The hope of the next day.

di calelagiu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1° ***
Capitolo 2: *** Chapter 2. ***
Capitolo 3: *** Chapter 3. ***
Capitolo 4: *** Chapter 4. ***
Capitolo 5: *** Chapter 5. ***
Capitolo 6: *** Chapter 6. ***
Capitolo 7: *** Chapter 7. ***
Capitolo 8: *** Chapter 8.. ***
Capitolo 9: *** Chapter 9. ***



Capitolo 1
*** Chapter 1° ***





CAPITOLO 1. 

-Uno.- Forse mi sbaglio.-Due.-Forse a loro non importa se moriamo entrambi.-Tre!-E' troppo tardi per cambiare idea.Mi porto la mano alla bocca,dando un ultimo sguardo al mondo.Le bacche sono appena passate attraverso le mie labbra che le trombe iniziano a squillare.La voce concitata di Claudius Templesmith urla sovrastandole.-Fermi!Fermi!-.Mi guardo attorno e sputo immediatamente le poche bacche che ho ficcato in bocca.Sospiro di sollievo quando mi accorgo che sono ancora viva e vegeta.Ma Peeta non lo è.Il suo viso cambia colore di continuo,passa dal rosa pallido al viola e dal viola al rosso acceso.-Peeta!-Gli urlo contro ma vedo che ha ingerito tutte le bacche.-Oddio Peeta!-Mi posiziono dietro di lui e cerco in qualche modo di farlo vomitare.-R...resta-.Mi sussurra prima di stramazzare al suolo.Quando sento il colpo di cannone per segnalare la sua morte,afferro il suo corpo con tutte le mie forze.Sento un'altra volta le trombe e le urla di orrore e di gioia del pubblico di Capitol City.L'hovercraft di materializza sopra di me e lentamente trasporta il cadavere di Peeta al suo interno.Mi aggrappo alla sua giacca,cercando invano di non farlo portare via da me,ma tutto ciò che mi resta è un brandello di stoffa malridotto.Perdo la ragione e incomincio ad urlare contro Capitol City.Cerco ancora delle bacche per terra,ma sono scomparse nello stesso istante in cui mi è stato strappato Peeta.Cerco furiosamente e imprecando contro Snow e contro agli stupidi Streteghi.E la vedo.Vedo una piccola bacca violacea tra un ciuffo d'erba e il muro della Cornucopia.La afferro e mentre sto per portarmela alla bocca un altro hovercaft mi trascina al suo interno,lasciando nell'Arena la mia unica via di speranza per togliermi la vita.Un pacificatore si avvicina cautamente a me con una siringa in mano.Appena la vedo mi piombo addosso all'uomo dalla tenuta bianca ma vengo immobilizzata da una corrente elettromagnetica.La senza-voce si avvicina,mi infila un ago nel braccio e cado in un sonno profondo.
Dormire è ancora peggio che stare nell'Arena.Almeno lì ero con Peeta.Mi ritornano in mente i momenti passati con lui e grazie alla mia stupidità,alla sua morte.E' stata tutta colpa mia.Se non avessi tirato fuori quelle bacche,saremo ancora li dentro,insieme.Un tremolio mi percorre la schiena mentre non faccio altro che piangere disperata.Perchè non sono morta?Poi mi ricordo delle mie imprecazioni contro gli abitanti di Capitol City.Rivivo il momento in cui ho offeso Snow davanti a tutta Panem."E' stata colpa tua se succede questo!Non hai pietà per povera gente!Abbiamo un serpente come presidente!".E con questo sono sicura che mi uccideranno pubblicamente.Riesco a tranquillizzarmi e ad aprire gli occhi.Devo solo affrontare questo viaggio e poi finalmente possono togliere dalla faccia della Terra una ragazza che non fa altro che causare guai e uccidere il suo alleato.
Appena riesco a mettere a fuoco la vista,vedo che mi ritrovo in una stanza del tutto simile alle Catacombe sotto l'Arena.Capisco di essere ancora sull'hovercraft grazie al ronzio del motore si sottofondo.Cerco di alzarmi ma delle maniglie di metallo mi tengono le caviglie e i polsi ancorati alla superficie del lettino.Una fascia di stoffa resistente mi trattiene la vita.L'unica cosa che posso muovere è la testa.-Peeta-.Sussurro.Ma mi accorgo che non è con me.Non lo sarà mai più,per colpa mia.Le lacrime incominciano a scorrermi lungo le guance e inzuppando il lenzuolo candido.Tutto ciò che non volevo si avverasse mi è stato fornito su un piatto d'argento.Ho perso tutto,Prim,Peeta,Gale e ora la mia vita.
Haymicht compare dalla porta scortato da Effie.Non voglio guardarli e chiudo gli occhi.Sono stati loro a farmi credere di avere una possibilità di vincere.Mi hanno ricoperta di speranza.Ero contenta di ritornare a casa con Peeta e questo mi ha fatto perdere la concentrazione e la vigilanza per un attimo,ed in quest'attimo è successo l'inevitabile.La troppa speranza può uccidere e lo sto provando sulla mia stessa pelle.Qualcuno mi accarezza il viso ma mi ritraggo di scatto.Apro gli occhi e vedo Effie che piange.Pigia dei bottoni sopra uno schermo e i miei polsi vengono liberati all'istante,così come le caviglie.-Mi dispiace- sussurra.Il suo dispiacere non mi tocca minimamente.Voglio solo avere Peeta qui con me,ma non l'avrò mai.
All'istante mi sento come una bambina che ha bisogno d'affetto.Affetto da parte di qualcuno che mi capisca veramente e da qualcuno che ha vissuto le mie stesse esperienze.Mi alzo lentamente e mi siedo sul lettino.Giro lo sguardo verso Haymicht.E' immobile,trasandato e per la prima volta,sobrio.Un groppo in gola mi impedisce di parlare.Intravede nella mia espressione ciò che gli voglio dire e mi si avvicina.Senza pensarci lo abbraccio e scoppio in un mare di lacrime.Mi accarezza la schiena ed Effie la mano. -Scusa.- Dico,rivolto a lei.Cerco di alzare lo sguardo,ma non riesco a reggerlo.-Shh.- mi dice lei,dolcemente. Alla fine mi stacco da Haymicht.Coperta da chiazze violancee in faccia,mi sdraio di nuovo nel letto.Prendo coraggio e chiedo al mio mentore riferendomi al fatto degli insulti verso Capitol City e delle conseguenze che ciò mi porteranno.-Quanto me la vedrò brutta?-.Lui capisce al volo e come risposta,fa una semplice scrollata di spalle.

Spazio Autrici:
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Salve,questa è la mia prima storia su Hunger Games.Mi è venuta questa idea e volevo vedere come andata a finire.Spero che vi piaccia e scusate se ci sono errori o incompresioni,scrivere non è il mio forte. :')
Calelagiu <3

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Capitolo 2
*** Chapter 2. ***






Capitolo 2°.
 
Resto tre giorni interi in quella cupa stanza.Tutto quello che faccio è dormire,alzarmi per prendere un pò d'aria da una crepa del silicone delle finestre e tornare a dormire.Sono sola.Le uniche persone con le quali ho avuto contatti sono stati i pacificatori,un dottore dall'aspetto inquietante e i senza-voce che ogni tanto mi portano del cibo.Qualche volta mi riempo lo stomaco fino a star male e a volte non guardo nemmeno cosa c'è da mangiare.Un dolore atroce mi investe il corpo e non riesco nemmeno a respirare.Peeta.Il pensiero di non averlo più accanto mi tortura dalla testa ai piedi.In quei momenti mi racchiudo in un angolino della piccola stanza,piango,mi sfogo e riesco a trovare l'equilibrio per non crollare del tutto.Ma ogni tanto,non riesco a calmarmi e non riesco a far svanire quei pensieri dolorosi dalla mia mente ed il dottore arriva con una flebo in mano.La morfamina mi aiuta in certi casi,in altri mi evita solo di sfogarmi,imprigionando i miei pensieri mentre la sostanza chimica mi obbliga a dormire.Stare sola mi conforta.Riesco ad essere me stessa e non obbligare la mia bocca ad aprirsi in un sorriso falso tutte le volte che ci sono Haymitch,Effie oppure i miei preparatori,anche se,in fondo al cuore so che la scenetta della ragazza che sta bene,non se la bevono.
Prendo un fiore rosa attaccato alla finestra,lo annuso e lo porto nel letto.Comincio a staccare i petali e comincio a giocarci,giusto per far passare il tempo.La porta si apre e Cinna mi si avvicina cautamente.Per la prima volta dopo la morte di Peeta-il pensiero mi fa ancora contorcere dal male-la mia bocca si allarga in un largo sorriso,vero,sincero.Cinna ricambia il sorriso e io velocemente gli vado addosso con le braccia aperte.Lui mi accoglie nelle sue braccia e mi accarezza la spalla.Passiamo tutto il pomeriggio a parlare di stupidaggini ma la sua presenza mi permette di distrarmi dall'ultimo giorno dell'Arena.Finalmente mi sento felice con Cinna al mio fianco.Da quel giorno il mio stilista viene a trovarmi ogni giorno e ogni giorno sono contenta.Il dolore causato dalla morte di Peeta mi inghiottisce sempre di meno.Ma appena se ne va,porta via la sua aria benevola e ritorno nel buio.
-Domani ci sarà la tua intervista...- mi dice lui sospirando.-Ho cercato di farle ritardare ancora di qualche settimana ma Crane è obbligato a svolgerle domani,devono seguire una procedura piuttosto complicata.-. Sospiro. Non mi sento pronta per l'intervista ma sapendo che una volta finita potrò tornare a casa da Prim,riesco a vedere il bicchiere mezzo pieno.Povera la mia piccola sorellina! Sono stata così in colpa per la morte di Peeta da non rivolgerle nemmeno un misero pensiero.-Va bene.- dico a Cinna e lui mi fa un cenno di incoraggiamento.-Tra poco arriveranno Octavia,Flavius e Venia ti prepareranno e poi...dobbiamo andare nel Centro di Addestramento-.Dice Cinna cautamente aspettando un mio crollo emotivo.Quello è stato un posto dove io e Peeta abbiamo trionfato come gli “sfortunati amanti” del distretto 12.Il ricordo mi fa tremare le mani e un velo di sudore mi inzia a ricoprire la fronte.Chiudo gli occhi concentrandomi nelle cose belle: Prim,il Prato,i boschi del Giacimento,le more e le fragole... e grazie ad un pò di controllo riesco ad evitare un'altro crollo mentale.Cinna mi guarda soddisfatto e fiero di me.
-Brava katniss.Una volta finita l'intervista io resterò con te e ti aiuterò.Non sarà facile lo ammetto,ma questo è un passo da gigante..-.Mi abbraccia e io sorrido.Nell'istante in cui Cinna esce dalla porta,Octavia e la sua combriccola entra dalla porta,zampettando in giro e sorridendo.
-Oh tesoro!- Dice Venia e mi abbraccia.Rimango colpita come sempre dai suoi tatuaggi color oro sul viso e finalmente riesco a tranquillizzarmi anche con persone all'infuori di Cinna.Durante il mio trattamento di bellezza i preparatori riescono a ficcare nelle conversazioni qualche commento sulla morte di Peeta ed io incupendomi rincomincio a pensare alle cose belle di casa mia,scacciando quei ricordi orribili dalla mia mente.In questo modo,appena sento che un crollo emotivo mi si sta avvicinando riesco a riprendere il pieno controllo della mia mente.Almeno esternamente,sembro una ragazza normalissima.
Una volta che il mio corpo è levigato,i miei capelli spazzolati e intrecciati e le occhiaie sotto ai miei occhi sparite del tutto,arriva Haymicht,più sobrio del solito. -Hey dolcezza.Sei pronta per l'intervista?- mi chiede e faccio di si con la testa. -Dobbiamo trovare due strategemma per ingannare gli Strateghi.Dobbiamo,prima di tutto,trovare la spiegazione ai tuoi insulti verso Capitol City e secondo,dobbiamo impedirti di svenire vedendo le riprese sui maxi schermi dello studio...-. Rimango confusa ed interdetta,fino a quando mi ricordo che come negli Hunger Games passati,i vincitori devono rivedere le parti più avvincenti ed intriganti della loro edizione,e con questo,anche i miei momenti con Peeta.

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Capitolo 3
*** Chapter 3. ***




HappyFreak | via Tumblr





Capitolo 3.

 
Mi sento soffocare.Le mie mani tremano e gli occhi si inondano di lacrime.Tutti pensano che io sia pronta per l'intervista,persino Haymitch lo crede.Ma la verità è che il pensiero di Peeta mi distrugge.Mi tormenta.Mi fa perdere il fiato.Sono di nuovo intrappolata dalla morfamina.Dentro di me urlo e obbligo Peeta ad uccidermi.Mentre fuori sono immobilizzata,incapace di sfogarmi e liberarmi da questi tormenti.
-Katniss..- Sento un sussurro e qualcuno accarezzarmi il viso.All'improvviso,qualcosa dentro di me si accende ed un calore nuovo incomincia a scorrermi nelle vene.Riesco a trovare la forza per aprire gli occhi e a poche spanne dal mio viso,trovo l'espressione ansiosa e preoccupata di mia madre.
-Mamma!- l'abbraccio urlando.Lei ricambia l'abbraccio e mi accarezza i capelli. -Dov'è Prim?- Chiedo,sbirciando in giro.Ad un certo punto,la mia vista guizza sulla poltrona che c'è nella mia camera nel Centro di Addestramento.Una ragazzina bionda con gli occhi gonfi di lacrime mi guarda ansiosamente.
-Prim!- mi alzo di scatto,ma la mia testa,ancora abbastanza avvelenata dalla morfamina,mi causa vertigini e scossoni.Con la nausea ricado nel letto.Mia sorella si alza e correndo mi viene incontro.Spalanco le braccia e lei si tuffa senza esitare.
-Hai vinto!- urla lei afferrandomi il viso con le sue piccole mani.E' vero.Ho vinto.E grazie alla mia vincita ho mantenuto una promessa.Non riesco a rispondere,sono felicissima della loro presenza e cerco di godermi ogni attimo con loro.Passammo il pomeriggio a chiacchierare con i nostri preparatori.Venia e Octavia truccarono Prim e la vestirono con abiti sfarzosi e brillanti.Lei si divertì ed io riuscii finalmente ad essere felice.Durante la cena,mia mamma e Prim si ingozzarono di cibo e molte volte dovetti dire loro di andare più piano con lo stufato di agnello.Verso la fine della serata,Prim andò a chiacchierare con Effie in salotto e a tavola rimanemmo solo io e mia madre.
-Dov'è Haymitch?-chiedo,interrompendo il silenzio.
-Da quando in qua ti preoccupi di Haymitch?- chiede lei con fare interrogativo.Non rispondo.La guardo soltanto.
-Okay- disse.Si alza e si siede accanto a me.Mi prende la mano.
-Possiamo parlare?- Chiede premurosamente.
Faccio sì con la testa.Sposto una ciocca di capelli davanti al mio viso.Per la prima volta oggi,mia mamma ha visto sua figlia soffrire sul serio.Mi ha vista distesa sul letto,piena di tranquillanti chimici in preda di una crisi nervosa.
-So che cosa è successo nell'Arena-.dice lei sospirando.
-Penso lo sappiano tutti- replico io.La guardo in malo modo ma poi mi pento subito di ciò che ho fatto.Lei è venuta qui a Capitol per aiutarmi,facendo chissà quali sacrifici per abbandonare tutto e farsi tutto il viaggio dal distretto 12 con una ragazzina.-S...Scusa-.Incrocio le braccia sul tavolo e ci appoggio la testa nascondendo le mie emozioni.
A quel punto entra un Pacificatore,come se volesse dividerci come nel giorno della Mietitura.Capisco che è ora per loro di tornare nei rispettivi distretti.
-Volevo solo dirti di non ripetere il mio stesso errore.- dice lei.Alzo la testa e mi da un bacio sulla guancia. -Buona fortuna per domani.Ci vediamo a casa-. Esce dalla porta e non la vedo più.Nemmeno Prim viene a salutarmi,forse perchè non l'avrei più lasciata andare.
Torno in camera mia,mi tolgo la camicia e vado a dormire.Mi sveglio poco dopo a causa di un incubo.Era mia mamma,a casa mia nel Giacimento.Era immobile,seduta sul letto ed io,dall'aspetto di Rue,le urlavo contro.Lei non reagiva,mi fissava solamente per poi rannicchiarsi di nuovo sotto le coperte.Alla fine,capisco che la scena è capovolta.Questa volta,quella depressa che non dava segni di vita ero io e mia figlia,dalle sembianze di Rue,mi implorava di reagire.

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Capitolo 4
*** Chapter 4. ***


Fotos de la biografía | via Facebook

Capitolo 4.

Mia mamma ha ragione.Dopo la morte di mio padre,lei ci abbandonò e all'età di undici anni dovetti prendermi cura di mia sorella.Sto ricompiendo il suo stesso errore,lasciandomi sopraffare dal dolore.Sto sbagliando.Non devo permettere che il buio mi porti via.Ho una famiglia a cui pensare e ora,anche un distretto.Ho lasciato che le fiamme di Katniss si attenuassero e non devo permettere che si spengano del tutto.Peeta non vorrebbe vedermi così ed è ora di reagire.
Mi alzo dal letto ancora scossa dall'incubo.Mi faccio una doccia fredda ed indosso una camicia stretta alla vita.Vado in sala da pranzo.Incontro il mio staff di preparatori,Cinna,Effie,Portia e Haymitch che confabulano sull'intervista.Mi siedo e mi schiarisco la voce.
-Hey docezza,sei tornata finalmente?- esclama Haymitch,intento a mescolare una tazza di thè con del liquore trasparente di una bottiglia.
-Abbiamo elaborato un piano...- dice Cinna,interrompendo il disprezzo verso il mio mentore.-E' un piano perfetto.Ma per renderlo tale ci serve la tua piena collaborazione.- 
Prendo un panino e incomincio ad ingozzarmi.
-Certo,si,farò quello che volete.- dico io,sorseggiando cioccolata calda ed intingendoci il panino,come faceva Peeta.Faccio un respiro profondo e sorrido a Cinna.
-D'accordo allora.- Ribatte,prima di alzarsi per andare in camera sua.
Passo l'intero pomeriggio con Effie.Mi fa indossare di nuovo scarpe con il tacco e mi fa camminare intorno alla tavola.Mi fa sedere con la giusta posizione e mi incita a sorridere ad ogni battuta.Alla fine della riunione mi fa i complimenti per i miglioramenti ottenuti dall'incontro prima dell'Arena.Quella volta,disprezzavo coloro che mi dicevano come comportarmi e cosa fare,odiavo il mio staff di preparatori e volevo che Capitol City finisse in un mucchietto di cenere.Oggi,capendo che il lavoro che fa il mio staff è solo per aiutarmi,le cose sono cambiate.Ad eccezione della fine di Capitol City.Se crollasse a causa di una ribellione,sarei capace di ballare davanti alle macerie e ai resti della capitale.
Alla fine dell'icontro Effie mi accompagna a cena con Haymitch.Come il solito,appena mi siedo vicino a lui il suo alito pesante di liquore mi fa lacrimare gli occhi.
-Prima cosa.- Comincia lui,riempiendosi il piatto di cibo sostanzioso.-Se Ceasar ti chiedesse cosa hai provato dopo la morte di Peeta,cosa risponderesti?-. Mi fissa negli occhi.Abbasso lo sguardo.Cosa gli dovrei dire?Non riesco a trovare una risposta decente,visto che in quei momenti l'unica cosa che ricordo è il corpo inanime di Peeta e il profondo odio verso gli spregevoli abitanti di Capitol City.Cerco di formulare una risposta decente alla domanda di Haymitch senza trarre alcun risultato.
-Devi mentire,Katniss.Devi riuscire a convincere quella gente che le tue parole non erano rivolte verso Capitol ed il dolore della perdita di Peeta ti ha talmente sconvolto da perdere la ragione.Non scendere nei dettagli e cerca di essere più vaga possibile.D'accordo?-. Dice lui.Il piano sarebbe quello di far credere agli spettatori che in quel momento ero in preda da chissà quale disturbo mentale.
-Si va bene...- Sospiro e mi alzo dalla tavola.
-Hey dolcezza non...- Urla Haymitch ma senza degnarlo di uno sguardo scappo in camera mia.
I preparatori,eccitati nel vedermi di nuovo in me,trepidano dalla voglia di risistemarmi quel poco che c'è da risistemare.
Cinna,il mio stilista personale, sbuca dal bagno con delle forcine e un abito tra le braccia.
-Ciao Katniss,sei pronta?- dice lui senza esigere una risposta.
Alzo le braccia in modo automatico e Cinna mi aiuta ad indossare il mio abito per l'intervista.Abito lungo,senza spalline,di un colore che si avvicina all'arancione del tramonto.Il preferito di Peeta.Restando in tema delle fiamme,al bordo le vestito sono state applicate centinaia di perle luccicanti,simili alla tenuta dell'intervista di apertura dei giochi.Il trucco è semplice,solo qualche spennellata di oro qua e la.Non riesco a trattenere le lacrime.Ancora una volta Cinna mi aiuta a fare colpo sulla gente con i suoi magnifici abiti.
-Grazie,Cinna.- Lo ringrazio singhiozzando.
-Dai,è ora di andare.- Mi incalza lui,sorridendo.

Aspetto in asia che Ceasar,il presentatore degli Hunger Games,mi faccia cenno di entrare.Sotto il palco si sta davvero male.Gli spazi sono ridotti e cerco di non far incastrare il vestito con i mille cavi dell'impianto elettrico.La pedana in cui sono posizionata puzza di vernice ed è traballante.Spero solo che quando si alzi non si spacchi in due.Sarebbe un'entrata umiliante per una "ragazza in fiamme".Cerco di mantenere la calma mentre la paura da palcoscenico incomincia a togliermi la poca tranquillità che mi rimane.Devo riuscire a convincere il pubblico che nell'Arena non avevo nessuna intenzione di insultare Capitol City e che quella reazione è stata soltanto frutto di un potente crollo causato dalla visione del corpo senza vita di Peeta.Una morsa incomincia a torturarmi il petto impedendomi di respirare.
-Katniss...- sussura Cinna,vedendomi andare su e giù dalla pedana.-Tranquilla.Fai respiri profondi,okay?- Cerca di tranquillizzarmi.
-I-io non ce la posso fare.Se mi facessero vedere Peeta? Se crollassi li,davanti al pubblico?- Balbetto cercando di ricordare come respirare.Incomincio a sudare.Di sicuro se avessero un termometro,il mercurio salirebbe alle stelle.
-Tu stai tranquilla.Se fosse così la gente capirebbe ancora meglio il tuo stato d'animo.Se la gente capisce tu sei salva.Cerca di essere te stessa e come l'altra volta,fai finta di parlare con me.D'accordo?- Sospira e mi invita a salire sulla pedana.
Sento la voce di Caesar e le urla del pubblico.L'inno incomincia a riempire ogni spazio di quel palco a volume altissimo.La pedana incomincia a vibrare.Guardo Cinna disperatamente ma lui mi fa un cenno di incoraggiamento.Si porta le mani sulla bocca e la allarga in un grande sorriso.Il palco si fa buio e il pubblico incomincia ad urlare.La mia pedana inizia ad alzarsi lentamente e piano piano salgo verso il palco.
-Signori e signore...- annuncia Caesar,evidentente eccitato.-la vincitrice dei settantaquattresimi Hunger Games,Katniss Everdeen!La ragazza in fiamme!-. Urla ed immediatamente le luci colpiscono il mio viso,facendomi arretrare di qualche passo.Le urla del pubblico sono devastanti,c'è chi piange e chi sviene.Sfoggio il mio più grande sorriso.Caesar mi invita a sedermi su una grande poltrona color rosso vivo e chiede agli spettatori di tacere.
-Allora Katniss,com'è stato uscire dall'Arena?- Chiede lui prendedomi la mano.Incomincio a sudare freddo.Cerco tra la folla Cinna e appena lo scorgo accanto ad Haymitch riesco a tranquillizzarmi quel poco per riuscire ad esporre una frase sensata.
-Sensazionale quanto terrificante.- Dico io,avvampando in viso.
-Sapresti spiegarci il motivo?- Incalza lui.So dove vuole arrivare e mi prometto a me stessa di arrivarci fino in fondo.Chiudo gli occhi cercando di recimolare qualche informazione,non del tutto vera da dire a tutto Panem.
-Sensazionale perchè...non avevo la minima idea che avevo qualche possibilità di vincere e ritrovarmi qui,davanti a voi mi rende super nervosa.- Confesso.
-Penso che per la parte "terrificante" sappiamo già tutti la risposta.Vero?- Dice lui rivolgendosi al pubblico e riceve bassi mormorii come risposta.-Ce ne vuoi parlare?- Mi chiede,facendo gli occhi dolci.Guardo Cinna,lui chiude gli occhi,fa un bel respiro e mi fa cenno di parlare.Lo imito e incomincio.
-Ero convinta di tornare a casa.Quando sono state cambiate le regole ero la persona più felice del mondo.Poi ad un certo punto tutto si è rovinato.La mia vita non può avere un senso,senza di lui.E solo quando la regola è stata revocata l'ho capito.Ho capito quanto Peeta era,e lo è tutt'oggi,importante per me...-mi fermo.Le lacrime incominciano a scorrermi sulle guance.-Ho tirato fuori quelle bacche perchè non sarei riuscita ad ucciderlo per niente al mondo,una volta capito quanto valeva per me.E la stessa cosa valeva per Peeta.Però è successo tutto in fretta- Un altro mio singhiozzo interrompe la conversazione.Rimango stupita dalla facilità con cui le parole mi escono dalla bocca.Voglio continuare a parlare,ma il pianto me lo impedisce.
-Okay.Basta così Katniss..- Sussurra Ceasar,dandomi un pò di spazio tra una domanda e l'altra con dei video sugli Hunger Games che manco morta provo a guardare.Cinna mi fa un segno d'assenso.Non volevo che mi mettessi a piangere ma questo mio atteggiamento comincia a colpire tutti gli spettatori.Il filmato finisce e mi preparo a rispondere alla domanda seguente di Caesar.
-Quando Peeta ha...perso la vita.Cosa hai provato?So che ti sei subito infuriata...- dice lui,teneramente.
-Si,io...io non ricordo bene.Ho vari ricordi qua e là.- Dico,giocandomi la carta della confusa mentalmente.
-Davvero?- chiede stupito.
-Si.Non sapevo quello che facevo, Caesar.Lo vedevo li,immobile.Non avendo bene capito la situazione e dalla velocità con la quale sono successe queste cose mi sono presa tutte le colpe.E penso ancora che sia colpa mia.In quei momenti ho pensato alla mia vita senza di lui.Cioè,inesistente.Mi ricordo di aver cercato di uccidermi.E poi..buio.- Confesso con un filo di voce e interrompendomi ogni cinque secondi.I singhiozzi si fanno sempre più frequenti.Le lacrime mi scorrono lungo il viso macchiando di chiazze più scure il mio vestito.Il pubblico rimane sconvolto.Qualcuno piange e qualcuno mi cerca di consolare con sguardi comprensivi.Caesar annuisce tra se e se prima di inviare un altro filmato.Guardo Cinna,lui annuisce e mi sorride mentre Haymitch sospira di sollievo.Alla fine della trasmissione,Caesar annuncia le date del Tour della Vittoria e incomincia a parlare dell'Edizione della Memoria che si svolge ogni venticinque anni.Mi augura buona fortuna per il viaggio e mi saluta con un abbraccio.Le luci si spengono e vengo accompagnata dietro le quinte.
-Assolutamente,incantevolmente perfetto!- Miagola Effie,dandomi dei buffetti sulla spalla.
Cinna non dice niente,senza però perdere il suo meraviglioso sorriso.
-Bel lavoro dolcezza...- esclama Haymitch abbracciandomi.Mi squadra e mi da un fazzoletto per asciugare le lacrime.
Torniamo nelle nostre stanze,pronti per il ritorno a casa.
 

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Capitolo 5
*** Chapter 5. ***


Katniss Everdeen in

Capitolo 5.
Come sempre, il mio sonno viene popolato da incubi.Questa volta corro nei boschi insieme ad un Gale moribondo.Scappiamo dall'ibrido Rue, anch'esso zoppicante.Ad un certo punto arriva un paracadute argentato ma all'interno troviamo migliaia di formiche che si fanno spazio per entrare nelle nostre mani.Mi sveglio di colpo.Vado in bagno e mi osservo allo specchio.I capelli sono ancora raccolti in un'opera di Venia, gli occhi sono contorniati da occhiaie bluastre e sono ancora gonfi di lacrime versate nel sonno.Decido di fare una doccia.Quando esco, trovo nel letto quello che dovrebbe essere il mio vestito da viaggio. Un abito corto sul blu metallizzato, sullo stile di Effie, la mia accompagnatrice.
Non mi danno il tempo di fare colazione. Quest'anno, invece di aspettare i preparativi per il Tour, ho solo due giorni di riposo prima di partire per il viaggio. La mia permanenza all'ospedale ha tardato un pò il programma e se vogliono incominciare con L'edizione Della Memoria devono concluderlo alla svelta.
Salgo sul treno e veniamo accompagnati nella sala da pranzo. Guardo il muro dove all'inizio del viaggio ho impiantato un coltello. Mi aspetto di vedere la crepa ed il legno rovinato, ma trovo una superficie liscia e compatta.
-Non mangi?- Chiede Effie, contenta nel vedermi di nuovo.
-No, non ho fame- La rassicuro.
Effie è seduta negli stessi posti del viaggio di andata verso Capitol City. A pochi metri dal tavolo in cui era seduta lei, scorgo un tavolino più basso con due poltrone. Mi siedo in quella in cui mi ero accomodata io.Comincio ad accarezzare la sedia sulla mia destra. Quella di Peeta. Chiudo gli occhi e rivivo il viaggio con lui al mio fianco. Cinna mi fa sobbalzare toccandomi la spalla.
-Ciao Katniss.- Mi saluta lui, togliendomi una lacrima dalla guancia. Lo saluto sorridendo.-Visto che il Tour della Vittoria incomincia tardi, quest'anno dovrai affrontare un distretto al giorno. Cosicchè tu possa assistere come mentore per i prossimi Giochi. Mancano pochi mesi, prima della mietitura...- Un colpo profondo mi si attorciglia per i polmoni. Devo fare un colpo di tosse per riprendere a respirare. Tra qualche mese dovrò aiutare una ragazza del mio distretto ad andare negli Hunger Games. Sono obbligata. Nnessuna ragazza ha mai vinto i Giochi nel mio distretto.Haymitch è riuscito a sopravvivere ai tormenti del vedere dei ragazzi morire un anno dopo l'altro grazie all'alcool. L'unica cosa che voglio è diventare una morfaminomane o un'alcolizzata di prima categoria.
-Quanto tempo è passato prima che...?- La mia voce si smorza in un lieve mormorio.
-Sono passati tre mesi, Katniss.Ce ne hai messo un pò, per ristabilirti-. Dice lui.
Rimango sconvolta. Pensavo fossero passate delle settimane. Lo shock che ho subito dovrebbe essere stato potente, visto che mi ha fatto anche perdere la concezione del tempo.
Tornammo nel Distretto 12 dopo sei ore di viaggio. Passai il tempo da sola, cambiando scompartimento ogni tanto. Quando andai nella camera di Peeta, invece di colpirmi il solito dolore, un vasto senso di vuoto si impadronì di me. Fu come se non sapessi nemmeno il motivo per cui fossi li, dentro al treno. Alla realtà mi riportò Effie con i suoi estenuanti discorsi sul programma. Una volta scesi dalle carrozze, vengo scortata fino al palco davanti al palazzo di giustizia dove quasi tutta la gente del distretto attende il mio arrivo. Dopo l'inno, le porte si aprono e lentamente oltrepasso il portone. Immediatamente le urla e fischi riempono ogni spazio della piazza. Le persone mi lanciano fiori addosso. All'inizio sono estasiata delle urla di gioia della mia gente ma poi sposto lo sguardo altrove. Davanti alla folla, accomodati in due tribune organizzate, siede la mia famiglia e la famiglia di Peeta. L'espressione dell'uomo che alla mietitura mi portò i biscotti è contorniata da ombre di dolore e odio. Appena incrocio lo sguardo addolorato e accusatorio della moglie del Fornaio vengo colpita in pieno dal senso di colpa che mi fa mozzare il respiro.
Mi accascio a terra sotto lo sguardo di tutto il Distretto 12. Come ogni anno, il ritorno a casa del vincitore è un evento imperdibile e tutti sono obbligati a guardarlo in grandi televisori. Sono in diretta tv mentre il mio stomaco non fa che contorcersi. Il Pensiero di Peeta e delle bacche si intrufola nella mia mente e lotto per liberarmene. Ansimo dal dolore mentre la mia vista diventa troppo nitida o offuscata. Cerco di pensare alle cose belle di un tempo, ma tutto ciò che ricordo sono associati al mio distretto, la causa del mio dolore incessante in questo momento.
-Katniss!- Urla Gale sbracciandosi e aprendosi un varco tra le persone. La visione del mio migliore amico dovrebbe riempire di gioia i miei polmoni, ma mi causa altre fitte lancinanti e perdo conoscenza.
Quando apro gli occhi sono di nuovo sola. La testa mi fa male ma il dolore al petto è passato. Mi alzo delicatamente e aguzzando la vista scorgo le case del Giacimento dalla finestra. Sono a casa. Una flebo è attaccata al mio braccio ma levo l'ago senza esitare. Il mio battito cardiaco incomincia ad accellerare quando ripenso a cosa è successo. Un attimo prima ero sfavillante mentre sfoggiavo uno dei miei più grandi sorrisi. Mi è bastato uno sguardo. Uno sguardo di dolore di una persona cara a Peeta a farmi crollare il mondo alle spalle. Penso a come hanno reagito i genitori del mio compagno di distretto quando hanno visto che stava morendo. Io ero li nell'arena. Pallida in viso. Pazza. Impotente. Egoista.
-Katniss.- Sussurra Gale, materializzato lì mentre ripensavo all'accaduto.
-Oh Gale- Singhiozzo.
Non mi alzo. Non lo cerco. Non lo abbraccio. Non faccio niente da cui aspettarsi dalla migliore amica appena sopravvissuta dai Giochi. Lo guardo e basta. La sua presenza non mi infastidisce ma mi da un chè di sbagliato a cui non so dargli una motivazione. Lui mi guarda palesemente sorpreso del mio atteggiamento. Attende altri cinque minuti e poi mi si avvicina, mi prende il viso e mi bacia. Il calore che avverto è simile a quello che provavo quando Peeta mi baciava nell'Arena. Solo che questo ha un'altro retrogusto. Come se mi stesse dicendo addio. Infatti quello che fa dopo mi lascia spiazzata. Se ne va, senza degnarmi di uno sguardo.

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Capitolo 6
*** Chapter 6. ***







Capitolo 6.

 
Rimango a letto ancora per qualche ora e poi decido di uscire dal Palazzo di Giustizia. Scorgo sopra il tavolo uno scatolone, al cui interno è piegata dolcemente la giacca da caccia in pelle di mio padre. La indosso, prendo la pillola dal comodino ed esco. Il freddo pungente mi fa rabbrividire. Ficco le mani in tasca e mi avvio verso il distretto. Tutto è tornato alla normalità, le persone fanno scambi al Forno oppure lavorano in città. Decido di andare al Prato. Passo davanti alla casa di Gale e Hazelle mi saluta sorridendo e facendo attenzione a non far cadere il tinozzo d'acqua dei panni. La cosa positiva del essere un vincitore è che ogni abitante del tuo distretto riceve una parte di cibo e denaro, sufficiente ad evitare tante morti a causa della fame. Mentre mi avvicino al Prato, il primo treno proveniente da Capitol City arriva in stazione. Dei senza-voce scaricano dei pacchi contrassegnati da etichette. Subito una folla di bambini e di genitori si reca per richiedere i propri scatoloni pieni zeppi di cibo.
Osservo i bambini con i sacchi di cereali e farina correre per il Giacimento, eccitati dall'idea che quella sera riusciranno a saziarsi. Il Fornaio è pieno di gente che acquista torte e biscotti per festeggiare la mia vittoria. Al bancone c'è solo il padre, mentre la madre di Peeta è rinchiusa da qualche parte a piangere la morte del figlio. Comincio ad agitarmi e sposto lo sguardo altrove. Guardare il balconcino in cui Peeta si è fatto picchiare per impedire che morissi di fame mi fa venire il solito dolore al petto. Non riesco a resistere in quel posto e sgattaiolo fuori dalla recinzione, stando attenta agli sguardi delle altre persone. Mentre corro verso il bosco, inciampo su un ramo e mi ritrovo con la faccia a terra. Mi faccio forza e mi alzo. Mi incammino verso il nascodiglio del mio arco. Indosso la faretra e vado nel posto in cui io e Gale ci raduniamo le Domeniche per cacciare. La giacca da caccia e l'arco mi danno un senso di casa e finalmente riesco a pensare all'idea che tutto possa tornare come prima. Comincio a raccogliere le more da un cespuglio vicino allo sporgenza rocciosa quando un paio di mani ricoperte da cicatrici mi bloccano i polsi. Senza ritrarmi alzo lo sguardo e non riesco a non scoppiare a ridere alla vista di una delle facce stravaganti e buffe di Gale.
-Ciao Catnip- Sussurra lui, ficcandosi in bocca una mora. -Come ci si sente ad essere mia cugina?- Chiede, riempiendosi le tasche di frutti.
-Cugini?- Rido, pensando che sia una delle sue tante battute.
-Si,è così che Haymitch ci ha presentati...- Dice fissandomi seriamente.
-Non lo sapevo- Ribatto con fermezza. Lui non dice niente e sospira. L'idea di essere cugini mi fa tranquillizzare un poco. Il dolore che provo ad ogni pensiero riguardante Peeta non mi permette di pensare ad altro. Faccio del male a tutti quelli che incontro,compreso Gale.
-Mi devi delle spiegazioni...- Dice lui,guardandomi negli occhi. Non c'è bisogno che specifichi cosa intende. Ovvio che vuole chiarimenti per il mio atteggiamento di ieri mattina. Ai suoi occhi sono parsa indifferente, come se la sua presenza non mi toccasse davvero. Il problema è che da una parte, questa è la verità. Gale per me è come un fratello. Tra noi c'è più di un'amicizia, ma non colma il vuoto che c'è nel mio petto. Non guarisce le ferite che mi ha procurato la morte di Peeta. La cosa migliore per tutti è fare finta che Gale non sia mai esistito, evitando i problemi che gli farei causare. Ma non riesco a dirgli addio e il bacio di ieri ha rovinato tutto.-Qual è il problema, Katniss?- Chiede, alzando il tono della voce. Non riesco a dare una risposta. Lo guardo soltanto, mentre delle lacrime sileziose scendono lungo il mio viso.
-Peeta.Lo ami vero?- Chiede lui, afferrandomi la spalla e costringrendomi a guardarlo in viso. All'improvviso qualcosa nella mia espressione lo fa rintristire. Si stacca da me accigliato. -Scusa. E' solo che vederti in quello stato, nell'Arena, mi ha fatto impazzire. Poi hanno posticipato il ritorno a casa e quando sei tornata, è come se non ti fosse mai importato di me.- Sussurra lui, mordendosi le labbra.
-A me importa di te. Lo sai- Gli sussurro, sedendomi accanto a lui.
-Si, lo so.- Sorride e lascia cadere la conversazione.
Senza preavviso, lo abbraccio.Lui esita un istante prima di ricambiarlo. -Bentornata a casa- Mi sussurra nell'orecchio.
Passiamo tutto il pomeriggio a cacciare. Lui non mi chiede ne dell'Arena ne di Peeta, come se fosse una Domenica qualunque, passata a raccogliere e portare a casa la cena. Non menziona nemmeno la discussione avuta quel pomeriggio. Quando torniamo al Giacimento, abbiamo tre conigli e un fagiano come bottino. Facciamo un salto al Forno, barattando la nostra selvaggina con del denaro. Senza dirgli niente, infilo i soldi nel suo sacchetto. Accompagno Gale a casa e lui mi saluta con un forte abbraccio sussurandomi "Buon Viaggio". Liberata dalla morsa possente delle braccia del mio nuovo cugino, vado nel Villaggio Dei Vincitori per incontrare il mio staff di preparatori.

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Capitolo 7
*** Chapter 7. ***


Hunger Games<3




 Capitolo 7.


Entro nel giardino del Villaggio dei Vincitori. Solo due case sono occupate, mentre le altre hanno le tapparelle chiuse. Haymitch abita nella casa di fronte alla nostra. Appena varco la soglia della nostra nuova dimora, un gradevole profumo di pulito e pollo arrosto mi investe in pieno.Mia mamma è in cucina, intenta a mescolare qualcosa sul fuoco.
 
-Ciao Katniss, tutto bene?- Chiede lei, rassicurando l'asciugamano nell'apposito appendino.
-Certo- Rispondo.-Dove sono i preparatori?- Le chiedo.
-Non hanno niente da risistemarti. Ti aspettano sul treno- Dice lei, sorridendo.
Salgo le scale e vado in camera mia. Osservo dalla finestra la città del 12.Si intravede da lontano i primi edifici. All'improvviso ho come l'impressione che le persone non vogliano parlare di quello che è successo sul palco. Fanno finta che non sia successo niente, come se fosse stata una cosa da poco. Sospiro e scendo le scale, intenta a parlarne con Haymitch.
Saluto mia mamma e la raccomando di dare un bacio a Prim da parte mia.
Incontro Haymitch proprio sul vialetto che collega la città al Villaggio dei Vincitori e gli faccio cenno di entrare in casa sua. Mi squadra con una grande occhiata e poi entra in casa. Prende una bottiglia e si lascia cadere su una poltrona sudicia.
-Che succede dolcezza?- Chiede lui, trangugiando il primo bicchiere.
-Come hanno reagito le persone...a quello che è accaduto ieri?Perchè fanno finta di niente?- Chiedo insistendo. A dir la verità non so nemmeno come formulare la domanda esatta ai miei tormenti.
-Si sono spaventate certo, ma non vogliono parlarne per non farti stare male...- sussurra Haymitch con un filo di voce.
Sospiro e mi accomodo in una sedia accanto al tavolo. Sono delusa dalla risposta di Haymitch e come prima, non so dare una spiegazione a questa delusione. Forse spero semplicemente ad un esonero dalla carriera di mentore oppure, cosa alquanto impossibile, il ritorno di Peeta. Come al solito, solo il nome mi fa rabbrividire e cerco con tutte le mie forze di non mettermi a piangere, Haymitch mi osserva attentamente, poi fa un sospiro e torna a concentrarsi sulla bottiglia di liquore.
-Va da Effie,Katniss- Dice il mentore prima di ruttare.
Gli faccio un'occhiataccia e poi mi avvio verso casa. Effie mi aspetta sulla scala mentre legge e rilegge il programma.
-Eccoti finalmente!- Esclama zampettando in giro con i suoi tacchi alti.
Vengo accompagnata sul treno mentre i giornalisti con con le loro telecamere seguono ogni mio movimento. Il nostro scompartimento è sempre lo stesso. La prima tappa del viaggio è il Distretto 11, dove mi aspetta una cerimonia e una cena al Palazzo di Giustizia. Il Tour della Vittoria procede in senso contrario e come ultima tappa ha il tuo distretto. Passo il pomeriggio nella mia camera a guardare fuori dal finestrino. In meno di cinque ore, arriviamo alla prima meta. Appena il treno arriva in stazione, l'agitazione incomincia a farsi sentire e i pensieri di Rue e Thresh invadono la mia mente. Cosa troverò? Che espressione avranno le loro famiglie?Mi pongo domande su domande fino a quando non arriva Cinna con il mio vestito. Non oso guardarmi allo specchio per non perdere il controllo, anche se so di essere bellissima grazie all'abito del mio stilista. Lui sorride e mi fa un cenno di incoraggiamento. Vengo scortata fino alla piazza, mi fanno salire su una scaletta e raggiungo il palco. In lontananza si vedono frutteti di ogni genere, contorniati da campi di cereali di ogni colore. Le fischia e le urla della gente sono calorose e frastornanti. Davanti a tutti, nelle tribune speciali, ci sono le famiglie di Rue e di Thresh. Senza preavviso dico loro due parole sui loro figli, dalla forza e dalla tenacia di Thresh alla gentilezza e lealtà di Rue. Quando concludo, ho il viso bagnato di lacrime. La gente resta in silenzio e quando li ringrazio, ricominciano le urla. Scendo dal palco facendo attenzione a non impigliare il vestito sugli scalini e vado da Effie. Mentre parlo con lei della mia nuova tappa scorgo Haymitch che chiacchiera con un uomo di carnagione scura.
-Hey dolcezza,vieni qui!- Mi chiama Haymitch facendo segno di avvicinarmi. Lentamente mi unisco a loro. I lineamenti del viso dell'uomo si fanno sempre più nitidi e mi danno la sensazione di qualcosa di famigliare.-Ti presento Chaff-. Dice il mio mentore,dando una pacca sulla spalla all'uomo.
-Katniss- Mi presento. Lui mi offre la mano e gliela stringo. Noto una buffa cicatrice sul palmo della mano e subito scopro chi è l'uomo davanti a me. Il ricordo si fa più vivido: Chaff,vincitore degli Hunger Games di qualche tempo fa -non ricordo esattamente il numero dell'edizione- si fece questa cicatrice accidentalmente, mentre cercava da mangiare. Questo taglietto si trasformò a poco a poco in qualcosa di più grave. L'infezione fu causata dal veleno di una pianta assolutamente letale che il tributo toccò senza accorgersene. Il povero ragazzo stava letteralmente morendo per un taglio. Come Peeta.
Mi sento cedere le gambe e prima di cadere a terra mi aggrappo al braccio di Haymitch. Lui mi guarda per qualche istante.
-Troppa pressione,dolcezza?- Esclama ridendo. Alzo gli occhi al cielo ma quello che provo è un profondo senso di gratitudine per avermi coperto. Dimostrarsi debole agli altri mentori è qualcosa di svantaggioso, sia me per che per i miei futuri tributi. Il pensiero del mio nuovo lavoro non mi fa impazzire di gioia, anzi mi causa brividi di terrore tutte le volte che provo ad immaginare la scena. Io a Capitol City, ad osservare due ragazzi, che ho conosciuto e aiutato, morire nell'Arena.
La testa incomincia a girarmi e mi siedo su una poltroncina color avorio. Osservo Chaff ed Haymitch dividersi il contenuto di una bottiglia. Mi chiedo se Chaff farà da mentore nell'Edizione della Memoria,se fosse così non è un bene visto che ha anni e anni di esperienza. Di solito nel primo anno di questa carriera si è aiutati dal proprio compagno e un assistente di lavoro, ma su questo argomento Effie dice che Haymitch ha scelto di fare i mentori individuali. Attendo in quel salotto che i due amici quasi ubriachi finiscano di bere ma dopo dieci minuti incomincio ad avventurarmi per il Palazzo di Giustizia. In ogni stanza le pareti sono dipinte con immagini colorate e spesso traggono origine dai raccolti. Da qualche parte ci sono dei bambini paffuti alati con cestini di frutti e verdura.Al centro dell'edificio vi è una grande stanza dalla tende opache, del tutto simile a quella del distretto 12, dove mi fu consegnata la medaglia di riconoscimento della morte di mio padre. Giusto il tempo di mettere il piede dentro che prendo la direzione opposta. Quel luogo mi ha sempre terrorizzato. Ad un certo punto un pacificatore mi blocca la strada puntandomi un fucile alla tempia. Spaventata mi ritraggo ma l'uomo mi afferra per un braccio. Automaticamente la mio mano libera si alza verso le spalle in cerca della faretra che non ho con me.
-Cosa volevi fare, signorina?- Dice lui, con voce roca. Un'alitata di fumo mi colpisce in pieno viso.
-Lasciala stare!- Urla Haymitch accompagnato da Chaff. L'amico di colore mi guarda in malo modo, come se avessi fatto un grave reato.
-Stava andando verso l'ala del sindaco. E' severamente vietato.- Dice il pacificatore, senza mollare la presa sul mio braccio.Incomincio a sentire un formicolio partire dalle dita dell'arto bloccato dalla sua morsa.
-Non lo sapevo!-Gli urlo contro ansimando. Gli do uno strattone e riesco a sfilare il braccio dalle sue mani. Haymitch e Chaff se ne vanno facendomi segno di seguirli. Mi conducono in un stanzetta piena di quei bambini con i cesti.
-Che razza di intenzioni hai?- Borbotta Haymitch.
-Nessuna!- Sbotto dandogli le spalle.
-Penso proprio che fare da mentore con te sia un'impresa più che difficile...-Mormora a Chaff e i due se ne vanno.
Dopo un'oretta veniamo ospitati in piazza per una cena a base di prodotti tipici del distretto unidici.Tutti vogliono conoscermi e cercando di trattenere più a lungo il sorriso, faccio conoscenza con tutte le persone che mi si avvicinano. Ad un certo punto una bambina mi viene a strattonare delicatamente il vestito. Appena scosto lo sguardo, rimango impietrita. La bambina è identica a Rue, stessi capelli, stessi occhi scuri, stesso movimento aggraziato come se dovesse spiccare il volo.Non le dico niente mentre lei fruga qualcosa nel suo borsellino.
-Per te...- Sussurra, porgendomi un oggetto.La collana intrecciata con fili d'erba di Rue. Il suo portafortuna.
-Non posso accettarlo...- Mormoro, asciugandomi una lacrima con la mano.
-Si che puoi. Devi accettarlo...- Dice tra un singhiozzo e l'altro.-Tienila tu. Devi tenerla tu, è un piccolo ringraziamento per quello che hai fatto a mia sorella. Prometti che ne avrai cura...- Dice lei, sussurando le parole come se facessero parte di un discorso, come se le avesse scritte da qualche parte e dovesse dirmele già da un pò di tempo.Mi lascia la collana tra le mani e si allontana.
-Si,lo prometto.- Sussurro,mentre la sorella di Rue vola verso le braccia della madre.

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Capitolo 8
*** Chapter 8.. ***


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Capitolo 8.

 
Il Tour della Vittoria procede per altri sette distretti, con cene, presentazioni infinite e, una volta tornata in stazione, i miei continui crolli emotivi. A volte vengono dei senza-voce a darmi lo sciroppo, addolcito con il miele. Questa notte, la paura di fare altre incubi mi terrorizza a tal punto di non provare nemmeno a dormire. Cerco di mettere a tacere la mia mente, senza risultato. Mi alzo dal letto e cambio posizione di continuo ma il susseguirsi di immagini di Rue e di Peeta mi colpiscono in pieno di continuo. I miei occhi sono gonfi e bruciano a causa dei miei continui sfregamenti.
Il treno incomincia a vibrare e un rumore assordante risuona per tutto lo scompartimento.
Mi avvicino al finestrino e all'improvviso vengo sbalzata da terra, vado a sbattere la testa contro il tavolino di mogano facendo cadere il servizio di porcellana. Un coccio mi si inficca nel palmo della mano ed ansimo dal dolore. Riesco ad alzarmi ed Haymitch si fionda nella mia camera di corsa. Mi guarda per qualche minuto e poi chiama i soccorritori.
-Cos'è successo?- Chiedo, stringendomi il polso per bloccare il flusso del sangue.
-Il ponte dovrebbe essere crollato...- Dice lui, cercando di farmi alzare. La botta alla testa mi da le vertigini e le mie gambe cedono.-Katniss!- esclama Haymitch cercando di sorreggermi con tutte le sue forze.
-Sto bene- Sussurro. -Come ha fatto a cadere?- Gli chiedo reggendomi alla sua spalla.
-Ribelli- Dice lui prima di accompagnarmi in infermeria.
I dottori mi fanno sedere su una brandina, mi inniettano qualcosa nel braccio e delicatamente mi estraggono il coccio di porcellana dalla mano. Mentre i dottori mi fasciano il braccio, un senza voce apre la porta dell'ambulatorio del treno e scorgo Haymitch, Effie e un anziano con gli occhiali che discutono animatamente.
-Com'è potuto accadere?- Miagola Effie, facendo su e giù per il corridoio.
-Ogni tanto queste cose succedono...- Interviene l'anziano, afferrando il braccio di Effie. Lei si stacca con un violento strattone. -Come sta Katniss?-.
-Diciamo che tra tutti, è quella che se l'ha vista peggio. Un taglio sulla mano e un brutto bernoccolo sulla fronte, niente di grave- dice Haymitch trangugiando il solito liquore.
-Ora che facciamo, Beete?- Sento la voce di Cinna che si avvicina ai tre e con un colpo secco chiude la porta, impedendomi di origliare la conversazione. Ogni tanto sento Haymitch attaccarsi con Effie su sciocchezze e l'anziano prova a calmarli, a volte alzando il tono della voce.
Dop tre quarti d'ora, Cinna entra nella mia cabina e mi aiuta ad alzarmi. Intravedo Beete e una squadra di uomini andare verso il ponte.
-Cos'è successo?- Chiedo, contando sulla sincerità di Cinna.
-I ribelli e certe persone di Capitol City hanno deciso di far ritardare il nostro viaggio...- sussurra, osservandomi negli occhi.-Prendi questa, ti aiuta a stare più tranquilla.- Dice lui, porgendomi una pillolina color arancione. Fidandomi di Cinna, la prendo a secco e immediatamente un senso di calore e calma mi invade il corpo. Il treno si rimette in moto con un violento scossone. Mentre proseguiamo, vedo che il ponte è stato sostituito con larghe piastre di metallo, materializzate li in qualche modo.
Il mio stilista mi accompagna in camera da letto e resta con me fino all'arrivo alla stazione del Distretto Tre.
Dopo ore e ore di presentazioni e di balli, salgo sul treno in anticipo rispetto agli altri. Mentre vado nel mio scompartimento delle voci attirano la mia intenzione.
-Katniss deve giocarsi bene la carta del mentore, in modo da trovare i fondi per finanziare questo progetto-. Mormora una donna.
-L'aiuterò io...- Sussurra Haymitch.
-In fondo si può sempre provare no?- Dice un'altra voce che riconosco come Beete.
In quell'istante Effie, Cinna e i preparatori entrano nei vagoni e mi guardano con uno sguardo interrogativo. Senza dir loro niente faccio spallucce e mi avvio verso l'altra cabina pensando al significato delle loro parole.



Angolo autrice:
Volevo ringraziarvi per le ultime recensioni.Voglio chiedervi cortesemente di guardare tutti i capitoli e non solo i primi,perchè questo fatto mi sta rallentando un pò,in quanto vedo che gli ultimi hanno ricevuto poche visualizzazioni.
Mi voglio scusare con voi se questi ultimi capitoli sono un pò privi di contenuto e più brevi degli altri,ma in famiglia è successo un problema ed è un momento difficile per me.
Continuate a recensire e se la storia vi garba,non esitate ad aggiungerla alle preferite!♥
CaLeLaGiu♥

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Capitolo 9
*** Chapter 9. ***


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Capitolo 9.

 
La pastiglietta di Cinna è un portento. Tutte le notti ne prendo una. Non elimina del tutto gli incubi, però fa si che un brutto pensiero si trasformi in qualcosa di bello. Infatti, questa notte, durante il viaggio di ritorno verso il distretto dodici, non ci sono ne ibridi dalle fauci spalancate, ne tributi da assassinare. Ci siamo solo io e Peeta che sorseggiamo brodo caldo in una grotta. Abbiamo la tenuta degli Hunger Games, ma i nostri preparatori non fanno altro che offrirci doni e cibo. Siamo abbracciati, la mia testa sopra al suo cuore e il suo braccio attorno alle mie spalle.
-Resta con me...- Gli sussurro accarezzandogli il braccio.
-Sempre- Mormora, prima di avvicinare le sue labbra alla mie.
Apro gli occhi e vedo che il sole è già alto. Dovrebbe essere circa mezzogiorno. Mi asciugo le lacrime e piano piano scopro che l'effetto della pastiglia è svanito. L'agitazione incomincia a prendere il sopravvento e incomincio a tremare. Mi rannicchio sotto le coperte, le gambe attaccate al petto. Il sogno era così vivido da farmi credere che fosse reale, sentivo le sue carezze e i suoi baci così confortanti da desiderarne ancora. Ma non avrò mai più la possibilità di sentire il suo respiro caldo sulla pelle. Così, scoppio a piangere. Nascondo il mio viso con un cuscino, per evitare che le persone sul treno mi sentano. E' come se, ad ogni sogno, venisse strappato un pezzo di me. E prima di riprendere a vivere la giornata, mi tocca raccogliere quelle parti mancanti e attaccarli come posso. Le cicatrici però rimangono e sono la causa dei dolori lancinanti che sento a ogni pensiero riguardante Peeta. Il mio Peeta. Il mio ragazzo del pane.
Effie mi viene a bussare alla porta. -Sveglia! Oggi ci aspetta una grande, grande giornata!- Squittisce, prima di aprirmi la porta con le chiavi di riserva. Le lancio uno sguardo di disprezzo e come se niente fosse lei mi prepara i vestiti e mi ricorda di andare in infermeria per la medicazione della mano. In effetti, ora che Effie me lo ricorda, sento un piccolo pulsare sul palmo ferito e passando la mano sana sulla fronte, sento un enorme bernoccolo. Uno sprizzo di felicità riempe le mie vene quando guardo la mia giacca da caccia delicatamente sistemata sopra un paio di pantaloni scuri. Finalmente, anche se per poco, posso passare qualche mese con la mia famiglia. A casa.
Il treno incomincia a frenare e un autoparlante annuncia la vicina fine del Tour della Vittoria. Mi apposto davanti alle porte scorrevoli del veivolo e appena si aprono mi fiondo di corsa verso casa. Non dò nemmeno il tempo ai miei preparatori di salutarmi e corro a più non posso verso il Villaggio dei Vincitori. Prim è seduta sugli scalini davanti a casa nostra e appena mi vede, un largo sorriso le compare in viso.
-Oh Prim- sussurro abbracciandola. Un soffio da gatto inferocito mi fa staccare da mia sorella. Sono contenta di vedere Ranuncolo, quel brutto gatto mezzo spelacchiato. E la cosa è assai strana.
Sento dei passi avvicinarsi dietro di me e Gale mi si butta letteralmente addosso mentre le prime gocce di pioggia incominciano a scendere. Non riuscendo a reggere il suo peso, mollo le sue braccia e lui cade con un profondo tonfo. Mi guarda con aria sprezzante ma scoppia in una grande sorriso quando vede che a malapena riesco a stare in piedi dalle risate. Insieme a Haymitch arriva Cinna. Lo guardo con aria interrogativa, non capendo il motivo della sua presenza.
-Ti avevo promesso che sarei stato accanto a te, per aiutarti- Mormora lui, lasciando cadere dei borsoni carichi di roba.
Senza aspettare che dicessi qualcosa, con un giro di chiavi apre la porta della casa attaccata alla nostra. Avere Cinna come vicino è sempre meglio che avere solo Haymitch a due case di distanza.
-Io vado a bere qualcosa- Dice Haymitch recandosi a casa. Mia mamma, Sae la Zozza e Prim lo seguono verso l'antro sporco. Rimaniamo solo io e Gale, ormai fradici.
-Andiamo dentro- Consiglia lui aprendo la porta alle nostre spalle. Senza pensarci annuisco, entro e mi metto a sedere accanto al fuoco per asciugarmi. Passano dei minuti che sembrano un'eternità prima che Gale dica qualcosa:
-Com'è andato il viaggio?- Chiede, buttando un pezzo di stoffa tra le braci.
-Un pacificatore mi ha puntato un fucile in testa, ma oltre a quello è andato bene- sussurro, guardando la stoffa incenerirsi tra i colori accesi del fuoco.
Gale mi guarda un pò sorpreso e poi scoppia a ridere.
-Ne hai combinata una delle tue, suppongo- Dice, avvicinandosi a me.
-Si, penso proprio di si- Dico sorridendo. 
Il tramonto incomincia a mandare raggi di sole arancioni tra le finestre. Gale mi accarezza il braccio con una mano e con l'altra la treccia ormai disfata.
-Mi sei mancata- sussurra lui, spostando la mano destra sulla mia guancia. Rimango ferma, esitante e dopo pochi secondi mi scanso,f acendogli scivolare la mano dal mio viso.
-Si anche tu- Dico, spostando lo sguardo sui suoi occhi grigi.
Nel suo viso appare un espressione sorpresa a causa el mio atteggiamento, ma dopo pochi secondi torna la sua espressione normale. Corruga un pò la fronte.
-Non ti piace?- Sussurra, senza mollare la presa.
-Non è quello il problema, Gale.- Dico alzandomi e fissandolo dall'alto. Lui sposta lo sguardo sul tramonto e sbuffa.
-Si, so qual è il problema.- Ribatte, prima di alzarsi e posizionarsi davanti a me. Comincio a sentire le guance ribollire dall'imbarazzo.-Tu ami Peeta e non smetterai di amarlo- Dice, prendendomi una ciocca di capelli e posizionandomela dietro l'orecchio. Mantiene un tono calmo, come se facessimo una normale conversazione. Ormai non posso più negarlo, Peeta fa parte della mia vita e tutto il dolore che provo per lui, non è segno di una piccola, innocente amicizia. Sento il mio cuore che comincia ad andare a mille e faccio respiri profondi per non mettermi a piangere.-Nello stesso modo in cui ami me, però- Continua, spostandosi per vedermi il viso. Sento una piccola fiamma di rabbia accrescersi dentro di me. Perchè non vuole capire che per me, Gale ,è soltanto un amico? Perchè deve complicare tutto? Penso tra me e me, prima di rispondergli con un'occhiataccia.
-Vuoi che me ne vada?- Affretta lui, facendo un passo verso la porta. Automaticamente la mia mano scatta ,afferrandogli il baccio.
-No- Sussurro.
-Vedi? Questa è una ben chiara dimostrazione di ciò che ho appena detto.- Dice, girandosi di nuovo dalla mia parte.-Tu provi qualcosa di più di un'amicizia per me, Katniss- Sussurra.
-Si, sei il mio migliore amico. Il mio compagno di caccia- Sbotto balbettando.
-E nient'altro?- Chiede, alzandomi il viso con una mano.
-Nient'altro- Concludo.
Gale chiude gli occhi e incomincia ad avvicinare il viso contro il mio. Sento la mia mano ferita che si prepara per sferrargli un pugno, nel caso in cui mi volesse baciare. Ma il mio migliore amico si allontana, mi sfoggia il suo meraviglioso sorriso ed esce dalla porta.
Nell'istante in cui Gale chiude la porta d'ingresso, il telefono suona.Senza mai averne usato uno, schiaccio a caso dei pulsanti fino a quando non sento una voce.
-Casa Everdeen?-
-Si?- Chiedo esitante.
-Sono il nuovo Capo-Stratega, Plutarch Heavensbee-.

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