Let's stop pretending

di annabll
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Let's pretend it's never happened ***
Capitolo 2: *** I want to understand, don't you? ***
Capitolo 3: *** Are you jealous? ***
Capitolo 4: *** Can't deny it ***
Capitolo 5: *** I think it's love ***
Capitolo 6: *** Naive or blind? ***
Capitolo 7: *** I wanna die under the Christmas tree ***
Capitolo 8: *** Forgiveness ***



Capitolo 1
*** Let's pretend it's never happened ***


Camminava a passi veloci. Le mancava il fiato, eppure non decelerava; tratteneva le lacrime a fatica per l’umiliazione subita, eppure il suo volto mostrava un’impassibilità assoluta, quasi fosse immobile, probabilmente a causa della granita gelida che Sebastian le aveva appena gettato in volto. Quel corridoio le sembrava infinito, e di certo non l’aiutava il sentirsi gli occhi di tutti addosso, che in parte la guardavano compiaciuti, in parte stupefatti. Arrivata al bagno, pensò se anche alla Dalton vi fosse distinzione tra toilette per donna e per uomo. Questo pensiero sarcastico la fece sorridere per una frazione di secondo; a quel punto, di fronte allo specchio, Santana cercò di ripulirsi il più possibile, almeno per rendersi presentabile e uscire a testa alta da quell’inferno. Almeno aveva la registrazione: poteva provare che Sebastian aveva ferito Blaine di proposito. Mentre si sciacquava il volto, vide Sebastian attraverso lo specchio; non aveva quel suo solito ghigno sul volto, anzi, sembrava quasi sentirsi in colpa. – Cosa vuoi, Smythie? Mandare all’ospedale anche me?! – Lo attaccò Santana; egli incassò il colpo – Mi dispiace, non intendevo colpire Blaine, la granita era per Kurt; e per quanto riguarda te, non arriverei mai a farti tanto male -                                      - Già, e pensi che io possa crederti? Sono una stronza manipolatrice migliore di te . . . E canto anche meglio; mi hai colpito solo perché ti senti minacciato da me – replicò lei.                                                                             Sebastian a queste parole scattò in un baleno verso la ragazza, come preso da un impeto di ira, e, quando le fu così vicino da farle sentire il suo fiato sulla pelle, le sussurrò – Mi sento minacciato da te non perché tu sia migliore di me, anzi, non puoi minimamente aspirare ad essere come me, ma perché c’è qualcosa in te che . . . che . . . mi attrae – Santana a quel punto gli si avvicinò ancora di più, senza mai distogliere lo sguardo dal suo, che sembrava trafiggerla – Ammetto che abbiamo una certa alchimia nel cantare . . . ma Smythie, credevo ti piacesse mangiare solo biscotti! – e scoppiò a ridere; tuttavia lui non sembrava minimamente scosso dalle parole di rifiuto della ragazza, bensì il suo sguardo era divenuto più intenso e pungente, come quello di un leone che insegue la preda, che preferisce non arrendersi subito alle sue fauci. Lei se ne rese conto, e, quasi compiaciuta dalla situazione, smise di ridere e cominciò a sorridergli. Lui le spostò una ciocca di capelli dalla guancia, per poi afferrarla per il collo. Santana, sorpresa per l’audace mossa dell’avversario, continuò a stare al suo gioco, inizialmente per diletto, aggrappandosi ai suoi fianchi e attraendolo a sé; poteva sentire il suo profumo, un misto di eau de toilette e gel per capelli, che su qualsiasi altro ragazzo l’avrebbe disgustata, ma su di lui era inebriante. Chiuse gli occhi, per lasciarsi trasportare dalle sensazioni, godendosi ogni istante di un momento che le sembrava infinito. D’altronde anche Sebastian ne stava beneficiando, cercava di posticipare l’atto finale, conseguente a tutti gli altri piccoli passi e gesti che stavano compiendo. Lui continuava ad avvicinarsi, e lei, stranamente, invece di tirarsi indietro, aveva sempre più voglia di farsi avanti, una voglia incontrollabile dalla ragione. Il suo sorriso ben presto si trasformò in un’espressione di paura, paura per quello che stava per accadere. Per un secondo aveva dimenticato completamente Brittany. Per un secondo aveva dimenticato di avere di fronte un nemico. Per un secondo tutta la sua forza era svanita. Egli tentennò un attimo; non aveva mai baciato una ragazza, non l’aveva nemmeno mai sfiorato l’idea. Aveva paura di non essere abbastanza bravo, che potesse non piacergli, o anche peggio, che potesse non piacere a lei. Non aveva mai prestato tanto interesse alle impressioni e ai sentimenti di una ragazza; ma Santana era diversa: lei era determinata, forte, ambiziosa, talentuosa e maledettamente bella. Avevano entrambi perso il contatto con la realtà, riuscivano a vedere e sentire solo l’altro. Finalmente erano intenti ad unire le loro labbra in un unico bacio, a premiare l’attesa con un unico gesto sublime, quando il telefono di Santana cominciò a squillare. Entrambi sussultarono, come se fossero stati svegliati bruscamente da un meraviglioso sogno, si allontanarono velocemente senza proferire una parola. Dopo un minuto di silenzio imbarazzante, Santana uscì dalla stanza, dirigendosi verso l’uscita del liceo. Provava dei sentimenti così contrastanti, non sapeva in che modo comportarsi, soprattutto dopo essere venuta in possesso di quella registrazione compromettente. Dal canto suo, Sebastian non poteva permettersi di dare adito a polemiche e chiacchiere sul suo conto, frequentando un istituto come la Dalton. Nessuno dei due era nella condizione di mettere in discussione la loro intera vita per qualcosa che non era nemmeno successo. Dunque decisero di tacito accordo di non far più riferimento all’accaduto.

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Capitolo 2
*** I want to understand, don't you? ***


II CAPITOLO

 

 

“ Come sarebbe a dire che non lo porteremo alla polizia?” urlò Kurt riferendosi chiaramente alla registrazione. Santana rimase ammutolita: non aveva più tanta voglia di smascherare Sebastian, anche se una parte di lei aveva ancora bisogno di vendetta. Aveva avuto modo di pensare a cosa era successo tra di loro, o meglio, a cosa non era accaduto. Inizialmente aveva avanzato l’ipotesi che lui intendesse raggirarla con i suoi soliti giochetti; per lei non era una novità il poter essere attratta da un ragazzo, le era già capitato in passato, ma per lui  “era altamente improbabile” pensò, e poi aveva sempre avuto un debole per Blaine. Ma d’altra parte quell’intesa, quella tensione tra i due, che non era possibile fosse generata solo dai propri sentimenti, era improponibile da fingere, non sarebbe riuscito nemmeno all’attore più capace di tutti i tempi. Da tutti questi pensieri lei non poteva essere altro che confusa, dato che ad aggiungersi a tutto ciò c’era anche il problema Brittany, quell’ingenua e fragile ragazza della quale era innamorata.        “Non ci abbasseremo al loro livello; poi possiamo batterli anche senza espedienti” rispose Blaine. Will sembrava dargli ragione annuendo, in modo tale che Kurt si rassegnasse, pur alzando gli occhi al cielo e sospirando. All’improvviso la porta dell’auditorium si spalancò, provocando un rumore tanto cupo quanto assordante, che catturò l’attenzione di tutti i presenti; dopo una manciata di secondi comparve Tina, presa da uno dei suoi soliti attacchi isterici, di solito causati dall’assenza di suoi assoli nelle esibizioni ufficiali. Questa volta però sembrava diversa: era molto pallida, con le guance rigate dal pianto; i suoi passi erano incerti, quasi come se fosse una bambina che cammina per la prima volta. Passò un minuto interminabile di silenzio, prima che Tina si decidesse a parlare, prima che ci informasse di cosa era accaduto a Karofski.



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Sebastian aveva lo sguardo fisso fuori dalla finestra. I suoi occhi verdi sembravano di ghiaccio; non riusciva a muovere un solo muscolo, ma dentro si sentiva bruciare come non mai, sentiva un grosso peso che gli opprimeva il cuore, che gli impediva la respirazione, che sembrava lo stesse privando della vita, e, in quel momento, lui desiderava che accadesse. Le sue orecchie sentirono la voce di un’infermiera chiamare qualcuno a gran voce, ma quasi non se ne rese conto, come se anche l’udito stesse svanendo con tutti gli altri sensi. Santana lo vide lì, mentre cercava la stanza di Dave per fargli visita. Si fermò ed indugiò un attimo, non sapendo se proseguire nella sua ricerca o se fermarsi e assicurarsi che Sebastian stesse bene. La coscienza prevalse e la portò ad avvicinarsi all’usignolo. Appena gli fu dinnanzi la vide, ma senza guardarla, con uno sguardo agghiacciante e distaccato. L’orgoglio gli impediva di piangere, “e in questo” pensò la ragazza “siamo molto simili”. Senza dire una parola, spontaneamente, gli gettò le braccia al collo e lo strinse in un forte abbraccio; lentamente anch’egli posò le sue mani sulla vita sottile della ragazza, chiuse gli occhi per assaporare meglio il profumo di ciliegie dei capelli di Santana. Quando fu evidente che l’abbraccio si stesse protraendo troppo a lungo, si separarono e Sebastian la implorò “ ti prego, andiamo a prendere un caffè”.










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“nella mia vita ho fatto solo del male; vorrei cominciare a giovare alle persone” cominciò a confidarsi l’usignolo, mentre Santana ascoltava attentamente. Ogni tanto era distratta da quell’odore di cornetto caldo tipico di un bar, che magari a prima mattina può sembrare piacevole, ma di tardo pomeriggio è stomachevole. “ cosa intendi dire con ciò?” affermò la ragazza sporgendosi per ascoltare meglio la risposta. “ ho fatto del male anche a David, tanto da aver contribuito in qualche modo a ciò che gli è capitato! Ma tutto ciò mi ha dimostrato quanto sia breve la vita e che bisogna viverla in pieno, senza avere rimpianti”. “con questo vuoi dire…” cominciò Santana, subito interrotta dall’interlocutore: “ con questo voglio dire che provo qualcosa per te e che evidentemente anche tu sei attratta da me, altrimenti non saresti qui…”. Santana, irritata dalla conclusione del discorso del ragazzo, si alzò di scatto, lasciò la mancia al cameriere e uscì dal bar. Sebastian la seguì a ruota, urlandole: “ l’unica cosa che sai fare è fuggire. Pensavo che fossi una tosta”. “ Oh ma io sono una tosta . . . però dimentichi che ho anche una ragazza” replicò ormai seccata. “ lo so, ma per la tua ragazza non provi ciò che provi per me. Ammettilo a te stessa e cerca con me di capire cosa c’è tra di noi” continuò lui. Lei, con fare aggressivo e di sufficienza, lo provocò: “ tra di noi non c’è nulla! Ora te lo dimostrò!”; gli si avvicinò repentinamente, affondò le dita nelle sue guance, non poi così scarne come possono sembrare da lontano, e posò le labbra sulle sue, esercitando una pressione sempre maggiore. Sebastian, sconvolto dal turbinio di emozioni che provava e dalla loro intensità, ricambiò il bacio, stringendo a sé la ragazza, come un bambino stringe il suo giocattolo preferito la notte, per addormentarsi. Le loro labbra si separarono alla stessa velocità con la quale si erano unite, si guardarono negli occhi increduli, come per cercare sicurezza nell’altro che ciò fosse accaduto sul serio. A quel punto Santana fu la prima a rompere il silenzio: “ Visto? Non ho provato niente di niente..”, lo disse come se tentasse in primis di convincere se stessa, ma Sebastian non se ne accorse, non essendosi ancora ripreso del tutto dal bacio; non riuscì a dir nulla, bensì stette lì a guardarla andar via.

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Capitolo 3
*** Are you jealous? ***


III CAPITOLO

 

Era la settimana dei “segreti” al Glee Club, “ Nulla che potrebbe riguardarmi di più al momento” pensò Santana; finalmente cominciava a prendere coscienza dei suoi sentimenti e a vederci chiaro. Ora non sapeva se trattenere tutto dentro o buttare tutto fuori; tuttavia nel secondo caso avrebbe dovuto dire ogni cosa a Brittany, e ferirla, che sarebbe stato come giocare meschinamente con una splendida e fragile farfalla. D’altronde ogni volta che vedeva Sebastian, tutte le sue pulsioni nascoste venivano a galla, tutta la sua voglia di lui, dei suoi splendidi occhi, del suo odore confortante e unico la portavano quasi ad andare in autocombustione, e lei non era nemmeno sicura che quella sensazione le piacesse; certo era che ne sentiva il bisogno, come se fosse una droga. Proprio qualche giorno prima, andando a scuola, si fermò a prendere la colazione alla solita caffetteria, non per lei, ma per Brittany, a causa del senso di colpa dal quale si sentiva divorare; lì, entrando, indugiò qualche secondo sull’uscio, per dare un’occhiata all’interno, sperando di poter riconoscere il volto di Sebastian tra quelli della gente. Solitamente quel posto era frequentato da ragazzi e ragazze, che, con zaino in spalla e caffè in mano, chiacchieravano tra di loro di affari di scuola, prendendo in giro i professori più esuberanti, rivelando agli amici preoccupazioni varie o intenti a copiare all’ultimo minuto, di fretta, quei compiti che avevano dimenticato di fare o che non avevano avuto voglia di portare a termine. Quella mattina però, non appena Santana ebbe alzato lo sguardo per scrutare la situazione, notò subito che c’era qualcosa che non andava: c’era più confusione del solito. Riscontrò quindi più difficoltà nel trovare l’usignolo e, mentre si cimentava in ciò, decise di riprendere a camminare verso il bancone, per comprare ciò per cui si era recata lì. Durante quei pochi passi che separavano la sua persona dalla fila per fare lo scontrino, non avendolo ancora visto, si rassegnò all’idea di trascorrere un’altra giornata senza poterlo incontrare, quando all’improvviso sentì la risata del ragazzo provenire dalla sua sinistra. Si voltò di scatto e vide Sebastian di spalle (lo avrebbe riconosciuto ovunque con quei suoi capelli ramati, e non solo perché indossava l’uniforme della Dalton) che flirtava con un ragazzo che a lei parve di non aver mai visto prima: aveva i capelli e gli occhi neri come la pece, una barbetta incolta ma curata, spalle larghe, bel fisico, ed era più alto di Sebastian di qualche centimetro. Sembrava più adulto d’età, “frequenterà il secondo o terzo anno di college”, pensò la ragazza. L’usignolo d’improvviso gli prese la mano e gliela strinse forte, provocando un sorriso nel ragazzo con cui parlava, che, dopo aver osservato per qualche attimo le loro mani intrecciate, alzò lo sguardo per incrociare quello di Sebastian. Poi, sentendosi osservato, guardò nella direzione di Santana, che aveva continuato a fissarli di sottecchi; di scatto la Cheerios cominciò a guardare la fila, accorgendosi che era quasi giunto il suo turno. Tuttavia Sebastian, incuriosito dall’attenzione che il ragazzo del quale era in compagnia aveva riposto in qualcosa che era alle sue spalle, si voltò istintivamente, riconoscendo la figura di Santana. Finse di non averla vista, ma da quel momento in poi non fu più molto interessato a ciò che il ragazzo del college gli raccontava, almeno fino a quando, con la coda dell’occhio, non ebbe seguito ogni passo di Santana fino all’uscita; pensò: “È vero che l’unica cosa che le riesce davvero bene è fuggire; ma in parte è colpa mia: sono io lo stupido che resta lì fermo mentre lei se ne va”.

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Capitolo 4
*** Can't deny it ***


IV CAPITOLO

 

Era un giovedì pomeriggio di dicembre, un giorno come tanti altri, nei quali, appena ti svegli la mattina, credi di sapere cosa accadrà durante la giornata. Sono questi i giorni che ti riservano le migliori sorprese. Santana era di fronte all’armadio delle sue scarpe, completamente aperto, con in dosso solo un asciugamano e con i capelli bagnati: era indecisa su quale paio scegliere. Potrebbe sembrare strano, ma quella delle scarpe era una vera e propria compulsione per Santana: per scegliere cosa indossare, partiva sempre dalla scarpiera. Quella sera voleva essere mozzafiato, essere ammirata da tutti, invidiata da coloro a cui sarebbe passata affianco con fare di sufficienza, come di suo solito d’altronde, ma più di ogni cosa, voleva attirare l’attenzione di Sebastian. Era quasi sicura, grazie alle sue fonti certe, che anche lui avrebbe partecipato al Thursday Rockin’ Party, organizzato ogni giovedì sera dal Bel Grissino per tutti gli studenti di Lima. A quella festa sarebbe andata con Brittany, e di questo si sentiva un po’ in colpa, perché più che consapevole di usarla per far ingelosire l’usignolo. Alla fine, sollecitata dal veloce scorrere delle ore, optò per decolleté tacco dodici rosse, tubino blu scuro che segnava le sue perfette forme e la sua pancia piatta, pensando “il segreto della seduzione è la semplicità”. Fiera del suo aspetto complessivo, uscì dirigendosi verso casa di Brittany.

 

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Nonostante fossero trascorsi svariati giorni dall’incontro con Santana e il ragazzo del college alla caffetteria, Sebastian era ancora turbato dal modo in cui erano andate a finire le cose, e nei giorni successivi non aveva nemmeno provato a mettersi in contatto con la ragazza, non sapendo cosa dirle, dato che ufficialmente tra di loro non vi era alcun coinvolgimento sentimentale. Tuttavia il forte silenzio di Santana, da un lato gli aveva arrecato un gran sollievo, dall’altro l’aveva lacerato dentro, provocandogli un innato bisogno di lei e delle sue solite battute sarcastiche, che in un certo qual modo gli allietavano le giornate. Non era sicuro che avrebbe avuto l’occasione di chiarire tutto quella sera, alla festa, anche perché non era mai stato un assiduo frequentatore di questi eventi; così, arrivata una certa ora, scese, prese le chiavi, mangiò un boccone al volo e uscì di casa. Come al solito era solo, dato che i genitori erano sempre fuori al lavoro, o a congressi in qualche città limitrofa; non aveva lunghi colloqui con loro, anzi, non parlavano quasi mai: l’unico modo che i genitori conoscevano per comunicare con lui era comprargli regali sfarzosi e costosi, che lui sfoggiava con orgoglio tra gli amici, ma dei quali non andava affatto fiero, poiché li considerava un modo estremamente materialistico per dimostrare un sentimento puro e così maledettamente necessario nella vita di chiunque come l’amore. A dir la verità, quella sera, per evitare di sprofondare nella depressione più totale per l’assenza dei suoi, aveva deciso di uscire ostentando l’ennesimo regalo del padre: la macchina nuova.

 

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“ Sei davvero bellissima stasera” le accennò Brittany sorridendo, mentre le brillavano gli occhi. Santana non sapeva cosa dirle; le sembrava una frase così familiare, che aveva sentito spesso, soprattutto detta dalla sua fidanzata. Tuttavia in quel preciso momento, in quella determinata situazione, credeva fosse fuori luogo, tanto da metterla a disagio e farle male; le rispose con un “ anche tu “ di cortesia, tanto per non rendere quel frangente più imbarazzante di quanto non fosse già per lei. Le diede un bacio frettoloso, la prese per mano ed entrarono nel locale: era determinata a non lasciare che i suoi sensi di colpa rovinassero il suo piano perfetto. Il posto era alquanto affollato: c’erano ragazzi che ballavano, altri che bevevano, ed altri ancora addirittura già ubriachi. Intravide Finn e Rachel che si scambiavano effusioni d’amore, Blaine e Kurt appartati che parlavano, probabilmente di qualcosa di divertente, dato che ridevano a gran voce. La musica non era eccessivamente alta, in modo tale da consentire ai presenti di dialogare, ma la folla generava gran confusione, da non far capire nulla a Santana. Brittany le fece segno che sarebbe andata a prendere qualcosa da bere. Una volta allontanatasi, Santana cominciò ad avvertire la presenza di qualcuno che le si avvicinava alle spalle; “ sei davvero bellissima stasera “ le sussurrò Sebastian all’orecchio; non ebbe nemmeno la necessità di voltarsi per riconoscerlo, dopo aver sentito la sua voce. Quelle parole le scaldarono il cuore, le fecero venir voglia di baciarlo e di abbracciarlo con tutta la forza che possedeva, di rispondergli con quelle due parole che con Brittany aveva utilizzato per pura cortesia, ma che per lui provava davvero. Tuttavia si mostrò impassibile: “ Grazie, ehm.. Sebastian. Sono sorpresa di vederti qui. Non è il genere di feste alle quali partecipi. Credevo prendessi parte solo ai Gay Pride per difendere i tuoi diritti”, disse in modo sarcastico. “ sai, a proposito di questo, credo di essere molto confuso… sono fortemente interessato ad una ragazza, bruna, messicana, con un voce pazzesca” replicò lui con fare malizioso. “ J-Lo?” continuò lei mantenendo un tono puramente sarcastico. “ No, tu” terminò lui con una risposta più che ovvia. Lei lo guardò per qualche istante, scrutando la sua espressione, che non lasciava intravedere il minimo tentennamento. Santana gli rise in faccia a gran voce, con l’intento di farsi sentire da tutti coloro che stavano intorno. Ad un certo punto arrivò Brittany, che Santana prese per mano, le si avvicinò repentinamente e la baciò, stavolta con passione, la stessa che avrebbe provato baciando l’usignolo. Sebastian rimase senza parole, scioccato, ferito; non si aspettava di potersi sentire talmente afflitto nel vedere Santana avvinghiata a qualcun altro. Così, stavolta fu lui ad andar via.

 

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Era quasi mezzanotte. La sala si era quasi completamente svuotata, la musica era stata spenta, la confusione si era affievolita. Erano rimaste solo coppiette a pomiciare, camerieri a pulire e il dj a smontare il mixer su palco. Brittany era già andata via da un pezzo, perché era stanca e perché Lord Tubbinton le aveva detto di tornare entro le undici. Santana allora si avvicinò al bancone del bar per prendere un ultimo drink prima di andare a casa, quando Sebastian la soprese alle spalle, la girò con violenza, l’afferrò per la vita e la baciò. Una volta separatisi, il ragazzo cercò di giustificare il suo gesto impulsivo: “ mi dispiace, ma dovevo farlo; dovevo dimostrarti che ciò che c’è tra noi è reale e non solo una mia fantasia, poi… “ Santana non gli lasciò terminare la frase, che gli gettò le braccia al collo e lo baciò a sua volta, stringendolo per paura che potesse scappar via di nuovo, godendosi ogni piccolo istante nella consapevolezza che tutto ciò sarebbe finito troppo in fretta. Chiuse gli occhi per concentrarsi meglio sulle altre sensazioni; lo baciò ancora, e ancora, e ancora, finché non fu sazia. Dopo che si fu fermata, Sebastian aspettò qualche istante, prima di riaprire gli occhi, ansimando, come se gli mancasse il fiato, e tutto ciò che riuscì a dire fu: “ Wow!”. Santana era in preda ad uno stato di euforia, come se avesse appena assaggiato la sua droga preferita, e, dopo qualche minuto, come se entrambi fossero già in crisi d’astinenza, cominciarono di nuovo, senza alcuna intenzione di fermarsi. Passarono la notte insieme, a casa di Sebastian, facendo l’amore più volte. Il sesso tra di loro fu fantastico, tanto da creare una sorta di assuefazione, o dipendenza. Per la prima volta nella loro vita si erano sentiti loro stessi, non avevano indossato maschere; e, quando si prova una tale sensazione, così intensa da farti sentire completo ed invincibile, difficilmente riesci a farne a meno.  

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Capitolo 5
*** I think it's love ***


CAPITOLO V

 

“ Me lo dai un bacio prima di andare? “, disse Sebastian tenendole la mano e avvicinandola a sé. “ Si, ma è l’ultimo, altrimenti non me ne andrò più di qui “, replicò Santana allettata dall’idea di trascorrere un’altra giornata intera con il ragazzo. Avvicinò velocemente il volto al suo, si fermò prima che le loro labbra si sfiorassero, per incrementare il desiderio e la tensione, e poi lentamente lo baciò. Sebastian si sentì completamente preso dal momento, e pose entrambe le mani attorno al volto della ragazza, mentre quest’ultima si aggrappò alla sua cintura. Santana allontanò gentilmente e con grazia il ragazzo, per poi dirgli: “ Ora devo proprio andare, altrimenti qualcuno potrebbe cominciare a sospettare di noi “. L’espressione dell’usignolo da trasognante divenne cupa: lo infastidiva il fatto che Santana continuasse a voler tenere tutto per loro, e che, soprattutto, dopo quasi un mese di segreti e sotterfugi, non avesse ancora detto nulla a Brittany. Di solito era lui ad avere in mano le redini di una relazione, per farne ciò che voleva; in effetti Sebastian aveva sempre avuto il dominio su tutto, non solo sui rapporti con i suoi partner. Era sempre stato in grado di rigirare le situazioni a suo favore, a manipolare gli altri e usarli quando necessario, a fare di tutto per aver ragione e vincere. Ma con Santana non riusciva ad avere alcun controllo, nemmeno quello su se stesso. A volte credeva di essere troppo sdolcinato, almeno per i suoi standard; talvolta se ne pentiva, ripetendosi cose che i suoi amici avrebbero potuto pensare di lui: “Sebastian Smythe che si fa plagiare… e per di più…. DA UNA RAGAZZA!”. Forse questo era il problema: essendo nuova per lui l’esperienza con una ragazza, poteva in qualche modo farlo sentire a disagio. Ma più di tutto, aveva la costante paura che lei potesse lasciarlo. “Sebastian Smythe che ha paura di essere lasciato… e per di più… DA UNA RAGAZZA!”, ok, forse questi pensieri che lui tentava di proiettare su quelli degli amici erano i suoi… forse era davvero una parte di lui a dire ciò, quella che primeggiava prima che arrivasse Santana. Fatto sta che adesso non era più la sua parte più forte. Ormai c’era un nuovo lui, che aveva finalmente conosciuto l’amore. L’amore… Un altro grande terrore di Sebastian. Temeva di essersi innamorato, solo che non riusciva a capirlo, dato che non aveva mai amato nessuno, né mai era stato amato.                                                                                                                                                       “ Perché vuoi continuare a tenere tutto nascosto? Qual è il problema?” si fece coraggio il ragazzo. Aveva paura di una risposta che non gli sarebbe piaciuta, oppure di chiedere qualcosa della quale non era tenuto ad essere informato. Santana ci pensò un attimo, poi rispose: “ Sai che scandalo sarebbe, sia per me che per te, se si venisse a sapere della nostra storia prima delle provinciali? Tu saresti cacciato dalla Dalton, io sarei buttata fuori a calci dalle Nuove Direzioni.. con il mio carattere, penserebbero certamente in un piano per sabotare la mia stessa squadra”. Sebastian non trovò nulla da obiettare, se non una cosa: “Beh, ma allora perché almeno non lasci Brittany? Dico per rendere le cose tra di noi almeno un po’ più ufficiali..”, trovò  il coraggio di dire questo, anche se in un unico respiro, tanto da renderne difficile la comprensione per l’interlocutrice. La ragazza a quel punto gli diede una più che valida motivazione: “ Io e Brittany stiamo insieme da molto tempo. È stata la prima persona di cui io mi sia mai veramente innamorata. Mi ha fatto capire chi ero davvero, mi è stata vicina nei momenti difficili…” “ Vai al punto”, disse lui stizzito dal racconto di Santana, “ Si, certo” continuò lei “ Le devo molto. Quindi come minimo vorrei provare a ferirla il meno possibile, perché non se lo merita, e ho bisogno di un po’ di tempo per pensare al modo”. Sebastian ascoltò con attenzione le sue parole, con sguardo crucciato ed espressione corrugata. Ora non era più infastidito dal fatto che volesse tenere occulta la loro relazione, ma dal fatto che Santana avesse già trovato una sua dimensione con un’altra persona, prima di conoscere lui; e tutto ciò lo rendeva maledettamente geloso. La cheerios notò l’atteggiamento contrariato di Sebastian, allora aggiunse: “ Ho detto qualcosa di sbagliato? “. Sebbene lo desse a vedere meno, forse perché più esperta nell’arte del mentire, anche Santana aveva paura di commettere passi falsi nella loro storia. In quelle quattro settimane di frequentazione aveva imparato a conoscere meglio Sebastian e a comprendere maggiormente i suoi atteggiamenti e i suoi comportamenti. Era vero ciò che gli aveva detto: Brittany era stata il suo primo amore. Ma ciò che provava per lei differiva completamente dai sentimenti che nutriva per l’usignolo. Con lui c’era un’intesa tale, una tale empatia, che avrebbero potuto sapere cosa provava l’altro e cosa intendeva fare a chilometri di distanza. Anche una piccola espressione, un piccolo sguardo, un piccolo gesto, per loro era tutto.                                                                                                                                                      Sebastian stava temporeggiando prima di rispondere, e Santana non ne capiva il motivo, non capiva il perché di quest’improvviso silenzio. Poi ripensò a ciò che aveva detto, parola per parola, e capì. Lo guardò con sguardo compiaciuto nel vedere il proprio partner in preda ad un attacco di gelosia , gli diede un altro bacio veloce e aggiunse: “ Hai perfettamente ragione. Vedrò di parlare con Brittany al più presto”, lo baciò ancora, stavolta sulla guancia, e poi andò via di corsa: in meno di tre minuti sarebbe dovuta essere a scuola. Dopo che la ragazza ebbe chiuso la porta, Sebastian cominciò a sorridere e si sentì carico di gioia, e, quasi come Peter Pan dopo il bacio di Wendy, sentì di avere la forza e le capacità anche per poter volare. Si sentiva leggero, e non più oppresso. Era innamorato. Adesso lo aveva capito: un tempo, in una situazione del genere, sarebbe stato contento per essere riuscito a convincere qualcun altro della sua stessa idea; stavolta, però, era contento solo perché, in qualche modo, anche Santana gli aveva dato prova del suo amore.

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Capitolo 6
*** Naive or blind? ***


                                                                          VI Capitolo

 

Si stava avvicinando Natale, e sembrava che tutti i ragazzi di Lima si fossero trasformati in piccoli ed irritanti Scrooge, in preda ad attacchi di bontà disinteressata, di amore fraterno, di solidarietà; chiunque sia mai stato un teenager e si ricordi di quel periodo sa perfettamente che un miracolo del genere può accadere solo a Natale. Santana stava passeggiando per strada che un caffè bollente nella mano destra, mentre con la sinistra cercava nella borsa il telefono, che continuava a squillare. Non riuscì a rispondere in tempo, ma lesse sullo schermo che era Brittany ad averla cercata. Le si gelò il sangue nelle vene per una frazione di secondo. Ormai era da un bel po’ che ogni volta che sentiva nominare il suo nome non poteva fare a meno di trasalire. Probabilmente erano i suoi sensi di colpa, o anche la paura che lei potesse scoprire tutto della sua storia con l’usignolo prima di avergliene parlato di persona. Tuttavia Santana non si sentiva ancora pronta, aveva bisogno di tempo per pensare a quali parole utilizzare per farle meno male. Purtroppo però pensarci alla fine non serve mai a nulla, dato che non esiste un modo meno doloroso per lasciare una persona. Interrompere tutti i rapporti, chiudere una relazione  significa abbandonare l’altra persona a se stessa, farla sentire poco amata, tanto da portarla anche ad odiare se stessa. Tutto ciò Santana lo sapeva, ma comunque credeva di doverle dare una spiegazione, almeno per non lasciare altre questioni in sospeso, per questo aveva bisogno di riflettere: non sapeva se dire a Brittany di lei e Sebastian oppure no. La storia con il ragazzo, fin dal principio, era cominciata con la promessa di essere continuata in forma privata, ma Brittany meritava la verità, perché era sempre stata fedele, nel bene e nel male, alla sua ragazza. Ma in quel momento la messicana non voleva pensarci; aveva voglia di godersi quello spirito natalizio che incombeva sulla sua città, e non di violentarsi con i pensieri riguardanti il suo triangolo amoroso.                                         

 Riposto il telefono nella borsa, cominciò a sorseggiare il suo caffè, camminando verso la scuola.

 

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“ ragazzi buon giorno a tutti!” urlò Sebastian non appena entrato in aula. Tutti di risposta gli accennarono un grosso sorriso e cominciarono  a riunirsi intorno a lui,  frementi come quando, dopo aver divorato un libro che ci ha presi molto, non vediamo l’ora di leggerne l’ultimo capitolo. Dopo un attimo di silenzio generale, l’usignolo, che fino ad allora aveva avuto un’espressione severa e criptica, sfoggiò un sorriso a trentadue denti per poi dire: “ oramai è ai miei piedi”. Tutti esultarono tra la gioia e l’euforia, e, tra i salti e i balli che gli amici stavano intraprendendo, Sebastian uscì di scena, senza attirare l’attenzione di nessuno. Si fermò fuori la porta, come per prendere un po’ d’aria, ma subito gli comparve affianco Thad: “ehi, tutto apposto, amico? “ gli domandò; l’usignolo gli rispose: “si, certo. Avevo bisogno di un po’ d’aria.”. L’amico, non prestando tanto attenzione alla risposta di Sebastian, come se la sua fosse stata una vera e propria domanda di cortesia, andò avanti con le domande: “ Dai, ora siamo soli! Raccontami i dettagli, che sono curioso. Davvero è stata così stupida da credere che ad un ragazzo apertamente gay potesse piacere una gattamorta come lei? Ahahah “, Sebastian cominciò a ridere anche lui, forse più per nervosismo che per divertimento, e disse: “ Andiamo a prenderci un caffè, che la storia è lunga” .

 

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Al McKinley Brittany, come ogni anno, era vestita da Babbo Natale e distribuiva doni a caso ai ragazzi nei corridoi; prima di salutarla e farsi vedere, Santana la osservò da lontano, e, guardandola, non poté fare a meno di sorridere pensando al fatto che fosse così ingenuamente buffa. Poi le attraversò la mente un pensiero che la fece trasalire nuovamente: anche lei, che l’aveva sempre difesa contro i soprusi degli stupidi  che cercavano di ingannarla, stava abusando della sua ingenuità. Adesso aveva preso finalmente coscienza del male che le stava facendo mentendole, e doveva assolutamente dirle la verità, al più presto, anzi, subito. Camminò velocemente verso di lei, e prima che potessero scambiarsi e convenevoli, Santana l’afferrò per un braccio e la portò nell’aula canto per parlarle. Si sedettero entrambe, ma prima che una delle due riuscisse a proferire parola, entrò Sam, dicendo: “ una riunione segreta! Figo! Voglio partecipare anch’io! “, Santana, stizzita, lo cacciò in malo modo: “ Bocca di trota, ti conviene uscire subito di qui se non vuoi fare a pugni! “. Sam, con la coda tra le gambe e un po’ indispettito per la sgridata della cheerios, uscì dall’aula, chiudendo anche la porta. Lo sguardo di Santana, dallo stipite passò di nuovo al volto di Brittany, vedendo qualcosa che prima non aveva notato. Sconvolta le disse: “ Bri, perché piangi? Lo so che non ti piace quando alzo la voce, però avevo bisogno di…”, “no, non è per questo” la interruppe la ragazza in lacrime; Santana poteva avvertire dentro di sé tutta la sofferenza di Brittany anche solo guardandola negli occhi: la sentiva nelle sue ossa, nei suoi nervi. Sentiva ogni sua terminazione nervosa dolorante, e, a quel punto, sentì quasi anche di non farcela a sostenere quel discorso. Tuttavia non riusciva a spiegarsi per quale motiva la ragazza stesse piangendo. Allora incuriosita, ma anche un po’ spaventata, le chiese: “ Allora perché piangi? “. Brittany iniziò a sorridere di rancore, cosa che fece pietrificare Santana ancora di più, poi cominciò a parlare: “ Credi davvero che io sia stupida, come tutti gli altri? Credi che sia tanto ingenua da non aver notato nulla? Ingenua non significa essere cieca, lo sai questo? “. A quel punto la cheerios adultera si sentiva di morire: la sua ragazza aveva capito davvero tutto fin dall’inizio?! Voleva sparire, svenire, risvegliarsi dal brutto sogno. Voleva alzarsi e correre via, scappare …. Voleva scappare tra le braccia di Sebastian, che era l’unico luogo nel quale si sentiva al sicuro. Alla fine, forse, fu proprio il pensiero di poter finalmente stare liberamente con il ragazzo che amava a darle la forza di continuare quel dolorosissimo discorso con Brittany: “ Mi dispiace Brittany, non volevo che capitasse tutto questo, ma è successo. Io ti voglio bene, e te ne vorrò per sempre, ma non ti amo più nel modo in cui facevo prima. Ti giuro, non è colpa tua, è mia! Lo so, può sembrare un cliché, ma è la pura verità, e il minimo che io possa fare è raccontarti la verità”. “quindi è finita tra noi?” replicò la ragazza, che ora aveva smesso di piangere, e guardava la compagna con sguardo sostenuto, anche se pieno di sofferenza; Santana, senza esitare nemmeno un attimo: “ Si, è finita. Mi dispiace”. A quel punto Brittany si alzò in piedi di scatto e fece per uscire dalla porta; si fermò un secondo per voltarsi indietro e chiedere: “ Toglimi una curiosità: hai un’altra ragazza?”. Santana, presa in contropiede, non sapeva che rispondere. Voleva raccontarle di lei e Sebastian, ma le sembrava di dire troppo in una volta, e poi avrebbe potuto mentire a Brittany, senza però dirle una bugia, dato che le aveva chiesto di un’eventuale altra ragazza, e non ragazzo. “no, Bri, non c’è nessun’altra ragazza”.                                                                       

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Erano ormai le otto e mezza di sera e Santana erano due ore che aspettava Sebastian sull’uscio di casa sua. Gli aveva lasciato circa dieci messaggi, ma lui non aveva risposto nemmeno ad uno. Lei voleva fargli una sorpresa, dicendogli che finalmente sarebbero potuti stare insieme liberamente. Il suo cellulare cominciò a squillare: era Sebastian. “ Amore, dove sei? Sono due ore che ti aspetto sotto casa tua per farti una sorpresa, ma non sei ancora tornato”, cominciò in quarta Santana, lui, titubante rispose: “Beh, ecco… Ho fatto tardi agli allenamenti con i ragazzi, quindi abbiamo deciso di andare a mangiare qualcosa insieme. Ti va se ci vediamo domani per colazione?” “certo” “perfetto. Allora a domani, ti amo!”. A Santana Sebastian era sembrato un po’ troppo sbrigativo al telefono, ma non ci aveva dato troppo peso. Lei era al settimo cielo, e completamente offuscata dai sentimenti che provava per l’usignolo. Brittany forse qualcosa di giusto l’aveva detto: sono ingenua non cieca; beh, Santana forse non è mai stata ingenua nella sua vita, ma, da quando stava con Sebastian, si concentrava troppo a guardarlo con il cuore, mentre forse avrebbe dovuto aprire un po’ di più gli occhi.                                                                                                                                                                                 

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Capitolo 7
*** I wanna die under the Christmas tree ***


VII CAPITOLO

 

 

 

La vigilia di Natale è forse il giorno festivo migliore di tutti. Non è ancora arrivata la Befana, né Capodanno, né Natale in sé; eppure è una giornata allegra, durante la quale si cucina per il cenone, si accende il camino, si prendono e rispolverano quei giochi da tavola riposti l’anno precedente sullo scaffale più alto, ci si unisce intorno ad un tavolo e si parla dei propri progetti, ma, soprattutto si aspetta con ansia il momento in cui scartare quei piccoli pensierini che già da settimane sono sotto l’albero nel salone di casa. Si dice che i regali più graditi siano quelli inaspettati, ma se anche voi la pensate così, probabilmente dopo aver ascoltato questa storia, cambierete opinione.

Santana era nella sua camera da letto. Stava incartando il regalo che aveva appena comprato a Sebastian. Le scuole erano chiuse ormai da un bel po’, a causa dell’improvvisa ondata di neve che aveva rivestito di un soffice manto bianco l’intera città. Tuttavia quell’aria natalizia sembrava che la soffocasse. “ dovrebbe essere il periodo dell’amore, del perdono, eppure io sono qui sola senza amici “, pensava amaramente. Da quando aveva reso pubblica la sua storia con l’usignolo, tutte le persone a lei care avevano smesso di fidarsi di lei, di rivolgerle la parola, addirittura il saluto. Da Brittany una reazione del genere poteva anche aspettarsela, ma dagli altri no. Addirittura c’era chi, come Kurt, la guardava con sguardo compassionevole, come se lei stesse commettendo l’errore più grande della sua vita. Ma lei di tutto ciò non si curava più di tanto. Almeno aveva l’amore della sua vita, almeno così credeva, al suo fianco. Le passeggiate mano nella mano, le cioccolate calde condivise, quei teneri baci scambiati sotto i fiocchi di neve . . . le davano una sicurezza che non aveva mai provato in vita sua, e, ogni volta che passava anche un solo minuto con Sebastian, anzi, ogni singolo secondo che si specchiava nei suoi occhi azzurrissimi, si sentiva perfetta, come se non avesse bisogno di altro al mondo. Tutto ciò le dava il coraggio necessario di attraversare i corridoi della scuola a testa alta, senza preoccuparsi di ciò che pensavano gli altri.

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Quella sera che Santana avrebbe dovuto passare con la famiglia, stava cominciando nel migliore dei modi. La nonna era appena arrivata a casa, e, a differenza delle altre volte che la vedeva, l’abbracciò e la baciò ( “probabilmente deve aver sentito in giro che mi sto frequentando con un ragazzo” pensò rassegnata Santana) ; gli zii le avevano dato come regalo una mazzetta di cento dollari, mentre i nonni paterni le avevano portato un pacco grande quanto una televisione, con la promessa però che l’avrebbe aperto solo l’indomani. Nonostante tutto ciò, la cheerios non era del tutto soddisfatta. Per tutta la giornata non aveva sentito il ragazzo, e aveva una voglia matta di vedere la sua espressione nello scartare la cornice digitale con tutte le loro foto all’interno che lei aveva incartato con tanto amore. Sapeva che lui avrebbe passato la vigilia con i genitori a casa, una cenetta intima, così, prima della mezzanotte, sgattaiolò fuori casa per dirigersi verso quella di Sebastian. Non aveva minimamente pensato a cosa lui potesse aver preso per lei; l’importante in quel momento era dimostrargli tutto l’amore che provava, e passare i primi momenti di quel Natale insieme. Non fece altro che riflettere su tutto ciò durante il tragitto. Una volta arrivata, e, suonato il campanello, la madre dell’usignolo le aprì. “ Buona sera, signora Smythe! Ha trascorso una bella serata? “ chiese gentilmente. Di tutta risposta la donna disse: “ Amorevole, Santana. Spero anche tu sia stata bene. Se cerchi Sebastian, beh, lui è di sopra; ha detto che aveva una telefonata urgente da fare”. Convinta che le intenzioni del ragazzo fossero quelle di chiamare lei, e, intenta a fargli una più che gradita sorpresa, salì velocemente le scale, con un sorriso sul volto che sembrava illuminare tutto ciò che le era intorno. Giunta alla stanza del ragazzo, notò che la porta era socchiusa e lo sentì parlare a bassa voce, quasi come se stesse bisbigliando al telefono. Insospettita si avvicinò alla fessura senza far rumore, per ascoltare la conversazione. Tutto ciò che udì fu: “ Si, lei è completamente cotta di me, ma lo sai che lo sto facendo solo per poter vincere alle provinciali, e …”. Si allontanò velocemente e raggiunse le scale, dove si sedette per riprendere fiato. Aveva sentito bene? No! Probabilmente aveva frainteso il senso della conversazione. Eppure il suo sesto senso le diceva di fidarsi del suo istinto. Cercava di ripercorrere nella sua mente ogni singolo istante dei loro incontri, per cercare di comprendere se ci fossero stati indizi che avrebbero potuto portarla a capire la verità, prima di ritrovarcisi di fronte all’improvviso. Non trovò nulla; le era sembrato tutto estremamente vero, tutto così puro. Ma forse lui era davvero un bravo attore, così come voleva far credere a tutti. Si sentì così stupida. Si sentì tradita. Si sentì sola. Ma poi, si sentì estremamente arrabbiata. Non aveva intenzione però di fargli una sfuriata quella sera, non le sembrava opportuno, ed effettivamente sarebbe stata solo una soddisfazione per l’usignolo. Aveva bisogno di tempo per pensare a come agire. Così, quando il ragazzo uscì dalla stanza e vide Santana seduta sulle scale, lei fece finta di niente, lo abbracciò e lo baciò, augurandogli un buon Natale, anche se in cuor suo sapeva che non lo sarebbe stato affatto.

 

 

PS volevo solo fare le mie più sentite condoglianze a Lea Michele e alla famiglia di Cory Monteith. Ci mancherai da morire Finn! :(

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Capitolo 8
*** Forgiveness ***


 

VIII CAPITOLO

 

 

 

 

Quando una ragazza viene ferita nell’orgoglio di donna, quando viene umiliata da un ragazzo del quale era completamente innamorata, diviene uno degli esseri più pericolosi al mondo. Santana di certo non era un eccezione alla regola. Era passata quasi una settimana, durante la quale si era rintanata nella sua stanza senza mai uscire, sempre distesa sul suo letto e coperta dalle sue lenzuola accomodanti, oramai bagnate e ricoperte di lacrime. Sapeva che lui non meritava una reazione del genere e continuamente sentiva il bisogno di andare da lui a chiedergli spiegazioni. Ma la sua indole non gliel’avrebbe mai concesso, e probabilmente sarebbe stato solo un bene. Doveva sfogare tutto il suo dolore prima di poter lasciar spazio alla rabbia che già sentiva dentro di sé, ma che era ancora troppo debole per poter governare su tutti gli altri sensi. Il giorno in cui, però, i pianti isterici furono finalmente sostituiti da grugniti di bestia famelica, la situazione non migliorò di molto. Era ancora troppo accecata dai suoi sentimenti per poter mettere in atto una vendetta esemplare. Tuttavia non poteva aspettare ulteriormente. Le provinciali erano alle porte e non poteva sprecare altro tempo; così decise di fare qualcosa cui non sapeva se in altre occasioni sarebbe ricorsa: i suoi vecchi amici.


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“ Ragazzi, vi ho riuniti tutti qui perché avevo bisogno di parlarvi “ esordì Santana nel salotto di casa sua, avendo di fronte l’intera armata delle Nuove Direzioni. Alcuni di loro la guardavano con sguardo gelido e assente, altri sembravano indifferenti, altri ancora invece riuscirono a captare qualcosa di strano nella sua voce, spezzata ogni paio di parole da gemiti di rancore.

“ Io sento il bisogno di chiedervi scusa per ciò che avete visto come un tradimento . . . “ continuò la ragazza, osservando a queste parole lo sguardo di Brittany, che si fece più cupo; “ . . . per ciò che per alcuni di voi è stato un tradimento . . . “ si corresse “ . . . Non so che mi abbia preso, forse ero troppo accecata dai miei forti sentimenti per Sebastian, per vedere quanto male stessi facendo a voi.  Ma ora l’ho capito, e spero non sia troppo tardi . . . “ non ce la faceva più, si coprì il volto per non far vedere le lacrime che le bagnavano le guance, ma per i singhiozzi rumorosi che emetteva non potette far niente. A quel punto tutti rimasero sorpresi e un po’ amareggiati nel vedere una loro amica in preda ad un dolore che sembrava la stesse lacerando dall’interno. Solo Kurt sospirò, alzando gli occhi al cielo, come se volesse dire “ Io te l’avevo detto, cara “; Rachel a quel punto diede una forte gomitata al ragazzo apparentemente cinico e insensibile che le sedeva affianco, dandogli cenno di smetterla con quell’atteggiamento inappropriato.

“ Scusatemi ancora, anche per questo che vedete, non l’avevo messo in conto, pensavo di riuscire a controllarmi ormai . . . “ andava avanti Santana col suo discorso, asciugandosi il volto con la manica destra del suo maglioncino di cachemire rosa, “ . . . Penso abbiate capito che avevate tutti completamente ragione riguardo le mie recenti attività sentimentali. Lui mi ha usata in modo palese, eppure io non sono riuscita ad accorgermene. L’ho capito solo quando l’ho visto con i miei occhi. O meglio, quando l’ho sentito con le mie orecchie. Parlava al telefono con qualcuno del modo in cui mi avrebbe umiliata da un giorno all’altro, tanto per vedere la mia espressione poi nello scoprirlo . . . “, a quel punto fu interrotta dalla voce squillante di Rachel, che disse quasi in un unico sospiro : “ Quindi tra voi due è finita? “, tutti sobbalzarono a queste parole per la burrascosa interruzione, ma erano altrettanto curiosi di sentire la risposta della messicana.

“ Non è così semplice la situazione, Rachel. “ perseverò Santana “ Io non gli ho detto nulla di ciò che ho sentito, perché non ho intenzione di comportarmi come la ragazza debole che ormai lui crede che io sia. Voglio fargliela pagare prima che possa mettere in atto la sua scenetta comica, e per questo ho bisogno di tutti voi “. Per tutta la durata del discorso, la ragazza aveva tenuto gli occhi bassi, ma ora, provava a scrutare di sottecchi l’espressione di ognuno di loro, dei suoi vecchi amici, la sua famiglia. Capiva in quel momento che non avrebbe mai dovuto commettere l’errore di preferire un ragazzo a loro, perché, come dimostravano in quel momento, loro ci sarebbero stati sempre per lei, qualunque cosa avesse fatto. Che stupida che era stata. Che sciocca! Il suo flusso di pensieri fu interrotto dall’abbraccio improvviso di Mercedes, alla quale Santana si strinse forte, affondando il suo volto nel suo collo, continuando a piangere. Immediatamente dopo tutti, ad uno ad uno, cominciarono ad unirsi alle due ragazze, sorridendo e commuovendosi contemporaneamente. Finalmente la cheerios si sentiva nuovamente forte, accettata, amata. Non avrebbe mai più rinunciato a quella sensazione appagante per nulla al mondo. L’unica che rimase immobile sul divano fu Brittany, che continuava a fissare tutti con sguardo impassibile. Tutti fermarono le danze per aver riportato il figliol prodigo a casa, e cominciarono a fissare Brittany, in attesa che dicesse qualcosa. Dopo qualche minuto di silenzio, che non fece altro che risvegliare la paura di Santana, la stessa che l’aveva colta quando aveva parlato l’ultima volta con la sua ex ragazza, Brittany si schiarì la voce, ma aspettò qualche ulteriore secondo prima di proferir parola: “ Non fraintendermi, io non ti ho perdonato per ciò che mi hai fatto, e non so se ci riuscirò mai . . . “ fece nuovamente una pausa “ . . . ma ti voglio bene, e te ne vorrò sempre, e odio Sebastian per averti fatto del male, e sono d’accordo con l’idea della vendetta . . . quindi per un po’ deporrò l’ascia di guerra “. Scattò in piedi e aprì le braccia come per unirsi anche lei all’abbraccio, allora i festeggiamenti ricominciarono e tutti in coro cominciarono a cantare “ Ci vendicheremo, ti – ti – ti vendicheremo, Si! “, finché Kurt non sentì il bisogno di porre una domanda assolutamente fuori luogo a Santana : “ Senti, San, ma se lui non era realmente attratto da te, beh, si, insomma . . . “ cominciò a sorridere maliziosamente “ . . . come facevate a . . . si, intendo, ad andare a . . . dai, che hai capito! “ nuovamente Rachel lo colpì, stavolta al piede ed in modo che fosse plateale. Tutti, in parte anche Santana, scoppiarono a ridere, mentre Kurt cercava di giustificarsi dicendo cose del genere: “ No, perché non penso che si possa fingere quella cosa, insomma, io non ci riuscirei!”. Ma nessuno lo stava più ascoltando. Tutti si erano fiondati in cucina per ordinare della pizza. Santana stava lentamente ritrovando se stessa, ed era intenzionata più che mai a non perdersi più.

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