Follia

di DanilaCobain
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Primo giorno di scuola ***
Capitolo 2: *** 2. Insieme a te ***
Capitolo 3: *** 3. Sguardi ***



Capitolo 1
*** 1. Primo giorno di scuola ***


Follia
Capitolo 1



Jonathan

Le cattive abitudini sono dure a morire.
Come quella di andare a letto tardi la sera. Eil risultato è sempre lo stesso: la mattina sono uno zombie. Questa mattina però è anche peggio perché ieri sera ho fatto festa con i miei amici e devo aver esagerato con l'alcool, visto che non ricordo di aver portato una ragazza a casa con me. Me la ritrovo nel letto non appena apro gli occhi. Realizzo che non è Gioia, la mia fidanzata, nel momento stesso in cui una fitta di dolore mi trapassa la testa. Mi porto entrambe le mani sul volto e strizzo gli occhi.
Cazzo.
Sono proprio uno stronzo.
La sveglia continua a suonare, allungo una mano per spegnerla e mi metto seduto. Guardo l'ora: le sette.
Oggi è il primo giorno di scuola e non posso fare tardi. Sono un insegnante, un insegnante di matematica per la precisione, e quest' anno ho ricevuto l'incarico annuale. Ho già conosciuto i miei colleghi in questi primi giorni di settembre, o forse dovrei dire colleghe, considerato che sono quasi tutte donne a parte l'insegnante di educazione fisica. Mi hanno fatto tutti una buona impressione e sono sicuro che mi troverò bene con loro.
Mi infilo sotto la doccia e mi insapono velocemente, mi rado, lavo accuratamente i miei denti e intanto penso a Gioia. Penso a noi due e a come sono cambiate le cose da qualche tempo. Non meritava di essere tradita. Non era mai successo prima e non succederà più, anche se la nostra storia oramai è agli sgoccioli. Non ci amiamo più. Trascorriamo sempre meno tempo insieme... A volte mi chiedo se lei abbia un altro. Probabilmente no, probabilmente soffre come me al pensiero che tra noi sia tutto finito. Dopotutto siamo stati insieme otto anni, otto bellissimi anni vissuti intensamente e adesso tutto questo sta finendo. È brutto, è tristissimo. Stiamo male entrambi e non abbiamo il coraggio di dirci addio.
Mi ritornano alla mente immagini confuse della serata con i miei amici: beviamo, giochiamo a freccette e facciamo amicizia con un gruppo di ragazze. Ad un certo punto sono così ubriaco che chiedo ad una brunetta se ha voglia di venire a casa con me. Come si chiama? Federica? Floriana? Merda, merda, ma perché l'ho fatto?
Quando esco dal bagno sta ancora dormendo. Meglio così, non saprei cosa dirle. Mi vesto in fretta e prendo un'aspirina per placare il tremendo mal di testa post sbronza. Vorrei lasciare un bigliettino alla ragazza in camera ma non ho nessuna intenzione di dirle che sono fidanzato e non vorrei darle false speranze, così dopo alcuni minuti di meditazione decido di non lasciarle niente. Prendo la mia roba dallo studiolo ed esco senza fare rumore.




Nicole

Oggi ricomincia la scuola! Sono così felice di rivedere tutti i miei compagni. Soprattutto Paolo. Stanotte mi ha mandato un messaggio e mi ha scritto che vuole che torniamo insieme. Anche io lo vorrei, con tutta me stessa, ma ho intenzione di tenerlo un po' sulle spine. Se lo merita! Mi ha lasciata solo perché era geloso di Manuel nonostante gli avessi spiegato mille volte che eravamo solo amici e che lui non aveva nessun interesse nei miei confronti. E glielo ha detto anche Manuel. Sospetto che mi abbia lasciata solo perché voleva farsi l'estate da solo e andare in giro a fare lo sciupafemmine. È partito per due mesi e le foto della sua vacanza che ho visto su facebook mi hanno fatto stare veramente male. Perciò adesso lo terrò sulle spine. Voglio capire se ci tiene veramente a me o se sono solo un passatempo. Sono così agitata...non vedo l'ora di vederlo e allo stesso tempo ho paura di trovarlo cambiato o di scoprire che in realtà non provo più nulla per lui.
Mi alzo prima che suoni la sveglia, mi preparo e scendo a fare colazione. I miei genitori stanno uscendo per andare al lavoro, mi salutano e mi augurano buona fortuna per l'inizio del mio ultimo anno di liceo. Poco dopo ricevo un messaggio da parte della mia amica Milena.
"Scendi!"
Prendo lo zaino e la raggiungo in macchina. Milena è la mia migliora amica dai tempi delle medie, sa già cosa mi sta passando per la testa in questo momento per cui evita di fare domande e io non posso che esserle grata. 
Nel cortile della scuola incontriamo i nostri compagni. Ci abbracciamo, ci raccontiamo i punti salienti delle nostre vacanze e qualche pettegolezzo. Paolo è l'ultimo ad arrivare. La mia ansia sale alle stelle quando sento alcuni compagni che lo chiamano e lo salutano. Mi giro a guardarlo e...merda, è bellissimo. Ha un sorriso luminoso, accentuato dall'abbronzatura, i capelli castani sono diventati quasi biondi al mare, indossa una maglietta gialla e un paio di jeans chiari che gli stanno alla perfezione. Mi si ferma il cuore quando viene verso di me. Mi da un bacio sulla guancia e la sua voce mi avvolge in un abbraccio quando pronuncia il mio nome. 
«Sei sempre bellissima», mi dice, e io sorrido come una scema.
Dio. Quanto. Cazzo. Mi. È. Mancato.
Tutti i nostri compagni ci guardano, qualcuno fa qualche battuta ma io sono troppo impegnata a perdermi nei suoi occhi per prestare loro attenzione. Entriamo insieme in classe, io mi siedo in penultima fila accanto a Milena e Paolo prende posto dietro di me con Luigi.
La prima ora la passiamo con la prof di Italiano a chiacchierare delle vacanze e del programma di quest'anno. Paolo mi distrae in continuazione, mi accarezza la schiena o mi tocca i capelli. Io non mi volto ma sorrido e sono felice di essere di nuovo con lui e di ricevere le sue attenzioni.
Al cambio dell'ora, mentre chiacchiero con Milena, sento vibrare il mio banco. Apro l'atuccio per controllare il cellulare e trovo un messaggino. Lo apro.
"Ho una voglia incredibile di fare l'amore con te...ci vediamo oggi?"
Mi volto a guardare Paolo. Mi sorride e ammicca. Io scuoto la testa ridendo e in quel momento sento i miei compagni alzarsi ed esclamare in coro "buongiorno". Mi alzo con un attimo di ritardo e prima che possa vedere chi è entrato Milena mi stringe la mano e mi sussurra:
«E questo da dove viene?»
Guardo verso la cattedra e mi ritrovo davanti un ragazzo molto bello che ci saluta e ci sorride. I suoi occhi azzurri per qualche secondo rimangono fissi nei miei e io improvvisamente mi sento arrossire. Per un attimo, dimentico Paolo e il messaggio che mi ha appena mandato.



Jonathan

Non mi considero particolarmente bello ma so di esercitare un certo potere di attrazione sulle donne. Questa cosa mi mette particolarmente in imbarazzo quando sono a scuola perché quasi tutte le ragazzine mi guardano con aria sognante e spesso quelle più audaci mi lasciano pure il numero di telefono sperando che io le richiami. Durante la prima ora sono stato in un quarto ginnasio, la seconda ora invece mi sposto in una terza liceo. Entro e mi presento. Sposto rapidamente lo sguardo tra i ragazzi ma la mia attenzione viene catturata da una ragazza bionda seduta in penultima fila. È veramente incantevole. È impegnata a sorridere al ragazzo dietro di lei e quando si alza e mi vede arrossisce un po'.
«Sedetevi» dico a tutti. «Io sono il vostro insegnante di matematica. Adesso faccio un rapido appello così cerco di memorizzare i vostri nomi.»
Prendo il registro e inizio a chiamare i ragazzi uno per uno. La ragazza bionda si chiama Nicole Romeo. Faccio del mio meglio per concentrarmi sugli altri ragazzi ma lancio spesso occhiate verso il suo posto. Non so cosa mi stia prendendo oggi, non sono mai stato attratto dalle ragazzine! Mi dico che è per colpa della sbronza di ieri sera e del fatto che non riesco ancora a carburare.
Comunico ai ragazzi che la prossima volta faremo un test di ingresso che mi servirà percapire a che livello sono e da dove devo cominciare con il programma. Non sono felici, ma questo è nella norma. Per fortuna l'ora vola e io scappo nell'altra classe che mi aspetta. Per tutta la giornata penso e ripenso a Nicole e al suo bel sorriso. 
Si, forse devo smetterla di bere.




Ciao lettori!
Questo primo capitolo non è un granchè, ma era una vita che non scrivevo e avevo bisogno di buttare giù qualcosa. Quindi questa storia è nata così, all'improvviso. Non so ancora bene come si evolverà ma spero di riuscire a postare il secondo capitolo il prima possibile. È anche la prima storia che scrivo in prima persona, spero che almeno un po' vi abbia incuriosito!
Lasciatemi un commentino se vi va,
Un abbraccio
Danila

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Capitolo 2
*** 2. Insieme a te ***


Ehilà!
Non aggiorno questa storia da un annetto, quasi, e non so ancora quando riuscirò a scrivere il prossimo capitolo, ma ho tutta l'intenzione di portarla a termine!!! In questo secondo capitolo troviamo solo Nicole che ci racconta la sua relazione con Paolo. 
Grazie a tutte coloro che decideranno di seguire e commentare la storia e ringrazio in particolar modo StarryEyed e HappinessBK per aver recensito il primo capitolo.
Vi abbraccio
Danila





 
Nicole
Il mio piano di tenere Paolo sulle spine non è durato più di tre giorni. L’altro pomeriggio ho accettato di uscire con lui e siamo andati a fare una passeggiata sul lungofiume. Sa perfettamente quanto adori quella parte della città e quanto mi piace scendere lungo la riva e sedermi sotto uno di quegli enormi alberi. È lì che ci siamo baciati la prima volta.
Ho cercato di mostrarmi indifferente e fredda ma tutto è durato una mezz’oretta, poi lui mi ha stretta a sé e mi sono sciolta tra le sue braccia. L’attimo dopo ci stavamo baciando appassionatamente. Quelle labbra…il modo in cui mi baciava, le sue mani che mi accarezzavano i capelli e il volto…è stato un pomeriggio bellissimo e per un po’ ho dimenticato tutta la sofferenza che avevo provato quando era partito per le vacanze e mi aveva lasciata senza un perché.
Era di nuovo con me, mi teneva tra le braccia, mi sorrideva, mi accarezzava. Ma quando sono tornata a casa non h potuto fare a meno di pensarci. Se dovesse ricapitare? Io non voglio stare di nuovo male per lui. Non voglio stare male per nessuno.

Ieri a scuola sono stata abbastanza fredda e il pomeriggio, quando è passato a casa a prendermi, non sono voluta uscire. Ho detto che avevo da fare. Non mi ha mandato nemmeno un messaggio! E oggi non è venuto a scuola. Domani abbiamo la verifica di matematica e senza di lui prenderò sicuramente un tre. Di solito ci prepariamo insieme per i compiti in classe di matematica perché lui è un genio e ha tanta tanta pazienza con me…
Volevo mandargli un messaggio stamattina e chiedergli come mai non era venuto a scuola ma poi Luigi ci ha detto che aveva la febbre. Se non viene nemmeno domani sono spacciata. Circondata da libri e quaderni dell’anno scorso, cerco disperatamente di fare qualche esercizio ma non me ne riesce nemmeno uno. Proprio quest’anno dovevamo cambiare prof? Non voglio iniziare male, quest’anno abbiamo anche la maturità e vorrei cercare di raggiungere almeno la sufficienza.
E a proposito del nuovo prof…Jonathan Vinciguerra. Stamani l’ho incrociato nel corridoio, è bellissimo. Ha uno sguardo da paura ed è anche giovane. In classe e nella scuola le ragazze non fanno altro che parlare di lui. Ho sentito dire che ha ventotto anni e che vive qui da pochi mesi. Beh, insomma, non vorrei proprio fare una figuraccia domani. Se solo ci fosse Paolo qui…
Mi sta venendo un gran mal di testa. Scendo giù a fare uno spuntino e risalgo giusto in tempo per sentire che il mio cellulare sta vibrando. Rispondo immediatamente quando vedo che si tratta di Paolo. Ho troppo bisogno di lui per superare quel test!
“Piccola. Mi sono appena ricordato che domani c’è il test d’ingresso di matematica. Ti serve una mano?”
Lo adoro. Si è preoccupato per me anche se ha la febbre. “Come ti senti?”
“Bene. La febbre è passata. Stai ripassando?”
“Si, ma non mi riesce nemmeno un esercizio.”
Ridacchia. “Immaginavo, asinella. Perché non passi da me così ti do una mano?”
Ho un attimo di esitazione. Probabilmente a quest’ora i suoi genitori non sono in casa e non ho molta voglia di stare da sola con lui… oh, ma chi voglio prendere in giro? Io ho sempre voglia di stare con lui.
“Sei sicuro?”
“Certo, cucciola. Ti aspetto.”
“Va bene, arrivo.”
Raccolgo le mie cose e corro da lui.
Mi apre la porta in pantaloncini e maglietta. Ha in mano un panino e quando mi stampa un bacio sulle labbra sento l’odore della marmellata di ciliegie e del burro. Andiamo in camera sua e poggio la mia roba sulla scrivania. Paolo chiude la porta e rimane a fissarmi.
“Che c’è?”, chiedo.
“Ieri ti sei comportata da stronzetta.”
“Avevo da fare. Te l’ho detto.”
Paolo si avvicina e mi prende le mani. “Sei ancora arrabbiata con me per quest’estate? Pensavo che l’altro giorno avessimo chiarito.”
Sfilo le mani dalle sue e faccio un passo indietro. “Guarda che se credi che io e te siamo ritornati insieme ti sbagli di grosso.”
Dietro di me, a qualche passo di distanza, c’è il suo letto. Lui ci si va a sedere e mi trascina sulle sue gambe.
“Andiamo Nicole, ti ho già detto che voglio stare con te e solo con te. Cosa devo fare per dimostrartelo?”
Cerco di alzarmi ma lui me lo impedisce. “Dai Paolo, sono venuta qui per studiare non per chiacchierare.”
Fa un sorrisetto. “Ok, allora dammi un bacio e ti lascio andare.”
Sbuffo. Però mi viene da ridere e lui ne approfitta per baciarmi. Mi tiro indietro e mi muovo per cercare di divincolarmi ma Paolo mi stende sul letto e mi blocca le braccia. Un’ondata di desiderio mi travolge. E Paolo mi conosce troppo bene per non accorgersene.
“Mmmh, cucciola. Non guardarmi così…”
Ho il cuore a mille. Lo desidero con tutta me stessa. Mi bacia e io ricambio. Non oppongo più resistenza, lascio che mi accarezzi, che mi tocchi nei punti più sensibili. Il mondo intorno a noi scompare, esistiamo solo noi, i nostri occhi incollati, le emozioni che ci trasmettiamo attraverso essi, i nostri corpi accaldati che si uniscono, le labbra che si sfiorano.
Facciamo l’amore. E poi un’altra volta ancora. Rimaniamo a lungo accoccolati senza dire nulla. Paolo mi bacia di tanto in tanto e mi stringe a sé.
Mi alzo controvoglia e inizio a rivestirmi. Paolo fa lo stesso.
“Avremmo dovuto studiare”, dico sorridendo, “domani non saprò fare niente.”
Paolo mi sorride. “Non ti preoccupare amore, domani ci penso io.”
Lo abbraccio forte e lo bacio. “Sei un tesoro.” Glielo dico con fare scherzoso, in fondo è il minimo che può fare, è solo colpa sua se non abbiamo studiato. Anche se quello che abbiamo fatto mi è piaciuto moltissimo.
“Domani mattina andiamo a scuola insieme?”, mi chiede mentre mi accompagna alla porta.
“Ok” rispondo. Non ha più senso fingere che non voglio stare con lui quando dopo quello che è appena successo è evidentissimo il contrario.
Ci scambiamo un ultimo tenero bacio, scendo le scale del palazzo leggera come non mai.
 
 

 

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Capitolo 3
*** 3. Sguardi ***


Nicole
 
La sveglia suona troppo presto.
Ho fatto tardi con Paolo, stanotte. Abbiamo messaggiato fino alle due e adesso i miei occhi non vogliono saperne di aprirsi. A fatica scendo dal letto e mi vesto. Faccio colazione rapidamente e scendo in strada ad aspettare Paolo.
Milena mi manda un sms.
- Vieni con Paolo?
- Sì. Ci vediamo in classe.
- Quindi fate sul serio di nuovo! Dopo facciamo una bella chiacchierata.
Scuoto la testa sorridendo e digito un "ok". Le ho già raccontato tutto ieri sera ma so che mi tempesterà di domande su come mi sento e se ho intenzione di ritornare con lui. E in tutta onestà non saprei cosa risponderle. Sono innamorata di lui ma non sono sicura di volerlo perdonare.
Il suo scooter si ferma davanti al portone di casa mia; sorride e mi avvicino a dargli un bacio sulle labbra.
‹‹Buongiorno››, mi porge il casco che ha agganciato al braccio.
‹‹Buongiorno.›› Lo indosso e salgo sullo scooter. Lo abbraccio e mi beo della sua vicinanza.
‹‹Sono stanchissimo. Non mi hai fatto chiudere occhio.››
‹‹Non hai dormito dopo che ci siamo dati la buonanotte?››
‹‹Con il tuo odore nel mio letto mi risultava davvero difficile. Saresti dovuta venire ad alleviare le mie sofferenze.››
Lo colpisco sulla schiena con fare scherzoso. ‹‹Parti o faremo tardi.››
Obbedisce e con la mano scende ad accarezzarmi la gamba fasciata dai jeans.
Questo ritorno alla routine è confortante. Paolo è lo stesso di sempre, le attenzioni che mi da, gli sguardi, è facile lasciarsi andare e pensare che non sia mai sparito per tre mesi. Ma lo ha fatto e il ricordo è ancora troppo vivo. Voglio mantenere le distanze da lui, almeno emotivamente. Che poi, come si fa a mantenere le distanze emotive se stiamo sempre insieme e facciamo l'amore? Forse ho sbagliato ieri pomeriggio ma era quello che volevo in quel momento ed è stato bellissimo.
Arriviamo a scuola giusto cinque minuti prima del suono della campanella. Mi affretto per le scale senza aspettare Paolo e mi unisco agli altri miei compagni. Milena sta ridacchiando con le altre ragazze e guardano tutte alle mie spalle. Mi volto e vedo il professore di matematica e Paolo oltrepassare insieme il cancello e scambiarsi il buongiorno.
‹‹Guardate quanto è bello oggi!›› esclama qualcuna, ma le voci intorno cominciano ad affievolirsi quando i nostri sguardi si incontrano. Come quel primo giorno di scuola, un brivido mi percorre tutta la schiena. Penso di essermi incantata a guardarlo perché quando Paolo mi prende la mano sussulto. Il prof distoglie lo sguardo da me e lo posa sulle nostre mani intrecciate. Lo vedo abbozzare un sorriso, saluta i ragazzi ammucchiati vicino al portone ed entra.
Io mi lascio trascinare dentro da Paolo, un po' confusa da quello che ho appena provato.
Per fortuna alla prima ora ho biologia, se avessi dovuto rivedere il professore di matematica subito probabilmente avrei avuto la faccia in fiamme per tutta l’ora. Che strana sensazione è stata, mi è quasi sembrato che anche lui mi guardasse con una certa intensità. Mi ha tolto il fiato.
E il bello è che ho preso in giro le mie compagne in questi giorni perché non fanno altro che parlare di lui. Non faccio altro che pensare ai suoi occhi fissi nei miei per tutta la prima ora. Milena, accanto a me, scarabocchia sul diario frasi di canzoni. Quando suona la campanella, la mia compagna di banco si alza di scatto.
‹‹Vado a fumare. Vieni?››
‹‹No, vai pure.››
Paolo si siede al suo posto. Mi prende la mano e la stringe tra le sue.
‹‹Ascolta, tu vedi che sai fare poi passami il foglio e il resto te lo faccio io.››
‹‹Sempre se riesco a passartelo. Questo non è rincoglionito come Ranieri.››
‹‹Un modo lo troviamo. Ora dammi un bacio.››
Gli sorrido e mi sporgo verso di lui. Sfioro le sue labbra ma Francesca, una nostra compagna di classe, ci interrompe. Tira Paolo per una spalla.
‹‹Paoletto, aiuteresti anche me?›› si scansa dagli occhi la frangetta nera.
Lei e Paolo sono sempre stati amici, vivono nello stesso palazzo solo che io non l’ho mai digerita. A me sembra che sia innamorata ma ogni volta che ho provato a dirlo a Paolo mi ha riso in faccia e mi ha accusata di essere troppo gelosa. Lui mi lascia la mano e si gira a guardarla.
‹‹Certo. Posso sedermi al posto di Luigi? Così sto più vicina.››
Sentendosi interpellato, Luigi alza la testa dal cellulare. ‹‹Oh, non se ne parla proprio!››
‹‹E dai!››
‹‹Non litigate. Ognuno rimane al suo posto, ci penso io.››
Il display del mio cellulare si illumina. Milena mi ha appena scritto di aver dimenticato l’accendino nello zaino. Mi chiede se posso portarglielo. Mi alzo e Paolo mi guarda incuriosito.
‹‹Dove vai?››
‹‹A portare l’accendino a Milena.››
Mi lascia passare e infilo rapida l’uscita senza accorgermi che il professore sta entrando in quel preciso momento. Gli finisco addosso e faccio cadere i fogli che ha in mano.
 
 
 
Jonathan
 
Quest’oggi sono pieno di energie.
Mi sono svegliato presto e sono andato a fare una corsetta rigenerante. È una vecchia abitudine che ho dai tempi dell’università, mi fa sentire carico e riesco ad affrontare meglio la giornata.
Vado a scuola rasserenato, anche se ieri ho avuto una brutta discussione con Gioia. Vuole che vada da lei per il fine settimana, ma non credo che lo farò. Lo so che è arrivato il momento di parlare e di chiarire una volta per tutte la situazione, solo che… boh, non lo so nemmeno io cos’è che mi frena. Le ho detto che sono impegnato a correggere i test dei miei alunni e non è nemmeno una bugia. In questi giorni farò test in tutte le classi e nel fine settimana vorrei finire di correggerli in modo da poter organizzare il programma per le prossime settimane. E poi vorrei rimanere tranquillo. So già che se ci vedremo finiremo per litigare tutto il tempo. Sono troppe le cose che ormai non vanno, nel nostro rapporto. Ma sono solo un ragazzo, ho ventisette anni, a breve ne compirò ventotto, e non ho più voglia di angosciarmi e di passare intere serate a discutere senza mai arrivare ad un punto d’incontro, ad una soluzione. Dobbiamo separarci, solo così potremo essere di nuovo felici.
Arrivo a scuola con un po’ di ritardo. I ragazzi sono tutti davanti al portone, pronti ad entrare. Mentre salgo le scale i miei occhi incontrano quelli blu di Nicole. Brillano, e il suo volto è di una bellezza disarmante. Fresco, puro. Vorrei tornare indietro di qualche anno per poterla corteggiare, per potermi perdere in quel blu. Il ragazzo dietro di lei, Paolo, le prende la mano. Sorrido e improvvisamente mi sento vecchio. Da quanto tempo non provo più certe emozioni? Non ricordo nemmeno cosa si prova ad essere innamorati. Lui lo sembra, la guarda come se fosse tutto il suo universo. Ma lei si sente quasi a disagio sotto il mio sguardo. Affretto il passo ed entro, poggiando i libri sulla scrivania nella sala professori e salutando i miei colleghi. Sento il suono della campanella e guardo l’orario in cima alla pila dei miei libri. Alla prima ora ho lezione in una prima liceo.
Sono un po’ agitato all’idea di rivederla. Mi risulta difficile non posare gli occhi su di lei e non vorrei che qualcuno se ne accorgesse. Oltre ad essere poco professionale, non vorrei alimentare il suo interesse o quello di altre ragazze. La prima ora vola, concentrato a fare la lezione quasi mi stupisco quando sento suonare la campanella. Mi attardo qualche minuto a parlare con un ragazzo che chiede delucidazioni e in corridoio con la mia collega di biologia. È qualche anno più grande di me ed è nuova come me, per cui abbiamo legato subito.
Vado nella classe dalla quale lei è appena uscita. Ho in mano i fogli della verifica e sto per attraversare la soglia della porta quando una ragazza mi piomba addosso come una furia. I fogli si sparpagliano sul pavimento ma i miei occhi e i miei pensieri sono tutti concentrati su Nicole, rossa in volto, che esclama qualcosa sottovoce e si china a raccoglierli. Mi scapa un sorriso.
‹‹Mi scusi.››
Accidentalmente le sfioro una mano e i suoi occhi scattano subito verso i miei. ‹‹Lascia fare a me. Dove stavi andando?››
‹‹Io… in bagno.››
‹‹Ok, torna subito.››
Si alza e se ne va mentre io cerco di cancellare dalla mente l’immagine delle mie labbra premute sulle sue.
 

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