Soul

di FollowAlwaysYourDream
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Si ricomincia ***
Capitolo 3: *** Apparizioni ***
Capitolo 4: *** Come se fosse un sogno ***
Capitolo 5: *** Presentazioni ***
Capitolo 6: *** Un tuffo nel passato ***
Capitolo 7: *** Scuse ***
Capitolo 8: *** Sentirsi se stessi ***
Capitolo 9: *** Chi si risente ***
Capitolo 10: *** Malesseri ***
Capitolo 11: *** Questa canzone... ***
Capitolo 12: *** A casa ***
Capitolo 13: *** Un mese sola ***
Capitolo 14: *** Vecchie abitudini ***
Capitolo 15: *** Sempre più vicina ***
Capitolo 16: *** Al telefono ***
Capitolo 17: *** La nostra storia ***
Capitolo 18: *** Come se non fosse mai finita ***
Capitolo 19: *** Preparazione ***
Capitolo 20: *** Gli ultimi momenti ***
Capitolo 21: *** Il giorno è arrivato ***
Capitolo 22: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***





Prologo

Quella sera sapevo che la luce del sole sarebbe andata via più tardi. Per questo avevo chiesto al ragazzo dai capelli color bronzo e dagli occhi castani se potevamo rimanere ancora più a lungo ad osservare il sole che si nascondeva dietro il mare. La spiaggia era deserta e solo io e lui eravamo seduti al centro di essa, per ammirare il color del cielo e dell’acqua che si fondevano in un tutt’uno, fino a formare delle bellissime sfumature rosse e arancioni che rendevano il paesaggio ancora più stupendo.

<< Certo Ally che possiamo rimanere. Oggi è l’ultimo giorno che possiamo passare un’intera giornata insieme. Domani è il grande giorno!>> disse il ragazzo con dolcezza.

<< Grande giorno? Ma per favore! Preferirei stare con te qui per tutta la vita piuttosto che ricominciare domani!>> risposi io decisa.

<< Credi che non sia lo stesso per me? >>.

<< Perché non lo è? >>.

<< Ma certo Ally che lo è! >> mi rassicurò. << mai e poi mai preferirei stare in un altro posto dove non ci sia tu. Ma…>>

<< Ma? >>chiesi perplessa

<< Ma ora dobbiamo andare! Dai non fare la testarda e alzati!>> disse scherzando il ragazzo e guardandomi con quel sorriso sghembo che tanto mi piaceva. Quel giorno indossava una camicia celeste a quadratini che li metteva in risalto i suoi bellissimi occhi color nocciola e la sua pelle che, grazie alle bellissime giornate di sole, aveva assunto un po’ di abbronzatura. Per non parlare dei suoi capelli color bronzo, un po’ spettinati che gli donavano un aspetto sbarazzino.

<< D’accordo hai vinto! >> risposi di malavoglia. Tese la sua mano e mi aiutò ad alzarmi.

<< Ricordati che non è la distanza che ci dividerà, perché verrò a trovarti tutti i fine settimana, e ci sentiremo tutti i giorni. Aspetta.. >> mise una mano nella tasca dei suoi jeans prendendo una catenina dalla quale pendevano due ciondoli. Non sapendo cosa dire aspettai che continuasse il discorso. << Ecco Ally questi sono due braccialetti che ci uniranno, e su entrambi i ciondoli ci sono incise due A >> dicendo questo mi prese il polso destro, e mi legò il braccialetto d’argento con il ciondolo. Non ci potevo credere. Era un regalo davvero stupendo. Lo girai più volte tra le mie mani, non riuscendo a dire una parola siccome sapevo che i miei occhi erano diventati lucidi per la felicità. Il ragazzo mi accarezzò una guancia, asciugando con il dito la mia lacrima, e avvicinò la sua bocca alla mia e….

 



Ciao a tutti! Spero che il prologo vi abbia incuriosito un po' :3
Inserirò presto i primi due capitoli, dopodiché prometto di aggiornare molto frequentemente ( sperando che la storia vi interessi :) )
Baci :**
Ps. Ho dovuto ripubbliacre questa storia, perche avevo dei problemi con il mio account precedente :)

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Capitolo 2
*** Si ricomincia ***





Si ricomincia

Din Din Din. Purtroppo la mia sveglia era suonata e aveva interrotto il mio meraviglioso sogno. Non era la prima volta che nei miei sogni appariva quel bellissimo ragazzo, ma purtroppo oltre al suo aspetto fisico non avevo mai conosciuto altro di lui. Questa notte però ebbi un indizio, a quanto pare il suo nome doveva incominciare con la A siccome sulla catenina, che il ragazzo mi aveva regalato, c’era incisa quella lettera. Di malavoglia mi alzai. Erano le 6.30 del 25 Settembre, o come tutti osavano chiamare ( e per tutti intendo tutti gli adolescenti di questo mondo), il giorno più brutto dell’anno. Ebbene sì, era il primo giorno di scuola, per me il terzo del Liceo Sky. L’unica voglia che avevo di ritornare a scuola era quella di vedere la mia migliore amica Frankie. Non che non ci fossimo mai viste durante il periodo estivo, anzi il nostro ultimo incontro risaliva a quattro giorni prima , ma Frankie era l’unica amica con la quale stavo davvero bene e con cui non ci si annoiava mai.

Per il primo giorno di scuola mi piaceva sempre vestirmi abbastanza bene. Ero una ragazza molto semplice e di carattere tutti mi definivano dolce. Quel giorno indossai un paio di leggings bianchi, con una maglia lunga e ampia, a maniche corte, fatta di velo e di un color rosa chiaro. Lasciai i miei lunghi capelli castani mossi che avevo appena colorato con qualche mechès di un color castano chiaro, sciolti. Mi truccai con un po’ di mascara, per far risaltare i miei occhi verdi e indossai un paio di all star bianche. Così dopo essermi preparata, mia madre Isabel mi accompagnò a scuola in macchina.

<< Allora Ally hai preso tutto? Libri ,quaderni? Sei pronta? Mi raccomando chiamami quando esci. E se non mi trovi aspetta davanti al liceo e non ti allontanare.>> disse mia madre agitata e preoccupata. Isabel era una donna sui quarant’anni, di media statura, capelli corti e scuri, e occhi castani. Aveva divorziato con mio padre quando ero piccola, e ora lui lavorava all’estero e raramente lo vedevo. Per questo lei si è dovuta occupare di me, e forse il fatto di aver dovuto crescere una figlia da sola senza aver il sostegno di qualcuno, la faceva preoccupava per tutto.

<< Mamma>> le risposi cercando di uscire più in fretta possibile dalla macchina, senza che qualcuno mi vedesse. << ho quasi 17 anni! Smettila di preoccuparti! Sono al liceo, ci sono almeno altri 900 studenti, e credimi se qualcuno mi dovesse rapire , qualche persona lo noterà e mi salverà>>. Mia madre mi guardò con un sorriso forzato.

<< Ok scusa hai ragione. Però stai comunque attenta! Ed ora vai prima che suoni la campanella!.>> Così dicendo se ne andò. Il liceo era davvero grande. Si poteva entrare dentro attraverso due entrate: quella principale dove dovevi salire una rampa e quella secondaria, dove c’erano le scale e dove la maggior parte degli studenti si sedeva. Per questo scelsi la prima entrata. Ho sempre odiato farmi notare, anche perché più sono al centro dell’attenzione e più mi sento in imbarazzo e abbastanza goffa. Mentre salivo la rampa, cercando di scrutare tra la gente dove fosse la mia amica Frankie, incontrai una mia compagna di classe che mi venne incontro abbracciandomi.

<< Ciao Ally! Come stai? Ti trovo cambiata!>> Era Shelly, una ragazza che si credeva molto bella, e che di fatto lo era, ma che purtroppo non si accorgeva della sua stupidità. Il suo aspetto fisico, i capelli castani, tendenti al biondo, lunghi e lisci, il suo corpo snello ma minuto , la rendevano una delle ragazze più conosciute della scuola. Non siamo mai state delle grandi amiche, ma nemmeno amiche si può dire, ma nonostante ciò Shelly certe volte mi abbracciava come se le fossi davvero mancata.

<< Ehi Shelly. Bene tu?>> chiesi cercando di allontanarmi dal suo forte abbraccio.

<< Sì pure io>> rispose. Detto questo non sapendo più cosa dirmi rimase a fissarmi stupidamente, infatti aveva la sua solita espressione di un cavallo mentre guarda qualcosa e non capisce che cosa stia guardando. Sentendomi in imbarazzo spostai lo sguardo ,e quando lo spostai nuovamente per vedere se aveva finito di fissarmi, notai che se n’era andata a parlare con un’altra sua amica che io e Frankie soprannominavamo Oca ( a causa della stessa stupidità di Shelly). Cercando di evitare di farmi notare da qualche altro compagno, entrai dalla porta del liceo,e mi diressi verso la grande scala che portava al terzo piano. Ogni anno di solito gli studenti erano costretti a cambiare classe, ma fortunatamente quest’anno mi era capitata la stessa classe dell’anno precedente. Dico fortunatamente perché di solito mi è difficile ambientarmi in una nuova classe, ma per fortuna questa volta sarebbe stato diverso. Mentre cercai di farmi spazio tra gli studenti che occupavano le scale, urtai contro qualcuno. Inizialmente non riconobbi la persona con la quale avevo sbattuto siccome un ragazzo robusto, che era appena passato tra me e l’altro/a ragazzo/a, mi oscurava la visuale,ma non appena si spostò, vidi che era Frankie. Subito l’abbracciai

<< Frankie! Che bello rivederti! Non sai chi mi ha salutato davanti al liceo!>> le dissi tutta contenta nel rivederla. Frankie era una ragazza di statura normale, capelli lunghi ,scuri e occhi verdi.

Ci togliemmo dalle scale, e ci mettemmo in un posto più tranquillo dove parlare.

<< Ally! Aspetta non mi dire! Nicholas? Quello di 3G? Oppure David quello di 4H? Ti prego non dirmi che è Steven quello di 3C?...>> cominciò a dire nomi senza fermarsi, così cercai di interromperla.

<< Frankie ascoltami>> ovviamente le mie implorazioni non ebbero successo

.<< Allora è quello di 2A? Sì ha un anno in meno di noi, ma dimostra più della sua età! Ma se non è lui allora chi può essere?>> continuò Frankie.

<< Se mi lasci parlare magari te lo posso dire io>> le risposi interrompendola. Frankie amareggiata dal fatto che non riuscì a scoprire chi mi avesse salutata, si costrinse ad ascoltarmi.

<< Allora>> ripresi << Non è un maschio. E’ stata Shelly!>>.

<< Chi la Cavalla? >> chiese la mia amica sorpresa.

<< Sì proprio lei>>.

<< e che cosa voleva? Un consiglio per come truccarsi o per come stirare i capelli o per come continuare ad essere la più popolare della scuola?>> disse Frankie in modo sarcastico e cercando di imitarla.

<< Sì di certo non verrebbe da me a chiedere consigli! Comunque no ,mi ha chiesto solo come stavo>> le risposi un po’ tristemente. Certo, quello che mi dispiaceva non era il fatto che mi avesse solo salutata, ma che nessuno come lei sarebbe venuto da me a chiedermi dei consigli. Nonostante fossi una ragazza riservata, una volta ogni tanto mi sarebbe piaciuto essere considerata un po’ di più dalle “ belle” della scuola, forse per farmi crescere un po’ di autostima. << Sì certo>> rispose Frankie << non sarebbe riuscita a formulare una frase un po’ più lunga e di senso compiuto>> dicendo questo, Frankie riuscì a strapparmi un sorriso. Ripensando al lungo elenco di ragazzi che la mia amica , poco prima, mi aveva elencato, mi venne in mente una domanda.

<< Com’è che conosci tutti questi ragazzi? Cos’hai combinato negli ultimi quattro giorni in cui non ci siamo viste?>> le domandai scherzando.

<< Oh Ally cosa vai a pensare?>> disse Frankie in tono divertito. << Diciamo che ho cercato di aggiornarmi sui ragazzi più carini della scuola. Facebook serve a questo, o no?>>.

<< Beh se lo dici tu. E come mai? Hai intenzione di metterti con qualcuno?>> chiesi.

<< No. Era solo così, per curiosità. Nessuno in questa scuola è bello come Robert Pattinson, quindi le possibilità che mi possa piacere qualcuno qui dentro sono davvero scarse! E tu hai visto qualcuno d’interessante?>>.

<< No, nessun Zac Efron nei paraggi, credo che ci dovremmo arrendere. Forse pretendiamo troppo?>>.

<< Tu dici?>> chiese Frankie in tono sarcastico, e detto questo iniziammo a salire le scale perché suonò la campanella che ci avrebbe rinchiuse nella nostra classe ,la 3L, per quattro lunghe ore. Quando entrammo in classe, io e Frankie vedemmo alcuni dei nostri vecchi compagni in giro per la classe. Seduti sulla cattedra c’erano Ryan e Tyler due ragazzi a cui io e Frankie piacevamo molto. Purtroppo per loro, io e la mia amica non provavamo gli stessi sentimenti, ma non perché fossero brutti- anzi entrambi potevano entrare nella classifica dei ragazzi più carini della classe- ma perché ancora molto infantili. Infatti Ryan e Tyler passavano le ore di lezione a ridere, a scherzarsi a vicenda o peggio ancora, durante l’intervallo, a lanciarsi degli oggetti. Forse l’estate li aveva cambiati, ma ben presto ebbi la risposta al mio dubbio.

<< Weee Frankie! >> urlò Tyler da fondo classe << ma “ abshdoi?”>>.

<< Eh?>> rispose Frankie irritata. Immediatamente la mia amica si accorse dell’errore che aveva compiuto pronunciando quella parola, infatti per risposta le arrivò una pernacchia seguita da una risata.

<< Idiota. Ma quando cresceranno?.>> mi sussurrò Frankie all’orecchio.

<< Credo mai>> puntualizzai sperando che prima o poi cambiassero atteggiamento. Ryan invece rimase a guardarmi e abbozzò a un sorriso. Glielo restituii, ma imbarazzata mi voltai giusto in tempo per accorgermi che Nick stava raggiungendo me e Frankie. Nick era un ragazzo che andava d’accordo con tutti e non perdeva mai occasione di abbracciare qualcuno o insultare qualche maschio, per dimostrare il suo affetto. Ovviamente non mancava mai qualche battutina, certe volte un po’ esagerata, che faceva strappare una risata a chiunque la sentisse.

<< Ragazze!>> disse Nick avvicinandosi a noi due << e a me non me lo date un bel abbraccio?>> così dicendo strinse entrambe così forte da farci anche male.

<< Sì Nick. Piacere di rivederti>> risposi dolorante. Dopo aver scambiato qualche parola con lui e con altre nostre compagne di classe, io e Frankie andammo a sederci in terza fila. Frankie aveva preso il posto vicino al muro mentre io mi ero ritrovata seduta vicina a Tyler.

<< Sicura che non vuoi fare scambio di posto?. Sai quanto ci terrebbe Tyler!>> le dissi scherzando. << Ma per favore! >> rispose Frankie frettolosamente, cercando di chiudere il “ discorso Tyler”. Ancora mancava qualche minuto prima dell’inizio della lezione, e non tutti i nostri compagni erano arrivati. Dalla porta della classe entrarono Shelly e Brenda ( l’Oca ) che subito suscitarono dei mormori nella classe. Dal mio posto potevo sentire Tyler e un altro ragazzo di nome Jack che le definivano con degli aggettivi così esagerati per la loro vera bellezza che, stanca decisi di non ascoltare altro.

<< Ma chi si credono di essere quelle due? Vorrei vederle arrivare una volta struccate, e scommetterei qualsiasi cosa che i commenti di quei due dietro di me, cambierebbero all’istante.>> affermai irritata.

<< Secondo me si spaventerebbero. Certo che se anche io mi mettessi tutto quel trucco in faccia, vincerei miss mondo.>> disse Frankie. Era vero, la bellezza di Shelly e Brenda era dovuta al modo esagerato in cui si truccavano, eppure tutti erano attratti da loro, e nessuno pensava a come fosse davvero il loro aspetto da struccate. Il suono della seconda campanella aveva interrotto i miei pensieri. E presto sarebbe iniziata la lezione.

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Capitolo 3
*** Apparizioni ***






Apparizioni

Fortunatamente le prime due ore erano state abbastanza leggere. Infatti avevamo avuto la professoressa Black, una donna abbastanza robusta e molto simpatica, che non perdeva occasione per fare qualche battuta o per prendere in giro qualche nostro compagno. Lei insegnava francese, o almeno ci provava. A nessuno piaceva molto il suo metodo d’insegnamento siccome era molto confuso e disordinato, per questo la maggior parte di noi si distraeva durante la lezione oppure fingeva di ascoltarla mentre la testa vagava in un altro mondo. Più volte nella mattinata ci aveva ripetuto di impegnarci molto quest’anno perché sarebbe stato più difficile degli altri. Ma questa frase non mi era nuova poiché la pronunciava ad ogni inizio anno. Infatti il suo discorso era diventato così celebre che ormai tutti lo sapevano a memoria.

<< Ragazzi vi aspetta un anno difficile, ricco di argomenti da studiare, e di compiti da fare. Mi raccomando non lasciate niente indietro e impegnatevi perché se poi cadrete sarà difficile rialzarvi.>> e dopo aver concluso il suo discorso, interruppe la sua serietà momentanea con una battuta che fece su Ryan.

<< Ryan! Sei sempre il solito mascalzone! Lascia stare in santa pace la povera Brenda>> disse scherzando. Povera? Sicuramente non si era nemmeno accorta che Ryan, il suo vicino di banco, le stava soffiando sui capelli per scompigliarli. Brenda aveva dei lunghi capelli lisci color nocciola che teneva sempre sciolti. Cercai di trattenere una risata al pensiero che mi venne, ma siccome non riuscii a trattenerlo, glielo sussurrai a Frankie.

<< Pss Frankie!>> la mia amica si avvicino dalla mia parte.

<< Sí..? >> mi rispose.

<< Ti ricordi tutte le volte che ci chiedevamo come una ragazza potesse essere così stupida?>>. Frankie annuì con un sorriso. << Ecco penso di aver capito quale sia il suo problema>>.

<< cioè? >> chiese Frankie sorpresa.

<< Credo che il suo cervello sia MADE IN CHINA>>

<< Ahaha giusto>> rispose divertita la mia amica.

Quando suonò la campanella, io e Frankie ci precipitammo fuori dall’aula. Quel giorno avremmo seguito solo quattro ore di lezione, per questo l’intervallo fu anticipato di un’ora. Come di consuetudine andammo nel bagno delle ragazze per guardarci nello specchio, non perché fossimo vanitose ma perché non si sa mai se c’è qualche capello fuori posto o se la nostra faccia avesse assunto delle sembianze mostruose durante le due ore di lezione.

<< Ma guarda che capelli! Possibile? Ogni volta fanno schifo! Non so più cosa fare!>> esclamai.

<< E perché i miei?>> ribatté Frankie. Non era vero, i suoi capelli erano perfettamente lisci, mentre i miei già mossi tendevano a diventare crespi con l’umidità che c’era fuori. Dopo essermi lamentata, uscimmo fuori dal bagno per entrare nuovamente in classe a prendere i soldi per la merenda. Mentre percorrevo il piccolo tratto di corridoio, mi fermai di un colpo a guardare una persona davanti a una classe che si trovava vicino alla nostra. Il mio cuore accelerò, non sapevo perché, eppure volevo abbracciare quella persona, come se ci conoscessimo. Cercai di riprendermi, ma il colorito della mia faccia fece notare a Frankie che c’era qualcosa che non andava.

<< Ally! Cos’hai? Sei pallida! Ti senti bene?>>

<< Sì tutto apposto>> mentii. Distolsi lo sguardo da quel ragazzo così attraente.

Frankie mi scosse per attirare la mia attenzione.

<< Ally, per favore dimmi che cosa ti prende>> mi chiese preoccupata.

<< Niente...davvero>> le risposi senza riuscire a formulare una frase più lunga. Quel ragazzo non poteva aver provocato in me tanto sgomento! Come poteva averlo fatto? Non lo conoscevo nemmeno. Perché reagivo così? È vero che era un bellissimo ragazzo, ma mai e poi mai avevo provato questa sensazione così strana, come se lo conoscessi, come se mi mancasse, come se lo volessi abbracciare dopo un sacco di tempo..

<< Ally per favore, togliamoci di mezzo, qui ci stanno guardando tutti, e tu sembri una persona che è stata appena fulminata>>

Ecco, il fulmine. E se questa reazione fosse il banale colpo di fulmine? No impossibile, lui nemmeno mi stava guardando, fino a due secondi prima. La voce alta di Frankie catturó la sua attenzione, che lo fece girare e voltare verso di noi. Il ragazzo nel vedermi sgranó gli occhi, poi li richiuse, per poi aprirli di nuovo, come se non riuscisse a credere a quello che vedeva. Perché pure lui reagiva così? Cercó di aprire bocca, ma non ci riuscì. I suoi amici con cui due secondi prima stava scherzando, ora lo guardavano confusi. Cosa stava succedendo?. Purtroppo la campana della fine dell'intervallo suonó prima che io mi potessi fare altre domande. Frankie senza sapere come prendermi e cosa dire ancora, mi trascinó di peso in classe. Sembravo una scema, ma la mia mente era troppo occupata a pensare chi fosse quel ragazzo.

<< Mi devi dare delle spiegazioni signorina, mi preoccupi>>. Il primo giorno di scuola era finito, e io e Frankie stavamo aspettando l'autobus per tornare a casa.

<< Scusa, davvero. Non so cosa mi sia preso. Quel ragazzo mi ha colpita>> dissi giustificandomi.

<< Ally lo so che è un bel ragazzo, ma non puoi reagire così, è da pazzi>>.

<< Credi che non lo sappia? Sul serio non riuscivo a reagire. Io volevo correre da lui e dirgli che mi mancava, ma non so il perché!>>

<< Ma non puoi correre da un ragazzo che non conosci e dirgli che ti manca! Cosa ti sei fumata questa mattina?>> mi chiese la mia amica sarcastica

<< Grazie eh! Infatti non l'ho fatto! Sono rimasta lì in mobile , senza muovere un muscolo. Non puoi capire come mi sentivo>> le risposi un po' scocciata. Finalmente il mio bus arrivó, e potei salutare Frankie e stare un po' da sola con i miei pensieri. Dopo essere arrivata a casa, salutai mia mamma e le raccontai del mio primo giorno di scuola. Ovviamente omettendo quel particolare episodio.

<< sono contenta che ti sia divertita, e i tuoi compagni sono cresciuti?>> mi chiese mia madre.

<< cresciuti di altezza ma non di cervello, ogni anno quello diminuisce>>

<< è normale , è l'età>> rispose mia mamma sorridendomi. Non volendo più affrontare l'argomento " scuola" e "compagni di scuola" , decisi di allontanarmi da lei e di andare in camera mia. Non appena mi sdraiai sul letto, mi arrivó un messaggio sul cellulare. Era di Frankie: " Scusami per oggi, non volevo essere così superficiale, per farmi perdonare ho una sorpresa per te. Grazie ad alcune mie ricerche su Facebook, ho scoperto che quel ragazzo si chiama Alex Dawson. Corri a chiedergli l'amicizia. Un bacio." Frankie mi aveva fatto un bel regalo, anche se non aveva niente da farsi perdonare. Decisi di andare su Facebook e di cercarlo. Ma ovviamente non gli avrei mai chiesto l'amicizia, le nostre reazioni erano state troppo imbarazzanti. Persi molti minuti e guardare le sue foto. Era molto bello, capelli color bronzo, occhi nocciola, colorito abbronzato, sembrava il tipico ragazzo da sogno...


Okay, questi sono i primi due capitoli. Se la storia vi sta davvero interessando, lasciate almeno 3 commentini , almeno posso continuare ad aggiungere i capitoli :)
Grazie mille :*

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Capitolo 4
*** Come se fosse un sogno ***




Come se fosse un sogno

Mi addormentai sul letto, e mi svegliai alle 4 del pomeriggio, abbastanza stordita e allibita dal sogno che avevo fatto. Ero seduta su una panchina, in centro ad un grande prato, e alla mia destra si innalzava una vecchia villa che ormai faceva da biblioteca. Il posto era davvero fantastico. Mi guardavo intorno un po' annoiata, mentre con una mano giocavo con il ciondolo che mi aveva regalato quel ragazzo. La lettera A splendeva alla luce del sole. Ad un tratto sentii qualcuno chinarsi dietro di me e dirmi: << Mi sei mancata>>. Subito mi voltai e vidi il mio ragazzo. Era Alex! Ed era lo stesso volto che vedevo ogni notte quando sognavo di stare con lui. Ecco perché il ragazzo a scuola mi era così famigliare. Io lo sognavo di notte. Ma com'era possibile sognare un ragazzo che non si aveva mai visto per tutta la vita ,  e poi ritrovarselo tale e quale nella realtà? Poteva essere un caso su un milione ? Mah. Poi peró c'era anche un altro particolare. Il ciondolo. Su quel ciondolo c'era incisa la lettera A che corrispondeva all'iniziale del nome di Alex. Un altro caso? Mi precipitai a chiamare Frankie al cellulare, ma mi rispose la segreteria. Così decisi di accendere il computer e di entrate su Facebook. Inserii il nome di Alex Dawson e premetti invio. Subito mi apparve la sua foto, e non potei fare a meno di pensare che fosse davvero bello. Entrai nel suo profilo che per fortuna era aperto anche a coloro che non aveva come amici. Quindi per due buone ore passai a scrutare le sue foto, i suoi contatti e i suoi stati. Aveva 3180 amici, tra cui la maggior parte erano ragazze con la foto del profilo che lasciavano poco spazio all'immaginazione. Molte di loro gli scrivano in bacheca cose del tipo" ciao Alex, mi manchi" oppure " che bello è stato vederci oggi" oppure ancora " Tanti baci solo per te!" a quanto pare il ragazzo era molto richiesto. Bè questo mi faceva fare un passo indietro dato che io non ero una di quelle ma sopratutto non volevo essere una delle tante. Pochi secondi dopo il mio cellulare squilló, era Frankie: << Scusa mi avevi chiamata?>> 

<<  sì, ti devo raccontare un po' di cose>> così passai un'altra ora a spiegarle nel minimo dettaglio il mio sogno, il fatto che quel ragazzo fosse Alex, e del suo profilo di Facebook. Frankie rimase anche lei senza parole, e l'unico consiglio che mi diede fu quello di aspettare il giorno dopo per andare a scuola, e di vedere quale sarebbe stata la reazione di Alex, se mai ne avesse avuta una. 

L'indomani mi trovai davanti alla mia classe con Frankie. Come tutti gli altri anni, prima che la campanella della prima ora suonasse, ci mettevamo davanti alla classe per parlare un po'. Quel giorno peró dovevamo discutere della questione " Alex".

<< Ally gli devi parlare a quattro occhi>> mi suggerì Frankie. 

<< ma non posso. Cosa faccio? Vado lì e gli dico: "ciao piacere sono Allyson  ma tutti mi chiamano Ally, sai mi provochi strane reazioni, e ti ho sognato già mesi prima che ci conoscessimo. Secondo me non è una cosa normale, e per te? Se mi inviti ad uscire ne possiamo parlare">> le risposi 

<< quanto sei scema Ahahah. Ma almeno potresti aggiungerlo su facebook no?>>

<< ma neanche per sogno! >> le dissi arrabbiata. 

<< bè non parlare di sogni... Ahaha >> mi rispose ironizzando. La campanella della prima ora suonó e fummo costrette a entrare in classe. Subito Rayan mi si avvicinó e mi sorrise 

<< Ciao Ally>> 

<< Ciao Ray>> gli risposi svogliata.

<<  Senti non è che mi faresti copiare i compiti di matematica?>>  Ecco ma è mai possibile che ogni volta venissero da me a chiedere i compiti? Cosa avevo scritto in faccia? Prego fatevi avanti, compiti gratis per tutti?!?. Già l'anno prima ero la ragazza " gentilissima " e sempre disponibile per i compiti, quest'anno volevo che le cose cambiassero. Peró era più forte di me, non riuscivo a lasciare i miei compagni in difficoltà , sebbene fossero loro stessi a mettersi nei guai. 

<< Com'è possibile che tu sia già indietro con i compiti al secondo giorno di scuola?>>gli domandai cercando di fargli capire che un po' ero scocciata.

<< be' sai... Quest'estate sono stato un pochino impegnato>>

<<  ok va bene, non voglio sapere altro>> detto questo gli passai i compiti delle vacanze e ritornai al mio  posto. Ma le scocciature non finirono lì. Subito dopo arrivó Tayler che a causa della sua cotta enorme per Frankie, si comportava ancora più stupidamente del solito. 

<< Wee Fraté, allora ti sono mancato?>>

<< certo Tay, i miei giorni senza di te erano vuoti>> gli rispose Frankie

<< sei sempre la solita scema, certo che non cambi mai>>

<< ha parlato il cretino>> 

Queste erano le solite conversazioni tra quei due, che continuavano a bisticciare continuamente ma che nonostante ciò lo facevano per " amore" . Ovviamente solo dalla parte di Tay. Quando ci fu l'intervallo, mi avviai alle macchiette che si trovavano vicino alla classe, mentre Frankie era rimasta in classe a parlare con Macy, una nostra amica. C'era una lunga fila per prendere da mangiare, ma decisi comuque di mettermi in coda. Dopo cinque minuti di attesa, cominciai a spazientirmi. Ma non feci in tempo a togliermi dalla fila che qualcuno si lanció verso di me con tanta forza da farmi cadere per terra. Intontita cercai di rialzarmi, ma mi faceva male un piede. Allora la persona che mi fece cadere mi prese la mano e mi aiutó . Quando entrambi alzammo lo sguardo verso l'altro, riconobbi che era Alex che immediatamente fece una faccia spaventata e disse << Ally? Ma come ... Perché?.. Scusa ma devo scappare. >> e come se fosse terrorizzato scappó via. Io rimasi impietrita, finchè non mi raggiunse Franky.

Non riuscii un'altra volta a spiccare parola. Franky non sapeva più come prendermi né cosa dirmi. Ogni suo tentativo non provocava nessuna reazione in me. Ero troppo sbigottita per parlare. Perchè quel ragazzo conosceva il mio nome? Perché si è scusato prima di scappare? Mi stava per dire qualcosa? E perché proprio lui doveva essermi caduto addosso? C'erano altre 900 persone nella scuola! . Subito dopo la scuola andai a casa di Frankie, anche se in un primo momento non riuscivo a parlare, avevo comunque bisogno di raccontarle quello che era successo. Ci sedemmo sul letto di camera sua e le spiegai tutto. Anche la mia amica non ci stava capendo più niente, succedevano troppe cose strane. 

<< quindi lui ha proprio pronunciato il tuo nome?>> mi chiese ancora una volta Frankie.

<< sì ma come fa a saperlo? Ok potrebbe essere che mi abbia cercata su Facebook, ma io mi sono registrata con il nome Allyson e chi non mi conosce, non prende subito tutta questa confidenza nel chiamarmi Ally>> le spiegai le mie motivazioni. 

Frankie assunse uno sguardo pensieroso << e se ha preso tutta questa confidenza perché in realtà ti conosce?>> mi chiese. 

<< ma come fa a conoscermi?>>

<< be' come lo conosci tu>>

<< mai io lo conosco perché, per quanto possa essere strano ,lo sogno quasi ogni notte. Credi che possa essere lo stesso per lui?>>

<< Sarebbe troppo strano. Insomma voi due che vi sognate , senza esservi mai visti, vi incontrate da un giorno all'altro...>>

<< lo so, ma non riesco proprio a capire come faccia a conoscermi>> conclusi. 

<< senti, mi fai un favore? Aggiungilo su facebook e prova a scrivergli e...>>  la interruppi subito perché sapevo dove voleva arrivare. 

<< scordatelo , è fuori discussione>>

<< vabbè allora lo aggiungo io perché voglio cercare tra i suoi amici, un ragazzo con il quale è andato, dopo essere scappato da te. Era troppo figo. >> Risi, ma acconsentii nonostante non volessi che lo aggiungesse. Lo facevo solo per il " figo" che la mia amica aveva notato. Accendemmo subito il computer ed entrammo con l'account di Frankie e digitammo il nome di Alex. Vedere la sua foto, mi dava un senso di nostalgia, e non sapevo il perché. Tra i numerosi amici che il ragazzo aveva su Facebook, Frankie cercó la foto del profilo del ragazzo che poteva essere quello che aveva visto quel giorno . Dopo aver scorso un po' di nomi, si fermó su un certo Mattew Spiz, un gran bel ragazzo di 17 anni che, da quanto aveva scritto nel suo profilo, frequentava la stessa classe di Alex. 

<< eccolo è lui! Ma quanto non è bello? Secondo te gli posso chiedere l'amicizia?>>

<< perché no?>>

<< perché se non l'accetta, che figura ci faccio?>>

<< perché non dovrebbe accertarti? Ha più amici lui che una pop star famosa! Una persona in più o in meno non gli dovrebbe cambiare la vita>>

<< hai ragione Ally>> e detto ciò, cliccó su " aggiungilo come amico".

Lasciammo facebook aperto per più di 2 ore, aspettando che Matt accettasse la rischiesta. Ma niente. Verso sera dovetti tornare a casa, e mi feci promettere da Frankie che non appena avesse accettato, mi doveva mandare un messaggio. Se io avevo già dei problemi con un ragazzo che non conoscevo, volevo che almeno Frankie ne conoscesse uno che non gli desse tanti problemi e con cui poteva anche mettersi insieme. Verso le 23.00 di sera mi arrivó un messaggio della mia migliore amica : " è stata una pessima idea. Dovevo lasciare stare, domani non potrò più guardarlo in faccia."

" non dire stupidaggini. Probabilmente non si è ancora connesso. Vedrai che quando lo farà accetterà subito. Anche perché sei davvero una gnoccona in quella foto del profilo, sarebbe un pazzo a non accettarti. Buonanotte, e grazie per oggi<3 "

Dopo averle risposto, andai a dormire, e da una parte non vedevo l'ora di tornare a scuola per scoprire altre cose. 

Ciauuuuuuu :)
Provo a mettere un altro capitolo per vedere se vi interessa....
La prossima volta aggiornerò se riceverò qualche commentino, almeno so se  varrà la pena di postare :)
Grazie :*

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Capitolo 5
*** Presentazioni ***



 

Presentazioni

Entrai in classe e vidi Frankie un po' giù di morale. Mi avvicinai a lei e l'abbracciai.

<< ehi, che cosa ti è successo?>> le chiesi dolcemente.

<< stamattina sono passata davanti a Matt e d'istinto gli ho sorriso. Ma lui si è girato immediatamente, come se volesse evitarmi, ed è andato a parlare con il tuo amichetto>>

<< Alex?>>

<< già >>

<< sai cosa ti dico? Ricominciamo tutto da capo. Questi ragazzi sono scemi. Si comportano da immaturi sebbene non gli abbiamo fatto niente di male. E noi non ci meritiamo di stare appresso a loro>>

<< sì ma sono davvero belli>> mi rispose sospirando e ridendo, Frankie.

<< sì Zac Efron 2, e modello Abercrombie.>>

<< ahahha è vero!>>. Mentre io e la mia amica parlavamo, arrivó Brenda con il suo solito criceto al posto del cervello.

<< Ciao ragazze! Come state?>>

E ci stampó due baci sulla guance. O aveva un secondo fine, oppure , cosa molto più probabile, non si era accorta che stava parlando con noi.

<< Ehi Brenda. Tutto bene grazie. Tu?>>

<< Hihihi>> fu la sua risata da oca. << pure io, allora cosa mi raccontate?>>. Io e Frankie ci lanciamo un'occhiata. Ma da quando in qua le interessavano le nostre vite? Fu Frankie questa volta a risponderle.

<< solita vita. Ci alziamo, andiamo a scuola, mangiamo, facciamo i compiti, usciamo e dormiamo>> le disse prendendola in giro. Ma lei sembrava già persa al " andiamo a scuola". Sbatté le palpebre un paio di volte << wow siete impegnate>> e detto questo si giró sbattendomi i suoi lunghi capelli in faccia. Cercai di sputare quelli che mi erano entrati in bocca.

<< che schifo>> dissi.

<< ogni giorno le persone mi stupiscono sempre di più>> disse Frankie.

<< a chi lo dici>>.

L'intervallo era l'unico momento veramente bello della scuola. L'unico momento di svago. Frankie era andata in bagno, e io la stavo aspettando fuori dalla porta, vicino alla scale. Ad un tratto mi sentii nervosa, ma come al solito, non sapevo il perché . Passarono pochi secondi che qualcuno mi picchiettó sulla spalla e mi voltai. Non ci potevo credere. Era Alex.

<< Ciao Ally>>. Le mie gambe iniziarono a tremare. Lui non poteva parlare veramente con me. Non poteva essere vero. Ma prima di passare per una malata di mente, che non riusciva a spiccare parola lo salutai con un semplice << ciao>> e mi sentii le guance in fiamme.

<< Scusami per l'altra volta>> continuó. << sono stato un maleducato per essere scappato, dopo averti fatta cadere>> mi disse con un sorriso sgembo.

<< Ehm... Tranquillo davvero. Non mi sono nemmeno fatta male>>

<< meno male, perché mi sono sentito in colpa>> mi disse con uno sguardo preoccupato.

<< No, non ti preoccupare, sono sana come un pesce.>>

Alex rise e in quel momento Frankie stava per uscire dal bagno, ma quando ci vide parlare, io le feci segno di rimanere dov'era.

<< Senti Ally, siccome mi sento ancora in colpa, non è che ti andrebbe di fare un giro insieme all'intervallo così ti posso offrire qualcosa da mangiare?>> mi chiese speranzoso. Il mio cuore batteva a mille, ed ero certa che da in secondo all'altra sarei svenuta. Ma per evitare di fare certe figure e di perdermi anche quel bellissimo momento, cercai di calmarmi.

<< Va bene, ma non lo faccio per farti sdebitare. Non ti devi scusare di niente>> gli sorrisi. Alex ricambió il sorriso e insieme iniziammo a scendere le scale, sotto lo sguardo di Mattew che ci guardava attentamente.

<< quindi tu sei Allyson Hudgens?>>

<< Sì e tu Alex Dawson>>

<< esatto. Di dove sei?>>

<< sono nata qui a Los Angeles e tu?>>

<< io sono nato in Italia>>

<< in Italia? E perché ora ti trovi dall'altra parte del mondo?>>

<< bè è una storia molto lunga. Un intervallo per spiegartela non basterebbe, tu sei mai stata in Italia?>> mi chiese incuriosito della mia risposta.

<< no mai, ma sono sempre stata attratta da quel paese, stranamente quando sento qualcuno parlate italiano, non faccio nemmeno fatica a capirlo.>>

<< è normale>>

<< normale?>>

<< ah no scusa. Dicevo così per dire>> e nervoso inizió a grattarsi la testa.

<< quando sei nata?>>

<< il 25 febbraio del 1995>>

<< tra poco quindi vai per i 17 anni!>> e detto questo sembró molto più nervoso e preoccupato. Mi sentivo a mio agio a parlare con lui, come se non avessi fatto altro per molto tempo. Ma allo stesso modo lo vedevo molto strano.

<< già, e tu quando sei nato?>>

<< dai ti faccio indovinare, secondo te?>> lo guardai intensamente e nel profondo ero sicurissima che la risposta che gli avrei dato sarebbe stata giusta.

<< a settembre>> e nemmeno sorpreso più di tanto, annuì.

<< brava, ora il giorno>>

<< pretendi troppo>> e ci mettemmo a ridere. Ma anche quella risposta credevo di saperla.

<< il 15>> Alex questa volta sembrava più sorpreso.

<< giusto!>>

<< visto che brava? Forse sono veggente>> dissi ironizzando. Purtroppo suonó la campanella della fine dell'intervallo.

<< oh cavolo, è già finito! Senti oggi ti aggiungo su facebook, così possiamo continuare a parlare>>

<< va benissimo>> gli risposi con troppo entusiasmo. E non appena ci salutammo, corsi da Frankie che dal suo sorriso a 32 denti, sembrava aver vinto la lotteria.

<< come mai così tanta felicità?>> le dissi nonostante anche io fossi felicissima.

<< Sai, non sei l'unica che ha avuto un bell'intervallo, che a proposito mi devi raccontare>>

<< Ok, spara>>

<< quando mi hai lasciata da sola in bagno, non sapendo cosa fare, ho pensato di tornare in classe. Ma sulla via del ritorno mi ferma Mattew che mi fa:" la tua amica si è allontanata con il mio amico Alex, nel caso in cui la stessi cercando", non sapendo cosa rispondergli lo ringraziai e non so perché mi è uscito fuori " ieri ti ho chiesto l'amicizia su Facebook" e lui mi ha risposto " si ho visto, scusa ma ti avrei aggiunta oggi che ieri ero di fretta" e detto questo gli ho sorriso per poi salutarci con la mano. Ok, sono stata un idiota a dirgli quella cosa,ma alla fine non l'ha presa male, anzi oggi è anche obbligato ad aggiungermi ahahha.>> concluse sprizzando gioia da tutti i pori. Per fortuna la prof di fisica ancora non era entrata in classe, quindi io e Frankie potevamo continuare a parlare.

<< Sono felicissima. Adesso vedi di non metterti subito con lui e di non lasciarmi sola>> le dissi scherzando.

<< Non mi sembra che tu in questo momento sia sola. Ahaha. Allora com'è andata?..>>

<< Ragazzi seduti>> non feci in tempo a rispondere che la prof entró e dovetti rimandare la nostra conversazione al cambio dell'ora dopo.

<< ti dico solo che oggi continueremo la nostra conversazione su Facebook >> le dissi ,sussurrando.

Al cambio dell'ora , raccontai a Frankie il mio bellissimo intervallo, il più bello della mia vita. E quando suonó la campanella dell'ultima ora, non vedevo l'ora di prendere il bus, di accendere il computer e di accettare l'amicizia di Alex. Ma quando arrivai a casa mia mamma era furiosa.

<< Ally! Cos'è tutto questo disordine in camera tua! Ti sembra il modo di tenere la stanza? E io sono sempre qui a pulire!>> la mia stanza non mi sembrava tanto disordinata, tranne per qualche foglio sparso e maglie sul letto, si poteva dire che entrava nella normalità di una stanza di tutti gli adolescenti. Ma per mia mamma, se la stanza non brillava, voleva dire che c'era disordine.

<< Scusa, ti prometto che poi metto apposto>> le dissi cercando di farle una faccia dispiaciuta .

<< No, adesso metti apposto!>> mi riprese con tono severo

<< sì ma adesso devo fare una cosa importante>>

<< non me ne frega, puó aspettare>>

<< ma è davvero importante, non posso proprio aspettare!>>

<< di che si tratta?>> mi domandó sospettosa

<< Ehm, è per un lavoro di scuola che devo inviare ad un'amica sul computer. Se non lo faccio adesso non riuscirà a finire il compito, dato che è abbastanza lungo>> mia mamma non sembrava esserselo bevuta, ma acconsentì.

<< va bene,ma fai in fretta. Ora esco a fare un po' di spesa, non sarò a casa prima delle 17.00. Quando torno la tua stanza deve brillare.>>

<< Agli ordini capo!>>

E sorridendo mi stampó un bacio sulla fronte. Non appena chiuse la porta della mia stanza, accesi il computer ed entrai in facebook. Avevo una notifica di amicizia. Era quella di Alex. Lo accettai subito, e nemmeno passato un secondo mi si aprì la chat.

<< Sono contento che tu sia già in linea, non vedevo l'ora di continuare a parlare>>

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Capitolo 6
*** Un tuffo nel passato ***



 

Un tuffo nel passato

Un tuffo nel passato

<< pure io ero impaziente di riparlarti>> gli scrissi mentre le mie mani tremavano sulla tastiera per l'emozione.

<< :) allora Ally, hai sempre frequentato questa scuola?>>

<< Sì, stranamente sono riuscita a resistere a 3 anni d'inferno xD... È il primo anno che ti vedo qua, dove andavi l'anno scorso? >>

<< Andavo in Italia>>

<< cosa ? Quindi è solo da un mese che ti sei trasferito qui?>>

<< esatto...>>

<< e io che pensavo che fossi qui da molti anni>>

<< lo so, il mio inglese è impeccabile>>

<< davvero! Ma come hai fatto?>>

<< ahahha, grazie ad un mio amico che mi ha aiutato molto, ho passato intere giornate a studiare l'inglese come un matto>>

<< be' complimenti!... Posso chiederti come mai ti sei trasferito?>>

<< Sì, ma è una storia un po' complicata...c'entra una ragazza>>

<< Ok:)>>

<< Ally, vorrei davvero dirti di più, ma davvero è stata una situazione difficile, e non vorrei annoiarti>>

<< Alex, non ti devi sentire in obbligo di darmi spiegazioni :) davvero tranquillo:))) >> . Da quel momento passarono circa 5 minuti per ricevere una risposta, o stava scrivendo un romanzo, oppure si era addormentato sulla tastiera.

<< Forse ho bisogno di parlarne con qualcuno, perché oltre il mio amico, questa storia non la sa nessuno. Un bel po' di tempo fa, stavo con una ragazza stupenda, era fantastica, gentile e dolcissima ed era il mio ideale di ragazza. Insieme stavamo benissimo, e la nostra storia era molto seria. Avevamo tanti progetti in futuro, nonostante eravamo giovani, ma a differenza di molte altre coppie , noi ci amavamo veramente. Io la AMAVO. Da quando stavo con lei, non guardavo nessun altra ragazza, lei era l'unica per me, e la stessa cosa ero io per lei. Non ci importava di cosa pensavano gli altri, perché il nostro amore era sopra ogni cosa... Finchè un giorno, quel bruttissimo giorno, il destino me la portó via. Venne investita sotto i miei occhi, e io ero lì, impotente che non potevo salvarle la vita. Da quel giorno, niente ebbe più senso per me. Era inutile rimanere a casa mia, nel mio paese, che me la ricordava troppo. Volevo scappare da questa crudele vita, volevo essere morto io al posto suo. Un giorno un mio caro amico di nome Mattew, mi disse che anche lui doveva allontanarsi da me, aveva deciso di continuare in suoi studi in America, dove vivevano dei suoi parenti che lo potevano aiutare qualora ne avesse avuto bisogno. Così pensai di seguirlo. Non volevo perdere anche il mio migliore amico. Così partii. Ed eccomi qui, da 3 mesi, a combattere con questa vita.>>

Non trovai le parole per rispondergli. Avevo le lacrime agli occhi. Davvero aveva vissuto tutto questo? Un ragazzo perfetto che amava la sua ragazza nel vero senso della parola, poteva aver avuto un destino così crudele? Perché a lui? Era ingiusto. Altre domande mi frullavano in testa. Questa storia era molto delicata. Perché lo stava raccontando a me, che ci sconoscevamo a malapena da tre giorni? Perchè io ero la seconda persona dopo Mattew, che conosceva quel triste avvenimento? Aveva bisogno di sfogarsi, ma non lo poteva fare con altri suoi amici? Non che io non volessi che me lo avesse detto, ma non capivo perché lo avevesse fatto. Eppure invidiavo quella ragazza, per essere stata insieme a quel ragazzo d'oro. Me li immaginavo mentre camminavano mano nella mano, innamorati.

<<... Alex... Io davvero... Non ho parole...Non avrei mai immaginato una cosa del genere. Non sai quanto mi dispiaccia, in questo momento ti vorrei abbracciare fortissimo e piangere con te. Mi fa piacere che tu abbia voluto parlarne con me, nonostante ci conosciamo da poco, mi hai fatto sentire speciale. Sai, la vita puó essere crudele, e l'unico modo per andare avanti è quello di rialzarsi e continuare per la tua strada. Sono sicura che la tua ragazza non vorrebbe che tu ti butti giù, lei ti amava e ti ama, e scommetto che vorrebbe che tu continuassi a vivere, se questa è vita. Non capisco perché sono sempre le persone migliori ad andarsene, non ve lo meritavate...>> cercai di stargli vicina il più possibile, nonostante stavo parlando dietro un computer. Cosa che odiavo! Non me lo poteva dire a quattro occhi? Almeno mi sarei sentita più utile e lo avrei confortato meglio.

<< Grazie Ally. Adesso devo andare, non avrei voluto scriverti questa cosa al computer, ma avrei dovuto dirtela di persona. Ma con te mi sento a mio agio, e quindi la sostanza non sarebbe cambiata. Lo so che è presto dirtelo, ma sei un'amica speciale e ti ringrazio. Domani ti andrebbe di rimanere dopo la scuola , almeno così evitiamo di scriverci su Facebook?…sai prima di facebook se volevi farti notare da una persona non occorreva che tu visitassi cento volte al giorno il suo profilo alla ricerca disperata di un link a cui mettere "mi piace" in modo che il tuo nome apparisse tra le sue notifiche. Prima di facebook se volevi dedicare una canzone, non bastava metterla in bacheca e taggarci su la persona a cui l'avresti dedicata, dovevi prendere il telefono come minimo, chiamarla, e se anche morivi di vergogna, dovevi dirle "ascolta qua" e mettere il telefono vicino la cassa dello stereo. Prima di facebook una persona per conoscerla dovevi mostrarti per quello che realmente sei, e dirle "piacere, mi chiamo.." e iniziare a parlarci. Non bastava chiedere "come si chiama quello?" e aggiungerlo la mattina dopo. Prima di facebook se una persona la volevi sentire senza chiamarla, dovevi affidarti agli sms, e alle paranoie che derivano dagli sms: sarà scritto bene? mi risponderà? Ora invece basta che clicchi un tasto, vai in chat, e se c'è le scrivi quel che credi, tanto sai che è lì, e ti risponderà. Prima di facebook a una persona dovevi dirglielo esplicitamente che ti piaceva, non bastava mettere "mi piace" sotto una sua foto venuta bene. Prima di facebook c'erano gli squilli, ora ci sono i "poke", che come gli squilli, non parlano. Prima di facebook potevi immaginare ad ore cosa una persona stesse facendo, ora invece ci si attacca agli eventi, agli stati, ai post messi in bacheca dagli amici. E non è più un immaginare pulito. E' un mettere insieme degli indizi e creare la giornata di una persona. Prima di facebook c'era più magia. Senza Facebook ho conosciuto una persona meravigliosa con cui ho passato i miei 2 anni più belli della mia vita, e adesso , per quanto possa essere difficile, voglio riniziare ad alzarmi. Non voglio più essere quella persona scorbutica che ero, che non parlava con nessuno perché si sentiva morto dentro. Ho voluto esternare il mio dolore perché ne avevo bisogno, e qualcosa me lo ha fatto dire a te. Quindi mi dispiacerebbe che parlassimo solo su Facebook di queste cose, per i vari motivi che ti ho detto. Voglio che la nostra amicizia ( sempre che tu sia d'accordo), possa iniziare al di fuori di esso…>>

<< É INCREDIBILE che esistano dei ragazzi come te che pensano queste cose, ormai non se ne vedono più in giro. Io sono assolutamente d'accordo con te. Infatti odio Facebook per 8214629864 motivi. Grazie di cuore anche a te Alex ,per avermi confidato questa cosa tanto delicata. Quando parlo con te mi sento me stessa, questo perché sei fantastico, un vero amico! Ti mando un abbraccio, e farti forza :)>> Quando finimmo di parlare, erano le 15.00, e decisi di riordinate la stanza, pensando intanto alla conversazione appena conclusa. Personalmente non sarei mai riuscita a sopravvivere alla morte di una persona che amavo tanto. E il suo sorriso che mostrava ogni volta a scuola, era segno che era un ragazzo forte e che ce la stava mettendo tutta per continuare a vivere, per lei. Lo ammiravo tanto.

Alle quattro avevo quasi finito di riordinare la stanza, quando il mio telefono squilló, era Frankie.

<< Pronto?>> risposi con voce assonnata e priva di tono.

<< Ally, tutto bene?>> mi chiese Frankie, sentendomi giù di morale. Non lo potevo dire della triste storia di Alex, me lo aveva detto come segreto, e nonostante Frankie fosse la mia migliore amica, quella storia era troppo importante per lui e non potevo dirla a nessuno. Allora cercai di schiarirmi la voce, per sembrare più convincente possibile.

<< Sí, scusami ma mi sono appena svegliata>> Odiavo mentirle.

<< Ah, pensavo che saresti rimasta sveglia per parlare tutto il giorno con Alex>> disse ridendo.

<í abbiamo parlato, dalle due alle tre, poi è dovuto andare>>

<< E com'è andata? Cosa vi siete detti?>> dalla voce si sentiva la sua curiosità.

<< Niente di che, abbiamo parlato del più e del meno…>> non sapevo cosa inventarmi

<< Tutto qui? Non hai voglia di dirmi di più? non ti sento per niente entusiasta. Insomma Ally, è il primo ragazzo che so che ti interessa e che ti dá anche lui attenzioni! Cosa ha fatto?`Ti ha trattata male?É impossibile che tu non veda l'ora di raccontarmi quello che vi siete detti…insomma, fino a ieri mi raccontavi tutto…>>. Lei non poteva capire la mia situazione, e non avevo voglia di risponderle male, ma ero arrabbiata con il destino crudele che andò contro Alex e la sua ragazza, e quella rabbia me la fece sfogare contro di Frankie.

<< Senti, non è detto che ogni volta che si conosca un ragazzo, subito lo si debba pensare come il " futuro fidanzato". Non si può essere semplicemente amici e avere una conversazione come l'abbiamo io e te, oppure come io e Rayan, io e Tayler, io e Jake, io e Nick? Non è che ogni volta che dico "ciao" o che scrivo "ciao" a loro, lo venga a dire a te. Io ed Alex abbiamo avuto una semplicissima conversazione da amici, punto.>>

<< Ma ti sei alzata con il piede sbagliato? Ti ho solo chiesto com'è andata! Solo qualche ora fa mi sei venuta a raccontare tutto quello che vi siete detti all'intervallo. Ed ora t'incazzi perché te l'ho chiesto io? Ma riprenditi! Cosa ti è successo? Ti ha detto che potete essere solo amici? per questo ora sei incavolata?>>

<< Guarda che non tutti i ragazzi sono uguali! non è che ci conosciamo da appena tre giorni e lui ci sta provando con me! E nemmeno sono andata io a dirgli qualcosa a lui! Siamo solo AMICI, chiaro? Ho sempre detto che è un bellissimo ragazzo, e non ho mai detto che voglio essere qualcosa in più per lui. Vuoi sapere cosa mi ha detto? Mi ha raccontato di quando viveva in Italia e di quando si è trasferito qui. Una semplice conversazione da: piacere, come va?. Non ti sto facendo questa scenata perché volevo che mi scrivesse qualcosa in più e perché non l'ha fatto. Semplicemente perché la gente pensa subito che debba nascere qualcosa. Sai esiste anche l' AMICIZIA. E sai che odio le conversazioni su facebook! quindi prima che succedesse qualcosa da parte mia, saremmo dovuti uscire un paio di volte. Ma come ti ho già detto io da lui non ho mai chiesto niente di più.>>

<< Ma sei fuori? Ma ce la fa? Quando la mia amica Ally si impossesserà di nuovo del tuo corpo fammi uno squillo! Meglio che vada prima che mi accusi di inventarmi cose! Buona serata!>> e arrabbiata mi riattaccó. Mi sentivo una vera schifezza, per averla trattata così. Da una parte lo avevo fatto perchè la mia rabbia contro il fato era troppa e avevo bisogno di scaricarla con qualcuno, anche se lo feci nel modo più sbagliato possibile. Dall'altra parte era anche per non farmi fare più domande da Frankie che sicuramente mi avrebbero fatto sputare la verità. Davvero io volevo essere solo un'amica per Alex, perché ne aveva bisogno. Il mio " colpo di fulmine" nei suoi confronti era sparito, perché mi sembrava troppo una stupidaggine, rispetto a quello che lui aveva passato. Io volevo stargli vicina come una vera amica, e non come una ragazza che aveva un secondo fine.

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Capitolo 7
*** Scuse ***



 

Scuse

Quella notte non riuscii a dormire, sia per la storia dell'incidente, sia perchè avevo trattato malissimo la mia migliore amica, che non si meritava niente di tutto ciò. Così alle tre di notte, mi alzai e decisi di scriverle una lettera, come di consuetudine facevamo quando ci dovevamo dire qualcosa d'importante.

Cara Frankie,

ti chiedo scusa per tutto quello che ti ho detto. Mi sento una vera stronza. Mi sei stata sempre vicina nei momenti belli e brutti, e non meritavi che ti trattassi così. In realtà l'ho fatto per un motivo, che ti spiegherò , ma che non posso raccontarti del tutto. É vero c'entra Alex, ma non perché mi abbia fatto o detto qualcosa di brutto. É un ragazzo fantastico e io DAVVERO voglio essere solo un'amica per lui, perché lo considero solo un amico. Purtroppo non ti posso proprio dire quale sia stato il motivo del mio sfogo su di te, ma chiamiamolo segreto. Quindi ti prego, se sei davvero la mia migliore amica, non cercare d'indagare. Almeno io posso tenere questo SEGRETO e non rischierò di cercarlo di nascondere, trattandoti male perché sei troppo curiosa xD Ti prego anche ti perdonarmi, ti voglio troppo bene e ti prometto che questa cosa non accadrà più. Sei fantastica, l’unica che mi ha sempre capito, sopportato e mi ha dato fiducia in questo mondo difficile ed incerto. La tua dolcezza e la tua sincerità hanno risvegliato in me la voglia di vivere, di credere in un futuro migliore, hanno tirato fuori quello spirito giovane quasi incosciente ma con tanta voglia di fare. Tutto questo è meraviglioso ma non è sufficiente perché ho bisogno di vivere accanto a te per trarre la tua forza il tuo entusiasmo. Con te vicino sarà tutto in discesa e la felicità è vicina.

P.S La tua amica Ally si é rimpossessata del suo corpo xD

Scusami ancora, spero che mi perdonerai. <3 "

Sentendomi più libera, ritornai a letto e riuscii ad addormentarmi.

Quella notte feci un sogno strano. Ero davanti a una grande chiesa, forse un duomo e intorno a me camminavano tanti turisti. C'erano anche numerosi negozi come la Coin e Footlocker. Io mi trovavo in piazza, dove erano disposti diversi tavolini, dove le persone prendevano un gelato per rinfrescarsi dal caldo che faceva. Alex mi raggiunse con anch'egli un frappé che mi diede in mano.

<< Scusami tesoro se ci ho messo tanto, ma c'era tanta fila>>

<< Non ti preoccupare, anzi, grazie mille. Ne vuoi un sorso?>> gli chiesi porgendogli il mio frappé. Lui portó la cannuccia alle labbra e ne bevve un po'.

<< Mhm buono! Ne è valsa la pena aspettare tutto quel tempo>> e teneramente mi cinse i fianchi e mi diede un buffetto sul naso.

<< Allora, adesso che ti va di fare? >> mi chiese sorridendomi.

<< Andiamo a farci un giro sul lago? Fa tanto caldo, e un po' di aria fresca ci farebbe bene>>

<< bell'idea!>> e mi prese per mano e iniziammo a camminare verso il lago...

Il mio sogno non duró molto, siccome suonó la sveglia. Avendo dormito solo 3 ore mi sentivo davvero stanca e stordita. Mi diede fastidio anche fare quel sogno. Io non volevo essere la ragazza di Alex! Lui ce l'aveva la ragazza nonostante fosse morta, e non volevo assolutamente prendere il suo posto! Non mi sembrava proprio il caso. Presi la lettera che avevo scritto quella notte e la misi nel diario, almeno non appena sarei arrivata a scuola, l'avrei messa sul banco di Frankie. Arrivata in classe, la mia amica non era ancora arrivata, così le misi la lettera sotto un mio quaderno che appoggiai sul suo banco, evitando così che qualche curioso volesse vedere cosa fosse. Frankie arrivó subito dopo, e non mi degnó nemmeno di uno sguardo. Non la biasimai. Vedendo il mio quaderno sul suo banco, lo spostó, scoprendo così la lettera. Di nuovo non mi guardó, la prese e uscì dalla classe. Non sapevo se fosse buon segno o meno. Forse era andata a stracciarla in mille pezzi e a gettarla nel bagno, oppure, come speravo io, era andata a leggerla in privato. Poco prima del suono della campanella, entró e mi mostró un sorriso, venendomi incontro abbracciandomi.

<< allora mi hai perdonata?>> le chiesi speranzosa.

<< sì, anche se l'idea di questo " segreto " non mi piace tanto. Se hai bisogno di dirmelo per liberartene, ti prego dimmelo, se ti puó far stare meglio.>> mi disse dolcemente.

<< te lo vorrei dire, ma il problema è che non è mio, quindi preferirei non farlo sapere a nessuno.>>

<< ok come vuoi>>

<< Comuque subito dopo la scuola mi vedo con Alex , come AMICI, abbiamo pensato che fosse più bello conoscerci di persona che via facebook>>

<< ottima idea>>

<< sicura di avermi perdonata?>> le richiesi, nella paura che avesse cambiato idea

<< Certo>> e mi sorrise << hai scritto delle belle cose che mi hanno fatto piacere, mi è un po' difficile capire la tua situazione dato che non me la puoi spiegare, ma cercherò comunque di aiutarti. Peró promettimi una cosa...>>

<< tutto quello che vuoi>>

<< che anche se diventerai la migliore amica di Alex, ti ricorderai di me>> e mi fece gli occhioni dolci.

<< come potrei mai dimenticarmi di te! Sei pazza? Sei una sorella per me! E non ti potrò mai dimenticare!>> e buttandomi al collo l'abbracciai.

<< grazie Ally>> mi disse, restituendomi l'abbraccio.

<< ehm, ehm >> era Nick che ci stava fissando. << Certe cose in classe non si fanno, almeno potevate chiamarmi!>> ci disse scherzando.

<< oh si scusaci, la prossima volta , coinvolgeremo anche te>> gli rispose con tono malizioso Frankie.

<< lo spero bene!>> disse, e tutti e tre ci mettemmo a ridere, finché non entró la prof. Alla fine della quinta ora, aspettai nel corridoio che la porta della classe di Alex si aprisse. Tutti i miei compagni mi salutarono, e alcuni mi chiesero che ci facevo ferma lì. Risposi, inventandomi che dovevo accompagnare una mia amica in macchina. Frankie mi diede un bacio sulla guancia, e mi auguró buona fortuna e buon divertimento. Ad un certo punto la porta si aprì e, il primo ad uscire fu Matt, che come al solito mi guardó torva. Alex fu il secondo ad uscire, e quando mi vide mi venne incontro e mi abbracció. Mi sentivo un po' in imbarazzo, non ero abituata a un contatto con i maschi, nemmeno per un abbraccio. Ma quell'abbraccio di Alex mi diede subito senso di sicurezza e protezione, e la sua stretta mi era familiare.

<< Ciao Alex>> lo salutai dolcemente.

<< Ciao Ally, tutto bene?>> ricambió il mio saluto, sorridendomi.

<< sì grazie, e tu?>>

<< Meglio, ogni giorno si va avanti>> e mi sembró di vedere che i suoi occhi iniziavano a diventare lucidi.

<< ed è giusto che sia così, allora che ti va di fare?>> gli chiesi mentre ci stavamo avviando giù per le scale e raggiungendo l'uscita della scuola, per iniziare a dirigerci verso i parcheggi.

<< Che ne dici di andare a mangiare qualcosa? Conosco una piadineria qui vicino che è molto buona>>

<< bell'idea>> quella conversazione mi ricordava il sogno che avevo fatto quella notte. Allora pensai di raccontarglielo, omettendo alcuni dettagli.

<< Sai Alex, stanotte ti ho sognato>>

<< sul serio?>> rise << che facevo?>>

<< Eravamo in una piazza dove c'era tanta gente, e tu avevi preso un frappè perché si moriva di caldo>> e mi misi a ridere.

<< Già, un caldo infernale. Grazie al cielo c'era il lago che emanava un leggero venticello. In piazza Duomo non si poteva stare>> parló sovra pensiero mentre con lo sguardo vagava non so dove. Rimasi allibita. Come faceva a sapere che eravamo davanti al duomo e che c'era il lago? Aveva fatto anche lui il mio stesso sogno?

<< Scusami...ma come hai f..>> non conclusi la frase che Alex si rese conto di aver detto qualcosa che non voleva o non doveva e cercó di rimediare.

<< Nonono, io non so proprio niente, era una supposizione>>

<< si mai hai decritto praticamente il mio sogno>>

<< pura coincidenza>> mi rispose nervoso.

<< ne sei sicuro ?>>

<< mai stato più sicuro, dai andiamo a mangiare prima che il nostro stomaco brontoli ancora>> e ci avviammo in piadineria.

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Capitolo 8
*** Sentirsi se stessi ***



 

Sentirsi se stessi

Il posto era abbastanza pieno, molti dei ragazzi , prima di prendere il bus, si fermavano a mangiare lì e quindi risultava anche difficile trovare un posto. Alex si fece largo tra la folla e riuscì ad ordinare due piadine al prosciutto e al formaggio che si fece portare in un tavolo per due in fondo alla sala. Avevo ancora qualcosa da chiedere ad Alex, che non mi tornava.

<< senti, ma il tuo amico Mattew ha per caso qualcosa contro di me?>> Alex rimase un po' perplesso, non si immaginava che gli facessi una domanda del genere.

<< No, assolutamente! Perché?>> mi domandó preoccupato.

<< No era solo una mia supposizione. Perché mi è capitato di vederlo mentre mi guardava in modo torvo. Ma magari sono io che mi immagino le cose>>. Forse era vero, pensavo che Matt temesse che Alex non si fosse ancora ripreso dal suo incidente, e il fatto che io lo stessi "portando via", lo preoccupava. Sicuramente lo voleva proteggere e far sì che non soffrisse ancora. Ma io come potevo farlo soffrire? Illudendolo? Peccato che la mia intenzione era proprio quella di aiutare Alex ad uscire da quella situazione, quindi le supposizione di Matt sarebbero state fortemente sbagliate.

<< É impossibile, tranquilla. Lui è molto simpatico e non avrebbe nessun motivo di avercela con te , anzi diciamo che è più sensato che tu ce l'abbia con lui.>> e di nuovo fece quell'espressione da " cavolo perché non tengo mai la bocca chiusa ?"

<< perché dici che io ce la dovrei avere con lui?>> gli chiesi stranita .

<< No così,... Dicevo tanto per dire>>. Feci finta di credergli. Era già la seconda volta che diceva qualcosa e poi la negava oppure cercava di cambiare argomento. Lo capivo dalla sua espressione che quello che mi diceva non era detto " tanto per dire". Ma siccome non volevo mostrarmi tanto impicciona, non continuai il discorso. Nel frattempo arrivarono le piadine e iniziammo a mangiare. C'era un'altra cosa che volevo sapere, ma che da una parte non gli volevo chiedere perché non volevo passare per quella che sta attenta a ogni minimo dettaglio e che ha tutti i suoi complessi. Ma questa cosa gliela dovevo per forza chiedere.

<< ok questa è una domanda un po' strana>> gli dissi un po' timidamente.

<< vedo che sei in vena di domande oggi>> mi disse ridendo

<< si un po' >> gli sorrisi

<< Spara. Ma a patto che poi sia io a fartele>>

<< ok promesso, allora...Ti ricordi quando l'altra volta mi sei quasi caduto addosso?>> lui annuì<< ecco, tu hai detto " Scusami Ally". Come sapevi il mio nome?>> Alex sembró un'altra volta nervoso.

<< Ti ho vista su facebook>> rispose frettoloso.

<< Si ma come hai fatto a cercarmi se non sapevi il mio nome?>>

<< mi sei capitata per caso tra gli amici che abbiamo in comune>>

<< ma perché tutta questa confidenza nel chiamarmi con il mio diminutivo? Come facevi a saperlo che alcuni mi chiamano così? >>

<< ahahha che cos'è un interrogatorio? >> e inizió a ridere.

<< Ahah ma no. È solo che mi sembra strano>>

<< mah, non lo so. È stato solo un'istinto.>>

<< ok >>

<< perfetto ora tocca a me a farti le domande>> e fece un sorriso malizioso. << Quanti ragazzi avrai fatto ingelosire dopo quest'uscita con me?>> L'espressione di Alex sembrava sia preoccupata, sia curiosa che anche un po' gelosa. Io mi sentii il mio volto in fiamme, non avrei mai immaginato che mi chiedesse una cosa del genere.

<> gli risposi sinceramente. Se fosse stato un altro ragazzo, probabilmente gli avrei detto che dopo aver mollato il mio ex - che assolutamente non c'era- avevo cercato di stare un po' lontana dai ragazzi. Ma con Alex era diverso, mi sentivo me stessa, e non mi sentivo nemmeno una sfigata nel dirgli che ancora non avevo mai avuto un ragazzo. Lui l'avrebbe capito e non mi avrebbe presa in giro. Di questo ne ero sicura e ci potevo mettere la mano sul fuoco.

<< Be' sei molto carina, perché non ci potrebbero essere ragazzi che ti vengono dietro?>> mi domandó con un tono un po' sollevato per la mia risposta precedente.

<< Grazie>> arrossii nuovamente << ma io non sono una che si fa notare, sono abbastanza timida e non mi piace essere al centro dell'attenzione. Non sono come alcune delle mie compagne di classe che non fanno altro tutto il tempo che abbracciare i ragazzi che poi quelli , perdendo stupidamente la testa, iniziano a sbavargli dietro senza rendersi conto che nel loro cervello c'è solo un criceto che gira su una ruota.>> Alex inizió a ridere

<< Sei sempre la solita Ahaha >>

Sempre la solita? Ci conosciamo da un paio di giorni! Ma rinuncia a chiederglielo, dato che sapevo che avrebbe cambiato discorso.

<< Quindi non appena usciremo da questa piadineria, non ci sarà nessuno che mi vorrà staccare la testa siccome sono uscito con te?>>

<< tranquillissimo, al massimo mio nonno. Ma non ti preoccupare, vive dall'altra parte del mondo>>

<< Ahah mi sento sollevato. Sai avrei anche temuto tuo padre.>>

Mi rabbuiai, ed Alex se ne accorse e cercó di rimediare.

<< Scusami, ho detto qualcosa che non andava?>>

<< No, non ti preoccupare. I miei genitori sono divorziati da quando avevo 3 anni. Mio padre poi è partito, e certe volte viene qui per lavoro. Ma non ci vediamo quasi mai. Non credo che gli sia mai importato di me.>>

<< No Ally, non dire così. Sono sicuro che tuo padre ti voglia davvero bene. Quale padre non potrebbe volerne per la figlia?>> e per consolarmi mi prese la mano.

<< Il mio non si è fatto quasi mai vivo. È stata mia mamma a crescermi e a pensare sempre a me. L'ho vista soffrire più volte per lui, e non voglio nemmeno che lui ritorni, perché lei starebbe peggio. Forse per questo io non sono nemmeno come le altre ragazze. Vedendo mia mamma, ho sempre sperato nell'amore vero, quello che arriva solo una volta nella vita e quello che non ti fa mai soffrire.>> Alex mi guardó con occhi pieni di gioia e mi fece un enorme sorriso.

<< Sei fantastica, e tu e tua mamma ce la farete senz'altro. Anche perché ci sei tu ad aiutarla>> mi confortó.

Alex fu così gentile, persino da pagarmi il pranzo e ad offrirsi di accompagnarmi a casa. Ormai avevo 16 anni, e potevo avere la patente. Ma mia mamma preferiva aspettare i 18 perché voleva che diventassi maggiorenne. Allora invece di farmi prendere il bus, Alex mi portó a casa con la sua Volvo, che sicuramente, essendo ospite da Mattew, si era fatto portare dall'Italia. Mi feci lasciare un po' prima del cancello di casa mia, per evitare che i vicini mi vedessero in macchina con un ragazzo e che andassero a raccontare tutto a mia mamma. Prima di chiudere la portiera mi girai verso Alex

<< grazie mille per tutto, mi sono divertita questo pomeriggio>>

<< Figurati, è stato bello anche per me. Domani mattina ti aspetto davanti al cancello della scuola, e andiamo a far colazione se ti va>>

<< Va benissimo. A domani allora, ciao>>. E chiudendo la portiera gli sorrisi dal finestrino e mi incamminai verso casa.



 

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Capitolo 9
*** Chi si risente ***



 

Chi si risente

Mia mamma mi stava aspettando mentre guarda la televisione. Il giorno prima le avevo detto che non sarei tornata subito a casa perché mi sarei fermata dopo la scuola con dei compagni di scuola per allenarci in matematica. Non le potevo dire della mia uscita con Alex, avrebbe subito pensato che fosse qualcosa in più di un'amicizia e avrebbe iniziato a fare quella vocina odiosa che fa ogni volta quando si parla di ragazzi. Quindi preferii mentirle.

<< Buongiono eh >> mi disse quando aprii la porta

<< ciao>> cercai di non fare quel sorriso - mezza risata che mi veniva ogni volta che dovevo dire una bugia e che intanto che la dicevo mi veniva da pensare : " che cavolate sto sparando?".

<< Allora, studiato matematica?>> non sapevo se mia madre mi avesse creduta, ma per fortuna non mi chiese molto.

<< Si dai, possiamo dire che siamo pronti per prendere 5 e non 4>>

<< be' dai, avete fatto dei passi avanti. Quanti eravate?>>

Due Ahahah

<< Cinque>> le risposi piatta

<< ok, hai compiti da fare?>>

<< sì, infatti adesso me ne vado subito in camera a studiare>>

<< va bene. Ah aspetta Ally, prima ha chiamato tuo padre, ha detto che per il tuo 17esimo compleanno forse riuscirà a venire a trovarti>> mi fermai. Mio padre aveva chiamato? Cosa gli era preso? Stava forse male? Era impazzito?

<< Oh bene, gli hai detto che ormai è meglio aspettare il mio 20esimo compleanno? Sai 17 anni non sono così importanti, non si è fatto vivo a nessuno dei miei 16 compleanni. Perché venire al 17essimo? Non vorrei recargli tanto disturbo. Tranquillo non si perderà niente di che..>> dissi con noncuranza.

<< Allyson, magari tuo padre riesce comunque a venire. È vero in passato ha avuto problemi, ma chi ti dice che adesso non verrà davvero?>>

<< Mamma , non farti ingannare dalle sue parole dolci. Sono 16 anni che telefona dicendo che verrá al mio compleanno. E indovina un po'? Chi l'ha mai visto? Ci siamo visti si e no una decina di volte in 16 anni! Meno di due volte all'anno! E calcola che un paio di volte è stato per puro caso. Quindi non ci contare...>>

<< Ally è sempre tuo padre!>> inizió ad arrabbiarsi mia mamma.

<< Oh be', si ricorda raramente di farlo>> non ero dispiaciuta del fatto che non venisse, ormai ero abituate alle sue false promesse e sinceramente non me ne fregava niente di lui. Quello che mi dava fastidio era che continuava a illudere sempre mia mamma, lei non era mai stata capace di dimenticarlo, e nonostante fosse uscita con altri uomini, alla fine li lasciava perché da un momento all'altro sbucava mio padre che le faceva credere di potersi di nuovo mettere insieme, finche poi non doveva ripartire magicamente per lavoro e per non so quanti mesi.

<< Ally per favore, non parlare così di tuo padre, dagli un'altra possibilità>>

<< ne ha avuto una all'anno. 16 sono sufficienti. Sei poi quest'anno ci sarà, bene, altrimenti pazienza. Non mi fa né caldo né freddo. Sopratutto tu, cerca di farti ammaliare dalle sue parole. Perché tanto è sempre lo stesso. Non cambierà mai! Viene, parte, non lo si vede per mesi, anni, e poi riappare. Qui non siamo al Colosseo. Le porte si chiudono.>>

<< Come ti permetti>> era furiosa, perché sapevo che stava dicendo la verità e lei troppo orgogliosa non voleva ammetterlo. << ti ripeto che è tuo padre ed è stato mio marito. Quindi qui la porta la trova sempre aperta quando vuole vederti!>>

<< Sì ma noi ci dobbiamo fare la nostra vita e non aspettare i suoi comodi!>> e detto questo, prima di sentire altro, mi diressi in camera mia. Non volevo rovinarmi la giornata. Fino a cinque minuti prima ero felicissima per l'uscita e volevo continuarlo ad esserlo. Ma a quanto pare qualcuno non era d'accordo con me. Il mio cellulare squilló. Era mio padre. Il display lampeggiava il suo nome Daniel. Non l'avevo segnato come papà. Un papà per essere tale doveva svolgere il proprio ruolo di padre.. E lui non lo faceva

<< Pronto?>> risposi con tono abbastanza scocciato.

<< Ciao piccola, come stai?>>

Come sto? Be' sette minuti fa bene. Poi ti sei messo in mezzo ai discorsi e mi hai chiamata, quindi ora male. Pensai di fargli uno scherzo.

<< Scusa chi sei?>> magari questa volta avrebbe imparato la lezione.

<<Ally come chi sono? Non mi riconosci?>> quanto ci godevo a sentierlo un po' preoccupato.

<< no scusa, è che ho cambiato telefono è ho salvato solo i numeri che mi servivano assolutamente, insomma che erano importanti>>

Se lo capiva bene, altrimenti era proprio scemo

<< ah quindi vuoi dire che il mio non era importante?>> iniziava ad arrabbiarsi. Decisi di continuare il mio scherzo.

<< I miei numeri importanti sono quelli con cui mi sento minimo una volta al mese. A quanto pare il tuo numero non era importante da essere salvato>> mio padre non rispose. Sicuramente lo avevo lasciato senza parole. Se lo meritava

<< senti se non mi vuoi dire chi sei, ti denuncio per rompimento di palle al cellulare. Quindi che fai? Continuano a giocare a indovina chi?>>

<< Da quando usi questo linguaggio? Sono tuo padre!>> ahahahah stavo morendo dal ridere. Ma cercai di fare la seria il più possibile.

<< Ah ciao! Be' chi si risente! Be' vedi, ho quasi 17 anni, la parola " accipicchiolina "della melevisione è sparita da un po' di anni. Ora sono alta un metro e 65 e non un metro e 20. Le cose sono cambiare, ma giusto, tu che ne puoi sapere.>>

<< Signorina non parlarmi così! Non ti è stata insegnata la buona educazione?>> ma quanto era scemo? Mi offriva le parole per insultarlo su un piatto d'argento.

<< Sì ma sai, i genitori insegnano l'educazione ai figli. E i genitori sono due. Essendo mia madre sola, mi ha insegnato solo la metà delle cose. Ma non ti preoccupare, ho detto solo palle. Tutto sommato sono una brava ragazza. Non fumo, non mi drogo, non mi taglio e non bigio. Te lo sto dicendo per aggiornarti, caso mai ti interessasse>>

<< Finiscila! Se continui così va a finire che non vengo per il tuo compleanno!>>

<< oddio che minaccia! Davvero? Ti prego non farmi un torto del genere! Scusa!>>

<< Allyson Elisabeth Hudgens! Se non la smetti subito, chiamo tua madre>>

<< No, non disturbarti. Hai già chiamato oggi. Non vorrei che sia un disturbo.>>

<< bene adesso riattacco e la chiamo>>

<< Ok , Salutamela da parte mia >>

<< perché tu dove sei?>> gli riattaccai in faccia. Mi aveva scocciato, anche perché non era nemmeno in grado di capire le mie battute. Non avevo paura di mia madre, tanto le avevo già detto quello che pensavo di lui. Passarono 10 minuti e nessuno aveva chiamato a casa. L'avevo immaginato, chiamare due volte sarebbe stato troppo disturbo. Prima di mettermi veramente a fare i compiti, chiamai Frankie e l'aggiornai di quello che era successo durante il pranzo. Mi chiese più volte se avessimo parlato anche di Matt, ma le risposi che oltre la mia osservazione sul suo comportamento, non abbiamo detto altro. Le promisi peró che avrei fatto qualche indagine per scoprire se Matt fosse impegnato o meno, e avrei iniziato la mattina seguente.

Il giorno dopo dovetti incontrare Alex al bar vicino alla scuola. Era un posto molto carino, dove spesso gli studenti si fermavano per fare colazione o per parlare prima di andare a scuola. Alex era già all'entrata che mi aspettava.

<< Ally, ciao! Dormito bene?>> mi disse mentre mi abbracció. Non sapevo perché - come al solito- ma adoravo i suoi abbracci.

<< Sì dai, tu?>>

<< anch'io, niente sogni strani?>>

Ci pensai su un momento, quella notte mi sembrava di non aver proprio sognato.

<< No questa volta no. Tutto nella norma! >> e ci mettemmo a ridere. Entrammo nel bar, e ci sedemmo in un tavolo per due. Io ordinai un cornetto liscio con un cappuccino, Alex un cornetto al cioccolato e una tazza di caffè.

<< Lo sapevo che avresti ordinato questo>> mi disse mentre indicava quello che la cameriera mi stava portando.

<< Sai credo tu possa essere un indovino. Sai troppe cose di me, che non ti ho mai detto>> gli dissi mentre addentai il mio cornetto.

<< Sì forse, un indovino... Ahah>>

<< Senti ma, Matt è libero?>> glielo chiesi di getto, senza tanti giri di parole.

<< Ti piace il mio amico? Anche ieri mi hai chiesto di lui>> sembrava essere geloso, era diventato un po' rosso.

<< A me? Per carità. Senza offesa, è un bel ragazzo, ma non è proprio il mio tipo. Lo trovo troppo burbero, ma magari mi sbaglio. Te l'ho chiesto per una mia amica>>

<< Ah ok. Posso sapere chi è?>>

<< si certo così poi glielo vai a dire>> gli risposi sarcastica.

<< Be' magari chi lo sa, pure a lui potrebbe piacere la tua amica. Io so che adesso lui non è impegnato, e l'altro giorno mi ha parlato di una certa ragazza con cui ha parlato all'intervallo... Mhm una certa Frankie mi pare... La conosci?>>

<< certo che sì! È la mia migliore amica, è lei la ragazza di cui parlavo prima. Posso saper cosa vi siete detti tu e il tuo amico?>>

<< mi fa che si era sentito in colpa quando la tua amica ha pensato che non la voleva aggiungere su facebook. E che la trovava molto carina>> oh cavolo! Mi ero dimenticata di chiederle se lui l'aveva aggiunta! Avrà pensato che adesso con la storia di Alex, non me ne fregava più niente della sua vita. Non appena sarei arrivata a scuola, avrei rimediato. Peró ero contentissima che Matt pensasse quelle cose di Frankie, iniziavo a trovarlo simpatico.

<< Che bello, Frankie sarà contentissima>>

<< magari saranno una nuova coppia >>

<< Ahah si forse! Sarebbe molto bello, ce li vedo bene insieme>>

<< a me farebbe strano vedere il mio amico con una ragazza seria, non è mica come me...>> si rabbuió. Cercai di fare un sorriso di compassione per Alex.

<< come si chiamava?>> Alex capì a chi mi stavo riferendo, e ci mise un po' a rispondermi.

<< Si chiamava...Allyson>>

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Capitolo 10
*** Malesseri ***



 

Malesseri

Per un paio di minuti non riuscii ad aprire bocca. Alex mi guardava spaventato, e io mi stavo quasi per strozzare con la Brioches quando mi disse che la sua ragazza si chiamava Allyson. Allyson? Perché proprio come me? Mi assalì la paura che Alex volesse essere mio amico solo perché io gli ricordavo la ragazza che amava tanto, ma cercai di scacciare subito quel pensiero. Non poteva essere possibile. Per quel poco che lo conoscevo mi sembrava un bravo ragazzo, e non mi avrebbe mai usata. Vero? Gli stavo per rispondere quando una fitta allucinante mi trafisse un punto verso lo sterno del mio petto. Volevo urlare dal dolore, ma cercai di trattenermi. A quanto pare la mia faccia cambió anche colore, ed Alex se ne accorse.

<< Ally, cos'hai?? Stai male?>> si alzó di scatto dalla sedia e mi venne vicino, inginocchiandosi. Non riuscii subito a rispondergli, perché cercavo di non aprire bocca per evitare di fare uscire un urlo, ma ad un tratto, come il dolore era arrivato, sparì.

<< Ally, mi stai facendo preoccupare, per favore dimmi qualcosa!>>

<< Scusami ma ho avuto un dolore fortissimo qui>> e gli indicai il punto.<< e se ti rispondevo, avrei rischiato di urlare per il male che avevo. Comunque ora sto bene, come mi è arrivato il dolore, mi è passato>>

<< Sicura? Non vuoi che ti accompagno da un medico, per farti controllare?>> la mia faccia diventó ancora più bianca di prima. Io odiavo entrare in un ospedale o anche in uno studio medico, mi sentivo male al solo pensiero.

<< Ally, non mi dire che hai ancora paura dei medici!>> strabuzzai gli occhi.. Che ne sapeva lui?

<< Ma come fai a saperlo che non mi piacciono i medici?>> Alex si morse il labbro.

<< l'ho capito dalla tua faccia>>

<< non è vero! Tu hai detto " non dire che hai ancora paura dei medici", vuol dire che qualcosa sai!>>

<< avrai capito male >> Alex inizió ad essere nervoso, si alzó dalla sua posizione inginocchiata e andò a prendere il suo giubbotto sulla sedia.

<< Alex per favore, ho capito benissimo. Non è la prima volta che dici cose del genere. E ogni volta che te lo faccio notare, trovi sempre una scusa. Devi dirmi qualcosa?>> non glielo chiesi con tono arrabbiato, di solito non mi arrabbiavo mai, perché odiavo che le persone stessero male per un mio rimprovero. Quindi il mio tono con Alex fu abbastanza tranquillo.

<< Cosa ti dovrei dire? Ally, davvero, non c'è niente che tu debba sapere. Si è fatto tardi, meglio che ci incamminiamo a scuola. >>

<< Alex David Dawson, non me la racconti giusta>>

<< Ehi, come fai a sapere il mio secondo nome?>> mi chiese con un mezzo sorriso, e con un espressione di trionfo.

<< Io..io.. Non lo so. È stato un istinto>> dissi guardandolo stranita. La sua faccia diceva che lui il motivo lo sapeva bene...

Arrivammo a scuola giusto in tempo per il secondo suono della campanella. Frankie era già seduta in classe e aspettava ansiosamente che gli raccontassi della colazione.

<< Allora com'è andata?>> mi domandó con un sorriso a 32 denti.

<< Quale parte di " siamo solo amici" non ti è chiara? Ahahah aspetta peró. Prima ti devo chiedere una cosa. Ti ha aggiunta Matt su Facebook?>>

<< sì e abbiamo anche parlato!>>

Rimasi a bocca aperta! Perchè non me lo aveva detto?

<< e beh???? Non mi dici niente?>>

<< Scusami ma è successo ieri sera e non volevo disturbarti, eri appena tornata dal tuo pranzo e dalla discussione con tuo padre e non volevo darti fastidio>>

<< ma ti pare?! Per una cosa così bella mi puoi anche chiamare alle 3 di notte! Allora cosa vi siete detti?>>

<< Abbiamo parlato un po' di scuola, e mi ha chiesto anche di te. Tipo da quanto tempo ci conosciamo e cosa hai fatto nella tua vita>>

<< Scusa ma cosa cavolo gliene frega?>>

<< ah boh, ma l'importante è che la conversazione si è allungata! È troppo carino! Ally ti immagini? Io e Matt e tu e Alex! Due migliori amiche con due migliori amici.>> a quella frase mi venne in mente un'immagine di noi quattro insieme, ma poi la mia figura sparì, lasciando spazio a un altra ragazza con un volto sfuocato ma che Alex guardava con occhi da innamorato. No! Era impossibile che si avverasse una cosa del genere! La sua ragazza era morta, non per questo io dovevo prendere il suo posto! Lui era ancora innamorato di lei, e lo si capiva anche da quando parlava, gli si illuminavano gli occhi.

<< No Frankie, te l'ho già spiegato, io e Alex non staremo mai ins..>>

<< Eh dai Ally! Non dirmi che non ti piace! Nemmeno un pochino...>>

<< Sì ok, lo ammetto, mi piace! È bellissimo, è dolcissimo è perfetto! Ma la situazione è molto complicata>>

<< ti prego, non dirmi che quel segreto è che lui è gay!>> mi misi a ridere! Non ci avevo mai pensato.

<< Ahhaah no!!!! Ci mancherebbe pure! Tranquilla!! Ahahha>>

<< Grazie al cielo! Sarebbe stato uno spreco!>>

<< e che spreco!>>

<< allora..com'è andata la colazione?>> le raccontai tutto nei minimi dettagli, le stranezze di Alex che Frankie non sapeva commentare, e anche del mio malessere. Dopodiché inizió la lezione. Alla quinta ora mi arrivó un mal di testa insopportabile. Decisi di andare a casa. Ma prima volli passare dal bagno. In quel momento la porta dell'aula di Alex si aprì, e lui stesso uscì, e mi vide.

<< Ally, non hai una bella cera. Stai di nuovo male?>>

<< Ho un fortissimo mal di testa, tu cosa ci fai fuori?>>

<< Qualcosa mi diceva che dovevo uscire. E infatti ho fatto bene. Che intenzioni hai?>>

<< credo di voler chiamare a casa e farmi venire a prendere da mia mamma>>

<< Non disturbarla, ti accompagno io in macchina>>

<< cosa? Non è nemmeno finita la lezione. Non puoi uscire prima>>

<< e invece sì, fingeró di stare male, così uscirò >>

<< e come facciamo con le giustifiche? Dobbiamo chiamare a casa e poi farci firmare il libretto>>

<< Cos'è ? Il sistema italiano? Guarda che non siamo in Italia! Siamo in America. Sembra che sono io quello che ha frequentato per 3 anni questa scuola>>

<< è vero! Chissá perché mi è venuta in mente una cosa del genere! Insomma, io che ne so del sistema italiano? Qui basta dire che abbiamo telefonato a casa e possiamo uscire>>

<< tranquilla, sarà colpa del mal di testa>>

<< sì possibile>>. Entrai in classe e dissi al prof di aver avuto l'autorizzazione al telefono per uscire. Lui annuì e mi chiese di chiudere la porta prima di uscire. Presi il mio zaino dal banco, e con il labiale dissi a Frankie " poi ti spiego". E uscii.

In macchina inizia ad avere freddo, allora Alex accese i riscaldamenti.

<< Già stamattina sei stata male, e adesso di nuovo. Sicura che non vuoi andare a farti controllare da qualcuno?>>

<< No grazie, sarà semplicemente un'influenza. Anche se siamo orami ad ottobre…>>

<< Wow siamo già a fine settembre! Tra quattro mesi è il tuo compleanno>>

<< Già non vedo l'ora! Insomma 17 anni, che bell'età. Com'è stato per te compierli?>> Alex fece un'espressione triste.

<< Non avere fretta di compierli, a me sembra di averli da una vita intera , nonostante li abbia da pochi giorni…>> Ovvio, da quando la sua ragazza era morta, per Alex il tempo sembrava essersi fermato.

<< Alex, ma davvero si chiamava Allyson?>>

<< Sí, ma se stai pensando che siamo diventati amici solo perché tu ti chiami come lei, ti sbagli. Anche se ti fossi chiamata Gertrude adesso saremo qui a parlare.>> gli sorrisi, ero contenta che la mia preoccupazione di questa mattina fosse sparita, e che Alex voleva davvero essere mio amico, e non per altri interessi.

<< Nah, Gertrude non mi piace proprio>> gli dissi con una faccia disgustata. Alex mi guardó con una faccia di sfida.

<< Ah sí? Dai come ti saresti voluta chiamare allora?>>

<< Bè visto il mio cognome, Vanessa. Così sarei stata Vanessa Hudgens ahahah.>>

<< Sí certo, peccato che ti manca Zac Efron>>. Rimasi a bocca aperta.

<< Tu sai chi è? Insomma è strano, di solito i maschi non sanno chi sia>>

<< Colpa di mia cugina che mi ha fatto vedere mille volte i film>>

<< Bé i film sono stupendi>>

<< Solo i film? o anche lui?>> e si mise a ridere.

<< ahah secondo te?>> preferì non rispondere, ma mi guardò divertito.

Arrivammo verso casa mia, Alex fece il tragitto più lungo per evitare che arrivassimo troppo presto e che mia madre mi chiedesse il motivo per cui ero già a casa, ma sopratutto chi mi avesse accompagnata. Il mal di testa mi era passato come quella mattina.

<< Grazie mille ancora Alex! Mi sdebiterò>>

<< Ma figurati. Mi raccomando domai stai a casa e riposati.>>

<< Va bene dottore!>> Alex fece quel sorriso sghembo che aveva fatto anche nel mio primo sogno, e che adoravo.

<< Ah Ally, questa mattina ti volevo dare questo, ma mi ero dimenticato>>. Si frugò nelle tasche e tirò fuori un IPod blu, quello lungo, con lo schermo e sotto il pulsante per mettere la musica. Me lo porse. Lo guardai stranita. << Ascolta e poi fammi sapere>>

<< Va bene…ma perché?>>

<< Fidati>> Detto questo mise la prima, fece marcia indietro e sparí dalla mia stradina.

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Capitolo 11
*** Questa canzone... ***




Questa canzone…

Arrivai a casa e mia mamma non c'era. Sul tavolo della cucina era appoggiato un bigliettino. " Tesoro, se quando torni non mi vedi è perché sono andata da una mia amica, e poi vado a fare la spesa. Non aspettarmi, ci vediamo stasera. Un bacio".Mia mamma non era pratica con il cellulare, per questo non mi aveva mandato un normale sms. Mandai io un messaggio a Frankie, dicendole che Alex mi aveva accompagnata a casa e che ora stavo meglio. Anche se mi sentivo veramente stanca. Pensai di andare a letto e di dormire qualche ora. Ovviamente era sbagliato non mangiare niente, ma proprio non me la sentivo. Mi sdraiai sul letto e mi misi le cuffie dell'ipod di Alex all'orecchio. Era un bellissimo ipod, di quelli che piacciono a me. Glielo avrei fregato, ma purtroppo non potevo. Lo accesi, ci mise un po' a caricare. Quando la schermata si illuminò, apparve solo una cartella, dove c'era un'unica canzone, ma non c'era scritto né il titolo e né l'autore.  Premetti il pulsante play. La canzone iniziò, e le note mi sembrarono famigliari. sulla schermo apparvero anche le parole:

You ready Yo lets ride...c'mon...YoI was made for you      

You were made for me 

Everybody used to say 

We were meant to be 

I don«t want to ever have to let you go 

And that's all you ever really need to know 

I was made for you 

It's like a poison - just one cure 

You're my remedy - for sure 

There's an angel - at my door 

I don't wanna feel like this no more 

Chorus 

I'm in the dark and you're my light 

I'm going blind and you're my sight 

I feel alive 

You set me free I hold you tight 

You're in my heart and I'm the knife 

I feel alive You belong to me 

Like I belong to you 

If you're not satisfied 

Tell me what I gotta do 

I think it's time we set the record straight 

Cause I want to know if I should be afraid 

Cause you belong to me It's like a poison - just one cure 

You're my remedy - for sure 

There's an angel - at my door 

I don't wanna feel like this no more 

Chorus 

I'm in the dark and you're my light 

I'm going blind and you're my sight 

I feel alive (oh I feel alive) 

You set me free I hold you tight 

You're in my heart and I'm the knife 

I feel (I feel) alive (alive) 

Yo break it down y'all, Yo 

I'm in the dark and you're my light 

I'm going blind and you're my sight 

You set me free I hold you tight 

You're in my heart and I'm the knife (c'mon) 

I'm in the dark and you're my light (what) 

I'm going blind and you're my sight (what) 

You set me free I hold you tight (what) 

You're in my heart and I'm the knife (what) 

Chorus 

I'm in the dark and you're my light 

I'm going blind and you're my sight 

I feel (so alive) alive 

You set me free I hold you tight 

You're in my heart and I'm the knife 

I feel alive (alive) 

I'm in the dark and you're my light 

I'm going blind and you're my sight (you're my sight) 

I feel (I feel, I feel) alive (girl alive) 

You set me free I hold you tight 

You're in my heart and I'm the knife 

I feel alive (alive)

Mi addormentai mentre la canzone continuava a ripetersi all'infinito. Sognai di essere sdraiata su un prato pieno di fiori. Avevo un vestitino estivo composto da un top senza maniche di un rosa chiaro, mentre la gonna era blu, i miei lunghi capelli mossi mi ricadevano sul corpo Nella mia mano stringevo un libro, che stavo leggendo. Ad un tratto sentii le note di una canzone, provenire da un lato. Mi voltai e vide che intorno a me c'erano diversi alberi. La canzone si fece sempre più forte, ma non riuscivo a capire da dove provenisse. Ad un tratto da non so dove, e non so come, arrivò Alex e mi alzai. Lo guardai stranita. Mi raggiunse e mi alzò di peso, stampandomi un delicato bacio, mentre mi faceva voltare. 

<> riuscii a dirgli. Ero frastornata.

<< La senti questa canzone?>> annuii, ora riuscivo anche a sentire le parole.

You were made for me 

Everybody used to say 

We were meant to be 

I don«t want to ever have to let you go 

And that's all you ever really need to know 

I was made for you 

It's like a poison - just one cure 

You're my remedy - for sure 

There's an angel - at my door 

I don't wanna feel like this no more 

<< Buon decimo meseaniversario! Te la dedico, spero che ti piaccia>>

<< É stupenda amore, grazie mille!>> e gli diedi un altro bacio. << Pensavo che ci saremmo visti questa sera. Mi hai colto di sorpresa!>>

<< Le sorprese sono quelle più belle, no? Ti rendi conto, sono dieci mesi che stiamo insieme! Abbiamo raggiunto il record dei nostri compagni di scuola! ahah>>

<< Veramente! ma sai perché? Il nostro amore è vero…>>

<<  Ti amo>> mi disse mentre mi guardava negli occhi.

<< Anch'io, tanto >>. E ci demmo un altro bacio. << Ehi, ma come hai fatto a sapere  che ero qui?>>

<< So che questo è il posto dove ti piace stare quando ti rilassi>>

<< Mi conosci bene…>>

Il tutto sparí tra una nuvola di fumo.

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Capitolo 12
*** A casa ***






A casa

<>. Mi sentivo intontita. Mia mamma era tornata, e non me ne ero nemmeno accorta. La musica stava ancora andando nelle mie orecchie, e la spensi prima che mia madre mi dicesse qualcosa e io non avrei capito.
<< Ally hai dormito tutto questo tempo?>> mi mise una mano sulla fronte. << Sei calda, hai la febbre. Domani niente scuola. >>
<< Oggi a scuola avevo mal di testa>>
<< Ti devi riposare, perché non mi hai chiamata?>>
<< Posso prendermi cura da sola, infatti mi sono messa a letto >> mia madre scrutò l'oggetto blu che tenevo .
<< É tuo?>>
<< No, è di Frankie…me lo ha prestato>> mentii
<< Ah ok, ti lascio riposare, poi stasera ti preparo qualcosa di caldo da mangiare>> Mi diede un bacio sulla fronte e se ne andò.
Non appena chiuse la porta, mi misi a pensare al sogno. Era tenerissimo. Sicuramente la canzone mi aveva fatto immaginare un momento in cui Alex mi avrebbe potuto dedicare la canzone. Anche se nel mio sogno stavamo insieme da ormai 10 mesi. Mi veniva da ridere, perché era impossibile che potesse accadere. Pensai di cercare su internet chi fosse a cantare la canzone. Copiai alcune parole nella barra di ricerca su Google, e mi uscì che la canzone era di un gruppo musicale che era molto celebre circa  18 anni fa. Erano i Blue e la loro canzone s'intitolava Alive. Il gruppo più o meno lo conoscevo, ne avevo sentito parlare per il loro successo passato alla radio, e certe volta trasmettevano alcune loro canzoni che erano molto carine. Non avevo mai pensato ad andare a vedere chi fossero di faccia, così li cercai tra le immagini. Erano quattro ragazzi. Lee - che secondo me era il più bello del gruppo-, Duncan - anche lui niente male, Simon- un bel ragazzo di colore- ed Anthony - il moccio del gruppo.  Tra le varie foto c'erano quelle dove erano molto giovani,e le foto mi sembrava che non fosse la prima volta che le vedessi. La canzone era davvero stupenda, quella notte la riascoltai tantissime volte, fino ad addormentarmi di nuovo con la musica nelle orecchie. La mattina mi svegliai con la febbre che non mi era passata e mia madre, prima di andare al lavoro, mi fece prendere un'aspirina e mi fece promettere di chiamarla in caso in cui ne avessi bisogno. Verso le 10.55 mi squillò il telefono. Era Frankie.
<< Ciao Ally come stai?>>
<< Ciao Frankie, mah ho la febbre. Stai facendo l'intervallo?>>
<< Sisi, ma è alta?>>
<< 38. Com'è andata oggi a scuola? >>
<>
<< Mhm, giornata interessante direi>>
<< Già. Ma lo sarà tra poco, vado a farmi un giro all'intervallo con Matt. Ti lascio e ti passo una persona.>>
<< Va bene!>> le dissi entusiasta per la sua uscita. << un bacio>>
<< Pronto?>> avrei riconosciuto quella voce dappertutto.
<< Alex! come stai?>>
<< Io bene. Sei tu quella malata. ahahh. Ho sentito che hai la febbre.>>
<< Sí un po' ma guarirò. Ho ascoltato la tua canzone! É stupenda.>>
<< Non avevo dubbi che ti sarebbe piaciuta. Ti ricorda qualcosa?>> Cosa mi avrebbe dovuto ricordare? Pensai di dirgli qualcosa del sogno, ma come sempre omettendo parecchi dettagli.
<< Un pomeriggio d'estate, a leggere un libro in un prato >> Non lo sentii più parlare. L'avevo forse sorpreso?
<< Alex, ci sei?>>
<< Sisi!>> Disse entusiasta. << Bene. Senti ti posso chiedere di cercare una canzone su youtube? ti vorrei fare ascoltare anche quella.>>
<< Devi per caso comporre un cd e mi stai chiedendo un consiglio di quale canzoni scegliere? ahahha >>
<< Ahaha ma no, diciamo che sto facendo un esperimento>>
<< Bene, e io sono la cavia?>> gli chiesi sarcastica
<< una cosa del genere>>
<< fantastico. Allora, come s'intitola?>>
<< Te lo mando per messaggio. Prendo il tuo numero dal cellulare di Frankie. Va bene?>>
<< Sí va bene, basta che poi non lo usi per mandarmi sempre quelle stupide catene da: " se mandi questo messaggio a"..>>
<< Cavolo non posso?? Noo, e adesso come faccio? te ne avrei mandata una al giorno>>
<< che scemo ahahah>>
<< Senti chi parla ahhah>>
<< Ehi! Non si insulta una che sta male!>>
<< Hai iniziato tu>> fece una voce come un bambino piccolo.
<< Ahahha mi fai morire!>> il suo tono scherzoso cambiò.
<< Già…>> disse rabbuiato. Sentii il suono della fine dell'intervallo. << Ally, devo andare. Adesso ti mando il messaggio. Riposti va bene?>>
<< Certo, buona lezione>>. Due minuti dopo mi arrivò un messaggio da un numero sconosciuto. Lessi il numero, e già dalla prima lettura lo avevo imparato a memoria e sapevo chi fosse. Alex. " Everytime we touch ( slow version) di Cascada. Buon ascolto:)"
La cercai su internet e misi il video con le parole.
 
I still hear your voice, when you sleep next to me.
I still feel your touch in my dreams.
Forgive me my weakness, but I don't know why.
Without you it's hard to survive.
Cause everytime we touch, I get this feeling.
And everytime we kiss I swear I can fly.
Can't you feel my heart beat fast, I want this to last.
Need you by my side.
Cause everytime we touch, I feel this static.
And everytime we kiss, I reach for the sky.
Can't you hear my heart beat so
I can't let you go.
Want you in my life.
Your arms are my castle, your heart is my sky.
They wipe away tears that I cry.
The good and the bad times, we've been through them all.
You make me rise when I fall.
Cause everytime we touch, I get this feeling.
And everytime we kiss I swear I can fly.
Can't you feel my heart beat fast, I want this to last.
Need you by my side.
Cause everytime we touch, I feel this static.
And everytime we kiss, I reach for the sky.
Can't you hear my heart beat so
I can't let you go.
Want you in my life
Cause everytime we touch, I get this feeling.
And everytime we kiss I swear I can fly.
Can't you feel my heart beat fast, I want this to last.
Need you by my side

Era una delle canzoni più belle che avessi mai ascoltato. Anche più bella di Alive. Ero sicura di non averla mia sentita nella mia vita, ma non appena la ascoltai, mi venne automatica cantarla. Chissà perché? Era una canzone cantata da una ragazza che esprimeva i sentimenti per il suo ragazzo. Questa sarebbe stata la canzone perfetta da dedicare ad Alex nel mio sogno, per ringraziarlo della canzone che lui aveva dedicato a me.

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Capitolo 13
*** Un mese sola ***





Un mese da sola

 
Mandai un altro messaggio ad Alex : " complimenti per le canzoni che mi mandi, sono tutte bellissime! Questa in particolare mi piace, l'avrei scelta anche io per fare qualcosa :)". E premetti invio. Dopo qualche minuto mi arrivó la sua risposta. " Sapevo che ti sarebbe piaciuta sopratutto questa, per caso questa canzone ti fa venire in mente qualcosa?" . Un'altra volta che mi chiedeva che cosa mi veniva in mente ascoltando le canzoni. Dove voleva arrivare? Perché me lo chiedeva? Questa volta non avevo ancora sognato, quindi prima di rispondergli dovetti pensare e concentrarmi a lungo. " La canzone mi fa pensare a un venticello fresco, e ad un albero. Ahaha non chiedermi perché, sono strana, ma nella mia mente, si formano quest'immagini."
" Niente di strano, ora torna a letto e riposati". Voleva che andassi a dormire? Voleva che sognassi qualcosa? Da una parte non mi dispiaceva ritornare ancora a letto, infatti mi sentivo molto stanca. Non ci misi tanto ad addormentarmi. Questa volta nel sogno mi trovavo in un punto abbastanza alto di un albero , seduta su un ramo, con le gambe a penzoloni. Da sotto arrivó Alex.
<< Alex>> urlai affinché mi potesse sentire<< sono qui>> Alex guardó in alto, vedendomi sull'albero.
<< Ally, che ci fai lassù? Scendi prima che cadi>>
<< E dai! Non fare il genitore! Sali anche tu per favore>>
<< Perchè?>>
<< Fidati di me>> Alex inizió ad arrampicarsi e con abilitá mi raggiunse subito.
<< peró, bel posticino. Allora, cosa ci fai qui?>> mi domandó sorridendomi.
<< Chiudi gli occhi>>. Mi ubbidì. Presi una cuffia che era collegata ad un walkman e gliela misi nell'orecchio. Alex inizió ad ascoltare Everytime we touch. Sul suo viso apparve un sorriso.
<< Il mese scorso mi hai dedicato una canzone per il nostro mesi anniversario, ora te ne voglio dedicare io una per il tuo diciassettesimo compleanno. Questa canzone parla di noi, o meglio di tutto quello che provo quando sto con te. Buon compleanno>> e detto questo lo abbraccia e gli diedi un bacio. Alex era emozionato.
<< I miei 17 anni più belli della mia vita. È il primo compleanno che passo con te ed è il regalo più bello che tu mi possa fare. Grazie di tutto>> mi accarezzó una guancia e mi spostó i capelli che il vento mi scompigliava,e mi diede un altro bacio.
<< Posso chiederti come mai hai deciso di dedicarmi la canzone su un albero?>>
<< Qui siamo soli siamo liberi e siamo spensierati. E poi se guardi lassù ci sono le stelle, prova a contarle>> Alex mi guardó confuso.
<< è impossibile contarle, sono infinite>>
<< Ecco, io ti amo come tutto queste stelle>> Alex fece un grandissimo sorriso.
<< Anch'io ti amo infinitamente. E poi c'è un altra caratteristica delle stelle.>>
<< Quale?>>
<< Durano per sempre>>
Mi svegliai, né per colpa di una sveglia, né per colpa di mia mamma. Mi ero svegliata da sola, con il viso tutto rigato di lacrime. I sogni mi facevano sempre di più innamorare di quel ragazzo, ma sapevo che era sbagliato, perché lui il suo amore l'aveva già trovato. Peró non mi spiegavo ancora molte cose. Perché ogni volta i sogni riprendevano quello che succedeva nella vita reale? Era anche colpa di Alex che li incitava! Ma perché? Decisi di inviarli un messaggio. " Per caso l'ultima canzone che ti ho inviato, c'entrava con il tuo compleanno? L'ho sognato. E ti prego svegliami da tutti questi sogni, fammi capire qualcosa". Passarono più di 10 minuti prima di ricevere un suo messaggio. "“Le ragazze che sognano, c’è poco da fare, trovano sempre qualcuno che le disturba nel sonno. Le ragazze che sognano farebbero di tutto per essere scelte in mezzo ai libri in biblioteca, per essere fermate dopo essere scese dal treno da quel tipo così carino seduto due posti più in là. Le ragazze che sognano fanno le prove allo specchio per vedere qual è la loro espressione migliore, il loro lato migliore e lo ripropongono a perfetti o semi-sconosciuti per vedere che effetto gli fa. Le ragazze che sognano, a volte, vengono trascinate in discoteca da qualche amica più pratica e si siedono da una parte aspettando qualcuno che gli dica: “che noia questo posto, vero?” Le ragazze che sognano hanno gli occhi spesso lucidi, non si truccano quasi mai ma non rinunciano al mascara e alla matita nera, perché vogliono essere guardate negli occhi, vogliono essere guardate a lungo negli occhi, vogliono che qualcuno le faccia arrossire. Le ragazze che sognano, quando ascoltano la musica, cantano con voce sommessa per far sentire a chi hanno intorno quali parole le stanno facendo vibrare, muovono le mani e i piedi come se a casa avessero un pianoforte o come se facessero danza da tutta la vita. Sono portate per le storie a distanza che fanno piangere, impazziscono per i baci sotto la pioggia, per i mercatini pieni di oggetti strani e pezzi unici. Le ragazze che sognano si fanno complicare la vita dai libri che leggono, dai film che guardano. Non distinguono la realtà dalla finzione e se un personaggio delle loro storie non sa più dove sbattere la testa, loro, di riflesso, non sapranno più dove sbattere la testa. Le ragazze che sognano, ho solo una certezza, al mondo non ci staranno mai veramente bene. Sono malinconiche, e appena realizzano un desiderio quel desiderio gli manca già. Le ragazze che sognano non svegliarle, ti prego. Morirebbero.” Rimasi allibita. Quella era perfettamente la mia descrizione. Ero così che mi sentivo, diversa da tutte le altre persone. Certe volte pensavo di vivere in un altro mondo. Ma perché non mi voleva svegliare? Sarei morta? Ovviamente in senso simbolico. Voleva dirmi che era meglio che non mi desse spiegazioni?. Volli mandargli un altro messaggio " Ma come fai sempre a sapere tutto di me? Ti prego, dammi una spiegazione." Alex non rispose, nemmeno dopo una due e tre ore. E nemmeno il giorno dopo. Io stetti a casa per due intere settimane , perché non riuscivo ancora a riprendermi del tutto. Provai a chiamare più volte Alex e a mandargli dei messaggi. Ma non mi rispondeva. Mi sentii un paio di volte con Frankie, che mi raccontó che Alex non era più a scuola da parecchi giorni e che aveva litigato con Matt perché anche lui si comportava in modo strano e perché chiedeva spesso di me. Frankie sapeva che a me lui non interessava proprio, quindi non era arrabbiata con me, anche se le dava un po' fastidio il fatto che il ragazzo di cui lei era cotta,  forse andasse dietro a me. Era ormai metá ottobre e non potevo rimanere ancora a casa nonostante non mi fossi ripresa del tutto. Non mi potevo permettere di rimanere tanto indietro con la scuola.  I dottori non sapevano cosa avessi, ma mi permisero comunque di uscire, a patto che mi coprissi bene. Quando tornai a scuola mi faceva strano non vedere Alex. Ciò mi dava fastidio perché non rispondeva ai miei messaggi e mi faceva preoccupare. Il fatto che anche Matt si fosse assentato, non era buon segno. Era sicuramente successo qualcosa. Alex non si fece vivo nemmeno due settimane dopo. Era passato ormai un mese che non ci vedevamo, né sentivamo

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Capitolo 14
*** Vecchie abitudini ***





Vecchie abitudini

Era ormai novembre e io e Frankie non sapevamo più a cosa pensare. I ragazzi non si fecero sentire e nemmeno i loro compagni di scuola sapevano darci informazioni. Un pomeriggio io e Frankie decidemmo di sgombrare un po' la mente andando al cinema come facevamo spesso, questa volta per vedere l'ultimo film della saga di Twilight che ci aveva appassionato molto. Questo era il quarto: Breaking Dawn parte 1. All'inizio il primo film non mi interessava, ma dopo che Frankie lo aveva visto al cinema, mi aveva obbligato ad andare con lei a vederlo. E da quel giorno dovetti ammettere che era davvero stupendo.La mia amica si era innamorata di Robert Pattinson, che recitava il ruolo del vampiro Edward Cullen. Il film iniziava alle 16.30, così prima di andare al cinema, passai a casa mia per mangiare e per portarmi avanti con i compiti. Di mio padre non c'era nessuna traccia, non aveva né chiamato e né scritto un messaggio per confermare il suo arrivo alla mia festa di compleanno. Era sempre il solito. Mia mamma invece era preoccupata per me, mi vedeva sempre più debole e pensava che avessi incontrato una malattia, ma i medici la rassicurarono dicendo che apparentemente ero sana come un pesce. Verso le 14.30 mi arrivó un messaggio. Era di Alex. Lo aprii subito, il mio cuore inizió a battere velocemente e le mie mani iniziarono a tremare. " Ally, so che mi odi, ma dimmi solo se hai male." Se ho male? Cosa voleva dire?? C'era una santa volta in cui poteva parlare in modo chiaro? Mi poteva spiegare per una volta quello che stava succedendo? Poteva smettere di dire certe cose? Ma sopratutto, si faceva sentire a metá novembre, dopo più di un mese, senza dirmi né dov'era né cosa stava combinando. E qual era il suo messaggio? Ovviamente qualcosa di incomprensibile. Pensai di rispondergli per le rime" Sì hai ragione..... Ho male al cuore". Mi aveva deluso, si era presentato come il ragazzo più dolce e perfetto al mondo, ma poi si faceva sempre più enigmatico e sempre più strano. Mi aveva fatto star male, non perché mi aveva illuso che potesse nascere qualcosa tra noi- cosa che non mi sarebbe dispiaciuta-ma mi aveva fatto credere di poter essere una buona amica. Se capiva il mio messaggio bene, altrimenti glielo avrei spiegato se mai si fosse fatto vivo. È vero, forse ci conoscevamo da troppo poco e siamo subito partiti in quarta, ma tutti e due ci trovavamo bene insieme, almeno fino al mese scorso. Alex non rispose al mio messaggio. Preferii non dire niente a Frankie, per non rovinarci il nostro pomeriggio, dato che l'obbiettivo era quello di dimenticare per un po' i nostri problemi. Il film era magnifico,peccato che fosse il penultimo. Ogni volta che guardavo un film mi innamoravo della storia e poi ero triste perché la mia vita non era come quella dei protagonisti. Edward era il ragazzo perfetto, quello che non userebbe mai una ragazza, quello bellissimo che crede nel vero amore. Nel film aveva appena trasformato la sua ragazza Bella in un vampiro, perché stava morendo durante il parto. E mentre cercava di animarla si metteva a piangere perché pensava di aver perso la cosa più preziosa al mondo, la sua ragione di vita.
<< Perchè non esistono ragazzi così?>> mi chiese Frankie con le lacrime agli occhi quando il film finì.
<< Esistono, solo che saranno due su 1 milione, a trovarli>>
<< Sì ma Edward è bellissimo cavolo! È perfetto! Perché non potevo essere io Bella?>>
<< Lo vorrei essere anch'io. Anzi vorrei essere un vampiro, per vivere in eternità con la persona che amo.>>
<< conosci qualche vampiro che ci puó trasformare?>> mi chiese la mia amica con un mezzo sorriso mentre si asciugava le lacrime
<< Purtroppo no, non appena ne trovo uno ti faró sapere. Poi partiremo per Forks, uccideremo Bella e ci metteremo con Edward.>>
<< Lo voglio!>>
<< Buona , siamo ancora al cinema, trattieniti Ahahah>>
<< Va bene ahahha>>
<< Ma lo sai quello che mi dá più fastidio? È che tu esci di qui e ti vedi circondata da coglioni. E ti viene ancora di più la malinconia di questo film perché ti accorgi che non esistano ragazzi come lui!>>
<< Sai, io pensavo di averlo trovato..invece..>> e fece spallucce.
<< Ennesima prova che Edward Cullen è solo uno. Matt, senza offesa, mi è sempre stato sulle palle. Ogni volta che lo avevo vicino gli avrei voluto dire qualche parolina.>>
<< Ora se lo vedi hai il mio permesso di dirgli qualcosa. Peró attenta, si potrebbe dichiarare a te.>>
<< Non sai quanto mi dispiaccia per questa cosa. Lo so che a te piace un casino quel ragazzo, e io spero davvero che a lui non piaccia io. Perché se fosse così mi sentirei uno vero schifo>>
<< ehi, non devi prendertela con te stessa. Non è colpa tua, e poi lo so che non ti piace>>
<< a dire il vero lo odio proprio, dopo tutto quello che ti sta facendo>> rimanemmo ancora 5 minuti a parlare, nell'attesa che la sala si svuotasse e che i titoli di coda finissero. Verso le 20.00 arrivai a casa, mangiai e mi misi subito a letto.
Sognai di essere in una classe e di essere seduta in un banco in fondo all'aula. Tutti era già seduti e il banco vicino a me era vuoto. Ad un tratto qualcuno bussó alla porta. Una professoressa alta e magra, con i capelli grigi disse " avanti". Dalla porta entró Alex.
<< Scusi professoressa ma ho fatto tardi.>>
<< Tu sei?>>
<< Alex , Alex Dawson>>
<< bene Alex, sei già in ritardo il primo giorno di scuola, nonché il tuo primo anno al liceo.>>
<< Veramente al secondo, sono stato bocciato per latino>>
<< Sisi vabbè. Dai vai a sederti vicino a quella ragazza infondo. C'è un banco libero.>> disse indicando il mio banco. Subito diventai rossa. Quel ragazzo era davvero bello. Alex si sedette vicino a me.
<< Questa prof mi sta già sulle palle. Comunque piacere io sono Alex>>
<< Piacere Allyson, ma tutti mi chiamano Ally.>>
<< piacere Ally. Sai hai scelto un corso tosto. Il linguistico.>>
<< be' lo hai scelto pure tu. Anche prima di essere bocciato frequentavi questa scuola?>>
<< Sì, ed ero anche al linguistico. Purtroppo mi hanno bocciato per latino. Colpa della prof Marini, quella strega mi ha sempre odiato.>>
<< Be' vedi di non farti prendere in antipatia anche da questa.>>
<< Nah, questa se non sbaglio dovrebbe essere la prof di tedesco . S .. qualcosa non mi ricordo, dicono che sia severa ma che spieghi molto bene.>>
<< Speriamo. Inizio già ad avere paura del liceo>>
<< Ma no dai, mi offro io- visto la mia esperienza- da guida. Ti mostrerò la scuola e ti metterò in guardia dai professori>>
<< Ahha grazie Alex. Sei simpatico sai>>
<< Grazie Ally. Hai un bel nome>> e di nuovo arrossii.

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Capitolo 15
*** Sempre più vicina ***




Sempre più vicina

Non appena mi svegliai, non persi tempo un secondo. Presi il mio cellulare e mandai un messaggio ad Alex:" Sei stato bocciato in latino. Rispondi!"" la mia non doveva essere una domanda, ma un'affermazione! Anche se peró sarebbe stato strano dato che se fosse stato bocciato doveva essere in terza e non in quarta. Ma questo me lo avrebbe spiegato lui. Il messaggio mi arrivó solo nel pomeriggio: " Sì, meno di un mese". Allora il sì poteva essere riferito al latino, anche se per il ragionamento di prima tutto ciò era abbastanza improbabile. E il " meno di un mese?" cosa voleva dire?. Era dislessico? Poteva farmi una frase che fosse comprensibile? Chiedevo forse troppo? Gli mandai un altro messaggio: "meno di un mese a cosa?". Ovviamente non mi rispose.
Nel tardo pomeriggio andai a trovare Frankie, avevo bisogno di un po' di supporto. Sua madre mi fece entrare in casa e mi disse che Frankie era in camera sua e di raggiungerla pure.
Quando entrai in camera, la vidi impegnata a guardare lo schermo del computer.
<< toc toc si puó?>> le chiesi prima di entrare.
<< Sisi>> ribatté con un tono piatto. La vedevo strana.
<< tutto bene?>>. Frankie mi fece segno di avvicinarmi e di abbassare la voce.
<< No non va bene. Oggi mi sono sentita con Matt, abbiamo parlato un po' e pensavo che all'inizio andasse tutto bene. Poi, indovina un po'? Mi ha detto di dirti che manca un mese! Io mi sono rotta! Se ti vuole dire qualcosa che parla con te! Non voglio fare il terzo incomodo!>>
<< ma cos'è sta storia di meno un mese? Anche Alex me lo ha detto!>>
<< Ah non lo so! Comunque per distrarmi un po' sto chattando con un ragazzo>> mi sporsi oltre la sua spalla per leggere il nome di quello con cui stava parlando.
<< Jack???? Quel Jack? Quello della nostra classe?>>
<< Esatto! >>
<< ma sei pazza? Quello è il coglione in persona! Non farlo solo per fare ingelosire Matt>>
<< Ma no è simpatico, e non è nemmeno brutto>>
<< No vabbè peró a lui piacciono tutte quelle lì. Non è un caso che vada dietro all'oca. Ma poi scusa, mica tu non eri cotta di Matt? Non si puó far passare così una cotta!>>
<< No ma Jack mi considera almeno!  Vogliamo parlare di Rayn? Nemmeno a te dispiace che ti venga dietro>>
<< No perché tutto sommato è un bel ragazzo, grazie ai suoi occhi. E poi vabbè anche lui è un coglione di prima categoria. Per questo non mi ci metterei mai con lui>>
<< Vabbè dai, stacco qua e andiamo a vedere un film>>. Ci vedemmo Armageddon. Il film duró più di due ore, ma era bellissimo. La colonna sonora degli Aerosmith che si intitolava I don't wanna miss a thing era così fantastica che la scaricammo subito e ci mettemmo a cantarla per tutta la casa, finchè un forte mal di gola non mi fece sparire la voce.
<< Ally, vuoi qualcosa di caldo per la tua gola?>> Mimai con le labbra un " sì grazie"
<< Va bene, ti preparo un té caldo>> Mi schiarii un po' la voce per riuscire a dire qualcosa.
<< Grazie. Senti, hai pensato al tuo compleanno?>>
<< Sì, anche se non ne sono molto sicura. Volevo fare qualcosa di semplice, molto probabilmente a casa >>
<< e chi inviti?>> domandai con voce rauca
<< te no di certo>> mi rispose sarcastica.
<< Tranquilla non sarei comunque venuta alla tua noiosa festa>> le dissi per le rime.
<< ahhaha. Comunque, tu, le mie 3 cugine...e poi se si fanno vivi Matt e Alex>>
<< e cosa dirai a tua mamma vedendo che in casa ci sono due ragazzi?>>
<< Ci avevo già pensato. La faró andare via un po' prima della festa. E le chiederò di non tornare prima di un certo orario. E agli invitati diró che la festa finirà prima dell'ora in cui le ho detto di ritornare>>
<< Wow, sembra che dobbiamo fare un non so che di nascosto>>
<< Bé quella era la mia intenzione...>> disse con un sorriso malizioso.
<< Be' allora tu e Matt non fate tanto rumore dato che noi altri staremo festeggiando>>
<< Ahahaha tranquilla>>. Quel pomeriggio, nonostante il mio mal di gola, mi divertii un casino. Finché poi non tornai a casa con 40 di febbre e mia mamma mi ordinó di rimettermi a letto e di non muovermi. Passai un mese a casa, tra messaggi di Alex che mi chiedeva solo se stavo bene e poi non mi rispondeva più. Certe volte volevo non rispondergli per farlo preoccupare, peró qualcosa mi diceva di farlo, e di dirgli la verità. Frankie a scuola si sentiva sola, Matt si faceva sentire raramente,e lei era sempre circondata da Brenda e Shelly che cercavano di diventare loro amica solo per essere apprezzate da tutto il mondo. Non ammettevano nemici. Per quanto riguarda il mio malessere, i dottori mi diedero il consiglio di cambiare paese per un po' per respirare altra aria. Io ovviamente non ne avevo intenzione. Mia mamma mi propose più volte di andare a trovare per un po' di tempo mio padre, in qualunque posto si trovasse. Ma io le ripetevo che a questo punto preferivo essere morta che passare tempo con lui.

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Capitolo 16
*** Al telefono ***




Al telefono

Era il 25 Dicembre. Io e mia mamma avevamo pensato di festeggiare il natale solo noi due, a casa nostra. Per fortuna per alcune cose  eravamo uguali, e ci piaceva rimanere tranquille da sole. Il pomeriggio ci guardammo un film, poi mia madre si addormentó e io andai in camera mia per ascoltare un po' di musica. L'iPod di Alex era ancora appoggiato sulla scrivania, non ero ancora riuscita a vederlo per darglielo e mi domandavo se ci fossi mai riuscita. Mi misi le cuffie all'orecchio e mi riascoltai la canzone Alive. Dopo due secondi il mio cellulare squilló, e sul display apparve il suo nome. Presi il cellulare con rabbia e risposi.
<< Pronto?>> dissi furiosa
<< Buon natale Ally>> Alex sembrava che stesse cercando di trovare le parole giuste e per non farmi ancora di più arrabbiare
<< Come mai mi hai chiamata?>>
<< Volevo sentirti e augurarti buon Natale>>
<< Bé grazie per il pensiero, non credevo che ci saremmo sentiti>>lo punzecchiai.
<< Scusami davvero ma ho dovuto fare una cosa che poi ti spiegherò>>
<< Come mi dovrai spiegare un milione di cose >>
<< Ti fa male qualcosa?>> ancora quella domanda. Ora mi aveva stancata.
<< Sì Alex! Tu mi stai facendo male! É da quando ci siamo conosciuti che succedono cose strane e tu non mi dai mai una risposta! Tutti i sogni che ho fatto tu li hai commentati come se già li conoscessi, esci fuori con frasi che mi descrivono e che in teoria tu non dovresti sapere! Io mi chiamo come la tua ex ragazza e anche se mi hai assicurato che non hai voluto conoscermi solo per quello,  ammetto che non ti ho mai creduto fino infondo perché ci sono delle cose che non mi convincono. Sei sparito per più di un mese senza farti sentire! Mi hai scritto solo poche volte senza farmi capire niente! Mi sono stancata, sono una persona e non un oggetto da usare solo quando si ha bisogno! Non hai nemmeno pensato che potessi essere anche preoccupata per il fatto che tu non ti sia fatto sentire per tutto questo tempo! Vuoi sapere come sto? Be' se ancora non l'hai capito, male. Anche perché è da un mese che sono a casa, sono dimagrita di un paio di chili, sono sempre debole e nessuno sa dirmi cos'ho! Direi che ho abbastanza di problemi, e tu sei uno di questi.>> mi ero sfogata. Era tutto quello che gli volevo dire da tempo e che non ero mai riuscita a dirgli. << ah e poi dì a quel cretino del tuo amico, di piantarla di usare anche Frankie per scopi personali! Perché anche lei ci sta male! Crescete ragazzi.>>
<<  Vieni il 3 Gennaio davanti alla scuola>>
<< Solo questo sai dirmi? E comuque non posso, c'è il compleanno di Frankie>>
<< Dille che ci dispiace di non poter andare alla sua festa anche da parte di Matt. Ma vediamoci>>
<<  Ma pensa te! Devo stare ancora ai tuoi comodi?>>
<< Ti spiegheró ogni minimo dettaglio e tutto ti sarà chiaro>> e riattaccó.
Era incredibile quanto non lo sopportavo, ma allo stesso momento rimanevo sempre più colpita perché era enigmatico e questo lo rendeva anche affascinante. Da una parte dovevo andare lá per scoprire finalmente tutto. Ma come avrei fatto con Frankie? Non potevo dire che non sarei andata alla festa per vedermi con Alex che si presentava quando voleva. A dire il vero non avevo proprio voglia di andare da nessuna parte. Avevo brividi di freddo e mi sentivo sempre svenire. Di certo mia mamma non mi avrebbe lasciata uscire in quelle condizioni, perciò avrei trovato un modo per sgattaiolare via da qualche parte. Non era mio solito fare certe cose, anzi non le avevo mai fatte perché non era da me e avevo paura che mia madre si potesse arrabbiare a morte. Ma se avessi fatto una cosa del genere sarebbe stata per una buona causa, per qualcosa che non potevo fare altrimenti. Andare a conoscere la verità. Il 30 mattina mandai un messaggio a Frankie dicendole che il dottore mi aveva assolutamente proibito di uscire. Era una brutta cosa quella che stavo facendo, ma in qualche modo mi sarei fatta perdonare. Frankie aspettava di compiere 17 anni da una vita, e io le stavo rovinando la festa. Alex e Matt non sarebbero andati, e nemmeno la sua migliore amica. Che amica ero a lasciarla sola il giorno del suo compleanno? Cercai di non pensarci ancora prima di cambiare idea. Io dovevo andare a quell'incontro. Dovevo sapere. Mandai un messaggio ad Alex per sapere l'orario e lui mi rispose che "l'appuntamento" sarebbe stato alle 3 del pomeriggio. Per fortuna a quell'ora mia mamma sarebbe stata al lavoro, e sarei riuscita ad entrare per le 7 a casa, prima del suo rientro. Il tre gennaio mi alzai presto e cercai di darmi un'aspetto meno da " morta vivente". Nonostante non avessi nessuna voglia di fare qualcosa, dovevo rendermi più presentabile, anche per non spaventare la gente che avrei incontrato, che sicuramente avrebbe chiamato l'ambulanza. Mi coprii con sciarpe, capello, guanti, maglioni e giacca per non rischiare di morire direttamente non appena avrei aperto la porta di casa. Alle 14.30 arrivó vicino a casa mia il bus, che mi avrebbe portata verso la verità.

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Capitolo 17
*** La nostra storia ***






La nostra storia.

Scesi alla fermata vicino alla scuola. Alex era già visibile dalla mia posizione. Infatti lo potevo vedere benissimo seduto su un muretto mentre muoveva in modo agitato le sue gambe. Anche lui mi vide ma non fece nemmeno un movimento per venirmi incontro, anzi sembrava paralizzato.
<< Bé ciao>> lo salutai schietta.
<< come stai?>> mi chiese immediatamente.
<< Senti non sai quanto mi sia costato venire qui nelle mie condizioni. Quindi arriva al punto,grazie>>
<< Sì , scusa>> detto questo scese dal muretto,e con mia grande sorpresa, mi sollevó di peso e mi fece sedere al suo posto, adagiandomi con la schiena su un muretto che mi avrebbe sostenuto, per evitare di perdere l'equilibrio. A quanto pare mi conosceva bene.
<< Ehm grazie>>. Alex si sedette vicino a me e mi guardó negli occhi.
<< Ok ci siamo. Ora ti spiegherò tutto. Ma ti prego non interrompermi perché non sarà una cosa facile>>
<< promesso>>
<< Ok...  Era il 16 settembre del 1994, il giorno dopo del mio compleanno.Non avevo un giorno come potresti pensare, ma bensì 17 anni perché sono nato il 15 settembre del 1977. Ora tutto questo ti sembrerà strano, ma tra poco capirai... Ti stavo dicendo, era il 16 settembre del 1994, e quel giorno dopo la scuola sarei dovuto uscire con la mia ragazza per festeggiare il mio compleanno. Sai che ti avevo detto che quella ragazza di chiamava Allyson come te? Be' non esiste nessun altra ragazza, quella eri tu!>>
Sentii mancarmi la terra sotto i piedi, ma Alex andò avanti.
<< Quel giorno stavamo uscendo dalla scuola ed eravamo nel parcheggio- che a proposito eravamo in Italia-, tu ti eri girata per sorridermi quando ad un certo punto una macchina scivolò sul ghiaccio e ti colpì in pieno. A quel punto non c'ho visto più. Tu eri lì , sdraiata in quella pozza di sangue, mentre la sirena del l'ambulanza e della polizia rimbombavano nelle mie orecchie. Qualcuno mi prese e mi fece salire su una macchina, e mi condusse fino all'ospedale. Lì sono stato tempestato di domande alla quali non risposi perché ero sotto shock. Chiesi di entrare nella tua stanza, e di sapere le tue condizioni. Un medico mi guardó con un triste sguardo dicendomi che avevano fatto tutto il possibile ma che non c'è stato niente da fare. Subito mi misi a correre e raggiungere la tua stanza, non ci volevo credere finché non avrei visto con i miei occhi . Entrai nonostante i medici me lo vietarono, e fu lì che il mondo mi cadde addosso. Avevi ancora il tuo sorriso stampato sul volto di quando mi stavi sorridendo,ma questa volta era fermo, immobile. La tua pelle era bianca come un lenzuolo e la parte delle gambe che ti avevano colpito era coperta da una grande coperta verde. Mi buttai inginocchio e scoppiai a piangere. Non saprei descriverti come mi sentivo, volevo morire pure io. Qualcuno bussó alla porta ed entrò senza il mio permesso., richiudendosi la porta alle spalle. Io lo guardai e lui mi disse " sono Mattew Spitz, é tutta colpa mia, sono io che guidavo". A quelle parole mi alzai per picchiarlo, lo volevo uccidere con le mie stesse mani. Ma lui mi fece segno di fermarmi e ad un tratto dalla sua schiena spuntarono delle grandi ali. Avevo pensato di essere in paradiso, ma Matt mi spiegó subito che lui era un angelo e che avrebbe potuto aiutarmi a farti ritornare in vita. Ma la modalità non sarebbe stata facile. Avrei dovuto dare il 50% della mia anima a te, e poi tu non so quando è non so come saresti rinata con metà della mia anima. Ero disposto a tutto pur di ridonarti la vita, quindi Matt prese una specie di lancia dorata e mi trafisse il petto, facendomi un incisione a S vicino al cuore.>> e si sbottonó la giacca e la maglietta per farmi vedere la cicatrice. << e a quel punto vidi parte della mia anima volare fuori dalla finestra, cercando un corpo dove farti rinascere. Usciti dall'ospedale Matt mi spiegó cosa sarebbe successo dal quel momento in poi. Io sarei rimasto 17enne , finché tu non saresti rinata e compiuto anche tu 17 anni. Perché la mia anima da 17enne che era del 50% e l'altra parte della mia anima del 50% che possedevi tu, avrebbero fatto 100%. Ovviamente pensavamo che andasse così, almeno lui era sicuro che andasse in questo modo. Gli anni passarono e io non ti avevo rincontrata, dovevo iniziare a cambiare paese perché la gente sospettava della mia immutabile giovinezza,e poi Como- dove abitavamo noi- mi ricordava troppo te, e ogni giorno soffrivo. Allora dato che io è Matt a forza di frequentarci eravamo diventati amici, avevamo pensato di trasferirci qui a Los Angeles dove sarei stato il primo anno a casa dei suoi zii per imparare bene l'inglese. Dopodiché avrei iniziato a frequentare la scuola. Ed ecco che ti vedo dopo 16 anni, mentre ti stavi avvicinando alla porta della tua classe. Non ci potevo credere che in tutte le parti del mondo dove tu potevi essere, io ero riuscita a trovarti. Avevo ritrovato la mia metà. Per questo il giorno in cui ti sono venuto addosso vicino alle macchinette era perché le nostra anime erano come due calamite che si erano ritrovate. E se ti chiedevi perché facevi quei sogni, era perché noi avevamo davvero vissuto quelle cose! E per farti tornare in mente piano piano quello che noi avevamo vissuto, ti ho dato da ascoltare la canzone Alive che ti avevo dedicato il giorno del nostro mesiversario ed Everytime we touch me l'avevi dedicata il giorno prima dell'incidente. Sembrava che tutto stesse andando per il meglio quando ti inizi ad ammalare per troppo tempo. Ne parlai con Matt e lui mi spiegó che a quanto pare la sua teoria sulle anime era sbagliata. Ogni anno, giorno che crescevi il 50% della tua anima diminuiva sempre di più, perché ritornava a me. Noi pensavamo il contrario, che ogni volta che saresti cresciuta la tua anima sarebbe aumentata fino al raggiungere il 50%. Ma invece no! Quindi quando compierai il tuo 17esimo compleanno, la tua anima, o meglio il restante della mia, svanirà del tutto perché ritornerà a me. E tu mi abbandonerai e questa volta per sempre. Quindi io è Matt abbiamo pensato di fare un lungo viaggio e di raggiungere un punto nel cielo in cui vive l'angelo Luc,  colui che detiene le anime dei morti. Per questo mi sono assentato per tanto tempo, non potendo volare( non essendo un angelo), Matt ha dovuto chiedere molti permessi per farmi raggiungere quel posto, con la magia. Luc ci ha spiegato che un modo per farti vivere ci sarebbe. Quando sei morta la tua anima della Allyson del 1994 é salita integra in paradiso. E se vuoi te la puoi riprendere per continuare a vivere, solo che Luc non dá via una delle sue anime per niente, in cambio vuole l'anima di qualcun altro. Ci ha dato appuntamento il 25 febbraio alle ore 4.35 della mattina, quando tu compierai esattamente 17 anni. Solo allora ti potrai riprendere la tua vecchia anima. C'è solo un problema, non abbiamo un'altra anima da donargli in cambio. Ma per questo c'è ancora più di un mese per pensarci. Sono tornato ieri da questo viaggio e dovevo subito informati, non abbiamo tempo da perdere. Mi spiace che sia capitato il giorno del compleanno di Frankie. Ally....>> mi prese le mie mani<< tu sei la mia vita, non voglio riperderti, sarebbe come morire. Ti prego ricorda anche dai tuoi sogni tutto quello che abbiamo passato, e quello che abbiamo vissuto. Sono stati i momenti più belli della mia vita e riaverti qui ora è come un sogno, ma questa volta non deve svanire. Ally per favore, ricorda....io ti amo.>> durante la sua storia non sapevo se mi stava prendendo in giro o meno, ma al pronunciare le ultime parole tutto mi ritornó in mente come un film, ricordavo ogni singolo momento passato insieme a lui, ogni singola parola che ci eravamo detti. Tutto. Ora tutto tornava. In lacrime mi sporsi dal muretto e gli saltai al collo e lo abbracciai non riuscendo a smettere di singhiozzare.
<< Oh Alex... Quanto mi sei mancato! Scusami tanto, ti amo.>> a quel punto scendemmo dal muretto, Alex mi guardó negli occhi mentre anche a lui scendeva una lacrima. Con una mano mi accarezzó il viso, con l'altra mi cinse il fianco per avvicinarmi a lui. Sapevo quello che stava succedendo. Le nostre labbra si toccarono teneramente,e anche se quello sarebbe stato il primo bacio, non lo era per niente, perché baciarlo mi riportava a 17 anni prima, quando stavamo insieme. La nostra vita era stata come messa in pausa per 17 anni, e ora era il momento di rischiacciare il pulsante play. 

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Capitolo 18
*** Come se non fosse mai finita ***




Come se non fosse mai finita

Alex mi prese per mano, e mi accompagnò fino ad una panchina, dove ci sedemmo per parlare.
<< Ally, ora ti ricordi tutto?>> il suo sguardo era molto tenero.
<<  Sì, ogni minimo dettaglio. Anche il giorno in cui ci siamo messi insieme. Sin dal primo giorno di scuola avevamo trovato una certa armonia e ci stavamo simpatici. Poi alcuni mesi dopo mi hai chiesto di uscire e mi avevi dato appuntamento davanti a Villa Olmo, e anche se non potevamo stare su quei giardini stupendi, c'è n'eravamo fregati e ci siamo messi lì a parlare per ore. Ad un certo punto avevi staccato una rosa da un cespuglio che ci era accanto, e me l'avevi data, chiedendomi di diventare la tua ragazza. E ora eccoci quì>>
<< Dopo più di 17 anni, ancora giovani e ancora 17enni! Ahahah>> inizió a scherzare per ironizzare un po' sulla situazione.
<< È incredibile che tutto questo sia accaduto>> dissi
<< Lo so, ma l'importante è che di nuovo ci siamo ritrovati>> commentó.
<< ancora per poco...>>
<< No Ally, ce la faremo! Ti prometto che niente ci separerà >>
<< Come ho fatto a non ricordarmi di te? Sono stata una perfetta idiota>>
<< No non dire così, non é colpa tua!>>. La nostra conversazione venne interrotta da un messaggio che mi arrivò sul cellulare. Era una notifica di Facebook in cui Frankie aveva postato un nuovo stato: "Se un ragazzo non ti scrive non è perchè ha perso l'uso delle mani, non si ricorda come si legge, ha per sbaglio cancellato il tuo numero, non gli arrivano i messaggi, il cane gli ha mangiato il telefono, è partito per una missione top secret in Himalaya, gli è arrivata la lettera per Hogwarts, ha aperto l'armadio ed è finito a Narnia. Semplicemente non ti vuole scrivere, non ha voglia di sentirti, si è stancato dei tuoi discorsi e delle quattro cazzate che gli dicevi, anche se per te non erano proprio cazzate. Cosa ne sa lui delle vibrazioni ''immaginarie'', delle frasi scritte, cancellate, riscritte, ricancellate e ririscritte per cercare di dare l'impressione migliore? Cosa ne sa dei minuti che fai passare prima di rispondergli per non fargli pensare ''ma quanto sta addosso''? Cosa ne sa del sorriso gigante che ti spunta quando ti svegli e trovi il suo buongiorno? Cosa ne sa delle tue paranoie che ti fanno sentire una cogliona del tempo perso a guardare le sue foto? Cosa ne sa delle tue illusioni, dei tuoi sogni, delle tue lacrime? Niente, non ne sa proprio niente. Sa però che sei una ragazza, sa che sei persa di lui e, non essendo stupido, sa che tu sarai disponibile sempre.." Quando finimmo di leggere il messaggio io ed Alex ci guardammo.
<< povera, é il suo compleanno e né io e né il ragazzo di cui é cotta siamo andati alla festa. Ma qual é il problema di Matt?>>
<< La veritá é che anche a lui piace Frankie. Solo che si é preoccupato della tua situazione, essendo la causa di tutti i nostri problemi. È quindi non é riuscito a dimostrare quello che prova veramente per lei.>>
<< Adesso dov'è?>>
<< A casa, nell'attesa di un mio messaggio in cui gli avrei detto come l'avevi presa>>
<< Perfetto, mandaglielo e digli di presentarsi il più presto possibile a casa di Frankie con un mazzo di fiori, sarà un bel regalo!>>
<< lui o i fiori?>>
<< Ahahah il bouquet intero. Lui più i fiori ahahah>>
<< ahah ok, ora glielo mando>>
<< Ma che ore sono?>> di colpo mi ritornó la concezione del tempo. Dovevo essere a casa prima dell'arrivo di mia madre.
<< Le 5 perché?>>
<< Devo andare a casa prima che arrivi mia madre. Non sa che sono uscita e se lo sapesse mi ucciderebbe. Mi ha assolutamente vietato di alzarmi dal letto nelle mie condizioni>>
<< Ed aveva assolutamente ragione. Forza, ti porto io in macchina>>
<< Grazie mille>>
<< Non mi ringraziare amore, farei tutto per te>>
<< Lo stesso io per te>> e salendo in macchina, ci dirigemmo verso casa mia.
Quando arrivammo a casa erano ancora le 17.30, e mia mamma non sarebbe stata di ritorno prima di due ore.
<< Vuoi entrare?>> chiesi ad Alex.
<< Non vorrei recare problemi>>
<< No tranquillo, mia mamma prima delle sette non è a casa, e per i vicini…bè ti faccio parcheggiare un po' lontano da casa, poi a piedi raggiungi quel cancello, lo scavalchi, e ti faccio entrare dalla porta di dietro>>
<< Wow, cosí sembro un ladro! ahahah>>
<< Ma lo sei…hai rubato il mio cuore>>
<< Allora ci sono due ladri, anche tu non scherzi>> e mi fece l'occhiolino. Alex andò a parcheggiare la macchina qualche metro più lontano dalla mia casa, io intatto entrai dall'entrata principale, entrai in casa, e scesi le scale fino a raggiungere il semitterato. Da lí andai nella lavanderia, dove aprii la porta. Alex era già arrivato e aveva il fiatone.
<< Bè per essere un 17enne hai poca resistenza. >> Gli feci notare sarcasticamente.
<< Tecnicamente avrei 34 anni, quindi l'età c'è ahahaha. E poi il cancello era abbastanza alto>>. Mi soffermai a pensare su quello che aveva detto riguardo l'età, mentre salivamo le scale per andare in camera mia e metterci sul letto. Io e Alex ci sdraiammo e io appoggiai la testa sul suo petto.
<< Cavolo, chissà come saremmo stati se non ci fosse stato quell'incidente.>>
<< A quest'ora avremmo avuto sui 34 anni, staremmo lavorando e forse chissà, avremmo avuto già una famiglia>> Io mamma? al solo pensiero mi venne da ridere. Non riuscivo ad immaginarmi in tale situazione. Ad un tratto mi alzai di scatto e lo guardai dritto negli occhi.
<< Oddio! Mia mamma!>>
<< Cosa è già arrivata? Da dove esco??>> mi chiese allarmato.
<< No Isabel! Ma Elisabetta! La mia mamma prima che morissi! E mio padre? Marco??>>
<< Ah…Ally, c'è una cosa che ti devo dire>> lo guardai terrorizzata.
<< Cosa sono…?>> Alex annuí anche se non avevo concluso la frase
<< É successo qualche anno fa. Avevano circa sui sessant'anni ed entrambi non si erano mai ripresi dalla tua morte. Sei sempre stata figlia unica e quindi non avevano un altro motivo per continuare a vivere. Entrambi si sono lasciati molto andare, finchè raggiunti ad una certa età, il loro cuore non li ha abbandonati. Prima tuo padre, e nemmeno qualche giorno dopo tua madre. Io sono andata a trovarli solo per i primi anni, cercando di confortarli. Poi temendo che si accorgessero del fatto che non invecchiassi mai, mi sono inventato che mi sarei trasferito da un'altra parte. E da quel giorno li osservavo da lontano, senza farmi vedere. E sono andato anche al funerale.>> mentre parlava le mie lacrime scendevano silenziosamente. Non li vedevo da 17 anni, e fino a qualche minuto prima non mi ricordavo nemmeno della loro esistenza. Non avevo parole. Alex mi abbracció e mi culló nelle sue braccia.
<< E…Alessandra?>> gli chiesi singhiozzando. Lei era la mia migliore amica, chissà cosa era diventa.
<< Lei sta bene. Ora ha 34 anni ed è sposata con un medico. Pure con lei ci siamo visti fino alla mia " partenza">>
<< Ha figli?>>
<< Sí, se non sbaglio 3. E sai come ha chiamato l'unica femmina?>> scossi la testa. << Allyson>>. A quelle parole mi scesero ancora di più le lacrime. Mi mancava un sacco, le avevo voluto un sacco di bene, e sapevo che nonostante ora avessi la possibilità di vederla, non potevo perché lei credeva che io fossi morta.
<< Alex, ma perché in tutte le due vite mi chiamo Allyson? Insomma, Isabel avrebbe potuto scegliere un altro nome!>>
<< Questo non te lo so spiegare, ma è come se fosse scritto che quello era il tuo nome. Perché sei tu. Anche quando ti ho rincontrata a scuola non avevo dubbi che ti chiamassi Allyson e non con una altro nome.>>
<< Che strano però>>
<< Già…>>. Ad un tratto squillò il mio cellulare. Era Frankie, e subito tornai nella vita del 2012 e non del 1980/90. Prima di rispondere, mi asciugai le lacrime e mi schiarii la voce.
<< Pronto?>>
<< Ally!!! Non sai cosa è successo!!>> mi disse con un tono euforico
<< Cosa?>> le risposi facendo la finta tonta.
<<  Matt è venuto alla mia festa! Con un mazzo di fiori! E mi ha…baciata!>> oh che bello! Il ragazzo si era svegliato, finalmente! Altrimenti lo avrei svegliato io a colpi di sberle.
<< Veramente?>> le chiesi con tono sorpreso per l'ultima parte del discorso che mi aveva detto. Io e a Alex ci lanciammo un'occhiata complice.
<< Si! non ci posso credere! I miracoli esistono! Oddio mi ha pure chiesto di essere la sua ragazza! É stato il compleanno più bello della mia vita! Ah…sarebbe stato più bello se ci fossi stata pure tu. Come stai?>>
<< Tranquilla! Bè allora auguri! Mi fa strano sentire che hai il ragazzo. Insomma, mi devo abituare. Comunque tutto come al solito, sono stata a letto tutto il giorno>> dissi mentendole.
<< E Alex non si è fatto sentire? >> Le potevo raccontare la verità. Un giorno l'avrei fatto, non potevo rischiare di perdere anche lei.
<< Si ma è una lunga storia che ti spiegherò quando mi metterò in sesto! Ora pensa solo alla tua nuova storia! Sono felicissimaaaaaaa!>>
<< Sí ma vorrei che anche tu ti mettessi con Alex>> Io e Alex ci riguardammo e ci sorridemmo, complici.
<< Ahahah vedremo. Ok ora devo andare, ci sentiamo per messaggio ok?>>
<< Perfetto. A dopo allora>> A quanto pare oggi era destino che io e Frankie incontravamo le nostre anime gemelle. Chissà se per lei Matt sarebbe stato quello giusto, per quanto riguarda me invece ero sicura della risposta. Sí.

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Capitolo 19
*** Preparazione ***




Preparazione

Il giorno dopo Alex mi venne a trovare a casa verso le 15:00, quando mia mamma era andata al lavoro. Quella mattina mi svegliai come se tutto quello che Alex mi avesse raccontato fosse soltanto un sogno, ma vederlo in casa mia mi dava la prova che invece si trattava della realtà.
<< Non ti sembra strano? Insomma, siamo nella vita reale! É impossibile che tutto questo sia accaduto….>> ci eravamo di nuovo seduti sul mio letto come la sera precedente.
<< E invece sí>> rispose Alex
<< Si ma… io ancora non riesco a crederci. Sembra Twilight! Tu, figo, 17 anni da molto tempo… Non leggi nel pensiero vero?>>
<< Credimi se lo avessi potuto fare, a quest'ora ci saremmo risparmiati un bel po' di casini>>
<< Già. Io ancora non ci credo. Vivi per anni, sperando che quello che succede nei film accada veramente, ti illudi perché sai che tutto questo non può accadere….e poi? Un giorno ti svegli e sei come in un film! Incredibile.>>
<< Ora ci manca l'arrivo al " Vissero per sempre felici e contenti">>
<< Ci sarà questo finale, vero?>> gli dissi quasi con un sussurro.
<< Certo piccola, te lo prometto>> e mi abbracciò. << Come pensi di fare con la tua amica? Prima o poi glielo dovrai dire>>
<< Sí lo so, ma non adesso. Non so proprio come la prenderà e se mi crederà, quindi non voglio litigare con lei e avere altri problemi>>
<< Siccome adesso ti ricordi anche di Alessandra…. Frankie è diversa da lei?>>
<< Non più di tanto. Anche perché io per fare amicizia- una vera amicizia- devo avere un milione di cose in comune con loro. Quindi sia con l'Ale che con Frankie andavo d'accordo perché la pensiamo allo stesso modo. Frankiè però è meno timida di Alessandra e con lei puoi combinare più casini, fare pazzie e combinare guai.>> e al solo pensiero di tutto quello che avevamo combinato da quando ci conoscevamo, mi faceva venire da ridere.
<< Dai racconta, sono curioso di sapere cosa ha fatto la mia ragazza quando non c'ero! Non si tratta di tipi vero?>>
<< Tranquillo, tu sei stato il primo della mia vita precedente e di questa vita>> gli dissi prendendo il suo viso tra le mie mani e guardandolo negli occhi. Alex mi baciò.
<< Se continui così mi distrai e non ti potrò raccontare la storia>> lo rimproverai.
<< Okay, scusa>> e si mise a fare il broncio.
<< Scemo ahahah. Allora un giorno io e Frankie abbiamo avuto la bellissima idea di farci un giro con il treno per andare in un'altra città a fare shopping. Era il nostro primo viaggio in treno da sole e quindi ci mancava l'esperienza. Al ritorno eravamo rimaste con sua mamma che ci venisse a prendere ad una stazione. Noi abbiamo preso il treno per il ritorno, ma durante il viaggio ci siamo iniziate a preoccupare perché il treno non chiamava mai la nostra fermata. Infatti avevamo preso il treno sbagliato e ci siamo fermate in un'altra stazione. Non sai che paura avevamo. Era buio e c'era poca gente, ma sopratutto avevamo paura di chiamare sua mamma e di dirle di venirci a prendere in una stazione molto più lontana, mentre lei ci stava già aspettando in quella in cui ci eravamo messe d'accordo prima di partire. Prima però abbiamo comunque fatto i biglietti per prendere la coincidenza e per riuscire a raggiungere l'altra stazione con un altro treno. Ma per, ti giuro(!), un secondo, l'abbiamo perso!. E quindi poi abbiamo chiamato sua mamma che anche se era un po' arrabbiata, è riuscita a trovare il posto in cui eravamo e a venirci a prendere>>
<< Ahahaha ma che sceme. Complimenti!>>
<< Ehi! Cosa ridi? Ti ricordo che anche tu avevi avuto dei problemi…>>
<< Sï ma c'entravi sempre tu. Non è stata colpa mia se tu non volevi dire ai tuoi che noi stavamo insieme e che io per non farmi sgamare, mi sono dovuto arrampicare da una finestra per entrare in camera tua>>
<< Ahahhaha. E poi tu stavi per cadere e mio padre in quel momento è passato dalla finestra del salone di sotto e ha visto un paio di gambe che penzolavano giù dal balcone!>>
<< Ed è uscito fuori con la pistola, credendo che fossi un ladro! Ma poi sono riuscito a scappare senza farmi vedere in volto>>
<< Già, però non ha mai capito che stavi salendo in camera per me. Ha sempre pensato che fossi un ladro. Poi però un giorno gli ho detto che sarei uscita con un ragazzo e quando ti ha visto per la prima volta, non ha fatto nessun collegamento con il " ladro". Anzi per mia, e tua, grande fortuna ti ha preso in simpatia, e lo stesso mia madre.>>
<< Sí …ma tua padre stava per uccidermi ahaha>>
<< Credimi è, anzi era…. un poliziotto e quindi non ti avrebbe ammazzato, al massimo colpito ad una gamba per fermarti ed arrestarti.>>
<< Grazie questo mi fa sentire meglio! ahahah >>
<< Ahaha. Dai però è stato divertente.>>
<< Per me no, ma vabbè. Comunque oggi ti volevo spiegare che cosa dovremmo fare il 25 febbraio>>
<< Okay…>>
<< Allora, ti ricordi che ti avevo detto che c'erano stati un po' di problemi siccome io non sono un angelo e che quindi non potevo arrivare in paradiso con la magia e che Matt ha dovuto svolgere alcune pratiche per arrivare là?>> mi domandò tutto d'un fiato. Io mi limitai ad annuire. <<  Ecco, durante la nostra assenza, Matt si è occupato anche di te. Quindi non serve che partiamo già adesso, ma basta anche il 25 febbraio perché, anche se fa strano dirlo, siamo in regola. Però questa volta Matt non ha chiesto di poter utilizzare la magia per farti andare lassù, ma per " trasportarti" in Italia. Al cimitero in cui hanno seppellito il tuo vecchio corpo. Là dovremmo incontrare Luc che ci porterà la tua vecchia anima. Solo che c'è il problema che lui ne vuole un'altra, e noi non porteremo nessuno da uccidere!. Non sapendo cosa inventarci, cercheremo di contrattare al momento. Ora tu il 25 sarai quasi morta e alle 4.35, ore della tua nascita, la tua/mia anima di adesso rientrerà tutta nel mio corpo, ed è in quel preciso secondo che avviene lo scambio e la tua vecchia anima ti ritornerà dentro!>>
<< Sembra un film dell'orrore! Alex ti confesso che ho paura…>>
<< No amore… pensa che a quel punto ritorneremo esattamente come 17 anni fa! Senza problemi, e di nuovo crescere e fare tutte l'esperienze di questo mondo>> mi riabbracciò nuovamente , stringendomi molto forte.
<< Va bene…ma siccome il 25 sarò proprio KO , come farò a camminare o a fare una qualsiasi cosa?>>
<< Abbiamo pensato anche a quello. Tu sicuramente in quei giorni sarai a letto e tua mamma sarà sempre di più preoccupata perché penserà che non ce la farai. Quindi non possiamo permettere che ti veda alzarti, camminare o fare qualsiasi altra cosa. Quindi con il teletrasporto non muoverai nemmeno un dito e lí ti metterò qualcosa su dove ti potrai sdraiare. Al resto pensiamo tutto noi.>>
<< E poi? Quando torneremo a casa e io sarò sana come un pesce, che spiegazioni le darò?>>
<< Dovrai solo fingere di stare male ma pian piano di riprenderti. Così penserà che starai guarendo miracolosamente >>
<< Okay,…quindi adesso non ci manca che aspettare quel giorno.>> chiesi
<< Esatto, e poi potremmo riniziare a vivere.>>

Buongiorno a tutti!!! :D
Allora la storia è agli sgoccioli, mancano davvero pochissmi capitoli alla fine :,(
Spero che comunque fino a qua vi sia piaciuta :)
Continuate a seguirmi, un bacioneeeeee :*


 

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Capitolo 20
*** Gli ultimi momenti ***



Gli ultimi momenti
Nel periodo che precedeva il fatidico giorno, io è Alex cercammo di passare ogni momento che potevamo insieme. La routine era sempre la stessa, non appena mia mamma andava al lavoro, lui entrava dalla porta di sotto e passavamo l'intero pomeriggio insieme. Era ormai febbraio, e io continuavo a non andare a scuola e mia mamma voleva anche lasciare il lavoro per le mie condizioni di salute. Ma io le avevo proibito di farlo, potevo cavarmela da sola, o meglio c'era Alex ma lei questo non lo sapeva. Stavo tutto il giorno sdraiata nel mio letto, facevo anche fatica a camminare perché le mie gambe erano troppo deboli per sorreggere il peso del mio corpo. Ogni volta che Alex mi guardava , lo vedevo sempre più frustato e cercavamo spesso di distrarci, facendo altro, come guardando un film, ascoltando musica o parlando del nostro passato. Cercavo di ricordare tutti i bei momenti passati insieme e tutto quello che ci eravamo persi l'uno dell'altro durante tutti questi anni. A metà febbraio arrivò con una busta in mano.
<< Cos'è?>> chiesi incuriosita mentre lui si sedeva sul mio letto facendo molta attenzione a non urtarmi.
<< Ieri ho trovato in una scatola, questa lettera...me l'avevi scritta tu>>
La presi , con mano tremante e mi misi a leggerla.
"                                            Maggio 1993
Caro Alex,
hai sempre trovato strano il fatto che non voglia raccontare quasi a nessuno della nostra storia, sopratutto ai miei genitori. Non perché tu non sia importante per me, ma mi crederebbero ancora una ragazzina che ha preso solo una semplice cotta passeggera. Invece loro non sanno tutto quello che noi abbiamo passato insieme, ci siamo innamorati...Ecco perché preferisco non parlarne con gli altri. Non capirebbero, e io non sento il bisogno di spiegare, semplicemente perché il mio cuore sa quanto sia stato vero. Quando penso a te, non posso fare a meno di sorridere, perché sento che mi hai completato. Ti amo, non solo adesso, ma per sempre..."
Chiusi la lettera, mentre le lacrime di entrambi scendevano sui nostri volti.
<< Me la ricordo, te l'ho scritta il giorno in cui tu volevi smetterla di entrare di nascosto in casa e presentarti ai miei genitori. E io ti avevo detto che non ero ancora pronta e pensavo di averti ferito, credendo che tu avresti pensato che non ero pronta perché non ero sicura di te. Invece lo ero, e lo sono sempre stata>>. Alex non disse nulla, era perso nei ricordi.
<< Sai>> mi confessó << sia i miei genitori che i miei amici , mi dicevano di andare avanti e di proseguire dopo il tuo incidente. Che dovevo ricostruire la mia vita e di provare a trovare un'altra ragazza. Io non volevo , sapevo che tu eri in qualche parte del mondo e che presto o tardi ci saremmo rincontrati. Potevano passare anche decenni, che io ti avrei aspettata. Una volta che trovo qualcosa che mi piace e a cui tengo, non la voglio lasciare andare via. E io non mi sarei mai allontanato né da te, né dal tuo ricordo... Ti amo troppo>> e passammo il resto del pomeriggio a parlare, mentre lui mi cullava tra le sue braccia, cercando di tranquillizzarmi. Quando se ne andò via, mi assalì una paura tremenda. E se io non fossi sopravvissuta? E se il piano non funzionasse? Io e lui ci saremmo separati, questa volta per sempre. E io non potevo permetterlo. Così mi misi a scrivergli una lettera che gli avrei consegnato il giorno dopo, facendogli promettere di leggerla solo in caso in cui le cose non andassero nel verso giusto.
"                                        Febbraio 2012
Caro Alex,
Eccomi qui, mentre ti riscrivo di nuovo una delle mie lettere dopo tanto tempo. Ho deciso di scriverti questa in particolare perché in caso in cui le cose non andassero nel verso giusto, voglio che comunque , in qualche modo ci ritroveremo. Quindi ho pensato a una cosa.... Ovunque sarai e qualunque cosa stia accadendo nella tua vita, tutte le volte che ci sarà la luna piena tu cercala nel cielo... E mentre la guardi, pensa a me e ai nostri stupendi momenti passati insieme , perché dovunque sarò e qualunque cosa mi stia succedendo, io farò lo stesso. Se non potremo stare insieme, almeno avremo questo a unirci, e forse così il nostro legame durerà per sempre. Avrei ancora un migliore di cose da dirti, ma non vorrei che questa sia la nostra ultima lettera. Ma per sicurezza ti voglio ringraziare di tutto, per tutto quello che ho vissuto con te. Ti chiedo solo una cosa, se io non ce la dovessi fare, tu continua a vivere! Vivi per me, fallo per me. Non far morire tutto quello che abbiamo vissuto, fallo continuare nella memoria. E anche se tu non mi vedrai, io ti prometto di esserci, ti saró ogni giorno accanto. E se guardi la luna, la guarderó anch'io, così è come se ci stessimo guardando. Promettimelo. Io in cambio saró il tuo angelo custode. Ti amo". Firmai la lettera che era zuppa delle mie lacrime, e la misi in una busta che gli avrei dato l'indomani. Il giorno dopo feci promettere ad Alex di aprirla solo se ce ne fosse stato bisogno il 25 del mese, e anche se lui era contrario, lo promise. Per quanto riguarda Frankie decisi di non raccontarli della mia storia, finché non fossi sopravvissuta. Ma non le avrei comunque raccontato tutto quello che avevamo passato io e Alex
perché non raccontavo mai del mio passato, né davo informazioni personali... Quei ricordi erano soltanto miei e avevo imparato che certe cose è meglio tenerle segrete. Erano momenti solo miei e suoi, che dovevano rimanere nostri.
Il 24 pomeriggio, facevo addirittura fatica a rimanere lucida. Ormai della mia anima doveva essere rimasta ben poco, e l'indomani mattina sarei ritornata quella di sempre oppure non sarei stata più niente. Mio padre mi chiamò par sapere come stavo siccome mia mamma gli aveva raccontato tutto. Non riuscivo tanto a parlare, quindi non persi tempo a litigare con lui. Egli mi disse che non sarebbe venuto per il mio compleanno, come se non me lo aspettassi….ma in cambio mi aveva promesso di regalarmi un viaggio quest'estate dove avrei voluto io e avrebbe pagato anche il viaggio ai miei amici. Accettai, nonostante non sapessi se ci sarei mai arrivata a quell'estate. Mio padre per il lavoro che faceva e di cui io non ero tanto a conoscenza, era ricco, quindi gli chiesi anche di pagare un viaggio a mia mamma. Aveva il diritto di rilassarsi dopo tutto quello che le stavo facendo passare. Ad Alex avevo dato le mie chiavi di casa, siccome non ero più in grado di alzarmi e di aprire la porta. Quel giorno arrivò con un'altra busta in mano, ma questa volta era aperta. La riconobbi, era l'ultima che gli avevo scritto. Quindi l'aveva aperta nonostante mi avesse promesso di non farlo!
<< Alex…me l'avevi promesso>> dissi con un fil di voce.
<< Lo so, ma ho pensato che se ci fosse scritto qualcosa d'importante avrei preferito leggerlo e parlane adesso, di persona….non dopo.>> Alex aveva gli occhi gonfi, si vedeva che quella lettera l'aveva fatto male. << Ally, non pensare che non ce la farai, per favore. Tu sei la mia vita! Io senza di te non posso vivere, è inutile! Morirei anch'io…noi siamo destinati a stare insieme perché sennò che senso ha avuto tutto questo? Vivere 17 anni così? Per poi buttare tutto via? E ricominciare tutto da capo. Come puoi pensare che io possa continuare a vivere, non posso, non posso proprio….>> Si sedette per terra, appoggiando la schiena al muro e buttando la testa indietro, iniziando a singhiozzare. Da quella posizione io non riuscivo a vederlo, quindi provai ad alzarmi dal letto. Non sentivo più le mie gambe, era come se non ci fossero. Con una mano mi tenevo alle lenzuola dello mio letto per cercare di sostenermi. Molto lentamente riuscii a raggiungere i piedi del letto, dove si trovava Alex e mi inginocchiai davanti a lui, appoggiando le mie mani sulle sue ginocchia. Alex sobbalzò.
<< Non ti ho sentita arrivare…non ti avrei permesso di alzarti…>>
<< Tranquillo, ce l'ho fatta…volevo stare vicino a te.>> Alex mi prese tra le sue braccia e tirò dal letto la coperta, che avvolse attorno a noi mentre eravamo seduti per terra,rannicchiati. Non avevamo più bisogno di parlare, ora dovevamo vivere ogni secondo che ci rimaneva perché sarebbe stato prezioso. Mi lasciai cullare tra le sue braccia, mentre mi canticchiava le parole di Alive…"I don't want to ever have to let you go and that's all you ever really need to know I was made for you …and you were made for me", e lentamente mi addormentai tra le sue braccia.

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Capitolo 21
*** Il giorno è arrivato ***





Il giorno è arrivato

Alle quattro di mattina suonò la sveglia. Alle 4.35 doveva avvenire lo scambio delle anime, ma prima dovevamo andare in Italia. Quella notte non avevo chiuso occhio, avevo troppa paura ed ero preoccupatissima. Non avevamo ancora un piano per dare a Luc qualcosa altro in cambio, ma Matt diceva che quello doveva essere l'ultimo dei nostri problemi, ci avremmo pensato una volta arrivati là e parlato con Luc in persona. Nemmeno due minuti dopo, i due ragazzi si materializzarono nella mia camera, senza fare un minimo rumore. Alex mi venne subito incontro e mi abbracciò.
<< Sei pronta?>> mi chiese sussurrandomi per non svegliare mia mamma che stava dormendo. Se tutto andava bene, mia madre non si sarebbe accorta di niente, perché entro le 6.00 saremmo di nuovo ritornati a casa.
<< Sí >> gli risposi mentendo. Alex mi aiutò a vestirmi. Mi misi maglioni e indumenti pesanti, guanti, sciarpa cappello, per non sentire nessun tipo di freddo, perché saremo stati in un cimitero di notte.
<< Anche se mancano ancora 30 minuti… buon compleanno amore>> Mi disse baciandomi. É vero, era il mio compleanno! non ci avevo ancora pensato, quel giorno per me era diventato altro.
<< Grazie…ora abbiamo la stessa età>>
<< Già..>> Matt tossí perché si sentiva in imbarazzo.
<< Auguri Ally>>  mi disse.
<< Grazie Matt, tutto bene? come va con Frankie?>>
<< Bene, oggi le ho promesso che le avrei spiegato tutto. Ci penso io>>
<< Ah, ok. Mi raccomoda dille che mi dispiace…>>
<< Tranquilla…. Bè è ora di andare. Forza Ally, tieniti stretta ad Alex e dammi la mano.>> Feci come mi aveva detto, ma chiusi anche gli occhi, non volevo guardare. Tutto il mio peso lo aveva Alex, io non potevo più stare impiedi. Non mi accorsi di nulla, pensavo ancora di stare nella mia camera, se non fosse per il freddo pungente che mi investí in pieno. Aprii gli occhi e vidi davanti a me tantissime tombe. Non amavo stare in quel posto, tanto meno di notte, ma anche se sembrava strano dirlo, quello era la mia unica salvezza.
<< Ecco è qui!>> disse Matt mentre si faceva spazio tra le varie lapidi. Con una torcia ne illuminò una. Era la mia …c'era scritto: Allyson Austin 25-02-1978 / 16-09-1994. Mi venne un colpo, lí sotto c'ero io! Anche se in questa vita mi chiamavo Hudgens, nell'altra ero Austin perché mio padre si chiamava così, ma eravamo la stessa identica persona. Mi sorprese anche vedere dei fiori freschi sulla mia tomba. Ormai i miei genitori erano morti, chi poteva averli messi? Indicai ad Alex il vaso, e lui si sporse a leggere un bigliettino. " Cara Allyson, buon 34esimo compleanno. Ogni anno mi manchi sempre di più, vorrei poterti raccontare tutto come i vecchi tempi. Spero che da lassù tu possa leggere il biglietto che ti scrivo ogni anno. Ti voglio bene. La tua per sempre Best Alessandra". Mi misi a piangere. Mi aveva chiamata Best come quando eravamo piccole! Quanto mi mancava! Era stata dolcissima, avrei voluto fargli trovare un biglietto con scritta la mia risposta, ma non potevo. Nonostante fossi riuscita a sopravvivere, sapevo che la dovevo lasciare andare via per sempre. A fianco ai fiori c'era una piccola tavoletta con inciso: "Al nostro amore, sarai sempre nei nostri cuori, mamma e papà" e un'altra in cui c'era scritto " Presto ci rincontreremo, te lo prometto. Ti Amo. Alex". Lo guardai solamente, non riuscivo più a parlare, ma le mie lacrime gli dissero tutto.
<< Ehm ok, Ally mettiti pure qui, su questa coperta e copriti bene>> mi ordinò Matt. Alex mi aiutò a sedermi,e guardò l'orologio.
<< Sono le 4.20…ora che si fa?>> chiese al suo amico.
<< Guarda lassù, sta scendendo Luc>> e tutti guardammo in cielo. Un angelo con le ali e con una tunica bianca, stava scendendo dal cielo. Era piuttosto bruttino per essere un angelo, ed era anche robustello, con una faccia nemmeno simpatica.
<< Ciao Luc>> lo salutò Matt mentre Luc toccò il suolo. Dietro di lui, c'era una figura opaca e sfuocata che volteggiava in aria. La guardai bene e vidi me stessa. Quella era la mia vecchia anima
<< Bene>> disse Luc. << Vedo che siete venuti, e io come promesso vi ho portato la vostra anima. Ma non vedo la mia… non dovevate mica portarmi qualcuno?>>
<< Sí..>> rispose Alex cautamente << ma ti volevamo chiedere una cosa>>
<< No>> lo interruppe Luc. << Non vi preoccupate, darò la vecchia anima alla tua ragazza, ci penserò dopo a quello che voglio in cambio>> e mi sorrise con un ghigno, ci doveva essere per forza qualcosa sotto, me lo sentivo.
<< Okay, sono le 4.33, mancano 2 minuti,Ally tra poco perderai i sensi, ma tranquilla ti riprenderai subito>> mi disse Matt.Alex  si inginocchiò e mi diede un forte bacio sulla fronte.
<< Ci rivediamo tra pochissimo, te lo prometto. Ti sarò accanto, non ti lascerò>> mi disse mentre una lacrima scendeva sul suo viso
<< Ti amo più della mia stessa vita Alex>> riuscii a dirgli con l'ultimo fiato che rimaneva.
<< Anch'io>> Scoccò l'ora, me ne accorsi perché tutto diventò nero. Non sentivo più niente, ne vedevo più niente. Riuscii solo a percepire qualcosa che si staccava dentro di me, come un leggero vento che si innalzava, e poi, subito dopo, qualcosa che entrava e che mi procurava un leggero sollievo. Man mano mi sentivo sempre meglio, come se qualcosa mi stesse tirando fuori da quell'oscurità che mi avvolgeva, finché non aprii di botto gli occhi. Mi misi seduta di scatto, e mi ci volle un po' a capire quello che stava succedendo. Alex era sdraiato a fianco a me, e urlava di dolore. Vedevo dal centro del suo petto, un sagoma incolore che cercava di uscire fuori dal suo corpo per andare….da Luc. Di nuovo piena di energie riuscii ad alzarmi e a gridare
<< COSA STAI FACENDO?>> uralai con tutto il fiato che finalmente riavevo.
<< Non era quello che volevate? Riavere la tua anima? Io in cambio ve ne avevo chiesta un'altra…ma poi ho cambiato idea, io non ne voglio una qualsiasi, io voglio quella del tuo ragazzo!>> Non ci pensai due volte, mi puntai su di lui per sferrargli un bel pugno , cercando di farlo smettere di torturare Alex. Ma Luc riuscì a respingermi con una mano, e mi fece volare un paio di metri più lontana. Mi accorsi che nel punto in cui ero caduta, c'era anche Matt disteso per terra, privo di sensi. Sicuramente aveva provato a salvare il suo amico da Luc, ma senza successo. Mi assicurai che non fosse morto, il suo cuore batteva ancora. Ad un tratto mi accorsi che in una mano teneva un oggetto a forma di saetta, la stessa saetta che mi aveva descritto Alex quel giorno in cui mi raccontò del mio incidente, grazie a quella era riuscita a ridarmi una vita. Da dove stavo io, vedevo ancora Alex contorcersi dal dolore, ma sarebbe mancato poco che lui sarebbe morto. Non ci pensai due volte, decisi di provare cercando di ricordare quello che Alex mi aveva detto. Mi sbottonai il giubbotto e mi tolsi la maglia, e mi trafissi la punta della saetta nel petto, incidendo una S. Mi buttai in ginocchio per il dolore, qualcosa la mia anima si stava strappando a metà nel mio corpo, e stava raggiungendo il corpo di Alex quasi esanime.
<< NOOOOO>> urlò Luc. Ormai l'anima intera di Alex era tra le sue mani, e Luc sparí nel nulla. Subito mi misi a correre per raggiungere Alex.
<< Alex, Alex, mi senti?? Ti prego, non mi abbandonare amore mio, ti prego!>>.  cercai di chiamarlo, la mia voce era terrorizzata. E se avessi fatto la cosa sbagliata? E se metà della mia anima non fosse arrivata in tempo nel suo corpo?. Ma per fortuna Alex aprí gli occhi, e io per il sollievo mi buttai al suo collo, piangendo.
<< Ally, ma cosa è successo?>> mi chiese confuso. Gli spiegai quello che Luc gli stava facendo, che ormai la sua anima non l'aveva più e che adesso lui aveva parte della mia.
<< Ma perché l'hai fatto? Ora siamo allo stesso punto di partenza….tra esattamente 17 anni io non avrò più anima, e questa volta sarà finita per sempre, Luc di certo non mi ridarà la mia vecchia anima indietro>> Alex aveva ragione. Ma cosa potevo fare? Lasciarlo morire? Non feci in tempo a rispondere che qualcuno gli rispose al mio posto.
<< Ti sbagli>> era Matt, si era ripreso e adesso ci stava raggiungendo << Non sarà la stessa cosa. Ally hai fatto la cosa più giusta che tu potessi fare, per fortuna che l'hai fatta!>> lo guardai confusa ma gli sorrisi. Matt si rivolse ad Alex << Quando io 17anni fa avevo dato metà della tua anima a Ally, lei era ormai morta. Non c'era più niente da fare e l'unica cosa sarebbe stata farla rinascere in un altro corpo, tutto da capo. Sarebbe rinata come neonata ecc. con la tua anima. Invece quando Ally ha dato la sua anima a te, tu non eri ancora morto, nonostante mancasse poco. Quindi sei ancora vivo in questo corpo, e la tua anima e quella di Ally adesso rimarranno sempre, così, non  cresceranno né diminuiranno , perché nessuno di voi due crescerà più. Rimarrete per sempre nei vostri 17 anni.>> Sia io che Alex lo guardammo con le bocche aperte. Quindi eravamo diventati immortali? Potevamo stare insieme per sempre?
<< Ok vi lascio soli>> e Matt si allontanò.
<< Tesoro ti rendi conto? Saremo per sempre insieme!>> gli dissi, sprizzando di gioia da tutti i pori. Anche il volto di Alex si illuminò, e entrambi ci alzammo impiedi. Lui mi prese in braccio e mi fece volteggiare e mi stampò un bacio.
<< Ora rimarremo sempre così, immutabili. Bè io già ci sono abituato…tu no ahah >>
<< Già sarò sempre giovane!>>
<< L'unica cosa è che dovrai prima o poi allontanarti dai tuoi cari, lo sai vero?>>
<< Sí>> risposi triste. << Ma ci penserò poi, ora abbiamo tutto il tempo che vogliamo>>. Era vero, ora nessuna misura del tempo ci avrebbe impedito di stare insieme
<< Ally, perché mi hai salvato?>> che domanda stupida era? Lui aveva fatto la stessa cosa con me!.. E poi lo amavo
<>
<< Allora è il caso di dire che tu sei la mia metà, la mia anima gemella>> disse. Entrambi ci mettemmo a ridere e ci baciammo. Si stava facendo giorno, erano le 5.00 passate.
<< Forza piccioncionci, vi riporto a casa>> annunciò Matt. << E adesso devo affrontare Frankie>>
<< Buona fortuna allora>> gli dissi scherzando.
<< Tanto il mio fascino vincerà e lei non si arrabbierà per il fatto che non le abbiamo detto niente>>
<< Modesto eh?ahahah. Frankie capirà perché è intelligente>>
<< Si ma anche la mia bellezza gioca a suo favore>>
<< Ahaha ve bene, se lo dici tu>>. Ci materializzammo nella mia camera. Dove io avrei finto di stare ancora male, ma di riprendermi ogni giorno di più. Poi avrei riniziato ad andare a scuola e ad impegnarmi per recuperare tutto quello che avevo perso, e intanto sarei stata accanto al ragazzo che amavo, per sempre.

Ciaooooooooooo!:3
Che dire, la storia è finita! Manca solo l'EPILOGO e poi posso scrivere THE END!
Quindi i ringraziamenti li scriverò nell'ultimo capitolo....
Spero che comunque la storia vi sia piaciuta e che sia rimasta nelle vostre aspettative, ma sopratutto spero di non avervi delusi:)
Mi scuso per errori di grammatica e di sintassi, ma non sono una bravissima scrittrice xD
Ma mi auguro che comuque questo non abbia influito sulla storia.
Vi ringrazio tutti:)
Baciii:********

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Capitolo 22
*** Epilogo ***




Epilogo

Era ormai estate. Avevo deciso di andare con i miei amici al mare, e mio padre mi avrebbe pagato il viaggio. Eravamo io, Alex, Frankie e Matt. Mia mamma invece aveva pensato di passare una settimana in montagna con la sua migliore amica. Ora si sentiva molto meglio dato che io ero guarita del tutto. Per quanto riguarda Frankie invece, non si era per niente arrabbiata per quello che gli avevamo detto, anzi ci aveva anche ringraziato di averle raccontato tutta la verità. E non si era nemmeno stupita che queste cose potessero davvero accadere, siccome era abituata a guardare film dove tutto ciò era all'ordine del giorno. Come posto per il mare decisi di andare in Calabria, lo stesso luogo dove io e Alex avevamo passato l'estate insieme 17 anni fa. Era quasi il tramonto e Alex e Matt stavano giocando come ragazzini a pallone, mentre io e Frankie eravamo sulla riva del mare.
<< Finalmente i nostri sogni si sono realizzati, e noi che credevamo che non fosse possibile>> disse Frankie guardando l'orizzonte.
<< Già ….Frankie….hai mai pensato che io Alex e Matt rimarremo per sempre 17enni e…tu…>>
<>
<> mi chiamò Alex << Puoi venire un secondo?>>
<< Arrivo subito>> gli risposi e mi girai verso di Frankie << Scusa, ne riparliamo dopo>>.  Raggiunsi il mio ragazzo che mi portò un po' lontano dagli altri per avere un po' di privacy. Si mise le mani nelle tasche dei suoi pantaloni e estrasse due ciondoli. Erano i due nostri bracciali.
<< Quando eri morta me l'ero ripresi, sperando un giorno di ridarteli>> e mentre parlava me lo legò al polso.
<< Sí me lo avevi dato il nostro ultimo giorno qui, d'estate, quando pensavi che avresti cambiato scuola. Ma per fortuna non l'hai fatto e se rimasto con me.>> Sembrava la stessa scena del mio sogno, con la differenza che si era ripetuta 17 anni dopo.
<< Rimarrò sempre con te, per sempre>> e ci baciammo mentre il sole alle nostre spalle tramontava. Questa volta non ci sarebbe stata nessuna sveglia che avrebbe interrotto questo momento, perché non era un sogno ma la realtà che sarebbe durata….per sempre.


Ecco!!! La storia è finita!! :,))
Vi voglio ringraziare per tutti i commenti ricevuti e per tutte le visualizzazioni! Anche se la storia è finita voi continuate a commentar eche mi fa semre piacere!
Per qualunque domanda, curiosità ecc.. io sono qua!:D
Grazie ancoraaaaaaaaaaa <3 <3 <3 <3 <3 

Ps: vi lascio il link della mia seonda storia ;) Passate :) 

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2092261
baci :*
 

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