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Konnichi wa, minna! Ecco qui una
nuova storia, decisamente diversa da Crossed destinies. Questo è solo un
prologo, ma spero che vi piaccia.
Buona
lettura!
Beyond
good & evil
Prologo:
“Birth of a new Card Captor”
Su di un
letto di morte, anche uno fra i più potenti maghi dell’universo sembra
immensamente indifeso e piccolo. Era così strano per lei vederlo costretto a
letto, incapace di praticare uno qualunque dei suoi più spettacolari incantesimi
per contrastare l’inevitabile vecchiaia. Ed era strano sapere che non c’era più
niente da fare per lui: proprio lui che l’aveva cresciuta come una figlia da
quando l’aveva trovata sulla soglia di casa sua, in una fredda giornata di
pioggia.Non era stato lasciato
alcun biglietto insieme a lei o qualunque cosa che avesse permesso a lui di
trovare i suoi genitori con un incantesimo. Ma lei era stata felice insieme a
lui e non aveva mai avuto alcuna intenzione di ritrovare i suoi genitori
naturali: perchè lui le aveva voluto bene, l’aveva cresciuta, le aveva insegnato
molti incantesimi e non le aveva mai fatto mancare niente.
Ora per lei
era straziante stare al suo capezzale senza poter fare niente e si era più volte
maledetta perché non era in grado di salvargli la vita.
“Savine…mia
cara…non piangere…”
Anche se
aveva cercato in tutti i modi di resistere a quella voglia, Savine non ne potè
fare a meno. Perciò aveva cominciato a piangere, il viso nascosto fra le braccia
e appoggiato sul letto.
“Ma…padre…se voi ve ne andate…io
rimarrò di nuovo sola…”
La mano
tremolante e piena di rughe del vecchio mago si alzò lentamente e si poggiò sui
bei capelli ramati della giovane ragazza, che lo guardò con la vista annebbiata
dalle lacrime.
“Non sarai
sola…io veglierò sempre su di te…”
“Sì…ma…che
cosa ne sarà di me…senza di voi?”
“Tu...-
disse lui, con lucida serietà e determinazione-…tu dovrai svolgere un compito
per me!”
Savine si
asciugò gli occhi con il dorso della mano: “Sì…sì, qualunque cosa per
voi!”
“Apri
l’ultimo cassetto della mia scrivania!”
Savine
corse alla scrivania e aprì il cassetto più in basso: dentro vi era un libro
nero, con rifiniture e lucchetto d’argento. Sulla copertina vi era inciso il
circolo magico del mago Tai Sun, caratterizzato al centro da una semiluna
rivolta verso il basso.
“Padre…questo è il libro delle Tai
Sun Card.”
“Esatto!”
“Ma…-
continuò Savine, notando che il lucchetto era aperto-…è
vuoto!”
Savine si
allarmò, ma Tai Sun rise: “Ne sono consapevole, mia cara!”
“Allora,
dove sono tutte le Card?”
“Sono in
giro…” disse semplicemente il mago, con un sorriso
flebile.
Savine non
comprese: “Che cosa vuol dire?”
“Vuol dire
che le devi recuperare!”
“Ma come
posso fare? Voi le avete create e io non avrò mai la magia necessaria per
riuscire a recuperarle tutte e 19!”
“Invece la
avrai!- rispose Tai Sun- Avvicinati, bambina!”
Savine
tornò accanto a lui, ma restò in piedi, il libro stretto fra le
braccia.
“Userò le
mie ultime forze per compiere un ultimo incantesimo!”
“No, vi
prego!” lo implorò Savine.
“Sì, perché
tu mi devi vendicare!- esclamò lui, con tono austero- Ti ricordi… quando ti
raccontai del mio scontro con Clow Leed?”
Savine
annuì.
“Ebbene, le
sue Card ora sono passate nelle mani di una ragazza della sua stessa dimensione
spazio-temporale. Questa ragazza si chiama Sakura. Tu…tu dovrai trovarla e
annullare tutte le sue Card!”
“Ma, padre,
io non so come fare! Non riuscirò mai a…”
“Savine!-
esclamò lui, deciso- Vuoi vendicare la mia sconfitta oppure
no?”
“Sì…certo
che lo voglio fare!”
“Allora non
ti preoccupare. Con il mio ultimo incantesimo ti donerò la mia magia e sarai in
grado di catturare tutte le mie Card.”
“Scusate,
padre, ma…perché non me le avete date voi le Card?”
“Perché è
necessario che tu le catturi da sola! Sarà un buon esercizio per incrementare la
tua forza magica. Dopodiché, verrai sottoposta al giudizio di un mio lontano
parente. Si chiama Shinto e, anche se ha la tua stessa età, è molto forte. Lui
ti metterà alla prova per aiutarti a trasformare le Tai Sun Card in Savine
Card.”
“Savine
Card?”
“Esatto…in
questo modo potrai andare insieme a lui nella dimensione del mio nemico, anzi
della tua nuova nemica, e annullare tutte le sue Card!”
Savine non
disse nulla e guardò il libro che aveva fra le mani.
“Allora…accetti?”
Come poteva
rifiutare di adempiere all’ultimo desiderio di colui che per lei era proprio
come un padre?
Così Savine
annuì con fermezza: “Sì!”
Tai Sun
sorrise e prese fra le mani il ciondolo che aveva al collo: questo si trasformò
subito in un lungo scettro argenteo, con una grande luna nera in cima, proprio
come quella del suo circolo magico.
Tai Sun
chiuse gli occhi e poi cominciò a parlare: “Chiave del sigillo, qui c’è una
persona che vuole stipulare un contratto con te. È una ragazza che si chiama
Savine. Chiave, dona la tua forza a questa ragazza. Release! Rescissione del
sigillo!”
Dal
lucchetto fuoriuscì una piccolissima chiave nera che, sprigionando una luce
argentea, grazie alle parole di Tai Sun, si allungò a formare uno scettro di
colore nero, con una gemma d’argento ad un capo a forma di becco uncinato, con
due ali bianche ai lati.
“Afferra lo
scettro, Savine!”
Lo scettro
emanava una intesa luce argentea che la stava accecando, ma Savine riuscì lo
stesso ad afferrarlo con una mano. E, in quello stesso momento, una forza magica
molto potente inondò ogni parte del suo corpo, come sangue che scorreva nelle
vene.
“Questa è
la nascita di una nuova Card Captor!”
Allora, cosa ne pensate? Spero che
questo prologo vi abbia incuriosito un po’, anche se è corto e non ci sono i
miei adorati Sakura e Syaoran. Nel capitolo 1, però, ovvero “First date”
ritroveremo i piccioncini dove li avevamo lasciati nel manga: Syaoran è
ritornato da Sakura, entrambi frequentano la prima media (almeno da quello che
si intuisce dal manga) e sono in love-love-mode. Piccolo appunto: in questa
storia terrò conto solo degli avvenimenti, dei personaggi e delle carte del
manga. Quindi, dimenticatevi per un momento l’anime!
Ringrazio tutti quelli che
leggeranno la storia e la recensiranno.^_^
Qualcuno la
stava chiamando, ma Sakura Kinomoto, 12 anni, studentessa di prima media, non
sembrava aver alcuna intenzione di alzarsi.
“Mmm…”
“Dai,
muoviti, poltrona! Rischi di arrivare in ritardo!” disse la voce di
Kero-chan.
Il
guardiano delle Sakura card cominciò a svolazzarle intorno alla testa e Sakura
si voltò dalla parte opposta, scacciandolo con una mano.
“Oh…lasciami in pace,
Kero-chan!”
“D’accordo,
come vuoi, ma cosa penserà il cinesino non vedendoti
arrivare?”
La parola
magica funzionava sempre: infatti Sakura scattò in piedi, arrossendo
lievemente.
Era ancora
così strano per lei, ma stava davvero insieme alla persona a cui voleva più
bene, Li Syaoran.
E dire che
avevano avuto un turbolento inizio come rivali in guerra e in amore. Si erano
conosciuti circa tre anni prima grazie alle Clow Card, diventate ora Sakura
Card. Proprio lei aveva ricevuto l’incarico di recuperare tutte le card
disperse, divenendo una Card Captor. Anche Syaoran era un Card Captor: era
arrivato da Hong Kong, rivendicando le card, in quanto lontano parente di Clow
Leed, colui che le aveva create. Ma, ben presto, erano diventati buoni amici,
alleandosi nella cattura delle Clow Card e, in seguito, nella battaglia contro
Eriol Hiragizawa, ovvero la battaglia per trasformare tutte le card in Sakura
Card.E, dopo mille peripezie,
Syaoran fu costretto a tornare a Hong Kong; ma proprio allora Sakura si accorse
dei suoi veri sentimenti per Syaoran, il quale già da tempo era innamorato di
lei.
Fortunatamente Syaoran era ritornato
qualche giorno dopo l’inizio dell’anno scolastico che vedeva il passaggio dalle
elementari alla scuola media sia per lei che per lui e ora potevano finalmente
vivere il loro amore.
Più veloce
che poteva, Sakura si preparò, indossò l’uniforme scolastica e si pettinò allo
specchio.
“Come sto,
Kero-chan?”
Kero-chan,
alias Cerberus, era il custode delle Clow Card: era stato lui a scegliere Sakura
come Card Captor. Nella sua forma provvisoria Kero-chan era un normalissimo
peluche giallo, in grado di volare, parlare e, soprattutto, mangiare; quando
tornava alle sue vere sembianze, diventava un bellissimo e maestoso felino, dal
manto color del sole e due ali enormi.
“Uff…ogni
mattina la stessa domanda!” sbuffò Kero-chan.
“E dai,
Kero-chan! Lo sai che da oggi potrei cucinare per te solo cibi piccanti?!”
chiese Sakura, con un sorriso furbo sul volto.
Kero-chan
detestava i cibi piccanti e Sakura lo sapeva bene.
“Non
oseresti!” esclamò Kero-chan, tra l’incredulo e il
disgustato.
“No, no.
Oserei, oserei!”
Sospirando,
Kero-chan si arrese: “E va bene, stai benissimo!”
“Grazie!”
esclamò radiosa Sakura.
Notando
l’orsacchiotto di peluche regalatole da Syaoran, Sakura sorrise e si
avvicinò.
“Buongiorno, Syaoran!”lo salutò lei, sfiorandogli il musetto
con un dito.
Kero-chan
scosse il capo, rassegnato.
“Non
dimenticarti la borsa! Mi raccomando!”
“Certo che
no! Ci vediamo più tardi, Kero-chan!”
“Ciao!”
Scendendo
le scale di corsa, Sakura arrivò in cucina dove si trovavano suo padre Fujitaka,
suo fratello Touya e Yukito Tsukishiro, il compagno di Touya, nonché prima cotta
di Sakura. C’era stato un periodo in cui lei aveva creduto di essere innamorata
di Yukito e anche Syaoran aveva provato la stessa cosa. Tuttavia, mentre i
sentimenti di Sakura sembravano essere sinceri, Syaoran era semplicemente
attratto dalla magia che si nascondeva in lui. Perché Yukito, in realtà, era la
forma provvisoria di Yue, il giudice supremo, colui che aveva nominato Sakura
nuova padrona delle Clow Card e che, insieme a Cerberus, aveva ora il compito di
proteggere Sakura e custodire le Sakura Card.
“Buongiorno
a tutti!”
“Buongiorno,
Sakura!”
“Finalmente
ti sei svegliata, mostriciattolo!” le disse Touya, mostrandole la sua consueta
gentilezza già di prima mattina.
“Sì!-
esclamò lei, sorvolando sul ‘mostriciattolo’- Ma è inutile che cominci a
prendermi in giro: non sono affatto in ritardo,
fratellone!”
“Già! Non
sei più in ritardo da quando è tornato il ragazzino!” commentò Touya
acido.
Sakura,
sospirando, si sedette a tavola, preparandosi una fetta biscottata con la
marmellata.
“Quel
ragazzino, come lo chiami tu, ha un nome e tu lo sai!”
“Rinfrescami la memoria…quale
sarebbe questo nome?!
“E sai
benissimo che si chiama Li Syaoran!”
“E…” iniziò
a dire Touya,ma Fujitaka lo interruppe.
“Suvvia,
Touya, smettila di fare il fratello protettivo. A me quel ragazzo ha fatto una
buonissima impressione!- esclamò il padre di Sakura- Non potevo chiedere di
meglio per la mia bambina!”
Sakura
sorrise al padre, seduto accanto a lei, e lo abbracciò.
“Grazie,
papà!”
Touya
sbuffò, bevendo poi il suo caffè, e Sakura gli rivolse un’occhiata truce,
facendo sorridere divertito Yukito.
“Non ti
preoccupare, Sakura. Vedrai che anche Touya prima o poi cambierà idea su Li!” le
disse gentilmente Yukito, mentre a Touya andava di traverso il caffè che aveva
bevuto.
“Lo spero
per lui!” esclamò Sakura, ignorando il fratello colto da un improvviso attacco
di tosse.
Sakura
continuò la sua colazione, pensando che sarebbe stato bello se anche a suo
fratello fosse piaciuto almeno un pochino il suo Syaoran. Certo, non poteva
pretendere che i due se ne stessero tranquillamente a parlare in un salotto del
più e del meno, però potevano evitare di lanciarsi sguardi omicidi ogni volta
che si incontravano.
Sakura
sospirò, provando a pensare ad altro, e si rivolse a Yukito: “Allora, oggi
dovete andare all’università?”
“Sì,
abbiamo lezione tutto il giorno!”
“Quindi
tornate stasera?”
“Esatto. Ci
vedremo a cena!”
Sakura
guardò l’orologio: “Allora, a stasera!”
Detto
questo Sakura posò bicchiere, posate e piatto nel
lavandino.
“Ora devo
proprio andare. Buona giornata!”
“Buona
giornata anche a te!”
Sakura
corse nell’ingresso, afferrò la borsa, infilò le scarpe e uscì di casa. Quella
mattina aveva fatto colazione più presto del solito per un valido motivo:
Syaoran era il responsabile di classe; di conseguenza c’era la remota
possibilità di passare qualche minuto da sola con lui. Syaoran era tornato solo
da pochi giorni, però non avevano avuto molto tempo da trascorrere insieme. Per
quel desiderio Sakura arrossì.
Perciò
cominciò a correre e in breve tempo raggiunse la scuola media. Con altrettanta
fretta attraversò il cortile e, dopo aver cambiato le scarpe negli armadietti
all’ingresso, salì le scale, arrivando al secondo piano. Cominciò a guardarsi
attorno, nella speranza di vedere subito Syaoran, ma non lui non era nel
corridoio. Così Sakura raggiunse la loro classe, accorgendosi che anche quella
era vuota. Entrando in aula, Sakura non potè non preoccuparsi. Dov’era finito
Syaoran?
In quel
momento si accorse della cartella di Syaoran posizionata sotto il suo banco,
l’ultimo vicino alla finestra, e si tranquillizzò. Sakura raggiunse il proprio
banco, che si trovava proprio davanti a quello di Syaoran, e vi appoggiò la
cartella.
“Buongiorno,
Sakura!”
Sakura si
voltò e finalmente lo vide…il suo Syaoran.
“Buongiorno!”
Syaoran
posò sulla scrivania del professore il vaso di fiori che teneva in
mano.
“Sei
mattiniera, oggi!” commentò Syaoran, avvicinandosi a lei.
Sakura
sussultò: “Oh…beh…io…volevo…solo…”
Syaoran le
prese una mano tra le sue e le sorrise.
“Sono molto
felice che tu sia venuta prima!”
Sakura
sembrò tranquillizzarsi per quel tocco così gentile e sorrise:
“Anch’io!”
Syaoran
rivolse un rapido sguardo al banco di Sakura.
“Ci…ci
sediamo?”
“Sì!”
Sakura
prese posto al proprio banco, mentre Syaoran si sedette nel banco di Tomoyo,
accanto a quello di Sakura, che notò subito uno strano atteggiamento da parte di
Syaoran. Il giovane ragazzo, infatti, sembrava particolarmente agitato e
guardava nervosamente le proprie mani.
“Syaoran…-disse Sakura, sporgendosi
verso di lui-…tutto bene?”
Syaoran,
accortosi di averla fatta preoccupare, le sorrise, provando a calmarsi:
“Sì!”
“Non è che
stai male?”
“No, non
devi preoccuparti. Sto benissimo!”
“Meno
male!” sospirò Sakura, sollevata.
Syaoran,
tutto d’un tratto, le prese una mano e la guardò con
determinazione.
“Senti…vorrei chiederti una
cosa!”
“Cosa?”
Sakura lo
guardò come la volta in cui lui si era dichiarato: curiosa e
ingenua.
“Domani è
domenica, giusto?”
“Giusto!”
Syaoran
sorrise e, accarezzandole la mano, si avvicinò un po’ di più a Sakura, che
arrossì senza neanche accorgersene.
“Ecco,
io…mi stavo chiedendo se, per caso, ti andasse di…”
“Sakura!
Li! Buongiorno!”
Tomoyo
aveva appena fatto il suo ingresso in aula e li raggiunse subito. Syaoran
sospirò, mentre Sakura sorrise all’amica, domandandosi però cosa volesse
chiederle Syaoran.
“Buongiorno
a te, Tomoyo!”
“Oggi è una
bellissima giornata!”
“Hai
ragione!”
“Ieri alle
previsioni del tempo hanno detto che è il tempo ideale per l’hanami. I ciliegi
sono tutti in fiore!” esclamò Tomoyo, con un sorriso.
“Già!”
In quel
momento Syaoran si alzò e lasciò il posto alla compagna.
“Scusatemi,
vado a pulire la lavagna!” esclamò Syaoran, senza nascondere un pizzico di
delusione.
Sakura e
Tomoyo lo seguirono con lo sguardo mentre si allontanava. Dopodiché Tomoyo si
sedette sul proprio banco.
“Ho come
l’impressione di aver interrotto qualcosa…” disse Tomoyo, guardando
l’amica.
Sakura
sobbalzò e arrossì: “I-in effetti…credo proprio di sì. Syaoran voleva chiedermi
una cosa!”
“Che
cosa?”
“Non
saprei. Non è riuscito a dirmelo perché…”
“Perché
sono arrivata io!- concluse Tomoyo, strofinandosi pensierosa il mento con due
dita- Però credo di aver intuito cosa ti volesse
chiedere!”
“Davvero?”
Sakura
sapeva bene che nessuno riusciva a leggere negli occhi delle persona meglio di
Tomoyo: aveva un ottimo spirito di osservazione. E, in quel momento, Sakura era
tremendamente curiosa di sapere cosa le volesse chiedere
Syaoran.
“Certo! Lo
vuoi sapere?”
Sakura
annuì energeticamente.
“Dunque,
secondo me…Li voleva chiederti il tanto atteso primo
appuntamento!”
Incredula,
Sakura fu percorsa da uno strano fremito: “Il…il
primo…appuntamento…”
“Esatto!”
“Noi due…da
soli?”
“Direi
proprio di sì. Non vorrai portarti dietro tutta la classe?!” esclamò Tomoyo,
ridacchiando.
Sakura
avvampò e il suo cuore cominciò a battere velocemente: era quello che desiderava
anche lei, però…perché si sentiva così agitata?
“Non
credo…di essere pronta…”
“Oh,
suvvia, Sakura…sono tanti mesi che state insieme!” cercò di tranquillizzarla
Tomoyo.
“Ma lui…è
tornato solo pochi giorni fa!”
“Esatto! Ed
è così naturale che lui voglia passare una giornata solo con te.- ribattè
Tomoyo, sorridendole dolcemente- Inoltre, non è la prima volta che passi del
tempo da sola con lui!”
“Lo so, ma
le altre volte era diverso…non avevamo ancora questo tipo di
rapporto!”
“Amica mia,
capisco perfettamente il tuo nervosismo, è assolutamente normale. Ma ricorda che
è Li la persona a cui vuoi più bene. Non devi fare altro che comportarti come al
solito con lui. Vedrai che andrà tutto bene!”
Le parole e
il sorriso di Tomoyo la tranquillizzarono e, finalmente, Sakura si
rilassò.
“Hai
ragione. Grazie, Tomoyo!”
“Di niente.
Peccato solo che non sarò lì per riprenderti!” disse Tomoyo,
sconsolata.
Sakura
arrossì: “Ma che dici, Tomoyo?!”
“Avrei
intitolato il video: Il primo
appuntamento di Sakura e Syaoran!”
Sakura,
rassegnata, si portò una mano sulla fronte.
“Ciao,
Daidoji, Kinomoto!” esclamò una voce alle loro spalle.
Le due
ragazze si voltarono e si accorsero di un ragazzo molto carino, non
particolarmente alto, con capelli nerissimi e occhi verde smeraldo: era Yamato
Fujiwara, un loro compagno di classe conosciuto all’inizio dell’anno
scolastico.
“Ciao!” lo
salutarono entrambe le ragazze.
Yamato
appoggiò la cartella sul proprio banco, dietro quello di
Tomoyo.
“Oggi è
proprio una bella giornata, non trovate anche voi?”
“Sì!”
rispose Sakura, guardando poi l’amica, che era diventata improvvisamente
tesa.
“Ah,
Daidoji!- esclamò Yamato, tirando fuori dalla cartella un quaderno- Ti ho
riportato gli appunti di giapponese!”
“Grazie!”
disse Tomoyo, con voce flebile, prendendo il quaderno che Yamato le stava
porgendo.
“Sono io
che ti devo ringraziare. Mi sono stati molto utili!”
Yamato le
rivolse un sorriso e Sakura vide l’amica arrossire. Chiunque fosse in grado di
far arrossire Tomoyo doveva essere una persona molto speciale, soprattutto per
lei.
“Pre-prego!”
Sakura si
voltò a guardare Syaoran: sarebbe stato bello se anche Tomoyo avesse potuto
trovare l’amore come era accaduto a lei.
******
Finite le
lezioni, Sakura aspettò che Syaoran finisse i suoi doveri di responsabile della
classe e poi tornarono a casa insieme. Lei era terribilmente ansiosa riguardo
ciò che Syaoran voleva chiederle.
“Allora…prima volevi chiedermi una
cosa, o sbaglio?” chiese Sakura, dandosi una parvenza di calma
interiore.
Syaoran
sorrise: “No, hai ragione!”
“Di cosa…di
cosa si tratta?”
Syaoran si
fermò e, divertito, le rivolse una rapida occhiata: oh, lei lo sapeva già, lo
sapeva eccome. Dopotutto la sua migliore amica era Tomoyo Daidojii, quindi lui
non si stupiva più, ormai. Tuttavia, Sakura così ansiosa, così sulle spine era
uno spettacolo unico, incredibilmente divertente
e…adorabile.
Syaoran
inspirò profondamente: “Ti andrebbe di uscire con me
domani?”
Sakura
sorrise: Tomoyo aveva ragione. Una dolcissima sensazione si impossessò di lei e
le scaldò il cuore.
“Quel
sorriso è un sì?” chiese Syaoran, avvicinando il viso a quello di
Sakura.
“Certo!”
Syaoran
sospirò, sollevato, e le prese una mano, riprendendo a
camminare.
“Sono molto
felice che tu abbia accettato. Avevo paura di
chiedertelo!”
“Come
mai?”
Syaoran
guardò davanti a sé: “Beh…io sono stato sempre un po’ scontroso, soprattutto con
te. Ma tu, con la tua dolcezza e la tua gentilezza, mi hai cambiato totalmente.
Stare insieme a te mi rende molto felice, anche se ho sempre paura di fare
qualcosa di sbagliato perché questa per me è una situazione così
inedita…”
Sakura si
accorse di essere arrivata davanti al cancello di casa sua, ma si fermò,
guardando Syaoran con un sorriso.
“Syaoran,
tu sei sempre stato molto gentile con me e, da quando sei venuto qui per la
prima volta, io mi sono sentita sempre al sicuro con te accanto. In questo nuovo
rapporto anch’io ho paura di fare qualcosa di sbagliato, ma sono sicura che
insieme supereremo ogni cosa. Andrà tutto bene perché provi esattamente quello
che provo io!”
E così
dicendo, Sakura gli baciò la guancia. Syaoran divenne di un bel rosso acceso su
tutto il viso e anche Sakura arrossì, non appena si rese conto di ciò che aveva
fatto.
“Sarà
meglio che io entri, altrimenti mio fratello è capace di venire fuori a
prendermi, soprattutto se ci ha visti!”
Syaoran
sembrò tornare in sé, almeno vagamente, e annuì: “S-sì,
certo!”
Sakura gli
sorrise un’ultima volta e corse dentro casa, sotto lo sguardo di Syaoran. Ma,
prima di entrare in casa, Sakura si voltò verso di lui, salutandolo con una
mano.
“Ci vediamo
domani mattina, allora!”
“Sì. A
domani!”
Non appena
Sakura entrò in casa, corse subito in camera sua, prima che qualcuno potesse fermarla per delle
spiegazioni. Probabilmente non era neanche vero che quel qualcuno avesse visto
il bacio che lei aveva dato a Syaoran, altrimenti ci sarebbe già stato il
finimondo.
In camera
sua, Sakura si gettò sul proprio letto, ridacchiando fra sé e
sé.
“Beh? Che
ti succede, Sakura?” domandò Kero-chan, svolazzandole sopra il
capo.
Per tutta
risposta Sakura si limitò a ridere, arrossendo lievemente sulle
gote.
“Mi dici,
per favore, cosa è successo per farti rimbambire in questo
modo?”
Sakura
sembrò tornare in sé per un attimo e gli sorrise: “Un appuntamento! Syaoran mi
ha chiesto un appuntamento!”
Kero-chan
fece spallucce, sbuffando: “E allora? Cosa c’è di così
speciale?”
“Kero-chan!- lo rimproverò Sakura,
alzandosi a sedere indignata- E’ il nostro primo
appuntamento!”
“Ah…il
primo appuntamento!”
Sakura
sospirò, lasciandosi cadere nuovamente sul letto:”Il primo di una serie
infinita, spero!”
“Te lo
auguro. In fondo, il cinesino è un bravo ragazzo e ti vuole davvero
bene!”
“Come io ne
voglio a lui!”
Sakura
cercò con lo sguardo l’orsacchiotto Syaoran, incantandosi a guardarlo. Ripensò a
Syaoran, a come le aveva chiesto di uscire con lui, a come le era sembrato più
carino e più dolce del solito in quel momento.
All’improvviso, però, si rimise a
sedere: “Ah, devo chiamare Tomoyo e raccontarle tutto!”
E, così
dicendo, Sakura corse al piano di sotto, lasciando Kero-chan da solo nella sua
camera.
“Ah…-sospirò Kero-chan, incrociando
le braccia-…beata gioventù!”
Eccolo il capitolo 1. Sono molto
contenta che il prologo sia piaciuto. A maggior ragione, questo piacerà di più,
spero. Come sono Sakura e Syaoran in love-mode? Io li trovo troppo adorabili!!
Il prossimo capitolo si intitola “Sweet Hanami”. Qualcuno sa cos’è l’hanami? Se
non lo sapete aspettate il capitolo 2.
Ringraziamenti…
Sakura182blast: beh, dal prologo in teoria si può
intuire cosa deve fare Savine, Comunque, ci vorrà ancora qualche capitolo prima
della sua entrata in scena. Per il momento godiamoci Sakura e Syaoran come
coppietta!!
Evans
Lily: non mi aspettavo davvero che il
prologo potesse piacere così tanto! Meno male! Spero che anche questo ti sia
piaciuto! ^_^
Yumemi: ritroveremo Savine più avanti. Nel
frattempo, spero che ti siano piaciuti Sakura e Syaoran in love-mode! Anche se
questo non è ancora tutto!! ^_^ Il finale del manga me lo aspettavo proprio
così, perché le storie delleClamp
non sono proprio come gli altri shoujo manga…
Piajoe22: ma come? A me piaceva un sacco
meiling, soprattutto nel secondo film! ^_^ Tutti i tentativi di lasciare soli
soletti Sakura e Syaoran erano troppo divertenti!! Infatti mi è dispiaciuto non
poterla mettere. Ad ogni modo, spero che questo capitolo ti sia
piaciuto!!
Sakura93thebest: grazie per la recensione! Spero che
la tua curiosità sia stata appagata con questo capitolo, anche se il bello
arriva nel prossimo!!!^_^
Sakura93:grazie per la recensione. Spero che il
capitolo ti sia piaciuto!
Sakurabethovina: sono contenta che l’altra storia ti
sia piaciuta! E spero che anche questa sia di tuo gradimento! Il fatto che
aspetti grandi cose da me mi mette un po’ in ansia…^_^
Sakuretta94: grazie per la recensione. Spero
che Sakura e Syaoran ti siano piaciuti in questo
capitolo!!
Hello! Ecco il capitolo
2, mi
dispiace se non aggiorno con più frequenza ma mi è impossibile! Comunque, una
piccola premessa: il rito dell’hanami in Giappone è qualcosa di meraviglioso.
Consiste semplicemente nel recarsi nei numerosi parchi presenti sul loro
territorio e stare lì a guardare i ciliegi in fiore. Il periodo migliore per
l’hanami viene annunciato dalle previsioni del tempo e solitamente va da fine
marzo ad aprile. Non trovate che sia delizioso? Stare lì a contemplare la
bellezza della natura e non pensare a nient’altro. Purtroppo una tradizione come
questa da noi sarebbe impossibile.
Ad ogni modo, buona
lettura…
Beyond
good & evil
Capitolo
2: “Sweet Hanami”
Quella
notte Sakura impiegò ore per riuscire ad addormentarsi. Era emozionatissima e
continuava a pensare cosa avrebbe dovuto indossare per l’appuntamento, dove
sarebbero andati, di cosa avrebbero parlato…
Tuttavia
ciò che contava davvero per lei era stare insieme a Syaoran e passare una
bellissima, indimenticabile giornata in sua compagnia; tutto il resto aveva ben
poca importanza.
Così,
finalmente, il nuovo giorno arrivò, il fatidico giorno. Per ingannare l’ansia
Sakura fece tutto con molta calma. Si alzò, si lavò e affrontò il primo vero
ostacolo di quella giornata: cosa avrebbe dovuto indossare per il suo primo
appuntamento?
Sakura
cominciò a prendere vestiti, magliette, gonne e pantaloni dal suo armadio:
alcuni finivano sul pavimento, altri sul letto. E quel trambusto svegliò
Kero-chan, il quale uscì dal suo cassetto, stropicciandosi un occhio con la
zampina.
“Ehi,
Sakura, che stai facendo?”
“Sto
pensando cosa indossare!” rispose lei, nervosamente.
Kero-chan,
che non l’aveva mai vista così nervosa, volò fuori dal cassetto e provò ad
avvicinarsi, ma venne colpito in pieno da un vestito, che lo fece cadere a
terra. Il guardiano delle Sakura Card provò a fuoriuscire da quella trappola e,
quando ci riuscì, volò più veloce che poteva sulla testa di
Sakura.
“Hai
dormito stanotte?” le chiese, preoccupato.
Sakura si
calmò per un istante: “Un pochino…”
Kero-chan
sospirò, come se si aspettasse una risposta del genere.
“Non mi
sorprende. Ma, Sakura, devi stare tranquilla. Sono sicuro che andrà tutto
bene!”
“Sì, ma
prima devo decidere cosa indossare e non è una cosa
facile!”
“Non puoi
farti aiutare da Tomoyo?” domandò Kero-chan, come se fosse la cosa più normale
da fare in quel momento.
“Ah,
Kero-chan…se io le chiedessi aiuto, lei mi farebbe indossare uno dei suoi
vestiti e io vorrei vestirmi normalmente oggi!”
“In
effetti…come darti torto?- esclamò Kero-chan, ridacchiando- Dato che è primavera
potrebbe farti indossare una maglia gialla, dei pantaloni verdi e una gonnellina
a forma di corolla di margherita!! Così assomiglieresti proprio a un
fiore!!”
Sakura,
ignorò le risatine di Kero-chan, e fissò i vestiti sparsi per tutta la camera.
Poi, finalmente, i suoi occhi si illuminarono di felicità.
“Ho
trovato!”
Sakura si
fiondò sul letto e afferrò un vestito, cambiandosi in quattro e quattr’otto: il
vestito che aveva scelto era un abito in voile, un tessuto molto leggero, color
pesca, con stampe di bouquet fioriti e un nastro della stessa fantasia legato in
vita.
“Che ne
dici, Kero-chan?” esclamò Sakura, facendo una piccola
giravolta.
“Carino!”
“Carino?”
ripetè lei, cominciando a innervosirsi.
Kero-chan
sbuffò: “Oh, va bene, molto bello!”
“Grazie,
Kero-chan! È merito tuo se ho scelto questo!” esclamò lei, con un
sorriso.
“Perché?”
“Perché hai
parlato della primavera e questo vestito mi è sembrato molto adatto a questa
giornata!”
“Allora…non
c’è di che!”
Sakura,
felice per aver scelto cosa indossare, finì di prepararsi, indossando due
fermacapelli bianchi ai lati della testa e una borsetta a
tracolla.
“Beh…se il
cinesino non casca ai tuoi piedi, è davvero un idiota!” commentò
Kero-chan.
“Non ce n’è
bisogno. Io l’ho già conquistato!” ribattè Sakura, facendogli
l’occhiolino.
Kero-chan
sorrise: “Allora…divertiti!”
“Sì,
grazie! Ci vediamo più tardi!”
Sakura uscì
dalla propria camera e corse al piano di sotto, in cucina: qui suo padre stava
preparando la colazione e Touya leggeva il giornale.
“Ehi, come
siamo eleganti!” esclamò Fujitaka, facendola arrossire.
“E’ vero!
Sei un mostriciattolo molto carino!” aggiunse Touya, con una parvenza di
serietà.
Sakura ne
fu molto sorpresa: “Fratellone, è la prima volta che mi fai un
complimento!”
“Ah, sì?-
esclamò Touya, a disagio- Allora, ritiro tutto!”
“Touya!”
ringhiò Sakura, arrabbiata.
Ma Touya le
diede un buffetto sul capo e se ne andò. Esasperata, Sakura guardò il padre e
lui rise.
“Tesoro,
sono sicuro che Touya pensava davvero quello che ha detto. Anche lui ha capito
che questo è un giorno molto importante per te!”
“Spero
davvero che sia così!”
“Ormai lo
conosci, mia cara. Sai che quello è il suo modo di esprimere il suo affetto e
sono sicuro che anche lui, come me, desidera che questa giornata sia
indimenticabile per te!”
“Oh, no!
Sento che la tensione mi ha completamente chiuso lo stomaco!” rispose Sakura,
scuotendo il capo.
“Mmm…questo
è strano per te, però…credo che, dopotutto, sia normale, visto che è il tuo
primo appuntamento!- disse Fujitaka, sorridendo- Eh, sì…presenti tutti i sintomi
dell’amore!”
Sakura
arrossì: “Papà!”
Fujitaka
osservò la figlia in imbarazzo, sorridendole
affettuosamente.
“Sarà
meglio che vada, adesso, altrimenti arrivo in ritardo!”
“Buon
divertimento, tesoro!”
“Grazie,
papà!- esclamò Sakura- A dopo!”
“Ciao!”
Sakura uscì
di casa e si avviò verso il luogo di ritrovo con Syaoran, ovvero il parco.
Provava un piacevole mix di emozioni: gioia, ansia, euforia, paura…Era qualcosa
di molto complicato e nuovo per lei, che non era abituata. In fondo stavano
insieme da circa un anno, in cui però il loro rapporto si era basato
esclusivamente su corrispondenze epistolari e telefonate. Ora che stavano
insieme in tutti i sensi, era tutto così complicato, che lei aveva sempre paura
di fare qualcosa di sbagliato e rovinare quel rapporto. Ma sapeva anche che,
proprio queste emozioni, le stesse che provava Syaoran, l’avrebbero aiutata ad
affrontare ogni cosa nel migliore dei modi.
Quell’ondata di ottimismo la fece
sorridere allegramente proprio a pochi metri dall’entrata del parco. Sakura si
fermò un istante a osservare un agitatissimo Syaoran, che le dava le spalle e
non si era accorto della sua presenza.
Chissà a
cosa stava pensando…
Eccitata,
Sakura cominciò a correre verso di lui.
“Syaoran!”
Il ragazzo
si voltò e, accorgendosi di Sakura, sorrise: il suo arrivo lo aveva calmato
improvvisamente.
“Ciao!”
“Ciao!- la
salutò Syaoran, osservandola poi con più attenzione- Stai..stai molto
bene!”
Sakura
arrossì lievemente per quel complimento: “Grazie!”
“Vogliamo
andare?” chiese Syaoran, prendendola per mano.
“Dove?”
Syaoran le
mostrò un cestino da picnic: “C’è una cosa che vorrei fare con
te!”
“Un
picnic?”
“Non è del
tutto sbagliato.- disse Syaoran, con un sorriso- Vorrei fare…come si
dice…hanami…con te!”
“Hanami?”
“Sì…non
vuoi?” domandò lui, allarmato.
Sakura
rise: “Ma sì. L’ Hanami con te sarà bellissimo!”
Syaoran
sospirò, sollevato, mentre Sakura lo tirava per un
braccio.
“Andiamo!”
“Sì!”
Perciò i
due giovani ragazzi entrarono nel parco: c’era moltissima gente che passeggiava
tranquillamente tra le bancarelle allestite per la festa della primavera. Ma ciò
che colpiva davvero l’attenzione era quell’incredibile paesaggio. I ciliegi in
fiore erano uno spettacolo: i rami così carichi di fiori sembravano ricoperti di
neve, una neve color rosa pallido.
Sakura e
Syaoran trascorsero la mattinata tra le bancarelle che vendevano di tutto e di
più. Syaoran, abile com’era al tiro al segno (ma c’è qualcosa che non sa fare questo
benedetto ragazzo!^_^ndA), vinse un bel gatto di peluche color miele e lo
regalò a Sakura.
Lei gli
baciò una guancia e Syaoran, arrossendo, sorrise
imbarazzato.
“Di…di
niente!”
Sakura lo
osservò divertita: Syaoran imbarazzato e così timido era estremamente buffo, ma
anche molto tenero.
“Ehm…allora, cosa vorresti fare
adesso?” chiese Syaoran.
“Adesso…cerchiamo un albero tutto
per noi!” esclamò Sakura, prendendogli una mano.
Si
allontanarono, così, dalle bancarelle e percorsero il sentiero che si addentrava
in quel meraviglioso parco di ciliegi. I petali che cadevano dagli alberi,
trasportati da una leggera brezza, finivano a terra, formando un tappeto
morbido. Sakura si guardò intorno in cerca di un albero che non era ancora stato
occupato. Quel giorno c’era davvero tantissima gente: famiglie con bambini che
giocavano allegramente, gruppetti di amici, coppie di
fidanzati…
Sakura non
potè fare a meno di arrossire: le persone che la vedevano insieme a Syaoran
pensavano giustamente che anche loro fossero una coppia a tutti gli
effetti.
“Sakura?
Stai bene?” le chiese Syaoran, guardandola preoccupato.
“Ah…sì,
benissimo, Syaoran. Grazie!- rispose lei, sorridendogli- Ehi, guarda, ho trovato
un albero libero!”
Sakura
trascinò Syaoran verso un albero dal tronco grosso e scuro, su cui risaltavano
con un bellissimo effetto i pallidi fiori di ciliegio.
“Che ne
pensi?” domandò Sakura.
“Trovo che
sia perfetto!”
Soddisfatta
della scelta, Sakura aiutò Syaoran a stendere la tovaglia per il loro pic-nic.
Dopodiché si sedettero e Syaoran tirò fuori dal cestino due scatole per il
bento: erano di colore rosso scuro, con decorazioni floreali in tipico stile
cinese.
“Spero che
tu abbia fame!” disse lui, porgendole una scatola.
“Oh, puoi
scommetterci, Syaoran. Sto morendo di fame!”
Sakura aprì
la scatola per il bento e, con gioia, scoprì che, tra tutte le pietanze, vi
erano anche le omelette, uno dei suoi dolci preferiti.
“Hai
cucinato tutto tu?” domandò Sakura, con una punta di
ammirazione.
“Ehm…sì!”
“Allora,
buon appetito!”
Sakura
cominciò a mangiare tutto ciò che si trovava nella scatolina: c’era di tutto e
di più. Syaoran si era davvero sbizzarrito in cucina quella mattina. Forse aveva
pensato che era meglio abbondare, considerata la persona con cui stava per
uscire. Pensando ciò, Sakura arrossì: chissà se Syaoran pensava che fosse una
mangiona... Ma ogni sua preoccupazione svanì nel momento in cui lei si dedicò ai
dolci, ovvero omelette e dango: erano assolutamente deliziosi, quasi
paradisiaci.
“Squisito!-
esclamò Sakura, con un’espressione di soddisfazione sul volto- Syaoran, sei un
cuoco eccellente! Era tutto così buono!”
“Dici sul
serio?”
“Certo!
Perché mai dovrei mentirti?” gli disse Sakura, con un dolce
sorriso.
Syaoran
arrossì e chinò il capo, come se volesse nascondersi al suo
sguardo.
“Senti, ma
come facevi a sapere che mi piacevano le omelette?”
“Ah…io…l’ho
chiesto a Daidoji…- rispose lui, sempre più in imbarazzo- Volevo essere sicuro di preparare
qualcosa che ti piacesse per il nostro…primo
appuntamento!”
Sakura si
avvicinò a lui e gli accarezzò una guancia: “Grazie, Syaoran…è stato davvero un
pensiero molto gentile da parte tua!
“Io
desidero solo che questa giornata sia indimenticabile!”
“Lo è già,
Syaoran…te lo assicuro! Non solo per questo meraviglioso appuntamento, ma anche
perché stamattina mio fratello mi ha fatto un
complimento.”
Syaoran, un
po’ più rilassato, rise, divertito.
“E’ vero!
Anche se poi mi ha fatto arrabbiare, quello è stato il primo complimento che mi
abbia mai rivolto!”
“C’è sempre
una prima volta per tutto. Tuo fratello ha capito che questa è una giornata
speciale per te!” commentò Syaoran.
“E’ quello
che mi ha detto anche mio padre!”
“Evidentemente ragioniamo allo
stesso modo!”
“Forse
perché entrambi avete qualcosa di Clow Leed!”
Syaoran
sorrise e fece spallucce: “Può darsi!”
Il nome di
Clow Leed ebbe uno strano effetto su Sakura. Improvvisamente, infatti, fu colta
da una tristezza angosciante, che le strinse il cuore.
“Syaoran,
hai mai pensato che, se io non avessi trovato il libro di Clow, probabilmente tu
non saresti venuto in Giappone e…”
“Nonci saremmo incontrati e adesso non
saremo qui?- concluse Syaoran- Certo che ci ho pensato. Ma ricorda che Clow
aveva previsto che fossi tu ad aprire il libro. Aveva già previsto tutto
lui!”
Sakura gli
strinse una mano e gli rivolse uno sguardo di pura dolcezza: “Non proprio
tutto!”
“Già, non
proprio tutto…per fortuna!”
Sakura,
sorridendo, appoggiò il capo sulla spalla di Syaoran e chiuse gli occhi. Syaoran
inclinò la testa, appoggiandosi ai morbidi capelli di Sakura. Il cuore di
Syaoran batteva intensamente, ma con una lentezza quasi
piacevole.
“Anche se…-
proseguì Syaoran-… Eriol aveva già capito tutto di noi!”
“Sì!” disse
lei, ricordandosi del consiglio di Eriol prima che lui
partisse.
“Credo di
aver cominciato a capirlo durante la battaglia finale contro di
lui!”
“Cioè?”
“Dopo che
Eriol aveva fatto addormentare tutta Tomoeda, lui disse che sperava mi
addormentassi anch’io, però…tu eri diventata molto forte!”
Sakura,
perplessa, alzò il viso e lo guardò: “Cosa vuoi dire?”
“Mentre ero
in Cina, ho fatto delle ricerche e ne ho parlato anche con mia madre. E lei mi
ha detto che il potere di colui o colei che possiede le Card può essere usato
non solo per se stessi, ma anche per…”
“Per?”
“Per la
persona a cui si vuole più bene.”
Sakura
sorrise: “Quindi, in quel momento, io devo aver desiderato inconsciamente che tu
non ti addormentassi, perché solo insieme a te io mi sento al
sicuro!”
“in un
certo senso…sì!” rispose Syaoran, con un lieve tremolio nella
voce.
“Allora…desidero con tutto il cuore
che la nostra storia duri per sempre, in modo da raccogliere tanti altri
meravigliosi ricordi…solo io e te!” esclamò Sakura, accarezzandogli una
mano.
Syaoran non
disse nulla: si limitò a sorriderle e a fissarla
intensamente.
Sakura gli
rivolse uno sguardo preoccupato: “Non…non credi che sarà così,
Syaoran?”
“Il nostro
passato è davvero memorabile, il futuro ancora ignoto e se devo essere sincero,
non voglio sapere cosa ci succederà. Io so solo che, in questo nostro presente,
noi stiamo insieme: è la cosa più bella che mi potesse mai capitare e voglio
viverla fino in fondo con te!”
Syaoran
continuava a fissarla con intensità e si avvicinò a lei, appoggiando una mano
sul suo viso. Sakura arrossì, mentre il suo cuore cominciava a battere più
rapidamente: il suo ragazzo era davvero il più dolce che potesse
esistere.
Istintivamente e lentamente chiuse
gli occhi: se doveva succedere lì e in quel momento, perché
sottrarsi?
All’improvviso, però, qualcosa colpì
in pieno sulla testa Syaoran.
”Ahi!”
“Syaoran!”
esclamò Sakura, preoccupata.
Syaoran si
massaggiò la nuca e guardò cosa lo aveva colpito: un semplice, maledettissimo
pallone da calcio.
E subito si
avvicinò un bambino, che, con un inchino, gli disse: “Mi dispiace di avervi
colpito, signore! Però potreste ridarmi il mio pallone?”
Syaoran
sorrise e gli consegnò il pallone: “Tieni e non ti preoccupare. Non è successo
niente!”
“Grazie
mille!” esclamò il bambino, con un sorriso.
Quando il
bambino se ne andò e raggiunse i suoi amici per continuare a giocare, Sakura si
rivolse a Syaoran, accarezzandogli il capo: “Syaoran, stai
bene?”
“Sì,
tranquilla!”
“Sei
sicuro? Quel colpo è stato forte!”
Syaoran le
sorrise per tranquillizzarla: “Sono sicuro, Sakura!”
C’era
sempre qualcosa di emozionante nel modo in cui lui pronunciava il suo nome,
qualcosa che confermava la sua sincerità. Così Sakura si
tranquillizzò.
“Almeno,
stenditi un pochino. Non vorrei che ti venisse qualche
capogiro!”
Syaoran
sospirò e obbedì, stendendosi per terra.
“Ecco,
bravo!”
“Però…potresti venire qui, accanto a
me, così sarei sicuro di stare bene!” propose lui,
sorridendo.
Sakura
arrossì, ma si stese accanto a lui, che le prese una mano. Insieme guardarono il
ciliegio che si ergeva sopra di loro. I petali dei fiori cadevano con estrema
leggiadria, come se stessero danzando su un silenzioso
valzer.
“Qui, in
mezzo ai fiori di ciliegio che turbinano, è come neve primaverile che cade e non
si scioglie…Se guardo alla folla di petali perduti, che volteggiano nella
brezza, allora penso: dov’è finita la primavera?”
Sakura
guardò Syaoran al suo fianco e sorrise: “Che cos’è?”
“Una poesia
giapponese del IX secolo!”
“E’ molto
bella! Ma credevo che tu odiassi il giapponese!”
“A me non
piace la grammatica giapponese. Ma la storia e la letteratura del Giappone sono
molto affascinanti!”
“Davvero?”
“Sì. E, a
questo proposito, mi sono documentato su questo rito
dell’hanami!”
“E cosa hai
scoperto di bello?”
“Che
l’amore dei giapponesi per il fiore di ciliegio è legato profondamente a quanto
è effimera e delicata la fioritura: basta un colpo di vento o un temporale per
spazzare via la bellezza di un bosco di ciliegi in fiore. Il buddista vede in
questo un segno profondo della brevità della vita e rende omaggio all’attimo.
Non a caso un famoso verso giapponese recita: come il ciliegio è tra i
fiori…”
“…così è il guerriero tra gli uomini!”
terminò Sakura.
“Allora, lo
conosci!”
“Certo!
Però è stato bello sentirti parlare così!”
Syaoran
sorrise: “Grazie!”
*****
Sakura e
Syaoran trascorsero molto tempo, sdraiati sotto quel ciliegio, parlando un po’
di tutto. Sakura era al settimo cielo per la felicità: quella giornata passata
insieme a Syaoran era la più bella di tutta la sua vita.
Ma ogni
giornata aveva una sua fine. Così, quando il sole cominciò a tramontare, Syaoran
accompagnò a casa Sakura, mano nella mano.
“E’ stata
una bellissima giornata oggi, vero?” esclamò Sakura con un
sorriso.
“Sì, sono
d’accordo!”
“E tutto
quello che hai preparato era buonissimo!”
“Ah…grazie!” disse lui, arrossendo
lievemente.
“Questa, se
non sbaglio, era la prima volta che cucinavi per me!”
“Sì, credo
di sì!”
Sakura lo
guardò dolcemente: “Allora…dovresti farlo più spesso!”
“Ogni volta
che lo desideri!” disse Syaoran, arrivando davanti al muro di recinzione di casa
Kinomoto.
Sakura
rise, felice, e si appoggiò con la schiena al muro. Ma, con quel movimento, lei
involontariamente lo attirò a sé e, ritrovandoselo a pochi centimetri di
distanza, Sakura arrossì vistosamente. Syaoran la fissava, sorridendo, ma con
quei suoi occhi intensi, che trasmettevano tanto calore e
dolcezza.
Il cuore di
Sakura batteva rapidamente, le gambe le tremavano e le mani sudavano…che cosa le
stava succedendo?
Sakura
sussultò quando la mano di Syaoran si avvicinò a lei e si posò sui suoi
capelli.
“Ehi,
guarda cos’avevi tra i capelli!”
Syaoran le
mostrò un petalo di ciliegio, divertito.
Sakura
rise, nervosamente: “Ah…sì…”
Ma Syaoran
divenne improvvisamente serio: la sua mano scese sul viso di Sakura,
accarezzandole la guancia, e lui cominciò ad avvicinarsi a lei sempre di più.
Sakura aveva paura, ma lei lo desiderava tanto. Perciò chiuse gli occhi. E alla
fine accadde: lui la stava baciando…il primo bacio di Sakura era assolutamente
meraviglioso.
Senza
accorgersene, Sakura gli strinse la mano e lo attirò ancora di più a sé. Provava
una sensazione di benessere che le riempiva il cuore di gioia e amore e
desideravache quel momento non
finisse più.
Ma Syaoran
si allontanò lentamente da lei, che rimase ancora con gli occhi chiusi e con un
sorriso sulle labbra.
“Sakura?!”
la chiamò Syaoran, accarezzandole una guancia.
Lievemente
frastornata, Sakura lo guardò negli occhi.
“Ti ho già
detto che questa è stata una giornata bellissima?!”
Syaoran
ridacchiò: “Sì, ma è bello risentirlo adesso!”
Sakura si
allontanò da lui: “Allora…ci vediamo domani!”
“Sì, a
domani!”
Syaoran le
sorrise un’ultima volta e Sakura entrò in casa. Non appena chiuse la porta
dietro di sé, Sakura vi si appoggiò con la schiena e, con aria sognante, ripensò
a ciò che era appena successo.
“Syaoran…”
Syaoran era
il suo straordinario ragazzo: carino, dolce, gentile, forte…praticamente
perfetto. Ed era capitato proprio a lei. Gli dei dovevano averla tra le loro
grazie per averla resa così felice e fortunata.
“Sakura?!”
Qualcuno la
stava chiamando e, tornando con i piedi per terra, Sakura si accorse che era suo
padre, il quale la stava guardando, insieme a Touya, dalla porta della
cucina.
“Ah…ciao!”
“Ti senti
bene? Sei tutta rossa in viso!” le fece notare il padre.
Sakura,
imbarazzata, si portò le mani sul viso: “No, sto
benissimo…davvero!”
Touya le
rivolse un’occhiata scettica.
“E’ andato
tutto bene, oggi?” chiese, poi, Fujitaka.
A quella
domanda Sakura ripensò nuovamente al suo primo bacio e arrossì,
sorridendo.
“Sì! È
andato tutto alla perfezione!”
Vedendola
così soddisfatta e felice, anche Fujitaka sorrise alla sua
bambina.
“Mi fa
piacere!”
“Allora,
mostriciattolo, cosa vuoi mangiare stasera?” chiese Touya.
Un po’ per
l’emozionante giornata, un po’ per il picnic preparato da Syaoran, Sakura
sentiva di non avere per niente fame.
“A…a dire
il vero, oggi Syaoran mi ha preparato tante cose buone che, per il momento, non
ho ancora fame!”
“Vorràdire che ti lasceremo qualcosa da
parte!” disse Fujitaka.
“Grazie,
papà!- esclamò Sakura- Io vado in camera mia!”
Sakura
corse su per le scale e giunse nella sua camera.
“Sakura?!”
esclamò Kero-chan, tutto preso dai suoi videogiochi.
“Ciao,
Kero-chan!” lo salutò lei, allegramente.
“Com’è
andata?”
“E’ stata
una giornata meravigliosa!”
“Te l’avevo
detto che sarebbe andato tutto bene!”
Con aria
sognante, Sakura si lasciò cadere sul letto e chiuse gli occhi, sorridendo.
Nella sua mente rivedeva sempre quella scena, che riusciva a farle provare le
stesse identiche emozioni. Quasi senza accorgersene, Sakura si portò una mano
sulle labbra, proprio lì, dove si erano appoggiate delicatamente quelle di
Syaoran. Rabbrividì piacevolmente, ripensando a lui. Desiderava averlo di nuovo
accanto a sé, sentire il suono caldo e profondo della sua voce, prendergli la
mano, rivedere i suoi occhi…
“Sakura?!”
Ancora
immersa nei suoi pensieri, Sakura aprì gli occhi e, ritrovandosi davanti il
giallo faccione di Kero-chan, si spaventò.
“Kero-chan!
Sei impazzito?!” esclamò lei, tornando rapidamente a sedersi, una mano sul
cuore.
“Ho visto
che non rispondevi alla mia domanda e stavo controllando se, per caso, non ti
fossi addormentata!”
“Quale
domanda?!”
“Cosa avete
mangiato?”
“Oh,
Kero-chan, pensi sempre a mangiare, vero?”
“Dai,
Sakura. Sono curioso!”
“Te lo
racconto più tardi!”
“Oh,
no…dai, ti prego!”
Ma Sakura
non aveva molta voglia di parlare con Kero-chan, né con suo padre o Touya.
Voleva semplicemente stare un po’ da sola, per dedicarsi completamente a
rivivere quella giornata. Una giornata che era davvero la più bella della sua
vita. Ed era tutto merito di Syaoran.
Allora, cosa ne pensate del primo
appuntamento di Sakura e Syaoran? Spero vi sia piaciuto! Il prossimo capitolo si
intitola “Sharing the same pain”. Una piccola nota: in questo capitolo syaoran
dice che il potere di chi possiede le carte vale anche per la persona a cui si
vuole più bene, ebbene, non me lo sono inventato io. In una intervista delle
clamp, avevano chiesto alle quattro autrici se sakura poteva vivere per sempre,
insomma una cosa del genere. E loro avevano risposto che lei poteva desiderare
questo per sé e per syaoran. Da qui ho immaginato quello che ho scritto nella
storia! Tutto qui!
Ringraziamenti…
Evans lily:
prima di tutto grazie per
la recensione.
Poi, prima questione: tomoyo non mi piace proprio con eriol;
infatti nell’altra storia la loro ship è stata appena accennata. Per questo ho
trovato una nuova persona per lei. Altra questione: Syaoran viene chiamato per
nome solo da Sakura e dalla sua famiglia, almeno da quello che si apprende
nell’anime (nel manga non è proprio specificato, ma comunque penso che sia un
piccolo appunto che le clamp hanno voluto inserire nell’anime). Tutti gli altri
lo chiamano per cognome. Allo stesso modo lui chiama solo Sakura per nome,
mentre agli altri si rivolge con il cognome.
piajoe22: grazie per la recensione. Spero
che ti sia piaciuto anche questo capitolo, visto che sakura e syaoran sono
sempre di più in love-mode!!^_^
sakuretta94: grazie per la recensione, spero che
ti sia piaciuto questo capitolo. Tomoyo non c’era e per fortuna non ha
interrotto nulla!!
sakura93thebest: grazie ache a te per
la recensione.
Spero che il capitolo ti sia
piaciuto!
sakura182blast: sì, touya è un bel personaggio,
vorrei avere un fratellone come lui!! Grazie per la recensione. Spero che il
capitolo ti sia piaciuto!^_^
sakura
bethovina: che? Tu hai solo 12 anni?
Ma…ma…cioè, vuol dire che io ho ben 11 anni più di te! Oddio come mi sento
vecchia!! Vabbè, spero che il capitolo ti sia piaciuto!!! E grazie per la
recensione!
sakura93: ecco, spero che il primo
appuntamento di sakura e syaoran ti abbia soddisfatta! Grazie per la
recensione!
Lo speciale
rapporto che legava Sakura e Syaoran cresceva e ogni giorno diventava più bello,
più speciale. Era qualcosa a cui Sakura sentiva di non poterpiù rinunciare. Syaoran la rendeva
felice e le causava strani comportamenti: ogni mattina, infatti, Sakura era
ansiosa di andare a scuola solo per poterlo rivedere.
Ma,
naturalmente, i loro incontri non si limitavano ai soli scolastici. Dopo il
primo, emozionante appuntamento, Sakura e Syaoran uscivano insieme almeno una
volta a settimana. E ogni tanto capitava anche di uscire insieme ai loro amici:
Tomoyo, Yamato, Chiharu, Yamazaki, Rika, Naoko… Non c’era la romantica atmosfera
che li avvolgeva quando uscivano da soli, ma si divertivano allo stesso
modo.
Nel
frattempo si avvicinava la prima partita del nuovo anno scolastico della squadra
di basket, nella quale giocava anche Syaoran. Sakura non aveva mai assistito
agli allenamenti, in quanto coincidevanocon quelli del club delle cheerleader; però, aveva sentitodire che Syaoran era diventato molto
bravo. Per questo motivo il giorno della partita si sarebbe impegnata al massimo
per fare il tifo per lui.
Un giorno,
dopo l’allenamento con il suo club, Sakura si fermò ad aspettare Syaoran nel
cortile della scuola, seduta su una panchina. Quella mattina, Syaoran le era
sembrato strano: era assente, assorto totalmente nei suoi pensieri. Ma non
avevano avuto il tempo per parlare con tranquillità. Così Sakura decise che
avrebbero potuto farlo mentre tornavano a casa insieme.
Quando,
finalmente, i ragazzi della squadra di basket cominciarono a uscire, Sakura si
alzò in piedi e, non appena lo vide, cominciò a correre verso di
lui.
“Syaoran!”
Sentendosi
chiamare, Syaoran si guardò intorno e si fermò, riconoscendo la sua
Sakura.
“Sakura,
che ci fai qui?”
“Ti stavo
aspettando!”
Syaoran la
baciò sulla guancia: “Sei stata carina!”
“Allora,
possiamo tornare a casa insieme?” esclamò lei, sorridendo.
L’allegria
genuina di Sakura lo metteva sempre di buon umore e, qualunque cosa lo
tormentasse, ogni volta che lei gli sorrideva, lui non riusciva a dirle di
no.
“D’accordo!” rispose lui,
prendendola per mano.
“Passiamo
per il parco?”
Syaoran
notò che, nel porgergli quella domanda, il tono di Sakura era diventato
improvvisamente più serio e annuì: evidentemente c’era qualcosa di cui lei
voleva parlargli.
Si
avviarono così verso il parcoe,
una volta arrivati, si sedettero su due altalene. Sakura si dondolava lentamente
e, ogni tanto, rivolgeva il suo sguardo verso Syaoran, che sembrava ancora
assorto nei suoi pensieri.
“Ti
ricordi, Syaoran, quando proprio su queste altalene ti dissi che avevo
confessato i miei sentimenti a Yukito?”
“Sì, certo
che lo ricordo!”
Come poteva
dimenticarsi quel breve, ma doloroso attimo in cui aveva creduto di averla persa
per sempre? Vederla piangere e soffrire a causa di un altro ragazzo era stata
una terribile esperienza, che lui avrebbe preferito non vivere e che, per
fortuna, era passata in fretta.
“Quel
giorno eri così preoccupato e sei stato molto gentile e comprensivo con me…io
non lo dimenticherò mai!”
Syaoran le
sorrise con dolcezza, ma Sakura assunse un’aria
preoccupata.
“Però, ora,
sei tu che mi stai facendo preoccupare!- esclamò Sakura, ansiosa- È tutta la
mattina che ti vedo così assente!”
Syaoran fu
particolarmente sorpreso nel vederla così preoccupata per lui: “Non è niente,
davvero!”
“Syaoran…io
non posso vederti così. Vorrei che tu sappia che…ogni volta che avrai bisogno di
parlare con me, io ci sarò! “
Syaoran la
fissò per qualche secondo, poi sorrise, si alzò e la raggiunse. Sakura sollevò
il viso per guardarlo negli occhi e, quando lui le porseuna mano, lei vi appoggiò sopra la sua e
si alzò in piedi.
Sakura
arrossì, mentre lui la stringeva a sé, e il suo cuore cominciò a battere forte.
“Non farei
mai niente per farti preoccupare, ma ti assicuro che non è niente di
grave.”
“Davvero?”
chiese Sakura, più sollevata.
“Sì!-
rispose Syaoran, gentilmente- Vieni!”
Syaoran la
prese per mano e la condusse su una panchina. Una volta seduti, Syaoran le
raccontò cosa lo stava preoccupando.
“Ieri sera
mi ha chiamato mia sorella Sheifa!”
“Tua
sorella? Cosa ti ha detto?”
“Che uno di
questi giorni viene in Giappone a trovarmi!” rispose Syaoran, guardando per
terra, con aria persa.
“E perché
ti preoccupa così tanto?”
“Sheifa, al
contrario delle altre mie sorelle, non si è mai allontanata da casa. È strano
che proprio lei venga in Giappone!”
“Magari
vuole solo vedere come stai! È tua sorella, è normale che si preoccupi per
te!”
“E se fosse
successo qualcosa di grave?”
Sakura si
avvicinò a lui e gli prese entrambe le mani, sorridendo: “Vedrai che è tutto a
posto! Ne sono sicura!”
Il sorriso
di Sakura era sempre molto dolce e aveva la straordinaria capacità di renderlo
felice, nonostante tutto.
“Grazie!”
le disse Syaoran con un sorriso.
“Senti,
Syaoran…posso chiederti un favore?”
Considerato
che Syaoran non parlava quasi mai di se stesso e della sua famiglia, Sakura
aveva un po’ timore nel rivolgergli quella domanda, però era molto
curiosa.
“Certo!”
“Mi
parleresti un po’ delle tue sorelle?”
La domanda
lo colse un po’ alla sprovvista, ma Syaoran rispose.
“Sheifa è
la primogenita e ha 25 anni; poi c’è Fuutie, che ne ha 23, Feimei ne ha 22 e
Fanran ha 20 anni!”
“Sono tutte
molto più grandi di noi!”
“Già!”
“E sono
simpatiche?”
“Diciamo
che sono a posto, un po’ asfissianti a volte…ma brave
sorelle!”
Sakura
rise.
“Perché
ridi?” le chiese Syaoran, perplesso.
“Non riesco
a immaginarti tra tutte quelle donne!” esclamò Sakura, facendolosorridere
divertito.
“Però…mi
vogliono bene!”
Sakura lo
guardò dolcemente: “E tu ne vuoi a loro!”
Syaoran
arrossì, distogliendo lo sguardo.
“E cosa
fanno le tue sorelle?”
“Sheifa si
è laureataprima che io tornassi in
Giappone e ora si occupa dello studio legale di nostro padre, mentre le altre
tre vanno ancora all’università!”
“Tuo padre
è un avvocato?”
Improvvisamente Syaoran si incupì:
“Era…era un avvocato!”
“Era?”
ripetè Sakura, titubante.
“Non te
l’ho mai detto prima, ma mio padre è morto quando avevo tre
anni!”
Sakura,
incredula, si portò una mano sulla bocca e divenne triste, tutto d’un
tratto.
“Come…come
è…?” balbettò lei.
“Un
incidente con l’auto!”
Sakura non
riuscì a trattenere le lacrime, che, all’improvviso, le riempirono gli
occhi.
“Mi…mi
dispiace, Syaoran…mi dispiace tantissimo. Perdonami, ti
prego!”
Syaoran le
circondò le spalle con un braccio, avvicinandola a sé, e Sakura, arrossendo, non
riuscì a non piangere.
“Dai, non
pensarci.”
“Ma sono
stata così insensibile!” disse lei, singhiozzando.
“No, non è
vero. Non potevi saperlo. E…- continuò Syaoran, guardandola negli occhi e
sorridendole-…anzi, sei stata carina a interessarti a me!”
Syaoran le
porse un fazzoletto e Sakura lo prese fra le sue mani.
“Syaoran…”
Syaoran le
accarezzò il viso bagnato dalle lacrime con entrambe le mani: “Non piangere, ti
prego. Sto male quando ti vedo soffrire. Vorrei vederti sorridere sempre per me.
I tuoi sorrisi mi rendono felice!”
Nonostante
le lacrime, Sakura gli sorrise: se questo era il desiderio di Syaoran, allora
lei avrebbe sorriso sempre e solo per lui. Perciò si asciugò gli occhi e guardò
Syaoran.
“E’ triste,
ma abbiamo qualcosa in comune!” commentò Sakura, appoggiandosi con il capo sul
petto di Syaoran.
“Sì, è
vero!”
Chissà,
forse proprio la morte del padre aveva reso Syaoran così introverso e a volte un
po’ brusco, soprattutto quando lui era arrivato per la prima volta a Tomoeda. In
fondo, era cresciuto circondato esclusivamente da figure femminili; e il fatto
di essere rimasto l’unico uomo della famiglia, probabilmente, lo aveva fatto
crescere più in fretta del previsto.
“Come si
chiamava tuo padre?”
“Li
Yang!”
“E tua
madre come si chiama?”
“Li
Yelan!”
“Lei…come
ha preso la scomparsa di tuo padre?” chiese Sakura.
“Le mie
sorelle mi hanno raccontato che ha pianto solo una volta per la morte di mio
padre. Ma sono sicuro che deve aver sofferto tantissimo. Io credo che,
probabilmente, lei abbia voluto mostrarsi così solo per noi. Doveva essere forte
anche per i suoi figli!”
“Sì, sono
sicura che sia andata così. Un genitore pensa sempre al bene dei suoi figli,
prima che a se stesso! Anche per quanto riguarda mio padre…sono sicura che pensa
tutti giorni a mia madre, ma non mostra mai la sua tristezza a me o a mio
fratello, perché lui le ha promesso che non avrebbe mai smesso di
sorridere!”
Incantato
dal tono dolce di Sakura e dai suoi occhi lucidi, che, ora, sembravano più
belli, Syaoran si chinò su di lei. Sakura cominciò a tremare, ma non ne aveva
alcun motivo: era qualcosa che aveva già provato. Con la mente più lucida, ora
sapeva cosa fare.
Quando lui
la baciò, Sakura gli prese il viso tra le mani, attirandolo a sé e
accarezzandogli i capelli. Era ancora meglio di quanto lei ricordasse e sembrò
durare un’eternità.
Per
esigenze respiratorie, però, dovettero allontanarsi l’uno dall’altra. Sakura
incrociò subito lo sguardo di Syaoran e sorrise, arrossendo
lievemente.
“E’ bello
che noi possiamo sempre parlare così!” esclamò Syaoran.
Sakura rise
e a lei si unì anche Syaoran.
“Seriamente…-disse lui a un certo
punto-…mi ha fatto davvero piacere. Non ne ho mai parlato con
nessuno!”
“E io sono
contenta che ti sia confidato con me. Voglio che il nostro rapporto si basi
sempre sulla fiducia!”
“Sarà così
per sempre, ne sono convinto!”
Sakura
sorrise e lo abbracciò: “Sì!”
E per
sempre a Sakura sarebbe piaciuto Syaoran, con la stessa intensità, con la stessa
dolcezza, con lo stesso grande, immenso amore…
Ciao! Ecco il capitolo 3, spero sia
piaciuto a tutti, anche se non succede un granché. Un piccolo chiarimento: nel
manga non si capisce perché syaoran non ha il papà, ma nell’anime, se non
sbaglio, il maggiordomo dice a sakura e tomoyo che suo padre è morto. Come sia
morto non si sa, quindi ho immaginato un po’! ^_^ Ok, il prossimo si intitola
“jealousy”….gelosia…
Ringraziamenti…
sakura
bethovina:beh, sì, in effetti ho finito la
scuola da quattro anni e ora sono all’università. Però rimpiango il liceo. Le
medie no perché fanno schifo, ma il liceo sì, quindi goditelo quando ci andrai!!
Mi sarebbe piaciuto scambiare gli indirizzi msn, ma io non ce l’ho! Sorry…-_-‘
spero che il capitolo ti sia piaciuto!
sakura 93:
grazie per la recensione. Spero che
questo capitolo ti sia piaciuto!!
evans
lily: grazie anche a te per
la recensione.
In effetti ho sempre paura di fare i capitoli troppo
sdolcinati, ma poi penso a quello che succederà dopo e non mi preoccupo. Poi
capirete. Comunque, se esagero, dimmelo, ok?
sakura182blast: wow, la tua recensione è proprio
carina e gentile! Grazie!^_^ io veramente sto studiando medicina, ma ho un
particolare interesse per il giappone perché trovo che sia una cultura
meravigliosamente diversa dalla nostra. Basti pensare alla tradizione
dell’hanami. Qualcosa di così armonioso e tranquillo da noi non si potrebbe
fare. Comunque, spero che il capitolo ti sia piaciuto, anche se non è successo
molto!
sakuretta
94: grazie per la recensione, spero che
ti sia piaciuto anche questo capitolo. Per adesso non succederà molto, ma presto
arriveremo a una svolta nella storia!
Finalmente
arrivò il giorno della partita di basket della squadra di Syaoran: la partita si
sarebbe svolta nel campo all’aperto della scuola media. Gli avversari
provenivano da una cittadina vicino Tomoeda. Quella mattina Sakura aveva notato
che Syaoran sembrava piuttosto nervoso, ma era comprensibile considerato che era
la sua prima partita. Perciò, per tranquillizzarlo, Sakura, dopo aver indossato
l’uniforme delle ragazze pon-pon, lo portò con séin un posto
appartato.
“Che
succede, Sakura?”
Sakura,
mentre lo conduceva per mano su un lato della scuola, si voltò verso di lui:
“Vieni con me!”
“Ma se il
coach non mi trova, non mi farà giocare!”
“Tranquillo, sarò
breve!”
Finalmente,
Sakura si fermò e gli sorrise.
“Cosa devi
dirmi?”
“Ecco…io
voglio solo…- iniziò lei, con un lieve tremore nella voce-…augurarti in bocca al
lupo per oggi! Sento che andrà tutto bene e che tu, in campo, sarai
fantastico!”
Syaoran le
sorrise dolcemente: “Grazie!”
Di fronte a
quel sorriso, il cuore di Sakura fece una piacevole capriola
all’indietro.
Poi, tutto
ad un tratto, Sakura arrossì e chinò il capo: “Volevo anche darti
una…cosa!”
“Cosa?”
chiese Syaoran, curioso.
Sakura era
emozionata, non aveva mai preso l’iniziativa: era sempre stato lui a farlo, ma
ora sentiva che anche lei poteva farcela. Gli avrebbe fatto sicuramente
piacere.
Così Sakura
inspirò profondamente e, tornando a guardarlo negli occhi, lo baciò
all’improvviso.
In effetti,
Syaoran non se lo aspettava, ma, grazie a Sakura e al suo bacio così dolce,
sentì la tensione abbandonarlo lentamente e una forte determinazione
impossessarsi di lui.
“Ehm…Questo
era quello che volevo darti!” esclamò Sakura, allontanandosi da lui dopo qualche
attimo.
“Grazie!
Sei stata molto gentile. Sono sicuro che mi porterà
fortuna!”
Sakura
rise, le gote ancora leggermente arrossate.
“A
proposito…-continuò Syaoran, osservandola con particolare attenzione- …anch’io
volevo dirti una cosa!”
“Cioè?”
“Sei
davvero molto carina con questa uniforme!”
Per quelle
parole Sakura percepì un fuoco divampare improvvisamente sul viso; eppure si
sentì anche molto felice per quel complimento. E, notando il suo imbarazzo,
Syaoran sorrise fra sé.
Ma,
improvvisamente, qualcosa attirò l’attenzione di entrambi, qualcosa che solo chi
possiede poteri magici può percepire.
“Questa
presenza…” cominciò a dire Syaoran, pensieroso.
“E’ una
presenza magica!- disse Sakura, guardandosi intorno, ma rimanendo accanto a
Syaoran- Però…è strana…”
Syaoran le
afferrò una mano e la tenne vicino a sé: “Sì, è molto
familiare.”
“Ma, anche
se sono già arrivati papà, Yukito e Kero-chan, questa aura non appartiene a
nessuno di loro!”
“Hai
ragione. Comunque, non credo che ci sia da preoccuparsi.- le disse Syaoran con
tranquillità- È una forza molto debole.”
“Però mi
piacerebbe sapere a chi appartiene!”
Syaoran distolse il suo sguardo da quello
di Sakura e guardò un punto qualsiasi in mezzo agli alberi:
“Già…”
Sakura gli
rivolse uno sguardo preoccupato e Syaoran, accorgendosene, le sorrise
dolcemente.
“Ora devo
proprio andare! Ci vediamo più tardi!”
Sakura gli
sfiorò la guancia con le sue labbra: “Sì!”
Syaoran
fece per andarsene, ma, dopo un paio di passi, si voltò nuovamente verso di lei:
“Ah, dimenticavo! Seguirò la tua esibizione con molta
attenzione!”
E,
facendole l’occhiolino, se ne andò: Sakura arrossì, portandosi una mano sulle
labbra, ma sorrise, mentre lo guardava andar via. Era stato molto emozionante
prendere l’iniziativa e lui sembrava aver gradito il suo gesto. Chissà, forse
Sakura avrebbe dovuto farlo più spesso, non solo per tranquillizzare
Syaoran…
“Sakura!
Finalmente ti ho trovata!” esclamò Chiharu, che l’aveva appena raggiunta
preoccupata.
Sentendo la
voce della ragazza, Sakura, che era nel bel mezzo di una profonda riflessione,
sussultò: “Chiharu!”
“Ti ho
cercata dappertutto! Tra pochi minuti ci sarà la nostra
esibizione!”
“Sì, scusa!
Possiamo andare!” disse Sakura, incamminandosi insieme a lei verso il campo di
basket.
“Poco fa ho
visto Li che si allontanava da qui. Cosa stavate facendo?”
Sakura
arrossì violentemente, presa alla sprovvista.
“Ah,
ecco…io…noi…ehm…” balbettò Sakura.
Chiharu le
sorrise: “Tranquilla…non devi dirmelo per forza! Però, lascia che ti dica che
sono tanto felice per te!”
“Grazie, Chiharu!”
*****
Sugli
spalti c’era moltissima gente. Sakura riuscì a intravedere Tomoyo, Yukito, Touya
e suo padre, che la salutarono. Kero-chan si trovava nello zainetto che teneva
in mano Yukito e Tomoyo era già pronta a riprendere con la videocamera
l’esibizione di Sakura.
Non appena
le due squadre di basket raggiunsero le rispettiva panchine, ebbe inizio la
performance delle ragazze pon-pon. Tutti i compagni di squadra di Syaoran erano
seduti sulla panchina oppure per terra. Lui, invece, aveva preferito restare
dietro di loro, in piedi, per osservare Sakura, che diede il meglio di sé nelle
evoluzioni atletiche. Syaoran rimase affascinato dall’ esibizione della sua
meravigliosa ragazza, che emanava grazia ed eleganza ad ogni
movimento.
“Però!-
esclamò Hirohito Jima, uno dei compagni di Syaoran- Avete visto quant’è brava
Kinomoto?”
Il suo
intervento riscontrò parecchie approvazioni tra i ragazzi della squadra e questo
diede particolarmente fastidio a Syaoran. Era la prima volta che provava gelosia
nei confronti di Sakura da quando stavano insieme.
“Chissà se
ha il ragazzo…” continuò Tsutomo.
“Ehi!-
esclamò Hirohito, voltandosi verso Syaoran- Li, tu dovresti
saperlo!”
Syaoran
fece finta di non aver ascoltato: “Scusa?”
“Tu e
Kinomoto siete molto amici. Non sai se è già impegnata con
qualcuno?”
“Sì!”
“Sì
cosa?”
“Sì, lo so
e sì, è già impegnata!” rispose Syaoran, con acidità.
La risposta
lasciò tutti i ragazzi interessati alquanto delusi.
“Ah…e con
chi?”
A quella
domanda, Syaoran rivolse un’occhiata raggelante all’intera squadra: “Con il
sottoscritto!”
Seguì un
silenzio di tomba, causato dall’improvviso turbamento dei ragazzi per lo sguardo
e la risposta di Syaoran.
Poi,
recuperando un po’ di coraggio, Hirohito gli chiese:
“Davvero?”
“Sì,
davvero! Qualche problema?”
“Oh…no,
assolutamente no!” si affrettò a rispondere Hirohito.
“Noi non lo
sapevamo!” aggiunse Tsutomo.
“Però…state
molto bene insieme!”
Syaoran
accennò un sorriso: “Grazie!”
Non appena
l’esibizione delle ragazze pon-pon terminò, Sakura corse da Syaoran: era un po’
arrossata sul viso e respirava con un lieve affanno.
“Allora,
cosa ne pensi? Ti è piaciuto?” gli chiese Sakura, sorridendo
ansiosa.
“Certo, sei
stata bravissima!”
“Sì, è
vero!” intervenne Tsutomo, accanto a Syaoran.
Sakura,
sorpresa, guardò Tsutomo e gli sorrise di gratitudine.
“Grazie,
sei gentile!”
Tsutomo
arrossì, imbarazzato, mentre Syaoran sbuffò, infastidito.
Sakura se
ne accorse e gli prese una mano, guardandolo dolcemente. Po si avvicinò al suo
orecchio per sussurrargli qualcosa.
“Fatti
valere, Syaoran!”
Syaoran
arrossì, ma le parole di Sakura aumentarono la sua determinazione a
vincere.
“Sì!”
Il coach,
ovvero il professor Terada, chiamò subito tutta la squadra attorno a sé; così
Sakura lasciò andare Syaoran, il quale raggiunse tutti i suoi
compagni.
Dal bordo
campo Sakura vide il coach dare gli ultimi consigli ai suoi giocatori; dopodiché
tutta la squadra entrò in campo. Syaoran avrebbe dovuto cercare di prendere la
palla al fischio di inizio. Il suo avversario era leggermente più alto di lui,
però Syaoran poteva batterlo: aveva studiato le arti marziali ed era sicuramente
il ragazzo più atletico di tutta la scuola.
Non appena
l’arbitro fischiò l’inizio della partita, Syaoran saltò più in alto del suo
avversario, recuperò la palla e la passò ai suoi compagni. La squadra Tomoeda
segnò subito i primi due punti e Sakura esultò. Rivolse poi lo sguardo sugli
spalti per assicurarsi che Tomoyo riprendesse la partita con la videocamera e
Touya scattasse delle belle fotografie. Tomoyo le sorrise, mentre Touya le
rivolse una smorfia infantile.
“Ma perché
devo fare proprio io le foto a quel moccioso?” esclamò Touya,
scocciato.
“Perché sei
bravo a fare le fotografie e perché Sakura te l’ha chiesto molto gentilmente. E
tu non puoi dire di no a tua sorella!” rispose Yukito,
sorridendogli.
“Non è
vero!- ribattè Touya-E comunque,
potrei sempre scattare delle foto in cui il ragazzino appare solo dalla spalla
in giù, oppure solo con un braccio o una gamba!”
“Non lo
faresti mai, Touya. Altrimenti Sakura si arrabbierebbe seriamente con
te!”
“Già! –
sbuffò Touya- E chi sopporta il mostriciattolo quando si
arrabbia!”
Nel
frattempo la squadra Tomoeda aveva segnato altri 2 punti. Gli avversari
partirono al contrattaccoe
trovarono una rapida e attenta difesa che li bloccò. Un giocatore provò comunque
un tiro, mirando al canestro, ma venne intercettato prontamente da Syaoran, il
quale ripartì rapidamente verso l’area avversaria.
“Vai,
Syaoran!” lo incitò Sakura, elettrizzata.
Ma non era
stata l’unica a incitarlo; qualcun altro aveva gridato: “Forza,
Li!”
Sakura si
guardò intorno e vide una ragazzina dai lunghi capelli neri, che stava tifando
per Syaoran, tutta eccitata. Non era mai successo, eppure Sakura stava provando
un fastidio intenso per quella ragazza, che accortasi del suo sguardo, le
sorrise. Sakura la ignorò e si voltò appena in tempo per vedere Syaoran superare
l’ultimo avversario e segnare due punti con un canestro
eccezionale.
A metà del
primo tempo il punteggio era di 9
a 5 per i padroni di casa, che stavano attaccando ancora
una volta con Syaoran. Palleggiando abilmente, Syaoran raggiunse l’area
avversaria e nella zona dei tiri liberi saltò in alto, provando a segnare. Ma un
giocatore avversario, nel tentativo di fermarlo, lo spinse e Syaoran cadde,
sbattendo con un ginocchio per terra. L’arbitro fischiò un
fallo.
Preoccupata, Sakura si mosse in
avanti: “Syaoran!”
Ma il
professor Terada la bloccò.
“Kinomoto,
non puoi entrare in campo!”
“Ma…Syaoran…”
Fortunatamente Syaoran tornò in
piedi praticamente subito e Sakura si tranquillizzò un
po’.
“Li, tutto
a posto?” gli chiese il professor Terada.
Syaoran
fece segnocon la mano che stava
bene; perciò fu lui a tirare i due tiri liberi assegnati alla sua squadra,
ottenendo altri due punti.
“Kinomoto!”
la chiamò il professor Terada.
“Sì?!”
“Sta per
finire il primo tempo. Ti dispiacerebbe andare a prendere un po’ di ghiaccio per
Li?”
Sakura
sorrise: “Vado subito!”
L’idea di
fare qualcosa di utile per Syaoran la rendeva estremamente felice e le faceva
provare una dolcissima sensazione.
Perciò
Sakura corse verso l’interno della scuola. Ma, poco dopo essersi allontanata dal
campo, Sakura andò a sbattere contro qualcuno che era appena sbucato da dietro
un albero. Questo qualcuno era una donna e Sakura finì proprio tra le sue
braccia.
“Mi scusi!”
esclamò Sakura, guardando la donna in viso.
Era una
donna alta, molto bella e giovane; aveva dei capelli castani lunghi fino alle
spalle, che risplendevano grazie ai raggi del sole e occhi marroni, molto
scuri.
“Non ti
preoccupare!” le disse la donna dolcemente.
Osservandola meglio, Sakura avvertì
qualcosa di familiare. Attorno a quella donna percepì un’aura magica molto
simile a quella che aveva percepito prima della partita insieme a
Syaoran.
“Tu stai
bene?” le chiese la donna.
“Oh, sì,
grazie!”
La donna
sorrise: “Posso chiederti dove andavi così di fretta?”
“A prendere
un po’ di ghiaccio e qualcosa da bere per un ragazzo che si è fatto male durante
la partita di basket!”
“E questo
ragazzo è il tuo ragazzo?” chiese la donna, con un sorriso
malizioso.
Sakura
arrossì: “Beh…sì…”
“Allora, è
molto fortunato ad avere te!” commentò la donna,
divertita.
“Lo spero…”
balbettò Sakura, sempre più in imbarazzo.
“Come si
chiama il tuo ragazzo?”
“Li
Syaoran!”
“Syaoran…-
ripetè la donna, pensierosa-…e il tuo nome? Qual’ è?”
“Kinomoto
Sakura!”
“Avete dei
bellissimi nomi!”
“Grazie!”
“Corri,
adesso! Non ti voglio trattenere ancora!” le suggerì la
donna.
“Sì,
arrivederci!- la salutò Sakura con un inchino- E mi scusi
ancora!”
“Ciao!”
Sakura
corse subito dentro la scuola e recuperò rapidamente una borsa con il ghiaccio e
una bottiglietta d’acqua fresca. Sicuramente a Syaoran avrebbe fatto piacere e
lui l’avrebbe ringraziata con uno dei suoi sorrisi che le trasmettevano sempre
tanta felicità.
Raggiante
ed elettrizzata, Sakura tornò in un baleno a bordo campo. Ma qualcosa la fece
bloccare all’ improvviso: il primo tempo era finito, la squadra Tomoeda si stava
riprendendo sulla panchina e l’odiosa ragazzina che prima aveva incitato Syaoran
stava distribuendo a tutti delle bibite freschissime. Ne aveva data una anche a
Syaoran e si era addirittura fermata a parlare con lui.
Sakura
provò di nuovo quella fastidiosa sensazione di disagio che le aveva provocato
prima quella ragazza.
“Sakura!”
Sakura
sbattè le palpebre: si era incantata e Syaoran, chiamandola, l’aveva riportata
alla realtà. Che cosa era quella sensazione di disagio? Perché non l’aveva mai
provata prima d’allora?
Syaoran la
fissava, preoccupato per quella sua espressione
sofferente.
“Sakura,
che succede?” le chiese lui.
Finalmente
Sakura si decise ad avvicinarsi e lanciò un eloquente sguardo alla ragazza
accanto a Syaoran.
La ragazza,
imbarazzata, sorrise e si alzò: “Ehm…ci si vede, Li!”
Non appena
la ragazza se ne andò, Sakura fissò Syaoran: “Cosa significa quel ‘ci si vede,
Li’?”
“Non ne ho
idea e, sinceramente, non mi importa!” rispose Syaoran,
tranquillamente.
Sakura si
sedette accanto a lui, stringendo tra le mani la borsa del ghiaccio e la
bottiglia d’acqua.
Syaoran
intuì ciò che stava provando Sakura e la guardò,
sorridendo.
“Quella è
per me?” chiese Syaoran, indicando la bottiglia d’acqua.
“Hai già
l’altra bibita. Non ti basta?” esclamò lei, con acidità.
Syaoran
posò la bibita per terra e tornò a guardare Sakura: “A dire il vero, preferisco
la tua!”
Sakura si
voltò verso di lui, non più imbronciata.
“Perché?!”
“Perché
l’hai presa con tanto amore solo per me! Sei stata molto premurosa,
Sakura!”
Sakura
sentì tornare in lei la felicità e consegnò a Syaoran la bottiglia d’acqua:
“Tieni!”
“Grazie!”
esclamò lui, rivolgendole un sorriso.
Il sorriso
di Syaoran le fece dimenticare completamente ciò che aveva provato pochi istanti
prima.
Accorgendosi, poi, di qualcosa di
ghiacciato tra le mani e sulle gambe, Sakura scattò in
piedi.
“Che ti
prende?” chiese Syaoran.
“Ho preso
anche un po’ di ghiaccio per la tua botta!” rispose Sakura, inginocchiandosi
davanti a lui.
“Ma io sto
bene!”
“Non
importa! Un po’ di ghiaccio non ti farà male!”
Così
dicendo, Sakura appoggiò la borsa del ghiaccio sul ginocchio destro di Syaoran,
che sussultò lievemente.
“E’
freddo!” commentò Syaoran.
Sakura
rise: “Forse perché è ghiaccio!”
Syaoran la
guardò ridere e provò una bellissima sensazione: lei che si prendeva cura di lui
era una situazione che sapeva di amore e di dolcezza…
“Sai, mi
sono preoccupata quando ti ho visto cadere! È stata proprio una brutta caduta!”
disse Sakura.
“Scusami!”
esclamò Syaoran, chinando il capo.
Sakura alzò
lo sguardo e appoggiò una mano sul suo viso: “Syaoran, ma non è stata certo
colpa tua! È tutta colpa di quel ragazzo che ti ha spinto per terra. Se potessi,
gli lancerei contro la carta del vento per fargli fare un bel volo e poi potrei
farlo cadere a terra come è successo a te! Occhio per
occhio…”
“…dente per
dente, sì! Però, Sakura…- disse Syaoran, coprendo le mani della ragazza con le
sue-…a me vien voglia di ringraziarlo!”
“Per quale
motivo?”
“Perché
quello che mi stai facendo provare in questo momento, mentre ti stai prendendo
cura di me con così tanto affetto, è qualcosa di unico e dolcissimo che mi fa
sentire felice!”
Sakura
arrossì, ma sorrise, chinando il capo.
Quando fu
il momento di ricominciare la partita, il coach Terada si avvicinò a Syaoran,
che scattò in piedi.
“Te la
senti di giocare?” gli chiese il coach.
“Sì!”
Sakura si
alzò in piedi e, leggermente preoccupata, gli chiese: “Sei sicuro di
farcela?”
“Sì, non ti
preoccupare!”
“Prova a
saltare!” ordinò Sakura.
Syaoran la
guardò perplesso: “Cosa?”
“Vediamo se
il tuo ginocchio sta bene!”
Il coach
Terada soffocò una risatina, mentre Syaoran, rassegnato, fece un paio di salti.
Sakura scrutò attentamente il suo viso per cogliere la minima smorfia di dolore,
ma sembrava che Syaoran stesse davvero bene, perciò si
tranquillizzò.
“Contenta?”
Sakura
sorrise: “Sì, grazie! Puoi riprendere la partita!”
“Grazie,
coach!” scherzò Syaoran.
*****
La squadra
Tomoeda vinse la partita per
36 a 30.
Sakura era felicissima: Syaoran aveva segnato molti punti ed era diventato
davvero bravissimo. Voleva essere la prima a fargli i complimenti, ma entrambe
le squadre si trovavano negli spogliatoi a fare la doccia e
cambiarsi.
Sakura,
perciò, decise che avrebbe aspettato Syaoran fuori dagli spogliatoi. Così si
avviò allegramente verso la sua destinazione. La partita successiva sarebbe
stata a settembre: avrebbero sicuramente vinto di nuovo perché con loro
c’era…
“Syaoran…”
Sakura
aveva solo sussurrato il suo nome, incredula. Era ancora distante qualche metro
dagli spogliatoi, ma era riuscita a intravedere il suo Syaoran insieme alla ragazza di
prima, quella che gli aveva offerto una bibita al primo intervallo. Sembrava che
stessero solo parlando, ma a Sakura non importava più di tanto. In quel preciso
momento sentì una incredibile rabbia esplodere dentro di lei. Riuscì, tuttavia,
a controllarsi e a ragionare con calma: in fondo, stavano solo
parlando.
Ma i due
cominciarono ad allontanarsi insieme. Sakura inspirò profondamente e li seguì,
facendo attenzione a non farsi scoprire da Syaoran, che ogni tanto si voltava
indietro, come se sapesse che lei li stava seguendo.
Syaoran e
la ragazza si fermarono vicino a un gruppo d’alberi e ripresero a parlare.
Sakura moriva di curiosità: cosa si stavano dicendo?
A un tratto
le venne un’idea e prese il suo magico ciondolo.
“Chiave che
possiedi la forza della stella, mostrami la tua vera natura! È Sakura che te lo
ordina! Release! Rescissione del sigillo!”
Sakura
aveva recitato la formula a bassa voce, ma il suo scettro rosa era comparso
davanti a lei; perciò lo afferrò.
“Jump!
Salto!”
Grazie alla
carta del salto, Sakura riuscì a saltare sui rami degli alberi e, con agilità,
raggiunse quello più vicino a Syaoran e alla ragazza: si trovava praticamente
sopra di loro.
“Allora,
cosa volevi dirmi?” chiese Syaoran.
La ragazza
divenne, all’improvviso, tutta rossa e si guardò le mani,
imbarazzata.
“Ecco…volevo dirti che…trovo che tu
sia un ragazzo fantastico, Li. Sei veramente gentile e molto
carino…”
“Grazie!”
disse Syaoran, senza batter ciglio.
Sakura
rimase molto colpita dalla freddezza con cui Syaoran aveva accolto quelle
parole. Eppure, quando era stata lei a rivolgergli le stesse parole il giorno
del White day, Syaoran era diventato rosso come un
peperone.
Anche la
ragazza rimase molto impressionata dalla sua reazione.
“Ed è per
questo che…tu…tu mi piaci, Li!”
Sakura si
coprì la bocca con una mano prima che potesse dire, o meglio, urlare qualunque
cosa le dettasse la sua parte irrazionale: una parte di se stessa che Sakura
stava scoprendo solo ultimamente, da quando lei e Syaoran stavano insieme. Era
ciò che le faceva provare tristezza quando non poteva vedere Syaoran, paura
all’idea di poterlo perdere e rabbia se qualche ragazzina come quella avesse
mostrato troppo apprezzamento per Syaoran.
Syaoran,
con la solita freddezza, sospirò: “Ascoltami, Iwo…”
“Chiamami
Haiko!” disse la ragazza, più rossa che mai.
“No, non
posso!”
“Perché?”
domandò lei, turbata dalla risposta di Syaoran.
Syaoran
sorrise, come se gli fosse venuto in mente un pensiero felice: “Non posso perché
chiamo per nome solo le persone più importanti per me!”
Haiko
sembrava, a questo punto, rassegnata a un rifiuto: “Cioè?”
“Le mie
sorelle e…Sakura!”
“Intendi
Kinomoto?”
Syaoran
annuì e Sakura venne travolta da un’improvvisa ondata di sollievo: dopo quel
sentimento di astio per Haiko, ora in lei ritornò la pace. Come aveva potuto dubitare
della fedeltà e dei sentimenti di Syaoran?
“Allora, è
vero che state insieme!”
“Sì. Sakura
è la persona più importante della mia vita e io ne sono davvero
innamorato!”
Il rimorso
di Sakura era durato ben poco e fu sostituito dalle parole di Syaoran, così
dolci e sincere. Sakura sorrise e sentì gli occhi riempirsi di
lacrime.
“Beh…allora, scusa per il
disturbo!”
Syaoran
sapeva cosa si provava a non essere ricambiati: glielo aveva mostrato Sakura,
quando era ancora innamorata di Yukito. E anche lui, conscio di questa
situazione, pensava che avrebbe provato lo stesso se si fosse dichiarato.
Invece, per fortuna, era andato tutto per il meglio…
“Mi
dispiace, Iwo! Sono sicuro che troverai qualcuno meglio di
me!”
Haiko gli
sorrise, lo ringraziò con un inchino e se ne andò.
Syaoran
sospirò: era la prima volta che gli capitava di dover rifiutare qualcuno e non
era una bella sensazione. In fondo, con un semplice no si causava in quella persona una
terribile sofferenza.
Sakura
intuì a cosa stava pensando Syaoran e si sporse in avanti per guardarlo meglio.
Appoggiò un piede su un ramo più in basso, ma questo non resse il peso e si
spezzò, lasciandola cadere.
“Aaahhh!”
Prima che
Syaoran potesse rivolgere lo sguardo verso l’alto, venne atterrato da qualcosa,
o meglio, qualcuno che conosceva molto bene!
“Sakura!”
Sakura
arrossì e rise imbarazzata: “Ciao, Syaoran!”
“Che cosa
facevi là sopra?” chiese lui, che però non sembrava molto
sorpreso.
“Io?
Ehm…ecco…a dire il vero…niente!” rispose lei, sempre più a
disagio.
“E come ci
sei arrivata?”
Sakura
piegò una gamba, indicando la scarpa dotata di un temporaneo paio di
alette.
“La carta
del salto!”
“Esatto!”
esclamò Sakura, guardando negli occhi Syaoran, sdraiato sotto di
lei.
Syaoran la
fissò più seriamente.
“Lo so che
mi ha seguito. Ho avvertito la tua forza magica. Ma mi spieghi per quale
motivo?”
Sakura
chinò il capo e si appoggiò con una guancia al petto di Syaoran, il cui cuore
mancò un battito.
“Ero venuta
ad aspettarti fuori dagli spogliatoi perché volevo essere la prima a farti i
complimenti per la partita. Però, poi, ti ho visto con quella ragazza e ho
provato rabbia mista a una tristezza che mi ha fatto provare una stretta
dolorosa al cuore. E, quasi senza riflettere, vi ho seguiti. Dopodiché ho usato
la carta del salto e sono arrivata in cima a questo albero, per poter sentire
quello che vi stavate dicendo.”
Sakura
riuscì a sentire i battiti del cuore di Syaoran aumentare a ogni sua
parola.
“Scusami,
ti prego, Syaoran! Non volevo farti arrabbiare!”
“Non sono
arrabbiato!”
Sakura
sollevò il viso per guardarlo negli occhi: “No?”
“No, anzi,
mi ha fatto piacere che tu sia stata gelosa!”
“Allora…questa è la
gelosia…”
“Sì!”
“Non è una
bella sensazione!”
“Infatti
non bisogna essere troppo gelosi, altrimenti il rapporto potrebbe rovinarsi!-
disse Syaoran, accarezzandole una guancia e accorgendosi che questa era umida-
Sakura, ma tu…hai pianto?”
“Io? No…non
proprio. Mi sono solo commossa per quello che hai detto!”
“E cosa
avrei detto?” chiese Syaoran, divertito.
“Lo sai
benissimo!”
“Rinfrescami un po’ la
memoria!”
Sakura
abbassò lo sguardo timidamente e arrossì: “Hai detto che io sono la persona più
importante della tua vita e che…”
“Sono
davvero innamorato di te!”
“E’ vero?”
domandò lei, tornando a guardarlo negli occhi.
Syaoran
sorrise e le prese il viso con entrambe le mani: “E’
verissimo!”
Così
dicendo, Syaoran la attirò a sé e la baciò. Sakura era incredibile: qualunque
cosa facesse era impossibile arrabbiarsi con lei.
Ma davvero
si poteva voler bene a una persona in quel modo? Syaoran, che desiderava averla
sempre accanto a sé, sentire la sua voce, la sua risata, abbracciarla, baciarla,
ne era più che convinto ora che aveva imparato ad amare proprio grazie alla sua
Sakura.
“Sakura?!
Cinesino?!”
Udendo la
voce di Kero-chan, Sakura e Syaoran si allontanarono immediatamente e guardarono
chi li aveva interrotti. Kero-chan se ne stava appollaiato sulla spalla di
Tomoyo, che, tutta divertita, li stava riprendendo con la sua inseparabilevideocamera.
“Tomoyo!”
esclamò Sakura, balzando in piedi, imbarazzata e rossissima in
viso.
“Ciao!”
disse lei, salutandola con la mano e con un gran sorriso.
“Ma…ma…ma…che stavi facendo?”
domandò Sakura, mentre Syaoran si alzava.
“Oh…Sakura!
Eravate così carini mentre parlavate che non ho resistito!” rispose Tomoyo, gli
occhi brillanti per la gioia.
“Ma
poi…noi…noi…ci siamo ba…”
“Suvvia,
Sakura, come facevo a sapere che lui ti avrebbe baciata?” continuò Tomoyo, con
malizia.
Syaoran
sorrise, divertito, mentre Sakura sospirò, rassegnata a quella passione
smisurata della sua migliore amica.
“Ah, li
avete trovati!”
I quattro
vennero raggiunti, in quel momento, da Yukito, Fujitaka e Touya; quest’ultimo
lanciò uno sguardo omicida a Syaoran, il quale aggrottò la fronte,
infastidito.
“Ragazzino,
cosa stavi facendo qui con mia sorella?” ruggì Touya,
minaccioso.
Syaoran non
disse niente, ma continuò a rivolgergli quello sguardo
rabbuiato.
“Touya!-
intervenne Sakura, preoccupata per la tensione creata da suo fratello-Non
stavamo facendo niente di male!”
“Sak…”
“Basta
così, Touya!- lo interruppe Yukito- E’ tutto a posto, dai, non
preoccuparti!”
“Ma quello
lì era…”
“Su, su,
aiutami a preparare il pic-nic!”
Yukito
riuscì ad allontanarsi con Touya e Sakura emise un sospirò di sollievo, mentre
Syaoran tornò un po’ più sereno.
Fujitaka
sorrise: “Non preoccupatevi per Touya! Anche se si comporta così, lui sa
benissimo che Li è un bravo ragazzo!”
Sia
Fujitaka che Sakura guardarono Syaoran, il quale arrossì
lievemente.
“Allora,
che ne dite di un bel pic-nic? Stamattina Touya e Yukito hanno preparato
moltissime cosa da mangiare!”
“E’
un’ottima idea!” commentò Tomoyo, che, nel frattempo, aveva preso in braccio
Kero-chan.
Sakura
prese per mano Syaoran e gli sorrise dolcemente: “Andiamo,
Syaoran?”
“Sì!”
*****
Il pic-nic
fu molto divertente per tutti, un po’ meno per Touya e Syaoran: infatti il primo
non smise un attimo di tenere sotto controllo il ragazzino accanto alla sua
sorellina; e il secondo cercò sempre di fare attenzione a non compiere qualche
gesto che lo avrebbe fatto sbranare da parte del fratello della sua
ragazza.
Dunque il
pomeriggio trascorse rapidamente e Sakura, per tutte le emozioni piacevoli, ma
anche sgradevoli provate in quella giornata, si sentì molto stanca e si
addormentò, con il capo appoggiato sulle gambe di Syaoran, il quale la guardò,
sorridendo.
Il sole non
stava ancora tramontando quando Yukito, Touya e Fujitaka decisero di tornare a
casa.
“Ma…come
facciamo con il mostriciattolo?” chiese Touya, indicando la
sorella.
“Lasciala
dormire ancora un po’.- rispose il padre, serenamente- Li, ti dispiacerebbe
accompagnarla a casa quando si sveglia?”
Syaoran
scosse il capo: “Non si preoccupi, ci penso io!”
“Seh…come
sempre…” mormorò fra sé Touya.
“Grazie,
Li!” disse Fujitaka con un sorriso.
Dopo aver
salutato, Fujitaka, Yukito e Touya se ne andarono e, vedendoli allontanarsi,
Tomoyo ridacchiò.
“Perché
stai ridendo?” chiese Syaoran, curioso.
Tomoyo
ripose un addormentato Kero-chan nello zainetto di Sakura, dopodiché tornò a
sedersi di fronte a Syaoran.
“Stavo solo
immaginando quale sarebbe stata la reazione di Touya se vi avesse visti come vi
abbiamo visti io e Kero-chan qualche oretta fa!”
Syaoran
impallidì improvvisamente: non voleva neanche prendere in considerazione quella
terrificante ipotesi. E, sapere che ora c’era un video in giro di quel
particolare momento, avrebbe potuto fargli perdere qualche notte di
sonno.
“Già,
ehm…Daidoji, a questo proposito…avrei un favore da
chiederti!”
“Cioè?” gli
chiese Tomoyo, sorridendo.
“Ehm…quel
video di prima…ecco, dovresti…evitare di farlo vedere a…ehm…occhi
indiscreti!”
Tomoyo
ridacchiò: “Ma certo! Lo terrò nella mia cassaforte con tutti i video su
Sakura!”
“Bene,
grazie!”
“Non c’è di
che!”
Syaoran
abbassò il capo per guardare Sakura, che dormiva beatamente sulle sue gambe,
mentre Tomoyo si guardò in giro, leggermente ansiosa.
“Ehm…scusa,
Li, mi sono ricordata di una cosa che devo assolutamente
fare!”
“Oh,
d’accordo!”
“Ci vediamo
domani! Ciao! E saluta Sakura da parte mia!”
”Sì,
ciao!”
Syaoran la
guardò allontanarsi, pensando che la ragazza gli era sembrata leggermente
nervosa. E lui, che non l’aveva mai vista nervosa prima d’allora, si chiese che
cosa potesse mai renderla così agitata.
Sakura, in
quel momento, si mosse nel sonno e Syaoran riportò il suo sguardo: sembrava
quasi che lei avesse voluto richiamare la sua attenzione.
Sakura era
straordinariamente bella, così innocente, così pura, così preziosa per lui, che
non aveva occhi per nessun’altra. Era incredibile il modo in cui Sakura attirava
su di sé tutti i pensieri di Syaoran in ogni momento della giornata.
Syaoran le
accarezzò delicatamente i capelli e con una mano le scostò una ciocca dalla
fronte: anche il suo sguardo era costantemente attratto da lei, come se lei
fosse diventata per lui una specie di calamita.
Nessun’altra avrebbe potuto contare
di più per lui, perché nessun’altra era come Sakura, così speciale, così dolce,
così divertente.
Qualche ora
prima Syaoran aveva detto a Iwo che lui era innamorato di Sakura…quindi lui la
amava?
Sakura si
mosse nuovamente, stringendosi di più a Syaoran; perciò lui sorrise e le baciò
la fronte.
Sì, la
amava tantissimo.
Ah, la gelosia ha colpito anche
Sakura finalmente!! Beh, spero che il capitolo vi sia piaciuto! Il prossimo si
intitola “Something new on the horizon”. Volevo chiarire una cosa: i
personaggi non avranno 12 anni per tutta la storia, infatti tra 2/3 capitoli
finirà la prima parte della storia e poi comincerà una parte in cui saranno più grandicelli!
Ringraziamenti…
Evans lily:
già, può darsi che sia per quello
che dici tu che syaoran è sempre così brusco con tutti, tranne che con la sua
sakura!!^_^ il capitolo ti è piaciuto?
sakura182blast: beh, anche syaoran avrà avuto un
padre, ma purtroppo sarà morto; peccato che le clamp non ci dicano di più su di
lui! Beh, che ne pensi del capitolo? Piaciuta la gelosia fra i due
piccioncini?
sakura
bethovina: ah, questi computer, anche il mio
ogni tanto fa i capricci e io non lo sopporto più! Comunque spero che il
capitolo ti sia piaciuto!!^_^
la
princ:grazie mille per la recensione! Sei
stata molto gentile. Anch’io adoro syaoran, come si fa a non adorare questo
personaggio?
sakura93: grazie per la recensione. Spero
che anche questo capitolo ti sia piaciuto!
Il giorno
seguente Sakura arrivò a scuola molto presto, in quanto era la responsabile
della classe. Portò a termine tutti i suoi compiti in breve tempo e si sedette
sul proprio banco, dondolando le gambe e guardando, con aria sognante, fuori
dalla finestra. Ripensò al giorno precedente: era stato molto divertente.
Syaoran aveva vinto con la sua squadra la partita di basket e le aveva detto di
essere sinceramente innamorato di lei. Ancora non riusciva a crederci,
ma…
Improvvisamente, Sakura si portò una
mano sulla bocca: lei non gli aveva detto niente! E invece lei avrebbe tanto
voluto dirgli che anche lei lo amava. Quello che provavano l’uno per l’altra non
era una semplice cotta adolescenziale: era qualcosa di molto più profondo, di
vero e importante. Syaoran era una bellissima persona di cui, ormai, lei non
poteva più fare a meno.
Sakura
sorrise a se stessa: la prossima volta che sarebbero stati da soli, glielo
avrebbe detto.
Come se
qualcuno le avesse letto nel pensiero, il primo ad arrivare in classe fu proprio
Syaoran.
“Buongiorno!” la salutò
lui.
Non appena
lo vide, Sakura divenne luminosa in viso: “Buongiorno,
Syaoran!”
Syaoran
sembrava leggermente assonnato e Sakura lo seguì con lo sguardo, mentre lui
sistemava la cartella.
“Hai
dormito bene?” gli chiese preoccupata Sakura.
“Ah, sì…sì,
grazie!” disse Syaoran, accennando un sorriso.
Sakura,
ancora seduta sul banco, girò su se stessa per poterlo guardare meglio. La
situazione sembrava ottima: lei, lui, da soli, in classe…
“Syao…”
“Ieri è
arrivata mia sorella!” disse, all’improvviso, Syaoran,
sbuffando.
“Davvero?”esclamò Sakura,
sorpresa.
“Sì, ieri
sera si è presentata a casa mia, senza neanche avermi
avvisato!”
“Ti ha
detto perché è venuta così improvvisamente?”
Syaoran
sospirò: “Mia madre era preoccupata per me e così ha mandato lei a controllare
che stessi bene, visto che le altre mie sorelle avevano importanti impegni
universitari!”
“Ti
dispiace che sia venuta?” chiese Sakura, accarezzandogli il
capo.
“No,
però…sento che c’è qualcos’altro!”
Sakura
sorrise e gli prese entrambe le mani: “Dai, Syaoran! Rilassati. La tua famiglia
si preoccupa solo per te. Puoi biasimarli?”
“No,
certo!”
“Bene,
allora stai tranquillo!”
Syaoran,
guardandola, dopo un momento di riflessione, le sorrise:
“D’accordo!”
“Sai, mi
piacerebbe conoscere la sorella maggiore del mio Syaoran!” commentò Sakura,
mentre cominciavano ad arrivare i loro compagni di classe.
Syaoran
arrossì lievemente: “ Vedrò cosa posso fare!”
“Fantastico!- esclamò Sakura,
scendendo con un balzo per terra- Però devi avvertirmi prima, così avrò il tempo
di prepararmi. Voglio fare bella impressione. Non ho mai conosciuto nessuno
della tua famiglia!”
“”Ma, tu
piaci a tutti già così!”
“Non
importa. Devi promettermi che mi dirai quando potrò conoscere tua
sorella!”
E così
dicendo, Sakura gli porse il suo dito mignolo destro. Syaoran guardò prima lo
sguardo determinato di Sakura e poi il suo dito sottile. Infine sospirò e
agganciò il dito di Sakura con il suo mignolo.
“Prometto!”
“Bene!
L’hai promesso, Syaoran! Ricorda che fino ad adesso abbiamo sempre mantenuto le
nostre promesse, quindi guai a te se…”
“Sì, ho
capito, tranquilla, Sakura!”
*****
Al termine
delle lezioni Sakura, Syaoran e Tomoyo uscirono da scuola.
“Oh,
speriamo che la verifica di matematica sia andata bene!- esclamò Sakura,
preoccupata- Era così difficile!”
“Sono
sicura che è andata benissimo. Se non sbaglio, hai studiato moltissimo per
oggi!” disse Tomoyo, con un sorriso.
“E’ vero!
Ma mi ha aiutata il migliore!”
Sakura
prese la mano di Syaoran, che arrossì lievemente, e gli baciò una guancia,
mentre Tomoyo ridacchiò, divertita.
“Grazie,
Syaoran!”
“P…prego!”
“Syaoran!”
Qualcuno lo
aveva improvvisamente chiamato: Syaoran si guardò intorno e notò Sheifa, sua
sorella maggiore, che li stava raggiungendo di corsa.
“Ah…che
bella!” commentò Sakura, notando la ragazza con capelli dello stesso colore di
quelli di Syaoran che svolazzano intorno al suo viso.
“E’ tua
sorella?” chiese Tomoyo.
Syaoran
sospirò e annuì, sconsolato.
Man mano
che la giovane donna si avvicinava, Sakura riuscì a vederla meglio e si rese
conto che l’aveva già incontrata, il giorno precedente, alla partita di basket.
Era la donnacontro cuiSakura era andata a sbattere. E quella
scoperta la lasciò stordita per una frazione di secondo, con una domanda che le
ronzava nella mente: perché non si era fatta vedere da Syaoran già il pomeriggio
precedente, mentre erano a scuola?
“Ciao,
fratellino!” esclamò Sheifa, sorridendo.
Syaoran
sospirò nuovamente: “Come mai sei qui?”
“Sono
venuta a prenderti!”
“Perché?”
“Beh…volevo
vedere la tua scuola e poi volevo conoscere i tuoi amici!” rispose lei,
guardando Sakura e Tomoyo.
“Oh,
d’accordo! Ti presento Sakura Kinomoto e Tomoyo Daidoji!” disse
Syaoran.
“Piacere di
conoscerla!” salutarono Sakura e Tomoyo, con un profondo
inchino.
“Il piacere
è mio. Sono Sheifa Li, la sorella di Syaoran! E’ davvero sorprendente vedere
Syaoran circondato da ragazze!”
Sheifa
sorrise e Sakura arrossì: assomigliava tantissimo a
Syaoran.
“Tu…-
continuò Sheifa, notando le mani intrecciate di Sakura e Syaoran-…devi essere la
ragazza del mio fratellino!”
A quelle
parole Sakura e Syaoran divennero rossissimi in viso.
“Ehm…sì!”
rispose Sakura, con voce tremante.
Sheifa si
avvicinò a lei e le sorrise: “Sei davvero molto carina. Posso chiamarti
Sakura?”
Sakura
annuì nervosamente: “Certo!”
“Scusa,
Sheifa…-disse Syaoran, attirando a sé Sakura-…io accompagno Sakura a casa,
adesso!”
“Uh, ti
dispiace se vengo anch’io con voi? Vorrei fare un
giretto…”
Sheifa era
talmente entusiasta, che Sakura non riuscì a dirle di no.
“Mi farebbe
piacere se venissi anche tu!”
“Allora io
vado, ragazzi!- disse Tomoyo- Ci vediamo domani!”
“Sì, ciao!”
la salutarono entrambi.
Mentre
Tomoyo veniva raggiunta dalle sue guardie del corpo, si congedò da Sheifa e
Sakura ne approfittò per rivolgersi quasi furtivamente a
Syaoran.
“Perché non
me l’hai detto?” gli chiese lei nervosamente.
Syaoran le
rivolse uno sguardo di pura ingenuità: “Che cosa?”
“Che veniva
tua sorella a scuola!”
“Non lo
sapevo!” si giustificò Syaoran.
Sakura lo
fissò intensamente negli occhi: “Sei sicuro?”
“Non ti
mentirei mai!”
Anche
questo era vero: Syaoran non le aveva mai mentito e non avrebbe avuto senso
cominciare a mentirle in quel momento.
Syaoran le
sorrise: “Non preoccuparti. Sono sicuro che le sei piaciuta
moltissimo!”
“Dici?”
“Ma certo!
Ha detto che sei molto carina, no?” esclamò Syaoran, facendola
arrossire.
Tomoyo se
ne andò con le sue guardie del corpo e Sakura potè finalmente avviarsi verso
casa, insieme a Syaoran e Sheifa.
“Allora,
Sakura…così adesso sei tu la nuova padrona delle Clow
Card!”
“Si
chiamano Sakura Card!” la corresse Syaoran.
“Oh, sì,
certo, fratellino!”
Sakura
sorrise imbarazzata: “Sì!”
“Devi avere
una forza magica notevole!” commentò Sheifa.
“Beh…non
saprei…”
“Dai…non
fare la modesta!- intervenne Syaoran- Hai una forza magica straordinaria, che si
è evoluta grazie alla tua determinazione e forza di
volontà!”
“Quello che
dice Syaoran è giusto. Dopotutto sei riuscita a far evolvere tutte le Clow Card
nelle Sakura Card! Hai superato il nostro antenato, il grande mago Clow
Leed!”
Sempre più
imbarazzata, Sakura rise nervosamente: “Ma io ci sono riuscita solo perché avevo
con me Kero-chan, Yue, Tomoyo e, soprattutto, Syaoran. Senza il suo sostegno non
sarei mai riuscita a battere Eriol!”
“Io…non ho
fatto poi molto!”
“Dici
sempre così, Syaoran. Eppure quello che hai fatto per me è unico e io non
smetterò mai di ringraziarti!”
Sakura gli
sorrise dolcemente e gli strinse una mano. Sheifa li osservò e sospirò,
attirando in questo modo l’attenzione di Sakura e Syaoran, che si voltarono
verso di lei.
“Che
succede?” chiese Syaoran.
“Ah…è un
peccato che debba restare così poco. Mi sarebbe piaciuto vedervi fare i
piccioncini ancora per qualche giorno.”
Syaoran
arrossì, mentre Sakura ridacchiò.
“Ma che
stai dicendo?”esclamò imbarazzato Syaoran.
Sheifa gli
sorrise: “Soprattutto perché non ti ho mai visto così sereno e…felice. E
immagino che sia tutto merito di Sakura!”
Le parole
di Sheifa le fecero una provare una felicità immensa: sapere che era lei a far
stare così bene Syaoran era magnifico.
Ripensando,
poi, a ciò che aveva detto Sheifa qualche attimo prima, Sakura le chiese:
“Quanto tempo si ferma a Tomoeda, signorina Li?”
“Oh, ti
prego, chiamami semplicemente Sheifa!”
“D-d’accordo!”
“Io devo
ripartire domani sera. Sono venuta solo per vedere come se la passa il piccolo
di casa e, direi, che se la passa piuttosto bene!” rispose Sheifa, scompigliando
con la mano i capelli di Syaoran.
Syaoran,
arrossendo,le ringhiò contro: “Non sono il piccolo di
casa!”
Sheifa
rise: “Anche se sei cresciuto e sei diventato un ometto, sarai sempre il piccolo
di casa, Syaoran!”
Sakura
assistette al battibecco tra i due fratelli, divertita: dovevano volersi
veramente bene. Sheifa era molto affettuosa con Syaoran: probabilmente dopo la
morte del padre, le sue sorelle lo avevano ricoperto d’affetto e di attenzioni
per non fargli sentire la mancanza di una figura paterna. Eppure Syaoran non era
certo viziato, tutt’altro: per Sakura lui era la persona più gentile e altruista
del mondo.
Ridendo e
scherzando, i tre giunsero di fronte casa Kinomoto e Syaoran, all’improvviso, si
sentì tremendamente imbarazzato a salutare Sakura come faceva ogni giorno.
D’altronde, come poteva farlo con gli occhi curiosi di sua sorella che non si
smuovevano da lui o da Sakura?
Sheifa
intuì lo stato d’animo del fratellino e si voltò, dando le spalle ai due
ragazzi: “Fate pure come se non ci fossi!”
“Oh, ma
dai! – esclamò Sakura con un filo di voce- Non è bello che lei si
volti!”
“Sshhhh!”
fece Syaoran, prima di chinarsi su di lei e baciarla.
Sakura
sorrise, mentre lui la baciava, e gli circondò il collo con le
braccia.
Non appena
lui si allontanò da lei, le sussurrò: “Quindi, oggi avresti davvero rinunciato a
questo?”
“Oh, no,
certo che no, Syaoran.- rispose lei, guardandolo dolcemente- Non potrei mai
rinunciare a questo!”
Syaoran,
divertito, le rubò un altro bacio fugace.
“Posso
voltarmi?” chiese poi Sheifa.
“Sì!”
risposero in coro i due ragazzi, senza distogliere lo sguardo l’uno
dall’altra.
Sheifa li
guardò, sorridendo, e si schiarì la voce: “Ahem…scusa, Syaoran…dovremmo proprio
andare a casa. Avrei delle cose da fare!”
“Sì!”
“Mi ha
fatto molto piacere conoscerti, Sakura!” disse Sheifa.
“Il piacere
è tutto mio!- esclamò Sakura, con un profondo inchino- Aspettavo da tanto tempo
di conoscere qualcuno appartenente alla famiglia di
Syaoran!”
“Spero di
rivederti prima di ripartire!”
“Anch’io!”
“Ci
sentiamo domani!” le disse Syaoran.
“Sì, a
domani!”
Sakura vide
Syaoran e sua sorella andar via; dopodiché entrò in casa e notò che una parte
del giardino era stata sradicata e mostrava ora solo terra
rivangata.
Perciò
entrò subito in casa, alla ricerca di suo padre: “Papà! Sono a
casa!”
Lo trovò in
cucina, intento a preparare la cena.
“Bentornata,
Sakura!”
“Grazie!-
esclamò lei, appoggiando per un momento la cartella sulla tavola-
Papà?”
“Sì,
tesoro?”
“Perché una
parte del giardino è stata sradicata?”
“Perché
ormai non cresceva più niente. Così ho deciso di rinvigorire la terra con un po’
di concime per poterci piantare qualcos’altro!”
“Vuoi
piantare dei fiori?”
“Mi
piacerebbe, hai qualche idea?”
“No!-
rispose Sakura, ma subito fu colta da un’illuminazione- Però…so come trovare la
soluzione!”
Così Sakura
corse subito in camera sua, gettò la cartella sul letto e prese la sua chiave
magica.
“Ciao,
Sakura!” la salutò Kero-chan, distogliendo per un attimo lo sguardo dal
videogioco.
“Ciao,
Kero-chan!”
“Che devi
fare con quella?” chiese Kero-chan con curiosità.
Ma Sakura
non rispose e si concentrò.
“Chiave che
possiedi la forza della stella, mostrami la tua vera natura! È Sakura che te lo
ordina! Release! Rescissione del sigillo!”
“Beh? Ma
che devi fare?” domandò ancora Kero-chan.
Sakura
prese la carta del fiore: “Flower! Fiore!”
Dalla carta
comparve la graziosa fanciulla dei fiori, che sorrise a
Sakura.
“Carta del
fiore, devo piantare dei fiori in giardino, ma non so quali
scegliere!”
La carta
del fiore fece apparire fra le sue mani delle peonie; dopodiché si avvicinò a
Sakura e accostò i fiori al suo cuore. Sakura non comprese bene quel
comportamento. Così la carta rivolse il suo sguardo all’orsetto Syaoran e Sakura
sorrise.
“Sono i
fiori preferiti di Syaoran?” domandò Sakura.
La carta
del fiore le sorrise e Sakura provò una dolcissima sensazione: sarebbe stato
bello avere accanto a sé qualcosa che le facesse sempre pensare a
Syaoran.
“Grazie
mille!”
La carta
del fiore ritornò alla sua vera forma e volò tra le mani di Sakura, lasciandola
in una pioggia di peonie.
“Hai
visto?” esclamò Kero-chan.
“Cosa?”
“Le carte
sono molto affezionate a te. Ti rispettano e ti vogliono bene. Sei una padrona
molto buona!”
“Perché
siamo tutti amici!”
Kero-chan
le volò intorno: “Allora…questi fiori li seminerai nel
giardino?”
“Sì, lo
farò domani stesso!”
Infatti, il
giorno dopo Sakura si preparò, indossando una salopette di jeans e una maglietta
rosa, e si piazzò in giardino a piantare le peonie. La natura le piaceva molto,
in particolare il contatto con i fiori, dai colori vivaci e dalle forme più
svariate. A proposito di fiori…
Non sapeva
che i fiori preferiti di Syaoran fossero le peonie. Questo le fece pensare che,
probabilmente, c’erano molte cose l’uno dell’altra che ancora non conoscevano.
Ma avevano tanto tempo a disposizione da passare insieme, per conoscersi meglio,
per far evolvere il loro rapporto…
“Sakura!”
Sakura si
alzò in piedi e vide, dietro al cancelletto, Sheifa, la sorella di Syaoran: fu
abbastanza sorpresa di vederla lì, a casa sua.
“Ciao!” la
salutò Sheifa.
“C-ciao…”
“Cosa stai
facendo?”
“Stavo
piantando delle…ehm…peonie!”
“Peonie?
Non sono i fiori preferiti di mio fratello?” domandò
Sheifa.
Sakura
sorrise fra sé e arrossì: “Sì!”
Sheifa,
però, non sorrise e la guardò in modo ambiguo.
“Ti…ti va
di entrare?” chiese Sakura, imbarazzata.
Come doveva
comportarsi con la sorella del suo ragazzo? Non si era mai trovata in una
situazione del genere. E, soprattutto, erano solo lei e Sheifa; Syaoran, colui
che rappresentava l’unico legame fra le due ragazze, non era con
loro.
“Sì,
grazie!”
Sakura fece
accomodare Sheifa in salotto e cominciò a preparare un po’ di tè da offrire alla
sua ospite. Non potè fare a meno di chiedersi come mai Sheifa fosse venuta proprio da lei.
Forse passava di lì e aveva pensato di farle una visita. Però questa ipotesi non
la convinceva completamente. Così decise di chiedere direttamente a lei il
motivo di quella visita. Quando il tè fu pronto, Sakura lo portò in salotto su
un bel vassoio e lo servì a Sheifa.
“Posso
chiederti come mai sei venuta a trovarmi?”
“Volevo
parlarti!”
Sakura
sussultò, però in fondo al suo cuore se lo aspettava.
“Parlarmi?”
ripetè con un lieve tremolio nella voce.
“Sì,
esatto!”
“Riguardo…cosa?”
La risposta
a quella domanda…stranamente Sakura la conosceva già.
“Riguardo
Syaoran!”
Ok, allora, le cose cominciano a
complicarsi, perchè…beh, prima o poi doveva pur capitare qualcosa. Dunque, il
prossimo capitolo si intitola “Apart”…e mi vien già da piangere, il che è tutto
dire!!!^_^
Ringraziamenti…
Sakura bethovina:
ok, mi sono un po’ persa nei meandri
della tua recensione, ma il messaggio principale mi è arrivato e ti ringrazio!
Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!
Evans
Lily: in effetti, il capitolo precedente
era volutamente pieno zeppo di scenette tanto dolci da far venire la carie.
Questo per compensare quello che sta per succedere. Comunque grazie per avermelo
fatto notare. Mi ha fatto piacere! Spero che questo capitolo ti sia
piaciuto!
Sakura93thebest: grazie mille per la recensione.
Sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo mieloso! Spero dunque che non ti
arrabbierai troppo per quello che sta per
succedere!^_^
Sakura182blast: ah, sì, touya e i suoi battibecchi
con syaoran sono molto divertenti. Però, nel prossimo capitolo, mi è molto
piaciuto immaginare la possibile reazione di touya a quello che succederà. Nel
frattempo, spero ti sia piaciuto questo capitolo!
Sakura93: grazie per la recensione. La
risposta alla tua domanda l’hai già letta nel capitolo, quindi non ho niente da
aggiungere! Spero il capitolo ti sia piaciuto!
Sakura si
sedette, la tazza di tè fra le mani tremanti: l’espressione di Sheifa non
prometteva nulla di buono.
“Sakura,
sto per farti un discorso molto serio e so per certo che mi capirai. Sei una
ragazza intelligente e molto sveglia!”
Per qualche
strano motivo, Sakura non riuscì a ringraziarla per quelle parole: si sentiva
come paralizzata, ogni fibra del suo corpo era immobile e all’erta, quasi fosse
pronta a fuggire da un momento all’altro, non appena Sheifa avesse cominciato a
parlare. Inutile dire che Sakura aveva davvero paura di quel
discorso.
“Immagino
che mio fratello ti abbia raccontato cosa è successo nella nostra
famiglia!”
Sakura
annuì, gli occhi fissi su Sheifa.
“Bene, così
sarà tutto più semplice.- esclamò la giovane donna, posando la sua tazza sul
tavolo- Nostro padre era un avvocato e aveva uno studio legale, uno dei più
prestigiosi di tutta Hong Kong. Lui apparteneva a una famiglia molto
tradizionalista, legata agli antichi valori su cui si è sempre basata la tipica
famiglia cinese. In poche parole i beni di famiglia si devono tramandare
unicamente da padre in figlio!”
“Scusa,
Sheifa…- disse Sakura, perplessa-…mi stai facendo preoccupare. Cosa stai
cercando di dirmi?”
“Tra le
ultime volontà di mio padre, ce n’era una che riguardava il suo studio legale:
Syaoran avrebbe dovuto prenderne le redini; ma, all’epoca, ovvero quando mio
padre morì, mio fratello era ancora troppo piccolo. Così io studiai per diventare avvocato e
dirigere lo studio legale, fino a quando…”
“Fino a
quando?” chiese Sakura, incalzante.
Temeva la
risposta di Sheifa, sentiva che sarebbe successo qualcosa di triste, di molto
triste.
“Fino a
quando Syaoran non fosse diventato come mio padre, ovvero il miglior avvocato
della Cina.”
Nella mente
di Sakura cominciò a prendere forma una terribile ipotesi e fu per questo motivo
che la sua voce divenne ancora più tremante.
“Perché stai dicendo queste cose a
me?”
“Syaoran dovrebbe intraprendere gli
stessi studi di nostro padre e, nel frattempo, cominciare a frequentare lo
studio legale per prepararsi al suo futuro lavoro.”
Sakura si
guardò le mani: non riusciva a elaborare il benché minimo pensiero. L’unica cosa
che capiva era che ciò che le avrebbe chiesto Sheifa era
troppo…doloroso…
“Se resterà
qui, non potrà compiere l’ultima volontà di nostro padre.- continuò Sheifa-
Syaoran deve tornare in Cina: ha bisogno della sua famiglia e la sua famiglia ha
bisogno di lui. Ma c’è qualcosa…no, qualcuno che lo lega fortemente al
Giappone!”
Sakura
tornò a guardala negli occhi, ma i suoi occhi color verde giada, cominciarono a
lacrimare, senza che lei se ne accorgesse.
“Mi…mi stai
chiedendo di…di…lasciarlo?” chiese Sakura, ma le ultime parole le morirono in
gola.
“Lo so che
gli vuoi davvero bene, esattamente come lui ne vuole a te, e per questo te ne
sono molto grata. Infatti, il giorno della partita sono venuta di nascosto
proprio per osservare come era il vostro rapporto, diciamo, al naturale, senza
la mia presenza a influenzarvi. E ieri non mentivo quando dicevo che non avevo
mai visto Syaoran così felice. Ma devo farti questa richiesta: ti prego di
comprendermi, è per il bene della nostra famiglia!”
Sheifa
provò a prenderle le mani, ma Sakura si sottrasse, alzandosi in piedi
bruscamente: come poteva chiederle questo? Se Syaoran era davvero felice con
lei, perché sua sorella voleva negargli quella felicità?
“Suvvia,
Sakura, rifletti: tu vivi qui con la tua famiglia, hai i tuoi amici e adesso hai
anche Syaoran. Ma lui, a parte te, non ha nessun altro. Un ragazzo della vostra
età non può vivere da solo, lontano dalla sua famiglia! Quando Syaoran venne in
Giappone a causa delle Clow Card, nessuno di noi immaginava che Syaoran si
isolasse in questo modo dalla sua famiglia. E non importa se mia madre e le
altre mie sorelle hanno accettato questa situazione. Io sono la primogenita
della famiglia Li e devo far rispettare le volontà di mio padre. Syaoran, in
quanto unico figlio maschio, deve accettare questa condizione! – esclamò Sheifa,
infervorata- Pensa bene su questo punto, Sakura!”
Sheifa si
alzò in piedi e guardò Sakura per qualche secondo.
“D’
accordo?”
Quello
doveva essere un brutto sogno, un terribile incubo: non poteva essere reale e,
soprattutto, non poteva accadere a lei. Come poteva Sheifa chiederle di lasciare
Syaoran? Come avrebbe fatto senza di lui? Lei non gli voleva solo bene…Sakura lo
amava, con una tale dolcezza, con un’immensa passione.
Però…però
Sheifa non aveva tutti i torti: Syaoran viveva da solo e lontano dalla sua
famiglia. Forse Sakura stava peccando di egoismo a volerlo trattenere accanto a
sé, senza tenere conto dei suoi bisogni. Anche Syaoran, probabilmente, voleva
rispettare l’ultima volontà di suo padre, ma non aveva il coraggio di dirlo a
Sakura. Non era giusto! Era terribile ammetterlo, ma…Syaoran doveva tornare a
casa sua, in Cina.
Sakura
chinò il capo e si asciugò le lacrime: “D-d’accordo!”
“Saggia
decisione, Sakura!- commentò Sheifa, accennando un sorriso- Però…mi raccomando,
Syaoran non deve sapere nulla di questo nostro
discorsetto!”
Sakura
annuì mestamente. Dopodiché, con la morte nel cuore, accompagnò Sheifa alla
porta.
“Allora…arrivederci,
Sakura!”
“Arrivederci!” disse Sakura, con
filo di voce.
Sheifa se
ne andò e Sakura rimase a guardare la porta con un’espressione totalmente
apatica.
Doveva
lasciare Syaoran…separarsi per sempre da lui…
Improvvisamente Sakura si sentì
mancare forza nelle gambe e cadde per terra. Si lasciò andare a un pianto
disperato, rotto da forti singhiozzi. Non voleva, non poteva lasciarlo. Aveva un
bisogno disperato di lui. Se lo avesse lasciato andare, Syaoran non sarebbe più
tornato. Non l’avrebbe rivisto mai più!
“Sakura!”
Era la voce
di Kero-chan.
“Che
succede? Stai male?” le chiese preoccupato, volando accanto al suo
viso.
Sakura
cercò di calmarsi e riprendere il controllo di sé. Ma aveva bisogno di parlare
con qualcuno, qualcuno che avrebbe potuto capirla.
“Sto bene,
Kero-chan. Grazie!” disse lei, rialzandosi in piedi e asciugandosi gli
occhi.
“Ma
tu…”
“Stasera
vado a dormire da Tomoyo!- esclamò Sakura, infilandosi le scarpe- Più tardi
chiamo papà!”
Prima che
Kero-chan potesse fare o dire qualunque cosa, Sakura uscì di casa e cominciò a
correre più veloce che poteva. Le lacrime continuarono a scivolare sulle sue
guance, divenute rosse per il pianto, ma Sakura non poteva fermarle in alcun
modo.
Rapidamente, Sakura raggiunse casa
Daidoji. Quando Tomoyo la vide entrare all’improvviso in camera sua e piangere
disperatamente, divenne estremamente preoccupata.
“Sakura,
che suc…”
Sakura si
gettò fra le sue braccia, singhiozzando. Tomoyo, vedendo l’amica soffrire in
quel modo, la abbracciò, permettendole di sfogarsi quanto voleva, e la
accompagnò al letto, dove si sedettero entrambe: rimase in silenzio per tutto il
tempo in cui Sakura pianse.
Diversi
minuti dopo, Sakura si calmò abbastanza da poter parlare e provò a spiegare a
Tomoyo, con un minimo di lucidità, quello che era appena successo. Tomoyo la
ascoltò attentamente e, alla fine del racconto, sembrò turbata da quella
rivelazione.
“Sakura,
non puoi farlo!- le disse subito- Syaoran non ti lascerà andare così facilmente.
È troppo innamorato per capire perché lo vuoi lasciare!”
“Infatti…non deve capire. È un
segreto!”
“Resta il
fatto che farà di tutto per non perderti. Sarà più determinato e testardo del
solito!”
“Allora
devo ferirlo di più!”
“E
come?”
“Gli dirò
che per tutto questo tempo ho solo finto di volergli così
bene.”
“Ma come
puoi dirgli una bugia tanto grande?”
Sakura
strinse fra le mani il ciondolo magico che indossava al collo e chiuse gli
occhi.
“So come
fare e lo farò!”
*****
Sakura
passò la notte insonne: meno di 24 ore e avrebbe perso per sempre la cosa più
bella che le fosse mai capitata in quei suoi primi 12 anni di vita, Syaoran. E
più ci pensava, più desiderava non lasciarlo.
Doveva,
però, cominciare a vederlo non più come il suo splendido ragazzo, ma come un
semplice conoscente, niente di più niente di meno. Anche se era davvero un’ardua
impresa: era pur sempre Syaoran, suo rivale e compagno di avventure, amico
fidato e sincero, ragazzo straordinariamente gentile e
premuroso.
Infatti, la
mattina seguente, a scuola, fu molto difficile mostrarsi fredda nei suoi
confronti. Naturalmente Syaoran se ne accorse, ma Sakura sviò abilmente la sua
attenzione verso qualcos’altro.
“Ci
possiamo vedere oggi pomeriggio, dopo la scuola?” chiese Sakura, accennando un
flebile sorriso.
“Sì, però
prima devo terminare i miei compiti da rappresentante!” rispose
lui.
“Allora ti
aspetto al parco del re pinguino!”
“D’accordo!”
Povero
Syaoran! Non poteva nemmeno immaginare cosa lo aspettasse quel
pomeriggio.
La
giornata, intanto, sembrava non terminare più: i secondi divennero minuti, i
minuti ore…sembrava l’ultimo giorno di un condannato, quello più lungo. E Sakura
non riusciva più a sopportare quell’attesa: prima accadeva, meglio era.
Altrimenti non avrebbe avuto la forza necessaria per
farlo.
Alla fine
l’ora fatidica arrivò: Sakura, dopo la scuola, si recò subito al parco del re
pinguino e si nascose dietro a un gruppo di alberi. Rigirò tra le mani il suo
magico ciondolo e preparò le card da usare. L’attesa era snervante e Sakura
cominciò a sperare che Syaoran non arrivasse più. Però, dopo un’abbondante
mezz’ora, Syaoran arrivò.
Sakura,
ancora nascosta fra gli alberi, prese in mano il suo ciondolo: non doveva
piangere, doveva mostrarsi forte e sicura delle sue parole. Lo stava facendo per
il suo bene.
“Chiave che
possiedi la forza della stella, mostrami la tua vera natura! È Sakura che te lo
ordina! Release! Rescissione del sigillo!”
Sakura
afferrò lo scettro e lo strinse al cuore, insieme a due delle sue
card.
“Aiutatemi,
vi prego. Ho bisogno del vostro aiuto, ora più che mai! – disse Sakura,
lasciandosi sfuggire una lacrima solitaria- Carta dell’Illusione, rendi le mie
parole sincere e veritiere verso colui che più di tutti è importante per me.
Illusion! Illusione!”
Il potere
dell’Illusione la avvolse totalmente, ma Sakura non aveva ancora terminato la
sua preparazione.
“Cancellazione, elimina ogni minima
traccia di magia che lui può avvertire attorno a me. Erase!
Cancellazione!”
Anche la
carta della Cancellazione agì su di lei e, quando tutto terminò, Sakura inspirò
profondamente e raggiunse Syaoran.
“Syaoran!”
Syaoran si
voltò verso di lei e le sorrise: un sorriso, il suo sorriso che le faceva
inspiegabilmente tremare le gambe ogni volta che lui lo rivolgeva a
lei.
“Ciao!”
esclamò lui, provando a baciarle una guancia.
Ma Sakura
si sottrasse al suo tocco e Syaoran divenne improvvisamente teso e
preoccupato.
“Sakura…sei
strana oggi. Ti senti bene?” le chiese lui, appoggiando una mano sul suo
viso.
Ancora una
volta Sakura fu costretta a sottrarsi al suo tocco gentile: “Syaoran…devo
parlarti di una cosa molto importante!
“Di…di cosa
si tratta?”
Doveva
sembrare fredda e decisa. La carta dell’Illusione l’avrebbe
aiutata.
“Ho deciso
di lasciarti!”
Syaoran
divenne pallido tutto d’un tratto.
“Vuoi…vuoi
lasciarmi?” ripetè con voce tremante, cosa molto insolita da parte
sua.
“Esatto!”
Il cuore di
Syaoran, che batteva rapidamente e con intensità ogni volta che la vedeva,
sembrò fermarsi con quella semplice parola.
“Perché?”
Sakura non
rispose, cercando di trovare un valido motivo che l’avesse spinta a quella
decisione.
“Non mi
vuoi più bene? Ti sei innamorata di qualcun altro?”
Il tono di
Syaoran era tremante, ma freddo e Sakura cominciò a intravedere disperazione nei
suoi occhi. Così, per non lasciarsi coinvolgere da ciò che lui stava provando,
guardò altrove.
“Non è
questo!”
“Allora…che
cos’è successo?”
“I miei
sentimenti per te non sono più quelli di una volta. Il fatto è che non riesco
più a pensare a te come al mio ragazzo. Quel sentimento è
svanito!”
Syaoran
sembrava non credere a quelle parole: “Mi stai dicendo che non mi ami, ma
neppure mi odi?”
“Sì,
infatti. Mi sei indifferente!”
Indifferente? No, non poteva essere
vero, non dopo quello che avevano passato insieme. L’indifferenza era un
sentimento orribile. Come poteva la sua Sakura provarlo proprio nei
suoi confronti?
“Non ci
credo. Sakura!- esclamò Syaoran, prendendola per le spalle- Se ho commesso
qualche errore, saprò riparare, ma…non farmi questo…”
Sakura
sfuggì alla sua presa e, con estrema difficoltà, riuscì a guardarlo negli occhi.
“Tu non hai
fatto nulla di male, Syaoran. Non è colpa tua. Ho preso questa decisione in
quanto i miei sentimenti per te si erano affievoliti, probabilmente già poco
prima del tuo ritorno. In principio credevo che sarebbero tornati intensi come
prima, ma non è stato così. Syaoran, la lontananza non ci ha fatto
bene!”
Syaoran
scosse il capo lievemente e, con molte probabilità,
inconsciamente.
“Ma se non
mi odi, potremmo restare insieme. Io ti voglio ancora bene!” disse lui, quasi
implorandola, e la abbracciò tutto d’un tratto.
Perché
Syaoran doveva comportarsi così? Rendeva tutto ancora più
difficile.
“No, non
voglio più stare con te, Syaoran.- esclamò Sakura, scostandosi con poca
delicatezza da Syaoran- Per tutto questo tempo, nella speranza di tornare a
volerti bene come prima, ho usato la carta dell’Illusione per farti credere che
i miei sentimenti fossero sinceri. Ma non era giusto continuare a mentirti in
quel modo.”
Le mani di
Syaoran, ancora sulle braccia di Sakura, tremando, si allontanarono con estrema
lentezza da lei. E, nei suoi occhi, Sakura poteva ora scorgere rabbia, insieme
alla disperazione.
“Mi hai
mentito? Tutti i bei momenti passati insieme erano solo menzogne?” esclamò
Syaoran, incredulo.
Sakura
annuì, colpevolmente.
“Come hai
potuto farmi questo? Io mi fidavo di te!”
Sakura
distolse nuovamente lo sguardo: era troppo da sopportare. Non lo aveva mai visto
soffrire in quel modo.
Syaoran,
con le braccia lungo i fianchi, strinse i pugni e la guardò, quasi trattenendo
il fiato: “E ti amavo!”
Anche lei,
anche lei lo amava, disperatamente e tanto che le faceva male il cuore ogni
volta che lui non era con lei. Però, Sakura non poteva allontanare ulteriormente
Syaoran dalla sua famiglia. Non era giusto.
“Mi…mi
dispiace, Syaoran!- gli disse, dandogli le spalle- Spero che un giorno potrai
perdonarmi!”
“Sakura…”
Ma lei
cominciò ad allontanarsi da lui, ignorando quel suo tentativo di trattenerla con
sé. Sakura uscì dal parco e non appena fu al sicuro, lontano dai begli occhi
color ambra di Syaoran, si fermò per qualche minuto, accasciandosi a terra
contro una parete. E cominciò a piangere in silenzio, sfogandosi ancora un po’.
Era davvero finita! Aveva lasciato Syaoran. Si odiava per come lo stava facendo
soffrire e non si sarebbe sorpresa se anche lui avesse cominciato ad odiarla.
Quando si sentì pronta, tornò a casa: il suo aspetto così esausto, disperato,
richiamò immediatamente l’attenzione del padre.
“Sakura?”
Gli occhi
di Sakura, insolitamente spenti, si annebbiarono nuovamente e lei cadde per
terra.
“Ho fatto
una cosa orribile!” disse lei, tra i singhiozzi.
Fujitaka le
fu subito accanto, accarezzandole i capelli.
“Cos’è
successo?”
“Io…io…”
Ma prima
che potesse dire qualunque cosa, Sakura svenne tra le braccia del
padre.
*****
Quando
Sakura si risvegliò, si ritrovò in camera sua, coricata nel suo letto: aveva la
mente annebbiata e, con dolore, ricordò quanto aveva appena fatto a
Syaoran.
“Ben
svegliata, mia cara!” le disse una voce gentile.
Suo padre
era seduto accanto a lei e subito vennero raggiunti da Touya e da Yukito,
entrambi molto preoccupati.
“Papà…”
“Tesoro
mio, mi sono spaventato molto quando sei svenuta. Eri così pallida e…quasi senza
vita, come un fantasma. Cos’è successo?” chiese Fujitaka, prendendole una
mano.
Sakura
chinò il capo: a loro poteva dirlo. Erano la sua famiglia,
dopotutto.
La notizia
lasciò tutti molto sorpresi. Eppure tutti e tre non erano d’accordo su quello
che aveva fatto Sakura.
“Avresti
dovuto parlarne con lui!” aveva detto Yukito.
E suo
padre: “Li è abbastanza maturo da scegliere da solo cosa fare nella
vita!”
“E,
sicuramente, avrebbe scelto di restare qui, con Sakura!” aveva terminato
Touya.
Ormai non
poteva più tornare indietro, Sakura aveva preso la sua decisione: Syaoran doveva
stare accanto alla sua famiglia, non poteva abbandonarli. E, soprattutto, doveva
adempiere le ultime volontà di suo padre. Sakura non avrebbe potuto impedirlo in
alcun modo.
Stesa nel
suo letto, Sakura guardò Kero-chan: sembrava dispiaciuto per ciò che era
accaduto. Dopotutto, anche se Touya e Kero-chan avevano da sempre avuto un certo
dissapore nei confronti di Syaoran, per quello che lui aveva fatto per lei, per
quello che lui rappresentava per lei, Syaoran era rispettato da
entrambi.
“SAKURA!”
Sakura
sussultò e si alzò in piedi: quella era la voce di Syaoran. Perché si trovava
lì?
Corse alla
finestra, con l’ansia che le attanagliava il cuore, e vide un esasperato Syaoran
davanti al cancelletto di casa sua.
“Sakura!
Vieni fuori!” urlò nuovamente Syaoran.
Sakura
corse giù per le scale, ma si fermò sull’ ultimo scalino: Touya era uscito prima
di lei, per affrontare Syaoran e la sua disperazione.
“Ragazzino…vattene!”
“No! Devo
parlare con Sakura! Non mi può lasciare così!”
“Lei non
vuole parlarti!”
Touya lo
aveva raggiunto e fu molto colpito da quello strano, davvero insolito sguardo di
Syaoran, così perso, così vuoto.
“Deve
spiegarmi perché mi ha mentito…non lo ha mai fatto…non è da
lei…”
“Mettiti il
cuore in pace, ragazzo!”
“Non avrò
pace finchè non avrò scoperto perché mi ha mentito. So che c’è un altro motivo!-
esclamò Syaoran, gettandosi su Touya- Fammi passare!”
Touya lo
afferrò per le spalle e lo guardò fisso negli occhi: “Non puoi fare più niente,
Li! Dimenticala e vattene il più lontano possibile!”
Chissà
quale fra le parole di Touya lo aveva fatto calmare improvvisamente: dimenticala, o lontano, o forse Li. Era la prima volta che lo chiamava
per nome.
E così
Syaoran, con uno strattone, si liberò dalla stretta di Touya e corse
via.
Sakura
tremava per la scena a cui aveva assistito: Tomoyo le aveva detto che Syaoran
non avrebbe accettato facilmente quella improvvisa e inattesa separazione, ma
non si aspettava certo qualcosa del genere. E questo contribuì a farla sentire
ancora più male.
Ormai non
poteva fare più niente: poteva solo aspettare che il dolore di quel momento
passasse e che…dimenticasse Syaoran?!
Oh, no,
come poteva dimenticarlo? Sarebbe stato sempre molto importante per lei: il suo
più grande amore, così prezioso, così unico. Nessuno mai avrebbe potuto contare
di più per lei o prendere il suo posto nel suo cuore.
Il suo
cuore sarebbe appartenuto per sempre a Syaoran, anche se lui fosse tornato in
Cina, anche se per i prossimi, lunghissimi, insopportabili anni fossero stati
separati.
Ok, non uccidetemi, please!! Pensate
solo che la storia non è finita! Ora arriva la parte più interessante. I nostri
eroi si ritroveranno fra qualche capitolo, pochi, ve lo assicuro. Nel frattempo,
il prossimo si intitola “Revengeful thoughts”…pensieri vendicativi…Qui però
vedremo a che punto è arrivata la ragazza del prologo,
ricordate?
Ringraziamenti…
Sakura182blast:
oh, quante domande…per fortuna che
il capitolo ha già risposto a tutte. Spero che il capitolo ti sia piaciuto,
anche se è un bel po’ triste!! -_-‘
Sakura
bethovina: tra computer e studio ti capisco!!
Spero però che adesso il capitolo non abbia su di te strani effetti…tipo voglia
improvvisa di uccidermi…Ecco, se dovesse capitare ti prego difare un respiro profondo e di
trattenerti!!^_^ sfogati pure nella recensione.
Sakura93thebest:
mi spiace ma proprio in questo
momento il nostro syaoran è su un aereo per la cina. Ma io credo che abbia un bel
biglietto di ritorno per il giappone…solo che potrà prendere quell’aereo tra
due, tre capitoli. Spero comunque che il capitolo ti sia piaciuto!! Anche se è
accaduto tutto quello che non volevi accadesse…
Sakura93:
forse in questo momento stai
pensando che era meglio se non aggiornavo. Ma la storia deve andare avanti.
Quindi, spero che il capitolo ti sia piaciuto!
Evans
Lily: ora penso che potrai capire perchè
due capitolo fa avevo esagerato con le scene da carie!!^_^ dovevo pur compensare
quello che doveva succedere in questo capitolo, no? spero solo che, nonostante
tutto, il capitolo ti sia piaciuto!
“Il
giudizio è terminato! Io, il giudice Shinto, riconosco Savine come nuova padrona
delle Card! D’ora in poi le Tai Sun Card saranno le Savine
Card!”
Savine
guardò il proprio scettro e le Card. I bordi del retro di ogni carta erano
argentati, con una semiluna ad ogni angolo; nel centro c’era il suo circolo
magico a caratteri argentati su uno sfondo nero. Quella era stata un’impresa
molto faticosa, per cui lei aveva fatto parecchi sacrifici…totalmente da sola.
Da sola aveva localizzato ogni Card, da sola le aveva affrontate e da sola le
aveva catturate…
Poi,
all’improvviso, era arrivato Shinto, il giudice, per sottoporla al suo giudizio.
Era stato uno scontro intenso: Shinto era davvero in gamba, ma anche lei non era
da meno. La cattura delle Card l’ aveva resa forte. Mai e poi mai Savine avrebbe immaginato
che potesse arrivare a untale
livello di forza magica. Anche Shinto glielo aveva detto. E ciò la rendeva
immensamente felice e appagata.
Ma per
essere pienamente soddisfatta doveva vendicare Tai Sun. Dunque, la parte più
difficile del suo piano doveva ancora arrivare.
“Savine!”
la chiamò Shinto, avvicinandosi a lei.
Savine si
voltò verso di lui e i capelli ramati ondeggiarono, facendo luccicare i riflessi
rosso rubino.
“Sì?”
“Il mio
giudizio è terminato, però… desidererei che tu mi permettessi di stare ancora al
tuo fianco!”
Savine gli
sorrise: “Ah, sì?”
“Sì! Prima
di morire, Tai Sun mi chiese di prendermi cura di te, anche dopo il giudizio
finale. Il che significa che mi toccherà seguirti anche nella tua
vendetta!”
Savine
scosse il capo: “Oh…mio caro Shinto, se ti esprimi in questo modo non credo
proprio che riuscirai a convincermi! Sembra che per te questo sia solo un
dovere. Io, invece, vorrei tanto che per te questo sia anche
un…piacere…”
Il tono
usato da Savine gli provocò un brivido che gli percorse tutta la schiena. Era
così strana quella ragazza di 16 anni: riusciva a farlo rabbrividire
piacevolmente con uno sguardo o una semplice parola. E lui, che era solo un
ragazzo della sua stessa età, sentiva di non poter resistere al suo
fascino.
“Ah…ehm…certo!- disse Shinto,
balbettando, mentre Savine si avvicinava a lui- Sarà…un vero…piacere aiutarti
nella tua vendetta! Non è solo un dovere per me!”
Savine
sorrise e gli appoggiò una mano sul torace, accarezzandolo: “Beh…allora,
d’accordo. Credo che lascerò che tu mi aiuti!”
E, così
dicendo, gli sfiorò le labbra con le sue.
Ancora
tremando, Shinto la guardò, perplesso: “Come fai a fidarti di me? Mi conosci
appena…”
“Se mio
padre ti ha chiesto di aiutarmi, vuol dire che si fidava di te. Quindi…perché
mai non dovrei fidarmi anch’io di te?”
“Mmm…giusta
osservazione!”
Savine gli
passò le braccia intorno al collo: “Non credi che dovremmo cominciare a ideare
il nostro piano per sconfiggere la piccola Sakura?” “In effetti…sì. Però devi
sapere una cosa!”
“Cosa?”
“Questa
ragazza è molto forte!”
Savine si
allontanò da lui, contrariata: “Ah…più di me?”
“Non ho
detto questo. Lasciami finire!- disse lui, deciso- La sua forza dipende anche da
altri fattori.”
“Quali
sarebbero questi altri fattori?”
“La sua
famiglia, i suoi amici e…un ragazzo!”
Savine
sorrise, interessata: “Oh…un ragazzo!”
“Non è un
ragazzo qualsiasi. Si chiama Syaoran, è un lontano parente di Clow Leed e l’ha
aiutata nella cattura delle Card e nella trasformazione di queste in Sakura
Card. Io li ho osservati bene, prima di incontrare te. Si sono innamorati, ma in
questo momento sono divisi per problemi familiari. Lui, però, tornerà
sicuramente se qualcosa le dovesse accadere!” spiegò Shinto, lievemente
allarmato.
“E tu
lascialo tornare!” disse lei, con molta tranquillità.
“Ma questo
la renderà più forte. Sono ancora innamorati l’uno dell’altra. E lui sarà sempre
accanto a lei per proteggerla!”
“Rilassati,
Shinto!- gli consigliò Savine- Andrà tutto bene! Se Syaoran proteggerà Sakura,
Shinto proteggerà Savine, non sei d’accordo?”
“Certo che
sì!”
“Bene. Ho
già un piano perfetto per quella piccola catturacarte e il suo prode
eroe!”
“E quale
sarebbe?”
Savine
portò nuovamente un braccio intorno al suo collo: “Sai, Shinto, cos’è più
doloroso della lontananza?”
“Cosa?”
“Stare
accanto a qualcuno che ami, ma che non puoi più avere!”
Bene, so che non è successo granchè
in questo capitolo, ma spero che sia stato almeno interessante. Nel prossimo
capitolo, “The past always returns”, ritroveremo la nostra Sakura, purtroppo sola
soletta, senza il suo Syaoran.
Ringraziamenti…
Sakura93thebest:
povera sorellina di Syaoran, lei ha
agito solo per il bene del suo fratellino e della sua famiglia. Comunque, spero
che il capitolo ti sia piaciuto!
Sakurabethovina: caspita! Ti sei proprio arrabbiata
per il capitolo precedente. Ma purtroppo la storia doveva andare avanti. E
comunque non dirò mai dove abito con precisione, dirò solo che sto nella
provincia di varese!!^_^
Sakura182blast: guarda, purtroppo è successo
davvero e non era solo un sogno il capitolo precedente. Mi dispiace! Ma spero
che continuerai a leggere la storia…^_^
Evans
Lily: cavolo hai solo 14 anni? Sigh…mi
sento un po’ vecchia…comunque, grazie mille per la recensione. Sei stata molto
gentile. Ma se continuerai a leggere la storia è sicuro che ti restituirò molti
anni di vita, tranquilla!! ^_^
Sakura93:
non so se questo capitolo ti abbia
consolata un po’, non credo proprio, però spero almeno che ti sia piaciuto!
Comunque grazie per la recensione!!
Stava
facendo di nuovo quel sogno. Si trovava di fronte a uno specchio molto grande.
Ma nel suo riflesso c’era qualcosa di strano: era una ragazza, sì, ma non era
Sakura. Era diversa, era oscura, misteriosa. Sakura aveva in mano il suo scettro
e anche il suo strano riflesso ne aveva uno…nero come le tenebre. E al posto
della stella dorata, c’era una cupa saetta.
Sia la
stella, sia la saetta cominciarono, a un certo punto, a ruotare vorticosamente.
E poi, all’improvviso, la saetta si fermò e Sakura guardò il riflesso nello
specchio. Accanto alla misteriosa ragazza era comparso qualcuno: un ragazzo,
anche lui stranamente oscuro e misterioso.
Con quella
apparizione il sogno terminava: Sakura si svegliò, stropicciandosi gli
occhi.
“Mmm…di
nuovo quel sogno…” disse fra sé.
“Quello con
lo specchio?” esclamò Kero-chan, facendo capolino dal suo
cassetto.
“Sì!”
Kero-chan
sbadigliò: “E’ davvero strano! Si ripete da più di un mese, eppure non è
successo ancora nulla!”
“Kero-chan…- chiese Sakura,
pensierosa-…credi che sia un sogno premonitore?”
“Sì,
Sakura! Tu hai questo dono e credo che questo sogno ti voglia dire qualcosa!”
esclamò Kero-chan, volando sulle sue gambe.
“Probabilmente c’è qualche
avversario in arrivo!”
“Probabile,
ma non capisco cosa significa la stella del tuo scettro che continua a
ruotare!”
“Non so!-
sospirò Sakura, alzandosi in piedi- Adesso sarà meglio che mi sbrighi. Devo
preparare la colazione!”
Detto
questo, Sakura si lavò e, dopo qualche minuto, tornò in camera sua per
vestirsi.
“Cosa devi
fare oggi, Sakura?” le chiese Kero-chan.
“Devo
uscire con Tomoyo. Vuoi venire con noi?”
“Mi
comprerai un gelato?”
“Certo!”
“Allora, va
bene!”
Erano nel
pieno delle vacanze estive e Sakura aveva voglia di divertirsi moltissimo con i
suoi amici. Quell’anno aveva cominciato la seconda superiore: all’età di 16
anni, quindi, era normale desiderare di uscire e svagarsi con i più cari amici,
come Tomoyo e Kero-chan.
Eppure
c’era qualcosa che continuava a mancarle.
“Un gelato
fresco è proprio quello che ci vuole in una giornata calda come questa!” esclamò
Kero-chan, entusiasta.
“Hai
ragione, fa proprio caldo oggi!”
“E’ dire
che non siamo neanche a metà luglio!”
Lo sguardo
di Sakura cadde sul calendario e lei ebbe un tuffo al cuore: era il 13 luglio…il
suo compleanno. Istintivamente Sakura
guardò lì, dove prima c’era l’orsacchiotto Syaoran. Quando circa quattro anni
prima aveva dovuto lasciare Syaoran, Sakura, per superare il dolore della
separazione, aveva raccolto tutto ciò che le ricordava Syaoran e lo aveva
nascosto: foto, regali, lettere e anche l’orsacchiotto erano rinchiusi in una
scatola, riposta in fondo al suo armadio, lì dove non poteva vederla
facilmente.
Sakura
sorrise: aveva passato momenti terribili subito dopo la partenza di Syaoran per
Hong Kong. Non era neanche andata a salutarlo all’aeroporto. Era passata da casa
sua, insieme a Tomoyo, poco prima della sua partenza, e lì gli aveva detto
addio. Syaoran aveva deciso di partire subito dopo che Sakura l’aveva lasciato
e, al momento di separarsi da lei, aveva mantenuto un certo contegno. E per
Sakura fu estremamente difficile sostenere il suo sguardo freddo e i suoi modi
distaccati: si erano comportati come quando Syaoran era appena arrivato a
Tomoeda. In pochissimi giorni erano passati da fidanzati a semplici conoscenti,
proprio come Sakura desiderava...no, come Sheifa desiderava. Perché, in realtà,
quel giorno Sakura era stata più volte sul punto di gettarsi fra le sue braccia,
confessargli il vero motivo che l’aveva indotta a lasciarlo e trattenerlo con
sé. Non aveva la forza di separarsi da lui…per sempre. Per fortuna Tomoyo era
con lei: quando era sul punto di scoppiare, Sakura si voltava verso Tomoyo e si
calmava. Così lui era partito.
E da quel
giorno lei non aveva più saputo nulla di Syaoran: anche non avere sue notizie
era stato terribile da sopportare. Ma Sakura aveva la sua famiglia e Tomoyo, che
le erano rimasti accanto e l’ avevano aiutata: senza di loro non avrebbe mai
potuto superare quel momento terribile.
Ora era
sicura di stare molto meglio: Syaoran era lontano, ma era un bel ricordo
custodito nel cuore di Sakura.
“Sakura,
tutto ok?” le chiese Kero-chan, sventolandole una zampa di fronte agli
occhi.
Sakura
scosse il capo e gli sorrise: “Sì, grazie! Allora…ehm…ci vediamo
dopo!”
Dopo aver
chiuso la porta della sua camera, Sakura scese giù in cucina e cominciò a
preparare la colazione per lei, per Touya e suo padre. E, mentre cucinava, Touya
e Fujitaka la raggiunsero.
“Buongiorno!” salutò
Sakura.
“Buongiorno,
Sakura!”
Touya si
sedette e cominciò a leggere il giornale; Fujitaka, invece, si avvicinò a
Sakura.
“Vuoi una
mano, tesoro?”
“No,
grazie, papà. Ho quasi finito!”
Perciò,
Fujitaka andò a sedersi accanto a Touya e Sakura servì loro la
colazione.
“Papà,
posso chiederti una cosa?” esclamò Sakura.
“Dimmi
tutto!”
“Visto che
stasera tu non ci sei, posso invitare Tomoyo a restare a dormire da
noi?”
“Ma certo,
cara!”
“Per te va
bene, Touya?”
Touya alzò lo sguardo dal giornale,
posandolo sulla sorella: “Sì! Io, però, ritornerò tardi
stasera!”
“Non ti
preoccupare, non siamo più bambine!”
“E’ questo
che mi preoccupa!”
“Cosa
vorresti dire?” esclamò Sakura, cominciando ad alterarsi.
“Niente,
spero solo che non combinerai qualche guaio!”
“Scusa, che
tipo di guai dovrei combinare?”
“Che
so…organizzare una festa e invitare tutto il liceo Seijo. I ragazzi della vostra
età sono tremendi!”
“Non amo
quel genere di feste, lo sai benissimo!”
“D’accordo,
d’accordo! Mi fido di te, mostriciattolo!”
“E ti
ripeto che non sono un mostriciattolo!” esclamò Sakura, lanciando un minaccioso
sguardo al fratello.
Fujitaka
guardò i suoi figli bisticciare con il suo sorriso dolce e
gentile.
“Dove
andrete questa mattina tu e Tomoyo?” chiese, infine, il
padre.
“Non so, a
fare un giretto, poi andremo a mangiare e il pomeriggio organizzeremo il nostro
pigiama party!”
“La tipica
giornata di vacanza estiva, insomma!”
“Esatto!”
“Allora,
buon divertimento ragazze!”
******
In effetti
la giornata fu molto divertente; ma era incredibile come, proprio quel giorno,
ogni angolo della città, ogni più piccolo, insignificante elemento ricordasse a
Sakura Syaoran: il parco del re pinguino, un gattino color miele che
attraversava la strada, bambini che giocavano a pallone, un negozio di
giocattoli con orsetti di peluche esposti in vetrina… Erano cose che Sakura
vedeva tutti i giorni. Dunque, perché la turbavano proprio nel giorno del
compleanno di Syaoran?
Nel
tentativo di rispondere a quella domanda, Sakura fu particolarmente distratta
per tutta la giornata. Tomoyo non potè fare a meno di accorgersene, ma sollevò
la questione solo quando furono a casa. Mentre preparavano la cena, infatti,
Tomoyo le porse una domanda.
“Sakura,
stai bene?”
Sakura
guardò l’amica e le sorrise: “Ehi, che domande fai? Perché non dovrei stare
bene?”
“Ti ricordi
che giorno è oggi?”
Sakura
sussultò e chinò il capo: “Sì, certo che me lo ricordo. È…il suo compleanno!”
Anche se
Sakura era certa di aver superato il dolore per la separazione da Syaoran, il
suo nome era sempre stato tabù, soprattutto perché non parlavano quasi mai di
lui.
“E’ per
questo che oggi eri così distratta?”
“Io…ecco…non saprei.- rispose
Sakura, arrossendo lievemente- Può darsi, ma non devi preoccuparti, Tomoyo. Ero
distratta, è vero, però…sto bene!”
“Sicura?”
Sakura le
sorrise nuovamente, per tranquillizzarla: “Sicura!”
“Come vuoi
tu!”
“Andiamo a
mangiare, dai!”
Perciò
Sakura e Tomoyo portarono a tavola tutto ciò che avevano preparato per cena e,
insieme a Kero-chan, consumarono ogni cosa. Dopo la cena Sakura, Tomoyo e
Kero-chan guardarono dei vecchi video girati da Tomoyo: erano le avventure di
Sakura, in qualità di Card Captor, ma c’erano anche video più recenti, girati
negli ultimi quattro anni. Tomoyo aveva portato una scatola piena di video su
richiesta di Kero-chan, che sembrava ansioso di vederli tutti. E così
fecero.
Sakura,
però, non poté fare a meno di notare che tra quei video mancavano tutti quelli
con Syaoran e provò una sorta di nostalgia e triste voglia di rivederlo. Quando
Kero-chan aveva espresso il desiderio di rivedere i vecchi video sulle avventure
di Sakura, il suo cuore fece una piacevole capriola all’indietro: era emozionata
all’idea di rivedere Syaoran, seppur in video.
Eppure era
molto strano: lei non avrebbe dovuto provare ancora certe cose per Syaoran. Lui
era solo un bel ricordo custodito nel suo cuore.
Allora,
perché aveva un desiderio sfrenato di rivederlo, di sentire la sua voce, di
sapere qualunque cosa su di lui?
I video
terminarono e Sakura fu costretta a nascondere la sua delusione per non aver
potuto vedere nulla su Syaoran. Al momento di andare a dormire, Kero-chan volò
nel suo cassetto e Tomoyo andò a lavarsi. Sakura, invece, decise di rimettere i
video nella scatola. Ma qualcosa attirò la sua attenzione in quella scatola. Lì,
abbandonato in un angolino, c’era un altro video. Incuriosita, Sakura lo prese
tra le sue mani e trattenne il fiato quando lesse l’etichetta sul lato lungo:
“Sakura &
Syaoran”.
Quasi
inconsciamente e meccanicamente, le sue mani tremanti inserirono la cassetta nel
registratore e il video iniziò: era ambientato nella scuola media, in una
giornata che era ancora un ricordo vivissimo nel cuore di
Sakura.
La prima
scena fu l’esibizione delle ragazze pon-pon: Tomoyo non aveva perso neanche
un’acrobazia di Sakura. Dopodiché l’inquadratura seguì Sakura che correva al
bordo del campo: ed eccolo lì, Syaoran, che le sorrideva dolcemente, mentre le
diceva che era stata bravissima.
Sakura si
portò una mano sulle labbra, cominciando a sentire gli angoli degli occhi
pizzicare e un lieve dolore stringerle il cuore.
Poi ci fu
tutta la partita di basket: Tomoyo aveva persino ripreso il momento in cui
Sakura aveva procurato del ghiaccio per Syaoran, che era caduto e si era fatto
male. Sakura sorrise, ripensando a quel momento, a Syaoran che le diceva di
essere felice perché lei si stava prendendo cura di lui.
Infine il
video si interruppe per ripartire subito dopo.
“Ah! Eccoli!” disse nel video la voce di
Kero-chan.
“Sshhh!” fece la voce di
Tomoyo.
L’inquadratura mostrava Sakura e
Syaoran per terra, lei sopra di lui.
“Io? No…non proprio. Mi sono solo commossa
per quello che hai detto!” gli aveva detto Sakura.
“E cosa avrei detto?” le aveva chiesto
lui, con la sua voce calda e dolcissima.
“Lo sai benissimo!”
“Rinfrescami un po’ la
memoria!”
“Hai detto che io sono la persona più
importante della tua vita e che…”
“Sono davvero innamorato di
te!”
Sakura ebbe
un fremito e il dolore al cuore si fece più intenso.
“E’ vero?”
Syaoran le
aveva sorriso e preso il viso con entrambe le mani: “E’ verissimo!”
Dopodiché
Syaoran l’aveva attirata a sé e l’aveva baciata.
“Syaoran…”
Sakura
appoggiò una mano sul video e cominciò a piangere in silenzio. Syaoran le
mancava terribilmente e se ne stava rendendo conto solo in quel momento. O
forse, lo aveva sempre saputo, ma non aveva voluto ammetterlo per non soffrire
ulteriormente. Si portò una mano sul cuore: se solo avesse potuto vederlo ancora
una volta, sapere che stava bene, sapere che non si era dimenticato di
lei.
Lei
sicuramente non si era dimenticata di lui: non aveva dimenticato come lui le
aveva dato speranza, come la sosteneva e la incoraggiava nei momenti difficili.
Lui era sempre stato al suo fianco, diventando per lei il bene più prezioso.
Proprio lui, Syaoran. Era stato il suo più grande amore, il suo primo bacio, i
suoi primi appuntamenti. Era tutto questo e molto altro, era semplicemente
Syaoran, il suo Syaoran.
“Sakura!”
Tomoyo,
tornando in camera, vide l’amica inginocchiata di fronte al televisore, una mano
sul video, una sul cuore, che piangeva. Così le fu subito
accanto.
“Sakura, ma
che suc…” disse Tomoyo, ma si bloccò, notando il video che stava scorrendo nel
televisore.
“Oh…mi
dispiace, Sakura. Mi dispiace tantissimo. Ho controllato più volte le cassette.
Non riesco a capire come sia finita dentro la scatola!”
“Tomoyo…-
mormorò Sakura, tra i singhiozzi-…io voglio rivederlo!”
“Ma…Sakura…”
Sakura
guardò l’amica con gli occhi colmi di lacrime, che rispecchiavano il suo più
grande desiderio: “Voglio rivederlo…lo desidero
tantissimo!”
Tomoyo non
seppe che rispondere, ma lasciò sfogare l’amica tra le sue braccia ancora per
qualche minuto. Era terribile vederla in quello stato: lei, che sapeva leggere
la tristezza in ogni cuore, soffriva per le pene altrui. Ma quando era il suo
cuore a soffrire, il dolore doveva essere terribile da sopportare, anche per una
ragazza forte come Sakura.
Tomoyo la
accompagnò nel letto e restò accanto a lei, fino a che, stanca di piangere,
Sakura si addormentò.
L’amica si
assicurò che Sakura dormisse e controllò l’ora: erano le 23.45. Rispetto a Hong
Kong, erano un’ora più avanti. Quindi in Cina dovevano essere le 22.45. Chissà
se Li era ancora sveglio…
Avrei dovuto aggiornare ieri, ma ho
avuto dei problemi con il computer, quindi lo faccio oggi! Allora, cosa ne
pensate del capitolo? Devo dire la verità, non credo che mi sia venuto bene!
Quindi, se avete delle critiche fate pure, così lo modifico! Il prossimo si
intitola “An important decision” e qui vedremo invece cosa sta combinando
Syaoran.
Ringraziamenti…
Sakura182blast:
come ho accennato prima, syaoran lo
ritroveremo nel prossimo capitolo, mentre l’azione vera e propria comincerà fra
qualche capitolo. Spero nel frattempo che il capitolo ti sia
piaciuto!
Sakura93thebest:
povera Savine, ancora non ha fatto
niente di male e già tutti non la sopportano! Vabbè, spero che il capitolo ti
sia piaciuto!
Sakura93:
grazie per la recensione. È ancora
un po’ presto per scoprire il piano di Savine, ma prima o poi arriverà il
momento! Spero che il capitolo ti sia piaciuto!
Sakura bethovina:
beh, in verità all’inizio questi due
capitoli su cosa combina Savine non erano previsti. Però ho pensato che
inserirli così avrebbe dato qualcosa di più alla storia, anche perché il primo
era semplicemente un prologo, mentre il secondo spezza la storia in un momento
cruciale! Ad ogni modo, non andrei mai in Alaska, fa troppo freddo. Quindi se
vuoi venire a cercarmi vieni pure in provincia di
varese…^_^
Evans Lily:
ah, ho aggiornato prima che potevo!
Quindi, spero che tu non abbia perso anni di vita! Anni che comunque ti ridarò
con gli interessi, te lo prometto!! Comunque se tu ti senti piccola, io mi sento
già vecchia!! Quindi goditi la tua età, perché dai 18 in poi gli anni passano in
modo incredibile! ahi, ahi!! Mi dispiace che in questo capitolo c’era solo
Sakura, ma fra un paio di capitoli i nostri eroi si incontreranno di nuovo! E
naturalmente la storia sarà sempre focalizzata su di
loro!!
Syaoran
sospirò: quella festa, organizzata dalle sue sorelle per il suo 16° compleanno,
era una noia mortale. Avevano invitato tutti i suoi compagni del liceo. Ma lui
non si stava divertendo per nulla. Così era fuggito da tutti e si era rifugiato
nel grande giardino di casa Li.
Non ne
poteva più di quella vita: da quando era tornato dal Giappone, le sue sorelle
e, in particolare, Sheifa lo avevano ricoperto di attenzioni. Naturalmente
erano venute a conoscenza di quello che era successo con Sakura.
Syaoran si
sdraiò per terra, le braccia dietro la testa, e guardò le stelle nel cielo blu
notte. Brillavano come brillavano gli occhi di Sakura quando incrociavano i
suoi. Com’era possibile che anche quello fosse un effetto della Carta
dell’Illusione, che anche quella fosse una bugia? Questo grande dubbio lo
tormentava ormai da quattro anni, dal suo ritorno in Cina. E più ci pensava,
più si convinceva che c’era qualcos’altro che aveva indotto Sakura a lasciarlo.
Ma cosa?
“Li?”
Syaoran si
sollevò per guardare chi era riuscito a trovarlo.
“Ah…ciao!”
Era Shin
Chiang, una ragazza molto carina, con lunghi capelli neri e mossi e occhi
marroni: frequentava la sua stessa classe, ma la conosceva da molti anni ormai,
in quanto era figlia di amici di famiglia. Qualche mese prima lei gli aveva
dichiarato il suo amore per lui, ma Syaoran l’aveva respinta con gentilezza:
Sakura continuava a essere troppo importante per lui e Syaoran non poteva né
voleva dimenticarla. Era più forte di lui.
“Dentro
stanno ballando tutti!” disse Shin.
“Mm…”
La totale
mancanza di reazione da parte di Syaoran intimorì la povera Shin, che parlò con
voce tremante: “Non…non ti andrebbe di ballare?”
Syaoran
tornò a stendersi per terra: “No!”
“A-allora,
ti dispiace se rimango un po’ con te?”
“Fai come
vuoi!”
Syaoran
chiuse gli occhi e percepì Shin, mentre si sedeva accanto a lui. Ma nella sua
mente, nei suoi occhi apparve lei, Sakura, come se la ricordava lui. Felice,
sorridente accanto a lui…o almeno così appariva ai suoi occhi. In effetti,
quando Sakura era venuta a salutarlo prima della sua partenza, lei gli era
sembrata così diversa dal solito. Così indifferente a lui, così insolitamente
fredda. Da un momento all’altro il loro rapporto era cambiato, passando da una
bellissima e dolcissima relazione, a qualcosa di fastidiosamente glaciale e snervante.
Per Syaoran fu terribile doverla salutare, mantenendo il suo solito contegno.
In ogni istante che lei trascorse a casa sua quella mattina, Syaoran ebbe il
desiderio di abbracciarla e pregarla di farlo restare accanto a lei. La sola
idea di allontanarsi da Sakura per sempre lo rendeva nervoso e lo spaventava
terribilmente. Lui aveva un bisogno disperato di lei, come se fosse aria da
respirare, acqua per dissetarsi…
Però starle
accanto e vederla innamorarsi di qualcun altro sarebbe stato decisamente
peggio. Syaoran non avrebbe risposto delle sue azioni. Lontano dagli occhi,
lontano dal cuore: non valeva per lui, che la rivedeva ogni notte nei suoi
sogni.
Nei suoi
sogni Sakura rivolgeva unicamente a lui il suo sorriso più dolce e il suo più
amorevole sguardo. Nei suoi sogni Sakura lo baciava con delicatezza e passione.
Nei suoi sogni Syaoran rivedeva ogni singolo, preziosissimo momento trascorso
insieme a lei.
Come era
possibile che il sentimento che Sakura provava per lui e che più volte gli
aveva dimostrato, fosse svanito dal suo cuore? E se fosse stato vero che lui le
era indifferente, allora forse Sakura si era dimenticata di lui.
Diamine!
Cosa stava pensando? Era pur sempre Sakura: anche se non lo amava, non avrebbe
mai potuto dimenticare tutti i momenti passati insieme e non avrebbe mai potuto
dimenticare Syaoran.
“Li?”
Syaoran fu
riportato alla realtà da Shin, seduta ancora accanto a lui.
“Poco
fa…stavi sorridendo.”
“E allora?”
“Allora,
credo di non averti mai visto sorridere. Ultimamente poi sei sempre così
solitario e triste a scuola!”
Syaoran non
disse nulla e tornò a guardare le stelle: avrebbe tanto voluto rivedere Sakura,
almeno per assicurarsi che stesse bene anche senza di lui. Chissà cosa stava
facendo in quel momento…
“Stavi
pensando a lei?”
Syaoran,
turbato e sorpreso, la guardò: “Cosa sai tu di lei?”
“So che
deve essere una ragazza speciale se riesce a farti sorridere!” rispose Shin
Chiang, con un sorriso.
“Oh, sì…lo
è davvero!” esclamò lui, con un sospiro.
“Ti manca
molto, vero?”
“Sì!”
“Perché non
vai a trovarla? L’estate è ancora lunga, siamo solo a metà luglio!”
“Non penso
che lei mi voglia vedere!”
“Perché? È
stata lei a dirtelo?”
Syaoran fu molto
colpito da quelle parole: in effetti, Sakura non gli aveva mai detto di non
volerlo più vedere, anche se non si era fatta mai sentire in quei quattro anni.
“N-no,
però…lei non vuole più stare con me!”
“Già, ma
non ha detto che non vuole rivederti, vero?”
“Sai…-disse
Syaoran, sorridendole-…credo proprio che tu abbia ragione!”
Quel
sorriso, rivolto proprio a lei, fece arrossire tutto d’un tratto Shin Chiang.
Ma Syaoran non ci fece caso.
Una strana
agitazione si era impossessato di lui: l’idea di rivedere Sakura era
estremamente piacevole!
“Syaoran!”
esclamò una voce da lontano.
Syaoran si
voltò e vide sua sorella Feimei che lo stava raggiungendo di corsa.
“Che
succede?”
“Una
telefonata per te!”
Syaoran,
perplesso, si chiese chi mai avesse potuto chiamarlo a quell’ora. Guardò
l’orologio: erano le 22 e 51. Con una certa curiosità in corpo, Syaoran,
insieme a Feimei e Shin Chiang, tornò in casa. E rispose al telefono.
“Si,
pronto? Sono Li Syaoran!”
“Tanti auguri, Li!”
Quella
voce, così familiare, lo ammutolì per qualche secondo.
“Li? Ci sei?”
“Ah..sì, ci
sono, Daidoji!”
Tomoyo
Daidoji era all’altro capo del telefono, proprio la migliora amica della sua
Sakura.
“Meno male!”
“Gr-grazie
mille per gli auguri! Sei stata molto gentile a chiamarmi!”
“Non c’è di che. Era da molto tempo che non
ci sentivamo!”
“Già…molto
tempo!” ripetè Syaoran, un po’ abbattuto.
“Ehm…senti, Li…devo confessarti che c’è anche
un altro motivo dietro a questa telefonata! Per cui vorrei subito arrivare al
dunque!”
Il suo tono
divenne improvvisamente così serio, che il cuore di Syaoran sembrò fermarsi
definitivamente: “E’ successo qualcosa a…”
“Oh, no, no…lei sta benissimo!- si
affrettò ad aggiungere Tomoyo-Solo
che…vorrebbe tanto rivederti!”
Syaoran non
potè non essere felice per quella rivelazione. Però perché Sakura voleva
rivederlo, se era stata proprio lei a lasciarlo?
“Scusa,
Daidoji…non capisco. Lei mi ha lasciato. Perché mi vuole rivedere?”
“Tu non la vuoi rivedere?”
Quella
domanda aveva una risposta fin troppo scontata: “Io…io…s-sì, certo che la
voglio rivedere!”
“Ascolta, Li…- gli disse Tomoyo,
dolcemente-…sia tu che Sakura avete
affrontato questa separazione nel peggiore dei modi. Ti rendi conto che non vi
sentite da quattro anni? Io capisco che tu sia voluto partire perché sarebbe stato
doloroso rimanere qui, accanto a lei, provando ancora un sentimento molto
forte. Ma entrambi dovevate cercare almeno di mantenere la vostra amicizia. Non
c’è alcun dubbio che siete stati veramente importanti l’uno per l’altra: non
solo nella vostra storia, ma anche nella vostra amicizia. Anche se lei ti ha
detto che non ti ama più, tiene molto a te, perché prima di tutto per lei sei
sempre stato un grande amico. Per questo motivo dovevate sapere che era
impossibile cancellare l’una dalla mente dell’altro da un giorno all’altro.
Invece, tutte e due avete voluto trascorrere questi quattro anni soffrendo in
silenzio senza sapere praticamente nulla l’uno dell’altra! Quindi, ti prego,
Li…torna. Se non per sempre, almeno per il resto dell’estate!”
Syaoran non
sapeva cosa rispondere. Certo, Tomoyo sapeva essere molto convincente. Anche
se, in effetti, per quello che lo riguardava, Syaoran avrebbe preso il primo
aereo per Tokyo quella notte stessa, se avesse potuto.
“Ci
penserò, d’accordo?”
“Immagino che non potevo aspettarmi di più.
Comunque, fammi avere tue notizie, Li!”
“Certo.
Grazie ancora per la telefonata!”
“Un’ultima cosa: Sakura oggi ti ha pensato
molto e sono sicura che, se avesse potuto, ti avrebbe chiamato lei stessa per
farti gli auguri e lo avrebbe fatto ogni anno da quando te ne sei andato!”
“Sì, ne
sono convinto…grazie!”
“Buonanotte!
“Buonanotte!”
Syaoran
abbassò la cornetta del telefono, restando a guardarlo con aria assente. Le
parole di Tomoyo, così come quelle di Shin, risuonarono nella sua mente per
tutta la notte e per tutta la mattina seguente, durante i suoi allenamenti nel
giardino di casa sua. Syaoran, negli ultimi quattro anni, si era allenato
duramente ogni giorno, ripensando alle parole che gli rivolse un giorno Eriol.
“Sta calmo e non perdere di vista te
stesso. Solo allora potrai diventare più forte!”
Eriol aveva
ragione: se Syaoran si concentrava solo su se stesso, cacciando via ogni
pensiero, riusciva ad aumentare la sua forza magica.
Quel
giorno, però, la sua concentrazione era rivolta interamente a lei. Forse doveva
davvero andare a trovarla e assicurarsi personalmente che stesse bene. Dopo
quattro anni di allenamento, Syaoran poteva percepire la forza magica di Sakura
da Hong Kong. Stava bene. Però c’era ancora qualcosa che lo turbava. Da circa
un mese, infatti, Syaoran percepiva un’altra forza magica in Giappone, una
forza magica che emanava vibrazioni negative e che era troppo vicina e troppo
simile a quella di Sakura.
In quel
momento, con la mente, Syaoran ebbe una visione: due strane figure, una
maschile e una femminile, che teneva in mano uno scettro simile a quello di
Sakura.
La sua
preoccupazione aumentò: troppe similitudini accomunavano Sakura e la ragazza
della sua visione.
“Syaoran!”
Seduto su
una roccia enorme vicino a un bel laghetto, a contemplare, Syaoran aprì gli
occhi e si accorse che sua madre l’aveva raggiunto.
“Come mai
sei qui?”
“Ti stavo
cercando, mio caro!” rispose Li Yelan.
Syaoran
saltò giù per terra e la raggiunse.
“Perché?”
“Volevo
parlare con te!”
“Riguardo cosa?”
Sua madre
gli sorrise e gli mostrò una foto: una foto che ritraeva lui e Sakura il giorno
della sua prima e unica partita di basket alla scuola media di Tomoeda. Lei
aveva ancora l’uniforme delle ragazze pon-pon, che la rendeva ancora più
carina.
Syaoran
arrossì: “Dove…dove…l’hai…”
“Stamattina
la cameriera l’ha trovata sotto il cuscino, mentre rifaceva il tuo letto, e me
l’ha mostrata!”
La notte
precedente Syaoran non aveva dormito molto: aveva ripensato alle parole di
Tomoyo e alla sua richiesta. Così, gli era venuta voglia di rivedere Sakura
subito e aveva preso quella foto.
Fissò
quella foto per un tempo infinito, fino a quando non riuscì ad addormentarsi.
La foto l’aveva riposta sotto il cuscino un momento prima di addormentarsi,
nella speranza, forse, di riuscire a sognare Sakura ancora una volta.
“Così
questa è Sakura, dico bene?”
Syaoran,
rossissimo in volto, annuì imbarazzato.
“E’ molto
carina!”
“S-sì!”
“Perché mi
hai sempre detto che non avevi foto di lei?”
“Ecco…io…veramente…”
Yelan
sospirò, rivolgendo al figlio un amorevole sguardo: “Non importa, Syaoran.”
Detto
questo, sua madre gli porse la foto e Syaoran la prese fra le mani,
osservandola nuovamente: quella era stata una giornata bellissima e Sakura, per
la prima volta, aveva mostrato la sua gelosia nei suoi confronti.
“Quello
che, invece, mi preme sapere, Syaoran, riguarda proprio te.”
Syaoran
guardò la madre, divenuta improvvisamente seria: “In che senso?”
“Quando ho
visto questa foto, stamattina, non riuscivo a credere che fossi proprio tu il
ragazzo nella foto! In quel momento mio figlio doveva essere davvero felice,
non è così?”
Syaoran
annuì, titubante: “Sì, ero felice!”
“E adesso?
Sei davvero felice?”
A quella
domanda, Syaoran chinò il capo: non poteva mentire a colei che lo aveva generato
e che lo conosceva più di chiunque altro.
“Da quando
sei tornato, sei sempre stato assente e infinitamente triste. Passi tutti i
giorni in camera tua, a studiare, oppure ad allenarti qui fuori.”
“Mi
dispiace!”
“Oh, no.
Sono io che devo dispiacermi. È molto triste per me vederti in questo stato e
non poter fare niente per aiutarti.”
“Non devi
preoccuparti per me!”
“Sì,
invece!- ribattè Yelan, accarezzandogli amorevolmente la nuca- Syaoran,
rispondimi con sincerità. Sei ancora innamorato di Sakura?”
Syaoran
arrossì, mentre Yelan sorrise: “Come immaginavo! Beh, allora credo che dovresti
tornare in Giappone!”
“Cosa?”
Il cuore
gli batteva forte, come non faceva più da tanto tempo. L’ipotesi di rivedere
Sakura diventava sempre più realistica.
“Hai capito
bene! Non poi rinunciare così a lei. Devi tornare e riconquistarla!- disse
Yelan, chiudendo gli occhi e portando le mani sul cuore- Sento che questa
ragazza mi piacerà molto ed è destinata a te!”
“In
effetti…ieri sera mi ha chiamato la sua migliore amica, chiedendomi di
tornare!”
“Ah, ecco
di chi era quella misteriosa telefonata!”
“Lei mi ha
detto che Sakura vuole rivedermi!”
“E tu vuoi
rivedere lei. È magnifico!” esclamò Yelan, battendo le mani entusiasta.
“Però…-continuò
Syaoran, perplesso-…è stata lei a lasciarmi!”
Yelan lo
guardò negli occhi, con ammonizione: “Ti arrendi così, Syaoran? E da quando?
Non è da te un simile atteggiamento!”
“Lo so,
però…” cominciò a dire Syaoran.
“Cosa ti
preoccupa, figliolo?”
“Ho
iniziato a frequentare il liceo di mio padre, proprio come voleva lui. Se
dovessi tornare in Giappone, non potrei più rispettare la sua volontà!”
Yelan
sospirò, come se si aspettasse qualcosa del genere: “Syaoran, è vero, tuo padre
voleva che seguissi le sue orme, ma non sei obbligato!”
“Che vuol
dire?”
“Vuol dire
che tu devi seguire la tua strada e i tuoi interessi. Perché l’importante per
ogni genitore è vedere felice il proprio figlio. Quindi, che cosa ti piacerebbe
fare davvero, Syaoran?”
“Archeologo…è
davvero un lavoro affascinante. E, se non ricordo male, una volta mi dicesti
che il padre di Sakura era archeologo!”
“Sì, ma non
è per questo che voglio diventare archeologo!”
“Lo so,
caro. Basta vedere tutti i libri che hai nella tua libreria. È una bella
passione, che sicuramente il signor Kinomoto potrà aiutarti a coltivare!”
“Lo pensi
sul serio?”
“Ma certo!
È anche per questo che dovresti tornare a Tomoeda e frequentare il liceo
Seijo!”
*****
“Syaoran
deve tornare in Giappone?!”
Tutta la
famiglia Li era riunita nel salotto di casa a discutere della decisione presa
da Syaoran e da sua madre. Sheifa sembrava l’unica contraria.
“Ma,
scusa…non ti ricordi il testamento di papà? Syaoran deve diventare un
avvocato!”
“Cara…ci
sei tu a dirigere lo studio legale di vostro padre, non basta questo?” domandò
Yelan, con estrema tranquillità.
“Papà
voleva che fosse Syaoran a prendere in mano le redini del suo studio!”
“Yang
voleva solo assicurarsi che il suo studio fosse in buone mani. E, visto che
aveva una mentalità piuttosto antica, pensava che la cosa migliore fosse
decretare Syaoran come suo successore nello studio legale. Ma tu stai portando
avanti lo studio legale nel migliore dei modi, non lo pensi anche tu, Syaoran?”
Syaoran
guardò negli occhi sua sorella Sheifa: tutti e due avevano gli stessi occhi
color ambra.
“Nostra
madre ha ragione, Sheifa. Tu hai sempre sognato di diventare avvocato e mostri una
grande passione. Io non potrei mai intraprendere questo lavoro e portarlo
avanti allo stesso modo. Non sono questi i miei interessi. Tu sei decisamente
migliore di me!”
Sheifa
restò letteralmente senza parole.
“Credo che
non sia abituata a tutti questi complimenti!” commentò Fanran, ridacchiando.
“Già, però
papà di sicuro condividerebbe ogni parola!” aggiunse Feimei.
“Le tue
sorelle hanno ragione, Sheifa!- disse sua madre- Tuo padre è molto orgoglioso
di te! E non devi preoccuparti per le sue ultime volontà. Anche questo è un
modo per rispettarle. Un modo decisamente migliore!”
“Questo
vuol dire che…posso continuare a dirigere lo studio da sola?” disse Sheifa con
voce tremante.
“Sempre se
tu te la senti…”
“Sì,
assolutamente sì, mamma! Ce la farò!” esclamò lei, eccitata.
“Allora,
Syaoran, mio caro…puoi tornare tranquillamente in Giappone!”
La notizia
ormai definitiva lo ammutolì per qualche secondo.
“Sì,
grazie!” disse infine Syaoran, accennando un sorriso.
Improvvisamente
in lui emerse un’ immensa paura di rivedere Sakura. Desiderava e temeva rivederla.
Sakura era l’unica persona in grado di fargli provare tutte quelle emozioni in
una volta sola.
Così, per
calmarsi, Syaoran decise di andare in camera sua e si congedò dal resto della
famiglia.
“Syaoran,
aspetta!” lo chiamò Sheifa, inseguendolo fino alle scale.
Syaoran si
voltò e la guardò curioso.
“Io devo
dirti una cosa!” gli disse lei, con serietà.
“Cosa?”
“Ecco…volevo
dirti che…che…”
Sheifa
sembrava lievemente ansiosa nel parlare, il che era abbastanza insolito da
parte sua.
“Che cosa
stai cercando di dirmi, Sheifa?” chiese Syaoran.
Sheifa
sospirò e scosse il capo: “Beh…volevo dirti solo grazie! Le tue parole mi hanno
resa immensamente felice, fratellino!”
Con quelle
parole, la ragazza gli accarezzò i capelli affettuosamente.
“E dai,
Sheifa! Non sono più un bambino!” esclamò lui, infastidito.
“Hai
ragione. Sei cresciuto e praticamente sei un uomo, ormai. Quindi, ti prego,
Syaoran, impegnati a seguire i tuoi interessi!”
“Sì,
certo!”
“Anche per
quanto riguarda Sakura. Devi assolutamente riconquistarla. Mi è sempre piaciuta
quella ragazza! È praticamente perfetta per te!”
Sheifa gli
disse quelle cose, con un tono malinconico che turbò Syaoran. Ma lui non ci
fece molto caso.
“D’accordo!”
Perciò
Syaoran salì in camera sua e si gettò sul letto, a pancia in su, guardando il
soffitto. Poteva davvero tornare in Giappone da lei, dalla sua Sakura. Quello
che aveva sempre desiderato da quando era salito su quel maledetto aereo che lo
aveva riportato in Cina, si stava avverando. Il suo più grande sogno degli
ultimi quattro anni stava diventando realtà. Questo, naturalmente, lo rendeva
felicissimo.
Ma aveva
paura di rivederla, paura che lei si fosse innamorata di qualcun altro, paura
che per lei lui fosse solamente un amico. Syaoran non voleva essere un amico
per Sakura, voleva essere il suo più grande amore, voleva essere l’uomo che
possedeva il suo cuore, colui che entrava nei suoi sogni più intimi. Voleva
semplicemente che la felicità di Sakura dipendesse da lui. E qualunque ostacolo
avesse incontrato sulla sua strada, Syaoran avrebbe fatto di tutto per raggiungere
il suo obiettivo.
Ok, allora, che ne pensate? Povero
Syaoran, tutto solo soletto. Per fortuna che ora torna in giappone. Infatti il
prossimo capitolo si intitola “Back to Japan”.
Ringraziamenti…
Lady Maryon: grazie per la recensione. Sono contenta che il capitolo precedente ti
sia piaciuto. Come hai letto, tomoyo ha telefonato a syaoran e ora lui torna in
giappone. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto…
Sakura182blast: come vedi, ho aggiornato più presto che potevo. Grazie per la recensione.
Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Come ti è sembrato syaoran?
cioè, ti è sembrato abbastanza corrispondente al vero syaoran delle clamp. Ho
sempre paura di fargli fare qualcosa di ooc.
Sakura bethovina:ma non so se li faccio rimettere insieme? ^__^ però nel prossimo si
incontreranno di nuovo, magari qualche possibilità, ma non subito…però non ti
arrabbiare, eh?
Evans Lily: grazie per la recensione. Syaoran, come hai letto non ha ancora capito
il vero motivo per cui sakura l’ha lasciato, però almeno non la odia. Il nostro
syaoran non potrebbe mai odiare la sua sakura. e non ha neanche trovato un suo
rimpiazzo, come potrebbe? Lui e sakura sono perfetti l’ uno per l’altra.
Comunque, spero che il capitolo ti sia piaciuto.
Quella sera
Sakura si era rinchiusa in camera sua, a scrivere sul suo diario. Il giorno
dopo, l’ultimo libero prima dell’inizio della scuola, avrebbe fatto un picnic
nel parco insieme a Tomoyo, Yamato, Rika, Naoko, Chiharu e Yamazaki. Si
sarebbero divertiti molto, nonostante le vacanze estive giunte ormai alla fine:
quell’anno, in particolare, erano letteralmente volate.
Sakura alzò
lo sguardo dal diario e notò sulla sua scrivania il mazzolino di fiori che aveva
raccolto quella mattina in giardino: tra roselline, margherite e garofani,
spuntava anche qualche peonia. Le aveva piantate quel terribile giorno di
quattro anni prima, perché erano i fiori preferiti di Syaoran, e ora erano
diventate incantevoli. Gli arbusti delle peonie erano cresciuti rigogliosi e
negli ultimi due anni avevano regalato bellissimi e profumatissimi fiori rosa.
Sakura
prese una peonia dal vaso, ne odorò l’intenso profumo e la osservò. Da quando
aveva capito quanto Syaoran le fosse mancato e continuasse a mancarle, Sakura
non desiderava altro che rivederlo, lo desiderava con tutto il suo cuore.
Chissà poi perché: in fondo, non potevano stare neanche insieme. Desiderava
solo assicurarsi che stesse bene, vedere ancora il suo sorriso così dolce, il
suo prezioso sguardo dagli occhi color ambra. Voleva rivederlo, eppure aveva
paura di scoprirlo innamorato di un’altra ragazza. Proprio Syaoran, lo stesso
ragazzo che aveva aspettato così a lungo per rivelarle i suoi sentimenti, che
aveva sempre messo la felicità di Sakura al primo posto, poteva veramente amare
allo stesso modo una ragazza che non fosse Sakura?
“Syaoran…”
Sakura
sospirò e appoggiò il fiore in mezzo al diario: per il momento, l’unico modo
per rivedere Syaoran era sognarlo. Così sperò vivamente che, quella notte,
Syaoran entrasse in uno dei sogni.
In effetti,
durante il sonno, Sakura sognò qualcosa, lo stesso sogno che si ripeteva da più
di due mesi ormai. Di nuovo lei di fronte allo specchio, di nuovo il suo strano
riflesso, di nuovo la comparsa di un secondo riflesso. Ma il sogno, quella
notte, non terminò e proseguì. La stella del suo scettro ruotava sempre più
velocemente e, alla fine, si fermò.
Cos’era
successo?
Sakura si
guardò intorno e, con un tuffo al cuore, si accorse che, accanto a sé, era
comparso un ragazzo con una spada in mano: guardava, anzi, fissava lo strano
riflesso nello specchio.
“Syaoran…”
Era proprio
lui. Sakura provò ad allungare una mano per toccargli il braccio. Era
vicinissima a lui, stava per sfiorarlo…
Ma il suono
assordante della sveglia la destò dal suo sogno. Sakura aprì gli occhi e rimase
a letto, fissando il soffitto con sorpresa e perplessità.
Il cuore le
batteva rapidamente al solo ricordo di Syaoran. Lo aveva sognato e non in un
sogno qualunque: nel sogno che Kero-chan riteneva premonitore.
Cosa poteva
voler dire? Che lo avrebbe davvero rivisto? Oppure era semplicemente comparso
in quel sogno perchè la sera prima, Sakura aveva espresso il forte desiderio di
rivedere Syaoran?
Quel dubbio
le metteva ansia; perciò fu costretta a chiedere l’opinione di Kero-chan, che,
prima di darle la sua opinione, riflettè per molto tempo.
Alla fine
disse: “Allora, credo che il cinesino tornerà!”
Il cuore di
Sakura fece una piacevole capriola all’indietro, ma lei cercò di non fare
troppi voli di fantasia.
“E se
invece fosse solo un semplice sogno?” domandò lei.
“Impossibile.
Per quasi due mesi questo sogno si è fermato allo stesso punto, ora sappiamo
cosa succede quando la stella del tuo scettro si ferma. Inoltre, considera
questo punto: tu e il tuo strano riflesso avete in mano uno scettro. Che senso
avrebbe se questo fosse un sogno normale, non legato ai tuoi poteri magici?”
Probabilmente
Kero-chan aveva davvero ragione. E di nuovo Sakura provò un mix d emozioni
all’idea di rivederlo: eccitazione, felicità, paura, ansia…
“Sakura, ti
senti bene?”
La domanda
venne da Tomoyo. Insieme a lei e a tutti i suoi amici, Sakura aveva preparato
il picnic nel parco del re pinguino. Ma per tutto il tempo Sakura sembrò totalmente
assorta nei suoi pensieri, proprio a causa del suo sogno e dell’ipotesi così
reale di rivedere Syaoran.
“Sì, sto
bene!”
“Però, è da
stamattina che ti vedo così distratta!”
“Tranquilla,
Tomoyo. Va tutto bene!”
Tomoyo
annuì, ancora un po’ perplessa.
Cominciò
così il loro picnic. Mentre mangiavano, Sakura osservò i suoi amici con un
sorriso: Yamazaki e Chiharu erano più innamorati che mai e Sakura si chiese
come facevano a mantenere quel bellissimo rapporto ancora in piedi; di Rika,
Sakura sapeva che aveva ancora una relazione con il suo misterioso uomo più
grande di loro, ma non aveva saputo chi fosse quell’uomo, eppure lei sembrava
più felice rispetto agli anni precedenti; Naoko, da quando era entrata al
liceo, scriveva sul giornalino della scuola ed era molto impegnata anche con il
suo club di teatro, per cui scriveva ogni anno una sceneggiatura; infine
Yamato, in quegli anni, si era rivelato un bravo ragazzo, un ottimo amico e
aveva mostrato un certo interesse per Tomoyo. Lei, però, sembrava aver paura di
Yamato: ogni volta che lui si avvicinava a loro, arrossiva e diventava molto
agitata. Eppure le piaceva stare insieme a lui, si divertiva, rideva di gusto
e, dopo qualche minuto, si rilassava completamente.
Tutti i
suoi più cari amici avevano una vita serena senza troppi problemi e cercavano
di godersela, proprio come stavano facendo con quella giornata. Ognuno aveva
preparato qualcosa per il picnic: onigiri, gli spaghetti giapponesi tanto amati
da Sakura e tanti dolci come il suama e le frittelle con sciroppo d’acero,
preparate da Tomoyo. Il pensiero della scuola non li sfiorò minimamente e,
anche grazie a questo, si divertirono moltissimo.
Dopo
mangiato, Sakura e Tomoyo decisero di allontanarsi per una passeggiata.
“Posso
venire con voi?” chiese Yamato, pieno di speranza.
“Ah,
ecco…-disse Sakura, imbarazzata-…io vorrei tanto parlare con Tomoyo da sola, se
non ti dispiace!”
Yamato apparve
visibilmente deluso a quel rifiuto, ma cercò di non darlo a vedere: “Oh, non fa
niente!”
“Ti prego
davvero di perdonarmi, ma ho bisogno di parlare con lei…sai, cose di donne!”
“Tranquilla,
Sakura, va bene così!” la rassicurò lui, con un sorriso convincente, e se ne
andò.
Perciò
Sakura e Tomoyo si incamminarono verso un gruppetto di alberi poco affollato.
“Mi
dispiace tanto, Tomoyo, di aver impedito a Yamato di venire con noi!”
“Non
importa, Sakura. Ogni volta che tu hai bisogno di me, io sono sempre a tua
disposizione! Mi dedico solo a te!”
“Questo lo
so e ti ringrazio. Ma dopo aver parlato con me, credo che dovresti dedicarti di
più a Yamato! Lui è proprio cotto di te!”
Tomoyo
arrossì: “Oh, suvvia Sakura! Così mi metti in imbarazzo!”
Sakura
ridacchiò.
“Quindi,
dimmi tutto quello che devi dirmi!” aggiunse Tomoyo, con fare sbrigativo.
“Sì!”
Sakura
raccontò a Tomoyo il sogno di quella notte e quello che aveva detto Kero-chan a
proposito. Alla fine del racconto, Tomoyo sorrise.
“Mi
piacerebbe rivedere Li. Abbiamo sentito molto la sua mancanza!”
Sakura arrossì:
“Sì…certo. E io stessa desidero rivederlo più di ogni altra cosa. Però…”
“Però cosa?”
“Però…se
lui mi odiasse…”
“Sakura,
ascoltami bene!- le disse Tomoyo, decisa- Non si può odiare qualcuno che, al
contrario, si ama o si è amato. Sarebbe solo un odio carico di amore.”
“Ma io…ho
fatto soffrire moltissimo Syaoran!”
“E’ vero,
ma Li è un ragazzo molto gentile, non potrebbe mai odiare qualcuno, tanto meno
te, Sakura!”
Sakura,
rinfrancata, sorrise: “Sì, hai ragione!”
“Sakura!
Tomoyo!”
Le due
ragazze vennero chiamate da Chiharu, che si stava avvicinando a loro.
”Che
succede?”
“Che ne
dite di giocare a pallavolo?”
Sakura e
Tomoyo si guardarono e sorrisero.
“Certo!”
Le tre
ragazze insieme ai due ragazzi cominciarono a giocare a pallavolo. Rika e Naoko
rimasero sul telo a guardarli divertite. Yamato si rivelò un buon giocatore,
mentre Yamazaki non era proprio eccellente. Anche Tomoyo non se la cavava
benissimo, ma si stava impegnando con tutta se stessa per fare del suo meglio.
Sakura e Chiharu, invece, erano abbastanza brave. A un certo punto della
partita, mentre i suo compagni ricominciarono per l’ennesima volta a passarsi
la palla, Sakura percepì una forza magica molto intensa. Era tremendamente
familiare, Sakura l’avrebbe riconosciuta fra mille. Ma come poteva essere lui?
“Sakura,
attenta!”
La palla,
lanciata da Chiharu verso Sakura, la oltrepassò e cadde a terra, rimbalzando e
rotolando verso l’entrata del parco.
“Scusate,
vado a prenderla io!” esclamò Sakura e cominciò a correre, seguendo la palla.
*****
Syaoran,
arrivato in Giappone, si era sistemato nella vecchia casa di quattro anni prima.
Tutto sommato era una bella casa, un po’ grande per una persona sola, forse, ma
accogliente.
Era davvero
incredibile che si trovasse nuovamente in Giappone, nuovamente a Tomoeda, la
città di Sakura.
Cosa lo
trattenesse dal correre a casa Kinomoto non lo sapeva neanche lui. Però era
sicuro che sarebbe stato meglio aspettare il giorno seguente, anche se
probabilmente non avrebbe dormito per tutta la notte, cosa che puntualmente si
avverrò.
La mattina
seguente, Syaoran si preparò e uscì. Tomoyo gli aveva detto, il giorno prima,
che avrebbe trovato tutti loro al parco del re pinguino e lui si sarebbe
diretto proprio lì quella mattina.
Incamminandosi
verso la sua meta, Syaoran percepì il proprio cuore battere rapidamente, era
emozionantissimo, per questo cercava di camminare lentamente, con estrema
calma. Non voleva lasciarsi sopraffare dalla sua agitazione.
Chissà come
era cambiata Sakura, chissà se era cresciuta, se era diventata più bella.
Chissà se aveva un ragazzo…Mentre entrava nel parco, Syaoran, a quel pensiero,
fu percorso da un intenso moto di gelosia e rabbia. Nessuno, a parte lui,
poteva amare Sakura, perché nessuno poteva meritarla.
Quasi a
volerlo riportare alla realtà, una palla rotolò verso di lui e si fermò ai suoi
piedi. Syaoran la guardò e si chinò a prenderla fra le sue mani.
“Scusate,
vado a prenderla io!”
Una voce
fin troppo familiare si era avvicinata a lui.
“Oh, mi
scusi, signo…” cominciò a dire quella voce, ma si bloccò nello stesso istante
in cui Syaoran si rialzò e guardò i meravigliosi occhi color verde giada della
ragazza che gli stava di fronte.
“…re!”
“Ciao…Sakura!”
la salutò lui, mentre un brivido gli percorse tutta la schiena, ma nello stesse
tempo lo calmò.
“Syaoran…”
“Sì!”
“Sei
davvero tu?” chiese lei, sempre più incredula.
Sembrava
che avesse visto un fantasma.
Syaoran
rise e Sakura ebbe un tuffo al cuore: “Sì, certo che sono io!”
Sorpresa,
emozionata, Sakura non seppe cosa dire; si limitò a sorridergli. Era così bello
aver sentito nuovamente il suo nome pronunciato dalla voce di Syaoran che
ancora lei non riusciva a crederci.
Anche
Syaoran sembrava aver perso l’uso della parola: in quel momento non desiderava
altro che guardarla, come solo lui sapeva fare, e, in questo modo, fece
arrossire Sakura.
“Ehm…stavi
rincorrendo questa, per caso?” chiese Syaoran, porgendole la palla.
Sakura,
riportata alla realtà, annuì: “Sì, scusa…stavamo giocando e mi sono lasciata
sfuggire la palla!”
Così
dicendo, Sakura allungò le mani per riprendere la palla che lui le stava
porgendo; e, quando le sue mani sfiorarono quelle di Syaoran, Sakura fu
percorsa da un lunghissimo brivido, che sembrava voler confermare che quello
non era un sogno, bensì la pura realtà.
Lo stesso
accadde a Syaoran: la punta delle sue dita sfiorate dalle mani di Sakura
rappresentava per lui una sorta di “bentornato in Giappone”. Sì, aveva proprio
fatto la scelta migliore.
In quel
momento i due vennero raggiunti da Tomoyo e da tutti i loro amici, che furono
molto sorpresi e felici di rivedere Syaoran.
“Li, che
bello rivederti!” esclamò Tomoyo, seguita subito da affermazioni simili da
parte di tutti gli altri.
“Grazie.”
Mentre
Syaoran veniva sommerso di domande, Sakura, un po’ in disparte, guardò tutta la
scena, cercando di calmare quella improvvisa agitazione che l’aveva travolta alla
vista di Syaoran. Il suo sguardo si soffermò sul nuovo arrivato: era cresciuto
in altezza, la superava di almeno una decina di centimetri, e anche il suo
volto aveva qualcosa di diverso. Sembrava più maturo, più virile e i suoi occhi
avevano assunto un’espressione tenebrosa, ma nello stesso tempo avevano
conservato la loro infinita dolcezza, rendendo il suo sguardo davvero
travolgente. D’ora in poi sarebbe stato ancora più difficile per Sakura
sostenere quello sguardo.
“Li, perché
non resti con noi?” propose Yamazaki, dandogli un’amichevole pacca sulla spalla
e sospingendolo verso il luogo dove si erano sistemati.
“Ehm…d’accordo!”
Sakura lo
osservò allontanarsi circondato dai loro amici e Tomoyo la affiancò.
“Allora, il
tuo desiderio è stato avverato, no?” le chiese Tomoyo, con un sorrisetto
compiaciuto.
Sakura
arrossì lievemente: “S-sì!”
“Perché non
mi sembri contenta?”
“Beh…stavo
pensando al sogno di questa notte!- mentì Sakura, anche se poi, in effetti,
l’arrivo di Syaoran era legato anche a quello- Credo che dovrei parlarne con
lui! Magari anche lui ha percepito qualcosa di strano negli ultimi mesi!”
“Sì, hai
ragione. Faresti meglio a parlarne con Li…anche se al momento mi sembra
un’ardua impresa!”
Infatti
Syaoran continuava a essere sommerso di domande da parte del gruppetto di
amici.
“Beh…allora,
lo inviterò a casa mia dopo che ci saremo separati dagli altri!” disse Sakura.
“Oho…mi
sembra più che giusto!”
Il tono
malizioso di Tomoyo fece preoccupare Sakura, che la guardò perplessa: “Che vuoi
dire?”
“Beh…mi
sembra giusto che tu voglia stare un po’ da sola con lui dopo tutti questi
anni!”
A
quell’affermazione Sakura divenne bordeaux su tutto il volto e cominciò a
balbettare: “M-ma che…che stai…d-dicendo? N-non è a-assolutamente…come
pensi…t-tu!”
Tomoyo ridacchiò:
“Allora, vuoi che venga pure io?”
“Sì, ti
prego!”
“D’accordo.
Però cerca di tornare al tuo solito colorito, altrimenti lui potrebbe
accorgersene!”
Le parole
di Tomoyo non l’aiutarono a tornare come prima. Soprattutto perché Sakura era
ben consapevole che, nel suo cuore, era ancora più che vivo il suo sentimento
d’amore per Syaoran. Ora che lui era ritornato in Giappone, sarebbe stato più
difficile ignorare quel sentimento che, alla sua vista, aveva preso a bruciare
con più intensità nel suo petto. Però, sapendo che non poteva stare con lui,
doveva cercare di comportarsi come una semplice amica nei suoi confronti e
doveva assolutamente evitare di fargli capire che era ancora innamorata di lui.
Probabilmente se avesse avuto un altro ragazzo accanto a sé, sarebbe stato più
facile. Per questo motivo Sakura rimpianse di aver rifiutato le avances di
tutti quei ragazzi che si erano dichiarati negli ultimi quattro anni e desiderò
qualcuno che la distraesse dal continuo pensiero di Syaoran.
*****
Quando il
sole cominciò a tramontare i ragazzi cominciarono a ritirare tutti i loro
effetti. Così, mentre tutti erano impegnati, Sakura si avvicinò a Syaoran.
“Syaoran?”
“Dimmi!”
“Senti,
come hai potuto notare, non abbiamo avuto molto tempo per parlare…noi due…”
disse lei, timidamente.
Syaoran
sorrise: “Già!”
“E mi
chiedevo se, per caso, ti andrebbe di venire a casa mia adesso… Così possiamo
parlare con tranquillità. C’è una questione che vorrei discutere con te!”
Syaoran
assunse un’aria preoccupata: “Niente di grave, spero!”
“No, niente
di grave, almeno per il momento!”
“D’accordo!”
rispose Syaoran.
“Grazie!”
Sakura gli
sorrise, dopodiché raggiunse gli altri e li aiutò a ritirare tutte le loro
cose. Syaoran non potè fare a meno di seguirla con lo sguardo: lei era per i
suoi occhi una sorta di calamita. Qualunque cosa facesse, attirava la sua
attenzione. E, solo in quel momento, Syaoran potè accorgersidi come Sakura era meravigliosamente
cresciuta e sbocciata con la delicatezza di un fiore di ciliegio: i suoi occhi
erano più verdi che mai; i morbidi capelli erano un po’ più lunghi di come li
ricordava Syaoran; e il suo esile corpo stava assumendo lentamente delicate
forme femminili.
“Li, tutto
bene?” gli chiese Tomoyo, che lo aveva raggiunto silenziosamente.
“S-sì!” balbettò
lui, arrossendo e distogliendo lo sguardo da Sakura.
Tomoyo rise
e ricevette uno sguardo eloquente da parte di Syaoran: probabilmente, l’amica
di Sakura, con quella sua vista acuta,aveva già capito cosa ancora provasse
Syaoran per Sakura.
Syaoran sospirò:
fortunatamente Tomoyo era un’amica fedele e avrebbe tenuto questo segreto per
sé. Non c’era bisogno di dirglielo.
“Syaoran!
Tomoyo! Andiamo!” esclamò Sakura da lontano.
“Sì!
Arriviamo!” le disse Tomoyo.
Dopodiché
Tomoyo si voltò ancora verso Syaoran e, con fare da complice, si portò un dito
sulle labbra.
“Grazie!”
le disse Syaoran.
Sakura,
Tomoyo e Syaoran salutarono il resto del gruppetto e si avviarono verso casa
Kinomoto.
Allora, che mi dite dell’incontro
tra sakura e syaoran? ve lo immaginavate così? Comunque, nel prossimo capitolo,
ovvero “Card prediction”, vedremo cosa si diranno i due…
Ringraziamenti…
Sakura182blast: spero che tu sia rimasta soddisfatta da questo capitolo. Purtroppo non è
ancora arrivato il momento di confessare ogni cosa né per sakura né per
syaoran. siamo ancora lontani da quel momento. Credo che questa storia sia più
lunga di crossed destinies…
Evans lily: sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo precedente. Ma, anche se
yelan è la madre di syaoran, certe cose, certe situazioni non si possono capire
subito. Per fortuna lei l’ha capito e ha rispedito il figlio in japan. Spero
che l’incontro con sakura ti sia piaciuto.
Sakura bethovina: ho recepito il messaggio e vedrò cosa posso fare. Però dovrai aspettare
un po’. Ad ogni modo, spero che il capitolo ti sia piaciuto.
Sakura,
Tomoyo e Syaoran erano in cammino verso casa Kinomoto. E, dal momento in cui si
erano separati dai loro amici,fra
i tre era calato un religioso silenzio. Il silenzio che nascondeva domande
ingombranti nella mente di ognuno di loro, domande che nessuno aveva il coraggio
di porre. La situazione era molto tesa, anche se agli occhi di qualunque
passante non sembrava tale. Per fortuna Tomoyo trovò un argomento di cui
parlare.
“Allora,
Li…sei diventato alto!”
“Ah…beh,
giusto qualche centimetro!”
Tomoyo
guardò Sakura, quasi a incoraggiarla a dire anche lei qualcosa a riguardo. Ma
come poteva Sakura intervenire in quel particolare argomento? Syaoran avrebbe
potuto pensare, giustamente, che lei lo aveva guardato con molta attenzione e
avrebbe potuto farsi strane idee in testa.
“Ancora
pochi centimetri e raggiungerai tua sorella Sheifa!” commentò Tomoyo, intuendo
che Sakura non aveva alcuna intenzione di intervenire.
“A dire il
vero, credo di averla già raggiunta e superata!”
“Davvero?
Chissà perché pensavo che fosse più alta!”
“Forse
perché, quando l’abbiamo conosciuta, eravamo più basse di adesso!” intervenne
Sakura.
“Già!”
Il nome di
Sheifa l’aveva spinta a reagire: la sua richiesta faceva ancora male. E Sakura
non voleva più soffrire per quel motivo.
“La tua
famiglia sta bene, Syaoran?” chiese Sakura, guardandolo direttamente negli
occhi.
“Sì,
grazie! Stanno tutti bene!”
“E’ una
bella notizia!”
Syaoran le
sorrise: fino a quel momento aveva
temuto che Sakura stesse evitando di guardarlo direttamente negli occhi. E ciò
sarebbe stato molto doloroso per lui. Per fortuna, non era così, o almeno
Syaoran non credeva fosse così.
Ben presto
arrivarono a casa Kinomoto e i tre entrarono dal cancelletto, salendo poi la
scale. L’attenzione di Syaoran venne catturata immediatamente dagli arbusti di
peonie che mostravano dei bellissimi fiori rosa.
Sakura, nel
frattempo, aveva aperto la porta di casa, ma si accorse che Syaoran si era
fermato a osservare le sue peonie.
“Sakura,
vado a preparare un po’ di tè!” disse Tomoyo, entrando in
casa.
“S-sì!”
balbettò lei, notando una strana espressione dipinta sul volto
dell’amica.
A volte
Tomoyo era fin troppo enigmatica per i suoi gusti…
Leggermente
agitata, Sakura affiancò Syaoran, che si era accovacciato a guardare da vicino
gli arbusti.
“Sono
peonie!” disse lei, raggiungendolo a terra.
“Sì, lo so!
Le peonie sono i miei fiori preferiti!”
“Davvero?”
chiese Sakura, mostrandosi sorpresa.
In realtà,
lei sapeva benissimo che i fiori preferiti di Syaoran erano le peonie. Le aveva
piantate nel suo giardino proprio per quel motivo.
“Sì. Mi
piace la peonia perché è legata a diverse leggende cinesi, ma anche
greche!”
“Quali?”
chiese Sakura, interessata.
“Beh, per
esempio, in Cina esiste una leggenda secondo cui le peonie sarebbero nate
dall’unione di due leggiadre fanciulle celesti con due prestanti contadini. Una
volta che le divine fanciulle furono poi richiamate nei cieli, esse avrebbero
lasciato in dono ai due contadini questi fiori!”
Sakura
sorrise: “E’ una bella leggenda. Non la conoscevo!”
“Ma quella
che preferisco in assoluto, riguarda la peonia rosa.”
“Ah sì?
Come mai?”
Syaoran, lo
sguardo fisso sull’arbusto, avvicinò una mano a un fiore dal colore delicato e
dalla corolla perfettamente sbocciata: quelle che si trovavano nel giardino di
Sakura erano proprio peonie rosa.
“Vuole la
leggenda che il colore di questa peonia derivi dalla Ninfea Peonia, che, essendo
troppo esuberante, venne trasformata dagli dei in un delicato fiore. E questo
fiore, la peonia, appunto, da allora porta sui suoi petali il colore di una
femminilità discreta e sensuale!”
Sakura,
perplessa, gli chiese: “Cosa vuol dire?”
Syaoran,
imbarazzato, sussultò ed evitò di guardarla ancora per un
momento.
“Beh…ecco,
la Ninfea era
molto bella, ma troppo esuberante. Perciò fu trasformata in un fiore molto
delicato, ma di altrettanta bellezza. Il colore scelto dagli dei è questo rosa
chiaro, che indica qualcosa che è, sì, molto femminile, ma che ha anche una
sorta di timore nel manifestare la propria femminilità. Ed è proprio questa
discrezione che rende questa femminilità estremamente
sensuale!”
Detto
questo, con un movimento quasi involontario del capo, Syaoran la guardò, con
estrema serietà: Sakura era il perfetto esempio di quella situazione. Così
femminile, così delicata, così inconsapevole di quanto fosse sensuale in ogni
suo movimento.
Per qualche
strano motivo, Sakura arrossì: le parole di Syaoran, il suo sguardo così maturo
la fecero tremare piacevolmente. In quell’istante Sakura provò un desiderio
irrefrenabile di baciare le sue labbra sottili e controllare che avessero ancora
quel dolce sapore che lei ricordava molto bene.
“Sakura!-
esclamò Tomoyo dall’interno della casa- Vado a chiamare Kero-chan! Il tè è quasi
pronto!”
“Sì!”
Con le gote
ancora tinte di rosso, Sakura si alzò in piedi e sorrise a Syaoran: “Grazie per
la spiegazione. Che ne diresti di entrare?!”
“Certo!”
Per un
momento a Syaoran era parso di leggere nello sguardo smeraldino di Sakura il suo
stesso desiderio. Chissà, magari se Tomoyo non si fosse intromessa…probabilmente
lui avrebbe potuto provare a…
Ma non era
il momento di pensare a cosa sarebbe potuto succedere fra loro.
Perciò
Syaoran seguì Sakura dentro casa e lei lo condusse in salotto, dove ben presto
vennero raggiunti da Tomoyo e Kero-chan.
Il
guardiano delle card, non appena vide Syaoran, incrociò le braccia sul
petto.
“Ma guarda
un po’, il cinesino è tornato davvero!” sbuffò Kero-chan.
“Senti,
peluche…” iniziò Syaoran.
“Su, su,
calmatevi voi due! Non è il momento di litigare!- intervenne Sakura- Siamo qui
per parlare seriamente!”
“Oh,
davvero? E perché mai?” ribattè Kero-chan, guardando in cagnesco
Syaoran.
“Kero-chan,
ti andrebbe una bella fetta di torta?” propose Tomoyo, porgendogli un’ enorme
fetta di torta alla crema di vaniglia.
“Uh? Torta?
Sìììì!”
Era ormai
fin troppo facile distrarre Kero-chan. Così Sakura fece accomodare Syaoran e gli
servì una fetta di torta e una tazza di tè.
“Grazie!”
Sakura
accennò un sorriso e si sedette su una poltroncina: “Allora, Syaoran…vorrei
chiederti una cosa!” “Certo!”
“Perché sei
tornato in Giappone?” gli chiese Sakura, con un tono che risultò essere, senza
volerlo, brusco.
La domanda
per Syaoran era un po’ banale, ma anche comprensibile. Così il giovane inspirò
profondamente e rispose.
“Durante
uno dei miei ultimi allenamenti, ho percepito una forza magica potente almeno
quanto la tua, Sakura, e proveniva proprio da questa città. Era una forza che
emanava vibrazioni negative, quindi…”
“Quindi?”
ripetè Sakura, vedendolo esitare e poi arrossire.
“Io…mi sono
preoccupato per te. Sono tornato per assicurarmi che stessi
bene!”
Sakura
provò un’intensa ondata di sollievo che la lasciò stordita per qualche istante:
allora, Syaoran non la odiava, ci teneva ancora a lei. E quella rivelazione la
rese immensamente felice.
“Grazie per
esserti preoccupato!” gli disse lei, sorridendogli
dolcemente.
“E poi…c’è
anche qualcos’altro!” aggiunse Syaoran
“Di che si
tratta?”
“Ho avuto
una visione, in cui ho visto due figure: penso fossero un ragazzo e una ragazza
e, quest’ultima, aveva uno scettro simile al tuo!”
Sakura
trattenne il fiato per pochi istanti: Syaoran aveva visto le stesse persone che
erano apparse nel suo sogno. Tomoyo e Kero-chan, preoccupati, guardarono
Sakura.
“Anch’io li
ho visti!”
“Davvero?”
“Sì, in un
sogno che si sta ripetendo ormai da due mesi!”
“Quindi
potrebbe essere qualcosa di molto serio!”
Sakura
annuì: “Anche perché questa notte, in questo stesso sogno, sei comparso
tu!”
Syaoran
arrossì. Ma Kero-chan intervenne subito, attirando l’attenzione di tutti su di
sé.
“Allora,
dobbiamo assolutamente capire cosa succederà, per non farci trovare
impreparati!”
“Ma come
possiamo fare?” domandò Sakura.
“Potremmo
fare una predizione con le Sakura Card!” propose Syaoran.
Kero-chan
gli rivolse un’occhiata truce: “Lo stavo per dire io!”
“Con tutte
le 19 card?”
“Sì, ti
spiegherò io come fare!”
Così Sakura
prese le sue card e appoggiò il mazzo sul tavolino davanti a
sè.
“Per
cominciare mescola le card e poi dividile in due gruppi: uno da 12 e uno da
7!”
Sakura
obbedì e sistemò i due mazzi sul tavolo.
“Ora, dal
gruppo di 7 card, prendine 3 e disponile una accanto
all’altra.”
“Come
l’altra volta?”
“Esatto!-
rispose Kero-chan- Poi, sistema le altre 12 card attorno a queste 3,
sistemandole come le ore nel quadrante di un orologio!”
“E le altre
4?”
“Disponi 2
card sopra le 3 centrali e 2 sotto!”
Quando
Sakura terminò, guardò Kero-chan.
“Bene, ora
chiudi gli occhi e concentrati sul sogno di questi mesi!”
Sakura
ripensò a quel sogno: perché si ripeteva così frequentemente? Cosa le voleva
dire?
“Riapri gli
occhi, Sakura!- disse Kero-chan- E volta le 3 card
centrali!”
Sakura
annuì e così fece: la prima era Maze/Labirinto, la seconda Illusion/Illusione e l’ultima Sword/Spada.
“Maze
indica difficoltà in vista, giusto?” chiese Sakura.
“Sì.
Illusion, invece, vuole dirti di fare attenzione a chi darai fiducia perché
qualcuno potrebbe ingannarti. Sword è lotta, prova!”
“Prova? Che
tipo di prova?” chiese Sakura.
“Ora
vediamo: gira la card a ore 5!”
Sakura la
scoprì: era Earthy/Terra.
Kero-chan
scosse lievemente il capo: “Non è un buon segno. Potrebbe essere la prova più
difficile che hai affrontato finora!”
“D-davvero?”
“Già!
Scopri quella a ore 7!”
Sakura
provò a girare la card, ma questa non glielo permise: era come se qualcosa la
tenesse incollata al tavolo.
“Ma…che
significa?- chiese Sakura, turbata- Perché non riesco a
girarla?”
Kero-chan,
pensieroso, si portò una zampa sul mento: “Questa capacità è propria di Jump, la
carta del Salto!”
“E che cosa
vuol dire?”
“E’
probabile…-iniziò a dire Syaoran-…che voglia dirti che non puoi
evitarla…”
“Esattamente! È una prova
inevitabile, inevitabile come ogni cosa in questo mondo!”
Sakura
cominciò a preoccuparsi: la parola inevitabile non le aveva mai fatto così tanta
paura.
“Vai
avanti, Sakura, scopri la carta fra queste ultime due!”
La carta
scoperta era Mirror/Specchio.
“Mirror ci
sta per indicare come sarà il tuo diretto avversario!”
“E come
sarà?” domandò Sakura, ansiosa.
“Lo
scopriamo subito: gira le tre carte più a sinistra!”
A ore 9
c’era Fly/Volo, più sopra c’era Watery/Acqua e più in basso
Flower/Fiore.
“Watery e
Flower potrebbero rispecchiare molto bene Sakura!” commentò
Syaoran.
“E’ vero!-
intervenne Tomoyo- Ma Fly cosa significa?”
“In questo
caso, Fly porta un messaggio che è collegato a un secondo messaggio, portato da
Windy/Vento!” rispose Kero-chan.
“E dove si
trova il secondo messaggio?”
“Proprio
dalla parte opposta! Guarda!”
Sakura
scoprì immediatamente le tre card più a destra. A ore 3 c’era Windy/Vento,
subito sotto Thunder/Tuono e sopra Shield/Scudo.
“Interessante!- esclamò Kero-chan,
osservando attentamente le card- Questo vuol dire che c’è davvero una seconda
figura accanto all’avversario di Sakura!”
“E com’è?”
chiese Syaoran.
“E’ una
specie di spalla: Shield ci dice che la difende e Thunder, invece, che è anche
lui molto forte!”
“Un po’
come Li per Sakura!” commentò Tomoyo, con un sorriso.
Sia Sakura
che Syaoran, alle parole di Tomoyo, arrossirono
vistosamente.
“Può
darsi…Ma ora vediamo cosa potrebbe succedere se Sakura non dovesse superare
questa prova!- disse Kero-chan, serio- Scopri le tre card più in
alto.”
Shadow/Ombra…
“Scenderanno le
tenebre…”
…Erase/Cancellazione…
“Tutto
sparirà…”
…Dark/Oscurità…
“Dark…vuol
dire…”
Kero-chan
tremava e Sakura, Syaoran e Tomoyo lo guardarono ansiosi.
“Cosa
significa, Kero-chan?”
“Dark…vuol
dire morte!” rispose lui, con tono grave.
“Morte…”
Mormorando
quella parola, Sakura impallidì, Tomoyo si portò le mani sulle labbra e Syaoran
cercò di restare impassibile, nonostante la notizia
sconvolgente.
“Come
possiamo superare questa prova?” chiese subito Syaoran.
“Possiamo
vederlo attraverso le ultime quattro card. Prima di tutto quelle fra Illusion e
Sword.”
Con mano
tremante, Sakura scoprì le due card: Wood/Legno e
Glow/Splendore.
“Wood è l’
amicizia, l’amicizia che ti farà splendere…- disse Kero-chan, sorridendo- Gira
le ultime due!”
Firey/Fuoco
e Light/Luce erano le ultime due card e, al tocco di Sakura, si illuminarono
lievemente.
“Fuoco e
Luce…significa che l’amore ti farà vincere, Sakura!”
“L’amore?”
“Proprio
così!”
Calò nella
stanza un silenzio tetro. Sakura, preoccupata, fissava le sue card: una prova
inevitabile la attendeva e se non l’avesse superata,
sarebbe…
“Sarà
meglio mettere via queste cose!” esclamò Sakura.
Così
dicendo, Sakura cominciò a riunire tutte le tazze e i piattini sul vassoio e si
nascose velocemente in cucina: non voleva che i suoi più cari amici assistessero
al suo scoraggiamento, alla sua paura, a quelle emozioni che si stavano
impossessando di lei…
“Andrà
tutto bene, Sakura…”
Quelle
parole di speranza, pronunciate con quell’inconfondibile tono gentile, l’avevano
raggiunta nel momento in cui le lacrime cominciarono a scorrere sul suo pallido
viso. L’avevano raggiunta proprio come Syaoran: probabilmente lui aveva intuito
il suo stato d’animo.
“Syaoran?”
Syaoran si
avvicinò a lei e le porse un fazzoletto: “Ti giuro che andrà tutto
bene!”
“Cosa…cosa
te lo fa pensare?” chiese lei, prendendo il fazzoletto bianco di
Syaoran.
Syaoran le
rispose con tono risoluto e con una determinazione che gli illuminò gli occhi: “
Solo che io non permetterò che accada, a qualunque costo!”
Sakura si
asciugò gli occhi, mentre serenità e fiducia si impossessavano nuovamente e
lentamente di lei.
“Significa
che…tu rimani qui?”
“Sì!-
rispose lui, sorridendole- Una volta dicevi che avermi al tuo fianco ti faceva
sentire più sicura. Non so se sia ancora così, ma voglio comunque restarti
accanto per…proteggerti, se ce ne sarà bisogno. Insieme riusciremo a superare
anche questa prova!”
“Grazie,
Syaoran!”
La speranza
e la forza d’animo, che solo lui riusciva a infonderle, anche in quel momento,
la fecero sorridere. La predizione diceva che se non avesse superato quella
prova imminente, avrebbe subito la peggiore delle sorti; ma diceva anche che,
grazie all’amicizia e all’amore, avrebbe potuto risplendere e vincere l’ennesima
battaglia.
Ahi, ahi, che triste predizione per
la nostra sakura. ma insieme a lei c’è syaoran e fin quando ci sarà lui sono
sicura che non le succederà nulla di brutto. Comunque il prossimo capitolo si
intitola “Friends or…” e annuncio solo che ci saranno nuovi
personaggi.
Ringraziamenti…
Sakura182blast:
sì, anch’io ringrazio quella palla,
le ho già fatto un monumento, anche se in verità la manovravo io con il mio
telecomando. Bwahahahah!^_^ spero che anche questo capitolo ti sia
piaciuto.
Sakura bethovina:
ah, bene, sono felice che ti sia
piaciuto lo scorso capitolo. Immagino che anche questo ti sia piaciuto. Ma non
odiare tomoyo per averli interrotti, poverina, ha solo obbedito ai miei
ordini.^_^
Evans
Lily: mi dispiace di doverti deludere,
ma: 1_tomoyo non poteva andare via, è la migliore amica di sakura, quindi doveva
stare lì con lei ( e poi, tuttavia, i nostri due eroi hanno avuto i loro momenti
intimi, no?) 2_sakura ha già detto a syaoran il motivo per cui l’ha lasciato e
lui, stupidino, ci ha creduto. Quindi non glielo chiederà. Naturalmente però ci
saranno altri momenti in cui si faranno altre domande. Ma sono momenti sparsi un
po’ in tutta la storia. Spero che tu abbia ancora un po’ di
pazienza.
Sakura93thebest: dunque, il motivo per cui sakura
non vuole stare con syaoran lo sappiamo da quando l’ha lasciato e, per adesso,
non cambierà, anzi, credo che si aggiungerà qualche altro motivo. E, infine, se
i due protagonisti della storia si rimettessero insieme praticamente subito la
storia non decollerebbe e non si svilupperebbe. Invece, c’è bisogno di una parte
centrale in cui accade qualcosa che poi porterà i protagonisti a un determinato
finale. Ad ogni modo, spero che questo capitolo ti sia
piaciuto.^_^
La notte
prima del ritorno a scuola per Sakura fu molto tormentata. Ogni volta che
riusciva ad addormentarsi, sognava sempre lo stesso sogno e ogni volta che si
svegliava, ripensava alla predizione fatta con le Sakura Card. Se non avesse
superato quella prova, avrebbe dovuto affrontare una terribile sorte. E lei
aveva paura, molta paura di quello che le sarebbe
successo.
Eppure, tra
tanti pensieri negativi, ne spuntava uno molto dolce, di
speranza.
“Syaoran…”
Syaoran era
tornato in Giappone per lei, in quanto sinceramente preoccupato che le potesse
accadere qualcosa di spiacevole. Le parole di Syaoran ritornarono a occupare la
sua mente e Sakura, stesa nel suo letto, arrossì. L’avevano resa immensamente
felice, anche se non avrebbe dovuto dirle quelle cose: lei e Syaoran non
potevano stare insieme. Sakura l’aveva dovuto lasciare e gli aveva mentito per
questo.
Quindi, non
doveva cedere a quella meravigliosa tentazione…la tentazione di mostrargli così
apertamentequanto le era mancato e
quello che lei provava ancora per lui. Sicuramente Sakura non avrebbe
ceduto.
La mattina
Sakura si svegliò presto e con calma si preparò per tornare a scuola al liceo
Seijo, lo stesso che avevano frequentato Touya e Yukito.
La prima
classe del secondo anno era quasi al completo, quando Sakura arrivò. Con grande
piacere notò che Tomoyo stava chiacchierando allegramente con Yamato, il quale,
seduto davanti a lei, le rivolgeva dei gran sorrisi. Quei due diventavano sempre
più intimi e Sakura sperava tanto che, prima o poi, si mettessero insieme,
perché erano perfetti l’una per l’altro.
“Buongiorno, Sakura!” la salutò
Tomoyo, vedendola arrivare.
“Buongiorno!”
“Non hai
una bella cera!- esclamò Tomoyo, alzandosi per guardarla meglio- Stai
bene?”
Sakura si
guardò in giro con aria disinvolta: “Sì, ho solo dormito poco
stanotte!”
“Per quello
che è successo ieri?” chiese Tomoyo, sottovoce.
“Già!”
Una strana
ansia la agitò. Perché Syaoran non era lì? Non doveva venire a scuola? Eppure il
giorno prima le aveva detto che aveva già fatto il
trasferimento.
“Oh…credo
che sia in segreteria!” disse Tomoyo, sorridendo.
Sakura
arrossì: “Di…di chi stai parlando?”
“Dello
stesso ragazzo che stai cercando con tanta impazienza!”
Sakura
chinò il capo, percependo un fuoco divampare sulle sue
guance.
“E sta
anche per arrivare!” sussurrò Tomoyo, maliziosamente.
“Buongiorno!”
Udendo
quella voce calda e profonda alle sue spalle, Sakura fremette e restò per un
secondo immobile. Se si fosse voltata subito, sarebbe stata investita dallo
sguardo di Syaoran, sempre così dolce e irresistibile quando era rivolto a lei.
Perciò, con estrema calma, si voltò verso di lui e gli
sorrise.
“Buongiorno, Syaoran.- gli disse,
riacquistando calma e sorridendogli - Allora, sei nella nostra classe,
giusto?”
“Sì, ma, a
quanto pare, ci sono altri due ragazzi trasferitisi qui da un’altra
città!”
“Davvero?
Tutti nella nostra classe?”
“Sì! Li
hanno inseriti in questa classe perché è la meno
numerosa!”
“Capisco!”
In quel
momento entrò in aula la professoressa Miyazaki, ovvero l’insegnante di
letteratura giapponese: “Ai vostri posti, ragazzi!”
Subito
tutti gli studenti presero posto ai banchi.
“Allora,
quest’anno cominciamo con alcune novità. Vi informo che avrete ben tre nuovi
compagni di classe.”
La notizia
entusiasmò tutta la classe che guardò verso la cattedra dove c’erano, oltre a
Syaoran, un ragazzo e una ragazza.
“Lui è Li
Syaoran e viene da Hong Kong. Probabilmente molti di voi lo conoscevano perché
ha già frequentato la scuola di Tomoeda qualche anno fa!- disse la
professoressa- Bene, Li, puoi prendere posto dietro
Kinomoto.”
Sakura
cercò di controllarsi, ma stava morendo di felicità: era tutto come quattro anni
prima. Syaoran si diresse al proprio posto e, passandole accanto, le rivolse un
sorriso.
Dopodiché
fu la volta degli altri due ragazzi.
“Loro,
invece, sono due cugini che provengono da Osaka. Si chiamano Arashi Tokugawa e
Jasmine Miyamoto!”
Jasmine
Miyamoto era una ragazza molto carina, poco più alta di Sakura, con capelli
castano-rossicci, un po’ mossi e lunghi fino alle spalle, e occhi verdi. Arashi
Tokugawa, invece, era decisamente un bel ragazzo: aveva una bella chioma di
capelli biondi e occhi azzurri come il cielo. Il suo fascino riscontrò subito un
gran successo tra le ragazze della classe.
Jasmine si
sedette accanto a Syaoran, mentre Arashi capitò proprio davanti Sakura. E, nel
momento in cui si sedette davanti a lei, Arashi le fece l’occhiolino. Sakura
restò turbata da quel gesto e si limitò a sorridergli.
Al primo
intervallo i nuovi arrivati furono subito circondati da ragazzi e ragazze che,
curiosi, cominciarono a far loro delle domande.
Sakura,
Tomoyo e Syaoran, invece, uscirono dall’aula per parlare
tranquillamente.
“Hai
dormito stanotte? – chiese Syaoran, preoccupato, a Sakura- Mi sembri un po’
assonnata!”
Sakura si
stropicciò un occhio, sorridendo: “E’ vero, non ho dormito molto. Ma sto
bene!”
“E’ per
quella predizione?”
“Sì!”
Syaoran
sospirò e la guardò teso: “Sakura, anche in questo caso, dobbiamo restare calmi.
Lo so che è difficile, perché c’è qualcosa di serio in gioco; ma pensa che
accanto a te ci sono i tuoi amici e…noi non permetteremo che ti accada qualcosa
di brutto!”
“Li, ha
ragione!-aggiunse Tomoyo- Noi faremo di tutto per
aiutarti!”
Sakura
sorrise ad entrambi: “Grazie, ragazzi! Non so davvero come farei senza di
voi!”
“Tomoyo?!”
esclamò una voce lontana.
Yamato li
stava raggiungendo di corsa e Tomoyo, in un batter d’occhio, arrossì
lievemente.
“Yamato!
Che succede?!”
“Ehm…ti
stavo cercando!”
“Per quale
motivo?” “Vorrei parlarti…da solo!” disse Yamato,
imbarazzato.
Tomoyo
sembrava indecisa sul da farsi; così guardò Sakura e Li.
“Vai pure,
Tomoyo!” le disse Sakura, con tono incoraggiante.
“Sicura?”
“Sì!”
“D’accordo,
Yamato! Andiamo!” disse Tomoyo, provocando un gran sorriso sulle labbra di
Yamato.
Tomoyo
seguì Yamato, che si voltò verso Sakura e Syaoran.
“Ah, Li,
sono contento che tu sia ritornato!”
Syaoran,
non aspettandosi un’affermazione del genere, rispose semplicemente: “Grazie,
Fujiwara!”
Quando i
due furono abbastanza lontani, Sakura ridacchiò.
“Oh, Yamato
è proprio cotto di lei!” commentò lei, entusiasta.
“Già, così
pare!”
La voce di
Syaoran le ricordò che, in quel momento, erano rimasti soli, appoggiati a quel
tronco d’albero e ciò la agitò non poco. Subito Sakura arrossì e il suo cuore
cominciò a battere più rapidamente, mentre un silenzio imbarazzante li avvolse.
Doveva assolutamente trovare qualcosa di cui parlare.
“Ah…ehm…Syaoran, ti sei iscritto a
qualche club?” domandò Sakura, guardando per terra.
“A dire il
vero no!”
“Neanche
alla squadra di basket?!”
“No…-
rispose Syaoran, perdendo il suo sguardo chissà dove-…non ne ho molta
voglia!”
“Però, eri
così bravo! È un vero peccato!”
Finalmente
i loro sguardi si incrociarono e Sakura trattenne il fiato, senza neanche
accorgersene.
“Lo pensi
sul serio?” chiese Syaoran, con sguardo quasi accusatorio.
“Certo, sei
veramente bravo! Perché dovrei…”
Sakura si
bloccò e si portò una mano sulla bocca: come poteva biasimare Syaoran se non si
fidava più di lei? Da parte sua, Syaoran si maledisse: se voleva riconquistarla,
quello non era certo il modo migliore per riuscirci.
“Lascia
perdere quello che ho detto! – si affrettò a dirle- Credo che mi iscriverò alla
squadra di basket!”
Sakura lo
vide tornare sereno e sorrise: “Così potrò fare ancora il tifo per
te!”
“Questo
vuol dire che fai tuttora parte delle ragazze pon-pon?”
“Esatto! È
la mia passione!”
“Sì,
l’avevo capito. Sei sempre stata molto brava nelle vostre
esibizioni!”
Sakura
arrossì lievemente: “Grazie!”
*******
Di ritorno
dalla segreteria, durante la pausa pranzo, Syaoran si unì a Sakura, Tomoyo e
Yamato.
“Ecco
fatto!” esclamò lui, mostrando un foglio.
“Cos’è?”
chiese Sakura.
“Il modulo
di iscrizione alla squadra di basket!”
Sakura
sorrise: “Davvero? Sono contenta!”
“Che bella
notizia!” esclamò Tomoyo.
“La squadra
ha bisogno di un giocatore bravo come Li!”
“A dire il
vero, credo di essere un po’ arrugginito!” ammise Syaoran,
ridacchiando.
“Ma il
talento, quando c’è, non sparisce così improvvisamente. Basterà allenarsi un po’
per risvegliarlo!” spiegò Yamato.
Syaoran
guardò gli occhi fiduciosi dei tre ragazzi e sospirò.
“Speriamo
che sia veramente così.”
Sakura gli
rivolse uno sguardo confortevole: “Non ti preoccupare. Andrà tutto bene,
Syaoran!”
Syaoran
annuì, accennando un sorriso.
Non appena
finirono il loro pranzo, il gruppetto dei quattro ragazzi tornò in classe: era
ancora vuota, tranne per due sole figure, ovvero i cugini provenienti da
Osaka.
“Ah, ciao!”
li salutò Sakura, allegramente.
Jasmine e
Arashi la guardarono per un attimo e poi sorrisero:
“Ciao!”
“Noi non ci
siamo ancora presentati!” fece notare Sakura.
Arashi
annuì: “E’ vero! Eppure siamo vicini di banco!”
“Io sono
Kinomoto Sakura!”
“E io sono
Daidoji Tomoyo!”
“Fujiwara
Yamato, piacere!”
“Sakura,
Tomoyo, Yamato…piacere di conoscervi!- esclamò Arashi, stringendo loro le mani-
Chiamateci pure Arashi e Jasmine, sei d’accordo,
cuginetta?”
La domanda
sorprese Jasmine, la colse alla sprovvista, in quanto era intenta a osservare
attentamente Syaoran.
“Oh…sì,
certo! Va bene!- rispose Jasmine- A patto che anche io possa chiamarvi per nome:
Sakura, Tomoyo, Yamato e…Syaoran, giusto?”
“Sì!”
“No!”
Sakura e
Syaoran avevano risposto in contemporanea: lei, in fondo, se lo aspettava.
Nessuno, a parte se stessa e la famiglia di Li,potevano chiamare Syaoran per nome. Era
questo un piccolo privilegio che la rendeva molto felice e la faceva sentire
speciale per lui.
Syaoran
sospirò, sedendosi al proprio banco: “Non vorrei sembrarvi scortese, ma…almeno
per quanto mi riguarda non sono d’accordo!”
“Ok, Li…va
bene così!” rispose Jasmine, fissandolo con uno strano sorriso sulle
labbra.
Un sorriso
che infastidì molto Sakura.
“E’ un po’
scontroso, o sbaglio?” mormorò Arashi a Sakura.
Sakura
scosse il capo: “Oh, no, assolutamente no! A chi non lo conosce davvero, forse,
può dare questa impressione. Ma io lo conosco bene e ti assicuro che Syaoran è
il ragazzo più gentile che possa esistere!”
E se avesse
avuto più tempo, Sakura avrebbe potuto elencargli tutti i momenti in cui Syaoran
aveva mostrato quel bel lato del suo carattere. Sakura chiuse gli occhi e portò
entrambe le mani sul cuore, lì dove erano conservati tutti quegli
indimenticabili ricordi.
“Interessante!- commentò Jasmine,
strofinandosi il mento con due dita- Tu, Sakura, lo chiami per nome. Come
mai?”
Sakura
arrossì: “Perché…siamo molto amici!”
“Però lui
si è trasferito qui da poco!” fece notare Arashi, ricevendo una sonora pacca
sulla spalla da Jasmine.
“Non hai
sentito la professoressa Miyazaki? Si era già trasferito qui qualche anno fa. E
scommetto che, in quell’occasione, voi stavate insieme!”
Sempre più
rossa, Sakura arrossì: ma perché quei due ragazzi erano così curiosi di sapere
cosa era successo? Non era meglio farsi i fatti propri?
“Beh…più o
meno è andata così!”
“Però
adesso è libero, giusto?” continuò Jasmine.
A quella
domanda Sakura fu travolta da una terribile ondata di gelosia. Che cosa
significava quella domanda? Perché Jasmine sembrava così interessata a Syaoran?
Lo conosceva solo da poche ore.
“Chi tace,
acconsente!”
E così
dicendo, Jasmine andò a sedersi accanto a lui. Da quel momento Sakura non riuscì
più a smettere di pensare alle intenzioni di Jasmine. Era così fastidiosa! Se
fino a qualche ora prima era felice di avere dei nuovi compagni di classe, oltre
Syaoran, adesso Sakura non provava più la stessa cosa. Almeno per quanto
riguardava la smorfiosa!
“Ho deciso!
La chiamerò Jasmine, la smorfiosetta!” esclamò Sakura di ritorno da
scuola.
Stava
tornando a casa insieme a Tomoyo. Purtroppo Syaoran era il responsabile quella
settimana, insieme a Yamato; così era dovuto restare a
scuola.
“Credo di
sapere perché Jasmine non ti piace!” commentò Tomoyo,
divertita.
Sakura,
sorpresa, guardò l’amica: “Ho…ho parlato ad alta voce?”
“Credo
proprio di sì!”
“Ma…ero
soprappensiero!” disse Sakura, arrossendo.
“Avevo
notato anche questo!-esclamò Tomoyo- E ti capisco. È stata una giornata
intensa!”
“Già!”
Le parole
di Tomoyo fecero venire in mente a Sakura un’altra importante e interessante
questione.
“A
proposito…Tomoyo, cosa hai fatto oggi con Yamato?”
Il tono
usato da Sakura, così malizioso, fece arrossire Tomoyo.
“Ni…niente,
voleva solo fare una passeggiata con me!”
“Oh, ma
quand’è che ti chiede di uscire insieme?” chiese esasperata
Sakura.
“A dire il
vero…me lo ha già chiesto un paio di volte!”
Sakura,
sorpresa, la guardò: “Cosa?? E non me lo hai mai detto?”
“Mi…mi
dispiace. Io mi…vergognavo!”
“Oh,
Tomoyo, non bisogna vergognarsi di essere innamorati! È la cosa più bella che ci
possa capitare!”
“S-sì,
però…io non so se sono innamorata. È per questo che gli ho detto di
no!”
Sakura
sospirò: “Beh, però, potresti comunque dargli una possibilità, non trovi? È un
ragazzo molto carino e gentile. E tu gli piaci
tantissimo!”
Tomoyo
arrossì ancora di più: “Allora, magari…proverò ad accettare il suo invito…la
prossima volta!”
“Brava!”
Improvvisamente Sakura avvertì una
forza molto potente, che proveniva dal parco del re pinguino. Così si guardò
intorno con circospezione.
“Tomoyo,
chiama Kero-chan e Syaoran!”
“Che
succede, Sakura?”
“Sento una
presenza negativa dentro il parco!”
Ciao! Chissà cosa o chi ci sarà
dentro al parco!! Lo scopriremo nel prossimo capitolo “…enemies”. Spero che il
capitolo vi sia piaciuto. Come vi sono sembrati i nuovi personaggi? C’è da
fidarsi oppure no? Staremo a vedere… Ho come l’impressione che questa storia non
mi stia venendo bene, almeno non mi sembra che stia piacendo come l’altra. Se
avete suggerimenti per migliorarla, sono ben
accetti.^_^
Ringraziamenti…
Sakura182blast:
grazie per la recensione. Anche se
si parla di morte, non penso proprio che ci saranno personaggi che faranno
quella fine. Non ho il cuore per far morire qualcuno. Questi argomenti però li
ho inseriti per rendere la storia un po’ più adulta rispetto all’atmosfera del
manga.Spero che anche questo
capitolo ti sia piaciuto!
Sakura bethovina:
dunque, ti ringrazio molto per la
recensione. Però non so se posso rispondere alla tua domanda… ti basti pensare
che non mi piacciono i finali tristi e non so neanche scriverli. ^_^ chi ha
orecchi per intendere…
Lady
Marion: sì, è straziante vederli separati.
Però magari prima o poi…^_^ e comunque, la predizione le ha detto solo che
l’amore la farà vincere, ma non quale amore… non potevano capirlo da questo!
Spero che questo capitolo ti sia piaciuto!!
Prima che Tomoyo potesse dire o fare
qualunque cosa, Sakura corse dentro il parco. Si guardò intorno, ansiosa:
qualunque cosa fosse quella forza negativa, aveva sicuramente a che fare con il
suo sogno e le due figure così simili a lei e Syaoran che la tormentavano.
Infine Sakura le vide: due sagome
nere erano proprio lì, in piedi sopra lo scivolo a forma di pinguino.
“Chi siete?” chiese subito Sakura.
“Dimmi, Shinto…quanto tempo ha
impiegato a trovarci?” disse una voce femminile.
“Esattamente 46 secondi e 7 primi!”
rispose una voce maschile.
Erano in controluce, però Sakura
riuscì a guardarli meglio: la ragazza che stava in piedi aveva capelli rossicci
e sul volto una mascherina nera le copriva gli occhi; il ragazzo seduto ai suoi
piedi, invece, aveva capelli biondi e, come lei, portava sul volto una
mascherina. Entrambi indossavano costumi coordinati l’uno con l’altro: il
vestito della ragazza era un semplice gilet grigio con due code lunghe dietro,
che andavano a posarsi su una vaporosa gonna bianca di pizzo; inoltre, la
ragazza aveva guanti e stivali completamente neri. Il ragazzo indossava una
specie di smoking grigio con sfumature nere e scarpe eleganti dello stesso
colore.
“Sei un po’ lenta, carina. Mi hai
deluso!” disse la ragazza, incrociando le braccia sul petto.
“Chi siete?” ripetè
Sakura, infastidita.
“Ah…giusto! Che maleducati!
Cominciamo le presentazioni!- esclamò la ragazza, accennando un sorriso
beffardo- Io sono Savine e lui è Shinto, il mio fedele compagno!”
“Cosa volete da me?”
“Vogliamo solo sapere una cosa. Tu
sei la padrona delle Sakura Card, vero? Sei Sakura?” chiese Savine.
“Come…come fai a…”
“Come faccio a saperlo? Beh, potrei
anche spiegartelo. Ma prima ti mostro una cosa!”
Savine prese il ciondolo legato al
collo e recitò una formula magica: “Chiave che possiedi la forza delle tenebre,
mostrami la tua vera natura! È Savine che te lo ordina! Release!
Rescissione del sigillo!”
Il ciondolo di Savine sprigionò
un’intensa luce argentea e si trasformò nello scettro che Sakura aveva visto
nel sogno, lo scettro così simile al suo.
“Sorpresa, vero?”
“Questo…cosa
vuol dire?”
“Non l’hai capito, Sakura? Io sono
come te. Sono la padrona delle Savine Card!”
“Savine…Card? Le ha create il signor
Clow Leed?”
“Sciocca, certo che no!- esclamò
Savine, indignata- Shinto e io proveniamo da un’altra dimensione
spazio-temporale! Anni fa Clow Leed era stato sfidato a duello da colui che ha
creato le mie card: il signor Tai Sun. Per pura fortuna vinse Clow Leed e il
signor Tai Sun gli promise vendetta. Ma Clow Leed morì e Tai Sun tramandò le
sue card a me, la sua figlia adottiva. Ora è giunta l’ora di vendicarlo. Chi di
noi perderà…perderà anche il controllo delle proprie card e queste
provocheranno una terribile catastrofe nel mondo a cui
appartengono, nonché una terribile sorte alla padrona di quelle stesse card.”
“Ma perché? Perché vuoi fare una cosa del genere?” esclamò Sakura, sempre più
turbata.
“Non hai sentito? Devo vendicare il
signor Tai Sun. Lui mi ha allevata come una figlia e merita tutto questo da
parte mia!”
Sakura scosse il capo,
energicamente: “Io non voglio combattere contro di voi!”
“Davvero? Molto bene! Sarà tutto
molto più facile! Firey, Fuoco!”
Una fiammata si sprigionò dalla carta
di Savine e si diresse verso Sakura; ma quest’ultima si nascose dietro il più
vicino albero, respirando con affanno. Non riusciva a credere che fosse
cominciata! E certamente non poteva restare con le mani in mano. Doveva
combattere! E le sue card l’avrebbero aiutata.
“Chiave che possiedi la forza della
stella, mostrami la tua vera natura! È Sakura che te lo ordina! Release! Rescissione del sigillo!”
Con lo scettro in mano, Sakura prese
la carta del salto: “Jump! Salto!”
Velocissima, Sakura saltò sui rami
dell’albero.
“E va bene! Combattiamo!”
“Grandioso! Vediamo quanto sei forte!”
Così dicendo, Savine puntò il suo
scettro verso di lei e gridò: “Ora!”
A quell’urlo,
lo scettro di Sakura le scappò dalle mani e venne
attirato da quello di Savine, avvolto da una luce argentea.
“Ma…che significa?” chiese Sakura,
sconvolta.
Come era potuto accadere?
“Noi rappresentiamo le due facce
della stessa medaglia: se tu sei luce, io sono oscurità. I nostri scettri sono
opposti e per questo si attraggono!”
Savine prese in mano lo scettro di
Sakura e questo tornò a essere un ciondolo. Perciò Sakura provò a saltare verso
la sua nemica, ma la carta del salto non agiva più su di lei e Sakura cominciò
a precipitare per terra.
“Vento, vieni in mio aiuto! FukaShourai!”
Una folata di vento avvolse Sakura e
la riportò delicatamente a terra.
Syaoran, appena arrivato, la
raggiunse, preoccupato: “Stai bene?”
“Sì, grazie, Syaoran!”
“Quelli sono…” iniziò a dire lui,
volgendo lo sguardo accigliato ai nuovi arrivati.
Sakura annuì: “Si chiamano Savine e
Shinto!”
“Ora sì che ci siamo tutti!” esclamò
Savine.
“Ridammi
subito la mia chiave del sigillo!” disse Sakura, esasperata.
“Se proprio insisti…”
Così dicendo, Savine gettò la chiave
di Sakura verso Syaoran.
“Firey…fuoco…”
mormorò Savine, lo scettro puntato su una delle sue card.
Non appena Syaoran la prese, fu
circondato da lingue di fuoco.
Sakura, inorridita, si sentì morire:
“Syaoran!”
Le fiamme lo avevano solo sottratto
alla sua vista, oppure lo stavano…uccidendo?
Savine rise: “Nonostante questo
scottante inizio, mia cara Sakura, stai tranquilla per il tuo…ehm…come si
chiama?”
“Insomma, Savine, non l’hai sentita
gridare il suo nome disperata?-esclamò Shinto- Si
chiama Syaoran!”
“Giusto! Dunque…quello che volevo
dire è che il tuo Syaoran è solo circondato dalle fiamme!”
“E’ vero?- chiese Sakura, con voce
tremante- Syaoran, stai bene?”
“Sì, sto bene!”
La voce di Syaoran la tranquillizzò:
almeno era ancora vivo e Sakura poteva fare qualcosa per aiutarlo. Ma cosa?
“Per salvarlo, dovrai spegnere le
fiamme, ma senza la tua chiave del sigillo, come farai?-esclamò Savine,
divertita- Non puoi neanche fartela lanciare dal tuo cavaliere perché le fiamme
glielo impedirebbero!”
Aveva ragione: senza la sorgente del
suo potere, come poteva usare Watery per spegnere le fiamme?
“Fa’ la tua apparizione, drago
d’acqua! SuiryoShourai!”
L’incantesimo evocato da Syaoran
provocò un’ondata di acqua che spense le fiamme…per una frazione di secondo.
Savine scoppiò a ridere: “Che razza
di idiota! La tua magia è inutile, non ha alcun effetto sulla mia! Anzi, può
peggiorare i suoi effetti!”
“Perché? Cosa intendi dire?” chiese
Sakura, allarmata.
“Il cerchio in cui è costretto il
tuo compagno si è ristretto! Ogni volta che qualcuno tenta di spegnerlo, senza
usare la tua magia, il cerchio si stringe sempre di più.”
“Come?”
“Hai capito bene, Sakura. Solo tu
puoi spegnerlo e devi fare in fretta, altrimenti il tuo Syaoran finirà
abbrustolito!”
“Ma se…”
Sakura si voltò, ma Savine e Shinto
erano scomparsi. Era rimasta da sola e doveva riflettere su come salvare
Syaoran. Sì, ma cosa doveva fare? Sakura non riusciva a riflettere con
lucidità: l’unico pensiero che le occupava la mente era salvare Syaoran, quindi
non poteva concentrarsi su altro.
“Sakura, ce la puoi fare!” disse a
un certo punto lui, distogliendola dai suoi pensieri.
“Syaoran…” mormorò lei.
“Io mi fido di te e sono sicuro che,
se rifletti con calma, riuscirai a trovare la soluzione!”
Sakura sorrise: allora Syaoran si
fidava ancora di lei. E lei non lo aveva deluso. Quella nuova ondata di
determinazione le fece ricordare un particolare interessante: quando Syaoran
aveva usato il suo incantesimo, le fiamme si erano spente per una frazione di
secondo. Sì, con un po’ di sincronia, poteva farcela.
“Syaoran, ho trovato! Usa ancora il
tuo incantesimo!”
“Cos’hai in mente?”
“Hai detto che ti fidi di me.
Allora, dimostramelo e tieniti pronto!”
“D’accordo!- esclamò Syaoran- SuiryoShourai!”
Non appena l’acqua spense le fiamme
davanti Sakura, lei saltò velocemente dentro il cerchio di fuoco, che si
riaccese, e andò a sbattere contro Syaoran: lui sembrava sorpreso di vederla
lì.
“Ma sei impazzita?” esclamò Syaoran,
prendendola per le spalle e notando di quanto si fosse
ristretto il cerchio di fuoco.
Essendo in due, erano davvero
stretti.
“Però, ci sono riuscita!” esclamò
Sakura, soddisfatta.
Syaoran la guardò, teso, e la tenne
vicino a sé per sicurezza: “Stai bene?”
“Io sì, tu?”
“Sto bene!”
“Mi fa piacere. Ero talmente in
ansia!”
Syaoran le porse la chiave del
sigillo: “Tieni, ora tocca a te!”
Sakura annuì e, dopo aver
trasformato la chiave in scettro, girò su se stessa. Sentì le braccia di
Syaoran circondarle la vita e continuare a tenerla vicino a sè
e lontano dalle fiamme. E, per quel contatto, Sakura non potè
fare a meno di arrossire.
Ma non era il momento di pensare a
certe cose.
Così prese la carta dell’acqua ed
esclamò: “Acqua, ti prego, spegni queste fiamme! Watery! Acqua!”
La carta dell’acqua riuscì a
spegnere definitivamente il fuoco e Sakura e Syaoran furono di nuovo liberi.
“Ce l’abbiamo
fatta!” sospirò Sakura, sorridendo e accasciandosi per terra.
“Sei stata brava!”
“Grazie per avermi aiutata!”
“Io non ho fatto niente!” disse
Syaoran, sedendosi accanto a lei.
Sakura rise: le sembrava di essere
tornata ai tempi delle loro avventure con le Clow Card, quando lui credeva di
non aver mai fatto nulla per aiutarla; invece, se non ci fosse stato lui
accanto a lei, a proteggerla, a consigliarla, a sostenerla, lei non avrebbe potuto
fare molto.
“Non è vero! Ero nel panico e non
riuscivo a trovare una soluzione per tirarti fuori di lì. Poi ho sentito la tua
voce e mi sono calmata. Quando dico che mi sento più sicura con te al mio
fianco è vero: tu mi proteggi sempre e mi dai la forza necessaria per
affrontare le situazioni. Grazie mille, Syaoran!”
Detto questo, lei gli rivolse un
sorriso molto dolce e Syaoran percepì un batticuore scatenarsi dentro il
proprio petto. Quel sorriso così speciale…lui non ne era ancora immune e, a
dire la verità, non voleva esserlo. Perché solo lei riusciva a fargli provare
quel complicato mix di emozioni con un semplicissimo sorriso.
“Ah, Syaoran!” esclamò, all’ improvviso, Sakura.
“Che
succede?”
“Guarda qui
cosa ti sei fatto!”
Sakura,
preoccupata, si avvicinò alla sua spalla sinistra, appoggiandosi con una mano
sul torace di Syaoran. Fu allora che Syaoran si accorse della camicia
dell’uniforme scolastica, un po’ bruciacchiata.
“Ti sei
bruciato!”
“Non è
niente di grave!” la rassicurò lui.
“Non ti fa
male?”
“No!”
“Sicuro?”
Syaoran
sorrise: “Sicuro!”
Sakura si
voltò verso di lui, ritrovandosi a pochi millimetri dal suo viso. Per quella
distanza ravvicinata, Sakura arrossì improvvisamente e, imbarazzata, si
allontanò subito da lui.
“Ok…ti credo!” disse lei, chinando il capo.
“Sakura!
Li!”
Erano
Tomoyo e Kero-chan: li stavano raggiungendo di corsa, preoccupati.
“State
bene?”
“Sì!”
“Cos’è
successo?”
“Kero-chan, sarà meglio parlare in un posto più sicuro!” disse Sakura.
“Andiamo a casa
mia, lì saremo al sicuro!” propose Syaoran.
******
A casa di
Syaoran, Sakura raccontò tutto ciò che era successo a Tomoyo e Kero-chan e,
quest’ultimo, alla fine del racconto, sembrò molto pensieroso.
“Cosa ne
pensi?” gli chiese Sakura.
“Io non ne
ho idea. Clow non ci ha mai parlato di quello scontro!”
“Quindi,
pensi che non sia vero?”
“No, non è
questo. Credo che sia vero perché quella ragazza ha il tuo stesso tipo di
magia.”
“Allora, a
cosa stavi pensando?”
“Stavo
chiedendomi se, per caso, lo scontro di cui ha parlato quella ragazza non fosse
avvenuto prima che Clow ci creasse. Magari questo è uno dei motivi che hanno
spinto Clow a crearci: proteggere le Card e il loro padrone da eventuali
attacchi di questo Tai Sun!”
Mentre
Kero-chan parlava, Sakura si stropicciò l’occhio destro: era stanchissima! La
giornata appena trascorsa, tra nuovi compagni di scuola, nuovi nemici, nuovi
problemi, era stata davvero intensa.
“Quindi
cosa…dovrei fare?” domandò Sakura, sbadigliando e appoggiando il capo sul
divano.
Era davvero
morbido e rilassante.
“A questo
punto, l’unica cosa da fare è stare sempre all’erta e non farsi cogliere
impreparati quando ci attaccheranno di nuovo. Quei due sembrano più determinati
che mai a vendicare il loro predecessore. Ritengo, però, che tu, Sakura, sia
benissimo in grado di affrontarli nel migliore dei modi. D’altronde ora,
finalmente, sappiamo perché la figura del tuo sogno e della predizione era così
simile a te: Savine è una card captor come te;
entrambe avete catturato e trasformato card che
funzionano allo stesso modo, anche se la sorgente della loro magia è diversa.
Proprio come i vostri scettri!”
“E non
dimenticare che entrambe portano il nome di un fiore. Savine è il nome inglese
del ginepro!” aggiunse Tomoyo.
“E’ vero!
Ed è incredibile come, pur essendo così simili, siate
anche così diverse!” commentò infine Kero-chan.
“Scusate!-
li interruppe Syaoran- Sembra che qualcuno qui sia molto stanco!”
Così
dicendo, Syaoran indicò Sakura, sul divano, caduta in un profondo sonno.
“Poverina,
chissà come sarà stanca!” disse Tomoyo, sorridendo.
“Lo credo
bene. Usare una carta potente come Watery, dopo tanti anni, l’avrà spossata!”
Syaoran
andò a prendere una coperta per coprire Sakura e poi si sedette accanto a lei,
guardandola in viso. Le scostò alcune ciocche di capelli che le coprivano gli
occhi e gli venne in mente quel pomeriggio di tanti anni prima, subito dopo la
partita di basket. Era stato bellissimo guardarla dormire, gli aveva fatto
provare una sensazione molto dolce di pace e di amore.
Ma, ora,
era tutto diverso tra loro, era tutto cambiato.
“Sarà
meglio portarla a casa, altrimenti suo fratello e suo padre potrebbero
preoccuparsi!” fece notare Syaoran.
“Hai
ragione!”
“Sakura…-disse, all’improvviso, Tomoyo, preoccupata-…voi
credete che ce la farà?”
Syaoran e
Kero-chan si scambiarono un’occhiata.
“Sì, ne
sono convinto!” rispose Kero-chan.
“Anch’io.
Ce la farà sicuramente perché è forte, più di quanto lei stessa creda. Troverà
anche questa volta il modo di vincere questa battaglia! E noi le saremo sempre
accanto per aiutarla!”
Tomoyo, più
tranquilla, sorrise: “Sì!”
Syaoran
tornò a guardare Sakura: doveva farcela assolutamente, perché lui non avrebbe
potuto sopportare di perderla per sempre. Senza di lei niente sarebbe stato come
prima o avrebbe avuto più senso. Senza di lei, Syaoran non esisteva.
Ehm…sì, scusate…Dunque, eccoli qui i
nemici di Sakura e Syaoran. Come vi sono sembrati? Anche se può sembrare
strano, a me piacciono tanto!^_^ Il prossimo capitolo
si intitola “Quarrel”, cioè litigio o litigare,
insomma il concetto è chiaro, no?
Ringraziamenti…
Sakura182blast: ah, che bello che anche tu trovi divertente jasmine. Sono davvero
felice. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Per quanto riguarda la
teoria di watanuki…beh, cavolo, io non avrei mai
pensato qualcosa del genere! Però possono anche starci, ci assomiglia…
Sakura bethovina: ah, mi dispiace che Jasmine ti stia
così antipatica, ma d’altronde lo sapevo che non sarebbe piaciuta!^_^ però almeno riconosciamo che ha buon gusto!! Spero che
anche questo capitolo ti sia piaciuto!!
Lady Maryon:
grazie per la recensione così appassionata!!^_^
per rispondere alla tua domanda su un eventuale figlio di sakura e syaoran…beh,
non credo che questa storia sia così lungimirante! Però si può sempre pensare a
un sequel… Per quanto riguarda la descrizione della
scena in cui sakura picchia la povera jasmine, sarebbe davvero divertente, ma
non penso che andrà proprio così.^_^ e comunque
nessuno morirà…
Sakura93thebest: grazie per la recensione. Sono felice che la storia ti stia piacendo,
spero che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento. Sono sicura che il
capitolo in cui si rimetteranno insieme sarà davvero molto lovvoso!! Però non è che il love-mode fra sakura e syaoran sia
definitivamente off. Quando due persone sono così perfette l’una per l’altro ti
scappa per forza la scenetta un po’ in love-mode!!^_^
e a me poi scappa quasi in ogni capitolo!! Ahahahah!
Dal giorno
dell’incontro/scontro con Savine e Shinto, Sakura non fece che pensare a quanto
era successo con questi nuovi avversari. In pratica, Savine era il suo esatto
opposto. Anche se in modo diverso, lei aveva tutto ciò che aveva anche Sakura.
Questo la preoccupava non poco: se erano così simili, probabilmente, sarebbe
stato molto difficile sconfiggere Savine. In fondo Savine le aveva già mostrato
la sua forza e si era rivelata davvero forte…
Sakura
sospirò, perdendo il suo sguardo fuori dalla finestra dell’aula
scolastica.
“Come siamo
pensierosi…”
Una voce la
riportò alla realtà e, precisamente, quella di Arashi, seduto di fronte a
lei.
“Ti senti
bene, Sakura?” le chiese lui.
“Ah…sì,
grazie!” rispose lei, sorridendo.
“Eppure, ho
come l’impressione che tu sia un po’ affaticata!”
Arashi,
preoccupato, le accarezzò il viso con due dita: un gesto che sorprese Sakura e
la fece arrossire.
“Sei
gentile a preoccuparti, Arashi!- disse lei, scostandosi da quella carezza- Ma
sto bene!”
“Ti credo,
Sakura!”
Arashi le
sorrise e Sakura sentì l’imbarazzo aumentare sempre di più. Ma
perché?
“Lo sai,
hai proprio un bel nome!” esclamò Arashi.
“Me lo
dicono tutti!”
“E hanno
ragione. È il nome dell’ albero di ciliegio, no? In primavera sui suoi rami
spuntano dei fiori bellissimi!”
“Già!”
“E’ un
fiore molto delicato e molto bello…- disse Arashi-…proprio come
te!”
Quelle
parole le fecero ricordare il giorno dell’hanami trascorso con Syaoran: il loro
primo appuntamento, la prima volta in cui Syaoran aveva cucinato qualcosa per
lei, il loro primo bacio…
A proposito
di Syaoran, lui, seduto proprio dietro Sakura, aveva assistito alla scena
idilliaca fra lei e Arashi. Fu quasi scontato che non gradì l’atteggiamento del
ragazzo nei confronti di Sakura. Infatti cominciò a provare una forte gelosia,
quasi rabbia; ma la sua freddezza riuscì a mascherare quel sentimento che lo
stava sconvolgendo nell’anima.
Syaoran si
limitò semplicemente a schiarirsi la voce ed alzarsi.
“Oh…Li!”
Il tono di
Arashi sembrava sorpreso, come se lui non sapesse che Syaoran sedeva proprio
dietro Sakura.
“Tutto ok?”
chiese Arashi.
Syaoran gli
rivolse una delle sue più gelide e minacciose occhiate. Ciò impensierì Sakura:
come mai
Syaoran sembrava così infastidito da Arashi? Che fosse geloso?
Syaoran…geloso di lei?
“Abbiamo
l’ora di ginnastica. Dobbiamo cambiarci…”
“Hai
ragione!”
Sakura lo
guardò andare via, preoccupata. Se quella era una dimostrazione di gelosia,
questo voleva dire solo una cosa, ovvero che Syaoran era ancora innamorato di
lei. E Sakura non poteva essere più felice per questo. Ma ben presto fu
costretta a ricredersi!
Dopo aver
indossato la tuta da ginnastica, tutta la classe si ritrovò sul campo di basket.
“Allora…-iniziò il professore-…oggi
riprenderemo il basket e cominceremo con incontri brevi…direi uno contro uno,
per il momento. Chi si offre volontario?”
Naturalmente, non ci fu nessun
volontario.
“Bene!
Allora, passiamo ai volontari forzati! Li?!”
“Sì?”
“Giocherai
contro…”
Il
professore si guardò attorno indeciso, accorgendosi infine di una mano alzata.
Quella mano apparteneva a…
“Miyamoto?!”
Tutta la
classe, sorpresa, guardò Jasmine, che sorrise
allegramente.
“Posso
provare io, professore?”
“Sei
sicura?”
“Sì!”
“Allora,
d’accordo!”
A quel
punto, Syaoran, turbato, si rivolse al professore: “Ma, professore…è una
ragazza!”
Jasmine lo
raggiunse al centro del campo e rise: “Però! Sei un
fulmine!”
“Coraggio,
Li! – esclamò il professore- Non c’è niente che lo vieti!”
“Vedrai,
mio caro Li, ci divertiremo molto!” esclamò Jasmine, raccogliendo i capelli in
una veloce coda.
Dopodiché
lei gli fece l’occhiolino e Syaoran, arrossendo lievemente, deglutì. Sakura
prestava molta attenzione ai due in mezzo al campo: quella Jasmine diventava
ogni giorno più smorfiosetta.
“Si
preannuncia un incontro molto appassionato!” commentò, divertito,Arashi, accanto a
lei.
Che voleva
dire? Se solo Jasmine avesse provato a mettere le sue grinfie su Syaoran, Sakura
avrebbe…avrebbe…che cosa mai avrebbe potuto fare? Non era più la sua ragazza.
Non poteva fare nulla per evitare che qualche altra ragazza lo prendesse di
mira.
Il
professore fischiò l’inizio dell’incontro e Syaoran recuperò subito la palla:
cominciò poi a palleggiare in direzione del canestro, ma Jasmine gli stava
incollata come un francobollo. Proprio sotto il canestro, con una magnifica
finta, Syaoran si liberò della sua marcatrice e tirò la palla verso il canestro,
segnando due meritatissimi punti.
A Sakura
venne spontaneo esultare per lui: era stato bravissimo! Ma Jasmine recuperò
subito palla e, più determinata che mai, corse dalla parte
opposta.
“Prova a
prendermi, Li!” esclamò lei, divertita.
Syaoran
accennò un sorriso, pronto alla sfida, e la inseguì rapidamente. Jasmine era
molto veloce, ma Syaoran la raggiunse e, con un movimento impercettibile, le si
parò davanti. Colta alla sprovvista, Jasmine gli finì addosso ed entrambi
caddero per terra, lei sopra di lui.
Jasmine
sorrise maliziosamente.
“Allora, mi
hai presa…che bravo!” esclamò lei, passandogli un dito sul torace.
Syaoran
arrossì e sorrise nervosamente, mentre i suoi compagni cominciarono a fischiare
e fare commenti maliziosi.
Sakura,
inevitabilmente, venne travolta da una nuova ondata di gelosia: gelosia molto
forte, sconvolgente, rabbiosa…Odiava sentirsi così e, soprattutto, non
sopportava chi la faceva sentire così, in questo caso Jasmine. Perché aveva
adocchiato proprio Syaoran? Con tutti i ragazzi della loro scuola, perché
proprio lui?
Che
situazione deprimente! Non poteva neanche mostrargli tutta la sua gelosia,
altrimenti Syaoran si sarebbe sentito confuso. Sakura lo aveva lasciato quattro
anni prima e ora era gelosa di lui?
******
Alla fine
delle lezioni, Sakura, insieme a Tomoyo e Syaoran, raggiunse gli
armadietti.
“Allora,
Li, oggi hai letteralmente steso Jasmine!” commentò Tomoyo, con una delle sue
risatine.
Syaoran
arrossì: “P-preferirei non parlarne! È stato alquanto
imbarazzante!”
La gelosia
di Sakura aumentò nel notare come Syaoran era diventato nervoso all’affermazione
di Tomoyo. Forse Jasmine gli piaceva…L’enorme senso di disagio che la stava sconvolgendo interiormente e che
né Syaoran né Tomoyo avevano notato le fece aprire il suo armadietto con più
forza del necessario.
E proprio
lì dentro, Sakura trovò qualcosa che prima non c’era: un bigliettino…”Per
Sakura”
“E questo
cos’è?” si chiese, sorpresa.
Syaoran e
Tomoyo le furono subito accanto, preoccupati.
“Cosa?”
Sakura
mostrò il biglietto ai due amici.
“Uh, una
dichiarazione d’amore per Sakura?!” esclamò Tomoyo,
curiosa.
“No…da
questo biglietto proviene una forza negativa!- disse Syaoran, serio-
Leggilo!”
Così, dopo
averlo aperto, Sakura lesse cosa c’era scritto: “Mia cara Sakura, sto per
lanciarti una sfida, un duello più precisamente. E, ad un duello, non ci si può
sottrarre. Questa sfida ci vedrà scontrare con le spade, solo ed esclusivamente
con la spada. Hai una settimana di tempo per prepararti. La sfida avrò luogo nel
campo del liceo Seijo, alle ore 22.00. Spero che avrai abbastanza coraggio da
presentarti!”
In fondo al
biglietto, al posto della firma, c’era una saetta nera.
“Oh! Un
duello con la spada. Ma, allora…dovrai usare la carta della spada!” esclamò
Tomoyo.
“S-sì,
penso di sì!” disse lei, fissando il biglietto.
L’idea di
un duello con la spada la intimoriva, perché lei aveva maneggiato la spada solo
per semplici colpi, ma mai per un duello vero e proprio.
“Non ti
preoccupare, Sakura!” le disse Syaoran, con un sorriso.
Sakura lo
guardò, ansiosa: “Ma, Syaoran…io non sono capace a usare la spada per un
duello!”
“Lo so, ma
se ti aiuterò io, ce la farai!”
“In che
senso?”
“Ci
alleneremo insieme e ti insegnerò a duellare!”
Improvvisamente Sakura si sentì
sollevata: “Lo faresti davvero?”
“Certo! Sei
un po’ sbandata con la spada. Hai bisogno di me!”
E Syaoran
non sapeva neanche quanto fosse vero!
“Grazie,
Syaoran!” gli disse lei, con un sorriso.
Tutti i
pensieri più negativi abbandonarono la sua mente: quelli che lei poteva
condividere con Syaoran erano momenti unici, che nessun altro ragazzo avrebbe
mai potuto offrirle.
Così il
giorno seguente Sakura e Tomoyo si recarono a casa di Syaoran, che le fece
accomodare in salotto.
“Ci
alleneremo qui?” chiese Sakura.
Syaoran
rise: “No, in una stanza che io uso per allenarmi! È di
là!”
“Sì,
però…-intervenne Tomoyo, avvicinandosi a Syaoran-…prima mi faresti il favore di
indossare questo?”
“C-cos’è?”
chiese Syaoran, fissando preoccupato la busta che lei gli stava
porgendo.
“Ah…una
cosa utile per questi casi!”
Syaoran
guardò Sakura, che gli rimandò uno sguardo di rassegnazione, per la serie “Che
ci vuoi fare, è fatta così”. Perciò Syaoran scomparve in camera sua, mentre
Tomoyo cominciava a riprendere Sakura in tutto il suo
splendore.
Imbarazzata, Sakura le domandò:
“Tomoyo, ma perché devo indossare proprio questi abiti?”
Tomoyo,
infatti, aveva insistito anche con lei affinché indossasse uno dei suoi completi
e, in particolare, un completino rosa, maglietta e pantaloni, in tipico stile
cinese, con rifiniture dorate.
“Ormai sono
così rare le volte in cui riesco a farti indossare uno dei miei modelli! Devo
sfruttare ogni minima occasione!”
“E…quello
di Syaoran… è uguale al mio?”
Tomoyo
sorrise: “Ora vedrai!”
I sospetti
di Sakura furono confermati ben presto: Syaoran le raggiunse dopo pochi minuti e
indossava anche lui un modello di Tomoyo. Era un completino coordinato con
quello di Sakura, ma era di colore verde e, soprattutto, più adatto a un
ragazzo.
A Tomoyo
brillarono gli occhi per la felicità, soprattutto quando li mise uno accanto
all’altra per riprenderli.
“Ma perché
anche a me?” chiese Syaoran, imbarazzato.
“Perché? Ma
che razza di domanda è mai questa? Tu sei il compagno di Sakura, almeno in
questa avventura. Lavorate in coppia ed è giusto così. Inoltre, avete notato che
anche i vostri avversari hanno completini coordinati? – chiese Tomoyo- Loro,
però, usano colori molto tristi. Io, invece, ho usato i vostri colori
preferiti!”
Sakura rise
nervosamente e poi guardò Syaoran: “Cominciamo?”
“Sì!”
Si
sistemarono tutti e tre in un’ampia stanza, praticamente
vuota.
“Wow! È
grande!- commentò Sakura, guardandosi attorno- Ma come mai è così
vuota?”
“Quando mi
alleno devo essere concentrato al massimo e non voglio che niente mi
distragga!”
“E’
giusto!”
“Allora…-disse Syaoran, con un
sospiro-…comincia a far apparire la carta della spada!”
“Agli
ordini!”
Mentre
Sakura recitava la formula di rescissione del sigillo, Syaoran appoggiò la
propria spada per terra, in un angolo, e prese un bastone lungo quanto la spada
di Sakura.
“E quello a
che serve?” domandò Sakura, con la sua spada in mano.
“All’inizio
userò questo, al posto della mia spada!”
“Perché?”
“Se non
riuscissi a parare un mio colpo, potresti farti molto male. Così, invece,
evitiamo che tu ti ferisca!”
Sakura
sorrise, con la massima dolcezza: Syaoran era davvero adorabile quando si
preoccupava per lei.
“E’ molto
carino da parte tua preoccuparti per me. Ma dovresti pensare anche a
te!”
“Non ti
preoccupare!-la tranquillizzò Syaoran- Saprò evitare il
colpo!”
“Sicuro?”
“Certo!
Dai, cominciamo!”
“Sì!”
“Allora,
prima di tutto devi trovare la giusta postura!”
“La giusta
postura?” ripetè Sakura.
“Esatto! È
molto importante trovare sempre una posizione di massimo equilibrio, quando si
duella. E, per fare questo, bisogna allargare il più possibile la superficie di
appoggio. Quindi, divarica un po’ le gambe e piegale leggermente, mettendo un
piede un po’ più avanti dell’altro!”
Sakura
obbedì: “Così va bene?” Syaoran non rispose: si avvicinò a lei, le diede una
leggera spinta sulla spalla e Sakura, perdendo l’equilibrio, indietreggiò di
qualche passo.
“Evidentemente no!” si rispose lei
da sola.
“Non
importa, sei solo un po’ tesa!- disse Syaoran, affiancandola- Devi rilassarti e
lasciarti guidare da me!”
Syaoran
mise la sua mano destra sulla schiena di Sakura: “Schiena dritta, prima di
tutto, e testa alta. Devi sempre guardare in faccia il tuo avversario. Ora,
porta il piede sinistro più avanti!”
E così
dicendo, sfiorò con la mano sinistra il medesimo ginocchio di Sakura. Per quel
tocco gentile e delicato, Sakura arrossì, ma chinò il capo per non farsi vedere
da Syaoran, che sembrava non essersi accorto del suo gesto così
intimo.
“Così?”
“Ancora un
po’! -disse Syaoran, osservandola attentamente- Bene così. Adesso piegale un
po’!”
Sakura
obbedì e Syaoran, per controllare la nuova posizione, la spinse avanti e
indietro, a destra e a sinistra.
“Ora sì che
va bene!”
Sakura rise
divertita, ma tornò subito seria non appena sentì Syaoran abbracciarla da
dietro.
In realtà,
non era un abbraccio: lui aveva solo portato braccia e mani su quelle di Sakura
per mostrarle come impugnare la spada. Nonostante questo, Sakura divenne ancora
più rossa e si sentì travolta da un’improvvisa ondata di calore. Non se lo
ritrovava così vicino da anni, ormai. E si era dimenticata di quanto fosse
piacevole quella sensazione: la sua sola vicinanza le trasmetteva tepore,
dolcezza e sicurezza. Ovvero tutto ciò di cui lei aveva più bisogno.
Dal canto
suo, Syaoran si accorse troppo tardi di quello che stava facendo. Non aveva
pensato alla situazione di intimità che si sarebbe venuta a creare: aveva
semplicemente agito d’istinto. Perciò cercò di restare calmo e di respirare
profondamente, ma la situazione peggiorò. A ogni respiro poteva percepire un
delicato profumo provenire dai morbidi capelli di Sakura, un profumo che gli
riempiva i polmoni e lo inebriava. E con questo profumo che gli deliziava anima
e corpo, Syaoran non potè fare a meno di pensare a quanto gli fosse vicina
Sakura, a quanto era bella, a quanto lui la desiderasse ancora dopo tutti quegli
anni…
Syaoran
scosse il capo: gli sembrava di essere diventato il protagonista di uno di quei
film melensi che guardavano le sue sorelle. In quegli sceneggiati c’era sempre
qualche scena come quella che aveva appena vissuto lui, ma alla fine il
protagonista maschile tornava insieme alla ragazza. Invece lui, probabilmente,
aveva perso ogni possibilità con Sakura.
Inoltre,
Syaoran rischiava di perdere la concentrazione ed era un lusso che non poteva
permettersi, perché era in gioco qualcosa di molto
importante.
“Tieni la
spada così: proprio davanti a te e leggermente inclinata in avanti. Devi sempre
proteggere la parte superiore del tuo corpo! D’accordo?”
“Sì!”
Syaoran si
allontanò da lei e il suo corpo gliene fu grato: in questo modo riuscì a
calmarsi.
“Cominceremo con esercizi semplici.
Io proverò a colpirti con questo e tu dovrai provare a parare i miei colpi. Sei
pronta?” chiese Syaoran, prendendo il suo bastone.
“Prontissima!”
******
I giorni
passavano e Sakura diventava sempre più brava negli allenamenti con Syaoran. Ben
presto cominciarono anche a fare piccoli duelli, usando entrambi le rispettive
spade. Syaoran era ancora abbastanza clemente con lei negli attacchi, ma Sakura
riusciva a parare tutti i suoi colpi.
“Molto
bene!- esclamò Syaoran, un pomeriggio, dopo un altro duello – Stai facendo
grandi progressi!”
“Lo pensi
davvero?” esclamò lei, sorridendo.
Syaoran si
appoggiò con la schiena al muro: “Sì, è naturale!”
“Grazie!”
“Bene…vado
in cucina! Volete qualcosa da bere?” chiese Syaoran a Sakura e a
Tomoyo.
“Sì,
grazie!” rispose Tomoyo.
Sakura,
entusiasta, esclamò: “Posso andare io a prendere da bere per
tutti?”
“Ah…-disse
Syaoran, perplesso e sorpreso-…sì, d’accordo!”
“Allora,
torno subito!”
E così
dicendo, Sakura corse in cucina a preparare freschi succhi di frutta per tutti e
tre. Si sentiva felice e cominciò a canticchiare fra sé e sé. Felice non solo
perché stava migliorando nell’arte della spada, ma anche perché stava passando
dei bellissimi momenti insieme a Syaoran e questo le permetteva di conoscere
meglio il luogo in cui lui viveva. Forse era sciocco, però, a Sakura faceva
molto piacere. Li rendeva ancora più uniti.
Quando finì
di preparare le loro bevande, Sakura raggiunse Tomoyo e Syaoran. Entrando nella
stanza, però, Sakura notò che Syaoran si era spostato ed era andato a sedersi
vicino a Tomoyo.
Ma sentì
anche la sua migliore amica dire qualcosa come: “D’accordo per domani alle
cinque, allora!”
Sakura si
insospettì: cosa sarebbe successo il giorno dopo alle cinque tra Tomoyo e
Syaoran? Tra la sua migliore amica e il ragazzo che era stata costretta ad
allontanare, ma che era ancora importantissimo per lei?
Né lui né
lei si accorsero di Sakura, così lei fece finta di non aver udito alcunché. Ma
per tutta la serata e la mattina seguente non fece che pensare a quello…cos’era?
Una specie di appuntamento?
Non poteva
essere vero! Tomoyo non l’avrebbe mai fatto, non avrebbe mai potuto tradire la
sua migliore amica! Era impensabile.
“Sakura!”
Una voce la
riportò alla realtà, una voce che apparteneva ad Arashi.
“Ti sei
incantata?” le chiese lui.
“Cosa?
Oh…no…non credo!”
“Da qualche
giorno sei strana. Posso fare niente per aiutarti?”
“No,
grazie!”
“Se mi dici
chi ti fa preoccupare in questo modo, lo punirò come si deve!” esclamò lui,
deciso.
Sakura
ridacchiò.
“Ecco,
vedi…non sopporto chi ti rende triste. Sei così bella quando
sorridi!”
Il
complimento di Arashi la prese alla sprovvista e la fece
arrossire.
“Gr-grazie…”
“E’ solo
quello che penso!- disse Arashi, sorridendo- E, se posso, vorrei chiederti una
cosa…”
Per un
momento, Sakura ebbe una visione nella sua mente: lei e Syaoran, seduti sui
banchi di scuola, e lui che le rivolgeva le stesse parole, perché voleva
chiederle un appuntamento, il loro primo appuntamento. Ma non era solo una
visione…era uno dei suoi più bei ricordi.
“Che…cosa?”
“Io sono
nuovo di questa città e mi piacerebbe visitarla! Ti andrebbe di farmi da
guida?”
“Da guida?”
ripetè lei con voce tremante.
“Sì! Mi
daresti il piacere della tua compagnia?”
“Oh…ehm…d’accordo! Ti
accompagnerò!”
Arashi
sorrise: “Sakura, è meraviglioso che tu abbia accettato. Non sai quanto tu mi
abbia reso felice!”
Sakura
accennò un sorriso: era bello aiutare qualcuno, renderlo felice…dava sempre una
sensazione di soddisfazione.
Dopo le
lezioni, Sakura andò al club delle ragazze pon-pon, Tomoyo alle prove del coro e
Syaoran all’allenamento con la squadra di basket. Quindi, tutti e tre erano
impegnati.
Ma, alle
cinque in punto, fuori dalla scuola, Sakura non incontrò né l’uno né l’altra.
Dove erano finiti?
La mente di
Sakura, tornando a casa, elaborò la più strana ipotesi: Syaoran magari doveva
aiutarla con qualche materia difficile. Però…Tomoyo era brava in tutto. Forse
era il contrario…Tomoyo dava ripetizioni a Syaoran, probabilmente, di
giapponese, la materia che lui non amava particolarmente. Ma allora…perché non
le avevano detto niente?
Sakura
sospirò: ma cosa stava pensando? Non riusciva a credere neanche lei a ciò che
stava pensando!
Syaoran e
Tomoyo, da semplici amici, erano diventati molto di più. Questo rese Sakura
immensamente triste.
“Un
momento…”
Non doveva
pensare male dei suoi due migliori amici, non aveva prove per dimostrare quella
stramaledetta ipotesi. Ma Sakura, evidentemente, non era più tra le grazie degli
dei e le prove arrivarono proprio in quel momento. Lo sguardo di Sakura si posò
sulle vetrine dei negozi di quella strada. E,con grande stupore, Sakura notò,
attraverso la vetrina di un bar, proprio Syaoran e Tomoyo, seduti a un tavolino.
Lui sembrava sereno e lei gli sorrideva con la sua solita
dolcezza.
Il
sentimento che nacque spontaneamente in Sakura non era gelosia. O almeno, non
era solo gelosia. Era rabbia, forte rabbia, mista a una buona quantità di senso
di tradimento. Perché era quelloche avevano fatto Syaoran e Tomoyo.
Sconvolta
da quella rivelazione, Sakura corse a casa. Quella sensazione era davvero
spiacevole e insopportabile. Non se lo sarebbe mai aspettata da Syaoran e da
Tomoyo. Perché l’avevano fatto? Si erano forse innamorati l’uno dell’altra?
Eppure non avevano mai mostrato segni di un possibile
innamoramento.
La rabbia
bruciava con ardore in lei e permase fino al giorno successivo. Era curiosa di
vedere come si sarebbero comportati a casa di Syaoran per l’allenamento con la
spada.
Sakura
provò a comportarsi come al solito, ma anche Syaoran e Tomoyo erano gli stessi
di sempre. Evidentemente erano dei bravi attori.
Syaoran le
propose un altro duello e Sakura lo accolse più che volentieri. Il duello
cominciò, ma per Sakura era difficile mantenere un minimo di concentrazione.
Nella sua mente scorrevano come rapidi flash le immagini del pomeriggio
precedente: Syaoran che la guardava, Tomoyo che gli sorrideva, la sua mano che
si appoggiava su quella di Syaoran…
Per questo
motivo più volte Sakura non riuscì a parare i colpi di Syaoran, oppure lo
colpiva con troppa determinazione, ma sbagliava.
A un certo
punto, Syaoran la attaccò frontalmente e Sakura riuscì a parare il colpo, ma lui
la sospinse subito contro la parete dietro di lei. Sakura rimase colpita da come
lui la stava guardando: sembrava arrabbiato.
“Si può
sapere cosa ti prende?” esclamò lui.
“Lasciami
andare!” ribattè lei, cercando di liberarsi.
Ma Syaoran
non la lasciò andare: la sua presa era decisamente più forte di quella di
Sakura.
“Neanche
per sogno! Non sei concentrata, ti distrai facilmente e troppo spesso e questo
non va bene!”
“Che ti
importa?”
“Mi importa
eccome! Sarà un duello difficile e pericoloso. Non devi affrontarlo con troppa
leggerezza!”
Syaoran si
costrinse a calmarsi e la lasciò andare.
“Anche se
io dovessi sparire dalla faccia della Terra, tu avresti sicuramente chi ti
consola!”
Syaoran,
perplesso, non riuscì a capire le parole di Sakura: “Ma che stai
dicendo?”
Anche
Tomoyo si era preoccupata: “Sakura…ti senti bene?”
“Finitela
di comportarvi così! Io so tutto!” esclamò Sakura,
arrabbiata.
“Sai tutto
di cosa?” chiese Tomoyo.
“Di voi, te
e Syaoran. Ieri vi ho visti al bar!”
Tomoyo e
Syaoran si scambiarono un’occhiata e scoppiarono a ridere. Sakura,
all’improvviso, non seppe più come reagire: perché
ridevano?
“Li ed io?
Tu credevi davvero che fra di noi ci fosse una storia?” esclamò Tomoyo,
divertita.
“Perché?
Non è vero?”
“Certo che
no! Siamo amici, ma niente di più, vero, Li?”
“Esatto!”
Sakura non
riusciva ancora a crederci, ma sapeva di essere ancora arrabbiata con entrambi,
per qualche strano motivo.
“Beh, ad
ogni modo, non mi piace che facciate queste cose di nascosto, senza dirmi
niente!” esclamò lei, infastidita.
“Ma…Sakura…” cominciò a dire
Tomoyo.
Syaoran, però, la interruppe e questa
volta era arrabbiato sul serio: “Quindi è meglio fare le cose alla luce del sole
come fai tu, non è vero…Sakura?”
Presa in
contropiede, Sakura guardò Syaoran: “Che…che vuoi dire?”
“Non fare
finta di non capire. Sto parlando di ieri a scuola, della tua interessante
conversazione con quel Tokugawa!”
“Non
capisco cosa ci sia di sbagliato a parlare con un
compagno!”
Negli occhi
di Syaoran comparve una strana luce: “Sai che non mi riferisco a quello, ma al
vostro…appuntamento!”
“A-appuntamento?”
“Sbaglio o
hai accettato di uscire con lui per fargli da guida?”
Sakura
arrossì, ma non rispose.
“Beh…dalle
mie parti si chiama appuntamento!” esclamò Syaoran.
Syaoran
aveva ragione: lei aveva accettato di uscire con Arashi. Quello era un vero
appuntamento! Come aveva fatto a non capirlo?
“E’ solo
un’uscita fra amici!” si giustificò Sakura.
Syaoran
ridacchiò: “Oh, finiscila! Quello ha ben altro in testa che l‘amicizia. Anche un
bambino capirebbe che quello ci sta provando con te!”
Sempre più
in imbarazzo, Sakura non seppe cosa rispondere: lei piaceva ad Arashie Syaoran sembrava davvero geloso. Era
fantastico che Syaoran fosse geloso, ma non avrebbe dovuto
esserlo.
“Non…non mi
sembra che questi siano affari tuoi. Io posso uscire con chi
voglio!”
Non erano
affari suoi…Ma perché era tornato? Avrebbe dovuto restare a casa, in Cina.
Syaoran non avrebbe mai pensatoche
sarebbe finita così.
“Se la
metti su questo piano, allora forse non mi sarei dovuto preoccupare per te e non
sarei dovuto tornare in Giappone!”
“Nessuno te
lo ha chiesto!” ribattè Sakura, ma si pentì subito di quello che gli aveva
detto.
Era stata
ingiusta con Syaoran: prima lo aveva accusato di tradimento, poi si era mostrata
così ingrata per tutto quello che lui aveva fatto per lei.
Sakura si
sentì malissimo e Syaoran sembrava aver preso male le parole di
Sakura.
Senza dire
niente, infatti, uscì dalla stanza e scomparve in un’altra. Con le lacrime agli
occhi, Sakura si lasciò cadere per terra: ma perché le erano sfuggite quelle
maledette parole di bocca?
Tomoyo si
inginocchiò di fronte a lei e le prese le mani,
sorridendo.
“Primo: io
e Li siamo solo amici e questo posso giurarlo su ciò che ho di più caro al
mondo. L’altro giorno siamo usciti solo perché lui voleva parlare con me di
te!”
Turbata,
Sakura la guardò, con gli occhi annebbiati dalle lacrime:
“P-perché?”
“Voleva
semplicemente sapere come hai passato questi ultimi quattro anni. Era
preoccupato, ma curioso nello stesso tempo.”
Sakura
sorrise, ma le lacrime continuarono a scorrere sul suo viso arrossato: “E’
sempre così gentile con me. Io, invece, gli ho detto cose
orribili!”
“Proprio su
questo era incentrato il mio secondo punto. Vi siete detti quelle cose solo
perché entrambi eravate arrabbiati. Ma né tu né lui le pensavate veramente. Ora
basterà aspettare che vi calmiate entrambi e poi sono sicura che farete
pace!”
Forse
Tomoyo aveva ragione. Sakura doveva solo aspettare che la rabbia di quel momento
passasse sia a lei che a Syaoran. Dopodiché avrebbe potuto chiedergli scusa e
spiegargli che non pensava davvero quelle cose.
“Grazie,
Tomoyo!”
Eh, sì, mi dispiace, ma quei due
imbranati hanno voluto litigare a tutti i costi!! E dire che ho provato a farli
ragionare, ma loro sono proprio testardi e mi sono sfuggiti dalle mani!
Vabbè,speriamo che facciano pace. Il prossimo si intitola
“Dueling”.
Ringraziamenti…
Sakura182blast:
sono contenta che ti sia piaciuto il
vestito di Savine. Descrivere i vestiti è la cosa che odio di più perché non ci
riesco. Comunque per il suo vestito mi sono un po’ ispirata a certi vestiti che
indossa ogni tanto olivia lufkin, non so se hai presente…uno stile gothic
lolita, praticamente! Ad ogni modo spero che il capitolo ti sia piaciuto, anche
se i due imbranati hanno litigato…che ci vuoi fare, è la tensione
amorosa!^_^
Evans
Lily: sono contenta che ti sia piaciuto
il capitolo precedente e ti ringrazio per la recensione. Naturalmente non potevo
lasciare abbrustolire il povero syaoran. come avremmo fatto senza di lui? Così
ho fatto reagire la povera sakura, che lo ha salvato!! Comunque, spero che anche
questo capitolo ti sia piaciuto, nonostante il litigio. Ma sono sicura che
faranno pace!! Magari nel prossimo…
Sakura bethovina:
dunque, da come hai reagito alla
notizia che sono interista, immagino che tu sia juventina? O milanista? sulla mia fede interista dico solo che è
sincera, che sono interista in una famiglia di milanisti (quindi prova a
immaginare come mi possa sentire!) e che sono malata di inter da quando ero
piccola! E ne vado molto fiera. Inoltre lo sanno tutti che gli interisti sono i
più simpatici, non per niente i più grandi comici sono interisti!!^_^ a parte
ciò, grazie per la recensione. I due impediti per il momento non hanno fretta di
mettersi insieme e io non posso costringerli! Ma sono sicura che nel cammino che
affronteranno cambieranno idea. Non posso dire con precisione quando, ma
succederà sicuramente!^_^
Sakura93thebest:
grazie per la recensione. Come ho
già accennato qua e là, al momento non è nelle intenzioni di sakura e syaoran
rimettersi insieme. Quando si scrive una storia i personaggi prendono vita e
bisogna rispettare le loro esigenze, come sto cercando di fare. Ma è quasi
scontato come andrà a finire, no?
Il giorno
della sfida arrivò. Sakura e Tomoyo alle 22 in punto arrivarono al liceo Seijo. Sakura era terribilmente agitata e Syaoran ancora non si vedeva. Senza di lui al
suo fianco non avrebbe potuto farcela.
“Arriverà,
stai tranquilla!” esclamò Tomoyo, riprendendola con la videocamera.
“Lo spero!”
“Ehi,
stiamo parlando di Li Syaoran. Lui non ti potrebbe mai abbandonare in un
momento simile!” ribattè Tomoyo.
Già, non
era un comportamento adatto a Syaoran, lui che più di tutti le infondeva forza
e coraggio. Lui che si era comportato con lei sempre come un amico…il suo più
caro amico. Syaoran…un amico… Solo in quel momento Sakura si accorse che, non
potendo stare con lui, poteva accontentarsi della sua amicizia. Desiderava
Syaoran accanto a sé, non importava in che veste. Aveva bisogno della sua
vicinanza più di qualunque altra cosa. Più sollevata da quei pensieri, Sakura
annuì.
Dopodiché
si concentrò sui vestiti che indossava. Come al solito, la sua migliore amica le
aveva preparato un nuovo costume. Sakura si guardò: in fondo non era tanto
male.
“Ti piace,
vero?” chiese Tomoyo.
“Beh…è
diverso dagli altri!”
“E’ vero.
Per questa sfida mi sono ispirata alla rivoluzione francese del 18° secolo.”
“Infatti
aveva qualcosa di antico!”
“Sì! Era la
moda dell’epoca. Una redingote, una camicia con jabot e maniche lunghe,
pantaloni stretti e stivali!”
“Eh?”
esclamò Sakura, con aria perplessa.
Tomoyo
ridacchiò: “La redingote è questo soprabito lungo fino alle ginocchia e aderente
in vita. Ho usato un tessuto di colore rosa perché è il tuo colore preferito.
Inoltre è senza maniche perché fa ancora abbastanza caldo. Lo jabot, invece, è
questo ornamento di tessuto molto fine, pieghettato, che si usava e si usa
ancora come guarnizione delle camicie. Chiaro?”
Sakura
annuì: sì, le piaceva molto quel nuovo costume. Era comodo e i pantaloni
bianchi aderenti come gli stivali lunghi le permettevano di muoversi
liberamente.
“Allora,
sei venuta!” esclamò, all’improvviso, una voce femminile.
Sakura si
voltò immediatamente, la spada in mano. Savine e Shinto saltarono giù da un
albero, atterrando proprio di fronte a lei. Indossavano i costumi della volta
precedente e sul viso portavano la solita mascherina.
“Certo!”
“Strano…-disse
Savine-…pensavo non saresti venuta. Ti credevo più fifona!”
“Beh…evidentemente
non mi conosci bene. Non ho paura di affrontarti!”
“Mi fa
piacere. Però…noto che manca qualcuno…” le disse Savine, portandosi un dito
sulle labbra.
Sakura capì
a chi si stesse riferendo Savine e divenne improvvisamente tesa, ma non disse
nulla. Syaoran non c’era. Perché non era venuto? Era ancora arrabbiato con
lei?
“Non c’è il
tuo amichetto?” domandò Shinto.
“C’è, c’è,
certo che c’è!”
Sakura
sussultò. Quella voce…sicuramente apparteneva a…
“Syaoran!”
Syaoran
apparve magicamente di fianco a lei, che sorrise senza neanche accorgersene. Fu
qualcosa di incredibilmente spontaneo. Anche lui indossava un abito
confezionato da Tomoyo ed era nello stesso stile di quello di Sakura, con la
differenza che il soprabito era di colore verde e il modello era decisamente
più maschile.
“Sono
contenta che tu sia qui!” gli disse Sakura.
Era davvero
felice: senza di lui, non avrebbe avuto quel sostegno, quella forza che le
permettevano di risolvere ogni situazione difficile, la forza che solo Syaoran
poteva infonderle.
Syaoran la
guardò direttamente negli occhi, con un’espressione decisamente convinta: “Non
avrei mai potuto abbandonarti. Non me lo sarei mai perdonato!”
“Grazie!”
esclamò Sakura, commossa.
“Sì, sì, davvero
un quadretto romantico e commuovente!- intervenne Savine- Ma è arrivato il
momento di cominciare!”
Savine le
puntò contro la sua spada e Sakura si voltò verso di lei. Si sentiva più
determinata che mai a sconfiggerla e decisamente più forte.
Sakura
avanzò di qualche passo e si mise in guardia: “Sono pronta!”
“Fa’
attenzione e ricorda tutto quello che ti ho detto durante l’allenamento!” le
disse Syaoran.
Sakura
guardò Syaoran dietro di sé e gli sorrise: “Andrà tutto bene. Promesso!”
Syaoran
annuì: certo che sarebbe andato tutto bene. Dopotutto lei era Sakura!
“Sai come
si comincia un duello, Sakura?” domandò Savine.
“Con un
inchino!”
“Molto
bene. Conosci le buone maniere!” esclamò Savine, ridacchiando.
“Non sono
qui per scherzare, ma per sconfiggerti!” ribattè Sakura.
“Oho, come
siamo agguerrite!-commentò Savine- Dunque, ci inchiniamo e poi…”
Sia Savine
che Sakura fecero un profondo inchino, ma Savine si rialzò immediatamente e,
con una mossa sleale, la attaccò. Sakura, abilmente, evitò il colpo, gettandosi
a terra.
“Sakura!”
urlò Syaoran e fece per correre verso di lei.
Ma venne
bloccato da Shinto, che gli puntò la spada in mezzo al torace.
“Aha, noi
non possiamo intervenire. Quindi sarà meglio tenerci impegnati, che ne dici?”
Syaoran
guardò rapidamente in direzione di Sakura: si stava rialzando e sembrava che
stesse bene. Perciò afferrò la propria spada e anche il suo duello con Shinto
ebbe inizio.
La mossa
sleale di Savine rese Sakura ancora più determinata a sconfiggerla. E nel
duello Sakura si concentrò e si impegnò a fondo. Savine cercava di metterla
sempre in difficoltà, ma Sakura non si lasciava ingannare dai suoi trucchetti.
Ogni tanto
Sakura, rapidamente, lanciava uno sguardo in direzione di Syaoran: se la stava
cavando egregiamente. Ma non c’era da sorprendersi: Syaoran era bravissimo
nell’arte della spada.
“Sei
preoccupata per il tuo Syaoran?” le chiese Savine.
“E tu? Non
sei in pensiero per il tuo compagno?” domandò a sua volta Sakura.
Savine le
sorrise: “E perché mai dovrei?”
“Perché
Syaoran è il migliore nell’arte della spada!”
“Ne sei
sicura?- disse lei, ridendo- Guarda un po’ adesso!”
E così
dicendo, indicò con la spada i due ragazzi che stavano duellando. Sakura provò
una strana sensazione, una sorta di brutto, bruttissimo presentimento, ma seguì
con lo sguardo l’indicazione di Savine: con orrore si accorse che Syaoran era
stato colpito al fianco destro dalla spada di Shinto, sporca adesso di sangue.
“Syao…Syaoran…”
La voce le
tremava in modo incontrollabile, tanto che Sakura non riusciva più a parlare e
non era neanche in grado di ragionare con lucidità. Era come se il suo corpo
non rispondesse più alla sua parte razionale. Anche il suo cuore sembrava
essersi fermato alla vista di Syaoran in una pozza di sangue.
Ma non
poteva essere vero! Lei gli aveva promesso che sarebbe andato tutto bene e
quello non andava per niente bene. Syaoran non poteva morire. Sakura si lasciò
cadere per terra, ogni fibra del suo corpo era come paralizzata. E, chiudendo
gli occhi, scoppiò a piangere disperatamente.
Però…Syaoran
non avrebbe mai voluto che lei fosse rimasta lì a piangere e Sakura doveva
assolutamente fare qualcosa per lui, doveva salvarlo. Syaoran era così bravo a
duellare, dunque come mai si era lasciato sopraffare dal suo avversario? Non
era neanche lontanamente pensabile. Allora cos’era successo veramente?
All’improvviso
con gli occhi della mente Sakura vide una carta, non era una Sakura Card, ma il
nome si leggeva perfettamente: Illusion!
Sì, ora era
tutto più chiaro! Quella visione, Syaoran ferito gravemente, era solo
un’illusione. Sakura smise di piangere e aprì gli occhi: Syaoran non era
ferito, stava ancora duellando con Shinto.
“Sakura!”
la chiamò Syaoran.
Tornando
alla realtà, Sakura avvertì un pericolo proprio dietro di lei. Perciò, con un agile
scatto, si voltò dalla parte opposta, sferrando un colpo con la spada che
spezzò la lama della spada di Savine esattamente a metà. La sua avversaria,
approfittando della distrazione momentanea di Sakura, aveva pensato bene di
attaccarla alle spalle. Per fortuna, Sakura aveva avvertito il pericolo appena
in tempo.
Sakura si
alzò in piedi e rivolse a Savine uno sguardo insieme contrariato e ammirato.
“Non
pensavo fossi in grado di usare un’altra card contemporaneamente alla spada. Ma
hai sbagliato a usare l’Illusione con me. Conosco i suoi effetti più di
chiunque altro, credimi!”
Savine era
visibilmente furiosa per la sconfitta appena subita e la mano che impugnava la
spada tremava.
“Non
cantare vittoria così in fretta. Hai vinto solo questa battaglia, non la
guerra. Sarò io ad avere la meglio!”
“Questo è
ancora da vedere!”
Savine la
fissò minacciosamente ancora per un secondo e poi esclamò: “Andiamo, Shinto!”
“Subito,
Savine!”
“Alla
prossima, Card Captor!”
Detto
questo, sia Savine che Shinto sparirono dalla loro vista. Sakura tirò un
sospiro di sollievo, mentre Tomoyo e Cerberus la raggiungevano.
“Sei stata
bravissima, Sakura!” le disse Tomoyo, continuando a riprenderla.
“Grazie!”
“Hai già
annullato tre Savine card. Davvero un ottimo lavoro!” aggiunse Cerberus.
Sakura gli
sorrise, ma, accorgendosi dell’assenza di Syaoran, si preoccupò e si guardò
intorno.
“Syaoran!”
Syaoran era
stato davvero ferito, ma appena sotto la spalla sinistra, ed era crollato a
terra. Sakura, insieme a Cerberus e Tomoyo, corse subito verso di lui.
“Syaoran,
cosa…cosa ti è successo?” domandò lei, ansiosa, inginocchiandosi di fronte a
lui.
“Quando sei
caduta per terra, mi sono distratto per un momento. Lui mi ha attaccato e io
non ho fatto in tempo a schivare del tutto il colpo!”
“Oh, ti
prego, perdonami! È tutta colpa mia!” esclamò Sakura, angosciata.
Era
insopportabile per lei sapere di essere la causa della sua ferita.
“Ma non è
vero! Non è colpa tua!”
Sakura
prese un fazzoletto bianco e provò a medicargli la ferita, che, per fortuna,
non era grave.
Infine la
accarezzò e la sfiorò con le labbra in un rapido bacio. Per quel gesto, Syaoran
arrossì lievemente.
“Se non
avessi creduto alla carta dell’Illusione di Savine, questo non sarebbe mai
successo!”
“E’ per
questo che hai pianto?” chiese Syaoran, preoccupato.
Sakura
annuì e lui le asciugò con la mano destra le guance ancora umide per il pianto.
“Cos’hai
visto?” chiese Cerberus.
Sakura
fissò Syaoran, con una sorta di malinconia negli occhi: “Il mio migliore
amico…ferito a morte!”
“Migliore…amico…”
mormorò Syaoran, con un pizzico di delusione, ricambiando lo sguardo di Sakura.
A quel
punto, Tomoyo esclamò: “Kero-chan, che ne dici se ti riprendo un po’ in tutto
il tuo splendore?”
“Oh…dici
davvero?” esclamò Cerberus, entusiasta.
“Ma certo!
Ora che ci penso, non ho ancora un video tutto dedicato a te e direi che lo
meriti!”
“Evviva!”
Con questa
scusa, Tomoyo riuscì ad allontanare Cerberus e a permettere a Sakura e Syaoran
di parlare con più tranquillità.
Sakura
sorrise a Syaoran: “Nonostante tutto, per me sei ancora importante, sei il mio
migliore amico e ti voglio bene come tale. Quindi, devo chiederti scusa per
l’altro giorno, non pensavo davvero tutto quello che ho detto. Tutt’altro: sono
stata felicissima di rivederti perché mi sei mancato molto!”
Syaoran la
guardò perplesso: non era proprio ciò che avrebbe voluto sentirsi dire dalla
sua Sakura. Ma era sempre meglio di niente. Se lei era felice così, allora
anche lui doveva essere felice, per non farla preoccupare inutilmente.
“Grazie,
Sakura!- le disse, gentilmente- Ma sono io che devo chiederti scusa. Non mi
sono mai pentito di essere tornato, soprattutto perché anche tu mi sei mancata
molto!”
“Allora…pace
fatta?”
Sakura,
raggiante, gli porse la mano e Syaoran la strinse.
“Certo!
Pace fatta!”
“Questo
vuol dire che saremo amici per sempre, vero?”
“Sì…amici
per sempre…”
Quella
sorta di promessa aveva ormai messo in chiaro il loro rapporto: sarebbero stati
amici per sempre, solo amici.
Oh,
povero Syaoran, ferito e declassato ad amico! Il prossimo capitolo si intitola
“Time to change”. Per rispondere a una domanda lecita, ovvero perché i nostri
imbranati preferiti non si sono ancora messi insieme, allora i motivi
principali sono due: Sakura ancora non sa che Syaoran può restare in Giappone
per sempre; e Syaoran pensa che lei lo veda solo come un amico. Ma già dal
prossimo capitolo si aggiungeranno altri motivi. E proprio in previsione di ciò
che accadrà (che penso sia abbastanza scontato) vi chiedo già da adesso di
essere pazienti e clementi con me! Grazie!^_^
Ringraziamenti…
Sakura182blast: grazie per la recensione. Ti è piaciuto il capitolo? E il
duello fra Sakura e la sua nemesi? Alla fine me la prendo sempre con Syaoran,
cioè Savine se la prende sempre con lui…chissà perché?^_^ Oddio, non posso
immaginare Syaoran con Tomoyo! a dire il vero non riesco neanche a immaginarlo
con una che non sia Sakura, però Tomoyo assolutamente no!! Piuttosto meglio Jasmine….
Sakura bethovina: ci avrei scommesso che eri juventina…vabbè, pazienza! Mi dispiace,
ma come ho già detto sopra dovrai aspettare ancora un po’ per vedere il tuo
desiderio realizzato!! E io non posso aggiornare più di una volta a settimana!!
Sai, tra studio e lavoro, sono piena di impegni!! Comunque, spero che un
pochino ti sia piaciuto questo capitolo, dove hanno fatto pace. Non possono restare
arrabbiati l’uno con l’altra per molto tempo!!^_^
Sakura93: ah, che belle queste minacce!! Ma tanto ormai non mi fanno più paura e
posso infierire sui personaggi come e quanto voglio!! Bwahahahah! ^_^ A parte
ciò, ho già risposto in parte alla tua domanda prima, ti assicuro che, più poi
che prima, torneranno insieme. Altrimenti, che gusto ci sarebbe a farli tornare
subito insieme e rendere la storia così banale? No?
Evans Lily: ti ringrazio per la recensione. Però…povero syaoran! perché
è bello se lui è geloso? Non è bello anche quando Sakura è gelosa? D’ora in poi
infierirò su Sakura!! syaoran ha sofferto troppo. No, vabbè, soffriranno ancora
un po’!!^_^ come sono cattiva… comunque sono contenta che il capitolo scorso ti
sia piaciuto. Spero che anche questo sia stato di tuo gradimento. Nel prossimo
scopriremo se Sakura andrà all’appuntamento con Arashi, che non so come fa a
starti simpatico. Io non lo sopporto, e dire che l’ho creato io. Preferisco sua
cugina, è più simpatica e divertente!!^_^
Lady Marion:mi dispiace se stai male per loro, ma dovrai soffrire ancora
un pochino. Certo sarebbe una bella idea, rinchiuderli in una stanza, ma
sarebbe in grado di scappar ugualmente!! ^_^ Spero che il capitolo ti sia
piaciuto!
Con il mese
di ottobre arrivò anche la festa dello sport. Era ormai una tradizione molto
rispettata dalla scuola di Tomoeda, a cui partecipavano gli studenti di tutti
gli anni scolastici. La classe di Sakura era impegnata, come le altre, nei
preparativi: chi non era iscritto a club sportivi o non se la sentiva di
partecipare alle gare, si occupava delle decorazioni.
Sakura era
impegnata con il club delle ragazze pon-pon: quel pomeriggio si sarebbero
esercitate all’aperto, nel cortile adiacente al campo di basket, dove si stava
già allenando la squadra di Syaoran.
Con grande
sorpresa, Sakura scoprì che anche Arashi giocava a basket ed era, quindi,
compagno di squadra di Syaoran. Non appena la vide, sul volto di Arashi si
dipinse un sorriso a 32 denti e il giovane si avvicinò alla rete che divideva i
due campi.
“Ciao,
Sakura!”
Per qualche
strano motivo, Sakura cominciò a provare un leggero imbarazzo, ma si avvicinò a
lui e, educatamente, ricambiò il saluto.
“Ciao!”
“Allora,
fai parte delle ragazze pon-pon…”
“E tu della
squadra di basket!”
Arashi
annuì: “Esatto! Il basket mi è sempre piaciuto, fin da quando ero
piccolo!”
“Anch’io
faccio parte di questo club da quando ero piccola!”
“Sai, ci
avrei scommesso!”
“Come
mai?” “Perché sei la più brava fra tutte! Immagino che per arrivare a questo
livello di grazia ed eleganza tu abbia trascorso molti anni ad allenarti!”
esclamò lui, avvicinando il viso alla rete che li
divideva.
Sakura
arrossì: “S-sì!”
Per quale
strano motivo cominciò a sentirsi in imbarazzo? Era dovuto forse alle parole,
anzi al complimento di Arashi? Oppure a quegli occhi celesti? Ora che si trovava
così vicina a lui, Sakura notò che quegli occhi avevano qualcosa di
irresistibile: le iridi così azzurre rivelavano anche pagliuzze argentate e,
nell’insieme, lo sguardo di quel ragazzo appariva freddo. Eppure Sakura rimase
molto turbata.
“Sai una
cosa, Sakura?” continuò il giovane.
“Cosa?”
“Io credo
che tra di noi esista un certo feeling…” disse lui, abbozzando un sorriso
alquanto enigmatico.
“Un…feeling?”
“Proprio
così. Ci intendiamo alla perfezione! Vedi, il bello è che noi…”
Mentre
Arashi le parlava, Sakura si distrasse per pochi secondi nel notare, in un punto
sopra la spalla di Arashi, che qualcuno stava assistendo da lontano a quella
conversazione. E quel qualcuno era Syaoran, il quale, non appena incrociò lo
sguardo della ragazza, si voltò da un’altra parte, con una fin troppo evidente
espressione contrariata dipinta sul volto. Gli occhi di Sakura, però,
continuarono a seguirlo, con preoccupazione e malinconia. Syaoran non poteva
essere ancora arrabbiato con lei… Avevano fatto pace e promesso che sarebbero
stati amici per sempre. Allora perché si stava comportando in quel
modo?
Sakura non
poteva sopportare che lei gli procurasse dispiacere, perché Syaoran non lo
meritava.
“Non trovi,
Sakura?”
Tornando
con la mente ad Arashi, Sakura cercò disperatamente di ricordare qualcosa del
discorso del ragazzo. Ma riuscì a ricordare solo la parola feeling associata a noi.
“Sakura,
ascolta…-disse lui, sorridendole dolcemente-…non devi pensare che io sia
arrabbiato con te solo perché hai rifiutato di uscire con me. Anzi, ti capisco.
Ci conosciamo da poco, è naturale avere paura di qualcosa di cui non si sa
granché!”
Effettivamente, Sakura aveva
annullato l’appuntamento con Arashi con la scusa che ancora non si conoscevano
bene. Ma la realtà era ben diversa e, in fondo al suo cuore, Sakura era
perfettamente a conoscenza del vero motivo che l’aveva indotta ad annullare
l’appuntamento con Arashi: Syaoran. Lui si era mostrato così infastidito quando
lei aveva accettato di uscire con Arashi che avevano finito per litigare e
rivolgersi parole orribili. Così, per evitare che quella scena si ripetesse,
Sakura aveva disdetto l’appuntamento con Arashi. In un certo senso, però, le era
dispiaciuto: non solo perché aveva dovuto dire una specie di bugia al suo nuovo
compagno di classe e amico, ma anche perché le sarebbe piaciuto uscire con un
ragazzo che proveniva da un’altra città, un ragazzo sempre molto gentile e
sicuramente molto bello.
Prima che
lei potesse dirgli qualunque cosa, la voce del coach della squadra di basket si
intromise: “Ehi, Tokugawa! Se sei qui per rimorchiare ragazze, allora hai
sbagliato club!”
“Sì,
arrivo, coach!- rispose Arashi- Ci si vede più tardi,
Sakura!”
Così
dicendo, Arashi le sorrise, facendole l’occhiolino, e corse
via.
Sakura lo
vide raggiungere il resto della squadra e sussultò, quando incrociò nuovamente
lo sguardo di Syaoran. Mentre lei tratteneva il respiro, lui la fissò per
qualche istante, con quegli occhi che la studiavano sempre con molta attenzione
e che riuscivano ancora a turbarla.
Sakura si
sentiva particolarmente a disagio, tuttavia non riusciva a distogliere i suoi
occhi da lui; così, più tesa che mai, alzò una mano per salutarlo e attese con
trepidazione la sua risposta. Fortunatamente Syaoran non sembrava arrabbiato:
infatti, ricambiò il saluto e le sorrise, prima di essere chiamato dal coach per
una partita di allenamento.
Dopo
essersi assicurata che Syaoran non fosse arrabbiato con lei, Sakura potè tornare
alla sua esercitazione decisamente più felice e sollevata. Sapeva che non doveva
sentirsi in quel modo: ormai doveva cominciare a vedere Syaoran come il suo
migliore amico, niente di più. In quel momento, invece, Sakura era emozionata
per qualcosa che dell’amicizia aveva ben poco. In quel modo Syaoran se ne
sarebbe subito accorto e, sicuramente, ne sarebbe rimasto confuso: prima lei gli
diceva che lo considerava il suo migliore amico e poi si emozionava per un suo
semplice sorriso?
No,
decisamente non poteva continuare così. Sakura doveva trovare al più presto una
soluzione.
Guardò
verso il campo di basket: Syaoran aveva appena passato la palla ad Arashi, che
corse verso il canestro e segnò. Arashi non era Syaoran, ma, per la prima volta,
Sakura vide proprio in lui la soluzione dei suoi problemi.
*****
Quando
l’esercitazione terminò, Sakura si cambiò e uscì da scuola: proprio
all’ingresso, notò qualcuno che la stava aspettando.
“Arashi?”
esclamò lei, sorpresa.
Arashi le
sorrise: “Ciao, Sakura!”
“Come…come
mai sei ancora qui?”
“Ti stavo
aspettando!”
“E perché
stavi aspettando proprio me?” chiese Sakura, insieme curiosa e
sorpresa.
“Beh…oggi
il coach ci ha interrotti. Ma, in realtà, mi sarebbe piaciuto parlare ancora un
po’ con te. Quindi, mi chiedevo se, per caso, potessi accompagnarti a
casa!”
La
richiesta di Arashi la sorprese ancora di più, ma perché
rifiutare?
Sakura gli
sorrise: “Andiamo?”
La sua
risposta rese immensamente felice Arashi, che, insieme a Sakura, si incamminò
verso la casa della ragazza.
“Oggi non
ti ho detto tutto quello che avevo intenzione di dirti!” iniziò
lui.
“Sarebbe a
dire?”
“Ecco,
capisco le ragioni che ti hanno indotta a rifiutare la mia proposta. Però, penso
anche che non potremo mai conoscerci bene, se non usciamo qualche volta
insieme!”
Sakura
arrossì lievemente: “Hai ragione!”
“Per questo
motivo ti voglio chiedere una cosa. Se non fosse stato per quel motivo, saresti
uscita con me?” le chiese lui, deciso.
Titubante,
Sakura annuì: “Sì, perché sono molto contenta di averti conosciuto. Era da tanto
che non mi sentivo così a mio agio con un ragazzo!”
Arashi
divenne più serio che mai ed esitò un secondo prima di continuare a
parlare.
“Da quando
stavi con Li?”
Sakura
sussultò: non si aspettava certo che Syaoran entrasse anche in quel
discorso.
“Beh, sì.
Però, ora è tutto finito. Sto molto meglio!”
“Non ti ho
mai chiesto come vi siete lasciati…tu e Li…”
Sempre più
a disagio, Sakura ridacchiò: “Semplicemente non era destino. Syaoran ed io
funzioniamo meglio come amici!”
Un’altra
bugia…non era vero che non era destino. Era stata la mano di un essere umano
asepararli.
“Strano!”
“Cos’è
strano?”
“Per
curiosità, mi sono permesso di chiedere ai tuoi compagni delle medie qualche
informazione su te e Li e tutti concordavano sul fatto che voi due stavate
davvero molto bene insieme. Una coppia da far invidia a
chiunque…”
A causa
delle parole di Arashi, mille ricordi si affollarono improvvisamente nella mente
di Sakura: Syaoran che si dichiarava, Sakura che lo raggiungeva alla fermata del
pullman per dirgli che anche lei gli voleva bene, Syaoran che tornava dalla
Cina, Syaoran che le chiedeva un appuntamento…Syaoran che la
baciava…
Sakura si
portò una mano sulla fronte e si fermò: all’improvviso le era venuto un
terribile mal di testa. Preoccupato, Arashi le mise una mano sulla
spalla.
“Scusami,
non avevo alcun diritto di intromettermi in questo modo nella tua vita. Mi
dispiace di averti rattristata!”
Sakura
tornò a guardarlo negli occhi e scosse il capo: “Non preoccuparti, sto bene. È
solo che…”
Di nuovo
ricordi, ricordi di un’infinita tristezza: Sheifa che le chiedeva di lasciare
Syaoran, Sakura che accettava, Syaoran che si presentava sotto casa sua,
distrutto dal dolore …
“Che?”
No,
decisamente non poteva andare avanti in quel modo.
Sakura
riuscì a scacciare via quei ricordi tristi e sorrise, decisa: “Nonostante tutto,
io e Syaoran siamo stati bene e io lo porterò per sempre nel mio cuore come il
mio primo vero amore. Tutto sommato, non importa per quale motivo non abbia
funzionato tra noi. Quello che conta più di tutto è che ora siamo di nuovo amici
e io ne sono davvero felice!”
Arashi,
tutto d’un tratto, divenne più serio: “Io spero che quello che hai appena detto
lo pensi veramente…”
“Cioè che
io e Syaoran siamo solo amici?”
Arashi
annuì, fissandola con il suo sguardo più freddo e
determinato.
“Certo, lo
penso davvero. Ma perché dovrebbe essere così importante per te?” chiese Sakura,
perplessa.
“Per quello
che sto per dirti!”
Il cuore di
Sakura sussultò per una frazione di secondo: aveva la strana sensazione di
sapere già cosa lui le volesse dire.
“Dimmi!”
“Perdona la
mia franchezza, Sakura, ma…vedi, tu mi piaci moltissimo!” esclamò Arashi tutto
d’un fiato.
Esattamente
ciò che Sakura pensava. Ma non ebbe il tempo di rifletterci su, perché Arashi
continuò a parlare.
“Mi piaci
da morire. Oltre a essere straordinariamente carina, sei una ragazza molto dolce
e mi fai stare bene, come nessun’altra riesce a fare!”
“Arashi,
io…” provò a interromperlo Sakura, ma lui continuò
imperterrito.
“Lo so che,
forse, è un po’ avventato da parte mia. Però, ti prego…sarei davvero onorato se
tu accettassi di diventare la mia ragazza!” esclamò Arashi, prendendole una
mano.
“Oh, ma non
devi rispondere subito!- si affrettò a tranquillizzarla Arashi- Pensa con calma
alla mia proposta, ok? Non c’è alcuna fretta!”
Sakura si
rilassò e sorrise: “D’accordo!”
In effetti
Sakura ci pensò su molto. Una piccola parte di lei non voleva accettare questa
proposta, in quanto legata ancora a Syaoran. Ma quasi tutto, oramai, la portava
verso un’altra direzione: Arashi.
Sakura non
poteva stare con Syaoran: l’aveva promesso a Sheifa. Almeno in quel senso Sakura
doveva cercare di dimenticarlo e voltare pagina. Un ottimo modo era, dunque,
trovare qualcun altro con cui stare. E, come aveva già notato, Arashi non era
niente male. Forse si conoscevano ancora da poco tempo per instaurare un
rapporto di quel genere. Ma che importava? La vita era unica e quell’importante
occasione non poteva capitare in un momento migliore. Sakura non doveva far
altro che cogliere l’attimo e lasciarsi trasportare dal flusso degli
eventi.
La
decisione era stata presa!
Così, il
giorno della festa dello sport, Sakura, dopo aver indossato l’uniforme delle
ragazze pon-pon, andò in cerca di Arashi. I ragazzi della squadra di basket si
erano appena cambiati, ma lui non si vedeva da nessuna parte, proprio come
Syaoran.
Sakura
scosse il capo: non era lui che stava cercando!Cominciò a correre verso l’ingresso
della scuola e finalmente vide Arashi: era appena uscito dall’edificio
centrale.
Sorridendo,
Sakura lo chiamò: “Arashi!”
Il giovane
si accorse di lei e si fermò, lasciando che Sakura lo
raggiungesse.
“Ciao,
Sakura!”
“Ciao!”
esclamò lei, riprendendo fiato.
Arashi
rise: “Ehi! Non avrai fatto tutta questa corsa per me?”
“A…a dire
il vero…sì! Vorrei parlarti!”
Sakura
divenne seria e arrossì, mentre Arashi la guardava
attentamente.
“Allora…dimmi
tutto!”
“Ecco,
riguarda quello che mi hai detto l’altro giorno. Io ho riflettuto parecchio e
sono arrivata alla conclusione che, anche se ci conosciamo da poco tempo, tu…mi
piaci molto, Arashi. Prima dell’altro giorno, non ci avevo mai fatto caso. Però,
quando sono con te mi sento serena e tu sei sempre così carino e gentile con me.
Quindi…”
Arashi
sorrise: “Quindi?”
“A-accetto
la tua proposta!” concluse lei, arrossendo ancora di più.
La mano di
Arashi si mosse lentamente e si appoggiò con delicatezza sulla guancia di
Sakura, spostandole una ciocca di capelli dietro
l’orecchio.
“Quello che
hai detto mi ha reso molto felice, soprattutto perché non me
l’aspettavo!”
Sakura lo
guardò direttamente negli occhi, mostrandosi pienamente convinta delle proprie
parole: “Però, ti assicuro che quello che provo è vero!
Credimi!”
“Ma certo
che ti credo…Sakura!”
Così
dicendo, Arashi si chinò su di lei e la baciò. Sakura non se lo aspettava e ne
fu molto sorpresa. Ma, ormai, era la sua ragazza, dunque, quello era un
comportamento più che normale, sebbene un po’ affrettato.
Tuttavia né
Sakura né Arashi sembravano consapevoli che qualcuno aveva assistito all’intera
scena: Syaoran.
Dopo
essersi cambiato, infatti, Syaoran si era rifugiato sul ramo di un albero per
rilassarsi prima della partita, lontano da tutto e da tutti. L’arrivo di Sakura,
però, l’aveva destato e quella scena tra lei e Arashi l’aveva completamento
demoralizzato. Ma perché gli dei si stavano accanendo su di lui così
crudelmente? Perché volevano farlo soffrire? (nda: scusa, ciccio, sono io che decido in
questa storia, non i tuoi dei!!)
In quel
momento, Syaoran provava una gran rabbia nei confronti di Arashi e, seppur più
lievemente, per Sakura. Ma, nonostante quel sentimento di rancore, Syaoran non
si scompose e restò a guardarli, con totale apatia. Forse perché provava un
senso di sconfitta, ora che Arashi aveva preso il suo posto nella vita di
Sakura. O forse perché la sua mente aveva cominciato a rivivere un bellissimo
pomeriggio di primavera, quando aveva giocato la sua prima partita di basket,
quando era ancora il ragazzo di Sakura, quando era lui che lei stava cercando,
quando, per augurargli in bocca al lupo, l’aveva baciato…
“Ehi,
bell’addormentato! Svegliati!”
Syaoran,
destato dai suoi meravigliosi ricordi, si guardò intorno: in un ramo accanto al
suo era seduta Jasmine Miyamoto, la cugina di Arashi.
“Che ci fai
là sopra?”
Jasmine
sorrise: “Per caso ho intravisto il mio cuginetto con Sakura e te che li stavi
fissando con quella faccia da pesce lesso. Così sono venuta fin quassù per
controllare che stessi bene!”
Syaoran
sbuffò, incrociando le braccia sul petto: “Non avevo la faccia da pesce
lesso!”
“Oh, no,
certo! Un pesce lesso avrebbe reagito meglio di te a quella romantica
scenetta!”
“Senti,
Miyamoto…-sbottò Syaoran, esasperato-…non capisco perché tu sia venuta fin qui,
comunque, ora preferisco stare un po’ in pace! Quindi, se non ti
dispiace…”
Jasmine
sospirò: ”Ah, dunque facevo bene a preoccuparmi. L’hai presa proprio
male!”
“Non ho
preso male proprio niente, io!”
“Dai,
ammettilo! Hai perso la tua Sakura e questo ti fa star
male.”
Il viso di
Syaoran, contratto per la rabbia fino a pochi attimi prima, ora si rilassò e lui
rivolse il suo triste sguardo verso Sakura che si allontanava con Arashi,
chiaccherando di chissà cosa.
“Sakura non
è mia. Noi due siamo solo amici adesso! Non c’è alcun bisogno di
preoccuparsi!”
“Davvero
non sei preoccupato per lei? In fondo, conosce Arashi solo da poco tempo!”
esclamò Jasmine.
“Sakura sa
prendere da sola le decisioni migliori per se stessa!”
“Se ne sei
convinto tu…” sospirò Jasmine.
Syaoran non
potè non ammettere che quella ragazza aveva ragione: era stata una decisione
estremamente avventata…mettersi con quel Tokugawa! Che cosa diavolo le era
saltato per la testa?!
“Tuttavia…-continuò Jasmine, con un
sorriso malizioso sulle labbra-…credo che questa, come dire, impulsività,
sconsideratezza, chiamala come vuoi, sia una caratteristica di
famiglia…”
Syaoran,
perplesso, la guardò: “Che vuoi dire?”
“Anch’io
sto per fare qualcosa di estremamente avventato!”
Detto
questo, Jasmine, con agilità, si arrampicò verso di lui e lo affiancò,
sorprendendo Syaoran.
“Cioè?”
chiese lui, balbettando per la troppa vicinanza del suo
viso.
“Syaoran…mi
piaci moltissimo!”
Syaoran
sentì un leggero rossore accendersi sulle sue guance.
“Ma che
stai dicendo?”
“La verità!
Mi piaci davvero, da quando ti ho conosciuto.- rispose lei, sporgendosi verso di
lui- Sei così affascinante, anche quando fai lo scontroso con me. Tutto sommato
siamo simili io e te!”
“Tu non sai
niente di me. Come fai a dire certe cose?”
“Perché si
vede! All’apparenza sembriamo due ragazzi tranquilli, ma dentro bruciamo di
passione. E sai cosa succede quando due personalità come le nostre vengono in
contatto?”
Syaoran non
rispose: i suoi occhi erano come attratti da quelli verdissimi di Jasmine e
stranamente lui non riusciva a guardare altrove.
“Scoppia un
incendio!”
“Un…incendio…”
“Proprio
così!- esclamò Jasmine- Quindi, Syaoran, non puoi continuare a pensare a Sakura.
Lei ha deciso di voltare pagina, ora tocca a te decidere cosa fare! Io non sto
certo cercando qualcosa di serio, però ti chiedo di riflettere sulla mia
proposta…”
“Quale
proposta?”
“Oh,
Syaoran, che sciocchino sei! –esclamò Jasmine, ridendo-Ma naturalmente la
proposta di diventare il mio ragazzo!”
Jasmine si
portò un dito sulle labbra e poi appoggiò lo stesso dito su quelle di Syaoran,
facendogli l’occhiolino. Il giovane si sentì avvampare tutto d’un
tratto.
“Fammi
sapere, ok?”
Jasmine
saltò giù dall’albero e se ne andò via, sotto lo sguardo pensieroso di Syaoran:
quella Miyamoto era davvero una strana ragazza, una ragazza che, tutto sommato,
aveva un suo fascino. Era sicuramente una delle ragazze più carine della scuola:
i capelli ramati, gli occhi di un delizioso verde acqua e quel sorriso
intrigante le davano un fascino malizioso da diavoletta. In poche parole era
l’esatto opposto di Sakura: lei trasmetteva sempre molta dolcezza ed era
adorabile quando arrossiva timidamente; Jasmine, invece, era decisamente più
estroversa, molto allegra e i suoi occhi lasciavano intuire che fosse una
persona molto passionale.
Syaoran
sorrise, portando il viso fra le mani: era la prima volta che pensava a una
ragazza che non fosse Sakura. Chissà, magari Jasmine aveva ragione. Anche lui,
come Sakura, doveva dare una svolta alla sua vita, lasciandosi definitivamente
la storia con Sakura alle spalle. In fondo, lei era stata abbastanza chiara: lo
considerava solo un amico, il suo migliore amico, ma niente di più. La scena a
cui aveva appena assistito non faceva che confermare quelle
parole.
E,
probabilmente, proprio Jasmine avrebbe potuto aiutarlo a voltare pagina.
Va bene, so che in questo momento
siete un po’ nervosette e vi capisco. Ma cerchiamo di rimanere calmi. Ok?
Provate a pensare a come mi sto accanendo contro Syaoran! Però presto un po’ di
felicità arriverà anche per lui (un po’ di felicità, eh, non la felicità
totale!!^_^)! Il prossimo capitolo si intitola “New couples” e già possiamo
capire quale sarà la suddetta felicità e quale sarà la risposta di
Syaoran!!-__-‘
Ringraziamenti…
Sakura182blast: spero proprio che in questo momento
non stia piangendo per via di quello che ha combinato Sakura. Però nella
recensione mi hai detto di non far mettere Sakura con Shinto. Intendevi proprio
lui oppure Arashi?^_^ Comunque, ammetto che è abbastanza rilassante farne
passare di cotte e crude ai personaggi, anche se io non è che gli stia facendo
passare chissà quale tragedia. Non vorrei sembrare troppo
crudele.
Sakura bethovina:
magari stai odiando questo capitolo,
ma credo che proprio per questo la fine sarà più apprezzata, almeno in teoria.
No? Io lo so quando succede quello che mi hai chiesto, ma è un capitolo ancora
un po’ lontano e, inoltre, tutta la storia deve subire un lieve cambiamento per
quanto riguarda la struttura e la suddivisione in capitoli (Prima un capitolo ne
comprendeva due di quelli che sto pubblicando!). Così sei una ballerina? Forte!
Sei un’artista come me, anche se io sono una musicista solo per hobby! Che belle
passioni!!^_^ a parte tutto, spero che il capitolo ti sia piaciuto, al di là di
quello che è successo!!
Sakura93thebest: grazie per la recensione. Sono
contenta che ti sia piaciuto il duello e il capitolo in generale. Spero che
anche questo ti sia piaciuto, nonostante tutto quello che
succede…^_^
La notizia
aveva lasciato a bocca aperta Tomoyo, che, evidentemente, non se lo aspettava
proprio.
E turbata
dalla reazione della sua amica, Sakura annuì con lieve imbarazzo: “Esatto!”
“Ma…perché?”
“Perché io
gli piaccio, lui mi piace e insieme stiamo bene!”
“Credevo
che tu fossi ancora innam…”
Sakura la
interruppe con una mano sulla bocca prima che potesse finire la frase: “Errore!
Ormai siamo solo amici e io devo continuare la mia vita per conto mio!”
Tomoyo,
preoccupata e perplessa, le prese le mani e la guardò negli occhi: “Sei proprio
sicura di quello che hai fatto?”
“Al 100%!”
“E sei
felice?”
“Sì, sono
felice così!” esclamò Sakura con un sorriso.
L’ottimo
spirito di osservazione di Tomoyo la convinse della sincerità degli occhi e
delle parole di Sakura. Infatti si arrese e sospirò: “Se tu sei felice, Sakura,
allora lo sono anch’io!”
“Grazie,
Tomoyo!- disse Sakura, abbracciandola- Sapevo che mi avresti capita!”
“Sì, però…lo
sai che ora devi dirlo anche a Li?”
Tutto d’un
tratto, Sakura arrossì: “Oh, ma certo. Lo dirò anche a lui!”
“Molto
bene! Ad ogni modo…- disse Tomoyo, chinando il capo e arrossendo
lievemente-…anch’io ho una notizia per te!”
“Davvero?
Quale sarebbe?”
“Poco fa,
mentre stavamo sistemando le ultime decorazioni dentro la scuola, Yamato mi ha
chiesto di uscire con lui!”
Sakura
sorrise: “E’ una magnifica notizia. Sono così felice per te. Yamato è davvero
un bravissimo ragazzo e ha una cotta per te dalle medie!”
Tomoyo ,
arrossendo ancora di più, cercò di frenare l’entusiasmo dell’amica: “Sakura, è
solo un appuntamento. Non ci siamo messi insieme!”
“Ma sono
convinta che accadrà presto!”
Tomoyo
sospirò, rassegnata.
“Ora devo
andare. Ci vediamo più tardi, Tomoyo!”
“Ciao!”
Sakura
corse al campo di basket, dove si sarebbe svolta l’esibizione delle ragazze
pon-pon. La squadra di basket era già lì, ma Arashi non si vedeva da nessuna
parte. In compenso c’era Syaoran.
“Ciao,
Syaoran!” lo salutò, affiancandolo.
Syaoran fu
abbastanza sorpresa di ritrovarsela lì: “Ciao!”
“Giocherai
dall’inizio?”
“Sì!”
“Che
bello!- esclamò Sakura, sorridendo- Per caso, sai se anche Arashi giocherà?”
“Per il
momento no!” rispose lui, infastidito.
Sakura,
delusa, sospirò: “Ah…peccato!”
Syaoran le
rivolse uno sguardo di sottecchi: sembrava davvero dispiaciuta.
“Scusami se
te lo chiedo, ma c’è qualche motivo particolare per cui ti interessa tanto che
lui giochi o meno?” le chiese Syaoran, fissando accigliato il campo.
Sakura
arrossì, imbarazzata. Forse quello era il momento giusto per dirglielo.
“Ecco…io…”
O forse no!
Conoscendolo, la notizia lo avrebbe sconvolto tanto che non avrebbe potuto
concentrarsi durante la partita.
“No,
affatto! Pura curiosità!”
A quel
punto, Syaoran si voltò a guardarla, ancora accigliato: “Sei sicura che non ci
sia altro?”
Sakura lo
guardò dritto negli occhi e, per una frazione di secondo, le mancò il respiro. Perché
Syaoran lo stava facendo di nuovo? Perché la stava fissando con quegli occhi
che capivano tutto di lei? E perché lei non poteva fare a meno di sentirsi a
disagio davanti a lui?
“Si-sicurissima!-esclamò
lei, nervosamente- Allora, in bocca al lupo per la partita!”
“Crepi!”
disse lui, con un sospiro.
Sakura
avanzò di pochi passi e si voltò di nuovo a guardarlo: “Sono sicura che farai
del tuo meglio come al solito!”
Syaoran annuì
e la guardò, mentre lei, correndo, raggiungeva le altre ragazze pon-pon. Sakura
non era riuscita a dirgli che lei e Arashi stavano insieme. Per quale motivo
non glielo aveva detto? Cosa l’aveva resa così nervosa da rimandare? Oh, ma non
doveva più pensarci! Per il momento l’importante era concentrarsi sulla
partita, solo su quella. Lui avrebbe giocato, Arashi no! Syaoran doveva
sfruttare al meglio quella piccola rivincita che gli dei gli avevano concesso.
L’esibizione
delle ragazze pon-pon fu entusiasmante come le altre volte. Sakura era davvero
sensazionale: si muoveva con infinita grazia e sorrideva felice. In assoluto,
era lei la migliore sul quel campo…almeno secondo il modesto parere di Syaoran.
Arashi non arrivò e, quindi, non potè assistere all’esibizione di Sakura, cosa
che avrebbe rattristato molto la giovane. Quei due stavano insieme da meno di
un’ora e lui le stava già causando un dispiacere. Questo, Syaoran non glielo
avrebbe mai perdonato.
Effettivamente,
Sakura, accorgendosi dell’assenza di Arashi, non potè che rimanerne delusa.
Chissà come mai non era lì, a vederla…Eppure sapeva benissimo che lei si
sarebbe esibita con le ragazze pon-pon prima della partita. Tornando a bordo
campo, Sakura si portò una mano sulle labbra, pensierosa. Forse era successo
qualcosa ad Arashi…
“Sei stata
brava!”
Il
complimento giunse da Syaoran, ma la rese, comunque, felice.
“Grazie!”
gli rispose lei, sorridendo.
Proprio
quel sorriso era l’obbiettivo che si era posto Syaoran in quei minuti:
l’espressione delusa di Sakura che comparve sul suo volto, mentre tornava a
bordo campo, l’aveva colpito. Evidentemente lei sperava veramente che Arashi
assistesse alla sua esibizione. Ma ciò non era successo e per quel motivo
Sakura soffriva. E proprio lei, Sakura, non meritava di soffrire, tanto meno
per colpa di un ragazzo che, secondo Syaoran, non aveva fatto assolutamente
nulla per meritarsi il suo affetto.
“Te lo dico
perché lo penso davvero. Ti ho visto esibirti molte volte e ogni volta penso
che tu sia…- disse lui, terminando la frase con un sussurro-…la migliore fra
tutte!”
Sakura non
potè fare a meno di arrossire per quelle parole. O forse era l’idea che Syaoran
la guardasse sempre così attentamente che la fece arrossire…
“Quindi,
non essere triste, perché non sopporto che qualcuno ti faccia soffrire…”
Syaoran le
sorrise dolcemente e le accarezzò, anzi sfiorò, una guancia con la mano. Il
cuore di Sakura sussultò, non tanto per la carezza, quanto per lo sguardo che
lui le stava rivolgendo, lo stesso sguardo di quando Syaoran sapeva
perfettamente cosa la turbasse.
“Tu…tu sai
perché io…”
Syaoran
sospirò e annuì: “Il tuo nuovo ragazzo non era qui a vederti durante la tua
esibizione!”
Sakura
rimase molto impressionata: come poteva Syaoran sapere di lei e Arashi? Lo
sapeva solo Tomoyo! Infatti Sakura, quella mattina, aveva chiesto ad Arashi di
non comunicare quella notizia a nessuno fino a che lei non ne avesse parlato
con Tomoyo e Syaoran. Voleva riferire di persona quella notizia, soprattutto a
Syaoran.
“Non me lo
ha detto nessuno, ho scoperto questa cosa in un altro modo!”
“Come?”
chiese Sakura, ansiosa.
“Io…accidentalmente
ho assistito a tutta la scena. Mi trovavo su un albero a riflettere!”
La sola
immagine di Syaoran che la guardava mentre accettava di diventare la ragazza di
un altro e veniva baciata da quello stesso ragazzo la turbò. Chissà se aveva
sofferto, chissà se ora era arrabbiato con lei…
“Perdonami,
Syaoran. Non volevo che lo venissi a sapere in questo modo. Avrei dovuto
parlartene prima!”
“Prima
quando? Praticamente state insieme solo da un’ora. Non devi preoccuparti per
questo.”
“Però, io…”
ribattè lei, dispiaciuta.
“Sakura!-
la interruppe Syaoran, dolcemente- Se tu sei felice, lo sono anch’io!”
“Davvero?”
“Certo!
Siamo o non siamo amici?”
Sakura si
affrettò a rispondere: “Sì, lo siamo…tu sei il mio migliore amico!”
“Allora, è
tutto a posto!” esclamò Syaoran, sorridendole.
“Li,
muoviti!”
Uno dei suo
compagni di squadra lo aveva chiamato, perciò Syaoran fu costretto a congedarsi
da Sakura, che lo guardò andar via, con una mano sul cuore. Il sorriso di
Syaoran nascondeva qualcosa. Non era tutto a posto, come aveva detto lui. C’era
sicuramente qualcosa che lo turbava. Ma cosa?
Così,
pensierosa, Sakura raggiunse Tomoyo e Yamato sugli spalti.
“Cosa ti
stava dicendo prima Li?” le chiese Tomoyo, notando l’espressione preoccupata di
Sakura.
Sakura
tornò alla realtà e si voltò verso Tomoyo: “Ah…lui…ecco, mi ha fatto i
complimenti per l’esibizione e ha anche detto che, secondo lui, sono la
migliore!”
Tomoyo fece
intrecciare le sue mani e gli occhi le brillarono: “Quanto ha ragione! Ad ogni
esibizione sei sempre tu che attiri l’attenzione di tutti, con la tua bravura,
la tua bellezza, i tuoi sorrisi…E io sono così felice di poterti riprendere
ogni volta con la videocamera!”
Sakura
rise, imbarazzata: “Oh, Tomoyo…”
La partita
cominciò e, subito, Syaoran si impossessò della palla. Palleggiando
velocemente, scartò un paio di avversari e segnò due punti per la sua squadra.
Sakura
esultò, ma l’inizio della partita le fece ricordare che Arashi non era ancora
arrivato; perciò cominciò a preoccuparsi. Dov’era finito?
“Che
succede, Sakura?” le chiese Tomoyo.
Sakura si
guardò intorno: “Non vedo Arashi da nessuna parte!”
“Oh, vedrai
che arriverà!”
Sakura
annuì e tornò a concentrarsi sulla partita. La loro squadra aveva segnato altri
due punti. Ma ciò che colpiva più di tutto era con quanta grinta stava giocando
Syaoran. Sakura non l’aveva mai visto in quello stato: era estremamente
concentrato e, nei suoi occhi, bruciava una determinazione tale da far restare
Sakura quasi senza fiato. Grazie a quella voglia di vincere di Syaoran, tutta
la squadra diede il meglio di sé.
“Che
strano!” commentò Sakura.
“Cos’è
strano?” domandò Tomoyo.
“Syaoran…mi
sta sorprendendo!”
“Perché?-
esclamò Tomoyo, perplessa- Sapevamo benissimo che era bravo!”
“Sì, ma…non
pensavo che reagisse così!”
Tomoyo
guardò attentamente il suo profilo: “A cosa?”
“Alla
notizia di me e Arashi!”
“Glielo hai
detto?”
“A dire il
vero, non è andata proprio così. Sembra che, inavvertitamente, lui abbia
assistito a tutta la scena.”
Tomoyo,
sconvolta, si portò le mani sulla bocca.
“Già. Per
questo pensavo che questa scoperta lo avesse sconvolto abbastanza da non poter
giocare così bene!”
“Oppure è
successo esattamente il contrario!” esclamò Tomoyo, ridacchiando fra sé.
Sakura,
disorientata, si voltò a guardarla: “Cioè?”
Ma Tomoyo
non rispose e si limitò a continuare a sorriderle.
Proprio in
quel momento, l’arbitro fischiò un fallo, richiamando l’attenzione di Sakura e
Tomoyo: Syaoran era finito a terra, dolorante, e si teneva il ginocchio destro
tra le mani.
Sakura
scattò in piedi, preoccupata: “Cos’è successo?”
“Un
giocatore avversario gli ha fatto uno sgambetto, mentre Li stava attaccando!-
le rispose Yamato- E lui ha sbattuto per terra!”
“E’ lo
stesso ginocchio dell’altra volta, se non sbaglio!” fece notare Tomoyo, mentre
Syaoran veniva portato fuori dal campo, assistito dal coach e dal suo vice.
“Che vuoi
dire?” chiese Sakura, sempre più preoccupata.
“Beh…anche
l’altra volta ha preso una brutta botta. È probabile che il ginocchio destro
sia rimasto indebolito da quella volta e sia, quindi, più sensibile a questi
colpi.”
“Oh, no!”
Quasi
d’istinto Sakura corse giù a bordo campo, ma non si avvicinò molto a Syaoran.
In quel momento lui aveva bisogno di cure, non di lei. Sembrava, infatti, che
Syaoran stesse soffrendo molto, ma era come se non lo volesse mostrare.
Nel
frattempo, il dottore della scuola li raggiunse e visitò Syaoran: con le mani,
gli fece piegare il ginocchio destro.
“Ti fa male
così?” chiese il dottore.
“No!”
Ma la voce
strozzata e l’espressione sofferente non aveva convinto il dottore.
“Allora,
mettiamo un po’ di ghiaccio e lo fasciamo in modo che tu non lo possa muovere
troppo!”
Sconvolto,
Syaoran guardò il dottore:“Ma questo
vuol dire…”
“Vuol dire
che la tua partita finisce qui, oggi. Non sei nelle condizioni di continuare,
ragazzo!”
“No, la
prego. Io ce la posso fare!”
“Non se ne
parla proprio, Li.- intervenne il coach- Hai sentito il dottore: non puoi
giocare ti sostituirò con Tokugawa!”
“No, lui
no!”
“Sì,
invece!-ribattè lui, guardandosi intorno- Ma dov’è finito?”
Questo
proprio non poteva sopportarlo, era troppo anche per Syaoran. Sembrava che quel
dannato Tokugawa fosse diventato in ogni contesto il suo sostituto.
“Non
prenderà ancora il mio posto!” esclamò Syaoran, con rabbia.
Nel sentire
quelle parole, Sakura provò un’infinita tristezza: aveva ragione a pensare che
qualcosa lo turbasse e, per questo, si sentì tremendamente in colpa. Tutta la
sofferenza che Syaoran aveva patito e continuava a patire era solo la causa
dell’antica decisione di Sakura di lasciarlo. Ma che cosa poteva fare ora per
lui?
Senza che
se ne accorgesse, Sakura si avvicinò a Syaoran e gli si inginocchiò accanto.
“S-Sakura?”
balbettò Syaoran, sorpreso.
Lei gli
prese una mano e lo guardò con occhi imploranti: “Syaoran, non puoi giocare
così. Finirai per peggiorare la situazione. Ascolta quello che ti dicono. La
tua salute viene prima di una stupida partita!”
“Ma….”
“Ti
prego…Syaoran!”
Syaoran la
fissò con attenzione: era davvero preoccupata per lui, aveva anche gli occhi
lucidi,che lo pregavano di non giocare
più. In un certo senso, gli fece molto piacere. Ma non era giusto e,
soprattutto, lui non poteva sopportare di vedere il viso di Sakura così
sofferente. Lo faceva star male.
“D’accordo!”
sospirò, infine, Syaoran.
Più
rilassata, Sakura gli sorrise e lasciò andare la mano che gli aveva preso.
“Bene,
allora ades…” iniziò a dire il coach.
Ma, tutto
ad un tratto, perse i sensi. E non capitò solo a lui: tutti i presenti avevano
perso conoscenza e caddero in un sonno improvviso. Solo Sakura e Syaoran non
furono colpiti da quella specie di incantesimo.
La ragazza,
all’erta, si alzò in piedi e si guardò intorno, sospettosa: “Questa è
sicuramente opera di Savine!”
“Ma che
brava!” commentò una familiare voce femminile.
Savine e
Shinto erano magicamente apparsi in cima al canestro.
“Che cosa
volete?”
“Oh, dai,
Sakura…Quello che facciamo ad ogni nostro incontro!- esclamò Savine, come se
fosse ovvio- Combattere contro di te!”
Syaoran
fece subito comparire la sua spada e, sorreggendosi su di essa, si alzò a
fatica.
“Fai
attenzione, Sakura!”
Notando che
Syaoran si era alzato, Sakura lo affiancò subito e lo aiutò a reggersi in
piedi.
“Syaoran,
non devi assolutamente alzarti. Non ti hanno ancora fasciato il ginocchio!”
“Dobbiamo
pensare a qualcosa di più importante, in questo momento!” ribattè Syaoran,
scostandosi da Sakura.
Ma lei si
portò davanti a lui, rivolgendogli uno sguardo deciso: “Nessun dobbiamo. Tu non devi fare proprio
niente. Li affronterò io!”
“Nemmeno
per sogno! Ti aiuterò!”
Sakura lo
costrinse a sedersi su una panchina e gli sorrise dolcemente: “Tranquillo. Ce
la farò anche da sola. Fidati di me!”
Il sorriso
di Sakura gli rese impossibile una qualunque forma di protesta, perciò Syaoran
si arrese.
“Mi sono
sempre fidato di te!”
“Grazie!”
Così
dicendo, Sakura prese il suo ciondolo magico: “Chiave che possiedi la forza
della stella, mostrami la tua vera natura! È Sakura che te lo ordina! Release!
Rescissione del sigillo!”
“Sento…-cominciò
a dire Savine, pensierosa-…sento che la tua forza è lievemente aumentata
dall’ultima volta che ci siamo incontrate!”
Sakura
sorrise fra sé: “Forse perché ho già annullato tre delle tue card!”
La sua
risposta fece innervosire Savine, che proprio non se l’aspettava.
“Allora,
vediamo davvero quanto sei forte!- esclamò Savine, prendendo una card- Windy!
Vento! Catturala!”
Il vento
gelido della Savine Card si diresse rapidamente verso Sakura.
Ma, proprio
mentre Sakura veniva avvolta da una folata di vento, pronunciò: “Jump! Salto!”
E subito
due paia di piccole ali apparvero ai lati delle scarpe di Sakura, che, in
questo modo, riuscì a saltare fuori dall’occhio di una piccola tromba d’aria
che si stava formando intorno a lei.
Savine
apparve molto contrariata: “Maledizione! Seguila!”
Il vento
seguì l’ordine della sua padrona e si diresse nuovamente verso la sua
avversaria. Sakura, però, provò a schivarlo, saltando prima sugli alberi, poi
sempre più in alto, fino ad arrivare sul tetto della scuola.
Era
costretto a stare lì, fermo, e assistere impotente, mentre Sakura doveva
affrontare due nemici slealie
imprevedibili da sola. Che situazione insopportabile! Ma come poteva aiutarla?
Era totalmente inutile per Sakura, ora più che mai! E questo lo rendeva
nervoso, proprio Syaoran, che avrebbe fatto di tutto per lei.
Sakura
cominciò a stancarsi: non poteva continuare a scappare in quel modo,
soprattutto perché Savine non avrebbe mai richiamato a sé la carta del vento.
Così si
fermò improvvisamente e si voltò; ma il vento non la stava seguendo più, perché
Savine lo aveva indirizzato contro Syaoran.
“Syaoran”
esclamò Sakura, spaventata.
Syaoran non
era certo nelle condizioni di scappare, ma poteva almeno cercare di
contrastarlo.
“Dio del
tuono, vieni innanzi! Ratei shourai!”
L’incantesimo
evocato da Syaoran provocò un tuono che colpì il vento, ma quest’ultimo non fu
minimamente indebolito dal tuono. Infatti, alla fine, il vento riuscì a
catturare Syaoran e lo rinchiuse in un turbinolento vortice d’aria.
Savine
scoppiò a ridere: “Sei proprio uno sciocco! Ti ho già detto che la tua magia
non può contrastare la mia!”
Sakura, in
preda al panico, cercò di pensare a un modo per salvare Syaoran: forse con la
carta del volo avrebbe potuto avvicinarsi e provare a sottrarre Syaoran da quel
vortice.
“Allora,
Sakura? Non salvi il tuo amico?” esclamò Savine, divertita.
Sakura non
le diede retta e prese una delle sua carte: “Fly! Volo!”
La carta
del volo agì direttamente su di lei, facendole comparire un paio di ali rosate
sulla schiena. Subito Sakura volò verso Syaoran più veloce che poteva.
Ma Savine
fece terminare la sua magia e il vento scomparve proprio nel momento in cui
venne raggiunto da Sakura. Syaoran, liberato dal vortice, cominciò a
precipitare verso il basso e Sakura, istintivamente, cercò di raggiungerlo. Per
fortuna riuscì ad afferrarlo prima che lui si schiantasse per terra.
“Sakura!”
esclamò Syaoran, sbalordito, guardando in alto, verso di lei.
“Stai…bene?”
Syaoran
notò che Sakura stava facendo molta fatica a sorreggerlo con entrambe le mani
ed era anche abbastanza comprensibile il perché: la sua massa corporea era
maggiore rispetto a quella di Sakura.
“Sì,
ma…sono troppo pesante per te. Lasciami andare!”
“Solo
quando sarai al sicuro!”
E, così
dicendo, Sakura si avvicinò lentamente al suolo e fece adagiare delicatamente
Syaoran per terra.
“Tutto a
posto?” gli chiese Sakura.
Syaoran le
sorrise: “Sì, grazie!”
“Sakura!-
la richiamò Savine, più infuriata che mai- Non abbiamo ancora finito! Windy!
Vento!”
Questa
volta il vento riuscì a catturare Sakura, avvolgendola in un vortice d’aria.
“Sakura!”
esclamò Syaoran, allarmato.
In balia di
quel turbinolento vortice, Sakura riuscì a mantenere la concentrazione: aveva
salvato Syaoran, ora doveva salvare se stessa. Aveva assicurato a Syaoran che
sarebbe riuscita a sconfiggere Savine a tutti i costi. Doveva solo credere
nelle sue capacità e concentrarsi. Anche perché non era l’unica a credere in se
stessa: la sua famiglia, Kero-chan, Tomoyo e…Syaoran…avevano tutti fiducia in
lei.
Sakura
sentì tutta la sua forza magica convergere alla base delle sue ali. Quello era
il momento giusto!
Con un solo
battito d’ali, Sakura riuscì a uscire dal vortice che l’aveva imprigionata. E
fu così che il vento, sconfitto dalla forza di Sakura, svanì nel nulla.
“Non è
possibile!” esclamò Savine, come se non riuscisse a credere a ciò che era
appena successo.
“Io, invece,
direi proprio di sì. Ho sconfitto un’altra tua card!”
Savine,
furente, puntò contro di lei il suo scettro: “Bene! Allora adesso te la vedrai
direttamente con me! Fly! Volo!”
Anche sulla
schiena della ragazza comparve un paio di ali di un grigio cinereo e, grazie a
queste, Savine fu in grado di librarsi in aria, volando rapidamente in
direzione di Sakura.
“Attenta,
Sakura!” esclamò Syaoran, a gran voce.
Sakura
rivolse il suo sguardo proprio a terra, dove c’era Syaoran, e in mente le
balenò un’idea. Piuttosto che affrontarla direttamente, Sakura cominciò a
scappare da Savine, voltandosi dalla parte opposta e volando sopra tutto il
campo.
“Che fai?
Scappi?” le urlò dietro Savine.
Tutto ad un
tratto, Sakura cambiò la direzione del volo: si diresse verso terra, con la
speranza che Savine la seguisse. E, in effetti, Savine la seguì. Accertatasi di
ciò, Sakura utilizzò nuovamente la carta del salto.
“Jump!
Salto!”
Grazie
all’azione della card, non appena Sakura appoggiò un piede per terra e si diede
una spinta, questa fu talmente forte da farle compiere una capriola
all’indietro in aria. In questo modo si ritrovò proprio dietro Savine, che,
sorpresa, si voltò immediatamente.
Ma non ebbe
neanche il tempo di aprire bocca, che Sakura esclamò: “Windy! Vento!”
Il vento
della Sakura card aggirò Savine e la colpì sulla schiena, facendola cadere sul
campo. Così anche la carta del volo di Savine fu annullata.
A terra
Savine venne subito raggiunta da Shinto.
“Stai
bene?” le chiese lui, aiutandola ad alzarsi.
Ma Savine
si liberò bruscamente dalla presa di Shinto e rivolse un’occhiata minacciosa in
direzione di Sakura.
“Me la
pagherai cara!”
E, così
dicendo, sia Savine che Shinto scomparvero nel nulla. Sakura, esausta, sospirò
e tornò a terra, accanto a Syaoran.
“Tutto a
posto?” le chiese lui.
Sakura gli
sorrise: “Sì, grazie!”
“Sei stata
grandiosa! Come ti è venuta in mente quell’idea?”
Sakura
scrollò le spalle: “Non lo so! Quando mi hai chiamata, io ho guardato per
terra, verso di te e ho avuto questa idea!”
“Però,
secondo me, è stato anche grazie alla tua esibizione di oggi, con le ragazze
pon pon. Quella capriola l’avevi fatta poco fa. Ti ricordi?”
“E’ vero!-
esclamò Sakura, ridendo- Vedo che sei stato molto attento!”
Syaoran non
rispose subito: si limitò a fissarla, con estrema serietà.
“Presto
sempre molta attenzione ad ogni cosa che ti riguarda!” disse, infine, senza
distogliere lo sguardo dalla ragazza.
Syaoran si
accorse di aver messo a disagio Sakura e si maledì con il pensiero. Lui e la
sua dannata voglia di dirle tutto ciò che gli passava per la testa!
“Beh, sì,
certo!- esclamò Syaoran, abbandonando un po’ di serietà- D’altronde, ho
promesso di proteggerti, quindi, per mantenere la promessa, ho bisogno di
sapere sempre dove sei e cosa fai!”
Sakura
rise, mentre Syaoran si rilassava per aver risolto la situazione.
“Grazie
mille, Syaoran!”
Syaoran
sospirò: non poteva continuare davvero in quel modo. Anche se era tornato in
Giappone per lei, Sakura non era più sua: non lo amava più, nel suo cuore c’era
un altro ragazzo e, ormai, lui per lei era solo un amico. E, nonostante Sakura
continuasse a essere importante per lui, nonostante lui si fosse impegnato a
proteggerla con tutte le sue forze, anche Syaoran, ora, aveva bisogno di
voltare pagina. Ne aveva bisogno per non impazzire ogni volta che stava accanto
a Sakura.
*******
Dopo la
scomparsa di Savine e Shinto, tutti i presenti si ripresero e non sembrarono
preoccuparsi minimamente di ciò che era successo loro. Probabilmente non si
erano nemmeno accorti dell’incantesimo che li aveva colpiti.
Anche la
partita ricominciò e Syaoran fu sostituito da Arashi, che dimostrò di cavarsela
anche sul campo di basket. Fu così che la squadra della scuola di Tomoeda vinse
per 64 a
60.
A fine
partita Sakura andò a complimentarsi con Arashi.
“Sei stato
molto bravo!”
“Grazie!-
rispose Arashi, sorridendole- Oh,Sakura, non sai quanto mi sia dispiaciuto non
poter assistere alla tua esibizione di poco fa!”
“Senti,
Arashi, non importa. Te l’ho già detto un’infinità di volte!”
“Questo
perché sei sempre gentile con tutti. Invece, dovresti arrabbiarti con Jasmine.
È colpa sua! Mi ha costretto ad aiutarla con alcuni scatoloni!”
“E hai
fatto bene ad aiutarla! È tua cugina!”
Arashi
sbuffò, incrociando le braccia: “Io, però, avrei preferito assistere alla tua
esibizione!”
“Beh, se
proprio ci tieni, Tomoyo ha ripreso tutto con la videocamera, quindi potresti
chied…”
Ma Sakura
non finì la frase, perché Arashi le afferrò un braccio e cominciò a correre,
trascinandola con sé.
“Andiamo da
lei!”
Nel
frattempo, Syaoran si allontanò dal campo, pensieroso e un po’ zoppicante, a
causa della fasciatura al ginocchio: quel Tokugawa, così distratto durante gli
allenamenti, in quella partita aveva giocato bene. E, invece, Syaoran non aveva
potuto continuare a giocare: era stato costretto ad assistere alla partita,
seduto sulla panchina a bordo campo.
In questo
modo, però, potè pensare seriamente alla proposta di Jasmine, convincendosi
sempre di più che aveva ragione. Sakura sembrava felice con Arashi; dunque,
anche Syaoran poteva essere felice con Jasmine?
“Oh,
povero, piccolo, Li!”
Syaoran
alzò il viso e notò proprio Jasmine, che lo fissava con un sorriso sulle
labbra, appoggiata al tronco di un albero: i capelli mossi da una leggera
brezza emanavano incantevoli riflessi rossi, i suoi occhi gli rivolgevano uno
sguardo malizioso e quelle labbra incurvate in un sorriso furbo divennero per
Syaoran improvvisamente deliziose.
“Non
dovresti sforzarti di camminare con il ginocchio in quelle condizioni!”
Syaoran
sembrò non ascoltare per nulla le sue parole e la guardò, con il suo sguardo
più deciso e virile. Da quel momento non sarebbe più potuto tornare indietro.
“Miyamoto,
a dire il vero, ti stavo cercando!”
“Ma dai?
Stavi cercando proprio me? Che onore!- esclamò Jasmine, soddisfatta di sé-
Posso chiedere come mai?”
“Devo
parlarti!”
Oh, oh, oh…Santo cielo, anche
Syaoran è impazzito!!!^_^ Vabbè, un po’ di pazienza, cari lettori. La storia
sta subendo dei cambiamenti nella trama, anzi nella struttura scheletrica
(ahahah, si vede che sto preparando anatomia?!^_^), quindi se ci dovessero
essere dei…ehm…rallentamenti negli aggiornamenti, non vi preoccupate. Non
abbandonerò mai questa storia! Comunque il prossimo capitolo si intitola “Inmost
feelings”. Cosa avrà mai detto Syaoran a Jasmine? E qualunque cosa le abbia
detto, come la prenderà Sakura?
Ringraziamenti…
Sakura93thebest: grazie per la recensione. Dai, anche se adesso hanno altre persone,
quei due sono sempre Sakura & Syaoran. Non so se mi spiego! Ehm…non possono
ignorarsi fino alla fine della storia!! Anzi, non possono ignorarsi e basta!
^_^ E mi dispiace, ma io non sono in vacanza: devo lavorare e preparare due
esami per luglio. La mia vacanza sarà solo di due settimane ad agosto!!!-__-‘
quindi, non posso aggiornare più in fretta!! Comunque, spero che il capitolo ti
sia piaciuto!
Lady Maryon:grazie per la recensione. Mi piacerebbe essere più clemente, aggiornare
più in fretta, farli rimettere insieme più presto possibile…insomma, mi
piacerebbe molto fare tutte queste cose, ma non posso. Ho altre cose da fare!^_^
comunque, sakura non subirà certo la stessa tortura di syaoran…almeno per il
momento!^_^ certo, nel prossimo forse vedrà qualcosa che non le piacerà molto,
ma non aggiungo altro! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!
Sakura182blast: grazie per la recensione! Così il capitolo precedente ti ha sconvolta,
eh? ^_^ Beh, immagino che anche questo abbia avuto lo stesso effetto, anche se
non c’è proprio una love scena fra Syaoran e Jasmine. Ho preferito non
infierire sulle sue ammiratrici!! Ma quindi, tu hai capito il segreto di Shinto
e Savine? No, perché siccome nessuno mi ha fatto domande a proposito, o nessuno
ci ha pensato, oppure è talmente banale che non vale la pena chiedere
chiarimenti!!^_^ comunque, spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Nel
prossimo per la tua gioia, immagino, sarà Sakura a soffrire un pochino e
scopriremo il perché!!
Sakura bethovina: grazie per la recensione così…ehm…infervorata!! Povera sakura, perché te
la devi prendere con lei? In fondo, agisce così solo per colpa mia. Tornerà in sé
fra un po’!!^_^ e poi, syaoran se non soffre un pochino perde parte del suo
fascino. Devo dire che mi piace molto come lo disegnano le clamp quando è
sofferente, sia in tsubasa che in ccs. Come sono insensibile!! Però, uno che
soffre alla fine avrà la sua bella ricompensa!!^_^ comunque, spero che anche
questo capitolo ti sia piaciuto!
E dopo tutto questo, permettetemi di
augurare in bocca al lupo alla nostra nazionale! Vinceremo sicuramente contro
la francia! Forza Azzurri!!!!!!!^_^
Il test
attitudinale…che grande problema! Quella mattina, la professoressa Miyazaki lo
aveva sottoposto a tutta la classe, nonostante fossero ancora in 2° superiore.
Ma per la professoressa non era mai troppo presto per cominciare a pensare al
proprio futuro e a riflettere sui propri interessi.
Sakura era
stata colta impreparata: non aveva mai pensato a cosa le sarebbe piaciuto fare
da grande. L’unica cosa di cui era certa era che avrebbe voluto avere una
grande passione per il suo futuro lavoro, proprio come suo padre l’aveva per
l’archeologia. Se avesse raggiunto quell’obbiettivo sarebbe già stata molto
felice.
Tuttavia,
riuscì ad affrontare il suo test e fu anche abbastanza sorpresa, ma soddisfatta
del risultato: a quanto pareva sembrava portata per l’ insegnamento. Di che
cosa ancora non lo sapeva bene, ma certo, era un lavoro molto affascinante.
“Perché
sorridi?” le chiese Tomoyo.
Era una
splendida domenica mattina: Sakura, Tomoyo e Syaoran avevano in programma un
bel pic-nic, insieme ad Arashi, Yamato e Jasmine.
“Ah,
niente. Stavo solo pensando al test di ieri mattina!”
“Quindi,
sei rimasta soddisfatta?”
“Diciamo di
sì!”
“Beh,
questo è già molto importante!”
“Lo credo
anch’io! Solo che non me lo aspettavo proprio!”
Tomoyo
sospirò: “Vedi, Sakura, questi test non sono poi tanto sicuri. Servono a darti
delle idee su un tuo possibile futuro, ma non devi per forza seguire questo
consiglio! Puoi benissimo intraprendere altre strade, se rientrano fra i tuoi interessi!”
“Oh, sì,
hai ragione, Tomoyo!” esclamò Sakura, più rilassata.
“E poi,
considera anche che abbiamo ancora qualche anno davanti a noi, prima di fare la
scelta dell’università!”
“Già,
abbiamo tanto tempo per pensarci o cambiare idea!”
Sakura
sorrise fra sé e il suo sguardo cadde sui ragazzi che camminavano davanti a lei
e Tomoyo. Si stavano dirigendo verso un nuovo parco e, durante, il tragitto, si
erano formati tre gruppetti: Sakura e Tomoyo, davanti a loro Yamato e Arashi,
che stavano discutendo di basket, e, più avanti ancora, Syaoran e Jasmine. Era
curioso per Sakura vederli insieme e anche fastidioso (ma, ne era certa, solo
un pochino!), soprattutto perché c’era una domanda che le ronzava in testa a
cui lei non riusciva a dare una risposta: come mai Syaoran e Jasmine,
ultimamente, erano così uniti? Che cosa era successo che li aveva fatti
diventare…amici? In fondo, Syaoran era sempre stato un po’ scontroso nei
confronti di Jasmine.
“Ti da
fastidio, vero?”
La domanda
preveniva ancora da Tomoyo e turbò Sakura.
“No, certo
che no!” mentì Sakura, con voce più acuta del solito.
“Avanti,
ammettilo, Sakura. Non c’è niente di male!”
Tomoyo le
sorrise e Sakura capì che non poteva nasconderle ciò che provava: la sua
migliore amica l’avrebbe intuito in ogni caso.
“Ma non è
come pensi tu!” si affrettò ad aggiungere lei.
“Allora,
prova a spiegarti meglio, Sakura!”
Con le
guance lievemente arrossate, Sakura posò il suo sguardo su Syaoran: “Syaoran ed
io, in questo momento, siamo amici e questo mi sta bene, perché sono stata io a
volerlo. Proprio per questo, non voglio che nessun’altra ragazza abbia con lui
lo stesso rapporto che ho io. Syaoran, nonostante il suo carattere, più volte
si è aperto con me, è stato sempre molto gentile e…non prendermi per una stupida,
ma il solo fatto che io sia l’unica qui a chiamarlo per nome, mi rende
estremamente felice. Questa piccola conquista, per me, è come un piccolo
tesoro!”
“Non potrei
mai considerarti una stupida, perché i tuoi sentimenti sono reali e sinceri.-
rispose Tomoyo, gentilmente- Ma devo farti notare una cosa!”
“Cioè?”
“Hai
pensato alla possibilità che Syaoran e Jasmine non siano proprio amici?”
Perplessa,
Sakura rivolse lo sguardo a Tomoyo: “In che senso?”
Tomoyo
sembrava dispiaciuta, ma non riuscì a risponderle. Infatti erano appena
arrivati al parco e Arashi aveva subito afferrato la mano Sakura e la stava
trascinando in cerca di uno spazio per preparare il loro pic-nic, seguiti a
ruota dai loro amici.
Arashi e
Sakura trovarono un po’ di spazio sotto ad un albero e da lì si godeva di una
bella visuale del lago artificiale e del parco.
“Wow! Che
bello!” esclamò Jasmine, raggiungendoli di corsa.
“Sì, sì,
molto bello. Però io sto morendo di fame!” disse Arashi, sedendosi per terra e
guardando avidamente i vari cestini contenenti le vivande.
“Non
cominciare! Dobbiamo aspettare gli altri!” lo rimproverò Jasmine.
Sakura
rise, vedendo i due cuginetti bisticciare, e tutti e tre vennero raggiunti da
Tomoyo e Yamato, che si sedettero sulla tovaglia stesa per terra.
Arashi battè
le mani una volta e sorrise: “Si mangia!”
“Alt!- lo
fermò Jasmine, guardandosi intorno- Manca ancora qualcuno!”
In effetti,
Sakura si accorse dell’assenza di Syaoran: dov’era finito? Poi, all’improvviso,
Syaoran apparve e li raggiunse.
“Oh,
eccoti, finalmente!” disse Jasmine.
Syaoran
accennò un sorriso: “Scusatemi, mi ero fermato a guardare una cosa!”
“Beh, spero
che ne valesse davvero la pena, perchè stavo cominciando a preoccuparmi,
Syaoran!” esclamò Jasmine, prendendolo per mano e invitandolo a sedersi.
Ciò che
colpì maggiormente Sakura fu proprio il modo in cui Jasmine aveva chiamato
Syaoran…lo aveva chiamato per nome…
“Ehi!-
esclamò Yamato- Da quando lo chiami per nome, Jasmine?”
Jasmine
sorrise e, con entrambe le braccia, circondò quello destro di Syaoran,
stringendosi a lui.
“Da quando
stiamo insieme!”
Per quelle
parole Sakura cominciò a provare una strana sensazione, che sicuramente non era
gelosia. All’improvviso sembrava che ogni cosa in quel momento le desse solo
fastidio. Le dava fastidio la mano di Arashi sulla sua gamba; le dava fastidio che
non fosse più l’unica in Giappone a chiamare per nome Syaoran; le dava fastidio
come Jasmine, appiccicata a lui, la stava fissando, quasi volesse provocare una
reazione di gelosia da parte di Sakura; e, soprattutto, le dava fastidio che
Syaoran, il suo migliore amico, non le avesse parlato prima di quella novità
tra lui e Jasmine. Perché non le aveva detto niente? Eppure, più volte Syaoran
le aveva assicurato che la loro amicizia era per lui qualcosa di veramente
importante.
“Allora,
congratulazioni!” esclamò Yamato.
“Congratulazioni!”
ripetè Tomoyo.
Syaoran
rivolse loro il solito sorriso abbozzato, mentre Jasmine, raggiante, appoggiò
il capo sulla spalla di lui.
“Grazie!-
disse lei, facendo scorrere poi lo sguardo verso Sakura- E tu, Sakura? Non sei
felice per noi?”
Destandosi
dalle sue riflessioni, Sakura cercò di sorriderle e di sembrare il più naturale
e spontanea possibile: se Jasmine stava cercando si strapparle anche il più
piccolo segnale di gelosia…beh, non ci sarebbe riuscita.
“Sì, certo!
Sono molto felice per te, Jasmine…e per te, Syaoran!”
E, così
dicendo, Sakura rivolse un’occhiata gelida all’amico, che ne rimase molo
colpito.
Raramente i
bei occhi verdi di Sakura lo guardavano in quel modo, così insolitamente
freddi, ma nello stesso tempo espressivi. Sakura non aveva preso bene quella
notizia e Syaoran ne intuì anche il motivo: avrebbe dovuto parlarne prima con
lei. Adesso che erano amici, la fiducia fra loro era decisamente importante.
Altrimenti anche come amici sarebbero durati poco e, di conseguenza, Syaoran
avrebbe perso Sakura per sempre. E questo non doveva accadere per nessun
motivo.
*****
Il pic-nic
fu molto divertente: i sei ragazzi mangiarono tutto quello che avevano
preparato, scherzarono, parlarono e fecero anche una piccola escursione in
barca sul lago. Le coppie che si formarono furono quasi scontate: Sakura con
Arashi, Syaoran con Jasmine e Tomoyo con Yamato.
“Posso
farti una domanda, Syaoran?” chiese Jasmine, guardando il ragazzo davanti a sé.
“Certo!”
rispose lui, remando con forza.
“Secondo
te, Sakura ha preso male la notizia di noi due?”
Come le
venivano certe domande in testa? Una normale ragazza in una situazione
così…romantica non avrebbe neanche lontanamente pensato alla ex ragazza del
proprio fidanzato. Ma Jasmine non era una ragazza normale!
“Ah…non ne
ho idea. Ma se fosse così, sicuramente non sarebbe per il motivo che credi tu!”
“No, eh?-
esclamò lei, appoggiando il mento su una mano- Allora perché non me lo spieghi
tu…il vero motivo?”
Syaoran
sospirò: non aveva voglia di parlarne con lei. Anzi, in quel momento l’unica
cosa che voleva fare era parlare con Sakura e cercare di spiegarle perché non
l’aveva informata di quella piccola grande novità. Ma cosa l’aveva spinto a nasconderle
la sua storia con Jasmine? Pensandoci bene, Syaoran si accorse che non avrebbe
saputo cosa dire a Sakura. O, forse, la risposta giaceva nel suo inconscio: non
le aveva detto nulla perché, inconsapevolmente, voleva vendicarsi per averlo
lasciato, ingannato e averlo fatto assistere a quella scena tra lei e Arashi.
Ormai Syaoran stava provando ad innamorarsi di Jasmine, a cambiare pagina
insieme a lei, però quelli erano ancora tristi ricordi nella sua mente e nel
suo cuore.
“Beh,
vedi…Sakura ed io siamo amici. Probabilmente, lei si aspettava che io la
informassi di noi due in privato e magari non dopo qualche settimana.”
“Non eri
costretto a dirglielo subito!” gli fece notare Jasmine.
“No, ma…-
disse lui, esitando per un secondo-…io volevo dirle tutto…davvero!”
Jasmine si
avvicinò a lui con un movimento rapido e gli sorrise: “Allora, cosa ti ha
trattenuto, Syaoran?”
Syaoran
arrossì lievemente: aveva la strana impressione che Jasmine potesse leggere nei
suoi pensieri, il che era impossibile, perché lei non aveva poteri magici.
Syaoran
fece spallucce: “Non lo so! Forse mi sono solo dimenticato di dirglielo!”
Jasmine non
disse niente, ma continuò a guardarlo con la stessa strana espressione per
qualche secondo. Particolarmente imbarazzato, Syaoran deglutì.
“Non…non mi
credi?” le chiese lui, timoroso.
Per tutta
risposta, Jasmine gli circondò il collo con le braccia, lo attirò a sé e lo
baciò. Syaoran, sorpreso, smise di remare e la lasciò fare. I suoi baci così
sensuali e travolgenti facevano sparire in lui ogni più piccolo dubbio: la sua
scelta era stata decisamente più che giusta.
Infine,
Jasmine si allontanò da lui e gli sorrise nuovamente: “Ora ti credo!”
Jasmine
aveva baciato Syaoran e Sakura non potè fare a meno di seguirequella scena. Anche lei e Arashi avevano
deciso di fare un giretto in barca sul lago e, proprio mentre si trovavano
vicino a Syaoran e Jasmine, quest’ultima lo aveva baciato. Chissà che non fosse
un altro dei suoi trucchetti per
provocare una reazione di gelosia da parte di Sakura. Ma lei non avrebbe mai ceduto.
“Sakura,
cosa succede?” chiese Arashi, preoccupato.
“Uhm…niente…”
Arashi non
insistette e la guardò misteriosamente, facendola sentire leggermente a
disagio. Infatti Sakura abbassò lo sguardo, chiedendosi come fare per interrompere
quel silenzio imbarazzante. Forse si era accorto che Sakura aveva fissato per
gli ultimi minuti i due ragazzi nella barca non lontana da loro…
Sakura
guardò tristemente la sua mano nel lago, la tolse e sospirò: “Voglio essere
sincera con te, ma spero che non ti arrabbierai!”
Arashi
smise di remare e le prese entrambe le mani: “Dire sempre la verità è giusto, a
volte può far male, ma è sempre una grande qualità!”
Sakura
annuì e accennò un sorriso: “Non ero gelosa. Ero solo arrabbiata per averlo
saputo in questo modo. Syaoran è il mio migliore amico e avrebbe dovuto
parlarne con me subito, non dopo alcune settimane. È solo questo che mi ha dato
fastidio!”
Eppure
Sakura sentiva che quella non era tutta la verità. C’era anche qualcos’altro
che l’aveva infastidita…qualcosa che era meglio continuare a ignorare.
“Magari si
è solo dimenticato!”
“Ma quando
trovi una persona che ti piace, fino a prova contraria, vorresti gridarlo al
mondo intero. Non ci si può dimenticare!”
Arashi
sorrise e le accarezzò una guancia: “Allora, dovresti chiederglielo!”
“Davvero?”
“Certo! Non
sopporto che per colpa sua tu sia triste!”
“Grazie,
Arashi!” esclamò Saura, baciandogli una guancia.
Sì, avrebbe
parlato con Syaoran e gli avrebbe chiesto il motivo per cui aveva taciuto per
così tanto tempo su quella relazione.
******
Al
tramonto, dopo una divertente giornata, fatta anche di colpi di scena, ognuno
tornò alla propria casa. Syaoran accompagnò Jasmine e Arashi aveva intenzione
di fare la stessa cosa con Sakura. Ma lei gli rispose che sarebbe tornata da
sola: si sarebbe allontanato troppo da casa sua, che era così vicina a quel
parco.
“Non è un
problema per me, Sakura!”
“Arashi, va
bene così! Me la so cavare anche da sola!”
Arashi
sorrise e la baciò velocemente sulle labbra: “Sì, lo so!”
“Ci vediamo
a scuola!”
“Ciao!”
Sakura si
incamminò verso casa: in realtà, lei non aveva molta voglia di stare con Arashi
in quel momento. Da quando lui le aveva consigliato di parlare con Syaoran,
Sakura non aveva fatto altro che pensare a come affrontare quel discorso con
lui. Doveva assolutamente sapere per quale motivo le aveva nascosto una cosa
così importante. Del resto, si sentiva abbastanza soddisfatta di come lui era
rimasto colpito da quello sguardo che
lei gli aveva rivolto inconsciamente, uno sguardo raggelante…
Sakura era
quasi arrivata a casa, quando qualcosa da qualche parte dentro di lei le
consigliò di fermarsi a riflettere nel parco del re pinguino. Probabilmente
quel luogo così pieno di ricordi, felici, ma anche tristi, l’avrebbe aiutata a
preparare un buon discorso per Syaoran. Così, entrò nel parco e si diresse
verso le altalene, ma rimase molto colpita, quando si accorse che una di queste
era già occupata da qualcuno.
“Syaoran?!”
Era
incredibile, però lui era davvero lì. E anche Syaoran fu abbastanza sorpreso di
vederla lì. Aspettava, ma temeva quel confronto: non sapeva davvero come
spiegarle ciò che gli aveva impedito di comunicarle quella notizia. Eppure non
poteva continuare a sottrarsi, non era certo un vigliacco. Doveva spiegarle
tutto, almeno per rispetto della loro amicizia e per rispetto nei confronti di
Sakura. Perciò, Syaoran si alzò in piedi e la raggiunse. Lo stava fissando
incredula, ma anche come se fosse sul punto di esplodere.
Invece,
disse soltanto: “Perché mi hai fatto questo?”
“Sakura…”
cominciò lui, prendendola per un braccio.
Ma lei si
staccò bruscamente da lui e, alzando la voce, esclamò: “Tutte quelle belle
parole sulla nostra amicizia e poi mi tratti come se fossi nient’altro che una
semplice compagna di scuola!”
Notando la
sua espressione arrabbiata e il suo tono di voce, anche Syaoran non potè fare a
meno di innervosirsi e si adeguò al suo modo di parlare.
“Per la
precisione, sei stata tu quella che ha detto di voler essere amici!”
Le parole
di Syaoran la sconvolsero ancora di più e Sakura si sentì mancare il respiro,
tanto era nervosa in quel momento.
“Perché? Tu
non vuoi essere mio amico?”
Imbarazzato
e preso in contropiede, Syaoran si costrinse a calmarsi: non era quello
l’atteggiamento migliore per affrontare una situazione del genere.
“Non è
così, Sakura, non pensarlo nemmeno!”
“E allora
cosa dovrei pensare? È come se avessi dimenticato tutto quello che abbiamo
passato insieme!”
”Se fosse
stato così, allora in questo momento non saremmo entrambi qui!” esclamò Syaoran
a gran voce.
La sua
risposta ebbe l’effetto desiderato: Syaoran aveva ragione. Come avrebbero
potuto incontrarsi lì, se non si fossero ricordati di quanto fosse importante
quel luogo per entrambi?
Nel parco
calò un silenzio improvviso, rotto solo dai respiri forti dei due giovani, che
si stavano fissando con una rabbia che scemava minuto dopo minuto.
“Qui dove
tutto è finito, dove ho creduto di non riuscire più a vivere…senza di te!”
continuò Syaoran, moderando il tono di voce e rivolgendole un’occhiata che più
seria non poteva essere.
Sakura
arrossì e abbassò lo sguardo, ricordando quei terribili momenti.
“Però…-disse
Syaoran, con un sorriso-…qui ci sono anche tanti bei ricordi della nostra
storia, così come della nostra amicizia ed è per questo che proverò a spiegarti
ciò che ancora non ho capito!”
Syaoran si
stava impegnando a sistemare quella situazione e Sakura sentì la sua rabbia
defluire, abbandonando lentamente il suo corpo.
“Comincia
dall’inizio!”
Syaoran
annuì e inspirò profondamente: “Jasmine è una ragazza molto affascinante, ha
qualcosa di misterioso che la rende estremamente intrigante. Così, quando lei
si è dichiarata, il giorno della festa dello sport, ho accettato di diventare
il suo ragazzo. Non importa se la conosco da pochi mesi. Queste cose, in fondo,
si possono fare solo alla nostra età.”
“Quindi…ti
piace veramente?”
“Sì, è la
mia prima ragazza da quando mi hai lasciato!”
A quelle
parole, Sakura provò qualcosa simile a un senso di colpa o a un rimorso…Ma
provò anche una sorta di sorpresa: allora Syaoran poteva amare una ragazza che
non fosse Sakura!
“Ma…ma
perché non me lo hai detto prima di oggi?”
“All’inizio
stavo cercando le parole giuste per dirtelo. Ma, mentre ci pensavo, mi sono
venute in mente altre cose…”
“Che genere
di cose?”
“Beh, per
esempio…che…-disse lui, balbettando imbarazzato-…vedi, non so se faccio bene a
dirtelo…”
Sakura
comprese il suo disagio egli appoggiò
una mano sul braccio, con delicatezza, per tranquillizzarlo.
“Qualunque
cosa, se è verità è ben accetta!”
Syaoran la
guardò, convincendosi, finalmente, a parlarle.
“Io…io ero
arrabbiato con te!”
Sakura fu
abbastanza colpita e turbata: Syaoran…arrabbiato con lei?
“Perché?”
chiese lei, mentre la voce le morì in gola.
Syaoran si
avvicinò a un albero, appoggiando una mano sul tronco: vicino a quell’albero
Sakura lo aveva lasciato. Lei lo seguì con lo sguardo, riconoscendo l’albero a
cui lui si era appena appoggiato, l’albero che conosceva il segreto di Sakura.
“Ero
arrabbiato con te, perché durante la nostra breve storia mi avevi ingannato,
usando la carta dell’Illusione. E anche perché ho assistito a quella scena tra
te e Tokugawa!”
“Ma,
Syaoran…-disse lei, con voce tremante-…in quest’ultimo caso, io non potevo fare
nulla per evitarlo. Non sapevo che eri lì!”
Syaoran si
voltò e le sorrise: “Lo so benissimo, Sakura. ma non ho potuto fare a meno di
essere infastidito da questa cosa. Anche se siamo solo amici, adesso, rimango
pur sempre il tuo ex-ragazzo e avrei preferito non assistere a quel momento.”
“Più che
chiederti scusa…-disse Sakura, chinando il capo-…non so proprio che fare!”
Syaoran si
avvicinò a lei e le prese entrambe le mani: “Anche se ero arrabbiato con te,
questo non vuol dire che la colpa di quello che è successo sia tua. Io ho
voluto arrabbiarmicon te per queste
cose solo perché, probabilmente, non avevo il coraggio di parlarti di me e
Jasmine.”
“Però, hai
ragione ad essere arrabbiato con me. Sono stata io a lasciarti e a ingannarti,
quella era esclusivamente colpa mia!”
“Sono
sicuro che hai usato la carta dell’Illusione per evitare che io soffrissi,
scoprendo che i tuoi sentimenti
per me si
erano affievoliti. E non devi pensare che sia solo colpa tua. Quando una storia
finisce, è colpa di
tutti e
due.”
Sakura lo
guardava sorridere, così pieno di fiducia in lei: lui aveva creduto al motivo
per cui lei lo aveva lasciato e ora i suoi sensi di colpa per avergli mentito
aumentarono a dismisura.
“Quindi, ti
prego di perdonarmi, Sakura, per essermi arrabbiato con te e non averti detto
subito una cosa così importante!”
Sakura
sorrise: “Tranquillo, Syaoran, ora è tutto a posto!”
Syaoran
sospirò, molto più sollevato.
“Allora…pensi
che potrei accompagnarti a casa?”
“Ma…siamo a
due passi da casa mia…”
“Sì, ma è
diventato buio, Sakura, lascia che ti accompagni.”
Un po’
perché Syaoran sapeva essere molto convincente, un po’ per il suo senso di
colpa, Sakura accettò la sua proposta. Così si incamminarono verso casa
Kinomoto. Ma ben presto, il silenzio che si era creato divenne opprimente e
insopportabile. Uno di loro doveva assolutamente trovare un argomento di cui
parlare.
“Allora,
come ti è andato il test attitudinale?” chiese Syaoran, all’improvviso.
“Ah…bene!
Sono rimasta molto soddisfatta!”
“Posso
sapere qual è stato il tuo risultato?”
“Dunque…-
iniziò lei, portandosi un dito sulle labbra-…secondo questo test, io sarei
portata per l’insegnamento!”
“Direi che
mi sembra adatto a te!”
Sakura lo
guardò, ansiosa: “Dici davvero?”
“Ma certo!
Sei cambiata in questi anni… mi sembri molto più paziente e questa è una
qualità indispensabile per una insegnante!”
Sakura
sorrise: “Grazie! Invece a te come è andata?”
Glielo
chiese soprattutto per gentilezza, anche se sapeva perfettamente che Syaoran
sarebbe diventato avvocato, come suo padre.
“Io ho le
idee chiare già da tanti anni…da grande vorrei fare l’archeologo!”
Le parole
di Syaoran per Sakura furono come un fulmine a ciel sereno, qualcosa di
inaspettato e imprevedibile. Non solo perché Sakura si rese conto di non aver
mai voluto approfondire questo argomento con lui, ma soprattutto perché da
quattro anni era ormai sicura che Syaoran volesse davvero seguire le orme di
suo padre.
“E’…un bel
sogno, Syaoran. Ma io pensavo che volessi diventare come tuo padre!” disse lei,
costringendo la propria voce a non tremare.
“In
effetti, mio padre voleva questo, affinché il suo studio legale passasse a me.
Ma quando lui è morto, io ero ancora troppo piccolo. Così mia sorella Sheifa è
diventata avvocato e avrebbe dovuto dirigere lo studio fino a quando io non fossi
stato pronto per prendere in mano le redini dello studio. Ma, poco prima di
tornare in Giappone, mia madre mi disse che io non ero costretto a seguire la
volontà di mio padre. Devo, anzi, cercare la mia strada e coltivare i miei veri
interessi, cioè tornare in Giappone e studiare per diventare archeologia!”
Erano
appena arrivati davanti al cancello di casa Kinomoto e Sakura si sentì improvvisamente
triste e svuotata: perché era stata così stupida da non chiedergli subito cosa
voleva fare nella sua vita? In questo modo, tutto quello che avevano patito era
stato totalmente inutile. Anche averlo lasciato era stato inutile.
“Tutto
bene, Sakura?” le chiese lui, notando il suo silenzio.
“Mm?”
“Sei così
pallida…dovresti entrare, mangiare qualcosa e infilarti subito sotto le
coperte!”
Sakura gli
sorrise: in effetti, si sentiva molto male. Aveva anche la nausea.
“Grazie,
Syaoran! Sei molto gentile! Ci vediamo a scuola!”
“D’accordo!”
Sakura aprì
il cancelletto e salì i gradini, ma prima di entrare in casa, si voltò
un’ultima volta verso Syaoran.
“Syaoran?”
“Sì?”
“Il tuo è davvero un bel sogno. Spero che riuscirai a realizzarlo perché te lo
meriti davvero!”
Syaoran
sorrise: “Grazie, Sakura!”
“Buonanotte!”
“’Notte!”
Sakura
entrò in casa: quella mattina non avrebbe mai immaginato che sarebbe tornata
con una tale depressione nello spirito e nel corpo.
“Ehi,
mostriciattolo! Quello era il moccioso?” chiese Touya, sospettoso,
affacciandosi dalla sala.
“Era
Syaoran!” disse lei, apaticamente, avviandosi verso le scale.
Notando la
totale mancanza di reazione della sorella alle parole ‘mostricciattolo’ e
‘moccioso’, Touya la costrinse a voltarsi verso di lui e la studiò attentamente
in viso.
“Sakura ti
senti bene?”
“Ti prego,
Touya, sono stanca! Dai tu la buonanotte a papà da parte mia quando torna?”
L’unica
cosa che voleva fare in quel momento era andare a dormire e dimenticare, solo
per quella notte, tutte le novità riguardanti Syaoran: la sua relazione con
Jasmine, il suo aver omesso quel piccolo grande particolare alla sua migliore
amica e, soprattutto, quel cambio di progetti nel suo futuro…
Un futuro
che, una volta, era stato un grande ostacolo in quella storia tra lei e
Syaoran.
Oh, eccoci! Povera Sakurina, che si
è arrabbiata con Syaoran e povero Syaory!! Meno male che hanno fatto pace! Ma
nel prossimo capitolo “Another Sakura”, cosa succederà? Diciamo solo che ci
sarà più di una Sakura, ma non parliamo di quella di Tsubasa, anche se fra
qualche capitolo ci sarà un capitolo crossovers con Tsubasa!!^_^ Dite, siete
tristi per l’Italia che è stata eliminata? Io un po’ sì, anche se gli spagnoli
sono simpatici, meglio loro dei francesi, a cui comunque le abbiamo suonate
martedì scorso!! Comunque, io difendo il nostro allenatore! Troppo facile
prendersela con Donadoni!!-_-‘
Ringraziamenti…
Sakura182blast: non capisco perché tutti se la prendono con Sakura, poverina! Comunque,
non sono stata troppo cattiva con lei! Dai, hanno fatto pace alla fine!!^_^ Hai
ragione a dire che ci sono ancora tante carte da annullare e quindi ci saranno
ancora un po’ di capitoli. Anche se mi mancano quelli finali da scrivere, ho un
sacco di idee per la fine: ho bigliettini dappertutto con delle piccole scene,
delle battute. Spero solo di riuscire a fare qualcosa di buono. Oddio, mi sto
dilungando troppo. Spero che il capitolo ti sia piaciuto!
Sakura93: ah, beh, non ho infierito molto su Sakura, anche perché non sono poi
così cattiva, ma spero che il capitolo ti sia piaciuto!! Certo che voi del
fanclub di Syaoran siete proprio agguerrite, eh? Comincio ad avere un po’ paura
perchè ne farò capitare ancora un po’ a Syaoran!! ^_^’
Sakura bethovina: spero che il capitolo in cui è soprattutto Sakura a soffrire, più che
Syaoran, ti sia piaciuto. Dunque, perché non faccio tornare Syaoran in Cina?
Beh, perché vuole studiare archeologia e, quando sarà il momento, si vuole far
aiutare dal padre di Sakura, che magari tornerà a essere il suocero!^_^ Poi
Syaoran deve aiutare Sakura, non può certo abbandonarla così. E infine,
inconsciamente, Syaoran magari spera ancora di riconquistarla!!^_^
Fortunatamente
quella notte Sakura riuscì a riposare. Ne sentiva davvero il bisogno, anche
perché la mattina seguente avrebbe dovuto alzarsi presto: insieme a Syaoran era
la responsabile di classe della settimana. Così si alzò di buon’ora, si preparò
e scese per la colazione. Touya era in cucina e sulla tavola era tutto già
pronto.
“Ah,
buongiorno!”
“Buongiorno!”
disse Sakura.
Touya le
rivolse un’occhiata preoccupata e incuriosita: “Ieri sera ho notato che eri un
po’…sì, strana!”
Sakura
ridacchiò nervosamente: “Da-davvero?”
“E’
successo qualcosa al parco?” chiese Touya, sedendosi a tavola, di fronte alla
sorellina.
“No, niente
di particolare!” rispose Sakura, vagamente.
“E come mai
ti sei fatta riaccompagnare a casa dal ragazzino?”
Sakura si
alzò, afferrò il pranzo e si rivolse al fratello: “Scusami, Touya, non mi va di
parlarne. Ci vediamo stasera!”
“Ma…”
Incurante
dei richiami di Touya, Sakura uscì di casa, incamminandosi verso la scuola. A
volte Touya sapeva essere asfissiante semplicemente con delle domande. I
sentimenti che la sera precedente l’avevano tormentata cominciarono a
riaffiorare. Il problema, però, era che non poteva mostrarsi così pensierosa ai
suoi amici, soprattutto a Syaoran e Tomoyo: avrebbero sicuramente capito che
qualcosa la tormentava. E non poteva certo confidarsi con Syaoran, sarebbero
sorte altre difficoltà. Come poteva spiegare proprio a lui che sua sorella
Sheifa le aveva chiesto di lasciarlo anni fa?
All’improvviso
Sakura si bloccò: aveva avvertito una forza familiare, la solita aura maligna.
Si voltò
subito dalla parte opposta e si ritrovò di fronte Savine.
“Ciao!”
esclamò lei, sorridendo beffarda.
Ma Sakura
non potè rispondere, perché Shinto le tappò la bocca con una mano da dietro,
bloccandola completamente. Sakura provò a liberarsi, ma la forza fisica di
Shinto era superiore alla sua.
Savine
rise: “E’ inutile che provi a liberarti, ormai sei nostra prigioniera!”
Così
dicendo, Savine prese la sua chiave del sigillo e recitò la formula magica:
“Chiave che possiedi la forza delle tenebre, mostrami la tua vera natura. È
Savine che te lo ordina! Release! Rescissione del sigillo!”
E, dopo
aver fatto apparire il suo scettro, Savine prese tre delle sue card.
“Legno,
avvolgi con i tuoi rami la mia prigioniera. Wood! Legno!”
La carta
del legno avvolse Sakura, sostituendo le braccia di Shinto, e riuscì anche a
tapparle la bocca. Ormai era paralizzata, non riusciva neanche a stare in
piedi: infatti, cadde per terra, in ginocchio.
“Ahhh…adoro
questo silenzio!- esclamò Savine, scoppiando a ridere- Sai, trovo che la tua vocetta
sia alquanto odiosa!!E, finalmente,
adesso sono riuscita a farti stare zitta!”
Sakura
emise qualche verso, contrariata.
“Oh, scusa,
non ho capito cosa hai detto. Ma non importa. Ora ti porteremo in un bel
posticino! Dove nessuno verrà mai a cercarti. E, nel frattempo, per non destare
sospetti, ti troveremo una sostituta. Mirror! Specchio! Shadow! Ombra!”
Dalle
Savine card apparvero uno specchio e un’ombra, che si adagiò intorno ad esso.
“Prendete
le sembianze di Sakura!”
Lo specchio
e l’ombra crearono una figura tale e quale a Sakura: era proprio identica a
lei. Forse, questa volta Sakura era davvero nei guai, in grossi guai.
Eppure,
Sakura non aveva perso tutte le speranze. Pensò a Syaoran: lui sarebbe stato il
primo a incontrare quella sua copia e Sakura confidava nel suo sguardo attento.
Sicuramente si sarebbe accorto subito che non era la vera Sakura. Come sempre,
sarebbe stato lui la sua ancora di salvezza.
*****
Syaoran
aveva appena terminato di scrivere sulla lavagna la data e i nomi dei
responsabili di classe, quando arrivò Sakura.
“Buongiorno!”
la salutò lui.
Sakura non
rispose e andò semplicemente a sedersi al proprio posto, come se non si fosse
accorta della presenza di Syaoran. Ciò lo insospettì. Per quale motivo lei lo
stava ignorando? Non poteva essere arrabbiata con lui! O forse sì?
Syaoran le
si avvicinò e la guardò negli occhi.
“Stai
bene?”
C’era
qualcosa di strano in quegli occhi: erano insolitamente spenti. Dov’erano
finite la sua allegria, la sua spensieratezza, la sua infinita dolcezza?
“Sakura,
credo che…” iniziò a dire lui, avvicinando una mano al viso della ragazza.
“Buongiorno!”
In aula era
appena entrato Arashi e Syaoran ritrasse subito la mano, guardando il nuovo
arrivato.
“Arashi!”
esclamò Sakura, sorridendo e correndogli incontro.
“Buongiorno,
amore!” esclamò lui, prima di baciarla.
Considerato
che quel bacio sembrava non terminar più, Syaoran sbuffò e andò a cambiare
l’acqua del vaso di fiori. C’era davvero qualcosa che non andava in Sakura. Non
poteva essere arrabbiata con lui. La sera precedente, quando lui l’aveva
accompagnata a casa, Sakura era serena, un po’ stanca forse, ma la solita
Sakura.
Per tutta
la mattinata Syaoran non riuscì a pensare ad altro. Un’idea strana cominciò a
ronzargli in testa: quella non era la vera Sakura. Doveva esserle successo
qualcosa e questo lo preoccupò non poco e lo rese nervoso. Si accorse, inoltre,
che anche Tomoyo aveva notato quanto fosse diversa dal solito Sakura. Perciò,
al primo intervallo, Syaoran si avvicinò a Tomoyo.
“Daidoji,
possiamo parlare?”
Tomoyo lo
fissò intensamente e poi annuì: “Sì!”
Uscirono
entrambi dall’aula e salirono sul cornicione, lontani da orecchie indiscrete.
“Si tratta
di Sakura, vero?” chiese Tomoyo.
“Esatto.
Immagino che anche tu ti sia accorta di quanto Sakura sia strana oggi!”
“Hai
ragione. Ma cosa credi che le sia successo?”
Syaoran,
con l’ansia in corpo che aumentava, strinse con una mano la rete che circondava
il cornicione.
“Purtroppo…non
ne ho idea!”
“Forse le è
accaduto qualcosa mentre tornava a casa ieri sera!” disse Tomoyo, visibilmente
preoccupata.
Syaoran
scosse il capo: “No, lo escludo! Ieri sera l’ho accompagnata io stesso a casa!”
“Tu?!-
esclamò Tomoyo, sorpresa- E posso chiederti perché?”
Il tono di
Tomoyo, così malizioso, fece arrossire Syaoran.
“Ah…beh…noi…ci
siamo incontrati per caso al parco del re pinguino. Abbiamo parlato e ci siamo
chiariti per quanto riguarda la mia storia con Jasmine. Poi, siccome era tardi
e si era fatto buio, l’ho accompagnata a casa. E ti assicuro che, quando Sakura
è entrata a casa, era ancora lei. Il suo sorriso…potrei riconoscerlo fra
mille!”
Lo sguardo
che Tomoyo gli stava rivolgendo era alquanto malinconico; infatti lei sospirò.
“Allora cosa
proponi di fare?”
“Dopo la
scuola userò la bussola per trovare Sakura. Se è come dico io, allora la
bussola non miindicherà di seguire
questa Sakura!”
“Ok, però
io vengo con te!”
“Va bene.
Ci troviamo all’uscita della scuola!”
Syaoran era
impaziente che arrivasse quel momento. La sua preoccupazione cresceva di ora in
ora. Chissà cosa era successo a Sakura. Ma per il momento non poteva fare altro
che sperare che stesse bene.
“Ehi, Li!
Che ti succede? Sembri distratto…” gli disse Tokugawa, durante l’ultimo
intervallo della giornata.
Ma Syaoran
gli rivolse un’occhiata gelida: “Distratto…io? Sicuro di non confonderti con te
stesso?”
Tokugawa
corrugò la fronte: “Che cosa stai dicendo?”
Syaoran
guardò prima Sakura, poi Tokugawa e sorrise.
“Tu non ti
sei accorto di niente, vero?”
“A cosa ti
stai riferendo?”
Syaoran si
accorse che rispondere a quella domanda sarebbe stato troppo complicato e
avrebbe fatto emergere questioni non proprio alla portata di tutti. Perciò si
limitò ad abbandonare la discussione e uscire dall’aula.
Fortunatamente,
la fine delle lezioni arrivò. Syaoran e Tomoyo si ritrovarono all’uscita della
scuola. Aspettarono che Arashi e Sakura uscissero dall’edificio e li seguirono
fino a quando non svoltarono al primo incrocio.
“Ci siamo!-
esclamò Syaoran, prendendo la bussola e concentrandosi- Pietra pigmentata,
muoviti in ogni direzione, seguendo il divino ordine imperiale, oro, legno,
acqua, fuoco, terra, tuono, vento, fulmine, eseguite il divino ordine
imperiale. Fulmine, ruota alla velocità della luce e attua la purificazione.
Affronta questa emergenza secondo la legge. Trova la padrona delle Sakura
Card…trova Sakura!”
La bussola
si illuminò e il fascio di luce indicò non la strada presa da Sakura e Arashi,
ma quella davanti a loro.
“Bravo, Li!”
esclamò Tomoyo, dandogli una pacca sulla spalla.
“Andiamo!”
Syaoran e
Tomoyo cominciarono a correre nella direzione indicata dalla bussola. Ormai la
preoccupazione per Sakura era al massimo.
“Speriamo
che…non le sia successo niente!” disse Tomoyo.
“Non ti
preoccupare! Ora riesco a percepire nitidamente la sua aura e ti assicuro che
sta bene!”
La bussola
li condusse alla periferia della città e indicò una vecchia casa abbandonata:
il cancello era arrugginito e storto, nel giardino che la circondava crescevano
a dismisura piante selvatiche, alcune delle quali si erano arrampicate lungo i
muri della casa, la porta e tutti gli infissi della casa erano decadenti.
Insomma sembrava che quella casa sarebbe crollata da un momento all’altro.
“E’ lì
dentro?” chiese Tomoyo.
Syaoran
ripose la bussola e fece apparire la sua spada: “Aspettami qui. Vado a
cercarla!”
“Voglio
venire anch’io!” ribattè Tomoyo.
“Potrebbe
essere pericoloso!”
“Non
importa! Sakura è la mia migliore amica e sono preoccupata per lei. Non puoi
chiedermi di restare qui, senza fare nulla per aiutarla!”
Syaoran la
fissò per qualche secondo: a volte dimenticava che non era l’unico a tenere
così tantoa Sakura.
“D’accordo,
ma stammi sempre vicino!”
Tomoyo
annuì e, poi, insieme varcarono l’ingresso di quella casa. Si aprirono un
passaggio in mezzo alla vegetazione selvatica e raggiunsero l’ingresso
principale. Syaoran aprì la porta lentamente ed entrò seguito da Tomoyo:
l’ambiente era completamente immerso nel buio e odorava intensamente di antico
e di polvere.
“Sembra la
casa dei fantasmi!- mormorò Tomoyo- Chissà come sarà spaventata Sakura!”
“Sta’
tranquilla. La ritroveremo ad ogni costo!”
Syaoran e
Tomoyo cominciarono ad avanzare, ma la poca luce che entrava dalla porta non
era in grado di illuminare a sufficienza la stanza.
“Maledizione!
Non si vede niente!” sbottò Syaoran, infastidito.
“Aspetta,
ci penso io!” disse Tomoyo, cominciando a frugare nella borsa della scuola.
Dopo
qualche istante, ne estrasse un paio di torce e ne consegnò una a Syaoran.
“Sono il
nuovo prodotto della ditta di mia madre. Le avevo portate per darne una a te e
una a Sakura!”
Syaoran
sorrise: “Ottima idea!”
Così,
accesero le torce e cominciarono a cercare nella stanza a piano terra. Ma, a
parte mobili ammuffiti, divani impolverati, ragnatele e topi, non trovarono
alcuna traccia di Sakura.
“Forse…al
piano di sopra…” disse Tomoyo, indicando una rampa di scale che non aveva
l’aria di essere molto solida.
Syaoran
annuì: “Sì, proviamo a salire!”
Salendo i
primi gradini, Syaoran si appoggiò alla parete, mentre Tomoyo si tenne al
corrimano. Ma questo, all’improvviso, cedette e cadde per terra, provocando un
gran frastuono.
“Tutto
bene?” chiese Syaoran, voltandosi verso la ragazza.
Leggermente
scossa e spaventata per il rumore improvviso, Tomoyo annuì.
“Sì, sto
bene!”
Un suono,
però, richiamò l’attenzione di entrambi, un gemito che proveniva dall’alto.
Syaoran e Tomoyo guardarono verso la cima delle scale, ansiosi.
“Potrebbe
essere…” iniziò a dire Tomoyo.
“Sakura!”
I due
giovani si affrettarono a salire le scale e cominciarono a chiamare Sakura a
gran voce. I gemiti divennero più frequenti e provenivano dall’ultima stanza in
fondo al corridoio. Ma la porta doveva essere chiusa a chiave, perché Tomoyo
non riuscì ad aprirla.
“Stai
indietro, Daidoji!” disse Syaoran, facendola allontanare dalla porta.
E con un
potente calcio, Syaoran riuscì ad abbattere la porta di legno fradicio.
Sdraiata su
un polveroso materasso c’era Sakura, imbavagliata e con mani e gambe legate.
“Sakura!”
Syaoran e
Tomoyo la raggiunsero subito: e, mentre il primo tagliava le corde che la
legavano, Tomoyo le toglieva il fazzoletto con cui l’avevano imbavagliata.
Sakura
emise un profondo sospiro di sollievo e, con un sorriso, disse: “Grazie!”
“Come
stai?” chiese Tomoyo, seduta accanto a lei.
Sakura si
massaggiò i polsi, lievemente arrossati a causa delle corde.
“Sto bene!”
Scrutandola
con attenzione, Syaoran si accorse di un piccolo graffio sanguinante sulla sua
guancia: così prese un fazzoletto e, con delicatezza, glielo curò.
“Sicura di
stare bene?” domandò Syaoran, guardandola da vicino.
Sakura
fremette e arrossì: “ S…sì!”
“Meglio
così!” esclamò lui, rilassandosi in un sorriso.
“Oh,
Sakura!- intervenne Tomoyo- Avresti dovuto vedere Li. Era così preoccupato per
te!!”
Syaoran, imbarazzato,
distolse lo sguardo e arrossì vistosamente, mentre Sakura lo guardava con
tenerezza.
“Grazie,
Syaoran!”
“Stava
anche per litigare con Arashi!”
“Perché?”
chiese Sakura, sorpresa.
“Perché lui
non si era accorto che quella Sakura non era la vera Sakura!” rispose Tomoyo.
“Davvero?”
Syaoran,
più rosso di un pomodoro, si schiarì la voce: “A…a proposito…chi è quella
ragazza?”
“La carta
dello specchio di Savine!- rispose Sakura- Stamattina, mentre venivo a scuola,
mi hanno colta di sorpresae, dopo avermi
legata, Savine ha utilizzato Mirror e Shadow per creare una copia di me. E poi
mi hanno portata qui!”
“Ti hanno
fatto del male?” domandò Syaoran.
“No, a
parte avermi portata fin qui e rinchiusa in questa casa degli orrori, non mi
hanno fatto nient’altro!”
”Proprio
così! Non le abbiamo fatto nient’altro, vero, Shinto?”
Sulla
soglia della stanza erano appena comparsi Savine, Shinto e la falsa Sakura.
Perciò Syaoran si parò davanti a Sakura e Tomoyo, con la spada in mano.
Sakura
rivolse uno sguardo soddisfatto alla sua avversaria: “Come vedi, Savine,
qualcuno si è accorto della mia assenza oggi!”
“Sì, ma non
importa! In un certo senso, era praticamente ovvio che il tuo eterno cavaliere
capisse che non eri veramente tu!”
Syaoran
corrugò la fronte, stringendo la presa della spada, mentre Savine gli rivolse
uno sguardo divertito e malizioso. Che strano…Quello sguardo smeraldino aveva
qualcosa di molto familiare, ma Syaoran non riuscì a capire di cosa si
trattasse.
Poi
Savineprese il suo scettro ed esclamò:
“Wood! Legno!”
La carta
del legno apparve sotto forma di lunghi e robusti rami di ebano che si
diresseroverso i tre, ma catturarono
solo Tomoyo e la portarono accanto a Savine.
“Tomoyo!”
esclamò Sakura, spaventata.
Savine
ridacchiò: “Ho deciso di cambiare i miei obiettivi. Questa volta ho puntato la
tua amica!”
“Ti prego.
Lasciala andare. Devi combattere solo contro di me. Tomoyo non ha nulla a che
fare con il nostro duello!”
“Beh, ma è
proprio questo il bello, no?- esclamò Savine, scoppiando a ridere- Ma se
proprio vuoi liberarla, dovrai sconfiggere la mia Sakura e ti avverto che non
sarà facile, perché lei è proprio come te!”
Sakura
riflettè per qualche secondo: doveva combattere contro un’altra se stessa.
Sarebbe stato strano, ma doveva riuscirci per salvare Tomoyo.
“Vedo che
sei titubante…-commentò Savine-…allora per farti venire la voglia,
intratterremo anche il tuo bel cavaliere.”
Savine
schioccò le dita e, a quell’ordine, Shinto sguainò la sua spada e attaccò
Syaoran.
“Sei
davvero ingiusta! Questa cosa riguarda solo noi due, proprio come riguardava
solo Clow Reed e Tai Sun!” esclamò Sakura.
Savine
sospirò: “Oh, mia cara! Lo sai, no, come sono fatti gli uomini? Loro adorano
mettere in mostra le loro abilità. È nella loro natura ed è una delle poche
cose che sanno fare!”
“Hai una
strana concezione del tuo compagno! Ma…- disse Sakura, prendendo il suo
ciondolo magico-…sconfiggerò la tua carta dello specchio e poi mi dedicherò a
te!”
Savine
sorrise sardonicamente: “Non vedo l’ora!”
“Chiave che
possiedi la forza della stella, mostrami la tua vera natura! È Sakura che te lo
ordina! Release! Rescissione del sigillo!”
Non appena
apparve lo scettro, Sakura lo afferrò e prese una delle sue card.
“Sword!
Spada!”
Nello
stesso momento, tra le mani dell’altra Sakura comparve una spada identica alla
sua.
“Mirror,
attaccala senza pietà!” sibilò Savine, strattonando Tomoyo vicino a sé.
Mirror
attaccò Sakura, che riuscì a parare il primo colpo. Non si aspettava che il suo
riflesso potesse avere una spada, considerato che quella di Savine era stata
annullata. Invece, era proprio quella della Sakura card.
Il duello
divenne presto molto animato e particolare. Mirror era molto abile nel
maneggiare la spada e sembrava che riuscisse a prevedere ogni mossa di Sakura.
“Non è
divertente, Sakura? Lei è come te, lei pensa come te!” commentò Savine,
divertita.
Savine
aveva ragione: il suo riflesso sapeva ogni sua mossa in anticipo. Ma
allora…come poteva sconfiggerla?
All’improvviso
Sakura sentì il rumore di un vecchio specchio che andava in frantumi: era stato
Syaoran, che, per schivare un attacco di Shinto, era saltato su un mobile,
sopra cui si trovava uno specchio dalla cornice dorata e scheggiata, e lo aveva
rotto. A quel punto Sakura ebbe un’intuizione.
Lo specchio
poteva rompersi… Ma per poterlo rompere, Sakura doveva prima confonderlo. Come
si confondeva il proprio riflesso?
Sakura
ripensò alle parole di Savine: lei è come
te…
Ma c’era
qualcun altro come Sakura!
Perciò, per
prendere un po’ di tempo, Sakura saltò sul materasso e prese un’altra sua card.
“Mirror!
Specchio!”
Nella
stanza, ora, c’erano ben tre Sakura. La carta dello specchio di Savine subì
l’effetto desiderato: quando la sua omonima la attaccò, non ebbe i riflessi
pronti e cadde per terra.
“Stupida!
Rialzati immediatamente!” le ordinò Savine.
La carta
obbedì e combatté contro quella di Sakura. Sakura sapeva bene qual’era la
prossima mossa: non aveva il cuore di distruggere una carta così personale, ma
non aveva scelta. Doveva liberare Tomoyo!
“Thunder!
Tuono!” esclamò Sakura.
Il tuono
colpì la carta di Savine, che assunse subito le sembianze originali e si
frantumò in miriadi di schegge di vetro. Una di queste finì sul viso di Savine
e le lasciò un graffio, da cui cominciò a fuoriuscire sangue rosso vivo.
Savine, impassibile, si passò una mano sul viso e guardò il sangue sul suo
guanto. La sua espressione si contrasse lentamente in una smorfia di rabbia e
le dita della sua mano si avvolsero su loro stesse, stringendosi in un pugno.
Sakura la
fissò per tutto il tempo, notando quanto risaltasse il rosso vivo del sangue
sul suo viso così pallido. E, per pochi istanti, si sentì dispiaciuta per lei.
Ma, nonostante ciò, era lei, Sakura, ad aver vinto.
“Lo
specchio è fragile, può rompersi facilmente e la luce del tuono annulla l’ombra!-
disse Sakura, tristemente- Ora, ti prego, libera Tomoyo!”
Syaoran e
Shinto, nel frattempo, avevano interrotto il loro duello, per osservare
l’ennesima vittoria di Sakura.
Savine, con
un ghigno più malefico del solito, indietreggiò, portando con sé anche Tomoyo.
Ma Sakura
esclamò subito: “Wood! Legno!”
Allo stesso
modo, il legno della Sakura card catturò Savine, portandola al cospetto di
Sakura.
“Savine!”
gridò Shinto, cercando di raggiungerla.
Ma, questa
volta, fu Syaoran a bloccarlo, puntando la spada contro di lui.
“Sakura,
ricorda che questa è una guerra e tu non l’hai ancora vinta!” disse Savine, con
tono di sfida.
“Già, ma
per il momento ho vinto ancora io. E sai una cosa, Savine?- chiese Sakura,
fissandola negli occhi- Anche la tua voce mi da fastidio!”
Savine non
rispose e scomparve nel nulla, proprio come Shinto. Tomoyo venne liberata e
Sakura richiamò le proprie carte, sospirando.
Syaoran
raggiunse le due ragazze: “Hai fatto un ottimo lavoro!”
“Grazie,
Syaoran! Ma mi è dispiaciuto distruggere la sua carta dello specchio!” disse
lei, portandosi una mano sulla fronte.
All’improvviso
Sakura si sentiva davvero esausta e aveva anche un lieve capogiro.
“Non avevi
scelta! Sei stata costretta a farlo, per liberare Daidoji!”
“Li ha
ragione, Sakura! Non potevi fare altro!”
Sakura
annuì, con una movimento stanco del capo, e poi svenne. Ma Syaoran,
prontamente, la sostenne.
“Sakura!”
esclamò Tomoyo, preoccupata.
“Tranquilla!-
le disse Syaoran, con una mano sulla fronte della ragazza che aveva tra le
braccia- È svenuta solo perché è molto stanca. È stata rapita, ha usato quattro
carte potenti, ha duellato…insomma questa è stata una giornata molto stressante
per lei!”
“Allora,
sarà meglio portarla a casa!”
Syaoran la
prese fra le braccia e guardò il viso addormentato e lievemente pallido di
Sakura: “E’ tutto finito, Sakura!”
*****
Savine
irruppe in casa con una furia mai vista prima. La casa, in stile primo
novecento, era enorme, tanto che nessuno avrebbe mai immaginato che ci
vivessero solo due ragazzini.
“Maledizione!”
urlò Savine, gettandosi sul divano.
“Calmati,
mia cara.”
“Calmarmi?!
Quella stupida ragazzina ha già annullato 7 delle mie card! Io la odio!”
esclamò Savine, sbattendo i pugni sul divano.
“Beh, non è
questo il momento di lasciarsi prendere dal panico!” le fece notare Shinto,
calmissimo.
“Perché?”
“Lo sai
perché, l’hai visto in sogno!”
Savine si
calmò e sospirò: “Ah, sì…stanno arrivando quei due!”
“Non sono
semplicemente quei due. Sono come Sakura e Syaoran, sono esattamente come loro.
E se, come immagino, si incontreranno…non oso pensare cosa possa succedere!”
“Vedi di
rilassarti anche tu, Shinto!- gli consigliò lei, prendendo poi un profondo
respiro- Ora faremo così: ce ne stiamo a casa per qualche giorno e pensiamo a
un piano da usare contro le due Sakura e i due Syaoran. D’accordo?!”
Shinto
annuì; poi sentì Savine ridacchiare.
“Che ti
prende?”
“Niente,
stavo pensando ai due Syaoran… pensa che divertente sarebbe averli tutti e due
per me!”
“Quello che
sta per arrivare non ha niente a che fare con noi!” commentò Shinto, acido.
“Lo so, ma
sarebbe comunque divertente!”
“Com’è che
non odi anche lui?” chiese Shinto, in piedi di fronte a lei.
Savine gli
rivolse un sorriso malizioso, dopodiché si tolse la mascherina e, come
d’incanto, i suoi vestiti tornarono a essere quelli della divisa femminile del
liceo Seijo.
“Oh,
no…lui…lo odio un po’ di meno. Dopotutto, agli occhi di tutti, adesso, è il mio
ragazzo!” rispose lei, con voce mielosa.
Anche
Shinto si tolse la mascherina e anche lui si ritrovò vestito con la divisa
maschile del liceo Seijo. Ma ciò che colpì Savine fu lo sguardo che lui le
stava rivolgendo, così…geloso.
“Shinto…non
sarai geloso, spero…”
Per tutta
risposta, Shinto la afferrò per un braccio e la attirò a sé, stringendola con
un braccio intorno alla sua vita. Savine si sentì mancare il respiro.
“Certo che
sono geloso! Ricordati che, ai miei occhi, tu sei la mia ragazza! Quello lì non
ha davvero bisogno di te!”
Savine si
rilassò un attimo e avvolse le sue braccia attorno al collo di Shinto: ”Oh…e da
quando sei diventato così possessivo con me?”
“Da quando
ti sei messa con quello!”
“Beh, ma
non me lo hai mai fatto capire fino adesso!” ribattè lei, dolcemente.
“Perché non
voglio mandare a monte la nostra impresa!”
Savine
inclinò lievemente il capo a sinistra: “E’ giusto! Bravo, mio caro Shinto! E,
visto che siamo in tema di sincerità…anch’io ammetto di essere un po’ gelosa di
quella stupida!”
Shinto sembrò
calmarsi e sorrise: “Davvero?”
Savine
annuì e, allontanandosi di pochi centimetri da lui, lo spinse sul divano,
sistemandosi poi a cavalcioni su di lui.
“Però io
sono la tua vera ragazza, noi ci apparteniamo, siamo soli contro tutti in
questo mondo ignobile. Shinto, io e te…ci dobbiamo sostenere a vicenda
qualunque cosa accada e, soprattutto, dobbiamo amarci.”
Shinto la
fissò perplesso, mentre lei gli passava una mano fra i capelli biondi.
“Però…quello
che hai detto prima sugli uomini…valeva anche per me?”
Savine
rise: “Certo che no! Ero solo un po’ nervosa!”
“Allora,
prova a dimostrarmi quanto mi ami!”
“Con molto
piacere!” mormorò lei, prima di baciarlo.
*****
Il giorno
seguente Sakura, dopo essersi preparata, fece colazione e uscì di casa più
presto del solito. Aveva qualcosa di importante da fare. Si recò a casa di
Syaoran e aspettò che uscisse per andare a scuola, il che avvenne dopo pochi
minuti. Syaoran fu abbastanza sorpreso di ritrovarsela lì.
“Sakura?”
“Buongiorno,
Syaoran! – esclamò lei, con un gran sorriso- Hai dormito bene?”
“Io sì. Tu
piuttosto…ieri sera sei svenuta. Come ti senti?”
“Molto bene, grazie!”
Sakura gli
sorrise, ma Syaoran sembrava ancora preoccupato: “Non sarebbe meglio se
restassi a casa a riposare almeno oggi?”
“Oh, no!
Oggi avevo una cosa importante da fare!”
Sakura si
incamminò sulla strada verso la scuola e Syaoran la seguì, incuriosito: “Posso
chiederti di cosa si tratta?”
“Sai,
quando ho saputo di te e Jasmine, ci sono rimasta un po’ male. Non solo perché
non me ne hai parlato subito, ma anche per lo stesso motivo per cui tu ti sei
arrabbiato con me. Io sono stata la tua ragazza una volta ed è spiacevole
vedere il proprio ex con un’altra ragazza: questo anche se tra di noi c’è una
bella amicizia e io desidero per te ogni felicità. In fondo, credo sia normale
per tutti!”
“Sono
d’accordo!”
“Quindi,
durante lo scontro con Savine, ho notato il suo atteggiamento nei confronti
delle carte e del suo compagno: è despote, dittatrice e li tratta come se
fossero suoi schiavi. Così ho capito di essere molto fortunata ad averti ancora
come amico, proprio come Tomoyo, Kero-chan, Yue e le mie meravigliose carte!”
Syaoran le
sorrise: “Non è questione di essere fortunata!”
“No?”
“No! Sei tu
ad essere così incredibile da farti voler bene da tutti. Le carte sono molto
affezionate a te, la tua famiglia ti ama moltissimo, Kero-chan e Tomoyo ti
vogliono bene e io…”
Syaoran si
era bloccato, distogliendo lo sguardo da quello di Sakura.
Lei però,
curiosa, insistette: “Tu?”
“Io…io
tengo molto a te perché sei la mia migliore amica e nessuna potrà mai prendere
il tuo posto!”
Sakura si
sentì immensamente felice e sorrise: “Grazie mille, Syaoran!”
Syaoran
aveva ragione, certo, ma Sakura era comunque convinta che per poter avere al
suo fianco un amico così dolce e premuroso, lei doveva essere molto fortunata.
Oppure era una ragazza molto amata dagli dei. In ogni caso, ogni giorno della
sua vita avrebbe ringraziato il fato per averle fatto incontrare il suo
preziosissimo, insostituibile Syaoran.
Oh, santo cielo, quante Sakura in
questo capitolo! Spero non sia stato troppo caotico!!!^_^ A parte questo
abbiamo scoperto molte cose, come la vera identità di Savine e Shinto e il
prossimo arrivo di una Sakura e uno Syaoran, che, guarda un po’, sono quelli di
Tsubasa!!^_^ infatti il prossimo capitolo si intitola “Inevitabile encounter”. Spero
di riuscire ad aggiornare presto!
Ringraziamenti…
Sakura182blast: grazie per la recensione. Leggendola, mi sono sentita abbastanza
soddisfatta del mio lavoro. Nel senso che mi ha fatto piacere leggere le tue
impressioni sui nuovi personaggi, perché è proprio quello che sto cercando di
fare ed è quello che penso anch’io: far apparire il nuovo ragazzo di Sakura
bravo, ma anche estremamente noioso e antipatico; mentre la ragazza di Syaoran
è decisamente più simpatica e frizzante come personaggio, anche se non ha un
ruolo bellissimo, visto che è la nemica di Sakura! A parte questo, spero che
questo capitolo ti sia piaciuto!
Sakura bethovina: dunque, ti ringrazio per la recensione così…ehm…appassionata.^_^ anche
se voi del fanclub di syaoran siete un po’ difficili da accontentare, no? Se soffre
solo syaoran non va bene, se soffre solo sakura non va bene, se soffrono tutti
e due non va ancora bene!! -__-‘ Ahhh, credo che stia per impazzire! Riuscirò
mai ad arrivare alla fine della storia? Spero di sì!! E spero anche che questo
capitolo ti sia piaciuto!!^_^
Sakura93: grazie per la recensione. Spero che questo capitolo ti abbia
soddisfatto, non so se mi sia venuto benissimo…-_-‘
Sakura
stava di nuovo sognando, ma c’era qualcosa di diverso: lei e
Syaoran erano in piedi, uno di fianco all’altra. Ad un certo
punto due figure apparvero di fronte a loro. Sakura non riusciva a
vederle in viso, ma era certa che non fossero Savine e Shinto. No! Le
sembrava, anzi, di stare davanti a…se stessa, come se ci fosse
uno specchio davanti a lei. Eppure Sakura era convinta che quello non
fosse uno specchio.
Perciò
allungò una mano e lo stesso fece l’altra se stessa.
Chi
sei?
La
domanda venne sia da Sakura che dalla figura così simile a
lei. Sakura socchiuse gli occhi e le persone che aveva davanti, così
come Syaoran, divennero più nitide. Erano davvero loro due,
erano Sakura e Syaoran!
E
nel momento in cui Sakura comprese ciò, un’intensa luce
bianca si posizionò fra lei e l’altra se stessa,
fermandosi all’altezza del cuore. Sakura non riusciva a capire
bene cosa fosse quell’oggetto, però sembrava vagamente
una…piuma…
Ma,
prima che potesse vedere altro in quel suo sogno, Sakura si svegliò:
un po’ stordita da quella visione, la giovane rimase nel suo
letto a riflettere.
Perché
aveva sognato lei e Syaoran e i loro riflessi? No, ma quelli non
erano i loro riflessi! Probabilmente quella Sakura e quel Syaoran
indicavano qualcosa o qualcuno in arrivo e, quindi, quello era un
altro sogno premonitore. Kero-chan più volte le aveva detto
che aveva questa capacità e lei non aveva ragione di credere
che quel sogno non lo fosse.
Per
tutta la mattina, però, si chiese cosa volesse dirle. Chi o
che cosa stava arrivando? Erano altri nemici? O erano amici? E perché
nel sogno avevano assunto le sembianze di Sakura e Syaoran?
Troppe
domande si erano affollate nella sua mente e la stavano tenendo
soprappensiero. Non si accorse neanche che a scuola mancavano Arashi
e Jasmine. Era stata Tomoyo a farglielo notare.
“Sì,
chissà cosa è successo…” disse Sakura,
vagamente interessata.
“La
professoressa ha detto che hanno preso l’influenza!”
disse Syaoran, avvicinandosi.
“Oh,
poverini!” commentò Tomoyo.
Sakura
annuì, appoggiando il mento sul palmo della mano, mentre
Tomoyo e Syaoran si scambiarono uno sguardo preoccupato.
“Sakura,
stai bene? – le chiese Tomoyo- Non è che anche tu sei
influenzata?”
“Ah…io…”
iniziò a dire Sakura, ma si interruppe subito.
Quel
sogno forse non aveva niente a che fare con altre persone in arrivo,
forse aveva un significato completamente diverso… C’erano
due Sakura e due Syaoran. La prima coppia rappresentava sicuramente
lei e Syaoran con il loro passato, il loro presente e il loro attuale
rapporto: un’amicizia conflittuale e mai in equilibrio, a volte
con troppo amore, altre con troppo astio. E la seconda coppia, forse,
indicava ciò che avrebbero dovuto essere, ciò che lei
avrebbe voluto essere insieme a Syaoran. Ma cosa voleva essere
insieme a lui?
La
verità era che, ormai, non lo sapeva bene neanche lei. Ciò
di cui, però, era fermamente convinta, era che nessuno sarebbe
venuto a conoscenza del suo sogno, se prima lei non avesse fatto
chiarezza con i suoi sentimenti.
“No,
sto bene! Non ho l’influenza!” affermò Sakura,
sorridendole.
“Sei
sicura?”
“Sicurissima!”
Tomoyo,
più tranquilla, annuì: “D’accordo!”
Sakura
rivolse un sorriso anche a Syaoran, ma questi le rimandò uno
sguardo decisamente poco convinto: probabilmente aveva capito che
c’era qualcosa che non andava. Sapendo quanto questo potesse
dare fastidio a Syaoran, Sakura distolse rapidamente lo sguardo: non
poteva raccontargli quel sogno troppo legato a lei e a Syaoran.
E
per tutta la giornata Sakura si sentì costantemente osservata,
quasi studiata da Syaoran, con quel suo sguardo posato sulla schiena
che le causava brividi continui: sembrava non aspettasse altro che un
suo piccolo cedimento, qualcosa che gli avrebbe fatto capire cosa le
occupava la mente. Ma Sakura non cedette e resistette fino al termine
delle lezioni, quando salutò i suoi amici e uscì dalla
scuola più in fretta che poteva. Era stato imbarazzante,
nonché sgradevole essere fissata così a lungo da
Syaoran, colui che più di tutti, con un semplice gesto, era
capace di infonderle agitazione, imbarazzo e di non farle capire più
nulla.
La
giovane era appena uscita dal cancello della scuola, quando qualcuno,
giunto da dietro, le afferrò una mano e la trascinò con
sé. Qualcuno alto, con folti capelli castani...
“Syaoran!”
esclamò Sakura, sorpresa, riconoscendo il suo rapitore.
“Vieni
con me!” disse lui, senza rivolgere alcuno sguardo.
Ma
Sakura riuscì a fermarsi: “Per quale motivo?”
Syaoran
si voltò, le rivolse il suo sguardo più furente e si
avvicinò a lei. Era molto vicino, così tanto che Sakura
sentì le proprie guance prendere fuoco.
“Devo
parlare con te, urgentemente!”
“E
se io non volessi?” ribattè lei, provando ad assumere
un'espressione imbronciata.
“Vieni
con me e basta!” le ordinò lui, ricominciando a
trascinarla con sé.
Fu
così che Sakura obbedì docilmente a quell’ordine,
come se fosse un mite agnellino. Qualcosa nello sguardo di Syaoran le
aveva reso impossibile qualunque forma di reazione. Mentre
camminavano, Sakura posò il suo sguardo sulla mano di Syaoran
che teneva la sua: non ci aveva mai fatto caso, ma era molto calda. E
in quel freddo pomeriggio, il dolce tepore della sua mano stava
riscaldando anche lei. Era una bella sensazione, che, per qualche
strano motivo, solo Syaoran sapeva infonderle. Fu quasi dispiaciuta,
quando, arrivati al parco, lui lasciò andare la sua mano.
“Sediamoci!”
disse lui, asciutto.
Entrambi
si sedettero su due altalene e Sakura guardò Syaoran, in
attesa che lui parlasse.
“Di
cosa volevi parlarmi?”
Syaoran
rivolse lo sguardo più ammorbidito a terra e Sakura notò
che era arrossito lievemente. Sorrise fra sé, trovandolo
delizioso con quell'espressione imbarazzata.
“Non
so se quello che sto per dirti sia qualcosa di cui preoccuparsi, ma
voglio comunque parlartene.”
“Ti
ascolto!”
Fu
così che Syaoran la guardò nuovamente negli occhi:
“Stanotte ti ho sognata!”
A
quella risposta Sakura sentì le gote prendere fuoco.
“In...in
che senso?”
“Io
ero al tuo fianco e, all'improvviso, davanti a noi, apparivano due
figure , ma non erano Savine e Shinto. Sembravano piuttosto...”
“...i
nostri riflessi!” concluse lei, rapita da ciò che stava
dicendo Syaoran.
Syaoran
fu piuttosto sorpreso nel sentirle concludere ciò che stava
per dire.
“Hai
fatto lo stesso sogno?”
Sakura
annuì. Sì, sembrava davvero il suo stesso sogno. E il
fatto che anche Syaoran avesse sognato le stesse persone rendeva più
complicata la situazione.
“E'
molto strano e non riesco a capire cosa voglia dire!” affermò
lei, dandosi una leggera spinta con l'altalena.
“Siamo impegnati
entrambi nella battaglia contro Savine e Shinto ed entrambi abbiamo
poteri magici: secondo me il sogno ci vuole in qualche modo
comunicare la loro prossima mossa!” spiegò Syaoran.
“Ma,
allora, che senso hanno i nostri riflessi?”
Syaoran
ci pensò su per qualche attimo, poi scosse il capo.
“Non
so! Probabilmente si tratta di Mirror!”
“Abbiamo
già annullato la loro carta dello specchio!” ribattè
Sakura.
“Allora,
dovrai usare la tua carta Mirror! Non è la prima volta che una
visione ti indica la carta da usare!”
Infatti
era già capitato con Illusion, durante il duello con le spade.
Però quello era un sogno vero e proprio.
“Dunque...-continuò
Syaoran-...era questo che ti preoccupava stamattina?!” “Sì!”
“Allora,
perchè non ne hai parlato subito con me?”
Sakura
fece spallucce: “Beh, volevo cercare di capirne il significato
da sola!”
“Come
mai?” insistette Syaoran.
Sakura
lo guardò, infastidita: perchè mai era così
insistente?
“Non
lo so!- sbottò Sakura- E poi io potrei farti la stessa
domanda!”
“Che
vuoi dire?”
Sakura,
innervosita, scattò in piedi: “Perchè non mi hai
parlato stamattina del tuo sogno?”
Syaoran,
preso in contropiede, arrossì, ma si alzò in piedi.
“Perchè
ero preoccupato per te e mi era passato di testa!”
Sakura
stava per ribattere che non ci credeva, che ci doveva essere un altro
motivo sotto, quando accadde qualcosa di strano.
Al
centro del parco cominciò a formarsi una specie di piccolo
tornando, che si ingrandì lentamente. Syaoran, quasi
d'istinto, si parò davanti a Sakura e, quando il tornado
cominciò a sparire, rivelando al suo interno due persone, fece
apparire la sua spada. E, come Sakura, rimase infinitamente turbato
nel constatare che quelle persone altri non erano che loro stessi. O
perlomeno un ragazzo e una ragazza incredibilmente somiglianti a
Sakura e Syaoran. I nuovi arrivati avevano un abbigliamento
particolare, ma erano identici in tutto e per tutto a loro stessi.
Così tanto che il ragazzo fece la stessa cosa di Syaoran:
notando il suo atteggiamento difensivo, con la spada in mano, si
posizionò davanti alla ragazza e sguainò la sua spada.
“Stai
indietro, principessa!” disse lui,
“Questo
è...impossibile!” commentò Sakura.
Syaoran
scosse il capo: “No, sono loro!”
“Chi?” “Savine
e Shinto, con le nostre sembianze. Ma stavolta non mi ingannano!”
“Syaoran!”
Sakura
provò a trattenerlo, ma Syaoran attaccò il ragazzo che
lui credeva essere Shinto, il quale rispose prontamente e abilmente
al suo attacco.
“Syaoran-kun!”
esclamò preoccupata l' altra ragazza.
I
due ragazzi stavano duellando in uno scontro alla pari; ma Sakura era
rimasta molto colpita da quella sua...copia... Era proprio tale e
quale a lei: le sembrava di stare di fronte a uno specchio. Aveva
anche un'aura molto familiare. Come poteva, quindi, la carta Mirror,
già sconfitta, o qualunque altro incantesimo di Savine
renderla così uguale a lei?
Inoltre
come aveva chiamato il ragazzo? Syaoran-kun...
No, quelli non erano
Shinto e Savine e non potevano essere neanche altri nemici. Sakura ne
fu completamente sicura quando incrociò lo sguardo della
ragazza. Le era parso che anche lei avesse capito la stessa cosa.
Così Sakura si voltò a guardare i due Syaoran.
“Syaoran,
fermati!” gli disse, con un tono insieme sicuro e dolce.
Le loro spade erano
incrociate in una situazione di stallo e, a quel richiamo, entrambi
rivolsero lo sguardo verso di lei.
“Fidati,
Syaoran, non sono Savine e Shinto e non credo che siano nostri
nemici. Concentrati sulla loro aura, non è malvagia...”
Sakura
gli sorrise e Syaoran, convincendosi, ritirò la propria spada.
L'altro ragazzo sembrava titubante, ma, alla fine, ripose la spada
nel fodero. Calò
subito un silenzio fatto di scetticismo e di dubbi, soprattutto a
causa degli sguardi che si lanciavano i due Syaoran. Fu, però,
la ragazza appena arrivata a fare la prima mossa; infatti, si
avvicinò a Sakura.
“Principessa!”
esclamò, allarmato, Syaoran-kun.
La
ragazza porse la mano a Sakura, sorridendo: “Ciao, io sono la
principessa Sakura!”
La
situazione era tremendamente intrigante e Sakura non aspettò
neanche un secondo per stringerle la mano, calorosamente.
“Piacere
di conoscerti! Io mi chiamo Kinomoto Sakura!”
“Posso
chiederti dove siamo giunti?”
“Questa
città si chiama Tomoeda e si trova in Giappone!”
“Giappone...”
ripetè lei pensierosa.
Sakura
sorrise, divertita: “Lo sai, non avevo mai incontrato un'altra
me stessa!”
“Nemmeno
io!”
Entrambe
le ragazze risero e questo sembrò tranquillizzare
definitivamente i due Syaoran.
“Syaoran,
eh?” domandò il ragazzo straniero, fissandolo con
interesse.
“Sì,
e tu sei...”
“Syaoran!”
“Mi
dispiace di averti attaccato, ma...vedi...ci avete sorpresi nel bel
mezzo di una discussione ed io ero un po'...teso...” spiegò
Syaoran, volgendo poi lo sguardo alla sua Sakura, tutta intenta a
chiacchierare divertita con l'altra Sakura.
Syaoran-kun
fissò attentamente quello sguardo quasi malinconico del
ragazzo e annuì.
“Sì,
capisco. Ma non ti preoccupare. È tutto a posto!”
Syaoran
sospirò e sorrise: “Senti, io non sto capendo niente di
tutta questa situazione paradossale!”
“Possiamo
spiegarti tutto!”
“Allora,
sarà meglio andare a parlare a casa mia. Lì saremo al
sic...”
“Syaoran-kuuuun!
Sakura-chaaaan!!!”
Nel
sentire quella voce maschile, tutti e quattro si voltarono verso
l'entrata del parco. Tomoyo stava avanzando, insieme ad altri due
ragazzi: il primo era alto, robusto, vestito di nero, con capelli
corvini e irti, una fascia rossa sulla fronte e un'aria tra
l'imbronciato e l'imbarazzato; l'altro era il suo esatto contrario,
di poco più basso, snello, con capelli biondissimi, due occhi
azzurri e un sorriso contagioso. Salutava energicamente con la mano,
mentre con l'altra sorreggeva una strana creaturina bianca, con due
lunghe orecchie.
“Fay-san!
Kurogane-san!” esclamò, sorpreso e sollevato,
Syaoran-kun.
“Eccovi,
finalmente!” disse il biondino.
La
candida creatura, con una gemma rossa sulla sua piccola fronte, saltò
in aria, atterrando tra le braccia della principessa Sakura, e iniziò
a parlare: “Oh, Sakura! Mokona era tanto dispiaciuta!! Ci siamo
separati per colpa mia!!!”
La
principessa sorrise e la abbracciò: “Moko-chan! Non ti
preoccupare! Ci siamo ritrovati. È questo l'importante!”
“Fiuuuuuuu!-
fischiò il ragazzo biondo- Vedo che anche voi avete fatto
incontri interessanti!”
Syaoran-kun
guardò le loro copie e sorrise: “Proprio così,
molto interessanti!”
Sakura
e Syaoran si scambiarono uno sguardo, ma lei, sentendosi arrossire,
lo distolse subito, posandolo dopo su Tomoyo.
“Tomoyo,
come...come...” balbettò Sakura, sempre più
incredula.
“Stavo
tornando a casa mia, quando all'improvviso ecco che mi appaiono
davanti questi due ragazzi e questa adorabile creaturina. E
gentilmente mi hanno chiesto informazioni su dove ci trovassimo.
Dopodichè mi hanno chiesto se per caso avessi visto due
persone come quelle che avete incontrato voi. Io pensavo si trattasse
di te, Sakura, e di Li! Così li stavo conducendo qui perchè
ero sicura che Syaoran avrebbe voluto parlarti. Ma, a quanto pare,
non siete più gli unici Sakura e Syaoran sulla Terra!”
“E
proprio per questo motivo, è meglio andare a casa mia, adesso.
Prima o poi arriverà qualcuno e non credo che reagirebbe bene
a questa visione!”
“Hai
ragione!” esclamò Syaoran-kun.
Così
Sakura sorrise e batté le mani: “Bene, è deciso.
Tutti a casa di Syaoran!”
*******
Il
gruppo dei nuovi arrivati insieme a Sakura, Syaoran e Tomoyo
raggiunse l'appartamento di Syaoran. Il padrone di casa fece
accomodare i suoi ospiti in soggiorno e, dopo aver offerto loro una
tazza di tè, Syaoran-kun iniziò a raccontare la loro
storia.
“Il
nostro gruppo è in viaggio alla ricerca di qualcosa di molto
importante. Veniamo tutti da mondi diversi: io sono un archeologo,
Sakura è la principessa del regno di Clow, Fay-san è un
mago e proviene dal regno di Celes, Kurogane è un ninja e
arriva dal Giappone di un'epoca diversa dal vostro e Mokona è
una creatura magica che ci permette di viaggiare attraverso i mondi
paralleli!”
“Mondi
paralleli?” ripetè Sakura, incuriosita.
“Esatto.
Sono dimensioni spazio-temporali diverse da quella in cui vivete
voi!” spiegò Syaoran-kun.
“Un
po' come il mondo da cui provengono Savine e Shinto?”
“Sì,
credo proprio di sì, Sakura!” rispose Syaoran.
“Chi
sono questi di cui parli?” chiese la principessa.
“Ah,
sono due ragazzi che ci stanno dando qualche problema! Ma non ci fate
caso!- commentò Syaoran- Piuttosto, cosa state cercando di
così importante?”
Gli
occhi di Syaoran si riempirono improvvisamente di una tristezza che
Sakura non potè non cogliere e che le strinse dolorosamente il
cuore: “La principessa Sakura, purtroppo, ha perso tutta la sua
memoria, che si è dispersa nei vari mondi sotto forma di
piume molto particolari. Queste piume possiedono un potere immenso e
noi stiamo viaggiando proprio per recuperarle, grazie anche a Mokona
che riesce a localizzarle con la sua magia!”
Mokona
saltò rapidamente sul tavolino: “Puh! Esatto! Grazie a
me!”
Sakura
guardò Mokona e sorrise: “Posso chiederti in cosa
consiste il tuo potere?” “Io apro un varco
dimensionale che ci permette di giungere nel mondo in cui io
percepisco la presenza di una piuma! Questa è una delle 108
abilità segrete di Mokona!” spiegò Mokona,
muovendo le zampette e girando su se stessa.
“Sei
proprio carina, lo sai!” esclamò Sakura, accarezzandola
dolcemente.
Mokona
fece un salto in alto.
“Puh!
Sakura ha fatto un complimento a Mokona! Mokona superstar!!”
Improvvisamente,
Sakura divenne pensierosa e si portò un dito sulla bocca.
“Avete
detto che i frammenti della memoria della principessa hanno la forma
di una piuma?”
Syaoran-kun
si mosse sul proprio posto, interessato: “Sì, perchè?
Ne hai visto una?”
“Questa
notte ho fatto un sogno premonitore sul vostro arrivo. E in questo
sogno mi è parso di vedere una piuma!”
“Nel
mio non c'era!” affermò Syaoran, inarcando un
sopracciglio.
“E'
strano. Eppure era lo stesso!”
“Quello
che importa è che che qui c'è sicuramente una piuma di
Sakura!” esclamò Syaoran-kun.
“E'
vero!- esclamò Mokona, chiudendo gli occhi e concentrandosi-
Posso percepire il suo potere nitidamente!”
Syaoran-kun
sorrise con determinazione: “E io la troverò a tutti i
costi!”
E,
mentre Syaoran pronunciava queste parole, la principessa Sakura chinò
il capo, gli occhi velati di una tristezza di cui si accorse solo
Sakura.
“Noi
ti aiuteremo!” esclamò Syaoran.
“Grazie!-iniziò
a dire Syaoran-kun-Ora che ci penso, ho notato che anche tu hai dei
poteri magici!”
“E'
così. La mia magia viene dalla Luna, quella di Sakura dalle
stelle.”
“E
come funziona?” chiese interessato Fay.
Syaoran
guardò Sakura, incoraggiandola a parlare. E così Sakura
spiegò ai nuovi arrivati il percorso che aveva intrapreso per
diventare padrona delle Sakura Card: tutta la fatica, il suo impegno,
le sue sofferenze, ma soprattutto le sue gioie, omettendo però
che quel percorso magico l'aveva anche avvicinata teneramente a
Syaoran.
“Davvero
interessante, devi possedere una potere notevole!” commentò
Fay.
Sakura
sorrise lievemente: “Se la mia magia è forte è
anche grazie all'affetto della mia famiglia e dei miei amici. Sono
loro che mi danno la forza di combattere le avversità!”
“Come
quelli di cui stavi parlando prima?” chiese Fay.
Sakura
annuì.
“Sì.
Anche loro provengono da un mondo parallelo, infatti Savine è
una catturacarte come me e Shinto la sostiene come Syaoran. La
differenza è che i loro poteri derivano dalle forze del male!”
“Ma
come mai sono venuti nel vostro mondo?” domandò
Syaoran-kun.
“Perchè
vogliono portare a termine il progetto del mago Tai Sun, il creatore
delle carte di Savine. Lui aveva sfidato a duello il mago che ha
creato le mie carte, Clow Leed, ma aveva perso. E ora Savine vuole
distruggere le mie carte!”
Syaoran-kun
guardò la principessa, che sembrava stesse trattenendo il
fiato.
“Hai
detto Clow Leed?”
“Sì!”
“Nel
mio regno, Clow era mio padre!” affermò Sakura-chan.
“Davvero?
Invece, qui era il creatore delle mie carte, vissuto tanti anni fa.
Infatti io non l'ho mai conosciuto, se non in sogno!”
“Quindi...è
possibile che qui ci siano altri abitanti del mio regno.”
“Beh,
può darsi! Non è che per caso hai un fratello maggiore
che si chiama Touya?” chiese Sakura.
“Sì,
esatto! Adesso è lui che regna nel nostro mondo!”
“Che
cosa?! Touya è un re? Senza offesa, ma non è
credibile!! Scommetto che ti prende sempre in giro e ti chiama
mostriciattolo!”
La
principessa Sakura rise divertita: “E' proprio così! Io
non lo sopporto quando mi chiama in quel modo!”
“Neanche
io!”
Poi
lo sguardo di Sakura-chan divenne più dolce: “Però
è un re gentile, perchè ha buon cuore!”
“E'
vero!-disse Sakura, che annuì, convinta- Ma, nel tuo regno,
non ci sono anche Yukito e Tomoyo?”
“Yukito-san
è il sacerdote di corte, ha un grande potere ed è un
amico d'infanzia di mio fratello. Per quanto riguarda la tua amica,
purtroppo non c'è nel nostro regno!”
“Però
c'è nel regno da cui proviene Kuro-pippi!” esclamò
Fay, sorridendo e puntellando con il gomito il fianco di Kurogane.
“Davvero?”
esclamò Sakura, sorpresa.
Kurogane,
che, fino ad allora, era rimasto in silenzio, ascoltando attentamente
la conversazione, sentendosi chiamato in causa, rivolse uno sguardo
truce in direzione di Fay, che non sembrò preoccuparsene
minimamente.
“Ti
ho già detto di non chiamarmi con quel nomignolo!”
“Puh!
Kuro-pon si è arrabbiato! Kuro-pon si è arrabbiato!”
esclamò Mokona, saltellando allegramente sulle gambe di
Kurogane.
“Taci,
polpetta bianca!” ruggì lui, afferrandola per le
orecchie.
Ma
Mokona non sembrava affatto preoccupata di quel Kurogane arrabbiato.
Forse perchè Kurogane era un uomo all'apparenza scontroso e
solitario, ma in lui vi era un animo generoso e gentile. E questo era
ormai chiaro anche a Sakura, Syaoran e Tomoyo.
“Allora,
com'è Tomoyo nel vostro regno, Kurogane-san?” chiese
Tomoyo, con un sorriso.
Kurogane
divenne improvvisamente imbarazzato e diresse lo sguardo altrove.
“Oh,
Tomoyo, non dovresti rivolgerti così a Kuro-tan!-intervenne
Fay- Puoi chiamarlo Kurogane, o Kuro-pippi o Kuro-rin!”
“Smettila!”
gli ringhiò contro il ninja.
“Davvero
posso?” chiese lei, gentilmente.
Kurogane
la guardò di sottecchi, ancora imbarazzato: “Sì!”
Seguì
un momento di silenzio, in cui tutti gli sguardi dei presenti
sembravano rivolti a Kurogane. Poi fu Fay a rompere il silenzio.
“Beh,
ragazzi, Kuro-rin è un po' timido. Nel suo regno Tomoyo è
una principessa e Kurogane è al suo servizio!”
“Allora
è una principessa molto fortunata ad avere al suo fianco un
uomo valoroso come te!”
Fay
ridacchiò, divertito: “Tomoyo-chan ha già capito
tutto su di te, Kuro-pon! Hai proprio un ottimo spirito di
osservazione!”
“Come
quella principessa!!” commentò Kurogane.
Il
ninja la guardò con più decisione e Tomoyo gli rivolse
un sorriso molto dolce.
“Certo
che è proprio incredibile, viaggiare per i mondo paralleli e
incontrare copie di persone che già conoscete!” commentò
Syaoran.
“Già!
Ed è ancora più incredibile che queste persone, oltre
ad avere lo stesso aspetto fisico e lo stesso nome, hanno anche la
stessa anima. Sono identiche in tutti i sensi!” aggiunse
Syaoran-kun.
“Dev'essere
un'esperienza straordinaria, nonostante tutto!” esclamò
Sakura.
“Sì,
lo è davvero!”
“Ed
è bello anche viaggiare insieme a loro!” intervenne
Sakura-chan.
“Lo
credo bene!”
A
quel punto, Syaoran si alzò in piedi.
“Beh,
adesso sarà meglio andare a preparare le vostre stanze. Sarete
stanchi e potrete riposare qui!”
“Possiamo
restare da te? Non disturbiamo?” chiese Syaoran-kun.
“Affatto.
Anzi è un piacere per me ospitarvi!”
“Dovete
sapere che Syaoran abita da solo. In questo modo gli farete un po' di
compagnia!”
“Allora,
grazie mille!” disse la principessa con un sorriso.
Syaoran
rimase sbalordito per la somiglianza tra le due ragazze: perfino il
loro sorriso era uguale e conservava la stessa dolcezza e gentilezza
e tutto ciò che rendeva irresistibile, almeno per lui, la
persona di Sakura. Così si sentì arrossire lievemente.
“Di
niente!”
Sia
lode all'eroetrionfatore!
Peperepepe!!!! Ebbene, dopoben 8 mesi dall'ultimo aggiornamento,
eccomi di nuovo qui! Chiedo umilmente scusa a tutti quelli che
stavano seguendo la storia. È stato un anno un po' difficile,
con problemi familiari, lavorativi e universitari!!! Ma ora spero di
continuare fino alla fine!! Sono molto affezionata a questa storia!
Questo è il primo di 4 capitoli che costituiscono il
crossover con Tsubasa, ma non mi è venuto bene, sono la prima
a riconoscerlo. Vi prego comunque di farmelo passare; dopo tutto
questo tempo ho bisogno di riprendermi!!! ^_^
Ad ogni modo, do
qualche piccolo chiarimento sul capitolo: per quanto riguarda la
storia dei personaggi di Tsubasa, l'incontro dovrebbe avvenire subito
dopo il paese di Oto. Mentre per distinguere i vari Syaoran e le
varie Sakura, i due di Tsubasa verranno chiamati con i suffissi -kun
e -chan.
Bene, il prossimo
capitolo si intitola “Sakura & Syaoran...”
Ringraziamenti a
sakura182blast, sakura bethovina, sakura93 e sakura93thebest.
Tomoyo
preparò i letti per Kurogane e Fay in una camera, Syaoran
aggiunse un letto nella sua camera per Syaoran-kun e, nella stanza
accanto, Sakura sistemò il letto per Sakura-chan.
“Posso
farti una domanda?” chiese la principessa, non appena finirono
di preparare il letto.
“Certamente!”
rispose Sakura, con un sorriso.
“Non
sei obbligata a rispondere, ma...- iniziò a dire la
principessa, lievemente a disagio-...mi interessa sapere che tipo di
rapporto c'è fra Sakura e Syaoran di questo mondo...”
Sakura
si aspettava una domanda del genere, ma non così
improvvisamente. Per cui si sedette sul divano e rivolse lo sguardo a
terra.
“E'
davverounabelladomanda...”
Sakura-chan
si sedette accanto a lei, appoggiando una mano sulla sua spalla: “Non
sei costretta a rispondere.”
“No,
mi va di rispondere, dico sul serio. È solo che la situazione
è un po' complicata!”
“Mi
dispiace se la mia domanda ti ha causato delle sofferenze, non era
mia intenzione!”
Sakura
scosse il capo e le sorrise per rincuorarla.
“Non
preoccuparti. Va tutto bene- disse poi, decisa ad iniziare il suo
discorso- Syaoran ed io ci siamo incontrati all'incirca 6 anni fa,
avevamo dieci anni. Lui veniva da un altro paese. All'inizio eravamo
rivali nella cattura delle carte, ma piano piano con il passare del
tempo e tutte le avventure vissute insieme, siamo diventati amici. O
per lo meno, quello che provavo per lui era amicizia. Syaoran,
invece, si stava...innamorando di me...”
E,
nel ricordare quel periodo, quei segnali del suo interessamento per
lei, Sakura si sentì arrossire, ma non ci fece caso. Il
racconto proseguiva.
“All'inizio
non avevo capito cosa gli stesse succedendo, né che anche io
mi stavo avvicinando inesorabilmente a lui. Sono riuscita ad aprire
gli occhi solo quando mi ha confessato i suoi sentimenti.”
“E
tu sei riuscita a rispondergli?”
Sakura
annuì: “Sì!”
“Quindi...”
“Quindi
siamo stati insieme per un periodo bellissimo!”
“Siete
stati?”
“Sì.
Siamo stati... La sua famiglia desiderava che lui stesse insieme a
loro, nel paese di origine di Syaoran. Così sua sorella è
venuta a parlarmi di questo e, per questo motivo, ho lasciato
Syaoran, permettendogli così di tornare nel suo paese e di
stare con la sua famiglia, proprio come dovrebbe essere per ogni
ragazzo della nostra età.”
La
principessa assunse un'espressione afflitta: “L'hai davvero
lasciato andare?”
Sakura
annuì con un lieve cenno del capo. Cercava di non mostrarlo
alla principessa, ma rievocare quei momenti, le stava facendo male,
come ogni volta.
“Allora,
perchè adesso lui è qui?” “E' tornato
perchè vuole restare qui, non nel suo paese. E mi sta anche
aiutando con questi nostri nuovi nemici.”
“Ma
non state più insieme...”
“Esatto.
Sia lui che io abbiamo un'altra storia adesso. Non credo che lui
provi gli stessi sentimenti di una volta.”
“E
tu? Provi ancora quei sentimenti per lui?”
Sakura
intrecciò le mani e le guardò nervosamente: “Io
non lo so...A volte sono sicura di no, altre sono assillata dai dubbi
perchè certi suoi sguardi o gesti mi fanno sentire ancora a
disagio. Questo nonostante io gli abbia assicurato di provare solo un
forte sentimento d'amicizia per lui. Perciò cerco di non
pensarci troppo, perchè sono pensieri troppo opprimenti.”
“Però...è
quello che provi e non puoi ignorare i tuoi veri sentimenti. Anche se
sono lievi, sono pur sempre presenti nel tuo cuore. Dovresti cercare
di capire cosa vuoi veramente e vivere intensamente i tuoi
sentimenti. Almeno...tu che puoi farlo...”
Sakura-chan
guardò fuori dalla finestra con aria malinconica e Sakura la
fissò preoccupata.
“Cosa
intendi dire? Com'è il tuo rapporto con Syaoran-kun?”
“Io
non lo so. Quando mi sono risvegliata dopo aver perso la memoria, il
suo è il primo viso che abbia visto. E il suo sorriso è
il primo che io ricordi. Syaoran-kun mi ha raccontato tutto: chi ero,
da dove venivo, cosa mi era successo e perchè stavamo
viaggiando per i diversi mondi paralleli. È sempre gentile con
me, è lui che mi protegge e recupera tutte le piume della mia
memoria. E lo fa con una tale determinazione che a volte mi chiedo
per quale motivo si impegni così tanto!”
“Secondo
te perchè lo sta facendo?” “Non saprei. Certe
volte mi ritrovo a pensare che ci deve esse per forza un motivo, un
motivo che ancora non riesco ad afferrare.”
“In
che senso?”
“Quando
recupero parte della memoria, sento che c'è sempre qualcosa
che manca, come una parte di memoria che è stata cancellata.”
“E
tu credi che Syaoran-kun faceva parte del tuo passato?”
“Non
so. Per essere così determinato in questa missione ci deve
essere un motivo. Però ogni volta che penso che...magari...noi
eravamo amici, che ci conoscevamo fin da piccoli...mi sembra di...”
Sakura-chan
si interruppe tutto d'un tratto e svenne sul letto.
La
principessa aprì gli occhi e la guardò disorientata:
“Cosa...cosa stavo dicendo?”
Sakura
rimase turbata da ciò che era appena accaduto, anche se non
capiva esattamente cosa fosse successo. Perchè la principessa
non si ricordava di cosa stavano parlando fino a pochi attimi prima?
Probabilmente
avrebbe fatto bene a non insistere. Così la aiutò a
sdraiarsi meglio sul letto.
“Sarai
stanca, Sakura-chan. Dormi pure tranquilla, qui sei al sicuro!”
*****
Nella
stanza accanto, la camera di Syaoran, si stava svolgendo una
conversazione piuttosto simile.
Solo
che il primo ad aver posto quella domanda era stato Syaoran, non il
nuovo arrivato.
Syaoran-kun
si voltò a guardare fuori dalla finestra: “Prima non
potevo parlare chiaramente, ma la principessa ed io proveniamo dallo
stesso mondo.”
“Sul
serio?” chiese lui, guardandolo negli occhi.
“Sì,
siamo cresciuti insieme. Lei è la mia unica amica, è la
mia principessa, è...Sakura è la persona più
importante della mia vita!”
Syaoran
notò una profonda tristezza negli occhi del giovane e, con
sorpresa, si accorse di riuscire a capire i suoi sentimenti. Quella
che doveva provare Syaoran-kun era una sensazione familiare.
“Ma
lei ha perso la memoria!” “Esatto! E per avere la
possibilità di viaggiare e recuperare tutti i frammenti della
sua memoria, quindi per poter portare con noi Mokona, bisognava
pagare un prezzo molto caro.”
Syaoran-kun
strinse i pugni, dando le spalle a Syaoran che gli chiese: “Qual
era il prezzo?”
“La
cosa a cui ognuno di noi teneva di più. La mia era il rapporto
con Sakura. Io ho accettato perchè avrei fatto di tutto pur di
evitare che lei morisse. Per questo motivo, quando Sakura recupererà
tutta la memoria, gli unici frammenti che non potrà mai più
riavere sono quelli sulla nostra amicizia, su di me...”
“Intendi
dire che lei non si ricorderà più di te?”
“E
così!”
“E'
terribile!- esclamò Syaoran- E tu hai accettato ugualmente. È
davvero ammirevole...”
“Farei
di tutto per lei!”
“Non
credo che io avrei potuto fare la stessa cosa!”
Syaoran-kun
si voltò a guardarlo e sorrise: “Certo! Non ti sei
trovato nella stessa situazione, ma se fossi stato al mio posto
avresti fatto lo stesso per la tua Sakura, perchè noi siamo la
stessa persona.”
Chissà
se quello che Syaoran-kun aveva detto era vero: anche lui avrebbe
fatto lo stesso per la sua Sakura? Forse sì...Si era sempre
sentito così inutile per lei e in una situazione del genere
avrebbe fatto sicuramente di tutto per poterla salvare.
“E
poi tu sei innamorato di lei, no?” chiese Syaoran-kun.
Syaoran
arrossì vistosamente: “Ma no, che dici? Non è
possibile! Noi due adesso siamo solo amici!”
“Sarà,
ma nei tuoi occhi rivedo me stesso, la mia forza, i miei sentimenti
per colei che più di tutti conta per me... gli stessi
sentimenti che mi danno la forza di andare avanti nel mio
obiettivo.” “Come fai a esserne così sicuro?”
“Grazie
al modo in cui la guardi. Ti viene quasi spontaneo, no, guardarla
come se fosse il più prezioso dei gioielli. Non sei
d'accordo?” chiese lui, sedendosi sul letto. Syaoran lo
fissò per pochi istanti e poi annuì lievemente.
“Sai,
sono rimasto molto impressionato dal modo in cui Sakura assomiglia in
tutto e per tutto alla principessa. Ha la stessa vitalità che
aveva lei prima che perdesse la memoria.”
Syaoran
sospirò e si lasciò cadere sul suo letto: “La
stessa vitalità che anni fa le faceva brillare gli occhi
quando mi vedeva, quando stavamo insieme!”
“Posso
chiederti come mai non state più insieme?”
“Un
giorno lei mi disse che non provava più gli stessi sentimenti
per me. Anzi, le ero indifferente! - sospirò Syaoran-Ma ho
sempre pensato che ci fosse qualcos'altro!”
“Cosa?” “Per
la verità, non ne ho idea. Solo...Sakura mi era sembrata molto
strana quel terribile giorno. Mi aveva detto che le ero diventato
indifferente. Ma lei non è una persona che conosce
l'indifferenza, non potrebbe mai provarla per nessuno.”
“E
non hai indagato su questo?” Syaoran, sorpreso da quella
domanda, lo guardò e scosse il capo: “N-no...ero
piuttosto...sconvolto e sono ritornato in Cina!”
“Beh,
scusa se te lo dico, ma avresti dovuto farlo!”
“Eh?”
“Ascolta,
mio padre era un archeologo e mi ha insegnato tutto di questo lavoro.
E la cosa più importante per un archeologo è solo una!”
“Quale?”
domandò Syaoran, interessato.
“Non
essere ingannato dall'apparenza, conosci la vera essenza che giace
dietro. Questo è ciò che conta!- disse Syaoran-kun- Mio
padre me lo diceva sempre, nei nostri viaggi. Quindi, se quel giorno
le parole di Sakura non ti hanno convinto appieno, devi assolutamente
capire cosa l'ha spinta a comportarsi così.”
Quella
determinazione che si poteva leggere negli occhi di Syaoran-kun
cominciò ad ardere anche dentro di lui, Syaoran. Così
come quel ragazzo era pronto a tutto per raggiungere il suo
obiettivo, anche Syaoran era determinato a scoprire il vero motivo
per cui Sakura lo aveva lasciato.
“Hai
ragione! Riuscirò a scoprirlo e poi...poi le dirò ciò
che provo ancora per lei!”
Syaoran-kun
sorrise: “Ottimo!”
In
quel momento qualcuno bussò alla porta e subito dopo entrò.
“Sakura!”
“Oh,
Syaoran-kun! Poco fa la principessa è svenuta!”
“Come?”
Sakura
gli raccontò di come la principessa avesse perso i sensi
mentre stava parlando con lei riguardo Syaoran-kun e di come subito
dopo non si ricordasse più di nulla. Questo fece rilassare
Syaoran-kun, ma nello stesso tempo gli causò nuovamente
un'espressione di infinita tristezza.
“E'
inutile. Per quanto lei si sforzi di rievocare il nostro passato o
qualunque cosa tu le dica, lei non potrà mai più
ricordarsi di me. Ciò che è stato perduto non può
essere recuperato!”
“Allora...-
esclamò Sakura- ...è vero, voi due che vi conoscevate
già da prima!”
Syaoran-kun
annuì tristemente e Sakura, percependo il suo dolore, gli si
avvicinò e appoggiò una mano sul suo braccio.
“Ma
non devi dire così! Devi avere fiducia nel futuro e in quello
che siete. Lei desidera ricordarsi di te, magari inconsciamente, ma è
il tuo stesso desiderio . E se lo desiderate entrambi veramente,
allora questo accadrà prima o poi!”
Syaoran-kun
guardò i bei occhi verdi di Sakura, così pieni di
fiducia e speranza , così simile a quelli della sua Sakura e
alla fine le sorrise.
“Grazie...Sakura...”
“Beh...ora...-disse
lei, voltandosi verso l'altro ragazzo-...Syaoran, devo proprio
andare. Di là Tomoyo e Fay-san hanno preparato da mangiare per
tutti!”
“D'accordo.
Allora ti accompagno a casa!”
“Non
ce n'è bisogno!”
“Si
è fatto tardi, lascia che ti accompagni.” insistette
Syaoran.
Sakura
notò lo sguardo determinato di Syaoran e capì che non
avrebbe potuto fargli cambiare idea. Così sospirò.
“Grazie!”
“Syaoran-kun,
vai pure a mangiare qualcosa con gli altri. Io vi raggiungo fra
poco!” disse Syaoran.
Il
giovane annuì e uscì dalla camera. Syaoran, intanto,
raggiunse il suo guardaroba ed estrasse una giacca che poi porse a
Sakura.
“Tieni!
Fuori fa freddo!”
Sakura
lo ringraziò nuovamente e si infilò la giacca. E,
mentre compiva quel movimento, il suo sguardo passò in
rassegna tutta la camera. Fu così che si accorse
dell'orsacchiotto, poggiato sopra la scrivania. Con un tuffo al cuore
lo riconobbe: era il suo orsacchiotto, Sakura, il peluche che lei gli
aveva cucito in una sola notte con l'amore che aveva da poco scoperto
di provare per lui.
“Quello
è...il mio peluche?”
Syaoran
arrossì lievemente: “S-sì...”
Sakura
rimase per un attimo immobile a guardare quel peluche: “Beh...è
bello che lo tieni ancora!”
“Certo!-
esclamò Syaoran, rosso in viso, ma sicuro di quel che diceva-
Perchè mai avrei dovuto disfarmene? È uno dei ricordi
più belli della nostra storia e non ho avuto il coraggio di
nasconderlo. Non potrei mai farlo, perchè l'hai confezionato
tu e l'hai fatto solo per me!”
Sakura
sbattè le palpebre, stupita dalla sua reazione:
“Sì...scusa...”
“Non
fa niente! - disse Syaoran, scuotendo il capo- Andiamo, dai!”
Così,
mentre Tomoyo intratteneva gli ospiti di Syaoran, Sakura uscì
di casa, accompagnata dal ragazzo.
“Allora,
domattina Daidoji ci viene a prendere in macchina; dopodichè
passiamo da casa tua verso le 10, d'accordo?” chiese Syaoran,
ma Sakura sembrava distratta, con la mente rivolta altrove.
Syaoran
conservava ancora il suo orsacchiotto, mentre lei lo aveva nascosto e
riposto in fondo all'armadio. Aveva davvero una grande forza, forse
perchè, al contrario di lei, Syaoran non era stato costretto
da qualcuno a lasciare una persona così importante.
“Tutto
bene, Sakura?” le chiese Syaoran, notando che era
soprappensiero.
“Sì,
è solo che...”
“Che
cosa? Sei turbata dall'aver scoperto che conservo ancora il tuo
peluche?”
Sakura
agitò le mani lievemente: “No no no.”
“Se
ti da fastidio, posso metterlo via!”
“Oh,
no, Syaoran. Mi fa davvero piacere che tu l'abbia conservato! Io,
invece, l'ho riposto in fondo all'armadio.”
Syaoran
non disse nulla per qualche istante: sembrava sorpreso, ma non
deluso.
“Non
preoccuparti, ognuno reagisce in modo diverso alla separazione. Se
per te era un problema tenerlo in vista, allora è giusto che
abbia agito così. A me piace tenerlo in camera mia, guardarlo
ogni tanto e ricordare i bei momenti della nostra storia.”
Sakura
rimase a fissarlo intensamente e Syaoran cominciò a sentirsi a
disagio.
“Che
c'è?”
Sakura
scosse il capo: “Niente. Solo che...ecco...un momento fa avevi
la stessa espressione malinconica di Syaoran-kun. È davvero
incredibile quanto siate uguali!”
”Beh,
siamo la stessa persona, no?”
“Sì,
è vero. Ed è anche molto strano!” esclamò
lei, accennando un sorriso.
“E'
strano che ci siano altri noi stessi?” Sakura annuì:
“Ma più di tutto è strano che ci siano altri due
Sakura e Syaoran provenienti dalla stessa dimensione.”
“Nel
regno di Clow c'è una Sakura, ma anche uno Syaoran: come noi
si sono conosciuti, sono diventati amici e...si sono innamorati.
Questo significa che in ogni altro mondo parallelo è così?”
Syaoran
scrollò le spalle: “Evidentemente è destino che
ogni Sakura, in qualunque mondo si trovi, abbia il suo Syaoran.”
Ecco,
lo stava facendo di nuovo. Syaoran la stava fissando con quello
sguardo così pieno di dolcezza e calore. Perchè? E
perchè, dopo tutto quello che era successo in quella giornata,
lei si sentiva così attratta da quello sguardo, da quel
calore, da...Syaoran...
Il
suo cuore fece una capriola e Sakura sentì le guance prendere
fuoco. Doveva allontanarsi da lui immediatamente. E, per fortuna,
erano appena giunti davanti casa Kinomoto.
“Ah,
Syaoran, ti ringrazio per avermi accompagnata a casa. Ora devo andare
a chiamare Arashi per sentire come sta. Dovresti fare lo stesso con
Jasmine.”
“Sì,
lo farò!”
“Ci
vediamo domani! Buonanotte!”
“Buonanotte...Sakura...”
Syaoran
la guardò correre dentro casa e sorrise a se stesso. Era
decisamente stato molto bravo nel suo intento: fare qualche piccola
allusione di quel genere per farla arrossire e imbarazzare. E
cominciò davvero a credere che Syaoran-kun avesse ragione: ci
doveva essere un altro motivo per cui Sakura lo aveva lasciato e, ora
più che mai, Syaoran era intenzionato a scoprirlo.
Hello!
E anche il nuovo capitolo è online! Ce l'ho fatta!! giuro che
sono piena di impegni, ma sto cercando di portarmi avanti anche con
la storia!!! ^_^ piaciuto il seguito del crossover? Spero di sì,
il prossimo si intitola “...same souls”.
Ringraziamenti
a Dani92 e non so come chiamarmi!!! ^_^
Il giorno seguente la strana combriccola, proveniente da
casa Li, si presentò a casa Kinomoto. Fortunatamente il fratello di Sakura non
c’era e suo padre tornava solo in serata. Non appena Sakura aprì la porta, si
ritrovò davanti Syaoran e Syaoran-kun e impiegò qualche secondo ad adattarsi
nuovamente a quella visione.
“Ciao!” la salutarono.
“Ciao, ben arrivati! Prego, entrate pure!” esclamò Sakura,
facendosi da parte e lasciandoli entrare.
Il suo sguardo si posò sui vestiti che indossavano i nuovi
arrivati: avevano uno stile stranamente familiare. Erano molto in stile…Tomoyo…
“Ti piacciono?” chiese Tomoyo, affiancandola.
“Li hai fatti tu?”
“Sì! Ho passato tutta la notte a confezionare questi
vestiti!!”
Tomoyo le sorrise: “Affatto! Ormai ci sono abituata!”
Sakura sospirò, afferrandole un braccio.
“Andiamo di là!”
Così Sakura fece accomodare i suoi ospiti in salotto e
disse: “Scusate, vado a recuperare Kero-chan e torno subito!”
Detto questo la giovane corse in camera sua e aprì il
cassetto della sua scrivania, dove dormiva beatamente il guardiano delle carte.
“Kero-chan!! Svegliati! Sono arrivati!!”
Il piccolo peluche socchiuse le palpebre, stropicciandosi l’occhio
destro con la zampetta.
“Ah…Sakura…che succede?”
“Sono arrivati, Kero-chan!!”
“Chi?”
“Lo sai benissimo chi. Te l’ho spiegato ieri sera! Quindi,
adesso scendi con me!”esclamò Sakura,
prendendogli una zampetta e trascinandolo giù in salotto.
“Scusate per avervi fatto aspettare!- disse lei con un
inchino- Lui è Kero-chan!”
Kero-chan rimase molto stordito alla vista di un’altra
Sakura e un altro Syaoran. Incredulo, si stropicciò nuovamente gli occhi.
Dopodiché, rendendosi conto che erano reali come quelli veri, divenne
elettrizzato e cominciò a svolazzare ora davanti agli occhi della principessa,
ora davanti Syaoran-kun.
“Uahhhh!! Sakura!!! Avevi ragione!! Sono proprio uguali a te
e al cinesino!!! Incredibile!! Mai visto niente del genere!!” esclamò poi in un
fiume di parole.
Imbarazzata, Sakura lo afferrò per le ali e lo guardò negli
occhi: “Kero-chan! Non lo sai che è maleducazione svolazzare continuamente
davanti agli occhi?!”
“Non fa niente!” la tranquillizzò Syaoran-kun.
“Ehi! –esclamò poi Kero-chan, posando le zampe sul tavolino
e guardando l’esserino bianco di fronte a lui- E tu chi sei?”
Mokona saltellò un paio di volte: “Sono Mokona Modoki!!! Ma
puoi chiamarmi Mokona!”
“Che razza di nome è Mokona?” commentò Kero-chan,
incrociando le zampe superiori.
“Un nome bellissimo!!!” disse Mokona, facendo una giravolta.
Kero-chan sbuffò, pensando probabilmente che quella Mokona
era davvero un po’ esaltata.
“Mokona, allora…- intervenne Syaoran-kun-…senti la presenza
di una piuma?”
Mokona si concentrò e dopo un po’ rispose in tono serio: “Sì, la sento. È un
po’ più forte di ieri, ma è come se il suo potere si confondesse con
qualcos’altro.”
“Che cosa di preciso?”
“Non saprei, sembrerebbe una forza magica notevole!”
Sakura si portò una mano sulle labbra, pensierosa: “Chissà
dove si trova!”
“In qualunque posto si trovi, io la recupererò!” disse
Syaoran-kun.
“Ma certo! La troverete e noi vi aiuteremo, vero Syaoran?”
Sakura guardò Syaoran: i loro sguardi si incrociarono per la
prima volta quella mattina. Sakura si era rivolta a lui, sorridendo
all’improvviso. E Syaoran si sentì arrossire appena.
“C-certo!”
“Vi ringrazio!”
“Bene!- disse Sakura, alzandosi in piedi- Prima di andare,
che ne dite di una tazza di tè e una fetta di torta? L’ho preparata ieri
sera!!”
Mokona e Kero-chan cominciarono a festeggiare: “Torta!!!
Sì!!”
“Evvai!!”
“Allora, vado a preparare tutto!”
Syaoran si alzò in piedi: “Ti aiuto io!”
“Ah…d’accordo!” disse lei, sorpresa dal suo gesto.
Così entrambi si diressero in cucina. Syaoran preparò il tè,
mentre Sakura tagliò le fette di torta. Lei dava le spalle a lui, ma sentiva
perfettamente il suo sguardo su di sé, che le faceva venire i brividi alla
schiena.
“A-allora…hai chiamato Jasmine?” chiese lei, rivolgendogli
un’occhiata fugace.
“Sì, ieri sera.”
“E…come sta?”
“Abbastanza bene.- rispose Syaoran, preparando le tazze per
il tè- Ha detto che non ha più la febbre, ma ha ancora un po’ di raffreddore e
tosse.”
“Speriamo che guarisca presto.” commentò Sakura.
Syaoran si fermò un istante e guardò Sakura: “E tu? Hai
chiamato Arashi?”
“Sì. Lui è quasi guarito. Però vuole restare accanto a
Jasmine fino a quando non sarà guarita definitivamente anche lei!”
“Credo che sia giusto così!”
Sakura prese un vassoio e vi sistemò i piattini con le fette
di torte, mentre il suo sguardo diventava pensieroso.
“Syaoran…pensi che riusciremo a trovare la piuma della
principessa?”
Syaoran sospirò: “Sì…ne sono convinto! Syaoran-kun sembra piuttosto
determinato!”
“Già…uno di quelli che quando si mette in testa qualcosa,
non cambia idea facilmente!- commentò Sakura, rivolgendogli poi un sorriso- Un
po’ come te!”
Syaoran arrossì lievementee distolse lo sguardo: “Andiamo di là?”
“Sì!”
*****
Per tutta la giornata Sakura, Syaoran e Tomoyo aiutarono il
gruppo proveniente da un altro mondo a cercare la piuma della principessa; ma
le loro ricerche non ebbero alcun risultato! Mokona era sicura della sua
presenza nella città; quindi, la piuma poteva essersi nascosta e il suo potere
non era sfruttato come accadeva invece negli altri mondi. Ciò la rendeva più
difficile da localizzare per Mokona.
Nel tardo pomeriggio ognuno tornò alla propria casa. Syaoran
poteva benissimo leggere sul volto di Syaoran-kun la determinazione che lo
spingeva a non arrendersi mai, di fronte a qualunque difficoltà!
Ora riusciva a capirlo e perciò quella sensazione sembrava
così dannatamente familiare: fare di tutto per arrivare al proprio scopo,
impegnarsi a fondo per raggiungere un obiettivo, ma infine non ottenere nulla
o, addirittura, perdere l’unica cosa che aveva senso nella vita.
Sì, Syaoran ne sapeva qualcosa. E tutti quei pensieri gli
stavano rendendo difficile prender sonno.
All’improvviso il rumore di una porta che si apriva
lentamente attirò la sua attenzione. Syaoran guardò Syaoran-kun, che stava
dormendo tranquillamente nell’altro letto, e pensò che fosse alquanto
inopportuno svegliarlo: tutto ciò che accadeva in casa sua era responsabilità
sua.
Perciò Syaoran si alzò in piedi e, senza far rumore, uscì
dalla stanza. Notò la porta di casa aperta e subito dopo la porta della camera
della principessa…aperta anche quella. Il giovane, preoccupato, corse a
controllare l’interno della stanza, ma i suoi timori furono confermati. La
principessa Sakura era sparita. Gli venne quasi istintivo precipitarsi fuori
casa e poi giù, in mezzo alla strada. Si guardò intorno e si accorse in
lontananza di una sagoma che svoltava in un vicolo. Syaoran era inconsciamente
sicuro che fosse proprio la principessa e le corse dietro senza pensarci due
volte.
Era molto buio, nonostante i lampioni accesi; non si
vedevano neanche le stelle nel cielo, coperto quella sera da uno spesso strato
di nubi. Tuttavia quella strada…Syaoran la conosceva perfettamente: quante
volte l’aveva percorsa per raggiungere casa Kinomoto?
“Un momento…”
Perché la principessa si stava dirigendo verso quella zona?
O forse era solo una strana coincidenza?
“Principessa…”
Finalmente, Syaoran la raggiunse e la fermò, afferrandole
delicatamente un braccio: erano in prossimità del parco del re pinguino.
“La mia…piuma…” mormorò lei.
Syaoran si accorse subito che la principessa sembrava in
trance. Ma non fece in tempo a preoccuparsi per la ragazza, che percepì una
presenza, ormai ben conosciuta. Perciò fece comparire la spada e si voltò,
parandosi davanti alla principessa.
Di fronte a lui, infatti, apparvero Savine e Shinto.
“Ma guarda un po’ chi si vede!- esclamò Savine, facendo
roteare il suo scettro- Vi sembra l’ora adatta per una passeggiata romantica?
Non c’è neanche la luna!”
“Allora…voi che ci fate qui?”
“Abbiamo percepito la presenza di Sakura in questa zona e
siamo venuti a cercarvi per divertirci un po’!”
“Lei…non è proprio Sakura…”
“Certo che non è lei! In questo modo, però, prima o poi
verrà a cercarvi, non credi? Sarebbe proprio nel suo stile!” esclamò Savine, rigirando
una delle sue carta nell’altra mano.
Nello stesso momento, in camera sua, Sakura dormiva ignara
di tutto e sognava. Sognava qualcuno…se stessa, ancora una volta di fronte a
uno specchio.
No! Non era uno specchio, era la principessa Sakura. Ora
poteva riconoscerla, perché l’aveva già incontrata! Sakura la guardò e lei le
rimandò un sorriso malinconico. Perciò, preoccupata, Sakura allungò una mano
verso di lei, ma la principessa scosse il capo.
“Cosa vuoi dirmi?” chiese dunque Sakura.
Sakura-chan non rispose, ma si portò entrambe le mani sul
cuore e tornò a guardarla. Così Sakura la imitò e, non appena appoggiò le mani
sul proprio cuore, percepì un immenso calore e un enorme potere, che la fecero
svegliare e sobbalzare nel letto. Turbata da ciò che aveva appena sognato,
Sakura si portò una mano sul cuore e sentì nuovamente quel calore.
Che cosa le stava succedendo?
Senza pensarci troppo, Sakura si cambiò e uscì dalla
finestra, volando grazie alla carta del volo. Non sapeva bene perché si stesse
recando a casa di Syaoran, ma sentiva che i nuovi arrivati avrebbero potuto
aiutarla a capire quel sogno.
Mentre Sakura sorvolava la città, si accorse di uno strano
movimento dalle parti del parco del re pinguino: riconobbe subito Syaoran-kun,
Fay-san e Kurogane-san. E subito li raggiunse a terra.
“Sakura!” esclamò Mokona, tra le braccia di Fay-san.
“Che sta succedendo?” domandò Sakura, notando l’assenza
della principessa e di Syaoran.
“Sakura-chan e Syaoran sono scomparsi!” rispose Fay-san.
“Syaoran…scomparso…- ripetè lei, con voce
tremante-…co…come?”
“Non saprei!- intervenne Syaoran-kun, incredibilmente calmo-
Ho sentito un rumore di passi affrettati e , quando mi sono svegliato, non
c’erano più!”
”Cosa può essere successo?”
”E’ probabile che Sakura-chan abbia percepito la sua piuma e sia stata attirata
dal suo potere.Syaoran deve averla
vista andare via e seguita!- rispose Fay- Non è la prima volta che accade!”
”Ma dove possono essere adesso?” domandò Sakura, agitata.
“Lo vuoi sapere?” chiese una voce alle sue spalle.
Sakura riconobbe quella voce e si voltò per affrontare
Savine.
“Savine!”
Infatti era proprio lei, insieme all’inseparabile Shinto.
“Ciao, Sakura!”
”Dove sono Syaoran e la principessa?” le chiese Sakura, stringendo tra le mani
il suo scettro.
“Bene, te lo dirò! Guarda attentamente!”
Savine si avvicinò all’entrata del parco e allungò una mano
nel vuoto. Ma questa, a un certo punto, si appoggiò a qualcosa, che a quel
tocco divenne visibile: un muro tutto attorno al parco con un’unica e stretta
entrata.
“Riconosci questa carta?”
Sakura annuì: “È il labirinto!”
”Ottimo!”
“Allora, sono lì dentro?”
“Ah, bene. Sempre più
brava! Sakura, mi stai sorprendendo!”
“Chiudi quella bocca!- le ordinò Sakura- Sei stata scorretta
a prendertela con lui e Sakura-chan. Sono io l’unica che ha il potere di
contrastarti! Syaoran, solo con la sua magia, non può sconfiggerti!”
“Esatto! Ma stai tranquilla! Ha combattuto e difeso la
ragazza valorosamente. Ora sono entrambi al centro del labirinto. Se vuoi, puoi
andare a cercarli!”
Detto questo, Savine e Shinto sparirono, mentre Syaoran-kun
si avvicinò all’entrata del labirinto.
“Io vado!”
Sakura si avvicinò a lui e lo costrinse a guardarla negli occhi: “Aspetta! È
meglio che voi rimaniate qui fuori! Il labirinto è una carta pericolosa. Io la
conosco bene, perciò andrò da sola!”
”No, io verrò con te!”
“Ma…”
”Devo trovare la principessa a qualunque costo!” ribattè infine Syoran-kun.
E di fronte a quegli occhi che ardevano di determinazione,
Sakura non potè dire di no. Anche perché lo sguardo del ragazzo era sì molto
determinato, ma dietro quella apparente facciata, c’era un’immensa agitazione,
la stessa che provava anche Sakura.
“D’accordo!”
“Noi rimaniamo qui, nel caso in cui vi serva aiuto, vero
Kuro-tan?” esclamò Fay-san, sorridendo in direzione di Kurogane.
Il ninja, appoggiato a un muro con le braccia incrociate,
sbuffò: “Se non torni fra mezz’ora, vengo a cercarvi. Capito, ragazzino?”
Syaoran-kun annuì: “Andiamo!”
Così Sakura e Syaoran entrarono nel labirinto. Sakura chiuse
gli occhi e provò a calmarsi, concentrandosi poi con tutte le sue forze su
Syaoran.
“Dovrei riuscire a percepire l’aura di Syaoran. La magia di
Savine è diversa dalla sua, non può nasconderla!”
“Quindi puoi rintracciarlo?”
Sakura riuscì a percepire Syaoran: era ancora lontano, ma era vivo!
”Sì, da quella parte!”
Sakura e Syaoran-kun si incamminarono verso sinistra.
“Ti sei calmata…” le fece notare Syaoran-kun, camminando
accanto a lei.
“Sì, altrimenti non avrei mai potuto percepire la posizione
di Syaoran!- disse Sakura, sorridendo- In tutti questi anni, ogni volta che mi
lasciavo prendere dal panico, Syaoran mi diceva di non piangere e di calmarmi.
Solo in questo modo riuscivo a concentrarmi e a trovare una soluzione per ogni
mio problema. E c’era sempre qualcosa in lui, nei suoi occhi che mi infondeva
una sensazione benefica, di pace e calma interiore.”
“E adesso hai pensato a lui per calmarti?”
Sakura si voltò verso di lui e gli sorrise: “Certo, e ho pensato al suo
sguardo, guardando nei tuoi occhi!”
Syaoran-kun sembrò essere turbato dalle sue parole e le sue
gote si tinsero lievemente di un rosso pallido, che divertì Sakura.
“E tu? Non sei preoccupato per lei?”
“Sì! E non posso permettere che le succeda qualcosa. L’ho
promesso a suo fratello ed inoltre…non me lo perdonerei mai! Sakura mi ha
insegnato a vivere, sorridere ed amare. Perciò mi sono ripromesso di trovare
tutte le sue piume e salvarla.”
“E ci riuscirai. Ne sono sicura!- lo rassicurò Sakura- Ma,
per adesso, devi stare tranquillo. Insieme a lei c’è Syaoran e lui la
proteggerà con tutte le sue forze!”
Syaoran-kun annuì, accennando un sorriso.
Sakura sentì la forza di Syaoran avvicinarsi sempre più. Era
vero, si era calmata. Eppure, c’era qualcosa in lei che continuava ad agitarla,
una specie di brutto presentimento, come se qualcosa di grave stesse per
accadere. E se fosse capitato qualcosa a Syaoran?
No, impossibile! Lui era troppo forte, non poteva essergli
successo niente di grave. Anche perché Sakura sentiva la sua aura intatta.
Ma…proprio in quel momento la forza di Syaoran diminuì tutto
d’un tratto e Sakura si bloccò.
“Che succede?” chiese Syaoran-kun.
Syaoran si era indebolito. Probabilmente Savine e Shinto lo
stavano attaccando. E lui doveva affrontarli da solo. Sakura, terribilmente in
ansia, cercò di mantenere la calma. Doveva trovare un modo per trovarli ora che
il segnale di Syaoran si era indebolito.
Syaoran-kun, preoccupato, la prese per un braccio e si mise
davanti a lei: “Cos’è successo?”
Sakura notò l’ombra di Syaoran-kun muoversi sul pavimento nello stesso momento
in cui lui si era spostato e capì cosa doveva fare.
“Tieniti pronto e seguimi!”
“Ma cosa…”
Sakura strinse il suo scettro tra le mani e prese una carta.
“Trova l’ombra di Syaoran! Shadow! Ombra!”
E siamo arrivati al terzo capitolo di questa parte. Il prossimo
sarà l’ultimo capitolo crossover, “Together we can!”
La carta dell’Ombra apparve e subito si diresse verso
l’ombra da trovare. Sakura e Syaoran-kun le corsero dietro e, dopo aver
svoltato un paio di volte, la carta dell’Ombra si fermò in uno spazio un po’ più
ampio rispetto alle altre zone del labirinto.
Savine si stava divertendo ad attaccare
Syaoran e Sakura-chan con la carta del Tuono: i due non potevano fare altro che
correre da una parte all’altra per evitare quegli attacchi. Ad ogni attacco
Syaoranproteggeva la principessa con
tutto se stesso.
“Syaoran!”
Udendo la voce di Sakura, Syaoran si
distrasse un istante per guardare colei che lo aveva chiamato.
“Sakura…”
Ma in quel preciso momento Savine sferrò
l’ennesimo attacco con la sua carta del Tuono. Sakura, istintivamente, chiamò
una sua carta per proteggere Syaoran e la principessa.
“Shield! Scudo!”
Lo scudo comparve sopra le loro teste,
creando una barriera protettiva e frantumando il tuono.
“Cos’è?” chiese Syaoran-kun, sorpreso.
“Una barriera che protegge qualcosa di
importante…per me!”
Detto questo, sia lei che Syaoran-kun
raggiunsero gli altri due, entrando nella zona protetta dello scudo.
“Principessa, stai bene?” domandò
Syaoran-kun.
“Sì, sto bene. Mi ha protetta lui!”
Sakura-chan gli sorrise e indicò Syaoran con
un cenno del capo.
“Grazie!” esclamò Syaoran-kun.
Syaoran, un po’ affaticato, sorrise: “Credo
mi sia venuto naturale. In fondo, come hai detto tu, sono la stessa persona,
vero?”
Sakura arrossì lievemente, mentre Syaoran-kun
annuiva in risposta alla domanda. Ma subito scosse il capo. Doveva smetterla di
arrossire per ogni cosa che diceva Syaoran su di lei.
“Ad ogni modo, Syaoran, stai…stai bene,
vero?” chiese Sakura, cercando di darsi un atteggiamento distaccato.
Ciò colpì molto Syaoran, che fissò Sakura per
un istante prima di rispondere: “Sì!”
“Bene! Allora usciamo al più presto da qui!
Questo labirinto non mi piace per niente!”
“Sakura!- la chiamò Savine- Credi che ti
lascerò uscire dal mio labirinto così facilmente?”
“Che cosa hai intenzione di fare?”
“Ti informo che Shinto ha appena applicato
alcuni dei suoi più potenti incantesimi sulle pareti del labirinto. Incantesimi
che si attiveranno al vostro passaggio! Perciò fate molta attenzione a dove
mettete i piedi! – esclamò lei, facendo l’occhiolino- Buona fortuna, ragazzi!”
Savine e Shinto scomparvero e Sakura richiamò
la carta dello scudo, alzandosi in piedi. Cominciò a riflettere su come uscire
indenni da quel labirinto, fissando il punto da cui erano arrivati lei e
Syaoran-kun. Non poteva alzarsi in volo perché le pareti l’avrebbero seguita e
si sarebbero innalzate ancora di più. Ma, allora, cosa poteva fare per salvare
la vita a tutti?
A quel punto, Syaoran la affiancò: “Stare qui
a pensare non aiuta molto!”
“Beh, se tu hai un’idea, rendimene
partecipe!” sbottò Sakura, infastidita.
Syaoran, che sembrava il ritratto della
calma, sospirò:“Non ho nessuna idea!”
“Allora perché non stai zitto?” esclamò lei,
voltandosi verso di lui.
A quella sua ultima esclamazione, Syaoran
sorrise, sorprendendola.
“Stiamo litigando ancora, Sakura, e questo
non mi piace!”
Sakura arrossì lievemente e chinò il capo: ”Ma…tu…hai detto quelle cose…”
”Hai ragione, scusami. Ero solo un po’ turbato per come ti sei mostrata fredda nei
miei confronti poco fa!”
A quelle parole Sakura si sentì un po’ in colpa: d’altronde avrebbe dovuto
intuire che lui avrebbe notato quel suo particolare atteggiamento.
“Ma non importa. Nonostante tutto, io credo
che tu fossi molto preoccupata per me, come ogni volta che mi accade qualcosa di
brutto!”
Sakura non rispose e rimase con il capo
chino: aveva paura di incrociare lo sguardo di Syaoran, che sicuramente ora la
stava guardando con molta dolcezza. Poi, all’improvviso, sentì la mano di
Syaoran stringere delicatamente la sua.
“Andiamo, Sakura! Insieme riusciremo a uscire
da qui!”
Finalmente Sakura alzò il capo e guardò
Syaoran, che sorrideva fiducioso.
“E poi, ricorda che siamo due Sakura e due
Syaoran. Dobbiamo farcela assolutamente!”
Sakura rise e strinse la mano di Syaoran:
“D’accordo, andiamo!”
Durante il loro cammino i quattro ragazzi si
imbatterono in diversi incantesimi creati da Shinto: barriere di fuoco che
bloccavano il passaggio, improvvise raffiche di vento e scariche di fulmini. Ma
niente che la magia di Syaoran non potesse contrastare. E infatti lo strano
gruppetto riuscì a uscire indenne da quelle trappole.
A un certo punto, i quattro arrivarono in un
vicolo apparentemente innocuo.
“Ormai non dovrebbe mancare molto
all’uscita!” commentò Syaoran.
“Sì, sento che è vicina!”
Syaoran si voltò verso gli altri tre:
“Però…manteniamo la prudenza. Non siamo ancora fuori dal labirinto!”
Gli altri tre annuirono con decisione.
Ripresero così il cammino tenendo bene aperti gli occhi e la concentrazione al
massimo. A metà del vicolo, Syaoran rimase indietro rispetto agli altri e si
avvicinò a una parete, attirato da una strana sensazione.
“Che succede, Syaoran?” chiese Sakura,
accorgendosi che il ragazzo non era accanto a lei.
Syaoran appoggiò una mano sulla parete: “C’è
qualcosa che non mi convince!”
“Cosa?”
“Un incantesimo diverso da quelli che abbiamo
incontrato fino adesso!”
“Che tipo di incan…”
Ma in quel preciso istante la terra tremò
violentemente. Sakura cadde a terra e, quando la scossa terminò, si guardò
intorno preoccupata: le pareti erano rimaste in piedi, ma dove un attimo prima
c’era Syaoran ora si apriva una voragine nera come le tenebre. E Syaoran era
scomparso.
“Syaoran!!!”
Sconvolta e inorridita, Sakura si avvicinò di
corsa a quella voragine e venne raggiunta anche da Syaoran-kun e Sakura-chan.
Guardarono tutti e tre verso il basso e videro Syaoran aggrappato a una piccola
sporgenza poco più in basso.
“Syaoran…” moromorò Sakura, incredula, ma
estremamente felice di vederlo vivo.
“Dammi la mano!” gli disse Syaoran-kun, che
tese poi un braccio verso di lui.
Syaoran, facendo forza su quell’unico
appoggio, si sollevò e allungò una mano per afferare quella dell’amico. Ma una
seconda, breve, intensa scossa di terremoto fece perdere l’equilibrio a
Syaoran, che cadde nel vuoto, inghiottito dalle tenebre.
Immediatamente e istintivamente Sakura chiamò
una delle sue carte: “Wood” Legno!”
La carta del Legno sparì anch’essa
nell’oscurità della voragine, nel disperato tentativo di recuperare Syaoran.
Sakura, tremante di paura, chinò il capo e appoggiò
le mani al pavimento. Lacrime amare cominciarono a scendere dagli angoli degli
occhi, scivolando lungo le guance divenute improvvisamente pallide e andando a
morire per terra. Strinse gli occhi più che poteva, sperando che quello fosse
solo un incubo, un terribile incubo e che di lì a poco si sarebbe svegliata,
sarebbe andata a scuola, dove sarebbe stata accolta dal meraviglioso sorriso di
Syaoran.
Non poteva perderlo così…non poteva perderlo…
“Sakura!”
Quella voce…a chi apparteneva?
A Syaoran-kun?
Il cuore le batteva ancora all’impazzata e
Sakura, facendosi coraggio, alzò la testa e guardò Syaoran-kun e Sakura-chan.
Le lacrime si fermarono non appena i due le sorrisero. Perciò, tremando, Sakura
guardò alla sua destra e si sentì come rinascere: la carta del Legno le aveva
riportato sano e salvo Syaoran.
“Syaoran!”
Sakura non riuscì a controllare le emozioni
che si impossessarono di lei in quel momento e si gettò tra le sue braccia, con
un tale trasporto che finirono entrambi a terra, lui sotto di lei. La paura
provata, la terribile paura di averlo perso per sempre le fece desiderare di
rimanere in quella posizione per l’eternità, solo per abbracciarlo, toccarlo,
sentire che era vivo ed era lì con lei.
Syaoran non potè che essere felice di quella
dimostrazione d’affetto da parte di Sakura, perciò la abbracciò anche lui,
stringendola a sé: aveva davvero avuto paura di non rivederla mai più.
Con un po’ più di lucidità, Sakura mise a
fuoco la situazione e si accorse delle braccia di Syaoran attorno alla sua
vita, delle proprie mani e del suo viso appoggiati al torace del ragazzo, del
cuore di entrambi che, invece di calmarsi, aumentava sempre di più il ritmo…e
si accorse di come tutto questo , così familiare, le mancasse da morire.
A quel pensiero, Sakura rabbrividì, ma rimase
ancora tra le sue braccia. Sollevò il viso per guardarlo: era così vicina ai
suoi occhi, alle sue labbra…che arrossì lievemente.
“Scu-scusami!” disse lei, con un sussurro.
Anche Syaoran sembrava essere arrossito, ma
le sorrise: “Non fa niente!”
“Ti ho fatto male?”
“No, anzi…mi sento meglio!”
“Allora, stai bene?”
“Sì, tranquilla!”
Sakura annuì e, non senza un po’ di
dispiacere da parte di entrambi, si mise a sedere e lo stesso fece Syaoran.
“Ho avuto tanta paura, Syaoran!”
“Lo so. L’ho provata anch’io!- ammise lui,
prendendole le mani- Ma adesso sono qui fortunatamente, grazie a te. Perciò
ora, rilassati e pensiamo a come uscire da questo labirinto infernale!”
”Hai ragione, Syaoran!”
Fu così che i due si alzarono in piedi e lo
stesso fecero Syaoran-kun e Sakura-chan.
“Come proseguiamo?- chiese Syaoran-kun- Non
possiamo rischiare di trovare qualche altro incantesimo di questo genere!”
“O ancora peggio!” aggiunse Sakura,
preoccupata.
Syaoran riflettè per qualche minuto, fissando
la voragine che lo stava per inghiottire. E un’idea gli balenò nella testa.
“Ci sono!”
“Cosa?”
“Sakura, pensa a quando hai catturato il
labirinto. Ti ricordi, eravamo bloccati tu, io e Daidoji. E dopo è arrivata la
professoressa Mizuki.”
“Sì, mi ricordo. La professoressa ci ha fatto
uscire…rompendo il labirinto!”
“Esatto!”
Sakura si sentì improvvisamente calma, piena
di speranza come sempre e percepì un calore intenso sprigionarsi nel suo cuore.
Così guardò Syaoran e gli sorrise.
“Grazie!”
Dopodichè prese una delle sue carte: “Terra,
distruggi questo labirinto! Earth! Terra!”
La carta della Terra riuscì ad abbattere le pareti e a creare un passaggio
verso l’uscita.
“Muoviamoci!” esclamò Syaoran, afferrando la
mano di Sakura e iniziando a correre.
Correndo e seguendo la carta della Terra, il
gruppo riuscì finalmente a uscire dal labirinto, che scomparve dietro di loro.
“Sakura!” esclamò Mokona, saltando tra le
braccia della principessa.
“Moko-chan!”
“Mokona era molto preoccupata!”
“Tranquilla! Stiamo tutti bene!”
“Sono contenta!”
Sakura guardò i compagni di viaggio della
principessa: erano tutti molto felici di rivederla sana e salva. Perfino
Kurogane-san, che non sorrideva mai, ma era sicuramente sollevato vedendo che
la principessa e il suo Syaoran stavano bene.
“Sakura!”
La ragazza si voltò e vide Kero-chan e Yue
nelle loro sembianze originali.
“Kero-chan, Yue!-esclamò sorridendo- Come mai
siete qui?”
“Beh…a un certo punto abbiamo sentito la tua
forza che spariva…” iniziò Kero-chan.
“E siamo venuti a cercarti!” concluse Yue,
con le braccia incrociate.
“Grazie, amici!” esclamò Sakura, abbracciando
la testa del grande felino alato.
“Sono riuscita a farlo solo perché con me
c’era Syaoran. È stato lui a ricordarmi come distruggere un labirinto!”
Sakura sorrise a Syaoran, il quale ricambiò
con un lieve rossore sulle guance. Dopodichè, il calore che si stava propagando
nel suo cuore divenne sempre più forte. Sakura strinse una mano sul petto,
chiuse gli occhi e perse i sensi.
“Sakura!” esclamò Syaoran, riuscendo a
prenderla tra le braccia in tempo per accompagnarla delicatamente a terra.
Qualcosa cominciò a formarsi all’altezza del
cuore della ragazza, quasi stesse uscendo dal suo corpo: era una piuma!
Subito gli occhi di Mokona si aprirono: “La
piuma di Sakura!”
Sakura-chan e Syaoran-kun, sorpresi, si
inginocchiarono immediatamente di fronte a Sakura.
“La mia piuma…” disse la principessa.
In quel momento Sakura riaprì gli occhi e subito
si sentì frastornata.
“Stai bene?” le chiese Syaoran, che la teneva
fra le sue braccia.
Sakura annuì e, lentamente, si mise seduta,
aiutata dal ragazzo. Quando si accorse della piuma davanti a sé, sbattè le
palpebre, incredula.
“Questa è…la tua piuma?” chiese, guardando
Sakura-chan.
La principessa annuì.
“E’ un frammento della tua memoria. Perché
era dentro di me?”
“Così come Sakura-chan viene attirata dalle
sue piume, anche queste, se non vengono controllate, vanno verso di lei.-
iniziò a spiegare Fay-san, avvicinandosi- Questa piuma, giunta nel vostro
mondo, ha percepito subito la forza di Sakura e l’ha scambiata per quella della
principessa. Tutto sommato, anche se vivete in mondi diversi, voi avete la
stessa anima. Per questo si è rifugiata in te. Credeva che tu fossi la sua
legittima propietaria!”
“E come mai è apparsa solo adesso?”
“Beh…hai dovuto usare la tua magia per
salvare Sakura-chan. E forse proprio la tua magia ha permesso alla piuma di
percepire la presenza di Sakura-chan ed è comparsa per tornare da lei.”
Sakura guardò la piuma: era molto bella,
bianca, con uno strano ornamento colorato sul dorso.
“Allora, è giusto che te la renda, Sakura!”
disse lei.
Così avvicinò la piuma alla principessa e
questa svanì all’altezza del suo cuore, facendo perdere i sensi alla ragazza.
Syaoran, accanto a lei, la sostenne.
“Grazie infinite!” disse lui, guardando
Sakura.
“Oh, non ho fatto nulla. Avrei solo voluto
accorgermene prima!”
“L’importante è aver recuperato un’altra
piuma della principessa.”
Sakura gli sorrise: si sentì molto felice.
Aveva aiutato due persone, che in poco tempo, erano diventate molto speciali
per lei e sicuramente anche per Syaoran.
*****
La mattina seguente la principessa Sakura e i
suoi compagni di viaggio partirono. Sakura, Syaoran e Tomoyo decisero che li
avrebbero accompagnati alparco del re
pinguino, lì dove erano arrivati. Tomoyo passò a prendere Syaoran e i suoi
ospiti con la limousine, dopodichè passarono da casa Kinomoto. Fortunatamente
Sakura era già pronta e uscì subito.
“Wow, Sakura, è strano che tu non sia in
ritardo questa mattina!” esclamò Tomoyo con un sorriso, mentre l’amica apriva
la portiera della limousine.
Sakura arrossì e rise imbarazzata: “Beh, non
volevo fare brutta figura! Comunque…buongiorno a tutti!”
“Buongiorno!” le risposero gli altri.
“Sakura!”
La ragazza si voltò, riconoscendo la voce del
padre: “Sì, papà?”
“Ricorda che oggi Touya e Yukito tornano
tardi dal lavoro; quindi siamo solo noi due a cena!”
“Va bene! Buona giornata!”
“Grazie, anche a te, piccola!” disse Fujitaka
e fece per andarsene.
Ma subito Syaoran-kun uscì fuori dalla
macchina e lo rincorse.
“Aspetti!”
Sakura sbattè le palpebre, sorpresa. Cosa
stava facendo Syaoran-kun?
Fujitaka si voltò e guardò il ragazzo che
l’aveva chiamato.
“Ah, Li! Come stai?”
Syaoran-kun lo fissava in modo strano, come
se avesse visto un fantasma. Nel frattempo tutti, dentro la limousine,
cercarono in qualche modo di guardare in direzione di Syaoran-kun e Fujitaka.
“Be-bene!”
Fujitaka sorrise: “Mi fa piacere!”
Poi, accorgendosi degli strani abiti che
indossava il ragazzo, gli chiese: “Come mai non porti l’uniforme scolastica?”
Syaoran-kun, imbarazzato, abbassò lo sguardo
per guardare ciò che indossava. A quanto pareva non erano indumenti adatti a
quel mondo.
“Ah…ecco…io…”
“Stiamo facendo le prove per una recita, papà!
Tra poco ci sarà la festa della cultura!” intervenne Sakura, giungendo al
fianco del ragazzo.
Effettivamente novembre era alle porte e con
esso la festa della cultura, un evento molto importante in tutto il Giappone.
“Capisco. Avevi bisogno di qualcosa, Li?”
Syaoran-kun lo guardò ancora per qualche
istante; dopodichè sorrise e scosse il capo.
“No, niente, signore!”
“Allora, buona giornata, ragazzi!”
“Ciao!” salutò Sakura, mentre il padre andava
via.
Quando Fujitaka sparì dalla loro vista,
Sakura si voltò verso Syaoran-kun, il cui sguardo era fisso ancora sul punto
dove fino a poco fa c’era suo padre.
“Hai già incontrato mio padre in qualche
altro mondo?”
Syaoran-kun le sorrise e annuì: “Nel regno di
Clow, Fujitaka era mio padre.”
“Era?”
“Sì, ormai è già da qualche anno che è
morto!”
Sakura si portò una mano sulle labbra: sapere
che in un altro regno suo padre non c’era più le fece provare una tristezza
infinita e un dolore intenso al cuore.
“Era un archeologo.- continuò Syaoran-kun- È
stato lui che mi ha trovato durante uno dei suoi viaggi e mi ha preso con sé.
Tutto quello che so, lo devo a mio padre!”
“Mi dispiace tanto, Syaoran-kun!”
“Sì, ma…sono stato contento di rivederlo,
anche se qui è tuo padre.”
Sakura sorrise e appoggiò una mano sul suo
braccio: “Allora…possiamo andare?”
“Sì, andiamo!”
Una volta saliti in macchina, la limousine
partì.
“Tutto bene, Syaoran-kun?” domandò la
principessa, con uno sguardo preoccupato.
Syaoran-kun le sorrise: “Sì, non
preoccuparti, principessa. Sto bene!”
Dopo pochi minuti la limousine si fermò e
tutti scesero davanti al parco del re pinguino. Tomoyo disse all’autista, che
era una delle sue guardie del corpo, di tornare pure a casa. Sarebbero andati a
scuola a piedi.
Fu così che lo strano gruppetto entrò nel
parco.
“E’ ora di andare! Dobbiamo salutarci!”
esclamò Fay, che teneva fra le braccia Mokona.
“Allora, Kurogane-san…- iniziò a dire Tomoyo,
con un sorriso-… quando rivedrai la principessa Tomoyo, salutala da parte
mia!!”
Kurogane guardò di sottecchi la giovane
ragazza dai capelli corvini e emise uno strano grugnito. Fay, a quel punto, gli
diede una pacca sulle spalle, rivolgendosi poi a Tomoyo.
“Sai, cara Tomoyo-chan, questo è il modo di
Kuro-pon di dire sì!” disse, ridacchiando divertito.
Anche Tomoyo rise, mentre Kurogane inveì
contro il mago: “Ti ho detto mille volte di non chiamarmi così!”
Nel frattempo, Sakura-chan e Syaoran-kun
ringraziarono Sakura e Syaoran.
“Grazie di tutto!” disse la principessa,
accennando un inchino.
“Il vostro aiuto è stato determinante!”
esclamò Syaoran-kun.
La principessa guardò il ragazzo, sorridendo:
“Qualche volta, anche Syaoran-kun ha bisogno di una mano. Non può fare sempre
tutto da solo!”
“Già…”
Sakura si avvicinò alla principessa e le prese le mani: “Questo è stato
l’incontro più stupefacente che mi sia capitato.”
“Vale lo stesso per noi!”
Detto questo le due ragazze si abbracciarono.
“Spero che riuscirai a ritrovare tutta la tua
memoria, anche su Syaoran-kun!” mormorò Sakura alla principessa.
“E io spero che tu possa capire i tuoi veri
sentimenti per Syaoran!”
“Grazie!”
Così le due ragazze si allontanarono,
sorridendosi a vicenda.
“Ehi, Sakura, vieni qui, che vi faccio
qualche ripresa!” esclamò Tomoyo, con la videocamera in mano.
Sakura annuì e portò con sé anche la
principessa. I due Syaoran videro le ragazze allontanarsi, perciò Syaoran-kun
strinse la mano al ragazzo di fronte a lui.
“Non ti ringrazierò mai abbastanza per quello
che hai fatto per lei!”
“Beh…è quello che avresti fatto anche tu per
Sakura, non è così?”
Syaoran-kun gli sorrise e annuì.
“Mi auguro davvero che torni tutto come prima
tra voi due!”
“Grazie!- disse Syaoran- Sono sicuro che
anche per te andrà tutto bene. Lei si ricorderà di te!”
Syaoran-kun si limitò a continuare a
sorridergli: aveva ancora quella malinconia, quella tristezza che avevano
colpito molto Syaoran quando si erano conosciuti.
All’improvviso, Mokona saltò in aria e un
paio di ali comparve sulla sua schiena.
“Ora di andare!”
Così dicendo, un vortice avvolse i quattro
viaggiatori, sottraendoli lentamente alla vista di Sakura, Syaoran e Tomoyo.
“Vi auguro ogni bene!” esclamò Sakura,
salutandoli con la mano.
Anche la principessa la salutò: “Grazie di
tutto! Addio!”
“Addio!”
Il gruppo venne inghiottito da Mokona, che
scomparve poi in un tunnel. Quando anche il tunnel svanì, Sakura, Syaoran e
Tomoyo rimasero qualche minuto in silenzio, a rilfettere su quel particolare
incontro.
“Beh…- disse a un certo punto Tomoyo-…sarà
meglio andare a scuola. I vostri rispettivi partners sono guariti e vi staranno
aspettando!”
Sakura e Syaoran annuirono distrattamente e
Tomoyo sorrise, divertita.
“Allora, io comincio ad andare!”
Syaoran si voltò a guardare Sakura: dopo le parole di Syaoran-kun e ciò che era
accaduto nel labirinto, era ancora più determinato a scoprire il vero motivo
per cui Sakura l’aveva lasciato anni fa. E chissà se poi avesse potuto anche
farla tornare da lui.
Sakura si accorse dello sguardo di Syaoran su
di sé e, arrossendo appena, lo guardò.
“Cosa c’è?”
Syaoran scosse il capo: “Niente, stavo solo
pensando a una cosa!”
“Cosa?”
“Un giorno te lo dirò!” le disse Syaoran.
Detto questo, si gettò la cartella alle
spalle, infilò l’altra mano in tasca e si incamminò verso la scuola.
Sakura, perplessa, lo rincorse: “Ehi,
aspetta! Cosa significa?”
“Significa che un giorno te lo dirò. Te lo
prometto. Ma fino ad allora aspetta!”
“Ma…Syaoran…”
Sakura non riuscì a capire ciò che voleva
dire Syaoran. Ma era felice di poter avere ancora un rapporto così sereno con
lui. Soprattutto era felice di ricordarsi ogni singolo momento trascorso
insieme a lui. L’incontro con la principessa Sakura e ciò che era accaduto nel
labirinto di Savine le avevano fatto capire quanto fosse fortunata ad avere
ancora con sé Syaoran. E d’ora in poi avrebbe riflettuto seriamente su ciò che
provava per Syaoran.
Ok,
scusate il ritardo. Finisce così il crossover con Tsubasa Chronicle. Spero vi
sia piaciuto, anche se è stato un bel po’ incasinato. Comunque, il prossimo
capitolo si intitola “Preparations for Culture’s day”, ovvero i preparativi per
la festa della cultura. Cosa dovranno preparare Sakura, Syaoran e compagnia
bella? Vi anticipo solo che sarà una recita!
Ringraziamenti…
Non so come chiamarmi: ti ringrazio per la recensione, molto gentile!! ^_^ Come
vedi ho risparmiato a Touya l’incontro con un altro moccioso, come lo chiama
lui. -_-‘ In compenso allo Syaoran di Tsubasa ho fatto incontrare il padre. Ci
tenevo molto a questa scena e spero che sia uscita bene. Arashi qui è un
maschio, ma in realtà è il nome di un personaggio femminile delle clamp che si
trova nel manga x1999.
Amayuccia:
ti ringrazio molto per la recensione. E sono felice che tu ti sia informata su
Tsubasa. Se ti piace il pairing Sakura/Syaoran dovresti leggerlo. Sono molto
pucciosi anche lì, nonostante sia un manga più drammatico rispetto a CCS.
Capitolo 25 *** Preparations for Culture's Day ***
Beyond
good & evil
Capitolo
24: “Preparations for Culture’s day ”
Si
avvicinava la festa della cultura e, come ogni anno, la classe del
secondo anno aveva il compito di organizzare una recita. Così
Sakura e i suoi compagni dedicarono quella mattina ai primi
preparativi della recita. Naoko si era occupata della sceneggiatura,
considerata la sua passione per la scrittura e la sua immensa
fantasia. Aveva inoltre preparato una copia della sceneggiatura per
tutti i suoi compagni di classe e, dopo averle distribuite, spiegò
brevemente di cosa si trattava.
“Dunque,
per questa recita, ho ideato una storia nuova, scritta interamente
da me, ma con spunti facilmente riconoscibili e appartenenti ai
classici delle fiabe !”
“Di
cosa si tratta esattamente?” chiese Rika.
“E’
una storia ambientata nel periodo Edo (ndA:
1603-1867),
in una ipotetica regione, il cui sovrano è sposato a
una strega buona, che ha rinunciato ai suoi poteri per amore. La loro
vita si riempie di gioia quando la regina mette al mondo una bambina,
avverando il più grande desiderio di entrambi. Passano gli
anni e un giorno funesto, al castello arriva una viandante insieme
alla figlia, la quale chiede ospitalità al re. I sovrani la
accolgono con benevolenza. Ma essi non sanno che sotto le semplici
vesti della viandante si nasconde in realtà una strega
malvagia. Durante la notte, la strega effettua un potente
incantesimo: tutti gli abitanti del regno perdono la memoria. La
strega diviene regina, nonché moglie del re, e sua figlia è
la nuova principessa. La vera regina, invece, diventa una serva nella
sua stessa dimora e la piccola principessa viene nascosta in un
okiya, per diventare una geisha.”
“Wow,
una geisha!!!” esclamò Arashi.
“E
come continua la storia?” domandò Chiharu.
“Anni
dopo, la strega organizza il fidanzamento di sua figlia con il
principe del regno vicino. Questi giunge nel regno per conoscere la
sua promessa sposa, insieme a un suo amico d’infanzia. Ma
quella sera alla festa viene presentata anche la vera principessa,
diventata, nel frattempo, una geisha di una bellezza incredibile.
Così il principe viene conquistato dal fascino di questa
geisha. Lo stesso accade al suo compagno, che ovviamente sente di
poterla avere tutta per sé. La strega non può fare a
meno di notare quanto i suoi due ospiti siano affascinati dalla vera
principessa. Per questo motivo convoca l’amico del principe e
gli promette che la geisha sarà sua, se lui la aiuterà
nel suo piano. Accecato dalla lussuria, il giovane accetta.”
“La
storia diventa interessante!” commentò Jasmine, con un
sorriso malizioso.
“Sì,
grazie, Jasmine. Nel frattempo c’è una scena molto
intensa tra la geisha e il principe, dove lui le confessa il suo
amore disperato. La geisha sa che è sbagliato, ma nonostante
ciò, non può fare a meno di essere conquistata
dall’animo gentile e poetico del principe. Il giorno dopo la
geisha riceve un biglietto da parte del principe che le chiede di
poterla vedere. Lei accetta e si presenta all’appuntamento; ma
il biglietto non è stato mandato dal principe, bensì
dal suo amico. È la prima parte del piano della strega. Dopo
una breve discussione, il ragazzo la rapisce e la nasconde nelle
segrete del castello. Il principe, intanto parla con la strega e il
re, dicendo di non avere alcuna intenzione di sposare la principessa,
in quanto innamorato della geisha. La strega gli comunica che la
geisha di cui lui parla è scappata con il suo amico
d’infanzia. Il principe non riesce a crederci, sicuro che la
sua amata non potesse mai fare una cosa del genere. Poi la vera
regina, ancora sotto l’incantesimo della strega, gli comunica
di aver visto dove hanno portato la geisha. Il principe perciò
corre nelle segrete del castello e, qui vede il suo amico e la
geisha, stesa a terra priva di sensi. I due giovani uomini iniziano a
duellare e il principe riesce a sconfiggerlo. Ma viene raggiunto
dalla strega che lancia contro di lui i suoi incantesimi più
potenti. In aiuto del principe giunge la vera regina, che grazie ai
suoi poteri risvegliati, ritrova la memoria e sconfigge la strega.
Mentre svanisce, la strega li avverte di aver fatto un potente
incantesimo alla principessa, per cui non si risveglierà più.”
“Ma
è terribile!” esclamò Sakura.
“E
come si conclude la storia?” domandò Tomoyo.
“Beh,
ora che ha nuovamente i suoi poteri la regina modifica l’incantesimo
sulla figlia. Potrà risvegliarsi con il suo primo bacio
d’amore. Così il principe bacia la principessa, che si
risveglia. Lei come tutti gli abitanti del regno ritrova la memoria e
tutti vivono felici e contenti per il resto della loro vita!”
Quando
Naoko terminò il suo racconto, tutti i suoi compagni furono
entusiasti di questa trama.
“E’
stupenda! Una sorta di bella addormentata ambientata in Giappone!”
commentò Chiharu.
“Sì,
qualcosa del genere!”
“E
come si intitola questa recita?” chiese Jasmine.
“Sotto
i ciliegi in fiore!”
Jasmine
aggrottò le sopracciglia: “Per quale motivo?”
“Perché
la scena madre tra la geisha e il principe è ambientata in un
giardino di ciliegi e perché vorrei che la protagonista fosse
Sakura!”
“Cosa?!”
esclamò Sakura, arrossendo.
Naoko
le sorrise: “Mentre scrivevo questa storia, sentivo che nessuno
avrebbe potuto interpretare la parte principale meglio di te.”
Sakura
non seppe cosa dire e rimase per qualche istante in silenzio,
pensierosa.
“Naoko,
ti ringrazio…ma non so se ne sarò capace!”
“Oh,
sì che ne sarai capace! È costruito su di te questo
personaggio!”
“Dai,
Sakura, sarai perfetta e io ti cucirò dei kimono bellissimi!!”
esclamò Tomoyo, eccitati.
Anche
altre sue compagne cominciarono a incitarla e alla fine Sakura
accettò, rassegnata.
“Uff!
–sbuffò Jasmine, andando a sedersi sul banco di Syaoran-
Volevo fare io la protagonista e tu avresti dovuto fare il principe!”
Syaoran
sorrise, imbarazzato: “Non sono bravo a recitare. E poi vedrai
che ti assegneranno qualche altro ruolo!”
“Potremmo
fare il re e la regina, noi due!”
“Credo
che sceglieranno gli altri ruoli a caso!”
Jasmine
sbuffò nuovamente e incrociò le braccia sul petto: “Oh,
Syaoran, perchè devi sempre infrangere i miei voli di
fantasia? Lasciami sperare...”
“Oh...perdonami...”
“Beh…-
disse Arashi, intromettendosi nella loro conversazione-… io
spero solo di poter fare il principe. Così impedirò a
chiunque altro di baciare la mia Sakura!”
Detto
questo, rivolse uno sguardo vittorioso verso Syaoran, che ne rimase
piuttosto infastidito e desiderò per una frazione di secondo
di poter essere lui il principe.
“Bene,
ora che abbiamo deciso la protagonista, dobbiamo scegliere gli altri
personaggi!” annunciò Naoko.
Così
prepararono il cartellone e ognuno scrisse il proprio nome in fondo a
ogni linea.
Quando
Naoko scoprì il cartello, si sentì un sonoro “Non
è giusto!” provenire da Jasmine, che avrebbe dovuto
interpretare la strega.
Syaoran
sarebbe stato il principe. Qualcuno in classe ridacchiò e
Tomoyo non potè trattenere un risolino. Sakura, da parte sua,
si sentì improvvisamente mancare: Syaoran doveva interpretare
il suo principe. E per questo cercò di non arrossire lì
davanti a tutti, davanti a Jasmine e ad Arashi.
Syaoran,
al contrario, rimase impassibile, anche se una piccola parte di sé,
da qualche parte dentro di lui, stava esultando come mai prima
d'allora. Gli dei gli stavano riservando giorni di inferno e
paradiso... ma a questo avrebbe pensato in un secondo momento.
“Non
voglio che Syaoran sia il principe!” esclamò,
contrariato, Arashi, a cui era stato assegnato il ruolo dell’amico
della principessa.
“Ormai
i ruoli sono stati assegnati e non si possono cambiare!”
“Ma…”
“Niente
ma!- affermò Naoko, decisa.- Vorrei aggiungere che ogni
personaggio avrà il nome di colui o colei che lo interpreta.
Il principe si chiamerà Syaoran e la principessa si chiamerà
Sakura, anche se una volta diventata geisha cambierà il nome
in Yumiko!”
“Che
bel nome, Yumiko…” commentò Sakura, sorridendo
fra sé.
“Comunque!-
esclamò Arashi, sbattendo le mani sul banco di Syaoran e
guardandolo in maniera torva- Non osare neanche solo sfiorare le
labbra della mia ragazza durante la recita, altrimenti te la vedrai
con me!”
Syaoran,
seccato, si alzò in piedi, fissando Arashi: “Non mi
piacciono le minacce!”
Sakura
s’intromise tra i due, cercando di calmare gli animi.
“Arashi,
tranquillo, è solo una recita!”
“Non
m’importa! Li, non devi in nessun caso baciare la mia ragazza!”
“Come
mai ti scaldi tanto?- chiese Syaoran- Non ti fidi dei suoi sentimenti
per te?”
“No,
non mi fido di te!”
Syaoran
sorrise: sembrava che quella discussione lo stesse divertendo.
“Allora,
d’accordo! Sakura, ti bacerò sulla guancia!”
E
così dicendo, Syaoran uscì dall’aula.
Solo
durante quella discussione Sakura si era ricordata del bacio fra il
principe e la principessa. Le era passato completamente di mente. Ma
ora, grazie all’intervento del suo ragazzo, quel bacio d’amore
sarebbe diventato un banale bacio sulla guancia, che mascherato
appropriatamente, avrebbe dato l’impressione di un vero.
Già,
non c’era più da preoccuparsi.
*****
Qualche
giorno dopo, Tomoyo invitò Sakura e Syaoran per una prova
costumi.
“Sono
contenta che siate venuti!- esclamò Tomoyo, tutta eccitata-
Morivo dalla voglia di vedere come vi stavano i costumi!”
“Beh,
Tomoyo, ce lo hai chiesto con così tanta insistenza, che non
potevamo rifiutare, vero, Syaoran?”
“Già!”
“Sono
elettrizzata all’idea che indosserete i miei modelli ancora una
volta, forse ancor più della recita della scuola
elementare!”
“Perché?”
domandò Sakura, incuriosita.
“Perché
questa volta sarai tu la principessa, Sakura e questa principessa
sarà decisamente più femminile rispetto a quella
interpretata da Li!- rispose Tomoyo, avvicinandosi a Syaoran e
appoggiando le mani sulle sue spalle- E lo stesso dicasi per il
principe di Li. Con queste spalle e queste braccia sarà un
principe molto forte e virile!”
“Tomoyo!”
esclamò Sakura, mentre Syaoran arrossiva lievemente.
Tomoyo
rise divertita. Dopodiché prese per un braccio Sakura e se la
trascinò dietro.
“Cominciamo
da te! Syaoran, nel frattempo, puoi accomodarti!”
“Grazie!”
Tomoyo
condusse Sakura nel camerino e si chiusero dentro.
“Purtroppo,
Sakura, devo bendarti!”
“Per
quale motivo?” chiese Sakura, mentre Tomoyo prendeva una benda
bianca.
“Non
voglio che tu veda i tuoi vestiti prima del giorno della recita.
Saranno una sorpresa!” esclamò lei, bendandola.
“Due
vestiti?!” chiese Sakura, senza opporre resistenza.
“Certo,
uno per la scena dell’incontro con il principe e uno per la
scena finale!”
“Ho
capito! Ma devo spogliarmi?” “Non ce n’è
bisogno! Puoi provare il kimono sopra i vestiti!”
Così
Tomoyo aiutò Sakura a indossare il primo kimono, allacciandole
poi in vita l’obi.
“Senti,
Tomoyo, immagino che Syaoran non debba indossare dei kimono!”
“Esatto!”
“E…-
iniziò a dire Sakura con voce tremante-…come farai con
lui? Lo farai…spogliare…oppure…”
Tomoyo
ridacchiò: “Ti darebbe fastidio?”
“Cosa?!”
esclamò Sakura, imbarazzata.
“Vorresti
farlo tu al posto mio?” continuò imperterrita l’amica.
Sakura
avvampò, andando in confusione per qualche minuto:
“Ecco…io…ehm…no…non volevo
dire…questo…era solo per…lui…”
“Tranquilla,
Sakura. Non lo farò spogliare!”
“Ma,
sai, io sono tranquilla. Dico sul serio!!- esclamò Sakura,
cercando di convincere più se stessa che Tomoyo- Ho chiesto
solo per curiosità!”
“Sì,
sì…- disse Tomoyo, appuntando un ornamento tra i suoi
capelli-…oh, Sakura, stai davvero bene! Sono molto
felice!” “Ah, se lo dici tu!”
“Mancano
solo gli ultimi ritocchi, ma è perfetto! Adesso passiamo al
secondo!”
Tomoyo
la aiutò a togliersi il primo kimono e a indossare il secondo.
“Comunque,
Sakura, non sei…emozionata?”
“E’
solo una recita!”
“Intendevo…per
il ruolo che ti hanno assegnato. Sarai la principessa Sakura salvata
dal valoroso principe Syaoran!”
“Perché
dovrei essere emozionata per questo? È…”
“Sì,
lo so, lo so che è solo una recita. Ma…l’idea di
essere ancora una volta, seppur per finzione, la ragazza che lui
ama…non ti emoziona neanche un po’?”
Sakura
non rispose, ma si sentì arrossire sulle gote. Forse Tomoyo
aveva ragione. Da quando le avevano assegnato quel ruolo, Sakura si
era sentita, ripensandoci, piuttosto a disagio. La principessa Sakura
e il principe Syaoran potevano essere quello che Sakura e Syaoran
non avevano potuto essere: una coppia felice, che poteva amarsi senza
ostacoli, senza alcuna difficoltà.
Chissà
se anche Syaoran ci aveva pensato. Forse sì, considerando la
sua reazione in classe alla provocazione di Arashi.
“Ad
ogni modo, anche questo vestito è perfetto!”
“Quindi,
posso toglierlo?”
“Certamente!”
Perciò
Tomoyo la aiutò a togliersi il costume e poi uscirono,
raggiungendo Syaoran nella sala a fianco.
“Ora
tocca a te, Li!”
Syaoran
era in evidente stato di tensione e Sakura si avvicinò a lui,
appoggiando una mano sul suo braccio.
“In
bocca al lupo!” gli sussurrò lei.
Syaoran
sorrise, più tranquillo, e seguì Tomoyo nel camerino,
dove lei lo bendò.
“Ah…scusa,
cosa significa questo?” le chiese Syaoran, tornando a essere
più teso di una corda di violino.
Tomoyo
rise: “Non ti preoccupare, Li! È solo per non farti
vedere il tuo costume. Come ho già detto a Sakura, voglio che
sia una sorpresa per tutti e due!”
“Ah…ecco…”
“Suvvia,
rilassati, Li!- esclamò lei, dandogli una pacca sulla spalla-
Devi solo provarti un paio di cose!”
Tomoyo
gli fece indossare qualcosa che sembrava tanto un soprabito senza
maniche e poi gli allacciò in vita una fascia.
“Posso
farti una domanda, Li?”
“Sì…”
“Quello
che hai detto ad Arashi…lo rispetterai?”
Finalmente,
Syaoran si rilassò e sorrise: “Come mai dubiti del mio
intento?” “Vedi, anche se sei insieme a Jasmine, so
benissimo che nutri ancora un sentimento speciale per la nostra
Sakura.”
Syaoran
non rispose subito, perciò Tomoyo continuò: “L’ho
capito da come la guardi e come ti preoccupi per lei. Non è
cambiato niente da quando stavate insieme!”
Syaoran
chinò il capo, sospirando: “Hai ragione. Ho provato a
ignorare ciò che provo ancora per lei, ma standole accanto è
estremamente difficile. E poi, c’è una cosa che mi ha
detto Syaoran-kun che mi ha convinto ad abbandonare i miei
propositi!”
Tomoyo,
soddisfatta della prova costumi di Syaoran, gli tolse il soprabito.
“E
cosa ti ha detto?”
“Di
scoprire il motivo per cui Sakura mi ha lasciato!” In quel
momento Tomoyo gli tolse la benda e lo guardò sorpresa.
“Vuol
dire che credi che ci sia un altro motivo?”
“Esatto.
L’ho sempre pensato. I sentimenti di Sakura non si sarebbero
mai affievoliti perché quando lei ama, ama con tutta se
stessa…anche se prima di vivere la nostra storia intensamente
siamo stati separati per un anno!”
Tomoyo
gli sorrise: “Allora, buona fortuna!”
Detto
questo Tomoyo fece per aprire la porta, ma Syaoran la bloccò.
“Sono
sicuro che tu sappia qualcosa, sei sempre stata la sua migliore
amica. Non voglio metterti in difficoltà chiedendoti
informazioni, ma ti chiedo solo di non dire nulla a Sakura!”
“D’accordo,
conta pure su di me!”
Quando
uscirono dal camerino, i due raggiunsero Sakura in soggiorno. Tomoyo
offrì loro una tazza di tè e una fetta di torta.
Studiarono insieme matematica e, al tramonto, Syaoran e Sakura
tornarono a casa, facendo un tratto di strada insieme.
“Tomoyo
ha bendato anche te?” domandò Sakura.
“Sì.
Il costume deve essere una sorpresa!”rispose lui, ripetendo le
parole di Tomoyo.
“Però
ammetto che mi ha fatto venire un po' di curiosità!”
Syaoran
le sorrise: “Beh...dovrai aspettare il giorno della recita!”
“Non
vedo l'ora!!!”
“Anch'io!”
Poi
Sakura divenne improvvisamente più seria: “Ad ogni
modo...è molto strano...”
“Cosa?”
“E'
strano che sia nella recita sia nel duello contro Savine io debba
essere salvata dall'amore...”
“Beh,
sì, è strano. Ma questo potrebbe aiutarti a calarti
meglio nella parte della principessa e capire che solo l'amore vero è
in grado di superare ogni ostacolo, persino la morte!”
Sakura
sembrò riflettere a fondo sulle parole di Syaoran e scosse il
capo.
“Cos'è
che non ti convince?”
“In
questo momento il mio cuore è impegnato con Arashi. Non posso
credere che anche lui verrà coinvolto nella battaglia contro
Savine!”
“Potrebbe
essere così, ma potrebbe anche non esserlo!” Sakura
inarcò le sopracciglia, preoccupata: “Che cosa intendi
dire?” “L'amore vero è prima di tutto un
sentimento, non è solo una persona. Spetta a noi capire verso
chi proviamo questo tipo di sentimento. Quindi, anche se tu stai con
Arashi, potrebbe non essere lui quell'amore che ti aiuterà a
vincere contro Savine. Probabilmente è qualcosa che deve
ancora arrivare o è già nato nel tuo cuore, ma tu devi
ancora rendertene conto!”
Syaoran
le rivolse uno sguardo dolce e intenso e Sakura si chiese da quando
lui fosse diventato così saggio ed esperto in materia d'amore.
Proprio Syaoran, un ragazzo introverso, più maturo dei suoi
coetanei, ma che era riuscito per la prima volta ad aprire totalmente
il suo cuore solo verso Sakura.
In
quel momento Sakura cominciò a provare una sensazione
familiare: qualcosa rimasto assopito per tanto tempo dentro di lei
voleva risvegliarsi e uscire allo scoperto. Lei riconobbe questa
sensazione: era la stessa che l'aveva accompagnata una notte di tanti
anni prima, la notte in cui, resasi conto dei suoi sentimenti per
Syaoran, gli aveva cucito un orsacchiotto.
Quel
momento, così importante per entrambi, era stato per lei
l'inizio di qualcosa di immenso e straordinario.
Sakura
strinse la presa della cartella e guardò alla sua sinistra.
Non poteva permettere che quel sentimento si risvegliasse, sebbene la
stesse implorando, facendo le fusa dentro di lei ormai dal ritorno di
Syaoran.
“Ah...io
devo andare di là!”
“Vuoi
che ti....” iniziò a proporre Syaoran.
Certo,
Sakura avrebbe gradito ancora qualche momento in sua compagnia, ma
era del tutto inappropriato.
“Non
fa niente, Syaoran. Davvero! Ci vediamo a scuola, ok?” “D'accordo!”
sospirò Syaoran.
“Ciao!”
lo salutò Sakura e cominciò a correre verso casa.
Non
appena svoltò al primo incrocio, Sakura si fermò ed
appoggiò una mano sul suo cuore: stava battendo quasi fosse
impazzito. E certamente questo non era dovuto a quella breve corsa.
Che
cosa le stava succedendo?
Quella
recita le stava provocando effetti terribili. Per fortuna non mancava
molto alla loro esibizione. Ancora pochi giorni e tutto questo si
sarebbe affievolito. Ma sarebbe mai svanito nel nulla una volta per
tutte?
Hello!!!
Chiedo perdono per il super ritardo!!! -_-' Spero di fare presto con
il prossimo aggiornamento.
Il
prossimo capitolo, appunto, si intitola “Under the blooming
cherry trees”, con la famosa recita!! ^_^
Capitolo 26 *** Under the blooming cherry trees - First act ***
Beyond
good & evil
Capitolo
25: “Under the blooming cherry trees – First act”
E,
finalmente, il giorno della recita giunse. Sakura era davvero
emozionata e quella mattina si alzò presto per dare una
ripassata al copione.
Tutte
le prove che avevano fatto erano andate bene. Syaoran, in
particolare, era molto più a suo agio nel ruolo del principe.
Sembrava che Naoko avesse plasmato anche quel ruolo su Syaoran: il
principe era gentile, dolce, ma anche valoroso, forte e pieno di
coraggio. Nelle prove Syaoran dava il meglio di sè....E per
questo motivo, anche Sakura si era impegnata a fondo. Ma ora
l'emozione di recitare davanti a decine e decine di persone la stava
lentamente assalendo.
Dopo
aver ripassato le battute, Sakura scese in cucina e lì trovò
suo padre, Touya e Yukito.
“Buongiorno
a tutti!” salutò, con un sorriso.
“Buongiorno,
Sakura!”
Sakura
si sedette al proprio posto, cominciando la sua colazione.
“Sei
nervosa?” le chiese il padre.
“Mm...un
po'...”
“Andrà
tutto bene, vedrai!” esclamò Fujitaka, con il suo
sorriso più rassicurante.
“Speriamo!”
“A
che ora inizia la recita?” domandò Yukito.
“Alle
15.00!”
“Bene!
Dovremmo andare un po' presto, allora!”
Sakura
inarcò le sopracciglia: “Per quale motivo?”
Yukito
sorrise, facendole l'occhiolino.
“Se
prendiamo i posti migliori, potremmo fare tante foto!”
“Ah...certo.”
disse Sakura, che arrossì e chinò il capo, continuando
la sua colazione.
Quando
terminò di mangiare, Sakura si alzò e ripose il piatto
nel lavandino.
“Allora,
ci vediamo più tardi!”
“A
dopo!”
Dopo
aver afferrato lo zaino, Sakura infilò i pattini e uscì
di casa.
“Era
da un po' che non usavi i pattini!” esclamò Kero-chan,
sbucando fuori dallo zaino.
Sakura
sorrise, lasciandosi inebriare da quella meravigliosa sensazione di
libertà e freschezza che solo una bella passeggiata con i
pattini a rotelle le poteva dare.
“E'
vero! Ma stamattina ne avevo davvero bisogno!”
“Come
mai?”
“Devo
interpretare il ruolo principale della recita...non basta come
motivo?” “No. Ma se ci aggiungi il fatto che il
cinesino farà il principe, allora, capisco!”
“Kero-chan!”
lo rimproverò lei, arrabbiata.
“Scusa,
scusa...fai finta che non abbia detto niente! Torno alla mia
colazione!”
E,
così dicendo, scomparve di nuovo nello zaino per mangiare i
suoi dango (ndA: polpette di
farina di riso dolci oppure salate). Perchè erano
tutti fissati con questo punto? E perchè tutti avevano
l'irrefrenabile desiderio di farglielo notare? Fortuna che già
da quella sera sarebbe terminata la storia della principesa Sakura e
del principe Syaoran.
Arrivata
al liceo, Sakura ripose i pattini nell'armadietto.
“Sakura!!
Sei arrivata!” esclamò Tomoyo, sopraggiungendo da
dietro.
“Tomoyo,
buongiorno!”
“Oh,
non sei emozionata? Io non vedo l'ora che tu e Li indossiate i miei
costumi!”
“Tomoyo,
sei emozionata solo per questo?” esclamò Kero-chan,
uscendo nuovamente dallo zaino.
“Kero-chan!
Sei venuto anche tu?”
“Sì,
non potevo perdermi l'esibizione di Sakura e del...”
“Ok,
abbiamo capito!- intervenne Sakura esasperata- Sarà meglio
entrare adesso!”
“E'
un po' nervosetta!” mormorò Kero-chan.
“Ti
sento!” lo avvertì Sakura.
Tomoyo
e Kero-chan risero, mentre raggiungevano il teatro della scuola. Il
teatro era ancora vuoto, ma una volta che i tre salirono sul palco,
notarono Syaoran disteso per terra a pancia in su: stava ripassando
il copione. Sakura sorrise e si avvicinò a lui, entrando nella
sua visuale.
“Emozionato?”
Accorgendosi
della ragazza, Syaoran si sollevò in piedi: “Oh...ciao!”
“Allora,
hai paura?” domandò nuovamente Sakura.
“Non
è proprio paura...- rispose Syaoran, osservando il
copione-...è più che altro voglia di fare una buona
performance! O, perlomeno, meglio dell'altra volta!”
Tomoyo
li raggiunse subito e prese una mano ad entrambi: “Oh, ma sarà
sicuramente così! Sembrate così naturali in questi
ruoli! C'è una tale armonia, un'incredibile intesa quando voi
occupate il pal...”
“Tomoyo!-
la interruppe Sakura, sbrigativa- Abbiamo tante cose da fare.
Muoviamoci!”
Detto
questo, Sakura si incamminò verso i camerini dietro le quinte,
mentre Syaoran sospirò e Tomoyo lo guardò con la coda
dell'occhio.
“Suvvia,
rilassati, Li! Quello che ho detto è vero, lo pensano tutti,
anche lei, ma non vuole ammetterlo. Per questo motivo credo che
qualcuno debba farglielo capire, non sei d'accordo?”
Syaoran
inarcò le sopracciglia, perplesso: “In che modo?”
“Beh,
sono sicura che sai come fare...” gli assicurò lei,
sorridendo.
“Ecco,
io...veramente...”
Ma
prima che lui potesse rispondere, Tomoyo si era già dileguata
e aveva raggiunto Sakura sul retro. Syaoran non aveva capito molto
bene cosa doveva fare...anche se qualche idea gli era venuta... Si
portò una mano sulle labbra. Forse Sakura non avrebbe gradito,
eppure lui lo desiderava.
“Syaoran!”
Il
suo nome urlato così all'improvviso lo fece sobbalzare e
allontanò le sue riflessioni. Subito dopo Jasmine sopraggiunse
da dietro e gli saltò alle spalle.
“Urgh...ciao!”
cercò di dire lui, sentendosi soffocare.
Insieme
a lei c'era anche Arashi.
“Oh,
Syaoran. Stanotte non ho dormito pensando che non potevo interpretare
la tua principessa!” piagnucolò lei.
Jasmine
continuava a stringerlo a sè, con le braccia intorno al suo
collo, senza accorgersi che stava attentando alla vita del povero
Syaoran.
“Ah...ehm...scusa,
ma non riesco a...”
“Oh!-
esclamò Jasmine, scendendo a terra- Scusa, tesoro. Stai bene?”
“Sì!”
rispose lui, massaggiandosi la gola.
Jasmine
gli accarezzò i capelli, guardando dolcemente: “Sicuro
di stare bene? Potrei aiutarti a stare ancora meglio...”
“In
che sen...”
Jasmine
non lo lasciò parlare e lo baciò appassionatamente.
Syaoran, colto alla sprovvista, cercò di non lasciarsi andare
e mantenere un minimo di concentrazione: era molto difficile, Jasmine
era molto eccitante. Ma, pensando che di lì a poco avrebbe
dovuto interpretare un coraggioso e valoroso principe che salvava non
la principessa Jasmine, bensì la principessa Sakura, riuscì
a non lasciarsi travolgere dal bacio della sua ragazza.
“Syaoran,
Tomoyo vuole che pro...”
Sakura
era improvvisamente tornata indietro e rimase molto sorpresa di
trovare Jasmine già avvinghiata a Syaoran.
“...provi
il costume!”
Tutto
a un tratto Sakura si sentì arrossire, ma non per l'imbarazzo,
piuttosto per un senso di rabbia che faceva tremare ogni fibra del
suo corpo! Ma non aveva motivo di provare una tale emozione. Non più
ormai.
Così
si convinse che ciò che provava era semplicemente nervosismo
per la recita.
“Ah,
grazie. Vado subito!” disse Syaoran, allontanandosi con Jasmine
dal palco.
“Buongiorno,
Sakura!” le disse Arashi, avvicinandosi a lei.
“Buongiorno!”
Il
giovane le baciò teneramente la guancia e Sakura sentì
tutta la rabbia abbandonarla lentamente.
“Mi
sembri un po' nervosetta!”
“Chi?
Io?”
“Chi
altrimenti?- rispose lui, divertito- Posso chiederti come mai?”
“Beh,
immagino sia per la recita! È da tanto che non ne facevo una!”
“Andrà
tutto bene, vedrai!” le assicurò lui, accarezzandole la
testa.
Sakura
annuì non pienamente rassicurata. Il tocco di Arashi non
riusciva mai a infonderle una totale sensazione di calore e dolcezza,
non era come...Syaoran.
*****
La
mattina trascorse velocemente: chi non recitava si occupava della
scenografia; chi, invece, recitava approfittava delle ultime ore per
ripassare il copione e prepararsi per entrare in scena.
Tomoyo
era la più ellettrizzata e correva dal camerino di Sakura a
quello di Syaoran per aiutarli con gli ultimi ritocchi: aveva
ordinato loro di non incontrarsi prima della scena del loro primo
incontro nella recita, giusto per aumentare la suspance. E la regista
Naoko era d'accordo con lei.
Alla
fine il momento tanto atteso e tanto temuto arrivò. La sala si
riempì poco alla volta: arrivarono Touya, Yukito e Fujitaka
con la sua inseparabile macchina fotografica e riuscirono a trovare
degli ottimi posti.
Sakura
era pronta: per le prime scene Tomoyo le aveva fatto indossare un
kimono nero con diverse decorazioni a forma di stelle e spicchi di
luna adornati da fiori colorati. La vita era fasciata da un obi rosso
rubino, le cui decorazioni floreali richiamavano il kimono, e al di
sopra era allacciato l'obi-dome argentato.
Tra
i capelli le aveva fatto indossare il classico ornamento per capelli
a cascata di fiori di seta rossi e rosa. Ai piedi ovviamente
indossava i sandali zori e le calze tabi.
Tomoyo
la guardava con occhi che brillavano: “Oh, Sakura...stai
benissimo!! Sono così felice!!!”
“Grazie
mille, Tomoyo!- disse lei, sorridendo imbarazzata- E' merito tuo!”
“Per
te questo ed altro!”
Detto
questo, Tomoyo guardò l'orologio e sospirò.
“Bene,
è quasi ora! Vado a prepararmi anche io!”
Tomoyo
infatti era la narratrice della loro recita e avrebbe interpretato la
sua parte di voce fuori campo dallo stanzino in fondo al teatro.
“D'accordo!”
“Ci
vediamo alla fine del primo tempo per il cambio d'abito!”
“Va
bene!”
“In
bocca al lupo allora!” le augurò Tomoyo, appoggiando le
mani sulle sue spalle.
“Crepi!”
ribattè Sakura, incrociando le dita.
Tomoyo
uscì dal suo camerino. Sakura si sedette su una sedia,
fissando il copione: Tomoyo e Naoko le avevano imposto di restare
chiusa lì dentro fino a quando non fosse stato il suo momento.
Questo per impedirle di farsi vedere da Syaoran.
In
questo modo non avrebbe potuto seguire l'inizio della recita, avrebbe
solo udito ciò che stava accadendo.
E
così la recita cominciò tra gli applausi ansiosi del
pubblico.
“C'era
una volta, in Giappone, tanto tempo fa, un re buono, amato dal suo
popolo. Un giorno il re decise di uscire per passeggiare nelle sue
terre. Tutto a un tratto venne aggredito da banditi senza scrupoli
che lo derubarono e fuggirono, lasciandolo gravemente ferito. Ma una
strega buona aveva assistito alla scena e guarì le ferite del
sovrano, il quale non rimase indifferente di fronte all'animo
generoso e alla bellezza della strega buona: infatti se ne innamorò
e le chiese di sposarlo. La strega accettò, ma decise di
rinunciare ai propri poteri. Così si sposarono e dopo poco
tempo i due sovrani ebbero una figlia e la chiamarono Sakura.”
A
questo punto il sipario si aprì, rivelando la sala del trono
del castello. Sui due regali mobilii erano seduti Yamato, il re, e
Rika, la strega buona, che teneva tra le braccia una bambola avvolta
da coperte candide.
“Mia
cara...- iniziò Yamato-...per il tuo compleanno ho deciso di
farti una sorpresa!”
Rika
sorrise: “Una sorpresa?”
Yamato
si alzò in piedi e la affiancò, guardando la bambola
tra le sue braccia.
“Ho
ordinato ai nostri giardinieri di piantare un intero boschetto di
alberi di ciliegio, proprio qui fuori al castello...- spiegò
Yamato, prendendo in braccio la bambola-...in onore della nostra
piccola Sakura!”
Rika
balzò in piedi: “Oh, mio caro! È un pensiero
davvero delizioso. Sono sicura che la nostra bambina lo adorerà
e anche io ovviamente!”
“Ne
sono convinto anche io!” esclamò Yamato, circondandole
le spalle con un braccio.
“Anche
io ho fatto un regalo alla piccola principessa e a me stessa!”
“Davvero?
Di cosa si tratta, mia cara?”
Rika
avvicinò una mano al collo e sollevò un piccolo
ciondolo di madreperla: “Vedi questo? Sakura ne ha uno uguale.
Nonostante io abbia rinunciato ai miei poteri, sono ancora una strega
e la mia magia scorre anche dentro mia figlia. E questo ciondolo è
il simbolo del nostro legame. In un certo senso è una
protezione!”
“Mi
sembra davvero un'ottima idea!”
“Ti
ringrazio, mio caro!”
In
quel momento entrò in scena un servitore che si inchinò
di fronte ai due sovrani.
“Maestà,
chiedo venia per l'improvvisa intrusione.”
“Dite
pure, Kusame-san!” esclamò Yamato, restituendo la
bambola a Rika.
“E'
giunta a castello una viandante insieme alla piccola figlia. Chiede
di esser ricevuta, Maestà!”
Yamato
fece un lieve gesto con la mano: “Bene, fatela entrare!”
Fu
così che in scena entrarono Jasmine e una bambina piccola,
avvolte in mantelli grigi. La bambina era la sorellina di una loro
compagna di classe.
“Maestà,
vi porgo i miei più umili omaggi!” esclamò
Jasmine, inchinandosi.
“Come
vi chiamate?”
“Il
mio nome è Jasmine. E questa è la mia adorata Natsuki.”
“E'
un piacere accogliervi nella mia dimora, signora. Cosa vi porta al
mio castello?”
“Maestà,
mio marito ci ha abbandonate due mesi fa, lasciandoci senza nulla.
Stiamo viaggiando verso il mio paese d'origine per chiedere aiuto
alla mia famiglia. Vi chiedo asilo per pochi giorni, abbiamo bisogno
di riposare prima di riprendere il viaggio!”
Yamato
annuì: “Ve lo concedo molto volentieri, signora. Restate
pure tutto il tempo che vi occorre. E quando vorrete partire vi farò
accompagnare al vostro paese da una delle mie carrozze!”
“Oh,
vi ringrazio, mio signore. Ve ne sono infinitamente grata!”
Così
il sipario si chiuse e Tomoyo riprese la narrazione.
“Il
buon re accettò dunque di ospitare la sfortunata viandante e
la piccola figlia. Ma egli non sapeva che sotto quelle umili spoglie
si nascondeva una terribile strega. Costei era venuta a conoscenza
della sorte toccata alla strega buona e, invidiosa, organizzò
un piano per prenderne il posto.”
Il
sipario si riaprì e ricomparve la sala del trono. Le luci di
un blu soffuso facevano intuire che la scena avveniva di notte.
Jasmine entrò, camminando lentamente. Era ancora avvolta nel
mantello grigio e in mano aveva un lungo bastone argentato, sulla cui
punta spiccava uno spicchio di luna nero.
“La
notte cala su questo regno e il sonno si impadronisce delle menti
stanche dei suoi abitanti. Io sola resto in piedi per portare a
termine la mia missione!”
Jasmine
si avvicinò al trono della strega buona e lo accarezzò,
sorridendo impaziente.
“Ingenuo,
sciocco d'un re! Non immagina neanche cosa causerà il suo buon
cuore!” disse nuovamente Jasmine, scoppiando poi a ridere.
Dopodichè
si tolse il mantello, gettandolo a terra. Sotto indossava una lunga
veste rossa con un soprabito di pizzo nero e, allacciata in vita, una
cintura sottile anch'essa di colore nero. Jasmine impugnò il
bastone con entrambe le mani e lo sbattè a terra.
“O
potenti forze oscure, venite a me!”
Per
creare gli effetti della magia della strega malvagia, gli addetti
agli effetti speciali fecero risuonare in tutto il teatro rumore di
tuoni e con un gioco di luci simularono i lampi.
“Accorrete
numerose a esaudire il desiderio della vostra padrona. Che i ricordi
di tutti gli abitanti vengano modificati. D'ora in poi io sarò
l'unica sovrana di questo regno e sposa del piccolo re. E mia figlia
sarà l'unica erede al trono, la principessa Natsuki!”
E,
mentre Jasmine rideva con tono malefico e gli effetti speciali
continuavano a simboleggiare la sua magia, il sipario si chiuse tra
gli applausi del pubblico. Quello era il segnale per Sakura. Infatti
si alzò in piedi, si guardò allo specchio e prese un
profondo respiro. Poteva farcela! Dopotutto aveva affrontato cose
peggiori.
Così
uscì dal camerino e si avviò verso l'entrata in scena,
dove c'era Chiharu. Indossava un kimono viola con fini decorazioni
floreali rosa e argento, mentre l'obi era rosso scuro con fiori
colorati più grandi.
“Oh,
Sakura, stai benissimo!” esclamò lei, non appena la
vide.
Sakura
sorrise: “Grazie, Chiharu. Anche tu!”
“Tomoyo
ha fatto davvero un ottimo lavoro!”
“Già!”
“Sei
pronta?”
Sakura
annuì: “Sì, andiamo!”
Con
il sipario ancora chiuso, le due ragazze si posizionarono al centro
del palco e si sedettero in ginocchio, mentre la voce di Tomoyo
continua il suo racconto.
“Fu
così che la magia della malvagia strega si avverò. Il
mattino seguente tutti nel castello e nel regno erano convinti che la
strega fosse la loro regina, perfino il re. Lo stesso valeva per la
piccola Natsuki, venerata ora come la più graziosa
principessa. Ma cosa accadde alla strega buona e alla principessa
Sakura? La strega fu scambiata per un'impostora e divenne una serva,
mentre la piccola principessa fu rinchiusa in un okiya, dove appena
raggiunta l'età giusta, avrebbe cominciato l'apprendistato per
diventare geisha. In questo modo nessuno avrebbe potuto mai
riconoscerla! Passarono gli anni e le due principesse crebbero.
Natsuki divenna una fanciulla graziosa, in età da marito;
mentre Sakura divenne una maiko e fu affidata alla geisha più
in vista del regno, Yukiyo-san, che divenne la sua sorella maggiore
(ndA: la sorella maggiore, o onee-san, di una apprendista geisha,
o maiko, era la geisha che si occupava di insegnarle tutte le
abilità, in particolare la conversazione, che non venivano
trattate nella scuola per geishe).”
Il
sipario si aprì sull' interno di una tipica casa giapponese.
In mezzo vi erano Sakura e Chiharu, che interpretava sua sorella
maggiore, Yukiyo-san, inginocchiate accanto a un tavolino con sopra
una teiera e due tazze.
“Bene,
Sakura, ora che sei una maiko a tutti gli effetti dovremmo pensare al
tuo nome!” (ndA: le apprendiste geishe dovevano cambiare il
nome una volta diventate maiko. Di solito il nome iniziava con
l'ideogramma della onee-san e doveva contenere anche un ideogramma
del nome della padrona dell'okiya)
“Avete
ragione, Yukiyo-san!” esclamò Sakura, versando il tè
prima nella tazza di Chiharu e poi nella sua.
“Ho
già parlato con Mitsuyo-san, la padrona dell'okiya (ndA:
la padrona dell'okiya era detta oka-san,ovvero Madre. Provvedeva a
tutte le spese per l'addestramento delle geishe della sua casa e
gestiva anche le entrate finanziarie della casa).
Siamo entrambe d'accordo che il nome più adatto a te sia
Yumiko.”
“Yumiko
è un bel nome!”
“Sì.
Sei sempre stata una bambina gentile e dolce, con una rara bellezza.
Perciò il tuo nuovo nome è formato dagli ideogrammi di
gentilezza, Yu, bellezza, Mi, e bambina, Ko. Inoltre portare gli
ideogrammi presenti nel nome della tua sorella maggiore e della Madre
ti proteggerà e aiuterà.”
“Grazie,
Yukiyo-san!” esclamò Sakura, accennando un inchino.
“Ora,
sai perchè ti ho chiesto di indossare il tuo kimono più
bello?”
“Immagino
che ci sia un evento importante a cui dobbiamo partecipare!”
Chiharu
sorrise: “Molto bene, Sakura, davvero. Questa sera entrerai per
la prima volta in una casa da tè.” (ndA: le case da
tè in giappone erano luoghi in cui si riunivano gli uomini
ricchi per essere intrattenuti dalle geishe con le loro danze, le
conversazioni, il canto, ecc...)
“Pensate
che sia pronta?”
“Oh
sì, mia cara. Sei prontissima!”
“Se
lo dite voi, mi fido!”
“Sono
sicura che farai del tuo meglio per intrattenere gli ospiti della
casa da tè! Sarà una serata importante per la tua
carriera di geisha!”
“Ne
sono consapevole!”
Chiharu
sorseggiò il tè e, appoggiando la tazza sul tavolino,
sospirò.
“A
proposito di eventi importanti...hai sentito chi sarà il
prossimo ospite di Sua Maestà?”
“Un
ospite pregiato, immagino...”
“Esattamente.
Le loro Maestà reali riceveranno la visita del principe del
regno vicino, il principe Syaoran. Credo che il motivo della visita
sia piuttosto chiaro, non trovi?”
“Sicuramente
le reali Maestà sperano di dare in sposa la principessa
Natsuki al principe Syaoran!”
“Proprio
così...- disse Chiharu, sospirando nuovamente-...povero
principe!”
“Perchè
dite così, Yukiyo-san?”
“Beh...che
resti tra noi, Sakura. La principessa sarà anche una graziosa
altezza reale, ma ha un carattere insopportabile!”
“Voi
l'avete conosciuta?”
“Oh,
sì. È proprio capricciosa! Ma, mi raccomando, Sakura,
un discorso del genere non è adatto a una geisha, quindi
resterà fra noi!” esclamò Chiharu, facendole
l'occhiolino.
Sakura
sorrise: “Sarò muta come un pesce, Yukiyo-san!”
Il
sipario si chiuse le due ragazze ricevettero molti applausi. Più
in fretta che potevano Sakura e Chiharu uscirono dalla scena, mentre
i loro compagni sistemavano nuovamente la sala del trono del
castello.
Sakura
emise un sospiro di sollievo. Era piuttosto emozionata per la prima
scena, ma fortunatamente era andato tutto bene! Ora doveva solo
aspettare la scena dell'incontro con il principe Syaoran da dietro le
quinte.
Quando
si riaprì il sipario in scena c'erano Yamato e Jasmine.
“Bene,
mio caro. È tutto pronto per i nostri ospiti!” disse
Jasmine.
“Sì.
Non rimane che avvisare la nostra Natsuki per quanto riguarda il suo
incontro con il principe!”
“Rispetto
la tua scelta, caro, ma sappi che non la prenderà affatto
bene!”
“Una
principessa del suo livello deve accettare e rispettare certe
tradizioni!”
Jasmine
sospirò: “D'accordo! Oh, guardate, sta arrivando!”
Natsuki,
la principessa, entrò in scena. Anche lei come tutti indossava
un kimono e i suoi capelli lunghi e neri erano stati raccolti e
fermati con un piccolo pettine d'avorio. Subito si avvicinò a
Yamato e Jasmine e si inchinò.
“Mi
avete mandato a chiamare, padre?”
“Sì,
figliola. Come sai è nostra intenzione darti in sposa al
principe Syaoran. Aspettiamo il suo arrivo da un momento all'altro.”
“E'
una bellissima notizia. Sono impaziente di conoscerlo!”
“Ne
sono convinto. Ma, come sai, la tradizione vuole che la futura sposa
del principe non possa incontrarlo per almeno tre giorni.”
Natsuki
assunse un'espressione delusa: “Ma padre...pensavo che ormai
certe tradizioni fossero superate!”
“Le
tradizioni sono le basi della nostra cultura e non si possono certo
ignorare, soprattutto da parte della famiglia reale!”
“Non
è giusto!” esclamò Natsuki, incrociando le
braccia.
“Pensa
al principe Syaoran...- intervenne Jasmine-...sicuramente lui non
apprezzerebbe questo tuo comportamente, cara!”
Natsuki
sospirò: “Avete ragione, madre!”
“Quindi,
acconsentirai a non incontrare il principe per almeno tre giorni?”
domandò Yamato.
“Certo,
padre. Avete la mia parola!”
In
quel momento entrò in scena Kusame, il servitore.
“Maestà!”
esclamò con un inchino.
“Dite
pure, Kusame-san!”
“Sono
arrivati il principe Syaoran e il suo accompagnatore.”
“Molto
bene, conducili pure da me!”
Kusame
uscì e Jasmine si avvicinò alla figlia: “Figliola,
è ora di andare!”
“Sì,
madre!”
E,
dopo un profondo inchino, Natsuki uscì di scena. Subito dopo
entrò Kusame seguito da Syaoran e Arashi. Entrambi indossavano
pantaloni neri e due haori senza maniche legati in vita: quello di
Syaoran era verde smeraldo con rifiniture dorate; quello di Arashi
era porpora con bordature d'argento.
I
due si inchinarono al cospetto dei sovrani.
“Maestà,
vi porgo i miei più umili omaggi!” esclamò
Syaoran.
“Grazie,
Syaoran-ou. E noi vi diamo il nostro più sentito benvenuto nel
nostro regno. Spero che il viaggio non sia stato troppo faticoso!”
“Oh,
no, Maestà. Per quanto mi riguarda è stato molto
piacevole. E credo lo stesso valga per il mio compagno di viaggio.
Lasciate che vi presenti il mio caro amico d'infanzia, Arashi!”
disse Syaoran, indicando il compagno al suo fianco.
“Maestà,
è un onore e un privilegio fare la vostra conoscenza!”
esclamò Arashi.
“Benvenuto,
Arashi-san! Mi auguro che troverete di vostro gradimento il vostro
soggiorno qui, nel mio castello!”
“Sono
sicuro che sarà così!”
Yamato
si alzò in piedi e fece un lieve gesto con la mano:
“Kusame-san, fate in modo che i bagagli dei nostri ospiti siano
portati nei loro alloggi!”
“Subito,
Maestà!” esclamò Kusame, che, dopo un rapido
inchino, uscì di scena.
“Allora,
Syaoran-ou, sapete perfettamente quale sia lo scopo del nostro
incontro!”
Syaoran
sorrise: “Certo. Mio padre me lo ha accennato. E devo
confessarvi che non vedo l'ora di conoscere la principessa Natsuki!”
Yamato
rise.
“Oh,
sì, anche lei è ansiosa. Ma, purtroppo, la tradizione
vuole che vi possiate incontrare prima di tre giorni.”
“Un
vero peccato!- esclamò Syaoran, sospirando- Però se
questa è la tradizione, non sarò certo io a non
rispettarla.”
“Ottimo,
Altezza! Se lo desiderate per ingannare l'attesa potremmo organizzare
una festa qui a palazzo in vostro onore!” propose Jasmine.
“Graziosa
Maestà, sarebbe davvero crudele dare una festa a cui
Natsuki-hime non possa partecipare!”
“Avete
ragione, Syaoran-ou!”
“Piuttosto
penso invece, col vostro permesso si capisce, di uscire questa sera.
Ho sempre desiderato frequentare una casa da tè e so che qui,
nel vostro regno, ce ne sono di rinomate!”
“Sì,
esattamente. Allora manderò qualcuno a farvi da guida!”
“Vi
ringrazio, Yamato-ou.” disse Syaoran con un inchino.
“Ma,
Altezza, non pensate che sia pericoloso?” intervenne Jasmine.
“Vi
ringrazio per l'interessamento, Maestà. Ma non preoccupatevi.
Nessuno mi riconoscerà!”
“Come
desiderate, Syaoran-ou!”
Il
sipario si chiuse e la scenografia cambiò. La prossima scena
si sarebbe svolta nella stanza del principe Syaoran, il quale andò
a sedersi su un futon.
“Perdonate
l'intrusione, Altezza!” esclamò Rika, che entrò
in scena trasportando un bagaglio pesante.
Aveva
l'aria affaticata e, a un certo punto, inciampò e cadde per
terra.
Syaoran
subito le si avvicinò e la aiutò a rialzarsi in piedi:
“Vi siete fatta male, signora?”
“No...grazie!”
Rika
fece per riprendere il bagaglio, ma Syaoran
la precedette e sistemò da solo il bagaglio accanto al
futon.
“Non
c'è problema! Era piuttosto pesante come bagaglio!”
disse lui, sorridendo.
“Ma
era mio compito! Sua Maestà, Jasmine-o, mi ha affidato a voi.
Sono la vostra umile servitrice!” spiegò Rika, con un
inchino.
“Credo,
però, che la vostra regina non desideri che vi facciate del
male!”
Rika
non rispose e abbassò lo sguardo malinconicamente.
“Ho
detto qualcosa di sconveniente?”
Rika
si affrettò a scuotere il capo: “No, non preoccupatevi,
Syaoran-ou! È tutto a posto!”
“Meglio
così. Dite, signora, come vi chiamate?”
“Il
mio nome è Rika, Altezza!” rispose lei.
“Bene,
Rika-san, adesso sarà meglio che andiate a riposare un po'!”
“Ma
devo aiutarvi a sistemare le vostre cose!”
“Sapete,
sarò anche un principe, ma sono prima di tutto un gentiluomo e
non permetto che una signora delicata come voi si affatichi a causa
mia!- disse Syaoran, prendendole una mano- Quindi, vi prego di
esaudire il mio desiderio. Altrimenti sarò costretto a
ordinarvelo!”
Rika
rise: “Allora, non posso certo non rispettare l'ordine di un
principe così gentile!”
“Ottimo,
sembrate molto delicata di salute. Non avete l'aria di una
servitrice!”
“Eppure
è quello che sono!”
“Perdonate,
non volevo essere scortese!”
“Non
si scusi, non è il primo a dirmelo! Ma questo è il mio
destino. Perciò ora eseguirò il vostro ordine! Con
permesso!” esclamò Rika, con un inchino.
“Prego!”
Rika
uscì di scena e Syaoran tornò a sedersi sul futon,
pensieroso. Dopo pochissimi secondi fu raggiunto da Arashi e
Kusame-san.
“Syaoran-ou!
Siamo pronti per andare!” esclamò Arashi.
“Molto
bene!”
Così
il sipario si chiuse e subito la scenografia venne cambiata. Era
stato allestito l'interno di una casa da tè: erano stati
sistemati diversi tavolini e attorno a questi erano sedute molte
comparse maschili, oltre a Chiharu e Sakura, che iniziò a
servire il tè quando il sipario si aprì.
“Yukiyo-san,
la vostra imoto-san (ndA: significa sorella minore) è
davvero molto graziosa!” esclamò uno dei loro compagni.
“Avete
ragione, Okiura-san.”
“Tutti
gli uomini presenti stasera ne sono già affascinati.”
continuò Okiura.
“Sicuramente
diventerà una perfetta geisha! - aggiunse un altro ragazzo- Ha
tutte le qualità per esserlo: bellezza, eleganza, abilità
nelle arti...”
“Vi
ringrazio infinitamente, Endo-san!” esclamò Sakura, con
un inchino.
In
quel momento entrarono in scena Syaoran, Arashi e Kusame.
“Syaoran-ou,
potete sedervi dove desiderate!” esclamò Kusame.
Syaoran
annuì vagamente: sapeva che doveva dire una battuta, ma
all'improvviso non si ricordò più quale fosse. Solo di
una cosa era sicuro: sapeva che Sakura sarebbe stata benissimo con il
kimono, ma la realtà era che non solo stava bene, era
decisamente incantevole.
Non
appena Kusame gli diede una leggera gomitata nel fianco, Syaoran
tornò in sè: “Kusame-san, vi pregherei di non
chiamarmi principe. Stasera sono semplicemente Syaoran!”
“Ne
siete sicuro?”
Syaoran
annuì: “Andrebbe bene anche un Syaoran-san!”
“Come
desiderate!”
“Allora,
voi sedetevi pure qui, io vado dall'altra parte!”
“Ma
Syaoran...” esclamò Arashi.
Syaoran
raggiunse la parte opposta del palco e si sedette nell'ultimo
tavolino libero, il più vicino al pubblico.
Sakura
stava versando il tè al giovane accanto a lui e quando arrivò
a Syaoran, non alzò lo sguardo.
“Dovete
perdonarmi, signora!” disse Syaoran, dopo essersi assicurato
che le comparse facevano finta di parlare tra loro.
Sakura
alzò lo sguardo, incrociando il suo, sorpresa.
“Per
quale motivo?”
“Perchè
non riesco a togliervi gli occhi di dosso da quando sono entrato!”
Sakura
arrossì e chinò il capo.
“Scusate,
non volevo mettervi in imbarazzo!”
“N-no...va
bene...”
“Posso
chiedervi come vi chiamate?”
“Yumiko.”
“Yumiko...è
un bellissimo nome! Si scrive con gli ideogrammi di gentilezza e
bellezza?”
“Sì!”
“Bene,
Yumiko-san, io sono Syaoran!”
“Syaoran?-
ripetè Sakura, sorpresa- Non sarete il principe Syaoran?”
Syaoran
annuì, sorridendo sorpreso: “Eh, sì! Pensavo di
non essere riconosciuto, invece...”
Sakura
iniziò a tremare e, provando a posare la teiera sul tavolino,
la fece cadere. Syaoran le afferrò il polso.
“State
bene, Yumiko-san?”
“S-sì,
sto bene! È stata solo la sopresa della scoperta!”
Syaoran
sospirò, più rilassato. Poi fece scorrere la mano dal
polso di Sakura fino alle dita, accarezzandole.
“Fortunatamente
la teiera era vuota!”
“Già!”
esclamò lei, cercando di ridere.
In
realtà, era fin troppo persa nel tocco gentile di Syaoran.
“Come
mai siete in una casa da tè?”
“Beh,
non sono mai stato in una casa da tè.- spiegò lui,
lasciandole la mano- Ho saputo che in questo regno le case da tè
sono molto rinomate e famose per le geishe. Dicono che ci siano le
geishe più graziose di tutto il Giappone. E, a quanto vedo, è
vero!”
Sakura
sorrise, le gote leggermente arrossate: “Ma, in verità,
non sono ancora una geisha, sono una maiko!”
“Ah,
un'apprendista. E immagino che la donna a quel tavolo sia la vostra
onee-san...” disse Syaoran, guardando verso Chiharu.
“E'
esatto, Syaoran-ou!”
“Vi
prego, non chiamatemi principe. Non voglio farmi riconoscere!”
“Perdonatemi,
non lo farò più!”
“State
tranquilla, Yumiko-san, non lo sapevate! Piuttosto, posso chiedervi
come mai siete diventata geisha?”
“Non
è stata proprio una mia scelta. Credo che, in un certo senso,
sia sempre stato il mio destino. Mia madre mi ha abbandonato
nell'okiya di Mitsuno-san quando non avevo neanche un anno di vita.
Sono cresciuta circondata dalle geishe della casa e all'età di
sette anni la Madre decise che avrei frequentato la scuola per
geishe. Perciò sto cercando di fare del mio meglio, per non
deluderla e ripagarla per tutto ciò che ha fatto per me!”
“Siete
felice di questo?”
“Penso
di sì. Mi sono convinta che questa sia la soluzione migliore
per me! Il mio futuro è assicurato.”
“Ma
siete davvero sicura di voler essere una geisha per sempre?” le
chiese lui, preoccupato.
“Certo.
Cos'altro mi resta? La mia unica famiglia è all'interno
dell'okiya e, finora, questa è l'unica cosa che riesca a
fare!”
“Sono
sicuro che avete altre abilità nascoste dentro di voi. Solo
non le avete mai cercate!”
“Non
saprei dire, signore. Vi ringrazio per il vostro interessamento, ma
ora devo dedicare la mia attenzione agli altri clienti!”
Syaoran
sospirò e appoggiò il viso sulla mano: “E'
proprio necessario?”
“Credo
di sì!”
“E'
un vero peccato, vi conosco da appena due minuti, eppure mi sembra di
conoscervi da sempre!”
“Parlare
con voi è stato molto piacevole, signore. E adesso provo una
sensazione piuttosto strana. In effetti, non mi sembra di averla mai
provata!”
“Neanche
io. Yumiko-san, restate qui!” esclamò Syaoran,
afferrandole la mano.
“Mi
piacerebbe restare, ma devo andare!”
Syaoran
si guardò intorno con circospezione e poi si avvicinò
al viso di Sakura.
“Allora,
vi prego. Ditemi quando posso rivedervi!”
“Oh,
signore...non è assolutamente possibile.” esclamò
lei, titubante.
“Avete
paura di me?”
“No,
ma le maiko non possono incontrarsi da sole con uomini sconosciuti!”
“Nessuno
verrà a saperlo e, credetemi, non vi farò alcun male!”
la implorò Syaoran.
Sakura,
incerta, non rispose, ma si alzò in piedi. Syaoran la seguì
con lo sguardo e le sorrise.
“Bene,
allora, rifletteteci pure quanto volete. Se deciderete di accettare
l'invito, sappiate che vi aspetterò più tardi in quel
delizioso boschetto di ciliegi. Vorrei parlarvi di una certa
questione.”
“D'accordo,
ci penserò!”
Così
il sipario si chiuse e la scenografia fu smontata e cambiata in poco
tempo.
“Syaoran,
Sakura, state andando alla grande!” commentò Naoko da
dietro le quinte.
“Grazie,
Naoko!” esclamò Sakura, raggiungendola.
Syaoran,
invece, torno sul palco e si nascose dietro la scenografia.
“Inoltre
state davvero bene con questi vestiti! - continuò la regista-
Tomoyo ha fatto un ottimo lavoro!”
“Sì,
hai ragione! Sono splendidi!”
“Attenti,
si torna in scena!” avvisò qualcuno.
“In
bocca al lupo per questa scena!”
“Crepi!”
Prima
che il sipario si riaprisse, Tomoyo riprese la narrazione: “La
principessa Sakura riflettè per tutta la sera sulla proposta
del principe Syaoran. Sapeva che non le era permesso di uscire da
sola, di notte. Ma la tentazione era troppo grande. Il principe
esercitava una strana attrazione su di lei e la principessa era
curiosa di sapere di cosa dovesse mai parlarle. Così decise di
andare all'appuntamento. Quando tornò all'okiya, aspettò
che tutti dormissero e poi sgattaiolò all'esterno, dirigendosi
verso il boschetto di ciliegi, accanto al castello.”
Il
sipario si riaprì nuovamente e Sakura entrò in
scena. Il palco era illuminato da una luce soffusa di colore blu, ma
sullo sfondo brillavano tante piccole stelle, a indicare il cielo. La
scenografia era piuttosto semplice: erano stati riprodotti perfetti
alberi di ciliegio e una fontanella zen, circondata da piccoli massi.
Syaoran
non c'era, ma lei sapeva che si era nascosto dietro uno degli alberi.
Così, con passo incerto, avanzò fino alla fontanella.
“Siete
venuta davvero allora...”
Syaoran
sbucò fuori e Sakura cercò di sembrare sorpresa.
“Certo,
ho pensato molto al vostro invito. Non potevo rifiutare l'invito di
un principe...”
Syaoran
le si avvicinò, illuminato dalla luce notturna.
“Siete
venuta solo perchè sono un principe?” chiese lui, con
una sorta di delusione nella voce.
Sakura
appoggiò una mano sulla fontanella e distolse il suo sguardo
da quello di Syaoran.
“No,
ho accettato perchè voi siete un principe gentile e sono
sicura che non mi farete alcun male. Ma sono stata sul punto di
cambiare idea più volte. Non credo che tutto ciò sia
lecito.”
Syaoran
la raggiunse e si posizionò di fronte a lei: solo la fontana
li divideva.
“Perchè
non dovrebbe esserlo?” domandò poi, senza staccare gli
occhi da lei.
“Voi
siete un principe, io sono appena diventata una geisha...è
decisamente sconveniente!”
Mentre
Sakura parlava, Syaoran le prese una mano con gentilezza.
“La
tua angelica bellezza mi ha ammaliato, stregato, liberando i miei
sensi, ma...lasciandomi un solo amaro pensiero...l'irraggiungibilità
di un contatto con un essere perfetto come te...”
Sakura
arrossì molto più del necessario.
“Cosa
significa?”
Syaoran
le rivolse uno sguardo serio: “Significa che sono innamorato di
voi. Mi avete stregato anima e corpo e vorrei che diventaste mia
moglie!”
“Ma...non
è possibile, voi dovete sposare la principessa Natsuki!”
“Come
lo sapevate?”
“Un
principe che giunge nel regno dove vive una principessa tanto
graziosa in età da marito...era piuttosto scontato!”
Syaoran
sorrise e le baciò la mano.
“Avete
ragione, ma io non desidero altri che voi. Nel silenzio della
notte, io ho scelto te.Nell'incanto dell'aurora, io ho scelto
te.Nella gioia e nel dolore, io ho scelto te.Nel cuore del mio cuore,
io ho scelto te. (ndA: da “Ho scelto te” di S. Lawrence)
Mia dolce Yumiko-san!”
“Il
mio nome vero è Sakura!”
“Sakura?
Oh, che musica sublime per le mie orecchie! Questo è un segno
degli dei!”
“Per
quale motivo?”
“Beh...non
potevo scegliere un posto migliore per incontrare una così
affascinante fanciulla dal nome tanto bello!”
Sakura
rise: “Avete ragione!”
“E
dite, mia adorata...ho qualche speranza nel farmi accettare da voi?”
Sakura
chinò il capo, pensierosa: “Alle geishe non è
permesso innamorarsi!”
“Ma
è anche vero che le regole sono fatte per essere infrante, non
trovate?”
“Siete
uno che non si arrende tanto facilmente!”
Syaoran,
senza lasciarle la mano, si inginocchiò davanti a lei.
“E'
una grande forza quella che ci da Amore. Perche' ti
amo, di notte son venuto da te, cosi' impetuoso e
titubante, e tu non me potrai piu' dimenticare, l' anima tua son
venuto a rubare. (ndA: da “Perchè ti amo” di
Herman Hesse)”
“Avete
un animo gentile e poetico!”
“Sono
nato per amare voi, ora lo so, e farò di tutto per ottenere il
vostro cuore!”
Sakura
sorrise, gentilmente, e avvicinò il viso a quello di Syaoran:
“Ma voi l'avete già!”
La
mano di Syaoran strinse istintivamente quella di Sakura.
“Se
questo è un sogno, vi prego, non svegliatemi!”
“Vi
assicuro che non lo è!”
Syaoran
la guardò negli occhi e Sakura si sentì mancare il
fiato.
“Oh,
sì, non è un sogno. È la meravigliosa realtà.”
“Però,
Altezza, come faremo? Io sono legata all'okiya fino a quando non
ripagherò tutte le spese!”
“Avete
già dimenticato che farei di tutto per voi? Il denaro non è
un problema!”
“Non
credo di poterlo permettere!”
“Sentite...-iniziò
lui, accarezzandole la mano-...è solo un piccolo limite alla
nostra felicità. Non è così importante.”
“Ma
non è giusto.”
“Non
è giusto che voi abbiate trovato la felicità? Oltre a
essere molto giusto, è anche un caso molto fortuito! Quante
persone possono davvero definirsi felici al giorno d'oggi? Noi
abbiamo avuto la fortuna di averla trovata, perciò dobbiamo
fare in modo che il nostro sogno si concretizzi, non trovate?”
Sakura
chinò il capo e sorrise: “Va bene!”
“Allora,
mia adorata, domani mattina parlerò con il re Yamato e poi
correrò al vostro okiya. Non parlatene con nessuno e cercate
di restare a casa!”
“D'accordo!
Vi aspetterò, mio signore!”
“Vorrei
fosse già domattina!”
“Non
manca poi molto all'alba. Conviene andare, se scoprono che non sono
ancora rientrata sono guai!”
Sakura
si alzò in piedi e Syaoran la imitò.
“Ancora
un attimo, mia dolce Sakura.- esclamò lui, trattenendola
accanto a sè- Vorrei lasciarvi con un ultimo verso!”
“Allora,
ascolterò!”
Syaoran
le prese entrambe le mani e appoggiò la fronte su quella di
Sakura, fissandola intensamente negli occhi.
“Se
l'onda ci spruzza e ci parla di eterno, se il tempo fosse una mela
tra le nostre labbra...felice di arrivare al torsolo...”
Sakura
si sentì arrossire e anche incapace di muoversi, paralizzata
dallo sguardo di Syaoran...sembrava fossero i poli opposti di due
calamite.
“Certo...il
primo bacio di vero amore è assai importante! Ma dovrete
aspettare domani sera, Altezza!”
“Un
giorno solo...eppure sarà come un anno!”
“Sono
convinta che neanche vi accorgerete di quanto il tempo passi in
fretta!”
“Staremo
a vedere!” esclamò lui, baciandole la mano.
“Ora,
devo proprio lasciarvi, Syaoran-ou!”
“Sì,
andate pure! Ci rivedremo domani!”
Sakura
uscì di scena e a questo punto il sipario avrebbe dovuto
chiudersi. Ma ciò non accadde.
Perciò
Syaoran si insospettì e guardò verso il pubblico. Era
mancato anche l'applauso.
“Eeeee....taglia!
Grandissima scena!!”
“Questa
voce...” iniziò a dire Sakura, rientrando in scena.
“Ahahahah!
Sono io, sì, brava Sakura!”
Savine,
insieme a Shinto, con un agile salto, li raggiunse sul palco.
“Ciao!
È da un po' che non ci si vede!”
“Non
sentivamo la tua mancanza!”
“Oh,
che peccato! Volevo anche farvi i complimenti per questa scena
memorabile. Ah, che intensità di sentimenti!”
“Bando
alle ciance! Veniamo al dunque!”
“Sei
agguerrita più del solito! Ma hai ragione! Veniamo al dunque!”
esclamò Savine, sfregandosi le mani.
Poi
le rivolse un sorriso sardonico e afferrò il suo scettro.
“Combattiamo!”
Salve
a tutti! Ecco qua il nuovo capitolo, dopo poco più di due
mesi. È un record...ahahahaha!!! ^_^
Allora,
il prossimo capitolo si intitola “Under the blooming cherry
tress- Second act” e vedremo il secondo atto della recita,
oltre al combattimento!!!
Ringraziamenti
a paperella96 e laurettachan96, grazie mille per le recensioni tanto
belline e gentili!!!
Capitolo 27 *** Under the blooming cherry trees - Second act ***
Beyond good & evil
Capitolo 26: “Under the blooming cherry trees – Second act”
“Non ti perdonerò mai per aver interrotto la nostra recita!”
“Ah, sì, un vero peccato, in effetti...un così grande capolavoro.”
“Non parlare in questo modo. Non puoi capire quanto ci siamo impegnati tutti per questa recita e quanto tutti stiano dando il meglio di loro stessi!”
“Oh, ti assicuro che ci credo. - disse Jasmine, sbuffando annoiata e rigirando lo scettro fra le mani- Ma ora, passiamo all'azione! Wood! Legno!”
La carta del legno, sottoforma di robusti rami, si diresse verso Sakura, la quale era incapace di muoversi. Ma Syaoran la afferrò per un braccio e la trascinò dietro le quinte.
“Ehi, che ti è successo? Perchè non hai avuto i riflessi pronti?” la rimproverò Syaoran, preoccupato.
Sakura imbarazzata si guardò il vestito.
“E' che con questo kimono non riesco a muovermi velocemente!”
In effetti il suo kimono era troppo ingombrante e limitava i suoi movimenti.
“Allora, dovresti...toglierlo!” disse lui, arrossendo lievemente.
Sakura si tolse i sandali, gli rivolse le spalle e poi guardò indietro verso di lui: “Potresti slacciare l'obi? Io non ci arrivo!”
Syaoran divenne ancor più rosso in viso e annuì. Poi le sue mani tremanti si avvicinarono alla schiena di Sakura e slacciarono prima l'obi-dome e poi l'obi. Non aveva motivo di sentirsi in imbarazzo: tutte le geishe venivano vestite e svestite da uomini in quanto era necessaria una notevole forza per sollevare quelle cinture pesanti. Sì...ma quanti fra quegli uomini avevano avuto una così importante relazione con la ragazza che dovevano svestire?
“Ehi, che state combinando, vi nascondete?” esclamò Savine dal palco.
Syaoran si destò dai suoi pensieri imbarazzanti e terminò di svestire Sakura, sfilandole il kimono. Sakura rimase con addosso solo una canottiera, pantaloncini corti e le calze.
“Grazie!” disse Sakura, voltandosi verso Syaoran.
“Prego!”
“In verità, Syaoran, c'è un altro motivo per cui prima non ho avuto i riflessi pronti!”
“Quale sarebbe?”
“Mi ha sorpresa il fatto che Savine abbia usato ancora la carta del legno! Pensavo di averla annullata quando mi hanno rapito!”
“No. In quell'occasione non l'hai annullata con una delle tue card, ricordi?”
Sakura ripensò a quei momenti, nella casa abbandonata, e si rese contro che Syaoran aveva ragione. In realtà Savine l'aveva richiamata a sè. Perciò annuì e gli sorrise.
“Hai ragione. Comunque, scusami per prima. D'ora in poi starò più attenta!”
“Ehi, voi, laggiù! - esclamò Savine- Non ho voglia di giocare a nascondino!”
Syaoran guardò Sakura con determinazione: “Mi raccomando, dobbiamo fare molta attenzione.”
“Tranquillo. Andrà tutto bene. Ricorda, dobbiamo terminare la recita.” esclamò Sakura, facendogli l'occhiolino.
Syaoran annuì più titubante: “Sì...dobbiamo terminare la recita.”
Così, Sakura e Syaoran ritornarono sul palco.
“Per la cronaca...- disse Sakura-...non ci stavamo nascondendo!”
“Ah, certo, ti sei tolta quello straccetto di dosso. Doveva essere piuttosto fastidioso!” commentò lei, divertita.
“Quello era un bellissimo kimono confezionato dalla mia amica Tomoyo. Se sono stata costretta a toglierlo è stata colpa tua, per cui chiudi quella bocca!”
“Oho, che grinta! - esclamò Savine, divertita- Bene, allora continuiamo!”
Sakura afferrò una delle sue carte: “Watery! Acqua!”
Savine fece roteare abilmente il suo scettro e cercò di difendersi: “Shield! Scudo!”
L'acqua della carta di Sakura andò a schiantarsi sullo scudo di Savine e lei subito passò al contrattacco.
“Wood! Legno!”
La carta del legno di Savine si diresse nuovamente verso Sakura e Syaoran, i quali riuscirono ad evitarla saltando di lato. Sakura, inginocchiata a terra dopo il salto, usò nuovamente la carta dell'acqua. E questa volta colpì in pieno Savine e Shinto.
Savine andò su tutte le furie: “Maledizione! Questa me la paghi! Flower! Fiore!”
I fiori della Savine card non erano semplici fiori: avevano gambi affilati che si conficcavano sul pavimento come frecce appuntite. E avevano spine assai pungenti.
Per evitare quella scarica di fiori pericolosi Sakura e Syaoran si divisero e raggiunsero i lati opposti del palco. Ma l'attacco di Savine proseguì e si concentrò su Sakura. Sembrava che non volesse cessare più. Accortosi di ciò, Syaoran fece per raggiungerla e aiutarla, ma venne bloccato da Shinto che gli si parò davanti.
“Lasciami passare!” gli intimò Syaoran.
Shinto ridacchiò, puntandogli contro la spada affilata: “Neanche per sogno!”
E, così dicendo, lo attaccò.
Sakura, nel frattempo, era riuscita a evitare ancora una volta l'attacco di Savine, usando la carta del salto, ma lo scontro tra Syaoran e Shinto richiamò la sua attenzione e, in quella frazione di secondo, una rosa la colpì appena sotto la spalla destra. Sakura cadde per terra e notò che da quella piccola ferita cominciò a uscire un rivolo di sangue.
“Sakura!” esclamò Syaoran.
Sakura si alzò in piedi, facendo molta fatica e reggendosi sullo scettro: improvvisamente da quella ferita cominciò a propagarsi in tutto il corpo una sensazione di debolezza. Era totalmente priva di forze e faceva fatica a muoversi.
Savine, vedendola in quello stato, cominciò a ridere di gusto: “ Questa volta si mette male per te, Sakura. Wood! Legno! Flower! Fiore!”
Il nuovo attacco di Savine costrinse Sakura a reagire: doveva sconfiggere Savine a qualunque costo. Così, con quel poco di lucidità rimastale, capì cosa doveva fare.
“Firey! Fuoco!”
Il fuoco bruciò sia il legno sia i fiori, ma Sakura cadde nuovamente per terra. Stranamente Savine non sembrava molto dispiaciuta per l'annullamento delle sue carte.
“Non esultare per questa presunta vittoria, Sakura. - disse lei, con un tono decisamente calmo- Anche se hai eliminato queste due carte, può essere che una di loro riuscirà ad eliminare te!”
“Che...che stai...dicendo?” cercò di dire Sakura.
La forza ormai l'aveva abbandonata completamente. Non poteva muovere più alcun muscolo e solo con un grande sforzo era riuscita a porre quella domanda.
“I miei fiori contenevano un potente veleno e tu sei stata ferita proprio da uno di essi, vero?”
“Ma...cos...”
“Il veleno si propaga con una velocità impressionante nel corpo e blocca istantaneamente ogni fibra muscolare. Se riesce ad arrivare al cuore, mia cara Sakura, sei spacciata!”
“Sakura!”
Syaoran, al culmine della tensione, sferrò un ultimo attacco con la sua spada, togliendo di mezzo Shinto, e raggiunse subito Sakura. Ma lei, nel frattempo, aveva già perso i sensi e Savine e Shinto, conclusa la loro opera, sparirono dalla vista.
“Sakura, svegliati, dai! - disse lui, prendendola fra le braccia- Coraggio...dobbiamo terminare la recita...”
Ma Sakura non riaprì gli occhi. Syaoran si accorse che respirava ancora e il cuore batteva, lentamente...ma batteva. Perciò la strinse al suo petto, come se il calore del suo corpo potesse ridarle i sensi.
“Ti prego...non mi lasciare solo...svegliati, Sakura, fallo per me...”
Il sentimento che stava provando in quel momento era quasi indescrivibile. Era doloroso e straziante e gli impediva di ragionare con lucidità. Sicuramente era una sensazione ancora peggiore di quella che aveva provato quando Sakura l'aveva lasciato.
Poi lo sguardo di Syaoran cadde sulla ferita di Sakura: notò che essa si stava rimarginando e il braccio stava lentamente tornando come prima. Infine Sakura riaprì gli occhi.
“Syaoran?”
Il sollievo nel sentirle pronunciare ancora una volta il suo nome rese Syaoran lievemente stordito. Sakura se ne accorse, ma notò anche il modo in cui lui la teneva stretta a sè e arrossì appena. Ricordava bene il dolce tepore del suo abbraccio, ma in quel momento era emozionata come se lo stesse provando per la prima volta.
“Ehm...Syaoran, ora sto bene.”
Syaoran scosse il capo per riprendersi da quello stato di trance e la lasciò andare: “Sicura?”
Sakura fu attraversata da un improvviso brivido di freddo, dovuto all'allontamento di Syaoran. Non era per niente piacevole, eppure sapeva che era necessario.
“Sì, certo!”
Syaoran sospirò sollevato: “Per fortuna!”
“Cosa credi sia accaduto?” domandò Sakura.
“In che senso?”
“Insomma, ero ferita e adesso guarda! - esclamò lei indicando il proprio braccio- Non c'è più alcun segno!”
“Credo che aver eliminato la carta di Savine, subito dopo il tuo ferimento, abbia annullato anche l'effetto velenoso dei fiori. Probabilmente se avessi aspettato prima di attaccare le sue carte, adesso...saresti...” spiegò lui, ma la voce gli morì in gola.
Sakura sorrise mestamente: “Sì, sarà andata proprio così!”
Poi lei lo guardò con un misto di gratitudine e dolcezza.
“Comunque, grazie per esserti preoccupato per me. E scusami!”
“Per quale motivo?” domandò lui, perplesso.
“Beh...- iniziò lei, facendo spallucce-...ti avevo assicurato che avrei fatto più attenzione e invece...”
“In effetti mi hai fatto prendere un bello spavento, ma non ci pensare. L'importante è che tu stia bene adesso.”
Sakura sorrise e balzò in piedi piena di energia e vitalità come al solito.
“Allora possiamo continuare la recita!”
“Sì!”
*****
Fu così che la recita riprese. Tutti gli spettatori e gli studenti si risvegliarono e fortunatamente non avevano alcun ricordo di ciò che era accaduto.
Il sipario si aprì nuovamente rivelando la scenografia della sala del trono. Sul palco vi erano Jasmine, seduta sul trono, e Arashi inginocchiato davanti a lei.
“Allora, Arashi-san, come mai questa udienza richiesta così all'improvviso?” domandò lei.
“Vostra Maestà, devo assolutamente confessarvi qualcosa che ho scoperto ieri sera e che ritengo riguardi anche voi, o perlomeno, Sua Altezza la principessa Nadeshiko.”
Lo sguardo di Jasmine divenne assai preoccupato e subito drizzò la schiena.
“Che cosa intendete dire? Come può riguardare mia figlia?”
“Ve lo svelo subito, Maestà: ieri sera il principe Syaoran ed io siamo stati ospiti di una casa da tè. E, come certamente sapete, vi sono diverse geishe che intrattengono gli ospiti. Una di queste, una geisha di nome Yumiko, di straordinaria bellezza ha conquistato il cuore del principe Syaoran.”
“Che cosa? - tuonò Jasmine, battendo un pugno sul bracciolo del trono- Come è possibile? È il promesso sposo di mia figlia!”
“Oh, Maestà, questo lo so perfettamente e vi assicuro che, per quanto bella, questa geisha non raggiungerà mai i livelli di perfezione della graziosa altezza reale. Anche il principe Syaoran ne era convinto, ma ieri sera è stato come...stregato da quella giovane donna. Credo si siano visti anche dopo essere usciti dalla casa da tè.”
Jasmine assunse un'espressione pensierosa: “E dite, Arashi-san, come avete detto che si chiama questa geisha?”
“Yumiko-san, Maestà!”
“Siete in grado di descriverla?”
“Certamente. Ha la pelle bianca come ceramica, capelli fini e chiari e occhi verdi come due smeraldi!”
“Occhi color smeraldo, eh?”
“Gli occhi verdi della principessa Sakura non erano passati inosservati alla nuova regina. E lei li rammentava perfettamente, erano unici in tutto il regno. Così in quel momento capì subito che l'amico del principe Syaoran si stava riferendo proprio a lei, diventata ora geisha!” raccontò Tomoyo.
Jasmine si alzò in piedi e si avvicinò ad Arashi, toccandogli una spalla con il ventaglio che aveva in mano. E così facendo Arashi si alzò in piedi.
“Ascoltate, Arashi-san, non sarebbe delizioso se quella bellissima geisha fosse vostra?”
Arashi sorrise: “Oh, Maestà, sarebbe un vero sogno!”
“Ebbene, con il mio aiuto potreste far avverare questo sogno. Dovete solo fare come dico io!”
“Sono ai vostri ordini, Maestà.”
E, con quest'ultima battuta, il sipario si chiuse, mentre Tomoyo riprendeva la narrazione.
“La promessa di un matrimonio della strega fece subito dimenticare all'amico del principe Syaoran la loro antica amicizia. E in questo modo egli si mise al servizio della regina, assecondando il piano per salvare il matrimonio tra la principessa Natsuki e il principe Syaoran. Nel frattempo, il giovane principe aveva richiesto udienza con entrambi i sovrani per discutere della sua situazione. Ma il re, sotto l'incantesimo della regina, si oppose alla sua richiesta con forza e ordinò al principe Syaoran di sposare la principessa Natsuki.”
Il sipario si aprì e la scena rivelò la facciata di un okiya e sullo sfondo un paesaggio verdeggiante di colline.
Il principe Syaoran entrò in scena con passo affrettato e si diresse verso l'okiya.
“Se non posso sposare Sakura con il permesso del re, allora la sposerò senza. Nessuno potrà impedirmelo.”
Non appena giunse di fronte all'okiya, fu raggiunto in scena da Chiharu e altre due ragazze vestite con kimono dai colori sgargianti.
“Voi chi siete?” esclamò Chiharu, visibilmente sconvolta.
“Sono il principe Syaoran, Yukiyo-san.”
“Che cosa volete ancora dal nostro okiya?”
“Ancora?”
“Sì, ancora. Pochi istanti fa è giunto un vostro servitore, affermando che mia sorella minore Yumiko avrebbe dovuto seguirlo al castello del re per essere ricevuta proprio da voi!”
“Ma...non è vero, non ho mandato nessuno a prendere Sakura!” affermò Syaoran, turbato.
“Allora chi è stato?”
Syaoran chinò il capo, sfregandosi il mento preoccupato e pensieroso.
“Ditemi, sapete il nome di questo servitore?”
“Sì, ha detto di chiamarsi Arashi.”
“Non è possibile! - esclamò Syaoran, incredulo- A questo punto credo che Sakura sia stata rapita con l'inganno!”
“Come fate a sapere il suo vero nome?”
“Ebbene, vostra sorella minore me lo ha confessato la scorsa notte e mi ha promesso il suo cuore e la sua mano. E io vi prometto che farò di tutto per salvarla e renderla felice!”
Chiharu lo guardò prima sorpresa e preoccupata, poi sembrò diventare più fiduciosa.
“Allora, d'accordo, principe. Portatemi Sakura sana e salva!”
Syaoran annuì e quando si volse dalla parte opposta si ritrovò davanti Rika.
“Vi porterò io da lei!” affermò Rika.
“Sapete dove si trova?”
“Certo, sono una serva della regina. Ho visto dove la stavano portando, lei e il vostro amico!”
“Perchè volete aiutarmi se siete una sua serva?”
“Perchè sento di doverlo fare, per Sakura e per me...”
“Come ...” iniziò a chiedere Syaoran.
Ma Rika lo interruppe, sollevando una mano con un gesto semplice ma fermo.
“Andiamo, principe Syaoran!”
Fu così che Rika e Syaoran uscirono dal palco e il sipario si chiuse per il cambio di scena.
“Rika, la vera regina e madre di Sakura, condusse rapidamente il principe Syaoran al castello - disse Tomoyo- Corsero entrambi più veloci che potevano e Syaoran cercò di non pensare per quale motivo lei fosse stata rapita e che cosa il traditore Arashi potesse farle.”
La nuova scenografia ritraeva l'interno di un sotteraneo. Sullo sfondo vi era una parete dipinta di grigio con i dettagli che rappresentavano i mattoni. Al centro vi era una tavola di pietra sopraelevata su cui era sdraiata Sakura, priva di sensi. Indossava un kimono bianco avorio con decorazioni floreali che andavano dal rosa più chiaro a quello più intenso e rifiniture dorate. La cintura obi era bordeaux e richiamava la decorazione del kimono. In piedi dietro la tavola vi era Jasmine che indossava l'abito della sua prima scena e teneva in mano il suo bastone argentato. Accanto a lei c'era Arashi.
“Avete fatto un ottimo lavoro, Arashi-san.”
“Cosa succederà adesso, Maestà?”
“Adesso farò un piccolo incantesimo affinchè la piccola geisha perda ogni ricordo e ogni sentimento d'amore per il principe Syaoran e ne acquisti invece per voi.”
“Ma come...”
“Fermatevi, Maestà!” esclamò Syaoran, entrando in scena insieme a Rika.
Jasmine battè il bastone per terra: “Cosa siete venuti a fare?”
“Vi impediremo di proseguire nel vostro piano.” rispose Rika.
“Questo lo vedremo. Arashi-san, occupatevi del caro principe Syaoran.”
Prese dunque in mano una spada, ovviamente finta, e si portò nella parte più anteriore del palco accanto a dove era stesa Sakura.
“Coraggio, altezza, o avete paura di battervi con me?”
Syaoran sguainò la sua spada e si avvicinò a lui: “Giammai. Non avrò mai paura di te, tanto meno adesso!”
Le due regine indietreggiarono, mentre i due ragazzi cominciarono la coreografia del loro duello. Syaoran osservò attentamente lo sguardo del suo avversario e percepì una sensazione invero molto strana. Sembrava proprio che quello non fosse il loro primo duello, c'era qualcosa di molto familiare nei movimenti di Arashi, il modo in cui afferrava la spada, seppur finta, i suoi affondi, le sue parate...
Syaoran pensò che fosse solo una semplice impressione e pensò solo a continuare quel duello.
“Non avresti dovuto tradirmi, Arashi, non la passerai liscia.”
“Vi illudete, Altezza, la regina Jasmine è dalla mia parte e non permetterà mai il vostro matrimonio con questa ragazza. È stata promessa a me!”
“No! Non l'avrai mai!”
Arashi lo attaccò per l'ennesima volta, ma Syaoran lo sospinse indietro e Arashi cadde a terra. Così facendo, Syaoran si avvicinò a Sakura e le prese una mano.
“Sakura, svegliatevi, vi prego!”
E mentre Syaoran dava le spalle ad Arashi, egli si alzò in piedi e riafferrò la spada per attaccarlo da dietro.
Syaoran, tutto d'un tratto, si voltò e colpì Arashi ad una gamba. Il suo avversario, sorpreso, cadde a terra, privo di sensi.
“No, non mi impedirete mai di attuare il mio piano.” esclamò Jasmine, sconvolta e spaventata.
“Arrendetevi, Maestà. Non avete scampo!” esclamò Syaoran.
“Vi sbagliate, Altezza. Voi non conoscete di cosa sia capace, quali grandi poteri si nascondano in me!”
Jasmine battè nuovamente il bastone per terra e la scena fu illuminata da rapidi lampi accecanti e rumore di tuoni.
“NO!” urlò Rika e corse verso Sakura, chinandosi su di lei come se volesse proteggerla.
Le luci divennero sempre più abbaglianti e i rumori più assordanti. Quando tutto si calmò, Jasmine, con lo sguardo atterrito, era appoggiata alla parete. Il suo bastone argentato era caduto a terra e lo spicchio di luna nera si era staccato.
Rika alzò il busto, lo sguardo era fiero e determinato, e in mano sorreggeva un bastone dorato, con un brillante sole sull'estremità superiore.
“Ora ricordo tutto. La mia magia era nascosta nel ciondolo di mia figlia Sakura. Riacquistando i miei poteri, sono in grado di affrontarti, Jasmine!”
“No, non è possibile!” esclamò lei, sempre più impaurita.
“Arrenditi, impostora. Avrai la mia grazia e ora che sei privata di tutti i tuoi poteri, sei bandita dal mio regno, insieme a tua figlia!”
“Non farle del male, ti prego...” la implorò lei.
“Io non sono come te. Siete libere di andare via. Ma non potete più tornare!”
Jasmine non disse più nulla e corse fuori di scena. Syaoran si avvicinò a Rika, rivolgendole uno sguardo perplesso.
“Cosa...è accaduto?”
“Altezza, dovete sapere che io sono la regina di questo regno e moglie di Sua Maestà, re Yamato. Sakura è la nostra adorata figlia, nonchè legittima principessa del regno. Jasmine era una strega, giunse tanti anni fa in questo regno e, sfruttando la bontà d'animo di mio marito, fece un incantesimo invertendo i nostri ruoli e cancellando in tutto il regno i ricordi legati a me e Sakura. Così io diventai una serva nella mia casa e Sakura fu nascosta in un okiya per diventare geisha.”
“Ora comprendo. Ma perchè la principessa non si sveglia?”
Rika appoggiò una mano sulla sua fronte: “E' a causa di alcune tracce di un incantesimo di Jasmine. Lei voleva cancellare la sua memoria e farla risvegliare da Arashi, affinchè si innamorasse di lui.”
“Cosa possiamo fare?”
Rika sorrise: “Beh...se amate davvero mia figlia, provate voi a farla risvegliare.”
Syaoran arrossì: era giunto il suo momento, il momento che gli causava tanti dubbi.
“In che modo?”
“Voi sapete come fare!”
Preda di un'incredibile agitazione, Syaoran si avvicinò alla principessa. Sapeva cosa fare. Dopo tutti gli eventi di quella giornata, dopo il terribile timore di averla perduta per sempre, Syaoran aveva finalmente chiarito i suoi sentimenti: amava troppo Sakura per poter pensare a qualcun'altra, era follemente innamorato e non aveva alcuna intenzione di esserle solo amico. Certo, sarebbe passato altro tempo prima che si fosse sentito pronto a confessarle tutto. Ma per il momento aveva l'occasione di approfittare di quella innocua recita scolastica.
Perciò si chinò su di lei e le accarezzò una mano: “Se il tempo fosse una mela tra le nostre labbra...- mormorò Syaoran, fissando Sakura- ...felice di arrivare al torsolo...”
E finalmente si avvicinò al suo viso e la baciò. Il cuore di Sakura mancò un battito. Perchè la stava baciando? Non avrebbe dovuto farlo...o almeno non avrebbe dovuto baciarla veramente, lì davanti a tutti, davanti ad Arashi e Jasmine. Stava rovinando tutto e non riusciva a capirlo.
Ma non era il momento di fare certi pensieri. La recita doveva continuare. Così Syaoran si allontanò da lei e Sakura si risvegliò: lei si costrinse a sorridergli, anche se in realtà avrebbe voluto chiedergli subito perchè mai l'avesse fatto!
Syaoran le prese una mano e la aiutò ad alzarsi.
“Bentornata fra noi, principessa Sakura!” disse Syaoran, sorridendole.
Sakura lo guardò confusa: “Ma...principessa? Cosa significa?”
“Significa che tu sei figlia di re Yamato e mia.” ammise Rika, avanzando verso di lei.
“Come è possibile? Pensavo di essere orfana...”
Rika le mise una mano sulla spalla, guardandola dolcemente: “Non è così, cara. Tu sei mia, siamo state separate da una malvagia strega che ha fatto un incantesimo su tutti noi. Ma, in quanto strega buona, anche io ho dei poteri e, ritrovandoli, ho rotto l'incantesimo! Ora tornerà tutto come prima!”
Sakura esitò un istante poi abbracciò Rika.
“Madre!”
“Fu così che la piccola principessa tornò alla sua famiglia. E tutto il regno ritrovò la propria legittima regina. Jasmine e la figlia Natsuki sparirono per sempre da quelle terre. Mentre il principe Syaoran sposò la principessa Sakura e insieme vissero per sempre felici e contenti.” terminò Tomoyo.
Il sipario si chiuse e dalla sala partirono applausi scroscianti, diretti a tutti partecipanti di quella recita. Anche dietro le quinte vi era molta soddisfazione tra gli studenti.
Sakura, innervosita dal comportamento di Syaoran, scappò prima che qualcuno potesse fermarla per farle i complimenti. Ma Syaoran, immaginando il suo stato d'animo, la seguì sul retro.
“Aspetta, Sakura!”
Lei, però, non sembrava aver alcuna intenzione di fermarsi a parlare con lui. Perciò, Syaoran, con una breve corsa, la raggiunse e la afferrò per un braccio, costringendola a voltarsi.
“Ti prego, non fare così!” le disse lui.
“Così come? Secondo te dovrei far finta che non sia accaduto nulla fuori sul palco? Perchè hai dovuto rovinare tutto?” esclamò lei, arrabbiata e rossa in viso.
“Era solo un bacio!”
“Ma io mi fidavo di te! Avevi detto che...”
“Già, l'aveva detto! - intervenne Arashi, avvicinandosi ad entrambi- E io, al contrario di Sakura, non mi fidavo di te!”
Syaoran rivolse lo sguardo verso Arashi e lasciò andare il braccio di Sakura.
“E dire che io ti avevo avvertito, Li. Tu però non hai voluto darmi ascolto.”
Syaoran sorrise: “Cosa hai intenzione di fare, Tokugawa? Vuoi fare a botte con me per uno stupido bacio?”
“Sai, non è una cattiva idea. Facciamo così: dammi un motivo più che valido per ciò che hai fatto alla mia ragazza e potrei anche risparmiarti!”
Syaoran scosse il capo, tranquillo: “Io non devo rendere conto a nessuno di quello che faccio, tanto meno a te!”
Arashi fece spallucce, indifferente.
“Peccato. Risposta sbagliata!”
Così dicendo, Arashi colpì Syaoran in pieno viso con un destro micidiale, che lo scaraventò a terra. Sakura, inorridita e sconvolta per il comportamento di Arashi, si mosse subito verso Syaoran. Ma Arashi la trattenne per un braccio.
“Così impara a tenere a freno le sue labbra bollenti! - commentò Arashi con un ghigno sardonico-- Andiamo via, Sakura!”
Detto questo, la trascinò via. Syaoran si asciugò il sangue che stava cominciando ad uscire dal labbro inferiore e si alzò in piedi. Sembrava che quel bacio non avesse fatto piacere a nessuno, oltre che se stesso.
Eppure lui non si era mai sentito così bene.
*****
Sakura aveva passato tutto il pomeriggio con Arashi e, alla fine della giornata, lui l'aveva accompagnata a casa. Ma, dalla fine della recita, non aveva fatto altro che pensare a ciò che era successo quel pomeriggio. E ora che si trovava in camera sua, sdraiata sul suo letto, una domanda continuava ad aleggiare nella sua mente: perchè Syaoran aveva rischiato di rovinare la loro amicizia per uno stupido bacio, come l'aveva definito lui? In nome di cosa aveva agito così?
Sakura si portò una mano sulle labbra e subito le apparve nella mente Syaoran nel preciso istante in cui l'aveva baciata e...rabbrividì. Chissà perchè Syaoran le provocava ancora tutte quelle emozioni.
E subito dopo ripensò ad Arashi e al pugno che aveva sferrato a Syaoran: gli aveva addirittura causato la fuoriuscita di sangue dal labbro inferiore. Così Sakura si chiese se Syaoran stesse bene, ma anche come mai lui gli avesse permesso di colpirlo. Sapeva benissimo che Arashi lo avrebbe fatto e aveva tutte le capacità per evitarlo. Allora perchè non lo aveva evitato?
Troppi perchè permanevano nella sua mente e se non avessero avuto una risposta sicuramente avrebbero torturato Sakura per tutta la notte. Perciò afferrò la sua chiave del sigillo.
“Chiave che possiedi la forza della stella, mostrami la tua vera natura! È Sakura che te lo ordina! Release! Rescissione del sigillo!”
E quando lo scettro apparve davanti a lei, Sakura lo afferrò e utilizzò la carta dello specchio, che assunse le sue sembianze.
“Allora, ascolta...- disse Sakura al suo riflesso-...io devo uscire di nascosto per un po'. Tu mettiti nel letto, ok?”
La carta dello specchio annuì. Dopodichè Sakura uscì dalla finestra e usò la carta del volo. Sorvolando la città illuminata dalle luci notturne, Sakura giunse a casa di Syaoran e atterrò sul balcone del suo salotto. Fortunatamente era in casa: era sdraiato sul divano con gli occhi chiusi e una borsa del ghiaccio sulla guancia colpita da Arashi. Probabilmente si era addormentato e Sakura non aveva intenzione di disturbarlo. Ma Syaoran percepì la sua presenza e si alzò per aprire la porta del balcone.
“Buonasera, principessa Sakura!” le disse con un sorriso.
”Syaoran, smettila! Non sono venuta qui per scherzare!” esclamò lei, infastidita.
Entrando in casa, Sakura si accorse di quanto fosse pulita quella casa, profumata e luccicante in ogni angolo. Syaoran era davvero straordinario.
E nel salotto risuonava una musica rilassante, del genere orientale Yin & Yang, che allietava l'animo e calmava ogni pensiero turbolento. La musica adatta a una sera come quella.
“Cosa stavi facendo?” domandò Sakura.
“Ti stavo aspettando!”
“Mi stavi...aspettando?”
“Certo! Sapevo che saresti venuta, o al massimo che mi avresti chiamato al telefono. Dopotutto, non sei preoccupata per me?”
Sakura gli diede le spalle e si portò una mano sulla bocca: era davvero così prevedibile?
“Suvvia, Sakura. Non pensarci! A me fa molto piacere la tua visita. - le disse Syaoran, mentre lei tornava a guardarlo- Oggi pomeriggio abbiamo lasciato molte cose in sospeso.”
Sakura annuì, sedendosi sul divano: “Già. Allora spiegami subito perchè mi hai...perchè hai fatto quella...cosa...”
“Intendi dire perchè ti ho baciata?” le chiese lui, totalmente disinvolto.
“S-sì...” rispose lei, arrossendo lievemente.
Syaoran divenne improvvisamente serio e la fissò a lungo: Sakura ero troppo sconvolta per sapere la verità. Avrebbe sicuramente preso molto male una sua eventuale dichiarazione e probabilmente l'avrebbe persa anche come amica. Sarebbe stato meglio inventarsi una scusa, almeno fino a quando entrambi non si fossero sentiti pronti per affrontare la realtà, cioè che Syaoran amava ancora Sakura, forse più di prima.
“Dai, Sakura, mettiti nei miei panni. Oggi dovevo interpretare un ruolo importante nella recita e ho anche rischiato di perdere la mia migliore amica. Ero molto provato da tutto ciò, tanto che sono rimasto stordito fino a quando il tuo ragazzo non mi ha riservato quel gentile trattamento. Davvero, non ero capace di intendere né di volere.”
“Oh...ehm...ecco...”
Syaoran sospirò: “Ti assicuro che quello è stato solo un bacio. Non c'erano implicazioni più che affettive...amorose...”
“Mm...d'accordo. Però, Syaoran, perchè ti sei lasciato colpire da Arashi? Avresti potuto evitarlo benissimo!”
“L'ho fatto per te!”
“Che cosa significa?”
“Non saltare a conclusioni affrettate. Ho pensato che lasciandomi colpire da lui, non saresti stata più arrabbiata con me.”
“Quanto sei stupido, Syaoran! Solo un uomo poteva pensare una cosa del genere!”
Syaoran rise, ma si pentì subito di averlo fatto perchè il labbro gli faceva ancora male. Notando la smorfia di dolore sul suo viso, Sakura si avvicinò a lui e gli appoggiò la borsa di ghiaccio sulla guancia.
“Questo...significa che non sei arrabbiata con me?”
Sakura sospirò: “Esatto. Ovviamente, spero che non capiti più, ma la prossima volta hai il permesso di evitarlo!”
“Grazie!” disse lui, sorridendo.
Sakura non credeva alla spiegazione che le aveva fornito Syaoran. C'era qualcosa che non quadrava, come quel verso aggiunto prima di baciarla, il quale non era previsto dal copione. Se fosse stato davvero “stordito” allora non avrebbe avuto quell'idea ingegnosa, che sicuramente dava qualcosa in più alla scena.
“A cosa stai pensando?” domandò Syaoran.
“Oh, beh...mi chiedevo se...ti facesse male...”
“Un po', ma non devi preoccuparti, non è così grave!”
“D'accordo!”
Sakura avrebbe continuato a credere che c'era un motivo in più dietro al comportamento di Syaoran e lo avrebbe creduto fino a quando non avesse scoperto quale fosse quel motivo. Solo che, in quel momento, non desiderava affatto scoprirlo. Non era pronta per affrontarlo!
Ecco qua il nuovo capitolo dopo un bel po' di mesi. Ho ricevuto diverse sollecitazioni e alla fine mi sono impegnata a finirlo. Ho avuto qualche problema perchè avevo cambiato totalmente la trama della recita, quindi mi hanno un po' fatto tribolare questi due capitoli. Comunque spero che vi sia piaciuto. Nel prossimo capitolo "Teddy bears" avremo a che fare con gli orsacchiotti, ve li ricordate?
Ringraziamenti...
midnightmoon837: ti ringrazio molto per la bella recensione. sono contenta che la mia storia ti piaccia. e comunque sì, sono io che sto scrivendo la storia dove Syaoran è una guardia del corpo e Sakura una cantante. la differenza di stile...non l'ho notata, ma in effetti sto cercando di rendere quella storia più poetica, mentre questa è più avventurosa.
laurettachan: grazie per la recensione. spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo. comunque sì, sono su facebook. se vuoi contattarmi mandami una mail. mi farebbe piacere!! ^_^
paperella96: grazie per la tua recensione. divertente come tutte le altre!! spero ti sia piaciuto anche questo capitolo!! ^_^