Bīchi de no tsuitachi

di oOPoisonGatebOo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Akihiko si chiuse silenzioso la porta di casa alle spalle. Era circa l'una del mattino e svegliare mezzo condominio non era proprio incluso nei suoi piani.
Non si stupì nel trovare Misaki seduto sul divano, inclinato verso destra e intento a respirare delicatamente nel sonno. Ormai era abituato al fatto che il ragazzo lo aspettasse ogni volta che era fuori per motivi di lavoro, e spesso finiva per cedere alla stanchezza.
Accennò un sorriso: a lui come ogni volta toccava portarlo su, ma non gli dispiaceva.
Lo prese delicatamente in braccio, ma non abbastanza da impedirgli di svegliarsi. Infatti il giovane aprì gli occhi e non appena ebbe abbastanza lucidità da capire di trovarsi tra le braccia di Akihiko, le sue gote si colorarono di un rosso acceso.
-U-Usagi-san!-
-Mh?-
Misaki non rispose a quel piccolo suono prodotto da Usagi, si limitò a farsi portare in camera come una bella principessina e a farsi posare sul materasso.
Stranamente lo scrittore non gli era ancora saltato addosso, al che il giovane pensò che doveva essere davvero stanco. 
Mentre lo guardava spogliarsi fece scorrere lo sguardo sulla sua grande schiena, alla quale si era aggrappato mille e mille volte. Fissò le sue grandi spalle, i suoi capelli che gli ricadevano lisci sulla nuca. Aveva un'amante davvero stupendo. 
A quel pensiero Misaki arrossì all'inverosimile. Eh, non era ancora abituato a definirlo "amante".
Scosse la testa. Per una volta che Usagi sembrava non avere strane intenzioni non poteva farsi beccare a mangiarlo con gli occhi. Così passò ad accarezzare le coperte, tenendo lo sguardo basso: -com'è andata?- chiese.
-Aikawa mi ha intrattenuto più del previsto, ricordandomi con la frequenza di dieci volte al secondo che la scadenza è vicina- rispose Usagi sedendosi sul letto, accanto al ragazzo.
Misaki percepì un brivido percorrergli la spina dorsale non appena Akihiko appoggiò la sua grande mano sulla propria, più minuta ed affusolata.
Gliela accarezzò, per poi avvicinarsi al suo viso e premere le labbra contro le sue. Il minore arrossì, ma pian piano chiuse gli occhi, abbandonandosi completamente a quel bacio così intenso.
Lo scrittore lo fece sdraiare sul materasso e come si aspettava, lo vide dimenarsi.
-U-Usagi-san! Lasciami!- era partito con un tono di voce abbastanza alto, ma alla parola "lasciami" si era notevolmente affievolito. Cosa che ovviamente lo scrittore non mancò di notare.
Gli alzò la maglia, iniziando a tracciare un percorso con la lingua che partiva dal petto per andare a finire poco sotto l'ombelico, godendo nel sentire gli ansimi che emettevano le labbra del ragazzo sotto di lui.
-B-basta Usagi-san..ho sonno..- sussurrò Misaki. Effettivamente, notò Akihiko, era vero. Era da un po' di minuti buoni che il giovane teneva gli occhi socchiusi e sbadigliava, nonostante quelle piccole ed intime attenzioni gli fossero piaciute.
Misaki si stupì non poco quando Usagi si spostò da lui: di solito quando voleva una cosa andava fino infondo.
Osservò quei pochi centimetri che li separavano, contrariato. Mise da parte l'imbarazzo e si accoccolò al maggiore beato, spiaccicando la guancia al suo petto nudo.
Akihiko gli portò una mano tra i capelli, accarezzandolo dolcemente. Di tutta risposta il più piccolo sospirò contento, chiudendo gli occhi e godendosi quelle attenzioni.
-Domani andiamo al mare?-
-Al mare?- chiese Usagi, ma non ricevette alcuna risposta. Misaki era gia partito per il mondo dei sogni.


Note dell'autrice: umh..ohayo. E' la prima fan-fiction che posto su un forum, siate clementi Q_Q Spero che la lettura sia stata piacevole, alla prossima settimana per il secondo capitolo ^-^

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Vagò con la mano sul letto per dieci minuti buoni alla ricerca di Akihiko e quando realizzò la sua assenza si alzò a sedere. Si strofinò gli occhi osservando in seguito l'orologio. 
Le sette e un quarto? Cioè..come mai quello scribacchino da due soldi è già in piedi?!
Prese dei vestiti e decise di andare in bagno a farsi una doccia.
Si tolse la maglia, guardandosi allo specchio e ripercorrendo con un dito la strada che aveva fatto la lingua di Akihiko la notte precedente. Strano a dirsi, ma gli era dispiaciuto averlo rifiutato, dopotutto non si erano sentiti per circa sei ore e anche a lui era mancato il contatto con lo scrittore.
Fece scivolare lungo le sue gambe pantaloni e boxer, sistemando poi tutta la roba in una cesta. Entrò in doccia con un sospiro e chiuse la tenda, con quell'odioso rumorino di anelli che scorrevano lungo la sbarra.
Aprì l'acqua sentendola scendere veloce sul viso, andando infine a bagnare il resto del suo corpo. Fu un attimo, che quelle gocce gli ricordarono un bambino. Era affacciato sul balcone e guardava insistentemente la strada, sperando di veder arrivare i suoi genitori.
 
-Misaki, non stare fuori, rischi di prenderti un malanno!- disse Takahiro, incitandolo ad entrare in casa.
Il bimbo fece "no" con la testa, continuando ad alternare lo sguardo tra parcheggio e strada, imbronciato.
-Mamma e papà dovevano già essere qui, perché non li vedo?- chiese, sentendo una brutta sensazione all'altezza dello stomaco.
-Non ti preoccupare, vedrai che ora arrivano-
-Sicuro, onii-chan?-
Takahiro lo prese in braccio e rientrò in casa.
-Sicuro- disse sorridendogli.
Misaki ricambiò e fece qualche strana e buffa smorfia, per poi starnutire.
-Vedi? Te l'avevo detto. Ora prendiamo il signor Duffy e andiamo a farci un bagnetto caldo! Sei d'accordo?- chiese al piccolo.
Di tutta risposta lui annuì convinto, con un sorriso che riusciva a illuminare la giornata anche delle persone più tristi.
Takahiro non poteva fare a meno di trovarlo dolcissimo.
Prese dai giocattoli una paperella di gomma e si diresse in bagno con Misaki appolipato al suo petto. Appoggiò Duffy su un bordo della vasca e, mentre quest'ultima si riempiva d'acqua calda, Misaki si faceva aiutare dal suo onii-chan a spogliarsi.
Takahiro lo fece entrare in vasca e iniziò ad insaponarlo.
-Attento! Duffy affondaaa!- disse prendendo la paperella e mettendola sott'acqua.
-No! Fy-chan!- urlacchiò Misaki recuperandola.
-Signori e signore, ecco a voi il nuovo eroe del giappone!-
Il bimbo rise, continuando poi a farsi fare il bagnetto.
Dopo che Takahiro lo ebbe asciugato per bene e vestito, lo fece sedere sul divano.
-Se vuoi accendi la televisione, io vado a preparare una cioccolata calda, ti va?- 
Gli occhioni di Misaki si fecero ulteriormente enormi e sbrilluccicosi, annuendo a più non posso, al settimo cielo.
Takahiro gli scompigliò i capelli ridendo, ma non fece in tempo ad entrare in cucina che squillò il telefono di casa, situato vicino all'entrata.
Corse a prenderlo, aggrottando le sopracciglia vedendo un numero sconosciuto.
-Pronto?- disse accostandosi l'apparecchiatura all'orecchio.
-Lei è il signor Takahashi Takahiro?- chiese una voce maschile e profonda dall'altro capo del telefono.
-S-si perché?-
-Ecco..volevo dirle che i suoi genitori sono stati coinvolti in un incidente stradale..l'uomo è morto sul colpo, la donna invece durante il tragitto ambulanza-ospedale..mi dispiace-
A Takahiro per poco non cedettero le gambe.
Non poteva essere vero.
Cercò di auto-convincersi che fosse solo un brutto sogno, ma fu tutto inutile.
Chiuse la chiamata, gli occhi colmi di lacrime.
Diede una sbirciata in salotto e ciò che vide gli fece stringere il cuore.
Come glielo avrebbe detto? Come avrebbe detto a quel fragile bimbo, che dondolava le gambe intonando la sigla di Doraemon, che i loro genitori non c'erano più? 
Guardò il suo sorriso e i suoi occhi verdi, così profondi e carichi di gioia..
Come avrebbe potuto dirglielo in modo da non rovinare la sua felicità?
 
La tendina si aprì di colpo.
-Insomma, è da tre ore che ti chia..qualcosa non va Misaki?- chiese preoccupato lo scrittore.
Le lacrime del ragazzo si confondevano con il getto della doccia, ma era impossibile non notare il modo in cui tirava su col naso e le sue spalle che sussultavano in continuazione.
-Papà..m-mamma..- riuscì a sussurrare Misaki, con lo sguardo vuoto.
Akihiko lo prese tra le braccia senza perdere tempo, fregandosene dei vestiti che inevitabilmente si inzuppavano.
Gli baciò la fronte e, dopo aver spento l'acqua, lo aiutò ad asciugarsi e a vestirsi, come fece Takahiro quella sera.
Successivamente lo prese in braccio, cullandolo dolcemente.
Misaki strinse le gambe intorno ai suoi fianchi e le braccia intorno al suo collo, cercando di tranquillizzarsi.
Usagi scese in salotto e si sedette sul divano, accarezzandogli la schiena e lasciandogli dolci baci sulla fronte e le guance. Era preoccupato. Si era alzato presto per preparare la colazione a entrambi, in modo da poter pranzare al mare. Vedendolo non arrivare aveva iniziato a chiamarlo, andando poi a controllare nelle varie stanze. Quando era entrato in bagno il suo intento era di prenderlo in giro per la sua sordità, ma non appena aveva spostato la tenda la prima cosa che gli era passata per la mente era: devo abbracciarlo.
Era stato straziante sentirlo singhiozzare tra le sue braccia, con quel corpo così minuto e fragile, quel modo in cui cercava di chiamare i suoi genitori..
Akihiko lo osservò: era la prima volta che lo vedeva scomporsi davanti ai suoi occhi per ciò che era accaduto a sua madre e a suo padre.
Misaki alzò lo sguardo, sorridendogli in mezzo alle lacrime: -grazie-
-Di cosa?-
-Di starmi accanto per confortarmi, di amarmi..di tutto- rispose a voce bassa, quasi non udibile, ma che arrivò come un urlo alle orecchie dello scrittore. Il minore poi lo guardò con quei due occhi che avrebbero potuto conquistare chiunque.
Akihiko lo prese per il mento, tra indice e pollice, appoggiando con dolcezza le proprie labbra sulle sue.
Misaki arrossì, giocando con la lingua di quello stupido scrittore che sapeva farlo sentire come in una favola, mentre le sue lacrime si fermavano, come successe durante il loro primo bacio. Si sentiva decisamente meglio..che strano effetto che aveva su di lui quell'uomo.
Si staccarono dopo attimi che sembrarono infiniti, guardandosi negli occhi, mettendo a nudo l'uno le emozioni dell'altro.
-Ti senti meglio?- chiese il maggiore.
In tutta risposta Misaki gli regalò un sorriso smagliante, annuendo.
-Allora che ne dici se andiamo in spiaggia?-
-E lo chiedi pure?!- disse il minore scattando in piedi.
Usagi lo osservò salire le scale, pensando tra se e se che quel ragazzo era davvero forte..dentro, per intenderci. 
"Fuori rimane una mammoletta che si farebbe sottomettere anche da una mosca" pensò lo scrittore ridacchiando.



Note dell'autrice: Cieeo..umh..ecco il secondo capitolo, come sempre spero sia stata una lettura gradita. Ringrazio tutte le persone che leggono, se volete lasciate una recensione OuO Al prossimo mercoledì! 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Misaki osservò per bene lo scrittore.
Era intento a fissare la strada con i suoi occhi profondi e infiniti, così caldi che ogni volta il minore sentiva un brivido percorrergli la schiena, così accoglienti da farlo sentire a suo agio anche nella peggiore cantina. Gli bastava quello sguardo su di se per essere contento.
Poi osservò la sigaretta che teneva tra le sue morbide labbra.
All'inizio non sopportava il vizio del fumo, per lui era orribile sentire quella sostanza grigiastra che veniva aspirata attraverso il naso per poi andare a finire dritta nei polmoni, ma col tempo c'aveva fatto l'abitudine.
Continuò ad osservargli le labbra, quasi ipnotizzato: aveva imparato ad amare quella sensazione amara che si mischiava con la dolcezza dei loro baci. Akihiko sapeva di buono. Una persona con lo stesso sapore però gli avrebbe fatto schifo. Era buono proprio perché era lui.
-Vuoi farmi esplodere la testa?- chiese Usagi con un sorrisino ironico.
-N-n-no! Ovvio che no!- rispose con voce acuta il minore, agitando le braccia per poi afflosciarsi sul sedile con le guance rosse per l'imbarazzo.
Lo scrittore soffocò una risata. Era da circa mezz'ora che Misaki non faceva altro che lanciargli occhiate, pensava che non se ne fosse accorto?
Diede uno sguardo fugace al minore, imprimendosi più dettagli possibili nella mente, per poi tornare a concentrarsi sulla strada.
Sapeva benissimo com'era fatto Misaki, se gli avessero dato una tela bianca sarebbe riuscito a farne un ritratto ad occhi chiusi, meglio di Picasso, però non si stancava mai di osservarlo. Se gli avessero ordinato di guardarlo per ventiquattro ore, lui l'avrebbe fatto.
Avrebbe passato il tempo ad innamorarsi sempre di più di quel fragile ragazzo con cui aveva deciso di passare il resto della sua vita.


Akihiko vide Misaki uscire dalla macchina con una velocità tale da fargli realizzare la cosa solo qualche secondo dopo. Era letteralmente schizzato via dal sedile, aveva preso paletta e secchiello da quelli posteriori e saltellava fuori dall'auto, incitandolo a muoversi.
Rise e uscì anche lui dall'auto, prendendo un paio di borsoni dal cofano. Rimase piacevolmente sorpreso quando il moro gli prese la mano e iniziò a tirarlo verso la spiaggia.
-A che ti servono paletta e secchiello?- chiese Usagi.
-Come a cosa mi servono? A scavare, ovvio!- rispose il minore.
-Io non le ho mai usate- continuò lo scrittore, guardando verso l'orizzonte.
Misaki si girò di scatto verso di lui, con gli occhioni spalancati. Non poteva crederci..sapeva che Usagi non aveva avuto un'infanzia molto felice, ma non riusciva a pensare che non l'avevano mai fatto giocare con la sabbia come tutti gli altri bambini.
-Venivamo in spiaggia di rado e io passavo il tempo a scrivere. Quando ero più piccolo invece me ne stavo seduto vicino a mia madre. Una volta le ho chiesto di comprarmi uno di quegli strumenti che usavano gli altri bambini, ma me l'ha totalmente negato- raccontò, con un fulmine di malinconia che gli attraversava lo sguardo.
-Non hai mai chiesto agli altri bambini di giocare con te?-
-Ero piuttosto solitario, come lo sono tutt'ora. Qualche volta veniva Kamijo, ma non abbiamo mai fatto grandi cose come costruire castelli di sabbia o fare buche per farci inciampare i passanti-
Il minore si fermò, stringendo i pugni con la testa bassa. Akihiko lo guardò incuriosito e quasi gli venne un colpo quando lo vide rialzare il viso di scatto con un'espressione decisa.
-Oggi faremo il miglior castello che si sia mai visto! Sarà gigantesco!- disse sicuro di sè.
Lo scrittore lo guardò stupito, poi gli sorrise dolcemente, prendendolo per un fianco e tirandolo a sè.
-C-c-che fai? N-non dovevamo andare i-in spiaggia? Dobbiamo fare il c-castello!- esclamò Misaki rosso in viso, dimenandosi.
Il maggiore gli morse il labbro inferiore per poi passarci sopra la lingua, premendogliela poi contro la bocca per chiedere il permesso di entrare.
Nonostante l'imbarazzo, il più piccolo non esitò neanche un secondo. Non riusciva a sottrarsi a quella dolce tortura che l'aveva reso dipendente.
Dei ragazzi al bar li osservarono da lontano. Uno di loro, dai capelli biondi come il grano, sorrise malizioso, andando ad inumidire il labret con la propria lingua.


-Usagi-san, sei un disastro! Ti avevo chiesto solo di prendere un po' di sabbia umida, non alghe misto sassi!- si lamentò Misaki, osservando il contenuto del secchio con un enorme "gocciolone" in testa.
-Oh..- disse solo lui.
Il moro si spiaccicò una mano in faccia, prendendo il secchio.
-Vado a prendere la sabbia, tu resta QUI- ordinò, calcando sulla parola "qui".
-Si mamma- rispose ironicamente lo scrittore, ricevendo un'occhiataccia.
Il più piccolo si allontanò dall'ombrellone e si ritrovò a svuotare il secchio per riempirlo nuovamente, ma con sabbia inumidita dalle onde che sbattevano violente contro la riva, producendo un suono soave e rilassante.
Fece una smorfia quando iniziò a sentire la sabbia che si attaccava ai suoi piedi bagnati mentre tornava all'ombrellone, manco fossero cotolette impanate. 
-Eccomi- annunciò inginocchiandosi vicino a una montagnetta di sabbia, accanto a Usagi. Svuotò il secchiello e iniziò a posare la sabbia bagnata su quella asciutta, spiegando allo scrittore come creare una torretta abbastanza solida.
Misaki lo osservò mentre con estrema concentrazione cercava di tenere la sabbia in piedi, un'espressione altamente infantile in volto. Era così tenero che gli veniva voglia di abbracciarlo, ma non voleva distrarlo. Scoppiò a ridere non appena lo scrittore fece crollare metà del loro lavoro.
-Io scrivo, non faccio costruzioni, lo sai- si difese Akihiko, guardando miseramente il lavoro che era andato sprecato.
-I bambini non sanno scrivere, leggere e altre cose, ma fanno comunque costruzioni migliori delle tue- disse il moro, con una mano in fronte.
Il più grande rise: -grazie-
-Non osare dire che non è vero perc..aspetta. Eh?- chiese confuso.
-Grazie- ribadì.
-E di cosa?-
-Di avermi dedicato del tempo per farmi provare una cosa che mi è stata tolta in passato, sono felice- rispose Akihiko, addolcendo lo sguardo.
Misaki arrossì, abbassando la testa e tastando la sabbia per l'imbarazzo: -non è niente d-di che..volevo s-solo farti sorridere-
Lo scrittore gli lasciò un bacio umido sulla guancia come ulteriore ringraziamento.
-Andiamo a farci un bagno?- propose poi.
Il minore annuì e tenendosi per mano si diressero verso la riva. Quando entrarono in acqua Akihiko iniziò ad allontanarsi, diretto verso delle boe, ma si fermò non appena notò che Misaki era rimasto indietro e non muoveva un passo, essendo ancora nell'acqua bassa.
-Che hai?-
-E-ecco..io..- il moro abbassò lo sguardo facendo scontrare gli indici -non so nuotare-
-Lo immaginavo- ridacchiò lo scrittore -l'ultima volta che siamo andati c'era il mare agitato, quindi avevi la scusa per startene a riva, ora non più-
Misaki sbuffò, per poi spalancare gli occhi non appena Akihiko lo prese in braccio.
-U-Usagi-san! Che fai?!-
Di tutta risposta lui si avviò nuovamente verso l'acqua alta, con un polipetto attaccato alla schiena che non faceva altro che lamentarsi.


-La prossima volta che mi porti in acqua alta giuro che ti strappo gli occhi- disse Misaki, prendendo un asciugamano e passandoselo sui capelli.
-Che cosa crudele..- ribattè ironico Akihiko, mettendosi direttamente sulla sdraio.
Il moro brontolò sottovoce, poi guardò il bar.
-Vuoi qualcosa? Io vado al bar-
-Mmh..magari un gelato- disse lo scrittore, socchiudendo gli occhi.
Misaki annuì, prendendo un profondo respiro. Poi iniziò a correre da un ombrellone all'altro, dicendo "ahi" ogni volta che appoggiava il piede sulla sabbia bollente. Tirò un sospiro di sollievo quando arrivò all'ombra del bar.
Vide che c'erano cinque o sei persone in coda, così dovette aspettare.
-Ehi ragazzo- disse una voce alle sue spalle.
Il moro si girò incuriosito ma allo stesso tempo intimorito: -si?- chiese, guardando un biondino dagli occhi color cioccolato che era in fila con lui..o così sembrava.
-Mi chiamo Chikao, piacere di conoscerti- rispose sorridendo il ragazzo.
-Io M-Misaki- 
-Che bel nome..proprio come te- fece prendendogli il polso e trascinandolo via dal bar.
-D-dove mi stai portando?!-
Chikao lo sbattè contro al muro dietro al bar, dove passavano poche persone per farsi una fumata ogni tanto. Sentiva il moro agitarsi tra le sue braccia, ma non lo lasciò andare, stringendogli ulteriormente i fianchi.
-Tranquillo..ti piacerà- sussurrò viscido al suo orecchio, passandogli le mani sotto la maglia e appoggiando le labbra al suo collo, iniziando a leccarlo.
-Kao, che fretta che hai- disse un ragazzo dietro di loro, ridendo.
Misaki sgranò gli occhi, mentre sentiva delle lacrime segnargli le guance. Lui era di Akihiko, non voleva nessuno oltre lui. Si fece forza e cercò di respingerlo come meglio poteva, urlando. 
Subito il ragazzo che era appena arrivato gli tappò la bocca, mentre Chikao infilava le mani dentro i suoi boxer.


Akihiko si alzò a sedere sulla sdraio. Era strano, Misaki sembrava essersi volatizzato.
Decise di andare a controllare, così scattò in piedi e si diresse verso il bar. Fissò la fila di persone, ma non lo vide.
Iniziò a guardarsi intorno preoccupato, sperando di vedere una testolina mora accompagnata da due occhi verdi sbucare in mezzo a tutte quelle persone.
All'improvviso gli si gelò il sangue nelle vene. Sentì un urlo, ma non un urlo qualunque. Conosceva fin troppo bene quella voce acuta.
Corse verso la direzione della voce e fu li che li vide. Non cercò di ragionarci, saltò subito addosso a Chikao, tirandogli un pugno.
Intanto erano accorse altre persone alla scena, c'era chi guardava la scena a occhi sgranati e chi componeva nervosamente il numero della stazione di polizia.
Il ragazzo che teneva fermo Misaki lo lasciò andare, indietreggiando e scappando il più velocemente possibile, mentre Chikao gli urlava dietro che era soltanto un bastardo.
Il moro scivolò lungo il muro, come privo di forze. Aveva le gote inumidite dal pianto, i pantaloni slacciati e il fiatone. 
Usagi venne fermato dalla gente che era accorsa alla scena, tornando in sè. Successivamente si avvicinò velocemente a Misaki, stringendoselo al petto.
-U-Usagi-san..v-voglio tornare a c-casa- sussurrò, stringendo il maggiore il più possibile.
Akihiko annuì, prendendolo in braccio.
-Aspettiamo la polizia per risolvere la situazione, poi prometto che torniamo a casa-
-Va b-bene..-


Passarono tre mesi dalla giornata in spiaggia. I due dormivano tranquilli abbracciati l'uno all'altro, quando Aikawa per poco non sfondò la porta con un calcio.
-UUUUUUSAAAAAAAGIIIIIIII!- urlò, al limite della felicità.
Misaki saltò letteralmente a sedere, con gli occhi sgranati, mentre lo scrittore restò più indifferente rispetto a lui, alzandosi lentamente.
-Il libro è piaciuto un sacco! Dovremmo incontrarci per discutere del prossimo lavoro, ma ci tengo a dirti che questo è stato un vero successone!- esclamò con gli occhi sbrilluccicosi.
-Libro? Quale?- chiese il moro confuso.
Aikawa gli porse una copia del libro e lui iniziò a scorrere le pagine.

"Akihiko passò la lingua sul suo collo, mentre Misaki si stringeva di più a lui, sentendo la sabbia della riva accarezzargli dolcemente la schiena.
-La luna è bellissima stanotte..- osservò il più piccolo, guardandola rapito.
-Proprio come i tuoi occhi- rispose Akihiko, stampandogli un bacio sulle labbra e iniziando a scendere lungo il suo corpo lentamente."


Misaki strinse il libro tra le mani. Prese fiato. Contò fino a dieci.
-BAAAAAKAAAAAAA UUUSAAAAAGIIIIIIIII!-





Note dell'autrice: ta daaaan! Questo era l'ultimo capitolo. Ringrazio le persone che hanno letto e recensito, e mi scuso se ho fatto così tardi nel postare, ma essendo piena di impegni non riesco mai a trovare del tempo per riscrivere i capitoli al pc e correggerli Q_Q Se volete lasciate una recensione, mi farebbe solo piacere..se no, come ho detto prima, vi ringrazio anche per aver soltanto letto *^* Arigato♥

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