Una nuova vita

di Manu_Green8
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Il primo giorno ***
Capitolo 3: *** Appena in tempo ***
Capitolo 4: *** In segreto ***
Capitolo 5: *** Ripetizioni ***
Capitolo 6: *** Il passato ***
Capitolo 7: *** Natale ***
Capitolo 8: *** Proposte ***
Capitolo 9: *** In montagna ***
Capitolo 10: *** Missione... Coppia ***
Capitolo 11: *** Compleanno ***
Capitolo 12: *** Per lei ***
Capitolo 13: *** Il concerto ***
Capitolo 14: *** Il ritorno ***
Capitolo 15: *** Morti indolori ***
Capitolo 16: *** Dichiarazioni?! ***
Capitolo 17: *** Il ballo ***
Capitolo 18: *** Vacanze ***
Capitolo 19: *** Il college ***
Capitolo 20: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Quel mattino mi svegliai con una sola parola in testa: trasferimento. La sveglia non era ancora suonata e i miei occhi erano già aperti. Rimasi nel letto a fissare il soffitto per almeno un'altra mezz'ora quando mio padre entrò nella stanza e aprendo le tende fece entrare la luce del mattino. Sospirai e andai a prepararmi. Dopo aver fatto colazione, presi le valigie già chiuse e salimmo in macchina, diretti all'aeroporto. Poggiai la fronte sul finestrino e osservai la città in cui ero nata, la mia città: Boston. 
Mio padre intanto stava parlando senza interruzione e l'unica cosa che sentii fu:
<
< La zia ti aspetterà all'aereoporto, appena arrivi. Vedrai, Kay, ti farà bene cambiare aria >>. 
 
Dopo alcune ore mi ritrovai in una nuova stanza, nella casa di Greenfield di mia zia. La stanza era abbastanza grande e di un bel verde chiaro, il mio colore preferito. Sorrisi, vedendo quanto la zia si fosse data da fare per rendere tutto perfetto per la sua nipotina. Dopo cena salii in camera e con le cuffiette verdi nelle orecchie iniziai a svuotare le valigie e a cercare di rendere la camera più mia possibile, riempendola di cianfrusaglie. Finito il lavoraccio mi stesi sul letto, sfinita. Il giorno dopo sarebbe stato il primo giorno di scuola e anche se l'ansia mi stava assalendo decisi di andare a dormire. Quella notte mi addormentai vedendo quegli splendidi occhi verdi e quel luminoso sorriso che mi perseguitavano da più di due mesi e che mi mettevano tristezza. Così, con le palpebre pesanti dalla stanchezza caddi nel mondo dei sogni.

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Capitolo 2
*** Il primo giorno ***


La mattina seguente ero abbastanza rilassata. Indossai un paio di jeans e una felpa verde e dopo aver fatto colazione uscii di casa. Misi le cuffie e feci il tragitto di dieci minuti che distanziava casa mia dalla scuola. 
Arrivai all'ingresso e notai la moltitudine di gente che c'era davanti al portone già aperto. Mi feci largo tra la folla e arrivai in cortile. La musica risuonava nella mia testa quando qualcuno mi venne addosso. Cogliendomi alla sprovvista caddi per terra. 
<< Ahi >> dissi sollevandomi da terra. Quando alzai lo sguardo per capire chi fosse il mio aggressore vidi davanti a me un ragazzo con i capelli rosso fuoco, quasi fino alle spalle e con gli occhi scuri come il carbone. Indossava dei vestiti da bulletto rockettaro, con una giacca di pelle, nera come i suoi occhi. 
Ero ancora persa nelle mie riflessioni quando il ragazzo parlò: << Ehi, novellina. Sta' attenta a dove metti i piedi. Tsk, neanche mi conosce e mi si getta già addosso >>.
Non credevo alle mie orecchie. Chi si credeva di essere? 
<< Ma, ma... Come ti permetti? Sei tu ad essermi venuto addosso, brutto villano >> ribattei infuriata.
Lui rimase stupito per un momento dalla mia reazione. Poi, lasciandomi a bocca aperta, scoppiò a ridere. << Hai un bel caratterino, principessa >> disse tra lo sfrontato e il derisorio.
<< Io? Sì, certo. Devo andare >> dissi velocemente lasciandolo lì, stupito ancora una volta. 
 
Così mi diressi verso la sala delegati con passo lento, ma deciso. Entrando vidi un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi nocciola, con indosso una camicia bianca e una cravatta blu. Elegante, ma abbastanza esagerato, pensai subito. Perché mettere una cravatta a scuola?
Quando si accorse di me, mi sorrise. 
<< Ciao, tu dovresti essere Kaylie, giusto? La nuova alunna >>.
Ricambia il sorriso e annuii. << Sì, sono io >> risposi.
<< Bene. Io sono Nathaniel, il segretario delegato. Mmh, ci sono ancora delle cose da completare per l'iscrizione. Devi portarmi 25 $ e una fototessera, d'accordo? Inoltre devi compilare questo modulo >>.
Lo compilai direttamente lì e dopo averlo consegnato aggiunse: << La tua classe è la 3 D. Riesci a trovarla da sola? >>
<< Certo. Grazie mille >> dissi uscendo dalla stanza. 
 
Arrivai in classe poco dopo il professre dato che ero stata trattenuta in segreteria. Il professore, quando mi vide davanti la porta mi guardò e sorrise. 
<< Deve essere la signorina Handerson, giusto? >>. Io annuii e lui continuò: << Prego, prenda posto qui, vicino la signorina Pawers >> Mentre andavo al posto vidi che anche il rosso dello scontro mattutino era nella mia classe. Mi sedetti e subito la ragazza con i capelli arancioni acconciati in una treccia disordinata si presentò, sorridendo. << Ciao, sono Iris >>.
<< Kaylie. Ma chiamami solo Kay >> dissi ricambiando il sorriso. 
Lei era molto simpatica. Per tutta l'ora parlammo, cercando di conoscerci, ascoltando molto poco di ciò che diceva il professore. 
Quando suonò l'intervallo Iris mi trascinò in cortile, dove mi presentò ad un'altra ragazza molto timida e dai capelli color lavanda. Il suo nome era Violet e da quello che si poteva vedere era completamente diversa da Iris.
 
Prima di tornare in classe alla fine dell'intervallo passai accanto ad una ragazza bionda seguita da altre due ragazze, come cagnolini fedeli. La bionda aveva l'aria da reginetta e probabilmente si sentiva proprio così: la reginetta del liceo. Passò accanto a me e intenzionalmente mi diede una spallata. Sospirai e non volendo avere problemi dissi: << Scusa, non volevo... >> neanche il tempo di finire la frase che mi aveva già aggredita: << Ehi, tu, come ti permetti? Mi hai toccata? Non puoi farlo, sappilo bene! >>. La guardai con gli occhi spalancati, poi le risi praticamente in faccia. << Certo >> sussurrai riprendendo a camminare. 
<< Non è finita qui, mocciosa >> mi urlò dietro isterica, mentre io la ignoravo. Iris che era accanto a me disse: << Sta' attenta ad Ambra. Sa essere davvero perfida quando vuole >>.
Annuii e tornammo in classe. La giornata continuò tranquilla e quando suonò la campanella salutai e subito uscii dalla scuola. 
Misi le cuffie alle orecchie. Sì, la musica per me era l'unico rimedio contro le sofferenze. Mentre camminavo mi ritrovai accanto il bulletto dai capelli rossi. Sobbalzai spaventata e tolsi una cuffia. Il ragazzo ridacchiò divertito e disse: << Ehi, principessa >>.
Strabuzzai gli occhi: << Come mi hai chiamato, scusa? >>
Lui rise di nuovo non rispondendo. Io sbuffai. << E poi io ho un nome >> borbottai irritata. 
<< E che m'importa? >> disse con un sorriso da schiaffi.
<< Che villano >> dissi aumentando l'andatura per distaccarlo. 
Lo sentii ridere e poi urlò: << Castiel >>
Mi voltai: << Cosa? >>
<< Il mio nome. Castiel >>
<< Oh. Kaylie >> dissi rallentando. Mi sorrise e poi fece per svoltare l'angolo. << A domani, principessa >> disse lasciandomi lì, infuriata per come mi aveva chiamata. 
Tornai a casa e presto la giornata finì. 
Tutto sommato il primo giorno di scuola non era stato poi così male. 
 
 
 
Angolo dell'autore:

Ciaoo ragazzi. Spero che la mia storia vi piaccia. Sono solo all'inizio ovviamente e più avanti ci saranno molte novità. Spero che continuerete a seguirmi. A prestoo :)

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Capitolo 3
*** Appena in tempo ***


Per il secondo giorno di scuola mi svegliai molto presto. Aveva appena fatto un sogno indesiderato e non riuscii più a riprendere sonno. Feci le cose con calma e uscii di casa piuttosto in anticipo. 
 
Arrivata davanti la scuola, incontrai Iris che iniziò a parlarmi dei compiti del giorno prima, anche se non riuscivo ad ascoltarla. Perdevo il filo quasi in ogni frase e mi ripresi solo quando mi chiese: 
<< Kay, mi stai ascoltando? >>
La guardai confusa: << Oh sì, scusa. Continua >>.
 
Prima che la campana suonasse decisi di andare in segreteria. Nathaniel era già immerso nelle scartoffie e per farmi notare dovetti schiarirmi la gola. Quando sollevò lo sguardo mi sorrise: 
<< Oh, buongiorno, Kay. Hai bisogno di qualcosa? >>. 
Sorrisi e annuii: << Ti ho portato ciò che mi avevi chiesto >>.
<< Bene. Ti ho già dato il modulo dei club? >> mi chiese guardandosi intorno.
Scossi la testa. Quando lo trovò me lo diede: 
<< Devi sceglierne uno. E' obbligatorio >> aggiunse.
<< D'accordo. Grazie Nathaniel. Buona giornata >> dissi uscendo dalla segreteria. Quel ragazzo era davvero disponibile, ma tutta questa dedizione per il lavoro mi metteva i brividi.
 
Mi diressi vero la classe guardando il modulo. Sapevo già quale scegliere: musica. Almeno avrei potuto fare ciò che mi piaceva.
Arrivai in classe e mi sedetti al mio posto. Qualche minuto dopo entrò anche Castiel. 
<< Buongiorno, principessa >> disse passandomi accanto. Lo guardai: << Io ho un nome, Castiel >>.
<< Ops, l'ho già dimenticato >> disse ridendo. Io mi voltai dall'altra parte borbottando un << villano >> con tono infastidito. In quel momento il prof entrò in classe chiudendosi la porta alle spalle. Ci aspettavano due pesanti ore di matematica. Poveri noi. 
 
Quando la campanella suonò per l'intervallo chiesi ad Iris del club di musica, mentre ci dirigevamo verso il cortile. << Oh sì, certo, devi solo dare il modulo in segreteria >> mi disse la mia amica sorridendo. Anche lei si trovava in quel club ed ero felice per questo. Almeno avrei già conosciuto lei. 
 
Andai direttamente in segreteria, lasciando Iris con Violet. Come mi aspettavo, Nathaniel era sempre lì. Bussai sulla porta aperta per farmi sentire e quando mi guardò gli porsi il modulo. << Grazie >> disse semplicemente e io me ne andai. 
Le ore dopo passarono abbastanza velocemente e quando la campana suonò io e Iris andammo verso il club di musica. 
Entrammo nell'aula e subito Iris fece un sorriso radioso ad un ragazzo che non avevo mai visto. Aveva i capelli molto chiari e cosa alquanto bizzarra erano i suoi occhi di colore diverso. Mi chiesi se portasse le lenti. Cosa ancora più bizzarra erano i suoi vestiti, stile vittoriano, che gli donavano un look tutto suo. Lui salutò Iris con la mano e la ragazza mi spinse verso di lui. << Ciao, Lysandre >> disse la mia amica << ti presento Kaylie >> continuò sorridendo. Il ragazzo mi guardò e io arrossii leggermente. << Piacere, Kaylie. Io sono Lysandre >> disse facendomi un sorriso. 
<< Piacere mio. Chiamami Kay >> dissi ricambiando il sorriso. Poi Iris mi spinse velocemente verso l'altro lato dell'aula facendoci sedere su due sedie libere. 
 
Quando il club terminò uscii dalla scuola e rimasi un po' con Iris davanti al cancello.
<< Emmh. Come ti sembrava Lysandre? >> mi chiese la mia amica arrossendo.
<< E' carino >> dissi sorridendo a mia volta per la sua reazione.
<< E' una cantante molto bravo >> aggiunse.
<< Cantante? >> chiesi stupita.
Lei annuì e fece un risolino. Sì, era praticamente cotta di lui.
 
Quando Iris se ne andò ricordai di aver lasciato le mia preziosissime cuffie nell'armadietto. Tornai indietro e dopo averle recuperate sentii due voci in fondo al corridoio discutere animatamente. Mi avvicinai per controllare e vidi Castiel e Nathaniel che stavano per azzuffarsi. << Ragazzi! Ma che state facendo? >> dissi avvicinandomi ancora di più. Non mi notarono nemmeno e prima che Castiel potesse dare un pugno sul viso di Nathaniel lo trattenni per il braccio. << Castiel! Fermati! >>. 
Lui si voltò verso di me con gli occhi pieni di rabbia disse: << Non ti intromettere. Non sono affari che ti riguardano. Togliti dai piedi! >>.
Mi infuriai: << Sei proprio un idiota! >> gli urlai prima di andarmene. Uscii dal portone della scuola e a quanto pare lo fece anche quel cretino di Castiel, perché poco dopo me lo ritrovai dietro. Accelerai. 
<< Aspetta, Kaylie >> mi urlò. 
Mi girai di soppiatto << Allora lo sai il mio nome >> dissi ancora arrabbiata. Lui si fermò vicino a me. << Certo che lo so. Tsk, ti sembro scemo? >> mi chiese senza guardarmi. 
<< In effetti? Sì, sei proprio un cretino >> dissi continuando a camminare. Anche se lo avevo pienamente offeso, la cosa non sembrò nuocergli perché continuò a camminare vicino a me. 
Rimanemmo in silenzio per tutto il tragitto e quando arrivammo davanti casa mia mi fermai. 
<< Sei contento adesso? Vuoi seguirmi anche dentro casa? >>. Lui rise, poi mi guardò serio. 
<< Grazie >> mi disse cogliendomi del tutto impreparata. 
<< Cosa? >> disse stupita.
Lui roteò gli occhi << Sì, hai capito bene. Se avessi picchiato quello lì, sarei finito nei guai. Quindi è stato un bene che mi hai fermato >>.
Lo guardai e sospirai. << Non c'è di che. Adesso, togliti dai piedi! >>.
Castiel scoppiò a ridere e mi salutò con la sua solita frase: 
<< Ci vediamo domani, principessa >>.

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Capitolo 4
*** In segreto ***


La settimana passò velocemente senza difficoltà e finalmente arrivò la domenica. Mi svegliai stranamente presto per i miei standard e così decisi di andare a correre. Mi misi la tuta e le scarpe da ginnastica e uscii di casa. Non dovetti neanche avvisare la zia, dato che era partita per lavoro da vari giorni.
Iniziai a correre con musica rilassante nelle orecchie e giunsi fino al parco. Mi fermai per riprendere fiato quando sentii abbaiare dietro di me. Un cane enorme sbucò da uno dei cespugli e mi si scaraventò addosso. Risi e iniziai ad accarezzare il suo muso. Era tutto nero e davvero gigante, ma era così tenero. Subito dopo qualcuno urlò nella nostra direzione: << Damon >>.
Penso proprio che si riferisse al cane, dato che si voltò verso la voce, per poi rifare attenzione alle mie carezze. La voce lo chiamò di nuovo e io mi accorsi di conoscerla. Poco dopo infatti apparve Castiel. Quando mi vide si fermò:
<< Principessa, cosa ci fai qui? >>
<< Sto correndo, non vedi? >> dissi indicandomi. Poi continuai: << E' tuo questo cane così bello? >> e accarezzai di nuovo il suo muso.
Castiel annuì: << E gli piaci. Di solito non fa così con gli estranei >>.
<< Mi sento onorata >> dissi ridendo, dopo che Damon mi leccò la mano.
Castiel sorrise. << E' ora che lo riporti a casa. Vuoi accompagnarci? >> mi chiese.
Sorrisi: << D'accordo, ma solo per Damon >>.
Castiel mi lanciò uno sguardo poco convinto, poi sorrise e ci incamminammo.
<< Quindi tu corri? >> mi disse facendomi un sorriso da schiaffi.
<< Ehi, cosa credi? >> dissi in modo irritato. Lui mi lasciò perdere e poco dopo arrivammo davanti casa sua. << Vuoi entrare? >> mi chiese.
<< Ehmm... No, grazie, devo riprendere la corsa >> risposi.
<< Okay. Allora, ci vediamo >> continuò.
Annuii. << Ciao, Cass >>.
Prima che riprendessi a correre disse: << Com'è che mi hai chiamato? >>
Alzai gli occhi al cielo e risi lasciandolo lì.

La mattina dopo ero davvero stanca. Penso che il lunedì sia sempre un trauma tornare a scuola. Arrivai in cortile ancora assonnata quando esattamente come la settimana prima qualcuno mi venne addosso, facendomi cadere. Perché in questa scuola finivo sempre per terra?
<< Oh, scusami. Ero di fretta >> mi disse una ragazza dai lunghi capelli chiari porgendomi una mano. Mi sollevai: << Sta tranquilla >> dissi sorridendo.
<< Sono Rosalya >> mi disse poi.
<< Kaylie >>.
Sorrise: << Adesso devo andare. Scusa ancora Kay >> e senza darmi il tempo di rispondere si dileguò.

La giornata fu abbastanza tranquilla e Castiel non si fece vedere.
Alla fine della scuola passai il pomeriggio a studiare con Iris. Mentre parlavamo del più e del meno, lei spalancò gli occhi e si colpì la fronte con la mano. << Oh, no. Ho dimenticato il mio quaderno di poesie a scuola. Alcuni club non dovrebbero essere ancora finiti del tutto. Se ci sbrighiamo facciamo ancora in tempo. Mi accompagni? >> disse velocemente.
<< Certo. Ma, Iris, scrivi poesie? >> chiesi. Lei annuì convinta e sorrise:
<< Non mi stacco mai dal mio quaderno. E' molto raro che lo lasci a scuola e quando lo faccio è sempre per sbaglio >>.
<< D'accordo. Andiamo >> dissi uscendo di casa.
Arrivati a scuola raggiungemmo il suo armadietto che si trovava alla fine del corridoio. La scuola era praticamente deserta anche se ancora aperta, quando ad un tratto sentimmo una risata provenire dal seminterrato.
<< Cos'è stato? >> chiese Iris spaventata.
<< Non lo so. Andiamo a controllare >> risposi trascinandola per il braccio. Arrivammo davanti una porta e ci fermammo quando partì una seconda risata. Iris mi allontanò dalla porta, ma io misi il piede in mezzo a dei fili, cadendo rovinosamente per terra. Ed ecco a voi la mia terza botta. La risata si fermò e la porta si spalancò. Castiel e Lysandre erano lì che guardavano me, ancora seduta, e Iris. << Cosa state facendo? >> chiese Castiel scorbutico, mentre Lysandre sorrideva divertito. Io e la mia amica ci guardammo.
<< Eehmm... Avevamo dimenticato una cosa e quando abbiamo sentito un rumore siamo scese a controllare >> dissi sollevandomi da terra. Lysandre ridacchiò: << Venite dentro >> disse chiudendoci la porta alle spalle.
<< Ma loro non possono stare qui! >> disse Castiel scocciato.
<< Ah, sta zitto Castiel. Non fanno niente di male. Questa è la nostra sala prove >> disse poi sorridendo verso di noi.
Castiel sbuffò: << Lys, ma che stai facendo? >>
Lysandre non lo ascoltò e continuò a parlare: << Facciamo le prove qui quando la scuola è vuota. Siamo, come dire, clandestini >> e fece un sorriso smagliante. Iris ridacchiò e io lo guardai volendo altre spiegazioni.
<< Non direte nulla, vero? >> ci chiese il ragazzo.
<< Certo che no >> dissi io sorridendo.
Castiel sbuffò e lo guardai: << C'è qualcosa che ti turba, Castiel? >>.
Lui mi fulminò con lo sguardo e poi presero a suonare. Erano davvero bravi e io ed Iris assistemmo per un po'.
Si era ormai fatto tardi quando Lys disse che era ora di tornare a casa.
<< Castiel, porta a casa Kay. Io accompagno Iris >> gli ordinò. Il rosso sbuffò. << Perché proprio io? >> chiese. Io gli lanciai un'occhiataccia, mentre Lysandre rispondeva: << Perché casa di Iris è troppo lontana, mentre quella di Kay ti viene di passaggio >>.
<< E tu come fai a sapere che mi viene di passaggio? >> ribatté Castiel.
<< Fallo e basta >> disse Lysandre spingendolo verso la porta. Poi prese per mano Iris e mi fece l'occhiolino, uscendo dalla stanza e lasciandomi in balia di quello svitato lì.
Sospirai e dissi: << Se non vuoi accompagnarmi a casa, faccio benissimo da sola >> e iniziai ad uscire dall'aula. Lui mi seguii e arrivati in cortile disse:
 << Vieni con me >>.
Lo seguii non sapendo cosa aspettarmi. Mi condusse poco lontano, fuori dalla scuola e si fermò davanti a un mezzo su cui mi ero ripromessa di non salire più. Una moto rosso fiammante. Una di quelle enormi di cui non conoscevo nemmeno il nome. Mi bloccai. Castiel la guardò: << Bella, eh? >> disse più a se stesso che a me. Poi prese un casco e me lo porse. Io non mossi un dito. Rimasi immobile, guardandolo. Quando si accorse di ciò chiese: << Cosa aspetti, principessa? Mettilo >>.
Ritrovai la parola: << Io non salgo sulla moto >>.
Lui sorrise beffardo: << Cos'è? Hai paura? >>
Lo fulminai con lo sguardo, ma rimasi immobile.
Sospirò: << Su avanti, prendilo >>.
<< No >> dissi con un filo di voce.
Lo spinse verso di me come se volesse metterlo tra le mie mani.
<< Ho detto di no! >> urlai con le lacrime agli occhi. Lui era sconvolto per la mia reazione e io continuai: << Torno a piedi >> dissi cercando di calmarmi e voltandomi per non guardarlo. Cominciai a camminare e lo sentii, dopo essersi ripreso dallo stupore, armeggiare con la catena. Sospirai e continuai a camminare. Poco dopo però me lo ritrovai accanto. Intrecciò le dita con le mie e disse: << Andiamo >>. Guardai prima le nostre mani unite e poi lui, che non osava rivolgersi verso di me. Camminammo in silenzio fino a casa mia. Arrivati davanti la porta mi guardò, tenendomi ancora la mano.
<< Grazie >> dissi.
<< Sono stato obbligato da Lysandre, se ricordi bene >> disse senza guardarmi. Riuscii comunque a notare che era arrossito.
Posai lo sguardo sulle nostre mani e sorrisi: << Sì, beh, grazie lo stesso >>.
Lui allora mi guardò: << Buonanotte, Kaylie >> disse sciogliendo la mano dalla mia.
<< Notte, Castiel >> risposi. Lui si voltò per riprendere a camminare, probabilmente per tornare alla moto lasciata incustodita. Mentre entravo in casa sorrisi per ciò che aveva fatto Castiel.
Quando voleva, allora, anche lui sapeva far apparire il lato dolce, di solito abbastanza nascosto. Così, con questo pensiero mi chiusi la porta alle spalle.

 
 



Angolo dell'autore: Ciao a tutti :) ecco a voi il nuovo capitolo! Spero che la mia fan fiction vi stia piacendo.. Come vi è sembrato questo capitolo? Vi ha incuriosito lo strano comportamento di Kaylie con le moto? Beh, non mi dilungo più di tanto. Nei prossimi capitoli scopriremo un po' di cosette sulla sua vita.. Quindi comincio già a scrivere :3 Ciao, ciao.

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Capitolo 5
*** Ripetizioni ***


Erano passate diverse settimane da quando Castiel mi aveva riaccompagnata a casa.
Era quasi la fine di novembre, quando la direttrice entrò nella nostra classe annunciando che, data l’imminente fine del trimestre – ebbene sì, quest’anno avevano aderito al trimestre – ci sarebbero stati dei corsi di ripetizioni tra noi studenti stessi. Le coppie sarebbero state a sorteggio e avevamo a disposizione un’ora dopo la fine della scuola all’interno dell’istituto; per il resto avremmo dovuto occuparcene da soli.
Il sorteggio venne effettuato dal professore, dopo che la preside se ne andò e io capitai per mia sfortuna con il nostro caro Castiel. Quando uscirono i nostri nomi mi voltai verso di lui, che mi sorrise beffardo. Gli lanciai un’occhiataccia e mi voltai verso il professore.
All’intervallo Iris e Violet erano impegnate e io mi ritrovai da sola. Presi una rivista sportiva che avevo nello zaino e mi diressi in cortile. Mi sedetti su una panchina con le gambe incrociate e iniziai a sfogliarla, mentre mangiavo una mela. Ero immersa nella lettura quando qualcuno mi fece sobbalzare. << Allora passeremo molto tempo insieme >> disse Castiel dietro di me. E poi rise quando si accorse che mi aveva fatto prendere un colpo. Lo fulminai con lo sguardo << Sfortunatamente >> dissi, mentre lui si sedeva sulla panchina vicino a me.
<< Che stai facendo? >> chiese quando notò che non gli stavo dando la minima attenzione. << Leggo >> dissi senza guardarlo. Si sporse verso di me: << Da quando ti importa di basket? >> domandò guardando la pagina che stavo leggendo.
<< Da sempre >> dissi continuando a leggere. In effetti il basket era uno dei miei sport preferiti. Sul campo ero davvero pessima, ma guardarlo era davvero uno spettacolo.
<< Mi stupisci, principessa >> disse Castiel.
<< Mmh mmh >> dissi.
Allora Castiel, capendo che non gli avrei dato attenzione, si avvicinò per leggere insieme a me. All’inizio non mi accorsi della nostra vicinanza. Quando però me ne resi conto vidi che eravamo tanto vicini da riuscire a sentire l’odore dei suoi capelli. Inoltre aveva poggiato il braccio sulla mia gamba. Lo guardai, lasciando perdere la rivista e il mio battito cardiaco iniziò ad accelerare, anche se non ne capivo il motivo. Io non ero innamorata di Castiel, o almeno credevo. Era impossibile. Stavamo sempre a litigare.
Lui sollevò lo sguardo su di me. I nostri visi erano vicini. Rimanemmo così, fermi, fino a quando Ambra ci interruppe: << Castiel, cosa stai facendo? >> disse con voce stridula. Allora sia io che Castiel ci spostammo di scatto, togliendo qualsiasi tipo di contatto. Rossa in viso tornai a leggere la rivista.
Fortunatamente la campanella suonò e io scappai letteralmente in classe, lasciando Castiel nelle grinfie di Ambra.

La giornata passò abbastanza velocemente. Per tutta la settimana i club erano sospesi per i recuperi.
Quando le lezioni finirono Castiel stava già uscendo dalla classe, così misi la mia roba nella borsa e mi affrettai a seguirlo. Lo raggiunsi in cortile.
<< Castiel >> dissi quando gli fui accanto. Lui mi guardò sorridendo. << Cosa c’è, principessa? >>
<< Dobbiamo organizzarci per le ripetizioni, ricordi? >>. Lui annuì e io continuai.
<< Ehmm… Potresti venire da me >> proposi. Lui annuì di nuovo. << Bene. Da me alle 4. Non fare tardi >> dissi senza dargli il tempo di rispondere, prima di cambiare strada.
Ero nella mia stanza quando alle 4 suonò il campanello. Perfettamente in orario. Scesi al piano di sotto e aprii la porta. Castiel era lì, poggiato allo stipite della porta con il suo solito ghigno sul viso e le braccia conserte. Lo guardai e uno stupido pensiero mi affiorò in mente: era davvero sexy. No, no, Kaily, ma cosa stai pensando? Scacciai subito il pensiero e lo feci entrare per condurlo in camera mia. Anche se la casa era vuota non riuscivo a studiare se non mi trovavo nella mia stanza. Lo lasciai lì e andai un attimo di sotto alla ricerca del mio telefono, che stava squillando da chissà dove.
Quando tornai di sopra stava guardando le fotografie che avevo appeso al muro. Si voltò verso di me e senza dire una parola si sedette sulla sedia vicino la scrivania.
<< Allora, da cosa iniziamo? Di che materia hai bisogno? >> chiesi sedendomi sul letto.
<< Storia, matematica >> disse poco convinto.
<< E storia sia >> dissi prendendo il libro. Io andavo bene in tutte le materie così cercai di aiutare quello scansafatiche.
Continuavo a parlare quando mi accorsi che mi guardava con la faccia da ebete. Bene, non stava più ascoltando.
Sbuffai. Lui non si era neanche accorto che avevo smesso di parlare. << Ma hai ascoltato qualcosa almeno? >> dissi esasperata. Non mi rispose. << Castiel? >>. Solo quando dissi il suo nome si rianimò: << Cosa? >>
Sbuffai: << Mi vuoi ascoltare? >>
<< Non è colpa mia se non sei interessante come credi >>.
<< Come credo? Brutto cafone! Sto cercando di aiutarti! >> gli urlai.
<< Io non ho chiesto il tuo aiuto >> ribatté.
<< Allora perché sei qui? Potevi anche non venire >> dissi spazientita.
<< Sono stato obbligato, ancora una volta >>.
Sospirai pesantemente e chiusi un attimo gli occhi, cercando di calmarmi. Poi dissi: << D’accordo. Cambiamo materia >>
<< Mmh mmh. Magari sarai più interessante >> disse lanciandomi il libro di matematica.
<< La pianti? >> sbuffai. << Adesso sta zitto e ascolta >> dissi prima di iniziare.
Fu un pomeriggio pesante, troppo direi.
Quando lo accompagnai alla porta erano già le otto di sera. << Domani andremo a casa mia >> disse irritato.
<< Come ti pare >> risposi io con lo stesso tono.
<< Bene >>.
<< Ciao. A domani >> dissi io. Lui rispose con un cenno del capo e se ne andò.
Ero sfinita. Mi preparai qualcosa da mangiare e poi andai direttamente a dormire.

Il giorno dopo arrivai a scuola con la mia solita calma. Arrivata in cortile vidi Ambra che veniva nella mia direzione. Cercai di evitarla ma lei stava proprio venendo da me. << Senti, tu, razza di… >> si fermò per poi riprendere a parlare: << Se ti avvicini ancora una volta a Castiel o se ti vedo di nuovo così vicina a lui, non ti darò più pace. Hai capito? >>. La guardai con aria truce e ripresi a camminare. Ambra sbuffò isterica e mi urlò: << Spero che tu abbia sentito, mocciosa >>.
<< Mmh mmh >> dissi andando in classe.
Entrai nell’aula e Iris mi fece un sorriso smagliante. << Ieri ho passato del tempo con Lys >> sussurrò sedendosi accanto a me. La guardai volendo sapere di più e lei sputò il rospo: << Ho ritrovato il suo quaderno. Quel ragazzo è davvero sbadato. E’ la terza volta che lo perde questa settimana. Così mi ha ringraziato e siamo rimasti un po’ a parlare >>. A quel punto entrò in classe il professore, che interruppe i nostri discorsi per iniziare con la lezione.
Quando suonò la campana finale mi diressi verso il cortile. Castiel mi passò accanto: << Alle 4 >> disse prima di andarsene.

Quando tornai a casa crollai nel divano. Mi svegliai appena in tempo. Feci tutto di corsa e arrivai a casa di Castiel. Suonai il campanello. Venne ad aprire e mi ritrovai davanti Castiel mezzo nudo. Aveva solo dei bermuda e il petto nudo. Spalancai gli occhi e rimasi immobile. I muscoli del suo addome erano praticamente scolpiti. Lui fece un sorrisino. << Non vuoi più entrare? >> disse. Mi riscossi ed entrai in casa dopo che lui si spostò. Mi portò in salotto. << Accomodati. Vado a vestirmi, anche se credo che mi preferiresti così >> disse sorridendo malizioso. Lo fulminai con lo sguardo e aspettai sedendomi su una sedia. Quando scese indossava una maglia degli AC/DC.
Iniziammo a studiare in modo stranamente pacifico.
Quando non ne potei più di fare matematica, spinsi via il quaderno. << Ho bisogno di una pausa >> dissi passandomi una mano sugli occhi. Quando lo guardai mi stava osservando sorridente:
<< Finalmente qualcosa di sensato >> disse.
Feci finta di niente e mi alzai seguita dal rosso. Mi sedetti sul divano e lui crollò accanto a me. << Abiti da solo? >> gli chiesi.
Annuì: << I miei viaggiano molto per lavoro. E mi lasciano qui >> mi rispose.
Poi continuò: << E tu? Non mi hai mai detto perché sei venuta qui >>.
Scrollai le spalle e sorrisi. Allora capendo che qualcosa non andava – e gli sono grata per questo – cambiò discorso.
<< Hai fame? >> mi chiese. Guardai l’orologio: era tardissimo! << Devo tornare a casa >> dissi.
<< Perché non resti? Ti riaccompagno io, a piedi >> disse sorridendomi.
Ci pensai un attimo e annuii: << D’accordo >> e sorrisi.
Castiel cucinò della pasta e io fui sorpresa che sapesse cucinare così bene.
Finimmo di mangiare e quando si accorse che ero ormai sfinita mi riaccompagnò a casa. Cominciammo a camminare. L’aria si era fatta più fresca e io rabbrividii.
<< Hai freddo, principessa? >> mi chiese Castiel, dopo essersene accorto.
Scossi la testa: << Sta tranquillo >> gli risposi.
Lui non mi ascoltò e si tolse la giacca di pelle. << Mettila >> mi disse.
La presi e la indossai. Aveva il suo odore ed era davvero buono.
In silenzio arrivammo davanti casa mia. << Grazie >> dissi poggiandomi sulla porta.
<< Di niente >> disse sorridente. Poi mi tolsi la giacca e gliela restituii. La indossò e mi disse: << Buonanotte, principessa >>.
Roteai gli occhi: << Devi smetterla di chiamarmi così >> dissi. Lui rise e io continuai:
<< Buonanotte Cass >>. Lui mi sorrise e se ne andò, mentre io lo guardavo svoltare l’angolo.





Angolo dell'autore: Ciaoo :) e anche questo capitolo è finito. Preparatevi, penso proprio che il prossimo svelerà la verità sui "precedenti" di Kaylie.
Cercherò di aggiornare il prima possibile. Byee :) 

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Capitolo 6
*** Il passato ***


I giorni passavano e io mi avvicinavo sempre di più a Castiel e a Lysandre. Mi piaceva passare il tempo nella sala prove con loro, mentre suonavano e anche quando non lo facevano. Era come un rifugio per noi e anche se Castiel, al contrario di Lysandre, era piuttosto arrabbiato del fatto che fossi lì con loro spesso e volentieri, alla fine si abituarono alla mia presenza. Mentre loro suonavano io stavo lì ad ascoltarli o semplicemente a scrivere. Ho sempre adorato farlo: scrivere su tutto ciò che mi passava per la testa, come una sorta di diario segreto, o storie create dal nulla. I ragazzi avevano capito subito che non dovevano chiedermi nulla su questo, soprattutto dopo che Castiel si sentì dire: << Affari miei. Torna a suonare, Castiel >>. Il problema fu che da lì partì una delle nostre liti. << Non dirmi quello che devo fare! Non sono ai tuoi servizi, principessa >>. Io sospirai pesantemente: << La vuoi piantare? >>. Continuammo così per un po’ e solo Lysandre riuscì a farci smettere.

Quel pomeriggio eravamo nella sala prove solo io e Lysandre. Castiel, invece, aveva avuto un imprevisto e non era rimasto. Ero immersa nella scrittura, quando lui si abbassò e raccolse qualcosa da terra. Sollevai lo sguardo. Aveva in mano una fotografia: una mia fotografia, probabilmente scivolata via dal mio quaderno. Spalancai gli occhi e la rabbia si insinuò dentro di me: << Ridammela! >> urlai togliendola praticamente dalle sue mani. Lui mi guardò stupito e lo fu ancora di più quando io, guardando la fotografia, scoppiai in lacrime.
<< Scusa, Lys. Non volevo… >> dissi portandomi le mani sul viso. Lui si alzò e venne a sedersi accanto a me. << Scusami, non avrei dovuto guardarla >> mi disse. Io scossi la testa tra le lacrime: << No, è colpa mia, davvero >> dissi tirando su con il naso. Poi cogliendomi di sorpresa mi abbracciò. Ricambiai la stretta fino a quando mi calmai e mi staccai. << Kay… >> iniziò, ma io lo interruppi.
<< Lo so, adesso ti devo delle spiegazioni >>.
<< Non se non vuoi >> disse. Io scossi la testa e presi la foto. Ritraeva me sorridente tra le braccia di un ragazzo biondo con gli occhi verdi e il sorriso luminoso, lo stesso viso che mi perseguitava da tempo. Accarezzai la foto con il pollice, poi senza guardare Lysandre iniziai: << Lui è Danny, mio fratello. Aveva solo 20 anni. E’ morto nove mesi fa, il giorno del mio compleanno. Stava guidando la sua preziosissima moto >> sorrisi tristemente pensando a come quell’oggetto a lui tanto caro lo avesse portato alla morte. << Stava tornando a casa, da me. Era leggermente in ritardo e andava un po’ più veloce del solito. Era ad un incrocio quando una macchina non lo vide e lo investì. Mio fratello morì sul colpo >> terminai di nuovo tra le lacrime. Lysandre mi abbracciò nuovamente. << Mi dispiace tanto, Kay >>.
<< Mio padre mi ha fatto venire qui per ricominciare. Mio fratello era tutto per me. Dopo la sua morte, persi a poco a poco le mie amiche. Anche mia madre non sopportò la perdita di Danny e mio padre dovette sistemarla in un centro di cura. Mio padre non sopportava più tutta la situazione e mi spedì qui, da mia zia. L’unica cosa che ho di Danny è la mia collana. E’ stato un mio regalo del suo diciassettesimo compleanno e da allora non l’aveva più tolta >> dissi tirandola fuori dalla maglia. Era una catenina d’argento con una piccola D come ciondolo.
<< Scusa, Lys… per questo >> dissi poi indicandomi.
<< Sssh, non scusarti >> si affrettò a dire.
Poi lo guardai e dissi: << Non dirlo agli altri, ti prego >>.
Lui mi lanciò un’occhiata preoccupata: << Ma… dovrai dirglielo >>.
Io annuii: << Glielo dirò. Ma non adesso, va bene? >>.
Lys annuì: << Quando ti sentirai pronta >> mi disse sorridendomi.
Quella sera Lysandre mi accompagnò a casa e io, sfinita, non potei fare a meno di gettarmi sul letto e crollare. Almeno adesso mi sentivo un po’ più leggera. Sapevo che avrei potuto contare sempre su Lysandre: era davvero un buon amico.



Angolo dell'autore: Ciao a tutti! Lo so, lo so. Capitolo molto corto. Spero vi sia piaciuto comunque. Mi farò perdonare con i prossimi capitoli. A Presto :)

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Capitolo 7
*** Natale ***


Era ormai la metà di Dicembre e le vacanze natalizie erano davvero vicine. Pochi giorni e sarai tornata a casa, da mio padre. Quella mattina era una delle poche rimaste prima delle vacanze e nell’aria c’era già l’allegria natalizia. Io e Iris alla fine del club, andammo subito dai ragazzi in sala prove, ridendo e scherzando. Quando entrammo nella stanza, stavamo ancora ridendo e i ragazzi ci osservavano. Lysandre sorrise e mi fece l’occhiolino per poi dare attenzione a Iris, mentre Castiel mi guardava: era poggiato al davanzale della finestra con le braccia conserte e il solito sorrisino.                                                           
La mia testa iniziò a creare pensieri non opportuni e io arrossii, notando che il rosso mi guardava ancora. Distolsi lo sguardo e chiesi: << Ragazzi, cosa farete per le vacanze? >>.
Iris si voltò sorridendo e annunciò: << I miei mi portano in Italia; non vedo l’ora! >>. Era così elettrizzata che non mi sarei stupita di vederla saltare per la stanza.
Poi fu Lysandre a rispondere: << Io starò con mio fratello e la mia famiglia >>.
Dopo aver ottenuto le loro risposte mi voltai verso Castiel: << E tu, Cass, che farai? >> chiesi.
Lui ci guardò: << Tsk, che v’importa? >> disse con un ghigno sul viso. Lys scosse la testa sorridendo, mentre io dicevo: << Il solito villano >>.
Poi fu Lys a parlare: << Avanti, Castiel. Illuminaci, che farai? >>.
Castiel sospirò divertito: << Mmh, andrò a New York con i miei >>. Annuimmo poi mi guardarono. << E tu, Kaylie, cosa farai? >> mi chiese Iris sorridendo.
<< Torno a Boston, da mio padre >> dissi sorridendo timidamente.
Da lì il discorso cambiò e come sempre iniziammo a ridere e a scherzare.
 
I pochi giorni rimasti passarono e io tornai a Boston per le vacanze. Non fu molto piacevole, ma almeno ebbi il tempo di andare a trovare mio fratello.
La mattina di Natale mi svegliai presto e dopo aver comprato dei fiori andai al cimitero. Era ancora piuttosto presto e non c’era nessuno a parte me e le fredde lapidi. Trovai facilmente quella di mio fratello e mi sedetti lì per un po’ cercando il suo solito e familiare conforto. Quella volta però, non arrivò. Cambiai i fiori e piansi le mie lacrime prima di tornare a casa.
Nonostante tutto, le vacanze passarono in fretta e io tornai alla mia nuova vita, a quella scuola e a quegli amici che erano ormai diventati così familiari e indispensabili per poter andare avanti con la vita di sempre.
 
Quella mattina di gennaio arrivai in classe e subito Iris mi prese per il braccio facendomi sedere al nostro banco: << Kay! Peggy ha detto a Violet che quest’anno i professori hanno in serbo per noi qualcosa di diverso dagli anni passati. Anche se non ha voluto rivelare cosa fosse >> disse così velocemente che faticai a starle dietro. Passammo tutta la mattina pensando a cosa  potesse essere e alla fine della giornata andammo dai ragazzi senza averne la più pallida idea. Entrammo nel rifugio e Iris disse ciò che aveva già detto a me.
<< Mmh, potremmo chiedere a Rosa. Lei sa sempre ciò che ha intenzione di scrivere Peggy. Anche se non ho mai capito come ci riesca >> disse Lysandre come se stesse parlando da solo.
<< Sì, Rosalya >> disse Iris illuminandosi. Poi colta dalla curiosità chiese: << Lys, ma tuo fratello e Rosalya stanno ancora insieme? >>. Lys annuì e Iris si voltò verso di me: << A proposito >> mi disse << in tutto questo tempo non ti ho chiesto se fossi figlia unica >>.
Oh, no. Non poteva chiedermi proprio questo.
Intanto Castiel aveva alzato lo sguardo dalla sua chitarra, incuriosito. << No >> risposi in fretta. Lys mi guardava, ma non riuscivo a capire la sua espressione. Tristezza? Compassione?
<< Oh, sorella? >> mi chiese Iris sorridendo.
<< No >> risposi di nuovo. Comincia a sentirmi male. << Torno subito >> dissi uscendo dalla stanza.
 
Pov Lysandre
Quando Iris fece quella domanda a Kaylie non sapevo cosa fare. La vidi irrigidirsi e rispondere velocemente. Quando uscì dalla porta vidi Castiel spalancare gli occhi sorpreso e io mi guardai intorno: << Dov’è il mio quaderno? >> dissi per poter uscire da lì. La seguii fuori. Salii le scale e la trovai con la testa bassa e una mano poggiata al muro per sorreggersi. Mi dava le spalle. << Kaylie >> dissi avvicinandomi.
Lei si girò. I suoi occhi erano velati di lacrime. << Ehi, guardami >> dissi prendendole il viso tra le mani. Respirava troppo velocemente. << Kay, non è niente >> dissi cercando di calmarla. Così, guardandomi presto si calmò.
 
Pov Kaylie
Mi calmai guardando Lysandre negli occhi. Non potevo pensare a Denny in quel momento. << Torniamo dagli altri >> dissi piano.
Lui annuì. Quando entrammo nella stanza Iris mi guardava preoccupata, mentre Castiel guardava Lysandre. << Hai trovato il tuo quaderno? >> chiese duro.
Lys scosse la testa: << No >> disse sorridendo ingenuamente.
<< E’ qui >> disse Castiel con lo stesso tono, lanciandoglielo.
Ma… era arrabbiato? Non riuscivo a capirlo. Castiel non mi guardò più fino a quando arrivò l’ora di tornare. Uscii dalla classe e me lo ritrovai dietro.
<< Kaylie >> mi chiamò. Non riuscivo a crederci. Mi aveva chiamata realmente con il mio nome. Mi fermai a guardarlo. << Stai bene? >> mi chiese serio.
Annuii: << Sì, grazie >>.
Anche lui annuì e mi guardò.
 
Pov Castiel
Ero arrabbiato. Non riuscivo a capire cosa fosse successo. A lei. Kaylie. La mia principessa. Un momento. Mia? E da quando? Mi ritrovai a pensare sconvolto.
Non credevo a ciò che mi stava succedendo. Non pensavo che sarei riuscito a farlo di nuovo dopo l’ultima volta. Sì, mi stavo proprio innamorando di quella ragazza con i lunghi capelli biondi e gli occhi chiari, così diversi dai miei. Così luminosi, proprio come il suo sorriso. Ogni volta che sorrideva riusciva a strapparne uno anche agli altri. Quando Lysandre era uscito da quella porta dopo di lei mi ero davvero arrabbiato. Anzi no, penso di essere stato… geloso? Pff, Castiel geloso? Chi lo avrebbe mai detto? Era impossibile!
Comunque avendola davanti in quel momento non riuscivo più a tenere quella domanda per me. Deglutii.
 
Pov Kaylie
Castiel deglutì poi mi chiese: << Tu e Lys… state insieme? >>.
Spalancai gli occhi: << Cosa? No! >> risposi in fretta. Lo vidi rilassarsi un po’.
<< Oh >> poi continuò senza guardarmi: << Sì, io… >> arrossì << devo andare >> disse, lasciandomi lì.
Strano, davvero strano, pensai. Castiel, sembrava… geloso? No, non era possibile. Perché avrebbe dovuto esserlo? Quello scorbutico con la risata più bella che avessi sentito negli ultimi mesi, non poteva essere geloso. Aspetta!! Più bella?! Cosa andavo blaterando?
No, no, no. Non potevo innamorarmi. Non di lui.
Quella sera andai a dormire con questi pensieri per la testa.
Purtroppo, quella fu la sera in cui capii i miei veri sentimenti verso Castiel.




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Capitolo 8
*** Proposte ***


Il giorno dopo io e Iris continuammo a fare ricerche su ciò che avevamo saputo da Violet. Andammo anche da Rosalya, ma anche lei non sapeva nulla.
Avevamo perso le speranze quando durante una noiosissima lezione di storia del 16 gennaio la direttrice, vestita tutta di giallo, entrò nella nostra classe tutta sorridente. << Ragazzi. Ho un annuncio da farvi: la scuola ha organizzato per voi una gita in montagna di tre giorni, che si terrà il 7-8-9 febbraio. Durante il secondo giorno avverrà una sorta di corsa, una gara a coppie, formate da un maschio e una femmina. La scelta del compagno è vostra. Dovete dare i nominativi in segreteria di chi parteciperà e delle coppie entro giorno 19. Per il resto: cercate di godervi la vacanza >> disse uscendo dall’aula.
Dopo l’annuncio la classe era ormai un vocio continuo e fu praticamente impossibile per il professore riavere l’attenzione. Alla fine delle lezioni io e Iris, elettrizzate dalla notizia, scendemmo nella sala prove. << Lys, hai sentito la novità? >> disse Iris al ragazzo, che non era in classe con noi. Lysandre annuì sorridendo. Poi iniziarono a suonare. Io e Iris tornammo a casa prima dei ragazzi e durante il tragitto l’unica cosa di cui parlammo fu la gara del secondo giorno. Nessuno sapeva cosa aspettarsi.
 
Pov Lysandre
Dopo aver salutato le ragazze, mi voltai verso Castiel, che stava creando degli accordi con la chitarra.
<< Allora >> dissi attirando la sua attenzione.
<< Cosa? >> mi chiese.
<< Hai intenzione di stare in coppia con Kaylie per la corsa, vero? >> dissi sorridendo.
<< Perché dovrei farlo? >> disse senza guardarmi, anche se vedevo benissimo come era arrossito.
<< Mmh, bene. Allora posso chiederglielo io senza problemi, no? >>.
Ecco! Proprio la reazione che volevo: << Non ci pensare neanche! >> mi urlò. Scoppiai a ridere e lui mi lanciò un’occhiataccia.
<< Castiel, sei proprio cotto >> dissi continuando a ridere.
<< Ma che stai dicendo? Io? Di Kaylie. Non farmi ridere Lys >> disse tornando alla sua chitarra.
<< Datti una mossa, Cass. Altrimenti glielo chiedo io >> dissi per stuzzicarlo.
Sbuffò: << Non ci provare! Aaah, va bene. Glielo chiederò domani >>.
Sorrisi e dissi: << Bene, perché io volevo chiederlo a Iris, ovviamente >>.
Castiel mi guardò malissimo: << Sei uno stronzo! >> disse, mentre io scoppiavo decisamente a ridere, prima di tornare a suonare.
 
Pov Kaylie
La mattina seguente arrivai in cortile prima del suono della campana e stranamente Castiel era già lì. Stava seduto sulla panchina con le cuffie nelle orecchie e con gli occhi chiusi. Sapevo che se mi fossi avvicinata non se ne sarebbe completamente accorto. Mi avvicinai. Ero arrivata dietro di lui quando decisi di farlo spaventare. Gli misi le mani sulle spalle poco dolcemente. Castiel saltò praticamente in aria e spalancò gli occhi, voltandosi verso di me. << Ma sei matta?! Mi hai fatto prendere un colpo! >> mi urlò ancora con gli occhi spalancati, mentre io mi sbellicavo dalle risate. Continuò a guardarmi scandalizzato, mentre mi sedevo sulla panchina, accanto a lui. << Buongiorno! >> dissi.
Lui sbuffò: << Sì, buongiorno a te, principessa >> disse imbronciato.
Io risi di nuovo per la sua reazione, quando la campana suonò. Mi alzai. << Andiamo >> gli dissi.
Lui non si mosse: << Penso di saltare la prima ora >> disse con noncuranza.
<< Ah no, vieni con me >> dissi tirandolo per il braccio. Tutta forza sprecata ovviamente, dato che lui rimase lì, guardandomi divertito.
<< Avanti, alzati! >> dissi continuando a tirare << O ci farai arrivare in ritardo >>.
Lui rise: << Sembri mia madre, principessa >>.
<< Sì, beh, muovi quel culo, Castiel! Alzati! >>.
Lui scoppiò a ridere: << Se proprio me lo chiedi così gentilmente, va bene >> disse facendosi trascinare per il braccio. Lo mollai. << Sei proprio strano >> dissi camminando verso la classe. Lui rise: << Sì, certo, principessa. E se sono strano io, tu cosa sei allora? Aspetta, ho le parole esatte: fuori di testa >>.
<< Ah, ah >> risposi facendogli la linguaccia, prima di entrare in classe.
 
Pov Castiel
Suonò la campanella dell’intervallo e subito mi diressi verso la classe di Lysandre. Quando mi vide disse: << Glielo hai chiesto? >>. Scossi la testa: << Non ancora >>.
<< E che aspetti? Io l’ho già proposto a Iris. E’ davvero contenta di partecipare con me >> disse.
<< Cos’è, me lo stai rinfacciando? >> chiesi spazientito.
<< Affatto >> rispose sorridendo << Ma devi muoverti, se non vuoi che qualcun altro glielo chieda. Pensa se lo facesse il segretario, o il ragazzo dai capelli neri… come si chiama? Armin? Beh quello lì, che le sbava dietro, mentre lei non lo calcola nemmeno… >>.
<< Aaah basta, Lys. Sta zitto. Vado a chiederglielo, contento? >> dissi andando verso l’uscita. Lui sorrise beffardo e mi disse: << Buona fortuna! >> mentre uscivo dalla classe. Mi diressi in cortile: lei era lì, con Iris, seduta sotto un albero.
 
Pov Kaylie
Eravamo sedute sotto il nostro solito albero e Iris mi stava raccontando di come fosse stato carino Lysandre nel chiederle di fare coppia con lei. Io ero davvero felice che lo avesse fatto, anche se ero un po’ preoccupata del fatto che io non sapessi ancora con chi partecipare.
<< Sta tranquilla. Qualcuno te lo chiederà di certo >> mi disse Iris sorridendo.
In quel momento vidi Castiel che veniva verso di noi.
Si fermò proprio davanti a noi e mi disse: << Principessa, posso parlarti un attimo? >>. Io annuii e mi alzai. Mi portò un po’ più lontana da lì e si fermò a guardarmi negli occhi.
<< Senti… >> si fermò.
<< Si? >> dissi incuriosita.
<< Beh, ti… ti va di fare coppia con me per la gara? >> mi chiese arrossendo.
Io lo guardai e sorrisi: << Mmh. Non mi va >> dissi per farlo innervosire.
Il rossore passò e il suo viso sbiancò: << Oh >> disse semplicemente.
Io risi e lui mi guardò: << Stavo scherzando, Cass. Certo che mi va di fare coppia con te. Con piacere >> gli dissi sorridendo.
Lui si rilassò poi mi guardò arrabbiato: << Non avevo poi torto quando dicevo che sei proprio pazza >> disse cambiando subito espressione. Adesso sorrideva beffardo.
<< Potevi sempre non chiederlo ad una pazza come me >> dissi sorridendo.
<< Potrei ripensarci >> disse lui ridacchiando.
<< Ah no, caro mio. Ormai è fatta. Sei finito nelle mie grinfie >> dissi con un espressione malvagia.
Lui scoppiò a ridere, mentre la campana suonava. << Si, principessa malefica, torniamo in classe >> disse.
Quando entrai in classe Iris iniziò a tempestarmi di domande e io le spiegai tutto.
<< Aaah, lo sapevo che sarebbe stato lui a chiedertelo. Pensa tu con Castiel e io con Lys. Saremmo le coppie perfette >> disse con gli occhi sognanti. Le diedi una gomitata e dissi: << Iris, ma che stai dicendo?! >>.
Lei ridacchiò, poi il prof entrò in classe e non potemmo più discutere sull’argomento.
 
Alla fine delle lezioni, stavo per uscire dalla scuola quando qualcuno mi chiamò.
Mi voltai: << Oh, ciao, Nathaniel >> dissi sorridendo.
<< Come stai? >> mi chiese ricambiando il sorriso.
<< Bene, grazie. E tu? >>
<< Tutto bene. Senti, hai già qualcuno per la corsa? >> mi chiese.
<< In realtà sì, mi dispiace. Me lo ha già chiesto Castiel >>.
<< Castiel? >> ripeté accigliandosi. Io annuii e lui continuò: << Oh, beh, non fa niente. Devo andare. Ci vediamo Kaylie >> e mi lasciò lì.
Lo guardai mentre si allontanava, poi tornai a casa.
 
Pov Castiel
All’uscita della scuola incontrai Lysandre. Quel giorno avevamo deciso di non provare.
<< Come è andata? >> mi chiese.
<< Tsk, come credi che sia andata? Ha detto di sì, ovviamente >> risposi.
Lui sorrise: << Bene >> disse. Poi fummo interrotti: << Castiel! >>.
Mi voltai verso la voce e mi trovai Ambra davanti. Sospirai: << Cosa c’è, Ambra? >> dissi.
Lei sculettò verso di noi. << Sei in coppia con me per la gara ovviamente, no? >>.
Io rimasi stupito: << Eehm… Veramente… No. Ho già qualcun’ altro >>.
Lei cambiò espressione: << Cosa?! E chi è questa? >>.
Lys mi salvò: << Una sua compagna di classe. Non la conosci, probabilmente. Dobbiamo andare adesso, Cass. Ciao, Ambra >> disse tirandomi per il braccio. Vidi Ambra girarsi infuriata e allontanarsi da noi.
Sospirai: << C’è mancato poco >>.
<< Già >> disse Lysandre, mentre ci dirigevamo verso casa.
 
Angolo dell’autore: Ciaoo! So che i due capitoli precedenti non erano un granché… Spero che questo vi sia piaciuto. Aggiornerò presto. :) Io stessa non vedo l’ora di finire il prossimo capitolo :3 A prestoo! 

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Capitolo 9
*** In montagna ***


Il giorno della partenza era finalmente arrivato. Quella mattina era davvero elettrizzata. Finalmente avremmo potuto passare tre giorni fuori dalla scuola. Quella mattina indossai dei jeans chiari e una maglia bianca. Sulle spalle avevo legato la mia felpa verde preferita. Mi misi anche un filo di trucco. Feci colazione e poi la zia, dato che avevo la valigia abbastanza pesante, mi accompagnò davanti il cortile della scuola, luogo del raduno.
Da due giorni io e Iris non facevamo altro che stare a casa dell’una e dell’altra per decidere ciò che dovevamo portare con noi. Era stato davvero un lavoraccio.
Davanti il cortile la prima persona che vidi fu proprio Iris, che mi saltò al collo contenta. Poi vedemmo i ragazzi che parlavano poco distanti e ci avvicinammo.
Quando Lys ci vide ci sorrise. << Buongiorno, ragazze >> disse.
Noi ricambiammo il saluto. << Siete elettrizzati per questa vacanza? Io non sto più nella pelle >> chiese Iris tutta sorridente. Io scoppiai a ridere, mentre Castiel roteò gli occhi. Lys, invece sorrise dolcemente ad Iris.
Fummo interrotti dalla voce della preside che ci ordinò di salire in modo ordinato - sì, certo – sul pullman. Io e Iris ci sedemmo insieme, al centro, mentre i ragazzi si misero due poltrone dietro di noi.
 
Pov Castiel
Eravamo nel cortile quando la vidi arrivare. Era più bella del solito. I capelli erano sciolti e mossi, anche se delle ciocche erano legate dietro. Stranamente era anche truccata e, cosa che mi fece sorridere, portava sulle spalle la felpa verde. Come al solito, doveva avere qualcosa di verde addosso.
Salimmo sul pullman e dopo nemmeno una ventina di minuti Lys mi sorrise. Oh, no. Era il solito sorriso da schiaffi, di quando aveva qualcosa di strano in mente. << Vado a parlare con Iris, ti mando qui Kaylie >>.
 << Cosa? Lys, no. Resta qui >> dissi, sapendo che non mi avrebbe ascoltato. Poco dopo infatti mi trovai Kaylie accanto. << Ciao >> disse sorridendomi, mentre si sedeva di fianco a me. Ricambiai il sorriso e lei continuò: << Quei due tramano qualcosa >> disse, facendo un cenno verso Lys e Iris.
<< Già. Lo penso anche io >> dissi in modo complice.
Lei rise: << Sei d’accoro con me? Cos’è successo? >> disse fingendosi stupita.
<< Già. Strano >> dissi sorridendole.
Il tragitto era abbastanza lungo e rimanemmo a chiacchierare per tutto il tempo. Quando arrivammo la preside consegnò le chiavi delle camere. Quella mia e di Lys era quasi di fronte a quella delle ragazze. << Meglio per noi >> disse Lys quando se ne accorse. Lo guardai e scoppiai a ridere: << Lys, parli per me, ma ti sei accorto di come guardi Iris? >>.
<< Certo. E io ammetto di essere innamorato, al contrario di te >> rispose sorridendomi.
Sbuffai scocciato. Era impressionante. Riusciva sempre a rigirare le cose a suo favore.
La giornata passò in fretta. Dopo cena i professori ci permisero di fare una passeggiata nei dintorni. Eravamo con le ragazze quando Ambra si diresse verso di me. Sospirai e presi Lysandre per il braccio: << Aiutami >> gli sibilai. Lui sorrise divertito. Quando Ambra fu davanti a noi: << Ciao, ragazzi >> disse sorridendoci ed evitando completamente le ragazze. Poi continuò: << Allora, Castiel. Con chi sei in coppia domani? >>. Vidi Kaylie che iniziava ad arrabbiarsi. Cambiò espressione.
<< Con me. Qualche problema, Ambra? >> disse sorridendo beffarda.
Ambra si voltò a guardarla. Divenne rossa: << Tu?! Come ti sei permessa, mocciosa? >> disse avvicinandosi a Kaylie arrabbiata. Allora mi misi davanti Kaylie. << Smettila, Ambra. Sono stato io a chiederle di fare coppia con me. Adesso gira al largo >> dissi, prendendo Kay per mano e iniziando a camminare nella direzione opposta. Sentii la ragazza stringere la mia mano. Era una sensazione che mi piaceva abbastanza. Lys e Iris ci raggiunsero poco dopo.
Finimmo la passeggiata e tornammo dentro. Domani la giornata sarebbe stata più lunga e tutti avevamo bisogno di dormire.
 
Pov Kaylie
Fui contenta del fatto che Castiel mi avesse difeso davanti ad Ambra. Quando mi aveva presa per mano, poi mi ero sentita improvvisamente meglio e la rabbia verso Ambra passò. Tornammo dentro e decidemmo di andare a dormire.
La mattina seguente i professori ci condussero nel luogo della gara. Eravamo vestiti tutti con la tuta scolastica e una maglia che ci avevano consegnato per le coppie. Era andato a prenderle Castiel e io mi stupii di vedere che aveva scelto quelle verdi.
Poi i professori spiegarono che era una sorta di caccia al tesoro. Dovevamo trovare degli oggetti che avevano nascosto nel bosco loro stessi. Ci diedero una lista e una mappa per orientarci e poi diedero il via.
Castiel mi prese per mano e ci inoltrammo nel bosco. Avevamo già preso quasi tutto, quando Ambra si mise davanti a me, approfittando del fatto che il mio compagno era un po’ più lontano. Eravamo circondati dagli alberi e il mio zaino era poggiato per terra. Ambra mi disse: << Te la farò pagare per aver accettato la proposta di Castiel >>. Sospirai: << Non possiamo solo goderci la vacanza e non disturbarci a vicenda? >> dissi seccata. << Tu mi hai già disturbato >>. Prese il mio zaino e iniziò a correre dicendo: << Vedremo come farai senza questo >>. In effetti in quello zaino avevo proprio tutto. << Ridammelo! >> urlai iniziando a seguirla.
Quasi subito, però la persi. << Kaylie! >>. Qualcuno mi stava chiamando e subito dopo Castiel sbucò da un vialetto.
Quando mi vide disse: << Ma sei matta? Andartene così per il bosco, lasciandomi lì >>. Era preoccupato. Aveva il fiato corto per avermi seguito, correndo e gli occhi spalancati.
<< Scusa, Cass. Ma Ambra ha preso il mio zaino. Non la trovo più da nessuna parte >> dissi guardandomi intorno.
<< Ambra? >> chiese Castiel. Annuii e lui iniziò a borbottare cose incomprensibili, arrabbiato. Sospirai e insieme decidemmo di cercare Ambra e lo zaino.
Poco distante da noi, sfortunatamente, trovai solo il mio zaino. Non c’era nessuna traccia di quella vipera. L’unico serio problema era che l’oggetto si trovava su un albero.
Sospirai: << Giuro che la ucciderò, un giorno >> borbottai.
Poi mi guardai intorno spaventata: << Cass… ma dove siamo? >> chiesi.
Lui si toccò le tasche in cerca della mappa. Non la trovò e allora mi guardò: << Ho perso la mappa. L’avrò lasciata per terra quando ho iniziato a seguirti >>.
<< Quindi non sappiamo dove siamo? >> chiesi sempre più spaventata.
Lui sospirò: << A quanto pare no. Qui è tutto uguale, maledizione >>.
Mi illuminai: << Nel mio zaino ci sono i telefoni. Se lo recuperiamo potremmo vedere se c’è linea e magari chiamare qualcuno >> dissi velocemente.
Castiel mi guardò: << Non penso che qui ci sia campo. Ma è sempre una possibilità. Dobbiamo solo recuperare lo zaino >>.
Alzammo lo sguardo verso l’albero. Lo zaino era incastrato in un ramo.
<< Come facciamo? >> chiesi, iniziando già a perdere le speranze.
<< Mmh, ci penso io >> disse Castiel iniziando ad esaminare l’albero.
<< Hai intenzione di salirci? >> chiesi ancora più preoccupata.
<< Sì >> rispose iniziando a salire.
<< Cass, sta attento >> dissi mentre metteva i piedi tra gli appigli improvvisati del tronco.  Con non poca difficoltà riuscì a raggiungere lo zaino e a lanciarmelo.  Lo presi e lo misi per terra senza togliere lo sguardo da lui.
<< Ok adesso scendi da lì >> gli dissi. Ecco, penso proprio che in quel momento il mio cuore si fermò per un momento. Il suo piede andò a vuoto e vidi Castiel cadere da piuttosto in alto.
<< Cass >> urlai terrorizzata. Toccò terra con la schiena e io mi lancia verso di lui.  Era svenuto. Non so quando iniziai a piangere, ma sentivo le mie guance bagnate. Misi la sua testa sulle mie gambe e con la mano tra i suoi capelli iniziai a chiamarlo: << Cass! Castiel, avanti, svegliati! >>. Cercai il telefono nella borsa, ma maledizione, non c’era campo.
Rimanemmo così per un po’ , quando finalmente aprì gli occhi.
 
Pov Castiel
Quando aprii gli occhi mi accorsi di essere staso per terra. Avevo la testa sulle gambe di Kaylie. << Principessa, stai piangendo? >> chiesi, dopo aver messo a fuoco il suo viso.
<< Oh, Cass, non farlo mai più, ti prego >> disse tra le lacrime.
Cercai di sollevarmi, ma un dolore alla schiena e al torace non me lo permise.
<< Mmh >> gemetti di dolore, riappoggiando la testa sulle sue gambe.
<< Fa piano. È stata una brutta botta >> mi disse, accarezzandomi i capelli. Solo a quel punto mi resi conto di come eravamo messi. La guardai: aveva smesso di piangere, ma era ancora spaventata. Non so per quanto tempo rimanemmo in quella posizione. Era quasi buio quando sentimmo qualcuno chiamarci. << Castiel! Kaylie! >>.
<< Siamo qui! >> urlò Kaylie e poco dopo Lysandre spuntò davanti a noi con un professore.
<< Ragazzi! State bene? >>chiese l’adulto.
<< Mai stato meglio >> bisbigliai. Mi aiutarono ad alzarmi e con l’aiuto di Lys arrivammo all’inizio del bosco, dove una macchina e la preside ci stava aspettando. Quando ci vide la grassona iniziò a farci una morale gigantesca, ma guardando Kaylie capii che né io né lei stavamo ascoltando una parola.
Mentre tornavamo all’hotel io ero seduto tra Kay e Lys, e quest’ultimo chiese: << Ragazzi, cosa avete combinato? >>.
<< Quella maledetta di Ambra. Ci siamo persi e sono volato da un albero >> sussurrai per non fare ascoltare la grassona davanti.
Arrivammo all’hotel e mi accompagnarono nell’infermeria improvvisata dalla scuola per la gara. Persi Kaylie di vista, mentre Lys mi accompagnò.
Dopo il controllo ero ancora senza maglia, mentre il mio amico guardava fuori dalla finestra, quando bussarono alla porta. << Avanti >> disse Lys.
Kaylie entrò nella stanza. Lys mi passò la maglia e dopo averla messa la guardai. Era pallida. << Ciao >> le dissi. Allora lei si avvicinò e non curandosi della presenza di Lys, mi abbracciò. Rimasi stupito, ma ricambiai l’abbraccio, non curandomi del dolore alla schiena.
<< Mi hai fatto paura >> mi disse con voce tremante. Mi staccai e le sorrisi: << Principessa, io sto bene. E tu, come stai? >>
Scrollò le spalle e sorrise: << Ho raccontato tutto alla preside. Ambra verrà punita >> m’informò.
Io annuii e a quel punto Lysandre disse: << Kay. Sei pallida. Sicura di stare bene? >>.
Le poggiai una mano sulla fronte. << Sto bene. Sono solo stanca >> rispose.
Si diresse verso la porta: << Mi dispiace, Cass >> disse uscendo dalla porta senza darmi il tempo di rispondere.
Il giorno dopo fu tranquillo e dopo l’incidente guadagnai più attenzioni da parte di Kaylie, anche se ormai stavo molto meglio. Salimmo sul pullman e Lysandre si piazzò direttamente accanto a Iris, lasciando il posto accanto a me a Kaylie. La ragazza era così stanca che quasi subito si addormentò. Sorrisi vedendo che aveva poggiato la testa sulla mia spalla.
Pov Kaylie
Anche la vacanza finì e noi tornammo nella nostra prigione giornaliera. Alla nostra solita vita.




Angolo dell'autore: Ciao ragazzi :) Ho deciso di postare adesso questo capitolo dato che per i prossimi quattro giorni non potrò aggiornare. A me solitamente piace aggiornare abbastanza presto. Farvi aspettare così non è da me :3 Quindi spero che questo capitolo vi piaccia. Inoltre ringrazio per i commenti ricevuti. A prestoo :)

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Capitolo 10
*** Missione... Coppia ***


Angolino dell'autore: E dopo 4 giorni rieccomi qui! Ecco il nuovo capitolo.. Buona lettura :)


Eravamo tornati tutti alle solite giornate scolastiche. Dopo le lezioni, quel giorno, scesi sovrappensiero nella sala prove. Ero da sola, dato che Iris non era venuta a scuola. Entrai nella stanza e trovai Lys seduto per terra con la testa sulle ginocchia, mentre Castiel, come se non vedesse l’amico per terra, strimpellava con la chitarra.
<< Ma che succede? >> chiesi. Castiel mi guardò: << E’ fuori di testa! Non riesce a scrivere nulla e non fa che blaterare cose senza senso. E’ da un pezzo che lo incito a cantare, ma non vuole ascoltarmi >> sbraitò il rosso. Sospirai e cercai di zittire quel ragazzo privo di tatto con un cenno della mano.  Andai a sedermi vicino a Lysandre: << Cosa c’è che non va, Lys? >> dissi scostandogli una ciocca di capelli chiari dal viso. Sentii Castiel sbuffare dietro di noi, ma lo ignorai.
Lysandre alzò lo sguardo verso di me. << Non riesco più a scrivere nulla. Neanche una parola che possa stare bene con i testi delle canzoni. E se non lo faccio io, chi può farlo? Quel beota lì? >> disse abbattuto. Castiel sentendosi insultare disse:
<< Ehi! Non sono di certo io il beota, qui dentro >>.
<< Vuoi stare zitto? >> dissi al rosso. Poi guardai Lys: << Ma che succede? Tu riesci sempre a scrivere le canzoni. Senza problemi >>.
<< Io… non riesco a pensare ad altro che… che… >> si bloccò.
Lo guardai, ma non ricevetti risposta. Castiel sbuffò, ancora. << Si è innamorato. Pensa soltanto ad Iris >> disse con lo stesso tatto di poco prima. Lo fulminai con lo sguardo.
<< Ma… se è per questo, posso aiutarti! >> dissi a Lys.
Lui sollevò la testa: << E come? >>
Sorrisi: << Cavoli, Lys! Tra due giorni è San Valentino! È la condizione ideale per dichiararsi! >>.
<< Oh. È vero. Ma… come faccio a dirglielo? >> mi chiese.
<< Su questo lascia fare a me. Tu devi solo sederti qui… >> dissi facendolo alzare da terra e indicando la sedia << e scrivere una canzone >>.
<< Cosa? Ti ho appena detto che non ci riesco! >> disse sconfitto.
<< Ma non sarà una vostra canzone. È per Iris. Riesci a pensare solo a lei? Perfetto! Metti ciò che pensi in una canzone. Su al lavoro! Noi torniamo subito >> gli dissi.
<< Noi? >> chiese Castiel spazientito.
Annuii e lo presi per il braccio. << Vieni con me >>.
Lui sbuffò ma mi seguì fuori. Chiusi la porta e lo portai al piano di sopra. << Tu devi aiutarmi ad organizzare tutto >>.
<< Io? Cosa c’entro io? >> si lamentò.
<< Ah sì, sono anche tuoi amici e per la loro felicità mi aiuterai >>. Lui sbuffò ma non ribatté.
<< Allora. Ho delle idee… >> iniziai entrando in una classe.
<< Che intenzioni hai? Cosa dobbiamo fare? >> mi chiese.
<< Bene. Io porterò qui Iris con una scusa, tra due giorni, cioè San Valentino. Tu,  allestirai il tutto nella sala prova. Per tutto intendo l’occorrente che ti darò: Tovaglia, candele, cibo… >>.
Lui scoppiò a ridere: << Ma cosa vuoi organizzare? >>.
Lo fulminai: << Non sei per niente romantico, tu. Una cenetta! Iris ne andrà pazza >>.
<< E Lys ci ucciderà >> disse Castiel continuando a ridere.
<< Sciocchezze! >> dissi dandogli un pugno scherzoso sul braccio.
<< Adesso stammi a sentire: devi avvisare Lys. Spiegagli cosa ho in mente di fare. Digli che si vesta bene e che prepari la canzone. Per il resto ci penserò domani, d’accordo? >> continuai.
Lui mi fissò: << Vuoi farlo davvero? >>
<< Certo! >> dissi con convinzione. Poi scendemmo di nuovo in sala prove. Lys aveva già iniziato a scrivere. Io me ne andai prima dei ragazzi e uscendo dalla porta lanciai un’occhiata d’intesa a Castiel, che mi sorrise beffardo.
La sera chiamai Iris e le chiesi cosa facesse a San valentino. Fortunatamente non aveva nulla in programma.

Il giorno dopo, finite le lezioni, scesi di corsa nella sala prove. Iris non era con me nemmeno oggi, per un impegno familiare e fu un bene.
Entrai e trovai Castiel con un foglio in mano, mentre Lys si muoveva per la stanza tenendo il ritmo con la mano. << E’ finita? >> dissi allegra. Lys mi guardò e sorrise: << Sì, ce l’ho fatta! >> disse con fierezza.
<< Aah. Sapevo che ce l’avresti fatta! >> dissi entusiasta.
<< Ma… vuoi davvero fare tutto questo per aiutarmi? Non è un po’ troppo? >> Mi chiese Lys, preoccupato.
<< Affatto. E sono certa che anche Iris apprezzerà. Adesso devi solo pensare a prepararti. Io e Cass faremo il resto >>.
Castiel roteò gli occhi.
<< Come sei riuscita a convincerlo? >> rise Lysandre.
<< Sono convincente. È per una buona causa! >> dissi sorridendo, mentre Castiel alzava gli occhi al cielo in modo sarcastico.
<< Va bene. Adesso devo andare al bazar. Ci vediamo domani >> dissi andando verso la porta. << Ah Lys, frutta o panna? >> chiesi prima di uscire.
Lui mi guardò accigliandosi: << Frutta? >> disse indeciso.
<< Ok. Va benissimo >> dissi andando via. Mentre camminavo sentii Castiel che diceva: << Frutta? Stai scherzando? >>. Scoppiai a ridere e mi diressi al bazar. Comprai tutto il necessario. Io ero un ottima cuoca così presi solo l’occorrente. Quella sera non sentii Iris e andai a dormire, convinta che tutto sarebbe stato perfetto.

Il giorno dopo ero elettrizzata. Arrivai a scuola e vidi Iris: << Buon San Valentino! >> dissi sorridendo. Lei rise: << Ciao Kay! >>.
<< Oggi pomeriggio passo da te, d’accordo? Mmh, verso le 18? >>. Lei mi guardò e sorrise. << D’accordo >> disse e per fortuna senza fare domande.
Alla fine delle lezioni mi stavo dirigendo velocemente verso il sottoscala, quando Ambra mi si mise davanti. << Togliti dai piedi. Non ho tempo da perdere, Ambra >> dissi scocciata.
<< Perché dovrei? >> disse sicura di sé.
Sbuffai. << L’ultima volta stavi facendo ammazzare Castiel. Adesso cosa vuoi? >>.
Lei si spazientì. << Quello è stato solo un incidente. Il mio obbiettivo è togliere di mezzo te >>.
Sbuffai di nuovo. << Sì, provaci, finta bionda >> dissi arrabbiata.
<< Come mi hai chiamata? >> disse avvicinandosi. Stava per darmi un ceffone quando qualcuno dietro di lei la fermò. Era Nathaniel.
<< Ambra, cosa credi di fare? >> disse arrabbiato.
Lei si voltò. << Non sono affari che ti riguardano, Nath. Tornatene a casa >>.
<< Smettila. O te la farò pagare >> disse il fratello maggiore.
<< Cosa? >> chiese Ambra stupita.
<< Torna a casa, Ambra >>. Lei sbuffò e se ne andò.
Guardai Nathaniel. << Grazie >> dissi.
<< Mi dispiace, Kay. Per come si comporta mia sorella con te. Ho saputo di ciò che è successo in montagna. Mi scuso, per lei >>.
<< Non è colpa tua. Dispiace anche a me, ma deve essere lei a scusarsi. Adesso devo andare. Ciao Nath >> dissi andando verso il sottoscala.
Arrivai nella sala quasi correndo. << Siete pronti? >> dissi con il fiato corto.
Cass annuì, mentre Lys mi guardò: << Sei sicura di quello che stiamo facendo? >> chiese spaventato.
<< Certo. Ti fidi di me? >> gli chiesi.
Lui annuì. << Allora andrà tutto bene, vedrai >> dissi.
<< Ma… se dovesse rifiutarmi? >>
Io risi: << Scherzi? È pazza di te >>
<< Mmh >> disse lui poco convinto.
<< Sta tranquillo, Lys. Tu rilassati e stai pronto a cantare la tua canzone. Ora va a casa e rilassati >>.
Lui annuì e se ne andò.
<< Bene. Tu vieni con me >> dissi prendendo Castiel per il braccio.
<< Dove andiamo? >> chiese.
<< A casa mia. Dobbiamo preparare la cena >>.
Lui mi guardò stupito, ma non disse nulla. A casa mia iniziammo a preparare il cibo e le cose che mi divertii a preparare di più furono le torte. Ne facemmo una alla panna e una alla frutta, per sicurezza. Alla fine, anche se combinammo un putiferio e Castiel non era così bravo in cucina, finì tra battute e risate. Poi ci dividemmo. Lui andò a scuola, io da Iris. Arrivai da lei e le dissi che saremmo uscite. La aiutai a vestirsi e anche se non era convinta della gonna e il top che avevo scelto non si lamentò molto.
Mentre si vestiva dissi: << Frutta o panna? >>
<< Oddio, Kay. Mi fai paura con queste domande. Direi… frutta, perché? >> disse con aria poco convinta.
<< Siamo in tema >> dissi sorridendo. Fortunatamente avevamo seguito i gusti di Lys.

Quando la portai a scuola chiese: << Cosa ci facciamo qui? >>.
<< Vedrai >> dissi conducendola fino alle scale. Incontrammo Castiel lì che mi sorrise.
<< Resta qui >> gli sussurrai. Lui annuì e io condussi Iris di sotto.
<< Bene. Entra. Ci vediamo più tardi >> le dissi sorridendo.
<< Che significa? >> mi chiese spaventata.
Risi: << Su entra! >> la incitai. Lei aprì la porta e io mi diressi al piano di sopra, da Castiel.
<< E noi, cosa facciamo? >> mi chiese quando gli fui accanto.
<< Non hai nulla da fare a San Valentino, tu? >> dissi sorridendo.
<< Perché, tu sì? >> rispose sorridendo a sua volta.
<< No. Ma il nostro Castiel… >>
<< Aah. Fa silenzio >> mi disse ridendo.
Risi anche io: << Mmh… sai, nel frigo di casa mia c’è ancora la torta alla panna >> dissi. Lui mi sorrise: << Andata >> mi disse cominciando a camminare verso casa mia. Arrivammo e ci dirigemmo direttamente verso il frigo. Dato che mia zia non era in casa e salutare com’era non avrebbe mai mangiato la torta, presi direttamente dei cucchiaini e iniziammo a ingozzarci di torta alla panna, seduti sul divano.
Lo guardai: << Cass, sei tutto sporco di panna >> dissi, ridendo.
<< Ah ah. Senti chi parla >> mi rispose sorridendo.
Io risi e allungai il braccio per pulire il viso di Castiel, con il fazzoletto che avevo in mano. Restammo seduti a chiacchierare, quando strapieni ci alzammo. Avevamo quasi finito in due una torta. Misi quella rimasta nel frigo. Dopo aver chiuso il frigorifero cominciai a camminare verso il salotto. L’unico problema fu che, chissà come, scivolai. Castiel, che era dietro di me, se ne accorse e così subito dopo mi ritrovai tra le sue braccia, con la schiena poggiata sul suo petto e il viso a pochi centimetri dal suo. Rimanemmo immobili. Il suo viso era così vicino. Troppo, direi. Lui si avvicinò ancora di più. Ero completamente ipnotizzata dai suoi occhi scuri. Le nostre labbra erano ad un soffio dal toccarsi, quando… il campanello suonò. Ci allontanammo di colpo. Mentre ero ancora tra le sue braccia mi disse: << Devi fare attenzione, principessa >>.
<< Mmh, grazie >> dissi togliendo il contatto. Mentre ripensavo a cosa sarebbe potuto accadere aprii la porta. Iris e Lys erano lì e si tenevano per mano. Guardai l’orologio. Era quasi mezzanotte.
<< Cavoli, ragazzi. Cosa ci fate qui? >> chiesi alzando lo sguardo dall’orologio. Intanto Castiel era arrivato di fianco a me.
<< Immaginavamo che foste qui. Siamo venuti a ringraziare >> disse Lys voltandosi verso Iris e guardandola dolcemente. Diedi una spallata a Castiel. << Ce l’abbiamo fatta! >> gli dissi orgogliosa. Lui sorrise:
<< Già >> disse con sguardo complice.
Facemmo entrare i ragazzi in casa. Passammo un po’ di tempo insieme e i due piccioncini non riuscivano a stare lontani.
Alla fine, tra sguardi e risate, tutti tornarono a casa e io andai a dormire, ripensando alla nuova coppia e a ciò che era avvenuto quel giorno. No, non era stata proprio una giornata qualunque.




 

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Capitolo 11
*** Compleanno ***


Mancavano solo 12 giorni al fatidico giorno. Il 4 Marzo, il mio compleanno. Anzi, la morte di mio fratello. Era così vicino e io non ero assolutamente pronta a trascorrere quel giorno.
Arrivai a scuola. Era come se una nuvola di pioggia fosse soltanto sopra di me. Nel cortile Castiel mi raggiunse: << Buongiorno >> disse sorridendomi.
Lo salutai con un cenno del capo e continuai a camminare verso la classe. Sentivo lo sguardo di Castiel sopra di me, così accelerai.
<< Kay, aspetta >> mi disse afferrandomi per il braccio e obbligandomi a voltarmi.
Lo guardai. Anzi guardai la sua mano sul mio braccio.
<< Cos’è successo? >> mi chiese dolcemente.
<< Niente >> dissi staccandomi dalla sua morsa ed entrando in classe.

Pov Castiel
Quando mi aveva guardato in quel modo, con lo sguardo inespressivo, non capivo che cosa avesse o se fosse arrabbiata con me. Rimasi tutta l’ora a guardarla e mi accorsi che non si comportava così soltanto con me. Con Iris non parlò quasi per nulla, al contrario di ciò che avveniva spesso.
Alla fine delle lezioni in sala prove, mi aspettavo di trovare Kaylie seduta sopra il solito banco con il suo quaderno, ma quando entrai di lei non c’era neanche l’ombra. Stranamente trovai Lys. Puntuale. Sì, davvero strano. << Ma cosa avete tutti quanti, oggi? >> chiesi sbuffando, mentre poggiavo lo zaino su un tavolo.
<< Ummh? Che vuol dire? >> chiese il mio amico.
<< Hai incontrato Kaylie oggi? >>
<< No, perché? >> rispose.
<< Incontrala e vedrai >> dissi. Giusto il tempo di finire la frase che la ragazza entrò nella sala.
<< Ciao >> disse Lys sorridendo.
<< Ciao >> disse lei inespressiva << Ho lasciato qui il mio quaderno? Lo avete visto? >> disse guardando in giro.
<< No, qui non c’è >> dissi io, guardandola.
Lei sospirò: << Devo andare >>.
<< Non rimani oggi? >> chiese Lysandre.
<< Non posso >> disse lei uscendo senza nemmeno salutarci. Oggi non aveva sorriso neanche una volta.
<< Hai notato? >> chiesi, voltandomi verso Lys, che guardava la porta corrucciato.
<< Sì, ma cosa le è successo? >> disse.
<< Io l’ho appena chiesto a te >> dissi sospirando.
L’unico problema fu che anche i giorni successivi Kaylie continuava a comportarsi in quel modo e noi continuavamo a non capirne il motivo.

Pov Kaylie
Mancava solo una settimana quando, finite le lezioni, andai nella sala prove. Sapevo che i ragazzi sarebbero arrivati più tardi, quindi sarei stata da sola. Quella volta avevo trovato il mio quaderno sulla scrivania della mia stanza. Quando entrai nella classe mi sedetti nel punto più lontano dalla porta e iniziai a sfogliare e a scarabocchiare sul mio quaderno. Solo dopo mi accorsi di aver scritto soltanto il nome di mio fratello. Cercai la foto tra le pagine e la osservai. Poco dopo però scoppiai in lacrime. Piansi e mi arrabbiai. Era colpa mia se mio fratello era morto. Presi il quaderno e lo scagliai contro il muro. Mi alzai e corsi fuori dall’aula. Dovevo andarmene da lì. Uscii dalla scuola e mi inoltrai nel parco, vicino casa mia.

Pov Lysandre
Entrai in sala prove prima di Castiel. In quel periodo andavo alle prove sempre in anticipo, sperando di trovare Kaylie, ma non ero ancora stato fortunato. Mi guardai intorno e lo vidi. Il suo quaderno era per terra. La foto con suo fratello lì accanto. Li presi e andando all’ultima pagina trovai il foglio ricoperto di un solo nome: Danny.
Fu a quel punto che capii il comportamento di Kaylie. Ero stato stupido a non pensarci prima. Avrei dovuto aspettarmelo. Misi la foto tra le pagine e chiusi il quaderno, proprio mentre Castiel entrò nella classe. Mi voltai a guardarlo, lasciando il quaderno sul banco dietro di me. Il mio amico aveva l’aria abbattuta. Da quando Kaylie non gli aveva più rivolto la parola, era raro sentire la sua risata.
<< Che stai facendo? >> chiese vedendo il quaderno dietro di me.
<< Ho trovato questo >> dissi prendendo l’oggetto. Era inutile mentirgli. In parte, almeno.
<< Lo hai letto? >> mi chiese arrabbiato.
Scossi la testa. << No >> dissi tralasciando ciò che avevo visto.
<< Dobbiamo ridarglielo >> disse senza guardarmi.
Annuii: << Glielo restituirò >> dissi mettendolo nel mio zaino.
Poi continuai: << Cass >>
<< Cosa c’è? >> chiese brusco.
<< Lo vedo anche io che stai male per ciò che le succede. E per come ti tratta, ultimamente >>.
<< No. Io sto bene. Adesso cominciamo a provare >> disse.
<< Perché non le parli? >> chiesi avvicinandomi a lui.
Lui mi guardò arrabbiato: << E per cosa? Per farmi insultare? O per non ottenere risposta, magari! >> mi urlò.
Sospirai e gli misi le mani sulle spalle: << Possiamo sistemare tutto. Devo solo informarmi di una cosa, d’accordo? >>
Lui si arrabbiò ancora di più. Spalancò gli occhi: << Tu sai perché lei è così da almeno una settimana? >> urlò.
<< Io… suppongo. Devo solo accertarmi di questo. Tu inizia a provare. Torno subito >>.
Castiel sbuffò e io mi diressi in segreteria. Nath era ancora lì.
<< Ho bisogno di un informazione >> dissi entrando.
<< Di cosa hai bisogno? >> mi chiese alzando gli occhi dai fogli.
<< So che forse non lo puoi fare… >>
<< Io non faccio nulla di illegale! >> mi interruppe.
Sospirai: << E’ importante. Potresti controllare la data di nascita di Kaylie? >> chiesi.
<< E questo è importante? Chiedilo a lei >> disse tornando sui fogli.
Poggiai le mani sul tavolo: << Senti. Ci sarà pur un motivo se lo sto chiedendo a te, no? Se mi dai ciò che mi serve, non dirò nulla. Faremo come se non è successo niente >>.
Lui mi guardò poco convinto.
<< D’accordo. Dobbiamo sapere quando è il suo compleanno. Non vuoi saperlo anche tu? >> dissi allora.
<< Oh, sì, ma non così >>.
<< Non puoi aiutare un amico? Solo per questa volta >> dissi.
Lui sospirò: << D’accordo, ma solo per questa volta. E che rimanga tra noi >>.
Aprì una cartella e leggendo disse: << 4 Marzo. Tra una settimana >>.
<< Maledizione! >> bisbigliai. << Grazie, Nath. Ti devo un favore >> dissi uscendo dalla segreteria. Tornai da Castiel.
<< Allora? >> disse brusco.
<< Cosa? >>
<< Avanti! Sai che cos’ha? >> chiese.
<< Non… non ne sono sicuro >> risposi.
<< Aah! Lys, mi stai mentendo! Dimmi che le sta succedendo! >> urlò.
<< Io… non posso. Ho promesso. Sarà lei a dirtelo >> risposi.
<< Cosa? Hai promesso? Ma che significa? >>. Era davvero arrabbiato.
<< Io… mi dispiace >> farfugliai.
<< Tsk! Torno a casa >> disse.
<< Castiel >>
<< Lasciami in pace >> disse uscendo dalla stanza. Avevo bisogno di parlare con Kaylie. Subito.
Arrivai a casa sua e bussai. Mi aprì una signora bionda. La zia. Mi disse che Kaylie non era ancora rientrata.
<< Posso aiutarti io? >> mi chiese.
<< Non fa niente. La ringrazio >> risposi.
Il giorno dopo Kaylie non venne a scuola. Castiel mi parlava appena e quando Iris entrò disse: << Nath mi ha detto che tra sei giorni è il compleanno di Kaylie >>.
Maledizione! Non poteva tenerlo per sé?
<< Il 4 Marzo? >> chiese Castiel. Lei annuì.
<< Potremmo organizzarle qualcosa. Magari la tiriamo su di morale >> disse lei rabbuiandosi.
<< No! >> dissi troppo forte e in fretta. Entrambi si voltarono verso di me.
<< Cioè… Lei non vorrebbe >> farfugliai.
<< Ma che stai dicendo? >> mi chiese Iris.
<< Io… tesoro, promettimi che non organizzerai nulla >> dissi alla mia ragazza.
<< Ma perché? >> chiese confusa.
<< Io… >>
<< Non può dirlo. Merda, Lys! Che cosa stai nascondendo? >> disse Castiel.
Sospirai pesantemente e mi sedetti sulla sedia.
<< Vi prego, ragazzi. Non giudicatemi. Non è una mia scelta >>.
<< Ma neanche quella di Kay. Organizzerò qualcosa >> disse Iris uscendo dalla stanza.
<< Maledizione! >> farfugliai, mentre Castiel mi lanciava un’occhiata sprezzante.

Pov Kaylie
Oggi era quel maledetto giorno. Non riuscivo a restare lucida un solo momento. La sera prima non avevo chiuso occhio e le mie occhiaie erano profonde. Scesi giù e la zia appena mi vide mi sorrise: << Come stai, tesoro? >>.
Deglutii e scossi la testa, cercando di cacciare indietro le lacrime.
<< Auguri, piccola mia >> mi disse la zia abbracciandomi.
Io scoppiai in lacrime: << Non farmi gli auguri. Non è giusto >> dissi con il viso sul suo petto.
<< Tesoro, sta tranquilla, andrà tutto bene. Non è stata colpa tua. Danny non vorrebbe vederti in questo stato >> mi disse.
Asciugai le lacrime e lei continuò: << Va a scuola e non ci pensare >> disse accarezzandomi i capelli.
Feci colazione e mi diressi a scuola.

Arrivai in cortile e Castiel mi venne incontro. Solo allora mi accorsi di come mi guardava: era triste, arrabbiato e ferito.
<< Ciao >> dissi dolcemente quando fu davanti a me.
Lui sorrise tristemente: << Ciao, Kay. Come stai? >> mi chiese.
<< Sto bene. E tu? >>.
Lui scrollò le spalle.
<< Posso… accompagnarti in classe? >> mi chiese.
Annuii e andammo in classe. Alla fine delle lezioni Castiel mi raggiunse al banco, insieme a Lys che era entrato nella nostra classe. << Ciao >> mi disse. Aveva lo sguardo triste, anche lui.
<< Ciao >> dissi. Poi Castiel lesse un messaggio di Iris sul suo telefono: << Vuole che scendiamo tutti nella sala prove, urgentemente >>.
Allora ci dirigemmo tutti al piano di sotto. Arrivammo e la porta era chiusa. Entrammo e oltre ad Iris c’erano anche Violet, Melody, Kim e Nath.
<< Auguri Kaylie! >> urlarono in coro.
<< Oh no >> sentii dire Lysandre. Io ero pietrificata. Mi voltai verso Lys.
<< Kay. Mi… mi dispiace. Io… >>.
Stavo per scoppiare in lacrime, lo sapevo. Fu proprio quello che feci, mentre uscivo di corsa da lì.

Pov Castiel
Iris aveva organizzato tutto senza avvisare né me né Lys. Quando Kay uscì dalla classe correndo, Lysandre la chiamò e fece per seguirla, ma io lo fermai: << Vado io >> dissi correndo dietro la ragazza.
La trovai in un’aula vuota, per terra, che piangeva con le ginocchia al petto. << Kay >> dissi avvicinandomi. Lei si alzò da terra. << No… non… >> si fermò.
<< Kaylie, che sta succedendo? >> dissi dolcemente. Lei si avvicinò e ancora piangendo finì tra le mie braccia. La strinsi a me, mentre lei diceva: << Mi dispiace, Cass >> tra le lacrime.
<< Ssh. Non scusarti >> dissi.
<< Oggi… non è il mio compleanno >> continuò, staccandosi da me.
La guardai confuso. << L’anno scorso, mio fratello… Danny. È morto. Oggi. È colpa mia. Stava tornando da me >> disse piangendo.
<< Era… leggermente in ritardo. La moto… Lui… è morto per colpa mia >> disse singhiozzando. In quel momento capii molte cose: il ragazzo delle foto, nella sua camera, era suo fratello. La reazione alla domanda di Iris. La paura delle moto. Tutto.
<< Ehi, ehi. Non è colpa tua, Kay. E’ stato un incidente >> dissi abbracciandola.
Lei si strinse a me: << Se non fosse stato il mio compleanno, non sarebbe stato investito >> sussurrò.
<< Non dire così, piccola. Ssh, non è colpa tua >>.
A poco a poco tra le mie braccia si calmò. Ci sedemmo su un banco, quando smise di piangere. << Non prendertela con Lys. Sono stata io a chiedergli di mantenere il segreto. Stavo cercando di ricominciare. Anche lui non avrebbe dovuto saperlo >> disse sorridendo tristemente.
Ricambiai il sorriso.
<< Mi dispiace di non avertelo detto. E mi dispiace per le ultime due settimane. Vi ho fatto soffrire inutilmente insieme a me. Non avrei dovuto evitarti >> continuò.
<< Non è niente. Non devi scusarti con me >> le dissi in fretta.
<< Grazie >> disse.
Io sorrisi e lei continuò: << Torniamo dagli altri. Poi potresti riaccompagnarmi a casa? >>
<< Certo >> risposi.
Scendemmo di sotto. Lys aveva spiegato tutto e quando entrammo era seduto con una mano sul viso, mentre Iris lo consolava. Quando ci vide si alzò di scatto.
<< Kay. Mi dispiace tanto >> disse.
La ragazza sorrise e lo abbracciò. << Scusa, Lys. Non è colpa tua >>. Lui ricambiò, poi Kaylie si scusò con gli altri e si voltò verso di me. Le porsi una mano e lei la strinse.
Uscimmo dall’aula e l’accompagnai a casa. Era quasi ora di cena, quando arrivammo all’ingresso. << Grazie >> mi disse. Io sorrisi e cercai qualcosa nelle tasche: << Questo è per te >> dissi porgendole un pacchetto.
Lei scosse la testa: << Io… Non posso accettare. Non voglio più avere regali di compleanno >>.
<< Consideralo come un regalo qualsiasi da parte mia >> dissi sorridendo e mettendole il pacchetto in mano. Lei sorrise e lo aprì. Era un braccialetto con una K ricoperta di piccoli brillantini, come ciondolo.
<< E’… bellissimo >> disse guardandomi.
<< Sono contento che ti piaccia >> le sorrisi.
<< Adesso devo rientrare >> disse. Prima di aprire la porta però mi abbracciò.
<< Auguri, principessa >> le dissi ricambiando l’abbraccio.
<< Grazie >> mi sussurrò. Anche se non capivo se si riferisse agli auguri o al resto. Entrambi, suppongo.
Si staccò ed entrò in casa, sorridendomi.
Tornai a casa e mentre camminavo, ripensavo a ciò che era successo. Ero stato un idiota ad essere geloso del ragazzo nelle foto. Suo fratello non meritava di morire così presto.
Almeno quel giorno avevo capito molte nuove cose su Kaylie. La mia principessa.

 


Angolo dell'autore: Ciaoo :) so che questo capitolo è un po' deprimente, ma almeno adesso anche Castiel e gli altri sanno la verità. Spero che vi sia piaciuto. A presto :)

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Capitolo 12
*** Per lei ***


Erano passate ormai diverse settimane dal mio compleanno e tutto era tornato alla normalità. Dopo le lezioni scesi nella sala prove. Sapevo che avrei trovato tutti lì, compresa Iris, dato che io mi ero fermata per un chiarimento di matematica ed ero in ritardo. Scesi quasi di corsa e aprii la porta. Tutti erano lì: Lys e Iris stavano parlando e ridendo, praticamente attaccati, mentre Castiel stava leggendo, probabilmente una canzone. << Ciao >> salutai.
La coppia mi sorrise, mentre Castiel non sollevò nemmeno lo sguardo. Mi avvicinai e mi misi di fianco a lui. << Che piacere vederti, Castiel. Sì, io sto bene. E tu? >> dissi parlando da sola.
Lui mi guardò e scoppiò a ridere: << Ma che stai facendo? >> mi chiese.
<< Sai che è maleducazione non calcolare la gente? Infatti tu sei il re dei maleducati >> dissi.
<< Te la stai prendendo con me, per caso? >> chiese sorridendo beffardo. Io risi: << Può darsi. Che stai facendo? >> chiesi.
<< Questa canzone è uno strazio >> disse accartocciando il foglio che aveva nelle mani. Dato che se fosse stata una canzone di Lys lo avrebbe già ucciso per ciò che aveva appena fatto, tolsi il foglio dalle sue mani.
<< L’hai scritta tu? >> dissi sorpresa.
Lui annuì. << E’ stato un tentativo. Mal riuscito, a quanto pare >> disse.
Iniziai a leggere e rimasi ancora più stupita. Era una canzone d’amore. Castiel che scrive una canzone d’amore? E da quando? La canzone era stupenda. C’erano delle imperfezioni e delle parti che non suonavano bene, ma nel complesso il senso e le parole erano bellissime. Lo guardai: << Ma è stupenda >> gli dissi.
Lui arrossì: << Davvero, ti piace? >>
<< Sì, è molto bella. Non dovresti gettarla, secondo me. Potrebbe venirti una canzone meravigliosa >> dissi sorridendo.
<< Mmh. Non lo so. Non riesco a dare il giusto tocco >> disse poco convinto.
<< Potrei aiutarti a scriverla >> gli dissi << Magari il parere di una ragazza può esserti utile >>.
Lui mi guardò stupito: << Davvero mi aiuteresti? >> chiese.
<< Certo >> gli sorrisi. Io scrivevo tantissimo e avevo già provato anche con qualche canzone. Non sarebbe stato poi tanto difficile.
Lui mi sorrise e solo in quel momento mi accorsi che intorno a noi c’era silenzio. Iris e Lys ci stavano guardando e a quanto pare anche ascoltando. Lys stava sorridendo, mentre Iris guardava curiosa. Sia io che Castiel li guardammo e loro si voltarono e ripresero a parlare. Io guardai Castiel sconvolta per il loro comportamento e lui alzò gli occhi al cielo. Scoppiai a ridere, mentre lui mi sorrideva.
Poi mi voltai verso Iris: << Ehi, Iris >> dissi.
Lei si voltò: << Si, Kay? >>
<< Questo weekend sarò da sola in casa. Ti va di farmi compagnia? >> le chiesi.
Entrambi i ragazzi ci guardavano e Iris rispose: << Certo, volentieri >> mi sorrise.
Ricambiai il sorriso e i ragazzi iniziarono a provare. Noi rimanemmo a guardare e alla fine delle prove Castiel mi accompagnò a casa.
<< Quando puoi aiutarmi per la canzone? >> mi chiese sorridendo, quando eravamo arrivati davanti la porta.
<< Quando vuoi >> risposi, ricambiando il sorriso.
<< Ti va domani pomeriggio di vederci a casa mia? Il venerdì io e Lys non proviamo >>.
<< Certo >> risposi.
<< Bene. Allora andiamo a casa mia dopo la scuola >> mi disse.
<< Perfetto >>. Poi mi alzai in punta di piedi e gli diedi un bacio in guancia.
<< Ciao, Cass >> dissi guardando il rossore che era apparso sul suo viso. Castiel che arrossiva non accadeva tutti i giorni. Sorrisi e lui mi rispose: << A domani, principessa >>. Entrai in casa dopo che Castiel iniziò a camminare per strada.

La mattina dopo le lezioni furono abbastanza noiose. Andai direttamente all’armadietto al suono della campana. Castiel mi raggiunse e poggiò una mano sull’armadietto.
<< Pronta? >> mi disse.
Io chiusi l’armadietto e annuii. Ci dirigemmo verso l’uscita e mentre camminavo, ascoltando ciò che diceva Castiel, qualcuno mi spinse da dietro violentemente. Se non fosse stato per Castiel, che mi afferrò per il braccio, sarei finita per terra. Mi voltai e vidi Ambra e le sue barbie telecomandate che sghignazzavano per ciò che avevano fatto. Castiel si infuriò: << Ambra >> disse. Io lo fermai per il braccio: << Andiamo, non ne vale la pena >> dissi. Lui mi guardò e poi riprendemmo a camminare.
<< Perché Ambra ti odia? >> chiese Castiel curioso.
Io sorrisi: << Per te >> dissi.
<< Ma… non può essere solo per questo >> disse lui.
<< Oh sì. È gelosa del tempo che passi con me e non con lei. È pazza di te >> dissi facendogli l’occhiolino.
Lui sorrise beffardo: << Lo so. Ma noi siamo solo amici, di cosa è gelosa? >>.
Scrollai le spalle e risposi: << Aspetta. Sai che è pazza di te. Ma quando è successo? Da quanto tempo? >>
<< In quarta elementare. L’ho aiutata ad aggiustare una bambola che aveva rotto. Non riuscivo più a sopportare il suo pianto isterico. Probabilmente ha pensato che fossi gentile e da lì mi perseguita >> disse con lo stesso sorriso di prima.
<< Quarta elementare? Sul serio? >> chiesi sbalordita.
Lui annuì. Intanto eravamo arrivati a casa sua.

Pov Castiel
Eravamo davanti la porta di casa mia. Entrammo e preparai da mangiare. Lei continuava a prendermi in giro sul fatto che non sapessi cucinare.
<< Vuoi farlo tu? >> chiesi spazientito. Lei scoppiò a ridere: << No, continua, mi farò una ragione del fatto che sto per morire >>.
<< Ah ah. Divertente >> dissi sorridendo.
Finimmo di mangiare e salimmo in camera mia per prendere il testo.
Quando entrò nella mia stanza disse: << Wow Cass, mi stupisci. Sei davvero ordinato. Non l’avrei mai detto >>.
Io sorrisi: << Vivendo da solo devo pur dare un senso a questa casa. E poi mi piace trovare e sapere subito dove sono le mie cose >> risposi. Poi tornammo in salotto e ci mettemmo al lavoro.
In realtà avevo iniziato questa canzone pensando proprio a lei. Non avrei mai fatto una canzone d’amore, ma i miei pensieri erano troppo incasinati in quel periodo. Troppe volte mi appariva il sorriso di Kaylie e decisi di provare a scrivere ciò che provavo. Passammo tutto il pomeriggio ad aggiustare la mia canzone e iniziai a darle il ritmo con la chitarra. Lei era entusiasta e davvero brava nello scrivere canzoni. Metteva passione in ciò che faceva e dava ottimi suggerimenti. Mi chiesi a chi pensava lei, mentre proponeva i cambiamenti. Io, invece sapevo che ogni volta che leggeva qualcosa ad alta voce che avevo appena scritto arrossivo, ma non potevo farne a meno. Riuscimmo a finirla in un unico pomeriggio. L’ultima fase fu quella della musica. Stavo trovando gli accordi e intanto cantavo pezzi della canzone. Presto anche lei si unì. Aveva davvero una bella voce.
<< Vuoi cantarla dall’inizio, mentre suono? >> le chiesi.
Lei arrossì. << Volentieri >> rispose sorridendo.
Iniziai a suonare e lei riuscì a cantare con voce melodiosa. Era la prima volta che la sentivo cantare e ne rimasi affascinato. Non potevo fare a meno di guardarla.
Quando finì di cantare disse: << E’ bellissima! >>.
Le sorrisi: << Sì, è proprio bella. Kay, non sapevo sapessi cantare così bene >> dissi.
Mi sorrise: << Non sono poi un granché >> disse.
<< Hai mai pensato di farlo? Cantare? >> chiesi.
<< Mmh, no. E penso che non dovrei. Non con questa voce >> disse ridendo.
La guardai. << Non è poi così male >> dissi piano.
Lei mi sorrise: << Grazie >> disse.
Kaylie se ne andò verso l’ora di cena. Era stato davvero un bel pomeriggio e avevamo finito la canzone che avevo scritto, pensando a lei.

Pov Kaylie
Il giorno seguente era sabato. Dopo la scuola Iris venne a casa mia. Restammo tutto il pomeriggio a parlare di gossip, scuola e soprattutto ragazzi. Mi chiese anche se fossi innamorata di Castiel. << No. Di Castiel? Ma che pensi? >> dissi arrossendo.
Lei rise: << E allora perché arrossisci? >>.
Sospirai e lei rise ancora di più.
Poi Iris ricevette un messaggio da Lys. Diceva che dovevamo affacciarci dalla finestra. Lo facemmo e trovammo i due nostri amici lì fuori, che ci guardavano.
Noi scoppiammo a ridere: << Ragazzi, cosa ci fate qui? >> chiesi.
Lys ci guardò: << Vi va di ampliare la vostra serata tra ragazze? Potremmo farvi compagnia >> disse sorridendo. Iris rise e rientrammo in casa.
Andammo ad aprire e li trovammo alla porta.
<< Pensavo che ci avreste mandato a quel paese >> disse Castiel sorridendo beffardo.
<< Non siamo mica scortesi come te >> dissi facendogli la linguaccia. << Entrate >> continuai spostandomi.
Andammo tutti in salotto e passammo molto tempo a parlare. Poi io proposi: << Cass, perché non fai ascoltare la tua canzone? >>.
Lys lo guardò sbalordito: << Hai scritto una canzone? >> chiese.
Castiel annuì.
<< Che aspettate? Faccela sentire! >> disse Iris entusiasta.
Cass mi guardò: << Solo se canti con me >> disse.
Io annuii e salii a prendere la chitarra, che mia zia teneva in casa. La diedi a Castiel e dissi: << Quando vuoi >>.
Lui accordò la chitarra, poi iniziò a suonare. Fu lui a partire. Iniziò a cantare, mentre io lo guardavo.
Non riuscivo a smettere di osservarlo. La sue voce non era bella come quella di Lys, ma era comunque bella e intonata. Lui alzò lo sguardo dalla chitarra e si posò su di me. Mi sorrise e io ricambiando, iniziai a cantare con lui. Lui mi guardò per tutta la canzone. Era come se fossimo da soli in quella stanza. Quando terminammo Lys disse: << E’ bellissima, Cass >> mentre Iris sorrideva annuendo.
Castiel arrossì: << Non è solo merito mio >> disse sorridendomi.
<< Io non ho fatto nulla >> dissi ricambiando il sorriso.
Dopo la canzone ordinammo le pizze e dopo esserci abbuffati, decidemmo di guardare il film che io e Iris avevamo affittato. Iris e Lys si accoccolarono su uno dei divani, mentre io e Castiel ci sistemammo nell’altro. Ricordo di aver guardato almeno metà del film, poi il nulla. La mattina dopo mi svegliai con la testa su qualcosa di solido. Subito dopo capii che si trattava di Castiel. Aveva un braccio intorno alla mia vita.
Il rosso aveva già gli occhi aperti e mi guardava: << Buongiorno, principessa >> disse sorridendomi beffardo.
<< Giorno >> borbottai sollevandomi.
Poi: << Cavolo, ma che ore sono? >> chiesi.
<< Le dieci, credo >> mi rispose.
Nell’altro divano Iris e Lys dormivano ancora.
A poco a poco ci svegliammo tutti ed essendo domenica mattina decidemmo di fare colazione insieme, da me. Poi tutti tornarono a casa e io andai a sistemare tutto il caos del giorno prima, pensando a come avrei potuto passare quella domenica.

 





Angolo dell'autore: Ciaoo :) rieccomi qui con un nuovo capitoloo.. Diciamo che penso che sia un po' orribile :S cercherò di fare di meglio con gli altri, promessoo.. A prestoo :)
 

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Capitolo 13
*** Il concerto ***


Eravamo sotto il nostro solito albero, all’intervallo. Ormai Lys, per stare con Iris, passava, insieme a Castiel, gli intervalli con noi. Stavamo parlando, quando fummo interrotti da una Rosalya un po’ agitata. << Ragazziii >> disse con un grande sorriso.
<< Che succede, Rosa? >> chiese Lys sorpreso.
<< Avete sentito la novità? Qualcuno ha chiesto a Nathaniel se si potesse organizzare un concerto al liceo. E voi siete la band perfetta per suonare! >> disse eccitata.
Lys e Castiel si guardarono. << Noi? Al liceo? >> chiese il rosso.
Rosalya annuì. << Sì! È un’ occasione da non perdere! Dovete accettare. La direttrice ha già dato la disponibilità. Finalmente quella vecchiaccia senza gusto di moda ha fatto qualcosa di buono per noi! >>.
Castiel guardò Lys, che stava riflettendo.
<< Si potrebbe fare… >> disse Lys guardando l’amico.
<< Aah. Ma qui sarà lavoro perso! Ci sarebbe troppo da fare, posto e cose da organizzare… >>. Castiel venne interrotto dalla ragazza, che aveva ormai preso posto accanto a noi.
<< La direttrice ha dato la possibilità di occupare il sottoscala. È perfetto per un concerto! Chissà come mai ha deciso di accettare… magari si è accorta che vederla tutti i giorni conciata in quel modo fa male agli occhi e vuole farsi perdonare >> disse Rosalya ridacchiando.
Io e Iris ridacchiammo insieme a lei, mentre Lys e Castiel si guardavano.
<< Manca un batterista >> disse Lys dal nulla.
<< E se lo trovassimo? Può funzionare? >> chiese Rosa.
Lys guardò Castiel. << Fa come ti pare >> disse il rosso all’amico.
Lys sorrise: << Sì, si potrebbe fare >> disse.
Eravamo tutti eccitati all’idea di un concerto a scuola e Rosalya prima di alzarsi disse: << Bene! Ci saranno dei provini! Prima facciamo, meglio sarà. Ragazzi, oggi ci vediamo alle 3 nel sottoscala. Se riusciremo a trovare il batterista, potete iniziare a provare subito >> terminò prima di entrare nell’edificio praticamente di corsa.

Alla fine delle lezioni io e Iris decidemmo di andare a vedere i provini organizzati da Rosalya. Ero strabiliata dalla velocità con cui la ragazza era riuscita ad organizzare tutto. Quando arrivammo nel sottoscala Lys e Castiel erano seduti a un tavolo, mentre dei ragazzi erano radunati lì intorno. C’erano molti ragazzi che non conoscevo e alcuni che avevo intravisto per la scuola. Mi avvicinai a Castiel.
<< Vedo che sei molto eccitato dall’idea di passare il pomeriggio qui >> gli dissi in modo ironico. La sua faccia era praticamente sconvolta: annoiata e irritata. Due sentimenti che potevano essere pericolosi se presenti allo stesso tempo in Castiel.
Lui mi guardò seccato: << Non sto più nella pelle! >> rispose ironicamente.
Risi: << Almeno sarà per una giusta causa >> gli dissi.
Lui mi lanciò un’occhiata: << E questa ti sembra una giusta causa? Non riuscirò a stare qui a lungo. Preferisco essere rapito dagli alieni! >>.
Scoppiai a ridere: << Quanto sei melodrammatico! >> dissi. Lui roteò gli occhi: << Prova a restare qui tutto il tempo. Poi capirai >> ribatté.
Io alzai gli occhi al cielo e Castiel sorrise divertito. Poi andai a sedermi vicino ad Iris.
Suonarono la batteria un sacco di ragazzi e poiché Iris voleva restare per Lys, restammo tutto il pomeriggio lì. Quando l’ultimo batterista finì di suonare, i due ragazzi si riunirono per decidere. Mentre parlavo con la mia amica un ragazzo con i capelli neri si avvicinò. << Ciao, ragazze >> disse con un sorriso, guardando soltanto me.
<< Ciao >> dicemmo noi con fare scettico.
<< Io sono Armin >> disse porgendoci la mano.
Ci presentammo. << Siete della classe vicino alla mia, giusto? >> chiese.
Iris annuì, mentre io mi limitai a guardarlo.
Poi la mia amica si dileguò lasciandoci soli. Ma dove andava? Perché mi lasciava lì con quello?
Il ragazzo poggiò la mano sul muro accanto alla mia testa. Era più alto di me, anche se Castiel era decisamente più alto. Ormai era naturale fare il confronto con il rosso. E devo dire che la cosa mi inquietava abbastanza.
<< Allora, Kaylie >> iniziò.
<< Chiamami Kay >> lo interruppi sorridendo.
<< E’ davvero un bel nome, sai? >> mi sorrise.
<< Grazie >> dissi, senza fare a meno di arrossire.
<< Come mai sei rimasta qui tutto il tempo? C’è il tuo ragazzo? >> mi chiese.
<< No. I due ragazzi della band sono miei amici. Io e Iris siamo rimasti per un po’ di supporto. È difficile passare tutto il pomeriggio ad ascoltarvi >> dissi roteando gli occhi.
Lui rise: << Sì, siamo decisamente stressanti. Ma spero che io riesca ad entrare nel gruppo. Ho sempre voluto fare parte di una band >> disse sorridendo.
Io mi limitai a sorridere.

Pov Castiel
Stavo parlando con Lys per scegliere il maledetto batterista. Eravamo seduti al tavolo a guardavo i fogli che avevo davanti. Quando sollevai lo sguardo verso Lys rimasi pietrificato. Kaylie stava parlando con un ragazzo, che l’aveva quasi inchiodata al muro con il braccio.
<< …sembra davvero bravo >> disse Lys.
<< Cosa? >> chiesi io senza staccare lo sguardo dalla scena che avevo davanti.
<< Se non ti piace possiamo farne a meno >> continuò Lys.
Io mi scossi e lo guardai: << No, aspetta. Cosa? Di chi stai parlando? >> blaterai.
<< Il biondo. Mason. Come ti sembra? >> ripeté.
Il mio sguardo però si era poggiato di nuovo su Kaylie e quello lì che rideva, mentre lei ricambiava il sorriso. Non risposi alla domanda.
<< Cass! Ma che…? >> Lys seguì il mio sguardo. << Oh >> disse semplicemente.
Sospirò: << E’ per lei? >>.
<< Che cosa? >> dissi irritato, guardandolo.
<< E’ per questo che non mi stai ascoltando? Cass, se continui così… >>.
Non capii cosa provava di dirmi perché in quell’istante il mio cervello era andato in tilt. Il ragazzo dai capelli neri le aveva fatto una carezza sulla guancia e lei era arrossita.
<< Ma… come osa? >> sibilai a denti stretti, alzandomi dalla sedia. Lys mi prese per il braccio. << Ma che vuoi fare? Sei impazzito? Siediti! >> mi ordinò.
Lo fulminai con lo sguardo. Diversi occhi erano puntati su di noi, compresi quelli di Iris.
<< Ho bisogno d’aria >> dissi scrollandomi dal braccio di Lys.
<< Castiel >> mi chiamò esasperato il mio amico, ma io non mi voltai e mi diressi in cortile.

Pov Kaylie
Quando Castiel si era alzato e si era liberato dalla stretta di Lys mi ero preoccupata. Cos’era successo?
<< Scusami >> dissi spostando Armin con la mano e andando da Lys, che stava sospirando.
<< Cos’è successo? >> gli chiesi.
<< Io… non lo so. È andato fuori di testa >> disse sospirando.
Uscii dalla stanza per seguire Castiel. Lo trovai in cortile. Stava per accendere una sigaretta e aveva l’aria arrabbiata.
<< Cass >> dissi avvicinandomi.
<< Cosa c’è? >> chiese brusco, voltandosi.
Io sospirai. Poi, sapendo la reazione che avrei scatenato, gli tolsi la sigaretta di bocca. << E’ schifoso >> dissi buttandola a terra.
Lui impazzì. << Ehi! Quella era la mia sigaretta! Non hai il diritto di farlo >> mi urlò.
<< Ah sì, che posso farlo. Lo faccio per te >> ribattei.
<< Per me? >> disse ridendo amaramente.
Io sospirai: << Cos’è successo? >> chiesi dolcemente.
Lui mi guardò: << Niente. Non è successo proprio niente >> rispose secco.
<< Sì, lo vedo! >> dissi arrabbiata. << Ho visto come hai trattato Lys! È un tuo amico! Cos’è successo? >>.
<< Io tratto la gente come mi pare! >> disse << Non sono affari che ti riguardano >>.
Ero arrabbiata. Scossi la testa: << Bravo, sei proprio ammirevole >> dissi voltandogli le spalle e iniziando a camminare.
Lui sospirò: << Kay! Aspetta! >> disse venendomi dietro. Mi afferrò per il braccio e mi guardò.
<< Io… mi… mi dispiace, ok? Sono stanco e il pomeriggio è stato lungo. Sono stato un idiota. Scusami >> disse abbassando lo sguardo.
Lo guardai, stando in silenzio. << Non trattare i tuoi amici così, d’accordo? >>.
Lui annuì e io chiesi: << Stai bene? >>.
<< Sì. Torniamo di sotto >> disse.
Quando tornammo nel sottoscala Castiel si scusò con Lys e quest’ultimo gli riferì che aveva già scelto. Aveva deciso che sarebbe stato proprio Armin.

Pov Castiel
Lys aveva insistito per scegliere quell’idiota e anche se con riluttanza, dovetti accettare, poiché era stato quello più bravo e adatto al ruolo.
Alla fine dei provini decisi di accompagnare Kaylie a casa.
<< Come ti sembra quell’Armin? >> le chiesi.
<< Sembra simpatico. Ed era anche abbastanza bravo a suonare >> rispose.
Io annuii. << Potrebbe essere un’attrazione in più per le fan >> dissi.
Lei rise: << E questa da dove ti è uscita? >> mi chiese.
<< E’ un bel ragazzo, no? >> chiesi in modo innocente.
Lei rise ancora di più: << Oh, Dio, Cass. Sei diventato gay? >> chiese allontanandosi da me.
<< Aah. Stupida! Ma che dici? Io sono troppo attratto dall’altro sesso per essere gay >> dissi deciso.
Lei sorrise: << Ok, ti credo. E comunque non è ciò che attirerebbe di più >> disse in modo disinvolto.
<< Ah no? >> le chiesi.
<< La vostra musica è proprio bella. Lui non può competere >> disse ridacchiando.
Io sorrisi divertito. Arrivammo davanti casa sua e mi scusai nuovamente per il comportamento di quel giorno. Lei mi sorrise: << Non ti preoccupare. Però, Cass. Smetti di fumare. Fa veramente schifo >> disse.
Io roteai gli occhi: << Non ti assicuro niente >> dissi sorridendo.
Lei alzò gli occhi al cielo e sorrise.
<< Buonanotte, Cass >> disse.
<< Buonanotte, principessa >> risposi, guardandola entrare in casa.
 
Passammo molti pomeriggi a provare per il concerto e la preside ci aveva concesso molto più tempo. Kay e Iris assistevano spesso e la parte che odiavo di più era il solito tentativo di Armin di flirtare con Kaylie. Sapevo che era un mio filo scoperto e Lys se ne era accorto da un pezzo. Infatti quando notava che cominciavo ad agitarmi, mi richiamava o mi lanciava uno sguardo di rimprovero. L’unica mia consolazione era il fatto che Kaylie non ricambiava. Anzi spesso lo respingeva. Quando iniziava ad infastidirla trovava sempre una scusa o qualcosa per allontanarsi da lui. Aah, quanto mi sentivo bene, quando Armin rimaneva lì come un ebete.
I pomeriggi passarono e presto, molto presto, arrivò il tempo del concerto.

Pov Kaylie
I pomeriggi erano passati velocemente e tra i preparativi e l’aiuto che io e Iris davamo a Rosalya, in modo che tutto fosse perfetto, il giorno del concerto arrivò.
Il concerto sarebbe stato alle 18 e quel pomeriggio Rosalya si trovava a casa mia. Avevamo deciso di prepararci insieme e di indossare ciò che avevamo comprato appositamente qualche giorno prima. Iris aveva deciso di vedere Lys prima del concerto, così noi due eravamo da sole. Lei indossò un vestito viola, che le stava divinamente e dei tacchi, praticamente dei trampoli, neri.
Io invece indossai un vestito rosso, che Rosalya aveva scelto per me. Ai piedi avevo degli stivaletti neri e portavo una giacca nera. Ci truccammo e stranamente fummo pronte prima del previsto. Ci dirigemmo verso la scuola, per aiutare con gli ultimi preparativi. Iris era già lì, pronta, con Lys.
I ragazzi erano già vestiti. Lys aveva un completo diverso dal suo solito modo, un completo accuratamente scelto da Rosa in persona. Cass era vestito in stile rockettaro; in effetti non molto diverso dal suo, ma aveva un certo fascino. Bene, ormai avevo permesso alla mia mente di creare  strani pensieri su quel ragazzo. Erano troppo ricorrenti per poterli evitare o scacciare.
Armin, vestito anche lui di tutto punto, come ogni santa volta si avvicinò e ci provò con me. Lo evitai e mi diressi verso Castiel.

Pov Castiel
Quando la vidi ne rimasi colpito. Il vestito metteva in risalto le sue gambe slanciate e perfette e il trucco, anche se leggero, la rendeva più bella. Quando scansò Armin e si diresse verso di me, rimasi soddisfatto.
<< Ciao >> mi disse sorridendo.
Le sorrisi e continuò: << Sei elettrizzato? >> mi chiese.
<< Un po’ su di giri. Ma non più delle altre volte >> le risposi.
Lei sorrise e disse: << Non vedo l’ora di guardarvi sul palco. Dopo tanto lavoro sono sicura che andrà alla grande >>.
<< Certo, principessa. Io sono un professionista >> dissi facendole l’occhiolino.
Lei alzò gli occhi al cielo. << Sempre modesto, ragazzo >> mi disse sorridendo.
Poi continuò: << Bene, state per iniziare. Raggiungo Iris e Rosalya di sotto. Buona fortuna! >> e sorrise.
<< Ne avremo bisogno, principessa >> dissi sentendo l’adrenalina che avevo in corpo. Lei si allontanò e noi iniziammo a preparaci a salire sul palco.
Quando fummo sotto i riflettori la vidi praticamente subito. Iniziammo il concerto e l’adrenalina tornò a farsi sentire. Era un’emozione unica ogni volta che suonavo per un pubblico. Specialmente per questo pubblico. C’era lei, in mezzo alla folla. La guardai spesso mentre suonavo e pensavo che era veramente bella. Si muoveva a tempo e rideva con le due ragazze accanto a lei. Più di una volta incrociammo gli sguardi e quando accadeva lei mi sorrideva. La mia carica era alle stelle e quando mi toccò fare il mio assolo in una canzone riuscii a farlo perfetto.
E in quel momento presi la mia decisione: le avrei parlato alla fine del concerto. Non potevo più aspettare.

Pov Kaylie
Il concerto fu stupendo. I ragazzi erano grandiosi e Castiel era più bello che mai. Si vedeva la sua carica a fior di pelle e il suo assolo fu davvero impressionante. Tutta la folla era entusiasta. Quando incrociavo lo sguardo con Castiel sorridevo e lui ricambiava.
Il concerto finì e a poco a poco il sottoscala si svuotò. Noi tre ragazze andammo nel retroscena e ci congratulammo con i nostri amici. Lys e Iris si baciarono e Castiel disse: << Aah. Non in pubblico! >>.
Noi scoppiammo a ridere e poco dopo anche i due piccioncini si unirono a noi.
Armin cercò di flirtare con me, ma a parte i complimenti non ottenne proprio nulla. Avevo in testa solo una persona: Castiel.
Lui mi guardò e mi sorrise. Io ricambiai, poi mi disse: << Vieni con me >>. Mi prese per mano e ci allontanammo dagli altri, dirigendoci verso il cortile. Era ormai vuoto e tutto era illuminato dalla luce dei lampioni.

Pov Castiel
Avevamo ancora le mani intrecciate, quando le chiesi: << Ti è piaciuto il concerto? >>.
Lei mi sorrise: << Siete stati fantastici. Penso che anche la preside ne sarà stata entusiasta >> rispose.
Io sorrisi. << Sono contento che ti sia piaciuto >> dissi.
Lei ricambiò il sorriso. << Anche se tu avresti potuto fare di meglio >> disse per stuzzicarmi.
<< Ah, ma davvero? >> chiesi divertito.
Lei rise: << Quanto hai messo per preparare quell’assolo? >>.
<< Abbastanza >> risposi soddisfatto.
Mi sorrise, poi calò il silenzio. La guardai e decisi che era arrivato il momento di dirglielo.
Allora abbassai lo sguardo, imbarazzato e cominciai: << Senti, Kay… io… >>.
Mi bloccai quando una voce molto familiare mi chiamò: << Castiel >>.
Mi voltai sorpreso, lasciando la mano di Kaylie.
Fu allora che dissi:
<< Debrah >>.




Angolo dell'autore: Ciaoo! Rieccomi di nuovo qui. Questa volta ho messo più del previsto :S comunque spero che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto.. Ok ok.. Beh diciamo che mi scuso per la fine, ma non ne ho potuto fare a meno ^^
Bye bye :)

 
 

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Capitolo 14
*** Il ritorno ***


Pov Castiel
<< Debrah >>.
Lei si avvicinò. << Caio, Castiel. Sono tornata >> disse sorridendo.
Il mio cervello iniziò ad entrare in tilt. Cosa voleva dire “sono tornata”? Lei mi aveva lasciato. Perché era qui? Quando avevo ormai iniziato a dimenticare…
Lei era ormai davanti a me: << Mi sei mancato > disse abbracciandomi.
Non potei fare a meno di ricambiare. Fu troppo forte: non riuscivo a darle la colpa per quello che era successo. Sì, mi aveva lasciato, ma chi non l’avrebbe fatto in quelle circostanze?
A quel punto sentii Kaylie dietro di me schiarirsi la voce: << Scusate. Meglio che vada >> disse senza guardarmi. Aveva lo sguardo vacuo. << Kay >> dissi staccandomi dall’abbraccio. Lei non si voltò e continuò a camminare verso il liceo.
La guardai, ma Debrah si mise davanti a me.
<< Va tutto bene, tesoro? >> mi chiese.
Annuii e tornai a guardarla.

Pov Kaylie
Quando Castiel aveva abbracciato quella ragazza qualcosa dentro di me era andata in frantumi. Vedevo come la guardava: con rammarico e adorazione.
Capii che non avrei mai saputo ciò che stava per dirmi. Tornai dentro e mi diressi verso il sottoscala quasi di corsa. Presi la giacca ed uscii svelta.
Sfortunatamente andai a sbattere contro qualcuno. Sollevai lo sguardo: Lysandre. Il mio respiro non era molto regolare. Lui mi guardò: << Kay, stai bene? Cos’è successo? >> mi chiese preoccupato.
<< Ni… niente. Sto bene. Devo… torno a casa. Ci vediamo domani >> dissi.
Lui continuava a fissarmi: << Torni da sola? >> chiese.
<< Io… >>
<< Ti accompagna Castiel? >>.
Scossi la testa: << No. Vado da sola >>
Lui sospirò: << Kay. Dov’è Castiel? Vieni con me e Iris. Non puoi tornare da sola >>.
<< No, davvero, va bene così. Castiel… è con un’amica >> dissi fredda.
<< Amica? >> chiese.
Scrollai le spalle. << Torno a casa >> dissi. Iniziai a camminare e Lys mi disse: << Kay, fa attenzione >>.
Sospirai e uscii. Passai per il cortile e fortunatamente non vidi Castiel da nessuna parte. Misi le mani nelle tasche e tornai a casa con mille pensieri che mi vorticavano in testa. Era incredibile come una giornata iniziata bene potesse finire nei modi peggiori. Castiel non era il mio ragazzo, eppure quando quella ragazza gli era saltata addosso, mi ero sentita ferita. La cosa peggiore da mandare giù era l’espressione di Castiel. Sapevo che non sarei mai stata guardata in quel modo da lui.

Pov Lysandre
Uscii dalla scuola, tenendo Iris per mano. Ero preoccupato per Kaylie. Cosa aveva combinato Castiel? Quando uscimmo dal cortile, lo vidi. Anzi li vidi. Castiel era con una ragazza molto familiare. Ci avvicinammo e scoprimmo che si trattava di Debrah. Oh no, cosa ci faceva lei qui? Ecco chi era l’amica di cui parlava Kay. E lei era stata scaricata da un amico per quella persona. Pensavo che la stupidità di Castiel non avesse fine. Lui ci vide e il mio amico mi guardò.
Con il tono più freddo che avevo chiesi: << Hai visto Kaylie? >>.
Lui si accigliò. << No. Le è successo qualcosa? >> chiese.
<< Spero di no. Buonanotte >> dissi lanciando uno sguardo assassino a Castiel e allontanandomi con Iris. Sentii Debrah dirmi: << Sempre un piacere rivederti, Lysandre >>.
Io sbuffai e ignorandola continuai a camminare.

Pov Kaylie
Passai la domenica a casa con la zia che cercava di tirarmi su di morale. Mi portò uno dei miei film preferiti e si sedette con me a mangiare pop corn. Ero contenta che non mi avesse chiesto cosa non andava.
La mattina dopo mi alzai dal letto decisa a dimenticare tutto quello che era successo due giorni prima. La notte mi aveva stranamente portato consiglio e avevo deciso che sarebbe stato tutto normale. Non potevo farmi distruggere da Castiel.
Accesi la radio e mi preparai sulle note dei Linking Park. Mi vestii e andai a scuola. All’entrata non trovai Castiel e mi diressi direttamente in classe. Quando Iris mi vide mi chiese: << Kay, stai bene? >>.
Io sorrisi: << Certo. Sto benissimo >> dissi. Castiel era già seduto al suo posto e mentre rispondevo alla mia amica sentivo il suo sguardo su di me. Non lo guardai nemmeno e mi sedetti. Le lezioni passarono velocemente e quel giorno non andai alle prove dei ragazzi, ma tornai direttamente a casa con la musica nelle orecchie.

Pov Lysandre
Ero in sala prove e Castiel stava accordando la sua chitarra.
Non avevamo ancora parlato. << Allora. Debrah è tornata? >> chiesi.
Lui mi guardò e annuì.
<< E si fermerà molto? >> chiesi.
<< Non lo so ancora >> rispose.
<< Tsh, ovviamente >> dissi.
Lui sospirò: << Cosa vorresti dire? Perché sei tanto arrabbiato con me? Mi dici cosa ti ho fatto? >> chiese arrabbiato.
<< Oh, a me proprio nulla. Sei tu che continui a rovinarti >> dissi.
Lui rise: << Rovinarmi? Ma cosa credi? Debrah è tornata per me! Non mi rovinerà di certo >>.
<< Come se non lo avesse mai fatto. In soli due giorni ti ha già peggiorato >> ribattei.
<< Lo ha fatto solo per la sua carriera! È stato giusto così; anche io avrei fatto lo stesso >>.
Io risi: << Sì, certo. Sei sempre stato un idiota quando si tratta di quella lì >>.
Lui si infuriò e si alzò, venendo verso di me e prendendomi per il colletto: << Senti, amico, non ti permetto di dirmi cosa devo fare e cosa credi sia giusto per me. È la mia vita! La gestisco come mi pare >> urlò.
Lo spinsi: << Toglimi le mani di dosso, amico >> dissi calcando l’ultima parola. Castiel stava per colpirmi.
A quel punto Iris entrò in classe e iniziò a gridare: << Ragazzi, ma cosa state facendo? Smettetela! >> . Era spaventata.
Castiel si staccò da me. Prese la giacca e uscì dalla stanza, lasciandoci lì.
Mi sedetti sospirando e passandomi una mano tra i capelli.
<< Ma cosa vi è saltato in mente? Siete impazziti? >> mi urlò Iris.

Pov Kaylie
Quella mattina arrivai a scuola e all’entrata qualcuno mi prese per il braccio.
<< Ehi, tu, Kaylie, giusto? >> mi disse la figura davanti a me: Debrah.
<< Sì, Debrah, giusto? >> dissi tranquillamente. Lei annuì.
<< Ho molto sentito parlare di te, ragazzina. Hai un bel gruppetto di amici qui e tutti mi hanno detto che sei davvero una ragazza carina >> disse.
<< Cosa vorresti dire? Perché hai chiesto di me? >> chiesi.
<< Beh, so che passavi molto tempo con il mio Castiel. Ho solo una cosa da dirti. Non metterti in mezzo. Non so cosa c’è stato tra voi, ma io adesso sono di nuovo la sua ragazza. E tu non hai più speranze. Castiel è mio >> disse sogghignando.
<< A me non interessa il tuo Castiel e se tu hai chiesto di me solo per questo sei proprio messa male, Debrah. Scusa, adesso ho da fare >> dissi scrollandomi dalla sua presa.
<< Tu non sai niente! Non sai cosa è successo l’anno scorso >> mi urlò dietro.
La ignorai e andai in classe.

All’intervallo andai in cortile e mi unii a Lys e Iris.
<< Ciao >> dissi.
Lys mi sorrise. << Come stai? >>.
Io sorrisi: << Stanca di essere minacciata. E voi? >> chiesi. Loro mi guardarono stupiti.
<< Che significa? >> chiese Iris.
Io scrollai le spalle e diedi un morso alla mela che avevo in mano. << Pensavo che non ci potesse essere un’altra come Ambra. E invece è anche peggio >> dissi.
<< Ti ha minacciata? >> chiese Lys.
Annuì: << Vuole che stia lontano da Castiel. Come se non lo stessi facendo. Quella ragazza ha davvero dei problemi >>.
<< Stai attenta, Kay. E’ pericolosa, molto più di Ambra >> disse Iris.
Io annuii. << Mi spiegate cosa è successo prima che arrivassi? >> chiesi.
<< Debrah è l’ex di Castiel. Non più a quanto pare. È una cantante. Quando ha ricevuto un’offerta di lavoro ha subito lasciato Castiel ed è partita. Cass ci rimase davvero male. Lei non gli ha nemmeno chiesto scusa. E adesso si è ripresentata. Non ha mai amato Castiel. Chissà che cosa vuole, adesso. Probabilmente ha bisogno di lui come chitarrista >> disse Lys sospirando << ma Castiel è di nuovo caduto nelle sue grinfie. Come può un ragazzo fare lo stesso errore due volte? >> terminò.
Io sospirai e rimasi in silenzio.

Dopo quel giorno le mie giornate erano decisamente cambiate. Non andavo più alle prove dei ragazzi e spesso rinunciavo agli intervalli con i due miei amici. Con Castiel non avevo più parlato e lui non aveva cercato di chiarire nulla. Era questo ciò che mi faceva arrabbiare. Iniziai a passare più tempo con Rosalya. Era sempre stata una ragazza attiva e ribelle e io avevo bisogno della sua presenza.
Qualche giorno dopo in cortile, incontrai di nuovo la cara Debrah.
Cercai di evitarla, ma lei mi si mise davanti. << Vedo che hai capito ciò che ti ho detto >> mi disse. La guardai sconcertata.
<< Ma non del tutto. Vedo ancora come lo guardi. Smettila o te ne pentirai >>.
<< Senti, Debrah. Sono stanca dei tuoi giochetti. La mia vita non ruota intorno a Castiel e tanto meno intorno a te. Quindi smettila di infastidirmi. Ne ho già abbastanza di te >> dissi arrabbiata.
Lei rise: << Bene. Se la metti così, ti racconterò come è andata. Vieni con me >> mi disse.
Io ero accigliata. << E perché dovrei farlo? >> chiesi.
<< Non vuoi sapere la verità? >> disse. Sbuffai: << Solo se dopo mi lasci in pace >>.
Rise di nuovo: << Oh, sarai tu a lasciare in pace me, dopo >>.
Scossi la testa e la seguii fino al sottoscala.
 << Bene. Qui è abbastanza appartato >> disse. Poi cominciò: << L’anno scorso Castiel era entrato a far parte della mia band, lasciando per un periodo il suo amico Lysandre. Lys non voleva che Castiel dividesse il loro gruppo, così litigarono. Castiel divenne il mio chitarrista e mi amava. Anche io lo amavo, ma adoravo certamente di più la mia carriera. Era sempre stata al primo posto per me. Quando un manager mi contattò lo convinsi che era meglio prendere solo me, che era più conveniente. Lui accettò e io avevo ottenuto ciò che volevo. Pensavo che Castiel avrebbe potuto rubarmi i riflettori. L’unico intoppo fu che Nathaniel mi sentì, mentre parlavo al telefono e con la seduzione cercai di convincerlo a non dire nulla. Castiel ci sorprese mentre avevo messo le sue mani sui miei fianchi, anche senza la sua volontà. Castiel diede la colpa a lui e si azzuffarono. Vennero separati da molti e poco dopo dissi a Castiel della mia partenza. Lo mollai, dicendo che non poteva funzionare. Lui rimase in silenzio e io me ne andai >> terminò.
Io la guardai indignata: << Sei davvero un’ipocrita! Cosa sei tornata a fare? E perché mi stai raccontando questa storia? >> dissi.
Lei rise: << Ho bisogno di un nuovo chitarrista e Castiel è perfetto. Se non ne trovo uno potrei anche perdere il lavoro. Ti ho raccontato questa storia per farti capire che io ho il potere. Ho ingannato tutti una volta e posso farlo di nuovo. Tu non devi metterti in mezzo, pivella. O la pagherai anche tu >>.
Io scossi la testa: << Fai davvero pena >>. Lei rise e io uscii dalla stanza. Tornai a casa e raccontai tutto a Rosalya. Lei era preoccupata e mi disse, stranamente, che per il momento era meglio lasciar correre. Le diedi ascolto, anche se non ero molto convinta. Ero decisa a parlare con Castiel.

Il giorno dopo incrociai Castiel in cortile. Era con Debrah e si stavano baciando. Non potevo fare a meno di essere infastidita. Come riusciva a baciarla? Lo aveva manipolato dall’inizio! Quando lei se ne andò mi avvicinai a quell’arrogante e lo presi per un braccio. Lui mi guardò. << Ho bisogno di parlarti >> gli dissi.
Lui mi seguì e disse: << Cosa c’è, Kaylie? >>.
<< Debrah mi ha raccontato un po’ di cose. Non capisci a che gioco sta giocando? Ti manderà al patibolo, Cass. Ti userà per poi buttarti di nuovo… >>
Lui mi interruppe: << Ma cosa stai dicendo? Debrah è qui per farmi un’offerta unica. Non lo farebbe mai >>
Io risi: << Bene. Ti ha già convinto. Cos’è? Ti bastano i baci e due paroline dolci per mandarti in pappa il cervello? >>.
<< Oh. È questo. Sei gelosa di noi >> disse. Lo guardai sconcertata: << Ma cos’hai che non va? Geloso di voi? Ma ti ascolti quando parli? Senti, non ti lamentare poi. Io ti ho avvisato >> dissi andandomene da lì, arrabbiata.

Alla fine delle lezioni, salutai Iris e mi stavo dirigendo verso l’uscita quando Debrah mi tirò per il braccio e mi fece entrare in un aula vuota.
<< Aah. Ti avevo detto di non intrometterti! E tu che fai? Vai subito a parlare con Castiel?! Cosa non capisce quella tua testolina bacata? >> urlò.
La guardai: << Hai vinto. Castiel è ormai convinto. Lasciami in pace >> dissi fredda. Lei rise: << Oh no, cara >>.
Si avvicinò e cogliendomi di sorpresa mi diede uno schiaffo in pieno viso, facendomi finire contro il muro. << E’ ciò che ti meriti >> disse, uscendo dall’aula. Mi raddrizzai faticosamente e mi diressi verso il bagno.
<< Kaylie >>. Non avevo la forza di voltarmi.
Qualcuno mi prese per il braccio. Nathaniel.
<< Ehi, ma cosa hai fatto? >> mi chiese guardandomi la faccia.
Oh no, non poteva essere già così male.
<< Io… ho sbattuto >> dissi.
<< Adesso? >> disse lui scettico << Avanti, chi è stato? >> mi chiese preoccupato.
Io sospirai ed entrai in bagno pensando che non mi avrebbe seguito, ma fece l’opposto. Mi guardai allo specchio e rabbrividii. Il mio zigomo e una piccola parte dell’occhio era già diventato verde e cominciava ad essere viola. Maledissi Debrah. << Me la pagherà >> dissi a denti stretti.
Nath mi guardò: << Chi è stato? >>
<< E’ stata Debrah >> dissi arrabbiata.
Lui sbiancò: << L’hai fatta infuriare? >> chiese piano.
Io lo guardai stupita: << Hai paura di lei? Dopo quello che ti ha fatto… Aiutami a vendicarmi >>.
Lui spalancò gli occhi: << Cosa? Ma sei pazza? >>.
Io ero sempre più sconvolta. << Devo andare >> dissi uscendo dal bagno per raggiungere Rosa.
Lei era già fuori e quando mi vide spalancò gli occhi. << Cos’è successo? >> mi chiese.
<< Debrah mi ha colpita >> dissi arrabbiata.
<< Cosa?! Maledetta… La pagherà! >> disse dirigendosi verso la scuola, sapendo che la vipera adesso stava guardando le prove dei ragazzi.
La fermai: << Rosalya! Fermati. Gliela faremo pagare, te lo prometto. Ma non adesso. Andiamo >> dissi.
Lei controvoglia mi seguì e mi chiese: << Cosa pensi di fare? >>
Io sorrisi e le dissi il mio piano.

Il giorno dopo andai a scuola con una felpa grigia e il cappuccio sulla testa. Il mio zigomo era ormai diventato viola e neanche il trucco poteva fare nulla.
Quando Iris e Lys mi videro spalancarono gli occhi: << Cosa hai fatto? >> mi chiese Iris.
<< Ve lo spiego dopo >> dissi.
Lys si infuriò: << E’ stata lei, vero? >> mi chiese. Io annuì e Iris disse: << Ma come ha potuto? Lurida… >>
<< State calmi, ragazzi. Ho già un piano >> dissi sorridendo.
Prima di andare in classe Castiel mi fermò: << Kaylie >>. Sbuffai e lo evitai. Vidi il suo sguardo stupito, dopo essersi accorto di ciò che avevo sulla faccia.
<< Cosa hai fatto? >> mi chiese.
<< Ho sbattuto >> dissi prima di riprendere a camminare.
Lui mi seguì. << Non sei così stupida da sbattere la faccia. Hai fatto… a botte? >>.
Io mi fermai di colpo: << Quando vieni colpito da un’altra persona senza avere il tempo di reagire e non ricambiando il colpo subìto, non lo definirei proprio a botte. Sai, la tua fidanzata è davvero meschina! >> gli dissi infuriata.
Lui mi guardò male: << Non ci credo! Stai dando la colpa a Debrah per qualcosa che non ha fatto? Lei non ti avrebbe mai colpita! Ma che ti prende? Perché fai così? Devi lasciarla in pace. Perché ce l’hai tanto con lei? >> mi urlò.
Io risi: << Ma sei deficiente? Pensi che mi inventerei una storia simile? Bravo, Castiel. Continua così, a farti prendere in giro, di nuovo. Pensavo fossi più intelligente >> dissi lasciandolo lì.

Quel pomeriggio Iris, Rosa e Lys si trovavano tutti a casa mia e insieme parlammo degli ultimi dettagli del mio piano. Domani era il giorno giusto. Sarebbe stata le resa dei conti.
Il giorno dopo eravamo tutti un po’ agitati. Alla fine delle lezioni cercai Debrah e la trovai in un’aula  non del tutto vuota. Perfetto la mia parte era appena iniziata.
<< Debrah. Ho bisogno di parlarti >> dissi.
Lei mi guardò e mi sorrise.
<< Vieni con me >> dissi. La portai nella nostra classe, che era la più lontana dalle altre e si era ormai svuotata. Intanto Rosa e Iris si erano accorte del nostro movimento e la rossa fece la sua parte.
Entrammo in aula. << Ho deciso di lasciarti in pace. Puoi fare tutto quello che ti pare. Non ho intenzione di intralciarti >> cominciai.
<< Era ora, mocciosa >> mi disse.
<< Comunque sei solo un’ipocrita, Debrah >>. Lei dava le spalle alla porta aperta e non si era accorta che Castiel era lì davanti. Iris era riuscita ad avvisare Lys, che aveva portato l’amico proprio lì. Quando ci aveva viste parlare si era fermato.
Lei rise: << Io non sono un’ipocrita! Faccio solo le cose per me stessa. Metto me prima di tutto e non mi interessa degli altri. Potrei ingannare cento volte quell’illuso di Castiel solo per arrivare al successo. È troppo stupido per capire che lo sto usando >> disse.
A quelle parole Castiel parlò: << Troppo stupido? >> chiese.
Sentendo la sua voce Debrah si pietrificò. << Castiel. Io… >> biascicò voltandosi verso di lui.
<< Ho già sentito abbastanza. Vattene, Debrah. Non voglio più avere a che fare con te! >> disse.
<< Ma… aspetta… io… stavo scherzando… >> disse lei sul punto di piangere.
<< Vattene! >> le urlò Castiel.
Lei uscì dalla stanza, passando accanto a Lys, fermo sulla porta.
Castiel mi guardò abbattuto: << Kaylie >>.
<< No, Castiel. Lasciami in pace >> dissi scansandolo e uscendo dalla stanza. Avevo le lacrime agli occhi e corsi verso l’uscita. Una frase mi ronzava per la testa: Non mi aveva creduto per tutto il tempo.
Proprio lui, il ragazzo di cui avevo perso la testa e per cui mi preoccupavo ogni volta. Lui, che mi aveva fatto ridere milioni di volte o che mi tirava su di morale. Lui, con cui passavo praticamente tutto il mio tempo. Sì, proprio lui mi aveva pugnalata alle spalle.



Angolo dell'autore: Ciaoo ragazzi! :) Ecco il nuovo capitolo.. Come vi sembra la storia per adesso? Copme pensate che stia venendo? Accetto tranquillamente anche le critiche ;)
Aggiornerò presto.. 
xoxo
 

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Capitolo 15
*** Morti indolori ***


Pov Castiel
Quando la vidi uscire dall’aula ero distrutto. Ero stato un idiota. Mi ero fatto manipolare da Debrah una seconda volta e avevo voltato le spalle alla mia principessa. Forse aveva ragione: dovevo lasciarla in pace. La rabbia si impadronì di me.

Pov Lysandre
Ero ancora sulla porta quando Castiel si voltò e diede un pugno alla parete. Poggiò le braccia al muro. Aveva la testa china e respirava velocemente. Mi avvicinai.
<< Castiel >> dissi poggiando la mano sul suo braccio.
Lui non mi guardò: << Ho combinato un casino. Non mi perdonerà, lo so >> disse con la voce spezzata.
Non lo avevo mai visto così. Neanche quando Debrah lo aveva lasciato la prima volta. Era davvero disperato.
<< Si sistemerà tutto. Conosciamo Kaylie. Ti perdonerà >> gli dissi.
A quel punto mi guardò: << No. Non lo farà >> disse. Si raddrizzò e uscì dalla stanza.
Sospirai. E adesso? Come avrebbero risolto?

Pov Kaylie
Da quando avevo lasciato Castiel in aula, non avevamo più parlato. Avevo deciso che la cosa migliore da fare era stare lontani. Spesso in classe lo coglievo mentre mi fissava e quando succedeva io distoglievo sempre lo sguardo. Lui invece, continuava a guardarmi senza problemi.
Dopo ciò che era accaduto avevo ripreso a passare l’intervallo con Lys e Iris, ma adesso al posto di Castiel c’era Armin.
Le poche volte che andavo alle prove con Iris infatti, passavo il tempo con Armin, evitando il rosso.

Pov Lysandre
I giorni passavano e continuavo a pensare che Castiel era distrutto. Soprattutto alle prove, sapevo che non vederla più lo faceva soffrire. Le uniche volte in cui assisteva passava il tempo con Armin e Castiel non riusciva a concentrarsi.
Quel pomeriggio stavamo provando e Iris e Kaylie erano presenti. Bene. Sapevo che oggi non avremmo concluso nulla. La goccia che fece traboccare il vaso fu quando Armin fece l’occhiolino alla ragazza e lei sorrise. Castiel se ne era accorto ed era completamente andato fuori tempo. Sospirai: << Cass >> dissi.
Lui non mi guardò, ma continuava ad imprecare sottovoce.
<< Castiel, se continui così non finiamo più >> disse scocciato Armin.
Oh, no. Non doveva trattarlo così. Lanciai un’occhiataccia al batterista, mentre Castiel si alzava. << Oh bene. Finite da soli. Non avrete altri problemi >> disse mettendosi la giacca e uscendo dalla stanza.
Sospirai e lo seguii.
<< Castiel >> lo chiamai raggiungendolo.
Lui si voltò verso di me.
<< Mi dispiace, Lys. Non ce la faccio, non riesco a concentrarmi >> mi disse con una smorfia. Poi sospirò e passandosi la mano tra i capelli chiuse un attimo gli occhi.
Lo guardai: << Stai bene? >>
<< Ho mal di testa. Scusa, ho bisogno di andare a casa >> disse.
Io annuii: << Continuiamo domani. Cass, sta attento >>.
Lui mi fece un segno di assenso e se ne andò.
Scesi di sotto.
<< Non continuiamo? >> chiese Armin.
<< No. Continuiamo domani. Potete tornare a casa >> dissi.
Sistemai le ultime cose e me ne andai con Iris.

Pov Castiel
Il mio cervello si stava esaurendo. Sì, ero convinto che i miei ultimi neuroni erano finalmente esplosi. Era l’unica spiegazione per cui non riuscivo più a concentrarmi. Dopo l’episodio del giorno prima, la settimana passò abbastanza tranquillamente.
Stavo uscendo dal cortile della scuola insieme a Lys, quando vidi Kaylie che teneva la mano stretta in quella di Armin. Il mio fine settimana era ufficialmente rovinato. Non riuscivo a credere che adesso stavano insieme. Guardai il mio amico con gli occhi spalancati. Lys mi guardò e sollevò le spalle, facendomi segno con la testa che lui non ne sapeva niente. Io sospirai e dopo che uscimmo dalla scuola dissi in modo acido: << E da quando stanno insieme? >>.
Lui mi guardò: << Non lo so. Beh, io non penso che stiano insieme. Comunque m’informerò, d’accordo? Tu rimani tranquillo >>.
<< Grazie. Sì, beh, facile a dirsi >> conclusi.

Pov Lysandre
Iris mi aveva detto che avremmo passato il sabato sera con Kay e Armin. Una semplice uscita tra amici. Saremmo andati al cinema e poi a mangiare la pizza.
Era l’occasione perfetta per chiarire i dubbi di Castiel.
Quella sera ci incontrammo direttamente davanti al cinema. Anche iris non sapeva nulla sui due ragazzi.
Quando ci raggiunsero entrammo in sala. Io ero seduto tra Iris e Kay, mentre Armin era seduto di fianco a quest’ultima. Durante il film non accadde nulla. Ero sempre più convinto che ciò che pensava Castiel era infondato.
Eravamo seduti in pizzeria quando Iris chiese: << Ma scusate, ragazzi. Voi due state insieme? >>
Quanto amavo la mia ragazza.
Kaylie spalancò gli occhi: << Noo. Ma che dici? >> disse ridendo.
Armin scoppiò a ridere: << Sai, iris, ho finalmente compreso il rifiuto di Kaylie. Così siamo semplicemente amici, adesso >> concluse.
Io tirai un sospiro di sollievo dentro di me. Almeno questa serata era servita a qualcosa. A parte passare il tempo con la mia ragazza, ovviamente.
Il giorno dopo vidi Castiel, che dopo le lezioni, stava scendendo nel sottoscala.
<< Ehi, Cass >> dissi.
Lui si girò e mi fece un cenno di saluto con la testa. Lo raggiunsi.
<< Ho qualcosa da dirti >> dissi.
Lui mi guardò e dopo essere entrati nell’aula ancora deserta, continuai: << Non stanno insieme. Sono solo amici. Armin blaterava qualcosa sul rifiuto >>.
<< Blaterava qualcosa? Lys, sei sicuro di aver capito bene? >> mi disse esasperato.
Gli lanciai uno sguardo offeso: << Certo! Sono sicuro che non stanno insieme >>.
Rimase in silenzio e poi fece un sorrisino. In quel momento però entrò Armin e Castiel non poté più dire ad alta voce ciò che gli passava per la testa.
Quel pomeriggio le ragazze non c’erano e le prove furono abbastanza tranquille. Avevamo capito tutti, ormai, che i due si odiavano. Ma fino a quando non si parlavano e facevano il loro lavoro, poteva andare benissimo.

Pov Castiel
Erano già passati 16 giorni da quando io e Kaylie non ci eravamo rivolti la parola. Ebbene sì. Ero arrivato anche a contare i giorni. Poteva essere disperazione. O pazzia, forse. Non lo so. L’unica cosa che sapevo e che avevo ormai deciso, era che non poteva continuare così. Le avrei parlato. Dovevo risolvere il casino che avevo creato.
Il giorno dopo, giovedì per l’esattezza, dopo la scuola, decisi di fermarla. Oggi, per un impegno di Lys non provavamo, quindi era l’occasione perfetta. Sapevo che quando non veniva alle prove, tornava sempre da sola. Quasi a metà strada, dopo essere usciti dalla scuola, la raggiunsi e la fermai.
<< Kaylie >> dissi trattenendola per il braccio.
Lei si voltò e mi guardò: << Cosa c’è? >> chiese fredda. Il suo tono fu come una pugnalata.
<< Io… volevo parlarti. Volevo scusarmi… >>
<< Lo hai già fatto. Non è servito >> mi disse, interrompendomi e voltandosi.
<< Aspetta, Kay >> dissi trattenendola. In quel momento iniziò a piovere, ma non mi importava. Avevo bisogno di parlarle. << Ti prego, ascoltami. Io non ce la faccio più. Non so più cosa fare. Potrei dirti quanto mi dispiace e chiederti scusa cento volte. Ma per favore, parlami >> dissi tutto d’un fiato.
Lei mi guardò e non curandosi come me della pioggia che continuava ad aumentare e a inzupparci, scosse la testa e disse: << Io ho bisogno di tempo, Cass. Non è così che funziona, tra amici >>.
<< Lo so, ma… >> provai a dire.
Lei non mi lasciò terminare. << Tempo. Dammi tempo, Castiel >> disse voltandosi e lasciandomi lì, sotto la pioggia.
Tempo. Quanto tempo dovevo aspettare? Mesi? No. Non potevo resistere. L’acqua continuava a posarsi su di me, mentre guardavo la ragazza di cui mi ero innamorato – sì, ero perdutamente innamorato – svoltare l’angolo.
Sospirai e mi mossi. Tornai sui miei passi e quando arrivai a casa ero completamente fradicio. Tremavo. Non so da quanto lo stessi facendo e non riuscivo a capire se fosse solo per il freddo. Probabilmente no. Era rabbia e tormento. Mi tolsi i vestiti bagnati e cercando di scaldarmi mi infilai nel letto. Quando poggiai la testa sul cuscino, però, mi addormentai subito.

Pov Lysandre
Quando arrivai a scuola non vidi Castiel da nessuna parte. Probabilmente era in ritardo, pensai. Fortunatamente fu così. All’intervallo lo vidi seduto sulla sua solita panchina che accendeva una sigaretta. Aveva le cuffie nelle orecchie e stranamente aveva delle borse scure sotto gli occhi. Castiel non aveva mai avuto problemi nel dormire e se aveva iniziato a farlo adesso, sapevo che alle prove sarebbe stato intrattabile. Sospirai e mi diressi verso il solito albero.
Alle prove mi dovetti ricredere. Un Castiel senza ore di sonno, non era un Castiel irritabile, ma uno troppo silenzioso. Non disse una parola per tutto il tempo e quando gli chiesi se stesse bene, annuì semplicemente. Ero preoccupato.
Doveva essere successo qualcosa.

Pov Castiel
La mattina dopo avevo saltato la prima ora. Quella notte avevo dormito pochissimo. Forse per la dormita pomeridiana, o forse per ciò che era successo con Kaylie. Non lo sapevo. Feci le prove con i ragazzi. Dovevamo recuperare quelle del giorno precedente. Non ricordavo di aver aperto bocca quella mattina e continuai così. Mi resi conto che non sentire la mia stupida voce, mi faceva stare meglio. Magari se fossi rimasto zitto non avrei combinato altri danni. O sarei impazzito. Beh, avrei corso il rischio. Finalmente quel pomeriggio passò e fui ben felice di tornare a casa.

Pov Kaylie
Ero a casa. Quel fine settimana ero da sola. La zia era di nuovo fuori città e sapevo che Lys e Iris avevano un’uscita romantica. Non mi andava di uscire con Armin, così rimasi a casa. Feci i compiti per lunedì e stanca decisi di andare a letto presto. Qualche ora dopo venni svegliata da strani rumori. All’inizio pensai di essermeli immaginati. Mi voltai verso la sveglia: 1:09. Subito dopo però i tonfi ripresero e capii che erano reali e che provenivano dalla finestra. Mi alzai e aprii la finestra. Mi affacciai e trovai un Castiel traballante. << Kay >> biascicava.
Rimasi stupita. Per di più era a maniche corte e fuori si gelava.
<< Castiel. Ma che stai facendo? Fuori si gela! >> dissi.
<< Io… ahi! >>. Non capii se fosse caduto o se avesse sbattuto.
Comunque preoccupata scesi di sotto. Misi il cappotto sopra il pigiama e uscii in veranda. << Castiel >> lo chiamai. Lui sbucò da dietro l’angolo. Non riusciva quasi a salire i gradini senza tenersi. Cosa gli era successo?
<< Kay… lie >> disse raggiungendomi. Stava per cadere e scoppiò a ridere. Poi si fermò di colpo e mi guardò. Quando si avvicinò la puzza d’alcool fu la prima cosa che mi investì. Era ubriaco. Completamente ubriaco.
<< Cass, ma che hai combinato? >> chiesi preoccupata.
<< Che vuoi dire? >> chiese come se si fosse ripreso in quel momento. Sospirai.
<< Vieni dentro >> dissi. Lui mi guardò allibito: << E tua zia? >> chiese biascicando le parole.
<< Non c’è. Avanti, entra >> dissi facendolo entrare. Lui barcollò e finì quasi sopra di me. Scoppiò a ridere: << Scusa >> disse, cercando di ristabilirsi.
Scossi la testa: << Vieni qui >> dissi, mettendogli una mano sulla schiena e portandolo in soggiorno. Lo feci sedere sul divano e presi un plaid lì accanto. Quando lo avevo toccato, avevo notato che la sua pelle era gelida. Cercai di mettergli la coperta sulle spalle, ma lui si ribellò: << Kay. Io non ho freddo >> disse cercando di allontanare il plaid.
<< Certo. Con tutto l’alcool che hai in corpo. Ma non voglio che mi muori per ipotermia. Sei ghiacciato >> dissi, mettendogli la coperta di sopra.
<< Chi dovrebbe morire? >> chiese confuso, strabuzzando gli occhi.
Io scossi la testa: << Nulla. Cosa ci fai qui? >> chiesi.
<< Io… avevo bisogno di te >> disse.
<< Per non farti uccidere, prima di arrivare a casa? >>.
Lui si arrabbiò: << Ascoltami! Non sta morendo nessuno qui! Io… oh Kay. Non ce la faccio più >> disse passando dal tono arrabbiato al lamentoso.
Non riuscivo a non sorridere. << Castiel. Come ci sei arrivato qui? Dimmi che non hai usato la moto >>.
<< Che moto? >> chiese.
<< La tua! >> dissi sospirando.
Lui si riscosse: << Ah. No! Ho camminato >> disse.
<< Per fortuna >> dissi io.
<< Kaylie, ti prego, devi ascoltarmi. Mi dispiace, davvero, non volevo ferirti. Io sono stato un’idiota. Stupida boccaccia! Anzi, brutto testone. Non pensi mai a nulla di intelligente >> urlò senza guardarmi.
Scoppiai a ridere: << Ok. Calmati. Continua >> lo incitai.
<< Io… sono un deficiente, Kay. Ti prego perdonami. Non… >> si fermò portando una mano alla testa. << Ouch >> disse scuotendo la testa.
<< Prova a vomitare in casa mia e ti uccido, Castiel! >> dissi. Lui si riscosse e mi guardò: << Non dovevo morire per… ah sì, ipotermia? >> chiese.
Lo guardai: << Non mi cambia nulla >> dissi.
<< Adesso sono ferito >> disse mettendo il broncio. Io sorrisi. Dopotutto era così tenero. << Sono morti indolori almeno? >> chiese.
Io sorrisi: << Se ti uccidessi io, no di certo >>.
Lui mi guardò con gli occhi spalancati, poi, come se si fosse dimenticato ciò che avevo appena detto, si riscosse di nuovo: << Ok. Dovevo continuare >> disse.
Io annuii e lui disse: << Non avrei dovuto tradirti. È l’errore più stupido che abbia commesso. E adesso sto troppo male. Morirò di dolore, lo so >> disse in tono lamentoso.
<< Puoi perdonarmi? Te lo ripeto cento volte: scusa, scusa, scusa, scusa, scusa… >>
Lo interruppi. << D’accordo, Cass. Basta così. Smettila e ti perdono >>.
<< Davvero? >> disse sorpreso.
<< Certo >> dissi sorridendo.
Lui mi sorrise: << Grazie, grazie, davvero Kay, grazie… >>.
<< Ah ah. Basta! >>. Si zittì immediatamente e io scoppiai a ridere.
<< Ok, Cass. Adesso che ti ho perdonato, perché non provi a dormire? >> Chiesi dolcemente.
<< Qui? Da te? >> chiese sorpreso.
<< Dove credi di andare in questo stato? Su, distenditi >> dissi alzandomi e cercando di sistemarlo per farlo dormire. Lui collaborò.
<< Kay? Vuoi ancora uccidermi? >> chiese in modo innocente.
Risi: << Forse >> dissi.
Lui si rabbuiò: << Oh >> disse.
<< Sto scherzando. Avanti, dormi >> gli dissi accarezzandogli la guancia.
Lui chiuse gli occhi e presto si addormentò.
Mi sistemai nell’altro divano e pensando a quanto era stato folle Castiel, mi addormentai.

La mattina seguente mi svegliai, mentre Castiel continuava a dormire.
Mi alzai e decisi di preparare la colazione. Quando il rosso iniziò a sentire odore di cibo si svegliò.
<< Buongiorno, principino >> dissi mettendo dei piatti colmi sul tavolo del soggiorno. Lui si sedette: << Ouch. La mia testa >> disse mettendo la testa tra le mani.
<< Si chiama dopo sbornia >> dissi. Lui sollevò lo sguardo. Appena mi vide spalancò gli occhi.
<< Oh merda >> disse alzandosi di scatto << Ti prego, dimmi che non ho fatto niente di così tremendo >>.
Lo guardai: << A parte costringermi a perdonarti? >> dissi sorridendo divertita.
Lui sibilò: << Stupida boccaccia! Senti, Kay mi… mi dispiace >> disse.
Prima che potesse continuare lo interruppi: << Ah. Fermati. Ti ho già perdonato ieri. Adesso siediti a mangiare >>.
Lui mi guardò: << L’hai fatto davvero? >> chiese.
<< Non ti ricordi nulla di ieri? >>.
<< Qualcosa. Ero così male? >> disse grattandosi la testa.
Io sorrisi. << Più o meno. Ma ti ho perdonato veramente >> confermai.
Lui mi sorrise. Mangiammo la colazione e poi lo feci lavare nel mio bagno. Dopo che fu pronto lo cacciai di casa.
 << Adesso, va via. Non posso dedicarti tutta la giornata >> dissi con un sorriso sulle labbra.
Lui mi sorrise: << D’accordo. Me ne vado >> disse. Lo accompagnai alla porta.
<< Grazie >> mi disse prima di andarsene. Sorrisi e lui si voltò iniziando a camminare. Solo che si fermò. << Ho bisogno di farlo >> disse venendo verso di me e abbracciandomi.
Sorpresa ricambiai e lui mi sussurrò all’orecchio: << Mi sei mancata >>.
<< Anche tu >> risposi, stringendolo a me, per poi lasciarlo. Lui si voltò e se ne andò. Per davvero, questa volta. Lo guardai mentre svoltava l’angolo. Alla fine, era vero. Quel rosso così arrogante e spaccone, mi era mancato. Con un sorriso sul volto, mi chiusi la porta alle spalle.




Angolo dell'autore: Ciaooo :) E anche oggi un nuovo capitolo.. Quanto sono contenta di essere già arrivata qui, perché significa che il momento cruciale si avvicinaa :3 Ok.. Spero vi sia piaciuto..
Bye Bye
 

 

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Capitolo 16
*** Dichiarazioni?! ***


Pov Lysandre
Quella mattina arrivai a scuola e all’entrata incontrai Castiel sorridente che camminava accanto a… Kaylie. Sì, i due stavano proprio ridendo. Mi avvicinai.
<< Buongiorno >> dissi. Loro mi guardarono e ricambiarono.
<< Voi due… avete risolto? >> chiesi speranzoso.
Castiel sorrise e Kaylie rispose: << Sì. Ho perdonato questo idiota. Anche se me ne pentirò presto. Già non lo sopporto più >> disse sorridendo.
<< Ehi >> disse Castiel, fingendosi offeso.
Io sorrisi. << Bene. Anche Iris sarà contenta di saperlo. Vado a cercarla >> dissi dileguandomi.

Pov Kaylie
Dopo aver parlato con Lys, io e Castiel ci imbattemmo in Armin. << Ehi >> mi disse sorridendo. Quando si accorse di Castiel accanto a me, il sorriso svanì.
Castiel lo guardava con aria di sfida.
<< Ciao >> dissi, fingendo di non essermene accorta.
<< E lui? >> chiese indicando il rosso.
Castiel iniziava a spazientirsi. << Abbiamo sistemato tutto >> dissi in fretta.
<< Scusa, adesso dobbiamo andare in classe >> continuai tirandomi Castiel per un braccio.
In classe Iris sapeva già tutto ed era così elettrizzata. Sorrisi alla sua reazione.

Pov Castiel
All’intervallo Lys mi tirò a parte. << Devi raccontarmi tutto. Cosa hai fatto per farti perdonare? >> chiese curioso.
Io sorrisi divertito: << Diciamo che non lo ricordo >> affermai.
Lui si accigliò: << Che vuol dire? >>
<< Ero completamente ubriaco. Mi sono presentato a casa sua di notte. E chissà come, mi ha perdonato >> dissi.
Lui mi guardò: << Stai scherzando? Lei ti perdona e tu non lo ricordi? >> chiese esasperato.
Io scoppiai a ridere: << Che vuoi che ti dica, amico? Riesco a fare qualcosa di buono solo quando non sono lucido >> dissi.
Lui scosse la testa: << Va bene. Andiamo >> disse portandomi al solito albero. Devo dire che mi era mancato passare gli intervalli con loro. L’unico intoppo era quel cretino di Armin, ma cercai di non farci caso.
Poco dopo mi allontanai per fumare una sigaretta e mi ritrovai Kaylie accanto.
<< Cosa ti avevo detto? >> mi disse.
La guardai non sapendo che rispondere.
<< Avanti, dammele >> disse, guardando il mio pacchetto.
<< Aah, no! >> dissi mettendolo in tasca.
<< Bene. Se continui a fumare, non sarò più tua amica >> disse decisa.
Spalancai gli occhi. Non poteva farlo di nuovo. Lei stava per andarsene. << No. Aspetta Kay. Torna qui >> dissi. Lei si voltò e mi guardò: << Sì? >> chiese.
Sospirai. << Tieni >> dissi, mettendo la sigaretta spenta, che avevo ancora in mano, nel pacchetto e porgendoglielo. << Grazie >> disse.
<< Ok. Ma dimmi almeno perché dovrei smettere >> chiesi.
<< Perché te lo sto chiedendo io? >> disse sorridendomi dolcemente.
Sospirai: << Sei scorretta >>.
Lei sorrise: << No, non lo sono. Smetterai? >> chiese.
<< Mmh, d’accordo >> dissi a malincuore.
<< Sul serio, però, Cass. Prova a prendermi in giro e mantengo ciò che ti ho detto a casa mia >> disse con un sorriso sornione.
<< Aspetta. Di cosa parli? >> chiesi incuriosito.
Lei non rispose alla domanda: << Sai che eri così tenero >> disse ridendo.
Io arrossii: << Ma… così non vale! >> dissi, mentre la seguivo e tornavamo a sederci.
Tutti ci guardavano. << Non è mica colpa mia. Forse un giorno te lo racconterò >> terminò.
<< Un giorno? >> dissi esasperato.
<< Ti dico soltanto che hai ripetuto una sola parola almeno cinque volte >>.
Io scoppiai a ridere: << Oh, sì, quello lo ricordo >>.
<< Bene. Cose in meno da raccontare >> disse facendomi l’occhiolino.
Io scossi la testa: << Tsk. Cosa mi tocca sentire >> dissi sorridendo.
A quel punto anche gli altri ripresero a parlare.
 
Erano passate diverse settimane dall’ultima volta. Ormai era l’inizio di maggio. L’unico lato positivo era che mancava solo l’ultimo mese di scuola. Arrivai nella sala prove quasi di corsa. Lys era già lì.
<< Lys! Ho bisogno del tuo aiuto! Devi aiutarmi >> dissi prendendolo per le braccia.
Lui mi guardò sorpreso.
<< Cosa hai combinato stavolta? >> chiese.
<< Io… ricordi quando parlavamo di ammettere la persona che ami e bla bla? >> dissi tutto d’un fiato.
Lui sorrise: << Ooh. Lo vuoi ammettere, finalmente >>.
<< Io devo parlarle. Non posso continuare così >> continuai.
Lui mi guardò: << Voglio sentirtelo dire. Ammettilo, adesso >> disse sorridendo.
Lo guardai: << Adesso? Lys non è il momento! >> dissi.
<< Bene. E io non ti aiuto >> disse deciso.
<< Mi stai ricattando? Ok, va bene. Io… sono innamorato, d’accordo? >> dissi tutto d’un fiato. In quel preciso istante sentii qualcuno ridacchiare dietro di me. Mi voltai per vedere Iris. Arrossii di colpo. Poi mi voltai verso Lys: << Sei un bastardo! Sapevi che era lì >> gli dissi.
Lui sorrise soddisfatto: << No. È appena entrata >> disse cercando di non ridere.
<< Di chi sei innamorato? >> chiese Iris ridacchiando.
Divenni completamente rosso. << Nessuno! >> poi mi voltai verso Lys: << Continuiamo dopo >>.
Lui annuì e poco dopo entrarono anche Armin e Kaylie. Così iniziammo le prove.
Alla fine delle prove ormai, ero tornato ad essere io quello che riaccompagnava Kaylie a casa e la cosa non mi dispiaceva affatto.

Pov Kaylie
Mentre io e Armin stavamo andando verso la sala prove lui mi chiese: << Ti piace Castiel, vero? >>.
Io arrossii: << Che vuoi dire? >>
<< Sei innamorata di lui? >>
<< Io… Eehm… Ok, d’accordo. Sì, ma non dirlo, capito? >>.
Lui mi sorrise e annuì. << Anche lui è cotto di te >> continuò.
<< Cosa? Non è vero >> dissi.
<< Sì, che lo è >> disse sorridendomi.
Quando scendemmo in sala prove, Iris era già lì e mi accorsi che al mia arrivo aveva lanciato un’occhiata a Castiel, che era arrossito. Strano.

Pov Castiel
Il giorno dopo arrivai a scuola e non incontrai Kaylie da nessuna parte. La persona che vidi fu Lysandre. Era seduto sulla panchina e stava scrivendo nel suo quaderno.
<< Dobbiamo parlare >> dissi.
Lui sollevò lo sguardo e sorrise: << Siediti >>.
Io mi sedetti e sospirai. << Non riesco a credere che per una ragazza sto chiedendo aiuto a te >> dissi scuotendo la testa.
<< Intanto, caro amico mio, io sono quello ad avere la ragazza, mentre tu sei perso per una, ma non glielo dici. Penso di essere in vantaggio >> disse Lys.
<< Tsk. Non esagerare. Allora, mi aiuti o no? >>.
Lui guardò l’orologio. << Vado in classe. Ne parliamo oggi all’intervallo >> mi disse.
<< Va bene >> dissi prima di alzarmi.
All’intervallo presi Lys per un braccio. << Vieni con me >> dissi staccandolo da Iris.
Lui lanciò uno sguardo di scuse alla ragazza, che sorrise, poi mi seguì.
Ci fermammo, lontani dal solito gruppo.
<< Dimmi tutto >> disse.
<< Senti, ho bisogno di dirglielo, ma non so come, ok? >>
<< Cass, non è difficile. Basta prenderla a parte e dirglielo >> continuò.
<< Ah, sì, certo. Io ti aiuto preparando una cena romantica e tu mi consigli di dirglielo prendendola a parte? Davvero, sei avanti, ma come consigliere fai davvero schifo >> dissi.
Lui rise: << Vuoi qualcosa di romantico? Ci penserò >> disse.
<< Sarà meglio >> dissi.

Pov Kaylie
Castiel e Lysandre avevano passato metà dell’intervallo a discutere lontani da noi e neanche Iris ne sapeva il motivo. Quando ci raggiunsero nessuno fece domande e tutto era come al solito. Verso la fine dell’intervallo dagli altoparlanti uscì la voce di Peggy. Ci annunciava che alla fine del mese ci sarebbe stato il ballo di fine anno, per il terzo, quarto e quinto anno. Quindi noi rientravamo. Ci augurava di trovare presto il cavaliere e, ironicamente, di frequentare corsi di ballo. Io e Iris eravamo entusiaste.
<< Sarà fantastico >> disse Iris su di giri, guardando me e poi Lys, che le sorrise.
<< Sai che significa? >> le dissi sorridendo.
<< Oh, sì! Shopping sfrenato! >>.
<< Giusto! >> dissi sorridente.
Sentii Castiel sussurrare: << Tsk. Ragazze >>.

Pov Castiel
Quando c’era stato l’annuncio del ballo Lys mi aveva lanciato un’occhiata significativa. Quando ci trovammo in sala prove infatti mi disse: << E’ perfetto. Dichiarati e chiedile di venire al ballo con te, no? >>.
<< Io… mmh, non lo so >> dissi poco convinto. A quel punto entrarono gli altri e noi smettemmo di parlare.
Erano passati alcuni giorni e io ero ancora esasperato. Ero seduto sulla panchina del cortile e riflettevo. Non sapevo come avrei potuto dirglielo e chiederloe di venire al ballo con me… non ci sarei riuscito.
Sapevo che non potevo aspettare a lungo. Dopotutto molti avevano già il compagno con cui partecipare al ballo e qualcuno avrebbe potuto chiederle di andare con lui, frantumando tutte le mie speranze. I miei pensieri, vennero interrotti da qualcuno, che si sedette accanto a me. Kaylie.
<< Ciao >> disse, sorridendo.
<< Ciao >> dissi ricambiando.
<< Cosa stai facendo? >> mi chiese.
<< Stavo pensando >> risposi.
Lei mi guardò stupita: << Tu pensi? E da quando? >>.
<< Ah, ah. Divertente >> dissi.
Lei rise: << Ok. Senti, ti va di accompagnarmi in un posto, dopo la scuola? Se non hai nulla da fare potremmo deviare >> disse.
<< In effetti dovrei andare al negozio di musica >> dissi.
<< Perfetto. Posso accompagnarti. Lì vicino non c’è una gioielleria? >>.
Mi andò la saliva di traverso: << Gioielleria? E che devi fare? >> chiesi.
<< Devo fare aggiustare la mia collana. Si è rotto un gancetto. È quella di Danny. Di vitale importanza >> sorrise.
<< Oh, certo. D’accordo. Allora ci andremo dopo le prove >> dissi.
<< Perfetto. Grazie >> disse sorridendomi. Poi continuò: << Avanti, andiamo in classe >>.
<< Ooh. Per forza? Io sto bene qui >> mi lamentai.
<< Sì, per forza. Te l’ho già detto che sei uno scansafatiche? >>
<< Sì, credo proprio di sì >> confermai.
Lei rise: << Bene. Su, muoviti >>.
Mi alzai e la seguii in classe.
 
Dopo le prove ci dirigemmo subito verso la gioielleria.
Ci mise poco tempo ad aggiustarla e Kaylie, quando la riebbe in mano, me la porse: << Potresti mettermela? >> mi chiese.
<< Certo >> dissi. Lei sollevò i lunghi capelli, lasciando il collo scoperto. Gliela misi e mi sorrise: << Grazie >> disse.
Le sorrisi e cominciammo a camminare verso il negozio di musica.
Quando arrivammo, iniziammo a guardare i cd. Kaylie prese in mano quello dei Linking Park.
<< Ti piacciono? >> le chiesi.
Lei annuì: << Sì, li ascolto spesso. E tu? >>.
<< Mmh, non sono male. Ma il mio genere è ancora più rumoroso >> dissi.
Lei alzò le sopracciglia e io presi un cd degli AC/DC.
<< Oh, riesci ad ascoltarli davvero? Sono troppo chiassosi >> disse, arricciando il naso.
<< Oh, sì, questa è la vera musica >> le sorrisi.
Lei scosse la testa, sorridendo. Restammo ancora un po’ e alla fine mi obbligò a prendere il cd dei Linking Park.
<< Devi depurarti da tutto quel baccano >> mi disse.
<< Oh, certo. E i Linking Park non fanno baccano? >>.
Lei ridacchiò: << Sì, ma non come quelli che ascolti tu >> disse.
Alla fine lo comprai e la riaccompagnai a casa.

Pov Kaylie
Il giorno dopo era venerdì e i ragazzi non avevano le prove. Mi stavo dirigendo verso l’uscita quando qualcuno mi fermò. Nathaniel.
<< Ehi Kay >>.
<< Ciao >> sorrisi.
<< Senti… vorrei dirti una cosa >> mi disse.
<< Dimmi pure >> dissi.
<< Io… Hai qualcuno per il ballo? Ti va di venirci con me? >> disse avvicinandosi un po’ troppo e accarezzandomi la guancia. Mi irrigidii. E adesso come me lo sarei tolta di dosso?

Pov Castiel
Quando uscii dall’aula per tornare a casa, trovai Kaylie in corridoio. Era inchiodata contro gli armadietti. Era completamente rigida e Nathaniel le stava accarezzando la guancia. Andai su tutte le furie.
<< Ehi! Che stai facendo? >> urlai, avvicinandomi. Il delegato sentendo la mia voce si allontanò di colpo.
<< Ma cosa ti importa? Lasciami in pace, Castiel! >> mi disse.
Mi infuriai ancora di più. Non so se fosse perché si trattava di Nathaniel o l’averlo visto così attaccato a Kaylie.
<< Senti, mettile un’altra volta le mani addosso e ti finisce male >> dissi prendendolo per il colletto.
<< Perché cos’è? La tua ragazza? >> chiese.
Lo lascia di colpo. Kaylie ci guardava senza dire una parola, con gli occhi spalancati.
<< Non sono cose che ti riguardano >> risposi.
Lui rise amaramente. Io mi infuriai. Kaylie non era la mia ragazza. So che non avevo il diritto di farlo.
Diedi le spalle e me ne andai verso le scale. << Castiel! >> mi chiamò Kaylie, ma la ignorai. Decisi di salire nella terrazza.

Pov Kaylie
Sapevo di avere gli occhi spalancati, ma non sapevo cos’altro fare. La reazione di Castiel mi aveva presa alla sprovvista.
Quando si allontanò guardai Nath. << Mi dispiace >> dissi seguendo Castiel.
Lo trovai sulla terrazza. Camminava avanti e indietro. Appena lo vidi però mi arrabbiai. Non avrebbe dovuto trattare così Nathaniel.
<< Castiel! Perché l’hai fatto? Che ti è preso? >> chiesi.
Lui mi guardò senza dire una parola.
<< Ehi! Sto parlando con te. Ma perché… >>.
Non ebbi il tempo di continuare. Castiel con due falcate eliminò la distanza tra di noi. Mi baciò. Sì, proprio così, Castiel mi stava baciando. Mi colse alla sprovvista, ma ovviamente non lo respinsi. Non potevo crederci: finalmente quelle labbra così rosse si erano posate sulle mie. Aspettavo questo momento da un sacco di tempo, ormai. Proprio allora ricambiai il bacio. Misi le braccia intorno al suo collo e assaporai le sue labbra. Sentivo le sue mani che si poggiavano sulla mia schiena.
Quando ci staccammo lui mi guardò e con la voce bassa mi disse: << Mi sono innamorato di te, principessa >>.
Io gli sorrisi. << Cass. Non sai da quanto tempo aspetto questo momento >>.
Lui mi sorrise. Ero ancora tra le sue braccia. << Senti, vorresti venire al ballo con me? Sempre se non vuoi andare col delegato >> mi chiese sorridendo.
Io risi: << Penso che andrò con il delegato >> dissi.
<< Ah sì? Allora devi farti cambiare idea >> disse e poggiò nuovamente le labbra sulle mie. Quando ci staccammo ridacchiai e dissi: << D’accordo. Mi hai convinta >>.
Lui sorrise e alla fine ci staccammo del tutto.
Castiel mi accompagnò a casa tenendomi sempre per mano e quando arrivammo davanti casa mia mi salutò con un bacio. << A domani, principessa >> disse prima di andarsene. Sorrisi: << A domani, Cass >> dissi chiudendomi la porta alle spalle.
Quella notte ripensai a ciò che era successo. Io e Castiel. Sì adesso ero davvero felice.

Pov Castiel
L’avevo baciata. Era stata la sensazione più bella che avessi provato. Quando all’inizio non aveva ricambiato pensai che stesse per allontanarsi e schiaffeggiarmi. Alla fine, invece si strinse a me ancora di più e mi baciò. Pensavo di essere il ragazzo più felice del mondo. Ok un po’ esagerato, ma non mi sentivo così bene da molto tempo. La riaccompagnai a casa e la mattina dopo mi feci trovare sotto casa sua. Andammo a scuola insieme, mano nella mano.
Quando arrivammo nel cortile della scuola ci avvicinammo a Lys e Iris, che guardavano le nostre mani intrecciate.

Pov Lysandre
Quando li avevo visti arrivare mano nella mano ero sconvolto. Iris mi guardò, sorpresa quanto me e poi tornò a guardare i due.
Quando si fermarono davanti a noi, Iris chiese: << Voi due…? >>
<< Sì! Castiel si è dichiarato ieri >> disse Kaylie, rivolgendo uno sguardo amorevole a Castiel, che le sorrise. Poi il rosso guardò me e io gli sorrisi soddisfatto. Finalmente, dopo tanto tempo, quei due ce l’avevano fatta e io non potevo fare a meno di esserne contento.






Angolo dell'autore: Ehii ragazzii!! :D Ok, finalmente ce l'ho fattaa.. Sono riuscita a farli baciare :3 Anche se so che avrei potuto fare di meglio.. Lo so, lo so, scusate, ma su questa parte non sono riuscita a fare più di così.. Spero di farmi perdonare con i prossimi.. 
Comunque adesso sono insieme e spero che siate contenti tanto quanto me.. Ok ok bastaa, non mi dilungo più..
A presto! 

xoxo

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Capitolo 17
*** Il ballo ***


Pov Kaylie
Quella mattina mi svegliai presto. Era domenica e quindi si trattava di un’eccezione. Indossai un paio di jeans chiari, una camicetta e le ballerine. Misi un filo di trucco e terminai giusto in tempo per andare ad aprire. Il campanello stava suonando e dalla scampanellata capii che si trattava di Castiel. Scesi di sotto e aprii la porta.
Castiel stava sorridendo. Indossava un paio di jeans e una maglia grigia. Sopra, non poteva mancare, la sua giacca di pelle.
<< Buongiorno >> disse riscuotendomi. Ero rimasta completamente affascinata dalla sua visione.
<< Buongiorno >> dissi, facendolo entrare.             
<< Ho portato la colazione >> disse sollevando una busta, che aveva in mano.
<< Grande. Faccio il caffè >> dissi entrando in cucina. Lui mi seguii e poggiò la busta sul tavolo. Aprii uno sportello, ma Castiel mi prese per la vita e mi fece voltare verso di lui. << Non dimentichi qualcosa, principessa? >> disse sorridendo.
Io risi e alzandomi in punta di piedi, misi le braccia intorno al suo collo. Mi baciò. Quando ci separammo disse: << Mmh. Adesso va molto meglio >>. Io sorrisi e mi misi a preparare il caffè.
<< Allora. Dove mi porti oggi? >> chiesi in modo innocente.
<< Sarà una sorpresa >> disse, mangiando mezza brioche e riempendosi la bocca.
Feci una smorfia: << Molto raffinato, direi >> dissi, sorridendo.
Lui mi lanciò un’occhiata divertita e mi offrì l’altra metà.
<< Che schifo >> dissi ricambiando l’occhiata.
Lui, che aveva ormai deglutito ridacchiò.
Misi il caffè nelle tazze e mi sedetti vicino a lui. Presi la metà della brioche che non aveva ancora mangiato e la morsi.
<< Ehi, quella era mia >> disse divertito. Io sorrisi senza dire nulla. Quando finimmo di mangiare, Castiel si avvicinò. << Sei sporca, qui >> disse, prendendomi il mento e baciandomi.
<< E adesso? >> chiesi sorridendo.
<< Perfetto. Possiamo andare >> disse, alzandosi.
Uscimmo di casa e iniziammo a camminare mano nella mano.
<< Non vuoi proprio dirmi dove stiamo andando? >> chiesi, facendogli gli occhi dolci.
<< Scordatelo. Sei proprio impaziente, principessa >> disse, sorridendo.
Io sospirai sconfitta, mentre continuavamo a camminare. Arrivammo davanti a un garage. Ero stupita. Che ci facevamo lì?
<< Ho una cosa da farti vedere >> disse, arrivando al garage numero 8. Prese una chiave e mentre lo apriva disse: << L’ultimo regalo dei miei genitori >>.
Quando lo aprì del tutto ero letteralmente sconvolta. Una Porsche Carrera Gt grigia era all’interno del garage, nuova e immacolata.
Castiel mi prese per mano. << Bella, vero? >> chiese soddisfatto.
Ritrovai la parola. << Cavolo, Castiel. È… è meravigliosa >> dissi.
<< Bene. Dobbiamo inaugurarla >> disse.
Lo guardai: << Vuoi andare in giro con questa? >> dissi sorridendo.
<< Certo, piccola. Non la lascerò mica qui dentro >> disse, ricambiando il sorriso. Castiel si mise alla guida e portò fuori la macchina.
Scese per chiudere il garage e poi venne ad aprirmi la portiera. << Prego, mia principessa >> disse.
Ridacchiai e salii in macchina. Lui salì e si mise a guidare. << Devo fidarmi? Sai guidarla? >> chiesi.
<< Ehi, piccola, così mi offendi >> disse lui.
Io risi. Stemmo in macchina per circa venti minuti e avevamo ascoltato i suoi cd rumorosi. Eravamo appena usciti dalla città, quando parcheggiò la macchina davanti una villetta, circondata dal verde e ai piedi di un laghetto. Era meraviglioso.
Scendemmo dalla macchina.
<< Benvenuta, principessa >> disse venendomi accanto.
<< Ma… è tua? >> chiesi.
Lui sorrise: << I miei l’hanno comprata per le vacanze in famiglia, ma per il resto è quasi sempre vuota. Per oggi è nostra. Non ci disturberà nessuno >>.
<< Wow. Ma è stupenda >> dissi. Lui mi prese per mano e mi fece entrare in casa. Era davvero carina e spaziosa. Castiel accese le luci e ripotò in vita la casa.
<< D’accordo. Adesso è perfetto >> disse.
Ormai era quasi ora di pranzo e Castiel decise di cucinare. Entrammo in cucina e per questa volta non mi lasciò toccare i fornelli. Mangiammo della pasta e mentre pranzavamo gli chiesi: << Cass, ma… i tuoi che lavoro fanno? >>.
Lui sorrise: << Rappresentanti di vendita. Viaggiano tantissimo lasciandomi solo, ma si fanno perdonare con i loro regali >> disse.
<< E ti senti solo? >> chiesi.
<< Perché dovrei? Ho i miei amici. E soprattutto: ho te >> mi sorrise.
Ricambiai il sorriso. Quando finimmo di mangiare facemmo una passeggiata intorno alla proprietà. Ci sedemmo ai piedi del lago.
Castiel mi mise un braccio intorno alle spalle e mi accoccolai su di lui.
<< Aspetto momenti come questi da troppo tempo >> mi sussurrò Castiel all’orecchio.
<< Perché ci hai messo tanto? >> chiesi guardandolo.
Lui sollevò le spalle. << Non lo so. Pensavo che non ricambiassi >> rispose.
Io sorrisi. << Ti sembra che non ricambi? >> dissi baciandolo. Restammo lì per non so quanto tempo. Quando ci alzammo comunque era ora di tornare in città. Prendemmo tutte le nostre cose e salimmo in macchina. Riportammo la macchina al garage e facemmo il piccolo pezzo di strada a piedi. Arrivati a casa mia, notai parcheggiata la macchina di mia zia.
Non lo feci entrare. Ci salutammo nella veranda. << Grazie >> dissi.
Lui mi sorrise e mi baciò. << Ci sentiamo stasera, piccola? >> mi chiese.
<< Certo >> dissi dandogli un altro bacio veloce ed entrando in casa.
 
Il mese stava passando abbastanza velocemente e io e Castiel eravamo più uniti che mai. Passavamo praticamente quasi tutto il nostro tempo insieme.
Mancava una settimana al ballo e oggi io, Iris e Rosalya dovevamo vederci per comprare il vestito. Mi trovavo a casa di Castiel, distesa con lui sul divano. Guardai l’orologio e feci praticamente un salto. << Cavolo! Farò tardi, se non mi sbrigo! >> dissi, mentre scavalcavo Castiel per alzarmi.
<< Ehi, ma dove devi andare? >> mi chiese.
<< Te l’ho detto. Dobbiamo comprare i vestiti per il ballo. È tardissimo. Ci sentiamo sta sera >> dissi mentre mi mettevo le scarpe.
Lui sospirò: << Ma manca ancora una settimana >> mi fece notare.
<< Appunto! Siamo già in ritardo >> dissi. Castiel mi seguì alla porta sospirando. Lo baciai e mi diressi verso il centro commerciale.
Quando arrivai Rosa e Iris erano già lì. Mi sorrisero entusiaste e Rosalya chiese: << Pronte? >>.
Annuimmo decise ed entrammo. Restammo dentro il negozio di vestiti per non so quanto tempo a provare abiti su abiti. La prima a trovare il vestito fu Rosalya.
Uscii dal camerino con aria solenne. Cavolo, era davvero strabiliante. Aveva indossato un vestito viola con spacco vertiginoso e sotto il seno due fasce argentate che venivano a incrocio. Altre due fasce stavano intorno al collo.
<< Ragazze! È questo! Come vi pare? >> disse guardandosi allo specchio.
<< Woow, Rosa! Stai benissimo! >> esclamò Iris contenta.
<< Sì, è fantastico. È un’ottima scelta >> le dissi sorridendo.
Poi fu la volta di Iris. Lei fu un po’ più lenta di Rosa nel trovarlo, dato che non aveva le idee così chiare come la prima, ma alla fine anche il suo era stupendo. Uscì dal camerino con un vestito rosa chiaro e delicato, senza spalline e con delle pietre sotto il seno. La gonna le ricadeva in modo leggero, formando delle pieghe.
<< Sì! Devi assolutamente prendere questo. È bellissimo >> dissi ammirando il vestito.
Lei mi sorrise e Rosa aggiunse: << Lys ne andrà matto! >>.
Iris arrossì: << Sì, prenderò questo >> disse sorridendoci.
Poi toccò a me. Io non avevo la più pallida idea di cosa provare. Speravo in un vestito verde, ma non ne trovai nessuno adatto al ballo. Alla fine scelsi un abito celeste. Uscii dal camerino indossando un vestito azzurro, appunto, con una fascia dello stesso colore sotto il seno. La gonna ricadeva leggera e il corpetto era ricoperto di strass. Mi sentivo piuttosto osservata. Iris aveva la bocca spalancata.
<< Kaylie, sei… sei stratosferica! >> disse dopo aver riavuto la parola.
Rosa, invece mi guardava, sorridendo: << Sì, sei una bomba. E Castiel… oh se sverrà non me ne stupirò >> disse ridacchiando.
Io sorrisi: << Che esagerata! >> dissi rivolta a Rosalya, ma voltandomi, per guardarmi allo specchio. << E’ bellissimo. Sì, è questo! >> dissi convinta.
Così tornammo a casa soddisfatte e con i portafogli svuotati.

La settimana passò e il giorno del ballo arrivò. La zia mi aiutò a indossare il vestito, a truccarmi leggermente e cosa fondamentale, mi aiutò a sistemare i capelli. Fece due trecce in alto che si congiungevano in basso in un chignon spelacchiato, ma elegante. Inoltre un ciuffo era lasciato sciolto e ricadeva sul viso. Indossai le scarpe alte e argentate, mentre suonava il campanello. Ero elettrizzata e spaventata. La zia era andata ad aprire e io mi preparai a scendere. La zia mi chiamò e io sospirando uscii dalla camera. Mentre scendevo le scale Castiel che parlava apertamente con mia zia si bloccò e si voltò a guardarmi. Sorrisi per l’espressione di Castiel. Aveva la bocca dischiusa in un’espressione di stupore e mi guardava come se fossi un oggetto raro e prezioso. Non era svenuto come aveva preannunciato Rosalya, ma la sua espressione mi aveva fatto sorridere.
A quel punto guardai lui: era bellissimo. Era la prima volta che lo vedevo in smoking e stava benissimo. Anche se non era il suo stile, non sembrava a disagio, come mi sarei immaginata.
Mi fermai davanti a lui.

Pov Castiel
Stavo parlando con la zia di Kaylie quando la vidi scendere le scale. Il mio cervello si era decisamente spento. Lei era bellissima, con quel vestito sembrava una dea e sorrisi per la consapevolezza che era la mia dea, la mia principessa.
<< Kaylie. Sei… sei bellissima >> dissi, quando si fermò davanti a me. Lei mi sorrise.
<< Anche tu stai molto bene >> mi disse.
Sorrisi: << Non è proprio il mio stile, ma… >> stavo per fare una mia solita battuta, ma vedendo la zia di Kaylie che ci guardava, mi zittii.
<< Sei bello lo stesso >> terminò Kay, sorridendo. Io ridacchiai, poi la zia volle farci una foto. Prima di andare tirai fuori dalla tasca il bouquet di fiori da mettere al polso. Glielo misi e poi dissi: << Aspetta. Prima di andare ho una cosa per te >>.
Lei mi guardò e io tirai fuori una scatolina. L’aprì e tirò fuori il braccialetto che le avevo comprato. Era un braccialetto argentato con dei piccoli ciondoli. Due lettere: C e K e tra loro un piccolo cuore. << E’… bellissimo >> disse guardandomi. Io le sorrisi: << Sono contento che ti piaccia >> dissi. Glielo allacciai al polso opposto a quello con il bouquet e si sollevò in punta d piedi per baciarmi, dato che la zia si era spostata nell’altra stanza. Quando ci separammo le sorrisi. << E’ ora di andare, mia principessa >> dissi porgendole il braccio. Lei sorrise e si aggrappò a me. La portai alla mia macchina e le aprii la portiera.
Salii sull’auto e lei mi disse: << Cavolo, non me la ricordavo così bella >> disse rivolta alla macchina.
Io risi: << Sì, fa un certo effetto. Dovevo attrezzarmi in qualche modo, principessa. Non potevo lasciarci andare ancora in giro a piedi >> dissi sorridendo.
<< Giusto >> disse lei ricambiando il sorriso.

Pov Kaylie
Arrivammo al ballo e subito trovammo Iris con Lys e Rosa con Leigh. Le due ragazze erano davvero stupende. C’era molta gente tra noi e scorsi anche Nathaniel con Melody e Violet con Armin. Quest’ultima coppia, onestamente, non sapevo proprio come fosse finita insieme.
Fu una serata fantastica. Castiel fu davvero dolce per tutta la serata e trascorremmo tutta il tempo praticamente attaccati. Mi invitò anche a ballare e scoprii un lato di lui che non conoscevo.
<< Non pensavo che sapessi ballare. Hai seguito i corsi di ballo di Peggy? >> dissi sarcasticamente mentre ballavamo un lento.
Lui mi sorrise: << Ho anche io i miei assi nella manica, piccola. Devo solo metterli in atto nel momento giusto >> disse sorridendo.
Sorrisi. Poi si piegò, per poggiare delicatamente le labbra sulle mie. Fu un bacio dolce, di quelli che ti fanno sentire bene, ma che allo stesso tempo ti fanno volere di più. Dopo questi baci capivo che ormai Castiel era diventato la mia droga.
Fu davvero una bella serata e alla fine la reginetta del ballo fu proprio Rosalya, mentre il re del ballo fu un bel ragazzo di quinta, Dake.
Quando il ballo finì Castiel mi riaccompagnò a casa.
Eravamo davanti la mia veranda. << Grazie >> dissi mettendogli le braccia intorno al collo.
Lui mi sorrise: << Ti ho già detto che sei bellissima? >> mi sussurrò all’orecchio.
Io risi: << Sì, almeno un milione di volte >> risposi.
<< Bene. Perché lo sei veramente >>. Poi divenne serio: << Kay >> mi diede un piccolo bacio sul collo, poi mi disse: << Ti amo >>.
Rimasi un attimo in silenzio. Dopo quasi un mese era la prima volta che Castiel me lo diceva apertamente. Dopo aver realizzato che mi aveva veramente detto quelle due piccole ma al contempo, splendide parole lo baciai. << Anche io ti amo, Cass >>.
Lui mi sorrise e mi baciò di nuovo. Restammo in quel modo ancora per un po’, poi dovetti rientrare. A malincuore, ovviamente. Dopo ciò che mi aveva detto Castiel non volevo proprio allontanarmi da lui. Comunque dovetti farlo. Mi diede la buonanotte e dopo che fui entrata se ne andò, nella sua macchina da principe. Sì, se io ero la sua principessa, lui era davvero il mio principe azzurro. Ok d’accordo. Ero troppo sdolcinata, ma l’amore fa questo effetto.
Quella sera mi tolsi il vestito e il trucco e mi addormentai con il sorriso sulle labbra.



Angolo dell'autore: Ehilà!! :) ecco il nuovo capitolo.. Bene, diciamo che sono quasi alla fine della mia storia.. In questo capitolo ho descritto gli abiti delle ragazze, che in realtà esistono davvero.. Se vi va di vederli eccoli.. mi sono ispirata a questi

Kaylie: http://i00.i.aliimg.com/img/pb/606/119/542/542119606_327.jpg
Rosalya: http://images.madeinchina.com/p/544/2131544_3/Brand-new-Formal-Gowns-Evening-Dress_2131544_3.bak.jpg
Iris: http://img.alibaba.com/photo/513360719/Custom_Made_Long_Designer_Evening_Dresses_Party_Gowns.jpg

Aggiornerò al più presto
Bye bye :))

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Capitolo 18
*** Vacanze ***


PovKaylie
Era l’ultimo giorno di scuola. Erano già i primi di giugno e il caldo ci stava opprimendo. Noi ragazzi, infatti, passavamo il tempo in casa, sui divani e con l’aria condizionata accesa.
Quando la campana dell’ultima ora suonò io e Castiel, mano nella mano, uscimmo dalla scuola e aspettammo Lys e Iris. Intanto la gente che usciva da scuola ci passava accanto. Ambra e le sue amiche mi lanciarono un’occhiataccia e Castiel accorgendosi della cosa mi mise un braccio sulle spalle, stringendomi di più a sé. Sorrisi per la sua reazione. Era sempre iperprotettivo nei miei confronti e io la consideravo una cosa dolce. Ambra lanciò un’occhiataccia anche a Castiel e poi si allontanò. Poi fu Rosa a passarci accanto. Era di corsa e si fermò di colpo dopo averci visti.
<< Ehi, ragazzi >> disse, sorridendoci.
<< Rosa, dove vai così di corsa? >> chiesi, sorridendole.
<< Da Leigh, al negozio. Mi piacerebbe fermarmi, ma devo andare >> mi disse con sguardo complice e facendomi l’occhiolino.
Scossi la testa, ma ricambiai l’occhiata: << Buon divertimento >> le dissi.
Lei ridacchiò e se ne andò. Castiel mi guardò accigliato.
<< Cos’erano quegli sguardi? >> chiese.
Io risi: << Cose tra donne. Sta tranquillo, amore >> risposi, baciandolo.
Si staccò prima del previsto: << Ah, quindi non possiamo capire? >> chiese, alzando un sopracciglio.
<< Beh… >> biascicai, mentre ridevo.
<< Ooh. I ragazzi non sono così stupidi come credi >> disse sorridendo. << Certo, non sono mica tutti come te >> dissi, trattenendo le risate.
Lui spalancò la bocca per dire qualcosa, poi però la richiuse, offeso.
<< Sto scherzando, scemo >> dissi, alzandomi in punta di piedi, per baciarlo. Lui mi strinse a sé e ricambiò. Quando qualcuno dietro di noi si schiarì la voce, ci staccammo di colpo. Lys e Iris ci avevano raggiunti e ci guardavano. Divenni rossa, mentre Castiel sorrideva beffardo.
<< Ce ne avete messo di tempo >> disse il rosso.
<< Sì, scusate, colpa mia >> rispose Lysandre.
<< Ok, dove andiamo? Casa mia? >>proposi. Tutti annuirono e ci dirigemmo verso casa.
Castiel mi prese la mano e mi sussurrò all’orecchio. << Dovrai farti perdonare. Sono ferito >> dissi con un finto broncio.
Gli diedi un piccolo schiaffo sul braccio e gli sorrisi.
Arrivammo a casa mia e dopo aver mangiato passammo alle cose serie.
<< Allora? Dove andiamo in vacanza? >> chiese Castiel.
Ne avevamo parlato già da un po’, tutti insieme e avevamo deciso di partire per tre settimane.
<< Ci ho pensato >> disse Lys << Io e Leigh ogni estate andiamo a Long Beach, dai miei nonni. Hanno la casa sul mare, ma quest’anno hanno deciso di andarci solo ad agosto. Essendo gli unici nipoti hanno proposto a me e a mio fratello di passarci il mese di luglio. La casa è abbastanza grande per sei persone. Che ve ne pare? >> terminò.
<< Mmh. Sarebbe perfetto >> disse Iris, sorridendo al ragazzo.
<< Sì, potrebbe andare >> disse Castiel << una vacanza al mare non ci farebbe poi così male >>.
Io annuii e Lys disse: << Bene. Lo dirò a mio fratello. Possiamo partire agli inizi di luglio, direi >>.
Eravamo tutti d’accordo e dopo aver passato del tempo insieme, io e Castiel rimanemmo da soli. Mentre guardavamo un film, però ci addormentammo sul divano e il giorno dopo ci ritrovammo insieme. Era bello sapere che non c’era più scuola e che non si trattava del weekend.

Poche settimane dopo ci trovavamo all’aeroporto, con le nostre valigie, pronti per la nostra vacanza. Io, Iris e Rosa avevamo trascorso molto tempo per preparare il tutto e scegliere le cose da portare. Alla fine, quella con più roba era ovviamente Rosalya. Leigh, Lys e Castiel, erano stupiti di vederci così cariche ed erano piuttosto preoccupati, sapendo che sarebbe toccato a loro aiutarci. Salimmo sull’aereo. Io e Castiel eravamo seduti di fianco e ascoltavamo la mia musica.
<< Perché dobbiamo ascoltare la tua? >> mi chiese esasperato.
<< Perché la mia musica è più ragionevole. La tua è solo tanto baccano >> fu la mia risposta. Alla fine avevo vinto io, comunque. Andava sempre così. Castiel si lamentava, ma non riusciva a dirmi di no.
Arrivammo all’aeroporto di Long Beach e due taxi ci accompagnarono all’abitazione. Era davvero fantastica. Si trattava di una villetta a due piani con la piscina e con il mare a poco meno di 100 metri. Eravamo tutti affascinati.
<< E voi passate le vacanze qui? >> chiese Iris, non facendo a meno di osservare con gli occhi spalancati.
<< Sì, ma la casa appartiene ai nostri nonni >> disse Lys.
I due fratelli aprirono la porta e ci fecero girare per la casa. C’era due grandi bagni, uno in ogni piano; un altro, invece era in una piccola costruzione all’esterno, vicino la piscina. Al piano di sotto c’era, poi, la cucina, il grande soggiorno e una piccola camera. Al piano di sopra c’erano quattro grandi camere da letto. La casa era piena di finestre e molto luminosa. Ci sistemammo in tre camere, una per ogni coppia.
Avevamo deciso che quel giorno ci saremmo rilassati. Avremmo sistemato il tutto e saremmo andati dritti in piscina. L’unico problema era che veniva un po’ difficile sistemare la roba con Castiel che mi distraeva in continuazione. Si fermava spesso e cingendomi i fianchi con le mani mi dava baci sul collo o mi attirava a sé per baciarmi. Quando lo faceva io ridevo e dimenticavo ciò che stavo facendo.
Dopo un po’, quando fui nuovamente tra le braccia di Castiel dissi: << Cass. Se continuiamo così, non sistemeremo più nulla. Avanti. Potremo andare in piscina poi >> e gli sorrisi.
Lui non mi lasciò: << Ma io ho finito di sistemare la mia roba >> mi sussurrò all’orecchio.
<< Ma io no. Metti al lavoro quei muscoli che ti ritrovi. Dammi una mano >> lo supplicai.
Lui rise: << D’accordo. Ma poi andiamo in piscina >>.
<< Affare fatto >> dissi, tornando a sistemare. Di tanto in tanto Castiel diceva: << Ma quanta roba hai portato? >>.
Io ridevo. << Non hai visto tutto ciò che ha portato Rosalya >> gli risposi una volta.
Lui scosse la testa: << Ragazze >> disse. Poi si bloccò. Era voltato di schiena e non capivo cosa stesse guardando. Mi avvicinai. Aveva tolto dalla borsa un mio reggiseno di pizzo nero e lo aveva tra le mani. Mi guardò con un sorriso malizioso e io avvampai.
<< Castiel! Ridammelo! >> dissi, togliendoglielo dalle mani.
Lui ridacchiò: << Hai dei bei gusti, piccola >>.
Avvampai ancora di più: << Sta zitto >> dissi, mettendolo in un cassetto.
Lui rise e mi prese per i fianchi. << Hai finito? Possiamo andare in piscina? >> mi chiese.
<< Sì >> dissi baciandolo.
Andai in bagno e mi misi il costume. Quando uscii, trovai Castiel davanti la porta.
Aprì la bocca per dire qualcosa, poi si fermò e mi guardò. Era la prima volta che Castiel mi vedeva così. Avevo un costume verde a fascia, che conteneva la mia terza e la parte di sotto dello stesso colore. Lui si era già cambiato in camera e aveva un costume a bermuda nero e rosso. Il suo petto scolpito era nudo.
Mi misi a fissarlo anche io e lui mi sorrise. << Pronta? >>.
Annuii e ci dirigemmo in piscina. Iris e Lys erano già a bordo piscina che aspettavano, mentre Rosa e Leigh erano ancora in camera.
<< Ehi, Kay >> disse Iris, raggiungendomi.
Lei indossava un costume rosa e grigio con una fantasia particolare.
Le sorrisi: << Avete già sistemato tutto? >> le chiesi. Lei annuì.
<< Dobbiamo entrare in piscina >> disse prendendomi per il braccio. Raggiungemmo i ragazzi. Castiel si era seduto vicino a Lys e avevano le gambe dentro l’acqua. Iris e Lys entrarono in acqua, mentre io mi sedetti accanto a Castiel. L’acqua era abbastanza fredda e io rabbrividii.
<< Entriamo? >> mi chiese il rosso.
<< Ma è fredda >> dissi, con il mio tono da bambina.
<< Ooh, non è vero >> disse mettendomi un braccio intorno alla vita per farmi entrare.
Io mi alzai. << No >> dissi ridendo e allontanandomi da lui.
Castiel si alzò e mi sorrise seguendomi.
<< Bene >> disse raggiungendomi e prendendomi in braccio. << Vuoi entrare? >> mi chiese dolcemente.
Io risi: << Come se adesso avessi scelta >> dissi.
Lui rise: << Infatti >> disse lanciandosi in piscina. Urlai e poi finii in acqua.
L’acqua era alta e quando risalii, mentre ridevo dovetti nuotare per stare a galla. Castiel era risalito e mi spinse a sé, baciandomi. Ci avvicinammo agli altri due ragazzi, che erano al centro della piscina. L’acqua era tanto alta che io e Iris non toccavamo. Lys e Castiel, che erano più alti di noi di almeno venti centimetri erano perfettamente in piedi. E io che credevo che il mio metro e settanta non mi rendesse poi così bassa.
 << Non è giusto >> dissi aggrappandomi al metro e novanta di Castiel.
Lui rise e mi cinse con le braccia.
Poco dopo Leigh e Rosa ci raggiunsero e passammo un po’ di tempo tutti insieme, in piscina.
La sera restammo in casa, mangiammo e ci vedemmo un film alla tv. Poi stanchi per il viaggio della mattina andammo a dormire. Era strano dormire con Castiel. Averlo accanto però era una bella sensazione. Avevo già dormito con lui in un divano, ma in un letto lo consideravo diverso. Mi sentivo sicura e protetta tra le sue braccia.
Le giornate passavano velocemente, tra mare, piscina e divertimento. Alcune sere andavamo in giro per Long Beach e passeggiavamo insieme sul lungo mare. Insomma, ci stavamo godendo la vacanza.

Pov Castiel
Stare al mare con Kaylie e i miei amici era fantastico. Kaylie non riusciva più a stare lontana da me. Mi resi conto che cercava sempre il mio sguardo, il mio sorriso o un mio cenno d’assenso. Una ragazza non si era mai legata con me a tal punto. Lei riusciva sempre a farmi vedere le cose nel loro lato positivo e mi faceva sorridere sempre. Amavo i suoi baci, ma mi accorsi che iniziavo a volere di più. Ero impaziente di conoscere ogni parte del suo corpo, ma mi rendevo conto che lei non era ancora decisa. Arrossiva ogni volta che ci inoltravamo in certi discorsi. Io volevo di più, ma l’avrei aspettata senza ombra di dubbio. Io e Lys avevamo discusso di questo. Lui mi aveva detto che con Iris andava alla grande già da un bel po’. Anche questa volta, loro erano più avanti di noi. Sia Lys che Iris avevano un carattere particolare e mi stupivano sempre quando Lysandre mi diceva certe cose.
Quella sera eravamo intorno al fuoco e il mio braccio circondava le spalle di Kaylie.

Pov Kaylie
Quella sera decidemmo di fare un falò in spiaggia e di dormire nelle tende. Eravamo tutti intorno al fuoco a mangiare marshmallow e a ridere. Castiel aveva un braccio intorno alle mie spalle e di tanto in tanto mi sussurrava cose dolci all’orecchio. Ad un certo punto mi disse: << Vieni con me >>. Ci alzammo e iniziammo a camminare mano nella mano, sulla riva, con l’acqua salata che ci bagnava i piedi nudi.
Quando fummo abbastanza distanti dagli altri Castiel si fermò e mi strinse a sé.
<< Kay >> sussurrò prima di baciarmi. Gli misi la mano tra i capelli e ricambiai il bacio avidamente.
<< Ti amo >> disse staccandosi appena dalle mie labbra.
<< Ti amo anch’io >> dissi baciandolo di nuovo.
Poco dopo tornammo dagli altri. Ci sistemammo nelle tende e ci addormentammo.

Era sabato quando i ragazzi decisero di andare in città. Castiel quel giorno era stranamente agitato e quando i ragazzi proposero, lui rimase in silenzio, lanciandomi un’occhiata. Capii che voleva rimanere in casa, ma non capivo qual’era il problema.
<< Cass, che ne dici se rimaniamo qui? >> gli sussurrai sorridendo.
Lui mi guardò e mi fece un piccolo sorriso: << Per me… va bene >> disse.
Dicemmo ai ragazzi di andare senza di noi e poco dopo rimanemmo in casa da soli.

Pov Castiel
Non riuscivo più ad aspettare. Kaylie era sempre più bella e ormai erano passati più di due mesi da quando stavamo insieme. Quella sera era l’occasione giusta per rimanere soli. Ero agitato. Lys mi aveva avvisato la mattina stessa che sarebbero andati in città e non capivo se lo avesse fatto apposta per me. Comunque capii che quando rifiutammo lui intuiva già tutto. Ero agitato. Non sapevo se lei lo avrebbe accettato o se non era ancora pronta. Ero preoccupato. Ero convinto che mi avrebbe rifiutato. Non potevo fare altro che aspettare.
Quando restammo da soli, andammo direttamente in camera. << Cass, ti senti bene? >> mi chiese Kaylie.
<< Mmh mmh, sto bene >> dissi grattandomi la testa.
Lei si avvicinò a me: << Sei sicuro? È da questa mattina che sei strano >> mi disse.
Era così evidente? Come aveva capito che qualcosa non andava?
<< Io… no, niente >> dissi, avvicinandomi a lei.
Kaylie si collocò tra le mie braccia. << Sai che puoi dirmi tutto? >> chiese accarezzandomi i capelli.
<< Lo so >> le sussurrai all’orecchio, mentre iniziavo a baciarle il collo.
Lei mi mise le braccia intorno al collo e si lasciò baciare. Poco dopo le cose si approfondirono e la condussi al letto. I baci erano sempre più appassionati e sapevo che ci stavamo inoltrando in una strada che non avevamo mai intrapreso prima.

Pov Kaylie
Sapevo cosa stava per accadere. I nostri baci erano sempre più profondi. Io amavo Castiel, ma avevo paura. Sapevo che lui era il ragazzo giusto e mi ero accorta che sia io che lui volevamo ormai sempre di più. Non potevo farlo aspettare ancora. Mentre mi baciava mise la mano sotto la mia maglia e iniziò e sollevarla. Arrivato quasi sotto il seno mi guardò, preoccupato. Sapevo che mi stava chiedendo se poteva proseguire; se anche per me andava bene. Sorrisi e lo baciai per dargli la conferma.
Fu la serata più bella della mia vita. Tra baci , parole e i nostri nomi sussurrati adesso io e Castiel avevamo condiviso anche questo momento. Era stato davvero stupendo farlo proprio con lui e sapevo che anche lui ne era felice.

Pov Castiel
Finalmente era accaduto. Kay non mi aveva respinto e mi aveva incitato a continuare. Era stato davvero fantastico. L’amavo così tanto.
La vacanza finì e noi tornammo a Greenfield. Anche l’estate finì prima del previsto e noi tornammo tutti a scuola. L’unica differenza dall’anno precedente era che l’avrei affrontato con Kaylie al mio fianco. Era l’unica cosa che mi faceva andare a scuola con il sorriso. Lei era pur sempre la mia principessa.

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Capitolo 19
*** Il college ***


Il quarto anno scolastico era iniziato e finito velocemente. Tra compiti, corsi extracurricolari e ovviamente Castiel le giornate passavano veloci.
Per il nostro anniversario Castiel era stato davvero romantico e mi aveva portata a cena fuori in un ristorante molto raffinato. Mi aveva anche regalato dei fiori e a fine serata mi aveva cantato una sua canzone, scritta per me. Sapevo che era faticoso per lui scrivere canzoni e immaginavo quanto tempo avesse passato a scriverla.
Io invece, avevo fatto per lui un album pieno delle nostre foto. Io amavo fare foto con Castiel e durante l’anno ne avevamo fatte, anzi, ne avevo fatte moltissime. Scelsi le più belle e aggiunsi all’album vari biglietti: quelli dell’aereo per Long Beach, alcuni più importanti del cinema e quelli dei concerti. Durante le vacanze natalizie o durante i weekend infatti avevamo assistito a diversi concerti, tra cui quello dei Linking Park.
Il regalo piacque molto a Castiel e alla fine completammo la serata a casa sua. Ciò che successe dopo, oltre alla canzone, ve lo lascio immaginare.
Bene, anche il quinto anno passò abbastanza velocemente. Ormai io e Castiel ci conoscevamo alla perfezione ed era bello avere accanto una persona come lui, con cui poter affrontare tutto.

Alla fine dell’anno ci sarebbero stati gli esami e Castiel era molto agitato. Dovetti aiutarlo in diverse materie, ma alla fine andammo alla grande entrambi. L’unica differenza con gli altri anni era che il nostro gruppo di amici si era allargato. Oltre alle solite coppie, si erano aggiunti a noi Violet e Armin, che adesso stavano insieme, e Alexy, il fratello di Armin, e Kim, si aggregavano spesso a noi.  
Verso la fine dell’anno io e Castiel avevamo parlato più volte del college. Castiel voleva frequentare il San Francisco Conservatory of Music, mentre io volevo studiare legge. Scelsi anche io un college a San Francisco: University of California, così che potessi stare con Castiel. Avevamo deciso di prendere in affitto un appartamento in città. In questo modo avremmo potuto vivere insieme e andare in college diversi.
L’unica cosa di cui mi rattristavo era che io amavo Stanford. Avevo sempre voluto frequentare quel college, ma adesso pensavo che ciò che avevo deciso con Cass fosse la cosa migliore. Il mio ragazzo non conosceva questo mio desiderio ed era meglio così.
Allora, le lettere erano state spedite e noi non potevamo fare altro che aspettare la risposta.
Io comunque avevo continuato a pensare a Stanford e pochi giorni dopo aver spedito la prima lettera decisi di spedirne un’altra. Volevo sapere. Almeno, se non mi avessero presa mi sarei sentita meglio. Se al contrario mi avessero presa, sarei andata ugualmente con Castiel.
Lo so, non aveva molto senso, ma la lettera era ormai stata spedita.
I nostri amici avevano scelto college differenti dai nostri. Rosalya aveva scelto insieme a Leigh il college delle Belle Arti in Arizona. Leigh, essendo un anno più grande della ragazza, aveva deciso di lavorare al negozio, per aspettarla e poter frequentare insieme il college. Lys e Iris, invece avevano scelto la Columbia University.

Ero distesa sul divano, a casa, quando un pomeriggio si sentì alla porta la scampanellata di Castiel.
Aprii la porta: << Ooh, piccola. È arrivata! >> disse tenendo in mano un foglio e sollevandomi da terra, contento.
Io risi: << Suppongo che ti abbiano accettato, amore >> dissi.
Lui mi lasciò ed entrammo in casa. Mi fece un sorrisone.
<< Oh, tesoro, sei il migliore! >> dissi abbracciandolo e baciandolo.
Quando ci staccammo disse: << E’ arrivata qualche ora fa. Tu ancora niente? >>.
Scossi la testa in senso di diniego. << Nulla >> risposi.
<< Andrà benissimo. Vedrai >> mi rassicurò.
Qualche giorno dopo, controllai la posta, come ogni mattina. Erano lì. Entrambe. Le presi e corsi dentro casa.
Aprii quella di San Francisco. Mi avevano accettata. Sorrisi soddisfatta, immaginando già la mia vita con Castiel.
Poi presi in mano l’altra. Il logo di Stanford era in bella mostra. Deglutii e l’aprii.
Iniziai a leggere. “Siamo lieti di annunciarle che è stata ammessa al nostro college”. Questa fu l’unica frase che mi ronzò in testa per tutto il giorno. Misi la lettera in mezzo al mio quaderno. Poi chiamai Iris e le raccontai tutto.
<< Kay, non glielo hai detto? >> mi chiese.
Sospirai: << No. E non deve saperlo. Tienilo per te, Iris. Ho deciso. Andrò con Castiel a San Francisco >>.
<< Kay, ma… >>
<< Niente ma. Non posso deluderlo >> risposi secca.
<< Questo non sarebbe deluderlo, lo sai >>.
Sospirai. << Devo andare, Iris. Stanno bussando. Sarà Castiel. Gli aveva mandato un messaggio >>.
<< D’accordo. Kay, diglielo! >> disse.
<< Ci penserò >> dissi, riattaccando.
Andai ad aprire. << Allora? >> mi chiese Castiel emozionato.
Sorrisi. << Sono stata accettata >> dissi con entusiasmo.
Lui sorrise. << Lo sapevo! >> disse prendendomi in braccio. << Ti avrebbero presa dovunque. Hai i voti migliori che abbia mai visto >> mi disse orgoglioso.
<< Non esagerare >> dissi baciandolo.
Passammo il pomeriggio insieme, ma non nominai Stanford neanche una volta. Quella lettera doveva restare lì, nel mio quaderno.

Pov Castiel
Ero in casa con Lysandre. Stavamo parlando dei college. Anche lui e Iris avrebbero condiviso un appartamento. Le loro proposte erano state accettate, come le nostre.
Andai a prendere la mia lettera di sopra, per farla vedere a Lys e mi imbattei nel quaderno di Kaylie. Probabilmente lo aveva dimenticato la sera scorsa, quando aveva dormito da me.
Una foglio usciva leggermente dal quaderno. Lo aprii per metterlo a posto. Quando ebbi il foglio davanti rimasi sorpreso. Era una lettera, con il logo di Stanford. Perché Kaylie non me aveva parlato? La aprii e lessi. Era stata accettata.
Scesi di sotto con questa lettera. << Che cos’è? >> mi chiese Lys prendendola.
<< E’ di Kaylie. Perché non mi ha detto di Stanford? Ha mandato la lettera ed è stata accettata. Io non capisco >> dissi.
Lui mi guardò accigliato: << Non lo so. Dovresti parlarne con lei, Cass.  Ci sarà una spiegazione >> disse Lys.
Io annuii e mi sedetti, angosciato.

Pov Kaylie
Quella sera aveva messo sottospora la camera. Stavo cercando il mio quaderno, ma non era da nessuna parte. Probabilmente lo avevo dimenticato da Castiel. Cavolo, speravo solo che non lo avesse aperto. Sarei andata a riprendermelo al più presto.
Qualcuno bussò alla porta e andai ad aprire. Castiel aveva in mano il mio quaderno. <> disse con tono duro.
<< Oh, grazie, lo stavo cercando. Vieni, entra >> dissi.
Lui scosse la testa: << No, torno a casa >> disse con lo stesso tono.
<< Cass, che succede? >> chiesi.
Lui esplose: << Dovresti dirmelo tu, no? >> disse, deluso.
<< Cosa… Io… L’hai letta, vero? >> chiesi, sospirando.
<< Credevi che non me ne sarei accorto? Perché non me l’hai detto? >> disse. Stranamente non stava urlando. Ogni volta che litigavamo, alzavamo la voce, ma non stavolta.
<< Perché non voglio andarci. Verrò con te >> dissi.
Lui si accigliò: << Io non capisco. Perché l’hai mandata? Tu vuoi andarci >> constatò.
Intanto era entrato in casa. << Mi è sempre piaciuta Stanford. Ma io amo te, Cass. Voglio venire con te a San Francisco >> dissi.
Lui scosse la testa: << Io non voglio rovinare i tuoi sogni, lo capisci? >> mi disse prendendomi le mani tra le sue.
<< Non li stai rovinando. Tu ne fai parte >>.
<< Ma anche Stanford. Non voglio che abbandoni per me. Stanford è uno dei college migliori. Anche io ti amo, Kay. Ma non puoi rinunciare per me >> disse secco.
<< Sono io che devo scegliere. E l’ho già fatto >> affermai.
<< Non è vero. Altrimenti non avresti mandato quella lettera! >> urlò.
Io sospirai: << D’accordo. Cosa hai intenzione di fare adesso? >>.
<< Non cosa ho intenzione di fare io, ma tu, Kay… Vuoi andare a Stanford? >>
Sospirai di nuovo.
<< Io… non lo so >> dissi.
Lui mi guardò e si avvicinò a me. Mi ritrovai tra le sue braccia.
<< Non pensare a me. Ci vuoi andare? >> mi chiese.
Annuii piano. Lui mi sorrise.
<< Perché me lo hai nascosto? Non ti avrei mai vietato di andarci, lo sai >>.
<< Lo so. Ed  è proprio per questo che non te l’ho detto. Mi dispiace >> risposi.
Lui scosse la testa.
<< Troveremo una soluzione. Kay, Stanford è a soli 50 minuti da San Francisco >>.
<< Sì, ma non potremmo prendere un appartamento >>.
<< Lo so, mi dispiace. Ma, tesoro, potremo trascorrere tutti i weekend insieme e ci potremo sentire ogni giorno. Poi, piccola, avremo molto altro tempo per stare insieme e per… vivere insieme >> mi disse.
Io sorrisi. << Sei sicuro? >> chiesi.
<< Sicurissimo >>.
<< Ma io non so se riuscirò a stare così lontano da te >> dissi.
<< Così lontano? Piccola, se avrai bisogno di me basta che mi chiami. E io verrò subito da te. Beh, non proprio subito, ma in 50 minuti >> disse sorridendo.
Io risi. << D’accordo. Cass, grazie >> dissi.
Mi sorrise: << Non nascondermi nulla, va bene? Per qualsiasi cosa basta che ne parli con me >>.
Io annuii.
<< Così diventeremo una delle coppie più famose del mondo. Castiel, grande musicista e Kaylie, miglior avvocato in circolazione >> disse con gli occhi che gli brillavano.
Io risi. << Ti amo >> gli dissi.
<< Anche io ti amo, piccola >> disse baciandomi.                                                             

Un mese dopo eravamo già in partenza. Castiel aveva deciso di accompagnarmi a Stanford e poi sarebbe andato a San Francisco. Avevo preso un piccolo appartamento con altri due ragazzi del college. Una di loro la conoscevo già: stranamente era Kim. Anche lei aveva deciso di venire in questo college. L’altro ragazzo invece si chiamava Jade. Era un ragazzo un po’ strano, ma simpatico. A Castiel non andava molto a genio, ma soltanto perché doveva stare in casa con me. Rimase un giorno e mi aiutò a sistemarmi. Poi ci salutammo, con la promessa che ci saremmo sentiti ogni giorno. Quando Castiel se ne andò mi sentii più vuota. Comunque ero felice di iniziare questa nuova avventura.
Al college riuscivo a mantenermi grazie a mio padre. Aveva messo da parte dei soldi per il college mio e di mio fratello. Una parte di quella di Danny era finita per le cure della mamma, mentre l’altra parte in mezzo ai risparmi per me.
Passavo le giornate praticamente a studiare e di tanto in tanto Kim mi portava a qualche festa. Incontrai molti nuovi ragazzi alle lezioni, tra cui Kentin, un ragazzo che mi aveva chiesto aiuto spesso. Non credo che lo studio era la sua unica ragione. Comunque io avevo sempre Castiel, che ogni venerdì sera veniva da me e passavamo il weekend insieme. Anche lui era molto impegnato con lo studio. In realtà non lo avevo mai visto impegnarsi tanto e questo mi rendeva felice. Una volta mi portò al Conservatorio e mi spiegò come lavoravano. Era davvero affascinante studiare con tutti quegli strumenti e soprattutto questo rendeva felice Castiel.

Di tanto in tanto mi sentivo con Lysandre e Iris. Lys al contrario di Castiel aveva abbandonato la musica per dedicarsi ai suoi studi di psicologia. Iris invece stava studiando per ingegneria ambientale.
Gli anni al college non furono così spiacevoli, nonostante la lontananza con Castiel fosse davvero pesante.
Alla fine io riuscii a laurearmi come avvocato, mentre Castiel entrò nell’ambiente della musica, come cantante- ebbene sì, la sua voce era diventata splendida- e specializzato in chitarra.
La cosa positiva della fine del college dopotutto era ricongiungermi con Castiel, anche se l’unica differenza era che adesso, avevamo 22 anni e stavamo definitivamente entrando nella dura vita degli adulti e del lavoro.
 

 

Angolo dell'autrice: Ciao a tutti!! :) diciamo che sono quasi, praticamente, alla fine. Essendo un mio lavoro estivo in questi ultimi capitoli sono andata un po' di fretta.. Aggiornerò presto con l'ultimo capitolo..
Bye bye

 

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Capitolo 20
*** Epilogo ***


Stavo preparando la cena. Un bimbo di quattro anni, con i capelli neri e gli occhi chiari, era seduto al tavolo della cucina e stava colorando un disegno, per cui si era impegnato tutto il pomeriggio. Il campanello suonò e il bimbo scese dalla sedia, facendo un gridolino di gioia. Uscì dalla porta, mentre io dicevo: << Dan! Non correre >>.
Dall’ingresso sentii la porta che si apriva e la voce di Castiel. << Ehi, ometto, com’è andata oggi? >> disse.
<< Papà! Ho fatto un disegno. Devi guardarlo >> disse Dan, con la sua vocina.
Mentre tagliavo la verdura Castiel entrò in cucina con in braccio nostro figlio.
Lo mise per terra e andò a guardare il disegno. << Ma che bello! >> disse sorridendo.
<< Siete tu e la mamma >> disse Dan, orgoglioso.
Castiel gli sorrise, poi venne verso di me.
<< Ciao, tesoro >> mi disse, baciandomi.
<< Com’è andata oggi, amore? >> chiesi a mio marito.
<< Bene. Abbiamo registrato l’ultima canzone >> mi rispose.
<< Ma è fantastico! >> dissi.
Lui mi sorrise: << E voi? Come state? >> disse mettendo una mano sul mio pancione di sette mesi.
<< Stiamo bene >> risposi.
Poi proseguii: << Va a lavarti. Lys e Iris stanno arrivando. Ah, e porta Danny di sopra. Voleva finire il suo disegno prima di vestirsi. Ci pensi tu? >> chiesi.
<< Certo >> disse. Poi, prese Dan in braccio.
<< Andiamo a vestirci, mascalzone >> disse, mentre Danny lanciava un grido, ridendo.
Sorrisi e terminai di preparare la cena. Un quarto d’ora dopo i miei uomini erano pronti e la tavola era apparecchiata. Suonò il campanello.
Castiel aprì la porta e io li raggiunsi. Iris, Lys e Julie, la loro bimba, dell’età del nostro Danny, erano lì.
<< Kaylie >> disse Iris, quando mi vide. Mi strinse in un abbraccio e guardò la mia pancia: << Come state tu e la bimba? >> disse.
<< Stiamo bene. E tu? >> chiesi. Lei sorrise e mi disse che andava tutto bene.
Fu una bella serata. Lys e Iris erano soltanto di passaggio a Boston. Ah, sì, dimenticavo. Io e Castiel ci eravamo trasferiti a Boston dopo il college, per stare più vicini a mio padre. Castiel mi aveva chiesto di sposarlo quasi subito dopo la laurea. Adesso io ero un avvocato di successo, anche se in questo periodo non lavoravo per maternità, mentre Castiel era diventato un grande cantante e musicista e lavorava in uno studio di registrazione qui, a Boston.
Come avete potuto vedere Castiel fu felice di mettere il nome di mio fratello al nostro primo figlio e inoltre, secondo una mia decisione, il mio compleanno non veniva mai festeggiato. Anche se di solito Castiel trovava sempre un modo per raggirarmi con le parole e in un modo o nell’altro, mi faceva passare sempre un giorno sereno. Spesso riusciva anche a farmi il regalo. Odiavo quando Castiel lo faceva, ma allo stesso tempo lo amavo così tanto. Sapevo che nella felicità o nel dolore saremmo stati sempre insieme.
Anche Lys e Iris si erano sposati dopo il college, ma erano rimasti a New York, per questioni di lavoro. Comunque eravamo rimasti in contatto. Adesso erano solo di passaggio a Boston e avevamo sfruttato subito l’occasione.
Passammo una bella serata, tra novità e ricordi del liceo. Lys ci informò della vita di suo fratello con Rosalya. Entrambi erano diventati stilisti di moda e avevano deciso di convivere, senza però sposarsi. A causa del lavoro non avevano avuto figli e a loro andava bene così.
Durante la cena mi chiesero se avessi scelto il nome della bimba. Io e Castiel eravamo indecisi tra Rachel e Stacie.
Quando se ne furono andati, io e Castiel mettemmo a letto Danny e ci dirigemmo, stanchi, in camera nostra. Ci sdraiammo sul nostro letto e come tutte le sere, presenti e future, ci addormentammo, felici e consapevoli del nostro amore.


Angolo dell'autore: Ciaoo a tutti!! :) Sono arrivata alla fine della mia fanfic. Essendo il mio primo lavoro mi ritengo abbastanza soddisfatta, anche se avrei potuto fare di meglio.. Spero che vi sia piaciuta.. Ringrazio per i commenti e per i lettori che mi seguivano.
Bye Bye!!
Manu :)

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