Gli snodi improbabili

di Ultimapietra
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Gli snodi improbabili- L'incontro mancato ***
Capitolo 2: *** Insegnanti d'apatia ***



Capitolo 1
*** Gli snodi improbabili- L'incontro mancato ***


L’incapacità di distaccarsi dagli eventi del passato la intrappolavano, tutto sembrava intessuto, predestinato. Ogni persona conosciuta, ogni parola pronunciata messa li per un motivo. Era un inganno, più cercava di sottrarsi a questa ruota e più sembrava venirne risucchiata. Tutto era iniziato quel nebuloso giovedì pomeriggio d’Ottobre, una richiesta d’amicizia telematica accettata per caso e una proposta talmente semplice e disarmante che non poteva essere rifiutata. “Ci si potrebbe vedere una sera per una birra, che ne dici? La colpa o il merito dell’inizio di tutto l’aveva avuto questa singola presa di decisione, l’influsso che avrebbe sorbito sull’intero corso degli eventi sugli anni a venire era incalcolabile. Il libero arbitrio di una persona era racchiuso in poche sillabe digitate su di una tastiera consunta ed era fatto, solo pochi altri snodi avrebbero segnato lo scrosciante corso degli eventi. Era arrivata finalmente lì, di fronte a quella fermata del bus in pieno centro, la migliore versione di sé stessa a 17 anni. La speranza che racchiudeva quel momento era la promessa di qualche momento da adolescente spensierata, rubata alla vita adolescenziale controllata ossessivamente da due genitori incapace d’amore per loro quanto per la progenie. 
Le 21 e 45 e ancora nessun segno di lui per la strada, Daniel doveva essere già arrivato da quasi 20 minuti e invece nessun segno di vita. Una serie di immagini le pervasero la mente nel tentativo di immaginare cosa avrebbe potuto impedire quell’incontro voluto dal destino… due deragliamento, un tentativo di sventare una rapina, una grandinata di lattine di zuppa.  Il telefono iniziò a vibrare leggermente e premuto il tasto verde ,sentì subito quella voce pacata ma colorata arrivarle alle orecchie con un tono di scuse che non si attendeva : “ Alice, scusami ma è mezz’ora che sono bloccato in stazione , qualche vecchio stanco  ha deciso di usare il passante come tritarifiuti  e non c’è modo che i treni ripartano prima di un paio d’ore. Sarà per un’altra volta”. Quelle parole arrivarono dritte dritte sullo stomaco a smorzare l’entusiasmo febbrile per quell’appuntamento tanto sperato. Qualche spiritello, il nugolo di zanzare, o qualche accidente aveva, come al solito, impedito la realizzazione dei suoi piani. Decisa nel suo tentativo d’avere finalmente una sua vita preparava come una persona forte e decisa quello che sarebbe stato il suo piano d’azione.

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Capitolo 2
*** Insegnanti d'apatia ***


Era ormai il giorno dopo. Una delle sue solite domeniche mattine. Colazione, doccia, lezione di piano e un pomeriggio trascorso con quei due vecchi manichini tanto impegnati a fingersi una coppia, tanto da dimenticare d'amarsi. Quel rituale ormai era talmente meccanico da essere divenuto quasi piacevole. Incassata nel sedile in cuoio dell'ennesima macchina aziendale paterna, aspettava. Aspettava che quel cellulare vibrasse, desse segni di vita e di speranza ma non si decideva a smuoversi neanche di un millimetro. Ormai aveva fatto il suo passo in avanti, avrebbe dovuto aspettare che la galanteria maschile si palesasse ma non era il suo stile. Appena tornata a casa disse ai suoi che sarebbe tornata dopo pochi minuti per comprare il giornale. Ecco, se lui avesse mentito il giornale sarebbe stato lo spione perfetto. Come sarebbe stato possibile che un suicidio non venisse pubblicato almeno sulle pagine dedicate alla cronaca locale. L'avrebbe sbugiardato, avrebbe dovuto dare finalmente ragione a sua madre e ammettere che quello non era mondo per lei. Invece era li. In grassetto c'era il titolo con tanto d'occhiello e fotografia raffigurante la stazione dove era avvenuto il suicidio. Una persona, per la prima volta nella sua vita, non le aveva detto una bugia. Per quanto fosse assurda e surreale, quella verità era la prima mancanza sincera e non nascosta che le fosse capitata. Tutta sera saltellò, suonò e girovagò per casa senza un'apparente motivo o una meta. Lì, in quel preciso istante vibro il telefono. Era lui! Voleva finalmente rivederla. La bellezza della gioventù sta proprio nella scoperta delle proprie capacità femminili, quella sottile arguzia e capacità di capire cosa sarebbe accaduto da li a pochi giorni. Non era certo l'uomo della sua vita ma le avrebbe dato la possibilità che tanto desiderava. Si videro, lui era seduto in cerchio con altri suoi amici, vestito con jeans chiari e una maglietta nera così stretta da mettere in risalto quelle spalle magre e la schiena asciutta. Nella sua figura piccola, bionda e stravagante era esattamente quella scossa che le serviva. La prese da parte e, sul retro di un pub, le diede quel primo bacio. Non era certo come se lo era immaginato. Era umido, insistente e con un lieve retrogusto di tabacco che però non la infastidiva. Tornarono verso il fronte del pub dove incontrarono una ragazza abbronzata, alta e dai capelli scuri e vispi, il suo nome era Maya, la prese da parte chiedendole se lei e stessero assieme. Stavano assieme? Non lo sapeva, ma in quel momento sapeva che avrebbe trovato quegli amici che l'avrebbero portata a essere chi sognava .

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