I'm back to Miami, bitches!

di Female_Weezy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Back home p.1 ***
Capitolo 3: *** Back home p.2 ***
Capitolo 4: *** My littles bitches are back! ***
Capitolo 5: *** We are back! ***
Capitolo 6: *** Now I'm fine! ***
Capitolo 7: *** Around to Miami ***
Capitolo 8: *** I think... ***
Capitolo 9: *** Party don't stop ***
Capitolo 10: *** New love differenty ***
Capitolo 11: *** Dark party p.1 ***
Capitolo 12: *** Dark party p.2 ***
Capitolo 13: *** Other disappointments ***
Capitolo 14: *** What the hell? ***
Capitolo 15: *** What? I don't understand! ***
Capitolo 16: *** He's back. ***
Capitolo 17: *** Remember that... ***
Capitolo 18: *** Glass break ***
Capitolo 19: *** Police ***
Capitolo 20: *** Problems ***
Capitolo 21: *** Smoke. ***
Capitolo 22: *** Troubles ***
Capitolo 23: *** Secrets ***
Capitolo 24: *** Dark ***
Capitolo 25: *** Confessions. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Stanchezza. Ecco cosa provavo in quel momento.
Solo una gran stanchezza. Insomma, mi si poteva biasimare?
Dopo essere stata tradita ed ingannata in mondovisione è il minimo. Mi sento così... sola.
Spero proprio di non dover affrontare troppe domande appena sarò a casa. Si, mio padre e mio fratello mi
faranno tornare il sorriso. Almeno spero.

****

Ecco, sono arrivata. Ottawa, n.6 di 4th Street.
Appoggio per terra uno dei due enormi valigioni neri e suono al campanello. Nulla. Suono di nuovo. Nulla.
Dopo dieci minuti mi venne in mente che mio padre nasconde la chiave di scorta in mezzo ai fiori sulla finestra. Già, originale.
Appena entrai, non vidi nessuno in casa. Anche se in fondo me lo sarei dovuta aspettare.
Mio padre ovviamente a quell'ora stava lavorando e mio fratello sicuramente studiava da qualche altra parte.
Mio butto sul divano e penso a quanto sia triste il fatto che nessuno si sia preoccupato di pensare che, data la fine
della terza stagione, sarei potuta tornare a casa da un momento all'altro.
Ma d'altra parte c'ero abituata. L'interesse morboso di mio padre per i soldi e la carriera mi ricordava quasi Chris, mentre il suo
minimo interesse per la famiglia lo aveva portato al divorzio.
Mia madre vive a Miami. Gli assistenti sociali non ci hanno affidato a lei perchè la vedevano come una donna "frivola" e "irresponsabile".
Mia madre era un tipo unico, che anche da mamma adorava le feste, i drink, uscire con le sue amiche e fare shopping, ma
a tutti noi voleva un bene dell'anima.  Ero stata molto male quando mi hanno strappata da lei, e mio padre ne ha approfittao
per trasformarmi in una macchina dal cervello meccanico e un carattere pessimo.
Già, in che cazzo mi ero trasformata?
Il mio sguardo cadde sullo specchio, ma quando mi vidi, vidi anche mia madre, anche se erano quasi... tre anni che non la vedevo?
Improvvisamente un'idea mi balenò in testa.
Si...perchè invece di starmene qui, non me vado a Miami?
In fondo non ho niente da perdere!
Corsi immediatamente di sopra a cambiarmi. Mi disfai di quei noiosi abiti, anche se per Miami non avevo un granchè...
Alla fine misi degli shorts di jeans azzurro chiaro con una cannotiera rosa confetto con sopra dei grandi cuori dorati.
Lasciai le mie zeppe e mi infilai gli occhiali da sole con i diamanti sulle montature.
Erano i preferiti di mia madre, me li ha lasciati perchèè non mi dimenticassi di lei.
Scesi di corsa di sotto, ripresi le mie valigie, ancora chiuse, e corsi via da casa mia, forse un volta per tutte.
Attesi l'autobus e dopo circa un quarto d'ora arrivò e ci salì dentro.
Stavo per tornare a Miami...
Sono tornata a Miami, stronzette!

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Capitolo 2
*** Back home p.1 ***


"Fottuta. Sono fottuta!"
Non avevo abbastanza soldi per il biglietto dell'aereo. Dove pensavo di andare con 20 dollari?
Con due ore di bus era riuscita ad arrivare solo nel Montana.
Pero avevo abbastanza soldi per tanti biglietti di autobus. Insomma, costavano 2 dollari!
Se il mio mezzo di trasporto per il viaggio saranno gli autobus, che autobus sia!
Ci vorra tutto il giorno, ma dovevo farlo. Per me. E per mia madre.
Dopo circa cinque minuti di via vai, trovo la fermata. Non c'era molta gente, in fondo erano le 15 del pomeriggio.
Appena arrivò ci salì sopra come una furia, pagai il biglietto e corsi a sedermi, a due posti dall'autista.
"Signore scusi, in quali altri paesi si ferma?" chiesi all'uomo, giusto per avere le idee chaire.
"SI, Detroit. Ma il viaggio le costerà un dollaro in più, signorina"
Sbuffante glielo porsi.
"Ci vorranno almeno quattro ore"
Fantastico. E io che faccio in quattro ore, con due valigie che peseranno un quintale ciascuna?
Mi siedo e prendo da una delle valigie il mio palmare, la mia vita. Ma non so cosa farci.
Insomma, non ho nessuno a cui scrivere e non c'è wi-fi sul bus.
Mi impegno momentaneamente a cancellare tutti i vecchi messaggi, soprattutto quelli con certe persone che non nomino.
Mi si appesantisce il cuore. Ma non importa. A Miami potrò fare tutto quello che voglio, a differenza loro.
Non ricordo di aver pensato altro , poichè mi addormentai profondamente.
Mi risvegliai solo perchè il bus fece un'inchiodata che mi fece sbattere la faccia contro il sedile davanti.
"Ahia! Ma che cazz..?"
"signorina siamo arrivati a Detroit."
"Cavolo! E c'era bisogno di schiantarmi la faccia?" borbottai infilandomi gli occhiali da sole, salvi.
Stava tramontando il sole, avevo fame. Avevo 15 dollari. Un panino al bar vicino alla fermata ne costava 3. Non ce la facevo più
a sentire i crampi allo stomaco dalla fame, quindi me ne comprai uno bello grosso, che venne  divorato in poco tempo.
In seguito andai a controllare la bacheca del bus per orari e luoghi. Tra mezz'ora ne sarebbe passato uno che portava
addirittura fino a Jacksonville. Ci sarebbe voluto un giorno ma se riuscivo ad arrivarci non ci avrei messo molto per arrivare a Miami!
Ma il biglietto costava 6 dollari. Era rischioso spendere così tanto, senza calcolare eventuali spese.
Ma se non rischio, a che cazzo sono partita a fare? Insomma, avevo attraversato mezzi Stati Uniti da sola! Potevo farcela!
Attesi il bus, intrepida ed emozionata. Non vedevo l'ora che arrivasse!
Intanto era già calata la notte,  e poco tempo dopo arrivò il bus ed entrai.
"Un biglietto per Jacksonville, grazie"  rifilai i 6 dollari all'autista "Quanto ci vuole per arrivare?"
"Domani mattina saremo a destinazione" ripose annoiato , come se ripetesse la stessa cosa ogni giorno.
Mi sedetti pochi posti più indietro e , fino alle 21, guardai il paesaggio di Detroit che si allontanava.
Finchè le palpebre non mi si abbassarono completamente.

***

"Signorina si svegli! E' arrivata a Jacksonville!" mi urlava qualcuno.
"Uff..ma cosa?..." biascicai appena sveglia
"E' la sua fermata scenda!"
Oddio è vero! Ero arrivata in Florida! A Jacksonville! Scesi di corsa e mi ritrovai davanti l'immensa torre Modis.
Di giorno era bellissima, ma dalle immagini che avevo visto, guardarla di notte era uno spettacolo.
Purtroppo non avevo tempo per mettermi a fare la turista. Dovevo andare alla fermata e attendere il bus definitivo, quello per Miami.
Ero stanca morta, le gambe indolenzite, ma ormai era fatta, e non potevo arrendermi.
Erano le 9 del mattino. Verso le 13 magari sarei riuscita ad arrivare a Miami!
Già sentivo il calore sulla mia pelle , già mi ritornava in mente la spiaggia, i centri commerciali e le luci meravigliose che solo a Miami si possono godere..
Le mie poetiche riflessioni furono interrotte dal bus.
"Per Miami sono 5 dollari, signorina" ripose l'autista, questa volta una donna, che, anche se non di una tipica bellezza americana, mi dava più fiducia.
Avevo solo un dollaro. Ma finalmente ce l'aveo fatta. Courtney Smith riesce a fare tutto quello che vuole!

***

"Ce l'ho fatta!" urlai appena scesi dall'ultimo bus ( finalmente) . Apenna scesi, già vidi le strade affollate accompagnate dalle palme, piantate ovunque.
Ora bastava trovare la casa di mia madre.
Si, finalmente, ero libera.

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Capitolo 3
*** Back home p.2 ***


Girovagavo da minuti senza meta. Mia madre abitava nel centro di Miami.
Ah,il centro... In una notte succedono cose che potrebbero accadere in una vita intera.
Quanto mi è mancato il delirio che mi è stato negato per tre anni...
Ammiravo i meravigliosi centri ed edifici, ma prima di farlo dovevo trovare la casa di mia madre.
Potevo chiedere ai passanti. Magari a qualcuno di rassicurante, non agli uomini grassi e tatuati che stavano nei vicoletti bui.
Vidi una donna col passeggino. Più rassicurante di così. Le corsi incontro e chiesi:
"Salve,sa dove abita la signorina Carmela Garcia , ex signora Smith?"
Quella mi squadrò e mi rispose " Si, chiunque la conosce. Nella prossima via, la prima casa rosa a sinistra"
"Grazie" risposi. Avevo dimenticato la gente di Miami se la tira un bel po'.


Erano le 14 quando arrivai. Ero riuscita a seguire le indicazioni, infatti vidi sulla cassetta della posta il nome Carmela Garcia.
Suonai al campanello, emozionatissima. Finalmente vedevo mia madre dopo anni!
Quando aprì, la vidi come l'ultima volta che la vidi: i capelli lunghi castani legati in uno chignon "fatto in casa" da cui uscivano dei ciuffi, la pelle
sempre più scura, la t-shirt rosa e argento aderente e i jeans stretti.
"La posso aiutare?" mi squardò lei
Risi. "non mi riconosci?" chiesi
Ad un certo punto spalancò gli occhi e la bocca. "Non mi dire che sei..."
"Courtney!" La anticipai io
"Oh cavolo!" mi si lanciò addosso "Courtney! Quanto mi sei mancata!"
"O-Ok , ma lasciami ora, mi strozzi!" mi divincolai io
"Scusa cara! E che sono... così felice di vederti! Entra e dammi le valigie" veloce come un maggiordomo mi fece sedere sul divano
e lanciò le valigie all'ingresso.
"Tesoro ma con chi sei venuta?" Mi chiese ad un certo punto sedendosi sulla poltrona
"Sono venuta da sola con il bus e..."
"Cosa??" urlò lei " Hai attraversato mezzi Stati Uniti da sola? Come?"
"Beh me la sono cavata: da Ottawa sono arrivata nel Montana, poi sono passata per Detroit e Jacksonville. Poi sono arrivata qui.." conclusi
"E' pazzesco! Ma tuo padre?" chiese
"Quando sono tornata dal ... reality... non c'era nessuno a casa, e ho riflettuto, pensando che sarei stata più felice qui da te che rinchiusa nella monotonia più totale.."
"Oh Courtney..." mi abbracciò mia madre
"Non ci credo che quell'uomo non si sia preoccupato minimamente di te, dopo tutto quello che hai passato!"
"Già quel reality è stata la pugnalata decisiva"
"Certo che la gente fa sempre più schifo!" esclamò indignata "Ma adesso sei qui , e i ragazzi faranno la fila per te. Scorderai quell'idiota di Dave e quella sgualdrina di Greta"
"Guarda che si chiamano Duncan e Gwen!" risi io
"Ah davvero?" riflettè lei "Vabbè non importa. Porta questa roba nella tua camera, io devo fare le pulizie" disse
Corsi nella mia camera.
Era rosa, con tende bianche. Il letto era fucsia e il mio armadio di legno era vuoto, come i miei cassetti e la mia scrivania.
Ma in poco tempo li riempì con ciò che avevo nelle valigie, e presto con altro.
Mi buttai a peso morto sul letto. In poco tempo, per la stanchezza, mi addormentai.

**

Mi svegliai che erano le 20, come diceva il mio cellulare. Cavolo che dormita. E non era un sogno. Ero a Miami.
"Ehi" mia madre entrò in camera, con un hamburger e patatine su un piatto
"Lasciamelo sul comodino" dissi io stanca
"hai ancora sonno?" Mi chiese lei sorpresa
"Ehi, ricorda che ho viaggiato per mezzi Stati Uniti!" Risposi
Lei rise, poi mi disse :
"Dormi allora. Domani mattina c'è una sorpresa per te"
"cosa?" chiesi io curiosa
"Ti ho appena detto che è una sorpresa! Ciao e a domani!" rispose e si dileguò
"Aspetta!" esclamai, ma ormai era andata
Beh, in fondo non volevo togliermi il gusto della sorpresa.
 

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Capitolo 4
*** My littles bitches are back! ***


Erano più o meno le dieci del mattino quando mi alzai dal letto.
Ricordavo che ieri sera mia madre mi doveva fare una "sorpresa" diciamo.
Non so se essere spaventata o meno. Le mie riflessioni vengono interrotte appunto da mia madre che sbatte la porta
ed entra in camera mia.
"Courtney! Vieni giù la sorpresa ti attende!" mi disse eccitatissima
Ero in pigiama, quel top e pantaloncini cortissimi rosa che avevo in Total Drama. Mi sciolsi la coda di cavallo e senza
neanche cambiarmi scesi di sotto. Non sapevo cosa aspettarmi.
Insomma, cos'altro poteva accadere?
Entrai in salotto e rimasi senza parole quando sedute sul divano vidi...
"Oh mio Dio! Roxy, Chanel, Tanisha! Siete davvero voi?" esclami stupefatta
"Court!" quelle si alzarono e mi saltarono addosso
Ero felicissima! Le mie migliori amiche a cui ero stata strappata sempre tre anni fa, per colpa di mio padre.

Ci eravamo conosciute in prima superiore, casualmente ci eravamo sedute tutte e quattro vicine. Non le avevo mai viste.
Eravamo diventate subito amiche. Un "colpo di fulmine" !
Per un anno intero ce la siamo spassate girovagando per Miami, eravamo davvero inseparabili.
Poi mio padre mi constrinse insieme a mio fratello a lasciare la Florida e andare in Canada.
Le sentì per due anni tramite Internet, fino a quando mio padre mi proibise di sentirle per studiare.
Poi dopo il reality non avevo nemmeno più pensato a loro.
Ma adesso eravamo insieme.
Le avevo lasciate che erano delle ragazzine, mentre adesso sono delle ragazze stupende.

Roxy era senza dubbio la mia migliore amica, mi assomiglia molto.
Non era molto alta, formosa ma slanciata, abbronzatissima.
Aveva i capelli lisci castani scuri, dove delle meches rosa spiccano ovunque.
Gli occhi enormi e verdi sono il pezzo forte, decorati da ciglia lunghissime e sopracciglia rifatte.
Indossava una cannotiera monospalla fucsia e leopardata, con degli shorts ( che erano più degli hot pants)
di jeans azzurro chiarissimo e degli stivali neri di vernice con un tacco non molto alto.

Chanel , di nome e di fatto, era senza dubbio una delle più belle ragazze che avessi mai visto.
Era alta e magra, un figurino da modella. O forse no, non era anoressica, semplicemente magra.
Di forme non ne aveva molte, date la magrezza, aveva la pelle poco abbronzata, stranamente, per una ragazza della Florida.
I suoi capelli biondo platino naturalissimi erano qualcosa di unico, insieme agli occhi azzurro ghiaccio.
Indossava un top lungo senza spalline celeste chiarissimo, con shorts bianchi e sandali alla schiava marroni.
Come sempre, profumava di Chanel n.5.

Tanisha era... particolare invece... . Lei era...come posso dire... omosessuale. Si, lesbica.
Lo ero venuta a sapere da Roxy e Chanel,  mi avevano inviato una e-mail l'anno scorso, dove raccontavano
che lei si era resa conto di provare attrazione per le donne,  e si era fidanzata con una ragazza.
Ci ero rimasta...strana. Non male, strana. Beh, anche se quando ci sedevamo ai tavoli del bar per guardare i ragazzi,
lei era l'unica che continuava a bere il frullato o controllava il cellulare.
A parte questo, è comunque una ragazza bellissima. Viene dai Caraibi, ed è la più scura di tutte noi.
I suoi capelli rosso fuoco tinti, insieme alle meches viola erano unici. Aveva grandi occhi nocciola, insieme a sopracciglia rifatte nerissime.
Il naso non era proprio piccolo, ma era un dettaglio caraibico. Indossava un top nero attillatissimo, che scopriva spalle e ombelico, insieme
a dei jeans lunghi blu scuro con strappi sulle ginocchie e brillanti sulle coscie. Il tutto accompagnato da decoltè rosse.
Una caratteristica della sua...omosessualità ( ahia, non riuscivo a dirlo) era il fatto che avesse le spalle larghe e leggermente muscolose, così
come le braccia e i fianchi.

****

Dopo esserci calmate dall'esilarante euforia che tutte e quattro avevamo provato nel rivederci di nuovo, mia madre ci portò un thè freddo al limone.
"Sai cara, io e le ragazze qualche ci sentivamo. Ma purtroppo io non riuscivo mai ad avere tue notizie." mi disse mia madre e si bevve il thè tutto d'un fiato.
"Mi dispiace" riuscì a dire, che poi era la verità.
"Oh, Court, non è colpa tua!" squillò Roxy
"Già , l'importante è che adesso sei con noi, una volta per tutte" si rallegrò Chanel
"Ci sei mancata Court. Senza te, non era la stessa cosa" concluse Tanisha.
"Oh ragazze" per la millesima volta ci abbracciamo tutte, felicissime
"Avrai molto da raccontarci!" disse Chanel, con la sua voce profonda
"Già troppo..." risposi, e le invitai in camera mia per parlare.

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Capitolo 5
*** We are back! ***


Appena io e le ragazze entrammo in camera mia, chiusi la porta. Volevo trascorrere un po' di tempo con loro.
"Dai su raccontatemi un po' di voi" cercai di instaurare un discorso , sedendomi sul letto.
"Ma Court! Tu dovresti raccontarci! Ormai sei una stella della tv!" esclamò Roxy emozionata
"Adesso non esagerare" risi io
"Avrei pagato per essere in tv! Anche in uno show squallido come quelli di Chris McLean!" sospirò Chanel
"Mi stai dando della squallida?" le chiesi, anche se sapeva che scherzavo
"Assolutamente no , amore!" disse piegandosi e abbracciandomi
Tanisha si sedette sul tappeto in peluche bianco davanti al letto , e disse:
" Court, io però una cosa ancora non me la spiego: ma ti hanno pagata per intrepretare un ruolo in quello show?"
"Cosa ? Perchè? " le chiesi sbalordita
"Non eri tu. Semplice" rispose tranquillamente
"Ha ragione! Che razza di carattere avevi?"
"E quei vestiti! Argh!"
"E perchè hai tagliato i capelli? facevi invidia a tutte con quella chioma lunghissima!"
Sospirai, e riposi:
"Opera di mio padre"
Tutte tacquero.
"Emh.. Già , dovevo immaginare. Ma quel... Duncan?"
Ecco,la domanda decisiva
"Niente. Dovreste aver visto tutto in televisione" risposi
"Ci dispiace" disse Roxy
"E quella Gwen non è nemmeno carina" aggiunse Tanisha
"Già! Cosa ci trova in quella? Ma l'avete vista bene?"
"Ragazze, grazie per il vostro appoggio,ma...adesso ho dimenticato. E insultarla non serve a niente" conclusi
"Si..ha ragione" finì Chanel
"ditemi di voi. Non stiamo solo a parlare di me" cercai di cambiare discorso
"Beh che dire... non facciamo nulla di che..."
"Nulla di che a Miami? Ma dai!"
"E' la verità.. ragazzi e feste senza te non sono nulla"
"Oh ragazze.." ero quasi commossa
"Beh, però quella stronza di Ashley mi ha lasciata" intervenne Tanisha
"Oddio, davvero?" chiese drammaticamente Roxy
"Si.. prima di venire qui"
"Oddio Tani! Mi dispiace tanto" disse Chanel
Non avevo idea che anche le ragazze lesbiche avessero questi problemi. E invece ce li hanno, come noi. E forse anche più grossi.
"Bah, non importa" disse , ma la sua faccia non ne dava l'idea
"Ragazze siamo qui per divertirci! Basta essere così depresse!" trillò Roxy ad un certo punto
"Hai ragione!"
"Court stasera rimaniamo qui a dormire!" concluse Roxy
"Emh.. Ok" risposi io, un po' presa alla sprovvista  dalla deciosione di Roxy

***

Ognuna di noi aveva un baby doll come pigiama da notte, il mio mi fu prestato da Tanisha, che ne aveva uno in più
( era stranamente stretto e attillato, non so se Tanisha l'aveva fatto apposta a darmi il baby doll più corto)
Chanel beveva un thè, Roxy si faceva le unghie mentre Tanisha si legava i capelli. Io mi ero stesa sul letto.
"sono stranamente stanca" disse Roxy
"Ragazze! E se domani andiamo a farci un bel giro?" propose entusiasta Chanel
Tutte approvarono
"Bene! Allora dormiamo, domani ce la spasseremo!" concluse la bionda, spegnendo la luce.


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Capitolo 6
*** Now I'm fine! ***


Mi risvegliai nel mio letto, mentre le ragazze si erano addormentate per terra.
Mi stiracchiai un po'. Controllai l'ora , ed erano le 8:30.
Immagino che le ragazze non si sveglieranno prima di.. due, tre ore?
Mi sedetti lentamente, quando sentì uno squillo al telefono. Non ci feci molto caso, ma
iniziai ad ascoltare quando sentì mia madre alzare la voce, e sbattere violentemente la cornetta.
Scesi giù di corsa e vidi mia madre seduta sul divano che cercava di non piangere, strusciandosi gli occhi.
"Cos'è successo mamma??" chiesi , andandole incontro.
"Niente di che" rispose voltandosi dall'altra parte.
"Come niente di che?! Stai per piangere! Dimmi cos'è successo!"
Sospirò abbassando lo sguardo e dopo qualche secondo alzò la testa e iniziò a parlare
"Beh, ha chiamato tuo padre" disse semplicemente
"Cosa?? E che ha detto?!"
"Beh..."

"Pronto chi è?"
"Carmela sei tu?"
"Si...chi è ?"
"Sono Edward"
"Ah. Ciao. Cosa vuoi?"
"Carmela! Ascoltami.Courtney è sparita. Sono disperato ! Non riesco a trovarla da nessuna parte!"
"Tranquillo. E' qui da me"
"Cosa?! E quando sei venuta a prenderla?!"
"Non mi sono mai mossa da qui. Ha preso l'iniziativa ed è riuscita a raggiungermi qui a Miami"
"Ma...ma...come? E soprattutto,perchè?!"
"Perchè?? Per il semplice fatto che l'hai trasformata in una macchina! Hai visto come diavolo l'hai trasformata?"
"Cioè?"
"Ma ci sei o ci fai?! Non capisci che avevi cancellato tutti i suoi sentimenti trasformandola in un sasso? E soprattutto le hai negato il divertimento!"
"Il divertimento è inutile! Inoltre l'ho fatto per lei! Per il suo futuro!"
"Il...divertimento...è...inuile...? Tu sei inutile sottospecie di grosso e noioso essere umano! Era ora che mia figlia scappasse da una prigione di noia e divieti
come la tua! E ora addio! Manderò a fanculo tutti i tuoi insegnamenti da perfettina, e vedrai, come Courtney sarà felice! A mai più rivederci!"


"Mamma..." non seppi cosa dire
"Courtney, dimentica ciò che hai dovuto subire. Ora sei qui. Vivrai la migliore estate della tua vita. Anzi... vivrai la miglior vita della tua vita!"
Risi, per la sua frase con poco senso.
Ma afferrai ciò che voleva dire.
Ora potevo essere felice.

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Capitolo 7
*** Around to Miami ***


Era l'una e un quarto, e io e le ragazze dopo esserci preparate uscimmo insieme,
finalmente per visitare di nuovo la mia Miami.
Roxy mi aveva prestato un top lungo nero e dei leggins in denim strappati, con tanto di sandali neri a tacco alto.
Era un caldo bestia, c'erano quasi trenta gradi.
Roxy, eccitatissima, ci propose di andare al centro commerciale più grande della zona, dove vendevano cose fantastiche
a un prezzo giusto. Non la facemmo neanche finire che ci precipitammo all'interno.

***

La cugina di Chanel gestiva uno dei negozi più belli, chiamato "Woohoo" . *
Chanel corse dentro, allargò le braccia e abbracciò la ragazza, simile a lei, ma ancora più alta ( avrà sfiorato un metro e ottantacinque)
e con gli occhi verdi, e sembrava più "vecchia", di due o tre anni.
"Chanel, tesoro mio!" esclamò lei, in uno strilletto acuto
" Rose! Mi sei mancata tesoro!" trillò , ancora più forte, Chanel.
"Ciao ragazze!" disse guardandoci, con più diffidenza guardò me. Non credo di averla mai vista quando abitavo qui.
"Rose guardiamo qualcosa" annunciò Roxy
"Certo!"
"Rose, tesoro.. e se ci facessi un altro po' di sconto?" chiese Chanel, guardandola con occhi adoranti e ghiacciati.
"No, mia cara. E' già tanto che abbia deciso di farli così presto" sbuffò la bionda
"Mmh" concluse Chanel
Roxy era già immersa in una catasta di vestiti, anche più stretti o più larghi della sua misura.
Tanisha cercava vestiti in pelle ovunque. Diceva che "quelle come lei" si "distinguevano" così.
Non sembra che abbia ancora accettato del tutto la sua natura.
O era sempilcemente triste per la sua ex ragazza.
Forse stava anche più male di me.
Ma la guardai sospettosa quando la vidi osservare Rose dietro al banco.

***

Dopo circa tre ore di shopping eravamo cariche di buste, e una mano occupata dalle granite alla fragola.
Giravamo allegramente, mentre nella mia mente affioravano tutti i bei ricordi trascorsi qui.
All'improvviso andai a sbattere contro Chanel, che andò a sbattere contro Roxy, che andò a sbattere contro Tanisha.
"Guardate ragazze!" trillò quest'ultima emozionata "Questa sera alle 19 si balla sulla spiaggia! Che ne dite, andiamo?"
"Si!" trillarono Roxy e Chanel all'unisono
Io riflettei. Non ero stata molto tempo con mia madre, ma in fondo quello era un evento... Poi lei era la prima a dirmi di uscire...
"Ci sarò!" esclamai emozionata
Intanto stava tramontando il sole, e un cielo schizzato di rosa e arancio era meraviglioso, per non parlare degli
edifici che iniziavao ad accendersi di luci dai mille colori.
Corremmo verso casa per cambiarci, perchè tutte e quattro non vedevamo l'ora di divertirci.. di nuovo.

*Angolo autrice*
Ehilààà!
Rieccomi! *silenzio*
Ok... Vabbè so anche di essere in ritardo, ma avevo
impegni ..
Magari anche questo capitolo è corto * Perchèèèèè*
ma avevo poche idee, ma il prossimo sarà più
lungo...
Presto aggiornerò anche High School!
Ciauuuu
Female_Weezy

* Ho deciso di chiamarlo "Woohoo" perchè non avevo idee..
è una canzone di Christina Aguilera e Nicki Minaj, molto bella *-*

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Capitolo 8
*** I think... ***


Alle sei e mezza eravamo passate di corsa a casa di Chanel per farci prestare dei costumi, visto che io non ne avevo e le
altre non ne volevano sapere di passare a casa loro.
Quando entrammo, lei si precipitò di corsa in camera sua e noi restammo al piano inferiore da sole.
A parte i suoi genitori, penso che Chanel abbia un fratello di più o meno vent'anni.
E se lei è una ragazza così bella, immagino che lui sarà un tipo mozzafiato. Mi pare che si chiami Jhonatan, Jhon... non ricordo.
"Jacopo! Ma perchè devi sempre fare tutto questo disordine?!"
Ah, ecco. Jacopo.
"Pensavo che fossimo sole in casa" sussurrò appena Roxy
Tanisha fece una smorfia schifata.
Ad un certo punto vedemmo Chanel con un borsone bianco di Prada e si infilò degli occhiali da sole viola.
"Andiamo ragazze. Quell'imbecille di Jacopo mi aveva nascosto la borsa. A vent'anni si diverte ancora con queste stronzate." sussurrò irritata
E si irritò ancora di più quando le arrivò in testa qualcosa che doveva essere acqua.
A quel punto, l'eleganza e l'autocontrollo di Chanel si allontanarono il più possibile da lei e si trasformarono in uno strillo acuto spacca-timpani.
Mi tappai le orecchie e alzai lo sguardo.
I miei occhi neri si puntarono su quelli tremendamente belli e azzurri di un ragazzo che si spanciava dal ridere sopra le scale.
Rimasi... a bocca aperta. Non credo di aver visto un ragazzo più bello.
Aveva i capelli biondo cenere, lunghi fino ai lobi delle orecchie, con occhi azzurro ghiaccio e pelle leggermente abbronzata.
Mi colpirono particolarmente gli occhi, così grandi, azzurri e ... uguali a quelli di Duncan.
Fantastico.
Ma me lo fate apposta?
Chanel iniziò ad imprecare con parole troppo poco eleganti da raccontare e quell'altro ragazzo rideva ancora di più.
Noi altre tre eravamo ferme e quasi sconvolte.
"Usciamo, prima che commetta un omicidio!" strillò infine la bionda e uscimmo senza aprir bocca.
Quello era senza dubbio Jacopo, suo fratello. Mi ero scordata di quanto fosse simpatico.
Quando ero andata via aveva la nostra età, ed era sempre stato un bel ragazzo.
Ma adesso... Wow. Era stupendo.
"Courtney! Courtney! Ci sei?" mi strillò Roxy agitandomi delle mutande davanti alla faccia.
Ero seduta sul letto della mia camera.
Avevo riflettuto un po' troppo,tanto da non accorgermi di essere a casa mia. Beh, sono sempre stata un tipo intelligente, no?
"Courtney! preferisci un costume rosa o bianco? Bianco vero? Sai perchè quello celeste è di Chanel, e quello giallo fluo sta bene con
la pelle scura di Tanisha, che ovviamente se l'è preso, e quello rosa shocking mi piaceva e quindi..."
"Si,si! Va bene!" sbottai , alzandomi in piedi
Le altre mi guardarono come se fossi stata una pazza furiosa.
"Tutto ok?" mi chiese Tanisha
"Si..scusate" dissi
"Niente" ripose Roxy
Le altre uscirono a fare i turni in bagno per cambiarsi, e io rimasi in camera mia.
Mi spogliai, mi misi la parte sotto bianca. Stavo anche per mettermi il pezzo sopra, quando Tanisha spalancò
di colpo la porta. Feci un salto e strillai
"Tanisha! Chiudi quella fottuta porta!"
Lei sussultò, poi la chiuse.
Merda, mi chiedo se non l'abbia fatto apposta. Dopotutto, lei è omosessuale, e questi scherzi ce li fa.
Mi infilai in fretta il pezzo sopra , e mi guardai.
Era un modello a fascia bianco, con una cinturina marrone verticale in mezzo alle coppe.
Semplice, ma d'effetto.
"Tanisha, se sei ancora li puoi entrare" dissi
Infatti, la porta si riaprì, e vidi Tanisha con un costume giallo fluo con le coppe a triangolo , con un fiocchetto nel mezzo,
così come alle estremità delle mutande. Era veramente sexy. I ragazzi sicuramente punteranno gli occhi tutti su di lei, ma rimarranno
delusi... il colore del costume c'entrava poco con i suoi capelli rossi e viola, ma non importa.
"Wow! Sei stupenda!" le dissi
"Ma finiscila..." disse, ma arrossì un po'.
"Ti ho vista un po' pensierosa...Che c'è?" mi chiese
"Nulla..." risposi, ma ovviamente c'era un motivo. Quegli occhi azzurri che mi avevano ricordati quelli del mio punk,
che ora solo la gotica ruba-ragazzi potrà avere.
Mi scese una lacrima, e penso che se ne sia accorta.
"Ehy! Ma che hai? " mi chiese preoccupata la caraibica, sedendosi vicino a me.
"Immagina..." le dissi, perchè non ce la facevo a parlare
"...Non pensarai davvero a quello del reality?! Vero?" mi chiese, ma io annuì
"Oh Court!" mi disse, e mi abbracciò
"Non te ne devi preoccupare più. Qui ci sono... ragazzi, meglio di lui. E' un imbecille. Non ci capisce niente, se si è
lasciato scappare una figona come te"
Sorrisi, aveva un modo tutto suo di consolare. Mi asciugai le lacrime, e la abbracciai.
"Grazie, Tani! Sei la migliore"
Lei come risposta mi baciò a stampo a tradimento.
"Ehy!" risi io
"Non ci pensare! Ah, e sei sexy con quel costume,anche più di Roxy e Chanel" disse facendomi l'occhiolino
e uscendo dalla mia camera. Sospirai.  Si, ora la mia vita sarebbe davvero migliorata.
"Court,muoviti a scendere!" mi urlò Chanel
"Arrivo!" dissi,afferrando la borsa e correndo giù di sotto per le scale
Roxy e Chanel erano bellissime quando le vidi.
Roxy aveva un bikini rosa shocking con le coppe a triangolo, con gli slip un po' grandi,
ma era veramente sexy, così come Chanel, che aveva un bikini celeste a fascia,con le frangette su tutto il pezzo sopra
e un po' su quello sotto.
"Festa,arriviamo!" urlò Roxy, e tutte noi la seguimmo

*angolo autrice*
Ehilà ;)
Finalmente, questo è un capitolo più o meno lungo,
e mi è piaciuto molto scriverlo.
Vi lascio in esclusiva i costumi delle ragazze per la festa.
Ebbene si, anche questa volta si può notare la mia morbosa passione
per Nicki Minaj.
( #danotareilcostumeusatoinStarships)
Ciauuuu
Female_Weezy





  ( *-* )




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Capitolo 9
*** Party don't stop ***


Un cielo blu e le prime stelle fecero capolino.
Le altre ragazze erano intente a bere a ballare, in mezzo alla sabbia, alle casse, ai tavoli.
Io avevo uno shortino in mano (non ero abituata a bere) mentre vedevo le mie amiche con enormi bicchieri
pieni di liquidi colorati, che a me, sinceramente, spaventano un po'.
Pensavo di essere l'unica sfigata che invece di ballare se ne stava seduta sulla riva del mare a guardare il cielo, mentre
 a pochi metri dietro di me c'era il delirio.
Mi alzai , e, per pulirmi il costume, il liquido che stava nel bicchiere cadde sulla sabbia. Oh, stupendo.
Socchiusi gli occhi e nella confusione cercai le mie amiche.
Roxy si stava versando da bere, per la millesima volta. Avrei dovuto fermarla ma... non avevo tempo.
Chanel ballava, al centro di un gruppo di ragazzi, e pensai che fosse già piuttosto sbronza, dati i suoi movimenti,
delicati come quelli di un ippopotamo. L'unica che non trovavo in quel casino era Tanisha.
Iniziai a farmi spazio tra la folla per cercarla, ma andai a sbattere contro qualcuno...
"Ehy! Guarda dove vai!"
"Calmati, non ti avevo vista!"
Lui si girò, e riconobbi immediatamente quella persona.
Era Jacopo, il fratello di Chanel.
"Aspetta...ma tua sei...aspetta...Britney? Whitney?"
"Courtney" risposi secca
"Ah giusto" rise lui "Ti ho visto oggi a casa mia con le altre... Ed è da un pezzo che non ci vediamo"
"Non ci siamo mai frequentati" ribattei io
"Non importa" sorrise "Vuoi che ti offra qualcosa?"
"No,grazie. A proposito, mi sembra che tua sorella sia ubriaca fradicia"
Lui si guardò intorno e la vide mentre inciampava nella sabbia, e cercava di rialzarsi.
"Beh, mi sembra che la signorina eleganza-e-autocontrollo stasera non abbia nessuna di queste cose..."
Non potei fare a meno di sorridere, anche perchè in fondo era vero.
"Beh, io vado a recuperarla. Tu stavi cercando qualcuno, o sbaglio?"
"Ah si, Tanisha. Allora vado, ci si vedo in giro..."
"Ovviamente!" rispose lui, baciandomi sul naso senza che me lo aspettassi
Oh no, Courtney. No. Non iniziare a farti altri viaggi mentali, i maschi sono tutti uguali.
Improvvisamente vidi Tanisha, seduta su una sedia in plastica mezza rotta che limonava con una ragazza, sbronza molto probabilmente.
Magari potrei diventare anche io lesbica. O magari no.

***

Le ripescai dopo una mezz'oretta e le presi a schiaffetti in faccia per cercare di riportarle sul pianeta Terra. Ma era tutto inutile.
Roxy e Chanel ridevano come delle pazze e si abbracciavano manco non si vedessero da anni, mentre Tanisha era sdraiata sulla sabbia,
che le andò sui capelli e nel costume.
Non quando un secchio d'acqua di mare le prese in pieno e si bloccarono, come se avessero spinto il tasto Pause.
Mi girai , e ritrovai Jacopo.
"TI vedevo in difficoltà" sorrise lui
"Già, ma avevo tutto sotto controllo" risposi orgogliosa
"Come no. Allora, chiamo un taxi e le riportiamo tutte a casa?"
Ci pensai, poi risposi: "perchè no. In fondo , sono le 23:30."
"Lo so, è presto. "
"Presto?"
"Lascia perdere. Io porto mia sorella e Tanisha. Preoccupati di Roxy"
"Non darmi ordini!"
"Non è un ordine" rispose sbuffando
Vide un taxi di passaggio, e iniziò a sbracciarsi per attirare l'attenzione. Si fermò e caricammo le ragazze all'interno,
dopodichè partimmo.
Quando arrivarono a casa loro, Jacopo mi salutò e si caricò sulle spalle sua sorella.
Feci altre due fermate poi alla fine riuscì a tornarmene a casa.
Indossavo solo un costume, e avevo freddo.
"Court, ma sei già qui?"
Wow, mamma. La tua preoccupazione mi stupisce.
"Si.. non è stato un granchè. Vado a dormire, sono esausta"
Mia madre non disse nulla , iniziò a limarsi le unghie e accese la televisione.
Ok, considero questo gesto come un "Vai".
Non levai neanche il costume,mi infilai una vestaglia trasparente e mi gettai sotto le coperte.

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Capitolo 10
*** New love differenty ***


Mi svegliai perchè un'ondata di luce mi travolse. La sera prima mi ero dimenticata di abbassare la tapparella.
Mi girai di malavoglia e vidi nel mio cellulare quattro messaggi.
"Ehy Court! Ma ieri ci hai riportate a casa? Ti amo sul serio tessssooorooo! *_* <3 "      Roxy
"Court! Ieri ci hai riportate a casa con mio fratello? Mi sta sfottendo da ore -.- "         Chanel
"Oi Court! Ti ricordi se ieri ho abbordato qualche tipa? Ma poi ci hai riportate tu a casa?"    Tanisha
"We Court! Tutto ok? :) "     Jacopo
Risposi solo all'ultimo ,perchè ero stupita sul serio che mi avesse scritto
"Si certo :) Tu? E tua sorella?"
Avrei potuto tranquillamente mandare un messaggio a Chanel per avere risposta all'ultima domanda,
anche perchè lei si offende sempre se non le si inviano subito i messaggi.
Ma avrei potuto usare la vecchia scusa "Ho finito i soldi".
Vidi anche che Jacopo me lo aveva inviato due ore fa, alle 8:30.
Infatti non rispose. Magari tra poco lo avrebbe visto, ma intanto era meglio se mi facevo una doccia.
...
Alle undici uscì dalla doccia, avvolta in un asciugamano color panna e con i capelli bagnati.
Me li legai in una coda e scesi al piano inferiore.
Mia madre non c'era, ma mi aveva spiegato che la mattina usciva, per trovare lavoro, dato che i soldi iniziavano
a scarseggiare.
Mi gettai sul divano e accesi la tv. Ma come sempre c'erano solo programmi inutili o stupide ragazzette mezze nude o incinte.
La spensi , e nel preciso istante in cui lo feci sentì il campanello suonare.
Magari era mia madre, che non aveva preso le chiavi. Invece erano le ragazze.
"Court! " urlò Roxy saltandomi al collo, in una stretta mortale.
"R-Roxy, ci siamo viste circa 12 ore fa.. sembra che non mi vedi da una vita"
"Perchè non hai risposto ai messaggi?" si intromise Chanel, quasi infuriata. Che vi dicevo? Odia quando non si risponde ai messaggi
"Non avevo i soldi" riposi quasi indifferente
"Court abbiamo una notizia riguardante una di noi..." si ri-intromise Roxy
"Che succede?" chiesi
"Tani si è fidanzata!" esclamò emozionata Roxy battendo le mani
" Eh?! Come? Quando?" risposi, disorientata
"Non sono fidanzata!" la zittì la caraibica
"Potete spiegarmi?"
"Beh, stamattina quando mi sono svegliata, ho visto sul cellulare un messaggio. Era un numero
sconosciuto, allora ho visualizzato , diceva :"Ti ricordi me? Ieri sera ci siamo baciate" "
Stavo seguendo il discorso incredula. A quanto pare a Miami ci sono più lesbiche che etero.
"E io "cosa?" e lei blablabla..." non riuscivo più a seguire il discorso perchè iniziava a farmi male la testa.
In poche parole questa ragazza aveva fregato il numero di Tanisha dal suo cellulare, dicendo che appena
l'aveva vista era partito il colpo di fulmine, e , dopo aver parlato un po' , avevano deciso di vedersi.
Lei non voleva una "relazione stabile" e tutto il resto.
"Si chiama Letty . E da quel ricordo di ieri sera, dovrebbe essere piuttosto gnocca"
"Parli come un maschio" risi io
"Che ci vuoi fare." disse alzando le spalle "Vabbè, dite che vado bene vestita così?"
La guardai e la vidi vestita di un lungo top fucsia fluo, con dei leggins in latex provocantissimi e dei sandali biachi.
Quella tipa farà due litri di bava appena la vedrà . Blah, ma che schifo sto pensando?
"Oh, è ora che vado. Altrimenti mi farà la predica" disse ridendo
"Buona fortuna! Sperando che questa tipa sia meno zoccola di Ashley" la abbracciò Roxy
"Grazie, bellezze" rise e scappò via
"Court,noi rimaniamo un po' da te. Preparo un the" disse Chanel entrando e legandosi i capelli biondo platino.
...
Dopo circa dieci minuti eravamo sedute sul divano con il the in mano e parlavamo animatamente.
Poi sentì sbattere la porta e mi girai
"Court! Ho trovato lavoro!" vidi mi madre sulla porta con una borsa in mano
"Davvero? Che bello! E cosa farai?" le chiesi
"Mi hanno preso come cameriera nel bar e ristorante , quello vicino al centro commerciale, e questa è la divisa"
Disse mostrandoci dei normalissimi pantaloni neri con tanto di camicia bianca.
"Una roba sempliciotta" disse guardandola
Risi, pensando che Tanisha aveva appuntamento nello stesso posto.

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Capitolo 11
*** Dark party p.1 ***


Erano quasi le 20:30.
Roxy e Chanel erano rimaste da me, e mia madre per cena ci preparò dei normali toast
con ciò che c'era, dato che era troppo emozionata per il nuovo lavoro.
Jacopo non aveva più risposto al mio messaggio, e un po' ci ero rimasta male, ma decisi di non dire nulla.
In quel momento sentimmo bussare alla porta e mia madre andò ad aprire saltellando.
Era Tanisha,che teneva sottobraccio una ragazza bassina, con i capelli castani mossi in cui spiccavano meches bionde.
Era sicuramente quella Letty.
Quando entrarono, lei ci annunciò tutta contenta:
"Ciao ragazze, lei è Letty. A quanto pare ci frequenteremo per un po'"
La tipa sorrise , e disse, con una vocetta incredibilemente acuta:
"Ciao! Sono felice di conoscervi"
"Ciao Letty" ci alzammo, lei ci raggiunse e ci baciò a stampo a tutte.
Personalmente rimasi un po' sconcertata da quel gesto, ma le altre sembravano tranquille.
"Carmela, lei è Letty" disse Tanisha a mia madre e lei l'abbracciò , manco fosse figlia sua.
"Ragazze!" Esclamò poi la caraibica emozionata
"Questa sera ci sarò la festa dark. Che ne dite, andiamo?"
Appena sentì la parola "dark" mi venne un conato di vomito
"Emh, meglio di no: ieri siamo già state ad una festa no? "
"E che importa?"
"Ma sicuramente mamma, tu non vorrai vero?"
"Perchè dovrei non volere?"
Ecco. Grazie, mamma.
Solo Roxy mi guardò con occhi compresivi, molto probabilmente lei era l'unica cervello che c'era arrivato.
"Emh...Io penso che non voglia perchè gli ricorda Gwen di Total Drama, vero?"
La vocetta acuta di Letty mi fece sobbalzare, anche per il fatto che mi avesse riconosciuta.
"S-sai chi sono?"
"Ovviamente! E sappi che mi dispiace davvero molto per te. Non ti meritavi davvero un colpo del genere. Gwen non è bella come
lo sei tu. Anzi, non lo è proprio." rispose
La guardai con gratitudine, e risposi "Grazie".
"Beh, se non vuoi andare, possiamo sempre..."
"No no! Andiamoci! Io devo dimenticare il passato... E pensare al presente. E al futuro"
Tutte, mia madre compresa, mi guardarono fiere.
"Allora..che ne dite di prepararci?"
"Ma io non ho vestiti dark!" protestai
"Qualcosa troveremo" mi zittì Roxy facendomi l'occhiolino
Salimmo tutte e cinque le scale in fretta. Appena entrammo in camera mai, aprì l'armadio e rovistai all'interno.
Mia mamma mi aveva preso un sacco di vestiti nuovi, ma la maggior parte neanche li avevo visti.
Di qualcosa che assomigliava vagamente allo stile dark trovai due minigonne, una di jeans (mai messa) e una nera, nuova.
Sempre nuovi o roba mai messa avevo leggins neri strappati, jeans con le tasche borchiate, calzamaglie grigie e nere,
shorts neri e verdi petrolio, calze a rete nere e rosse (un'idea di mia mamma, giuro) , top neri, blu, verdi scuro e viola,
di tutte le forme e i generi.
"Court,sei strapiena di roba!" esclamò Chanel
"Colpa di mia mamma" risi
"Facendo gli abbinamenti giuste saremo perfette. Ci trasformeremo in delle emo!" rise Roxy
E fu così che si creò uno spargimento di vestiti incredibile.
Ma il risultato fu eccellente.
Io ero vestita con un top nero che mi scopriva l'ombelico, con una scritta viola fosforescente, la minigonna di jeans con la calzamaglia
nera. Il gigantesco paio di stivali neri che mi arrivavano al ginocchio fu la mossa più azzardata della mia vita.
Per non parlare delle altre ragazze.
Roxy indossava una cannotiera corta fucsia, gli shorts neri cortissimi e in un impeto di stupidità si mise anche le calze a rete nere.
I suoi stivali erano uguali ai miei, ma fucsia. Sembravano quelli delle Barbie.
Chanel aveva il top, più simile ad un reggiseno a fascia, verde petrolio, con la minigonna nera, altri collant neri e scarpe con il tacco alto blu.
Tanisha aveva i jeans borchiati, il top blu scuro con due spacchi laterali, e le sue decoltè rosse.
Letty invece indossava un top nero troppo stretto per il suo seno prosperoso, gli shorts violetto con le calze a rete rosse, con tanto di sandali neri a tacco alto.
"Sei bellissima" la abbracciò Tanisha, e poi la baciò.
"Ragazze il trucco ve lo posso fare io. Sto studiando apposta" ci sorrise Letty dopo essersi staccata dalla caraibica
Alla fine tutte noi avevamo le palpebre mobili strapiene di viola, nero, blu e verde, con chili e chili di mascara e rossetto nero, rosa e rosso.
Quando mi guardai allo specchio non credevo a ciò che vedevo, e penso che questi valga anche per le altre.
A rompere il silenzio fu l'esuberante Roxy che trillò:
"Non stiamo qui impalate! Muoviamoci!"

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Capitolo 12
*** Dark party p.2 ***


La festa era dentro un edificio scuro. Inquietante, direi.
Le ragazze erano tutte appiccicate a me, impaurite da punk e dark che si strattonavano e saltavano
come pazzi sulle note della musica rock.
All'improvviso i miei occhi si spalancarono. Nella folla vidi... una cresta verde.
Mi strattonai dalle altre e urlai, andandogli incontro : "Duncan!"
Lui si girò, ma...
"Oh scusa, ti ho scambiato per un altro" dissi quasi con tristezza
Quando mi girai, le altre mi guardarono con aria di rimprovero.
"E' che... pensavo fosse lui...cioè, per rompergli il muso!" urlai
"Court, ci avevi giurato che non avresti più pensato a quello" mi rimproverò Chanel
"E poi, qui è pieno di creste colorate. Non farti troppe illusioni"
"Grazie, Roxy" risposi sarcastica, sottolineando "grazie".
"Certo che... pensavo fosse più divertente" soffiò Tanisha, annoiata
"Non mi piace questo posto. E' sporco, puzza , e i ragazzi non sono neanche carini" si lamentò Chanel
"Ce ne andiamo?"
"Non possiamo uscire di notte così, è rischioso" disse Letty, indicando i nostri vestiti
"Non abbiamo neanche un mezzo di trasporto" mi lamentai anch'io.
"Allora sediamoci" si arrese Roxy

...

Dopo circa mezz'ora eravamo stravaccate su delle sedie neanche troppo stabili, mentre cercavamo di levarci di torno
punk maniaci e di passare il tempo.
"Si congela" si lamentò Chanel, mentre sfregava le mani sulle spalle nude.
"Mi annoio" aggiunse Roxy guardandosi le unghie finte smaltate di nero
"Giuro, non metterò mai più piede qui dentro, a meno che non cambi stile di vita" sbuffò Tanisha, ottenendo anche l'approvazione di Letty.
Anche io stavo per aggiungere un commento a quella sera, talmente deprimente quanto triste, dato che ogni cosa lì dentro mi ricordava l'ex
amore della mia vita...
A proposito, per la millesima volta, vide una testa verde. Ne avevo viste a migliaia, e anche se avevo scrutato attentamente ogni persona,
non avevo visto ciò che volevo. Cioè, no! Non che mi interessi. A me non interessa affatto!
Comunque , insieme alla millesima testa verde vidi una testona di lunghissimi capelli viola glicine.
Stavo per distogliere lo sguardo , quando vidi dei meravigliosi occhi azzurri. Il mio cuore perse un battito, ma dovevo stare calma.
Si, insomma, erano banali occhi azzurri no? No. Assolutamente no. Calma.  Pace interiore, come diceva il mio maestro di meditazione.
Ma quando vidi il resto del viso, la mia calma e la mia pace interiore andarono a quel paese.
Era... si...ecco, era proprio lui! Duncan!
Ma che cavolo ci fa a Miami?! E perchè, con tutti i paesi esistenti al mondo, proprio qui?!?
Ma la cosa peggiore, era che camminava allegramente con una bottiglia di birra in mano , e il fianco della tipa dai capelli glicine nell'altra.
E quella non era Gwen.
Si erano già lasciati?! Ma come? Il reality era finito da poco più di una settimana!
O magari era una delle sue solite scappatelle.
Non sapevo se essere felice o triste. Insomma, aveva piantato (o forse no)  Gwen quasi subito dall'inizio della loro storia, ma avevo scoperto
di nuovo che non era affatto cambiato. Era rimasto il solito stronzo bastardo di sempre!
Non che mi dispiacesse per Gwen, anzi.
Ma sentivo un gran vuoto e una gran delusione, indescrivibili.
"Court! Ci sei?" Roxy mi sventolò un fazzoletto davanti alla faccia.
"Eh? S-si... Possiamo andarcene? " chiesi, cercando di non piangere.
"Non so, a quest'ora ancora non ci sono taxi e..."
"Non importa! Andiamo via!"
"Ma mi spieghi che ti succede?" Tanisha si avvicinò e mi guardò con i suoi enormi occhi nocciola.
"N-niente!" mentì.
Lei mi guardò indifferente, poi girò la testa e guardò nel punto dove io stavo guardando.
Spalancò la bocca e gli occhi, e anche le altre la seguirono, quando videro ciò che fissavo.
"Oddio..." commentò inizialmente Chanel, poi silenzio. Ma non per molto.
" E' proprio lui!"
"Ma guarda che bastardo!"
"Non ci posso credere!"
"Ma che cos'ha al posto del cervello? Fig.."
"Ok, basta!" urlai
"Possiamo andare via adesso?"
"Guardate! Quello è Duncan di Total Drama!" sentì gridare da una vocetta stridula.
Improvvisamente, una gran baraonda si gettò addosso al punk, travolgendomi e facendomelo perdere
di vista.
Ovviamente, nessuno mi aveva riconosciuto.
Ovvio, chi mai mi immaginerebbe truccata di nero e vestita da dark?

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Capitolo 13
*** Other disappointments ***


Ero tornata a casa, dopo essere stata travolta da una miriade di fan di quell'odioso punk.
Ma che male avevo fatto per ritrovarmelo davanti agli occhi di nuovo, con la certezza di non poterlo più avere?
Si, lo ammetto! Sono innamorata persa di lui, ok?
Pensavo che le ferite del mio cuore si fossero guarite, e invece no.
Era passata solo una fottuta settimana, e davvero credevo di poterlo dimenticare così?!
No, ovvio.
Sbattei la porta della mia stanza, mi guardai nello specchio vicino all'armadio.
Piangevo, e le mie lacrime avevano sciolto il mascara e l'eyeliner nero, formandomi enormi macchie sotto gli occhi.
Il rossetto rosa si era sbavato tutto, così come l'ombretto viola.
La vista del mio viso tutto sporco, in stile Lady Gaga in "Applause" * mi fece singhiozzare ancora di più.
Mi gettai sul letto e mi tolsi quei vestiti tremendi. Non me ne fregò più nulla se il cuscino era sporco di nero e lacrime.
Ero mezza nuda, con la faccia tutta sporca e singhiozzavo rumorosamente. Che immagine deprimente, pensai.
Non pensavo che mi sarei davvero ridotta così.
Dopo qualche minuto mi rialzai barcollando, mi misi una camicia da notte rosa trasparente e mi diressi verso il bagno.
Presi una spugna insaponata e cominciai a lavarmi la faccia , ma fu un'impresa dura. Alla fine la spugna era mezza nera, ma
poco me ne fregava.
All'improvviso sentì il rumore di un paio di chiavi che giravano nella serratura. Merda, mia madre. Appena tornata dal suo turno di notte.
Non poteva vedermi così, altrimenti mi avrebbe riempito di domande, e non ne ero davvero in vena.
Mi lanciai alla velocità della luce in camera mia e in un attimo mi nascosi sotto le coperte, trattenendo più che potevo i singhiozzi.
Non so se mia madre mi era venuta a controllare, sta di fatto che ad un certo punto vidi tutto nero.
...
Quando mi svegliai, sentì gli occhi tutti secchi.
Presi la specchietto sul comodino e vidi lacrime seccate e trucco che ieri sera avevo dimenticato di lavare.
Presi una salvietta e mi liberai definitivamente di tutte le prove sul mio viso che potessero far pensare ad un pianto.
Scesi le scale e vidi che mia mamma mi aveva lasciato un post-it rosa sul microonde, con la su scritto la sua tipica calligrafia:
" Ciao amore! Sono al lavoro. Non dirmi che lavoro troppo, ti prego. Torno oggi alle 12:30, anche se dopo avrò
un altro turno, che durerà fino alle 18. Cucina qualcosa ;) . Mamma. "

Beh,almeno qui qualcuno è felice.
Guardai l'orologio: le 10.
All'improvviso sentì il mio cellulare squillare: Jacopo.
Rimasi perplessa un secondo, ma poi risposi .
"Pronto?"
"Ciao Court! Come stai?"
"Oh ciao! Tutto ok, grazie" Cazzate " Tu?"
"Non c'è male! Ascolta, ieri mia sorella ha detto che..."
"Cosa?" Chiesi, un attimo impaurita. Se Chanel aveva parlato , era un casino.
"Di...ieri sera. Di quel tipo, come si chiama...? Eric? Ah no, Duncan"
Persi un battito. Fantastico! Proprio quello che mi ci voleva, farmi dire le solite cazzate "Tanto ne troverai uno migliore" o altro,
di nuovo, da un altro ragazzo.
Ma non ci pensai ancora molto, perchè ormai piangevo , di nuovo. E penso che Jacopo se ne sia accorto.
"Court... se vuoi parlare io ci sono"
Parlare. Ne avevo bisogno, o volevo chiudermi nel mio guscio, ancora.
"Grazie, Jacopo. Si vieni,per favore"

* Non so perchè , ma mi è venuta in mente questa immagine

*Angolo autrice*
Buonsalve popolo di efp.
Si, questo capitolo è terribilmente depresso e lacrimoso. Ma ci sta sempre.
E non ho nemmeno avuto troppi problemi a scriverlo.
Forse perchè sono una depressa  ho un particolare talento. .-.
Beeeeeeeeeeeeene. *silenzio*
Vabbè, ora mi dileguo e vi lascio con questa mezza schifezzuola.
Hola a todos
Female_Weezy


**ATTENZIONE! PER CHI STA SEGUENDO L'ALTRA MIA STORIA "HIGH SCHOOL" **
Per il momento non continuerò High School, per mancanza di tempo.
Tranquilli, non è interrotta, nemmeno sospesa  per vostra sfortuna.
Quando avrò un minimo di tempo inizierò a lavorare sul prossimo capitolo.
Au revoir
Female_Weezy


 

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Capitolo 14
*** What the hell? ***


Ero mezza sdraiata nel divano , avvolta in una coperta blu nonostante fosse guigno, e aspettavo che Jacopo arrivasse.
Non dovetti aspettare molto, perchè sentì poco tempo dopo suonare il campanello.
"Ciao" mi disse,mettendomi un braccio intorno alle spalle
"Ehy" lo salutai di nuovo io, mentre lo facevo entrare
Ci sedemmo sul divano, e il biondo non potè nemmeno aprir bocca che mi salì un gran nervoso e scoppiai:
"Ma perchè sempre a me?! Insomma, perchè anche da centinaia di chilometri me lo devo ritrovare davanti?
Con un'altra poi! " strillavo
"Beh... non te lo saresti ritrovato davanti se il dark party non fosse una festa nazionale e..."
"Cosa?!" Adesso me lo dite?
"Si! Arrivano persone persino da Europa e Asia"
"Adesso capisco... Cazzo! Sapevo che non sarei dovuta andarci!"
Lui per un millesimo di secondo non parlò ma si riprese e parlò
"Era con quella Gwen?"
"No! Era con un'altra ancora!" urlai, quasi piangendo
"Me...la potresti descrivere?"
Lo guardai scettica, feci una smorfia ma poi mi sforzai di ricordare e descrissi:
"Era una ragazza alta, aveva la pelle molto chiara ed era vestita viola.."
Lui non disse più di tanto, ma poi mi chiese:
"Aveva qualche... caratteristica?"
"Si! Aveva i capelli viola glicine!"
Lui spalancò gli occhi e mi guardò "Sei sicura?" "Ovvio! Che motivo ho di mentire?"
"Allora la conosco."
Oh, ma in questo paese si conoscono tutti?!
"Chi è?!" chiesi stupita
"Si chiama Karina. E' la migliore amica della mia ex fidanzata Naomi"
Mi scappò un risolino, perchè quello che aveva detto era abbastanza comico
"Io e Naomi ci siamo lasciati due settimane fa, e ho saputo che Karina aveva partecipato ad un concorso in quei giorni,
che però non è stato mai nominato nello show in cui hai partecipato"
"E...che cosa sarebbe?"
"In pratica chi vinceva poteva andare in un qualsiasi luogo con un qualsiasi membro del cast. Lei era una delle fungirl accanite di Duncan,
ed è riuscita a vincere. Si è addirittura tinta i capelli completamente di glicine, per sembrare una dark" sospirò
Rimasi scioccata. Davvero Chris si inventava certe cose?
"Non posso crederci. " riuscì solo a dire
"Quindi questo significa che... Gwen e Duncan stanno ancora insieme?"
"Boh" rispose lui "Aspetta ... un modo per scoprirlo c'è"
"Davvero? E come?" chiesi
Lui mi guardò male, come se la risposta fosse la cosa più evidente al mondo.
"Internet" mi ripose tranquillamente
Senza neanche chiedermi niente, si gettò sul portatile che stava sul tavolino e digitò qualcosa
Non andai nemmeno a sbirciare quello che stava facendo, lo feci solo quando mi chiamò vicino a lui.
"Guarda qua!" mi disse
Era andato su un sito, "Total Drama U.S.A." o robe del genere e mi mostrò un sacco di foto di noi concorrenti,
ma nessuna mi intressava
"Vai al punto!" gridai
Trovò molte cose su loro due, ma erano tutte vecchie cose.
"Trova qualcosa di più recente!"
Cercammo ancora, quando alla fine trovai un aggiornamento di ieri:
"Duncan insieme a Karina Mills,fortunata vincitrice del concorso organizzato in segreto
da Chris e Chef. Abbiamo chiesto a Gwen cosa ne pensasse , e ci ha risposto così:
"Mi fido di Duncan, mi dispiace solo di non poter essere presente anche io. Inoltre,se
combina qualcosa, c'è sempre Internet e la TV che mi aiuta a scoprirlo"
Aggiunge ridendo."

"In poche parole stanno ancora insieme" sbuffai
"mi dispiace Court" aggiunse Jacopo, sinceramente dispiaciuto
Io sospirai, ma sorrisi.
"Non importa. In fondo sono venuta qua per dimenticare no? Ho appena ricominciato, e non mi metto di certo apiangere per quello,
non di nuovo"
Il silenzio era imbarazzante, ma lo interruppi ancora
"Adesso aiutami. Devo cucinare da mangiare" risi, e anche lui rise, mentre si alzò dal divano.

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Capitolo 15
*** What? I don't understand! ***


Mi svegliai con un mal di testa piuttosto forte.
Ricordo che ieri Jacopo è rimasto fino a tardi a chiaccherare con me, e la cosa non mi è dispiaciuta.
Ma penso che, insieme alle chiacchere, ci abbia fatto compagnia qualche shortino.
Penso sia per questo che mi fa così male la testa.
Mi alzo dal letto, e mi guardo nello specchio gigante sopra il mio comodino antico in noce.
Ho una faccia che fa spavento: i capelli se ne vanno per i fatti loro,ho delle occhiaie scavate che fanno impressione,
mi si chiudono gli occhi, e ho le labbra tutte screpolate.
Si, mi faccio schifo.
Meglio che vada a farmi una doccia, o rischio di rompere lo specchio.
Giusto per sicurezza controllo il cellulare: un messaggio di Roxy.
"Court, tesoro! :3 visto che è da un po' che non ci vediamo, perchè non usciamo stasera? <3 "
Oh, no. Non per cattiveria, ma non ho assolutamente voglia di uscire, anzi, l'unica cosa
che manca per farmi impazzire è proprio una serata con quel gruppo di pazze.
Senza offesa, ovviamente.
Le rispondo dopo un po', dicendole che devo aiutare mia madre e che per oggi non potevo farmi vedere. Almeno per oggi potevo stare in pace.
...
Dopo essere uscita dalla doccia avvolta da una nuvola di vapore e con i capelli gocciolanti, e dopo essermi fatta una maschera di bellezza
(mia madre mi aveva contagiato con quella roba, ho solo diciassette anni, ma mi sento una quarantenne), mi vestì con le uniche cose non spiegazzate
che avevo trovato nei cassetti, ovvero una canottiera nera larga con disegni astratti in pizzo e dei leggins dello stesso colore aderenti.
Avevo i capelli spettinati ma almeno erano asciutti, dopodiche mi buttai a peso morto sul divano.
Ero cambiata dai tempi del reality ad adesso, e... mi sentivo più sollevata.
Anche se in quel momento mi stavo annoiando, a casa da sola e senza niente da fare.
Mi stiracchiai e mi alzai, misi le zeppe e uscì a prendere un po' di sole.
Mia mamma aveva la piscina sul retro di casa, e le mie amiche ne approfittano sempre per evitare di essere disidratate dall'asfissiante caldo
della Florida.
Mi ricordo che, quando eravamo delle ragazzine, ci gettammo in piscina con i vestiti, e mia madre era furiosa.
Sospirai, ripensando ai bei tempi, che pensavo fossero andati per sempre, mentre ora finalmente posso riviverli.
Sicuramente se fossero qui, le mie socie vorrebbero ri-gettarsi in piscina vestite, o magari completamente nude, anche se era giorno.
Mi levai i vestiti e rimasi in biancheria, e mi sdraiai sul prato.
Ricordo che, a due case di distanza, stava un ragazzetto guardone, che all'epoca aveva dodici anni. Spiava sempre me e le mie amiche,
ed è stata colpa sua se siamo state beccate a farci il bagno vestite.
Non ci pensai più, feci una smorfia a causa della luce, e per proteggermi gli occhi dovetti coprirli col braccio.
...
Non so quanto tempo sia passato, ma sta di fatto che mi ritrovai completamente bruciata. Mi alzai, e avevo dei ciuffi d'erba appiccicati sulla
schiena ed ero spettinatissima, peggio di stamattina.
Guardai l'ora sul cellulare, che per fortuna non avevo esposto al sole -sennò si sarebbe fuso- e vidi che erano quasi le undici.
Mia mamma torna a mezzogiorno, avevo ancora un'ora di tranquillità.
Entrai in bagno e mi spalmai il corpo di doposole, orribilmente rosso. Stupida che non sono altro.
Ripresi il cellulare, e non avevo nessun messaggio. Mi sentivo come una di quelle tredicenni che si sentono importanti solo se hanno diecimila
messaggi al giorno sul cellulare.
Comunque, nel preciso istante in cui lo appoggiai sul comodino, mi vibrò.
Roxy<3:"Amoooore! Sei sicura che non ci sei oggi? Daiiiiiiiii ci manchiiii :/ "
Ah, Roxy, con i suoi messaggi sempre strapieni di vocali.
Mi arresi, in fondo se avessimo fatto un bel bagno in piscina tutte e quattro ci saremo divertite senza che io mi stressi ulteriormente.
"Va bene, ma non riesco ad uscire, venite voi da me? :3 dai ci facciamo un bagno"
La risposta non tardò ad arrivare
"Siiiiiiiiiii! Avviso le altre, ci vediamo alle due e mezza da te ! Ciauuuuuuu <3 <3 <3"

****

Mia madre aveva preparato il gazpacho per pranzo, giusto per farci sentire tutte e due un po' a casa.
Lo aveva cucinato velocemente, dato che tornava a lavorare alle 13, ma in fondo non era venuto così male.
Mi chiese di lavare i piatti, visto che era in ritardo come al solito.
Io mi limitai a metterli nel lavello, perchè, diciamolo, non mi metto certo a lavare i piatti adesso.
Dovevano arrivare quelle tre pazze tra mezz'ora, e dato che le mie scottature si erano "sbollite" abbastanza,
mi misi la protezione, insieme ad un bikini lilla scolorito.
Sentì subito dopo uno squillo assordante. Erano arrivate, prima del previsto.
Appena aprì loro la porta, mi si gettarono addosso in un abbraccio stritolante, poi senza aggiungere altro, corsero
sul retro, e si buttarono in piscina di getto.
"Court vieni! " mi urlò Roxy e io non potei fare a meno di seguirle.
Dopo un po' sentimmo uno squilletto, un cellulare a cui era arrivato un messaggio.
"E' mio!" urlò Chanel uscendo a stentoni dall'acqua.
Non le badammo più molto, ma quando la sentimmo borbottare frasi come : "Ma che cazzo è?..." mi venne spontaneo
uscire per andare a controllare.
"Che c'è?" le chiesi appena le andai vicino
"Guarda qua!" mi disse, e mi mostrò una notifica dal sito "Total Drama U.S.A. Official Web Site".
"Che roba è?!" chiesi
"Non lo so! Sarà stato quel coglione di Jacopo che ci è entrato!"
"Aspetta, voglio vedere che dice..." dissi prendendo il cellulare in mano
Vidi un sacco di foto vecchie, ma ciò che mi colpì di più fu un articolo pubblicato pochi minuti fa:

"LA FINE DELLA DXG?"
A quanto pare è stato saputo che la dxg si è presa un periodo di pausa, a motivi
tutt'ora ignoti. Sappiamo comunque che Duncan è ancora a Miami, mentre Gwen è rimasta
a Toronto. Appena scopriremo qualcosa di nuovo vi informeremo subito!"



Non credevo a ciò che leggevo, tanto che non notai che le altre ragazze stavano leggendo, tanto sorprese quanto me.
"Oddio Court! Ma è fantastico!" esclamò Roxy
"Non che mi importi qualcosa" affermai
"Court, lui è qui! Hai una possibilità per..."
"Ho detto che non mi interessa!" dissi, di nuovo, con tono più alto.
"Da' qua"
Roxy afferrò il cellulare di Chanel che avevo tra le mani, e la vidi che schiacciava con il dito un'icona con su scritto:
"Vuoi pubblicare qualcosa?"
"Che fai?" le chiesi abbastanza timorosa
"Non preoccuparti" disse lei, ma io preoccupai ugualmente, perchè pur di non farsi vedere andò a nascondersi dietro ai cespugli.
Chanel e Tanisha erano tornate in piscina, ma io non riuscivo a non pensare a quello che stava combinando Roxy.
La vidi però tornare pochi minuti dopo , urlando
"Guardate un po'!"
Non ci credo.

"CHE FINE HA FATTO COURTNEY?"
"Cos'è successo a Courtney, dopo la fine della stagione?
Beh, a quanto pare non sta passando una vita da zitella depressa. Infatti, Courtney
è da qualche giorno ritornata a Miami, suo luogo di nascita, e diciamo che se la sta spassando alla grande!
A quanto pare feste e svago sono all'ordine del giorno.
Qua la vediamo insieme a delle sue amiche prima di una festa in spiaggia , e guardate che fisico!
Aggiurei anche che i fan devono finirla di vederla come la depressa, tradita ed umiliata della situazione.
Si sta divertendo più di voi a quanto pare. Ci vediamo presto per nuove news"


Aveva allegato una nostra foto prima della festa in spiaggia. Non sapevo se ridere o piangere.
"Brava Roxy" aggiunsi alla fine.

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Capitolo 16
*** He's back. ***


Ero ancora scioccata per la notizia pubblicata da Roxy sul sito ufficiale americano di TD.
Erano le 20:00. Quel gruppo di pazze se n'era andato già da mezz'ora, dopo chiacchere e panini con cotolette.
Mia mamma era passata cinque minuti per mangiarsi un toast e bersi una limonata, per poi tornare subito al lavoro.
A quanto pare era molto occupata.
Ero curiosa, così accesi il pc per controllare in che stato era il post pubblicato da Roxy.
" 861 commenti ?!" lessi incredula
Davvero avevo fatto così tanto scalpore?
Anche se, dopo un po', mi stufai di leggerli, perchè erano più o meno le stesse cose, come apprezzamenti -un po' troppo spinti-
su di me e le mie amiche, commenti su come ero felice, ma anche critiche del cazzo che non sono stata nemmeno a leggere.
Dopo un po' però lessi un commento che catturò la mia attenzione...
Anche se, forse, sarebbe stato meglio se non lo avessi letto...

" @CourtneySmith sei sempre più bella... Sempre più in forma... ne è passato di tempo, dall'ultima
volta che ci siamo visti... eh?"


Chiusi il pc di scatto, con un colpo secco. Mi guardai intorno terrorizzata, come se lui fosse stato lì a guardarmi...
No, Courtney, no. Magari è la tua immaginazione, come sempre.
No, invece no... pensava di essersi liberata di lui e invece no... Ora sapeva che era a Miami...
"Devo chiamare le ragazze, subito!" urlai all'aria, prendendo di colpo il mio cellulare, e cercando freneticamente in rubrica i nomi di Roxy, Chanel e Tanisha.
La prima che chiamai fu Roxy
"Court che c'è?"
"Roxy aiutami! Ti prego!"
"Cos'è successo?!" esclamò allarmata
"Ti spiego dopo ma vieni subito da me! Fai più in fretta che puoi intanto chiamo le altre!"
Senza darle il tempo di rispondere buttai giù la chiamata e chiamai anche Chanel e Tanisha, che, molto allarmate,
mi dissero che sarebbero arrivate in un attimo.
Avevo paura. Mi sentivo spaventata dalla mia stessa casa. Non mi sentivo al sicuro.
Solo il pensiero di lui mi faceva venire le lacrime dalla paura...
Fortunatamente non molto tempo dopo sentì suonare il campanello.
Guardai dallo spioncino e con sollievo vidi la chioma castana striata di rosa di Roxy.
"Vieni presto!" urlai aprendo la porta, prendendo per il polso la mia migliore amica e chiudendola all'interno di casa mia.
"Si può sapere che è successo? " Mi chiese frastornata
"Roxy...lui... è tornato!" urlai, scoppiando a piangere tra la braccia abbronzate della bruna.
"L-lui?" balbettò incredula "N-non è possibile! E' impossibile Court!" urlò
"Invece si!" piansi io
"Ma...come? Quando? " mi chiese spaventata
Le raccontai tra i singhiozzi come ero venuta a saperlo, leggendo il commento sul post che lei aveva pubblicato.
"Oh cielo!" urlò "E' tutta colpa mia Court! Se non avessi scritto niente magari lui..."
"Non c'entri" dissi, non troppo convinta "Lo sarei venuta a sapere comunque, forse..."
"Adesso come facciamo? L'hai detto a tua madre?"
"No! Aspettiamo Chanel e Tanisha, magari mi aiuteranno.."
Manco a dirlo che suonò la porta, Roxy andò ad aprire e le due ragazze entrarono dentro.
"Cos'è successo?" esclamò la bionda
"Lui..è tornato"
"Che?! Intendi...quel lui?... No è impossibile!" urlò Chanel
"A-appunto..." sussurrò invece Tanisha
Roxy spiegò loro tutto, perchè io ero troppo traumatizzata per parlare.
Se pensate che nemmeno la perfettina di TD abbia scheletri nell'armadio vi sbagliate di grosso...

*ANGOLO AUTRICE*

Zan zan zan zaaaaaaaaaaaaaaaaaan! :3
E qua cala un'alone di mistero sulla storia... Non avevo altre idee, anche perchè raccontare le giornate
di Courtney a Miami e che dopo quattro capitoli si sposa con Duncan sarebbe stato troppo banale.
Vabbè, scusate il capitolo corto, ma il prossimo sarà più dettagliato ;)
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Kiss
Female_Weezy




 

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Capitolo 17
*** Remember that... ***


Dopo aver chiuso tutte le porte e finestre a chiave, io e le ragazze ci rifugiammo nella mia camera.
Quel traumatico messaggio avrebbe potuto ricambiare la mia vita, in peggio.
Senza volerlo, mi vennero in mente quegli odiosi ricordi che speravo si fossero cancellati dalla mia mente...

30 giugno 2010, ore 1:30
La discoteca era più affollata del solito quella sera. Ovvio, era la festa d'istituto, festa di fine anno.e mie
Le mie migliori amiche Roxy, Chanel e Tanisha sono sparite.
"Court prendiamo qualche drink e torniamo!" certo, chissà che non si sono trovate qualche bel figone e mi abbiano lasciato da sola.
Ho male ai piedi, per colpa di questi fottuti tacchi, che mi hanno praticamente costretto a mettere.
Finisco di botto il mio drink , mojito credo, al lime e ghiacciato , troppo, tanto che mi fa male ai denti.
Mi avvicino verso i divanetti, perchè queste scarpe mi spaccano le caviglie. La mia canottiera di pizzo fluo ha una macchia, mentre i miei mini shorts
sono saliti un po' troppo.

Appena seduta appoggio il mio mega bicchiere su un tavolino a caso, tiro fuori il cellulare da una tasca degli shorts e sfruttando le luci psichedeliche per farmi
un po' di luce, controllo il trucco. Ancora meravigliosamente intatto, nonostante la mia faccia da ebete.
Mi gira la testa... voglio ballare. Ho deciso, ballerò nonostante questo fottuto male ai piedi.
Mi alzo barcollante, e mi getto in mezzo alla pista, tra zoccolette e ubriaconi.
Neanhce il tempo della fine della canzone che la mia schiena sbatte contro un'altra.
Mi giro, e vedo un ragazzo altissimo con un ciuffo nero sparato in avanti.
Quello mi si avvicina pericolosamente, e, senza che io me ne accorga, mi prende per i polsi e mi spinge verso di lui.
Ho paura all'inizio, ma poi vedo che effettivamente questo tipo vuole solo ballare con me. Glielo concedo, per sta volta.
All'improvviso lui mi prende per i fianchi e si avvicina ancora di più a me, pericolosamente.
"Come ti chiami?" mi chiede con voce assonnata
"C-Courtney" rispondo balbettando. Idiota, potevi anche inventartelo, il nome.
"Bel nome. Sono Alan. Quanti anni hai?" mi chiede di nuovo, manco fosse un interrogatorio questo.
"Quattordici" dico, sperando che mi lasci in pace e se ne vada. Ma ovviamente no.
"Mh. Io ne ho diciannove, sono un po' grande per te, spero non sia un problema per te"
Che?! Un problema per me? Dovrebbe essere per TE il problema!
 Notando il mio silenzio, questo si avvicina sempre di più, finchè sento la sua lingua cacciarsi nella mia bocca.
Sono terrorizzata. Cerco di calmarmi: in fondo sono cose che capitano quasi sempre in discoteca, ovvero di limonare con perfetti sconosciuti...
Ma a me la cosa non piaceva, anzi quel tipo, per quanto fosse bello, mi inquietava, per non parlare dei suoi cinque anni in più.
Sento le sue mani che mi toccano le coscie e, interrompendo questo bel momento -per lui- dico:
"Ascolta, lasciami. E' meglio che vada"
Ma quello non si decide a mollarmi, anzi, mi stringe ancora di più.
"No dai resta. Non ti stai divertendo?"
"No! E adesso lasciami o chiamo i miei avvocati!" urlo, ma tanto con la musica a palla chi può sentirmi.
Vedo il suo sguardo incupirsi, e la cosa non mi piace.
"Mi sembra di non essere stata chiara" ripeto, con un leggere tocco di paura nella voce.
"E io dico che tu rimani" quest'affermazione mi lascia di sasso, e, porca la troia, mi risento di nuovo la sua lingua in bocca, violentemente.
Si attacca con le mani al mio sedere e io sono sempre più paralizzata dalla paura.
Ma dove cazzo sono finite quelle tre?!
Cerco di liberarmi, ma Alan mi alza di peso e di scatto corre da qualche parte. I gabinetti. Oddio no.
Nello stanzino bianco c'è il doppio della luce e la metà del casino. Sono paralizzata.
"N-no aspetta, io sono ver..." mi tappa la bocca con la mao, ma alzando lo sguardo vedo i suoi occhi. Rossi, cerchiati di rosso.
Questo qua o è fatto o ubriaco.
"Non ci credo. Una quattordicenne di Miami vergine. Non me la racconti giusta carina"
"E' così!" urlo " E adesso lasciami andare!"
Quello nemmeno si degna di rispondermi, ma la sua mossa successiva mi paralizza del tutto dalla paura.
Mi sfila la canottiera e gli shorts, da cui cade il mio telefono e si spacca lo schermo.
Mi tappa la bocca con la mano, urlo, ma nessuno mi sente...
Il giorno dopo mi ritrovo in qul bagno, sola, nuda, con delle goccie di sangue sulle coscie. Il mio telefono non c'è più.
Sono stata stuprata.


"Court? Tutto ok?" mi chiede dolcemente Chanel.
No, non va tutto bene. Inizio a piangere.
"Court, è tutta colpa nostra, se non ti avessimo lasciata sola magari..."
"Lascia stare Roxy" dico tra le lacrime "Pensavo di esserne uscita, anche se quei quattro mesi di stalking telefonico mi hanno distrutta...
Insomma, ero una ragazzina. Mia madre sa solo della storia dello stalking. Dello stupro non sa niente"
Le tre ragazze rimangono di sasso.
"Cosa?!" urlarono inorridite "Perchè?" " Perchè non riuscivo nemmeno a parlarne! Ti rendi conto di cosa ho dovuto passare?!  Tralasciando il mio trauma, non volevo altre complicazioni. Insomma, i miei si stavano separando, dovevo aggiungere qualcos’altro? No! E poi…” non riuscì a finire il mio discorso che le lacrime fecero il loro sopravvento, mentre le altre ragazze mi abbracciarono in silenzio.


*angole me*
Voilà!
Emh, si... mi vergogno abbastanza di quello che ho scritto.
Si tratta comunque di qualcosa di serio e tragico, cose che io non sono.
Vabbè, buon santo stron.., emh, Stefano, a tutti :3

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Capitolo 18
*** Glass break ***


Aprì gli occhi lentamente. Ci eravamo tutte e quattro addormentate sul letto, dopo lo shock.
Controllai il telefono: 23:15.
Avevo un'ansia terribile. Che lui sapesse di me? Di dove abito?
Dovevo stare calma, ma non potevo parlare con mia mamma. Sarebbe stato traumatico per lei, e ancor più doloroso per me.
"Ragazze svegliatevi.."
Ovviamente non si mossero di un millimetro, ma questo era dato per scontato.
Mi alzai, ma avevo paura di scendere da sola al piano inferiore.
Questa faccenda mi faceva sentire a disagio persino in casa mia. Era terribile.
Guardai fuori dalla finestra e vidi la strada buia illuminata da qualche lampione. Se mi fossi trovata lì sarei andata in panico.
Fantastico, questa situazione ha completamente ribaltato il mio carattere forte.
Mi saliva l'ansia guardando fuori dalla finestra, quindi le chiusi con le tende color cipria e puntai gli occhi sulle ragazze, quando improvvisamente un
cellulare che non era il mio si illuminò, sicuramente era di qualcuna delle mie amiche , ma controllai ugualmente:
Letty: Perchè non rispondi???!!

Incuriosita lessi il resto della conversazione:
" Tani, è da molto che non scrivi, è successo qualcosa?" ore 13:40
"Ci sei?..."   ore 15:38
"Tani?..."     ore 18:23
"...??"         ore 20: 54
"Perchè non rispondi???!!" ore 23:17

Povera Letty, mi faceva pena. Mi ero quasi dimenticata della presunta ragazza di Tanisha, era una ragazza dolcissima e bella, che motivo aveva Tanisha
di trascurarla così?

"Ho capito,sei con un'altra. Se non mi rispondi entro cinque minuti è finita"

Cazzo,adesso cosa faccio? Non erano affari miei certo, ma... dovevo fare qualcosa insomma. Agì d'istinto, e scrissi:

"Nono amore... Ero da Court con le altre"
"Potevi anche rispondere! Mi eviti per fare bella figura con le tue amiche?!"
"Assolutamente no.. ma abbiamo problemi qui"
"E cioè? Perchè devi escludermi da tutto?!"
"No scusa è che... Sono problemi nostri"
"E cosa riguardano questi problemi?! Non è che sono tutte stronzate?"
"No .. riguardano noi, davvero, non sono stronzate"
"Basta,tra cinque minuti sono lì. Se non ti trovo è finita."

Cazzo. Ho combinato un bel casino, e se viene veramente qui, Tanisha mi fa a pezzi. Non penso di aver dovuto immischiarmi negli affari amorosi di altre.
Se poi gli affari amorosi finiscono come i miei, è meglio seriamente che ne stia alla larga...
"Che stai facendo col mio telefono?" Merda. "Ma che cazz..?"
Tanisha era sveglia, mi strappò di mano il cellulare e lesse tutta la conversazione. Oh oh.
"Court che cazzo fai?!" urlò
"S-scusa è che..."
Lei mi zittì alzando una mano davanti al mio viso, e, dopo un enorme sospiro disse:
"Non importa. Hai già troppi problemi e immagino che lo hai fatto con buone intenzioni. Non posso prendermela con te"
Rimasi zitta, mentre lei silenziosa riponeva il cellulare sul letto.
Un sordo "Drin" ci fece sobbalzare.
Scesi giù e vidi Letty dallo spioncino. Le aprì la porta, la trascinai dentro e richiusi immediatamente.
"Dov'è Tanisha?!" chiese lei nervosa
"Ciao anche a te" aggiunsi scettica, anche se venni completamente ignorata.
"Eccoti qua!" urlò la ragazza quando vide Tanisha "Rispondere ai messaggi no?" chiese leggermente alterata.
"Non ho avuto tempo. Abbiamo problemi qua" rispose secca senza nemmeno guardarla in faccia.
Letty stava per rispondere con qualcosa di poco bello a giudicare dall'espressione, ma fu interrotta quando sentimmo come il rumore di bicchieri frantumati.
Vicino, molto vicino. Troppo.
Roxy e Chanel si svegliarono di colpo, mentre Letty era rimasta col dito a mezz'aria, Tanisha era a bocca aperta mentre io iniziavo a non sentire più
la terra sotto i piedi.
Rimanemmo immobili e terrorizzate per un bel po' di tempo, quando ci decidemmo a scendere -in gruppo- a vedere quello che era successo.
Scesi le scale con le mani sugli occhi e quando sentì che non c'erano più gradini da scendere e sentì il silenzio assoluto ebbi paura a toglierle.
E in effetti facevo bene ad avere paura: quando le levai, vidi la finestra rotta , con miliardi di vetri per terra e un mattone che aveva spaccato in due il tavolino,
e che ora se stava per terra.
Sentivo gli occhi pizzicare, mentre le altre osservavano impietrite quell'atroce "spettacolo".
All'improvviso sentì le mie gambe muoversi da sole, e, appena arrivai davanti al mattone, vidi un foglietto attaccato sopra, e , non volendo, lessi queste parole
che mi gelarono il sangue nella vene:
 
"So che hai letto il mio commento. Preparati a ricevere un'altra visita. Ci vediamo in giro. A. "
 

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Capitolo 19
*** Police ***


Guardavo con insistenza l'orologio sul muro davanti a me.
Fissavo le sue lancette muoversi con lentezza, come se il tempo volesse farsi un dispetto a scorrere così lentamente.
Ero in bagno, mentre al piano inferiore c'era il putiferio.
Dopo la finestra rotta e il mattone di ieri, le ragazze mi avevano detto di essere svenuta dalla paura, avevano chiamato mia mamma
e la sentivo urlare ai poliziotti di sotto.
Mi avevano giurato di non aver parlato dello stupro, anche se il resto che le avevano raccontato era vero (mattone, stalker, ecc.).
All'improvviso sento la porta spalancarsi, e d'istinto la mia testa ruota verso di lei.
E' mia mamma, con la faccia solcata dalle lacrime e il labbro tremolante, insieme ad un grasso poliziotto baffuto.
Li sento borbottare per un momento, e l'unica cosa che riesco a sentire è che quelli ritorneranno fra qualche ora a ricontrollare.
Appena l'uomo si gira mia mamma mi butta le braccia al collo e mi stritola in un abbraccio, blaterando qualcosa sul fatto che
dev'essere un periodo veramente di merda per me, ma devo essere forte e bla bla bla.
Ma io nemmeno la sto ascoltando, continuo a guardare il vuoto con occhi vitrei, mentre nella mia mente invece c'è una popolazione che lavora.
Troppi pensieri, troppi problemi.
Ero venuta qua apposta per dimenticarmi dei problemi, il karma per caso mi fotte?
O è semplicemente destino che nella mia vita debba andare tutto male?
"Andiamo subito in commissariato, non ce la faccio a stare qui ad aspettare." l'unica frase che riesco a capire.

****

Mentre mia mamma ha trovato da dire con una vecchietta dai grossi occhiali da sole viole e il vestito a fiori che si lamenta perchè un gruppo di teppisti le ha colorato il muro di giallo fluo e cihanno scritto frasi volgari, io sto seduta e ignoro i vari messaggi sul cellulare.
L'unico mezzo sorriso della giornata è quello di vedere un ragazzino nerd che molto probabilmente fa il bidello che cerca di separare mia mamma
e la vecchia pazza.
"E' così le dico!" urla quella sclerata, appena nota il primo poliziotto che vede, e che da quel che ricordo era anche a casa mia
"Quei ragazzacci maledetti mi hanno imbrattato la casa! Ci è mancato poco che non colorassero anche la mia barboncina!"
"Ascolti bene, noi siamo qui per un caso il quintuplo più grave del suo, quindi è pregata di lasciarci passare!"
"L'ho salvata appena in tempo prima quegli esseri imbrattassero il suo pelo immacolato! Pretendo che li arresti!"
"Si levi dalle palle!" Urlò mia mamma , facendo ammutolire sia la vecchia che il poliziotto.
Dopo un attimo di silenzio, il poliziotto parlò.
"Signora Garcia, si calmi. Lei ha la precedenza, lo sa, quindi si calmi per favore. Lei Mrs Bennet deve ugualmente calmarsi, si rivolga pure a noi,ma
qua abbiamo cose molto più serie di cui preoccuparci"
La vecchia sta per replicare, ma si ammutolisce.
"Mrs Bennet!" sentiamo gridare "Abbiamo trovato uno dei delinquenti."
Sto per gridare del fatto che non me ne frega un cazzo della fottuttissima casa di quella stupida vecchiam quando appena mi girai, mi venne naturale
gridare:
"CHE CAZZO CI FAI QUI??"

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Capitolo 20
*** Problems ***


"CHE CAZZO CI FAI QUI?!"
Davanti a me si presenta l'unica persona che NON volevo vedere: capelli neri e verdi, grandi occhi azzurri,abiti trasandati.
Sapete a chi mi riferisco.
"...Piuttosto tu che ci fai qui!" urla lui , come se stessimo discutendo da ore.
"Adesso basta! Signorina Smith si calmi, signor Nelson segua pure l'agente Jay con Mrs Bennet, immagino che avrete molto di cui parlare"
Lo osservo mentre si allontana nel freddo corridoio mal illuminato, insieme alla vecchia e all'agente.
"Signorina Smith, signora Garcia, siete pregate di seguirmi per parlare del caso ora" dice il poliziotto, mentre mi madre si gira e lo segue.
Dopo pochi secondi mi volto anch'io, sconvolta da tutta questa situazione.
Perchè,perchè, perchè tutte a me??

....

"Bene signore ora potete andare"
Dopo aver raccontato circa tre volte ogni singolo dettaglio del mio problema, l'uomo ci manda via, promettendoci un'acuta sorveglianza nei pressi
di casa mia. Anche se non ci fosse la sorveglianza, io non mi muovo più dalla mia camera.
"Non dormirò finchè non arresterete quel pazzo!" urla mia mamma alzandosi in piedi
"Si calmi signora, i nostri agenti sono assolutamente competenti, quell'uomo finirà in galera prima di quanto voi possiate immaginare."
Assolutamente competenti. Certo come no!
Come quando andavo a scuola qui i ragazzi fattoni più grandi si nascondevano dietro la scuola a fumare le canne, e nonostante le cartine trovate,
ancora non ne sanno niente, o i continui stupri e rapimenti nelle strade di Miami, o il fatto che per arrestare quel bastardo ci abbiano messo un'eternità.
Per colpa delle mie riflessioni non mi sono accorta di essere in mezzo a un di quei lunghi, freddi e silenziosi corridoi mal illuminati. Mia mamma è più
avanti a me , mentre discute con quell'uomo in divisa.
Li giardo con lo sguardo perso nel vuoto, mentre mi tasto le tasche degli shorts per trovare il cellulare. Non lo trovo.
Sento un tuffo al cuore e inizio ad andare nel panico. Dov'è il mio telefono?? Ce l'avevo in tasca, ne ero sicura!
Forse l'ho lasciato nell'ufficio del poliziotto, si, molto probabilmente è così.
Cammino,anzi, corro, inquietata dalla situazione.
Apro velocemente la porta, e, fortunatamente, lo trovo sul tavolo.
lo afferro di corsa e corro senza voltarmi indietro verso mia mamma.
"Court vieni, torniamo a casa"
"non può accompagnarci il poliziotto?" chiedo, perchè sono diventata molto paurosa per colpa di questa situazione.
"Ci sono io con te stai tranquilla" mi dice sorridente.
Sospiro , cercando di sorridere anch'io, inutilmente.
Cerco di distrarmi accendendo il cellulare e vedendo due messaggi.

Roxy<3: "Court tutto ok? Come va? Quando ci vediamo?"
Sconosciuto: Carina, avverte la polizia lei. Stai tranquilla, perchè ci vedremo molto presto.

"MAMMAAA!" urlo, con le lacrime che stanno per fuoriuscire
"Cosa Court??" urla allarmata vedendomi
"Guarda!" urlo io di nuovo
Legge il messaggio con gli occhi spalancati mentre nel frattempo ci raggiunge anche l'agente, che legge il messaggio insieme a mia mamma
e, dopo un po' annuncia:
"A quanto pare era tra la folla che oggi ci aveva visti a casa sua signorina."
Io non rispondo, non ne ho la forza.
Maledetto, maledetto.
"Buttalo via" dico, improvvisamente, stupendo anche me stessa
"Cosa?" chiede mia mamma
"Butta via quel robo! Non voglio più vederlo!" urlo
"Signorina sarebbe una mossa troppo azzardata. Se vuole possiamo tenerlo noi per migliorare le indagini e ritrovarlo"
"Fate quello che vi pare!" urlo , scappando via, correndo senza meta in quell'edificio.
Piangevo, lacrime amare scendevano dai miei occhi enormi neri, non guardavo dove andavo ma poco mi importava.
Non finchè sento la testa che sbatte contro quella che molto probabilmente è un petto.
"E guarda dove cazzo vai!" urlo, ma mi blocco di colpo, perchè la persona contro cui sono andata a sbattere , è niente popòdimeno che
quell'odioso troglodita di Duncan, che poco tempo fa avevo anche visto.
"Scusami se non guardi dove vai" mi risponde con un'odiosa calma.
"Non fare il simpatico! Non so che cazzo ci faccia tu qui, ma ho problemi molto più importanti di te, quindi gentilmente lasciami passare!"
"Per tornare a correre felicemente nei corridoi ?" mi chiede bastardamente.
"Bene. Significa che a quanto pare me ne dovrò tornare indietro. Spero proprio di non vederti mai più!" urlo, correndo via.

**ANGOLO ME**
Ciauuu
Lo so che lo sto trasformando in una specie di thriller e sto perdendo il mio solito stile di storie (musica, alcool, divertimento) ma
queste parti ora sono essenziali. E scusate se non ho risposto alle recensioni ma ultimamente sono molto più pigra del solito. :)

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Capitolo 21
*** Smoke. ***


Il giorno successivo mi svegliai nel letto con il cuscino bagnato dalle lacrime. Tirai su la testa con fatica e, stropicciandomi gli occhi, mi levai i lenzuoli rosa antico di dosso e scesi al piano inferiore.
Ero sola, ovviamente.
Troppi traumi in una sola sera. Avevo paura persino di stare nella mia stessa casa.
Sobbalzai quando sentì squillare il campanello. Guardai allo spioncino ed era Roxy, sola.
Le aprì la porta e lei entrò con calma, non con entusiasmo come faceva sempre, forse perchè di entusiasmante c'era ben poco.
"Vieni un po' fuori con me" mi disse come prima cosa "C'è un sole bellissimo"
"No, Roxy." esclamai con voce fredda "N-non voglio"
Lei rimase in silenzio per un secondo, guardandosi le unghie dei piedi smaltate di rosso e decorate con brillantini bianchi.
"Dai." insistette "Non c'è nessuno, ci sono io con te"
Io rimasi in silenzio, e lei si giocò l'ultima carta.
"Almeno vieni in giardino" mi propose sorridente "Ti farà bene"
Non ce la feci a resistere a quel sorriso così dolce e spontaneo.
La analizzai per un attimo: bassa di statura, era poco meno di 1.63, folti capelli castani emechati di rosa fluo, pelle abbronzatissima.
Grandi occhi di uno spettacolare verde smeraldo, truccati di nero. Nuovo di zecca era il piercing al naso, che non avevo nemmeno notato,
insieme a tanti piccoli orecchini brillanti.
Quel giorno indossava una felpa Obey grigia con la scritta rossa, dei minuscoli shorts di jeans e delle zeppe nere.
Le sue grandi labbra rosa erano ancora rivolte all'insù, nella speranza che io accettassi la sua richiesta.
"va bene dai. Un po' di sole non può farmi che bene"
Mi abbracciò di botto, inondandomi le narici di Christian Dior da donna.
 
***
 
Mi rilassavo al sole, respirando l'aria pura di quella giornata, mentre Roxy tirava fuori dalla borsetta leopardata il tabacco.
Si, fuma. Da circa due anni per quello che so, ma so che aveva smesso e poi ricominciato.
"Allora non ti senti meglio?" disse, mentre rullava la sigaretta.
"Si, tu non hai idea dell'ansia che provo ogni giorno" dissi, mentre leccava la cartina per chiudere la sigaretta, imbrattandola di rosa.
"Non posso dire che ti capisco, perchè mentirei. Ma sappi che io sarò sempre vicina a te. Sempre. Perchè le amiche fanno così."
Mi girai verso di lei quasi piangendo. La mia migliore amica. Cosa farei senza di lei? Sarei persa.
"Sei tutto." Lei si girò a sua volta, abbracciandomi.
Ci fu un attimo di silenzio, dopodiché mi staccai da lei e silenziosamente si levò la felpa grigia rimanendo in una sottile canotta aderente di pizzo rosa. Frugò nella borsa leopardata finchè non tirò fuori un accendino nero , che con un agile gesto del dito accese e avvicinò la sigaretta ad esso, già messa in bocca.
La guardavo in silenzio mentre completava tutti i passi, come se stessi seguendo un documentario:  rivolgendo lo sguardo sulle margherite del prato, passò un attimo, dopodiché alzò la testa ed espirò il fumo con lentezza, una nuvola enorme di fumo grigissimo che si espanse nell’aria. Aveva gli occhi socchiusi, come per godersi al massimo quel momento, e di profilo le sue ciglia sembravano ancora più lunghe e nere.
Cadde la cenere sui fili d’erba come se fosse pioggia, mentre lei tirava ancora.  Si accorse dalla particolare attenzione che le stavo rivolgendo, e si girò verso di me.
“Vuoi?” mi chiese, allungandomi il drum fumante, mentre espirò altro fumo , grigio e denso.
“No.” Risposi secca. Lei fece un sorrisetto malizioso “Non è certamente la prima volta. Ricordi?”
“Certo,ma non ci tengo” dissi girandomi dall’altra parte. Dopo cinque minuti si alzò per buttare il drum finito nella strada,e  tornò da me lentamente.
“Vuoi rientrare?” “Si, direi che l’aria l’ho presa sufficientemente”
Appena entrammo e mi sedetti sul divano sentì il telefono squillare. Il mio cuore perse un battito, e anche Roxy era paralizzata sulla porta. La vidi che lentamente andava verso il telefono, alzò la cornetta e rispose:
“Pronto?” stette in silenzio per qualche secondo e le lacrime già erano pronte ad uscire.
“Ah, l’agente Gray certo. Mi dica”
Sospirai di sollievo come mai avevo fatto.
“No, sono Roxanne Banks , la migliore amica di Courtney. Si lei è qui. Certo gliela passo”
Mi porse la cornetta ed io mi attaccai.
“Pronto?”
“Salve Courtney. Abbiamo buone notizie per lei, abbiamo rintracciato l’abitazione del suo stalker grazie alle chiamate. Si vede che quest’uomo è poco furbo”
Sospirai e sorrisi.
“Sul serio?”
“Si , ma occorre che il prima possibile lei e sua madre veniate qua in commissariato.”
“Vengo subito!”
Urlai, attaccando e prendendo Roxy per un braccio e trascinandola fuori. Stava trafficando qualcosa con la borsa ma non ci feci troppo caso.
Avevo qualche speranza.

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Capitolo 22
*** Troubles ***


“Dove stiamo andando??” urlò Roxy mentre la trascinavo con la forza per un braccio.
“In commissariato! Hanno scoperto la casa di quel bastardo!” urlai di gioia.
Subito dopo, lei si strattonò e si liberò dalla mia presa. Mi girai verso di lei e vidi che era diventata pallida come uno straccio, anche con l’autoabbronzante sopra.
“E… perché dovrei accompagnarti io? Il poliziotto ha detto che deve accompagnarti tua madre” disse stringendo a sé la borsa. Mi parve tutto troppo strano, e mi venne il sospetto che in quell’ enorme borsa leopardata ci fosse qualcosa che la polizia non doveva scoprire.
“Beh, ma il mio cellulare è in commissariato no? Mia mamma lavora, e ci sei solo tu ora. Hai detto che le amiche si appoggiano sempre.”
“Si…ma…” sussurrò con voce tremante
“Mi spieghi cos’hai? Cosa mi nascondi?”
Lei si voltò, mi guardò per un attimo e, dopo un lungo sospiro, sussurrò :” A te nulla. Ma ai “caramba” molte cose”
Mi trascinò dietro il chiosco dei kebab che in quel momento era chiuso, e con un gesto teatrale infilò la mano nella borsa. Ne estrasse una busta di plastica nera.
“Che cosa c’è lì dentro??” chiesi quasi con spavento
La aprì, e un forte odore mi invase le narici. Mi venne un dubbio.
“Non sarà mica…”
Non mi fece finire che estrasse dalla busta una specie di palletta verde, ricoperta da un altro involucro di plastica , leggerissima e sottile.
“Roxy, è marijuana quella!” esclamai
“Shhhhh!! Vuoi che ti sentano tutti??” mi zittì
“Ma..ma.. che cosa..” dissi disorientata
“Niente di che tranquilla. Non la fumo da più di un anno, ma la polizia NON lo deve sapere. Passo a casa e lascio la borsa, poi andiamo.”
Non mi diede neanche il tempo di replicare, girò sui tacchi verso la direzione opposta quando una macchina della polizia ci raggiunse.
“Signorina Smith! Salga presto, c’è bisogno di lei in commissariato. Porti anche la sua amica”
“Ma io veramente..” sussurrò Roxy, bianca come uno straccio.
“Non c’è tempo!” urlò l’uomo, caricandola in auto assieme a me.
Roxy era seduta vicino a me, rigida come un palo e pallida come un malato. Stringeva la borsa, infilando la unghie rosa in essa, non mi guardava, ma sapevo che mi supplicava con la mente.
Scendemmo in commissariato, mi dissero che avevano già avvisato mia mamma sul lavoro.
Io dovevo entrare in una stanza con altri poliziotti e aspettare mia madre perché così gli agenti ci avrebbero aggiornate sulla situazione, secondo loro molto migliorata.
Roxy stringeva ancora tremante la borsa, attaccata al suo corpo. Non aveva avuto il tempo di chiuderla, e sapevo che se l’avrebbe staccata da quella stretta morbosa l’odore pungente si sarebbe sparso ovunque.
Si avvicinò a me e disse :”Corro a nasconderla. Torno subito” non mi diede neanche il tempo di rispondere, corse via senza neanche sapere dove andare.
Poco tempo dopo arrivò mia mamma trafelante e gli agenti ci portarono in una stanza per discutere.
“Signorina Smith” iniziò l’uomo “Il suo stalker evidentemente non si è informato abbastanza, altrimenti non penso che avrebbe chiamato stamattina alle 9:30. Abbiamo riposto noi, e, dopo che lui ha buttato giù subito, abbiamo rintracciato grazie al telefono l’abitazione, questo ragazzo è stupido come pochi.”
“Quindi lo prenderete? “ esclamò mia madre con un sorrisone
“Se tutto va bene si” rispose soddisfatto
Dopo altre brevi comunicazioni ci fecero uscire dalla stanza, ero felice, fin quando non sentì…
“Signorina Roxanne Banks, lei è in arresto per possesso illegale di marijuana.”
 
 
Angolo me
E andiamo sul tragicoooo
dai, un altro bel casino, giusto perchè sono sadica MUAHAHAHHAH
PERDONATE LA MIA PERSONA SE NON RISPONDO ALLE RECENSIONI MA HO POCHISSSSSSIMO TEMPO D:

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Capitolo 23
*** Secrets ***


…”Signorina Roxanne Banks, lei è in arresto per possesso illegale di marijuana.”
Quando sentì quella frase mi si gelò il sangue nelle vene, mentre voltavo la testa pregavo silenziosamente nella speranza di aver sentito male il nome. Ma ovviamente, quando mai mi va bene qualcosa?
“No, Roxy!” urlai, mentre la busta di plastica nera era tra le mani di un secondo poliziotto, e la mia amica aveva lo sguardo basso e si mordeva il labbro per evitare di piangere, mentre l’uomo che aveva parlato le aveva bloccato le mani dietro la schiena e la strattonò , facendola quasi cadere, per poi condurla non so dove.
Mia mamma aveva osservato la scena abilita, a bocca aperta ma incapace di dire qualcosa. Provai ad inseguirla, ma non riuscivo a muovermi.

Mezz’ora dopo circa mi arrivò un messaggio, dato che mi avevano ridato il telefono:
“Fatti dire dai poliziotti dove sono, tanto quegli schifosi te lo diranno sicuramente, e raggiungimi devo parlarti. Ora mi prendono il cellulare, non rispondere.”
Fissai lo schermo per un po’, senza saper che fare. Decisi di andare.
Iniziai a camminare a vuoto, poi incontrai un uomo in divisa e chiesi:
“Scusi, sa dov’è la signorina Banks, momentaneamente in arresto per possesso di droga leggera?”
Ma dai Courtney, vuoi aggiungere qualche altro dettaglio?
Lui mi guardò poi disse: “Si la porto da lei se vuole”
Più facile di quel che credevo. Seguì l’uomo per qualche altro corridoio, poi mi ritrovai in una stanza buia con una scrivania e una luce sul soffitto fiochissima. Era seduta sulla sedia davanti alla scrivania e aveva la testa ancora bassa , e appena sentì la porta aprirsi la alzò, e sorrise nel vedermi. Aveva le guance rigate di nero e la pelle d’oca. L’uomo non se ne andò ma rimase a fissarci , così cercai di parlare a voce bassa.
“Tutto a posto? Quando ti lasciano?”
“Non lo so” rispose secca lei “Ma vai a questo indirizzo, e avverti  J.T. che sono sulle loro tracce. Dì loro che sono stata presa”
“Ma cosa stai dicendo??” chiesi sconvolta
“Vai ti prego. Altrimenti finirò nei casini” mi supplicò con gli occhi. Presi velocemente il biglietto senza che l'uomo se ne accorgesse e uscì dalla stanza in silenzio.
Il biglietto diceva:
14esima strada, via G.Washintong n.326


***
 
Per quanto mi sforzassi non trovavo quella fottuta casa. Girovagavo da mezz’ora in un quartiere sinistro, in una via malfamata in mezzo a case poco raccomandabili.
Quando miracolosamente vidi il numero 326 su una casa color polvere dalle finestre rotte, i muri con le crepe, la porta mezza scassata e che puzzava di alcool , mi misi le mani nei capelli. Dovevo cercare un certo J.T. , personaggio che la mia cara amica Roxy non mi aveva minimamente descritto. Dato che non c’era un campanello bussai alla porta con timidezza. Dopo due minuti di attesa, la porta si aprì e mi trovai davanti un ragazzo altissimo, con i capelli biondo cenere spettinati che gli ricadevano a metà occhio da una parte e tirati dietro dall’altra, gli occhi assonnati ma allo stesso tempo vispi, di un azzurro scolorito e i bulbi oculari rossastri, con in testa un cappello grigio dei Chicago Bulls e la canottiera rossa di Miami leggermente sporca, dei bermuda grigi e le Nike Blazer nere. Teneva tra le dita una sigaretta fumante.
“Ti conosco?” mi chiese lui dopo avermi squadrata dall’alto al basso circa dieci volte.
“No, sono un’amica di Roxy” risposi allontanandomi
“Ah, Roxy.. Come sta quella topona?”
Non gli risposi, e chiesi subito “Sei tu J.T.?”
Lui mi guardò ed esclamò: “Si vede che qua non ci sei mai stata,non sono io J.T.”
“Portami da lui allora, Roxy ha un messaggio per lui” dissi “E’ urgente”              
Facendo il finto pensieroso esclamò: “D’accordo, ti ci porto, ma solo perché sei amica di Roxy, e come lei tu non scherzi..”
“Cioè?” chiesi “Beh, sei molto bella” rispose lui, pensando di aver fatto colpo.
“Grazie” risposi seccata “E ora portami da lui”
Dopo che ebbe tirato dalla sigaretta si mise su un lato della porta “Prima le donne” esclamò con un finto fare da gentiluomo. Entrai, e, dopo che ebbe chiuso la porta, il ragazzo – di cui ignoravo il nome- mi fece strada, oltrepassando un immenso salotto, quella che una volta doveva essere una cucina e un corridoio, dove stava una stufa scassata.
“E’ ancora presto, perché di solito qua è sempre pieno” mi spiegò “Organizziamo feste, soprattutto after e rave party. Altrimenti ci ritroviamo a gruppi o tutti insieme, dipende da come ci gira, e fumiamo qualche canna o beviamo un po’. Siamo tutti amici qua. A meno che non scatti qualche rissa logico”
Non sapevo che Roxy frequentasse questa gente. Non me ne aveva mai parlato.
“Siete maggiorenni? La polizia sa di questo posto?”
Lui rise, ed esclamò :” Ovvio che la polizia non sa di questo posto, mica siamo coglioni! E comunque, alcuni si e altri no, J.T. ha ventitré anni e mezzo, quindi essendo lui il più grande, questa casa è sua, principalmente.”
“Tu quanti anni hai?” chiesi, ero stranamente curiosa
“Tra quattro mesi, finalmente diciotto. Tu?”
“Diciassette” risposi
“Ah, non mi sono neanche presentato ancora. Sono Stephan, tu?”
“Courtney” risposi “Piacere mio, Courtney. Strano che Roxy non ti abbia mai portato qua, sei molto bella, e non ti ho mai vista in giro.”
“E’ solo qualche settimana che sono a Miami. Prima abitavo in Canada.”
“Ah, capisco. Infatti Roxy è da un po’ che non si fa vedere. Sicuramente avrà voluto trascorrere un po’ di tempo con te”
“Si.” Risposi solo. Iniziai a sentir freddo alle gambe, colpa degli shorts di jeans corti. Dopo aver camminato per un tratto che mi parve interminabile seppur quella casa era un ambiente limitato, Stephan bussò alla porta di una stanza, in un pieno superiore pieno di porte.
“T.J. posso? C’è una ragazza che vuole vederti”
Dopo qualche secondo, una voce maschile e forte gridò: “Certo Stephan! Falla entrare pure”
Appena spalancò la porta, vidi una stanza quasi del tutto buia, solo qualche raggio di sole penetrava attraverso la tapparella rotta, c’era un immenso letto matrimoniale bianco e rosso, a destra un armadio di legno mezzo marcio e a sinistra un comodino carico di oggetti più stabile. Sotto ai miei piedi un immenso tappeto rosso e nero, polveroso. Agli angolo della stanza c’erano anche pile di vestiti ammessati, sia da donna che da uomo.
Seduto sul letto, c’era un ragazzo di colore, anche lui molto alto, dai grossi muscoli sicuramente pompati, con in testa un cappellino nero della New York, una canotta della Obey grigia, lunghi jeans blu strappati e Vans rosse ai piedi, al collo aveva una grossa catena d’oro ( finta). L’unica cosa veramente di valore che sembrava avere era l’orologio al polso. In quel momento il ragazzo stava rullando una canna, e l’odore di marijuana era fortissimo, troppo.
Quando alzò lo sguardo su di me, fu all’inizio rigido, poi si tranquillizzò subito, vedendo anche che in confronto a Stephan ero alta come un filo d’erba.
“Ciao, non ti conosco. Chi sei?” mi chiese, in tono stranamente gentile.
“Courtney, sono amica di Roxy. Mi ha chiesto di venire qui per portare un messaggio”
Lui mi guardò come se non avesse capito, poi disse:” Roxy? E’ sempre attaccata al telefono, che ha, ha finito i soldi?” rise
“No.” Dissi seria “Non può usarlo al momento. E mi ha detto che è urgentissimo”
“Dimmi tutto” rispose lui calmissimo, mentre leccava la cartina.
“Roxy è stata arrestata, l’hanno scoperta con l’erba. Ora è in commissariato, e mi ha detto che sono sulle vostre tracce, non ha aggiunto altro.”
J.T. si bloccò , così come Stephan e sembrava che si fosse fermato il tempo.
“COSA HA FATTO?!” tuonò J.T. con voce talmente potente da farmi tremare.
“MA E’ CRETINA! CRETINA! E’ TALMENTE STUPIDA DA FARSI SCOPRIRE IN UN QUARTIERINO DEL CAZZO COME QUESTO! PORCA PUTTANA, SE CI SCOPRONO FA UNA BRUTTA FINE QUELLA!!” urlò, ero seriamente spaventata.
“J.T. calmati” disse Stephan “Non possono scoprirci, questo posto è dimenticato dal mondo. E poi come fanno a rintracciarci solo con un po’ d’erba?”
J.T. si calmò improvvisamente, poi esclamò: “ Si… hai ragione. Ma se fosse così allora avvisa tutti che per un po’ non dobbiamo farci vedere, almeno fin quando Courtney non ci porterà nuove notizie, giusto?” disse, rivolgendo lo sguardo verso di me.
“Beh… si… ma Roxy non verrà sicuramente portata dentro. Le verrà ritirata l’erba e sarà messa sotto controllo. E’ minorenne, non le faranno niente”
“Ma avviseranno i genitori” disse J.T. “E li son cazzi,per lei”
“Comunque è lei che ci ha messo nei casini, quindi che paghi lei le sue colpe” disse improvvisamente Stephan “Se lo merita”
“Hai ragione. Noi ora sgombriamo qua, è stato un piacere conoscerti, Courtney, e spero che ci porterai presto nuovi aggiornamenti”
Ok , questo significava “Vai”.
“Certo” risposi solo infine, dirigendomi sola verso l’uscita.

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Capitolo 24
*** Dark ***


Dopo due settimane non migliorò certo la situazione.
La pena di Roxy furono gli arresti domiciliari, pena stranamente gentile , perché solitamente non la scampava certo così liscia chi veniva beccato con l’erba.
Non avevo contatti con lei da giorni, erba sequestrata così come il suo cellulare, a casa sua. Non so cosa abbiano detto i suoi genitori ma non erano certo contenti.
Invece nella casa dimenticata dal mondo, e soprattutto dalla polizia, dove Roxy mi aveva mandata qualche settimana fa ad avvisare un certo J.T. che l’avevano trovata, tutto regnava tranquillo, perché dopo due giorni ipotizzarono che l’erba era stata venduta a Roxy da uno spacciatore sopra i 30 anni, e quando Roxy lo ammise, ovviamente mentendo, che l’ipotesi era giusta, loro si erano salvati il culo.
La cosa che mi fa più incazzare è il fatto che Roxy ha cercato in tutti i modi di non farli scoprire, e dopo che quelli si sono salvati il culo, di lei ora se ne fregano. Non mi chiedono come sta, ne quando l’avrebbero lasciata.
Di quel posto conoscevo solo J.T. , il “capo” , e Stephan, un ragazzo fattone, che era probabilmente uno dei migliori amici di J.T.
Mi avevano chiesto se volevo entrare anche io a far parte dei mega after che organizzano ogni sera quasi, ma mi sono rifiutata subito. Poi, per il modo in cui avevano buttato nella spazzatura Roxy, di me potevano anche dimenticarsi.
Chanel e Tanisha sono venute a sapere tutto dopo, e non solo sono traumatizzate, ma estremamente deluse dal comportamento di Roxy. Mai quanto sua madre, Angelina Banks, che lavorava come estetista nel salone del centro, che aveva sempre lasciato fare la figlia di testa sua, per poi ovviamente pentirsene quando arrivò a casa la chiamata della polizia. Suo padre invece non sapeva nulla, dato che si trovava in Brasile per lavoro.
Erano le due e mezza, era il 13 luglio e faceva un caldo bestiale. Mi crogiolavo sul mio letto, la serranda abbassata quasi del tutto , e nella mia camera era quasi fresco.  Inoltre ero in pace dato che mia mamma lavorava. Avevo dormito una mezz’oretta, ma mi resi conto che se fossi rimasta ancora a letto mi sarei rincoglionita. Indossavo ancora il pigiama, quindi, con movimenti “aggraziati” mi alzai dal letto e presi un paio di pantaloncini corti di jeans decorati con perline e una canotta a fiori. Presi gli occhiali da sole e uscì di casa. Mi pentì di essere uscita, perché il caldo era veramente insopportabile.
Non so se fu proprio il caldo, ma improvvisamente mi balenò in testa un pensiero, a cui in un mese di permanenza a Miami nemmeno avevo pensato: mia nonna!
Mia nonna, la mamma della mia mamma, era una donna fantastica: la classica nonna dolce, affettuosa e carina, ma molto, troppo, all’antica. Per questo lei e mia mamma non si parlano più, ma almeno poteva ricordarmi di passarla a trovare. L’ultima volta che l’avevo vista avevo quattordici anni e stavo partendo. Ero appena uscita dal trauma dello stalking, e voleva farsi perdonare perché non aveva voluto saperne del mio problema “Una ragazzina di quattordici anni in discoteca?! Ma voi siete matti! Vedi cosa succede!!” Aveva detto e mia mamma le aveva urlato di stare zitta, che tutte le ragazze a quattordici anni vanno in discoteca, e ora andava tutto bene e non era colpa sua se era così stupida e all’antica. Già, perché nessuno sa dello stupro …
Arrivai poco tempo dopo davanti alla sua casetta rosa fragola, con un grande giardino curato dietro. A grande sorpresa vidi anche Toffee, la gatta, che si riparava all’ombra del davanzale della finestra, perché il suo foltissimo pelo bianco-grigio non l’aiutava a rinfrescarsi. Provai ad avvicinarmi a lei, ma mi guardò male e lasciai perdere, sicuramente non si ricordava di me.
Suonai al campanello ma nessuno mi venne ad aprire. Allora guardai sotto il tappetino e trovai la chiave. Certe cose di lei non cambiano mai. Aprì la porta e la casa era ancora perfettamente pulita ed ordinata da come la vidi l’ultima volta. Piccola e semplice, nulla era superfluo in quella casa, e i mobili era ancora tutti quelli antichi e nulla di moderno. Sorrisi, ricordando quando da piccola mi lamentavo perché non  aveva la televisione. Ora ce l’ha , ma è molto economica e vecchia, al massimo vanno il canale del meteo e del telegiornale. Mi aggirai per la casa, guardando nel bagno e nella camera, e tutto era uguale. All’improvviso sentì come una presenza dietro di me, e una voce esclamò:” Mia cara, potresti anche salutarmi invece di guardarti in giro come una stupida”.
Dopo aver baciato e abbracciato la nonna, e anche essermi subita una ramanzina per i pantaloni troppo corti e la maglia troppo scollata, mi fece sedere sul divano e le raccontai tutto, dell’arrivo a Miami per dimenticarmi di tutto, delle mie amiche, ma anche del brutto, ovvero l’incontro con Duncan e l’arresto di Roxy. Già, Duncan … chissà che fine ha fatto. Ora che ci penso anche Jacopo , il fratello maggiore di Chanel era sparito da un pezzo. “Ah, uomini!” urlò mia nonna alzando le mani al cielo. Avevo preferito evitare di parlare del ritorno dello stalker, anche perché ormai il pericolo era quasi svanito. Mia nonna era perfettamente uguale all’ultima volta, capelli grigi liscissimi e lunghi legati in una coda, gli occhi neri e la pelle non molto rugosa, color caramello, magra e con un lungo vestito rosa, a mezze maniche.
Rimasi con lei a parlare per altre due orette quando vidi che erano quasi le cinque e mi dovevo recare in commissariato perché questa stessa mattina mi avevano chiamato per parlare. Salutai la nonna e le promisi che sarei tornata prestissimo a trovarla. Corsi per le strade quando, vicino a un lampione davanti a una farmacia dall’altro lato della strada vidi una figura altissima e scura.. l’unico essere umano presente in circolazione al momento.. corsi ancora più veloce, perché improvvisamente mi spaventai a morte, perché per un terribile attimo pensavo di aver capito chi fosse.. nonostante correvo velocissimo, sentì come uno scatto. Pochi secondi dopo mi si gelò il sangue nelle vene perché sentì una stretta alla mano, poi come un pizzico nel collo, poi tutto buio.

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Capitolo 25
*** Confessions. ***


Mi risvegliai non so quanto tempo dopo. La testa mi girava fastidiosamente e aprì gli occhi lentamente, portandomi una mano alla testa. Quando riuscì a mettere a fuoco gli oggetti provai a capire dove mi trovavo. Era una stanza stretta e umida, un pavimento di sasso, sporchissimo (mi raddrizzai in piedi disgustata) , delle brevi scale che conducevano ad una porta, un seminterrato, dunque.
Non c’erano oggetti, se non un lungo tavolo di ferro arrugginito con sopra un’enorme cassetta di metallo pitturato di rosso, chiusa. Alzai lo sguardo e una fioca lampadina illuminava la stanzetta. Non c’erano finestre, nessuna possibilità di fuga. Avevo paura di avvicinarmi a quella porta, tanto era sicuramente chiusa. Ricordai la puntura nel braccio vedendo il buco, circondato dal rossore. Era freddo , mi sfregai le braccia, e iniziavo ad avere paura. Poi mi ricordai della cassetta sul tavolo, mi avvicinai e l’aprì, sicuramente c’erano degli attrezzi.
Ma quando l’aprì e dentro trovai solo altre siringhe, piene di liquido, persi le speranze, e mi inquietai ancora di più. Dov’ero, perché mi trovavo li? Ma soprattutto, chi era stato? Cacciai quei pensieri, ma avevo paura ugualmente. Spalancai gli occhi e voltai velocemente la testa quando sentì la porta aprirsi con un cigolio assordante. Ne scese una figura alta, un uomo, dati i capelli neri acconciati in un ciuffo, il fisico magro ed atletico.
“Ciao, Courtney”
Era lui.
“Che cosa vuoi?” gli chiesi, cercando non perdere la calma, ma stavo per esplodere.
Lui rise sarcastico, passandosi una mano nel ciuffo moro. Sarà anche stato un bastardo ma era maledettamente bello. Aveva una t-shirt bianca, si vedevano i muscoli lavorati, e dei jeans neri con Vans dello stesso colore. Aveva un piercing al sopracciglio, e questo lo rendeva ancora più belle. Per un attimo mi imbambolai davanti alla sua bellezza, ma poi mi ripresi.
“Allora?”
“Cosa vuoi che voglia? Mi hai denunciato, mi stanno rintracciando. Mi butteranno dentro di nuovo, sono una faccia conosciuta in questo paese, prima e dopo che tu mi buttassi in prigione, cara Smith. Tutte le persone a cui tenevo mi hanno lasciato, mi sono rimasti solo un paio di amici che mi aiutano nei miei affari loschi, mi hai rovinato la vita. “
“Io?!” esclamai, scioccata. “Ma sei stato tu a…” non ebbi il coraggio di finire la frase.
Lui mi guardò alzando un sopracciglio, sospirò, poi si voltò verso di me e disse: “Ero un ragazzo che già da un pezzo era entrato nel mondo dell’alcool e della droga, ti giuro su quello che vuoi che non era mia intenzione” “Ma l’hai fatto.” Risposi secca “E non è una cosa da poco, Alan.”
Lui non mi rispose, e buttò a terra un grosso borsone nero che fino ad ora nemmeno avevo notato. L’aprì e mi ritrovai milioni di buste contenenti erba, pasticche e polvere bianca: cocaina.
“Quelle siringhe sono piene di eroina, non toccarle” “Non è mia intenzione, fidati”
Guardò con sguardo sconsolato le decine di buste di droga, e dopo pochi secondi cadde in ginocchio. “Perché?” urlo “Perché mi sono ridotto così? Che schifo di uomo sono?”
Ero seriamente colpita, poi alzò lo sguardo su di me e disse :” Courtney, ti giuro, io non volevo farti tutto questo, la colpa è solo sua!” urlò indicando il borsone “Tutta quella merda mi spingeva a farlo! Tutta questa roba non solo l’assumo in dosi enormi, ma la vendo a una casa dimenticata dal mondo in un quartiere malfamato, il numero 326 di via G.Washntong…”
Sbiancai, e lo anticipai “ 14esima strada?..” “Si, perché? Li conosci?” “No, no” mentì. Dovevo chiedere un paio di cose a Roxy.
“Insomma, mi sto distruggendo da solo, non penso che la galera mi cambierà qualcosa. Morirò tra le sbarre, tanto non importa a nessuno”
Per la prima volta provai pena per lui. Lo guardai, un bellissimo ragazzo ventiduenne che si stava distruggendo lentamente, colpa di ciò che la società ritiene “figo”. Per farsi accettare da questa merda, sennò sei già morto. Ma lui lo sarà letteralmente.
“Non dire così Alan” gli dissi con gli occhi che bruciavano.
“Non difendermi, non me lo merito. Tu dovresti odiarmi. “ Non aveva tutti i torti, ma in quel momento mi sembrava impossibile.
“Ho deciso, mi consegno alla polizia.” Disse alzandosi in piedi
“Cosa?!” esclamai “Tu cosa?”
“Hai sentito bene, faccio ciò che mi merito, per recuperare il tuo rispetto, se mai un giorno ci riuscirò” mi disse sorridendo stancamente.
“Ma.. tu.. se vai in un buon centro puoi anche…”
“No Courney, se morirò in galera avrò quello che merito.”
“Non voglio.” Dissi fredda.
Lui non parve per nulla sorpreso dalla mia reazione, ma girandosi verso di me rispose: “Non provare a fermarmi Courtney, prima che cambi idea” disse con ironia.
“Ma..” non feci in tempo a finire la frase che mi trovai di nuovo addormentata.

Al mio risveglio ero in un letto di ospedale, e appena aprì gli occhi sent’ un urlo:
“Oh tesoro stai bene!” mia mamma mi aveva abbracciato, singhiozzando.
“M-mamma..” risposi cercando di abbracciarla. Poi d’un tratto mi venne in mente:
“Dov’è Alan? “ dissi alzandomi a sedere.
Mia mamma sospirò, poi mi rispose.
“Lui… ha chiamato la polizia e ha detto che aveva intenzione di auto consegnarsi. Nessuno ci ha creduto e i poliziotti sono venuti tutti armati fino ai denti perché si aspettavano un attentato, ma appena arrivati si è consegnato completamente privo di armi e, dopo aver sequestrato la droga è stato messo dentro. Prima però ha avvertito tutti che eri nel seminterrato drogata, fortunatamente nulla di pensante, solo sonniferi. Dio, amore, è tutto finito finalmente”
Disse, abbracciandomi ancora.
“Già.. finito..”

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