Insegnami a Vivere

di Choking_On_This_Ecstasy
(/viewuser.php?uid=174164)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. The Beginning ***
Capitolo 2: *** 2. Fag ***
Capitolo 3: *** 3. Awareness ***
Capitolo 4: *** 4. Drunk ***
Capitolo 5: *** 5. Bruises ***
Capitolo 6: *** 6. Feelings ***
Capitolo 7: *** 7. Apologize Pt.1 ***
Capitolo 8: *** 8. Apologize Pt.2 ***
Capitolo 9: *** 9. Oxygen ***
Capitolo 10: *** 10. Aftermath ***
Capitolo 11: *** 11. Lie ***
Capitolo 12: *** 12. Sleep ***
Capitolo 13: *** 13. Fear ***
Capitolo 14: *** 14. Last Song ***
Capitolo 15: *** 15. Punishment ***
Capitolo 16: *** 16. Desire ***
Capitolo 17: *** 17. Tension ***
Capitolo 18: *** 18. Secrets ***
Capitolo 19: *** 19. Love ***
Capitolo 20: *** 20. Acid Rain ***
Capitolo 21: *** 21. Don't Cry ***
Capitolo 22: *** 22. Forever? ***
Capitolo 23: *** 23. Trouble ***
Capitolo 24: *** 24. I'm fine ***
Capitolo 25: *** 25. I Promise ***
Capitolo 26: *** 26. Different ***
Capitolo 27: *** 27. Stay Strong ***
Capitolo 28: *** 28. Fake Smiles ***
Capitolo 29: *** 29. The Sunrise ***
Capitolo 30: *** 30. Silence ***
Capitolo 31: *** 31. Anger ***
Capitolo 32: *** 32. Insomnia ***
Capitolo 33: *** 33. Anchor ***
Capitolo 34: *** 34. Alive ***
Capitolo 35: *** 35. Nightmare ***
Capitolo 36: *** 36. Beautiful ***
Capitolo 37: *** 37. Inevitable ***
Capitolo 38: *** 38. Almost Easy ***
Capitolo 39: *** 39. Hope and Faith ***
Capitolo 40: *** 40. Bittersweet pt.1 ***
Capitolo 41: *** 41. Bittersweet pt.2 ***
Capitolo 42: *** 42. Emptied ***
Capitolo 43: *** 43. Countdown ***
Capitolo 44: *** 44. Save Me ***
Capitolo 45: *** 45. Red Roses ***
Capitolo 46: *** 46. Goodbye ***



Capitolo 1
*** 1. The Beginning ***


 


1.THE BEGINNING


Da pochi giorni aveva messo piede in quella cazzo di scuola e gia la odiava profondamente.
Aveva pensato che magari cambiando città avrebbe avuto l'occasione di rifarsi una reputazione. Ma evidentemente aveva pensato male.
Doveva per forza esserci qualcosa di sbagliato in lui se gia dai primi giorni si era riguadagnato quei soprannomi che sembrava avere stampati in faccia: sfigato, checca, frocio
.
Che poi, pensandoci bene, non è che non lo descrivessero in pieno.
Sfigato ci era sempre stato.
Frocio, beh neanche quello era del tutto sbagliato.

Ma non si sarebbe di certo lamentato se qualcuno per una volta si fosse sforzato di chiamarlo con il suo nomeZacky.
Sbuffò sistemando i libri nell'armadietto e portandosi lo zaino sulle spalle. Attraversò il corridoio semivuoto mentre l'improvviso suono della campanella intimava gli studenti di raggiungere le proprie classi. Accellerò il passo deciso a non far tardi, salì le scale, diretto al secondo piano, svoltò l'angolo ma in men che non si dica si ritrovò rovinosamente a terra. Si massaggiò la schiena tentando di rialzarsi, ma tutto ciò che riuscì a fare fù lamentarsi a causa del dolore.
Si chiese a cosa o a chi fosse andato a sbattere e aprendo gli occhi si accorse della figura in piedi davanti a lui. Deglutì incontrando lo sguardo del ragazzo che lo guardava senza presagire nulla di buono.
-Scusa
...-  biascisò afferrando lo zaino e riempiendolo dei libri che si erano sparsi a terra -Mi dispiace- sussurrò di nuovo tenendo lo sguardo basso.
-Piuttosto guarda a dove metti i piedi, stronzo-
ringhiò l'altro sorpassandolo velocemente e lasciandolo lì a terra.
-Almeno io non me ne sto in mezzo alle palle come un coglione- sussurrò Zacky a denti stretti
.
Ma non ci volle molto prima di sentirsi afferrare da dietro e venire sbattuto contro il muro. Sgranò gli occhi spaventato e venne invaso da un dolore acuto alla schiena
che gli fece emettere un urlo strozzato.
-Come mi hai chiamato?-
Rimase interdetto davanti a quegli occhi di un verde chiaro che lo scrutavano attentamente e furiosi. Respirava a fatica mentre la presa sulla sua maglia si faceva sempre piu stretta, tenendolo ben premuto contro il muro, quasi a sollevarlo da terra
. Sentì gli occhi inumidirsi d'improvviso e si diede dello stupido per stare per piangere davanti all'ennesima persona che stava per prenderlo a pugni. Davanti al suo silenzio il ragazzo si accorse di quella sua reazione e quell'espressione terrorizzata, e la presa si allentò senza però lasciarlo. Distolse lo sguardo dal più piccolo dopo quella che era sembrava un'eternità e lo scostò malamente facendolo quasi cadere a terra.
-Levati dai piedi- fece per poi allontanarsi e lasciandolo lì, con il fiatone.
E a Zacky, per quanto strano possa sembrare, suonò quasi come uno "scusa".



Matt, con le mani tra i capelli, si maledisse per averlo aggredito in quel modo.
La verità era che lo osservava da tempo e trovava difficile pensare o persino ammettere di essersi perso dietro a un ragazzino dagli occhi verdi. Quel semplice colore che lo aveva affascinato in così poco tempo.
Ma non ci fece caso, o almeno cercò di non farlo. Insomma non poteva prendersi una cotta per lui, così di punto in bianco, non sapeva neanche il suo nome. Niente. Nada.

Solo in quel momento realizzò che qualcosa in lui non andava. E per la verità lo aveva aggredito solo per assaporare il suo profumo più da vicino e sfiorare anche solo per sbaglio la sua pelle chiara.
Si riscosse da quei pensieri dandosi dello stupido, non poteva cadere ai suoi piedi. Tanto valeva odiarlo.
E magari se lo avesse evitato tutto sarebbe tornato come prima. Nessuno doveva sapere.
Nessuno doveva immaginare che Matt Sanders stesse cadenso ai piedi di un povero ragazzino sfigato.
Nessuno.
Nemmeno lui.



Non ero sicura se pubblicarla o no, ma scrivendola mi ci sono affezionata e volevo condividerla con qualcuno.
E' sicuramente un primo capitolo nonsense e piuttosto scontato e mi rendo conto di aver osato molto, ma i prossimi saranno comunque più lunghi e spero migliori.
Grazie a chi deciderà di seguirmi lasciando delle recensioni e a chi lo farà in silenzio c:
XOXO

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2. Fag ***


 

2. Fag



Intanto Zacky aveva raccattato le sue cose, confuso da quel comportamento singolare, e mandato al diavolo la lezione successiva rinchiudendosi in bagno. Senza neanche curarsi del fatto che poteva non essere solo lì dentro si era seduto a terra lasciandosi scivolare contro le piastrelle del muro alle sue spalle e aveva preso a singhiozzare, piano, quasi in silenzio, ancora scosso dalle sensazioni che aveva provato poco prima. Era stufo di sembrare debole. Stufo di essere la vittima.
Sentì la porta aprirsi e portò immediatamente le mani ad asciugarsi il viso. Si rimise in piedi quando sentì dei passi avvicinarsi e cercò di nascondere gli occhi arrossati.
-Ehi..-
La voce alle sue spalle lo colse di sorpresa. Ma non si voltò.
-Stai bene?-
Chiese ancora quella voce. Ma perchè non andava via? Perchè non si comportava esattamente come tutti gli altri? Avrebbe potuto benissimo ignorarlo, nessuno lo costringeva a preoccuparsi per lui. E allora per quale motivo era ancora lì
Zacky si schiarì la voce, sospirando piano.
-Si. Si sto bene-
Poi si chinò a raccogliere il suo zaino, tenendo rigorosamente lo sguardo basso.
-Sei sicuro di-
-Ho detto che sto bene-
Gli montò un'improvvisa rabbia dentro che lo costrinse ad incrociare lo sguardo del ragazzo davanti a lui.
Azzurro.
E ci annegò in quegli occhi. Ci affogò quasi.
Schiuse le labbra sentendo tutta la rabbia scivolargli via all'improvviso, avrebbe voluto scusarsi ma nessun suono uscì dalle sue labbra. E si sentì incredibilmente stupido.
Così riuscì soltanto a lasciarsi quell'espressione confusa alle spalle mentre velocemente usciva dal bagno.
Forse aveva allontanato l'unica persona che aveva davvero cercato di aiutarlo.
Complimenti, genio.


Ricreazione.
Zacky fù tra i primi ad uscire dall'aula. Aveva bisogno di zuccheri se voleva sopravvivere a quella mattinata che si stava rivelando un vero e proprio inferno. Facendosi largo tra gli studenti che correvano qua e là si avvicinò al distributore di merendine. Infilò le monete e spinse il tasto. Venne colto dalla solita ansia "senonmidailamiamerendinagiurochetispacco" e cominciò a pregare che davvero non si bloccasse lì, a mezz'aria, lasciandolo come un idiota. Ma fù proprio ciò che successe. E davvero cominciò a pensare che qualche entità superiore dovesse avercela con lui.
-Cazzo!- imprecò -Non è possibile!- dede qualche colpo contro il vetro, ma niente -Oh andiamo!- si lamentò.
-Aspetta. Lascia fare a me-
Venne preso leggermente per le spalle e spostato appena per permettere al ragazzo di assestare qualche colpo alla macchinetta e far così atterrare la sua amata merendina nel cassetto sottostante. Il ragazzo la afferrò e la porse a Zacky sorridendo.
-Queste macchine sono un inferno. Ecco tieni- di nuovo quell'azzurro.
-G-Grazie- mormorò il più pccolo afferrandola e rimase interdetto quando lo vide allontanarsi. Preso da un improvviso momento di lucidità decise che non avrebbe perso quell'occasione. Non sta volta.
-Ehi!- lo chiamò, sorprendendosi di quanto fosse risultata squillante la sua voce. E il ragazzo si voltò immediatamente.
-N-Non è che..- Zacky balbettò indicando l'uscita alle sue spalle -Ti va una sigaretta?-
-Certo. Volentieri- sorrise l'altro.
Si incamminarono verso l'uscita.
-Comunque sono Jimmy, piacere-
-Zacky. E..scusa per prima-
-Oh, figurati. Magari sono stato invadente-
-Scherzi?!- rise Zacky -Sei la prima persona che cerca di aiutarmi da quando sono qui-
-Sei nuovo?- chiese Jimmy seguendo i suoi gesti e consumando il primo tiro della sua adorata Marlboro.
-Gia-
-Uhm..e da dove vieni?-
-Newark, New Jersey-
-Vicino New York-
-Più o meno. Si.- sorrise il più piccolo imbarazzato.
-E come mai ti trovi qui?-
Ma prima che Zacky potesse aprire bocca la loro attenzione fù attirata da una voce alle loro spalle.
-Ehi Sullivan, non dirmi che sprechi il tuo tempo con questa checca!- Ray.
-Perchè non te ne vai a rompere da un'altra parte? Hm?- sbuffò Jimmy. Mentre Zacky non fece altro che restarsene immobile, paralizzato.
-Ehi amico cercavo solo di avvertirti di non dargli le spalle- continuò Ray indicando il più piccolo che strinse i pugni fulminandolo con lo sguardo. -Lo dico per il tuo bene.- sghignazzò sotto le risate dei 3 ragazzi alle sue spalle. Si batterono il 5, l'un l'altro, mentre Jimmy rivolgeva a Zacky uno sguardo confuso.
-E io ti consiglio di girare a largo.- E quella voce Jim l'avrebbe riconosciuta ovunque. Si voltò di scatto trovando Brian a pochi metri da lui -Lo dico per il tuo bene.-
-Uuh Haner- rise Ray -Siamo venuti a difendere il nostro amichetto?-
Zacky deglutì davanti a quella scena. Era tutta colpa sua, non poteva frequentare qualcuno senza che questo finisse nei guai. Fece per andarsene. Voleva solo scappare via. Che importa se lo avrebbero seguito.
-Non così in fretta principessa- lo riprese Ray.
In quel momento il suono della campanella attirò la loro attenzione -Dannazione- ringhiò Ray. Poi si rivolse di nuovo al più piccolo -Beh, sarà per la prossima volta- sogghignò allontanandosi.
Calò un improvviso e pesante silenzio, che lo costrinse a voltarsi verso Jimmy e quel tipo..Haner. E si sentì colpevole, ancora. Sentiva di non poter reggere oltre il loro sguardo puntato su di lui e senza dire nulla si allontanò il più velocemente possibile.


Passò qualche giorno da quello strano incontro.
Jimmy non aveva più incontrato Zacky, nonostante lo cercasse tra la folla per i corridoi. E Zacky, dal canto suo, si era ripromesso di evitarlo, spaventato dal fatto che potesse chiedergli perchè ce lo avessero tanto con lui e non poteva certo uscirsene con un "Ehi sono gay. Divertente vero?"
Patetico. Ecco l'aggettivo che più lo rispecchiava.
-Ci stai ancora pensando non è vero?-
Jimmy non rispose, sbuffò soltanto riprendendo a giocherellare con la pizza abbandonata nel suo piatto.
-Davvero non capisco perchè ti importi tanto- continuò Brian scuotendo la testa e sbuffando a sua volta.
-Non lo so, ok? Era-
-Chi?- li interruppe Johnny.
-Un ragazzino- fece Brian lanciandogli una veloce occhiata. Poi si rivolse di nuovo al suo ragazzo -E poi non sai neanche il suo nome-
-Si che sò il suo nome-
-Bene. Sono tutt'orecchie- Brian lo invogliò a parlare con un gesto della mano. Ora tutti gli sguardi erano puntati su di lui, in attesa di una risposta. Si grattò la testa tentando di ricordare -Hm..- aggrottò le sopracciglia -Non me lo ricordo- mormorò poi.
-Ci avrei scommesso- fece allora Johnny guadagnandosi un'occhiataccia da parte dell'amico.
-Vuoi diventare più basso?- lo minacciò.
-Ok ok!- Johnny alzò le mani in segno di resa tornando poi a sgranocchiare delle patatine fritte.
-E piantala di fregarmi le patatine!- Si lamentò Jimmy allontanado il piatto dall'amico che ridacchiò.
-Allora? Questo nome?- riprese Brian.
-Secondo me lo ha immaginato-
Jimmy alzò gli occhi al cielo rifiutandosi di aprire bocca. Restarono in silenzio per un pò. Jimmy che rimuginava su quel maledetto nome dando di tanto in tanto qualche morso alla sua pizza, Brian lo guardava di sottecchi cercando di capire da dove venisse quell'improvviso interesse per uno strano ragazzino, Johnny studiava qualche piano malato per riappropiarsi delle patatine e Matt semplicemente se ne stava sulle sue, osservandoli e pensando se davvero non fossero tutti impazziti. Quasi gli venne un infarto quando sentì Jimmy urlare battendo un pugno sul tavolo.
-Zacky! Era Zacky!-
-Chi? Dove?- sobalzò Johnny.
-Il nome! Era Zacky!-
-Mai sentito- commentò Matt atono.
-Per forza, è nuovo di qui-
-Però che nome strano- cominciò Johnny.
-Deve essere l'abbreviazione di qualcosa- continuò Matt -Sicuramente di un nome ancora più strano- sghignazzarono.
-La smettete voi due?-
-Sei noioso sta sera Sullivan-
-Potremmo smetterla di parlare di questo Zacky?- si intromise Brian.
-Geloso- tossicchiò Johnny.
-Non sono geloso!-
-Oh certo che no-
-Piantala!-
-Di fare cosa?-
-Di sparare stronzate Seward!-
-Ti senti frustrato Haner?-
-Matt, tienimi o giuro che lo ammazzo-
-Ah, fai pure- fece Matt liquidandolo con un gesto della mano e tornando alla sua birra.
-Ehi tu dovresti difendermi!-
-E chi lo dice?- ridacchiò il più grande.
-Armadio-
-Nano-
-Puttana-
-Troia-
-Ehi tutto ok?- fece Brian rivolgendosi al suo ragazzo mentre i due continuavano a lanciarsi insulti molto fantasiosi.
-Si- sospirò Jim -Bri- lo chiamò poi.
-Hm?-
-Ti amo-
Brian sorrise -Anch io piccolo- poi lo baciò. Dolcemente, posandogli un mano sulla guancia per attirarlo a sè e accarezzando lentamente la sua lingua.
-Ecco che ricominciano- sbuffò Johnny alzando gli occhi al cielo.
-Almeno qualcuno di noi non andrà in bianco sta sera-
-Parla per te Sanders! Ho una ragazza. Io.-
-E con questo che vorresti dire?- lo fulminò Matt.
-Che sarebbe ora che tu la smettessi di provvedere ai tuoi orgasmi da solo-
-Fanculo Seward! Chiudi il becco-
-Gia, l'ho beccato sotto la doccia che se la spassava qualche giorno fa- rise Jimmy -E non provare a negarlo-
-Vuoi far tacere la tua ragazza Haner? Prima che lo faccia io.-
-Hanno ragione, dovresti trovarti una ragazza-
-Volete farvi gli affaracci vostri?-
-O un ragazzo-
-Io non sono gay!- sbraitò allora Matt.
-Nessuno ha mai detto il contrario-
-Mi stai dando della checca?-
-Della checca isterica per la precisone-
-Io non ce lo vedo- fece Johnny scrutandolo dalla testa ai piedi.
-A fare cosa?- chiese Jim.
-La checca. Insomma..guardalo, non sarebbe credibile- disse indicandolo.
Matt scosse la testa, in piena crisi -Oddio- si prese la testa tra le mani -Ma perchè vi frequento ancora?-
-Vedi hai bisogno di sfogarti- continuò Johnny con un tono ovvio -Da quant'è che non fai sesso? Hm? Uno? Due anni?-
Matt scosse la testa sospirando e trattenendosi dall'ucciderlo all'istante.
-Lo sai che equivale ad essere un nonno, vero?- concluse l'amico, incurante della lotta interiore che gli stava procurando.
Il silenzio del piu grande però fù più che evidente. Si guardarono l'un l'altro per poi posare di nuovo lo sguardo su Matt che con gli occhi bassi giocherellava distrattamente con la bottiglia davanti a sè. Non poteva certo sbattergli in faccia il fatto che in quel momento avrebbe preferito un culo a una vagina. E poi parlarne avrebbe solo confermato il fatto che quel dannato ragazzino gli piacesse. E non poteva piacergli.
-Ehi Matt tutto bene?-
Matt scosse la testa pensieroso. Ma poi si risprese sospirando -Si. Tutto ok.- finse un sorriso -Sono solo un pò stanco, credo che..ehm, andrò a casa. A domani.-
E senza dargli il tempo di rispodere si alzò raggiungendo in fretta l'uscita.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 3. Awareness ***



3. Awareness


Matt sbuffò sonoramente lanciando un'occhiata alla sveglia e rigirandosi tra le coperte fino a coprirsi fin sopra la testa.
Le 4 del mattino. Ormai non dormiva quasi per niente. Si ostinava a dare la colpa all'eccessiva quantità di caffè che ingeriva prima di ficcarsi sotto le coperte, pur sapendo che il problema riguardava tutt'altro. Si costrinse a riemergere dalle lenzuola solo quando iniziò a sentire caldo. Sospirò alzando gli occhi al soffitto e prese a fissarlo, con quel finto interesse con cui ormai lo fissava ogni sera. Poteva dire di averci una relazione con quel soffitto, così bianco e puro. Non come lui.
Si guardò attorno nel buio della stanza. Doveva distrarsi, qualunque cosa pur di non chiudere gli occhi. Avrebbe inevitabilmente incontrato quelle iridi verdi. E non andava bene. Affatto. Tutto questo era assurdo.
Passava le notti insonni a convincersi che tutto questo era assolutamente sbagliato.
Inevitabilmente i suoi pensieri tornarono a quella mattina ripercorrendo ciò che era accaduto.
Quella vicinanza con quel ragazzino gli aveva fatto provare nuove sensazioni. E i suoi occhi poi, quei maledetti occhi che lo fottevano sempre, ci faceva l'amore solo a guardarli.
E, si, ne era spaventato e probabilmente se lo avesse incontrato di nuovo sarebbe scappato.
Si passò entrambe le mani tra i capelli arruffandoli più di quanto gia non fossero e il suo pensiero ricadde inevitabilmente su quelle labbra contornate dagli snakebites, mentre con la lingua tracciava il contorno delle proprie. Lentamente.
Chiuse gli occhi e fece scivolare una mano sotto le coperte, poi sul suo petto nudo, fino ad arrivare all'elastico dei boxer neri. Fù praticamente l'erezione a raggiungere le sue dita.
Ma si bloccò, spalancando gli occhi. Abbassò lo sguardo notando l'evidente rigonfiamento da sopra le coperte.
Si passò una mano sul viso sospirando. Era tutto così sbagliato.
Con le dita giocherellò con l'elastico dei  boxer mordendosi il labbro inferiore. Accarezzò piano la pelle sottostante provocandosi leggeri brividi. Chiuse gli occhi, divaricò appena le gambe e superò finalmente quel tessuto diventato ormai un ostacolo chiudendo saldamente la mano intorno al suo membro duro. Imprecò mentalmente per ciò che stava per fare e si rilassò completamente. La mano iniziò a muoversi lentamente lasciandolo quasi senza respiro mentre le labbra si dischiudevano appena, poi aumentò gradualmente il ritmo immaginando quelle labbra carnose e invitanti sulla sua erezione. Inarcò la schiena, attraversato da un'improvvisa ondata di calore e trattenne i gemiti trasformandoli in sospiri strozzati.
Stuzzicò la punta umida del suo membro venendo poco dopo nella propria mano e mandando indietro la testa.
Con il respiro ancora affannato si sposrse verso il comodino afferrando un tovagliolo e ripulendosi come meglio poteva.
Tornò a guardare il soffitto, confuso, e si sentì improvvisamente sporco, sbagliato.
E forse lo era.


-Matt!-
Si rigirò nel letto mugugnado qualcosa estremamente infastidito.
-Matt sveglia hai visite!-
Afferrò il cuscino portandoselo sulla testa cercando di fuggire dalla voce squillante di sua madre. Sentì delle voci fuori dalla porta ma non se necurò. Era domenica dannazione, voleva solo dormire.
Poco dopo sentì la porta aprirsi e dei passi. -Ehi bell'addormentato- Jimmy. Quel ragazzo aveva un tempismo orribile.
-Hmm- fù tutto quello che riuscì a dire.
-Avanti. In piedi- sentì il cuscino che veniva strattonato con forza mentre poco dopo lo vide volare letteralmente dall'altra parte della stanza.
Si coprì il viso con le mani infastidito dalla luce del sole -Hmm..che vuoi da me?- si lamentò.
-Voglio che porti il tuo bel culetto fuori da questo cazzo di letto- Jimmy portò una mano sotto le coperte pizzicandogli il sedere e cogliendolo di sorpresa.
-AHIA!-
-Dai muoviti- rise.
-Ma che ore sono?-
-Le 2 del pomeriggio dormiglione- rispose prontamente Jimmy che aveva preso a fare il giro della camera guardando qua e là e mettendo le mani un pò ovunque.
-L-Le du..così tardi?- fece l'altro incredulo. Jim annuì distrattamente giocherellando con qualche oggetto a cavolo.
-Non dirmi che l'hai dimenticato!?-
-Cosa?-
-Ecco lo sapevo, l'ha dimenticato- scosse la testa. -Spiaggia. Festa. Sta sera. Queste paroline ti dicono niente?-
-Oh merda, era oggi!-
-Gia. Genio-
Matt si alzò velocemente prese dei vestiti e si diresse verso il bagno.
Non prima però di aver lanciato un'occhiataccia all'amico togliendogli qualunque cosa fosse quella che aveva tra le mani per poi rimetterla al suo posto. -E non frugare tra le mie cose cazzo!- che poi si scoprì essere una scatola di preservativi.
Jimmy sghignazzò alzando le mani -Come se li usassi-
-Ti ho sentito!-
Quando poco dopo uscì dal bagno trovò Jimmy completamente spalmato sul suo letto. -Alza il culo Sullivan-
-Sei pronto?-
-Si, andiamo- scesero velocemente le scale.
-Giorno Mà- salutò Matt.
-L'avea dimenticato eh?- fece la donna.
-Esatto- rise Jimmy mentre l'altro lo trascinava fuori casa.
Si incamminarono lungo il marciapiede, sotto il sole cocente, e Matt ringraziò il cielo per non aver dimenticato gli occhiali che prontamente indossò.
-Voglio farti una proposta- cominciò Jimmy.
-Spara-
-E' una scommessa-
-E cosa c'è in palio?-
-Hm..vediamo..una birra-
-Una birra? Tutto qui?-
-Si, una birra-
Matt inarco un sopracciglio, scettico -Ok. Di che si tratta?-
-Beh, facciamo che..dovrai portarti qualcuno a letto. Sta sera.-
-Credi che non ne sia capace?-
-Dico solo che continui a rifiutare tutte quelle che te la servirebbero su un piatto d'argento, e in più ti muore dietro mezza scuola, dovrebbe essere un giochetto per te-
-E' solo che non ne ho voglia-
-Questa non me la bevo-
Matt sembrò pensarci un pò su. In fondo che male c'era? Era una festa, ci si ubriacava e il più delle volta si finiva per fare sesso. -Ma si- fece spallucce -Ci sto- si strinsero la mano sorridendo e suggellando questo patto.


Arrivata la sera iniziò la vera festa. Musica, alcol, luci, un sacco di gente e il mare.
Le persone cominciarono a scatenarsi, l'alcol scorreva a fiumi e il falò era uno spettacolo. Matt cominciò seriamente a pensare che ci sarebbe arrivato completamente ubriaco al bagno di mezzanotte. Sospirò guardandosi intorno, in realtà sperava solo di incontrare quegli occhi verdi. Erano diventati una tortura. Una dolce tortura. Amava quel fottuto verde.
-Dio guardalo, ti sta mangiando con gli occhi- si voltò di scatto incontrando il viso di Jim che gli indicò un ragazzo a pochi metri da loro. Frank. Frank Iero. Bisessuale dichiarato. E, si, aveva una cotta per Matt dal primo superiore.
Non appena si voltò a guardarlo questo arrossì e abbassò immediatamente lo sguardo. Matt sbuffò. Aveva dimenticato che quel ragazzino gli moriva dietro.
-Beh, potrebbe essere la tua occasione di sta sera-
-Scordatelo!-
-Di che state parlando?- si intromise Brian.
-Una scommessa-
-Gia, ma avevamo detto ragazze- precisò Matt -E a meno che io non mi sia perso qualcosa mi risultà che Frank abbia un pene-
-Io non ricordo di aver specificato il sesso-
-Beh fino a prova contraria decido io chi scoparmi, grazie- lo fulminò.
Tornò a guardarsi in torno. Il tempo passò in fretta e il numero delle birre aumentava. Si sentiva una stupida preda con gli occhi di Frank sempre addosso. Non che gli stesse antipatico, anzi avevano passato anche il pomeriggio insieme preparando la musica per la festa. Sbuffò evitando per l'ennesima volta il suo sguardo.
Poi lo vide.
Se ne stava in disparte, e osservava, seduto sulla sabbia. La birra tra le mani, lo suardo vuoto.
Coglieva semplicemente le sfumature delle vite degli altri, dimenticandosi delle sue.
E Matt sentì lo stomaco contorcersi, avrebbe voluto solo avvicinarsi e..toccarlo.
Non riuscì a staccargli gli occhi di dosso finchè non fù lui a voltarsi e si sentì costretto ad abbassare lo sguardo non avendo così modo di incrociare il verde dei suoi occhi.
Non riusciva neanche ad odiarlo.
Davvero, non capiva. E a quello che non capisci puoi dare qualsiasi significato.
-Oh ragazzi ecco Zacky!- fece d'improvviso Jimmy -Che vi dicevo?- sorrise soddisfatto.
Si voltarono verso il punto indicato dall'amico, tutti tranne Matt impegnato ancora nei suoi monologhi interiori.
-Dove?- chiese Brian.
-Proprio lì.-
-Wow, allora non lo hai immaginato- si complimentò Johnny.
-Beh, Cenerentola- fece a quel punto Matt alzando finalmente lo sguardo sul tizio che Jimmy stava indicando -Corri dal tuo...un momento..- ebbe un tuffo al cuore, sgrano gli occhi e si chiese perche stesse fissando lo stesso ragazzo di poco prima. -E'...è lui?- deglutì.
-Si. Lo conosci?-
-E-Ehm..no..- e quasi smise di respirare quando Jimm aprì di nuovo bocca -Beh andiamo-
-Dove?-
-Ve lo presento- fece con tono ovvio.
Quello. Quello fù un vero e proprio infarto. Gia che c'era poteva scavarsi la fossa e saltarci dentro.
Doveva inventarsi qualcosa. E subito. -A-Ahm..ecco io..devo andare in bagno- e si allontanò, sotto gli occhi confusi dei suoi amici. Si allontano quel tanto che bastava per sentire la musica come fosse un sussurro. Sospirò, doveva schiarsi le idee. E doveva farlo in fretta.


-Come mai tutto solo?-
Zacky arrossì incontrando il viso di Jimmy che gli sorrideva guardandolo dall'alto. Notò due ragazzi avvicinarsi e si alzò decidendosi finalmente ad aprire bocca -C-Ciao- biascicò -Ecco io..non conosco nessuno..quindi..- lasciò la frase in sospeso sorridendo appena mentre iniziava a sentirsi davvero patetico.
-Beh ti dispiace se ti facciamo compagnia? Approposito, lui è Johnny.-
Questo sorrise accennando un saluto con la mano.
-E lui è..lui è Brian..ehm..-
-Ci siamo gia visti a scuola- sorrise Brian stringendogli la mano -Sono il suo ragazzo-
Calò un'imbarazzante silenzio mentre le loro mani si separavano di nuovo.
-Ecco lo sapevo, lo abbiamo traumatizzato- fece allora Johnny
-Oh no, davvero, non c'è problema- si affrettò a dire Zacky.
-Vieni dal New Jersey, giusto?- sorrise Brian.
Zacky si limitò ad annuire.
-E come ci sei finito qui?-
-Beh ecco, i mei hanno divorziato e..m-mia madre ha deciso di trasferirci nonostante il giudice le avesse concesso un'ordinanza restrittiva da mio padre. Sai, lui non..non era esattamente una brava persona..-
-Oh..mi dispiace-
-E' meglio così.- sorrise il più piccolo facendo spallucce.
-E la ragazza?- ammiccò Johnnyn guadagnandosi una gomitata da parte di Jimmy -Che c'è? Era una semplice domanda!-
-Oh..io non..non ho una ragazza.- fece il più piccolo imbarazzato -Avevo..avevo un ragazzo però- azzardò poi -A Newark-
Lo guardarono, sorpresi -Sul serio?- se ne uscì Johnny facendolo arrossire ancor di più.
-Quindi..tu..-
Zacky annuì immediatamente conoscendo gia la domanda.
-E' per questo che ce l'avevano con te a scuola?- chiese Brian -Loro..sanno di te?-
-No. Ma a quanto pare gli è bastato guardarmi in faccia per darmi del frocio. Lo trovano..divertente, credo.-
-Sono degli idioti-
-Gia-
Rimaserò a parlare e bere birra insieme e improvvisamente Zacky non si sentì più poi cos' solo.
Qualche minuto dopo vide un tizio avvicinarsi ma non ci fece davvero caso finchè questo non si fermò al fianco di Jimmy, sorridendo. E che sorriso.
-Dove sei stato?-
-Mi devi una birra.-
-Cos-Oh mio dio!- esclamò Jimmy -Dici sul serio?-
-Eh gia-
-Voglio i dettagli.-
-Sei impazzito?-
-Uffa, e va bene- sbuffo Jim.
E mentre Zacky cercava di capire dove avesse gia visto quel ragazzo, Matt si rese conto dello sguardo del più piccolo su di lui. E lo vide pietrificarsi sul posto quando incrociò i suoi occhi. Avrebbe voluto sorridere ma tutto quello che riuscì a fare fù lanciargli un'occhiataccia.
E fu in quel momento che Zacky lo riconobbe. Deglutì, distogliendo lo sguardo.
-Ah Matt, lui è Zacky- fece Jimmy riscuotendoli entrambi dai loro pensieri.
Zacky arrossì, avrebbe voluto scappare, quel tizio lo terrorizzava.
Matt invece cercò di restare impassibile, lo scrutò per un pò -Si, lo avevo capito- disse soltanto distogliendo lo sguardo.
Odiarlo. Si, doveva odiarlo. Era la cosa più giusta. Gli era entrato in testa e stava rovinando tutto, sgretolava ogni sua certezza, Matt non era più sicuro di nulla quando quel ragazzino entrava nel suo campo visivo.
Cavolo, si era persino masturbato pensando a lui.
Odialo Matt.


Ecco a voi il terzo capitolo, spero che la storia si faccia interessante! Beh, a presto c:
XOXO

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 4. Drunk ***


4. Drunk

 
La spiaggia era ormai semi vuota. Quasi tutti erano entrati in acqua sfidandone la temperatura gelida.
Ma Jimmy ci aveva ormai rinunciato, se solo fossero entrati in acqua Matt, Johnny e Brian avrebbero rischiato di affogare all'istante, ubriachi com'erano.
Si erano stesi sulla sabbia aprendo e chiudendo discorsi insensati, mentre Jimmy e Zacky, i soli forse ancora lucidi, li ascoltavano curiosi di scoprire fino a che punto le loro stronzate potessero arrivare. E avevano presto constatato che potevano raggiungere una soglia decisamente alta visto che Johnny da più di dieci minuti muoveva braccia e gambe tentando di fare un fottuto angelo di neve. Con la sabbia. Esilarante.
-Jim- lo chiamò Brian poco dopo accoccolandosi sulla sua spalla.
-Hm?-
-Me lo dai un bacino?- mormorò con la sua migliore faccia da cucciolo.
-No- rise Jimmy scostandolo.
-Ma perchè no?-
-Perchè so come andrà a finire-
-E come andra a finire?- sorrise maliziosamente l'altro.
-Male. Per il mio culo.-
Brian si avvicino pericolosamente al suo collo baciandolo dolcemente mentre Jimmy fremeva sentendo la sua pelle a contatto con la consistenza morbida delle labbra del suo ragazzo. Con la mano intanto gli sfiorava la coscia, sempre più su, sempre più languidamente, fino a raggiungere il cavallo dei pantaloni. Jimmy intanto provava a sottrarsi a quel tocco ma con decisamente scarsi risultati. -Brì..per favore..- Non voleva assolutamente cedere ma sentire il respiro caldo di Brian contro la sua pelle lo faceva uscire di testa. -Brian...Brì basta, ti prego.- riuscì a scansarlo in un momento di lucidità.
L'altro sbuffò incrociando le braccia al petto -Sei cattivo.-
-Johnny?- chiamò poi -Tu me lo dai un bacino vero?-
Johnny lo guardò per un pò, inarcò un sopracciglio ma poi ricadde sulla sabbia continuando a muoversi come un idiota.
-Matt?- tentò ancora Brian.
-Che vuoi?-
-Un bacino.-
-Perchè?-
-Non lo so, perchè sono carino.-
Matt rise scuotando la testa -Certo.-
-Quindi me lo dai?- fece rotolando verso di lui e strusciandosi contro il suo braccio.
-Oh certo.-
-Davvero?- sorrise Brian.
-No. E piantala di scoparti il mio braccio!- fece Matt tirandosi a sedere.
A questo punto Brian si voltò verso Zacky mettendo di nuovo sù la sua faccia da cucciolo, ma non fece in tempo ad aprire bocca che l'altro lo precedette -Non pensarci nemmeno- rise.
-Stronzi. Sono pieno d'amore e voi siete degli stronzi- si lamentò facendoli ridere.
-Devo vomitare- fece all'improvviso Johnny.
-Oh no, ti prego!- implorò Jimmy.
-Io sto male.- scoppiò a ridere senza un motivo preciso.
-Beh, trattieniti.-
-L'ideale contemporaneo di donna: chinata a 90- vennero ripresi dalla voce di Matt che sembrava stesse parlando da solo mentre prendeva a fissare alcune ragazze davanti a loro.
-E' andato- sospirò Jimmy.
Zacky prese a guardarlo, per tutta la sera non aveva fatto altro ma sta volta lo fece in modo diverso, curioso, voleva scoprire cosa c'era di altro in lui oltre a quelle occhiatacce che gli riservava e quella montagna di muscoli. Davvero non capiva perchè lo odiasse tanto.
-Matt, stai sbavando.- fece Brian.
-Non sto sbavando!-
-Oh si invece.-
-Dico solo che..insomma, guarda..- indicò le ragazze poco distanti davanti a sè.
-Cosa?-
-Pornografia Brian. E' ovunque.-
-Hai bisogno di più attenzioni?- chiese Jimmy.
-E' come guardare un film porno.- commentò Johnny.
-Oh Matt ecco che arriva la tua ragazza.- rise Brian vedendo Frank in lontananza che si avvicinava.
-Piantala.-
-Non riesce proprio a starti lontano eh?-
Matt lo fulminò con lo sguardo mentre l'altro se la rideva. –Scommetto che muore dalla voglia di succhiartelo.-
-Tu credi che io non abbia il coraggio per-
-Per fare cosa?-
-Non lo so, qualunque cosa.-
-Beh, è un uomo Matt, lo hai detto anche tu.-
-Bacialo.- si intromise Jimmy.
-Cosa?-
-Visto? Non ha le palle.-
-Non sarebbe giusto.-
-E perchè? Perchè ha una cotta per te? Gli faresti solo un favore.-
Matt non rispose, riportò lo sguardo dritto davanti a sè seguendo il movimento del mare illuminato dalla luna. Intanto Frank li aveva raggiunti, con un enorme sorriso. -Ehi ragazzi, non entrate in acqua?-
-Oh Frank, siediti un pò qui con noi, vieni- lo invitò Brian lanciando uno sguardo a Matt che li evitava bellamente.
-O-Ok-
Poco dopo se la ridevano come dei ragazzini, ancora più sbronzi di prima, se possibile. Brian cercava di far avvicinare Frank a Matt ma senza ottenere ancora alcun risultato. Finchè non ebbe la brillante idea di fargli uno sgambetto facendolo atterrare tra le braccia di Matt, che prontamente lo aveva ripreso prima che schiacciasse la faccia a terra. Frank era scoppiato a ridere, ubriaco com'era, mentre Matt tentava di farlo rimettere in piedi prima che la situazione diventasse imbarazzante più di quanto gia non fosse. Inevitabilmente si ritrovò con il viso a un palmo da quello dell'altro, sentiva i loro respiri fondersi, si guardarono per un pò, indecisi, imbarazzati, immobili sotto gli occhi dei loro amici. Frank si avvicinò ancora, con una lentezza estenuante, quasi tremava e Matt poteva sentirlo chiaramente. Lo strinse di più contro il suo corpo prendendo coraggio.
-So che non lo vuoi- un sussurro quasi inudibile fu quello di Frank.
-Come fai ad esserne sicuro?-
-Lo so e basta-
Matt lo guardò, in quegli occhi che a loro volta lo scrutavano attenti e desiderosi.
-Hai ragione-
Frank sorrise appena abbassando lo sguardo e arrossì quando sentì le labbra del più grande posarsi delicatamente sulla sua guancia.
-Ci stanno ancora guardando- sussurrò ancora.
Matt spostò lo sguardo su gli altri che prontamente finsero di farsi gli affaracci loro quando invece seguivano attentamente tutta la scena nonostante non capissero cosa i due si stessero dicendo. Poi si soffermò su Zacky. Si guardarono e Matt sentì i battiti accelerare d'improvviso, cosa che con Frank non succedeva, mai. E quando il più piccolo distolse lo sguardo sospirando Matt si sentì improvvisamente vuoto.
-Amici?- chiese Frank scostandosi appena dal corpo dell'altro e attirando di nuovo la sua attenzione su di sè.
-E' quello che vuoi?-
-E' quello che vuoi tu?-
-Si-
Frank annuì sorridendogli dolcemente -Va bene- si sporse appena e sfiorò le sue labbra con quelle dell'altro regalandogli un innocente bacio e Matt sta volta lo lasciò fare.
Quando si scostò Matt gli sorrise facendolo sentire immediatamente a suo agio, non doveva più esserci imbarazzo tra loro.
-Sarà meglio che vada adesso-
-Ok-
-Ci vediamo in giro-
-Certo-
Frank si allontanò e Matt si preparò mentalmente ad affrontare le facce stupite degli altri. Questi, quando alzò lo sguardo, lo stavano gia scrutando, curiosi.
-Che- provò a dire Brian ma il più grande lo interruppe immediatamente.
-Niente domande-
-Cosa? Oh avanti Matt! Che diavolo è successo negli ultimi 30 secondi?-
-E’ successo quello che doveva succedere-
Matt lanciò un’occhiata a Zacky che però evitava il suo sguardo.
-E cioè?-
-Cioè che non sono gay. Discorso chiuso.-
-Certo, continua a ripeterlo magari poi ci credi anche tu.-
-Mi prendi per il culo?-
-No ma che dici, gli unici froci che vanno presi in giro sono quelli che si nascondono, lo sai.-
-Questa storia ha preso una strana piega- commentò Johnny.
Matt sbuffò sedendosi di nuovo sulla sabbia e dando le spalle agli altri. Jimmy si avvicinò, posò un braccio attorno alle sue spalle schioccandogli un bacio sulla guancia e facendolo sorridere.
-Sai- cominciò – Per essere uno che ha così tanti disturbi da riempire un rapporto di psicologia diagnostica e statistica devo dire che tu sei il bastardo più equilibrato e a posto che abbia mai conosciuto in vita mia- sorrise.
-Wow, non so se ritenerlo un complimento- sorrise Matt a sua volta tornando a guardare davanti a sé.
-Hai fatto la cosa giusta.-


Ringrazio chi recensisce e spero vivamente che questo capitolo sia all'altezza, è stato un vero inferno scriverlo XD soprattutto il finale, non volevo che Frank restasse come dire..a mani vuote ecco.
Alla prossima ^^
XOXO

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 5. Bruises ***


 
5. Bruises

 
Dopo la festa in spiaggia le cose non migliorarono affatto.
Tra Zacky e Matt sembrava esserci sempre più tensione.
Era più che comprensibile per loro non rivolgersi la parola ma per gli altri quel modo di evitarsi stava diventando alquanto curioso.
C'erano scambi di sguardi continui ma nessuno dei due sapeva dare un significato a quell'incatenarsi continuo dei loro occhi.
Matt il più delle volte si ritrovava a fissarlo, non sapendo però che l'altro ne era più che consapevole e che nonostante si sentisse osservato e a disagio cercava di non farci caso.
Era stato invitato da Jim a passare un pomeriggio insieme quel giorno, ed era l'unico motivo per cui si era costretto ad alzarsi quella mattina e a trascinarsi a scuola.
Ogni mattina gli sembrava di recarsi all'inferno, entrando rigorosamente dalla porta d'ingresso.
Ma in quel momento avrebbe tanto desiderato non averlo fatto.
Il dolore continuava ad estendersi per tutto il corpo, era così forte che gli impediva persino di accasciarsi a terra e svenire, cosa che avrebbe tanto voluto poter fare per non essere costretto a sopportare oltre.
Cercò di reprimere i gemiti dovuti al dolore mentre Ray continuava a torturarlo sbattendolo più volte contro la parete facendolo poi cadere rovinosamente a terra sotto le risate dei suoi compagni. Non riusciva neanche a reggersi in piedi.
Quando Ray finalmente si fermò Zacky ne approfittò per tirarsi a sedere nonostante le braccia sostenessero a stento il suo peso e cercò di riprendere a respirare regolarmente. Gli occhi bruciavano per l'enorme sforzo che faceva ricacciando indietro le lacrime, la gola faceva male a causa delle urla trattenute.
Chiuse gli occhi avvertendo la presenza del ragazzo che si allontanava. Ma sapeva che non era finita lì.
Non tentò neanche di scappare, non sarebbe arrivato molto lontano.
-Tenetelo fermo- si sentì sollevare per le braccia ma tenne gli occhi chiusi. Non voleva sapere cosa lo aspettasse. Non voleva vedere.
Sentì qualcosa di freddo e metallico accarezzargli la guancia fino a tracciare il contorno della mandibola costringendolo ad alzare il viso e quasi trattenne il respiro mentre iniziava gia a tremare.
-Apri gli occhi- gli fù ordinato -Aprili!-
Ma prima che potesse farlo venne colpito ad un fianco. Urlò di dolore e spalancò gli occhi inondati di lacrime, le ginocchia cedettero e le mani che lo tenevano lo lasciarono andare contro il pavimento freddo. Si strinse la pancia contorcendosi dal dolore e lanciò un occhiata a Ray che intanto stava per assestargli un altro colpo con la mazza che teneva tra le mani.
Ma prima che questo potesse colpirlo venne fermato da uno dei ragazzi, che lo colse di sorpresa bloccandogli le mani a mezz'aria.
-Glielo spieghi tu a sua madre?-
In effetti non avrebbe potuto infliggergli nessun danno permanente o evidente altrimenti nei casini ci sarebbe finito lui e la sua banda. Così Ray si abbassò sul più piccolo prendendogli il viso tra le mani e costringendolo a guardarlo.
-Dirà che è caduto in cortile. Non è così?- strinse la presa e Zacky annuì.
Quella tortura continuò fin quando non vennero interrotti dal suono della campanella.
In men che non si dica si allontanarono abbandonandolo sul pavimento della palestra vuota.
Portò entrambe le mani sul viso. Pianse, tirando fuori tutto ciò che aveva accumulato.
Sentiva i suoi singhiozzi espandersi tra quelle grandi mura, ma non se ne curò.
Si alzò solo quando fu sicuro di potersi reggere in piedi, batté con le mani sui pantaloni cercando di darsi una ripulita ma procurandosi invece solo altro dolore. Si asciugò il viso e camminò piano fino all'uscita.
Si chiuse in bagno prima di entrare in classe, fissò per qualche minuto il suo riflesso nello specchio. Nessuna ferita sul viso, era solo un po’ più pallido di quanto gia non fosse, ma le braccia, le gambe, quelle erano percorse da numerosi lividi.
Indossò il giacchetto tentando di nasconderli. Si muoveva lentamente, ogni azione gli procurava un espressione di sofferenza.
Non poteva presentarsi a casa di Jimmy in quelle condizioni.
Era distrutto, emotivamente e fisicamente.
Era a pezzi.
Rientrò in classe a lezione gia iniziata, doveva affrontare ancora l'ultima ora se voleva uscire da quel posto.
-Baker, ti sembra il momento di arrivare? La lezione è iniziata gia da un pezzo- lo riprese il professore vedendolo entrare.
Sentiva gli sguardi di tutti fissi su di lui, in quel silenzio infernale.
-Mi scusi..- biascicò abbassando lo sguardo. Sentiva la testa girare ma cercò di ignorarlo.
-Va a sederti-
Annuì e attraversò l'aula raggiungendo l'ultimo banco. Nel farlo passò di fianco a Ray e i suoi amici e uno di questi prontamente lo fece inciampare ma fortunatamente Zacky si tenne al banco per non rischiare di cadere.
Sentiva risatine provenire da ogni angolo dell'aula e odiava essere il motivo di tanto divertimento.
"Che sfigato" ridacchiò qualcuno prima che il professore riportasse il silenzio.
Provò a calmarsi sedendosi e ignorando gli sguardi degli altri, ma la testa continuava a girare e coniati di vomito erano sempre più frequenti. Si prese la testa tra le mani cercando di respirare lentamente.
-Baker ti senti male?- chiese poco dopo il professore.
Zacky venne avvolto da una vampata di calore, non tanto per l’imbarazzo di essere stato messo al centro dell’attenzione quanto per  il fatto che temeva di svenire lì, in quel momento, davanti a tutti.
Quando l’ennesimo coniato si fece sentire si alzò di scatto raggiungendo in fretta la porta.
Si chinò sul water mentre, con le lacrime agli occhi, rigettava tutto l’odio e la merda che era costretto a sopportare ogni giorno.
 
 
Per i giorni successivi mancò da scuola.
Fu facile darsi malato ed evitare che sua madre indagasse oltre visto che non era quasi mai in casa. Era costretta a fare i doppi turni se voleva riuscire a mantenere se stessa e suo figlio.
Le sue condizioni non erano migliorate molto ma a breve sarebbe stato costretto a fare il suo rientro a scuola.
Ma poteva sopravvivere. Lo aveva sempre fatto.
Quando il campanello suonò si voltò di scatto verso la porta, preso alla sprovvista. Non aspettava nessuno.
Sentì lo zampettare di Majesty che si dirigeva verso la porta e si costrinse ad alzarsi. La scostò piano mentre questa continuava a scodinzolare –Sta buona.-
Quando finalmente aprì rimase immobile davanti all’ampio sorriso che gli si parò davanti.
-Ciao!- esclamò Jimmy.
-C-Ciao…t-tu..come..-
-Come so dove abiti? Beh è stato facile recuperare il tuo indirizzo nella segreteria della scuola con la scusa degli appunti- spiegò sventolandogli un quaderno davanti al naso.
-Oh..grazie- mormorò Zacky afferrando l’oggetto.
-Allora..posso entrare o..-
-Oh sisi, certo-
Una volta in casa Jimmy notò Majesty e prese a coccolarla con occhi adoranti.
-Lei è Majesty- spiegò Zacky.
-Anche Brian aveva un cane, si chiamava Pinkly- rise Jim –Diciamo che più che un cane era un piccolo topo bianco e peloso. Non gli sono mai stato molto simpatico.-
Zacky sorrise, ma si sentiva tremendamente in imbarazzo.
E Jim se ne accorse, bravo com’era ad osservare –Senti..se disturbo posso anche..-
-Oh, no..non..è che, n-non mi aspettavo che..- gesticolò il più piccolo -Senti lascia stare, vuoi qualcosa da bere?-
-Va bene, grazie- sorrise Jimmy.
Zacky sparì in cucina tornando poco dopo con una birra che porse all’altro e si sedettero sul divano mentre Majesty prendeva posto ai piedi del padrone.
-Non sei più venuto- fece poco dopo Jim –L’altro giorno, a casa.-
-Si, scusa io..sono stato poco bene.- deglutì abbassando lo sguardo.
-E..adesso come stai?-
-Meglio-
-Beh, sappi che la partita a Call Of Duty è rimandata alla prossima volta e tu dovrai esserci.-
-Davvero? Adoro COD!-
-Credo che cambierai idea quando Matt straccerà anche te.- rise Jim.
Zacky distolse lo sguardo. Parlare di Matt non lo faceva sentire meglio. Avrebbe potuto riempire Jim di domande se avesse voluto ma si trattenne per il semplice fatto che non avrebbe saputo da dove iniziare.
-Tutto bene?- chiese Jim.
-Hm-Hm- si limitò ad annuire mantenendo lo sguardo davanti a sé.
Jimmy percorse la sua figura con lo sguardo, fino alle sue braccia scoperte e esili che attirarono la sua attenzione e sentì d’improvviso una nuova consapevolezza piombargli addosso.
-Zack, esattamente perché sei mancato da scuola in questi giorni?- chiese poi senza distogliere lo sguardo dal suo corpo.
-Ecco, stavo poco bene, te l’ho detto..- deglutì il più piccolo.
-E quelli?-
Zacky si voltò giusto in tempo per notare lo sguardo di Jimmy che indicava i lividi non coperti dalla maglia. Spostò immediatamente lo sguardo sulle braccia per poi abbassare velocemente le maniche della maglia.
-S-Sono caduto.- fu quella la prima scusa che gli passò per la testa.
-Sei caduto- ripeté Jimmy poco convinto.
-Gia- annuì il più piccolo evitando il suo sguardo.
-Posso vedere?-
Zacky rimase interdetto per un po’. Poi si alzò d’improvviso –Credo che dovresti andare ora- mormorò.
Jimmy annuì e si alzò anch’esso comprendendo le ragioni per cui Zacky si comportava in quel modo.
-Va bene- sospirò –Solo..se avrai voglia di parlarne..sai dove trovarmi-
Il più piccolo annuì mentre lo vedeva avvicinarsi alla porta.
-Jim- lo chiamò poi.
-Si?-
-Grazie- biascicò. E Jim gli sorrise per poi chiudersi la porta alle spalle.


Gia al quinto capitolo, wow! XD
Qui Matt non si vede per niente ma si parla principalmente della posizione in cui Zacky si trova, di ciò che è costretto a passare ogni giorno. Le scene di violenza non sono il mio forte ma spero di aver reso l'idea.
Ringrazio ancora le persone che recensiscono e mi spronano a continuare a pubblicare!
Alla prossima ^^
XOXO



Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 6. Feelings ***


 
6. Feelings

 
Doveva venire a capo di quella situazione.
Sorvolando sul fatto che probabilmente, anzi, quasi sicuramente Ray aveva preso a pugni il più piccolo, Jimmy doveva assolutamente capire cosa c'era che non andasse tra lui e Matt. Si era perso decisamente qualcosa. E nulla ora gli impediva di chiedere spiegazioni.
Bussò più volte alla porta non ottenendo però alcuna risposta. Sbuffò e proprio quando stava per arrendersi la vide finalmente aprirsi.
-Alla buon ora Sanders-
-Jim! Che diavolo vuoi?- Matt si presentò semi-nudo coperto solo da un asciugamano in vita.
-Esci dobbiamo parlare-
-No dico, mi hai visto?- Esclamò il più grande -Ero sotto la doccia, Cristo!-
Jimmy sbuffò divertito.
-E non sbuffare Sullivan, sono io quello incazzato-
-Dio non farne un dramma. E vestiti, ti aspetto fuori.-
Si sedette sulla veranda aspettando che il suo amico lo raggiungesse. Si accese una sigaretta e qualche minuto dopo lo vide sedersi al suo fianco.
-Allora? Che succede?- sospirò Matt.
-Non lo so, dimmelo tu.-
-Non ti seguo-
-Tu e Zacky-
-I-Io e Zacky cosa? Vuoi spiegarti?- chiese il più grande confuso.
-Insomma..che ti prende? Ti sta così antipatico? C'è bisogno di ignorarlo ogni volta?-
Matt si fece improvvisamente serio e spostò lo sguardo altrove -Non so di cosa parli.-
-C'è qualcosa che non va tra voi.- insistette Jimmy.
-Ti sbagli.-
-Oh non dire stronzate, lo stai evitando. Sei venuto a casa solo dopo aver saputo che lui non c'era e quando oggi ti ho chiesto di accompagnarmi a casa sua hai "gentilmente" declinato l'invito.-
-Potevi chiederlo a Brian, sarebbe venuto.-
-Perchè fai così?-
Matt sbuffò scuotendo la testa.
-Ad ogni modo, sono andato a trovarlo comunque- riprese Jim dopo un pò. -Non aveva una bella cera.-
-Che vuoi dire?-
-Credo...credo lo abbiano picchiato.-
-Cosa? C-Chi?-
-Ti importa?-
-...Si.-
-Non lo so.- sospirò Jimmy.
Matt abbassò lo sguardo mordendosi un labbro nervosamente. Era arrivato il momento di parlare.
-Senti..- sospirò -I-Io lo conoscevo gia.- confessò.
-Cos..e non me lo hai detto?- Jimmy lo guardò incredulo.
-N-Non è così semplice. Il fatto è che non sapevo che il Zacky di cui parlavi fosse lui, in realtà non sapevo neanche quale fosse il suo nome..ecco io..lo aggredito..a scuola..- Matt deglutì, consapevole di essersi comportato da vero idiota.
-Io..AHIA!- esclamò quando Jimmy lo colpì dietro la nuca.
-Questo è per essere stato un completo coglione. Ti rendi conto di quello che hai fatto?- lo fulminò -Ecco perchè ti guarda in quel modo, è terrorizzato! Lo hai terrorizzato!-
-Mi dispiace, ok? L'ho spaventato ma non ho fatto altro, giuro!-
-Non è a me che devi dirlo genio!-
-Di certo non andrò da lui a implorare perdono.-
-Oh si che lo farai.-
-Cosa?-
-Tu hai fatto il casino, tu lo risolvi.-
Matt sbuffò. Infondo aveva ragione. Ma non era quello il punto. Se nn riusciva neanche a stargli vicino senza sciogliersi come una ragazzina come poteva pretendere di andare lì e rivolgergli la parola? Con quale coraggio l'avrebbe fatto?
-Quindi è tutto qui?- chiese poi Jimmy -Non c'è altro?-
-No, nient'altro.- sospirò il più grande.
-Ne sei sicuro?-
-Si, Jim, sono sicuro.- mentì.
-Non ti credo. Ma va bene.- fece Jim alzandosi.
Matt lo guardò, confuso -Dove vai adesso?-
-A casa, dove vuoi che vada?- esclamò con fare ovvio -Facciamo che mi chiami quando vorrai parlarne.-
-Parlare di cosa?- fece Matt.
Ma l'amico si era gia allontanato.
 
 
Entrò in classe con la solita voglia con cui un alunno mette piede in un aula scolastica.
Inesistente.
C’erano gia tutti. Compreso Jim seduto al solito banco in fondo che lo aspettava.
Gettò la borsa sul banco provocando un tonfo sordo e si spalmò letteralmente sulla sedia sospirando.
-Buongiorno!- gli sorrise Jimmy, raggiante. Ma come diavolo faceva?
-Hmm- fu l’unica risposta che ricevette mentre Matt si piegava sul banco affondando il viso nella borsa. Chiuse gli occhi cercando di isolarsi dal caos che regnava in quell’aula.
-Non hai dormito Mattie?
-Hm, Jim non chiamarmi in quel modo- si lamentò. Poi si rimise dritto stropicciandosi gli occhi.
-Sul serio, hai dormito o no? Sembri uno zombie.-
-Per niente.- sbuffò –Ed è tutta colpa tua.-
-Mia?- rise Jimmy.
-Si, tua Sullivan.-
-E perché di grazia?-
Matt sbuffò distogliendo lo sguardo dall’amico –Devo parlarti.-
-Uh, interessante! Argomento?-
Matt, intento a torturarsi le mani, sospirò spostando lo sguardo su di esse. Schiuse le labbra ma non sapeva esattamente cosa dire –Ecco, non…non so che mi succede.- mormorò.
Jimmy tornò improvvisamente serio e lo scrutò per un po’. Fece per dire qualcosa ma il professore entrò in aula e dovette rinunciare.
Durante tutta l’ora si limito ad osservare Matt. Questo guardava un punto preciso dell’aula senza distogliere mai lo sguardo. Le uniche volte che lo faceva lo sentiva sbuffare. Così, curioso, seguì il suo sguardo e non ci mise molto a capire cosa guardasse.
O meglio, fissasse.
Zacky.
E improvvisamente sembrò capire il significato delle sue parole.
Il più piccolo si trovava non molto distante da loro e anche lui non sembrava prestare molta attenzione alla lezione. Matt si perse nel fissare il suo profilo, sembrava quasi accarezzarlo con lo sguardo, studiarlo e poco dopo, senza preavviso, Zacky si voltò incontrando il chiaro degli occhi del più grande.
Ma non aveva distolto lo sguardo, anzi era stato Matt a farlo.
E Jim potè giurare di averlo visto arrossire.
E non capita tutti i giorni di veder arrossire Matt Sanders. Evento epico, pensò Jim.
Si lasciò sfuggire un sorriso e scosse la testa mentre guardava Matt con aria soddisfatta.
-Che c’è?- sbottò questo infastidito.
Jim fece spallucce guardandolo con aria innocente –Niente-
 
 
-Dove stai andando?-
Jim si ritrovò a dover rincorrere Matt lungo il corridoio mentre questo sembrava voler scappare.
-E’ ricreazione e sto andando in bagno, mi sembra ovvio.- fece il più grande non accennando però a voler rallentare.
-Tu stai scappando.-
-Scappando? E da cosa?- rise Matt.
Jim gli si parò davanti costringendolo a fermarsi, poi lo afferrò per un braccio trascinandoselo dietro fino all’aperto –Spara.-
-Non sono armato, vengo in pace.- fece Matt alzando le mani.
-Non fare il simpaticone proprio ora. Che c’è che non va?-
Matt sospirò passandosi una mano tra i capelli –E va bene.- sbuffò – Ecco..c’è, ehm..questo mio amico che..-
-Un tuo amico?- lo interruppe Jimmy guardandolo scettico.
-Se vuoi che continui devi stare zitto.-
L’altro annuì e Matt continuò –Lui..ehm..a lui p-piace un ragazzo, un..un tuo amico..-
-Vuoi dire Zacky?-
Matt sospirò guardando altrove. Ormai era fatta.
-Si. Zacky.-
-E questo tuo amico..è etero, giusto?-
-Si.-
-Quindi per lui è una cosa nuova.-
-Si.- Matt abbassò lo sguardo colto da un’improvvisa consapevolezza. Si stava aprendo volontariamente. E questo lo spaventava a morte.
-Da quanto Matt?- chiese poi Jim che ormai sembrava aver capito tutto.
-Dal primo giorno in cui ha messo piede in questa sfottuta scuola.-
-E’ per questo che ti comporti in modo strano? Ti piace?-
-L-Lui è..-
-Ti piace o no?-
-Si. Si mi piace.- sbuffò Matt.
-E dov’è il problema? Si tratta solo di andare a parlargli e-
-No, scordatelo!-
-Matt ascolta-
-No ascoltami tu!- sbottò il più grande interrompendolo ancora –Tutto questo è..insomma..è diverso! E’..io non…non posso provare una cosa del genere, non è umanamente possibile che io rischi di svenire ogni volta che quell’idiota fa qualcosa o..o che resta a guardarmi senza un motivo..-
-Anche tu lo fai.- sorrise Jim
-Non è la stessa cosa, ok? E se poi non ci fosse spazio per nessun’altro? Che faccio se finisco per innamorarmi di-
-Non lo sei gia?- fu Jim ad interromperlo sta volta.
Matt rimase interdetto, abbassò lo sguardo, pensieroso –Lo sai che non sono bravo in queste cose. Io..rovino sempre tutto.-
-Sei solo spaventato.-
-Beh sono stufo di esserlo.-
-Non preoccuparti del fatto che sia un uomo, non è sbagliato.-
-Lo so. E’ che..è la prima volta che..-
-Lo so.- sorrise Jim.
-Che faccio adesso?-
-Gli parli.-
-Ok.- si arrese Matt, avrebbe dovuto farlo prima o poi –Però decido io quando.-
-Va bene capo- rise l’altro.
 
 
Si rigirò un CD tra le mani chiedendosi se comprarlo o no, mentre ripercorreva con lo sguardo la lista delle tracce sul retro della confezione.
-Hm, quello ce l’ho anch’io!- Esclamò Jimmy spuntando alle sue spalle.
-Credevo di averti perso nel reparto Film.- sorrise Zacky –Hai preso qualcosa?-
-Si, solo Wrong Turn. Credo che lo rivedrò per la dodicesima volta.- fece spallucce.
-Grazie per avermi accompagnato- fece il più piccolo mentre uscivano dal negozio.
Jimmy sorrise –Hai da fare ora? Pensavo di prenderci una birra, tra poco ci raggiungerà anche Brian.-
-Veramente dovrei tornare a casa.- fece dispiaciuto –Sai ho saltato una verifica a causa delle assenze e..dovrei studiare.-
-Oh, ok non c’è problema, Però ti accompagno a casa.-
-Va bene.- sorrise Zacky.
Camminarono in silenzio sul marciapiede, finchè Jim non disse qualcosa che lo lasciò un po’ interdetto. –Come stai?-
-A dire il vero..- deglutì –Non lo so. Cioè volevo..chiederti una cosa.-
-Certo, fa pure.-
Zacky si schiarì la voce in imbarazzo –Matt..ecco lui..perchè ce ’ha con me?- Jimmi lo guardò intenerito dal modo in cui le sue guance si tinsero di rosso.
-Perché pensi che ce l’abbia con te?-
-Non è ovvio? E poi ci eravamo gia “incrociati” prima che incontrassi te.- spiegò il più piccolo.
-Lo so.-
-Lo sai?-
-Si, me lo ha detto. Ma non ce l’ha con te Zack, sta solo..attraversando uno strano periodo, ecco.-
Zacky annuì, seppur poco convinto –Però..non gli sto antipatico vero?-
-Perche me lo chiedi?-
-E’ carino.- arrossì –Cioè, è molto carino.-
Jimmy sorrise, quegli idioti si piacevano e non avevano neanche il coraggio di rivolgersi la parola.
-Non glielo dici, vero?-
-Certo che no, sta tranquillo.-
-Perché credo di non piacergli molto, quindi…e poi è etero, no?-
-Beh, mio caro Zacky, nella vita non si può mai dire lo sai.-



Si, i miei Zacky e Matt sono decisamente due idioti. Si decideranno mai a rivolgersi la parola? u-u
Mistero! Però dai stanno facendo enormi passi avanti xD
Scrivere questo capitolo mi ha un pò annoiata, non vedo l'ora di arrivare ai momenti più intensi della storia. Anyway, spero a voi piaccia. E ora vi lascio :33
XOXO

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 7. Apologize Pt.1 ***


 


Questo capitolo, come potete notare, sarà diviso in due parti. Avevo poco tempo per scriverlo ma volevo comunque pubblicarlo al più presto quindi visto che mi è sembrato parecchio lungo ho deciso di dividerlo in due parti. Per ora eccovi la parte 1 mentre la seconda arriverà a breve. Premetto che è stato difficile trovare le parole giuste per far finalmente interagire quei due babbuini dei protagonisti ma alla fine ce l'ho fatta. Spero mi farete sapere cosa ne pensate.
A presto C:
XOXO

7. Apologize pt.1

 
 
La mandibola faceva male, un male cane, ma si trattenne dal toccarla. Anche solo sfiorarla gli avrebbe procurato un dolore acuto. A far da contrasto a quelle iridi chiare invece, proprio sotto l'occhio sinistro, si estendeva un livido violaceo.
Sta volta avevano esagerato. E Zacky non sapeva cosa fare, dove andare.
Così aveva fatto ciò che avrebbe dovuto fare gia da un pò. Aveva corso, anche a costo di cadere e slogarsi qualcosa procurandosi più danni di quanti gia non avesse, aveva corso fino a casa di Jim. Aveva bussato, ancora con il fiatone, aspettato pazientemente quei pochi secondi prima che la porta venisse aperta ed era scoppiato in un pianto liberatorio solo quando il padrone di casa lo aveva abbracciato, senza dire nulla, solo notando il suo viso e quel luccichio nei suoi occhi.
Poi si era chiuso la porta alle spalle e lo aveva guidato sulle scale della veranda.
Zacky intanto cercava di cancellare le lacrime che continuavano a rigargli il viso silenziose, ma senza successo.
Jimmy lo avvicinò a sè baciandogli dolcemente una tempia e accarezzandogli i capelli, aspettando che fosse pronto a parlare.
Il più piccolo aprì bocca solo quando quei singhiozzi incessanti smisero di smuovere convulsamente il suo corpo.
-N-Non sapevo dove andare- biascicò.
-Che è successo?-
Ma Zacky scoppiò nuovamente in lacrime. Era al limite.
Le immagini di quello che era successo poco prima lo tormentavano ancora.
Sentiva male ovunque. Si sentiva inutile.
-Sono st-tanco- singhiozzò.
-Ehi..calmati avanti- sussurrò amorevolmente Jimmy carezzandogli piano la schiena. -Dimmi che è successo- ritentò -Chi ti ha fatto questo?- cercava il suo sguardo, lo toccava, lo sfiorava per evitare di fargli male.
Ma Zacky non rispose. Scosse la testa tenendo lo sguardo basso.
-E’ stato Ray?-
Il più piccolo schiuse le labbra ma nessun suono uscì dalla sua bocca.
-Zacky, parlami.-
-Non voglio.- soffiò.
-Come posso aiutarti se non mi parli?-
-Non puoi…non so neanche perché sono qui.-
Jimmy rimase in silenzio, qualunque cosa fosse uscita dalla sua bocca in quel momento sarebbe sembrata soltanto incredibilmente stupida.
Sentì Zacky sospirare mentre voltava lo sguardo verso la strada. Si accorse di quanto fossero distrutti i suoi occhi e si chiese se davvero potesse capire quanto stesse soffrendo, quanto male facesse.
-F-Forse ho sbagliato a venire.- sussurrò –Scusami.- fece per allontanarsi ma Jim lo afferrò per un polso bloccandolo in bilico sulle scale. Non voleva che se ne andasse.
Si guardarono per qualche istante negli occhi, sorpresi entrambi da quella reazione, quando la porta alle loro spalle si aprì. Né uscirono Matt, Johnny e Brian. Quest’ultimo fece per dire qualcosa ma si bloccò soffermandosi con lo sguardo sulla mano del suo ragazzo stretta saldamente intorno al polso dell’altro.
Nessuno parlò, ma tutti notarono quegli occhi lucidi, stanchi e arrossati del più piccolo. Per non parlare dei lividi, illuminati dalla luce dei lampioni sulla strada.
-Zack..-
E bastò quel sussurro a convincere l’interpellato a strattonare la presa per liberarsi e allontanarsi in fretta.
Nessuno fece un passo, nessuno si mosse, finchè non lo videro sparire nel buio.
Brian era quasi sicuro che Jimmy non stesse neanche respirando .
-Che è successo?- chiese.
-Non lo so.- e in effetti non sapeva neanche lui cosa fosse successo. E Brian poteva solo immaginare quanto questo gli facesse rabbia.
-Ha solo bisogno di sfogarsi, vedrai che starà meglio.-
-No, no tu non capisci, è successo di nuovo, lo hanno fatto di nuovo!-
-Jim non è colpa tua, non puoi-
Ma senza aspettare che Brian terminasse di parlare, Jim scosse la testa tornandosene in casa.
-Qualcuno deve riportarlo qui.- sospirò Johnny, riferendosi a Zacky.
Ci fu un attimo di silenzio. Non che non volessero andarci, ma ognuno valutava chi fosse la persona giusta per convincerlo a tornare.
-Ma non abbiamo idea di dove sia andato.- sospirò Brian.
-Almeno proviamoci.-
-Vado io.- si voltarono entrambi verso Matt, quasi stupiti. –Tu va da Jim.- continuò.
-Che c’è?- chiese poi vedendo che nessuno dei due si muoveva.
-Sei sicuro?-
-Muoviti prima che cambi idea.-
 
 
Lo trovò rannicchiato con le gambe al petto, la schiena contro un alberò, in un angolo del parco. Lo raggiunse senza pensarci due volte. Senza pensare al fatto che avrebbe potuto procurargli un principio d’infarto dal momento che Zacky non si aspettava di ritrovarselo lì. Non lui.
Si lasciò andare sull’erba accanto a lui facendolo sobbalzare per lo spavento. Matt avrebbe giurato che il suo colorito fosse più bianco del solito in quel momento. Sospirò divaricando le gambe e poggiando i gomiti sulle ginocchia. Guardava davanti a sé senza rivolgere il minimo sguardo al più piccolo, che intanto si chiedeva cosa diavolo ci facesse Matt al suo fianco.
-Da cosa stai scappando esattamente?- Quella domanda lo colse di sorpresa, più di quanto non lo fece quella voce profonda. Inizialmente non pensava neanche fosse rivolta a lui. Poi lo vide voltarsi e guardarlo ma distolse immediatamente lo sguardo. Si sentiva in imbarazzo ogni volta che incontrava quegli occhi. Così simili ma così diversi dai suoi.
-Ti importa?- riuscì a dire poco dopo. E la sua voce gli parse più roca del solito. Tanto che arrossì al solo pensiero che Matt lo stesse guardando.
-Potrebbe, si.-
-Non lo so.- sospirò.
E Matt si ritrovò ancora una volta a fissarlo. Il suo profilo. Perfetto. Quei piercing che contornavano quelle labbra carnose. Ma prima di poter anche solo pensare a come sarebbe stato assaggiarle la sua voce lo riportò alla realtà.
-Mi stai fissando.- fece il più piccolo, continuando però a guardare davanti a sé.
-Perspicace.- constatò Matt.
-Smettila.-
-Di fare cosa?- e sinceramente cominciava a divertirsi. Era arrivato il momento di mettere da parte la paura.
-Piantala di fissarmi. Lo fai sempre.- colpito in pieno.
Matt distolse finalmente lo sguardo mentre Zacky deglutì non appena si rese conto di ciò che aveva appena detto.
-Scusa.- fece allora, ma non sapeva bene per quale motivo.
-Mi chiedi scusa perchè io ti fisso?-
Ora si che si sentiva un vero idiota. Si alzò lasciando l’altro interdetto e si allontanò.
Matt lo seguì, ancora più confuso di prima.
Zacky accelerò il passo, quasi faticava a stargli dietro.
-Lo stai facendo di nuovo.-
Ma l’altro sembrava non volersi affatto fermare.
-Fermati!-
Cominciava a perdere la pazienza.
-Zacky!-
Lo afferrò per una spalla, costringendolo a voltarsi. Si ritrovò a pochi centimetri dal suo volto, entrambi con il fiatone, l’uno negli occhi dell’altro. E arrossirono, per poi scostarsi velocemente.
-Perché continui a seguirmi?-
Matt fece spallucce –Ti importa?- copiò le sue stesse parole di poco prima con un sorrisetto stampato sul volto.
-Tornatene a casa.- sbuffò il più piccolo.
-Scherzi vero? Ci ho messo una vita per trovarti.-
-Nessuno ti ha chiesto di farlo.- fece per andarsene quando la voce divertita dell’altro lo costrinse a voltarsi di nuovo.
-Ti rendi conto che questa è la nostra prima vera conversazione?-
-Lo trovi divertente?-
-Parecchio direi.-
-Certo che sei incredibile.- lo fulminò.
-E tu sei sempre così acido?-
-Dipende dall’idiota che mi trovo davanti.-
-Uh qualcuno sta imparando a usare gli artigli.- ridacchiò Matt.
-Senti vuoi piantarla?- fece il più piccolo sull’orlo di una vera e propria crisi di nervi. Quel ragazzo lo destabilizzava a tal punto a farlo sembrare un completo idiota. Come se stare immobili su un marciapiede in piena sera a guardarsi in quello strano modo fosse normale.
-Di fare cosa?- Matt alzò le mani preso alla sprovvista.
-Questo! Perché mi segui? Perché non te ne vai e basta?-
-Perché dovrei?-
-Non è quello che vuoi?-
-Perché dovrei?- ripetè Matt.
Zacky abbassò lo sguardo sospirando -…Perché lo fanno tutti. Non vedo perché tu non dovresti.-
-Ma io non sono tutti..giusto?-
-Senti-
-No ascolta.- lo interruppe –E’ vero non..forse non centro niente io qui e magari sono anche l’ultima persona che vorresti vedere in questo momento, ma sinceramente spero che non sarà sempre così. Il fatto è che..Jim è davvero preoccupato per te, tutti lo siamo..-
-A-Anche tu?- azzardò il più piccolo.
-Si- fece, senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi -Allora..vieni con me o no?-
Zacky sorrise, incerto –Sei proprio strano.-
Ma forse quella era una di quelle cose che avrebbe potuto evitare di dire visto che Matt si limitò ad annuire e distogliere lo sguardo. Ci restò un pò male, non voleva offenderlo.
Mosse qualche passo andando al suo fianco.
-Facciamo così, ringrazia le tue fossette.- sorrise e si incamminò seguito da Matt che scosse la testa ridendo.
Forse le cose sarebbero cominciate ad andare per il verso giusto.
Forse.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** 8. Apologize Pt.2 ***


 

Questo piccolo scempio è la seconda parte di Apologize. Da qui inizia ogni cosa. Da qui inizia il duro lavoro che dovrò fare per scrivere i successivi capitoli. E spero che continuiate a recensire perchè vi amo alla follia *-*.
A presto ^^
XOXO


8. Apologize pt.2

 
Fortunatamente le cose andarono per il meglio.
Jimmy fu contento di vederlo tornare, parlarono per quelle che sembrarono ore, Zacky non aveva affatto voglia di tornarsene a casa.
“Mi dispiace” aveva mormorato. Sapeva che non sarebbe dovuto scappare in quel modo.
E Jim lo aveva abbracciato.
E Matt aveva sorriso.
Poi li aveva lasciati soli, anche se, in un certo senso, avrebbe voluto esserci lui al posto di Jimmy. Stringere quel piccoletto tra le braccia e farlo sentire a suo agio, chissà se sarebbe mai successo. Chissà se si sarebbero rivolti ancora la parola. I dubbi invece di svanire crescevano e si moltiplicavano tanto da lasciarlo perennemente confuso. Ma il semplice fatto di aver sentito la sua voce rivolta a lui, il suo sguardo nel suo mentre parlava, quel sorriso, anche solo questo gli bastava a farlo felice. Per ora.
Sapeva bene che avrebbe voluto di più. Senza troppi giri di parole, voleva tutto di lui.
E fu in quel momento che si rese conto che forse era troppo tardi. Era innamorato. Fottuto. Andato.
E gli veniva così fottutamente naturale che incominciò a pensare che dopotutto non si sentiva poi così sbagliato.
Come può l’amore essere sbagliato?
Semplicemente non può.
 
Poi avevano ordinato una pizza, bevuto birra e guardato un film horror.
Ma più che guardare il film Zacky si era concentrato su ben altro.
Continuava a spostare lo sguardo su Matt. E ripensava a ciò che era accaduto poco prima. Ora cominciava a guardarlo con occhi diversi, forse qualche possibilità di avvicinarsi a lui c’era. Ma non aveva minimamente idea che Matt stesse pensando esattamente la stessa cosa. Cercava scuse su scuse nella sua mente per poter rivolgergli ancora la parola, ma non voleva sembrare stupido.
Le labbra di Matt si incresparono in un piccolo sorriso quando questo si voltò verso il più piccolo che però distolse immediatamente lo sguardo.
-Ora sei tu che mi fissi.- sussurrò Matt avvicinandosi quel poco che bastava perché lo sentisse solo il diretto interessato.
E Zacky avvampò sentendo il suo fiato caldo avvolgergli l’orecchio -Non è affatto vero.- bisbigliò.
Fortunatamente Jim e Brian, troppo presi dal film, non ebbero modo di accorgersi di nulla. Il ché spinse Matt a continuare -Bugiardo.-
Rischiava di morire lì sul colpo e nessuno se ne sarebbe accorto, rischiava di prenderlo e baciarlo come fosse la cosa più naturale del mondo, urlargli di smetterla di prenderlo per il culo e poi magari baciarlo di nuovo. Si trattenne dal farlo per il semplice fatto che non avrebbe avuto le palle di fare una cosa del genere. Non aveva fegato, non lo aveva e basta. Ma davvero rischiava di esplodere da un momento all’altro.
Poco dopo lo vide alzarsi e sparire chissà dove. Per tutta la durata del film si sentì vuoto, il posto accanto a lui era così freddo. Cominciò davvero a chiedersi che fine avesse fatto.
Così pochi minuti dopo decise di lasciare i due piccioncini finalmente soli e li avvisò che sarebbe andato a fumare una sigaretta.
La tirò fuori dal pacchetto portandola alle labbra, frugò tra le tasche in cerca dell’accendino e imprecò sottovoce quando capì che non lo avrebbe trovato.
-Cercavi questo?- quasi dal nulla vide spuntare una fiamma di fianco all’altra estremità della sigaretta che pendeva dalle sue labbra. Portò una mano sul petto spaventato, prima di voltarsi e trovare Matt proprio al suo fianco. Quando capì si avvicinò quel poco che bastava alla fiamma perché la sigaretta venisse accesa.
-Grazie.- mormorò.
Matt abbozzò un sorriso mentre buttava fuori il fumo.
Ecco dov’era finito tutto quel tempo. Avrebbe dovuto immaginarlo. Di sicuro non poteva essere scappato senza preavviso, anche se per un attimo lo aveva pensato.
E ora c’era di nuovo silenzio.
Cercò di pensare a cosa dire. Doveva pur dire qualcosa. Qualunque cosa.
Ma venne preceduto.
-Sanguini.-
-Si voltò confuso da quell’improvvisa affermazione.
-Come?-
Matt lo guardò divertito –Stai sanguinando.- ripeté –Il labbro.-
Si portò una mano sul taglio presente sul labbro inferiore. La ferita doveva essersi riaperta.
Leccò via il sangue, assaporando quel sapore metallico e pungente, sotto lo sguardo attento di Matt.
Quando si accorse che lo stava guardando arrossì immediatamente abbassando lo sguardo.
-Scusa per averti dato dello “strano”.- fece con voce appena udibile per scappare da quell’imbarazzo.
-Tu chiedi sempre scusa per tutto?- esordì Matt.
-…Si.-
Rimasero in silenzio.
Ognuno cercava di cogliere nell’altro più sfumature che poteva. E ne volevano di più, sempre di più.
-Perché lo fai?- fece poi il più grande.
Zacky quasi dimenticò la ragione di quella domanda, tanto era perso nei suoi pensieri. E poi che razza di domanda era?
-Io..non lo so..-
-Sei troppo insicuro. Ti scusi per essere stato te stesso, per aver pensato quella determinata cosa in quel momento. E non va bene.-
-Ma non dico mai la cosa giusta.-
-E’ questo il punto. Se lo pensi, è la cosa giusta.-
-Quindi...vuol dire che sei strano?-
Matt rise. –Vuol dire che hai poca fiducia in te stesso.-
-Adesso sono confuso.- si grattò la testa il più piccolo.
-Comunque non importa.- fece poco dopo Matt –A volte sento di peggio.-
-Che vuoi dire?-
Alzò le spalle –Si, hai presente? Di solito la gente mi da del coglione.-
E Zacky si maledisse mentalmente tornando col pensiero a quella strana mattina in cui si scontrarono per la prima volta. –Mi dispiace anche per quello.- biascicò.
-Non volevo che ti scusassi.- sorrise il più grande –A questo punto dovrei essere io a farlo.-
Zacky spostò lo sguardo su di lui. Ancora sorrideva, di nuovo quelle fossette.
Fece per dire qualcosa ma venne preceduto.
-Mi dispiace. Non so perché l’ho fatto.- e invece lo sapeva, eccome se lo sapeva.
E a Zacky sembrò così fottutamente sincero.
Così fottutamente bello.
-Pensavo mi odiassi.- uscì dalle sue labbra senza alcun preavviso, tanto che fu costretto ad abbassare lo sguardo per nascondere il rossore sulle sue guance.
Matt sorrise –Io pensavo che tu odiassi me-
-Non ti odio.-
-Neanch’io.-
-E adesso?-
-Beh, adesso…amici?- azzardò Matt.
Zacky annuì sorridendo.
-Comunque…non ti avrei fatto nulla, quel giorno.- deglutì –Non a te.- mormorò poi.
-Che vuoi dire?- fece l’altro curioso.
Matt si lecco le labbra scuotendo la testa –Veramente ho detto gia troppo.- sorrise appena.
-Torno dentro.- fece prima che Zacky potesse dire qualunque cosa.
E lo lasciò lì, proprio come aveva fatto poco prima, durante quel film che non aveva seguito affatto, pregando che non chiedesse alcuna spiegazione.
E Zacky non lo fece.
E Matt gliene fu grato.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** 9. Oxygen ***


Ed ecco a voi il capitolo tanto atteso. IL BACIO. Oddio mi sono divertita un casino a scriverlo, non chiedetemi il perchè XD amo mettere i miei personaggi in difficoltà.
E' un capitolo tutto dedicato ai nostri due piccioncini. ZA ZA ZA ZAAAAAAAAN.
Buona lettura C: aspetto i vostri commenti con ansia *0*

9. Oxygen



Seduto con le gambe a penzoloni sull’acqua fissava distrattamente il riflesso sotto di sé.
Il cellulare spento, la mente aperta, voleva che il mondo intero svanisse. In quel momento voleva solo un po’ di pace.
Il molo era quel posto in cui andava quando il mondo doveva tornare a girare nel senso giusto. Uno di quei posti che hanno un bottone incorporato, quello che ti permette di tornare indietro alla canzone precedente. Tu lo spingi e il problema non solo sparisce, ma non è mai esistito.
Insomma, uno di quei posti che non esistono.
Sospirò fissando le onde che increspavano il suo riflesso giocando con la luce che brillava sull’acqua cristallina.
Erano passati appena due giorni da quando le cose con Zacky si erano finalmente risolte. E gli mancava. Gli mancava terribilmente, ma non chiedeva mai di lui. Ne a Jim ne a Brian. Nonostante il fatto che Jimmy avesse esultato come una ragazzina non appena Matt gli aveva confessato di aver parlato finalmente con Zacky. Ma erano soltanto due amici, e a meno che non voleva rovinare tutto di nuovo doveva comportarsi come tale. Un amico, nulla di più.
-Ciao.-
Si voltò corrugando le sopracciglia, colto alla sprovvista da quella voce alle sue spalle.
Ma non appena incrociò il suo sguardo la sue espressione mutò completamente.
-..Zacky.- biascicò stupito mentre il più piccolo sorrideva imbarazzato.
-Ho scoperto il tuo posto segreto?-
-Qualcosa del genere.- sorrise Matt –Che..che ci fai qui?-
-Colpa sua.- fece indicando Majesty che scodinzolava qua e là -Facevamo un giro e..ti ho visto.-
Matt notò l’imbarazzo del più piccolo. Arrossiva. Sempre, per qualsiasi cosa. Non che a Matt dispiacesse, anzi, era una visione meravigliosa ai suoi occhi.
-Beh, allora noi-
-Mi fai compagnia?-
Parlarono all’unisono per poi bloccarsi di colpo. In realtà nessuno dei due voleva che l’altro andasse via.
Fu Matt ad aprire bocca di nuovo evitando quell’imbarazzante silenzio che si era creato.
-Vuoi…restare?- sperò di sentir uscire un “si” da quelle labbra perfette. E infatti le vide incresparsi in un tenero sorriso prima di schiudersi –Si, certo.-
Si sedette al suo fianco, premettendosi di non sfiorarlo in alcun modo. Ma inevitabilmente piombò un improvviso silenzio mentre Matt tornava a fissare l’acqua sotto di se.
E Zacky si sentì decisamente di troppo, non aveva minimamente idea di cosa dire.
-Qualcosa non va?- chiese allora.
-No, solo..pensieri.- accennò un sorriso.
-Beh, spero tu non stia pensando di buttarti perché non ho intenzione di tuffarmi per salvarti la vita.-
Matt scoppiò a ridere facendo sorridere il più piccolo –E dov’è finito il “salti tu, salto io”?-
-Oh, no così è troppo facile, non puoi tirare in ballo Titanic!-
-Beh, l’ho appena fatto, mio caro Jack.-
-Quindi tu saresti Rose?- rise Zacky.
-Hm, giuro che a questo non avevo pensato. E comunque, come siamo arrivati a parlare di uno stupido film?-
-Credo…ehi un momento, non è uno stupido film!-
-Stai scherzando?- rise Matt. –E’..-
-Bellissimo.- fece prontamente il più piccolo.
-No credo che la parola che stessi cercando fosse..orribile. Gia.-
-Scommetto che non l’hai nemmeno visto.-
-Si, purtroppo.- scherzò Matt –Perché lo adori così tanto?- chiese poi curioso.
-Non lo adoro infatti, è che..- sembrò pensarci un po’ su –Lascia stare.- fece poi.
-Oh, no, adesso voglio saperlo.-
Il più piccolo sospirò, poi aprì bocca, ancor prima di rendersi conto di star per parlare sul serio –L’ho visto solo una volta a dire la verità. Con il mio ex.- sorrise appena –Lui lo adorava.- abbassò lo sguardo facendo spallucce –E’ stupido lo so.-
-No, non lo è.-
E Matt non aveva distolto lo sguardo dal suo viso, nemmeno per un secondo. –Come si chiamava?-
-Gerard. Ma non mi va di parlarne.-
-Sta tranquillo.-
-E tu?- chiese poco dopo Zacky –Hai qualcuna?-
Matt sospirò –Avevo una ragazza. Val.-
-E’ non è andata bene?-
-All’inizio si. Poi…l'ho trovata con un altro..-
-Oh. Mi dispiace.-
Matt fece spallucce –Avrei dovuto immaginarlo.-
-Ti..manca?-
-Qualche volta, si.- ammise.
Zacky tornò a guardare l’acqua sotto di se. Non aveva alcuna possibilità di piacergli, ora lo sapeva.
Matt si ritrovò a guardarlo, notando poi quei lividi ancora presenti su gran parte delle sue braccia.
-Come ti senti?- chiese.
-Non guardarmi in quel modo.- sbuffò il più piccolo. Ma Matt insistette e questo alzò gli occhi al cielo –Sto bene.-
-E perché non ti credo?-
Si sentì irrimediabilmente a disagio, non si aspettava che Matt lo capisse. Si sentiva inadatto e fuori luogo, sbagliato e diverso, soprattutto in quel momento. Così di colpo si alzò, sotto lo sguardo confuso dell’altro.
-Devo andare.-
-Di gia?- anche Matt si rimise in piedi.
-Si.- richiamò Majesty e fece per allontanarsi.
-E se ti facessi sentire meglio?-
-Ho detto che sto bene.-
-E io ti crederei se fosse vero.-
-Come?- chiese alla fine rassegnato.
-Passiamo un po’ di tempo insieme, vuoi?-
Il cuore di Zacky perse un battito. Del tempo insieme? Loro due da soli? -Sei…sicuro?-
-Certo, perché non dovrei?- fece spallucce -Ti va?-
E Zacky sorrise sentendo un improvviso calore salire a scaldargli il petto. –Si.- annuì.
 
 
Avevano passato la maggior parte del tempo davanti ai videogiochi e Zacky forse non si era mai sentito davvero a casa come in quel momento. Gli venne così naturale in quel momento essere se stesso, con Matt al suo fianco. Cominciava a dargli fiducia. E Matt lo sentiva.
E si sentì davvero fiero di quello che era riuscito a costruire con lui in così pochi giorni.
Solo poco tempo fa si era ripromesso di stargli alla larga, ora invece non riusciva più a stargli lontano.
-Ti ho stracciato!- decretò Matt alzando le braccia in segno di vittoria.
-Fanculo!-
-Avevi detto di essere bravo in questo gioco.-
-Lo sono!.-
-Si, certo.- rise Matt.
-E, di grazia, come spiega la mia precedente vittoria?- fece Zacky incrociando le braccia al petto.
-Solo culo.-
-Culo?-
-Gia, culo. Un gran culo, tutto qui.-
Zacky sbuffò offeso –Beh, se non altro ho un bel culo.-
Matt lo guardò stranito per poi scoppiare a ridere mentre il più piccolo colse solo in quel momento il doppio senso di quella frase.
-Aspetta, non in quel senso!- arrossì davanti a Matt che continuava a rotolare sul divano tenendosi la pancia.
-Si certo!- rise.
-Non intendevo quello!-
Matt si asciugò le lacrime con un gesto teatrale, poi cercò di calmarsi –Voglio vederlo.-
-Cosa?-
-Ma il tuo bel culo, è ovvio!-
-Non prendermi in giro!-
-Ma non ti prendo in giro!- lo tirò verso di sé nonostante Zacky cercasse di fare resistenza, lo intrappolò tra le sue braccia e prese a fargli il solletico ovunque.
-Matt piantala!- urlò senza più fiato e con le lacrime agli occhi mentre si contorceva sotto la sua presa –Andiamo, smettila! Giuro che ti ammazzo!-
-Non sei credibile.- rise il più grande continuando a torturarlo. Poi gli afferrò il sedere –Eccolo!- ma Zacky scostandosi di colpo fece cadere entrambi sul pavimento, finendo inevitabilmente su Matt.
Questo emise un lamento portandosi una mano a massaggiarsi la testa –Che botta.-
Zacky piantò le mani ai lati della sua testa guardandolo dall’alto –Stai bene?-
-Direi che stavo meglio prima.-
-Così impari.- rise il più piccolo.
Matt lo guardò, e un sorriso spontaneo si formò sulle sue labbra, ma nel momento esatto in cui i loro occhi si incontrarono tornò il silenzio. E Matt voleva baciarlo, dio se voleva baciarlo!
Senza pensarci due volte si alzò sui gomiti trovandosi a pochi centimetri dal suo viso. Zacky arretrò istintivamente, ma poteva sentire il suo respiro caldo infrangersi contro la sua pelle, il verde dei loro occhi mischiarsi, e finì per spostare lo sguardo sulle sue labbra.
Rimase immobile. Voleva che fosse Matt a decidere quando sarebbe stato il momento giusto. Questo portò una mano sulla sua guancia, la sfiorò appena con il pollice ma prima che potesse toccarla per davvero, accarezzare quella pelle morbida, vennero interrotti dal suono del campanello.
Entrambi sobbalzarono spaventati voltandosi verso la porta e interrompendo quel contatto visivo che si era creato. Velocemente cercarono di alzarsi, evitando l’uno lo sguardo dell’altro.
Il primo a tirarsi su fu Zacky che raggiunse immediatamente lo porta cercando di darsi una sistemata. Tornò pochi secondi dopo trovando Matt seduto di nuovo sul divano. Cercò di non pensare a ciò che era accaduto, o stava per accadere, poco prima. E per un attimo si chiese se Matt lo avrebbe fatto davvero, se davvero lo avrebbe baciato, se era proprio ciò che stava per fare.
Fece un respiro profondo prima di raggiungerlo e attirare la sua attenzione.
-E’ arrivata la pizza.- sorrise, cercando di sembrare il più normale possibile.
Il più grande sorrise ma non disse nulla.
Mangiarono in silenzio.
In pochi istanti era cambiato tutto. Ed era bastato solo un gesto a far sì che non trovassero neanche più il coraggio per guardarsi negli occhi.
-Grazie per la compagnia.- fece poi Zacky sorridendo appena e rivolgendogli una veloce occhiata. Si sentì in dovere di dire qualcosa o quella situazione lo avrebbe ucciso.
Matt fu quasi sorpreso di sentire la sua voce –Rimani spesso da solo?-
-Mia madre lavora molto.- annuì.
Di nuovo silenzio.
Era così frustrante.
Sarebbe voluto scappare. Ma quella era casa sua, con che scusa lo avrebbe lasciato lì da solo come un idiota?
In qualche modo doveva allontanarsi, anche solo per poco, da quella stanza.
Decise così di alzarsi –Prendo qualcosa da bere.- mormorò e sparì in cucina.
Matt intanto era sull’orlo di mandare tutto al diavolo. Voleva averlo, ma non sapeva ancora come, voleva sentire di nuovo il suo profumo, o quel corpo così vicino al suo, cancellare quella sensazione di vuoto ogni volta che lo vedeva allontanarsi, tenerlo tra le braccia, così che il mondo si staccasse un po’, così da sentirsi nel posto giusto al momento giusto.
Doveva farlo. Voleva farlo. Ora.
Quanto tempo aveva perso a immaginare il momento adatto. Avrebbe mandato tutto al diavolo all’istante se rovinare ogni cosa avrebbe significato poter premere finalmente quelle labbra contro le sue.
E se fosse stato quello il momento adatto? Il danno era stato fatto, tanto valeva restare in gioco.
Tanto valeva mettere in pratica ciò che pensava ormai ogni giorno.
Si alzò senza riflettere realmente su ciò che stava per fare. Si diresse in cucina e non appena varcò la soglia vide Zacky di spalle che dopo aver chiuso il frigo posava le bottiglie che teneva tra le mani sul ripiano al suo fianco. Provò a muoversi ma tutto il coraggio di poco prima si sgretolò all’istante scivolando via.
Prima che il più piccolo si accorgesse di lui si avvicinò velocemente fermandosi poi alle sue spalle.
-Zack..- mormorò.
Zacky si voltò di colpo. Fece per dire qualcosa ma venne interrotto da Matt che posò una mano sulla sua, che ancora reggeva una delle bottiglie, la guidò delicatamente a lasciare andare l’oggetto e la strinse con la sua. Sentiva il cuore uscirgli dal petto, sentiva che sarebbe esploso da un momento all’altro, non riusciva neanche più a spiccicare parola ormai.
Zacky intanto lo guardava curioso, confuso. Deglutì quando Matt cominciò ad avanzare ancora facendolo indietreggiare piano fino a fargli poggiare la schiena contro il frigo e non lasciò il suo sguardo neanche per un momento.
Non era uno di quei momenti in cui tutto succede così in fretta che non hai neanche il tempo di renderti conto di ciò che stai per fare. Al contrario, sembrava essersi fermato anche il tempo insieme a loro. Matt si muoveva lentamente, assaporando ogni centimetro che bruciava mentre si avvicinava sempre di più alle labbra del più piccolo, ogni sensazione.
Zacky quasi dimenticò di respirare, tanto era preso dal cambiamento repentino dell’altro..
-Che fai..- provò a dire. Una mano del più grande si fermò sul suo fianco mentre l’altra percorreva piano il suo collo fino a fermarsi dietro la sua nuca.
Matt si leccò le labbra, inumidendole appena, quando i loro nasi quasi si sfiorarono. Era a un soffio dalle sue labbra, sentiva il suo respiro caldo e irregolare.
Zacky, preso dalla miriade di emozioni che stava provando, portò le mani sul petto del più grande, dapprima questo pensò che stesse per allontanarlo ma poi lo vide afferrargli la maglia e avvicinarlo ancora di più a sé, fino a far aderire i loro corpi.
-Fallo- sussurrò stringendo la presa.
Era troppo tardi per tirarsi indietro.
Chiuse gli occhi.
Lo baciò.
E fu incredibilmente bello.
Esattamente come una boccata d’ossigeno.
Quelle labbra morbide combaciarono alla perfezione con le sue. Il suo corpo contro quello del più piccolo quasi tremava, si sentiva una ragazzina al primo bacio.
Schiuse le labbra lentamente trasmettendo le sue intenzioni all’altro che in poco tempo si ritrovò a fare lo stesso finchè anche le loro lingue non si scontrarono. Sentì continui brividi salirgli su per la schiena tra un misto di eccitazione e paura, mentre la lingua calda del più piccolo andava a solleticargli il palato. Quel bacio, iniziato con una lentezza estenuante, divenne poco a poco famelico e impaziente, mentre una mano del più grande andava intrufolarsi sotto la maglia dell’altro accarezzandolo lentamente e facendolo rabbrividire.
Quando il respiro cominciò a mancare furono costretti a staccarsi.
Matt cercò di dire qualcosa, ma ogni parola gli moriva in gola ancor prima di poter essere pronunciata. E inoltre non aveva la minima idea di cosa dire. Sentiva le lacrime premere per uscire, si pentì immediatamente di ciò che aveva fatto, era stato uno stupido, non era affatto pronto per una cosa del genere.
Magari aveva fatto la cosa giusta, ma nel momento sbagliato.
-Va tutto bene.- sussurrò Zacky vedendolo in difficoltà. Cercava il suo sguardo ma Matt teneva ancora gli occhi chiusi.
-…Scusa.- biascicò con voce appena udibile.
-Prima mi baci e poi chiedi scusa?-
Matt annuì tenendo lo sguardo basso. Zacky gli prese il viso tra le mani avvicinandolo di nuovo a se e unendo ancora le loro labbra, ma non ci volle molto prima che Matt si scostasse di nuovo.
-Che succede?- mormorò Zacky confuso –Matt, guardami.-
Matt scosse la testa -Non…non ce la faccio, io ho...-
-C-Che vuol dire?-
-Ho sbagliato.-

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** 10. Aftermath ***


10. Aftermath

 
 
Uno sbaglio. Certo.
Era stato tutto uno sbaglio. Un madornale errore.
Cercava di convincersi del fatto che avesse rovinato ogni cosa con quel bacio, ma non si rendeva conto di aver davvero rovinato tutto solo scappando via.
Aveva provato così tante emozioni che non era riuscito a controllare. E tra queste aveva vinto la paura.
Ma qui si parlava di un ragazzo, diamine! E lui di questi problemi non se ne era mai fatti. Nonostante avesse preso lui l’iniziativa si era sentito tremendamente inesperto e incapace di muoversi nel modo giusto sotto il tocco di Zacky che sapeva esattamente cosa fare. E infatti lo aveva visto ricambiare il bacio, con una sicurezza inaspettata mentre cercava bramoso la sua lingua più e più volte.
Ma come poteva pentirsi di una cosa che in quel momento era sembrata tanto giusta?
Pensava e ripensava ai suoi occhi. Gli stessi che lo avevano rapito sin dal primo giorno in cui si era accorto di lui, quegli occhi che lo avevano guardato supplicandolo di restare, lo sguardo che si era lasciato alle spalle pensando solo e soltanto a se stesso.
E nei giorni seguenti se ne era stato in disparte, evitando le domande dei suoi amici sul perché si comportasse in quel modo, e per quanto volesse tornare da lui ogni volta si fermava a pochi metri da casa sua senza nemmeno avere il coraggio di avvicinarsi.
E gli mancava. Gli mancava da morire.
Zacky invece lo aveva cercato, anche solo con lo sguardo durante le lezioni ma Matt non gli riservava più quegli sguardi insistenti, evitava accuratamente i suoi occhi, non lo guardava neanche più in faccia. E nonostante ci stesse male gli aveva dato del tempo, magari voleva schiarirsi le idee, magari sarebbe tornato lui, prima o poi. Ma sapeva che non avrebbe resistito a lungo senza quei sorrisi che gli riservava e quei saluti ancora timidi che si scambiavano.
Gli mancava terribilmente, mentre pensava che per Matt non fosse lo stesso.

 
La sua attenzione venne attirata da un foglietto di carta ripiegato che rimbalzò sul suo banco fermandosi accanto alla sua mano. Corrugò le sopracciglia voltandosi nella direzione da cui era stato lanciato incrociando lo sguardo di Brian. Aprì il bigliettino facendo attenzione a non mettersi nei guai con il professore che continuava ad andare avanti con la lezione mentre la classe seguiva in silenzio.
“Hai per caso visto Matt sta mattina?”
Il suo cuore perse un battito alla vista di quel nome. Ripiegò il pezzo di carta e voltandosi verso Brian alzò le spalle scuotendo la testa. L’altro annuì e Zacky tornò a prestare attenzione alla lezione.
Poco dopo venne interrotto nuovamente vedendo un atro bigliettino atterrare sul suo banco.
Lanciò un occhiata veloce a Brian e lo aprì.
“Cinema oggi?”
Si lasciò scappare un piccolo sorriso per poi annuire in direzione dell’amico.
In fin dei conti gli avrebbe fatto bene, aveva bisogno di distrarsi.
Sperava solo che l’invito non valesse anche per Matt.
 
Usciti dall’aula i due si divisero poiché avrebbero cambiato aula per la lezione successiva.
Si diresse a passo spedito al piano di sopra facendosi spazio tra la calca di studenti che si aggiravano per i corridoi.
Ma poco dopo fu costretto a fermarsi, non che dovesse, ma i suoi passi si arrestarono di colpo, davanti alla scena che si presentò ai suoi occhi.
Matt rideva, e vederlo ridere lo faceva quasi rinascere, ma quel sorriso, quella risata, il suo buon umore, non erano diretti a lui. C’era Frank al suo posto. C’era Frank a ridere insieme a Matt.
Entrambi accanto all’armadietto del più grande che questo aveva appena chiuso provocando un rumore metallico.
Velocemente si nascose cercando di cogliere il suono delle loro voci immezzo a tanta confusione.
-Sarà meglio che vada o farò tardi a lezione.- sentì pronunciare da Frank mentre le risate andavano scemando.
-Ah gia, devo andare anch’io.-
-Ciao Matt.- si allontanò.
Matt lo salutò con la mano, raccolse le sue cose e si incamminò.
Zacky non ci penso due volte prima di seguirlo e lo vide entrare in bagno. Si fermò davanti la porta chiusa. Era più di qualche giorno che non gli rivolgeva la parole, con che scusa avrebbe iniziato? Ma in fondo aveva il diritto di chiedere spiegazioni. Così si fece coraggio ed entrò.
Lo vide uscire da una delle cabine e rimase immobile mentre il più grande non si accorse minimamente della sua presenza. Almeno finché Zacky non parlò.
-Ciao.-
Matt si voltò di colpo, colto alla sprovvista.
Deglutì –Ciao.- fu quasi un sussurro il suo.
Zacky mosse qualche passo incerto verso di lui, ma senza avvicinarsi davvero. Teneva lo sguardo basso mordendosi nervosamente un labbro.
-P-Pensavo..- cominciò imbarazzato -Se volevi fare un salto da me oggi…potremmo- Ma Matt lo interruppe prontamente.
-Oh..ehm, io mi..mi vedo con Frank oggi..- mentì. Mentì spudoratamente.
-Ah.-
-P-Per studiare.-
-Certo.- annuì il più piccolo. –Adesso siete amici.-
-Gia..-
Calò il silenzio. Un imbarazzante silenzio di quelli a cui ormai erano più che abituati.
-Devo..tornare in classe..- azzardò Matt.
-Mi stai evitando.-
Rimase interdetto davanti all’affermazione del più piccolo, che parlava senza rivolgergli nemmeno uno sguardo.
-Zacky..io..-
-Perché?- lo interruppe.
-Possiamo..parlarne in un altro momento?-
-E quando? Quando mi eviterai ancora? Quando scapperai come hai fatto l’ultima volta?- Zacky alzò finalmente lo sguardo. Gli occhi lucidi, le guance arrossate. –Perché è esattamente quello che stai facendo! Io voglio che torni a parlarmi, voglio che torni tutto come prima..-
-Allora dimentica tutto.-
-Ma..mi hai baciato..io credevo..t-tu mi..-
-Non dirlo.- fece Matt con tono freddo.
Una lacrima bagnò il viso del più piccolo.
-Mi..-
-Zacky..ti prego..- lo implorò.
-Mi piaci Matt.- E questo fece più male che vederlo piangere.
-Non piangere.- Sussurrò Matt mentre quegli occhi verdi lo guardavano, spenti.
Zacky si avvicinò, piano, fermandosi soltanto quando ebbe raggiunto il più grande che lo guardava immobile. Posò una mano sul suo petto e abbassando lo sguardo su di essa lo spinse lentamente contro il muro fino a che l’altro non vi aderì perfettamente con la schiena.
-Che stai facendo?- sussurrò Matt.
Ma Zacky lo ignorò, non poteva tirarsi indietro proprio ora. Non voleva.
-Zack..- lo chiamò.
-Sta zitto per due secondi, ok?- Zacky  posò entrambe le mani sulle sue spalle alzandosi appena in punta di piedi e avvicinando i loro visi.
-Non farlo.- lo pregò Matt.
-Fermami.- ansimò contro le sue labbra.
Ma non lo fermò.
Neanche quando le loro labbra si incontrarono per l’ennesima volta.
Sta volta fu Matt a stringerlo a se cercando la sua lingua, nonostante una parte di lui gli dicesse di fermarsi. Ma non la ascoltò. Continuò a trascinare il più piccolo in un bacio disperato che tolse il fiato a entrambi.
Quando si staccarono ansimando i loro sguardi si incatenarono immediatamente e non ci volle molto prima che Matt si lasciasse trascinare in una delle cabine chiudendosi la porta alle spalle, spingendo Zacky contro il muro per poi ricominciare quella danza esplorando la sua bocca.
Dio quanto gli era mancato il suo sapore.
Il corpo esile di Zacky veniva sovrastato da quello del più grande facendolo sentire al sicuro tra quelle braccia tatuate.
Matt intrecciava le sue mani tra i capelli del più piccolo tirandoli ma ogni volta che riusciva ad allontanarsi de quelle labbra queste tornavano prontamente a scontrarsi con le sue. Sembrava quasi una lotta disperata che non aveva alcun vincitore. Ansimavano e fremevano mordendosi fino a quasi a sentire dolore.
Quando finalmente per l’ennesima volta riuscì a staccarsi poggio la fronte contro quella dell’altro, ansimando, impedendogli di baciarlo ancora.
-Mi manchi.- sussurrò Zacky.
-Mi serve del tempo Zack.-
-Ma non ha senso..-
-Mi dispiace.- lo allontanò dal suo corpo tenendo lo sguardo basso.
-No non è vero.- fece il più piccolo ricacciando le lacrime. Indietreggiò scuotendo la testa –Sei come tutti gli altri..come tutti loro..non ti importa di quello che provo io!-
-Lo sai che non è vero.-
-Si invece.-
-Non è così semplice Zack, almeno non per me.-
-Di cosa hai paura?-
Ma Matt non rispose. Abbassò semplicemente lo sguardo, ignorando la domanda del più piccolo.
Una domanda che anche lui si poneva da troppo ormai.
Il suo silenzio fu più che ovvio e Zacky si rassegnò. Prese le sue cose e si avvicinò alla porta.
-Se è questo che vuoi..allora non cercarmi più.-
Se ne andò, lasciando l’altro interdetto. Il suo cuore aveva urlato al suono di quelle parole.
Non era questo che voleva. Non era così che doveva andare.
Sta volta aveva sbagliato per davvero, aveva solo peggiorato le cose.
Glielo aveva detto a Jim che lui rovinava sempre tutto.


Dai che dopo questo scempio di capitolo, di cui non sono affatto soddisfatta, le cose cominceranno ad andare per il verso giusto, ve lo assicuro u-u
Per scrivere il dialogo ci ho messo non so quanto tempo e ancora non mi convince, però vabe, sono sicura che se ci avessi rimesso le mani lo avrei rovinato ancora di più XD
anyWay, sono gia in ansia per le recensioni O.O
Alla prossima ^^
XOXO

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** 11. Lie ***


11. Lie

 
Matt camminava a passo lento, teneva le mani nelle tasche dei jeans, lo sguardo basso, il cappello con quella visiera scura che finiva per nascondere i suoi occhi. Era uscito di casa solo perché Jimmy lo aveva praticamente costretto ad andare a vedere quello stupido film.
Quella stessa mattina aveva discusso con Zacky e ora vederlo era l’ultima cosa che avrebbe voluto fare. Anche se prima o poi si sarebbe costretto a parlargli, non voleva allontanarsi da lui, tutto quello che gli aveva chiesto era un po’ di tempo ma a quanto pare avrebbe dovuto affrontare la realtà molto prima di quanto si aspettasse.
-Alla fine sei venuto!- Esclamò Jimmy vedendolo arrivare.
Matt si fermò al suo fianco gettando a terra il mozzicone di sigaretta e soffiando fuori il fumo.
-Dici dopo che mi hai riempito di chiamate e minacciato più di una volta? Si beh non credo di aver avuto molta libertà di scelta.-
Jimmy ridacchiò, poi diede un’occhiata all’orario –Dannato Brian è sempre in ritardo.- sbuffò.
-Quindi siamo in tre?-
-Quattro.-
-Quattro? Ma Johnny non..non usciva con Lacey?- chiese Matt confuso.
-Infatti. Il quarto è Zacky, genio!-
-Ah.- deglutì Matt.
-E’ tutto apposto tra voi, no?-
-Ecco..non proprio..- mormorò Matt, sperando che l’altro non facesse domande.
-Che vuol dire non proprio?- Ecco. Appunto.
-Lascia stare.-
-Che hai combinato sta volta?- lo fulminò.
-Davvero non ti ha detto niente?-
-No.-
Matt sospirò –Ho passato del tempo con lui.-
-Ma è fantastico!- sorrise Jimmy entusiasta.
-Hm, non proprio.-
-Continuo a non capire.-
-Jim l’ho baciato.- disse tutto d’un fiato.
-Cosa? Frena, fermo, aspetta…che vuol dire che lo hai baciato?-
-Vuol dire che ho fatto un casino.- sospirò.
-E..e lui?-
-E lui ha baciato me.-
-Oh.- fu l’unica cosa che riuscì a dire. –Quindi..gli piaci?-
-Si.-
-Non vedo quale sia il problema Matt.-
-Abbiamo litigato. E tutto per colpa mia, ho cercato di spiegargli che non sono pronto..-
-Però ti piace.-
-Si ma..Jim è completamente diverso da..-
-Hai detto si. A me basta, a te no?-
Matt distolse lo sguardo, non sapeva più cosa pensare, sentiva solo una gran confusione nella sua testa. Rimase in silenzio, rimuginando su tutto ciò che era successo in quegli ultimi giorni. E si sentì irrimediabilmente piccolo davanti a un sentimento così grande che nemmeno riusciva a controllare. Con Valary era stato tutto più semplice, non c’era motivo di sentirsi sbagliato o a disagio. Si era semplicemente preso ciò che voleva, esattamente come quando aveva baciato Zacky. Aveva semplicemente fatto ciò che si sentiva. Niente di più.
-Voglio andare a casa mia.- sussurrò, preso da un’improvvisa voglia di scappare lasciandosi tutto alle spalle. Jimmy sorrise dolcemente, era raro vederlo in quello stato, così indifeso.
-Ascolta Matt, e’ normale essere spaventati. E tu hai solo paura, tutto qui. Ma il fatto che tu ci stia così male dimostra quanto tieni a quel ragazzo, anche se hai cercato di allontanarlo, anche se lo hai rifiutato, sei ancora qui a pensare a lui. Questo è l’importante.- Jimmy si avvicinò accarezzandogli la schiena.
-Ma..questo non sono io.- sospirò il più grande.
-Io vedo lo stesso ragazzo di sempre. Solo un po’ più…innamorato.-
-Ma mi ha detto di stargli lontano. Sono praticamente tornato al punto di partenza.-
-Si ma con la differenza che ora sai di piacergli, quindi non lasciarlo andare. L’ultima cosa che vuole è che tu gli stia alla larga, fidati di me.-
-Va bene.-
-Ah e sarebbe meglio che cominciassi a pensare a cosa dire.- fece poco dopo Jimmy.
-Perché?-
Jimmy sorrise indicando un punto con un cenno della testa.
Zacky si avvicinava insieme a Brian. Matt quando si accorse della sua presenza sentì il cuore uscirgli dal petto e lo stomaco contorcersi in preda all’ansia. Aveva completamente dimenticato che a breve sarebbero arrivati e l’improvvisa consapevolezza che tra pochi secondi se lo sarebbe ritrovato davanti gli piombò addosso come una secchiata di acqua gelata.
E nel momento in cui i suoi occhi incontrarono quelli del più piccolo il sorriso di quest’ultimo si dissolse immediatamente, come se non avesse mai incurvato quelle labbra. Matt notò che aveva rimesso gli Snakebites, che per qualche motivo in quei giorni aveva tolto, e si chiese semmai esistessero labbra più invitanti di quelle.
Neanche Zacky riuscì ad essere indifferente alla presenza del più grande. Non appena si era accorto di lui aveva sentito le gambe cedere, il respiro mancargli, ma cercò di essere forte, cercò di tenere bene a mente il fatto che si fosse comportato da completo idiota e che per questo non gli avrebbe rivolto affatto la parola.
Quando li raggiunsero non lo degnò di uno sguardo, non che Matt si sforzasse di fare qualcosa dal momento che teneva semplicemente lo sguardo basso. Jimmy gli lanciò un’occhiata spronandolo a dire qualcosa mentre trascinava il suo ragazzo all’interno in modo da dargli qualche secondo per agire prima che il film iniziasse. Zacky fece per seguirli ma un sussurro alle sue spalle lo costrinse a fermarsi. Chiuse gli occhi dando le spalle al più grande e maledicendosi mentalmente per essersi fermato quando invece avrebbe dovuto evitarlo.
-Non sapevo che saresti venuto anche tu.- aveva sussurrato insicuro Matt alle sue spalle e quelle parole erano suonate esattamente come delle scuse. Si stava scusando per essere lì, per non aver mai fatto la cosa giusta, per averlo ferito più di una volta. E vendo il più piccolo fermarsi lo prese come un invito ad andare avanti. Così si fece coraggio. –So che volevi che ti stessi lontano ma…possiamo parlare?-
-Non lo abbiamo gia fatto?- rispose freddo il più piccolo.
Matt non rispose. Avrebbe voluto dirgli tante di quelle cose, ma stette semplicemente in silenzio mentre il più piccolo raggiungeva gli altri all’interno.
 
Presero posto proprio nel momento in cui le luci si spensero. Furono avvolti dal buio e in un certo senso fu anche piacevole. Matt occupò il posto libero accanto a Zacky, sembrava proprio che Jim avesse scelto quei posti in modo da farli stare vicini. E da quel momento aveva combattuto contro il desiderio di voltarsi e ammirare il profilo del più piccolo illuminato solo dalla luce del grande schermo. Nessuno dei due teneva il braccio poggiato sul bracciolo, temevano anche il solo contatto delle loro mani, ma soprattutto ne l’uno ne l’altro stava davvero seguendo il film.
Nonostante avesse mantenuto lo sguardo dritto davanti a sé per tutto il tempo, Zacky, aveva seguito ogni singolo movimento del più grande: giocherellava con il cappello che teneva tra le mani, gli lanciava veloci e timide occhiate e in più sembrava agitato, lo capiva da come si mordeva le labbra o tamburellava con il piede a terra.
Matt vide poi Brian cingere con un braccio le spalle di Jimmy, e si rese conto che, in qualche modo, era esattamente ciò che avrebbe voluto fare anche lui. Sospirò riportando l’attenzione sullo schermo. Era talmente buio che poteva stringere la mano del più piccolo in qualsiasi momento e nessuno se ne sarebbe accorto. Ma non lo fece. E il fatto che non riuscisse neanche ad allungare la mano e a intrecciare quelle dita tra le sue lo mandava in bestia. L’unica cosa che si permise di fare fu fissare quella mano che Zacky teneva posata sulla gamba, le dita leggermente lontane l’una dall’altra, la pelle pallida e le unghie teneramente mangiucchiate.
Ma voleva di più. Come sempre del resto.
Riportò lo sguardo sullo schermo e poggiò il braccio sul bracciolo con disinvoltura. Pregò soltanto che Zacky non si opponesse al suo tocco quando lentamente fece scivolare la mano sulla sua e lo sentì irrigidirsi all’istante. Sentiva lo sguardo del più piccolo su di sé ma non lo incrociò, si concentrò solo sul calore della sua pelle. Ma quando pensò che forse aveva osato troppo sentì la mano dell’altro rigirarsi nella sua e intrecciare le loro dita. Cercò di calmarsi poiché il suo cuore aveva decisamente aumentato i battiti, rischiava seriamente un infarto, e prese ad accarezzare con il pollice il dorso della mano del più piccolo che stringeva forte la sua. Non poteva credere che nonostante tutto non lo avesse respinto. Era fottutamente al settimo cielo.
Ma, come a volerli cogliere in flagrante, le luci si accesero, lo schermo torno bianco annunciando la fine del primo tempo e in quell’improvvisa presa di posizione della luce sul buio furono costretti a interrompere velocemente quel contatto.
-Andiamo a prendere qualcosa da mangiare.- fece Brian stiracchiandosi e portando con se il suo ragazzo.
Il mormorio delle persone in sala gravava ancora di più sul peso del loro silenzio.
Matt schiudeva più volte le labbra in procinto di dire qualcosa, ma ogni volta le richiudeva sospirando. Zacky teneva lo sguardo basso e giocherellava distrattamente con uno dei suoi piercing.
Stavano impiegando quei pochi minuti da soli nel peggiore dei modi. Se ne stavano in silenzio come se poco prima non fosse successo assolutamente nulla, come se quelle mani non si fossero affatto cercate.
-Perché l’hai fatto?- la voce del più piccolo fu così flebile che Matt fece quasi fatica a cogliere quelle parole. Ci mise un po’ a rispondere, forse non trovava le parole adatte, forse non sapeva semplicemente cosa dire.
-Perché...mi manchi anche tu.- sussurrò. E non se ne vergognò, era solo la verità.
-Non è quello che mi hai detto sta mattina.-
-Lo so. Scusa.-
-E Frank?-
Continuavano a parlare senza mai guardarsi negli occhi. Non erano abbastanza masochisti.
-Era una bugia.-
Zacky corrugò le sopracciglia, incredulo. Non rispose e Matt quasi si pentì di aver parlato.
Le luci si spensero nuovamente e Jim e Brian occuparono i posti al loro fianco.
Era troppo tardi per sussurrare un “mi dispiace”, quelle parole morirono nella gola del più grande, graffiarono quelle pareti, ma non vennero mai pronunciate.
 
Non appena uscirono furono invasi da un venticello fresco. Era calata la sera e le strade erano illuminate solo dalla luce dei lampioni.
Jimmy e Brian camminavano davanti lasciando gli altri due indietro nel silenzio più totale.
Brian iniziava a fare domande su quei due ma Jimmy gli promise che gli avrebbe spiegato tutto uno volta arrivati a casa. Poco dopo infatti si erano ritrovati davanti casa di Jimmy e questo trascinando il suo ragazzo con sé si dileguò con l’intento di lasciare gli altri due da soli. Raccomandò a Matt di accompagnare Zacky a casa e senza aspettare una risposta si allontanò. Matt, del tutto impreparato a questo, rimase interdetto, nel più completo imbarazzo, e lo stesso fece il più piccolo. Così non ebbero altra scelta che incamminarsi insieme, ma senza ancora spiccicare parola.
Poco dopo un sonoro sbuffò fuoriuscì dalle labbra del più grande che inaspettatamente, stufo della piega che quella situazione stava prendendo, aprì bocca.
-Hai intenzione di ignorarmi ancora per molto?-
Il più piccolo non rispose, alzò semplicemente le spalle tenendo lo sguardo basso.
-Mi dispiace di averti mentito.- continuò Matt. –E’ per questo che sei arrabbiato?-
-Non sono arrabbiato.- sospirò Zacky –Sono solo deluso.-
-Deluso?-
-Si. Hai preferito mentirmi invece che dirmi semplicemente di non voler passare del tempo con me. Insomma...avrei capito, non sono stupido.-
Matt fece per dire qualcosa ma l’altro lo precedette, continuando a parlare. –E poi ero geloso.- fece tutto d’un fiato, arrossendo all’istante.
-Tu eri…cosa?-
-Hai sentito bene.- sussurrò tirando su il cappuccio cercando di nascondersi. Provò ad accelerare il passo, ma Matt lo raggiunse fermandolo e piazzandosi proprio davanti a lui.
-Aspetta, geloso di…Frank?- chiese incredulo.
-Non fare domande idiote, idiota. E’ ovvio, lo sai che ha una cotta per te! E poi vengo a scoprire che mi hai raccontato una balla, come dovrei sentirmi secondo te?-
-Ma...lui non mi interessa, dico sul serio!-
-Non prendermi in giro.-
-Non lo faccio!-
-Ah no?!-
Matt scosse la testa incominciando a gesticolare, tirando fuori tutto quello che si era tenuto dentro fino a quel momento. -Sai quante volte mi sono ritrovato davanti casa tua e non ho avuto il coraggio di suonare quel sfottuto campanello? Tu neanche immagini quanto ho dovuto aspettare prima che ti accorgessi di me o come mi sono sentito sbagliato e diverso quando ho capito di volere te, te e basta! Zacky tu sei entrato nella mia vita e hai rovinato tutto! Sei riuscito a mandare tutto a puttane in così poco tempo!-
Il più piccolo venne colpito da quelle parole come fossero una coltellata, abbassò lo sguardo sentendosi colpevole –Mi dispiace. N-Non sapevo di averti causato così tanti problemi. Non volevo.- mormorò mentre reprimeva l’istinto di scoppiare in lacrime.
Matt sorrise –Ma tu sei senza dubbio la cosa più bella che mi sia mai capitata.- sussurrò accarezzandogli dolcemente una guancia mentre incontrava di nuovo il verde dei suoi occhi. Lucidi e brillanti.
-D-Davvero?-
-A me piaci tu.- l’aveva detto davvero??
Silenzio.
Sentiva solo il battito del suo cuore che accelerava fino quasi a scoppiargli nel petto.
Spalancò gli occhioni verdi mentre Matt gli afferrò il cappuccio tirandolo giu e scoprendo quell’espressione stupita.
-Avrei dovuto dirtelo prima.-
-Magari. Si.- fece Zacky sorridendo imbarazzato.
-Scusa se ci ho messo tanto.-


Non lo so...non mi convince molto..bah..lascio a voi i commenti u-u
I prossimi capitoli saranno un mistero anche per me quindi credo ci mettero più tempo a pubblicarli XD
Detto questo, mi dileguo ;) Alla prossima!
XOXO

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** 12. Sleep ***



Eccomi di nuovo qui c: Ho scritto tutta la notte per poterlo pubblicare il prima possibile. Sono particolarmente orgogliosa di questo capitolo, è interamente dedicato a una coppia a cui fino ad ora non mi ero mai appassionata così tanto. Non gli avevo mai dedicato uno spazio tutto loro e credo di aver fatto del mio meglio e spero possa piacere a voi tanto quanto piace a me ^^
XOXO


12. Sleep

 
-Non mi prendevi in giro vero?-
-Ci stai ancora pensando?- Jim alzò gli occhi al cielo rientrando in camera –No Brian, non ti prendevo in giro.-
-Ma…Matt e Zacky? Come diavolo ho fatto a non accorgermene?-
-Vuoi piantarla di agitarti?-
-Posso avere la mia reazione in santa pace?-
-E’ più di un quarto d’ora che rotoli sul mio letto come un cretino, ho avuto anche il tempo di farmi una doccia, penso che possa bastare Brian.-
Brian si fermò per poi alzare lo sguardo sul suo ragazzo che a braccia conserte lo guardava dall’alto, con solo un asciugamano a coprirgli la vita. In effetti non ci aveva fatto molto caso quando lo aveva visto rientrare in camera.
-Ah, è per questo che non tornavi più?-
-Oh mio dio Brian, te lo avevo detto che andavo a farmi una doccia!-
-Scusa se sono ancora sconvolto!-
Jimmy scosse la testa e cominciò a cercare qualcosa da mettere per la notte dando le spalle all’altro che intanto prese a guardarlo accarezzando il suo corpo con lo sguardo.
-Che fai?- chiese mettendo su la sua faccia da cucciolo.
-Mi vesto.-
Un sorriso malizioso spuntò sulle sue labbra. -Hmm, devi farlo per forza?- si passò le lingua tra le labbra mentre ammirava quel corpo seminudo che sapeva essere di sua proprietà. Suo e di nessun’altro.
Jimmy lo ignorò, così si alzò abbracciandolo da dietro e sussurrando con voce roca sul suo collo.
–Sai cosa potremmo fare adesso?-
-Bri, lo sai che non possiamo- sospirò Jimmy cercando di restare lucido.-C’è mia madre di sotto.-
-Ma lei sa di noi.- lasciò piccoli baci sulla sua pelle fino ad arrivare a mordicchiare e baciare la spalla facendolo completamente rilassare contro il suo corpo.
-Non mi sembra una buona scusa per farci trovare a scopare come ricci, sai?- ridacchiò Jim.
Brian lo fece voltare completamente bloccandolo contro il muro e baciandolo, come se avesse un disperato bisogno di quelle labbra. Esplorò la sua bocca giocando con quella lingua calda e facendolo gemere quando sfiorò il bacino con il suo e prese a muoverlo con movimenti lenti e controllati. Jimmy non osò fermarlo e questo lo spinse a continuare finchè non comiciò a sentire l’erezione dell’altro risvegliarsi, coperta ancora dall’asciugamano.
Pose fine a quel bacio solo quando il respiro cominciò a mancare. Ansimò sulle labbra del più piccolo posando la fronte contro la sua.
-Tu non hai idea di quanto io ti desideri in questo momento.- sussurrò –E’ abbastanza buona come scusa?-
-Chiudi la porta.- ansimò Jimmy.
Brian sorrise, sapeva che avrebbe ceduto. Si staccò dal suo corpo lasciandogli un’improvvisa sensazione di vuoto e chiuse lentamente la porta evitando di fare rumore.
Tornato da Jim, che lo aspettava mordendosi un labbro impaziente, riprese a baciarlo accarezzandolo ovunque e beandosi del calore che emanava la sua pelle nuda.
Jimmy spostò le mani sui lembi della sua maglia alzandoli appena –Via questi vestiti.- la sfilò velocemente lasciandola cadere al suo fianco e incominciando a torturare il collo dell’altro con piccoli baci mentre le sua mani scendevano a sbottonargli lentamente i jeans.
Brian sospirò quando sentì distintamente la cerniera che veniva abbassata, lo stava facendo letteralmente impazzire. Sfiorava con le dita la pelle appena sopra i boxer non dandogli però mai ciò che voleva realmente. Continuava a farlo gemere di frustrazione, a fargli desiderare il suo corpo più di qualunque altra cosa.
-Muoviti cazzo..- ansimò.
Jimmy sorrise salendo a mordergli la mandibola –Quanta fretta.- soffiò contro la sua pelle.
Lo provocava. Amava farlo, amava vederlo reagire improvvisamente, prenderlo e sbatterlo da qualche parte fino a farlo urlare. Non era mai come la prima volta. Quello era stato tanto tempo fa, quando facevano l’amore, quando ogni azione o anche ogni piccolo gesto era pensato per non far del male all’altro.
Quello era fare l’amore.
Questo era sesso.
Con quei “ti amo” e quelle parole incomprensibili sussurrate nella fretta di volere di più, quelle parole che sfumavano nel momento dell’amplesso stesso.
E non si sarebbero mai stancati.
Quando anche i jeans raggiunsero la maglia sul pavimento Jim potè finalmente constatare quanto il più grande lo desiderasse. L’erezione gia era ben visibile anche attraverso i boxer neri, a voler dimostrare quanto Brian fosse eccitato in quel momento.
Ma ora decise che toccava a lui prendere il controllo. Prese il viso di Jim tra le mani appropriandosi con violenza delle sue labbra, trascinandolo in uno di quei baci di cui non dimentichi più il sapore. Posò entrambe le mani sui suoi fianchi facendo scivolare giu l’unico indumento che lo copriva. Si prese qualche attimo per ammirare il corpo del più piccolo davanti a sé prima di farlo indietreggiare fino a raggiungere il letto. Lo fece stendere sovrastandolo con il suo corpo. Lasciò una scia di baci sul suo petto sentendolo fremere mentre scendeva sempre di più fino ad arrivare al suo basso ventre. Jim aprì istintivamente le gambe e spinse il bacino contro il viso dell’altro facendo svettare la sua erezione davanti ai suoi occhi, ma l’altro non lo accontentò ancora.
Percorse il suo membro con le dita dalla base alla punta facendolo sospirare pesantemente, vedeva il suo petto alzarsi e abbassarsi velocemente in preda all’eccitazione. Si inarcò appena, gemendo quando Brian chiuse saldamente la sua mano intorno al suo membro e incominciò a muoverla, fin troppo lentamente. Sapere che quelle mani che tanto amava stavano esplorando il suo corpo lo faceva andare fuori di testa.
-Bri..- gemette spingendo ancora una volta il bacino nella sua direzione chiedendo chiaramente di più. Brian lo guardò dal basso, lanciandogli uno sguardo malizioso, poi lasciò andare il suo membro guadagnandosi un’occhiataccia.
-Quanta fretta.- sussurrò.
Jimmy lo fulminò, intuendo che voleva fargliela pagare per poco prima –Sei un bastardo.-
Brian risalì a baciarlo sulle labbra –Hmm, proprio come piace a te.-
Senza che Jimmy avesse il tempo di rendersene conto tornò sulla sua erezione prendendola in bocca, lentamente, esplorandone ogni singolo centimetro mentre la sentiva arrivare fino in gola. Preso da un improvviso piacere Jim gli porto una mano tra i capelli guidandolo nei movimenti mentre con l’altra stringeva le coperte tra le dita e serrava le labbra cercando di non emettere gemiti troppo forti.
-Ah..Brian..- inarcò la schiena –S-Sto per..-
Sapeva che Jim lo avrebbe ucciso se si fosse fermato proprio in quel momento così continuò prendendo a succhiare più velocemente finchè non sentì un urlo strozzato, a mala pena trattenuto, provenire dal ragazzo sotto di se e il suo seme riempirgli la bocca.
Jimmy chiuse gli occhi rilassandosi completamente e cercando di riprendere a respirare regolarmente. Brian si stese completamente su di lui facendo attenzione a non pesargli addosso. Disegnò con la punta del naso il profilo della sua mandibola, aspettando che si riprendesse, per poi succhiare la palle sottostante lasciando dei piccoli segni rossi qua e là.
Ricordò la prima volta che aveva marchiato quella pelle e Jim gli aveva chiesto innocentemente il perchè di quel gesto e Brian aveva semplicemente detto “ora sei mio”. E da quel momento non lo aveva più lasciato. Quello era stato il loro primo vero contatto più intimo. Risaliva ai primi mesi in cui avevano iniziato a frequentarsi ma per lui era come se fosse ieri.
Sorrise tra sé e sé, come faceva ogni volta che ripensava a quei primi momenti insieme. Chissà se Jimmy lo ricordava ancora.
-Jim.- lo chiamò in un sussurro.
-Hm?-
-Voltati.-
Jimmy sorrise, consapevole che la cosa non era finita lì, aspettava solo che Brian gli chiedesse di andare avanti. E lo aveva appena fatto.
Gli lasciò un bacio umido sulle labbra sentendo il suo stesso sapore, poi si voltò stendendosi sulla pancia mentre Brian, alzandosi, si toglieva i boxer liberando la sua erezione ancora insoddisfatta. Cominciò a massaggiare la schiena dell’altro accarezzando ogni muscolo, ogni angolo di quella pelle tanto liscia. Lasciava piccoli baci ovunque partendo dalla nuca fino in fondo, dalle spalle fino ai fianchi. Voleva che si rilassasse completamente, e ci stava riuscendo benissimo. Intanto Jimmy sentiva il suo membro pian piano risvegliarsi ogni volta che l’erezione dell’altro premeva contro le sue natiche regalandosi brividi di piacere.
Brian portò poi una mano fino all’apertura del più piccolo che nonostante fosse rilassato non resistette all’istinto di irrigidirsi immediatamente. Brian continuò ad accarezzarlo mentre infilava dentro di lui il primo dito. E come sempre era un intrusione particolarmente fastidiosa per Jimmy, era impossibile abituarsi a quel genere di cose, non avrebbe mai smesso di provare dolore, come non avrebbe mai smesso di amare il fatto di averlo dentro di lui. Strizzò gli occhi quando anche il secondo dito si unì al primo seguendolo in quei movimenti semplici e apparentemente delicati. Poco dopo si arrese a quella presenza, si lasciò andare, mettendosi completamente nelle mani del più grande, come succedeva ogni volta. Brian, quando sentì i suoi muscoli abbastanza allargati lo liberò da quell’intrusione donandogli una fastidiosa sensazione di vuoto. Lo prese per i fianchi alzandogli il bacino e guidandolo in una posizione più comoda per entrambi, mentre Jimmy affondava la faccia nel cuscino preparandosi mentalmente al fatto che non poteva e non doveva assolutamente urlare. Sentì l’erezione di Brian premere contro la sua apertura e strinse i denti mentre l’altro lo teneva saldamente per i fianchi e cominciava lentamente ad entrare. Il respiro di entrambi cominciò a farsi più pesante man mano che andavano avanti, i sospiri strozzati di Jimmy non facevano altro che invitare il più grande ad andare più a fondo.
E faceva fottutamente male, come ogni volta.
Quando entrò del tutto rimase immobile per qualche secondo permettendo a Jimmy di abituarsi alla sua presenza.
-Jimmy..- ansimò comunicando al ragazzo l’urgenza che aveva di continuare, doveva andare avanti o sarebbe svenuto. Quelle pareti calde, strette attorno al suo membro rischiavano di farlo impazzire e farlo venire prima del previsto.
-Va bene…vai.- annuì.
Uscì quasi del tutto per poi riaffondare lentamente mentre Jim spalancò la bocca ma non emise alcun suono. Si susseguirono spinte lente e regolari, mentre Brian andava sempre più a fondo.
-Aaah, si!- gemette all’improvviso Jim quando andò a colpire la sua prostata.
-Lì?- ansimò Brian spingendosi più volte in quel punto.
-S-Si…Ah!-
Aumentò gli affondi prendendo poi in mano l’erezione del più piccolo e cominciando a massaggiarla portandolo incontro ad un piacere che non riuscì più a controllare. E Jimmy avrebbe voluto urlare il suo nome, pregarlo di non fermarsi, mostrargli a pieni polmoni quanto godesse in quel momento. Ma dovette trattenersi. Venne poco dopo nella sua mano, svuotandosi per la seconda volta, concentrandosi soltanto sugli ansiti profondi e irregolari dell’altro. La contrazione dei suoi muscoli dovuta all’orgasmo portò all’apice anche Brian che si accasciò sulla schiena di Jimmy con un ringhio basso, completamente sfinito, mentre il suo liquido caldo lo riempiva.
Uscì dal suo corpo solo quando si fu ripreso. Si lasciò andare sul materasso respirando a pieni polmoni e trascinando il suo ragazzo con sé facendogli poggiare la testa sul proprio petto.
Era bello starsene così, abbracciati, ed era in un certo qual modo anche meglio che fare l’amore.
-Credo che dovremmo rivestirci.- mormorò Jimmy che gia rischiava di addormentarsi.
-Gia. Dovremmo.-
-Ma non lo faremo.- concluse, nessuno dei due voleva interrompere quel momento.
-No.- sorrise Brian, lasciandogli un bacio tra i capelli. Troppo stanco per preoccuparsi della possibilità si venire colti in flagrante.
-Dormi.- sussurrò poi, stringendolo di più contro di sé.
-Resti qui?-
-Finchè non ti addormenti.-
Jimmy annuì, per poi lasciarsi trasportare dalla stanchezza, e in poco tempo era gia caduto in un sonno profondo.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** 13. Fear ***


13. Fear

 
Era entrato nella sua vita così, all’improvviso, quasi furtivamente. Si era fatto spazio nel suo cuore senza chiedere il permesso e mai avrebbe pensato che un ragazzino sarebbe riuscito a scombussolargli la vita in così poco tempo.
A questo punto temeva soltanto che non ci fosse stato spazio per nessun’altro nel suo cuore, aveva occupato ogni singola essenza del suo essere, aveva squarciato quelle tenebre che lo rendevano cieco, così stupido da non capire che non c’era nulla di cui aver paura.
Amava quel suo sorriso sempre sincero, che però non riusciva a coinvolgere quegli occhi così stanchi, così verdi e belli. E poteva affogarci in quegli occhi, ogni volta era come perdere l’equilibrio, cadere in quei due pozzi finche non ti inghiottivano completamente.
Si strinse di più contro il suo corpo, ripensando alla sera prima.
A quest’ora Brian doveva gia essere al corrente di tutto. Sospirò sentendo il suo profumo invaderlo e facendogli desiderare di restare in quella posizione per sempre.
Non avevano voluto separarsi, così Matt gli aveva offerto di fermarsi da lui per un po’. Ovviamente avevano passato il resto della serata sul suo letto baciandosi e desiderandosi, ma non erano andati oltre.
Matt non era pronto, glielo aveva detto, avrebbero fatto le cose con calma.
Zacky non aveva alcuna intenzione di mettergli fretta.
In realtà non sapevano neanche loro come definirsi. Anche se era del tutto palese che sarebbero finiti per sbocciare in una coppia. Come un bellissimo fiore. A meno che non lo fossero gia. Con un legame che non si sarebbe dissolto così facilmente, avevano entrambi bisogno l’uno dell’altro.
Ad ogni modo erano finiti per addormentarsi.
Ma l’unico che aveva chiuso occhio era stato il più piccolo, si era addormentato con un sorriso dipinto sulle labbra mentre Matt lo aveva abbracciato da dietro.
Lo sentì mugolare qualcosa ma non riuscì a cogliere nessuna di quelle parole, almeno finchè non lo sentì sussurrare il suo nome. Si sporse verso il suo viso credendolo sveglio ma, al contrario, dormiva ancora. Teneva le labbra dischiuse, il respiro calmo, le palpebre tremavano leggermente.
Stava sognando.
-Matt..- sussurrò di nuovo, flebilmente.
-Sono qui.- soffiò sulla sua pelle baciandogli ripetutamente il collo.
Era anche più bello mentre dormiva. E in quel momento aveva un’improvvisa voglia di dirglielo.
Arrossi al solo pensiero, e ringraziò il cielo che Zacky non potesse vederlo, era completamente rapito da quel ragazzino.
Dei colpi leggeri sulla porta attirarono immediatamente la sua attenzione, facendogli quasi rischiare un infarto.
-Matt? Posso entrare o sei impegnato in attività compromettenti?-
Johnny? Ma che diavolo…
-Cazzo, cazzo, cazzo.- imprecò.
Si allontanò velocemente dal corpo del più piccolo, che fortunatamente continuava a dormire, senza rischiare di svegliarlo.
I colpi sulla porta ripresero così cercò di raggiungerla il più in fretta possibile.
-Che diavolo ci fai qui?- bisbigliò chiudendosi la porta alle spalle evitando di fare rumore.
-Buongiorno anche a te eh! Comunque tua madre è appena uscita non ha voluto svegliarti, ha detto che potevo provarci io se ci riuscivo.- ridacchiò.
-Che..che ore sono?-
-Uhm, sono appena le 10.- fece abbassando anch’esso il tono di voce. –Ma perché bisbigliamo?-
-Ah, ehm..no niente..- il più grande si gratto la testa imbarazzato –Andiamo in cucina.-
Johnny lo seguì e prese a guardarlo mentre preparava il caffè.
-Non hai l’aria di uno che ha dormito molto.-
Matt fece spallucce non prestandogli molta attenzione. Voleva solo che lasciasse quella casa in fretta, voleva solo tornarsene in camera e starci almeno per qualche altra ora stretto contro il corpo del suo Zacky.
-E sei anche vestito.- Notò Johnny.
Matt si diede un’occhiata dalla testa ai piedi, indossava ancora i vestiti della sera prima, deglutì. –Ehm..si, ecco io, ero gia sveglio..-
-Non serve che cerchi di pararti il culo, quelle due checche dei tuoi amici hanno gia spifferato tutto al sottoscritto, Matt.-
Piombò il silenzio. Il più grande si irrigidì, dandogli ancora le spalle.
Si schiarì la voce –Non so che vuoi dire.-
-Oh si che lo sai.- ridacchiò Johnny vedendolo in difficoltà. -Allora? dov’è?-
-Seward non so davvero di che diavolo-
-Matt..- una voce assonnata proveniente dal corridoio costrinse Matt a interrompersi.
-…parli.- concluse poi quando Zacky fece la sua entrata in cucina stropicciandosi dolcemente gli occhi. Non appena si accorse dei due ragazzi che lo fissavano arretrò di uno o due passi restando poi immobile sulla porta, quasi mortificato.
-Oh.- fece soltanto. -
-Era esattamente questo che intendevo.- rise Johnny, facendolo arrossire ancor di più se possibile.
Matt si morse il labbro nervosamente, non era così che doveva andare quella mattina. Ma non disse niente, e fu questo a spingere il più piccolo a desiderare di non essere li.
-Fammi indovinare: non è come penso. Giusto?- disse, rivolgendosi a Matt che sbuffò sonoramente.
-Allora Zack, ti unisci a noi per la colazione?- lo invitò Johnny.
Possibile che non capiva che era lui a dover alzare il culo e andarsene?
-Io…- rivolse uno sguardo a Matt, ma questo continuava ad evitarlo imbarazzato –Veramente me ne stavo andando.-
A quelle parole Matt alzò lo sguardo incontrando quello del più piccolo, dischiuse le labbra con l’intento di impedirglielo ma sentiva gli occhi di Johnny puntati su di se e questo bastava a bloccarlo.
-Scusate.- mormorò per poi sparire di nuovo al piano di sopra. E Matt non ci mise molto a capire che avrebbe dovuto seguirlo.Lo vide infilarsi la giacca e si avvicinò da dietro.
-Ehi.-
Zacky si voltò immediatamente sorpreso dal sentire la sua voce.
-Mi dispiace, è arrivato all’improvviso e..i-io volevo che se ne andasse ma-
-Ehi Matt sta tranquillo.- sorrise -Non importa.-
Matt annuì, imbarazzato –Se vuoi restare...io posso mandarlo via.-
-No, è meglio che vada.- si avvicinò mordicchiandosi il labbro inferiore –Sono stato bene.- sussurrò.
-Anch’io.-
-Forse dovremo rifarlo. Un giorno di questi.-
-Magari.- sorrise Matt.
-Allora..ci vediamo.-
-Si, ci vediamo.- cadde in una specie di stato di trance, il suo cervello non connetteva affatto in quel momento. -Ehi Zacky aspetta.- disse ad un tratto tutto d’un fiato, riprendendosi improvvisamente e facendolo bloccare sulla porta della camera.
-Si?-
-Ehm, ti…ti accompagno.- si maledì mentalmente, non era questo che aveva in programma di dire. Stupida timidezza.
-O-Ok.-
Arrivati al piano di sotto, Zacky, fece un cenno con la mano a Johnny che se ne era rimasto in cucina, dandogli quel poco di privacy che gli aveva tolto. Questo gli sorrise salutandolo a sua volta.
Una volta fuori il più piccolo si sporse verso Matt lasciandogli un bacio sulla guancia. –Ciao.- sorrise.
-Oh al diavolo.- preso da un improvviso coraggio lo tirò a sé baciandolo. E Zacky, sorpreso, rispose più che volentieri cercando immediatamente la sua lingua.
-Finalmente.- sussurrò sulle sue labbra prima di allontanarsi lasciandolo lì con un sorriso stampato in faccia.
 
-Posso sapere per quale motivo non sei andato via?- sbottò rientrando in casa –Ehi quello è il mio caffè!-
-Sta calmo armadio!- rise Johnny continuando a bere, per niente preoccupato della reazione dell’amico.
-E tu rispondi, nano.- lo fulminò.
-Beh, per lo stesso motivo per cui voglio saperne di piu di questa storia. Sono il tuo migliore amico Matt, non puoi lasciarmi all’oscuro.-
-Non l’avrei fatto, idiota. E poi non c’era ancora nulla da sapere.-
-Scherzi vero? E che mi dici del fatto che lo hai baciato? Sono sempre l’ultimo a sapere le cose.- incrociò le braccia offeso.
-Se ci avresti lasciati soli a quest’ora avrei qualcosa in più da raccontarti brutto idiota, e non fare l’offeso!-
Johnny rimase in silenzio, squadrando il più grande che si versava del caffè.
-Avete fatto sesso?- chiese poco dopo.
-Johnny!- Matt sgranò gli occhi rischiando quasi di rovesciare tutto a terra.
-Che c’è? E’ una domanda più che legittima!-
-No, non abbiamo fatto sesso, contento?- sbuffò –Quello è l’ultimo dei miei problemi ora.-
-E qual’è il primo?-
Matt sospirò, abbassando lo sguardo –Beh…che succede se qualcuno viene a sapere di noi? Che..che penseranno di me?-
-Beh, questo non lo so. Ma da quando di importa di quello che pensano gli altri?-
Matt fece spallucce –E tu cosa pensi di me?-
Johnny, preso alla sprovvista, ci mise un po’ prima di rispondere.
-Penso che…non lo so, sono..sorpreso in realtà. Cioè, ho sempre pensato che..sai, dopo Valary, non credevo che ti avrei mai visto con un ragazzo, ecco..-
-Secondo te sto sbagliando qualcosa?-
-Io non ho detto questo. Matt, ti voglio bene, lo sai, qualunque scelta farai io sarò qui.-
Matt sorrise per poi stringerlo in un forte abbraccio. –Grazie.-
-Ok, ok non esagerare ora, sai vorrei continuare a tenermela la mia eterosessualità.-
L’altro rise liberandolo.
-Promettimi solo che non mi diventerai una checca.-
-Promesso.-
-Croce sul cuore?-
-Si, Johnny, croce sul cuore.- alzò gli occhi al cielo tracciando con due dita una croce sulla parte sinistra del suo petto. –Come da bambini, contento?-
-Si, e ricordo benissimo che le nostre promesse andavano a farsi sfottere gia dopo 2 secondi.-
-Eravamo uomini di parola.- rise Matt.
 
 
Non poteva credere di aver passato la notte con lui, tra le sue braccia, sul suo letto, a scambiarsi baci finchè non erano crollati addormentati. Dopo Gerard non c’era stato nessun altro e ogni giorno che passava si sentiva incredibilmente solo, ma Matt, beh..lui era la cosa più bella che gli era capitata da quando aveva messo piede in quella città.
-Tesoro, sei tu?-
La voce di sua madre lo accolse non appena mise piede in casa. Oltre a quello, un buonissimo odore di biscotti.
-Hmm, biscotti!- sorrise a trentadue denti.
-Non ti ho sentito rientrare sta notte. Dove sei stato? Sai che non voglio che resti in giro fino a tardi.-
-Mi dispiace, ho dimenticato di avvisarti.-
-Ti ho anche lasciato delle chiamate, non sai quanto mi hai fatto preoccupare Zackary.-
-Ma ero con degli amici.- si difese Zacky addentando un biscotto.
-Lasciane un po’ per dopo pranzo.- lo rimproverò. –E si può sapere dove hai dormito?-
-Ahm..ecco..da un amico.- arrossì.
-Un amico tipo “amico” o un amico tipo che ti piace?-
-La seconda.- mormorò.
La donna sorrise tirandogli una guancia –Mamma!- si lamentò.
-Oh, come sono contenta! Credevo di dover vedere ancora questo bel faccino imbronciato.-
Zacky alzò gli occhi al cielo scuotendo la testa. Perché diavolo si ostinava ancora a parlargli delle sue cotte?
-Allora? Non mi dici il suo nome?-
-Matt. E adesso vado in camera mia.-
-Ma voglio saperne di più!-
-Mamma, ti prego!-
-Spero almeno che sia carino, non come quel..com’è che si chiamava? Gerard?- si buttò sul letto sbuffando mentre sua madre continuava a parlottare tra sé e sè, parlare con quella donna lo sfiniva. Ma dopo tutto quello che avevano passato trovarla di buon umore era davvero meraviglioso. Inoltre  il fatto che avesse preso bene la sua omosessualità fin da quando era bambino era una gran cosa, gli aveva di gran lunga facilitato una parte della sua vita.
Sapere che persino sua madre avrebbe potuto non accettarlo lo avrebbe ucciso.
Letteralmente.


Boh, lo avevo lì bello e pronto che mi fissava con gli occhi dolci e ho pensato "ma si da, pubblichiamo anche questo!"
L'ho scritto tutto di getto, davvero non so cosa aspettarmi da questi capitoli per cui li sto scrivendo di getto e come meglio credo, questa storia è una sorpresa anche per me. Il fatto è che mi ci sto appassionando talmente tanto da arrivare a scrivere anche due capitoli al giorno senza rendermene conto. E davvero non so cosa aspettarmi in futuro XD
E' stato divertente far tornare in scena Johnny come se niente fosse, quel nano è ovunque :3
Alla prossima!
XOXO


Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** 14. Last Song ***


14. Last Song
 
 
-Hmm, devo tornare in classe.- mormorò con voce roca tra un bacio e l’altro.
-Di gia?- sussurrò Matt scendendo a baciargli il collo.
-Hm-Hm.- annuì.
Il più grande sbuffò allontanando le sue labbra da quella pelle pallida.
-Peccato.-
-C’è sempre la ricreazione.-
-Non vedo l’ora.- sussurrò contro le labbra del più piccolo facendolo rabbrividire.
Zacky sorrise lasciandogli un piccolo bacio –A dopo.- disse raggiungendo poi l’uscita del bagno.
Rientrò in classe con uno di quei sorrisi che difficilmente scivolano via dalle labbra.
Si sentiva incredibilmente bene.
Ma era troppo bello per essere vero, e se c’era una cosa che aveva imparato è che tutte le cosa belle in un modo o nell’altro vanno presto a farsi sfottere.
E, come volevasi dimostrare, la sua teoria si rivelò esatta giusto qualche ora dopo.
 
-Ti diverti principessa?-
Quella risata. Dio che fastidio, lo avrebbe preso con piacere a pugni se solo ne avesse avuto il coraggio.
Lo avevano bloccato nel corridoio, Ray e i suoi amici, avevano iniziato a tormentarlo. Cosa che non facevano gia da un po’. E forse era per questo che per un attimo si era illuso che lo avrebbero lasciato in pace, ma si sbagliava.
Come ogni volta non aveva trovato il coraggio di reagire, come ogni volta aveva lasciato che lo usassero per il loro divertimento, spintonandolo, mandandolo a sbattere contro gli armadietti. Si sentiva inutile, privo di forze e di qualsiasi difesa. Provava a proteggersi dai colpi quasi raggomitolandosi su se stesso, alzando le braccia a proteggere la testa e il viso lasciando però in questo modo scoperta la pancia e la schiena che ricevevano colpi a sufficienza da farlo crollare a terra.
E la cosa più umiliante era tentare di rialzarsi mentre veniva deriso dal rumore insopportabile delle loro risate.
L’unica cosa positiva, invece, se così poteva definirla, era che il corridoio in quel momento fosse vuoto e in questo modo avrebbe per lo meno evitato di rendere pubblica la sua continua umiliazione.
-Smettetela.-
Riuscì a dire mentre veniva spintonato a destra e a sinistra finendo nelle mani di uno e poi di un altro ancora finchè non lo lasciavano cadere a terra per l’ennesima volta. Ma la sua voce arrivò come un lamento, fu un debole sussurro che non fece altro che peggiorare le cose.
-Hai sentito Ray?- fece uno di loro prendendolo per i capelli e costringendolo ad alzare il viso mentre Zacky cercava di opporsi –Vuole che la smettiamo.-
-Povero idiota.- risero.
Sentiva le lacrime agli occhi. Le sentiva, ed era più che sicuro che loro potevano vederle, potevano vedere quanto fosse ridicolo in quel momento. Ma non avrebbe mai pianto, non davanti ai loro occhi. Non gli avrebbe dato la soddisfazione di vederlo del tutto a pezzi. Questo mai.
-Hai fegato piccoletto.- sorrise il ragazzo lasciando finalmente la presa.
Aveva il fiatone, sentiva gli occhi bruciare, la vista era sfocata e come se non bastasse ora anche la testa faceva male. Si portò le mani tra i capelli cercando di risistemarli come meglio poteva mentre si rimetteva in piedi.
-Questo cos’è?-
Non si era neanche accorto del fatto che avessero svuotato il suo zaino gettando la roba a terra. Sgranò gli occhi e sbattè più volte le palpebre nel tentativo di mettere a fuoco l’immagine davanti a sé, viste le lacrime che gli impedivano di capirci davvero qualcosa. Alla fine le portò via con il dorso della mano trovando Ray davanti a sé che sorrideva sornione tenendo un quadernino nero tra le mani.
-Cos’è il tuo diario da frocetto?- rise rigirandosi l’oggetto tra le mani.
Zacky scattò improvvisamente in avanti cercando di strapparglielo dalle mani ma l’altro alzò il braccio in aria impedendogli di arrivarci, ma non fu la sola cosa che glielo impedì, venne inoltre afferrato e tenuto fermo da uno dei ragazzi.
-Dammelo!- si dimenò.
-Woow, deve essere davvero importante! Vediamo un po’.- prese a sfogliarlo davanti agli occhi increduli del più piccolo che continuava a dimenarsi senza successo.
-Cosa sono? Canzoni?- sfogliò in silenzio ogni singola pagina per poi richiuderlo e tornare con lo sguardo su Zacky –Sono per il tuo ragazzo?-
-Ho detto di ridarmelo!-
-Sta fermo.- lo ammonì il ragazzo che lo teneva per le braccia. Strinse la presa provocandogli un lamento di dolore e frustrazione mentre si arrendeva al fatto che provare a liberarsi era del tutto inutile.
-Lascialo o ti uccido con le mie mani.-
Una voce bassa e roca arrivò senza preavviso alle sue orecchie. Si voltò notando Matt che con un espressione che non tradiva affatto le sue intenzioni sussurrava nell’orecchio del ragazzo. Sentì la presa allentarsi e il tizio spaventato e colto alla sprovvista si allontanò immediatamente.
-Matt.- sussurrò tirando un respiro di sollievo. Si sentiva un debole e parecchio imbarazzato, ma era comunque felice di ritrovarselo lì in quel momento.
-Stai bene?- mormorò preoccupato scostandogli una ciocca di capelli dal viso arrossato e notando quegli occhi lucidi che lo guardavano spaventati.
Zacky annuì freneticamente, voleva solo andarsene da lì.
-Come sapevi che ero qui?- sussurrò.
-Non c’eri in classe, così sono venuto a cercarti.-
-Che scenetta commovente.- commentò Ray.
–Andiamo.- sussurrò Matt ignorandolo del tutto. Ma non riuscì a fare più di due passi che venne bloccato da due ragazzi che gli si pararono davanti.
-Non così in fretta.- fece Ray alle sue spalle.
-Toglietevi dai piedi.-
-Tutto qui? Speri di liberarti di me così?- Si avvicinava da dietro, bruciando lentamente i pochi metri che li dividevano –Stai perdendo colpi amico.-
-Possiamo usare altri mezzi se preferisci. E non sono tuo amico.-
-Lo sapevo, non sei cambiato affatto.- sorrise.
-Oh si invece.- Matt finalmente si voltò fulminandolo con lo sguardo. Zacky cercò di tirarlo via per un braccio ma l’altro non voleva saperne di allontanarsi, sembrava più interessato a restare in quella situazione –Matt..andiamo via..- continuava a ripetere, ma questo continuava ad ignorarlo.
-Tu dici? E cos’è cambiato Sanders?- continuava a provocarlo, sapeva che avrebbe reagito, doveva solo farlo scaldare un po’ –Ah gia, ora hai un nuovo amichetto.- rise –Ora sei frocio.-
Scandì bene quelle parole perché Matt le cogliesse come un invito a farsi avanti, sperava di aver centrato il suo punto debole.
Zacky vide Matt irrigidirsi sul posto, stringere i pugni e deglutire. Capì il disagio che provava e si sentì improvvisamente colpevole. Lasciò la presa intorno al suo braccio standosene in silenzio in quella tensione che si era creata.
-Ho indovinato?-
Matt non rispose, sentiva solo una gran rabbia montargli dentro.
-Io credo di si.-
Fu a quelle parole che Matt scattò improvvisamente, non lasciando a nessuno il tempo di reagire o capire, nemmeno a se stesso. Gli sferrò un pugno proprio sulla mandibola prima di venire allontanato da due mani che lo afferrarono da dietro.
-Non provare a toccarmi.- ringhiò al ragazzo che immediatamente alzò le mani lasciandolo andare.
Conoscevano tutti Matt. Sapevano tutti della sua reputazione passata. E nessuno voleva essere nei panni di Ray in quel momento.
Intanto questo si massaggiò la parte lesa con un sorrisetto stampato sulle labbra.
-E’ bello tornare ai vecchi tempi. Anche se, ti ho visto fare di meglio.-
-O di peggio.-
-Dipende dai punti di vista. Sai, da quando hai messo la testa a posto non ci si diverte più come una volta.-
-Oh adesso ci divertiamo.- lo sfidò, avvicinandosi di nuovo.
Ma si bloccò quando Ray riprese a parlare. –Sai, il tuo amichetto qui, abbiamo passato del tempo insieme. E’ stato divertente. Soprattutto la parte in cui urlava e nessuno correva ad aiutarlo. A proposito, dov’eri la scorsa volta, hm? Mentre gli spaccavo quel bel faccino, tu dov’eri Matt?-
-Che cosa hai fatto?-
-Solo quello che volevo.-
-Ti ammazzo.- ringhiò.
-Matt, non dargli ascolto, vieni via.- lo supplicò Zacky.
-Zack, vattene.-
Zacky, alle sue spalle, lo guardò incredulo, ma non si mosse.
-Mi hai sentito o no?- urlò nella sua direzione.
-Prendetelo.- fece Ray indicando il più piccolo.
-Vai!-
E da lì in poi non fece altro che correre. Corse fino quasi a non avere più fiato nei polmoni, fino a sentire le gambe cedere, la testa girare. Era semplicemente corso via, proprio come gli aveva detto di fare, si era voltato dando le spalle a quegli occhi che lo guardavano infuocati ed era uscito da quella scuola, ritrovandosi per strada senza una meta.
 
Sbattè con forza la porta di casa chiudendosela alle spalle e infilandosi immediatamente in camera sua.
-Zacky, sei tu?-
Non badò alla voce di sua madre, si gettò sul letto nascondendo il viso tra i cuscini mentre sentiva le prime lacrime scendere, finalmente libere. Si sentiva un perfetto codardo. Lo aveva lasciato lì, da solo, ficcandolo in chissà quale pasticciò. Come avrebbe potuto affrontare tutti loro completamente da solo? Non che lui sarebbe servito a qualcosa, gli sarebbe solo stato d’intralcio.
-Tesoro va tutto bene?- si avvicinò alla porta bussando cautamente. –E’ successo qualcosa a scuola?-
-Lasciami in pace!- urlò tra le lacrime.
-Posso entrare?-
-No.- fece soltanto, la voce ovattata dai cuscini.
-Zacky, parlami, per favore.- lo supplicò sua madre.
-E’ esattamente come nel New Jersey! Non è cambiato nulla!-
La donna poggiò la fronte contro la porta, sospirando. Era sempre stata dura per entrambi, ma avevano sempre trovato il modo di rialzarsi, alla fine.
Ma cosa sarebbe successo se, ad un certo punto, Zacky non avesse avuto più voglia di farlo?
 
Non sapeva esattamente quanto tempo era passato, ma sicuramente ci era rimasto delle ore chiuso in camera. Tanto che sua madre cominciava davvero a preoccuparsi. Preparava il pranzo, ma non era affatto concentrata su ciò che stava facendo.
Non era mai entrata in camera di Zacky senza prima il suo permesso. Sapeva che aveva bisogno dei suoi spazi, sapeva quanto fosse sensibile e che costringerlo a parlare sarebbe stato uno sforzo inutile.
Qualche minuto dopo sentì bussare alla porta. Lasciò perdere ciò che stava facendo e si incamminò sospirando verso di essa. La aprì, non sapendo bene cosa la aspettasse dall’altra parte.
-Si?- fece squadrando il ragazzo che si ritrovò davanti.
-Salve..s-sono un amico di Zacky.- biascicò, consapevole di star parlando per la prima volta con la mamma del suo..ehm..ragazzo (?). E si sentiva fin troppo osservato, non gli piaceva affatto.
-Lui è in casa? Avrei bisogno di parlargli.-
-Matt. Giusto?- cercava di individuare il suo sguardo attraverso gli occhiali da sole, ma con decisamente scarso successo.
-S-Si..-
Gli diede un’ultima occhiata facendosi poi finalmente da parte e permettendogli di entrare.
-E’ in camera sua.-
-Grazie.-
-Seconda porta a sinistra. Non so se ti farà entrare.- lo avvisò, per poi tornarsene in cucina.
 
Bussò piano sul legno scuro della porta ma non ottenne alcuna risposta.
-Zack..- chiamò.
Decise che non avrebbe aspettato oltre e abbassando lentamente la maniglia si ritrovò per la prima volta nella sua camera. Un brivido gli attraversò la schiena, non era affatto come se la immaginava. Era molto meglio. Rispecchiava Zacky in ogni minimo dettaglio: i poster, i cd, il disordine.
Credeva che lo avrebbe trovato addormentato, invece lo vide seduto sul letto, che si stringeva le ginocchia al petto, quasi nel tentativo di abbracciarsi da solo. Si sfilò gli occhiali sospirando e si sedette sull’altro lato del letto tenendo lo sguardo basso, giocherellando con l’oggetto tra le sue mani.
-Sarei venuto prima, ma il preside ci ha fatto il culo e così…- sospirò lasciò la frase in sospeso, mostrando tutto il suo dispiacere. Ma Zacky ancora non lo degnò ne di uno sguardo ne di una parola. Teneva la fronte poggiata sulle ginocchia e lo sentiva di tanto in tanto tirare su con il naso. Segno che doveva aver pianto fino a qualche minuto prima.
Lo osservò per bene, prima di aprire di nuovo bocca –Che fai?-
Una domanda così semplice e stupida ma che in quel momento sembrò del tutto fondamentale.
Non si aspettava una vera risposta, magari lo avrebbe semplicemente ignorato, ma il fatto che non gli avesse ancora chiesto di andare via lo incoraggiava ad andare avanti.
-Me ne sto qui e mi abbraccio.-
Avrebbe voluto sorridere sentendo finalmente la sua voce, ma si trattenne.
-E tu non sei invitato, va via.-
Questo era proprio quello che temeva di sentirsi dire prima o poi.
-Ti ho cercato ovunque.- fece Matt con tono calmo.
-Beh, continua a cercare.-
Il più grande sospirò, a volte era proprio testardo, doveva ammetterlo -Puoi almeno guardarmi?-
-No.-
Stettero in silenzio per qualche minuto. Matt prese a guardarsi intorno ammirando le pareti tappezzate dai poster, non se ne sarebbe andato finchè non avessero parlato per davvero, e per parlare intendeva una vera conversazione. Si rese conto solo in quel momento di non aver mai chiesto a Zacky quale fosse il suo gruppo preferito, o i suoi gusti in fatto di musica, ma fu più che felice di trovarsi circondato da Misfits, Pantera e Iron Maiden. Anche se doveva ammettere che gia a vederlo i suoi gusti musicali risultavano più che ovvi.
-Mi hai fatto paura.- mormorò finalmente –P-Poco fa.-
-E’ per questo che sei scappato fin qui?-
-Mi hai detto tu di andare via.-
In quel momento sembrava proprio un bambino, tanto era dolce, ma era sicuro che se glielo avesse fatto notare lo avrebbe mandato bellamente a quel paese. Sapeva quanto odiasse sentirsi piccolo e insicuro.
-Mi dispiace.- sussurrò Matt.
-E poi mi hanno inseguito.-
Sta volta fu Matt a starsene in silenzio. Zacky alzò finalmente il viso, senza però ancora guardarlo, posando il mento sulle ginocchia.
-Perché sembrava che ti conoscesse bene?- chiese poi.
Matt, perso tra i suoi pensieri, ci mise un po’ a ricollegare quella frase a quanto era successo quella mattina. –Chi? Ray?-
Zacky annuì.
-Ecco facevo…parte della sua “banda”.-
-Lo immaginavo.-
Il più grande abbassò lo sguardo, sentendosi in un certo senso colpevole.
-Eri come lui.- e non era affatto una domanda. Sembrava più che lo avesse accusato o insultato.
-No, ero solo spaventato. E lui mi ha mostrato la via più semplice per essere rispettato.-
-Si, e per diventare un mostro.-
-Beh, sai, ognuno fa quello che può.- fece acido, non gli avrebbe permesso di insultarlo in quel modo. Quello che era successo con Ray apparteneva al passato. E ora era Zacky il suo presente.
Ma si sentiva anche incredibilmente stupido a cercare di difendere le cose orribili e sbagliate che aveva fatto. Abbassò lo sguardo, riprendendo a parlare, sta volta con più calma.
-Il fatto è che sono troppo impulsivo a volte. E quando mi capitava di..perdere il controllo, beh, in un certo senso, mi piaceva.-
-Come ne sei uscito?-
-Grazie a Jim.- sorrise senza rendersene conto.
Zacky sospirò, sorridendo a sua volta. –E’ sempre grazie a Jim.-
-Gia.-
-E’ davvero speciale.-
Matt annuì, ripensando a quante volte quel ragazzo lo aveva tirato fuori dai guai in cui continuava a cacciarsi.
-Tu stai bene?- chiese poi.
Zacky fece spallucce, in realtà non sapeva neanche lui cosa rispondere. –Non volevo che andassi via.- disse riferendosi alle parole di poco prima, quando gli aveva chiesto di andarsene. –Ho sperato che mi trovassi. In realtà ho pensato “conto fino a 10 se non arriva vado a cercarlo”.-
-E a che numero sei arrivato?-
Ci pensò un po’ su, poi storse il naso –Hm…1.250. Ma potevo continuare.-
-Questo vuol dire che non saresti venuto a cercarmi.- sorrise scuotendo la testa.
-Credevo non volessi vedermi, dopo tutto è colpa mia. E poi lo sai che sono una frana con le risse.- sorrise appena, il più piccolo.
-Hai ragione, non fa per te, troppo contatto umano.- scherzò Matt.
Finalmente lo sentì ridere, anche se quella risata si affievolì quasi subito.
Il più grande torno a giocherellare con i suoi occhiali, questa volta con un piccolo sorriso a incurvargli le labbra. Fu in quel momento che Zacky si decise a voltarsi e si diede immediatamente dello stupido per non averlo fatto prima. Un livido si estendeva sotto l’occhio destro del più grande, proprio sopra lo zigomo e in più un taglio andava a spaccargli a metà il labbro inferiore.
Sentì lo stomaco contorcersi. –Mio Dio.- sussurrò.
Matt, del tutto ignaro del fatto che lo stesse osservando, si voltò solo in quel momento, incontrando quel verde che fino ad allora il più piccolo gli aveva impedito di vedere. Si passò la lingua tra le labbra sentendo immediatamente il sapore del sangue.
-Non guardarmi in quel modo.- fece distogliendo lo sguardo.
Non aveva minimamente pensato ai danni che avrebbero potuto procurargli, non in quel momento. E ritrovarsi quell’immagine davanti fu come ricevere una pugnalata in pieno petto.
-T-Ti fa male?- chiese mortificato, come se fosse stato lui a procurargli quei lividi.
-Non è niente.-
-Mi dispiace.-
-Non è colpa tua.- sorrise nel tentativo di rassicurarlo.
Zacky allungò la mano verso di lui accarezzandogli piano una guancia e senza staccare il suo sguardo da quello del più grande si avvicinò fino a ritrovarsi al suo fianco, portò il viso all’altezza del suo unendo le loro labbra in un dolce bacio a stampo. Matt accettò di buon grado quel contatto, ma quando il più piccolo cercò di approfondirlo si scostò portandosi le dita sulla ferita lamentandosi appena.
-Ti ho fatto male?- si allarmò.
-Non fa niente, non preoccuparti.-
-Scusa. Niente più baci allora.-
-Io non ho detto questo.- sorrise Matt facendo arrossire il più piccolo che sta volta optò per lasciargli un bacio sulla guancia per poi poggiarsi contro il suo petto e lasciarsi abbracciare.
Essere abbracciati da Matt era decisamente molto più piacevole che abbracciarsi da soli.
-Era tua madre quella alla porta?- chiese Matt poco dopo.
-Si.- sorrise il più piccolo.
-Bene, allora non credo di piacerle molto.-
-Scherzi?- rise –A lei piace praticamente chiunque!-
-Mmm, mi squadrava in modo strano.-
-Hai paura di mia madre?-
-Beh..si..e poi come fa a sapere il mio nome?- chiese confuso.
-Uhm, beh..ecco..può essere che io gli abbia..si, cioè..parlato di te.-
-Ah.- fece Matt sorpreso.
-Tu...non parli mai con tua madre?-
-Non di questo. No.-
E in un certo senso Zacky se lo aspettava, insomma, in che modo avrebbe potuto rivolgersi a sua madre dicendole che aveva una mostruosa, enorme, smisurata, cotta per un ragazzo? Non c’era proprio un modo semplice in cui avrebbe potuto farlo.
-Ah, quasi dimenticavo.- fu risvegliato dalla voce di Matt che muovendosi lo costrinse a staccarsi dal suo petto –Ti ho riportato lo zaino e…questo ho dovuto praticamente strapparlo dalle mani di Ray.- rise tra sé e sé ripensandoci –E’ tuo, no?- chiese mostrandogli il squadernino nero.
Zacky si incupì tutto a un tratto -Puoi anche buttarlo.-
-Che vuol dire?- fece confuso.
-Non voglio più essere preso in giro.- mormorò voltandosi altrove.
-Cos’è?- chiese allora Matt.
-Mi piace scrivere.- disse soltanto mentre l’altro prendeva a sfogliare quelle pagine soffermandosi attentamente su ogni rigo, ogni parola.
-Sono canzoni?-
-Si.-
Si soffermò in particolare su una di esse.
“Summertime” recitava il titolo.
-Quella non è mia. L’ha scritta Gee.-
-Chi?-
-Gerard.-
Matt annuì, non sapeva avesse un soprannome. In realtà non sapeva neanche se Zacky sentisse effettivamente la sua mancanza.
-Ti manca?- mormorò girando pagina.
-No.-
E quella risposta gli piacque particolarmente.
-Sono bellissime.-
-Ce n’è anche una per te.-
-Davvero?- fece sorpreso. Zacky gli si avvicinò andando avanti di qualche pagina fino a trovare quel titolo che svettava ricalcato di nero più e più volte: “Warmness on the soul”.
-L’ho scritta mentre eravamo in classe. Sai, tu mi guardavi in quel modo..- arrossì.
-E’ vero.- ridacchiò Matt. –Ma ci sono ancora pagine bianche, perché non hai più scritto?-
-Perché...non voglio che ci sia nessun’altro dopo di te.-
Matt sorrise guardandolo di sottecchi mentre il più piccolo abbassava lo sguardo imbarazzato.
-Sai, sarei felice se tu me la cantassi.-
-Non canto molto bene.- mormorò –Però puoi…puoi tenerlo, se vuoi.-
-Sul serio?-
-E’ tuo.- annuì.
-Sai, tutte le canzoni finiscono Zack, ma non è un motivo per non scriverne più.-
-Che…che significa?-
-Significa che non voglio che smetti di scrivere o di essere te stesso. C'è qualcosa di magico in te e io non voglio ostacolarlo.- sorrise porgendogli il quaderno.
Zacky guardò l’oggetto davanti a sé, con un misto di insicurezza e paura. Poi si arrese a quelle parole afferrandolo e sorridendo a Matt che lo guardava soddisfatto.
-Cosa siamo noi?- chiese poi all’improvviso, racimolando quel poco coraggio che trovò.
-Che vuoi dire?-
-Noi. Io e te. Cosa siamo? Sai, io non voglio obbligarti a fare qualcosa di cui potresti pentirti, ma credo che..cioè..se tu vuoi puoi essere il mio r-ragazzo...- si sentì incredibilmente stupido ma per qualche motivo non riusciva a fermare quel fiume di parole –Vorrei che fossi tu a prendere una decisione. Il fatto è che non ne abbiamo mai parlato e p-pensavo-
Si bloccò solo quando sentì qualcosa di morbido posarsi sulle sue labbra. Realizzò solo dopo che Matt lo stava baciando, lentamente e si separò da quelle labbra con uno schiocco, facendolo sorridere. E quel bacio voleva dire solo una cosa.
-Anch’io voglio stare con te.-

 

Su questo capitolo non ho molto da dire, se non che è venuto esattamente come lo immaginavo e..boh..lo adoro!
Ora mi dileguo in fretta e lascio un bacio a chi continua a seguirmi lasciando delle recensioni <3
A presto c:
XOXO

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** 15. Punishment ***


15. Punishment
 

Tornato a casa, Matt, sapeva gia cosa aspettarsi.
Sarebbe dovuto tornarci con il sorriso sulle labbra visto che ora aveva un ragazzo, ma sapeva che ad aspettarlo c’era la cara e vecchia ramanzina dei suoi genitori. Sicuramente erano gia stati avvisati del preside su ciò che era successo quella mattina e immaginava gia suo padre che borbottava tra sé e sé e lo sguardo deluso di sua madre che tra non molto lo avrebbe trafitto da parte a parte.
Con il gran culo che si ritrovava si era rassegnato al fatto che lo avrebbero sospeso ma, grazie a chissà quale santo lassù, si era beccato solo una bella sgridata.
Era stato come tornare ai primi anni di scuola, proprio come ai vecchi tempi, con la sola differenza che sta volta cacciarsi nei guai era stato inevitabile se voleva impedire che Zacky venisse conciato davvero male.
Sospirò sconfitto mentre bruciava gli ultimi metri che lo separavano dall’entrata di casa.
Non gli era affatto mancata la voce di suo padre con quel tono così alto e autoritario fatto apposta per spaventarlo.
Ma quello che faceva male non era tanto il fatto di averlo fatto incazzare di brutto, quello che faceva più male era il fatto di sapere di averlo deluso. Ancora.
Non appena aprì la porta il silenzio che trovò in quella casa quasi lo spaventò.
Si fermò sulla porta della cucina trovando sua madre ai fornelli.
-Oh, non ti ho sentito entrare.- sorrise lei.
Matt gli rivolse solo un sorriso.
-Ha chiamato la scuola Matt.- sospirò.
Improvvisamente non aveva più fame.
Avrebbe voluto solo tapparsi le orecchie e sparire in camera sua.
Tutto quello che fece fu abbassare lo sguardo sulle proprie converse deglutendo.
-Pensavo avessi smesso di metterti nei pasticci. Guarda come ti sei conciato.- si avvicinò accarezzandogli il viso.
Non reggeva neanche il suo sguardo, sapeva che dentro quegli occhi avrebbe trovato solo delusione.
-Tuo padre è in salotto.- lo avvisò -Il pranzo sarò pronto tra poco.-
Matt annuì, raggiungendo suo padre.
Quasi invidiava Zacky per non avere una figura maschile tra i piedi, le mamme erano così buone. Suo padre, un po’ di meno.
La tv in salotto era accesa ma aveva il volume più basso del solito, magari gia lo aspettava da un po’, aspettava di sentirlo rientrare.
-Ciao papà.-
-Matt, vieni qui.- battè con la mano sulla stoffa del divano –Siediti.-
Tutta quella calma era solo apparente, e lui lo sapeva.
Ubbidì comunque, in silenzio.
-Ho parlato con il tuo preside.-
-Ah.-
-Un’altra rissa Matt?-
Silenzio.
-Non hai niente da dire?-
-Mi dispiace.-
-Sta volta non te la caverai con delle scuse ragazzino.-
-Non è stata colpa mia.-
-Ah no?!-
-No.-
-Cosa devo fare con te?- sospirò massaggiandosi gli occhi stanchi con le dita.
Matt stette in silenzio. Sperava solo che non iniziasse ad urlargli contro.
-Vai in camera tua, sei in punizione per una settimana.- fece alla fine.
-Cosa? Non puoi-
-Due settimane.-
-Ma sei impazzito?- esclamò incredulo.
-Continua così e arriviamo ad un mese!-
Aveva iniziato ad alzare la voce. Odiava quando lo faceva.
-Ti odio.- si fece scappare Matt a denti stretti.
Suo padre lo guardò, furioso.
-Mi dici cosa diavolo ti passa per la testa? Non è così che ti abbiamo educato! Pensi che mi diverta fare la parte del cattivo?-
-A quanto pare si.-
Il rumore di uno schiaffo riecheggiò nell’aria mentre la guancia del ragazzo cominciava ad assumere un colorito rossastro. Era proprio come lui, impulsivo. E in quel gesto ci rivide tutto se stesso.
Rimase immobile, con le labbra socchiuse e le lacrime agli occhi.
Aveva solo un incredibile voglia di piangere.
Ma non lo avrebbe fatto.
-Non ti permetto di rivolgerti a me in questo modo.- ringhiò puntandogli un dito contro.
-Ho gia detto che mi dispiace.- gli tremava anche la voce ora.
-Hai sfiorato la sospensione, lo sai questo? Hai superato il limite. Vai in camera tua ho detto!.-
Non disse nulla, avrebbe solo peggiorato le cose, e senza aspettare oltre  lo sorpassò raggiungendo la sua camera e chiudendosi la porta alle spalle.
 
Dei colpi leggeri sulla porta.
Non aveva neanche voglia di sapere chi fosse.
-Tesoro.-
Sua madre. Perfetto.
Senza aspettare alcuna risposta, che tanto non sarebbe arrivata, entrò.
Matt se ne stava disteso sul letto, a pancia sotto, con la faccia letteralmente spalmata sul cuscino, le guance umide a causa delle lacrime e gli occhi rossi.
-Il pranzo è pronto.- lo avvisò sua madre sedendosi al suo fianco e accarezzandogli i capelli.
Lui chiuse gli occhi tirando su con il naso.
Quanto avrebbe voluto che ci fosse stato Zacky al suo posto. Ma lui non poteva sapere.
-Non ho fame.- disse con un fil di voce.
-Sai, sei strano in questi giorni Matt.- sospirò –Qualcosa non va con i tuoi amici?-
E in quel momento avrebbe voluto dirle tutto, sentiva una gran voglia di volerne parlare, raccontargli di Zacky, del loro primo bacio, del perché di quella rissa.
Ma non poteva. Per ovvi motivi.
-No, va tutto bene.- sussurrò tenendo gli occhi chiusi.
-Sei sicuro?-
No. –Si.- bugiardo.
-Ok. Ti lascio un po’ di pasta per dopo.- gli baciò una tempia alzandosi dal letto e raggiungendo la porta.
-Mamma.- la chiamò prima che potesse aprirla.
-Si?-
-Cosa…cosa pensi di Jim e Brian?-
-Sono due ragazzi molto simpatici.- rispose in modo ovvio, non comprendendo davvero il significato di quella domanda.
-No, intendo, di loro..insieme.-
-Oh.- ci pensò un po’ su –Beh, stanno attraversando una fase, come tutti del resto.-
-Una…fase?-
-Sai, sono ragazzi, innamorati dell’idea dell’amore.-
-Ma loro si amano.-
-Un uomo ha bisogno di una donna al suo fianco, Matt, una compagna. Non un capriccio adolescenziale.-
Impossibile. Quello che diceva non aveva alcun senso. Come poteva pensarla in quel modo?
-Perché?- chiese.
-Perché altrimenti sarebbe sbagliato.-
Sbagliato.
Proprio quello che temeva.
Matt la guardò, confuso –Ok.- si arrese tornando con la testa sul cuscino.
Era un discorso gia perso in partenza, non valeva la pena di spingersi oltre.
Sua madre gli sorrise, per poi lasciarlo solo.
 
-Che fai?-
Non aveva neanche sentito la porta aprirsi, si voltò si scatto ma non appena notò la figura di suo padre tornò immediatamente a guardare il soffitto.
Non rispose.
-Non l’avrei fatto se non avessi avuto un valido motivo.- sospirò notando ancora la sua guancia un po’ rossa.
-Neanch’io.- sussurrò riferendosi alla rissa.
-Non ti chiederò perché lo hai fatto, ma non voglio che si ripeta mai più, sono stato chiaro?-
-Che succede se capita di nuovo?- mormorò evitando accuratamente il suo sguardo.
-Tu fai in modo che non capiti. Puoi farlo?-
-Si. Sei ancora arrabbiato?-
-Si.-
Matt annuì.
-Ah, ci sono i tuoi amici, li faccio entrare.-
Finalmente si voltò, alzandosi sui gomiti –Ma…sono ancora in punizione?-
-Assolutamente si.-
Matt sbuffò mentre lo vedeva uscire.
Si tirò a sedere mentre Jim, Brian e Johnny entravano nella sua stanza chiudendosi la porta alle spalle.
-Ti sei fatto mettere in punizione?- rise Johnny.
Matt fece spallucce sorridendo appena.
-Che diavolo hai in faccia?- fece Jim sconvolto.
-E’ la mia faccia cos’ha che non va?-
-Mi prendi per il culo?-
-Credo che a quello ci pensi gia Brian.- ridacchiò Johnny.
Jimmy gli diede una gomitata mentre Brian se la rideva. Dio, quanto lo faceva stare bene averli intorno.
-Credo parlasse dei lividi Matt.- fece Brian.
-Ah, quelli.-
-Gia, quelli!- esclamò Jimmy.
-Non è niente.-
-E’ tu quello me lo chiami niente? Ma che ti dice il cervello?-
Matt alzò gli occhi al cielo sbuffando.
-Che è successo?- chiese allora Johnny, con un minimo in più di comprensione vista l’isteria di Jimmy.
-Una rissa.-
-Cavolo, scommetto che tuo padre non l’ha presa affatto bene.-
-Infatti..sono in punizione.- disse ovvio.
-Per quanto?-
-Due settimane.-
-Zacky lo sa?-
Sentì lo stomaco contorcersi al suono di quel nome. Come diavolo facevano a chiamarle “farfalle nello stomaco” sembrava ci fosse una tempesta là dentro.
-Si, è per lui che...beh, ecco ho dovuto..lui era nei guai e-
-Non ci sto capendo un cazzo Matt.-
Matt sospirò cercando le parole adatte –Ho preso a pugni Ray.-
-Ecco, semplice e conciso.-
-E Zacky sta bene?- chiese Brian.
-Si. Si sta bene. E…stiamo insieme adesso.- disse tutto d’un fiato.
-Davvero?-
-Hm-Hm-
-Non mi sembri molto convinto-
-E’ che..devo ancora farci l’abitudine..- sorrise appena. –E credo che ai miei non piacerà questa cosa.-
-Non devono saperlo per forza.-
-Si ma-
-Matt, pensa al presente ok? Pensa ad essere felice ora, al resto penserai dopo.- gli sorrise Jimmy.
Inutile dire che non ci volle molto prima che si ritrovasse schiacciato in un abbraccio che coinvolgeva tutti e quattro. Si, adorava davvero averli intorno.
E in quel momento si sentì felice.



Si, lo so, la noia in questo capitolo è disarmante, ma con il prossimo mi farò perdonare sicuramente, le cose si faranno decisamente...più calde ;D
Come ho gia detto mi sto appassionando davvero a questa storia per cui cerco di descriverla da ogni punto di vista, per esempio quello dei genitori e della società, premetto di non essermi mai dedicata così accuratamente ad una storia e di conseguenza non so come andrà a finire.
Viste le visite direi che sono molto seguita ma se volete lasciare un parere, anche critico, sarei più che felice di ricevere vostre recensioni c:
A presto!
XOXO
 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** 16. Desire ***


16. Desire
 


Quelle 2 settimane di punizione furono un incubo.
Odiava quella situazione. Vedeva Zacky solo a scuola, e per di più erano costretti a chiudersi in bagno per scambiarsi qualche bacio o qualche carezza in più.
Naturalmente neanche il più piccolo aveva preso bene la notizia della punizione e non faceva altro che sentirsi colpevole.
Inoltre uscito da scuola Matt era obbligato a tornare a casa e a mettersi a studiare, sotto gli occhi vigili di suo padre, non gli permetteva di fare nulla, neanche di uscire per qualche ora la sera. Dopo quella discussione le cose tra loro non si erano mai risolte. C’erano giorni in cui non si rivolgevano neanche la parola, giorni in cui Matt aveva pensato di svignarsela dopo la scuola ma questo avrebbe significato peggiorare le cose.
E facevano gia abbastanza schifo così com’erano.
-Mi sei mancato oggi, in classe.- sussurrò Matt contro il collo del più piccolo.
-Ti sono mancato in classe? Matt eravamo praticamente nello stesso banco!-
-Si ma non potevo fare questo.- sollevò la testa baciandolo dolcemente sulle labbra.
-Se la metti così, mi se mancato anche tu.- sorrise Zacky.
-Sono stanco di vederci solo in un fottuto cesso.-
-Ma è così romantico.- ridacchiò il più piccolo.
-Si, come un palo nel culo.-
-Che ne sai tu di pali nel culo?-
-Ah, gia, tu ne sai meglio di me.-
Zacky spalancò la bocca stupito –Stronzo!- lo colpì mentre Matt se la rideva.
–Ma dai scherzavo!-
-Rimani comunque uno stronzo.- lo spintonò per poi avvicinarsi alla porta ma il più grande lo riprese da dietro stringendolo contro il suo petto.
-Dove credi di andare eh?-
-Lasciami!- si dimenò cercando di non scoppiare a ridere risultando così poco credibile.
-Tutto qui quello che sai fare?- sussurrò Matt nel suo orecchio.
Sentiva chiaramente il pacco del più grande poggiato contro il suo sedere e i suoi movimenti non facevano altro che procurargli continui brividi lungo la schiena. Avrebbe voluto di più, era dannatamente eccitante. Possibile che Matt non si fosse accorto di nulla?
Continuava a baciargli il collo inconsapevole di ciò che Zacky stesse provando. Non aveva minimamente pensato che il suo corpo avrebbe reagito in quel modo.
-Matt..dico sul serio..- biascicò tra un sospiro e l’altro.
-Non ci penso neanche.- ridacchiò contro il suo collo stringendolo ancor di più –Sei comodo.-
“No, sono duro stupido idiota!”
Avrebbe voluto urlarlo, ma non aveva neanche la forza di fare quello, stava letteralmente perdendo il controllo. Matt sembrava così ingenuo a volte, come se non fosse a conoscenza delle reazioni che un corpo maschile avrebbe avuto a particolari stimoli.
Zacky non riuscì a trattenersi oltre ed emise un sospiro più forte degli altri, dava proprio l’idea di un gemito mal trattenuto.
Matt si fermò e calò il silenzio.
Respirava piano contro il suo collo, era come paralizzato, non aveva la più pallida idea di come muoversi, di cosa fare.
Zacky si morse il labbro inferiore morendo letteralmente di vergogna mentre la presa dell’altro si allentava pian piano. Abbassò lo sguardo tra le sue gambe maledicendosi quando si ritrovò una gran bella sorpresa.
-Merda.- mormorò a denti stretti.
-M-Mi disp..i-io..non..- provò a parlare Matt ma a quanto pare con scarso successo.
-Non preoccuparti.-
Zacky era ancora di spalle e Matt fece l’unica cosa che riteneva giusta in quel momento. Lo tirò nuovamente a sé lasciandolo sorpreso e poggiò il mento sulla sua spalla.
Tremava.
Stava fottutamente tremando.
Deglutì mentre la mano destra scendeva verso il cavallo dei pantaloni del più piccolo.
-Che stai- le parole gli morirono in gola trasformandosi in un gemito strozzato quando quella mano andò ad accarezzare per la prima volta il suo membro gia duro.
Entrambi con il respiro affannato e completamente imbarazzati rimasero immobili.
-Matt.- ansimò piano.
-Sta zitto.-
-Non sei costretto a- di nuovo venne interrotto quando il più grande mosse la mano da sopra i jeans facendo del suo meglio per dargli piacere. Zacky socchiuse gli occhi schiudendo le labbra cominciando a gemere sommessamente.
Non poteva credere che lo stesse facendo davvero. E sperava almeno di farlo nel modo giusto. Pensò che non doveva essere diverso da quando si dava piacere da solo, quindi perché preoccuparsi tanto? Certo avrebbe voluto approfondire quel contatto, ma sapeva di essere troppo codardo per farlo spontaneamente.
-Più..ah! Più veloce..- Zacky chiuse gli occhi mandando la testa all’indietro  e posandola sulla spalla del più grande. Questo prese a guardarlo, sapere che era lui a regalargli quel piacere e quell’espressione del tutto persa lo incitò ad andare avanti in modo più sicuro.
La sola cosa che non immaginava era che l’erezione che sentiva crescere sotto il pamo della propria mano faceva fottutamente male al più piccolo poiché la teneva ancora costretta nei jeans. Così quando lo vide bloccargli di colpo la mano quasi gli prese un infarto –A-Aapetta.- ansimò e prese a slacciarsi i jeans infilandovi poi la mano del più grande e tirando un sospiro sentendo finalmente il suo membro più libero. Matt si irrigidì immediatamente, nonostante la stoffa dei boxer impedisse un contatto vero e proprio sentiva l’erezione gia completamente dura che chiedeva chiaramente di più. Chiuse gli occhi, paralizzandosi, non era preparato a questo.
-Se non vuoi-
-No va bene.- disse tutto d’un fiato.
-Guardami.-
Matt aprì gli occhi ritrovandosi davanti a quel verde e Zacky lo baciò nel tentativo di tranquillizzarlo mentre premeva contro la sua mano sul suo membro incitandolo a tornare a muoversi.
Matt non trascurò nessun centimetro, lo accarezzò per tutta la sua lunghezza, voleva che fosse perfetto, non voleva deluderlo, non ora. Velocizzò i movimenti quando lo sentì gemere più forte, amava sentirlo ansimare contro le sue labbra mentre le loro lingue si cercavano languidamente, ancora e ancora.
-Sicuro di..n-non averlo..hmmm..mai fat-to p-prima?-
Matt sorrise, cominciava a sentirsi a suo agio. –Vado bene?- sorrise cominciando a lasciargli piccoli baci sul collo.
-Oh si!-
Era fottuto. Completamente fottuto dal piacere. Continuava a spingersi contro la mano del più grande cercando di più. Finchè non venne scosso da un spasmo involontario dovuto all’imminente orgasmo e Matt capì, che si, era stato bravo. Si fermò aspettando che l’altro riprendesse a respirare regolarmente mentre lo sentiva rilassarsi contro il suo corpo.
-Prendi..qualcosa per..- provò a dire con il respiro affannato.
-Cosa?-
-Un fazzoletto..-
Matt arrossì sentendosi un completo idiota –Ah, si..scusa.-
Uscì dalla cabina prendendo della carta e tornò dentro.
Cominciava a sentirsi di troppo mentre Zacky abbassava di poco i boxer nel tentativo di pulire il casino che era successo lì dentro. Prima di infilarvi la mano rovolse un’occhiata a Matt che lo guardava deglutendo di tanto in tanto.
-Ti imbarazza se..-
Lasciò la frase in sospeso lasciandogli intendere che avrebbe dovuto tirar fuori i suoi gioielli di famiglia.
-E-Ehm..i-io..-
-Matt.- ridacchiò il più piccolo vedendolo in difficoltà –Se vuoi puoi uscire.-
Matt annuì e decise che avrebbe aspettato fuori, dopotutto era la cosa migliore.
In quel momento suonò la campanella. Sentì Zacky sbuffare mentre azionava lo scarico del water e usciva dalla cabina.
Lo guardò. Anzi lo fissò. Forse un po’ troppo.
Zacky gli sorrise –Che c’è?-
-Sono ancora un po’..sconvolto.- sorrise imbarazzato grattandosi la nuca.
-Non ce n’è bisogno, lo sai.- il più piccolo si avvicinò baciandolo dolcemente e con trasporto soffermandosi poi su i suoi occhi.
E quando riesci a vedere il mare in un paio di occhi verdi, è la fine.
Furono costretti a staccarsi poco dopo a causa della porta che venne aperta lasciando entrare un ragazzo, si divisero controvoglia e decisero che era il momento di tornare in classe.
Zacky occupò il suo posto in seconda fila, come sempre nell'ora di chimica, mentre Matt tornava al suo posto in fondo all'aula. Odiava quella lontananza. Nell'ora precedente, nell'aula di storia, i loro banchi erano uniti e poteva accarezzare le mani dell'altro da sotto il banco sentendolo ancora più vicino, lo faceva stare bene, gli piaceva farlo, intrecciare le loro dita lanciandosi sguardi fugaci mentre nessuno poteva accorgersene. Ora invece sarebbe stato impossibile anche solo sfiorarlo.
Sbuffò seguendo distrattamente la lezione. Ripenso a quello che era successo in bagno poco prima, non aveva mai pensato a come sarebbe stato il sesso con Zacky, non si era ancora mai posto il problema ma ora che cominciava a farlo tutto sembrava così...strano. E poi come avrebbe fatto a fargli capire che non era affatto intenzionato a stare sotto? Cioè, era una grande novità per lui tutto questo, era completamente diverso dal fare sesso con una donna. Di sicuro non avrebbe saputo come muoversi e anche solo pensare di sbagliare qualcosa lo faceva entrare letteralmente nel panico. Magari avrebbe potuto parlarne con Zacky, ma forse sarebbe sembrato fin troppo patetico. Era come la sua "prima volta" solo che sta volta sarebbe stato davvero del tutto impreparato.
Il cellulare vibrò improvvisamente nella sua tasca riscuotendolo da quei pensieri.
Lo tirò fuori e senza dare nell'occhio aprì il messaggio che aveva appena ricevuto.
"Mi annoio."
Sorrise rivolgendo uno sguardo a Zacky che però essendo di spalle non ricambiò.
"Lo vedo, non fai altro che mordicchiare quella povera matita."
Non appena lo inviò spostò di nuovo lo sguardo sul piu piccolo e pochi secondi dopo lo vide tirar fuori il cellulare e finalmente posare la matita rovinata sul banco.
"Contento? Mi hai tolto l'unico divertimento che avevo."
"E quello tu me lo chiami divertimento?"
"Conosci un modo migliore per passare il tempo?"
"Assolutamente si."
Il più piccolo fissò lo schermo per un pò e curioso di sapere dove l'altro sarebbe arrivato decise di metterlo alla prova.
"Del tipo?"
"Per esempio guardare il culo del mio ragazzo durante la lezione, sai è piacevole."
Zacky scosse la testa, era riuscito a farlo arrossire anche con un solo messaggio.
"Non ci credo che lo stai facendo."
"Credici dolcezza."
Sentì come una fitta nel petto e il respiro mancare, adorava quando si comportava in quel modo, anche se gli risultava più semplice farlo nascosto dietro un messaggio anzichè di persona. Ma a Zacky andava bene anche così, sapeva che gli serviva del tempo per aprirsi completamente.
Prima che potesse rispondere sentì il cellulare vibrare di nuovo tra le sue mani. Lanciò un'occhiata al professore accertandosi che non si accorgesse di nulla e aprì il nuovo messaggio.
"Sai, potremmo passare del tempo insieme questo fine settimana."
"Non sei in punizione?"
"Mi inventerò qualcosa."
Fu l'ultimo messaggio che si scambiarono, la campanella suonò e il professore assegnò loro i compiti.
Zacky fu tra i primi a lasciare l'aula. Raggiunse il suo armadietto e con calma vi ripose i libri, sapeva che a breve Matt lo avrebbe raggiunto.
-Allora che ne dici?- sobbalzò colto di sorpresa da quel sussurro alle sue spalle.
-Dico che presto mi farai prendere un infarto.-
Matt rise poggiandosi con la schiena contro gli armadietti -Povero piccolo.- lo prese in giro.
Zacky gli lanciò un'occhiataccia.
-Avanti come faccio a rimorchiarti se continui a uccidermi con lo sguardo?-
-Non lo so, stupiscimi.- lo sfidò chiudendo l'anta e prestandogli tutta la sua attenzione incrociando le braccia al petto.
Matt scosse la testa sorridendo -Cosa vuoi un invito ufficiale?-
-Si, non uno stupido messaggio.-
Matt rimase un pò spiazzato da quella risposta -E va bene.- fece poi schiarendosi la voce -Zackary James Baker.-
Zacky ridacchiò, sembrava una cazzo di proposta di matrimoniO.
-Mi faresti l'onore di uscire con me questo sabato? E, si, è un appuntamento.-
-E che programmi avresti?- sorrise provocandolo.
-Uhm, vediamo...io e te, pizza, film e un bel letto comodo. Come la vedi?-
-Mi avevi gia convinto con la pizza.-
-Ci avrei scommesso.-
Risero entrambi.
-Facciamo da me?- fece poi Zacky mordicchiandosi un labbro.
Sentì i battiti accellerare all'improvviso, come se il suo cuore fosse in procinto di sfondargli la cassa toracica. Era una sensazione orribile ma allo stesso tempo meravigliosa, sentiva anche la gola secca e pensò che di questo passo non sarebbe affatto sopravvissuto fino al fine settimana. Quella si che era una vera e propria proposta, ma in fin dei conti era stato proprio lui a spingerlo a pensare che magari qualcosa di più quella sera ci sarebbe stato.
-Ovvio.- sorrise alla fine fingendosi del tutto tranquillo.


ZAN ZAN ZAAAAN vi lascio con il dubbio di cosa succederà nel prossimo capitolo u.u Anche perchè non l'ho ancora terminato, la mia mente sta attraversando un fase di buio totale :°D
Lasciatemi dire che vi adoro alla follia :*
A presto, spero!
XOXO

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** 17. Tension ***


17. Tension
 


-Quindi niente partita a COD sta sera?-
Matt sospirò sentendo la voce dispiaciuta di Jim dall'altra parte della cornetta.
-No Jim, mi dispiace.-
-Ma avevi detto che avremmo passato una serata tutti insieme quando la tua fottuta punizione sarebbe finita!-
-Lo so Jim, ma..ho un impegno sta sera.-
-Che diavolo hai da fare?-
Matt sorrise inconsapevolmente mentre sceglieva accuratamente dall'armadio una maglia da indossare.
-Mi vedo con Zacky.-
-Ora si spiega tutto! Bene! Qualcuno si divertirà un mondo sta sera!- esclamò.
Una terza voce si unì alla conversazione, Matt la sentiva in lontananza, che parlottava alle spalle di Jim e capì che doveva trattarsi di Brian.
-Che ha detto?- lo sentì dire.
-Si vede con Zacky.-
Matt scosse la testa sorridendo -Guardate che sono ancora qui, vi sento.- li avvertì -E comunque non è affatto come pensate.-
-Oh si invece, scoperete come conigli e poi mi racconterai ogni cosa.-
-Che?- fece sconvolto -No! N-Noi non..-
-Oh avanti Matt!- ora la voce di Brian la sentiva forte e chiaro, doveva aver tolto il telefono dalle mani di Jim -Pensi davvero che sia così stupido? Gli hai fatto una sega dentro a un cesso, di sicuro ricambierà il favore in qualche modo!-
-Cos..Jim te l'ha detto?-
-Mi sembra ovvio.-
-Scusa mia ha corrotto! Ho ceduto, mi dispiace!- Si difese Jim reimpossessandosi del telefono.
-Jim! Porca puttana!- si lamentò Matt.
-Non è colpa mia, ha detto che non avrebbe fatto più sesso per un mese! Capisci? Un mese!-
-Dio che idiota.- sospirò Matt alzando gli occhi al cielo.
-Dai vedrai che andrà bene.- lo tranquillizzò.
-E se faccio schifo?-
-Cosa? Ma come ti viene in mente?-
-Voglio dire..io non..-
-Non sei mai stato con un uomo, lo so, e allora? Senti, Zack ti piace e prima o poi si presenterà l'occasione in cui...sai..inzupperete il biscottino insomma.- ridacchiò.
-Non è divertente.-
-Sei grande e grosso Matt, tira fuori le palle! In tutti i sensi.-
Matt sbuffò, infondo aveva ragione -Va bene.-
-Bravo. E..solo una cosa, ehm..assicurati di non ritrovarti sotto amico.-
-Cosa? Che vuol dire?-
-Beh, che se non ti deciderai a prendere in mano la situazione ti ritroverai come minimo due dita nel culo. E quello sarà solo l'inizio.-
Sentì Brian ridere dall'altra parte -Dio mio Jim! Così lo traumatizzi!-
-Gli sto solo facendo un corso intensivo!-
-Ti prego dimmi che scherzi.- lo pregò Matt.
-No , affatto. DIvertiti!-
-Aspetta..Jim!-
Ma l'altro aveva gia riattaccato.
-Merda.- imprecò. Che bell'aiuto gli aveva dato, adesso era anche più nervoso di prima.
Ci mise più del solito per prepararsi e quando guardò l'orario quasi gli venne un infarto, aveva perso decisamente troppo tempo. Scese velocemente al piano di sotto entrando in bagno per darsi un'ultima sistemata.
-Dove vai così di fretta?- sentì la voce di sua madre provenire dalla cucina.
-Esco.- disse avvicinandosi per lasciarle un bacio sulla guancia.
-Pensi di tornare per cena?-
-Non credo, no.- si infilò la giacca -Posso prendere la tua macchina?-
-Me la riporterai sana e salva?-
-Come sempre.-
-Le chiavi sono lì sopra.- sorrise indicando il mobile all'entrata.
-Grazie.-
-E non fare tardi mi raccomando.-
Matt annuì, e dopo averla salutata uscì raggiungeno velocemente l'auto e mettendo in moto.
Era fottutamente in ritardo e doveva ancora passare a prendere la cena: ovviamente pizza.
Gli tornò in mente la prima volta che aveva messo piede in casa di Zacky e sorrise ripensando a quando lo aveva baciato, all'imbarazzo, alle labbra morbide del più piccolo.
Gia gli mancavano.
Poggiò il cartone di pizza sul sedile di fianco, per fortuna non aveva trovato molta fila in pizzeria, e ripartì immediatamente. Stava gia sudando freddo, le parole di Jimmy continuavano a tormentarlo.
Parcheggiò e fece un respiro profondo prima di uscire dall'auto. Da quando era uscito di casa si era fatto più buio, un altro segno del suo enorme ritardo. Controllò l'orario che segnava le 19.30, beh si sarebbe fatto perdonare.
Suonò il campanello e attese di sentire i passi di Zacky che si avvicinava.
-Arrivo!- urlò correndo verso la porta e non appena la aprì gli riservò uno dei suoi sorrisi migliori.
-Ciao.- mormorò Matt restando completamente imbambolato.
-Pensavo non arrivassi più.-
-Gia, scusa il ritardo.-
Zacky si fece da parte facendogli cenno di entrare e in un attimo Majesty gli fu addosso.
Matt sorrise accarezzandola mentre Zacky si chiudeva la porta alle spalle.
-Cos'hai li?- chiese.
-Ah ho preso la pizza e un film. Horror naturalmente.-
-Hmm ero in vena di romanticismo.-
-Davvero?-
-Ma ti pare? Certo che no!- rise Zacky -Vieni andiamo in cucina.-
Matt lo seguì poggiando tutto sul tavolo al centro della stanza, sentiva lo sguardo del più piccolo fisso su di lui e infatti voltandosi notò che lo stava davvero fissando.
-Vuoi un autografo?- lo prese in giro.
Zacky sorrise avvicinandosi e buttandogli le braccia al collo si ritrovò a un passo dalle sue labbra.
-No.- sussurrò -Voglio un bacio.-
Matt si morse un labbro spostando lo sguardo su quella bocca a pochi centimetri dalla sua.
-Hmm, si può fare.- prese il suo viso tra le mani coinvolgendolo in un lungo e umido bacio. Zacky avvicinò i loro corpi facendo scontrare immediatamente i loro bacini e facendolo ansimare mentre cercava la sua lingua, senza mai stancarsi del sapore delle sue labbra.
Quando si staccarono Matt teneva ancora gli occhi chiusi e Zacky ne approfittò per impossessarsi di nuovo della sua bocca mentre faceva scivolare una mano sotto la sua maglia accarezzandogli il fianco e poi la schiena sentendola liscia e tesa sotto il suo tocco. Ma a quel punto Matt lo bloccò o avrebbe rischiato di svenire da un momento all'altro. Gli aveva chiesto solo un bacio, che diavolo! Quello non era affatto solo un bacio!
-Fermo.-
Zacky lo guardò, confuso, non pensava di metterlo in difficolta anche solo baciandolo o riservandogli qualche carezza in più. -Ho..fatto qualcosa che- provò a dire ma venne interrotto dal più grande che scosse la testa sensa però dire nulla.
-Allora che-
-Ho fame. Mangiamo?- chiese improvvisamente.
Era decisamente turbato da qualcosa -Si.- sussurrò Zacky arrendendosi.
Seduti intorno al tavolo cominciarono a mangiare in silenzio e a Matt sembrò quasi di tornare in dietro nel tempo a quando aveva tentato di baciarlo sul pavimento del salotto.
Sorrise tra sè e sè scuotendo la testa.
-Che c'è?- chiese Zacky inarcando un sopracciglio.
-Questa scena mi ricorda qualcosa.- continuava a sorridere masticando lentamente ma l'altro lo guardava senza ancora capire.
-Non ricordi? La prima volta che sono venuto qui. In salotto..-
-oh, si è vero!- esclamò alla fine. Poi arrossì visibilmente dando voce a quel dubbio che lo tormentava da un pò.
-Matt.-
-Hm?-
-Tu..mi avresti baciato? Cioè stavi per-
-Si.- annuì.
-Anch'io.-
Si guardarono per un pò sorridendosi a vicenda per poi tornare a mangiare in silenzio.
Matt rivolse uno sguardo a Majesty che ferma sulla porta li fissava leccandosi i baffi di tanto in tanto.
-Il tuo cane mi fissa.-
-Ti trova attraente.- Zacky fece spallucce.
-Secondo me trova attraente la pizza.-
-Meglio. Tanto sei mio.-
Matt sorrise rivolgendogli un occhiata e lo vide distogliere lo sguardo come se si fosse reso conto solo allora di cosa aveva detto.
-Mi piace quando arrossisci.-
-Non sono arrossito.- fece ancora più in imbarazzo.
-E anche quando fingi di non averlo fatto.-
-Stai cercando di dirmi qualcosa?-
-Solo che sei bello.-
-Beh..grazie.- sorrise -Anche tu lo sei.- sussurrò poco dopo.
E sapeva che Matt aveva sentito. Perchè aveva sorriso.

Dopo cena si erano spostati in camera di Zacky e dopo essersi messi comodi sul letto avevano guardato il film che il più grande aveva portato.
Matt gli aveva passato un braccio sulle spalle facendolo poggiare con la testa sulla sua spalla, adorava sentirlo così vicino, il suo profumo lo faceva sentire come a casa, protetto o qualcosa de genere. Ma non era abbastanza per far sì che si lasciasse andare completamente.
Si erano rilassati del tutto e forse rischiavano anche di addormentarsi.
Le dita di Zacky intrecciate a quelle di Matt avevano iniziato ad accarezzare piano la sua mano con movimenti lenti, quasi sfiorandola.
-Dormi?- sussurrò.
-No.-
Il fatto è che non aveva neanche seguito il film, troppo impegnato a cercare di capire le intenzioni del più piccolo mentre o accarezzava, o lo baciava di tanto in tanto.
Zacky alzò il viso specchiandosi negli occhi dell'altro che prontamente gli sorrise.
Adorava quel sorriso, avrebbe vissuto solamente di quei sorrisi.
-Cos'è successo prima?- sussurrò. Era ovvio che volesse delle spiegazioni.
La stanza era semi-buia, in sottofondo solo i rumori proveniente dalla tv.
-Che vuoi dire?-
-Voglio dire che mi hai respinto, che sei strano. E non ne conosco il motivo.-
-Non è niente.- sussurrò il più grande.
-Sicuro? Possiamo parlarne se ti va.- gli accarezzò il braccio cercando di convincerlo a parlare, ma sapeva quanto Matt fosse testardo, quasi quanto lui. Capì che non avrebbe cincluso nulla in quel modo così decise che avrebbe provato in un altro modo e se Matt lo avrebbe respinto ancora allora la risposta ai suoi dubbi sarebbe venuta da sè.
-Senti, posso baciarti ora o rischio di venire scaraventato giu dal letto?- sorrise innocentemente. Per prima cosa Matt doveva sentirsi sicuro di sè, come se avesse avuto la situazione sotto controllo, anche se non era affatto così.
Così, lasciandosi ammaliare da quegli occhi innocenti portò una mano sulla guancia avvicinandolo a sè e baciandolo dolcemente. Zacky lo assecondò per un pò finchè non cominciò a chiedere di più, voleva che Matt reagisse, voleva che gli mostrasse ciò che stava pensando, ciò che lo preoccupava. Se non poteva saperlo con le parole allora lo avrebbe capito da i suoi gesti. Continuò ad approfondire il bacio accarezzandogli languidamente il petto da sopra la maglia, lo sentiva fremere ma non faceva nulla per ricambiare quelle attenzioni. Allora si spinse contro di lui e senza abbandonare le sue labbra si ritrovò a cavalcioni sulle gambe del più grande, praticamente seduto sul suo bacino. Sapeva di non potersi spingersi oltre ma aveva bisogno di una prova, qualcosa che lo convincesse che andava davvero tutto bene. Sentì le mani dell'altro scendere lungo la sua schiena e fermarsi sulle sue natiche mentre lo avvicinava facendo combaciare perfettamente i loro corpi.
Zacky non sarebbe andato oltre, almeno finchè Matt non glielo avesse esplicitamente chiesto, ma questo Matt non poteva saperlo, per cui si spaventò, e non poco, della piega che stavano prendendo le cose e in un attimo di lucidità interruppe quel momento. Abbandonò quelle labbra e di conseguenza allontanò Zacky dal suo corpo lasciandolo per un attimo sorpreso.
-Non voglio..- biascicò con un fil di voce.
-Cosa non vuoi?-
Era come se le parti si fossero improvvisamente e inspiegabilmente invertite. Quello da proteggero ora era Matt, quello da rassicurare, e ne aveva davvero bisogno.
Zacky sospirò cercando il suo sguardo inutilmente -Era questo che intendevo. Che ti prende?- sussurrò dolcemente -Matt spiegami che succede.-
Dio, si sentiva una stupida ragazzina, odiava quella sensazione -Non succede niente.-
-Fai sul serio? Sei teso, che diavolo hai?-
Ancora evitava il suo sguardo, ancora si ostinava a non voler rispondere.
-Ho capito.- concluse allora il più piccolo alzandosi e spegnendo la tv.
-Dove vai?- chiese Matt sorpreso da quella reazione e spaventato dal fatto di averlo ovviamente deluso mentre Zacky raggiungeva la porta della camera.
-Va a casa ti prego.-
Cosa? Lo stava mandando via?
-Cos..No! Zack!- si alzò velocemente e lo bloccò, proprio sulla porta.
Questo si voltò sciogliendo la presa dell'altro sul suo polso -Io lo so qual'è il problema ok? E' inutile che continui a ripetere che va tutto bene! E cavolo no, non ho intenzione di costringerti a scoparmi se è questo che ti preoccupa! Ma voglio sentirtelo dire, voglio sentirti dire che hai paura, perche sinceramente non capisco cosa ci sia di male ad averne!-
Matt lo guardò, senza dire una parola, semplicemente non ci riusciva -Scusa..- mormorò soltanto.
-Non voglio le tue scuse, Matt, ascolta, solo perchè ci siamo ritrovati in quella situazione in bagno non vuol dire che io ti abbia chiesto di venire in casa mia per stuprarti ok?-
Codardo. Era un fottuto codardo. Questa era l'unica cosa che riusciva a pensare di se stesso.
Aveva rovinato tutto in  così poco tempo, come faceva sempre del resto.
-Ho capito, me ne vado.-
-Che stupido. E io che pensavo che..- sentì Zacky mormorare tra sè e sè scuotendo la testa.
-Cosa? Pensavi cosa?-
-Mi ero..mi ero preoccupato che potessi sentirti a disagio così ho pensato..avrei aspettato finchè non fossi stato tu a fare la prima mossa. Ho anche pensato che magari avresti preferito parlarne prima..sai..non deve essere facile per te tutto questo, è un grande cambiamento, una cosa del tutto nuova..insomma, volevo solo che ti sentissi a tuo agio. Ma evidentemente l'ho fatto nel modo sbagliato. Io..vedi anche Gee lo faceva con me, non è stato il primo ma..non mi ha mai messo fretta.- aveva parlato senza riuscire a guardarlo negli occhi, non poteva sapere quindi che quelle iridi verdi ora lo scrutavano lucide e brillanti, proprio come piacevano a lui, almeno finchè non alzò lo sguardo sospirando -Non ti avrei chiesto la luna sta notte Matt.-
Matt si portò una mano tra i capelli maledicendosi come mai aveva fatto -Cristo mi sento un completo idiota. Io non..immaginavo che ci tenessi così tanto, non avrei saputo neanche come parlartene. Zacky mi dispiace ho rovinato tutto, di nuovo.-
Sensa pensarci due volte Zacky lo abbracciò -E' tutto apposto, tranquillo.-
-Adesso mi sento così gay.- disse facendo sorridere il più piccolo. Se qualcuno qualche anno prima gli avesse detto che si sarebbe ritrovato presto a fare la checca, e che gli sarebbe anche piaciuto, lo avrebbe sicuramente preso a pugni.
-Lo sei.-
-Sai non ho più voglia di vedere il film.-
-Ah no?! E che hai voglia di fare?- chiese Zacky staccandosi da quell'abbraccio.
-Questo.- sussurrò sulle sue labbra baciandolo piano, per poi scendere sul collo facendolo indietreggiare fino a cadere sul letto. Succhio un lembo di pelle lasciandogli una vistova macchia rossastra.
-Matt che diavolo..? Un succhiotto?- esclamò l'altro mentre Matt ridacchiava -Come diavolo lo nascondo ora?-
-Uhm, puoi sempre dire che...no hai ragione, è un bel guaio.-
-Vedo che sei tornato in te.-
-Forse si, forse no.- lo baciò spingendo il bacino contro il suo -Sai hai ragione, parlarne fa bene.-
-Hmm, lo vedo.- Zacky invertì le posizioni facendosi spazio tra le sue gambe e scendendo a baciargli il collo.
-Che fai?- ansimò.
-Non lo so.-
L'erezione del più grande premeva contro la gamba dell'altro e più questo si muoveva su di lui più cresceva la voglia che Matt ormai aveva di ottenere qualcosa di più. Mandò l'autocontrollo a farsi fottere e pensò che magari un passo avanti poteva anche farlo. Assolutamente.
-Io si.- soffiò sulle sue labbra mentre la mano raggiungeva goffamente la cintura dei propri pantaloni slacciandola e tirando giu la zip.
-Sei sicuro?-
-Vuoi che cambi idea?-
Zacky sorrise e in subito dopo sparì dalla sua visuale abbassandosi a baciargli ventre sollevandogli appena la maglia. Matt non era l'unico ad essere nervoso, in fondo anche Zacky non aveva un rapporto da un pò. Lo riempì di piccoli baci facendolo rabbrividire, afferrò i jeans e li abbassò insieme ai boxer, quel tanto che bastava per vedere finalmente l'erezione svettare davanti ai propri occhi. Si morse un labbro intensamente mentre Matt stringeva le coperte tra le dita chiudendo gli occhi cominciando gia ad ansimare.
Dio, stava succedendo davvero. Non voleva sentirsi ancora debole, doveva essere lui a proteggere Zack e non viceversa, l'insicurezza non faceva parte di lui, odiava non sapere cosa lo aspettasse, così decise di buttarsi, doveva cogliere ogni attimo, ogni momento che Zacky potesse regalargli.  
Ad ogni modo, tutto quello che Zacky riuscì a pensare in quel momento fu a quanto diavolo fosse enorme. Cominciò ad accarezzarlo con la mano per tutta la sua lunghezza aumentando il ritmo quando sentiva i sospiri del più grande farsi più pesanti, lo sentiva fremere sotto il suo tocco, socchiudere gli occhi concentrandosi esclusivamente sul piacere che stava provando.
Leccò la punta afferrando saldamente la base con la mano per poi farlo scivolare lentamente nella sua bocca, assaporandone ogni centimetro, succhiando fino a sentirselo in gola. Sentì Matt irrigidirsi e gemere sommessamente. Cominciò a muoversi lentamente e poi sempre più veloce, quasi non respirava soffocato da quell'enorme presenza. Matt si sentiva morire, accecato completamente da ciò che stava provando prese e muovere istintivamente il bacino nella direzione del più piccolo. Era sul punto di venire ma non trovava voce per dirlo, ogni parola si trasformava in un gemito sconnesso. Inarcò la schiena spalancando la bocca e mandando la testa all'indietro mentre si riversava nella gola del più piccolo che con grande sorpresa di Matt aveva ingoiato il suo seme. 
In silenzio Zacky si stese al suo fianco, sentiva ancora il suo respiro irregolare.
Si leccò le labbra che racchiudevano ancora il suo sapore e chiuse gli occhi rilassandosi.
Poco dopo Matt si mosse al suo fianco e il rumore della zip che veniva tirata su gli fece capire che probabilmente si stava rivestendo.
Sorrise quando percepì un paio di labbra morbide sulle sue.
Ed era bello starsene così, senza dire nulla.
Perchè sinceramente non c'era neanche bisogno di dire nulla.
Era stato gia detto tutto.



Mi stava salendo il diabete a scrivere questo capitolo c.c è un pò troppo dolce per i miei gusti XD
Spero vi piaccia anche perchè secondo me non è uno dei migliori..
Vi avviso subito dicendo che probabilmente d'ora in poi ci metterò più del solito ad aggiornare soprattutto perchè tra non molto si torna a scuola e sabato ho gli ultimi esami c.c
Ringrazio chi continua a sostenermi e un grazie speciale alle nuove persone che si sono fatte sentire recensendo il precedente capitolo :*
A presto, spero!
XOXO

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** 18. Secrets ***


Rieccomi di nuovo qui ^^
E niente volevo solo accennarvi che, come noterete, le prime 2 parti di questo capitolo descrivono la mattinata delle rispettive coppie Matt/Zacky, Brian/Jimmy. Per il resto tornerà il piccolo Frank all'attacco *-*
Questo capitolo sarà un pò come la quiete prima della tempesta. Aspettatevene di tutti i colori.
XOXO

 

18. Secrets
 


-Sei pronto?-
-Si, prendo lo zaino.-
Zacky aveva sorriso, recuperato la sua borsa e raggiunto il suo ragazzo che lo aspettava fuori dalla porta.
Matt lo aveva tenuto per mano per tutto il tempo.
Aveva intrecciato le loro dita e sorriso dolcemente venendo ricambiato immediatamente, avevano camminato lungo il marciapiede in silenzio cercando di nascondere il fatto che si tenessero per mano ogni volta che qualcuno passava di lì.
Ma avrebbe voluto che il tragitto verso scuola fosse durato più a lungo visto che raggiunto il cancello era stato costretto a interrompere quel contatto con il più piccolo.
Zacky non si lamentò, ne disse niente, accettava semplicemente il fatto che quella relazione non sarebbe stata ben vista da nessuno in quella scuola.
Quasi gli mancava quella normalità anormale che regnava a Newark. Era cresciuto in uno di quei quartieri in cui la vita per un bambino non era affatto tutta rose e fiori, aveva imparato che crescere non era affatto bello, ne divertente, ne semplice.
Semplicemente aveva odiato la sua vita. Almeno fino all'arrivo di Gerard.
Ma ora non si trovava più nel New Jersey, ora era tutto cambiato.
-In che classe sei?- chiese Matt riscuotendolo dai suoi pensieri mentre varcavano l'ingresso.
Zacky ci pensò un pò su -Che...giorno è?- si grattò la testa imbarazzato.
L'altro ridacchiò -Lunedì, suppongo.-
-Ah gia.- sbadigliò portandosi una mano davanti la bocca -Ho italiano, aula 5.- sbuffò.
-Non hai dormito?-
Zacky fece spallucce -I soliti incubi. Ce li ho da quando avevo..9 anni, credo.-
-Che genere di incubi?-
-Ecco..non lo so, è sempre tutto molto confuso, però credo...vedo mio..padre e..-
-E?-
-Lascia stare.-
Si fermarono davanti l'aula del più piccolo mentre questo lasciava cadere quell'argomento del tutto sconosciuto a Matt.
-Non parli mai di lui.-
-Perchè dovrei? Ha completamente distrutto la mia famiglia.-
Matt non disse niente ma capì dal suo tono che non era una di quelle conversazioni da portare avanti in quel momento.
-Devo andare in classe ora.-
Fece per voltarsi ma il più grande prontamente lo afferrò, non lo avrebbe lasciato andare in quel modo.
Lo baciò prendendogli il viso tra le mani, non prima di essersi assicurato che nessuno li vedesse.
Zacky non ebbe neanche il tempo di realizzare che gia pochi secondi dopo lo sentì abbandonare lentamente le sue labbra.
-Avevo dimenticato di farlo sta mattina.- sussurrò.
-Tu sei pazzo, e se ci fosse stato qualcuno?-
-Io non vedo nessuno.- fece guardandosi intorno.
-Infatti era una supposizione.-
-Hmm beh, supponi questo.- lo baciò ancora. Ma sta volta fu più breve visto che Zacky lo spinse via, anche se controvoglia.
-Adesso vado prima che ti venga un'altra brillante idea.-
-Cioè portarti in braccio in classe?-
-Si, una cosa del genere.- rise.
-Posso farlo!-
-Te lo proibisco.- indietreggiò il più piccolo puntandogli un dito contro. -Categoricamente.-
-Che saputello.- lo prese in giro -Categoricamente Matt! Categoricamente!- gli fece il verso.
-Quanto sei gay!-
-Ritirà immediatamente quello che hai detto!-
-Altrimenti?- rise Zacky incrociando le braccia al petto e sfidandolo con lo sguardo.
Il suono della campanella li riportò bruscamente alla realtà. Zacky sbuffò -Adesso devo andare per davvero.-
-Ci vediamo all'uscita.- Avrebbe tanto voluto baciarlo ma il corridoio cominciava ad affollarsi sempre di più e furono costretti a lasciarsi solo con un sorriso.
Matt si era voltato raggiungendo lentamente il piano di sopra, Zacky lo aveva seguito con lo sguardo, finchè non lo aveva visto sparire.


-Cavolo sei gia qui? Entra sono quasi pronto.- fece Jimmy abbandonandolo sulla porta e correndo al piano di sopra.
Brian scosse la testa sorridendo e chiudendosi la porta alle spalle -Ovvio che sono gia qui, sono le otto!-
-Cazzo!- vide Jimmy correre in bagno urlando come una ragazzina -E' tardi!-
-Quando imparerai a svegliarti presto?-
-Quando mi ricorderrò di programmare quella supida sveglia!-
Lasciò andare lo zaino a terra di fianco alla porta e raggiunse la cucina da dove proveniva un forte odore di caffè. Solo quel profumo gli metteva il buon umore.
-Buongiorno.- salutò con un gesto della mano poggiandosi allo stipite della porta e trovando la mamma di Jimmy che preparava la colazione. Questa sorrise non appena si accorse della sua presenza.
-Brian, buongiorno caro, hai fame?-
Quando Jimmy tornò in cucina lo trovò ovviamente ad ingozzarsi di biscotti appena sfornati.
-Non andavamo di fretta?-
-Ma cfi fono i bifcotti!- Esclamò con la bocca giustamente occupata.
-Hai i soldi per il pranzo?- chiese sua madre.
-Si.- le lasciò un bacio sulla guancia e trascinò fuori il suo ragazzo -Andiamo.-
-Arrivedefci!-
-Ciao Brian.- sorrise lei.
-Io adofo tua mafre.-
-La pianti di parlare con la bocca piena?-
-Ma fono buoniffimi.-
-Ne voglio uno.- fece per prenderlo ma Brian si scansò.
-No fono miei!-
-Oh avanti Brian! Solo uno!-
-Metà.-
-No, intero!- si lamentò.
-Ehi ragazzi!- una terza figura si avvicinò ai due che però non gli prestarono attenzione, troppo indaffarati a cercare di impossessarsi dell'ultimo biscotto.
-Non vale non ne ho mangiato neanche uno!-
-Questo perchè sei sempre in ritardo!-
Dalla mano di Brian spuntava un piccolo e dolce biscotto al cioccolato che non ci mise molto a sparire sotto gli occhi illuminati del ragazzo alle sue spalle. -Oh, un biscotto!- esclamò questo appropriandosene e mangiandolo leccandosi poi anche le dita.
-Johnny!- Esclamarono all'unisono, del tutto colti di sorpresa.
-Che c'è?-
-Il mio biscotto!-
-Ah si, era buono, grazie. Ce ne sono altri?- chiese innocentemente.
Brian lo guardò, quasi sul punto di strangolarlo mentre Jimmy scoppiò improvvisamente a ridere.
-Sono circondato da idioti.- riprese a camminare lasciandosi i due alle spalle.
-Amore era solo un biscotto!-
-No era il MIO biscotto! MIO!-
-Si sente bene?- Johnny inarcò un sopracciglio.
-Lo sai quanto adora i biscotti.- fece spallucce Jim.
-Novità?-
-Su quale fronte?-
-Matt e Zacky, ovvio.-
-Tutto tranquillo amico, so solo che hanno passato una serata insieme.-
-Dici che hanno..-
-Non ne ho idea, Matt era piuttosto insicuro.-
-Ehi muovete il culo cazzo!- gridò Brian che gia aveva raggiunto il cancello della scuola.


Entrato in classe trovò il caos totale.
Si aspettava di beccarsi una sfuriata dal professore per l'ennesimo ritardo e invece fu più che felice di trovare la cattedra vuota.
-Che succede?- chiese occupando il posto accanto a Frank.
-Il professore non c'è.- sorrise questo.
-Grande!- esclamò Jimmy -Beh, in questo caso vado a fumarmi una sigaretta, vieni con me?-
Frank accettò e usciti dall'aula si chiusero in bagno, in una delle cabine.
-Allora Frank.- cominciò Jimmy passandogli l'accendino -Come ti va?-
L'altro fece spallucce -Bene, credo.-
-Esci con qualcuno?-
-Forse.-
Frank era così riservato che non aveva molti amici, ma con Jim..beh, con lui chiunque si trovava a proprio agio.
-Che vuol dire forse?-
-C'è una ragazza che..-
-che?-
Sorrise imbarazzato. -Beh, credo di piacerle.-
-E come si chiama?-
-Jamia.-
-Nestor? Jamia Nestor?-
-S-Si, perchè?-
-Frequenta le mie stesse lezioni di matematica, Frank, è molto carina dovresti provarci!-
Frank abbassò lo sguardo facendo spallucce -Non lo so.- mormorò.
-Non ti piace?-
-Non è questo..cioè..io..-
-E' per Matt?- azzardò allora Jim.
L'altro arrossì visibilmente per poi annuire rassegnato.
-Da quanto ti piace Frank?-
-Da troppo ormai.- sorrise appena -Ma..non importa, cioè, va bene così.-
-A te va davvero bene così?-
-Io...credo di si. Insomma è etero, quindi..-
A Jim fece una tale tenerezza. Somigliava incredibilmente a Zacky eppure Matt non gli aveva mai riservato le attenzioni che avrebbe voluto. Zacky sembrava essere il suo mondo, e Frank non ne faceva parte.
Quasi si sentiva in colpa di tenerlo all'oscuro della loro relazione.
-Mi dispiace.- fece davvero dispiaciuto.
-Sai ti direi di tenerti stretto Brian perchè persone come voi è raro trovarle, ma credo che tu questo gia lo sappia.- sorrise il più piccolo.
-Tu non smettere di provarci Frank.- pensò che forse una speranza avrebbe potuto dargliela.
-Che vuoi dire?-
-Tu non smettere e basta.- alzò le spalle -Alla fine ne vale sempre la pena.-
Stetterò un pò in silenzio mentre quel che rimaneva di entrambe le sigarette si consumava lentamente.
-Torniamo in classe?- fece poco dopo Jimmy.
-Vai tu, io ti raggiungo.-
L'altro annuì e uscì dal bagno.
Quel silenzio era quasi spettrale.
Sospirò spostando lo sguardo sulle proprie scarpe, aveva quasi voglia di raggiungere Jimmy e chiedergli cosa diavolo intendesse ma si trattenne.
Qualche secondo dopo si decise ad uscire, ma prima che potesse farlo la porta venne aperta e dei ragazzi entrarono in bagno.
Decise che sarebbe rimasto lì dentro, senza fiatare, senza quasi respirare.
-Dici sul serio?- rise uno di loro.
-Giuro!-
-Dio pensa se si viene a sapere in giro!-
-Oh andiamo io non ci credo, Sanders non può essere gay.-
Quello fu un colpo al cuore.
Frank sbiancò sgranando gli occhi e quasi smettendo di respirare.
-Ma li hai visti? Hai visto che si baciavano?-
-No, ne parlavano delle ragazze, le solite oche. Però non ho capito chi ci fosse con lui.-
-Che frocio.-
-Questo si che gli distruggerà la reputazione.- risero.
Uno dei tre azionò lo sciaquone uscendo da una delle cabine e raggiunsero l'uscita.
Si lasciò scivolare lungo la parete fino a sedersi a terra e sentire il pavimento freddo sotto il palmo aperto delle mani.
Voleva credere di aver immaginato tutto, ma non era così.
Era tutto sbagliato: perchè Matt avrebbe dovuto baciare un ragazzo? Ma soprattutto, chi? E Jim lo sapeva?
Magari avrebbe dovuto avvertirlo, provare almeno a riferirgli delle voci che giravano sul suo conto.
E forse erano anche tutte delle stronzate.
Decise che non ne avrebbe parlato con nessuno, che lo avrebbe avvertito all'uscita da scuola. Si convinse che fosse la cosa giusta da fare, anche perchè era del tutto convinto che fossero solo inutili voci di corridoio.


-Ti accompagno a casa?-
Zacky sorrise accettando di buon grado -Grazie.-
Usciti dall'istituto si incamminarono verso il cancello, dopo aver salutato Jim e Brian.
-Facciamo qualcosa pomeriggio?-
Matt non fece in tempo a rispondere che la sua attenzione venne catturata da qualcuno alle sue spalle costringendolo a fermarsi e lasciando l'altro proseguire da solo.  
-Matt!- Frank lo raggiunse, sembrava avesse il fiatone.
-Frank che-
-Devo parlarti.- lo interruppe.
-Parlarmi?-
-Si.- annuì freneticamente.
-Come? Adesso?-
Intanto Zacky si era fermato accorgendosi dell'assenza di Matt e aspettava qualche metro più in là scrutandoli da lontano.
-Si io..non so come dirlo..-
-Senti Frank ne riparliamo domani ok?- fece per allontanarsi.
-Ma è importante!- lo bloccò.
-E va bene spara. Ma sbrigati.- sbuffò.
-Ehi Matt!-
si voltò sentendosi chiamare e notando Zacky capì che doveva muoversi, gli fece cenno di aspettare e riportò l'attenzione su Frank.
-Allora?
E Frank capì. Capì di essere di troppo ancora una volta, capì che Matt probabilmente avesse ben altro da fare. Lui che ci stava a fare li? Lui che non centrava mai niente, lui che veniva preso in giro quando invece cercava solo di fare del bene.
E in quel momento si sentì preso in giro. Matt era lì, ma non aveva alcuna voglia di ascoltarlo, come sempre dopotutto. Non sarebbe mai cambiato nulla. Era solo uno sfigato innamorato perso, solo questo.
E per una volta, una sola volta, voleva poter avere il controllo su qualcosa. Anche solo per poco.
-Hai ragione.- fece -Può aspettare.-

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** 19. Love ***



Finalmente ho trovato il tempo di aggiornare *^*
E' uno di quei capitoli che ho dovuto riscrivere tre o quattro volte per essere sicura che non facesse del tutto schifo XD non ho molto da dire o da anticipare, se non che è abbastanza corto, quindi sono qui solo per lasciarvi un saluto e spero mi farete sapere cosa ne pensate >.<
XOXO


19. Love
 


Sbuffò prendendosi la testa tra le mani, era la quarta volta che rileggeva lo stesso rigo, la voglia di studiare era andata a farsi fottere non appena aveva aperto quello stupido libro. Giocherellava con la matita sottolineando di tanto in tanto qualche parola, giusto per tenersi occupato e non permettere alla sua mente di pensare ad altro.
Alla fine decise che magari una pausa gli avrebbe fatto bene, anche se non faceva altro che fare pause da quanto aveva iniziato a studiare.
-Non stavi facendo i compiti?- fece sua madre non appena lo vide entrare in cucina.
-Faccio una pausa.- aprì il frigo ma lo richiuse sconsolato trovandolo quasi vuoto -Ho fame!- si lamentò.
-Devo ancora fare la spesa.-
-E che stai aspettando?-
-Zacky ho un lavoro, sono quasi tutto il giorno fuori casa, potresti darmi una mano, sai?-
-Come non detto.- sbuffò tornandosene in camera e rimettendosi sui libri.
Era così frustrante, un pomeriggio che istigava al suicidio.
Qualche minuto dopo sentì il cellulare vibrargli nella tasca, sobbalzzò colto di sorpresa. Gli bastò leggere il nome sul display per far incurvare le sue labbra in un sorriso.
-Ehi!- esclamò rilassandosi contro lo schienale della sedia.
-Sei a casa?- chiese Matt.
-Si.-
-Che stai facendo?-
La sua voce sembrava così calda e roca che si ritrovò a mordersi le labbra. -Sto sudiando.-
-Ah, che peccato.-
-Che vuoi dire?-
-Affacciati.-
-Come?- si alzò avvicinandosi alla finestra e scostò le tende.
-Ciao.- Matt lo salutò con la mano guardandolo dal basso.
L'altro sorrise sorpreso di ritrovarselo lì. Riagganciò e aprì la finestra sporgendosi -Che diavolo ci fai qui?- esclamò cercando però di non urlare per non rischiare di venir sentito da sua madre.
-Dovevo vederti.-
-Sei pazzo, c'è mia madre!-
-Scendi.-
-Ma non posso!-
-E dai solo cinque minuti!- lo pregò.
-Zacky!- la voce di sua madre lo fece voltare di scatto verso la porta della camera, fortunatamente chiusa.
-Aspetta un secondo.- fece a Matt e si precipitò fuori dalla camera -Che c'è?-
-Sto uscendo, ti serve qualcosa?-
-Davvero?-
-Non eri tu quello che si lamentava per il frigo vuoto?- fece lei infilandosi la giacca.
-Ah gia. Beh, prendi anche la nutella.-
-E tu non azzardarti ad uscire, ti voglio qui al mio ritorno, non dovrei metterci molto.-
-Mettici tutto il tempo che vuoi.- sorrise innocentemente.
-Sicuro di sentirti bene?-
-Benissimo.-
Anche se non era affatto convinta decise di non indagare oltre e si avvicinò alla porta.
-Allora vado.-
-Ciao.- aspettò che la porta venisse chiusa e tornò di corsa alla finestra della sua camera.
-Che succede?- chiese Matt.
Zacky sorrise vedendo la macchina di sua madre sparire in lontananza -Mia madre è appena uscita, vieni su.-
Non se lo fece ripetere due volte, fece il giro della casa e si ritrovò davanti alla porta proprio nel momento in cui il più piccolo la aprì.
-Ciao.- sorrise questo non sapendo cosa altro dire, si sentiva solo come paralizzato davanti allo sguardo del più grande.
-Ciao.- sussurrò Matt baciandolo dolcemente senza aspettare che lo facesse prima entrare.
-Vieni dentro.- soffiò sulle sue labbra per poi spostarsi per lasciarlo passare.
-Allora, che ci fai qui?-
-Hmm, ero nei paraggi.- fece il più grande in modo vago avvicinandolo a se. Zacky gli allacciò le braccia al collo ritrovandosi a pochi centimetri dal quella pelle che improvvisamente aveva solo voglia di mordere.
-Ah si?!-
-Beh, si, ho preso due autobus e un taxi per trovarmi nei paraggi.-
Zacky ridacchiò mentre le mani di Matt andarono a posarsi sulla sua schiena accarezzandola piano e scendendo sempre più lentamente verso il basso, sempre più giu, finchè l'altro non le bloccò impedendogli di proseguire quella straziante discesa.
-Dove credi di andare?- sussurrò baciandolo ripetutamente appena sotto la mandibola per poi salire piano fino al lobo che cominciò a leccare. Matt chiuse gli occhi, lasciandosi andare, preso completamente alla sprovvista. Ansimò piano inclinando la testa di lato e lasciando scoperto il collo su cui Zacky spostò subito tutta la sua attenzione torturandolo di baci.
Passò poi le mani sul suo petto accarezzando ogni muscolo fino ad arrivare alle spalle dove afferrò la giacca sfilandogliela.
-Mettiti comodo.- fece lasciandogli un casto bacio sulla guancia -Hai fame?-
Matt aveva rischiato di svenire per tutto il tempo, aveva sentito ogni singola fibra del suo corpo rischiare di andare a fuoco, aveva sentito il suo cuore accellerare i battiti e degludito nervosamente sentendo la gola del tutto secca chiedendosi cosa sarebbe successo dopo, fino a dove si sarebbe spinto il più piccolo...e ora se ne usciva con quella frase e quell'atteggiamento improvvisamente innocente? Va bene che voleva farlo sentire a suo agio ma non poteva fargli rischiare un infarto e poi confonderlo in quel modo!
Rimase infatti interdetto da quel comportamento e bocchecciò per un pò senza avere la minima idea di cosa dire.
-Fai sul serio?- fece poi.
Zacky lo guardò confuso -Cioè?-
-Mi chiedi se ho fame? Adesso?-
-Beh che c'è di sbagliato?-
-Non lo so, magari il fatto che- scosse la testa distogliendo lo sguardo -Come non detto. Lascia stare.- non riusciva più a reggere il fatto di stare lì in piedi del tutto scoperto, si sentiva quasi nudo senza la sua giacca a coprirlo, era come se non riuscisse a respirare, fu allora che capì di essere un debole, e ci era voluto Zacky per fargli capire che la maggior parte delle volte non era in grado di prendere una decisione, non valeva nulla. Così gli diede le spalle e andò a sedersi sul divano sprofondando contro lo schienale. E Zacky lo seguì, sedendosi al suo fianco e notando quanto fosse di una tenerezza disarmante in quel momento: teneva lo sguardo basso sulle proprie mani che intrecciava nervosamente.
-Potrei aiutarti con i compiti.- disse all'improvviso, forse per spezzare il ghiaccio.
-Matt.- sorrise appena Zacky.
-Oppure cuciniamo qualcosa.-
-Matt!- lo chiamò di nuovo, ma l'altro sembrava ignorarlo.
-Sono bravo in cucina.-
-Proprio come una checca, hm?-
-Gia.- sospirò, ma poi si riscosse di colpo fulminandolo con lo sguardo -Ehi!-
Zacky scoppiò a ridere -Scusa ma non sapevo cos'altro fare per attirare la tua attenzione!-
Matt sbuffò incrociando le braccia al petto -Divertente.-
Il più piccolo tornò serio, si avvicinò ulteriormente cercando il suo sguardo e accarezzandogli dolcemente un braccio -Avanti, che hai?-
-Sto cercando di non rovinare tutto anche sta volta.-
-Beh, non lo stai facendo molto bene.-
-Lo so. Grazie.- fece acido.
La mano del più piccolo si spostò sulla sua nuca massaggiandola piano con le dita che andavano a intrecciarsi tra i capelli del più grande -Qual'è il problema?-
Matt scosse la testa facendogli capire che non aveva intenzione di parlarne. -Ehi, abbiamo detto che ne avremmo parlato, ricordi?- ritentò Zacky.
-Non puoi aspettare che sia io a prendere l'iniziativa.- sbuffò allora Matt -Sono un disastro.-
-Mi stai dicendo che dovrei continuare a provarci ogni volta sperando che sia la volta buona? Non mi pare il massimo come idea.-
-Tu non capisci, tu..sei così, non lo so, tranquillo. Come fai ad essere così tranquillo? Insomma..mi faccio..così tante paranoie che-
-Matt il sesso non è tutto.- lo interruppe.
-E va bene.- sospirò mettendosi più comodo e convincendosi a parlare -Sei gia stato con altri, no? E io-
-Matt..- Zacky scosse la testa e fece per ribattere ma l'altro lo precedette.
-No, lasciami finire. Il fatto è che, io non ho idea di come si..cioè, posso immaginarlo ma...senti, so solo che mi piaci, il resto..-
-Il resto può andare a farsi fottere.-
La voce del più piccolo lo costrinse a fermarsi. Lo guardava dritto negli occhi e non aveva idea del perchè non riuscisse a distogliere lo sguardo.
-Potrei non essere abbastanza.- mormorò Matt.
-Per quanto mi riguarda sei perfetto in ogni cosa.- fece il più piccolo.
E a quel punto non ci fu bisogno di dire più nulla. Matt lo tirò a sè baciandolo lentamente, mordicchiandogli il labbro inferiore e sfiorando le sue labbra con la punta della lingua. Non aveva mai dedicato tante attenzioni a quelle labbra così carnose e invitanti, sembrava quasi volerle assaggiare e non staccarsi mai da esse. Gli porto una mano sulla guancia accarezzandola e Zacky approfondì freneticamente quel bacio desiderando che non finisse mai. Quando si staccarono aprì gli occhi rispecchiandosi in quelli di Matt che sorridendo gli baciò la punta del naso. Non riusciva a pensare più a nulla, sentiva solo i battiti del suo cuore accellerare all'improvviso togliendogli completamente la capacità di ragionare, si ritrovò a fare i conti con i suoi sentimenti così di colpo e per la prima volta non ebbe più alcun dubbio su ciò che provasse. Matt era bellissimo con le sue insicurezze, i suoi sorrisi, la paura di mostrarsi o di apparire debole, e magari aveva solo bisogno di sentirselo dire, magari aveva bisogno di sapere quanto fosse essenziale la sua presenza nella vita del più piccolo.
-Ti amo.-
E il sorriso che fino a quel momento aveva incurvato le labbra del più grande svanì all'istante.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** 20. Acid Rain ***


Hey there :) 
Odio metterci tutto questo tempo ad aggiornare ma purtroppo non ho altra scelta c.c
Ancora drammi in questi capitoli u.u eh gia, li amo alla follia*^*
Beh, non ho molto da dire perciò mi tolgo subito dalle scatole...Un bacio a chi ancora ha il coraggio di seguire questa storia :*

 

20. Acid Rain
 


Più fissava quegli occhi più gli veniva voglia di scappare.
Non poteva averlo detto sul serio.
E quell'evidente silenzio per Zacky fu come una pugnalata dritta al petto.
Vedere il sorriso abbandonare le labbra del più grande gli aveva fatto perdere ogni speranza.
Ma proprio quando cominciava a pensare di aver corso troppo lo aveva visto aprire bocca e aveva quasi trattenuto il respiro aspettando che parlasse, almeno finchè non aveva sentito una macchina parcheggiare nel vialetto e visto sua madre scendere da questa, a quel punto era stato costretto a trascinare Matt in camera. Questo, ancora scosso, lo aveva seguito senza dire una parola. Aveva tentato di opporsi solo quando il più piccolo lo aveva spinto velocemente verso la porta sul retro intimandogli di uscire da lì in modo che sua madre non si accorgesse della sua presenza.
Ma un particolare era sfuggito ad entrambi, un particolare che però non sfuggì affatto agli occhi attenti di sua madre.
-La prossima volta il tuo amico fallo uscire dalla porta d'ingresso.- gli aveva sorriso porgendogli il giacchetto di Matt che poco prima era stato abbandonato sul divano.


In qualche modo lo sapeva che quella mattina non lo avrebbe trovato ad aspettarlo fuori la porta di casa. Sapeva che non si sarebbe presentato per ovvi motivi, anche se un pò ci sperava.
E fu questo briciolo di speranza a spingerlo ad aspettare. Magari si sarebbe presentato con qualche minuto di ritardo.
Dieci minuti dopo lo sfiorò l'idea che forse si era alzato tardi.
Così continuò a guardarsi intorno sbirciando ogni angolo della strada, lanciando qualche occhiata all'orario finchè non decise di rassegnarsi. Non sarebbe venuto.
Sospirò deluso ma consapevole e sistemandosi lo zaino sulle spalle si incamminò da solo verso la scuola.
Cominciò a pensare a come avrebbe dovuto comportarsi. Insomma, Matt non gli aveva dato una vera risposta, anzi a dire il vero non aveva avuto neanche il tempo di dire nulla. Ma in fondo che male poteva aver fatto? Aveva detto di amarlo, non gli aveva mica chiesto di sposarlo!


"Così non ci siamo Sanders, non riesci neanche più a difenderti da solo?"
"Dove lo hai lasciato il tuo ragazzo eh?"
"Voi froci siete tutti uguali. Mi fate schifo."
"Mi chiedo cosa accadrebbe se si spargesse la voce. Sai, sarebbe proprio un peccato dover rovinare la tua reputazione."
"P-Provaci."
Un'altro pugno. Forse avrebbe dovuto tenere la bocca chiusa.
Quelle voci ancora tormentavano la sua mente mentre tentava di alzarsi da terra con non poca fatica, sentiva la testa girargli vorticosamente e a stento riusciva a mantenere l'equilibrio. Il sopracciglio spaccato continuava a perdere sangue e per fortuna era l'unico segno che erano riusciti a lasciargli.
Un senso di debolezza lo invase facendogli salire una rabbia che non provava da tempo ormai.
Sta volta lo avevano trovato impreparato, sta volta avevano studiato alla perfezione un piano per coglierlo alle spalle e si era ritrovato a terra, incapace di muoversi o di capire cosa stesse succedendo, con un dolore lancinante che si estendeva dal ventre al petto mentre tenendolo fermo lo colpivano più volte.
Aveva tossito, sputanto sangue, ma si era trattenuto dall'urlare. Non gli avrebbe dato l'insana soddisfazione di vederlo pregare di smetterla. Non aveva trovato la forza di reagire neanche quando tra quelle risate, quel rumore infernale di calci e pugni, si era sentito chiamare "frocio" o "sfigato". Così aveva sopportato, fichè non lo avevano lasciato a terra in quel vicolo, senza forze.
-Ci vediamo a scuola Sanders.- aveva urlato uno di loro allontanandosi.
Poi aveva pianto. Come non gli succedeva da molto, anzi, forse non aveva mai pianto così tanto in vita sua.
Il duro Matt Sanders non era riuscito a difendersi. Ma forse non aveva voluto.
Che si sentisse così sbagliato da credere di meritare un trattamento del genere?
Non avrebbe mai pensato di trovarsi in quella situazione, lui che aveva sempre interpretato la parte del "poco di buono", rispettato da tutti e ora deriso e picchiato per colpa di un paio di magnifici occhi verdi.
Era questo il prezzo dell'amore che provava?
Se solo Zacky avesse saputo che era quello il motivo per cui non si era presentato quella mattina.
Ora, di certo a casa in quello stato non ci sarebbe tornato così si costrinse a proseguire verso la scuola. Poteva sopportare quel dolore allo stesso modo con cui aveva incalzato quegli insulti.
Si asciugò le guance bagnate con il dorso della mano sperando che il rossore dei suoi occhi sparisse in fretta. La caviglia faceva male ma cercò di non farci caso, cercò di nascondere l'andamento un pò lento e zoppicante che gli impediva di affrettare il passo. Passando difronte la casa di Zacky gli si strinse il cuore a pensare che magari a quest'ora il più piccolo si fosse convinto che la sua assenza fosse dovuta a ciò che si erano detti il giorno prima. Abbassò lo sguardo concentrandosi sui suoi passi evitando di creare l'immagine di Zacky, nella sua mente, che lo aspettava senza però vederlo arrivare.
Superato il cancello si stupì di essere riuscito ad arrivare prima del suono della campanella e tirandosi il cappuccio sulla testa attraversò l'ingresso cercando di nascondersi dalle occhiate degli altri. Arrivato al suo armadietto incominciò a sentirsi alcuni sguardi addosso ma non gli diede particolarmente peso.
Aprì l'anta di metallo e..-Ehi, sei qui.-
Riconobbe una nota di sorriso in quella voce che riconobbe immediatamente, ma non si voltò, non voleva che Zacky vedesse in che stato era ridotto.
Si irrigidì all'istante -Ciao.- poteva ancora sentire quegli sguardi su di se.
A causa del cappuccio il più piccolo non riusciva a scorgere il suo viso ma si accontentò di aver almeno ottenuto una risposta al suo saluto.
-Ti ho aspettato.- continuò -Sta mattina.-
-Si, scusa.-
Zacky sospirò, avrebbe tanto voluto guardarlo negli occhi ma l'altro non glielo permetteva.
-Ah, ehm..questo è tuo.- fece porgendogli il suo giacchetto -L'ho avevi dimenticato.-
Matt lo afferrò delicatamente vedendolo scivolare via dalle mani del più piccolo che potè giurare di aver visto un piccolo sorriso incurvare quelle labbra.
-Grazie.-
-Stai..bene?- azzardò.
Ma sta volta non ricevette alcuna risposta, ci fu solo un lungo silenzio interrotto dal suono improvviso della campanella.
L'armadietto venne chiuso, quasi violentemente, come a voler dimostrare che, no, non stava affatto bene.
-Devo andare in classe.- fece Matt dandogli le spalle.
E Zacky lo guardò allontanarsi, senza trovare un briciolo di coraggio, o una fottuta buona ragione, per chiedergli di non andare.
Ma in classe non ci era mai arrivato. Aveva deviato verso il bagno cercando di darsi una ripulita.
Il giacchetto e le mani erano ancora sporchi di terra e si meravigliò del fatto che Zacky non avesse detto nulla a riguardo.
Infilò il giacchetto nella borsa e si sciacquò più volte il viso come a volersi risvegliare da un brutto sogno.
Fissò il suo riflesso nello specchio e scosse la testa poggiandosi con entrambe le mani sul lavandino.
Come facevano a sapere di lui e Zacky? Come aveva potuto permettere che accadesse una cosa del genere?
Non poteva rischiare che l'intera scuola lo scoprisse. Non sarebbe sopravvissuto ai loro sguardi, alle risatine, poteva solo immaginare come ci si sentiva. E non gli piaceva affatto.
Si poggiò con la schiena al muro fino a scivolare a terra sul pavimento gelido. Strinse le ginocchia al petto poggiando la fronte su di esse, in quel momento non gli importava affatto se qualcuno fosse entrato e lo avesse visto in quello stato. Si sentiva a pezzi e non avrebbe fatto nulla per nasconderlo, semplicemente non ne aveva la forza.
-Pensi che startene lì a terra risolverà le cose?-
Non diede importanza a quella voce e ai passi che si avvicinavano.
-Allora?- ritentò Frank.
-Vattene.- mormorò Matt.
-Sai sei fortunato che sia entrato io, poteva farlo chiunque altro e chiedersi cosa ci faccia Matt Sanders così abbandonato a terra.-
-Frank..ti prego..-
-Prega quanto vuoi.- fece spallucce standosene in piedi davanti al corpo rannicchiato dell'altro. Sembrava quasi divertito, cosa che a Matt dava incredibilmente sui nervi.
Quando alzò finalmente lo sguardo Frank potè scorgere queli occhi rossi e spenti, e mai avrebbe creduto di vederli in quello stato. Si chinò su di lui sorridendogli appena.
-Hai dei bellissimi occhi, non piangere.-
Matt abbassò lo sguardo, più che altro imbarazzato, cercando di trattenere quel fiume di lacrime che aspettava solo di essere riversato sulle sue guance.
-E per Zacky, non è vero?-
-Non so di cosa parli.-
Frank scosse la testa sospirando -Matt piantala di mentire, ne parlano tutti.-
-C-Come?- sgranò gli occhi. -E tu lo sapevi?-
-Ho cercato di dirtelo, ricordi? Sapevo come l'avresti presa se qualcuno avesse scoperto di voi due così ho cercato di avvisarti ma non mi hai dato ascolto.-
Matt, incredulo, continuava a fissare Frank terrorizzato.
Era tutto fottutamente rovinato. Tutto sbagliato. Nessuno avrebbe dovuto sapere e invece ora l'intera scuola non parlava altro che di loro.
-Non sei mai stato pronto per questo Matt. Lo sapevi sin dall'inizio.-
Piccole gocce salate incominciarono a rigargli il viso e non fece nulla per trattenerle. La sua reputazione ormai era andata distrutta e l'unica cosa che si chiedeva, ora, era se ne valesse davvero la pena. Se avrebbe dovuto mandare avanti la storia con Zacky, se avesse dovuto smentire ogni cosa e tornare alla vita di prima. Ma il suo cuore avrebbe retto a tutto ciò?
Pensò a Zacky, si concentrò solo su di lui, al "ti amo" che gli aveva sussurrato, a quella sensazione di sicurezza che gli trasmetteva, alle sue labbra morbide, i suoi occhi, la sua risata...era davvero disposto a rinunciare a tutto questo?
-Perchè lui?-
E quella domanda da parte di Frank fu inevitabile.
-Non lo so.- sussurrò l'altro. -Mi dispiace.- si morse il labbro inferiore tirando su con il naso mentre le guance si tingevano teneramente di rosso. -Frank mi dispiace.-
Il più piccolo annuì sedendosi al suo fianco e facendogli poggiare la testa sulla sua spalla.
-Perchè sei ancora qui?- mormorò poi Matt chiudendo gli occhi, cullato dal suo respiro calmo.
-Dove altro dovrei essere? Abbiamo detto "amici", no?-
-Scusami per tutte le volte che hai sofferto per causa mia, Frankie.-
Frank sorrise -Non mi avevi mai chiamato in quel modo prima d'ora.- sussurrò.
Stetterò in silenzio per un pò finchè Matt non si decise a parlare -Che devo fare?-
Frank gli accarezzò dolcemente i capelli facendolo rilassare -Non accettare i miei consigni.- sussurrò avvicinando le labbra al suo orecchio -Ti porterei a lasciarlo se potessi. Ma non sarebbe giusto. Però puoi parlare con lui, smentire le voci che girano sul vostro conto...o accettare semplicemente di essere innamorato di un uomo.-
Innamorato.
Sentì un calore improvviso invadergli il petto. E non era stato Frank a procurarglielo.
Semplicemente gli era bastato associare quella parola al suo nome. Quel nome che lo faceva tremare ogni volta che veniva pronunciato.
Sorrise -Grazie Frank.-


Non appena sentì il suono della campanella si precipitò fuori dall'aula spintonando chiunque si trovasse davanti e raggiungendo in fretta l'uscita. Appena fuori la porta cominciò a guardarsi intorno aspettando di vederlo immezzo alla calca di studenti.
Quando lo notò sentì il cuore accellerare d'improvviso, doveva parlargli prima che quel briciolo di coraggio lo abbandonasse. Ma il sorriso dipinto sulle sue labbra non potè che svanire quando vide Zacky passare al suo fianco non rivolgergli neanche un'occhiata.
Non lo aveva degnato di uno sguardo continando a camminare verso il cancello.
Così Matt lo seguì, dapprima standogli un pò a distanza ma non togliendogli mai gli occhi di dosso, poi, quando fu sicuro di essere lontano da occhi indiscreti accellerò il passo afferrandolo per un braccio e costringendolo a fermarsi.
-Ehi Zack.-
Ma l'altro riuscì a divincolarsi da quella presa e continuò a camminare dandogli le spalle -Lasciami in pace.-
-Che succede?- fece Matt continuando a stargli dietro.
-Che succede? Mi chiedi che succede?-
Si voltò di scatto fulminandolo con lo sguardo. Non poteva credere che gli avesse rivolto una domanda così stupida. Era lui che doveva pretendere delle spiegazioni non viceversa. Zacky aveva gia detto troppo, anche solo con quel "ti amo" aveva messo a rischio la loro intera relazione, si era buttato nonostante sapesse quanto fosse difficile per Matt accettare tutto questo. Gli aveva donato il suo cuore per venir poi ripagato con il nulla e per quanto si sforzasse di far andare le cose nel verso giusto sapeva che non sarebbe andato da nessuna parte se Matt avesse continuato a tirarsi indietro davanti ad ogni ostacolo.
Tutto ciò che fece dopo fu solo dimostrare di essere ormai al limite.
-Cazzo, Matt ti ho cercato ovunque! Ero così preoccupato, avevo paura di aver fatto qualcosa di sbagliato e poi vengo a sapere che non ti sei neanche presentato a lezione cazzo, posso sapere dove sei stato? Ah no non dirmelo, eri con Frank giusto?-
Matt si ammutolì, sgranò solo gli occhi non appena sentì pronunciare il nome di Frank.
-Si, vi ho visti.- riprese Zacky intuendo ciò che l'altro stesse pensando -E la prossima volta che non vuoi parlare con me magari avvisami così mi tolgo dai piedi.- fece per andarsene ma di nuovo Matt lo bloccò. Alzò gli occhi al cielo poco prima di sentire la sua voce.
-Lasciami spiegare, aspetta!-
-Si! Si, bravo spiegami. Spiegami perchè ti comporti in modo strano da sta mattina. Spiegami perchè continui a fare in modo che io non mi senta all'altezza, dimmi perchè deve essere così difficile per te!- gli occhi si unimidirono all'improvviso ma si trattenne dal piangere -Senti, se è per ieri..scusami, oK? Ho corso troppo, va bene, ma non ignorarmi. Ti prego non evitarmi.-
Matt lo guardò, colpevole.
-P-Perchè zoppichi?- fece intanto il più piccolo vedendolo spostare goffamente il peso da un piede all'altro.
-Non ha importanza.- sussurrò.
Zacky scosse la testa -Matt che sta succedendo?- chiese una volta per tutte.
Matt abbassò lo sguardo cercando le parole adatte, ma sapeva che non avrebbe trovato un modo semplice per dirlo, così lo disse e basta -Sanno di noi.-
-Cosa?-
-Sanno..di me e te.-
-Chi..-
-Non lo so.- fece anticipando la sua domanda -Ma pare che si sia sparsa la voce.-
Zacky lo guardò attentamente. Sembrava distrutto, deluso..forse da se stesso. Tutto di lui indicava chiaramente che non avrebbe retto a lungo quella situazione.
-E.. tu non volevi che si sapesse. Giusto?- mormorò pur conoscendo gia molto bene la risposta.
-Io...- Matt sospirò stanco -Vorrei che fosse semplice.-
-Gia. E' ovvio che non lo sarà mai.-
-Che facciamo?-
-Non lo so.- sospirò abbassando lo sguardo -Sono stanco Matt.-
-Di me?-
-No.- ovvio che non si sarebbe mai stancato di lui, sapeva che non sarebbe stato affatto possibile -Sono stanco di tutto questo. Di continuare a provare senza mai arrivare da nessuna parte. Continuo a pensare che andrà bene ma non è così. E' ovvio che continuerai a volerti nascondere e..ad avere paura e io non..- le prime lacrime cominciarono a bagnargli il viso e la sua voce si incrinò. Senza pensarci due volte Matt gli prese il viso tra le mani asciugandogli dolcemente le guance.
-Ehi..- sussurrò -Io..non voglio che finisca. Te lo giuro, non voglio lasciarti.-
Zacky scostò le mani dell'altro dal suo viso -Io si.-
Matt sbattè più volte gli occhi cercando di cogliere il senso di quell'affermazione, non poteva averlo detto davvero. Non riuscì a dire ne fare nulla, se non boccheggiare come un perfetto idiota -No..- biascicò con le lacrime agli occhi -Tu non..-
-Mi dispiace.-
-Non puoi volerlo davvero.- cercava il suo sguardò mentre l'altro lo evitava -Zacky...Amore guardami.-
Amore.
Non lo aveva mai chiamato in quel modo.
E ora lo aveva fatto in modo così naturale, come se lo facesse da anni, come se non avesse fatto altro dal giorno in cui i loro occhi si erano incontrati. E si sentiva incredibilmente bene, tanto che si chiese perchè non lo avesse mai fatto prima.
Il cuore del più piccolo fece una capriola, sentiva le gambe tremargli, la testa girargli. All'improvviso non sapeva più cosa pensare.
-Non posso andare avanti in questo modo.- mormorò ignorando il casino nella sua testa. -Matt non sei pronto per questo.-
-Si che lo sono!-
-Sei sicuro? Sei pronto a dire ai tuoi che stai con un uomo e non con una donna? Sei pronto a deludere la tua famiglia, a cambiare il modo in cui gli altri ti vedranno, a sciegliere me con tutte le conseguenze che comporta una decisione del genere?-
Ma Matt sta volta non rispose.
Era pronto?
Non lo sapeva.
Voleva sul serio cambiare la sua vita per lui?
Non lo sapeva.
Erano molte le cose che non sapeva e solo in quel momento si rese conto di non saper rispondere a nessuna di quelle domande.
Frank aveva ragione.
Zacky aveva ragione.
Forse non era pronto, forse non lo voleva abbastanza.
Zacky annuì consapevole, immaginava quella reazione da parte sua. Proprio come quando aveva detto di amarlo.
-Io lo ero.- mormorò. Poi gli portò una mano sul viso accarezzandogli dolcemente una guancia.
Lo baciò. Adorando quelle labbra ancora una volta. Forse l'ultima.
-Stammi bene.- sussurrò a un centimetro da esse. Per poi allontanarsi.


Il rumore delle onde accompagnate dal vento venne messo in secondo piano da dei passi che avanzavano sul legno scuro del pontile, fino a fermarsi alle spalle del ragazzo seduto con le gambe a penzoloni e lo sguardo basso.
-Hai finito di fare il depresso?-
-Come sapevi che ero qui?- sbuffò Matt.
-E' stata tua madre a chiamarmi. Dice che non sei tornato a casa e mi ha chiesto di venire a cercarti.- fece Jimmy sedendosi al suo fianco -Che succede?-
-Niente. Volevo stare un pò da solo.- guardava davanti a sè, senza mai incrociare lo sguardo dell'amico, temeva che sarebbe scoppiato in lacrime da un momento all'altro.
-Quindi..vuoi che me ne vada?-
-No.- sussurrò.
-E' per le voci che girano a scuola? E' per questo che sei qui?-
-Hai saputo?-
-Gia. Come stai?-
Matt fece spallucce.
-E Zacky?-
Di nuovo fece spallucce ma sta volta non riuscì a trattenersi e una lacrima accarezzò la sua guancia costringendolo a chiudere gli occhi per non lasciarsi andare.
-Cosa c'è che non va?-
Prese un respiro profondo prima di parlare -Mi ha lasciato.-
Solo a pronunciarle quelle parole si sentì svenire. Ancora non poteva credere che fosse accaduto sul serio.
Probabilmente se le cose fossero andate in modo diverso a quest'ora non sarebbe stato lì ad autocommiserarsi, non avrebbe fatto preoccupare sua madre e soprattutto avrebbe aspettato ansioso il mattino successivo per poter abbracciare e coccolare il suo ragazzo o, meglio ancora, avrebbe fatto in modo di trovarsi di nuovo nei paraggi di casa sua per poterlo vedere il prima possibile.
-Dici sul serio?-
Annuì mentre un'altra lacrima sfuggiva al suo controllo -Mi manca, Jim.- si asciugò gli occhi con il dorso della mano -Ero spaventato da tutta questa storia ma non volevi che finisse così.- continuò con voce incrinata -Giuro che non volevo..-
Scoppiò in lacrime prorpio nel momento in cui Jim lo tirò a sè per abbracciarlo.
Sapeva che sarebbe crollato ma sapeva anche che lo avrebbe fatto tra le sue braccia.

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** 21. Don't Cry ***


Rieccomi di nuovo qui *^*
Beh, sono tornata all'attacco per farmi perdonare per ciò che era accaduto nel capitolo precedente e quindi ecco un dolcioso capitolo tutto per voi u.u Credo sia una delle scene che molti di voi aspettano da un sacco e spero di averla descritta decentemente.
Ovviamente se volete potete farmi sapere cosa ne pensate e spero di tornare presto con il prossimo aggiornamento :*
XOXO

 




21. Don't Cry

Uno straccio. Un fottuto straccio. Ecco come si sentiva.
Buttato sul letto continuava a fissare lo schermo del cellulare rigirandoselo tra le mani nervosamente e sperando di vederlo illuminarsi da un momento all'altro, magari con su scritto il nome di Zacky che finalmente si decideva a chiamarlo.
Non sapeva bene da quando lo stesse fissando ma ci volle un bel pò prima che si rendesse conto che probabilmente Zacky non aveva nessuna intenzione di farsi sentire. Eppure ci sperava.
In fondo l'unica cosa che gli era rimasta era la forza di continuare a sperare.
Ma se davvero non era pronto ad affrontare il mondo là fuori allora perchè sentiva una voglia costante di stringerlo a sè o tenerlo per mano senza pensare ale conseguenze? Anche solo pensare alle ultime parole che si erano scambiati gli provocava un senso di nausea e cominciava a chiedersi se anche per Zacky fosse lo stesso, se sentisse la sua mancanza almeno un pò.
Chiuse gli occhi e immaginò di averlo accanto.
Immaginò il suo respiro regolare che gli sfiorava la pelle provocandogli dei brividi, immaginò le loro mani intrecciate, quegli occhi che lo guardavano feriti.
Sospirò piano rilassandosi ulteriormente.
Poi quelle labbra che avrebbe tanto voluto unire con le sue, assaporare ancora una volta, non glielo aveva mai detto ma adorava i suoi baci, soprattutto quelli che sembravano non finire mai, quelli che lo lasciavano senza fiato.
Sentì una fitta al cuore ma non permise alle lacrime di rigargli il viso, non questa volta.
Solo in quel momento realizzò che quello che sarebbe successo dopo dipendeva soltanto da lui.
-Vuoi restare tutto il giorno a fissare il cellulare in attesa di un intervento divino o intendi fare qualcosa?-
Una voce alle sue spalle lo colse di sorpresa facendolo voltare immediatamente.
Vide Jimmy poggiato allo stipite della porta che lo guardava con disappunto.
-Avanti, alza il culo da lì.-
-Cos..? Chi ti ha fatto entrare?-
Jimmy ridacchiò -Sapevo di trovarti in questo stato. Certo che sei incredibile, mi era sembrato di capire che ti mancasse e invece te ne stai qui a non fare nulla!-
Matt sbuffò -Mi spieghi come fai a continuare a sbucare dal nulla? Potresti avvisare o, che ne so..-
-Non rompere e muoviti coglione.-
-Tu si che sai come convincere qualcuno eh.-
-Beh che ti aspettavi?-
-Un pò di tatto James.-
-Sai sei più simpatico da quando sei gay.-
-Fottiti.-
Jimmy alzò gli occhi al cielo -Cerco solo di aiutarti Matt.-
-Beh non ce n'è bisogno.-
Jimmy inarcò un sopracciglio, scettico -Ah davvero!? Quindi..io dovrei credere che hai tutto sotto controllo? Che Zacky non ti ha lasciato e che vivrete per sempre felici e contenti? Hm?-
-Vuoi piantarla di ricordarmelo? Non è così facile! va bene?- sbottò all'improvviso Matt prendendosi la testa tra le mani e dando le spalle all'amico.
Questo sospirò sedendosi al suo fianco -Matt..ascolta..ricordi quella volta che ero a pezzi quando Brian baciò Michelle? Pensavo fosse finita, ricordi?-
-Si, che centra adesso?-
-E ricordi anche chi c'era al mio fianco in quel momento? Ricordi chi c'èra a ripetermi di darmi una mossa e riprendermelo? Chi mi ha scaraventato giu dal letto anche a costo di farmi uscire di casa?- sorrise ricordando quei momenti.
-Si.- sussurrò con lo sguardo ancora basso -Sono stato io.-
-Esatto, tu hai creduto in noi fin dall'inizio, tu non mi hai mai permesso di arrendermi. Lo sapevi, in qualche modo sapevi che dovevamo tenere duro e non mi hai mai lasciato credere il contrario. Sei il mio migliore amico Matt, e ti voglio bene. E ora, in te e Zacky io rivedo me e Brian. Io rivedo me e te lottare ancora una volta insieme per qualcosa che amiamo. E sarà sempre così. Zacky è lì che ti aspetta, ne sono sicuro e non ti permetterò di mandare tutto all'aria.-
-Si ma..che devo fare? Cioè..sono stanco di rovinare tutto.-
-Allora fa qualcosa di inaspettato, fagli desiderare di averti ancora al suo fianco. Matt, nessuno ha detto che sarebbe stato facile.-


Zacky chiuse gli occhi rilassandosi sotto al getto d'acqua calda che abbracciava e riscaldava completamente il suo corpo. Poggiò la fronte contro il muro freddo della doccia sospirando piano.
Non poteva credere di averlo fatto davvero.
Non poteva credere di averlo abbandonato in quel modo.
Ma non aveva avuto altra scelta, togliendosi di torno gli avrebbe risparmiato tutti quei problemi che non aveva fatto altro che procurargli. Era sicuro che lo avrebbe dimenticato, era sicuro di aver fatto la cosa giusta, in fondo non aveva fatto altro che cercare di rendergli le cose più facili, ma a quanto pare non ci era mai riuscito per davvero.
Avrebbe dovuto immaginare che quella relazione non sarebbe andava avanti a lungo.
Si sfogò lasciando scendere tutte le lacrime che aveva cercato di trattenere fino a quel momento e che su quel viso gia bagnato si confondevano facilmente mentre le guance cominciavano a tingersi di rosso e così anche gli occhi. I singhiozzi nascosti dallo scrosciare dell'alcqua si fecero più forti e frequenti fino a scuotere convulsamente il suo esile corpo.
Ormai aveva perso perfino la condizione del tempo, poteva essere rimasto in quella doccia 10 minuti o anche un'ora, non importava, voleva solo estraniarsi dal mondo là fuori.
Si lavò il viso cercando di calmarsi e dopo essersi legato un asciugamano alla vita uscì dalla doccia.
Dei colpetti sulla porta lo fecero sobalzzare e immediatamente si voltò verso di essa.
-Zacky va tutto bene lì dentro?-
Tirò su con il naso asciugandosi velocemente gli occhi.
-Si.- rispose a sua madre.
-Sto andando a lavoro, ci vediamo sta sera, va bene?-
-Va bene.-
La sentì allontanarsi e si lasciò scivolare a terra contro il muro sentendosi improvvisamente debole.
Afferrò il cellulare stringendolo tra le mani. Forse avrebbe dovuto chiamarlo. Ma non avrebbe avuto senso, perchè lasciarlo per poi tornare strisciando?
Si coprì il viso con le mani singhiozzando piano.
Lo amava dannazione. E probabilmente non sarebbe riuscito a fare finta di nulla, sarebbe stato da stupidi ignorare un sentimento così forte.
Ed era così che si sentiva, incredibilmente stupido.
Poco dopo si costrinse ad alzarsi e uscito dal bagno si diresse in camera ma a un passo dalla sua stanza sentì il campanello suonare.
Sbuffò tornando indietro e andò ad aprire.
Solo quando lo sguardo del ragazzo davanti a sè si posò su ogni parte del suo corpo paralizzandosi all'istante si rese conto di indossare ancora soltanto quel dannato asciugamano.
Ma non disse nulla. Avrebbe voluto pronunciare il suo nome o magari chiedergli cosa ci facesse lì ma se ne restò immobile proprio come Matt davanti a sè.
Era sorpreso di vederlo, non credeva si sarebbe presentato così all'improvviso in casa sua.
Si sentiva a disagio con il suo corpo così cercò in qualche modo di "nascondersi" dietro la porta deglutendo nervosamente.
-F-Forse avrei dovuto chiamare prima.- mormorò Matt dandosi dell'idiota e perdendo tutto il coraggio che era riuscito a raccimolare. Abbassò lo sguardo cercando di non guardarlo troppo.
-Che ci fai qui?-
-Posso entrare?-
-Perchè?- domanda stupida ma essenziale, pensò.
Matt sospirò -Perchè sono qui e non sto scappando Zacky.- fece guardandolo attentamente negli occhi -E perchè devi sentire ancora cosa ho da dirti. Posso?-
Zacky non disse nulla, con il cuore che gli martellava il petto si scostò lasciandogli spazio per entrare.
Matt sembrò rilassarsi, non si aspettava questa reazione, in realtà pensava che gli avrebbe chiuso soltanto la porta in faccia senza dargli modo di dire nulla. Ma in quel momento fu felice di essersi sbagliato.
Entrò, in silenzio, e attese che il più piccolo fosse al suo fianco. Questo gli fece cenno di seguirlo e entrambi si diressero verso la sua camera.
Zacky lo lasciò sulla porta a torturarsi le mani mentre ignorandolo del tutto frugava nei cassetti in cerca di qualcosa da indossare.
-Parla.- fece poco dopo tirando fuori dei vestiti dall'armadio.
Matt fece qualche passo avanti portandosi le mani in tasca e cercando di distrarsi in qualsiasi modo pur di non fissare il corpo seminudo dell'altro.
-Ho pensato a quello che hai detto e..so di essermi comportato da vero idiota, il fatto che sappiano di noi non dovrebbe avere importanza e invece..-
-Non sei pronto e lo capisco.-
-Non è questo..-
-Matt ascolta, ci sono passato anch'io, ok? E sto solo cercando di renderti le cose più facili.-
-E come? Allontanandoti da me? Non è quello che voglio!-
Zacky scosse la testa sbuffando -Tu non lo sai quello che vuoi.-
-Posso cambiare, posso-
-Non si tratta di cambiare Matt.- lo interruppe incrociando finalmente il suo sguardo -Si tratta di quello che vuoi tu e di quello che voglio io. Lo capisci che sono due cose ben diverse?-
-Se non volessi stare con te credi che sarei qui?- sospirò il più grande.
Ma Zacky ignorò il suo sguardo, anche se pensò che in fondo aveva ragione. Nessuno si sarebbe presentato lì in quel modo se non avesse voluto come minimo un'altra possibilità.
-Sta zitto e voltati.- fece poi sospirando e afferrando un paio di boxer.
-Zacky sto cercando di parlarti, puoi starmi a sentire solo per un secondo?-
-E io sto cercando di cambiarmi, potresti voltarti?- fece in modo ovvio.
Matt alzò gli occhi al cielo arrendendosi e gli diede le spalle incrociando le braccia al petto.
-Volevi sul serio che finisse?- mormorò sentendo l'asciugamano che veniva abbandonato sul pavimento.
Zacky sospirò -Ho detto che ti amo, secondo te volevo lasciarti? L'ho fatto per te, non volevo causarti altri problemi. Quindi..no, non volevo che finisse.-
-Non piangere.- sussurrò inaspettatamente Matt.
Zacky si stupì di quelle parole e alzò lo sguardo piantandolo sulla sua schiena. Era riuscito ad accorgersi che stava per piangere anche se aveva cercato di mascherare la sua voce.
-N-Non sto piangendo.- tento di asciugarsi gli occhi velocemente.
-Odio farti piangere.-
Zacky era rimasto immobile, ancora nudo mentre l'altro gli dava le spalle trattenendosi dall'abbracciarlo.
-Zacky tu sei..sei l'unica cosa giusta che ho fatto, per quanto possa sembrare sbagliato tutto questo. E non intendo permetterti di lasciarmi.-
-Tu..sei sicuro di quello che dici?-
Matt non ci pensò due volte. -Si.-
-Allora voltati.-
Matt fece per voltarsi ma non appena intravide quel corpo nudo abbassò immediatamente lo sguardo.
-Io non sono ne bellissimo ne..speciale, ma voglio che mi guardi e mi dici che è questo quello che vuoi.-
Deglutirono entrambi, quasi all'unisono mentre il più grande si passava una mano tra i capelli.
-Tu sei bellissimo Zack.-
-Allora perchè non mi guardi?-
Matt cominciò ad alzare lo sguardo lentamente percorrendo quella figura dall'altra parte della stanza con lo sguardo, pezzo per pezzo, assaporandola piano, per la prima volta. Zacky intanto respirò profondamente, non si era mai mostrato in quel modo se non quando si trovava sotto le coperte e in un certo senso era difficile anche per lui quella situazione. Ma non aveva avuto altra scelta, sta volta voleva la verità. Si sentiva incredibilmente vulnerabile e cominciò a torturarsi le mani mentre vide Matt leccarsi le labbra salendo ancora con lo sguardo.
Incominciò a tremare e fu in quel momento che vide il più grande avvicinarsi, raccogliere l'asciugamano e portarglielo sulle spalle coprendolo come meglio poteva.
-Non farlo mai più.- fece tentando di riscaldarlo -Prenderai freddo.-
-E tu non coprirmi. Riscaldami tu.- sussurrò.
Matt, preso alla sprovvista, si immobilizzò mentre il più piccolo arrossiva all'istante abbassando lo sguardo e posando la testa sul suo petto. Matt non disse nulla, lo abbracciò soltanto annusando la sua pelle profumata e chiudendo gli occhi.
-Non permettermi mai più di lasciarti.-
Il più grande sorrise baciandogli la fronte -Mai.- sussurrò prima di baciarlo.
Dopo aver torturato quelle morbide labbra scese a baciargli la mandibola tracciando una scia che arrivava fino all'incavo del suo collo e mordendolo fino a fargli quasi perdere il controllo. Zacky portandogli una mano dietro la nuca lo spinse di più contro di se socchiudendo gli occhi e beandosi della lingua calda dell'altro che sfiorava quei punti sensibili. Sospirò piano quando le sue mani incominciarono ad accarezzarlo ovunque e avvampò sentendo un improvviso calore soffermarsi sul suo basso ventre.
-Matt..- biascicò quasi senza fiato ma venne immediatamente messo a tacere dalle labbra del più grande che di nuovo cercarono le sue quasi disperato -Aspetta.- ansimò staccandosi da quel bacio.
Matt lo guardò, in attesa che dicesse qualcosa.
-Che stiamo facendo?-
Il più grande, stanco di aspettare, avvicinò le labbra al suo orecchio, esitò per un pò per poi sussurrare -Spogliami.-
Zacky sgranò gli occhi e fece per dire qualcosa venendo però preceduto dall'altro.
-Sono stanco di aspettare. Non esiste il momento giusto o il luogo giusto, solo..io che voglio fare l'amore con te. Adesso.-
Il più piccolo sorrise mordendosi un labbro e annuendo riprese a baciarlo dolcemente.
E in quel momento pensò che probabilmente era valsa la pena di aspettare.
Lentamente lo fece indietreggiare verso il letto sentendolo tremare di più ad ogni passo mentre lo toccava sempre più insicuro su dove mettere le mani. Cominciò a slacciargli piano i jeans sta volta senza staccare mai lo sguardo dal suo e quando anche la zip venne tirata giu gli portò le mani sui fianchi facendo scivolare i pantaloni fino alle caviglie. Facendolo sedere sul letto lo liberò da quei vestiti lasciandolo solo in boxer. Matt, con il fiato corto, acconsentì di buon grado a stendersi sotto di lui facendo sfiorare i loro bacini e sentendo l'erezione del più piccolo che, gia libera, svettava sulla propria. Si trattenne dall'abbassare lo sguardo e gemette piano quando il più piccolo scese a baciargli il petto soffermandosi su un capezzolo che leccò e succhiò avidamente, per poi concedersi qualche secondo per ammirare la figura sotto se.
Per Matt non era mai stato un problema mostrare il suo fisico, ma in quel momento avrebbe voluto solo sotterrarsi. Era così sciocco da pensare che non andasse bene. Così lo baciò, giusto per impedirgli di guardarlo oltre. La lingua calda dell'altro esplorava esperta la sua bocca, i respiri iniziarono a fondersi mentre l'ossigeno gia scarseggiava.
Cominciarono a muoversi entrambi cercando una frizione in quel contatto finchè Matt non si sentì privare anche dei suoi boxer e così alzando appena il bacino gli permise di toglierli e lasciarli cadere ai piedi del letto.
Non poteva credere di starlo facendo davvero. Era così..strano.
Gemette quando i loro membri si sfiorarono e tremando appena strinse le coperte tra le dita chiudendo gli occhi. Mentre Zacky si impossessò delle sue labbra baciandole ripetutamente.
Si sentiva vulnerabile, inesperto e Zacky lo percepiva. Sentiva ogni sua insicurezza, ogni singolo brivido che attraversava il suo corpo quando lo accarezzava, e l'unica cosa che voleva era che fosse tutto perfetto. Voleva amarlo come non aveva mai amato nessuno. Solo questo.
Iniziò a toccarlo, quasi sfiorandolo poichè si era ripromesso che ci sarebbe andato piano.
Matt divaricò le gambe istintivamente inarcandosi ogni volta che le dita esperte dell'altro accarezzavano con decisione dalla punta a alla base il suo membro gia completamente eretto.
-Apri gli occhi.- sentì sussurrare. Matt ubbidì e il suo viso accaldato non fece altro che aumentare l'eccitazione del più piccolo che lasciò una scia di baci lungo il suo petto solleticandogli l'interno coscia e facendolo rabbrividire, fino a che non affondò la testa tra le sue gambe prendendolo in bocca e cominciando a muoversi lentamente.
Strinse la base con la mano leccandolo per tutta la sua lunghezza fin sopra la punta umida.
Matt, ormai al limite, non riuscì a fare nulla, se non gemere sonoramente inarcando la schiena.
-Oddio..aaah..- gemette, ma l'altro non si fermò, e a Matt bastò la visone di quelle labbra rosse che si muovevano sulla sua erezione per farlo esplodere all'improvviso in un orgasmo assolutamente perfetto.
Senza fiato si lasciò andare sul materasso maledicendosi per chissà quante volte.
-...scusa..- ansimò arrossendo quando lo vide tornare nel suo campo visivo. E Zacky lo baciò facendogli sentire il suo stesso sapore -Non preoccuparti.- sorrise sulle sue labbra.
Ma quel sorriso non lo rassicurò affatto, aveva di sicuro qualcosa in mente.
Riprese a toccarlo sta volta più velocemente mentre Matt si leccava le labbra concentrandosi sul corpo del più piccolo che trovò terribilmente eccitante.
Zacky intanto scese ad accarezzargli i testicoli e Matt mandò la testa all'indietro colto da un'improvviso piacere.
Pensò che probabilmente non ci avrebbe messo molto a tornare duro. E la cosa ovviamente non gli dispiaceva affatto.
Di nuovo lo vide affondare la testa tra le sue gambe e chiuse gli occhi preparandosi a sentire ancora una volta la lingua calda del più piccolo sul suo membro, questo però aveva altri piani e lo colse di sorpresa facendo qualcosa di inaspettato. Matt infatti sobbalzzò spostando lo sguardo sul soffitto e sgranò gli occhi trattenendo il respiro quando sentì la lingua dell'altro stuzzicargli l'apertura.
Era fottutamente piacevole.
Spalancò la bocca gemendo e tornando a eccitarsi nuovamente. Più quella lingua affondava più ne voleva ancora.
-Mmmh..c-continuaah..- ansimò.
Gli donava un piacere che mai avrebbe creduto di provare, sfiorava punti che non sapeva nemmeno di avere, si muoveva dentro di lui con una destrezza tale che sarebbe stata capace di farlo venire una seconda volta.
Si lamentò appena quando lo sentì fermarsi e quando tornò a guardarlo negli occhi, Zacky, non potè far altro che sorridere davanti all'espressione persa e appagata del più grande.
Si perse nell'osservarlo, lo guardò ansimare con gli occhi socchiusi e lo trovò incredibilmente bellissimo.
Prima che potesse accorgersene si ritrovò sotto di lui, con il viso a pochi centimetri dal suo che respirava affannosamente sulle sue labbra.
Si morse un labbro provocandolo e passandogli le braccia intorno al collo per poi baciarlo.
Ansimò quando le dita incerte del più grande, desiderose di esplorare quel corpo, andarono a sfiorargli un capezzolo fino a imitare i suoi movimenti di poco prima leccandolo avido. Zacky, fissando il soffitto sopra di sè si lasciò andare alle attenzioni dell'altro, accarezzandogli la schiena liscia e sobbalzzò appena quando lo sentì morderlo.
Arrivato sul ventre Matt si fermò, le labbra esitarono in quel punto e non potè che immobilizzarsi.
Sentì la mano del più piccolo intrufolarsi tra i suoi capelli accarezzandoli piano, per un attimo pensò che volesse spingerlo più in basso ma non sentì alcuna pressione anzi sembrava quasi che volesse farlo rilassare, dimostrargli che non c'era nulla di cui aver paura.
Schiuse le labbra e leccò la pelle appena sopra l'inguine, si spostò poi verso l'interno coscia con lentezza estenuante, mordendolo piano e facendolo gemere mentre spingeva il bacino contro il suo viso.
Quasi gli girava la testa a trovarsi così vicino a quel punto e tornò su quando capì che non era affatto pronto per un lavoro di bocca.
Zacky gli baciò il viso dolcemente e per più volte nel tentativo di tranquillizzarlo -Devi prepararmi.- sussurrò poi -C'è del lubrificante nel secondo cassetto.-
Matt sentì il cuore arrivargli in gola e deglutì annuendo.
Si sporse verso il mobile di fianco al letto quasi tremando e dopo aver richiuso il cassetto si rigirò il contenitore tra le mani per poi aprirlo e versarsene un pò sulle mani sotto lo sguardo impazziente del più piccolo.
Fece un respiro profondo divaricandogli le gambe e portando due dita alla sua apertura gli rivolse uno sguardo -Sei pronto?-
Zacky annuì cercando di rilassarsi e Matt lo baciò mentre piano faceva entrare il primo dito.
Era incredibilmente stretto, ma lo trovò in qualche modo piacevole, al contrario di Zacky che continuava a trattenersi dal lamentarsi e provava una sensazione di fastidio. Sentì i muscoli contrarsi quando aggiunse un secondo dito e sobbalzzò agitandosi appena.
Matt cominciò a muoversi con più decisione non staccando neanche per un attimo lo sguardo da quello del più piccolo che gemendo lo invitò ad andare più a fondo. Si aggrappò a lui stringendolo a sè quando un terzo dito cominciò a farsi strada nel suo corpo che ormai non opponeva più alcuna resistenza.
Quando poco dopo Matt uscì lo lasciò con una fastidiosa sensazione di vuoto.
Andò a baciargli il collo scoperto mentre si posizionava meglio tra le sue gambe. Posò una mano sul suo fianco attirandolo a sè e con l'altra afferrò la propia erezione avvicinandola all'apertura del più piccolo.
Spinse piano senza alcun preavviso facendolo inarcare quando sentì la punta entrare del tutto e provocargli non poco dolore.
continuò ad entrare lentamente godendo della sensazione di calore che gli donava quel corpo così stretto. Finchè non fu Zacky a pregargli di fermarsi.
-P-Piano..- ansimò strizzando gli occhi.
-Scusa.-
-Continua.- annuì poi senteldolo scivolare del tutto dentro mentre entrambi respiravano a fatica.
Matt lo baciò sulle labbra facendolo sorridere dolcemente e gli accarezzò il viso come per scusarsi del dolore che gli stava procurando, innamorandosi ancora una volta di quegli occhi lucidi che lo guardavano rapiti.
Poi gli afferrò le gambe portandosele sui fianchi e piano incominciò a spingere mentre Zacky cercava di rilassarsi nonostante il dolore.
-Cerca di...alzami la gamba..- ansimò poi facendo sì che Matt portasse la sua gamba sulla sua spalla in modo da agevolare i movimenti del bacino che continuavano a susseguirsi lenti.
Sentirlo dentro di sè per la prima volta fu qualcosa di meraviglioso.
Sentirlo ansimare direttamente nel suo orecchio.
Sentire il suo respiro caldo unirsi al suo.
Diventare finalmente completi.
-Fa p-piano..-
Matt poteva solo provare a immaginare ciò che il più piccolo stesse provando e, per quanto si sforzasse, mantenere un ritmo lento era quasi impossibile, sapeva che non avrebbe resistito a lungo. Sentiva l'esigenza di muoversi più velocemente, ma soprattutto voleva che Zacky provasse piacere proprio come lui.
Così comimciò a masturbarlo sperando di alleviare quel fastidio.
Se la cavava piuttosto bene per essere la prima volta. E questo poteva leggerlo nell'espressione del più piccolo.
Le mani di Zacky intanto scesero sui suoi fianchi stringendoli e cercando di guidarlo nei movimenti mentre a sua volta si spingeva contro il bacino dell'altro andando incontro alle sue spinte.
-Non ti fermare.- ansimò seguendo il ritmo delle spinte che non facevano altro che scuotere il suo corpo.
-Non ci sto capendo un cazzo.- gemette Matt affondando la testa nel suo collo e respirando a pieno il suo profumo facendolo sorridere.
Zacky venne scosso da un brivido improvviso quando Matt toccò un punto preciso dentro il suo corpo facendolo gemere più forte -Oh si, torna lì!-
Lo portò a velocizzare le spinte sentendolo affondare sempre di più nel suo corpo.
-Ci sono quasi..- biascicò Matt quasi al limite.
-Così! Aaah..ancora!-
Quando Matt venne scosso dall'orgasmo Zacky lo strinse a sè facendo sì che venisse dentro di lui e nel momento in cui quel seme caldo lo riempì si lasciò andare in un gemito roco venendo a sua volta.
Ansimarono abbracciati senza dire nulla. Semplicemente non ne avevano la forza.
Matt si lasciò stringere dal più piccolo che con un espressione appagata cominciò ad accarezzargli i capelli, la nuca, poi la schiena disegnando con le dita linee immaginarie.
E Matt avrebbe voluto addormentarsi, ma sapeva che prima o poi avrebbe dovuto lasciare quel corpo ormai non più poi così estraneo.
-Hai un buon odore.- sussurrò.
Zacky sorrise dolcemente -Beh, grazie.-
Matt uscì lentamente dal suo corpo dopo avergli lasciato un bacio sulle labbra.
Poi si stese di nuovo su di lui, in modo da non pesargli addosso, e lo vide rilassarsi completamente mentre gli accarezzava piano il viso.
Zacky socchiuse gli occhi godendosi quelle attenzioni. Era bello sentirlo così vicino. Così...suo.
-Te l'ho gia detto che sei bellissimo?-
-Si.- ridacchiò -Almeno un milione di volte.- poi si perse in quegli occhi e sussurrò baciandogli la punta del naso -Ma non smettere mai di farlo.-
Matt sorrise per poi accoccolarsi contro il suo petto e lasciarsi stringere.
-Zacky.- lo chiamò poco dopo sperando di trovarlo ancora sveglio.
-Hm?- fece il più piccolo quasi vinto dalla stanchezza.
-Misà che ti amo.-

 

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** 22. Forever? ***


22. Forever?
 

-Zacky.-
-Hm?-
-Misà che ti amo.-



Oh. Cazzo.
Fu esattamente questa la prima cosa che pensò Zacky.
Sgranò gli occhi preso decisamente alla sprovvista e boccheggiò per un pò non sapendo cosa dire.
Sentì un calore che non provava da tanto salire a scaldargli il petto all'improvviso mentre la sua mente cercava ancora di afferrare quelle parole e imprimerle per bene nel suo cuore che da quel momento aveva decisamente aumentato i battiti.
Matt, con la testa poggiata sul suo petto, aveva sentito chiaramente il cambiamento improvviso dei suoi battiti e si era detto che probabilmente doveva averlo spaventato.
In effetti non era mai stato molto bravo ad esternare ciò che provava, e quando lo faceva o lo faceva nel modo sbagliato o nel momento meno opportuno.
Ma in quel momento si era sentito pronto e senza pensarci troppo aveva voluto dare voce a quelle parole che gli premevano in gola gia da un pò, forse da quando aveva messo piede in quella casa, poco prima.
E ora anche il suo cuore aveva iniziato a battere forte.
Forse per l'emozione, forse per la paura di aver sbagliato. E si sentiva incredibilemnte nudo, spoglio di qualsiasi forma di protezione. Il più delle volte non mostrava ciò che provava per paura di sentirsi fragile, del tutto scoperto, ed era esattamente quello il modo in cui si sentiva ora.
Vulnerabile.
E ora Zacky avrebbe potuto ricambiare quelle parole, o starsene semplicemente in silenzio come aveva fatto lui quando era stato il più piccolo a rivelargli ciò che provava. Avrebbe potuto fare un milione di cose, anche ridergli in faccia se voleva, ma il fatto è che non fece nulla. Non disse nulla.
Sorrise soltanto.
Ma Matt non poteva saperlo.
Sentiva solo i loro battiti rincorrersi e quasi si pentì di aver aperto bocca.
-Misà?- lo sentì sussurrare mentre tornava ad accarezzargli la schiena lentamente -Si o No Matt?-
Matt rabbrividì, ma non sapeva bene se era dovuto a quelle mani fredde che lo accarezzavano o alle sue parole.
-E' strano se...se dico che non lo so?- mormorò.
-Si.-
Avrebbe dovuto aspettarsela una risposta del genere. Sospirò per poi decidersi ad alzare finalmente lo sguardo incontrando quello di Zacky.
Lo guardò per un pò come se cercasse in quelle iridi quel poco coraggio che decisamente gli mancava.
Poi si avvicinò al suo viso, sempre di più, fino a spostare lo sguardo sulle sue sue labbra, fino quasi a mangiarle con gli occhi. Zacky le inumidì passando la lingua tra di esse come un'esplicito invito a baciarlo, ma Matt non si mosse. Anzi, sorrise.
-Vuoi proprio sentirtelo dire eh?-
L'altro annuì soltanto, in attesa.
-Tu hai il mio cuore Zack. E' tuo.- sussurrò, come per rivelargli un segreto che solamente loro potevano custodire, qualcosa che apparteneva solo a loro.
-Per sempre?-
-Fino a che non deciderai di mandarmi via.-
-Vieni qui.- sorrise il più piccolo unendo le labbra con le sue.
-Quanto credi che resisteremo sta volta?- fece poi.
-Che vuoi dire?-
-A scuola. Sarà un problema.-
-Non per me.-
-Voglio che tu sia sincero Matt. Niente più segreti.-
-Lo sono. Non ti fidi di me?-
-Si che mi fido.- mormorò Zacky.
Matt sorrise guardandolo attentamente degli occhi -Ogni volta che ti volterai io sarò lì, proprio accanto a te. Promesso.-
-Davvero?-
-Davvero.-
Zacky sospirò per poi baciarlo di nuovo, dolcemente.
-Devo tornare a casa.- sussurrò Matt sulle sue labbra.
-Ancora cinque minuti.-
Ma non furono affatto solo cinque minuti.
Matt si ritrovò partecipe di un bacio carico d'amore e preoccupazione per ciò che li aspettava fuori da quella stanza. E ricambiò.
Ricambiò con tutto se stesso cercando bramoso la sua lingua e facendosi di nuovo spazio tra le sue gambe mentre Zacky lo stringeva forte a sè.
E finirono per fare di nuovo l'amore.
Si cercarono una seconda volta.
Si cercarono più forte di prima e sembrava non bastasse mai.
Sta volta più sciolti e sicuri, sta volta consapevoli ed esperti mentre ancora una volta si sentivano completi.
Sudore e sperma, ansiti e gemiti mal trattenuti, abbracci e baci che sembravano infiniti, finchè non si fermarono, appagati.
Amandosi forse più di prima.


Aveva lasciato andare la mano del più grande solo nel momento in cui avevano varcato il cancello della scuola.
Aveva rinunciato a sentirlo suo ancora per un pò e come se avesse ricevuto una scossa improvvisa aveva abbandonato le sue dita.
Lo aveva fatto per non farlo sentire a disagio in quella folla di studenti, lo aveva fatto perchè aveva pensato che fosse ciò che Matt volesse, non dare nell'occhio.
Ma il più grande a quanto pare non era dello stesso avviso.
Quando Zacky incrociò il suo sguardo, infatti, Matt gli sorrise incoraggiante, solo per fargli capire che andava bene, che poteva tenerlo per mano perchè era lui a volerlo, perchè era lui a chiederglielo.
"Ogni volta che ti volterai io sarò lì, proprio accanto a te."
E aveva intenzione di mantenerla quella promessa. Con tutto ciò che avrebbe comportato.
Era li, al suo fianco, proprio dove avrebbe sempre dovuto essere.
Aveva il suo cuore.
Senza lasciare che il sorriso abbandonasse le sue labbra, Matt, sfiorò di nuovo le sue mani intrecciando le dita con quelle di Zacky e continuò a camminare verso l'entrata.
Jimmy, così come johnny e Brian, non aveva fatto domande. Si erano limitati ad osservarli, ad osservare come Matt sembrasse aver cambiato il suo modo di pensare in così poco tempo, in fondo quel ragazzino doveva contare davvero tanto per lui.
Erano belli così innamorati.
Erano infinitamente belli così presi l'uno dall'altro.
-Sembri diverso.-
Aveva commentato Jimmy una volta rimasto solo con Matt.
Non sapeva come rivolgersi a lui in quel momento, vederlo così perso, così costantemente pensieroso lo faceva pentire di aver parlato ogni volta che apriva bocca.
In realtà poteva dire di conoscere bene i pensieri che tormentavano la mente del ragazzo al suo fianco, ci era passato anche lui in quella situazione e aver gia vissuto tutto in prima persona gli permetteva di capire da ogni sua espressione o sospiro cosa stesse provando in quel preciso istante.
Matt sorrise al suono di quelle parole, ma non alzò comunque lo sguardo. Continuava a mostrare quelle morbide fossette tenendo lo sguardo sulle sue scarpe che faceva penzolare avanti e indietro dal muretto sul quale siedeva.
-Abbiamo fatto pace.-
-L'avevo intuito.-
Solo in quel momento Matt si decise a guardarlo negli occhi.
-Qualcosa non va?-
Le gambe smisero di penzolare in quel modo un pò infantile e tutta l'attenzione venne rivolta verso Jim.
-Sei sicuro d quello che fai?-
Matt rimase un pò spiazzato da quella domanda, tanto che rimase a guardarlo confuso.
-Non fraintendere, sono felice per voi, ma...sarai in grado di reggere tutto questo?-
Matt distolse lo sguardo portandolo altrove e evitando così altre domande.
Ma Jim non lo risparmiò -Ci hai pensato bene? Matt voglio solo essere sicuro che non te ne pentirai, tutto qui.-
Matt sospirò -Si. Ci ho pensato.- mormorò alla fine -Ci ho pensato mentre bussavo alla sua porta dopo che mi hai detto di andare da lui, ci ho pensato quando mi ha lasciato entrare anche se io, al suo posto, mi sarei bellamente sbattuto la porta in faccia. Ci ho pensato quando ho dovuto vederlo piangere ancora una volta...e per colpa mia. E poi ci ho pensato mentre facevamo l'amore.- Le ultime parole furono quasi un sussurro, e Jim potè giurare di averlo visto arrossire.
-Quindi si, Jim, ci ho pensato. E adesso, sinceramente, non voglio più perdere tempo a farlo.-
Quelle parole erano piene di speranza, piene di qualcosa che persino lui non avrebbe saputo definire.
Piene di loro, piene di...tutto. Vuote di nulla.
Eppure Matt non sorrideva.
Sta volta per qualche motivo non riusciva a farlo.
Forse aveva solo bisogno di sentirsi dire che andava tutto bene, che stava facendo la cosa giusta.
Forse voleva pensare che, tutto questo, in qualche modo, avesse un senso.
-Io sono qui.- sentì sussurrare.
E voltandosi incontrò il sorriso di Jimmy ad accoglierlo immediatamente -Ti copro le spalle.-
E in quel momento si sentì incredibilmente bene.
Come se ogni cosa, finalmente, fosse al proprio posto.


Piccolo capitolino per non lasciarvi in sospeso per troppo tempo ^^
Ultimamente il tempo per scrivere non lo trovo quasi mai, but don't worry u.u non lascerei mai questa storia inconclusa ;)
A presto, un bacio :*
XOXO

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** 23. Trouble ***


Oh mio dio non ci credo! Ho finalmente finito di scrivere questo dannato capitolo!
Mi scuso per l'interminabile attesa c.c e come sempre spero mi facciate sapere cosa ne pensate *^*
Grazie a chi ancora mi segue e mi sostiene, un bacio!
XOXO


23. Trouble



-Pausa.- fece Matt alzando le braccia e stiracchiandosi per poi lasciarsi andare contro lo schienale della sedia.
Zacky scosse la testa tenendo lo sguardo sui libri -E' gia la terza pausa che fai in un ora, di questo passo non finirai mai.-
Il più grande si avvicinò strusciando la guancia contro il braccio dell'altro che tentava di non farsi distrarre -Fai una pausa con me?- lo guardò con quegli occhi da cucciolo.
-Scordatelo, devo studiare. Io.-
-Solo cinque minuti.- lo pregò.
-Ho un compito domani.- sbuffò Zacky.
-Noioso.- borbottò Matt incrociando le braccia al petto.
Tutto quello che fece Zacky fu ignorarlo, ma Matt non era affatto d'accordo così iniziò a battere un piede a terra e a fischiettare con il tentativo di distrarlo da cio che stava facendo.
Zacky sbuffò, ancora, voltandosi e fulminandolo con lo sguardo.
-Che c'è?- fece l'altro con aria innocente.
-Mi sembrava di aver detto che avremmo studiato.-
-E allora?-
-Non lo stai facendo!-
-Forse non ne ho voglia, ora.- fece il più grande in modo ovvio.
Zacky alzò gli occhi al cielo tornando sui suoi libri e inevitabilmente Matt si perse ad osservare il suo profilo. Le labbra, quella lingua che le inumidiva appena, il modo in cui corrugava le sopracciglia quando non capiva qualcosa. Sorrise inconsapevolmente pensando a quanto fosse bello in quel momento, a quanta voglia avesse di baciarlo. L'unica cosa che lo frenava era il fatto che il più piccolo non sembrava affatto interessato a dare o ricevere attenzioni.
Decise comunque che avrebbe potuto tentare e avvicinandosi posò delicatamente una mano sulla sua gamba cominciando ad accarezzarlo piano. Spostò lo sguardo sul cavallo dei pantaloni e sospirò ripensando alla loro prima volta, a quando aveva visto quel corpo nudo e lo aveva avuto tutto per sè. E in quel momento capì che ne voleva ancora, mentre Zacky, ignaro, lo ignorò completamente.
Intanto quella mano aveva cominciato una lunga e lenta salita fino all'interno coscia provocandogli prima un leggero solletico, poi brividi sempre più intensi. Ma prima che potesse andare oltre il più piccolo portò la mano su quella di Matt fermandolo.
-Non ora.- mormorò.
Matt non rispose, annuì soltanto, consapevole di essere stato rifiutato. Ma infondo avrebbe dovuto aspettarselo.
Si alzò e dopo aver preso una sigaretta dal pacchetto si stese sul letto accendendola e cominciando a fumare lentamente. Gli occhi fissavano il soffitto e non accennavano a staccarsi da esso. Si rilassò completamente grazie alla nicotina e a quel silenzio quasi insopportabile. Quando anche il filtro venne consumato la spense e chiuse gli occhi concentrandosi solo sul rumore della matita che il più piccolo muoveva sul foglio. Poco dopo si addormentò.
Non passò molto prima che Zacky chiudesse libri e quaderni soddisfatto di aver finalmente terminato. Curioso di sapere dove l'altro fosse finito si voltò e scosse la testa sorridendo quando lo vide abbandonato lì sul letto. Si avvicinò lentamente, senza fare alcun rumore e piano si stese al suo fianco. Il suo respiro calmo lo rilassava, così come quelle labbra richiamavano la sua attenzione. Le baciò piano per poi lasciargli una scia di piccoli baci su per il collo. Lo sentì muoversi e mormorare qualcosa mentre ancora assonnato cercava di aprire gli occhi.
-Che stai facendo?- chiese passandosi una mano sul viso nel tentativo di svegliarsi.
Zacky lo morse appena facendolo sussultare -Ti mangio.- soffiò contro la sua pelle.
Matt ridacchiò prendendogli il viso tra le mani e baciandolo. Lo portò contro il suo corpo stringendolo a sè e accarezzandolo ovunque. Lo sentì ansimare quando andò a stuzzicargli i capezzoli con le dita fredde e consapevoli ormai di volere la stessa cosa continuarono a baciarsi con foga mentre cominciavano a sentire davvero caldo.
Quando le magliette vennero abbandonate ai piedi del letto Matt fece stendere il più piccolo sotto di sè slacciandogli i jeans per poi fare lo stesso con i suoi. Toccò l'erezione del più piccolo da sopra i boxer e si sentì di nuovo come se fosse la prima volta. Lo sentì indurirsi sempre di più e per qualche motivo si sentì del tutto insicuro. Cominciò addirittura a mancargli il respiro quando Zacky lo spinse delicatamente verso il basso fino a che le labbra del più grande si posarono sul suo basso ventre. Esitò per un attimo e si bloccò mentre l'altro ancora ansimava sotto di sè. Posò la fronte sulla sua pancia, che si alzava e si abbassava a ritmo dei suoi respiri irregolari, sospirando -Non farmelo fare.- chiuse gli occhi preso da un senso di vergogna. Tante volte aveva pensato a come affrontare quell'argomento, era un gesto così intimo quanto sporco e Matt di certo non si sarebbe abituato presto all'idea che prima o poi avrebbe accoltò il membro pulsante del più piccolo nella sua bocca. A dire il vero non pensava neanche di esserne capace.
Zacky, comprensivo, si tirò a sedere portandogli il viso a pochi centimetri dal suo.
-Scusa.- biascicò Matt abbassando lo sguardo.
-Lo capisco se non vuoi.- gli sorrise il più piccolo.
-E' che..-
-E' strano. Lo so.-
Matt annuì evitando accuratamente il suo sguardo.
-Adesso stenditi.- fece poi Zacky spingendolo piano con la schiena sul materasso. Il più grande obbedì, ancora all'oscuro delle sue intenzioni mentre l'altro si posizionava a cavalcioni sul suo ventre dopo aver liberato entrambi dagli ormai inutili boxer. Si piegò sulle sue labbra baciandolo e strusciando l'erezione sulla sua pelle. Matt lo sentiva chiaramente per tutta la sua lunghezza, lo sentiva sfregarsi contro il suo petto e istintivamente prese a masturbarlo mentre il più piccolo faceva lo stesso con il suo membro.
-Ahh..sto per venire..-
A quelle parole Zacky si fermò immediatamente permettendo a entrambi di riprendere fiato. E per quanto Matt avrebbe voluto svuotarsi in quel momento sapeva che non era quello il modo in cui avrebbe dovuto farlo.
Chiuse gli occhi respirando a fatica.
D'improvviso non sentì più il peso del più piccolo sul suo corpo ma pochi secondi dopo percepì qualcosa di caldo e estremamente stretto circondare la punta del suo membro. Riportò lo sguardo su Zacky e una scarica di eccitazione lo invase da capo a piedi quando lo vide gemere mentre, piegandosi sulle ginocchia, si calava lentamente sul suo membro facendolo entrare e uscire dalla sua apertura con non poca facilità.
Solo in quel momento Matt realizzò di non averlo affatto preparato.
-Z-Zac-cky..- gemette.
Ma il più piccolo non si fermò, se lo spinse più a fondo quasi urlando.
-F-Ferma-ti..- continuò Matt.
Ma non gli diede ascolto, afferrò le sue mani e se le portò sui fianchi in una muta richiesta di continuare ciò che lui aveva iniziato. Matt alzò il bacino andando incontro a quello dell'altro mentre premeva sui suoi fianchi finchè non gli fu tutto dentro.
Faceva male a entrambi. Bruciava come non aveva mai fatto e continuavano ad ansimare pesantemente anche dopo essersi fermati per abituarsi a quell'intrusione.
Quando poi il più piccolo cominciò a muoversi facendolo uscire lentamente e poi rientrare Matt roteò gli occhi mordendosi il labbro inferiore e assecondandolo.
-P-Piano..- ansimò Zacky con voce spezzata. Era piacevole, si, ma il dolore era insopportabile.
Matt, invece, abituatosi ormai a quella posizione cominciò a gemere senza controllo e a cercare di più. Afferrando il sedere del più piccolo lo guidò nei movimenti, ignorando però il dolore che doveva provare.
-Matt ho detto piano non più a fondo!- lo riprese infatti Zacky dolorante.
-Ci sto provando..- fece il più grande con voce roca.
-N-non mi..s-sembr-Aah!-
-Piantala di parlare.-
Gemettero entrambi quando il più grande andò a sfiorare quel punto così sensibile per Zacky -Cazzo!- gemette questo.
Le spinte aumentarono portando entrambi all'apice poco dopo.
Zacky si riversò sul ventre dell'altro che non potendo trattenersi oltre venne dentro di lui riempiendolo del suo seme caldo.
In quel momento si sentì fiero, era riuscito a farlo venire senza nemmeno toccarlo.
Esausti si concessero un momento per riprendere fiato mentre Matt si ripuliva con un fazzoletto gettandolo poi a terra senza preoccuparsene troppo. Zacky, del tutto a pezzi, non chè ancora dolorante, sollevò piano il bacino liberandosi da quella fastidiosa presenza. Si lasciò poi andare sul letto, appagato.
-E' stato..-
-Fantastico.- lo precedette Matt, ancora senza fiato.
-Gia.- sorrise.
Si sporse poi per baciarlo e si strinse contro il suo petto lasciandosi abbracciare.
-Matt.- sussurrò poco dopo.
-Hm?-
-Mi fa male il culo.-
Matt rise non riuscendo a contenersi. E lui che aveva sperato in un "ti amo".


"Mamma, Papà...ho un ragazzo."
Non doveva essere poi così difficile da dire.
O forse si?
Insomma, erano i suoi genitori dopotutto. Avrebbero capito sicuramente.
Di certo non si aspettava una pacca sulla spalla e un sorriso entusiasta ma doveva almeno provarci.
L'alternativa sarebbe stata vivere questa storia di nascosto, preoccuparsi continuamente di essere visti insieme...e poi il danno era gia stato fatto, a scuola la voce sulla loro relazione aveva cominciato gia a spargersi.
Matt ripensò alle parole di sua madre quando gli aveva chiesto cosa pensasse di Jimmy e Brian e non si sentì affatto meglio.
"Capriccio adolescenziale" ecco come lo aveva chiamato. Non aveva nemmeno osato ad accennare all'amore.
Eppure lui li sentiva sussurrarsi quei "Ti amo" all'orecchio ogni volta che si voltava a guardarli, eppure Jimmy gli parlava di quanto fossero forti i suoi sentimenti per Brian. Eppure era sicuro di provare lo stesso per Zacky.
Deglutì preso da un'improvvisa e soffocante ondata di ansia e strinse, senza pensarci, la mano del più piccolo accanto a sè.
-Matt.-
Si voltò di scatto al suono della sua voce e cercò di respirare profondamente. Non voleva che Zacky si accorgesse di quello che stava succedendo dentro la sua testa ma evidentemente non era stato abbastanza bravo a nasconderlo.
Il più piccolo si fermò nel bel mezzo del marciapiede posandogli delicatamente una mano sul petto ascoltando i suoi battiti accellerati e incrociando i suoi occhi con un velo di preoccupazione.
-Ti senti bene?-
Ma Matt non rispose. Lo guardò soltanto, chiedendosi se davvero volesse fare un passo del genere.
Fissò quelle iridi verdi e dimenticò tutto, in un secondo si lasciò completamente ammaliare.
-Matt.- Zacky lo scosse per un braccio.
-A-Ahm..si..si sto bene.- biascicò come risvegliandosi all'improvviso.
-Sicuro? A me non sembra affatto.-
-E' che..- Matt sospirò deglutendo nervosamente -Voglio dirlo ai miei.-
-Dire cosa?-
-Di noi.- spiegò -Voglio dire di noi a-
-No. Non se ne parla.- fece Zacky voltandosi e proseguendo a camminare.
-P-Perchè?- Matt lo seguì, confuso -Pensavo fosse una buona idea..-
-E invece non lo è!-
-Perchè no? Non eri tu quello che voleva che le cose cambiassero?-
-Si ma..Matt...loro non capirebbero, dovresti saperlo..-
-E allora a scuola? Tutti quei coglioni là dentro capiscono secondo te?-
-Matt loro sono i tuoi genitori! La cosa non ti terrorizza neanche un pò?-
A quel punto il più grande accellerò il passo bloccandolo per un braccio e costringendolo a fermarsi.
-Credimi, io sono terrorizzato.-
-Allora non farlo.-
-Ma..non eri tu quello che si lamentava che non fossi pronto? Eccomi, sono pronto!-
Zacky sospirò non cercando neanche di divincolarsi da quella presa.
-Non voglio che..tu ti senta costretto a farlo. Insomma, non puoi sapere come reagiranno, la tua vita cambierà e io non potrò far altro che sentirmi in colpa.-
-Non pensi che sia peggio se venissero a scoprirlo da soli?-
-E se ti vietassero di vedermi? Ci hai pensato a questo? Ci hai pensato alle conseguenze?-
Un sorriso amaro si dipinse sulle labbra del più grande -Sinceramente? Ho pensato solo a quanto avrebbe potuto farci bene. Ma evidentemente non ti importa.-
-Tu non sai quanto cattive possano essere le persone. Tu non ne hai idea.- scandì quelle parole riafferrandolo per un braccio e avvicinandolo a sè quando Matt aveva cercato di allontanarsi.
Il più grande sospiro sconfitto -E va bene. Forse hai ragione.- accennò un sorriso e prendendolo per mano riprese a camminare.
Matt gli portò un braccio attorno alle spalle quando si fermarono davanti il vialetto di casa Baker e avvicinandolo a se gli schioccò un leggero bacio sulle labbra.
-Grazie per avermi accompagnato.- fece il più piccolo.
Ma Matt sembrava non avesse alcuna intenzione di lasciarlo andare.
Così lo baciò, con dolcezza, cercando di portare con se un pezzo di lui.
-Sai..ho casa libera domani.- soffiò Matt sulle sue labbra.
-Hmm, non ti è bastato oggi?-
-Forse.- sorrise malizioso -Potresti comunque fare un salto da me, se ti va.-
Zacky sorrise baciandolo con foga.
-Era un si?-
-Vedremo.- sussurrò prima di staccarsi e rivolgergli uno sguardo languido facendolo avvampare.
Dopo essersi scambiato un'ultimo saluto entrò in casa chiudendosi la porta alle spalle e sorridendo ancora tra sè e sè.
La testa cominciò improvvisamente a girargli, ma non gli diede peso.
Succedeva ormai da giorni ma non se ne era mai preoccupato. Dava sempre la colpa a un pò di stanchezza. Niente di serio.
Mosse qualche passo, ma poi tutto successe in un'attimo.
Le forze lo abbandonarono all'improvviso, senza dargli tempo di capire cosa accadesse. Gli occhi faticavano a restare aperti, il respiro cominciò quasi a mancare.
Lasciò andare le braccia contro i fianchi mentre le gambe cominciavano a tremare e subito dopo, senza un motivo preciso, senza alcun preavviso, si ritrovò a terra, cadde provocando un tonfo sordo che attirò l'attenzione di sua madre.
Sentì la sua voce mentre il buio lo avvolgeva. I suoi passi mentre si precipitava al suo fianco.
Poi più niente.

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** 24. I'm fine ***


Cavolo ce l'ho fatta finalmente! O.O I CAN'T BELIEVE IT!
Sono tornata a scartavetrarvi l'anima con un capitolo tutto nuovo.
Scusate l'enoooorme ritardo ma la mia mente malata non sfornava più nulla.
E poi boh, vi adoro. Grazie a chi continua a recensire, siete proprio voi che mi spingete a mandare avanti questa storia malatissima. *^*

XOXO
 

24. I'm fine



-Zacky. Zacky, tesoro mi senti?-
Quella voce, la sentiva quasi svanire, sempre più lontana mentre vedeva di nuovo la luce.
Sentiva gli occi pesanti e un lamentò uscì dalle sue labbra quando cercò di aprirli. Un paio di mani calde continuavano ad accarezzargli il viso facendolo sentire almeno un pò al sicuro.
Quando finalmente riuscì a battere più volte le palpebre cercò di mettere a fuoco le immagini davanti a sè.
Colori.
Incominciava a distinguere qualcosa mentre si risvegliava dopo essere stato trascinato nel buio.
Il rosso della maglia di sua madre.
Oh, e le pareti bianche, ancora un pò sfocate.
La donna gli sorrideva sollevata. Vedeva le sue labbra muoversi ma non riusciva a sentire una parola di ciò che stava dicendo. I suoni erano ovattati e come cercò di tirarsi a sedere sentì la testa girargli di nuovo.
-Stenditi.- gli intimò la donna e riuscì a sentirla quando le orecchie smisero di fischiare.
-Che è successo?- biascicò ritrovandosi senza forze, si sentiva incredibilmente debole.
-Sei svenuto.- gli accarezzò la fronte premurosamente -Stai bene ora.- lo rassicurò -Hai dormito per un bel pò sai? Forse è stato solo un calo di pressione.-
-Voglio alzarmi.-
-Non ancora. Ti preparo qualcosa, devi rimetterti in forze.-
-Va bene.- sospirò pensando che magari sua madre aveva ragione. Magari era tutto apposto, solo un pò di debolezza.


-Secondo me dovresti dirglielo.-
-Lui pensa che non sia una buona idea.- sospirò Matt tenendo lo sguardo sulla tv.
-Chi? Zacky?-
-Gia.-
-Hmm, magari ha ragione.-
-Anche tu non sembri avere le idee molto chiare.-
Johnny sospirò alzando poi le spalle -Non voglio che tu prenda la decisione sbagliata, ma non ho idea di quale sia quella giusta.- prese un sorso dalla sua birra riprendendo poi a parlare -Tu...senti il bisogno di dirglielo?-
-Non lo so. A volte ne sono convinto ma poi quando...quando sto per farlo..- scosse la testa sbuffando -Non ci riesco.-
-Beh, non è che sia così facile. Non puoi aspettarti di poter entrare in casa e annunciare ai tuoi che non avranno nipotini dal loro unico figlio maschio senza pretendere che non ci siano conseguenze. Sarebbe un vero e proprio suicidio.-
-Tu si che mi fai sentire meglio.-
-Bene, sarcasmo. E' proprio quello che ci serve.-
-Matt.- lo chiamò poco dopo Brian raggiungendoli in salotto.
-Che c'è?- fece il più grande rivolgendogli distrattamente uno sguardo.
-E' Zacky.- continuò Jimmy -Non si sente molto bene. Forse sarebbe meglio riaccompagnarlo a casa.-
-Dov'è?-
-In bagno.-
Lo trovò seduto a terra che respirava quasi a fatica.
-Ehi, piccolo che succede?- si inginocchiò al suo fianco. Zacky teneva gli occhi chiusi e un espressione indecifrabile sul viso mentre scuotendo la testa cercava di convincersi che andasse tutto bene.
-Sto bene.- mormorò prima di portarsi una mano alla bocca preso da un improvviso coniato di vomito.
-Devi vomitare?- chiese il più grande mentre preoccupato gli portò una mano sulla fronte. Era calda.
Il più piccolo annuì e con l'aiuto di Matt si alzò per poi chinarsi sul water.
Ma non successe nulla.
Per quanto si sforzasse non riusciva a eliminare lo schifo che probabilmente aveva dentro.
-N-Non ci riesco.- biascicò tenendosi ancorato forte ai bordi della tavoletta.
Matt gli prese una mano mentre con l'altra gli accarezzò piano la schiena.
-Vieni, alzati.-
-No.- si lamentò.
-Hai solo bisogno di un pò d'aria.- provò a convincerlo -Andiamo.-
Raggiunsero piano la porta d'ingresso e dopo aver avvertito gli altri uscirono di casa diretti verso l'auto del più grande.
-Devo sedermi.- fece Zacky all'improvviso cogliendolo un pò alla sprovvista e così si fermarono permettendo al più piccolo di sedersi sulle scale della veranda.
Continuava a massaggiarsi la pancia, ma non provava dolore.
Era...era strano.
Era strano il fatto che non riuscisse spiegarsi, nenache minimamente, cosa gli stesse succedendo.
-Non ti ho visto mangiare nulla prima.-
-E cosa vorresti dire con questo?-
-Da quand'è che non mangi qualcosa?-
-Vuoi dire che pensi che io...faccia questo di proposito?- fece Zacky guardandolo incredulo.
-Non lo so, dimmelo tu.- lo sguardo serio di Matt sembrava trafiggerlo da parte a parte facendolo sentire ancora più piccolo accanto alla sua figura.
-Non provare mai più ad accusarmi di una cosa del genere.- riportò lo sguardo davani a sè evitando quello accusatorio di Matt.
-Non ti sto accusando di nulla, sei solo..- non trovava un altro modo per dirlo -..debole..-
Zacky scosse la testa con un sorriso amaro sulle labbra. Poi sospirò strofinandosi il viso con le mani.
Era decisamente stanco.
-Se ti avessi conosciuto qualche anno fa probabilmente ti avrei mentito.- disse, e Matt lo ascoltò, sapeva che c'erano cose che non gli aveva detto.
Zacky cadeva a pezzi, ogni volta che sorrideva. Lui cadeva a pezzi.
Ma col tempo aveva imparato a non fare rumore.
-Credo che se qualcuno mi avesse chiesto se mi facessi del male avrei continuato a mentire o non avrei risposto affatto. Ma adesso non ti sto mentendo. E tu devi credermi. Ho smesso di farmi del male quando ho capito che non avrebbe portato a nulla. E credimi, ce ne è voluto di tempo. Ma qualunque cosa io abbia ora, non l'ho chiesto io.-
-E' la verità?-
-Si.-
Matt sospirò baciandogi una tempia -Va bene.-
-Portami a casa.-
-Tutto quello che vuoi.- sorrise.
Fermò l'auto davanti il vialetto di casa Baker e spostò lo sguardo su Zacky che non aveva detto una parola per tutto il tempo.
-Come ti senti?-
-Te l'ho detto, sto bene.- accennò un sorriso.
Non dovevano esserci momenti di silenzio o imbarazzo tra di loro, ma in quel momento non dire niente era l'unica cosa che riusciva meglio a entrambi.
-Vuoi...entrare?-
Matt annuì, sorridendo come se aspettasse solo di sentirselo dire.
Scesero dall'auto ed entrati in casa lo seguì in camera.
Non passò molto prima che la signora Baker tornasse.
Chiamò Zacky più volte ma non ottenne nessuna risposta.
Così aprì la porta della camera trovandola appena socchiusa e sorrise, sorpresa, davanti a ciò che trovò.
Si poggiò allo stipite della porta guardandoli mentre abbracciati l'uno all'altro sembravano essere caduti in un sonno profondo. Sentiva i loro respiri quasi fondersi, le braccia di quel ragazzo che gia aveva visto più volte in compagnia di suo figlio, lo stringevano da dietro tenendolo contro il proprio corpo e sembrava essere proprio un sorriso quello dipinto sul viso del più piccolo mentre intrecciava le sue mani con quelle dell'altro.
Si avvicinò alla finestra e senza fare alcun rumore chiuse con cura le tende impedendo alla luce del sole di disturbare il loro sonno.

Qaundo Matt aprì gli occhi si rese conto di aver perso completamente la cognizione del tempo. Si mosse piano cercando di non dare fastidio al più piccolo che ancora dormiva beatamente e si stiracchiò.
Avvicinò le labbra al collo del più piccolo baciandolo piano e accarezzandolo finchè questo non mormorò qualcosa tenendo ancora gli occhi chiusi.
-Zack.- sussurrò il più grande nel suo orecchio.
Zacky rabbrividì e si strinse di più contro il cuscino -Hmm..che vuoi?-
-Vado via.-
-Hmm-Hmm.- non aveva alcuna intenzione di svegliarsi.
Matt lo baciò sulla guancia -Ciao.-
Ma Zacky non rispose, voleva solo tornarsene a dormire, così si limitò ad un gesto assonnato con la mano.
E Matt sorrise, sembrava ancora più piccolo così insonnolito.
-Ti amo.- sussurrò ancora, prima di chiudersi la porta alle spalle.
Percorse piano il corridoio strofinandosi gli occhi nel tentativo di svegliarsi del tutto.
-E' tua la macchina qui fuori?-
Si voltò di scatto preso alla sprovvista trovandosi davanti proprio la madre del suo ragazzo.
Arrossì all'istante, avrebbe solo voluto sotterrarsi.
-I-Io...si è..mia..- biascicò imbarazzato. -Sono..-
-Matt, lo so.- sorrise la donna -Ci siamo gia visti.-
Matt annuì. Non aveva la più pallida idea di cosa dire o fare.
-Grazie di averlo riportato a casa.-
-Si beh, non si sentiva bene.- guardò la porta, poi guardò a donna..si vedeva lontano un miglio che non sarebbe affatto voluto essere lì in quel momento -Ehm..devo..devo andare..- l sue gambe si mossero da sole, all'indietro, quasi a voler scappare mentre sul suo viso non c'era altro che un sorriso impacciato.
-Parla spesso di te, sai?-
Furono quelle parole a costringerlo a fermarsi.
-D-Davvero?-
-Davvero.- sorrise lei -Caffè?- lo invitò poi.
-Si, grazie.-

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** 25. I Promise ***


Salve!
Sono al settimo cielo per aver finalmente terminato questo capitolo. Pensavo di metterci ancora un bel pò di tempo e invece ECCOMI QUIIII! Beh, non vi rompo oltre con commenti ovvi e..buona lettura! *-*
XOXO



25.
I Promise



-Non pensavo che le avesse raccontato tutto questo.-
-Sei il suo argomento preferito Matt.- sorrise la donna.
Ed aveva perfettamente ragione.
La signora Baker gli aveva raccontato di come suo figlio amasse parlare di lui, di come lo aveva visto sorridere tutte le volte che pronunciava il suo nome. E Matt non avrebbe mai immaginato di sentirsi dire cose del genere. Soprattutto non immaginava che parlasse così tanto con sua madre e inoltre che l’argomento principale fosse proprio lui.
Per un attimo invidiò il fatto che Zacky potesse confidarsi così liberamente con lei.
-Ma non voglio che tu ti senta in imbarazzo per questo.-
-Non lo sono. E’ che..- sorrise appena –E’ davvero fortunato.-
La donna lo guardò per un po’, scandendo bene quelle parole nella sua mente, mentre Matt sembrava essersi perso in qualche suo pensiero.
-Fortunato?- fece poi -No, non lo è.-
Matt la guardo, confuso.
-Vedi, ha avuto solo me da quando aveva 6 anni. Sono io quella fortunata. Sono io che ringrazio il cielo che non sia come suo padre.-
-Non parla mai di lui.- azzardò allora.
-Non gli piace ricordare quella parte della sua vita. La cosa più giusta che ha fatto quell’uomo è stata andare via, per non tornare più.-
-Beh, comunque sia…Zacky è davvero speciale.- lo disse con una tale naturalezza che non pensava gli appartenesse. Lo disse con lo sguardo basso, mani tremanti, ma fu del tutto naturale. Quelle parole sembravano essere fatte per uscire dalla sua bocca, in quel momento.
-Cosa intendi fare con lui?-
Matt deglutì sentendosi improvvisamente come in gabbia. Quasi aveva dimenticato chi si trovava davanti e beh…le sue guance non poterono fare altro che colorarsi leggermente di rosso mentre, con il cuore che scalpitava, non trovava alcuna risposta che fosse sensata.
-Non fraintendere.- continuò la donna –Sei sicuramente migliore di tutti i ragazzi che ha frequentato finora e, credimi, non erano tipi del tutto affidabili-
-Anche Gerard?.- la interruppe senza nemmeno esitare.
 -Ti ha parlato di lui?- sembrava sorpresa.
-S-Si…cioè..non mi ha detto molto..anzi..praticamente niente..-
-E dì un po’: i tuoi genitori...sanno?-
Matt si incupì d’improvviso.
-No.- scosse la testa.
-Perché non gliene parli?-
-Non credo capirebbero.-
-Sicuro che sia solo questo a frenarti?- possibile che riuscisse a leggere così facilmente nei suoi occhi?
Matt alzò le spalle sorridendo nervosamente –Zacky non crede che sia una buona idea..ecco, lui..pensa che potrei peggiorare le cose.-
-E cosa c’è da peggiorare?-
Fu quella domanda  a farlo riflettere.
Nella loro imperfezione, erano perfetti. Perfetti come avrebbero dovuto essere. Con le loro corazze che li proteggevano dagli sguardi e gli insulti della gente, con il loro sorriso ogni giorno messo alla prova ma che non svaniva mai.
Quella sarebbe solo stata un ulteriore prova da affrontare, per entrambi.
-Dici molte cosa belle sul suo conto Matt, ma non ti accorgi di quanto tu sia in realtà meraviglioso. Sai, non tutti affronterebbero i propri genitori per la persona che amano.-
-I-Io..-
-Siete così giovani, dovreste essere fieri di quello che siete.-
Ed era un ragionamento che non faceva una piega.
Matt sorrise -Grazie.- fu l'unica cosa che si sentì di dire.


Si sedette al suo fianco senza fare troppo rumore e gli accarezzò i capelli, dolcemente, quasi come se avesse paura di romperlo.
Era così bello, così...suo.
Sorrise inconsapevolmente mentre spostava lo sguardo sulle sue labbra dischiuse e ascoltava il suo respiro lento.
Poco dopo lo vide stiracchiarsi e le coperte scivolarono appena da quel corpo esile scoprendolo abbastanza da intravedere quel lembo della maglia sollevata che mostrava i suoi fianchi delicati e bianchi.
Non resistette e li accarezzò provocandogli dei brividi quando le mani fredde del più grande andarono a contatto con la pelle di Zacky.
Questo aprì gli occhi sollevando un angolo della bocca in un mezzo sorriso.
-Ciao.- sussurrò. Gli occhi facevano ancora fatica ad aprirsi del tutto –Sei ancora qui?-
Matt sorrise annuendo.
-Che ore sono?- sbadigliò.
-Non ne ho idea.- ridacchiò il più grande.
-Vieni.- Zacky gli fece spazio sotto le coperte e Matt accettò volentieri l’invito stendendosi al suo fianco e coprendo entrambi.
Girati su un fianco si ritrovarono faccia a faccia.
-Come ti senti?-
-Stanco.- sospirò.
-Ho incontrato tua madre di sotto.- sussurrò Matt.
-D-Davvero?-
-Gia. E’…non lo so..- sorrise –Mi piace.-
-Avresti dovuto svegliarmi.-
-Perché?-
-Beh..ti avrei salvato.-
-Non ce n’è stato bisogno.- rise.
-Ora dov'è?-
-Di sotto.-
-E ti ha lasciato tornare in camera mia?-
-Beh..qualcuno doveva pur svegliarti, no?-
Zacky ridacchiò facendolo sorridere.
-E poi..mi mancavi gia.-
Si avvicinò finò a sentire il suo respiro caldo sul proprio viso e a un passò dalle sue labbra si fermò guardandolo attentamente negli occhi.
Zacky si sporse per baciarlo ma Matt glielo impedì posando un dito sulla sua bocca.
Sorrise davanti allo sguardo del più piccolo.
-Ammettilo.- sussurrò.
-Cosa?-
-Muori dalla voglia di chiedermelo.-
Zacky lo guardò, avvampando. Sapeva esattamente a cosa si stesse riferendo.
-Non so di cosa parli.-
-Ah davvero?- si finse confuso Matt -Uhm, quindi...quindi non eri sveglio quando ho detto che ti amo?-
Zacky arrossì trattenendo un sorriso che altrimenti gli sarebbe arrivato da un orecchio all'altro. Abbassò lo sguardo mordendosi un labbro -N-Non l'ho sognato?- mormorò.
-No.-
-Lo hai...lo hai detto davvero?-
-Si.-
-Quindi..tu-
-Si.- sorrise vedendolo così impacciato mentre si raggomitolava sempre di più tra le coperte.
E Zacky si permise di sorridere per davvero solo quando il più grande finalmente lo baciò.
-Puoi...dirmelo ancora?- fece quando, quasi senza più fiato, si staccarono guardandosi negli occhi.
-Sei la cosa più bella che mi sia capitata e ti amo. Non dimenticarlo mai.-
-Promesso.-

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** 26. Different ***


I'm heeeere *0* mi era mancato aggiornare questa storia!
Beh, ci saranno sorprese per quanto riguarda i genitori di Matt u.u ma non mi convince molto -as always- e..beh, fatemi sapere cosa ne pensate ;)
XOXO
 

26. Different



Dire che Matt, in quel momento, avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di sentirlo il più vicino possibile sarebbe minimizzare. Si ritrovò incatenato a dei sentimenti che sentiva quasi amplificati e finalmente capì che di Zacky non si sarebbe mai stancato.
Lo trasportò in un bacio che lasciò entrambi senza fiato, si ritrovò sopra di lui e il più piccolo sorrise, adorava quando era lui a prendere l'iniziativa. Gli fece spazio tra le sue gambe stringendole intorno al suo bacino che fece scontrare con il proprio. Sentiva gia la sua erezione crescere e procurargli un rigonfiamento ben visibile nei jeans. Ma Matt non sembrò prestare attenzione alle proprie esigenze, sembrò invece più che altro interessato a soddisfare il suo compagno, lasciando se stesso al secondo posto. E infatti fece scivolare una mano tra i loro corpi senza mai staccarsi dalle labbra del più piccolo, fino ad arrivare a slacciargli i jeans, piuttosto frettolosamente.
Zacky, preso da un improvviso fremito di eccitazione, spinse il bacino contro la mano del più grande in una muta richiesta di maggiori attenzioni. Gemette senza neanche provare a trattenersi, e solo in quel momento realizzò che non erano soli in casa.
Abbandonò le labbra del più grande, seppur contro voglia e lo fermò con il fiato corto.
D'improvviso faceva davvero caldo.
-C'è mia madre..- gli ricordò.
-E' questo che lo rende eccitante.- ammiccò Matt facendolo quasi arrossire -No?-
Zacky annuì, con le guance tinte di un tenero color rosso che il più grande accarezzò dolcemente prima di baciarlo ancora.
Sta volta fu un bacio lento, le lingue si cercavano sfiorandosi ed esplorandosi a vicenda mentre le mani vagavano su quei corpi che sembravano andare letteralmente a fuoco. Zacky sentì distintamente il tintinnio della sua cintura che veniva slacciata e abbandonata a terra e le mani del più grande, ormai esperte, intrufolarsi nei suoi boxer e accarezzare piano la sua erezione.
-Sei freddo.- sorrise rabbrividendo e stringendosi a lui quando le mani di Matt entrarono a contatto con la sua pelle.
-Scusa.- soffiò l'altro sulle sue labbra per poi aiutarlo a liberarsi dai jeans, che calò lentamente fino alle caviglie vedendo finalmente il membro del più piccolo svettare davanti ai propri occhi.
Deglutì senza un motivo preciso.
Zacky armeggiò con la cerniera del più grande ma venne fermato da questo che portò le sue mani su quelle del più piccolo.
-No.- sussurrò soltanto guardandolo in quei pozzi verdi che gli riservarono uno sguardo confuso.
-Perché no?-
Ma Matt non rispose, sollevò un angolo della bocca sorridendo nervosamente.
-Adesso sta zitto.-
Gli baciò il collo accarezzando ovunque il suo corpo esile e trascurando però il suo membro, portandolo quasi ad impazzire.
-Cosa..?- Zacky intanto non riuscì a dire nulla, preso com'era da quelle attenzioni. Mandò la testa all'indietro quando la lingua del più grande incominciò a leccare ogni centimetro del suo collo, la mandibola, poi più giu sul petto che baciò ripetutamente. Alzò la maglia e baciò la pancia soffermandosi su ogni lembo di pelle, come se cercasse in quei gesti quel poco coraggio che gli mancava per spingersi oltre.
E Matt sapeva bene fin dove, sta volta, volesse spingersi. Mentre Zacky, con la mente offuscata, non lo immaginava neppure.
Il corpo del più piccolo sotto le attenzioni che le labbra di Matt gli riservavano sembrava tremare leggermente, il suo respiro affannato sembrava l'unico rumore dentro quella stanza.
Porto' una mano tra i capelli del più grande facendoli scorrere tra le dita, questo chiuse gli occhi per un momento soffermandosi a mordicchiare piano la pelle sotto l'ombelico mentre si sentiva sempre più vicino alla meta che si era imposto. Sentì dei brividi salirgli dal basso ventre e la propria erezione che costretta nei jeans iniziava quasi a far male, deglutì ancora tracciando poi con la lingua una linea fino all'inguine del più piccolo che strinse la presa tra i suoi capelli tirandoli appena. Matt alzò lo sguardo, godendosi la visione di Zacky che teneva le labbra dischiuse, le guance leggermente tinte di rosso su quel viso accaldato e gli occhi chiusi che tremavano appena, e prese poi in mano la sua erezione sentendola gia dura stretta nel suo pugno. Lo sentì gemere quando incominciò a muovere la mano per tutta la sua lunghezza soffermandosi di tanto in tanto a sfregarne la punta gia umida, lo vide inarcarsi mentre gemeva in modo sconnesso e cercava in qualche modo di contenersi. Sorrise pensando a quanto si stesse sforzando per non urlare dal piacere, come dopotutto lo aveva sentito fare ogni volta che si ritrovava ad infilargli una mano nelle mutande.
Tornò con lo sguardo sul suo membro leccandosi le labbra, rallentò i movimenti della mano e con il cuore che rischiava di uscirgli dal petto leccò timidamente la punta per qualche secondo per poi succhiarla quasi avidamente.
Ora non poteva davvero tirarsi più indietro.
Quasi non respirava per la miriade di emozioni che riusciva a provare in quel momento.
Serrò la mano alla base dell'erezione quasi rischiò di avere un infarto quando la mano del più piccolo gli spinse appena la testa invitandolo ad andare più a fondo. Sta volta non si tirò indietro e con il respiro corto si lasciò guidare da Zacky mentre goffamente accoglieva il suo membro nella sua bocca. Cercare di respirare regolarmente ora era molto più faticoso e sentì gli occhi quasi lacrimargli quando quella presenza ingombrante gli arrivò in gola. Strizzò gli occhi e lo spinse appena fuori. Cercava di concentrarsi su come avrebbe dovuto muoversi mentre sentiva il sapore del più piccolo sulla sua lingua che prese a muovere piano.
In quel momento pensò che quella era decisamente la cosa più strana che avesse mai fatto in vita sua.
Zacky intanto non si mosse, voleva che fosse lui a decidere qualunque cosa.
E così Matt iniziò a muovere lentamente la testa su e giu sentendolo, con suo grande piacere, gemere. Non diede peso a quei coniati che lo prendevano di tanto in tanto, pensò fosse abbastanza normale e pian piano velocizzò il ritmo.
Ancora non molto esperto si limitò a ripetere ciò che aveva visto fare dal suo ragazzo e poteva dirsi più che soddisfatto visto il piacere che sembrava procurargli.
-Matt..cazzo..- Zacky inarcò la schiena, ormai molto vicino all'orgasmo. Portò nuovamente la mano tra i capelli di Matt e li tirò appena fino a fargli capire che era il momento di staccarsi.
Matt si tirò su e riaprì gli occhi giusto in tempo per vederlo raggiungere l'apice mentre veniva tra le proprie mani e lo trovò davvero, davvero bellissimo.
-Tu..- biascicò cercando di riprendere a respirare regolarmente -..sei pazzo. completamente pazzo.- poi sorrise davanti l'espressione soddisfatta di Matt.
Sembrava aspettasse qualcosa, forse qualcosa da parte del più piccolo che gli confermasse che era stato bravo, ma Zacky si alzò ripulendosi e rivestendosi mentre lui sentiva ancora il suo sapore sulle sue labbra. Le leccò e sorrise inconsapevolmente mentre Zacky andava a sedersi di nuovo al suo fianco. Gli sorrise passandogli il pollice sul mento ripulendolo da alcune gocce del suo seme. E Matt non potè far altro che arrossire.
-Potevo continuare.- biascicò mordendosi un labbro.
-No, non credo.- sorrise il più piccolo scuotendo la testa -Non ha un buon sapore.- ridacchiò.
-Ma tu l'avresti fatto.-
-E' la tua prima volta, datti tregua, ok?-
Matt annuì abbassando lo sguardo imbarazzato -Ok.-
Zacky gli prese il viso tra le mani baciandolo dolcemente -E poi sei stato fantastico.-


Mentre ripercorreva la strada verso casa non aveva fatto altro che ripensare alle parole che aveva scambiato con la mamma di Zacky. E più ci pensava più si convinceva che stare con Zacky fosse la scelta più giusta che avesse mai fatto in vita sua. Chiunque altro, superata la paura iniziale, avrebbe continuato a temere il parere della gente, quelle occhiate che trafiggono da parte a parte facendoti sentire una nullità, complettamente sbagliato, ma Matt non voleva questo, lui voleva rompere ogni schema, dimostrare che si può essere felici anche con il mondo che ti rema contro.
Dimostrare che quando trovi la persona giusta, la trovi e basta.
E te la tieni stretta, a qualsiasi costo.
E intendeva fare proprio questo. Con o sensa la sua famiglia.
Non poteva passare la vita a chiedersi "Cosa sarebbe successo se...", anzi quello era forse il modo migliore per rovinarsela.
Il futuro non è scritto da nessuna parte, la prossima mossa non la suggerisce mai nessuno, e probabilmente l'amore che provava era l'unica cosa che lo avrebbe sostenuto.
E in quel momento avrebbe urlato al mondo che l'amava, sentiva il cuore quasi esplodere di gioia.


-Come va a scuola?- fu la domanda che una sera gli venne rivolta da suo padre.
Matt non aveva quasi toccato cibo, troppi pensieri gli tenevano occupata la mente e chiuso lo stomaco, si limitò ad alzare le spalle giocherellando con la forchetta nel suo piatto -Tutto bene.-
-Altri guai in vista?-
-No papà.- alzò gli occhi al cielo.
-Ne sei sicuro?-
-Perchè tutte queste domande?- sbottò rivolgendogli finalmente lo sguardo.
-Niente, deve esserci per forza un motivo?-
Matt non fu affatto convinto da quella risposta, ma cercò di non pensare a cosa frullasse nella testa dei suoi genitori in quel momento. Al dire il vero non gli interessava affatto. Così tornò a concentrarsi sul suo piatto, sperando che quel "discorso" si fosse concluso lì.
-A dire il vero..tua madre e io vorremmo parlarti.-
Ecco. Come non detto.
-Di cosa?- fece per niente interessato.
-Dei..delle persone che stai frequentando.-
Alzò lo sguardo -Vuoi dire dei miei amici?-
-Non vogliamo che tu frequenti ancora quelle persone Matthew.-
Matt strinse i pugni sul tavolo mentre veniva invaso da un forte senso di rabbia, corrugò le sopracciglia guardandolo male. Davvero non capiva dove volesse arrivare.
-Come sarebbe a dire?-
-Non crediamo sia un bene per te stare con loro.- intervenne sua madre.
-Ma Jimmy e Brian sono miei amici! Loro-
-Sono diversi.-
-D-Diversi?- fece incredulo sentendo un nodo stringergli la gola -Diversi?- ripetè davanti al silenzio dei suoi genitori. Quasi non risciva a respirare.
-Ascolta, loro non sono..-
-Non sono cosa papà? Eh? Tu non capisci, loro sono tutto il mio mondo!-
-Tu non sei come loro, cerca di capire, stiamo cercando di proteggerti.- suo padre si trovò chiaramente in difficoltà davanti alla reazione di Matt a quelle parole.
-Proteggermi da cosa?-
-Sai che non mi sono mai piaciuti.-
-No! Non sapevo di tutte queste stronzate dal momento che non parliamo mai!-
-Matt, tesoro, cerca di stare calmo..- lo riprese sua madre.
-Come faccio a stare calmo? Sono miei amici da quando eravamo bambini e vi ricordate ora di proteggermi?-
-Non vogliamo che tu faccia scelte sbagliate.-
Improvvisamente sentì un consapevolezza piombargli addosso, quasi come una secchiatta di acqua gelata.
Loro sapevano.
Era possibile che sapessero. Non avrebbero mai iniziato un tale discorso se non avessero intuito qualcosa.
Deglutì abbassando lo sguardo e sentendo quel silenzio pesare. Pesava perchè sapeva che ora si aspettavano qualcosa da lui, una risposta che lasciava tutti e tre senza fiato. Sentì gli occhi inumidirsi e le guance andare a fuoco.
Forse Zacky aveva ragione. Forse non avrebbero mai capito.
-Cos'è? Vuoi sentirti dire che non sono gay?- mormorò -Ti preoccupa il fatto che tuo figlio sia diverso?-
Si stupì del fatto che fosse riuscito a sostenere lo sguardo di suo padre mentre pronunciava quelle parole.
-Ti confonderanno le idee, hai bisogno di trovare la tua strada. E sappiamo entrambi che non è questa.-
-E se io l'avessi gia trovata?-
-Non in questo modo.-
Annuì mentre un sorriso amaro si dipingeva sulle sue labbra.
-Beh, mi dispiace deluderti papà.-
Si alzò provocando lo stridìo della sedia sul pavimento e uscì dalla cucina.
-Dove stai andando?-
-Non ho più fame.-

 

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** 27. Stay Strong ***


Beh, eccoci qui, questo capitolo credo sia un pò cortino ma vabè volevo aggiornare e per non perdere altro tempo non mi sono soffermata molto sul problema della lunghezza.
Non sapevo proprio come scrivere di ciò che sta passando il nostro piccolo Zacky ma, che dire, ci ho provato XD
Spero di sentire vostri commenti e sono curiosa di sapere se qualcuno si sia gia fatto un'idea su quale sia il "problema" che ha Zacky.
Ringrazio chi continua a recensire e soprattutto vi ringrazio per il numero di visualizzazioni di questa storia che continuano a crescere ogni giorno :D
XOXO

 



27. Stay strong




Le pareti bianche e spoglie di quella stanza non facevano altro che innervosirlo. E il silenzio poi era quasi insopportabile.
Continuava a tamburellare con il piede a terra senza sapere cosa lo aspettasse davvero. Senza poter immaginare a cosa sarebbe andato in contro una volta varcata quella porta. Anche se in realtà non se ne preoccupava molto. Stava bene ora, e non capiva per quale motivo sua madre avesse insistito tanto per trascinarlo dal medico.
Ma non era questo il problema. Il problema era che sentiva costantemente la mancanza di Matt. Come se gli servisse la sua presenza per vivere, per respirare.
Era puro ossigeno.
Sbuffò pensando a quanto avrebbe voluto averlo al suo fianco in quel momento. Poter stringergli la mano, posare la testa sulla sua spalla, chiudere gli occhi e non pensare a niente.
Quei pensieri erano l'unica cosa che lo tenevano ancorato a terra, l'unica cosa che gli impediva di prendere e scappare via da quello studio che pareva non avere un anima.
Lo aveva lasciato all'oscuro di quelle visite dal medico, non voleva che si preoccupasse, soprattutto perche lui stesso era convinto che non ci fosse nulla di cui preoccuparsi.
-Signora Baker il dottore è pronto a ricevervi.- vennero chiamati dall'infermiera dopo qualche minuto. Minuti che erano sembrate ore. Per qualche motivo si sentiva ansioso e frustrato.
Varcò la porta, rigorosamente bianca, come il resto dopotutto, tenendo le mani nelle tasche e se non fosse stato per i rimproveri di sua madre avrebbe tenuto su anche il cappuccio. Non si sentiva a suo agio in quel posto. Le sue gambe morivano dalla voglia di cambiare direzione e uscire da lì, la sola cosa che glielo impediva era...forse la figura da idiota che avrebbe sicuramente fatto.
Capì di non poter più tornare indietro quando l'uomo li invitò a sedersi e nel momento in cui lo fece si sentì avvolgere da uno strano alone di inquietudine. Quella stanza metteva a dir poco tristezza. Come si poteva riuscire a lavorare in un posto del genere?
-Zacky.- gli sorrise sospirando mentre teneva in mano dei fogli che continuava a controllare e ricontrollare.
Ma Zacky non ricambiò, lo guardò soltanto sperando in un "non hai niente che non va". Ma le cose a quanto pare non sarebbero state così facili.
-Come ti senti oggi?-
-Bene..- mormorò continuando a torturarsi le mani.
-Qualche capogiro? Nausea?-
Il più piccolo scosse la testa, non afferrando ancora il senso di quelle domande.
-Beh, gli esami dicono il contrario.- si tolse gli occhiali posandoli sulla scrivania -Quanti anni hai Zacky?-
L'interpellato rivolse uno sguardo confuso a sua madre che con un cenno della testa lo esortò a rispondere.
-D-Diciassette.-
L'uomo sospirò per poi annuire -Hai degli amici? Una ragazza?-
-I-Io..si, ma..questo cosa centra?-
-Ti consiglio di passare più tempo che puoi con loro.- fece l'uomo ignorando la sua domanda.
Zacky gaurdò sua madre, spaventato, e questa ricambiò il suo sguardo, preoccupata.
Poi deglutì riportando l'attenzione sull'uomo.
Non poteva semplicemente spiegarsi meglio invece di girarci intorno?
-Che cos'ho che non va?-



Seduto sul molo con le gambe a penzoloni sull'acqua decise di dare un senso e un significato a quel posto.
Non si era mai fermato a pensarci ma a vederlo così, con quel tramonto colorato d'autunno, era a dir poco meraviglioso.
Uno dei suoi ricordi più belli lo aveva legato a quel posto. Ricordava perfettamente quel giorno.

-Ciao.-
Si voltò corrugando le sopracciglia, colto alla sprovvista da quella voce alle sue spalle.
Ma non appena incrociò il suo sguardo la sue espressione mutò completamente.
-..Zacky.- biascicò stupito mentre il più piccolo sorrideva imbarazzato.
-Ho scoperto il tuo posto segreto?-
-Qualcosa del genere.- sorrise Matt –Che..che ci fai qui?-
-Colpa sua.- fece indicando Majesty che scodinzolava qua e là -Facevamo un giro e..ti ho visto.-
Matt notò l’imbarazzo del più piccolo. Arrossiva. Sempre, per qualsiasi cosa. Non che a Matt dispiacesse, anzi, era una visione meravigliosa ai suoi occhi.
-Beh, allora noi-
-Mi fai compagnia?-
Parlarono all’unisono per poi bloccarsi di colpo. In realtà nessuno dei due voleva che l’altro andasse via.
Fu Matt ad aprire bocca di nuovo evitando quell’imbarazzante silenzio che si era creato.
-Vuoi…restare?- sperò di sentir uscire un “si” da quelle labbra perfette. E infatti le vide incresparsi in un tenero sorriso prima di schiudersi –Si, certo.-


Ora capiva perchè Matt andasse lì ogni volta che aveva bisogno di starsene da solo.
Lì tutto iniziò, o per meglio dire: lì, in quel momento, quel giorno, tutto aveva improvvisamente avuto un senso.
Matt si era rassegnato al fatto di non avere coraggio per dimostrare ciò che provava, mentre Zacky cominciava ad accettare l'idea che a Matt non importasse nulla.
Ma entrambi speravano di sbagliarsi. Lì, su quel molo, entrambi avevano sperato in qualcosa. E per una volta, sbagliare, era stata la cosa più bella del mondo. Sbagliare nel credere di non avere coraggio, sbagliare nel pensare che i nostri sentimenti siano inappropriati o non che non verranno mai ricambiati.
Avevano sbagliato tutto dal primo giorno in cui si erano scontrati, chi in un modo e chi in un altro, e poi, a poco a poco, avevano imparato a sbagliare insieme. E non c'era cosa più bella.

-E se ti facessi sentire meglio?-
-Ho detto che sto bene.-
-E io ti crederei se fosse vero.-
-Come?- chiese alla fine rassegnato.
-Passiamo un po’ di tempo insieme, vuoi?-
Il cuore di Zacky perse un battito. Del tempo insieme? Loro due da soli? -Sei…sicuro?-
-Certo, perché non dovrei?- fece spallucce -Ti va?-
E Zacky sorrise sentendo un improvviso calore salire a scaldargli il petto. –Si.- annuì.


Sentì di nuovo quel calore invaderlo e chiuse gli occhi portandosi una mano all'altezza del petto. Respirò piano, concentrandosi solo e soltanto sui suoi ricordi e sui battiti del suo cuore, che in quel momento sembrava come impazzito.
Sospirò quando una lacrima andò a sfiorargli la guancia e la lasciò scivolare via mentre tracciava delicatamente il suo profilo accarezzando le guance tinte appena di rosso. Schiuse le labbra con il respiro tremante e riaprì gli occhi guardando sotto di sè. Seguì il movimento delle onde, tutt'intorno a lui, era un bel modo per estraniarsi dal mondo.
Si era trattenuto per tutto quel tempo, non voleva piangere davanti a sua madre.
Lei lo aveva fatto. Lei gli aveva accarezzato il viso lasciando scendere quelle gocce salate lungo le guance senza preoccuparsi di nascondere nulla.
E lui in quel momento non si era potuto permettere di lasciarsi andare.
Stavano soffrendo gia abbastanza.
E avrebbero sofferto ancora molto.

Ma ora voleva solo aggrapparsi saldamente a tutti i loro ricordi e farli suoi. Uno ad uno.

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** 28. Fake Smiles ***


I'm back :D
Dopo aver rivisto il live dei Sevenfold in the Red Bull Sound Space di quest'anno mi sono sentita stranamente ispirata e così rieccomi qui!
Innanzitutto ciaaao a tutti, spero di non avervi tenuto troppo sulle spine XD e poi beh, vi voglio numerosi con le recensioni in questo capitolo che voglio sapere se mi insulterete per la piega che la storia sta prendendo, cosa che farete sicuramente, ci scommetto :'D e poi sono curiosa di sapere cosa ne pensate, quindi dateci sotto con gli insulti u.u Bene, ora che vi ho anticipato che dopo aver letto questo capitolo mi odierete, vi abbandono again e arrivederci al prossimo aggiornamento!
XOXO




28. Fake Smiles



Il tintinnio del campanello sulla porta avvisò dell'arrivo dell'ennesimo cliente.
Jimmy aveva sempre nutrito un particolare odio verso quegli affari, quel suono insopportabile attirava l'attenzione di ogni singola persona in quel locale e ancora prima di chiudersi la porta alle spalle si ritrovava decine di sguardi indifferenti che lo squadravano da capo a piedi per poi tornare a farsi gli affari loro. Cercò di non farci caso, come ogni volta, e avanzò verso il bancone mentre l'odore di salsedine veniva rimpiazzato in un batter d'occhio da quello forte del caffè e i capelli scompigliati dal vento tornavano a ricadergli leggeri sul viso.
Odiava quel posto, ma era l'unico locale decente sul molo.
-Salve.- la voce stridula di una delle cameriere lo accolse accompagnata da un sorriso falso, fatto di vetro -Cosa prende?-
-Un caffè da portare via, grazie.- Infilò una mano nella tasca posteriore dei jeans tirando fuori il portafoglio e nel farlo spostò lo sguardo verso la grande vetrata che dava sul mare. Assottigliò lo sguardo cercando di mettere a fuoco quella figura che vedeva in lontananza.
-Anzi, facciamo due.- si rivolse poi alla ragazza.
Uscito dal locale fu investito nuovamente dall'odore del mare e da una folata di vento. Strinse forte i bicchieri tra le mani, adorava la sensazione di calore che sembrava quasi bruciargli le dita, e si diresse verso il ragazzo che aveva visto in lontananza poco prima. Lo scricchiolio dei passi sul legno avrebbe gia dovuto attirare la sua attenzione ma forse era troppo preso dai suoi pensieri per accorgersi di Jimmy che si avvicinava.
-Zacky.- lo chiamò.
Questo si voltò, sorpreso -Jim?- fece davanti al sorriso dell'altro -Che ci fai qui?-
Jimmy alzò le spalle -Potrei farti la stessa domanda.-
Ma Zacky non rispose, pensò che probabilmente nessuna delle sue scuse sarebbe andata bene.
-Tieni.- fece Jimmy porgendogli un bicchiere di caffè -Ho pensato che volessi un pò di compagnia.-
-Grazie.- sorrise il più piccolo mentre Jimmy prendeva posto al suo fianco.
-Credevo che Matt fosse l'unico che venisse a perdere il suo tempo qui.- ridacchiò cercando di tirargli su il morale, che aveva palesemente a terra, o almeno cercando di strappargli un sorriso, ma niente. Lo vide soltanto sollevare un angolo della bocca e prendere un sorso del suo caffè.
-Dico sul serio, che c'è che non va?-
-Deve esserci per forza qualcosa che non va?-
-Beh, dalla tua faccia direi di si.-
Zacky si limitò ad alzare le spalle guardando dritto davanti a sè, gli occhi piantati sull'orizzonte.
Avrebbe voluto dire un milione di cose, avrebbe voluto aprire bocca e parlare parlare parlare finchè non avesse avuto più fiato in gola, e doveva farlo, sapeva che avrebbe dovuto. Ma sapeva anche che non lo avrebbe mai fatto. Solo uno stupido riverserebbe il suo dolore sulle persone che ama, sarebbe stato da vero egoista far soffrire chi si ha intorno solo per sentirsi un poco meglio. Che poi non sarebbe servito a nulla. Il suo medico gli aveva detto di godersi al meglio i suoi giorni, e lo avrebbe fatto. Lo avrebbe fatto senza ferire nessun'altro, al di fuori di se stesso.
Non voleva che fosse un inferno anche per loro.
-Sei strano.-
A quelle parole si voltò verso Jimmy, che gia lo osservava.
-Scusa.-
-No, era un complimento.-
Zacky lo guardò confuso. Poi dischiuse le labbra in un sorriso -E' il complimento più assurdo che mi abbiano mai fatto.-
-Però funziona.-
-Ah si?- inarcò un sopracciglio.
-Si. Hai sorriso.-
Zacky ridacchiò scuotendo la testa e tornando al suo caffè -Perchè lo fai?-
-Faccio cosa?-
-Questo. Quello che fai fin dal primo giorno in cui ci siamo incontrati. Perchè mi aiuti?-
-I tuoi occhi.- disse soltanto.
-Cosa?-
-Sono sempre così tristi. E' un peccato.-
-Jim, sto bene, davvero.- sospirò. Ma la verità è che non ci credeva nemmeno lui.
-No, non è vero.- sorrise appena Jimmy -Ho un certo sesto senso per queste cose. Brian dice che a volte faccio anche paura. E poi sei qui da solo, questo non è il solito posto dove vieni per sfoggiare sorrisi e pensieri felici. Lo so io e lo sai tu.-
Zacky sospirò abbassando lo sguardo. Era quasi folle il modo in cui Jimmy riusciva a leggerti l'anima. Davvero folle.
-Matt sa che sei qui?-
Scosse la testa ma non aprì bocca.
-Avete forse litigato?-
-No. Lui non centra.-
-Zack..-
-Senti, non è niente quindi smettila di cercare di capire, ok? Piantala di fare così. Tu non puoi aiutarmi, non questa volta.- lò guardò con gli occhi lucidi -Nessuno può farlo.-
Jimmy non distolse lo sguardo dai suoi occhi nemmeno per un secondo -Lo sai?- cominciò -Nessuno si salva da solo.-
Detto questo si alzò ma prima che potesse allontanarsi sentì come un sussurro. Per un attimo credette anche di esserselo immaginato. Si voltò comunque trovando Zacky in piedi alle sue spalle. Aveva la punta del naso tinta appena di rosso, succedeva sempre quando stava per piangere.
Zacky passò la lingua tra le labbra inumidendole e schiuse le labbra. Sembrava che stesse per dire la cosa più difficile della sua vita -Ho...paura.- mormorò.
-Paura di cosa?- Jimmy lo invitò a continuare. Era felice del fatto che non lo avesse lasciato andar via e che si fosse deciso a dirgli la verità.
-Non voglio essere solo uno stupido ricordo.- aveva la voce un poco incrinata, ma nessuna lacrima rigava il suo viso.
-Perche dovresti esserlo?- chiese il più grande dolcemente.
-Perche...- respirò a fondo sbattendo più volte gli occhi ormai umidi e brillanti -..ho dovuto fare degli esami in questi giorni e...-
-Che vuoi dire?-
E Zacky sembrò fare decisamente un enorme sforzo per sputar fuori quelle parole.
-Ho il cancro, Jim.-



C'era silenzio in casa Baker. Uno di quei silenzi tesi e insopportabili che iniziano a farti fischiare fastidiosamente le orecchie fino a farti deiderare di urlare, o di essere altrove. Perfino il ticchettio dell'orologio sembra quasi amplificato.
Zacky continuava a torturarsi le mani stringendo tra queste un fazzoletto usato e accartocciato con cui aveva asciugato le proprie lacrime. Tirò su con il naso lanciando poi uno sguardo a Jimmy che continuava a scuotere appena la testa perso in chissà quali pensieri. Sapeva che non riusciva ad accettare ancora cio che gli aveva detto, ma a quel silenzio avrebbe preferito di gran lunga sentirsi urlare contro.
Quella giornata continuava solo a peggiorare.
Zacky sospirò mandando indietro la testa e poggiandola contro la testata del letto.
-Jim.- lo chiamò, quasi in un sussurro -Di qualcosa ti prego.-
Jimmy prese a mordicchiarsi il labbro inferiore nervosamente, non lo guardava più neanche negli occhi, era forse la prima volta che Zacky vedeva quel ragazzo effettivamente senza parole.
Zacky abbassò di nuovo lo sguardo, rassegnandosi.
Aveva sempre pensato che togliendosi di mezzo avrebbe fatto un favore a molte persone e per quante volte ci avesse provato non ci era mai riuscito per davvero. Pensò a suo padre e a tutte le volte che lo aveva picchiato o che gli aveva messo le mani addosso abusando di lui, continuando a ripetere che la sua nascita era stata uno sbaglio, che lui era solo uno stupido grosso errore. Ogni volta si prometteva che sarebbe stata l'ultima, che avrebbe raccontato ogni cosa a sua madre, che ne avrebbe parlato, che si sarebbe finalmente liberato da questo peso, e invece non lo faceva mai. Aveva paura, aveva sempre avuto paura. Pensava a cosa sua madre passasse ogni giorno e non gli andava di rendergli la vita ancora più difficile. Si sentiva un peso, lo era chiaramente, e non avrebbe mai pensato il contrario.
E come suo padre se ne andò via, Gerard entrò nella sua vita.
Oh, e lui si che ci sapeva fare.
A fare l'amico, si intende. Era stato forse l'unico a rivolgergli la parola senza insultarlo. Quella era stata la prima volta in cui si era sentito un essere umano. Proprio come tutti gli altri. E forse lo aveva amato proprio per questo, per la sua capacità di farlo sentire al sicuro, protetto, e mai sbagliato. Gli aveva insegnato a credere in se stesso, che la vita non era solo buio e dolore, tristezza e sangue. Ma c'era anche dell'altro.
Come l'amore.
Ad ogni modo, aveva pensato che togliendosi di torno avrebbe fatto felici delle persone, si, lo aveva fatto e aveva continuato a pensarlo...fino a quel giorno. Fino al giorno in cui aveva conosciuto Gerard Way.
E ora invece, ora che aveva la possibilità di farlo, ora che poteva davvero andare via, non voleva farlo. Non poteva. Ora aveva delle pesone a cui avrebbe fatto del male, degli amici, una famiglia.
Sorrise. Un sorriso amaro.
Cazzo, o Dio non esiste o è incredibilmente crudele.
-Matt lo sa?-
Sentire la voce di Jimmy fu come risvegliarsi da un brutto sogno. Era così annegato nei suoi ricordi che aveva quasi dimenticato di non essere solo.
Si voltò verso l'amico, ma questo teneva ancora lo sguardo basso.
-No.- rispose -E tu non glielo dirai.-
Solo in quel momento Jimmy alzò lo sguardo puntandolo immediatamente sul più piccolo.
-Che significa? Non vuoi che lo sappia?-
-Non ancora.-
-E quando?-
-Devo fare ancora altre analisi e...probabilmente ci saranno delle cure..-
-Ma lui ha il diritto di-
-Non deve saperlo per forza.- lo interruppe.
Jimmy lo gaurdò stupito -Non puoi dire sul serio.- fece incredulo.
-Ascolta..- Zacky si tirò a sedere in modo da guardarlo meglio -Il dottore ha detto che devo cercare di continuare a vivere una vita il più normale possibile.-
-Questo non ti autorizza a lasciarlo all'oscuro di tutto questo! Non puoi prendere tu tutte le decisioni, non puoi prentendere di attraversare questo momento da solo, ti rendi conto di quello che succederà? Non è una cosa da niente, cristo santo!-
-Dico solo che forse dovrei aspettare..-
-Aspettare che cosa?-
L'improvviso scatto da parte di Jimmy lo fece quasi spaventare. Lo guardava con quegli occhi infuocati, come se avesse voglia di mettergli le mani intorno al collo e stritolarlo.
Calò di nuovo il silenzio. Inevitabile. Nessuno dei due aveva idea di cosa dire a questo punto.
Zacky deglutì cercando di convincersi a parlare.
-Non...- sospirò abbassando lo sguardo -Io non..non voglio che anche lui cominci a guardarmi in quel modo.-
-In quale modo? In che modo dovrebbe guardarti?- fece Jimmy massaggiandosi lentamente le tempie con le dita.
-Nello stesso modo in cui mi guarda mia madre.- scosse la testa deglutendo ancora -Non voglio vedere quell'espressione nei suoi occhi. Pietà. Dispiacere.-
Jimmy alzò lo sguardo mentre il più piccolo continuava a parlare.
-Tristezza. Io..non posso sopportarlo. Non voglio.- Una lacrima sfuggi al suo controllo e attraversò la sua guancia disegnando leggera i suoi lineamenti. La portò via con il dorso della mano.
-Zacky..- fece Jimmy avvicinandosi e prendendogli il viso tra le mani -Ehi..- sussurrò -Andrà tutto bene. Vedrai, andrà bene.- cercava di sorridere, ma gli sembrò quasi di rivedere quel sorriso di vetro della ragazza nel bar.
-No, non è vero.- altre lacrime seguirono la prima lasciando scie bagnate sulla pelle del più piccolo -Sono un idiota.- pianse.
Jimmy lo abbracciò di slancio mentre Zacky si rifuggiò tra le sue braccia, in quel calore che sapeva gli sarebbe mancato -Non sei un idiota.- sussurrò mentre il più piccolo veniva scosso dai singhiozzi sempre più frequenti -Vedo idioti tutto il giorno e tu non gli somigli per niente.-
Lo sentì sorridere contro la sua spalla. E non era il solito finto sorriso.
-Che dico a Matt?- singhiozzò appena.
-La verità.-

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** 29. The Sunrise ***



Con questo capitolo vi auguro un felice anno nuovo, ritenetelo un regalino :3
Non ho potuto ricontrollarlo bene quindi scusate se ci sono stupidi errori XD
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Un bacio enorme a tutti :* love ya!
XOXO

 

29. The Sunrise



Matt si strinse nel giacchetto rabbrividendo mentre prendeva un'altro tiro dalla sua amata Marlboro fino a sentire il fumo scendergli giu in gola. Poi lo buttò fuori seguendo con lo sguardo quella nuvoletta grigia che pian piano svaniva davanti ai suoi occhi.
Guardò davanti a sè. Il sole stava per nascere.
Le strade erano ancora buie, ma presto il giorno sarebbe inevitabilmente arrivato.
Spense il mozzicone sul davanzale, senza preoccuparsi del segno nero che la cenere avrebbe lasciato, poi lo lasciò cadere di sotto vedendolo atterrare sull'erba umida del giardino. Spostò il peso sui gomiti poggiando il mento sul palmo aperto e portò di nuovo lo sguardo davanti a sè.
Non era mai stato un tipo romantico, ma probabilmente se avesse dovuto condividere quell'alba o un momento del genere con qualcuno, beh, con Zacky lo avrebbe fatto.
A Val non aveva mai dedicato nulla, nè un tramonto nè un alba.
Non riusciva a spiegarsi pensieri di questo genere, non riusciva a capire per quale motivo con Zacky fosse tutto così diverso. Diede la colpa alla mancanza di sonno mentre veniva colpito dall'ennesimo sbadiglio e si strofinava gli occhi stanchi.
Solo adesso cominciava ad aver sonno. Ma mettersi a dormire sarebbe stato stupido, sapeva che tra non molto la sveglia avrebbe incominciato a suonare.
Sbuffò. Non aveva la minima voglia di mettere piede a scuola.
Gia pregustava il sonnellino che avrebbe schiacciato sul banco.
Quando le prime luci cominciarono a colorare il cielo si allontanò dalla finestra, la lasciò socchiusa e si lasciò andare sul letto. Afferrò il cellulare rigirandoselo un pò tra le mani, poi aprì la casella dei messaggi. Fissò lo schermo bianco, la barra che lampeggiava al lato, pensò a Zacky. Probabilm-sicuramente stava dormendo.
"Dovresti essere nel mio letto a dormire con me." digitò e inviò.
Poi chiuse gli occhi.


Non sapeva esattamente quanto tempo fosse passato, ciò che gli importava in quel momento era spegnere quella stramaledetta sveglia. Quando quella cosa infernale smise di suonare si alzò controvoglia e si trascinò in bagno.
Sperò che una doccia lo avrebbe aiutato a svegliarsi almeno un pò, e invece rientrando in camera si buttò nuovamente sul letto sospirando rilassato.
Il sole era gia alto.


-Maaaaatt!!- sua madre. Che palle.
Sbuffò rigirandosi tra le coperte.
-Matt!! Farai tardi a scuola!-
-Hmmm.- aprì lentamente gli occhi gettando un occhiata verso la sveglia.
07:53
-Merda!- scattò in piedi rischiando quasi di cadere e rompersi qualcosa. Si gettò verso l'armadio saltellando qua e là mentre cercava di infilare maglia e jeans nello stesso momento. Corse in bagno, si lavò i denti, rischiando quasi di uscire di casa con lo spazzolino in mano invece che lo zaino. Lanciò un'altra occhiata all'orario.
07:59
Scese in cucina, addentò un toast, sistemò lo zaino sulle spalle, infilò in cellulare in tasca.
-Vado.- avvisò, pregando che suo padre non si accorgesse di lui, posò la mano sulla maniglia della porta mentre lanciava un'altro sguardo veloce all'orario sulla tv accesa.
08:04
-Aspetta Matt.-
No. Cazzo.
Deglutì, fermo sulla porta.
-Ti accompagno.-
Merda.


Perchè cazzo non aveva rifiutato? Perchè non era semplicemente scappato?
Così imparava a non chiudere occhi la notte, così imparava a perdersi guardando quello stupido cielo. L'ultima cosa che gli serviva ora era quel fottuto silenzio con suo padre in quella fottutissima macchina. Strinse lo zaino a sè, posandolo sulle ginocchia, quasi possessivamente. Gli veniva da vomitare.
Voleva solo uscire da lì, voleva semplicemente aprire lo sportello e andare via. E poi sarebbe di sicuro arrivato prima a piedi visto il traffico di quella mattina.
Sbuffò continuando a guardare fuori dal finestrino.
Solo in quel momento gli ritornò in mente il messaggio che quella mattina aveva inviato a Zacky. Tirò fuori il cellulare dalla tasca ma quasi ci restò male quando non vide alcuna risposta da parte del più piccolo. Lo rimise dentro, sospirando.
-Lascia stare, vado a piedi.- mormorò posando la mano sulla maniglia della portiera e fece per aprire...
-No.-
Roteò gli occhi arrendendosi.
-Farò tardi.-
-Hai pensato a quello che io e tua madre ti abbiamo detto?-
Ecco. Avrebbe dovuto immaginare che ci fosse un trabocchetto in quella storia del "ti accompagno". Prevedibile.
-Non ho bisogno di pensarci.- sputò fuori.
-Dimmi cosa c'è che non va.-
Matt sbuffò voltandosi verso il finestrino, non avrebbe risposto a quelle inutili domande, non avrebbe fatto il suo gioco.
Zacky aveva ragione. Anche solo cercare di parlarne con i suoi sarebbe stata una pessima idea. In quel momento pensò che i suoi genitori non dovevano essere molto diversi dalle persone che incontrava ogni giorno mettendo piede a scuola, certo gli volevano bene ma la mentalità era la stessa, con la sola differenza che almeno non lo avrebbero deriso o preso a pugni.
Si spera.
Infondo le persone giudicano, e anche loro lo avrebbero fatto. Lo avrebbero giudicato senza prima preoccuparsi di sapere cosa gli passasse per la testa. Sapeva che lo avrebbero fatto.
Deglutì facendo una strana smorfia. Sul serio, gli veniva da vomitare.
-Tua madre e io siamo preoccupati per te.-
-A te non importa di me, a te importa solamente di quello che potrebbe pensare la gente di te.- disse semplicemente, forse con una calma che neanche gli apparteneva. Senza rivolgergli neanche uno sguardo.
-Come fai a pensare cose del genere? Matthew-
-Scusa mi viene da vomitare.- lo interruppe all'improvviso uscendo dall'auto e accellerando il passo proseguendo a piedi, lasciandolo lì, interdetto, senza poter dire una parola.


Aveva varcato il cancello della scuola con le mani nelle tasche e la testa bassa. Per colpa di suo padre non era neanche potuto passare a prendere Zacky.
Ora che ci pensava non aveva idea di che fine avesse fatto. A scuola non lo vide, al cellulare non rispondeva. Forse avrebbe dovuto iniziare a preoccuparsi.
Sentiva lo stomaco sottosopra e un nodo fastidioso alla gola. Quella giornata andava di male in peggio.
Come previsto arrivò in ritardo ed entrò in classe a lezione gia iniziata. La professoressa gli lanciò solo un'occhiata e lasciò che raggiungesse il suo banco. Johnny, accanto a lui, gli sorrise.
-Buongiorno!-
Matt grugnì per poi sospirare e lasciarsi andare contro lo schienale della sedia.
-Non ti senti bene?- lo guardò preoccupato. In effetti non doveva avere una bella cera; sentiva gli occhi pesanti e probabilmente erano anche contornati da due occhiaie.
Scosse la testa -Sono solo stanco.-
E come previsto, rischiò più di una volta di addormentarsi sul banco se non fosse stato per Johnny che continuava a tirargli gomitate ogni volta che lo vedeva crollare.
-Sanders, forse la mia lezione ti annoia?-
L'improvviso richiamo della professoressa lo fece destare dai suoi pensieri.
-Cerca di prestare attenzione, non voglio più richiamarti. Chiaro?-
Deglutì avvertendo ogni sguardo posato su di lui, si mise dritto con la schiena posando entrambi i gomiti sul banco incrociando le braccia -Mi scusi.- mormorò abbassando lo sguardo sulle proprie mani.
La lezione riprese e per tutto il tempo non riuscì a rialzare lo sguardo e non capiva bene cosa glielo impedisse. Forse il fatto che in quel momento riusciva a capire perfettamente cosa significasse essere considerato diverso. Immaginava perchè i suoi compagni avevano quegli sguardi puntati su di lui, e non era per il richiamo che aveva appena avuto. E se non era per quello o per la sua maglia nuova o per il ritardo di quella mattina, se non era per le occhiaie o il suo aspetto stanco...allora cos'era?
Smise di chiederselo nel momento in cui incontrò i loro sguardi, uno ad uno.
Smise di chiederselo quando si soffermò su quello di Ray, che con un ghignò sul volto mimò con le labbra un "frocio", senza mai staccare lo sguardo dal suo.


-Allora qual'è il programma? Che facciamo..una serie di radiazioni?-
Zacky non sembrava essere minimamente interessato alla conversazione che sua madre stava avendo con il medico che da quel momento in poi lo avrebbe preso sotto le sue cure. Continuava ad estraniarsi da ogni cosa, come se tutto quello che stava accadendo non lo riguardasse affatto. Non smetteva di pensare al fatto che Jim ora era al corrente di tutto, alle sue parole, e al fatto che presto anche Matt sarebbe dovuto venire a conoscenza di tutto.
Che stupido, non lo aveva neanche avvertito che quella mattina non sarebbe andato a scuola. Si affrettò a tirar fuori il cellulare dalla tasca e notò qualcosa che lampeggiava al lato dello schermo; un messaggio non letto. Non lo aveva notato, chissà da quanto era lì. Lo aprì.
"Dovresti essere nel mio letto a dormire con me."
Dio, avrebbe voluto sciogliersi su quella sedia senza ritegno, avrebbe voluto prenderlo e stritolarlo senza lasciargli più respiro. Sorrise senza rendersene davvero conto e arrossì senza un motivo preciso. Matt non era lì, non poteva vederlo, ma lui arrossì comunque. Si sentì improvvisamente come una stupida quindicenne innamorata.
Doveva rispondere e...
-Zacky vuoi mettere via quel cellulare per piacere? Non è educato.-
Alzò lo sguardo ripreso dalla voce di sua madre che lo guardava contrariata. Sbuffò roteando gli occhi e lo rimise in tasca per poi sedersi composto sulla sedia incrociando le braccia al petto.
-E' di te che stiamo parlando qui, non lo sai?-
Finse indifferenza prima che la voce del dottore lo colpisse improvvisamente in pieno petto facendogli immediatamente alzare lo sguardo e puntarlo su di lui.
-Chemioterapia.- disse l'uomo, soffermandosi poi su Zacky ricambiando il suo sguardo -Non devi preoccuparti, faremo tutto il possibile.- cercò di tranquillizzarlo, ma Zacky non si sentiva affatto meglio.
Deglutì abbassando lo sguardo.
-E' necessaria?- chiese sua madre. Forse spaventata tanto quanto lui.
-Riteniamo che a questo punto sia necessaria. Si.- sospirò per poi riprendere a parlare dopo qualche secondo -Capisco la sua preoccupazione signora, ma è l'unica cosa che si può tentare, a questo punto.-
-Ci sono..effetti collaterali?-
Come faceva a restare così calma dannazione?
-Beh, alcuni giorni potrebbe provocarle nausea o sonnolenza, mentre altri giorni non gli darà alcun fastidio.-
Continuavano a parlare come se lui non fosse lì, come se non fosse seduto accanto a loro, come se quelle parole per lui non avessero alcun peso. E in effetti avrebbe tanto voluto non essere lì. Avrebbe tanto voluto essere altrove, a scuola per esempio. A scuola con Matt, accanto a lui, a tenergli la mano sotto il banco, ad abbracciarlo nascosti in bagno, a scambiarsi quegli sguardi durante le lezioni.
Il labbro inferiore aveva iniziato a tremargli, ma cercò di trattenersi, non voleva scoppiare in lacrime proprio lì. Non in quel momento. Teneva lo sguardo basso e la vista si appannò. Chiuse gli occhi prendendo un respiro profondo, poi aprì bocca interrompendoli e attirando immediatamente la loro attenzione. Come se si fossero resi conto solo in quel momento della sua presenza.
-Perderò i capelli..- mormorò sperando che la sua voce non risultasse così incrinata e debole.
-E' un rischio, si.-
Strinse le labbra trattenendo le lacrime.
-Posso consigliarvi ottimi centri per avere maggiori cure, in Svizzera, o a Parigi..-
-P-Parigi?- fece sua madre, spostando di nuovo lo sguardo confuso sul dottore.
-Mi rendo conto che sono costose ma vi assicuro che sono altamente raccomandate e-
Non poteva ascoltare oltre.
Non avrebbe sopportato altro.
Zacky si alzò di scatto e uscì in fretta dalla stanza. Non appena mise piede fuori dall'edificio sentì le lacrime scorrergli sulle guance.
Si poggiò contro il muore trattenendo i singhiozzi e si portò le mani sul viso, nascondendolo.
-Zacky, tesoro..- sua madre lo raggiunse in pochi secondi -Per quale motivo sei scappato in quel modo?-
-N-Non vogl-glio..- singhiozzò.
La donna si avvicinò -Cosa non vuoi?- chiese dolcemente.
-Non..non v-voglio e basta. Non voglio venire qui, non voglio fare quelle stupide cure, non voglio Parigi, non...non voglio farlo!-
Sua madre lo abbracciò. Tremava tra le sua braccia, tremava e le lacrime sembravano non fermarsi mai. Aveva fottutamente paura.
-Andrà tutto bene.- gli sussurrò -Non ti succederà niente piccolo mio.-
Le aveva gia sentite quelle parole. Le stesse che aveva usato Jimmy.
Ma forse neanche lei sembrava crederci per davvero.


Per tutto il tragitto verso casa se ne stette in silenzio tenendo lo sguardo fuori dal finestrino.
Nemmeno sua madre disse nulla.
Poi gli tornò in mente Matt. Ebbe un tuffo al cuore nel ricordare quel messaggio, afferrò il cellulare e lesse e lo rilesse più volte sorridendo appena.
-Quand'è la prossima visita?- chiese a sua madre tenendo lo sguardo sullo schermo.
Questa gli lanciò un'occhiata per poi tornare a guardare la strada -Tra qualche giorno.-
-Posso portare anche Matt?-
Sentì il cuore accellerare i battiti al solo pensiero.
Ci volle un pò prima che sua madre rispose. Per un attimò pensò quasi che non avrebbe fatto.
-Certo che puoi tesoro.-
Non disse altro, digitò velocemente qualcosa sul suo cellulare riposandolo poi in tasca.
"Dimmi che mi ami."


Tirò lo sciacquone guardando il suo stesso vomito scomparire davanti ai suoi occhi. Gli aveva lasciato un sapore orribile in bocca.
Non riusciva a spiegarsi perchè il suo organismo avesse reagito in quel modo, forse lo stress, forse l'ansia o la paura, la sua vita che gli sputava dritto in faccia tutte le conseguenze della scelta che aveva fatto. Cristo, essere quello diverso non era per niente facile. Non aveva mai provato una sensazione del genere, si sentiva abbattuto, a pezzi. Si era sempre integrato bene, ovunque, ma ora che la sua relazione con Zacky stava venendo a galla non sarebbe più stato lo stesso.
La sensazione dell'acqua fresca sul suo viso lo aiutò a riprendersi appena. Sbuffò guardando il suo riflesso nello specchio davanti a sè, posando entrambe le mani sul lavandino. Una sola notte insonne ed era gia ridotto uno straccio. Poi quelle conversazioni con i suoi genitori lo mettevano letteralmente al tappeto.
Se non fosse stato per la presenza di Zacky la sua vita avrebbe fatto letteralmente schifo.
Si rimise lo zaino in spalla trascinandosi verso il suo armadietto, posò alcuni libri all'interno e lo richiuse proprio nel momento in cui la campanella suonò annunciando la fine delle lezioni.
Tutto sommato era sopravvissuto.
Il cellulare squillò non appena varcò l'uscita. Un messaggio da parte di Zacky.
Sorrise. Alla buon'ora!
Ancor prima che potesse leggerlo qualcosa lo spinse in avanti rischiando quasi di farlo cadere. Alzò lo sguardo e notò Ray che gli sorrideva soddisfatto. Poi toccò ai suoi amici, che lo sorpassarono spintonandolo rischiando quasi di fargli perdere l'equilibrio. Nonostante questo non reagì. Forse non voleva, forse non ne aveva neanche la forza.
Li ignorò tornando a camminare e riportando lo sguardo sullo schermo del cellulare.
"Dimmi che mi ami."
Sorrise. Riusciva a farlo sentire bene così facilmente.
-Certo che ti amo.- sussurrò fra sè e sè.
"Ti amo stupido." Inviò.

Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** 30. Silence ***


----> Come avrete notato ho cambiato titolo alla storia XD A dire il vero il titolo volevo metterlo in italiano sin dall'inizio ma poi non ho più valutato l'idea di farlo. Volevo anche passare il Raiting da Arancione a Rosso, che ne pensate? Non ne sono sicura.
Anyway...giuro che non sapevo come scrivere questo capitolo, ci ho messo davvero poco rispetto agli altri e forse è per questo che non mi convince molto, ma di solito non gli rimetto le mani sopra più volte atrimenti sarebbe uno schifo.
Visto che vi adoro tanto tanto voglio ringraziare con tutto il mio cuoricino dannato le fantastiche persone che hanno messo questa storia tra le preferite, ricordate e seguite, e anche quelle personcine che continuano a lasciare piccole recensioni che mi fanno sempre felice ^^ vi adoro davvero!
Ok, dopo questo piccolo poema mi tolgo dai piedi e spero che il capitolo vi piaccia C: Au Revoir! <----
XOXO

 


30. Silence



Non sarebbe tornato a casa. No, non aveva voglia di affrontare i suoi genitori o qualunque cosa avesse da dirgli suo padre. Che poi era sicuro che non appena avesse messo piede in casa avrebbe iniziato ad urlargli contro. Insomma, lo aveva lasciato in mezzo al traffico come un coglione, era gia tanto che non se lo fosse ritrovato all'uscita da scuola pronto a riportarlo in macchina tirandolo per le orecchie.
Camminò lungo il marciapiede calciando di tanto in tanto un sassolino che ormai sembrava essere diventato il suo compagnio in quel tragitto, seguendolo con lo sguardo e vedendolo rimbalzare poco più avanti. Ora che ci pensava stava morendo di fame. Aveva paticamente vomitato tutto il pranzo della mensa, nonostante sapesse che non avrebbe dovuto mangiarlo e che il suo stomaco non avrebbe retto.
Una cosa che aveva notato era che Jim sembrava parecchio strano quella mattina. A dire il vero non appena si era seduto al tavolo con i suoi amici l'aria sembrava essere stata avvolta da un forte alone di malinconia. Dio, che diamine stava succedendo? Sentiva che stava perdendo il controllo di qualcosa nella sua vita, ma cosa?
Aveva anche chiesto notizie di Zacky ma nessuno sembrava sapere nulla.
Jimmy aveva tenuto lo sguardo basso sul suo piatto per tutto il tempo, Brian gli accarezzava la schiena di tanto in tanto mentre Johnny non aveva più detto niente dopo quelle poche parole che si erano scambiati in classe quella mattina.
Era più che evidente che qualcosa non andava.
Più tardi aveva saputo che Jimmy aveva chiesto di tornare a casa perchè si sentiva poco bene, e ovviamente Brian lo aveva seguito. Johnny, invece, all'uscita se l'era praticamente svignata.
Sbuffò tenendo lo sguardo basso e le mani in tasca. Davvero non capiva.
Senza rendersene nemmeno conto si ritrovò davanti al vialetto di casa Baker. Sentì lo stomaco fare una strana capriola al solo pensiero che tra non molto avrebbe incontrato il suo Zacky. Aveva decisamente bisogno di un abbraccio.
Tre colpi sulla porta e pochi secondi dopo questa si aprì.
-Salve signora Baker.- sorrise, con una punta di imbarazzo, sistemandosi bene lo zaino sulla spalla destra.
-Matt..ciao!- sembrava...sorpresa?
-Come sta?-
-Bene.- forzò un sorriso -Vieni entra.- si mosse di lato lasciandolo passare per poi chiudere la porta.
Matt si guardò un pò in torno prima di rivolgersi nuovamente a lei -Zacky è in casa?-
-E' in camera sua, va pure. Ci sono anche gli altri.-
Ma cos..? -Gli altri?- la guardò confuso.
La donna annuì per poi incitarlo a raggiungere la stanza. Diamine, ma che avevano tutti?
Bussò piano sul legno della porta socchiusa. Le voci che aveva sentito pochi secondi prima si placarono, riducendosi a qualche sussurro.
Aspettò, sentì qualcuno alzarsi dal letto e poi gli occhi verdi di Zacky nei suoi.
Non sorrise, non ci riusciva. Semplicemente non capiva.
-Matt- provò a parlare il più piccolo ma l'altro non gli diede il tempo e posando una mano sulla porta la aprì del tutto.
Gli altri. Avrebbe dovuto immaginarlo: Johnny, Jimmy e Brian. Seduti sul letto di Zacky.
E non fu tanto il silenzio o la situazione a sconvolgerlo o a lasciarlo confuso, più che altro fu il fatto che i loro volti...i loro visi non avevano nessuna espressione. Nè un sorriso nè stupose nè sorpresa. Come se sapessero. Come se sapessero qualcosa di cui lui non era a conoscenza.
-Che succede?- rivolse uno sguardo a Zacky che lo guardava in silenzio, di sicuro si aspettava quella domanda.
Il più piccolo abbassò solo lo sguardo mentre Brian e Jimmy si alzarono dando una leggera pacca a Johnny e fandogli cenno di seguirli.
-Allora noi andiamo.- fece Brian rivolgendosi a Zacky per poi lanciare uno sguardo a Matt che aggrottò la fronte confuso.
-No. Tranquilli.- fece poi. Si fermarono al suono della sua voce, perfino Zacky rialzò lo sguardo puntandolo in quello del più grande. Matt li guardò, uno ad uno. Poi si voltò -Me ne vado io.-
Zacky guardò Jimmy, aveva il terrore negli occhi, dire a Matt la verità si stata rivelando più difficile di quanto pensasse. Avrebbe potuto dirlo lì, così, in quel momento, bloccandolo sui suoi passi, ma non trovava neanche il coraggio di parlare. Jimmy capì e uscì in fretta dalla stanza raggiungendo l'amico.
-Fermati cazzo.- lo afferrò per un braccio facendolo voltare.
Matt lo fulminò con lo sguardo -Sei uscito da scuola perchè stavi male o per venire qui?- disse tutto d'un fiato.
Jimmy rimase quasi spiazzato da quella domanda. Avevano raggiunto Zacky quel pomeriggio per convincerlo ad affrontare il discorso con Matt, ma quel tonto di Sanders aveva rovinato tutto senza neanche saperlo.
-Perchè vi comportate in modo strano con me?-
-Noi non-
-Rev.- Jimmy si pietrificò. L'ultima volta che lo aveva chiamato in quel modo se le erano date di santa ragione. Era come qualcosa che usava contro di lui per sottolineare in fatto che fosse furioso, un soprannome riservato solo a loro due, usato quando chiedevano all'altro di essere sincero. Per davvero. Matt glielo aveva dato quando Jimmy era stato espulso dalla scuola cattolica. Odiava quel posto, non aveva fede, non aveva tempo per quelle cose. Non era mai stato come tutti gli altri ed era per questo che a Matt era piaciuto sin dall'inizio. Comunque, quella sera avevano finito per ubriacarsi e visto il fatto che Jim aveva sempre dato a Matt il, secondo lui simpatico, soprannome di "armadio" quest'ultimo lo aveva scherzosamente insultato chiamandolo Reverend, che lui a un reverendo non ci si avvicinava per niente.
Era quasi stato un patto per loro. Se pur idiota.
Nemmeno Brian aveva mai capito il significato di quel nome.
-Non mentirmi.- continuò Matt.
Jimmy sospirò, in tutti quegli anni quel soprannome lo aveva quasi dimenticato -Devi parlare con lui. Devi parlare con Zacky.-
Matt non disse niente, lo guardò soltanto. Continuava a non capire. Poi senza protestare lo seguì mentre lo afferrava per un braccio riportandolo nella stanza del più piccolo.
Matt roteò gli occhi e si infilò le mani in tasca lasciando andare lo zaino atterra e poggiandosi al muro mentre in pochi secondi rimasero completamente soli.
-Che significa?- chiese seguendo con lo sguardo Zacky che chiudeva la porta.
Non era arrabbiato, era solo stanco.
Zacky si sedette sul letto inumidendosi le labbra -Dobbiamo parlare.- anche solo quelle due semplici parole facevano male.
Matt annuì distogliendo lo sguardo. In un attimo la sua mente venne invasa millemila pensieri. Cercò di pensare a cosa aveva fatto di sbagliato, magari Zacky voleva lasciarlo, oppure si stava per trasferire oppure...oppure... Sospirò passandosi una mano sugli occhi; che cazzo, sembrava adasse tutto bene tra loro!
Ma Zacky non si decideva a parlare e questo lo spaventava, si chiedeva quanto fosse durata quella tortura, se doveva lasciarlo che lo facesse e basta.
Voleva avvicinarsi e baciarlo ma non sapeva neanche se fosse stata la cosa giusta. Non sapeva più nulla. Sentì gli occhi inumidirsi improvvisamente, e si sentì un debole.
-Non...non stai per trasferirti..vero?-
Zacky teneva ancora lo sguardo basso -No. E' qualcos'altro.-
-Ah.- deglutì passandosi poi la lingua tra le labbra. Non avrebbe retto a lungo tutto questo -E hai intenzione di parlare?-
-Io...non so come..- si sentiva sull'orlo di un pianto. Scosse la testa alzandosi e avvicinandosi al più grande, prendendogli il viso tra le mani e catturando immediatamente le sue labbra. Matt non esitò, lo strinse a sè premendolo contro il suo corpo e ricambiando disperatamente al bacio mentre l'altro gli allacciava le braccia al collo.
Qundo si staccarono Zacky lo abbracciò. Come se non avesse desiderato altro per tutto il tempo.
-Non c'eri oggi a scuola.- gli sussurrò Matt dolcemente tra i capelli.
Zacky chiuse gli occhi, non rispose.
-Perchè non c'eri?-
Era una semplice domanda, solo una stupida semplice domanda. Ma fu in quel momento che lo sentì scoppiare in lacrime tra le sue braccia.


Gli sembrava che la vita lo stesse prendendo bellamente per il culo. Si, si sentiva preso per il culo, in tutti i sensi. A che scopo dargli qualcosa per poi portargliela via così crudelmente? Dov'era la logica in tutto questo?
Continuava a scuotere lentamente la testa posando lo sguardo su ogni cosa in quella stanza, su ogni cosa, ma non su Zacky. Lui che aveva visto la sua espressione cambiare all'improvviso mentre gli raccontava ogni cosa, ogni minimo dettaglio. Voleva che sapesse, ma soprattutto voleva che restasse al suo fianco.
Matt, con lo sguardo assente, si allontanò dal più piccolo che capendo perfettamente la sua reazione lo lasciò riflettere qualche minuto mentre lo vedeva sedersi sul letto lentamente, prima di rischiare di collassare a terra. Non riusciva neanche a respirare. Si portò una mano all'altezza del cuore, batteva forte, correva veloce e non riusciva a fermarlo. Non appena Zacky fece per avvicinarsi alzò una mano a mezz'aria verso di lui facendogli segno di fermarsi. Il più piccolo lo guardò, confuso.
-Matt.- lo chiamò piano -Mi dispiace, non sapevo come dirtelo.-
Quel silenzio cominciava a pesare.
-Stai per morire?- furono le uniche parole che riuscì a dire. E l'unico motivo per il quale aveva aperto bocca era per non scoppiare inevitabilmente in lacrime. Però non lo guardava negli occhi, forse non voleva.
Zacky si pietrificò, poi prese un respiro profondo -Tu che dici?-


Stesi sul letto, Matt lo strinse di più contro il suo petto tirando su con il naso, e Zacky lo lasciò fare.
No, non sarebbe tornato a casa. Non ancora. Nulla importava in quel momento.
Il suo mondo, il loro mondo, stava crollando e sembrava troppo tardi per fare qualsiasi cosa. Si sentivano impotenti.
Come poteva Dio starsene in silenzio davanti a tutto questo?
-L'ho detto ai miei.- disse poco dopo senza pensarci due volte -O almeno, credo lo abbiano capito.-
Ci fu un attimo di silenzio. Matt quasi credette che il più piccolo si fosse addormentato.
-Va bene.- lo sentì sussurrare poco dopo.
-Davvero?-
-Si.- chiuse gli occhi strusciando la guancia contro il petto del più grande e inebriandosi del suo profumo -Non l'hanno presa bene, eh?- accennò un sorriso.
Matt sospirò -No.- deglutì -Avevi ragione. Mi dispiace.-
-Non fa niente.- sussurrò -Io ti amo.-
Matt gli portò una mano sul viso avvicinandolo al suo. Lo baciò dolcemente, amava la consistenza morbida delle sue labbra.
-Non voglio perderti.- mormorò posando la fronte contro quella del più piccolo -Non morire ti prego.-
-Non vado da nessuna parte.-

 

Ritorna all'indice


Capitolo 31
*** 31. Anger ***


Hi!:3
Mi scuso per il ritardo, sto poco bene in questi giorni e questo ha comportato una grande mancanza di ispirazione x.x non mi sono soffermata molto a riflettere su questo capitolo, volevo solo finirlo al più presto perchè non avevo idea di come descrivere le emozioni di ognuno dei personaggi.
Ma è comunque un capitolo fondamentale, soprattutto per quanto riguarda Matt.
Anyway...muoio di sonno e non ho altro da dire u.u bye bye!
XOXO

 

31. Anger



Chiudersi la porta alle spalle non fu affatto facile.
Sarebbe rimasto ancora con Zacky se avesse potuto, sembrava non avere alcuna intenzione di staccarsi da lui mentre lo baciava ovunque, gli accarezzava le guance pallide facendolo sorridere, mentre lo stringeva contro il suo petto ripetendogli che sarebbe andato tutto bene, che non lo avrebbe mai lasciato. Parole che sembravano incoraggiare entrambi a tenere duro.
Ma Zacky sapeva il prezzo che Matt avrebbe pagato per stragli accanto, sapeva che non sarebbe stato facile e vederlo lì, accanto a lui, che lo amava nonostante tutto era forse la sola cosa che lo spingeva a lottare. E avrebbe lottato con tutto se stesso, solo per lui, non riusciva a vedersi sconfitto con lui al suo fianco.
Quel che era certo è che Matt non avrebbe mai rimpiato di aver scelto lui. E non importava ciò che avrebbe detto la gente. Loro erano fatti per stare insieme.
Perfettamente imperfetti.


Bussò una volta. Due.
Poi dei passi che si avvicinavano velocemente.
Non appena Jimmy aprì la porta Matt non esitò affatto a spingerlo dentro e a chiudersela alle spalle guardandolo in cagnesco. L'amico, sorpreso, indietreggiò con tutta  l'intenzione di lasciare un bel pò di distanza tra se stesso e il più grande che strinse i pugni lungo il corpo.
Deglutì -Matt che- provò a dire.
-Tu lo sapevi.-
-Cos-
-Non prendermi per il culo, lo sapevi e non hai detto niente! Da quanto?- strinse gli occhi a due fessure avvcinandosi di qualche passo -Da quanto?- ripetè calcando quelle parole.
Jimmy, che sapeva esattamente a cosa si riferisse, non avrebbe mai pensato di vederlo reagire in quel modo. Capiva la rabbia, capiva la paura, ma perchè prendersela con lui? Aveva solo aiutato Zacky a trovare quel minimo di coraggio che gli mancava per dire la verità, non c'era motivo di reagire in quel modo.
Portò le mani avanti, come per calmarlo -Ascolta io non intendevo nasconderti nulla. Aveva solo bisogno di qualcuno con cui parlare.-
Matt sentì come un'improvvisa rabbia montargli dentro. Prese il sopravvento sull'ansia, sulla paura, gli annebbiò quasi completamente il cervello. Anche il più piccolo briciolo di razionalità sembrava averlo del tutto abbandonato. Aveva accumulato troppo, aveva raggiunto il limite e sta volta non avrebbe impedito a ciò che provava di venir fuori -Qualcuno? Lo sapevate tutti, dannazione! Io...- si avvicinò ancora -Tu dovevi dirmelo!-
-Ma non capisci? Mi ha chiesto di non farlo!-
Matt, che aveva afferrato la maglia dell'altro strattonandolo verso di se, lasciò lentamente la presa completamente spiazzato da quelle parole.
-Perchè?- lasciò ricadere le braccia lungo il corpo.
-Aveva paura, tutto qui. Voleva aspettare.-
-Aspettare...cosa?-
Jimmy alzò le spalle scuotendo la testa. Poi sospirò -Cerca di capirlo.-
-Avresti lasciato che mi mentisse?-
-Matt..-
-Rispondi.- ringhiò afferrandolo di nuovo per la maglia. Jimmy poteva sentire il suo respiro accellerato e quell'espressione corrugata per niente rassicurante.
-Non avevo scelta.- non tentò neanche di liberarsi.
-Si invece.-
-Ehi ma che diavolo succede?- dalla camera sbucò Brian che quasi si paralizzò davanti quella scena.
Se l'avesse vista da un altra prospettiva avrebbe giurato che Matt stesse per baciare il suo ragazzo, tanto erano vicini.
Poi si soffermò sull'espressione del più grande, che di certo non preannunciava nulla di buono. Ringraziò solo il cielo che i genitori di Jimmy non fosserò in casa in quel momento.
Matt, dal canto suo, si sarebbe mostrato sorpreso di vederlo sbucare fuori solo in quel momento, di sicuro non si sarebbe mai immaginato che ci fosse anche lui, ma impegnato com'era a cercare di contenersi dal piazzare un bel destro sul faccino del suo migliore amico non perse tempo a voltarsi verso Brian o ad allontanarsi da Jimmy.
-Mi spiegate che cazzo succede qui? E tu lascialo cristo!- Brian avanzò verso di loro.
-Levati dalle palle Brian.- ringhiò Matt non rivolgendogli però alcuno sguardo.
-Ho detto di togliergli le mani di dosso!-  lo spintonò con una tale forza da farlo barcollare all'indietro.
-Stai bene?- chiese posando una mano sulla spalla di Jimmy, che sembrava essere tornato a respirare solo in quel momento. Questo, ancora sconvoltò da tutta quella faccenda annuì soltanto, non avendo la minima idea di cosa dire. Avrebbe voluto dire che non era stata colpa di Matt, che era solo spaventato, solo arrabbiato, confuso, ma sapeva che Brian non si sarebbe fermato lì.
-Che diavolo ti salta in mente?- fece infatti questo mettendosi tra lui e Matt.
-Non provarci più.-
-A fare cosa? Hm?- lo spintono Brian quasi sfidandolo. Eppure sapeva che Matt non avrebbe reagito affatto bene; stava riversando la sua tensione tutta in quel momento e se Brian avrebbe continuato a sfidarlo in quel modo lui non si sarebbe di certo tirato indietro.
-Questo.- fece Matt cercando di trattenersi dallo sbatterlo a terra e evitando in ogni modo i suoi occhi -Piantala.-
Fu quando tentò di spostarlo per riavvicinarsi a Jimmy che Brian non ci vide più. E nulla gli vietò di tirargli un bel pugno sul naso facendolo piegare in due dal dolore mentre cominciava a sanguinare ininterrottamente.
-Porca puttana!- urlò il più grande portandosi entrambe le mani sul viso, cercando di fermare quel fiume di sangue come meglio poteva.
-Sei impazzito?- intervenne Jimmy incredulo.
Persino Brian si stupì di ciò che aveva appena fatto. Quello era certamente il pugno più ben riuscito nella storia dei pugni di Brian Haner!
-Che diavolo pensavi che volessi fare?- lo fulminò Matt dolorante -Fa un male cane, cazzo!- quel sapore ferroso era arrivato fin sulle labbra. Era insopportabile.
-Ti prendo qualcosa aspetta.- si affrettò a dire Jimmy per poi sparire in cucina.
Tornò pochi secondi dopo con un paio di fazzoletti tra le mani, ma non potè far altro che fermarsi spaesato trovando solo Brian ad aspettarlo.
-Dove..-
-Se ne è andato.- continuava a fissare la porta. Non era riuscito nemmeno a scusarsi, lo aveva solo visto scappare via.
-E non lo hai fermato?-
Brian scosse la testa, mortificato -Mi dispiace, non volevo che ti facesse del male.-
-Bri.- Jimmy si avvicinò -E' di Matt che stiamo parlando. E poi...lo avrebbe gia fatto se avesse voluto.-
-Lo so. Scusa.-


Gettò il fazzoletto, che aveva fortunatamente trovato nelle tasche e che ora era impregnato di sangue in ogni angolo, a terra senza preoccuparsi di dove fosse andato a finire mentre percorreva velocemente la strada verso casa. Si maledisse per non aver preso quel dannato autobus che si era visto passare affianco poco prima. Sbuffò non sapendo esattamente dove pulire quelle dita piene di sangue ed era pronto a scommettere che la sua faccia non doveva avere esattamente un bell'aspetto. Alla fine decise di tenere le mani il più lontano possibile dai vestiti o sua madre lo avrebbe ucciso se solo avesse trovato una macchia. Percorse il vialetto più furioso che mai. Brian era riuscito solo a farlo innervosire ulteriormente, ma se non altro senza rendersene conto aveva portato il "problema genitori" al secondo posto. Ma non sarebbe durato a lungo.
Non appena entrato in casa si chiuse malamente la porta alle spallle lasciando andare lo zaino a terra con un tonfo e precipitandosi in bagno. Strofinò forte le mani sotto il getto d'acqua, quasi ossessivamente concentrando lo sguardo solo e soltanto sul sangue che spariva giu nello scarico colorando l'acqua di un rosso acceso. Non aveva neanche il coraggio di alzare gli occhi e guardarsi allo specchio. Ma non appena lo fece il primo pensiero che gli passò per la testa fu di complimentarsi con Haner, sul serio se avesse colpito un pò più su gli avrebbe fottuto il setto nasale.
Si lavò il viso facendo attenzione a non procurarsi altro dolore. Solo in quel momento avvertì una presenza al suo fianco.
Si voltò di scattò.
-Matt..tesoro, che ti è successo?- gli bastò l'espressione preoccupata di sua madre per farlo sentire un pò una merda.
E sarebbe anche riuscito a sentirsi in colpa se non fosse stato per suo padre che sbucò proprio in quel momento -Dove sei stato?-
Fu inutile pensare ad una risposta, sapeva di essere completamente fottuto. Così si limitò a strappare della carta igenica passandosela piano sul viso e voltandosi di nuovo verso lo specchio.
-Ti ho chiesto dove sei stato! Ti sembra questa l'ora di rientrare?-
-Ho avuto da fare.- disse con un fil di voce.
-Hai avuto da fare? Prima scappi in quel modo e poi torni conciato così, pensi davvero che la passerai liscia?-
Matt sospirò esausto, avrebbe tanto voluto non essere lì in quel momento -Vado in camera mia.- uscì dal bagno sorpassandoli entrambi, ma dovette fermarsi di colpo quando suo padre si fermò proprio davanti a lui -Andrai in camera tua solo quando sarò io a dirlo, sono stato chiaro?-
Annuì flebilmente evitando il suo sguardo.
-Finchè vivrai sotto il mio tetto starai alle mie regole e sta volta sei davvero nei guai Matthew! Avevamo detto niente più cavolate, che cos'hai in faccia?-
-N-Non...non è niente.-
-Come sarebbe a dire non è niente?-
-E' stato un incidente, ok?-
Cercò di raggiungere la camera, voleva assolutamente scappare da quella situazione, ma non appena vi entrò suo padre lo seguì.
-Non ho finito e non voltarmi le spalle! Voglio sapere dove sei stato.-
Matt sospirò, si sentiva definitivamente in trappola, quella situazione era fin troppo persino per lui. Non voleva crollare ma in quel momento si sentiva così vulnerabile -Ero con un amico.- mormorò.
-Un amico?-
-Si, posso avere degli amici?-
-Chi è?-
-Che ti importa? N-non lo conosci!-
-E tutto questo tempo sei stato con lui?-
-No. Senti, perchè non mi lasci in pace?-
-Giuro che se hai causato un'altra rissa a scuola..-
-No! Non c'è stata nessuna rissa!- esclamò esasperato. Voleva solo che lasciasse la sua stanza.
Si chiese perché non fosse capace di mandare tutto a puttane, di dare spazio alla rabbia che gli inondava il cervello, di bestemmiare e spaccare oggetti. Forse perché preferiva che ogni cosa sembrasse al suo posto anche quando non lo era.
-Allora chi..-
-Brian! E' stato Brian, sei contento adesso?-
Suo padre lo guardò, sorpreso -Avete litigato?-
-Si.- ammise passandosi una mano tra i capelli, scompigliandoli più di quanto gia non fossero.
-E come mai?-
-Non sono affari tuoi.-
-Dal momento che sei mio figlio sono affari miei e non permetterò che un frocio ti conci in quel modo!-
-Non chiamarlo in quel modo!-
-E' quello che è. E tu devi stargli lontano. Non capisci? Non sono persone che dovresti frequentare, quelle!-
-Ancora con questa storia?- roteò gli occhi.
-Non fare quella faccia, lo sai bene che non mi piacciono.-
-Beh, magari non mi interessa!-
-Hai intenzione di tornare da loro dopo questo?- indicò il suo viso con un espressione di disprezzo.
-Stava solo difendendo il suo ragazzo!-
-Da te? E per quale motivo?-
-Per Zacky.-
Oh cazzo. Merda, non...questo non avrebbe dovuto dirlo. Ma porc...
Deglutì distogliendo lo sguardo da quello di suo padre, che però cercava di incrociarlo di nuovo.
-E chi è questo Zacky?- chiese dopo averlo scrutato per qualche secondo.
-Lui...- rischiava quasi di dimenticare come si respirava, cazzo, non aveva mai provato una sensazione del genere. Non sapeva se fosse vergogna, paura.
Avrebbe potuto benissimo mentire, poteva dire che era solo un amico, ma...
Tante cose erano cambiate da quando Zacky era entrato nella sua vita e solo in quel momento capì che quella era la vera resa dei conti. Alzò lo sguardo puntandolo oltre la figura di suo padre e sulla porta ci trovò sua madre, in attesa. Non capiva la sua espressione in quel momento, forse non l'aveva mai vista prima sul suo volto. Avrebbe voluto confessare quanto lo amasse, avrebbe voluto dire loro ogni cosa, togliersi quell'enorme peso dal petto, ma la verità era che non sapeva da dove cominciare. Le parole in quel momento sembravano non bastare neanche.
Ma una cosa era certa: a tenersi tutto dentro poi si esplode.
-E' il mio ragazzo.-
Lo sputò fuori. Veloce e indolore. Proprio come togliere un cerotto.
O quasi.
Sentì un tuffo al cuore, e anche se avesse voluto non sarebbe riuscito a definire come si sentisse, o cosa provasse. Però poteva vedere il cambiamento nei loro occhi, avrebbe potuto giurare di aver visto qualcosa spegnersi negli occhi di suo padre, e questo era bastato a farlo sentire tremendamente in colpa.
Era una delusione. Lo era sempre stato. E questa ne era la conferma.
Quasi si odiava, sentiva di dover chiedere scusa per quello che era mentre il suo cuore si frantumava a terra in tanti piccoli pezzi.
Si sentiva disprezzato. E non solo dai suoi genitori. Disprezzava se stesso. Li aveva delusi come se non avesse fatto altro da quando era venuto al mondo.
E non capiva. Non capiva perchè ciò che con Zacky sembrava il paradiso, con i suoi genitori appariva un inferno.


-No..-
Non poteva crederci.
-Papà...io..-
Stupide lacime.
-Tu non sei mio figlio.-

Ritorna all'indice


Capitolo 32
*** 32. Insomnia ***


Non posso credere di averci messo meno tempo del solito per terminare questo capitolo! o.o
Beh, comincio col dire che sinceramente ho odiato scriverlo, mi ha un pò ricordato la mia situazione con mia madre, ma vabè...no one cares anyway.
Spero lo troviate decente e ringrazio chi ha recensito lo scorso capitolo vi assicuro che mi ha fatto davvero piacere, come sempre adoro i vostri commenti :3
Ora mi dileeeeeguo U_U
XOXO

 

32. Insomnia



Avrebbe passato un'altra notte insonne.
Continuava a sentirsi davvero uno schifo. Perchè i suoi genitori non potevano semplicemente essere felici per lui?
Singhiozzò appena asciugandosi gli occhi, poi spostò lo sguardo verso la finestra. Tante volte aveva pensato di andare via ma la sola cosa che glielo aveva impedito era il fatto che non avrebbe avuto un posto dove andare.
Suo padre non aveva nemmeno voluto delle spiegazioni, non ne voleva sapere nulla, e Matt pensò che se fosse scappato in quel momento a nessuno sarebbe importato.
Sua madre, invece, non aveva avuto il coraggio di dire niente, aveva solo quegli occhi vitrei e increduli e la delusione nello sguardo. Non lo aveva difeso neanche quando suo padre gli aveva messo le mani addosso, nemmeno in quel momento si era mossa. L'unica cosa che aveva fatto era stata uscire dalla stanza, lasciando così che suo figlio si sentisse per la prima volta, davvero, da solo.
Ora, la prima cosa che aveva pensato di fare era stata chiamare Jim. E lo avrebbe fatto, se non fosse stato per il fatto che quello che era successo poco prima glielo aveva impedito. Solo dopo aver composto il numero gli era venuto in mente che forse non era una buona idea chiamarlo. Magari gli avrebbe anche riattaccato in faccia. Gli venne la nausea al solo pensiero, non poteva sopportare il fatto che persino Jim potesse odiarlo per come si era comportato.
E di chiamare Zacky non se ne parlava, non voleva che sapesse. Almeno non ora.
Accettato il fatto di essere solo si era seduto a terra, ai piedi del letto, stringendo le ginocchia al petto.
Non ricordava da quanto fosse in quella posizione, ma doveva essere da molto visto che ormai fuori era buio.
Il silenzio nella stanza fu bruscamente spezzato dallo squillare del cellulare.
-Pronto?- tirò su con il naso.
-Ehi, sono io.- dall'inclinazione della voce di Zacky poteva immaginare che stesse sorridendo. Bastò questo a farlo sentire un pò meglio, sapere che stava sorridendo -Scusa per l'ora.-
Tolse il cellulare dall'orecchio controllando l'orario sul display: 23.30
-Non preoccuparti. E' successo qualcosa?- si asciugò velocemente gli occhi, cercando di mantenere un tono normale. Cercò di alzarsi nonostante il dolore (si, gli faceva male il culo a star seduto tutto quel tempo a terra) e si ficcò sotto le coperte poggiando la schiena contro la testata del letto. Così andava decisamente meglio.
-Volevo solo avvisarti che probabilmente non verrò a scuola per un pò. Almeno finchè-
-Ah, cazzo.- sospirò senza rendersene conto. Aveva ancora una fottuta voglia di piangere.
-Che c'è?- chiese immediatamente il più piccolo.
-E' che...- chiuse gli occhi passandosi una mano tra i capelli, grattandosi la nuca -Sarà uno schifo senza di te.-
-Allora vieni da me dopo la scuola.-
Matt sorrise -Non vedo l'ora.-
Rimasero in silenzio, l'uno ascoltava il respiro calmo dell'altro. Sarebbe rimasti così tutta la notte, solo per sentirsi un pò più vicini.
-Matt..- sentì sussurrare poco dopo.
-Si?-
-Se proprio vuoi parlarne con i tuoi...io, ecco..possiamo farlo insieme. Cioè..se ti va.-
Gli si strinse il cuore a sentire quelle parole. Fece una strana smorfia, era disgustato da se stesso, non faceva altro che rovinare tutto.
Ma non voleva che Zacky si preoccupasse, almeno per il momento lo avrebbe tenuto allo scuro di ogni cosa -S-si, certo.-
-Bene.- sorrise il più piccolo -Sai...non so cosa farei se non avessi te.-
Poteva immaginare le sue guance tingersi dolcemente di rosso mentre pronunciava quelle parole. E adorava quando lo faceva, adorava quando arrossiva. Trattenne le lacrime, cristo stava diventando una femminuccia.
Abbassò lo sguardo sulla mano libera che giocherellava con il lenzuolo, sospirando -Sei spaventato?- sussurrò appena.
-Come?-
-Tutto questo...non ti spaventa? Voglio dire..- si morse un labbro -A me si.-
-Parli del cancro?- anche la voce del più piccolo si affievolì.
Matt chiuse gli occhi deglutendo, come per attutire il suono di quelle parole.
Cancro. Non ci avrebbe mai fatto l'abitudine. Era come dire "morte", era come dire "sono qui, ma non ancora per molto".
Non voleva crederci.
-Sto cercando di farmene una ragione.- continuò Zacky -E dovresti farlo anche tu.-
Calò di nuovo il silenzio.
-Non credo di essere così forte.-
-Lo sei invece, solo che ancora non lo sai.-
Assurdo. Avrebbe dovuto essere lui a consolarlo, non viceversa. Si sentiva così inutile.
-Sii forte per me Matt. Per noi.-
Fece per rispondere quando sentì dei movimenti dall'altra parte del telefono, poi capì che probabilmente Zacky si stesse infilando sotto le coperte precipitosamente -Sta arrivando mia madre.- mormorò velocemente -Devo andare, mi uccide se mi trova ancora sveglio.-
Sollevò appena un angolo della bocca -Va bene. 'Notte piccolo.-
-A domani.- sorrise.


Quella mattina si era alzato con lo stomaco completamente chiuso, non sentiva il bisogno di mangiare nulla, in quel momento mettere qualcosa sotto i denti era l'ultimo dei suoi pensieri. L'unico desiderio he aveva era uscire di casa il più velocemente possibile. L'assenza di suo padre, uscito presto per il lavoro, lo faceva sentire un pò meglio a dire il vero, forse un pò meno sotto pressione, ma non sarebbe comunque riuscito ad evitare lo occhiate di sua madre. Odiava il fatto che lo guardasse in modo diverso. In realtà non aveva neanche idea di cosa pensasse riguardo a quella situazione, di cosa pensasse di lui, ma il suo atteggiamento della sera prima era stato più che sufficiente per fare arrivare Matt alla conclusione che magari la pensava come suo padre, magari non lo reputava più neanche suo figlio. O forse era spavenatata dal fatto di dire la sua davanti a suo padre?
Qualunque cosa provasse sua madre, riusciva solo a sperare che alla fine almeno lei non lo avrebbe abbandonato.
Visto che non avevano mai toccato un argomento del genere prima d'ora capiva perfettamente la loro sorpresa, ma la reazione di suo padre lo aveva comunque lasciato senza neanche più un briciolo di fiducia nei suoi confronti. Era stato quello, più che altro, a distruggerlo.
La porta della sua camera venne aperta nel momento in cui, perso nei suoi pensieri, infilava con cura la cinta nei jeans scuri. Si voltò di scatto vedendo entrare sua madre con una di quelle enormi ceste per i panni. Deglutì; fanculo non si aspettava di vederla ora! Con le ginocchia che incominciavano a tremargli riportò immediatamente lo sguardo sui jeans finendo di prepararsi.
-Ti ho portato dei vestiti puliti.-
Non sapeva bene per quale motivo, ma...fu sorpreso e felice di sentire la voce di sua madre.
-Per favore piegali e rimettili a posto, non lasciarli in giro.-
Sembrava si stesse sforzando di far sembrare tutto così schifosamente normale.
-Va bene.- biascicò.
Quando la sentì uscire dalla stanza si sentì morire, non lo aveva neppure guardato in faccia. Non che lui si fosse sforzato di dire qualcosa.
Insomma...era nella merda.
Quando scese al piano di sotto, con lo zaino sulle spalle, la trovò in cucina. Non sapeva bene come comportarsi, tutto questo era assurdo, non poteva far finta di nulla come non poteva e non voleva dare troppo peso a ciò che era successo. Sperava che capisse che in fondo non era così sbagliato.
Quella situazione assurda rischiava di trasformarsi in qualcosa di immensamente ridicolo.
Matt si schiarì appena la gola attirando la sua attenzione, non avrebbe saputo fare altrimenti dal momento che tutte le parole che avrebbe potuto dire gli morivano in gola.
La tensione si toccava, si avvertiva così palesemente.
-Sto uscendo, vado a fare la spesa.- disse lei rovistando nella borsa e tirandone fuori le chiavi dell'auto -Ti serve un passaggio?-
Quello era il suo modo di sfogarsi. E Matt lo sapeva, lo faceva sempre: usciva di casa e cercava di spegnere il cervello per un pò perdendosi tra gli scaffali di qualche supermercato. Lo aveva fatto un milione di volte quando lui era molto piccolo e i suoi genitori erano soliti litigare. Chiunquealtro gli avrebbe urlato contro, se la sarebbe per lo meno presa con lui in qualche modo, sua madre invece...lei scappava.
Sapeva per esempio che la mamma di Jim quando aveva saputo dell'omosessualità di suo figlio, prima di riuscire ad accettarlo del tutto, aveva impastato e sfornato crostate e dolci per giorni interi, senza sosta, ricordava persino la sua cucina piena di muffin da riuscire a sfamare un esercito. Quello era stato il suo modo di affrontare la cosa, certo era un modo strano e insolito e ripensarci lo faceva sembrare addirittura buffo, ma poi lo aveva accettato, aveva accettato suo figlio e ora avrebbe fatto qualsiasi cosa per proteggerlo.
Chissà se con sua madre sarebbe stato lo stesso. O chissà, magari pensava ancora che sarebbe stata solo una fase.
-No.- riuscì a biascicare poco dopo ricordandosi a mala pena della domanda che sua madre gli aveva rivolto, perso com'era nei suoi pensieri contorti e un pò stupidi -Vado a piedi.-
-Va bene, ma cerca di non arrivare in ritardo. A più tardi.-
Nel momento in cui la sentì uscire di casa mosse qualche passo fino a lasciarsi andare su una sedia sedia accanto al tavolo, con lo suardo basso. Quasi trascinandosi. Lo zaino scivolò a terra, si sentiva uno zombie, le gambe sembravano non voler sostenere più il suo peso, tremavano. Gli occhi pizzicavano, la testa girava. Poggiò entrambi i gomiti sul tavolo portandosi le mani tra i capelli, tirandoli quasi fino a farsi male. Strinse le labbra screpolate e secche per via dei morsi con cui le aveva torturate quella notte. Voleva solo sfogarsi quel tanto che bastava per riuscire ad affrontare un'altra mattina infernale a scuola. E inoltre aveva il terrore che avrebbe vomitato ancora.
Si sentiva così odiato. Così...sbagliato. Eppure continuava a pensare di meritarlo, per quanto fosse ingiusto.
Il corpo fu scosso da alcuni singhiozzi mentre le guance venivano bagnate dalle prime lacrime.
Aveva l'impulso di alzarsi e smetterla di fare il bambino, ma non trovava neppure le forze per farlo.
In quel silenzio giurò di aver sentito il suo cuore fermarsi e ripartire così velocemente da rischiare di esplodere quando la porta d'ingresso venne aperta all'improvviso lasciando che sua madre irrompesse in cucina -Ho dimenticato il..- si fermò sulla porta, paralizzata, forse non stava neanche respirando.
Matt si alzò di colpo asciugandosi velocemente gli occhi con le maniche della grande felpa che indossava, evitando accuratamente il suo sguardo.
-...cellulare.- terminò la frase in un flebile sussurro.
-S-Stavo...io..- Matt tirò sù con il naso mentre questo si colorava deliziosamente di rosso. Fu difficile cercare di dare una spiegazione del perchè stesse piangendo, non riusciva neanche ad articolare una frase figuriamoci restare lucido davanti a sua madre che lo aveva sorpreso in quel momento quasi...intimo. Con la vista appannata dalle lacrime riuscì a vederla mentre posava la borsa sul tavolo tirando fuori dei fazzoletti per poi avvicinarsi a lui.
-Aspetta.- fece dolcemente asciugandogli il viso -Ecco fatto.- sorrise.
Aveva fottutamente sorriso.
-Mi dispiace.- mormorò Matt con voce incrinata. Chiedeva scusa per tutto, anche per ciò di cui non si sarebbe dovuto scusare.
-Ne parliamo dopo. Adesso ti accompagno a scuola, va bene?-
Annuì flebilmente e afferrò lo zaino seguendo poi sua madre in macchina. Sentiva il suo sguardo su di lui e fu invaso da una strana sensazione di vergogna. Si vergognava di aver pianto in quel modo davanti a sua madre, se prima era certa che suo figlio fosse gay ora doveva reputarlo una vera e propria checca.
-Quindi..non frequenti più quella ragazza tanto carina? Valary?-
Fece cenno di no con la testa e si voltò verso il finestrino pregando che non facesse altre domande.
Stettero in silenzio finchè l'auto non si fermò proprio davanti il cancello della scuola.
-Matt..t-tesoro..- lo chiamò sua madre prima che potesse scendere. Lui si voltò, con il cuore in gola -Comportati bene. Voglio dire..-
-Lo so.- la interruppe -Cerca di essere normale. Giusto?-
Non aspettò una vera risposta, aprì lo sportello e sparì tra gli studenti.
Aveva gia capito il significato di quella frase. Lei non voleva che le persone capissero che suo figlio fosse diverso, gli stava chiedendo in pratica di non essere quello che era.
Ed era un ragionamento che non faceva una piega, certo...tranne per il fatto che era tutto sbagliato.

Ritorna all'indice


Capitolo 33
*** 33. Anchor ***




Scusate se è deprimente, ma ormai sapete come sono fatta XD
Allora..hmm..mi sento davvero in dovere di dire due paroline per chi ha recensito lo scorso capitolo...cavolo, ragazze siete..fantastiche, cioè..alcuni vostri commenti mi hanno toccata davvero e comincio a pensare che qualcosa di buono con questa storia lo sto combinando. Credevo non sarei arrivata da nessuna parte..e invece eccomi qui! Ci sono ragazze su questo sito che scrivono in una maniera che io potrei anche sognarmi ma sapere che sono comunque seguita da voi mi...non lo so, mi date veramente tanto.
Si, lo so, troppa dolcezza c.c però ci tengo a farvi sapere certe cose.
Spero adoriate questo capitolo tanto quanto me.
E se avete voglia di recensire, sapete come fare ^^
XOXO



 

33. Anchor



Persino lui trovava il suo stesso comportamento davvero infantile, ma non pensava ci fosse altra cosa giusta da fare se non cercare di evitare Jimmy e Brian quella mattina. La verità era che avrebbe potuto parlargli ma si sentiva irrimediabilmente dalla parte del torto, in fondo Jimmy aveva solo cercato di aiutare Zacky e per quanto riguarda Brian, beh, solo ora ripensandoci si rese conto che la sua reazione era stata perfettamente normale, cercava solo di difendere il suo ragazzo.
Aveva capito troppo tardi l'errore che aveva commesso. Quella storia di Zacky lo stava distruggendo, qualcosa si era rotto dentro di lui, non riusciva a ritrovare il giusto equilibrio delle cose, era come se una forza più grande di lui avesse preso il controllo sulla sua vita e lui era lì, immobile, impotente, incapace di fare nulla. Ma non voleva che questo distruggesse il rapporto che aveva con i suoi amici, erano una parte fondamentale della sua vita, anzi, loro erano la sua vita. In quel momento pensò a quanto avrebbe fatto piacere a suo padre vederli allontanarsi ancora di più, magari fino a non rivolgersi più la parola. Gli veniva la nausea solo a pensarci.
Le due ore di filosofia quella mattina sembravano non passare mai, ma la cosa peggiore era che il posto vuoto accanto al suo gli ricordava quanto Zacky gli mancasse. Quello era il suo posto, ed era vuoto. E il solo pensiero che sarebbe stato così per un bel pò non lo faceva sentire affatto meglio.
Per quanto cercasse di seguire la lezione e fermare quel vortice di pensieri che li affollavano la mente non sembrava per niente facile.
Sentire il suono della campanella fu quasi un miracolo, in realtà si accorse che stava finalmente suonando solo quando vide i suoi compagni alzarsi e preparare le cartelle per uscire dalla classe. Si destò dai suoi pensieri e si alzò contro voglia trascinandosi fuori dall'aula ed evitando accuratamente gli sguardi di tutti. Fu il primo ad arrivare in aula di scienze. Ovvio, dal momento che non aveva più nessun Zacky da coccolare durante il cambio dell'ora.
Sbuffò sedendosi al suo posto e incrociò le braccia sul tavolo, ascoltando il silenzio.
In un certo senso gli piaceva starsene così; non che odiasse le persone ma...stava meglio quando non le aveva intorno.
Come non detto pochi secondi dopo la classe cominciò pian piano a riempirsi.
Si voltò sorpreso non appena il posto accanto al suo venne occupato. Imprecò mentalmente guardando confuso il ragazzo al suo fianco mentre con la coda dell'occhio riuscì a vedere Jimmy e Brian entrare in aula e prendere posto al primo banco.
Non lo avevano degnato di uno sguardo. Forse Jimmy, forse per qualche secondo, giusto il tempo di accorgersi che anche lui era lì, giusto il tempo di ricordare che le ore di scienze le avevano sempre passate insieme.
Bastò quello scambio di sguardi durato un millesimo di secondo a fargli completamente dimenticare il fatto che Ray si fosse appena seduto al suo fianco.
-Bell'occhio nero Sanders.- sogghignò.
Matt si portò istintivamente una mano sul viso. Ah, gia, suo padre gli aveva lasciato un bel regalino la sera prima. Un livido violaceo si estendeva appena sotto l'occhio sinistro, dopo essersi abituato al dolore non ci aveva più fatto neanche caso. Poco importava.
-Stringerei volentieri la mano al genio che te lo ha procurato.-
-Non rompermi i coglioni.- sibilò a denti stretti spostando poi lo sguardo su quelli che sperava fossero ancora i suoi due migliori amici che gli davano le spalle.
-Hm, nervosetto eh?-
Ignorò bellamente le parole di Ray mentre immezzo a quel vociferare generale sentì una risata piuttosto familiare. Spostò lo sguardo e vide Frank. Ma non solo lui, c'era anche una ragazza, li aveva visti parecchie volte insieme. E caspita, sembravano felici.
Quando Frank ricambiò il suo sguardo con un piccolo sorriso gli si gelò il sangue nelle vene, in un certo senso gli mancavano le attenzioni di quel piccoletto. Ma non si sforzò neanche di ricambiare il sorriso, si voltò soltanto dall'altra parte e magari Frank ci rimase anche un pò male.
Non poteva resistere lì dentro, sentiva di dover scappare ma le sue gambe neanche si muovevano. Si sentiva invisibile ma allo stesso tempo giudicato. Immaginava quegli sguardi su di sè e i pensieri di ognuno di loro e quasi non riusciva a respirare.
Il suo incubo aveva deciso di sedere al suo fianco, magari per rendergli la vita un inferno, ancora più spaventosa di quanto gia non fosse.
La sua vita gli aveva voltato le spalle sedendosi al primo banco e non calcolandolo affatto.
E Frank, beh lui rappresentava in un certo senso gli errori che aveva commesso, il senso di colpa che continuava a sorridergli mentre qualsiasi forma di felicità andava scemando.
Decise che ne aveva abbastanza, afferrò velocemente lo zaino e altrettanto velocemente corse fuori dall'aula.
Peccato per Ray, si sarebbe tenuto i suoi insulti migliori tutti per sè.
Peccato per Jim che da quando aveva messo piede in quell'aula cercava il coraggio di voltarsi e parlargli, magari invitandolo a sedersi accanto a loro.
Peccato per Frank, gia, che nonostante Jamia lo facesse sorridere il suo sguardo cercava sempre Matt.


-Ciao.- Johnny si fermò davanti al più grande, guardandolo dall'alto, in attesa.
Fu lui a trovarlo sulle gradinate della palestra all'aperto circa due ore dopo. Aveva esordito con un "ciao" ma avrebbe anche potuto non dire nulla visto che Matt si limitò a rivolgergli solo una veloce occhiata mentre tornava ad aspirare fumo dalla sua Marlboro.
Le preferite di Brian. Sospirò.
Stupido Brian.
Il ragazzo si sedette comunque al suo fianco restandosene in silenzio e approfitto del momento per accendersi anch'esso una sigaretta.
Solo pochi minuti dopo Matt si decise a dire qualcosa -Che ci fai qui?- la sua voce sembrava più roca del solito.
Johnny lo guardò, felice che si fosse deciso a rivolgergli la parola -Ti cercano tutti.- mormorò -E per tutti intendo i tuoi amici.-
Matt sentì il cuore alleggerirsi a quelle parole. Lo stavano cercando.
Distolse lo sguardo, spostandolo qua e là lungo il perimetro della palestra. Sembrava immensa così vuota. Immensa come il vuoto che sentiva all'altezza del petto.
-Jimmy mi ha detto cosa è successo.- esordì allora Johnny -Sono sicuro che-
-Non mi chiedi niente di questo?- lo interruppe il più grande indicando il livido sotto il suo occhio sinistro. Sapeva che lo aveva notato, sapeva che si stava facendo delle domande, lo capiva dal suo sguardo.
Quella domanda lo lasciò infatti per un attimo interdetto. Poi lo vide alzare le spalle -No se non vuoi parlarne.-
Dio, adorava quel nano.
-Non è stato Brian.-
-Lo so. Con il destro che si ritrova credo che il massimo che potesse fare lo abbia gia fatto.-
Matt sorrise, gettando ciò che restava del filtro a terra -Gia. Me lo sono meritato.-
-Perchè non sei a lezione?-
Si passò la lingua tra le labbra secche, inumidendole -Zacky non c'è.- sussurrò poi.
-Lo avevo notato.- fece Johnny comprensivo.
-Mi sentivo soffocare.-
-Adesso va meglio?-
Matt scosse la testa tenendo lo sguardo basso.
-John.- lo chiamò poco dopo.
-Hm?-
-Ricordi la nostra promessa?- chiese sorridendo appena.
-Quella che non saresti diventato una checca?-
Matt annuì -Non credo di averla mantenuta.- ridacchiò.
-Ero certo che non lo avresti fatto.-
-Sei sempre stato tu l'uomo di casa.- sorrise mostrando quelle due tenere fossette -Ti voglio bene.-
-Ti voglio bene anch'io.- sorrise Johnny, prima di abbracciarlo.


Il tempo con Johnny era praticamente volato, perdere un'ora di lezione per passarla con Matt non sembrava essergli importarto molto, soprattutto se in questo modo era riuscito a farlo sentire meglio.
Qunado avvertirono il suono della campanella che annunciava l'inizio del pranzo si alzarono in fretta e si diressero verso la mensa.
Quando aprirono la grande porta notarono che era gia quasi del tutto piena, fecero la fila e poi, con i vassoi tra le mani, si guardarono intorno in cerca di un posto. Un tavolo libero poco lontano attirò la loro attenzione e facendosi spazio tra gli studenti lo raggiunsero.
Matt era sollevato dal fatto che ci fosse Johnny, cavolo non sarebbe sopravvissuto da solo inmezzo a quel casino, se ne sarebbe stato in disparte aspettando di venire calpestato dalla folla, probabilmente.
Non aveva molta fame per cui si limitò a muovere la forchetta nel piatto giocherellando con il cibo mentre Johnny gli lanciava qualche occhiata di tanto in tanto.
-Hai intenzione di mangiarlo?-
Matt fece spallucce facendo una strana smorfia, lasciando intendere che la risposta ovviamente non era un si.
Lasciò vagare lo sguardo per la sala. Tutti quei sorrisi, falsi o veri che fossero, gli davano il volta stomaco. Ebbe l'impulso di allontanare il piatto non toccando affatto cibo ma gli bastava incrociare lo sguardo di Johnny che continuava a fulminarlo per convincersi a non farlo. Così, rassegnato, spezzettò la carne in piccoli pezzi, mangiando lentamente. Pochi minuti dopo lo vide alzare un braccio avvertendo qualcuno della loro presenza e si costrinse ad alzare lo sguardo. Gli mancò il respiro quando vide Jimmy e Brian avvicinarsi.
Deglutì riportando lo sguardo sul piatto e standosene sulle sue mentre Johnny li invitava a sedersi.
Sentiva lo sguardo di entrambi puntato su di lui, ma nessuno dei due esordì con un "ciao" o cose del genere. Anzi gli sembrò che Brian volesse arrivare subito dritto al punto quando lo sentì aprire bocca.
-Ti ho ridotto così male?!- c'era una nota di amarezza nella sua voce, forse senso di colpa, o anche incredulità. A Brian sembrava impossibile che fosse lui la causa di quel livido sul viso del più grande.
In un certo senso Matt sperava che Johnny lo salvasse ma quel nano malefico non disse nulla, anzi quando Matt alzò lo sguardo piantandolo su di lui questo gli sorrise innocentemente. Capì che doveva cavarsela da solo.
-Matt, sul serio..- riprese Brian -Mi dispiace per ieri.-
Matt continuava a non guardarlo, sapeva che non avrebbe retto il suo sguardo.
In quel momento si chiese se Jim era davvero lì o se fosse andato via. Non aveva detto una parola e lui era troppo codardo per alzare lo sguardo ed accertarsi che fosse ancora lì.
-Non è colpa tua.- fu l'unica cosa che riuscì a mormorare.
-Beh ma...se non sono stato io, allora-
-Non sei stato tu.- lo interruppe bruscamente trovando finalmente la forza di guardarlo -Discorso chiuso.- sapeva di averlo lasciato del tutto sorpreso, interdetto da quelle parole, ma raccontare a Johnny ciò che era successo lo aveva gia sfiancato e non voleva raccontarlo di nuovo, per la seconda volta in meno di due ore.
-E tu pretendi che io mi beva la storia del "sono caduto" o "ho sbattuto contro qualcosa"?- avrebbe dovuto immaginarlo che Brian non si sarebbe dato per vinto. Cazzo aveva anche marcato quelle parole mimando le virgolette, ora sembrava lui quello incazzato.
-Non ho mai detto questo.- lo fulmino Matt.
-Però è quello che vuoi farmi credere. No?-
Matt sospirò, come sconfitto, abbassando di nuovo lo sguardo. Lasciò cadere la forchetta nel piatto e si alzò, sotto lo sguardo curioso degli altri -Lascia perdere.- mormorò prima di allontanarsi.
E meno male che doveva rimettere le cose a posto.


Attraversò velocemente i corridoi vuoti e entrò in bagno quasi affannando. Si poggiò con entrambe le mani sul bordo del lavandino, come se questo fosse il suo unico sostegno. Sbuffò abbassando la testa e evitando del tutto il suo riflesso nello specchio davanti a sè. Gli tremavano le gambe.
La sola cosa che lo faceva sentire meglio era il fatto che fossero tutti in mensa e che nessuno avrebbe potuto vederlo in quello stato.
Attenendosi a quel pensiero si spaventò, e non poco, quando la porta venne aperta d'improvviso e imprecò mentalmente dal momento che rischiò un infarto quando vide entrare Jimmy.
Il lato positivo è che era solo.
-Qual'è il problema?- esordì muovendo solo qualche passo, ma non avvicinandosi mai per davvero. Non voleva aggredirlo, quello che voleva erano solo delle spiegazioni. Nonostante tutto la sua voce gli solleticò le orecchie. Gli era mancata, decisamente.
Matt sospirò, voltandosi altrove -A quanto pare io.- sussurrò. Forse più per se stesso che per Jimmy.
-Di che diavolo parli? Ascolta Matt, capisco perchè hai reagito in quel modo, davvero, ne avevi tutti le ragioni e..non ho intenzione di fartene una colpa.- Spiegò velocemente Jimmy lasciandolo sorpreso da quelle parole -Per quanto riguarda Brian-
-Credevo mi odiassi.- mormorò il più grande interrompendolo -Insomma..- si passò una mano dietro la nuca, imbarazzato -Mi spiace per...per come mi sono comportato. Volevo che qualcuno pagasse per tutto questo schifo...e so che non è colpa tua, ma...ero solo..-
-Arrabbiato. Lo so.- Jimmy sospirò muovendo qualche passo insicuro in avanti -E non ti odio. Non pensarlo neanche. E poi, non ci riuscirei nemmeno se volessi.-
Matt accennò un sorriso sollevando timidamente un angolo della bocca. Era felice di sentire quelle parole.
-Mi sento comunque orribile.- concluse però -E' un vero inferno e io non so che fare.-
-Sai invece cosa penso? Penso che quello che è successo, sia successo proprio perchè hai permesso alle tue paure di venire fuori. E non devi scusarti con me, Matt, devi chiedere scusa a te stesso per aver creduto di non essere abbastanza forte.-
Jimmy era la sua ancora. E in quel momento glielo stava dimostrando ancora una volta.
-Qualunque cosa accada, sii forte. E lo so che fa schifo, che non sarà facile, ma..io sono qui.-
-Va bene.- sussurrò Matt. Ma in quel momento il pavimento sembrava molto più interessante del ragazzo davanti a sè. Odiava litigare con Jimmy, soprattutto perchè non sapeva mai cosa dire e per quanto provasse ad esternare ciò che provava non riusciva a sentirsi all'altezza delle parole che l'amico snocciolava rapidamente e con chissà quale sicurezza -Però..- provò a dire, ma si bloccò immediatamente.
-Però cosa?- chiese l'altro dolcemente.
-E' solo che...volevo..- deglutì -...volevo essere io.-
Jimmy lo guardò, puntando il suo sgurado confuso in quegli occhi tristi.
-Voglio dire...doveva venire da me, capisci? Parlarne con me! Avrei voluto che cercasse me..anche quando aveva davanti la possibilità di parlare con chiunque altro. Non voglio che venga da me dopo, io volevo essere il primo! Dovevo esserci io..a dirgli che sarebbe andato tutto bene, dovevo esserci io! Non tu!- sospirò scuotendo la testa. Forse Jim non avrebbe neppure capito cosa intendesse -Volevo solo essere l'unico nonostante tutti gli altri.-
-Matt..- fece Jimmy, del tutto comprensivo -Lui non ha scelto me. Lui non voleva che noi sapessimo. Ci avrebbe tenuto tutti allo scuro, compreso te.-
-D-Davvero?-
Annuì -Non ha scelto lui di dirmelo. E comunque non volevamo che la prendessi così male, abbiamo solo cercato di aiutarlo.-
Matt si portò una mano sul viso, strofinandosi gli occhi e sospirando pesantemente -Sono così stanco.-
Jimmy, che nel frattempo si era avvicinato, accennò un leggero sorriso posandogli una mano sulla spalla -Ed è solo l'inizio.-
-Gia. Credo che dovrei parlare con Brian adesso.-
-Non così in fretta.- lo riprese Jimmy impedendogli di allontanarsi -Prima mi racconti cosa è successo con tuo padre.- fece indicando il livido sul suo viso -Brian può aspettare.-

 

Ritorna all'indice


Capitolo 34
*** 34. Alive ***



Salve :3 sono tornaaaata xD
Vi lasciò questo capitolo e me ne vado a letto u.u E' un miracolo che io sia riuscita a finirlo ora!
Spero davvero che vi piaccia x/
A voi i commenti, cercate di non scandalizzarvi troppo...ehm.. :°D
GoodNightXOXO


 

34. Alive



Matt prese un respiro profondo entrando nel piccolo cortile di casa Baker. Era piuttosto nervoso all'dea di vedere Zacky. Felice, ma nervoso.
Lo avrebbe sicuramente riempito di domande sul perchè diavolo avesse un occhio nero o magari avrebbe chiesto spiegazioni sul perchè ci avesse messo così tanto ad arrivare. La verità era che aveva passato del tempo a parlare con Jim, specialmente dopo le ultime ore di lezione e questo gli aveva fatto perdere completamente la cognizione del tempo. Non aveva neanche avvisato sua madre che non sarebbe tornato a casa quel pomeriggio. Poco male, dopo la "discussione", se così si poteva definirla, di quella mattina non aveva la minima voglia di vederla.
Due o tre colpi sulla porta e pochi secondi dopo questa venne aperta. Non ebbe neanche il tempo di spiccicare una parola dal momento che Zacky lo aveva afferrato per un braccio tirandolo dentro e baciandolo dopo averlo messo con le spalle al muro. Sembrava di buon umore e Matt sorrise sorpreso da quel gesto. Aveva sentito la sua mancanza per tutta la mattina e ora quasi non poteva credere di averlo finalmente tra le sue braccia. Posò le mani delicatamente sui fianchi del più piccolo accarezzandolo e ricambiando il bacio con altrettanta foga mentre lo zaino scivolava a terra, dimenticato.
Adorava il fatto che dovesse mettersi in punta di piedi per arrivare alle sue labbra, ma ciò che amava di più era sentire le sue mani accarezzavargli la nuca mentre lo spingeva ad abbassarsi quel poco che bastava per catturare quella bocca perfetta.
Quando Zacky si staccò, ansimando, potè benissimo intravedere un leggero rossore sulle sue guance pallide prima che questo abbassasse lo sguardo, imbarazzato -Ciao..- sorrise riprendendo fiato.
-Ciao.- sussurrò Matt.
Un rumore di passi e dei piccoli colpi di tosse, come ad averli colti in flagrante, li costrinsero a staccarsi. Zacky sbuffò mentre sua madre se ne stava a braccia conserte sulla porta della cucina scrutandoli con disappunto, ma con un sorrisetto sulle labbra. Quando Matt incrociò il suo sguardo credette di stare per svenire e deglutì sentendosi un perfetto idiota e spostando lo sguardo a terra, serrando le labbra.
Beccati in pieno. Avrebbe voluto sotterrarsi.
-Non sapevo aspettassi visite.- si rivolse a suo figlio.
-Si, beh, stiamo andando di sopra.- fece Zacky prendendo per mano il suo ragazzo, che sembrava essersi pietrificato, e trascinandolo su per le scale non dandogli il tempo di dire niente.
-Fermo lì signorino.- lo riprese sua madre facendolo bloccare sull'ultimo gradino mentre alzava gli occhi al cielo esasperato -La porta della camera resta aperta, siamo intesi?-
-Si si, certo.- scosse la testa sbuffando -Come ti pare.-
E ovviamente Matt non potè far altro che sentirsi come una sorta di stupratore sorpreso con le mani nel sacco, rabbriividì al solo pensiero che quella donna pensasse che avessero intensione di dedicarsi ad attività compromettenti. Che poi non aveva mai pensato al fatto che potesse preoccuparsi in qualche modo della vita sessuale di suo figlio. Dio, ma a che diavolo andava a pensare?
Ad ogni modo, si ritrovò catapultato nella stanza del più piccolo mentre questo socchiudeva la porta, preoccupandosi di non chiuderla del tutto.
-Scusa per...beh, per mia madre..- sospirò abbozzando un sorriso.
Matt fece spallucce -Scommetto che ora mi crede un maniaco.-
Zacky ridacchiò avvicinandosi e poggiando entrambe le mani sul suo petto mentre Matt gli allacciava le braccia dietro la schiena portandolo di più contro di sè.
-Come è andata oggi a scuola?-
Matt sbuffò ripercorrendo con la mente ogni singolo momento di quella mattina -Se riesco a finire l'anno consideralo un miracolo.-
-Va così male?- sussurrò il più piccolo accarezzandogli una guancia.
-Sopravvivo.-
-Come sempre.-
-Gia.-
-Sono contento che tu sia venuto. Sarei entrato in depressione, giuro.-
-Invece sembri di buon umore.-
Zacky accennò un sorriso mordendosi le labbra -Forse...mi fai questo effetto.-
E Matt sorrise, chiedendosi davvero come avesse fatto a sopravvivere senza di lui quella mattina.
-Ehi puoi anche toglierli gli occhiali adesso.- gli fece notare poco dopo.
Merda.
Quasi aveva dimenticato di indossarli ancora.
In quel momento si pentì di non avergli detto tutto non appena entrato in casa, ora avrebbe di sicuro rovinato un momento così bello.
Sapeva che nascondere il viso dietro un paio di occhiali non lo avrebbe aiutato molto, solo il tempo di inventare qualche scusa credibile. Entrò nel panico quando si accorse di non avere assolutamente nessuna scusa per non toglierli.
-Va tutto bene?-
-S-si..è che..-
Lo sguardo confuso di Zacky continuava a mettergli una pressione assurda. Deglutì -Dobbiamo parlare.-
-Oh.- fece soltanto il più piccolo aggrottando la fronte e allontanandosi dal suo corpo, gesto che Matt non interpretò affatto come un buon segno -E di cosa?-
Matt non disse nulla dal momento che ovviamente non aveva la minima idea di come spiegare una cosa del genere, così saltò ai fatti e lentamente, con mano quasi tremante, si tolse gli occhiali chiudendoli con cura tra le dita e alzò lo sguardo su Zacky. Potè vedere come la sua espressione cambiò immediatamente. Da confusa a stupita, forse arrabbiata, forse spaventata.
-Come...co-cosa diavolo..- biascicò sgranando gli occhi davanti a quel livido più che ben visibile -Matt..-
-Posso spiegarti.- fece Matt velocemente -Ma...devi sederti.-
-P-Perchè dev-
-Per favore.-
Zacky fece come aveva chiesto  e, con il cuore in gola, si sedette sul letto alle sue spalle, aspettando che Matt facesse lo stesso.
-Non capisco..-
-E' una...una lunga storia.-
-Voglio sapere chi è stato. E poi perchè non me lo hai detto subito?-
-Perchè non è di questo che devi preoccuparti. Io...sto bene, davvero, non è niente..-
-Come diavolo fai a dire che non è niente? Ti sei per caso bevuto il cervello? Ti aspetti davvero che lasci perdere?-
-Zacky, ascolta io-
-Chi è stato? Ray? E' stato lui? Ti...ti prendono in giro? E' colpa mia non è vero?-
-No! No, sta zitto ok?- sbottò allora Matt bloccandolo all'improvviso, lasciandolo con la bocca socchiusa e le parole ferme in gola. Ma si pentì immediatamente di aver reagito in quel modo quando vide quegli occhi confusi, sconfitti che abbandonavano i suoi fino a posarsi a terra, sulle proprie scarpe. Lo vide sospirare, ma non trovò nulla da dire, se non sussurrare un flevile "scusa". Lo aveva interrotto solo per aver modo di pensare, doveva mettere insieme quelle parole che proprio non riusciva a pronunciare, non aveva alcuna intenzione di prendersela con lui, non lo avrebbe fatto mai.
-Che sta succedendo?- la voce di Zacky lo riportò alla realtà, come a risvegliarlo da un terribile incubo. Era quasi patetico il modo in cui, anche sentire la sua voce lo faceva sentire a casa. Che poi avrebbe chiamato casa qualunque posto purchè ci fosse stato lui al suo fianco.
-Forse non è una buona idea parlarne con i miei.- pronunciò quelle parole con il cuore in gola e lo sguardo perso chissà dove, lontano da quelle meravigliose iridi verdi
-P-Perchè dici questo?...- biascicò il più piccolo, terrorizzato forse dall'idea che Matt potesse vergognarsi di lui.
Matt deglutì, socchiudendo gli occhi e sospirando -E' stato mio padre.-
Era stato un sussurro, eppure Zacky lo aveva sentito forte e chiaro, come se glielo avesse urlato nelle orecchie. Era stata una pugnalata dritta al cuore, pensare che era stato proprio suo padre a ridurlo in quello stato. Cercava di ricostruire quella conversazione nella sua mente ma continuava a non capire perchè lo avesse fatto, continuava a sentirsi stupido, così fermo, immobile, con la bocca socchiusa e un espressione sorpresa che non accennava minimamente ad abbandonare il suo viso.
-P-Perchè?- fu l'unica cosa che riuscì a mormorare
-Abbiamo..."parlato"..- mimò le virgolette con un sorriso amaro a sfigurare quelle labbra perfette e continuò, con voce incerta -I-Io...non avrei dovuto farlo, lo so, ma...volevo...mi piaceva pensare che avrebbe capito..- deglutì scuotendo piano la testa -Non l'ha fatto.- raccimolando quel poco di coraggio che gli restava si voltò verso Zacky che lo guardava con quell'espressione distrutta, e non fece altro che aumentare il suo senso di colpa -Mi dispiace.- sussurrò ancora, con gli occhi lucidi come due spacchi.
E il fatto che Zacky non aprisse bocca lo terrorizzava.
-Perchè non me lo hai detto?- chiese, atono. Ma quell'apparente tranquillità nascondeva una latente delusione, e Matt lo sapeva -Ne abbiamo parlato ieri a telefono. Ne abbiamo parlato e tu non hai detto nulla.-
-Non volevo che ti preoccupassi anche di questo.-
-Sono abbastanza forte da poter affrotare queste cose. Cristo, Matt in caso non te ne fossi accorto non sono ancora morto! Non ancora! E  tu non hai nessun diritto di tenermi fuori da qualunque decisione tu debba prendere! Io sono qui!- si portò una mano sul petto stringendo la maglia tra le dita e tenendo il suo sgurado irato in quello del più grande -Sono ancora qui!- si alzò avvicinandosi alla scrivania mentre prendeva a gesticolare -E te lo avevo detto, non dire che non l'avevo fatto! Avevo detto che non era una buona idea ma tu devi fare sempre di testa tua!-
Matt abbassò lo sguardo passandosi una mano tra i capelli. Sperava che almeno lui avrebbe capito, invece le persone a quanto pare non facevano altro che urlargli contro -Non avevo intenzione di lasciarti fuori. E' successo e basta.-
-E' successo perchè non pensi alle conseguenze, non lo hai mai fatto.-
-E' successo perchè ti amo. E...volevo che lo sapessero.-
Zacky si bloccò, di spalle.
-Non volevo consigni o...venire accettato. Volevo solo sentirmi libero di dirlo. E tu non puoi odiarmi per questo, non puoi.-
-Il tuo "volevo che lo sapessero" non ci porterà da nessuna parte. Sono un uomo Matt, questo non lo accetteranno mai.- sospirò portandosi una sigaretta alle labbra.
-Che diavolo stai facendo?- Matt si alzò incredulo.
-Non è abbastanza ovvio?- fece voltandosi verso di lui e fece per accenderla ma l'altro si avvicinò velocemente e gli tolse l'accendino dalle mani posandolo poi insieme alla sigarezza, che gli pensava dalle labbra, sulla scrivania.
-Sei impazzito?-
-Come se importasse qualcosa.- sbuffò il più piccolo.
-Capisco che sei arrabbiato ma..-
-Capisci? Davvero, Matt, tu capisci? Che diavolo ne sai di quello che ho dentro? Nessuno riesce a capire! E tanto meno tu!-
Matt rimase spiazzato da quelle parole. Immobile e incapace di dire nulla, si rese conto che il debole non era lui. Non lo era mai stato.
Al contrario di Zacky che stava dimostrando di nascondere il suo essere debole con altrettanta aggressività. In quel momento si rivide in lui, si ricordò di quando i primi anni di liceo allontanava chiunque, a volte sembrando persino un pazzo, solo perchè tutte quelle novità, la sua nuova vita, lo spaventavano a morte. Ed era un pò quello che stava facendo Zacky, nascondersi facendo del male a se stesso e agli altri. Solo che non se ne rendeva conto.
-Continui a farti del male da solo, lo sai questo?- disse attirando l'attenzione del più piccolo che seduto a gambe incrociate sul letto spostò lo sguardo dal pavimento al suo viso -E sinceramente non ho intenzione di starmene qui a guardare.-
-E' l'unica cosa che puoi fare invece, startene a guardare.- ora sembrava la cosa più dolce del mondo, mentre veniva distrutto dai suoi stessi sbalzi d'umore.
E Matt capì. Capì che il cancro lo avrebbe cambiato.
Si avvicinò sedendosi al suo fianco, fece per dire qualcosa ma Zacky lo precedette, abbassando lo sguardo sulle sue mani -Mi dispiace per quello che è successo con tuo padre. So come ti senti. E...non volevo alzare la voce. Scusa.-
-Non preoccuparti.- Matt posò una mano sulla sua gamba accarezzandolo piano e accennò un sorriso quando gli occhi del più piccolo incontrarono i suoi.
-Volevo passare del tempo con te..- mormorò -E magari non pensare a tutta questa merda. Ma è difficile fare finta di niente.-
-Non credo che dovresti sforzarti di far finta di niente, voglio dire...va bene avere paura. Può aiutarti a sentirti...vivo. E puoi urlarmi contro quanto vuoi, anzi, devi farlo se ti aiuta a sentirti meglio. Puoi fare quello che vuoi.-
-Non è giusto.- sussurrò Zacky lasciandosi stringere quando Matt lo avvicinò a sè stendendosi entrambi sul letto.
Rimaserò un pò così, in silenzio, l'uno ascoltando il battito lento dell'altro. Due cuori che sembravano fatti per battere all'unisono.
-E tua madre?- chiese il più piccolo poco dopo con la testa posata sul petto di Matt che si abbassava e si alzava lentamente seguendo il suo respiro calmo.
-Cosa?- fece questo mentre fissava il soffitto e continuava ad accarezzargli i capelli morbidi facendolo rilassare del tutto.
-Lei come l'ha presa?- cominciò a disegnare cerchi e linee immaginarie con le dita sulla pancia del più grande.
Sospirò -Non ha detto nulla.- poi rabbrividì muovendosi appena sotto il corpo di Zacky -Smettila.- socchiuse gli occhi irrigidendosi. E Zacky alzando lo sguardo potè vedere la strana smorfia che aveva increspato le sue labbra.
Sorrise -Che c'è?-
-Mi fai il solletico.-
-Ah si?- la mano del più piccolo scese lentamente intrufolandosi poi sotto la maglia e accarezzando piano quella pelle morbida.
-Zack..- si lamentò Matt.
-Non sapevo soffrissi il solletico.- ridacchiò.
-Beh ora lo sai.- tentò di alzarsi ma si arrese non appena ritrovò un paio di labbra premute sulle sue. Ricascò all'indietro sul materasso mentre Zacky portava una mano dietro la sua nuca salendo a cavalcioni su di lui.
-Che vuoi fare?- biascicò tra un bacio e l'altro.
-Io niente. Tu, invece...- scese a baciargli il collo facendogli gia girare la testa per poi spostarsi più su, tracciando una scia con la punta della lingua fino all'orecchio -Tu dovrai farti perdonare.- sussurrò, con un sorriso che non prometteva proprio nulla di buono. Preso dall'eccitazione portò una mano sulla propria cintura iniziando a slacciarla lentamente.
Matt seguì i suoi movimenti, sorpreso -A-Adesso?-
-Si.- annuì Zacky non lasciando neanche per un istante il suo sguardo.
-N-Non...non credo sia..- quelle parole gli morirono in gola quando abbassando lo sguardo vide il membro gia del tutto eretto del più piccolo svettare davanti ai propri occhi. Deglutì arrendendosi al fatto che non voleva assolutamente tirarsi indietro davanti a quella visione.
-L-La porta- riuscì solo a dire prima che Zacky si fiondasse di nuovo sulle sue labbra strusciando il bacino contro il suo.
Per quanto fosse consapevole che quello non era affatto il momento giusto non trovava la forza di reagire. Quel corpo così invitante che si muoveva sopra al suo sembrava proprio non volergli lasciare scampo. Artigliò le coperte con una mano sentendo la propria erezione crescere ad ogni movimento del più piccolo mentre portava una mano sul suo membro cominciando a muoverla lentamente su e giu. Sentirlo gemere sulle proprie labbra era qualcosa di terribilmente eccitante.
Il suo cervello aveva deciso di sconnettersi e perdere anche il più piccolo briciolo di lucidità nel momento in cui Zacky gli sbottonò i jeans, tirò giu la zip, infilò una mano nei suo pantaloni continuando a torturargli il collo. Matt gemette sonoramente non riuscendo a trattenersi quando sentì la sua erezione finalmente libera.
-Shhh!- ridacchiò Zacky portandogli un dito sulle labbra.
Matt annuì rosso in viso e respirando a fatica. Lanciarono un'occhiata verso la porta e quando furono sicuri che fosse tutto tranquillo riportarono l'attenzione l'uno sull'altro.
Matt posò le mani sui fianchi del più piccolo accarezzandolo, spostandosi poi sulla schiena e di nuovo più in basso sul sedere tirandolo più verso di se in modo che si posizionasse proprio sulla sua erezione.
-Aspetta.- ansimò questo.
-Vuoi fermarti?-
-No.- si tirò su specchiandosi nei suoi occhi e posando entrambe le mani ai lati della sua testa mentre lo guardava dall'alto.
-C'è una cosa che...volevo chiederti..- si leccò le labbra, insicuro.
-Proprio adesso?- Matt lo guardò inarcando un sopracciglio.
-Si, proprio adesso.-
-Va bene.- fece confuso -Che succede?-
-Ecco...vedi..il fatto è che, cioè..io...e tu..-
-Ti senti bene?- Matt dovette trattenersi per non scoppiare a ridere davanti a quel viso impacciato e così fottutamente dolce.
Zacky sospirò abbassando lo sguardo -Lascia perdere.-
-Se tua madre ci scopre siamo nella merda e tu hai interrotto tutto per dirmi non so cosa, quindi adesso spara.-
-Ma...forse non è una buona idea..-
-Zacky!- lo riprese Matt.
-E va bene.- sbuffò -Volevo chiederti se ti andava di..- distolse lo sguardo puntandolo sul suo petto.
-Di?-
-Beh...si, ecco...d-di stare sotto..- biascicò mordendosi un labbro.
Matt continuava a guardarlo, confuso -Ma..che intendi..- fu quando Zacky si decise ad alzare lo sguardo e lo guardò con un espressione ovvia dipinta sul viso che capì esattamente cosa volesse dire. Boccheggiò preso alla sprovvista da quell'improvvisa novità.
Non che non ci avesse mai pensato. Ma era stato così stupido da credere che a Zacky non sarebbe mai venuta l'insana idea di capovolgere i ruoli.
-I-Io...Zack...ehm..-
Il più piccolo capì le sue paure, dopotutto anche lui aveva vissuto quella situazione tempo fa -Sta tranquillo...e-era solo un'idea..- accennò un sorriso, imbarazzato.
Matt deglutì -N-Non è che non voglio..-
-Lo so scusa è che...è colpa mia non avrei dovuto chiedertelo in questo modo.- si alzò rivestendosi mentre pronunciava quelle parole. Matt seguì i suoi movimenti senza dire una parola e si rivestì, poichè non c'era più alcuna traccia dell'erezione di poco prima, tutta l'eccitazione era scomparsa, come se non ci fosse mai stata, subito dopo l'arrivo di quella assurda domanda.
Si sedette al suo fianco -Da quant'è che ci pensavi?- chiese poi.
-Hmm..- Zacky sorrise appena passandosi nervosamente una mano tra i capelli -..a dire il vero...da quando ti ho messo gli occhi addosso.-
-S-Sul serio?-
-Gia. Però...insomma...va bene così, cioè...capisco se non prenderai questa cosa seriamente..-
-Proviamo.-
Zacky deglutì sgranando gli occhi e voltandosi verso il più grande che serrando le labbra con un mezzo sorriso mostrava due fantastiche fossette.
-C-Come?-
-Ho detto proviamo.-
-L-Lo faresti?-
-Beh..- si grattò la nuca in imbarazzo -Immagino tu abbia più che ragione a chiedermi una cosa del genere e poi...anche tu hai, ecco..alcune esigenze, no?-
Zacky gli rivolse un piccolo sorriso mentre l'altro riprendeva a parlare -Quindi...perchè no?!-
-Ti amo, lo sai?-
-Lo so.- ridacchiò.
Restarono in silenzio, un pò incerti sul da farsi. Per Matt sarebbe stata come una...si, una terza prima volta!
Cazzo.
Si risvegliò da i suoi pensieri quando Zacky gli schioccò un bacio sulle labbra per poi alzarsi e finalmente degnarsi di chiudere la porta, stando attento a non fare alcun rumore. Poi tornò al suo fianco iniziando a baciarlo, con una sicurezza che Matt non avrebbe mai pensato di vedere in lui. Si rese conto per davvero di ciò che stava succedendo solo quando lo fece stendere di nuovo ma sta volta facendosi spazio tra le sue gambe.
-Vuoi?- chiese il più piccolo per assicurarsi che lo volesse per davvero, in fondo sentiva la sua sicurezza svanire poco a poco per venire rimpiazzata da ansia e paura.
Matt sembrò pensarci un pò su. Poi annuì  -P-Però..-
-Sta tranquillo, un passo alla volta. Va bene?-
Quando lo vide annuire ancora gli slacciò i jeans abbassandoglieli poco insieme ai boxer. A quanto pare una nuova erezione non aveva tardato ad arrivare. Si soffermò per un pò sul suo membro baciandolo e coccolandolo mentre Matt tratteneva a stento i gemiti e affondava le dita tra i suoi capelli. Andarono avantì così per un pò, finchè non fu Matt a chiedergli di più.
Zacky si tirò su tornando a torturare le sue labbra, poi il collo, mentre la sua mano scendeva nell'nterno coscia fino a trovare l'apertura del più grande che si irrigidì immediatamente serrando gli occhi. Tremava. Stava fottutamente tremando.
Zacky la stuzzicò piano, quasi facendogli il solletico, non avrebbe fatto nulla finchè non fosse stato sicuro che per Matt andasse bene.
-Aprì gli occhi.- sussurrò -Matt.- lo chiamò baciandogli una guancia.
Ma sembrava non avere alcuna intenzione di farlo.
-Vuoi che mi fermi?- chiese allora.
Il più grande scosse la testa ansimando.
Questo spinse Zacky ad andare avanti premendo appena sulla sua apertura e incominciando ad inserire piano il primo dito, cosa che fece sobbalzare il più grande portandolo a sgranare gli occhi e ritrovandosi immediatamente con lo sguardo in quello del più piccolo.
Trattenne il respiro mentre lo sentiva spingersi più a fondo. Non faceva poi così male, dava solo un pò di fastidio, ma doveva anche tenere conto che quello era solo un dito.
-Va bene?- soffiò Zacky sulle su labbra mentre cominciava a muoverlo dentro e fuori.
Matt annuì, non riusciva a pronunciare parola.
Strinse gli occhi quando lo sentì uscire del tutto e poi rientrare accompagnato da un secondo dito. Si lamentò appena ma ora era talmente piacevole che poteva sul serio abituarcisi.
-Ancora..- ansimò poco dopo spingendo il bacino contro la mano del più piccolo, quando quelle dita ormai si muovevano senza più alcun ostacolo. Inutile dire che Zacky ne fu sorpreso.
Sentiva chiaramente l'erezione del più piccolo premere contro la sua gamba e deglutì quando lo vide abbassarsi appena i boxer e strusciarla contro la sua. Gemettero entrambi mentre le dita di Zacky abbandonavano quel corpo accogliente. Matt sentì il cuore arrivargli in gola, era spaventato ma non lo avrebbe mai ammesso. Così nulla vietò al più piccolo di stringerlo di più a sè e portare la punta del suo membro a sfiorare l'aperuta del più grande che fremette a quel contatto. Zacky inarcò la schiena e rotèò gli occhi dal piacere che gli regalò quel semplice tocco, era da un pò che non lo faceva.
Spinse piano sentendo Matt irrigidirsi all'istante. Cercò di calmarlo baciandogli piano il collo ma lo sentì ugualmente lamentarsi. Si allontanò per poi tornare a spigere piano, ripetendo questo movimento più e più volte. Ma ogni volta che provava a spingersi più a fondo riceveva in risposta un lamento più forte e sentiva i muscoli del compagno irrigidirsi.
-Aah! Zacky..- Matt quasi urlò stringendo i denti. Cercare di rilassarsi ormai era del tutto inutile. Aveva capito che quel dolore non gli piaceva affatto. E in più anche la sua erezione sembrava essere quasi del tutto svanita. Non era per niente eccitante, era soltanto fastidioso.
-Per favore...basta!- biascicò con gli occhi umidi stringendo le mani sulle spalle del più piccolo.
Si rilassò solo quando questo allontanò il bacino dal suo e prese a respirare affannosamente.
-Scusa.- mormorò Zacky mortificato -Scusami.-
Matt accennò un sorriso cercando di non farlo preoccupare o fare in modo che non si sentisse in colpa -Sto bene.- ansimò.
Zacky si chinò sulle sue labbra baciandolo dolcemente -Forse dovremmo-
-Zacky!- la voce di sua madre interruppe le sue parole sul nascere. Entrambi rischiarono un infarto e dopo essersi scambiati uno sguardo terrorizzato si alzarono velocemente senza pensarci due volte. Si rivestirono in fretta, giusto in tempo visto che la porta venne aperta pochi secondi dopo.
Sua madre li squadrò, da capo a piedi -Mi sembrava di aver detto che questa- indicò la porta -doveva restare aperta.-
Zacky sbuffò alzando gli occhi al cielo.
-E non fare quella faccia tu.- lo rimproverò. Poi si rivolse a Matt -Matt, caro, vuoi fermarti a cena?-
-Io..ehm..no devo tornare a casa, grazie lo stesso.-
-Va bene allora, sarà per un'altra volta.- sorrise e fece per uscire dalla camera, ma proprio nel momento in cui entrambi tirarono un sospiro di sollievo, tornò indietro rivolgendogli un altro sguardo indagatore -Ah e..Matt..la zip, quella dovresti tirarla su.- fece indicando proprio il suo pacco.
Zacky arrossì sbattendosi una mano sulla fronte mentre Matt imprecò sotto voce portandosi entrambe le mani a coprire il cavallo dei pantaloni.
Quando la donna li lasciò soli Zacky non riuscì a trattenersi e scoppiò in una fragorosa risata -Avresti dovuto vedere la tua faccia!-
-E' tutta colpa tua cazzo!- fece sedendosi sul letto e nasondendo il viso tra le mani.
Zacky si avvicinò, ridacchiando -Ehi.- lo chiamò scostandogli le mani dal viso.
Matt lo guardò accennando un sorriso imbarazzato.
-Possiamo sempre riprendere da dove abbiamo lasciato.-
-Scordatelo!- rise entrambi.

Ritorna all'indice


Capitolo 35
*** 35. Nightmare ***


Ehi! La pazza è tornata! Fate largo!:D
NOW YOUR NIGHTMARE COMES TO LIFE!
Vi prego non uccidetemi per questo capitolo c.c...dio, è così malinconico 0.0 ho superato me stessa xD
However, i love yaaa -ma questo gia lo sapete- u.u
A presto dolcezze! *sparge cuori*....si, sto male...
XOXO



35. Nightmare



Sembrava quasi che la vita lo stesse pugnalando a morte, ma non era ancora il momento di strisciare a terra.
Ora poteva dire di star vivendo un incubo. E due erano le cose da fare per affrontarlo: accettare di farne parte, o cercare e saper riconoscere chi e cosa in mezzo a quell'inferno non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.
In quel momento realizzò che la sua unica salvezza fosse Zacky...il suo angelo che ormai faceva parte di quell'incubo tanto quanto lui.
Delle volte si ritrovava a pensare alla sua vita di prima, a quella vita monotona e un poco folle che gli piaceva definire "normale". A Jim proprio non piaceva quella parola, la sua infanzia era stata talmente strana e disastrata che se avesse raccontato la sua vita a qualcuno lo avrebbero preso per pazzo. E forse un pò lo era. Ma Jimmy era programmato per sopravvivere a qualsiasi cosa. Chissà se per lui sarebbe stato lo stesso.
In quei giorni gli era capitato spesso di ripensare al discorso che aveva lasciato in sospeso con sua madre, ma lei sembrava che preferisse evitarlo un argomento del genere, forse aveva paura, o forse faceva semplicemente finta di non pensarci. Ma Matt lo leggeva nei suoi occhi, le vedeva le sue mille domande, le vedeva quelle labbra schiudersi in procinto di parlare ma richiudersi non appena suo padre era nei paraggi. Forse i suoi genitori pensavano che non parlarne avrebbe fatto si che le cose tornassero come prima, certo...ma si sbagliavano.
I silenzi durate la cena, poi, erano la cosa peggiore.
Amplificavano il dolore, cazzo, la vergogna, la consapevolezza di aver sbagliato ogni cosa. Metteva un ansia assurda il modo in cui Matt si sforzasse persino di non far alcun tipo di rumore con la forchetta nel piatto, quasi come per non rovinare quel silenzio disagiato o a desiderare di essere invisibile, temeva che qualunque suo movimento potesse attirare la loro attenzione e lui non voleva questo. Voleva solo tornarsene in camera e non fare nulla.
Era una situazione scomoda per tutti.
Ma l'unico che sembrava ostinarsi a non voler capire era suo padre.
Ormai non gli chiedeva neanche più cosa ci facesse in giro tutto il giorno, a stento lo guardava in faccia, di rado gli rivolgeva la parola.
Non capiva perchè dovesse odiarlo tanto, in fondo era sempre lui, le cose non dovevano cambiare per forza.
Ma forse era solo spaventato dalla realtà che avrebbe potuto ritrovarsi davanti: perchè suo figlio passava interi pomeriggi con il suo ragazzo e non con la sua ragazza, perchè il suo ragazzo era malato, perchè lui lo amava, perchè si, era gay, il suo unico figlio...gay. Ma tutto questo, suo padre, non poteva saperlo. Come non poteva sapere che a Matt bastava guardare i suoi occhi per morire e rinascere, che i suoi baci gli scottavano le labbra e gli facevano tremare le ginocchia, che quando facevano l'amore toccava quasi il paradiso, o che si sentiva a casa solo vedendolo sorridere.
I sentimenti che provavano l'uno per l'altro sembravano non contare nulla agli occhi degli altri.
Ma quello che per gli altri era un errore, per loro era solo e soltanto amore.
Ma nessuno poteva sapere che la fine era appena incominciata, nemmeno loro.


-Va meglio adesso?- sussurrò Matt avvicinando appena le labbra all'orecchio dell'altro mentre dolcemente gli massaggiava le spalle.
Zacky, con gli occhi chiusi e completamente rilassato, mentre sedeva tra le sue gambe sul letto, annuì appena facendo un verso di approvazione mentre Matt scendeva sempre più giu lungo la sua schiena accarezzandola per poi tornare sulle spalle. Sorrideva sentendo i brividi che riusciva a procurargli.
-Hmm, potrei abituarmici.- sospirò il più piccolo con voce roca, quasi assonnata.
Matt gli lasciò un tenero bacio sulla nuca facendolo sorridere, il suo respiro caldo gli solleticava la pelle.
Lo trovò più pallido del solito ma diede la colpa al capogiro che aveva avuto poco prima e posò il mento sulla sua spalla abbracciandolo da dietro mentre Zacky si lasciava andare contro il suo petto. Gli aveva portato anche un bicchiere d'acqua con dello zucchero sciolto all'interno ma non sembrava averlo aiutato molto. Dava l'idea di essere esausto, sciupato.
-Che vuoi fare oggi?- fece il più grande poco dopo.
-Ho la visita tra poco, lo hai gia dimenticato?-
-Non l'ho dimenticato.- sussurrò, quasi offeso da quella domanda -Intendevo dopo.-
-Oh. Beh...dipende.-
-Da cosa?-
-Da te.-
Matt lo guardò confuso.
Zacky sospirò distogliendo lo sguardo e posandolo sulla proprie mani intrecciate con quelle del più grande -Non credo che dovresti farlo. Voglio dire...se dovesse andar male..non voglio trascinarti a fondo.-
-Ehi.- lo chiamò dolcemente  prendendogli il mento tra le dita -E' qui che devo essere, ok? Ogni volta che ti volterai io sarò qui, proprio accanto a te. Ricordi?- sorrise appena.
Zacky annuì abbassando lo sguardo.
-Allora smettila di dire sciocchezze.-
-Perchè? Che...che senso ha continuare a fingere che..-
-Cosa? Cos'è che continui a fingere?-
-Che andrà tutto bene.- sospirò il più piccolo chiudendo gli occhi rassegnato -Lo hai visto anche tu un attimo fa, non sto bene.-
-Io non sto fingendo. Io credo davvero che tu-
-Ho il cancro Matt.- lo interruppe. Simpatico come promemoria. Credeva forse che lo avesse dimenticato? -Non va tutto bene.-
-Piantala di dirlo.- Matt poggiò la fronte contro la sua schiena tirando su con il naso ma trattenendo le lacrime.
E Zacky si sentì tremendamente in colpa, un schifo, non avrebbe dovuto soffocare le sue speranze in quel modo -Mi dispiace.- mormorò -Non volevo.-
-Non mi importa di nessun'altro, perchè non lo capisci?- lo sentì sussurrare -E se decidi di arrenderti, io verrò a fondo con te.-

Due occhi chiari ormai pieni di lacrime li scrutavano gia da un pò da dietro la porta socchiusa, alle loro spalle, mentre i due ragazzi inconsapevoli si erano forse appena giurato amore eterno. La mano della donna ancora ferma sulla maniglia della porta era scossa da un leggero tremore.
Zacky non si era mai aperto in quel modo con sua madre e verderlo ora, sentirlo pronunciare quelle parole aveva fatto sì che sua madre capisse quanto quel ragazzo tenesse a suo figlio.
Si asciugò velocemente gli occhi, si ravvivò i capelli deglutendo e sbattendo le ciglia un paio di volte nel tentativo di riprendersi. Si passò una mano sul viso prendendo un respiro profondo. Doveva essere forte per entrambi. Poi, quando Zacky e Matt si scambiarono un ultimo bacio e un piccolo sorriso si decise ad entrare avvisandoli della sua presenza schiarendosi appena la voce.
-Ragazzi.- sorrise non appena si voltarono. Trovò incredibilmente tenero il modo in cui Matt arrossì all'improvviso -Siete pronti ad andare?-
Zacky annuì rivolgendo uno sguardo a Matt che ricambiò annuendo anch'esso.
-Siamo pronti.-


Non avrebbe mai immaginato che quell'ospedale, dopo esserci entrato, lo avrebbe risucchiato così facilmente.
Le cose non andavano affatto meglio a quanto pare e per qualche motivo, Zacky, non ne era affatto sorpreso. In qualche modo sapeva cosa lo aspettasse, ma la realtà era ben più spaventosa.
Gli avevano dato una stanza, un posto dove stare intanto che avrebbe iniziato la chemio.
Una "semplice" visita trasformata in un incubo, ecco cos'era.
E sul suo viso solo tristezza, amarezza...morte. Era questo quello che vedeva sua madre, che vedeva Matt mentre entrava in quella stanza scrutandola da cima a fondo: le pareti bianche, così come le lenzuola, il forte odore di disinfettante, la piccola finestra con le tende chiuse, e bianche e...si, sapeva di morte. Non aveva mai amato particolarmente gli ospedali, insomma, chi li amerebbe dopotutto?
Nel frattempo Zacky se ne stava sulla porta, mettere piede lì dentro con la consapevolezza di doverci passare un bel pò di tempo non facilitava certo le cose. Non voleva stare lì, ed era perfettamente normale il fatto che avrebbe voluto essere ovunque, ma non lì. Rivoleva la sua vita, chiedeva solo questo.
-Che ci fai ancora lì sulla porta?- sua madre gli fece cenno di entrare risvegliandolo dai suoi pensieri. Era spaventoso il modo in cui sembrava affrontare tutto con una calma quasi innaturale, non adatta affatto a quel momento.
Annuì appena rivolgendo poi uno sguardo a Matt che non appena incrociò i suoi occhi sembrò capire ogni sua paura, anche quella più piccola.
Inspira, espira.
Fece uno o due passi continuando a ripetersi di respirare, con calma. Sentiva di poter perdere il controllo da un momento all'altro, sentiva una parte di se che gli urlava di andarsene, che non sarebbe più uscito da quel posto, che ci era gia arrivato alla fine.
Inspira, espira. E' facile.
-Cos'è quella?- trovò la forza per indicare una sedia a rotelle in un angolo della stanza.
-Oh, è solo per precauzione. Potrebbe servirti.- spiegò l'infermiera alle sue spalle.
No, non avrebbe usato una fottuta sedia a rotelle. Piuttosto, avrebbe preferito strisciare che farsi spingere su una di quelle cose.
-E' proprio necessario che resti qui?- chiese sua madre.
-Si, signora.-
-Non è possibile tornare a casa? Almeno per la notte?-
-Il dottore è stato chiaro, signora Baker, suo figlio non potrà lasciare l'ospedale a partire da ora. Mi dispiace.-
Quando l'infermiera li lasciò dicendo che sarebbe tornata più tardi Zacky si avvicinò al suo "nuovo" letto passando una mano sulle fredde coperte pallide.
-Zacky..- sospirò sua madre alle sue spalle.
-Sto bene.- mormorò con lo sguardo basso.
-Ascolta, tesoro, ora..ti serviranno le tue cose quindi vado a casa e ti preparo una borsa, ok? Torno presto.-
-Va bene.-
Sua madre si voltò rivolgendo uno sguardo d'intesa a Matt -Resto con lui.- annuì questo. Baciò suo figlio sulla tempia prima di lasciarli soli.
Matt, che se ne era stato immobile fino a quel momento si avvicinò al più piccolo, lo prese per i fianchi e, prendendolo di sorpresa, lo fece sedere sul letto prendendogli il viso tra le mani e lasciandogli un tenero bacio sulla punta del naso.
Zacky sorrise, felice di quel gesto -Credi che i medici di qui siano omofobi?- fece rivolgendo uno sguardo verso la porta socchiusa.
-Dovrebbe importarmi?-
Zacky alzò le spalle -Nah.- sorrise -Baciami e basta.-
-Così mi piaci.- sussurrò prima di schioccargli un bacio sulle labbra.
-Verrai a trovarmi, vero? Finchè starò qui dentro.-
-Scherzi? Non ti libererai mai di me.-

Inspira, espira.
Cominciava a funzionare.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 36
*** 36. Beautiful ***


Il titolo da rosa checchina  ci stava tutto quindi shhhh u.u
E' carino sapete? Il fatto che gran parte delle recensioni ora termina con una frease -tipo slogan- "non far morire Zacky, ti prego!" ahahah...ehm...e immagino che vi aspettiate che vi anticipi qualcosa......beh, NON FATELO :D
Sono crudele *^*
Ci vediamo giuuuu!
vi amo.
XOXO



 

36. Beautiful




Posò una mano sul vetro freddo della finestra sospirando, la pioggia e il buio rendevano impossibile distinguere qualunque cosa ci fosse là fuori. Non aveva neppure idea se la finestra di quella stanza si affacciasse sul prato o sul parcheggio o magari...sul mare. Dio sarebbe stato fantastico poter vedere il mare da lì. Ma Zacky sapeva che non era affatto possibile.
Si perse nel fissare le migliaia di gocce che sbattevano furiose contro il vetro, spinte dal vento.
E, proprio come la pioggia, si sentì come se continuasse a cadere sempre più in basso. E forse la cosa peggiore era proprio quella di essere consapevole che sarebbe andata sempre peggio.
Cercò di concentrarsi sui lati positivi ma l'unico che riuscì a trovare in quel momento fu il fatto che, fortunatamente, la sua stanza non l'avrebbe condivisa con nessun'altro. Attraversando il corridoio, quel pomeriggio, aveva notato molti pazienti costretti a condividere la loro stanza con altri ed era stata una gioia per i suoi occhi scoprire che la sua era una singola. Un solo letto, un bagno tutto suo e nessuno con cui dover passare imbarazzanti silenzi. Certo avrebbe potuto avere l'occasione di fare amicizia o di passare il tempo con qualcuno ma, diamine, non era mai stato un tipo molto socievole.
Pensò a Matt. Chissà cosa stava facendo a quest'ora. Probabilmente dormiva.
Aveva tanto insistito per restare a fargli compagnia almeno per la prima notte in quel posto, ma alla fine era riuscito a convincerlo a tornare a casa prima che si mettesse sul serio nei guai con i suoi genitori.
E ora quasi si pentiva di averlo mandato via. Aveva così tanto bisogno di un abbraccio.
Si strinse nella coperta sistemandola meglio sulle spalle e rimase in piedi davanti la finestra ancora un pò, l'idea di tornarsene a letto non lo sfiorava nemmeno.


Alle sette del mattino era finalmente sotto le coperte, esausto. La prima notte lì dentro era stata proprio come l'aveva immaginata. Orribile. Pregò che sua madre arrivasse presto mentre i suoi occhi chiedevano solo un pò di riposo minacciando di chiudersi da un momento all'altro.
Continuò a fissare speranzoso quella dannata porta ai piedi del letto finchè qualche minuto dopo non la vide finalmente aprirsi. Ritrovarsi tra le braccia di sua madre fu assolutamente perfetto. Sorrise imprimendo bene nella mente il suo profumo.
-Zacky, tesoro, guarda come sei pallido. Hai dormito almeno un pò?- si preoccupò sua madre prendendogli il viso tra le mani.
-Non molto.- mormorò distogliendo lo sguardo.
-Lo sapevo che avrei dovuto portarti a casa con me. Non ti fa bene stare qui.-
"Scherzi vero?!" avrebbe voluto dire, ma si limitò ad accennare un sorriso tenendo lo sguardo basso sulle proprie mani che torturavano le coperte bianche -Allora portami via.- fece con voce appena incrinata -Ti prego.-
-Oh, tesoro.- sospirò sua madre prendendogli le mani tra le sue -Sai che lo farei se potessi.-
Zacky annuì.
-Potrai tornare a casa quando starai meglio. Va bene?-
-Non mi piace stare qui.-
-Lo so.- fece lei baciandolo dolcemente sulla tempia -Lo so.-
Zacky si sforzò di sorriderle quando la vide allontanarsi e aprire un pò la finestra lasciando all'aria fresca, per il temporale della sera prima, di entrare. La osservò mentre armeggiava con le tende aprendole e permettendo alla luce del sole di illuminare la stanza, fu costretto a distogliere lo sguardo quando gli arrivò dritta in faccia disturbando gli occhi ancora assonnati. Si riparò il viso con una mano e nel frattempo alzò lo sguardo portandolo sulla porta giusto in tempo per vederla aprirsi.
Un sorriso, forse il primo davvero sincero di quella mattina, incurvò le sue labbra quando le iridi verdi di Matt si posarono su di lui.
Era sorpreso di vederlo lì, così presto. Non era affatto preparato a questo, cavolo, doveva avere un aspetto orribile.
Quando Matt ricambiò il sorriso due tenere fossette si formarono ai lati della sua bocca. Cavolo se era bello.
-Ecco fatto. Hai fame?- esclamò sua madre trionfante dopo aver sistemato le tende e voltandosi si accorse di Matt sulla porta che ora si mordeva un labbro, imbarazzato. Quella donna aveva l'assurda capacità di farlo arrossire ogni volta.
-Oh, buongiorno Matt!-
-B-Buongiorno.- sorrise appena facendo vagare lo sguardo da Zacky, che lo guardava ancora rapito, a sua madre.
-Avanti entra, non startene lì impalato.-
Sentì Zacky ridacchiare e, se possibile, arrossì ancor di più.
Infilò le mani nelle tasche della felpa e si chiuse la porta alle spalle per poi avvicinarsi al letto sul quale era seduto il suo amore.
-Ciao.- sussurrò Zacky sorridendo ancora e pregando che sua madre capisse che era ora di togliersi dai piedi.
Matt, titubante, avrebbe potuto ricambiare semplicemente quel saluto, forse un pò povero dal momento che moriva dalla voglia di divorare le labbra del più piccolo, ma l'unica cosa che uscì dalla sua bocca fu -Sei bellissimo.- e non se ne pentì. E anche se sussurrate quelle parole gli sembrava di averle urlate.
E, si, il suo cuore accellerò decisamente i battiti dal momento che sentiva chiaramente lo sguardo della madre di Zacky su di se. Ma in quel momento cercò di concentrarsi solo e soltanto sul viso del ragazzo che gli stava di fronte.
-Vi lascio soli.-
Finalmente! Zacky sospirò di sollievo alle parole di sua madre e si rilassò non appena la vide uscire. Lo stesso fece Matt e nulla ora gli vietava di baciare il suo ragazzo, così gli prese il mento tra le mani e senza preavviso catturò le sue labbra.
-Dormito bene?- sussurrò poi a pochi centimetri dal suo viso.
Zacky sbuffò -Definisci "dormire" e definisci "bene".-
Matt ridacchiò portandogli una ciocca di capelli dietro l'orecchio in modo da guardare meglio tanta bellezza -Lo prendo come un no.-
-E' decisamente un no. Il letto è scomodo, il cibo fa schifo e-
Un altro bacio e quelle parole gli morirono in gola. Sta volta ricambiò chiudendo gli occhi e portandogli le mani sulle spalle avvicinandolo di più a sè.
-Peccato.-
-Cosa?-
-Il letto è scomodo, hm?- sussurrò il più grande posando la fronte su quella dell'altro.
-Decisamente.- sorrise malizioso.
-Ah, quasi dimenticavo!-
Quasi si spaventò quando Matt si allontanò colto da un'improvvisa illuminazione. Lo vide uscire e rientrare in pochi secondi posando lo zaino sul letto, accanto ai suoi piedi, e aprendolo ne tirò fuori un ampio mazzo di rose -Per te.- fece Matt porgendoglielo con un sorriso stampato sulla faccia.
-P-Per me?- fece Zacky ancora scioccato, sgranando gli occhi. Nessuno gli aveva mai regalato dei fiori, e se solo Matt avesse saputo quanto fosse importante quel gesto per lui -Matt...sono bellissimi! Non...non dovevi..-
-Si che dovevo, sta zitto.- ridacchiò il più grande lasciando che li prendesse.
-Li adoro.-
-Volevo fare qualcosa di carino.- ammise Matt infilando le mani in tasca e dondolandosi sul posto. Sembrava un bambino. -Poi ho pensato che magari avresti voluto un pò di colore qui dentro, e così..-
-Ti ringrazio.- sorrise Zacky schioccandogli un bacio sulla guancia -Ma...non dovresti essere a scuola tu?- lasciò cadere lo sguardo sull'orologio appeso al muro.
-Ah, gia.- sbuffò Matt -Anche se...speravo di non andarci. Magari potevo rest-
-Scordatelo.-
-Ma perchè?- si lamentò mettendo su una faccia da cucciolo -Potrei restare...voglio essere qui quando..-
-Quando cosa? Quando tornerò in camera distrutto per la chemio? Non se ne parla.-
Matt lo guardò per un pò, poi si arrese. Sarebbe stato inutile cercare di convincerlo -Ok. Va bene.- sospirò in fine abbassando lo sguardo.
Zacky sospirò, sentendosi decisamente in colpa -Ascolta, non voglio che abbandoni tutto il resto per me. Hai una vita lì fuori.-
-Anche qui dentro. Ma va bene, facciamo a modo tuo. Torno poi, ok?-
-Poi?-
-Si, i ragazzi volevano venire a trovarti.- accennò un sorriso.
-Oh.- avrebbe dovuto immaginarlo, di certo non lo avrebbero abbandonato lì dentro -Beh..sarà imbarazzante..immagino.- abbassò lo sguardo portandosi una mano dietro la nuca.
Matt lo guardò, curioso -Cosa?-
-Voglio dire...guardami.-
Continuava a non capire -E allora?-
-N-Non sono proprio il massimo.- sospirò davanti allo sguardo confuso del più grande.
-Ti...vergogni?-
Zacky alzò le spalle concentrandosi su quelle rose stupende -Devo essere orribile.- mormorò.
E Matt rimase a guardarlo, senza dire nulla. Scosse appena la testa tenendo lo sguardo sul più piccolo che, sicuro delle proprie parole, non si aspettava che Matt dicesse nulla. Non aveva bisogno di qualcuno che gli dicesse quanto fosse carino solo perchè era obbligato a farlo. E quasi fu sollevato da quel silenzio.
-Perche mi guardi in quel modo?- mormorò non appena alzò lo sguardo sul più grande.
-Perchè quando sono entrato avrei potuto dire "ciao" o, che ne so, forse "cazzo mi sono fatto tre rampe di scale perchè quel cazzo di ascensore è andato" o "sai mi sono perso due volte perchè i corridoi qui dentro sono tutti uguali!".-
Zacky accennò un sorriso scuotendo la testa.
-Ma non l'ho fatto.- continuò Matt -E..nonostante ci fosse tua madre qui..io cosa ho detto?- lo guardò attentamente negli occhi.
-Io..-
-Dillo avanti.-
-Sei bellissimo.- sussurrò Zacky deglutendo e abbassando lo sguardo mentre le sue guance si coloravano di rosso.
-Gia. Dì un pò, pensavi che ti prendessi per il culo?-
Zacky fece per rispondere ma Matt lo precedette -No, sta zitto non voglio saperlo.- disse velocemente prima di prendergli il viso tra le mani e baciarlo.


Poche ore erano passate da quando Matt aveva lasciato l'ospedale per trascinarsi fino a scuola, ma Zacky poteva ancora sentire il suo odore intorno.
Adorava avere il suo profumo sui vestiti, o il suo sapore sulle labbra.
Quando la porta venne aperta aveva ancora quel sorriso idiota stampato sulla faccia.
-Buongiorno Zacky. Siamo di buon'umore?-
Ma il sorriso scomparve alla vista del dottore che entrava, accompagnato da sua madre.
-Buongiorno.- mormorò.
Li sentì parlare discutendo su quale procedura avrebbero usato per la chemio. L'ististo fu quello di tapparsi le orecchie e stringere gli occhi finchè non li avesse visti scomparire entrambi. Ma sarebbe di certo sembrato un bambino, quando invece avrebbe dovuto affrontare ad occhi aperti tutto questo.
-Effettueremo la chemioterapia per via endovenosa. Sono previsti diversi cicli e si prolungheranno per alcuni mesi.-
Avrebbe voluto far finta di non sentire ma la voce del dottore rimbombò nella sua testa.
-M-mesi?- uscì dalle sue labbra senza che se ne accorgesse.
-Esattamente.- continuò l'uomo, rivolgendo questa volta la sua attenzione su Zacky -Il trattamento potrebbe durare da 30 minuti ad alcune ore.-
Deglutì.
Inspira, espira. Cazzo.
-Inizieremo il primo ciclo tra poco.-
Batarono quelle parole a distruggerlo.
Solo stupide parole che quell'uomo ripeteva come un copione, con una naturalezza che faceva paura, come se stesse dicendo "bene, stai per morire, ora vado a controllare la mia lista dei prossimi omicidi".
Sarebbe bellamente svenuto se avesse avuto il coraggio di fare almeno quello.
Fanculo.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 37
*** 37. Inevitable ***




Avrei voluto aspettare ancora un pò prima di pubblicarlo, dico la verità. Il fatto è che ho appena finito di scriverlo ed è anche vero che ci ho messo parecchio più tempo degli altri a terminarlo perciò non valeva la pena di aspettare ancora. Almeno spero.
Prego che vi piaccia perchè è stato davvero un parto. Estenuante. Troppa sofferenza in 'sto capitolo.
Ci vediamo quando ci vediamo <3 love ya.
XOXO



37. Inevitable



Quella mattina sembrava non passare mai. Ogni secondo sembrava tramutarsi in eternità.
Matt continuava a sbuffare spostando continuamente lo sguardo sull'orologio appeso accanto alla lavagna.
Lo stesso faceva Jim.
Lo stesso faceva Brian.
E, si, lo sesso faceva Johnny.
Trasmettevano frustrazione, agitazione. E forse neanche se ne rendevano conto.
Sentir suonare la ricreazione, comunque, li fece sentire come se si fossero avvicinati ulteriormente al traguardo, ovvero la fine delle lezioni.
"E' solo un periodo di merda che sta durando un pò troppo." si ripeteva Matt. E Jimmy sembrò averlo letto nel pensiero quando gli posò una mano sulla schiena accarezzandolo piano, dandogli conforto mentre lo destava dai suoi pensieri.
-Sei passato da lui sta mattina?-
Annuì.
-Come sta?-
-E' spaventato.- e non ci voleva certo un genio per arrivare a questa conclusione.
-E tu?-
-Cosa?-
-Tu come stai?-
Bella domanda, Jim, davvero. Matt sembrò pensarci un pò su, in realtà non sapeva bene come spiegarlo. Era depressione pura la sua, paura, sconforto, frustrazione. Ma andava bene così. Insomma...va bene essere spaventati...no?
Sospirò forzando un sorriso. Zacky gli aveva detto di essere forte.
-Non sento niente. Ci credi?- sollevo lo sguardo su di lui -Solo...rabbia. Tanta rabbia.-
Ma nonostante questo, si vedeva l'amore che straboccava dai suoi occhi.
E Jimmy lo guardò e...cavolo, in quel momento non capì perchè le persone fossero tanto fissate con gli occhi azzurri. I suoi erano di un verde scuro in quel momento, eppure così dannatamente belli. Dannatamente tristi.
Era sicuro che Matt avrebbe voluto mollare tutto. Lo sentiva. Avrebbe lasciato che la vita andasse avanti senza di lui, se avesse potuto.


Se avesse saputo che la sua vita si sarebbe ridotto a questo, vomitare in un fottuto cestino per ore standosene seduto in quella stupida stanza con come unico conforto la mano di sua madre che stringeva la sua, beh si sarebbe ammazzato molto prima.
Avrebbe risparmiato alle persone che amava la sofferenza di vederlo in quello stato.
Spostò lo sguardo stanco sull'ago della flebbo che trapassava la carne del suo braccio mentre il dottore lentamente lo tirava fuori. Lo sentì sussurrare qualcosa come un "abbiamo finito" e si sentì sollevare piano. La mano di sua madre non stringeva più le sue dita deboli e trasalì al pensiero che lo avesse lasciato. Si sforzò di tenere gli occhi aperti quando si sentì adagiare sulla sedia a rotelle. Ecco, avrebbe dovuto immaginare che non avrebbe lasciato quella stanza così come ci era entrato, con le proprie gambe.
Non fece in tempo a metabolizzare il pensiero che le sue labbra si mosserò in un flebile sussurro -Mamma.- alzò la mano a mezz'aria aspettandosi di trovare la sua, ma non fu così.
Sentì un groppo alla gola mentre veniva spinto fuori dalla stanza e probabilmente riportato in camera.

Quando aprì finalmente gli occhi gli sembrò che fosse passata un'eternità.
Ora era nel suo letto. Il suo letto, beh, non proprio. Quello si trovava a casa, e casa era lontana.
Dio solo sa quanto avrebbe voluto tornarci e sdraiarsi tra le coperte morbide e profumate della sua camera. Le stesse coperte sulle quali aveva passato parecchio tempo a fantasticare su Matt, e su di loro insieme, dove avevano fatto l'amore per la prima volta e, cavolo, in quel momento sembrava il posto migliore del mondo.
Mugugnò qualcosa di incomprensibile persino per lui quando la luce proveniente dalla finestra gli accecò le iridi verdi. Spostò lo sguardo e ridusse gli occhi a due fessure cercando di mettere a fuoco la figura che era appena entrata nella sua visuale.
-Sei sveglio.-
Di nuovo sentì la mano di sua madre intrecciare la propria stringendola appena.
Sospirò e incurvò verso l'alto gli angoli della bocca in un tentativo di sorridere, ma probabilmente doveva essere venuta fuori solo una strana smorfia.
Cercò di tirarsi su, nonostante il dolore al braccio causato dell'ennesimo ago che era stato inserito e collegato ad una stupida flebbo che penzolava in alto, al suo fianco. Ma comunque fu inutile, sua madre gli proibì di muoversi. Sbuffò ricadendo piano sulle coperte.
Si guardò un pò intorno, abbastanza spaesato, non aveva idea di che ora fosse, aveva solo una gran voglia di domire, ma non poteva. Anzi, non doveva.
Non avrebbe permesso che i suoi amici lo vedessero in quello stato. Era sicuro di sembrare uno straccio e voleva per lo meno rendersi presentabile, aspettarli pazientemente e magari sorridergli vedendoli entrare da quella porta, che ora, così chiusa, lo faceva sentire ancora più in gabbia.
-Non mi hai ancora detto chi ti ha portato questi bellissimi fiori.- gli sorrise sua madre indicando le rose che aveva sistemato accuratamente in un vaso.
-Matt.- sussurrò.
-E' stato un gesto davvero carino.-
Si limitò ad annuire, socchiudendo gli occhi.
-Che ore sono?- chiese dopo aver trovato la forza di aprire di nuovo bocca.
Sua madre gli scostò una ciocca di capelli accarezzandogli dolcemente il viso -E' appena mezzogiorno, dormi ancora un pò.-
-Non posso. Arriveranno a momenti.-
-Ti sveglierò quando saranno qui.-
-Promesso?- fu poco più che un sussurro.
Un paio di labbra si posarono sulla sua fronte mentre gli occhi pesanti incominciavano a chiudersi. Si addormentò di nuovo, ancor prima di poter sentire la risposta.


Vederlo così, gli occhi chiusi e la bocca semi-aperta con il petto che si muoveva lentamente seguendo il respiro regolare, gli fece stringere il cuore.
Matt lo trovò adorabile. Dio, avrebbe tanto voluto baciarlo.
Era entrato nella stanza seguito dai suoi amici che per la prima volta si erano trovati davanti a qualcosa che forse non erano del tutto pronti a vedere. Insomma, era sempre lui, era sempre Zacky, ma vederlo abbandonato su un letto d'ospedale faceva un certo effetto.
Jimmy aveva stretto le labbra fissando il corpo del più piccolo. Tutto questo non era affatto giusto, ora capiva cosa intendeva Matt quando diceva di provare rabbia. Spostò lo sguardo sull'amico e lo vide avvicinarsi al letto e sorridere al suo ragazzo per poi voltarsi verso i suoi amici -Dorme.- sorrise ancora.
-Staremo qui finchè non si sveglia.- sussurrò Brian prendendo posto su una sedia accanto alla finestra.
-Potrebbe volerci un pò. So che ha fatto il primo ciclo di chemio.-
-Non importa.- aveva concluso Johnny.
Poi nessuno aveva più parlato. Soprattutto Jimmy che non aveva aperto bocca da quando avevano messo piede in ospedale. Continuava a torturarsi le mani e a spostare lo sguardo su Zacky sperando ogni volta di vederlo aprire gli occhi. Odiava quel posto. Ma amava i suoi amici.
Era passato più di un quarto d'ora e sembravano aver fatto un voto di silenzio, era quasi irreale come situazione. Forse nessuno sapeva come alleggerire la tensione che, diciamolo, era palpabile a quel punto. O forse non avevano semplicemente niente da dire.
Erano lì, insieme. Punto.
Forse bastava questo. Forse bastavano loro.
Lo scrocchiolio della sedia provocato da Johnny che si alzava attirò la loro l'attenzione, ognuno perso in individuali pensieri. Alzarono la testa quasi all'unisono puntando lo sguardo sul più basso che si sentì in dovere di dire qualcosa.
-Scendo a prendere un caffè. Ne volete?- mormorò.
Matt scosse la testa riportando lo sguardo sulle proprie mani e poggiandosi contro lo schienale della sedia. Brian distolse semplicemente lo sguardo mentre Jimmy annuì alzandosi e seguendo l'amico.
Solo in quel momento Brian si decise a spostare lo sguardo dal pavimento e lo rivolse a Matt che guardava dritto davanti a sè, perso in chissà quali stupidi pensieri contorti, e che aveva incrociato le braccia al petto forse nel tentativo di trovare una posizione più comoda su quella sedia rigida e fredda.
-I tuoi sanno che sei qui?- chiese pochi secondi dopo.
Quelle parole arrivarono alle orecchie del più grande quasi come un fastidioso rumore. Si era gia abituato a quel silenzio innaturale.
Si voltò verso l'amico, forse sorpreso da quella domanda improvvisa -No.- ammise per poi tornare a guardare altrove.
-E...sanno di lui?-
Deglutì -No. Non tutto almeno.-
-Dovresti dirglielo.-
Eccola, l'ennesima persona che glielo ripeteva. Sbuffò -Non è la mia priorità al momento.-
-E qual'è?-
-Stare qui.- fece guardando Zacky che ancora dormiva beatamente -Con lui. Fargli sapere che non è solo.-
-Non lo sarà comunque. Neanche se ti prendessi un giorno per affrontare i tuoi genitori.-
Matt sembrò pensarci un pò su -Forse è proprio questo il problema, forse non voglio affrontarli.-
-Dovrai farlo prima o poi.-
Sentì Matt sospirare pesantemente e colse il suo desiderio di terminare il discorso lì.
Almeno finchè non lo sentì parlare di nuovo, poco dopo.
-Tu...come hai fatto? Voglio dire...come ci sei riuscito?-
-Lo sai.- disse semplicemente -I miei sono divorziati, nessuno si preoccupa più di me da un pò. Perchè credi che passi tutto il mio tempo con voi?- sorrise alla fine. Matt annuì, conosceva la sua storia, come avrebbe potuto non saperla? Ma sapeva anche che Brian era abbastanza orgoglioso da non voler ammettere, almeno non a parole, che erano loro la sua famiglia.
Comunque gli sorrise, e forse bastò quello ad alleggerire la tensione. Poi si alzò, camminando verso il letto, si fermò proprio davanti al più piccolo osservandolo e infilando le mani nelle tasche della felpa. Sarebbe rimasto così a guardarlo per l'eternità.
-Vuoi che ti lasci solo con lui?- azzardò Brian.
Ma Matt fece cenno di no con la testa.
-Vuoi svegliarlo?- chiese allora avvicinandosi anch'esso.
Matt sorrise e ignorò quella domanda -Sai, lui voleva farsi bello per voi.- scosse la testa tornando con la mente alla loro conversazione di quella mattina -Aveva paura di non essere abbastanza carino. E' assurdo.-
-E' dolce.- commentò Brian con un mezzo sorriso.
-No è...assurdo, insomma...il fatto che si preoccupi del suo aspetto e di nient'altro.-
Ma Zacky era così. Insicuro. Non avrebbe cambiato idea sul suo corpo nemmeno se Matt gli avesse ripetuto all'infinito quanto fosse bello. Era uno di quegli adolescenti distrutti dagli specchi. Uno di quelli che restava in silenzio davanti alle prese in giro, che si odiava per il fatto di non sapersi difendere con le proprie mani. Diciamo che...la sua autostima era grande come la sua piscina. E lui non aveva una piscina.
Ma andava avanti. Arrancava. Perchè nella vita chi si ferma è finito. E nel suo caso, chi si ferma piange.
-Non è poi così assurdo.- aveva sussurrato Brian -E' solo Zacky.-

Solo mezz'ora dopo Zacky si degnò finalmente di aprire gli occhi.
Sentiva mormorare al suo fianco ma non diede peso a quelle voci almeno finchè non riuscì a mettere bene a fuoco quelle quattro figure che parlottavano poco distanti da lui. Sorrise e improvvisamente si ricordò di dover mandare al diavolo sua madre per non averlo svegliato.
Non sembravano essersi accorti di lui comunque e colse l'occasione per restare a guardarli ancora un pò. Spostò lo sguardo su ognuno di loro, squadrandoli per bene. In particolare si soffermò su Matt, per qualche secondo in più: il viso, il sorriso, tracciò i contorni del suo corpo lentamente con lo sguardo, le spalle, il......culo. Dio, lo avrebbe sbattuto volentieri al muro se solo ne avesse avuto la forza.
Arrossì immediatamente e si diede dello stupido pervertito per aver anche solo pensato quelle cose. Il fatto è che dopo il "tentato scambio di ruoli" avvenuto nella sua camera non avevano avuto più modo di trovarsi in una situazione del genere e la cosa non gli piaceva affatto. E poi non ne avevano neanche più parlato.
Quando si decise a spostare lo sguardo su Jimmy vide questo fare lo stesso e si ritrovarono a guardarsi. In un primo momento senza dire nulla. Jimmy sembrava essersi ammutolito dalla sorpresa. Fu l'accenno di sorriso che si formò sulle labbra del più piccolo a destarlo dai suoi pensieri e dargli la forza di aprire finalmente bocca mentre stava gia praticamente correndo verso Zacky -Ragazzi, è sveglio!- urlicchiò fiondandosi tra le braccia del più piccolo e stringendolo forte.
-Jim..ehm..J-Jimmy così mi soffochi..-
-Scusa.- si scostò velocemente con un sorriso che gli occupava mezza faccia, mentre anche gli altri si avvicinavano.
-Come stai? Eh? Dormivi come un ghiro! Si mangia bene qui? Comunque il caffè della macchinetta fa cagare, non berlo, per nessuna ragione al mondo e-
-John dacci un taglio si è appena svegliato!- lo interruppe Brian colpendolo dietro la nuca -E poi è un ospedale, non un fottuto albergo!-
Zacky sorrise a quella scena e si lasciò aiutare per mettersi a sedere in modo da stare più comodo. Continuarono a riempirlo di domande a ripetergli quando fossero felici di vederlo, cercarono di farlo sorridere il più possibile, mentre Matt se ne era rimasto in disparte. Cercava di imprimersi bene nella mente quel momento, soprattutto il sorriso luminoso di Zacky, che sapeva sarebbe stato felice di ricevere quelle attenzioni.
-Avevo chiesto a mia madre di svegliarmi quando sareste arrivati, non volevo farvi aspettare..-
-Stronzate, non preoccuparti! Siamo riusciti a convincerla ad andare a riposarsi. Sei tutto nostro ora.- sorrise Jimmy.
Zacky accennò un sorriso spostando poi lo sguardo in cerca di Matt che prontamente si avvicinò. Gli strinse la mano mentre con quella ancora libera Zacky tentava di coprirsi come meglio poteva o mettere in ordine i capelli. E Matt quando se ne accorse gli bloccò anche l'altra mano lasciandolo sorpreso e baciandolo delicatamente sulle labbra -Non serve.- soffiò.
Il più piccolo arrossì violentemente abbassando lo sguardo.
L'unica cosa che notò furono le ciocche di capelli che gli erano rimaste tra le dita.

Ritorna all'indice


Capitolo 38
*** 38. Almost Easy ***


Ciao banane!
Capitolo terminato due giorni fa ma postato solo ora. La causa? Momenti depressivi in cui non mi andava di fare un cavolo, ma non prendetevela con me, i veri colpevoli sono i My Chemical Romance e la geniale idea che hanno avuto di sciogliersi esattamente un anno fa.
Bella mossa, eh?!
Ma non divaghiamo...however, credevo di poter arrivare a 40 capitoli esatti e terminare la storia ma probabilmente supererò quel numero, quindi dovrete sopportarmi ancora un pò.
Sfortunati voi.
Vi ringrazio tutti comunque, uno ad uno, anche chi silenziosamente legge questa storia malata e straziante.
Pace e amore, insomma.
XOXO


 

38. Almost easy



Non riusciva a togliersi la sua espressione dalla testa.
E poi quelle immagini continuavano a tormentarlo come fosse stato un brutto sogno: le mani di Zacky che tremavano, le lacrime che gli rigavano il viso cancellando ogni traccia di quel sorriso che fino a poco prima le aveva incurvate, le ciocche di capelli che cadevano a terra.
Non sapeva dire con precisione quanti giorni o settimane fossero passate da quel momento, ma di sicuro poteva affermare che le cose non andarono affatto meglio. Aveva programmato che sarebbe andato tutto bene, anche se era difficile crederlo, Jim lo aveva programmato. Lo faceva con ogni cosa, programmava ogni cosa e faceva del suo meglio perchè il destino non lo intralciasse. Ma sta volta era diverso. Sapeva sin dall'inizio che lo sarebbe stato e quello che faceva più paura era che nessuno, nemmeno lui, poteva farci nulla.
Ormai sembravano viverci in quell'ospedale, non che fosse un peso ma...
Sospirò chiudendo gli occhi e stringendosi di più contro il corpo di Brian che lentamente aveva incominciato ad accarezzargli i capelli.
Ripensò a Matt e sentì gli occhi pizzicargli. A scuola lo vedeva sempre di meno ormai, non usciva, non mangiava, era addirittura riuscito ad evitare qualsiasi discussione con sua madre o con suo padre riguardo a ciò che stava succedendo nella sua vita. Non dormiva quasi più e ogni volta che raggiungevano la camera di Zacky, lui era gia lì: su quella sedia bianca che ormai era diventata "la sua sedia bianca", messa di fianco al letto apposta per lui. E lo vedeva stringere la mano del suo ragazzo, restare lì a vegetare, quasi come uno zombie, ripetere ogni giorno le stesse azioni solo per stare un'altro pò con Zacky. Il più piccolo intanto, sempre più stanco, aveva ormai rinunciato a convincerlo a tornare a casa, o a scuola, sapeva che non lo avrebbe ascoltato e, per quanto avrebbe voluto farlo, non poteva di certo alzarsi da quel letto e spingerlo fuori dalla porta ricordandogli che aveva una vita e costringendolo a viverla.
E per quanto cercassero di far ragionare Matt, infondo Jim capiva perchè si comportasse in quel modo. Lui non lo avrebbe mai lasciato andare, sarebbe affondato con Zacky. Lo aveva detto lui stesso. E infondo pensò che se tutto questo fosse successo al suo Brian, probabilmente avrebbe fatto lo stesso. Probabilmente la sua vita avrebbe perso tutto il suo significato, ogni sogno avrebbe perso importanza se non fosse più stato al suo fianco.
Quei pensieri gli provocarono una fitta al cuore e come a voler colmare quella tristezza, si tirò un pò su fino a raggiungere le labbra del ragazzo sotto di lui e prese a baciarlo piano.
Brian, che era quasi scivolato nel mondo dei sogni, riaprì lentamente gli occhi sorridendo nel bacio e ricambiando più che sorpreso -Ehi..- soffiò sulle sulle sue labbra -Che c'è?-
Ma Jimmy non rispose, scivolò sul suo corpo sistemando il lenzuolo che coprì entrambi e scese a baciargli il collo.
Le mani dell'altro finirono sulla sua schiena, poi sulla nuca incitandolo a continuare mentre roteava gli occhi ansimando.
Jimmy conosceva ogni suo punto debole: dai morsi sulla mandibola, ai baci dietro l'orecchio. E li sfruttava, uno ad uno, facendolo fremere ogni volta come fosse la prima.
-Hmm...secondo round?-
Sorrise a quelle parole e tornò a torturargli le labbra accarezzando a palmi aperti ogni anfratto di quel corpo. Neanche quando restarono senza più fiato si scansò da esse, le tenne premute sulle sue mentre cominciava lentamente a prepararlo per poi ritornare ad un feroce bacio.
Brian gli morse il labbro inferiore tirandolo e gemendo nel sentire le sue dita esperte che si muovevano dentro di lui. E per quanto volesse urlargli di continuare non riuscì a pronunciare alcuna parola o a dire nulla, se non a gemere ininterrottamente mentre l'altro si spingeva sempre più a fondo.
Sentì gli occhi inumidirsi dal piacere, si aggrappò alle sue spalle, e mosse il bacino verso di lui divaricando ancor di più le gambe in una muta richiesta che Jim accettò senza aspettare altro. Sfilò le dita dal suo corpo non abbandonando neanche per un secondo i suoi occhi. Sfiorò il suo membro duro con il proprio provocando un gemito roco ad entrambi e piano entrò dentro di lui posando le mani ai lati della sua testa e sentendolo gemere ad ogni spinta. Sentiva i muscoli contrarsi intorno al proprio membro e ciò non faceva altro che aumentare la sua voglia di lui. Non appena fu sicuro di potersi muovere depositò un bacio su quelle labbra dischiuse e rosse prima di prendere un ritmo che lasciò Brian quasi senza fiato.
-Jim...p-più veloce..- riuscì a dire serrando gli occhi e stringendosi di più a lui.
E Jimmy ubbidì fino a portarlo quasi all'apice per poi rallentare ancora. Sorrise sentendolo imprecare e continuò così per un pò finchè non fu Brian ad implorargli di smetterla con quella tortura.
Quando finalmente l'orgasmo arrivò Brian lo sentì esplodergli nel petto, arricciò le dita dei piedi inarcandosi e gemette forte riversandosi sul proprio ventre e sporcando entrambi. Jimmy si accasciò su di lui, esausto, respirando a fatica e lo strinse a sè sentendolo ancora tremare.    
-Jim.- Brian si mosse appena sotto il peso dell'altro.
-Hm?-
-Il tuo gomito...è nel mio sterno.-
-Oh..- Jimmy si tirò su arrossendo senza sapere bene il perchè -Scusa.- scivolò al suo fianco prendendo a fissare il soffitto sopra la sua testa.
E Brian sentì improvvisamente freddo -Non volevo che ti allontanassi.- fece fingendosi offeso.
Jimmy piegò un braccio sotto la testa cercando una posizione più comoda, ma non si voltò a guardarlo, nè ricambiò il sorriso. Sospirò soltanto.
-Che hai?-
-Niente.-
Brian lo guardò per un pò, il suo profilo senza la minima espressione, come se non avessero passato le ultime ore a fare l'amore.
-Jim.- si tirò un pò su per guardarlo meglio -Che hai?- ripetè.
-Tra pochi giorni è il suo compleanno.- mormorò.
-Parli di Zacky?-
Jimmy annuì.
-Sei proprio incredibile.- sputò fuori Brian scansando malamente le coperte e infilandosi i boxer che erano stati abbandonati a terra, mentre l'altro lo guardava senza capire.
-Dove vai?-
-Faccio una doccia.-
-Ma...Bri..- lo chiamò facendolo fermare sulla porta -Che ho detto?-
Brian si voltò puntando il suo sguardo in quello di Jimmy -Si parla di lui. Si parla sempre e solo di lui. E lo so che sta male, lo so! E potrò sembrare anche un egoista insensibile ma, cazzo, non riusciamo più ad avere un momento nostro! Possibile che non te ne accorgi?-
Jimmy rimase spiazzato da quelle parole. Deglutì tirandosi a sedere e spostando lo sguardo sulle coperte.
No, non se ne era mai accorto. Dio, che idiota.
-Bri, io..- provò a parlare ma, in realtà, non sapeva esattamente cosa dire.
-Lo so che non sai startene con le mani in mano, lo so che vuoi aiutarlo ma non puoi! Gli voglio bene anch'io Jim, e non sai cosa darei perchè tornasse tutto come prima, ma non è possibile! Non si può, per cui smettila di pensarci!-
-Mi dispiace..-
-Di cosa? Di avermi messo al secondo posto senza pensarci due volte? Del fatto che non riesci a non pensarci neanche quando facciamo sesso? Di cosa ti dispiace, Jim? Eh? Ho sopportato fino ad ora, ma sono stufo di averti in torno solo quando sentì il bisogno di scopare. Sono il tuo ragazzo dannazione, ci sono dentro anch'io in questa storia, ma al contrario di te io non ti lascio indietro!-
-Bri, è solo Zacky...è normale che sia preoccupato..-
-Non è questo il punto! Lo siamo tutti, siamo tutti preoccupati per lui!- scosse la testa e lo guardò deluso. Erano poche le volte in cui lo aveva guardato in quel modo ma ogni volta Jim sentiva qualcosa dentro di sè spezzarsi -Ma questo era il nostro momento.- mormorò Brian. Lasciò cadere le braccia lungo il corpo arrendendosi al fatto che il suo ragazzo probabilmente non avrebbe capito e sospirò.
-A-Amore..-
-Non vengo in ospedale oggi.- Lo interruppe bruscamente -Dì a Matt che mi dispiace.- fece poi lasciando la stanza e chiudendosi in bagno.


Jimmy picchiettò con le dita sul volante sbuffando per l'ennesima volta. Suonò il clacson, una, due volte, ma di Johnny ancora nessuna traccia.
Quella giornata si stava rivelando più merdosa del solito. Le parole di Brian gli rimbombavano ancora nella testa, lo tormentavano da quando aveva lasciato quella casa. Forse era stato uno stupido a rivestirsi in fretta e ad andarsene in quel modo, senza dire nulla, ma non avrebbe potuto fare altrimenti. Brian dava tutta l'idea di voler restare sotto la doccia ancora per molto e, si, avrebbe potuto per lo meno bussare e chiedergli scusa ma per qualche motivo quel poco orgoglio che gli era rimasto glielo aveva impedito.
Eppure non riusciva a smettere di pensare che Brian avesse ragione.
Forse aveva fatto bene a togliersi dai piedi, avevano bisogno di riflettere in questo momento ma entrambi sapevano che non era finita lì. Aveva dato per scontato che Brian fosse sempre stato lì, al suo fianco, come era sempre stato, ma forse questa volta aveva preteso troppo.
Si riscosse dai suoi pensieri quando sentì la portiera dell'auto aprirsi e Johnny sedersi al suo fianco in tutta fretta.
-Vuoi piantarla di suonare?! Sei anche in anticipo, cazzo.-
-Non rompere i coglioni.- mise in moto senza degnarlo di uno sguardo.
-Meow! Siamo nervosi, hm?-
Jimmy lo ignorò e Johnny lanciò un'occhiata ai sedili posteriori notando solo in quel momento che mancava qualcuno -Dov'è Brian?- domandò piuttosto curioso.
-Non c'è.-
-Si questo lo vedo.-
Jimmy strinse forte il volante tra le mani tenendo lo sguardo sulla strada -Non viene.-
-Come...perchè?-
-Cos'è? Un interrogatorio?- sbottò guardandolo male.
-Okay.- mormorò l'altro alzando le mani -Scusa.-
E Jimmy si sentì subito divorare dal senso di colpa. Sospirò prendendosi alcuni secondi per riordinare le idee prima di aprire bocca.
-Abbiamo...avuto una discussione.-
Johnny, che si era voltato verso il finestrino evitando di fare domande, si voltò immediatamente al suono della sua voce.
-Qualcosa di grave?-
-Dice che ultimamente si sente...trascurato.-
-Da te? E' forse impazzito?- inarcò un sopracciglio. Di sicuro non si aspettava una cosa del genere.
Jimmy fece spallucce -Forse ha ragione.-
-Cosa te lo fa pensare?-
Deglutì mordendosi il labbro inferiore, indeciso se parlare o meno. Non era il tipo che chiedeva aiuto, lui.
-Avanti, Jim, sono io. Parla.- lo rassicurò.
Prese un respiro profondo -Abbiamo fatto..-
-Sesso.-
-Si.-
-E?-
-Non lo so. Non riuscivo a pensare che a Zacky.-
Johnny lo guardò, stupito, o forse sconvolto -D-Davvero?-
-Si, ma non in quel senso. Cioè...Brian dice che non abbiamo più un momento per noi, che questa storia di Zacky rischia di buttarci a terra e non ce ne accorgiamo neanche..insomma, io non capisco..che devo fare?-
-Sul serio mi stai chiedendo di aiutarti?- poteva sentirsi come il re del mondo in quel momento. Vedeva Jimmy Sullivan strisciare verso di lui in cerca di una speranza. Dio, era...sconcertante. Gia.
-Sono disperato.- si lamentò Jim.
-Ascolta, perchè non passi un pò di tempo con lui? Voi due da soli. In fondo credo abbia ragione. E poi vi farebbe bene.-
-Ma..-
-Niente ma.-
-E va bene.- sospirò parcheggiando -Spero solo che gli passi.-
Johnny gli sorrise, sapeva che sarebbero sopravvissuti a qualsiasi cosa. Li aveva visti andare avanti nonostante tutto e tutti. Non c'era nessuno che Jimmy potesse amare più di Brian, era il suo destino, ne era certo.
-Matt è gia qui?- chiese una volta usciti dall'auto.
-Non lo so, ora lo chiamo.-


-Sto arrivando.- disse Matt prima di riagganciare. Gli altri erano gia lì e non poteva credere di aver dormito così tanto.
Velocemente si vestì e si infilò le scarpe sedendosi sul letto.
Quelli erano i giorni più duri e stava ancora cercando di abituarsi all'idea che probabilmente Zacky non sarebbe uscito molto preso da quel posto. La chemio lo stava privando della sua parte migliore, ogni giorno era sempre più stanco e l'unica cosa che Matt poteva fare era stargli accanto. Nient'altro.
E non era per niente facile vederlo in quello stato.
La cosa che forse gli faceva più tristezza era il fatto che Zacky si obbligasse ad indossare un fottuto cappello ogni volta che vedeva delle persone entrare nella sua stanza. Odiava quello che stava diventando e non voleva, non poteva, permettere che lo vedessero in quello stato, che sentissero tutto quel dolore che lo circondava. E Matt, per quanto odiasse il fatto che continuasse a nascondersi, aveva cercato di assecondarlo anche solo per poterlo rendere felice o vederlo sorridere: gli aveva portato uno dei suoi cappelli e ora non c'era giorno in cui Zacky non lo indossasse. Era buffo il modo in cui gli andasse grande ma era anche fottutamente adorabile vederlo con addosso qualcosa di suo. Tante volte aveva immaginato di vederlo girare per casa con una delle sue magliette dopo aver fatto l'amore e, cavolo, gli veniva da piangere solo al pensiero che quel corpo che tanto amava si stava appassendo fin troppo in fretta.
La porta della sua camera che si apriva lo costrinse ad alzare lo sguardo incontrando quello di sua madre. Era sorpreso di vederla lì, in fondo erano settimane che cercava di evitare di iniziare conversazioni che sarebbero state imbarazzanti per entrambi.
-Credevo dormissi.- fece lei.
Matt non rispose, si alzò infilando la giacca.
-Dove stai andando?-
-Esco.-
-Matt, dovresti riposare.-
-Non ne ho voglia.- fece oltrepassandola e uscendo dalla camera. Sperava solo che lo lasciasse andare senza dire altro, anche se una parte di lui soffriva all'idea che sua madre lo giudicasse proprio come tutti gli altri.
Ma lei sembrava voler insistere, forse stanca di quel rapporto così instabile con suo figlio, e lo seguì, bloccandolo con la mano sulla maniglia della porta d'ingresso -Io non capisco.- disse soltanto.
Matt sospirò abbassando lo sguardo. Poi si voltò -Cosa?- ma non incrociò il suo sguardo.
-Torni tardi a casa, fai a botte, non mangi, non mi parli...e ora dici di frequentare un ragazzo...Matt, perchè ti comporti in questo modo?-
-Lo sai.-
-No non lo so, non me ne parli.-
-Non mi sembra che ti importi poi molto.-
-Sono tua madre, mi importerà sempre di te. Vorrei solo che non facessi scelte di cui potresti pentirti.-
-Pentirmi?- solo in quel momento cercò i suoi occhi -Non mi pento di quello che sono. So quello che faccio.-
-Ne sei sicuro?-
Matt annuì, convinto. La sola cosa che riusciva a pensare in quel momento era che doveva raggiungere l'ospedale, raggiungere Zacky. Restare lì a parlare con sua madre che non avrebbe comunque capito sarebbe stata solamente una gran perdita di tempo.
Almeno fino a che non gli balenò in testa un'idea del tutto nuova: se non poteva spiegarglielo, poteva farglielo vedere.
-Vuoi davvero sapere cosa succede?-
-Si.-
Prese un respiro profondo -Allora devi vedere una cosa.-
-Cosa?-
-Lo vedrai con i tuoi occhi.-

Ritorna all'indice


Capitolo 39
*** 39. Hope and Faith ***


 

Care banane sono tornata u.u (si, ormai siete le mie banane da compagnia)
However...un particolare piuttosto ovvio che però non ho precisato negli scorsi capitoli è che non ho la minima idea di quale sia il nome della mamma di Zacky T.T cioè, lo sapevo giuro ma l'ho dimenticato :°D e ora voi direte "Ma chi se ne fotte!"....e fate bene u.u
Hmm..su questo capitolo niente da dire, solo che SPERO di non avervi sfracassato con la piega abbastanza triste che ha preso la storia >.< Poi...ah, si...ho fatto spazio ad un pò di momenti Brian/Jimmy finalmente e come promesso il nano Johnny non è stato abbandonato o lasciato indietro (come spesso purtroppo succede di vedere)...We love you Johnny Christ <3
Ora mi dileguo, recensite piccole banane!
Baci.
XOXO

 



39. Hope and Faith



Forse poteva non essere la cosa giusta, e sicuramente era così, ma in quel momento poco importava. Era la prima cosa che gli era venuta in mente di fare, l'unica soluzione, e forse anche l'idea più giusta che potesse avere. Sperava che sua madre avrebbe capito, magari vedendo le cose con i propri occhi avrebbe cominciato a pensarla in modo diverso. E Matt non aveva fatto altro che tenersi aggrappato a questa speranza  che cresceva dentro di lui, aveva deciso di giocarsi tutto e poi in un modo o nell'altro i suoi genitori avrebbero dovuto sapere come stavano realmente le cose.
L'ansia lo divorava ma provò anche un senso di orgoglio o leggerezza, non sapeva dire bene cosa fosse, quando gli occhi di sua madre si posarono su Zacky per la prima volta.
C'era questa grande vetrata accanto alla porta della sua stanza, che permetteva di vedere all'interno ma non viceversa e fu questo a permettere a sua madre di incontrare la figura del ragazzino steso su quel letto e impedire allo stesso tempo a quest'ultimo di sapere chi ci fosse al di là di quello "specchio". Matt cercava di immaginare la faccia che Zacky avrebbe fatto se solo avesse saputo che sua madre era lì. Sorrise all'idea di quelle guance che arrossivano in modo adorabile.
Sospirò tenendo lo sguardo su Zacky che, del tutto ignaro, sorrideva con Jimmy e Johnny che gli tenevano compagnia. Sarebbe voluto entrare e stringerlo forte, dirgli che era lì, che lo stava guardando, che era a pochi metri da lui, ma prima doveva delle spiegazioni a sua madre così si preparò mentalmente a ciò che avrebbe dovuto dire e finalmente parlò.
-Lui è Zacky.- solo in quel momento sua madre spostò lo sguardo su di lui, ma Matt non ricambiò.
-Che cos'ha?- mormorò riportando lo sguardo su quel ragazzino. Ma il viso pallido, il sorriso stanco e...quello era il cappello di suo figlio?!..comunque sia bastò questo a farle intuire la situazione. Spostò di nuovo lo sguardo su Matt, che deglutì prima di aprire bocca qualche secondo dopo.
-Ha il cancro.- disse con un fil di voce. E strinse le labbra, più per la rabbia che per trattenersi dal piangere proprio in quel momento.
-E' così...giovane..- gli si strinse il cuore a pensare che un ragazzino stesse passando tutto questo, alla sua età poi.
-Matt.- sospirò poi -Lui...è..-
Matt sembrò capire e annuì -...stiamo insieme.- sentì il cuore esplodergli nel petto pronunciando quelle parole. Dio, quanto avrebbe voluto poterlo dire senza vergogna -Lui...ha bisogno di me.-
-E'...per questo che stai con lui?- chiese lei confusa.
-No.- si affrettò a dire -Io...è successo molto prima..- era estenuante affrontare un discorso del genere, tentare di farle capire cosa provasse. Calibrava ogni parola, le sceglieva con cura come se dovesse spiegare in qualche modo la cosa più difficile del mondo. Ogni parola aveva un suo peso.
-Quindi...ti piace.-
Matt roteò gli occhi -Potresti evitare di fare quella faccia?- sbottò.
-Quale faccia?-
-E' come se ti dispiacesse.- sbuffò -Cerca di capire, per favore.-
-Lo sto facendo Matthew.-
-Beh, sforzati.-
Fece un respiro profondo prima di voltarsi ancora verso la stanza -Quella è sua madre?- chiese indicando la donna seduta accanto al letto.
-Si.-
-Lei sa?-
Matt annuì.
-Scusa se sono così.- mormorò poi. Non sapeva bene perchè lo avesse detto, ma fu felice di vedere sua madre reagire nel migliore dei modi.
-Ascolta, non starò qui a dirti se è sbagliato o meno ma...io mi fido di te Matt.- disse lei -Perciò non fare cazzate.- gli puntò un dito contro.
Matt sorrise appena annuendo.
-E poi devo dire che e' un bel cambiamento.-
-Non è un cambiamento...è..- storse la bocca facendo sallucce -Non so bene cos'è..-
Lei sospirò -Sei davvero sicuro di provare qualcosa per questo ragazzo?-
-Non parlerò di questo con te, mamma.- ridacchiò passandosi una mano dietro la nuca.
-Su certe cose non cambi mai eh?!- scosse la testa sorridendo. E Matt fu più che grato di vederla sorridere, qualcosa di buono alla fine lo aveva concluso.
-Beh stagli vicino. Va bene?- continuò lei. E il modo in cui lo disse faceva sembrare Zacky parte della famiglia -E..sarà meglio non parlarne con tuo padre per ora, sai..-
-Lo so.- annuì abbassando lo sguardo -Senti..vuoi entrare?- azzardò.
-Magari un'altra volta.-
Potrebbe non esserci un'altra volta, dannazione.
Matt si limitò ad annuire.
-Spero che migliori, comunque. Sono sicura che non merita tutto questo.-
-Gia. Non lo merita.-
Lei lo guardò per un pò: lo sguardo fisso davanti a sè, pensieroso, preoccupato. Era abbastanza sicura che ci fosse amore nei suoi occhi, poteva vederlo dal modo in cui guardava Zacky.
-Matt.- lo chiamò.
-Hm?-
-Riportami a casa.-


Quella sera.
Matt non aveva detto nulla a Zacky della visita di sua madre. Nè a lui nè a nessun'altro.
In fondo era successo così all'improvviso che non avrebbe saputo spiegare bene il perchè avesse pensato di mostrargli tutto in quel modo. Non era stata una cattiva idea, anzi era andata meglio di quanto avrebbe mai immaginato, e restava il fatto che cominciava a sentirsi non più poi così sbagliato dopo tutto.
Johnny, non appena uscito dall'ospedale fu investito da un venticello fresco che lo spinse a stringersi nel cappotto, rabbrividendo. Camminò verso i parcheggi dove trovò Jimmy poggiato alla propria auto, con una sigaretta tra le labbra. Si avvicinò, sorpreso, non si aspettava di vederlo ancora lì, lo aveva visto uscire almeno una mezz'ora prima e sinceramente in cuor suo aveva sperato che fosse gia tra le braccia di Brian, a casa, dove avrebbe dovuto essere.
-Che ci fai ancora qui?- esclamò fermandosi davanti al suo amico e giocherellando con le chiavi che teneva in mano.
Jimmy fece spallucce gettando lontano il filtro consumato.
-Zacky?- chiese poi, tenendo lo sguardo sulle proprie scarpe.
-Dorme. Jim, che c'è che non va?-
Alzò ancora le spalle incrociando le braccia al petto.
-Piantala di farlo.-
-Cosa?-
-Piantala di fare spallucce. Dovresti andare da lui.- sospirò Johnny.
-Lo so.-
-E cosa stai aspettando? Jim non devi preoccuparti di nulla, ok? Voglio che pensi a Brian adesso, voglio che tu rimetta apposto le cose con lui. Oppure mi costringi a prenderti di peso e ficcarti in macchina.-
-Prendermi di peso, John?!- sorrise appena -Sicuro di farcela?-
L'altro roteò gli occhi -Non fare lo spiritoso proprio adesso, genio. Non puoi permetterti di mandare tutto a puttane con Brian.-
-Lo so.- mormorò.
-Lo so che lo sai.- fece Johnny in modo ovvio.
-Hm.-
-Allora? Che ci fai ancora qui?-
Jimmy si portò le mani sulle tempie massaggiandole, esausto -Prendevo tempo.- sbuffò.
-Ah.- Johnny lo guardò per un pò, poi fece per dire qualcosa ma si fermò non appena sentì il rumore di uno sportello chiudersi alle sue spalle. Si voltò, nel momento stesso in cui Jimmy alzò lo sguardo.
Brian era pochi metri da loro. E il cuore di Jimmy perse un battito, di certo non si aspettava di trovarselo lì. Aveva perso tempo a prepararsi qualcosa da dire e ora eccolo lì. Non appena i suoi occhi si posarono sul suo ragazzo sentì le gambe tremare e un nodo in gola. Odiava litigare con lui.
Non succedeva mai, ma quando accadeva era un vero schifo.
-Rimetti le cose apposto.- gli sorrise Johnny prima di allontanarsi.
Annuì e quando vide Brian avvicinarsi lo imitò, infilando le mani nelle tasche dei Jeans così da evitare di torturarsele tutto il tempo.
Prese un respiro profondo con l'intento di dire qualcosa, ma fu Brian a parlare per primo non appena si fermarono l'uno di fronte all'altro.
-Scusa il ritardo.-
-Pensavo avessi detto che non saresti venuto.- mormorò.
-Ci ho pensato, ma non sono poi così stronzo.-
-Beh è comunque tardi, Zacky sta dormendo.-
-Oh.- si grattò la nuca imbarazzato -Stavi andando a casa?-
Jimmy annuì abbassando lo sguardo.
-Cioè, no.- si corresse velocemente poi -Pensavo di venire da te.- Brian stette in silenzio, aspettando che continuasse -Per scusarmi, sai..avevi ragione. Ti ho dato per scontato. Mi dispiace.-
-Io, beh...non avrei dovuto reagire in quel modo, so quanto ci tieni.- sospirò -A Zacky, intendo.-
Jimmy si perse per un pò nei suoi occhi, doveva fargli capire che non era cambiato nulla, che erano ancora loro. Proprio come era sempre stato.
Aveva bisogno di lui.
-Comunque rimani un cretino.-
Si riprese a quelle parole e il suo sguardo si spostò meccanicamente sulle labbra dell'altro che si curvavano in un piccolo sorriso, rendendole più adorabili di quanto gia non fossero.
-Scusa.- mormorò.
Brian si avvicinò ulteriormente, ora poteva sentire il suo profumo -Sei un cretino e ti odio, davvero, ti odio profondamente...ma devo darti un bacio.- sussurrò.
-Mi odio anch'io.-
-Non ho chiesto il tuo parere.- soffiò sulle sue labbra prima di alzargli il mento con un dito e baciarlo delicatamente.
E Jimmy avvampò, sentì il cuore tremargli, come fosse la prima volta -Sono perdonato?- sussurrò.
-Dipende.-
-Da cosa?-
-Da te, principessa. Voglio un appuntamento, uno di quelli veri: fiori, cinema, cena e sesso.-
Jimmy sorrise, poi annuì.
-Domani.- fece Brian prima di baciarlo di nuovo.
-Passo da te alle otto.-
-Sette.-
-Andata.- sorrise portandogli le mani sul viso -Ti amo.-
E Brian lo abbracciò, così forte che credette di morirci in quelle braccia. Ma che ti importa se un abbraccio ti rompe le costole quando ti aggiusta il cuore?


Quando sai che potresti perdere la persona che ami di più a questo mondo e che non potrà più esserci per sentirtelo dire, il tuo unico pensiero è ripetergli quanto la ami ogni secondo di ogni giorno. Ed era così che Zacky si era addormentato, con la voce di Matt che gli ricordava quanto lo amasse e che lo faceva sorridere lavando via ogni traccia di dolore da quel viso.
Lui era la cosa migliore che gli fosse capitata nella vita. Aveva completamente sconvolto il suo modo di essere o di vivere, certo, ma continuava a pensare che nonostante il dolore, l'essere diversi, la paura, nonostante tutto quello che avevano passato ne era valsa la pena. E niente gli avrebbe mai fatto credere il contrario.
E succede di innamorarsi. Perdutamente, poi. Succede e basta, come succede di perdere il treno, di dimenticare gli appunti sotto il banco di scuola, di aprire le finestre alle sette del mattino e sentire l'aria di una nuova primavera, di perdere le chiavi. E come succede che arriva quella persona che ti fa capire perchè non ha mai funzionato con nessun'altra. Capita.
Però lui era arrivato di colpo, come quando sbatti le palpebre, quasi non te ne accorgi. Arrivò e gli sfiorò l'anima, avete presente? Ed era buffo il fatto che per tanto tempo avesse cercato di convincersi ad odiarlo, e poi aveva finito per amarlo. Ed era bello sentirlo ridere, averlo accanto, con quegli occhi da bambino che lo scrutavano attentamente, curiosi, soprattutto quando facevano l'amore. Era bello sentirlo dentro al proprio cuore, così in profondità. Era bello sentirlo e basta.
Matt sfiorò la mano del più piccolo con le labbra depositandovi un tenero bacio, poi spostò lo sguardo sui suoi occhi, ormai chiusi, e ascoltò il suo respiro calmo. Cercò di imprimersi bene nella mente la sua immagine sperando, la notte stessa, di ritrovala nei suoi sogni. In modo che scacciasse ogni suo incubo. Lo sentì sospirare piano nel sonno e voltare la testa dall'altra parte. Si chiese se anche a Zacky capitasse di sognarlo qualche volta.
-Matt.- si accorse della presenza della mamma di Zacky sulla porta solo quando la sentì pronunciare il suo nome. Si voltò.
-Va a casa, tesoro.-
Annuì tornando poi con lo sguardo su Zacky, si alzò, gli baciò la fronte scostandogli qualche ciocca di capelli e a malincuore lasciò la sua mano pallida.
-Vuoi un passaggio?-
Lei sorrise. Ce ne aveva messo di tempo per imparare a darle del tu. Poi annuì -Volentieri.-
In macchina c'era silenzio, ma non pesava affatto. I loro pensieri erano rivolti alla stessa persona, come le loro preoccupazioni, e questo bastava a farli sentire a proprio agio.
-C'è stata una visita inaspettata oggi.- esordì la donna con un sorriso furbetto sulle labbra.
Matt le rivolse uno sguardo confuso -Hm?-
-Immagino fosse tua madre.-
Sgranò gli occhi guardandola ancora più stordito di prima. E quel dannato sorrisetto gli ricordava tanto Zacky.
-I-Io...- biascicò -Tu come..-
-Vi ho visti uscire. E poi non ho pututo fare a meno di notare quanto ti somigliasse.-
Matt accennò un sorriso, ma non disse nulla.
-Perchè non hai detto niente?-
Era quella la domanda che temeva -Non lo so.- sospirò -Mi dispiace, non...ha preferito non entrare e...io non volevo che Zacky ci restasse male.-
-Gli hai parlato di lui?-
-Si.- proprio in quel momento fermò l'auto davanti il vialetto di casa Baker. Si morse le labbra stringendo il volante tra le mani, voleva solo tornarsene a casa e dormire. Dormire per non pensare, gli era sempre piaciuta come soluzione.
La mano di lei si posò sulla portiera ma prima di fare qualsiasi cosa si voltò ancora verso Matt -Voglio dirti una cosa.-
Lui la guardò, lasciando che continuasse.
-Sai cosa faccio io la sera prima di andare a dormire? Dopo aver dato la buonanotte a Zacky, dopo essere tornata a casa, entro nella sua camera. Anche se lui non cè, entro lì dentro e mi siedo sul suo letto ripensando a quando era bambino, e a quando di certo non si aspettava questo dalla vita.-
Matt distolse lo sguardo sentendo gli occhi pizzicargli.
-E sai cosa fa Zacky prima di andare a dormire? Prima che tu vada a dargli la buonanotte?-
Scosse la testa riportando lo sguardo su di lei.
-Lui prega.-
Schiuse appena le labbra, sorpreso.
-E il più delle volte per te.-
-P-Per me?- furono le uniche parole che riuscì a pronunciare.
Lei annuì -E sai qual'è la cosa più strana?- continuò -Non glielo avevo mai visto fare, Matt. Mai.-
Lasciò che una lacrima scivolasse sulla sua guancia tracciando una scìa bagnata. Quelle parole bruciavano, lo marchiavano dentro, come il fuoco. Sapere che Zacky pregasse per lui, a che scopo poi? Perchè lo faceva? Non era lui quello che aveva bisogno di aiuto!
E poi, pregare sarebbe mai servito a qualcosa?
Non aveva mai riposto la sua fede in un qualche Dio lassù, ma in quel momento sperò davvero che ci fosse qualcuno ad ascoltarlo.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 40
*** 40. Bittersweet pt.1 ***



Capitolo scritto in una giornata e interamente di getto, perciò lo pubblicherò per come è venuto. Mi scuso per eventuali errori, non solo di questo capitolo ma anche di altri. La mia distrazione alberga in ognuno di loro c.c vogliate perdonarmi.
Beh, che dire, è la prima parte di due capitoli interamente dedicati a Jimmy e Brian, quindi se a qualcuno non dovesse andar giu questa coppia può anche evitare di farsi venire il diabete e tornare indietro a leggere qualcosa di più interessante.
Come sempre vi ringrazio tutte, piccole banane ^^
Spero che mi facciate sapere cosa ne pensate perchè sinceramente questa coppia mi sta prendendo molto ed è tutta colpa di alcuni di voi che mi hanno chiesto di scrivere di più anche su di loro U.U
Basta chiacchiere, vi adoro, XOXO.


 

40. Bittersweet pt.1



Jimmy sbuffò pesantemente puntando i piedi a terra e fermandosi davanti allo specchio. Ciò che vedeva riflesso non gli piaceva affatto. Eppure era più di mezz'ora che camminava lì davanti, facendo avanti e indietro come fosse al suo primo appuntamento. Alla fine si sedette sul letto, sospirando, e rimase a guardare il vuoto per un pò. Aveva preso quell'uscita fin troppo sul serio, di certo avrebbe fatto di tutto per rendere quella serata speciale, non poteva permettere che Brian pensasse che non gli importasse nulla, che non tenesse a lui. Il fatto è che ci teneva, e forse anche troppo. Forse ci teneva a tal punto da non chiudere occhio la notte, da cambiarsi almeno cento volte e non piacersi mai, da prendersi i capelli tra le mani ed entrare in piena crisi.
Forse ci teneva da morire.
-Allora? Non sei ancora pronto?- la voce di sua madre sulla porta lo riportò alla realtà facendolo sentire un vero idiota per essere rimasto così, senza speranze, con lo sguardo nel vuoto. Si alzò posizionandosi di nuovo davanti lo specchio per poi voltarsi -Come sto?- fece con una piccola smorfia sul viso. Portava quei jeans neri che a Brian piacevano tanto, non molto per il tessuto quanto per il fatto che diceva che gli facevano un gran bel culo, una camicia e il giubotto di pelle che era sempre solito indossare. Sua madre sorrise avvicinandosi e gli sistemò il collo della camicia -Perfetto. Sembri quasi un principe.-
Jimmy sorrise, trattenendo una risata. Un pò insolita quell'affermazione visto che appena il giorno prima Brian gli aveva dato della "principessa".
-Sicura che posso metterla?- chiese abbassando lo sguardo sulla camicia.
-Ma certo. Sono sicura che a tuo padre non dispiacerà.- lo prese per le spalle costringendolo a girarsi verso lo specchio -Gli somigli ogni giorno di più.- disse guardando il suo riflesso -Lui adorava portarmi fuori a cena, farmi delle sorprese.- sorrise malinconica -E Brian adorerà te.-
Avrebbe passato ore a parlare di suo padre, ma ogni volta che lo faceva sentiva un nodo in gola e per quanto si sforzasse non riusciva ad andare avanti. Aveva costruito intorno a lui una figura pari a quella di un eroe, o comunque di un galantuomo visto le storie che era solita raccontargli. Voleva che suo figlio lo ricordasse come il migliore degli uomini e non avrebbe lasciato che dimenticasse quanto gli aveva voluto bene. Non che Jim non lo avesse mai conosciuto, ma la morte di quella figura maschile era avvenuta fin troppo in fretta, glielo avevano strappato via, rubandogli gli anni migliori che avrebbero potuto passare insieme. Spostò lo sguardo su sua madre, che gli accarezzò una guancia sorridendo. Non le aveva mai chiesto se avesse mai pensato di rifarsi una vita.
-Mamma..- biascicò.
-Adesso vai, non farti aspettare.- distolse in fretta lo sguardo e gli sistemò la giacca.
Jimmy annuì -Dimmi buona fortuna.- sorrise.
-Non ne hai bisogno, cadrà ai tuoi piedi.-
-Se lo dici tu.- ridacchiò lasciandole un bacio sulla guancia.


Dio, se avesse potuto lo avrebbe anche stuprato lì, sulla porta di casa. Brian era di una bellezza assurda quella sera, e quasi si sentì mancare nel rendersi conto che tutto quel ben di dio era soltanto suo. Ma Brian, dal canto suo, con quel sorriso bastardo intuiva gia ogni pensiero di Jim, sapeva l'effetto che gli faceva, sapeva di averlo gia in pugno. E gli bastava la sua faccia imbambolata per sentirsi soddisfatto in quel momento.
Jimmy non gli aveva dato il tempo neanche di biascicare un "ciao" e si era avventato sulle sulle sue labbra, come se non le baciasse da un secolo, come se fossero ossigeno. Al chè Brian era rimasto sorpreso, o meglio felice, di quel gesto e lo aveva lasciato fare stringendolo contro il suo corpo senza tante cerimonie. Approfondì il bacio palpandogli il sedere e vedendolo sorridere quando si staccarono.
-Sei in ritardo.- soffiò a pochi centimetri dal suo viso.
Jim corrugò la fronte e lanciò un'occhiata all'orologio che portava sul polso -Bugiardo.-
-E invece si.- perseverò Brian con uno sguardo divertito davanti all'espressione offesa dell'altro.
-Ma...solo di 5 minuti!.-
-E' comunque un ritardo.-
-Vuoi sul serio restare qui a lamentarti?-
Brian fece spallucce, poi sorrise -Hai ragione, andiamo principessa.- lo sorpassò chiudendo la porta alle sue spalle e Jimmy lo seguì roteando gli occhi.
-Vuoi piantarla di chiamarmi in quel modo?- si lamentò entrando in macchina. Brian lo guardò per un pò mentre sbuffando metteva in moto -Mi piace vederti arrossire quando lo faccio.- disse posando la testa contro il sedile e continuando a guardarlo con quello sguardo languido che Jimmy si ripromise di non incrociare o avrebbe anche potuto dire addio a quell'ultima briciola di autocontrollo. Per Brian era fin troppo semplice ormai, adorava provocarlo.
A fire il vero quella sera avrebbe voluto prolungare quella sua amara agonia facendogli credere che fosse ancora arrabbiato con lui, ma il suo piano era crollato quando, dopo aver aperto la porta, se lo era ritrovato davanti con quegli occhi che...dio, come si fa ad essere arrabbiati con quegli occhi che ti guardano in quel modo? Come si fa a resistere? Così aveva deciso che lo avrebbe fatto impazzire in un altro modo, e a quanto pare ci stava riuscendo alla grande.
-Io non arrossisco.- mormorò Jimmy mettendo il broncio.
-Si che lo fai James.-
-Non sei divertente.-
Brian ridacchiò e quando decise di dargli un pò di tregua calò il silenzio. Ma Jimmy per quanto cercasse di concentrarsi sulla guida poteva sentire il suo sguardo insistente su di sè, ed era difficile far finta di niente, riusciva anche a vedere con la coda dell'occhio quel sorrisetto che incurvava le sue labbra e per un momento si chiese cosa avesse da sorridere in quel modo.
-Dove mi porti?-
-Vedrai.- sorrise rivolgendogli un'occhiata veloce.
Di nuovo silenzio. E Jim non potè trattenersi dal lanciargli un altro sguardo sorridendogli in modo dolce -Che c'è?-
Brian fece spallucce -Sei bellissimo.-
-Anche tu.-


La faccia stupita di Brian in quel momento avrebbe meritato di certo una foto ricordo. Si meravigliò del fatto che il suo ragazzo avesse pensato proprio in grande per quella serata e non poteva che esserne fiero. Sceso dall'auto si era fermato davanti la porta del ristorante del tutto imbambolato. Non si aspettava un posto così, quello non era uno dei semplici locali che erano soliti frequentare quando avevano in mente un'uscita intima, solo loro due. L'unica volta che avevano frequentato un posto del genere era stato per festeggiare il loro primo anno insieme. E quel posto era...cavolo, era stracolmo di gente e...non che avesse problemi di questo genere ma di solito era proprio Jim a chiedergli di vedersi in luoghi più appartati, dove alle persone non sembra importare se tu sia lì con il tuo ragazzo, dove nessuno ti riserva sguardi contrariati e soprattutto dove poteva tranquillamente prenderlo per mano o baciarlo senza il bisogno di sentirsi fuori posto. Di solito era Brian che doveva spingerlo ad uscire allo scoperto più spesso, che poi era stato proprio lui ad insegnarsi a fregarsene di ciò che pensano gli altri. Perciò era del tutto normale una reazione del genere da parte sua.
-Scherzi, vero?- domandò ancora sorpreso.
Jimmy si fermò al suo fianco, sorridendo, e lo prese per mano -No, affatto. Vieni entriamo.-
Il suo stomaco fece una capriola quando Jimmy spinse la porta e si ritrovarono all'interno. Luce soffusa, musica proveniente da un pianoforte, sentiva il chiacchierare delle persone nella grande sala da pranzo che era qualche passo più avanti: Brian non poteva non guardarsi intorno meravigliato.
-Cazzo!- esalò, senza nemmeno pensare di moderare il tono di voce.
-Brì! Potresti evitare?- lo riprese Jim.
-S-Scusa. E' che...wow, davvero...ma p-possiamo permettercelo?- bisbigliò continuando a far vagare lo sguardo qua e là. Jimmy gli sorrise, poi lasciò la sua mano per andare a chiedere informazioni sul tavolo che aveva prenotato. Una donna li accolse sorridente e li accompagnò al tavolo che Jim aveva accuratamene chiesto che fosse messo in una zona un pò più appartata della sala.
-Prego, da questa parte.-
I due la seguirono, e arrivati al proprio tavolo la donna si congedò dicendo che sarebbe tornata dopo qualche minuto per le ordinazioni. La musica leggera del piano abbracciava l'intera sala e a Brian sembrò quasi un sogno trovarsi in un posto del genere e non dover far finta che il ragazzo davanti a sè fosse soltanto un semplice amico.
-Oh cazzo, guarda quante posate! Ma sono tutte per me?-
-Sembri un cazzo di bambino, lo sai?- rise Jim.
-Siamo troppo volgari per stare in un posto come questo.-
-Bhe, signor Haner, se lei la smettesse di sparare stronzate, magari sembreremmo più all'altezza.-
-Lei ha perfettamente ragione James. Dovremmo cercare di evitare un liguaggio così scurrile.-
Risero entrambi portandosi una mano alla bocca, cercando di non dare troppo nell'occhio. Poi Brian allungò una mano sul tavolo verso Jim e afferrò la sua accarezzandone il dorso con il pollice.
-Ti piace davvero?-
Brian annuì -E' tutto perfetto.-
Consultarono il menù per qualche minuto finchè la donna, come promesso, tornò al loro tavolo con un libretto e una penna -I signori vogliono ordinare?-
I due, affamati, annuirono.
Prese le ordinazioni si allontanò e Jim approfittò dell'attesa per versare del vino in entrambi i bicchieri.
-Hai sentito?- ridacchiò Brian.
-Cosa?-
-Ci ha chiamato "signori".- fece alzando il bicchiere mimando un brindisi e poi prendendone un sorso.
Jimmy scosse la testa sorridendo -Ma quanto sei infantile?-
-Cos'è hai finito gli insulti Jim? Infantile? Non sono neanche sicuro che sia un'offesa!- lo prese in giro.
-Idiota. Ti va bene così?-
-Cosa? Oh mio dio stai peggiorando, non ti fa affatto bene stare qui!-
-Brì piantala, sei un cazzone.-
-Così va meglio.- sorrise mordendosi un labbro in modo provocante. Jimmy abbassò lo sguardo arrossendo -Ti odio quando fai così.-
-Cos'è c'è amore? Sei arrossito?- ridacchiò soddisfatto.
-Fanculo.-


La cena procedeva più che bene ed era solo l'inizio di quella che si prospettava come una splendida serata.
-A che pensi?- chiese dolcemente Jim.
Brian lo guardò, riscuotendosi dai suoi pensieri -Non posso credere che tu abbia fatto tutto questo.- sorrise.
-Questo cosa?- di nuovo gli prese la mano accarezzandola. Non curante di chi avesse potuto vederli.
Brian spostò lo sguardo sulle loro mani unite -Lo sai.- mormorò -La cena, un posto del genere..-
-Era quello che volevi, no?- gli sorrise dolcemente -Solo per te.-
-Dio, sei...sei così dolce. Scusa se ti ho urlato contro in quel modo l'altro giorno. Non...io pensavo che ormai non avessimo più tempo per cose del genere e...ne avevo bisogno. Avevo bisogno di te.-
-Brì, avremo sempre tempo per noi due, te lo prometto. Scusami se ti ho permesso di pensare il contrario.-
Brian sospirò stringendo forte la sua mano -Voglio baciarti.- sussurrò -P-Posso?-
-Qui?-
Avrebbe dovuto aspettarsi incertezza da parte sua, dopotutto gli sguardi della maggior parte delle persone erano ancora puntati su di loro. Anche solo per il fatto di tenersi la mano.
-Hai ragione, lascia stare.- si arrese e fece per lasciare la presa quando Jim avvicinò la sua mano alle labbra lasciandogli un piccolo bacio.
-Giuro che poi, se vorrai ancora, ti bacerò fino allo sfinimento.-
E Brian non potè fare a meno di sorridere.
Arrivò il dolce e furono costretti ad abbandonare quell'unico contatto che potevano avere. Ma per ora andava bene così.
-Jim.- lo chiamò dopo qualche minuto passato in silenzio, ognuno chinato sul proprio piatto.
-Hm?-
-Al nostro primo appuntamento, ti capita mai di pensarci?-
Jimmy alzò lo sguardo -Te lo ricordi?-
-Hm-hm. Più che altro ricordo la pioggia.-
-E il tuo ombrello rosa.- rise Jimmy.
-E' vero. Che poi tu hai rotto.-
-Non volevi più parlarmi.-
-E' stato un disastro.-
-Il peggior appuntamento della storia.-
-Gia. Però eri piuttosto sexy con i capelli bagnati.-
-Questo non me lo avevi mai detto.- notò Jimmy.
-Solo perchè evitavo di parlare dei tuoi capelli, avevi un taglio orribile.-
-Che stronzo.- risero entrambi per poi scambiarsi un sorriso complice.
-Comunque sono felice di avere te nella mia vita.-
-Brì..-
-No dico sul serio. Mi fai stare bene, forse dovrei dirtelo più spesso.- teneva lo sguardo sul suo piatto, aveva paura di incontrare gli occhi dell'altro in quei momenti, paura che gli leggesse dentro, che capisse quanto in realtà fosse fragile o di quanto avesse bisogno della sua costante presenza -Ti amo.- mormorò poi.
Jimmy non disse nulla. Ma fece l'unica cosa che chiunque a quel punto avrebbe fatto. Si alzò aggirando quel piccolo tavolo rotondo e sotto gli occhi sorpresi dell'altro si inginocchiò al suo fianco e lo baciò. Le sue labbra sapevano di cioccolato, sorrise.
Era un semplice bacio a stampo, ma per molti lì dentro era come uccidere un uomo.
Lasciandolo senza parole se ne tornò al suo posto, ma nulla gli impediva ora di sentirsi osservato.
Odiava amarlo così tanto.

Ritorna all'indice


Capitolo 41
*** 41. Bittersweet pt.2 ***



Fine ufficiale dei momenti Brian/Jimmy. E mentre alcuni tireranno un sospiro di sollievo altri si contorceranno in preda alla disperazione....................ahahah no sul serio :D
Beh, non vi nascondo che siamo molto vicini al termine della storia e come sempre non vi anticipo nulla, voglio soltanto che le vostre menti malate quanto la mia sfornino supposizioni errate, o giuste che siano, durante l'attesa u.u
Cercherò di farmi viva il più presto possibile, anche se concludere questa storia mi lascerà un enorme vuoto...ma sinceramente non vedo l'ora di terminarla, è la mia prima long e voglio completarla come si deve.
Spero apprezzerete anche la seconda parte di "Bittersweet" e soprattutto spero di sentirvi nelle recensioni perchè non mi fa male sapere cosa ne pensate, eh ^^
Au revoir, e ai prossimi struggenti capitoli!
XOXO



41. Bittersweet pt.2




-Jim..-
Quello di Brian fu quasi un sussurro.
Jimmy era tornato senza dire nulla al suo posto, lasciandolo biasito. Non immaginava che avrebbe davvero fatto una cosa del genere. Era stato lui a chiederglielo, certo, ma dirlo e farlo era abbastanza diverso.
Le sue labbra si schiuserò in un piccolo sorriso mentre Jimmy riportava lo sguardo su di lui -Che c'è?- chiese cauto. I suoi occhi si muovevano velocemente dalle labbra dell'altro alle sue mani. Non era arrossito sta volta, ma era quasi certo di aver fatto un bel casino.
-Che hai fatto?-
Il suo cuore fece una capriola a quella domanda -Io...ti ho baciato.-
-Si, questo lo avevo afferrato.- ridacchiò, anche se percepiva della tensione in lui -Stai bene?-
-Le avevo dimenticate.-
-Cosa?-
-Tutte queste persone.- mormorò. E Brian potè giurare di averlo visto rabbrividire. -Scusa.-
-Ehi Jim, va tutto bene. Non è un problema per me, lo sai.-
-Si ma..- fece una smorfia dispiaciuta tenendo lo sguardo sul ragazzo davanti a sè -Ci guardano vero?-
-Solo un pochino.- sorrise guardandosi intorno -Qui non è come in mensa. Non è come a scuola.-
-Gia.- Jim sospirò abbassando lo sguardo.
-Sul serio, vuoi andare via?-
-No.- si affrettò a rispondere. Non voleva rovinare tutto per una cosa da niente. Era stato solo un bacio, dannazione! -No.- ripetè.
-Sei sicuro?- Brian cercò il suo sguardo, finchè non lo trovò.
-Si, io...non importa, davvero.-
-Va bene.- si sorrisero.
Jimmy cominciò a guardarsi in torno, come se cercasse qualcosa, magari qualcuno che la smettesse di lanciare sguardi verso di lui. Brian invece si tuffò sulla bottiglia di vino davanti a sè, non curante.
-Ne vuoi?-
-Hm?- fece distrattamente Jim.
L'altro alzò la bottiglia davanti ai suoi occhi -Altro vino?-
-Oh, no basta così, devo guidare.-
-Uh, come siamo responsabili.- rise -Sembri quasi serio, sai?-
Ma Jimmy non rispose, si distrasse ancora, e Brian afferrò la sua mano attirando la sua attenzione.
-Tutto bene?- chiese dolcemente.
Jim annuì -S-scusa è che...scusa..- sospirò.
-Fai un bel respiro. Fa come se non ci fossero.-
-Lo so.- chiuse per un momento gli occhi immaginando tutte quelle persone e il loro mormorio il più lontano possibile.
-Solo tu e io.-
-Okay.- strinse la sua mano.


Non sapeva se fosse ubriaco o no, ma dal modo in cui rideva doveva esserlo per forza. Brian era uno spettacolo in quel momento, era riuscito a fargli dimenticare ogni cosa e non staccandosi dal vino neanche per un momento aveva iniziato a sparare stronzate con l'intento di farlo ridere, di farlo stare bene. E aveva funzionato, funzionava sempre. C'erano solo loro due. E Jimmy non si senriva più poi così fuori posto.
-Okay, Brì, basta hai bevuto abbastanza.- rise allontanando la bottiglia dalle mani dell'altro.
-Non ho bevuto così tanto!- si lamentò sbracciandosi e carcando di riappropiarsene.
-Ne sei sicuro?- inarcò un sopracciglio, scettico.
Brian sbuffò posando i gomiti sul tavolo e il mento sui palmi aperti.
-Via i gomiti dal tavolo, siamo dei signori, ricordi?- lo prese in giro Jimmy.
-Fanculo, voglio bere.-
-Fanculo tu, ti voglio sobrio.-
Brian gli lanciò un'occhiataccia e prima che l'altro potesse dire qualcosa sentì una strana presenza tra le sue gambe. Spalancò la bocca e imprecò davanti al sorriso compiaciuto di Brian che continuava ad accarezzargli la coscia con il piede. Sempre più su, e Jim ringraziò il cielo che la distanza non gli permetteva di arrivare proprio "lì". Quello si che sarebbe stato un gran casino.
-Brian!- lo riprese mentre l'altro se la rideva -Che diavolo stai facendo?-
-Non l'abbiamo mai fatto nel bagno di un ristorante.- fece con voce roca e un sorriso che non prometteva nulla di buono.
-E non cominceremo ora!-
-Uffa ma perchè no?- mise il broncio.
-Dio, sei un maniaco!- Jimmy tentò di scacciare il suo piede con la mano, ma senza ottenere grandi risultati -Smettila, per favore!- alla fine sembrava solo che si stesse muovendo in modo strano sulla sedia.
-Sono a tanto così dal saltarti addosso.- Brian ridusse gli occhi a due fessure sporgendosi con il busto verso di lui. Si passò la lingua tra le labbra ma non appena le schiuse per dire qualcosa una presenza alle sue spalle lo fece bloccare immediatamente. Si voltò posando lo sguardo su una cameriera che ora li guardava come fosse imbarazzata.
Jimmy si pietrificò.
-Scusate..ehm, abbiamo ricevuto lamentele da parte di alcuni clienti e-
-E la cosa dovrebbe riguardarci?- la interruppe Brian guardandola male.
-Beh..mi dispiace ma devo pregarvi di evitare alcuni comportamenti, qui dentro...oppure sarò costretta a chiedervi di lasciare il locale.-
-Lei vuole mandarci via?-
-Non dipende da me, signore..i miei superiori-
-Beh allora vorrei parlare con i suoi superiori se non le dispiace!-
Jimmy, che se ne era stato in silenzio senza il coraggio di dire nulla, a quelle parole spostò lo sguardo su Brian guardandolo incredulo. Era certo che tutta questa storia non sarebbe finita bene.
-Brì, lascia perdere.-
-No, non lascio perdere.-
Jimmy lo ignorò e si rivolse alla ragazza, chiaramente in difficoltà -Non c'è problema. Ce ne stavamo andando.-
-Scusate ancora. Se fosse per me..-
-Non importa, grazie.- accennò un sorriso di circostanza e lei si allontanò.
-Andiamo?- si rivolse poi a Brian -Brì?-
Questo lo guardò per un pò, poi scosse la testa e si alzò -Si.- sospirò.


-Sapevi che sarebbe successo.- sussurrò Jimmy con lo sguardo basso sui suoi piedi, mentre camminavano fianco a fianco sul marciapiede. Calciò un sassolino e Brian infilò le mani nelle tasche dei jeans con lo sguardo dritto davanti a sè. Non era arrabbiato, era solo dispiaciuto.
-Si.-
-E' per questo che hai insistito tanto prima, per andare via.-
-Si.-
-Lo sapevo.- accennò un sorriso amaro. In realtà avrebbe voluto non saperlo, non essere consapevole del fatto che cose del genere dovevano per forza far parte della loro quotidianità. Tutto ciò che era normale per le altre coppie, era una sfida per loro. Ogni giorno. Ma fortunatamente erano stati sempre abbastanza forti da reggere tutto ciò.
-Mi dispiace.- mormorò Brian rivolgendogli un'occhiata veloce.
-Sarà sempre così, eh?-
Non rispose, sapeva che Jimmy conosceva gia la risposta. Domande del genere non se le poneva neanche più, non avrebbe avuto senso.
Pochi secondi dopo si accorse del fatto che Jim si era fermato all'improvviso e si fermò di colpo, voltandosi. Lo vide con lo sguardo basso e le labbra serrate, lo vide deglutire a vuoto e scuotere la testa. Lo vide così e una morsa gli strinse il cuore.
Si avvicinò velocemente cercando il suo sguardo e prendendogli le mani tra le sue -Ehi.- lo chiamò dolcemente -Che succede?-
L'altro scosse ancora la testa, spaventato dal fatto che se solo avesse aperto bocca sarebbe scoppiato in lacrime. E non voleva.
-Jim, non è colpa tua.- lo rassicurò accarezzandogli una guancia e facendogli alzare lo sguardo. Quegli occhi lucidi si specchiarono nei suoi, tristi -Ci siamo abituati, no?- si sforzò di sorridere.
Annuì, se pur poco convinto -E' che...ce la sto mettendo tutta, davvero. Non voglio perderti.- si morse le labbra reprimendo un singhiozzo e abbassò di nuovo lo sguardo sentendo la punta del naso pizzicargli. Lo arricciò, e Brian lo trovò adorabile.
-Ehi, va tutto bene. Sto bene.- sussurrò -Jim, guardami.- si sentì tremendamente in colpa per averlo spinto a pensare che potesse lasciarlo -Non ti lascio.-
-Volevo solo che fosse speciale.-
-Lo è.- sorrise passandogli le dita appena sotto gli occhi dove si erano annidate delle lacrime -Con te è sempre speciale. Qualsiasi cosa tu faccia.-
Jimmy sorrise sincero quando una goccia d'acqua cadde proprio sul suo naso. Alzarono gli occhi al cielo e altre goccioline seguirono la prima cominciando a cadere una dopo l'altra e sempre più frequentamente. Brian non ci pensò due volte prima di afferrare la sua mano e trascinarlo con sè a ripararsi sotto uno di quei tendoni di un negozio a caso.
Fu in quel momento che lo sentì ridere -Non ci credo. Piove! Che facciamo adesso? La macchina è laggiù!- fece indicando il parcheggio poco lontano.
-Corriamo.- fece Brian in modo ovvio -Pronto?-
-Cos- ma non fece in tempo a dire nulla che lo aveva gia tirato dietro di sè e si ritrovarono a correre sotto la pioggia.
Entrati velocemente in macchina si lasciarono andare contro i sedili con il fiatone.
-Che vuoi fare ora?- chiese Jim ancora con il sorriso sulle labbra -Hai voglia di un film?-
Brian non rispose, si sporse quel tanto che bastava sfiorare le sue labbra. Approfondì il bacio quando non trovò alcuna resistenza e sfiorò la sua lingua sentendo immediatamente come una scarica elettrica attraversargli la schiena. Rabbrividì, non sapeva bene se fosse per i vestiti un pò umidi o per altro, e cercò di avvicinarsi al suo corpo nonostante lo spazio limitato.
-Che ne dici di saltare quella parte e arrivare direttamente al sodo?- mormorò con voce roca baciandogli l'angolo della bocca.
-Sarebbe?-
Sorridendo scese a baciargli il collo, mentre la mano che prima teneva sul suo fianco era scivolata sempre più giu, ma non per molto visto che Jimmy l'aveva schiaffeggiata prima di potersi ritrovare in una situazione piuttosto piacevole ma scomoda.
-Mi dispiace non faccio sesso al primo appuntamento.- soffiò sulle labbra dell'altro facendolo ridere. Poi gli schioccò un bacio -Voglio prima portarti in un posto.-
-Va bene.-
-Allaccia la cintura.-


Guidarono per un pò mentre Brian non aveva la minima idea di dove stessero andando. Continuava a guardare fuori ma tutto quello che riusciva a vedere erano le strade buie e la pioggia sbattere contro il finestrino. Alla fine si rassegnò dal chiedere degli indizzi poichè Jimmy si ostinava a non voler parlare e si rilassò contro il sedile. Solo pochi minuti dopo la pioggià cessò di cadere e nello stesso istante imboccarono su una strada sterrata.
-Dove siamo?- chiese abbassando il finestrino per vedere meglio. Un venticello fresco gli accarezzò immediatamente il viso facendolo rabbrividire, sentiva il rumore del mare, delle onde che si infrangevano contro gli scogli, ma non riusciva a vederlo.
-Qui.- Jimmy gli sorrise eccitato fermando finalmente l'auto -Siamo arrivati.-
Brian non ci pensò due volte e uscì, approfittando del fatto che fosse spiovuto -Qui dove?-
Poi si bloccò. Si accorse solo in quel momento che erano finiti su una collina. E non era un posto qualunque, si era sempre limitato a vederlo da lontano, fino ad ora.
-Il faro.- sussurrò incredulo. Alzò lo sguardo e si sentì una formica in confronto alla sua imponenza. Così piccolo, così insignificante. Sua madre gli aveva sempre raccontato un sacco di favole su quel posto quando era bambino e ogni volta la pregava di andarci ma nessuno avrebbe mai portato dei bambini lassù. La sua attenzione fu catturata dalla luce sulla cima che girava continuamente senza sosta promettendo alle navi un porto sicuro, e quasi non si accorse di Jimmy che intanto si era avvicinato. Gli prese la mano -Vieni.- e lo portò sul punto più alto lasciandosi il faro alle spalle. Lo spettacolo che si aprì davanti ai suoi occhi lo lasciò se possibile ancora più senza fiato, tanto che dovette portarsi una mano sul cuore per accertarsi che stesse battendo ancora. Infatti quando andò ad abbassare lo sguardo quasi rischiò un infarto rendendosi conto di quanto fossero in alto. Strinse la mano del ragazzo al suo fianco e riportò lo sguardo sull'orizzonte. Era così buio che la linea sottile che separava il mare dal cielo sembrava quasi inesistente. La sola cosa a creare un pò di luce era il bagliore della lanterna del faro che ad ogni giro completo rifletteva la sua luce sul mare. Peccato non ci fosse nessuna nave all'orizzonte in quel momento, sarebbe stato fantastico da vedere.
-Forte, eh?- sorrise Jimmy a trentadue denti.
-Jim, è bellissimo.-
-Lo so.-
Brian si voltò a guardarlo -Perchè siamo qui?-
-E' il mio posto preferito. Volevo che lo vedessi anche tu...così può essere anche il tuo.-
-Tu sei gia stato qui?-
-Un sacco di volte.-
-Perchè?-
-Te l'ho detto.- sorrise ancora davanti all'espressione sorpresa dell'altro -E' il mio posto. Matt ha il molo, Johnny si rifuggia in cantina...io vengo qui. Così puoi trovarmi quando non sai dove sono, no?-
-Perchè me lo mostri solo ora?-
Jimmy sembrò pensarci un pò su -Perchè forse prima non volevo essere trovato. Ma dopo sta sera ho capito che voglio condividere tutto con te. Anche la mia vita. Anzi..soprattutto quella.-
Brian lo guardò per un pò, serio, e per un attimo Jimmy pensò di aver sbagliato qualcosa, tanto che pensò di buttarsi di sotto se fosse stato così. Poi però lo vide sorridere -Avevi pensato proprio a tutto, eh?-
-Gia.- distolse lo sguardo, in imbarazzo. Ma Brian gli prese il viso tra le mani, baciandolo dolcemente.
Tutto di quel posto gli urlava che era esattamente dove doveva essere, che aveva trovato la sua metà con cui avrebbe affrontato una vita intera, e si sentì fortunato: non tutti ci riescono. Fu proprio lì che capirono che quello era davvero amore; amore con la A maiuscola. E sarebbero usciti da questa vita interi, perchè entrambi avevano trovato la propria metà.
-Ho sempre desiderato venire quassù.-
-Vuoi entrare?-
-Non deve esserci un guardiano o qualcosa del genere?-
Jimmy si avvicinò ancora sussurrandogli all'orecchio -Non c'è nessuno.-
Brian chiuse leggermente gli occhi al suono della sua voce, così vicina, così bella.
-Andiamo.-
-Sicuro sia una buona idea?- si lasciò trascinare, anche se titubante.
-Cos'è? Hai paura?- lo sfidò.
E Brian raccolse la sfida spingendolo dentro e chiudendo la porta alle loro spalle. Poi lo spinse contro il muro iniziando a baciarlo.
Si staccarono solo quando Jim lo prese per mano e lo guidò su per le scale in legno che abbracciavano le pareti rotonde formando una chioccola. Arrivati in cima con il fiatone Jimmy si tolse la giacca lasciandola cadere a terra, poi si voltò e fece lo stesso con quella dell'altro riappropriandosi delle sue labbra.
-Vuoi farlo qui?- ansimò.
Jimmy annuì ed è inutile dire che nessuno dei due passò la notte a guardare il panorama là fuori.


Brian ricadde sul corpo dell'altro, sfinito. I loro corpi si intrecciarono, sudati e appagati sul pavimento in legno. La lanterna continuava a girare sulle loro teste illuminando l'orizzonte. Unico testimone dell'amore appena consumato, fu il mare.
Non avevano neanche perso tempo a svestirsi del tutto: Jim indossava ancora la sua camicia, e arrossì al solo pensiero che era appartenuta a suo padre e aveva appena assistito a...a praticamente tutto, per quanto riguarda i suoi jeans ricordava soltanto di averli scalciati via e infatti li vide appallottolati accanto ai suoi piedi. Brian invece la maglia l'aveva tolta quasi subito permettendo all'altro di esplorare il suo petto con le labbra morbide e piene dei suoi baci, i pantaloni...beh, quelli..dipende dai punti di vista, dal momento che li aveva calati fino alle caviglie insieme ai boxer assicurandosi in questo modo che non fossero stati di intralcio a ciò che sarebbe venuto dopo.
Jimmy notò tutto questo in poco più di qualche secondo e sorrise contro il corpo di Brian che riprendendo fiato alzò lo sguardo incrociando il suo.
-Ehi.- sussurrò.
-Ehi.-
-Lo abbiamo fatto sul serio.-
-Gia.- sorrisero.
Il corpo del più grande venne scosso da un brivido e Jimmy gli portò le mani sulla schiena accarezzandolo -Hai freddo?-
Brian non rispose, lo baciò soltanto, lasciandosi abbracciare e nascondendo la testa nell'incavo del suo collo.
-Brì, dovremmo andare.-
Lo sentì mugugnare qualcosa ma le uniche parole che colse furono "...ancora un pò." Così immaginò che volesse restare in quel posizione ancora per molto, cosa che non avrebbe di certo fatto bene alla sua schiena. Non che il suo corpo fosse pesante, anzi era l'unica cosa che gli dava un pò di calore, ma quel pavimento era freddo, duro e di legno. In pratica uno dei posti più scomodi in cui avevano fatto l'amore.
-Brian sto congelando.- riprovò allora. Lo sentì sbuffare e poi alzarsi, ma non senza avergli lasciato un piccolo morso sul collo.
-La prossima volta porteremo una coperta.- fece cominciando a rivestirsi.
-P-prossima volta?-
-Si.- sorrise aiutandolo ad alzarsi -Mi piace qui.-
-Allora torneremo tutte le volte che vorrai. Ma ora dobbiamo proprio andare.- Jimmy si allontanò raccogliendo i pantaloni e infilandoseli.
-Che fretta c'è? Non c'è nessuno...no?- e il fatto che non arrivasse nessuna risposta da parte dell'altro gli fece nascere qualche dubbio -Jim?-
-Hm? Non lo so, ma muoviti.-
-Non..tu non lo sai?- quasi si fece prendere dal panico e si allacciò in fretta i jeans -Ma avevi detto che- Jimmy lo interruppe prendendolo per mano e trascinandolo giu per le scale -Avrei detto qualsiasi cosa pur di farmi scopare, Brian!-
Ecco. Il solito.

Ritorna all'indice


Capitolo 42
*** 42. Emptied ***


Bene, bene, bene, rieccomi qui :3
Ho fatto un pò di ritardo (ma a chi importa) perchè il mio computer ha avuto la brillante idea di non funzionare per un pò di giorni, quindi ho cercato di terminare il capitolo per questa sera così evito che si scassi di nuovo e che io perda tutti gli appunti cwc AnyWay, mentre scrivevo ho avuto parecchie illuminazioni quindi ho preso strade completamente diverse dalle idee che avevo prima e boh...sono rimasta colpita più del solito dalla mia mente malata O.O'
Non vi scasso le palle dicendovi di recensire. Ciao. Vi amo comunque.
XOXO




42. Emptied



Sentirsi grigio mentre fuori il mondo è a colori, beh...non è proprio il massimo. Ma a Matt non importava poi così tanto. Non aveva mai sentito il bisogno di cercare di essere qualcun'altro, amava il grigio che aveva dentro, il buio, il nero, era tutto parte di sè. Qualcuno avrebbe detto che ragazzi come lui hanno bisogno di fingere per sopravvivere, ma lui...lui era stato vero sin dall'inizio. I sentimenti, i gesti, le parole.
Perciò le persone sbagliano, giudicano, fanno del male...e a volte nemmeno se ne accorgono. Ma e' la vita, è così che la chiamano no? Quella cosa che non puoi controllare, che non puoi prevedere, che a volte va avanti anche senza di te.
Lui stesso aveva fatto del male a Frank, come Val ne aveva fatto a lui, come fanno tutti, come fa Jimmy, come fa Brian, come aveva visto fare a Johnny con Lacey. Ma allora perchè non c'è nessuno a salvarci? Dov'è questo Dio di cui si parla tanto? Predichiamo che ci sarà qualcuno a salvarci, lassù, alla fine. Ma nel mentre? Chi c'è mentre cadiamo costantemente vivendo? Chi c'è al nostro fianco, a tirarci su quando cerchiamo di rialzarci?
Nessuno.
Nessuno, era l'unica parola che in quei giorni ronzava nella testa di Matt. A volte veniva alternata alla parola Niente.
Chi salverà Zacky? Nessuno.
Chi sono io? Nessuno.
Cosa posso fare per aiutarlo? Niente.
Andava avanti con nessuno e si nutriva di niente. Nonostante la presenza dei suoi amici si sentiva vuoto.
Svuotato.
Svuotato, come quando si preoccupava di svuotare il cestino in caso Zacky avesse vomitato, come quando si preoccupava di svuotarlo di ogni preoccupazione. Svuotato dei suoi baci, che ormai non riceveva quasi più.
Sapeva di stare aspettando qualcosa che non sarebbe arrivato. La salvezza, per esempio.
E mentre pensava a tutte queste cose gli venne una gran voglia di piagere, ma i suoi occhi erano così asciutti, poi si ricordò che probabilmente le lacrime doveva averle finite e...un momento, perchè diavolo Frank continuava ad agitare una mano davanti la sua faccia?
Come se si fosse appena ripreso da un sogno tornò alla realtà e mise a fuoco la figura di Frank davanti ai suoi occhi.
-Ti senti bene?- gli sentì dire. Lo guardava con un sopracciglio inarcato e Matt si sentì incredibilmente stupido, non aveva ascoltato una parola di quello che aveva detto fino a quel momento il più piccolo e come se non bastasse si rese conto di essersi dimenticato anche che si trovava a scuola. In piedi davanti al suo banco per l'appunto, e doveva essere appena suonata la nuova campanella vista la folla che lasciava l'aula e gli alunni riversati nel corridoio che si accalcavano verso l'uscita.
Trovò incredibile il modo in cui era riuscito ad estraniarsi da tutto questo, dal caos, dalle voci, da Frank...a gia, Frank.
-Matt? Ma..mi stai ascoltando?-
Cercò di riprendersi in fretta e cercò di mettere qualche parola in fila anche se non con molto successo -Si scusa, ehm..scusa ero solo...che stavi dicendo?-
Frank lo guardò, un pò deluso in realtà -Dicevo che ho saputo di Zacky e...mi disp-
-Non fa niente Frank.- si incupì tutto a un tratto.
Frank si morse la lingua, non sapeva cosa altro dire ma non voleva che quella "conversazione" finisse lì -S-starà meglio?- chiese con il cuore in gola. La sola vicinanza con Matt lo destabilizzava alquanto, ma si era ripromesso di parlargli, o forse gli mancava solo la sua voce.  
-Si lui...si, starà meglio.- lo vide forzare un sorriso, si vedeva lontano un miglio che non ci credeva neanche lui a quelle parole. False speranze, ecco cos'erano. Come quelle che aveva avuto lui con Matt.
Scacciò quei pensieri e si concentrò sugli occhi liquidi dell'altro che distrattamente rimetteva le sue cose nello zaino mentre l'aula si svuotava del tutto.
Per la prima volta non aveva fretta di uscire da scuola, Frank, questo è sicuro. Anzi a questo punto gli avrebbero fatto un piacere se li avessero chiusi dentro.
-Quindi..stai bene?- si preoccupò di chiedere.
L'altro fece spallucce -Si, io credo...è solo un pediodo un pò così. Ma andrà bene, spero.-
-Sei ottimista, è gia qualcosa.- sorrise facendolo sorridere. E anche solo per questo si sentì felice.
Matt prese lo zaino mettendolo sulle spalle, ma rimase comunque fermo senza accennare a voler uscire ancora da lì -E tu come stai Frank?- chiese invece.
-I-io?- chiese il più piccolo sorpreso.
Annuì.
-Beh, io sto...sto bene, si...sto- biascicò prima di venire interrotto da una voce femminile e una ragazza che li raggiungeva.
-Ehi Frank!-
Matt alzò lo sguardo mentre l'interessato si voltava verso la fonte di quella voce.
Comunque non seppe spiegare bene se quell'intrusione gli avesse dato fastidio o cosa, fatto stà che qualcosa nel suo cervello scattò. Soprattutto quando vide Frank accennare un sorriso -Sto uscendo con Jamia.-
Il cuore gli salì in gola e poi ritornò al suo posto.
Non seppe spiegare neppure quella di reazione.
-Finalmente! Sono secoli che ti cerco! Dove diavolo eri finito Frank?- sorrise la ragazza prendendolo per mano, poi si accorse di lui -Oh, ciao!-
Si sentì immediatamente catapultato al centro dell'attenzione mentre Frank si preoccupava di presentarli -Ero qui con..ehm, Matt lei è Jamia.-
Forzò un sorriso, chiamando in aiuto le sue amabili fossette -Jamia Nestor, si, so chi sei.-
-E tu sei il famoso Matt Sanders.- non era una domanda vero? Comunque, apparte la voce squillante dovette ammettere che era davvero carina.
-Famoso?- chiese con uno sguardo confuso. Per un attimo si chiese se Frank gli avesse mai parlato di lui.
-Si, beh, si è parlato molto di te e del nuovo ragazzo, sai..-
Perfetto, avrebbe preferito che dicesse qualcosa tipo "Frank mi ha parlato molto di te" ma poi si ricordo delle parole del più piccolo "Sto uscendo con Jamia" E sul serio non riusciva a spiegarsi perchè la cosa lo disturbasse tanto. Che gli piacesse essere il centro dei pensieri di quel ragazzino? Che lo turbasse il fatto di non esserlo più?
Ma in fondo anche Frank doveva andare avanti, no?
-Ah, gia. Giusto.- fece soltando distogliendo lo sguardo.
-Allora, beh..- si rivolse a Frank lasciando cadere quel velo di silenzio e imbarazzo che cominciava a crearsi -..a domani.- gli sorrise e lo baciò teneramente sulla guancia, Frank arrossì appena ricambiando il sorriso e Matt capì che dovevano essere solo agli inizi della loro relazione. O era questo o Frank aveva appena dimostrato di essere irrimediabilmente gay.
-Non vai con lei?- chiese Matt curioso mentre anche loro si avviarono verso l'uscita.
-Nah, è venuta sua madre a prenderla.-
-E?-
-Odio i genitori.-
Matt rise -Anch'io. Non sembri neanche un tipo da coppia a dire il vero.-
-Infatti, non lo sono.- fece spallucce.
Arrivati al cancello si fermarono. Frank avrebbe dovuto proseguire a piedi mentre l'altro aveva lasciato l'auto a pochi passi da lì. Inutile dire che Matt colse l'occasione non appena lo vide aprire bocca per salutarlo -Senti..lo vuoi un passaggio?-
-Sul serio?- fece, preso alla sprovvista.
Matt annuì, non ci pensò due volte, e forse neanche immaginava in che casino stesse per cacciarsi. Insomma, era solo un amico, no? Solo Frank. Solo un amico a cui stava per dare un passaggio fino a casa. Non c'era assolutamente niente di male in tutto questo.
Forse...se l'amico in questione non avesse avuto una cotta per lui...ma tralasciamo: aveva bisogno di vivere per un pò, anche solo qualche minuto, anche solo il tempo di fermare l'auto davanti a casa Iero, poi sarebbe tornato tutto come prima, poi avrebbe permesso di nuovo ai problemi di invadere la sua mente. Non era da egoisti, no? Era solo...significava solo distrarsi per un pò.
E quando Frank accettò il suo cuore perse un battito.

Frank tamburellava con le dita sulle gambe a ritmo di musica. Aveva smesso di preoccuparsi di pensare a qualcosa da dire quando Matt aveva acceso la radio. E ora mancava solo che si mettesse a cantare.
Intanto Matt gli lanciava qualche sguardo sorridendo tra sè e sè, finchè l'altro non se ne accorse e arrossì all'istante.
-Ti piacciono i Misfits.- notò.
Frank annuì soltanto. Si fece stranamente silenzioso per il resto del tragitto e Matt pensò a un modo con cui rompere il ghiaccio. Non che si sentisse obligato, ma preferiva di gran lunga vederlo rapito dalla musica che così in silenzio mentre cercava di non mettersi in imbarazzo con le sue stesse mani.
La verità è che non erano abituati a passare del tempo da soli. E poi di solito si limitavano a scambiarsi degli sguardi, non avevano mai avuto realmente qualcosa di cui parlare. E per Frank era una novità il fatto che Matt si fosse fatto avanti per dargli un passaggio fino a casa. In quel momento desiderò che fossero a piedi, almeno ci avrebbero impiegato più tempo e di conseguenza sarebbero stati qualche minuto in più insieme, anche senza dirsi niente. Magari avrebbe potuto prenderlo per mano o.......Deglutì a vuoto scacciando immediatamente quei pensieri, non poteva permettersi di fare cazzate, Matt aveva delle responsabilità, aveva un ragazzo a cui pensare, e che per di più era in ospedale! Si diede dello stupido imprecando mentalmente.
-Frank, tutto bene?-
Richiamato dal suono della sua voce si voltò di scatto incontrando i suoi occhi. Dio, se era bello.
Annuì freneticamente sentendo la gola secca. Doveva scendere da quella macchina.
-Comunque..- gli sorrise Matt, probabilmente senza rendersi conto del caos che aveva dentro -Sembra simpatica.-
-Hm?-
-Jamia.-
-Oh, si, beh..lo è.-
-E' anche molto carina.-
-Tu credi?- portò lo sguardo davanti a sè.
-Si. Non ti piace?-
-Si..forse...non lo so.- sospirò -Lei è...è la mia migliore amica.- alzò le spalle.
-Stai uscendo con la tua migliore amica?-
-Ha una cotta per me praticamente da sempre.- spiegò -E' l'unica persona su cui posso contare veramente e ho pensato "perche no?"..cioè..-
Matt sollevò un angolo della bocca -E' fortunata Frank.-
Il modo in cui pronunciò il suo nome...Frank si trattenne dal voltarsi -G-grazie.- biascicò soltanto.
Cominciò a torturarsi le mani non appena vide casa sua in lontananza farsi sempre più vicina. Si morse un labbro quando l'auto si fermò.
Capolinea Frank. Prendi la tua decisone. Ora.
-Sei arrivato, sano e salvo.- lo avvisò Matt sorridendogli. Il più piccolo fece lo stesso e Matt si accorse di quanto somigliasse incredibilmente a Zacky.
-Grazie del passaggio.-
-Non c'è problema.-
-Beh..allora..- posò una mano sulla maniglia e si voltò verso il finestrino. Avrebbe tanto voluto dire un semplice "ciao" o "a domani", guardò il suo riflesso sul vetro e chiuse gli occhi -So gia che me ne pentirò.- sussurrò.
Matt si sporse appena verso di lui -Frank..-
E Frank non sapeva se stava per chiedergli cosa avesse detto o semplicemente se stesse bene. Questo non lo avrebbe mai saputo...e in realtà neanche gli interessava.
Gli prese il viso tra le mani e lo baciò.
Non sapeva bene come o perchè ma fu felice di averlo fatto. Questo gli permise di assaggiare ancora una volta quelle labbra.
Matt sgranò gli occhi, ma non si allontanò. Sentì un senso di leggerezza. Forse doveva succedere e basta. In fondo pensò che Frank aveva solo fatto ciò che lui stesso non avrebbe mai avuto il coraggio di fare.
Cancellò ogni pensiero, qualunque cosa che non li riguardasse e chiuse gli occhi nel momento in cui Frank si allontanò. E Matt non disse nulla, non lo guardò neanche, voleva solo provare di nuovo quelle sensazioni. Così, mentre Frank si convinceva di aver fatto un'enorme cazzata, Matt lo tirò a sè prendendolo per la maglia e incollò di nuovo le loro labbra. Se lo portò un pò più addosso e cercò la sua lingua mentre il più piccolo a malapena resisteva all'impulso di mettersi a cavalcioni sulle sue gambe, e dovette reggersi a lui per non cadergli addosso.
Sapevano entrambi che era sbagliato. Ma nessuno dei due in quel momento trovò una buona ragione per fermarsi.
In fondo era anche il loro primo vero bacio.
Era diverso dal baciare Zacky, era così frenetico e carico di bisogno che quasi non ti dava neanche il tempo di assaporarle quelle labbra.
Una mano del più piccolo andò a posarsi sulla sua gamba, prima solo per sostenersi ma poi cominciò a salire, lentamente, così cautamente da creare un forte contrasto con quei baci bagnati e rumorosi. Matt non ci fece molto caso, a dire il vero il suo cervello era ancora lì che cercava di capire cosa stesse succedendo.
Poi la sentì, la sua mano proprio lì, dove non sarebbe dovuta essere. Gemette più per la sorpresa che per altro e solo in quel momento realizzò quanto fosse fuori luogo tutto ciò.
-Frank..- lo chiamò tra un bacio e l'altro -F-Frank..- ansimò. Ma il più piccolo non diede affatto l'idea di volersi fermare -Dio, Frank..- non seppe spiegarsi dove trovò la forza, ma lo fermò. Gli afferrò il polso e nello stesso istante Frank abbandonò le sue labbra permettendo a entrambi di respirare -Basta.- Matt deglutì ansimando, ancora a pochi centimetri dal suo viso.
Frank lo guardò, gli occhi lucidi e le guance arrossate -Scusami.- fu tutto quello che riuscì a dire con la voce che gli tremava. Ritirò velocemente la mano portandosela al petto e guardandolo spaventato. Poi distolse lo sguardo, spaesato, trattenne le lacrime e dopo aver afferrato lo zaino uscì velocemente dall'auto, assolutamente senza dargli il tempo di dire nulla.
Quella fu l'ultima volta in cui si rivolsero la parola.


Era stato un gesto stupido. Davvero senza significato, una cosa non programmata, un errore. Ecco, si, era stato un errore. E non doveva più ripetersi.
Lo aveva tradito. Aveva tradito la fiducia di Zacky e non se lo sarebbe mai perdonato.
Guidò fino a casa, voleva solo rinchiudersi nella sua stanza e non parlare con nessuno.
Eppure non era stato così terribile.
Soffermandosi su quel pensiero si rese conto che avrebbe voluto tanto tornare indietro e prendere a pugni Frank. O forse avrebbe dovuto prendere a pugni se stesso. E' vero, Frank lo aveva baciato...ma era stato lui a incollare di nuovo le loro labbra quando il più piccolo si era scansato. Probabilmente aveva intuito di aver fatto una cosa stupida ancora prima che Matt capisse cosa fosse successo davvero.
Che poi cos'era successo? Niente. Ecco, e nessuno doveva saperlo.
Poteva definirlo un incidente?...Dio, avrebbe solo voluto smetterla di pensare.
Amava Zacky. Lo amava, e avrebbe continuato a farlo. Era un amore così bello, così forte, eppure lo rendeva così fragile.
Si chiuse la porta di casa alle spalle e salì velocemente in camera sua. Gettò lo zaino a terra e si buttò letteralmente sul letto.
Sbuffò quando poco dopo sentì sbuffare e si costrinse ad alzarsi. Non poteva neanche starsene un pò in pace.
-Matt.- lo chiamò sua madre sbucando dalla porta. Sembrava un pò preoccupata, forse per il modo in cui era entrato in casa.
-Che c'è?- sbuffò ancora.
-Come è andata a scuola?- uh, wow, allora qualcuno si preoccupava per lui in quella casa!
-Bene.- disse senza nemmeno guardarla. E poi cos'altro avrebbe potuto rispondergli? Voleva solo restare solo, voleva solo che andasse via.
-Scendi a mangiare?-
-Hm..- fece una piccola smorfia -Tra poco.-
Lei annuì sospirando. Poi lo lasciò solo.
Matt tornò ad abbracciare il letto, o meglio, il cuscino. Si addormentò nel giro di pochi minuti.
Ovviamente non scese a mangiare e sua madre non tornò a chiamarlo.


Quando riaprì gli occhi sentì chiaramente il suo stomaco che brontolava. Si stiracchiò e diede un'occhiata all'orario: erano appena le 3:00 non doveva aver dormito molto, ma quel che era certo è che moriva di fame e inoltre sarebbe dovuto essere gia in ospedale a quest'ora. Si costrinse ad alzarsi e si stropicciò gli occhi uscendo dalla sua camera. Sentiva la bocca impastata e pregò che non ci fosse nessuno in cucina, non voleva dover dare ancora spiegazioni, non ne aveva voglia. Fortunatamente la trovò vuota, prese un bicchiere d'acqua e si poggiò al bancone. Spostò lo sguardo sulle sue scarpe sospirando e il suo primo pensiero andò a Frank. Lo scacciò via e pensò a Zacky.
Era così che doveva essere.
In quel momento entrò sua madre in cucina -Ehi, ti sei addomentato.-
Annuì, prendendo un'altro sorso d'acqua.
-Hai fame?-
-Prima faccio una doccia.-
-Va bene, intanto ti scaldo il pranzo.-
-Grazie.- mormorò uscendo dalla cucina. Prese dei vestiti puliti e raggiunse il bagno. Non aspettò neanche che l'acqua fosse calda e si gettò immediatamente sotto la doccia. Chiuse gli occhi e reclinò il capo all'indietro rilassandosi completamente. Si portò le mani tra i capelli, poi sul viso, strofinò gli occhi: l'immagine della mano di Frank sul cavallo dei suoi pantaloni non andava via. Lo spaventò il fatto di non pensare più solo a Zacky in quelle vesti. Insomma, era da un pò che non combinavano qualcosa, ma avevano ragioni più che valide, anche se era frustrante non sentire più le sue mani sul suo corpo. E poi questo non era un buon motivo per tradirlo in quel modo. Posò la fronte contro il muro freddo tenendo bene a mente l'immagine del suo ragazzo: su di lui, stretto al suo corpo. Gli mancava tutto questo.
Sentì un brivido salirgli lungo la schiena e portò istintivamente una mano tra le gambe. Cominciò a muoverla velocemente sul suo membro trattenendo i gemiti fino a sentirlo completamente duro. Arrivò quasi al limite e si fermò. Aveva altri piani in quel momento.
Ripensò alla volta in cui Zacky gli aveva proposto di "scambiare i ruoli" e deglutì a vuoto. Ci erano andati così vicino, se solo non lo avesse fermato. Ma in ondo era la sua prima volta, era normale essere spaventati. Era una cosa a cui prima non aveva mai pensato, anche se gli era capitato a volte, prima di conoscere Zacky, di chiedersi come funzionassero quel genere di cose quando vedeva Jimmy e Brian pomiciare allegramente e poi sparire da qualche parte a fare i loro comodi. Ma ora che la cosa lo riguardava in prima persona si chiese se mai avrebbero fatto un altro tentativo, lui e Zacky. Anche perchè non credeva di volerlo fare con nessun'altro, se non con lui. E mentre la sua mente era occupata a porsi mille domande la sua mano si mosse quasi da sola finendo sulla schiena e poi più giu. Con l'altra si resse al muro davanti a sè e ancora insicuro su quello che stava per fare cominciò a violarsi lentamente con le dita. In realtà non sapeva se lo volesse sul serio, ma la voglia di provare era tanta. Contrasse i muscoli infilando il secondo dito e gemette incominciando a provare piacere. Certo era strano, ma niente gli impediva di continuare a quel punto. Il fastidio non era neanche minimamente paragonabile a ciò che aveva provato quando era stato Zacky ad entrare in lui, ma la sensazione era abbastanza piacevole. Strinse gli occhi e continuò per un pò anche se dovette ammettere che non era bravo quanto Zacky, lui si che sapeva quali punti toccare, poi quasi al limite sfilò le dita e tornò a muovere la mano sul suo membro portandosi all'apice in poco tempo. Si sorresse con entrambe le mani sul muro riprendendo fiato e non appena si rimise dritto sotto il getto d'acqua avvertì un leggero fastidio tra le natiche. Non ci fece troppo caso, troppo su di giri per ciò che aveva appena provato.
Ora aspettava solo di rifare lo stesso con Zacky.


Alla fine pranzò alle 4 del pomeriggio.
Sperò solo che sua madre non si chiedesse cosa avesse combinato tutto quel tempo chiuso in bagno.
Sparecchiò la tavola e, con il cuore in gola per il fatto che tra non molto avrebbe rivisto il suo ragazzo, si affrettò a raggiungere la porta dopo aver avvertito sua madre che sarebbe uscito.
-Dove stai andando?- l'unico problema fu che non aveva fatto i conti con il fatto che suo padre, che lo aveva bellamente ignorato fino a quel momento, si era improvvisamente ricordato dell'esistenza di suo figlio. Infatti se lo ritrovò alle spalle, come se avesse aspettato il momento giusto per litigare, ancora. Matt si bloccò con la mano sulla maniglia della porta. Chiuse gli occhi prendendo un respiro profondo -Sto uscendo.-
-E dove vai? Dai froci dei tuoi amici?-
Deglutì a vuoto, poi si voltò -Non parlare così di loro, tu non li conosci.- riuscì a dire nonostante la sua voce tremasse, un pò per la rabbia un pò per la paura.
-Non sta a te dirmi cosa devo fare.-
Matt sentì gli occhi gonfi di lacrime che premevano per uscire -Perche non mi lasci in pace?- biascicò.
-Tu non esci di qui ragazzino.-
-Cosa?- la sua voce ora era quasi inudibile. Perchè non gliene andava bene una? Cosa aveva fatto di male? Per un attimo si pentì di non essere andato in ospedale subito dopo aver lasciato Frank. Non sarebbe dovuto entrarci per niente in quella casa.
-Vai in camera tua, e restaci.- lo sentì ringhiare.
-Ma..-
-Ho detto vai!- la sua voce rimbombò nelle sue orecchie mentre la vista si appannava sempre più. Si chiese dove diavolo fosse finita sua madre e poi la vide, li aveva appena raggiunti scendendo le scale.
-Che succede?- chiese infatti.
-Voglio solo uscire.- tirò su con il naso.
-Non uscirai da questa casa finche non lo dirò io, mi hai capito bene? Piantala di frignare e vai in camera tua!-
-Cosa speri di ottenere, eh?- sbottò allora Matt -Cosa speri di concludere facendo così?-
-Non alzare la voce con me!-
-Vuoi tenermi lontano da loro?- urlò non capendo perchè sua madre se ne stesse lì, immobile, in silenzio, senza far nulla -E' questo che vuoi? Non puoi tenermi qui dentro per sempre!-
-Lo farò se sarà necessario! Ti comporterai come una persona normale finchè starai sotto questo tetto! Ho sopportato abbastanza questa storia, non frequenterai più quelle persone!-
Normale. Si, aveva usato proprio quella parola. Normale. Oltre a tutta la merda he gli stava gettando addosso.
Proprio come se non lo fosse. Quindi doveva dedurre che non fosse normale? Cosa...cosa c'era di anormale in lui? Amare qualcuno non era abbastanza normale per lui?
-Che vuoi fare? Picchiarmi?- lo sfidò. Cosa aveva da perdere ormai? -Avanti, fallo!- non ci vide più dalla rabbia e sputò fuori tutto in quel momento, avanzò verso suo padre e lo spinse facendolo barcollare all'indietro, sotto lo sguardo incredulo di sua madre -Fallo!-
Lei si portò una mano alla bocca nel momento in cui suo padre lo afferrò saldamente per un braccio trascinandolo nella sua stanza da dove, da quel momento, uscirono solo grida, lamenti o rumori di pugni.
Sfido chiunque a dire che tutto questo invece fosse normale.


 

Ritorna all'indice


Capitolo 43
*** 43. Countdown ***


Hi!^^
Questa volta ci ho messo di meno ad aggiornare, sono fiera di me u.u ma lo sono un pò meno di questo capitolo, in realtà avrebbe dovuto esserci anche un piccolo spazio per Zacky ma poi ho deciso di terminarlo in questo modo. Per me non è uno dei migliori, ma spero a voi piaccia.
Thanks! <3
XOXO



43. Countdown



-Allora?-
-Ancora niente.-
Jimmy sbuffò lasciandosi andare contro lo schienale della sedia mentre Brian rimetteva il telefono in tasca dopo aver riprovato a chiamare Matt per la centesima volta.
-Non capisco, avrebbe dovuto essere gia qui.-
-Magari ha avuto un imprevisto.-
-Se è così poteva anche avvisare.- Jimmy posò la testa contro il muro alle sue spalle spalmandosi sulla sedia di plastica del corridoio. Non li avevano fatti ancora entrare nella stanza dove ora si trovava Zacky e sua madre ancora era occupata a parlare con il dottore di chissà che cosa. Avrebbe tanto voluto saperlo anche lui. Gli prudevano le mani, voleva sfondarla quella porta...e magari sfondare anche il cranio a Matt visto che non si era più fatto vivo da quella mattina a scuola. Eppure stava bene quindi non poteva essere malato o roba del genere. E poi, come aveva gia detto prima, se fosse successo qualcosa avrebbe avvisato. E allora perchè non lo aveva fatto? Perchè ci metteva così tanto ad arrivare? Non era da lui.
Smise di pensare quando la mano di Brian strinse la sua.
-Sarà meglio avvertire Johnny.- sospirò.
-Non glielo hai ancora detto?-
-No.-


E così qualche minuto dopo anche Johnny li raggiunse. Mentre di Matt ancora nessuna traccia.
Si avvicinò a passò svelto fermandosi al loro fianco quasi con il fiatone.
-Ho ricevuto il messaggio. Che succede? Come sta Zacky?- chiese preoccupato.
-A dire il vero non lo sappiamo ancora.- spiegò Jimmy mentre l'amico si sedeva al loro fianco -Ci tengono qui fuori da ore senza permetterci di vederlo. Sappiamo solo che sta mattina è stato molto male, i dottori sembrano preoccupati e sua madre sta parlano con uno di loro proprio adesso. Ma credo che per ora non ci faranno sapere nulla.-
-E dov'è Matt?-
-Non si è fatto vedere.-
-Che vuol dire?- Johnny lo guardò senza capire. Perchè non avrebbe dovuto essere lì? Matt era sempre lì, era il primo ad arrivare e l'ultimo ad andarsene.
-Che non abbiamo idea di dove sia, non risponde neanche al cellulare.-
Aggrottò le sopracciglia -Strano.-
-Gia.-
-La peggiore delle ipotesi è che suo padre non lo abbia lasciato uscire. Ma forse dovremmo andare a cercarlo, non credete?-
-Forse hai ragione.- annuì Brian.
Si alzarono e proprio in quel momento la mamma di Zacky li raggiunse -Ragazzi non dovreste stare ancora qui, non siete stanchi?- disse lei premurosa.
-Come sta?- si affrettò invece a chiedere Jimmy.
Lei scosse la testa -Non mi permettono di vederlo, ma hanno detto che...- aveva spostato lo sguardo oltre le spalle dei tre ragazzi solo per due secondi ma questo le era bastato a farla restare con le parole ferme in gola -Matt..- sussurrò.
I tre si voltarono immediatamente vedendolo avvicinarsi. Dapprima sorrisero, ma l'andatura un pò lenta e zoppicante del più grande cancellò quei sorrisi dai loro volti e lo guardarono preoccupati. Si reggeva il fianco con una mano e il suo viso non era messo tanto meglio.
Questo costrinse Jimmy a cancellare dalla sua testa la ramanzina che si era accuratamente preparato.
Matt, quando si avvicinò, preferì guardare il pavimento anzichè i loro volti preoccupati e carichi di punti interrogativi.
-Matt che ti è successo?-   
Non sapeva bene chi lo avesse chiesto, in quel momento la sua preoccupazione era solo sedersi e riposare almeno per qualche secondo prima di sorbirsi tutte le loro domande.
-Solo un..- cosa? Come doveva definirlo? -Un incidente.- sospirò alla fine -Non è niente. Devo solo..sedermi un attimo.- sembrava avesse il fiatone e non ci mise molto a lasciarsi andare su una di quelle sedie scomode e dure.
-Dove..come...che cazzo vuol dire che è stato un incidente? Sei..sei venuto in macchina?-
-No.- disse soltanto, con una smorfia di dolore.
-Vieni con me, hai bisogno di aiuto.- la donna lo prese piano per un braccio facendolo alzare.
-Sto bene. Dov'è Zacky?-
Nessuno rispose o sembrava avesse intenzione di dire qualcosa in proposito, ma non ebbe neanche il tempo di preoccuparsene o di ribellarsi che lo portarono via.


-Ahi.- si lamentò sobalzando appena quando il il contatto del disinfettante con la ferita sul sopracciglio destro gli provocò un fastidioso bruciore. Comunque cercò di non sembrare un bambino e sopportò in silenzio. In fondo aveva sopportato di tutto, no? Fino a poche ore fa se ne stava sul pavimento della sua camera con il naso sanguinante e il dolore ovunque mentre suo padre si chiudeva la porta alle spalle sbattendola e uscendo dalla stanza. Pensò che se glielo avessero chiesto non avrebbe mai detto che era scappato dalla finestra non appena era riuscito a rialzarsi. No, magari questo particolare sarebbe stato meglio ometterlo.
Comunque il primo pensiero quando aveva capito di essere solo e di potersi riprendere pian piano andò a sua madre. Non che si aspettasse di vederla correre in camera e salvarlo..ma, non è un pò quello che fanno le madri? In fondo non era mai stata la sua eroina. Aveva più probabilità di essere salvato da Spiderman, o Superman, o magari anche Iron Man, si...ma non da sua madre. E in quel momento se ne rese conto. Si chiese se d'ora in poi l'avrebbe odiata per il resto della sua vita.
Incredibile...suo padre lo aveva appena riempito di botte e lui non faceva altro che pensare a sua madre. Forse perchè era l'unica che non aveva ancora espresso un parere su tutta quella storia. Aveva visto Zacky, si era mostrata preoccupata, ma poi più niente.
Insomma che doveva fare ancora per fargli capire che aveva bisogno del suo aiuto?
Spostò lo sguardo sulla mamma di Zacky che se ne stava un pò in disparte in quella stanza per permettere all'infermiera di prendersi cura di lui. Lei guardava da tutt'altra parte e Matt potè permettersi di immaginare come fosse stata la sua vita se lei fosse stata sua madre. Fece per sorridere ma di nuovo un bruciore, sta volta sul labbro inferiore, glielo impedì strappandogli un altro lamento.
-Qui ci vogliono dei punti.- lo avvisò la voce candida e esperta dell'infermiera. Matt sospirò rassegnato e annuì mentre questa lasciava la stanza probabilmente per andare a procurarsi l'occorrente. Il sapore del disinfettante sulle labbra gli dava il volta stomaco, per non parlare poi dell'odore insopportabile che aveva.
-Jim dice che hanno provato a chiamarti.- la donna si spostò dall'angolo della stanza nel quale era rimasta fino a quel momento e si avvicinò con un espressione preoccupata sul volto -Vuoi dirmi cos'è successo?-
Matt esitò per un pò, poi si ricordò del suo pensiero di poco prima: magari avrebbe potuto far finta che fosse sua madre, anche solo per una volta.
-Mi ha preso il cellulare.- abbassò lo sguardo. Come fosse colpevole di qualcosa.
-Chi?-
Scosse la testa, chiaramente non voleva parlarne.
-Chi ti ha fatto questo Matt?-
Deglutì a vuoto e sentì gli occhi inumidirsi. Di piangere non se ne parlava.
-Non ha importanza.-
-Si che ne ha.-
Prese un respiro profondo e soffiò fuori l'aria dalle labbra tremanti -E'...imbarazzante..cioè, non lo aveva mai fatto..io..- perfetto, adesso anche la sua voce tremava. Non andò oltre per non scoppiare in lacrime. Sperò solo che capisse.
-E' tuo padre? E' stato lui?-
Matt annuì soltanto asciugandosi gli occhi. Aveva pianto tanto quando lui lo aveva lasciato a terra uscendo dalla stanzan e non voleva farlo di nuovo.
-Lasciale scendere.- gli intimò facendogli capire che poteva sfogarsi quanto voleva ma lui scosse la testa tirando su con il naso.
-Sai perchè lo ha fatto?-
-Si. P-Perchè sto con Zacky...perchè l'ho deluso..e..- abbassò lo sguardo sulle proprie mani torturandole -..non sono più il "figlio perfetto". Anzi forse non lo sono mai stato. Ma lo capisco...insomma, è spaventato..credo...lo ero anch'io..-
-Sei molto coraggioso Matt. Lo sai?- gli accarezzò la schiena premurosamente.
-No, non lo sono.- scosse la testa.
-Lo hai affrontato.- fece lei e Matt azò la testa specchiandosi nei suoi occhi. Poi quasì scattò ricordandosi di Zacky.
-Dov'è Zacky? Sta bene?-
Gli spiegò che non era stato molto bene, che era molto debole, ma che ancora una volta stavano facendo tutto il possibile. E a Matt si spezzò il cuore nel pensare che nel momento in cui il suo ragazzo aveva più bisogno di lui, o peggio aveva rischiato di andarsene, lui era nella sua auto accaldato e incollato alle labbra di Frank.

 
-Beh, poteva andarti peggio.-
Matt guardò Jimmy con uno sguardo interrogativo. Lo aveva riempito di domande e alla fine lo aveva convinto a raccontargli ogni cosa. Ma, sul serio, cosa poteva esserci di peggio? Insomma, suo padre non si era mai comportato in quel modo e il solo pensiero che potesse esserci qualcosa di peggio gli fece tremare le ginocchia. Come se le sue gambe fossero in grado di tenerlo in piedi ancora per molto.
-Dici sul serio? Del tipo?-
-Non lo so. Poteva sbatterti fuori di casa.-
Beh, in fondo non aveva tutti i torti. Ma forse avrebbe preferito essere cacciato di casa che venire trattato in quel modo.
Sospirò chiedendosi se mai sarebbe sopravvissuto a quella giornata -Beh, se non lo ha fatto prima credo che lo farà ora.-
-Che vuoi dire?-
-Sono scappato dalla finestra.-
-Tu...cosa?- Jimmy sgranò gli occhi -Ti rendi conto che dopo questa non uscirai vivo da quella casa?- lo guardò per un pò, dispiaciuto, preoccupato, odiava tutto quello che gli stava accadendo. Si specchiò nei suoi occhi finchè Matt non distolse lo sguardo in silenzio -Okay, ascolta..che ne dici se vieni a stare da me per un pò, hm? Almeno finchè non-
-No.-
"Sei molto coraggioso Matt. Lo sai?" ripensò a quelle parole e decise che era questo che doveva essere d'ora in poi. Coraggioso. Doveva restare con i piedi per terra e cercare di prendere le decisioni giuste, risolvere quel casino e dimostrare a se stesso che poteva andare avanti, anche se la vita gli andava contro.
In un certo senso in quel momento capì che...si, tutto quello che era successo da quando Zacky era entrato nella sua vita, in un certo senso, gli stava insegnando a vivere.
E non si era mai sentito più vivo di così. Anche se un pò ammaccato, fragile o abbattuto...perchè anche questo significava essere vivi dopotutto.
-Devo risolvere questa cosa, non posso andare via proprio adesso.-
Jimmy gli diede una pacca sulla spalla -Come vuoi.-
-Ah, e...Jim..-
-Si?-
Si era ripromesso di non dirlo a nessuno, ma proprio non riusciva a tenerselo dentro in quel momento. E poi, se lo aveva ritenuto solo un errore allora perchè non riusciva a smettere di pensarci?
-Ecco, c'è...ancora una cosa.-
-Cosa? Che hai combinato ancora?-
Matt si leccò le labbra torturandosi le mani e rabbrividendo al contatto con i punti sul labbro che la sua lingua accarezzò -Ho baciato Frank.- sputò fuori. E davanti al silenzio dell'amico non potè far altro che arrossire e abbassare lo sguardo -Cioè..in realtà l-lui ha baciato me..voglio dire..-
-Aspetta, frena! Tu hai baciato chi?-
-Frank.- sospirò.
-Hai baciato Frank.- ripetè Jimmy. Forse per capire bene come assimilare quella confessione. In realtà credeva che la storia con Frank fosse finita. Non era forse così?
-S-si..ma..ecco, io..- intanto Matt cercò di spiegare ma l'unica cosa che riuscì a fare fu mettere in fila qualche parola a caso senza sapere davvero cosa dire.
-Chi ha baciato chi?- la voce di Johnny gli arrivò all'improvviso alle orecchie e si rese conto che forse avrebbe dovuto tenersi quella cosa per sè.
-Matt ha baciato Frank.- disse Jim tranquillamente, anche se ancora leggermente scioccato dalla notizia.
-Che?-
-Chi?- alle spalle di Johnny sbucò anche Brian.
-Jim!- si lamentò Matt. Ma perchè non stava zitto?
-Hai baciato Jim?- chiese allora Brian guardandoli con un espressione sconvolta e piuttosto buffa.
-No!-
Jimmy sgranò gli occhi -No! Ha baciato Frank!- si difese.
-Jim ha baciato Frank?- l'intelligenza di Johnny in quel momento doveva essere andata a farsi una passeggiata.
-Ma che cazz..No!-
E mentre Jim continuava a negare e a cercare inutilmente di spiegare, Matt tentava invano di attirare la loro attenzione, almeno per fermare quel battibecco che si era creato e che sembrava voler andare avanti per un bel pò -Ragazzi..- si schiarì la voce.
-Jim, devi dirmi qualcosa?- intanto Brian guardava sospettoso il suo ragazzo.
-Chi? Io?-
-R-Ragazzi..- ritentò Matt -Posso..- ma la sua voce non sovrastava affatto quella degli altri.
-Si, tu James! Che centra Frank adesso?-
-Sei tu che non hai capito un cazzo!-
-Quindi chi ha baciato chi?-
-Oh mio dio Johnny vuoi stare zitto un secondo?-
-Insomma basta!- sbraitò alla fine Matt esasperato da quella situazione. Avrebbe decisamente fatto meglio a tenerselo per sè -Possibile che non riuscite a prendermi sul serio?- non andava fiero di ciò che aveva fatto e loro continuavano a comportarsi come dei bambini. Incredibile.
-Possibile che non riesci a tenere la bocca chiusa?- fece rivolgendosi poi a Jimmy.
-Matt..- cercò di afferrarlo per un braccio per non farlo andare via ma il più grande si divincolò.
-Lasciami in pace.-
-Stavamo solo scherzando..-
-Non ci trovo niente di divertente Jim, anzi non ho proprio tempo di divertirmi. E' una cosa che non avrei dovuto fare..e forse non avrei neanche dovuto dirtelo.-
-Matt aspetta..- lo chiamò Brian.
-Voglio stare da solo.- fece allontanadosi.


Tornato davanti la porta della camera di Zacky sospirò poggiando la fronte contro di essa. Aveva appena visto dei dottori entrare e di sicuro non gli avrebbero permesso di fare lo stesso. Voleva disperatamente vederlo, ma se si fosse svegliato e lo avesse visto conciato in quel modo che diavolo avrebbe dovuto raccotargli? Di certo di dirgli di Frank non se ne parlava, ma per quanto riguarda l'accaduto con suo padre..beh, era sempre il suo ragazzo, in fondo non trovava il motivo per cui non avrebbe dovuto parlarne con lui. Certo non voleva farlo preoccupare ma prima o poi si sarebbe accorto che qualcosa non andava e poi i punti e i lividi avrebbe dovuto spiegare in qualche modo da dove provenissero. Per un momento gli sfiorò la mente l'idea di inventare una balla del tipo "mi sono ritrovato in mezzo a una rissa a scuola" o...no, si sarebbe sentito sporco mentendogli così. Qualunque cosa avesse detto, comunque, la cosa fondamentale era evitare che Zacky si preoccupasse per lui.
Odiava dover ammettere di sentirsi trascurato ma era così che dovevano essere le cose: i suoi problemi erano niente in confronto a ciò che Zacky stava passando.
Si sedette su una delle sedie lì accanto e si prese la testa fra le mani posando i gomiti sulle ginocchia e fissando il pavimento. Rimase in quella posizione per un bel pò, non voleva pensare a nulla, anche se la confusione in quei corridoi gli impediva di estraniarsi da tutto quanto: medici che correvano qua e là, barelle con pazienti che venivano trascinati da una stanza all'altra, famiglie preoccupate, persone impazienti di tornare a casa. Fu la prima volta in cui si sentì felice di essere invisibile agli occhi di quella gente.
Ma forse non lo era proprio agli occhi di tutti.
-Matt.- sentì Jimmy sedersi al suo fianco ma non si mosse da quella posizione.
-Ci dispiace.- continuò Brian.
-Sul serio, Matt, è che..volevamo tirarti un pò su...ma forse lo abbiamo fatto nel modo sbagliato.- fece Johnny.
Ora che sapeva che erano tutti e tre lì  accanto a lui e che gli stavano facendo apertamente le loro scuse cominciava a sentirsi un pò stupido per avergli detto quelle cose.
-Sei arrabbiato con noi?-
Scosse piano la testa. Ma si sentì in dovere di dire qualcosa, così alzò lo sguardo su di loro.
-Mi dispiace.- sussurrò.
-Non scusarti. Dicci cosa è successo.-
Abbassò lo sguardo sulle proprie mani pensando a come spiegarsi -N-non volevo farlo...- biascicò -F-Forse un pò si, ma...credevo non mi piacesse..-
-E..ti piace?-
Solo in quel momento si permise di arrossire, seppur poco -A me piace Zacky. Lui si fidava di me e io..- sentì gli occhi inumidirsi e si bloccò.
-Matt, ehi..- Jimmy gli accarezzò la schiena, piano, facendolo riprendere -Sei solo confuso, tutto qui. Può capitare di sbagliare.-
-Si ma..n-non doveva capitare..io non posso fargli questo, non posso fargli ancora del male.-
-Allora perchè gli hai permesso di farlo?- intervenne Brian.
Matt non lo guardò, ne rispose. In realtà non sapeva esattamente cosa dire.
-Matt.- riprovò l'amico -Perchè gli hai permesso di baciarti? A cosa hai pensato?-
-Ho pensato che....ecco, volevo...volevo solo che qualcuno..-
-Hai solo lasciato che Frank ti desse ciò che Zacky ora non puo darti.- continuò Jimmy capendo perfettamente cosa intendesse -Non è così?-
E Matt annuì sentendosi tremendamente in colpa -Mi dispiace.- sussurrò.
-Non è a noi che devi dirlo.-
-Ma non posso dirlo a Zacky, non posso!-
-Allora dimenticalo!- fece Johnny in modo ovvio -Come se non fosse mai successo.-
-E Frank?-
-Con chi è che vuoi stare Matt? Con Frank o con Zacky? Vuoi essere qui per lui quando si sveglierà o vuoi ricominciare tutto da capo con un'altra persona?-
-Io...devo..- quella domanda lo lasciò spiazzato. Il nano sapeva il fatto suo!
-No, tu non devi niente! Devi solo sentirtelo dentro, cos'è che vuoi?-
In quel momento, prima che Matt potesse anche pensare di aprire bocca, videro la porta aprirsi e il lieve sorriso che incurvava le labbra del dottore che era appena uscito gli riaccese un pizzico di speranza.
-Si è appena svegliato.-
-Possiamo vederlo?- fece Jimmy esaltato e scattando sulla sedia.
-Certamente. Di sicuro gli farà bene.- detto questo si allontanò e i ragazzi si alzarono dirigendosi verso la porta semi-aperta. Tutti eccetto Matt.
-Non vieni?- chiese Brian voltandosi.
-Non voglio farmi vedere così.-
-Sicuro che non sia solo una scusa?-
Ma chi voleva prendere in giro? Moriva dalla voglia di vederlo! Ma nonostante questo non si mosse da quella sedia lasciando che gli altri andassero senza di lui.
Non era affatto coraggioso.
Per niente.


 

Ritorna all'indice


Capitolo 44
*** 44. Save Me ***


 

Dio, ogni volta che pubblico un capitolo mi si spezza il cuore cwc siamo quasi alla fine piccole banane!
Voglio solo dire che ho impiegato più tempo a trovare un titolo che sembrasse adatto a questa specie di schifezza che a scrivere il capitolo stesso. Non ho mai avuto problemi con i titoli, ma sta volta buio totale...alla fine infatti è venuta fuori la frase più ovvia -.-
Sorvoliamo...spero vi piaccia *^* e boh, ci vediamo giu!
XOXO


 

44. Save Me




Non poteva restarsene seduto lì senza fare nulla ancora a lungo. Insomma, era corso lì per vedere Zacky, anche con le ossa ammaccate e il respiro mozzato, e ora non riusciva a varcare una stupida porta. Complimenti, davvero. Cominciava a sentirsi uno stupido. Così mise da parte ognuno di quei pensieri, o almeno ci provò, e si decise ad alzarsi da quella sedia. Avvicinandosi piano alla porta riuscì a sentire la sua voce e il suo cuore perse un battito.
-Dov'è Matt?-
Zacky aveva riposato abbastanza da potersi dire di nuovo in forze, o quasi. Non si reggeva in piedi, certo, ma il fatto che riuscisse a tenere gli occhi aperti o tirarsi su senza l'aiuto di nessuno in quella stanza lo faceva sentire un pò meno inutile. Sapere di poter ancora farcela da solo.
Dopo quella domanda era calato il silenzio, Matt era sicuro che i suoi amici stessero cercando una risposta che non suonasse come "è qui ma è troppo codardo per entrare". Pensò questo mentre era ancora indeciso se muovere qualche altro passo ed entrare, poi sentì la voce incerta di Brian seguita da quella di Jimmy.
-Lui..-
-E' qui fuori.-
Merda. Si sentì mancare. Avrebbe tanto voluto strozzarlo.
-E' successa una cosa.-
Ma per quale diavolo di motivo non chiudeva quella boccaccia?
Fu la voce allarmata di Zacky a farlo preoccupare ulteriormente -Cosa? Cos'è successo? Che vuol dire?- quella voce un pò roca e quelle domande gettate lì a raffica: voleva evitare che si preoccupasse e invece aveva fallito miseramente. Anche in questo.
-Zacky, sta calmo.- cercò di rassicurarlo Jimmy. E Matt sbirciò dalla porta, patetico, e lo vide mentre lo faceva stendere di nuovo. Purtroppo le figure dei suoi amici gli impedivano di guardarlo in viso, gli coprivano interamente la visuale in quella zona e non potè far altro che cercare di immaginare la sua esopressione. Riusciva a vedere solo la figura delle gambe magre che si agitavano piano da sotto le coperte, quei piedi che avrebbero pagato oro per poter toccare di nuovo il pavimento gelido, per farsi una passeggiata, che poteva sembrare insignificante ma che per Zacky sarebbe stato molto.
-Entrerà tra poco te lo assicuro.- sentì dire. E in quel momento sentì di non volerlo far aspettare ancora, così spinse piano la porta appoggiandocisi contro ma questa cigolò, rivelando la sua presenza. Schiuse le labbra come per scusarsi ma le parole gli morirono in gola. Vide Johnny, che era di spalle, voltarsi e sorridergli. Mosse qualche passo in avanti lasciando che uscissero uno dopo l'altro, Jim fu l'ultimo a lasciare la stanza, dopo aver lasciato un bacio sulla fronte del più piccolo, e quando questa si svuotò Matt deglutì a vuoto spostando finalmente lo sguardo su Zacky.
Vide il suo viso pallido che lottava per riappropriarsi di un colorito roseo mentre quelle guance fremevano nel tingersi di rosso, vide quegli occhi grandi, incavati e tiepidi di nuovi pianti ma che nonostante questo erano ancora in grado di sedurlo con il loro splendore. Ascoltò il suo respiro affaticato e sommesso mentre cercava di tirarsi un pò su, forse per darsi un pò di contegno. Come se ce ne fosse bisogno. Ancora una volta pensò a quanto fosse strano il fatto che avesse pensato prima a mettersi "in ordine", credendo forse di fargli davvero schifo, e poi magari di dirgli qualunque cosa o porgli qualsiasi domanda su cosa fosse successo alla sua faccia o sul perchè zoppicasse in quel modo.
Vedendolo un pò in difficoltà d'istinto si avvicinò e fece per aiutarlo, anche se non sapeva bene dove mettere le mani tanto era ormai fragile quel corpo coperto dal camice che disegnava intanto la sua figura esile del tutto diversa da come se la ricordava. Ma Matt era sicuro che lì sotto c'era ancora quella bellezza che lui si ostinava a nascondere.
Comunque Zacky lo fermò impedendogli di aiutarlo -Faccio da solo.- mormorò riuscendo finalmente a mettersi comodo e a poggiare la schiena sul cuscino morbido contro la testata del letto. Non ne poteva più di starsene sdraiato.
Il più grande si avvicinò sistemandogli meglio il cuscino, ciò implicò che il suo viso si trovasse a pochi centimetri da quello dell'altro che lo fissò. Lo fissò per tutto il tempo mentre Matt faceva finta di non accorgersene. Poi, senza pensarci due volte, prima di vederlo allontanarsi, gli portò una mano sulla guancia accarezzandolo piano, non perchè non ne avesse la forza ma l'ago conficcato nella vena pulsante sul dorso della mano gli impediva di muoverla come avrebbe voluto, creandogli fastidio. Matt smise di fare quello che stava facendo e chiuse gli occhi sospirando piano finchè Zacky non lo costrinse a voltarsi fino ad incontrare il suo sguardo. Si guardarono per un pò, vicinissimi, mentre il più piccolo sembrava esplorare con le dita ogni ferita su quel viso, le accarezzò una ad una soffermandosi sulle labbra e sui punti che le ricucivano rendendole ruvide su un lato. Lasciò che Matt le schiudesse per poi inumidirle con la punta della lingua.
-Che ti è successo?- sussurrò.
Ma a Matt era piaciuto particolarmente quel silenzio di poco prima, il fatto che non avesse ancora fatto domande e deciso a mantenerlo ancora per un pò non si lasciò sfuggire le labbra del più piccolo che tanto gli erano mancate e lo baciò. Con talmente tanta foga che temette di riaprirsi qualche ferita o fargli male, ma finchè Zacky non si fosse lamentato o scansato lui non lo avrebbe lasciato andare. E infatti il più piccolo ricambiò aggrappandosi a lui in modo quasi disperato. Intrecciarono le loro lingue e senza pensarci realmente Matt lo tirò a sè premendo il bacino contro il suo fianco.
-Matt..- mugugnò Zacky senza fiato -Matt, aspetta.- lo spinse via anche se contro voglia -C-Che stai facendo?- fece incrociando il suo sguardo.
Matt deglutì a vuoto -Non lo so.- scosse la testa con il fiato corto -Scusa.- abbassò lo sguardo -E' che...-
-Lo voglio anch'io.- lo rassicurò il più piccolo portandogli due dita sotto il mento -Non sai quanto. Ma..-
-Non possiamo. Lo so.- annuì forzando un sorriso. Poi si allontanò, prese una sedia e si sedette al suo fianco stringendogli la mano nella sua.
-Che ti è successo?- ripetè a questo punto Zacky.
Matt non esitò e cercò di mettere da parte la paura per come avrebbe potuto prenderla -Mio padre.- disse soltanto.
Zacky annuì. Avrebbe dovuto immaginarlo -E' colpa mia?-
-No! No, io...sono stato io...l'ho provocato..-
-Perchè?-
-Volevo che la smettesse di comportarsi in quel modo. Non lo so...volevo vedere fino a che punto sarebbe arrivato.-
Zacky annuì di nuovo, ma non disse nulla. Sentì gli occhi pizzicargli -Non farlo mai più. Non permettergli più di ridurti così.-
-Te lo prometto.-
-Non basta Matt. Lo sai che non basta.- scosse la testa.
-Non....senti, non pensiamoci adesso, ok?-
-E cos'altro dovremmo fare secondo te?-
Matt lo guardò per un pò, poi accennò un sorriso -Una passeggiata.-
-Cosa?-
-Facciamo una passeggiata.- ripetè.
-N-non credo di poter- ma si interruppe quando lo vide prendere la sedia a rotelle e avvicinarla al letto -Che vuoi fare?- lo guardò ancora stupito.
-Te l'ho detto! Io e te faremo una passeggiata.-
-Ma sei sicuro di-
-Aspetta qui.- fece poi Matt uscendo velocemente dalla stanza con un sorriso stampato in faccia.
-E chi si muove.- sospirò il più piccolo.
Poco dopo lo vide tornare con un medico al seguito che acconsentì a farlo uscire per un pò dalla stanza raccomandandogli di non starci troppo e di non affaticarsi e li lasciò liberi di svagarsi un pò. Dopotutto se lo meritava.
Aiutato dalle infermiere Zacky si ritrovò comodamente seduto sulla sedia a rotelle. Chiese di poter portare una coperta da posare sulle gambe per coprirsi almeno un pò, Matt alzò gli occhi al cielo ma poi glielo concesse.
-A-Aspetta..- biascicò prima che potesse spingerlo fuori dalla stanza.
Matt si piegò in avanti, a destra del suo viso per poterlo guardare -Che c'è?- gli sorrise.
Ma Zacky lo guardò preoccupato -Io...non credo di volerlo fare..-
-Preferiresti restare qui dentro a vita? Non senti il bisogno di uscire?-
-Si, ma..non sono- Matt lo zittì con un bacio. Poi si rimise dritto lasciandolo senza parole -Sta zitto e lasciami fare.- ridacchiò.
Pochi secondi dopo erano gia tra i corridoi semi-affollati. In un ospedale così grande dovevano anche stare attenti a non perdersi.
-Hai idea di dove siamo?- ecco, come non detto.
-So perfettamente dove siamo.- mentì Matt continuando a guardarsi in torno mentre lo portava in reparti che mai avrebbe detto che esistessero. E Zacky non poteva far altro che lasciarsi condurre da lui, impotente.
-Bugiardo.-
-Forse ci siamo persi.- mormorò tra sè e sè il più grande continuando a girare senza una meta.
-Tu dici?-
-Non infierire!-
-Ci vorranno ore per ritrovare la mia stanza.- sbuffò.
-Ehi, amore, vuoi un caffè?-
-Perchè?-
-Perchè credo di aver trovato la caffetteria.- sorrise Matt a trentadue denti fermandosi a pochi passi dal bancone.
-Sai che vuol dire questo?-
Non sapeva bene perchè, ma era certo che Zacky stesse per distruggere il suo ormai temporaneo senso di soddisfazione.
-Cosa?- chiese cautamente.
-Che siamo al piano terra brutto idiota! E da quella parte c'è l'uscita, la mia stanza è al quarto piano e io sto per strangolarti!-
 

-Guardate chi c'è!- esordì Matt sorrisendo e avvicinandosi a Jimmy, Johnny e Brian che gli venivano in contro.
Zacky fu più che felice di vederli, anche perchè questo significava che avrebbero ritrovato a breve il corridoio giusto che li avrebbe riportati nella sua stanza e che forse non si erano del tutto persi. Dopo essersi allotanati dalla caffetteria avevano girato a vuoto ancora un pò ma non avrebbe mai ammesso che in fondo era stato divertente vedere Matt impazzire.
-Zack..ma che..?- sorrise Brian abbracciandolo -Che fate?- si rivolse poi a Matt.
Questo alzò le spalle -Un piccolo tour.-
-A dire il vero ci eravamo persi.-
-Sta zitto tu! Avevo tutto sotto controllo!-
Zacky rise scuotendo la testa -Certo, come no!-
-Beh, che ti va di fare adesso?-
-Parli come se fossimo in un parco giochi Jim.- sbuffò.
-Dai ti porto fuori, c'è una sorpresa.-
Matt lasciò che Jimmy spingesse la sedia a rotelle sotto lo sguardo confuso di Zacky -Come? Fuori?-
Jimmy rise e gli altri li seguirono sorridendo incoraggianti al più piccolo che li guardava preoccupato.
Johnny fece in modo di restare un pò indietro con Matt e rallentarono il passo così che potessero parlare -Come è andata? Gli hai detto di tuo padre?- gli chiese.
-Non ne abbiamo parlato molto a dire il vero. Ma l'ha prese piuttosto bene.-
-E tu stai bene?-
Fece spallucce -Sopravvivo. Non mi importa quello che succederà con i miei, voglio solo stare qui e fargli scordare il cancro per un pò.-
Johnny annuì -Immagino che non gli hai detto di Frank allora.-
-Non so come farlo.-
-Allora non farlo. Sarà meglio per entrambi.-
Arrivati all'uscita la mamma di Zacky li aspettava sorridente con al guinzaglio Majesty che si dimenava scodinzolando in direzione di Zacky. Matt lo vide sorridere come non aveva mai fatto in quei giorni, era sicuro che se fosse stato in piedi sarebbe saltato dalla gioia. Il cagnolino gli saltò letteralmente addosso e Zacky, felice, lo accarezzò ringraziando ognuno di loro con lo sguardo.
Quella mattina aveva rischiato la vita e ora si sentiva inspiegabilmente vivo.


C'era qualcosa di ipnotico nel modo in cui Zacky muoveva la forchetta nel piatto giocherellando con il cibo prima di portarlo alla bocca dopo un infinità di tempo. E Matt lo fissava, standosene seduto su quella sedia da quando erano rientrati in camera, e davvero non capiva se lo facesse apposta a mangiare in quel modo o se era solo lui che era preda di ormoni impazziti che facevano sembrare tutto ciò che il più piccolo faceva una provocazione. Si leccò le labbra sospirando. Si sentì un maniaco dal momento che lo trovava attraente anche in quello stato.
-Che hai da guardare?- Zacky gli rivolse un'occhiata veloce prima di riportare l'attenzione sul suo piatto. Non gli dava fastidio il fatto che lo fissasse, ciò che lo innervosiva era più che altro il fatto di essere costretto a mangiare quel cibo schifoso anche se di fame non ne aveva neanche un pò.
Matt distolse lo sguardo a quelle parole e ci mise tutta la sua buona volontà per cercare di non arrossire.
-Tu non mangi?- continuò allora il più piccolo.
Lui scosse solo la testa.
-Sei sicuro? Neanche un pò di fame? Se vuoi puoi mangiarlo tu, questa roba mi fa schifo.- fece indicando il piatto con una smorfia di disgusto.
Matt gli sorrise scuotendo ancora la testa.
-Sul serio, che succede?-
-Hm?-
-Continui ad incantarti.- notò Zacky.
Matt lo guardò, si specchiò nei suoi occhi facendogli quasi sudare freddo mentre aspettava pazientemente una risposta.
-Mi manchi.- mormorò poi, non aspettandosi realmente che Zacky capisse.
-Ma..sono qui.- disse infatti in modo ovvio.
E Matt sospirò scuotendo la testa e lasciandogli in quel modo palesemente intendere che non era a quello che si riferiva. Il modo in cui gli mancava era del tutto diverso.
-Oh.- fece infatti Zacky dopo qualche istante di sorpresa. Abbassò lo sguardo sulle proprie mani arrossendo. E Matt si pentì di aver toccato ancora quell'argomento. Si alzò baciandogli una guancia -Scusa, non dovevo, lo so. Adesso mangia, io vado a prendermi un caffè.- fece per allontanarsi quando Zacky lo trattenne per un braccio asciandolo sorpreso -P-Prima accompagnami in bagno.- cercò di mascherare il tremore nella sua voce.
-Come?-
-Devo andare in bagno.- ripetè.
-Oh, ok.- cercò di mettere apposto le idee e si guardò intorno in cerca della sedia a rotelle -Vuoi che..- gli chiese indicandola.
-No, ce la faccio.-
Piano lo aiutò ad alzarsi, ora che non aveva nessuna flebbo o nessun ago ad intralciarlo gli riusciva tutto più semplice. Scostate le coperte posò finalmente i piedi a terra e sospirò di sollievo a quel contatto che aspettava da molto. Si aggrappò a Matt che lentamente lo aiutò a raggiungere la porta del bagno accanto al letto. Non era difficile, anzi, ora che si era sforzato di mangiare si sentiva più sicuro ad ogni passo che faceva.
-Chiudi la porta.-
Matt fece come aveva detto e tolse il braccio di Zacky intorno alle sue spalle quando raggiunsero il centro del bagno -Ecco fatto.- mormorò imbarazzato -Chiamami quando- ma si interruppe nel momento in cui il più piccolo si voltò avvicinandolo di nuovo a sè per la maglia e lo baciò. Matt sgranò gli occhi sentendosi un perfetto idiota, non aveva capito ciò che Zacky voleva fin dall'inizio.
-Non credo che..sia una buona idea qui dentro..- ansimò sulle sue labbra.
-Non lamentarti, è tutta colpa tua.-
-Cosa?-
-Ho cercato di non pensarci per giorni, ho evitato di chiederti di seguirmi in bagno tante di quelle volte. Pensavo che avrebbe potuto farti schifo toccarmi adesso..perchè sono così..-
-T-Tu non sei in nessuno modo, tu-
-Si invece.- i suoi occhi divennero lucidi e Matt posò delicatamente le labbra sulle sue impedendogli di piangere. Lo spinse piano contro il muro cercando di non fargli male in nessun modo e lo accrezzò ovunque amando ogni fibra di quel corpo. Zacky non perse tempo e gli sbottonò i jeans mentre le lingue si intrecciavano fameliche. Non avevano molto tempo e entrambi consapevoli di questo fatto cercarono di godersi ogni istante di quel momento. Matt esplorò il suo corpo da sotto il camice sentendolo fin troppo magro a contatto con le proprie dita mentre il più piccolo infilava frettolosamente una mano nei suoi boxer facendogli scappare un gemito. Posò la fronte contro la sua e cominciò a muovere velocemente la mano sfregando la punta del suo membro. Matt roteò gli occhi ansimando pesantemente e deciso a darsi da fare anche lui cominciò a toccarlo piano mentre lo sentiva indurirsi sempre si più. Gli sembrò quasi impossibile che stesse accadendo, eppure era così. Zacky chiuse gli occhi concentrandosi sull'orgasmo che sarebbe arrivato a breve, sentiva il proprio corpo tremare e il piacere era quasi incontrollabile. Era da tanto, da troppo che aspettava questo momento.
Si baciarono ancora toccandosi sempre più freneticamente in preda a quel bisogno che avevano l'uno dell'altro.
-Dio..ah, Zacky..- per quanto cercasse di trattenersi ancora non gli fu possibile e venne con un gemito strozzato sporcando la mano del più piccolo che, davanti a quelle labbra carnose che Matt morse con insistenza trattenendosi dal gemere troppo forte, si lasciò andare liberandosi a sua volta.
Rimaserò in quella posizione per un pò, riprendendo fiato, poi si sorrisero appagati. Non bastava, certo, sarebbero sicuramente voluti andare oltre, ma entrambi sapevano che non avrebbero potuto comunque. E poi era stato meglio di come se lo erano immaginato.
Matt si rivestì e Zacky, stanco, rischiò di crollare da un momento all'altro.
-Ti amo.- gli sussurrò prima di prenderlo in braccio e riportarlo nel suo letto.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 45
*** 45. Red Roses ***


Non so se è troppo corto, non so se è abbastanza lungo, non so niente. So solo che è il penultimo capitolo.
Cazzo.

Forse mi odierete per questo, ma avevo in mente la fine della storia dal momento in cui l'ho iniziata a scrivere e...con le vostre recensioni siete quasi, e dico quasi, riuscite a farmi cambiare idea sul finale ma...
...niente, ci vediamo giu. Perdonate eventuali errori, non l'ho riletto perchè mi saliva l'angoscia.

Vi prego non odiatemi cwc
XOXO



45. Red Roses



-Grazie del passaggio Jim.-
Matt spostò lo sguardo fuori dal finestrino. Gli venivano i brividi al solo pensiero che tra non molto sarebbe dovuto entrare in quella casa. Gli sembrava di essere sulla soglia dell'inferno. O di un incubo. E come ci si sveglia da un incubo se non sei addormentato? In quel momento fu davvero tentato di darsi un pizzicotto, magari stava dormendo per davvero.
Magari.
-Figurati. Vuoi che venga con te?-
Oh, Jim, sei sicuro di voler entrare a far parte del mio incubo?
-Non preoccuparti, me la cavo.- sospirò, più che altro tentando di convincere se stesso.
-Ti chiamo più tardi allora.-
-Va bene.-
Non sorrise, nemmeno un accenno, non c'era bisogno di fingere che andasse tutto bene. Cadeva tutto a pezzi e lo vedevano entrambi chiaramente.
Sceso dall'auto lanciò un ultima occhiata a Jim che si allontanò lasciandosi dietro solo il buio delle strade. Percorse il vialetto, lentamente sperando che la notte lo avvolgesse fino a farlo scomparire. Arrivato a metà strada si fermò, probabilmente sarebbe dovuto rientrare da dove era uscito, ovvero dalla finestra. Ma era impossibile pensare che non si fossero accorti della sua assenza, magari poteva entrare dalla porta e dire che era andato a fare una passeggiata.
Dio, era un'idea troppo ridicola persino per lui.
Riprese a camminare deviando verso il lato della casa su cui si affacciava la sua stanza quando la porta si aprì seguita dalla luce della veranda che veniva accesa rivelando la sua presenza. Si sentiva quasi un ladro. Si bloccò di colpo e in pochi secondi entrò nel panico vedendo la figura di suo padre avanzare di due o tre passi. Faceva tanto film horror.
-Vieni dentro. Dalla porta.-
No, era fin troppo tranquillo, qualcosa non andava.
Per un momento pensò di scappare, ma..dio, si può essere più codardi?
Ubbidì con il cuore in gola e non appena si chiuse la porta alle spalle vi si poggiò contro, rassegnato, sentendosi quasi in gabbia, piccolo e insignificante. Lui non poteva mai nulla contro suo padre. Avanzò verso il salotto e lo trovò lì. Strano che ancora non gli avesse messo le mani al collo per strangolarlo.
-Dobbiamo parlare Matt.-
Deglutì a vuoto e focalizzò la sua attenzione su qualunque cosa in quella stanza pur di non incontrare il suo sguardo.
-Siediti.-
Matt scosse piano la testa -No, sto bene.-
Non gli piaceva l'dea di contraddirlo, ma non poteva pensare davvero che gli avrebbe messo le mani addosso di nuovo, no? Non poteva farlo ancora. O poteva?
Ci mancava solo che iniziasse a tremare, sentiva solo una paura fottuta addosso.
E si, faceva decisamente film horror.
-Voglio che tu mi ascolti attentamente.- iniziò suo padre -Non provare a fare mai più una cosa del genere, scappare dalla finestra, ma come ti è saltato in mente?-
Non sapeva bene cosa rispondere o..se rispondere, in quel momento sentiva solo un forte bisogno di ringraziare un qualche dio lassù per il fatto che non gli stesse urlando in faccia.
Poi optò per starsene in silenzio spostando lo sguardo sul pavimento, o sulle sue scarpe, non faceva differenza. Tutto pur di non guardare lui.
-Che motivo avevi di andartene in quel modo?-
Motivo? Ma...non era abbastanza ovvio il motivo?
Comunque il fatto che stesse ancora cercando di avere un dialogo, beh, questo lo stupì a dir poco. Ma perchè fare tutte quelle domande? Che diavolo gliene importava poi?
-Dici oltre al fatto che mi hai picchiato?- gli venne l'istinto di portarsi una mano davanti la bocca come per fermare quelle parole, ma non lo fece. Meritava di sentirselo dire, meritava di rendersi conto di quanto male avesse fatto a suo figlio.
-Sai bene che mi hai provocato.-
Matt scosse la testa. Avrebbe dovuto aspettarsela una risposta del genere, dopotutto la colpa ricadeva sempre su di lui, no? Era così che funzionava.
-E sai anche che la mia pazienza ha un limite.-
Decise che non voleva più sentire un'altra parola. Si inumidì le labbra con la punta della lingua ricordandosi dei punti e chiedendosi se li avesse notati. Che poi chiunque li noterebbe -Senti..sono stanco, voglio solo andare a dormire.- cercò di allontanarsi ma riuscì a fare solo pochi passi prima che quelle parole lo colpissero come una pugnalata.
-Tua madre mi ha detto tutto.-
Rimase di spalle, sentì il fiato mancargli, il cuore esplodergli.
-Siediti.- gli intimò di nuovo suo padre.
Si sentì morire ma non poteva far finta di nulla e andarsene in camera sua, doveva risolvere questa cosa. O almeno provarci. Così decise di accontentarlo e prese posto sul divano, in modo accuratamente calcolato e il più possibile lontano da lui.
-Questo ragazzo..-
-Zacky.- deglutì subito dopo, non sapeva bene per quale motivo avesse pronunciato il suo nome. Forse aveva voluto sottolineare il fatto che doveva parlare di lui come una persona e non come un errore. Poteva pensare che suo figlio fosse sbagliato o chiamarlo con tutti gli aggettivi negativi che conosceva, ma non poteva fare lo stesso con Zacky. Lui che non centrava niente, lui che gli aveva solo migliorato la vita ricordandogli cosa significasse amare e lottare.
-Zacky.- ripetè suo padre.
Matt annuì incitandolo ad andare avanti. -Cosa...che intenzioni hai con..lui?-
-Non credo di volerne parlare con te..- si, stava per dirlo, stava per chiamarlo papà. Col cavolo che lo avrebbe fatto.
-Sto...cercando di capire..-
Stava dicendo la verità, lo sentiva, anche nella sua voce. Ma era troppo tardi, avrebbe dovuto cercare di capire gia da tempo. E poi sarebbe stato troppo facile dargli delle risposte adesso, no? Perchè non farlo agonizzare ancora un pò servendogli una fetta del suo stesso inferno?
Matt alzò lo sguardo dalle sue mani per puntarlo finalmente nel suo -Non devi farlo per forza.- in quel momento non si sentì più poi così vulnerabile, capì che poteva essere migliore di lui -E poi, non capiresti comunque.- scosse appena la testa -Scusa.- fece alzandosi e raggiungendo la sua stanza.
Ecco, serviti pure. Papà.


Una settimana.
Non male eh? Era riuscito a sopravvivere ben sette giorni da quella sera. Davvero niente male. Ma ce ne sarebbero stati altri, chissà fino a quando avrebbe dovuto ancora sopportare le occhiate di suo padre che ora davvero non riusciva a decifrare. Era diventato una specie di..una sorta di piaga da evitare. E un pò gli dispiaceva, ma non era quello che aveva voluto sin dall'inizio? Non voleva che suo figlio gli stesse lontano fino a quando non sarebbe tornato..normale?
Beh, signore e signori, normale non esiste. Nessuno lo è. Provate a fermare delle persone per strada e a chiedergli cosa sia per loro la normalità. State sicuri che i primi dieci secondi resteranno a bocca aperta chiedendosi cosa intendete.
La normalità si cerca quando si ha paura di un cambiamento, la stessa cosa che aveva fatto Matt dopo aver baciato Zacky per la prima volta. Lo aveva evitato, voleva tornare alla sua vita, alla normalità, era spaventato, ed era esattamente questo che stava facendo suo padre. Si sentiva solo soffocare da tutto quel casino, ma in fondo non era nemmeno colpa sua.
Ad ogni modo, la momentanea ristabilizzazione di Zacky aveva fatto tirare un sospiro di sollievo a tutti, ma si sarebbe mai stabilizzato per davvero?
Il bello di lui era che aveva paura ma alla fine aveva il coraggio di fare tutto. Seppure fosse esausto aveva sempre cercato di tirarsi su, non tanto per se stesso ma per sua madre, per Matt, per i suoi amici. Infondo voleva lottare, giusto per vedere fino a dove sarebbe potuto arrivare. A dire il vero non aveva nemmeno mai pensato di lasciarsi andare per davvero, pensare di potercela ancora fare era essenziale. E si era sforzato di pensare positivo per tutto il tempo, anche se quel posto faceva schifo, anche se voleva tornare a casa.
Fino a quel momento.
-Matt..-
Sebbene avesse usato tutto il fiato che gli era rimasto in corpo quel sospirò fu quasi inudibile persino per lui, tanto che non si aspettò neanche che Matt riuscisse a sentirlo. E infatti non lo fece. Guardava ancora fuori dalla finestra a pensare a chissà cosa credendolo addormentato.
Zacky, stanco e pallido più che mai, chiuse gli occhi sbuffando interiormente, odiava dover aprire bocca di nuovo. Prese un respiro profondo e cercò di sforzarsi quel poco che bastava per tirar fuori la voce -Matt.- chiamò con più convinzione.
L'altro si girò di scatto e accennando un sorriso si avvicinò velocemente.
Zacky deglutì, aveva la gola secca. Quel giorno non si sentiva per niente bene rispetto ai giorni precedenti -Ho sete.- riuscì a dire con un fil di voce.
Matt gli riempì un bicchiere d'acqua e lo aiutò a sollevarsi un pò posandoglielo tra le mani. Zacky lo afferrò saldamente come se potesse scivolargli via da un momento all'altro. Quando poi glielo restituì soffiò un "grazie" riaccoccolandosi tra le coperte.
-Hai freddo?-
Scosse piano la testa chiudendo gli occhi. Il sapere che Matt lo stesse guardando gli faceva tremare leggermente le palpebre. Odiava essere fissato.
-Fame?-
-No.- soffocò qualche respiro tremante prima di sussurrare -Tu?-
-Ho mangiato qualcosa mentre dormivi.-
-Cosa hai mangiato?- sorrise flebilmente riaprendo gli occhi.
-Pizza.-
-Hm, mi manca la pizza.-
Matt gli sorrise sedendosi su un lato del letto. Lo guardò attentamente, era così dannatamente pallido.
-Sono così stanco.- soffiò tenendo a stento gli occhi aperti.
Matt deglutì a vuoto e gli accarezzò dolcemente una guancia facendogli percepire la sua presenza, sentendolo ancora più vicino -Resta sveglio.- sussurrò e gli occhi iniziarono a pizzicargli. Quelle due parole furono come una preghiera -Resta sveglio, sono qui.- recitò ancora. Ma Zacky chiuse gli occhi lasciandosi accarezzare, non poteva farne a meno. Non riusciva neanche ad aprire bocca per dirgli che in quel momento era indispensabile quanto l'aria che respirava.
Matt si piegò su di lui baciandogli la punta del naso e facendolo sorridere.
-Parla con me.- tutto pur di non farlo addormentare di nuovo. Aveva così dannatamente paura di perderlo. A volte si fermava anche a contare i suoi respiri mentre dormiva, il suo petto che si alzava e si abbassava lentamente, ed era una cosa abbastanza malata, si.
-Cosa vuoi che ti dica?-
Ci pensò un pò su, poi sorrise tra sè e sè, forse aveva trovato il modo di tenerlo sveglio -Cosa vorresti per il tuo compleanno?-
-C-Come?- Zacky aprì finalmente gli occhi guardandolo attentamente.
-E' tra meno di una settimana, no?- sorrideva ancora.
-E tu come fai a saperlo?-
-Sono il tuo ragazzo, dovrei saperle certe cose. Allora?-
-Dici sul serio?-
Matt alzò le spalle -Mai stato più serio. Avanti, puoi chiedere qualsiasi cosa.-
-Qualsiasi?- chiese il più piccolo facendosi improvvisamente pensieroso.
-Prova.-
Abbassò lo sguardo sulle coperte -Vorrei..- scosse la testa pensando a quanto fosse stupido ciò che stava per dire -Vorrei poter tornare a casa. E vorrei poterti portare con me. Portarti in giro per Newark, mostrarti dove sono cresciuto. La mia casa.-
E Matt smise quasi di respirare -Lo farai.- cercò di sorridere -Quando usciremo da qui.-
Usciremo.
A Zacky veniva quasi da ridere. Ma ci credeva sul serio? Fu quasi tentato di chiederglielo. Di chiedergli se valesse ancora la pena di lottare.
-Tu, Matt, tu uscirai da qui.- sussurrò sentendosi incredibilmente...no, in realtà non sentiva proprio nulla.
-Zacky..- lo sentì sussurrare e quasi gli si spezzò il cuore -Non fare così, ti prego..non adesso..-
-Preferisci affrontare il discorso domani?-
Matt sbuffò passandosi una mano sul viso, stanco -Non ci stai nemmeno provando.-
-Provare a fare cosa? Ad illudermi come fai tu? Guardami.- cercò il suo sguardo ma Matt continuò ad evitarlo -Guardami, per favore.- per la prima volta Matt sentì di non voler guardare i suoi occhi, quelli che amava tanto. Proprio non ci riusciva -Guardami e dimmi che me ne andrò da qui con le mie gambe. Avanti, fallo.-
E quando finalmente Matt si voltò fu sollevato nel vedere che anche lui era sull'orlo di un pianto isterico. Forse non era poi così sbagliato piangere ogni tanto. O tipo sempre.
Provavano sentimenti assurdi che non riuscivano a descrivere, entrambi con gli occhi rossi, entrambi senza respiro. Entrambi con le idee in disordine, la vita, il cuore.
-Scusa se ho ancora un pò di speranza.- riuscì a dire mordendosi le labbra.
-Apri gli occhi Matt.-
-No.- scosse la testa abbassando lo sguardo -Io ho ancora bisogno di te nella mia vita.-
Non sapeva spiegare bene cosa stesse succedendo in quel momento nella sua testa ma sentiva un forte bisogno di correre via da lì. Da tutto quel dolore. Che poi correre era una parola grossa. Al massimo poteva zoppicare lontano senza una meta. Sapeva che avrebbe dovuto dire qualcosa ma odiava il fatto che ogni volta che riusciva ad arrabbiarsi con lui poi finiva sempre per tirar fuori frasi del genere, mettergli il suo cuore su un piatto d'argento e lasciarlo senza niente da ridire. Voleva non aver mai iniziato quella conversazione. Faceva così male, forse faceva più male a Matt che a lui.
E forse con quelle parole aveva voluto dargli un motivo per lottare ancora.
Il suo corpo si mosse da solo ancor prima che decidesse di alzarsi e forse rimase più sorpreso lui di Matt quando lo vide muoversi.
-Dove vai?-
Ci mise un pò per rispondere, aspettò di abituarsi al giramento di testa che lo aveva colto non appena aveva posato i piedi a terra -Devo andare in bagno.-
Intanto Matt aveva fatto il giro del letto, raggiungendolo. I suoi occhi non erano più lucidi e rossi, o almeno non tanto quanto prima, più che altro sembrava preoccupato dal suo essersi alzato così all'improvviso. Ma dopotutto era abituato ormai a sbalzi del genere nel suo umore.
-Vuoi una mano?-
Zacky scosse la testa muovendo qualche passo in avanti -Ce la faccio.-
-S-sei sicuro?- chiese di nuovo. Ma si era gia chiuso la porta alle spalle.
Circa tre minuti dopo Matt si ritrovò a bussare piano, ma dall'interno nessuna risposta. Sembrava che lo stesse cronometrando, non riusciva a staccare gli occhi dall'orologio. Forse avrebbe dovuto insistere ed entrare con lui.
-Zack? Va tutto bene lì dentro?-
-..Si.- sentire la sua voce dopo infiniti secondi di silenzio fu come tornare a respirare. Ma nonostante la risposta affermativa non si fidò affatto dell'incrinazione della sua voce.
-P-posso entrare?- si poggiò contro la porta e fermò la mano sulla maniglia in attesa di un qualche consenso. Solo quando lo sentì chiaramente tirare su con il naso si convinse ad entrare. Lo trovò in piedi davanti allo specchio, tremava, il viso bagnato dalle lacrime, le guance arrossate e lo sguardo assente.
-Ehi..- gli sussurrò avvicinandosi e abbracciandolo senza pensarci due volte. Avrebbe dovuto farlo molto prima.
Lo sentì singhiozzare appena contro il suo petto.
-Perchè piangi?- gli chiese dolcemente.
Zacky prese un respiro profondo portando finalmente le braccia intorno al suo corpo e stringendosi a lui.
-C-come fai a guardarmi?- singhiozzò -Sto rendendo la tua vita uno schifo e tu dici di volermi ancora qui.- tremava. La sua voce tremava -C-come fai?- non riusciva a calmarsi neanche tra le sue braccia che gli stringevano la vita. Che lo tenevano in vita.
Si sentiva così inutile, lui non doveva starsene lì, non poteva. Lui doveva uscire, andare a scuola, stare intorno al suo ragazzo per poter dire a chiunque si avvicinasse di togliergli le mani di dosso perchè quello era il suo ragazzo. Il suo. Ma non poteva, non poteva portarlo al cinema, non poteva guidare con lui verso il mare con lo stereo a palla, fare la spesa e riempire il carrello di schifezze per passare una serata in casa, non poteva ordinare una pizza e presentarsi davanti la sua porta con un sorriso enorme.
Zacky si sentiva così inutile. Non poteva fare niente di tutto questo, e forse non avrebbe potuto farlo mai. Aveva così tanti progetti nella sua mente, così tanti sogni, così tanti desideri da realizzare ancora. E poi aveva così tante cose ancora da dirgli mentre una parte di sè sapeva che non aveva più tutto il tempo del mondo per farlo.
Poi lo guardò negli occhi, lasciò che quella marea di parole gli morissero in gola. Restarono a guardarsi finchè le labbra non presero il sopravvento.


Quella sera Zacky si rifiutò di mangiare.
Dopo aver vomitato un paio di volte, ormai non ci faceva più neanche caso, lasciò che sua madre lo aiutasse a lavarsi e a vestirsi. Poi tornò a letto.
Sul mobile accanto c'era un mazzo di rose rosse, ma non quelle appassite di prima, questo era nuovo. Lo fissò per un pò chiedendosi da dove fosse spuntato e soprattutto chi lo avesse portato. Anche se la risposta gli apparse ovvia sulla soglia della porta.
-Devi avere una sorta di ammiratore segreto.- Matt squadrò i fiori, poi guardò lui -Sono quasi tentato di essere geloso.-
-Sei stato tu?- Zacky gli sorrise mentre lo vedeva annuire e avvicinarsi.
-Grazie.-
Matt lo baciò, ancora e ancora, prendendogli il viso tra le mani. Quando si staccarono il suo sguardò si posò sulle labbra rosse del più grande. Rosse, come le rose.
-Perchè?- sussurrò su di esse.
-Cosa?-
-Perchè delle rose?-
-Lo sai.-
-No.-
Matt alzò le spalle sorridendo appena -Una margherita la calpesterebbe chiunque, una rosa no.- disse piano -E poi quando le guardi sorridi.- arrossì.
Rosso. Ancora rosso. E sulle sue guance ci stava benissimo.
In quel momento Zacky decise che non voleva vedere quelle rose appassire, gli piacevano così tanto. Anche se è brutto pensare che un oggetto possa durare più di una persona.


-Il mare.-
-Come?-
-Voglio vedere il mare. Per il mio compleanno.-
Matt spostò lo sguardo verso la finestra, vedeva solo il buio e qualche lampione illuminare la strada.
-Da qui non si vede.- continuò il più piccolo.
-Lo vedrai, te lo prometto.-
-Non fare promesse che non puoi mantenere.-
-Ehi, guardami.- Matt gli alzò il viso guardandolo con una nuova luce negli occhi -Te lo prometto.- ripetè scandendo bene quelle parole. -Anzì, sai che ti dico?-
-Cosa?-
-Quando sarai pronto ad uscire da qui io verrò a prenderti. E ti porto con me al ristorante, o in spiaggia, in montagna, al lago. Dove vuoi tu.- sorrise facendo ridacchiare Zacky che gia immaginava tutto -Ti porto al Mc o in discoteca se vuoi, anche se a me non piace. Portiamo anche Jim e Brian, solo per vederli ballare in modo strano.- rise.
-Sul serio?-
-Si. Ti prendo e ti porto a casa mia e ci resti per sempre.-
-Guarderai un film con me la sera sotto le coperte?-
-Solo se preparerai i pop-corn.-
-Con tanto burro?-
-Con tanto burro, si.- ridacchiò Matt.
-Ci sto.- si sorrisero. In quel momento Zacky non sentì più quell'abisso profondo sotto di sè e neanche quel peso sul petto che odiava tanto. Per un momento dimenticò tutto -E poi?- sussurrò.
-Poi facciamo l'amore. Vuoi?-
Zacky lo baciò. Non c'era mica bisogno di chiederlo.


Non è vero che è forte chi trattiene, chi stringe i denti, chi tiene duro. Le persone davvero forti sono quelle che capiscono quand'è il momento di mollare la presa, di lasciarsi trascinare affondo senza opporre resistenza, lacerate e straziate dal buio che hanno dentro.
Era passato esattamente un giorno. Un giorno da tutte le promesse che gli aveva fatto Matt. E per quanto gli sembrassero belle, vere, per quanto desiderasse fare tutto quello che avevano programmato, vivere la loro vita senza preoccuparsi delle persone intorno, fu difficile aggrapparsi solamente a quei sogni. In quei momenti le parole più belle che potresti, e vorresti sentirti dire sono "E' benigno. Il tuo cancro è benigno, tornerai a casa" e non "Ti amo" o "Tieni duro, andrà tutto bene" perchè no, non basta sperare, o pregare, andare avanti alla cieca nel buio senza sapere dove mettere i piedi, dove si trova il baratro o quando ci risucchierà.
Era passato un giorno, e quelle rose erano più belle che mai. E Zacky non faceva altro che osservarle.
-Non credo di farcela.-
Non sapeva bene come era riuscito a pronunciare quelle parole senza scoppiare in lacrime. Anzi sorrideva, poco, ma sorrideva.
Matt era abituato ormai a non dare troppo peso a ciò che diceva, lo sentiva divagare e fare discorsi strani quasi sempre.
-Ma va bene così.- annuì tra sè e sè, sotto lo sguardo attento del più grande.
Teneva gli occhi chiusi e annuiva convinto con la fronte impregnata di sudore. Un altro motivo per cui Matt non prendeva i suoi discorsi sul serio era la febbre alta.
-Come puoi dire che va bene?- disse piano asciugandogli il viso con un panno fresco -Perchè non sei arrabbiato?-
Il più piccolo sorrise sollevando un angolo della bocca -Sarebbe uno spreco di tempo, non trovi?-
-Io lo sarei comunque.-
-E con chi dovrei essere arrabbiato? Con Dio? Con la vita?- fece con voce roca.
-E' la febbre che ti fa dire queste cose.-
-E poi non è questo l'ultimo sentimento che voglio provare.- continuò ignorando ciò che aveva appena detto. Prese un respiro profondo aprendo poi finalmente gli occhi. Il viso di Matt era a pochi centimetri dal suo, sembrava quasi un angelo e pensò che probabilmente lo fosse -Promettimi che vivrai, Matt.-
-C-cosa?-
-Promettimi solo questo.-
Matt deglutì annuendo -Io...te lo prometto.- furono le parole più difficili che ebbe mai pronunciato in vita sua. In realtà non sapeva neanche lui se stesse ancora delirando o se volesse intendere qualcosa di ovvio. Non lo sapeva, non capiva. Ma in ogni caso non chiese nulla, non andò oltre, premette solo le sue labbra contro quelle del più piccolo, sperando che un giorno avrebbe ripensato a quel momento solo come a un lontano ricordo mentre stringeva ancora la mano del suo ragazzo, magari passeggiando sotto il sole cocente, senza malattia, senza preoccupazioni, solo un lieto fine. Che poi non aveva fatto altro che sperarci, in un lieto fine. Aveva bisogno di credere che il peggio non sarebbe mai arrivato. Tutti abbiamo bisogno di crederlo in fondo, in un modo o nell'altro.
-Ti amo.-
Fu un sussurrò che scivolò fuori dalle sue labbra, portando via con sè ogni sua più remota convinzione.


Due giorni dopo Zacky morì.

E le rose, una ad una, dopo di lui.





cwc non posso credere di averlo fatto davvero...
 

Ritorna all'indice


Capitolo 46
*** 46. Goodbye ***


Ricordate che vi amo tutti...*^*




46. Goodbye



-Pronto?-
-Jim, sono io..-
-Matt?-
-...-
-Matt, che succede?-
-Io...-
-Matt stai...stai piangendo?-
-E' che..Zacky..-
-Okay, adesso calmati e dimmi cos'è successo.-
-Lui..non c'è più, Jim..non c'è più..-
-Non..non puoi dire sul ser-
-Jimmy, ti prego..-
-Sto arrivando. Non muoverti, sto venendo da te.-



Non c'è niente di romantico nella morte. Non che qualcuno abbia mai detto che ci debba essere ma Jimmy pensò a questo mentre stringeva Matt tra le braccia. Pensò a questo per non scoppiare in lacrime proprio in quel momento, anche se non sarebbe stata affatto una cosa sbagliata. Pensò a un aggettivo in particolare da associare alla morte mentre i singhiozzi di Matt scuotevano il suo corpo.
Morto. Dovette ripetersi questa parola nella mente fin troppe volte prima di riuscire a realizzare che era successo davvero.
Si sentiva così in colpa, così inutile, per aver ripetuto mille volte a Matt che sarebbe andato tutto bene, alla fine. Beh, eccola la fine, ma non mi sembra che sia finita bene.
Era uno di quei momenti della vita in cui la paura e la confusione prendono il sopravvento. La morte di Zacky li avrebbe lasciati senza una meta. Era come se una parte di loro fosse volata via, scomparsa, distrutta, fino a lacerarli senza lasciargli neanche il tempo di abituarsi all'idea. Ma la verità è che non si sarebbero mai abituati a tutto questo, soprattutto Matt. Non dava segni di voler smettere di piangere e Jim lo lasciò fare. Lasciò che gli bagnasse la maglia con le sue lacrime, che lo stringesse forte in modo da sentirsi almeno un pò al sicuro, ma non gli avrebbe ripetuto che sarebbe andato tutto bene, non sta volta. Anche perchè non ci credeva più neppure lui. Non sapeva a cosa credere in realtà. E soprattutto non riusciva neanche a immaginare cosa sarebbe successo adesso, in che modo ognuno di loro avrebbe affrontato quella perdita, quel che era certo è che qualunque scelta avrebbero fatto avrebbe segnato il resto della loro vita.
E davanti a quell'ignoto desiderò poter fare retromarcia e tornare indietro immaginando di poter fare pressione sul destino e cambiarlo in qualcosa di meglio.
Ma chissà, forse un lieto fine da qualche parte ci sarebbe stato, oltre l'angoscia, il dolore, oltre la paura di quello che li aspettava più avanti.
-Jim..-
Sentiva il respiro tremante di Matt ma non riusciva a vedere il suo viso. Gli lasciava di tanto in tanto piccoli baci sulla testa ma sapeva che anche questo non sarebbe servito a nulla.
Matt che tremava e lui non poteva farci niente. Matt che cadeva sulle ginocchia trascinandolo giu con sè, e lui non poteva farci niente se non seguirlo a terra sul pavimento. Matt che dopo aver sussurrato il suo nome incominciò a calmarsi mentre lui sentiva le lacrime premere forte, ma sta volta non le trattenne. Non c'era motivo di farlo.
Tirò su con il naso mentre il mento cominciava a tremargli appena e le labbra si incurvavano verso il basso -Sono qui.- biascicò quando la prima lacrima gli rigò il viso.
Matt si accoccolò meglio contro la sua spalla prendendo un respiro profondo, ma che a Jimmy sembrò solo un tentativo di non piangere di nuovo come un bambino -N-non lasciarmi. Okay?-
All'inizio non capì bene cosa volesse intendere, era ovvio che non lo avrebbe mai lasciato. Rimase in silenzio per qualche secondo senza preoccuparsi veramente di dargli una risposta, poi pensò che quasi sicuramente dovesse essere terrorizzato dal fatto che ora che Zacky non c'era più non aveva più quella sicurezza che invece gli apparteneva quando sapeva di poter contare sul suo ragazzo per affrontare il mondo intero o anche solo i suoi genitori. Pensò che dovesse essere spaventato dall'essersi ritrovato da solo immezzo a persone che non avevano fatto altro che tirargli merda addosso solamente perchè aveva osato innamorarsi di un ragazzo. Si mise nei suoi panni e non gli fu affatto difficile, non gli erano estranei quei sentimenti e di sicuro non voleva che Matt si sentisse in quel modo.
-Okay.- rispose soltanto.
Il resto delle parole si tramutarono in lacrime.


Non era pronto per dirgli addio. In realtà non si era mai posto il problema di dirgli addio un giorno, anche perchè pensò che probabilmente se ne avesse avuto la possibilità lo avrebbe sposato. Suonava ridicolo, si, insomma era quasi certo che Zacky avrebbe preferito scappare insieme da qualche parte o anche senza meta piuttosto che sposarsi e far venire un colpo ai genitori di Matt. Potevano anche essere soltanto i pensieri di due adolescenti ma, sul serio, a volte non c'è niente di più bello che programmare e pianificare ogni piccola cosa immaginando un "per sempre insieme".
Ma ora doveva dire addio. E faceva male, era pura distruzione e Matt davvero non se la immaginava neppure una vita senza di lui. In fondo era stato una parte importante della sua vita, e lo sarebbe stato per sempre. Zacky era riuscito ad insegnargli così tante cose in così poco tempo. Ricordava perfettamente la paura dopo il loro primo bacio, la sua espressione spaventata o il suo buon odore quando lo aveva "aggredito" quella volta in corridoio, ma solo per potersi avvicinare un pò di più a lui. Era squallido farlo in quel modo, insomma, avrebbe anche potuto iniziare una conversazione con un "ciao" o "sei nuovo?" e invece no, aveva dovuto fare di testa sua e scappare da un sentimento che aveva scoperto di provare ancora prima di averci parlato.
Davvero non capiva cosa fosse successo, ma in fondo sapeva gia di non essere del tutto etero. Forse aveva solo avuto paura di ammetterlo. Non che non gli piacessero più le ragazze ma non erano poche le volte in cui si era fermato a pensare che probabilmente se Brian non ci avesse provato con Jimmy lo avrebbe fatto lui. Ripensò a quante volte si era incantato a guardargli quel culo perfetto o a quella volta che Jimmy lo aveva baciato solo perchè Matt gli aveva chiesto com'era baciare un ragazzo, e quel periodo aveva rischiato seriamente di innamorarsi del suo migliore amico. Ma non aveva fatto realmente caso a tutte queste cose finchè quel ragazzino con quegli occhioni verdi non era entrato nella sua vita.
Allora era rimasto in disparte a guardarlo. Finchè non si rese conto che gli piaceva guardarlo, gli piacevano le sue labbra, i suoi occhi, perfino il suo modo di camminare.
E ora gli rimaneva solo da pensare a quello che sarebbero potuti essere insieme e a quello che non avevano avuto l'opportunità di fare.
Spostò lo sguardo verso Johnny e gli scappò di sorridere, vestito così interamente di nero dava l'idea di essere ancora più piccolino. Vide Brian stringere la mano di Jimmy al suo fianco, che in silenzio con lo sguardo basso tratteneva le lacrime. Sentì una pressione sul suo braccio e poi gli occhi umidi della mamma di Zacky nei suoi, come se lo stesse ringraziando per ogni piccola cosa che avesse fatto per suo figlio.
Odiava i funerali. Odiava il nero, le lacrime, i singhiozzi, il doversi trattenere dall'urlare mentre la terra ricopre la bara della persona che ami, odiava i ricordi che sapeva lo avrebbero tormentato per sempre. Odiava quelle stupide rose accanto alla lapide. Soprattutto quelle rosse.
Probabilmente da quel giorno avrebbe smesso di credere in qualsiasi cosa: nelle persone, nei sogni, nell'amore. Aveva promesso a Zacky che si sarebbe lasciato trascinare affondo con lui, anche a costo di non lasciarlo mai, e poi invece quello stupido si era fatto promettere che sarebbe rimasto in vita. E ora tutto quello che vedeva per il proprio futuro era il nulla...assolutamente nulla. Si vedeva in nessun posto, a fare nulla e a sentirsi niente. Probabilmente si sarebbe trascinato avanti a fatica solo perchè era una cosa che era tenuto a fare in quanto vivo. Ma non si sentiva affatto vivo, tutto gli scivolava addosso senza lasciare traccia, senza sfiorarlo nemmeno, l'unica cosa che non gli restava indifferente era il dolore.
E non avrebbe neanche chiesto aiuto, perchè forse non lo voleva, o neanche c'era.
Ma dopotutto continuava a non sentirsi sbagliato, proprio come Zacky avrebbe voluto, e si sentì fiero almeno di questo. Al contrario, sentiva come se fosse il mondo intero a non andare bene.
Da quel momento la sua vita sarebbe diventata uno di quei giochi che sai di perdere, ma giochi lo stesso. Non si sa mai.
Si prese un pò di tempo da solo davanti a quella che ormai era la lapide del suo ragazzo. Mentre le persone cominciavano ad allontanarsi gli sembrò anche di aver visto Frank poco lontano. Dio, ancora non riusciva a credere di aver tenuto nascosto a Zacky quello che era successo.
-Scusami.- sussurrò piano tirando su con il naso. Ma era troppo tardi per le scuse e lo sapeva bene.
-Matt.- si voltò di scatto sentendo pronunciare il proprio nome, come se qualcuno lo avesse colto a parlare con un fantasma. Che poi era proprio quello che stava cercando di fare. Trovò la mamma di Zacky che gli porgeva un quaderno e lo riconobbe all'istante. Infatti sgranò gli occhi trattenendo il respiro.
-Lui avrebbe voluto che lo avessi tu.-
Lo afferrò incredulo. Era lo stesso quaderno che Zacky voleva dargli tempo fa, con le sue canzoni, i suoi pensieri. Ci aveva messo se stesso in quel quaderno. Era come se avesse avuto un pezzo del suo cuore tra le mani.
-Io non l'ho mai letto, ma mi ha fatto promettere di darlo a te.-
Matt annuì e sentì gli occhi inumidirsi ancora una volta. Abbassò lo sguardo stringendo l'oggetto tra le mani.
-Matt..- lo chiamò lei dolcemente -..qualunque cosa accada..resterà sempre nel tuo cuore. Lo sai.-
Per quanto potessero essere vere quelle parole non riusciva a convincersene, insomma, lui lo volevà lì, al suo fianco, non nel suo cuore.
-Io lo voglio qui con me.- riuscì a mormorare con voce appena udibile.
Poi si lasciò abbracciare, forte -Grazie per tutto quello che hai fatto per lui.-


Per quanto sembrasse assurdo, non riusciva a convincersi a tornare a casa, come se temesse di lasciarlo lì da solo, sotto quintali di terra.
Per quanto sembrasse assurdo, anche questo, quel quaderno proprio non voleva aprirlo. Lo avrebbe fatto, certo, ma non ora, non in quel momento, di sicuro non in quella settimana. E quasi sicuramente non in quella vita.
Sembrava tutto così surreale. Con i piedi piantati a terra e le mani tremanti lo sfogliò velocemente, lasciando che le pagine scorressero sotto le sue dita. Non lesse neanche una parola, ma si lasciò colpire dal fatto che Zacky lo aveva terminato. Le pagine bianche non esistevano più, migliaia di parole occupavano fino all'ultima pagina. Fu felice del fatto che avesse seguito il suo consiglio e non avesse smesso di scrivere.

-Sai, tutte le canzoni finiscono Zack, ma non è un motivo per non scriverne più.-
-Che…che significa?-
-Significa che non voglio che smetti di scrivere o di essere te stesso. C'è qualcosa di magico in te e io non voglio ostacolarlo.-


Sorrise ripensando al giorno in cui gli aveva detto quelle parole. Il giorno in cui avevano deciso di diventare qualcosa, di stare insieme. In quel momento pensò che se il suo cuore avesse smesso di battere non avrebbe fatto così male ricordare, ma forse in qualche modo avrebbe potuto portare con sè quei ricordi, magari morendo un pò dentro, ma mantenendo comunque la promessa che gli aveva fatto.
Promettimi che vivrai.
Sembrava così facile dare la vita per scontato. Così semplice.
Si rese conto di aver stretto forte il quaderno tra le mani quasi fino a farsi male solo quando sentì una mano posarsi delicata sulla sua spalla e ridusse istintivamente la presa sull'oggetto. Si voltò piano riconoscendo a malapena sua madre a causa degli occhi umidi che gli rendevano la vista sfocata.
Lei sollevò un angolo della bocca accennando un sorriso triste. E il fatto che neanche in quel momento Matt riuscì a sentirsi meno solo dimostrò che lei, come tutti gli altri, non poteva farci niente.
Sospirò schiudendo leggermente le labbra -Torniamo a casa.- gli sussurrò.
E Matt non potè far altro che acconsentire.
Avrebbe voluto dire di no, avrebbe voluto urlare e sputargli in faccia tutto il veleno che teneva dentro.
Ma non lo fece. Annuì soltanto, senza la forza di dire altro. Perchè era così che doveva essere.
Dopotutto, la vita non si ferma per nessuno.




Non avrei mai creduto di riuscire a mettere la parola "fine" a questa storia un giorno. Ringrazio ognuno di voi per avermi invogliato a continuarla e per il supporto che mi avete fatto sentire anche solo leggendola. Soprattutto ringrazio quelle anime che hanno deciso di recensire lo scorso capitolo facendo sì che diventasse il capitolo più recensito!
Non vorrei annoiarvi con uno stupido poema che alla fine non porterà da nessuna parte se non ad un "arrivederci", quindi cerco di non dilungarmi. Quello che trovo assurdo è che avevo scritto almeno due versioni di questa storia e premettendo che le trovavo tutte estremamente schifose ho deciso di ricominciarla da capo e pubblicarla per avere un parere esterno sulla mia scrittura e voi non avete fatto altro che farmi felice ogni volta che aggiornavo. Quindi grazie, di nuovo.
Grazie per le visualizzazioni che vedevo crescere ogni giorno e che mi hanno fatta sentire meno inutile, grazie alle persone che hanno messo la storia nelle preferite, nelle seguite e nelle ricordate, e soprattutto a chi mi ha sopportato dall'inizio senza mai stancarsi.
Ripeto: adoro le Macky e sono fiera di essere riuscita a farle apprezzare anche a molti di voi.
E scusate per come è finita, ahah, ma ho preferito darle questa fine anzichè uno stupido happy ending o permettere che si lasciassero a causa della famiglia o della società.
Comunque, in un certo senso credo che non mi staccherò mai definitivamente da questa storia ed è per questo che mi sono tenuta per me, fino ad ora, il fatto che ci sarà un sequel. Si, proprio così. E proporrò una nuova coppia che spero apprezzerete tanto quanto me. Non vi nascondo che ho gia iniziato a scriverlo e probabilmente lo pubblicherò con un altro account e spero vivamente che decidiate di seguirmi anche lì. Credo che potete gia farvi un'idea della coppia su cui scriverò, ovviamente dando un seguito anche a ciò che accadrà a Jimmy e Brian, e soprattutto non meravigliatevi di quello che la mia mente malata mi spingerà a scrivere u.u
Spero che siate riusciti a leggere queste righe senza annoiarvi o altro. Detto questo vi saluto e vi assicuro che tornerò presto con il sequel.

Thanks.

XOXO. Martina.

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2073541