Kingdom Hearts III: The Keyblade War di Prince Lev Swann (/viewuser.php?uid=318960)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I Guardiani Della Luce ***
Capitolo 2: *** Finalmente Maestri ***
Capitolo 3: *** Nuove missioni e nuovi vestiti ***
Capitolo 4: *** Narnia: fuoco e ghiaccio ***
Capitolo 5: *** Di nuovo l'oscurità ***
Capitolo 6: *** Prigionieri del tempo ***
Capitolo 7: *** La fine della strega ***
Capitolo 8: *** Vecchi incontri e nuove amicizie ***
Capitolo 9: *** La forza dei cuori ***
Capitolo 10: *** Le stanze nascoste ***
Capitolo 11: *** Di nuovo radiosa ***
Capitolo 12: *** Dal Sonno al Risveglio ***
Capitolo 13: *** La ninja traditrice ***
Capitolo 14: *** Lunghi capelli: un'alternativa alla guerra? ***
Capitolo 15: *** Felici e contenti ***
Capitolo 16: *** La Profezia della Strega ***
Capitolo 17: *** Draghi e guardiani ***
Capitolo 18: *** Giocattoli si diventa ***
Capitolo 19: *** Madre e figlia ***
Capitolo 20: *** Il ritorno del Treno Fantasma ***
Capitolo 21: *** La chiave di Eraqus ***
Capitolo 22: *** L'Arena Dorata ***
Capitolo 23: *** Dati in libertà ***
Capitolo 24: *** Sotto i cappucci ***
Capitolo 25: *** La vera forza ***
Capitolo 26: *** Il Significato della Corona ***
Capitolo 27: *** L'alba del nuovo inizio ***
Capitolo 1 *** I Guardiani Della Luce ***
Sora era molto felice
dopo la fine
del'esame. L'avrebbe sostenuto quel giorno, da solo perché
Lea
e Kairi erano ancora inesperti. Avrebbe sostenuto un esame normale, ma
non
avrebbe potuto apprendere il potere di risvegliare i cuori dal sonno,
il potere
che aveva invece acquisito Riku. Yen sid e Topolino gli avevano
rivelato che
solo uno dei due poteva ottenere pienamente quel potere, e che comunque
doveva
essere Riku, ma non gli avevano spiegato il motivo. Stava scendendo
dalla Gummiship
nel mondo dello stregone Yen sid, la "Torre misteriosa", con Riku e
il Re. Nello stesso momento arrivarono Lea e Kairi con un varco oscuro
mentre
Paperino e Pippo erano sulle scale ad aspettarli: quel giorno c'era
oltre al
suo esame anche forse l'ultima riunione di quelli che ormai si
chiamavano i
"i Guardiani della luce".
- Li usi ancora? - chiese Topolino a
Lea mentre il fumo
oscuro svaniva.
- Be' a quanto pare posso ancora
farlo senza cadere a terra
per la nausea, e lo preferisco a quella nave soffocante. A quanto pare
Kairi la
pensa come me: ha insistito tanto per vedere come è
diventata Radiant Garden.
Ormai è quasi come era 12 anni fa... - rispose Lea. -
Già, mi sono anche
allenata con qualche Heartless. Ora sono di nuovo aumentati... -
Quando arrivarono nello studio Yen
sid li accolse: - Ah!
Eccovi! Suppongo che la prima cosa da fare sia spiegarvi come
sosterrete
l'esame... -
- Sosterrete? pensavo che Riku fosse
già un Maestro... -
disse Sora, stupito.
- Vero, - confermò il
mago. - ma ritengo che anche Kairi sia
pronta per affrontare l'esame. Purtroppo, - continuò Yen sid
spostando lo
sguardo dalla stupita Kairi a Lea, un po’ offeso. - non posso
dire lo stesso di
Lea. È un caso speciale, come è già
successo a Riku non appartiene né alla luce
né all'oscurità. Ma può usare ancora i
varchi oscuri, questo ci può essere
utile. Se diventassi Maestro dimostreresti la tua lealtà a
me
e alla luce: non credo che saresti ancora in grado di usare il potere
dell'oscurità.
Ora è meglio se ci
sbrighiamo. Allora, solo uno di voi
avrebbe potuto ottenere il potere di svegliare i cuori dal sonno. Riku
ce l'ha
fatta e adesso, come ha già fatto con Sora, può
risvegliare anche il cuore
assopito di Ventus che, come sappiamo, riposa in Sora. -
Topolino sembrò accorgersi
del disagio di Sora, perché
disse: - Forse Sora ha qualcosa da chiedere... -
- Suppongo che riguardi il Keyblade,
ho ragione?-
Sora annuì: - È
che più di una persona hanno detto che in
realtà io non dovrei saper usare il Keyblade
perché non sono un vero prescelto.
E se lo potessi usare solamente per la presenza del cuore di Ventus in
me?-
- Sapevo che prima o poi l'avresti
chiesto. Vediamo, sai che
il potere si può ereditare secondo la volontà del
custode, - Sora annuì. - come
è successo a Riku, quando ha ereditato il potere da Terra.
Ma si può
semplicemente diventare custodi per la propria forza del cuore come
Topolino,
Lea e anch'io, una volta.
Ora dimmi: secondo te
perchè? -
- Credevo che dipendesse da Terra,
che il potere di Riku
fosse passato a me e Riku avesse ottenuto un altro Keyblade... Ma poi
ho saputo
di Ven e... -
- Tu pensi che essere la "chiave"
dipenda dal
Keyblade, vero? No, il Keyblade che hai è una conseguenza
del tuo essere la
chiave, non la causa: all'inizio, è vero, il Keyblade ha
scelto te al posto di
Riku, perché ne eri più degno. Ma, alla fine a
prescindere dalle origini a
entrambi è stato concesso di poterlo usare. Il tuo, Sora,
è solo tuo, tuo e
basta. Ne è la prova che il tuo nessuno, dotato di
sentimenti appartenenti non
solo a te ma anche a Ventus, non è riuscito a impedirti di
evocare il Keyblade,
nonostante fosse dotato di un cuore, di preciso, il cuore di Ventus. Se
il tuo
Keyblade fosse quello di Ventus, Roxas l'avrebbe preso senza problemi.-
- Ma Roxas ce l'aveva. Anzi, ne aveva
due!
- Infatti era lui che poteva usare il
Keyblade di Ventus,
oltre, in effetti, a una copia del tuo Keyblade. Ma dimentichi che in
quel
momento stavi lottando con una proiezione. La proiezione, il ricordo,
la
presenza dentro di te di Roxas, non il vero Roxas. In effetti, sarebbe
stato
diverso se avessi lottato con il Roxas con un corpo.
- Un corpo! Giusto, Roxas aveva il
corpo di Ventus? Perché
sono uguali? - chiese Riku.
- Lo sai già, Riku. Te
l'ha detto la proiezione di Ansem.
Roxas aveva un corpo formato solo da ricordi. Non era il corpo di Ven.
Se sono
uguali è perché Il corpo di Roxas è
stato influenzato dal cuore di Ven. Un
corpo non è complicato, si può creare
semplicemente da dati di ricordi. Il
cuore è molto più complicato. Roxas non ha mai
avuto il corpo di Sora. Certo,
era un corpo fatto dei suoi ricordi con l'aspetto di Ventus. Sora, come
ha
detto Ansem, è tornato una persona senza distruggere il suo
nessuno per l'amore
che prova per le altre persone. Il corpo di Roxas è fatto di
quell'amore,
insomma!
- E io invece? - intervenne Kairi. -
Perché io lo posso
usare? -
- Per lo stesso motivo di Riku.
Topolino mi ha raccontato
che vi siete incontrati una volta, quando ha incontrato Aqua per la
prima
volta. Se non sbaglio si era creato un certo legame fra di voi e tu ti
sei
appoggiata al manico del suo Keyblade: è li che hai ottenuto
il potere che poi
è stato rafforzato dalla presenza dei cuori di Sora e Ventus
quando sei stata
dentro di Sora.
Bene, vi dirò il resto del
piano dopo l'esame. Ora andiamo.
Prenderò in prestito il potere delle quattro fate e di
Merlino per
materializzarci tutti li. In fondo Merlino lo fa sempre! - E con un
piccolo
"pop" sparirono.
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Capitolo 2 *** Finalmente Maestri ***
L'esame
si sarebbe svolto al Castello Disney, nella Sala della Prima Pietra di
Luce: ad attenderli c'erano Minnie, Paperina, Cip e Ciop, Merlino e le
tre fate Flora, Fauna e Serenella (a Sora faceva un certo effetto
vederli li tutti insieme).
-
Oh! Prima o poi ci farete venire un colpo con questo sparire e
riapparire dal nulla! - esclamò la Regina Minnie.
-
Scusate, Vostra Maestà, ma non ci stavamo tutti nella
gummiship... - spiegò Sora
-
Bene, se siete pronti, possiamo cominciare. Il vostro compito per la
prima prova è proteggere la Prima Pietra da tutti gli
ostacoli che piazzerò... - affermò Yen sid.
La
prima prova fu estremamente facile: dovevano solo distruggere delle
sfere oscure (invocate da Lea) e tenerle lontane dall'enorme pietra.
Sora aveva affrontato sfide ben peggiori di quella, anche Kairi se la
cavava piuttosto bene. la seconda prova fu più difficile:
Sora doveva combattere con Riku e Kairi con Lea. Fu difficile non
perché Riku era piu forte di lui ( e comunque sapeva che
Riku in quell'occasione ci andava davvero leggero), ma
perché prima di allora aveva affrontato il suo migliore
amico solo quando era stato posseduto, in momenti di puro disprezzo
invece ora desiderava solo che finisse. Riku non usava il Keyblade (in
quanto già Maestro sarebbe stato ingiusto) ma l'animofago,
mentre Lea usava i Chackram.
Alla
fine dell'esame (che per certi versi era stato più difficile
di quello
nel Regno dei Sogni) Yen sid si Alzò e con un sorriso
comunicò: - Bene, avete sostenuto un esame per il Marchio di
Maestria esemplare. Sora e Kairi, vi nomino entrambi i nostri nuovi
Maestri del Keyblade. -
Ci
fu un'attimo di silenzio, la stessa faccia che aveva fatto Riku in un
momento uguale era stampata sui visi di Sora e Kairi... Poi accadde in
un attimo: Kairi si buttò addosso a Sora e lo
baciò. Non capiva piu niente, voleva solo che quel momento
durasse per sempre. Lui la strinse forte, stava piangendo. Il viso di
Kairi rigato da lacrime di gioia ed emozione insieme rimase attaccato
per qualche secondo... Poi finì, quell'emozione che Sora
provava per la prima volta... o era un sentimento? Era amore?
Poi
di nuovo la luce della Pietra che illumanava l'enorme sala vuota
investi gli occhi di Sora: tutti li fissavano raggianti, perfino
Riku... A quanto pareva non provava più niente per Kairi che
non fosse amicizia...
-
Be', era ora! - esclamò Riku.
Tutti
si congratularono con loro e gli strinsero la mano, Riku li
abbracciò,
Paperino e Pippo anche. Pippo ridacchiava. Paperina si buttò
su Paperino singhiozzando parole che suonavano come "romantico!"
Ora
erano tutti e tre Maestri, in piu (cosa che a Sora importava molto di
più) Sora e Kairi erano una coppia.
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Capitolo 3 *** Nuove missioni e nuovi vestiti ***
Più
tardi arrivarono anche la Fata Smemorina, Leon, Yuffie e Aerith, con la gummiship di Cid. La riunione era nella Biblioteca. Dopo i
saluti chiesero perché li avevano convocati. Yen sid
cominciò a spiegare:
-
Bene, sapete che Xehanort è tornato, quindi comprenderete
che farà di tutto per avere Kingdom Hearts, la Guerra dei
Keyblade è la sua ambizione da sempre. Dobbiamo evitare che
accada, ha già riversato parte di se stesso in dodici
contenitori... Gliene manca solo una e poi ci saranno tredici
oscurità. tredici oscurità contro sette luci, contro sette
protettori della luce.
-
Tenterà` di nuovo di rapire le Principesse del Cuore? -
chiese Leon.
-
Non posso esserne sicuro. Ma una cosa e` certa: non sono al sicuro.
Xehanort ha già tentato di rapirle una volta e ha visto che
non ha funzionato come sperava. Per ottenere tutto il potere di Kingdom
Hearts è necessario che tredici oscurità combattano sette
guardiani della luce: Sora, Riku, Topolino, Kairi, Aqua, Ventus e Terra
o, in mancanza di quest'ultimo, Lea. Non possiamo sperare di trovare
tutti e tre. Ma sappiamo dove si trovano Aqua e Ventus, o meglio Aqua
sa dove si trova di preciso Ventus e noi sappiamo che lei si trova nel
Regno dell'Oscurità con Ansem il Saggio. Lei sa come trovare
Ventus, e Ansem saprà come evitare la Guerra dei Keyblade.
Sora e Riku, è vostro compito trovarli...
-
Ma come ci arriviamo? - chiese Sora.
-
Entrare non è un problema. Basterà che Lea vi apra un
corridoio delle tenebre. Anzi, dovrà venire con voi, cosi
potrete uscire una volta trovati Aqua e Ansem.
-
Ma come facciamo a sapere che non sono morti? -chiese Lea.
-
Lo percepisco.- rispose semplicemente Yen sid. - E se lo fossero le
stelle me lo avrebbero rivelato...
-
Le Principesse, dobbiamo portarle qui, al sicuro! Anche Malefica
potrebbe provare a rapirle di nuovo! - disse Topolino.
-
Hai ragione. - confermò lo stregone. - Portarle qui
sarà il compito tuo e di Kairi. Voi usate la gummiship per
viaggiare, con il Keyblade potrete aprire i nuovi corridoi tra i mondi
che io, Merlino e le fate abbiamo creato. Intanto voglio che
combattiate tutti i nemici che incontriate. Heartless, Nessuno e forse
perfino Nescens invaderanno i mondi, magari in cerca delle
Principesse...
-
Nescens? - lo interruppe Kairi.
-
Si, creature orribili come gli Heartless che una volta Vanitas, la
controparte oscura di Ventus, generava e mandava all'attacco. Sono
quasi sicuro che ora anche Xehanort possa controllarli, o che comunque
Vanitas sia tornato e sia uno delle oscurità a noi ignote.
Potrebbero usarli, voglio che proteggete coloro che sono in pericolo.
Questo castello sarà il nostro rifugio. Leon e voialtri,
proteggerete Radiant Garden, anche se so che grazie all'efficiente
sistema di controllo attuato da Tron non ce n'è
più molto bisogno. Flora, Fauna e Serenella, voglio che
spiate Malefica, può ancora essere pericolosa. Merlino e
Fata Smemorina, avvisate le Principesse, ma non portatele qui per ora, devono proteggere i loro mondi finché non arrivano Kairi e Topolino. Io intanto tornerò
alla torre a tenere d'occhio i collegamenti tra i mondi. Ora... Si,
giusto, dobbiamo aumentare i vostri poteri! Le tre fate decideranno il
modello dei vestiti. Ora mettetevi qui. -
Sora,
Riku e Kairi si sistemarono davanti alle quattro fate e ai due maghi
che puntarono le bacchette su di loro.
Ci fu un bagliore di luce, poi Sora guardò Riku e Kairi:
entrambi avevano vestiti simili a quelli di prima ma con più
tasche e cerniere sui colori nero, oro e grigio platino. Kairi aveva i
capelli rossi legati in una lunga coda.
Poi
si guardò allo specchio che era stato sistemato da poco: i pantaloni erano più lunghi e le
scarpe più piccole di quelle che aveva sempre portato. La
parte di sopra era quasi identica se non fosse stato per i colori oro,
grigio platino e rosso molto acceso.
Yen sid disse loro che quei vestiti erano provvisti di fusioni e poteri
speciali.
Poi
la banda di Leon, le fate, Kairi e Topolino se ne andarono, (prima Sora
e Kairi si salutarono con un altro bacio e si scambiarono i loro
portafortuna) stava per cominciare un'altra grande avventura: questa
volta, però tutti ne avrebbero preso parte.
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Capitolo 4 *** Narnia: fuoco e ghiaccio ***
Sora,
Riku e Lea tornarono alla Torre Misteriosa con Yen sid. Dopo essersi
sistemato al solito posto chiese: -
Bene, siete pronti? Lea, fai quello che devi fare. - Lea si
concentrò.
solo quando era appena diventato un Nessuno era stato nel Regno
dell'Oscurità e non si ricordava niente di quei giorni, era
difficile
aprire un varco oscuri per posti ignoti. Ci provò
più volte. A Sora
fece tornare alla mente una scena identica: Riku al Castello Che Non
Esiste che tenta di aprire un varco per portarli via di li stendendo il
braccio, ma anche in quel momento non successe niente...
- E` terribile! Proprio come temevo... Lea, hai perso i tuoi poteri
oscuri, fai ufficialmente parte del Regno della Luce. -
annunciò tristemente Yen sid.
- No... adesso come facciamo? - chiese Riku.
- Be', l'unica soluzione è trovare un'entrata per il Regno
dell'Oscurità alternativa. A quanto pare dovrete di nuovo
viaggiare
per i mondi. -
- Ehi! Potremmo persuadere Malefica! Lei sarà felice di
mandarci nel
Regno dell'Oscurità! - propose Sora.
- Non ne dubito, - rispose sinceramente Yen sid. - ma se vi ci manda
lei, c'è il
rischio che non torniate più. No... sono convito che potrete
trovare
un'entrata in qualunque mondo, soprattutto nei mondi che sono stati in
passato inghiottiti dall'oscurità. Io e Merlino vi
prepareremo le vie
interdimensionali e le fate le armature necessarie per viaggiare. Con
quelle potrete usare i Keyblade per muovervi tra i mondi.
- Ma dove sono Paperino e Pippo? - chiese Sora. Non aveva mai viaggiato
senza di loro, voleva almeno sapere cosa avrebbero fatto.
- Combattono. Hanno raggiunto, presumo, Topolino e Kairi con il
Frammento di Stella. Può darsi che li incontriate. - Yen sid
sembrava
saper leggere il pensiero.
- Ah, okay... -
Partirono poco dopo con i loro Keyblade trasformati e con le armature.
Bastava che
toccassero le spalliere che avevano sui vestiti per
trasformarsi. Queste armature proteggevano il loro portatore
dall'Oscurità e permettevano di viaggiare nello spazio
respirando.
Erano più facili da guidare rispetto alle gummiship:
quello di Sora sembrava uno skateboard volante e la sua armatura era
simile a quella di Ven: i colori dei pezzi erano di tonalità
rossa e oro.
L'armatura sul suo ginocchio era d'oro e portava un tagliente gancio di
punta verso l'alto sul lato esterno di ciascuno.
Il casco era schiacciato e piatto nella parte superiore e comprendeva
due poli su entrambi i lati della sua testa che puntavano all'indietro
e l'angolo in diagonale verso l'alto, gli stivali di Sora erano di
colore oro, a differenza delle scarpe multi-colore che indossava
normalmente. Il Keyblade di Riku si era trasformato in una sorta di
moto metallica volante con ali al
posto delle ruote e la sua armatura era simile a quella di Terra:Il suo
casco, con il retro del capo e la mascella contorniate e protette da
una strisca di Armatura dorata, aveva una particolarità ben
visibile: due spuntoni rossi che si ergevano verso l'alto, a differenza
dell'armatura del suo amico.
Sui polsi delle braccia porta dei rivestimenti di colore blu, mentre i
suoi guanti sono verdi e neri. Gli stivali erano degli stessi colori,
ma la parte finale, che copriva il piede, era completamente dorata.
Possedeva anche due cavigliere gialle dalle quali spuntavano due lame
azzurre che andavano all'indietro rispetto a lui, e che potevano
fungere anche da strumento di attacco. L'armatura di Lea era una via di
mezzo di quelle dei compagni, ma più sottile, il casco
presentava due poli verso il basso alle estremità: i pezzi
erano dei colori del fuoco. Il Keyblade si era trasformato similmente a
quello di Riku,
ma con i colori dell'armatura.
Presto arrivarono nel primo mondo: era completamente innevato e
sembrava una grande foresta. Incontrarono tre fratelli: Peter, Susan e
Lucy Pevensie accompagnati dal Signor Castoro. - Ma voi come siete
arrivati qui? - chiese Lucy, una bambina molto graziosa, dai capelli
castani lunghi fino al collo. - Oh, be' è complicato. - le
rispose Sora. - Comunque stiamo cercando l'entrata per un posto molto
oscuro, che somiglia a una nuvola di fumo nero, per caso l'avete vista?
- chiese Riku. -Io non ho mai visto niente di simile, .
cominciò il Signor Castoro. -Ma se è per un posto
oscuro, potrebbe essere nel castello della Strega Bianca. È
l'attuale Regina di questo regno. Il vero creatore però
è Aslan, un leone buono e saggio, molto più
potente di quella donna malvagia. Però è stata
lei a lanciare la maledizione su Narnia, un millenario inverno. Ormai
sono secoli che qui non arriva più primavera. Comunque
finalmente a Narnia tornerà la pace, perché la
profezia si sta avverando! La profezia diceva che prima o poi sarebbero
arrivati figli di Adamo e figlie di Eva che avrebbero sconfitto la
strega e sarebbero diventati re! Sono convinto che sono loro.
Però quella strega malvagia ha rapito Edmund, il loro
fratello, e anche un mio amico, il Signor Tumnus. Dobbiamo muoverci,
non sappiamo cosa potrebbe fare la strega, e probabilmente in questo
momento stesso ci sta spiando! -Si
avviarono lungo un sentiero bianco: furono attaccati da un branco di
Heartless che padroneggiavano l'elemento ghiaccio.
lungo la strada che Sora e Riku usarono le loro nuove fusioni, che
modificano i loro vestiti e la loro forza: questa volta c'era una
fusione per ogni abilità che possedevano, in questo caso
l'attacco, la cui fusione si chiamava "Guerra". Lea li fece
sparire in un baleno invocando delle fiamme. Alla fine arrivarono al
Castello di Ghiaccio, dove la Regina invocò un Heartless
fatto di
ghiaccio. A Sora ricordò sia il Titano di Ghiaccio che aveva
affrontato al Monte olimpo, sia l'Heartless invocato da Pietro ad
Agrabah: per quanto era alto toccava quasi il soffito, era come un
enorme cubetto di ghiaccio, con piccole braccia e gambe, e portava una
corona, che si ergeva sul secondo cubo più piccolo cheera la
testa.
Alla fine i Pevensie con Edmund riuscirono a
scappare e Lea sconfisse l'Heartless usando l'elemento temuto
da quest'ultimo: il fuoco. Lea, distruggendolo, aveva sciolto
anche la maledizione imposta su Narnia, facendo tornare la primavera.
Poco dopo se ne andarono, se l'entrata oscura non era dentro quel
castello, non poteva essere da nessun'altra parte in quel mondo.
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Capitolo 5 *** Di nuovo l'oscurità ***
Il
mondo successivo era il Castello della Bestia, Sora sapeva che era
stato inghiottito dall'oscurità una volta e che c'era stato
anche Xaldin, lì poteva essrci un'entrata per il Regno
dell'Oscurità? Decisero di controllare.
Atterrarono nel cortile, dove splendeva la luce del sole, ed entrarono.
Era diverso, non più buio e malinconico, ma luminoso, e i
Gargoyle si erano trasformati in statue di angeli. La Bestia era
tornata una persona normale, Sora si sentiva in imbarazzo. Non gli
aveva mai chiesto il suo vero nome, quindi quando lo
incontrò nel salone disse solo: Ciao, Principe! -
Si chiamava Adam, gli raccontarono di Xehanort, lui gli disse che
c'erano nemici che non aveva mai visto, diversi dagli Heartless e dai
Nessuno.
- I Nescens! Me li ricordo, una volta erano a Radiant garden. Sono come
questi, i più semplici sembrano neoshadow blu... Molti di
loro non hanno gli occhi...- raccomandò Lea
Sentirono un rumore provenire dalla Sala da Ballo e si affrettarono a
controllare. Combatterono insieme un boss Nescens, simile all'Heartless
Guardia di Ferro, viola e costituito da tre pezzi che somigliavano ad
armature, era il Triarmatura. Poi scoprirono da dove arrivava. Da chi
arrivava...
Era uno delle oscurità, si tolse il cappuccio...
Sora non ci credeva, era identico a lui, se non fosse stato per i
capelli neri e il cappotto dell'organizzazzione avrebbe pensato di
trovarsi davanti uno specchio. Poi ricordò: come Roxas era
uguale a Ven, lui era uguale a Vanitas, o era il contrario?
- Tu sei... Vanitas! - esclamò.
- Bravo, Sora. O sto parlando con Ventus? -
- Non importa! - rispose il castano, deciso.
-È vero. Lui è doppiamente imprigionato. Il suo
corpo nella sua casa, che ora è la sua prigione, e il suo
cuore in te, rinchiuso dove non può uscire. Peccato... -
spiegò Vanitas.
- Invece sì che può uscire! Riku lo
può svegliare! E una volta trovata Aqua sarà
facile sapere dove si trova anche lui! -
- Vedo che ancora una volta fai quello che il mio 'capo' vuole. State
facendo di tutto per trovare i guardiani restanti, le sette luci e le
tredici oscurità si uniranno e avremo la X-blade! -
esclamò il cattivo.
- Vuoi dire che il tuo capo ce l'avrà? - intervenne Riku. -
Secondo te perché ha piantato parte del suo cuore in voi e
non si è offerto di persona? Se anche ci fosse una Guerra
del Keyblade, solo lui avrebbe il potere della X-blade, voi ne fareste
parte! -
- A me non interessa! Ormai lui è parte di me e io sono
parte del mio padrone! - ribattè nuovamente Vanitas.
- Giusto, ormai siete solo burattini. Ma che dignità avete?
- esclamò Lea disgustato.
- Io non vedo invece i vantaggi della luce. Non potete teletrasportarvi
ma dovete viaggiare con quelle scomode armature e nascondervi
dall'oscurità. So anche che vi serve, ora... posso aiutarvi
io! -
- Sei un abominio fatto di oscurità! Non potrai mai capire
cose come la luce o
l'amore! - gli urlò contro Sora.
- Fate come volete, se l'amicizia è cosi importante per voi,
favoritela! - e se ne andò, lasciando il passaggio per il
Regno dell'Oscurità aperto.
- Credete che sia vero? Ci vuole veramente aiutare? chiese Sora.
- Se fa questo, di certo non è per aiutarci. - rispose il
rosso. - Ma in fondo vogliono quello che vogliamo noi: trovare i
restanti guardiani. Quel passaggio porta veramente al Regno
dell'Oscurità. Se è quello che cerchiamo, io dico
di buttarci. - continuò Lea, sistemandosi il foular (ora che
faceva parte del Regno della Luce aveva gli stessi vestiti di quando
era un ragazzino).
- Stai scherzando? Non possiamo fidarci di loro, e poi come faremmo a
tornare? protestò l'albino.
- Questo sarebbe comunque un problema... - rispose seccamente Lea.
- Forse Lea ha ragione, - cominciò Sora. - che ne dite se
chiediamo a Yen sid? -
- Il passaggio non resterà a lungo... - il rosso.
- Meglio andarcene. - consigliò Riku.
- Non possiamo! Ci tenete a salvare Aqua o no? -domandò Lea,
ardente dalla rabbia.
- Certo che sì! Ma cosi rischiamo di non tornare
più! - insistette l'albino.
- Be' fate come volete. Io vado. Buona fortuna, amici! -
Non riuscirono a fermarlo che si buttò. Cercarono di
raggiungerlo e di urlare, ma invano.
Adam era ancora lì, poi entrò Belle e gli
raccontarono di fretta cos'era successo. Se ne andarono.
Dovevano parlare con Yen sid.
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Capitolo 6 *** Prigionieri del tempo ***
Stava
cadendo nell’oscurità più profonda. Il
puntino luminoso che era l’entrata lasciata da Vanitas
diventò sempre più piccolo, fino a sparire
completamente: Lea non capiva se era perché stava
sprofondando o se l'entrata si era proprio chiusa. Era
protetto dalla sua armatura. Forse con quella sarebbe stato
più protetto?
Poi
toccò terra, e si ritrovò su una lunga strada
fatta di una roccia bianca, che fluttuava nel vuoto. Leggermente
intimorito dall'assoluta solitudine e inquietudine di quel luogo,
s’incamminò. Non seppe mai se c’era
voluta un’eternità o solo pochi minuti ad
arrivarci, ma alla fine si ritrovò nel Margine Oscuro: una
sorta di spiaggia buia con rocce e una sabbia grigia. Non era solo, si
ritrovò davanti a una ragazza alta, con i capelli abbastanza
corti e di un blu splendente, occhi azzurri. Era Aqua. Poco
più dietro di lei c’era un vecchio incappucciato,
vestito con il solito cappotto nero, che fino a poco prima portava
anche lui.
-
Sei tu Aqua, vero? – chiese curioso.
-
Sì, anche tu sei finito qui per qualche disgrazia?
– rispose tristemente Aqua.
-
Veramente sono qui per salvarvi … - precisò Lea,
intimidito. Era la prima volta che si sentiva così.
-
Sei Lea, vero? - disse l’uomo incappucciato, parlando per la
prima volta. Lea riconobbe quella voce profonda: Diz, o meglio, Ansem
il saggio.
-
Sì, sono io. Ansem, vero? Ansem il saggio? –
domandò. Ansem fece un debole cenno con la testa.
-
Vi conoscete? Ti sta tornando la memoria? – chiese Aqua,
rivolgendosi ad Ansem.
-
Credo di sì. Tu eri il Nessuno Axel. Stavi con
l’organizzazione, perché vorresti salvarci? -
Lea
raccontò di come si era sacrificato per salvare Sora, di
Xehanort, di quello che era successo nel Regno dei Sogni. Ansem
ascoltava attentamente. E lentamente, ascoltando, gli tornò
completamente la memoria. Aqua sembrava lieta e mortificata al tempo
stesso.
-
Sora ha continuato a combattere? State ancora combattendo? È
terribile. Sono accadute tutte queste disgrazie ed io sono
rimasta qui senza fare nulla. Ventus … Terra … -
-
Oh, Ventus sta ancora dormendo. E Terra, non sappiamo ancora dove si
trova … -
Comunque
una volta usciti di qui potremmo trovarli e mettere fine a tutto
questo! – la consolò Lea.
-
Non hai sentito? Non c’è modo di uscire da qui.
Sono intrappolata qui da anni, senza accorgermene. – disse
Aqua.
-
Invece sì che c’è! Sora è
stato già qui ed è uscito con la Porta della
Luce. E anche Ansem … - ma fu interrotto da
quest’ultimo, che disse: - La Porta della Luce appare solo
con un forte legame di cuori puri. Davvero Sora ci è
riuscito? – chiese infine.
-
Mi sembra che sia successo dopo aver ricevuto e letto una lettera
mandata da Kairi. Anche se non capisco come sia riuscita ad arrivare
lì … -
-
Una lettera da Kairi! – affermò Ansem, con un urlo
di stupore. – Ma certo! È stato quel legame a far
apparire la Porta della Luce! Parte del cuore di Kairi era in quella
lettera, capite? -
-
Vuoi dire che basterebbe una lettera dal Regno della Luce a liberarci?
– domandò Aqua.
-
Oh, non per forza una lettera. Ma un qualsiasi segno di affetto e
vicinanza interiore che viene spedito, spedito col cuore. Inoltre Kairi
è una Principessa del Cuore. È ovvio che la sua
luce li abbia salvati.
-
Ma anche io ho un oggetto che mi lega a Terra e Ven. Valgono i
Trovavia? – chiese Aqua, raggiante.
-
Oh sì che valgono. Rappresentano il legame per eccellenza.
Ma loro non bastano ora. I cuori Terra e Ventus non possono sfruttare a
pieno la loro forza nello stato in cui sono. Ma può essere
che Yen sid e gli altri comprendano il funzionamento e mandino qualcosa
e non di nuovo qualcuno. Sei stato avventato Lea, anche se molto
coraggioso e cavalleresco nei confronti di questa giovane. - a queste
parole sia Lea che Aqua arrossirono.
-
Comunque, presumo che tu non abbia più i poteri oscuri,
altrimenti non saremmo qui a parlare di cuori lucenti e legami oltre i
Regni.
Sono
stato uno sciocco. Avrei dovuto capire che Xehanort non era solo un
giovane dotato e studioso. L’ho trovato io, a Radiant Garden.
E ahimè, l’ho accolto nel mio castello. Il corpo
era quello di Terra, ma il cuore al massimo ne era influenzato. Non ho
capito fin quando fece finta, o se fin dall’inizio, Xehanort
perse il senno e la sua vera natura si impadronì di lui. Era
il risultato di una fusione tra due persone: cosa sarebbe
successo se il frutto di un unione si fosse diviso nuovamente in corpo
anima e cuore? L’idea di un Heartless e Nessuno da comandare
gli piaceva troppo. Pensai che volesse semplicemente sfruttare
l’oscurità. No, voleva controllare gli altri miei
allievi, li trasformò in Heartless e i loro Nessuno
nacquero. Aspirava già a tredici oscurità e sette
luci, quindi fece in modo che il suo Nessuno fondasse un’
“Organizzazione XIII”, formata da tredici membri
Nessuno che aspiravano all’oscurità. Intanto fece
in modo che il suo Heartless ottenesse un corpo e
l’obbedienza di tutti gli altri Heartless. Sarebbe stato
facile, dopo che Aqua aveva sconfitto il precedente comandante, gli
Heartless non avevano più una guida. Fallì in
entrambe le occasioni grazie a Sora, ma aveva il controllo del tempo a
suo favore. Come sai, ha radunato le sue forme e ha messo
parte di sé in altri, per formare tredici
oscurità. Voleva usare Sora come tredicesimo contenitore, ma
tu l’hai salvato. Ora non può più
tentare. L’incantesimo che usa è particolare,
c’è una data di scadenza per ogni persona. Ma non
sappiamo a che punto sia con le oscurità di preciso. Se
Xehanort ha dichiarato la verità, Terra è sotto
il suo controllo... -
-
No! – urlò Aqua, preoccupata.
-
Non temere. Nel suo nuovo piano c’è un altro
imprevisto. Ma non è il momento più adatto per
rivelarlo. -
Finì
Ansem il saggio, togliendosi il cappuccio.
|
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Capitolo 7 *** La fine della strega ***
Sora e
Riku arrivarono presto al “Dominio Incantato”: era
sera e il regno era particolarmente silenzioso, se non assente. Si
trovarono in un boschetto. Si sentiva una voce di donna arrabbiata e
offesa: - Come hanno osato? Il mio vecchio castello, raderlo al suolo
così! La pagheranno! Ma prima devo trovare Kairi e Aurora!
Adesso a Xehanort non importano più. Potrò usarle
veramente io per i miei fini! –
- Ma, -
cominciò un’altra voce un po’
spaventata. – Malefica, sei sicura che dovremmo farlo? Sai
cos’è successo l’altra volta, e poi le
altre Principesse sono tutte protette al Castello Disney. Non possiamo
infiltrarci di nuovo: da quando hai attaccato Minnie siamo considerati
di nuovo nemici da quella stupida Pietra … E Merlino ha
catturato tutte le porte per il passato … -
- Lo so
benissimo! Odio le protezioni di quel mago obsoleto! No, non voglio
infiltrarmi. Ho capito che vendicarmi di loro è troppo
pericoloso, ora, e infondo mi hanno salvato più di una
volta. Ma voglio quei dati, e se rapisco qualcuno di loro,
potrò ricattarli e saranno obbligati a darmeli! Hai capito
ora stupido Pietro? –
Sora e
Riku si allontanarono: non consideravano più Malefica come
pericolosissima, ma dovevano avvisare al più presto gli
altri. Combatterono alcuni Nescens e alcuni Heartless. Poi raggiunsero
il grande ponte di pietra che portava al Castello: era
diverso da quello di Cenerentola, più antico e medievale,
perché quel mondo era di un'altra epoca, come aveva spiegato
Yen sid tempo prima, alcuni mondi dopo la divisione si sono fermati o
sono stati riportati a epoche diverse. Era pieno di Heartless, e a
combatterli c’erano Paperino e Pippo.
-
Paperino! Pippo! – urlò Sora. Prima di potergli
rispondere però, si ritrovarono davanti un enorme Heartless
a forma di lucertola: lo riconobbero, era lo stesso (o era
simile) allo Stregogecko, l’Heartless affrontato
nella Giungla Profonda, uno dei primi mondi visitati da Sora.
Lui,
Paperino e Pippo lo combatterono come la prima volta, e stavolta si
aggiunse Riku.
- Pippo,
Paperino! Kairi e Aurora sono in pericolo! Malefica le vuole rapire per
ricattarci come ha fatto con la Regina Minnie. Dove sono gli altri?
– disse Riku tutto d’un fiato, dopo la battaglia.
-
Sbrighiamoci, allora! – urlò Pippo. Paperino
rispose: - Sono di sopra a prendere l’ultima Principessa!
Ormai se ne sarà andata! Avvertiamoli! -
- Non
così in fretta! Prima ve la vedrete con me! – le
parole provenivano da una grande massa scura, Pietro Gambadilegno.
- Come
vuoi! – rispose il moretto, in tono di sfida.
Ci mise
pochi minuti a sfinirlo, poi corsero dentro.
Malefica
era lì, e teneva intrappolata Kairi, che non riusciva a
invocare il Keyblade, mentre Pietro teneva Topolino dentro una specie
di bolla argentea. Sora e Riku non ci pensarono due volte, usarono la
fusione: Malefica cadde all’indietro, la bolla si dissolse e
comparvero Roxas, Ven e la ragazzina che attaccarono Pietro. Gli altri
pensarono a Malefica. A un certo punto le cadde l’anello
dalla mano verdastra: si ruppe, formando un grande buco nero,
un’entrata per il Regnodell’Oscurità.
Fu Kairi
a dare il colpo fatale: Un grande fumo nero e verde, poi Malefica
sparì, si dissolse in mille frammenti, che volarono via.
- Che
cosa? - Pietro era sconvolto. – Voi … la
… pagherete cara! Io … io … - stava
quasi per piangere.
- Cosa
fai? Ci riduci in polpette?- disse Topolino, con un tono non di
minaccia, neanche di sfida, più di compassione. –
Ascolta, se tu adesso chiedi scusa di tutte le malefatte, noi potremmo
anche perdonarti e offrirti un posto al castello. Ma se tu facessi
qualsiasi altro danno allora saresti bandito per sempre. Capito,
Pietro? –
- Voi,
davvero lo fareste? E potrei anche avere il mio vecchio battello?
-
-
Be’, facciamo che te ne costruiamo un altro, non potrai
prenderlo dal Passato, se è quello che volevi fare.
- Pietro alla fine se ne andò, promettendo
assoluta fedeltà alle luci. Tutti erano sollevati, un
problema in meno …
Sora
abbracciò Kairi e la baciò, poi Riku prese
l’anello: - E questo? Strano che non sia scomparso con lei.
– disse.
- Forse
ho capito! – esclamò Pippo. – Era
quell’anello che teneva in vita Malefica! Rompendosi, lei
è tornata debole! –
- Hai
ragione Pippo! – disse il Re. – E probabilmente
è stato questo che l’ha fatta tornare in vita
quando le fate l’hanno ricordata! Deve essere una potente
magia oscura! -
Parlarono
per un po’ di Malefica, ignorando il piccolo buco oscuro che
si era formato, poi Paperino disse: - Dov’è Lea?
–
- Oh,
giusto, Yen sid non ve l’ha detto? Si è buttato
nel Regno dell’oscurità dall’entrata
creata da Vanitas … -
-
Vanitas? – urlò Topolino. –
Sì, è uno delle oscurità ora. E lo
è anche la mia replica creata da Vexen. – rispose
l'albino. – Comunque Lea è finito nel Regno
dell’Oscurità e secondo Yen sid ha incontrato Aqua
e Ansem, ma non possono uscire … -
- Ma ci
deve essere un modo! – disse Pippo speranzoso. –
Dopotutto, Sora e Riku sono usciti subito dopo aver letto la lettera di
Kairi. Avete detto che è comparsa la Porta della Luce
… -
- Bravo
di nuovo, Pippo! – esclamò Topolino. –
La lettera di Kairi forse dimostrava il forte legame che aveva con
Sora. E poi, quel legame di luce ha fatto apparire la Porta della Luce!
Quindi … -
-
… dovremmo mandare qualcosa che dimostri il nostro legame
con loro. – concluse Kairi.
-
Esatto, ma cosa? E come? – chiese Riku.
- Io ho
qualcosa … - disse Topolino, mostrando loro un bastoncino
con la scritta “hai vinto”. Topolino prese un
foglietto e una bottiglietta vuota di Pozione, scrisse le parole
“ Per Lea, Ansem e Aqua, dai vostri amici Topolino, Kairi,
Sora, Riku, Paperino e Pippo” sul foglietto, lo mise nella
bottiglietta e la lasciò cadere nel cratere oscuro.
- È
l’entrata per il Regno oscuro lasciata dall’anello.
La bottiglia quella volta doveva arrivare da Sora, nel regno
dell’Oscurità, quindi ha oltrepassato le barriere
del vostro mondo ed è arrivata da lui. Così,
speriamo, succederà ora – spiegò infine
il Re Topolino.
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Capitolo 8 *** Vecchi incontri e nuove amicizie ***
Lea
e Aqua stavano parlando: Aqua gli raccontò dei Nescens, di
come Terra era stato controllato da Master Xehanort, di Ventus e
Vanitas e dell’unione tra Xehanort e Terra. Lea le
raccontò di Sora, Riku, Kairi, Topolino, Ansem, degli
Heartless e dei Nessuno. Le disse di Malefica, che era stata manipolata
da Xehanort fin dall’inizio per avere le Principesse
attraverso il suo Heartless, il falso Ansem, che controllava Riku, e di
tredici oscurità note come “Organizzazione
13”, formata dal suo nessuno Xemnas, che intanto tentava di
creare un “Kingdom Hearts” artificiale, di Roxas,
Naminé e del Castello dell’Oblio …
-
Un momento? Castello dell’oblio? – chiese Aqua.
– Credo di aver capito, quella era la Terra di Partenza, la
nostra casa. L’ho trasformata con il Keyblade del mio Maestro
dopo la sua morte, non pensavo che ci si sarebbe imbattuto Sora
… Tutto quello che hanno fatto? E Kairi è finita
alle Isole del Destino poco dopo che ci siamo incontrate …
-
Un anno dopo, per la precisione. Grazie al tuo incantesimo è
sopravvissuta ed è stata portata dove sarebbe stata protetta
a lungo, dove avrebbe fatto amicizia.- spiegò Ansem.
-
È grazie a te che ora può evocare un Keyblade,
Aqua. Ha toccato il manico del tuo Keyblade quando la stavi
proteggendo. Tu, probabilmente le hai dato il potere non volendo.
L’hai memorizzato? - le disse Lea.
-
Non gliel’avrei dato non perché pensavo che non
l’avrebbe saputo usare, ma perché non volevo
metterla in pericolo più di quanto già non fosse.
– spiegò Aqua.
-
Una luce e una guardiana insieme, una cosa più unica che
rara … - osservò il più saggio tra i
tre.
Poi
Aqua vide qualcosa muoversi verso la riva. Se lo stava immaginando? No,
anche gli altri la videro.
-
È quella? – chiese. – Il legame?
– aggiunse Lea, tutto contento.
-
Lo scopriremo presto. – rispose calmo Ansem, prendendo la
lettera. Lesse ad alta voce le parole: “Per Lea, Ansem e
Aqua, dai vostri amici Topolino, Kairi, Sora, Riku, Paperino e
Pippo”.
Poi
non ci pensarono. Un grande bagliore investì di luce la
spiaggia oscura. La videro assaporando quello spettacolo: la Porta
della Luce era apparsa.
Aqua
si alzò, prese le mani degli altri due e insieme entrarono.
Lea chiuse gli occhi, anche se quella luce non era accecante per loro.
Poi non capì, tenne chiusi gli occhi. Stavano cadendo, non
era una caduta brusca, più come se stessero planando. Era
molto meglio dei corridoi oscuri, forse meno veloce, ma
più intenso. Poi atterrò sull’erba, non
sentiva il terreno duro, in quel momento era morbido come una nuvola
…
Aprì
gli occhi, intravidero un castello oltre il boschetto, e Aqua
urlò: - Questo è … il Dominio
Incantato! Finalmente, la luce del sole! – infatti
era appena arrivata l’alba.
Sora
e gli altri correvano verso il bosco, avevano visto delle comete
azzurrine scendere dal cielo. Chi altri potevano essere? Arrivarono,
Topolino urlò: - Aqua! Ansem! Lea! - abbracciò
Aqua e Lea e strinse la mano ad Ansem. Gli altri lo succedettero,
abbracciarono anche Aqua, che era raggiante e curiosa di rivedere quei
bambini che ora erano ragazzi. Lei era sempre la stessa. Nel Regno
dell’Oscurità non s’invecchia. Poi ci
furono le presentazioni, anche se tutti si conoscevano già.
-
Aqua? – chiese Sora. – Be’, sei proprio
come ti ricordavo. Non sei invecchiata per niente là dentro?
-
-
A quanto pare no. – rispose la più grande. - Voi
invece sì! Somigliate ancora di più a Terra e
Ven! Forse il suo cuore dentro di te ha influenzato alcune cose di te,
Sora. Oh, sono così fiera di voi … - disse.
-
Be’, si è commossa quando le ho detto di te, Sora.
– ammise Ansem.
-
Ma … - Sora era a disagio. – Insomma …
Io sono praticamente identico a Vanitas, non ti dà fastidio?
Roxas è uguale a Ven … - disse.
-
No, Sora. Non mi riferisco all’aspetto, solo in questo lui
è uguale a te. Quello conta poco. Mi riferisco al carattere,
in quello siete uguali. Tu sei tutto il contrario di Vanitas! -
spiegò Aqua.
-
A proposito, Aqua… Ventus, saprai che il suo cuore
è in Sora, ma dobbiamo trovare il corpo … -
precisò Riku.
-
A tempo debito! – esclamò Lea. – Aqua
sarà stanca … -
-
Ben detto! – confermò Topolino.
-
No, non fa niente. – asscurò Aqua. – Nel
Regno mi sono riposata abbastanza.
-
-
Stai scherzando? – chiese Riku, sarcastico. – Avrai
combattuto tantissimo, e quel posto è orribile. Meglio che
per un po’ torniamo tutti al Castello Disney, dove abita
Topolino. Adesso è il nostro Quartier Generale. Avrai modo
di sapere tutto. Ansem, tu che vuoi fare? -
-
Be’, Lea mi ha detto che hanno finito i lavori a Radiant
Garden, e mi piacerebbe rivedere la mia vecchia casa ora che nessun
“xehanortiano” la occupa.
- Però vorrei parlare con Yen sid, è un mio amico
di vecchia data, e lui è il capo del vostro ordine contro
l’oscurità, i “Guardiani della
Luce”, giusto? Poi andrò a Radiant Garden, non
voglio provocare ancora disturbo a Topolino, so che il suo castello
è pieno adesso … -
-
Non dire sciocchezze, puoi venire quando vuoi! Però sarebbe
utile avere una seconda sede, che dici? Potremmo mettere un passaggio
diretto tra Radiant Garden e il Castello Disney … -
-
Ne sarei onorato, Topolino. Ma ora come arriviamo lì? -
chiese infine.
-
Volando naturalmente! – rispose Kairi. –
Gummiship, Keyblade e il Frammento di Stella, anche! -
Sora,
Riku e Lea trasformarono i loro Keyblade (l’armatura di Lea
aveva smesso di funzionare nel Regno
dell’Oscurità, ma ora si era aggiustata), Kairi,
Topolino e Aqua usarono la gummiship e Paperino e Pippo il Frammento di
Stella. Finalmente quell'incubo durato dodici anni era finito, pensava
Aqua, ora sarebbe incominciata un’altra grande avventura.
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Capitolo 9 *** La forza dei cuori ***
Sora
e Riku tornarono da Yen sid: speravano che fosse alla Torre Misteriosa.
Purtroppo, quando arrivarono nello studio, non c’era.
Senza
pensarci, Riku urlò: - Maestro Yen sid, emergenza!
– ed egli apparve.
-
Che succede? Dov’è Lea? –
domandò, sedendosi davanti alla grande scrivania.
-
È questa l’emergenza! È andato!
È andato nel Regno dell’Oscurità!
– rispose Sora. – Yen sid sembrò
calmarsi.
-
A questo punto li avrà già trovati. Ma non
possono uscire comunque, e adesso un altro dei nostri è
nell’oscurità. Trovate Topolino e gli altri e
tornate tutti qui. Passate per i mondi delle Principesse, so che sono
l’obiettivo di Xehanort, ora. Non voglio chiedervi troppo, ma
mi farebbe piacere se continuaste a combattere i nemici, intanto
metterò dei nuovi poteri ai vostri vestiti, se usate le
fusioni insieme accadrà qualcosa di speciale. -
-
Non è un problema combattere. Quante Principesse sono al
sicuro? – chiese Sora.
-
Abbiamo Biancaneve, Jasmine e anche, mi informano ora, Belle. Quindi,
esclusa Kairi, mancano Alice, Cenerentola e Aurora. Secondo i miei
calcoli, Topolino e gli altri dovrebbero essere al Paese delle
Meraviglie, dove si è rifugiata Alice … -
-
Il Paese delle Meraviglie? – chiese Sora, stupito.
– Ma il mondo di Alice non era Londra? -
-
Dunque, Alice si è rifugiata lì a causa della
grande guerra che devasta il suo mondo. Non possiamo interferire con
quella. -
-
Ma non erano divisi? – domandò l'albino.
-
Sì, ma Malefica non si è mai preoccupata di
togliere il corridoio oscuro che collegava i due mondi. Adesso il
passaggio è diventato permanente. Londra
è collegata a vari altri mondi : il Paese delle Meraviglie,
l’Isola che non c’è e, io presumo, il
nuovo mondo che avete visitato, Narnia. Comunque, stavo dicendo,
dovreste andare al Castello dei Sogni, dove abita Cenerentola, e poi
incontrarvi tutti al Dominio Incantato, il mondo di Aurora. Meglio
che vi sbrighiate ora… -
Sora
e Riku partirono e in poco tempo arrivarono al Castello dei Sogni.
Nessuno dei due c’era mai stato. Atterrarono in una piazzetta
con una fontana e intravidero un castello scintillante, la residenza
reale. Era giorno e ad attaccarli non furono né Heartless
né Nescens ma dei Nessuno, i Samurai, quelli che una volta
comandava Roxas.
Più
avanti comparve un’altra figura incappucciata, più
bassa di Sora e Riku: si tolse il cappuccio.
Come
Sora poco prima aveva visto una figura identica a lui, stavolta
successe a Riku: i visi erano gli stessi, ma il Riku più
basso di parecchi centimetri aveva i capelli leggermente più
lunghi.
-
Tu sei Data-Riku? – chiese Sora speranzoso.
-
Non è lui. – rispose il Riku più alto.
– È la mia copia oscura, la mia replica creata da
Vexen. È
una di loro, un’oscurità. Ora chi è il
più alto? – finì
il più grande, alludendo a una battuta fatta dalla sua
replica al Castello dell’oblio. Copia-di-Riku se ne andò
senza dire niente.
- Forse pensano che quel pupazzo possa ancora tentarmi. Credi
che mi vogliono ancora tra le oscurità? -
-
Be' forse sì. O forse, è esmplicemente Data-Riku
che vuole metterti alla prova, vedere quanto sei forte: in
fondo è costruito sui tuoi dati di tempo fa, si chiede se
anche lui Comunque forse non capisce che lui non è
parte di te, è solo fatto delle copie delle
tue caratteristiche, per te è comunque qualunque altro di
loro. - spiegò il più piccolo.
Raggiunsero
il Castello: era davvero bello, molto grande, semplice e dai colori
chiari scintillanti, sia all'esterno che all'interno. Salirono numerose
scale. Incontrarono Cenerentola e un principe,
presumibilmente il principe Azzurro, nella Sala da Balloo: avevano
delle valige e vestiti da viaggio. Dalle tasche del Principe uscivano
le piccole teste di due topini con dei cappelli.
La
fanciulla disse:
- La fata mi ha avvisato, non vedo l’ora di conoscere tutti e
di vedere il nuovo castello. Posso cucinare vero? -
-
Suppongo di sì. – rispose semplicemente
Riku.
–
Maestro! Sora, il Keyblade! – infatti in questo modo potevano
avvertire lo Stregone che avevano trovato la Principessa.
Sora
e Riku alzarono i Keyblade e comparve una porta, accompagnata dalla
voce di Yen sid: - Entrate, prego. -
Nello
stesso momento ci fu una forte scossa, tutto tremò.
Cenerentola e il principe fecero appena in tempo ad andarsene. Visero
la causa di quella scossa: un gigante bianco e grigio, pieno di lunghi
aculei, braccia e gambe sproporzionate, con il segno dei Nessuno. Sora
non aveva mai visto un Boss Nessuno (creatura), eppure ricordava di
averlo già combattuto una volta. Ricordò il
Darkside … possibile che fosse il suo Nessuno? Poi
capì: era stato Roxas a combatterlo, proprio come lui aveva
combattuto l’Heartless, il suo Heartless
…
Combatterono
il Nessuno: dopo poco ce l’avevano già quasi
fatta, ma l’Aculeo Spinato intrappolò Riku,
sembrava volesse farlo soffocare …
-
Riku, la fusione! - urlò.
Insieme
sprigionarono la forza del Turbo, un grande botto, e poi comparvero: un
ragazzo biondo, molto simile a Sora, Roxas; una ragazzina dai capelli
neri e corti, molto simile a Kairi qualche anno prima, e un altro
ragazzo identico a Roxas ma con vestiti e Keyblade diverso, Ventus.
Riku si liberò, insieme combatterono. Alla fine scomparvero,
senza dire niente.
-
Questa fusione ha invocato la forza del tuo cuore, Sora. –
spiegò il maggiore.
-
Ma chi era la ragazza? L’ho vista nel mondo che non esiste,
nel Regno del Sonno, Naminé si era trasformata in lei.
-
-
Anch’io l’ho vista, nel tuo cuore. Non so quando,
ma l’hai assorbita, forse è semplicemente parte
del tuo cuore, con un corpo diverso … -
-
Esatto, il mio numero XIV, un pupazzo senza un proprio cuore. - fu
Xemnas a parlare, era apparso dal nulla.
-
Xemnas! Che ci fai qui? Perché tentate di ostacolarci se
volete quello che vogliamo noi? - Domandò Sora.
-
Oh, non era destinato a voi. Ma la vostra mania di fare gli eroi ha
salvato quell'inutile Principessa. -
-
Non chiamarla così! – ringhiò Sora.
– Ne vale mille di voi! –
-
Hmpf. Non mi pare che sappia combattere. – finì,
andandosene.
-
Che voleva dire? “Un pupazzo senza un proprio
cuore” ? - chiese il castano.
-
Forse lo so. La proiezione di Ansem ha fatto un’allusione a
un “pupazzo” che può avere un cuore. Quella
ragazza l’ho conosciuta. Non ricordo, ma lo sento.
Nel Regno del Sonno l’hai vista trasformarsi da
Naminé. I sogni vanno interpretati: può
significare che ha qualcosa ha che fare con te e Kairi, e con i ricordi.
-È
una di coloro sta soffrendo. – finì l'albino.
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Capitolo 10 *** Le stanze nascoste ***
|
Tornarono al Castello Disney.
Aqua era già stata in quel mondo, ma solo nella
città, mai nel castello. Quindi conosceva già
Minnie e gli altri abitanti. Conosceva anche Aurora, Biancaneve e
Cenerentola. Per ciò le presentazioni furono poche. Paperino
e Pippo le mostrarono la sua stanza per quella notte. Sarebbero stati
tutti lì. Lei avrebbe dormito nella stanza di Kairi e delle
Principesse. Era molto spaziosa: c’erano otto letti di ferro
battuto verdi piuttosto grandi e la stanza era simile alla biblioteca,
ma senza scaffali, e c’erano dei quadri della Regina Minnie.
Il giorno dopo tornò nella biblioteca insieme agli altri.
Quando
Yen sid enrtò salutò Aqua con un sorriso e si
mise a parlare: - Eccoti, Aqua. Sono felice che tu sia qui, bentornata.
Ringrazio tutti quanti per la grande impresa di aver sconfitto
definitivamente Malefica, di aver capito qual era il suo segreto e
soprattutto di aver capito come fare, senza neanche consultarmi, a
riportare qui Aqua e Ansem il Saggio. Per premiarvi, daremo a tutti voi
nuovi poteri ai vostri vestiti. -
Sora era seduto,
Riku gli diede una pacca sulla spalla e si alzò. Anche
Topolino e gli altri ricevettero nuovi poteri. Forse fusioni, o nuove
magie?
- Dov’
è Pietro? – chiese Paperino. Era l’unico
a non fidarsi ancora di lui.
- Pietro sta
proteggendo la prima Pietra di Luce. Non può rubarla e
scappare. – aggiunse, prima che Paperino potesse
domandarglielo. – È sotto l’obbedienza
delle luci, ora.
- Bene, ora
lascio parlare il Maestro Ansem. – annunciò
infine, sedendosi.
- Grazie mille,
Maestro Yen sid. – L'uomo dai capelli lunghi e la barba
biondi era appena arrivato nella stanzetta.
- Allora, le
fate sono riuscite a creare il collegamento tra questo mondo e Radiant
Garden. Sono appena stato messo al corrente che il sistema di controllo
è minacciato dalle Oscurità. Qualcuno deve andare
al più presto a controllare … -
- Il sistema di
controllo? – urlarono Pippo, Paperino e Sora
all’unisono. – È terribile! Dobbiamo
subito andarci! Tron … - disse Sora. Topolino gli si
avvicinò e cercò di consolarlo: - Non
preoccuparti! Starà benone, è lui l’MCP
ora, ricordi? Quei malvagi lo staranno solo ostacolando! -
- Vero,
Topolino. Mi sono sempre fidato di Tron, ed è per questo che
voglio aiutarlo. Qualcuno deve andare ad aiutarlo. La banda di Leon da
sola non ce la fa … - disse Ansem. Sora stava per parlare,
evidentemente per offrirsi, ma Topolino lo fermò: - No,
Sora. Andremo io, Paperino e Pippo. Kairi e Lea visiteranno gli altri
mondi minacciati dalle Oscurità. Tu, Riku e Aqua avete la
missione più importante … -
- Ven!
– urlò Aqua. – È vero. Lui
è’ al Castello dell’Oblio, nella Stanza
del Risveglio … -
Ansem le fece
segno con la mano, e poi disse: - Hai ragione Aqua. Ma dimmi, sei mai
uscita da quella stanza? Dopo aver lasciato Ven, devi essere uscita.
Come? – chiese.
- Be’,
la porta per uscire ed entrare era nel retro del castello, quando sono
uscita c’era ancora. Poi ho stretto il Trovavia: mi ha
portato dove c’era anche Terra, Radiant Garden. E poi
… Be’, è andata come è
andata … - rispose Aqua. Lea sembrava aver capito qualcosa.
- La stanza
è stata murata! – urlò, soddisfatto.
– Xemnas mi ha mandato a cercarla! Ma non l’ho mai
trovata. Sospettavo fosse dietro quel muro. Ho provato a distruggerlo,
bruciarlo, ma non ha funzionato. La stanza è protetta.
–
- Esatto! I due
mondi sono collegati! Da due stanze simili! La stanza del risveglio,
dove vi è il corpo di Ven, e la stanza del sonno, a Radiant
Garden! Sono convinto che sia lì che si trova anche la tua
armatura, Aqua! Lo Xehanort amnesico che ho preso con me aveva creato
quella stanza per nasconderci la tua armatura e il tuo Keyblade,
Diluvio! –
- Non capisco.
- ammise Sora.
- Come?
– domandò Ansem, stupito. Ma a quanto pare nessuno
capiva bene, e si affrettò ad aggiungere: - La Stanza del
Risveglio si può aprire solo sedendosi sul trono uguale a
quello di Ven, nella Stanza del Sonno.
- Xehanort
l'apprendista cominciava a ricordarsi, allora cercò la sua
casa, la trovò. E trovò Ventus. Tentò
di svegliarlo, ma non ci riuscì, capì che doveva
trovare il cuore perduto, ma non poteva lasciare il corpo
lì, non poteva neanche portarlo con se. Chiunque sarebbe
potuto entrare e prenderlo. Allora mise una protezione, e
costruì una stanza sotto la Fabbrica di Heartless, in cui
nascose anche l’armatura di Aqua. Poi accadde quello che
accadde. Divennero Heartless. Xehanort cercava il Kingdom Hearts in
più modi, e in più forme. Da Nessuno Xemnas si
dimenticò parzialmente di Ventus. Poi rammentò,
ma era stata la parte di Terra a proteggere dai pericoli la stanza,
quindi non ricordò che era nascosta e mandò Axel
a cercarla. Più avanti si ricordò della Stanza
sotterranea e andò alla Fortezza, sperando finalmente poter
raggiungere la Stanza del Risveglio usando il trono che le collegava.
Per aprire la stanza serve una password, costituita da sette nomi. Non
delle principesse, - aggiunse. agli sguardi di Sora, Paperino e Pippo.
- ma dei sei apprendisti, e un altro nome che evidentemente associava a
se stesso: “altro”. Violò la stanza
creata dal suo "Qualcuno" e trovò l’armatura. Si
sedette sul trono e ricordò: il cuore di Terra e degli amici
di Ven era la chiave della connessione tra le due stanze ; lui non
aveva quel cuore, con quelle capacità. –
spiegò infine Ansem.
-Quindi
lasciò perdere? – chiese Riku.
- No, non
ancora. Pensò che forse sarebbe bastato avvicinare il cuore
di Ven alla stanza per farli ricongiungere, quindi creò un
burattino, un pupazzo fatto dai ricordi del cuore di Sora, dove pensava
si trovasse il cuore di Ventus. Capì che non era
così, allora avvicinò Roxas a "Xion", questo fu
il nome che scelse per il pupazzo che Roxas credeva un membro
dell’organizzazione. Alla fine entrambi cedettero davanti
all’influenza che il corpo di Ventus emanava, e quando si
avvicinarono, svennero. Xemnas lasciò perdere, e decise che
Xion poteva assorbire Roxas. Era una copia di Sora, unita a Roxas
sarebbe servita ancora di più di Roxas da solo. Alla fine
Roxas e Xion si affrontarono e Xion ritornò
all’origine, poco dopo anche Roxas, grazie a me e a Riku.
È questo che contenevano i dati nel cuore di Sora messi da
me, oltre a ciò che è stato detto dalla mia
proiezione. A quanto pare, una volta estirpati dal cuore di Sora sono
finiti in quello di Riku. Ecco perché non li avete trovati.
Prima che me lo chiediate, ho ricavato queste informazioni dai diari
che ho trovato, quelli dell’apprendista Xehanort, e da alcune
mie supposizioni che ritengo siano giuste. –
terminò.
- Ecco
perché me la ricordavo. Xion … -
rifletté Riku, ad alta voce.
–
Ehi, Riku! A quanto pare tutti adesso se la sono dimenticata. Ma tu ora
la ricordi. Anzi, adesso sappiamo tutti chi è. –
osservò il moretto, avvicinandosi.
-
Ma Sora, Xion fa parte di te! Noi la conosciamo da sempre in
realtà! – esclamò saggiamente Kairi.
Passarono alcuni
minuti a parlare di Xion.
- Be’,
a quanto pare c’è un cambio di programma.
– intervenne Topolino.
Ansem disse
infine: - Sora, Riku, Aqua, vi accompagnerò dentro
quella stanza a Radiant Garden. Voialtri, Yen sid vi dirà
cosa dovete fare. Ora andiamo. – e lasciarono la piccola
biblioteca, oltrepassando le fate e Pluto, che li osservava incuriosito.
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Capitolo 11 *** Di nuovo radiosa ***
Ansem,
Aqua, Sora e Riku si diressero nella Sala della Prima Pietra, in cui si
torvava il passaggio per Radiant Garden, accompagnati dalla Regina
Minnie: - Mi raccomando, fate attenzione! – disse, mentre la
piattaforma con i troni si spostava, lasciando l’entrata per
la grande stanza.
Vicino
alla Pietra c’era un vortice di luce azzurrina, i quattro
entrarono e si trovarono in un’altra grande stanza,
diversamente da quella precedente però, non era vuota ma
piena di scaffali colmi di libri. Era su due piani, collegati da una
scalinata ricurva e, in svariati punti c’erano dei tavolini
per leggere, Sora la riconobbe immediatamente: era la biblioteca della
fortezza di Radiant Garden, chiamata Fortezza Oscura quando sia Sora
sia Riku c’erano stati la prima volta.
-
Pensavo che questa stanza fosse stata distrutta dopo la fine del falso
Ansem … - rifletté il più piccolo .
-
Questa è l’unica che è rimasta
invariata dopo il mio esilio. Ma ora hanno tolto tutti quei congegni e
meccanismi inutili, quindi dovrebbe essere più facile
sapersi orientare. Ormai saprete che il mio studio e sul retro
… -
Uscirono,
e si ritrovarono nell’entrata, dove Sora aveva combattuto con
Riku una volta, più di due anni prima: Sora quasi non la
riconobbe, era molto più colorata e luminosa, e la
piattaforma in alto non c’era più, sostituita da
un grande lampadario.
-
Si sono impegnati, - disse Ansem con entusiasmo. –
è esattamente come la ricordavo, mi fa piacere. -
-
Li avrà aiutati Tron. – rifletté Riku.
-
Be’, suppongo di sì. A proposito, qualcosa sta
causando problemi alla città, gli Heartless sono di nuovo
aumentati e ora ci sono anche i Nescens in giro. Gli abitanti hanno
avvistato un “tizio colla giacca nera”,
l’Organizzazione 13 rivuole questo mondo indietro. Xehanort
non è felice, ma sa anche che siamo qui per trovare una
delle luci, non ci ostacolerà troppo. Comunque voglio
aiutare Tron a mettere a posto le cose … -
-
Andiamo, allora! – lo interruppe Sora.
-
Un momento, devo informarti che non è più
possibile entrare nel mondo di Tron. Qualcuno
dell’organizzazione si è infiltrato e ha bloccato
i terminal. – Sora fece un sospiro di delusione, Aqua gli si
avvicinò e lo confortò: - Mi dispiace. Cosa
possiamo fare allora? -
-
Be’, ho già detto a Yen sid di preparare un nuovo
sistema di controllo insieme agli altri esperti di magia,
così sarà più potente di quello di
Merlino. Mentre io cerco di capire come sistemare il computer, voi
andate da Merlino, sarà lì che Yen sid
manderà il disco con il programma, intanto dovete
…
-
-
Sì, combattere, abbiamo capito. –
terminò l'albino, per nulla sorpreso. Si avviarono fuori
dalla fortezza, era simile a quando Sora l’aveva vista
l’ultima volta, ma anche a quando l’aveva visitata
Aqua, che rimase sorpresa: - Wow! Si sono impegnati davvero!
È quasi identica a quando ci sono venuta io! Davvero questo
posto è stato la sede degli Heartless e di Malefica?
– chiese infine, stupita.
-
Oh si! Ho anche delle foto … - disse Sora, poi mise le mani
in tutte le tasche che aveva, ma non trovò niente.
-
Che strano... ah! Giusto, ce le aveva il Grillo. A proposito, lui
dov’è?
-
-
Era tornato nel suo mondo, ma ora è di nuovo con Paperino e
Pippo. Comunque Yen sid mi ha dato questo nuovo diario automatico. Si
sono davvero modernizzati …
-
Ma quello ce l’ avevo anch’io! –
esclamò Aqua. Poi qualcuno urlò: - Ehi!
– era Leon. Un Heartless gigante era appena comparso dietro
di loro e sparava getti di liquido verdastro: era simile a una fontana,
ma era nero e grigio, aveva almeno una decina di zampe che somigliavano
perlopiù a tubi, ed era coperto di catene. Sora
pensò che si trattasse di un possessore, un tipo di
Heartless particolare che poteva animare e far combattere oggetti,
perfino stanze intere. Aveva ragione: con l’aiuto di Leon e
Yuffie combatterono il Possessore che prese controllo anche di alcuni
alberi. Lo sconfissero una volta, poi arrivò un uomo dalla
Fortezza, con capelli neri e lunghe basette, che lo finì con
la sua lancia: Dilan.
-
Tu! – urlò Sora. – Xaldin! Dopo tutto
quello che hai fatto … Io, non capisco. – Dilan si
avvicinò.
-
Ehi, ehi! Calmo, ok? Primo, sono Dilan ora. Secondo, vi ho salvato la
vita: non basta per capire che sono cambiato,anzi che sono tornato come
prima? Il punto è che non ce la facevo più di
quell'organizzazione e desideravo tornare una persona. Volevo far
diventare un’ Heartless quella bestia perché il
suo Nessuno si sarebbe unito a noi e ci avrebbe aiutato a ottenere
Kingdom Hearts. Pensavo che entrambi saremmo tornati normali alla fine,
capito? Alla fine, non volevo fargli niente di che … - si
giustificò Dilan.
-
Quindi, - rifletté Riku. – quando Xehanort non ti
ha voluto più con loro hai deciso di andare sul sicuro, no?
Unirti a noi per salvarti la pelle, che coraggio … - Sora e
Aqua risero, era chiaro che Dilan non era pericoloso.
-
Ehi! Infondo anche Roxas e Axel stavano con loro. Non avevo scelta,
capite? Da Nessuno non avevo un cuore, e se ce l’avevo era
pieno di oscurità, ma ora no. Sono stato felice che Xehanort
non mi ha più voluto con loro, e poi non avrei accettato
comunque. Capite che quello che ho sempre voluto è la
libertà? Davvero, come potrei tornare a essere un burattino
di quello lì e rinunciare alla mia libertà? Io,
Aeleus, Even e Ienzo abbiamo già parlato con Ansem e ci ha
ordinato di pattugliare l’interno della Fortezza. Quindi, non
posso andare a chiedere scusa alla Bestia, se è questo che
volete. - rispose Dilan.
-
No, tranquillo. Abbiamo capito, tutto a posto. –
tagliò corto Aqua, gentile.
Arrivarono
da Merlino e presero il programma. Fecero di corsa, quindi Aerith,
Cloud, Cid e gli altri che erano lì fecero solo in tempo ad
augurargli “buona fortuna”. Tornarono combattendo
solo pochi Heartless e Nescens ed entrarono dal retro della Fortezza.
Il solito corridoio che portava allo studio era lì, ma ad
attaccarli furono dei Nessuno. Anche se non videro incappucciati, Sora
intravide una scia di fumo nero sparire. Poi entrarono: lo studio era
stato ordinato, ma era vuoto. Entrarono nella parte segreta della
stanza, molto più moderna e tecnologica rispetto al resto
del castello. Ansem si stava alzando, aiutato da due persone con camici
bianchi: Even e Ienzo. Sora non li aveva mai visti, o meglio non li
ricordava, ma era sicuro che fossero le versioni umane di alcuni membri
dell’organizzazione scomparsi al Castello
dell’Oblio.
-
Sto bene, - disse Ansem. – quelle orribili creature mi hanno
attaccato, ma per fortuna questi ex membri mi hanno assistito. Con
questo posso perdonarli. Ora, avete il programma?
-
Sì, eccolo. – Aqua lo diede ad Ansem, che lo
lasciò scivolare nell’apposita entrata.
-
Tron, ci senti? – domandò Ansem.
-Sì,
siete creativi? – rispose una voce amichevole dal computer.
– Tron! – urlò Sora. – Sora,
sei tu? Che bello sentirti …
-
Scusate se interrompo, ma dobbiamo sbrigarci. Tron, ti spiegheranno
dopo i miei apprendisti. Mi serve che trovi l’accesso a una
stanza segreta nel castello …
-
Trovato! – urlò Tron, felice. – Ma
bisogna mettere una password... -
-
Non preoccuparti, la sappiamo. – assicurò Ansem il
saggio. – Bene, vediamo un po’…
– e si mise a scrivere: - Allora, Dilan, Aeleus, Braig,Even,
Ienzo e … Altro. Bene, dovremmo esserci. –
Sentirono
un rumore, scesero nella Fabbrica Heartless: un passaggio sotterraneo
si era appena aperto.
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Capitolo 12 *** Dal Sonno al Risveglio ***
Scesero nella Fabbrica
Heartless: dove prima c’era parte del pavimento, ora si era
aperta una scala sotterranea.
- È questo? Da qui
si arriva alla Stanza del Sonno? – chiese Aqua impaziente.
Ansem il Saggio fece cenno di sì con la testa.
- Sbrighiamoci allora!
– esclamò Riku con tono autoritario, passando
avanti.
S’incamminarono.
Dopo un po’ si ritrovarono in un tunnel quasi completamente
buio, con poche luci: era dello stesso stile della fabbrica, moderno e
tecnologico. Poi una discesa a chiocciola, oltrepassarono
un’altra porta automatica e si trovarono in un altro lungo
corridoio bianco e blu.
Dopo aver attraversato un
altro passaggio (un’altra porta bianca, che ovviamente si
apriva da sola, sparendo ai lati), finalmente trovarono la stanza: Aqua
pensò per un attimo di trovarsi proprio dove aveva lasciato
Ven, ma c’erano alcune differenze: al posto dei simboli della
scuola del Maestro Eraqus (simili a un cuore con tre linguette sotto,
due orizzontali verso i lati, una verticale verso il basso) incisi sul
muro, c’erano i simboli sia dell’Organizzazione 13
sia dei Nessuno (simili al simbolo di prima, ma rovesciati),
l’armatura di Aqua era per terra, dall’altra parte
della stanza, e soprattutto seduto su quel trono bianco non
c’era nessun biondino addormentato.
La stanza era tutta bianca,
circolare, al centro vi era il trono dal quale si diradavano delle
catene disegnate sul pavimento, nere, quindi si contrastavano al resto
della stanza. Ogni catena arrivava alle pareti e finiva con uno di quei
simboli, anche questi neri: era come se queste catene collegassero il
trono ai simboli.
- È questa?
– domando Sora, avvicinandosi al trono: anche sullo schienale
di quest’ultimo c’era il simbolo
dell’Organizzazione.
Ansem si avvicinò e
rispose: - Si, è questa. Aqua, ora puoi riprenderti la tua
armatura e il tuo Keyblade. Immagino che non è la stessa
cosa con quello di un altro. –
Aqua prese la sua armatura,
più leggera di quanto sembrasse, e
l’avvicinò alla spalla: questa sparì,
assorbita dal frammento metallico che Aqua aveva sul braccio.
- Immagino che dovresti
sederti, ora. – le ricordò l'albino.
- Se lei si siede, saremo
trasportati nella stanza del Castello dell’Oblio? –
chiese il più piccolo.
- Si, dovrebbe essere
così. – rispose l’uomo.
- Ma non capisco …
Non sarebbe bastato che Yen sid ci teletrasportasse qui con la magia?
– domandò Sora, stupito.
- Oh, non è
così semplice. – cominciò Ansem.
– I maghi, le fate o le streghe hanno bisogno di molto potere
per far sparire e riapparire in altri luoghi le altre persone, e
possono solo farlo verso posti di cui conoscono l’esatta
posizione o meglio, dove sono già stati. Più
volte ci sono stati, più facile sarà per loro
tornarci, usando meno potere. Ecco perché Yen sid e Merlino
lo fanno spesso senza difficoltà. Solo questa tecnologia
avanzata è in grado di teletrasportarci lì.
Dopotutto, questa stanza è stata costruita a tal scopo. Ora
non sprechiamo altro tempo. Aqua, accomodati. –
- Giusto! Ven ci aspetta!
– esclamò, e si mise a sedere.
Appena Aqua
toccò il trono, le catene per terra furono percorse da
frammenti luminosi, che raggiunsero i simboli sulle pareti. Un grande
bagliore di luce, chiusero gli occhi …
Quando riaprirono gi occhi
videro l’interno di una stanza quasi identica, al posto dei
segni dell’Organizzazione, c’erano i simboli della
Scuola, le catene disegnate erano più chiare e quel posto,
se comunque molto simile, sembrava più accogliente. Aqua
però non si ritrovò più sul trono in
mezzo, occupato da un ragazzo molto simile a Sora, biondo e con vestiti
simili sia a quelli del moretto che a quelli di Roxas, al quale per
tutto il resto era identico. Anche lui, come Aqua, aveva lo stemma
della Scuola di Eraqus sui vestiti.
- Ven! Ven! Sono io, Aqua!
– urlò la ragazza, strattonandolo dolcemente. -
Ehi, in tutto questo non mi avete ancora spiegato come fare a
svegliarlo. – finì, rivolgendosi ai compagni.
- Giusto. Preferirei
risparmiare a tutti voi altre lunghe spiegazioni. Nel suo esame, Riku
ha imparato a risvegliare i cuori dal sonno, farà una cosa
simile a quella che ha fatto con Sora dopo che fù
addormentato.
- Dovrò combattere
altri Nightmares? – chiese Riku, sconcertato.
- No, non ce ne
sarà bisogno, è un tipo diverso di assopimento,
lui non è stato intrappolato dai Nightmares. –
raccomandò infine Ansem.
Riku non ribattè
ancora, impugnò il Keyblade con entrambe le mani, lo
puntò su Sora: sia lui che Ventus s’illuminarono
di giallo-oro.
Poi una sfera di luce
uscì dal petto del castano ed entrò in quello del
biondo addormentato, Riku fece sparire il Keyblade, tutti stavano per
avvicinarsi, ma Ansem li bloccò: - Fermi! Non troppo vicini!
Sono più di dodici anni che dorme, potrebbe avere un piccolo
shock. – li avvertì.
Passarono qualche secondo a
fissarlo, poi si mosse: lentamente aprì un occhio, poi
l’altro e si alzò di scatto.
Tutti fecero un sorriso di
trionfo e Ven parlò- Aqua! Che bello vederti! –
disse, stringendola. – Dove siamo? Che succede? I- io, ho
dormito? E Terra, dov’è? Ricordo solo di aver
combattuto contro Vanitas, e … e … ma chi sono
loro? – finì, riferendosi a Sora, Riku e Ansem.
- Ven, tranquillo ora. Ti sei
perso molte cose. Però te le racconteremo dopo.
C’è tanto da dirti, tu hai dormito per dodici anni
… - gli spiegò Aqua.
- Dai! Non mi prendere in
giro, Aqua! È impossibile, non vedi che non siamo
invecchiati per niente? Mi stai facendo uno scherzo? – chiese
Ventus, ridendo.
- Be’,
anch’io mi sono persa 12 anni. Sono stata fino a poco fa nel
Regno dell’Oscurità, a vagare senza
metà. Lì non s’invecchia, il tempo
è relativo. Ho incontrato questo signore: è il
sovrano di Radiant Garden, uno studioso molto saggio. Questi ragazzi,
hanno salvato il mondo più di una volta, capisci? Riku e
Sora … - spiegò Aqua.
- Un momento! Tu sei Vanitas!
Non ti avevo riconosciuto! Aqua, forza! Dobbiamo sconfiggerlo! Non so
cosa sia successo ma non … Ehi, un momento!
Perché state insieme? Non mi vorrai dire che ti sei unita a
loro? Forza! Però, c’è qualcosa di
strano, non sembri malvagio. E non sei proprio uguale. Un momento, lui
ha salvato il mondo? Aqua? Smettetela di ridere!
- Scusa, Ven. È che
stai dicendo cose assurde. Questo ragazzo è dove
è rimasto il tuo cuore per tutti questi anni, capisci? Ormai
è molto che loro combattono l’oscurità
viaggiando per i mondi …
- Be’, Ven, -
cominciò Sora, scherzando. – Che dici? Il mio
cuore è abbastanza accogliente? – chiese.
- Tu sei quel bambino, tu sei
quello che mi ha aiutato. Tu sei … Sora! -
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Capitolo 13 *** La ninja traditrice ***
Sora,
Riku, Ansem e Aqua decisero di tornare presto al Castello Disney,
prima di poter essere sommersi di domande da Ventus, ma quando
uscirono trovarono il passo sbarrato da una giovane:
aveva capelli biondi, corti e avvolti in parte in due codini
sopra la testa e indossava una tutina viola con disegnati i segni del
tuono.
Fu Riku a parlare, arrabbiato: - Larxene, o come ti chiami ora ... che
ci fai qui?
- Ah, quindi il piccolino è suscettibile -
commentò la ragazza, sarcastica.
- Quindi tu facevi parte dell'Organizzazione! - urlò Aqua,
infuriata. - Tu facevi parte di quelli che hanno demonizzato la mia
casa! - le puntò contro il Keyblade.
- La nostra casa? Come sarebbe a dire? - domandò Ven.
- Scusa Ven, ora non è il momento. -
Larxene non parve troppo spaventata, ma abbassò il tono
insolente: - Io sono Arlene, sono stufa di quel sudicio nome che mi ha
assegnato quello, ragazzetta! E voi chi sareste? Altri bamboccini
seccanti?
- Forza, combattete! - ordinò Ansem il Saggio.
- Non vi conviene! Io ho un'arma segreta! Arlumia, vieni qua! -
ordinò infine.
Un Heartless gigante apparve: era Rosa e nero, aveva delle falci
taglienti al posto delle braccia, occhi gialli e una testa piccola, che
somigliava a un cappuccio, anche questo rosa.
- Okay! Io e Sora ci occupiamo di lei! Voi pensate all'Heartless! - e
si misero all'attacco.
Da persona completa, Arlene era più potente. Sora si chiese
cosa sarebbe successo se avessero usato la fusione che
invocava i "cuori di Sora", la Fusione Unione, ora che Ventus
era di nuovo sveglio. Quella battaglia fu anche la conferma
di quello che Yen sid gli aveva detto tempo prima: sia Sora che Ven,
infatti, riuscivano a usare un Keyblade perfettamente.
Usarono comunque i nuovi poteri che avevano, la Fusione "Stregone":
durante la fusione, per ogni colpo che davano, lanciavano anche una
magia
(fecero particolare attenzione a non usare l'elemento "Tuono", quello
di Arlene, che l'avrebbe solo rafforzata).
La bionda cadde a terra, esausta. L'Heartless fù sconfitto:
Sora
si chiese cosa succede quando viene sconfitto prima il Nessuno e poi
l'Heartless di una persona, ammesso che quello fosse l'Heartless di
Marluxia, e che Arlumia fosse il suo vero nome.
Arlen scappò.
- Sì, ce l'abbiamo fatta! - esultò Ven. - Ma chi
era quella? - chiese.
- Era un membro dell'Organizzazione 13, ma l'ha tradita.
L'Organizzazione fu fondata dal Nessuno di Xehanort, l'apprendista
Xehanort. Quello che avete sconfitto è un'Heartless, e uno
particolarmente forte. Ti spiego: gli Heartless hanno provato
più volte, e sotto il comando di diversi individui, a
distruggere i mondi. Sono creature completamente oscure, simili ai
Nescens, ma una volta erano persone, persone a cui è stato
sottratto il cuore, da altri Heartless. - finì Riku.
- Xehanort? Quindi, è ancora vivo?
- Oh si, - cominciò Aqua. - e in più
forme. Vedi, nell'ultima battaglia che abbiamo affrontato, quella al
Cimitero dei Keyblade, Xehanort ha fatto sì che Terra usasse
l'oscurità al massimo, e l'ha usato come suo contenitore.
Insomma, si sono fusi insieme, e Xehanort si è impossessato
del suo corpo. Poi ...
- Xehanort è stato trasportato a Radiant Garden da una
tempesta interdimensionale, e i miei apprendistri l'hanno trovato, io
l'ho accolto con me, mi sembrava un normale giovane studioso, molto
dotato. Aveva solo un problema e, ahimè, io lo ci ho
portato. Comiciò ad avere la fissa per i cuori e
l'oscurità. La parte di Terra in lui si ricordò
di te, allora cercò la sua casa. trovò questo
castello, che è la vostra casa trasformata da Aqua dopo la
fine di Eraqus. Trovò te, allora fece in modo che nessuno ti
potesse rapire o farti del male nascondendo la stanza e rendendola
accessibile solo attraverso un'altra stanza simile nascosta a Radiant
Garden, nel mio castello. Dopo lui e i miei altri apprendisti sono
diventati Heartless per mano sua, e si sono creati anche i loro
Nessuno. Ma continuiamo dopo, sono stufo di questo posto. Yen sid, ci
siamo! -
E il passaggio che si era aperto tempo prima per Cenerentola si
aprì di nuovo, portandoli nuovamente al Castello Disney.
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Capitolo 14 *** Lunghi capelli: un'alternativa alla guerra? ***
Lunghi
capelli: un’alternativa alla guerra?
Intanto
Kairi, Topolino e Lea tornarono con Yen Sid alla
Torre Misteriosa. Usarono una Gummiship, poiché il mago in
quel momento voleva
risparmiare “Punti magia”.
Quando
arrivarono, come si usava fare per risparmiare tempo,
non fecero atterrare la Gummiship, ma si “teletrasportarono
giù” ovunque ci
potesse essere un cerchio di energia. Si
trovarono nello studio, e seduto sulla scrivania c’era
Paperino, mentre Pippo
rovistava tra i libri e perlustrava la stanza.
Paperino,
notando lo sguardo di sasso dello stregone, si
affrettò a dire: - Oh, mi scusi Maestro Yen Sid! Io
… hmm … stavo controllando
che la sedia non fosse rotta!
-
Non importa! Non mi va di stare seduto, tanto. Rimani pure
lì. –
Ultimamente,
notò Lea, Yen Sid era meno rigido del solito.
Pensava che forse si sentiva in colpa perché non partecipava
attivamente alla
battaglia, ma lo stregone aveva anche una certa
età, quindi forse era
troppo stanco per combattere.
-
Allora, attualmente non sappiamo dove si trovi Xehanort.
Può darsi che lui e le oscurità siano tornati nel
Mondo Che Non Esiste, oppure
al Cimitero dei Keyblade, dove si è tenuta la Guerra del
Keyblade. Ma mi sembra
improbabile: entrambi luoghi, infatti, sono piuttosto inospitali, ma
quando li
avete incontrati, erano nel primo tra i due, quindi voglio che
controlliate
quel posto. Intanto ho tracciato una nuova rotta da seguire che porta
al Mondo
Che Non Esiste e che comprende i mondi più soggetti alle
oscurità, che quindi
sono in pericolo: in questi, inoltre, potreste incontrare qualcuno
dell’organizzazione
che si diverte a torturare innocenti e scoprire
dov’è il loro Punto di Ritrovo.
Domande?
Nessuno
aprì bocca, Kairi era raggiante, entusiasta di come
stava andando il suo primo viaggio.
-
Bene, allora non sprechiamo altro tempo. –
Anche
questa volta Yen Sid dette loro nuovi poteri. Le magie
che Kairi e Lea possedevano erano le seguenti: fuoco, ghiaccio, tuono,
magnete,
riflessione, aqua, sonno, blocco e altre, derivate.
Partirono
presto e dopo aver sconfitto un Nessuno gigante lungo
la rotta “Giungla Luminosa” e raggiunsero il
“Regno delle Lanterne”: questo era
il nome che qualcuno aveva considerato più adatto per tutti
coloro che lo
visitavano da mondi esterni.
Scesero
e si trovarono in una foresta, alla
fine di un sentiero, vicino alla quale c’era
una vecchia locanda, chiamata “Il
bell’anatroccolo”. Non erano soli, una donna
stava origliando dalla porta: era alta, con capelli ricci e neri e
sopra un
vestito lungo rossastro portava un coprispalle grigio con cappuccio,
portava anche una
misteriosa borsa in mano. Si sentiva un gran baccano provenire
dall’interno. Si
nascosero dietro un albero senza farsi vedere.
Poco
dopo uscì un piccolo vecchietto barcollante vestito da
Cupido, ubriaco, canticchiando parole che somigliavano a “Un
sogno c’è”.
- Ma che bel bocconcino!
– esclamò, riferendosi alla donna, che finse di
essere lusingata, ma dopo un
attimo gli puntò il coltello sul naso: - Dove sbuca il
passaggio segreto? –
chiese, minacciosa. L’ometto le rispose che portava al
burrone oltre la
foresta, e questa corse via, sparendo alla vista. Subito dopo
arrivò un uomo, incappucciato,
qualcuno dell’organizzazione, magro. Kairi stava per correre
ad attaccarlo, ma
fu fermata dal Re Topolino, che la spinse indietro.
L’incappucciato
parlò: - Tu, vecchio! Dimmi, chi è che sta
cercando, quella donna? -
Lea riconobbe
subito quella voce: era Xigbar, o Braig? Si chiese.
-
Ma Rapunzel naturalmente, la dolce ragazzina! Un sogno
c’è
… – ricominciò a cantare.
-
Allora è veramente per questo che le serve! Rimanere
giovane per sempre, questo è quello che vogliamo noi
dopotutto: l’immortalità.
Il vecchio maggiore sarà fiero di me stavolta! La
rapirò e gliela porterò! –
esclamò tra sé e sé.
-
Oh no! – esclamò il Re sottovoce. –
Dobbiamo aiutarla!
Forza, andiamo anche noi, il passaggio segreto!
-
Certo! Se la prendono, è la fine! –
avvertì Lea. – Andiamo,
allora! – finì Kairi.
Entrarono
nella locanda, piuttosto vecchia e sporca. C’era
un gruppo di uomini possenti dentro che sbevazzavano, e fu
l’uomo seduto a
suonare il pianoforte che gli aprì il passaggio segreto,
sotto un armadietto.
-
Entrarono in un tunnel sotterraneo e furono attaccati
dagli Heartless a forma di spettro, quelli a forma di fiore e da quelli
a forma
di scavatrice. Evidentemente Xigbar aveva mandato i Nessuno sotto il
suo
comando ad attaccare Rapunzel, perché i custodi dovettero
sconfiggere, più
avanti, anche dei “cecchini”.
-
Sono suoi? – chiese Kairi. – Oh sì! Non
scherza mica!
Quella ragazza può essere davvero un’alternativa
alla guerra se ha veramente
quei poteri. Mi stupisco che non sia una delle Principesse, ma forse
non conta
molto. Muoviamoci! Sono già due persone che la cercano! E
anche le guardie che
seguono il ladro li stanno inseguendo! – urlò Lea.
Corsero
e presto videro un’uscita: sbucarono sopra un
burrone e videro che il ladro era occupato a battagliare usando una
padella con
le guardie del Regno e un cavallo bianco (anche lui con spada in
bocca), allora
corsero in suo aiuto. Poi videro la ragazza: era non troppo alta,
similmente a
Kairi, portava un vestito lungo rosa, aveva sulla spalla un piccolo
camaleonte,
ma quello che fu subito evidente furono i lucenti capelli biondi,
lunghi più di
venti metri. Rapunzel li usò per far scendere Flynn, il
ladro, come una corda,
e i due scapparono nell’entrata di una miniera, giusto un
attimo prima che
questa fu tappata per via del crollo di una diga, che presto avrebbe
allagato l’interno
di quella miniera.
Dopo
gli attacchi di Kairi e gli altri, le guardie furono costretti a
scappare, ma non era finita. Un Heartless gigante saltò
giù da sopra il burrone:
somigliava a un enorme bassotto nero e verde, con enormi padelle al
posto delle
orecchie, occhi e muso rossi e il segno degli Heartless sulle orecchie
e sul
petto. Kairi lo sconfisse con la nuova invocazione collettiva,
comparvero Stitch,
il Genio e Trilli, spese molti Punti Magia ma il mostro cagnesco alla
fine
cadde e sparì, liberando un cuore: Lea si chiese se Xehanort
aveva ancora
intenzione di usare i loro cuori liberati.
Poi
cercarono i due per un po', ma alla fine si fece tardi e si
accamparono.
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Capitolo 15 *** Felici e contenti ***
Il
giorno dopo i tre amici si svegliarono quando il sole splendeva
già alto nel cielo blu, in una zona più aperta
del resto della foresta.
Sentirono
delle voci non troppo lontane, abbastnza alte da potersi far
comprendere dai custodi.
Una
non era proprio una voce, ma un nitrito, l'altra era una voce bianca,
di una ragazza: - Buono, buono. Ascolta, oggi è il mio
compleanno e ... lui sta cercando di realizzare il mio sogno. Non
potreste ... fare una piccola tregua? Solo per oggi. Poi potrete
azzuffarvi quanto volete. Per favore? - la sentirono imploarare. Poi il
cavallo, che doveva essere Maximus, quello delle guardie, fece un verso
di approvazione.
-
Perfetto! - esclamò Rapunzel. - Su, andiamo! -
chiamò il compagno di viaggio, Flynn.
-
Come? dobbiamo portarlo con noi? Uffa ... - brontolò
quest'ultimo.
-
Dai! Dovremmo andare con loro. - consigliò Topolino. - Mi
stupisco che non l'abbiano rapita durante la notte! Ma forse,
conoscendolo, non ne avrà avuto il coraggio, oppure vuole
farlo quando è da sola. -
Li
raggiunsero presto sul limitare della foresta.
-
Voi siete quelli che prima ci hanno aiutato, vero? Piacere, io sono
Rapunzel, questi sono Pascal e
Maximus, - disse, indicando il piccolo camaleonte e il cavallo bianco.
- e lui è Eug ... - Flynn la colpì con il
braccio. - Ah, scusa, Flynn. -
-
Be', andiamo allora! -
Si
avviarono, ma apena usciti dalla foresta furono attaccati dai soliti
Heartless a forma di fiore e scavatore, a cui si aggiunsero anche dei
nuovi tipi di Blu Ciccio, maestri in tutte le magie principali: fuoco,
ghiaccio e tuono.
-
Questo sarebbero gli Heartless? - chiese Flynn. - Non li sopporto,
bastavano già le guardie del palazzo a ostacolarmi, ora
anche loro?
-
Non c'è tempo per palare, attacca! - urlò Lea.
Combatterono
e poi arrivirono in città.
Era
molto affollata, quindi nessuno notò Flynn nel villaggio.
Fecero
delle spese, visitarono il posto, combatterono alcuni Heartless, e
delle banbine legarono i capelli di Rapunzel in una treccia che le
arrivava alle caviglie. Quella sera realizzarono il sogno di Rapunzel:
portarla a vedere le lanterene: ogni anno infatti, il giorno del suo
compleanno migliaia lanterne venivano liberate in aria nel villaggio,
lei voleva vederle da vicino e scoprire perché venivano
lanciate. Rapunzel aveva ricattato Flynn (quando si era infiltrato
nella sua torre per sfuggire a un inseguimento): dopo averlo steso con
una padella, infatti, nascose la corona da lui rubata e quando si
svegliò lo ricattò dicendo che gliel'avrebbe
ridata solo se l'avesse portata a vedere le lanterne, allora i due
erano scappati, dopo che Rapunzel aveva ingannato la madre Gothel, che
la teneva segregata nella torre. Quindi (con la scusa che la barca era
piccola), solo Rapunzel e Flynn presero la barca per vedere le lanterne
da vicino: si creò una situazione romantica e anche loro
fecero volar via una lanterna. Rapunzel diede la corona al moro, che
però non era la priorità di quest'ultimo.
I
due si stavano per baciare, ma qulacosa li bloccò: sulla
nebbiosa sponda opposta del lago li osservava un uomo, incappucciato e
dall'aspetto misterioso: di nuovo Xigbar.
-
Quello è l'incappucciato di cui parlano, ci sta
spiando: non permetterò che ti prenda, tu resta
con loro, io vado ad affrontarlo.
-
Sta scherzando? - chiese Lea,ora che la barca si era avvicinata poteva
sentire cosa dicevano. - Vado con lui, voi restate con lei.
-
Ma ... - Kairi tentò inutilmente di replicare,
perché Lea corse via con il Keyblade, Flynn usò
la barca.
Lea
e Flynn incontrarono Xigbar, che non era solo: Gothel, la madre di
Rapunzel, era con lui: - Forza, legalo!
-
Non prendo ordini da te, vec ... -
-
Non osare. Abbiamo un patto, ricordi? Tu mi aiuti, e io ti do
la Rapunzel.
-
Cosa? - cominciò Flynn. - Non l'avrete mai! -
ribattè.
Xigbar
lo legò con uno schioccò di dita.
-
No! Fuoco!
- Lea bruciò le corde.
-
Non riprovarci, traditore!! Sonnolenza - e con
quest' ultima formula fece addormentare momentaneamente Lea, che si
accasciò a terra.
A
quel punto anche Flynn fu addormentato, e i due furono legati a
una piccola nave. Flynn fu legato in piedi cone le mani sul
timone, in modo che sembrasse sveglio.
il
piano riuscì, poco dopo Rapunzel e gli altri arrivarono: -
Se ne è andato, voleva solo quella borsa.Io te l'ho detto:
non gli servi più. Il mondo è crudele e
spaventoso. Torniamo a casa, Rapunzel! - disse Gothel.
-
Io ... Io non ci credo! - disse col viso tra le mani, piangendo. - Non
può essere!
-
Guarda con i tuoi occhi allora! - ribattè la madre,
indicando il Flynn sulla nave.
-
No! Se Rapunzel non vuole non verrà con te! -
urlò Kairi. - Giusto! - confermò il Re.
Gothel
prese il pugnale che aveva: - Non costringetemi ad usarlo, e non
immischiatevi! Forza, andiamo! -
Non
poterono fare niente: Rapunzel tornò alla torre con Gothel,
e loro si chiesero che fine avevano fatto Xigbar e Lea.
Probabilmente
dovevano essere entrambi su quella nave, ma non di propria
volontà: anche questa era sparita alla vista.
Si
addormentarono. Fu Lea a svegliarli, poche ore dopo: il sole era
spuntato.
-
Su, alzatevi! - con lui c'era Maximus. - Flynn è stato
arrestato, gli uomini del pub hanno un piano per salvarlo! Ma sono
ostacolati dagli Haertless! Dobbiamo agliutarli! - Ok, meglio se ci
sbrighiamo allora! - consigliò il Re, e li fece trasportare
sulla Gummiship: dopo pochi secondi ersno di nuovo scesi vicino al
palazzo, colorato e maestoso. Combatterono i soliti Heartless,
mandarono Maximus a prendere Flynn, dove c'erano anche i consumatori
della locanda. Poco dopo videro Flynn correre via in galoppo a Maximus,
e anche loro si avviarono alla torre per salvare Rapunzel. Presto la
raggiunsero: ad attenderli c'era Xigbar: lo combatterono insieme, ma
lui scappò.
Non
c'erano porte: - Gothel entrava sempre aggrappandosi ai capelli di
Rapunzel, eppure è riuscita a prendere la corona quando lei
non c'era. Ci deve'essere per forza un'entrata alternativa ... -
ricordò Kairi.
-
Hai ragione! Eccola! - esclamò Topolino, indicando un buco
nel muro. Corsero sopra: trovarono Gothel con il pugnale insaguionato,
Flynn steso a terra e Rapunzel che implorava: - Va bene
madre, resterò sempre con te! Non ti chiederò
più di uscire da qui, non tenterò mai di
scappare, anche se contro la mia volontà. Permettimi solo di
salvarlo. - finì, trattenendo a stento le lacrime. - E va
bene! -
acconsentì
Gothel . - ma resterà legato nel frattempo. - infatti Flynn
era incatenato. - No! Rapunzel, non te lo permetterò! -
ribattè quest'ultimo, riuscendo a stento a parlare. - Adesso
so qual'è veramente il mio nuovo sogno: sei tu. - poi prese
un frammento dello specchio che la strega Gothel aveva rotto poco
prima, e lo usò per tagliare di netto i capelli dell'amata,
che divennero scuri e corti fino al collo. Anche se silenziosamente,
Xigbar era lì da qualche minuto, e alla vista di questa
scena disse, prima di sparire: - Ormai è inutile: io me la
svigno. -
Gothel
invece, prima di invecchaire completamente e dimodtrare il
suo reale aspetto e di tramutarsi in polvere, si nascose la faccia con
il cappuccio, cadde dalla finestra e si dissolse in caduta.
I
capelli, infatti, contenevano tutto il potere del fiore che
ringiovaniva e che poteva curare le ferite: con questo gesto, Eugene
(questo era il suo vero nome, rivelato solo a Rapunzel), si
sacrificò per la sua libertà. - No! -
urlò la neobrunetta, appoggiando il viso bagnato dalle
lacrime sull'amato. La melodia che sprigionava il
potere dei suoi capelli, che poteva essere estirpato solo tagliandoli,
ormai era inutile, ormai Flynn sembrava spacciato ma Rapunzel
tentò ugualmente. :- Fiore dammi ascolto, tu mi agliuterai!
E non dirmi che per me è tardi ormai, tardi ormai ... - a
questo punto una lacrima della fanciulla cadde sulla ferita di Eugene,
e accadde qualcosa: il potere del fiore poteva essere sprigionato anche
dalle lacrime di dolore, ecco perché a quel punto filamenti
dorati comparvero dalle sue lacrime e Fynn si
svegliò: - Lo sai che preferisco le more? - disse piano,
scherzosamente. Dopo di che Kairi, Topolino e Lea partirono, augurando
felicità alla coppia, che andò a
palazzo: Rapunzel aveva infatti scoperto la verità. Lei in
realtà era la Principessa perduta del regno, rapita da
piccola da una strega che voleva usarla per i suoi scopi, Gothel.
Quindi tornò dai genitori al palazzo reale e
sposò Eugene: i due vissero per sewmpre felici e contenti.
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Capitolo 16 *** La Profezia della Strega ***
Ventus fu quindi portato al Castello
Disney, dove gli venne spiegata la storia da capo.
- Quindi voi avete sconfitto Xehanort, ma ora è tornato... E
ha portato anche le sue varie forme dal passato, giusto? E vuole
riformare l"Organizzazione XIII", fatta di membri che
contengono parte del suo cuore, giusto? Quello che vuole è
la Guerra del Keyblade, giusto? Ma invece noi cosa vogliamo?
- Be' - cominciò Ansem. - in realtà anche noi
vogliamo questo, quello che non vogliamo è che Xehanort
abbia il controllo della X-blade e di Kingdom Hearts. I mondi non
possono restare divisi per l'eternità, esiste una profezia,
la Profezia della Strega, che è andata perduta nei secoli,
non l'ho ancora rivelata a nessuno, ormai è giunto il
momento di recitarvela:
L'oscuro padrone, con tredici oscurità, l'eterno controllo
del mondo di possedere tenterà. Ma i Guardiani delle sette
pure luci pronte saranno a scontrarsi.
Tredici oscurità contro sette luci: venti sono i
frammenti in cui si divise il Re dei Cuori, venti sono i guerrieri che
si scontreranno nella fatale guerra per riformarlo.
Il ragazzo padrone della luce e il padrone dell'oscurità si
scontreranno infine con la forza delle proprie luci e delle proprie
oscurità, e l'arma più potente sarà
formata. Solo colui che non ha paura dell'oscurità
potrà controllarla, ma colui che avrà il coraggio
anche di affrontarla l'eventuale sua sconfitta smentire
potrà. Il vincitore assoluto conoscerà la vera
forza del cuore, una forza che l'altro sottovaluterà. - intanto
nella stanza affollata di libri si era creata un'atmosfera di suspense:
Sora, Riku, Aqua e Ven erano in piedi e ascoltavano attentamente, Yen
sid era seduto e ascoltava con l'aria più seria possibile.
Ansem era concentrato a recitare la profezia come un bambino
che dice a memoria una poesia a scuola:
"Ci sarà
veramente il giorno in cui qualcuno
avrà il potere di aprire la porta della luce?": i pochi
sapienti si
chiedono! Ebbene sì: sarà riconoscibile per il
suo nome, simboleggierà
l'infinito cielo che unisce i separati mondi. Incapace di maneggiare la
famosa arma inizialmente sembrerà, ma alla fine tutti con il
suo
coraggio stupirà.
Più volte i mondi dal buio eterno salverà, si
scontrerà con il precursore più famoso di
oscurità, e infine con i
leali compagni nella fatale battaglia eccellerà.
L'ho imparata a memoria ormai. Il Maestro Xehanort
conosceva inizialmente solo una parte della profezia: "Il ragazzo
padrone della luce e il padrone dell'oscurità si
scontreranno infine con la forza delle proprie luci e delle proprie
oscurità, e l'arma più potente sarà
formata. Solo colui che non ha paura dell'osurità
potrà controllarla".
Credette che bastassero una luce e un'oscurità,
perciò utilizzò te, Ventus, e la parte oscura che
aveva estratto, Vanitas. Ma l'arma che ne
uscì fuori non era la vera X-blade, solo una versione
più debole che fu facilmente distrutta dal legame di Aqua
con te e Terra. Ero io in possesso della registarzione della profezia,
il giovane Xehanort la trovò e fu in quel momento che si
ricordò chi era veramente. Sapete cosa successe dopo:
iniziò subito a raccogliere altri dodici contenitori oscuri
e formò l'organizzazione, mentre cercò le sette
luci utilizzando il suo Heartless. Questo è stato
spiegatio molte volte. Vi racconto le mie conoscenze gradualmente,
prima che lo domandiate, perché troppe informazioni in una
volta fanno male. Xehanort non comprende che sarà Sora a
vincere, e che se non sarà così, potrà
utilizzare la forza dell'amicizia, la forza del cuore da lui
sottovalutata di cui parla la profezia, per far tornare la luce
nell'immensa oscurità. Xehanort non può vincere,
ma non ne è a conoscenza. Nel suo cammino ha fatto molti
danni, troppi, non possiamo permettere che ne faccia altri. Questa
battaglia deve finire, è durata troppo a lungo.
La profezia svela che comunque colui che conosce la vera forza del
cuore, e che la utilizza come arma, potrà risvegliare la
vera luce nell'oscurità. -
Sora si avvicinò alla scrivania e disse: - Quindi, in
pratica non possiamo perdere? Perché non ce l'ha detto
prima?
- Non volevo che vi impegnaste di meno, e comunque non vuol dire siate
fuori pericolo. Ricorda, per formare il Kingdom Hearts c'è
bisogno comunque di sette luci e tredici oscurità. I cuori
sono imprevedibili, non sappiamo cosa succederà dopo, ma
tutto questo deve finire.
- Un momento, - iniziò Aqua. - e Terra? Se fa parte delle
oscurità, lui non tornerà più?
- Xehanort si è impossessato del vostro amico quando aveva
già un cuore dentro di sè. Terra aveva il cuore
del Maestro Eraqus. Lui lo aiuterà a sopravvivere, non
morirà.
- Non capisco più niente ... - ammise Riku.
. Oh, non è necessario, non possiamo più fare
niente. Quel che accadrà accadrà. Noi
assisteremo quando succederà e vi aiuteremo in tutti i modi.
- E ora che facciamo? - chiese Ventus.
- Cercate gli altri. Dirigetevi anche voi al Mondo Che Non Esiste.
Dobbiamo scoprire cosa ha in mente Xehanort, e quali sono le nuove
oscurità.
- Chiamerò tutti coloro che possono aiutarci e li
preparerò alla Guerra. Non resta molto tempo. -
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Capitolo 17 *** Draghi e guardiani ***
Presto tornarono anche Lea, Kairi e Topolino. Stavolta si riunirono a
Radiant Garden, visto che finalmente anche l'interno del Castello era
stato sistemato.
Ovviamente Sora sapeva che Ansem e Yen sid li avrebbero
mandato a visitare altri mondi, non che questo gli dispiacesse. Si era
sempre divertito a visitare posti sconosciuti e a incontrare ogni
genere di "persone". Che poi gli abitanti incontrati nei vari
mondi non erano neanche tutti umani. E, pensandoci bene, neanche lui
era stato sempre "umano".
Durante i suoi viaggi, infatti, si era trasformato tante volte. Nel
mondo di Simba era stato trasformato in un leone. Più di una
volta era stato ad Atlantica, ed era diventato un tritone, cosa del
tutto normale per lui. Nel mondo di Tron era diventato un programma,
anche se questo per lui fu irrilevante cisto che si sentiva come sempre.
Nel Paese delle Meraviglie fu soggetto più volte a
cambiamenti di dimensioni, ma in quel mondo tutto era assurdo.
Inoltre aveva cambiato abiti tante volte, e neanche quelli erano stati
sempre "normali". Anzi, si può dire che spesso si
erano cambiati da soli, ma anche questo era un dettaglio.
Tutto era un dettaglio, pensò, quando c'era di mezzo la
magia. In modo particolare, la magia di Yen sid.
Anche Ventus e Aqua una volta si erano ritrovati rimpiccioliti, per
mezzo della magia della Fata madrina di Cenerentola, questo accadde nel
Castello dei Sogni, ma nient'altro. Per il resto erano rimasti sempre
normali.. Gli unici con cui condivideva queste esperienze non avevano
più un ruolo importante. O
così credevano loro, ma per Sora erano molto importanti. Non
li conosceva da sempre come con Riku o Kairi, ma con loro aveva
viaggiato per lungo tempo, in quasi tutte le sue avventure.
Paperino e Pippo non si potevano definire i più forti in
combattimento, ma erano alcuni dei suoi più grandi amici,
sempre fedeli compagni. Che poi, anche se loro non possedevano il
potere del Keyblade, avevano combattuto e sconfitto tantissimi nemici
insieme a lui, addiritttura il capo degli Heartless. Da un po' si
sentiva in colpa perché non viaggiavano più
insieme, e i loro compiti erano più banali. Ma soprattutto
gli mancava. Gli mancavano i litigi con Paperino, le intuizioni e le
battute di Pippo. Si decise: quella volta sarebbe andato con loro.
Anche perché furono divisi in gruppi da tre: Il Re Topolino
avrebbe assistito all'esame di Ventus e Lea, tenutasi quel giorno.
Kairi sarebbe partita con Aqua dopo l'esame, ma tre di loro dovevano
partire ora, e non sarabbero tornati per un po' di tempo. Yen sid aveva
specificato che non potevano più comunicare a distanza
perché dovevano conservare il potere magico destinato
all'ultima battaglia, e che si erano riposati troppo tempo. Sora stava
per offrirsi, ma non ce ne fu bisogno. Fu Ansem a comunicarglielo: -
Eccoti! Tu partirai con Paperino e Pippo, niente storie! So che siete
un'ottima squadra, e gli altri sono occupati al momento e non possono
venire con te. Una nuova rotta è stata tracciata.
- Storie? Ma quali storie! Non vedo l'ora, stavo per chiedervelo io!
Però mi serve una scorta di elisir!
- Ci hanno già pensato i tuoi amici. Su! Cosa
aspetti? Paperino e Pippo ti attendono sulla Gummiship! -
Sora non esitò e si materializzò sulla nave,
utilizzando il cerchio d'energia più vicino
- Ehi! Come va qui?
- Ti stavamo aspettando da un sacco di tempo!
- Dai, Paperino, basta facce arrabbiate! Ricorda, il sorriso
è il carburante della gummiship! Yuk! Siamo di nuovo un
trio, non vedo l'ora di vedere qual'è il prossimo mondo! -
esclamò Pippo, entusiasta.
In effetti anche Sora era curioso di scoprire quale fosse la loro
destinazione. Dettero un'occhiata al mappamondo e scoprirono trattarsi
di un mondo già visitato: La Terra Dei Dragoni.
- Il mondo di Mulan e Mushu, vero? Scehdiamo subito!! -
disse Sora, eccitato.
Dopo le lamentele di Paperino riguardo al fatto che non era Sora a dare
gli ordini in quella Gummiship, scesero dalla nave: il mondo era lo
stesso, ma stavolta atterrarono nel villaggio, precisamente vicino alla
casa di Mulan, perché sentirono la voce di Mushu, un
draghetto rosso alto piu o meno dieci centimetri. Stava parlando con un
grillo, e sembrava esaltato come al solito: - Cricri, dobbiamo farli
separare! -
- Ehi Mushu! Separare chi? - fu Pippo a parlare, quando li raggiunsero
all'interno della scuderia.
- Sora! Paperino! E anche Pippo! Ma cosa ci fate voi tre di nuovo qui?
È passato solo un mese dall'ultima volta che siete venuti! O
almeno così dice Mulan...
Ma se non sbaglio il tempo in alcuni mondi è più
lento che in altri ... Comunque non ci posso credere, non potete
immaginare la mia felicità nel rivedervi! - Mushu
pronunciava queste parole molto velocemente, entusiasta. - Scommetto
che siete qui per fare a botte con i mostri, vero? E scommetto che vi
farebbe comodo un aiutino, vero? Be' non c'è bisogno che
chiediate. Io sono magnanimo e posso prestarvi la mia forza di drago ...
- Davvero? Be' grazie! Anche noi siamo felici di rivederti, ma
dov'è ... - rispose Sora, ma fu interrotto dal draghetto: -
Ovviamente a condizione che voi aiutiate
me! Visto che questo stupido grillo non vuole farlo ... - disse,
riferito al grillo, che aveva un'aria molto contrariata.
- Va bene, - rispose Sora - ma potresti dirci dov'è Mulan?
- Mulan! Ecco in cosa dovete aiutarmi! Sta per commettere il
più grosso sbaglio della mia ... insomma ... della sua
vita! Non posso permettere che sposi quello lì! E
devo stroncare la cosa sul nascere!
- Mulan si sposa? E con chi, con Shang, vero? Forza, andiamo... Voglio
sapere tutto di questa storia!
- Ma mi hai sentito? Dobbiamo impedirlo ...
- Perché vuoi impedirlo? Non siete grandi amici voi due?
- Certo! Ecco perché voglio impedirle di commettere questo
errore ...
- Okay ... prima di "stroncare" il suo matrimonio possiamo almeno
vederla?
- Ora se n'è andata con Shang! L'imperatore li ha convocati
entrambi! Deve essere importante, e non mi ha neanche invitato! Mi sta
già rimpiazzando con quello lì ....
- Non dire sciocchezze, Mulan non ti rimpiazzerebbe mai. Comunque
andiamo, l'imperatore sa che noi abbiamo salvato la Cina insieme a
Mulan, non credo che si arrabbierà.
Il trio si era portato dietro il Grillo Parlante, che iniziò
a conversare con Cricri. Intanto tutti insieme usarono il potere della
Gummiship (si materializzavano dentro a questa e scendevano di nuovo in
un'altra zona) per raggiungere in fretta il Palazzo Reale. Incontarono
Mulan e Shang, che erano appena stati dall'imperatore, nel grande
cortile del palazzo. Mulan corse ad abbracciare Sora, Paperino e Pippo
e anche Shang li salutò in modo amichevole.
- Fortuna che siete tornati! Gli Heartless e altri mostri stanno
mettendo a soqquadro il villaggio. Ma c'è qualcuno che sta
mettendo delle difese da fuori. Per caso siete voi? A proposito, alla
fine hai ritrovato i tuoi amici?
Sora pensò che fosse una delle cose di cui si occupava Yen
sid, ma rispose che gli avrebbe raccontato dopo tutta la storia.
- Piuttosto ... so che vi sposate. Congralutazioni! Ma
perché Mushu ... - e al nome di quest' ultimo si
fermò perché gli aveva fatto segno di tacere con
le mani.
- È entusiasta ancora più del solito, vero? -
disse Mulan sorridendo. I tre aggrottarono le sopracciglia, erano
confusi, ma preferirono lasciar perdere.
- Comunque la missione è molto importante: dobbiamo
accompagnare le principesse al loro matrimonio. Sono le figlie
dell'imperatore. Lui vuole un matrimonio combinato tra le sue figlie e
tre principi del Qui cong per stipulare un'alleanza ed evitare che la
Cina venga distrutta dai mongoli. A me non sembra giusto, ma non posso
fare nulla ...
- Ehi, se volete venire l'imperatore sarà felice di sapere
che ci sarete, gli avevo detto che avrei portato solo tre uomini. Ma
voi e loro insieme valete tre truppe.
In quel momento comparvero dei Nessuno e dovettero affrontarli,
erano semplici Simili, ma Sora notò che erano
più forti, e ne comparvero molti. Si chiedeva sempre cosa
avesse intenzione di fare Xehanort e se avesse trovato tutte le
oscurità, ma in quel momento voleva aiutare Mulan. Anche
Paperino e Pippo erano più forti e il primo faceva magie
molto avanzate a "poco prezzo" come cometa e altri attacchi limite
molto dannosi.
Viaggirarono per molto portando le Principesse della Cina in carrozza.
Alcuni usavano il cavallo, altri erano in carrozza. Sora il Keyblade
trasformato.
Ed era un bene che Sora usasse quello, perché furono
attaccati varie volte da Heartless e Nescens, proprio come successe nel
Regno dei sogni, nella Contea Dei Moschettieri con Minnie.
Allora però era solo un Dream Eaters, anche se di alto rango.
Il viaggio per il resto andò bene, anche se Mushu
tentò più volte di separare Mulan e Shang.
Intanto Chien-po, Ling e Yao, i tre soldati, cominciarono a innamorarsi
delle Principesse Ting Ting, Mei e Sue, e quasto amore era corrisposto,
o almeno così era evidente agli occhi del trio.
Il peggio però successe una notte, quando si
accamparono vicino a un villaggio molto romantico: i tre soldati
invitarono le principesse a fare un giro nel villaggio e le
corteggiarono. Contemporaneamente Mushu ingannò Shang
facendogli credere che Mulan volesse prendere il suo posto, creando un
pupazzo simile a quest'ultima. Fece muovere il pupazzo dietro la tenda
di Shang, in modo che potesse vederne solo la sagoma, e finse
di parlarne male imitando la voce della ragazza. Dopo quella messa in
scena Shang andò da Mulan e l'accusò senza che
quest'ultima capisse perché. Intanto Sora, Paperino e Pippo
dovettero affronatre un Heartless gigante che attaccò il
villaggio distruggendo il mercato allestito nel villaggio.
Somigliava molto a un samurai, combatteva con due katana
fiammeggianti ed era a stisce rosse, nere e oro. Portava uno strano
copricapo che nascondeva la testa di cui si vedevano solo i penetranti
occhi gialli. Era motlo veloce e fecero fatica a sconfiggerlo, Sora e
Paperino si unirono nella fusione "Bufera di Ghiaccio", che favoriva
l'utilizzo dell'elemento ghiaccio, a cui l'Heartless era vulnerabile.
Grazie a questa fusione e all'invocazione del Genio, che Sora non
chiamava dopo molto tempo, il Samurai Di Fuoco fu annientato.
Il giorno dopo erano tutti molto tristi e nessuno parlava. Shang aveva
infatti scoperto l'uscita segreta dei soldati e delle principesse e si
era arrabbiato ancora di più.
- Non potrete più parlarvi o avere contatto tra di voi! Lo
proibisco da questo momento! Ma una sola parola! Neanche una! E
sarà così fino al termine della missione! -
ordinò il capitano, infuriato, Quel che era peggio era che
Mulan e Shang non solo non si parlavano più, ma
non si guardavano neanche. Sora sapeva in cuor suo che Mushu
c'entrava qualcosa, allora lo spinse indirettamente a tirare
fuori tutto, anche se il draghetto insisteva che lui non c'entrava.
Comunque, alla vista di quella scena triste, Mushu si pentì
e confessò a Mulan la verità. La bruna si
arrabbiò molto inizialmente, ma poi comprese che quello
significava che in realtà lei e Shang non avevano reali
problemi: - Allora noi non siamo troppo diversi! Non ci sono mai stati
problemi tra di noi! L'unico problema eri tu! Forza, devo
parlare subito con lui!
- Posso fare qualcosa per aiutarti? - domandè Mushu
mortificato.
- Tu hai guà fatto abbstanza! - rispose Mulan.
Ma in quel momento furono attaccati dai banditi e non ebbe il tempo. Ai
banditi si aggiunsero anche dei Nessuno, e Sora dovette impegnarsi
mentre gli altri proteggevano le principesse. Alla fine scapparono e
dlovettero attraversare un ponte sospeso in legno che al passaggio di
tante persone iniziò a cedere. Una delle principesse stava
per cadere ma Pippo riuscì a salvarla. Tutti erano
in salvo dall'altra parte tranne Mulan e Shang. Infatti, mentre la
ragazza aiutava Shang a rimettersi in piedi, uno dei banditip rese il
pugnale e tagliò di netto le corde che tenevano il ponte con
i due sopra.
Ormai erano letteralmente appesi a un filo, Mulan urlò, in
preda alle lacrime: - Shang! Ce la faremo! Non ti mollo!
- Non ci reggerà tutti e due!
-Lo farà. Lo farà!
- Mi dispiace ...
Ormai la corda a cui erano attaccati stava per rompersi e Shang
scivolò dalla presa di Mulan, e caddè.
- SHAAAAAAAAAAAAAAAAAG! SHAAAAAAAAAANG!
Niente da fare. Shang era caduto da un burrone altissimo, non c'era
possiblità.
Sora e gli altri cercarono di consolare Mulan, ma niente poteva
cambiare il suo umore. Si era anche messo a piovere.
Prese una decisione difficile, non voleva rovinare la
felicità delle nuove coppie. Almeno loro potevano essere
ancora felici.
- Devo finire la missione che ci è stata assegnata. - disse.
- Non ho più niente da perdere ormai. -
Mulan si diresse al Qui Cong. Si era già organizzata coll'
imperatore. Si sarebbe sposata lei con un principe dei mongoli.
Sora decise di cercare quello che rimaneva di Shang. Uilizzò
il Keyblade per fare prima, e seguì il cavallo su cui si
erano messi Paperino e Pippo
Presto raggiunsero un laghetto, e il cavallo trovò Shang in
acqua. Possibile che fosse ancora vivo? Non era ferito. Dopo poco
tossì e sputò acqua. E finalmente aprì
gli occhi.
- Sora, Paperino, Pippo! Ehi, bello .... - aggiunse, rivolto al
cavallo. - Come avete fatto a trovarmi! Dov'è Mulan?
- Abbiamo seguito lui. Comunque, sì, Mulan. Dobbiamo
raggiungerla! Ha scelto di offrirsi al posto delle principesse in modo
che possano vivere felici con Chien-Po, Linh e Yao! Non possiamo
permetterlo, capitano!
- No, hai ragione. - disse, e salì in groppa al cavallo.
- Forza bello, andiamo!
- Raggiunsero Qui Cong velocemente, ma prima di poter entrare, furono
attaccati da un drago, o un'Haertless? Doveva essere come l'ultima
volta. Qualcuno aveva riempito di oscurità uno dei draghi
dellla Cina. Era molto grande, quanto un palazzo. Era rosso e giallo.
Aveva un corno diritto al centro dellla testa e due ricurvi ai lati. Le
ali sembravano enormi ventagli d'argento. Dovette usare l'invocazione
di Roxas e Xion per abbaterlo, ma alla fine scomparve. Un'altro drago
era stato annientato solo perché qualcuno l'aveva riempito
di oscurità.
Il palazzo dall'eterno era molto simile a quello dell'imperatore,
grande e con un cortile spazioso, pieno di gente. Inoltre all'entrata
c'era la statuta del Grande Drago.
Il matrimonio si stava svolgendo. Mulan era sul punto di dire
"sì" ma Shang fermò la cerimonia.
- Shang! Allora sei ancora vivo! Oh, mi dispiace tanto! Sora, Paperino,
Pippo! L'avete ritrovato voi! -
Il re era un ometto con vestiti tipicamente mongoili, arancioni.
Portava un copricapo dello stesso colore sulla testa. Anche Mulan era
vestita allo stesso modo.
Alla fine fu Mushu a salvare a sutuazione, stavolta fincendosi il
Grande Drago. Si sistemò nella bocca della statua, dove la
sua voce era amplificata, e ordinò al re di sposare Shang e
Mulan, e di non provare ad attaccare la Cina.
Festeggiarono tutta la notte, e anche se Mushu si era fatto perdonare
era molto triste perché aveva perso il suo piedistallo, e
quindi anche il privilegi di guardiano di Fa Mulan, perché
gli antenati gli avevano detto che il nuovo guardiano della ragazza
sarebbe stato quello della famiglia dello sposo.
Ma Shang sistemò le cose unendo i templi delle due famiglie,
e Mushu potè mantenere il suo titolo.
Infine Sora, Paperino e Pippo se ne andarono dicendo loro addio,
consapevoli che non sarebbero più tornati.
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Capitolo 18 *** Giocattoli si diventa ***
Il
mondo successivo, videro nel mappamondo, sembrava essere fatto da
qualche casa, possibile che esistesse un mondo così piccolo?
Ma
quando atterrarono videro che non era il mondo ad essere piccolo,
ma loro: erano alti ormai circa una decina di centimetri,
più o meno quanto le dimensioni di un giocattolo.
Inoltre si trovarono in un salotto, il salotto de La casa di Andy. Un
bambino, che doveva essere Andy, stava giocando con un pupazzo cowboy
in vecchio stile e pareva divertirsi molto. Quello che
impressionò Sora fu più che altro il bambino
gigante, infatti gli era già capitato di diventare molto
piccolo, ma in quel caso anche tutti gli altri erano tutti molto
piccoli. Pippo ebbe una reazione diversa: - Be’ non
è mica la prima volta. - disse. - Siamo abituati a questo
genere di cose, quando c’entra Yen sid capitano spesso.
Probabilmente l’avrà fatto apposta:
c’è qualcosa che dobbiamo fare in queste
dimensioni … - e a queste parole uscì da dietro
la poltrona dove si erano nascosti per esaminare il luogo: si trattava
ovviamente di un soggiorno, e sembrava preparato per una festa di
compleanno. Un cagnolino li vide e corse da loro. Che poi per loro era
un cagnone, infatti inizialmente si spaventarono, ma poi videro che era
piuttosto entusiasta: forse pensava fossero dei nuovi giocattoli?
- Meglio se ci facciamo portare dove vuole … - disse Sora.
- Stai scherzando? Lo vedi com’è vivace? E se
inizia a masticarci come giocattoli di gomma?
- Se preferisci che lo faccia allora resta giù, Paperino.
Perché non credo che sia disposto a lasciarci qui…
- Va bene, va bene. – brontolò Paperino, salendo a
cavallo del cane con l’aiuto di Pippo. Il cane
portò i tre in una cameretta, non c’era Andy, ma
c’erano tanti giocattoli. Sora notò il cowboy per
primo, ma presto fu attratto anche da un piccolo Tirannosauro Rex,
tutt’altro che pauroso. C’erano anche un
salvadanaio simile a un maialino, una patata dotata di faccia, baffi e
cappello, una pastorella, un microfono (come tutto il resto, dotato di
occhi), un cagnolino a molla e tanti altri. In effetti non ne fu
attratto perché erano molti, più che altro
perché erano vivi, e a quanto pare stavano avendo una
riunione.
Il cowboy stava usando il microfono giocattolo e disse che tutti
dovevano trovarsi un compagno di trasloco. A quanto pare la famiglia
avrebbe traslocato una settimana dopo, per questo la festa di
compleanno sarebbe stata quel giorno, cosa che terrorizzò
tutti. - E se Andy mi rimpiazzasse con un altro dinosauro, uno di
quelli cattivi? - disse Rex il tirannosauro, terrorizzato.
- Hmm… mi dispiace interrompere la riunione, ma…
SONO ARRIVATI! OSPITI CON REGALI A ORE TRE! – urlò
il salvadanaio, che era rimasto vicino alla finestra tutto il tempo.
Tutti i giocattoli corsero allarmati alla finestra, mentre Sora,
Paperino e Pippo iniziarono a discutere: - Giocattoli parlanti, non mi
stupisce più di tanto ormai… - disse il moretto
raggiante.
- Una festa di compleanno, precisamente che dovremmo fare noi qui? Se
ci attaccano Heartless o Nescens giganti?
E a queste parole più di una decina di mostri simili a
giocattoli comparvero. Sora riuscì a distinguere il simbolo
degli Heartless sul petto dei nemici. Alcuni somigliavano ad orsetti di
peluche e altri a bamboline di pezza particolarmente brutti, con occhi
mancanti e tutti rovinati. Verdi e neri, combattevano con delle lame
che avevano al posto delle appendici. Comparvero anche degli Shadows,
dei Soldatini (che Sora aveva già incontrato alla
Città di Halloween) e gli Heartless affrontati nel Fiume
senza tempo, come il Magimartello e la Biella Rovente, ovviamente
colorati, infine alcune Bombe a Tempo. Naturalmente i giocattoli li
avevano notati, e fu il cowboy a chiedere: - Grazie mille,
l’altra volta che ci hanno attaccati ci siamo dovuti
nascondere. Comunque voi chi siete? Nuovi giocattoli?
- Non proprio, diciamo che siamo qui per aiutarvi a disfarvi di quei
mostri. Comunque io sono Sora e loro sono Paperino e Pippo! Piacere!
- Piacere, io sono Woody! E loro… Be’ ve li
presenterei, se non fossero così impegnati a spiare i regali
degli invitati… Non è che voi potreste andare a
controllare di cosa si tratta? Manderei una pattuglia, ma i soldatini
dicono che ogni volta che escono da qui vengono attaccati da quei
mostri, e visto che voi…
- Sì, certo. Andremo, non è un
problema… Dicci che dobbiamo fare! - tagliò corto
Paperino.
Woody sembrava pensieroso. Portava stivali e vestiti tipici da cowboy e
ovviamente un cappello sulla testa, quest’ultima parecchio
più grande del corpo. Dopo un po’ rispose: - Non
potrete andare da soli … In tre non riuscirete a portare il
ricetrasmettitore… Accompagnerete i soldatini! - e
così fecero.
I piccoli soldatini verdi portavano il ricetrasmettitore per le scale e
per il corridoio mentre Sora, Paperino e Pippo combattevano i soliti
Heartless. Poi arrivarono giusto in tempo per assistere
all’apertura dei pacchi. Inizialmente andò tutto
bene con regali come cestini da picnic e lenzuola… Mr.
Poteato, il tubero, sperava che in uno di quei pacchi regalo ci fosse
Mss. Poteato. La tensione tra i giocattoli cresceva. Poi finalmente
l’ultimo, che si scoprì essere un gioco da tavolo.
Ma a quanto pare c’era un ultimo regalo a sorpresa, Buzz
Lightyear, giocattolo spaziale, simile a un astronauta. Il segnale
saltò e non poterono comunicarglielo, ma tornò
appena in tempo per avvertirli che Andy, entusiasta, e i bambini
corsero di sopra in camera. Intanto Sora e gli altri si erano nascosti
sotto una pianta.
Presto i bambini scesero nuovamente, chiamati dalla mamma di Andy per
fare un gioco e Sora e gli altri tornarono di sopra. Buzz Lightyear si
ritrovò sul letto di Andy e credette di essere veramente uno
Space Ranger in missione e di trovarsi in un pianeta sconosciuto. Non
consapevole di essere un giocattolo, premette un pulsante e
cercò invano di contattare il comando stellare, poi corse
allarmato alla sua confezione, una scatola simile a
un’astronave: - La mia astronave! Ci vorranno mesi per
ripararla!
- Ciao! - lo salutò Woody, che era saltato sul letto.
Buzz si spaventò e gli chiese chi fosse. Buzz gli
raccontò di essere finito lì per sbaglio e gli
chiese che cosa usavano come carburante. Presto anche gli altri lo
salutarono, ma egli si mostrò diffidente. In fine li
ringraziò per il benvenuto e si presentò. Disse
che era un’unità scelta per la protezione della
galassia dal malvagio imperatore Zurg. Si fece anche spuntare le ali
vantandosi di poter volare, poi decise di dimostrarlo a Woody che le
definiva inutili. Si buttò urlando “Verso
l’infinito e oltre!” e per una serie di coincidenze
quali il rimbalzo su una palla e l’appiglio a un aereoplanino
che stava veramente volando si convinse di poterlo fare e
stupì tutti, che ne furono entusiasti. Tutti tranne Woody,
il quale venne esonerato dal titolo di “giocattolo preferito
da Andy”. Sora lo consolò: - Non preoccuparti!
Andy si stuferà e tornerà a giocare con te! - gli
disse, quando anche Andy lo mise in secondo piano.
Ma intanto tutto dimostrava il contrario: Andy rimpiazzò la
tappezzeria e i disegni di Woody con quelli di Buzz. Quando vide Sora,
Paperino e Pippo pensò trattarsi di nuovi giocattoli, ma i
tre si nascosero e pensò di averli persi. A Sora piaceva
essere piccolo: così si vedeva il mondo da una prospettiva
completamente diversa. Scoprirono che c’era un bambino nella
casa accanto, Sid, che torturava i giocattoli, e intanto gli Heartless
aumentavano. Paperino chiese a Sora se potevano andarsene da quel mondo.
- Forse quel ragazzino ha qualcosa a che fare con gli Heartless, voglio
scoprire se è davvero così… -
Quella sera La mamma di Andy l’avrebbe portato al Pizza
Planet, una pizzeria ispirata allo spazio, e quest’ultimo
poteva portare solo un giocattolo. Woody cercò di far finire
Buzz dietro la scrivania in modo che Andy non lo trovasse e portasse
lui, ma il piano andò storto e per sbaglio lo fece cadere
dalla finestra.
I giocattoli lo accusarono e lo condannarono a venir distrutto dagli
Heartless, ma Sora si intromise:
- Un momento! Ho visto cosa è successo, è stato
un incidente! Non permetterò che venga distrutto!
- Ah! Scommetto che sono in combutta! – criticò il
salvadanaio.
- Credete quello che volete! Io continuerò a sconfiggere gli
Heartless tanto…
- No, è colpa mia. Ma non mi farò distruggere,
farò una cosa utile: andrò a salvare Buzz. Ho
visto che l’ha rapito Sid. Se è così
non ha speranza, e io non permetterò che lo faccia
esplodere, per mille pistole! – rispose il cowboy.
- E noi verremo con te! – esclamò Pippo.
- Giusto! – confermò Paperino.
- Grazie, da solo non saprei sconfiggere i mostri, così
abbiamo più speranze. Qualcuno di voi dovrà
andare con Andy… - disse infine Woody.
- Ma come scendiamo? - chiese Sora.
- A questo penso io! – dichiarò Paperino.
– Invocazione Dumbo! –
Sora si chiese se l’elefantino sarebbe apparso come un
gigante o anche lui sarebbe rimpicciolito. L’elefantino che
venne era piccolo come Sora lo ricordava. A quanto pare tutti i
visitatori esterni in quel mondo diventavano piccoli come giocattoli.
Sora, Paperino e Pippo salirono sopra l’animale. Appena lo
toccarono si rimpicciolirono ancora di più.
- Sali e non fare domande. – disse Sora a Woody, tendendogli
la mano.
- Per mille stivali, ma come avete fatto?
- Che cosa ti ho detto? – insistette Sora mentre Dumbo si
alzava in volo.
Quando scesero, Paperino spiegò: - Yen sid mi ha detto che
adesso possiamo usare tutte le vecchie invocazioni e anche chiamare i
vecchi alleati degli altri mondi. I più entusiasti sono
Aladdin e il Genio. Ma in questo momento mi è venuto in
mente solo lui… -
- Grazie! – dissero tutti, mentre l’elefante
volante dalle grandi orecchie spariva.
Erano atterrati direttamente sul davanzale della finestra di Sid, da
cui si vedeva la macabra stanza del bambino, pullulante di esplosivi e
giocattoli modificati o smontati e riassemblati in modo da avere un
aspetto pauroso e ripugnante. Il più spaventoso era la testa
spelacchiata di una bambola a cui mancava un occhio, attaccata a uno
strano aggeggio con tante zampe.
Buzz stava tentando di distruggerlo con la luce del finto laser.
- Spera di distruggere quei cosi con la luce della lampadina?
– chiese Woody.
- Buzz! Stiamo venendo a salvarti! – urlò Sora.
- Bravo, Sora. -
Qualcuno aveva appena parlato, una voce profonda, Sora la conosceva:
era Xehanort, Young Xehanort, la versione giovane di Xehanort.
- Xehanort! Cosa vuoi ancora?
- Solamente quello che tu fai. Combatti Heartless, è per
questo che sei qui. Questi sono particolari. Qui i giocattoli hanno un
cuore, ma non essendo umani diventano Heartless particolari. I cuori
sono sempre utili, se sai come usarli. Forse non dovrei neanche
definirli Heartless. Vittime o Padroni
dell’oscurità, queste sono le reali
opportunità. Io ho optato per la seconda, voi sarete
vittime. Ma così dev’essere. Le sette luci sono
essenziali come le oscurità. I tredici xehanorts sono quasi
pronti.
- Xehanorts? – chiese Sora.
Si rese conto che il tempo si era fermato, Xehanort sapeva fare
addirittura questo?
- Sì, Sora. Tutti identici a me. Questo è il
piano principale, da sempre. Io esisto in ogni dimensione. Sono stato
diviso tante volte, non ho avuto paura
dell’oscurità, ho potuto sottometterla,
controllarla. Esserne il padrone. Voi ci aiutate, sconfiggendo
Heartless, Nescens e Nessuno.
- Ma non capisco… A cosa vi servono i cuori e i Nescens?
-Questo mondo è speciale. Quel bambino… Lui crea
oscurità in quei giocattoli, ecco come io li trasformo in
Heartless. I cuori vengono dati loro quando trovano il posto a cui
appartengono. I bambini ci giocano e fanno sì che i
giocattoli non abbiano oscurità nel cuore. Sid, il bambino
che si diverte a torturarli, crea oscurità. Io faccio
sì che l’oscurità di ogni cuore porti
al moltiplicarsi di Heartless e Nescens, dalla loro
oscurità, negatività, tristezza.
L’oscurità va oltre i cuori, più
lontano. In questo mondo non ci sono Heartless, i tanti giocattoli con
cuori pieni di luce impediscono la diffusione di oscurità.
Ma questi sono perfetti, sconfiggendoli mi darete ulteriore
forza… A presto, ragazzino. E così facendo
allungò il braccio verso i giocattoli rovinati, e li
riempì di oscurità.
- No! - urlò Sora, evocando il Keyblade. Ma era troppo
tardi, Young Xehanort sparì
nell’oscurità, e così il suo
incantesimo di blocco.
- Che è successo? – chiese Woody.
Ma Sora non rispose, corse verso l’Heartless nato dalla
fusione dei giocattoli rovinati. Aveva la testa di un orsetto, rosa e
con occhi gialli. Il corpo era un insieme di gambe, braccia e altre
parti di diversi giocattoli, ormai di colore blu scuro, con il simbolo
degli Heartless al centro. Usava le grosse mani verdi per lanciare
tante Bombe a Tempo e faceva grossi salti cercando di colpire Sora,
Paperino e Pippo. Il suo punto debole era soprattutto la testa, che
abbassava raramente, quindi Sora saltò spesso con
l’aiuto di Paperino e fece molte magie. A metà
battaglia le mani del gigante s’ infuocarono, poco dopo anche
il corpo. Sora invocò il Genio che lo aiutò a
spegnerlo, poi gli diede un colpo e questo si distrusse, divenne
cenere. Woody e Buzz scapparono. Sora aprì con il Keyblade
la serratura per arrivare al prossimo mondo. Infine lui, Paperino e
Pippo tornarono sulla Gummiship.
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Capitolo 19 *** Madre e figlia ***
Presto
arrivarono in un mondo chiamato la Foresta dei Fuochi
Fatui. Aveva l’aria di essere una zona scozzese.
I tre
esaminarono il luogo per qualche secondo, poi videro
qualcosa.
-
C’è un palazzo lì! Vogliamo andare a
vedere se c’è
qualcuno in pericolo? – chiese Sora.
Paperino
però era distratto da qualcosa. – Un orso!
– urlò.
– Sta attaccando quella ragazza! –
- Che cosa? Oh,
è vero! Aiutiamola! – e corsero
dall’altra
parte, al di là del fiume.
- Ehi, tu!
Lasciala stare! – urlò Paperino, mentre Sora
evocava il Keyblade. L’orso
aveva alzato
la zampa e stava per colpire la fanciulla con gli artigli, ma si
fermò di
scatto.
Era una ragazza
dal viso dolce e tondo, e portata un vestito
blu scuro, tipicamente medievale. Ma quello che la caratterizzava
maggiormente
era senza dubbio la chioma ribelle di capelli ricci, di un acceso rosso
fuoco.
- No! Non
fatele del male! Lei è… mia
madre! – L’orso si era messo in piedi su
due zampe, e sembrava
comportarsi come un umano.
- Che cosa?
Come può essere tua madre? È un orso! Ti stava
attaccando! -
- Sbaglio o i
tuoi amici sono una papera e un cane?
- Be’
in effetti… - ammise il moretto. – Ma loro sono
animali personificati! -
- Ehi!
– si lamentò Paperino.
- Comunque,
ovviamente lei normalmente non è così. Una
strega mi ha ingannata… Io le ho solo chiesto di fare
cambiare idea su alcune
cose a mia madre. Invece l’ha fatta diventare un orso. E
adesso, be’, non so
che le è successo. Per un attimo si è comportata
come un orso... – spiegò la
rossa, mentre l’orso assunse un’aria colpevole.
- Comunque io
sono Merida, e lei è mia madre Elinor. Piacere
di conoscervi! –disse tendendo la mano.
- Piacere
nostro! Io sono Sora, lui è Paperino e quest’altro
è Pippo! Possiamo aiutarvi? -
Ma Merida non
fece in tempo a rispondere: comparvero almeno
una dozzina di Nescens fluttui, i più semplici, simili a
saette di colore blu
intenso, con arti e antenne a punta.
- Eccone un
altro! – urlò Paperino in fine, indicando una
fiamma azzurrina.
- No! Aspetta!
Quello non è un mostro, è un fuoco fatuo. I
fuochi fatui ci indicano la strada per il nostro destino. Sono loro che
mi
hanno portato dalla strega. -
Ci indicheranno la
strada. Venite? –
- Va bene.
– rispose Sora.
Allora i cinque
si avviarono seguendo la strada dei fuochi
fatui, venendo più colte attaccati da vari generi di
Nescens: Attaccabrighe, Boxer, Serbatoio da Dieta, Morsicarono fiammante,
Corvo Lunato e Fungogommoso. Grazie all’aiuto
di Merida e di Elinor li
sconfissero facilmente. Alla fine raggiunsero delle rovine in pietra,
come di
un palazzo. – Chiunque abitasse qui se
n’è andato da molto tempo… -
commentò
Sora.
Ma poi le
pietre sotto Merida cedettero e lei cadde: -
AAAHAHAHHAHA! – urlò.
- Oh no!
– gridò Sora, mentre Elinor fece un verso
preoccupato. Poi si affacciarono al buco che si era formato e Sora
chiese: -
Stai bene? -
-
Sì, non preoccupatevi, sto bene. – fu la risposta
della
ragazza. – Questa è una… sala del
trono. – commentò la ragazza, dopo aver
esaminato il luogo.
- Pensi che
appartenesse al regno di quella della storia che
mi raccontavi sempre? – chiese poi, rivolta alla madre.
– Quella con i principi?
–
- Che storia?
– chiese Paperino.
Ma Merida era
distratta da quattro figure di uomini scolpite
nella pietra, i principi. Somigliava a una tavolozza di pietra,
spezzata in due
parti: in una ce n’erano tre, nell’altra solo uno.
- Il
più anziano, squarciato. Come con
l’arazzo… - rifletté
Merida.
- Ma di che sta
parlando? – commentò nuovamente Paperino.
Ma la fanciulla
sembrava aver fatto una scoperta
sconvolgente, che la terrorizzò.
-
L’incantesimo… è già
successo una volta! La
forza di dieci uomini… Cambiò il suo
destino!
- La storia di
mia madre, capite? Quella di quattro fratelli
di cui il primogenito, avido di potere, finisce per fare la guerra agli
altri e
per condurre in rovina il suo regno…. E divenne
l’orso… Mor’du! Oh, no! –
A queste parole
un orso feroce comparve dietro Merida e
l’attaccò. Lei lo schivò.
- Scappa!
Arrampicati! Ci pensiamo noi a lui! – urlò Pippo.
La rossa, in preda al panico si arrampicò e
afferrò la zampa della madre,
mentre Sora, Paperino e Pippo si buttarono per affrontare il bestione.
Sora non ne
aveva paura, prese il Keyblade e urlò – Stopga!
– facendo bloccare Mor’du. Poi creò un
razzo magico con l’aiuto di Peperino e
insieme a Pippo gli si lanciarono addosso. L’orso riprese a
muoversi e afferrò
Paperino. – Lasciami, brutto coso! –
urlò quest’ultimo. Sora fece un gran salto
e afferrò per le mani Paperino, poi usò il suo
Keyblade e lo scettro dell’amico
per colpire l’enorme bestia e lanciarla contro il muro di
pietra. In fine Pippo
lo colpì forte con lo scudo e questo cadde a terra, non
morto, ma sfinito.
Intanto madre e
figlia erano scappate da quel luogo, e Sora,
Paperino e Pippo si addentrarono nella foresta per raggiungere il
castello.
- Merida ha
detto che è già avvenuto... Deve aver strappato
l’arazzo che raffigura la sua famiglia. Adesso stanno
tornando per ripararlo,
ne sono sicuro. Il padre è un cacciatore di orsi, me
l’ha detto prima. Se
tornano non ci sarà possibilità per Elinor,
quindi meglio che li raggiungiamo
il più presto possibile… - disse Sora.
Altri Nescens
comparvero presto, ma non avevano tempo per
affrontarli tutti. Poi lo raggiunsero, un enorme castello scozzese
dominava su
tutto il resto. Stavano per raggiungere un’entrata oltre il
piccolo ponte, ma
qualcosa li bloccò: una nuvoletta di fumo nero comparve e ne
uscì Saix (- O Isa?
- si chiese Sora),
ma era diverso. I
capelli non erano più di quell’ azzurro splendente
che lo caratterizzava, ma
erano grigio-argento, come quelli di Xehanort, inoltre era
più basso. Sora
capì, Saix si stava trasformando lentamente in Xehanort, la
versione giovane di
Xehanort, precisamente.
- Tu? E cosa ci
fai qui? Non capisco perché continuate a
sparpagliare i vostri mostri nei mondi…
- Insomma, cosa
c’entra con i vostri fini? – chiese Sora,
non minimamente spaventato, e neanche confuso, avvicinandosi in modo
spontaneo
all’essere, perché non era più neanche
una persona, quello che aveva davanti.
- Il nostro
fine è il trionfo e la divulgazione
dell’oscurità,
non è mai uno spreco di tempo fare questo, Sora…
- E poi dobbiamo indebolirvi
il più possibile… - spiegò
l’altro. La sua voce non era cambiata, notarono.
-
Com’è che non lo chiamate più Roxas?
– chiese Paperino.
- Diciamo che
non è interamente corretto… Almeno per
metà,
non lo è… -
- Che cosa
vorresti dire? – Sora era nuovamente confuso.
- Diciamo che
il nome più corretto da usare per te sarebbe
“Soxas”.
–
- Ci risiamo, e
noi come dovremmo chiamare te, Saixehanort?
- Almeno il mio
aspetto non è stato mutilato… -
- Questo non
è vero. Mentre per un anno hai dormito, l’aspetto
di Ventus e Vanitas ha condizionato il tuo. Credevo fosse
ovvio… evidentemente
non sei più sveglio di un anno fa… -
- Certo,
certo… Possiamo
sbrigarci ad affrontare l’Heartless o il Nescens o qualche
altro mostro sotto
il vostro controllo, salvare anche questo mondo e andarcene.
–
- Ti sbagli,
– commentò nuovamente Saix. – non
c’è bisogno
che io convochi niente. Le persone colpite dall’incantesimo
di quella strega
bastano e avanzano. Dopo il secondo calar del sole il loro cuore si
riempie di
oscurità…
- Fra poco
saranno due gli orsi … In realtà sono persone,
capite? Possono cambiare aspetto, ma non il loro cuore… In
realtà si riempiono
di oscurità e sembrano effettivamente orsi anche
dentro… Orsi molto feroci. -
- Sono stufo!
– urlò Sora. – Stufo di voi e dei vostri
assurdi piani! Troveremo Merida ed Elinor, non ho tempo per ascoltare
le tue
chiacchiere! A presto! – disse Sora chiamando i compagni e
correndo all’interno
del castello.
Sentirono una
risatina malvagia e intravidero Saix sparire
dentro la nuvola di fumo nero.
Era un luogo
molto affascinante, in pietra e con varie
scalinate, ma Sora e gli altri non ebbero il tempo per ammirarlo, poi
videro un
orsa scappare fuori dal castello: Elinor.
In un primo
tempo provarono a chiamarla, ma non si accorse
di loro. Poi corsero nella direzione dalla quale era arrivata: poco
dopo incontrarono
una donna, bassa e abbastanza in carne, con una cuffietta bianca sulla
testa:
la cuoca.
-
Dov’è Merida? – le chiese Sora
spaventando leggermente la
donna. – Ti ho chiesto dov’è!
– Sora era fuori di sé. La cuoca, tremolante,
indicò una porta sopra le scale. – Grazie!
– esclamò Pippo. La porta era chiusa
a chiave, Sora si ricordò di possedere un’arma che
apriva tutte le serrature, e
così riuscirono a entrare.
- Sora,
Paperino, Pippo! Meno male che siete venuti.
Dobbiamo salvare mia madre, okay? Ho appena ricucito
l’arazzo… “Lo strappo
dall’orgoglio
causato riparare” … Ovviamente si riferiva a
questo… - Merida parlava molto
velocemente ed era difficile seguirla. Poi tre piccoli orsi entrarono.
– Loro sono
i miei fratellini… - spiegò la ragazza.
– credo che siano così perché anche
loro hanno mangiato il dolce…
- Vi siete
occupati di lei? – chiese ai tre orsetti, che
annuirono. – Perfetto, andiamo! –
E si
precipitarono via- presto furono fuori dal castello,
Merida e gli orsetti salirono in groppa al cavallo della ragazza. Si
addentrarono nella foresta bagnata dalla pioggia, seguirono i fuochi
fatui,
apparsi nuovamente, e in breve tempo raggiunsero il cerchio di pietra,
dove
alcuni uomini, tra i quali il più grosso e con i capelli
rossi ribelli era di
certo il padre di Merida, avevano puntate le armi contro Elinor.
–No! Quella è
mia madre, non ti permetterò di farle del male! –
urlò la ragazza rivolta al
padre. – Figliola, ma sei impazzita? – chiese lui-
Lei si
procurò una ferita cercando di fermarlo, ma presto un
orso molto più grosso e brutto di Elinor si
mostrò alla luce delle fiamme in
mezzo al circolo di pietra. – Mor’du! Uccidetelo!
– ordinò il padre.
Il trio,
aiutato dagli uomini e da Merida iniziò ad
attaccarlo. Inizialmente fu facile metterlo al tappeto, ma presto
un’aura
oscura si impadronì della bestia feroce, rendendola molto
più pericolosa. Sora,
Paperino e Pippo utilizzarono il limite Trio, più potente e
più forte che mai,
facendo perdere i sensi a Mor’du. Si svegliò e
intrappolò Merida con gli enormi
arti. Sembrava la fine, ma improvvisamente Elinor si liberò
rompendo le corde
che l’intrappolavano, e più furiosa che mai si
lanciò sul rivale,
allontanandolo dalla figlia. Ormai era una battaglia tra orsi. Elinor
afferrò
Mor’du e cominciò a sbatterlo contro uno dei
pietroni, ma questo con una
zampata l’allontanò. Intanto però il
pietrone si era diviso in due, e prima che
l’orso potesse raggiungere Elinor e Merida, cadde,
schiacciando Mor’du, e
annientandolo. All’improvviso un leggero fumo blu
cominciò a svilupparsi dal
pietrone, e assunse la forma di un uomo possente, con lunghi capelli
scuri e
barba. Li osservò un momento, e improvvisamente si trasformo
in un fuoco fatuo
e si allontanò. Intanto la notte era passata, e
l’alba stava per arrivare. – Il
secondo sorgere del sole! – esclamò Pippo. Merida
afferrò l’arazzo che aveva
portato dal castello e la utilizzò per avvolgere
l’orsa Elinor. La luce
illuminava leggermente il luogo, e Elinor sembrava essere diventata
definitivamente un’orsa. Merida iniziò a piangere,
l’orsa non aveva comunque
aria feroce, poi l’abbracciò e disse –
Mamma, è tutta colpa mia. Mi dispiace,
ti rivoglio come prima… -
Intanto
un’aria di profonda tristezza si diffondeva in tutti
i presenti. Ormai il luogo era completamente illuminato dal sole,
mentre Merida
piangeva sempre stretta alla madre, avvolta nell’arazzo. Poi
successe qualcosa
che sconvolse tutti, una mano accarezzò Merida: Elinor era
tornata umana. Aveva
lunghi capelli neri, sciolti, ed era coperta solamente
dall’arazzo.
Sorrise alla
figlia, che esclamò gioiosa: - Sei di nuovo tu!
– e la riempì di baci.
- Sei cambiata!
– disse Merida.
- Tesoro, lo
siamo entrambe! – rispose Elinor.
- Elinor!
– urlò felice il marito, correndo ad abbracciare
moglie e figlia.
- Vi ringrazio
tantissimo! Ci siete stati di grande aiuto! –
disse Elinor, rivolta a Sora, Paperino e Pippo.
- Oh, niente di
che! Cose da tutti i giorni! – rispose Sora,
felice.
- Ora
però dobbiamo proprio partire… -
disse Paperino, che evidentemente riteneva
che si fossero fermati troppo al lungo.
- Che
peccato… Be’,
è
stato un piacere conoscervi! Spero che un giorno ci rivedremo!
– li salutò Merida.
- Grazie per
aver aiutato mia figlia e mia moglie! –
D’un
tratto l’arazzo s’illuminò e una
serratura comparve nel
cielo. Sora la chiuse come era abituato a fare. Poi partirono,
salutando
allegramente gli abitanti, e Sora si chiese se li avrebbe veramente mai
rivisti.
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Capitolo 20 *** Il ritorno del Treno Fantasma ***
Sora, Paperino e Pippo avevano sbloccato una nuova
rotta, ed era la prima volta da molto tempo, considerato che gli altri
mondi erano già stati visitati da Yen sid e quindi non
avevano dovuto affrontare un viaggio molto pericoloso per raggiungere i
vari mondi. Evidentemente c'era un posto preciso dove dovevano andare,
qualcuno che aveva bisogno di aiuto. Nel viaggio per arrivare dovettero
affrontare soprattutto Nessuno, ma furono ostacolati maggiormente da
frammenti incandescenti e dalla lava, la rotta si chiamava infatti
"Pista di fuoco".
Il mondo era Crepuscopoli.
- Perché qui? - chiese Paperino.
- Non so... - rispose Sora.
- Be', dopo questo viaggio... tanto vale scendere
e controllare che sia tutto a posto... -
E così fecero, la città non
era cambiata: si ritrovarono nella Piazza della Stazione, l'eterno
tramonto illuminava la torre dell'orologio, che aveva sempre attratto
l'attenzione di Sora. S'incamminarono verso il ritrovo di Hayner, Pence
e Olette, ma degli Heartless li bloccarono a metà strada,
erano degli Shadows, tanti e in branco. Sora evocò il
Keyblade e iniziò a combattere, ma gli Shadows continuavano
ad apparire.
- Cosa succede? Non finiscono mai... -
- Andiamocene! - suggerì Pippo,
respingendo un Heartless con lo scudo.
- Mai visto gli Heartless così
accaniti, soprattutto gli Shadows poi... Comunque ho appena ottenuto
nuove abilità... Sembro un acrobata! - Sora faceva salti
enormi e rapidi. In poco tempo raggiunsero il ritrovo, ma questo era
vuoto. - Oh... peccato. - disse Sora deluso.
- Hmmm... Ora che ci penso in questo mondo
c'è ancora la Crepuscopoli virtuale! E il passaggio per il
Mondo Che Non Esiste! Non è lì che siamo diretti?
- chiese Pippo.
- È vero, non è mai stato
disattivato, credo... -confermò il moretto.
- Va bene, facciamo in fretta allora! -
esclamò Paperino.
- In fretta! Legame
persistente! - disse Sora, e in un attimo Paperino e Pippo
furono assorbiti dal ragazzo, che aveva appena usato una fusione
speciale: non gli dava nessun potere in più, ma gli
permetteva di assorbire i membri del gruppo senza limiti di tempo, per
muoversi più rapidamente.
- Va bene, ora... LA VILLA! - disse Sora, e
raggiunse rapidamente il Ring di Sabbia, dove qualcuno urlava. Erano
Seifer, Hayner, Pence e Olette, circondati da almeno una ventina di
Shadows. Seifer e Hayner cercavano di scofiggerli con le armi da
Struggle, lo sport più famoso della città. Sora
smise di saltellare sui tetti e annullò la fusione.
- Sora! Paperino! Pippo! Grazie al cielo siete
qui! - li chiamò Seifer, al quale si unirono presto gli
altri.
- Indietro! - urlò Paperino. - Non so
cosa vogliono queste infime ombre, ma mi sono stufato! ALL'ATTACCO! -
urlò Paperino. - Cosa
gli prende? - chiese piano Sora a Pippo, che alzò le spalle.
Dopo svariate fusioni, magie e attacchi speciali avevano sconfitto
almeno un centinaio di Shadows, che continuavano ad apparire... Poi
accadde qualcosa di strano, e la squadra si fermò.
- Che cosa stanno facendo? -
I mostriciattoli cominciarono a salire uno sopra
l'altro, nel tentativo di creare una sorta di grande Heartless... ormai
facevano parte di un enorme vortice di Shadows, simile a uno sciame di
mosche... Poi l'insieme di esserini si alzò in volo e
cominciò a muoversi, Sora riattivò il legame
persistente per scappare insieme agli altri, e raggiunse l'Area del
Tram... Li aveva appena seminati che si fermò, poco prima
della crepa che portava nel Bosco, sapeva che era più forte
ora, in fondo erano solo Shadows, ce la poteva fare... Zampettavano
veloci come leopardi verso di lui... Evocò di nuovo il
Keyblade, saltò su un palazzo e salì in groppa
agli Shadows...
Era una
sensazione stranissima, ormai stava serfando su di
loro, erano sottomessi a lui, poi saltò di nuovo, stavano
per andargli addosso... Poi li colpì, il suo Keyblade
più volte aveva fatto a pezzi palazzi enormi, come poteva
fallire? Era uno di quei momenti in cui era il Keyblade acomandare
lui. Gli Heartless si divisero e anche la fusione
cessò. Paperino iniziò a folgorare i nemici e
insieme usarono il limite esplosione, distruggendoli tutti. Ma presto
riapparvero, e Sora intravide un Heartless dagli occhi rossi in mezzo a
tutti gli altri, ma diversamente da quelli era fermo, muoveva gli
artigli in modo strano, poi capì: quell'Heartless si
nascondeva e controllava tutti gli altri, e quando venivano sconfitti
ne evocava altri. Corse verso quello strano Shadows e lo
eliminò, ma insieme a quello anche tutti gli altri
scomparvero.
- Mai visto una cosa simile con degli
Shadows… - disse infine Pippo.
Poi arrivarono anche Hayner e gli altri.
- Ehi! Grazie per averci salvato! –
disse Pence.
- Già, meno male che ci siete sempre
voi ad aggiustare la situazione… - disse Olette.
- Sono peggiorati, quei mostri… vero?
– osservò Hayner.
- Non sopporto più questi strani
tipi… - brontolò Seifer.
- Dove andate? Ancora alla villa? Per caso
all’altra Crepuscopoli? – chiese Olette,
interessata.
- A proposito, alla fine hai ritrovato Kairi e i
tuoi amici? – chiese Hayner.
- Oh sì, in effetti è
successo poco dopo che ci siamo incontrati l’ultima volta.
Poi abbiamo sconfitto il capo dei Nessuno e siamo tornati a casa. Il
problema è che avendo eliminato sia l’Heartless
sia il Nessuno di Xehanort lui è tornato e ha riformato
l’Organizzazione… Questa è una storia
davvero molto complicata, e dobbiamo sbrigarci, sapete, non
c’è molto tempo ormai. Credo che sia giuunta l'ora
della fine, la fine reale... La verità, tanto vale che lo
sappiate, è che ci sarà una guerra, una guerra
che coinvolgerà tutti i mondi. Se tutto andrà
bene, vinceremo noi. –
- Una guerra? E io che ero tutta preoccupata per
gli esami… - disse Olette.
- Immagino che noi non possiamo fare niente per
aiutarvi… - mormorò Hayner deluso.
- Be’, in realtà
c’è qualcosa che potreste fare per… -
ma Paperino lo bloccò, e sussurrò: - Non vorresti
farli combattere, vero? –
- Be’, perché no? Yen sid ha
detto di chiamare quanta più gente possibile per aiutarci!
– rispose il custode. Un bel sorriso si posò sulle
facce dei ragazzi di Crepuscopoli, che parvero subito entusiasti.
- Ma sulla Gummiship non c’è
spazio, e non possiamo neanche comunicare con Yen sid… -
- Be’, ma c’è
sempre il Treno Fantasma, no? Quello che collega questo mondo alla
Torre Misteriosa! –
- Non credo che sia ancora in funzione…
L’avete visto ultimamente? – chiese Pippo alla
banda.
- Andiamo alla Stazione e vediamo se
c’è qualcosa sull’orario dei treni?
– propose Pence.
- Non credo che mostri anche… Ehi!
Forse potrebbe esserci una sorta di attivazione in quella stanza del
computer nella Villa! Non c’è altra spiegazione!
– esclamò Olette, e Sora, Paperino e Pippo
alzarono il dito indice in segno di approvazione.
- Ora abbiamo due cose da fare
all’interno di quella villa… Sbrighiamoci!
– blaterò Paperino, e così fecero.
Raggiunto il cancello, notarono che era di nuovo
sigillato: - Qualcuno l’ha chiuso poco dopo che ve ne siete
andati… - Quando siamo tornati qualche giorno dopo
c’era questo lucchetto… -
- Questo non è affatto un
problema… - disse Sora, tendendo il braccio con il Keyblade
per rompere il sigillo. Subito dopo entrarono, e raggiunsero la
biblioteca della vecchia villa, quasi completamente occupata dal
passaggio che portava alle stanze di sotto, dove si trovava il sistema
di controllo della città virtuale, precedentemente abitata
da un Roxas dotato di una nuova, finta personalità, di nuovi
amici e di una nuova vita. Raggiunta la Stanza del Computer Pence, che
era il più esperto con la tecnologia, cominciò a
cercare qualcosa che avesse a che fare con il treno fantasma.
- Trovato! C’è scritto
qualcosa! – E insieme cominciarono a leggere:
TRENO FANTASMA.
Mezzo di trasporto inter dimensionale, comunemente
chiamato “Treno Fantasma” per l’assenza
di conducente.
Piccolo treno magico in grado di spostarsi nello
spazio inter dimensionale, ma solo in determinate rotte precedentemente
organizzate. Il treno può anche cambiare aspetto, a seconda
di chi lo usa. Il mezzo arriva automaticamente quando qualcuno che ne
conosce l’esistenza ne ha bisogno, ma non sarà
visibile con il suo reale aspetto a chi non ne conosce
l’esistenza.
Appunti: Non rendere accessibile il mezzo nella
città virtuale.
- Be’, direi che dovrebbe essere
già qui! – esclamò Sora.
-
Perfetto! Andiamo, allora! – disse Olette, entusiasta.
- Aspetta, non possiamo andare tutti, noi dobbiamo
andare nel Mondo Che Non Esiste! – esclamò Sora.
- Perfetto, proprio quello che volevo evitare.
– blaterò Paperino.
- Perfetto allora! Visto che Hayner e gli altri
non possono andare da soli li accompagnerete voi. Io invece
andrò nel Mondo Che Non Esiste… -
annunciò Sora.
- Separarci? Yuk! – chiese Pippo.
– Non so se è una buona idea… -
- Perché? Appena arrivate mi
raggiungete con la Gummiship, oppure restate da Yen sid, tanto dopo
saremmo comunque tornati. Oppure preferite andare voi al Mondo Che Non
Esiste? Per me è indefferente… -
- No, no Vai
tu, vai tu… Io e Pippo accompagneremo la banda di Hayner da
Yen sid… - si affrettò a rispondere Paperino.
- Ehi! Come sarebbe a dire la “banda di
Hayner”? – brontolò Seifer.
- Be’, io sono il leader. –
ribattè il biondino.
- Ehi, non mi avevate detto che c’era
questa gerarchia quando ho accettato di unirmi a voi! –
- Non importa a nessuno chi è il capo!
– tagliò corto Paperino.
Sora salutò gli altri e, dopo aver
digitato nel computer la password apposita, "Gelato salmastro" (il
prferito di Ansem il Saggio), toccò il meccanismo per
entrare nella città virtuale. Sapeva che lì non
c’era niente da fare, perché il tempo era stato
fermato completamente, poi entrò nella stanza accanto,
completamente vuota se non fosse stato per una nuvoletta nera-verde,
che alleggiava all’angolo opposto della stanza: il portale.
.
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Capitolo 21 *** La chiave di Eraqus ***
Sora si avvicinò, e molto lentamente
attraversò il portale, aperto da Axel molto tempo prima,
ancora prima che Roxas si riunisse a Sora. Un familiare senso di
freddezza lo attraversò, poi si trovò nel
corridoio costituito da una sorta di vortice molto lento, di
colore blu/rosso chiari, con svariati simboli dei Nessuno che
alleggiavano all'interno dell'immenso e calmo vortice.
Camminò per qualche metro, poi una serie di mostri gli
sbarrarono la strada, ma non riconobbe che tipo di mostri. Erano delle
dimensioni e della forma dei Nessuno Simili, i più semplici,
però neri come la pece e con immensi occhi gialli sotto la
cerniera che faceva loro da bocca, all'interno del grande cappuccio che
faceva loro da testa. Il corpo estremamente elastico dei Simili era
avvolto da un alone di oscurità, e sulle loro normali
appendici costituiti da un puntale lungo e sottile c'erano i tipici
artigli degli Shadows. Sembravano Heartless, ma anche Nessuno, ed erano
molto potenti. Inizialmente attaccarono sollevandosi in aria e tentando
di colpire Sora con gli arti simili a fruste. Poi lo accerchiarono e
cominciarono a usare delle magie, che Sora respinse con "Reflexega".
Con vari attacchi speciali ne sterminò molti, anche se era
difficile, cisto che i mostri avevano l'abilità
particolarmente fastidiosa di aderire al terreno sottostante come vere
e proprie ombre. Il ricordo di Axel che veniva in suo soccorso
balenò nella sua mente, ma si rese conto che stavolta non
sarebe arrivato nessuno. Dopo averne sterminati più
di un centinaio raggiunse la fine del vortice e in fretta
attraversò l'uscita....
La pioggia cadeva fitta in una città scura, dagli
enormi palazzi dalle mure nere e insegne luminose, simile alla New York
del 1933...
Il Mondo Che Non Esiste era esattamente come se lo ricordava:
evidentemente era stato riformato completamente da Xehanort.
Il Castello Che Non Esiste era imponente sulla città,
bianco/grigio a differenza di tutto il resto, e le enormi torri simili
a tubi sembravano quasi sospese in aria per quanto piccola la parte
inferiore della fortezza, che si reggeva sulla cima di un monte.
Combattendo ancora questi nuovi strani esseri, raggiunse in fretta Il Grattacielo Della Memoria,
un grattacielo enorme con svariati schermi, da cui il castello era be
visibile e molto vicino. Nella sua mente affiorarono parecchi ricordi:
qui aveva sconfitto più volte Xemnas, Nessuno, Haertless,
Dream Eaters... Qui aveva incontrato Roxas,e nella versione del Regno
del Sonno le proiezioni di Naminé, Xion, Aqua, Ven e Terra...
Qui aveva incontrato già una volta la nuova Organizzazione,
e doveva farlo di nuovo. Si chiese come arrivare nella Stanza
Circolare, c'era stato solo una volta, e in quella situazione era privo
dì sensi, quindi non sapeva neanche come fosse, ma sapeva
che era la sala delle riunioni. L'ultima volta l'Organizzazione era
sparita da lì, pochi mesi prima. Ma poi è
tornata? Sora si disse che avrebbe controllato in giro per il castello
e se non avesse trovato nulla sarebbe tornato di filato da Yen Sid.
Ma come arrivare in quella stanza? Stava per evocare il
Keyblade per creare un ponte che già una volta gli aveva
permesso di entrare, quando la sua vista fu offuscata e la sua guancia
sinistra sentì il freddo suolo. Era caduto. Cadde sulla cima
di un monte azzutto, freddissimo, ghiacciato, e davanti a lui c'era uno
splendido tramonto. Poi si rese conto di essere minuscolo, e di essere
seduto su un enorme ghiacciolo al Sale Marino, sulla torre della
stazione di Crepuscopoli. Scivolò e cadde sulla veste nera
di un ragazzo, Roxas, vicino a Xion e Axel. Il biondino si mosse e Sora
precipitò di nuovo... La scena mutò ancora: ora
era disteso su una conchiglia, sempre molto piccolo, alle Isole del
Destino, e Xion la stava raccogliendo. - La stava portando a Roxas -
pensò subito Sora, anche se non sapeva perché. Di
nuovo tutto si oscurò. Ora era davanti a una ragazza
più o meno della sua altezza, simile a Kairi, e dai capelli
neri come la pece avvolti in una coda piuttosto lunga: Xion.
Però era diversa da come l'aveva vista in precedenza:
proprio come Sora, Riku e Kairi era cresciuta. Non portava
più gli abiti dell'organizzazione, ma dei lunghi pantaloni a
zampa neri, un top giallo limone e un piccolo gilè viola. Al
collo portava un ciondolo a forma di frutto paopu con la corona di Sora
al centro.
- Ehi, Sora! Posso guidarti io! Forza, stancafatiche, seguimi! -
esclamò, sorridendo. Solo a queste parole Sora si rese conto
di essere disteso sulla spiaggia dell'Isola principale, vicino casa
sua, le braccia dietro la schiena.
Si alzò e percorse per qualche metro il sentiero che portava
al centro della città. Era giorno e il sole era acciecante.
Poi tutto divenne buoio e Xion scomparve dalla sua vista. Era di nuovo
disteso a terra, stavolta con la faccia al pavimento, non
più nero ma bianco/grigio. Si trovava al centro della sala
dei troni nel Castello, all'interno del simbolo dei Nessuno, ma la
stanza era vuota, al primo sentore. Il ragazzo si alzò, e
osservò la stanza. Quando si girò vide Xion,
seduta su uno dei troni più bassi, intenta a mangiare un
altro ghiacciolo al sale marino.
- Tu qui? Perché? - chiese lui.
- Come? Per caso non sei felice di rivedermi, Sora? -
- No, non è questo. È grandioso... Ma tu eri
dentro di me, giusto? Tu sei parte di me... Quindi perché
sei qui? -
- Va bene, allora ti spiego. Ma prima prendi questo... - a queste
parole saltò giù e tirò fuori un altro
ghiacciolo da una borsa marrone che aveva con sè. Sora lo
prese e iniziò a consumarlo.
- Partiamo dall'Organizzazione, visto che sei venuto qui per quella...
Prima erano qui, ma hanno deciso di stabilirsi al Castello dell'Oblio
per una serie di motivi. Dopo aver salvato quei mondi dal sonno nella
tua ultima avventura loro se ne sono andati, ma sono tornati poco dopo,
e hanno scoperto che questo mondo è stato invaso dai Dream
Eaters, che sono diventato tutti Spirits, quelli buoni... Ma Xehanort
non si è dato per vinto, ha mandato dei nuovi mostri qui per
reimpadronirsi di questo mondo, ma fin'ora non sta avendo molto
successo... Comunque, stavo dicendo... Ah sì! Si sono
stabiliti al Castello dell'Oblio e... -
- Di nuovo? - chiese Sora.
- Sì, e credo che stiano costruendo una sorta di arena al
Cimitero dei Keyblade. -
- Ma come fai a sapere queste cose? - chiese il ragazzo.
- Ci sto arrivando. Quando Lea ti ha salvato a Xehanort mancava ancora
un'oscurità. Non potendo più usare te,
quando io sono tornata ha cercato me... -
- Tornata, e quando? -
- Quando hai svegliato Ven! Non so come, ma Riku ora è in
grado di svegliare i cuori, questo dovrebbe spiegare tutto. Roxas non
c'è, perché lui, a differenza di me, aveva un
cuore che era parte di te e Ven. Io invece ho trasformato i ricordi di
noi tre, io, Roxas e Axel, in un cuore nuovo, così ho
ottenuto un cuore tutto mio mentre Roxas si è
ripreso la parti di lui e te che erano inizialmente in me...
Però le ha potute riprendere solo quando
è tornato dentro di te nella Crepuscopoli virtuale. Nei
giorni in cui ha ottenuto la nuova personalità aveva
solamente il cuore di Ventus in sé, che aveva da quando
è nato. Il cuore di Ven si è innamorato di
Naminé, collegata a te e a Kairi... Ecco perché
Roxas e Naminé sono destinati a stare insieme.
Perché ventus e Naminé sono destinati a stare
insieme. -
- Ma Naminé fa parte di Kairi! E Kairi è la mia
ragazza! Noi siamo innamorati! -
- Non metto in dubbio questo! - disse ridendo Xion. - Ma il
collegamento tra Naminé e Kairi è particolare...
Naminé non era un nessuno qualunque! Come io ho
ottenuto un cuore dall'amicizia tra me, Roxas e Axel, lei ha ottenuto
un cuore tra il legame tra te, Kairi e Riku... Di conseguenza ha
ottenuto un cuore tutto suo, distinto da quello di Kairi, ma molto
legato al suo, perché ha avuto origine in quello quando fece
tornare Sora un ragazzo anni fa! Ma anche il suo sta
dormendo, e aspetta di essere svegliato. -
- Quello di Roxas è stato risvegliato? -
- Sì, ma solo la parte di lui che non eri tu,
cioè il cuore di Ven... Roxas sei tu, ma è anche
lui! Roxas non esiste più, esiste solo sottoforma di Ventus!
La parte di Roxas che è in te in realtà sei tu,
unito e compatto, capisci? La parte di te che era in Roxas non ha
più l'aspetto di Ven perché si è unit
definitavamente a te. Ora siete, anzi, sei di nuovo uno solo, ma
ovviamente sei ancora la chiave. Sei ancora l'unico collegato a tutti.
- terminò Xion.
- Quindi... gli unici che stanno ancora soffrendo sono
Naminé, Terra e Eraqus? -
- Suppongo di sì... ma per ora l'unica che possiamo salvare
è Naminé. Comunque, io mi sono ritrovata qui, ma
ancora priva di sensi, quando Xemnas arriva e mi prende, poi
però Topolino arriva e lo sconfigge. Lo costringe d
andarsene e mi porta da Yen Sid. Allora mi viene spiegata tutta la
storia... Inoltre ho scoperto di poter usare ancora un Kayblade, ma non
una replica! - e mostrò un Keyblade molto simile alla Catena
Regale, ma con il manico e blu e l'elsa gialla,
più chiara rispetto a quella di Topolino: come Keyolder
(portachaivi) aveva un simbolo di tre cuori unti all'interno di un
finto ghiacciolo al sale marino. - Poi mi hanno detto di venirti a
cercare, perché non tornavi, come mia prima missione. Ti ho
trovato privo di sensi al Grattacielo e ti ho portato nell'unico posto
non invaso da mostri, qui dentro. Inoltre devo anche prendere dei
frutti di paopu alle Isole del Destino, non so perché, me
l'ha detto Ansem il Saggio.-
- Dove sono gli altri? - chiese Sora.
- Riku e il re stanno cercando altri custodi e aiutanti in giro per i
mondi e Aqua, Ven e Kairi, ormai tutti maestri, stanno mettendo in
guardia le vostre famiglie... -
- Ah! Mamma e papà e gli altri delle Isole? -
- Sì, loro. Credo che andranno a Radiant Garden. Stanno
mettendo tutte le più grandi protezioni su quel mondo in
modo che non venga distrutto se, be'... se Xehanort vince. Non sappiamo
bene cosa succederà, ma meglio rimanere insieme... Mi
piacerebbe avere una famiglia... - disse Xion, con aria molto triste.
- Ma tu ce l'hai! Noi siamo la tua famiglia, Xion! I miei di sicuro ti
terranno con noi! Hanno sempre voluto una femmina! Come sei venuta
qui?- disse Sora, e Xion sorrise.
- Oh! Yen Sid mi ha fatto un'armatura e adesso anch'io posso viaggiare
solo con il Keyblade!
- Perfetto! Ora meglio se andiamo... - disse il ragazzo,
alzandosi dal trono dove si era seduto.
- Certo - confermò Xion, e i due partirono. L'armatura di
Xion era degli stessi colori dei suoi vestiti, ed era molto simile a
quella di Kairi e Aqua. Il Keyblade "Scherzo del Destino" si
traformò in una specie di monopattino volante, di acciaio e
con ali d'argento al posto delle rotelle, degli stessi colori del
Keyblade in forma normale. Presto arrivaron o nel mondo natale del
ragazzo e atterrarono nell'isolotto dell'Isola più piccola,
dove raccolsero tutti i paopu che poterono.
- Non potrevano prenderli gli altri che sono venuti a prendere i miei
genitori? - chiese Sora.
- Be', forse Ansem ci ha pensato dopo, e comunque non credo avrebbero
avuto tempo. È una storia molto lunga! - rispose Xion.
- Puoi dirlo forte! - esclamò Sora ridendo. - Ehi,
perché tu non ti avvii? Io voglio controllare un'ultima
cosa... - disse il castano.
- Va bene, ci vediamo dopo. - rispose allegramente Xion, e subito
partì.
Sora voleva tornare un'ultima volta nel Rifugio segreto, il posticino
nascosto che da sempre aveva un significato profondo per lui, Riku e
Kairi...
Ma la sua attenzione fu attratta da qualcos'altro... Un Keyblade
splendeva alla luce del sole sulla spiaggia, poco prima della riva...
Era simile al suo, ma i colori erano più sul grigio, in
alcuni punti del amnico rosso/marrone... Lo prese e lo
esaminò con cura... Era il Keyblade che aveva Aqua quando
l'aveva incontrata poco tempo prima, prima di riavere il suo, il Keyblade del Maestro Eraqus!
Che cosa ci faceva lì? Perché l'aveva trovato
lui? Non aveva tempo, questi interrogativi erano troppo grandi. Doveva
volare da Yen Sid e Ansem a mostrarglielo.
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Capitolo 22 *** L'Arena Dorata ***
arena
-
Be', mi sembra ovvio che questo è un segno - disse lo
stregone
Yen Sid, quando Sora gli mostrò il Keyblade di Eraqus
trovato
poco prima alle Isole del Destino. - Cosa facciamo, Ansem? - chiese,
lasciando la scrivania sulla quale era seduto, nello studio della
Torre Misteriosa.
Sora spostò lo sguardo all'imponente uomo dai capelli niondi
e
lughi. - Temo che non ci sia più tempo... Sora,
hai fatto
molto e ti meriti il nostro ringraziamento, ma devo assegnarti un'altra
missione - disse, poggiando la mano destra sulla spalla del ragazzo. -
Devi tornare al Castello dell'Oblio, dove si trova
l'organizzazione... Ora che sei un maestro hai il potere di
trasformare nuovamente quella terra. Devi trovare una
serratura e
aprirla con il Keyblade del maestro Eraqus, senza farti vedere. Ritengo
che la serratura si possa trovare dietro il trono sul quale dormiva
Ven, ecco perché ho nascosto nuovamente quella stanza prima
che
vi si stabilisse l'organizzazione poco fa - - Va bene... ma,
perché? - chiese sinceramente Sora. - Ritengo che sia
opportuno
proteggere quella terra, ma è particolarmente difficile
nelle
stato in cui è adesso. E nelle mani in cui è
adesso. - -
Va bene, ma non dovrebbe prima disattivare la protezione...? -
domandò il custode. - Appena sarai arrivato, Sora, e mi
raccomando, fai attenzione. - - Va bene, vado allora... -
annunciò allegramente Sora, avvicinando la mano alla
spalliera
per attivare l'armatura, ma Ansem lo fermò: - Aspetta! -
disse,
- Prima devono venire gli altri, dovete fare una cosa. - -
Che
cos... - tentò di chiedere il ragazzo, prima di essere
interrotto da Paperino, che irruppe nella stanza e annunciò:
-
Stanno arrivando! - E in effetti poco dopo entrò Aqua,
seguita
da Ven, Xion, Kairi e Pippo. Sora e Kairi si abbracciaro e lei gli
sussurrò qualcosa piano. Solo al loro arrivo lui
notò un
frutto di Paopu, probabilmente uno di quelli che avevano raccolto lui e
Xion,e si chiese dove fossero gli altri. Come se gli avesse letto la
mente, Yen Sid disse: - Gli altri frutti li hanno presi i ragazzi di
Crepuscopoli, le principesse e la banda di Leon. Alcuni li ho spediti a
Riku, Topolino, e Lea, questo invece è per voi -. - Noi? Lo
dobbiamo dividere? - chiese Xion, la quale evidentemente si era
precedentemente presentata agli altri. - Esatto - confermò
tranquillo Yen Sid. - Ma è solo uno, e noi... - disse Ventus
iniziando a contare sulle dita i presenti - siamo in otto! - - Oh, noi
non lo prenderemo - rispose indicando se stesso e ad Ansem. - Ma
spediremo a Riku, Topolino e Lea due pezzi di questo, quindi dobbiamo
divivderlo in nove. Comunque un frutto di questo tipo può
bastare per creare un forte collegamento anche fra tante persone. Ho
fatto un incantesimo tempo fa perché questi frutti maturando
estendessero il loro potere in modo da legare i cuori di più
persone. "Perché?", chiederete probabilmente voi... La
risposta
è semplice: se doveste trovarvi in una situazione letale
nella
guerra e non potrete fare nulla per salvarvi, vi basterà
pensare
con molta forza a qualcuno con cui avete condiviso il frutto e
convocarlo in un istante. Inoltre questo dovrebbe rafforzare il potere
delle Luci e le probabilità di prevalere nel Kingdom
Hearts... -
Alcuni dei presenti, tra cui Aqua e Xion, sorrisero speranzosi, altri
assunsero un aria leggermente dubbiosa, intanto Yen Sid con un colpo di
bacchetta divise il frutto a forma di stella in otto pezzi e diede
quello centrale a sora. - Che buono! - esclamò Xion felice.
-
Finalmente riesco ad assaggiarne uno... - disse allegra Aqua. - Non
l'avevate mai provato? - domandò Kairi sorpresa, come se
fosse
una cosa molto strana - Be' no, sono molto rari e si trovano solo in
alcuni mondi, come la vostra isola... - spiegò
Aqua. - Ho
sempre desiderato mangiarne uno! -. Poi la ragazza si
avvicinò
alla scrivania e disse: - Maestro Yen Sid, non credo che Sora
possa... - ma lo stregone le fece segno di tacere con la mano e
concluse: - ... trasformare la vostra casa? - L'incantesimo che
permetteva solo ai discendenti degli antichi maestri di fare questo
è svanito tempo fa. Per fortuna poco tempo dopo la sconfitta
di
Xemnas ne ho fatto un altro, in modo che potessero farlo i miei
allievi, perché allora non sapevo dove fossi finita tu,
aqua,
che sei allieva di Eraqus. - - Ah, va bene allora! -esclamò
Aqua, con un sorriso. - Comunque credo che dovreste andare tutti
lì, potrebbe essere pericoloso... - Poco dopo Sora e gli
altri arrivarono al Castello dell'Oblio con la Gummiship . -
Allora, la stanza sul retro... - disse Sora tra sè. Poi
apparvero gli esseri che Sora aveva combattutto nel Mondo Che Non
Esiste. - Fakeones! - urlò Aqua, il Keyblade stretto nel
pugno.
- Fakeones? - domandò Sora, evocando a sua volta il Keyblade
insieme agli altri. - Ex Nessuno ricongiunti male ai propri cuori...
Xehanort ha cominciato a usarli perché sono più
forti di
Heartless e Nessuno separati... - Iniziarono a combatterli insieme e si
sentirono più forti: con un limite ne sconfissero molti. -
Andiamo! - urlò Ven, e raggiunsero la Stanza, che si
aprì
quando si avvicinarono, lasciandoli entrare. Sora puntò il
Keyblade del maestro Eraqus sullo schienale del trono sul quale Ven
aveva dormito per dodici anni, e un'abbagliante raggio di luce
uscì da questo. Una serratura simile a quella che appariva
per
aprire i passaggi tra nuovi mondi scattò e la stanza fu
completamente illuminata dalla luce che questa emanava. Quando i
ragazzi aprirono gli occhi si trovarono in una vasta arena dorata, di
forma rettangolare, molto semplice e priva si spalti. Al centro c'era
un simbolo costituito da due strisce curve, una nera e una argentata,
che si univano e si ristaccavano con due riccioli al centro formando un
inconfondibile cuore simile al Kingdom Hearts che Sora aveva
già
visto più di una volta. Il cuore divideva l'arena in due
parti,
Sora e gli altri si trovavano sulla parte della linea argentata,
illuminata dal sole, mentre l'altra metà era oscurata
completamente e in modo innaturale da un mucchio di nuvoloni scuri.
Intorno all'Arena Dorata, che sembrava levitare per magia, c'erano alte
montagne coperte di neve. Due grandi orologi azzurini occupavano le
facciate più piccole, con la lancetta più corta
simile a
una freccia di colore rosso intenso ferma sulle dodici, che come le
altre ore era scritta in numeri romani. I custodi erano ognuno sopra un
piccolo piedistallo dello stesso colore brillante della linea, Paperino
e Pippo erano su quello di Sora, centrale e leggermente più
grande. Quelli di Topolino, Lea e Riku non erano ancora occupatii.
Dall'altra parte c'erano tredici troni neri, dall'alto schienale a
punta. Erano occupati dallo stesso numero di misteriose figure, tutte
incappuciate e vestite con il solito soprabito nero e della stessa
statura tranne l'uomo al centro: il maestro Xehanort, un vecchio dalla
carnagione scura, completamente calvo ma con un grosso
pizzetto
grigio sul mento, e ovviamente dagli occhi gialli, il viso magro e gli
zigomi pronunciati. Portava un mantello nero e la veste bianca dai
bototni neri stretti alla vita da due cinture nere, stivali neri e
guanti bianchi. I custodi si guardarono intorno incuriositi e un po'
spaventati, poi il vecchio malvagio parlò: - Ne mancano tre,
ma
possiamo iniziare! - Come risposta al suo annuncio i sosia vestiti di
nero si alzarono e invocarono i Keyblade tutti uguali, dall'elsa
liscia, tutti di colore grigio, la lama di ogni arma lunga e dritta con
alla base un orologio, che sembrava essere fatta di energia azzurra,
inoltre l'orologio aveva nei lati due ali da pipistrello grigie verso
l'alto, la parte superiore della lama invece terminava in un pezzo
rigido grigio con un'altro orologio ma molto più grande che
rilasciava spine d'energia azzurre che formavano i "denti", tuttavia in
cima dell'orologio vi era una testa di capra demoniaca. Il Keyholder
era una clessidra nera. La forza del giovane Xehanort era quella di
controllare il tempo, - si ricordò spiacievolmente Sora - e
ora
tutte le Oscurità erano uguali a lui, tranne il maestro e
capo.
I sette guardiani sui piedistalli divennero brillanti e
insieme a
Paperino iniziarono a combattere le Oscurità: l'ultima
Guerra
dei Kayblade era cominciata.
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Capitolo 23 *** Dati in libertà ***
Dati in liberta
Sora
combatteva al massimo delle sue capacità, nella battaglia
alla
quale si erano uniti ormai anche i Fakeones, le nuove creature nate dal
miscuglio di Nessuno e Heartless, ma nell'ordine sbagliato, e i Dream
Eaters buoni, gli Spirits, che doveva aver mandato il maestro Yen Sid.
Il
maestro Xehanort non combatteva, era ancora seduto sul trono centrale,
protetto da una bolla indistruttibile e inattraversabile: comandava i
Fakeones e ordinava varie cose agli Xehanorts incappuciati...
Facevano
attenzione a restare nella parte illuminata,
perché ogni
volta che attraversavano la linea che divideva l'arena una maledizione
gli impediva di utilizzare le armi, quindi attaccavano soprattutto a
distanza. Dopo una decina di minuti Xehanort fece un incantesimo e le
lancette dell'orologio della parte oscura iniziarono a girare
velocemente, mentre quelle dell'orologio dalla parte delle Luci fecero
lo stesso ma nel senso opposto: conteporaneamente le
Oscurità
iniziarono a muoversi e a colpire molto più velocemente,
mentre
le luci venivano rallentate progressivamente. Era praticamente
impossibile combattere così, e Sora pensò che
l'unico
modo per bloccare l'incantesimo era fermare gli orologi con la magia.
-
Stopza!
- urlò, a fatica, e a quanto pare Aqua aveva avuto la stessa
idea: due incantesimi insieme erano più potenti di uno solo.
La
velocità dei movimenti tornò alla
normalità, e in
quel momento apparevero Riku, Lea e Topolino con il Frammento di
Stella, il cui potere di teletrasporto a volte si attivava da solo e in
modo imprevisto. Evidentemente li aveva portati lì grazie al
potere del frutto di paopu.
-
Riku! - urlò Sora.
-
Non c'è tempo per parlare, amico, combatti! -
L'altro
annuì, rafforzato dalla presenza dell'amico.
-
Insieme! - urlò Topolino, e i sette guardiani avvicinarono
le
armi: un raggio di luce emerse dal punto di incontro dei Keyblade, e si
divese in una serie di piccoli arcobaleni, che fecero perdere i sensi a
molti degli Xehanorts, e alcuni Spirits simili a elefanti li
attaccarono.
-
Sì! Tredici contro nove, ed è solo questo che
riuscite a fare? - domandò Lea a Xehanort, ridendo.
-
Davvero, è questo il massimo che si può ottenere
con il
potere dell'oscurità?
Gran bell'affare... - lo schernì Kairi.
-
Adesso basta! - ringhiò il vecchio maestro, - Vedremo come
ridrete quando saremo lì... Preparatevi,
schiavi della luce! - e a queste esclamazioni finalmente si
alzò dal trono e allargò le braccia: la
bolla oscura
che lo proteggeva scoppiò e con un'alone di
oscurità
l'arena fu avvolta nel buio, impedendogli la vista di qualsiasi cosa...
Riaprì
gli occhi: era disteso a terra... si alzò dal terreno arido
e
marroncino, e riconobbe quel posto: la landa desolata nella quale aveva
combattuto un'armatura, l'armatura di Terra, I
sentimenti di Terra...
Stavolta
però non era affatto desolata: Kairi, Riku, Topolino,
Ventus,
Aqua e Lea erano vicini a lui, con le armi in mano, pronti alla
prossima fase...
E in
lontananza, in parte nascoste dalla foschia, le Oscurità.
Poi si
voltò e il cuore gli si allargò: tantissime
persone erano
venute, venute per combattere al loro fianco... Sora riconobbe subito
la banda di Radiant Garden: Leon e Cloud, con le lunghe armi strette
nel pugno, insieme a un ragazzo dai capelli neri e sparati che non
conosceva, Tifa, una ragazza dai lunghi capelli neri e dall'aria tosta,
insieme a Yuffie, più graziosa ma dall'aria molto
pericolosa.
Dietro di loro riconobbe Hayner, Pence, Olette e Seifer. Hayner e Pence
avevano portato due mazze da Struggle che evidentemente Yen
Sid
aveva incantato rendendole dorate, e con probabili ingoti poteri,
mentre Olette aveva uno scettro magico simile a quello di Paperino e
Seifer un'arma simile a una frusta e una falce insieme.
Poi
c'erano tante delle persone che Sora e gli altri avevano
conosciuto nei loro viaggi: Ercole su Pegaso, il cavallo alato, che li
salutava allegramente; Aladdin e il Genio, anche loro agitavano la mano
felici; Jack Skeletron, spaventoso ma amichevole come sempre; Mulan e
Shang, con Mushu che agitava i pugni e sorrideva sulla sua spalla; il
principe Adam, il principe Azzurro e altri due che Sora non conosceva
ma che aveva intravisto al Castello Disney; Peter Pan e
Trilli,
che svolazzavano sopra le teste degli altri; Jack Sparrow, stranamente
solo; Stitch, su una navicella; Merida, con il suo arco; Simba e Nala,
su una roccia più in alto. Infine riconobbe Neku e Joshua,
due
dei ragazzi che aveva incontrato nel Regno del Sonno: li saluto
allegramente con la mano prima di ricordarsi che in realtà
non
l'avevano mai conosciuto.
Più
a sinistra c'erano gli esperti di magia: il mago Merlino, le fate
Smemorina, Turchina, Flora, Fauna e Serenella. Paperino e Pippo avevano
usato il Frammento di Stella per avvisare Yen Sid e Ansem, che
apparvero pochi secondi dopo di loro, insieme a Minnie e alle
Principesse Dal Cuore Puro: lo stregone, con l'aiuto di Merlino e delle
fate, creò una bolla protettiva intorno alle fanciulle,
simile a
quella che Xehanort aveva distrutto poco prima, ma ovviamente di luce.
La bolla, pensò Sora, sarebbe resistita per via del potere
delle
Principesse. Intanto Ansem il Saggio si rivolse a Xehanort, che era a
pochi passi da loro, con le mano strette dietro la schiena ingobbita: -
Sei così prevedibile, Xehanort... Il
Cimitero dei Keyblade...
Quale altro posto avresti potuto scegliere, se non questo? -
domandò Ansem più a se stesso che a Xehanort.
-
Certo, scommetto che è da un po' che vi state organizzando,
ma
non siete affatto gli unici, come puoi vedere. - e indicò la
folla dietro di lui, grintosa e pronta ad attaccare.
Xehanort
fece una risata roca e fredda. - Bene, bene... mi si scalda il cuore a
questa vista. Vedo che avete a cuore l'avvenirsi dei miei piani. -
disse, indicandola a sua volta con la mano.
Gli
incappuciati rimasero fermi dietro di lui, qualcuno con le armi tese, e
Sora notò che non avevano più il Keyblade del
giovane
Xehanort. Anzi, alcuni di loro erano leggermente diversi anche di
statura: che l'incantesimo dei sosia stesse svanendo?
-
La Guerra dei Keyblade non è un tuo piano. -
replicò Yen
Sid. - È destinata a compirsi da sempre, quello che tu vuoi
è far prevalere l'oscurità in questa. E fidati,
è
impossibile, forse presto scoprirai senza aiuto perché. -
Xehanort
non parve minimamente preoccupato da quell'avviso, anzi, rise ancora.
-
Pensa quello che vuoi, stupido, ma non potrai mai capire: la tua amata
luce ti impedisce di scorgere quello che si cela
nell'oscurità... - e a queste parole il vecchio
evocò il
Keyblade, si voltò e camminò oltre i dodici
Xehanorts:
puntò l'arma verso un punto poco lontano sul
terreno, e una
serratura nera e blu, piccola, fu aperta. Poi la terra sotto
di
loro cominciò a tremare, per un attimo pensarono che avesse
provocato un terremoto, ma poi lo videro: un edificio molto alto, era
emerso dal sottosuolo. Fatto di un materiale strano, forse metallo di
vari colori molto scuri, era costituito da un'unica torre, non aveva
finestre, e vi erano incisi il segno degli Heartless a destra, quello
dei Nessuno a sinistra e quello dei Fakeones sopra. Al centro c'era un
cuore nero con scritto "XXIII" in rosso e sotto c'era un porotne della
forma di una serratura, diviso in due ante nere. A Sora
ricordò
un enorme mattone creato unendo dei pezzi di puzzle. Alcuni di loro,
tra cui Topolino, Aqua e Ven, si guardavano intorno confusi come in
cerca di qualsosa che solitamente era evidente...
-
Oh! Quello! - urlò Topolino, indicando la
struttura. - I Keyblade... tu...? -
-
Sì, topo. Ho usato i Keyblade per creare un nascondiglio...
- dichiarò Xehanort.
-
Prevedibile... come sei prevedibile... - ripetè Ansem
scuotendo
il capo. - E dentro ci sono dei tuoi aiutanti, vero? O lo usi per
comandare questi scherzi della natura... Fakeones, giusto? -
domandò, tranquillo.
-
Entrambi - rispose il più vecchio. Con un gesto della mano
coperta il portone si aprì e uscirono, con disgusto e
stupore di
molti, varie figure: Ade, il dio dei morti, del Monte Olimpo, Ursula,
la strega del mare (che camminava sui tentacoli), il Baubau (un sacco
pieno di insetti animato), Jafar, l'ex Visir di Agrabah (Sora si chiese
se fosse ancora un genio) e Malefica, la strega che con molta fatica
avevano sconfitto più volte e in varie forme. Infine, col
massimo rancore dei Guardiani... Pietro. - Tu! Lo sapevo che non ti sei
mai pentito veramente! E voi che non mi cred... eh? Com'è
possibile? - urlò Paperino, prima arrabbiato e poi confuso,
come
tutti: Pietro era dietro vicino a Minnie e alle Principesse, ma era
anche insieme a Malefica e agli altri cattivi appena usciti dal
nasconfiglio. Insieme a queste oscure figure uscì un branco
di
Fakeones.
-
Già... com'è possibile? Aspetta, forse... i dati?
-
chiese Topolino. Ma Sora vide Ansem sussurrare qualcosa ad Ansem.
-
Confusi, vero? - ringhiò Xehanort. - Ma infondo anche questo
è merito vostro. Non dovreste digitalizzare dei ricordi
scritti
su un diario e costudirli così incautamente...
Sì,
io li ho presi, ho preso i dati del Grillario... mi è
bastato
qualche trucchetto, e ho estratto i dati di coloro che mi sarebbero
stati utili... Non potevo prendere il mio Heartless stesso digitale,
perché quel Data-Sora mi ha fermato... Però come
fa anche
nella realtà così ingenuamente, quando ha capito
di
possedere un reale Keyblade, non fatto di dati come lui stesso era, ha
aperto il portale tra quel mondo virtuale e il nostro reale... -
-
Esatto, e non intendo stare fermo lì senza aiutare i miei
amici!
- esclamò un Sora quattordicenne, che nessuno aveva notato.
Questa volta Sora, quello vero, non si stupì di vedere
sè
stesso più giovane. Quello era Data-Sora, la sua copia
digitale
del Grillario della sua prima avventura, che proprio come aveva appena
spiegato Xehanort, possedeva un reale Keyblade, e che era riuscito ad
aprire un portale per uscire dal Grillario. Ansem parve molto
compiaciuto da quell'apparizione improvvisa, alcuni di loro erano
ancora sotto schok.
Poi
il Sora reale vide Xion, Dilan, Aeleus, Even e Ienzo dietro la sua
versione digitale.
-
Li ho portati, maestri. - annunciò la ragazza ad Ansem e Yen
Sid. - Bravissima. - disse quest'ultimo con un sorriso.
-
Ah, poco importa. - ricominciò Xehanort. - Tanto la vera
battaglia è tra noi! - urlò, e tutti sfoderarono
nuovamente le armi.
Poi
un'altra bolla protettiva cominciò a espandersi dal punto su
cui
si trovava Sora, e il ragazzo capì che proveniva dal
ciondolo a
forma di corona che portava al collo... La bolla si espanse intorno a
loro, spinse via tutti quanti, tranne i sette guardiani, la sfera
protettiva più piccola che custodiva le Principesse (per
Minnie
fu creata una bolla ancorapiù piccola che fu spinta via
insieme
gli altri), e le tredici oscurità.
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Capitolo 24 *** Sotto i cappucci ***
nuovo capitolo
La battaglia era divisa in due: quella principale, fra le sette Luci e
le tredici Oscurità, e quella oltre i margini dell'enorme
barriera,
fra tutti gli altri.
Ercole combatteva Ade; molte persone, tra cui Paperino, Pippo e Xion,
si fronteggiavano con Data-Malefica, e altre ancora, tra cui la banda
di Radiant Garden e quella di Shibuya, combattevano il Data-Baubau e la
Data-Ursula, insieme a Jack Skeletron. Aladdin, il Genio e
altri, come Jack Sparrow, affrontavano Data-Jafar, che si era
trasformato in un Genio: Data-Sora aveva portato con sè la
lampada dal Grillario, e fu
così che lo catturarono. Pietro combatteva
Data-Pietro, la
sua versione in dati: Merlino fece apparire una di quelle porte che
portavano al
passato, dalla quale uscì il Pietro semplice e in bianco e
nero di molto
tempo prima, che corse in aiuto della sua versione futura per
affrontare quella in dati... Intanto Data-Malefica si
trasformò
in Drago...
All'interno della semisfera, comunque, le cose non erano meno
complicate. La bolla dorata delle Principesse, intrapassabile, dava
energia ai custodi, tranne a Kairi, che si dava forza e si proteggeva
da sola. La forza delle Principesse li faceva spelndere...
Intanto i cappucci di alcuni membri volarono all'indietro, mostrandone
i volti... Ventus cadde violentemente all'indietro e quasi
sbattè su una roccia quando vide Vanitas, che non smise di
attaccarlo.
Aqua corse a curarlo, prima di scagliarsi su Xigbar/Braig...
Kairi e Lea combattevano Saix/Isa e Xemnas, mentre Riku affrontava
Ansem Sod e il giovane Xehanort. Un altro cappuccio cadde all'indietro
e Aqua quasi urlò: un Terra dagli occhi gialli e vuoti e i
capelli argentei continuò ad attaccarla... Ma lei sapeva
cosa
fare... - Stopza!
-
urlò nuovamente, e Terra si immobilizzò.
Prese un
pezzo di frutto di paopu che si era conservata e glielo
ficcò in
bocca. Non seppe cosa sarebbe se sarebbe servito, ma valeva la pena
provare. Intanto Topolino affrontava Riku-Replica, una
copia creata per ingannare Sora al Castello dell'Oblio molto tempo
prima e Vexen, una copia
di Vexen...La
figura dai capelli lunghi e chiari e il volto magro era identica a
quella fuori dalla barriera, l'attuale e il reale Even, vestito di
bianco,
che
esclamò, indignato: - Tu... rubare delle mie creazioni... e
anche un mio clone... come hai potuto?- ma il maestro Xehanort si
limitò a ridacchiare e continuò a combattere
Sora,
insieme a un uomo dai capelli cortssimi e biondi, con l'orecchino...
dopo essere caduto gli urlò, nella speranza di distrarlo: -
Luxord! Tu? Non pensavo che lui
- e indicò il maestro Xehanort - ti ritenesse così importante...
-
Ma in realtà
sapeva perché l'aveva scelto: lui, da Nessuno, come Xigbar e
Saix, era stato uno dei membri che erano sopravissuti più a
lungo, prima di essere sconfitto dal trio. Ma l'uomo
continuò ad attaccarlo con giochi d'azzardo magici, carte e
dadi
che si ingrandivano, attaccavano e assorbivano gli altri... Si rese
conto che i cloni di Vexen erano due quando un altro cappuccio
scivolò all'indietro, e cominciò ad attaccare
quello... L'ultima figura ancora nascosta dal cappuccio era
molto alta e robusta, ma utilizzava ancora il Keyblade del giovane
Xehanort... Terra era caduto, privo di sensi, dopo avergli fatto
ingogliare il frutto, l'amica aveva creato una protezione attorno a
lui, rendendolo invisibile.
- Aqua... - sussurò. Lei gli sorrise: aveva capito che ora
Terra
era in grado di riconoscere i buoni dai cattivi, in nemici dagli amici,
ma che non era a cora perfettamente completo. Mancava il pezzo
nell'armatura, i suoi pensieri. Lei gli si avvicinò, e un
lacrima le scivolò sulla guancia. - Aqua... -
ripetè - il
maestro...
Eraqus... tutta colpa mia... Xehanort, oscurità... colpa
mia...
- continuò piano. - Terra... Non dire così, sai
che non
è vero... - era sul punto di scoppiare a piangere, ma il suo
sguardo di conforto, quasi completamente asciutto, rimase fermo
sull'amico, i cui occhi cominciarono a tornare azzurri... - Il
maestro... - continuò, sempre meno lentamente Terra. -
Sì,
il maestro cosa? Sai dov'è, Terra? - chiese Aqua, china su
di
lui. Terra parlava lentamente e faccendo delle pause, come se
stesse rivelando qualcosa che fino ad ora aveva nascosto.
- Salva... lui... Io... sto bene... - le disse alzando il braccio per
indicare l'unica figura dal
volto ancora nascosto, che ora combatteva con Sora. - Il resto...
nell'armatura- rivelò infine, poi si
alzò,
riprese a combattere il nulla e fece l'occhiolino ad Aqua, ricoprendosi
il volto col cappuccio.
- Ho capito, Terra! - disse la ragazza, con un forte slancio di
orgoglio. - Non temere, vi
salveremo, è una promessa! - e corse dal maestro Eraqus, che
però stava cadendo all'indietro dopo un colpo di grazia di
Sora,
e finalmente il suo volto rovinato fu visibile, i capelli neri/grigi
legati che toccavano il terreno sotto...
- Sora, il suo Keyblade. Dammelo! - ordinò Aqua, e il
ragazzo
evocò il Keyblade diventato temporaneamente suo e
obbedì
senza esitare.
- Maestro! Maestro Eraqus! Sono io, Aqua! - urlò lei
avvicinandosi
nuovamente al maestro e strattonandolo. Stavolta fu Sora a creare una
protezione intorno a loro, per poi ricominciare a
combattere...
Gli occhi del maestro Eraqus si aprirono e luccicarono, una lacrima gli
scivolò sul viso, mentre Aqua metteva il Keyblade nelle sue
mani. - Maestro! - urlò Ventus, raggiungendoli, preoccuopato.
- Ven... mi dispiace, questa è tutta colpa mia... se io non
avessi... tu... e Xehanort... - sussurrò Eraqus, tremante.
- Non ti devi scusare, devi andartene! - lo ammonì l'allievo.
- No... il Keyblade del Tempo, quello che ho usato fino ad ora, dovete
distruggerlo con il mio! - urlò Eraqus.
- Va bene, maestro! Ma tu devi scappare, tieni... - e gli mise il
Frammento di Stella in mano. - Me l'ha dato Paperino, strinigilo e
pensa al Castello Disney, li sapranno come curarti. -
- Non posso, lui non deve sapere... - e fece cenno al vecchio Xehanort,
poi mollò il congegno e si alzò. - Va bene.
Allora, come
si distrugge un Keyblade? -
- Questa è solo una copia, basta schiacciare il Keyolder...
-
disse infine il maestro, evocandolo. Il Keyblade di Eraqus nel pugno di
Ven si illuminò come in un'unione dimensionale e lui
colpì il portachiavi appeso al manico dell'arma: questo
esplose,
Eraqus si rimise in piedi e continuò a combattere come se
niente
fosse, proprio come Terra, utilizzando il suo Keyblade.
Il maestro Xehanort, intanto, affrontava Topolino e Sora, e non si
accorse della ricomparsa di quel Keyblade, ma dopo
un colpo limite dei due cadde a terra, avvolto in un alone di
oscurità. Alzò il capo e puntò il
Keyblade verso l'alto.
- Va bene, divertiamoci un po', allora! - esclamò, ridendo,
con un'espressione folle.
L'alone di oscurità si espanse di nuovo, avvolgendo ancora
una
volta nel buio tutto l'interno dell'enorme bolla prottettiva.
Questa volta Sora si ritrovò in un ambiente non meno
conosciuto: I Confini
Del Mondo,
un mondo che precedentemente era stato il rifugio degli Heartless e il
modo per per spostarsi in alcuni mondi, precisamente in un'area
spaziosa, chiusa completamente dalle pareti e dal soffito fatte
di roccia oscura, un materiale semplice e simile a sabbia
solidificata, caratterizzata dai colori blu scuro e viola. -
Qui?
Com'è possibile? - chiese. C'era
già stato quasi tre anni prima alla fine della sua prima
avventura, con Paperino e Pippo, e si chiedeva se fosse possibile che
esistesse ancora. Quel mondo, sapeva, era stato creato dai resti
dei mondi che tempo prima furono distrutti, prima di tornare
alla
luce con la sconitta dell'Heartless di Xehanort, il falso Ansem, che
come le altre forme del maestro Xehanort, ora faceva parte delle
tredici Oscurità... Quindi, teoricamente, quel mondo sarebbe
dovuto sparire con la sua temporanea sconfitta. Fu il Re Topolino a
chiarire i suoi dubbi: - Questo mondo è una sua illusione!-
spiegò,
con il Keyblade Catena Regale Dell'Oscurità stretto e con
sguardo in allerta, come
gli altri custodi, aspettandosi un attacco da un momento all'altro. Ma
prima che i ragazzi potessero muoversi ci fu un botto, e delle
barriere invisibili divisero l'area in sette settori più
piccoli... Poi davanti a lui apparve il maestroi Xehanort, che aveva
alle sue
spalle, ovviamente a proteggerlo, un mostro nero e spaventoso simile a
un demone. Era il Guardiano Oscuro, un mostro che, gli aveva spiegato
Yen Sid, appariva quando si abbracciava completamente
l'oscurità, e che era l'ombra di una luce ormai lontana, ma
che
un tempo doveva essere esistita. Sora notò, con enorme
sollievo,
che avevano ancora il potere delle Principesse, e grazie a questo
riuscì a danneggiare anche Il Guardiano Oscuro, normalmente
invulnerabile a qualsiasi tipo di attacco. Nonostante varie
maledizioni, come l'abbassamento costante dell'energia di Sora, il
ragazzo riuscì a sconfiggere il Guardiano Oscuro, che
però, con suo orrore, anziché sparire fu
assorbito dal
padrone, che divenne molto più forte e agile. Sora
tentò
un limite prima che potesse attaccarlo con i suoi nuovi poteri. Dopo un
iniziale sbandamento, però, Xehanort si riprese e
lo
spedì contro il muro, facendolo sbattere e cadere a terra.
Sora
provò un dolore terribile alla caviglia, che gli
provocò
un gemito, e non riuscì più ad alzarsi.
Tentò una
fusione con gli altri custodi, ma le barriere ne impedivano il
funzionamento,
poi un'invocazione, ma evidentemente la magia della bolla protettiva
bloccava
l'intervento di aiutanti dall'esterno. L'incantesimo di protezione che
aveva imposto su di sè stava sparendo, non aveva
possibità. Poi si ricordò del frutto di paopu:
aveva
ancora una speranza. Si osservò intorno frettolosamente:
Aqua
combatteva - per finta, ovviamente - Eraqus e Terra. Era l'unica che
non era realmente impegnata a sconfiggere le Oscurità.
Pensò intensamente a lei, ricordò la prima volta
che la
incontrò, quando aveva quattro anni...
Lei, con sua grande gioia, apparve e lo guardò, con l'arma
ancora tesa, inizialmente spaesata, poi urlò: - Sora!
Perché... La tua caviglia... Curaga!-
ma la magia non serviva a molto quando si trattava di danni interni
come questo, e quando l'incantesimo di protezione svanì
iniziò a combattere il maestro Xehanort, che si riprese dal
momentaneo storidmento causato da una magia di Sora.
La ragazza schivò diversi attacchi di Xehanort,
danneggiandolo soprattutto a distanza.... Poi il vecchio
urlò: -
Sleepza!
- e Aqua si addormentò profondamente...
Così il vecchio si
avvicinò lentamente al ragazzo, con lo sguardo di trionfo, e
alzò il Keyblade.... Il massimo che Sora potè
fare fu
alzare a sua volta il suo cercando di difendersi: aveva finito i Punti Magia...
Xehanort lo stava per colpire, era la sua fine, lo sapeva, e
poi...
Un puntino luminoso volante significo il ritorno della speranza: era
piombato nell'area da un piccolo buco sulla parete, e proprio come una
vera bolla la protezione intorno a loro scoppiò,e l'area
illusoria di Xehanort svanì. Si trovavano di nuovo al
Cimitero
dei Keyblade, e le uniche protezioni ancora intatte erano quella delle
Principesse e della Regina Minnie, mentre lui era ancora
disteso a
terra, la caviglia dolorante, e poi il puntino luminoso si
scoprì essere Trilli, la fatina di Peter Pan, che gli
svolazzò sopra facendo cadere una abbondante
quantità di
polvere magica... 'Pensa a qualcosa di allegro', si disse... Poi alcune
immagini scorsero vivide nella sua mente, come un film: lui e Riku
giocavano agli spadaccini sulla spiaggia della loro isola a quattro
anni... un Sora di cinque anni mostrava a Kairi il Rifugio
Segreto suo e di Riku... Sora e Riku guardavano le stelle... una Kairi
quattordicenne lo svegliava mentre dormiva sulla riva della spiaggia...
lui, Kairi e Riku osservavano il tramonto accomodati su una palma dopo
una faticosa giornata a costruire una zattera.. conosceva Paperino e
Pippo alla Città di Mezzo... Kairi lo abbracciava facendolo
tornare umano alla Fortezza Oscura... Riku aiutava lui, Paperino e
Pippo a chiudere un'enorme porta bianca nel vuoto, dopo aver finalmente
incontrato Topolino... Sora si risvegliava da un sonno lungo un anno
dentro una capsula bianca e si ritrovava Paperino e
Pippo davanti... la Fortezza Oscura tornava a essere
Radiant
Garden.... incontrava finalmente Kairi e Riku dopo parecchio tempo...
la Porta della Luce si apriva a lui e Riku nel Regno
dell'Oscurità dopo aver letto la lettera di Kairi... lui, i
suoi
amici e tutti quelli legati a lui erano finalmente e felicemente
insieme, uniti per sconfiggere l'oscurità...
Era di nuovo in mezzo alla grande battaglia nella landa, sospeso in
aria, Trilli sopra di lui e Xehanort di fronte, terribilmente
infuriato. Poi di nuovo il grande alone di oscurità avvolse
tutto, ma questa volta era diverso: il rumore della battaglia
cessò, lui sentì di essere stato smaterializzato
nel
vuoto soffocante... Poi aprì gli occhi e respirò
nuovamente l'aria dell'originale Mondo
Che Non Esiste.
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Capitolo 25 *** La vera forza ***
nuovo capitoloo 2
Sora comprese subito che questa volta non era un'illusione, e che si
trovavano vicino al Grattacielo Della Memoria. Il silenzio notturno
invadeva l'aria e non pioveva, le Tredici Oscurità non
c'erano
ancora, la sfera magica delle Principesse era dietro di loro, a dargli
forza, mentre le fanciulle si guardavano intorno spaesate e
preoccupate. Ma i sette custodi erano preparati e con le armi tese:
Aqua guardava vigilante un punto fisso davanti a loro, Topolino
osservava l'entrata per il Castello Che Non Esiste, Lea e
Riku si
guardavano intorno cercando il punto in cui si sarabbero potute
materializzare le Oscurità, Ven osservava curioso il posto
nuovo
e Kairi era l'unica ad avere lo sguardo puntato in alto, verso la cima
dell'enorme grattacielo...
Poi ci fu un botto e i sette caddero all'indietro, le Principesse
urlarono, ma i custodi si rimisero subito in piedi, per osservare la
scena. Le Oscurità erano in aria, a pochi centimetri dal
suolo, con le braccia incrociate,
ognuno con un enorme Guardiano Oscuro a proteggerli, di nuovo
tutti uguali e incappucciati tranne il vecchio maestro Xehanort. Allora era
così che doveva andare: tredici Guardiani Oscuri contro
sette Guardiani della
Luce.
Sora Guardò un attimo Aqua e Ven. Anche loro evidentemente
stavano sperando che Terra e Eraqus fossero ancora coscenti.
Il maestro Xehanort rise freddamente. - Non siamo più nella
bolla. Questo mondo non è un'illusione. Siamo solo noi ora,
nessuno interferirà... - disse, sempre ridendo.
- Sicuro? - rispose Riku, facendo finta di pensare. - Dici che
non è un'illusione? Ma non l'avete creato voi?
Anzi,
sbaglio o questo mondo non
è mai esistito? -
- Non ha importanza! - urlò il vecchio. - Per ora non siamo
più al Cimitero dei Keyblade, e nessuno può
aiutarvi! -
Poi accaddero molte cose contemporaneamente: una ventina di Fakeones
comparve vicino alle Oscurità e un maggiore numero di
Spirits
vicino alle Luci, sotto la sfera delle Principesse. Le creature
iniziarono a scontrarsi: i Fakeones erano molto più forti ma
gli
Spirits erano nettamente superiori in quantità. Intanto ci
fu un
altro piccolo scoppio e una scia luminosa simile a un fuoco artificiale
impazzito si lanciò vicino a Sora rivelando Paperino, Pippo
e
Xion, caduti a terra un po' intontiti.
- Sono stufo di arrivare in questo mondo sbattendo a terra! -
brontolò lentamente Paperino.
- Già... - confermò Pippo massaggiandosi la testa.
Si alzarono in piedi ed evocarono le armi.
- Ma perché siete venuti? - chiese Riku, molto
più triste
di Kairi e Topolino. - Xion... - si rivolse a lei quasi piangendo. -
Siamo già in molti che rischiano di sparire senza che ci
siano
ulteriori vittime... -
La ragazza si avvicinò a lui, gli prese le mani e
gliele
avvicinò al petto. - Noi ci saremo sempre - . Riku sorrise e
guardò di nuovo Xehanort, leggermente rabbuiato dalla
comparsa
di tre nuovi avversari.
- Infatti! Ed è proprio questa la nostra forza! -
esclamò Topolino
- Amici per sempre! - urlò Ven.
- Capito, vecchio? - domandò Lea rivolto a Xehanort,
avvicinandosi ad Aqua e prendedole la mano.
- Pensavo che ormai lo sapessi, Xehanort... L'amicizia... Questo
è il nostro
potere! - esclamò Sora.
Il maestro Xehanort ringhiò. - I vostri legami non contano
nulla, sono così inutili, così insignificanti...
-
rispose Xehanort. - Attaccate! - ordinò infine, e i
Guardiani
Oscuri iniziarono a combattere Sora e gli altri. Intanto le
Oscurità furono avvolte da sfere protettive simili a quella
che
prima aveva Xehanort, ma a differenza di quella delle Principesse erano
divise l'una dalle altre. I punti deboli dei demoni oscuri erano gli
occhi e il petto, mentre le enormi mani afferravano e toglievano
tantissima energia. Intanto i Fakeones si moltiplicavano e dominavano
sugli Spirits. Sora affrontava il Guardiano di Xehanort e quelli
vicini, eternamente in aria. Tutte le magie che faceva si
trasformavano in lampi o raggi di luce, estremamente potenti. Con un
colpo di grazia di Sora i Guardiani si immobilizzarono
momentaneamente...
Poi, con enorme stupore di tutti e rancore di Xehanort, due dei
Guardiani Oscuri sparirono al primo colpo, e nello stesso istante le
protezioni attorno a due degli incappucciati svanirono e questi caddero
a terra. Il maestro Xehanort era confuso e infuriato, esitò
un
istante, poi urlò: - Su! Alzatevi e attaccate! -
Il rumore della lotta cessò e si ritornò al
silenzio
assoluto di prima. Anche i Fakeones e gli Spirits smisero di
scontrarsi, quando i due incappucciati si alzarono e cominciarono a
diventare più alti a cambiare aspetto. I cappucci
caddero
all'indietro rivelando
due figure: un giovane alto dai capelli castani lunghi fino alle spalle
e gli occhi azzurri, e un adulto dai capelli neri-grigi in parte legati
e la faccia piena di cicatrici. Di nuovo il silenzio fu spezzato dai
versi di stupore e gioia.
- Ti avevo avvertito, Xehanort, - disse Terra, avvicinandosi a Sora e
agli altri, tranquillo. - di non toccare i miei amici! -
esclamò infine.
- Mentre usavi il
mio corpo come un burattino, poco fa, il mio cuore ha cercato la mia
armatura, che conteneva il resto di me, i miei sentimenti persistenti,
e me li sono ripresi entrambi. Attaccherò di certo qualcuno,
ma
quello sarai tu! - a queste parole si tolse violentemente la veste nera
dell'Organizzazione XIII
sotto alla quale c'erano i suoi consueti abiti e toccò la
spalliera che
portava sul braccio: l'armatura gli si materializzò addosso.
-
Terra! - urlò Eraqus. Il Keyblade di Terra
s'illuminò,
poi corse verso il
Guardiano Oscuro di Xehanort e lo colpì
con la lama lucente: questo si fece scudo con il braccio ma pochi
secondi dopo dovette cedere e cadde all'indietro. - Bravo, Terra! -
urlò Aqua.
-Non importa! Ormai l'atto è compiuto! La battaglia
è finita! Il vero
X-blade sarà forgiato! -
Il vecchio allargò le braccia e per l'ennesima volta e la
vista di
Sora fu offuscata dall'oscurità...
Erano di nuovo al Cimitero dei Keyblade, ed era calata la notte. La
battaglia era finita, i buoni avevano vinto contro i cattivi, ma gli
Xehanorts erano ancora vivi e indistinguibili, a parte Terra e Eraqus.
La bolla delle Principesse era stata infranta, e loro stavano curando
alcuni feriti con il loro potere.
- Terra! Maestro! Sono così contenta! - accolse
Aqua gioiosa. A lei si unirono presto Ventus e Topolino.
- Eraqus, mio vecchio amico, sono così felice di vederti. Ho
visto la tua stella ricominciare a splendere un po' di tempo fa, e
questa cosa mi ha dato fiducia. Bentornato, maestro Terra -.
Il ragazzo parve un po' sorpreso. - Maestro Yen Sid, mi ha chiamato
"maestro Terra"? Ma io non sono mai diventato un maestro... -
- Ti sbagli. - intervenne Eraqus. - È stato Xehanort a
nominarti maestro, tempo fa. Anche se ingannato, tu accettasti di
diventare suo allievo, e lui ti nominò immediatamente
maestro - .
- Ma io sono stato sopraffatto dall'oscurità, non lo merito,
ho messo in pericolo tutti voi - .
- No, Terra, è stato Xehanort a mettere in pericolo tutti
noi, compreso te - lo corresse Ven.
- Ventus ha ragione, Terra. - Confermò Eraqus, - Alla fine
hai
vinto l'oscurità, sei un degno maestro. - Terra sorrise, -
Comunque credo che sia arrivato il momento di finirla con questa
formalità di chiamarci "maestri", considerato che lo siamo
quasi
tutti... -
- Sì, lo credo anch'io - confermò Aqua. -
Comunque, lui
è Terra, o non l'avevate capito? - chiese Aqua sorridendo a
tutti gli altri.
Le presentazioni continuarono, poi Terra disse: - Sono fiero, di tutti
voi. - ma si riferì soprattutto a Riku e Sora, - Riku, mi
dispiace, - lo disse a testa bassa. - se io non... se io non ti avessi
coinvolto non saresti stato in pericolo. Ti ho fatto cadere nella
trappola di Xehanort nella quale ero già caduto io. Ma tu
sei
stato più forte, molto più forte di me. Ce l'hai
fatta
grazie ai tuoi amici. E... Sora, mi dispiace di averti sottovalutato,
tu hai salvato il mondo, il Regno della Luce. L'hai fatto ormai tante
volte,
ovviamente non da solo. Tutti voi avete combattuto. -
contemplò
un attimo tutti loro, poi lo sguardò
tornò su Sora
e continuò: - Quando Riku scelse
l'oscurità il
Keyblade passò a te, Sora, perché io conoscevo il
pericolo che si correva abbracciando l'oscurità. Inoltre tu
custodivi il cuore di Ven, poi anche quello della tua amica... Hai
salvato Riku, hai salvato Ven, hai salvato Kairi, hai salvato le
Principesse. Con i tuoi amici hai salvato tantissime altre persone,
compreso me. Sei stato scelto da qualcosa superiore al Keyblade, dalla
più grande forza che esiste, la forza del Kingdom Hearts. -
Si guardarono un attimo, poi Sora rivelò: - Ma anch'io sono
sprofondato nell'oscurità! Anch'io sono stato salvato! Ci
sarei
io ora sotto uno di quei cappucci se Lea non mi avesse... -
- Lo so bene, ho seguito tutta la storia dal punto di vista di
Xehanort, e ti devo correggere: non sei sprofondato
nell'oscurità. Sei solo caduto in un sonno buio dal quale
non
potevi scappare, e che non potevi evitare. Non hai scelto
l'oscurità. L'hai combattuta, sempre e comunque. Non
è
colpa tua se ti hanno incastarto mentre facevi ciò che
è
giusto. Questo è il modo migliore per prendersi i puri di
cuore.
Comunque, Lea, Ven e Riku, anche se non tutti consapevoli di
collaborare, ti hanno salvato. Come il male che facciamo ci si ritorce
contro, i gesti di bontà alla fine ci vengono ricambiati.
Non
accusarti, questo non è niente in confronto a quello che hai
fatto. -
- Ma neanche tu devi accusarti! Alla fine ce l'hai fatta! -
inervennè Lea.
- Lea ha ragione, Terra, è stato Xehanort a innescare
l'oscurità in te, quando ha visto che eri l'adatto
contenitore
per lui. Sei stato la prima vittima, ma sei riuscito a vincerlo, alla
fine. Non ti perderai più. - lo rincuorò Aqua
mettendogli una mano sulla spalla,
rincuorandolo.
- Grazie, Aqua. Sora, sento di doverti dare un'ultima spiegazione... Mi
dispiace che la mia armatura ti abbia attaccato. Quella parte di me
conosceva solo l'esistenza di altre quattro persone: Aqua, Ven,
Xehanort e Vanitas. Sapevo che non potevi essere Aqua ed era poco
probabile che fossi Ven. Perciò saresti potuto essere solo
Xehanort o Vanitas. Io ero cieco, ma emanavi un odore molto simile a
quello di Vanitas. Solo la parte di me che era in Xehanort sapeva che
eravate quasi identici nell'aspetto... e quindi anche nell'odore... -
- Non preoccuparti. Èstato comunque molto utile per il mio
allenamento! -
Terra sorrise.
Per un po' stettero in silenzio, poi...
- Ce l'abbiamo fatta! - urlò una voce squillante molto
allegramente, e Sora vide saltellare davanti a lui Cip e
Ciop. -
Appena ci siamo accorti che avevano estratto i dati dal Grillario
abbiamo portato il macchinario qui... Abbiamo premuto un tasto e ha
riassorbito dentro gli intrusi! - .
In effetti Sora non potè non notare un macchinario simile a
un
computer molto grande, giallo e dai pulsanti e leve molto colorati, con
il simbolo
del Castello Disney.
- Un momento! - urlò lui preoccupato, - Se avete assorbito
anche
Data-Sora, ora sarà in pericolo insieme a tutti quegli
spregievoli... -
- Oh no, non funziona così. Se il macchinario funziona,
intendo
se non ci sono fastidiosissimi bug, l'avventura è identica
alla
tua e senza imperfezioni, e si ripete all'infinito. Data-Sora
probabilmente sarà alle Isole del Destino del
Grillario a costruire una
zattera... -
- Oh, bene allora. Ehi, Xion! -
La ragazza si era appena unita a loro, tristissima, senza entusiasmo.
- Ansem il Saggio è morto. - dichiarò infine, con
le lacrime agli occhi.
Il cuore di Sora sprofondò. Le espressioni di orrore che
vedeva
negli altri non sembravano nulla in confronto a come si sentiva lui. Il
grande Ansem il Saggio, l'uomo che sapeva tutto, che aveva sempre agito
in segreto, era morto, per davvero, non era né un Heartlss
né un Nessuno. Il suo cuore non era più
nell'enorme mondo
in cui vivevano, lo sapeva. Era aldilà della loro
conoscenza.
Sapeva che se si moriva nel mondo di Hercules, il Monte Olimpo, si
finiva nell'Oltretomba, ma Yen Sid gli aveva spiegato che non era una
cosa permanente, solo una spece di giochetto, non eri morto per
davvero. Quelli non erano veri dei. Invece si chiedeva se Ansem
sapesse cosa c'era dopo...
Senza che nessuno lo premeditasse stettero in silenzio per qualche
minuto, poi Xion continuò: - Quando la protezione
è
scoppiata, una roccia si è spaccata ed è finita
proprio
su... - non finì la frase e pianse più forte.
Riku le si avvicinò e l'abbracciò, cercando di
consolarla. Poi Eraqus esclamò: - Adesso basta! Xehanort,
hai fatto
abbastanza danni, smettila di
nasconderti e vieni a combattere! - buttò via anche
lui il
soprabito nero ed evocò il Keyblade.
Un puntino bianco iniziò a espandersi poco lontano da loro.
Questa volta, purtroppo, non era un bagliore di luce, ma piuttosto una
leggera scia di fumo. Questa si espanse lentamente in un semicerchio e
la terra sotto di loro cominciò a tremare. Sora
capì che
si trattava di un'esplosione particolare. Questa spinse via tutti e
sommerse il macchinario che analizzava il Grillario,
rompendolo.
Dall'esplosione saltò fuori un Keyblade Catena Regale, come
quello consueto di Sora. Proveniva dal Grillario, era il reale Keyblade che
utilizzò Data-Sora dopo che Malefica, la vera Malefica,
distrusse quello fatto di dati.
Il bianco distrusse tutto, e Sora vide la lama splendente di un'enorme
arma al centro di quell'immenso vuoto. Era grande
più o meno come lui, se
non di più, ed era costituita da due Keyblade di dimensioni
normali, molto semplici, uno completamente bianco, l'altro
completamente nero, che costituivano una sorta di manico e s'
incrociavano formando una "X", dalla quale nasceva la lama dorata,
la parte più lunga, a punta.
Poi tutto divenne nero e il ciondolo a forma di corona che portava sul
petto s' illuminò, come se fosse una lampadina che reagiva a
qualcosa. E finalmente capì da che cosa era stato scelto.
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Capitolo 26 *** Il Significato della Corona ***
nc3
La luce proveniente da un'enorme luna a forma di cuore coprì
quasi immediatamente il buio, facendo splendere nuovamente la lama
dorata del X-Blade. Sora era sospeso in aria.
Si voltò e osservò l'abbagliante Kingdom Hearts,
quasi
identico a quello artificiale creato da Xemnas tempo prima, ma
più che bianco era azzurrino. O era sempre stato di questo
colore? No, impossibile. Lui lo aveva visto solo due volte: in
un'occasione si era presentato all'Heartless di Xehanort come una massa
nera e indefinita a forma di cuore, con un enorme porta bianca. Invece
un anno dopo l'aveva visto proprio come lo vedeva ora, ma candido come
la neve. Eppure non gli sembrava la prima volta che lo vedeva
così, ed era stato proprio al Cimitero dei Keyblade che lo
aveva
mostrato il maestro Xehanort... Possibile che quel posto fosse come il
Castello dell'Oblio? Stava perdendo i suoi ricordi per ottenerne di
falsi? Ma non erano falsi, no... Ormai sapeva la storia di Terra, Aqua
e Ven... Quei ricordi appartenevano a loro tre... Poi si accorse che il
bagliore proveniente dalla collana si era espanso, facendo splendere
tutto il suo corpo, e che sotto di lui c'erano delle nuvole scure.
Queste si aprirono formando un grande buco, e Sora riuscì a
intravedere la terra ormai desolata del Cimitero dei Keyblade. Desolata...
Dov'erano tutti? Possibile che lui, Sora, li avesse...?
- Sì, li hai assorbiti - rivelò uno
Xehanort giovane,
con la sua voce profonda, senza pizzetto e dai capelli argentati,
confermando i suoi sospetti.
Erano accadute più cose insieme: la versione Giovane di
Xehanort, anche se più possente e alta del solito, si era
materializzata davanti a lui e un'enorme piattaforma tonda e alta come
un Grattacielo era comparsa sotto di loro e sotto il X-Blade. Il
trovarsi improvvisamente sulla superficie piatta e disegnata di quella
piattaforma non turbò Sora. Era già successo
varie volte:
tredici anni prima lui e Vanitas avevano combattuto in un posto
simile... No, era Ven che aveva combattuto Vanitas... Inoltre, in uno
di quei luoghi, lui, Ven, era stato aiutato da quel bambino di nome
Sora... Un momento, lui non era Ven, era Sora... In una di queste
"stazioni" aveva combattuto l'Aculeo
Spinato...
In quell'occasione però era Roxas. Chissà che
fine
avrebbe fatto il suo Nessuno che, gli aveva spiegato Xion, in
realtà era già tornato, sottoforma di Ven e
Sora.... Di
persona c'era già stato due o tre volte. Una volta aveva
combattuto la sua ombra, il Darkside,
e aveva scoperto di poter controllare un'arma simile a una chiave
chiamata "Keyblade"... Lì aveva affrontato Roxas...
Sulla superfice della Stazione
dei cuori,
circolare come sempre, vi erano ora disegnate due persone: il Giovane
Xehanort, il medesimo che era proprio davanti a lui, e lui stesso,
Sora. Nell'enorme immagine entrambi erano distesi di profilo, uno di
fronte
all'altro, in modo obliquo e con un ginocchio piegato, in una posizione
a "V", con gli occhi chiusi e senza toccarsi, ma come
separati
dalla differenza di colori. Metà della piattaforma, quella
occupata dall'immagine di Xehanort, era nera e dai contorni argentati,
e intorno alla figura del giovane erano raffigurati dieci capi
incappucciati, tutti uguali. Invece la parte di Sora, bianca e dai
contorni dorati, era occupata dalle faccie allegre dei sette Guardiani
della Luce e delle Principesse Dal Cuore Puro, che sorridevano intorno
alla figura addormentata di Sora. I capi di Eraqus e Terra erano in
mezzo, uno sopra e uno sotto, tra le due metà, senza
cappuccio
ma con le faccie oscurate.
- Cosa... cosa vuoi dire? - domandò Sora nervoso. Xehanort
fece qualche passo, ma si fermò quasi subito.
- Hai assorbito coloro che combattono per la luce, come io ho assorbito
coloro che combattono per l'oscurità. Ecco cosa voglio dire,
stupido - rispose Xehanort. Stranamente Sora si trovava nella
parte
delle Oscuità, Mentre Xehanort nella parte delle Luci. Il
X-Blade era in mezzo, Il Kingdom Hearts splendeva ancora alto
dietro Sora.
- Intendi tutti quelli che hanno combattuto? - chiese.
- Sì, tutti coloro che sono venuti per la Guerra dei
Keyblade,
che ti hanno appoggiato, che tu e i tuoi amici avete aiutato. L'hai
detto tu: i tuoi amici sono il tuo potere. Confrontiamo il potere di
Xehanort, padrone del tempo e dello spazio, dell'Oscurità e
dell'esistenza, con quello di Sora, l'accidentale custode, e
quello dei suoi amichetti! - esclamò, ma
stranamenente non evocò
nessun'arma, esitò un attimo e poi esclamò
ferociemente:
- X-Blade, vieni dal tuo padrone! -
A queste parole l'enorme arma si avvicinò a Xehanort, che
l'afferrò e fece un verso di esultazione. Sora
evocò
istintivamente la sua armatura per proteggersi, poi il Keyblade.
Scoprì di averne undici, più tantissime armi che,
sospese
in aria, non riuscì a vedere. I Keyblade appartenevano,
capì subito, ai Guardiani della Luce, a Xion, a Terra, a
Eraqus
e a Data-Sora. Xehanort, che evidentemente non se lo aspettava,
s'infuriò maggiormente, ma aveva il X-Blade, l'arma
invincibile... Iniziarono a scontrarsi. Le armi di Sora, a parte il suo
Keyblade e quello della sua versione in dati, erano in aria e si
gettavano sul nemico
quasi di loro spontanea volontà. Con grande stupore e
contentezza di Sora la battaglia non fu un'impresa impossibile da
vincere, grazie alla Fusione
Suprema.
- Perché? Perché non riesco a comandarti come
dovrei? -
urlò Xehanort al X-Blade, disperato. I Keyblade di Sora lo
colpirono e lo fecero cadere all'indietro. Ora Sora lo sovrastava, e lo
guardava con disgusto, dall'alto in basso.
- A quanto pare, Xehanort, hai sbagliato a sottovalutare la "forza dei
miei amichetti". Hai viaggiato nel tempo e nello spazio e ancora non
hai capito niente. Questa è la vera forza del Kingdom
Hearts.
L'amicizia e l'amore, la mia forza, e solo chi è dalla parte
della luce la può capire. Per questo, te l'ho già
detto,
Kingdom Hearts è luce. Per questo voi pensate che io non
valga
niente... -
- Perché è così! - urlò, -
La Profezia
Della Strega... Parlava della forza che voi
non capite.
L'oscurità! Il X-Blade è venuto da
me, ha
dimostrato che quella è la vera forza di cui parlava la
strega.
Tutti noi nasciamo nell'oscurità, ed è
lì che
torniamo! È lì che finiranno nuovamente tutti i
mondi!
Sarò io a decidere cosa accadrà d'ora in avanti!
-
urlò Xehanort, alzandosi a fatica. Stava par attaccarlo, ma
Sora, con un solo Keyblade, colpì il X-Blade, che
scivolò
di mano a Xehanort e fu spedito lontano da lui, caduto nuovamente a
terra.
- Perché vuoi questo? - chiese Sora, calmo. Xehanort rimase
in
silenzio, leggermente confuso. - Ah, certo. - continuò, -
Non
sopporti più di vivere nella luce, ti fa male, ti procura un
dolore insopportabile. Fare del male agli altri fa star bene te. Ecco
perché vuoi sommergere tutto nell'oscurità -.
Xehanort tentò di nuovo di alzarsi, ma qualcosa nelle parole
di Sora bloccava tutti i suoi poteri e i suoi moviumenti.
Le armi di Sora sparirono sotto suo ordine, poi , con enorme stupore di
Xehanort, tese la mano.
- Non dev'essere per forza così, non devi vivere
nell'oscurità. Noi possiamo aiutarti. Basta che tu trovi del
rimorso in te, e la luce ti riaccoglierà. Puoi rimediare a
quello che hai fatto. -
Xehanort esitò un istante, poi urlò: - Mai! -
Sora fece un respiro profondo, poi riprese: - La vedi questa? - chiese,
e indicò la collana a forma di corona che portava al petto.
-
Questa è la prova. Ciò che dimostra la forza che
c'è nel mio cuore. La forza che mi ha donato la luce.
È
vero, io sono il prescelto, ma sono colui che è stato
prescelto da
qualcosa di più grande, più significativo, di una
semplice arma... -
Finalmente capiva, e sentiva di saperlo da un sacco
di tempo. Si alzò in volo, senza armi, e incrociò
le
braccia. - La trovaì molto tempo fa, sulla spiaggia del
mio...
del nostro
piccolo e perfetto mondo, Xehanort. Io sono il custode... il
prescelto... il padrone
del Kingdom Hearts -.
Xehanort era disperato, la bocca sigillata, forse non poteva neanche
più parlare, ma gli occhi mostravano chiaramente lo stato di
rabbia e disperazione in cui si trovava.
- Il X-Blade non serve più, non funziona come dovrebbe, non
con te comunque. Più semplicemente, Xehanort, io sono il Kingdom Hearts.-
Un enorme scoppio fece voltare Sora e alzare il capo di Xehanort verso
l'enorme luna a forma di cuore: era esploso in un enorme sole della
stessa forma, un cuore. La luce dorata colpiva completamente Sora.
Insieme al Kingdom Hearts il X-Blade era svanito in mille pezzi. Anche
Xehanort fece un urlo disperato, più forte che mai, prima di
sparire dall'esistenza proprio come l'arma che per tempi immensi aveva
bramato: in mille pezzi. Questi volarono nel vuoto. Sora li
osservò un momento, non sapendo cosa provare, poi comparve
una
porta dorata. Era riccamente intagliata e alta come un palazzo. Dopo
anni che utilizzava il Keyblade Sora sapeva esattamente cosa fare:
puntò l'arma così simile a una chiave in alto,
verso
l'infinito, dalla quale fuoriuscì un raggio luminoso. Una
musica
dolcissima esplorò il cuore di Sora e lo spazio infinito, la
porta si aprì accogliendolo. La luce obbedì
così
beatamente ai progetti che stava organizzando. Un unico mondo sarebbe
bastato
a tutti.
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Capitolo 27 *** L'alba del nuovo inizio ***
Era una calda, ventosa notte estiva e Sora, Riku e Kairi
stavano aspettando l'alba nella loro isoletta, contemplando il cielo
stellato. Riku era appogiato alla loro palma preferita, incurvata,
sulla quale era stesa Kairi. Sora era sotto di loro, sdraiato a terra,
con le braccia incrociate dietro la testa.
- Che ruolo hanno le stelle, Sora? - chiese d'un tratto Riku,
svegliando Kairi, che si stava addormentando.
Sora esitò un momento. - Ho voluto un unico mondo, come
quello che c'era in origine, non ho scelto io. Le stelle corrispondono
ai nostri cuori, e la loro luce splende su di noi - rispose dopo un
po', sinceramente. - In realtà - continuò, - ho
voluto che i luoghi più importanti continuassero a esistere
insieme alle persone che ci vivono -.
- Sì, secondo me hai fatto bene a collocare
Radiant Garden, Crepuscopoli e la Città di Mezzo nella
stessa isola. - disse allegramente Kairi, alzandosi per osservare
l'enorme arcipelago che circondova le Isole del Destino.
Sora annuì.
- E anche le case delle Principesse -. continuò Riku, - I
castelli e il resto, voglio dire. Sono tutti nella stessa isola, mi
pare... -
- Esatto, e anche la Città Disney- confermò Sora.
Stettero in silenzio per un po', stavolta fu Sora che quasi
si addormentò, quando...
- Ehi, ecco! - urlò Riku, indicando il cielo dal colore
ormai rosato.
Qualche secondo dopo una splendida luce iniziò a salire
dall'orizzonte, proprio in mezzo a due isole. L'annuncio di
Riku fece sobbalzare Sora, che alzò il capo e
sbadigliò, poi annunciò a sua volta: - Bene,
possiamo dormire -.
- Sono d'accordo! - esclamò Kairi, e si rigirò di
lato. I due innamorati si addormentarono quasi subito, ma Riku si
alzò senza fare rumore e raggiunse una piccola apertura tra
i cespugli, vicino alla sorgente. Il ragazzo si rese conto che era
molto più scomodo entrarci ora, e dovette stringersi per
poter passare, ma in poco tempo riuscì a raggiungere la
grotta, il loro Rifugio Segreto fin da quando erano piccoli.
Osservò i disegni sulle pareti, fatti da loro molto tempo
prima. Si sedette e alla fine si addormentò...
- Sveglia! - esclamò la bellissima voce di Xion. Riku
aprì gli occhi e se la ritrovò davanti.
- Che... che ci faai qui? - le chiese lui, sbadigliando e alzandosi.
- Ah, giusto. Io non potevo entrare qui, vero? -
- No, non è questo. E comunque Sora ha fatto venire Kairi,
quindi... -
Entrambi risero.
- È che pensavo stessi dormendo... -
- No, veramente pensavo di portare dei fiori ad Ansem... L'hanno
seppellito vicino alla Fortezza, ecco... Gli altri ci
aspettano fuori. Tutti tranne Terra, Aqua e Lea. Ora stanno
sistemando la casa di Terra... Allora, vuoi venire? -
- Certo -.
I due uscirono e incontrarono Sora, Kairi, Topolino, Paperino, Pippo
Ventus e Naminè. - Indovinate un po'? - gracchiò
Paperino, ridendo. - Ven e Naminè si sono baciati! -
- Ehi! - esclamò Ven, indignato.
- Dov'è finita la privacy?- domandò
Naminè.
- Paperino non ha idea di cosa significa quella parola,
Naminè. - disse Topolino, e tutti risero.
- Ehi, ci siamo anche noi! - esclamò una nuova voce. Aqua,
Terra e Lea erano arrivati.
- Vi siamo venuti a prendere! - annunciò Terra.
- Un momento, quante barche ci sono ora? - chiese Sora.
- Credo che tutti ce n'abbiano almeno una... - disse Lea.
- Perfetto! Direi di andare - concluse Sora. - Ma prima... abbraccio di
gruppo! -
Poco dopo presero le barche e iniziarono a navigare sul mare splendente.
Non sapevano se ci sarebbe stato nuovamente bisogno di evocare le armi,
ma almeno per ora, non avevano alcun'intenzione di farlo.
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