Le mie memorie di Ortceps (/viewuser.php?uid=457601)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1° Capitolo ***
Capitolo 3: *** 2° Capitolo ***
Capitolo 4: *** 3° Capitolo ***
Capitolo 5: *** 4° Capitolo ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Le
mie memorie
Le mie memorie
Ho
avuto un padre, ma mai un papà.
Ho desiderato un papà e ho odiato mio padre; nella mia
vita ci sono poche cose belle ed esse mi hanno portato più
dolore di quelle
brutte.
Ho avuto una madre che mi ha amato più di quanto amava
mio padre e questo ha fatto si che la sua ira incombesse su di me; ora
ho un
drago, l’uovo si è schiuso solo da una settimana e
ha già provato così tanto
dolore; chissà se un drago può odiare il suo
cavaliere, è colpa mia se ha
sofferto, soffre e soffrirà; è la cosa
più bella che mi sia capitata e allo
stesso tempo ciò che mi ha fatto diventare servo di questo
re.
Non odierò mai il piccolo drago che ora mi dorme sulle
ginocchia mentre scrivo, credevo che la vita portasse uguale sfortuna a
tutti
gli uomini ma non ne sono più sicuro; forse i torti di mio
padre si ritorcono
contro di me, forse lui è morto prima di ricevere la sua
dose di sfortuna che
ora grava su di me.
La vita è un forse e forse migliorerà, non ci
spero
troppo meglio non illudersi; sicuramente ora che ho giurato
fedeltà a
Galbatorix dovrò eseguire i suoi ordini, ma
in ogni parola c’è una via traversa; questo posso giurarlo
cercherò di ostacolarlo
il più possibile; ma non sacrificherò mai il mio
compagno, è tutto per me.
Solo quando l’uovo rosso si è schiuso davanti a me
ho
dovuto rinunciare alla mia convinzione di morire in quelle segrete;
sarei morto
pur di non giurare fedeltà al re, ma quando quel drago mi ha
guardato ho capito
che la sua vita valeva più di qualunque altra, se rinuncio
alla mia vita lui
non avrà mai la sua e per quanto dolorosa potrà
essere ha il diritto di provare
a migliorarla; il dono che quel drago mi ha fatto quando ha impresso su
di me
il gedwëy ignasia è anche un castigo sia per lui
che per me.
Ora sono qui, in questa lussuosa stanza del palazzo di Galbatorix
a scrivere; la candela illumina i fogli bianchi, scrivo
perché voglio lasciare
una memoria di me con inciso tutto quello che subirò, non
per essere biasimato
come una povera vittima, voglio solamente lasciare un ricordo di chi
sono prima
di cambiare; cambierò e ho paura di diventare come mio
padre, ho paura.
Cercherò in tutti i modi di restare fedele a me stesso ma
niente può prepararmi a quello che deve venire, lo so
perfettamente, ma non
voglio essere com’era mio padre, il suo sangue scorre in me,
persino mia madre
è stata corrotta da lui senza nemmeno una goccia del suo
sangue nelle vene, io
ora mi trovo a camminare tra un baratro e un altro, se non metto un
piede d’avanti
all’altro senza sbilanciarmi potrei cadere e non risorgere
più.
Giorno
Primo Mattina, nelle mie stanze
Ieri sera ho scritto in preda allo sconforto; questa
mattina mi sento decisamente meglio, le mie idee non sono cambiate ma
mi si è
acceso un barlume di speranza; ieri avevo dormito quasi tutto il giorno
per
riprendermi dalle torture di Galbatorix, la mia carene è
stata guarita ma
dovevo recuperare mentalmente.
Appena sveglio mi sono subito posto un problema: il nome
del piccolo drago; ho pensato a varie opzioni: alcuni nomi
nell’antica lingua,
nomi di draghi vissuti nel passato ma nessuno mi convince; voglio che
il mio
compagno abbia un nome che lasci intuire tutta la sua essenza, quando
si è
svegliato ho visto i suoi occhi per la seconda volta e non
c’era rancore in
essi, non ancora; ora si diverte arrampicandosi sulla mia schiena
stracciandomi
la maglia, arriva fin sopra la mia testa, annusa i miei capelli ed
emette un
piccolo vagito d’orgoglio, ha conquistato la sua meta e ne va
fiero; ho pensato
di chiamarlo sangue, ma ho scartato subito l’idea, non
è questo che è.
Non so quando il re mi convocherà, spero più
tardi
possibile ma credo che già domani possa accadere.
Giorno Primo Sera, nelle mie stanze
Mi hanno servito la colazione, il pranzo e la cena nelle
mie stanza; hanno portato della carne per il piccolo drago, ha
già rovinato l’armadio
cercando di scalarlo, mi fa dimenticare la mia situazione; non ho molto
da
scrivere, a parte che ho pensato nuovamente al nome del cucciolo e i
risultati
sono deprimenti.
Credo che ora andrò a dormire, non so cosa mi aspetta
domani e vorrei trovarmi pronto.
Giorno
Secondo Prima
dell’alba, nelle mie stanza
Mi sono svegliato presto e coperto di sudore, ho sognato
qualcosa di orribile, ma ricordo solo frammenti di quel sogno: mi
trovavo in
una culla da bambino, sentivo la voce di mia madre cantare una
ninnananna, la
scena cambia e ho sul petto un cucciolo di drago; cambia continuamente
colore:
nero, blu e rosso; con i suoi artigli squarcia la mia gola di neonato,
succede
qualcos’altro ma non ricordo cosa.
Dovrei farmi un bagno per distendere i nervi.
Giorno
Secondo Primo
pomeriggio, nelle mie
stanze
Credo che il bagno mi abbia fatto bene, ho riorganizzato
le idee e ho trovato … Stanno bussando alla porta e il
pranzo è già arrivato.
NOTE
DELL’AUTRICE: Salve,
spero che questo primo capitolo abbia attratto qualcuno, è
molto
corto essendo solo un prologo. Spero che qualcuno mi dia la sua
opinione, lasciandomi una recensione, perchè non so neanche
se continuare.
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Capitolo 2 *** 1° Capitolo ***
Le
mie memorie
Le mie memorie
Giorno
Secondo Tarda Sera, biblioteca
privata
Non ho molto tempo per scrivere, quindi scusate la mia
calligrafia; sono nella biblioteca privata del re, esso mi ha assegnato
alcune
letture sulla magia nera, si è assentato un momento e io ne
approfitto per
descrivervi la biblioteca, ora che sono qui e la vedo bene: una sala
rettangolare, quando si entra si è accolti da due file di
scaffali che lasciano
un passaggio nel centro, a uno scaffale se ne antepone un altro fino a
formare
due file che arrivano all’altra parete, tra uno scaffale e
l’altro vi è un
piccolo corridoio per accedere ai tomi in esso contenuti. Al centro
esatto della
stanza gli scaffali si aprono a cerchio e un grande tavolo torreggia
nel mezzo;
io sono seduto a quel ….
Giorno
Terzo Poco dopo mezza notte,
nelle mie stanze
Prima nella biblioteca mi hanno interrotto, ma quello che
stavo scrivendo non era niente di importante, ho molto più
da dire, ma sono
piuttosto stanco quindi cercherò di essere breve: il re mi
ha convocato, per
prima cosa mi ha chiesto con falso interesse come mi sentivo; non ho
risposto a
nessuna delle sue domande sul mio stato di salute, ho mantenuto un
silenzio
ostinato, solamente quando mi ha informato che avrebbe imposto un
incantesimo
al mio piccolo compagno per accelerarne la crescita ho protestato
vivamente,
con parole che non mi sarei nemmeno sognato di pronunciare, con il solo
risultato di farlo ridere; dopo che la sua risata si è
spenta ha pronunciato
queste esatte parole:
“Piccolo caro, non volevo arrivare al punto di punirti,
ma devi imparare ad avere rispetto” ogni sillaba mi
è rimasta impressa nella
mente, come il fuoco scotta la pelle; dopo che Galbatorix ha
pronunciato poche
parole nell’antica lingua, che non ho compreso a fondo; ho
sentito un dolore
straziante tormentarmi la pelle: sembrava quasi che essa volesse
strapparsi,
non come un taglio che incide la pelle, ma come se mille mani la
tirassero in
ogni direzione e
cercassero di
lacerarla; non è durato molto, ma mi sembrava che il mio
corpo avesse scelto di
no obbedirmi più e liberarsi della pelle che lo circonda;
sentivo i guaiti del
piccolo draga che piangeva il mio dolore.
“Spero che tu abbia compreso il significato del rispetto,
piccolo” ha detto il re dopo aver interrotto il flusso di
magia che mi
straziava; mi sono accasciato a terra cercando dell’aria da
respirare, non
riuscivo più a formulare pensieri concreti, vedevo solo il
re che imponeva un
incantesimo al mio compagno. Mi ha portato in biblioteca e
lì mi ha assegnato
due tomi da leggere in due giorni, sono rimasto lì per altre
due ore a leggere
il primo dei due libri.
Ora mi trovo qui ha riferire tutto ciò che è
successo;
spero di essere stato abbastanza esaustivo, ora però vado a
riposare …
Giorno
Terzo Mattina, nelle mie stanze
Poco fa ho riletto Quello che avevo scritto nei primi
giorni e per caso ho trovato il nome perfetto per mio compagno:
Castigo, è un
giusto nome, essendo lui l’unico motivo per cui sono qui,
è una punizione per
me; ma essa avvolgerà anche i miei nemici, con uguale o
più furia. Sento già il
suo spirito combattivo, lui combatterà per me e io per lui;
nessuno dei due
vivrà senza l’altro, non siamo mai stati
più soli di quando siamo insieme,
sento quello che prova e così lui, ma insieme siamo soli
perché insieme siamo
drago e cavaliere che servono un re odiato da tutti; siamo drago e
cavaliere
che vogliono sconfiggere l’unica speranza di Alagaesia.
Insieme siamo Castigo e
Murtagh, insieme siamo noi e solamente noi.
Ho chiesto a Castigo se gli piaceva il nome che ho scelto
per lui, ha vagito entusiasta, anche se non sono sicuro che ne sappia
il
significato; sa già qualche parola e le ripete entusiasta
nella sua mente, ora
sta facendo così anche col suo nome: Castigo, Castigo
… continua a dire felice,
credo che ora sappia di avere un’identità, il
poter dire “io” lo rende felice
ma ora più dire anche “noi”. Questo mi
fa pensare hai tredici draghi rinnegati,
a essi era stato tolto il loro “io”, non
possedevano nemmeno un nome, non
potevano dire cosa piacesse loro e credo che fosse una punizione troppo
alta
anche per il loro tradimento; non augurerei mai a nessuno di rinunciare
alla
propria individualità, è come vivere una vita
senza sapere che è la tua perché
tu non puoi più dire “mia”, non hai
volontà.
È cresciuto molto da ieri, mi arriva già alla
coscia e
non credo che potrò dormire nel letto con lui ancora per
molto, credo che in
meno di due settimane potrebbe essere pronto perché io possa
cavalcarlo, già
vola in giro per la stanza planando dall’armadio su chi mi
porta da mangiare,
questa mattina è balzato sulle spalle di un uomo sui
quarant’anni che è
ruzzolato a terra versando il latte, ho riso come non facevo da molto,
lui mi
fa sentire bene e allo stesso tempo in colpa per obbligarlo a servire
Galbatorix.
Giorno
Terzo
Tarda Sera, sala da bagno
Sono nella vasca, immerso nell’acqua calda; il re mi ha
mandato a chiamare prima di pranzo e mi ha assegnato ai gemelli che
hanno
iniziato a istruirmi sulla magia; sono insegnanti a cui piace molto
punire i
loro alunni, ho iniziato col sollevare piccoli sassi e scagliarli
contro
precisi obbiettivi, quando il sasso non centrava il bersaglio allora veniva scagliato su di me, ho imparato
l’antica lingua da
bambino e così anche a usare la spada, ora
mi devo dedicare ha imparare i vari incantesimi ma prima a utilizzare
la
magia; solo quando sono diventato cavaliere la magia si è
risvegliata dentro di
me, prima non avevo capacità magiche. Nel pomeriggio sono
andato nell’arena
dove il re ha assistito al mio incontro contro cinque dei suoi soldati
contemporaneamente; dopo essere riuscito a stordirne tre gli altri mi
hanno
sopraffatto costringendomi a terra, dopo un ordine del re mi hanno
iniziato a
picchiare mentre la voce di Galbatorix mi risuonava nella testa:
“Questo è
quello che succede a non essere all’altezza dei propri
compiti, piccolo” la
rabbia mi ha dato la forza di resistere al pestaggio, quando i due
rimasti si
sono allontanati non riuscivo più a muovermi, un guaritore
ha lenito il mio dolore
e mi ha riportato nelle mie camere, sono rimasto sdraiato sul letto in
compagnia di Castigo, fin quando la porta di legni si è
aperta rivelando la
figura di Galbatorix: “Stai meglio mio caro?” Mi ha
chiesto con falso
interesse, “Vedi, io non vorrei punirti me tu ti comporti
male …” ha continuato
senza curarsi della mia risposta, Castigo ha emesso un basso ringhio;
“Credi
che sia così crudele come ti ha detto Murtagh? Vedi io so
essere molto generoso
con chi mi soddisfa, ma chi mi disubbidisce deve essere punito;
è una cosa che
imparerete in fretta. Ma sono venuto qui per dirti che i tuoi prossimi
giorni
si svolgeranno tutti come oggi: la mattina andrai coi gemelli e dopo ti
allenerai nell’arena, fino all’ora di cena e dopo
che avrai mangiato ti
dedicherai ad imparare gli incantesimi che ti ho assegnato”
detto questo è
uscito.
NOTE
DELL’AUTRICE:
Spero che il capitolo sia bello, inizia un po’ di azione; il
cavaliere
rosso ha trovato il nome per il suo drago e il nostro re è
più odioso che mai,
per non parlare dei gemelli.
Ringrazio e_lily
che ha recensito e la saluto
calorosamente, spero che anche qualcun altro recensisca.
Ciao, Chiara
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Capitolo 3 *** 2° Capitolo ***
Le mie memorie
Le
mie memorie
Giorno Quinto Tarda Sera, nelle mie stanze
Per qualche giorno ho fatto esattamente come ha detto
Galbatorix, non vado fiero di me per questo ma sono talmente stanco che
non ho
nemmeno la forza per ribellarmi, ora Castigo non può nemmeno
dormire con me per
via delle sue dimensioni, rimane nella sala del trono il più
lontano possibile
dal drago del re. Ha iniziato a volare da poco, Castigo, ma
è bravissimo sono
molto fiero di lui. Non credo che potrò scrivere per alcuni
giorni, ho a
malapena il tempo per dormire; so solo che per ora i Varden hanno
sospeso la
loro avanzata ne Surda, il re crede che sia per via
dell’addestramento di
Eragon; dice che quando tornerà sarà
più forte ma che io lo sarò il doppio e lo
porterò da lui, così da poter creare un nuovo
ordine dei cavalieri e mettere
fine a questo inutile spargimento di sangue; io ho assentito ma, non lo
so,
certò sarò più forte di lui, lo sono
già, ma non so se riuscirò a disubbidire
come ho pensato.
Giorno
Nono Pomeriggio
inoltrato, campagna
Sono tra i campi ho appena volato, è la cosa più
bella
che mi sia mai capitata; la libertà del cielo
però mi fa sentire ancora più
triste perché so che a terra mi aspettano catene, catene
d’oro ma pur sempre
catene, che mi manovrano come un burattino, ma io non lo sono e non lo
sarò
mai, un burattino. I gemelli non mi insegnano più
l’arte della magia, ho
superato il loro livello; è il re in persona che si occupa
della mia
istruzione; ieri mi ha mostrato la
sua
collezione di Eldunarì, non ha preteso quello di Castigo,
non glielo avrei
concesso, avrebbe dovuto ucciderci entrambi. Ha detto che ne avrei
potuto
portare con me cinque, accingere alla loro energia; lo farò
accingerò alla loro
energia, perché Castigo non deve morire e se
dovrò uccidere Eragon per tenerlo
in vita lo farò, anche se preferirei evitarlo.
Giorno
Ventunesimo Mattina presto,
nelle mie stanze
Fra qualche giorno partirò per le Pianure Ardenti, da
quel poco che sono riuscito a capire è che Eragon
è li, i Varden sono pronti
all’attacco; io devo arrivare a battaglia inoltrata; io e
Castigo saremo la
sorpresa, così ci ha definiti Galbatorix; sono molti giorni
che non scrivo le
uniche novità sono le cicatrici sul mio corpo; ma verranno
guarite prima della
mia partenza. Il mio compito è condurre Eragon e Saphira al
palazzo vivi; lei è
l’unica dragonessa e le sue uova servono più di
quanto possa servire in
battaglia; se il re potesse uccidere Eragon e avere solo la sua
compagna non
esiterebbe. Sembra che anche gl’elfi si stiano muovendo,
così come i nani.
Giorno
Ventiduesimo Pomeriggio,
libertà del cielo
Eragon è mio fratello minore. La frase di buona fortuna
del re è stata questa; com’è ironica la
vita, voi non credete? Entrambi figli
di un cavaliere e cavalieri a loro volta, ma io sarò quello
odiato.
Giorno
Ventitreesimo Notte fonda, da
qualche parte vicino alla battaglia
Ho viaggiato da solo, un cavallo non può tenere il passo
di un drago; domani arriverò a scatenare l’inferno
per chi si oppone al re e
per il mio fratellino, che strana parola pronunciata da me; ho sempre
pensato
di essere figlio unico, l’unico a soffrire in questo modo;
non sono figlio
unico ma rimango il solo a soffrire. Non so se odiare quel ragazzino o
amarlo;
ma credo di dover eliminare i miei sentimenti, se lo odiassi allora
dovrei
portarlo da Galbatorix e la mia speranza di libertà sarebbe
eliminata per
sempre; ma se lo amassi, allora credo che sarebbe ancora peggio,
perché non so
se riuscirà a vincere questa guerra e non voglio il dolore
di un’altra perita
nel mio cuore; non so nemmeno se riuscirei ad amarlo, lui e la speranza
che
porta, da solo pena al mio cuore.
Castigo è magnifico con l’armatura,
sembra fatto per indossarla; mi
ricordo la sua prima fiammata pochi giorni fa; ho provato
così tanto orgoglio
che quasi ho gridato, lui è l’unico a cui dovrei
aggrapparmi; solo una cosa gli
rimprovero: trova inutile che io scriva, ma per me è
importante e forse più
avanti capirà.
Giorno
Venticinquesimo
Alba, a terra
diretto verso
Urbaen
Sto tornando ma ho paura del mio ritorno, lui mi aspetta
per punirci in modo esemplare; riderò durante la sua
punizione, perché non mi
ha ancora piegato, perché noi nonostante tutto siamo liberi.
Non ho catturato
Eragon, il cavaliere, mio fratello; non perché non ci sia
riuscito, la cosa mi
ha anche divertito, il suo sguardo quando gli ho detto che siamo
fratelli e
quando ho preso Zar’roc; non potrò mai dimenticare
i suoi occhi spalancati.
Provo pena per lui ora che da sa che padre orribile è nato.
Chissà se si
chiederà se gli assomigli? Se dentro di lui
c’è quella vena maligna?
Giorno
Ventiseiesimo Sera, nelle mie stanze
Mi sono ripreso solo ora dal benvenuto del re; per un
secondo ho pensato che mi avesse trafitto gl’occhi con una
lancia, il dolore
lancinante è durato pochi secondi, ma non sono riuscito a
vedere per un intero
giorno; ma sono felice Castigo mi ha detto di non aver sentito nulla,
non so se
dica la verità o mi stia mentendo per non farmi preoccupare.
NOTE
DELL’AUTRICE: Salve
a tutti … non so
cosa dire quindi: spero che vi sia piaciuto e …
Ciao, Chiara!
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Capitolo 4 *** 3° Capitolo ***
Le mie memorie
Le
mie memorie
Giorno Cinquantesimo
Sera, nelle mie
stanze
I Varden avanzano e io mi sposto dal palazzo reale al
campo di battagli, questo stanca molto Castigo, ma lui è
forte; sento che la
mia vita è stravolta, ogni punto fisso mi sta cadendo
addosso.
Sto cambiando, sono più rude e scortese, sempre
arrabbiato e mi sembra di scoppiare; ieri mi sono accanito contro un
soldato,
quando mi sono fermato era in fin di vita; nemmeno Castigo è
riuscito a fermarmi
e ora non ho il coraggio di andare a fargli visita, di chiedere scusa,
non
voglio; infondo è anche colpa di quell’uomo se
sono stato catturato, ma che
dico? Non so più a chi dare la colpa, è solo mia,
non posso fuggire dalla verità,
forse ho sbagliato ha cercarla.
Mi manca Eragon, è mio fratello e l’ho accettato,
non
credo che lui possa farlo ma è l’unica famiglia
che ho; non voglio che soffra
per colpa mia, ma nemmeno io voglio soffrire.
Giorno
Sessantatreesimo Pomeriggio,
biblioteca
Oggi sono andato a colloquio col re, lui ha esposto il
desiderio che io uccida Nasuada; dopo l’ultimo fallimento
dell’esercito
imperiale e la tentata uccisione di Saphira con la lancia, di cui ora
mi sfugge
il nome; il re ha deciso di dare una svolta ha questa guerra.
Mi sono opposto, con diplomazia, altrimenti avrei sortito
l’effetto contrario del farlo ragionare.
“Sire, Nasuada è riuscita a farsi seguire dai
ribelli, da
elfi e nani; grazie all’aiuto del cavaliere, certo, ma vista
la sua giovane età
è da ammirare; da morta non servirebbe a molto ma se voi
riusciste a farle
giurare fedeltà sarebbe un’arma a nostro
vantaggio”
Non so perché l’ho difesa, forse perché
non voglio che
altri innocenti muoiano sotto la mia spada; certo, lei non è
innocente ma ne ha
l’aspetto e mi sentirei comunque in colpa se dovesse morire a
causa mia.
Il re ha trovato la mia proposta molto matura e ha
accettato, non ha cantato
le mie lodi,
no, però so che la mia idea l’ha stupito e
eccitato allo stesso tempo; vuole
infoltire la sua collezione di servi e Nasuada sarebbe un piccolo ma
raro
gioiello.
Giorno
Ottantaquattresimo Sera,
segrete
Sto guardando Nasuada svenuta e legata, è stato
relativamente facile catturarla; quanto sono sciocchi i Varden, avremmo
potuto
spazzarli via in quell’unica sera; nessuna protezione magica
circondava l’accampamento.
Quando la ragazza si sveglierà rimpiangerà non
essere
stata più accorta nelle difese magiche, se Galbatorix
effettuerà anche solo la
metà delle torture che ho subito io, la ragazza non
resisterà a lungo.
Ora è meglio che vada, non voglio trovarmi qui al suo
risveglio.
Giorno
Ottantottesimo
pomeriggio,
biblioteca
Oggi sono iniziate le torture, l’ho sentita gridare contro
di me e Galbaorix, ma contro di lui ho gridato anch’io;
quando ho poggiato il
ferro arroventato sulla sua carne e lei ha urlato le mie vecchie
cicatrici, dovute
alla stessa tortura hanno gridato con lei.
Giorno
Novantaseiesimo
Notte, nelle mie
stanze
Sto iniziando a pensare che forse sarebbe stato meglio se
fosse morta; sono andato a trovarla questa sera, l’ho coperta
col mantello e
abbiamo parlato, io ho parlato lei ha solo ascoltato; ero ubriaco e lo
sono
ancora.
Forse quello che provo per lei non è pena, forse
è amore;
mi sono innamorato perché lei è prigioniera come
me, forse non posso dire perché
mi sono innamorato; l’amore non ha
perché….
Scusate le frasi sconnesse ma l’alcol mi fa un brutto
effetto.
NOTA
DELL’AUTRICE: Salve,
spero che il capitolo anche se corto sia carino.
Ciao, Chiara!
|
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Capitolo 5 *** 4° Capitolo ***
Le mie memorie
Le
mie memorie
Giorno Centocinquesimo
Notte, nelle mie
stanze
Questa è la mia prima scritta da uomo libero e
sarà anche
l’ultima; non c’è molto da dire,
Galbatorix è morto e con lui il suo regno di
terrore.
Mio fratello si è dimostrato all’altezza di
quell’arduo
compito, ma forse nessuno saprà o crederà mai che
anche io ho fatto la mia
parte per uccidere il tiranno.
Non sono restato, non con Nasuada, non con lei; non ho
ben capito quello che provo, provavo; forse era amore, per lei
è amore! Forse
non lo è per me, credo che aiutarla è stato un
modo per assolvere i miei
peccati. Cos’avevo in mente? Per quante persone io possa
aiutare non cancellerò
i miei peccati, nessuno se ne dimenticherà e nei racconti
verrà narrato come
mio fratello ha sconfitto il tiranno e il suo fedele servitore: io.
Ho lasciato tutti, io e Castigo siamo scappati; da noi
stessi e dal mondo. Nasuada sperava che restassimo ma noi non possiamo,
forse
nemmeno vogliamo; forse faremo ritorno quando avremo capito chi siamo,
forse
moriremo cercando noi stessi, forse sarà proprio scoprire
chi siamo a
ucciderci.
Spero solo che un giorno Nasuada e mio fratello possano
trovare una persona che gli starà vicino e li
sosterrà, quella persona non
posso essere io.
Ho scoperto di avere una nipote, o meglio, Eragon ha una
nipote; io non ho nemmeno conosciuto il padre; sono sicuro che
sarà meglio per
entrambi stare lontani, la bambina non si vergognerà di me e
io non dovrò
provare amore per una persona che saprò di deludere.
Ora devo dire addio, manderò queste poche pagine al re
dei nani; nella speranza che possa capire le ragioni del mio gesto, non
cerco
il perdono.
NOTA
DELL’AUTRICE: Ecco
l’ultimo capitolo, so che è corto
ma spero che sia comunque “bello” (decente).
Ciao a tutti, Chiara!
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