skinny love

di whiteskin
(/viewuser.php?uid=134497)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 001 - Intangible ***
Capitolo 2: *** 002 - Rock 'nd Roll ***
Capitolo 3: *** 003 - Souls ***
Capitolo 4: *** 004 - Wild World ***



Capitolo 1
*** 001 - Intangible ***


 

skinny love

001 - Intangible



“What does an half of a whole do?”
– Harry Styles 
 

Un gesso gli scivola dalle mani ad una velocità maggiore rispetto le goccioline di sudore che attraversano il suo viso, ma non si ferma, non si può fermare, continua a lavorare, a dipingere, a creare con le dita, come se l'esigenza di esprimere tutto il suo animo fosse esplosa all'improvviso.
"Schizzo." Il nome rimbomba tra le mura dei due palazzi, la persona che l'ha pronunciato avanza a passi lenti, verso il ragazzo che senza sosta dipinge le pareti.
Quello a cui sta lavorando il ragazzo di diciassette anni, seduto a terra, è un murales "voglio che susciti nella gente emozioni alle quali non sapranno dare un nome" è la sua giustificazione per il suo gesto, che lui considera arte.
“Arte è tutto ciò che attraverso i cinque sensi ti riempie l’animo, ti faccia sentire completo, non credi?”
Blatera tra un colore e l’altro, lasciando che la canotta indosso si sporcasse ancor di più di tempere e carbone, anche quella era Arte a suo parere, del resto vi era espressa un’intera vita su quella stoffa.
Si passa una mano tinta tra i capelli che anche se immersi tra il sudore riescono a mantenersi in un ottimo stato, i capelli, come i suoi murales, valgono per lui più della sua stessa vita, è l’unica cosa di cui abbia sempre preso cura indipendentemente da ciò che accadesse, avevano una loro priorità speciale.
Schizzo, così conosciuto nel quartiere Londinese – e si vocifera anche al di fuori – dove abita, è noto per il suo fascino, per il suo sguardo, per il suo modo di vestire, ma senza alcun dubbio è principalmente noto per il suo dono che ha nelle mani.
La maggior parte dei murales o graffiti presenti nella caotica Londra sono una sua opera, qualcosa di cui andarne fieri suggerisce Ashton Irwin, l’amico castano con cui trascorre maggior parte delle sue giornate, ma per lui è una cosa come un’altra, gli viene naturale esprimere se stesso, ritiene che non riuscendo ad utilizzare le parole il Signore gli abbia dato un’altra possibilità nelle mani, e cazzo, ci è riuscito alla grande.
Il ragazzo alza il capo verso l’amico che sosta al suo fianco.
“Flo.” Pronuncia, assaporando ogni singola lettera.
Ashton Fletcher Irwin, dalle origini australiane, non sa esattamente come ci sia finito in quelle condizioni, la sua vita era già stata programmata da qualcun altro e forse è stata questa la motivazione che l’ha spinto a diventare ciò che è ora, ad Ashton le regole non sono mai piaciute,per questo quando i genitori decisero di farlo studiare in uno dei migliori College Londinesi presenti, per farlo diventare un pezzo grosso nella medicina come i suoi antenati, il ragazzo colse l’occasione per ricostruirsi una vita, sua, per la prima volta.
“Ho un problema, quel problema.” Dice il castano mentendo il pugno chiuso.
Ashton Irwin è sinonimo di pericolo, è sempre stato sinonimo di pericolo.
Tutto ebbe inizio nella sua infanzia tormentata dalle risa degli altri bambini più forti che lo consideravano debole e furono quelli gli anni decisivi dove il piccolo bambino moro iniziò a rafforzare i muscoli, a girare con coltellini nella tasca, ma soprattutto a deridere coloro che l’avevano fatto sentire così piccolo e insignificante.
Il ragazzo seduto a terra rotea gli occhi.
“Apri la mano.” Gli ordina già consapevole di ciò che l’amico nascondeva.
Ashton muove lentamente le dita magre e sottili, tremolanti, dove si poterono già intravedere le pillole e la cicatrice al centro del palmo.
“Diamine Ash, non l’hai pagata?” il giovane si passa una mano in viso esasperato.
“Certo che l’ho pagata, ma non la voglio.” Risponde con totale naturalezza, eppure Ashton Irwin ‘la roba’ non l’ha mai rifiutata, è questo il motivo per cui l’amico lo guarda con aria sorpresa.
“E’ per lei vero?” domanda quest’ultimo guardandolo negli occhi e staccando il gessetto dal murales. Ashton sentenzia, gli occhi di Luke lo hanno sempre lasciato senza parole, l’unica cosa capace di indebolirlo.
Luke, sorride, passandosi una mano tra i capelli e dandogli uno schiaffo sulla schiena e “lo so che ti piace, tranquillo” ridacchia con la sua voce roca, per poi concentrarsi di nuovo sui suoi colori.
Il loro rapporto è sempre stato basato sulla fiducia, reciproca, come se Luke fosse quella voce constante nel suo animo che lo convince che il suo passato non lo appartiene più, che lui è cambiato, ed ha davvero vinto la lotta contro se stesso.
Ashton rilassa i muscoli e ripone le pillole nella tasca appena Luke, con uno sguardo concentrato sul suo lavoro, “la venderemo” conclude senza troppi esiti, e il castano annuisce più di una volta, come per convincere a se stesso che era quella la cosa giusta da fare.
Rimane in silenzio e dall’alto osserva il ragazzo disegnare, chiedendosi ancora una volta, come tutti i giorni del resto, perché il ragazzo si trovasse in quel momento, in quel giorno, in quella vita, nelle condizioni di chi certe cose non le merita, anche perché Luke le carte in regola per diventare un artista le aveva per davvero. Inoltre Ashton una storia ce l’aveva, Zoe, la sua cugina di secondo grado, con la quale condividevano un piccolo appartamento al terzo piano di un palazzo fatto di mattoncini rossi, una storia ce l’aveva, ma la storia di Luke Hemmings nessuno la sapeva, l’aveva condivisa con se stesso e con chi l’ha vissuta al suo fianco, così dice, e Ashton, che lo conosce da soli 2 anni, si domanda quanto fosse stata dura la sua vita per ridurlo così, e poi sorride al pensiero che qualsiasi fosse stata la sua storia, Luke rimaneva la persona più bella e misteriosa che lui avesse mai conosciuto.
Così gli da una pacca sulla spalla e va via, lasciando il piccolo ragazzo, con un mondo dentro di sé tutto da scoprire, dubbioso per il gesto.
“Ah, Luke - si ferma a metà strada – è il compleanno di Sophie, martedì, Calum e Michael mi accompagnano, mi farebbe piacere se venissi anche tu.” Sorride con gli occhi pieni di speranza.
Luke deglutisce e ammicca un sorriso privo di convinzione. “Non mancherò.” 











author's note
sono giorni che tentenno per pubblicarla,
quando mi sono finalmente decisa :)
E' la mia prima fan fiction in questa sezione
e sui ragazzi quindi non siate troppo crudeli *cries*
pubblicherò entro la settimana,
ma se raggiungo 5 recensioni o più pubblico il prima possibile :)
Questo è stato un capitolo un po' introduttivo per non dire inutile
per farvi  iniziare a capire la storia dei personaggi principali
(Michael & Calum missing but don't worry, ci saranno nel prossimo capitolo!)
basta come sempre mi dilungo troppo, see ya bebies! x

@lukesjuliet on twiddah

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 002 - Rock 'nd Roll ***


skinny love

002 - Rock 'nd Roll





A Michael Clifford le feste sono sempre piaciute, del resto festa era sinonimo di alchool, che era sinonimo di droga, che era sinonimo di rock ‘nd roll, e la sua teoria sulla felicità eterna nei party è seguita anche da un certo Calum Hood con cui il ragazzo dai capelli blu trascorre tutte le sue giornate.
Scrivono canzoni, questo fanno, le cantano anche. Ashton sostiene che forse in un’altra vita sarebbero diventati anche famosi, ed è stata questa l’affermazione che li ha incitati a cantare per strada, e come sempre Ashton non si sbaglia mai.
A giorni alterni si posizionano sulle scale di un vecchio edificio all’angolo di Oxford Street, e il suono di chitarra intrattiene i passanti, che si congratulano con loro alla fine di ogni canzone. E nonostante Michael e Calum potrebbero essere in qualsiasi altro posto del mondo a costruirsi un futuro, alla fine della giornata si guardano negli occhi e sorridono in silenzio, consapevoli che se il destino in quel momento li aveva trascinati lì, era perché quella era la casa che li apparteneva.
“Finalmente Ashton avremo l’onore di conoscere la tua ragazza.” Ridacchia Michael enfatizzando l’ultima parola, prima di addentare un morso al suo panino pomeridiano. Secondo i suoi racconti, e quelli di coloro che lo conoscevano, Ashton Irwin non è un tipo da “relazioni” probabilmente perché soltanto la parola “relazione” lo spaventa a morte.
Dover aprirsi con qualcuno, fargli vivere la tua vita, fargli toccare le tue ferite, le tue cicatrici, provare gioia, dolore, amore, non è esattamente ciò che Ashton è intenzionato a fare. Ma, per la prima volta, si sente a disagio e abbassa il capo, con un filo di rossore sulle guance.
Calum spalanca gli occhi, Michael allontana il panino dalla bocca e una piccola risatina proviene  dal ragazzo biondo, seduto al fondo del tavolo sul quale stanno consumando il loro pranzo.
“Tu ne sapevi qualcosa?” si rivolge verso Luke il ragazzo dalla carnagione più scura, senza però riceve risposta. Il più piccolo sorride leggermente, giocando con lo stuzzicadenti incastrato tra le dita sottili, abbassa lo sguardo per nascondere la risposta nei suoi occhi e si alza da tavola diretto all’interno dell’edificio in cui abitano.
Calum non è sorpreso per il suo silenzio, quando conobbe Luke, tra tutti i problemi che il ragazzo doveva affrontare, riuscì subito a scorgere alcuni tratti del suo carattere, tra i quali il suo essere taciturno. Anche Michael si stava abituando al modo di essere del più piccolo, alle domande senza una risposta, ai suoi occhi azzurri pronti a scrutare qualsiasi cosa, senza mai parlare.
Ma il fatto che Luke formulasse dei veri e propri discorsi unicamente con Ashton, per lui era ancora un mistero.
“Irwin ha la ragazza quindi.” Sputa Calum per interrompere il silenzio che si era creato.
Ashton ride e “stasera vedrete, stasera vedrete.” Conclude lasciando come sempre la situazione avvolta tra il mistero.
 

**

 
Tutti parlano della grande festa per il compleanno di Sophie Lee, tutti vogliono essere inseriti nella lista degli invitati, tutti devono esserci.
Prima della classe, capo gruppo delle cheerleader alla Paddington Accademy, carismatica, solare, ma soprattutto bella, incredibilmente bella.
Sorride leggermente alla figura riflessa nello specchio, mentre lo schermo del telefonino si illumina al suo fianco.
“Dammi delle belle notizie e dimmi che non verrà.” Una voce maschile alle sue spalle interrompe il suo sorriso.
“Lo so che Ashton non ti piace – inizia la ragazza aggiustando il colletto della camicia del fratello – ma devi dargli una possibilità Nick.” Continua pregandolo con gli occhi.
La verità era che le storie sulla reputazione di questo Ashton Irwin erano giunte anche al suo orecchio, e l’idea che un simile ragazzo potesse solo metter piede nella sua casa lo rabbrividiva.
Ma si fidava di Sophie, si fidava ciecamente, e sapeva alla perfezione che la sorella aveva in mano le redini della situazione.
“Ero venuto a cercare Scarlett, comunque.” Annuncia mantenendosi sullo stipite della porta.
Sophie lo guarda con spirito di rassegnazione. “Starà bene stasera, non combinerà niente, rilassati.”
Nick sospira, abbassando lo sguardo verso il proprio telefono. “Harry è arrivato, che la festa abbia inizio.”
 

**

 
I suoi passi sono pesanti, chiude i pugni all’interno delle maniche della felpa e rabbrividisce per l’ennesima folata di vento. Luke si guarda intorno non essendo abituato a vedere la grande e ricca zona di Londra, costose macchine parcheggiate negli immensi vialetti di costose villette, i prati estremamente curati, gli interni delle case schifosamente moderni, ed anche se si chiedeva spesso come sarebbe stata una vita tra il successo, era qualcosa che di certo non gli apparteneva.
Svoltato l’angolo, dei rumori iniziavano ad udirsi dalla fine dell’isolato.
“Non ti facevo tipo da feste Hemmings.” Scherza su Michael, senza ricevere risposta.
“Non lo è, infatti.” Urla Ashton ridacchiando e voltandosi leggermente per guardare l’amico abbassare la testa con un sorriso.
Ashton era senza alcun dubbio la voce che a Luke mancava, era ciò che lui pensava, che voleva esprimere, era un legame così particolare che nessuno riusciva a spiegarsi, come se le loro anime si conoscessero da molto prima.
Attraversano il vialetto con molta calma e disinvoltura, Luke alza gli occhi al cielo ammirando la grande casa d’avanti a sé.
“Non essere nervoso, andrà tutto bene.” Sussurra guardando la mano del ragazzo al suo fianco tremante.
E nel momento in cui sta per rispondere, Ashton alza il capo e la vede.
La vede ed il suo cuore si ferma.
La vede e rallenta il passo.
La vede e le parole si incastrano in gola.
La vede ed è bella, bellissima.
La ragazza sfoggia un sorriso luminoso, avvolta nel suo vestitino color pesca che le fascia il corpo.
Al suo fianco un ragazzo di media statura dai capelli corvini osserva i ragazzi arrivare, e non appena vede la sorella torturarsi le mani, apprende che non erano semplici ragazzi.
“Auguri principessa” sussurra Ashton al suo orecchio mentre la stringe forte tra le sue braccia.
Ed il viso di Sophie non può far altro che colorarsi di rosso non appena le labbra del ragazzo si posano sulla sua guancia, prima di mollare la presa.
“E quindi tu sei il fortunato” esclama Nick stringendogli la mano “piacere Nicholas, il fratello della principessa.” Ribadisce prima di continuare. “E loro sono?”
“Michael” si presenta il ragazzo dai capelli colorati, stringendo la mano ad entrambi i proprietari di casa.
“Calum” segue quello dai lineamenti orientali, imitando il gesto dell’amico.
“E tu?” domanda un’altra voce femminile, che proviene dalle spalle di Nicholas.
 Sentenzia per qualche instante, la guarda negli occhi, sono verdi, verdi smeraldo e proprio nel momento in cui iniziava ad affogare nelle sue iridi, realizza, sale a galla e “Luke” risponde, infine, stringendo la mano ai tre sconosciuti, senza distogliere lo sguardo dalla ragazza di fronte a sé.
“Oh, e lei è Scarlett, nostra sorella.”









 

author's note
Se siete arrivate a leggere questo sappiate che vi amo!
Inizio ringraziando le 4 recensioni dello scorso capitolo
non potete immaginare quanto felice mi avete resa!
Come avevo detto, sono qui in tempo con un nuovo chap questa volta più lungo
e più ricco, ho presentato tutti i personaggi principali che man mano analizzerò 
facendovi sapere in ogni capitolo una parte in più della storia di ciascuno di loro
Beh recensite in tanti, ditemi tutto quello che pensate!
Cercerò di pubblicare alla  fine della settimana o con 5+ recensioni

besos, @lukesjuliet

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 003 - Souls ***


 

skinny love

003 - Souls




“Smettila di guardarla Nick.” Esclama il ragazzo ricciolino al suo fianco, cercando un apri bottiglie tra i cassetti della cucina. Nicholas si gratta la testa e sbuffa alla visione della sorella e di quell’Ashton ballare fin troppo vicini. E’ da tutta la sera che non riesce a distogliere lo sguardo, forse per gelosia, forse per prudenza, o semplicemente per l’incapacità di credere che quell’Ashton si stava rivelando l’opposto di come lo avevano descritto.
“Non ci riesco Harry, lo sai, di quel ragazzo non mi fido.” Dice poi, passando una mano in viso.
“Io, piuttosto, non è di lui che non mi fiderei.” Chiude tutti i cassetti ormai messi a soqquadro e con attenzione apre entrambe le birre.
“Cosa intendi?” Nick corruga la fronte a quell’affermazione. Harry, senza alcun dubbio, era la persona più strana che conosceva, miglior difensore della squadra di football e, allo stesso tempo, presidente del fan-club di psicologia e vincitore del primo posto alle olimpiadi di matematica. Una combinazione di personalità opposte che andavano a creare la persona più interessante, più furba e più affascinante che si potesse mai conoscere.
Harry incurva la schiena e si avvicina al volto dell’amico, ed in un sussurro “intendo, che è dei suoi amici che mi preoccuperei” dice.
Con le due dita tiene stretto il collo della bottiglia, il suo sguardo è rivolto verso la sala, i suoi occhi verdi scrutano la scena e quando senza curanza, con lentezza, passa il pollice sulla superficie ancora asciutta, come una carezza, Nick deglutisce mentre un brivido gli percorre la schiena.
Porta la bottiglia di birra sulle labbra rosee, beve un sorso e, senza distogliere lo sguardo dagli invitati, continua.
“Vedi quei due? Gli amici di Ashton? – precisa con l’oggetto tra le mani  - loro sì che sono tipi strani – ridacchia poi – quello con i capelli blu per esempio, non ha parlato con nessuno dall’inizio della serata.” Conclude portandosi la bottiglia di nuovo sulle labbra.
“Quindi l’hai guardato, dall’inizio della serata.” Nick sorride stuzzicandolo, quando il viso di Harry si avvicina.
“Può darsi.” Incurva le labbra scrollando le spalle con fare misterioso.
“Bene, allora ti propongo una scommessa.” Harry spalanca gli occhi, come un bambino di cinque anni il giorno di Natale, si appoggia nuovamente al bancone della cucina e attende che l’amico continui.
“Se ti riesci a fare quello con i capelli blu, ti garantisco un’uscita con Allison, l’amica di Scarlett.” Harry deglutisce, posa la bottiglia e con la mano ancora umida accetta la scommessa, e a Nicholas tutta la sua tranquillità spaventa, perché si sa, Harry Styles non perde mai.
 

**

 
Il vento gli scompiglia i capelli eppure a Luke non importa.
La musica ancora scoppia nelle sue orecchie, pur essendo steso fuori al giardino dell’abitazione.
Aveva fatto pochi metri, abbastanza da allontanarsi dagli sconosciuti che lo circondavano.
“Non ci sono.” Esclama una voce femminile alle sue spalle.
Luke alza il capo e si volta, nella penombra riconosce una figura, il suo vestitino soffia insieme al vento, scoprendo le gambe snelle e slanciate.
“Cosa?” Domanda il ragazzo cercando di riconoscerla.
“Le stelle, non ci sono.” Risponde, immobile, senza allontanare le braccia dal busto, senza distogliere lo sguardo dal ragazzo.
 “Lo so.” Quest’ultimo sospira, tornando nella posizione precedente, tamburellando le dita sul proprio addome.
“E cosa guardi?” Chiede, allora, la ragazza incuriosita. 
Luke la sente avanzare lentamente, sente l’erba sbriciolarsi sotto i suoi passi, sente il suo buon profumo inebriargli le narici e la sente, quando con lentezza si stende al suo fianco.
“L’universo.” Risponde, senza voltarsi, sentendo, anche, i suoi occhi verdi scrutarlo attentamente.
“Sei così strano, Luke.”  Scarlett incurva le labbra in un sorriso, ritorna ad ammirare il cielo ricordandosi dei momenti da bambina trascorsi su quel prato insieme al padre.
Il ragazzo non muove un muscolo, serra la mascella, e si perde nella visione dell’oscurità.
“Secondo numerose teorie e studi, in un universo parallelo la nostra anima può svolgere la nostra stessa azione in un'altra vita, sono molti i filosofi che sostengono questa divisione dell’animo nel multi universo, è così agghiacciante sapere che c’è la possibilità che qualcuno in questo infinito stia probabilmente sta compiendo una nostra stessa azione – sospira, prende fiato e accavalla le gambe sottili – non credi?” Chiede poi, voltandosi leggermente, lasciando che piccoli ciuffetti le ricadessero sul viso. Luke la guarda, le sue iridi si rimpiccioliscono alla vista della luce e, per la prima volta, le parole gli mancano del tutto.
“Quando ero piccola studiavo queste cose con mio padre.” Spiega Scarlett, ridendo leggermente. “Non sono pazza -  dice corrugando la fronte e reggendosi sulle braccia per alzarsi – almeno non ancora.” Sorride poi con fare misterioso, per poi sparire all’interno della casa.
Luke rimane immobile, quasi pietrificato, mentre con gli occhi ancora spalancati la guarda andar via, mentre la sua mente sprigiona una danza di pensieri, mentre si domanda se forse il "destino" esiste davvero, mentre comprende che qualcosa, da quel momento, non sarebbe più stato lo stesso.
 

**

 
“Non hai toccato cibo.” La ragazza sente sussurrare, nonostante la caotica festa, nonostante la musica al massimo volume, nonostante il mal di testa.
Ashton stringe il suo corpo esile con una mano, mentre con l’altra ripone una ciocca di capelli dietro l’orecchio della festeggiata.
“Non ho fame.” Sorride lei con convinzione, come se fosse qualcosa di ben studiato e tanto ripetuto.
Il ragazzo deglutisce e accenna un sorriso prima di sfiorarle le labbra, quando con le dita percorre tutto il braccio di Sophie, riconoscendo le vene sotto la sua pelle sottile e chiara, ma prima che lui potesse raggiungere il suo polso la ragazza apre gli occhi e afferra la sua mano e “devo cercare mia sorella” dice, ingannandolo ancora, con un altro sorriso.
 







 

ohmygosh
sì ci ho messo una settimana e mi scuso infinitamente per avervi fatto aspettare!
non sono molto fiera di questo capitolo, ma la seconda parte è stata davvero difficile da scrivere
in quanto i personaggi diventano più dinamici nel prossimo capitolo
diciamo che ho sfruttato questo per chiarire meglio la situazione misteriosa
di Sohpie e la scommessa di Nick e Harry!
posterò il prima possibile questa volta lo giuro ):
grazie per seguirmi e per le recensioni nello scorso capitolo
ilysm (L)

mars, lukesjuliet



 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 004 - Wild World ***


skinny love

004 - Wild World

 


"And these little things define you forever."
- Bastille, Bad Blood 



“Hai finito di guardare, ragazzino?” domanda una voce roca alle sue spalle, Michael lo sente soffiare nel suo orecchio, l’odore di alcool invadere le sue narici, il sangue pompare nelle vene.
“Ti do fastidio? Potresti consumarti?” alza un sopracciglio mentre sorseggia un altro sorso della birra che stringe tra le mani.
Michael Clifford è conosciuto tra le strade di Elephant & Castle per le sue risposte pungenti, per il suo atteggiamento ostile verso coloro che non appartenevano al suo territorio.
La sola verità che riguardava il piccolo ragazzo originario di Bristol era che, con gli anni, aveva semplicemente imparato ad essere diffidente dalla razza umana, perché nessuno è come sembra e niente è come te lo aspetti.
Lo sconosciuto a pochi centimetri da lui ride sfacciatamente e “sorpreso di sapere che sei l’opposto di ciò che sembri, bel ciuffo” dice con malizia, tra un sorriso ed uno sguardo magnetico.
“Cosa vuoi?” Giunge Michael subito al sodo, tenendogli testa.
“Solo farmi un amico.” Harry scrolla le spalle, alza la testa lentamente e ad occhi chiusi emana un suono che a Michael fa tremare le ginocchia.
“Diamine, amo questa canzone.” Sussurra poi come se stesse gustando il piatto più delizioso e proibito che esista.
Improvvisamente abbassa lo sguardo incrociando le iridi verdi del ragazzo più basso di lui e lo rifà, sorride, di nuovo. Michael scuote la testa cercando di cacciare via tutte i pensieri che iniziano ad annebbiarli la mente, ma prima che sia troppo tardi Harry gli afferra il polso e lo trascina in pista, avvolgendo un braccio intorno alla sua vita così da avvicinarlo ancor di più a lui.
I corpi si sfiorano, le braccia si incontrano, le risate sono più forti della musica che esplode tra le pareti.
E nel momento in cui Harry sorride, convinto di aver già vinto la scommessa, Michael posa una mano sulla sua spalla, stringe l’altra tra i ricci del ragazzo, si avvicina pericolosamente alle sue labbra e “non ho mai detto di voler essere tuo amico” dice, respirando dalla sua stessa pancia, per poi lasciare con lentezza dolorosa la presa e allontanarsi dalla pista.
Harry deglutisce rumorosamente, immobile, a mani vuote, ad animo vuoto, volta la testa nella direzione di Nick che all’angolo della stanza ride con le mani tra i capelli e “cazzo!” esclama.
 
 

**

 
Sono tante le cose che Ashton nasconde, agli altri, a se stesso, per proteggere chi lo circonda, così dice.
Sono tante le cose che lo hanno spinto ad essere ciò che è, a condurre la vita che vive, ma tra tutti gli sbagli commessi per la prima volta nella sua vita sente di avvolgere nelle sue braccia qualcosa di giusto, qualcosa per il quale n’è valso la pena aspettare.
La loro storia non era niente di speciale, nessun racconto simile ad un romanzo, nessun incontro da raccontare ad un pigiama party con le amiche, era capitato come spesso capita nelle vicende umane, uno scontro di sguardi fuggitivi che nel caos della folla che, con poca grazia, avevano combaciato.
Era nato tutto come un gioco, eppure Ashton lo sapeva sin dal primo momento che qualsiasi cosa fosse accaduta dopo, quella ragazza un po’ troppo piena di sé e sorridente sarebbe stata sua.
Ciò che non si sarebbe mai aspettato era la storia che celava dietro quella maschera di sicurezza.
Infatti non può dimenticare i momenti in cui era scappato da una situazione perché lei aveva bisogno del suo aiuto, e le ricorda le calde lacrime che scorrevano sul suo viso perché Sophie in quella situazione era troppo dentro per uscirne, come ricorda le notti insonni trascorse a pensare come aiutarla da se stessa, la gola secca per tutti i discorsi che con il tempo hanno fruttato i loro miglioramenti.
E nonostante la sua vita fosse sempre stata un totale casino e una continua delusione, aveva trovato il suo piccolo angolo di felicità ogni volta che Sophie sussurrava “è grazie a te se oggi sono qui” dopo aver fatto l’amore.
“Tuo fratello smetterà mai di odiarmi?” domanda tra una risata e l’altra, mentre la stringe a sé.
Sono seduti sul divanetto all’angolo del salone, adiacente alla cucina, osservando cosa accade intorno a loro.
“Non credo.” Risponde la ragazza appoggiandosi al suo petto.
Ed è in quel momento che il sorriso di Ashton improvvisamente scompare, e il suo mondo smette di ruotare, quando il movimento di Sophie gli permette di intravedere ciò che accade dentro la cucina.
 

**

 
“Di cosa hai paura, Lukey?” Chiede Scarlett, estraendo due bevande dal congelatore e avvicinandosi al biondino appena conosciuto.
Il ragazzo ride rumorosamente, perché tutto si può dire sul suo conto, tranne che abbia paura.
Perché Luke Hemmings non ha mai paura.
Così la guarda con un sorriso ancora tra le labbra, e nei suoi occhi riconosce l’ingenuità di una persona troppo fragile per affrontare il mondo. Perché nonostante si conoscano da due misere ore, nonostante sia semplicemente il secondo drink che sorseggia, Luke di Scarlett ha già studiato e intravisto tutto, senza aprire bocca più di una dozzina di volte.
“Cosa ti spaventa così tanto da non parlare mai?” domanda poi, alzandosi sulle punte.
Luke serra la mascella, il sorriso sul suo volto sparisce, il suo respiro si fa fin troppo pesante.
“E’ meglio che vada a cercare gli altri.” Dice con una voce sottile posando delicatamente il drink sul ripiano della cucina.
Scarlett ride passandosi una mano tra i capelli corvini.
“Scappi di nuovo, non vedi?” ribadisce ancora al ragazzo che ormai le da le spalle.
Luke si volta, e con un passo rapido si avvicina alla ragazza, costretta ad indietreggiare fino a raggiungere la parete di mattonelle.
“Non conosci nulla di me.” Afferma guardandola nuovamente negli occhi, e tremando alla vista della verità celata nel suo animo.
“E sei troppo curiosa, per i miei gusti.” Ride accarezzandole lentamente il collo, avvicina il viso fino a raggiungere la guancia rosea della ragazza e tentenna qualche secondo prima di dare un soffice bacio su di essa.
“Addio Scarlett.” Sussurra. Infine, nel suo orecchio, lasciando andare la mano via e così il suo corpo.










 

what's that shit?
hello bitches!
Scusate se vi ho fatto aspettare un'intera settimana e di più ):
Ma avendo visto che la Fan Fiction aveva raggiunto solo tre recensioni
e considerando il fatto che sono stata impegnata con i preparativi pre-partenza
ho avuto modo di scrivere solo ier ):
Beh in questo capitolo c'è una svolta decisiva sia tra la storia di Michael/Harry
((mi odio da sola per aver pensato di creare una coppia tra i due))
e Luke/Scarlett, mentre il paragrafo dedicato ad Ashton lascia intravedere
il suo carattere e il problema evidente di Sophie.
Well babies, se volete sapere cosa succede per la scommessa, se Luke cercherà Scarlett (o Scarlett cercherà Luke?)
e quale sia il problema di Sophie........dovete aspettare che io torno dalle vacanze ):
Yep parto domani ma tranquille torno fra 11 giorni (26? non lo so nemmeno io :o)
e posto il prima possibile!

Se siete arrivati alla conclusione di questo myspace avete conquistato il mio cuore (L)

love ya cuties, grazie di tutto bellezze! 
Spero non mi abbandoniate :)
mars, @lukesjuliet
(Ash mi ha RT e seguita la settimana scorsa oMG)

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2031685