All the things I never say

di mikka
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Codardo (HaruRin) ***
Capitolo 2: *** Invidia (MakoRin) ***
Capitolo 3: *** Scusa (MakoHaru) ***
Capitolo 4: *** Mordimi (RinMako) ***



Capitolo 1
*** Codardo (HaruRin) ***


Autore: mikka
Fandom: Free!
Personaggi: Nanase Haruka; Matsuoka Rin
Rating: Verde
Avvertimenti: Introspettivo; Malinconico
I Never say: Codardo

 

 

C'è un momento di stallo. Un momento in cui il tempo si ferma e la sensazione di vuoto assoluto mi assale. In quel momento non sono capace di nulla ed al contempo di tutto.
Quel preciso momento si ripete inesorabile, è sempre lì, come un ancora di salvezza. Mi assale e abbraccia ogni qualvolta entro ed esco dall'acqua e dura un solo istante: si instaura quando il mio corpo non è ancora del tutto al sicuro nell'acqua e quando non è ancora del tutto esposto mentre esco da essa.
La verità è che non è così semplice, se lo fosse non avrei tutti i problemi che ho e che nascondo. Perché non accade unicamente in quei momenti, cosa che sarebbe anche normale, ma succede anche -senza che io possa impedirlo o anche solo afferrarlo- quando lo incontro.
È così anche in questo momento. Il caso non mi è mai stato troppo nemico eppure, in questo istante, lo sto maledicendo. Sono lontano da qualsiasi fonte d'acqua, in una strada anonima e deserta che mi chiedo perché ho intrapreso, davanti a Rin. Il tempo si ferma e quella sensazione singolare mi avvolge ed assale. Rimango fermo, come paralizzato, perché sono conscio di essere lontano dalla mia zona di sicurezza, lontano dal posto in cui niente può scalfirmi: l'acqua, la piscina.
Lo sguardo di Rin è fermo, fisso, mi stupisco che non stia tremando ma non posso davvero permettermi di giudicarlo, non qui. Di cose da dire ce ne sarebbero tante ma la mia lingua è legata e la mia bocca serrata. La sua smorfia mi scuote ma non sono capace di darlo a vedere e quando si muove verso di me vorrei fronteggiarlo e lasciarmi andare, davvero.
Tutto quello che sento però è il suo braccio scontrarmi, senza delicatezza, dimostrandomi ancora una volta che ho sempre avuto torto; lo giudicavo per aver lasciato il nuoto, lo accusavo ma Rin in acqua e fuori, seppur con tutti i suoi difetti ed esagerazioni, non si tira mai del tutto indietro ma anzi con coraggio e fierezza si fa scudo di tutto e tutti.
Sento dolore, lo scontro è stato intenso perché non mi sono mosso. So che lo odia, odia quando non reagisco, la mia impassibilità è forse la cosa che lo indispone e attrae di più di me. Mi odio anche io, eppure ho ripreso la mia strada senza riuscire a farlo, senza riuscire a fare nulla, ancora una volta sono scappato da Rin e da tutto ciò che lui per me comporta.
Scusa sono un codardo”
Sicuramente è quello che vorrei dirgli di più, ma fuori dall'acqua non ci riesco, non con lui perché ho troppi rimorsi e troppa paura di perderlo ancora.

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Capitolo 2
*** Invidia (MakoRin) ***


Autore: mikka
Fandom: Free!
Personaggi: Makoto Tachibana; Matsuoka Rin
Rating: Verde
Avvertimenti: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale
Commento: Sapevo che non dovevo, eppure ho deciso di scavarmi la fossa da sola, consapevole che non ne uscirò più da questo fandom anche perchè non ci sono limiti e lo shipping può essere totale e soprattutto tutti con tutti *w* Dopo il mio delirio vi lascio alla lettura.
I Never say:
Ti invidio

 

Nemmeno lui sapeva da quando era iniziata. Forse dalla prima volta che l'aveva visto, con quel suo sorriso affilato e misterioso.
Era tornato dall'Australia, non che lo infastidisse il fatto in sé quanto più che senza alcun diritto si era ripresentato davanti a loro con una gran faccia tosta e soprattutto con l'arroganza di trattare Haru senza alcun rispetto. Non tollerava in alcun modo il suo modo di fare verso il moro, anzi, quello era un eufemismo perché se avesse dato ascolto al proprio io l'avrebbe preso a calci e ce l'avrebbe annegato in piscina. Eppure non riusciva ad essere egoista, voleva esserlo, voleva proteggere Haru perché lo amava, perché in quegli anni era diventata routine, routine che non accettava di perdere. Voleva essere la persona che lo consolava ma che al contempo dominava i pensieri del ragazzo che, anche se nessuno lo capiva, lui sapeva leggere attraverso ogni sguardo e gesto. Ed era proprio perché lo amava che non poteva essere egoista, che non poteva spaccare la faccia arrogante di Rin. Non poteva perché sapeva che era il rosso il centro gravitazionale di Haru eppure, proprio perché consapevole di ciò, poteva permettersi di odiarlo e picchiarlo ma, lo stesso, non ci riusciva. Era troppo buono Makoto, sapeva di esserlo e la felicità di Haru era anche più importante della propria.
Si ritrovava sempre a sorridergli, a Rin, inconsapevole perché in realtà quello che provava non era odio. Come poteva odiarlo? Sapeva che Rin non era cattivo ma che anzi era la persona più sensibile che conosceva, che usava l'arroganza per proteggersi anche se i suoi gesti e quei suoi occhi espressivi lo tradivano a discapito del suo dispotismo.
Non avrebbe mai potuto odiarlo, come poteva? Gli voleva bene, tanto, e spesso sentiva il bisogno di aiutarlo, di confortarlo anche se sapeva fin troppo bene che Rin non glielo avrebbe mai permesso, a nessuno, salvo ovviamente ad Haru.
Il sentimento che provava era più sbagliato, era il più distante da associare alla sua persona ed emotività eppure ne era succube ogni talvolta che osservava l'elettricità tra Haru e Rin. Oggi come ieri, come domani, come sempre.
Ed era lì adesso a sorridergli, con il capo appena reclinato verso la spalla come suo solito vizio inconscio, nonostante avrebbe voluto prenderlo per le spalle, scoppiare a piangere e gridargli in faccia tutto quello che aveva dentro.
<< Tsk >>
Non poteva fare davvero quello che voleva ma, proprio perché lo conosceva, poteva permettersi il lusso -come egoistico palliativo- di farlo indisporre appena, non che fosse difficile, giusto per alleviare le proprie pene. Ma Rin aveva preferito snobbarlo, superarlo senza degnarlo di troppa attenzione mentre più in la poteva vedere lo sguardo apparentemente piatto di Haru seguire con dedita devozione ogni passo, ogni respiro quasi, del rosso.
" Perché devi essere tu? Perché non io Rin? Perché non può amare me? Vorrei odiarti, perché non sai quanto sei fortunato ma la realtà è che ti invidio, da sempre."
Ma quelle grida disperate, quel monologo frustrato, ancora una volta rimbombò sordo dentro di lui mentre si avvicinava ad Haru e con lui si avviava verso casa.

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Capitolo 3
*** Scusa (MakoHaru) ***


Autore: mikka
Fandom: Free!
Personaggi: Makoto Tachibana; Haruka Nanase
Rating: Verde
Coppia: MakoxHaru
Avvertimenti: Sentimentale; Fluff; Introspettivo
I Never say: Scusa

 

Come ogni giorno suoni alla porta.
Silenzio.
Ma lo sai già, non verrà ad aprirti nessuno. Fai il giro della casa, ormai sai a memoria che la porta sul retro te la lascia aperta, un chiaro invito che non puoi e vuoi mai rifiutare, saluti al nulla e ti dirigi verso il tuo obiettivo.
Apri la porta del bagno e per tua grande sorpresa Haru è sì nella vasca ma nudo. Fai mente locale. Ah. Ti sei dimenticato, colto dalla solita routine, che è un giorno di festa ergo niente scuola. Ormai, però, sei lì con la tua uniforme perfettamente stirata che, lo senti chiaramente, ti sta diventando stretta.
Deglutisci a vuoto. Nonostante tutto non riesci ancora a credere che Haru, che vive con il costume addosso, sia immerso fino al collo con gli occhi chiusi -sembra davvero dormire profondamente- e senza nulla addosso.
Indietreggi.
<< Haru? >>
E' morto. Almeno quello è il primo pensiero ma al tuo occhio attento non sfugge il suo petto alzarsi e abbassarsi regolarmente, rilassato. Deglutisci ancora e arrossisci vistosamente. Improvvisamente senti caldo dappertutto e ti sembra di far fatica a respirare normalmente. Senti il tuo cuore battere impazzito e sei anche consapevole del perché e proprio per tale motivo dovresti alzare i tacchi, magari aspettandolo in salotto, ed invece ti avvicini, abbandoni la cartella sul pavimento e, nonostante il rumore, Haru non accenna ancora a muoversi.
<< Haru? >>
Ci riprovi ma ancora nulla. Dorme. Ringrazi tutte le divinità che conosci sentendoti però sporco. Non dovresti essere lì, accanto al bordo della vasca, inginocchiato a fissare un Haru indifeso. Ma quando ti ricapita un occasione del genere? Sai che non è da te eppure non riesci -vuoi- fermarti.
Lo fissi. Le palpebre chiuse, nessun movimento, le labbra appena socchiuse, i capelli che rilasciano leggere gocce che si infrangono sul petto liscio del tuo amico.
Ed è un attimo. Un secondo o forse meno, perdi per quella minuscola frazione di secondo il controllo su di te ed ecco che ti ritrovi così: chinato in avanti, attento però, con le labbra appoggiate su quelle carnose di Haru ad assaporarne la consistenza.
Vorresti andare oltre ma il raziocinio si risveglia e quasi scottato sei in piedi a fissarlo ma, per fortuna, lui non si è accorto di nulla.
Il tuo respiro si fa affannoso e qualcosa ti scatta dentro.
<< Sc- >>
"Scusa." Stavi per dirlo ma ti sei fermato. È orribile ma non vuoi scusarti affatto, non puoi, perché non ti senti in colpa per quello che è appena accaduto, in imbarazzo sì -e pure tanto- ma non in colpa.
Ti copri la bocca con una mano, lanci uno sguardo disperato ad Haru che ancora non si muove, stai andando in crisi. Vorresti gridare ma sai che sveglieresti il moro e sarebbe la fine. Ti decidi a muoverti e, con saggezza, scappi -alla fine è un giorno di festa, non dovresti essere lì- e ti prometti che terrai per te quel piccolo, meraviglioso incidente.

 

<< Stupido Makoto... >> Un piano studiato alla perfezione che era appena fallito per la troppa bontà dell'amico. Poco importava almeno una cosa che voleva l'aveva ottenuta, seppur breve, ma c'era tempo e le occasioni per farlo cedere non mancavano mai, doveva solo rimandare e finire di godersi quel bagno.

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Capitolo 4
*** Mordimi (RinMako) ***


Autore: mikka
Fandom: Free!
Personaggi: Makoto Tachibana; Rin Matsuoka
Coppia: RinxMakoto
Rating: Arancione
Avvertimenti: Introspettivo, Sentimentale, Lime. [Spero vivamente di non essere caduta nell'ooc anche se, in queste situazioni, purtroppo non sappiamo -nonostante tutte le provocazioni che Free ci offre- come reagirebbero davvero i personaggi. Penso che la cosa sia, quindi, ad interpretazione personale.]
I Never say: Mordimi


 

   Era leggermente sconvolto. Ok, era tanto sconvolto. Sconvolto da se stesso e dai propri pensieri.
Dopo l’allenamento era uscito da scuola e aveva salutato tutti gli altri perché aveva da fare una spesa di sopravvivenza, visto che il resto della sua famiglia era in campeggio. Così era andato dritto verso il supermercato più vicino per andare a comprare ciò che c'era sulla lista che, quasi preziosamente, teneva in mano. Ed era proprio mentre si aggirava tra gli scaffali che andò a sbattere contro qualcuno, troppo impegnato a cercare piuttosto che a prestare attenzione, e quindi, con tutta la sua forza, aveva travolto il povero malcapitato.
Rin. Il malcapitato era Rin. Per un attimo lo stupore gli si piantò sul viso, ma durò davvero poco, giusto il tempo che il rosso realizzasse.
« Makoto, maledetto idiota! Guarda dove cazzo metti i piedi! »
Rin era sempre così irruento, grezzo, sboccato e infuocato; mentre quei pensieri gli affollavano la mente, mentre Rin si rialzava sbraitando, non poté bloccare un pensiero spontaneo: "Chissà com'è a letto..."
In meno di tre secondi, dallo stupore iniziale, era passato ad un totale imbarazzo iperventilato.

Rin lo osservò perplesso: aveva visto, in un tempo assurdamente breve, il cambiamento umorale ed espressivo dell'altro e la cosa la aveva un attimo destabilizzato. Che diavolo gli prendeva? Iniziò a sentirsi in colpa, forse aveva reagito un po’ troppo bruscamente -anche se con Makoto la cosa gli veniva istintiva: gli scatenava un qualcosa dentro che lo portava a volerlo predominare, schiacciare- visto che era evidente che non l'aveva proprio fatto apposta. Sbuffò sconsolato, raccogliendo le cose che Makoto aveva perso durante lo scontro. Era cibo istantaneo. Mentre stava per riconsegnargli la roba lo osservò con scrupolosità: il resto della sua famiglia non doveva esserci e probabilmente stava facendo scorta per i giorni a venire.
« Sei solo a casa? »
Aveva parlato prima di pensare ed infatti appena conclusa la frase si morsicò la lingua, adottando il suo solito broncio infastidito. Doveva levarsi da quella situazione, così strappò la lista dalla mano dell'ex compagno e, assicuratosi di avere tutto, si avviò verso la cassa ignorando Makoto.

 

Era rimasto stordito, non dal comportamento di Rin -lo conosceva bene- quanto piuttosto dai suoi gesti. Non appena le sue dita affusolate avevano toccato le proprie si era accesso un fremito violento, l'aveva scosso internamente e si era immobilizzato chiedendo silenziosamente ancora un contatto. Ma Rin era fuggito -fuggiva sempre da lui- con tutta la propria spesa; a quella realizzazione finalmente si sbloccò, raggiungendo il rosso che in realtà lo aspettava già fuori dal negozio.
« Rin... Non dovevi. »
Gli sorrise gentilmente, ancora imbarazzato per la figura appena fatta, mentre allungava una mano verso quella di Rin, senza però prendere l'iniziativa di riprendersi il sacchetto: rimase semplicemente fermo, con un mezzo sorriso, e la mano ad accarezzare quella di Rin.
Nemmeno lui sapeva bene cosa stava facendo ma, sinceramente, non gli stava dispiacendo ed il fatto che l'altro non l'avesse ancora snobbato gli stava scatenando l'inferno dentro.
Osservò Rin direttamente ma ciò che vide fu qualcosa di nuovo: Rin si stava leccando le labbra, i denti affilati che si accostavano in un sorriso sghembo, ed i suoi occhi erano passione.
Non era impazzito, era reale, ed era stupendo. Ma non poteva crogiolarsi, doveva ancora andare a casa, eppure non si muoveva; come poteva farlo con Rin che lo guardava così?
« Muoviti. »
Non capì finché Rin non gli prese la mano, trascinandolo, verso casa propria. I suoi occhi caddero sul sacchetto e realizzò che Rin aveva già capito tutto.

La roba l'avevano abbandonata bellamente in mezzo all'ingesso, così come le loro scarpe, mentre lui si lasciava trascinare da Rin verso la propria stanza: era davvero pronto per quello? Per accogliere il suo desiderio più proibito che diventava realtà?
Sinceramente non ne era così sicuro.
« Rin... »
Ma l'altro non si degnò di rispondergli e lasciò morire ogni sua possibile replica baciandolo. Era stordito, tanto che un gemito di apprezzamento gli sfuggì dalle labbra, premute appena contro quelle dell'amico.
Si specchiò negli occhi di Rin che, lussuriosi, lo stavano facendo tremare.
« Dimmi cosa vuoi Makoto... »
Cosa voleva? Come poteva dirlo?
Ma Rin sembrava divertito dalla sua difficoltà e ne approfittò per farlo indietreggiare, finché non si ritrovò sul proprio letto con lui sopra a baciarlo lungo il collo.
« R-Rin! »
« Dimmi cosa vuoi... »
"Mordimi."
Voleva dirglielo ma... Era osceno, non poteva davvero ridursi così in basso, già era precipitato ma di toccare il fondo non ne voleva sapere, non in quel momento.
« Nh... »
« Bene... Allora poi non pentirti di avermi lasciato carta bianca... »
E quel ghigno non lo spaventava, così come non si sognava nemmeno di potersi pentire di ciò che sarebbe accaduto, mai.
Andò contro le bocca di Rin, catturandogliela, un guizzo di orgoglio che venne presto domato dalla lingua del rosso che coinvolse la propria in un suggestivo bacio, fin troppo eccitante.
Era eccitato, dal bacio, da tutto e Rin se ne accorse e, come uno squalo, si avventò con la mano tra le sue gambe toccandolo -con fare esperto- facendolo sciogliere pericolosamente.
« Non provarci... Questo è solo l'inizio. » Sentì il fiato caldo di Rin contro il proprio orecchio ed un brivido lo colse.
« E sta' tranquillo che non ho intenzione di lasciarti più andare… »
E poi avvenne.
Come a dimostrazione delle sue parole possessive, che l'avevano sconvolto più di tutto il resto, lo sentì conficcare i suoi denti alla base del proprio collo. Il gemito che gli regalò in quel momento fu solo il primo di molti altri, che dimostravano tutto il suo assenso per quella nuova evoluzione nel loro rapporto.

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