Nulla è per sempre - Nemmeno i ricordi

di Nihal07
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***
Capitolo 5: *** Capitolo V ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***



Ed eccomi in una nuova FF =D
Sì, sempre Kakasaku, che domande! XD
Allora, questa FF è un pò una scommessa.
Se non vi piace, me lo dite? Per favore **
Sono pochi capitoli in compenso =)
Grazie!



Nulla è per sempre – Nemmeno i ricordi

Capitolo I
 

 
“Sakura!”
L’ultima cosa che la ragazza sentì, fu un dolore lancinante al fianco. Non percepì nemmeno Kakashi che gridava il suo nome o che correva verso di lei.
Il forte rumore sordo che le aveva riempito la testa al momento dell’impatto, non aveva lasciato spazio per altro.
Non seppe dire quanto durò.
Forse qualche secondo. O addirittura qualche minuto.
Sta di fatto che quando aprì gli occhi, si ritrovò tra le braccia di un uomo che non conosceva.

 
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“Sakura?! Rispondimi!”
Kakashi la vide muovere le palpebre.
Sospirò.
Era già qualcosa.
Le teneva la testa sollevata con una mano, l’altra, appoggiata leggermente su un fianco.
Pian piano, la ragazza aprì gli occhi.
Dopo aver preso coscienza di se stessa, cerco di tirarsi su.
“Non credo ti convenga muoverti.”
L’Haruno si portò una mano dietro la testa.
“Mi fa molto male qui dietro… Cosa…?!”
Si ritrovò vicinissima a Kakashi, il quale gli aveva fornito precedentemente una ventina di centimetri di distanza per alzarsi, ma li aveva poi bruciati per vedere se si era procurata qualche grave danno a causa della caduta.
Di colpo, lo spinse indietro, facendolo cadere.
Un urlo scappò dalla bocca della ragazza.
“Sakura, che… Che cosa ti succede?!”
“Tu… Tu chi sei?! E come fai a sapere il mio nome?!”
Il panico annebbiò la mente di Kakashi per un paio di secondi.
“Sono io, Kakashi.” Fece un passo verso di lei.
“Stammi lontano pervertito! Io di certo non vado in giro con persone con mezzo viso coperto e… Una pettinatura del genere!”
Ma cosa stava dicendo? Che avesse…
“Ascolta, ricordi da che Villaggio provieni?”
“Il Villaggio della Foglia.”
“Ok. Anche io sono un ninja della Foglia. Ti va di tornare a casa?”
Kakashi le allungò una mano.
“Io… Non mi fido di te.”
Era il suo maestro. Come poteva non fidarsi?
La vide alzarsi con difficoltà.
“Non credo dovresti alzarti. Lascia che ti dia una mano.”
“No.”
L’uomo di mise davanti di lei. “Puoi fidarti di me. Non voglio farti male.”
“Non parlarmi come fossi una bambina o un animale!”
Kakashi sbuffò.
“Se ti fa male da qualche parte posso darti una mano.”
“Non mi stuprerai vero?”                                                                           (SCUSATE PER LA BATTUTA TROPPO OOC)
Kakashi si passò una mano dietro alla testa.
“Non potrei mai farlo.”
Sorrise, e Sakura si tranquillizzò.
Con l’aiuto di Kakashi salì sulla sua schiena e mise le braccia intorno al suo collo.
Dopo poco chiuse gli occhi, assaporando il gradevole profumo dell’Hatake.
Non sapeva perché, ma sembrava davvero familiare.
Strinse di più la presa.
Come se non fosse un estraneo. Come se lo conoscesse da tutta una vita.


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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


Ciao a tutti!
So che non fa molta differenza se lo dico o meno, ma ho cambiato il raiting. Sì, perchè credo che (dalla descrizione dei raiting), questa FF si spingerà fino all'arancione. Spero venga bene, dato che è la prima volta che ne scrivo una di questo tipo...
Credo...Grazie a tutti e buona lettura! =D



Capitolo II
 

 
Sakura si svegliò in ospedale.
Ci mise poco ad aprire gli occhi, e subito, focalizzò il volto di una donna che conosceva fin troppo.
“Lady Tsunade…”
“Sakura…” Le sfiorò il viso con una mano, accarezzandole poi lentamente la testa. “Come stai?”
“Meglio. Ricordo solo di aver preso una bella botta in testa.”
Sakura cercò di concentrarsi meglio. “Dov’è l’uomo con la strana pettinatura?”
Tsunade la guardò per un paio di secondi senza dire niente. “Kakashi?”
“Forse… Non ricordo se mi ha detto il suo nome.”
Quindi Kakashi aveva ragione: non ricordava nulla di alcune persone. Almeno, non di lui.
“Senti, ti va di portare a termine un compito per me oggi?”
Sakura annuì, e dopo essersi vestita scese in giardino con Tsunade.
Naruto arrivò poco dopo, ma Sakura lo ignorò completamente.
Fu in quel momento che Tsunade lo prese in disparte.
“Nonna, perché Sakura non mi ha salutato? O preso a pugni?”
“In missione è successo un incidente: Sakura ha sbattuto la testa, e ora non si ricorda nulla. O meglio, non ricorda nulla di quello che le è successo con te, o Kakashi. Siete dei completi estranei per lei. Può essere un trauma dovuto alla caduta. Può essere una cosa temporanea o permanente. Io spero sia una cosa recuperabile, ecco perché ti ho chiamato. Seguimi, e dimostrati sempre d’accordo con me.”
Naruto e Tsunade si avvicinarono a Sakura.
“Sakura, voglio presentarti Naruto. Un giorno diventerà Hokage, ma non conosce ancora molto bene il villaggio. Si è trasferito qui da poco.”
La ragazza guardò il biondo.
“E io devo fargli fare un giro? Non c’è nessun problema.” Poi rise.
“Perché ridi?” Domandò il biondo.
“Tu Hokage? Ne sei sicuro?”
Naruto sorrise. Anche la prima volta che si erano conosciuti e avevano scoperto di dover lavorare insieme, lei aveva reagito così.
“Certo, sicurissimo! Anche a costo della mia stessa vita, realizzerò il mio sogno!”
Sakura sorrise, contagiata da quel ragazzo. Qualcosa in lei però, si mosse.
Non ci fece troppo caso.
“Andiamo?”
Naruto annuì, e Tsunade salutò i due ragazzi.
All’entrata dell’ospedale qualcuno l’aspettava.
“Ha funzionato?”
“Lei ha accettato, ma non so se riuscirà a ricordare. Tienili d’occhio.”
L’uomo annuì debolmente, e Tsunade appoggiò una mano sul suo braccio.
“Kakashi, andrà tutto bene.”
 
 
“Hey ragazzi!”
Kakashi spuntò alle spalle dei due jonin facendoli sussultare.
“Buongiorno…” Sakura abbassò lo sguardo.
E pensare che aveva appena iniziato a non chiamarlo più “maestro”. Ora gli dava anche del lei.
“Kakashi! Sei venuto a farci compagnia?”
“Circa.”
Sakura si girò, continuando ad andare avanti. “Continuiamo il nostro giro?”
Il biondo annuì.
Arrivarono al campo d’addestramento, e Sakura si fermò.
“Qui è dove molti di noi si allenano di solito. Tutti i ninja ci sono stati almeno una volta. Sai, di solito, per il test di ammissione al grado superiore, appena usciti dall’accademia, ci si ritrova qui.”
“Anche tu ci sei stata?” Esordì Naruto.
Tsunade gli aveva consigliato di farle domande che potessero in qualche modo ricordarle qualcosa.
“Bè, si… Con i miei compagni di squadra…”
“Ah si? E chi sono? Sai, devono proprio essere fortunati questi tipi. Con una ragazza così carina in squadra, io non sarei riuscito a concludere nemmeno una missione a quei tempi.”
Sakura arrossì. “Ecco…”
Cercò di ricordare, ma nessun volto e nessun nome le affiorarono in testa. O meglio, solo uno le venne in mente, ma preferì non dire nulla.
“Non ricordo molto. È passato un bel po’ di tempo.”
“Oh, che peccato.”
“È quasi ora di pranzare. Vi va di andare al Ramen Ichiraku?”
Naruto guardò Kakashi. Sì, poteva essere una buona idea.
Il biondo iniziò a fare strada. “Questo posto lo conosco fin troppo bene”. Sorrise.
Kakashi si avvicinò a Sakura, e la afferrò dolcemente per il polso.
“Scusa per l’altro giorno, non volevo spaventarti.”
Sakura lo guardò più attentamente. Non sapeva che età avesse, ma ora che il tempo per riflettere non le mancava, prese coscienza del fatto che non era per niente male. Certo, aveva una strana capigliatura, ma a lui stava davvero bene.
“Tranquillo, non è un problema. Sei stato davvero gentile a riportarmi al villaggio. Eri in partenza per una missione quando mi hai trovata?”
“A dire il vero, stavo tornando.”
“Allora è stata una fortuna.” Sorrise, e Kakashi si rilassò.
“Eccoci!” Naruto si sedette e ordinò per tutti e tre.
Finito di pranzare, Naruto si alzò.
“Adoro questo posto! Fanno un Ramen davvero favoloso!”
Sakura aveva appena finito la sua porzione quando qualcosa le tornò in mente.
 
“In questo posto fanno il Ramen migliore del mondo! Ci vengo ogni volta che posso!”
 
Poi guardò Naruto.
“Già, lo penso anche io.”
Kakashi vide il turbamento nei suoi occhi, e per qualche strana ragione, capì che era il momento di fare qualcosa. Prendi la palla al balzo, dicono.
“Perché non portiamo Naruto all’accademia?”
“Bè, mi piacerebbe vederla.” Naruto sorrise, e Sakura si alzò annuendo.
Dopo aver dato un’occhiata all’esterno, decisero di entrare, e Sakura si fermò in una stanza.
“Qui dentro di solito, formano i team a cui verrà affidato un maestro, e…”
Il suo sguardo si fermò su uno dei primi banchi.
 
“Team 7. Sasuke Uchiha.”
Il ragazzo moro seduto su uno dei primi banchi alzò le spalle.
“Sakura Haruno.”
“Evviva!” La ragazza dai capelli rosa si alzò in piedi, saltellando un paio di volte sotto lo sguardo omicida di una compagna di classe dai lunghi capelli biondi.
“Naruto Uzumaki”
“Ma vieni!” Anche un ragazzino biondo si alzò in segno di vittoria, ma dovette risedersi subito, dopo aver capito di essere in squadra con il suo acerrimo rivale.
 
“Sakura?”
“Naruto, perché siamo venuti qui? Oggi dovevamo allenarci, te lo sei dimenticato??!”
Un pugno arrivò in testa al ragazzo. Era un miracolo se il trauma non era venuto a lui dopo tutti quegli anni.
Ogni singolo dettaglio appartenente a Naruto era tornato nella testa della ragazza. Ogni singola emozione, ogni sensazione, tutti quei momenti, le loro avventure, tutto era al suo posto. La fatica per ritrovare Sasuke, la felicità provata dopo averlo riportato a casa…
Sakura prese Naruto per mano. “Dai, muoviti testa quadra!”
Sì, doveva per forza ricordarsi di lui per chiamarlo così.
Girandosi però urtò qualcuno. Alzò lo sguardo, e vide un uomo.
Già, un uomo. Nient’altro. Non aveva un nome, niente.
“Mi scusi, non volevo venirle addosso. Arrivederci.”
Si chinò leggermente, poi la sua attenzione tornò su Naruto, il quale stava guardando il jonin.
“Kakashi…”
“Andate pure, state tranquilli…”
“Puoi raggiungerci dopo se ti va.”
L’Hatake annuì debolmente, mentre il biondo seguiva Sakura.
Le faceva un elenco di nomi, di persone.
“Certo che mi ricordo Naruto. Che domande sono?”
Il biondo nascose la sua preoccupazione, cercando di dimostrarsi il più tranquillo possibile. “Semplicemente credo abbiamo troppi amici per ricordarli tutti.”
Sakura lo guardò per un paio di secondi, senza capirlo. Poi alzò le spalle.
“L’uomo di poco fa, come si chiama? Kakashi?”
Naruto annuì e si voltò.
Il suo ex – maestro non c’era più.
Chissà se dopo li avrebbe raggiunti.
 

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Capitolo 3
*** Capitolo III ***


Salve a tutti! =D Ringrazio come sempre!
Volevo solo avvisare che nella storia Kakashi è OOC, quindi non insultatemi mentalmente, vi prego XD Inoltre, mi dispiace essere così diretta e far passare poco tempo insieme a questi due, ma... Avevo avvisato sarebbero stati pochi capitoli =) In questo periodo mi manca un pò di romanticismo XD
Grazie a chi segue, legge, e lascia recensioni =D Ricordate, una recensione rende felice me e anche voi, perchè voi sarete appagati dal fatto di aver fatto contenta una persona in più su questa terra! Non regge eh...? Buona lettura!

 


Capitolo III
 

 
Quel pomeriggio Kakashi non si fece vivo, e prima di rivederlo, Sakura dovette aspettare il giorno dopo.
“Ka…Kakashi… Giusto?”
Si era presentato davanti la sua porta.
“Già. Senti, hai qualche impegno previsto per oggi?”
Oddio, quell’uomo le stava chiedendo di uscire? Bè, non le sarebbe dispiaciuto.
“No, perché?”
“Vorrei farmi perdonare per quello che è successo in missione.”
Sakura negò con la testa. “Ne avevamo già parlato, e io le avevo detto che non importava.”
“Per favore. Lascia che rimedi.”
Ripetimelo con lo stesso tono, per favore, pensò l’Haruno.
Sakura sospirò, ma poi sorrise. “E va bene. Arrivo subito.”
Dopo 10 minuti, Sakura era pronta.
Si fece coraggio, respirando a fondo. “Senta…”
“Dammi del “tu”.”
La ragazza annuì. “Puoi darmi una mano con delle tecniche?”
“Perché lo chiedi a me?”
Probabilmente Kakashi si aspettava una risposta strana che potesse ricollegarsi a ricordi passati, quando erano maestro e allieva, ma questa non arrivò.
“Naruto mi ha detto che lei è uno dei ninja più forti del Villaggio.” Sakura alzò le spalle.
“Come vuoi.” Kakashi sorrise e lo sguardo di Sakura si addolcì.
Però una domanda nella testa della ragazza continuava a fare avanti e indietro: Perché le aveva chiesto di uscire?
Infondo lo conosceva da poco, no?
Arrivarono fino al campo d’addestramento dopo un paio di minuti.
La casa di Sakura era davvero vicina, infatti era sempre la prima ad arrivare quando lei e i suoi compagni dovevano incontrarsi per qualche missione.
Appoggiò lo zaino a terra.
“E quello? Da dove l’hai tirato fuori?”
“Ce l’avevo fin dall’inizio. Dopo l’allenamento, prevedo di cambiarmi.”
Prevedibile.
Kakashi cambiò argomento. “Che tecniche devi provare?”
“Niente di particolare. Mi serve solo qualcuno che stia fermo mentre lo colpisco.”
Kakashi alzò un sopracciglio e Sakura rise. “Sto scherzando naturalmente.”
Si infilò i soliti guanti neri che indossava per combattere. “Pensa a parare ogni colpo.”
“E allora sì, che se ne manco uno mi faccio male.” Disse il jonin a se stesso a bassa voce.
La ragazza rimase in short e si tolse la giacca, restando in canottiera.
“Hai detto qualcosa Kakashi?”
“No no. Sei pronta?”
Ricordava benissimo quanto un pugno di Sakura potesse fare male, ma lei non pensava minimamente che lui lo sapesse.
La rosa annuì e scattò in avanti. Si fermò un metro prima di Kakashi, e poi saltò in alto.
L’uomo alzò la testa, ma la luce del Sole lo costrinse a chiudere gli occhi e riabbassare lo sguardo.
“Diamine…”
I suoi sensi però non smettevano mai di stupire: la sentì correre dietro di lui, e si girò appena in tempo per fermare il suo colpo.
“Credi davvero che un trucco come questo possa abbattere le mie difese? Dovevi scegliere qualcun altro se era questo il tuo scopo.”
Sakura sorrise, ed esplose in una nuvoletta di fumo, ricomparendo dietro di lui.  Si abbassò, cercando di farlo cadere con una scivolata, ma Kakashi saltò, prendendo le debite distanze.
Non ebbe il tempo di pensare ad un contro-attacco, perché Sakura lanciò verso di lui dei kunai, che Kakashi, grazie al suo Sharingan parò senza problemi.
Quasi si sentiva in colpa ad usarlo.
Appena i kunai caddero a terra però, si ritrovò Sakura davanti, la quale aveva approfittato del fatto che Kakashi si fosse concentrato soltanto sull'ultimo colpo.
Quando si fermerà questa ragazza? – Pensò.
Si spostò e venne sfiorato dal colpo della rosa. Ancora troppo vicino però, a Sakura bastò girarsi sul piede che aveva appoggiato a terra, per poterlo colpire allo stomaco con una gomitata.
L’uomo non potè muoversi per un paio di secondi, e la ragazza ne approfittò per appoggiargli una mano sul petto e bloccarlo a terra.
Kakashi maledì il momento in cui aveva deciso di non usare la sua arte illusoria.
“Sto per… Morire…”
Sakura piegò la testa di lato. “Hey! Non ti ho rotto niente… Se ti avessi colpito più forte, allora sì, che saresti dovuto correre in ospedale.”
“Sakura… Hai mai colpito…” Respirò. “Te stessa?”
“Ehm… No…”
“Allora non puoi capire…”
La ragazza si alzò. “Su, afferra la mia mano.” Gliela porse.
“No, lasciami un altro minuto qui.”
La rosa rise. “Scusami…” Arrossì e si passò una mano dietro alla testa. Poi si sedette di fianco a lui. “Comunque è stato gentile da parte tua non usare qualche tecnica strana. Uno come te, deve saperne un bel po’”.
“Uno come me?”
Sakura annuì e si sporse in avanti. Per la prima volta si perse cercando di decifrare i messaggi che mandava quello sguardo. “Sei strano. In senso buono naturalmente. A partire dai tuoi capelli.”
La luce del Sole abbagliava Kakashi, il quale socchiuse gli occhi.
L’Haruno si sporse ancora di più coprendo il riflesso dei raggi del Sole sopra l’uomo. “Mi stai ascoltando?!”
Kakashi pensò che era davvero carina, ma poi si ripetè subito che era sbagliato pensare questo della sua allieva. Devi solo ricordarle che sei il suo maestro. Non sei qui per altro.
“Si… Ma sto cercando di riprendere fiato…”
“Non può averti fatto così male!”
Seguì un minuto di silenzio.
“Ho fame. Andiamo a mangiare qualcosa?”
Kakashi annuì e si tirò su.
Per tutto il percorso, Kakashi venne tempestato di domande.
“Kakashi.”
“Si?”
“Sei sempre stato un ninja di Konoha?”
L’uomo annuì. “Ma prima appartenevo all’Ambu. Solo successivamente mi hanno affidato ad un gruppo di marmocchi.”
Ma questo lei avrebbe già dovuto saperlo.
“Ah si? Quindi sei anche il Maestro di un team?”
“Si.”
“Forte! Non ti darei nemmeno un briciolo di autorità però.”
Kakashi si fermò a guardarla sbigottito. “Questa è l’offesa più grande che mi abbiano mai fatto.”
Sakura alzò le spalle. “Non riesco ad immaginarti babysitter di qualche ragazzino.”
“Oramai, sono grandi. Non sono più il loro maestro.”
“Accidenti, e io che volevo conoscerli… Posso farti una domanda un po’ più personale?”
“Ho paura a rispondere di si.”
“Quanti anni hai?”
“34.”
“Ah si? Te ne davo di meno. Cavolo…”
“Cosa?”
“Per un attimo ho pensato ci volessi provare con me…”
Kakashi arrossì. “Eh? No no… Aspetta! Come ti è venuto in mente?”
“Uno sconosciuto ti chiede di uscire solo per un appuntamento…”
Kakashi si spiaccicò una mano sul viso.
Mangiarono qualcosa al volo e poi continuarono a fare un giro per Konoha.
“Hai qualche fidanzata al momento?”
“E questa che domanda è?!”
Sakura alzò le spalle. “Puoi semplicemente dirmi che è una domanda sconveniente e avventata, oppure rispondere.”
L’uomo abbassò lo sguardo, poi sorrise tra sé e sé.
“Si.”
La ragazza ritornò alla realtà, convinta di aver capito male. “Si?”
L’uomo annuì.
“E chi è?”
Cavolo…
“Non è di questo villaggio.”
Sakura si ritirò un momento nei suoi pensieri. Cos’era quella sensazione che stava provando? Non sarai mica gelosa di una persona che conosci da pochissimo, spero.
“Sakura.”
“Si?”
“Sto scherzando. Comunque non fare mai più domande così imbarazzanti.”
Lei sorrise. “Come vuoi. Possiamo passare per il centro? Devo fare la spesa per stasera.”
“La spesa?”
“Non la fai mai tu? O il grande Kakashi non ha bisogno di mangiare? L’avrei fatta stamattina, ma qualcuno ha insistito perché accettassi di venire all’appuntamento.”
Kakashi sbuffò.
Camminarono fino al centro e Sakura si fece strada tra le bancarelle.
Comprò un bel po’ di roba e Kakashi la aiutò a portare le borse.
“Questa è tutta roba per te?”
“Certo. Dici che è un po’ troppa? Avendo i turni in ospedale non ho molto tempo per uscire ogni giorno.”
“Domani pomeriggio devi recarti lì?”
“No. Perché? Vuoi chiedermi ancora di uscire?”
“Direi di no. Non voglio essere bombardato per un altro pomeriggio intero dalle tue domande.”
“Peccato. Avrei detto di si.”
Arrivarono a casa di Sakura, e Kakashi si fermò all’entrata.
“Tieni Sakura, io devo scappare.”
“Ah si? La tua fidanzata ti aspetta?”
Sakura si chiese se quell’uomo, sempre pacato e introverso potesse avere una vita sessuale attiva.
Ma questi non erano affari suoi.
Stavolta Kakashi decise di controbattere. “Da questo interessamento presumo che vorresti essere la mia presunta fidanzata e uscire con me.”
Sakura arrossì. “Non volevo dire questo.”
“Naturalmente.”
Sorrise e la salutò, prima di scomparire in una nuvoletta di fumo.
Si disse che doveva concentrarsi. Il suo scopo non era quello di conquistare una ventenne, ma quello di farle ricordare il loro passato.
D’altra parte Sakura si lasciò cadere sul divano. Infondo a lei non era nemmeno dispiaciuto andare a fare un giro con lui, ma se il suo scopo non era provarci con lei, allora cosa voleva?
Sospirò.
Lui aveva qualcosa. Qualcosa che le piaceva.
Sì, pensò. Mi piacerebbe essere la tua ragazza per un giorno soltanto. Tanto per capirti, tanto per passare ancora del tempo insieme a te.
 

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Capitolo 4
*** Capitolo IV ***



Grazie a chi ha letto, recensito o messo tra le seguite o preferite questa FF ^^



Capitolo IV

 

Si distese sul divano.
Il primo pomeriggio libero dopo tanto tempo la stava aspettando.
Come impiegarlo però?
Decise di andare a trovare Naruto: sicuramente era a casa.
Bussò un paio di volte e il biondo ci mise poco a rispondere: “Sakura? Come mai sei qui?”
“Volevo chiederti se avevi qualcosa da fare.”
“No, perché?”
“Oggi ho il pomeriggio libero e volevo passarlo ad allenarmi ancora un po’. Che ne dici di farmi compagnia?”
“Certo, ma…” A Naruto venne un’ideona. “Chiamiamo anche Kakashi.”
La ragazza si irrigidì. “Perché?” Era contenta o turbata dall’idea?
“Semplicemente perché devo mostrargli una nuova tecnica. E poi è da molto che non mi alleno con lui. Abbiamo un conto in sospeso.”
“Oh… Bè, ok. Fai strada allora.”
 
Dopo poco arrivarono alla casa dell’uomo.
Sakura bussò una volta, ma nessuno rispose.
“Credo non ci sia Naruto…”
“Riprova. Conoscendolo, si sarà perso nella lettura.”
La ragazza bussò di nuovo.
“Naruto, io…”
Il biondo si fece avanti e iniziò a chiamare Kakashi battendo pesantemente la mano sulla porta.
“Aspetta Naruto! Che fai?!”
Il biondo si fermò non appena sentì la voce di una donna, la quale aprì la porta pochi secondi dopo.
“Ma come…?!”
Sorrise quando vide Naruto. “Naruto! Da quanto tempo!”
“Anko?!”
La mora annuì. “E quella è Sakura?! Siete davvero cresciuti dall’ultima volta che vi ho visti.”
Sakura sorrise ma… Che ci faceva quella donna a casa di Kakashi?
“Ragazzi, la vostra intenzione era quella di buttare giù la porta?”
Un uomo venne avanti e Sakura lo riconobbe subito.
“Kakashi?”
“Sembrate stupiti di vedermi. Guardate che avete bussato voi alla mia porta. O forse avete sbagliato indirizzo?”
Naruto prese la parola. “Volevamo chiederti di venire ad allenarti con noi. Hai un conto in sospeso con il sottoscritto!”
Kakashi si portò una mano al viso. “Va bene Naruto, come vuoi. Anko, noi qui abbiamo finito no?”
La mora annuì e sorrise. “Allora ci si vede! Ragazzi, è stato bello rivedervi!”
E sparì in una nuvoletta di fumo.
Kakashi prese le chiavi, chiuse la porta e guardò i ragazzi.
“Allora, andiamo?”
“Kakashi…” Esordì Naruto mentre camminavano.
“Si?”
“Perché Anko era a casa sua?”
Sakura esultò. Sì Naruto! Bombardalo di domande!
“Sempre a tirare conclusioni affrettate? Stavamo preparando un rapporto da consegnare a Tsunade.”
“Davvero?” Sakura si pentì subito di quella domanda.
Kakashi annuì e la rosa pensò che infondo non aveva nessun motivo per mentire.
Però le dava fastidio.
Arrivati al campo d’addestramento Naruto spiegò perché aveva chiamato Kakashi.
“L’ultima volta non sono riuscito a trovarti, ma ora sarà diverso!”
Sakura piegò la testa di lato. “E io cosa centro?”
“Mi aiuterai.”
“Aiutarti a trovare Kakashi?”
“E a rubargli quei maledetti campanelli.”
Per un attimo anche Kakashi non capì, ma poi tutto si fece più chiaro. Quello poteva essere un buon modo per far ricordare a Sakura qualcosa.
“Dobbiamo cercarlo, trovarlo e combattere per rubargli dei maledetti campanelli?”
Naruto annuì e la ragazza si stiracchiò. “Allora dobbiamo contare fino a 100 per darti il tempo di nasconderti?”
Kakashi annuì, e quando Sakura si allontanò dai due, l’uomo si avvicinò a Naruto.
“Devo ammettere che come idea non è male.”
“Lo so. Ma ti avviso che in qualsiasi caso non mi risparmierò. Sono riuscito solo una volta a prendere quei campanelli senza usare l’inganno. Prevedo di riuscirci di nuovo oggi.”
Kakashi sorrise e scomparve.
“Seriamente, quanto dobbiamo aspettare?”
Naruto si sedette. “Credo bastino due minuti.”
Passò un minuto. “Naruto, andiamo?”
“Sì, anche perché mi sto annoiando.”
 
Sakura annusò l’aria.
Doveva essere vicino.
Naruto era andato da tutt’altra parte.
Probabilmente non ce l’avrebbe fatta nemmeno questa volta a trovare il jonin.
Si fermò ancora a pensare: davvero Anko era andata a casa di Kakashi solo per un misero rapporto?
Doveva ammettere che Anko era davvero bella.
Immaginò lei e Kakashi per mano e rise.
Che idiota, pensò. Loro non erano quel tipo di persone.
Una domanda le balenò in testa: chissà com’era Kakashi a letto…
Arrossì di colpo e negò con la testa.
Che diavolo di idee ti vengono in mente?
Abbassò la guardia per un attimo.
Era stanca di cercare un uomo in mezzo agli alberi.
Magari lui la stava osservando da qualche ramo e lei... No Sakura, quell’uomo non può leggere nella mente.
Oddio! Sarebbe davvero una cosa imbarazzante.
Sentì dei passi dietro di lei e si girò: nessuno.
“Mi dici dove diavolo ti sei nascosto?!”
Sospirò e strinse i pugni. Quella situazione la innervosiva. Non era nemmeno una missione di livello S, eppure le metteva un enorme stress addosso.
“Se stessi un po’ più attenta a quello che ti circonda, a quest’ora mi avresti già trovato.”
Il corpo della ragazza sussultò, ma non riuscì a girarsi in tempo, perché Kakashi la bloccò da dietro.
“Perché sei venuto fuori?”
“Perché mi stavo stancando di rimanere sempre nello stesso posto senza fare nulla.”
“Mi dici dov’eri?”
Kakashi negò con la testa.
Sakura si fermò a pensare un attimo.
Se lei rinunciava a contrattaccare, sarebbero rimasti così tutto il tempo?
La rosa sorrise maliziosa. Era pur sempre una ragazza.
Invece di staccarsi da lui, avvicinò di più il suo corpo, appoggiando la sua schiena al petto dell’uomo.
Poteva sentire il suo profumo che la circondava e il suo respiro spostare leggermente i suoi capelli.
Kakashi rimase dov’era.
Non si fece strane idee, anche se qualcosa iniziò a turbarlo.
Che lo facesse apposta? No, forse era solo una sua impressione.
Questo però distolse la sua attenzione dal suo scopo principale, e come se fosse una cosa automatica, allentò la presa, permettendo a Sakura di girarsi verso di lui e bloccarlo con la schiena contro un albero.
“Mai abbassare la guardia.”
Kakashi sbuffò.
Per qualche strana ragione, Sakura venne solleticata dalla leggera idea di restare così per un altro po’. Di ricercare quel contatto che c’era stato pochi istanti prima.
Appoggiò le mani sul petto dell’uomo.
Infondo sentiva che c’era qualcosa. Qualcosa che nessun altro aveva in comune con lui.
Lei, lui, quelle strane coincidenze, quelle giornate passate insieme. Solo con lei.
“Sakura…”
Quanto le piaceva la sua voce quando quell’uomo pronunciava il suo nome.
“Si?” La ragazza appoggiò le mani sui suoi fianchi e avvicinò le labbra al suo orecchio.  
“Che cosa stai facendo?”
“Non si vede? Tu cosa pensi che voglia fare?”
A Kakashi balenarono in mente molte cose. Cose che non riusciva nemmeno a concepire se ci rifletteva bene, ma ora era un’impresa perfino pensare.
“Voglio una cosa da te Kakashi…”
Le mani della ragazza scivolarono più giù.
Poi rumore di passi.
Una voce risuonò in lontananza e Sakura si staccò da lui.
“Sakura, hai trovato Kakashi?!”
Naruto si fermò sorpreso e Sakura sorrise.
Kakashi si portò una mano al viso arrossendo leggermente.
“Bè, allora direi che ora possiamo giocarci quei campanelli Kakashi.”
Naruto si preparò all’attacco e l’uomo si portò una mano al fianco.
“Naruto non riuscirai a…”
“Kakashi.” Sakura rise. “Stai cercando questi?”
L’uomo si girò verso di lei e la vide sventolare due campanelli.
Kakashi rimase spiazzato e Naruto corse ad abbracciarla.
“Oh Sakura! Mia stupenda…!!”
Un pugno ben assestato bloccò la corsa del biondo.
“Credo che per oggi abbiamo finito. Mi aspetta una lunga doccia.”
Con questo la ragazza si avvicinò a Kakashi e gli ridiede i due campanelli.
“Se fossi in te starei più attento la prossima volta.” E con questo sparì.
Kakashi pensò che si era costruito tante fantasie in testa  per niente.
Era tutta una sceneggiata architettata per raggiungere uno scopo molto più superficiale.
Sospirò, ma non si chiese cosa avrebbe fatto se Naruto non fosse arrivato proprio in quel momento.
D’altra parte Sakura arrivò a casa soddisfatta.
Era un piccolo genio.
Sotto la doccia sospirò.
Non le interessava per niente prendere quei due campanelli.
Però doveva ammetterlo, se non ci fossero stati, non avrebbe potuto trovare scusa migliore di quella.


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Capitolo 5
*** Capitolo V ***


Ciao a tutti!
Spero che questo capitolo vi piaccia ^^
Non è uno dei migliori, ma ci ho messo comunque molto impegno.
Buona lettura!



Capitolo V

 
 
Quel giorno Sakura finì il turno in ospedale più tardi del previsto.
Erano le 16.00.
Avrebbe dovuto finire alle 14.00.
Si fermò davanti ad una libreria: avrebbe voluto davvero entrarci, ma oltre al suo aspetto, il quale non era dei migliori in quel momento, anche la stanchezza non glielo permetteva.
Casualità volle che vide uscire Kakashi e il suo solito libro porno, dall’entrata del negozio.
Voglio le coccole, pensò. Era da tanto che non stava con qualcuno, e non intendeva andarci a letto, ma semplicemente stare lì seduta sul balcone di casa sua e magari… Bho… Abbracciare Kakashi per tutta la sera?! Scosse la testa. Perché pensi sempre a lui quando devi immaginare te stessa che copuli o semplicemente scambi piccole effusioni con un uomo?!
Cercò di riflettersi sul vetro e sistemarsi alla bene in meglio.
“Kakashi!!”
L’uomo si girò e la salutò con un sorriso.
“Cosa ci facevi lì dentro?” Chiese la rosa.
“Facevo un giro prima di tornare a casa.”
Sakura prese il coraggio a due mani. “E hai qualche impegno che ti aspetta?”
“Perché?”
“Non rispondere con un’altra domanda!”
“No, non ho nulla da fare. Tranne firmare qualche rapporto e finire delle pratiche.”
“Mi accompagni a casa e poi vieni a fare un giro con me?”
“Dove?”
“Dove? Io ti chiedo di uscire e tu mi chiedi dove? Avresti subito dovuto dirmi di sì! Ecco perché non riesci a trovarti una ragazza.”
Kakashi sorrise. “Come vuoi. Però casa mia è più vicina. Se devi sistemarti, possiamo passare da me.”
“Ecco…”
“Anche io devo cambiarmi. Ho finito un’ora fa di allenarmi con Naruto.”
La ragazza annuì. Tanto tutto quello di cui aveva bisogno era dentro la sua borsa.
Arrivarono all’appartamento dell’uomo in poco tempo.
“Facciamo così. Ora tu vai a fare tutto quello che devi. Quando hai finito, vado a farmi una doccia.”
La ragazza annuì. “Grazie.” E si chiuse in bagno.
Dopo 20 minuti, Kakashi bussò alla porta. “Sakura, sei viva?”
“Sì, ovvio! Ho finito.”
Uscì e lasciò il posto a Kakashi. “Però non metterci troppo, ok?”
“Dopo essere stata nel mio bagno per 20 minuti, mi dici anche di fare presto?”
“Solo che voglio uscire, tutto qui!”
Kakashi rise. “Se vuoi puoi aspettarmi seduta sul divano. Cercherò di muovermi.”
L’uomo ci mise molto meno, ma Sakura non lo sentì uscire dal bagno.
Era nella casa di una persona che conosceva da pochissimo, seduta sul suo divano e aveva appena usato il suo bagno. Era davvero imbarazzante. Ma sentiva che di Kakashi poteva fidarsi. Era contenta di avergli chiesto di passare del tempo con lei.
Dopo il giorno in cui si erano allenati tutti e tre insieme, l’aveva soltanto visto di rado, e doveva ammettere che gli era mancato. Un pochino…
Si alzò e percorse il corridoio.
Aveva appoggiato la sua borsa sullo stipite della porta della camera, davanti al bagno. Avrebbe fatto presto, tanto Kakashi era…
Arrossì appena lo vide.
Era in camera davanti ad uno specchio.
“Sa-Sakura?!” Si girò di scatto.
Indossava un paio di boxer neri e una maglietta a maniche corte, e stava finendo di asciugarsi i capelli con un asciugamano.
Non fu quello a turbarla. Fu forse il fatto di averlo appena visto senza maschera.
“Io… Scusa… Volevo solo prendere la mia borsa…”
L’aveva sempre ritenuto un bell’uomo. Forse non tanto per la sua altezza, o per i lineamenti del suo viso, ma semplicemente per i suoi modi di fare, per il suo stile, per… Non sapeva di preciso per cosa, ma in quel momento era rapita dal suo sguardo, dalla sua figura, dalla sua voce. Oh si, la sua voce la adorava. Quante volte l’aveva detto?
Kakashi si passò una mano tra i capelli sorridendo. “Tralasciando il fatto che mi sentirò estremamente in imbarazzo se continui a fissarmi così…”
“Kakashi…”
L’uomo si fermò. “Eh?”
La ragazza si avvicinò a lui. “Perché indossi una maschera?” Lo guardò intensamente, tanto che per la prima volta in tutta la sua vita Kakashi si sentì vulnerabile agli occhi della sua allieva.
Distolse lo sguardo.
“Diciamo che è una storia lunga…”
Sentì la mano di lei appoggiarsi sul suo collo. “Non ne vedo il motivo…”
Le labbra di Sakura si appoggiarono delicatamente su quelle dell’Hatake.
Cosa aveva la nuova Sakura di diverso da quella che conosceva prima? O forse semplicemente non la conosceva affatto.
Si staccò leggermente da lei. “Non posso, e credo che faresti meglio a tornare a casa adesso.”
Quella era la sua allieva. Non andava per niente bene.
L’uomo si sedette sul bordo del letto, e si prese la testa tra le mani.
Sakura si sedette di fianco a lui.
“Scusa…”
“Lascia stare…”
“Ma io non capisco.”
Kakashi si girò di scatto per guardarla.
No, lei non poteva capire. Lei non sapeva che lui faceva già parte della sua vita e che rivestiva un ruolo fin troppo gravoso per lasciarsi andare in una relazione con lei.
“Sakura, tu sei…”
“Troppo piccola rispetto a te?”
La mia allieva, pensò Kakashi.
Sakura si avvicinò pericolosamente e senza pensarci lo baciò ancora.
Quello era il momento per alzarsi e uscire da quella stanza, si disse Kakashi.
Ma qualcosa lo tratteneva, qualcosa a cui la ragione poteva solo sottomettersi.
Non riuscì a concretizzare più quello che stava succedendo.
Sembrava più qualcosa di irreale, ma la ragazza davanti a lui esisteva.
L’Haruno lo spinse indietro e si ritrovò sopra di lui.
L’ho già fatto, pensò Sakura. Anche se dovessi pentirmene, alla fine non perderei nulla.
Si tolse la maglietta e baciò ancora Kakashi.
Quando l’uomo si girò, fu lei a ritrovarsi sotto di lui: lo sentì baciarle il collo e accarezzarle prima i fianchi, la vita e poi le gambe.
Alzò per un paio di secondi lo sguardo e vide sulla testiera del letto due foto: in una c’era Kakashi da piccolo, mentre sull’altra era stato fotografato con tre ragazzini.
Dalle sue labbra scivolò una parola che per un attimo fece gelare il sangue nelle vene del jonin: “Sensei…”
Kakashi si bloccò. “Sakura, che hai detto?”
La ragazza si tirò su e si allontanò leggermente da lui.
“Ora… Ricordo…”
Per un attimo Kakashi fu spaventato e rassicurato dalla stessa idea contemporaneamente; lei si ricordava di lui.
“Ho perso la memoria…” Il tono di Sakura cambiò, come il suo sguardo. “E tu Kakashi? Ne hai approfittato per portarmi a letto o cosa?!”
“Cosa?! No Sakura! Posso spiegarti!”
“Non voglio sentire niente da te! E stammi lontano!” Gli occhi della ragazza diventarono lucidi.
A Kakashi sembrò, ad ogni sua parola, di venir colpito da migliaia di coltelli, senza potersi difendere in alcun modo.
La ragazza si alzò, indossando di nuovo la sua maglietta e dirigendosi verso la porta.
L’uomo, più veloce, la fermò afferrandole il polso.
“Sakura, aspetta un attimo.”
Lei si girò e gli tirò uno schiaffo. “Ringrazia che non ti ho tirato un pugno!”
Uscì e chiuse malamente la porta, mentre Kakashi rimaneva fermò davanti all’uscita.
Tirò un pugno alla porta.
Perché adesso? Perché con lei?
Respirò profondamente.
Non poteva andare da lei adesso, ma solo quel Qualcuno lassù poteva sapere quanta voglia aveva di rivederla e sistemare ogni cosa.



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Capitolo 6
*** Capitolo VI ***



Premetto 3 cose:
1. Scusate per il ritardo;
2. In questi ultimi tempi mi manca davvero il romanticismo, quindi scusate se mi soffermo poco su certe situazioni;
3. Spero che come capitolo sia accettabile.
Grazie a tutti!!



Capitolo VI

 
 
Il giorno dopo Sakura potè concedersi una mattinata di assoluto riposo, in quanto non la aspettava nessun turno.
Solo nel tardo pomeriggio si sistemò, e così su due piedi decise di uscire. Stava andando a prendere le chiavi quando qualcuno bussò alla sua porta.
Andò ad aprire controvoglia.
“Sakura…”
Da una piccola fessura vide Kakashi.
“Non voglio parlare con te…” Fece per chiudere la porta, ma l’uomo la fermò con un piede.
“Diamine… Che male…” Lo disse a bassa voce, ma Sakura sentì comunque e sorrise malinconica per un secondo.
“Ascolta Sakura, dammi solo un attimo. Poi potrai prendermi a calci fino a quando non starai meglio.”
“Credi davvero che riuscirei a smettere una volta iniziato?”
Kakashi sospirò. “Starò qui fino a quando non mi farai entrare.”
Sakura guardo per terra. Odiava queste  scene. Si sentiva come se fosse parte di un film, e lì le storie finiscono sempre in positivo.
Decise di aprire la porta e l’uomo entrò.
“Tieni, questa è tua.” Gli sporse la borsa che aveva dimenticato a casa sua.
Lei la prese senza dire niente, alzò soltanto lo sguardo.
“Ascolta… Io non volevo, o meglio…”
“Oh certo... Non mi volevi portare a letto intenzionalmente! Il mio maestro non lo farebbe mai.”
Kakashi strinse i pugni. “Basta Sakura.”
L’Haruno si morse il labbro inferiore.
“Volevo solo raccontarti il mio punto di vista… Durante la missione sei caduta, hai sbattuto la testa e ti sei svegliata non ricordando più chi ero…”
“Questo lo so Kakashi…”
“Ho deciso di passare del tempo con te, cercando di recuperare quello che avevi perso. Sakura non sapevo cosa fare, ti eri persino ricordata di Naruto, ma non di me. Tu non sai cosa vuol dire vedere che una delle persone a cui tieni di più ti guarda come se non fossi mai esistito.”
Ci fu un attimo di silenzio, poi Kakashi continuò: “Però è passato del tempo e non so cosa mi sia successo, ma tutta la situazione mi è scappata di mano. È diventato un problema più grande del sottoscritto. Ora, puoi odiarmi, ma io sono sempre stato il tuo maestro e tu mi conosci. Non ti farei mai del male. Quella che ha perso la memoria, eri tu, non io. Se stava per succedere quello da cui sei scappata, era perché…”
“Perché?”
“In quel momento pensavo fosse la cosa giusta. Volevo lo fosse. Ma non avrei mai agito sapendo di farti del male. Quindi accusami di qualsiasi cosa, ma non di aver approfittato di te.”
Infondo Sakura non aveva dimenticato le sensazioni provate quei giorni insieme. Anche ora, era contenta di vederlo.
“Forse sono stata troppo avventata.”
“Non credo di essere venuto qui per fare in modo che ti sentissi in colpa.”
Qualche lacrima scese dagli occhi della ragazza. “Sai, se l’intento fosse stato realmente quello, volevo dirti che ci sei riuscito benissimo.”
Kakashi abbassò lo sguardo.
“E ora Kakashi…?” Sorrise dolcemente, ma il jonin non lo vide.
“Credo farei meglio ad andare.”
Si aspettò un pugno in faccia quando sentì la borsa di Sakura cadere dalle sue mani, ma invece percepì il viso bagnato di lei premere sull’incavo tra la sua spalla e il suo collo e le sue braccia avvinghiarsi intorno a quest’ultimo.
Si staccò leggermente e fece segno di no con la testa, abbassò la maschera dell’uomo e lo baciò.
“Potremmo scegliere di finire quello che abbiamo iniziato oppure potrei iniziare a prenderti a calci. Scegli tu.”
Kakashi trovò molto più allettante la prima proposta: la prese in braccio e camminò fino al divano.
La rosa si sedette sulle sue gambe e abbassò la maschera sul suo viso, baciandolo più intensamente.
Era felice di essere lì con lui; loro due soltanto.
Non finirà stasera, pensò.
Si distese sui cuscini e lui la seguì, ritrovandosi sopra di lei.
Avrebbe fatto l’amore con l’uomo che amava, poteva esserci qualcosa di sbagliato?
Si tolse la maglietta e sentì le mani e le labbra del jonin muoversi sulla sua pelle.
Chiuse gli occhi e pensò che le cose non sarebbero potute andare in nessun altro modo.
Grazie al cielo era tornato sui suoi passi e aveva deciso di bussare alla sua porta.
Faceva caldo o era una sua impressione?!
Non pensò troppo a quello che stava succedendo, più che altro a quello che provava. Troppe emozioni insieme per poterle definire tutte.
Aprì gli occhi e il primo pensiero che la colpì fu quello che Kakashi senza maglietta era davvero… Senza parole!
Ad un tratto sentì un forte piacere farsi strada in lei, nella sua testa e vanificare completamente ogni intento di pensare ad altro.
“Kakashi!”
Le unghie della ragazza graffiarono le spalle dell’uomo, ma Kakashi era fin troppo occupato per preoccuparsi del fastidio che queste gli provocarono. Infondo non potevano far più male di qualche graffio che si era procurato in missione, anche se dovette ammettere che quando Sakura mollò la presa ne fu leggermente sollevato.
Sakura non seppe dire quanto durò, ma sicuramente fu uno dei tardi pomeriggi più belli della sua vita.
Se non avesse perso la memoria, cosa sarebbe successo?
Avrebbe continuato a sperare nell’amore senza trovarlo mai o trovandolo in un altro?
Ma infondo era convinta che il destino trovasse sempre in un modo o nell’altro la giusta soluzione.
Perché la vita è davvero sorprendente a volte, e sempre quando meno te lo aspetti.
Però era anche vero che in un attimo, la vita poteva toglierti ogni cosa.
Le persone pensano che tutto possa essere portato via: amici, oggetti e chissà quante altre cose, e si rifugiano nei loro piccoli spazi, ripetendosi che se anche una cosa se ne va, ci sono sempre i ricordi che manterranno vive quelle emozioni passate.
E come potergli dare torto?
Ma nemmeno i ricordi sono per sempre. E perché, se invece di affidarci ad un ricordo, ci affidiamo al presente?
Proviamo a vivere di più nel presente, che nel passato, perché è nel primo che possiamo lasciare un’impronta, un ricordo di noi che non svanirà mai.


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