Fatality Is Like Ghosts In Snow di poetictragedy (/viewuser.php?uid=37762)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un. ***
Capitolo 2: *** Deux ***
Capitolo 3: *** Trois. ***
Capitolo 4: *** Quatre ***
Capitolo 5: *** Cinq. ***
Capitolo 6: *** Six. ***
Capitolo 7: *** Sept. ***
Capitolo 8: *** Huit. ***
Capitolo 9: *** Neuf. ***
Capitolo 1 *** Un. ***
Fatality is like ghosts in snow.
un.
11.11
Frank sorrise,
guardando l'orologio attaccato alla parete dell'aula.
Chiuse gli occhi,
cercando di pensare ad un desiderio.
Non gli mancava niente.
Aveva i migliori amici
del mondo, una splendida ragazza che lo amava, un
bell'aspetto e la sua famiglia gli voleva bene.
Cosa avrebbe potuto
chiedere?
Ti prego, fa che avvenga un
cambiamento. Uno qualsiasi, ho bisogno di cambiare film
"Signor Iero,
gradirebbe un cuscino dato che ci siamo?"
Frank aprì
gli occhi e mormorò un "mi scusi signor Pump".
Guardò
fuori dalla finestra l'estate che stava svanendo.
Le foglie degli alberi
avevano cominciato ad ingiallirsi, un leggero venticello le faceva
danzare sull'asfalto del parcheggio della scuola e le nuvole erano
grigie e cariche sicuramente di pioggia.
Poi Frank
notò una figura.
Un uomo, sulla
ventina, che usciva da una macchina grigia.
C'erano tante persone
intorno a quell'uomo, ma qualcosa in lui lo metteva in evidenza tra la
folla.
Era come se brillasse
di una luce speciale, quasi fatata.
Frank lo
seguì con lo sguardo, finchè quell'uomo
fu inghiottito dalla moltitudine di studenti che entravano ed uscivano
dalla porta della scuola.
Guardò
scoraggiato il dorso bianco e immacolato del banco davanti a
sè e pensò a chi potesse essere quella figura.
Non era riuscito a
focalizzare bene il viso, però quel modo di camminare lo
aveva quasi stregato.
Posò lo
sguardo sulla lavagna, su cui il professore tracciava equazioni
incomprensibili.
Perchè si
era iscritto a fisica?
Lui era una frana con
la matematica.
Incrociò lo
sguardo con Quinn, che gli sorrise.
Giusto. Aveva seguito
Quinn a fisica, per questo che si era iscritto.
Dopotutto era il suo
migliore amico.
La campanella
dell'intervallo interruppe i pensieri di Frank, che uscì
velocemente dalla classe seguito dall'amico biondo.
Nonostante il chiasso
degli studenti tra i corridoi, Frank Iero non riusciva a togliersi
dalla mente quella figura nel parcheggio.
~
"Cosa facciamo
stasera?" chiese Ray, dando un calcio ad una lattina.
Frank
addentò il panino che stava tra le mani di Quinn e
masticò lentamente.
Aveva voglia di fare
qualcosa di nuovo.
Era stufo di passare i
venerdì sera a festini ridicoli, o a guardare film stupidi
alla tv.
Si distese sull'erba
del prato davanti alla scuola e stette lì a pensare,
osservando le nuvole viaggiare con velocità.
Come gli sarebbe
piaciuto essere una nuvola.
Essere fatto di
qualcosa inafferrabile, essere trasportato da correnti fredde e calda,
essere simili a batuffoli di zucchero filato.
Adorava le nuvole,
anche se erano piene di pioggia.
"Frank, tu cosa
vorresti fare?"
"Cambiare corso. Odio
fisica"
Tutti scoppiarono a
ridere, compreso lui.
"Vabbè
fratello, se vuoi cambia corso. Ho apprezzato il gesto" disse Quinn,
strizzandogli l'occhio.
Frank sorrise e si
alzò dal prato, togliendosi i fili d'erba attaccati sui
jeans.
"Vado in segreteria,
magari riesco a convincere Kitty a spostarmi da Fisica"
Gli amici annuirono,
seguendolo con lo sguardo.
La segreteria della
Belleville High School era sempre affollata.
Studenti che
arrivavano in ritardo, genitori adirati, insegnanti che fumavano
stressati dall'anno scolastico che era appena iniziato.
Frank si
avvicinò al bancone della segretaria, sfoderando uno dei
suoi migliori sorrisi, quando sentì qualcosa; come se tutte
le forze cosmiche fossero andate addosso ad un iceberg e i pezzi di
ghiaccio fossero caduti nell'acqua facendo un suono simile a dei
campanellini di cristallo.
L'uomo che aveva visto
nel parcheggio era seduto non molto lontano da lui.
Doveva avere
venticinque anni come massimo.
I capelli neri come la
notte ricadevano sulla fronte bianca in modo disordinato.
Aveva una bocca
piccola e sottile, contorta in una smorfia.
La pelle bianca come
il latte emanava quasi un'aureola argentea nella stanza.
La maggior parte delle
ragazze lo guardavano attirate da quella bellezza e dalla
misteriosità di quell'uomo.
Frank, attento a
notare ogni particolare di quella creatura seduta, ne scoprì
il colore degli occhi.
Era come se l'oro fuso
si fosse mescolato con lo smeraldo.
L'uomo si
alzò dalla sedia e si avvicinò al bancone, a
pochi centimetri da Frank, che era rimasto come immobilizzato
dall'effetto dei suoi movimenti.
"Signor Iero, ha
bisogno di qualcosa?" chiese con gentilezza, Kitty.
Frank si
disincantò, arrossendo un po' e poi sussurrò con
voce strozzata.
"..Credo che sia il
turno di questo signore, non il mio"
L'uomo lo
guardò, scrutandolo dall'alto al basso e lo fissò
negli occhi.
Frank si
sentì esposto, come se fosse stato nudo davanti a milioni di
persone.
"Sì, ci
sono prima io" disse con tono seccato l'uomo.
Questa Frank non se
l'aspettava.
Aveva immaginato che
l'uomo, vedendo un diciasettenne, gli avrebbe ceduto il turno
sorridendo.
Ma si sbagliava.
Quell'uomo, di una
bellezza da farti soffocare con il tuo stesso ossigeno, era acido e
molto burbero.
Frank si sedette su
una sedia vicina e aprì una rivista, cercando di distrarsi
da tutta la confusione mentale.
Perchè si
sentiva così confuso?
Lui era Frank Iero.
Era una delle persone
più sicure di tutto il pianeta.
Prima che arrivasse
questo figaccione acido, ovviamente.
_______
Duuunque.
Non so da dove mi sia uscito questo pasticcio.
Ho sognato tutto questo durante una noiosissima lezione di arte e poi
ho scritto tutto :3
E' la prima slash che scrivo, quindi vogliatemi bene <3
Il primo capitolo è molto corto, ma doveva servire quasi
come prologo uhm.
Oltre ad essere corto è molto confuso, però
è fatto apposta [:
Il titolo deriva dalle ultime frasi della canzone dei chem,
vampires will never hurt you, che io amo, stimo e sbavo.
Spero che vi piaccia e lasciatemi un po' di commenti, vanno
bene anche le minacce :D
peace <3
poetictragedy..
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Capitolo 2 *** Deux ***
Deux
"Quanto manca all'estate?"
Frank fece cadere la cenere dalla sigaretta accesa fra le dita e
sorrise rassegnato.
"Troppo, amico. Troppo tempo" sussurrò, appoggiato al muro
della scuola.
Ray, un ragazzo con un'enorme capigliatura riccioluta e castana,
buttò la cicca finita a terra e incrociò le
braccia sul petto, osservando l'amico.
"Sei strano in questi giorni, Frank. Sicuro che tutto sia a posto?"
Frank sorrise, un po' felice di avere Ray come amico e un po'
rassegnato, perché ciò che provava glielo si
poteva leggere sempre sul giovane viso.
"Ho cambiato Fisica con Arte, ci sarà un nuovo professore e
sono un po' teso, tutto qui"
No. Non era solo quello.
Durante il weekend non aveva fatto altro che pensare a quell'uomo.
Non aveva mai provato qualcosa come quelle sensazioni dei giorni
precedenti verso un uomo.
Era successo altre volte che lui si sentisse attratto dai ragazzi, ma
mai in quel modo.
Era come se qualcosa lo avesse colpito e tutte le sue idee e le sue
ferme opinioni si fossero messe a ballare la samba in modo disordinato.
"Arte? Perché hai scelto arte?"
"Mi aiuta ad acquistare più crediti per
l'università.. Poi è sempre meno pesante di
Fisica" disse, ridendo.
Guardò l'ora sull'orologio al polso ed ebbe un sussulto.
Era in assoluto ritardo.
"Cazzo! Spero che il nuovo prof sia un santo, perchè sono in
ritardo" Buttò la sigaretta per terra e diede una pacca
all'amico come saluto.
Mentre correva per il corridoio, la sua mente produceva milioni di
scuse, una più patetica dell'altra.
Arrivò all'aula in fondo al corridoio e spalancò,
quasi inciampando sui suoi stessi passi.
Senti mille paia di occhi posarsi su di lui.
Tutti gli alunni erano seduti ai propri posti, le penne fra le mani e i
quaderni aperti.
Frank, ancora affaticato dalla corsa, guardò l'orologio
sulla parete.
Era in ritardo di due minuti, il prof non avrebbe detto niente.
Quando la figura, che doveva essere il professore da dietro, si
girò; Frank sentì una sensazione strana, come se
tutti gli organi interni del suo corpo avessero cambiato di posto,
giocando e saltellando.
"E' in ritardo, Mr Iero"
Una voce acida, come quella di quel giorno in segreteria.
Frank alzò gli occhi dal pavimento e cercò di
farfugliare qualche scusa.
"Ma sono le undici e trentadue minuti, professore" si
giustificò, indicando l'orologio.
"A che ora è la mia lezione, Mr Iero?" Rispose l'uomo,
incarcando le sopracciglia scure e perfette.
"A-alle undici e mezzo" sussurrò Frank, guardandosi le punte
delle scarpe.
Avrebbe voluto che il pavimento si fosse aperto, per inghiottirlo in un
buco infinito.
Non si era mai sentito così umiliato in vita sua.
Non tanto per la sgridata in sé, ma perchè stava
facendo brutta figura davanti a quell'uomo.
"Siediti" disse, quasi in un sussurro, il professore.
Frank annuì e noto con dispiacere, che l'unico posto rimasto
era un bel banco in prima fila.
Perfetto, non
potrò farmi i cazzi miei, così
Si sedette e tirò fuori tutto l'occorente per seguire la
lezione, pur sapendo che non avrebbe ascoltato nessuna parola.
"Bene, prima che il vostro caro compagno Iero m'interrompesse, mi stavo
presentando" Frank arrossì ".. Il mio nome è
Gerard Way. Potete chiamarmi Mr Way, Gerard o semplicemente professore.
Fate come volete, non mi interessa. Sappiate una sola cosa. Se siete
qua per imparare a disegnare solo per aggiungerla alla collezione di
hobby o di crediti per il college, beh potete anche andarvene. Non
voglio perdere tempo con persone che non vedranno oltre la matita e il
blocco di disegno"
Gerard finì il discorso, facendo un sorriso
d'incoraggiamento.
Alcuni ragazzi si alzarono dal proprio posto e uscirono dalla porta
silenziosamente, senza dire niente.
Anche Frank avrebbe dovuto essere tra quelli.
Lui non sapeva disegnare e odiava l'arte. Che diavolo ci stava a fare
lì?
Poi guardò il professore.
Per tutta la vita si era dichiarato bisessuale. Sia maschi, che femmine.
Ma in quel momento, osservando la bellezza dei movimenti di Gerard,
quel sorriso misterioso e inquietante e la voce aspra, priva di
tonalità; capì che la freccia del suo
orientamento sessuale tendeva ad essere sempre più sulla
parte dei maschi.
Deglutì e cercò di calmarsi.
"Oggi, essendo il primo giorno che vi vedo, passeremo il tempo
presentandoci, così vi conoscerò meglio"
Lo sguardo di Gerard incontrò quello di Frank, che
arrossì fingendosi indaffarato a cercare una penna nel
portapenne a forma di gatto.
Tutti si presentarono, esponendo ciò che amavano,
ciò che detestavano, perchè gli piaceva disegnare
e, domanda un po' insolita da parte del professore, che caramelle
preferissero.
Gerard, appoggiato alla cattedra con le braccia incrociate,
guardò Frank, come per esortarlo a parlare.
Frank sentì la lingua annodarsi dal nervoso.
Era strano come quell'uomo davanti a lui lo trasformasse.
Gerard Way stava distruggendo seriamente il castello di carte di Frank.
"Uhm.. Mi chiamo Frank Iero. Ho diciasette anni e mezzo. Amo e detesto
troppe cose e le mie caramelle preferite, uhm.. sono quelle limone e
miele"
Gerard lo fissò con quegli occhi color miele e poi fece una
smorfia.
"Sei piuttosto banale come persona, Frank" disse con un tono quasi
annoiato.
Frank spalancò gli occhi e si sentì confuso.
Quel dannato miele lo stava confondendo.
Gli zigomi alti e quel sorriso disarmante lo uccidevano.
"Uhm.. Non, è vero" rispose, sembrando un bimbo offeso.
Gerard parve seccato da quell'attegiamento, poi passò al
ragazzo vicino.
Per tutto il resto della lezione, Frank Iero si torturò il
cervello cercando dei motivi per giustificare la sua
banalità.
Per tutta la vita era sempre stato un ragazzo sicuro di sè,
con una fidanzata fissa, gli amici giusti e qualche eccesso ogni tanto.
Ma da quando aveva visto quell'uomo, che poi si era rivelato essere il
suo nuovo professore di arte, si era sentito come perso.
Gli pareva di gridare per una strada affollata e poi accorgersi che
nessuno lo potesse sentire, poichè non aveva voce.
Osservò ogni movimento del professore.
Il modo in cui si inumidiva le labbraparlando, quando scostava i
capelli dagli occhi, il movimento del corpo, che pareva essere stato
scolpito su una pietra.
Un'ora passò velocemente.
La campanella suonò e tutti si alzarono per uscire
dall'aula. Frank fu l'ultimo ad alzarsi e, quando stava per
oltrepassare la porta, una mano gli strinse il braccio.
"Iero, tu rimani qui con me fino alla fine dell'intervallo. Sei
arrivato in ritardo, d'altronde" disse Gerard, sfoderando un sorriso.
Solo in quel momento Frank si accorse dei canini del professore.
Erano normali, bianchi e dritti. Però avevano qualcosa di
strano.
Sembravano quasi più lunghi di un normale canino. Erano
inquietanti.
Un brivido gli percosse la spina dorsale.
Gerard notò lo sguardo del ragazzo e
tornò ad assumere un'espressione dura e severa.
Gli indicò il posto davanti alla cattedra.
Frank, confuso e scocciato, si sedette e appoggiò la testa
sul palmo di una mano.
Guardò fuori dalla finestra, perdendosi ad osservare le
persone che uscivano dalla scuola.
Gli skater sulle loro amate tavole, le ragazzine che si scambiano gli
ultimi pettegolezzi, ragazzi che vendono erba ai ragazzi del primo
anno, gli sfigati che studiano.
E' una specie di zoo la scuola.
Gerard, che stava leggendo un libro, alzò lo sguardo dalle
pagine ingiallite e lo diresse verso lo studente assorto da
ciò che succedeva al di fuori dalle mura di quell'aula.
Gli occhi nocciola seguivano con attenzione i movimenti degli studenti
nel cortile.
Le sue labbra accennavano un sorriso, quasi come se si stesse
divertendo.
I capelli, castani con riflessi ramati alla luce del sole, gli
ricadevano sulla fronte e sulle orecchie piccole.
Gli occhi di Gerard caddero subito sul collo, che una ciocca castana di
capelli aveva lasciato scoperto.
Deglutì la saliva che aveva nella bocca.
L'arteria.
Le vene.
Il sangue.
Il battito cardiaco.
Tutto gli rimbombava nella mente, facendolo quasi svenire.
La saliva nella bocca gli sembrava acido.
I canini gli facevano male, sentendoli quasi pulsare.
Dannato Iero.
Proprio quando il suo autocontrollo stava per dirgli addio, Frank
incrociò il suo sguardo e sembrò confuso.
"Hai intenzione di fare qualcosa, Iero?"
Frank fece spallucce e si chiese perchè il professore fosse
così scorbutico con lui.
"Non saprei, cosa dovrei fare esattamente?"
Gerard chiuse il libro seccato, tenendo un dito come segnalibro e
respirò profondamente, cercando di non guardare il collo del
ragazzo.
"Scrivi, disegna, pensa"
"Ma stavo pensando.."
"No. Tu non stavi pensando. Tu guardavi gli altri pensare, è
diverso" disse sempre con voce seccata.
Frank aprì la bocca, ma poi la chiuse.
Non voleva far incazzare il professore, poichè ogni sua
parola sembrava uno schiaffo per Mr Way.
Incrociò le braccia e si appoggiò sul banco,
guardando la stanza senza soffermarsi su un punto in generale.
Poi gli occhi furono attirati da qualcosa di bellissimo.
La luce mattutina entrava dalla finestra dell'aula, cadendo sulla
figura del professore.
Frank non aveva mai visto niente di più meraviglioso.
Gli occhi erano come delle piccole caramelle al miele con pagliuzze
verdi.
Erano fissi sulle pagine da un libro dall'aria vecchia, che pareva
essere stato letto un gran numero di volte.
I capelli erano neri come il carbone, senza riflessi.
La pelle bianca sembrava luccicare al sole.
Frank aveva trovato qualcosa da fare.
Osservare, senza sbavare, il suo professore di arte.
Gerard alzò lo sguardo e incrociò quello del
ragazzo, che era rimasto con la bocca semi aperta e la testa
inclinata da un lato, come un bimbo che osserva.
Sbuffò scocciato e chiuse il libro.
"Iero, cosa c'è?"
Frank si disincantò e arrossì, balbettando frasi
senza senso.
Era diventato proprio ridicolo. Lui non poteva essere attratto da un
uomo, era fisicamente impossibile.
Lui aveva una ragazza, per dio.
Non poteva piacergli un uomo, più vecchio di lui e persino
che gli insegnava arte.
"Niente, professore. Stavo.. uhm.. pensando?"
"Mh. Ne dubito" concluse Gerard, schioccando la lingua sui denti. Si
guardò le mani e poi si ricordò che Frank fosse
stato l'unico a non dire cosa rappresentasse l'arte per lui.
"Iero?"
"Sì, professore?"
"Perché sei qua?"
"Perché me lo ha detto lei, professore?" disse incerto
Frank, guardandolo in modo confuso.
Gerard lo fulminò con lo sguardo, facendo roteare gli occhi.
"Non intendo ora. Perchè ti sei iscritto a questo corso?
Perchè ti piace l'arte?"
Frank entrò nel panico assoluto.
Come poteva rispondergli?
E' solito delle persone confuse e nel panico dire cose che non si
pensano e assolutamente prive di senso.
"Perchè è un bell'hobby"
Successe una cosa molto strana.
Gerard si alzò dalla sedia e sbattè i pugni
violentemente sulla cattedra.
"E' LA COSA PIU' STUPIDA CHE ABBIA MAI SENTITO! COME PUOI DIRE CHE
L'ARTE SIA UN HOBBY? MICHELANGELO, LEONARDO, CARAVAGGIO,
PICASSO AVEVANO SOLO VOGLIA DI DISEGNARE SECONDO TE?" urlò,
senza controllarsi.
Frank lo guardò terrorizzato, immobile.
Aveva così paura che le parole e i pensieri si erano come
ghiacciati nel cervello, senza essere epressi.
Gerard digrignava quasi, il viso nero di rabbia.
Poi si distese e cambiò espressione.
Sembrava che la rabbia, provata due minuti prima verso Frank, si fosse
rivolta verso se stesso. Strinse i pugni e abbassò la testa,
senza guardare lo studente.
"Vai a fare pranzo, Iero" sussurrò con voce ferma.
Frank non riusciva a muovere un muscolo.
Era troppo terrorizzato.
"Hai capito? Vai"
disse Gerard, sottolineando l'ultima parola.
Il ragazzo trovò finalmente la forza per alzarsi e raccolse
lentamente tutte le cose, mettendole nella sua borsa a tracolla dei
Misfits.
Prima di uscire dall'aula si fermò a guardare il professore.
Gerard aveva la testa fra le mani e guardava fisso il dorso della
cattedra.
Poi si girò verso di Frank e incrociò lo sguardo.
In quel momento Frank sentì il cuore fargi un balzo.
Gli occhi del professore erano neri come la pece.
~
Gerard arrivò a casa sospirando e con mille pensieri nella
testa.
Suo fratello Mikey venne a salutarlo con un sorriso e
ritornò in cucina a finire di cucinare i cupcake che lo
avevano tenuto occupato tutto il pomeriggio.
"Com'è andato il primo giorno di lavoro, fratellone?"
Gerard, irritato dal pensiero dell'incidente del giorno,
buttò la giacca sul divano in soggiorno e raggiunse il
fratello nella cucina.
Annusò il profumo di vaniglia e cioccolato che invadeva la
cucina.
Una persona umana avrebbe avuto l'acquolina in bocca solo al pensiero
di addentare quei dolcetti che cuocevano nel forno in quell'istante.
Lui l'aveva avuta guardando il collo di quel ragazzo.
Si sedette sulla sedia e si incantò, pensando a mille cose.
Mikey mise nel frigo l'impasto rimasto e si fermò ad
osservare il fratello, preoccupato dallo sguardo perso nel vuoto.
Ma soprattutto preoccupato per il colore delle sue iridi.
"Gee, cosa succede?"
Gerard non rispose. Forse non aveva sentito nemmeno la domanda.
Continuava a vedere gli occhi, il sorriso, le guance arrossate e il
collo di quel ragazzo.
Era un suo studente, cristo.
Ed era pure umano.
"Gee?"
"Dimmi Mikey" rispose meccanicamente Gerard senza distogliere lo
sguardo da un set di piatti con degli orribili uccellini dipinti sopra.
"Hai fame?"
"Penso di sì"
"Tanta o poca?"
"Diciamo che ho un certo languorino"
"Uhm. Se vuoi i cupcakes sono quasi pronti. Hanno la vaniglia e il
cioccolato, li ho fatti a strisce, così sembravano delle
zebre" disse il ragazzo, sorridendo con dolcezza.
"DIO, MIKEY. CHE CAZZO ME NE FREGA DEI CUPCAKES! SAI CHE NON LI
MANGEREMO MAI COME LORO, CHE DIAVOLO LI PREPARI A FARE? SPRECHI SEMPRE
E SOLO TEMPO!"
"ALMENO IO NON PERDO TEMPO A DISEGNARE SCARABOCCHI SENZA SENSO, ALMENO
IO VENDO I CUPCAKES AI BAMBINI DELL'OSPEDALE CHE CI NUTRONO OGNI
GIORNO, INSENSIBILE CHE NON SEI ALTRO!"
Gerard buttò i piatti con gli uccellini per terra e
andò in camera sua, sbattendo con violenza la porta.
Mikey guardò con tristezza i frammenti dei piatti sul
pavimento e rimpianse di non essere capace a piangere.
Un'ora dopo Gerard uscì sul terrazzo e si accese una
sigaretta.
Quel tubicino pieno di tabacco aveva un sapore orrendo, ma gli
distendeva tutti i nervi che schizzavano nel suo corpo.
Un rumore di passi lo fece voltare.
Mikey si appoggiò alla ringhiera del balcone e
guardò le luci di Newark spegnersi mano a mano che le
persone andavano a dormire, rintanandosi nei loro letti caldi e
accoglienti.
"I tuoi cupcakes non sono male, se li potessi mangiare penso che
diventerei obeso a causa di quei cupcakes" disse Gerard, guardando la
luna splendente nel cielo, illuminata solo in parte.
"I tuoi disegni non sono scarabocchi senza senso, provo invidia per non
saper disegnare come te" disse Mikey, sorridendo fra di sè,
forse con un pizzico di tristezza.
"Però quel set di piatti era orribile, cazzo. Dove diavolo
lo hai preso?" disse, ridendo.
"L'ha scelto Alicia. Sai che a lei piacciono gli uccelli"
Gerard si votò con un sorriso malizioso dipinto sul viso.
Tutti e due scoppiarono a ridere e Mikey, un po' rosso in viso, diede
un pugnetto sulla spalla del ragazzo.
"Idiota"
"Beh meglio per te che le piacciono, insomma.. se non dovesse essere
così, avreste tanti problemi"
Risero un'altra volta, poi calò un silenzio tra i due
fratelli Way.
Erano persi nei pensieri e nei suoni della notte.
"Oggi penso di averla trovata. Quella cosa di cui ti parlavo un po' di
mesi fa"
Mikey lo guardò, esortandolo a continuare il discorso.
"..E' di una bellezza indescrivibile. Sembra la prima nevicata
dell'anno. Sorprendente e indescrivibile"
"Come si chiama?"
"Frank" Sorrise, al ricordo di quel ragazzo così goffo e
strano "..è un mio studente"
Mikey alzò le sopracciglia sorpreso.
"Non potrà essere un problema? Insomma, dopotutto
gli umani hanno delle severe leggi sui maggiorenni che usufruiscono dei
minorenni.. Non vorrei che ci cacciassimo in altri guai"
Gerard rise piano, scuotendo la testa.
"Mikey, non sono sicuro che sia lui, calmati. Poi avrà
sicuramente cambiato corso"
"Per quale motivo?"
"Gli ho urlato addosso. Stavo per scoppiare, avevo paura di perdere il
controllo. Lui non scappava, se ne stava lì a guardarmi con
aria da Bambi indifeso e non si muoveva. Dio, Mikey non sai quanto ci
abbia messo per zittire le voci nella mia testa"
Mikey annuì, immaginandosi la scena, vista e testata
innumerevoli volte.
"Perchè gli hai urlato addosso?"
"Ha detto un'idiozia sull'arte e lo ha detto pure scostandosi i capelli
dalla nuca, dandomi un amplio panorama del suo sistema sanguigno"
Mikey rise, immaginandosi la scena.
"Allora dev'essere proprio lui"
Gerard lo fulminò con lo sguardo, pur ridendo assieme a lui.
Poi buttò la sigaretta nel buio, facendo uscire quel fumo
così nocivo ai mortali dalla bocca perfetta.
"Spero che non sia lui. Non vorrei rovinarlo. Sarebbe come graffiare la
tela della Gioconda.."
"Non saprei bene cosa consigliarti, Gee. Saresti un pericolo, questo
è vero, però è un tuo studente come
tutti gli altri. Ignoralo e tutto sarà più facile"
Gerard guardò le luci delle case, sognando di poter dormire
anche lui come gli esseri umani, e sorrise con tristezza.
"Già, l'indifferenza è il modo migliore per
evitare di aprire un rapporto"
E in quel momento, Gerard Way desiderò di poter convincere
il suo cervello con così tanta facilità con cui
aveva pronunciato quella frase.
____
Meow :3
Mi ha fatto moltissimo piacere sapere che qualcuno abbia letto e
recensito quella schifezzuola, davvero.
Prima che me ne dimentichi.
Gerard non è come Edward.
Le pupille diventano nere e bla bla bla, però non
è Edward. Quindi non penso che seguirò la storia
della Meyer, anche perchè sennò non mi divertirei
a scrivere.
Però la bellezza dei vampiri, beh, quella si sa. Loro sono
perfetti e noi facciamo schifo, il concetto è dappertutto
non solo su Twilight :D
Ah, vorrei dire un'altra cosa HAPPY
BIRTHDAY BOB BEAR! <333333
Il Bryar più Bear del mondo. Guarisci presto, man.
Per altro spero che vi sia piaciuto questo capitolo, un po' lunghino,
ma non potevo tagliare il dialogo tra Michele e Gerardo.
Ecco. Proprio per quanto riguarda il loro discorso, sì
è molto difficile comprendere di cosa stiano parlando,
però date tempo al tempo, tutto verrà spiegato
lol.
@darklady: te l'ho aggiornato, vedi? così inizi il 2008
leggendo un po' di Frerard! ♥
@Idra_31: uh sono contenta che ti piaccia, grazie per la recensione!
♥
@linkin park: a me è venuta l'acquolina in bocca a scrivere
sui cupcakes :Q_ grazie per la recensioone ♥♥
@ vampire junkie : Frankie è sempre meraviglioso,
lui è un omino fatto di muffin, grazie per la recensione
♥
@CenereInafferrabile: Aahah no per carità non voglio
assumermi la colpa della tua morte ;O; comunque anche io adoro
Twilight, anche se sinceramente questa storia mi è venuta in
mente guardando "La regina dei dannati" che è sui vampiri ed
è fichissimo *O* guardalo! grazie per la recensione,
♥
@Anna: Non ti preoccupare, puoi anche non contenerti, ormai si sa che i
vampiri sono dei sex symbol punto e basta :D grazie per la recensione
♥
@Fake_Romance: oh beh sono contenta che ti piaccia! ♥ ps. i
mcr sono vampiri secondo me, punto e basta :D
@blinka: eccoti l'aggiornamento! spero che ti piaccia :P
@BlueAndYellow: a parte lo sbav per il tuo nick, dato che blue and
yellow è una delle mie canzoni preferite degli usatini, sono
contenta che ti piaccia e spero anche che tu abbia indovinato chi sia
il figo acido :°D ♥
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