I maghi del crimine

di cant_hold_us
(/viewuser.php?uid=470818)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Leggerò il tuo pensiero. ***
Capitolo 2: *** La pratica. ***
Capitolo 3: *** La ragazza. ***
Capitolo 4: *** Lucy. ***
Capitolo 5: *** Litigi. ***



Capitolo 1
*** Leggerò il tuo pensiero. ***


-Leggerò il tuo pensiero.-

Tutto cominciò due o tre anni fa, quando io conobbi tre fantastici ragazzi. Quella splendida amicizia fece nascere i quattro cavaglieri, di cui avrete sicuramente sentito parlare. In questa storia non vi racconterò le nostre imprese perchè le avrete ascoltate migliaia di volte, io vi racconterò le nostre vite, i dolori e le fatiche sopportate per riuscire a far parte dell'occhio. Quasi dimenticavo, sono Henley Reeves.
Tre anni fa avevo da poco compiuto diciassette anni, decisi di lavorare in un bar per guadagnare un po' di soldi e così comiciai appena l'anno scolastico fu finito.
Fu il mattino del 13 Giugno 2011, entrai nel bar e vidi subito i tre ragazzi che mi aspettavano per spiegarmi le mie mansioni.
"Buon giorno a tutti."li salutai un po' imbarazzata .
"Ciao, tu devi essere la ragazza nuova."disse uno di loro, a vederlo sembrava il più grande di età, era un po' robusto e aveva cosi pochi capelli che sembrava quasi pelato.
"Sono Henley Reeves."gli annunciai.
"Io Merritt McKinney,lui è Daniel Atlas e lui..."venne interrotto dal terzo ragazzo.
"Sono Jack Wilder." allungò la mano per salutarmi,era così sorridente,era abastanza alto, muscoloso al punto giusto e i suoi capelli erano corti. Daniel invece era magro e molto serio, aveva uno sguardo molto penetrante, i capelli erano di media lunghezza e lisci, gli occhi azzurri e teneva un mazzo di carte in mano.
"Quanti anni hai?" mi chiese Daniel pretendendo una risposta.
"E' importante?"gli domandai.
"No."rispose e non mi parlò più.
"Ti faccio vedere i macchinari e tutto il resto." intervenne Merritt.
Dopo avermi mostrato tutto il posto arrivarono i primi clienti della giornata.
"Tocca a te." disse Jack come se si aspettasse che io facessi un disastro, così andai, chiesi le ordinazioni e li servii senza rompere niente.
"Brava." si complimentò Daniel sotto voce, io mi girai a guardarlo, non riuscivo a capire che tipo era, ma lui si allontanò subito, come se io non fossi all'altezza di stargli accanto.
"Non ti preoccupare, non è cattivo, questa è una copertura vuole solo capire chi sei." lo difese Jack.
"Non ne ho dubbi."gli risposi.

La giornata continuò senza tante chiacchere e con molti clienti da servire,arrivò il pomeriggio e io mi preparai per andarmene a casa e magari sarei riuscita ad uscire un po' con le mie amiche.
"A domani!" li salutai.
"Ciao Henley!"esclamò Jack.
"Tu hai compiuto diciassette anni da cinque...no,sei giorni." farfugliò Merritt.
"Come fai a saperlo?" gli chiesi.
"A domani."non mi diede una risposta.
Quella sera uscii con le mie amiche in città, andammo in un locale per un po' di tempo e poi decidemmo di fare un giro.
"Che cos'è tutta quella folla?" chiese Lucy.
"Ehi,ciao Henley!" mi salutò Jack, piombandomi improvvisamente alle spalle. "Vieni a vedere cosa fa Daniel." mi invitò prendendomi per un braccio e tirandomi fino ad arrivare in prima fila.
"Avvicinatevi, state attenti, la magia inizia."Disse con voce invitante e molto calma.
"Henley,sei pronta?"mi chiese Merritt, quando raggiungemmo gli altri ragazzi.
"Cosa,perchè io?"risposi preoccupata.
"Ha importanza?"mi domandò,io mi misi a ridere e scossi la testa.
"Bene iniziamo. Ho qui delle carte, questo mazzo a te e questo a me. Devi mischiarle."mi ordinò Daniel,io lo feci.
"Ora io metterò a caso dieci carte sul tavolo"continuò mettendo le carte, facendo in modo che il numero non si vedesse, su un tavolino."Tu le puoi mettere rivolte verso l'alto a caso."
"A caso?" chiesi.
"Sì, completamente a caso." mi rispose sorridendomi.
"Ora io raccoglierò le carte."continuò lui con questo trucco mentre tutta la folla era incantata aspettandosi qualcosa di eclatante.
"E adesso rimetterò le coppie al loro posto."così fece,mise tutte le coppie di nuovo sul banco e poi disse "Ora puoi girare le carte!"
Io le girai e le coppie erano tutte corrispondenti l'una con l'altra.
A quel punto il pubblico cominciò ad applaudire e io rimasi con lo sguardo fisso sul mazzo, domandandomi come avesse fatto.
"Che trucco hai usato per sapere che che avevo compiuto diciassette anni da sei giorni?"chiesi a Merritt.
"Un vero mago non rivela i suoi trucchi."rispose facendo il disinvolto.
"Ha visto i tuoi documenti di assunzione."disse Daniel e cosi scoppiammo a ridere.
"Ma sono veramente un mentalista e te lo proverò un giorno,quando avrai tempo."mi fece sapere Merritt.
"Va bene magari domani." sghignazzai, continuando a non credergli.
"Henley andiamo?"mi chiamò Lucy  ormai stufa di aspettare,così io salutai i ragazzi e andai con le mie amiche.
Quella sera pensai e ripensai al fatto che io non avevo ancora fatto i documenti di assunzione perchè ero in prova. Quindi Merritt come aveva fatto ad avere quelle informazioni? Era impossibile che lui riuscisse a leggere nel pensiero.

Note d'autore:
Ciao a tutti!
Questa è la mia prima fan fiction, spero che vi piaccia e spero anche di trovare qualche recensione.
Grazie mille, baci!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** La pratica. ***


-La pratica.-

L'indomani andai a lavoro, ero contenta di rivedere i ragazzi, anche se li avevo conosciuti da poco la mia vita era completamente cambiata.
Al mattino, in genere, veniva sempre poca gente, infatti avevamo sempre tempo per parlare.
"Senti Henley, noi abbiamo pensato che tu debba fare lo spettacolo con noi." disse Jack.
"Stai scherzando?" chiesi.
"No, ti spiego, l'altra sera, quando abbiamo fatto lo spettacolo con te e Daniel,avevamo più spettatori maschi e quindi più persone che pagano il biglietto per vederci, casomai volessimo fare uno spettacolo vero."si spiego Jack.
"Tu ci saresti di grande aiuto." Aggiunse Daniel.
"Ovviamente tutto ciò che guadagnamo si divide in quattro." disse Merritt.
"Ragazzi, io non so niente di magia, come posso esservi d'aiuto?"chiesi.
"Per quello non c'è nessun problema, noi ti insegneremo tutto." rispose Daniel.
Io li guardai negli occhi uno ad uno, sperando che stessero scherzando, ma erano seri.
"All'inizio farai da assisstente e poi diventerai una vera maga." disse Jack per convincermi.
Ci pensai un po' e feci una faccia molto dispiaciuta prendendoli in giro.
"Quando si comincia?" chiesi, mentre i ragazzi si avvicinarono tutti e tre a me abbracciandomi come fa un tifoso di calcio quando la sua squadra del cuore fa goal.
"Mi state soffocando."dissi loro, così si allontanarono.
"Oggi pomeriggio Jack ti insegnerà dei trucchetti, così stasera ti esibirai." ci ordinò Daniel.
"Sai potreste andare già da adesso, vi copriamo noi qui" farfugliò Merritt.
"Per me va bene, per te?"chiese Jack, io alzai le spalle. Ci cambiammo in fretta e furia e uscimmo dal locale.

Andammo alla metropolitana e Jack non disse nulla,non fece altro che sorridere e quando fummo  arrivati, mi fece un cenno con la testa.
"Guarda."disse e si allontanò. Andò volontariamente a sbattere contro una ragazza e gli chiese scusa, poi si avvicinò a me con un oroligio in mano.
"Hai capito come devi fare?"chiese
"No, io mi sono accorta solo dopo che tu le hai preso l'orologio." risposi un po' scocciata. Come poteva pretendere da me che io imparassi così?
"E' un Rolex." disse fiero di sè. Io lo guardai in cagnesco e così dopo essersi fatto una risata mi spiegò come dovevo fare.
"Devi individuarne uno, per te sarebbe meglio un uomo. Poi gli vai a sbattere contro e mentre gli dici che ti dispiace e gli spieghi che non stavi pansando a dove andavi, gli metti una mano sul suo braccio chiacchierando con lui e poi gli sfili l'orologio."
"Tutto qui." dissi ironica.
"Se ti sbottoni un po' la camicia sarà più facile." aggiunse, così io mi sbottonai la camicia di un bottone e lo guardai con aria di sfida.
Nel frattempo arrivammo a Times Square.
"Qui hai a tua disposizione un sacco di persone." aggiunse.
Quando scendemmo dalla metropolitana cercai di individuare un uomo e lo feci,così puntai dritto verso lui, decisa a fare come mi aveva detto Jack, solo che non ne ebbi il coraggio.
Mi girai verso Jack e lo guardai, facendogli cenno di no con la testa mentre lui si avvicinava a me .
"Perchè non l'hai fatto, era l'uomo perfetto?" chiese sghignazzando.
"Mi dispiace, non ci sono riuscita... Non ridere di me!" lo sgridai con un po' di rabbia.
"Non rido di te è solo che è normale che tu non ci riesca subito, dai lasciamo stare, andiamo a mangiare qualcosa." propose, facendo cenno con la testa per un restorante accanto a noi.

Entrammo nel locale e ci sedemmo in un tavolo che era situato in un angolino in modo tale che nessuno potesse sentire i nostri discorsi.
"Buon giorno cosa posso portari?" ci chiese il cameriere.
"Portaci degli antipasti e..." si interruppe incitandomi, così, ad ordinare.
"Un piatto di pasta al sugo per me, grazie." ordinai.
"Fanne due e porta anche il vino della casa." così il camereire andò e noi cominciammo a parlare.
"Non riuscirò ad imparare." mi rassegnai.
"Ma che dici? Hai provato solo una volta. Tu devi soltanto rilassarti e non devi pensare alle conseguenze." mi suggerì.
"Sì, ma se mi beccano finisco in prigione." gli feci notare.
"Se ti beccano io sarò lì e non ti arresterà nessuno.capito?" mi chiese,senza lasciarmi il tempo di aggiungere nulla continuò "Noi non vogliamo metterti nei casini. Quindi devi stare tranquilla."
"Ecco a voi." ci interruppe il cameriere mettendo i piatti e le bevande davanti a noi, prima di andarsene accese una candela che fungeva da centro tavola e aggiunse "Buon appetito, signori.".
"Che posto lussuoso!" esclamai scherzando con Jack.
"La prossima volta pranzeremo da un fast food."  brontolò, facendo l'offeso.
Mangiammo praticamente in silenzio, quando finimmo, Jack andò a pagare e mentre stavamo uscendo dal locale si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò " Sono sicuro che tu ce la farai.".
Così appena fummo fuori io mi guardai attorno, scelsi un uomo, feci tutto ciò che mi aveva detto Jack e ci riuscii.
"C'è l'ho fatta!"esclamai saltellando, appena l'uomo si era allontanato un po'.
"Brava, che ti avevo detto." rispose.
Passammo il pomeriggio a fare pratica finchè Jack non mi accompagnò.
Quando fummo davanti alla porta di casa io lo fermai e gli chiesi "Per rubare i portafogli e mettere i biglietti in tasca si usa lo stesso metodo?"
"Sì, lo stesso metodo, perchè?" chiese ridendo.
"No niente, è solo che non me ne sono accorta." risposi.
"Buona notte Henley." disse mentre si allontanava, entrai in casa e passai la serata con i miei.
Quando oramai fui sdraiata a letto per dormire mi arrivò un messaggio che diceva "Riposati perchè omani ti allenerai con Merritt. Buona notte, Jack."
Era impressionante, come faceva ad essere un passo avanti a tutti?


Note d'autore:
Spero che anche questo capitolo vi piaccia.
Io aspetto con ansia le vostre recensioni.
Baci <3

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** La ragazza. ***


-La ragazza.-

Il giorno dopo andai a lavoro per prima, toccò a me aprire il locale.
Mentre aspettavo che i clienti e i miei colleghi arrivassero, decisi di fare un po' di pulizia. Mentre riordinavo il bancone trovai il mazzo di carte di Daniel e quindi cominciai a giocarci. Poi mi ricordai del trucco che aveva fatto il giorno prima e cominciai a controllare se le carte fossero truccate.
"E' un mazzo regolare." disse Daniel, spaventandomi e facendomi cadere tutte le carte. "Scusa, non volevo spaventarti."
"Non ti preoccuare." lo tranquillizzai.
"Quando verrano gli altri ti dobbiamo parlare." mi fece sapere e se ne andò senza dire più nulla.
Aspettai con ansia l'arrivo di Merritt e di Jack, che senso aveva quella frase?
"Ehi!" quello fu il saluto di Jack.
"Buon giorno splendore." disse Merritt.
"Finalmente, ce n'è avete messo di tempo." fece notare Daniel.
Si avvicinarono tutti a me come se io avessi fatto un disastro e poi Jack cominciò a parlare.
"Questi sono tuoi." tirò fuori dalla tasca cento dollari.
"Tutto qui?" chiesi.
"Hai ragione, te ne meriti di più." rispose cominciando a frugare nelle tasche.
"No, non per i soldi." feci una pausa e poi continuai "Daniel mi ha detto che voi dovevate parlarmi come se io avessi ucciso qualcuno. Lasciamo stare, perchè mi dovreste dare dei soldi?"
"Ieri sera mentre tu e mister mago eravate impegnati, noi abbiamo fatto un giro nelle tasche degli spettatori e questo è il tuo profitto." mi rispose Merritt con la sua solita calma.
Io ci pensai un po' e sorrisi ai ragazzi.
"Non siete dei maghi, voi siete dei ladri." li accusai scherzando.
"Illusionisti del crimine." disse Daniel.
"Allora li vuoi o no?" chiese Jack.
"Non voglio i soldi come ricompensa."
"Che cosa vuoi allora?" domandò Merritt, ma non riuscii a rispondere perchè arrivò un cliente e quindi ci separammo inmediatamente fingendo di lavorare.
Durante la giornata ci fu cosi tanta gente che non riuscimmo a sederci un attimo, ma finì molto in fretta.Io mi cambiai e mi preparai per tornare a casa.
"Vieni al nostro spettacolo."Mi invitò Daniel quasi come se fosse un ordine.
Io mi avvicinai a lui e nel orecchio gli dissi"Verrò senza portafogli." e me ne andai sentendolo ridere a scuarcia gola per la prima volta da quando lo conoscievo.
"Alle sette!" urlò Daniel "A Times Square." Li salutai con la mano e me ne andai.

Durante il pomeriggio mi preparai, mi vestii con un completo elegante e mi feci un trucco molto leggero.
"Io esco, vado a fare un giro con Lucy e le altre." mentii ai miei genitori.
"Ultimamente stai uscendo di più, è strano." mi fece notare mia madre.
"Lo so mamma."
Andai a prendere la metropolitana e uscii subito a Times Square. Mi guardai attorno per vedere dove potessero essere i ragazzi, ma non riuscii ad individuarli, finchè non vidi una grande folla. Mi unii a quella schiera di gente e finalmente riconobbi Daniel e mi avvicinaii a lui.
"Sei venuta." notò, strizzando gli occhi.
"Me lo hai praticamente ordinato." scherzai.
"Il numero sara mio oggi." Si intromise Merritt, molto fiero di sè.
"In che cosa consisterà?" gli chiesi.
"Ipnosi" rispose e si allontanò, iniziando così il suo spettacolo.
Fu una cosa impressionante, tutti gli spettatori erano incantati e Merritt riusciva a ipnotizzare ogni singola persona che si avvicinava a lui, dopo essere stato chiamato.
"Il condizionamento mentale è una cosa difficile da fare, io non la credevo possibile." smentii, parlando con Daniel che era rimasto tutto il tempo accanto a me.
"E' una cosa così rara che solo pochi eletti possono fare."mi rispose sorridendo.

Quando lo spettacolo finì, la folla si disperse e noi quattro decidemmo di fare un giro.
"Sapevi che ti avrei chiesto una dimostrazione al posto dei soldi, è per questo che hai fatto lo spettacolo?" gli chiesi.
"Ho fatto lo spettacolo perchè dovevo, ma sì, sei stata invitata per questo."mi rispose.
"Allora questi soldi li vuoi o no?" domandò Jack.
"Vi offrirò da bere con quei soldi." risposi.
"Al pub!" esclamò Jack,  gesticolando come se non avesse calpestato un locale da secoli.
Andammo in un pub e ci sedemmo in un tavolo .
"Che cosa vi posso portare?" domandò la cameriera.
"Quattro birre, ma se puoi sederti con noi ne puoi portare cinque." Disse daniel facendo il cascamorto.
"La tua ragazza sarà gelosa poi." Rispose la cameriera un po' infastidita.
"A dire il vero lei è la mia ragazza ." affermò Merritt.
"Ragazzi per favore ne abbiamo già parlato, non dovete essere gelosi, io sono la ragazza di tutti e tre." recitai io mentre abbracciai Jack.
"O mio dio, vi porto subito le vostre ordinazioni." farfugliò scappando via.
Appena si allontanò noi cominciammo a ridere e quando le nostre birre arrivarono la cameriera aveva fatto a cambio con un'altra.
Quando finimmo di bere, i ragazzi mi riaccompagnarono a casa e ci salutammo.
Mentre mi cambiai i vestiti per mettermi il pigiama nella tasca posteriore trovai cento dollari e un biglietto con sopra scritto "Finchè sarai la nostra ragazza non dovrai pagare niente. Jack"
Era incredibile.


Note d'autore:
Vi è piaciuto il capitolo? Spero di sì.
Mi lasciate qualche recensione, mi farebbe piacere.
Baci.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Lucy. ***


-Lucy.-

Appena mi svegliai, scesi giù in cucina ancora vestita con il pigiama e trovai Lucy, una delle mie amiche.
"Che ci fai qui?" le chiesi ancora addormentata.
"Ho bisogno di chiederti un favore." rispose con voce molto seria, il che era strano per una che non era in grado di fare nemmeno un discorso serio.
"Dimmi." le dissi mentre presi i biscotti dalla dispensa e li misi in una ciotola per offrgliene un po'.
"Sto letteralmente impazzendo, lo voglio rivedere." cominciò a spiegarmi.
"Di chi stai parlando, Lu? Non capisco." le dissi.
"E' da quando l' ho visto che non faccio altro che pensare a lui, sai quella sera che siamo uscite, il ragazzo che ti ha presa e ti ha portato vicino agli altri."cominciò a parlare senza tregua e quindi la fermai.
"Stai parlando di Jack? Che cosa vuoi che faccia io?" le chiesi,cosa pretendeva da me?
"Lo voglio, voglio conoscerlo." disse con determinazione, come se lui fosse un giocattolo e lei era la bambina viziata.
"Vieni al locale, incontalo lì." le feci notare che lui lavorava con me.
"Davvero?" chiese.
"Lucy, l'importante è che non rompi nulla, comprese le scatole." scherzai. Così mi cambiai dopo aver mangiato e andammo al locale.

Durante il tragitto non ci parlammo molto, ma quando arrivammo, Lucy cominciò subito a civettare.
"Ciao ragazzi, sono arrivata." salutai i tre moschettieri.
"Sei in super sitardo per il tuo..." si interruppe Jack quando vide Lucy
"Caffè. Chiudi la bocca Jack." concluse Daniel.
"Lei è Lucy e vi voleva tanto conoscere." spiegai.
"Ciao splendore io sono Jack Wilder e sono a tua completa disposizione."
A lei bastarono queste parole e da quel momento cominciò il Lucy show.
"E' un vero piacere conoscerti, ho sentito tanto parlare di te." disse lei per fare una bella figura.
"Ma se fino a sta mattina non sapevi neanche il suo nome!" esclamò Merritt, in quel momento provai tanta stima per quel ragazzo.
Mentre i due facevano conoscenza io, Daniel e Merritt parlammo dei nostri piani senza che lei ci sentisse.
Io però non badavo molto a ciò che dicevano, ero troppo impegnata a capire cosa dicevano gli altri due.
"Sei daccordo Henley?" mi chiese Daniel.
"Cosa, sì... Scusa non stavo ascoltando." gli confessai imbarazzata.
"Ti va se andiamo noi due?" mi domandò Merritt.
"Sì, andiamo." risposi.
Andai nello stanzino a prendere la borsa e a pentirmi in silenzio di averla fatta venire a lavoro con me.
"Te ne vai?" chiese Jack quando uscii.
"Sì, vado con Merritt." gli risposi fredda come se volessi punirlo.
"Tutto bene?" mi chiese corrugando la fronte, ma io non gli diedi una risposta e andai via senza salutare nessuno, aspettando Merritt fuori.

Camminnammo un po' e andammo in un locale a due isolati dal nostro posto di lavoro.
"Allora ne vogliamo parlare?" domandò con estrema calma quando ci fummo seduti al tavolo.
"Come faccio ad imparare a leggere nel pensiero?" chiesi io sviando il discorso.
"Non puoi." rispose rispettando la mia scelta non parlammo per un po' e nel frattempo il cameriere ci chiese le ordinazioni.
"Scusa, ma tu come fai, cioè senti propio le mie parole quando penso o cosa?" gli chiesi seriamente interessata.
"A vote è un intuizione, altre invece basta vedere dei piccoli segni nel viso. Per esmpio tu adesso stai pensando ad una persona il cui nome inizia per i...no l come Lucy."si interruppe guardando il mio volto e le mie espressioni, poi continuò "Visto questa era una intuizione mista ad un segno."concluse la frase sghignazzando come se si stesse divertendo da morire.
"Lo so, sono stata io ad invitarla ma non pensavo che lei cominciasse subito e non pensavo di essere..." non riuscivo ad ammetter di essere gelosa che lui guardasse un' altra ragazza .
"Gelosa è la parola che non riesci a dire." finì la mia frase.
"Sì, lo so è una cosa stupida e senza senso." dissi imbarazzata.
"Oh no, non è affatto una cosa stupida, lui ti piace." affermò Merritt.
"No, non mi piace Jack, ma che stai dicendo?" chiesi.
"Calmati e non negare, le conosco le persone e non puoi mentire."ribatte Merritt.
Arrivarono le nostre ordinazioni e noi non parlammo più.
"Non devi temere quella ragazza, Lucy." io lo guardai aspettando il perché. "Lo conosco da cinque anni e non l'ho mai visto guardare nessuno come guarda te, quindi anche se ti piace, non c'è niente di male."concluse.
"Andiamo?"chiesi dopo aver passato un po' di tenpo a pensare.
"Certo." mi rispose fiero di sè.

Jack mi piaceva così tanto, era un ragazzo carino, ma allo stesso tempo scherzoso. Quando c'era lui tutto cambiava, tutto spariva. Sembrava quasi che non riuscissi a vedere altro oltre a lui ed era così strano, non mi era mai successo niente del genere prima.
"Non dirlo a nessuno però, ma io stò bene quando sono con lui e non so che cosa mi prende, quando lo vedo cambia ogni cosa, solo che ho rovinato tutto con Lucy." gli dissi durante il tragitto.
"Stai tranquilla, lei non conta niente."mi rassicurò poco prima di tornare a lavoro.
Siete tornati, Henley i piatti sono tutti tuoi." disse Daniel lanciandomi lo straccio, così io andai subito in cucina e cominciai il mio lavoro.
"Ti è stato utile?" mi chiese Jack.
"Sì, molto."risposi ancora un po' fredda, ma mi pentii immediatamente, così mi girai per guardare Jack e lo vidi sorridere, mentre guardava fisso verso il muro.
"C'è stata tanta gente?" gli chiesi.
"No, non molta." mi rispose, poi si avvicinò a me e da dietro mi sussurrò al orcchio "La tua amicha è asfissiante, mi sono sentito violentato." piagnucolò fingendo di essere triste.
"Non mi sembravi così dispiaciuto delle sue attenzioni, Jack." lo accusai
"Quella ragazza è utile solo per una cosa, ma tu sei minorenne e quindi non posso dirtela." disse andandosene via.
Quando finimmo i turni, Daniel e Merritt andarono in giro mentre Jack mi riaccompagnò a casa.
"Stare con Merritt è come stare con uno psicologo, hanno lo stesso effetto." burlai.
"Ti avverto che stare con Daniel è peggio, lui abbassa totalmente la tua autostima." mi fece sapere.
"Davvero?" chiesi dubbiosa.
"No, volevo solo farti paura." sghignazzò.
"Sai un giorno dovresti venire a vedere casaa nostra, ti piacerebbe!"esclamò Jack quando fummo davanti a casa.
"E' un invito?" chiesi con aria un po' schifata.
"Oh, mi scusi signorina, lei preferisce l'invito scritto su carta rosa e profumata?" scherzò, fingendo di essere nobile.
"Verrò, contaci, voglio vedere dove vivon tre maschi."accettai l'invito.

Note d'autore:
Vorri dirvi che mi dispiace per il ritardo, ma ho avuto dei problemi in famigli e vi ringrazio per la pazienza.
Questo è il mio nuovo capitolo spero che vi piaccia.
Baci<3

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Litigi. ***


-Litigi.-
 
 
"Tu sei la mia migliore amica ho passato la miglior notte di tutta la mia vita grazie a te, Jack a letto è fantastico."
Così mi svegliai l'indomani, come aveva potuto andare a letto con Lucy? 
Andai a lavoro arrabbiata come una furia.
"Ciao splendore." mi salutò Merritt, ma io non gli risposi per evitare di offenderlo.
"Stai bene?" chiese Jack.
"Daniel, andiamo?" chiesi quasi come se fosse un ordine, senza rispondere a nessuno.
"Andiamo."Rispose senza avere scelta.
"Ma che ti prende?" chiese ancora Jack.
"Oh, ma stai zitto." gli ordinai infuriata.
Andammo via con Daniel, il che mi stava molto bene, perché non avrebbe fatto domande e avrebbe soltanto pensato a lavorare.
"Che si fa?" chiese lui preoccupato.
"Si impara."risposi mentre continuai a camminare per allontanarmi il più possibile dal bar.
"Ci fermiamo da parte o vuoi apprendere camminando?"chiese ironico, così io mi fermai senza dargli risposta e lo incoraggiai a parlare con un cenno della mano.
"Bene, allora, questa sera dovrai fare da assistente, passarmi gli oggetti, incoraggiare la folla e soprattutto sorridere."disse.
"Cosa, questa sera?" chiesi stupita.
"Pensi di poterlo fare?" domandò lui senza degnarmi di una risposta.
"Sì, posso farlo." risposi con arroganza.
"In più verso fine serata dovrai fare un giro tra i maschi e prendere portafoglio, orologi e cose così. Capito?" domandò ancora.
"Sì, tutto qui quello che mi devi insegnare?" chiesi.
"Non posso insegnarti altro per oggi, non hai la testa apposto e non ti entrerebbe nulla. Sarebbe tempo perso."
"Allora torniamo."dissi voltandomi e camminando con passo spedito.
Ripercorrendo la strada di ritorno mi accorsi che avevamo percorso pochissimi metri e che saremmo tornati al locale in pochissimo tempo, ma le mie previsioni erano corrette Daniel non mi aveva chiesto nulla ne aveva intenzione di farlo.
Entrai al locale e andai subito a pulire in cucina evitando Jack.
"Sei arrabbiata con me?" chiese entrando dalla porta.
"Come se non lo sapessi." risposi fredda e voltata di spalle per non guardarlo.
"Che cosa dovrei sapere?" domandò con arroganza.
"Chiedilo a Lucy, sempre che tu ti ricordi del suo nome,forse non ha ancora avuto il tempo di dirtelo." dissi con rabbia girandomi a vedere la sua espressione.
"Te lo ha detto, non pensavo che te lo avrebbe raccontato." si giustificò.
"Sei proprio un ipocrita, prima mi dici che lei è una palla e poi ci vai a letto assieme." gli dissi.
"A te cosa te ne frega?" chiese.
"Me ne frega perché lei è una mia amica e tu fai schifo." gli dissi.
"Guarda che non l'ho obbligata, lei ha voluto." rispose con una voglia matta di sbattermelo in faccia.
"Te ne puoi andare per favore non ho voglia di parlare con te."gli ordinai.
"Tu l'hai portata qui per farcela conoscere..."
"Lucy, Jack è Lucy una ragazza che conosci da meno di ventiquattro ore."gli feci notare sbattendo il panno per lavare i piatti per terra.
"Il problema non è quello, il fatto è che Lucy ci sa fare e tu sei sempre quella che viene messa in disparte, ma non è colpa mia e non sono affari tuoi chi mi porto a letto." mi urlò contro.
"Bravo, ora hai rovinato tutto, stai pure qui me ne vado io." gli dissi mentre una lacrima scese lentamente dal mio viso.
Quando Jack vide che io stavo piangendo fece un sospiro ripensando alle parole che aveva detto.
"Henley aspetta mi dispiace."disse quando fu ormai troppo tardi perché io fui uscita dalla cucina sbattendo la porta.
Presi la mia borsa e andai via cercando di non farmi vedere dai clienti e dagli altri due, Quando oramai fui fuori dal locale notai che Merritt mi stava seguendo.
"Stai tranquillo ci sarò sta sera."gli dissi facendogli capire che volevo stare da sola.
"Alle sette davanti all'Empire State Building." urlò quando io fui ormai lontana.
Le parole di Jack erano così vere, era per quello che facevano così male.Per distrarmi decisi di andare in un negozio e di comprare un vestito per la serata, qualcosa di elegante.Infine andai a casa, mangiai un panino e mi vestii.
 
Quando arrivai nel luogo del incontro trovai loro tre vestiti di nero e tantissima gente che camminava fregandosene delle persone attorno.
"Henley sei pronta?" chiese Merritt.
"Tocca a te attirare la gente."disse Daniel. Io li guardai per qualche secondo e mi girai verso la gente dando le spalle a loro.
"Ehi, siete pronti lo spettacolo sta per iniziare, qui avete tre fantastici maghi, vi ipnotizzeranno, vi scombussoleranno il cervello e  vi faranno dimenticare quanto è dura le vita. Avvicinatevi è gratis." urlai mentre le persone si avvicinavano piano piano.
Lo spettacolo cominciò e io feci da assistente a Daniel, da cavia a Merritt e tutto questo senza incrociare lo sguardo di Jack nemmeno una volta. A un certo punto Daniel mi disse che era arrivato il momento di fare il mio giro e io cominciai ad avvicinarmi agli uomini e a civettare con e loro sfilando qualche portafogli.
"Le piace lo spettacolo signore?" chiesi ad un ragazzo del pubblico.
"Molto interessante, ma vi è una distrazione." rispose guardandomi negli occhi.
"Quale?" domandai io poggiandogli la mano sul suo polso.
"Il suo vestito."rispose, io cominciai a ridere pensando che oramai era distratto e cominciai a sfilargli l'orologio, mentre mi girai e mene andai, ma lui mi prese per il polso e mi tirò a se.
"Non pensarci nemmeno." disse accorgendosi che io gli stavo rubando il suo Rolex.
"Mi lasci."dissi tirando il mio braccio ma senza riuscire a staccarmi da lui.
"Volevi prendere qualcosa di mio, ora io prendo qualcosa di tuo" mi sussurrò all'orecchio.
"Lasciala."disse Jack, ma lui non gli diede retta e cominciò a tirarmi verso l'esterno della folla  e Jack lo seguiva. Io guardai Jack con sguardo impaurito e lui mi fece segno di stare tranquilla.
"Lasciala o se no te la dovrai vedere con me." ripete Jack
"Voglio il mio orologio e dei soldi se no lei viene con me." rispose il ragazzo. Jack tirò fuori dalle tasche un sacco di soldi e glieli fece vedere, cosi lui mi lasciò e io mi allontanai velocemente. 
Gli lanciai l'orologio e Jack gli lancio i soldi come se non valessero nulla "Raccogli la tua roba e sparisci miserabile." gli disse infine. Appena lui se ne andò io corsi vicino a Jack e lui mi abbracciò.
"Stai bene?" mi domandò.
"Mi dispiace tanto, non ho fatto abbastanza attenzione, io..."cominciai a spiegargli ma lui mi zitti.
"L'importante è che stai bene, andiamocene di qui, loro se la caveranno."disse mentre si incamminava verso un altra strada.
 
Camminammo per qualche isolato e poi arrivammo davanti ad una porta.
"Ti avevo detto che avresti dovuto vedere casa nostra." disse aprendo la porta.
Entrammo e ci sedemmo sul divano.
"Vuoi qualcosa da bere?"chiese aprendo lo sportello del frigorifero.
"No grazie."risposi ancora un po' scossa da quel che era successo.
Jack prese una sedia e si sedette di fronte a me.
"Forse non dovrei lavorare con voi, io continuo a fare errori e non voglio crearvi problemi."comincia ad ammettere.
"Cosa credi che noi non facciamo errori, sai quante botte mi sono preso per essermi fatto beccare."mi spiegò Jack. "Tu hai sbagliato soltanto perché eri arrabbiata, a proposito di questo io ti devo chiedere scusa, quello che ti ho detto questa mattina è stato stupido e davvero mi dispiace, farò qualunque cosa per farmi perdonare." continuò a parlare all'infinito.
"Jack il fatto è che tu hai ragione, io non sono Lucy e non sono affari miei chi ti porti a letto, solo... cioè, a me non piace tu e lei, io la conosco e so che se tu ti affezionerai a lei lei ti spezzerà il cuore, lo fa con tutti e non voglio che tu soffra. Hai detto qualunque cosa, anche venire a fare shopping con me tutto il giorno al centro commerciale?" chiesi infine scherzando.
"Partiamo domani mattina presto."disse con voce seria."Però dovresti dormire qui da noi." aggiunse alla fine.
"Mando un messaggio ai miei genitori."dissi sorridendo con il telefono in mano.
Mentre io scrissi il messaggio Jack prese dei vestiti e me li lanciò, io alzai la testa per guardarlo e lo vidi indicare la stanza dove potevo cambiarmi.
 
 
 
Note d'autore:
Questo e il mio nuovo capitolo, spero vi piaccia, le recensioni sono molto gradite.
Baci 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2076001