Il deserto che c'è in noi.

di New York_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***
Capitolo 3: *** III ***
Capitolo 4: *** IV ***



Capitolo 1
*** I ***


Il deserto che c'è in noi.

"So tell me what you want to hear
Something that were like those years
Sick of all the insincere
So I'm gonna give all my secrets away
This time, don't need another perfect line
Don't care if critics never jump in line
I'm gonna give all my secrets away"

-Che cosa vuoi da me?!- Urlai terrorizzata indietreggiando.
-Solo divertirmi, bambola- Rise avvicinandosi sempre di più, il suo alito puzzava di vodka alla menta e non sembrava affatto lucido.
Perchè diamine ero voluta andare in quel locale?
Perchè avevo fatto tardi?
Lui si avvicinò ancora di più, balzai indietro e la mia schiena toccò un freddo muro di mattoni.
Un vicolo cieco.
Merda.
Prese ad armeggiare con la cerniera del vestito, nonostante io mi dimenassi.
-Levami le mani di dosso-
-Oh, no, tesoro. Sei troppo sexy perchè io ti lasci andare così.- Ghignò.
Rabbrividii e due lacrime presero a scendermi dalle guance, non c'era nessuno in giro, era troppo tardi.
-Lasciami, ti prego- sussurrai.
Lo sconosciuto scoppiò a ridere con crudeltà.

-Non hai sentito la signorina? Ti ha detto di lasciarla andare.-
Una voce ruppe il silenzio di quella notte senza nè luna nè stelle.
Una voce che avevo già sentito.
-Levati dalle palle, ragazzino.-
-Lasciala andare- Scandì aumentando il tono di voce.
L'uomo si stacco da me ed estrasse una pistola dal giacchino.
Chiusi gli occhi.
Due colpi, forti e ravvicinati.
-No!- gridai.
Lo vidi steso a terra, ma di sangue non ce n'era traccia.
Il riccio si rialzò da terra, come se non fosse accaduto nulla, aveva due fori all'altezza del cuore.
-Ma che diavolo...?-
L'uomo spalancò gli occhi, senza capire.
-Non puoi uccidermi, idiota. Hai fatto un grosso errore. Dì le tue ultime preghiere.-
La sua voce non era più la stessa, faceva paura.
Molta paura.
I suoi occhi avevano il colore del sangue e lampeggiavano nella notte come i fari di un'auto.
Scivolai a terra, in un angolo.
Non so cosa accadde ma, in meno di un istante, l'uomo che aveva tentato di farmi del male si schiantò contro il muro di mattoni.
Sentii chiaramente il rumore delle sue ossa infrangersi, poi si accasciò, senza vita.

-Stai bene?-
Il riccio si avvicinò a me.
Allungò una mano per toccarmi la spalla ma io mi ritrassi.
-Non toccarmi!- Urlai spaventata mettendo le mani avanti per proteggermi.
Lentamente mi alzai, i suoi occhi erano tornati verdi e bellissimi.
-Tu... Tu..- Non riuscivo a parlare -Che diavolo sei?- Sbottai sconvolta.
-Io...- Il ragazzo indietreggiò piano per poi voltarsi e, in un attimo, sparire nella notte.


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Note(?)
Ciao bellezze, finalmente ho partorito un'idea decente, yep!
Dunque, spero che questo prologo vi piaccia come piace a me.
Già amo questa fanfiction.
Continuo appena ci saranno un po' di recensioni, per sapere che ne pensate.
Baci. x
Faith.





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Capitolo 2
*** II ***


Il deserto che c'è in noi.



"Alcune volte il dolore diventa una grande parte della tua vita
tanto che ti aspetti che sia sempre lì,
perché non ricordi un momento nella tua vita in cui non ci sia stato.
Ma poi un giorno senti qualcos'altro.
Qualcosa che sembra sbagliato solo perché non ti è familiare,
e in quel momento ti rendi conto di essere felice."
*La mattina precedente*


"Dannazione, sono in ritardo per la scuola anche stavolta!" pensai saltellando su un piede giù dalle scale nel disperato tentativo di infilarmi i jeans.
Presi lo zaino buttandoci dentro dei libri a caso, senza effettivamente chiedermi se mi servivano.
Entrai in cucina e abbracciai mia madre per poi correre fuori di casa.
-Buona giornata Kels!- La sentii urlare da dentro.
Sorrisi e mi incamminai per le vie della trafficatissima Londra.

Presi la colazione da Starbucks e, siccome c'era una coda bestiale, impiegai svariati minuti ad aspettare.
Una volta ottenuto il tanto agoniato cappuccino, sfrecciai fuori maledicendo tutta quella gente.
Ma la mia corsa non durò a lungo perchè un ragazzo dalla pelle ambrata mi si buttò letteralmente addosso e il bicchiere fece un volo degno dell'esibizione olimpica di Carlotta Ferlito per poi finire a terra.
-Dio ma sei cieco? Guarda dove vai, maledizione, sai quanto ci ho messo a fare la coda?!-
La rabbia terminò in pochi secondi, nell'esatto momento in cui alzai la testa per guardarlo negli occhi.
Due pupille d'oro liquido mi travolsero.
-Sono così dispiaciuto- Disse lui, mortificato - Vieni,  te ne offro un altro- Continuò prendendo la mia mano nella sua, insolitamente fredda e guidandomi nuovamente nel negozio.
-Io veramente...- Incominciai, cercando di fargli notare che ero in ritardo.
"Oh, al diavolo la scuola!" Pensai.
Il moro mi indicò un tavolino libero, mi chiese cosa volevo da bere e poi si mise in coda.
Lo osservai con attenzione: era assolutamente meraviglioso.
I muscoli erano decisamente scolpiti e, ad ogni suo movimento, guizzavano velocemente sotto la maglietta aderente.
I capelli parevano d'ebano, gli occhi erano dei veri e propri gioielli, ornati da ciglia lunghe e folte.
Le sopracciglia erano molto scure e abbastanza spesse, e aveva un accenno di barbetta, come ad evidenziare i suoi bellissimi zigomi marmorei.

Dopo una ventina di minuti, mi raggiunse al tavolo con in mano un cappuccino, un caffè e due fette di torta.
-Comunque io sono Zayn-  mi sorrise, posandomi davanti la colazione.
-Kelsey- dissi stringendogli la mano che non ospitava più i bicchieri.
-E' un nome davvero bello, come te del resto.- fece una pausa per mandarmi in tilt il cervello con il suo sguardo - Dimmi qualcosa di te.-
Abbassai lo sguardo, pensando a cosa avrei potuto dirgli.

-Ho diciassette anni, frequento il liceo 'J. Monroe', amo il mare, il rumore delle onde, la spiaggia.
Detesto i quasi, i forse, i monosillabi.
Do peso alle parole.
Piango per un film, per un finale di un libro, per le persone che vanno via.
Ho l’incazzatura abbastanza facile, ma mi basta una piccola parola per farmela passare, non riesco a tenere il muso alle persone a cui tengo.
Credo sempre che l’ultimo tentativo sia il penultimo, e che le cose belle non si ottengono se non si lotta.
Sono paranoica, impulsiva, tremendamente gelosa e lunatica.
Sono per le cose complicate, ma non resisto a lungo.
Non so dire addio, so solo che resto, resto se credo in qualcosa-
Finalmente trovai il coraggio di rialzare gli occhi dal contenuto del mio bicchiere, il cappuccino non era poi così sexy, diciamocelo.
Zayn mi sorrideva, i suoi occhi esprimevano dolcezza ma anche curiosità.
-E tu? Che mi dici di te?- Continuai.
-Ho diciotto anni, frequento il tuo stesso liceo e la mia classe è accanto alla tua. Amo disegnare caricature e mi piace la musica.
Nelle persone guardo sempre il sorriso.
Odio a morte lo studio e i lunedì mattina ma, dopo il nostro incontro, devo decisamente ricredermi.
Sono determinato e, spesso, la gente mi giudica insensibile perchè non esterno mai i miei sentimenti e..-
-E siamo in super ritardo- Lo fermai, guardando l'orologio e facendolo ridere.
La sua risata era cristallina e potente.
-Hai assolutamente ragione- Disse, alzandosi.
Lasciò una banconota sul tavolo e uscimmo, diretti verso la scuola.

-Davvero hai due in matematica?- Disse sconvolto mentre entravamo in ascensore.
-Si, giuro- Risposi ridendo come non facevo da mesi.
-Bè... Allora, ehm.. Ti va di venire a casa mia mercoledì? Così ti dò una mano.-
-Si, certo, dopodomani è perfetto!- Risposi, con un po' troppo entusiasmo.
Lui sorrise.
-Ci vediamo allora-
Detto ciò, sparì dentro la sua classe.



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Note:
Ed ecco il capitolo due, girls!
Che ne pensate?
Io non ne sono super convinta, non è proprio come lo pensavo c.c
Lasciatemi dei pareri e il capitolo tre arriverà presto!
Kiss. x
Faith.



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Capitolo 3
*** III ***


Il deserto che c'è in noi.



"And don't stress,
don't cry
We don't need no wings to fly."

Quando mi svegliai, ancora scioccata da ció che era successo la sera prima, mi accorsi di essere nel mio letto.
Non ricordavo di essere tornata a casa.

**
Il ragazzo indietreggiò piano per poi voltarsi e, in un attimo, sparire nella notte.
Gli corsi dietro cercando di raggiungerlo, sapevo che avrebbe portato solamente guai ma qualcosa mi spingeva a parlargli.
Camminai a lungo.
Solo dopo svariati minuti mi resi conto di essermi persa.
Ero completamente stremata, cosí mi distesi su una panchina e mi addormentai.

**

Non trovando una spiegazione al fatto che mi ero svegliata in camera mia, realizzai che era stato tutto un brutto sogno, così smisi di pensarci e mi concentrai su altro.
-Oggi è mercoledì- dissi, sorridendo al mio riflesso sullo specchio.

Per la prima volta da quando frequentavo il liceo 'J. Monroe', arrivai in perfetto orario.
Depositai i libri nell'armadietto, poi raggiunsi le mie migliori amiche in fondo al corridoio.
-Ehi, Smith!- Mi salutó Dayanne sorridendo allegra.
-Solo tu puoi essere così entusiasta all'inizio di una giornata di scuola- Le dissi sarcastica, abbracciandola.
-Un mercoledì, oltretutto! Ció significa tre ore di chimica e due di mate- Sottolineó schifata Laurel, facendoci ridere.
-Andiamo, sará una lunga giornata- Sospirai, prendendole a braccetto e entrando in classe.

Non appena l'ultima campanella della giornata suonó, mi catapultai fuori.
Zayn era giá lì, appoggiato al muro.
Sorrise calorosamente facendomi un cenno con la mano.
-Andiamo?-
Chiusi l'armadietto e annuii, seguendolo nel parcheggio.

-È davvero bello qui-
La casa era davvero grande e profumava di pulito.
Sembrava una di quelle ville che si trovano sulle riviste immobiliari, una di quelle che vengono arredate al solo scopo di sembrare abitate, così da invogliarti ad acquistarne i mobili.
-Ti va se preparo del tè?- gli domandai.
Zayn annuì e mi indicó la cucina con una mano.
Entrai sorridente e presi due tazze dalla credenza ma, non appena mi girai, il mio sorriso si tramutó in un'espressione terrorizzata e le tazze mi scivolarono dalle mani frantumandosi a terra.


Note:
Ed ecco il capitolo tre. Allora, cosa credete che sia successo a Kelsey?
Che ne pensate?
Scrivetemelo in una recensione! :)
Lasciatemi dei pareri e mi renderete felice
Baci. x
Faith.



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Capitolo 4
*** IV ***


Il deserto che c'è in noi.



"RImetto le mie preghiere a chi non mi ascolterà
  E pongo prima il dovere poi la mia libertà,
e passerà così l'inverno,
e cercherò di dare un senso..."
*Harry's POV*

Sbuffai, salendo sull'albero e nascondendomi tra le sue fitte foglie, iniziavo a preoccuparmi seriamente:
Ero ossessionato da quella ragazza a tal punto da diventare pazzo.
Dal momento in cui la vidi entrare da Starbucks, i suoi lineamenti, il suo sorriso, i suoi occhi, presero a vorticare nella mia testa.
L'odore del suo sangue mi rimase incollato addosso, indelebile, come un maledetto tatuaggio; sembrava deliziosa, l'avrei prosciugata senza pietà, ma il mio istinto mi portava a seguirla sempre e a vegliare su di lei.
C'era qualcosa nei suoi pensieri, che avevo già visto.
Qualcosa di antico, con il sapore delle mie vite precedenti.
'Che sia lei?' mi domandai, restando nascosto, aspettando che arrivasse l'auto in cui avevo visto entrare la mora. 'No, impossibile.'
Una brutta sensazione mi attanagliava lo stomaco.

La Comet verde metallizzato fece il suo ingresso nel vialetto, rumoreggiando al contatto con il pietrisco.

Da essa scesero Kelsey ed un ragazzo moro che non riconobbi.
Il mio istinto continuava ad avvertirmi che qualcosa non andava, ma decisi di ignorarlo.
'Se quello scimmione è il suo ragazzo, allora ha davvero dei pessimi gusti' Mi dissi, cercando di non ridacchiare.
I miei sensi erano totalmente in allarme e, iniziai a pensare che tutto ciò fosse legato alla ragazza che mi ero ripromesso di proteggere.
Quando la coppia fece il suo ingresso in casa, scivolai fuori dal mio nascondiglio e mi sedetti sul cofano della macchina, in attesa.
L'aria aveva un odore sinistramente familiare, un misto tra la disgustosa acqua di colonia usata dai mortali e.... Luther!
Saltai giù dal cofano proprio mentre qualcosa si frantumava, cadendo a terra.
Corsi verso la finestra più vicina, sperando di essere ancora in tempo.


*Kelsey's POV*

Sentii il suo fiato solleticarmi il collo, cercavo di darmi un contegno ma i miei occhi gli apparirono sicuramente sconvolti, anzi no, letteralmente terrorizzati.
-Oh mio dio..- Sussurrai guardandolo -Tu..-
-Taci- Ringhiò avvicinandosi, poi emise un verso divertito, mi sembrò più un tuono che una risata.
Era chiaramente pronto ad uccidermi e io sapevo di non poter fare assolutamente nulla contro... quella cosa.
Le immagini del mio cadavere, immerso in una pozza di sangue su quelle piastrelle immacolate, mi vorticavano davanti agli occhi in modo insistente.
Si avvicinò ulteriormente, sovrastandomi.
-Zayn..?- Sussurrai.
Non mi ascoltava più, non era più lui, il suo corpo era in trance.
Mi rassegnai e chiusi gli occhi, domandandomi se quella fosse davvero la mia fine.
-Non le farai del male, Luther!- Gridò una voce nel bel mezzo del silenzio.
La sua voce.
-Oh, ma chi si rivede!- Tuonò beffardo il moro, staccandosi leggermente da me -Sei sveglio, Hellren-
Il riccio della sera precedente scoppiò a ridere -Sveglio? Oh, no, è il tuo odore di cane marcio che si distinguerebbe dovunque-
Sentii chiaramente i muscoli del licantropo contrarsi dalla rabbia.
-Non ti permetterò di fottermi la preda, pipistrello!- Disse avventandosi su di lui.
I due presero ad attaccarsi tra loro, sotto i miei occhi sempre più sconvolti, ero totalmente paralizzata.
Ad un tratto Zayn fece cadere l'altro ragazzo.
Dovevo fare qualcosa!
Presi una teiera e, mentre lui stava per dare il colpo di grazia al vampiro, gliela spaccai sulla testa.
Lo vidi contorcersi per poi accasciarsi sul pavimento e ritornare, lentamente, alle sue sembianze umane.
-Vieni, presto!- Gridò il riccio, prendendomi la mano.
-Lasciami- Mi divincolai -Non voglio essere la tua cena!-
-E non lo sarai- Disse calmo, prendendomi in braccio e saltando fuori dalla finestra.
-Non finisce qui! Io so chi sei veramente, Kelsey Smith! Lo so e me la pagherai.- Urlò Zayn dall'interno.




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Note:
Ed ecco il capitolo quattro!
Chi sarà realmente Kelsey?
Può darsi che il nostro intrigante licantropo si sia sbagliato?
Che ne pensate?
Scrivetemelo in una recensione! :)
Lasciatemi dei pareri e mi renderete felice
Baci. x
Faith.

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