I saw an angel.

di JaneStevenson
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


Image and video hosting by TinyPic Penso sia così. La morte di qualcuno è un modo per ricordarsi che prima o poi moriremo tutti.
Riflettevo su questo mentre tornavo a casa dal funerale di Pete. Non era stato poi così tanto un brav’uomo nella sua vita e  non credo neanche che avesse mai concluso qualcosa, ma sapevo che Pete sarebbe mancato a Donovich, il nostro quartiere , che definiva il suo reame. E di regale Donovich non aveva proprio niente. Passai davanti al pub e mi ricordai di quando io e Tess eravamo sedute al tavolino aspettando l’hamburger e lui, Pete, completamente sbronzo si alzò in piedi sul bancone e iniziò a cantare un pezzo degli U2. Io e Tess eravamo morte dalle risate. Sorrisi al ricordo.
Eh già, prima o poi moriremo tutti. C’è chi muore felice, sapendo di aver fatto tutto il possibile per vivere fino all’ultimo istante di vita, e c’è chi muore all’improvviso, come un fulmine a ciel sereno , senza che nessuno se lo aspetti. Non so quale delle due opzioni preferirei.
Mentre camminavo verso casa mi ricordai che era finito il latte , entrai al supermarket e come ogni pomeriggio Mike era lì, alla cassa, perfetto come sempre. Le scatolette di carne erano disposte in maniera davvero disordinata , sembrava che qualcuno le avesse scaraventate a terra e poi risistemate di fretta. Salutai Mike e lui ricambiò. La storia della cotta per lui andava avanti da un mese circa e di questo ne era a conoscenza solo Tess. Anche perché lui non se lo sarebbe mai potuto immaginare, visto che eravamo sempre stati amici e niente di più. E infatti per me era così, solo fino a un mese prima. Non so come per me il nostro rapporto era diventato qualcosa di più che semplice amicizia. Forse il fatto che due mesi fa aveva cominciato ad andare in palestra. O forse il fatto che si era fatto crescere quella barbetta sul viso. Oppure il fatto che aveva un di dietro davvero interessante. O forse tutti e tre i fatti. Ma in breve tempo mi sarebbe passata. Presi il latte e andai alla cassa. Pagai e risalutai Mike. Con lui mi sarei rivista l’indomani a scuola. Scrissi a Tess dicendole di passare a casa mia, per finire i compiti. Due minuti dopo lei mi rispose dicendo che dovevo andare immediatamente a casa. Corsi per strada e quando arrivai davanti casa la polizia era lì. Pensai che mio fratello Carl ne avesse combinata un’altra delle sue.

“Scusi.” Ansimai ad un poliziotto. “ Che succede?”
Il poliziotto si girò con aria indifferente. “ Pare che un ragazzo di 17 anni sia scappato di casa. Si chiama Carl. Carl Stevenson.” Rispose.

Si era proprio lui , mio fratello. Restai immobile senza rispondere al poliziotto. Carl ne aveva combinate tante nella sua vita , ma scappare di casa… non era mai successo. Doveva averla fatta grossa questa volta. Gli mandai subito un messaggio scrivendo di tornare perché eravamo tutti molto preoccupati.
Mia madre era seduta sulla soglia della porta con lo sguardo fisso a terra.

“Mamma … va tutto bene? “Le chiesi.
“Si Jane. Tuo fratello tornerà presto a casa.” Disse quasi per convincersi.
“ Certo, lo so.”  Le risposi aiutandola ad alzarsi.
Appena fummo dentro lei mi guardò. “ Io lo so perché è scappato di casa quel delinquente di tuo fratello.”  La guardai aspettando che continuasse. “ Avrà sicuramente messo incinta quella ragazzina con cui si vedeva ultimamente.”
Non ebbi neanche il tempo di rispondere che qualcuno bussò freneticamente alla porta. Mi avvicinai alla porta e la aprii. Era Tess.
“ Allora ?” Domandò, anche se non sembrava molto interessata.
“Ehi” Le risposi “..Non sappiamo ancora niente.”
“ Va bene. Tranquilla , si farà vivo.” Disse ammiccando un sorrisetto . “ Bene. Sei pronta per andare?”
“ Dove.” Le chiesi come se non fosse una domanda.
“ Jane. Festa. Melissa.” Disse spalancando gli occhi.
“ Non credi sia il caso che io resti qui?” Chiesi aspettandomi una risposta ovvia. Ma sentii una risposta venire da dietro.“No vai, tranquilla . Tanto qui non c’è niente da fare.” Fece mia madre.
Lei mi aveva sempre fatto fare tutto ciò che volevo. A volte anche di più. Mi voleva tanto bene e io ne volevo a lei. Ci eravamo legate soprattutto dopo che lei e mio padre avevano divorziato. Ora noi lavoravamo quasi tutti i giorni , compreso mio fratello Steve di 15 anni e lui faceva la bella vita con il suo lavoro da riccone a Chicago. Ogni tanto mandava dei soldi. Ma forse sarebbe stato meglio se avesse mandato delle lettere con su scritto : “ Ehi, voi , come state? Sapete che mi mancate?” Ma non era mai successo e mai sarebbe successo in futuro. Era troppo impegnato a svolgere un’altra vita lontano da noi, lontano dai suoi tre figli, lontano dal nostro quartiere malandato. Ed era vero, Donovich faceva schifo, ma io ci ero cresciuta lì.

“ Jane?” Mi riprese Tess, “andiamo?”
“ Si, scusi.”Dissi velocemente. “ Vado a cambiarmi e torno.”

Avevo già in mente cosa mettermi. Salii su e tirai fuori dall’armadio un vestitino rosso a maniche lunghe e da sotto il letto presi le ballerine bianche. Mi cambiai in un attimo, mi truccai,lasciai i capelli nero corvino sciolti e presi la borsa. Salutai la mamma e io e Tess salimmo in macchina. La patente l’aveva presa da poco quindi era molto orgogliosa di portare qualcuno a bordo.
La casa di Melissa era un po’ lontana dal nostro quartiere ma valeva la pena di andare lì.
Infatti la casa era come mi ricordavo. Stupenda. Un tempo ci passavo quasi tutti i pomeriggi a casa sua. Suo padre ci veniva a prendere dopo la scuola e noi ci divertivamo a giocare a mamma e figlia. Io facevo sempre la mamma.  Poi un giorno, quando avevo compiuto 14 anni da un mese, venne a scoprire che io e il ragazzo per cui aveva una cotta incurabile ci eravamo baciati. Infatti era stato così. Quel giorno lui si presentò davanti a me mi prese per le spalle e mi baciò e io non resistii, non perché David fosse così bello, ma perché mi andava di farlo. Quel bacio era stata una cosa davvero disgustosa. Me ne pentii dopo ,perché avrei voluto fosse stato un bacio migliore ma ormai l’avevo fatto ed ero stata anche un po’ stronza. E così da quel giorno niente più pomeriggi nella casa lussuosissima di Melissa.  Lei si allontanò da me e io feci lo stesso.
Entrammo in giardino. C’era già molta gente, soprattutto in piscina. Melissa ci venne incontro e ci salutammo con un “Ciao” e col sorriso più finto che potesse esistere. Tess si dileguò e io andai a cercare da bere. Trovai il tavolo del punch e mi avvicinai. Me ne versai un poco in un bicchiere e tornai fuori.
Vidi Mike. Parlava con Megan, o meglio lei parlava con lui. Mike non l’ascoltava neanche, così decisi di correre in suo aiuto.

“Ehi, Megan! Come va? Oh, ascolta ho sentito dire dentro che ti stanno cercando disperatamente per un qualcosa , non ho capito bene cosa, ma sembrava urgente!”
“Davvero ?” Disse sorpresa e allo stesso tempo entusiasta. “ Corro!”
“ Certo.” Le risposi ridendo.
“ Ho saputo di tuo fratello.” Disse Mike.
 “ Si l’hanno saputo tutti. Tranquillo , tornerà.”Risposi facendogli l’occhiolino e bevendo un sorso di punch. Era davvero buono.
“ Si ne sono sicuro.” Mi rispose con uno dei suoi sorrisi più smaglianti. Avevo davvero voglia di saltargli addosso ,era irresistibile e quella era la serata adatta per fare ciò che volevo fare davvero. Solo che sentivo qualcosa bloccarmi. Avevo paura di rovinare quel rapporto di amicizia che c’era tra di noi e non volevo che accadesse. Ci conoscevamo fin da quando eravamo bambini avevamo frequentato la maggior parte delle lezioni insieme ed era così anche adesso. Da piccoli andavamo tutti i pomeriggi a comprare il gelato insieme. Poi, dopo essere cresciuti ci allontanammo, non molto, ma il giusto per non raccontarsi a chi hai dato il primo bacio o quando hai avuto il tuo primo ciclo. Non capivo perché c’eravamo allontanati. Era successo e basta, ma non era stata un cosa voluta.
 
 “Ehi, sei venuto con qualcuno?” Gli chiesi improvvisamente con aria interessata.
“Si. Gracy Stanley. Tu?”
Gracy Stanley ? Non aveva niente a che fare con lui. Era più piccola di due anni e poi si sapeva che lei gli sbavava dietro.
“No, no. Solo con Tess.”Risposi decisa.
“Ah… credevo saresti venuta con Jamie.”Disse tagliente.
 Non me ne intendevo di queste cose ma quella sembrava proprio una frecciatina. Jamie era uno degli amici più stretti di Mike. Avevamo avuto una breve relazione, una di quelle estive , anche se ci vedevamo per tutto l’inverno. Per me era stato solo un passatempo, dopo il divorzio dei miei. E anche per lui io ero stato lo stesso. Ne ero abbastanza sicura.
“Oh,no. “ Risposi un po’ sorpresa.” E’ da un po’ che non lo sento.”
Ci fu un momento di silenzio. Imbarazzante. Finii tutto il punch. Quando ad un tratto Mike mi tolse il bicchiere dalle mani.“ Vado a prenderti qualcosa da bere.” E scomparve.
Ma in compenso riapparve Tess. Accanto a lei c’era un ragazzo, alto e con dei bellissimi capelli. Erano corti e scuri,mentre gli occhi erano un po’ più chiari, simili al color nocciola. Era molto abbronzato e indossava una camicia a maniche corte, parecchio attillata e un semplice jeans.
“Ciao Jane! “Disse contentissima. Sembrava un poco brilla. “ Lui è Chris, il mio nuovo amico!”
Dopo di che scoppiò a ridere. Chris mi si avvicinò..

“Ehi, come va?” Fece distraendosi da Tess.
“Ciao! Bene , bene grazie.” Risposi sorridendo. La sua voce era incantevole.
“ Domani m’iscriverò nella vostra stessa scuola. Lo so che è già iniziata da qualche settimana ma prima ho avuto dei problemi in famiglia.” Spiegò.
“ Ah, tranquillo.” Risposi agitando la mano.  “Il programma l’abbiamo iniziato solo qualche giorno fa, se non mi sbaglio.” Ridemmo entrambi. “ Tu di dove sei?”Chiesi interessata. Ma lui non fece in tempo a rispondermi che fummo interrotti.
“Ehi, ti ho portato qualcosa. Non so cosa sia però, mi dispiace.” Mi disse Mike ammiccando un sorriso.
Risi.“ Tranquillo.” Mi voltai a guardare Chris. “ Oh, Mike. Lui è Chris. Domani verrà a iscriversi a scuola.” Dissi sorridendo e fissando i verdi occhi di Mike.
“ Benvenuto!” Esclamò con disinteresse rivolgendogli un’occhiataccia.
“Grazie!” Esclamò l’altro allo stesso modo accennando però un lieve sorrisetto finto.
Dopo ripresi io. “ Di dove hai detto che sei?”Chiesi aggrottando la fronte.
“Ehm, non l’ho detto. Phoenix, comunque”.
“ Ah, bello! E come ci sei arrivato alla festa di Melissa?”
“ Ehm..” Balbettò distratto. “Sono suo cugino.” Disse tutto d’un fiato.
Mi andò di traverso la qualsiasi cosa che stavo bevendo. Un ragazzo così carino e gentile, cugino di quella vipera di Melissa. Anche se dopo quello che le avevo fatto aveva avuto ragione ad allontanarmi, ma mi aveva comunque rifiutato e questo non mi andava bene. Lei era quel tipo di persona. Insultami o fai qualcosa che non mi va a genio e io ti escludo. Tutto qua.
“ Quindi tu saresti suo cugino? Non vi somigliate per niente!”Scoppiai a ridere.
“Eh già..” Fece freddo e disinteressato fissando una ragazza in bikini a bordo piscina.
Cercai di riavere la sua attenzione, con scarso successo.
“Ci vediamo in giro, allora.” Si allontanò con disinvoltura.
Ah bene, bello e pure stronzo.
“ Ehi, Mike, dov’è la tua Gracy?” Chiesi sorridendo.
“Non ne ho idea, tanto neanche mi piace. E’ che lei mi ha chiesto di accompagnarla e io le ho detto si. Non mi andava di fare la parte del cattivo.”
“Ah!” Dissi alzando le sopracciglia.“ Gentile da parte tua!” Ricambiò con un sorriso.
Ad un certo punto vidi lei, la vipera, avvicinarsi. I suoi capelli erano perfetti, come sempre. Aveva un bel vestito. Bianco, attillato e senza spalline, con dei ricami di pizzo.
“ Ehi, Jane! Sempre in mezzo ai maschietti tu, eh?” Disse con una smorfia sul viso.
“Già.” Replicai secca. “ A volte sono più simpatici delle femminucce. Comunque simpatico tuo cugino!”
Rise. “ Quale cugino? Io non ho nessun cugino.” Disse spalancando gli occhi e voltandosi per andare.
Mi voltai verso Mike e gli dissi decisa: “ E’ già ubriaca.”
“Sei davvero bella stasera, Jane.”Disse di punto in bianco.
“Grazie!”Risposi con un gran sorriso.
“Ora devo andare.” Ribatté lui.
Ero un poco stranita. Mike non mi aveva mai detto niente del genere ed io ne ero rimasta davvero sorpresa. Ero troppo stanca per rifletterci su. Volevo andarmene, così decisi di andare a cercare Tess. Ma vidi Chris, che andava verso il bosco e decisi di andargli dietro.
I miei passi risuonavano nel silenzio del bosco, le luci della casa si affievolivano sempre di più e Chris era sempre più lontano, sempre più immerso nel buio. Mi affrettai, volevo parlare con lui, volevo piacergli. Non lo conoscevo affatto ma mi bastava sapere che era davvero bello.
Sobbalzai, un qualcosa svolazzò tra gli alberi, mi voltai di scatto e quando mi girai per ritrovare Chris lui non c’era più, era semplicemente sparito. Capii che dovevo davvero farmi una bella dormita.

Ero pazza o l’alcool mi aveva dato alla testa?
Tornai alla festa un po’ scombussolata, cercai Tess e la pregai di tornare a casa.

Mentre feci per scendere dall’auto le chiesi incuriosita: “ Ehi, come hai conosciuto Chris?”
“E’ venuto da me chiedendomi semplicemente di presentargli qualche mia amica vicina. Notte!” Disse allegramente e andò via.



 

Angolo autrice: Ciao a tutti:) E' la mia prima storia che scrivo e che pubblico qui su EFP. Grazie a tutti coloro che hanno letto il primo capitolo, sono curiosa di sapere cosa ne pensate.. quindi se potete recensite. :)

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


Capitolo 2. 


Aprii gli occhi e mi ritrovai rannicchiata nel mio letto con gli occhi fissi al soffitto. Pensai a Carl, chissà dove si era cacciato! Girai lo sguardo alla sveglia poggiata sul comodino. Segnava le 5.13 del 7 Ottobre e io stavo decisamente morendo di freddo,i pantaloncini e la canottiera non andavano più bene. Scostai delicatamente il leggero lenzuolo che avevo addosso e mi diressi all’armadio in cerca di una calda coperta. Aprii le ante, l’armadio era più disastrato del solito. Comunque non ci feci caso e con un po’ di fatica riuscii a tirarne fuori una coperta marrone con delle frangette ai bordi.
La mia bocca maledettamente asciutta mi fece venire sete. Indossai le ciabatte e barcollando scesi le scale fino alla cucina. Aprii il frigo e bevvi qualche sorso d’acqua.
Quando rientrai nella mia camera trovai il cuscino a terra. Non ricordavo di averlo fatto cadere, ma sicuramente era scivolato quando ero andata giù. Non ci badai molto ,lo raccolsi, lo poggiai sul letto e mi rimisi a dormire.

Eccolo. Quel suono. Maledetta sveglia. La spensi e mi alzai con gli occhi semichiusi. Mi avvicinai alla finestra e la spalancai. Tutto ad un tratto mi ricordai che pomeriggio avrei dovuto avere il turno al bar di Sten. “ No…” Dissi angosciata.
Dalle scale salì una voce: “ Jane la colazione è pronta! Sveglia Adam, l’autobus sarà qui tra poco, io vado a lavoro!”Gridò mia madre.
Tutte le mattine era la stessa storia: la colazione è pronta ,sveglia Adam , butta giù dal letto Carl…  no, mi ricordai che stamattina non avrei dovuto richiamare Carl, perché lui, il mio fratello maggiore,era sparito. Ero così arrabbiata. Quando tornerà,pensai, gli urlerò in faccia che non dovrà permettersi mai più di fare una cosa del genere. Il mio pensiero fu interrotto dalla voce di mia madre che a quanto pareva era ancora in casa.
“Jane…” Disse quasi sussurrando. Mi preoccupai. Scesi in fretta le scale.
“Mamma, che succede? Tutto be…” Non conclusi la frase. Restai sull’ultimo gradino a fissare la persona che era ferma davanti alla soglia della porta. Era Carl e a guardarlo non sembrava né preoccupato di cosa gli sarebbe potuto succedere, né dispiaciuto per quanto noi fossimo stati in pensiero.
“Ciao!” Esclamò. “La colazione è pronta?”Chiese entrando dentro.
“Vedi di combinarne un’altra delle tue e tu non uscirai più di casa. Ora devo andare in clinica, ma dopo faremo i conti.” Disse mia madre furiosa.
“Ma sei scemo!?” Gridai io. “ La prossima volta, prima di fare una cosa del genere, avverti! Cretino.”
“Si, scusa, non lo faccio più .promesso.” Mi disse avvicinandosi e lasciandomi una carezza.

Bevvi la mia tazza di latte e salii velocemente a svegliare Adam.
“ Adam… alzati. Vai giù a festeggiare. Tuo fratello è tornato.” Feci sarcastica.
Io corsi in bagno mi sistemai, tirando su i capelli in una coda e misi il mascara. Oggi dall’armadio avevo tirato fuori un jeans e un maglioncino grigio con la scollatura a V sul davanti. Infilai in fretta le scarpe da tennis, presi il cappotto e la borsa e corsi giù.
“ Io vado! Tess sarà già qui fuori. Dopo parliamo della tua fuga.” Dissi rivolgendomi a Carl e salutando Adam con una smorfia. Adam era quello che aveva sofferto di più per la separazione dei miei. Forse perché era il più piccolo. O forse perché era terribilmente sensibile e dolce.
 Una volta quando eravamo piccoli mio padre si travestì da babbo natale. Eravamo tutti e tre contentissimi, ma purtroppo a fine serata a mio padre cadde improvvisamente la “barba” che lo raffigurava come babbo natale. Io e Carl lo guardammo e scoppiammo a ridere, mentre Adam scoppiò a piangere e rimase a guardarlo stranito per tutto il giorno seguente. Carl lo prendeva spesso in giro per questa storia e lui cercava sempre una scusante per difendersi, ma la sua espressione non era mai troppo convincente, così tutte le volte correvo io in suo soccorso. E non mi dispiaceva che lui, Adam , potesse contare su di me. Lo adoravo. Adoravo anche Carl, solo che lui mi faceva saltare i nervi.

Tess era già fuori, come immaginavo.
 
“ Buongiorno!” Le dissi accomodandomi sul sedile anteriore dell’auto. Non era molto comoda , ma era pur sempre un mezzo di trasporto.
“Ehi,ciao! “ Ribatté lei.
“ Carl è tornato.” Le dissi secca.
“ Ah, si?” Si voltò guardandomi sbalordita. Non capivo se lo fosse più per come l’avessi detto o perché non si aspettava che Carl tornasse.
“Si. Si è fatto vivo circa cinque minuti fa.” Le dissi poggiando la borsa sui piedi.
“Ah, okay. “ Mi rispose lei sorridente.
Scesi dall’auto e notai dell’enormi nuvole grigie sopra la nostra testa. Avrebbe sicuramente piovuto. Entrammo a scuola e ci avvicinammo ai nostri armadietti. Posai la borsa e presi i libri necessari.
Dopo il ritorno di Carl mi sentivo più o meno sollevata, ma quel sentimento non durò a lungo. Svanì quando vidi in corridoio Chris.Mi venne come un peso sullo stomaco, mi faceva agitare. Era solo. Indossava un cappotto nero, jeans e degli scarponcini marroni. Mi fermai davanti a lui.
 
“ Ehi, come va?” Sbottai, ma senza mostrare troppo interesse. Lui si era a malapena accorto di me. Sembrava distratto. Ma poi si riprese, come sorpreso.
“Ciao… Jane, giusto?” Rispose sorridendo allegramente.
“Si. Jane.” Affermai fissando i suoi occhi.
“Quindi… ti ricordi di me!”Disse allargando le braccia e aprendo le mani. Non capivo se questo gli faceva piacere o se era dispiaciuto che io mi ricordassi di lui.
“Si, certo, Chris.” Dissi sorridendo.
La campanella suonò e lui sparì in mezzo alla folla.
La lezione di storia era la più noiosa di quella giornata. Se non ci fosse sempre stata Tess ad animarla con i suoi bigliettini strambi non so cosa avrei fatto. In uno mi chiese se pomeriggio sarei passata da lei, ma io le feci di no con la testa e dispiaciuta le mimai che sarei dovuta andare al bar.
Finite le lezioni ci recammo fuori per pranzare nonostante il brutto tempo. Vidi Mike seduto accanto a Jamie e feci cenno a Tess di andare a sederci lì con loro.
“Ciao!” Esclamammo all’unisono io e Tess.  Jamie non ci calcolò, Mike si limito a fare un cenno con la testa.
“Ehi Jane, cosa fai questo pomeriggio?”   Chiese improvvisamente Mike.
“ Avrei un impegno, perché?” Risposi ansiosa. Cosa mi voleva chiedere? Forse di accompagnarlo da qualche parte? Fargli compagnia? Avrei accettato la qualsiasi.
Ma la risposta che arrivò non fu quella che speravo.
“ C’è la partita. Ci vanno tutti! “ Disse sorridendo dolcemente.
“Ah… la partita. L’avevo dimenticato.” Risposi con lo sguardo immerso nel vuoto.

Un altro giorno di scuola era finito. Tornai a casa, mi feci una doccia veloce e mi cambiai, pronta per andare al bar. Quando scesi incrociai Carl con una birra in mano.

“Ehi, non hai niente da fare tu oggi?” Chiesi severamente. Non avevo intenzione di fargli la predica ma volevo sapere che cosa aveva combinato per scappare via. Lui non mi rispose.
“ Dove sei stato ieri?” Chiesi avvicinandomi e guardandolo negli occhi. Dovetti sollevare la testa lui era più alto di me di qualche centimetro.
“ Sono stato in giro. In metropolitana.” Disse sorridendo e aggiunse : “ Non preoccuparti, non succederà più.”
“Tutto qui? “ Chiesi tranquilla.
“ Si. Tutto qui.” Replicò lui. Questa volta  il suo sguardo divenne serio.
“ Non ti credo”Gli dissi fissandolo ancora negli occhi. Sembrava che volesse nascondere qualcosa.
“Ascolta…” Riprese. “ Lascia stare. Non sono cose che ti riguardano.”
“ No voglio sapere.” Risposi alzando il tono della voce. E continuai : “Hai davvero messo incinta Katie?”. Lui mi guardò sbalordito e scioccato.
“ Cosa? No! Ma chi dice certe cose?  E’ da un pezzo che non parlo con Katie. Si è messa con un altro.”
“ Bene. Allora cosa c’è sotto? Dimmelo.” Dissi decisa.
“ No, ora non posso. Devo andare al lavoro.” Disse alzando lo sguardo in aria. Prese il cappotto e uscì di casa.
Io restai immobile in mezzo al salotto. Non sapevo cosa pensare. Non avevo proprio idea di cosa avesse combinato. Andai in cucina a prendere un bicchiere d’acqua e mentre bevevo avvertii un rumore. Con passo lento e leggero mi avvicinai all’ingresso. Era  solo mia madre che era tornata dalla clinica. A quel punto capii che si era fatto davvero tardi. Salutai mia madre e corsi via.
Il cielo ancora alludeva ad una pioggia che sarebbe arrivata presto sicuramente.
Entrai al bar di corsa.
“Ciao Sten! Lo so, sono in ritardo. Scusa.” Dissi mentre velocemente mi toglievo il cappotto.
“ Già… non è una novità Jane.” Rispose con aria paziente Sten, mentre lavava dei bicchieri. Era sempre stato clemente con me. Conosceva mia madre da quando era piccola e sapeva quanto avesse sofferto dopo il divorzio e sapeva anche che faceva dei grossi sacrifici per me e per i miei fratelli. Insomma per me era come un grande e mansueto zio. Gli volevo molto bene.
Mentre servivo un cliente mi ritrovai a canticchiare un pezzo mandato alla radio. Il bar di Sten era un posto tranquillo, frequentato da gente pacata.  Era un lavoro ma a volte sapeva essere era anche rilassante.
Erano passate quasi tre ore. Il mio turno stava per finire. Il cielo imbruniva e la gente si affrettava ad andare a casa a preparare la cena o a guardare la partita.
Il primo tuono si fece sentire , poi arrivò anche il secondo e infine eccola. La pioggia.
La lite con mio fratello mi aveva anche fatto dimenticare di portare l’ombrello. Mi sarei bagnata.
Ad un tratto il campanellino appeso alla porta del bar suonò attirando la mia attenzione e velocemente entrò… Chris.
Sicuramente voleva ripararsi dalla pioggia infatti scrollò il cappotto e lo levò, poggiandolo sullo sgabello di fronte a me. Io stavo pulendo il bancone e rimasi sorpresa di vederlo lì.
“Un caffè, per favore.” Disse senza neanche guardarmi. Fissava il pavimento. Intanto Sten mi disse: “Jane, io vado. Chiudi tu.” E chiuse la porta dietro di se. A quel punto alzò lo sguardo e mi vide.
“Jane.” Disse quasi sorpreso,prendendo un sorso di caffè bollente.
“Chris.” Risposi piegando la testa con un sorriso. “ Non sei andato alla partita?”
“No… Non m’interessa.” Disse poco interessato.” Quindi tu saresti Jane, l’amica di Tess.” Continuò.
Tess! La sera della festa  mi aveva detto che lui le aveva semplicemente chiesto di presentargli una sua amica vicina! Così presi un respiro profondo e gli domandai:
“Chris, la sera della festa… Perché hai chiesto a Tess di farti presentare un’amica stretta?” Ero molto curiosa della risposta che avrebbe dato.
“Sapevo che me l’avresti chiesto.” Disse sorridendo con lo sguardo basso. Intanto aveva smesso di piovere e prima che lui potesse continuare io gli dissi : “Facciamo due passi.” Lui annuì. Chiusi il locale e ci incamminammo.
Fuori faceva freddo e c’era quell’orribile odore di pioggia. La strada era deserta e poco illuminata.
Io e Chris eravamo in silenzio. La situazione stava diventando pesante ed imbarazzante.
“Oh” dissi all’improvviso devo fermarmi un secondo a prendere la cena. “..devi andare da qualche parte?” Chiesi sorridendo.
“ No, no tranquilla vai. Io ti aspetto qui.” Disse ricambiando anche lui con un sorriso.
Il cinese era il cibo preferito della mia famiglia. Ne andavamo pazzi. E poi ormai ero diventata una delle più strette amiche di Fred, l’uomo alla cassa.
Uscii con due buste piene di cibo e quando arrivai davanti a Chris lui le prese senza dire niente e io lo lasciai fare.
“Allora?” Chiesi io. “Dove eravamo rimasti? A Tess?”Dissi guardando dritto davanti a me.
“Si.” Affermò lui.
“Perché gli hai chiesto di conoscermi?”Chiesi fermandomi. Lui fece lo stesso.
Ci guardammo negli occhi. I suoi erano più chiari di quando l’avevo conosciuto. Forse era stata la pioggia a farli schiarire. Ora invece che color nocciola erano giallognoli, simili a quelli di un lupo. Tolsi lo sguardo fisso dai suoi occhi e lo guardai intensamente. Mi sembrava che lui stesse facendo lo stesso. Ma un attimo dopo alzò lo sguardo al cielo e mi disse consapevole: “Dovrei dirti alcune cose.” Lo fissai ansiosa, aspettando una sua risposta.


Angolo autrice: Ciaao:) Eccoci con il secondo capitolo. Fatemi sapere cosa ne pensate, sono curiosa.

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