Could you live in a nightmare?

di Donoma
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I. ***
Capitolo 2: *** II. ***
Capitolo 3: *** III. ***
Capitolo 4: *** IV. ***



Capitolo 1
*** I. ***


Ne parli tanto, ma riusciresti a vivere davvero in un incubo?
 

Ho gli occhi chiusi. Riesco a sentire solo qualcosa che mi scivola sulle gambe e i gemiti di qualcuno vicino a me, probabilmente è Zacky. Provo dolore all'altezza della pancia, ma non ci faccio troppo caso.
Una domanda mi martella la testa “Dove sono?”.
Sento delle voci. « Cosa facciamo con loro? Sanno troppo»
« Abbiamo solo loro due per adesso»
« Loro sono quelli che sapevano di più... gli altri non sono così importanti»
« Ti dimentichi di quel Jimmy... è lui che ha scatenato tutto questo!»
Cerco di aprire gli occhi. Sono in una lurida stanza, buia e fredda.
Davanti di me ci sono due uomini.
« Si è svegliata, la puttana!». Uno dei due si avvicina a me.
Sento una forte fitta alla testa
e poi più niente.

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Capitolo 2
*** II. ***


LEI SI CHIAMA FEDERICA.
Capitolo II.

Riprendo coscienza. Non so che ore siano,ma una debole luce filtra da una piccola finestra e non so ancora dove mi trovo. C'è un gran silenzio intorno a me, Zacky ha finito di lamentarsi, sta dormendo. Per un momento penso al peggio, vedendo del sangue che scende dall'attaccatura dei capelli. Mi avvicino. Sta respirando.
“Per fortuna...” penso.  Nonostante il silenzio, ho come la sensazione che qualcuno mi stia sussurrando all'orecchio. “George Ellis. Gordon Hegarty.” questi due nomi mi risuonano in testa.
Mi siedo su una scatola di legno stando attenta a non muovere troppo la gamba destra. “Chissà quante bastonate mi hanno dato”.
Flash.
George Ellis e Gordon Hegarty sono i due uomini che io e Zacky stavamo cercando e che, purtroppo, abbiamo trovato.
Sono troppo stanca per pensare. Chiudo gli occhi e appoggio la testa al muro. Inizio a ripercorrere mentalmente quello che è successo nell'ultimo mese. Rivedo tutti gli avvenimenti e le situazioni che hanno portato me e Zacky ad essere intrappolati qua dentro. Ne sono successe di cose. Dal momento in cui Jimmy ha chiamato Matthew dicendo di aver trovato in un vicolo buio una ragazza in una pozza di sangue, a quando, dopo aver scoperto che la polizia non avrebbe fatto niente per renderle giustizia, ci siamo finti tanti piccoli Sherlock Holmes e abbiamo iniziato a cercare di capire chi fosse stato quel pezzo di merda a ridurre così una ragazza.
Lei si chiama Federica. Non ci ha detto il suo cognome.
“Sono in questo posto di merda per una ragazza della quale non so neanche il cognome?!”. Ha 15 anni. È una bella ragazza. Capelli biondi, occhi marroni, neanche un brufolo. “Perché certa gente ha il culo di non avere neanche un brufolo?”
Corporatura esile, con un seno ben pronunciato. Quella sera si era vestita in modo sbagliato,però. Anzi... forse i suoi vestiti non c'entravano. Forse la pedinavano da tempo e quando l'hanno trovata da sola hanno attaccato. Brian pensa sia stata una vendetta contro il padre della ragazza. Matthew dice di no. Io non so cosa pensare. In questi due ultimi giorni io e Zacky, da soli, abbiamo scoperto tante cose. Troppe da ricordare tutte insieme.
« Amy...» «Zacky... come stai? »
« Male... è come se qualcuno mi stesse martellando la testa» « Tranquillizzati, adesso siamo da soli qui dentro »
«Quell'uomo... dov'è?» «Di chi stai parlando?»
«Quello che ha dei tatuaggi strani in faccia. Lo hai definito “
l'uomo che piange, ricordi?» «Ah sì, certo... Non so dove sia. Dopo che ci hanno buttato nella macchina non l'ho più visto»
«L'ho sentito parlare... ha detto che sarebbe in grado di uccidere chi ha fatto iniziare questo casino» «Dovrebbe uccidere i suoi uomini allora » dico, provando un forte disprezzo. «Parlava di Jimmy... ne sono sicuro...»
Sto per rispondere ma la porta davanti di noi si spalanca. La luce del sole inonda la stanza, facendomi bruciare gli occhi. Capisco di essere in un garage. Due figure alte e muscolose si dirigono verso di noi.
Prendono Zacky per un braccio, costringendolo ad alzarsi. «Adesso abbiamo anche i tuoi amici, grazie a te, frocietto» «Non ho fatto niente»
Uno dei due uomini afferra anche il mio braccio, dirigendomi verso l'uscita. Mi porta fuori dal garage in un giardino, forse un campo incolto. Dietro di me c'è Zacky e l'altro uomo muscoloso.

Cosa sta succedendo?!”

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Capitolo 3
*** III. ***


GORDON HEGARTY.
Capitolo III.


« Cosa vuol dire che adesso avete anche i nostri amici?» Chiede Zacky, cercando di liberarsi dalla presa dell'uomo. « I vostri quattro amichetti, gli altri investigatori del cazzo che lavorano con voi... li abbiamo presi. »
« E dove sono?» « Lo saprai presto!» conclude l'uomo che tiene il mio braccio, facendo comparire un sorriso maligno agli angoli della bocca.

It's a total nightmare.

Ci portano in un palazzo poco distante dal giardino. Fuori di questo è parcheggiata una macchina, quella con la quale ci investirono.
“Dio, è tutto uno schifo... siamo dei coglioni! Dovevamo farci i cazzi nostri! - sarà divertente – diceva quell'altro. Già, è proprio divertente avere a che fare con un associazione criminale che protegge i criminali, organizza stupri di gruppo e pesta chiunque sia solo a conoscenza dell'esistenza di essa”. Aprono la porta e brutalmente ci buttano dentro.
« Zacky! Amy! Oddio, come state?» è Brian, che appena ci vede si alza in piedi e ci corre incontro per abbracciarci. « Un po' ammaccati ma sostanzialmente bene. Abbiamo scoperto troppe cose..»
«Tu, Amy? Come stai?» «Bene, Brian. Tranquillo..» rispondo. Mi stampa un bacio sulle labbra,il più bello che mi abbia mai dato.
Mi guardo intorno. È un'altra stanza buia e sudicia, con una sola finestra, ma la luce non filtra, è oscurata da delle tende. In un angolo vedo un corpo e vicino a questo un altro. Come sempre, penso al peggio. «Stanno dormendo, tranquilla... Matthew quasi non lo hanno toccato, tirava calci e pugni all'impazzata. Se non mi stavano pestando, avrei riso. Johnny è svenuto appena li ha visti, quindi neanche a lui hanno fatto niente...». «e tu come stai? Che ti hanno fatto?» Chiedo, spostandogli i capelli neri dalla fronte.
«Niente di che, due botte sulle braccia» accenna un sorriso rassicurante. «Cazzo! Dov'è Jimmy?» chiede Zacky «è scappato»
COOOOOOOSA?!

Si spalanca la porta. Qualcuno accende la luce. Mi manca il respiro. Il panico scorre nelle vene. È un uomo alto, muscoloso. Braccia lunghe, gli manca una mano. Quella destra. Le braccia sono entrambe tatuate. Su quella sinistra sono tatuate solo delle parole, probabilmente legate tra loro. Probabilmente una o più frasi. “devo scoprire cosa c'è scritto!”. Capelli tirati indietro, ingellati. Lo guardo in faccia. Occhi azzurri, di ghiaccio. Labbra sottili, troppo rosse per essere di un uomo. Due lacrime nere escono dagli occhi e rigano entrambe le guance. È l'uomo che piange.
Più si avvicina, più io sento la paura crescere. Si sta guardando intorno, osservando ognuno di noi. In questi ultimi giorni ho scoperto quasi tutto di lui. “Fa paura” è la prima cosa che mi dicevano quando chiedevo di lui. Lui è Gordon Hegarty. Il nome l'ho saputo grazie a Federica. Lo pronunciò durante uno dei suoi tanti incubi. La frase che ripeteva più spesso mentre dormiva era “Gordon Hegarty mi ha detto di dire a mio padre una cosa...” e poi ritornava nel suo silenzio.
La sua vita è un mistero, proprio come quei tatuaggi in faccia. Nessuno sa che significato abbiano. Sono riuscita solamente a scoprire che è stato accusato una volta di omicidio, un'altra di tentato omicidio e una volta è stato incriminato per rissa. Una persona tranquilla, insomma. È andato in carcere per la prima accusa. Ci è rimasto un mese, poi ne è uscito fingendo di avere una figlia di pochi mesi abbandonata alla madre tossicodipendente. Non si sa come ma è riuscito a uscire, senza dover fornire neanche una prova.
È l'America, baby!

I suoi occhi azzurri sono puntati su di me. Ho paura, non oso muovermi. Si avvicina.
«Come ti chiami?» la sua voce è bassa, rauca, gelida. «Amy... » «Dov'è il tuo amico Sullivan, Amy?»
esito. «Non lo so»
«Mmm... vieni con me, dai.»
avvicina la sua unica mano al mio braccio. Faccio qualche passo in avanti. Mi volto, guardo verso Brian, sta facendo di no con la testa. Non posso rifiutarmi di andare, ho troppa paura di una possibile conseguenza. Inizio a camminare verso l'uscita con l'uomo che piange dietro di me. Lui, appena fuori dalla stanza, che si trovava al piano terra, si accende una sigaretta e si siede su una panchina di legno, invitandomi a sedermi con lui.
«
Amy... non serve che ti dico come mi chiamo,no? Lo sai già. Sai già tutto. Sai del mio passato, del mio presente e forse anche del mio futuro, in quanto questo adesso dipende da te e dagli altri tuoi amichetti. Ma ti posso dire anche un'altra cosa... anche il vostro futuro, le vostre cinque perfettissime vite dipendono da me, sai? Se parlate con qualcuno, se dite anche solo ad un sordo quello che avete scoperto vi rendo la vita un inferno. E come avete potuto già notare, sono in grado di farlo.» dice tutto questo senza guardarmi mai negli occhi.
Forse non è così forte come vuole far credere.

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Capitolo 4
*** IV. ***


Ricordi, parte I.
Capitolo IV.


Realizzo solo adesso di quanto sia pericoloso tutto questo. Fino ad adesso non avevo capito con chi avessimo a che fare o a che cosa potevamo andare incontro. Ho guardato nei suoi occhi. Tra le pupille azzurre e le piccole arterie che percorrono la sclera ho visto la cattiveria. Ho visto quella luce maligna nel nero dei suoi occhi. Quella malignità che brutalmente si rigetta sulle sue guance, grazie a quei due tatuaggi, i quali più che tatuaggi sembrano cicatrici lasciate lì, a marcire. Ha coraggio. Ha il coraggio e non ha paura di fare del male. Una delle tante storie che ho sentito su di lui parlava di un uomo al quale fu piantato un chiodo proprio in mezzo alla gola da lui, dall'uomo che piange. Sono di nuovo insieme agli altri. Matthew e Johnny si sono svegliati e parlano con Zacky. Io me ne sto in disparte, abbracciata a Brian che lentamente sta entrando nel mondo dei sogni. O degli incubi, dipende. Appoggiata al suo petto sento il battito del suo cuore. Era l'unica cosa che riusciva a tranquillizzarmi, adesso quella magia non funziona più. Continuo a chiedermi dove sia Jimmy, come stia Federica e cosa succederà a noi. Chiudo gli occhi, cercando di non pensare a quegli occhi di ghiaccio e alla paura che mi scorreva nelle vene mentre ascoltavo la sua voce rauca e impregnata di dolore. Un altra volta ritorno sugli avvenimenti accaduti da un mese, o poco più, a questa parte. Di colpo mi addormento e inizio a sognare. O meglio, a ricordare.

«O mio dio, Matthew vuoi rispondere a questo benedetto telefono?» « Pronto. Ehilà, Jimmy, what's up? ...Cosa è successo?... Non sto capendo niente, stai calmo, per favore. Chi hai trovato?... una ragazza, dove? …. e cosa le è successo?... O cazzo, chi è stato?... fra quanto arriva l'ambulanza?... 10 minuti e siamo lì, non ti muovere!»
« Una ragazza? L'ambulanza? Cos'è successo?!» « Jimmy ha trovato una ragazza nel vialetto vicino casa sua. È stata stuprata, probabilmente. Ha detto che era per terra, urlante in una pozza di sangue. Indossava solamente una maglietta e niente altro, neanche gli slip. Ha chiamato ambulanza e polizia. Vestitevi e andiamo, su!»
Pochi minuti dopo arriviamo sulla scena del delitto. Uno più preoccupato dell'altro andiamo in contro a Jimmy. Ancora sporco di sangue ci saluta. Esprime shock in ogni movimento della faccia e del corpo. Se lo guardi bene negli occhi azzurro cielo riesci ancora a vedere il riflesso della ragazza accasciata per terra, che chiede aiuto. Ci sono ambulanze e macchine della polizia. Jimmy è il principale sospettato. È sempre così, uno salva la vita ad una persona e si ritrova a passare settimane in tribunali e a vedere svelato ogni suo segreto. Gli chiedono di seguirlo in centrale, obbedisce. Sale sulla volante della polizia e questa parte. Noi saliamo di corsa sulla Range Rover di Matthew e seguiamo la macchina. Rimane qualche ora dentro ad una stanza, una di quelle solite usate nei film per gli interrogatori con solamente un tavolo, due sedie e una lampada. Un agente di polizia, probabilmente un ispettore capo, gli porge delle domande. Lui risponde tranquillamente,senza nascondere niente. Anche perché non ha niente da nascondere. Gli chiedono anche se conosce la ragazza o se sa come si chiama. Lui non sa niente. A notte inoltrata lo rilasciano e tutta assieme torniamo a casa.

«Tra quanto arriva?» «Non lo so, Amy... Non mi ha più richiamato!»
«è la sua macchina. È arrivato. Ma è con la ragazza? L'hanno rilasciata dall'ospedale?» «Sembra di sì, lui sarà contento. Sembra si sia innamorato di questa Federica»
«Davvero? Ahah, non ci credo, James Sullivan che si innamora di una ragazza così timida e gracile?» «Sembra proprio di sì. Da quella notte è andato tutti i giorni a trovarla in ospedale, non fa altro che parlare di lei e mi ha confessato che l'ha sognata qualche volta. Mi ha anche detto che appena poteva uscire dall'ospedale la portava a vivere con lui!» «Bhe, il momento è arrivato! Ahah» concludo io.

«com'è andata al processo? Cos'è uscito dalla corte d'assise?» «La solita merda. Dicono che non ci sono abbastanza prove, non c'è nessun punto a cui aggrapparsi per le ricerche e neanche un testimone» «e quindi? Archivieranno questo caso?» « al 90% sì, lo ha detto anche il giudice, che probabilmente il processo verrà annullato. Sì, so cosa stai pensando... che non è giusto, che tutto questo non ha senso, ma il potere in questo caso è nelle loro mani e noi non possiamo decidere niente» «Ma, Jimmy, non è giusto! È come se Federica venisse pugnalata e stuprata un altra volta. Cazzo, l'hai vista tu in quelle condizioni e sai che solamente un bastardo può fare una cosa del genere e non può continuare a vivere tranquillamente la sua vita, magari continuando ad approfittare delle ragazze come se nulla fosse successo.» « e scusa, Brian, cosa dovrei fare? Iniziare ad investigare io? Mettermi il cappello da Sherlock Holmes e cercare prove,indizi e testimoni partendo dal nulla?» «Sì! Lo possiamo fare! La prima cosa da fare è sentire quello che ha da dire Federica, quel che si ricorda» «Matthew, stai scherzando?!» «No, per niente. È una cosa fattibile. Zacky conosce delle persone nella polizia che ci possono appoggiare ed aiutare. Amy è una psicologa, e questo aiuta sempre. Dobbiamo farlo per lei, per la sua dignità. Per renderle giustizia. Sarà divertente.»

«Si chiama George Hellis» «Chi?»
«Lo stupratore... è stato lui» «come hai fatto a... a scoprirlo?» «Me lo ha detto Federica... cioè, più che altro lo ha detto mentre dormiva» «Non possiamo esserne sicuri. Aspettiamo almeno i risultati delle analisi sullo sperma trovato sulla sua maglietta.» «Corrisponde ad un tale chiamato Frederic Jung» esorde Brian, entrando nel salotto della casa di Jimmy «Non è possibile... non era solo uno, dobbiamo parlare con Federica e vedere che ci dice» «Non vuole parlare... è ancora scossa, appena cerco di aprire il discorso la paura compare nella sua faccia e il suo sguardo si perde nel vuoto. Non riesce a dire neanche una parola»
«Dio, che merda... dobbiamo fare qualcosa. Zacky, vieni con me. Andiamo a vedere cosa scopriamo di questi due tizi!» conclusi io, uscendo dalla casa con Mister Vengeance al seguito.

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