Se ti avessi detto che ti amavo, tu avresti potuto pensare che c'era qualcosa di sbagliato.

di Pichan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo17 ***



Capitolo 1
*** Capitolo1 ***


Se ti avessi detto che ti amavo, tu avresti potuto pensare che c'era qualcosa di sbagliato.

Il suo olfatto raffinato sentiva l'odore della cena anche se si trovava in giardino, impegnato in un'avvincente partita di calcio.
Aveva appena passato una giornata al mare con loro ed ora si trovavano tutti lì, a Villa Hyuuga, aspettando che la padrona di casa uscisse con tutte le prelibatezze che aveva preparato.
Quella sera il padre di Hinata, era fuori per una cena di lavoro e questo voleva dire che Villa Hyuuga era tutta per loro come la piscina, la sauna, la vasca ad idromassaggio e le camere per gli ospiti.
Quella struttura era tanto grande quanto ben attrezzata e ben equipaggiata.
Stare lì dentro significava non desiderare altro dalla vita perchè vi era presente ogni tipo di comfort.
Dopo aver osservato Ino, Sakura e Temari apparecchiare, i ragazzi smisero di giocare, gettandosi su quell'erba morbida e fresca.
Erano sfiniti.
Shikamaru non si era proprio inserito nel gioco e se ne stava ad osservare le nuvole con una sigaretta fra le labbra.
L'Uzumaki e l'Uchiha avevano lottato per tutta la partita per segnare l'uno alla squadra dell'altro, mentre Choji e Neji erano in porta.
Con loro c'era anche Shino e Sai.
Kiba invece, se ne stava con Akamaru seduto sul dondolo con la saliva che gli colava dalla bocca.
Aveva un disperato bisogno di mangiare e non appena vide Hinata, Ten Ten, Sakura, Ino e Temari uscire con dei piatti caldi e fumanti, si gettò sotto il gazebo, sedendosi a capotavola e cominciando a mangiare senza aspettare nessuno.
'Ragazzi è p-pronto!'- disse Hinata, ma a parte Shikamaru nessuno si accorse della sua presenza.
'Ragazzi venite a tavola o sarà peggio per voi!'- con un urlo isterico, Sakura catturò la loro attenzione ed impauriti si avvicinarono al tavolo, sedendosi con calma.
Era tutto squisito.
'Complimenti Hinata!'- urlarono tutti in coro alzando i bicchieri pieni di birra.
Choji era stato il primo a finire, malgrado la sua porzione fosse il triplo delle altre.
Sasuke e Naruto sembrava stessero giocando al più veloce, Kiba si ingozzava con Akamaru mente Sai, Shino mangiavano normalmente.
Shikamaru invece era l'unico che non provava entusiasmo neanche a mangiare.
'Cosa c'è Cry-baby, non trovi entusiasmo neanche mentre mangi?'- lo infastidì Temari.
Era loro solito giocare, prendersi, mollarsi e riprendersi.
Era una lotta continua fra intelligenza e astuzia e raramente qualcuno dei due faceva qualche passo falso.
'Devi proprio seccarmi anche durante la cena?'- rispose lui sospirando.
Hinata, accanto a Naruto, era diventata rossa in volto e lui sembrava proprio non farci caso.
Per anni lei aveva una cotta per lui, ma l'Uzumaki era evidentemente cieco per non accorgersene.
Sasuke e Sakura, finalmente, dopo qualche alto e basso si erano ritrovati.
Stavano insieme da molto tempo e malgrado il pessimo carattere dell'Uchiha, Sakura riusciva a farlo quadrare a dovere.
Ten Ten e Neji erano ancora alle conoscenze.
Lei non era del posto, era una lontana amica di Sakura e da qualche mese si frequentava con lo Hyuuga.
Ino sembrava aver trovato l'uomo della sua vita: Sai.
Il suo romantico, dolce e silenzioso pittore che stando ai suo racconti, le aveva rubato il cuore con piccole e semplici mosse.
Choji sembrava interessato soprattutto al cibo che alle ragazze mente Shino non parlava di nessuna sua relazione, che comunque teneva fuori da quel branco di pazzi.
Kiba era sempre il solito.
Da anni ripeteva la stessa musica.
Conosceva una ragazza, la corteggiava, la portava a letto e poi se ne dimenticava.
Se ne dimenticava ma non volontariamente.
O non era abbastanza preso o le notti che passavano insieme non erano abbastanza focose e quindi tanto valeva lasciar perdere da principio.
Il loro gruppo, il loro grande gruppo era ormai cresciuto.
Si erano conosciuti quando avevano sedici anni ed ora, si trovavano ad averne circa ventuno.
I viaggi fatti insieme, le feste, le avventure, la maturità, la patente.
Tutti ricordavano ogni singolo istante passato tutti insieme, ogni singolo istante d quell'amicizia sincera, che li univa, che li accompagnava da diversi anni e che li aveva anche aiutati a crescere.
Per loro andava bene così ed infondo ognuno di loro non avrebbe chiesto niente di meglio.
Finalmente dopo tante chiacchiere finirono di mangiare e sotto le urla isteriche di Sakura, i maschietti, si gettarono nelle calde e chiare acque dell'enorme piscina.
'Se vi sentite male non ci penserò due volte ad entrare in acqua ed affogarvi!'
'Haruno sta un po' zitta! Da buon medico ci salverai la vita e comunque non ci accadrà nulla!'- le disse Kiba.
Purtroppo però la rosa non esitò un istante a spingerlo, facendolo cadere malamente in acqua tutto vestito.
'Non sono ancora medico e comunque... potrei sbagliare qualche procedimento di salvataggio volontariamente Inuzuka!'- rispose lei girando i tacchi andando a ripulire la tavola.
Finalmente dopo aver lavato la montagna di piatti, posate e pentole, anche le ragazze si spogliarono gettandosi in acqua.
'Ehm, Hinata, potresti dirmi dov'è il bagno, sai com'è, ho bevuto troppo...'
'La prima porta a destra al piano di sopra, ma attento che...'- non ebbe il tempo di finire che Kiba si era già lanciato nella corsa.
Se la stava proprio facendo addosso.
Salì di corsa le scale e non appena si trovò di fronte alla porta tanto cercata l'aprì senza pensarci due volte.
Pessima mossa Inuzuka.
All'interno una ragazza dai lunghi capelli scuri e gli occhi perlacei se ne stava avvolta da un asciugamano che lasciava intravedere al ragazzo gran parte del suo corpo.
Un acutissimo urlo ed un ceffone colpirono il ragazzo che rimase con gli occhi spalancati ed il segno della mano della ragazza sul viso.
Lei intanto era fuggita chissà dove.
La finestra della camera da letto dei genitori, che dava proprio sulla piscina si aprì di scatto.
'Hinata, corri presto! C'è un maniaco sessuale in bagno!'- urlò la stessa ragazza che aveva colpito l'Inuzuka.
'Ciao Hanabi!'- la salutarono quasi tutte insieme le ragazze, mentre i ragazzi rimasero a guardarla stupiti dalla tanta somiglianza che aveva con Hinata.
'Oh cavolo! Kiba!'- si schiaffò una guancia la Hyuuga maggiore.
 
***
'E' mai possibile che tu non ascolti mai?'- lo rimproverò Sakura, che quella sera era più isterica che mai.
'Ma dovevo andare in bagno!'
'Non è una scusa! Potresti anche bussare dato che non ti trovi a casa tua e visto che sei in compagnia di diverse ragazze!'
Una voce dietro di lui lo fece voltare.
Era lei, quella mocciosa che l'aveva schiaffeggiato.
'Per tua informazione le ragazze erano tutte qui presenti ed io ignoravo proprio la tua esistenza!'- ribatté lui di tutto punto.
'Inuzuka, sei comunque in una casa che non è la tua ed aprire la porta con un po' più di calma non ti avrebbe fatto male. Ora tieniti quel bel segno rosso sulla guancia!'
Le ringhiò.
La conosceva da cinque minuti e già la odiava con tutto se stesso.



Eccomi!
Non sapevo se pubblicarla o no, è la prima volta che scrivo su una coppia che non sia SasuSaku e spero che vi piaccia! :)
Aggiornerò presto, un bacio a tutti! :*

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Capitolo 2
*** Capitolo2 ***


Se ti avessi detto che ti amavo, tu avresti potuto pensare che c'era qualcosa di sbagliato.

Si guardò allo specchio ed affianco a lei apparì una figura con una buffa chioma rosa.
'Allora sei pronta?'
'Prontissima! I ragazzi dove ci aspettano?'
'Sono già lì, manchiamo solo noi!'- e sorridendo anche alle altre si alzarono tutte in piedi.
Tacchi, gonne, shorts, top, e maglettine trasparenti.
Si poteva dire che avevano addosso un intero negozio di abiti ed accessori.
Una più bella dell'altra.
Ino aveva lasciato sciolta la chioma bionda, lunghissima e Ten Ten con Temari avevano fatto lo stesso.
Sakura ed Hinata invece li avevano arricciati, provando un nuovo effetto su di loro che non era niente male.
Dal salone improvvisamente si udì il rimprovero di Hisashi.
'Tu non vai da nessuna parte a quest'ora!'
'Ma papà, io...'
'Ho detto no!'
Non appena Hanabi vide Hinata e le sue amiche scendere dalle scale giocò il suo asso nella manica, che non era a conoscenza di avere.
Hinata era troppo buona per dirle di no.
'Papà, volevo solo dirti che sarei uscita con Hinata!'
L'uomo sembrò pensarci su, mentre le ragazze si guardavano con aria interrogativa.
'Avevo capito che saresti uscita da sola a quest'ora, ma se la mettiamo così va bene. Hinata, è vero che dovete uscire insieme?'- chiese severo alla sua figlia maggiore.
'Ehm... si papà!'
'Allora mi raccomando, state attente, lasciate i telefonini accesi, avete le chiavi di casa?'
'Si'- risposero in coro.
'Perfetto! E Hinata, non bere e non correre con la macchina!'
'Certo papà, puoi stare tranquillo!'- gli rispose lei.
Ma quei discorsi li sapeva già a memoria e lei non era di certo ne un'ubriacona ne una pilota di corse clandestine.
Appena uscite di casa la Hyuuga maggiore si rivolse a quella minore:
'Allora dove d-devi andare?'
'Tranquilla Hina, mi vengono a prendere in moto!'
'C-che cosa? No, tu vieni con me! N-non ti lascio andare in moto, papà sa c-he sei con me pertanto sei sotto la mia responsabilità!'
Non si aspettava di certo che sua sorella reagisse così.
Sbuffò.
'E va bene! Dove andate a fare casino sta sera?'
'Andiamo a ballare!'- rispose Ino.
Un sorriso spuntò sulle sue labbra.
Finalmente sua sorella Hinata si era decisa a fare qualcosa di divertente e probabilmente in tutto questo c'entrava anche Naruto, ma poco importava, si sarebbe divertita comunque.
Salirono in due macchine e si avviarono verso il luogo in cui era stato programmato l'incontro.
Non molto tempo dopo erano arrivate, scesero dall'auto sotto gli occhi stupiti dei rispettivi ragazzi.
'Viene anche l'Inuzuka!'- disse Naruto non appena ebbe finito di salutare tutte le fanciulle appena arrivate.
'Oh no!'
'Perchè cosa c'è che non va Hina?'- le chiese il biondo vedendola quasi disperata.
'Guarda un po' laggiù?'- rispose la corvina indicando la sua auto, parcheggiata non troppo distante da lì.
Gli occhi cerulei di Naruto si soffermarono su quella figura minuta, stretta in un vestitino corto che le lasciava scoperte le gambe e che le risaltava i fianchi e il seno non troppo eccessivo.
'Ha- Hanabi sta con te?'- chiese sbigottito.
Quello poteva significare solo una cosa.
Per tutta la sera avrebbero dovuto sorbirsi sia lei che Kiba che litigavano,come qualche sera prima, poco ma sicuro.
'M-mi ha messo in mezzo con papà e gli ho detto che veniva con me...'- abbassò lo sguardo, ma Naruto le alzò il volto sorridendole.
Al primo accenno di litigio, li avrebbero lasciati lì, di questo ne era più che certo.
 
***
'... si, mia sorella non mi ha lasciata venire non appena ha saputo che saresti venuto a prendermi in moto, comunque, sembra che si stiano avviando verso l'entrata, ci sentiamo, ciao!'- così dicendo agganciò, incamminandosi verso il gruppo di ragazzi che se ne stava ad aspettare chissà chi.
Ad un tratto un'auto imboccò l'entrata del parcheggio a tutta velocità, passandole accanto e alzando leggermente la gonna del suo vestito.
Chiunque era stato, si era giocato la vita.
'Ma chi ti ha dato la patente, imbecille?'- esclamò con tutta la voce che aveva.
Vide l'auto fare marcia indietro e poi il finestrino abbassarsi rivelando... Kiba Inuzuka?!
'Cosa ci fai tu qui?'
'No, cosa ci fai tu qui, mocciosa? Non sai che a quest'ora le bimbe come te dovrebbero stare a letto?'
'Ho diciassette anni e so io quando è ora di andare a letto, tu piuttosto, credo sia ora che butti via quella patente.'
'E tu invece dovresti metterti un vestitino più... pudico!'- rispose lui, ripartendo e lasciandola senza parole.
Lo seguì con lo sguardo fino a quando non scese dall'auto.
Era avvolto un uno stretto paio di pantaloni bianchi e sopra, indossava una giacca di pelle nera che tutto sommato gli stava veramente bene.
Lo guardò per un attimo con occhi diversi.
Era un bel ragazzo.
I suoi capelli castani e ribelli, gli occhi dorati, i canini aguzzi, i fisico perfetto, la pelle abbronzata.
Tanto bello quanto stupido, si disse fra sé e sé.
Dopo i saluti entrarono tutti in quell'oceano di confusione e musica.
In un attimo il gruppo si divise: chi se ne stava sui divanetti a bere, chi ballava e chi già era sparito chissà dove.
Hanabi, dal canto suo non aveva un accompagnatore e decise quindi di restarsene a sedere e bere qualcosa.
Non era solita ad alzare il gomito, le piaceva rinfrescarsi per poi ballare, ma in quel momento gli unici in pista erano Ino, Sai, Naruto, Hinata, e Ten Ten che si scatenavano in gruppo.
Sbuffò, sarebbe stato tutto diverso se fosse stata con le sue amiche.
Poi d'un tratto scorse Kiba fra la folla che ballava con una signorina stretta in un tubino rosso, i capelli biondi ed il trucco pesante.
Le spuntò un ghigno divertito, voleva proprio vedere cosa sapeva fare.
Rimase di stucco vedendo la ragazza voltarsi, abbracciarlo e stampargli un bacio sulle labbra.
Si avviò verso la pista, ancheggiando, arrivando a prendere la mano dell'Inuzuka.
La ragazza che un secondo prima lo stava baciando, lo guardò stranita, girandosi e andando via.
Hanabi sorrise impercettibilmente.
'Cos'hai intenzione di fare mocciosa?'- le sussurrò all'orecchio il ragazzo.
'Volevo solo forti restare solo per poi tornare a sedere al posto mio, tanto per fartela pagare per prima!'- disse ridendo, prima di voltarsi per tornare a sedere.
Ma non fece in tempo perchè il ragazzo la prese per un polso e la fermò.
'Non credo proprio che ti lascerò andare, ora tu balli con me, quindi muovi le chiappe a tempo e restami vicino bellezza!'
'Che francesismo Inuzuka! Comunque non puoi trattenermi!'
'E perchè no?'- chiese lui sorridendo, mentre la portava ancora di più vicino a sé.
'Perchè vedi quei due buttafuori? Non ci penserebbero due volte a venire in mio soccorso vedendomi disturbata da te!'
Il ragazzo sorrise, stringendola e facendo aderire i loro corpi.
La odiava.
'Beh, visto che hai fatto fuggire quella bella ragazza e visto che hai intenzione di chiamare quei due, io potrei dire a tuo padre che in realtà, la tua serata era altrove e non con Hinata, che la tua era solo una scusa!'
Si avvicinò con la bocca all'orecchio del ragazzo, circondandogli il collo con le braccia, cominciando a ballare.
'Sei un bastardo Inuzuka!'- gli sussurrò.
'Anche tu Hyuuga!'- rispose ghignando.




Allora, eccomi qui secondo capitolo, con tristezza, vedo letture ma nessuna recensione e solitamente quando è così non continuo mai la storia.
Ho deciso però di pubbliciare il secondo capitolo perchè FeverSkating, la segue, provando a guadagnare qualche altro seguace e qualche recensione! xD
Comunque, se anche questo capitolo non dovesse ricevere recensioni, interrompo la storia, come già è capitato.
Questo solo perchè se il pubblico c'è dovrebbe, anche se solo una piccola parte, esprimere la propria opinione.
E' come andare ad uno spettacolo, alla fine o applaudi o lanci i pomodori, o no? xD
Un bacio a tutti i miei lettori, sperando di poter pubblicare un altro capitolo!

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Capitolo 3
*** Capitolo3 ***


Se ti avessi detto che ti amavo, tu avresti potuto pensare che c'era qualcosa di sbagliato.

'Hanabi Hyuuga, tu resterai a casa!'
'Ma papà...'
'E non voglio commenti, ho già deciso e non ti sposterai da qui.'
Sotto lo sguardo di Hiashi, la ragazza, se ne andò lentamente in camera sua, al piano di sopra.
Si chiuse in camera e non appena si gettò sul letto, due occhi uguali ai suoi si affacciarono dalla porta.
'Ti ha messo di nuovo in punizione?'- le chiese Hinata.
Sbuffò sonoramente.
'Già. E sta sera non vuole farmi uscire.'
'Io, dovrei andare ad un compleanno, non resterò qui...'
'Tranquilla Hina, non si muore di solitudine.'-la interruppe la ragazza.
Sapeva che sua sorella non l'avrebbe mai lasciata sola e sicuramente aveva qualcosa in mente.
Questa volta però, non se ne sarebbe stata tutta la serata a ballare con quell'Inuzuka da strapazzo.
Neanche per sogno.
Si ricordava ancora i suoi piedi doloranti a fine serata, quando tre settimane prima, morto dalla stanchezza, la lasciò andare, dopo aver ballato per ben cinque ore filate.
E si sa, ballare sui tacchi ad un certo punto diventa doloroso.
'Sei sicura sorellina?'
'Hinata, ti ho detto di stare tranquilla, non mi va di venire, me ne starò qui a vedere un film.'
La Hyuuga maggiore le sorrise dolcemente, dirigendosi poi in bagno per prepararsi per la serata.
Uscì poco dopo, perfettamente vestita e truccata.
La trovava bellissima.
'Ciao sorellina!'
'Ciao...'- rispose Hanabi, un po' triste.
La vide scendere le scale ed uscire poi con il padre, che come suo solito aveva da fare con i suoi soci.
Non appena la porta si chiuse, sospirò sonoramente.
Era rimasta da sola e ci sarebbe rimasta per molto tempo.
Approfittò, erano già le nove e ancora non aveva toccato cibo.
Avrebbe messo alla prova le sue abilità culinarie, che erano decisamente scarse, dato che Villa Hyuuga era dotata di servitù, cuochi compresi.
'Dai Hanabi, fai vedere a questi fornelli chi sei!'- si disse, mentre dopo aver acceso la radio si dirigeva verso il forno.
Si disperò.
Il primo problema era che non sapeva proprio cosa preparare.
Si mise a pensare per un po' quando poi si disse:
'Baaah, al diavolo la cucina e il forno, mi ordino una pizza!'
E così dicendo compose il numero di una pizzeria a domicilio, ordinando una pizza tutta per lei.
Spense la radio, sedendosi stancamente sul divano in salotto, accese il televisore e rilassandosi sullo schienale chiuse gli occhi.
Sentiva il rumore della pioggia.
Una delle prime tante piogge.
Era ancora presto per parlare di temporali, alla fine era solo l'inizio di settembre e finalmente l'aria cominciava ad essere più fresca.
Amava quel periodo.
Lo amava anche perchè la scuola sarebbe ricominciata e finalmente avrebbe passato mezza giornata fuori da quella casa, lontano da suo padre.
Sentì citofonare.
Corse alla porta ed aprì, trovandosi il fattorino con un bel cartone in mano che fumava, di fronte.
Pagò il conto, per poi ritirarsi in cucina per divorare la sua cena, ma non fece in tempo a sedersi che il citofono si fece risentire.
'Vuoi vedere che si è sbagliato a farmi il resto?!'- si disse scocciata, andando ad aprire.
Ma con spiacevole, stupore si ritrovò di fronte qualcuno che non era il fattorino.
'Inuzuka... cosa ci fai qui?'- chiese scontrosa.
'Hyuuga! Qual buon vento! Ero venuto per Hinata, posso parlarle?'
'Mi dispiace, lei non c'è.'- disse mentre lo vedeva annusare e spingersi dentro con il naso.
'Ma cosa stai facendo?'
'Sento un profumino - si leccò le labbra- stai mangiando?'
'Ci stavo provando, ma poi sei arrivato tu e...'
'E hai deciso di dividere la tua cena con me, non è vero mocciosa?'
'Ma non credo proprio Inuzuka! Per quanto mi riguarda puoi anche uscire da questa porta immediatamente!'-disse vedendolo entrare e dirigersi verso la cucina.
Faceva come gli pareva.
Si voltò un attimo per chiudere la porta quando, lo vide mangiare metà pizza con un sol boccone.
Si spazientì.
'Senti Inuzuka, non so se tu viva o no in un canile senza regole, ma in questa casa, c'è una certa educazione e vorrei che anche tu, ti comportassi in modo decente, almeno in mia presenza, poi fai come ti pare!'
'Mocciosa, stai tranquilla, la tua metà è ancora qui... ma ci resterà ancora per poco se non ti sbrighi!'
'Inuzuka, sei uno stronzo!'
E lui ghignò divertito vedendola avvicinarsi e mangiare lentamente la parte rimasta.
'Allora, che si fa sta sera?'- le domandò poi.
'Io direi che per cominciare potrebbe andare bene se te ne andassi via di qui.'- gli rispose a tono.
'E dai Hyuuga, hai una casa enorme, sei sola, in una uggiosa sera di settembre e non hai voglia di dividere il tuo ben di dio con me?'
'Ben di dio? Ma di che parli, sacco di pulci?'
'Non capire male marmocchia, mi riferisco allo schermo gigante che hai in salotto!'- le rispose.
'Senti Inuzuka, fai pure come vuoi, tanto ormai sei diventato tu il padrone di casa, qui.'
'Di la verità, muori dalla voglia di stare accanto a me sul divano e di essere accolta fra le mie braccia!'-ghignò lui, mentre le mostrava i muscoli delle braccia e le faceva l'occhiolino.
Un pugno lo colpì sulla testa, però.
'Non ci penso nemmeno! Preferirei essere buttata in una vasca di squali affamati!'- aggiunse poi.
E massaggiandosi la sesta, Kiba rimase lì, ad osservarla mentre ripuliva il sugo a terra, che lui stesso aveva fatto finire lì.
I pantaloncini che le arrivavano a malapena a metà coscia, le lasciavano scoperte le gambe e nel frattempo gli occhi del castano si posarono sul fondo schiena, intravisto al di fuori della stoffa.
'Hai finito di fissarmi?'-lo interruppe la ragazza, facendolo sobbalzare.
'Hyuuga, non guardavo te, non hai niente che io possa guardare - la stuzzicò per poi aggiungere - io mi godevo la visione di te che pulisci le mie porcherie... è una bella sottomissione questa.'
'Peccato che stessi guardando proprio il mio fondo schiena Inuzuka e forse sono proprio io che non posso guardare niente di te.'
Sbuffò.
L'aveva visto.
Quella mocciosa era una volpe.
'Allora andiamo a vedere la televisione o per la figuraccia che hai fatto adesso, ti vergognerai per il resto della tua vita, di starmi accanto?'- infierì la ragazza.
'Hyuuga, se voglio posso continuare a guardare il tuo culo finché ne ho voglia. Ma un film sarebbe sicuramente meglio, quindi andiamo.'
Gli si avvicinò e proprio come la sera in discoteca, gli avvolse il collo con le braccia, sussurrandogli poi:
'Ti ripeto che sei un bastardo!'
'Ed io ti ripeto, che lo sei anche tu, mocciosa!'
Poi la vide ancheggiare verso il salotto, prendere il telecomando ed accendere lo schermo gigante.
'Ah Inuzuka, mio padre tornerà presto, non credere di restare qui fino a domattina.'
Sbuffò di nuovo.
'Va bene mocciosa, va bene!'



Per prima cosa buona sera ragazzi! :)
Volevo ringraziare chi ha letto e chi ha recensito lo scorso capitolo e spero di vedere sempre lo stesso interesse da parte vostra! :D
Un bacione a tutti!
Alla prossima!

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Capitolo 4
*** Capitolo4 ***


Se ti avessi detto che ti amavo, tu avresti potuto pensare che c'era qualcosa di sbagliato.

Sospirò affranta.
L'ennesima lite con il padre, l'ennesima volta che se ne andava da casa.
L'ennesima volta che si trovava sola.
Era stanca.
Non voleva più stare dentro quella maledetta casa.
Attraversò la strada, non appena vide il semaforo farsi rosso.
Era arrivata sul lungo mare, se fosse scesa da quella passerella parallela alla strada, sarebbe finita dritta dritta sulla sabbia bianca delle spiagge di Konoha.
A testa bassa avanzava senza una meta precisa, senza un posto dove andare, senza avere nessuno che l'aspettasse.
Le cuffie alle orecchie suonavano, mentre il viso pallido era nascosto sotto il cappuccio della felpa.
Era tremendamente freddolosa.
Dietro le sue spalle, quello zaino scuro, lo stesso che si portava ogni qual volta se ne andava da Villa Hyuuga e da suo padre.
 
*  *  *
 
Una passeggiata lungo il mare non avrebbe di certo fatto male, anzi.
Infatti era già una decina di minuti che passeggiava solo, lungo la passerella  e la sua meta?
La pasticceria più vicina.
Aveva voglia di mangiare le peggiori schifezze e l'avrebbe sicuramente fatto non appena fosse arrivato.
Camminava allegro, la camicia bianca gli risaltava il fisico abbronzato, mentre le sue gambe erano fasciate da un paio di jeans.
Il sole splendeva, ma il vento di metà settembre rendeva l'aria fresca e pura.
Il rumore del mare lo rilassava, fin da quando era piccolo, amava stare sulla spiaggia con Akamaru.
D'un tratto, di fronte a se, gli sembrò di scorgere tra la folla una figura femminile, molto familiare.
Alzò lo sguardo e subito riconobbe quegli insoliti occhi perlacei.
'Ciao mocciosa!'- la salutò togliendole il cappuccio e scompigliandole i capelli.
La ragazza si tolse le cuffie e acidamente gli disse:
'Cosa vuoi cane rabbioso?'
'Quanto siamo acide, cosa c'è? Hai le tue cose?'
Un ceffone lo colpì in pieno volto, ma le piccole e delicate mani di Hanabi non erano certo fatte per tirare schiaffi e anche se la sua guancia si era arrossata, non gli faceva poi così male.
'Sei un deficiente!'- gli disse mentre riprese a camminare, lasciandolo lì.
Lui si massaggiò la parte arrossata, per poi seguirla.
'Allora, mi dici cos'hai? Sono io che faccio impazzire i tuoi ormoni, oppure?'
'No, tu mi fai solo girare quello che non ho, mio caro, e per tua informazione sono arrabbiata per cavoli miei.'
'Mamma mia, Hyuuga, quanto sei cocciuta, sono qui che ti chiedo cos'hai e fai anche la zitella acida?!'
'Nessuno ti ha chiesto di interessarti di me Inuzuka!'- gli rispose guardandolo storto.
Sbuffò sonoramente.
La prese per mano e se la trascinò dietro, dicendo:
'Andiamo marmocchia, non fare la stronza!'
E se la portò dietro mentre lei si dimenava come un animale rinchiuso in una gabbia.
Arrivarono nella pasticceria in cui il ragazzo era diretto precedentemente.
E ordinarono qualcosa ad un tavolo, dato che quella, era anche una caffetteria.
Quella Hyuuga gli faceva passare anche la voglia di dolci e schifezze varie.
'Allora mi spieghi perchè sei così arrabbiata con il mondo?'- le chiese Kiba, mentre mangiava uno dei tanti biscottini al cacao, nella ciotolina di fronte a loro.
'Non ce l'ho con il mondo. Ce l'ho semplicemente con mio padre.'
'Cosa c'è che non va?'
'Inuzuka... non mi va di parlarne, davvero, parliamo d'altro, per favore'- gli chiese guardandolo negli occhi.
Rimase in silenzio, colpito da quella supplica, da quello sguardo malinconico e rassegnato, ferito.
In realtà quella ragazzina si nascondeva dietro una maschera, quella dell'indifferenza, che tirava fuori soprattutto con lui.
La vide abbassare lo sguardo.
Non stava toccando cibo, non era riuscita a finire neanche la sua cioccolata calda.
Guardò fuori dalla finestra, era quasi buio, ormai.
'Che ne pensi di andare al luna park?'- le chiese il ragazzo, alzandole il volto con due dita e guardandola sorridente.
Lo guardò con una faccia strana.
'Al luna park?'- chiese.
'Certo! Cosa c'è? Pensi che a ventun'anni sia troppo vecchio per fare due giri su una ruota panoramica e su delle macchinucce a scontro?'
La ragazza accennò un sorriso.
'Non posso venire...'
'Oh andiamo marmocchia! Perchè no?'
'Perchè non ho un soldo in tasca!'- disse guardandolo nei suoi occhi così selvaggi.
'Mocciosa, fai troppe storie! Se me lo permetti ti pago il biglietto, basta che non fai la sostenuta per tutto il tempo e che mi regali un sorriso ogni tanto!'- le disse il ragazzo incrociando le braccia al petto.
La ragazza sembrò pensarci su.
Stava per dire che non sarebbe andata, quando il ragazzo la prese per mano, trascinandola di nuovo.
'Allora andiamo e non fare storie!'
 
* * *
 
Macchinucce a scontro, casa degli orrori, le tazzine, la ruota panoramica, le montagne russe, la torre...
Avevano fatto tutte le giostre possibili, presenti nel parco.
Le luci colorate del luna park, illuminavano i loro volti sorridenti.
Hanabi guardava quasi ammirevole, il ragazzo accanto a sé.
Il ragazzo invece la guardava minuziosamente.
Prima di allora, aveva sempre visto quella ragazza come una bambina viziata e invece, non era altro che  una piccola ribelle, che non aveva mai ricevuto amore e che cercava una via di fuga dalla sua prigione.
Un sorriso, fra la luce colorata e la confusione, si posò sulle labbra della ragazza.
Si sentiva osservata da lui.
E il ragazzo la trovava a dir poco bellissima.
La mocciosa era senza dubbio una creatura fantastica, quando schiudeva le labbra in un timido sorriso.
'Allora marmocchia, le giostre sono finite, le abbiamo fatte tutte, ti sei mangiata ben due nuvolette di zucchero filato ed è mezzanotte. Credo che sia ora di tornare a casa, altrimenti, se vuoi, possiamo dormire qui con il custode del luna park.'- le disse il ragazzo, interrompendo i loro pensieri.
La ragazza lo guardò dal basso.
'E se andassimo a dormire in spiaggia?'- gli sorrise.
'Hyuuga, io domani devo andare a lavo...'
'Anche io dovrei andare a scuola ma chi se ne frega!'- e interrompendolo, lo prese per la mano e sta volta fu lei a trasportarlo, uscendo dal cancello principale del parco e correndo fra le strade scure della notte.
Stava al suo passo, e mentre le correva dietro, pensava al mal di schiena che avrebbe dovuto sorbirsi il giorno dopo in ufficio.
'Corri Inuzuka!'- gli disse, sentendolo con il fiatone.
Il ragazzo si maledì per tutte le sigarette che ogni giorno fumava.
Dopo pochissimo tempo erano arrivati, i piedi, lasciati liberi dalle scarpe pochi istanti prima, della ragazza, entrarono in  contatto con la sabbia.
Lasciò a terra lo zaino e accanto appoggiò le sue scarpe da ginnastica, per poi sdraiarsi sulla sabbia fresca.
Il ragazzo non fu da meno.
Si mise accanto a lei con le braccia sotto la zazzera castana.
Era tutto buio e silenzioso, solo le onde del mare che si infrangevano sugli scogli si sentivano in quella notte.
La ragazza si avvicinò ancora un po', rannicchiandosi a fianco del ragazzo.
'Non voglio dormire...'- gli disse guardandolo negli occhi.
Nella mente del ragazzo si fecero strada pensieri poco casti su di lei.
Cosa aveva intenzione di fare?
'Mi fai compagnia? Voglio vedere il sole nascere.'- gli disse poi la ragazza.
'Ehm... si va bene!'- le rispose lui, mentre cercava di scacciare quelle scene sconce dalla sua mente.
Restarono sulla sabbia, vicini, ad aspettare per poi guardare il sole nascere dietro l'orizzonte.
Passarono tutta la notte a stuzzicarsi come era loro solito, a giocare a chiacchierare.
L'alba più bella che avessero mai aspettato.



Cavoletto, lo so che ho aggiornato troppo presto, ma questa storia mi piace da morire e non perchè è mia,
ma perchè mi stanno spuntando delle buonissime idee e non vedo l'ora di aggiornare! :3
Comunque, voi continuate a recensire e io non interromperò la storia, sarebbe inutile continuarla se nessuno la segue! :/
Un bacione a tutti! :*
Alla prossima!

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Capitolo 5
*** Capitolo5 ***


Se ti avessi detto che ti amavo, tu avresti potuto pensare che c'era qualcosa di sbagliato.

13 settembre
'Mamma... è da un po' che ci pensavo, ho deciso di scriverti, scriverti per riaverti accanto, per sentirti vicino a me.'

Le sue lacrime cominciarono a colarle sulle guance rosee.
 
'Ho tante cose da dirti, vorrei averti con me, per dirtele a voce, per ricevere una risposta, una tua carezza, che tanto mi manca. Sai a volte credo che mio padre mi odi, anzi comincio ad esserne certa.
Perchè mamma? Perchè invece di allontanarmi da lui non cerca di farmi sentire veramente sua figlia? Perchè non mi trasmette l'affetto che tu non puoi darmi?
L'unica cosa buona di questi ultimi giorni è Kiba, ti ricordi, mamma, il migliore amico di Hinata?
L'ho conosciuto un mese fa, prima non ci avevo mai parlato e tre giorni fa siamo stati insieme sulla spiaggia, tutta la notte ad aspettare l'alba.
All'inizio non l'avrei mai detto, ma ora posso dirti con sicurezza che mi piace stare con lui, mi fa sorridere.'

I suoi occhi perlacei s'illuminarono al pensiero del ragazzo.
'Mamma, credo che lui mi piaccia...
Non sono sicura, ma dopo l'altra sera lo penso, sorrido immaginandolo, mi mette allegria.'
 
17 settembre
'Mamma... fuori piove... mi viene da piangere. Ieri ho litigato di nuovo con papà, insiste col dire che devo sposarmi non appena farò diciotto anni. Solo il pensiero mi fa cadere in depressione. 
Cosa ho fatto per meritarmi questo? Perchè non posso avere una vita come qualsiasi altra ragazza della mia età?
Mi manchi.
Mi manca ridere senza pensare a tutto questo...'

Abbassò gli occhi pieni di lacrime e sospirando scrisse:

'Mi manca lui...'
 
18 settembre 
'Mamma, oggi ho rivisto Kiba... appena mi è spuntato davanti il mio cuore ha perso un battito. Penso che sia veramente bello!
Non credo che gli dirò mai quanto in realtà, tengo a lui. Credo che lo terrò per me, lui è troppo grande per pensare ad una ragazzina come me.
Mi accontenterò di averlo accanto, dei sorrisi che mi trasmette quando sto con lui...
Tanto ormai papà ha scelto il mio sposo...'

Una lacrima le rigò il volto stanco.
 
'Mamma, mi manchi!'
 
22 settembre
'Mamma, sta sera Kiba verrà a casa, è il compleanno di Shikamaru e deve ancora sistemare qualcosa per il regalo con Hinata. L'ho sentita mentre parlava al telefono con lui. Io resterò a casa, papà non mi fa uscire neanche con mia sorella ormai, però sono ansiosa. Non vedo l'ora di vederlo! Mi piace quel gioco che facciamo. E' un continuo stuzzicarsi, una lotta all'ultima parola.'
Alzò lo sguardo sorridendo, guardando il tramonto.
Il vento le accarezzava il volto e i capelli profumati.
 
'Mamma, mi piace davvero tanto, spero solo di dimenticarlo prima del matrimonio...'

E come l'aveva alzato sorridendo, lo abbassò lentamente, con un velo di tristezza sugli occhi chiari.
 
* * *
L'auto andava a tutta velocità fra le strade di Konoha.
Era in ritardo e ancora doveva farsi aiutare da Hinata per incartare il suo regalo.
Se l'avesse incartato lui, sarebbe uscito fuori un pasticcio e sarebbe stato meglio evitare, lasciando il compito, troppo complicato per lui, a Hinata.
Lei aveva delle mani di fata.
Nel vero senso della parola.
Accelerò ancora un pochino e con una manovra da ritiro della patente, parcheggiò davanti Villa Hyuuga.
Scese dall'auto e corse al citofono, suonando ripetutamente.
Finalmente il cancelletto si aprì e non appena entrò nel salone, fu accolto dalla servitù.
Avevano tutti un sorriso gentile ed una divisa impeccabile.
'Ragazzo!'
Una voce maschile e severa lo fece sussultare.
Da una porta uscì Hiashi.
'Si... mi dica signor Hyuuga!'- rispose un po' impacciato.
Quell'uomo gli metteva un po' di paura.
'La prossima volta che suonerai il citofono in quel modo stai pur certo che uscirò io dal cancelletto e la cosa non ti piacerà!'- gli disse assottigliando lo sguardo.
Assassino.
'C-certo, mi scusi signore!'-gli rispose l'Inuzuka, rigido come un soldatino.
'Ed ora sparisci dalla mia vista.'
Corse via, non appena lo sentì parlare in quel modo.
Si, Hiashi lo impauriva e non poco.
Salì le scale per poi arrivare al secondo piano, cercando la stanza di Hinata.
Bussando e ricevendo la risposta della ragazza, entrò, aprendo lentamente la porta.
Non voleva che succedessero fatti spiacevoli come la prima volta che incontrò Hanabi.
Già giusto... E Hanabi dov'era?
'Kiba! V-vieni! Hai portato la carta regalo?'- gli chiese impacciata Hinata.
Lui annuì.
Si misero ad incartare il regalo, per poi scrivere il bigliettino.
Per fortuna c'era la sua migliore amica a salvarlo.
Nel frattempo il campanello suonò e una cameriera si affrettò ad arrivare al salotto, dove il padrone di casa se ne stava a rilassarsi, bevendo un tè.
'Mi ha chiamata signor Hiashi?'
'Si Yuki. Chiama mia figlia minore e dille di scendere in salotto, deve accompagnarmi.'
'Sarà fatto.'
Dopo pochi istanti, Hanabi era di fronte al padre, che beveva il liquido caldo.
Era già abbastanza scocciata, perchè l'avevano interrotta mentre scriveva e poi, non aveva ancora visto l'Inuzuka.
'Hanabi, sei pronta?'
'Per fare cosa padre?'- gli chiese.
Lo odiava quando si comportava così.
Sapeva benissimo che nessuno l'aveva avvertita su quello che avrebbe dovuto fare.
'Lo vedrai presto cara. Andiamo.'
E così dicendo si alzò dalla poltrona, dirigendosi verso la porta di quella dimora.
Hanabi, confusa, lo seguì.
E anche quella sera, non l'avrebbe rivisto.
 
* * *
'Perfetto!'- esclamò la corvina felice, mentre osservava il pacco con un gran bel fiocco colorato.
'Grazie Hinata!'- le disse il ragazzo accanto a lei, guardandola con riconoscenza.
'Kiba, dammi s-solo cinque minuti e andiamo, d-devo andare a sistemarmi i capelli, se vuoi puoi andare in camera da mia sorella, è questa porta affianco alla mia s-stanza!'- gli disse impacciatamente.
Lui annuì.
Di certo non sarebbe sceso in salotto a chiacchierare con Hiashi.
Si sarebbe fatto due risate con la mocciosa.
Vedendo Hinata uscire ed entrare in bagno, lui bussò alla porta di Hanabi.
Nessuna risposta.
Notò però che era socchiusa e l'aprì lentamente.
Peggio che andava, avrebbe preso un altro ceffone.
Ma la stanza era vuota.
La finestra aperta il letto in disordine e le tende che ondeggiavano trasportate dal vento.
Si mise a sedere sul letto, aprendo il quadernino nero, appoggiato sul cuscino.
Sulla prima pagina c'era scritto:
"Hanabi Hyuuga"
Sorrise.
Sfogliò le pagine, voleva proprio sapere ciò che la ragazza scriveva.



Che capitolo articolato!
Allora come avete capito la prima parte è tutta dedicata all'Hanabi interiore, quella che non appare.
Si apre scrivendo a sua madre.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Un bacione a tutti e al prossimo capitolo! <3

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Capitolo 6
*** Capitolo6 ***


Se ti avessi detto che ti amavo, tu avresti potuto pensare che c'era qualcosa di sbagliato.

'Lui è il tuo sposo, Hanabi!'- eslamò Hiashi, mentre un bellissimo ragazzo varcava la soglia del salotto di quella dimora immensa.
Era sicuramente il doppio di Villa Hyuuga, ne era certa.
Ma non ci rimase a pensare troppo, di fronte a sè, aveva il ragazzo che avrebbe dovuto sposare, quello con cui avrebbe dovuto passare il resto dei suoi giorni.
Lo vide inginocchiarsi di fronte a lei, baciandole la mano.
'Piacere Hanabi, sono Konohamaru Sarutobi!'- esordì, guardandola dritta negli occhi chiari.
La ragazza però rimase impassibile.
'Hanabi, lui è il nipote di Hiruzen Sarutobi, è quasi tuo coetaneo dato che ha solo un anno in più di te e proprio per questo, l'ho scelto come tuo sposo. Probabilmente ti si addice molto di più.'- aggiunse Hiashi.
Rimase a guardarlo.
Era sicuramente un bel ragazzo, la zazzera marrone con un ciuffo alto, fisico perfetto, occhi profondi e labbra tirate.
Sospirò, sperando che fosse bello anche dentro.
'Vedo che state già facendo conoscenza!'
Una voce maschile, interruppe i pensieri della ragazza.
Dalla porta entrò Hiruzen, con un sorriso stampato sul volto.
'Si nonno, volevo tanto conoscere la figlia minore del signor Hiashi ed eccola qui.'
'Incantevole, davvero! Complimenti Hiashi, tua figlia ha il volto di una bambola di porcellana, è bellissima!'- disse poi il vecchio Hiruzen.
'Volete fermarvi a cena? Almeno questi due giovanotti potranno conoscersi meglio'- aggiunse poi.
'Scusami Hiruzen, ma questa sera proprio non posso. Non mancherà l'occasione però, stanne certo!'- rispose Hiashi.
Così dopo i saluti padre e figlia ripartirono verso casa.
Hanabi sentiva ancora gli occhi curiosi di Konohamaru addosso e malgrado avesse fatto una gran bella figura con lei, ancora non riusciva ad accettare il fatto che da lì a pochi mesi avrebbe dovuto sposarlo.
 
* * *
 
Se ne stava sul letto della Hyuuga minore a leggere beatamente i fatti della ragazza.
Aveva avuto la conferma, da quel piccolo diario, di come fosse realmente l'Hanabi interiore, quella che non si nascondeva, quella che emergeva, che piangeva per la mancanza d'affetto e della madre.
Sospirò, pensando che effettivamente la ragazza non avesse tutti i torti ad avercela con il padre.
Ma la cosa che l'aveva colpito di più era l'attrazione segreta che provava nei suoi confronti.
La verità era che proprio non riusciva a crederci.
Non sapeva accettarlo.
Hanabi Hyuuga teneva a lui più di quanto potesse credere.
Voltò la pagina per leggere qualche altra cosa, cercando qualche scritto che lo riguardasse, ma la porta della stanza di aprì e sbucò proprio lei.
La piccola Hyuuga.
Con uno scatto felino, l'Inuzuka infilò il quaderno sotto la maglia, facendo finta di nulla.
'Ah ciao mocciosa!'
'Inuzuka!'- esclamò lei sorpresa.
'Cosa ci fai qui?'- gli domandò poi, cercando di non dare nell'occhio.
'Niente, Hinata è ancora di là a prepararsi ed io ero venuto di qua, credevo di trovarti, avrei fatto volentieri due chiacchiere con te, mocciosa!'
Ancora quel nomignolo odioso e allo stesso tempo adorabile.
Lo guardò bene.
Lui era totalmente diverso da Konohamaru.
Lui non la preoccupava, le metteva allegria non appena i loro sguardi si incrociavano.
La faceva stare bene.
'Due chiacchiere con me? E per dirmi cosa? Per ripetermi che sono una mocciosa?'
'Non fare la ragazzina viziata, volevo solo un po' di compagnia!'
Chiuse la porta dietro le sue spalle sedendosi accanto a lui.
'Ecco, ora ce l'hai!'- gli fece un mezzo sorriso.
Non poteva fargli vedere quanto era felice di vederlo.
La porta però si aprì, rivelando due occhi perlacei e dei lunghi capelli corvini.
'K-kiba, andiamo?'
'Certo Hinata! - rispose alzandosi automaticamente dal letto, poi si voltò - Ciao mocciosa!'
E sorridendo uscì dalla stanza lasciandola sola e felice.
L'aveva visto, era quello l'importante.
 
* * *
 
La musica suonava forte.
Erano tutti in pista che ballavano.
Shikamaru non poteva scegliere un posto migliore per festeggiare il suo compleanno.
Malgrado non amasse la confusione e soprattutto la danza, il ragazzo aveva deciso di offrire da bere ai suoi amici e di portarseli a ballare.
Sapeva che loro amavano fare casino in pista.
Ino, Sai, Choji, Shino e Sakura si muovevano disordinatamente in pista.
Stavano prendendosi in giro ballando come peggio potevano, mentre sui divanetti accanto a lui Neji e Ten Ten sembravano baciarsi ardentemente.
'Era ora! Quelle due seccature non volevano proprio decidersi a darsi da fare!'- si disse.
Sasuke e Naruto, come al solito, erano in competizione.
Facevano a chi beveva di più, come due ragazzini.
Hinata ballava accanto ad una Temari che lo guardava con degli occhi decisamente troppo maliziosi.
'Quando mi guarda così, non mi lascia dormire. Quella donna è una seccatura!'- disse alzandosi dal divanetto, dirigendosi verso la bionda, che lo guardava maliziosa, ma anche soddisfatta.
Kiba, stranamente, non se ne stava a ballare e c'era una giustificazione valida per la sua assenza in pista.
Se ne stava seduto al centro di un divanetto a semicerchio, con affianco ragazze su ragazze che ridevano come iene alle sue battute.
Prese il pacchetto di sigarette e uscendo dalla porta sul retro del locale, si portò una bionda alla bocca, accendendola e aspirando il fumo.
Si stava divertendo, ma aveva quel peso sul cuore.
Il pensiero di Hanabi e di quel quaderno non lo facevano sciogliere del tutto.
Non appena sarebbe arrivato a casa, l'avrebbe letto.
Doveva sapere di più.
 
* * *
 
'Ma dov'è?'- continuava a chiedersi la ragazza, smantellando l'intera camera.
Non trovava più il suo quaderno, quello sul quale scriveva da qualche tempo ormai.
Hinata non si sarebbe mai permessa di prendere qualcosa che non fosse suo e suo padre non ci pensava nemmeno ad entrare nella camera della figlia.
Lo faceva solo per sgridarla.
Cercò di ricordare dove l'avesse messo e controllò meglio sotto il cuscino ma niente. 
Non c'era.
Poi un pensiero le spuntò nella mente.
Prese lo zaino nero, si mise una felpa e corse in strada.
Era tardi e suo padre dormiva, non si sarebbe accorto di nulla.
Correva per le strade di Konoha.
Doveva impedire a quell'Inuzuka di leggere i fatti suoi.
Non voleva che sapesse del matrimonio.
Arrivò sotto il condominio dove abitava il ragazzo.
O almeno era come ricordava.
C'era stata una volta soltanto, tanti anni prima di allora.
Arrivò alla porta in mogano che la separava dal ragazzo, quando si ricordò che non era in casa, che era al compleanno di Shikamaru.
Stava per andarsene quando una voce femminile dall'interno la fece sussultare.
'Dai Kiba, smettila!'- rideva.
Poi un'altra voce, sempre femminile.
Fu come essere trafitta.
Corse via, a casa.
No, non voleva più vederlo e sì, avrebbe sposato Konohamaru anche lo stesso giorno in cui avrebbe compiuto il suo diciottesimo anno. 



Ehm, ehm...
COme posso giustificarmi per questo capitolo? 
Vi basta sapere che la storia è appena iniziata e che ci saranno parecchi colpi di scena?
State tranquilli, non lascerò tutto così! :3
Un bacione enorme e grazie a tutti coloro che mi seguono, mi preferiscono e mi ricordano, senza contare poi chi recensisce! :)
Ciao ciao!

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Capitolo 7
*** Capitolo7 ***


Se ti avessi detto che ti amavo, tu avresti potuto pensare che c'era qualcosa di sbagliato.

'Padre, voglio sposare Konohamaru il giorno stesso in cui compirò diciotto anni!'- esclamò Hanabi.
Era in salotto con suo padre che beveva il suo tè mattutino, seduto sulla sua poltrona.
'Bene! Meglio così Hanabi.'-rispose l'uomo.
La ragazza si voltò, salendo le scale e chiudendosi in camera, dove si gettò sul letto, sfinita.
Le occhiaie violacee davano a vedere come aveva passato la notte.
Insonne.
Sospirò cercando poi di farsi forza.
Portando rancore all'Inuzuka, sarebbe stato più facile dimenticarlo, per poi sposarsi.
Sperava solo che quel Konohamaru fosse quello giusto per lei.
Sospirò di nuovo.
Intanto, quella sera sarebbe dovuta andare a cena dal suo futuro sposo, con suo padre e Hinata.
A loro si sarebbe unito anche Hiruzen.
Doveva conoscerlo meglio, prima di sposarlo.
Intanto dall'altra parte della città, l'Inuzuka si era appena svegliato, fortunatamente, in tempo.
Le due ragazze , nude, se ne stavano a dormire beatamente una alla sua destra e una alla sua sinistra.
Comunque sia, doveva andare a lavoro e quelle due non potevano restare lì.
Le svegliò chiedendo cortesemente di tornare a casa.
Assonnate e anche un po' amareggiate, presero a vestirsi, per poi andare via.
Il ragazzo sospirò, per poi andare a mettere qualcosa da mangiare ad Akamaru, che aspettava impaziente.
Mentre aspettava il caffè, prese il quaderno di Hanabi e se lo mise a leggere.
Sfogliava le pagine lentamente e non appena ebbe finito di leggere, sentì il cuore morirgli nel petto.
La mocciosa, la sua mocciosa si sarebbe dovuta sposare.
Rimase immobile con lo sguardo fisso chissà dove.
Poi si accorse che doveva uscire se non voleva essere licenziato.
Il lavoro lo chiamava e lui, bevendo il suo caffè, uscì di casa, prendendo la sua auto, per poi arrivare in ufficio.
La mocciosa, la sua mocciosa, in realtà, gli voleva troppo bene.
Moriva per lui.
 
* * *
 
Era pomeriggio inoltrato a Villa Hyuuga e le due figlie di Hiashi si stavano preparando, per l'elegante cena che si sarebbe tenuta da lì a poco, a Villa Sarutobi.
Le loro stanze sembravano dei veri e propri mercati del pesce.
C'era una confusione assurda, vestiti lasciati a terra, sul letto, sulla scrivania, scarpe col tacco ovunque, calze, calzini, trucchi sparsi a terra e così via.
Mentre Hinata provava un vestito blu, molto elegante, il cellulare squillò, e corse subito a rispondere.
'Hinata, sei a casa?'
Conosceva perfettamente quella voce maschile.
'K-kiba, stiamo uscendo p-perchè?'
'Hanabi è lì con te? Resta a casa?'- le chiese.
Doveva vederla.
'No Kiba, sta sera d-dobbiamo andare a cena, papà vuole farle conoscere il suo futuro sposo.'- rispose, ma non ebbe una risposta, ne un saluto.
Kiba aveva già attaccato.
Doveva parlarle. 
Hanabi, aveva deciso di indossare un abito lungo, tanto da coprirle anche i piedi, in chiffon, color glicine, quasi come i suoi occhi.
Lo scollo a cuore, risaltava il seno non troppo prosperoso, e lo stretto corpetto risaltava la vita sottile della ragazza, leggermente truccata, con i lunghi capelli scuri, lasciati sciolti.
Dietro, le spalle e la schiena, erano lasciate quasi completamente nude, mentre il collo, era abbellito da una collana con una piccola perla.
In fine, la sua figura era slanciata da un paio di tacchi grigio chiaro, illuminati da qualche punto luce.
Dalla porta della sua camera, sbucò Hinata, con un sorriso dolce stampato sulle labbra.
'S-sei pronta, sorellina?'- le chiese.
La Hyuuga minore, si guardò allo specchio un'ultima volta, poi voltandosi rispose:
'Si, possiamo andare!'- e prendendo una piccola pochette, uscì dalla stanza, seguendo la sorella maggiore.
In salotto Hiashi le stava aspettando.
Non appena le vide scendere dalle scale, si alzò dalla poltrona, sorridendo appena, prendendo le chiavi e uscendo di casa.
Anche le ragazze, fecero la stessa cosa, dopo aver coperto le loro spalle nude.
Hinata uscì per prima, mentre Hanabi, sentiva il cuore batterle forte nel petto.
Fra pochi mesi avrebbe lasciato quella casa, se ne sarebbe andata di lì, si sarebbe sposata.
Sospirò, uscendo di casa, vedendo il padre in auto, già pronto per partire.
Percorse il vialetto di fronte casa sua, uscendo in strada e proprio quando aprì lo sportello dell'auto, una macchina scura imboccò la strada di corsa, arrestandosi poi all'istante poco lontana da loro.
Lei, rimase a guardare, ma era buio e non riusciva a capire ne chi fosse il guidatore, ne che auto fosse quella.
Salì in macchina ignorando che in quell'auto scura, c'era un Inuzuka, molto sorpreso e allo stesso tempo sconvolto.
 
* * *
 
Le portate andavano e tornavano.
La sala da pranzo era impeccabile, allestita elegantemente.
Era tutto bellissimo.
Di fronte a lei, Konohamaru, le sorrideva, sembrava essere felice.
Hinata, ascoltava i discorsi del vecchio Hiruzen e di suo padre, mentre lei scambiava sguardi fugaci con quel ragazzo dal ciuffo all'insù.
Le piaceva il suo modo di ridere.
Poi però tornò a pensare all'auto scura di prima.
Aveva visto con quale velocità aveva imboccato la strada e poi, aveva anche visto come seguiva lentamente la loro auto.
Qualcosa non andava.
Quel fatto non la faceva stare tranquilla.
Sospirò, alzando lo sguardo, incontrando di nuovo gli occhi di Konohamaru.
'Hanabi, che ne dici di fare due passi in giardino?'
La ragazza fece un cenno affermativo con la testa e chiedendo scusa, i due si allontanarono verso la porta che dava sugli immensi giardini di Villa Sarutobi.
 
* * *
 
Aveva capito.
Dopo aver seguito l'auto di Hiashi, aveva capito tutto.
La mocciosa si sarebbe sposata con il nipote di Hiruzen e la cosa gli faceva non poca rabbia.
Hiashi, lo aveva scelto solo per l'enorme quantità di denaro che la sua famiglia possedeva, non per altro.
Comunque, sentiva il dovere di parlarle, perchè quella ragazzina era innamorata di lui.
E non poteva non sentirsi in colpa.
Si gettò sul letto, stanco, l'indomani, avrebbe fatto in modo e maniera di parlarle.
Doveva parlarle.



Sisisisi, non uccidetemi per favore!
Dovete solo pazientare un pochino! :P
Comunque spero che il capitolo vi sia piaciuto e volevo chiedervi una cosa.
Ho in mente un one shot, verde, malinconica sulla coppia in questione, la scrivo o non la scrivo?
Ah è anche una song...
Fatemi sapere, un bacione!

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Capitolo 8
*** Capitolo8 ***


Se ti avessi detto che ti amavo, tu avresti potuto pensare che c'era qualcosa di sbagliato.

'Konohamaru'- si fermò guardandolo dritto negli occhi.
'Dimmi Hanabi'- le rispose il ragazzo in modo tranquillo.
'Cosa pensi di questo matrimonio combinato?'
Il ragazzo rimase in silenzio, ci stava pensando su.
'Hanabi, credo che le cose migliori avvengano senza preavviso, senza essere previste o combinate- sospirò, dandole l'impressione che avesse un peso sul cuore, poi riprese- però, questo non vuol dire che un matrimonio così non possa funzionare.'- le sorrise.
Se le cose migliore accadono senza preavviso, perchè era di quell'idea?
'Perchè la pensi così?'
'Perchè credo che ti sia andata bene. Sai perfettamente anche tu, che questo matrimonio verrà fatto per soldi, per le proprietà, ma pensa se fossi capitata con un'uomo, uno troppo grande per te, uno che ormai non ti capirebbe più, perchè ha passato da un bel pezzo la tua età. Sarebbe stato diverso e credo che tu saresti stata infelice di condividere la tua vita con uno così.'- le rispose mentre guardava le stelle.
Sta volta fu lei a sospirare.
Konohamaru aveva perfettamente ragione ed era una fortuna che suo padre l'avesse scelto come suo sposo.
'Tuttavia, non è detto che anche con uno come me, tu possa essere felice, o viceversa. Come ti ho già detto, avrei preferito incontrarti e frequentarti e decidere se prenderti come mia sposa o meno, ma... purtroppo non mi è stata data questa possibilità.'
'Dimmi la verità- arrossì appena la ragazza- hai qualcuna al di fuori di questo accordo, qualcuna che ami, con la quale preferiresti fare questi discorsi anziché con una che conosci da un giorno soltanto.'
Lo vide voltarsi e sorriderle.
Era certa, quello era un sì.
'Mi dispiace ammetterlo, ma ad essere sincero è così. Questa è l'età in cui si fanno le prime esperienze è normale, ma preferisco dirtelo, in fin dei conti dovremo condividere tutto fra qualche mese.'- accennò ancora un lieve sorriso.
'Grazie. Apprezzo molto la tua sincerità.'- gli disse abbassando lo sguardo.
Un attimo di silenzio e Konohamaru le prese il mento alzandole il volto.
'E tu invece? Non hai nessuno là fuori?'- rise.
Sembrava che non gli interessasse nulla, ma sapeva perfettamente che non era così.
Lo sentiva.
'No.'- guardò altrove.
'Non ci credo!'
Le rubò un sorriso.
'A dirti la verità, credevo di essermi innamorata, ma non ne sono sicura.'
Lui annuì, incitandola a proseguire.
'Lui... Beh ecco, lui è più grande di me, ha gli anni di mia sorella e non ci penso neanche a dirlo a mio padre.'
'E dov'è che sta il problema? Perchè non sei sicura di amarlo?'
'Perchè se un attimo prima mi fa ridere e stare bene, quello dopo mi fa stare male. E poi penso che sia sbagliato amare uno così, uno più grande di me.'
'Hanabi, nell'amore non c'è niente di sbagliato- sospirò affranto- è il mondo e certi pensieri che ci mettono in testa che lo sono!'
E non poteva avere più ragione di così.
 
* * *
 
La mattina seguente, Hanabi si svegliò ripensando alle parole di Konohamaru.
Quel ragazzo aveva ragione, era intelligente ed era vero che era stata fortunata.
Era stato dolcissimo e sincero la sera prima e dopo aver parlato, senza alcuna pretesa, appoggiandole la giacca sulle spalle, restarono un altro po' in giardino, per poi entrare assieme agli altri.
Si stiracchiò, sbadigliando, alzandosi e guardandosi allo specchio. 
Corse in bagno per un bel bagno caldo, dato che nello specchio aveva visto uno zombie e non la solita Hyuuga che le appariva ogni mattina, quindi riempendo la vasca si immerse nell'acqua bollente restandoci per parecchio.
Proprio quando stava per uscire, sentì la voce di Hinata chiamarla.
'Cosa c'è Hinata? Sono in bagno!'- le rispose urlando.
'Sbrigati ad asciugarti, ti stanno aspettando qui giù!'- le urlò la Hyuuga maggiore dal piano di sotto, rivolta verso le scale.
Si chiese chi poteva essere a quell'ora della mattina, di sabato poi.
Qual'era quel pazzo che si era svegliato alle nove per venire a parlare con lei?
Si sbrigò ad asciugarsi e a vestirsi ed entrando in camera sua, urlò ad Hinata di far salire gli ospiti, ma quando la porta si aprì, sbucò una sola figura e il sangue cominciò a ribollirle nelle vene.
'Mocciosa...'
'Cosa c'è Inuzuka?'- gli chiese schietta lei.
'Io e te dobbiamo parlare.'
Lei, troppo indaffarata a rimettere in ordine, a quelle parole si voltò verso di lui, incrociando le braccia sotto il suo petto.
'Sono tutta orecchi.'
Lo vide accennare un sorriso ed allungare una mano dentro la giacca di pelle, afferrando un quaderno.
O meglio, il suo quaderno.
Cercò di mantenere il sangue freddo, sperando che non l'avesse letto, anche se questo era poco probabile, data la curiosità di quel cagnaccio da strapazzo.
'Devo ridarti questo.'- glielo porse guardandola negli occhi chiari.
Lei guardò dapprima lui, poi il quaderno con sufficienza, prendendolo poi con malavoglia.
Era tutto calcolato per mostrargli che non le interessava nulla, che qualsiasi cosa avesse letto, non era importante.
'E poi, volevo chiederti com'è andata ieri sera.'
Come aveva pensato era stato lui a seguirli.
'Bene, grazie.'- rispose con la sua solita aria indifferente.
'Ma adesso dimmi una cosa. Ho letto tutto il diario e credo che tu debba parlarmi.'
'Ti sbagli, io non devo dirti proprio niente!'- e così dicendo, lo sorpassò aprendo la porta per uscire, ma la presa del ragazzo la spinse a sedere sul letto.
'Non credo Hyuuga. Su quel diario c'è scritto tutt'altro che niente.'
'Lasciami in pace ok?'
'Non finché non mi avrai detto cosa hai scritto là sopra e perchè.'
La ragazza sospirò.
Era in trappola.
'Cosa vuoi sapere?'- gli chiese, visibilmente turbata.
'Ho visto il mio nome scritto sul quaderno. C'è qualcosa che mi riguarda e che non so?'
Sospirò di nuovo.
Quell'Inuzuka sapeva essere estremamente crudele.
'Se l'hai letto significa che già sai cosa ti riguarda.'
Lui rise.
L'aveva in pugno ormai.
'Voglio sentirlo dire dalle tue labbra.'
La vide tremante.
Una come lei non si sarebbe mai azzardata a dire ciò che aveva scritto.
'Ho scritto solo che stavo bene con te...'
'E?'- la interruppe il ragazzo, più convinto che mia a farla parlare.
'E che ti amo.'- abbassò il capo.
Non voleva farsi vedere così debole da lui, da lui che di certo non si aspettava quella risposta così secca, ma altra resistenza.
Si abbassò, in ginocchio all'altezza della ragazza.
'E perchè non me l'hai detto prima?'
'Perchè se ti avessi detto che ti amavo, tu avresti potuto pensare che c'era qualcosa di sbagliato.'- gli rispose, per poi sfuggire velocemente da lui, uscendo dalla sua stanza, rinchiudendosi in bagno.
Sarebbe pur dovuto andare via e se così non fosse stato avrebbe aspettato lunedì mattina, quando aveva il turno di lavoro.



Buona notte a tutti miei seguaci! :)
Sono precisamente le 02.22 di notte ed io sto pubblicando solo per voi perchè è parecchio che non aggiorno e anche perchè non credo che domani avrò tempo, quindi ho sfruttato la mia ispirazione momentanea (e notturna), per aggiornare la fic!
Allora, ottavo capitolo!
Spero che vi sia piaciuto e che sia ben chiaro, se qualcosa non lo fosse chiedetemelo in una recensione o in un messaggio! :)
Un bacione a tutti e alla prossima (che non tarderà come sta volta!) :*

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Capitolo 9
*** Capitolo9 ***


Se ti avessi detto che ti amavo, tu avresti potuto pensare che c'era qualcosa di sbagliato.
 

Varcò il portone di casa sua, dopo aver passato due ora davanti alla porta del bagno superiore di Villa Hyuuga, ad aspettare Hanabi che uscisse, ma questa proprio non ne aveva voluto sapere, ne di uscire, ne tantomeno di dargli delle risposte.
Le aveva soltanto sfilato dalle labbra un lieve 'ti amo', che francemente non si aspettava di ricevere così presto, ma dopo una lunga tortura e un lungo periodo di resistenza.
Ma dal momento che era arrivato Hiashi, se l'era data a gambe levate.
Quell'uomo gli incuteva terrore.
Se sapeva essere estremamente severo con le figlie, sapeva anche essere crudele e pauroso con lui, mettendolo in agitazione ogni volta che lo sentifìva anche solo nominare.
I suoi pensieri furono interrotti da un'esuberante Akamaru, che aveva una fame da lupi.
Quindi con santa pazienza, dopo avergli messo qualcosa da sgranocchiare decise di giocare un po' con lui.
Era tanto che non faceva due tiri con il suo cagnone, quindi perchè non andare in spiaggia?
E così fece, dopo pochi minuti erano già lì a giocare come due bambini spensierati, anche se l'Inuzuka, non è che lo fosse poi così tanto.
Aveva in testa il volto di quella bambina, di quella mocciosa, di quella ragazza che da qualche giorno lo tormentava con il pensiero e abbassando lo sguardo, tornò al mese prima, quando sulla spiaggia lei gli sorrideva, gli sorrideva davvero, senza la sua maschera da forte e indifferente, senza nascondersi.
E proprio in quella sera, da come aveva capito leggendo il diario, la ragazza si era interessata a lui e ai suoi modi.
Poi pensò alla sera in cui in discoteca, avvicinandosi e prendendolo per mano, gli aveva tolto di dosso la bionda che precedentemente la baciava e lui, stringendola a sé, l'aveva costretta a ballare con lui per tutta la notte.
Forse provava interesse già da allora, ma questo non lo sapeva, non ne era certo.
Ormai pensava di tutto, anche a quella sera in cui le stava così vicino sul divano, quando si era sdraiato e appoggiato sulle sue coscie morbide, per guardare la tv e lei, come suo solito, aveva prima fatto qualche storia, poi si era arresa.
Si forse la ragazzina provava interesse verso di lui già da un pezzo.
Ma lui cosa provava per la mocciosa?
Per quella mocciosa di cui era sicuramente geloso?
Per quella mocciosa per la quale voleva il meglio e non che si sposasse con uno dei tanti Sarutobi ricchi sfondati e super viziati?
Sospirò guardando Akamaru allontanarsi verso la palla e addentarla.
Il problema però, non era che si sposasse con un Sarutobi, ma che si sposasse.
Gli tornò, poi, in mente uno dei suoi sorrisi, uno di quelli illuminati dalla luce delle giostre del luna park, quando aveva pensato a quanto avesse voluto sfiorare quei capelli lunghi e scompigliati dalle montagne russe, a quanto avesse voluto fissare ancora quelle iridi chiare e finalmente felici, quando aveva pensato, per la prima volta, a quanto era bella quando sorrideva, quando non faceva la stronza.
'Se ti avessi detto che ti amavo, tu avresti potuto pensare che c'era qualcosa di sbagliato'- ripetè le parole della ragazza, voltandosi verso l'orizzonte che scompariva dietro il mare.
'Mocciosa, ma cosa ci trovi di sbagliato?'- chiese al vento.

* * *

Era uscita dal bagno dopo due ore.
L'Inuzuka, non aveva nessuna voglia di lasciarla lì dentro e proprio non riusciva a capire cosa volesse ancora da lei dato che ormai l'aveva umiliata, l'aveva fatta parlare.
Ormai sapeva ciò che provava, sapeva tutto.
E si sentì vuota, triste, come se tutto fosse finito.
Aveva l'impressione che il ragazzo non le avrebbe più rivolto la parola se non per scarnire i suoi sentimenti.
Si gettò sul letto quando Hinata, ancora in cucina, la chiamò e fu costretta a scendere e trovò suo padre più serio che mai.
Lo osservò bene fin quando non lo vide alzare lo sguardo verso di lei e prendere parola.
'Allora ragazze, domani dovrò parlarvi di una cosa seria, che spero vi faccia piacere.'- esordì.
'Perchè non ora, padre?'- chiese la Hyuuga maggiore.
'Perchè voglio che ci sia anche tutta la servitù, che come sapete oggi che è domenica, in parte è assente.'- concluse Hiashi.
Quindi annuendo, Hanabi corse di sopra.
Aveva uno strano presentimento, ma forse era solo un impressione.

* * *

Dopo una notte passata a rigirarsi nel letto, Hanabi si svegliò più stanca della sera prima, non pronta per affrontare la giornata.
Oltretutto aveva una 'riunione' mattutina con suo padre, sua sorella e tutta la servitù e ancora non capiva il perchè di quell'improvvisa urgenza di parlare con tutti quanti.
Corse in bagno a lavarsi, asciugandosi i capelli lisci.
Vestendosi semplicemente, scese nel salotto dove tutta la servitù era già riunita in attesa che Hiashi arrivasse.
Si mise anche lei con i camerieri, il giardiniere e il cuoco, confondendosi fra il bianco e il nero delle loro divise, grazie alla sua felpa scura.
Sentì da fuori la porta, Hinata che urlava a Hiashi di fermarsi, di aspettare, che qualcuno non avrebbe accettato la sua scelta.
Poi suo padre che entrava nel salotto seguito da Hinata, che si chiuse la porta dietro le spalle.
La servitù salutò i due, mentre Hanabi li guardava con aria interrogativa.
Chi era quel qualcuno?
'Allora, per prima cosa buongiorno a tutti e grazie per essere tutti presenti. Ci tengo davvero tanto a dirvi questa cosa perchè da oggi in poi sarà definitiva.'- esordì Hiashi.
Hanabi però, era sempre più confusa.
'Volevo presentarvi una persona. Entra cara!'
E dalla porta sbucò una figura femminile che arrivo ad accostarsi ad Hiashi con un sorriso sul volto, mentre squadrava tutti.
I capelli scuri arrivavano sulle spalle, gli occhi color cioccolato guizzavano su tutti i presenti e le braccia erano incrociate sotto il petto.
Hanabi continuava a non capire o forse non voleva farlo.
'Lei è la mia compagna e dato che la nostra relazione va avanti da qualche tempo, ho deciso di rendere la storia ufficiale, presentandola a tutti voi. Questo perchè verrà a vivere qui e per voi sarà la nuova signora Hyuuga.'- concluse.
Alla piccola Hyuuga, sembrò di essere trafitta.
'La nuova signora Hyuuga' aveva detto suo padre.
No.
Questo mai.
Nessuno avrebbe preso il posto di sua madre.
Nessuna, per lei, era degna di portare quel nome.Sua madre era unica ed ora capiva chi era quel 'qualcuno' che non avrebbe accettato la volontà di Hiashi.
Ora capiva che sua sorella la difendeva, malgrado assecondasse suo padre, in un certo senso.
 


 
Scusate se pubblicando sta notte non sono riuscita ad inserire il mio commento qui sotto, ma ho avuto dei problemi e mi sono dovuta arrangiare riguardo alla formattazione.
Ora l'ho ben sistemato!
Ho finito alle 4 e non l'ho neanche ricontrollato, quindi se trovate errori, indicatemeli perchè ieri ero davvero davvero davvero distrutta!
Allora...
Non lapidatemi, alla nostra piccola Hyuuga gliene sto facendo di tutti i colori, ma tranquilli, la ragazza ha carattere da vendere e si riscatterà! ;)
Un bacione a tutti e alla prossima!

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Capitolo 10
*** Capitolo10 ***


Se ti avessi detto che ti amavo, tu avresti potuto pensare che c'era qualcosa di sbagliato.

Scattò in piedi, guardando la donna con aria irritata.
'Lei non sarà mai mia madre.'- disse secca come non mai.
Se ne stava lì di fronte a suo padre, che la guardava arrabbiato.
Il salone di Villa Hyuuga non le era mai sembrato così piccolo fino a quel momento, quando vide Hiashi percorrerlo tutto per poi colpirle il volto, con un sonoro schiaffo.
Gli occhi colmi di lacrime, il cuore a pezzi e una gota arrossata.
‘Papà… ti odio!’- sibilò, con la sua naturale freddezza.
In pochi secondi prese lo zaino che precedentemente aveva portato in salone per un'uscita mattutina e corse fuori da quella villa, via da suo padre.
‘Dove pensi di andare ragazzina?’-gli gridò Hiashi, ricevendo una forte chiusura del portone di casa in faccia.
‘Hanabi, torna indietro!’- le urlò Hinata.
Ma lei non voleva sentire ragione.
Era stufa della sua vita, di suo padre e di tutte quelle assurde e inutili aspettative che aveva su di lei.
Non sarebbe mai stata quella che lui avrebbe desiderato, mai.
Le lacrime cominciarono a rigarle il viso niveo, mentre sulla guancia livida, cadde una goccia.
Alzò gli occhi, guardando il cielo offuscato da tante nuvole grigie.
‘Oh mamma…’- sussurrò singhiozzando, cominciando a correre  via, cercando di fuggire da quella vita che non le era mai piaciuta.
La pioggia cominciò a scendere più forte e cercò di riscaldarsi il più possibile nella sua felpa, coprendo poi la testa con il cappuccio scuro.
Aveva solo voglia di vivere la sua vita da normale diciassettenne, di godersela, di innamorarsi davvero, per la prima volta.
Ma suo padre già pensava a cercarle uno sposo con una certa possibilità economica e questo solo per tutte le stupide aspettative che aveva su di lei.
Inoltre aveva anche trovato una sostituta per sua madre e questo, proprio non le andava giù.
Come la pioggia le sue lacrime cominciarono a scendere sempre di più e lei ormai fradicia da sopra a sotto, correva, cercando di scappare via da quella realtà.
 
*  * * 
‘Finalmente si torna a casa, non ne potevo più di starmene rinchiuso in quell’ufficio!’- si disse Kiba, mentre guidava con attenzione fra le vie di Konoha.
La pioggia d’ottobre aveva allagato la strada e in giro non c’era neanche un anima.
‘Spero che Akamaru non abbia distrutto casa… con questi tuoni sarà morto di paura.’- si disse poi, pensando al suo amico a quattro zampe.
Akamaru era proprio quel che si dice grosso e frignone.
Aveva paura del fuochi d’artificio, dei tuoni, delle onde del mare e anche delle maschere di halloween.
Eppure era un cane da guardia.
Ma si sa, gli animali somigliano ai padroni…
Si affrettò ad imboccare la strada che l’avrebbe portato a casa, al calduccio.
Non appena ebbe girato l’angolo si ritrovò di fronte una ragazza completamente inzuppata, sola, con il volto nascosto sotto ad un cappuccio scuro, che camminava sotto i balconi delle case cercando di non peggiorare le sue condizioni, inutilmente però.
La vide alzare il volto e si rese conto di conoscere molto bene quegli occhi perlacei.
‘Hanabi!?’- la chiamò lui.
‘Cosa vuoi Inuzuka?’- rispose lei, un po’ sulla difensiva.
‘Che ci fai in giro con questo tempo? Sali in macchina che ti porto a casa!’
‘Scordatelo, io là non ci torno!’-rispose con tutta l’ira che sentiva, riprendendo a camminare.
Sbuffò sonoramente.
L’unica cosa che gli mancava quel giorno era di dover convincere quella Hyuuga, e avrebbe fatto tombola, dato che era praticamente impossibile.
Sospirò, scendendo dall’auto, correndo sotto la pioggia, per poi prendere quella ragazzina in spalla e ficcarla in macchina a forza.
Risalì, bagnato fino alle ossa.
‘Inuzuka, non voglio tornare a casa.’
‘Senti Hyuuga, di certo non ti lascio qui in mezzo ad una strada allagata, tutta bagnata e per di più sola. Non farmi incazzare.’- rispose lui stanco.
Sapeva già che avrebbe dovuto lottare per convincerla, e non aveva proprio voglia, ma comunque si sentiva in dovere di portarla in luogo un po’ riparato.
‘Siamo di cattivo umore oggi eh…’-esclamò lei, riferendosi allo sgarbato modo che aveva assunto il ragazzo qualche istante prima.
‘A quanto pare non gira male solo a me!’
‘Il vaccino anti-rabbia non ti ha fatto effetto per caso?’
‘Stai zitta Hyuuga, sei troppo piccola per capire certe cose!’
Lo guardò arrabbiata più che mai.
‘Sono sempre troppo piccola, quando vi fa comodo!’
Capì che lui non c’entrava proprio un bel niente e sicuramente quella marmocchia, ce l’aveva con suo padre.
D'altronde, anche se Hiashi era molto severo, lei era impossibile.
Ribelle come nessuna, non stava a nessuna regola e le punizioni di Hiashi non riuscivano mai a placarla.
Non le rispose, quando era arrabbiata era anche peggio del solito, quindi decise di guidare fino verso casa in silenzio, arrivando poco dopo.
La fece scendere dall’auto, per poi caricarsi di tutti i suoi documenti, cartelle e cartelline, fino a salire le scale ed entrare nel suo appartamento.
Hanabi rabbrividì davanti a quel portone.
Ripensò a quella sera quando era venuta a cercarlo.
Scosse la testa, entrando, quando l'Inuzuka gli fece cenno di entrare ed accomodarsi.
Appoggiò tutto sul tavolo della cucina sospirando, vendo correre verso di lui Akamaru che dopo averlo leccato per bene, si apprestò ad annusare la ragazza.
‘Inuzuka, di al tuo sacco di pulci di togliersi.’
‘Non ci penso nemmeno Hyuuga, qui l’unica che si deve togliere sei tu, se non vuoi essere mangiata!’- disse passandole accanto per andare verso la cucina a preparare qualcosa.
‘Fino a prova contraria sei tu che mi hai portata qui ed io non te l’ho di certo chiesto!’
Lo odiava con tutta se stessa.
‘Puoi anche andartene allora.’- le rispose vedendola poi rimettersi il cappuccio e avviarsi verso la porta.
‘Hyuuga, sei proprio una stupida se pensi che ti lasci andare via con questo tempaccio!’- le disse poi prendendola per il polso, per trattenerla.
‘Ora rimani qui, ti cambi, mangi qualcosa e passerai la notte qui e non voglio sentirti lamentare, sia ben chiaro!’
La ragazza assottigliò lo sguardo.
Non lo sopportava proprio.
Sbuffò.
‘Come vuoi Inuzuka. Allora, cosa mi metto?’- disse guardandosi.
Aveva i jeans bagnati, le scarpe ridotte a dei piccoli stagni, la felpa invece sembrava uno straccio vecchio e fradicio.
‘Vieni con me…’- sospirò Kiba, facendo cenno di seguirlo verso la camera.
‘Inuzuka, non vorrai approfittarti di me vero?’- disse lei prendendolo in giro.
‘Io che mi approfitto di una come te? Ma stiamo scherzando spero. Neanche se fossi l’ultima donna rimasta sulla faccia della terra, Hyuuga!’- le rispose avvicinando il suo volto, guardandola dritta negli occhi chiari.
Assottigliò lo sguardo fino a voltarsi, chiudendo gli occhi con fare altezzoso.
'Lo stesso vale per me, Inuzuka!'- aggiunse.
Nel frattempo, il ragazzo già le aveva appoggiato qualcosa sul letto.
'Se vuoi farti una doccia il bagno è di là'- le indicò una porta, dall'altra parte del corridoio.
'No, meglio di no...'-rispose lei.
'Stai pure certa che non ti lascerò dormire nel mio letto tutta infangata, quindi vatti a fare una doccia, e sbrigati perchè fra non molto si mangia.'
Quel Kiba, era anche peggio di suo padre.
Decisamente.
'Non posso Inuzuka!'
Lui ci pensò su.
'Ah! Ho capito cosa ti serve!'- disse cercando in un cassetto.
La vide arrossire violentemente, non certa di quello che avesse capito.
E mentre lo guardava ancora rossa, lui prese un paio delle sue mutande e gliele mise in mano.
'Non arrossire troppo Hyuuga!'
'Inuzuka, sei un rozzo!'- gli urlò contro, correndo in bagno ancora rossa.
Uscì dopo una buona mezz’ora, pulita e profumata con addosso il pigiama del ragazzo.
‘Allora, i miei boxer sono di tuo gradimento?’
‘Sono leggermente larghi per me, ma vanno comunque bene!’- rispose, vedendolo ghignare con malizia.
E malgrado poco prima fosse arrabbiata con il mondo intero e anche un po' con lui, ora si sentiva quasi felice.
Perchè era quello, l'effetto che lui le faceva.
Da sempre.



Buona notte a tutti ragazzuoli miei! :)
Vedo che sempre più persone seguono la storia e vi devo dire che l'apprezzo molto!
Come al solito è notte fonda ed io sono qui a pubblicare il primo capitolo che avevo scritto per questa storia, quindi il mio preferito.
Ho capito perchè questa fic mi sta tanto a cuore e perchè ci tengo molto, è parecchio che c'ho fatto caso e sta sera ne ho avuto la piena conferma, ma evito di annoiarvi con le mie chiacchiere notturne e depresse, quindi vi lascio alle recensioni, un bacione a tutti!

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Capitolo 11
*** Capitolo11 ***


Se ti avessi detto che ti amavo, tu avresti potuto pensare che c'era qualcosa di sbagliato.

'Allora, mia cara Hyuuga, che ne pensi di aiutarmi in cucina senza fare storie?'-le chiese con finta gentilezza Kiba.
E lei con aria irritata, puntualizzò:
'Ma scusami Inuzuka, qui l'ospite sono io, tu dovresti prenderti cura di me e non rendermi tua zerbina.'
'Hyuuga sono stato fin troppo gentile con te, quindi non fare storie e mettiti ai fornelli, perchè devo andare a mettere in ordine il bagno, dato che una mocciosa l'ha messo tutto sotto sopra!'
E lo vide dirigersi in bagno sbattendo i piedi, leggermente arrabbiato.
Beh la cosa non la preoccupò granché, anzi, si mise a ridere.
Corse in cucina a vedere cosa stesse preparando l'Inuzuka, ma anche se avesse voluto, non avrebbe potuto fare grandi cose, date le sue scarse abilità culinarie.
Si insomma, Villa Hyuuga era anche dotata di cuochi, quindi perchè mai avrebbe dovuto imparare a cucinare?
Si mise a sedere, constatando che la cena cuoceva normalmente, ma dopo cinque minuti, sentì puzza di brucia.
Si alzò di scatto, avvicinandosi alla cena che bruciava sul gas e mettendosi le mani dei capelli, sbarrò gli occhi e spalancando le labbra, urlò:
'Inuzuka aiuto! L'uovo sta prendendo a fuoco!'
E a quelle parole, Kiba, si precipitò in cucina, rischiando anche di scivolare.
'Cavolo mocciosa, non ti si può chiedere niente che fai sempre danno!'
'Senti io non so cucinare, quindi preparatela da solo la cena!'
La fissò in cagnesco.
La marmocchia voleva morire, ne era certo.
 
* * *
 
'Quell'uovo era immangiabile!'
'Senti ragazzina, quello era il tuo uovo, perchè sei stata tu a farlo bruciacchiare!- sospirò affranto- meno male che avevo un po' di insalata, altrimenti saremmo rimasti a digiuno sta sera!'
'Beh, c'era sempre la scatoletta di carne di Akamaru... A te piace, non è così Inuzuka?'- gli rise in faccia, lasciandolo solo a pulire la tavola, voltandosi e dirigendosi verso il divano.
'E non guardarmi il fondo schiena, maniaco!'-aggiunse poi, sapendo che gli occhi del ragazzo si erano posati proprio lì.
Ed aveva ragione.
Sbuffò ancora di più pensando a quanto quella ragazzina fosse odiosa, ma allo stesso tempo terribilmente attraente.
Finì di riordinare la cucina e si diresse anche lui verso il divano, vedendo la ragazza affondata fra i morbidi cuscini, mentre guardava il soffitto.
Si gettò a peso morto sul soffice giaciglio guardandola negli occhi.
'Allora, mi spieghi cosa ti è successo?'
Lei distolse lo sguardo.
'Papà ci ha presentato la sua compagna. L'ha chiamata "la nuova signora Hyuuga", ed io non ce l'ho fatta.'
'Che cosa hai fatto?'
'Gli ho detto che non l'avrei mai accettata come mia madre e poi dopo avermi dato una pizza, gli ho detto che lo odio.'
Fredda come non mai.
Si poteva sentire benissimo una nota di rancore nella sua voce.
'E poi, ancora non digerisco il fatto di dovermi sposare.'- aggiunse.
'Ah già... Lui com'è?'-chiese, infastidito.
Voleva capire se le piaceva.
'Lui è un bravo ragazzo, ma è innamorato di un'altra. Alla fine io non mi aspettavo niente da lui, sia ben chiaro, anzi ho apprezzato la sua sincerità, ma il fatto che fra qualche mese mi sposerò con uno che non mi ama, mi fa letteralmente schifo e questo vale anche per lui.'
Lo vide fissarla con insistenza negli occhi.
Cosa voleva capire quell'Inuzuka?
'E tu Inuzuka? Quando troverai moglie?'-scherzò, cercando di dirottare il discorso.
Lui la guardò aggrottando la fronte.
'Io? Trovare moglie? Hyuuga tu sei tutta matta.'
'Mi sembra però, che le donne ti cadano ai piedi...'-insinuò lei.
Ora toccava a lei indagare.
'Hyuuga, per me possono anche cadermi ai piedi, a me non interessa nessuna di tutte quelle con le quali ho passato qualche notte. Ma poi, tu sei troppo piccola per fare questi discorsi!'
E soprattutto non capiva perchè li volesse fare, dato che per i sentimenti che provava per lui, avrebbe potuto farsi del male.
'Però mi guardi il culo Inuzuka, per quello non sono piccola, vero?'-gli rise in faccia la ragazza.
'Ancora con questa storia? Non ti ho mai guardato il sedere!'
La vide annuire con aria vagamente ironica.
Lo prendeva in giro.
'Mocciosa, credo che tu voglia la guerra questa sera!'
'No, io sono abbastanza pacifica, Inuzuka!'- e gli tirò sul volto un cuscino, colpendolo in pieno.
Mentre si riprendeva dalla botta, la sentì ridere, mentre i suoi passi veloci si facevano lontani.
'Hyuuga, non giocare col fuoco!'- disse alzandosi, avanzando verso la camera.
Prima che potesse varcare la porta, da quella del bagno uscì la ragazza che con un grido lo fece sobbalzare.
La vide correre in cucina ridendo.
Quella sera era letteralmente impazzita, oppure le piaceva talmente tanto torturarlo che non ne poteva fare a meno.
Le corse dietro per tutta casa, facendo agitare il povero Akamaru che ormai cercava di dormire inutilmente, fino a quando la ragazza non arrivò in camera, spacciata ed intrappolata.
'Bene Hyuuga, ora non scappi!'-le disse scattando verso di lei, prendendola in braccio e buttandola sul letto.
'Sei uno stupido Inuzuka!'- disse, con i battiti accelerati dalla corsa.
'Mocciosa, te l'ho detto che avresti giocato col fuoco, stuzzicandomi.- le salì sopra a cavalcioni, intrappolandole le mani- E adesso, sei mia prigioniera, per tutta la serata!'
'L'importante è che tu non mi faccia balla re per cinque ore, facendomi indossare obbligatoriamente dei tacchi dodici!'-scherzò lei.
Lo vide avvicinarsi e le sussurrò nell'orecchio destro:
'Potrei anche farlo...'
Rabbrividì per quella sua voce calda e quel suo respiro sul collo.
Lo vide allontanarsi dal suo viso, lentamente e a sua volta gli sussurrò:
'Fallo, allora.'
Ma fu un attimo che le labbra del ragazzo si erano appoggiate su quelle di lei, ancora intrappolata nella morsa di lui.



Buona notte, amici notturni!
Come al solito eccomi qui, sono quasi le quattro e sto aggiornando.
Spero che qualcuno di voi non sia rimasto sveglio ad aspettarmi perchè spesso vedo subito che qualcuno ha letto la storia!
Insomma, non dovete fare i vampiri anche voi! :)
Allora, per prima cosa spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Per seconda cosa volevo dirvi che arriverò a 15 capitoli, non credo di poter fare più di così, anzi, non ho mai scritto una fanfic con più di 10 capitoli, quindi siate onorati! ;)
Un bacione a tutti voi e buona notte!

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Capitolo 12
*** Capitolo12 ***


Se ti avessi detto che ti amavo, tu avresti potuto pensare che c'era qualcosa di sbagliato.

Fu un bacio più che semplice, casto, puro, inaspettato, ma non tolse il fatto che catturò il loro sguardi, facendoli intrecciare.
Rimasero ad osservarsi, con le labbra che fremevano dalla voglia di sentire quelle dell'altro.
Sentì la presa del aragazzo farsi più debole e divincolando le mani, gli prese la testa, portandosi le labbra del ragazzo sulle sue, impazienti.
Era inutile, per quanto cercasse di resistere, di scordarlo, non ci riusciva e quel bacio l'aveva fatta crollare a terra come una torre di costruzioni.
Sentì le mani grandi poggiarsi sui suoi fianchi, ed una strana voglia l'assalì.
Il respiro si fece più irregolare quando accompagnate dalle sue, le mani del ragazzo toccarono la pelle sotto la maglia della ragazza.
Lui invece si sentiva un po' stupido.
Non solo per l'eccitazione che sentiva, per la voglia che aveva, ma perchè sotto di lui, la ragazza che stava toccando, era poco più che una ragazzina.
Sentì le mani piccole e fredde accarezzargli la schiena possente, rigida sul corpo morbido di lei.
Sospirò. 
Sentì la maglietta scivolargli sui pettorali, rimanendo ad osservarla.
Non sapeva esattamente cosa volesse fare la piccola Hyuuga, ma una cosa era certa.
Avrebbe fatto di tutti pur di farla arrendere prima, di perdere il controllo di se stesso.
Sfilandosela a sua volta, anche la maglia della ragazza cadde a terra, lasciando in mostra il busto abbandonato sul letto, nudo e candido al ragazzo, che deciso, la guardò negli occhi.
'Kiba'-lo chiamò la ragazza, sussurando.
Per la prima volta, dopo tanto tempo, l'aveva chiamato per nome.
Ma il tono che aveva usato, era il problema.
Se voleva farlo impazzire, ci stava riuscendo.
'Ti voglio'- aggiunse, scattando a sedere, prendendogli il volto fra le mani, accarezzandolo, mentre i suoi occhi chiari lo guardavano con passione.
Di nuovo quel sussurro, di nuovo quelle piccole mani  gelide che lo facevano rabbrividire.
La mocciosa lo faceva inaspettatamente impazzire.
In preda alla voglia, la fece distendere, sfilando piano piano gli ultimi indumenti rimasti, suoi e della ragazza, che lo guardava con gli occhi che bruciavano di passione.
Quando i due corpi si sfiorarono, non le sembrò vero.
Era strano averlo su di sé, sentire la sua pelle ardente, avere le sue mani che la accarezzavano con dolcezza.
Malgrado avesse cominciato a spogliarla senza esitazione, in quel momento, ogni tocco, ogni respiro, era estremamente dolce ed attento, quasi impaurito.
Ed un po' di paura, ne aveva anche lei.
Ma per Kiba era diverso.
Per la prima volta doveva stare attento, doveva avere cura di quella ragazza, non poteva permettersi di farle del male.
Lei non era una delle tante.
E forse proprio per quello, gli interessava così tanto.
'Hai paura?'- le chiese, mentre le spostava un ciocca scura da volto.
Lei sorrise, facendo cenno negativo.
'Mi fido di te'-gli rispose semplicemente.
E non poteva negare che tutta quell'innocenza lo faceva morire.
La vide tornare a sedere di fronte a lui, sfiorandogli l'addome con le dita affusolate, mentre la luce della luna non più offuscata dalle nuvole, illuminava tutta la stanza.
Era stupenda.
Sentì il cuore esplodergli nel petto e abbracciandola, azzerò la distanza dei loro corpi e delle loro labbra.
Lo baciava lentamente, come se lo stesse cullando.
E lui le accarezzava quella pelle setosa, liscia, quelle curve morbide e perfette, i fianchi sinuosi, i glutei sodi, i seni tondi.
Sentiva il suo respiro leggermente affannato.
Si posizionò meglio fra le sue gambe, guardandola negli occhi, in attesa.
Lei lo baciò castamente sulle labbra.
E mentre il cuore sembrava aver preso il ritmo di una bomba negli ultimi istanti prima dell'impatto, le sue mani l'afferrarono per i fianchi, affondando lentamente.
La vedeva sopportare, subire il dolore dei primi istanti, mentre si muoveva piano, cercando di fargliene il meno possibile.
Le sue mani che prima erano abbandonate fra le lenzuola, si strinsero addosso a lui, mentre lui cominciava ad affondare di più.
Poco dopo, arrivando al culmine del piacere, si accasciò accanto a lei, stringendola.
Sentiva le gambe tremarle ed il dolore sembrava non volersi placare.
La baciò sulla fronte, sorprendendosi di quanto fosse dolce in realtà.
'Come stai?'
'Mai stata meglio'- si strinse ancora di più, chiudendo gli occhi chiari, abbandonando la testa sul petto del ragazzo, che le sfiorava i capelli lunghi e scuri.
Si addormentò così, accanto al ragazzo che doveva dimenticare, che la faceva andare su tutte le furie, ancora nuda di ogni indumento, ma soprattutto, nuda della sua maschera.
 
* * *
 
Rimase sveglio per tutto il tempo, attendendo l'alba, e quando vide il sole nascere lentamente dietro le case, svegliò la ragazza con un bacio, mostrandole quello spettacolo che la prima volta gliel'aveva fatto vedere lei.
'La nostra seconda alba'-le sorrise.
E lei di tutta risposta lo baciò.
'Vado a preparare la colazione, poi ti devo dire una cosa'
Ancora assonnata, Hanabi gli chiese:
'Di cosa si tratta?'
Ma lui senza rispondere, le face l'occhiolino, andando in cucina.
Tornò poco dopo, con un vassoio pieno di cornetti, ed una caraffa di caffè.
'Allora, cosa dovevi dirmi?'- gli chiese mentre con una mano si teneva il lenzuolo sul seno, mangiando un cornetto.
'Mi è venuta un'idea. Tuo padre cerca uno sposo per te, giusto?'
Lei annuì confusa, anche se lo sposo lo aveva già trovato.
'Gli chiederò io di sposarti.'-affermò.
Il cuore smise di batterle nel petto.
'Tu non puoi farlo, mio padre non sarà d'accordo!'
'Lo sarà piccola, lo sarà!'- si disse convinto più che mai.
Era ora di fare qualcosa per la sua mocciosa e l'avrebbe sposata pur di farla felice, perchè ne era sicuro.
Sarebbe stato più felice anche lui.



Ehm, si eccomi qua, in un ora più decente! xD
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, come vi avevo detto non è stato il massimo dell'eroticità, ma sinceramente amo di più queste descrizioni che quelle troppo dettagliate e spinte.
Quindi sperando di non essere lapidata, vi lascio alle recensioni!
E sappiate che non è finita qui la fic, ho ancora parecchio da scrivere!
Alla prossima!

 

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Capitolo 13
*** Capitolo13 ***


Se ti avessi detto che ti amavo, tu avresti potuto pensare che c'era qualcosa di sbagliato.

2 Ottobre
'Mamma, ieri sera sono stata da Kiba. Mi ha trovata in mezzo alla strada, tutta bagnata, arrabbiata con papà e malgrado pochi giorni prima avessimo litigato, mi ha presa con sé e mi ha portata a casa sua. Ho passato la notte lì, con lui e quello che ho fatto per la prima volta, è stata la cosa più bella che abbia mai fatto in vita mia.'

Sorrise, ripensando a quando, prima di fare l'amore con Kiba, stava prendendolo in giro.
 
'Mi piace stare con lui e dopo ieri sera penso che sia cambiato qualcosa fra di noi. Non sono sicura di quello che prova per me, ma non voglio chiedergli nulla. Il fatto che voglia sposarmi, per non farmi rinchiudere in una casa con uno che non amo, mi basta e credo che ci tenga davvero a me. L'unica cosa che però non mi fa stare del tutto tranquilla è mio padre. Lui non accetterà mai la sua richiesta, specialmente ora che gli ho sputato in faccia quanto lo odio e quanto mi fa schifo con quella vicino. Mamma, forse mi sto sbagliando, ma io non volevo nessun'altra a parte te!'

Finì di scrivere mettendo da parte il quaderno, guardando l'orologio. 
Non fece in tempo a leggere l'ora che la porta della sua camera si aprì.
'Hinata...'
'Hanabi- si mise a sedere accanto a lei la sorella maggiore, mentre le accarezzava i capelli- d-dove sei stata questa notte?'- le chiese poi preoccupata.
Hanabi abbassò lo sguardo, era meglio mentire o dire la verità?
Hinata era pur sempre sua sorella.
'Kiba, mi ha trovata per strada e mi ha portata da lui.'-rispose poi, senza cadere nei particolari.
'Kiba? Credevo che fosse il tuo nemico naturale...'
'Si, infatti lo credevo anche io'- disse, più a se stessa che alla sorella.
'Lo credevi? P-perchè cos'è successo?'
'Niente Hinata, solo che mi ha sorpreso vederlo preoccupato per me... Tutto qui!'-rispose, cercando di non dare troppo nell'occhio.
La Hyuuga maggiore, si alzò dal letto, sapeva che Kiba teneva più cura delle cose degli altri che per le sue, quindi ecco spiegato il suo comportamento.
'Ah, Hinata- la chiamò, prima che potesse uscire dalla sua camera- io questa sera non resterò qui a cena, non voglio vedere papà, digli solo che sono in camera mia e avverti anche Yuki! Se la manda a dirmi qualcosa, deve sapere anche lei che non ci sono e che deve reggermi il gioco.'
Hinata le fece un cenno affermativo con il capo, un po' incerta su cosa dovesse fare la sorella.
 
* * *
 
'E dai! bevine un'altro!'- esclamò felice mentre sorseggiava il liquido rosso dal bicchiere.
'Inuzuka, vuoi farmi ubriacare per caso?'- chiese lei, scocciata, mentre poggiava le labbra sul calice di vetro che il ragazzo le aveva appena dato.
Bevve lentamente, per poi sputare un bel 'Bleh!', con tanto di faccia schifata.
'Cosa c'è non ti piace il vino?'- chiese lui.
'Si ma questo è troppo amaro!'- rispose Hanabi, mentre le guance cominciavano ad imporporarsi sempre di più.
'Non capisci niente Hyuuga, sono proprio i vini più amari che sono i più vecchi e quindi pregiati!'
'Ma questo non vuol dire che siano anche buoni!'-ribatté lei, guardandolo soddisfatta della sua risposta.
Poco dopo sentì il corpo andarle a fuoco e si gettò fra i cuscini del divano.
La luce della cucina era accesa, ed arrivava soffusa nel salotto, dove i due, ormai si guardavano intensamente.
Lui si alzò dal tappeto, ai piedi del sofà, andando a cercare qualcosa nella credenza.
Tornò poco dopo con una bottiglia, con un liquido ambrato, che mise in un bicchiere pulito, riempendolo a metà.
Prese un cioccolatino fra i denti ed avvicinandosi alla ragazza che lo guardava con aria interrogativa, si mise proprio ad un soffio dalle sue labbra.
Hanabi glielo rubò con le sue, tenendoselo sulla lingua, assaporando il gusto dolce di quel cubetto.
'Adesso, mentre si scioglie, bevi questo.'-le porse il bicchiere che prima aveva riempito.
Senza dire una parola, se lo portò alle labbra, bevendo tutto d'un sorso il liquido.
Quando aprì gli occhi, si trovò di fronte a sé l'Inuzuka che rideva soddisfatto.
'Rum e cioccolato!'-esclamò, per poi baciarla e sentire il retrogusto dell'abbinamento di sapori che le aveva fatto provare.
'Inuzuka, vuoi farmi ubriacare per portarmi a letto?'- chiese ridendo.
'Io? Hyuuga, te lo puoi anche scordare di dividere il letto con un figo come me!'
Lei lo guardò di sottecchi, sorridendo.
'Si, questo è quello che dicevi ieri sera, prima di imprigionarmi e baciarmi in camera tua!'- scherzò lei, facendolo ridere.
'Infatti! Ora puoi solo sognarti di stare su quel letto con me!'
Lei lo guardò strano.
'Perchè adesso, stiamo sul divano!'-aggiunse, facendola ridere, mentre le si avvicinava ancora di più alle labbra, sfiorandole pochi istanti dopo.
 
* * *
 
Fare l'amore con lui, anche sotto l'effetto di tre bicchieri di vino ed uno di rum, era sempre bellissimo.
Le piaceva toccare i suoi muscoli contratti, sentire i suoi baci, accarezzare la sua pelle infuocata, ascoltare i suoi sospiri, i suoi lievi gemiti.
E anche se quella era stata solo la seconda volta, sentiva già di non poter più fare a meno di lui e di tutte le emozioni che ogni volta le regalava.
Erano i suoi sorrisi, le sue carezze che le facevano battere il cuore.
La sua spontaeetà, il suo modo di essere, di amare, la facevano sentire legata a lui.
Era il suo tocco leggero, la sua lingua curiosa, le sue mani grandi che la facevano impazzire.
Sorrise, mentre con la testa appoggiata sulla schiena di lui, gli accarezzava gli addominali.
Lui respirava regolarmente, seduto sul bordo del divano, con le spalle rivolte verso la ragazza che lo teneva fra le sue gambe.
Gli piaceva sentire quelle mani piccole sfiorargli il petto.
Lo rilassavano in un modo impressionante.
Anche il calmante più potente non gli avrebbe fatto lo stesso effetto.
'Domani parlerò con tuo padre.'-disse serio.
Lei rabbrividì, temeva per lui.
Sapeva che non sarebbe stata una cosa facile.
'Cosa gli dirai?'-chiese poi, mentre con la testa ancora sulla schiena di lui, sospirava.
'Che ti voglio sposare.'
'E se questo non bastasse?'
'Basterà!'-affermò lui, sicuro.
'Come fai ad esserne certo? Cosa gli dirai se non bastasse?'
'Che ti amo.'-rispose lui, sentendo l'abbraccio della ragazza farsi più forte e qualcosa di freddo colarle sulla schiena.
Una lacrima.
Sorrise, ma non volle coglierla in quell'attimo di debolezza e così, alzandosi, ancora nudo, cercando quello che prima aveva buttato a terra.
'Dai vestiti, ti riporto a casa!'-le sorrise, sapendo che non sarebbe potuta restare, che aveva la scuola ad aspettarla la mattina seguente e che aveva un padre che si sarebbe infuriato, non trovandola nel suo letto.



Buona notte miei cari vampiri, eccomi qui con il 13esimo capitolo.
Non so come mi sia uscito, non era proprio un capitolo che mi aspettavo, ma ne vado particolarmente fiera, non so perchè mi piace tantissimo!
Comunque, la posizione finale di Hanabi e Kiba, alla fine, non ha assolutamente niente di erotico e spero si sia capita! xD
Quiiiiindi, dopo di questa piccola informazione, vi lascio alle recensioni e vi ringrazio tanto perchè state diventando sempre di più a seguira la storia e non me l'aspettavo di certo!
Un bacione!

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Capitolo 14
*** Capitolo14 ***


Se ti avessi detto che ti amavo, tu avresti potuto pensare che c'era qualcosa di sbagliato.

Sapeva perfettamente che quella non sarebbe stata un'impresa facile e sapeva anche che da lì a poco si sarebbe trovato di fronte all'uomo che più di chiunque altro gli incuteva terrore.
Hiashi Hyuuga, ai suoi occhi, era un serial killer.
Ma l'avrebbe affrontato, per il bene della mocciosa, per lei per la quale sentiva qualcosa di insolitamente profondo e travolgente e che non riusciva a spiegarsi il perchè.
Non era mai stato interessato ad una ragazza fino a quel punto, fino a volerla sposare e anche se lui lo faceva prima di tutto per salvarla da una vita priva di amore, sapeva che la sua forza di volontà era spinta anche da quel sentimento.
Una diciassettenne l'aveva intrappolato e non se lo spiegava come avesse potuto fare.
Forse era lui ad essere un ragazzino, dato che si era innamorato di una che ancora non era maggiorenne e per questo si sentiva anche un po' in colpa.
Scacciò via quei pensieri, guardando la strada, Villa Hyuuga era vicina, Hiashi era vicino... La sua morte era vicina.
 
* * *
Erano ormai due ore che mangiucchiava il tappo della penna, mentre il professore di matematica spiegava.
A tutto pensava tranne a quella roba che stava scritta sulla lavagna scura.
In quel momento Kiba, sarebbe dovuto essere a casa sua, a parlare con suo padre ed il fatto di non essere lì, di non sapere cosa stesse accadendo, la innervosiva troppo.
Guardò fuori dalla finestra, sperando che quelle interminabili ore passassero alla svelta, così da potersi recare a casa e scoprire cosa aveva combinato l'Inuzuka.
Sospirò affranta, consapevole che le sue, erano speranze perse, senza un briciolo di possibilità che si avverassero.
Si sarebbe dovuta sorbire ancora due ore e solo dopo di allora, avrebbe potuto scoprire il tutto.
 
* * *
'Prego, accomodati Kiba!'- esclamò Hiashi, guardandolo avanzare lentamente, mentre se ne stava seduto sulla poltrona.
'Signor Hiashi, io volevo parlarle di una questione abbastanza seria.'-si fece forza.
'Avanti allora, dimmi, cos'è che ti ha spinto a venire qui?'
'Ecco vede, riguarda sua figlia minore, Hanabi!'-incominciò l'Inuzuka, mentre lo sguardo dello Hyuuga sembrava essersi concentrato sul ragazzo che se ne stava ancora in piedi.
'Mi ha raccontato che lei cercava uno sposo per sua figlia ed io, ecco... vorrei diventare... cioè, vorrei sposare sua figlia, signore!'
'Forse mia figlia ha dimenticato di dirti che ha già trovato uno sposo.'-puntualizzò lo Hyuuga.
'Lo so signore, ma così facendo, la condannerebbe ad una vita senza amore, il suo sposo non la ama.'
'A me interessa che mia figlia si realizzi e che diventi qualcuno, solo con uno come Konohamaru, può farlo, anzi ti dirò che l'ho scelto perchè era il più adeguato per lei, data la sua giovane età.'-rispose Hiashi, leggermente irritato.
'Si ma Konohamaru, oltre alla realizzazione delle sue ambizioni, ad una casa e un'auto lussuosa, alla ricchezza non può darle altro'-aggiunse l'Inuzuka, che cominciava ad essere sempre più sicuro di sé e delle sue parole.
'E sentiamo, cos'è che tu potresti darle in più?'-chiese Hiashi.
Kiba abbassò il capo, sapeva che non poteva offrirle tutto quello che un Sarutobi aveva da dare, ma lui aveva qualcosa in più, qualcosa di molto più importante, qualcosa che di materiale non aveva niente.
'Io amo sua figlia minore e potrei donarle il mio amore!'
In quel preciso istante, mentre il ragazzo parlava, Hinata aprì la porta ascoltando le sue parole, ma non fu notata da questo.
'Con l'amore non ci si realizza ragazzo e adesso tornatene a casa, mia figlia sposerà Konohamaru Sarutobi, questo è già stato stabilito!'- sibilò, cercando di farlo arrendere.
E lo vide abbassare il capo, girarsi ed andare via, senza salutarlo.
L'unico cenno che fece fu il saluto ad Hinata e nulla più.
 
* * *
 
Ecco dov'era che sua sorella se ne andava ogni sera.
Lei e Kiba non erano 'nemici naturali', come aveva creduto.
Loro due si amavano.
Il cuore le si fermò per qualche istante, mentre cercava di assimilare il colpo.
Non se lo aspettava e di certo non si aspettava che sua sorella le mentisse.
Forse anche lei era stata troppo dura nei suoi confronti, forse doveva assecondarla, quando si ribellava alle scelte del padre.
Forse avrebbe dovuto accompagnarla lungo la sua strada come avrebbe fatto la loro vera madre.
L'idea le mise una tale tristezza, da girarsi ed andarsene in camera, dimenticando ciò che doveva chiedere a suo padre.
Avrebbe cambiato la situazione, avrebbe fatto qualcosa per aiutarla.
Non voleva più che sua sorella le nascondesse i suoi reali sentimenti per Kiba.
 
* * *
 
Fece la strada di ritorno correndo, lasciando le amiche indietro, senza dare loro una spiegazione.
Loro non sapevano nulla, non avrebbero capito la sua situazione.
Arrivò di fronte casa, entrando dal portone principale, notando quanto fosse silenziosa la villa quel giorno.
D'un tratto, passò Yuki, che sorridendole le si avvicinò.
'Yuki!-la chiamò, per poi aggiungere preoccupata- è passato qualcuno oggi a parlare con mio padre?'
La cameriera rimase a guardarla sempre sorridente.
'Si è passato un Kiba, l'amico di Hinata, perchè?'
'Ti prego, dimmi di cosa hanno parlato! Cosa gli ha detto papà?'
Il sorriso della donna scomparve.
'Il ragazzo ha chiesto la tua mano ad Hiashi, ma malgrado avesse confessato il suo amore per te, tuo padre l'ha rifiutato. Qualcosa non va Hanabi?'-le chiese, ma non fece in tempo a terminare la domanda che la ragazza era già fuggita via, chiudendosi in camera.
Si sarebbe dovuta sposare con uno che non amava, che conosceva appena e quando la prima lacrima le rigò il viso, Hinata entrò in camera sua.
Si avvicinò piano piano, accarezzandole i capelli sparsi disordinatamente sul letto, mentre la sentiva singhiozzare.
'Hai parlato con Yuki?'-le chiese.
'Si'-singhiozzò, senza chiedersi perchè la sorella le facesse quella domanda.
'Hanabi, devo chiederti scusa. Non ti ho mai assecondata con papà e ho sempre ignorato il fatto che tu non volessi sposare Konohamaru, specialmente in quest'età. Voglio solo dirti che però in qualsiasi modo vada la storia, io asseconderò sia te che Kiba. L'ho sentito oggi, mentre diceva che ti amava e non me lo sarei proprio aspettato da uno come lui. Sono sicura che anche tu ricambi il suo stesso sentimento, per questo ti dico che se ti rende felice, devi insistere per stare con lui.'
Le parole della Hyuuga maggiore scivolarono, attraversando la mente di quella minore.
Hinata l'aveva scoperta, ma la cosa bella era che l'assecondava nella sua scelta, nei suoi sentimenti.
'Hinata'-la chiamò, asciugandosi una lacrima.
'C-cosa c'è?'
'Grazie!'-l'abbracciò.



Eccomi qua e scusatemi il ritardo! :D
Spero che il capitolo vi piaccia e come al solito vi ringrazio dell'attenzione.
Volevo dirvi che probabilmente arriverò a 17 capitoli circa, quindi ne avrete ancora per un po'.
Riguardo alla richiesta di Lena_chan, la prego di portare un po' di pazienza, il capitolo con un po' di SasuSaku arriverà, ma dovrà aspettare un pochino!
Quindi un bacione a tutti e alla prossima!

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Capitolo 15
*** Capitolo15 ***


Se ti avessi detto che ti amavo, tu avresti potuto pensare che c'era qualcosa di sbagliato.

'Sono sotto casa tua'- le aveva scritto per messaggio e non appena ebbe bloccato il cellulare, si precipitò di sotto, sotto lo sguardo di Hinata che l'aveva capita.
Dovevano parlare e date le circostanze, sarebbe stata la cosa migliore da fare.
Hanabi uscì dal portone di casa, chiudendoselo alle spalle, mentre Hiashi se ne stava in salotto, ignorando che sua figlia fosse uscita con la pioggia che scendeva a secchiate.
Si coprì la testa con il cappuccio della felpa, la strada era buia, l'unica luce erano i fari dell'auto dell'Inuzuka, appostata un po' più in là.
Cercava di non farsi vedere da suo padre.
Corse sotto la pioggia, sapendo già quello che il ragazzo le avrebbe detto.
'No' era stata la risposta di suo padre e lui non poteva di certo dirle il contrario, anche perchè già sapeva tutto.
Hinata e Yuki, avevano parlato, sapevano tutto.
Aprì lo sportello, infilandosi all'interno dell'abitacolo, leggermente bagnata.
'Ehi!'-la salutò lui non molto entusiasta, per via del discorso che avrebbero dovuto affrontare.
'Ciao Inuzuka!'- disse lei, con la testa già fasciata prima dell'urto.
Si sistemò meglio i lunghi capelli scuri sotto lo sguardo di lui.
La pioggia che batteva contro i vetri, il suo profumo, i suoi capelli morbidi e disordinati gli fecero venire una certa voglia, ma preferì mettere da parte i suoi istinti animaleschi, per concentrarsi sulle parole da dirle.
'Già so tutto.'-lo anticipò la ragazza che lo guardava negli occhi.
Lo metteva in confusione vederla così cupa e triste, non era lei, non era la solita Hanabi.
'Ah!-fece lui, sorpreso e poi aggiunse- e cosa pensi di fare ora?'
La sentì tirare fuori un profondo sospiro.
'Non mi resta che sposarmi.'-ammise amaramente.
Non voleva chiederle cosa sarebbe stato di loro due.
Non poteva, il suo orgoglio glielo impediva, ma ne sentiva il bisogno perchè anche se la storia andasse avanti da poco, la ragazzina, la sua mocciosa lo interessava veramente e non gli era mai successo.
Non in quel modo.
'Quindi?'-si spinse a chiedere.
'Ti riferisci a noi?-capì lei, sveglia come al solito- lasciami stare Kiba, finiremmo per farci del male entrambi, tanto vale lasciar perdere da principio.'
Ora era lei che lo sentiva sospirare con pesantezza.
'Spero che riuscirai a dimenticarti di me, anche se non ero poi così impor...'
'Lo sei! Sei importante e te l'ho già detto, ma a quale scopo dovremmo continuare a farci del male?'-lo interruppe lei.
Lui abbassò il capo.
'Fai come vuoi.'-sospirò ancora.
Lei gli si avvicinò al viso, alzandoglielo dal mento, con due dita, mentre i loro occhi si fondevano.
Un attimo dopo le loro labbra si incontrarono nel loro ultimo bacio, profondo, puro, casto, il vero segno che non si sarebbero mai dimenticati, fosse anche passata un'eternità.
Sentì le mani di lui sfiorarle i capelli e a malavoglia, guardandolo, scese dall'auto correndo verso casa, restando sull'uscio fino a quando non lo sentì ripartire sgommando.
Gli avrebbe fatto male, ma era la cosa giusta da fare.
Per lei, per lui, per Konohamaru.
Finalmente rientrò in casa, vedendo Hiashi in piedi che si stava dirigendo proprio verso il portone di casa.
'Cosa facevi fuori?'-le chiese arrabbiato.
Lei non rispose, arrabbiata ancora per tutto quello che le aveva fatto.
'Se pensi che non ti abbia vista con l'Inuzuka ti sbagli di grosso, Hanabi. Gli ho già detto di starti lontano, perchè tu sposerai Konohamaru, quindi ora vai in camera tua e restaci. Non lo voglio più vedere dentro questa casa, sia ben chiaro.-la vide sorpassarlo e salire le scale. Mentre la seguiva con lo sguardo era arrivata all'ultimo gradino e aggiunse- Domani mattina non andrai a scuola, andremo a comprare il vestito per la cerimonia.'
E a quelle parole, non poté che correre in camera sua, sbattersi la porta dietro le spalle e gettarsi sul letto.
Non aveva più nulla.
Sua madre, Kiba, la sua libertà.
Le era stato tolto tutto.
 
* * *
 
Si guardò allo specchia davanti a se e si vide bella.
Non era felice però di indossare quell'abito bianco, romantico, liscio, morbido, che avrebbe voluto indossare per tutt'altro matrimonio.
Inoltre i due solchi sotto agli occhi la facevano sembrare un vero e proprio cadavere e non riusciva a vedersi la sposa che sarebbe dovuta essere nonostante la sua bellezza.
Il malessere partiva da dentro.
Pensava continuamente a Kiba, alle notti trascorse con lui, abbracciati, stretti l'uno con l'altro e per poco non si sentì mancare pensando che nulla sarebbe tornato.
Arrivò l'organizzatrice dell'evento, felice più che non mai.
'Signorina Hyuuga, gli inviti che ha scelto suo padre sono questi - le porse un foglietto con sopra una scritta in corsivo con il suo ed il nome di Konohamaru, una data, qualche frase e delle eleganti rose bianche, molto delicate- cosa ne pensa?'
'Vanno bene!'-rispose atona.
In verità aveva la testa da tutt'altra parte.
Continuava ormai da un quarto d'ora a guardarsi nello specchio, ma il senso di abbandono, si rancore, di rabbia non si spegneva.
D'un tratto, un pensiero si fece largo nella sua mente.
Non voleva che Kiba si condannasse ad assistere a quella stupida cerimonia, ma sicuramente Hinata, questo non lo sapeva, o meglio non ci pensava.
Attraversò l'atelier fino al reparto delle bomboniere e degli inviti, dove la Hyuuga maggiore faceva la lista degli invitati.
'Hinata, se l'hai messo togli Kiba.'-le disse avvicinandosi al suo orecchio.
'Tranquilla, non l'avevo ancora inserito!'-la rassicurò lei.
'Perfetto!'-esclamò Hanabi, voltandosi, tornando ad attraversare l'immenso negozio.
Negli occhi di Hinata una strana luce, una strana idea.
Non appena sentì il rumore dei tacchi abbastanza lontano, guardò i foglio bianco e sotto il nome di Sakura, aggiunse 'Kiba Inuzuka'.
 
* * * 
Era ormai sera, quando dopo aver cenato, si era buttato sul divano, le luci soffuse ed un bicchiere di rum nella mano destra.
Nell'altra un cioccolatino fondente che mise in bocca, lasciandolo sciogliere sulla lingua.
Sorseggiò il liquido ambrato, collegando il gusto alla bocca invitante di Hanabi, che non era lì a riempire casa di risate, a riempirlo di insulti, a tenergli testa e giocare con lui, ad abbracciarlo, a scaldarlo.
Non sarebbe più tornata da lui, ma l'idea che lei avesse provato dei forti sentimenti nei suoi confronti, lo facevano felice.
'Non si può avere tutto dalla vita, no?'-chiese guardando la palla di pelo accanto a sé ed Akamaru rispose abbaiando, mentre scodinzola.
Non capiva quanto stava male per una piccola mocciosa e questo gli mise ancor più tristezza.



Non uccidetemi vi prego!
Vi ripeto che la pazienza è la virtù dei forti e per questa fic ce ne vuole molta.
Insomma io faccio le cose con calma! u.u
Arriverò sicuramente a 17 capitoli e mi fermerò lì.
Nel prossimo, quindi nel penultimo ci sarà un salto di tempo, ma poi capirete leggendo, cosa voglio intendere.
Per ora mi limito a ringraziarvi tutti perchè siate diventati in tanti a seguire la storia e questo non me lo aspettavo di certo, dati i scarsi risultati iniziali.
Un bacione a tutti!

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Capitolo 16
*** Capitolo16 ***


Se ti avessi detto che ti amavo, tu avresti potuto pensare che c'era qualcosa di sbagliato.

Le notti invernali non erano mai state tanto rigide.
Le sembrava di non poter resistere sotto al piumone e a quelle lenzuola che sì, la scaldavano, ma non la tenevano stretta come lui.
Kiba.
Erano già passati due mesi da quando, l'ultima volta, si erano detti addio.
Da quel giorno non aveva smesso un attimo di pensare a lui, a loro a tutto la felicità che le trasmetteva.
Stava bene con lui, niente poteva confermare il contrario.
Era ormai passato anche dicembre e quelle, per lei, erano state le feste più schifose che avesse mai passato.
Per tutto il tempo, aveva finto un sorriso.
L'unico con cui parlava ed era sincera era Konohamaru, che fortunatamente sembrava capirla.
Anche lui cominciava ad abbandonarsi all'idea che nulla avrebbe cambiato il loro destino se non un miracolo.
Non che fosse una condanna stare con la piccola Hyuuga, ma come per lei, anche lui provava dei sentimenti veri e forti verso un'altra ragazza.
Malgrado la situazione difficile, quando si trovavano assieme a cena, fra di loro c'era una vera e propria armonia e ogni tanto Hanabi riusciva a sorridere per davvero.
Konohamaru non era poi male, anzi era uno sposo perfetto, ma non per lei.
Mentre tutti questi pensieri le attanagliavano la mente, sentì l'abbaiare di un cane sotto il suo balcone e velocemente si alzò dal letto affacciandosi alla finestra.
Sperava ardentemente che fosse Akamaru, che con lui ci fosse Kiba pronto a portarla via da lì.
Uscì sul balcone, sentì il freddo arrivare fino alle ossa.
La neve cadeva su Konoha e sotto casa sua, due cani si rincorrevano.
Era stata una stupida a pensare che fosse stato lui a passare lì sotto.
Non l'avrebbe più cercata proprio come gli aveva chiesto di fare.
Sospirò, vedendo la nuvola di respiro caldo espandersi nell'aria gelida e stringendosi nel pigiama pensò ai suoi ultimi tre mesi.
Ormai mancava poco tempo, il matrimonio si sarebbe celebrato e Hiashi si sarebbe finalmente liberato di lei.
Perchè ne era certa.
Suo padre non la voleva più fra i piedi.
Abbassò lo sguardo, cupo, e i suoi occhi cominciarono ad inumidirsi.
 
* * *
 
Hanabi era ormai diventata un'ossessione.
Spesso si ritrovava a passare sotto la sua scuola per cercare di scorgerla durante l'uscita o la ricreazione, ma poche volte c'era realmente riuscito.
Ora che finalmente aveva qualche giorno di vacanza dall'ufficio, passava il tempo a casa a bere, pensando a quanto la mocciosa gli mancasse.
Ed era colpa sua, era solo colpa sua se ora le stava lontano.
Era stata lei a chiedergli di lasciarla in pace ed eccolo qui che si ritrovava ubriaco sul divano di casa, solo, durante una notte in cui fuori nevicava e l'unica cosa che gli sarebbe piaciuta era dormire con lei accanto sentire il suo profumo, il suo respiro, sfiorarle la pelle morbida i capelli lunghi.
Ma la mocciosa aveva deciso per entrambi.
In quegli ultimi mesi gli era capitato spesso di affogare il piacere in altre donne, come aveva sempre fatto, ma quei corpi caldi non vibravano dal sentimento, non amavano allo stesso modo.
Fremevano solo di voglia, nulla più.
Si chiese perchè si trovava lì a rimbambirsi con l'immagine di lei aggrappata al suo petto.
Ma inevitabilmente altre immagini gli si pararono di fronte ed un sorriso carico di malinconia gli spuntò sul volto stanco, segnato da due occhiaie profonde e scure.
Dormire era ormai diventato un optional.
Poggiò il bicchiere vuoto sul comodino, stringendo con le braccia muscolose il cuscino che a contatto con la sua pelle rovente era gelido.
Hanabi non era così fredda, ed un cuscino non poteva placare la voglia che aveva di lei.
 
* * *
 
Pochi giorni dopo, una bustina arrivò a casa.
Senza voglia l'aprì cercando di capire cosa fosse perchè proprio non ricordava di aver superato qualche limite di velocità negli ultimi mesi.
Non appena però lesse il biglietto, il mondo sembrò crollargli addosso.
Quello era l'invito al matrimonio da Hanabi e Konohamaru e non si spiegava perchè fosse stato spedito anche a lui.
Di conseguenza, l'unica cosa che gli venì in mente fu quella di chiamare Hinata, dato che la Hyuuga minore non voleva più avere contatti con lui.
'Pronto?'-la sentì rispondere.
'Hinata, credo che ci sia un errore, mi è arrivato l'invito al matrimonio di Hanabi.'-spiegò brevemente lui.
'Ti sbagli Kiba, non c'è nessun errore, ho voluto invitarti io per...'
'Mi dispiace, ma non ci sarò!'-la interruppe.
'Non posso stare lì e vederla sull'altare mentre giura fedeltà ad un'altro e so che ormai sai anche tu quello che provo per lei.'
Hinata rimase in silenzio.
Quello che aveva in mente era tutt'altra cosa.
'No Kiba, non capisci! Io...'
'Scusa Hinata, ma ti ho già detto che non verrò. Ci sentiamo!'-la interruppe di nuovo salutandola.
La Hyuuga maggiore guardò il display un po' dispiaciuta.
Se Kiba avesse fatto di testa sua, il suo piano sarebbe saltato.
Si voltò e vide Naruto guardarla sorridente e più in là Sakura e Sasuke che si abbracciavano.
'...e dai!'-faceva la rosa.
'Ti ho detto di no!'-rispondeva ripetutamente il moro, scocciato.
Hinata rivolgendosi a bassa voce a Naruto chiese:
'Perchè bisticciano?'
'Sakura vuole ancora un'altra cioccolata calda.'
'Ancora?'-sgranò gli occhi la Hyuuga guardandola.
La pancia cominciava a farsi vedere anche sotto la felpa.
Sorrise felice per l'amica.
'Sakura, vado io a prendertela, ma Sasuke mi dovrà un favore!'
Il moro la guardò impassibile.
'Poi ti spiego!'-gli disse, incamminandosi verso il bancone con uno strano sorriso.
Aveva qualcosa in mente.
Non sapeva se fosse filato tutto liscio, per questo Naruto e Sasuke dovevano aiutarla.



Eccomi qua!
Scusate il capitolo corto, ma ho un gran mal di testa.
Hinata ha qualcosa in mente che nel prossimo capitolo scoprirete.
Ci sarà un altro salto di tempo, direttamente al giorno del matrimonio, quindi tenetevi pronti all'azione dell'ultimo capitolo! :)
Spero che nonostante la breve lunghezza il capitolo vi sia piaciuto!
Un bacione!

P.s. Lena_chan, spero che la piccola scenetta SasuSaku ti sia piaciuta! Sakura è incinta come avrai capito! :) Un bacio!

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Capitolo 17
*** Capitolo17 ***


Se ti avessi detto che ti amavo, tu avresti potuto pensare che c'era qualcosa di sbagliato.

Hinata diede una bustina bianca a Sasuke, che guardando Naruto, uscì da villa Hyuuga.
Era pronto a fare il suo dovere dopo aver ascoltato la richiesta della Hyuuga maggiore.
Hanabi, non doveva sposarsi e loro due avrebbero dovuto fare di tutto purché la cerimonia non si svolgesse.
Fra qualche ora sarebbe cominciato tutto e dovevano fare in fretta.
Nel frattempo, Hinata,era tornata in camera con la sorella, a vederla mentre si preparava.
La vedeva bella ma triste.
'Hanabi, mentre percorrerai l'ingresso della chiesa, quando sarai sull'altare, fa quello che ti senti di fare, quello che ti dice il cuore!'-le disse, sperando che avesse capito.
Ma la Hyuuga minore, non sapeva del suo piano, ne tanto meno di cosa celavano quelle parole.
Rise amaramente.
'Si Hinata, grazie...'-disse poi rassegnata.
Hinata comprese che la sorella non aveva intuito nulla e in un certo senso era meglio così.
Non le avrebbe concesso un attimo di vita in più, se avesse saputo che anche Kiba avrebbe assistito al matrimonio.
La vide specchiarsi per l'ultima volta, guardandosi attentamente il vestito, il trucco leggero e i capelli, sospirando.
'Dai andiamo, ci staranno aspettando...'
 
* * *
 
'Kiba, non puoi rifiutarti! Hinata ha detto che...'
'Naruto, non capisci che stare a guardare sarebbe uno strazio per me?'-lo interruppe.
'Ehi dobe, lascialo stare.-disse Sasuke al biondino, impassibile e indifferente come al solito- La ragazza che ama sta per sposarsi e se non interessa a lui, perchè dovremmo interessarci noi? E' lui che dovrebbe andare a prenderla!'
Kiba lo fissò truce.
'Hai ragione... Kiba, ti lascio solo questa busta qui, è da parte di Hinata, ha detto che non appena l'avrai aperta capirai cosa fare e spera che quando l'avrai fatto non sia già troppo tardi quindi... Ci vediamo!'-gli disse Naruto, avviandosi verso il portone di casa, a testa bassa.
Non erano nemmeno riusciti a spiegargli tutto che già si era rifiutato.
Li vide uscire e non appena si chiusero la porta alle spalle cadde pesantemente sul divano, scartando la busta che gli aveva lasciato il biondo.
All'interno, due biglietti aerei e due passaporti: Il suo e quello di Hanabi.
E poi una chiave ed una lista di oggetti.
Come aveva fatto a fare un passaporto anche a lui?
Rimase bloccato, a pensare con quale magheggio la Hyuuga maggiore avesse potuto fare tutto questo, ma poi scosse la testa.
Aveva capito tutto.
Doveva solo sbrigarsi.
 
* * *
 
Percorreva la navata principale a passo lento, sotto lo sguardo stupito di tutti gli invitati.
Alla sua destra, Hiashi non mostrava emozioni, era impassibile, congelato.
Lei invece risultava agli occhi di tutti una splendida ragazza, ormai quasi donna.
Il vestito aderiva perfettamente al suo corpo, la gonna non troppo ampia, con un breve strascico, lo scollo al cuore impreziosito da perle e diamanti e le scarpe alte, scomodissime, che già non sopportava più.
I suoi capelli lasciati sciolti, erano lisci, ordinati, un po' a boccolo sulle punte, mentre sul suo volto, un ombretto color sabbia e due ciglia lunghissime risaltavano lo sguardo da cerbiatta.
In fine sulle labbra un leggero tocco di gloss, che le rendeva appena lucide e rosate.
Teneva stretto fra le mani il buquet, presa dal nervoso, dalla situazione.
In quel momento odiava tutti coloro che erano presenti, il posto, suo padre, Konohamaru che le sorrideva dall'altare, il suo compleanno e tutta la sua vita.
Le veniva quasi da piangere, ma non poteva, aveva giurato a se stessa che non avrebbe più pianto, ne per quell'angusta situazione ne per lui.
Chissà dov'era in quel momento.
Chissà se sapeva di cosa le stava per accadere, se si era ricordato del suo compleanno.
Arrivò sull'altare, salendo lo scalino, trovandosi a falsificare un sorriso a Konohamaru, che era evidente, stava peggio di lei.
Forse quella notte aveva pianto, o comunque non aveva chiuso occhio.
Pensò a quanto le faceva ribrezzo quella decisione di suo padre.
Avrebbe voluto lasciarlo andare, libero da quella specie di legame che ormai stava per unirli per sempre.
L'organo terminò le note della canzone d'entrata e il parroco poté finalmente salutare tutti i presenti e cominciare la tanto attesa cerimonia.
Fuori e dentro la chiesa, solo il silenzio.
Tutti ascoltavano quelle parole, anteprima dell'unione che si sarebbe dovuta celebrare.
Solo Hinata ai primi posti si martellava di domande.
Naruto e Sasuke erano tornati, ma di Kiba neanche l'ombra.
Erano due incapaci.
'Konohamaru Sarutobi, vuoi tu prendere in sposa Hanabi Hyuuga, per amarla ed onorarla nella buona e nella cattiva sorte, finché morte non vi separi?'-la voce del parroco tuonò in tutta la struttura.
Finalmente, dopo la classica introduzione, i canti e tutto il resto, il momento più atteso di tutta la cerimonia era arrivato.
'Sì, lo voglio!'-rispose il ragazzo dopo un istante di esitazione, guardando negli occhi Hanabi, con desolazione.
'E tu...'-il parroco fu interrotto dal rumore stridulo di un'auto che frenava bruscamente e tutti si voltarono verso le porte spalancate della chiesa, compresa Hanabi.
Un'auto scura si era proprio fermata lì di fronte e lei la riconosceva bene.
Velocemente lo sportello si aprì, rivelando l'Inuzuka in un completo elegante che si iniziava ad incamminare verso l'entrata della struttura.
Il cuore cominciò a pulsarle più velocemente del dovuto.
Sentì il bisogno di fiondarsi tra le sue braccia e le tornarono in mente le parole di Hinata.
'...mentre percorrerai l'ingresso della chiesa, quando sarai sull'altare, fa quello che ti senti di fare, quello che ti dice il cuore!'- le aveva detto solo poche ore prima.
'Konohamaru-gli prese la mano, guardandolo dritto negli occhi-lo faccio anche per te!'-gli sorrise.
E sotto lo sguardo sgomento di tutti, gettò il buquet a terra, alzandosi leggermente la gonna, per correre verso Kiba.
Li lasciò tutti stupiti.
Hiashi era furioso, Hinata era soddisfatta, anche se cercava di non farlo vedere, mentre Sasuke e Naruto si scambiavano uno sguardo d'intesa.
Se era un miracolo quello che Hanabi aspettava, era stato appena fatto, anzi era appena arrivato.
In un attimo, tutti gli invitati si alzarono, confusi, mentre parlottavano dell'accaduto, ancora stupiti.
Negli occhi di Konohamaru, una luce che mostrava quanto fosse felice.
Hanabi aveva salvato anche lui.
 
* * *
 
'Ah, mocciosa, auguri!'-le disse mentre si sistemava meglio sul sedile.
'Te ne sei ricordato presto, stupido Inuzuka!'
'Sai com'è ero troppo preso dal fatto che dovevo salvare una ragazzina!'-le disse mentre s'impossessava delle sue labbra.
Si tolse la giacca del completo, appoggiandola sulle spalle nude della ragazza, ancora vestita da sposa.
Ad un tratto, una voce dall'altoparlante catturò la loro attenzione.
'Informiamo tutti i passeggeri, che stiamo per partire, allacciate le cinture, spegnete i cellulari e mantenete i vostri posti, fra pochi istanti, le nostre assistenti di viaggio vi indicheranno tutte le pratiche ti emergenza.'
E mentre ripeteva lo stesso messaggio in inglese, Kiba e Hanabi si fissarono sorridenti, mentre la mano calda e grande di lui, prese quella di lei, stringendola.
'Sei pronta?'-le chiese.
'Non lo sono mai stata più di così!'-gli sorrise, radiosa.



Per dindirindina! :D
Eccomi qui, la fic è finita ed io non posso far altro che ringraziarvi di cuore perchè da quei pochi che eravate a seguire la storia, oggi siete un bel mucchietto!
Quindi grazie mille! Davvero!
Non mi metterò a scrivervi uno per uno perchè sono quasi le quattro di notte, ma sappiate che veramente i miei ringraziamente vanno a tutti, anche ai lettori silenziosi!
Come avrete capito Hinata aveva già tutto in mente, ma Kiba si era sempre rifiutato di ascoltarla, ecco perchè si è servita di Naruto e Sasuke!
Inoltre quelle nella bustina erano la chiave di villa Hyuuga e la lista di tutti gli oggeti personali di Hanabi che le sarebbero serviti nel viaggio.
E già, la Hyuuga maggiore aveva proprio pensato a tutto! :D
Spero che il finale non vi abbia deluso, quindi non vi resta che lasciare una recensione per dirmi cosa ne pensate!
Un bacione a tutti quanti e grazie ancora di cuore! <3
Ci sentiamo presto!

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