PS : I love you!

di 1a1a_92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Welcome i L.A! ***
Capitolo 2: *** 2. In giro con Meddi! ***
Capitolo 3: *** 3. Perchè proprio a me! ***
Capitolo 4: *** 4. una giornata no! ***
Capitolo 5: *** la cena per tue! ***



Capitolo 1
*** 1. Welcome i L.A! ***





Cap. 1 Welcome L.A!

Io: “Feeeeeeeeee ho trovato una fottuta famiglia americana che mi vuole” stavo urlando al telefono con la mia migliore amica, fuori dall’agenzia Au pair che offriva questo servizio.
Fe: “Davvero?! Quindi parti per un anno?” sentì nella sua voce una nota di malinconia
Io: “Si! Dai parto fra un mese esatto abbiamo ancora un sacco di tempo, staremo insieme tutti i giorni te lo prometto”
Fe: “Va bene allora muoviti a venire da me che mi fai vedere la famiglia per foto e mi spieghi tutto” facendo un sorriso risposi un semplice “Okey” . Mettendo giù la chiamata mi incamminai a prendere la metropolitana.
-------- 20 minuti dopo
Aprendo la porta mi ritrovai Federica davanti a me che mi stava aspettando e appena mi vide sbucare con la testa mi saltò addosso per abbracciarmi “Ohhh quanto affetto”
Fe: “Ti affetto tutta se non mi racconti ogni cosa di oggi” facendomi la grattuggia sulla testa cercai di divincolarmi, ma dopo vani tentativi riuscì e mi buttai sul divano “allora donna siediti che ti faccio vedere e ti spiego” annuendo lei si sedette vicino a me e io dopo una piccola pausa iniziai “allora la famiglia si chiama Gordon sono di Los Angeles…” “Quindi vai a vivere per un anno a Los Angeles?!” con bocca aperta gli risposi sorridendo di si “Comunque hanno una bambina di nome Meddi di tre anni e guarda le foto di casa mia” sbloccando il mio cellulare andai nelle e-mail e gli feci vedere le foto della mia bellissima casa.
Fe: “Hanno soldi da buttar via giusto?”
Io: “ Suo padre ha una casa discografica!”
Fe: “ah capito tutto allora…sono ricchi sfondati” e ridendo passai alla foto successiva per fargli vedere la foto di loro, della bambina e per ultima della macchina che mi avrebbero dato “Un’ audi?!”
Io: “siiiiiiiii! Non è maglifico? “
Fe: “Posso venire con te…mi faccio piccola piccola!!” e ridendo mi abbracciò “Ci sentiremo sempre non è vero?”
Io: “Ogni volta che riuscirò te lo prometto, poi magari metterò i soldi da parte per comprarti il biglietto”
Fe: “ci dividiamo la spesa nel caso…ora andiamo a fare shopping perf la grande partenza” alzandomi di scatto dal divano dissi “Andiamooooo a svaligiare i negozi!!”
---------un mese dopo.
Ero sull’aereo che mi stava portando a Los Angeles, dopo vari cambi ero giusta quasi a destinazione, inutile dire che ero un po’ triste. Triste perché non avrei rivisto la mia migliore amica, triste perché dovevo cavarmela da sola ed era la prima volta per me ed infine triste perché questa esperienza mi avrebbe cambiato, in positivo per lo meno si sperava.
“Hai signori passeggeri si comunica che fra cinque minuti ci sarà l’atterraggio, si prega di allacciare le cinture”
Cercando di concentrarsi su quell’annuncio in americano capì che dovevo allacciarmi la cintura, appena lo feci passò un hostes per controllare e poi se ne andò. Avevo sempre molto agitazione quando c’era il decollo, mi girava sempre la testa.
 
-----un’ora dopo
Ero finalmente con la mia valigia tra le mani e stavo andando verso l’uscita a cercare la famiglia per cui avrei lavorato.
“ Welcome in L.A Gaia”
Guardando il cartello feci una risata sincera e sonora e a capendo che quella bambina che lo teneva tra le mani era Meddia andai verso di loro e dissi “Good Morning!”
Sig. Gibbon: “Good Morning Gaia, come è andato il viaggio?”
Io: “Molto bene grazie il fusio orario per ora non si fa molto sentire” ero giovane per fortuna e riuscivo a resistere bene. Ero partita che da me era sera e non si sa come era appena le nove del mattino d aloro dello stesso giorno. Avrei rifatto la giornata in poche parole.
Meddi: “ Hello Gaia” e facendomi ciao con la manina pensai tra me e me quanto fosse tenere, e senza pensarci su due volte la presi in braccio. Era una bambina bellissima bionda con i capelli lisci che gli arrivavano alle spalle e aveva due occhi azzurri favolosi.
Sig Gibben: “Ora ti portiamo a casa tua e ti do anche gli orari di lavoro e le varie attività che fa Meddi solitamente va bene?”
Io: “Perfetto!” e iniziando ad incamminarsi lo seguì con Meddi che mi teneva la manina. Non sarei riuscita a tenerla in braccio per tutto il tragitto per quanto fosse magra, aveva tre anni ed era pesante tenerla.
Il viaggio durò una buona mezz’oretta siccome il Sig . Gibbon mi spiegò che l’aeroporto era fuori città e quindi distava dalla loro casa. Appena fummo arrivati mi trovai davanti a quella che sarebbe stata casa mia, una villa enorme con un giardino che sembrava una distesa.
Meddia: “This is your House Giaia” appena disse qeuste parole con quella vocina tenera mi venne voglia di abbracciarla. Sendendo dalla macchina il sig. Gibbon iniziò subito a parlare in americano fluido ma non capendolo dissi “Mi scusi ehm sig, Gibbon potrebbe andare un po’ più lento nel parlare!”
Sig. Gibbon: “Oh scusami certamente è che ti avevo visto così brava nel parlare che ho pensato di parlare tranquillamente, però hai ragione anche tu! Comunque stavo dicendo che questa è la tua entrara per casa tua mentre questa è la porta principale di casa nostra. Ti faccio vedere le case” partimmo nel fare il giro turistico di casa Gibbon ed inutile dire che era meravigliosa, la camera di Meddi poi sembrava una vera cameretta delle principesse. Infine toccò al mio appartamento e gli occhi quasi stavano danzando, mentre il mio cervello pensava a tutte le cose che avrei potuto fare da quanto era enorme e bello. Alla fine di tutto quanto il Sig. Gibbon si appoggiò al tavolo della mia cucina e mi lasciò due fogli “allora qui sono gli orari del lavoro di questa settimana mentre questo sono le attività sempre di questa settimana di Meddi tutto chiaro?”
Io: “certamente! “
Sig. gibbon: “Allora oggi pomeriggio inizi già siccome io devo scappare in studio di registrazione siccome ho una band che sta preparando un nuovo album! Meddi oggi non ha impegni quindi potete fare qualunque cose, questa è la tau carta di credito e queste sono le tue chiavi della macchina e della casa e questo è il tuo nuovo cellulare”. Inutile dire che sul tavolo c’erano il totale milioni di dollari, tra chiavi della macchina Audi, il cellulare che era un i-phone e con la american express con dentro 1.000 dollari US. Stavo per ballare la maccarena con la mente.


- Ragazze/i spero che vi piaccia il mio primo capitolo, è la prima volta che scrivo quindi se potresti commentare dandomi suggerimenti, consigli sarò ben contenta! Grazie mille! Ah volevo dirvi che non sono una fan dei tokio hotel ma ho fatto un sogno una notte su questa storia e quindi ho deciso di scriverla. Se faccio errori segnalatemelo. Un abbraccio! 

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Capitolo 2
*** 2. In giro con Meddi! ***


2. Girovagando con Meddi.

“Gaia voglio andare al centro commerciale!” esclamò Meddi mentre eravamo nella sua cameretta  che la stavo aiutando a vestirsi “Va bene a quale vuoi andare?” gli dissi mentre gli stavo facendo la coda alta “a quello dove ci sono le palline!”. A quella risposta un grosso punto interrogativo mi stava giungendo…. Quale cavolo di centro commerciale stava parlando? Già non ero esperta perché ero li da un paio d’ore ma almeno con il nome sarei riuscita arrivare ma con una descrizione del genere no, come potevo arrivarsi, non potevo mica scrivere nel tom tom “centro commerciale con le palline all’interno”. Avrei dovuto indagare più approfonditamente.
Io: “Meddi qual è il centro commerciale con le palline io non lo conosco”
M: “E’ quello vicino al lavoro del mio papà” e grazie al cavolo dove lavorare il padre! Facendomi venire un lampo di genio mi ricordai il foglio con tutti gli indirizzi utili che il sig. Gibbon  mi aveva lasciato e poi dissi “Meddi prendi Kelly (la sua bambola preferita) che andiamo al centro commerciale”
M: “Yes!” e sorridendo verso Kelly la prese tra le braccia e poi mi diede la manina per scendere le scale. Dopo aver cercato l’indirizzo del lavoro del Sig. Gobbon lo importai sul navigatore e partimmo con la mia nuova macchia. Era semplicemente meravigliosa.
Quindici minuti dopo eravamo davanti allo studio di registrazione e con mia grande sorpresa scoprì che lui lavorava per l’ universal iniziai allora a capire il perché di tutti quei soldi. “Qui lavorar il mio papà lo andiamo trovare Gaia eh andiamo!”
Io: “No Meddi non possiamo il papà è molto impegnato, ora però parcheggiamo qua che camminiamo fino al centro commerciale va bene?”
M: “Va bene” e facendola scendere gli presi la manina e poi gli dissi “Meddi cosa ti piacerebbe fare da grande?” mi piaceva porre sempre quella domanda hai piccoli perché rispondevano sempre con sogni assurdi che mi facevano sorridere e nello stesso ritornare bambina.
M: “La parrucchiera”
Io. “ohh che bella! Da grande allora diventerai la mia parrucchiera personale ?”
M: “Certo!” e ridendo mi porsi verso di lei e gli diedi un bacino sulla testolina bionda. Tornando a camminare sentì qualcuno urlare “Gaia gaia!” voltandomi vidi il sig. Gibbon che stava vevendo verso di noi Meddi con la manina lo salutò “salve sig. Gibbon! Io e Meddi stavamo andando al centro commerciale”
Sig. G: “Ah bene! Stavo uscendo a fumare la sigaretta e ho visto la macchian parcheggiata e quindi vi ho cercato nei paraggi, volete entrare ?” guardando Meddi che mi fece un sorriso speranzoso dissi “Va bene Meddi prima me lo aveva chiesto ma non sapendo se potevamo disturbare gli ho detto di no” sorridendomi lui disse “Hai fatto bene! Però ora sono in pausa se così possiamo dire quindi potete entrare che così ti faccio vedere uno studio di registrazione, ne hai mai visto uno per caso?” felice come una pasqua gli risposi con la testa di no “Sarei molto contenta di vederne uno” aprendomi la porta mi fece entrare e ringraziando lo seguì “questa è la firma di Britney Spears una volta era venuta qua a registrare!” guardando il muro con la firma di Britney rimasi ferma per qualche secondo a venerarla “Posso fargli una foto io adoro Britney Spears” ridendosela disse “Passami pure il cellulare che te la faccio con te vicino alal firma”
Io: “Grazie Sig. Gibbon, Meddi vieni anche tu” lei sorridendo mi distese le braccia in segno di prenderla in braccio, io senza ribattere la presi e poi con un dito indicai la firma e chiedi anche a lei di farlo. Inutile dire che venne benissimo!
Dopo camminate varie nei diversi studi e dopo racconti vari disse “Oggi abbiamo un gruppo che sta registrando un loro nuovo album, te lo faccio conoscere” curiosa dissi “Ah che bello si! Chi sono?”
Sig. G: “I Tokio Hotel” a quelle parole rimasi paralizzata per un secondo, non ero una grande Fan ma in fin dei conti stavo per conoscere un gruppo che avevo visto migliaia di volte su giornali e canali televisivi, era normalissimo quella paralisi momentanei agli arti inferiori. “Gaia tutto bene?”
Io: “Ohh si tutto benissimo!” e facendo un sorriso tirato lo seguì in silenzio, entrando sentì due persone batibecchiare in tedesco tra di loro e non capendo quanto stavano dicendo mi misi a ridere, sarà stata anche il nervoso fatto sta che loro si accorsero di me e smisero di parlare. Sentendomi il colpa dissi “I’m sorry ! Non volevo interrompere nulla ah e non so nemmeno il tedesco” appena conclusi la frase loro scoppiarono a ridere e dopo essersi ripresi uno di loro che aveva i rasta e individuandolo come Tom disse “Figurati non ti preoccupare stavo discutendo con quel bradipo di mio fratello su una cosa della canzone che stiamo registrando” senza dire nulla il biondo che individuai come Bill rispose dicendo “Io bradipo?! Parla quello che ci prova con qualunque cosa purchè respiri! Comunque molto piacere sono Bill” e dandomi la mano gliela strinsi “Molto piacere Gaia!”
Tom: “Io sono tom invece scusami” e porgendomi anche lui la mano gliela strinsi “Gaia!”
Bill: “Non sei americana giusto?”
Io: “Da cos alo hai intuito?” facendo un sorrisino “Da come lo parti beh siamo tutti quanti degli stranieri qua a parte il nostro capo e la piccola Meddi” e avvicinandosi a lei gli accarezzo la testa e come ricompensa ebbe un bacio sulla guancia.
Sig. G: “Dove sono Gustav e Georg?”
Tom: “Sono di la che stanno ascoltando la musica” e senza dire nient’altro prese un cuscino dal divano e lo butto nell’altra sala, solo che non vedevo nulla ma sentì solo una voce dire qualcosa in tedesco, Tom ridendosela disse in americano “Abbiamo ospiti!”. Poco dopo arrivano altri due ragazzi che definì come Georg e Gustav “Hello!”
X: “Hello! My name is Georg!”
X: “I’m Gustav nice to me too!” e porgendomi la mano  la strinsi ad entrambi.
Sig. G: “Ora vi lasciamo lavorare e Meddi e Gaiai vanno al centro commerciale, continuate a lavorare voi” e senza dire nient’altro si avvio verso la porta per uscire “Allora ciao a tutti e buon lavoro” in coro risposero un “thanks, buona giornata anche a te”
M: “By!!!” e salutando con la manina uscimmo anche noi per avviarci al centro commerciale.

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Capitolo 3
*** 3. Perchè proprio a me! ***


3. Perché proprio a me!
Era passata una settimana dal mio arrivo e tutto quanto stava andando a gonfie vele, tra un impegno e l’altro ero riuscita anche a fare conoscenza con un’altra ragazzi alla pari che proveniva dalla Germania, e quella sera sarei uscita con lei a bere qualcosa. Appena mi vestì mandai un messaggio a Federica per sapere come stava e per dirgli le novità e di quanto mi mancava, poi mettendo  il cellulare in borsa presi le chiavi dell’automobile e uscì di casa ma prima una voce mi chiamò voltandomi vidi il sig gibbon fuori dal suo appartamento e avvicinandomi lo salutai “Salve!”
Sig. g: “Hello! Ti volevo avvisare che i programmi di domani sono cambiati e che domani pomeriggio te e Meddi venite con me per la preparazione del concerto dei Tokio Hotel okey?”
Io: “certo per che ora ci dobbiamo farci trovare pronte?”
Sig. G: “alle due pm!”
Io: “Perfetto allora a domani good night”
Sig: “Good night” e senza dire nient’altro mi avviai alla mia macchina.
Haidi la ragazza tedesca era già fuori che mi aspettava e parcheggiando la salutai con un colpo di clacson, lei ricambiando con la mano si avvicinò. Spensi la macchina e poi scesi appena chiusi la portiera dissi “Heyyy!”
H: “Ehy sweety! come stai?”
Io: “Bene! Non vedevo l’ ora di uscire!” e scoppiando a  ridere entrambe ci avviammo al locale mentre prendendomi sottobraccio  disse “anche io non vedevo l’ora è bello iniziare a conoscere qualcuno nella tua stessa situazione!”
Io: “Giustissimo va bene quel tavolo?”
H: “si si è perfetto” e sedendoci presi la lista dei drink e senza pensarci troppo decisi “Prendo una vodka alla fragola e red bull tu?”
H: “Sono tedesca quindi birra for ever” e ridendo entrambe dissi “Vado a dirlo al bancone “
H: “tieni i soldi”
Io: “Assolutamente no offro io” e facendogli la gli occhioni dolci lei mise i soldi via, e io mi avviai al bancone “ciao!”
X: “ciao dimmi pure”
Io: “Una birra e una vodka alla fragola con red bull”
X: “La baby sitter alcolizzata” “Scusami?!” voltandomi di scatto verso lo sconosciuto ma appena lo vedi ridere lo riconobbi “Tom, giusto?!”
T: “Esatto…ah stavo scherzando comunque è solo che non ti facevo tipa da vodka alla fragola!”
Io: “ah e chi te lo dice che sia per me e non per la mia amica?” voltandosi appoggiato al bancone la analizzò bene e poi rivolgendosi verso di me disse “Impossibile lei è tedesche e berrà la birra di sicuro” shokkata lo guardai e poi risposi “Come hai fatto…”
T: “A capirlo? Semplice dai lineamenti! Tipo a te ti darei dell’italiana…ho azzeccato?” e guardandomi tirando su il sopracciglio dissi confusa ma cercando di essere sicura di me “Sbagliato! Mi spiace” poi prendendo i drink sul bancone dissi “Vabbè Tom sarà per la prossima volta ora vado a bere la mai vodka ci vediamo” e senza ricevere nessuna lo lasciai al bancone sorpreso cercando di pensare di che nazionalità potessi essere, anche se nella realtà aveva centrato al primo colpo.
Arrivata al tavolo Haidi mi guardò e disse “Ma chi era quel tizio con cui stavi parlando?”
Io: “Un ragazzo che ho conosciuto qualche giorno fa nulla di che!” e sorridendo gli porsi la birra “Comunque parlando di altro stavo pensando che domenica pomeriggio potremmo andare a fare un po’ di shopping cosa ne pensi?”
H: “Oh si sarebbe una bellissima idea anche perché non ho cose molto carine…Gaia sta tornando il tizio con un altro” voltandomi vidi Tom con in mano un boccale di birra che stava venendo al nostro tavolo seguito da Bill a catena.
Tom: “Possiamo sederci con voi donzelle?” solo che parlò in tedesco e non capì una mazza, guardando accigliata Haidi che a sua volta mi disse in inglese “Hanno chiesto se possono sederci con noi”
Io: “Perché vorresti sederti qua? Bill tu puoi sederti Tom prima tu indovini la mia nazionalità se no non ti siedi” a quelle parole Bill se la rise e in due secondi era seduto vicino ad Haidi mentre Tom in piedi davanti a me si appoggiò con una mano al tavolo e poi disse “Sei italiana ne sono sicuro”
Io: “come fai a esserne così tanto certo?” lui con molta tranquillità prese dalla tasca una carta d’identità e lesse “Gaia Fieri non so se si pronuncia così italiana…hai altro da dirmi?” spalancando gli occhi mi alzai di scatto e gli strappai dalle mani la mia carta d’identità che mi aveva rubato e poi gli dissi “Ma come hai fatto?”
T: “semplice non dovresti lasciare la borsetta aperta quando vai in giro.. posso sedermi ora?”
Io: “si!” sedendoci entrambi vicino Haidi disse “Io vi ho già visto da qualche parte” Bill sogghignando disse “ah davvero e dove? “
T: “Magari in Germania tu di dove sei?”
Haidi: “Lipsia!”
B: “ah noi siamo nati a Lipsia”
T: “E tu Gaia dove sei nata?” disse in inglese sarcastico, seccata risposi “Milano!”
B: “Davvero sei di Milano?” sorridendomi eccitato dalla notizia
Io: “si sono di Milano”
B: “Vorrei tornarci un giorno è una bellissima città quella
t: “Haidi comunque io e Bill non ci siamo presentati, io sono tom” e gli porse la mano ma lei non la afferrò sembrava shokkata, aveva capito “Ma voi siete quel Tom e quel Bill quelli dei tokio hotel!”
b: “Eh già” poi guardandomi a me che non mi vedeva affatto sorpresa disse “Ma perché non sei stupita te?”
io: “Lo sapevo già li ho conosciuti nella sala di registrazione e domani pomeriggio assisterò al loro concerto”
t: “quale onore… però non ti vedo emozionata”
io: “Se vuoi salto di gioia Tom! Ma sai com’è l’unica canzone che conosco e monsoon”
h: “davvero?!” capendo che lei le conosceva tutte quante annuì, poi Bill bevendo un sorso di birra disse “Non a tutti piaciamo”
io: “no Bill a me piace moltissimo la tua voce è la chitarra che stona un pochino”  Bill scoppiando a ridere disse “Grazie Gaia” mentre Tom alzando un sopracciglio disse “Domani ti passo la mai chitarra e vediamo se sai fare di meglio…. Va bene?” spero che stava scherzando perché io non sapevo suonare la chitarra “In realtà ho altre doti”
tom: “Tipo?” in quel momento non mi venne in mente nulla sparando qualcosa dissi “So cucinare!” grande cavolata ma essendo italiana tutti ci credevano “Davvero allora un giorno cucinerai per noi” disse Bill sorridendo e Tom guardandomi scoppiò a ridere “Vero”
io: “Certo! Quando volete basta che mi avvisate con un po’ di anticipo”
h: “Adoro la cucina italiana”
t: “anche io…soprattutto le italiane” Bill tirandogli una pacca sulla spalla disse “E daiiii!” iniziando a sentirmi la stanchezza addosso dissi “Beh io andrei ragazzi domani mi devo svegliare presto” voltandomi verso Haidi che era anche lei ko disse “Vengo con te”
bill: “allora Gaia a domani”
tom: “si a domani Gaia” e intono sarcastico mi fece ciao ciao con la manina io in tutta risposta gli feci il dito medio sorridendo “Ciao gemelli kaulitz!” e mandando un bacio a Bill andammo via.
 
 
Sarei molto curiosa di sapere cosa ne pensate! Commentate commentate e commentate!

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Capitolo 4
*** 4. una giornata no! ***


4. Una giornata no!




Svegliandomi ancora stordita dalla sera prima andai in cucina a prepararmi una tanica di caffè e poi spalmai di marmellata il  pane tostato ma mentre stavo per addentarlo il campanello della porta suonò, distrattamente guardai l’ora e vedendo che non ero in ritardo con il lavoro iniziai a pensare chi era! Aprendo la posta con cautela vidi un sig. Gibbon mezzo addormentato “Gaia scusami l’orario ma abbiamo cambiato gli orari venite direttamente con me oggi… dovresti tenere Meddi e aiutare i ragazzi come assistente siccome quell’incompetente che avevano poco fa ha dato le dimissioni!” sperando di capire male dissi “Devo fare da assistente ai tokio hotel?!” dentro di me pregavo di aver capito male ma lui senza dire nulla fece un cenno con il capo “Esatto, naturalmente ti do un piccolo aumento per questo mese siccome non fa parte delle tue mansioni solite! Ora preparati in fretta e poi vai a preparare Meddi che sta facendo colazione ora”, “Va bene arrivo subito” senza dire nient’altro chiusi la porta e urlai in italiano “Merdaaaaaaa!” ero furibonda, non mi piaceva fare le cose in fretta e furia, correndo verso il tavolo mi mangia in un boccone il pane tostato e poi con il caffè in mano iniziai ad andare verso l’armadio per prendere un jeans lungo e una canotta verde. Lavai i denti, mi sistemai i capelli e mi truccai leggera … in diedi minuti ero fuori dalla porta che mi stavo avviando dalla piccola Meddi.
“Good morning baby ciop!”lei che stava bevendo il latte dal biberon si voltò verso di me e fece un sorriso enorme… tutta la arrabbiatura sparì in un secondo “Good morning Cip!”. Il giorno prima gli aveva raccontato una storia con due protagonisti si chiamavo cip e ciop e alla fine lei mi aveva chiesto se mi poteva chiamare Cip e io davanti a tanta tenerezza non avevo potuto dire di no, era un piccolo angelo!
“Hai finito di fare la colazione?” lei fece si con la testa “allora andiamo a vestirci che oggi abbiamo una giornata intensa!” prendendo il biberon lo misi dentro al lavello lo sciacquai e poi lo misi dentro alla lavastoviglie, facendo super veloce la presi in braccio e la portai nella sua cameretta da principessa “Mettiamo la salopet di jeans con la magliettina bianca?”
M: “siiiii! E poi mi fai le treccine?”, “va bene!” senza pensarci due volte la vestì e poi super veloce gli feci le due trecce e la portai in bagno per lavargli la faccia e i denti “Pronte!”, “Nooo devo prendere Kelly!”
Io: “Ecco cosa mi mancava, dai corri a prenderla intanto avviso il sig. Gibbon che siamo pronte” prendendo il cellulare essendo che non avevo la minima idea di dove fosse. “Giada sono fuori dal cancello sono dentro la macchina vi aspetto” e senza dire nient’altro mise giù il telefono. Avevo perfettamente capito che era stressato quel giorno e che quindi non bisognava avvicinarsi troppo se non si voleva finire male. Meddi comparve vicino a me con Kelly tra le braccia e dandomi la manina disse “Andiamo ciop!”
Io: “andiamo baby cip”.
Il viaggio fu infernale, il sig. Gibbon non aveva la minima testa per guidare, tanto che a un certo punto mi offrì di guidare io e lui accettò senza esitare. Quando parcheggiai e scesi dall’auto avrei voluto baciare il suolo da quanto avevo avuto paura! La giornata era partita male non solo per lui ma anche per i tokio hotel che ogni due secondi sbuffavano e rispondevano male. Grazie a dio Meddi era l’unica che quel giorno era felice, e tra una bottiglia d’acqua che andavo a prendere per loro e qualche asciugamano Meddì mi faceva compagnia e mi raccontava tutte le cose che aveva sognato quella notte. Vero l’ora di pranzo Bill prima di salire sul palco per l’ennesima prova mi disse “Andresti a prendere una pizza margherita per me?”, “Anche per me con sopra le patatine!” girandomi vidi Tom esausto che mi sorrideva…stupido sorriso “Okey va bene! Voi ragazzi cosa volete da mangiare?”, Georg alzando la testa dal basso disse “Una pazza con il salame, grazie”, “Per me una margherita” disse Gustav “arrivo subito, Meddi andiamo a prendere le pizze”
M: “Ma io non ho voglia”
Io: “Perché?”
 
Io: “Ma papà non ti può…” “Tranquilla Gaia vai pure la controllo io Meddi” il sig. Gibbon comparso dal nulla mi fece un cenno di andare pure, facendo un sorriso presi la borsa e uscì, ma tempo due secondi una mano mi afferrò il braccio “Ehi ma…Tom?! Che c’è?” dissi con toni poco felice “Non puoi mica andare da sola!”
Io: “Me la so cavare sono nata a Milano!” dissi sarcastica “Ma ti sto così antipatico? “
Io: “diciamo che siamo partiti in modo sbagliato!”
Tom: “Forse hai ragione ieri sera sono stato uno stronzo ma solo un pochino”
Io: “Mi hai messo le mani nella borsetta ti pare?!” lo guardai allibita, il nervoso mi stava salendo e senza non me ne andavo gli avrei risposto male “senti Tom ora vado a prendere le pizze, magari dopo ne riparleremo e potr…” “Stasera! Stasera ceniamo insieme in un ristorante italiano e parliamo di tutte le cose che ti stanno sul cazzo di me…cosa ne pensi?”. Tom Kaulitz mi stava chiedendo di andare a cena? E soprattutto mi stava chiedendo di enunciare tutto le cose che mi facevano saltare i nervi?! Stavo sognando!
T: “allora?!”
Io: “Va bene! Però non posso spendere soldi quindi se devo mangiare italiano vieni a casa mia che preparo io..okey?”
T: “Mmm vuoi già passare al sodo porcell…ahià ma che ho detto” senza pensarci gli tirai una pacca sulla spalla, poi guardandolo furioso dissi “piantala per una buona volta di avere un chiodo fisso in testa, sei pazzesco!”
T: “Ohhh! Vabbè per le nove sono da te”
Io: “Perfetto a stasera”

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Capitolo 5
*** la cena per tue! ***


Entrata nel mio appartamento mi sentivo a pezzi, ma non potevo farci nulla avevo Tom dietro alle calcagne da quando aveva finito il concerto e ora dovevo per forza cucinare “italiano” e qualcosa che non fosse carne, perché come mi aveva ribadito più volte “non mangiava cadaveri”.
“Bell’appartamento Jhonny ti tratta bene!”, voltandomi verso di lui mentre stavo per buttare la borsa sul divano dissi “Si non è male! Ti va bene pasta con la carbonare e bruschette al pomodoro come antipasto …. Sentiti onorato perché sto dividendo con te la mia scorta alimentare che mi arriva direttamente da casa!” “quale onore non me lo sarei mai aspettato da te comunque è perfetto”
Io: “Oookey fai come fossi a casa tua, accendi la tele, salta, fuma, insomma fai quello che vuoi a parte spogliarti e andare in giro nudo per casa”
T: “Peccato stavo facendo giusto quello” e ridendo mi guardò e disse” Posso darti una mano?”
Io: “Tom kaulitz che vuole cucinare?!”
T: “Era giusto per essere gentile … ogni tanto lo vorrei essere” senza rispondergli andai verso la credenza presi un pacco di spaghetti e lo appoggiai sul bancone poi mi guardai attorno alla ricerca di una pentola “Ehm Tom siccome per quanto io sia alta 1 e 74 potresti ecco…ehm…p rendermi quella pentola li in alto vicino al vaso rosso?” guardandolo con occhi da supplica lui scoppiò a ridere “E tu cosa mi dai in cambio?”
Io: “Ma mica mi avevi appena detto che volevi essere gentile ogni tanto?!”
T: “Vabbè per questa sera non  chiedo nulla…fattid a parte nana” e facendomi una mezza linguaccia si sporse verso a pentola e senza troppe storie la prese e me l’appoggiò sul tavolo “Ecco…devo metterci dentro l’acqua?”
Io: “si ma faccio non ti preoccupare”
T: “Allora posso fare le bruschette… anche se mi devi dire come si fanno”
Io: “Prendi due pomodori e tagliali poi ci pensiamo ok?”
T: “si capo!” e voltandosi si bloccò di scatto e rimase in mobile per qualche secondo poi si rivoltò e disse “esattamente i pomodori dove si trovano?” non potendomi trattenere scoppiai a ridere e poi mi misi una mano sul fianco “Secondo te i pomodori dove potrebbero essere?”
T: “ fuori ancora attaccati alla loro pianta, oppure dentro nel frigo o in qualche cesto…ehm dimmi tu” e guardandomi con aria supplichevole dissi “Nel frigo tom! Non sono ancora diventata una contadina doc!”
T: “spiritosa! Vedi che sei acida ogni tanto”
Io: “Ma se mi consoci da tre giorni come fai a dire che sono acida” dissi mentre stavo accendendo il fuoco “E’ irrazionale, io non sono acida anzi sono la ragazza più solare e socievole che ci sia”
T: “se lo dici tu a me mi sa tanto che sei acida, coem li taglio sti cosi?”
Io: “Pomodori si chiamano pomodori Tom..e comunque a cubetti grazie!” e  rivolgendoli un sorriso tirato andai verso la credenza a prendere i piatti e i bicchieri per apparecchiare la tavola.
T:  “ahiaaa porco *** mi sono tagliato” di scatto mi voltai verso Tom e corsi da lui “O mio dio fammi vedere! Come hai fatto?” e prendendogli la mano iniziai a esaminarla per vedere dove era il taglio ma non usciva da nessuna parte sangue poi lo riguardai e vidi che scoppiò a ridere “Ci sei cascataaaaa” e malapena riuscì a trattenere le risate “sei un grandissimo stronzo, io mi preoccupo per te e tu mi prendi in giro”. Sentivo la rabbia che montava e avevo urgenza di allontanarmi da lui se no lo avrei preso a schiaffi, senza dire nient’altro presi il pacchetto di sigarette e uscì in giardino come una saetta.
“Stavo solo scherzando non dovevi arrabbiarti così tanto” feci finta di ignorarlo aspirando un’altra boccata di nicotina. Mi dava sui nervi non potevo farci nulla, io non ero assolutamente acida doveva anche capire che io ero da poco li a Los Angeles e mi stavo ancora abituando a quella vita, forse era per quello che ero un po’ acida “come sono stati per te i primi giorni in cui ti sei trasferito?”
T: “Brutti non capivo nulla..perchè?”
Io: “Prova a pensare a come mi sento io che mi sono appena trasferita …. forse capiresti al perché sono acida. Tu avevi tuo fratello mentre io non ho nessuno, devo arrangiarmi da sola e devo capire tutto quello che mi dicono arrivo a sera che sono esausta e non posso nemmeno sfogarmi con qualcuno perché sono tutti lontani” una lacrima gli scese dalla guancia ma la bloccai subito con il palmo della mano poi aspirai ancora dalla mai sigaretta “Mi spiace!”, Tom kaulitz che diceva mi spiace, voltandomi lo vidi che mi guardava e senza riflettere delle mie azioni andai verso di lui e lo abbracciai. “Merda scusa mi dispiace io ecco, ehm non ero in me non so  che mi è…” “Ehi mica abbiamo appena scopato mi hai dato solo un’abbraccio non è nulla di che anzi non li ricevo molto spesso” sorridendomi sinceramente mi mise una mano sulla spalla e disse “Riprendiamo a cucinare senza altri incidenti” facendo con le dita le virgolette “Si torniamo a cucinare senza altri incidenti!”
Bene erano passate non so quante ore da quando eravamo a tavola ma stavamo parlando come una meraviglia, complice anche la bottiglia di vino bianco che avevamo bevuto.
T: “Vado a fumare in giardino tis piace?”
Io: “No no anzi per nulla mi libero per un po’ di te” e ridendo lo guardai “brutta stronza” e scoppiando a ridere entrambi si alzò e mi prese di peso dalla sedia “No tom no..lasciami ho detto lasciami guarda che ti denuncio” e tirandogli paccate sul sedere disse “se se come no..per cosa poi? Rapimento di persona? Non vedo nessun rapimento io”
Io: “Mmm può darsi dai fammi scendere” e iniziando a muovere le gambe mi buttò sul divano “Contenta?”
Io: “Molto.. grazie”
T: “Beh ma non hai considerato che posso fare ancora questo” e buttandosi sopra di me iniziò a farmi il solletico “Tommmm io soffro il solletico, non lo sopporto lo odio proprio… mi avrai sulla coscienza se morirò” e cercando di ribellarmi iniziai a farglielo pire io ma senza volere mi ritrovai a gambe aperte sopra di lui.
Cosa succederà??????
Alla prossima ragazze!
 

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