io. Ho bisogno di sapere e subito.
-   Perché avevi paura. Eri spaventata all’idea di incontrarmi ancora. Allora ho preferito aspettare. Ora ti sei addormentata in modo tutto sommato abbastanza tranquillo, allora sono ricomparsa. Io ti faccio paura? –
-   Non tu…ma quello che potresti dirmi mi terrorizza –
-   Hai paura che ciò che potrei rivelarti ti allontanerebbe da Castiel? – abbasso lo sguardo. Non ho bisogno di rispondere ad una domanda della quale conosce bene anche lei la risposta – hai mei sentito parlare della reincarnazione? –
-   Si…ho letto qualcosa sui libri che parlavano di miti e leggende o cose del genere. Perché? –
-   E del così detto “filo rosso del destino”? –
-   Mmm….no. Di che si tratta? –
-   Vedi gli umani pensano che ogni persona sia collegato ad un altra, ovviamente un maschio con una femmina, da un filo rosso invisibile legato al proprio mignolo destro. Questo filo collega due anime gemelle, separate dalla nascita ma che poi alla fine hanno la possibilità di ritrovarsi, se è questo il loro destino. Credi al destino? –
-   Ma tu non dovresti chiarirmi le idee? Me le stai solo complicando…- dico massaggiandomi nervosamente le tempie.
-   Perdonami. Ma non c’è altro modo per farti capire –
-   Capire cosa? –
-   Non mi hai risposto –
-   Hmmm…destino eh?...si. Diciamo che potrei crederci in parte –
-   In parte? –
-   Si. In parte. Perché mi piace pensare che siamo destinati ad incontrare la nostra anima gemella ad esempio. Ma non mi piace l’idea che il mio futuro sia già scritto. Voglio essere io l’artefice del mio domani – vedo che mi sorride prima di continuare a parlare.
-   Vedi, quello che voi definite “Filo rosso del destino” in realtà esiste –
-   Come fai a sapere tutte queste cose? –
-   Perché agli angeli vengono rivelate queste cose, ed oltre a questo mi è stato rivelato il legame che c’è tra me e te –
-   Io e te abbiamo un legame?! – sono incredula. Come può essere?! Io non ho mai visto prima questa bambina!
-   Adesso aspetta. Non posso dirti tutto subito. Andiamo con calma. Tornando al filo rosso del destino…è vero. È vero che ogni persona ha una sua anima gemella, ma queste vengono divise alla nascita per vedere se il loro legame è così forte da farli incontrare ed innamorare ancora. E le coppie che ce la fanno si reincarneranno in una vita successiva, senza ricordi di quella precedente, ma con un legame simile a quello vecchio, solo molto più potente di prima –
-   Quindi il legame che io ho con Castiel…è legato al fatto che in una vita precedente ci siamo incontrati ed innamorati ancora?! E che lui è il ragazzo del mio destino o una roba del genere?! –
-   Si. Però il vostro è un legame molto potente, perché non è la prima volta che la vostra coppia si rincontra dopo una reincarnazione –
-   Stai dicendo che ci siamo incontrati ed innamorati più volte in diverse vite?! –
Sento che la testa inizia a girarmi vorticosamente. Ho tante altre domande da fargli, ma la campanella dell’intervallo suona improvvisamente riportandomi alla realtà. Scatto in piedi e corro fuori dall’aula. Castiel è li appoggiato al muro che mi aspetta e come esco lo afferro per una mano trascinandolo fuori in cortile. Mi fermo e riprendo fiato mentre Castiel mi guarda preoccupato:
-   Che è successo?! Stai sudando freddo! –
-   L’ho risognata! Ho appena rivisto Beatrice che mi ha raccontato alcune cose che… -
-   Che?! –
In un attimo realizzo tutto quello che ci siamo dette. Guardo Castiel incredula pensando che io e lui in diverse vite ci siamo incontrati ed innamorati, passando chissà quali atroci sofferenze. Improvvisamente mi sento debole e crollo a terra svenuta.




Commento dell'autore: Ecco qui il nuovo capitolo! Che ne pensate? Quali altri segreti svelerà Beatrice a Elisabeth? E qual è il misterioso legame che unisce queste due ragazza? Appuntamento al prossimo capitolo per la risposta!!

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Segno Di Sventura ***


Quando riapro gli occhi riconosco il soffitto dell’infermeria. Sento che qualcuno mi sta stringendo la mano e quando mi volto vedo Castiel che mi guarda con aria preoccupata. Gli sorrido tirandomi su ma lui subito mi tira a se stringendomi forte:
-   Mi hai fatto prendere un colpo razza di stupida! – mi dice mentre rispondo all’abbraccio.
-   Perdonami ma la shock ha avuto il sopravvento sul mio corpo – rispondo ricordandomi del dialogo con Beatrice. Mi allontano dall’abbraccio guardando Castiel seriamente – dobbiamo parlare –
-   Dimmi quello che ti ha detto Beatrice –
-   Beh per riassumere il tutto…io e te ci siamo reincarnati parecchie volte perché in tutte le nostre vite precedenti ci siamo incontrati ed innamorati. Ogni essere umano viene al mondo con la sua anima gemella e se i due si incontrano nella vita successiva avranno la facoltà di incontrarsi nuovamente e se ci riusciranno il loro legame sarà più profondo di quello precedente. Il fatto che io e te riusciamo a fare quello che facciamo, è perché ci siamo sempre ritrovati ed innamorati in ogni vita e questo ha fortificato il nostro legame –
Parlo tutto d’un fiato, mentre vedo il volto di Castiel passare dal sorpreso, all’incredulo allo shockato. Lascia la mia mano e si massaggia le tempie confuso, poi incrocia nuovamente il mio sguardo.
-   E tu credi a questa storia? –
-   Mi sembra la cosa più plausibile a questo punto –
-   Non riesco a pensare che sia vero –
-   Già…in ogni caso Beatrice non mi ha detto tutto. Mi sono svegliata prima a causa della campanella –
-   Che altro dovrà dirci ancora?! –
-   Non ne ho idea. Non so più cosa aspettarmi a questo punto –
Abbasso lo sguardo sconfortata. Spero davvero che le cose prendano una piega positiva perché altrimenti non ho idea di come andranno finire le cose. Castiel mi da un bacio sulla fronte prima di uscire e lasciami sola. Capisco che ha bisogno di tempo per realizzare quello che gli ho appena raccontato. Percepisco quello che prova e lo lascio andare mentre mi corico nuovamente nel letto chiudendo gli occhi per incontrarla ancora. Quando li riapro rimango delusa rivedendo il soffitto dell’infermeria. Sospiro nervosamente e mi alzo dal letto. Se non vuole farsi vedere avrà i suoi motivi e poi ho già informazioni sufficienti da elaborare, averne ulteriori non mi servirà di certo in questo momento. Guardo l’ora e vedo che sono le due di pomeriggio. Sgattaiolo via da scuola di nascosto senza farmi vedere da nessuno. Vado sul lungomare sperando di trovarci Castiel ma niente. Cammino lungo la scogliera che ormai conosco come le mie tasche e mi siedo sullo scoglio più alto osservando le onde del mare infrangersi su di esso. Alcune gocce salate mi si posano sul volto e poi scivolano lentamente sul mio viso, quasi a formare quelle lacrime di dolore. Che cosa ci succederà? Tzé ed io che ho sperato che finalmente le cose sarebbero andate bene tra noi. Ma è davvero giusto stare assieme? Il fatto che ci rincorriamo da diverse vite magari è una maledizione. Comincio a credere che esserci incontrati ed innamorati ancora sia stato lo sbaglio più grosso di tutta la nostra vita…ma che dico di tutte le nostre vite, presenti e passate.  Sospiro alla ricerca di un po’ di pace quando vedo un granchio passarmi vicino. Sbianco e scatto in piedi. Diamine io odio i granchi! Indietreggio furtivamente allontanandomi da quella bestia schifosa che non fa caso a me. Scendo dalla scogliera e tiro un sospiro di sollievo.
-   Non pensare che me ne sia andata perché avevo paura di te eh! In realtà ero stufa di stare li! –
Urlo rivolgendomi al granchio. Santo cielo questa storia mi sta mandando fuori di testa…ora parlo pure con i granchi! Cammino lungo la spiaggia cercando di rilassarmi. Mi sfilo scarpe e calze ed immergo i piedi nell’acqua. Un brivido mi percorre la schiena. L’acqua è gelida ma non posso aspettarmi altro in un mese invernale. Qualcosa di freddo si posa sul mio naso e mi fa sussultare. Alzo gli occhi verso l’alto. Neve? Sta iniziando a nevicare. Sorrido al cielo grigio osservando i fiocchi che lentamente si avvicinano al suolo. Finalmente qualcosa di positivo!  La neve è sempre piaciuta a tutti, ed io di certo non sono da meno! Mi allontano dal mare pulendomi i piedi dalla sabbia e rimettendoci calze e scarpe, poi corro al parco, sono curiosa di vedere quella rigogliosa boschiglia verde imbiancarsi totalmente. Varco i cancelli e mi siedo su una panchina isolata, mentre fiocchi sempre più grandi e numerosi scendono dal cielo. Mi infilo le cuffie dell’ipod all’orecchio ma prima di prendere play una melodia a me familiare mi giunge alle orecchie. Poco lontano da me, qualcuno sta suonando la chitarra, e non ho bisogno di avvicinarmi per essere sicura di chi sia. Mi alzo e faccio qualche passo nella direzione della melodia e vedo Castiel seduto su una panchina davanti a me. Mi da le spalle quindi non si accorge che mi sto avvicinando. Quando sono alle sue spalle mi giro ed appoggio la mia schiena alla panchina esattamente dietro di lui. La sua nuca sfiora la mia schiena ma lui non smette di suonare, so che mi ha riconosciuta. Inizio a cantare la canzone che ha scritto per me ed entrambi riusciamo finalmente a rilassarci del tutto. Quando la canzone finisce mi stacco dalla panchina e mi siedo accanto a lui, mentre i suoi occhi non fanno altro che guardare la sua chitarra, che in quel momento sembra essere la cosa più interessante del mondo. Riprendo l’ipod e gli passo una cuffietta. Lui poggia la chitarra accanto a lui e l’afferra. Colgo l’occasione per girarmi di lato e sdraiarmi appoggiando la mia testa sulle sue gambe. Ho gli occhi chiusi mentre mi infilo la cuffietta e gli passo l’ipod. Lui lo afferra sfiorandomi la mano ed un brivido di piacere mi percorre la schiena realizzando che lui è davvero il mio ragazzo. Ci mette un po’ prima di scegliere una canzone ma alla fine ce la fa e ci immergiamo in quella musica che ci accomuna mentre intorno a noi tutto tace. Restiamo li per circa due ore, e per tutto il tempo non faccio altro che tenere gli occhi chiusi ed ascoltare la musica. Quando Castiel spegne l’ipod mi sfila la cuffietta ma non mi muovo. Non mi va di lasciare quella posizione tanto comoda e confortevole. Con la mano mi accarezza la testa ed io sorrido. Poi con l’altra mano mi accarezza le labbra ed io gli lecco il dito per istigarlo. So che funzionerà. Poco dopo sento che passa la mano sotto il mio mento alzandomelo prima di baciarmi. Ormai lo conosco abbastanza bene da capire come farmi baciare senza parlargli o guardarlo. Quando si allontana dalle mie labbra riapro gli occhi e vedo il suo viso fissarmi, mentre alle sue spalle i pini sono totalmente bianchi. Mi tiro su d’istinto ed osservo il panorama. Tutto intorno a noi è silenzioso e bianco. I miei occhi si illuminano mentre mi alzo e corro da una parte all’altra tenendo le braccia aperte come per afferrare ogni fiocco che ancora sta cadendo. Quando mi fermo e guardo Castiel noto che si è acceso una sigaretta e mi guarda divertito, ma come incrocio il suo sguardo lo distoglie immediatamente. Sento di non essere in grado di resistere, ogni volta che lo vedo fumare quell’aria virile che si crea mi attira inevitabilmente. Mi avvicino a lui e mi ci siedo sopra aprendo le gambe poi gli afferro il volto tra le mani e lo bacio come il mio improvviso desiderio mi spinge a fare. Sa di tabacco e fumo ma non mi importa, mi importa solo che siano le sue labbra a premere sulle mie in questo momento. All’inizio tentenna ma poi risponde a quel bacio, stringendomi a lui passando le sue grandi mani sotto la mia maglia. Ormai sono totalmente cosparsa dai brividi mentre la sua lingua sfiora il mio collo. Ansimo mentre mi stringe sempre di più. Ad un certo punto si allontana e mi fa alzare. Afferra la chitarra e la mia mano e comincia a camminare a passo svelto verso casa sua. Non appena entriamo poggia la chitarra a terra e mi sbatte al muro baciandomi ancora con foga. Mi sfila maglia e reggiseno e gioca come me come vorrei che facesse sempre. Lo facciamo in giro per tutta la casa, perché finalmente ci sentiamo liberi di farlo. Sono ormai le sette di sera quando controllo l’orologio. Siamo sdraiati nudi sul divano, io fra le sue braccia mentre una coperta ci riscalda. Lo stringo a me e gli do un ultimo bacio prima di alzarmi ed andare a cercare i miei vestiti in giro per la casa. Quando riesco finalmente a rivestirmi sento il desiderio di rivedere quella cosa. Salgo al piano di sopra in camera sua ed afferro la foto che è ancora sul pavimento. Mi siedo sul letto e guardo attentamente Beatrice. È esattamente la stessa persona che da alcune notti incontro in sogno. Poi il mio sguardo si sposta su Castiel. Accarezzo la sua immagine e sorrido, con i capelli neri era proprio carino! In quel momento lo vedo varcare la soglia. Non dice niente e si siede accanto a me:
-   Eri proprio carino con i capelli neri! –
-   Lo so –
-   Come mai li hai fatti rossi?? –
-   Non ti rispondi da sola guardandomi? Con i capelli neri ero carino, ma con quelli rossi sono un figo! –
Lo guardo in modo strano mentre si pavoneggia. Poi guardo nuovamente la foto osservando Lysandro.
-   Chissà che gli staranno facendo…. – sussurro tristemente
-   Non ne ho idea. Di sicuro ora è dietro le sbarre, magari legato con una camicia di forza –
-   Andiamo non è mica in un manicomio! –
-   Ma dovrebbe andarci…magari potrebbero curarlo –
Mi appoggio alla spalla di Castiel e lui mi lascia fare. Non riesco a nascondere che nonostante tutto, sono molto triste per Lysandro. Castiel si alza improvvisamente ed io cado sul letto. Poteva almeno avvisarmi che mascalzone… penso tirandomi su. Lo vedo partire in quarta a cercare il resto dei suoi vestiti, infondo si è solo infilato i boxer. Quando scendo al piano di sotto è ormai vestito totalmente e si sta infilando la giacca. Lo guardo incuriosita e lui mi tira la mia giacca. Io la infilo prima di afferrare la sua mano e seguirlo. Mi porta in un pub dove mangiamo cena e poi usciamo nuovamente. Fuori sta ancora nevicando e la cosa mi rallegra. Mi accompagna fino a casa ma prima di entrare controlliamo casa di Lysandro. La luce della sua stanza è spenta e questo ci rattrista non poco. Varco la soglia di casa e Castiel viene con me. Non mi aspetto dorma con me, ma di certo la cosa non mi da fastidio, anzi. Saliamo in camera mia e ci sdraiamo sotto le coperte. Il mio letto è piccolo rispetto al suo e questo ci costringe a stare appiccicati, ma il calore del suo corpo è qualcosa di cui non potrò mai lamentarmi. Quando riapro gli occhi finalmente rivedo quei girasoli che tanto aspetto di rivedere. Cammino un po’ tra i fiori prima di scorgere Beatrice. Mi avvicino a lei e mi ci siedo accanto. Insieme guardiamo per un po’ i girasoli prima di iniziare a parlare.
-   Ma dove siamo qui? E come mai indosso ogni volta questo abito bianco? –
-   Questo è il giardino dell’incontro. Qui i morti ed i vivi possono incontrarsi se è destino che succeda e se il vivo ha le qualità giuste. Il fatto che il vestito che indossi sia bianco è perché il bianco indica la purezza –
-   Purezza? –
-   Già. Questo luogo è sacro e puro, e di conseguenza anche le persone che vi accedono devono esserlo. Il fatto che tu indossi quel vestito indica che hai le qualità per accederci –
-   Ho capito…ti va di continuare il discorso dell’altra volta? –
-   Si certo… -
-   Prima però voglio chiederti una cosa, finalmente io e Castiel stiamo assieme, il che vuol dire che ci siamo ritrovati ancora è una buona cosa? –
-   Questo non posso ancora dirtelo –
-   Che significa? –
-   Significa che non posso accelerare il corso delle cose. Potrò rispondere a questa domanda più avanti –
-   Ahh…va bene. Un’altra domanda. Dicevi che io e te siamo legate…ma com’è possibile? –
-   Vedi…nella nostra prima vita, io e te eravamo sorelle gemelle –
-   IO E TE COSA?! –
-   Già…avevamo un legame speciale, più forte delle altre persone, per questo motivo in ogni reincarnazione io e te siamo sempre state unite. Se non come parenti, come migliori amiche. Anche in questa vita sarebbe dovuta andare così, ma purtroppo è finita diversamente –
dice abbassando lo sguardo tristemente.
-   Mi dispiace per quello che ti è successo… -
-   Anche a me…soprattutto perché dopo che sono morta, ho ricordato tutte le mie precedenti vite. Succede quando oltrepassi la soglia dei vivi. Ed ho scoperto che io e Lysandro, siamo esattamente come te e Castiel –
Si interrompe improvvisamente dato che si accorge che il mio volto è sbiancato. Lei è stata uccisa dal ragazzo con cui era destinata a stare?
-   M-mi dispiace io…non volevo farti ricordare queste cose… -
-   Non è colpa tua. È giusto che venissi a saperlo –
-   Quindi, dato che non siete riusciti a stare assieme, nella prossima vita non vi incontrerete più? –
-   Io non rinascerò più –
-   E perché?! –
-   Perché sono stata uccisa dalla mia anima gemella. Sono due le persone che non hanno più la facoltà di reincarnarsi. Coloro che vengono uccise dalla loro anima gemella, e coloro che si suicidano –
-   Quindi non vi incontrerete mai più? –
-   Si che ci incontreremo, e lo faremo a breve –
-   Cosa intendi? –
-   Non ha importanza ora, anche perché lo scoprirai da sola… -
-   Ho capito…c’è altro che puoi dirmi? –
-   Per il momento no…ma ci rincontreremo presto. Non appena certe cose cambieranno ed il tempo avrà preso quello che deve prendere, io tornerò a farti visita e ti racconterò il resto –
Appoggio la mia mano sulla sua ringraziandola di tutto, prima di chiudere gli occhi e tornare al mondo terreno. Quando mi sveglio Castiel è ancora accanto a me. Mi giro verso l’orologio digitale e vedo che sono le tre. Scivolo via dal suo abbraccio e scendo al piano di sotto. Apro il frigorifero e prendo il cartone del latte. Me ne verso una tazza abbondante e poi lo rimetto in frigo. Metto il nesquick nel latte e giro fino a farlo diventare color cioccolato. Poi lo infilo nel microonde e ce lo lascio due minuti. Quando lo tiro fuori la tazza è fumante. Vado in salotto ed accendo la televisione guardando un po’ di cartoni animati. Ormai non ho più sonno e cerco di distrarmi come posso. Sorseggio il latte fino a quando sento Castiel scendere le scale. Non mi giro ed aspetto che mi si sieda accanto. Quando lo fa gli passo la tazza di latte e lui l’afferra bevendone un sorso.
-   L’ho sognata ancora… -
-   E? –
-   E mi ha detto che io e lei, nella nostra prima vita eravamo sorelle gemelle. Il nostro legame era talmente forte che anche nelle vite successive ci siamo sempre rincontrate e diventate migliori amiche. Anche in questa avrebbe dovuto essere così ma non è stato possibile per un motivo che ben sai. Tra l’altro mi ha detto che lei e Lysandro erano esattamente come noi –
Sento Castiel tossire improvvisamente a questa ultima frase e gli do dei colpetti sulla schiena. Deve essergli andato di traverso il latte.
-   La cosa peggiore è che lei non rinascerà più perché è stata uccisa dalla sua anima gemella. Ma mi ha detto che si sarebbe rincontrata comunque con Lysandro. Non so quando ma la cosa mi preoccupa in parte –
Castiel mi ripassa la tazza e butta la testa indietro cercando di pensare a qualcosa di sensato. Finisco il latte e lo appoggio sul tavolino difronte a me. Sono preoccupata per Lysandro e non riesco a non pensare a qualcosa di negativo. È come se avessi un brutto presentimento. Mi appoggio a Castiel e mi addormento così. La luce che filtra dalle finestre mi sveglia improvvisamente. Controllo l’ora. Sono le nove. Scatto in piedi facendo sobbalzare Castiel. Siamo in ritardo per andare a scuola! Ci vestiamo rapidamente ed andiamo a scuola. A parte una sgridata clamorosa non succede altro. Entro in classe e sprofondo nella mia sedia, mentre un senso di ansia mi rode lo stomaco. Allo scoccare dell’ultima ora esco dall’aula e vado incontro a Castiel.
-   Voglio andare in centrale oggi –
-   Anche io –
Gli rispondo capendo che anche lui ha un brutto presentimento. Usciamo da scuola e ci avviamo verso il centro. La centrale compare imponente davanti ai nostri occhi, mentre stringo forte la mano di Castiel prima di varcarne la soglia. Entriamo e chiediamo di vedere Lysandro. Il poliziotto storce il naso ma in un modo o nell’altro riusciamo ad ottenere quello che vogliamo. Ci accompagnano fino alla sua cella e lui è li, seduto sulla branda con la testa rivolta verso il basso, come se osservare il pavimento fosse la cosa più bella di questo mondo. Aprono la cella ed entriamo. Lysandro alza lo sguardo e ci guarda sorpreso. Castiel allunga un braccio davanti a me come per non farmi avvicinare a lui, ma io gli appoggio sopra una mano facendolo girare verso di me.
-   Non mi farà del male –
Gli dico con lo sguardo. Lui mi guarda malamente ma sospira ed abbassa il braccio, lasciandomi avvicinare. Mi siedo accanto a Lysandro e lui non fa una piega.
-   Come stai? – gli chiedo poi
-   Come una persona dietro le sbarre –
-   Devo dirti una cosa importante…la sera del tuo arresto, ho sognato Beatrice –
Lysandro si gira improvvisamente verso di me e mi prende per le spalle cominciando a strattonarmi.
-  Com’è possibile?! Sei sicura fosse lei?! –
Castiel scatta nella mia direzione ma io gli faccio cenno di fermarsi. Appoggio le mie mani su quelle di Lysandro fermando gli strattoni.
-   Ora calmati. Ho intenzione di dirti tutto quindi lascia la presa e fermati o non proseguirò nel discorso –
-   D’accordo… - mi dice lasciando la presa.
-   Sono diverse notti che la incontro in sogno e mi ha spiegato diverse cose. Io e Castiel siamo anime gemelle, esattamente come lo eravate tu e Beatrice. Le anime gemelle nascono unite dal filo rosso del destino e se si incontrano e si innamorano nella vita successive avranno la facoltà di incontrarsi ed innamorarsi ancora, e più volte questo ciclo si ripete, più il legame diventa profondo –
-   Quindi io e lei ci reincarneremo e ci incontreremo ancora? Infondo ci amavamo! –
-   No…lei non potrà più reincarnarsi. Vedi sono solo due le persone che non si reincarnano mai più. Quelle che si suicidano e quelle…che vengono uccise per mano della loro anima gemella –
Il volto di Lysandro si riga di lacrime ed io lo abbraccio di impulso.
-   Quindi lei…lei…lei non potrà più rinascere per causa mia? –
-   Mi dispiace…. –
Lysandro piange fra le mie braccia mentre sento gli occhi di Castiel su di me. Mi lascia fare l’amica ma continua a controllare che la situazione non degeneri. Anche quando sciogliamo l’abbraccio Lysandro continua a piangere come un disperato. Il poliziotto viene a farci uscire perché è scaduto il tempo limite per stare con lui, ma prima di andarcene gli promettiamo di tornare a fargli visita.
Il giorno successivo manteniamo la nostra parola e torniamo a trovarlo. Per una settimana intera passiamo i pomeriggi in sua compagnia, mentre lo vediamo cadere in una depressione sempre più profonda. È Mercoledì pomeriggio e come sempre stiamo per entrare nella sua cella. Lysandro è li, sdraiato sulla brandina con i capelli scompigliati e la barba lunga. Non avrei mai pensato di vederlo in uno stato così pietoso. Come entriamo si mette a sedere ed io mi metto accanto a lui come sempre.
-   Come stai oggi? –
-   Come ogni giorno. Solo –
-   Tieni, ti ho portato una cosa per risollevarti il morale –
Dico passandogli un quaderno ed una penna. Lui li afferra e per un attimo brevissimo, vedo il suo sguardo illuminarsi, prima di tornare quello torvo e cupo a cui siamo abituati. Biascica un grazie e poi ce ne andiamo poco dopo. Preferiamo lasciarlo solo per un po’. Il giorno successivo torniamo da lui ma il poliziotto ci dice che Lysandro ha esplicitamente chiesto di non fargli visita. Sorpresi ce ne andiamo. Prima di tornare a casa ci fermiamo a mangiare un boccone e Castiel mi dice che l’indomani avremmo dovuto presentarci alle prove con la band. Il cuore mi salta in gola per l’emozione ma annuisco. Torno a casa e leggo un po’ prima di coricarmi ed andare a letto.
Il giorno successivo la mattinata vola e Castiel mi aspetta all’uscita per portarmi alle prove della band. Raggiungiamo il misterioso edificio e per la prima volta ci entro dentro. Un lungo corridoio mi si para davanti e lo attraversiamo praticamente tutto prima di fermarci davanti ad un’enorme porta bianca con sopra la scritta 6D. Castiel gira la chiave nella serratura che subito scatta e apre la porta accendendo la luce. Dentro vedo subito una batteria, un basso ed un microfono. Entro e chiudo lo porta dentro di me, mentre un suono ovattato mi intasa le orecchie. E' una sensazione nuova e strana, che però mi da quasi fastidio. Castiel posa a terra la sua chitarra che tiene sulla schiena e la estrae dalla custodia. Mi propone di provare qualcosa intanto che aspettiamo gli altri. Accendo il microfono mentre lui attacca la chitarra all’amplificatore ed inizio a cantare quella che ormai definisco la nostra canzone. Un fiume di emozione ci percorre entrambi mentre con tutto il fiato che ho in corpo canto quelle parole. Non appena finiamo la porta si apre e da li entrano due ragazzi che battono le mani.
-   Complimenti per la voce. E tu saresti…? – mi chiede il primo ragazzo con dei pantaloni militari e degli occhi verdi smeraldo.
-   Hemm…mi chiamo Elisabeth e sono la nuova cantante, piacere – dico allungando la mano.
-   Il piacere è tutto mio. Io sono Kentin il batterista – mi risponde stringendo con forza la mano.
-   Però non sei niente male – aggiunge il ragazzo dai capelli lunghi e biondi dietro di lui – e non mi limito a parlare della voce. Sei proprio carina. Sei single per caso? –
Castie scatta accanto a me e mi si mette davanti.
-   Gira a largo Dake. Lei è la mia ragazza quindi vedi di non farti strane idee – gli ringhia contro.
-   Però, non pensavo avessi gusti del genere complimenti. Va bene va bene lascio perdere. In ogni caso piacere sono il bassista e mi chiamo Dakota, per gli amici Dake –
dice allungandomi la mano.Io passo davanti a Castiel e gli stringo la mano. In quel momento una scossa mi pervade tutto il corpo ed un sorriso meschino compare sul volto di Dake, come se avesse capito quello che mi è appena successo. Rimango imbambolata li fino a quando Castiel non mi tira a se guardando storto Dake che scoppia a ridere e si dirige verso il basso. Iniziamo le prove mentre una sensazione sempre più opprimente mi soffoca da dentro. Stiamo li per circa due ore poi facciamo una pausa ed esco a prendere una boccata d’aria, Castiel viene con me e si accende una sigaretta.
-   Ho un brutto presentimento –
-   Ovvero? – mi chiede buttando fuori il fumo dalle sue labbra.
-   Quando ho afferrato la sua mano…una specie di scossa mi ha attraversata –
-   … -
Castiel tira un'altra boccata di fumo e poi getta via la sigaretta. Fa uscire il fumo dalla sua bocca e poi mi tira a lui premendo le sue labbra sulle mie.
-   Non ti cederò mai a nessuno sappilo –
Mi dice prima di riprendere a baciarmi. Le sue parole bastano a calmarmi e mi lascio baciare facendo scivolare via la paura. Quando rientriamo Dake mi manda un’occhiata ma non ci faccio troppo caso e ricomincio a cantare. Sono le sei di sera quando finiamo e la gola mi fa parecchio male. Non ho mai cantato per così tanto tempo prima d’ora e la fatica si fa sentire eccome. Salutiamo tutti e ci dirigiamo verso casa. Castiel mi accompagna fino al cancello della mia e mi saluta con un bacio. Entro e mi faccio una tisana. Ho bisogno di qualcosa di caldo. Sto per berne il primo sorso quando il campanello suona improvvisamente. Poggio la tazza sul tavolo e vado alla porta. Quando la apro, vedo Dake che mi saluta da dietro al cancello. Mi avvicino a lui con aria interrogativa e lui apre il cancello fermandosi davanti a me.
-   Come fai a sapere che abito qui? –
-   Semplice. Vi ho seguiti –
-   E perché? –
-   Beh perché mi interessi –
-   E quindi? Io sono la ragazza di Castiel –
-   E prima eri quella di Lysandro non è vero? Mentre eravate fuori Kentin mi ha raccontato di averti visto parecchie volte mano nella mano con lui. Il che vuol dire che passi facilmente da un ragazzo all’altro. Che ne dici di lasciare Castiel e metterti con me? –
La mia mano finisce dritta dritta sulla sua faccia mentre un’ondata di ira mi percorre.
-   Non sei altro che un verme schifoso! Lysandro stava con me per finta! Mi ha proposto lui di fingere una relazione per fare ingelosire Castiel! Io sono da sempre innamorata di lui! –
-   Ma come siamo violente – mi risponde massaggiandosi la guancia – e questo non fa altro che aumentare il mio interesse nei tuoi confronti –
-   Vattene immediatamente! Non ho intenzione di avere a che fare con te a parte durante le prove. Sparisci! –
Dico voltandogli le spalle ed avvicinandomi alla porta di casa, ma lui mi afferra per un braccio e mi trascina verso il muro sbattendomici con forza e bloccandomi ogni via di fuga. Il suo viso è a pochi centimetri dal mio mentre mi sibila qualcosa.
-   Tu sei diversa dalle altre, l’ho capito quando ci siamo stretti la mano oggi. Ti farò mia. Costi quel che costi! –
Le sue labbra stanno per toccare le mie quando d’istinto gli tiro una ginocchiata nello stomaco. Lui si abbassa tossendo ed io corro in casa chiudendo a chiave la porta alle mie spalle. Scivolo a terra ansimante e spaventata e mi avvolgo tra le mie stessa braccia cercando di calmarmi e nascondendo le lacrime che hanno iniziato a scendere. Mi rialzo a forza e mi butto sul mio letto coprendomi sotto il piumone. Mi addormento ancora spaventata e quando riapro gli occhi vedo Beatrice davanti a me. Sono parecchi giorni che non la sogno e capisco che ha nuove cose da dirmi. Mi afferra la mano e mi porta al solito posto, dove ci sediamo ed inizia a parlare:
-   È giunto il momento –
-   Ti ascolto –
Quando mi sveglio scoppio a piangere. Perché? Perché sono dovuta venire a conoscenza di queste cose? Afferro il cellulare e scrivo a Castiel che subito corre da me. Gli racconto di quello che è successo poche ore prima con Dake e vedo il suo volto inondarsi di odio. Subito scatta e corre fuori di casa. Io lo rincorro pregandolo di fermarsi ma solo quando nomino Beatrice si ferma davvero. Lo abbraccio da dietro e lui stringe le mie mani. Sto per iniziare a parlare ma il suo cellulare suona. Gli vado incontro mettendomi difronte a lui e vedo il suo volto impallidire improvvisamente mentre una voce che non riesco a sentire bene gli dice qualcosa al cellulare. Castiel afferra la mia mano e ricomincia a correre portandomi verso una meta ignota. Quando ci fermiamo siamo davanti alla caserma della polizia. Entriamo ed un poliziotto si ferma davanti a noi:
-   Lo abbiamo trovato poco fa. Non abbiamo potuto fare niente –
Castiel scoppia a piangere ed io continuo a non capire. Guardo il poliziotto incredula e lui mi passa il quaderno che ho portato giorni prima a Lysandro. Lo apro e vedo che è tutto pasticciato e scarabocchiato ma che il nome “Beatrice” è ricorrente in ogni pagina. Quando arrivo fino alla fine leggo l’ultima frase scritta ed i miei occhi si sbarrano:
“se non potrà reincarnasi mai più, non voglio farlo nemmeno io”
A quelle parole ricordo la frase di Beatrice e capisco tutto. Corro verso la cella evitando i blocchi dei poliziotti e lo vedo li. Alcuni uomini lo stanno tirando giù dal palo al quale si è impiccato mentre la maglia della divisa che portava è avvolta attorno al suo collo. Scoppio a piangere ed urlo mentre scivolo a terra. Castiel mi raggiunge e mi avvolge in un abbraccio, mentre entrambi piangiamo disperati. Quando abbiamo la forza di rialzarci usciamo dall’edificio e giriamo a vuoto per le strade notturne mentre continuiamo silenziosamente a piangere. Ad un certo punto mi fermo e guardo Castiel. “Dobbiamo parlare” è quello che il mio sguardo gli trasmette. Lui annuisce e mi porta al parco. Ci sediamo su una panchina ed inizio a parlare.
-   Ho incontrato nuovamente Beatrice prima di venire qui e scoprire…quello che abbiamo scoperto – deglutisco a forza ricordando il corpo esanime di Lysandro ma prendo fiato e continuo – una volta le avevo chiesto se era una buona o una cattiva cosa il fatto che ci eravamo rincontrati. E lei mi aveva detto che non poteva ancora rispondermi. Ma oggi finalmente l’ha fatto –
-   E? –
-   Il fatto che finalmente io e te siamo riusciti a metterci assieme…è un segno di sventura –
Vedo i suoi occhi diventare ancora più cupi di quanto non siano già. Stringe la mani e pugno ed io appoggio le mie sulle sue.
-   E per quale ragione dovrebbe essere un segno di sventura?! Maledizione ci amiamo!!! –
-   Lo so è quello che le ho detto anche io. Ma mi ha spiegato che una maledizione ci perseguita –
-   Che intendi? Perché una maledizione ci perseguita?! E poi…che genere di maledizione?! -
Una lacrima mi solca nuovamente il volto, me l’asciugo e lo guardo intensamente negli occhi prima di rivelargli ogni cosa.



Commento dell'autore: Eccomi! Scusate per il ritardo ma sono un po' incasinata con l'università T.T spero comunque di aver scritto un capitolo interessante! Che ne pensate? Spero continuerete a seguirmiiiiiiiiiiiiii =D

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Ci Separeremo ***


La panchina sulla quale siamo seduti è fredda come il marmo. Tutt’intorno a noi le tenebre la fanno da padroni mentre il silenzio regna sovrano. Vorrei fuggire e scappare lontano, dimenticandomi di quello che Beatrice mi ha appena detto e fingendo che sia tutto un brutto sogno, un inganno della mia mente, un brutto scherzo dalla quale posso rialzarmi con una risata. Ma non è così. Nulla di tutto questo è frutto della mia fantasia. Butto fuori l’aria dalla mia bocca osservando la nuvola di vapore che si forma davanti a me come se tutto d’un tratto la trovassi davvero interessante. Castiel si stiracchia accanto a me ed io mi sento totalmente scoraggiata. Sta aspettando di sentirmi parlare. Di sentire uscire dalle mie labbra quelle parole che muoiono non appena giungono alla gola. Mi sento soffocare dai miei stessi pensieri. Dal ricordo di quel dialogo con Beatrice che ancora è vivo dentro di me. Come fuoco puro brucia nella mia mentre trasformando in cenere tutti i ricordi belli ed i sogni che ho con Castiel. Sento la sua mano poggiarsi delicatamente sulla mia mentre tenta di infondermi coraggio. I suoi pensieri entrano nella mia mente come un fascio di luce:
-   Non avere paura. Anche se mi dirai che il mondo finirà a causa nostra, io ti starò accanto comunque –
Inclino il mio corpo nella sua direzione appoggiando la mia testa sulla sua spalla mentre il freddo penetra nelle mie ossa. Lui resterà con me nonostante tutto. Lui non mi abbandonerà, mi starà accanto e non lascerà mai la mia mano che anche adesso sta stringendo.  Chiudo gli occhi e li riapro per osservare il cielo stellato sopra di noi. Inutile fuggire ancora. Affronteremo questa cosa assieme…e ne usciremo vincitori.
-   Io ti amo. Sappi almeno questo… - inizio mentre le mie labbra sono quasi congelate da questo maledettissimo inverno.
-   Lo so. Ti amo anche io –
Dice tirandomi a lui ed avvolgendomi in un abbraccio. Non desidero altro. Se solo potessi, fermerei il tempo in questo preciso istante. Per restare con lui per l’eternità, impedendo alla nostra maledizione di dividerci ancora. Lo stringo a mia volta mentre il suo naso freddo si poggia sul mio collo. Sento il suo respiro addosso e capisco che anche lui è agitato, spaventato, terrorizzato proprio come lo sono io. Siamo nati per incontrarci. E allora per quale motivo ora dobbiamo subire tutto questo? Devo davvero rivelargli che mi porteranno via da lui? Mi stacco da lui ed avvicino le mie labbra alle sue sfiorandole. I nostri corpi sono talmente freddi che ogni contatto sembra quasi nullo. Mi alzo in piedi e gli porgo la mano:
-   Parliamo altrove. Se restiamo qui ancora per un po’ diventeremo due ghiaccioli –
Gli dico ostentando un sorriso. Lui abbassa lo sguardo afferrando la mia mano mentre ci avviamo verso casa sua. I nostri passi sono lenti. È come se stessimo camminando verso una meta che segna la fine di tutto. La fine del nostro amore appena coronato, della nostra vita di coppia appena cominciata. Vorrei non essere io, vorrei che lui non fosse lui. Vorrei che fossimo una coppia come tante. Vorrei tante cose…cose che mi sono negate. La luce dei lampioni è pallida proprio come i nostri volti che sono avvolti da un velo di tristezza. La strada che ci divide dalla sua abitazione è ormai quasi terminata ed il mio cuore comincia ad agitarsi nervosamente mentre nella mia testa un pensiero continua a tormentarmi. Castiel apre la porta e mi fa entrare ed io accendo al luce illuminando quel salotto che ormai conosco, ma che mi rendo conto che potrei smettere di vedere di punto in bianco.
-   Ti va qualcosa di caldo? –
La sua voce si intromette nei miei pensieri ed è la cosa più bella che può fare. Mi volto verso di lui che ancora è demoralizzato. Gli sorrido annuendo e lui pare come leggermente sollevato. Si dirige in cucina e lo osservo scomparire. Mi avvicino al divano rivivendo in un istante che mi sembra una vita il ricordo con Lysandro. Ora lui non c’è più e mai ci sarà. La sua esistenza è finita per sempre, non vivrà mai più. Una lacrima mi appanna l’occhio ed io lo chiudo lasciandola scendere mentre percorre tutta la mia guancia come una goccia di pioggia percorre il finestrino di un’auto in corsa.
-   Anche a te dispiace non è vero? –
Le dico facendola appoggiare al mio dito prima che finisca sul divano. Osservo il mio dito umido e poi lo avvicino alle mie labbra accarezzandolo con la lingua. Salata. Una lacrima salata. In quel momento ricordo le parole che mia madre mi disse anni prima:
-   Più una lacrima è salata, più vuol dire che il dispiacere che l’ha creata è forte –
Se davvero è così, allora mi dispiace molto più di quel che credo. Castiel compare alle mie spalle con due tazze fumanti e me ne porge una mentre tenta di sorridermi. L’afferro avvicinandomi a lui ed appoggiando la mia fronte al suo petto. Sento che sussulta leggermente e poi mi stringe con il braccio libero. Ci sediamo sul divano ed inizio a sorseggiare quel thè caldo che mi scalda dentro. Osservo Castiel fare altrettanto godendomi fino in fondo quel momento, che potrebbe essere l’ultimo. Quando finiamo poggiamo entrambe le tazze sul tavolino difronte e noi ed io mi distendo sul divano poggiando la mia testa sulla sue gambe mentre tengo gli occhi chiusi. Lui mi accarezza la fronte con la mano mentre cerco di rilassarmi:
-   Vorrei che fosse più semplice. Vorrei che fossimo una coppie come tante…ma purtroppo non è così… -
-   Quello che ti ha detto Beatrice è tanto brutto? –
-   Beh diciamo che il bello è qualcosa di totalmente diverso…. –
-   Va avanti, ti ascolto – mi dice afferrando la mano che tengo sulla pancia e stringendola.
-   Come già ti ho detto, siamo maledetti. Nella nostra prima esistenza eravamo…beh…è ridicolo da dire… -
-   Non fermarti –
-   Hai presente Giulietta e Romeo? –
-   Oddio eravamo una coppia simile? –
-   No…eravamo loro –
-   Ma non è possibile! La storia racconta che si suicidano! Non avremo dovuto reincarnarci! –
-   Stessa mia reazione…in realtà la storia non è andata così. Io, Giulietta, avrei dovuto sposare un tale di cui non ricordo nemmeno il nome, so solo che si trattava di un ragazzo con cui giocavo sin dalla mia infanzia…ma mi sono innamorata di te, in quella vita conosciuto come Romeo. E fino a qui la storia combacia con quella di Shakespeare, ma è il seguito che è diverso. Non c’è stato nessun matrimonio segreto, nessuna mia “finta morte”, niente di tutto questo. Siamo stati furbi e siamo riusciti a fuggire grazie anche all’aiuto della mia amatissima sorella (nonché attuale Beatrice), provocando la collera delle nostre famigli ed in particolare dei nostri padri. Abbiamo vissuto all’estero per diversi anni fino a quando, un terribile giorno, al mio rientro a casa dopo un giro al mercato, ti ho trovato rivolto a terra in una pozza di sangue. Mi sono gettata su di te ma era già troppo tardi. Dietro di me qualcuno mi osservava e quando mi sono voltata ho visto l’uomo che avrei dovuto sposare che mi puntava un coltello insanguinato. Io ero così spaventata che non riuscivo a parlare ma fu lui a farlo per me:“tu oh mia bella, che con costui hai deciso di fuggire spezzandomi il cuore. Tu oh mia dea, che del mio essere hai fatto brandelli. Tu oh bellezza soave, che da sempre amo ma che mai si è accorta di me. Ora io qui ti maledico insieme al tuo amato, per far si che semmai avrete la possibilità di rincontrarvi, io verrò sempre a separarvi, non appena il vostro amore verrà coronato”. Ti lascio immaginare il seguito… -
-   Stai dicendo che moriremo?! –
-   Nono…Beatrice mi ha detto che solo in quella vita siamo stati uccisi. In tutte le altre siamo morti di vecchiaia…ma separatamente. Qualcuno, che probabilmente è la reincarnazione di quella stessa persona, è sempre comparsa in un modo o nell’altro dividendoci. Una volta era un ricco uomo che ha deciso di prendermi in sposa nonostante fossi sposata con te, portandomi oltre mare e separandomi per sempre da te. Un’altra volta ancora tu sei dovuto fuggire lontano per salvare la mia vita perché un uomo misterioso ti aveva messo alle calcagna un killer e temevi per la mia incolumità… un’altra vol--- -
-   Si ho capito ho capito… ma scusa siamo nel ventunesimo secolo chi mai potrebbe dividerci? E poi perché diavolo Giulietta e Romeo?! – sorrido. Possibile che è rimasto li?
-   Beh a quello che ho capito Shakespeare si è ispirato davvero alla nostra storia, ma vista la nostra scomparsa ha inventato un finale totalmente diverso. –
-   Idiota di un autore… -
-   Non è questo il problema. Io e te ora stiamo assieme. Abbiamo coronato il nostro sogno d’amore. E questo è il segno. L’inizio della fine. Tra poco verremo divisi. –
-   E io ti ripeto siamo nel ventunesimo secolo maledizione!!! –
-   Lo so! Ma siamo sempre stati divisi! Cosa ci sarà di diverso da allora? –
-   C’è che io ti amo più di quanto ti ho mai amato di tutte le nostre vite passate ed impedirò a chiunque di portarti via da me! –
Senza parole. Sono rimasta totalmente senza parole. Non solo la sua frase mi ha sorpresa, ma anche la sua espressione convinta mi ha stregata. Mi alzo dalle sue gambe e lo tiro a me facendolo affondare sul mio petto stringendolo.
-   Anche io ti amo più di quanto ti ho mai amato in tutte le nostre vite precedenti… -
-   Per questo resteremo insieme – dice stringendomi – qualunque cosa accada –
Mi lascio avvolgere dal suo calore mentre il cuore mi batte forte. Si…Castiel ha ragione. Questa volta nessuno potrà separarci.
-   In ogni caso… - continua lui – pensavo chissà cosa! Eri disperata quando mi hai chiamato mi sono fatto un sacco di castelli in aria! –
-   Ehi modera i toni sai che sono una persona sensibile! In ogni caso penso sia dovuto allo shock di realizzare che eravamo noi Giulietta e Romeo e che siamo stati uccisi…del fatto che siamo maledetti e che ci divideranno –
-   Ti ho già detto che non succederà –Mi alzo sfuggendo dal suo abbraccio e porgendogli la mano:
-   Adesso basta parlare. Mi fido delle tue parole quindi chiudiamo la discussione. Ti propongo di andare al cinema. Ti va? Almeno ci distraiamo un po’ –Castiel afferra la mia mano facendo una smorfia
-   Non mi piacciono i cinema –
-   Ah no? Avrei giurato di si..sai com’è, un posto buio…vicini vicini… - dico maliziosamente.
-   Scema se voglio farti mia posso farlo qui ed adesso –Dice tirandomi e baciandomi
-   Non ho bisogno di un posto squallido come il cinema –
Sorrido mentre mi guarda con quella sua caratteristica aria da sbruffone. Poi mi torna in mente una cosa che mi ha detto Beatrice prima di rivelarmi ogni dettaglio della nostra maledizione e decido di ottenere la conferma dal mio ragazzo:
-   Senti una cosa… ti è mai successo di provare delle inspiegabili fitte al cuore? –
-   Mmm…ora che mi ci fai pensare si. Ma le volte che sono state inspiegabili sono state poche. Solitamente le avevo perché soffrivo vedendoti con Lys –
-   Bene. So dare una risposta a quelle fitte se ti interessa –
-   Ovvero? –
-   Ecco…diciamo che in questa vita abbiamo ottenuto un ulteriore “potere”. Quando tu soffri a causa mia, il tuo dolore si insinua dentro di me con la medesima intensità. Quindi ogni volta che tu soffrivi nel vedermi con Lys, soffrivo anche io perché il tuo dolore entrava in me. E le volte che sentivi tu quelle fitte inspiegabili è perché io ti passavo il mio dolore –
-   Quindi, ricapitolando:  sei in grado di comprendere i miei sentimenti e le mie emozioni solo guardandomi negli occhi, possiamo parlarci con lo sguardo, possiamo farlo anche se non ci guardiamo ma siamo ad una distanza tutto sommato ravvicinata, e ci trasmettiamo il dolore a vicenda? –
-   Mmm….si. Tuttavia io non provavo sempre dolore. Mi spiego meglio: spesso capitava che quando baciavo Lys avevo queste fitte, altre volte no. Non sono mai riuscita a trovare una spiegazione o un collegamento. Il fatto è che le fitte si basavano su di te. Se tu mi vedevi con Lys e soffrivi mi trasmettevi il tuo dolore. Ma nello stesso modo quando non mi vedevi fare certe cose con lui il dolore non lo provavo, perché tu non vedendoci non potevi soffrire. Hai presente la frase “occhio non vede cuore non duole?” rispecchia perfettamente il nostro caso –
-   Wow. Ora si che sono perplesso. C’è qualche altro “potere” di cui non sono a conoscenza? –
-   No. Almeno per il momento –
-   Intendi dire che ne scopriremo degli altri?! –
-   Non ne ho idea –
Castiel sospira e scioglie l’abbraccio afferrandomi la mano:
-   Andiamo al cinema. Non ho più voglia di arrovellarmi il cervello –
Trattengo una risata e lo seguo mentre mi trascina fuori di casa. Lo osservo chiudere la porta alle sue spalle e riafferrare la mia mano mentre ci incamminiamo. Sono le dieci quando arriviamo al cinema e riusciamo a goderci l’ultimo film della serata. Decidiamo di scegliere un film di fantascienza, perché infondo anche noi ci sentiamo un po’ magici visto i nostri “poteri”. Non appena finisce ci sentiamo di ottimo umore. Iniziamo ad incamminarci quando uno spiacevole incontro spezza la nostra appena ritrovata allegria. Castiel si mette davanti a me mentre Dake lo osserva con aria di sfida. I miei occhi ricadono sulla ragazza che lo tiene a braccetto. È una ragazzo alta e magra, dai lunghi capelli corvini e gli occhi color smeraldo. Indossa una camicetta bianca fin troppo trasparente ed una minigonna beige che lascia intravedere ogni cosa. Ai piedi porta delle scarpe con tacco dodici color rubino. Mentre il mio sguardo esamina il suo corpo lei fa altrettanto con il mio, sebbene sia per lo più nascosta dietro a Castiel. Quando il mio sguardo incrocia il suo mi accorgo che mi guarda con aria di superiorità prima di iniziare a passare in rassegna il corpo del mio ragazzo. Osservo ogni suo movimento e quando noto che si lecca le labbra eccitata mi saltano i nervi. Stringo la mano di Castiel e lui ricambia la stretta, mentre tra lui e Dake è iniziato uno scambio di sguardi atroci:
-   Che ci fai qui Dake? –
-   Un giro non si vede? Tu invece? –
-   Sono andato al cinema con la MIA ragazza –
-   Ehy ehy come mai hai messo così tanta enfasi sulla parola “mia”? La tua ragazza ti ha forse raccontato del nostro piccolo rendez-vous? –
-   Non dire stronzate Dake! Hai tentato di baciarla e lei si è ribellata! Questa non la passi liscia! –
-   Ma cooooome?! – interviene l’accompagnatrice di Dakota avvinghiandosi ancora di più a lui – per quale ragione hai tentato di baciare quella contadinella? Suvvia guardala! Andare in giro con degli stracci come vestiti ma ti sembra il caso? –
-   Ma come ti permetti lurida schifosa! – mi intrometto io uscendo dalla copertura di Castiel - sempre meglio essere vestite da contadinella, che da puttanella da quattro soldi. Guardati mi fai ribrezzo solo a guardarti. Metti in mostra ogni parte del tuo corpo come se fosse un pezzo d’arte in esposizione. Cos’è, ti senti insicura forse? Sai di essere una persona che non vale nulla ma che ha un bel corpo e quindi metti in mostra quello per nascondere il tuo timore verso gli altri? Credi che valorizzando l’unica parte accettabile del tuo essere ti spinga ad essere accettata? Sei patetica –
La ragazza mi guarda spaesata e spaventata mentre Dake mi sorride divertito:
-   Su, su andiamo signore, non è il caso di discutere per me. Beth se proprio vuoi sai che sei la mia preferita. Non ci metto ne uno ne due a scaricare questa qui. Sono sempre disponibile per te –
-   Fottiti Dake. Gira a largo dalla mia ragazza – risponde a tono Castiel riportandomi dietro di lui.
-   Facciamo scegliere a lei non credi sia più corretto? –
-   Non ho bisogno di scegliere brutto maniaco – aggiungo io – tu e Castiel non potrete mai nemmeno essere paragonati. Siete su due livelli troppo differenti. Non mi interesserò mai a te Dake. Rassegnati. Io sono innamorata di Castiel da sempre e questo fatto non cambierà mai –
-   L’hai sentita? Ora vattene –
Conclude Castiel dando un’ultima stretta alla mia mano prima di incitare con lo sguardo Dakota per farlo allontanare. Lui sorride e ci passa davanti ostentando superiorità. Quando è davanti a me mi manda un’ultima occhiata sussurrandomi “non finisce qui” e scomparendo insieme alla sua accompagnatrice. Osservo Castiel negli occhi “ira, odio, inquietudine”, mi metto difronte a lui alzandomi sulle punte dei piedi e baciandolo sulle labbra, facendo così defluire tutta la sua tensione. Le sua braccia mi avvolgono mentre con un calore sempre più intenso risponde al mio bacio che si trasforma da confortatore ad affamato. Inizio ad aggrapparmi a lui in modo sempre più insistente, facendo muovere le mie mani sulla sua schiena sentendo di volerne sempre di più. Lui mi trascina per qualche metro portandomi in un viale scuro dove nessuno può vederci. Sento la sua mano accarezzarmi la pancia mentre io gli sto già slacciando i pantaloni. Mentre con le mani mi tocca come solo lui sa fare mi lascio possedere ancora una volta dal ragazzo che amo alla follia. Non importa dove, non importa come o quando, o perché. L’importante è che lui sia con me.  Mentre i nostri corpi si muovono all’unisono nel posto più squallido dove una coppia può fare l’amore alzo lo sguardo al cielo osservando le stelle brillanti e la luna che è ormai abituata a vederci così. Due amanti che si desiderano, si cercano e alla fine riescono a trovarsi. Allungo una mano verso il cielo tentando di afferrare quell’infinito che non sarà mai mio, ma che con Castiel al mio fianco riesco a vivere ogni giorno. Lui è la mia luce, la mia oscurità, il mio amore ed il mio odio. Lui è tutto per me. È la mia stessa vita, la mia stessa esistenza. Sono felice. No, sono al di la della felicità.  La mia mano ancora è libera nell’aria mentre accarezza il cielo che risponde alle mie speranze mentre un urlo liberatorio di entrambi sazia i nostri desideri rendendoci umani allo stato puro. Ci rivestiamo in fretta mentre il freddo ci congela le ossa. Decidiamo di fare una corsa per vedere chi arriva prima a casa e sono io a vincere. Salgo i gradini giungendo di fronte alla porta voltandomi all’ultimo sorridendo vittoriosa e fingendo di non avere il fiatone. Castiel mi sorride divertito mentre infila la chiave nella serratura aprendo l’entrata nella sua abitazione che subito ci accoglie calorosa. Ci infiliamo sotto la doccia giocando un po’ come dei bambini per tralasciare per un secondo ogni nostra preoccupazione. Quando usciamo ci infiliamo nel letto. L’ultima volta che guardo l’ora sono le o2:05 di notte e tutto tace intorno a noi. Il giorno successivo la sveglia ci fa sobbalzare e subito ci alziamo per dirigerci a scuola. La giornata è lunga ed esasperante e quindi, non appena l’ultima campanella suona, esco con un balzo dalla classe fuggendo all’esterno per respirare finalmente un po’ di ossigeno, libera da quei dannati insegnamenti che ormai non sopporto proprio più. Castiel mi raggiunge poco dopo facendomi cenno di seguirlo mentre, mano nella mano, percorriamo la strada per andare alle prove della band. Ci fermiamo davanti alla porta d’entrata e Castiel mi abbraccia e mi bacia prima di farmi entrare. Varchiamo la soglia e mettiamo un po’ a posto la sala, poco dopo arrivano gli ultimi membri della band. Iniziamo a suonare cercando di non sentire il velo di ansia che riecheggia nell’aria. Non appena finiscono le prove esco prima di tutti per prendere fiato. Lo sguardo insistente di Dakota è come se mi avesse indebolita. Prendo una bella boccata d’aria e mi calmo totalmente quando una brutta sensazione mi pervade.
-   Che vuoi? – chiedo senza nemmeno girarmi.
-   Uhlala come siamo scorbutiche –
Mi risponde Dakota affiancandomi. Incrocio le braccia in segno di disappunto mentre mi perdo a guardare il cielo azzurro. Possibile che debba venire a rompere le scatole sempre a me?
-   Ma la ragazza con cui stavi ieri? L’hai già liquidata? –
-   Cosa odono le mie orecchie…non sarai mica gelosa? –
-   No, tutt’altro. Speravo che venisse a prenderti seduta stante. Non sopporto la tua presenza –
-   Suvvia non fare la scontrosa. Lo so che ti piaccio –
Così dicendo mi appoggia una mano sul braccio. Una nuova scossa mi pervade il corpo facendomi scattare all’indietro all’istante:
-   Non ti azzardare a toccarmi lurido schifoso! Ti ho già detto come la penso! Io sono innamorata di Castiel! Gira a largo bamboccio! –
-   Non mi importa. Farò di tutto per averti. Te l’ho detto. Tu sei speciale, sento che qualcosa di unico ci lega. Rassegnati, ormai ti ho scelta. Se non vuoi essere mia con le buone, ti prenderò con le cattive –
-   Evapora. Detesto gli sbruffoni come te -
Rispondo nervosamente mentre rientro in sala. Castiel mi guarda con aria preoccupata ma gli faccio cenno di rilassarsi e lui mi ascolta senza pormi ulteriori domande. Alla fine delle prove afferro la mano di Castiel non appena è pronto e usciamo frettolosamente dirigendoci a casa sua. Mentre siamo distesi sul divano a guardare la televisione ho come un brutto presentimento. Sento che sta per succedere qualcosa di spiacevole, ma non so che cosa. Castiel mi abbraccia e io mi lascio coccolare, cercando di dimenticare le mie preoccupazioni. Il giorno dopo saluto il mio ragazzo alla fine delle lezioni e lo accompagno fino al suo posto di lavoro poi torno a casa mia, passando un pomeriggio in totale relax. Verso le otto Castiel mi avvisa che ha finito prima il turno e mi invita a mangiare da lui. Sorrido leggendo il messaggio e rispondo allegramente mentre mi sto già vestendo per andare a casa sua. Prima di uscire recupero una bottiglia di vino dalla cantina e mi avvio verso casa sua fischiettando. Non appena giungo davanti alla sua abitazione rimango sconvolta. Difronte al cancello di casa sue, tre volanti della polizia con i lampeggianti accesi illuminano tutto il quartiere. Osservo allibita la scena mentre vedo che dalla porta spalancata del mio ragazzo escono prima due agenti e poi un terzo che tiene Castiel per un braccio mentre ha le mani ammanettate dietro la schiena. Il mio corpo si paralizza difronte a quella scena mentre la bottiglia scivola dalla mia mano infrangendosi al suolo.



Commento dell'autore: inutile implorare il vostro perdono per l'enorme ritardo, ma pregherò comunque di ottenerlo *prega prega* questo capitolo è più breve degli altri, forse perchè per un momento ho finito le idee ma ho deciso comunque di postarlo altrimenti non lo avrei più fatto conoscendomi xD Spero comunque di non aver deluso le aspettative! Cercherò di essere più rapida con il capitolo successivo! Grazie ancora a chi continua a seguirmi!!! =D Lasciate una recensione se vi va =D =D =D

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Sventiamo Questa Maledizione, Insieme ***


Mi riprendo dallo shock iniziale ed inizio a correre verso le volanti. Non appena Castiel mi vede mi fulmina con lo sguardo: “non avvicinarti! Mi hanno incastrato non voglio che lo facciano anche con te!”. Subito mi blocco dove sono e mi allontano leggermente per non farmi vedere dagli agenti “brava piccola” mi trasmette un’ultima volta prima di sorridermi ed entrare nella volante. Dietro di lui vedo un altro agente che si avvicina alla macchina accanto con un sacchetto contente della polvere bianca. Non ci va un genio a capire che quella è droga. Ma Castiel non usa certe sostanze. Qualcuno vuole farlo sparire dalla circolazione e non ci metto molto a fare due più due. Non appena le volanti se ne vanno corro verso la sala prove che, purtroppo, è vuota. Merda…ed ora come faccio a trovarlo?  Torno a casa di Castiel e raccolgo la chiave che tiene nascosta in giardino ed entro in casa sua. Cerco il suo cellulare e alla lunga lo trovo. Recupero il numero di Dakota e lo salvo sul mio cellulare. Esco di soppiatto di casa e la richiudo riponendo la chiave al suo posto e dirigendomi a casa mia. Non appena entro butto la giacca a terra e corro in camera mia. Mi siedo sul letto e cerco il numero di quel verme e non appena lo trovo decido di chiamarlo per avere una spiegazione. Sto per schiacciare il pulsante della chiamata quando un capogiro mi fa crollare. Quando riapro gli occhi i girasoli sono la prima cosa che vedo. Mi alzo di scatto e vedo Beatrice corrermi incontro. Inizio ad andare nella sua direzione ed appena la raggiungo mi afferra la mano ed inizia a parlare in modo abbastanza svelto, come se stesse facendo qualcosa di segreto:
-   Perdonami, ma era l’unico modo per contattarti –
-   Di cosa parli? –
-   Del capogiro…non avrei dovuto farlo perché non posso interferire, ma sono stufa di vederti sempre soffrire a causa di questa maledetta maledizione. Ora ascoltami, ho poco tempo. Come già hai capito lui è quella persona. Non appena vi siete stretti la mano quella volta, a lui sono tornati tutti i ricordi, per questo tu hai provato quella sorta di scossa. Questo spiega il suo interesse morboso nei tuoi confronti e si, hai ragione anche a pensare che sia stato lui ad incastrare Castiel. Tuttavia non chiamarlo accusandolo o riuscirebbe a farla franca e tu e Castiel sarete destinati a vivere le vostre vite separate per l’ennesima volta –
-   E allora come?! Come faccio a debellare questa odiosa maledizione?! –
-   Non lo so…ma non accusandolo! La maledizione dice che lui vi separerà sempre. Beh lo ha fatto. Ma tu devi trovare il modo di riunirti a Castiel. Solo in questo modo forse, e ripeto forse, tutto questo avrà fine! –
-   Come forse?! E se non succederà?! –
-   Non lo so! Ma per lo meno in questa vita riuscirete a stare assieme! –
-   Ho capito…e comunque mi dispiace per Lysandro –
La sua mano stringe la mia mentre i suoi occhi si lasciano attraversare, per un istante, da un lampo di tristezza:
-   Non preoccuparti. Per lo meno in questo modo potremo stare assieme…forse –
-   Come forse?! –
-   Beh ecco…io ti sto rivelando cose che non posso rivelarti e questo potrebbe interferire con la mia esistenza qui…se lo vengono a scoprire ai “piani alti” io cesserò totalmente di esistere, anche come spirito –
-   Ma allora perché? Perché fai questo per me?! –
-   Perché so cosa significa soffrire per amore. Io ci tengo a te e voglio aiutarti perché so che tu, se fossi stata nella mia situazione, avresti fatto lo stesso –
La mia vista si appanna mentre le lacrime mi riempiono gli occhi. Stringo la mano di Beatrice tirandola nella mia direzione e stringendola forte. Il corpo fragile di questa bambina viene avvolto totalmente dalle mie braccia. Lei contraccambia il mio abbraccio mentre piano piano la sento dissolvere:
-   È tempo che io vada…ti prego, sii felice anche per me. Sii felice…anche per noi –
Mentre la sento svanire dalle mie braccia osservo la sua figura diventare più trasparente ogni secondo che passa. Cerco di afferrarla, di non farla andare via, di tenere a me quello che ormai non è altro che una scia di profumo.
Quando riapro gli occhi sto ancora piangendo. Beatrice non c’è più perché ha voluto aiutarmi.  Lei si è sacrificata…per me. Mi porto le mani al cuore stringendolo. Te lo prometto…farò tutto quello che è possibile per esaudire il tuo ultimo desiderio. Perché mi hai dimostrato che il nostro era un legame vero, sebbene io non lo ricordi affatto. Mi alzo dal letto e sento le mie gambe fragili come non mai. Il mio cuore piange. Sento di aver appena perso uno dei legami più profondi della mia vita. Sento che una parte di me è appena svanita. Mi asciugo le lacrime facendomi forza. Non posso mollare, non ora. Scendo al piano di sotto e mi siedo sul divano, incrocio le gambe ed inizio a massaggiarmi le tempie. Qui serve un’idea…e subito.
Passo la serata ad arrovellarmi il cervello e un’idea inizia a formarsi nella mia mente. Quando salgo in camera da letto sono ormai le dieci di sera. Mi corico sul letto e rilasso i nervi. Quando apro gli occhi il soffitto color cenere di camera mia mi accoglie. Subito mi ricorda gli occhi di Castiel. Del mio Castiel. Mi perdo nel pensare a lui e lo faccio così intensamente che so che i miei pensieri lo stanno raggiungendo:
-   Fidati di me. Torneremo assieme costi quel che costi. Ti amo troppo per perderti ancora –
Mi alzo e mi infilo sotto la doccia prima di mettermi a dormire.
L’indomani mi alzo verso le undici. Scelgo i vestiti e mi cambio. Ho bisogno di fare due passi per completare definitivamente il piano. Mi infilo la giacca ed esco di casa. Inizio a passeggiare per il centro e poi mi dirigo al parco. Mi siedo su una panchina isolata mentre il sole mi accarezza dolcemente. Una folata di vento mi spettina i capelli ma non mi importa, resto seduta composta al mio posto mentre spero che il vento porti via anche tutte le sfortune che perseguitano me e Castiel. Non appena la folata cessa mi sposto i capelli rimettendoli in ordine e mi alzo rimettendomi a camminare. Passeggio fino a raggiungere la centrale. Mi fermo li davanti poiché una strana sensazione mi pervade dall’interno. Una sensazione che ho imparato a conoscere e che mi disgusta ogni volta di più. Una mano si poggia sulla mia spalla ed una scossa mi paralizza. Mi giro di scatto scostando la mano dandole uno schiaffo e maledicendo colui che si trova alle mie spalle. Dakota mi sorride mentre i miei occhi lo trafiggono:
-   Anche tu da queste parti? –
-   Già… -
-   Ho saputo che hanno arrestato il tuo ragazzo…che peccato, non è vero? –
-   Già… non pensavo fosse una persona del genere –
Mi fingo delusa, amareggiata, quasi disgustata mentre vedo la mano di Dakota avvicinarsi alla mia guancia accarezzandola. Resto ferma, deglutendo a forza per trattenere il senso di nausea che il suo gesto mi provoca.
-   Mi dispiace piccola. Se vuoi ci sono io per te! –
-   Ti ringrazio…ma per il momento preferisco restare da sola… -
-   Ma io non voglio lasciarti sola! –
-   Dake. Ho detto di no –
-   E va bene…per questa volta ti lascio andare. Ma dammi almeno il tuo numero, così ti chiamo –
-   Preferisco di no. Dammi tu il tuo, ti chiamerò se ne avrò voglia –
-   È già qualcosa! –
Mi dice sorridendomi. Distolgo lo sguardo. Sono arrivata al limite. Estraggo il cellulare dalla tasca e digito il suo numero mentre me lo detta fingendo di non averlo ancora nella mia rubrica e lo salvo, poi lo saluto freddamente allontanandomi in fretta, o il desiderio di spaccargli la faccia prenderà il sopravvento.
Raggiungo a passo svelto casa mia sprofondando sul divano immediatamente. Il sangue mi ribolle ancora nelle vene per la rabbia mentre cerco di distendermi. L’idea di fingere di avvicinarmi a quell’essere è più complessa del previsto, non credevo che la sua sola esistenza mi turbasse a tal punto. Mi alzo e mi dirigo in cucina dove mi cucino un pasto veloce che non tocco più di tanto. Sono troppo stressata per toccare cibo. Non so ancora nulla di Castiel, ma so che non vuole che vado a trovarlo o potrei restare coinvolta anche io anche se so che non è negli intenti di Dakota. Mi alzo e salgo al piano di sopra, ma mentre cammino per le scale sento suonare il campanello. Un velo di ansia mi avvolge istantaneamente. So già di chi si tratta. Stringo le mani e pugno e prende un bel respiro prima di indossare nuovamente la maschera della ragazza ferita e delusa che non sa la verità. Ritorno sui miei passi avvicinandomi al portone di casa che per la prima volta mi sembra un luogo tetro e meschino al quale non voglio avvicinarmi. Ma non posso mollare, non adesso. Avvicino la mano alla maniglia e mi faccio coraggio, ancora una volta, prima di abbassarla e ritrovare difronte a me colui che da chissà quanto tempo, rovina la mia esistenza.
Dakota mi osserva sorridente mentre regge in mano un mazzo di rose rosse ed una scatola a forma di cuore che deduco contenga dei cioccolatini. Lo osservo attentamente mentre mi accorgo che mi spoglia con gli occhi. Incrocio le braccia, fingo di essere offesa ma felice di vederlo, mentre quello che provo in realtà è solo un tremendo senso di disgusto:
-   Ciao piccola –
-   Non ti ho chiamato –
-   Beh ma ho pensato comunque di passare a farti un saluto. Posso entrare? –
Inclino leggermente la testa fingendo dubbiosità. Lui mi guarda con quegli occhi da cucciolo che probabilmente inteneriscono tutte le altre ragazze. Già…tutte le altre. Mi sposto leggermente per farlo entrare e lui torna a sorridermi. Lo osservo entrare nel mio soggiorno mentre richiudo la porta alle sue spalle. Gli indico dove poggiare i regali e poi mi siedo sul divano. So che mi raggiungerà subito. Ed infatti non si fa aspettare. Lo sento sprofondare accanto a me mentre con un braccio mi cinge le spalle. Afferro il telecomando ed accendo la tele mentre sento che Dakota continua a tirarmi nella sua direzione.
-   Potresti smetterla per favore? –
-   Smettere cosa? –
-   Di comportarti così. Non sei il mio ragazzo –
-   È vero…però mi hai fatto entrare –
-   E allora? Non significa nulla –
-   Suvvia non fare la capricciosa. Lo so che ti piaccio –
Dice afferrandomi il mento con la mano mentre con l’indice mi accarezza le labbra. Una serie multiple di sensazioni sgradevoli si alternano alla velocità della luce mentre vendo nei suoi occhi i suoi sporchi intenti. Scatto all’indietro sfuggendo alla sua presa, non riesco a resistere oltre. Mi avvicino alla porta spalancandola e facendogli segno di uscire. Lui si oppone ma alla lunga riesco, gentilmente, a cacciarlo fuori da casa mia. Non appena sparisce richiudo la porta alle sue spalle, badando bene a chiuderla a chiave. Salgo al piano di sopra e mi butto sul letto. Non mollerò adesso…questo dolore non mi fermerà. Questa volta la maledizione verrà fermata, mi ripeto cercando di autoconvincermi che, nonostante tutto, posso davvero farcela. Quando scendo al piano di sotto decido di andare alla centrale. Tutto questo dolore mi ha sfiancata, ho bisogno di vedere Castiel subito. Non mi importa se mi arresteranno, se mi riterranno una complice o che altro. Io ho bisogno di lui, ora più che mai. Non posso farcela da sola. Ho bisogno che lui ci sia con me, anche solo con il pensiero. Ma ora ho bisogno di vederlo, per recuperare quella forza di cui Dakota mi ha privata, per ritrovare quella gioia che solo lui sa darmi. Esco di casa correndo. Voglio vederti…voglio vederti!  Ripeto nella mia mente mentre il mio cuore aumenta i battiti per la fatica ma anche perché so che sto andando da lui. Mi manchi…mi manchi così tanto. Manca poco ormai alla caserma ed è solo un giorno che non ci vediamo, ma è come se mi sentissi morire dentro. La sua presenza nella mia vita è più vitale dell’ossigeno e questa nostra forzata divisione me lo fa capire sempre di più. Mi fermo davanti a quelle mura grigie che conosco e cerco di riprendere rapidamente fiato. Lui è li, oltre quella porta, oltre quella barriera che so che riusciremo a superare. Salgo i gradini varcando la soglia di quella che è diventato il nostro inferno personale. I poliziotti mi guardano, sanno chi sono, si ricordano delle mie visite a Lysandro. Una fitta mi attraversa il cuore mentre nella mia mente riemerge quel doloroso ricordo. Subito dopo mi ricordo anche di Beatrice, di come l’ho sentita svanire dalle mie braccia. Sento che sto per piangere ma non è il momento, ora devo essere forte. Per me, per Castiel, e per chi si è sacrificato per noi e per l’amore. Io posso farcela, so di esserne capace, ho solo bisogno della sua conferma. Mi avvicino al poliziotto seduto alla scrivania. Osservo i suoi occhi scrutarmi mentre ho ancora il fiatone. Si alza senza dire una parola ed inizia a camminare, io lo seguo, so che mi sta già portando dove voglio andare. Quando i miei occhi si posano finalmente sul mio ragazzo un brivido di terrore mi percorre la schiena. Vederlo dietro le sbarre è davvero frustrante. Ho paura, paura che resti li per sempre, paura di non riuscire a farcela, paura che anche questa volta verremo inesorabilmente divisi, paura che nonostante tutti gli sforzi la mia forza di volontà non sia abbastanza. Mi avvicino alla sbarra appoggiandoci sopra le sbarre. Castiel non si volta. Chiudo gli occhi e gli parlo come il nostro legame mi permette di fare, so che mi sente:
-   Ti prego…non ignorarmi –
-   Non saresti dovuta venire –
-   Ma io…ho bisogno di te –
-   Ma non capisci?! Potrebbero incastrare anche te! –
-   No, non lo faranno –
-   Come fai ad esserne tanto certa?! –
-   Perché è tutto un piano di Dakota, lui è colui che ci ha mandato la maledizione. Anche lui ogni volta si rincarna e ci insegue. È lui che ha architettato tutto. Lui vuole me, per questo non sono in pericolo –
-   Come sai tutto questo? –
-   Perché Beatrice me lo ha detto –
-   Quando? Quando te lo ha detto? –
-   Poco tempo fa…lo ha fatto per me, per te, per noi. Non voleva vederci soffrire ancora…e ha dato la sua esistenza pur di far sopravvivere il nostro amore –
-   Cosa intendi? Lei è già…morta –
-   Si, lo so. Ma mi ha rivelato cose che non poteva rivelarmi. E per questo è stata “punita”. La sua esistenza è stata cancellata per sempre. Non esiste più e mai più lo farà, nemmeno come spirito –
-   Perché lo ha fatto?! –
-   Io…non lo so. Ha detto che voleva che fossimo felici…ha detto che lo ha fatto perché, se io fossi stata nella stessa situazione, avrei fatto lo stesso per lei –
Le lacrime iniziano a rigarmi il viso mentre i miei occhi sono ancora chiusi. Sento le mani di Castiel poggiarsi sulle mie:
-   Non piangere piccola…sono qui con te –
-   Promettimi che resterai con me…dimmi che questa volta ce la faremo. Dimmi che le morti di Lysandro e di Beatrice non saranno dimenticate, dimmi che non si sono sacrificati per niente. Dimmi che hanno fatto la cosa giusta, che si sono ritrovati e che anche loro non stanno più soffrendo. Dimmi che ce la faranno, che ce la faremo, che tutto questo dolore finirà per svanire e che non ci divorerà distruggendoci per l’ennesima volta –
-   Beth –
Apro gli occhi di scatto mentre la sua voce entra nelle mie orecchie. I suoi occhi sono lucidi e scuri proprio come me li ricordavo. Profondi e sinceri e come il buio della notte mi avvolgono dandomi quel calore di cuoi ho bisogno. La sua mano si sposta raggiungendo la mia guancia cancellando ogni traccia del precedente tocco di Dakota. Mi lascio accarezzare mentre Castiel porta via con se ogni mia insicurezza. Appoggio la mia mano sulla sua mentre mi lascio rapire nuovamente dai suoi gesti, dai suoi occhi, dal suo calore.
-   Ho paura –
-   Non averne piccola. Ce la faremo –
-   Si, ce la faremo. Ho un piano –
-   Che piano? –
-   Fidati di me. Ti tirerò fuori di qui e vivremo la nostra vita insieme una volta per tutte –
-   Non fare nulla di pericoloso –
-   Nulla è più pericoloso per me di vivere una vita senza di te. Io sono morta senza di te. Quindi qualsiasi cosa farò, di certo sarà meno dolorosa o rischiosa di vivere l’ennesima esistenza lontana da te –
Vedo gli occhi di Castiel addolcirsi improvvisamente ed una lacrima solcargli per la prima volta il viso. Avvicino la mia mano asciugandogliela e lui le approfitta per avvicinarsi a me rubandomi un bacio. Quando le sue labbra si separano dalle mie mi piange il cuore vedere queste dannate sbarre che ci dividono, ma una parte di me è felice perché, nonostante tutto, ancora possiamo esprimere i nostri sentimenti:
-   Ti amo. Ti prometto che ti tirerò fuori di li. –
-   Mi fido di te ma ti prego, non fare qualcosa che ti metta davvero in pericolo –
-   Non preoccuparti, e poi…ti ho già detto come la penso –
Affermo facendogli l’occhiolino ed allontanandomi dalla gabbia stringendomi forte il petto in prossimità del cuore che, ad ogni passo che faccio allontanandomi da Castiel, urla sempre più disperato.  Esco dalla caserma e mi lascio coccolare dal sole che è ancora alto e caldo nel cielo. Chiudo gli occhi e spalanco le braccia come per abbracciare la sua forza. In quel momento sento un pensiero di Castiel raggiungermi:
-   Ti amo piccola mia. Ti amo più di chiunque altro –
Sorrido riaprendo gli occhi. Questa volta…finiamola sul serio. Dico saltando gli ultimi gradini e cominciando a correre verso il parco. Mi siedo su una panchina ed estraggo il cellulare. Faccio una foto al fiume che scorre davanti a me e la invio a Dakota, so che arriverà di corsa. Passano circa venti minuti prima che mi raggiunga. Mi sposto leggermente per farlo sedere accanto a me. Lo lascio riprendere fiato e poi inizio a parlare:
-   Sono passata da Castiel oggi… abbiamo rotto –
-   Oh finalmente! Hai deciso di diventare la mia ragazza finalmente? –
-   Calma. Una cosa alla volta. Non sono pronta ad iniziare subito una nuova relazione visto quello che è successo. Ma se vuoi possiamo cominciare con l’uscire assieme –
-   Perfetto! Quello di adesso posso reputarlo un appuntamento? –
-   Veramente no…volevo solo avvisarti dell’accaduto. Ora ti saluto. –
Così dicendo gli faccio un rapido cenno con la mano e mi alzo allontanandomi ma lui subito mi afferra fermandomi. Lo sapevo! Mi volto nella sua direzione guardandolo fingendomi sorpresa:
-   Insisto, vorrei che questo fosse il nostro primo appuntamento –
-   Se ci tieni… -
Dico avvicinandomi a lui mentre la sua mano inizia a stringere la mia e le nostre dita si intrecciano. Un forte senso di disgusto mi invade lo stomaco ma non ci faccio caso e lo ignoro portando avanti quella che forse, diventerà la mia salvezza. Camminiamo per un po’ e Dakota fa di tutto per cercare di conquistarmi ed io mi fingo sorpresa e gioiosa delle sue attenzioni mentre continuo ad osservare l’orologio pregando che tutto questo finisca presto. Quando mi riaccompagna a casa sono le otto di sera e sono a pezzi. Mi avvicino al cancello di casa e gli faccio un timido cenno di saluto per poi voltargli le spalle ma lui subito mi afferra voltandomi nuovamente verso di lui e stringendomi in un mortale abbraccio:
-   Non me lo merito un bacio? –
-   Un appuntamento non implica che ci debba per forza essere un bacio –
-   Ma io lo voglio –
-   Senti…ho accettato di uscire con te ma ti ho detto di fare le cose con calma. Se mi forzi a fare qualcosa non ci metterò ne uno ne due a scaricarti. Non me la sento di baciarti. Quindi o ti accontenti e te ne vai da bravo ragazzo, o fai qualcosa di sbagliato per il quale non ti perdonerò mai troncando a prescindere quello che potrebbe essere un futuro rapporto –
Osservo Dakota mentre pensa a quale risposta darmi. Successivamente sospira lasciando la presa ed io mi allontano spontaneamente di qualche passo. Trattengo un sospiro di sollievo mentre i miei occhi incrociano nuovamente i suoi:
-   Ti ringrazio –
-   Non ringraziarmi. Non mi resterai ancora a lungo sappilo –
-   Questo lo vedremo con il tempo. Grazie della serata –
Così dicendo mi avvicino alla porta di casa aprendola. Sto per entrare quando lo sento dire qualcos’altro:
-   A domani –
mi volto verso di lui fingendo un sorriso gioioso:
-   Si, a domani! –
Poi mi chiudo in camera. Corro in bagno ed inizio a vomitare. Perdonami Castiel…perdonami… ripento nella mia testa mentre un senso di colpa mi divora da dentro.
Il giorno dopo mi alzo presto. Ho passato la nottata tormentata dagli incubi e non appena mi vedo allo specchio mi accorgo di avere delle occhiaie terribili. Afferro un po’ di trucco e cerco di nascondere quelli che sono i segni di un evidente sonno poco tranquillo. Scendo al piano di sotto preparandomi la colazione. Afferro il cellulare accendendolo e subito inizia a vibrare. Mi massaggio la testa nervosamente mentre vedo un numero sempre maggiore di messaggi comparire sul display. Non appena il tremolio finisce lo afferro ed osservo lo schermo impallidendo nel vedere 33 messaggi da parte di Dakota. Appoggio sfinita la testa sul bancone mentre un terribile conato di vomito mi fa capire che tutto questo non è semplicemente un incubo. Corro in bagno a rigettare e poi torno in cucina rispondendo un po’ alla volta a tutti i messaggi cercando di farmi forza e di autoconvincermi che tutto questo lo sto facendo per il motivo più importante della mia vita, di tutte le mie vite, passate e future, ma soprattutto lo sto facendo per la mia attuale vita, che sento sia la più importante e fondamentale di tutte, poiché sarà quella che darà una svolta definitiva alle nostre esistenze spezzando tutto il dolore che da secoli ci perseguita. Torno al piano di sopra vestendomi. L’ultimo messaggio di Dakota era un luogo ed un orario. Pretendeva un altro appuntamento, e subito. Esco di casa e mi dirigo al ristorante da lui prescelto. Quando arrivo lui è già li che mi aspetta circondato da un sacco di ragazze in fase di ammirazione. Nascondo il disgusto mentre lui le scansa avvicinandosi a me. Avrei preferito che restassi con loro… quando mi raggiunge si abbassa e mi bacia la guancia poi mi afferra la mano portandomi dentro al ristorante. Mentre mangiamo lui si pavoneggia vantandosi della sua bravura con il surf e del suo talento musicale. Assecondo ogni sua mossa cercando di non destare in lui alcun tipo di sospetto. Al pomeriggio mi porta all’acquario e passiamo il resto del tempo a parlare di quanto lui sia fantastico mentre l’unico pensiero che vaga nella mia mente è “rivoltante”.  Quando riesco a sfuggire a lui e a rintanarmi in casa sono ormai le sei di sera. Dakota mi accompagna fino alla porta e ancora una volta tenta di rubarmi un bacio ma riesco a sgattaiolare velocemente dentro casa evitando ulteriori contatti inopportuni. Mi dirigo verso il frigo estraendone uno yogurt e poi mi getto sul divano accendendo la televisione. Mi distraggo il più possibile fino a quando, sfinita, finisco per addormentarmi.
È passata ormai una settimana da quando ho messo in atto il mio piano. Vedo Dakota tutti i giorni mentre di Castiel non so più nulla. Ogni tanto cerco di contattarlo con il pensiero ma lui non mi risponde, e questo mi angoscia ancora di più. È un Venerdì sera quando, probabilmente per una frase azzardata, riesco ad estrapolare un’importante informazione. Io e Dakota siamo a cena assieme, sono ormai le otto e stiamo uscendo dal ristorante dirigendoci al cinema. La sua mano stringe prepotentemente la mia mentre mi apre la porta per farmi entrare. Mi dirigo al bancone comprando i biglietti per il film mentre Dakota, dietro di me, regge bibite e pop corn. Entriamo nella sala e ci sediamo in fondo, lontano da tutto e tutti, per un motivo che non chiunque capirebbe. Non appena mi siedo sento le sue dita intrecciarsi alle mie mentre con forza mi tira a lui:
-   Allora…ti stai divertendo con me? –
-   Certo –
-   Sono molto meglio del tue ex vero? –
-   Si hai ragione…avrei dovuto uscire subito con te! –
-   Hai visto? Te l’ho sempre detto che sono migliore di lui! –
-   È vero! –
-   Beh…visto che la pensi così…che ne dici di darmi un bacio? –
-   Shhh! Il film sta iniziando! –
Per fortuna l’abbassamento delle luci in sala mi salvano all’ultimo. Tiro un sospiro di sollievo ignorando lo sguardo arrabbiato di Dakota. Il film parla di fratello e sorella che crescono separati fin dalla nascita, quando si ritrovano si innamorano non sapendo il loro legame di sangue e, non appena lo scoprono, cadono in preda allo sconforto. Nonostante tutto decidono di restare comunque assieme e alla fine del film si scopre che lei in realtà è stata adottata quindi il legame sanguigno non c’è e possono stare assieme come una felice coppia. La situazione mi sembra un po’ quella che ho io con Castiel. Un intenso sentimento li lega ma qualcosa di più grande di loro li costringe a dividersi, ma alla fine riescono a trovare una soluzione ritrovandosi e potendosi amare liberamente. Non appena il film finisce Dakota mi accompagna a casa mentre una forza nuova si fa largo dentro di me. Ci mettiamo poco a raggiungere casa mia e non appena arriviamo Dakota mi abbraccia. Contraccambio l’abbraccio e non appena mi allontano vedo che tenta di baciarmi. Volto il viso da un lato e lui sbuffa:
-   Ma come? Ancora niente baci? –
-   E va bene…uno te lo sei meritato. Ma ad una condizione! –
-   Ovvero? –
-   Dimmi un tuo difetto. Vedi mi hai sempre parlato dei tuoi pregi eccetera eccetera…vorrei sapere un tuo difetto, così da poter amare ogni parte di te –
-   Stai dicendo che mi ami?! –
-   No…ma stai guadagnando punti. Però vorrei sapere ogni cosa di te prima di prendere una decisione definitiva –
-   E va bene….allora ti dirò il mio unico difetto! – così dicendo si avvicina al mio orecchio e sussurrando aggiunge – non reggo l’alcool –
Poi indietreggia e distoglie lo sguardo:
-   E perché dovrebbe essere un difetto? –
-   Beh perché quando esco a bere con gli amici sono sempre il primo che crolla!  -
-   E quindi? –
-   Stai scherzando vero?! Io devo essere il migliore in tutto! Non posso essere un pappamolla! –
-   Va bene facciamo così allora, ti allenerò io. A differenza di quello che sembra sono un’ottima bevitrice, resisto un sacco all’alcool! Vediamo se riesci a battermi –
-   E va bene! Ma sappilo, sarà un’amara sconfitta! –
-   Lo vedremo! –
Così dicendo scivolo via dalla sua presa ed entro in casa nascondendomi dietro il portone e chiudendolo alle mie spalle:
-   Ehy! – interviene lui cominciando a battere pugni sulla porta – e il mio bacio?! –
-   Facciamo così…se riuscirai a battermi nella sfida con l’alcool, avrai molto di più che un bacio –
Improvvisamente smette di battere i colpi alla porta, lo sento scoppiare a ridere:
-   Va bene! Vado a comprare i preservativi allora! –
-   Ci vediamo domani alle sette da me, vedremo chi è il migliore –
-   Sono io il migliore bambolina, aspetta e vedrai –
Così dicendo lo sento allontanare. Mi fiondo in camera mia e mi butto sul letto pensando intensamente a Castiel e inviandoli l’ennesimo messaggio:
-   Forse domani riuscirò ad ottenere quello che voglio. Aspettami amore mio, sto venendo a salvarti –
Mi infilo il pigiama e infilo sotto le coperte, addormentandomi praticamente subito. Il giorno dopo mi alzo di buon ora andando in un negozio di elettronica, devo comprare il tocco finale per il mio piano. Prendo un piccolo registratore portatile e me lo infilo in tasca dirigendomi velocemente a casa. Non appena arrivo prendo del nastro adesivo ed attacco il registratore sotto il tavolo in modo tale da nasconderlo per bene. Passo il pomeriggio distraendomi e verso le sei mi infilo sotto la doccia e poi esco preparando la cena. Alle sette precise il campanello suona e Dakota entra non appena gli dico di farlo. Lo vedo sorridente e beffardo come sempre mentre gli sorrido come se non aspettassi altro che il momento in cui sarebbe arrivato il che, in questo caso, è vero. Si avvicina a me dandomi un bacio sulla guancia mentre mi abbraccia:
-   Sono passato in farmacia –
-   Sei sicuro di vincere eh? –
-   Certamente! –
-   D’accordo allora! Vedremo a chi andrà la vittoria! –
Concludo invitandolo a sedersi a tavola. Mentre mangiamo cena lui inizia a vantare una vasta esperienza con precedenti ragazze delle quali non mi importa proprio nulla. Non appena abbiamo finito scendo in cantina afferrando due bottiglioni di vino. Non mentivo quando dicevo che reggo bene l’alcool. Nella mia vecchia città, prima del trasferimento, avevo degli amici che mi avevano “allenata” a dovere con l’alcool. Mi siedo vicino a lui aprendo il primo bottiglione e riempiendo i due bicchieri. Che la sfida abbia inizio!
Dopo appena il primo bottiglione e mezzo vedo che Dakota comincia già a cedere. Il suo corpo ondeggia mentre i suoi occhi sembrano persi nel vuoto e la sua parlata comincia a essere tremendamente biascicata:
-   Aaaaavanti un altro! Non shono per niente ubriaco! –
-   Si lo vedo…sicuro di resistere? –
-   Ehy tuuuu! Io questa shera ho intenzione di fare meta…quindi piantala di lagnarti e vershamene un altro! – dice allungando in modo confuso il bicchiere nella mia direzione.
-   Castiel resiste molto più di te lo sai? –
-   Non parlare di quello shifoso con me! – non appena entriamo nel discorso, accendo il registratore sotto al tavolo.
-   Beh ho solo detto la verità –
-   Non parlare dei tuoi ex con me! Shoprattutto she shono inferiori! –
-   Inferiori? –
-   Shi! Inferiori! Penshava di averti tutta per lui! Non aveva altro per la teshta quello shmidollato! –
-   E dove sta il problema? È normale ero la sua ragazza! –
-   Ma adessho shei la MIA ragazza! Quindi shmettila di parlare di lui! –
-   Io non sono la tua ragazza –
-   Shi che lo shei! Ti ho portata via da lui! Quindi shei mia! –
-   Come portata via? Ma se sono io che l’ho lasciato! –
-   Ssssschema chi penshi che lo abbia tolto dalle palle eh? She non ci avesshi penshato io lui non sharebbe mai shparito dalla circolazione! Ho dovuto farlo fuori con le mie shtesse mani! Shono bravo eh? SHONO IL MIGLIORE! – urla alzandosi in piedi e bevendo tutto d’un colpo l’ennesimo bicchiere di vino per poi ricadere sulla sedia.
-   Cosa intendi?! –
-   Ma shei schema o cosha?! Shveglia! Shono io che gli ho messho la droga in casha! –
-   E come hai fatto?! –
-   Shemplice! Anche se non shi direbbe anche io usho quella roba e ne coltivo altri tipi in casha…è forte shai? Mi è bashtato prenderne moooooolta più del sholito e mettergliela in casha….poi fare una shoffiata ad un mio amico che ha il padre poliziotto e voilà! Il rompipalle è fuori dai giochi! SHONO IL MIGLIOREEEEE! –
Esulta scattando nuovamente in piedi, questa volta troppo in fretta però, poiché cade all’indietro. Gli vado subito incontro e lui inizia a massaggiarsi la testa:
-   Non mi shento tanto bene…. –
Lo aiuto ad alzarsi accompagnandolo in bagno dove inizia a vomitare. Gli porto del pane e dei grissini e lui comincia a mangiarli e dopo circa due ore smette di vomitare e si addormenta a terra. Mi avvicino al registratore fermando la registrazione. Ora ti ho in pugno! Inizio a canticchiare infilando il registratore nella borsa. Resto sveglia tutta la notte guardando la tele, ho troppa paura che scopra il mio piano e manometta il registratore per andare a dormire. Non appena si sveglia lo aiuto ad alzarsi e gli offro un’aspirina:
-   Che è successo ieri sera? –
-   Hai bevuto troppo e hai finito con il vomitare –
-   Io…non ricordo nulla –
-   Tranquillo…ma sappi che hai perso –
-   Non lo accetto! Stasera ci riproviamo! –
-   Non è necessario… -
-   Perché?! Io voglio vincere! –
-   Perché non serve più che tu mi batta per ottenere quello che vuoi. Vedi ieri sera, mentre eri ubriaco, mi hai detto una cosa davvero bellissima! –
-   E sarebbe? –
-   Non te la dico! Ma sappi che sono bastate quelle parole per farmi prendere questa decisione! –
-   Quale decisione? –
-   Vieni con me e te lo dirò –
Affermo passandogli la giacca. Lui la afferra e se la infila mentre mi metto il cappotto ed afferro la borsa. Mentre camminiamo mano nella mano Dakota continua a farmi domande sulla mia decisione ma io non gli dico nulla e continuo a camminare spedita fino a raggiungere la centrale. Dakota mi guarda spaesato ed alterato:
-   Che diavolo ci facciamo qui?! –
-   Devo dire una cosa a Castiel, ma devi esserci anche tu con me –
Concludo trascinandolo dentro. Gli agenti mi osservano mentre vado verso la sua cella. Non appena arrivo lo vedo li seduto a terra nell’angolo con una piatto di cibo accanto, probabilmente freddo, che non è stato nemmeno toccato. Mi avvicino alle sbarre trattenendo le lacrime e la voglia di urlare il suo nome e di toccarlo, mantenendo quell’aria gelida che la mia affermazione dovrebbe trasmettere:
-   Castiel –
Non appena sente la mia voce scatta nella mia direzione, Dakota mi afferra al volo tirandomi all’indietro. Osservo Dakota e gli faccio cenno di lasciarmi andare ma lui non lo fa. Torno ad osservare Castiel che guarda Dakota con aria omicida:
-    Castie, sono venuta qui per dirti che sto insieme a Dakota da oggi. Quindi quando uscirai da qui, se mai uscirai, non cercarmi e non parlarmi. Io e te da oggi siamo estranei –
Gli volto immediatamente le spalle per non vedere quei suoi occhi tristi che so che non sopporterei. Dakota scoppia a ridere stringendomi a lui:
-    HO VINTO IO! –
Urla baciandomi improvvisamente. Sento Castiel agitarsi alle mie spalle mentre subito mi stacco dalle labbra di Dakota.
-   Non qui, riprenderemo questo bacio più tardi. Ora scusami ma un agente mi sta chiamando. Torno subito – mento scivolando via dalle sue braccia.
-   Va pure, devo dire due parole al tuo ex –
Conclude pronunciando con gusto l’ultima parola. Mi giro mentre nella mia mente risuonano queste parole che so che ascolterà: “fidati di me”. Mi allontano dalle celle andando da un agente e portandogli il registratore. Lui mi guarda incuriosito e io gli dico che li c’è la prova dell’innocenza di Castiel. Il poliziotto mi guarda sbigottito e chiama alcuni colleghi prima di far partire il nastro ed ascoltare la registrazione. E’ questione di un attimo, poco più di qualche minuti prima che la situazione si ribalti. Un agente recupera delle chiavi mentre altri due, insieme a me, lo seguono verso le celle. Non appena arriviamo Dakota si sposta venendo nella mia direzione per abbracciarmi ma un agente lo afferra per un braccio. Lui lo guarda incredulo mentre con palese sorpresa vede la cella di Castiel che viene aperta sotto i suoi stessi occhi:
-   Sei libero –
Gli dice un agente. Castiel si avvicina uscendo da quella che è stata la sua dimora in quei giorni.
-   Che diavolo sta succedendo qui?! – sbraita Dakota in preda all’ira.
-   Lei è in arresto. Qualsiasi cosa dirà potrà essere usata contro di lei. Se non ha un avvocato gliene sarà assegnato uno d’ufficio. –
Gli dice il poliziotto che lo accompagna fino verso la cella. Castiel gli passa accanto e Dakota si gira verso di me:
-   Tu lurida puttanella! Che cazzo hai fatto?! –
A queste parole, Castiel si gira e gli tira un pugno in faccia gettandolo a terra d’un sol colpo:
-   Non azzardarti mai più a dire o fare qualcosa alla MIA ragazza sono stato sufficientemente chiaro?! –
Così dicendo si volta nella mia direzione. D’impulso gli corro incontro abbracciandolo e lui mi stringe forte.
-   Non sai quanto mi sei mancato! Perché non hai mai cercato di contattarmi?! Che è successo in questi giorni? –
-   Perdonami ma non volevo metterti pressione o ansia. Mi hai detto di fidarmi di te e l’ho fatto. Ma non volevo essere un peso o distrarti dal tuo piano. So che ce l’avresti fatta, in un modo o nell’altro! –
-   Finalmente sei di nuovo qui con me! –
-   Finalmente sarai mia per sempre! –
Dice stringendomi nuovamente a lui. Usciamo dalla caserma e respiriamo insieme l’aria della libertà. Poi Castiel si mette a fissarmi in modo inquisitorio:
-   C-che c’è? –
-   Come hai fatto a liberarmi? –
-   L’ho ubriacato e lui ha confessato tutto spontaneamente. Mi sono limitata a registrare la sua confessione e a portarla ai poliziotti –
-   Mmm….ok….e lui? Ti ha fatto qualcosa in questo tempo che siamo stati divisi? –
-   Che intendi? –
-   Scema! Sai cosa intendo! –
-   Ahh…no, nulla. A parte il bacio di prima. –
Dico portandomi d’istinto una mano sulle labbra.  È vero…non sono riuscita ad evitarlo…davanti a Castiel poi! Mi odierà per tutta la vita per questo!
-   P-perdonami io…non sono riuscita a --- -
Non riesco a finire la frase che la sua mano inizia a fregarmi violentemente le labbra. Dopo un po’ la toglie e mi stringe a lui:
-   Va tutto bene. Ora l’ho cancellato –
-   Castiel! –
Dico stringendolo forte. Poi si allontana e mi guarda. Dai suoi occhi traspare un sentimento che da tempo ormai so che prova, ma che ora più che mai vedo chiaro e limpido:
-   Ti amo piccola –
-   Ti amo anche io –
Gli rispondo mentre le sue labbra si posano gentili sulle mie che ormai non apparterranno più a nessun altro.
Mentre passeggiamo tornando a casa mi fermo improvvisamente:
-   Che c’è? –
-   Vieni con me. Voglio portarti in un posto –
Cammino svelta raggiungendo il cimitero ed arrivando alla tomba di Lysandro. Castiel stringe forte la mia mano mentre sento la sua tristezza fluirmi dentro:
-   Alcuni giorni fa i suoi genitori mi hanno chiamato dicendolo che lo avrebbero sepolto senza un funerale. Non volevano vedere ulteriori lacrime. Ho pensato che avresti dovuto vederlo –
-   Eri già venuta? –
-   No…volevo farlo con te. Sapevo che da sola non ci sarei riuscita –
Mi appoggio al petto di Castiel mentre i miei occhi restano incastonati su quella lapide che ferisce più della lama di un coltello. Il mio ragazzo mi stringe e piangiamo un po’ prima di ritirarci con la speranza che il nostro amico sia finalmente felice. Io e Castiel passiamo il resto del giorno assieme, non ci lasciamo per nulla al mondo. Questi giorni separati sono stati l’agonia più grossa della nostra vita e non vogliamo ripeterla mai più. Abbiamo un sacco di tempo da recuperare ma siamo intenzionati a farlo. Quando ci mettiamo a letto sono le dieci e mezza ed una sorpresa inaspettata sta per accoglierci.
Quando riapro gli occhi Castiel è accanto a me e stringe dolcemente la mia mano ma i miei occhi sono fissi verso l’alto, dove un sacco di nuvole corrono rapide nel cielo ed un profumo familiare mi inebria le narici. Girasoli?  Mi tiro su e vedo intorno a me quel posto fiorito che credevo non avrei più rivisto. Agito la mano svegliando Castiel che subito si sente spaesato:
-   Dove diavolo siamo?! –
-   Dove di solito incontravo…Beatrice –
Lui è incredulo nell’ascoltare le mie parole e subito si sorprende di vedere su di lui quell’abito bianco. Gli spiego il significato e lui annuisce mentre ci alziamo e ci guardiamo intorno. Inizio a camminare portando Castiel con me. So dove andare, anche se non so chi ci troverò. Raggiungo lo spiazzo dove di solito mi mettevo a parlare con lei, ma non ci trovo nessuno. Amareggiata mi siedo a terra e spiego al mio ragazzo il senso di questo luogo ed il valore che ha per me. Poco dopo una mano si appoggia sulla mia spalla e non appena mi volto Beatrice mi sorride. La tiro a me stringendola e scoppiando a piangere. Castiel è incredulo mentre lei, staccandosi da me, si avvicina a lui sorridente:
-   È da un po’ che non ci vediamo. Sei cambiato –
-   Tu invece sei rimasta la stessa. Come te la passi? –
-   Sono felice. Ho visto che siete riusciti a tornare assieme –
-   Già…ma come mai sei…cioè…Beth mi aveva detto che… -
-   Lo so…mi hanno concesso un ultimo saluto prima di andarmene –
-   Quindi…sparirai per sempre? – intervengo io.
-   Purtroppo si. Non rinascerò più come essere umano. Mi dispiace, non potrò più starvi accanto. Ma ovunque sarò veglierò su di voi –
-   E Lysandro? –
-   Io andrò con lei –
Una voce che conosciamo fin troppo bene risuona alle nostre spalle. Di scatto ci giriamo e Lysandro è li, proprio come lo ricordavamo, come se non se ne fosse mai andato.
-   LYSANDRO! –
Gridiamo all’unisono correndo nella sua direzione. Ci abbracciamo e tutti e tre piangiamo senza vergogna perché siamo riusciti a ritrovarci.
-   Ragazzi, perdonatemi. Perdonatemi per tutto. Io non volevo farvi del male. Ne a voi, ne a Beatrice. Ma sono stato uno stolto, accecato dall’odio e dalla vendetta ho impedito a voi di stare assieme e a tutti di essere davvero felici…potrete mai perdonare questo povero stolto? –
-   Lys…la tua morte è stata la una delle cose più dolorose che io abbia mai affrontato, e credo di parlare anche a nome di Castiel con queste parole. Noi non ce l’abbiamo con te. Anzi vorremo vederti felice con Beatrice anche se temiamo non sia possibile. Ti prego, non credere che proviamo sentimenti negativi nei tuoi confronti perché così non è. Sappi che ti vogliamo bene, a nostro modo ti amiamo. Quindi non essere triste, ma condividi la gioia con noi. Ora possiamo davvero essere felici –
Lysando sorride e ci abbraccia ancora una volta prima di allontanarsi ed osservare Beatrice. Tutti noi la osserviamo mentre viene avvolta da una luce che piano piano la cambia, trasformandola e facendola crescere facendola diventare un’adolescente proprio come noi. Lysandro si avvicina a lei e la stringe. Le sussurra parole dolci che non sentiamo, ma che scaldano anche il nostro animo prima di baciarla appassionatamente. Castiel mi stringe e poi mi bacia mentre il campo intorno a noi inizia a dissolversi lentamente. Ci riavviciniamo tutti quanti e ci prendiamo per mano:
-   Beatrice, non ti ringrazierò mai abbastanza per quello che hai fatto per me e Castiel. Ti sarò debitrice a vita. E pregherò per tutto il tempo che la nostra gioia possa raggiungervi e che possa essere condivisa con voi –
-   No Beth, grazie a te. Grazie di essere riuscita ad essere felice. Grazie per avermi ascoltata e per aver capito le mie parole. Grazie per avermi dato la possibilità di ritrovare Lysandro perché è grazie a te che hai sventato la maledizione che mi è stato concesso tutto questo. Quindi io sono felice grazie a te. –
-   Ma ora…dove andrete? – interviene Castiel.
-   Diventeremo stelle – risponde Lysandro – astri del cielo che vi seguiranno costantemente. Noi vi guarderemo e vi proteggeremo –
-   Ma non potrete stare assieme! –
-   Non preoccupatevi! È vero saremo stelle…troppo lontani per toccarci, ma non abbastanza per non amarci. Io e lei staremo comunque assieme, anche se distanti. Questo è quello che ci è stato concesso, e a noi va bene così. –
-   Ora è tempo di andare – conclude Beatrice mentre i girasoli ormai sono svaniti del tutto – addio! –
-   No – intervengo io per l’ultima volta – ARRIVEDERCI –
Sorridiamo tutti quanti mentre le nostre mani si separano e Lysandro e Beatrice, stretti in un abbraccio, salgono alla volta del cielo.
Quando riapriamo gli occhi e vediamo il soffitto della mia stanza sappiamo che è davvero tutto finito, ma che siamo tutti felici. Mi giro verso Castiel e mi appoggio sul suo petto mentre mi stringe forte:
-   Adesso possiamo stare insieme senza nessuna complicazione –
-   Già…adesso e per sempre –
Termina lui dandomi il bacio del risveglio più dolce di tutti


EPILOGO
Sono passati venti anni da quella notte e da allora di Beatrice e Lysandro non abbiamo più saputo nulla. Le nostre vite sono cambiate, siamo cresciuti e cambiati. Abbiamo trovato una nuova bassista e la nostra band ha sfondato e, che dire, il successo è una cosa splendida, anche se alle volte mi piacerebbe tornare ai ritmi di una vita senza paparazzi. Io e Castiel ci siamo sposati e ci siamo trasferiti nella mia terra natale, lontani da Dakota e da altri problemi. Ogni anno però torniamo in quella città per fare visita alle tombe dei nostri amici perché, nonostante tutto, non ci siamo scordati di loro. Dieci anni fa, in oltre, ho dato alla luce due splendidi gemelli, un maschio ed una femmina, che ora corrono gioiosi nel nostro giardino giocando con i cuccioli di cane che abbiamo preso. Lysandro e Beatrice sono i loro nomi, e forse li abbiamo chiamati così un po’ per nostalgia, ma molto probabilmente per fargli sapere che loro per noi esisteranno sempre e che li ricorderemo come li abbiamo visti l’ultima volta: abbracciati, felici ed innamorati. I giorni sono duri e gli anni passano ma noi ci alziamo sempre con il sorriso e con la forza di spaccare il mondo. Non ci arrendiamo mai e diamo sempre il massimo perché, quando la notte cala ed i nostri sguardi si rivolgono al cielo, sappiamo che i due punti più luminosi sono loro due, che da lassù continuano ad amarsi ed a vegliare su di noi.




COMMENTO DELL'AUTORE: snif snif....ho pianto un sacco scrivendo le ultime righe di questa storia T.T ammetto che l'idea iniziale era quello di un finale tragico tra Beth e Castiel...ma poi ho creato Beatrice e con tutte le cose tragiche che ho fatto passare a quei due...non me la sentivo di farli separare ancora! Beh...che dire...questa storia è finita...e mi fa malissimo pensare che non potrò più scriverla T.T è vero, ci ho messo tanto e ho fatto dannare voi lettori/lettrici perchè ci mettevo una vita a postare i capitoli poichè spesso mi bloccavo...ma ora che l'ho finita mi sento quasi in colpa perchè mi sembra una storia troppo breve T.T in ogni caso spero vi sia piaciuto il finale e la storia nel suo insieme. Lasciate una recensione e farete felice questa povera neo-scrittrice dal cuore infranto per la fine della storia xD grazie a tutti coloro che hanno seguito questo racconto fino alla fine e come sempre spero di non avervi deluso! Ci vediamo alla prossima storia e risponderò a tutte le vostre recensioni =D

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2070039