Chi sei?
Cara
Giulietta,
e non ti
chiamo così perché io sono il tuo Romeo, non mi permetterai mai...ma perché in
cuor mio so che tu, che stai leggendo questa lettera, sei una ragazza.
Mi prenderai
per pazzo forse, ma questo è l’unico modo che ho di comunicare, ho degli amici
se è questo che ti stai chiedendo ma non sono abituato a parlare di me, allora
perché lo sto facendo con te?
Perché è più
facile parlare con un estraneo, piuttosto che con un tuo parente o conoscente,
tu non mi giudicherai mai, mi ascolterai e capirai come nessuno ha saputo fare.
Forse
troverai questa lettera tra un mese, un anno o un secolo...non ti dirò il mio
nome, è così importante saperlo? No, perché se sei qui ferma a leggere un pezzo
di carta vuol dire che anche tu la pensi come me, che cos’è un nome? Potrà mai
dirti quanta gioia o sofferenza c’è in quella persona? No! Io ti sto affidando
qualcosa di più prezioso, ti sto dando la mia anima, quindi custodiscila con
cura, ti prego.
Frequento
questa università proprio come te, non sono un emarginato anzi sono ben
integrato qui dentro ma nessuno mi conosce veramente.
Mio padre mi
ha abbandonato quando avevo tre anni e mia madre è morta quando ne avevo dieci,
ho vissuto per un periodo in un casa famiglia e ho cambiato famiglia
affidataria di anno in anno.
Non riesco
più a tenere il conto di quante persone abbiano cercato di farmi da madre e
padre, non perché io fossi irrequieto o dispettoso, loro non sapevano gestirmi
ero troppo silenzioso e poco collaborativo, non mi andava di giocare con
nessuno ed ero asociale al massimo.
Non che ora
parli tanto, ma mi sono fatto conoscere...e non solo dai ragazzi.
Non voglio
essere egocentrico e non voglio sembrare un’egoista ma ho una fila di ragazze
dietro di me, ma nessuna ha mai voluto davvero conoscermi, ne ho cambiate
davvero tante ma non c’è una che mi abbia trasmesso un po’ di amore.
Direi che le
ragazze di oggi sono tutte frivole e senza cervello ma non voglio offenderti,
perché sono sicuro che tu sia una delle poche persone pulite in questo mondo.
So che posso
fidarmi di te, non sveleresti mai i miei segreti, forse ci conosciamo già..così
vicini eppure così lontani, troppo romantico?
Ognuno di
noi è troppo impegnato a guardare altrove per capire che le cose importanti
sono al nostro fianco, sono lì che ci aspettano ma pensiamo che la felicità
debba essere un qualcosa di evidente, e invece no magari sono le piccole cose
di tutti i giorni, la felicità può essere silenziosa può arrivare a piccoli
passi senza fare rumore.
Non voglio
annoiarti oltre, mi fa piacere che tu sia arrivata fino a qui, vuol dire che ho
fatto bene a scrivere...Ora hai un pezzo di me e stranamente non ne sono
infastidito, mi fa piacere trasmettere qualcosa alle persone che incontro sulla
mia strada, e se con te ci sono riuscito posso solo dirti grazie.
Gin leggeva quelle poche righe così ricche di
significato, c’era dolore e sofferenza ma anche tranquillità e pace.
Ammirava quella persona, chiunque fosse, che nonostante
tutti i problemi che aveva avuto si era rialzato e aveva lottato.
Come si poteva affidare la propria anima a qualcuno senza
conoscerla, a scatola chiusa, poteva essere anche una persona senza cervello e
lui non se ne sarebbe importato avrebbe continuato a scrivere lo stesso senza
il timore di rivelare troppo di sé.
Ci voleva coraggio per fare questo, e lei non era
coraggiosa, lei scappava davanti alle difficoltà, stava rigirando quel pezzo di
carta tra le mani, da ore ormai.
Si era svegliata all’alba, la sera prima aveva preferito
non leggere ancora la lettera, adesso però tutte quelle parole rimbombavano
dentro di lei e non riusciva a dimenticarle.
Come avrebbe affrontato quella giornata?
Non lo sapeva, ma sentiva che qualcosa stava cambiando
per la prima volta nella sua vita, adesso aveva uno scopo anche lei, doveva
assolutamente capire chi fosse quel ragazzo.
Ma come aveva fatto a non accorgersi che a pochi passi da
lei ci fosse una persona così bella?
Chi ancora sapeva come si scrivevano le lettere, erano
tutti troppo appassionati ai social network per credere che un foglio e una
penna potessero trasmettere tanto.
Si alzò pronta ad affrontare quella nuova giornata ma con
spirito diverso, non avrebbe ancora detto nulla alle sue amiche doveva ancora
capire molte cose e per ora preferiva tenere quel piccolo segreto solo per sé.
-Ragazze ho una fame da lupi-
-Non avevamo dubbi Lena, per favore qualcuno le tolga
quei croissant dal naso o Gin non mangerà nulla questa mattina- sbottò Lexie.
-Ma a proposito dov’è finita? Tra dieci minuti cominciano
le lezioni- pensò Kate
-Sapete che ci vogliono le cannonate per svegliarla, avrà
fatto tardi-
-Becca non cominciare a fare la saputella per favore,
sono ancore le otto e mezza e non ti è ancora consentito- la rimbeccò Kate
-Ma lasciatela stare poverina, Becca è solo innamorata-
arrivò in suo soccorso Lexie.
-Ancora di quel Paul? Ma se è un imbecille colossale, non
alza il naso dai libri nemmeno se lo paghi, ma davvero cosa ti piace di lui?-
-La smettete, per favore? A me non piace proprio nessuno-
urlò rossa in viso ma le altre fecero un segno di nonchalance con la mano come
se non avesse proprio parlato.
-Uuuh eccolo!
Parli del diavolo e spuntano le corna!-
-Lexie!- la
richiamò la povera Becca sotto lo sguardo delle altre ragazze che erano pronte
per il duetto mattutino.
Quattro ragazzi entrarono dalla porta principale
richiamando l’attenzione di quasi tutte le ragazze del campus, non si poteva
dire certo che passassero inosservati e loro consapevoli facevano un’entrata
trionfale neanche stessero passando i Backstreet Boys
In realtà due erano quelli più conosciuti per la capacità
di cambiare ragazze con la stessa velocità con cui si cambiavano le mutande.
-Buongiorno madamoiselle. Lexie, Lexie già acida di prima
mattina, se non stai attenta ti verranno le rughe- commentò Alex con un sorriso
che la ragazza se avesse potuto, avrebbe strappato a morsi.
Tutti gli altri si accomodarono pronti a vedere lo
spettacolo della giornata, non era certo un mistero che Alex e Lexie facessero scintille ogni volta che si incrociavano.
Lui, bello e impossibile. Lei, la reginetta del campus.
Alex si divertiva a punzecchiarla e Lexie
sbottava come una pazza, era un botta e risposta continuo perché secondo lei,
lui non aveva un minimo di cervello ma era bello senza alcun dubbio e un pensierino
per una buona causa l’avrebbe fatto.
-Stai attento alle tue di rughe, almeno io ho un cervello
il tuo invece è in vacanza dalla nascita. Chi ti prenderà quando sarai
diventato brutto?-
-That’s amore-
canticchiò Sam.
Kate alzò i pollici in su nella sua direzione, la pensava
allo stesso modo come sempre, diceva che era l’unico di quel gruppo con un po’
di sale in zucca, e poi era divertente.
-E’ inutile che parlate come se noi non fossimo qui-
-Oh per favore, non cominciate!-
Lena esasperata alzò gli occhi al cielo, incrociò per un
attimo lo sguardo di Sam che ridacchiò e le fece l’occhiolino, quei due non la
contavano giusta ma ci sarebbe stato modo per spettegolare.
-Ragazzi io scappo a lezione, sono in ritardo-
s’intromise Becca timidamente.
-Ciao Becca, buona lezione!- risposero le ragazze.
Sam piantò un braccio nelle costole di Paul che per poco
non si affogava con la ciambella.
-Ma sei impazzito? Dillo che mi vuoi morto-
-Non hai la stessa lezione di Becca? Muoviti o farai
tardi!-
A Sam non importava nulla del suo ritardo, ma decise di
far leva sul punto debole di Paul, ovvero i libri, per dargli una spinta.
Tutti avevano capito che a Becca piacesse, l’unico
rincitrullito era proprio il ragazzo che sembrava il bello addormentato nel
bosco.
-Eccomi!- urlò una voce da lontano, una chioma rossa
comparve davanti ai loro occhi in un attimo
-Alla buon’ora!-
-Scusate, non ho controllato l’orario ho fatto una
nottataccia- si sedette e prese un grosso respiro dopo la corsa appena fatta.
-Chi ha mangiato la mia conchiglia alla crema? Lena sei
stata tu!-
-Ehm scusa, avevo fame-
Mancava poco che si mettesse a piagnucolare come una
bambina, ma era la sua preferita.
-Tieni, prendi la mia. Io non la voglio-
Si voltò lentamente alla sua sinistra pensando di star
ancora dormendo, Mark si era scomodato per lei? No questa era da segnare sul
calendario come evento unico e irripetibile.
-Mark stai bene?-
si preoccupò Alex, il suo migliore amico.
-Vado a lezione, ci si vede- si alzò e si allontanò dal
gruppo.
Gin lo seguì per tutto il tragitto fino a quando non
scomparve dalla sua vista, era la prima volta che le rivolgeva la parola, si vabbè era un tipo taciturno ma con le altre almeno un
“ciao” ogni tanto usciva dalla sua bocca, era così insignificante da non meritarsi
nemmeno un saluto?
Il gesto di cortesia che le aveva fatto venne spazzato
subito via dalla sua rabbia cieca nei confronti di quel ragazzo impertinente,
che si credeva di essere il mondo dell’universo.
Non capiva come le ragazze potessero cadere ai suoi
piedi, si insomma era affascinante ma lei che se ne faceva di un tipo
affascinante se poi aveva un carattere insopportabile?
-Non pensarci Gin, davvero. E’ fatto così!- dissero i due
ragazzi rimasti ancora lì
-Ed è fatto male!- sbottò prima di ingozzarsi con la sua
conchiglia, alla faccia di quel grande pallone gonfiato.
Voleva la guerra? Mark aveva trovato pane per i suoi
denti, non l’avrebbe passata liscia.
Quando tutte le lezioni furono finite, nel primo
pomeriggio Gin andò a chiudersi in biblioteca.
-Ginny aspettami,
vengo con te-
Solo Becca poteva chiamarla in quel modo, sorrise alla
ragazza e si avviarono.
-Tutto bene, oggi?-
-Si, grazie. A te?-
-Al solito, ma perché non sono convinta della tua
risposta?-
La scrutò in volto, capiva quando le sue amiche avevano
un problema, si leggeva in faccia.
-No, nulla di importante-
-Si tratta dell’università?-
-No no, va alla grande. E’ Paul il mio problema- sospirò
affranta.
Becca era cotta di Paul da un anno ormai, ma lui non la
considerava nemmeno di striscio, era sempre gentile e premuroso ma non si
sbilanciava mai.
Lei conosceva bene Paul, era il suo migliore amico, ma a
volte non lo capiva. Non si era mai posta il problema perché sembrava non aver
notato nessuno, sapeva che era concentrato sui suoi studi ma sembrava cieco
come una talpa eppure aveva gli occhiali.
-Lo sai com’è fatto! Non è che non ti nota, pensa ai suoi
studi e forse al momento non è interessato a nessuna relazione-
-Hai ragione, ma io non posso aspettare in eterno che si
accorga di me. Devo pur togliermelo dalla testa-
La abbracciò e si promise che l’avrebbe aiutata, avrebbe
parlato con Paul per capire se la sua amica avesse una speranza, quando si
separò da Becca andò dritta nel posto in cui aveva trovato la prima lettera ma
quella volta non ne trovò un’altra.
Era delusa, sperava di poter conoscere ancora quel
ragazzo e di leggere qualcos’altro di lui, che l’avesse aiutata a capire chi
fosse, forse non avrebbe più scritto anche se in cuor suo desiderava il
contrario.
Girò in lungo e in largo la biblioteca, forse aveva
cambiato luogo ma ovviamente il suo fu un buco nell’acqua.
-Sta cercando qualcosa, posso aiutarla?-
-Oh no, io avevo perso un fermaglio ecco!-
Cercò di trovare una scusa plausibile, ma lo sapevano
tutti che lei non era in grado di dire bugie.
-La biblioteca sta per chiudere, se ha finito dovrebbe
andarsene-
Ma quant’era simpatica quella ragazza!
-Si certo, vado via subito-
Sbuffò l’ennesima volta per non aver trovato la lettera,
che stupida che era, succedeva sempre la stessa cosa, quando si intestardiva
nessuno le faceva cambiare idea e adesso volevo scoprire chi era quel ragazzo.
Camminò ancora un po’ tra i corridoi prima di raggiungere
la sua stanza, ma all’improvviso si bloccò, le era sembrato che qualcuno la
stesse seguendo.
Si voltò ma non vide nessuno, e quando fece qualche passo
avanti una chioma nera si era infilata in una stanza, aveva qualcosa di
familiare ma non sapeva spiegarsi chi fosse.
Forse si era solo impressionata, magari non stava
seguendo proprio lei.
Eppure avvertiva una strana sensazione, e lei non si
sbagliava mai...infatti quando una mano le tappò la bocca e la trascinò nel
buio, si promise mentalmente di leggere meno gialli...
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Buon sabato ragazze!
Mi scuso per il ritardo ma tra l’università, problemi di
salute, di cuore xD e l’altra storia ho avuto
pochissimo tempo.
Spero che con questo capitolo mi perdonerete più
facilmente.
Ho voluto presentarvi anche l’altro gruppo di amici, perché
come vedrete in seguito saranno presenti e coinvolti nelle questioni delle
ragazze.
La storia di Gin è quella principale, ma ritaglierò uno
spazio anche per gli altri personaggi che io adoro.
Cosa ne pensate della lettera? Chissà chi sarà, è ancora
presto per dirlo.
Grazie mille perché le visite sono tantissime, e questo
mi riempie di gioia.
Spero di leggere qualche opinione in più, se volete
ovviamente! ^^
Un bacio, a presto
LadyJ