You told me to follow my dreams

di Fun_for_life_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** introduzione ***
Capitolo 2: *** Primi giorni a New York! ***
Capitolo 3: *** Il grande giorno ***
Capitolo 4: *** The best is yet to come ***
Capitolo 5: *** What's happening? ***
Capitolo 6: *** You are my dream coming true ***
Capitolo 7: *** Troubles.. pt 1 ***
Capitolo 8: *** Troubles.. pt2 ***
Capitolo 9: *** Sorpresa! ***
Capitolo 10: *** A new love for Jack ***
Capitolo 11: *** Il primo litigio ***
Capitolo 12: *** Happy Birthday! ***
Capitolo 13: *** The perfect night, with the perfect person ***
Capitolo 14: *** Things couldn't go better ***
Capitolo 15: *** First days alone ***
Capitolo 16: *** Uno spavento terribile.. ***
Capitolo 17: *** Something is going wrong.. ***
Capitolo 18: *** Some nights I don't know anymore.. ***
Capitolo 19: *** What am I going to do now? ***
Capitolo 20: *** A break from you. ***
Capitolo 21: *** Me, You, toghether...? ***
Capitolo 22: *** What am I doing..? ***
Capitolo 23: *** I can't go on like this.. ***
Capitolo 24: *** Gli ultimi saluti. ***
Capitolo 25: *** After all this time, again in your arms. ***
Capitolo 26: *** Only time can make me understand what to do ***
Capitolo 27: *** Don't worry, be happy! ***
Capitolo 28: *** A new hope, ***
Capitolo 29: *** Some nights I say fuck it all. ***
Capitolo 30: *** Show me how no one's ever gonna stop us now. ***
Capitolo 31: *** And for the first time, after a long time, i feel alive! ***
Capitolo 32: *** Stay with me forever. ***
Capitolo 33: *** If everything happens for a reason, what is this for? ***
Capitolo 34: *** Falling down. ***
Capitolo 35: *** Will you marry me? ***



Capitolo 1
*** introduzione ***


Salve a tutti! Questa è la prima volta che provo a scrivere qualcosa! Quindi abbiate pietà di me! >.< spero vi piaccia! Ci vediamo giù! (:

 

Ero in camera mia,e ascoltavo l'unica cosa che poteva tirarmi su di morale, i Fun., mentre preparavo la mia valigia per andare a New York e ripensavo a come fosse la mia vita solamente due settimane fa. La mia vita era perfetta, o almeno così pensavo. Avevo tanti amici, ero amata da tutti, ero molto popolare, ma poi qualcosa cambiò. Era l'ultimo giorno di scuola, quando il ragazzo che mi piaceva mi fece sentire una canzone, era assolutamente meravigliosa!
"Come si chiama?? Chi la canta??" chiesi impaziente di ricevere una risposta.
"La canzone si chiama "I wanna be the one" e la cantano i Fun." disse sorridendo nel vedere la mia gioia nell'aver scoperto questa meraviglia di gruppo. Mi avevano davvero colpita, tanto che feci subito una ricerca e la sera stessa mi ritrovai ad ascoltare le loro canzoni per la millesima volta. Ero colpita dalla magnifica voce di Nate, che era assolutamente fuori dal comune, dall'energia di Jack e dalla dolcezza di Andrew che emergevano in tutte le interviste.
Col passare dei giorni iniziai a non ascoltare altra musica se non quella dei Fun. e iniziai a parlarne con tutti, avrei passato ore intere a parlare di quei tre e della loro musica. Pochi giorni dopo, una mia "amica",Maria, mentre le parlavo dei Fun. mi zittì.
"Syria, sei troppo popolare per poter ascoltare una band così poco conosciuta, perderai la tua popolarità se continuerai così" inizialmente rimasi molto colpita da quelle parole, al solo pensiero di poter rimanere sola, mi vennero i brividi, io non sopportavo rimanere sola, quella era la mia paura più grande. Così cercai di non ascoltare più i Fun. però quel pomeriggio stesso, mi ero già trasformata. Ero nervosa, e la mia migliore amica se ne era accorta subito, così cercò di estrapolarmi delle informazioni, però non riuscì ad averle, non sapevo nemmeno io perchè fossi così nervosa, finchè poi la domanda di Rosaria, non mi illuminò.
"Hai scoperto qualche nuova canzone dei Fun.? " chiese per cercare di cambiare il discorso.Quando realizzai che non avevo trovato nessuna canzone capii che fosse proprio quello il problema, ero sorpresa da come in così poco tempo i Fun. fossero entrati a far parte della mia vita, di come non potevo fare a meno di ascoltarli. Mi fiondai al computer e lo accesi, e misi le loro canzoni, che mi tranquillizzarono subito, e dopo aver spiegato tutto a Rosaria, ci stendemmo sul letto e mano nella mano, ci addormentammo, dopo esserci fatte cullare da quella melodia.
Si fece mattina, la suoneria del cellulare mi aveva svegliata, con una voce assonnata e gli occhi ancora chiusi risposi.
"Pronto?"
"Syria ma dove cavolo siete tu e Rosaria?" era Alessio, il mio migliore amico "Vi siete forse dimenticate che dobbiamo vederci con gli altri fra meno di 10 minuti alla spiaggia??" Spalancai gli occhi
" Nono! certo che non mi sono dimenticata, abbiamo solo avuto un piccolo contrattempo, ma arriviamo!" riagganciai subito e tirai giù dal letto Rosaria.
Arrivammo dagli altri con soli cinque minuti di ritardo, personalmente era un record, in quanto tutti sapevano che io facevo sempre ritardo. Appena arrivate presi in disparte Maria, dovevo chiarire quella stupidaggine della popolarità e dei Fun., in fondo nessuno poteva dirmi chi dovevo ascoltare e chi no. Non volevo litigare, ma ci tenevo ad ascoltare i Fun. Allora le parlai convinta.
"Senti Maria, a me piacciono molto i Fun., davvero molto, e non voglio dover smettere di ascoltarli solo perchè potrei non essere più popolare, e poi non ha senso, se i miei amici mi vogliono bene, me ne vorranno anche se ascolto una band poco conosciuta..
" Notai subito il nervoso prendere sopravvento sullo sguardo della mia amica.
"Senti tesoro, mi ci è voluto molto tempo per arrivare a questa popolarità, e non la voglio mettere a rischio solo perchè hai il piccio di ascoltare tre scemi che cantano!!" Non potevo credere a ciò che avevo appena sentito, non aveva alcun senso! In che modo avrebbe messo a rischio la popolarità ascoltare della musica? Ma non era quella la cosa importante al momento, dovevo sapere se anche gli altri la pensavano così, allora afferrai la ragazza per il polso e la trascinai dagli altri, volevo sapere cosa ne pensavano, dovevo sapere che razza di gente avevo attorno a me. Ci sedemmo tutti al bar della spiaggia e dissi loro le stesse parole che avevo detto poco prima a Maria.
Non ci potevo credere, eravamo dieci persone, e solo Rosaria e Alessio, credevano che fosse una stupidaggine quella detta da Maria, mentre tutti gli altri erano d'accordo con lei, ero scioccata, come mai lo ero stata prima d'ora. Indignata con loro mi alzai, stampai un bacio sulla guancia di Alessio e Rosaria e me ne andai. Loro erano stati fino ad ora i miei amici, i miei compagni di vita, ne avevamo passate tante insieme, non potevo credere che fosse finita così, infondo volevo un gran bene a tutti loro, ma la rabbia che provavo sovrastava ogni cosa, ero arrabbiata anche con i miei migliori amici, dopo che gli altri mi avevano detto certe cose, come potevano rimanere ancora seduti lì con quei mostri? Pochi secondi dopo sentii due voci che mi chiamavano da lontano, erano loro, che sollievo provai in quel momento, non ero rimasta sola, non del tutto almeno. Col passare dei giorni ero sempre più sconsolata, Maria e gli altri diffondevano false notizie su di me, e io ci rimanevo sempre più male. Anche mia madre si rese conto della situazione, e per farmi staccare un po' la spina decise di portarmi a New York,e come regalo di compleanno e da Alessio e Rosaria ricevetti due biglietti per andare a vedere i Fun. in concerto nel Madison Sqare Garden. In quel momento tutti i pensieri negativi svanirono, ero al settimo cielo, e sentivo in fondo al mio cuore che qualcosa stava per cambiare, di nuovo. Ma in meglio questa volta.
Ripresi a fissare la valigia quasi piena. Odiavo i ricordi, sapevo benissimo che fossero la cosa più preziosa che una persona possa avere,però portano sempre tanta tristezza. Mentre la mia mente si affollava di ricordi, mia madre mi chiamava dalle scale.
"Syria! Scendi! È pronta la cena!"
"Arrivo!"
"Hai finito la tua valigia? Partiamo domattina presto! Poi non avrai tempo per finirla!"
"Si, mamma, mancano solo le ultime cose e scendo!" La mattina dopo salutai Alessio e Rosaria all'aeroporto, ero pronta a partire, ero pronta a lasciare tutti i brutti pensieri a casa e partire per conoscere i Fun.!

 

 

 

Grazie per essere arrivata fin qui! Questa introduzione era per far capire il motivo del viaggio a New York e per avere chiaro il quadro della situazione, scriverò presto il nuovo capitolo! Spero che vi sia piaciuto e mi piacerebbe molto se lasciaste una recensione per dirmi cosa ne pensate! Vanno bene anche le critiche, ho ancora molto da imparare! Spero che recensiate subito! Un bacione! (:

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Capitolo 2
*** Primi giorni a New York! ***


Nell'aereo mi ero portata una rivista che conteneva un articolo sui Fun.,mentre leggevo, i miei occhi si soffermarono su una foto di Nate, aveva degli occhi magnetici, di un colore stupendo, e rimasi a fissare quella foto per diversi minuti. Mi ero ipnotizzata, iniziai a sognare la mia vita se fossi stata la fidanzata di Nate, se avessi avuto la fortuna di poter baciare quelle labbra così carnose che sembravano dipinte, non avevo mai visto tanta bellezza in una volta sola. Mi resi conto di essere diventata completamente rossa in viso allora,con uno scatto repentino, chiusi subito la rivista, e cercai di dormire un po'.
Appena arrivata a New York, notai all'interno dell'aeroporto un enorme cartellone pubblicitario che diceva "THE BEST IS YET TO COME" sorrisi, "Questo è un segno" pensai.
"Mamma secondo te riuscirò mai a conoscere i Fun. di persona?" mi venne quasi spontaneamente chiedere dopo aver letto il cartellone.
"Amore mio, loro sono famosi, non è facile.." rispose cercando di non infrangere tutte le mie speranze.
"Si lo so, ma non ti è mai capitato di essere completamente sicura che qualcosa succederà? Ecco io sono completamente sicura che li conoscerò"
"Capisco perfettamente, io mi sentii così quando ero sicura che avrei sposato tuo padre, ora sarebbero 35 anni di matrimonio se solo ci fosse ancora.."
I miei occhi si velarono di lacrime, così come quelli di mia madre, mio padre ci mancava molto,l'abbracciai più forte che potevo per cercare di colmare il vuoto che aveva lasciato.
"Bambina mia, per quanto sei ostinata e decisa so per certo che li conoscerai!" disse sorridendo.
"Sai, nessuno credeva in me quando dicevo che li avrei conosciuti..eppure io ne sono sicura, ecco perchè te l'ho chiesto, ma se dici che li conoscerò, allora ce la farò! Questa è una promessa! Alla faccia di chi non ha creduto in me!"
"Sei proprio come tuo padre.."disse mia madre guardandomi orgogliosa e con un sorriso dolce.
Arrivate finalmente a recuperare le nostre valigie, uscimmo tutte eccitate dall'aeroporto, non vedevamo l'ora di scoprire cosa la grande mela avesse in servo per noi!
Mentre aspettavamo il taxi, non facevo altro che fantasticare sul concerto, mancavano pochi giorni e avrei conosciuto quei tre ragazzi, avrei conosciuto Nate.
Il taxi ci portò ad un grande hotel, davvero molto bello, finimmo di sistemare le nostre cose giusto in tempo per la cena, non ci vedevo più dalla fame!
Andammo in un ristorante, non molto grande,al contrario era molto riservato, volevamo concederci un po' di relax dopo quel lungo viaggio.
Appena la cameriera ci accompagnò al tavolo notai subito una coppia, era seduta accanto a noi, quella ragazza aveva un viso conosciuto, ma non riuscivo davvero a capire chi fosse.
"Mamma tu la conosci?" le chiesi con aria interrogativa.
"No, perchè dovrei? " chiese spaesata.
" Mah, non saprei, ha un viso molto conosciuto ma non ricordo proprio chi sia!"
La ragazza notò che la stavo guardando e mi sorrise cortesemente.
"Rachel, mi stai ascoltando?" chiese il ragazzo che le era seduto di fronte.
Rachel! Ma certo! Lei è l'ex di Nate! Probabilmente quello era il suo nuovo ragazzo. Da quando avevo visto quella foto di Nate in aereo mi era venuto un attacco di gelosia verso Rachel, lei aveva avuto la fortuna di stare con Nate.. però non la odiavo, in fondo lei lo aveva reso felice.
Finimmo di mangiare e tornammo in albergo, eravamo davvero molto stanche.
Appena salimmo in camera, nonostante fossi stanca morta non volevo dormire, come avrei potuto? Eravamo a New York! Non potendo uscire iniziai a chiacchierare con mia madre.
"Mamma secondo te io so cantare?" chiesi sognante.
"Certo tesoro, te l'ho sempre detto che sei molto brava!"
" Si ma quanto brava?"
" Abbastanza brava da poter sfondare!"
Scoppiammo in una sonora risata. Ma non sapevo se potevo crederle, lei era mia madre, non mi avrebbe mai detto nulla che potesse ferirmi.
" Quando dissi ai miei amici di voler provare con un concorso per cantanti, loro si sono messi a ridere e hanno detto che non ho alcun talento.." Nel vedere come mi stavo rattristando mia madre si innervosì parecchio. 
" Gli stessi amici che ti hanno abbandonato perchè la tua popolarità era a rischio? Quelli non sono amici, e probabilmente erano gelosi di te" Non risposi, forse aveva ragione, forse avevo davvero del talento, ma mi ero lasciata influenzare da quei mostri che consideravo amici.
"Sai cosa facciamo domani?" disse con un sorrisetto preoccupante.
"Cosa?"
"Andiamo in uno studio e facciamo sentire la tua meravigliosa voce a qualcuno e vediamo chi ha ragione"
" Ok ci sto!" era riuscita a tirarmi su di morale, come sempre, l'adoravo.
Il mattino seguente ci dirigemmo in uno studio, ma appena entrai trovai una spiacevolissima sorpresa.
"Syria?! Che ci fai tu qui?!" era Maria, l'ultima persona che avrei voluto vedere.
"Potrei chiederti io la stessa cosa" risposi nervosa, aveva appena rovinato la mia giornata.
" Io sono qui perchè mio padre è venuto per lavoro, e mi ha portata con se, e tu?"non mi diede nemmeno il tempo di rispondere, aggiunse un'altra irritante affermazione.
"Non dirmi che sei qui perchè vuoi fare la cantante! Te lo dissi quando eravamo amiche! Non hai alcun talento e quindi nessuna possibilità!"
"Io almeno credo in ciò che faccio, provare non costa nulla" cercavo di mantenere la calma.
" Certo! Guarda te lo dico sinceramente, non perdere il tuo tempo, e non far perdere nemmeno tempo agli altri! Vattene che è meglio per tutti" l'istinto che avevo di ucciderla stava crescendo.
" Senti Maria, ti ho dato già ascolto la prima volta, e ho sbagliato, non ti permetterò di farmi perdere altro tempo e nemmeno di infrangere i miei sogni, io credo di avere talento, credo davvero di potercela fare!"
" Certo! Poi magari vieni a dirmi che ti sei fidanzata con quel tipo, come si chiamava? Nate giusto?"
"Stai attenta a ciò che dici.." la interruppi subito, stavo davvero perdendo le staffe.
" Aspetta, non dirmi che lo stai facendo perchè vuoi diventare famosa e conoscere il tuo amato!" scoppiò in un'altra risata. Stavo per rispondere quando fui chiamata per il provino. Appena entrai vidi che il giudice era proprio il padre della ragazza. "Fantastico" pensai, non ho alcuna speranza, il padre di Maria sapeva cosa fosse successo tra noi e ovviamente mi avrebbe penalizzato per questo. Allora decisi che non valeva la pena perdere tempo. Me ne andai senza nemmeno aver cantato, avrei riprovato, ma non lì. Uscii subito senza parlare con nessuno, ma Maria non si fece scappare l'opportunità di farmi imbestialire di nuovo. Io non ascoltai cosa mi disse, non mi interessava. Prima di uscire le dissi chiaro e tondo il mio pensiero. 
"Quando conoscerò Nate, e diventerò una cantante, sappi che la mia felicità sarà tutta alla faccia tua!"
Dopo quel giorno non la vidi più, e decisi di non farmi rovinare la vacanza a New York da lei, non ne valeva la pena.

Prima che me ne rendessi conto era arrivato il giorno del concerto. Non stavo più nella pelle!




Ecco il nuovo capitolo! :D  ne ho pubblicati due in un solo giorno, mi stupisco di me stessa, ma non abituatevici, è solo un caso perchè essendo la mia prima storia sono davvero emozionatissima!  :D allora che ne pensate? su su recensite! :D bacioni!! 

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Capitolo 3
*** Il grande giorno ***


Era il 20 luglio, il giorno del concerto, avevo mille cose da fare per prepararmi all'evento tanto atteso. Uscii dall'albergo di buon ora, dovevo andare a ritirare una maglietta che mi ero fatta fare per il concerto. Molte volte avevo visto delle foto dove i tre ragazzi indossavano una maglia gialla, con la scritta FUN. stampata sopra, non resistetti alla tentazione e me ne feci fare una uguale, volevo che tutto fosse perfetto,in fondo quel giorno gli avrei conosciuti, ne ero più che certa.
Arrivata nel negozio la figlia della commessa mi riconobbe subito e corse a prendere la maglietta. Era una ragazza della mia stessa età, si chiamava Marta, e anche lei amava con tutto il cuore i Fun.,però non aveva trovato in tempo i biglietti per il concerto che erano ormai esauriti, molte volte avevo pensato di offrirle quello di mia madre e chiederle se volesse venirci con me, però nel vedere i piani che mia madre organizzava per il concerto,non me la sentivo di chiederle se volesse cedere il posto ad una sconosciuta.
"Quanto ti devo??" chiesi alla ragazza.
"Niente, te la regalo!" rispose sorridendo "Da Fun.atic a Fun.atic, da amica ad amica" quelle parole mi emozionarono molto, lei era la mia prima amica di New York, e non era stato per niente facile fidarmi di lei, come non lo era stato con nessun altro dopo che i miei "amici" mi avevano pugnalato alle spalle.
"Saprò come sdebitarmi!" dissi correndo ad abbracciarla.
Uscita dal negozio ero davvero convinta che fosse Marta la ragazza che volevo accanto a me per il concerto, volevo una ragazza che condividesse le mie stesse amozioni, che cantasse con me tutte le canzoni a squarciagola. Dovevo pensare in fretta cosa dire a mia madre, non volevo ferirla, ma era un evento troppo importante e avevo bisogno di qualcuno accanto a me che capisse esattamente cosa provavo.Entrata nella hall dell'albergo e immersa nei miei pensieri mi dirigevo alle scale quando una voce li interruppe.
"Nemmeno oggi prendi l'ascensore? Sette piani sono tanti!" era Nicolas, un ragazzo che stava nella stanza accanto alla mia e che ci provava ogni giorno con me.
"Ti ho già detto che sono claustrofobica e che l'ascensore da sola non lo prendo!" gli risposi per la millesima volta.
"Lo prendi con me, non sei sola!"
"No grazie, preferisco le scale.." risposi mentre iniziavo la lunga camminata per raggiungere la mia stanza. Mi stancava molto fare sette piani a piedi, però a meno che non fossi in ascensore con qualcuno di cui mi fidavo molto, prendevo sempre le scale.Dopo essere finalmente arrivata in stanza mostrai orgogliosa la maglietta a mia madre cercando un modo per introdurre il discorso del concerto. Quando però stavo iniziando a parlarle di Marta, vidi un uomo uscire dal bagno.
"Lui è Marco" disse mia madre molto preoccupata nel vedere come scrutavo quell'uomo.
"Molto piacere, tu devi essere Syria!" disse molto amichevolmente.
"Si, molto piacere, ma posso sapere chi sei??"
"Lui è un amico che ho conosciuto al bar dell'hotel, anche lui è italiano e vive in un paesino molto vicino al nostro, e alloggia nella camera prima della nostra, e se per te va bene mi ha invitato a cena fuori stasera"
"Mamma per me va benissimo, stasera c'è il concerto e se tu sei impegnata posso andarci con Marta!"
" Marta? Chi è Marta?"
" Marta è la figlia della commessa del negozio delle magliette! Vado subito a chiederle se vuole venire con me!" ero davvero sollevata, non avevo fatto rimanere male mia madre, potevo andare al concerto con Marta e mia madre stva finalmente ricominciando a farsi una vita!
Uscii nuovamente dalla stanza, volai giù per sette rampe di scale e mi fiondai da Marta per chiederle se fosse venuta con me al concerto.
"Marta! Marta!" entrai urlando
"Syria! Che è successo? Qualcosa non va con la maglietta?"
"No no anzi! Sono venuta a chiederti se ti va di venire al concerto con me stasera!" notai i suoi occhi lucidi.
"E me lo chiedi?! Certo che voglio! Ma sei sicura che vuoi che io venga con te? "
"Certo! E poi ti avrei detto che mi sarei fatta sdebitare!"
Mi strinse in un forte abbraccio, e dopo che la madre le diede il permesso di venire con me,uscimmo e andammo a comprare le ultime cose per il concerto. Comprammo degli spruzzini molto simpatici che ci sarebbero stati molto utili, tutti quelli che sono andati ad un concerto, conoscono perfettamente il caldo che c'è. Poi comprammo degli smalti perchè volevamo rendere omaggio ai Fun. anche con delle scritte sulle dita.
Tornammo in albergo e passammo tutto il pomeriggio a prepararci. Mancavano poco più di 5 ore.
Mancavano due ore, eravamo in fila per entrare nel teatro, si avvertiva nell'aria tutta la gioia delle Fun.atic che non vedevano l'ora di poter vedere dal vivo i loro idoli. Io indossavo la maglia gialla, dei pantaloncini di jeans e delle All Star gialle e nere con le borchie, i capeli lasciati ribelli e sulle unghie avevo uno smalto nero con sopra uno smalto giallo che formava la scritta " I LOVE FUN." proprio come Marta che invece indossava una maglia rossa con su scritto "MUSIC, THE SAUND OF MY LIFE" che le avevo prestato,dei pantaloncini neri e delle All Star uguali alle mie ma rosse, sempre mie.
Ci colpì una ragazza che si trovava dietro di noi, si chiamava Stefania, e anche se la conoscevo da pochi minuti la odiavo già molto. Più di quanto odiassi Maria. Ci colpì perchè quando una ragazza le chiese quale fosse la sua canzone preferita di Aim&Ignit lei rispose convinta "Nono, io ascolto solo i Fun." Tutti quelli che ascoltano i Fun. sanno che quello è il loro primo album, quindi nel sentire quella risposta, rimanemmo davvero sorprese. Continuammo ad ascoltare la conversazione e scoprimmo che lei conosceva solo le tre canzoni più conosciute dei Fun. Eravamo davvero furiose.
"Perchè sei venuta al concerto del gruppo se conosci a malapena tre canzoni?!" le chiesi tremendamente nervosa mentre stringevo la mano di Marta per non picchiare quella ragazza.
"Gruppo? Mi stai dicendo che non c'è solo il MIO Nate?"
"Dimmi che stai scherzando, ti prego, e non dire il MIO Nate,non è un oggetto, lui non è di nessuno" odiavo tremendamente quando dicevano il MIO.. a mio parere a meno che non fossero fidanzati, o tremendamente innamorati e quindi dire il MIO... per mostrare affetto,non si doveva dire.
"No non sto scherzando.. e poi io lo amo e quindi è mio, ma tu non puoi capire, non ti trucchi nemmeno, quindi evidentemente sei piccola"
"Io non mi trucco semplicemente perchè credo nella bellezza naturale, so di non essere bellissima, ma ci tengo a farmi vedere semplicemente come sono, al naturale, e sei tu la piccola qui se credi che si è grandi solo quando ci si trucca "
"Io ho 14 anni! Sono grande e mi trucco!" aveva raggiunto il limite, non mi veniva niente da dire se non qualcosa di tremendamente cattivo. Marta lo notò e parlò lei cambiando discorso.
" Quando è nato Nate? Quando è il suo compleanno? Qual è il suo colore preferito? Ha fratelli o sorelle?"
"Non lo so! Perchè dovrebbe interessarmi?" rispose quella ragazzina.
"Ma sai almeno una cosa di lui?" chiesi per non permettere a Marta di risponderle male.
"So che è un bravo cantante,so che è bellissimo,e so che lo amo" rispose arrogantemente.
La cosa che mi mandava di più su tutte le furie è che una ragazza viziata come lei aveva sicuramente tolto il posto ad una ragazza che avrebbe dato qualsiasi cosa per poter vedere i suoi idoli dal vivo, proprio come era successo a Marta che non sarebbe potuta venire se non le avessi dato un biglietto.
"Dovresti vergognarti.. ma lo sai che ci sono delle persone che con la musica di questi TRE ragazzi vanno avanti? Lo sai che c'è gente che per loro darebbe la vita.. lo sai questo?! Lo sai che è grazie a loro se una ragazza di 13 con un fratellino morto di cancro al cervello è andata avanti ed è grazie a loro che la sua vita, dopo la terribile perdita, sta migliorando.. lo sai?? Sai che c'è gente che raccoglie i soldi un anno prima per realizzare il sogno di vederli dal vivo e invece ci sei tu che senza nemmeno conoscerli vai ai concerti?! Vergognati!" le disse Marta,non era mai stata così furiosa con qualcuno, ma improvvisamente quella ragazza svanì dai nostri pensieri. Si aprirono i cancelli.
Dopo corse, spintoni e tanta fatica riuscimmo ad arrivare in prima fila, eravamo proprio sotto il palco, sembrava che avrei potuto parlare con Nate se solo mi avesse sentito..come potevo fare? 
Dopo lunghe ore di straziante attesa , vedemmo Jack e Andrew apparire sul palco, salutarono tutti e si misero a sistemare i loro strumenti. Eravamo elettrizzate, aravamo coperte di brividi, mi mancava l'aria, eravamo lì, sotto il palco, stavamo per sentire le loro canzoni dal vivo, stavamo per conoscerli.
Mentre io e Marta parlavamo di come tutto sembrasse un sogno, di come non vedevamo l'ora di vederli e ascoltarli, una luce si accese sul palco, e apparve. I suoi meravigliosi occhi verdi si posarono sul pubblico, erano talmente luminosi da brillare, e uscì la lingua. Urlavamo tutte come delle matte, adoravo quando usciva la lingua e poi sorrideva, e quel sorriso, quel magnifico, perfetto e splendente sorriso faceva passare dalla mente tutte le cose negative, tutti i pensieri. Eravamo così vicini che potevo quasi toccargli i piedi. Eravamo lì, io e Nate eravamo l'unica cosa che contava.


Salve a tutti! ecco il nuovo capitolo! ho scelto di non svelare molto, perchè sono crudele! hahaha no scherzo! beh che altro posso dire, se volete sapere come procede la storia continuate a recensire e fatemi sapere! alla prossima! bacionii! :D  

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Capitolo 4
*** The best is yet to come ***


Passamo la maggior parte del concerto a cantare e a piangere senza freni, era tutto meraviglioso, meglio di quanto potessi immaginare, ma il tempo stava per scadere, e io dovevo assolutamente fare qualcosa per farmi notare da Nate, ma cosa? Cosa potevo fare? Ad un tratto mi si presentò l'occasione perfetta.

Mentre Nate stava cantando iniziò a voltare il microfono verso tutte noi, voleva che fossimo noi a cantare gli ultimi pezzi della canzone. Era l'occasione perfetta, io stavo proprio sotto di lui in quel momento, allora cantai, cantai come non avevo mai fatto prima d'ora, cantai con tutto il fiato che avevo in corpo. Sembrò funzionare. Mi puntò gli occhi addosso, allora cantai ancora più forte, l'adrenalina provocatami da quei meravigliosi occhi verdi mi diedero ancora più forza.

Appena finita la canzone mi sorrise e fece segno ad un omaccione delle forze dell'ordine di farmi salire sul palco. Era una delle cose più difficile che avevo mai fatto, tantissime ragazze si aggrappavano a me e mi tiravano, mi dispiaceva per loro, ma non potevo fare niente, ero molto preoccupata per Marta, non volevo lasciarla lì ma nonostante svariati tentatitvi di farla venire con me, dovetti lasciarla li e dirle che l'avrei raggiunta alla fine.

Nate mi stava sorridendo, da vicino era ancora più bello. Mi porse la mano e una volta che l'avevo raggiunto sul palco lo abbraciai, lui mi strinse a se, già lì avevo coronato il mio sogno.

"Come ti chiami??" mi chiese curioso mentre mi portavano un microfono

"Syria!" stavo tremando come una foglia

"Syria? Che strano nome che hai!"

"Beh potrei dire la stessa cosa di te Nathaniel!" dissi con aria offesa ma ironica provocando una risata generale.

"Non fraintendermi, è un gran bel nome, cumunque hai una voce davvero potente!" disse tutto eccitato.

"Grazie! Detto da te è incredibile!"

"Conosci il mio duetto con P!nk??" chiese con un sorriso splendente ma molto, molto preoccupante.

"Cero che lo conosco" dissi con il cuore a mille.

"Sono certo che P!nk ci perdonerà se canti con me! Allora ti va? E voi ragazze volete?" disse rivolgendosi al pubblico.

Non potevo davvero crederci, insomma tutto così all'improvviso! E se non fossi stata all'altezza? E se avessi sbagliato qualcosa? Notai anche i volti preoccupati di Andrew e Jack che non avevano fatto le prove. Ormai era tardi per tornare indietro, stava iniziando la base,dovevo buttarmi.

In preda all'emozione iniziai a cantare

RIGHT FROM THE START
YOU WERE A THIEF
YOU STOLE MY HEART
AND I YOUR WILLING VICTIM
I LET YOU SEE THE PARTS OF ME
THAT WEREN'T ALL THAT PRETTY
AND WITH EVERY TOUCH YOU FIXED THEM
NOW YOU'VE BEEN TALKING IN YOUR SLEEP OH OH
THINGS YOU NEVER SAY TO ME OH OH
TELL ME THAT YOU'VE HAD ENOUGH
OF OUR LOVE, OUR LOVE [...]

Cantare insieme a Nate era un'emozione indescrivibile ma durò troppo poco, volevo rimanere lì con lui per sempre... Finita la canzone tutte le fan iniziarono ad applaudirmi e ad urlare, avevo paura di svegliarmi da un momento all'altro. Quasi d'istinto lo abbracciai e poggiai la testa sul suo petto e lui poggiò la sua testa sulla mia, mi staccai solo per dargli un bacio sulla guancia, la tentazione era troppo forte, dovevo farlo. Gli strinsi forte la mano, non volevo lasciarlo, non volevo scendere da quel palco per nessun motivo al mondo. Purtroppo dovevo salutarlo, the show must go on! Allora stavo per avviarmi agli scalini da dove ero salita quando mi bloccò e mi fece segno di andare in fondo al palco, vicino al pianoforte di Andrew e di stare lì, non me lo feci ripetere e andai.

Vedere il concerto da lì era tutta un'altra cosa, dentro di me c'era qualcosa che non potevo controllare, non riuscivo a tenere fermi mani e piedi che si muovevano a ritmo di musica, non saprei dire cosa si prova, anche il mio cuore batteva così forte che sembrava andare anch'esso a ritmo di musica. Ma non era finita lì.

Appena Nate aveva finito l'ultima canzone e stava salutando venne verso di me, mi prese per mano e mi portò di nuovo sul palco insieme a lui per un inchino e prendermi l'ennesimo applauso. Non potevo davvero immaginare niente di più da quel concerto. Non avrei mai ringraziato abbastanza Alessio e Rosaria per avermi regalato quei biglietti.

Dietro le quinte Andrew, Jack, Nattie, Will e Emily vennero da me per presentarsi e complimentarsi. "Ciao a tutti! Grazie! È un vero piacere conoscervi!" dissi loro con le lacrime agli occhi.

Mentre continuavano a farmi domande Nate venne a salvarmi.

"Dai ragazzi lasciatela respirare,credo che per lei sia una grande emozione conoscerci quindi rimarrà paralizzata se continuate così!" disse facendo ridere tutti, me compresa "Potrete continuare a farle domande al dopo-concerto!"

"Il dopo-concerto?" chiesi emozionata ma allo stesso tempo non capivo di cosa stessero parlando.

"Ma certo! Il dopo-concerto è la festa che facciamo alla fine di ogni concerto per festeggiane il successo e per prenderci il nostro meritato relax" disse Emily.

"E visto che tu oggi hai fatto parte del concerto verrai con noi" concluse Nate.

Volevo andare per stare ancora con loro, ma non sapevo cosa aspettarmi. Improvvisamente il mio pensiero principale divenne Marta.

"Oddio! Marta! Devo raggiungerla!" Stavo per correre all'uscita quando Andrew mi fermò.

"Chi è Marta? E poi non puoi correre fuori così, le ragazze ti scanneranno viva!"

"Marta è una mia amica, è venuta con me al concerto e non posso di certo lasciarla lì da sola!" ero preoccupata, la madre di Marta si era molto raccomandata di stare sempre insieme, cosa avrebbe detto se l'avesse vista tornare a casa da sola? E poi volevo che anche lei conoscesse i Fun. quindi dovevo farla venire.

"Cosa faccio allora? Non posso proprio lasciarla lì, e non permetterò che torni da sola a casa"

"Hai il suo numero? Chiamala!" disse Jack come se fosse la cosa più ovvia al mondo.

"Ok ora ci provo" composi il numero e attesi una risposta. Marta rispose quasi subito, ma non si capiva niente, si sentivano solo le ragazze dietro che urlavano perchè erano ancora troppo eccitate per il concerto e volevano che i ragazzi uscissero per poter chiedere un autografo. Riagganciai subito, era inutile sprecare soldi al cellulare tanto non si capiva niente.

"Allora? Che le hai detto?" mi chiese Andrew.

"Niente purtroppo..non si capiva niente, c'erano troppe ragazze che urlavano"

Mentre stavamo cercando di capire cose fare, notai Nate che mi stava fissando, dalla testa ai piedi.

Jack mi fece ritornare a pensare a Marta.

"Visto che se esci probabilmente verrai assalita, e se la chiami non senti niente, mandale un messaggio e dille di andare allo studio di registrazione, se è una nostra ammiratrice saprà sicuramente dov'è, noi la raggiungeremo lì".

"Grazie Jack! Sei un mito! " lo abbracciai di scatto facendolo sorridere.

Inviato il mesaggio, ci dirigemmo alla macchina con cui avremmo raggiunto lo studio e una volta usciti vidi tutte le ragazze correre verso la macchina, mi rividi in loro, e non potevo ancora credere di essere dall'altra parte del finestrino.

"Loro sono tutta la mia gioia , ogni volta che qualcosa non va, penso a tutte loro e mi sento meglio, e la musica è il mio modo per ringraziarle" disse Nate con gli occhi lucidi e molto orgoglioso del lavoro che stavano facendo. Jack e Andrew condivisero in pieno.

"Ma gli altri non vengono? Pensavo che Nattie,Will ed Emily sarebbero stati con noi"

"No, purtroppo non potevano venire, ma non so che tipo di impegno avevano" mi rispose Andrew.

Ad un tratto il mio cellulare iniziò a squillare.

"Pronto mamma?" risposi

"Tesoro a che ora torni?"

"Mamma non lo so! Mi è successa la cosa più bella del mondo! Sono con Nate, Andrew e Jack e stiamo andando a festeggiare il successo del concerto! Poi a casa ti racconto tutto e non arrabbiarti se torno tardi! Permettimi di rimanere ti prego!"

"Va bene tesoro! Se c'è la possibilità puoi anche rimanere lì fino a domani se vuoi! Poi non dire che non ti voglio bene!"

"Grazie mamma! Sei la migliore!"

Appena riattaccai notai i ragazzi che mi fissavano increduli.

"Che c'è?" dissi, poi mi ricordai di aver parlato in italiano con mia madre e probabilmente non se lo aspettavano.

"Ma tu non sei di qui vero??" disse Andrew entusiasta.

"No.. sono qui in vacanza!"

" Da dove vieni allora?" chiese Jack questa volta.

"Vengo dall' Italia" risposi sorridendo.

"Dall' Italia?!" risposero contemporaneamente tutti e tre piacevolmente sorpresi "Noi amiamo l'Italia!"

"Sono molto contenta!" risposi ridendo.

"Allora, hai una voce da cantante, sei italiana, c'è qualche altro strano potenziale che ci stai nascondendo?" chiese Nate.

"Be' che posso dire.. suono il pianoforte, la chitarra e sto imparando a suonare la batteria!" dissi fiera di me. Con quella semplice frase avevo conquistato tutti e tre in una volta sola.

"Non ci stai prendendo in giro vero?!" chiese Jack.

"Non mi permetterei mai!"

Non ebbero il tempo di contro battere che eravamo arrivati, e vidi Marta aspettarci seduta sui gradini. Appena vedemmo che non c'erano altre ragazze attorno uscimmo dalla macchina e io corsi ad abbracciarla.

"Sono così fiera di te!" mi disse stringendomi forte.

"Grazie, anche io! Dai ora vieni, ti presento gli altri" Marta stava treando come una foglia, proprio come me poco prima, ero davvero contenta che anche lei potesse conoscerli.

"Ragazzi lei è Marta!" dissi

"Molto piacere!" risposero abbracciandola.

"Dai su! Non perdiamo tempo! Andiamo a festeggiare!" disse Jack trascinandoci su.

Era un posto davvero bello, non era solo uno studio, ma era una vera e propria casa!

"Ma qualcuno abita qui?" chiesi sorpresa.

"Di regola questa era la casa di Jack, finchè poi non siamo venuti ad invadere casa sua per dargli fastidio" rispose Nate sorridendo.

La serata passò in fretta, tra risate e a quanto pare un bicchierino di troppo, perchè mi ritrovai la mattina dopo in un grande letto, con più di una persona accanto a me. Avevo paura di controllare se sotto al lenzuolo c'erano anche i miei vestiti, non sapevo chi avevo accanto a me, avevo paura di guardare.

ecco qui il nuovo capitolo! spero che vi piaccia! è ricco di sorprese! fatemi sapere che ne pensate! recensitee!! :D alla prossima!!

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Capitolo 5
*** What's happening? ***


Alla mia destra c'era Nate, alla mia sinistra Jack, non vedevo se avessero i pantaloni perchè erano coperti dalle lenzuola, ma una cosa era certa, non avevano le magliette. Io grazie al cielo, ero completamente vestita, quindi pensai che sicuramente lo erano anche loro lì sotto. Mentre mi rilassavo e poggiavo di nuovo la testa sul cuscino, notai che Nate si stava svegliando allora feci finta di dormire.

"Per fortuna dorme ancora" lo sentii bisbigliare, mentre si sporgeva su di me per cercare di arrivare a jack e svegliarlo, io, con la scusa che stavo dormendo mi avvicinai a lui e poggiai la testa sul suo petto e lo avvolsi con le mie braccia. Vedere il suo petto nudo aumentava la tentazione che cresceva ogni secondo di più, e con un occasione così non potevo non farlo. Lui per non svegliarmi si sdraiò di nuovo, e rimanemmo così, finchè non ci riaddormentammo. Jack però non fu molto felice nel vederci in quella posizione, infatti appena sveglio menò un urlo che ci fece saltare nel letto.

"Nate!! Che diamine stai facendo?! Vi prego ditemi che non è successo niente!"

Io avevo un mal di testa terribile, ma inevitabile dopo una sbronza, e le urla di Jack non aiutavano per niente. Fu però una voce femminile a rispondere a Jack.

"Non urlare ti prego! Mamma che mal di testa! Sono sicura che non è successo niente.."

Era Marta e evidentemente anche lei stava pagando il prezzo della sbornia.

"Jack stai calmo! Non è successo niente! Stavamo dormendo e senza accorgersene Syria mi ha abbracciato, stava sicuramente sognado!" rispose Nate cercando di tranquillizzarlo. Io solo lì mi alzai dal letto e senza dire niente mi diressi verso il bagno, non mi ricordavo niente della sera prima, ma conoscevo perfettamente ogni stanza della casa.

Andai a buttarmi dell'acqua fresca in viso, e subito si calmò il mal di testa. Tornai dagli altri e trovai Jack in cucina che armeggiava ai fornelli con Marta, mentre Nate era ancora nel letto. Mi sedetti ai piedi del soffice materasso mentre il ragazzo mi fissava.

"Che è successo ieri sera..?" chiesi per avere conferma che non fosse successo niente.

"Abbiamo riso e scherzato, poi tra un bicchierino e l'altro tu e Marta siete crollate,allora io e Jack vi abbiamo prese in braccio e vi abbiamo messe a letto poi però ci siamo addormentati subito accanto a voi"

"Ok, mi fa piacere sapere che non sia successo niente, sai.. non posso ancora credere che sto parlando con te, insomma tu sei Nate! Nate Ruess! E di lì c'è Jack e ieri c'era anche Andrew.. a proposito dov'è finito Andrew??" dissi guardandomi attorno.

" Lui è uscito di casa stamattina presto, è andato dalla moglie"

"Capisco.. sono proprio innamorati vero?"

"Oh si, ogni volta è come se si guardassero per la prima volta, sono molto contento per loro"

"Anche io" dissi sorridendo.

"Stavo notando il tuo look.. ci devi amare davvero tanto!" disse squadrandomi dalla testa ai piedi.

"Non immagini quanto..eravate una delle poche cose che mi erano rimaste che riuscivano a farmi sorridere.." Sul mio viso si notava benissimo la malinconia prendere il sopravvento.

"Perchè cosa successe..?" chiese con aria interrogativa.

"Scusa ma non mi va di parlarne, e poi che diamine! Sono con Nate Ruess! Vorrei solo stare abbracciata a te e chiacchierare tutto il tempo delle canzoni e delle cose meravigliose che fate.." Solo in quel momento mi resi conto di cosa avevo detto, le mie guance erano bordò e avvampavano.

"Allora cosa stai aspettando? Vieni ad abbracciarmi su!"

Il mio cuore aveva ripreso a battere all'impazzata ma volevo a tutti i costi abbracciarlo.

Allora mi stesi vicino a lui, mentre poggiava la sua testa sulla mia.

"Allora di cosa vuoi parlare?"

"Qualsiasi cosa va bene, purchè sia tu a parlare, voglio sentire la tua meravigliosa voce.."

Soffocò una risata e il petto sobbalzò, sorrisi, ero estasiata dal suo profumo, sentivo il battito del suo cuore battere all'unisono con il mio, e li suo respiro sembrava accarezzarmi i capelli. Odiavo quando mi toccavano i capelli, ma non quella volta, in quel momento non potevo immaginare nulla di più bello.

"Direi che potrei parlare dei concerti, sai l'ultimo è stato il più bello di tutti"

"Perchè?"

"Perchè ho conosciuto una ragazza speciale"

"Si chiama Syria per caso?" dissi ridendo.

"La conosci anche tu? È bella vero? Ed è anche molto brava"

"Si l'ho sentito dire.." scoppiammo in una sonora risata, aveva una risata davvero bellissima molto simile alla mia, ma la mia non era così meravigliosa.

Ero sorpresa che Jack non fosse venuto a interrompere quel momento, ma ci pensò il mio cellulare.

Mi alzai per rispondere ma Nate mi tirò a se e mi baciò, era un bacio dolce e delicato.

"Ora puoi andare" mi sussurrò.

Il mio cuore stava battendo così forte che temevo esplodesse,ma senza pensarci corsi a rispondere.

"Buon giorno mamma"

"Buon giorno amore hai dormito bene?"

"Si grazie e tu? Com'è andata la cena?"

"Tutto bene, è andata anche meglio di come mi aspettassi! Poi a casa ti racconto, a proposito quando torni?"

"Non lo so, più tardi ti chiamo e ti faccio sapere! A dopo!"

Riattaccai, mi voltai e vidi Nate con un dolcissimo sorriso stampato sulle labbra che mi guardava.

"Vieni sul letto" disse facendo segno con la mano. Mi avvicinai a lui e mi stesi. Lui riprese a baciarmi, questa volta più intensamente, mi prese i fianchi e mi avvicinò a sè. Ma lo allontanai.

"Nate, senti io non credo sia il caso,non che non mi piacerebbe ma voglio dire io sono molto più piccola di te.."

"Lo so, ma a te importa qualcosa?"

"A me no ma cosa diranno i giornalisti? Insomma io non sono nemmeno maggiorenne.."

"Vuol dire che aspetteremo che lo sarai per dirlo.."

Stavo per dire qualcosa quando mi mise un dito sulle labbra per farmi segno di non rispondere e riprese a baciarmi ma stavolta furono i passi di Jack a interromperci. Capii che stava venendo in camera allora mi alzai in fretta dal letto e feci finta di rispondere al telefono.

" Ragazzi venite, io e Marta ci siamo divertiti un po' ai fornelli e abbiamo preparato qualcosa" disse molto orgoglioso del lavoro che avevano fatto. Nate si alzò dal letto e io cercai di non guardarlo per non saltargli addosso, ancora sentivo il gusto di quel bacio.

"Arrivo subito" dissi dando le spalle a Nate.

"Ok vi aspettiamo di là, però sbrigatevi! Non vi prometto che troverete qualcosa al vostro arrivo! non ci vedo più dalla fame!"

Appena Jack uscì dalla stanza lasciai il cellulare e mi poggiai sul letto stropicciando gli occhi, ero così confusa.. Appena li riaprii vidi Nate di fronte a me che mi diede un ultimo bacio, poi mi porse la mano.

" Dai su andiamo, ho una fame! Non vorrei che Jack si mangi tutto!"

Presi la sua mano, e tra una risata e l'altra raggiungemmo gli altri.

"Mmmm! Che buon profumino!" Dissi sedendomi accanto a Marta, stringendole la mano da sotto al tavolo, segno che avevo delle cose da dirle.

Mangiammo davvero bene, poi però per me e Marta arrivò l'ora di tornare a casa.

" Ragazzi grazie di tutto, ma ora dobbiamo proprio andare.." dissi con tono dispiaciuto ai ragazzi.

"Va bene, se volete vi accompagno io con la macchina così non dovete prendere il taxi" propose Nate.

Non avevamo un soldo quindi non potevamo rifiutare.

"Accettiamo molto volentieri" risposi sorridendo.

Prendemmo le nostre cose e scendemmo, diedi un bacio sulla guancia a Jack e lo abbracciai ringraziandolo di tutto. Marta non fu altrettanto veloce..

" Voi andate, io vi raggiungo fra un attimo" disse. Io e Nate iniziammo a scendere le scale e la aspettammo in macchina. Prima che potessi dire qualsiasi cosa per interrompere il silenzio che c'era,Nate mi diede un'altro bacio, veloce, quasi sfuggente che me ne fece desiderare di più. Appena si staccò mi avvicinai io e gli diedi un altro bacio, che durò poco più dell'ultimo. Sentimmo i passi Marta farsi sempre più forti, segno che stava arrivando. Facemmo finta di niente. Accompagnammo prima Marta, io la salutai e le dissi che ci saremmo viste nel pomeriggio, dovevamo assolutamente parlare e ci demmo appuntamento per le cinque del pomeriggio in camera mia.

"Io posso scendere anche qui, tanto l'albergo è proprio dietro l'angolo"

"No no, non ti lascio ora, andiamo! Sono solo le undici del mattino, ci vogliono due ore prima di pranzo e io voglio sfruttarle a pieno"

"Ma dove dovremmo andare?"

"Sorpresa..!"

Non mi diede altra scelta, dopo una ventina di minuti di macchina, arrivammo in un parco, piccolo, molto riservato, troppo riservato.

"Siamo arrivati! È bello vero?"

"Si molto.." risposi, ero preoccupata, volevo baciarlo e stare con lui.. ma se le cose fossero andate avanti? Cosa avrei fatto?

"Che c'è che non va?" mi chiese, notò la mia preoccupazione.

"Niente, assolutamente niente" risposi sorridendo, cercavo di cambiare argomento.

Tra una chiacchiera e l'altra, saltò fuori che io dovevo partire fra pochi giorni, solo sei giorni, e poi chissà se lo avrei rivisto.

"Dobbiamo sfruttare al massimo questi giorni insieme allora" disse sorridendomi.

"Certo!"

"Ma non c'è nessuna possibilità che tu rimanga fino alla fine dell'estate?"

"No..il biglietto non è rimborsabile, e poi non so se mia madre mi lascerebbe qui da sola e senza motivo"

"Dobbiamo trovare un buon motivo allora, e dobbiamo farlo al più presto!"

"Non credo che ci sia, mi piacerebbe tantissimo trovarlo!"

"Io lo troverò! Ti prometto che rimarrai con me fino alla fine dell'estate! Te lo prometto" iniziò di nuovo a baciarmi,mi ritornarono i dubbi, ma dopo aver pensato di poterlo perdere, non mi importava più niente. Ci baciammo per diversi minuti, un bacio lungo, passionale, intenso, non avevo mai baciato nessuno così prima d'ora, non avevo mai provato per nessuno quello che provavo per Nate. 


Ciao a tutti! :D ho postato subito il prossimo capitolo perchè non volevo essere troppo cattiva e lasciarvi così sulle spine! spero vi piaccia! e come al solito vi prego di recensire! Non scrivo il prossimo capitolo se non riceverò recensioni, perchè in tal caso avrei  l'umore sotto i piedi! fatemi sapere! alla prossima! un bacione! 

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Capitolo 6
*** You are my dream coming true ***


Non avrei smesso di baciarlo per niente al mondo, ma il cellulare di Nate doveva odiarmi davvero tanto. Iniziò a squillare. Mi staccai per permettergli di rispondere,

"Lascia che squilli, se è importante richiameranno" e mi riavvicinò a se.

"No dai Nate rispondi, potrebbe essere un emergenza.."

Nate scocciato rispose al cellulare.

"Pronto?"

"Hei Nate! Dove sei??"

"Andrew sono al parco, ti serve qualcosa?"

"Volevo dirti di non prendere impegni per stasera, sto organizzando qualcosina a casa mia, e volevo chiederti se potevi rintracciare Syria perchè vorrei che ci fosse anche lei!"

"Si certo, la rintraccio senza problemi! Ma cosa stai organizzando?"

"Mah niente, una cosettina per conoscere meglio Syria! A proposito, credo che non verrà senza la sua amica, quindi se puoi chiama anche lei"

"Ok amico, nessun problema! A che ora ci vediamo?"

"Alle otto a casa mia! E non fare tardi!"

"Ci proverò! A stasera!"

Appena chiuse la chiamata, notai subito il suo entusiasmo.

"A quanto pare è destino che ci dobbiamo vedere stasera!"

"Perchè?"

"Andrew ci ha invitati stasera a casa sua, e non puoi mancare visto che ha organizzato tutto questo per te!"

"Per me?!" ero davvero contenta, stavo di nuovo iniziando ad essere importante per qualcuno.

"Certo! Ha detto che vuole conoscerti meglio! La avvisi tu Marta?"

"Si tranquillo!"

Mi sedetti a terra, mi lasciai accarezzare il viso dal sole. Nate si sedette accanto a me.

"Sei davvero bellissima" sorrisi e lo abbracciai, era tutto fantastico.

Forse tutte le forze dell'universo cercavano di separarci, perchè per l'ennesima volta fummo interrotti.

"Nate?! Oh mio dio! C'è Nate!"

Non potevo crederci. Era Stefania, la ragazzina viziata del concerto!

Corse dai noi, mi diede uno spintone e si buttò su di Nate. Lui rideva, era contento di vedere tanta gioia della sua ammiratrice, ma io invece la stavo odiando ancora di più. Non dissi niente, non volevo che se Nate avesse saputo che quella ragazza era lì solo per la sua bellezza e non per la sua musica ci fosse rimasto male.

"Ci fai una foto?" chiese arrogantemente la ragazza come per dire "Renditi utile una buona volta!"

Io mi coprivo il volto, non volevo che mi riconoscesse.

"Certo.." presi la macchina fotografica, mi alzai e mentre scattavo alcune foto mi venne in mente Maria. Io ora ero felice, avevo conosciuto Nate e non eravamo solo semplici amici, in più avevo avuto la prova di essere una brava cantante. Volevo trovare il modo per rinfacciarglielo. Se lo meritava. Niente di troppo cattivo, solo un modo per dire "Te l'avevo detto che ce l'avrei fatta!".

Finalmente la ragazzina se n'era andata.

"Ti va se ci facciamo qualche foto? Quando te ne andrai voglio avere qualcosa che mi ricordi di te"

"Certo! Ma ti avviso, non sono molto fotogenica!"

"Vedremo! Secondo me sei sempre bellissima"

Gli diedi un bacio, lo facevo ogni volta che non sapevo cosa dire. Subito senza dirmi niente scattò una foto.

"Nate cancellala! Non vorrei che gli altri la vedessero!"

"Nah! Tranquilla, questa serve a me, la nasconderò bene"

"In che senso serve a te?"

"Quando sarai più grande capirai!" scoppiò a ridere e io mi finsi offesa. Iniziò a farmi domande ma io non rispondevo, ero ancora la finta offesa.

"Ah e così sei offesa eh? Ora ti faccio vedere io!"

Iniziò a torturarmi con il solletico, e io lo soffro davvero molto.

"No Nate ti prego smettila non respiro più!" ridevamo come dei matti.

"Smetterai di essere offesa??"

"NO!" cercavo di trattenermi.

"Allora io non la smetto finchè non ti arrendi!"

"Ok ok mi arrendo!"

Ci buttammo a terra, avevamo consumato tutte le energie. Lui mi abbracciò.

"Voglio immortalare ogni singolo momento, su sorridi!"

Ci facemmo parecchie foto. Una più bella dell'altra. Ci stavamo godendo quel momento, eravamo stesi a terra, abbracciati. Ma fummo interrotti ancora una volta. Saltò fuori un ragazzo che iniziò a farci tantissimi scatti.

Nate scattò in piedi e mi coprì la faccia.

"Un paparazzo! Su forza corri!

Mentre scappavamo mi diede la sua maglia per permettermi di coprirmi e non permettere al paparazzo di scattarmi delle foto. Salimmo in macchina e partimmo. Dopo alcuni minuti riuscimmo a seminarlo. Ma appena mi sedetti in macchina iniziarono i problemi.

"Syria ti senti bene??" mi chiese Nate preoccupato. Io non rispondevo, non ci riuscivo.

"Syria che hai?! Ti prego rispondimi!"

Appena potette accostò. Io ripresi conoscenza, ma non stavo ancora bene.

"Nate stai tranquillo, ora passa non preoccuparti.." gli presi la mano.

"Ma che hai? Guardami ti prego.."

"Non posso, non vedo niente"

"Non vedi niente?!"

"Si, ma tranquillo, non è la prima volta che mi succede, nemmeno in ospedale hanno saputo dirmi cos'è.."

"Ma cosa succede? Quali sono i sintomi?"

"Hai presente i cali di pressione? Quando ti alzi troppo velocemente che ti gira la testa e non riesci a vedere? Ecco, io ho quello ma amplificato per dieci, in più mi viene un mal di testa atroce e la mia vista non torna normale prima di almeno due o addirittura tre ore.. e diciamo che l'agitazione non mi ha aiutata.. portami in albergo ti prego"

"Certo, andiamo subito"

"Grazie"

Mi sentivo la testa in fiamme, mi ero rannicchiata, avevo la testa tra le mani, e il viso che affondava nelle mie gambe.

"Mi dispiace, mi dispiace davvero tanto è tutta colpa mia! Avrei dovuto portarti a casa invece di portarti qui!"

"Hei ma vorrai scherzare! Non sono mai stata così bene in vita mia, anche se dovessi morire adesso, morirei felice, tu hai reso la mia vita migliore" si tranquillizzò di colpo. Sentii che tirò un grande sospiro di sollievo.

"Siamo arrivati, aspetta che vengo ad aprirti la portiera"

"Ok grazie" sentii aprire la mia portiera e mi prese la mano

"Dai, piano piano, vieni, attenta al gradino, ok perfetto! Vieni, vieni, sempre dritto.. "

Eravamo nella hall.

"A che piano sei?"

"Al settimo"

Mi resi conto di essere in ascensore, e non avevo per niente paura, anzi ero quasi a mio agio.

" Qual è la tua stanza?"

"504"

Sentii aprire la porta.

" Syria! Oh no di nuovo?"

Mia madre guidò Nate fino alla mia stanza poi mi fecero stendere.

"Un attimo che vado a prendere una pezza bagnata da metterle sulla fronte" era mia madre che mi lasciò lì con Nate. Lui non parlava, c'era uno strano silenzio, era seduto accanto a me sul letto e mi teneva la mano. Ad un tratto sentii un gocciolina d'acqua cadermi sulla gamba.

"Hei, non dirmi che stai piangendo" gli dissi. Lui non rispondeva, mi strinse solo la mano.

"Nate è tutto ok, fra poco passa, davvero!" Non rispondeva ancora, allora mi misi seduta e anche se non lo vedevo, mi feci guidare dalle mie mani finchè non riconobbi il viso. Lo accarezzai, lo avvicinai a me e poi gli diedi un bacio. Poi mi stesi di nuovo, non riuscivo a stare seduta, la testa faceva troppo male.

"Ok ok va bene, mi calmo"

"Ecco così ti voglio"

"Ecco qui la pezza" era tornata mia madre che dopo sparì di nuovo per andare a prendermi una pillola.

"Ti lascio qui sul comodino il mio numero di cellulare, appena stai meglio chiamami"

Mi diede un bacio sulla fronte. Appena mia madre tornò li sentii parlare.

"Signora io la lascio nelle sue mani"

"Grazie per averla portata a casa"

"Mamma lui è Nate!" mi intromisi io, avevo capito che non lo aveva riconosciuto.

"Oh cielo! È un vero piacere conoscerti!"
"Piacere mio! Ora devo proprio scappare"

Lo sentii avvicinarsi alla porta, aprirla e uscire. Dio, già mi mancava. Riuscii dopo alcuni minuti ad addormentarmi.

Mi risvegliai dopo alcune ore, erano già le quatto e mezza, avevo un lieve mal di testa, che andava via via migliorando e ci vedevo di nuovo. Anche se avevo una fame da lupi e dovevo fare urgentemente la pipì la prima cosa che feci fu prendere il numero che Nate aveva lasciato sul mio comodino e chiamarlo.

"Pronto?" rispose subito, riconobbi la sua voce.

"Nate sono Syria"

"Oh finalmente! Come stai?"

"Molto meglio, il mal di testa sta passando, e ci vedo di nuovo bene"

"Menomale, ho detto ad Andrew che non potrai venire stasera"

"Ma io potrò venire!"

"Devi riposare, non vorrei che stessi male di nuovo"

"Non preoccuparti, ho dormito già abbastanza e poi se ora sto meglio stasera starò bene!"

" Ok d'accordo! Hai vinto tu!"

"Però ti devo chiedere un aiuto perchè io non so dov'è nè come arrivarci"

"Tranquilla, ti vengo a prendere io! Fatti trovare pronta per le otto meno una quarto"

"Grazie mille! Sei un amore! Ma che mi devo mettere??"

"Una cosa qualsiasi, tanto è una serata tra amici"

"Ok! Ci vediamo stasera allora! Un bacione a dopo!"

"Va bene piccola, ci vediamo stasera"

Piccola? Mi ha chiamato piccola? Mi stavo per sciogliere! Amavo quella parola, era così piena di dolcezza! La mia pancia con un brontolio molto rumoroso, mi ricordò che dovevo ancora mangiare.

Andai in cucina e trovai mia madre ai fornelli.

"Mamma, ci sono!" Lei girandosi mi abbracciò, era così agitata, lo sentivo.

"Mamma ora sto bene, puoi calmarti" le sorrisi, volevo tranquillizzarmi

"Hai fame tesoro? "

"Si! Ho una fame da lupi!"

"Ti ho preparato un po' di pasta, tieni mangia"

Mentre mangiavo iniziò a raccontarmi della sua cena.

"Siamo andati in un ristorante molto carino, abbiamo cenato, ci siamo conosciuti meglio, poi siamo andati a fare una passeggiata a Central Park, e lui lì.. mi ha baciata"

"Davvero??"

"Si, il problema è che mi è piaciuto.."

"Perchè dovrebbe essere un problema? È normale che tu ti stia rifacendo una vita"

"Il problema è che non sapevo se quell'uomo ti piacesse, non sapevo come l'avresti presa"

" Mamma se piace a te, piace anche a me, se tu sei felice, lo sono anche io"

" Grazie tesoro! Ma ora dimmi a te com'è andata??"
"Mamma non indovinerai mai! È stata la cosa più bella della mia vita!!!!"

Finii di raccontarle l'accaduto, evitando di raccontarle i baci e gli abbracci..

"Secondo me gli piaci, insomma se io fossi un maschio mi innamorerei sicuramente di te!"

"Mamma smettila!" mi fece arrossire. In quel momento suonò il campanello.

"Vado io!Sarà sicuramente Marta!" dissi dirigendomi alla porta.

"Eccomi!" disse Marta entrando. Corremmo nella mia stanza, avevamo tante cose da dirci.

Io le raccontai tutto, dei baci, degli abbracci, delle paure che ne conseguivano.

"Ma mi stai dicendo che hai baciato Nate Ruess?!?"

"Shhh!! Mia madre potrebbe sentirti!"

"Si scusa scusa! Ma vi siete davvero baciati??"
"Si!"

" Toglimi una curiosità, bacia bene??" scoppiai a ridere.

"Divinamente!" ridevamo insieme entusiaste, ma il moi cellulare iniziò di nuovo a squillare.

"Pronto?"

"Io sono sotto il tuo albergo, potrei salire?"

"Nate! Che sorpresa! Io sono qui con Marta ma se vuoi puoi venire"

"Ok, arrivo subito" riattaccò.

"Nate?! Era lui?"

"Si! Sta venendo qui! Dimmi in fretta cosa state tramando tu è Jack! Non me la contate giusta!"

"Tra noi purtroppo non è successo niente.. però mi piacerebbe se fosse successo qualcosa, sai.. mi ha detto che si è lasciato con la ragazza un po' di tempo fa.. però mi ha detto che io sono troppo piccola.."

"Mi dispiace tanto! Dai vieni qui e fatto abbracciare!" la strinsi nel mio abbraccio.

"Grazie, così va molto meglio!"

In quel momento entrò Nate nella stanza.



 

Eccomi qui con un nuovo capitolo, in realtà mi piace meno degli altri, però volevo un po' farvi conoscere meglio i ragazzi! spero che vi piaccia! Fatemi sapere! un bacione! alla prossima! (:

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Capitolo 7
*** Troubles.. pt 1 ***


"Ciao ragazze!" Entrò Nate sorridendo.

" Ciao Nate!" rispondemmo io e Marta.

"Lei sa qualcosa??" mi sussurrò Nate all'orecchio.

"Si, ho dovuto dirglielo"

"Per me va benissimo, almeno posso baciarti! Dopo lo spavento che mi hai fatto prendere prima è l'unica cosa che volevo fare" Mi prese e mi baciò, un bacio semplice e veloce, ma adorabile. Sapevo che però a Marta avrebbe dato fastidio, in fondo Nate era anche il suo idolo. Avrebbe infastidito anche me se fossi stata al suo posto.

"Dai Nate smettila" dissi con una piccola risata.

"Allora siete pronte per stasera?" chiese Nate entusiasta.

"Pronte per cosa?" chiese Marta, non le avevo ancora detto niente.

"Ma come non glielo hai detto?"

"No, è arrivata pochi minuti fa, non ho avuto tempo"

"Va bene, allora lo dico io, Marta stasera Andrew ci ha invitati a casa sua, ti va di venire?"
"Certo! Ne sarei onorata!"

"Bene allora, fatevi trovare pronte alle otto meno un quarto giù, io sarò lì ad aspettarvi"

"Ok ma che mi devo mettere??" chiese anche Marta.

"Oddio ragazze mettetevi qualcosa a caso! È una cosa tra amici!" iniziai a ridere, era così dolce.

"Mmm, è bene che inizi a prepararmi allora! Sennò non riuscirò mai ad essere pronta in tempo! Mancano solo poco più di quattro ore!" dissi, adoravo far infastidire Nate.

"Mi stai prendendo in giro vero?!"

"Certo!" io e Marta iniziammo a ridere

"Io non ci trovo niente da ridere! Alcune ragazze sono davvero così!" Io e Marta ridemmo ancora più di gusto.

"Dai fammi vedere che ti metti!" mi supplicò Marta.

"Mmm.. avevo pensato a questi pantaloncini, perchè oggi fa tremendamente caldo, e questa magliettina celeste con le perline sotto! La adoro!"

"E che scarpe?"

" Queste All Star celesti" dissi prendendo il paio dall'armadio.

"Scusa ma tu hai delle All Star di ogni colore??" si intromise Nate.

"Si! Sono adatte ad ogni occasione e sono comode!"

"Mi piace come ti vestirai, semplice ma carino" disse Marta.

"Ok adesso basta parlare di queste cose ragazze, per favore"

"Va bene" ricominciammo a ridere.

"Nate, a dire il vero sono un po' nervosa per stasera" dissi.

"Perchè?"

" Perchè ho uno strano presentimento.."

"Andrà tutto bene! E poi hai già conosciuto i ragazzi!"

"Si lo so..cosa devo aspettarmi da questa serata?"
"Beh, sono certo che Andrew ci farà fare uno dei suoi giochi per poterci conoscere meglio, in fondo è proprio per questo che è stata organizzata la serata"

"Ok! Si dai andrà bene!"

"Ragazzi, potrei chiedervi di andare a fare delle commissioni per me?" era mia madre, che aveva fatto irruzione nella mia stanza.

"Che tipo di commissioni?" chiesi.

"Comprare alcune cose, inviare la lettera ai tuoi fratelli in Italia e cose così"

"Va bene mamma! Mi cambio e ci vado subito"
"Ok, vi aspetto di là! Nate credo che tu dovresti venire con me per permettere a Syria di cambiarsi"

"Si ha ragione!" Notai che era diventato tutto rosso, era davvero adorabile.

In pochi minuti ero pronta per uscire, mia madre mi diede un foglio con le cose da fare e tutto il necessario. Marta e Nate scesero con me.

"Io non vengo con voi, aiuto un po' mamma in negozio e poi mi preparo per stasera! A dopo" disse Marta mentre se ne andava.

"Ok a stasera! Nate tu sei sicuro di voler venire con me? Non vorrei che qualcuno ti riconoscesse ogni due minuti"

"Tranquilla!" prese un cappellino e degli occhiali "Ecco fatto! Ora possiamo andare" Mi veniva da ridere.

"Credi davvero che non ti riconosceranno così?"

"Certo, la gente di New York è troppo indaffarata per prestare attenzione a chi hanno davanti"

"Se lo dici tu" iniziammo ad incamminarci.

Dopo lunghe camminate avanti e indietro, alcune discussioni con le commesse e cose varie avevamo finito le commissioni e stavamo tornando in albergo. Lasciammo tutto nelle mano di mia madre e andammo in camera mia.

"Se ti prepari già da ora, puoi venire a casa mia, così magari mi aiuti a vestirmi, io sono una frana"

"Si lo so!" ridemmo di gusto. "Va bene, tu vai da mia mamma, io sarò pronta in men che non si dica" dissi con un grande sorriso.

"Ok ti aspetto di là" Mi diede un bacio e uscì dalla stanza. Mi vestii, mi pettinai i capelli, lavai i denti ed ero pronta per uscire.

"Eccomi!"

"Già pronta?! "

"Si! Mamma noi andiamo, e come ti ho detto stasera sono invitata a casa di Andrew, quindi torno dopo cena! "
"Va bene tesoro! Io mi vedo con Marco"

"Ok mamma divertiti!" Le diedi un bacio e ci avviammo. Ero curiosa di vedere la casa di Nate, non sapevo davvero cosa aspettarmi. Dopo non molto tempo eravamo arrivati.

"Ecco la mia casetta!" Era della grandezza giusta, accogliente, moderna e davvero molto carina.

" Mi piace molto, è davvero carina!"
"Grazie!"

Ci avviammo in camera sua.

"Allora fammi vedere cosa hai pensato di metterti" Uscì dall'armadio del pantaloncini, un paio di leggins neri e una maglietta bianca con tante scritte sopra.

"Stai dicendo sul serio? "

"Si perchè? Che c'è che non va?"

"Nate i leggins non sono da maschi!" iniziai a ridere, ma non volevo offenderlo.

"Va bene allora dimmi tu che devo mettermi!"

"Ok ci penso io, tu vai a sederti!" lo adoravo, era dolcissimo.

Presi dei semplici pantaloni lunghi fino al ginocchio, gli lasciai la maglietta che aveva scelto e un paio di scarpe nere.

"Ecco qui, semplice ma adatto a te"

"Odio ammetterlo, ma mi piace!"

"Lo so, modestamente sono un genio" scoppiammo a ridere.

"Signorina, le andrebbe di venire qui con me sul letto?"

"Mmm.. no, se lo deve conquistare signore!"

Iniziammo a rincorrerci per tutta la casa, ridevamo, sembravamo una vera coppia. Dopo poco riuscì a prendermi. Dopo aver corso per tutta la casa, mi ero nascosta dietro la porta di camera sua, ma mi trovò.

"Finalmente ti ho presa!" aveva uno sguardo dolce, amorevole, pieno di vita. Mi diresse sul letto e si stese accanto a me.

"Sai cosa mi piace di te? " mi disse.

"Cosa? "

"Sei piccola, ma non dimostri la tua età, sembri più grande, non sei come le ragazze di oggi, sei speciale, hai un bellissimo rapporto con tua madre e non te ne vergogni, al contrario di tante ragazzine che ora non capiscono di quanto una mamma sia preziosa, se ne accorgeranno dopo, quando sarà troppo tardi per dire che le vogliono bene, perchè lei non ci sarà più, hai un carattere forte, ma nonostante questo sei davvero dolce e buona"

Erano delle parole bellissime, io da quando mi ero resa conto di che amici avevo accanto a me, mi ero impegnata molto per distinguermi dalla massa, non volevo essere come loro, io non ero come loro, io probabilmente non avevo la stoffa per essere così, non sono superficiale, non metto nessuno in secondo piano, non m interessa di quanti amici ho, mi interessa avere quelli giusti.

Mi scappò una lacrima.

"Grazie Nate" Mi diede un bacio, ma era diverso dal solito, era un bacio unico nel suo genere, che si può capire solo quando lo si prova. Iniziò ad avvicinarsi sempre di più, finchè non si mise su di me mentre le mani erano sotto la mia maglietta. Il mio cuore batteva all'impazzata, avevo paura, anzi no, ero terrorizzata, era troppo presto.

"Nate scusami, ma non voglio, so cosa sta per succedere, ma è troppo presto, io non voglio essere una semplice ragazzina con cui ti sei divertito, non voglio essere un paragrafo di passaggio nella tua vita, voglio essere un capitolo, un capitolo importante"

Si spostò, si sdraiò accanto a me e mi sussurrò qualcosa all'orecchio

"Allora non sei davvero come tutte le altre" e mi diede un ultimo tenero bacio. Mi arrivò un messaggio al cellulare.

"Syria io sono pronta, sono fuori al tuo hotel, scendi! Baci Marta"

"Marta? Ma che ore sono?" chiese Nate.

"Sono già le otto meno dieci! Andiamo!"

Nate si vestì di fretta e andammo a prendere Marta.

Arrivammo in tempo a casa di Andrew che ci accolse con grande gioia.

"Benvenuti!"

"Ciao Andrew! È un vero piacere rivederti!" dietro di lui vidi una donna molto graziosa.

"Ciao! Tu devi essere Syria! Andrew mi ha parlato molto di te!"

"Si sono proprio io! Davvero? E che ha detto?"

"Ha detto che sei un piccolo prodigio pieno di sorprese, sai cantare, suonare il pianoforte e la chitarra e stai imparando a suonare la batteria!"

"Si è tutto vero! È stato davvero carino a farmi tutti questi complimenti! Tu devi essere sua moglie"

Dopo aver mangiato ci sedemmo tutti in salotto per uno dei giochi di Andrew, proprio come aveva previsto Nate.

"Questo è un gioco per conoscerci meglio, ognuno fa una domanda a chi vuole, e colui che riceve la domanda deve rispondere per forza, e deve dire sempre la verità"

"Te l'avevo detto io" mi disse Nate a bassa voce e mi fece ridere. In realtà ero molto preoccupata.. e se fosse saltato fuori qualcosa su me e Nate? So che gli altri non la prenderebbero bene e probabilmente hanno ragione! Che diamine, per come vanno le cose al giorno d'oggi potrei essere sua figlia! Io tra pochi giorni compirò 17 anni, e lui  31.



Eccomi di nuovo qui con un nuovo capitolo! spero vi piaccia e come sempre vi prego di scrivermi cosa ne pensate! un bacione! alla prossima! :D 

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Capitolo 8
*** Troubles.. pt2 ***


"Allora chi vuole iniziare??" chiese Andrew.

"Inizia tu visto che sei il padrone di casa" dissi io perchè sapevo che sennò avrebbero fatto iniziare me.

"Va bene ci sto! Allora la prima domanda è a.....Syria! Qual è la cosa più imbarazzante che ti è mai capitata? "

"Oddio.. mm vediamo.. ah si! Quella volta che stavo in treno con i miei genitori e venne un ragazzo che non conoscevo e mi diede un bacio dicendomi che non poteva resistere perchè ero troppo bella.. volevo morire!"

"Davvero?? E i tuoi genitori che dissero?" chiese Jack.

"Beh.. mio padre diede uno schiaffo a quel ragazzo dicendogli che io sono la sua piccolina e che non mi doveva toccare.." tutti iniziarono a ridere.

"Ricordami di non mettermi mai tra te e tuo padre!" disse Nate ridendo.

"Non preoccuparti, non succederà.. mio padre non c'è più.." calò il silenzio.

"Syria non sapevo, mi dispiace.."

"Non preoccuparti Nate, non lo potevi sapere.. scusate vado a prendere un bicchiere d'acqua.." Non parlavo mai di mio padre con nessuno, volevo evitare di scoppiare a piangere come ogni volta che pensavo al mio papà, ma quella volta non riuscii proprio a trattenermi. Andai in cucina, tirai un gran sospiro e bevvi numerosi bicchieri d'acqua.

"Syria tutto ok? Mi dispiace davvero tanto.. ti va di parlarne? Ti farebbe bene" Nate venne a salvarmi. Io gli stavo dando le spalle. Feci di no con la testa, non volevo parlare, avevo paura che sentisse la mia voce tremolante, non volevo guardarlo, avevo gli occhi lucidi, non volevo che lo notasse, mi sarei sentita così fragile, così vulnerabile. Io sono sempre stata quella forte, quella che consolava non che veniva consolata, quella a cui si rivolgevano tutti quando qualcosa non andava, mentre io, io non chiedevo mai aiuto a nessuno. Ma quella volta non riuscivo più a reggere la pressione, volevo solo stare sola e sfogarmi un po', poi sarebbe stato tutto apposto, sarei tornata di lì con un sorriso che mascherava tutto come facevo ogni volta. Ma Nate non me lo permise. Venne da dietro e mi strinse forte.

"Thanks god my dad is still alive, I'm over twenty-five" iniziò a cantare. Lì scoppiai. Iniziai a piangere, non mi vergognavo a piangere con lui, anzi, riuscivo a sfogarmi, mi fidavo.

"Va tutto bene, sfogati, ci sono io adesso" Mi girò verso di se e mi strinse ancora più forte.

"Ogni volta che ero triste, mio padre mi diceva le stesse parole" dissi singhiozzando.

Dopo alcuni minuti mi calmai, mi asciugai le lacrime e presi un grande sospiro.

"Menomale che non ti trucchi! Sennò adesso sarebbe tutta nera!" riuscì a farmi ridere, gli avevo infradiciato la maglietta.

"Oddio scusami! Mi dispiace"

"Tranquilla, ora si asciuga!"

Finsi un sorriso, mi ripresi e tornammo dagli altri. Appena arrivati tutti notarono la maglia di Nate e vennero ad abbracciarmi.

"Grazie a tutti! Vi adoro"

"Dai torniamo a giocare! Vedrai che a sapere le nostre storie ti riprenderai di sicuro" Andrew cercò di tirarmi su di morale ma io avevo ancora un brutto presentimento, e non potevo mai sapere quale altra domanda mi sarebbe stata posta.

"Ok! Allora chi è il prossimo??"

"Ora tocca a Jack!"

"Mmm.. la mia domanda va a.....Nate! Allora.. hai già conosciuto qualcuno di speciale che potrebbe essere la tua prossima fiamma?" Ecco, iniziava la tortura.

"Beh, a dire il vero ho conosciuto una ragazza molto carina, però non sono sicuro di niente"

"Che vuoi dire?"

"Che per ora non è libera, però in futuro tutto può succedere!"

Dopo molte domande e molte risate causate da storie imbarazzanti era di nuovo il turno di Jack.

"La mia domanda va a......Syria! E tu hai un ragazzo?"

"No, sono single!"

"Non mi convinci!" Jack non si arrendeva.

"Ma io ti ho detto la verità.."

"Lo vedo nei tuoi occhi! C'è qualcuno che ci stai nascondendo"
"Dai Jack lasciala stare, se ha detto no è no!" Andrew mi difese, ma mi guardò in modo strano.

"Va bene! Però ti devi far perdonare per questa bugia! E voglio avere la prova che tu non ne abbia dette altre quando in macchina ci hai detto che suoni il pianoforte e la chitarra, lì c'è il pianoforte! Suonaci qualcosa!"

"Va bene!" mi avviai al pianoforte e mi sedetti. Iniziai a suonare "All the pretty girls", ogni volta che ascoltavo quella canzone speravo di essere la ragazza a cui Nate si riferiva nella canzone.

Ad un certo punto Nate iniziò a cantare sulla mia musica, si avvicinò e si sedette accanto a me. Nel vederlo stava crescendo la voglia di baciarlo, ma non potevo, c'erano gli altri, ma ad un tratto, i nostri sguardi si incrociarono, e non passarono per niente inosservati. Alla fine della canzone tutti si complimentarono.

"Allora sei davvero brava"

"Si ma non sono di certo alla vostra altezza!"

"Tranquilla hai ancora tempo per migliorare!" mi rassicurò Andrew. Notai Jack andare in contro a Nate, sussurrargli qualcosa all'orecchio e poi li vidi mentre si allontanavano.

"Scusate vado un attimo in bagno" volevo seguirli, volevo sentire cosa dovevano dirsi, sapevo che dovevano parlare di me, avevo visto molto bene la faccia di Jack quando aveva notato che i nostri sguardi si erano incrociati. Loro uscirono sul balcone, io mi nascosi dietro la porta.

"Nate, ti prego, dimmi che tra te e Syria non c'è niente"

"Beh.. potrei dirtelo, ma ti direi una bugia.."

" Nate! Ma è piccola!"

"Si ma è come se fosse un'adulta nel corpo di una ragazza! Jack dico davvero, lei è intelligente, dolce ed è molto matura!"

"Nate ma che diamine! Non è nemmeno maggiorenne!"
"E allora? In amore l'età non conta, non abbiamo fatto niente, aspetteremo che sia maggiorenne per dirlo a qualcuno e poi ti ho già detto che lei non è come tutte le altre ragazze! Lei usa la testa!"

"Nate per come vanno le cose al giorno d'oggi potresti essere suo padre! E poi chi ti dice che tu le piaci davvero? Chi ti dice che non le piaci perchè hai tanti soldi e perchè sei famoso? Che ne sai?!"

Ecco, l'aveva detto. In questa frase aveva detto tutto ciò che poteva esserci di più offensivo, erano due coltellate, nemmeno Maria con tutte le cose che mi aveva detto era riuscita a ferirmi tanto quanto aveva appena fatto Jack.

"Jack lo so e basta! E se ti dico che lei è più grande di ciò che sembra fidati per una volta!"

"Nate ma tu non sai niente di lei, la conosci da due giorni!"

Lì cercai di non farmi vedere ma loro mi notarono mentre con le lacrime agli occhi scappavo. Scappai fuori, ma non sapevo dove andare allora andai sul retro e mi nascosi dietro dei cespugli di rose. Mi stavo tagliando tutta, ma non mi importava, non era niente in confronto al dolore che provavo dentro. La cosa che mi feriva di più è che Jack aveva ragione, io sono piccola e lui non lo è. Lui mi piaceva davvero, non mi interessavano nè i suoi soldi nè il fatto che fosse famoso, mi piaceva lui, il suo sorriso, i suoi occhi, il suo pessimo gusto nel vestire, il suo carattere, la sua dolcezza, tutto.

"Syria! Syria dove sei? " era Andrew. Mi sentivo così in colpa con lui, se non ci fossi stata io probabilmente si sarebbero divertiti da matti. Notai che era da solo, probabilmente gli altri mi stavano cercando in casa allora decisi di farmi trovare da lui.

"Andrew sono qui.." mi trovò rannicchiata e piena di tagli.

"Vieni fuori! Ma guarda come ti sei conciata! Dai vieni dentro che disinfettiamo questi tagli"

"No, sto bene...Andrew mi dispiace, mi dispiace così tanto! Davvero non sai quanto mi vergogno, è meglio se non fossi venuta stasera, ho rovinato tutto, come sempre.. mi dispiace"

"Ma vuoi scherzare? Non mi sono mai divertito così tanto! Poi alla fine anche la caccia al tesoro!" Andrew era sempre così dolce, non sapevo davvero come facesse.

"Grazie, grazie davvero, non ho mai conosciuto nessuno dolce come te.. Senti, anche se non so se voglio davvero sapere la risposta.." non mi fece nemmeno finire la frase.

"Si, lo so, ho saputo di te e Nate, ma io ho subito capito che c'è qualcosa di speciale in te, certo l'età è quella che è, ma anche io, come Nate, ho capito che mentalmente sei più grande" lo abbracciai forte.

"Sei unico!" mi sorrise.

"Dai ora andiamo dentro, gli altri sono molto preoccupati"

"No, mi sono comportata come una bambina, mi vergogno a farmi vedere dagli altri, davvero, ho rovinato tutto.."

Sentii Marta venire verso di noi.

"Syria! Ma dove eri finita? Mi hai fatto prendere uno spavento! Ragazzi è qui!" urlò agli altri per tranquillizzarli. Io stavo ancora abbracciando Andrew, cercavo di nascondermi fra le sue braccia, non volevo farmi vedere dagli altri. Ma appena sentii Nate lo lasciai.

"Syria! Grazie al cielo!" mi prese tra le sue braccia, sentivo il suo cuore battere a mille. "Una persona spera di invecchiare con chi ama, non per chi ama!" ridemmo tutti.

"Nate mi dispiace, sapevo che non sarei dovuta venire stasera, il mio brutto presentimento non era per niente sbagliato.."

In quel momento sentii arrivare anche Jack e Jill. Nate mi accarezzò il braccio e io mi allontanai di scatto, i tagli iniziavano a farsi sentire. Solo lì si accorse di tutti i tagli che avevo.

"Dai andiamo dentro, Andrew hai per caso del disinfettante?"

"Certo, dai entriamo!" Gli altri iniziarono ad entrare, ma io fermai Nate, e aspettai che tutti furono andati via, dovevo parlargli.

"Nate.. sai qual è la cosa che mi ha fatto più male di ciò che ha detto Jack?"

"Quale?"

"Il fatto che ha ragione, Nate è inutile mascherarlo, tu sei molto più grande di me..non è vero invece il fatto che tu mi piaci perchè sei famoso e perchè hai tanti soldi, di quello non me ne importa niente..Nate io voglio solo che tu sia felice, io voglio solo che tu non debba soffrire più.. non potrei accettare il solo pensiero che se il tuo meraviglioso sorriso dovesse svanire un giorno sarebbe solo colpa mia.." mi alzò il viso in modo che io lo guardassi negli occhi.

"Mio padre mi ha sempre detto di seguire i miei sogni, di combattere con tutte le mie forze per loro.. io l'ho sempre fatto, e non ho alcuna intenzione di smettere proprio ora, combatterò con tutte le mie forze per te, sento nel profondo del cuore che tu sei una su un milione e voglio rischiare, tu cerca solo di non farmi mai cambiare idea"

Nessuno aveva mai lottato così per me, mai nessuno. Non sapevo che dire allora lo baciai. Ci accorgemmo che gli altri stavano origliando tutto, e decidemmo di entrare.

"Dai vieni che disinfettiamo tutti quei tagli!" era Jill, tanto dolce anche lei, con dell'ovatta e un disinfettante in mano e un sorriso dolcissimo. Io stavo fissando Jack, e lui non riusciva a guardarmi negli occhi.

"Prima c'è un'ultima cosa che devo fare" dissi andando verso Jack e trascinandolo con me. Appena arrivammo sul balcone parlai.

"Jack.. io mi rendo conto che tu sia preoccupato per Nate.." mi interruppe

"Syria ho bisogno di parlare prima io.. mi dispiace per le cose che ho detto prima, ho capito che tu non vuoi Nate per i soldi, o altrimenti oggi pomeriggio, non lo avresti fermato quando stavate nel letto a casa di Nate.. Io non ho niente contro di te, ma ho paura che il mio amico possa stare male di nuovo, io voglio solo proteggerlo.."

"Jack io capisco perfettamente, e se vuoi sapere la verità io ho più paura di te, voi siete i miei idoli, vivo sui vostri sorrisi, e sto male a pensare che per colpa mia è svanito..Nate mi ha detto.." mi interruppe di nuovo.
"Ho sentito cosa ha detto.. ho sentito tutto.. tutti abbiamo sentito.. non mi resta che supplicarti di non trattarlo male.." sorrise, avevo capito che stava approvando.

"Te lo prometto! Grazie!" gli saltai al collo.

"Ora torniamo dagli altri, altrimenti chi lo sente Nate se non ti faccio disinfettare quei tagli!"

ridendo tornammo dagli altri. Guardai Nate, aveva un sorriso strano, dolce, era orgoglioso nel vedere tornare me e Jack così felici. Mi sedetti sul divano e vidi che tutti erano pronti con un pezzo di ovatta in mano e iniziarono a disinfettarmi. Ero circondata, non potevo muovermi.

"Sembra l'allegro chirurgo!" scoppiammo a ridere.

Nonostante tutto, era la serata più bella della mia vita. 





Eccomi ancora qui con un nuovo capitolo! Allora che ne pensate ? :D Fatemi sapere al più presto! Volevo ringraziare tutti quelli che recensiscono la mia storia, davvero grazie mille! mi date una carica che non potete nemmeno immaginare! un bacione alla prossima! :D 

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Capitolo 9
*** Sorpresa! ***


"Ciao a tutti ragazzi! Grazie ancora!"

Stavamo salutando tutti, era ora di tornare a casa. Mentre eravamo in macchina, il mio cellulare iniziò a squillare.

"Pronto?"
"Ciao Syria! Sono Alessio!"

"Alessio! Ciao tesoro! Non ti ringrazierò mai abbastanza per i biglietti che mi hai regalato! Sono successe tantissime cosa in questi due giorni! Ho da raccontarti tante cose! Aspetta ma tu stai chiamando dall'Italia! Non stai spendendo tantissimo??"

"No tranquilla, ho attivato un'offerta speciale, comunque ti ho chiamato per dirti che ti ho vista! Ti ho vista cantare su Youtube!"
"Cosa?!"

"Si! C'è un tuo video sul palco con Nate mentre cantate! Ha milioni di visualizzazioni!"

"Davvero? Non mi stai prendendo in giro?? "

"Certo che no! Dovevi vedere la faccia di Maria quando l'ha visto! È tornata ieri dal suo viaggio, e ci siamo incontrati e mi ha detto che ha visto il tuo video e che crede sia tutto un fotomontaggio e bla bla bla.. ma io so che non è così! Sono così fiero di te!" I miei occhi si illuminarono.

"Non puoi nemmeno immaginare quanto sono felice!! Davvero! E Maria se lo merita! Alla faccia sua!"

"Già! Comunque volevo anche dirti che oggi stavo passando dall'edicola e ho visto su una rivista la foto di Nate e di una ragazza che scappavano.. io ti ho subito riconosciuta, avevi anche i pantaloncini che ti ho regalato io! C'è qualcosa che devo sapere?"

"Ehhmm.. beh diciamo che ci siamo baciati"

"Cooooosa!? Tu e Nate Ruess?!"

"Si ma ti prego non dirlo a nessuno! Nessuno deve sapere! Ale ti prego promettimelo!"

"Ok ok si certo te lo prometto ma sono così felice per te!"

"Grazie! Anche io sono molto felice, finalmente è arrivato il mio momento!"

"Si! Te lo meriti in pieno! Ora però devo andare, scusami devo uscire! Più tardi scrivimi una e-mail se puoi! A dopo!"

"Ok grazie di tutto! Un bacione!" riattaccai. Ero al settimo cielo!

"Chi era?" chiese Nate.

"Il mio migliore amico dall'Italia!"

"Gli vuoi molto bene..?"

"Certo ma che domande fai!"

"Capisco, ma è solo un amico vero?" In quel momento realizzai che stava facendo il geloso del mio migliore amico.
"Nate ma certo! Non sarai mica geloso! Ci conosciamo da sempre, siamo solo amici"

"Non sono geloso! Comunque ho notato la tua faccia felice.. che ha detto?"

"Ha detto che ha mi ha visto cantare! Ha visto il video su Youtube sul palco con te! Ha detto che ha milioni di visualizzazioni!"
"Sono così felice per te! Sono contento di essere riuscito a renderti felice!"
"Ci sei già riuscito senza video" sorrisi. "Però ha detto anche che ha visto su una rivista la tua foto con una ragazza tutta coperta mentre scappavate.. lui ha detto che mi ha riconosciuta perchè avevo i pantaloncini che mi ha regalato e perchè mi conosce bene, ma ha detto che nessuno dovrebbe riuscire a riconoscermi.."

"Già è arrivato in Italia?!"

"A quanto pare si.." risentire Alessio e pensare all'Italia mi aveva fatto scendere la malinconia, fra pochi giorni avrei dovuto abbandonare il sogno che stavo vivendo qui e tornare a casa..il mio aereo era il 27 e oggi era già il 21.. mancavano pochi giorni.

"Che c'è che non va?" Nate aveva notato la mia malinconia.

"Stavo pensando che fra pochi giorni devo tornare in Italia.. poi non so quando potrò rivedervi..forse rivedrò te, ma non Marta.." mi girai a guardare Marta seduta sul sedile posteriore, avevo finalmente trovato un'amica e la dovevo lasciare.

"Ti ho promesso che rimarrai fino alla fine dell'estate e così sarà"

"Nate ma come? Come posso rimanere? Mia madre non mi lascerà mai qui da sola.. e poi anche se dovessi riuscire a farmi rimanere, comunque dovrò tornare a casa prima o poi.."

"Meglio poi! Dai adesso non ci pensare, pensiamo solo a goderci questi giorni tutti insieme!"

"Si hai ragione.."

"Me lo fai un sorriso adesso? Mi piace tanto quando sorridi" mi venne spontaneo un sorriso.

" Va bene! Ma solo perchè sei tu!" anche lui mi sorrise.

"Allora che si fa domani?"

"Non lo so! Che ti va di fare?"

"Non saprei, mi inventerò qualcosa domani!"

"Probabilmente passerò la mattinata a parlare al telefono con la mia migliore amica,sai,domani è il suo compleanno!"

"Come si chiama? Quanti anni fa?" Nate stava cercando di sapere più cose possibili sulla mia vita, non mi davano fastidio tutte quelle domande, anzi, mi facevano sentire importate.

"Si chiama Rosaria, e compirà 16 anni, lei è un anno più piccola di me"

"E tu quando compi gli anni? "
"Il 24 di questo mese, fra pochi giorni!"

"Davvero? E non dici niente?!" dissero contemporaneamente Marta e Nate.

"E che avrei dovuto dirvi? Ragazzi fra poco è il mio compleanno?" iniziai a ridere.

"Beh si non hai tutti i torti" disse Marta.

"Ragazze siamo arrivati a destinazione!"

"Ragazzi io domani sarò tutto il giorno ad aiutare mia madre, quindi non divertitevi troppo senza di me!" disse Marta salutandoci.

"Va bene ci proveremo! Ci vediamo! Ciao!"

Uscì dalla macchina e tornò a casa.

"Anche io devo andare ora.." ci baciammo, era un bacio soddisfacente, uno di quelli per dire "ora niente potrà più fermarci, voglio solo te".

"Ci vediamo domani.. buona notte!"
"Notte piccola, a domani"

Aspettò che entrai nell'hotel e poi mi lo vidi andare via, io feci le solite scale, e arrivai alla mia camera. Mia madre mi aprì e io decisi di raccontarle tutto, di me e Nate.

"Mamma, vorrei parlarti, sta tranquilla, è una cosa bella, almeno spero che anche tu la veda così"

Avevo finito di raccontarle tutto, ma lei non rispondeva. Regnava il silenzio tra noi. Ad un tratto però il silenzio fu interrotto.

"Syria, sai che mi fido molto di te, so che non farete niente, non mi permetterei mai di mettermi fra di voi, so quanto tieni a quel ragazzo, e poi so che ti sono sempre e solo piaciuti i ragazzi più grandi perchè più maturi, ma ti avviso, appena so qualcosa che non devo sapere saranno guai"

"Mamma lo sai, puoi stare tranquilla! Grazie, grazie grazie!"

La abbracciai, le diedi un bacio e andai in camera mia, lasciai una e-mail ad Alessio dicendogli di andare a casa di Rosaria e di chiamarmi appena poteva. Mi misi nel letto e cercai di dormire.

Il mattino seguente fui svegliata dal mio cellulare.

"Pronto?" risposi con una voce non molto sveglia, erano solo le 8 del mattino, ma capivo che c'era il fuso orario da considerare.

"Buon giorno dormigliona!"

"Ciao Ale, sei con Rosaria?"

"Certo te la passo subito!"

"Pronto?"
"Tanti auguri a te! Tanti auguri a te! Tanti auguri felici tanti auguri a te!" la sentii ridere.

"Grazie cuore! Mi manchi tanto!"
"Anche tu! Non ti preoccupare che ci rivedremo!"
"Senti Alessio mi ha detto di te e Nate, sono così felice!"

"Grazie! Mi raccomando però, acqua in bocca!"

"Certo stai tranquilla!" dopo chiacchiere e risate mia mamma venne ad avvisarmi che stava salendo Nate, allora per non finire tutti i soldi ad Alessio, visto che stavamo parlando da circa due ore ci salutammo e chiudemmo.

"Buon giorno principessa!"

"Buon giorno mio principe! Non ti arrabbiare ma mia mamma sa tutto"
"Ah ecco perchè mi parlava così stamattina! Comunque tranquilla! Senti io devo andare a compare una chitarra nuova a Jack, e per entrare nelle sue grazie potresti venire con me se ti va!"

"Certo! Con molto piacere! Sai già dove andare?"
"Si, è un negozietto molto carino, e poi Jack mi parla sempre della ragazza che lavora lì! Credo che si sia preso una bella cotta per lei!"
"Va bene allora! Mangio qualcosa,mi vesto e andiamo!"

"Va bene, io vado a cercare di entrare nelle grazie di tua mamma" mi fece l'occhiolino e se uscì dalla stanza. Mi vestii, lavai e andai a fare colazione. Mentre facevo colazione Nate mi guardava e sorrideva.

"Perchè sorridi?"
"Perchè sei bellissima quando mangi" arrossii di colpo.

"Ma che dici!"

"La verità!"
Finii di mangiare, andai a lavarmi i denti e uscimmo. Appena seduti in macchina lo baciai.

"Questo è per ciò che mi hai detto prima" lui sorrise.

"Se questa è la ricompensa dovrò farti i complimenti più spesso!" scoppiammo in una dolce risata.

Dopo alcuni minuti di macchina arrivammo al negozietto.

"Buon giorno!" dicemmo appena entrati. Vidi la commessa, e subito la riconobbi.

"Miriam?! Sei davvero tu? Che ci fai qui a New York?!" era una ragazza che conoscevo da sempre, quando ero più piccola mi faceva da baby-sitter quando mia sorella era in viaggio, tra noi si instaurò un rapporto bellissimo, era la mia migliore amica, ma dopo alcuni anni avevamo perso i contatti. Lei mi guardò, sapeva di conoscermi, ma non avevo ancora capito chi fossi. Quando poi il suo viso si illuminò.

"Syria! Come sei cresciuta! Non ti avevo quasi riconosciuta!" corsi ad abbracciarla. E solo in quel momento si accorse di chi era il ragazzo dietro di me.

"Ma tu sei Nate! Nate Ruess nel mio negozio! Jack mi parla sempre di te!"
"Già! E Jack mi parla sempre di te! È un piacere conoscerti"
"Allora ditemi cosa posso fare per voi?"

"Dobbiamo comprare una chitarra nuova a Jack, sai devo farmi perdonare" disse Nate.

"Benissimo, so già cosa ci vuole, ogni volta che Jack viene qui fantastica sempre su questa chitarra" disse prendendone una davvero molto bella " Ma non so perchè non la compra mai, compra sempre qualcos'altro"
"Va bene allora vuol dire che la compreremo noi per lui! Quanto costa?"
"Costa 300 dollari, ma vi faccio uno sconto!"
"Grazie mille!"

Mi avvicinai all'orecchio di Nate e gli chiesi

"Che ne dici se la chitarra gliela facciamo dare da lei a Jack?"
"Ottima idea! Poi magari stasera andiamo tutti a cena fuori così la facciamo conoscere meglio a jack!" Annuii.

"Miriam a che ora finisci di lavorare?" chiesi io.

"Io alle otto chiudo bottega! Perchè?"

"Ok non prendere impegni per stasera! Ci piacerebbe molto che fossi tu a dare la chitarra a Jack stasera! E poi andiamo a cena fuori se sei libera!"
"Certo! Ne sarei davvero onorata"

Nate e Miriam si misero d'accordo su dove ci dovevamo incontrare, poi la salutammo e uscimmo dal negozio.

"Sarà davvero una bella sorpresa per Jack!" dissi.




Che ne pensate di questo capitolo? io sono molto emozionata! Syria si farà sicuramente perdonare da Jack! come sempre vi supplico di farmi sapere cosa ne pensate! E ancora un grazie a chi ha recensito fino ad ora! alla prossima! :D
P.S. solo ora mi sono resa conto che sto pubblicando praticamente ogni giorno! sono davvero stupita di me stessa! ahhaha :D  

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Capitolo 10
*** A new love for Jack ***


"Ti va se andiamo a prendere un gelato?" chiese Nate, probabilmente era una scusa per non dovermi riportare in albergo.

"Certo!"

"Ottimo! Devo chiamare gli altri e dirgli di non prendere impegni per stasera!" annuii. Stavo pensando a me e a Nate, pensavo che stavo facendo di tutto per non commettere errori, io non ero mai stata un asso nelle relazioni, non duravano mai tanto, a dire la verità non so perchè, mi è sempre piaciuto pensare che fosse colpa dei ragazzi, ma non ne ero mai stata sicura. Pensavo che questa volta sarebbe stato diverso, perchè non avevo mai provato per nessuno ciò che provo per Nate, ma sapevo perfettamente che non sarebbe stato facile. In men che non si dica eravamo arrivati, prendemmo un gelato e ci sedemmo su delle panchine. Andavamo sempre in posti poco affollati, non avrei mai pensato che a New York ci fossero tanti posti così riservati.

"Non so perchè ma avrei scommesso che avresti preso il gelato al cioccolato" disse Nate.

"Ah no! A me non piace la cioccolata, al massimo il cioccolato bianco e la nutella, ma la cioccolata proprio no! Io prendo solo gelati alla frutta"
"Ragazza tu si che sei strana!" iniziammo a ridere.

"Tu comunque sei davvero una frana a mangiare il gelato!" le sue labbra erano diventate bianche per tutto il gelato che si era spalmato in viso. Mi avvicinai e gli leccai le labbra,poi le morsi leggermente, tirò un sospiro. Mi guardò, aveva gli occhi spalancati, non se lo aspettava. Io sorrisi, adoravo far stupire le persone.

"Puoi anche dire qualcosa adesso" risi.

"S-si beh io.. tu mi farai morire!" io scoppiai a ridere e lui mi baciò, devo ammettere che anche lui mi lasciò piuttosto stupita, era un bacio perfetto. Finimmo di mangiare il gelato e ce ne andammo.

In macchina regnava il silenzio, passammo davanti al mio albergo, ma non si fermò.

"Dove stiamo andando?"

"A casa mia" rispose sorridendo.

Stavo di nuovo avendo paura, molta paura, quel sorriso aveva un non so che di strano, non mi piaceva, c'era una tensione nell'aria, neanche quella mi piaceva.

"Perchè?"
"Perchè voglio passare un po' di tempo da soli"
"Ok" avevo ancora più paura, ma gli avevo già detto che era troppo presto,di cosa avevo da preoccuparmi?

"Che c'è? Guarda che non ti mangio mica!"

"Si lo so" alzò un sopracciglio, non capiva come mai tanta preoccupazione.

Arrivati in casa sua, mi prese in braccio, mi mise sul divano e poi si sdraiò su di me.

"Non puoi darmi un assaggio di te e poi lasciarmi così" in quel momento mi stavo maledicendo in una maniera assurda, questa volta me l'ero proprio cercata. Ero rigida come un pezzo di legno, avevo gli occhi chiusi.

"Piccola non avrai mica paura! Non faremo niente, volevo solo un po' di intimità, stare steso con te e poterti baciare senza dovermi preoccupare di niente" i miei nervi si rilassarono improvvisamente, lo guardai dritto negli occhi e iniziai a baciarlo,era così comprensivo, sentivo il suo desiderio ma lui lo placava, solo per me, la sua priorità era farmi stare bene, non pensava a se stesso, anche se in un certo senso stava soffrendo. Passammo ore così, tra un bacio e una chiacchiera ma fummo interrotti dal mio cellulare

"Pronto mamma? "
"Tesoro torni per pranzo o sono libera?"
"Se vuoi che torno vengo se hai altri impegni posso stare con Nate"
"Marco mi ha invitata a pranzo quindi volevo sapere se devo dire di no o se posso andare"
"Puoi andare, sono in buone mani!" ridemmo insieme.

"Ok ci sentiamo oggi pomeriggio!"
"Un bacio! A dopo!" riattaccai.

"Nate.. che programmi hai per pranzo?"
"Mah niente, cercherò di cucinare qualcosa, poi combinerò un gran disastro e andrò a prendere del cibo da mangiare a casa.. perchè? "
"Ottimo! Perchè mia madre è impegnata quindi volevo sapere se potevo restare con te!"

"Certo che puoi!" la mia pancia iniziò a farsi sentire. Ci mettemmo subito ai fornelli e riuscimmo a cucinare un po' di pasta. E devo ammettere che era davvero buonissima.

"Non ho mai mangiato della pasta così buona!"
"Probabilmente perchè non l'hai mai assaggiata fatta da un'italiana!"
"Ottima osservazione!"
Finimmo di mangiare e dopo aver lavato i piatti ci andammo a stendere in giardino.

Ci stendemmo nel prato, e ci divertimmo a guardare le varie forme delle nuvole. Purtroppo iniziò a piovere, pioveva così forte che finchè arrivammo dentro casa eravamo già fradici. Devo ammettere però che ci stavamo divertendo come matti.

"Avresti delle robe da prestarmi?" chiesi ridendo.

"Certo!"

Mi diede una felpa, molto larga, che mi stava come un vestito,però anche il mio intimo era bagnato e quindi bagnò anche la felpa e dopo poco iniziai ad avere freddo.

"Ma stai tremando!" vide le chiazze bagnate sulla felpa e andò a prendermi un suo paio di boxer e un'altra felpa asciutta. Io scoppiai a ridere, ma mi immaginate con i boxer di Nate?! Beh,era meglio di niente, quindi li presi e andai a cambiarmi. Quelle felpe avevano il suo odore, adoravo sentire il suo profumo su di me, è come se fossi sempre stretta fra le sue braccia.

"Sei ancora più bella con la mia felpa addosso!" mi avvicinai a lui e lo baciai.

"Sei di una dolcezza unica" gli sussurrai sulle labbra.

"Be' già che ci sei potresti consigliarmi cosa mettermi stasera!"
"Va bene! Poi però non dire che sono io quella che pensa sempre a come vestirsi!" ridemmo.

"Sarà che sei contagiosa! "

"Mah.. può darsi!" ridendo andai a frugare nel suo armadio. Gli presi dei semplici pantaloni neri e una carinissima maglietta con delle specie di chiazze di tutti i colori.

"Ecco fatto! Semplice e sofisticato!" ripresi a ridere.

"Devo essere sincero, non li avrei mai abbinati! Ma mi piace!"

"Sono contenta! Comunque potrei controllare un attimo la mia e-mail?"

"Certo fai pure" accessi il pc e mi sedetti sul letto, lui si venne a sedere accanto a me. C'erano molti messaggi di "amici" che mi avevano sentito cantare e mi facevano i complimenti, ma poi trovai un messaggio di Maria che diceva "Sono certa che è tutto un fotomontaggio, tu non sei brava a cantare, sei solo brava a combinare guai, forse è proprio per quello che tuo padre non c'è più.

Baci Maria." Nonostante stessi vivendo il sogno più bello della mia vita,Maria era riuscita a farmi piangere. Abbracciai Nate e cercai di trattenere le lacrime.

"Che c'è? Che c'è scritto?" Gli spiegai tutto, a partire da ciò che c'era scritto fino all'inizio, quando tutto iniziò. Lui mi strinse forte a se, mi coccolò un po' e mentre stavamo abbracciati e io fissavo il pc, mi arrivò la richiesta per una video-chiamata. Vidi che era Alessio e accettai. Subito mi apparì sullo schermo.

"Ciao Syri!" poi vide Nate e iniziò a parlare inglese "Oh e ciao Nate! È un vero piacere conoscerti!!!" era euforico. Nate gli sorrise semplicemente.

"Ciao Ale! Se mi vedi così è tutta colpa di Maria, ma non c'è bisogno di parlarne, è passato tutto"
"Va bene, ma voglio sapere! Me lo dirai in un secondo momento! Comunque c'è la festeggiata qui con me che vuole vederti! Eccola arriva!" Apparve Rosaria sullo schermo.

"Ciao Rosy! Auguri ancora!"
"Ciao Syri! Ma chi c'è lì con te? Ti vedo male!"
"C'è Nate qui con me che ti saluta e ti fa gli auguri!"
"Ringrazialo! Parlerei inglese ma sai che non sono molto brava!"

"Si tranquilla!"

Chiacchierammo a lungo, Nate fece amicizia con loro ma poi giunse il momento di andarsi a cambiare, avevamo una cena! Salutammo e uscimmo di casa. Arrivammo subito in albergo, mia mamma non c'era, doveva passare tutta la giornata con Marco.

"Posso vestirti io?" chiese Nate, ero preoccupata, ma accettai.

"Ehhmm.. va bene!"

"Dai ti prometto che non farò troppi danni!" prese un paio di eleganti pantaloni verde-acqua, una magliettina tutta colorata, e una felpa bianca in caso sentissi freddo. Dovevo ammetterlo era stato bravo. Mi vestii di fretta e uscimmo, eravamo già in ritardo. Lungo la strada trovammo Miriam con la chitarra che stava raggiungendo il ristorante allora ci fermammo per darle un passaggio. Salì in macchina e ripartimmo. Arrivammo al ristorante ma erano già tutti lì. Jack non sapeva niente del fatto che doveva esserci anche Miriam, nè che gli avevamo comprato una chitarra nuova.

Appena Jack vide entrare Miriam gli si illuminarono gli occhi e diventò tutto rosso.

"Ciao ragazzi!" dicemmo io e Nate, Miriam fece subito amicizia anche con Andrew e Jill.

"Nate perchè non mi hai detto che c'era anche lei?! Mi sarei vestito meglio! Comunque grazie amico! Sei grande!"
"Non ringraziare me, è stata Syria a chiederle di venire, a quanto pare le ragazze si conoscono da molto tempo!" Jack mi guardò e mi strinse in un forte abbraccio.

"Grazie! Grazie!" io risi.

"Figurati! È un piacere per me!"

Facemmo sedere tutti a tavola e parlammo io e Nate, Miriam era dietro di me, pronta per andare a prendere la chitarra.

"Jack, c'è un'altra sorpresa per te..! Questa è per farci perdonare!" mentre finivamo di parlare tornò Miriam con la chitarra chiusa in una custodia che consegnò a Jack.

"Su avanti aprila!" Jack aprì la custodia e quasi si commosse.

"Grazie ragazzi! Grazie davvero!" ci abbracciò tutti.

"Su dai ora mangiamo! Ho una fame!" disse Nate.

Finimmo di mangiare e andammo a fare una passeggiata. Eravamo divisi, io e Nate, Andrew e Jill, e Miriam e Jack per dare alla nuova coppietta di stare insieme. Ci sedemmo in un prato, e tutti iniziammo a baciarci, tranne Jack e Miriam, ma poi presi da un momento magico, notammo che anche loro si stavano baciando. Appena finirono il loro lungo bacio iniziammo a complimentarci.

"Benvenuta alla nuova coppietta!" e gli saltammo addosso. Miriam mi abbracciò a lungo.

"Grazie Syria, grazie tante, tu oggi hai reso la mia vita migliore, tutto ciò non sarebbe mai successo se non mi avessi invitata tu oggi stamattina, grazie ancora!"
"Figurati! È un vero piacere per me!" anche Jack venne ad abbracciarmi.

"Mi dispiace se ho detto quelle orribili cose su di te ieri sera, ho provato molte volte a chiedere a Miriam di uscire con me, ma non avevo mai il coraggio, se sono felice ora è tutto merito tuo"
"Non pensiamoci più.. e mi raccomando trattamela bene!" Jack mi sorrise. Infine venne Nate.

"Gli hai resi felici stasera! E grazie per rendere felice me questi giorni" ci baciammo a lungo.

"Però sai.. Marta non so se la prenderà bene, lei aveva una piccola cotta per Jack"

"Troverai un modo per aiutare anche lei, ne sono certo, ma ora pensa un po' a me, adesso io ho bisogno di te"
"Va bene, te lo concedo.. allora cosa posso fare per lei signore?"
"Sto molto male! Ho bisogno di una lunga e intensa terapia di coccole!"
"Concordo in pieno! Le coccole guariscono tutto!" ridendo riprendemmo a baciarci, era una serata perfetta. 




Salve a tutti! :D ho scritto ora un nuovo capitolo perchè domani probabilmente non avrò tempo per scrivere un nuovo capitolo.. sarò tutta la giornata fuori! Beh spero che anche questo vi piaccia! un bacione! alla prossima! :D <3 

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Capitolo 11
*** Il primo litigio ***


Quella notte non riuscivo proprio ad addormentarmi, ogni volta che salutavo Nate mi veniva una fitta allo stomaco, ogni volta avevo paura che fosse l'ultima. Ogni volta avevo paura che si stancasse di me, che si accorgesse che ci sono ragazze più belle e più brave di me anche dietro l'angolo. Il giorno della mia partenza si stava avvicinando, e io non volevo lasciarlo, non volevo perderlo. E se al prossimo concerto avesse conosciuto un'altra ragazza? I dubbi mi torturavano, ma sembrava che Nate mi leggesse nel pensiero, e riuscii ad addormentarmi solo dopo aver letto il messaggio che mi aveva mandato.

"Tu sei speciale, sei la ragazza più meravigliosa che io abbia mai conosciuto, da quando ti conosco, da quando ci siamo scambiati il primo bacio, non mi importa più di niente, anche se vedo una bella ragazza in mezzo alla strada, penso che non è bella quanto te, non è meravigliosa quanto te. Non vedo l'ora che arrivi domani per poterti riabbracciare" solo lui riusciva a farmi calmare.

La mattina seguente, per la prima volta da quando conosco Nate, mi ero svegliata tardi. Non avevo nessun messaggio, nessuna chiamata, non era venuto a fare irruzione nella mia stanza.Gli mandai un messaggio, ma non rispose, ero un po' preoccupata allora chiamai Jack, ma non rispose nemmeno lui, provai a chiamare Andrew e rispondeva la segreteria, lo stesso a Marta. Decisi di andare al negozio di Miriam, perchè non rispondeva nemmeno lei.

"Mamma dove stai andando?" la vidi che stava per uscire.

" Ho alcune cose da fare, vuoi venire con me?"
"No, però potresti darmi un passaggio al negozio di Miriam? Starò un po' con lei oggi"

"Certo! Ma fai presto a prepararti, ho un sacco di cose da fare"

Mi vestii, lavai, presi una merendina e uscimmo dall'albergo. Quando arrivammo in macchina mia madre iniziò a farmi delle domande.

"Come mai non è venuto Nate stamattina?"

"Non lo so, gli ho anche scritto un messaggio ma non mi risponde.."

"Strano.. come mai stai andando al negozio?"

"Perchè nemmeno Miriam risponde al cellulare, e voglio sapere cosa sta succedendo"

"Capisco, torni per pranzo?"
"Non lo so, di solito Miriam pranza da sola, quindi forse le terrò compagnia"
"Ok amore siamo arrivate! Poi fammi sapere!" le diedi un bacio e scesi dalla macchina.

Entrai nel negozio, e Miriam, appena mi vide spalancò gli occhi, sembrava preoccupata nel vedermi lì.

"Perchè mi guardi così?"
"No no niente, è solo che non mi aspettavo di vederti qui" era strana, e si guardava sempre attorno.

"Posso restare qui con te? Sai mia mamma è uscita, non so che fine abbia fatto Nate, nemmeno Jack e Andrew mi rispondono, sai per caso che fine hanno fatto?"

"Certo che puoi stare con me, mi farebbe molto piacere, comunque non so che fine abbiano fatto, io ho parlato con Jack stamattina ma poi non l'ho più sentito.. chissà cosa stanno architettando.."

"Spero di saperlo presto, questi sono i miei ultimi giorni qui, e vorrei passarli con tutti voi.."

Mentre ci stavamo incamminando per andare a pranzare mi arrivò un messaggio.

"Piccola io sono fuori città con i ragazzi quindi oggi non ci vedremo, appena torno ti chiamo"

Perchè non mi aveva avvisato prima? Perchè non si era degnato nemmeno di una chiamata? Nemmeno un semplice buon giorno. I conti non mi tornavano, stavo iniziando seriamente a preoccuparmi. Mi fidavo di Nate, però tutto ciò non mi convinceva.

"Chi è ?" chiese Miriam.

"Nate, ha detto che sta con i ragazzi e sono fuori città"

"Bene allora, il mistero è risolto!"

"Si ma io non sono tranquilla,insomma perchè non mi ha avvisato prima?"
"Probabilmente non ha avuto tempo"
"Poteva mandarmi il messaggio anche appena sveglio, l'avrei letto più tardi.. ma non l'ha fatto, sono davvero preoccupata"

"Nah! Stai tranquilla! Vedrai che è solo immerso nel suo lavoro"
"Si ma lui ha detto che non doveva lavorare.. ma sì dai, forse se n'era dimenticato.."
"Si dai! Sta tranquilla! Comunque mi sono dimenticata di dirti che con noi a pranzo ci sarà anche mio fratello che è venuto a trovarmi dall'Italia, per te va bene?"
"Certo! È da tantissimo tempo che non vedo Giulio! Come sta?"
"Sta bene, ieri gli ho detto che ti ho ritrovata, e lui ha voluto subito sapere tutto di te, spero che non abbia ancora una cotta per te! A te non piace più vero?"
"No, per fortuna no!" appena finii di parlare riconobbi la sua voce.

"Ciao ragazze! Da quanto non vi vedo!" era Giulio, sprizzava allegria da tutti i pori.

"Ciao fratellino!" disse Miriam andando ad abbracciarlo. Poi mi accorsi che mi aveva vista.

"Syria? Come sei cambiata! Sei diventata ancora più bella!" venne ad abbracciarmi.

"Giulio! Tu invece non sei cambiato di una virgola!" ero contenta di rivederlo.

"Allora andiamo a mangiare?"
Entrammo in un fast-food, io presi un panino, ma non lo riuscii nemmeno a finire, ero troppo preoccupata per mangiare.

"Syria che non ha fame? Non ci credo!" io avevo sempre fame, mangiavo sempre e ovunque, appena si poteva io avevo sempre in mano qualcosa da mangiare, ero ormai famosa per questo.

"Già! Questa è la prima volta!" iniziammo a ridere, era la mia prima risata della giornata.

"Beh ragazze allora ditemi, avete un fidanzato?"
"Io da ieri si, tutto grazie a Syria"
"Davvero? Chi?"
"Jack Antonoff"
"Quel Jack Antonoff?!?"
"Già!" Miriam iniziò a ridere, era una risata di gioia, era davvero innamorata di Jack.

"Wow.. complimenti! Scusa Syria ma tu come conosci Jack?"
"Beh ero ad un loro concerto e Nate mi notò tra il pubblico per come cantavo, poi mi fece salire sul palco e io cantai con lui e andai anche al dopo-concerto dove ho conosciuto meglio i ragazzi, ci siamo avvicinati molto e lui conosceva già Miriam perchè veniva sempre nel suo negozio, io ho semplicemente invitato Miriam ad uscire con noi poi l'amore ha fatto il suo corso"
"Hai cantato con Nate Ruess sul palco?! Non sapevo sapessi cantare!"
"Già, beh ci sono tante cose che non sai di me!"
"Avremo tempo per approfondire.. comunque tu hai il ragazzo?" Io non sapevo se dirglielo o meno, io e Nate lo stavamo tenendo nascosto, e non so come l'avrebbe presa se lo avessi detto anche a lui, lo sapevano già troppe persone. Miriam però rispose subito al posto mio.

"Si! Lei è la fidanzata di Nate!" disse bisbigliando.

"Miriam! È un segreto!"

"Scusa! Ma sono certa che lui non lo dirà a nessuno! Vero Giulio?"
"Si tranquille, se è un segreto, rimarrà tale"
Finimmo di mangiare e uscimmo dal locale.

"Ragazzi io devo andare a riaprire il negozio, Syria tu che fai vieni con me?"
"No non andare! Dai andiamo a fare un giro, è da tanto che non ci vediamo!" andare in negozio non era un idea che mi allettava molto, in più avevo bisogno di fare un giro per non pensare a Nate, quindi decisi di accettare e andare con Giulio. Salutammo Miriam e ci incamminammo verso Central Park. Appena arrivati mi sedetti sul prato, mi ricordava tanto l'altro giorno con Nate, ero così preoccupata. Giulio si sedette accanto a me e iniziammo a chiacchierare e mi fece ridere. Il mio cellulare iniziò a squillare, allora ridendo risposi.

"Pronto?"

"Syria, dove sei?"
"Ciao Nate! Sono a Central Park" ero così contenta di sentirlo.

"Ma chi è con te?"
"Giulio, il fratello di Miriam, non ci vediamo da molto tempo e visto che oggi ero sola siamo usciti a fare una passeggiata"
"Certo! Visto che oggi non ci sono io te ne vai con un altro! Magari ti mancavano anche i miei baci allora hai rimediato con lui!"
"Nate ma che stai dicendo? Stiamo solo facendo una passeggiata!"

"Si certo! Tolgo subito il disturbo!" senza nemmeno darmi il tempo di rispondere riattaccò. Odiavo quando si comportava così, non si fidava proprio per niente di me? Lui era il mio sogno diventato realtà, non lo avrei tradito per nessun motivo al mondo. Giulio era davvero un bel ragazzo, ma non mi importava. Provai a richiamare Nate, ma non mi rispondeva allora decisi di lasciargli un messaggio.

"Nate, non capisco perchè ti comporti così, tu sei il mio sogno che diventa realtà, non ti tradirei per nessun motivo al mondo, ma non sopporto quando fai così, non ti fidi proprio di me? Quando ti sarai calmato richiamami" Mi stesi per terra, aspettavo una sua chiamata che non stava arrivando. Guardai Giulio, notai che si stava preoccupando per me.

"Era Nate vero?" chiese.

"Si, non era contento di sapere che ero qui con un ragazzo"
"Mi dispiace, è tutta colpa mia"
"No vabbè tranquillo, è lui che esagera sempre.."

"Ma gli hai detto che stavamo solo facendo un giro?"
"Si, però a quanto pare non ci ha creduto, detesto quando fa così..Giulio scusa ma ho bisogno di parlare con Miriam"
"Va bene, andiamo, ti accompagno"
Iniziammo ad incamminarci, e i miei pensieri tornarono ad affollare la mia mente. Pensavo a come avrei reagito io, se Nate mi avesse detto che era con un'altra ragazza, mi sarei arrabbiata anche io, forse non aveva tutti i torti, però non avrei di certo reagito così, non gli avrei mai detto una cosa così brutta come "Visto che oggi non ci sono io te ne vai con un altro! Magari ti mancavano anche i miei baci allora hai rimediato con lui!" era una cosa davvero orribile da dire.

"Tutto ok?"

"Si, si.."

Appena arrivammo davanti al negozio di Miriam, salutai di fretta Giulio e corsi dentro, appena entrata trovai Nate, Jack e Andrew. Ero sorpresa.

"Ciao" salutai Jack e Andrew ma appena stavo per salutare Nate, mi fermai.

"Ti sei calmato?" chiesi con un tono di rimprovero, mi aveva fatto davvero arrabbiare.

"Si.. scusami, ho esagera.." non riuscì a finire di parlare che tornò Giulio nel negozio.

"Syria hai dimenticato di riprenderti il cellulare!" Nate mi guardò male, i suoi occhi non erano più gli stessi, erano di un verde scuro.

"Ah, grazie.." probabilmente non aveva riconosciuto i ragazzi perchè disse

"Ti ho salvato il mio numero, chiamami quando vuoi" e mi diede un bacio sulla guancia. Io non gli risposi, la prima cosa che feci fu guardare Nate, il mio cuore stava battendo davvero forte. Giulio salutò anche Miriam e poi andò via. Io non riuscivo a pensare cosa avrebbe potuto dirmi Nate, mi stavo agitando.

"Perchè aveva lui il tuo cellulare?" era freddo, non era più il Nate che conoscevo.

"Perchè quando ho chiuso con te, mi sono stesa per terra e ho lasciato cadere il cellulare a terra, e lui l'ha raccolto e poi mi sono dimenticata di riprendermelo"

"E io dovrei crederti?"
"Si dovresti!" nel sentire la mia risposta Miriam si intromise.

"Nate, conosco mio fratello, lui sa che lei è la tua ragazza, e non si intrometterebbe mai, specialmente perchè sa quanto lei sia felice con te"

"Va bene, ci credo.." io ero arrabbiata, molto arrabbiata, non si fidava di me, non mi credeva, non si era fatto sentire per tutto il giorno, ma c'era almeno una cosa che andava per il verso giusto?

"Ragazzi io me ne torno in hotel" volevo stare un po' da sola, fare una lunga camminata fino all'hotel.

"Vuoi che ti accompagno?" chiese Nate.

"No, non ce n'è bisogno, o hai paura che possa baciare qualcun'altro lungo la strada?" non volevo nemmeno sapere la sua risposta, uscii dal negozio. Dopo alcuni istanti sentii che Nate mi aveva seguita.

"Syria io non intendevo dire questo!"
"Beh non è ciò che è sembrato a me!" continuavo a camminare, non volevo guardarlo, mi stava venendo da piangere. Sentii la mano di Nate afferrare la mia e poi girarmi verso di lui.

"Mi dispiace, ho solo tanta paura di perderti" e mi baciò, ma io mi allontanai.

"Nate io capisco che tu sia preoccupato nel sentire che sono con un altro ragazzo, però mi hai detto delle cose davvero orribili.. non ti fidi di me?"

"Si che mi fido, mi dispiace per ciò che ho detto.."

"A me non sembra che tu ti fidi poi così tanto..Nate ma insomma! Solo una pazza rinuncerebbe a te! Tu mi piaci davvero Nate, io non ti lascerei per nessun ragazzo al mondo, e tu? Tu che fai? Mi rispondi dicendomi delle cose orribili..sai come mi sono sentita?"
"Male, lo so"
"Ecco.. apprezzo il fatto che tu ti preoccupi per me, adoro quando fai il geloso perchè non vuoi perdermi, però se ti dico che sto facendo un giro, e che siamo solo amici, o qualsiasi altra cosa tu devi credermi"
"Va bene! Ti prometto che d'ora in poi non dubiterò più di te, sono stato un'idiota, potrai mai perdonarmi?"
"Nate è inutile che mi fai gli occhi da cucciolo, certo che ti perdono!" gli diedi un bacio.

"Cosa posso fare per farmi perdonare?"

"Niente, ti ho appena detto che è passato tutto"
"Si ma voglio fare qualcosa, che posso fare?"
"Non lo so, stupiscimi!"

"Domani, mi farò perdonare di tutto, vedrai" 





Salve a tutti! :D ragazzi a dire il vero questo capitolo non mi convince più di tanto.. il mio umore non è dei migliori oggi.. comunque ho fatto del mio meglio.. spero che vi piaccia! fatemi sapere! alla prossima! :D 

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Capitolo 12
*** Happy Birthday! ***


Avevo passato la maggior parte di quella notte a pensare cosa avrebbe combinato Nate per farsi perdonare, ma non riuscivo ad immaginare niente, perchè mi sarebbe bastato passare del tempo con lui per essere felice. Ogni anno il giorno del mio compleanno mia madre mi lasciava dormire quanto volevo e mi faceva fare tutto ciò che volevo, evidentemente Nate non lo sapeva.

"Buon giorno!" era lui, fece irruzione nella mia stanza mentre io stavo beatamente dormendo. La mia testa sprofondava nel cuscino, non ne volevo sapere di alzarmi.

"Dai su forza dormigliona! Oggi è un grande giorno! A proposito! Auguri piccola"
"Grazie, però ora lasciami dormire ti prego"

"Non se ne parla proprio! Non voglio sprecare nemmeno un minuto di questa giornata" io non risposi, ero stanca morta, anche volendo non riuscivo ad alzarmi. Per farmi svegliare iniziò a darmi tanti baci, non in viso perchè ero a pancia in giù, ma sul collo, sulle braccia e sulla schiena, e riuscì a farmi svegliare, non resistevo a quei baci.

"Finalmente!" lo guardai un po' male, ma adoravo che fosse venuto nella mia stanza, non avrei potuto immaginare un risveglio migliore. Mi aveva portato anche la colazione in camera.

"Grazie, sei il migliore del mondo e questo è il più bel compleanno di tutti!" iniziai a riempirlo di baci. Iniziò a ridere dolcemente.

"Oggi ho organizzato una giornata speciale, ti divertirai un mondo vedrai"
"Questo è il tuo modo per farti perdonare per ieri?"
"Può darsi...ma ora poche domande, finisci di mangiare che dobbiamo andare"
"Va bene" finii di mangiare, mi preparai e in pochi minuti ero pronta per uscire. Stavo salutando mia madre quando mi fermò per sussurrarmi una cosa all'orecchio.

"Syria, mi raccomando, Nate è speciale, e gli piaci davvero, trattalo bene" le sorrisi, annuii e uscimmo di casa. Appena ci mettemmo in macchina, notai dietro di me dei borsoni.

"E quelli a cosa servono?"
"Prenderemo l'aereo oggi, per due giorni non vedrai New York"

"Ah si? Mia mamma lo sa? Dove andiamo?"
"Calma calma, una domanda alla volta! Allora si, tua mamma sa tutto, le ho chiesto il permesso, per quanto riguarda dove andremo.. beh lo scoprirai presto"

Arrivammo in aeroporto, facemmo il check- in e aspettammo la chiamata per il nostro volo. Mentre Nate si prendeva un caffè al bar, io andai a leggere gli orari dei voli e le rispettive località.

"Il primo volo, cioè il nostro, arriva in.... Italia!?!" stavo parlando da sola. "Ma come? Ho pochi giorni da passare qui a New York e lui mi riporta in Italia?!" lo guardai, stava tornando con il suo caffè in mano.

"Nate ma stiamo andando in Italia?"
"Ebbene si, sapevo che saresti andata a leggere"
"Sono contenta di tornare in Italia, ma questi sono i miei ultimi giorni a New York e tu mi riporti a casa?" iniziò a ridere.

"Si! Ma ora rilassati e non fare altre domande" appena finì di parlare dovevamo partire.

Ci sedemmo nell'aereo, ero davvero contenta di tornare a casa, e ancora di più, ero contenta di tornarci con Nate. Durante il tragitto passammo la maggior parte del tempo a raccontarci cose che avevano in un certo modo segnato la nostra vita.

"Una cosa che mi rese molto triste fu quando dissi ai miei amici che volevo fare il cantante e loro si misero a ridere di me" guardavo Nate mentre mi raccontava questo episodio della sua vita, quando gli raccontai tutto ciò che era successo evitai di raccontare questo episodio che ora mi stava raccontando lui. Lo abbracciai forte.

"Capisco perfettamente, è successa la stessa identica cosa a me, ma tu sei stato più forte, tu hai seguito il tuo sogno fin da subito, io invece mi sono fatta influenzare e ho perso del tempo prezioso, quando sono arrivata a New York, mia madre mi portò a fare un provino, ma era il padre di Maria a giudicare, lui sapeva tutto e allora decisi di non perdere tempo, riproverò, riuscirò a diventare una cantante, ma evidentemente non era quello il mio momento" lui mi sorride, aveva gli occhi lucidi, ma non sembrava che stesse per piangere.

"Ce la farai, ne sono più che certo, magari potresti cantare un pezzo della canzone del nostro prossimo album con me se ti va"
"Davvero? Certo che voglio! Ne sarei onorata!"

"Allora è deciso"

Rimanemmo un po' in silenzio, ci stavamo rilassando, e Nate si addormentò. Era stanco, sicuramente aveva dormito pochissimo quella notte. Lo guardavo, era un'amore, riusciva ad essere dolce anche mentre dormiva, rimasi a fissarlo per parecchio tempo mentre lo stringevo forte fra le mie braccia. Pensavo che all'andata stringevo una sua foto, ora invece c'era lui in carne ed ossa. Ad un tratto quel momento fu interrotto quando una coppia accanto a noi riconobbe Nate.

"Scusi signorina ma il ragazzo accanto a lei è chi penso io, è Nate Ruess??" chiese bisbigliando, evidentemente non lo voleva svegliare. Anche se Nate ci aveva fatto mettere in prima classe dove c'erano meno persone, era inevitabile che qualcuno lo riconoscesse.

"Si, proprio lui, ma la prego non lo svegli, non ora che si è addormentato"
"No certo, gli chiederò un autografo quando si sarà svegliato"

"Grazie mille" sorrisi, ma sbucò la ragazza da dietro che mi fissava.

"Aspetta un momento, ma io ti conosco" la guardavo, ero sicura di non averla mai vista in vita mia.

"Scusi ma io non credo di conoscerla"
"Ma certo! Tu sei la ragazza che ha cantato all'ultimo concerto con Nate sul palco!"
"Si sono proprio io!" dissi sfoggiando un enorme sorriso, ero contentissima.

"Sei davvero brava! Posso fare una foto con te?"
"Certo!" non me lo aspettavo proprio. Si alzò, venne tra me e Nate e facemmo una foto.

"Me lo fai un'autografo? Così quando sarai famosa io potrò dire di averti conosciuta e non dovrò fare ore di fila" io scoppiai a ridere.

"Certo, è il mio primo autografo" mentre stavo autografando la foto Nate ritornò tra noi.

"Si sta svegliando!" sentii la ragazza bisbigliare.

"Ben svegliato, dormito bene?" lui sorrise e annuii "C'è una coppia che muore dalla voglia di chiederti un autografo" lui che stava vicino al finestrino si affacciò e guardò la coppia. La ragazza iniziò a piangere e corse ad abbracciarlo. In quel momento anche tutte le altre persone lo notarono e in pochi minuti regnò il caos e io fui scaraventata a terra da tutti quelli che cercavano di arrivare a Nate. Per fortuna, erano solo dieci le persone in prima classe oltre noi. Vidi che Nate si alzò.

"Calma calma!" stava sfoggiando un meraviglioso sorriso. Tutti si fermarono e gli permisero di respirare, io nel frattempo mi ero alzata, mi ero allontanata da lì perchè mi avevano già riempita di lividi. Nate mi cercò tra le ragazze, io gli feci segno che andava tutto bene e lui iniziò a sfornare autografi e a fare foto. Alla fine fortunatamente arrivò la hostes che fece sedere tutti quanti e ripristinò l'ordine. Io ritornai a sedermi ed era già evidente più di un livido sulla mia gamba e Nate gli notò.

"Oddio mi dispiace tanto"
"Tranquillo, passeranno"
"Adoro quando vengo assalito dalle fan, però odio quando spingono via chi c'è accanto a me, una volta lo fecero anche con mia sorella"
"Non importa, mi ci abituerò" gli sorrisi. Ormai mancava poco alla fine del viaggio, stavamo atterrando. Uscimmo da una parte che non conoscevo dell' aeroporto entrammo in una macchina e partimmo. Ero emozionatissima.

"Dove andiamo?"

"Pazienza principessa, pazienza"
"Ma non ho nessun diritto da festeggiata di poter sapere tutto ciò che voglio?" scoppiò a ridere.

"No, almeno per ora, manca poco"

Guardavo fuori dal finestrino, ero tornata a percorrere la strada che percorrevo quasi ogni giorno, ma era diversa, era tutto diverso perchè c'era Nate con me. Dopo poco tempo arrivammo in una SPA, era bellissima.

"Ecco cosa faremo questo pomeriggio" mi guardò sorridente.

"Davvero?" lo guardai, avevo gli occhi splendenti.

" Certo, un trattamento da principessa per una principessa"

Lo abbracciai. Passammo tutto il pomeriggio a rilassarci, c'eravamo solo noi lì dentro, di regola quell'edificio era chiuso per ferie, però non avrebbero potuto dire di no a Nate. Era tutto a nostra disposizione. Quel pomeriggio passò in fretta. Troppo in fretta. Appena usciti ci dirigemmo a casa mia, anche se Nate non me lo aveva detto, conoscevo troppo bene le strade della mia città, ed ero curiosa di come facesse invece, a conoscerle anche Nate.

"Stiamo andando a casa mia! Evviva! Non vedo l'ora di rivedere i miei fratelli!"
"Già, sapevo che avresti indovinato la prossima meta" lo baciai, avevo il desiderio di farlo e non sapevo che altro dire. In pochi minuti arrivammo a casa, io salutai il mio cane, i miei gatti e i miei fratelli.

"Ciao Dani!" era mia sorella, l'adoravo, mi era mancata da morire. Dopo salutai mio fratello.

"Thommy! Fatti abbracciare!" dopo saluti e abbracci tornai da Nate che avevo lasciato alle prese con i borsoni e con il mio cane che in cerca di coccole non lo faceva entrare. Presi una borsa, fermai il mio cane mentre Nate attraversava il giardino ed entrava dentro casa. Subito lo raggiunsi e iniziai con le presentazioni. Mia sorella lo abbracciò, non era una grande fan come lo ero io, però anche a lei piaceva, mio fratello che aveva la mania di proteggermi era un po' diffidente.

"Thommy non ci pensare nemmeno a comportarti così con Nate!" scoppiammo a ridere.

"Va bene va bene! Ci proverò" andammo di sopra a sistemare un po' le nostre cose mentre notavo che stava diventando buio.

"Piccola inizia a prepararti, la serata non è finita qui! C'è un'ultima sorpresa che ti aspetta!"
Mi misi un carinissimo vestitino mentre fantasticavo su dove saremmo andati.  



Rieccomi di nuovo qui! :D allora che ne pensate? :D Nate è riuscito a farsi perdonare? Si è dato proprio da fare per Syria! fatemi sapere! un bacione alla prossima! :D 

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Capitolo 13
*** The perfect night, with the perfect person ***


Ero pronta per uscire allora andai a cercare Nate che si preparava nella stanza accanto alla mia.

"Si può??"

"Certo vieni pure" entrai nella stanza, era in mutande, solo quel piccolo pezzo di stoffa ricopriva il suo corpo. Mi faceva un effetto davvero....particolare. Rimasi a fissarlo senza dire niente per qualche secondo.

"Tutto ok?" disse ridendo sotto i baffi.

"Si si, ma sei ancora così? Io sono pronta!"
"Ma tu sei una brava bambina, io no" disse avvicinandosi a me sorridendo e accarezzandomi il viso. Se stava cercando di provocarmi, lo stava facendo bene, molto bene. Tirai un gran sospiro, dovevo controllarmi. Mi baciò, non capii più niente.

"I-io v-vado un attimo giù" e uscii dalla stanza. Appena arrivai giù, notai che i miei fratelli erano usciti. Eravamo io e Nate a casa, solo io e Nate. Tornai su per chiedere se sapeva che fine avevano fatto visto che lui era rimasto più tempo di me con loro.

"Nate, sai dove sono andati Dani e Thommy??"
"Si, Thommy è andato dalla fidanzata, Dani invece è andata a fare la spesa" solo in quel momento vidi Nate, perchè lui aprì la porta. Si era messo i pantaloni, ma era ancora a petto nudo. Non so perchè in quel momento vederlo senza maglietta aveva un così gran effetto su di me, non era la prima volta che lo vedevo così.

"Strano.. è il mio compleanno, perchè non sono rimasti?"
"Non lo so, forse hanno pensato che ti avrebbero rivisto al loro ritorno e allora sono usciti come se niente fosse"
"Ma..ma...ma oggi è il mio compleanno" feci gli occhi da cucciolo.

"Non dipende da me, è inutile che mi fai gli occhioni dolci!" mi guardava dritto negli occhi, io però non mi ero ancora abituata a quel meraviglioso verde che mi ipnotizzava.

"Hai dei bellissimi occhi" disse Nate.

"Beh grazie ma i miei occhi non hanno niente di speciale"
"Non è assolutamente vero, non ho mai visto degli occhi come i tuoi,sono i più belli che abbia mai visto, sono quasi neri, misteriosi, avvolgenti, ti ci perdi dentro" già il suo petto nudo aveva un certo effetto su di me, in più quelle parole dolci, non potevo resistergli. Iniziammo a baciarci, un bacio forte e avvolgente.

"Tu hai gli occhi più belli del mondo, e vieni a dire a me che ho gli occhi più belli che tu abbia mai visto? Vorrai scherzare"
"No, non scherzo, tutto ciò che fa parte di te, è semplicemente meraviglioso" era di una dolcezza unica, riprendemmo a baciarci per diversi minuti.

"Fammi vestire adesso, fra poco dobbiamo andare, a proposito ti sei messa il costume?"
"Dove? E dai voglio sapere! No, ma ora me lo metto!"
"Non ti dirò niente! È inutile che insisti" feci il broncio, ma nemmeno quello sembrò funzionare perchè lui mi rispose facendomi la linguaccia.

Salimmo in macchina e arrivammo in un locale, molto carino, ma molto affollato, mi stavo preoccupando, non saremmo mai potuti stare in pace con tutte quelle persone. Ma poi la cameriera ci indicò una porta, e ci fece salire sul terrazzo, lì c'eravamo solo noi. Era tutto perfetto, un tavolino sotto le stelle, con uno striscione che diceva "BUON COMPLEANNO PICCOLA" . Nate non solo si era fatto perdonare, ma molto di più. Alla fine della cena Nate iniziò a parlarmi in modo molto dolce.

"Syria tu sei una ragazza davvero speciale, penso ogni giorno che tu hai scelto me e ancora non ci credo, mi hai reso davvero felice, so che è come se te lo avessi già chiesto ma non l'ho fatto.. Syria, vuoi essere la mia fidanzata?"
"Ma certo che voglio!!" mi fece commuovere, gli saltai al collo mentre lo riempivo di baci.

"C'è un'ultima cosa che ho organizzato per te.." ad un tratto dalla porta da dove eravamo saliti uscirono tutti i miei amici.

"Sorpresa!!!" ero invasa dai miei amici proprio come ero invasa dalle mie emozioni, ero un pieno di gioia e felicità, tutto questo grazie a Nate.

"Oddio! Grazie a tutti!" ridevo, ero pervasa dalla gioia. Ci abbracciammo tutti e la cameriera ci scattò una foto, era spontanea, piena di gioia e eravamo tutti abbracciati, volevo che quel momento fosse durato per sempre. I primi che abbracciai furono Alessio e Rosaria, mi erano mancati da impazzire, e c'erano anche Marta, Miriam, Jack e Andrew, i miei fratelli, c'erano tutti quelli che amavo di più. Alla fine della serata andammo tutti sul mare. Nate aveva chiesto al proprietario di un lido di farci stare lì, così che non ci fosse altra gente indesiderata a chiedere autografi e tutto il resto.

Era una serata a dir poco straordinaria, Nate aveva pensato a tutto, ad ogni singolo dettaglio, era davvero meraviglioso. Partì la musica, e sentii la meravigliosa voce di Nate che iniziava a cantare una canzone che non era loro.

"I don't really need to look
Very much further,
I don't want to have to go
Where you don't follow.
I will hold it back again,
This passion inside.

I can't run from myself,
There's nowhere to hide.
Your love I'll remember forever
Don't make me close one more door,
I don't want to hurt anymore.
Stay in my arms if you dare,
Or must I imagine you there.
Don't walk away from me.
No, don't walk away from me.
Don't you dare walk away from me.
I have nothing, nothing, nothing
If I don't have you, you,
If I don't have you, oh, ooo."

Io ormai ero peggio di un fiume in piena, le lacrime di gioia mi scorrevano addosso, i brividi mi avvolgevano completamente, avevo pianto di gioia solo due volte in tutta la mia vita, quando trovai il mio cane, e quando i miei migliori amici mi fecero una sorpresa e si auto invitarono ad un pigiama party a casa mia, quando stavo male per un ragazzo. Stavo aspettando che scendesse dal palco, i miei migliori amici mi stringevano forte, sapevano bene che ne avevo bisogno quando ero in preda alle emozioni. Ad ogni suo passo verso di me il mio cuore batteva sempre più forte, e quando mi sorrise mi sentivo la ragazza più forte del mondo. Mi liberai dalla presa dei miei amici e gli saltai al collo.

"Grazie Nate, grazie di tutto, grazie di esistere, grazie grazie grazie! Ti amo Nate!" Mi ero davvero innamorata di lui. Ora ne ero certa, era amore, vero amore. Notai i suoi occhi brillare, iniziò a saltare da tutte le parti come un bambino il giorno di natale.

"Ha detto che mi ama! L'ha detto! L'ha detto!" corse ad abbracciare Jack e Andrew poi tornò da me,prese il mio viso tra le sue mani e mi diede un bacio. Tutti gli altri iniziarono a farci la festa.

"Evvivaa! Bravii!" e fummo circondati da tutti quanti che ci stavano abbracciando. Finito quel momento, quando ero stesa sulla sdraio con Nate, Rosaria e Alessio vennero a parlarmi.

"Syria che dice ti amo a qualcuno? Ancora non ci credo!" disse Alessio.

"Perchè?" chise spontaneamente Nate.

"Lei è sempre stata quella contraria a dire ti amo, o almeno non prima di un anno che due persone stanno insieme, e poi invece guardala, non è nemmeno una settimana ed è cotta come una pera!" concluse Rosaria, io mi limitai a sorridere.

"Quindi Nate, sappi che sei davvero fortunato!"
"Lo so, lo so e come!" disse guardandomi e sorridendomi. Ad un tratto sbucarono Jack e Andrew che mi presero in braccio e si dirigevano verso il mare.

"No ragazzi no! Aspettate fatemi almeno togliere il vestito!" quel vestito era davvero importante per me, non volevo che si rovinasse, ma più che altro era una scusa, appena mi avrebbero messa a terra per farmelo togliere, io sarei scappata via. Nate mi raggiunse, e mi sfilò il vestito, probabilmente sapeva che avrei iniziato a correre se mi avessero lasciata.

"Non ci freghi!" disse con un sorrisino malefico. Non ebbi nemmeno il tempo di rispondergli che mi ritrovai in acqua, e dopo di me, uno dopo l'altro iniziarono a tuffarsi tutti gli altri. Io mi diressi sott'acqua da Jack e Andrew e poi li tirai giù, una piccola vendetta. Appena uscirono dall'acqua scoppiai ridere.

"Ah è così allora? Ora ti facciamo vedere noi!" io nuotai fino a Nate e mi nascosi dietro di lui.

"Eh no! Non puoi iniziare una battaglia e poi non finirla!" disse Nate iniziando a ridere.

"Io me ne sono andata solo perchè non volevo fargli fare una brutta figura e stracciarli!"
"Certo ti piacerebbe!" disse Jack con aria da sfida.

"Vuoi scommettere? " io mi ero allenata per anni con mio zio a questo gioco nessuno riusciva a prendermi o a farmi andare sott'acqua se io mi mettevo di forza. Iniziò la guerra. E ovviamente, non riuscirono a prendermi, e senza che se ne accorgessero, si ritrovarono sott'acqua, perchè io li tiravo giù. Notai Nate ridere dei suoi amici.

"E tu pensi di scampartela?" lo raggiunsi, lo tirai sott'acqua e lo baciai.

Dopo varie guerre e scherzi si era fatto tardi, dovevamo uscire e asciugarci. Ci sedemmo tutti in cerchio e chiacchieravamo aspettando che ci fossimo asciugati. Non sarebbe bastata tutta la notte perchè i miei capelli si fossero asciugati. Tornammo a casa, avrebbero dormito tutti a casa mia quella notte.

"Dove dormiamo?" chiese giustamente Marta.

"Io ho una stanza, molto speciale, si chiama stanza-letto, perchè il letto occupa tutta la stanza, e ci possono dormire fino a 20 persone, quindi dormiremo tutti lì"

"No grazie, io e Dani dormiamo nelle nostre stanze, non voglio ritrovarmi un piede in faccia domani mattina" disse mio fratello.

"Va bene! Fai il guasta feste!" scoppiammo tutti in una sonora risata.

Arrivati a casa io corsi ad asciugarmi un po' i capelli, sennò la mattina dopo avrei avuto un mal di testa terribile. Tornai giù e vidi che tutti si erano già stesi sul letto, erano stremati, e devo dire che anche io ero piuttosto stanca. Cercando di non schiacciare nessuno raggiunsi Nate, che mi stava tenendo un posto accanto a sè. Mi stesi accanto a lui, e subito dopo mi ritrovai Rosaria appiccicata a me, ogni volta che lei dormiva a casa mia, non riusciva ad addormentarsi se non mi abbracciava.

" Rosy, fammi stare un po' con Nate, tanto non dormiamo per ora, tu parla con gli altri e poi vieni"

lei annuì e si allontanò.

"Nate, mi hai reso la ragazza più felice di tutte, non ti ringrazierò mai abbastanza" lui sorrise.

"Ti avevo promesso che mi sarei fatto perdonare no?"
"Si ma hai superato tutte le mie aspettative!"
"Si, lo so, mi piace fare le cose in grande"
"Sai, ora capisco perchè non riuscivo a trovare un ragazzo con cui durasse, perchè ci lasciavamo subito, e perchè non riuscivo a dire ti amo a nessun'altro.."
"Perchè?"
"Perchè quello giusto sei tu, e Dio ci ha messo tanto tempo, perchè ha in servo un piano meraviglioso per me, e sono contenta che il suo piano comprenda te"
"Ti amo piccola mia"

"Ti amo anche io"

Non avevo sonno, allora quando vidi che Nate si era addormentato, andai a sedermi fuori. Uno dei miei gatti venne a sdraiarsi su di me e il mio cane si stese ai miei piedi ,mi riscaldavano. Avevo davvero paura che questo fosse solo un sogno, avevo paura di svegliarmi da un momento all'altro, di vedere Nate così lontano, ascoltare la sua voce solo tramite le canzoni, e vederlo solo attraverso uno schermo, non poterlo abbracciare, non poterlo baciare, era tutto troppo bello per essere vero. Dopo un po' tempo che ero seduta lì, sentii la porta aprirsi. Era Nate.

"Che ci fai qui?" chise mentre si sedeva accanto a me.

"Non riuscivo a dormire, sono venuta a prendere una boccata d'aria e mi mancavano i miei animali"
"Ti va se andiamo a fare una passeggiata?"
"Certo" iniziammo a camminare sulla spiaggia, ma poi riconobbi una voce che mi chiamava.

"Syria?!" era Maria.

"Oddio, ma che male ho fatto per doverti rivedere?"

"Aspetta ma quello è Nate Ruess! Allora è vero che hai cantato sul palco con lui"
"Certo che è vero, comunque non abbiamo tempo da perdere qui con te, ciao!"
"Si si, a proposito, chiamami quando ti lascerà per una ragazza più bella di te"
come faceva a sapere che stiamo insieme? Combinerà sicuramente un casino.

"Beh, non ti aspettare una chiamata perchè non succederà"
"Certo, e stai attenta perchè potrei essere io, è molto carino sai.." strinsi la mano di Nate, dovevo calmarmi, la stavo per uccidere.

"Non ci sperare, lui non sta con le false"
"Vedremo, tienilo d'occhio tesoro, potrebbe sfuggirti"
Non le risposi nemmeno, presi Nate per mano e ce ne andammo.

"Che ha detto?" chiese Nate. Gli tradussi tutto e lui iniziò a ridere.

"Con quella? Io? Mai, nemmeno se fosse l'ultima su questo pianeta, e poi io voglio solo te" 




Rieccomi! Vogliamo parlare della dolcezza di Nate? *-* ahhaahah mi piace un sacco questo capitolo! :D spero piaccia anche a voi! fatemi sapere! un bacione alla prossima! :D 

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Capitolo 14
*** Things couldn't go better ***


Tornando a casa il cellulare di Nate iniziò a squillare.

"Pronto?" si allontanò da me mentre parlava. Dopo pochi minuti tornò.

"Chi era?" chiesi mentre entravamo in casa.

"Era la mia casa discografia, ha detto che domani mattina dobbiamo prendere il primo aereo e tornare a New York"

"Ma è tutto ok? " chiesi preoccupata.

"Si si certo, dobbiamo vederci per iniziare ad organizzare un nuovo video, meglio andare a dormire ora, domani mattina ci aspetta il lungo viaggio di ritorno!" annuii e andammo a dormire.

Il mattino seguente Nate si fiondò su di me per svegliarmi.

"Svegliaaaaaaa!!! Dai abbiamo un aereo che ci aspetta!!" trovai Jack, Andrew, Miriam e Marta correre in tutta la casa per recuperare le loro cose e rifare le valigie. Dopo dieci minuti eravamo pronti per uscire. In men che non si dica mi ritrovai di nuovo a New Yorw. Io e Nate salutammo gli altri e andammo a casa sua. Avrebbe rivisto Jack e Andrew allo studio. Ero esausta e mi buttai sul letto con Nate e ci addormentammo. Dopo un oretta suonò la sveglia, doveva andare allo studio. Io pensando di non dover andare con lui rimasi nel letto.

"Forza pigrona! Dobbiamo andare!"
"Ma devo venire anche io? Che centro?"
"Voglio che tu sia lì con me"

Mi alzai, mi lavai il viso e dopo pochi minuti ci mettemmo in macchina. Arrivati lì notai che non c'era ancora nessuno.

"Ti va di cantare con me? Così per divertimento mentre aspettiamo gli altri"

"Ehhmm... va bene!" mi passò un microfono e lui prese l'altro.

"Cantiamo -Just give me a reason- perchè è l'unico duetto che conosco" senza esitazione iniziai a cantare. Era diverso da quando cantammo al concerto, questa volta eravamo più intimi, c'era qualcosa in più che ci legava, lo guardavo negli occhi e mi rendevo conto che lo amavo ogni secondo di più. Finita la canzone sbucarono gli altri. Guardai Nate, ero confusa, non sapevo cosa stesse succedendo. Lui mi sorrise e mi abbracciò con gli altri. In quel momento Nate mi sussurrò qualcosa all'orecchio.

"Benvenuta nella band piccola" ero al settimo cielo.

"Non è uno scherzo vero?"
"Certo che no, e poi ti avevo promesso che avrei trovato il modo di farti restare qui con me" non potevo immaginare niente di più meraviglioso.

"Sei un vero talento ragazza!" erano i produttori discografici "Saremmo contenti di averti nella nostra squadra, accetti?" in quel momento guardai Jack e Andrew che mi sorridevano entusiasti accettai senza esitazione. Appena uscita dallo studio, mi fiondai da mia madre.

"Mamma non potrai mai immaginare cosa mi è successo!"

"Ciao tesoro! Ben tornata! E so già tutto io"
"Sai che sono entrata a far parte della band?? Come fai a saperlo?"
"Beh diciamo che io e Nate parliamo più volte di quanto pensi" disse facendomi l'occhiolino.

"Domani devo andare allo studio per provare le canzoni, loro le avevano già scritte e Jack ha detto che dobbiamo riadattarle per inserire anche me!"

"Certo, è ovvio, vedrai amore, sarai grande! Ne sono più che sicura" erano già arrivate le dieci di sera, ero davvero stanchissima, allora io e mia madre andammo a letto, dormimmo insieme, una tra le braccia dell'altra,era da giorni che non stavamo così. Mi addormentai subito. La mattina seguente, la mia sveglia iniziò a suonare, era segno che dovevo prepararmi e raggiungere gli altri allo studio.

Arrivai lì e c'erano tutti che aspettavano Nate, che come al solito era in ritardo. Notai Jack che farfugliava parole apparentemente senza senso, Andrew che cercava di soffocare una risata e tranquillizzava Jack e tutti gli altri che giravano nella stanza. Stavo facendo il possibile per cercare di non ridere, gli adoravo. Decisi di provare a chiamare Nate che subito rispose.

"Pronto?"

"Nate ma dove sei? Qui sono tutti arabbiati perchè sei in ritardo"

"Si sto salendo le scale, arrivo!" sentii una sua risata prima che riattaccasse. Pochi secondi dopo Nate aprì la porta, era arrivato.

"Buon giorno a tutti!" era entrato come se niente fosse. Andò ad abbracciare i ragazzi e subito la rabbia di Jack sparì, ero stupita, pensavo che niente avrebbe tolto a Nate una bella sgridata da parte di Jack, ma evidentemente mi sbagliavo. Passammo tutta la mattinata a fare le prove, la mia voce e quella di Nate erano perfette insieme, eravamo una vera forza della natura. Uscimmo di lì per andare a pranzare, non vedevo l'ora di tornare nello studio, mi sentivo così a mio agio lì, poteva davvero essere la mia seconda casa. Tornando nello studio, Nate e i ragazzi mi dissero una cosa che davvero non mi aspettavo.

"Oggi iniziamo a registrare il video, ci saranno le modelle ad aspettarci appena torniamo nello studio, dovremo eliminarne una, è sempre così triste.."

"Davvero? Ma abbiamo provato poco e io non so se sono pronta insomma io.."

"Hei! Stai calma, sei pronta, lo sappiamo tutti, sarai grande vedrai! Comunque tu hai il compito di scegliere la modella da scartare! Sono sicuro che il tuo sesto senso da ragazza ci sarà d'aiuto" disse Nate.

"Si lo credo anche io! Io sto pensando alle modelle, chissà come sono!" notai i ragazzi farsi l'occhiolino e ridacchiare.

"Guardate che io sono qui!" li guardai come per rimprovero. Io scherzavo poco su queste cose, odiavo le modelle, tutte magre come stecche, si credono chissà chi, e poi odiano tutti, a prescindere chi tu sia, proprio come i gatti.

"Ma noi stavamo solo scherzando!" dissero ridendo. Tornati allo studio, era proprio come pensavo, c'erano una decina di ragazze che mi guardavano come se fossi un'aliena. Scrutai una ragazza che invece mi stava sorridendo. Era magrolina, aveva due occhioni blu cielo che ti illuminavano, ma cosa più importante sembrava davvero dolce e umile. Andai da lei e mi presentai.

"Ciao, io sono Syria, tu come ti chiami?" non ebbe il tempo di rispondere che un'altra ragazza si intromise.
"Senti ragazzina, non farci perdere tempo, non so che ci fai qui nè tanto meno mi interessa, ma sappi che noi non abbiamo tempo da perdere"
"Senti carina, io sono la nuova componente della band e sono quella che decide la modella da scartare, e credo proprio di sapere chi sarà.."

"Ma io scherzavo! Ti ho detto che sei davvero carina?" disse fingendo un sorriso. Mi dava il voltastomaco. Andai dagli altri e proposi di cacciare lei, in fondo credo che fosse anche la più bruttina, tutti furono subito d'accordo.

"Ah Nate, un'ultima cosa, credo che quella ragazza con gli occhi celesti debba essere la principale, è davvero carina"

"Si lo penso anche io, mi ha colpito da subito"

"Bene allora è deciso!" tornai dalla ragazza misteriosa.

"Allora come ti chiami?"

" Il mio nome è Alessandra" già in quel momento sentii che saremmo diventate grandi amiche.

Le riprese per il video furono la cosa più divertente ed emozionante che io abbia mai fatto. Verso le sette del pomeriggio avevamo finito, ci fermammo a parlare con Alessandra, per sapere qualcosa di più di lei.

"Perchè non andiamo a fare un giro? Non vedo l'ora di uscire di qui" disse Jack, era stremato.

"Certo! Tu vieni con noi vero?" chiesi alla ragazza.

"Mi farebbe molto piacere!" Uscimmo di lì e andammo nel parco dove mi portò Nate la prima volta. Circa un'ora dopo che stavamo lì il mio cellulare iniziò a squillare.

"Pronto?"
"Salve, parlo con la signorina Syria? Che vive in Italia, esattamente in puglia a Bari- Palese?"
"Si sono proprio io, scusi ma con chi parlo?"
"Salve, io sono il manager degli One Direction, credo li conosca"
"Si certo, ma cosa posso fare per lei?"

"Beh, io vorrei offrirle l'opportunità di cantare con i ragazzi, sa, l'ho sentita su You tube, sta spopolando nel web e trovo che abbia una voce davvero potente! Allora che ne dice?"

"Beh io sarei molto contenta ma..diciamo che qualcuno mi ha ingaggiata prima di lei"
"Capisco, io le chiedo solo di venire il 29 mattina agli studio, conoscerà i ragazzi e solo lì accetterò una risposta da lei, voglio che sappia tutto ciò che avrebbe se accettasse questa opportunità e non accetto un no come risposta"
"In questo caso accetto, ma non le prometto niente!"

"Va bene, all'uscita degli studio ci sarò io, la riconoscerò, ho visto la sua faccia, è molto carina,non è un viso comune qui a New York, dopo che l'avrò trovata, la porterò in giro come detto"
"Va bene, ci vediamo presto allora"
"Certo, buona giornata"
"A lei" riattaccai. Non ero una grande fan degli One Direction, ma sapevo che era un'occasione davvero unica, non avrei mai accettato, io faccio parte dei Fun. e non avrei cambiato idea per nessun motivo al mondo, diciamo solo che era uno sfizio per conoscere i ragazzi.

"Chi era?" chiese Nate,avevo gli occhi di tutti puntati addosso.

"Era il manager degli One Direction" tutti mi guardarono stupiti.

"Gli One Direction!?!?!? stai scherzando vero??" chiese Alessandra, sembrava che stesse per avere un infarto.

"Si perchè?"
"Io sono una loro grandissima fan! Che ti ha detto??"
"Mi ha detto che voleva che cantassi con i ragazzi, mi ha sentita su You tube, e che ho una voce potente, io gli ho detto che ero già impegnata ma lui ha detto che non avrebbe ricevuto un no come risposta prima che io avessi conosciuto i ragazzi e saputo tutto ciò che avrò se accetterò"

"Conoscerai i ragazzi?! Mi sento di svenire!" disse Alessandra, doveva essere una fan davvero sfegatata.

"Ma tu non accetterai vero?" notai gli occhi preoccupati dei ragazzi.

"Ma certo che no!" dissi abbracciandoli. Il mio stomaco si stava facendo sentire.

"Mi stai dicendo che hai fame?" disse Andrew, scoppiammo tutti a ridere.

"Direi proprio di si! Passiamo a prendere Miriam e Marta?"
"Certo! Però iniziamo ad andare, anche io ho una fame da lupi"

Alessandra durante il tragitto stava vicino a me e mi stava appiccicata, non mi dava fastidio, per niente, però volevo poter stare con Nate e non potevo se c'era anche lei visto che lei non sapeva niente di me e lui. L'unica cosa che facevo era guardarlo, e quando i nostri sguardi si incrociavano, mi regalava un meraviglioso sorriso. Arrivammo al fast-food dove avremmo incontrato le altre.

"Ciao ragazze!" dissi andando ad abbracciarle.

"Ciao Syria!"
"Ragazze lei è Alessandra, è una modella che ha partecipato al video di una nostra nuova canzone"
subito fu accolta da Miriam e Marta, e mi confessò di sentirsi a suo agio con loro. La serata passò in fretta. Nate mi riaccompagnò a casa. Lo salutai e arrivai in camera. Aprii la porta e vidi che mia madre che stava facendo le valigie.

"Mamma ma dove vai?" chiesi confusa.

"Tesoro domani è il 27, si torna in Italia" mi venne una stretta al cuore. Non potevo tornare, avevo troppe cose da fare, questo era il mio posto.

"Mamma ma io non posso.. io.." mi interruppe.

"Si tesoro, tu fai parte della band ora, ho parlato con Nate e fino alla fine dell'estate starai con lui.. mi mancherai da impazzire" notai i suoi occhi lucidi.

"Oh mamma.. mi mancherai anche tu! Non ti ringrazierò mai abbastanza, ma vedrai, ti farò essere fiera di me"
"Tesoro ma io sono già fiera di te!" scoppiammo a piangere, eravamo strette in un abbraccio, non era facile per me dividermi da mia mamma, sapevo che era solo per un mese, però sapevo che questo sarebbe stato l'inizio del mio grande sogno, e quindi sarei stata lontana da lei per tante altre volte. Andammo a letto e dormimmo abbracciate, di nuovo, il suo volo era alle 11, dovevamo riposare. 



Salve a tutti! scusate se non ho aggiornato in questi giorni ma sono molto impegnata! ma credo di essermi fatta perdonare (o almeno spero)  perchè è pieno di sorprese! purtroppo avrò difficoltà ad aggiornare per i prossimi due- tre giorni! comunque poi sarò di nuovo con voi! allora ch ene pensate di questo capitolo?? spero vi paiccia! :D alla prossima! :D un bacione! <3

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Capitolo 15
*** First days alone ***


Eravamo in macchina, io,Nate e mia madre, la stavamo accompagnando in aeroporto. Mi sentivo divisa perfettamente a metà. Una parte di me voleva rimanere per realizzare il mio grande sogno, l'altra metà di me non voleva lasciare mia madre. Durante tutto il tragitto mia madre faceva raccomandazioni a Nate.

"Mi raccomando che la responsabilità è tua, mi fido di te non farla andare a letto troppo tardi, assicurati che non beva, prenditi cura di lei, per qualsiasi cosa chiamami, non disturbi mai"
"Mamma adesso basta! Sai che non bevo e mi comporto sempre bene, povero Nate,fallo respirare un po'!" dissi iniziando a ridere. Adoravo vedere Nate imbarazzato, era tanto dolce. Arrivate in aeroporto mia madre si diresse a fare il check-in.

"Mi mancherà da morire.." confessai a Nate.

"Ci credo, è una mamma fantastica, come potrebbe non mancarti, e poi tu sei ancora piccola per dividerti da lei" aveva proprio ragione, però ormai non potevo più tornare a casa con lei. Abbracciai Nate, ora era lui il mio punto di riferimento lì. Chiamarono il volo di mia madre, la salutammo e lei iniziò a piangere, di conseguenza anche io.

"Mamma stai tranquilla, tornerò alla fine dell'estate, è poco più di un mese"
"Si tesoro lo so, il problema è che questa però non sarà l'ultima volta, questo è solo l'inizio" la strinsi forte, le diedi un bacio e dopo la vidi allontanarsi da me. Nate mi prese per mano e mi guidò fuori dall'aeroporto. Salimmo in macchina, tirai un gran sospiro.

"Dai piccola, stai tranquilla, ora ci sono io con te, e non ti lascerò mai sola" gli sorrisi e gli diedi un bacio, era riuscito a farmi stare bene, come sempre.

"Dai ora ti voglio carica, dobbiamo andare allo studio!"
"Va bene! Sono pronta!" dissi sfoggiando uno dei miei sorrisi migliori.

Arrivati allo studio erano tutti lì ad aspettarci.

"Nate, in ritardo come al solito!" disse Jack, come sempre era arrabbiato.

"Ragazzi scusate, è tutta colpa mia, oggi mia madre è tornata in Italia e Nate mi ci ha accompagnate all'aeroporto"
"Va bene! Solo per questa volta te la faccio passare! Solo perchè so che è brutto dividersi dalla famiglia"
"Già.."

Passammo un'altra intensa giornata di lavoro, e arrivate le sette eravamo di nuovo liberi. Facemmo un giro, andammo al parco per rilassarci. Ormai era abituale andare al parco per almeno un'oretta.

Aspettammo le altre ragazze che ci stavano raggiungendo. Dopo poco erano arrivate. Dopo i saluti decidemmo di fermarci un altro po' al parco. Marta mi prese in disparte.

"Syria volevo chiederti un favore.."
"Dimmi tutto!"
"Qualche giorno fa, ero al negozio di Miriam, e ho visto il fratello,Giulio e non mi sono riuscita a presentare, beh volevo sapere, visto che tu lo conosci, se potresti aiutarmi insomma... a conoscerlo, non ho avuto il coraggio di chiederlo a Miriam"

"Ti piace?!" dissi con un enorme sorriso, ero contentissima.

"Beh diciamo che mi interessa.."

"Va bene lo chiamo subito e gli dico di venire" feci il numero e lo chiamai.

"Pronto?"

"Ciao Giulio! Sono Syria!"

"Ciao Syria! Dimmi "
"Senti volevo sapere se stasera ti puoi unire a noi, c'è una ragazza molto carina che volevo conoscessi"

"Come si chiama?"
"Marta, ma ora bando alle ciance, ti aspettiamo!"

"Va bene arrivo! Ciao!" riattaccai. Notai gli occhi di Marta, si notava la sua felicità.

"Ha detto che fra poco viene!"

"Grazie!" mi abbracciò.

"Figurati! Ma ora andiamo ad avvisare gli altri che sta venendo anche lui"
"Si andiamo!" tornammo dagli altri.

"Ragazzi sta venendo Giulio! Marta lo vuole conoscere!" Miriam era sorpresa, ma si vedeva che era contenta.

"Chi è Giulio?" si intromise Alessandra.

"Il fratello di Miriam" rispose Jack. Mentre parlavano mi arrivò un messaggio di Giulio.

"Syria sono all'ingresso del parco, non vi vedo dove siete?"
"Ragazzi vado a prendere Giulio che non ci vede, torno subito!"
Arrivai all'ingresso del parco e lo salutai.

"Dai ora andiamo ci stanno aspettando!"
Raggiungemmo gli altri. Dopo le presentazioni e robe varie, notai Giulio e Marta che parlavano, ed erano molto affiatati. Decidemmo di andare a mangiare, e durante il tragitto scambiai in privato due parole con Giulio.

"Beh allora che ne pensi di Marta?"
"Prometti che non dici niente a nessuno?"
"Certo! Sai che ti puoi fidare di me!"
"Credo che mi piaccia..Insomma è così carina, dolce e solare"
"Davvero??? sono contentissima!! Ma ora non perdere tempo, provaci con lei!"
"E se non le piaccio?"
"Tu fidati di me"
"Va bene" Giulio raggiunse Marta e le chiese di andare a fare un giro da soli, lei accettò subito, e cercava il mio sguardo, io le feci l'occhiolino e lei mi mandò un bacio volante. Nel frattempo noi mangiammo qualcosa.

"Ragazzi credo che io e Syria andiamo a casa, lei deve sistemare le sue cose e io sono stanchissimo"

"Va bene a domani! Ciao" salutammo e ci dirigemmo verso casa. Presi la mia valigia dall'auto e mi fermai all'entrata aspettando che Nate aprisse la porta.

"Dove dormirò io?"
"Che domande fai? Con me! Hai visto che letto grande che ho e poi non ti permetterei mai di stare nella mia stessa casa lontano da me!"

"E io non ti permetterei di tenermi lontana da te!" gli diedi un bacio prima di entrare. Arrivai in camera sua e poggiai la valigia sul letto, aveva liberato una parte del suo armadio per me, in realtà in quello spazio ci andavano a malapena tutte le mie scarpe, ma non mi sarei mai permessa di lamentarmi, anzi, mi veniva da ridere, era troppo dolce.

"So che lo spazio è poco nell'armadio, però ho fatto del mio meglio"
"Va benissimo, quello che non va lo lascio nella valigia e la metto accanto all'armadio" gli sorrisi. Lui mi aiutò a sistemare le mie cose, e ci stavamo divertendo un mondo, lui le metteva, e io le ri-sistemavo e lui si innervosiva, ovviamente scherzavamo. Ci mettemmo più tempo del previsto, però finalmente avevamo finito. Mi stesi sul letto.

"Non posso ancora credere che tu sia qui con me" mi disse sorridendomi.

"Già, abituatici perchè passeremo un po' di tempo insieme!" dissi ridendo. Venne a sdraiarsi accanto a me.

"E non sai quanto sia felice di questo, ti amo" mi disse guardandomi dritta negli occhi, ogni volta che lo faceva, sentivo un calore provenire da dentro che poi mi pervadeva, che poi mi faceva diventare rossa sulle guance.

"Ti amo anche io, ma non riuscirò mai ad abituarmi ai tuoi occhi.." dissi guardando da un'altra parte dopo alcuni secondi.Lui rise.

"Tranquilla piccola, tempo al tempo!" Dopo una mezz'ora ci addormentammo, non dormivo bene da alcune notti. La mattina seguente Nate mi svegliò con i suoi meravigliosi baci.

"Buon giorno piccola"
"Buon giorno amore"

"Non mi avevi mai chiamato amore!" disse con un dolcissimo sorriso.

"Dai tempo al tempo, come hai detto tu" gli risposi aggiungendo un bacio. La giornata passò in fretta, ormai era tutto abituale, le prove per il nuovo album, la solita passeggiata al parco, il solito panino con gli amici, e poi si ritornava a casa. Adoravo tornare a casa, stare soli io e Nate, sembravamo una vera coppia, e io mi innamoravo ogni momento di più.

"Menomale che domani abbiamo la giornata libera! Che ti va di fare?"

"Io domani devo andare agli studio degli One Direction, e probabilmente non tornerò prima di domani pomeriggio.. ma poi prometto che la sera mi dedico tutta a te!"

"Ci mancava solo questa!" disse seccato.

"Dai Nate, non fare così, sono solo opportunità in più per me, e poi non sto facendo niente di male"
"Si lo so, è solo che finalmente avevamo una giornata tutta per noi e tu devi andare lì"
"Dai su, prometto che la sera mi farò perdonare" dissi baciandolo, ma stavolta lui non smetteva più, non si allontanava dalle mie labbra, e devo dire che non aspettavo altro.

Il giorno dopo, il mio cellulare squillò molto presto.

"Salve signorina Syria, la aspetto fra un ora esatta agli studio, non faccia tardi mi raccomando!"
"Non mancherò, a dopo!" riattaccai. Mi girai verso Nate e notai che lui non c'era. Andai in cucina, presi il latte dal frigo dove trovai un biglietto. "Sono uscito a fare una commissione, ci vediamo stasera, ti amo". Non ci pensai più di tanto, mi vestii e chiamai un taxi. Uscii di casa, e arrivai giusto in tempo agli studio. Vidi un uomo che venne verso di me, doveva essere lui.

"Salve signorina Syria!"
"Buon giorno, sa, non c'è bisogno che mi da del lei, comunque non so ancora il suo nome"

"Va bene, come vuoi, giusto, io mi chiamo Jonathan" disse sorridendo.

"Molto piacere!" risposi contraccambiando un sorriso. Mi diede un pass, ed entrammo in questa immensa struttura, c'erano persone che correvano avanti e dietro, non ti degnavano nemmeno di uno sguardo, sembravano persone senza anima, guidate solo dal lavoro. Salimmo al tredicesimo piano ed entrammo in una stanza dove trovai seduti i 5 ragazzi. Si alzarono, vennero verso di me e si presentarono, mi soffermai solo su uno di loro, un biondino che mi fissava a bocca aperta, sembrava avesse visto un angelo.

"Ciao, tu devi essere Niall"
"S-si sono io, molto piacere"

Finite le presentazioni, ci dirigemmo in una stanza per la registrazione, volevano sentire se la mia voce andasse bene con le loro. Erano quasi perfette, ma niente in confronto a come suonavano bene la mia e quella di Nate. Dissi che avrei accettato di fare una canzone con loro, ma niente più, io facevo già parte dei Fun. e non avrei rinunciato a loro per niente al mondo. Passai una giornata davvero piacevole, erano arrivate le quattro del pomeriggio, e stavo salutando per andare via, quando venni fermata da un ragazzo riccio, era Harry.

"Syria! Scusami volevo sapere se ti andava di fare un giro con noi, sai a quanto pare hai colpito nel segno con Niall, è rimasto davvero colpito da te, che ne dici?" avevo appena provato a chiamare Nate, che non aveva risposto quindi decisi di accettare.

"Accetto l'invito, però ci sono due cose, la prima che per quanto riguarda Niall, devo dire che sono già fidanzata, seconda cosa io avevo un'appuntamento con una mia amica, vi dispiace se si unisce a noi? È una vostra grande fan!"
"Va bene, e Niall se ne farà una ragione, dai andiamo" disse sorridendomi. Andammo in un bar non molto lontano dagli studio, lì conoscevano già tutti e noi andammo sul retro per non essere disturbati dalle loro fan, ormai ero abituata a nascondermi. Erano dei ragazzi davvero simpatici, mi facevano morire dal ridere.

"Siete davvero forti ragazzi!" dissi con le lacrime agli occhi per quanto mi stavano facendo ridere.In quel momento mi squillò il cellulare. Era Alessandra.

"Ale dove sei?"

"Syria sono fuori ma dice il proprietario che non posso entrare se non mi venite a prendere"
"Va bene arriviamo" presi Harry e andammo da lei. Appena i suoi occhi incrociarono quelli del ragazzo vidi il viso della mia amica illuminarsi di gioia, era paralizzata, gli amava davvero tanto.

Dopo poche ore mi arrivò un'altra telefonata.

"Piccola mi hai cercato prima?"
"Si, avevo finito tu dove sei?"

"Io sono sulla via per tornare a casa, e tu?"
"Io sono in un bar, se mi vieni a prendere stiamo un po' insieme"

"Certo, fra dieci minuti sono lì" Non so perchè avevo uno strano presentimento per quella sera, sentivo che non sarebbe stata come tutte le altre. 



Salve a tutti! :D non so come sono riuscita a scrivere un nuovo capitolo in questi giorni dove sono impegnatissima! mi stupisco di me stessa! :D comuqneu che ne pensate? fatemi sapere! alla prossima un bacione! :D <3

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Capitolo 16
*** Uno spavento terribile.. ***


Salutai tutti, dovevo andare, Nate era fuori che mi aspettava.

"Ciao a tutti ragazzi! È stato un vero piacere conoscervi!"
"Ciao Syria! Ci vediamo presto allo studio!"

Mentre salutavo Alessandra, che con piacere era rimasta lì con i ragazzi,Niall mi fermò.

"Syria volevo chiederti.. beh se domani ti andava di prendere un caffè con me, sai così ci conosciamo meglio, Harry mi ha detto che sai che mi interessi.." disse evitando il mio sguardo.

"Sei tanto dolce, ma io sono già fidanzata, però mi farebbe molto piacere se restassimo amici" gli risposi sorridendo.

"Capisco.. ma sappi che non mi arrenderò! Ti dimostrerò che sono io quello giusto! Comunque ti lascio il mio numero così se ti va puoi chiamarmi" io iniziai a ridere.

"Va bene, ed ecco il mio numero, scusa ma adesso devo andare, mi aspettano" lo salutai e uscii dall'edificio, notai che lui si affacciò per vedere chi era il ragazzo che era venuto a prendermi. Io lo guardai e gli feci la linguaccia, lui ricambiò e mi sorrise.

"Ciao amore!"

"Ciao piccola, mi sei mancata oggi" disse mentre iniziammo ad avviarci verso casa.
"Anche tu!" dissi dandogli un bacio, sopo essermi assicurata che nessuno ci stesse guardando.

"Allora com'è andata oggi?"
"Tutto bene, ho detto ai ragazzi che avrei accettato di fare una canzone con loro perchè avevano insistito molto, però ho anche detto che ero già impegnata con un'altra band, la più bella del mondo" gli dissi aggiungendo un dolce sorriso.

"Sono davvero contento, è una grande opportunità che hai avuto, ma quando devi rivederli per fare la canzone?"
"Hanno detto che mi avrebbero chiamata loro, però io ho detto che mi devono dare almeno un giorno di preavviso perchè ovviamente devo vedere se ho altri impegni"

"Certo è ovvio" disse iniziando a ridere.

"Perchè ridi?"
"Perchè adoro vederti, amo come sei così piccola ma affronti il tuo lavoro così seriamente" gli sorrisi dandogli un bacio. Ogni volta che lo baciavo mentre lui era alla guida mi agitavo un po', era un bacio veloce, però una svista poteva sempre essere pericolosa. Ma come potevo non farlo? Pensavo che tra poco tutto questo lo avrei solo potuto sognare la notte, e questo mi uccideva.

"E tu che hai fatto oggi?" chiesi sorridendo.

"Niente di che, sono andato a vedere una persona che non vedevo da tempo"
"Chi?"
"Un amico, non credo che tu lo conosca, comunque prima che mi dimentichi, domani dobbiamo andare allo studio, i produttori hanno detto che dobbiamo registrare qualcosa di speciale per annunciare che c'è un nuovo membro nella band!"

"Eccellente! Ma sanno già cosa fare?"

"A quanto pare si, comunque mi avevano chiesto di scrivere un testo,non è stato facile ma l'ho fatto, l'ho consegnato poco prima di venirti a prendere"

"Sono così emozionata!" dissi sorridendo.

"Anche io!! Spero solo che le fan la prendono con il nostro stesso entusiasmo, sinceramente sono un po' preoccupato, insomma tu sei una ragazza.."
"Tranquillo! Andrà tutto bene!"

"Sai, Jack ha scritto su Twitter che ci sarà una nuova sorpresa nella band, e tutte hanno scritto solo cose positive, speriamo bene! E vedrai che domani faremo una canzone così bella che stenderemo tutti!" notavo una particolare energia dei suoi occhi, l'amavo.

"Solo a dire che l'hai scritta tu è ovvio che sarà stupenda!"

"E il fatto che ci sarà anche la tua voce la renderà addirittura meravigliosa" io gli sorrisi e gli diedi un bacio. Arrivati a casa, preparammo la cena e ci sedemmo a mangiarla sul divano. Guardammo un film mentre ci stavamo coccolando un po'. Finito il film andammo a letto ma non riuscimmo ad addormentarci prima delle quattro di notte. La mattina seguente ci alzammo,e andammo allo studio.

"Buon giorno a tutti!" dicemmo appena arrivati.

"Ciao ragazzi!" appena arrivai i produttori mi presero sotto braccio.

" Allora sei pronta per cantare? Oggi devi sfondare! Dobbiamo far vedere al mondo di che pasta sei fatta e perchè ti abbiamo voluta nella band!"

"Certo! Sono più che pronta!" e iniziammo così la nostra giornata lavorativa. Verso le quattro del pomeriggio avevamo finito, avevamo fatto uno spot da postare sul web per presentarmi al mondo.

Era tutto perfetto, e lo spot era già in circolo, ero contenta, ma avevo un mal di testa terribile, e appena lo dissi a Nate lui mi disse che lo aveva anche lui, avevamo sonno, avevamo dormito troppo poco quella notte, io in più dovevo vedermi con Marta dopo, e se non avessi riposato un po' non so come avrei fatto. Decidemmo di andare a casa e dormire un po'...

 

Mi svegliai, Nate era uscito di casa, mi aveva lasciato un biglietto con su scritto "Sono fuori con i ragazzi, non ho voluto svegliarti ma quando sei sveglia chiamami, un bacio!" Vidi l'orario, erano le sei e mezza, e fra mezz'ora dovevo vedermi con Marta. Chiamai Nate.

"Pronto?"
"Amore mi sono appena svegliata, fra poco vado da Marta"
"Va bene, quando finisci chiamami così ci raggiungi"
"Certo, ci sentiamo dopo, un bacio"

"A dopo un bacione!" riattaccai. Mi preparai e presi il taxi. Arrivata a casa di Marta, lei corse ad abbracciarmi.

"Ciao bellissima! Come stai?" le dissi mentre entravamo in casa sua.

"Ciao Syri! Tutto bene e tu? Ho tantissime cose da dirti!"
"Tutto bene, comunque su, spara!" raggiungemmo camera sua, aveva una casa molto piccola, ma davvero bellissima.

"Allora per prima cosa, ho visto il vostro video sul web, sei un vero talento ragazza mia!" iniziammo a ridere.

"Grazie! Non sai quanto mi rende contenta sentirtelo dire!" lei mi abbracciò, io la strinsi forte.

"La seconda cosa riguarda Giulio.. beh, grazie a te ci siamo fidanzati!" io rimasi sorpresa.

"Davvero?!?! Sono contentissima!" le sorrisi e la abbracciai di nuovo. Passammo maggior parte della serata a parlare di cosa avevano fatto lei e Giulio in questi giorni. Il primo bacio, le prime parole dolci, tutto. Ero davvero felicissima per loro.

"E a te come va con Nate?"

"Tutto bene, le cose vanno a meraviglia, e ora che so che le cose vanno così bene anche a te, sono ancora più felice"

Senza che ce ne accorgemmo erano già arrivate le otto e mezza. Nate mi chiamò.

"Pronto?"
"Piccola noi siamo in un ristorante, ci raggiungi?"
"Certo, dov'è?"
"Vicino all'hotel dove alloggiavi prima, vuoi che ti vengo a prendere?"
"No tranquillo, sono a un isolato da lì, fra una decina di minuti sarò lì"

"Va bene, ti aspettiamo, ciao!" riattaccai.

"Marta tu vieni con me al ristorante?"
"No, io fra poco mi vedo con Giulio, ma la prossima volta sarò dei vostri! Prometto!" ogni volta che parlava di Giulio, un dolcissimo sorriso affiorava sulle sue labbra e la rendeva ancora più bella di quanto già non fosse.

"Va bene! Ci conto che però la prossima volta sarete dei nostri!" Lei mi accompagnò all'uscita, le diedi un bacio sulla guancia e mi diressi al ristorante. Appena girai l'angolo di casa di Marta, notai un ragazzo dietro di me, e sembrava seguirmi. Ogni volta che mi giravo a guardarlo lui si nascondeva, mi stavo davvero agitando, chiamai subito Nate ma lui non rispose. Camminavo sempre più veloce, e il ragazzo faceva lo stesso. Provai a chiamare Jack, lui rispose.

"Pronto?"

"Jack aiutatemi, c'è un ragazzo che mi sta seguendo per favore non so che fare!"
"Syria non ti sento è tutto ok?" cadde la linea. E prima che me ne rendessi conto il ragazzo mi prese il braccio e mi tirò in un vicolo buio e isolato. Con una mano mi teneva la bocca per non farmi urlare, con l'altro braccio mi bloccava contro il muro. Io mi dimenavo come una matta ma non riuscivo a liberarmi. Lui mi tirava sempre più in fondo al vicolo. Riuscii a liberare un braccio e cercando di colpirlo alla testa gli tolsi il passamontagna e lo guardai dritto negli occhi. Lì i guai erano ancora più seri, non mi avrebbe mai lasciata in pace ora che avrei potuto denunciarlo. In quel momento lui si bloccò un attimo, come se fosse preoccupato che io lo avessi visto in faccia. Il mio cellulare iniziò a squillare, vidi che era Nate, ma non potevo rispondere. Colsi il momento di distrazione del ragazzo per mordergli la mano e dargli un calcio alle parti basse e iniziai a correre. Non mancava molto per raggiungere il ristorante, urlavo il nome di Nate invano, perchè nessuno mi sentiva e il ragazzo ormai mi stava per raggiungere, mi voltai e vidi che uscì una pistola dalla tasca e me la puntò contro,sparò ma avevo già girato l'angolo e dopo pochi metri trovai il ristorante, mi fiondai dentro superando l'uomo che stava all'ingresso che non riuscì a fermarmi, riuscì invece a bloccare il ragazzo, ma questo gli sparò. Io lanciai un urlo appena sentii lo sparo, il ragazzo continuò a corrermi dietro, io non trovavo i ragazzi, era un ristorante molto grande. Continuavo a correre, iniziava a mancarmi il fiato, riconobbi Nate seduto ad un tavolo lontano da tutti gli altri, il ristorante era quasi vuoto. Io correvo a zig-zag per paura che il ragazzo mi provasse a spararmi di nuovo.

"Nate! Nascondetevi!" non so cosa mi passò per la mente, ma avevo paura che sparasse anche a loro. Il ragazzo teneva nascosta la pistola, io andai nei bagni e lui mi raggiunse. Mi trascinò fuori dai bagni, avevo la blocca boccata dalla sua mano e mi aveva bloccata con una corda e non potevo nè muovermi nè dire niente. Incrociai lo sguardo di Nate e lui senza esitazione corse a salvarmi ma io cercai di urlargli di stare lontano, Nate non sapeva che il ragazzo avesse una pistola.

"Stai lontano, o la ragazza farà una brutta fine!" era l'avvertimento che il ragazzo continuava a ripetere a Nate mentre lui si avvicinava. Riuscii a liberarmi la bocca.

"Nate va via! Ha una pistola con sè!" Nate ormai mi aveva raggiunta, mi tirò verso di sè e lì sentii uno sparo. Guardai Nate, e lo vidi che pian piano si accasciava a terra mentre i suoi occhi mi fissavano, era terrorizzato. Mi liberai dalla corda.

"Nate, oh mio dio no!" il ragazzo mi riprese il braccio, ma prima che potesse portarmi via gli diedi un pugno nello stomaco, gli sfilai la pistola e gli sparai ad un piede, così che non scappasse e poi Jack gli diede un pugno in faccia che lo stese. Mi voltai di nuovo verso Nate, lui era a terra, respirava appena.

"Mi mancherai" disse accarezzandomi il viso. Io avevo le lacrime agli occhi.

"Nate no non dirlo nemmeno per scherzo! Tu non mi lascerai!" Nate stava chiudendo gli occhi, sentivo la sua mano fare sempre più fatica a rimanere sul mio viso, finchè poi non cadde a terra senza vita.

"Nate ti prego no! Nate non lasciarmi!" in quel momento mi svegliai, stavo urlando nel sonno. Erano le sei e mezza del pomeriggio e Nate era nel letto accanto a me.

"Syria stai calma! Sono qui! È tutto apposto, era solo un brutto sogno, è passato tutto ora" disse stringendomi forte fra le sue braccia.





Rieccomi finalmente! :D Sono riuscita a tornare con un nuovo capitolo! sono davvero contenta di essere riuscita ad aggiornare oggi! allora che ne dite? Spaventoso vero? fatemi sapere! un bacione! alla prossima! :D <3

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Capitolo 17
*** Something is going wrong.. ***


Mi resi conto che era stato solo un incubo, con l'affanno strinsi forte Nate. Lo guardai dritto negli occhi e gli diedi un bacio, uno forte, uno che diceva "non lasciarmi mai".

"Che è successo? Cosa hai sognato?"
"Beh è stato orribile ho sognato che ero inseguita da questo ragazzo mentre raggiungevo te e i ragazzi in un ristorante, poi correndo arrivavo lì e tu cercavi di salvarmi dalle grinfie del ragazzo che mi trascinava via e poi lo sparo, mi giro verso di te e ti aveva sparato e poi insomma tu cadi a terra senza vita! È stato orribile!" dissi tutto d'un fiato.

"Non ci pensare, è tutto finito ora" in quel momento il mio cellulare iniziò a squillare.

"Pronto Marta?"
"Syri allora quando vieni?"
"Per le sette sono da te"
"Va bene ti aspetto! Ho tante cose da dirti!"
"Non vedo l'ora a dopo!"

"Anche io! Ciao!" riattaccai, mi voltai e vidi Nate che armeggiava con il cellulare, strano, di solito non teneva quasi mai il cellulare vicino, a meno che non ci fosse qualche emergenza.

"Nate io devo vedermi con Marta, tu che farai?"
"Io vado da Jack, vediamo come procede la notizia del nuovo membro"

"Va bene, spero che siano cose positive.."

"Sicuramente! Stai tranquilla, comunque andiamo, ti accompagno da Marta e poi vado da Jack"

Dopo poco arrivai da Marta, e fino ad ora procedeva tutto come nel sogno, l'abbraccio con Marta, la sua casa era proprio come l'avevo sognata, si era fidanzata davvero con Giulio ed era felicissima, e lo ero anche io. Solo che quando mi fece la stessa domanda che mi fece nel sogno, la mia risposta non fu la stessa.

"E a te come vanno le cose con Nate?"

"Vanno bene, è solo che prima ho fatto un sogno.. e beh ho sognato che moriva..e io faccio i sogni premunitori, e non ti nascondo che sono terrorizzata.."

"No dai, tranquilla, è solo un incubo, vedrai che andrà tutto bene" disse sorridendo.

"Beh fino ad ora è tutto come nel sogno..se alle otto e mezzo mi chiama, allora mi verrà un infarto"

"Fidati, stai tranquilla, che ne dici se diamo un'occhiata a come procede lo spot per distrarci?"
"Perchè no!" accendemmo il pc e in poche ore il video aveva già fatto il giro del mondo. Per la maggior parte erano commenti positivi, ma non mancavano le bimbeminkia gelose che mi criticavano..e lì iniziai ad essere triste, avevo sempre avuto paura che per colpa mia avrebbero avuto meno successo, ero brava a cantare, lo so, però non potevamo sapere la reazione dei fan. Capitò sotto i miei occhi un post di Andrew.
"Carissimi fan, mi rivolgo specialmente a voi ragazze, non siate gelose di Syria solo perchè è una ragazza e perchè è molto bella, non è per questo che l'abbiamo aggiunta al gruppo, vi prego di valutarla per la sua voce, questa ragazza è davvero una bomba!" mi scese una lacrima e decisi di chiamarlo subito per ringraziarlo ma non rispose. Alle otto e mezza il mio cellulare squillò, lo guardai con gli occhi spalancati, e pregavo che non fosse Nate. Fortunatamente non lo era, era Niall.

"Pronto?"
"Hei Syria, ti va di fare un giro?? Possiamo festeggiare il tuo successo, ho visto lo spot"

"Niall sono con una mia amica, e non la posso lasciare così, se fossi stata sola sarei venuta"
"E porta anche lei! Per me non ci sono problemi"

"Va bene un attimo che chiedo" chiesi a Marta e lei accettò, non era una grande fan dei ragazzi, però le avrebbe fatto piacere conoscerli.

"Allora che ha detto?"
"Ha detto che anche per lei va bene, ci vediamo allo stesso bar di ieri fra dieci minuti va bene?"
"Perfetto! A dopo ciao!" riattaccai. Chiamai Nate per avvertirlo ma rispondeva la segreteria.

Raggiungemmo Niall, passammo un'oretta insieme, ma poi Nate mi chiamò.

"Pronto?"
"Io sto tornando a casa, tu dove sei?"

"Io sono nello stesso bar di ieri"
"Vuoi che ti vengo a prendere?"
"Se non ti disturba..ma è tutto ok? Ti sento strano"
"Si è tutto ok , fra poco arrivo"
"Va bene a fra poco"
"Ciao" riattaccò. Che diamine gli era successo? Insomma lo spot non era andato male, io non avevo fatto niente di male a nessuno, cosa poteva essere successo? Mi venne a prendere e tornammo a casa. Poco prima di entrare in casa si allontanò da me per rispondere al cellulare. Io nel frattempo entrai in casa. Dopo alcuni minuti lo sentii entrare.

"Chi era?" chiesi sorridendo.

"Un amico, è stato lasciato dalla ragazza, mi ha chiesto se domani potevamo vederci, ho dovuto dire di si, spero che non ti dispiaccia"
"No tranquillo, io mi farò un giro con le ragazze"
"Ecco perchè sei così speciale"

"Ti amo" lui mi sorrise solamente. Mi turbò il fatto che non disse niente, ma non gli diedi troppa importanza.

"Allora che ti va di mangiare?"

"Non lo so, lo chef cosa propone?" dissi ridendo.

"Lo chef propone una fettina di carne!Che ne dici?"
"Dico che è perfetto" lui annuì e si mise ai fornelli.Notavo che era molto distratto e teneva sempre il cellulare in mano.

"Se vuoi faccio io, insomma vedo che sei impegnato con il cellulare.."

"No tranquilla faccio io" disse senza nemmeno guardarmi. Io nel frattempo apparecchiai la tavola.

"Nate sento puzza di bruciato!" dissi, poi notai che si era dimenticato dei fornelli e armeggiava con il cellulare, e odiavo vedere persone così distratte.

"Oh mannaggia!" tolse la carne, era bruciacchiata, ma mangiabile. "Mi dispiace tanto" disse poggiando il cellulare sul tavolo.

"Tranquillo, non è niente che un po' di limone non possa aggiustare" lui mi sorrise.Era tutto così strano, per la prima volta da quando ero con Nate, non mi sentivo a mio agio, mi sentivo un'ospite che fa una sorpresa non molto gradita.
"Dai su mangiamo!" disse sedendosi di fronte a me, riprendendo il cellulare. Io mi sedetti e lo fissavo, cercavo di fargli capire che mi dava molto fastidio il cellulare a tavola, ma lui non mi guardava nemmeno.

"Nate ma è successo qualcosa? Non lasci il cellulare nemmeno un attimo"
"No niente, sto parlando con il mio amico"

"Scusa, non voglio insistere, ma se non è niente di importante non puoi dirgli che vi sentite dopo? Io sono tornata per stare con te.."

"Si, solo un attimo" passarono dieci minuti abbondanti, e lui non aveva ancora lasciato il cellulare. Ero davvero infastidita, mi alzai da tavola, misi il mio piatto nel lavandino e mi diressi in camera da letto, lasciando Nate solo a tavola, che non si era nemmeno accorto che mi ero alzata. Mi misi il pigiama e mi infilai sotto le coperte. Dopo altri dieci minuti Nate mi raggiunse.

"Piccola mi dispiace.."
"Si, fa niente"

"Dai non rispondermi così..per favore, scusami.."
"Si ho detto che non fa niente, ora sono molto stanca, vorrei dormire se non ti dispiace" mi girai dandogli le spalle. Lo sentii sdraiarsi accanto a me e abbracciarmi.

"Mi dispiace davvero" disse e poi iniziò a riempirmi di baci. Io mi girai verso di lui e mi ritrovai a pochi millimetri dal suo viso.

"Nate non ci saranno molte altre possibilità per stare insieme questo inverno, e ancora meno con gli altri miei amici, ma stasera non sono stata con loro, sono qui per stare con te e tu non mi hai nemmeno guardata, non ti eri nemmeno accorto che mi ero alzata da tavola.."

"Lo so, non ricordarmelo, sono uno stupido, per favore però non essere fredda con me ora che sono qui accanto a te" non sapevo essere fredda con lui, non sapevo non perdonarlo.Gli diedi un bacio e poggiai la testa sul suo petto, e così ci addormentammo. La mattina dopo mi svegliai, eravamo ancora abbracciati, non potevo muovermi o lo avrei svegliato. Avevo una gran fame, però era così bello mentre dormiva, il suo braccio mi circondava completamente, il suo respiro unito al battito del cuore mi cullavano e il suo profumo mi rilassava. Ero davvero felice così, non lo avrei svegliato per nessun motivo al mondo.Dopo poco però, il suo cellulare iniziò a farsi sentire,aveva ricevuto alcuni messaggi. Aprì gli occhi, mi fece una carezza e prese il cellulare. Io riuscii ad alzarmi e andai in bagno, mi lavai il viso e tirai un sospiro,mi sentivo strana, c'era qualcosa che non andava, e io dovevo assolutamente capire cosa fosse. Dovevo capire perchè Nate mi trascurasse così tanto, perchè lo sentivo più distante, perchè non mi sentivo a mio agio, e dovevo scoprirlo al più presto, perchè ogni volta che succedeva una cosa così, mi mancava il respiro, sentivo una fitta al cuore. Tornai in camera e trovai Nate ancora lì, non aveva il cellulare in mano, aveva gli occhi chiusi e le braccia spalancate, non capivo se si fosse riaddormentato, finchè non fece un respiro profondo. Mi sedetti ai piedi del letto, lo guardai,lui aprì gli occhi e mi sorrise.

"Fra poco devo andare, ma non riesco ad alzarmi" io mi sdraiai e misi fra le sue braccia.

"Non andare.." lo supplicai, la mia voce tremava. Io mi fidavo ciecamente di lui, ma sentivo che lo stavo perdendo. Lui mi prese il viso fra le mani.

"Devo andare, ha bisogno di me"
"Ma anche io ho bisogno di te.." lui mi diede un bacio, ma anche quello era diverso, non era caldo e avvolgente come tutti gli altri.

"Dai, noi ci vediamo stasera.." disse sorridendomi, io gli presi la mano e la stringevo forte.

"Va bene..anche io devo sbrigarmi, devo vedermi di nuovo con Marta e oggi ci sarà anche Alessandra.." mi alzai, ma mentre mi allontanavo da lui cercavo di tenergli la mano, ma poi, arrivata ad una certa distanza dovetti lasciarla. Mi preparai e mi diressi verso la porta.

"Vuoi che ti accompagno io da Marta?" chiese Nate appena stavo per uscire.

"Se puoi mi farebbe piacere.."
"Certo, dammi solo due minuti" rimasi lì, a fissare il vialetto di casa sua, già, casa sua, ormai non mi sentivo più di appartenere a quella casa. Dopo pochi minuti mi raggiunse e con un sorriso splendente aprì di più la porta e mi fece uscire. Arrivati in macchina, io non sapevo cosa dirgli, mi sentivo persa. Arrivata a destinazione salutai Nate con un bacio e uscii dalla macchina.

"Appena finisco ti vengo a prendere?"
"Certo, oppure possiamo uscire un po' con gli altri, poi vediamo, a dopo!"
"Va bene, a dopo!" salutai anche le ragazze che vennero da me, e dopo poco si accorsero che ero strana. Decisi di spiegare tutto, i dubbi,la serata precedente con Nate che non lasciava il cellulare, il sogno che continuava a farmi sentire che lo stavo perdendo.

"Stai tranquilla, è solo un momento" mi ripetevano, ma forse non riuscivano a capire.. o forse ero io che avevo una paranoia e facevo la situazione più grave di quello che fosse realmente. Comunque sia riuscirono a tirarmi su di morale, a farmi stare bene, festeggiavamo i nostri successi e ridevamo in continuazione, certo mi sarebbe piaciuto se ci fosse stata anche Miriam lì con noi, però lei doveva lavorare. Poco dopo pranzo Nate mi chiamò.

"Io sto tornando a casa, che ne dici se facciamo un giro?"
"Certo! Io sono dove mi hai lasciata stamattina"
"Perfetto, arrivo fra poco" riattaccò. Ero davvero sollevata, se voleva fare un giro con me vuol dire che andava tutto bene. Il mio cuore batteva forte, sembrava la prima volta che vidi Nate, era vero, mi innamoravo ogni secondo più di lui. Salutai le ragazze e me ne andai con Nate al parco. Passammo davvero un bellissimo pomeriggio, proprio come la prima volta, io lo riempivo di baci, mi aveva spaventata da morire il pensiero di perderlo, e in più quel maledetto sogno. Mentre raggiungevamo la macchina, la modella che avevamo scartato e che quindi mi odiava ancora di più mi fermò.

"Chi non muore si rivede!"
"Oh ciao.." dissi io e Nate la prendeva in giro alle sue spalle.

"Beh allora è vero che state insieme!"
"Cosa? E tu che ne sai?"
"Non ci crederai ma il mondo è davvero piccolo, io sono la cugina di Maria"

"Ah ecco perchè ti odio così tanto!" mentre parlavamo qualsiasi cosa mi dicesse di brutto quella ragazza, Nate era subito pronto a contro battere per difendermi, ma all'ultima frase Nate non rispose.
"Comunque non essere così felice, tutti sanno che Nate sta con te solo per copertura, lui ama ancora Rachel" io guardai Nate, aspettando una risposta, che non arrivò. Lui abbassò subito la testa e si fissava i piedi. Li mi tornarono in mente il cellulare, la mia paura di perderlo, tutti i dubbi che avevo avuto, tutte le attenzioni in meno che mi dava. Sentii il rumore di un'oggetto di vetro che si rompeva ,mi guardai attorno ma non c'era niente, quando poi sentii un dolore lancinante al cuore, e solo lì capii cosa si fosse rotto. Il mio cuore si era spezzato, le mie paure e i miei presentimenti erano veri, Nate non mi amava. Amava Rachel. Risposi molto maleducatamente a quella ragazza e io e Nate ci mettemmo in macchina. Ogni cosa che mi chiedeva io gli rispondevo in maniera molto fredda, a volte non gli rispondevo nemmeno e ovviamente non lo guardavo nemmeno negli occhi. Arrivati a casa sua stavo per aprire lo sportello della macchina ma Nate mise la sicura.

"Tu non esci di qui finchè non mi dici che ti ha preso"
"Niente."
"Perchè mi rispondi così? Sei più fredda del ghiaccio!" solo lì lo guardai.

"Nate devi dirmi qualcosa?"

"Di che tipo?"
"Qualsiasi cosa, di qualsiasi tipo"
"No, perchè?"
"Nate sei sicuro?" lì smise di guardarmi negli occhi. E parlava molto velocemente. Non riuscivo a capire niente, le mie paure stavano diventando ancora più grandi.

"Si, non ho niente da dire"

"Va bene, allora apri lo sportello, entriamo in casa"
Lui era ancora vicino alla macchina, mentre io entravo in casa. Non feci nemmeno in tempo ad accendere la luce che sentii una ragazza abbracciami.

"Nate amore mi mancavi già" mi sussurrò all'orecchio. Io la spinsi via, stavo per urlare e mettermi a piangere. Accesi la luce. Non potevo crederci. Era lì. Mi faceva male il petto, il mio cuore era stato messo davvero a dura prova, non riuscivo più a respirare.




Salve a tutti! Quanti problemi! Ma chi sarà questa ragazza? cosa sta succedendo? Quanti Guai! sarà tutto ok? saprete tutto nel prossimo capitolo! Grazie a chi recensisce e a chi legge la mia storia! vi adoro! alla prossima! <3 

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Capitolo 18
*** Some nights I don't know anymore.. ***


Era lei, Rachel davanti ai miei occhi. Ero spaventata, come mai lo ero stata prima d'ora, Nate, lo avevo perso davvero. In quel momento mi vennero in mente tutte le cose successe in questi ultimi giorni, più ci pensavo più Nate mi faceva schifo. Rachel mi guardava, anche lei inorridita, sorpresa. C'era totale silenzio, finchè poi non entrò Nate.

"Rachel?! Che ci fai qui?!" chiese Nate spaventato

"I-io beh io.." io mi voltai, spinsi Nate lontano dalla porta e schifata gli parlai.

"Quando se ne sarà andata, tornerò a prendere le mie cose" il tono con cui avevo detto quella frase era spaventoso, era pieno di rabbia, ribrezzo e anche paura.

"Syria aspetta parliamone" disse prendendomi la mano. Io mi allontanai di scatto e guardavo a terra per nascondere le lacrime.

"Non toccarmi, non parlarmi mai più, io da ora per te non esisto più" dissi scappando via.

"Aspetta ma dove vai?"

"Non ti riguarda più da ora!" iniziai a correre più veloce che potevo, e cercai di chiamare le mie amiche, l'unica che rispose al cellulare fu Alessandra.

"Pronto?"
"Ale.. possiamo vederci? Ti prego ho bisogno di te.." dissi singhiozzando.
"Syria oh mio dio che è successo? Certo dimmi dove sei?"

"Sono al parco dove andavamo ogni sera, vieni appena puoi, fai presto ti prego.."
"Senti io sono in macchina con Harry e Niall.. mi accompagnano loro quindi spero non ti dispiaccia se ti vedono piangere.."
"Non mi interessa, basta che vieni subito"

P.O.V. Nate

Ero preoccupato per Syria, so com'è fragile quando piange, so che non vuole essere lasciata sola e che ha bisogno di qualcuno che la stringesse forte. Cosa avevo combinato? Ero un vero idiota. Avevo rovinato tutto, e solo in quel momento mi resi conto di quanto realmente l'amassi. Mi girai e vidi che Rachel era ancora lì e mi fissava.

"Nate chi era quella?"
"Era la mia fidanzata.." si avvicinò a me con le lacrime agli occhi e mi diede uno schiaffo.

"Come hai potuto Nate?! Io pensavo che tu fossi diverso.."
"Rachel mi dispiace tanto, ma ora non ho tempo per parlarne, devo correre da lei, devo trovarla, ora ho capito quanto la amo.. mi dispiace tanto!" non aspettai nemmeno una sua risposta e corsi subito nella stessa direzione che aveva preso Syria poco prima. Chiamai tutti perchè mi aiutassero a trovarla.

"Pronto?"
"Jack, è successo un casino, sono un idiota, ti spiegherò tutto dopo, chi c'è con te?"
"Siamo io, Miriam, Andrew e Jill e Marta e Giulio perchè?"
"Ho bisogno che mi aiutate a trovare Syria, per favore sono disperato.."

"Certo ma che è successo..?"
"Sono un idiota, un grande, grandissimo idiota! Spiegherò tutto dopo.."
"Va bene ora calmati, Miriam la sta chiamando"
"Ok ma fai presto.. chissà come sarà fragile in questo momento"
"Ha detto che è al parco dove andiamo ogni giorno, ci vediamo lì"
Misi in moto l'auto e guidai più veloce che potevo per raggiungerla. Parcheggiai a pochi metri dal parco e arrivato lì vidi che erano già arrivati tutti e che la stavano abbracciando. Era un fiume in piena, stava singhiozzando e si copriva il volto, era seduta a terra, chiusa in se stessa, era così fragile, e io mi sentivo così male. Allora era proprio vero che si capisce il valore di una persona solo quando la si perde.

P.O.V Syria

Ero davvero distrutta per ciò che era successo, piangevo così forte che mi era venuto mal di testa, ma avere tutti i miei amici lì con me mi faceva stare meglio. Non ero riuscita a spiegare cosa fosse successo, però tutti sapevano che Nate l'aveva combinata grossa. Mi voltai e vidi Niall che si stava sedendo accanto a me, e mi abbracciò.

"Tranquilla, su dai, ci siamo noi qui con te ora, però non essere triste, hai un bellissimo sorriso, se non sorridi come può sorgere il sole? E sai non è carino togliere la luce a tutti" riuscì a farmi sorridere. Approfittai di quell'abbraccio, poggiai la testa sulla sua spalla e chiusi gli occhi, ero protetta, sicura, mi sentivo così bene, però ora, era ancora più difficile per me fidarmi di qualcuno.

"Grazie.."
"Figurati, io dico solo la verità" dopo la delusione che avevo appena avuto, credevo che non mi sarei mai più fidata di nessun altro ragazzo, invece lì con Niall stavo meglio, non bene ma meglio. Appena riaprii gli occhi vidi Jack correre verso l'ingresso del parco. Correva da Nate, era arrivato anche lui. Io mi nascosi ancora di più tra le braccia di Niall, non volevo vederlo, non volevo più sentire la sua voce, stavo per ricominciare a piangere. Quando poi me lo ritrovai davanti.

"Syria io...beh mi dispiace"
"Nate sparisci, non voglio vederti mai più!!" dissi urlando e singhiozzando allo stesso tempo.

"Beh domani lo rivedrai allo studio, e lo rivedrai molte altre volte, ormai lavorate insieme.." si intromise Jack.

"Ma che hai combinato?" chiese Andrew.

"Già diglielo! Diglielo se hai il coraggio" dissi senza ancora guardarlo.

"Beh io...io l'ho tradita." tutti posarono il loro sguardo su di lui.

"Nate?! Ma come hai potuto?! E con chi?!" chiesero tutti insieme.

"Con Rachel.." Jack che si era appena seduto si alzò di scatto.

"Mia sorella?!" Nate annuì. E finì di spiegare come avevo scoperto tutto. Jack gli diede un pugno in faccia. Se lo meritava in pieno, io però mi alzai di fretta e mi misi fra i due.

"Jack, capisco come ti senti, è tua sorella, però se è qui vuol dire che loro hanno chiarito, e lei starà bene.. Andrew, tu sei il più buono di tutti, prendi Nate e portalo via, ti prego" Andrew annuì, prese Nate sotto braccio e si avviò verso l'entrata del parco. Ma Nate si oppose.

"No, non me ne andrò così, devo parlare con te" dissi prendendomi la mano.

"Come puoi toccarmi dopo quello che mi hai fatto? Come puoi guardarmi ancora negli occhi? Dimmelo!" lui abbassò la testa, mi prese in braccio e iniziò a correre verso l'uscita del parco. A quanto pare doveva essere davvero in forma, perchè anche se aveva me in braccio, nessuno riuscì a raggiungerci, nemmeno i miei calci lo fermarono. Mi mise in macchina, salì, mise la sicura e partimmo.
"Nate fammi scendere, subito!" nel frattempo chiesi ad Andrew di seguirci tramite messaggio, mi avrebbe portato via da Nate appena si fosse fermato.
"No, noi dobbiamo parlare"
"Io non ho niente da dirti"
"Io invece si"
"Non mi importa, non voglio ascoltarti" eravamo subito arrivati a casa.

"Devo prenderti di nuovo in braccio o scapperai di nuovo?"
"No, non scapperò, devo prendere le mie cose"
"Dove andrai?"
"Non sono cose che ti riguardano, non più ormai"
"Non dire stupidaggini, mi riguardano e come" entrai nella casa, e mi diressi subito nella camera da letto per prendere le mie cose e andare via, Alessandra mi aveva detto che potevo stare da lei. Ignoravo Nate, non volevo vederlo e non rispondevo nemmeno alle sue domande.

"Syria ti prego.."
"Nate va da Rachel, e lasciami in pace"
"No, ho capito davvero quanto ci tengo a te, ho capito che sei tu quella che voglio"
"Beh l'hai capito un po' tardi.."
"Ti prego no, Syria so che tu sei speciale, sei diversa da tutte le altre,io voglio te, non Rachel"

"Hai ragione, io sono diversa da tutte le altre ragazze, ma forse il vero problema è che sei tu come tutti gli altri" dissi mentre gli passavo accanto per uscire da quella casa. Andrew era appena arrivato, salii nella macchina e vidi Nate con le lacrime agli occhi che mi raggiunse.

"Syria ti prego, non lasciarmi"
"Addio Nate." chiusi lo sportello, lasciandolo così. Gli altri erano ancora lì, e ci avviammo da loro. Chiusi gli occhi, tirai un grande sospiro e mi passai le mani tra i capelli.

"Syria mi dispiace.. non so come fai ad essere così forte in questo momento" mi disse Andrew mentre eravamo in macchina.

"Non lo sono, non lo sono affatto, sono distrutta, sono davvero a pezzi, è solo che non mi piace farmi vedere dagli altri, e poi mi sono sfogata prima al parco, ora basta, la vita va avanti"

"Capisco, sappi che ti ammiro per questo.."
"Grazie, grazie di tutto"
"Figurati, era il minimo che potevo fare.."

"Sei speciale! Però non so come farò domani a vederlo agli studio.."

"Non lo so, non so nemmeno come abbia potuto fare una cosa del genere, non è da Nate.."
"Beh a quanto pare nemmeno voi lo conoscevate fino in fondo..però vi devo chiedere una cosa.. non lasciatelo solo al suo destino, lui non è abbastanza forte da poter rimanere solo"

"Va bene, ma come puoi pensare a lui dopo quello che ti ha fatto..? Tu sei davvero speciale ragazza mia.."
"Non so nemmeno io come faccio, ma non mi dimentico di ciò che abbiamo passato" eravamo arrivati, scendemmo dalla macchina e andammo dagli altri. Io chiesi ad Alessandra se potevamo andare a casa, volevo un po' di pace. Niall e Harry ci accompagnarono, e il biondino non si allontanava da me nemmeno un attimo.

"Me lo fai un sorriso?" non risposi, lo guardai con gli occhi gonfi, facendogli capire che non avrei potuto farlo. "Anche così sei bellissima.." io lo guardai, forzai un mezzo sorriso, non riuscivo a smettere di pensare a Nate, non potevo ancora crederci, speravo di svegliarmi da un momento all'altro, speravo fosse solo un brutto sogno, volevo svegliarmi, ma non accadeva. Quasi arrivata a casa mi ricordai di aver lasciato una cosa molto importante a casa di Nate, la collana di mia madre, non mi sarei mai potuta calmare senza quella. In quell'istante ricevetti una chiamata di Andrew.

"Syria, Nate mi ha chiamato, sto andando da lui perchè vuole parlarmi, so che sei furiosa, però penso che dovresti ascoltare ciò che ha da dirti..allora vuoi venire?"
"Vengo, ma solo perchè devo prendere una cosa a casa sua"
"Va bene ti prendo e poi andiamo"
"Ok a fra poco" riattaccai. Non volevo rivederlo, ma dovevo recuperare la mia collana.

P.O.V Nate

Se n'era andata, mi avevo lasciato. Mi sentivo morire. Piansi così tanto che non avevo la forza per rialzarmi, ma non mi sarei arreso, l'avrei riconquistata, sono io quello giusto per lei e lei è quella giusta per me, non mi sarei arreso senza lottare.

"Pronto?"
"Andrew possiamo vederci un attimo? Ti prego ho bisogno di parlare"
"Va bene, il tempo di arrivare e sono da te"
"Grazie, sei un amico"
"Figurati, ciao" riattaccò. Anche lui era arrabbiato con me, Andrew, il ragazzo più buono che avessi mai conosciuto era arrabbiato con me, ero davvero un danno. Rimasi seduto a terra, nel vialetto di casa, e guardavo la strada che aveva percorso Syria nella macchina di Andrew, la strada che aveva preso per allontanarsi da me. I miei pensieri si fermarono quando vidi l'auto di Andrew, c'era una ragazza seduta accanto a lui, era lei, Syria, chissà, magari aveva deciso di parlare con me e perdonarmi. Mi sentivo di nuovo vivo, volevo solo riabbracciarla e stare con lei.

P.O.V. Syria

Vedere Nate lì seduto nel vialetto, così come lo avevo lasciato prima di andare via, beh.. mi faceva davvero pena, stavo male a vederlo così, ma non mi importava, non doveva importarmi, lui mi aveva tradita. Appena aprii lo sportello lui si alzò di fretta e venne ad abbracciarmi. Io mi sentivo morire, lo amavo ancora, volevo abbracciarlo, ma io non dimentico. Lo allontanai da me, non lo guardai nemmeno, mi diressi in casa sua e cercai la collana, cercai da tutte le parti, ma non c'era. Tornai fuori e trovai Nate tra le braccia di Andrew.

"Dov'è la mia collana?"

"Ce l'ho io, è l'ultima cosa che mi rimane di te.."
"Devi ridarmela, ci tengo troppo a quella collana"
"Non te la ridarò finchè non mi avrai ascoltato" lo guardai scocciata, volevo solo andare via di lì.

"E va bene, prima iniziamo prima finiamo.." ci diresse in casa e ci sedemmo sul divano, quel divano su cui eravamo seduti a vedere il film poco tempo prima, uno tra le braccia del'altro, e ora? Ora eravamo come due nemici, o almeno per me era così. Lanciai uno sguardo verso la cucina, e non riuscivo a togliermi dalla mente l'immagine di lui con il cellulare in mano, che non mi guardava nemmeno. E mi veniva ancora di più da piangere. Non potevo resistere molto in quella casa.

"Syria, innanzi tutto, non voglio che tu creda che io ti abbia usata come copertura, perchè non è vero, assolutamente, è vero all'inizio ci stavo male per Rachel, però poi non la pensavo più, perchè c'eri tu nella mia vita, ma l'altro ieri, l'ho incontrata, lei non sapeva che fossi fidanzato, e ha iniziato a provocarmi, poi mi dava i baci, beh e io non ho saputo oppormi.." si bloccò un attimo, perchè io mi fissavo i piedi, tentavo a tutti i costi di trattenere le lacrime.

"E tu ovviamente non le hai detto che sei impegnato.."
"No, sono stato un idiota, ma quello che è successo gli ultimi giorni importa poco, perchè quando ti ho vista con le lacrime agli occhi correre via da me, ho capito, ho capito tutto! Ho capito che di Rachel mi importa poco, cioè ho capito che non è amore quello che provo per lei, io voglio te, io ho bisogno di te.."

"E tu pensi che ora che mi hai detto questo io dovrei lasciarmi tutto alle spalle? Non so nemmeno se posso crederti"
"Devi credermi, è tutta la verità.."
"Nate mi dispiace, alla base di tutto c'è la fiducia, e io non mi fido più di te, se penso al fatto che tu hai baciato lei, poi sei tornato a casa e hai baciato me..Dio..ma come diamine hai fatto? Come hai potuto..?"
"Syria lo so, mi faccio schifo da solo, solo ora capisco che i baci che volevo, gli unici baci che volevo erano i tuoi.."

"Tu eri il mio sogno..forse non sono fatta per essere felice..ma perchè Nate? Perchè lo hai fatto? Dove ho sbagliato?" ero crollata, peggio di prima, gli scoppiai a piangere in faccia, e ripetevo "Cosa ho fatto per meritarmi questo? Cosa?" Nate iniziò a piangere anche lui, e senza esitare si avvicinò a me per abbracciarmi, ma appena mi toccò io corsi via e andai a rifugiarmi in macchina, non potevo più resistere a vederlo lì davanti a me, volevo andare a casa di Ale, stare da sola, chiudermi in me stessa, sfogarmi e poi fingere un sorriso e andare avanti, come sempre. Andrew rimase un altro po' a consolare Nate, li vedevo tramite la finestra, vedevo Nate piangere, e ripetevo a me stessa che se non ci fossi stata sarebbe stato tutto molto meglio. Dopo vidi Andrew uscire dalla casa e venire all'auto. Si sedette accanto a me e accendendo la macchina mi porse la collana.

"Tieni, Nate mi ha chiesto di ridartela" la presi e me la misi subito, poi mi girai e vidi Nate sulla soglia della porta, che aveva le mani tra i capelli, e gli occhi rossi, mi voltai verso l'autista, cercando di non pensare al ragazzo vicino alla porta di casa sua, che stava ancora piangendo. L'auto partì. Io continuavo a guardare Nate dallo specchietto dell'auto, e vidi che mi mandò un bacio volante, sentivo il mondo crollarmi addosso. 



Salve a tutti! Bene bene, questo capitolo è molto triste, è tutto un disastro! Secondo voi cosa dovrebbe fare Syria ora?? Spero che vi piaccia..! fatemi sapere! :D comunque ringrazio tutti quelli che seguono e recensiscono la mia storia, grazie davvero! :D <3 alla prossima! 

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Capitolo 19
*** What am I going to do now? ***


Andrew mi stava accompagnando a casa di Alessandra, mi sentivo davvero male, credevo che sarei svenuta da un momento all'altro.

"Syria.. senti io so che Nate ha fatto una cosa davvero orribile..però hai visto come sta, ora ha davvero capito che sei tu quella che vuole accanto a sè.." io lo fissai con aria interrogativa. Non capivo se mi stesse prendendo in giro.

"L'ha capito un po' tardi.. non credi?"
"Si, ma meglio tardi che mai.."

"Andrew, senti.. so che è tuo amico e che non vuoi che stia male, però io non potrei mai tornare con lui... insomma, se lo ha fatto una volta, chi mi dice che non abbia il coraggio di farlo di nuovo?"

"Te lo dice il suo sguardo, le sue lacrime, la luce che si è accesa nei suoi occhi quando ti ha vista..E poi quando sei scappata via, quando ti sei rifugiata nell'auto.. Syria ho visto come ti ha guardata andare via..e conosco molto bene Nate.. lui ha bisogno di te.. e tu hai bisogno di lui" quelle parole mi fecero venire i brividi, tutto un tratto iniziai a sentire freddo, quel tipo di freddo che solo Nate sapeva far passare, quel freddo che mi veniva spesso la notte, quando poi lui mi accudiva tra le sue braccia. Però il mio orgoglio era troppo forte, e poi io non avevo torto.

"I-io..Andrew no, io non mi fido più di lui, non riesco a guardarlo negli occhi.. non mi importa, e poi io non ho bisogno di nessuno"

"Syria stai attenta, non mettere di mezzo l'orgoglio, non porta mai conseguenze positive.." era vero, era proprio vero, io sono sempre stata orgogliosa..forse troppo orgogliosa.. e spesso ero triste per questo, l'orgoglio è un vero schifo, però non riuscivo a liberarmene.

"Non centra niente l'orgoglio, e poi scusa Andrew.. stai parlando come se fossi stata io a sbagliare, come se Nate non avesse fatto niente di male.."

" No, non è quello che volevo dire, lui ha sbagliato, su questo non ci piove, però ti parlo da marito, da amico, da innamorato.. lo sguardo di Nate era vero, quello che prova per te è tutto vero, e penso che voi siate fatti l'uno per l'altra, lui mi ha detto che non si arrenderà, lotterà con tutte le sue forze per riaverti, e non ti nascondo che spero che ci riesca, anche tu lo ami ancora, e non puoi negarlo" eravamo finalmente arrivati, non riuscivo più a parlare con Andrew, mi faceva stare male, troppo male. Lo salutai, lo ringraziai per tutto e raggiunsi Alessandra. Quella notte, dormire sarebbe stato a dir poco impossibile. Alessandra mi consolò, io feci finta di stare bene, anche se lei non ci aveva creduto, e appena lei si addormentò io andai sul balcone, e guardavo le persone che passavano, poi chiamai Rosaria e Alessio, che mi consolarono un altro po'. Poco prima di rientrare, notai un ragazzo che buttò a terra una bottiglia di vetro e poi scappò via, ma prima che potessi vederlo aveva già girato l'angolo.. chissà.. magari anche lui stava soffrendo per un motivo..magari lui avrebbe potuto capirmi. Era strano, anche se non sapevo chi fosse, non sapevo se fosse bello o brutto, grande o piccolo, ero davvero affascinata da quel ragazzo. Aveva qualcosa di attraente. Mi venne in mente Nate, avevo paura di rivederlo l'indomani, dovevamo registrare gli ultimi video per le ultime canzoni, e poi sarebbe finito, avrei avuto una pausa da Nate, o almeno così pensavo.

P.O.V. Nate

La guardai andare via, più si allontanava da me, più mi faceva male il petto. Ma ora avevo un'altra cosa da chiarire, Jack e Rachel.

"Jack posso venire da te? Dobbiamo parlare.."
"Nate io.. io.... va bene, ma fai presto, ho bisogno di dormire.."

"Arrivo subito! Grazie! Sei un amico come sempre!" riattaccai, ero così sollevato che mi parlasse ancora, che aveva accettato di ascoltarmi, dopo quel pugno avevo temuto davvero che non mi avrebbe più rivolto la parola.Salii in macchina e andai a casa sua. Trovai lì anche Rachel, che voleva ancora parlarmi, meglio così, avrei chiarito con due in una volta sola. Ci sedemmo sul divano.

"Ragazzi, so che è la cosa più scontata da dire, ma davvero, mi dispiace.. Jack, amico, sai perfettamente che io sono un danno in persona, ma noi lo abbiamo sempre superato, insieme, e so che quello che ho fatto è sbagliato, ho fatto stare male tua sorella, però Jack, per favore, sei una delle persone a cui tengo più al mondo, e sai che io non volevo fare stare male nessuno.."
"Lo so, Nate ti conosco bene, e ti perdono come sempre, e.. beh mi dispiace per il pugno..comunque non posso assicurarti che anche Rachel ti perdoni, vi lascio parlare da soli.." vidi Jack alzarsi, e andare nell'altra stanza. Il mio sguardo si posò su Rachel, aveva ancora un po' gli occhi rossi, e la sua voce non era ancora tornata normale, chissà quanto aveva pianto anche lei, mi dispiaceva davvero tanto.

"Rachel.. perdonami, avrei dovuto dirti tutto, pensavo di amarti ancora, ma a quanto pare mi sbagliavo, tu sei speciale, ti voglio un bene immenso, e spero davvero di poter far parte della tua vita, ma come amico, e niente più.." lei mi fissava, non capivo se volesse picchiarmi, o abbracciarmi.

"Nate, non sarà facile per me, perchè tu non sei un semplice amico, e non lo sarai mai..io ti amo, ti amo davvero, ma voglio solo che tu sia felice.. se è lei quella che ti rende felice,va da lei, lo capisco.. ti perdono, e voglio che rimaniamo amici, però ho bisogno di un tempo di pausa per riprendermi da te.."

"Certo, lo capisco, grazie, grazie mille Rachel" mi sedetti accanto a lei e l'abbracciai, anche in quell'abbraccio c'era dolore, sentivo la tensione che emanava Rachel, e mi dispiaceva ogni istante di più. Dopo che vide che avevamo chiarito, Jack mi cacciò a pedate, erano le due e mezza di notte, e alle nove dovevamo essere al lavoro. Non tornai subito a casa, sarebbe stato inutile, non sarei mai riuscito a dormire, allora decisi di farmi un giro per la città, parcheggiai l'auto vicino a Central Park e con una bottiglia di Whiskey in mano girai per le strade di New York. Fui fermato alcune volte dalle fan, accontentai tutti, senza alcuna eccezione, era l'unica cosa che mi faceva stare bene. Iniziai a guardare ogni edificio e ogni casa che trovavo lungo la strada. Quando il mio sguardo fu colpito da una ragazza. Era sul balcone di un palazzo, mi fiondai a leggere i nomi di chi ci abitava e trovai "Gaeta" e ogni mio dubbio fu spazzato via.

"Ma certo, Alessandra Gaeta!!" dissi a me stesso. Syria era andata a stare a casa di Alessandra,e quella sul balcone era lei, era così bella, avrei voluto solo salire e abbracciarla, sentire il suo cuore che batteva, sentire il suo fiato, baciarla, guardare come le sue guance arrossivano ogni volta che la guardavo. Mi mancava da impazzire, e stavo senza di lei da nemmeno 24 ore. Rimasi lì a fissarla per ore, lei non mi vide, per fortuna, o altrimenti sarebbe rientrata. Ad un certo punto vidi che si coprì il viso, mantenendosi la testa, sentii il dolore che stava provando, ed era tutta colpa mia.Buttai a terra la bottiglia di vetro e scappai via, tornai a casa, non chiusi occhio tutta la notte, pensavo a come avrei fatto per riconquistare Syria, ma una cosa era certa, dovevo puntare sugli sguardi, sulla mia voce, su tutto ciò che ricordassi provocava una reazione in lei.

P.O.V. Syria

Erano arrivate le sei del mattino, avevo dormito un ora all'incirca, e anche se la sveglia era alle otto, decisi di alzarmi. Alessandra ovviamente dormiva ancora. Mi feci una doccia, una di quelle che ti rilassano al massimo, cercavo di svuotare la mia mente, ma non funzionò del tutto.Lasciai un biglietto alla mia amica dove dicevo che ci saremmo viste direttamente allo studio. Appena arrivai giù, mi accorsi di un ragazzo che si nascose non appena misi piede fuori dall'edificio, pensai subito al peggio, però ormai erano le sette, e le strade iniziarono ad essere affollate di persone che andavano al lavoro, pieno di quella gente che non ti guardava nemmeno in faccia, era troppo occupata. Allora mi tranquillizzai e rimasi dove c'era più gente, avevo il cellulare spento, ignoravo tutto e tutti, specialmente Niall che mi riempiva di messaggi, era molto dolce, però volevo solo stare un po' da sola. Entrai in un bar, presi un cornetto e una spremuta, e non riuscii nemmeno a iniziare a bere che una ragazzina mi assalì.

"Tu sei Syria! Syria il nuovo membro dei Fun.!" mi urlava nell'orecchio.

"Si sono io, ma ora calmati" la feci sedere, ma appena la bambina smise di urlare trovai tantissime persone attorno a me, che mi parlavano tutte insieme, mi stavo sentendo male, mi toglievano l'aria. Sentii una mano familiare, che mi tirò via, non capivo più niente, avevo la vista sfuocata, ma riconobbi una figura amica, allora salii nella sua auto e mi calmai. Appena riaprii gli occhi lo vidi. Vidi Nate, ero di nuovo con lui. Ecco perchè non aveva parlato prima, sapeva che avrei riconosciuto la sua voce. Stavo per accennare un sorriso, ma quando lo riconobbi la mia bocca si rifiutò.

"Nate, grazie ma ora voglio scendere"

"Se ti lascio qui, ti scanneranno viva" aveva ragione, ormai facevo parte della band, stavo per diventare famosa, e me ne ero dimenticata.

"Si, hai ragione, ma appena sarà possibile, fammi scendere"
"Syria ma.." lo interruppi subito.

"No, niente ma, ti ringrazio per avermi salvata, ma non voglio stare con te, non vorrei nemmeno rivederti più, ma non è possibile, quindi voglio almeno starti lontana"

"Syria so di aver fatto una cosa orribile, ma io ti a.." lo interruppi di nuovo.

"No! Non provare a dirlo! Chi ama non tradisce"

"Lo so, ma è la verità..Syria ti prego.. voglio solo stare con te.." il mio viso si incupì di nuovo, i miei occhi si stavano riempendo di lacrime per l'ennesima volta.

"Nate, ti prego.. se mi ami davvero devi lasciarmi andare..io non posso continuare così.."

"Ti lascerò andare solo se mi dirai che non mi ami più"
"Io non ti amo" lui iniziò a ridere.

"Oh no, devi dirmelo guardandomi negli occhi" appena cercai di guardarlo, il mio cuore iniziò a battere forte, e girai di scatto il viso, fissavo avanti a me. Notai subito un sorriso compiaciuto farsi spazio sul viso di Nate.

"Fai sparire quel sorrisino dal tuo viso"

"Perchè dovrei? La ragazza che amo, mi ha appena detto che mi ama!"
"Io non ho detto niente"
"Non ce n'è bisogno, alcuni silenzi dicono più di mille parole" disse facendomi l'occhiolino. Io mi stavo innervosendo, volevo scendere, e sopratutto volevo che lui sparisse.

"Beh mi sa che lo interpreti male, perchè...io non ti amo" dissi tutto d'un fiato passando con il mio sguardo sui suoi occhi. Stava per dire qualcosa ma io non gli diedi tempo.Notai che era tornato di fronte casa di Alessandra.

"Perchè sei venuto qui?" chiesi stupita.

"So che stai qui ora, ieri notte sono passato e ti ho vista sul balcone, eri così bella" disse mentre fermava l'auto.

"Nate adesso basta! Lasciami in pace! Io non voglio più stare con te! Non voglio più saperne di te! Il nostro rapporto ora sarà strettamente lavorativo, solo questo e niente più!! Chiaro?!"

"Accetto solo se prima mi dici una cosa.. è davvero questo che vuoi?"
"Si.." dissi scappando fuori dall'auto, salii di corsa le scale e mi fiondai tra le braccia di Alessandra, che si era svegliata da poco. Le raccontai tutto ciò che era successo, finimmo di fare colazione e raggiungemmo gli studio. Io mascheravo tutto con un sorriso, stavo coronando il mio sogno, cantare, e nemmeno Nate mi avrebbe ostacolata. Dopo che arrivarono tutti iniziammo le riprese, io non guardavo Nate, e lui non guardava me, ma le riprese si basavano tutte su un gioco di sguardi, noi in quella canzone eravamo una vera e propria coppia, e dovevamo recitare come tale, io dopo tanti sforzi ci riuscii, ma Nate no.

"Ragazzi non so cosa sia successo e non mi interessa, ma noi dobbiamo lavorare, vi do cinque minuti di pausa, poi voglio vedere tutto normale, va bene?" disse il manager. Nate si allontanò subito, si andò a sedere ai divanetti e si prese un caffè. Ero ancora più nervosa, so che era difficile, lo era anche per me, però volevo che lui fosse professionale. Mi diressi da lui.

"Che ti ha preso?"
"Beh, non è molto facile!"

"Lo so, capisco, però questo è il nostro lavoro, e qui i nostri problemi non contano, prima iniziamo, prima finiamo, va bene?" lui sorrise, non capivo bene a cosa fosse dovuto quel sorriso, volevo solo finire le riprese. Io invece di fissare lui, fissavo Alessandra che era dietro di lui, così riuscivo a recitare come avevano chiesto. Dopo ore ed ore avevamo finito le riprese, avevamo dieci minuti di pausa e poi dovevamo ricevere un annuncio, dopo di che potevamo andare via. Io accesi il cellulare, trovai cinque messaggi di Niall, e proprio in quel momento mi arrivò una sua chiamata. Mi allontanai dagli altri e risposi.

P.O.V. Nate

Dio quanto era difficile guardare Syria come ci chiedevano nel video, senza poterla abbracciare e baciare.. era una delle cose più difficili che avessi mai fatto. Mentre aspettavamo l'annuncio, la vidi rispondere al telefono, volevo sapere a tutti i costi di chi si trattava, ma soprattutto volevo sapere se parlava di me. Capii che era Niall, diamine, quel ragazzo era sempre fra i piedi. Non capivo molto di ciò che dicevano, ma sentii il mio nome.

"Nate? Certo che è qui, lavoriamo insieme.." la sentii parlare. "No, certo che non l'ho perdonato..non ci riesco, è più forte di me.. mi ha spezzato il cuore.." in quel momento si girò verso di me e mi vide lì. Sentii che riattaccò e la vidi avvicinarsi a me.

"Che fai? Adesso mi spii?"
"No, io..io.. io volevo solo sentire se dicevi qualcosa di me.." si avvicinò ancora di più a me.
"Nate sto iniziando a non sopportare più questa situazione, ti ho già detto che siamo solo colleghi ora, non ti deve importare più niente di ciò che faccio nella mia vita privata, nè con chi" disse mentre tornava dagli altri. Non resistetti più, eravamo troppo vicini, e sentivo che ciò che diceva non la convinceva del tutto. La tirai verso di me e la baciai.

"Nate ma sei pazzo?!" disse prima di tirarmi uno schiaffo, uno bello forte.

"Si, sono pazzo! Pazzo! La mia pazzia sei tu! Io sono pazzo di te!"

"Stai lontano da me, Nate, è il mio ultimo avviso" Jack era vicino a noi, sentì il rumore dello schiaffo e corse a portala via da me. Mi fulminò con gli occhi e leggendo il suo labiale capii che disse "Ma che diamine fai?!" io alzai le spalle. Non sapevo cosa stessi facendo, sapevo solo che volevo lei.

P.O.V. Syria

Andammo in una stanza, Jack chiuse la porta e poi si sedette accanto a me. Io stavo trattenendo le lacrime, non dovevo piangere, adesso basta. Strinsi forte Jack, cercavo di sfogarmi in quel modo.

"Jack io non so più che fare.."
"Syria se stai così male forse dovresti tornare da lui..io dovrei essere il primo, più di chiunque altro a dirti di lasciarlo perdere.. perchè io ieri sera sono stato a consolare mia sorella per lo stesso motivo.. però quando è venuto a casa, ha detto a Rachel che ama te, tanto.. e tu ami lui, sotto la barriera che ti stai costruendo attorno sei la Syria dolce e gentile di sempre..non metterla da parte..e pensaci su.. perchè in fondo sai che ho ragione.."
"Si, hai ragione, io lo amo, ma ogni volta che lo guardo, ogni volta mi vengono in mente lui e Rachel che si baciano.. per non dire altro.. e beh.. io non ce la faccio..poi gli ho chiesto di lasciarmi in pace e lui che fa? Mi bacia.. e come se non bastasse qualcuno avrebbe potuto vederci..Jack davvero..non so che fare..mi viene sempre in mente una frase, una stupida.. ma è la pura verità.."

"Quale?"

"Quando trovi la via per entrare nel mondo di Nate Ruess, è impossibile trovare la via d'uscita.." dissi sopprimendo una risata. Cosa che però Jack non fece, anzi, lui rise di gusto.

"Gia! È proprio vero!" gli iniziarono a chiamarci, stavamo per ricevere la tanto attesa notizia. Arrivati dagli altri, la prima cosa che vidi fu Nate che cercava di non ridere, mi guardava e rideva, ma che diamine aveva da ridere?!

"Allora ragazzi, oggi pubblichiamo il nuovo album, quindi dalla settimana prossima si inizia il nuovo tour!" mi voltai a guardare Nate che festeggiava e rideva. Ecco perchè rideva. Un tour voleva dire tanto tempo con Nate, quindi la pausa da lui che mi immaginavo era andata in fumo prima ancora di iniziare. Come avrei fatto ora? Non sarei riuscita a scappare da lui in giro per il mondo. E come se non bastasse, Nate stava già progettando qualcosa per starmi appiccicato. Glielo si leggeva negli occhi. 



Salve a tutti! Eccomi di nuovo qui a darvi fastidio! hahaah :D sono sopravvissuta ad una giornata tremenda, ma voi non importa xD comunque.. i fatti nella storia hanno preso una piega interessante vero? spero vi piaccia, e come sempre vi prego di farmi sapere che ne pensate! Grazie come sempre a tutti, a chi segue, chi recensisce e a chi legge semplicemente! un bacio alla prossima! :D <3

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Capitolo 20
*** A break from you. ***


Stavo recuperando le mie cose, cercavo di uscire di fretta dallo studio, giù c'era Niall che mi aspettava, aveva detto di voler prendere un caffè perchè voleva chiedermi delle cose. Mi diressi alla porta e la aprii.

"Ciao a tutti ragazzi! Ci vediamo presto!" urlai a tutti.

"Ciao! A presto!" mi risposero tutti tranne Andrew.

"Syria aspetta un attimo, vorrei chiederti delle cose"
"Va bene ma sbrighiamoci, giù mi aspettano"
"Chi ti aspetta?" si intromise Nate che era seduto accanto ad Andrew. Lo fulminai con gli occhi. Mi avvicinai a loro e mi sedetti di fronte ad Andrew.

"Allora sputa il rospo!"

"Volevo avvisarti che noi, ogni volta prima di un tour, facciamo un tipo di rituale, se così si può chiamare e stiamo insieme per augurare che vada tutto bene, si fanno serate dispari, ognuno deve fare o uno o tre o cinque giorni, a scelta, e ora devi partecipare anche tu, visto che sei una di noi!" io risi, mi sembrava tanto una cosa architettata al momento da Andrew e Nate, sapevo che erano tutti d'accordo per farmi tornare con Nate.

"Va bene..ma non so a quante serate parteciperò.." dissi guardando Nate, facendo capire che era per lui che non volevo venire.
"Va bene.. si inizia domani, comunque hai il mio numero, poi fammi sapere ok?"

"Certo!" in quel momento mi arrivò una chiamata di Niall. Senza pensarci risposi.

"Pronto?"
"Syria io sono giù, ti aspetto"
"Va bene, scendo subito" riattaccai. "Ora devo proprio andare, grazie per avermi avvisata" dissi abbracciando Andrew, poi guardai Nate, mi girai e me ne andai. Salutai di nuovo tutti e uscii dallo studio. Prima di iniziare a scendere le scale, mi poggiai alla porta che avevo appena chiuso dietro di me, e tirai un grande sospiro, mi passai le mani tra i capelli e chiusi gli occhi. Non potevo continuare a vedere Nate, lo amavo ancora e lui non mi aiutava di certo con i suoi comportamenti. I miei pensieri furono interrotti, qualcuno aprì la porta, e io caddi tra sue braccia.

"Scusa!" dissi, mi alzai di scatto, e lo guardai.

"Fa niente, almeno così posso toccarti.." era Nate, quella frase era così piena di malinconia, solo lì notai i suoi occhi, erano così scuri, così cupi, era tutta colpa mia, come mi ripetevo sempre, se non ci fossi stata io lì, tutto questo non sarebbe mai successo. Mi accarezzò il viso, e tirò un sospiro, io presi la sua mano, la strinsi forte, poi senza dire niente mi girai e iniziai a scendere le scale. Appena arrivata giù mi trovai Niall davanti e per non andargli a sbattere lo abbracciai.

"Ciao!" dissi sorridendogli.

"Ciao bellisima!" rispose, appena vide Nate uscire subito dopo di me mi diede un bacio sulla guancia, io ero di spalle a Nate, quindi non lo vidi e non dissi niente di quel bacio, e poi non avrei potuto dire niente lo stesso, era un semplice bacio sulla guancia.

"Divertitevi.." disse Nate, solo lì lo vidi e arrossii di colpo.

"Grazie, anche tu" gli rispose Niall aggiungendo un occhiolino. Notai il nervoso prendere il sopravvento su Nate, e mi preoccupai, appena vidi che fece un passo verso Niall, io andai verso di lui, lo presi e lo tirai via.

"Nate per favore, lascialo stare..so che ha dato una risposta stupida e quell'occhiolino non ci stava, però lascialo stare.. per favore" Nate si girò a guardare Niall, e vide che lui ci stava fissando, non so cosa pensò prima di farlo ma mi prese dalle spalle e mi baciò di scatto.Poi guardò di nuovo Niall e gli fece un sorriso come per dire "uno a zero" e gli fece l'occhiolino. Io spinsi Nate e iniziai a gridare, a tutti e due.

"Ma cosa sono per voi?! Un trofeo?! Cos'è una gara?!" non aspettai nessuna risposta, e iniziai a camminare lontano da quei due. Avevo bisogno di una pausa, da tutti. Nate era più vicino a me e mi raggiunse, mi prese il braccio, e mi fermò.

"Scusami, è colpa mia,vai da lui...me ne vado io.." era in momenti come quelli che amavo ancora di più Nate, il fatto che fosse così maturo, sempre pronto a chiedere scusa, non come me ad esempio, io sono troppo orgogliosa. Lì arrivò anche Niall. Mi liberai dalla presa di Nate, presi Niall e iniziai a camminare nel verso opposto al suo.

P.O.V. Nate

"Nate ma che diamine combini? Ti metti anche a fare la guerra con un ragazzino ora?!" mi ripetevo lungo la strada. Non stavo facendo nemmeno una cosa giusta. Avevo un mal di testa terribile, io volevo solo stare con lei. Ma mi rendevo conto che mi dovevo prendere le mie responsabilità. Quel che è fatto è fatto, non si torna indietro. Ancora di più mi sentivo di dover lottare per lei, ma avevo bisogno di aiuto. Tornai a casa, la sistemai un po', faceva schifo, dopo che Syria se n'era andata avevo combinato un disastro. Dopo qualche ora chiamai Andrew, lui meglio di tutti avrebbe saputo aiutarmi. Dovevamo escogitare qualcosa.

"Pronto?"
"Andy, ho bisogno di un aiuto, dobbiamo escogitare qualcosa per Syria, io non resisto più senza di lei"

"Certo, ma c'è un problema, ho appena parlato con lei perchè volevo chiederle di venire a casa mia domani sera, volevo organizzare una delle mie serate con voi, e lei mi ha detto che domani mattina parte per l'Irlanda.."
"Cosa?! L'Irlanda?! E perchè?!"
"Perchè deve fare la canzone con gli One direction, tre giorni per fare la canzone e girare il video, e due giorni di riposo.."
"Niall! Di nuovo lui! Va bene poco importa di lui ora, comunque non possiamo parlare con i produttori e convincerli a dirle che non può andare perchè dobbiamo fare delle cose per il tuor?"
"Purtroppo no.. mi ha detto che ha già parlato con loro, e si sono messi d'accordo che sarebbe tornata la mattina prima dell'inizio del tour, e quindi ha tutto il tempo per sapere ciò che deve sapere e poi inizia il tour..e ha detto che quella avrebbe partecipato al nostro rituale se fosse stato vero.. non ci è cascata, il nostro piano non ha funzionato"

"Dio quanto amo quella ragazza!"
"Si, comunque Nate, se vuoi un mio consiglio, lasciala stare per questi giorni, falla stare sola, poi quando tornerà, avremo tutto il tempo per aiutarti a riconquistarla.."
"Va bene amico, mi fido di te.." appena riattaccai mi resi davvero conto che sarei stato senza di lei senza sei giorni, sei lunghi giorni. Non so come avrei fatto.

P.O.V. Syria

Avevo appena salutato Niall, avrei avuto la mia meritata pausa da Nate, anche se devo ammettere che mi sarebbe mancato, tanto. Avrei comunque fatto ciò che amo, cantare. Chiamai Alessandra per dirle tutto. Le riservai una sorpresa, per ringraziarla della sua ospitalità e per tutto ciò che stava facendo per me. Lei sarebbe venuta con me in Irlanda, avrebbe fatto la comparsa nel video, sarebbe potuta stare con il suo amato Harry, aveva una bella cotta per lui, e secondo me anche lei gli piaceva. Andai a casa, iniziammo a fare le valigie, finimmo giusto in tempo per l'ora di cena, uscimmo con gli altri, probabilmente io, dopo quella sera e dopo la sera prima del concerto, non gli avrei visti più fino all'estate prossima perchè dopo il tour, c'era ancora la scuola da frequentare. Arrivata la sera, mi vestii il più carina possibile, volevo che le mie amiche mi ricordassero così, e non come la ragazza che piangeva al parco per colpa di Nate. Raggiungemmo gli altri. C'era anche Nate, ma inizialmente non mi importava, per quella sera volevo fare finta di niente, finta di non conoscerlo,così da poter passare una serata con le mie amiche in pace, ma ogni volta che i nostri sguardi si incrociavano erano guai. Mi venivano i brividi, anche io, in fondo avrei voluto stare con lui, però non riuscivo a non pensare a ciò che mi aveva fatto. Tutti ci prendemmo un panino, ma lui non mangiò niente. Probabilmente aveva già mangiato, chi lo sa. Notavo che per tutta la serata era difficile per lui sorridere, anche se io e gli altri stavamo morendo dalle risate. La cosa peggiore venne quando lo vidi uscire una sigaretta dalla tasca dei pantaloni. Lo fissavo, gli avevo sempre detto che non sopporto il fumo, tutto ciò che avevo sempre amato fumava, mia madre, la mia migliore amica, e anche lui, ma aveva smesso, perchè adesso aveva ripreso? Ovviamente per colpa mia. Mi avvicinai a Jack e gli chiesi di togliere la sigaretta a Nate, ma lui mi rispose che quando fumava, vuol dire che stava davvero male dentro, ed era meglio lasciarlo stare. Ma io gli risposi che non mi sarei arresa. Non sapevo che dire, però arrivai lì e iniziai semplicemente a parlare.

"S-senti Nate..per favore..potresti non fumare?" lui iniziò a ridere e guardò Jack.

"Perchè dovrei? A te non importa niente di me o sbaglio?" mi rispose facendo l'occhiolino a Jack, ovviamente era tutto un piano per vedere se io avessi reagito. E io ci ero cascata in pieno.

"Ma certo.. ora capisco.. eravate d'accordo..sai che ti dico? Fai come vuoi" mi prese il braccio fermandomi.

"Se tu vuoi che io non fumi, io non lo farò"

"Bene" mi lasciò il braccio e tornai dagli altri. In quel momento arrivarono Niall e gli altri. Non mancò l'espressione scocciata di Nate nel vederli. Niall mi venne ad abbracciare.

"Allora sei pronta per domani?" disse con un caldo sorriso.

"Prontissima" ricambiai il sorriso. Non so per quale motivo, ma mi venne spontaneo guardare Nate, come se stessi aspettando una sua risposta, come se avessi bisogno di una sua approvazione. Lui si limitò a farmi un mezzo sorriso, e dopo si fissava i piedi. Non sapevo più che fare. Alla fine della serata, ero davvero contenta, ero stata con tutte le mie amiche, avevo parlato con loro come se niente fosse, le adoravo. Io e Alessandra ci avviammo verso casa, Niall e Harry ci seguirono. Nate se ne andò poco prima di noi. Arrivate a casa, io salutai Niall, dicendo che ci saremmo visti domani, e lasciai Alessandra e Harry da soli, iniziai ad entrare in casa. Entrai nel portone, salii le scale, e appena stavo per inserire la chiave nella serratura sentii una voce che cantava. Una voce che era impossibile non riconoscere.

"I hold you like I used to
You know that I am home
So darling if you love me
Would you let me know?
Well - go on, go on, go on
If you were thinking that the worst is yet to come
Why am I the one
Always packing all my stuff
For once, for once, for once
I've got the feeling that I'm right where I belong
Why am I the one
Always packing all my stuff?" io non mi girai per guardarlo, poggiai la testa sulla porta e tirai un grande sospiro. Dopo la canzone aggiunse quelle parole, quelle tre parole che mi distrussero completamente. "Ti amo piccola"

"Perchè Nate? Perchè? Ti ho chiesto di starmi lontana e tu stai con me ancora più di prima, mi vuoi far soffrire? "
"No che non voglio farti soffrire, voglio farti capire che noi siamo fatti per stare insieme"

"Nate io non credo, insomma.." fui interrotta da Alessandra tutta contenta che saliva le scale di corsa. Non si accorse di Nate seduto sull'altra rampa di scale. Mi abbracciò e mi ripeteva solo una cosa.

"Ci siamo fidanzati! Ci siamo fidanzati!" io le sorrisi.

"Sono contenta, te lo meriti, ma ora scusa, ero un po' impegnata" dissi indicando Nate.

"Oh, scusate! Nate ma che ci fai qui? Dai su entriamo, parlate dentro" stavo per dire che non era il caso di farlo entrare ma lei lo prese per il braccio e lo tirò dentro. Lui iniziò a guardarsi attorno, poi si sedette sul divano e si passò la mano tra i capelli, sorrise, sapeva che mi faceva impazzire quando lo faceva. Alessandra si mise ad origliare dietro la porta, e io mi andai a sedere vicino a lui per finire la conversazione.

"Stavo dicendo prima.. tu hai detto di esserti reso conto di quanto mi ami solo quando mi hai vista correre via..ma se fosse stata Rachel a correre via e io fossi rimasta, cosa avresti fatto?"
"Non lo so, però se sei stata tu a scappare c'era un motivo.. c'è un motivo per tutto, è il piano di Dio, comprende me e te, insieme, ricordi?" io mi morsi il labbro, per il dolore che provai a sentire quelle parole.

"Mi ricordo, come potrei dimenticare? Comunque Nate io voglio che tu capisca che io non riesco più a guardarti senza immaginarmi te e Rachel insieme....io non so perchè lo hai fatto, non so se pensavi a me qualche volta quando stavi con lei, non lo so, e non lo voglio sapere, è tardi ora..e io credo che mi piaccia Niall.."

"Ma insomma, guardati.. stai mentendo non solo a me, ma anche a te stessa.."
"Non sto mentendo, lui mi sta dando le attenzioni che tu non mi hai dato, sicuramente non gli dirò mai che lo amo, non mi piacerà mai quanto mi piacevi tu.. però è molto premuroso e dolce nei miei confronti, forse mi è stato mandato per riparare ai danni che tu hai causato.."
"Forse,ma ci sono qui io per rimediare ai miei danni..Syria tu sei stata una salvezza per me..hai presente quella sensazione quando stai solo aspettando di tornare a casa, in camera tua, chiudere la porta, buttarti sul letto, soltanto lasciare fuori tutto quello che hai tenuto dentro durante il giorno? Quella sensazione di disperazione, sei stanco, stanco di tutto, stanco di niente? Vuoi solo qualcuno che stia lì e che ti dica che va tutto bene,ma non ci sarà nessuno, Lo sai che devi essere forte per te stesso, perchè nessuno può aggiustarti, ma sei stanco, stanco di essere forte..Per una volta vuoi solo essere felice, e vuoi essere salvato ma non sai se succederà, ma stai ancora aspettando, ancora desiderando.. e tieni duro, stai combattendo con le lacrime agli occhi, stai aspettando che arrivi qualcuno, e proprio quando non ci speravo più, sei arrivata tu.." Io avevo salvato lui, proprio come lui aveva salvato me? Potevo io essere stata così importante per qualcuno? A quanto pare si, non so perchè lo feci, non ne ho la minima idea, forse perchè mi mancava, forse perchè lo amavo follemente, forse perchè semplicemente mi andava di farlo, non lo so, ma lo feci. Mi buttai fra le sue braccia e lo baciai, lo stringevo più forte che potevo, avevo le mani sotto la sua maglietta, e gliela stavo togliendo, con una lentezza straziante, volevo che lui mi desiderasse, come una piccola vendetta. Non capivo più niente, anche lui mi stava slacciando il reggiseno, ma appena sentii il rumore del reggiseno aperto, tornai in me. Mi alzai di scatto. Mi allontanavo da lui molto lentamente, quasi incredula di come fosse riuscito a stregarmi.

"Nate va via, per favore" respiravamo affannosamente, come se la passione ci stesse consumando da dentro, ci desideravamo, io volevo stare con lui, e lui voleva stare con me, ma mi tornò in mente l'immagine di lui e Rachel.. non riuscivo più a guardarlo.

"Syria ma lo vedi anche tu, abbiamo bisogno l'uno dell'altra"
"Io non ho bisogno di nessuno, nessuno! Nate domani parto, non so se lo sai, starò con Niall, probabilmente devo stare con lui, forse è destino, non lo so, ma con lui sto bene, mi tratta bene e mi fa stare bene, tu hai avuto la tua opportunità e l'hai sprecata, non si torna indietro, la vita va avanti"

Lui si alzò, si rimise la maglietta e lentamente si dirigeva alla porta. Io non lo seguii. Mi sedetti sul divano, e mi coprii il volto, non vedevo l'ora di partire. Nate se ne andò. Io tornai da Alessandra, e lei mi disse che avrei dovuto lasciarmi andare. Io non risposi. Non volevo parlarne, andammo a letto, io non chiusi occhio. La mattina seguente mi ritrovai Nate all'aeroporto. E iniziai a sbuffare. Ma subito Alessandra mi fermò.

"Lui è venuto per me" disse mentre gli andava in contro, io la guardai stupita, alzai un sopracciglio e guardai Harry in cerca di risposte, ma lui alzò le spalle, nemmeno lui sapeva niente. Nate mi fissava, strinse i pugni, parlò con Alessandra e poi se ne andò. La mia amica non mi disse niente,era una cosa davvero strana, però non ci volevo pensare. Dopo ore di volo, eravamo arrivati in Irlanda, era una meraviglia, tutto verde e pieno di vita. Esattamente il contrario di ciò che avevo io dentro.  



Rieccomi! :D non posso credere a quante persone seguono la mia storia! :D Grazie,grazie mille! :D mi avete resa felice! Comunque eccovi un nuovo capitolo (: che ne pensate? Fatemi sapere! E come sempre grazie a chi recensisce la mia storia, achi la segue e a chi legge! un bacione! alla prossima! :D

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Capitolo 21
*** Me, You, toghether...? ***


Niall mi prese per mano, fissai per qualche secondo le nostre mani, insieme, ripensavo alla sera prima, a cosa avevo detto a Nate, credevo davvero che io e Niall saremmo potuti stare insieme? Si, no, forse, non lo so. Ecco la confusione che avevo dentro. Il primo pomeriggio lo passammo in piscina, Niall era sempre vicino a me, e ad un tratto mi riprese per mano, io lo lasciai fare per un po' ma dopo mi sentii a disagio e la lasciai. Ci stendemmo sui lettini, sinceramente non so che fine avevano fatto gli altri, però mi faceva bene stare lì. Era quasi sera, già il primo giorno stava passando, lui disse che io dovevo per forza stare in stanza con lui, diceva che avrebbe trovato il modo per non farmi pensare a Nate, io ringraziai ma rifiutai, non volevo che il suo modo per farmelo dimenticare fosse ciò che pensavo..fare l'amore. Non lo avevo fatto con Nate che amavo, figuriamoci se lo avessi fatto con lui. Lui comunque insistette tanto, poi ci si mise anche Alessandra che voleva stare con Harry, e non mi rimase che accettare. Era un albergo molto bello. Sarebbe mai potuto essere brutto? Non credo. Quella sera rimanemmo in Hotel, eravamo tutti storditi dal viaggio.

"Ragazzi scusate, io devo andare a prendere una persona, torno fra poco" disse Liam, aveva un dolcissimo sorriso stampato in viso, salì in auto e partì. Poco dopo tornò con una ragazza, molto carina, dolce ma soprattutto timida, fissava un punto fisso a terra, mentre salutava tutti.

"E lei chi è?" chiese Harry, stupito nel vedere una ragazza che non fosse Sofia accanto a Liam.

"Beh, lei è Lucia, ora sapete perchè le cose con Sofia non andavano bene.. è tutto perchè c'era lei" disse sorridendole e dandole un dolcissimo bacio. Io personalmente non sapevo niente, però tutti erano contenti che avesse lasciato Sofia, chissà che tipo di ragazza doveva essere, anche se non era difficile da immaginare se la sua scomparsa aveva reso tutti più felici. Rimasero sempre abbracciati, ed erano di una dolcezza unica. Niall mi riempiva di attenzioni, mi teneva per mano, poi mi riempiva di baci sulla guancia, sul collo e sulle spalle, mi riempiva di parole dolci, non smetteva di provarci con me, nemmeno per un istante.

"Pensi ancora a Nate?" disse con un sorriso malefico riprendendo a darmi i baci sul collo.

"No, mi chiedo solo se stiamo facendo la cosa giusta.." era una bugia, stavo pensando a Nate e come, mi chiedevo se volevo che quei baci fossero i suoi o ero contenta che fossero quelli di Niall. Lui mi ripeteva che voleva solo farmi sentire bene. E ci stava riuscendo. La serata passò in fretta, ci stavamo divertendo molto, ma il sonno si stava facendo sentire. Decidemmo di tornare in camera, dovevamo dormire, la mattina seguente si lavorava. Io mi stesi subito sul letto, e dopo non molto Niall mi raggiunse, lentamente si avvicinava sempre di più a me, finchè non mi ritrovai stretta fra le sue braccia, proprio come ogni notte con Nate. Questa volta era diversa, non sapevo dire se in meglio o in peggio, sapevo solo che era diversa, e i dubbi non mi lasciavano in pace. Lui riprese a darmi tutte quelle attenzioni, le adoravo.

"Niall io non so se sia il caso..insomma io mi sono lasciata da poco con Nate e non è facile per me fidarmi di qualcuno" Mi strinse ancora di più a se, mi sentivo protetta, stavo bene con lui, ecco la cosa che realmente mi preoccupava, non volevo innamorarmi di nuovo, così presto, non credo potesse essere nemmeno possibile. Nate mi aveva segnato nel profondo.
"Syria io ti piaccio?" non sapevo se mi piacesse. Non lo sapevo davvero, sapevo solo che con lui stavo bene, mi dava tutto ciò che Nate non mi aveva dato, pensavo però che anche lui era un ragazzo, anche lui avrebbe potuto tradirmi. Ma non so perchè in quell'istante la mia mente mi disse di buttarmi, la mia mente mi disse di fidarmi di lui.

"Si, però non è così semplice.. il mio cuore non si è ancora risanato"

"E se io ti dessi una mano? Io voglio aiutarti, voglio far parte della tua vita, tu mi piaci davvero" io sorrisi, avevo deciso di provarci, chissà, magari lui mi avrebbe resa felice. Mi diede un bacio, uno molto dolce, e io ricambiai, mi prese dai fianchi e mi avvicinò a sè colmando i pochi centimetri rimasti fra noi. Alla fine di quel bacio feci finta di addormentarmi, volevo avere un po' di tempo per me. Lui mi teneva stretta, e io mi sentivo bene.

La mattina seguente la sveglia suonò, io mi svegliai, ma Niall dormiva ancora, sembrava che nemmeno una bomba avesse potuto svegliarlo. Io iniziai a ridere e gli davo dei baci per cercare di svegliarlo. Dopo poco ci riuscii. Io mi alzai, ero ferma vicino al letto e gli parlavo.

"Dai forza dormiglione, svegliati! Dobbiamo prepararci! Oggi si lavora" Lui mi guardò, e dopo un sorriso mi prese dai fianchi e mi tirò di nuovo sul letto.

"Non abbiamo nemmeno un po' di tempo per noi?" disse baciandomi. Io lo accontentai, ci baciammo e stemmo insieme per una decina di minuti, ma poi era arrivato il tempo di alzarsi. Ci vestimmo, lavammo e andammo a fare colazione. Appena arrivati giù lui mi prese per mano, mi sorrise e mi portò dagli altri. Alessandra mi guardò sbalordita.

"Syria ma non ditemi che state insieme!" Io le sorrisi, e annuii. Lei corse ad abbracciarmi, ma non sembrava del tutto contenta di questo, le avrei chiesto più tardi il perchè. Fummo accolti da tutti i ragazzi che davano pacche sulla spalla a Niall e gli facevano l'occhiolino.

" Ben venuta tra noi!" dissero venendo poi ad abbracciare anche me. Ci sedemmo, facemmo colazione e poi ci dirigemmo in una stanza per scrivere la nostra canzone. Fu difficile, molto difficile, considerando che a me venivano in mente solo cose tristi, a Niall solo cose sdolcinate, e gli altri ridevano tutto il tempo. Purtroppo per me il lavoro era una cosa seria, odiavo chi non lo prendeva sul serio. Mi venne in mente quando registrai con Nate la prima volta, mi sentivo così emozionata, mi veniva da ridere tutto il tempo, ero sempre rossa sulle guance e...Basta. Sto con Niall ora, lui mi rende felice e io voglio stare con lui. Presi il foglio tutto pasticciato e iniziai a scrivere, non so bene come feci, ma le parole mi venivano spontanee. Scrissi solo una strofa, che poi dopo alcune modifiche diventò il ritornello. Dopo ore ed ore riuscimmo a finire la canzone, finalmente, era strano, mi sentivo come una ragazza che aveva lavorato per tanti anni nel mondo della musica e ora iniziava ad averne abbastanza, ma poi pensandoci bene, capii che semplicemente non lo stavo facendo con le persone giuste.

"Sei un genio!" disse Niall baciandomi davanti a tutti. Mi sentivo così in colpa, ma non volevo lasciarlo, ora stavo con lui, mi ero buttata, e dovevo viverlo. Fingevo sorrisi ogni minuto, e mi sentivo così sbagliata. Ma finchè nessuno si accorgeva che fingevo, mi andava bene. Erano arrivate le quattro del pomeriggio, avevamo finito e potevamo finalmente andare a mangiare. Dopo un pranzo coi fiocchi decidemmo di rilassarci in piscina proprio come il giorno precedente. Mi misi il costume, e raggiunsi Alessandra nella sua stanza.

"Si può?"

"Certo vieni pure!" entrai e chiusi la porta.

"Allora hai deciso che costume mettere?" dissi scherzando dopo che aveva deciso di portarsi un solo costume dopo tutte le polemiche che aveva fatto mentre preparavamo le valigie. Mi guardò male ma poi iniziò a ridere anche lei.

"Facile per te! Il tuo è bellissimo!"
"Grazie, comunque io ne ho un altro, se vuoi te lo presto"
"Quello a fiori?" io annuii. "Magari!"

"Va bene, andiamo a prenderlo" dissi mentre uscivamo dalla stanza. Arrivammo nella mia stanza, non c'era nessuno, e Ale iniziò a farmi tornare in mente Nate.

"Syri senti.. ma tu sei sicura di voler stare con Niall? Insomma.. due sere fa eri di nuovo tra le braccia di Nate..e ora ti trovo con lui"
"Ale sinceramente non lo so, non so più niente, però ora ci sono dentro, lui mi piace, credo, e non credo riuscirò mai più a fidarmi di Nate, quindi è inutile perdere altro tempo, sono felice con Niall, lui mi da tante attenzioni, lui mi fa stare meglio"
"Si ma non dimenticare che anche Nate ti dava tante attenzioni prima del suo errore..non mi dimenticherò mai come parlavi di lui.. eri la ragazza più felice del mondo..e so che Niall ti tratta bene, però non sei felice come lo eri con Nate.."
"Ma tu da che parte stai?! Ale per favore, sto con Niall adesso, la questione è chiusa"

"Va bene.. scusami, volevo solo aiutarti a capire ciò che è meglio per te.."
"Secondo te è meglio per me uno che mi ha spezzato il cuore?"

"Parli come se fosse l'unica cosa che ha fatto per te..se le cose che so di voi sono così impresse nella mia mente e mi sono state semplicemente raccontate, immagino come te le ricorderai tu, che le hai vissute.. io voglio bene Niall, lui è felice ora, ma tu sei una mia migliore amica, e l'importante è che sei tu ad essere felice"
"Bene, io sono felice con lui, ormai ho deciso.. grazie per l'interessamento, ma ci ho pensato a lungo e ormai è fatta.."

"Va bene, l'importante per me è che tu sia felice.."
"Grazie, ti voglio bene, scusa se ho alzato la voce.. è solo che non ne posso più della situazione di Nate.."

"Certo capisco.. è ovvio, ma vedrai che andrà tutto bene" il suo sorriso mi fece stare meglio, era così buona. Per andare in piscina passammo dal bar, e vidi una ragazza che leggeva un giornalino di gossip e mi riconobbi in prima pagina, eravamo io Niall il giorno prima in piscina, mano nella mano, io gli sorridevo. Mi si storsero le budella e diventai bianca cadavere.

"Scusi potrei avere un attimo il giornale?" la ragazza mi guardò e poi fissò la copertina del giornale, le si illuminarono gli occhi.

"Ma tu.. tu sei.."

"Si sono proprio io" dissi fingendo l'ennesimo sorriso.

"Potrei fare una foto con te?" gliela concessi, le feci un autografo, dopo il suo permesso strappai la copertina del giornale e me la portai. La feci vedere a Niall, e lui però non reagì.

"Che c'è di male? Ora sei la mia ragazza" aveva ragione, non c'era niente di male, ma io non volevo che Nate la vedesse.

P.O.V. Nate

Erano passati due giorni, io non volevo più uscire, rifiutavo i continui inviti di Andrew, di Jack e di tutti gli altri, volevo solo stare a casa, steso sul letto, lo stesso letto che ora era così vuoto. Mi alzai, andai in cucina, il tavolo era pieno del cibo che Andrew continuava a portarmi ogni giorno, ma io non mangiavo mai niente, non avevo fame. Apprezzavo come tutti si preoccupassero per me, ma era una cosa che solo Syria poteva risolvere. Mi dovevo vestire, Andrew aveva detto che se avessi rifiutato anche l'ennesimo invito non mi avrebbe più aiutato a riconquistare Syria, non potevo rifiutare, avevo bisogno del suo aiuto. Andrew mi venne a prendere da casa. Parcheggiammo l'auto per andare a mangiare, passammo davanti ad un giornalaio, e c'era una rivista, ce ne saranno state una centinaia di copie. Mi avvicinai a guardare e non potetti non riconoscerla. Syria, mano nella mano con Niall, sorrideva. Ne comprai uno e lo fissai tutto il tempo, sembrava felice, sorrideva, era sul bordo di una splendida piscina...con un altro ragazzo. Ad un tratto iniziai a ridere.

"Perchè ridi? Pensavo saresti entrato ancora di più in depressione.." Andrew era piuttosto sorpreso.

"Perchè è ovvio! Guardala, io la conosco bene, questo sorriso è finto" il mio amico non era d'accordo con me.

"Nate.. veramente a me sembra davvero felice"
"No, Andrew credimi, ne sono sicuro"
"Va bene, cosa hai intenzione di fare?"

"Lo sappiamo io ed Alessandra" dissi facendo l'occhiolino.Non c'era tempo da perdere, la chiamai subito.

"Pronto?"
"Alessandra, sono Nate"

"Hei Nate! Come stai?"
"Potrei stare meglio.."
"Aspetta un attimo, meglio se mi allontano da qui"
"C'è Syria con te?"
"Si perchè?"
"Vai vicino a lei, voglio sentire la sua voce, ti prego.."
"Va bene.." ad un tratto sentii la sua voce meravigliosa, anche se avrei preferito non capire cosa stesse dicendo.

"Niall smettila! Sei uno scemo" lei stava ridendo e scherzando con Niall, e poi sentii il rumore di un caldo e rumoroso bacio.

"Può bastare, grazie..senti ho sentito male o era il rumore di un bacio..?" non volevo davvero sentire una risposta, avevo il terrore che si fosse convinta che era lui il ragazzo giusto.

"Si.. era un bacio..si sono fidanzati" ecco,l'aveva detto. E ora? Cosa dovevo fare? Forse era arrivato il momento di lasciarla andare. Mi sedetti sulla sedia, e un'ondata di vento mi rimise avanti la loro foto, riguardai il suo sorriso, quel sorriso finto, con me non aveva mai finto.

"Ottimo..comunque ti ho chiamata perchè credo sia ora di mettere in atto il nostro piano, ho visto anche la copertina, so perfettamente che quel sorriso è finto, so che lei non lo ama.."
"Si, lo so.. ma ho cercato di parlare con lei prima, ma è convinta che è Niall il ragazzo con cui deve stare ora.."
"No! Non è lui il ragazzo giusto! Alessandra ti prego.. tu provaci lo stesso, rispetta il piano..Ma secondo te dovrei lasciarla stare?"

"Secondo me no, lei vuole ancora te, e si vede.. stasera inizio il nostro piano, le do il video e vediamo come reagisce.. spero che risolva tutto il più presto possibile, comunque scusami, ora devo andare, Syria si sta insospettendo..Ti richiamo appena posso! Ciao!"
"Va bene, grazie di tutto, a presto!" riattaccai. Iniziai a pregare con tutte le mie forze che il piano funzionasse. Dissi a Andrew che non mi sentivo bene, e andai a casa, non volevo che mi obbligasse a mangiare.

P.O.V. Syria

Alessandra si era allontanata da me in modo strano, mi stavo alzando per andare a sentire con chi parlava, quando Niall mi prese il braccio e mi avvicinò a sè.
"Non ti permetterò di lasciarmi qui, non voglio perdere del tempo prezioso, e non ti lascerò andare" con un sorriso iniziò a baciarmi. La sua lingua riempiva la mia bocca, io feci lo stesso, dovevo ammetterlo, era un ottimo baciatore. Però io volevo andare a sentire con chi stava parlando Alessandra. Mi allontanai dal viso di Niall e cercai la mia amica con lo sguardo, ma non la vidi. Era scomparsa. Niall si alzò e mi prese in braccio.

"Che ne dici di andare un po' in camera? Vorrei stare da solo con te.." disse facendomi l'occhiolino. Iniziai a rivivere quegli orribili momenti con Nate, quando ero terrorizzata perchè non volevo concedermi a lui. Mi portò in camera, mi mise sul letto e poi si stese su di me. Aveva ragione, stava riuscendo a non farmi pensare a Nate.

"Allora dove eravamo rimasti?" disse sorridendomi sulle labbra. Poi riprese a baciarmi. Io non sapevo che fare, non sapevo come uscire da quella situazione. Sentii le sue mani sulla mia schiena, arrivare all'attaccatura del costume e iniziare a slegarlo. Io cercai di allontanarlo, ma lui si oppose e non si mosse un un centimetro. Riuscì a slegarlo, lo tirò giù e lo buttò a terra. Mi vergognavo da impazzire, il mio cuore batteva forte, ero nervosa e agitata, non volevo farlo con lui. Lui dalla bocca iniziò a baciarmi anche la guancia, poi scese al collo, finchè non arrivò al seno, io gli presi il viso e lo riportai su, lo baciai cercando di tenerlo impegnato, ma lui iniziò ad accarezzarmelo con le mani, smise solo quando iniziò a scendere, arrivando fino alla parte di sotto del costume, stavo pensando più infretta che potevo a come liberarmi, per non farmi togliere la parte di sotto mi misi io su di lui e gli tenevo le mani. In quel momento qualcuno bussò alla porta. Io ringraziai il cielo. Niall si alzò e io mi rimisi il costume, dopo di che aprì la porta. Alessandra senza dire niente entrò nella camera e si sedette vicino a me, aveva il cellulare in mano e ci giocherellava, non diceva niente e non mi guardava nemmeno. Sia io che Niall la guardammo alzando un sopracciglio. Non capivamo cosa le fosse successo.

"Ale che hai?"
"Niente, ho bisogno di parlarti.." disse guardando Niall.

"Ok ho capito, me ne vado" disse uscendo dalla stanza.

"Allora che è successo?"
"L'ho fatto..l'abbiamo fatto.."
"Cosa?" non stavo capendo di cosa stesse parlando nè di chi. Solo in quel momento pensai a male, ero svanita da 15 minuti, potevano averlo fatto in così poco tempo?

"Io e Harry.." io spalancai gli occhi.

"Avete fatto ciò che penso?" lei annuì.
"Stavo parlando al telefono, e poi appena ho chiuso lui mi ha portata con sè in una parte dell'albergo che non avevo visto, ed è successo.."
"Tu sei innamorata di lui no?"
"Si.."
"E allora di che ti preoccupi? L'importante è farlo con la persona che ami.."
"Io ho paura.. e se ora che ha avuto ciò che vuole mi lasciasse?" io la guardai male.

"Hei, non preoccuparti, sono certa che lui è pazzo di te, e non ti lascerà" dissi con un sorriso rassicurante.

"Grazie.. senti ma ho interrotto qualcosa quando sono entrata..?"
"Mi hai salvata!"
"Perchè?"
"Perchè anche lui voleva farlo con me, e anche se io lo allontanavo lui non si spostava di un centimetro.. stavo iniziando davvero ad avere paura.."
"Perchè? Se ti piace che male c'è? Lo hai detto tu.." io la guardai, sapevo dove voleva arrivare. Tirai un sospiro e mi stesi sul letto, stavo iniziando davvero a pensare di tornare da Nate.

"Ale..tu vuoi che io torni con Nate?"
"Non è che voglio.. è che credo sia la cosa giusta per te, tu sei felice con lui no?"
"Lo ero.. ma non posso, non mi fido più..e poi come ti ho detto ieri è vero che Niall mi rende felice.."
"Prima che tu decida ho una cosa da farti vedere.." tirò fuori un CD, lo inserì nel computer e lo avviò. Mentre faceva buio, la musica di quel CD iniziò a riempire la stanza. Alessandra si venne a sedere accanto a me mentre il video partiva, mi stringeva forte. 




Rieccomi qui! :D Allora che ne pensate? Syria ha ascoltato la mente invece del cuore.. ma tutti sanno che in amore è il cuore che comanda! Però Nate non lascia la presa..! Fatemi sapere se vi piace! :D alla prossima! 
Baci Fun_for_life_! :D

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Capitolo 22
*** What am I doing..? ***


Stavo guardando quel video, fra le braccia di Alessandra che mi stringeva per non permettere al mio cuore di uscire dal petto. I miei dubbi si raddoppiavano. Vedere le nostre foto, con la mia canzone preferita di sottofondo, non mi faceva capire più niente. C'erano tutte le nostre foto, proprio tutte, a partire dal primo giorno al parco, lì si che ero felice, lo eravamo insieme. Ad un tratto apparì la foto dove ci baciavamo, ed era evidenziata una frase della canzone All alright, diceva "Let me keep this one". Con quella frase e quella dolcissima foto finì il video, e io ero in balìa delle emozioni e delle lacrime, entrò Harry in camera, rimase fermo alla porta per qualche istante fissandomi e poi venne a sedersi accanto a me. Notai Alessandra, era così imbarazzata. Lui si sedette ai piedi del letto, dove c'ero ancora io, stretta fra le braccia della mia amica a fissare un punto della stanza.

"Tutto ok?" io non risposi alla sua domanda, continuai a fissare quel punto fisso della stanza, mentre le immagini che avevo appena visto scorrevano nitide nella mia mente. Alessandra annuì per me.

"Dai ora andiamo, avevamo pensato di uscire un po'" io non accettai, volevo stare sola, avevo bisogno di stare sola. Inizialmente Niall aveva proposto di rimanere con me, ma io gli dissi che poteva tranquillamente andare, e dopo varie discussioni decise di accontentarmi. Io rimasi lì, stesa sul letto, non ebbi nemmeno il coraggio di baciare il mio ragazzo. Non era lui che volevo baciare, ormai era più che chiaro. Volevo tornare da Nate, ma c'era sempre qualcosa che mi bloccava. Ad interrompere i miei pensieri ci pensò una chiamata di Andrew.

"Pronto?"
"Hei Syria, è un piacere sentirti"
"Ciao Andy! Anche per me! Come stai?" mi faceva sempre piacere sentirlo, era tanto dolce.

"Io tutto bene, al contrario di Nate.." appena sentii quel nome il mio cuore riprese a battere velocemente.

"Perchè che è successo??" chiesi preoccupata.

"Beh.. non sta mangiando niente, continua a rifiutare i nostri inviti di uscire.. si è chiuso in se stesso.. non so più che fare.."
"Immaginavo sarebbe successo.. ma io cosa posso fare..?"
"Tu puoi fare molto.. anzi solo tu puoi fare qualcosa.. Syria ti prego abbiamo bisogno di te.."
"Andrew ma io.. io.." lui mi interruppe.

"Non perdete altro tempo, i giorni passano, e il tempo che avrete da passare insieme diminuisce sempre più, e poi se continua così.. non so per quanto altro resisterà.." nel sentire quelle parole non so bene dire cosa provai, ma mi agitai da matti, stava davvero male.

"Tornerò il prima possibile, non posso fare altro"
"Va bene, grazie.."
"Senti prova a chiedergli di uscire un'altra volta.. se rifiuta digli che mi farà arrabbiare ancora di più.."
"Va bene, riferisco..comunque mi aveva detto che dopo domani avrebbe partecipato alla festa in maschera che sto organizzando"

"Dove la stai organizzando?"
"A casa mia"
"A che ora?"
"Alle nove, ma perchè?"
"No niente, curiosità.."
"Va bene, scusa, ma ora devo chiudere, spero di vederti presto"
"D'accordo, a presto!" riattaccò. Povero Nate, mi dispiaceva farlo stare così, però era inevitabile dopo ciò che lui aveva fatto passare a me. Mi rividi il video un'altra volta, e mi venne spontaneamente la domanda "Ma che sto facendo?" stavo facendo un disastro, ecco cosa stavo facendo, e cosa peggiore, stavo con Niall quando io amavo un altro, stavo facendo lo stesso errore di Nate, se non addirittura uno peggiore, stavo usando Niall per dimenticare Nate, e come se non bastasse non stava funzionando. Dopo poco mi addormentai, e sognai Nate.Sognai di essere con lui, ai Video Music Awards. Io ero più grande, vincevamo il premio per miglior album. Lui mi prendeva per mano e ci dirigevamo sul palco, seguiti da Jack e Andrew. Poi appena ricevevamo il premio, lui mi guardava dritta negli occhi, e mi baciava, davanti a tutti, provocando uno stupore generale.

"Esatto signori e signore! Stiamo insieme, e la amo più di qualsiasi altra cosa al mondo, infatti è grazie a lei se ho trovato lo spunto per questo album, se sorrido così tanto, tutto questo, è merito suo! E dei due scemi che sono sempre con me!" diceva abbracciando Jack e Andrew. Poi mi presero in braccio, e mi stringevano in un abbraccio, eravamo così felici. Mi svegliai quando Niall tornò, mi diede un bacio, io ero ancora stordita e quando aprii gli occhi non vidi il mio ragazzo, mi immaginai che il ragazzo che avevo di fronte a me, fosse Nate. Spalancai gli occhi e mi alzai di scatto. Lui mi guardò alzando un sopracciglio, giustamente non capiva la mia reazione.

"Che c'è?"
"No niente.. scusami, ho fatto un brutto sogno e mi hai spaventata.." non sapevo che altra scusa inventare.
"Scusami, non volevo..Che hai sognato?"

"Ho un mal di testa terribile, preferisco dormire, magari te lo racconto domani"

Lui si stese accanto a me e mi strinse, io continuai a fingere di avere mal di testa e feci finta di riaddormentarmi. Non appena si fu addormentato, mi alzai e andai in camera di Alessandra. Dovevo parlarle. Aprii la porta, lei mi sentì e si alzò da letto.

"Ale lo so che è tardi, ma ho bisogno di parlarti.."
"Tranquilla, dimmi tutto" disse sorridendo. Ci prendemmo una tazza di caffè e iniziammo a parlare.

"Ho capito, ho capito cosa devo fare, ormai è chiaro"
"Che devi fare..?"
"Devo stare con Nate, lo so, ma lo metterò alla prova, e vedremo, in base a questo saprò se posso fidarmi ancora di lui o no" lei mi abbracciò forte.

"Non sai quanto mi rende felice sentirtelo dire! Allora dimmi che farai?"
" Allora innanzitutto, devo tornare a New York, prenderò l'aereo domani stesso, Andrew mi ha detto che ha organizzato una festa in maschera, Nate parteciperà per forza, me lo ha assicurato, ci andrò anche io, ovviamente travestita, gli ronzerò attorno come una mosca sul miele, e vedremo come si comporterà.."
"Capisco.. ma voi dovete finire ancora la canzone.."
"Si, lo so, partirò domani sera, dopo che avremo finito tutto, ci saranno Miriam e Marta ad aspettarmi.. è tutto programmato, non mi resta che dire tutto a Niall..non so come fare, non voglio farlo stare male.."
"Eh lo so, ma continuare così non ha senso, non sei felice e lo illudi solamente.."
"Lo so.. domani gli parlerò"
"Va bene, se hai bisogno non esitare a chiedere, ma ora vai a dormire, domani dobbiamo lavorare!" la salutai e me ne tornai in stanza, non so come, ma riuscii a dormire. La mattina seguente svegliai Niall, che come sempre ci mise un eternità ad alzarsi, ma alla fine arrivammo dagli altri. Facemmo colazione e in men che non si dica ero pronta per lavorare, ero carica e non vedevo l'ora di iniziare a cantare, finalmente avevo capito cosa dovevo fare ed ero in pace con me stessa. Girare il video fu più difficile di quanto pensassi. Non riuscivo a guardare Niall, e di conseguenza nemmeno i suoi amici, mi sentivo in colpa, guardarlo negli occhi, non era mai stato così difficile, era così brutto. Fino alla fine riuscimmo a finire quel dannato video. Mi saltò all'occhio una modella che si divertiva con Harry, si strusciava su di lui come la marmellata sul pane, poi vidi Alessandra, pensavo la stesse per uccidere. Io mi andai a prendere qualcosa al bar mentre pensavo a qualcosa da dire a Niall. Dopo non molto Alessandra mi raggiunse con le lacrime agli occhi.

"Che è successo?"
"Harry non mi ama.. lo sapevo, devi vedere come si comportava con quella modella" io li avevo visti, e si vedeva che a lui non la interessava, infatti la allontanava spesso, ma per farla stare meglio decisi di andare a parlargli.

"Aspetta, ora me la vedo io" la lasciai lì e andai a cercare Harry. Liam mi disse che era in camera sua, io mi diressi da lui senza esitazione. Spalancai la porta e andai a sedermi vicino a lui. Lui mi guardò come se fossi un alieno.

"Harry senti, Alessandra è venuta da me piangendo, e mi ha detto che tu e la modella..beh hai capito!" lui iniziò a ridere.

"Ma secondo voi, io, con una ragazza come Alessandra dovrei pensare a quella modella, pensavo fosse abbastanza chiaro che sono pazzo di lei!"

"Si ma tu lo hai dato per scontato.. e poi per come sono io ormai non mi fido più.."
"Non ti fidi? Beh.. è da ieri che te lo volevo dire.. e direi che ora è l'occasione perfetta.. sia chiaro, non lo dico per tradire il mio amico o cose del genere, lo dico solo perchè so che farebbe bene ad entrambi, tu ami ancora Nate, e si vede, mentre lui.. ti prego non rimanerci male.. lui ama ancora la sua ex.. sta con te perchè la vuole dimenticare.. comunque sia tu gli piaci, lui crede davvero di poter andare avanti con te, però diciamo che la vostra situazione è simile, e lui secondo me dovrebbe tornare da Gemma, anche lei è ancora innamorata di lui.." io lo fissai per diversi secondi, ero turbata dal fatto che per l'ennesima volta, ero stata fregata, però ero contenta, almeno non sarebbe stato così difficile parlargli.

"Bene ora sarà tutto più semplice!" lo ringraziai e uscii dalla stanza. Era giunto il momento di parlare con Niall. Lo trovai al bar, lo presi per mano e lo portai in piscina, lì saremmo stati tranquilli.

"Niall senti.. so che tu stai con me per dimenticarti di Gemma e tu sai che io penso ancora a Nate.."
"Come fai a sapere di Gemma?"
"Non ha importanza..confermi quello che ti ho detto?"
"Beh si.. ma io non stavo con te solo per dimenticarmi di lei, tu mi piaci.. e credevo davvero che tu mi avresti potuto salvare.. però se anche tu pensi a Nate non ha senso continuare"

"Infatti.. io purtroppo ho ascoltato la mia mente, la mia mente mi ha detto di mettermi con te.. ma sai che in amore la mente non conta niente.. e il mio cuore sta urlando Nate!"
"Capisco.. beh spero solo che riusciate ad essere felici" disse sorridendomi.

"Grazie per essere così comprensivo, e so che non è carino ma.. rimaniamo amici? Mi sono affezionata molto a te!"

"Ne sarei onorato" disse abbracciandomi.

"Comunque volevo chiederti un ultimo favore, vorrei che non dicessi a nessuno che ci siamo lasciati, a parte i ragazzi, a loro puoi dirlo, l'importante è che non lo sappia nessun altro.. fa parte del mio piano per Nate.."
"Certo, tanto Gemma non la rivedrò per un po', quindi non mi costa niente dire che siamo ancora fidanzati" lo abbracciai di nuovo.

" Grazie! Ti sono debitrice! Comunque io stasera riparto, torno a New York, ma ti prego di non dire nemmeno questo, fa sempre parte del mio piano"

"Va bene! Ma che stai combinando?" disse ridendo.

"Una cosetta per capire se posso fidarmi ancora di Nate" dissi facendo l'occhiolino.

"Hai capito alla furbetta!" disse iniziando a farmi il solletico. Passai molto tempo con lui, e appena il sole iniziò a calare mi ricordai che dovevo ancora fare le valigie. Lasciai Niall con gli altri e mi fiondai in camera. Fra meno di tre ore partiva il mio aereo. Misi tutto nella valigia, chiamai Miriam per la conferma e mi diressi all'aeroporto. Vennero tutti con me, e dopo saluti e abbracci salii sull'aereo e in men che non si dica mi ritrovai di nuovo nella grande mela. Abbracciai Miriam e Marta, anche se ero stata via per poco mi erano mancate tanto, non potevo fare a meno di loro.

"Com'è andata la canzone?" disse Marta entusiasta.

"Tutto bene! È stato un po' difficile ma ce l'abbiamo fatta!"

"Perchè difficile?" chiese Miriam questa volta.

"Beh perchè io e Niall, ci eravamo fidanzati.." fui interrotta di colpo.

"Cosa?!" tutte e due le mie amiche mi fissarono stupite.

"Oh già.. non vi avevo detto niente.. perdono!" spiegai loro tutto ciò che era successo tra me e il biondino. "Ma poi.. ho capito che è tutto inutile.. il mio cuore reclama Nate..le mie paure erano vere.."
"Paure..?" chiese Marta.

"Sapete, avevo paura che lo avrei portato davvero per sempre nel cuore, paura che non ci sarebbe stato spazio per nessun altro,paura che ogni volta che avrei pensato all’amore, avrei pensato a lui, ed è così.." loro mi guardarono commosse e mi abbracciarono.

"Sono contenta che tu sia riuscita a mettere da parte l'orgoglio e a capire ciò che devi fare.. davvero, ora posso stare meglio anche io" confessò Miriam.

Passammo la notte in bianco, e ovviamente dormimmo tutto il giorno, Miriam fortunatamente si era presa un giorno libero, quindi rimase con noi. Io pensavo a quando avrei rivisto Nate, anche lui mi era mancato tanto, mi mancava la sua voce e le sue parole dolci, non vedevo l'ora arrivasse la sera della festa. Dormimmo davvero tanto, forse un po' troppo perchè erano le sei e mezza del pomeriggio, e io dovevo ancora trovare un vestito, ma cosa più importante,una maschera. Ci vestimmo e uscimmo di casa per cercare qualcosa da mettere quella sera. Entrammo in un carinissimo negozio, trovare un vestito fu molto difficile, considerando che le mie amiche dicevano che mi stava bene qualsiasi cosa.
"Ma che te ne importa? Tanto a te sta bene tutto!"

"Ma non è vero! E poi deve essere davvero speciale!"

Marta si allontanò da me e Miriam che bisticciavamo, e dopo poco tornò con un meraviglioso abito. Era davvero splendido, aveva uno scollo a cuore e subito sotto il seno una cinturina di perle che iniziava una stoffa che scendendo presentava tutte le sfumature del blu, fu amore a prima vista. Me lo provai e le mie amiche rimasero a bocca aperta, quanto le adoravo, mi facevano sentire così bella. La commessa mi trovò delle scarpe da abbinare, risparmiammo parecchio tempo, comprai tutto e uscimmo dal negozio. Ora dovevo cercare una maschera, una che mi coprisse tutto il volto.Nate non doveva assolutamente riconoscermi. Girammo l'angolo, entrammo in un negozio di maschere, fu molto facile, ne prendemmo una blu con delle decorazioni colorate, era la misura più grande, si vedevano solo gli occhi, Nate le avrebbe riconosciuti, quindi comprammo delle lenti a contatto celesti, sperando che non mi riconoscesse e una parrucca, un caschetto biondo. Si era fatto tardi, erano le nove e dieci, mi vestii nella macchina di Miriam mentre mi accompagnavano, anche loro erano state invitate. Entrammo, io mi separai dalle ragazze, nemmeno Andrew e Jack dovevano sapere del mio ritorno. Girai per le stanze e vidi un ragazzo seduto ad un tavolo, e solo dopo capii che era Nate. Vederlo non fu facile per me, era così magro, trasandato, aveva due occhiaie che gli scavavano il viso e le guance erano praticamente sparite. Ma nonostante questo era sempre bellissimo, infatti notai una ragazza sedersi vicino a lui, cercava di convincerlo a ballare, la gelosia si stava facendo largo nella mia mente. Lui però non ci mise molto a sbarazzarsi di lei. E continuava a bere, una cosa che odiavo.

P.O.V. Nate

Ci mancava solo la ragazza facile che vedendomi un po' giù ci provava con me. Io volevo solo Syria, guardavo ogni ragazza che entrava, speravo che entrasse lei, ma lei era in Irlanda. Lei molto probabilmente ora sarà tra le braccia di Niall, e io ero lì, seduto a quel tavolo, con l'ennesimo bicchiere in mano, pensavo che magari ubriacandomi mi sarei sentito almeno un po' meglio. Fissavo il mio bicchiere, quando sentii una presenza nella stanza, guardai vicino alla porta e c'era una ragazza, bionda, con un bellissimo vestito azzurro, mi fissava, era lì ferma e mi guardava. Aveva qualcosa di familiare, mi venne spontaneo alzarmi e andarle in contro. Mi fermai ad alcuni metri da lei, ero fermo al centro della stanza, mi bloccai quando vidi come fissava le sue mani e le torturava, proprio come faceva Syria, quando era timida o nervosa. Mi guardò, mi sentii strano, non capivo cosa mi stesse succedendo, mi sembrava lei, in tutto e per tutto. Venne verso di me, mi poggiò una mano sulla schiena, mi accarezzò. Fui pervaso dai brividi, solo Syria sapeva farmi sentire così, ma notai gli occhi azzurri di quella ragazza, il caschetto biondo, non poteva essere lei, poi lei era in Irlanda, ma quando incrociai il suo sguardo sguardo vidi Syria, vidi i suoi occhi neri, i suoi capelli castani sempre ribelli, il suo viso angelico. La vidi mentre si allontanava da me, e sparì. Corsi fuori e chiamai Alessandra.

"Pronto?"
"Ciao Alessandra, senti Syria è lì con te vero?"
"Certo che è qui, perchè?"
"Perchè c'era una ragazza stasera alla festa.. e anche se capelli e occhi erano diversi ho visto lei, ho visto Syria.."
"Beh non so che dire.."
"Sto diventando pazzo".




Scusate il ritardo.. ma ora che è iniziata la scuola.. beh non ho più tempo per fare niente ): coomunque.. spero che ne sia valsa la pena di aspettare, e come sempre, grazie a chi recensisce, a chi legge e a chi mi sopporta! siete mitici! :D Alla prossima! 
Baci Fun_for_life_ <3

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Capitolo 23
*** I can't go on like this.. ***


P.O.V. Nate

Salutai Alessandra, non era possibile, ero davvero diventato matto? Quella ragazza aveva il suo profumo, la sua camminata e faceva esattamente le stesse cose della mia piccola. Già, la mia piccola, lo era ancora? Non lo sapevo più. Rimasi seduto in giardino, guardavo le stelle, mai come quella sera erano state così belle. Mi venne in mente la canzone "Stars" che collegai subito a lei. Mi ricordai quando lei mi disse che il suo nome era stato preso da una stella, la più luminosa di tutte. Mi ricordo perfettamente quando me lo raccontò, mi ricordo perfettamente ogni parola. Mi disse che lo stesso anno in cui nacque scoprirono la stella Sirio, la mamma lo scelse per due motivi, il primo perchè la nonna voleva chiamarla Stella, e quindi darle il nome di una stella sarebbe stato perfetto, e seconda cosa, perchè durante un esame che la madre fece quando era in cinta di lei, le venne detto che avrebbe dovuto abortire per il suo bene, ma lei non lo fece, tenne quella bambina, e la madre stessa mi ripeteva sempre che anche i medici, da subito si accorsero che lei era una su un milione, per il semplice fatto che quasi nessun bambino sopravviveva al problema che lei aveva avuto. Quindi darle un nome speciale era il minimo per distinguere quella ragazza, che poco tempo fa ha cambiato la mia vita. In quel momento più che mai, capivo cosa intendesse la madre quando, con le lacrime agli occhi, mi diceva che Syria era la cosa migliore che le fosse capitata. Mancavano due giorni, solo due giorni, e poi sarebbe tornata, non vedevo l'ora, davvero, non aspettavo altro, non pensavo ad altro. Uscirono Jack e Miriam, uno tra le braccia dell'altro, stavano sicuramente andando a fare i piccioncini da qualche parte.

"Nate?!? Sei davvero tu?!" chiese Miriam, non mi vedeva da quando Syria era partita, e evidentemente stare digiuno mi aveva cambiato più di quanto pensassi.

"Si.. sono io.." smise di abbracciare Jack e si sedette subito accanto a me, poi fece segno a Jack di sedersi dall'altro lato. Miriam stava per dire qualcosa, quando vidi sbucare la stessa ragazza di prima dal giardino del retro della casa, correre verso un auto, salire e partire. Mi alzai di scatto, volevo seguirla, ma non avevo abbastanza energie. In quel momento mi tornò in mente la scena di quando vidi Syria, nell'auto di Andrew, andare via da me. Guardai i miei amici.

"Sapete chi è quella ragazza?"

"No, perchè?" rispose Jack, Miriam invece sorrise, non disse niente.

"Tu la conosci??" le chiesi, speravo che mi dicesse di si.

"No, mi dispiace, però ci ho parlato prima alla festa, è molto dolce.."
"Che strano, tu non hai mai detto di nessuna ragazza che è dolce.. tranne a Syria, solo a lei lo hai detto, e io prima pensavo che quella fosse lei.. insomma era così simile.."
"Beh a me non sembrava, ha gli occhi azzurri e un caschetto biondo, Syria è esattamente l'opposto"

"Non parlo di aspetto fisico, il suo comportamento, come cammina, e poi quando ho visto quella ragazza negli occhi.. beh sono andato oltre l'azzurro.. e ho visto Syria, l'ho vista, ho visto i suoi occhi scuri, il suo bellissimo viso.. ma lo so.. probabilmente sto diventando pazzo.." appena finii di parlare, mi ritrovai tra le braccia di Miriam.

"Nate.. se solo ti sentisse adesso.. non so se tu sia pazzo o meno, ma sappi che sei davvero dolce" disse aggiungendo un sorriso. Sentii un brivido lungo la schiena, Syria mi diceva sempre che ero dolce. Dopo poco, Miriam e Jack continuarono a fare i fatti loro, e io decisi di andare sotto casa di Alessandra, volevo andarci, speravo di trovarla sul balcone, proprio come l'altra sera, anche se sapevo che non ci avrei trovato nessuno. Arrivai lì e come pensavo non c'era nessuno, mi fermai nello stesso punto dell'altra volta, e rimasi lì. Ad interrompere il silenzio fu una telefonata.

"Pronto?"
"Hei Nate, ti va se ci vediamo? Avrei bisogno di parlarti.."
"Hei Rachel, scusami ma non posso, magari facciamo domani"

"Ah, va bene, a che ora?"
"Alle sette al bar?"
"Alle sette va bene, però preferirei se stessimo in casa"
"Perchè?"
"Perchè ti devo dire delle cose e non vorrei che nessuno ci interrompesse"
"Oh ok, allora alle sette a casa mia?"

"Perfetto, a domani"
"Ciao" riattaccai. Il momento di pausa che Rachel si era presa era già finito. Ero curioso di ciò che voleva dirmi, ma ripresi a guardare quel balcone e il centro dei miei pensieri tornò Syria. Me ne scappai non appena vidi il portone di quell'edificio aprirsi, non so perchè ma sentii di dover andare via di lì.

P.O.V. Syria

Ero appena tornata a casa di Alessandra, avevo spento tutte le luci, ero stesa sul letto e fissavo la mia mano, la stessa con cui avevo toccato Nate poco prima. Pensavo al suo viso, era così diverso, era così magro. Era tutto così sbagliato. Volevo già rivederlo, ma avevo paura di correre troppo, in fondo il mio piano non era ancora finito. Mi arrivò una chiamata di Alessandra.

"Pronto?"
"Syriii! Mi ha chiamata Nate! Mi ha chiesto se tu fossi qui con me, ha detto che crede di essere diventato matto, ma non mi ha detto il perchè, non ha fatto in tempo, è caduta la linea" un sorriso si fece largo spontaneamente sul mio volto.

"Quindi credi che mi abbia riconosciuta?"
"No, se mi ha chiamata per chiedere se fossi tu vuol dire che non ne era sicura, ma lo ha sospettato! Lo sapevo! L'amore fra di voi c'è, ed è davvero potente!!" disse tutta emozionata, e io iniziai a ridere dalla gioia.

"Non posso più aspettare, domani andrò a parlargli!"

"Davvero?! Poi voglio sapere tutto!" continuava a urlare dalla gioia.

"Si! Comunque Ale, lo dovevi vedere, era così magro, così trascurato.. quasi non sembrava lui, mi sono sentita così male.."
"Immagino.. ma ora non ci pensare, pensa che domani lo farai stare bene, domani lo farai sorridere come mai prima d'ora"

"Si, non vedo l'ora che arrivi domani, devo aggiustare le cose, devo riprendere il controllo sulla mia vita"
"Brava così ti voglio!! Ora devo andare, ci sentiamo domani! Un bacione ciao!"
"Ciao Ale a domani!" ero davvero felice, finalmente potevo far tornare le cose come dovevano andare. Dopo qualche ora, quando ormai mi ero addormentata mi arrivò un'altra chiamata.

"Pronto?" risposi con una voce non molto sveglia.

"Syri! Ti devo dire alcune cose importantissime!!"
"Miriam! Stai calma! Prendi un bel respiro e parla piano!"
"Ok ok, ci sono"
"Ottimo ora dimmi tutto"
"Per prima cosa, scusa se ti chiamo solo ora, a quest'ora, però prima avevo da fare.. comunque prima alla festa, ho parlato con Nate, mi ha detto che il contatto con la ragazza con il vestito e gli occhi azzurri, e un caschetto biondo gli ha fatto venire i brividi come solo tu sai fare, e mi ha detto che in quella ragazza ha rivisto proprio te! Io ho detto che non eri tu, però lui ha detto che nel vedere come camminavi,nel sentire in tuo profumo, gli sembravi proprio tu! Sono così emozionata!"

"L'ha detto davvero???"
"Certo! Non ti mentirei mai!"

"Oddio! Sono così felice! Comunque anche Alessandra mi ha detto una cosa simile, e ho deciso, basta aspettare, è inutile, domani gli vado a parlare, domani risolverò tutto"
"Evviva!! Brava! E sappi che ti aspetto, anzi vi aspetto al mio negozio, voglio vedervi arrivare insieme, mano nella mano, e voglio che mi raccontiate tutto!"
"Va bene! Lo farò con molto piacere!"

"Allora vi aspetto, comunque scusa, ora è meglio che vado a dormire, domani come sai lavoro!"
"Si, hai ragione, ci vediamo domani! Ciao!"
"Ciao bella!" ora ero ancora più emozionata di prima, non riuscivo ovviamente a dormire, allora decisi di scendere, e andare a fare un breve giro al piccolo parco di fronte casa mia e di Ale. Appena aprii il portone, sentii i passi di un ragazzo che correva, e appena mi girai per guardarlo, aveva già girato l'angolo, proprio come quella sera. Mi feci un giro, mi sedetti sul prato e guardai le stelle. Mai come quella sera erano state così belle. Dopo poco tornai a casa, e mi addormentai. Il giorno dopo, mi svegliai verso le cinque del pomeriggio. Ci misi un po' per cucinarmi qualcosa da mangiare, ma era davvero buonissimo. Dopo mi vestii, e uscii di casa, passai da casa di Marta, le raccontai ciò che era successo la sera prima, e verso le sette e dieci ero quasi arrivata a casa di Nate, pensavo a cosa gli avrei detto, cercavo di organizzare un discorso, ma ero così emozionata che mi dimenticavo ciò che dovevo dire all'istante. Arrivata lì vidi che c'era Rachel, parlavano. Mi nascosi, e attraverso la vetrata cercai di vedere cosa facevano. Appena la vidi mi venne un blocco al cuore, ma decisi di non saltare a conclusioni affrettate, e rimasi a vedere cosa succedeva. Doveva essere appena arrivata, perchè erano in piedi, e si vedeva chiaramente che lei lo rimproverava per quanto fosse dimagrito. Dopo si sedettero sul divano e iniziarono a parlare, dopo alcuni minuti vidi lei che riempì lo spazio che c'era fra le loro labbra, si stavano baciando, di nuovo. Scappai via da lì, nuovamente, con le lacrime agli occhi.

P.O.V. Nate

Rachel mi stava dicendo che anche lei aveva visto la copertina del giornalino di gossip, quello dove c'erano Syria e Niall, mi diceva che forse io e Syria non eravamo destinati a stare insieme, che probabilmente quella giusta era lei, che mi amava più di qualsiasi cosa al mondo, che mi aveva aspettato, e quando aveva visto che le cose tra me e Syria non erano migliorate aveva pensato che dovevamo tornare insieme, era destino. E appena finì di parlare, mi ritrovai con le sue labbra sulle mie. Stavo per ricommettere lo stesso errore dell'altra volta, ma non di nuovo, no. La allontanai da me.

"Rachel senti..io non condivido con il tuo discorso, mi dispiace, io sono ancora innamorato di Syria, e anche se lei non dovesse volermi più io non posso fare finta di niente e tornare con te.. non potrei.. ora ti prego.. lasciami solo.."

"Ma Nate, io sono certa che noi saremmo una bellissima coppia.."
"Saremmo una bellissima coppia.. è vero.. ma non saremmo veri, o almeno non io, Rachel io ti voglio bene, ma niente più.." lei iniziò a piangere.

"Ma.. ma.. ma io credevo di poter.. io credevo.." non riusciva a esprimersi. Io la abbracciai, non potevo fare niente, mi dispiaceva per lei, ma anche se avessi accettato di tornare con lei per renderla felice, avrei solo peggiorato le cose.

"Dai andiamo, ti accompagno a casa" la aiutai ad alzarsi, anche se quello che aveva bisogno di aiuto ero io. Ci avviammo alla macchina e ci avviammo verso casa sua. L'accompagnai nel suo appartamento, ma poi scesi subito, volevo stare solo.

P.O.V. Syria

Ma mi stava prendendo in giro? In quel momento non sentivo altro che odio, odio puro e profondo. Avevo voglia di dargli uno schiaffo, uno di quelli che lasciano il segno, proprio come il segno che aveva lasciato lui dentro di me. Arrivai da Miriam. Non sapevo dove altro andare, aspettai fuori che lei finisse di servire un cliente, poi entrai.

"Syria che succede??" io mi diressi tra le sue braccia.

"Lui..io..sono arrivata lì.. Rachel.." stavo singhiozzando e giustamente non si capiva niente.

"Aspetta, non capisco niente, bevi questo, prendi un bel respiro e poi mi racconti tutto" mi porse un bicchiere d'acqua. Tirai un gran sospiro e cercai di far uscire una frase sensata.

"Sono arrivata a casa di Nate, e ho trovato lui e Rachel, che poi si sono baciati" lei spalancò gli occhi.

"No..no.. non è possibile, ieri sera.. come mi ha parlato di te.. era così innamorato..non può essere"
"Anche io vorrei credere di essermelo immaginato, ma gli ho visti, erano lì, e si sono baciati" Miriam era sconvolta tanto quanto me, e io da quel momento in poi, non volevo più saperne di Nate. In quel momento mi chiamò Alessandra.

"Ciao Syri!"
"Hei Ale"
"Che hai?"
"Te lo dico dopo.. cosa volevi dirmi?"
"Volevo dirti che noi siamo tornati un giorno in anticipo, io non ti ho chiamata prima perchè ho fatto una deviazione con Harry, ma ora sono a casa, tu dove sei??"
"Io sono al negozio di Miriam, ora vengo a casa"
"Ok ti aspetto"
"A fra poco" riattaccai, salutai Miriam e mi diressi verso casa. Appena arrivata trovai lì anche Marta, quelle due erano diventate molto amiche, e mi faceva molto piacere. Raccontai loro tutto l'accaduto, e nemmeno loro ci potevano credere. Mi consolarono tutto il tempo. Finchè non mi chiamò Niall.

"Hei Syria!"
"Ciao Niall!"
"Senti come penso ti avrà detto Alessandra, noi siamo tornati.. e io volevo sapere se ci potevamo vedere, avrei delle cose da dirti" io volevo rifiutare, ma le mie amiche mi fecero segno di accettare.

"Ehhmm.. va bene.. dove ci vediamo?"
"Beh dato che è quasi ora di cena, che ne dici se andiamo a cena fuori?"
"Ok, d'accordo.."
"Ottimo! Fra dieci minuti sono lì"
"Va bene, a fra poco!" guardai le mie amiche. Non sapevo più cosa pensare, Niall aveva avuto un tempismo perfetto, troppo perfetto, che non fosse stato lasciato al caso? Forse era destino.. destino, stavo iniziando ad odiare quella parola. Mi misi un vestitino, ed uscii con Niall che finchè finii di prepararmi, era già giù ad aspettarmi. Appena arrivai giù, mi accolse con un abbraccio e un rumoroso bacio sulla guancia. Aveva ripreso a darmi molte attenzioni, e io non sapevo più che fare.

Dopo che finimmo di cenare, giunti a fine serata, mi stava riaccompagnando a casa, quando iniziò a spiegarmi quel era il vero motivo di quell'uscita.

"Senti Syria.. io ti volevo dire che credevo di essere innamorato di Gemma, ma non è così" nel sentire quelle parole, mi vennero i brividi, ma cos'ero io? Una calamita per tutti i ragazzi più indecisi del mondo?

"Niall.. mi stai per dire quello che penso..?"
"Dipende.. se pensi che sono innamorato di te si.."
"Dio Niall.. ti ho detto che.." mi bloccai di colpo. Stavo per dire che ero ancora innamorata di Nate, ma in quel momento non lo sapevo davvero più, la prima volta può essere un'errore, la seconda volta, diventa una scelta.
"Che..?" ritornai in me.

"Che non sono sicura del nostro legame, non so che tipo di legame sia"
"C'è un modo, c'è qualcosa che posso fare per fartelo capire?"
"Non lo so.. ma comunque io fra due giorni partirò per il tour.. e ricominciare ora una storia.. beh non so se sia una buona idea.."
"Quindi mi stai dicendo che è solo per quello che non vuoi ritornare con me??" aveva una luce di speranza negli occhi.

"Niall non voglio illuderti, io davvero non lo so.. "

eravamo arrivati all'angolo di casa. Appena entrammo nel vialetto dell'edificio, riconobbi la persona seduta sui gradini.

"Che ci fai tu qui?" ero fredda, schifata e furiosa. Anche Niall era scocciato nel vederlo lì.

"Sono qui per parlarti.."
"Non abbiamo niente da dirci, mi sembra evidente" in quel momento Nate si alzò e venne verso di me. Ma Niall si mise fra di noi.

"Syria senti ma io posso spiegarti.." non volevo ascoltarlo. Fu Niall a rispondergli.

"Nate, ha detto che non ha niente da dirti, va via" Nate era davvero seccato di avere Niall sempre fra i piedi, era evidente, tanto evidente che gli diede un pugno in faccia. Niall reagì e così via. Io mi misi subito fra i due, e arrivò un pugno anche a me. Solo lì si fermarono. Io mi ero agitata tanto, troppo. Quel pugno in più mi aveva peggiorato il lieve mal di testa che mi era venuto, ed eccomi lì, per l'ennesima volta, che avevo perso i sensi e non vedevo più. Caddi tra le braccia di Nate.

P.O.V. Nate

Quel ragazzino mi aveva davvero seccato, non ne potevo più. Ma ora che mi stava aiutando a portare su Syria, pensavo di essere io il vero idiota lì. Alessandra ci aprì la porta. Lei non sapeva di questo problema che aveva Syria, nemmeno Niall lo sapeva, ne ero a conoscenza solo io. Mi diedi subito da fare, presi una pezza bagnata, e le presi una pillola che vidi prendere alla madre l'ultima volta. Nè io nè il biondino la volevamo lasciare, e quella notte, dormimmo entrambi lì, accanto a lei. Mi sentivo così in colpa. Avevo parlato con Miriam, lei mi aveva detto che Syria era venuta a sapere del mio bacio con Rachel, ma aveva frainteso, frainteso tutto. Io non la volevo baciare, infatti poi l'ho portata a casa, ma non avevo avuto il tempo di dirglielo. Pensavo che lei era venuta da me, Miriam non aveva voluto dirmi il perchè, ma qualsiasi fosse il motivo, io la volevo sapere. Era così bella mentre dormiva anche con l'occhio blu, causato dal pugno che si era presa mettendosi in mezzo, mi mancava da impazzire, mi mancava tutto di lei. Con il dito, iniziai a disegnarle dei cuori sulla mano, in fondo era vero, il mio cuore, lo stavo affidando a lei, il mio cuore era tra le sue mani, ora stava a lei scegliere cosa farne. Il mattino seguente mi svegliai, non era facile dormire sapendo cosa stava passando Syria, era strano però, erano arrivate le undici del mattino, e non si era ancora svegliata. Probabilmente era inutile preoccuparsi, sicuramente aveva solo bisogno di riposo. Dopo una mezz'ora si svegliò anche Niall, e decidemmo di concederci una tregua, dopo aver visto cosa era successo a Syria, ci eravamo sentiti così male.

P.O.V. Syria

Mi svegliai, mi faceva male tutto, ma in particolare l'occhio. Mi alzai e andai in bagno, appena mi guardai allo specchio vidi che era blu e mi ricordai di tutto. In quel momento sentii la voce di Alessandra, Nate e Niall provenire dalla cucina. Seguii le loro voci e li vidi seduti al tavolo mentre parlavano. I ragazzi mi stavano dando le spalle, l'unica che mi vide fu Alessandra. Ma quando videro il viso sollevato della mia amica, si voltarono e mi videro anche loro.Il biondino aveva il labbro rotto, e Nate un occhio violaceo proprio come il mio. Niall mi abbracciò e mi sussurrò delle parole all'orecchio.

"Mi dispiace, mi dispiace così tanto.." disse accarezzandomi leggermente l'occhio. Io ero arrabbiata anche con lui.

"Complimenti, complimenti ad entrambi" dissi fredda tornando nella mia stanza. Nate mi seguì a ruota, Niall invece rimase fermo lì per alcuni secondi. Mi sedetti sul letto e appena Nate si sedette accanto a me, sentii un formicolio alla mano, come se qualcuno,poco prima, ci avesse giocherellato. Io guardai la mia mano, e mi sgranchii le dita.

"Allora l'hai sentito?" disse Nate sorridendo.

"Cosa dovevo sentire?"

"Ieri sera ti ho disegnato dei cuori sulla mano, e a quanto pare gli hai sentiti" aveva un sorriso dolce, ma ciò che avevo dentro era solo odio. Poi nel sentire la parola "Cuore" provenire dalla sua bocca, la stessa bocca che aveva baciato Rachel mentre io stavo tornando da lui. Mi veniva il voltastomaco. Mi passò la mano sull'occhio.

"Guarda che abbiamo combinato.." disse con aria triste. Io cercai di evitare il contatto.

"Già, complimenti ad entrambi, vi siete dimostrati proprio maturi!"
"Lo so.. mi dispiace, comunque Syria ti prego.. ho bisogno di parlarti.."
"Nate in che lingua ti devo dire che non abbiamo niente da dirci? I fatti sono quelli che contano, e io ho visto perfettamente!"

"Ma se tu avessi aspettato un altro po' avresti visto che io l'ho allontanata e quindi tra noi non è successo niente"
"Certo, e io dovrei crederti?" non ebbe il tempo di rispondermi, arrivarono Niall e Alessandra. I ragazzi si scusarono con me tutto il tempo, ma io dopo gli chiesi di lasciarmi sola con la mia amica, e loro andarono via. Venne Andrew a consolarmi, aveva saputo tutto, mi ricordò che il giorno dopo dovevamo partire per il tour, mi disse che dovevo cercare di chiarire con tutti a due, anche se avessi deciso di non avere più rapporti con loro, se non uno di semplice amicizia. Pensai a lungo, pensai al fatto che avrei dovuto passare tanto tempo con Nate, saremmo stati sempre insieme, non potevo scappare. Poi pensai a Niall, non lo avrei rivisto, e non mi andava di essere arrabbiata con lui per tanto tempo, in fondo si era comportato sempre bene con me, se non fosse stato per quel pugno. Pensai e ripensai, alternavo il biondino al sogno della mia vita, che non sapevo più se lo fosse. Alla fine presi una decisione. Presi il cellulare e scrissi un messaggio.

"Dobbiamo parlare, ci vediamo sotto casa tra 10 minuti"

Lo inviai, mi arrivò la risposta e appena suonò il citofono scesi da lui. 




Eccomi ancora qui (: La scuola mi sta uccidendo, ma nonostante questo non vi libererete di me, nè della mia storia hahahah :3 comunque, mi aspetto di sapere tante cose da voi sui due ragazzi! Che insieme non ne compinano una giusta..! Come sempre grazie a chi segue e recensisce la mia storia! vi adoro! :D alla prossima! 
Baci, Fun_For_Life_ <3

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Capitolo 24
*** Gli ultimi saluti. ***


Arrivai giù, aprii il portone e lo vidi seduto sui gradini.Il vialetto era quasi completamente buio, c'era solo una luce, proprio su di lui, e lo illuminava. Appena sentii il portone si girò, senza alzarsi, lo fece solo quando io mi misi davanti a lui. Scesi i gradini e mi fermai molto vicina a lui. Lui si alzò, ma si appoggiò subito su di me. Io non mi aspettavo che lo facesse e per tenerlo mi ritrovai con il sedere per terra, e lui su di me.

"Scusa Syria, scusami.. ma non riesco a tenermi in piedi.."

"Ok, va bene, tranquillo, aspetta che ti aiuto" alzai prima me poi lui, ci sedemmo sui gradini e lui poggiò la sua testa sulla mia spalla, sapevo che almeno la testa poteva reggerla, ma non mi dispiaceva per niente avere la sua testa sulla mia spalla. I suoi capelli corti, che piano piano stavano crescendo avevano un profumo buonissimo ed erano così soffici.

"Allora..perchè mi hai fatto venire qui..?" sapevo che sperava di sentire determinate cose da me, ma non era per quello che lo avevo chiamato.

"Senti Nate, io stavo pensando che noi domani pomeriggio partiamo per il tour, passeremo tantissimo tempo insieme, sarà una delle emozioni più grandi e intense della mia vita, e io non vorrei viverla essendo arrabbiata con te, quindi propongo di mettere tutto da parte per un po', far finta di niente ed essere semplici amici, una specie di tregua.." lui ci mise un po' a rispondere, era evidente quanto fosse turbato da ciò che avevo appena detto, sicuramente si aspettava di più, ma io non potevo concederglielo, quello era già un grande passo per me.

"Va bene, è un inizio..ma posso sapere perchè mi hai fatto venire fino qui se volevi solo dirmi questo..? Voglio dire non che mi dispiaccia vederti e starti vicino, però sai come sono mal ridotto, non è stato facile per me venire.."
"Lo so, proprio per questo ti ho fatto venire qui, comunque ora non fare domande e vieni su" lui non si oppose, si appoggiò a me e salimmo. Lo feci sedere al tavolo della cucina. Alessandra si rifugiò in camera sua per un po', non aveva nemmeno salutato Nate.

"Posso sapere perchè mi hai fatto salire?"
"Ho intenzione di rimediare a questo" dissi indicandolo.

"A me? In che senso?"
"Ninete domande signor Ruess, e dimmi cosa le andrebbe di mangiare!"

"Veramente io non.." lo interruppi subito.

"Non accetto un no come risposta!"
"Se la metti così..beh ma io non so cosa vorrei mangiare, mi va bene qualsiasi cosa purchè sia tu a farla" io arrossii e mi girai di scatto,gli davo le spalle.

"Ottimo, vorrà dire che preparerò la cosa che mi riesce meglio!"

"Sono nelle tue mani" quelle parole risuonarono nella mia mente per un po', sapevo che c'era un doppio senso, e io l'avevo capito in pieno. Gli preparai un piatto di pasta,era una porzione bella abbondante, doveva rimettersi in forze.

"Ha un profumo buonissimo!" disse mentre gli mettevo il piatto davanti.

"Modestamente!" dissi aggiungendo un sorriso splendente. Lui mi sorrise molto dolcemente.

"Era da un po' che non mi sorridevi così.." io tirai un sospiro, non dovevo cedere alla tentazione.

"Beh ma ora siamo amici no? È ovvio che io sorrida ad un mio amico!"

"Amici.. questa parola non ha mai fatto così male.." io evitai il suo sguardo, sapevo che non sarei riuscita a resistergli.

"Nate per favore.. abbiamo una tregua.. non rendere tutto più difficile.."
"Ma come posso chiamarti amica quando vorrei urlare al mondo che sei la mia piccola?"
"Dovrai abituartici, non è di certo colpa mia se non puoi chiamarmi più così.."

"Quante altre volte ti devo dire che mi dispiace? Che non so più che fare per dimostrarti quanto ti amo?"

"Nate pensaci, tu mi hai detto che mi ami dopo pochissimi giorni che mi hai conosciuta, tu mi hai baciata il primo giorno, io ci sono stata perchè sapevo praticamene tutto di te, è come se già ti conoscessi, ma tu, tu non sapevi niente di me, tu non mi conoscevi affatto, e mi hai detto di amarmi, infatti poi mi hai tradita con Rachel.."

"So che può non avere senso quello che sto per dire, ma non ti è mai capitato di essere completamente sicuro di qualcosa? Io ero sicuro, da quando ti ho vista salire sul palco che c'era qualcosa di speciale in te, sapevo che da quando ti ho vista conoscere gli altri, prima di andare al dopo-concerto, da quando mi fermai a guardarti, sapevo che il mio cuore aveva ragione, non mi aveva nemmeno dato il tempo di rifletterci, il mio cuore aveva scelto te" io mi strinsi il viso tra le mani, capivo perfettamente cosa mi stava dicendo, provavo esattamente le stesse cose, era assurdo come, fin da subito, i nostri cuori e i nostri pensieri, viaggiavano su linee parallele. Ed era ancora più assurdo e impossibile pensare, che quelle due linee parallele si fossero incontrate.

"Capisco.. capisco perfettamente, io ero completamente sicura che vi avrei conosciuti, e ora eccomi qui, domani parto in tour con voi.. e non riesco ancora a crederci!" lui mi sorrise e mi abbracciò, io lo lasciai fare, in quel momento, volevo solo pensare ai bei momenti.

"Syria se potessi tornare indietro lo farei, cancellerei quello stupido errore, forse l'ho fatto perchè desideravo te, ma non volevo costringerti a fare una cosa che non volevi..purtroppo però, il desiderio era troppo, e io mi sento un vero idiota ad aver pensato che avrei potuto rimediare con Rachel, anche se sappi che non sono stato io a creare quella situazione, è successo e basta.."

"Nate non voglio sapere certe cose.. non farmi ripensare a quei brutti momenti, ora concentriamoci sul nostro futuro, sulla nostra passione, la musica, non dobbiamo avere distrazioni"
"Va bene, ma voglio chiedere un ultima cosa, cosa ti ha spinta a mandarmi quel messaggio stasera? Perchè mi hai fatto venire qui, mi hai addirittura preparato da mangiare, mentre poco prima sembrava che tu volessi uccidermi.."

"Perchè ti ho visto così dimagrito e trascurato, e non vorrei che nessuno stesse così male per me, nessuno, nemmeno tu che mi hai fatto una cosa così orribile, poi se non ti avessi fatto mangiare in mia presenza, non sarei mai stata sicura che tu avresti realmente mangiato, so per certo che se adesso andassimo a casa tua, troverei ancora intatti tutti i pasti che Andrew e Jack ti hanno portato in questi giorni.. so che non li hai nemmeno toccati" lui sorrise e annuì.

"Grazie.." io ricambiai il sorriso. Appena finì di mangiare, mi abbracciò forte, e poi tornò a casa, dovevamo riposare, il giorno dopo iniziava il nostro grande viaggio. Prima di addormentarmi, pensai a lungo alla serata trascorsa. Ero stupita di me stessa, stupita di come fossi riuscita a mettere da parte l'orgoglio e i cattivi pensieri, di come Nate fosse riuscito a farmi sentire bene, nonostante pensavo che non gli avrei mai più rivolto la parola. Credevo che quella notte sarei riuscita a dormire, ma non fu così. Le mie amiche si erano messe d'accordo per organizzare un pigiama party, perchè il giorno dopo sarei partita e non le avrei riviste per parecchio tempo. Tutto il tempo, abbracciavo le mie amiche, sapevo che non avrei potuto farlo nei giorni successivi. Ci raccontammo nei minimi dettagli tutte le cose che erano successe in questi giorni. Mi erano già mancate la risata di Miriam, gli scleri di Marta e le cavolate di Alessandra, e non ero ancora partita. Non avevo la più pallida idea di come avrei fatto, ma in quel momento non volevo pensarci, volevo solo stare stretta tra le braccia delle mie amiche e passare la notte così. Faceva un caldo terribile stando così, però non mi importava, non importava a nessuna, il bene che ci volevamo sovrastava ogni cosa, era incredibile. Mi venne in mente Rosaria, come mi sarebbe piaciuto se ci fosse stata anche lei lì, ero certa che si sarebbe trovata benissimo con tutti, mi mancava davvero tanto.

La mattina seguente mi arrivò una chiamata di Andrew che mi svegliò.

"Pronto?"
"Buon giorno!"
"Ciao Andrew! Come mai mi chiami così presto? È successo qualcosa??"
"No, no.. ti ho chiamata perchè stavo andando da Nate, gli stavo portando qualcosa per fare colazione, e sinceramente non so se lo mangerà, e visto che ho saputo che sei riuscita a farlo mangiare volevo sapere se potevi venire anche stamattina per riuscire nell'impresa"
"Mi stai dicendo che vuoi che vengo così Nate mangia?"
"In parole povere si" disse aggiungendo una dolce risata.

"Va bene, ma sbrighiamoci, perchè avevo in programma una cosa con le mie amiche e posso venire solo perchè dormono ancora, ma quando si svegliano devo tornare va bene?"
"Ok, ok prometto che poi ti riaccompagno quando vuoi!"
"Va bene, fra quanto arrivi?"
"Fra dieci minuti sono lì!"

"Ok a fra poco! Ciaoo!" appena terminò la telefonata mi fiondai in camera e iniziai a cercare dei vestiti da mettere, svuotai la mia valigia, stravolsi tutto. Solo quando il letto era colmo di vestiti mi resi conto della gravità della situazione. Che diamine mi aveva preso? Dovevo solo andare a casa di Nate, non dovevo mica andare ad un appuntamento. Non so bene per quale motivo, ma mi innervosii, ero molto suscettibile quel giorno, presi le prime cose che mi capitarono sott'occhio e mi vestii. Lasciai un biglietto alle mie amiche, dicevo loro di chiamarmi quando si fossero svegliate. Arrivai in macchina di Andrew, e lui mi accolse con un dolcissimo sorriso, era un po' strano.

"Allora come ti senti a pensare che oggi partiamo per il tour??" lui era molto più eccitato di me, ma pensai che io semplicemente non mi ero ancora resa conto di ciò che stava per succedere, e che sarebbe stata la cosa più bella della mia vita.

"A dire il vero non ci stavo pensando, però ora che me lo hai ricordato, mi è venuta una stretta allo stomaco!" iniziammo a ridere.

"Scommetto di sapere perchè non ci stavi ancora pensando.." non capivo di cosa stesse parlando. "Che vuoi dire?"

"Nah niente, semplicemente che c'è un pensiero più grande di nome Nate che invade la tua mente, o mi sbaglio?" aveva colto nel segno.

"Beh si.. forse, ma non ha importanza" fortunatamente eravamo arrivati, e terminammo quel discorso.

"Non credere di scampartela così, finiremo dopo di parlare!" io non risposi, presi il vassoio che conteneva la colazione di Nate, mi avviai verso la porta e una volta arrivata suonai al campanello. Nessuno rispose.

"Andrew ma sei sicuro che sia in casa?"

"Probabilmente sta dormendo" uscii un paio di chiavi dalla tasca e aprì la porta.

"Da quando hai le chiavi di casa di Nate?" chiesi guardandolo curiosa.

"Da sempre, ho anche un paio di chiavi di casa di Jack e loro hanno le mie chiavi"

"Perchè?"

"Non si sa mai!" non capii cosa volesse farmi intendere ma lasciai perdere e poggiai le cose sul tavolo della cucina. Mi faceva ancora uno strano effetto stare in quella casa. Andrew si diresse in camera di Nate, poi mi chiamò sottovoce e mi disse di raggiungerlo. Nate dormiva, non si era nemmeno accorto che fossero entrate delle persone in casa. Che danno. Era così dolce, mi mancava. "Che ne dici se gli facciamo uno scherzo?" adoravo l'idea che Andrew mi aveva proposto.

"Siii! Che tipo?" non facemmo in tempo che Nate si svegliò.

Noi ci nascondemmo fuori dalla stanza, sentimmo che si alzò e raggiunse il bagno. Appena mise piede fuori dalla porta io scoppiai a ridere, era completamente nudo. Andrew diventò completamente bianco, si fiondò si di Nate e lo spinse nella stanza. Io mi girai e mi incamminai verso la cucina.

"Vi aspetto in cucina!" urlai ai ragazzi,ero così imbarazzata ma allo stesso tempo divertita.

P.O.V. Nate

Mi ero appena svegliato ed ero stato assalito da Andrew. Non stavo capendo niente.

"Nate ma ti sembra il caso di andare girando nudo?!"
"Andrew scusa ma io sto a casa mia, alle otto di mattina, che ne potevo sapere che stavate tu e.. a proposito, chi altro c'è?? Ho visto una figura dall'altro lato"
"Indovina.."
"Oddio ti prego.. dimmi che non era.."

"Si, proprio lei!" mi venne una stretta allo stomaco, che figuraccia. Mi misi una felpa rossa e dei jeans e la raggiungemmo. Lei era seduta al tavolo, stava sistemando delle cose per la colazione.

"C-ciao" non riuscivo a guardarla negli occhi, ero così imbarazzato.

"Buon giorno!" era stranamente dolce, era tornata la ragazza solare che ricordavo. Non potevo essere più felice. Guardai Andrew, non capivo cosa fosse tutta quella roba, potevamo sfamarci un esercito.

"Non hai scuse, c'è tutto ciò che ti piace di più, devi mangiare!"

"Ma non posso mangiare tutta questa roba!"
"Ruess, meno chiacchiere e mangia!" di solito non mi piaceva essere chiamato per cognome, ma quando lo faceva lei era così dolce, e poi sembrava che ci avesse preso gusto a chiamarmi così. Io la guardai con uno sguardo provocante, come se fosse una sfida, lei girò subito lo sguardo, lo sapevo che non si era ancora dimenticata di me, sapevo che era ancora innamorata. Mi sedetti e iniziai a mangiare, mangiai più che potevo, ma dopo che mangiai circa sei piatti diversi, mi sentivo scoppiare. Allontanai il piatto da me, non ne potevo più.

"Andiamo Ruess! È tutto qui quello che sai fare?" ora era lei che mi sfidava. Dio quanto l'amavo. Ripresi a mangiare, dovevo cercare di finire tutto, era una questione di principio ora. Dopo poco ce la feci a finire tutto, lasciando tutti e due a bocca aperta. Syria mi abbracciò.

"Bravo! Così mi piaci!" aveva un sorriso splendente. A dir poco meraviglioso. Ero sorpreso da come avesse avuto uno sbalzo d'umore. Guardai Andrew, anche lui era abbastanza sorpreso. Quel momento finì presto perchè Syria si allontanò da noi per rispondere al telefono.

"Wow, Nate non so che strano potere eserciti su quella ragazza, ma una cosa è certa, è ancora davvero cotta di te.."

"Quindi secondo te ho speranze di poter tornare con lei?"

"E me lo chiedi?! Certo! Prima pensavo che a momenti ti avrebbe baciato"

"Magari.."

"Se solo non avesse ricevuto quella telefonata, sicuramente ora la dovrò riaccompagnare dalle altre"

"No ti prego! Falla rimanere!"

"Non posso, abbiamo fatto un patto"
"Cioè?"

"Lei stamattina non voleva venire, sono riuscita a convincerla, lei ha detto che sarebbe venuta a patto che non appena le ragazze si fossero svegliate io l'avrei riaccompagnata da loro, e non ha tutti i torti.. non le vedrà per parecchio tempo.." non ebbi il tempo di rispondere che la sentii tornare.

"Allora chi era?" chiese Andrew.

"Era Niall, scusa Andrew, devo chiederti di accompagnarmi da lui" doveva andare da Niall, ottimo. Non potevo immaginare niente di peggio, doveva lasciare me per andare da quel ragazzo. Se prima non lo sopportavo, ora stavo iniziando ad odiarlo.

"Devi andare per forza..? Ci stavamo divertendo"

"Si Nate devo andare, noi avremo molto tempo da passare insieme, mentre con Niall no.."

"Si ma io ho bisogno di te.."

"Anche lui ha bisogno di me, ha detto che devo assolutamente andare da lui.." in quel momento mi ricordai quando lei mi disse che aveva bisogno di me e io la lasciai dicendole che dovevo andare da un mio amico che stava male, invece andai da Rachel. Ora capivo esattamente cosa aveva provato, mi sentivo morire dentro, non sapevo davvero come avesse fatto a superarlo. Non risposi, non sapevo che dire. La vidi avvicinarsi a me, mi diede un bacio sulla guancia, poi uscì dalla porta insieme ad Andrew. Non dovevo preoccuparmi, l'avrei rivista fra poche ore.

P.O.V. Syria

Chissà che era successo a Niall per essere venuto sotto casa. Ero arrivata, lo vidi seduto ai gradini, con la testa fra le mani. Proprio come stava Nate. Salutai Andrew e andai dal ragazzo.

"Ciao Niall" solo lì si accorse di me, si alzò di scatto e venne ad abbracciarmi.

"Ciao" mi guardò con gli occhi lucidi, mi stavo preoccupando.
"Hei calma,sono qui ora, che succede?"

"Non puoi partire, non puoi lasciarmi qui per otto mesi, non puoi, non posso stare senza di te, per favore"

"Niall ma io devo andare, questo è il mio sogno, e poi io faccio parte dei Fun., non posso non andare.."

"Allora verrò con te!"
"Non essere sciocco, anche tu devi lavorare, anche tu hai i tuoi impegni"

"Non mi importa! Non ha senso niente se non ci sei tu!"
"Niall sei davvero dolcissimo, però pensaci bene, noi non ci conosciamo nemmeno tanto bene, non ti sembra di correre troppo?"

"No, io so che voglio stare con te.."

"Si ma io non lo so.. Niall ti ricordo che per me c'è ancora Nate.. e non sembra voler andare via dai miei pensieri.." la sua faccia si fece cupa.

"Ancora lui?" era diventato freddo.

"Si, non dire che non te l'avevo detto..infondo è proprio per questo che ci siamo lasciati.. ricordi?"
"Purtroppo si, ricordo.."

"Dai ora non ci pensiamo, credo che Alessandra si veda con Harry, ti va se vi unite a me e le mie amiche per pranzo?"

"Certo!" era tornato a sorridere. Suonai al portone, e Alessandra si affacciò al balcone tutta sorridente, io e Niall ci facemmo vedere e lei ci fece salire. Appena arrivati su lei mi abbracciò, era stranamente felice.

"Pensavo che fossi andata da Nate, come mai ti trovo con Niall ora?"
"Sono stata da Nate e poi sono tornata e giiù c'era Niall, pranzerà con noi, spero non vi dispiaccia"
"No, nessun problema"

"Ma le altre dove sono?"

"Sono uscite, torneranno per pranzo"

"Ah, ok.." ci ero rimasta un po' male, avevo poco tempo da passare con loro, perchè erano uscite? Non importava, almeno potevo stare con Alessandra e Niall.

"Deve venire Harry giusto?" chiese il ragazzo.
"Si, dovrebbe essere qui fra poco"

"Mi sarebbe piaciuto salutare anche gli altri ragazzi.." mi intromisi io.

"Avremo modo, magari dopo prima di partire vieni con me e li saluti, ok?"

"Va bene" ci andammo a sedere fuori al sole, e iniziammo a chiacchierare. Andava tutto bene finchè Alessandra non iniziò a comportarsi in modo strano.

"Niall perchè non porti Syria a fare un giro? Dai su forza andate!" io non stavo capendo, mi stava letteralmente cacciando.

"Si ottima idea!" mi prese per mano e mi trascinò fuori, andammo al parco e ci stendemmo un po' lì. Passai davvero una bella mattinata con lui, mi stavo rilassando davvero molto.

"Ti piace ancora tanto Nate vero..?"
"Ne abbiamo già parlato.."
"Si ma non abbiamo finito"
"Che vuoi che ti dica? Non riesco a liberarmi di lui.."
"Cosa ti piace di lui?"
"Vuoi davvero che te lo dica?"
"Si..credo.."
"Beh d'accordo.. sinceramente non so cosa mi piace, mi piace tutto, mi piace ogni minimo dettaglio di lui, a partire dal suo meraviglioso sorriso per arrivare all'ultima cellula impacciata del suo corpo, lui per me era la cima, e io l'ho raggiunta, mi sembra ancora impossibile"
"Sei davvero cotta.."

"Già.."
"Ma avete fatto.. insomma hai capito.." mi scappò una risata, mi venne spontanea nel vedere com'era diventato tutto rosso nel pormi quella domanda.

"No, lui sa che io ho paura, e ha deciso di aspettare, aspetta che io mi senta pronta.. trovo che sia una cosa meravigliosa.. non pensi?"
"Ma quindi quando noi stavamo per..perchè non hai detto niente?"
"Io ho provato a spingerti via, ma tu non ti sei mosso di un millimetro.. poi per fortuna è arrivata Alessandra.."

"Capisco.."

"Mi dispiace dirtelo così, ma è la verità"

"No figurati, anzi dispiace a me di non aver capito..."

"Non importa, l'importante è che non sia successo niente. Mi chiamò Alessandra, mi disse di tornare subito a casa perchè le altre erano tornate e potevamo stare un po' insieme. Appena arrivai, aprii la porta e mi ritrovai tutti lì. C'erano tutti gli amici che mi ero fatta a New York. Il mio viso si illuminò. Oltre a Jack, Nate e Andrew c'erano anche Nattie, Will ed Emily che non vedevo da un po'. Mi sentivo completamente a mio agio, non potevo desiderare niente di meglio che passare le ultime ora prima del lungo viaggio con quelle persone, quelle meravigliose persone. Tutti mi abbracciavano, in particolare le mie amiche, che purtroppo, come mi ripetevo ogni istante, non avrei rivisto per un po'. Pranzammo tutti insieme, facemmo tutto insieme, anche cucinare, e alcuni ragazzi erano più imbranati di quanto immaginassi, ma non importava, adoravo l'impegno che ci stavano mettendo, mi metteva una grande gioia. Ero sorpresa dalla collaborazione che c'era tra Nate e Niall, non me lo sarei mai aspettato. Mancava mezz'ora alla partenza, Miriam propose un brindisi.

"Propongo un brindisi, al presente, al futuro sperando che questo abbia in servo per noi un piano, un piano che ci tenga sempre insieme, perchè non so voi, ma io non potrei desiderare amici migliori, e ringrazio il destino per averci fatti incontrare! Al destino!"
"Al destino!" tutte le nostre voci si unirono in coro. Ci divertimmo un mondo, era stata una giornata meravigliosa, ma ora era arrivato il momento di partire, presi la mia valigia e salimmo in un grande pullman, la prima tappa l'avremmo raggiunta con quel mezzo. Abbracciai tutti molto forte, dicendo loro che li avrei chiamati tutti i giorni, e tutti i concerti per farli sentire come andava bene la band.Le mie amiche mi portarono dei regali. Marta mi portò una maglietta con sopra stampata una foto, una foto meravigliosa, era la foto che avevamo scattato quando eravamo in Italia per il mio compleanno, precisamente era il momento in cui tutti saltarono fuori facendomi una meravigliosa sorpresa. Miriam mi diede una collana a forma di nota musicale, sopra ci aveva fatto incidere "Fun." era splendida. Alessandra mi diede un bracciale con il segno della pace, era tutto colorato, e sul cordino c'era scritto "Friends are the family we choose for ourselfe" erano tutti dei ragali meravigliosi, li apprezzai davvero tanto, e non me ne separai nemmeno per un minuto. Appena salimmo sul pullman, mi ritrovai Nate seduto vicino a me, non che mi dispiacesse, però volevo approfondire la mia conoscenza con gli altri tre membri della band che non avevo visto questi giorni, così feci sedere Emily vicino a me, e più passava il tempo, più mi rendevo conto di che persone fantastiche fossero lei e gli altri membri del gruppo, mi stavo affezionando ancora di più a tutti loro. Eccomi lì, chi l'avrebbe mai detto, ero in tour con i Fun., il sogno della mia vita si stava realizzando, non sapevo cosa potessi desiderare di più. Forse qualcosa c'era, sono certa che mio padre sarebbe stato fiero di me, ma giurai a me stessa che avrei cantato così forte che anche da lassù, mi avrebbe sentita.




Ciao a tutti! :D mi siete mancati! Non so perchè ma mi mette sempre allegria pubblicare un nuovo capitolo! Cooomunque, spero che anche questo vi piaccia, e come sempre vi prego di farmi sapere che ne pensate perchè le voste recensioni mi mettono un'allegria indescrivibile! Grazie come sempre a chi recensisce i miei capitoli, a chi legge semplicemente e a chi segue la mia storia! siete fantastici! :D alla prossima! 
Baci Fun_for_life_ <3 

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Capitolo 25
*** After all this time, again in your arms. ***


Eravamo in viaggio da quasi nove ore, erano le undici e mezza di sera, ero esausta ma mancava poco all'arrivo, e io non stavo più nella pelle. Non importa quanto potessi essere stanca, non riuscivo a stare ferma un minuto, saltavo da una parte all'altra. Pensavo ancora al mezzo che stavamo utilizzando per il viaggio,era molto strano, non era un semplice pullman, nella parte anteriore c'erano dei normalissimi posti a sedere, nella parte posteriore era più simile ad un camper, c'era un piccolo bagno e due grandi letti. Mentre parlavo senza freni con Jack e Nate, mi arrivò una telefonata.

"Pronto?"
"Ciao tesoro! Allora siete arrivati??"
"Ciao mamma! No non ancora, ma manca poco!"

"Va bene! Allora come ti senti??"
"Sono emozionatissima! Non riesco a stare ferma e non riesco a smettere di parlare nemmeno per un istante!"
"Immaginavo, sei la solita!! Comunque ti passo Dani, ti voleva salutare!"
"Va bene!"
"Pronto?"
"Dani!!"
"Syriii!"
"Come stai??"
"Io bene, e tu piuttosto come ti senti? Io sono così agitata per te!"

"Io sono emozionatissimissima!!!"
"E ci credo! Ma dov'è la vostra prima tappa??"
"Non ne ho la più pallida idea! Un attimo che chiedo.....Vancouver!"
"Vancouver?! Perchè non l'hai detto prima?? Dobbiamo assolutamente avvisare nonna e tutti quanti che stai andando lì!"

"Non ci avevo pensato! Beh allora chiamali subito e poi fammi sapere!"
"Va bene a dopo allora!"
"Ok, a dopo!!" riattaccò, e io ripresi a saltellare da tutte le parti ancora più di prima. Non sapendo che la nostra prima tappa sarebbe stata Vancouver, non avevo pensato che avrei rivisto tutti i miei parenti. Non li vedevo da almeno dieci anni, vivendo in Italia, non avevo molte occasioni per vederli.

"Syria se non ti fermi mi farai venire il voltastomaco!" Will non ne poteva più di vedermi andare da una parte all'altra.

"Dai Will non essere acido, è il suo primo tour è ovvio che stia così!" mi difese Andrew.

"Infatti! Sei il solito guastafeste!" aggiunse Emily. Fece ridere tutti quanti. Io mi fermai un attimo per riprendere fiato e mi sedetti accanto a Nattie. Mi girai e vidi Nate che mi guardava, stava sorridendo, un sorriso dolce e fiero. Quel sorriso mi fece uno strano effetto, in realtà il mio stato d'animo era ancora indefinito, c'erano momenti in cui avrei voluto solo stare tra le sue braccia e baciarlo, e altri momenti in cui avrei voluto escluderlo definitivamente dalla mia vita. In quel momento avvertì una strana sensazione allo stomaco, capii quale fosse il problema, corsi verso Emily, la presi da un braccio e la trascinai in bagno con me. Ottimo, avevo il ciclo, il tour non poteva iniziare meglio.

"Scusami se ti ho trascinata così, ma ho un problema.."
"Che problema..?"
"Il problema delle femmine..."

"Capito, vado subito a prendere un assorbente!"

" Grazie mille!"

Appena uscì dal bagno sentii che Nate era dietro la porta e chiedeva cosa fosse successo, come potevo dirgli quale fosse il problema? Per fortuna fu Emily a porsi quel problema e lo liquidò con un semplice "Tranquillo, me la vedo io". Dopo poco la ragazza tornò e mi diede ciò di cui avevo bisogno, per fortuna che c'era lei. Solo in quel momento mi ricordai di cosa passavo quando mi veniva il ciclo, crampi tremendi e dolore a non finire. La cosa positiva è che duravano solo un per il primo giorno. Poco prima che raggiungessimo l'albergo dove avremmo alloggiato iniziarono a venirmi i crampi ma io non dissi nulla a nessuno. Ero convinta che avrei dormito in stanza da sola, ma a quanto pare erano tutti d'accordo che io sarei stata con Nate. Non importava quanto io mi opponessi, ormai avevano deciso. Avendo il mal di pancia non dissi altro, diedi la buona notte a tutti e mi rifugiai in stanza. Grazie al cielo c'era un piccolo frigo con dentro acqua ,latte e altre cose. Presi il latte, lo misi nel microonde e lo feci diventare bollente, dopodichè presi una pillola e mi misi nel letto. Pregavo con tutto il cuore che passasse. Pensavo al fatto che nei film o nelle storie, questo genere di problema non si trovasse mai, ma ovviamente io che ero la ragazza più fortunata del mondo, non solo avevo avuto quel problema, ma lo avevo avuto proprio il giorno prima del giorno più importante della mia vita. Dopo circa un ora da quando mi ero messa nel letto, non riuscivo quasi a muovermi per i crampi, volevo prendere un'altra pillola. Fortunatamente in quel momento arrivò Nate in camera.

"Nate.. puoi venire un attimo? Ho bisogno che mi passi una cosa.."

"Certo, che ti serve..?"

"Quelle pillole lì" dissi indicandole. Si avvicinò al comodino, mi prese una bottiglietta d'acqua e me li passò.

"Ma che hai?" io arrossii di colpo. Non sapevo come spiegare.

"Beh.. un problema che viene solo alle ragazze.."

"Non capisco.."
"Ehhmm...sai quello che viene una volta al mese a tutte le ragazze.." si alzò di scatto dal letto e dopo essere diventato tutto rosso, si avviò verso il bagno.

"Oh.. ho capito... beh..io..io vado un attimo di là.." non mi stancherò mai di dire quanto fosse dolce. Dopo poco tornò, si era messo il pigiama, io iniziai a ridere.

"Perchè ridi?"
"Perchè tu non usi il pigiama!" lui arrossì di nuovo.
"Beh ma se ci sei tu non posso mica stare nudo!" io non risposi, era chiaro quanto amassi provocarlo. "Che vuoi dire con questo silenzio?" aggiunse compiaciuto.

"Niente, assolutamente niente.." dissi facendo comparire un sorrisetto sul mio volto.
"Beh..io vado a dormire sul divano.." disse prendendo un cuscino dal letto e dirigendosi sul divanetto di fronte alla tv. Io non me la sentivo di dormire con lui, però se non ci fossi stata io, lui avrebbe avuto il letto tutto per se, e non era giusto farlo dormire sul divano, e in più avevo bisogno di una forte di calore che mi riscaldasse.

"No dai, vieni qui.. il letto è grande, ci entriamo insieme.." lui non se lo fece ripetere due volte e con un grandissimo sorriso si fiondò nel letto. Si sistemò nel suo angolino, non mi toccava, rimase fermo così. Avevo finito il latte caldo e non avevo più niente di caldo, per quanto mi imbarazzasse dovevo chiederglielo.

"Nate..io..ecco.. avrei bisogno che tu mi riscaldassi.." lui sorrise e strizzò gli occhi in segno di gioia.

"Nessun problema!" disse allargando le braccia facendomi segno di avvicinarmi a lui.Il suo braccio mi circondava, mi tirò un po' più su così che potesse avere maggior presa su di me e teneva la sua mano sulla mia pancia così da riscaldare quel punto critico. Non mi ero mai resa conto quanto fossero grandi le sue mani, così grandi eppure così delicate.Risentire quel profumo, avere quel braccio che mi teneva, era tutto così strano.

"Spero solo che Niall non sia geloso di questo" disse con un sorriso malefico che implicava un segno di vittoria. All'inizio non capii perchè avesse detto quella cosa, ma mi venne subito in mente che io e Niall non avevamo ancora detto a Nate e gli altri membri del gruppo che ci fossimo lasciati, anche se avevo dato per scontato che lo avessero capito. Devo ammettere però che mi faceva comodo che pensasse che stavamo ancora insieme.

"Oh.. beh.. mi stai solo aiutando..non stiamo facendo niente di male.."

"Però è strano, quando siamo partiti non vi ho visti scambiarvi nemmeno un bacio, eppure non vi vedrete per un po'..."

"Preferivi che ci fossimo baciati davanti a te?"

"Ovviamente no, però conoscendolo, lui per ripicca ti avrebbe baciata davanti a me!"
"Avevate una tregua no?"
"Si, ma non credo sia quello il motivo.."

"Dove vuoi arrivare Ruess?"

"Beh le opzioni sono due, o non state più insieme, oppure tu non sei innamorata di lui e quindi non ti importava di baciarlo.."

"Tu quale credi sia la risposta giusta..?"

"Credo che tu sia innamorata di un altro ragazzo, ma non lo vuoi ammettere.."
"Può essere come può non essere, magari non l'ho baciato davanti a te solo perchè ora siamo amici e mi dispiaceva"
"And I just wanna stay in bed
I hold you like I used to
You know that I am home
So darling if you love me
Would you let me know?" quando cantava per me mi faceva impazzire, in quei momenti ero convinta di amarlo.
"Why am I the one..?" mi venne spontaneo cantare. Lui mi diede un bacio sulla fronte.

"Ti aspetterò, ma ti prego, non metterci troppo.." io alzai lo sguardo per cercare di incontrare il suo. Non sapevo che dire, non sapevo che fare. Io avevo la testa poggiata sulla sua spalla, e gli lasciai un innocuo bacio sull'omero. Lui mi strinse più forte. Tirai un sospiro.

"Che c'è?"
"Niente.."

"Va bene, se non me lo vuoi dire non importa.."
"Cerchiamo di dormire..domani è un grande giorno.." Non fu molto difficile addormentarsi, quel viaggio ci aveva stremati.

La mattina seguente, aprii gli occhi perchè un raggio di sole si era fermato proprio sul mio viso. Nate era già sveglio, ma non si era mosso di un millimetro.

"Buon giorno" disse aggiungendo un sorriso.
"Buon giorno.. ma che ore sono?"
"Sono le dieci del mattino, era ora che ti svegliassi dormigliona!"
"Già le dieci?! Ma da quanto sei sveglio?"
"Circa un ora" disse sorridendo.

"E perchè non mi hai svegliata??"

"Vorrai scherzare?! Eri così dolce!" io arrossii.

"Ah..beh..grazie.. comunque.. che si fa di solito la mattina durante un tour?"

"Non c'è una regola, di solito dormiamo, però non questa volta, ti va di andare a fare colazione?"
"Certo! Anche se ho ancora mal di pancia.. meglio prendere un'altra pillola"

Arrivammo nella sala da pranzo dell'albergo e trovammo un immenso buffet. C'era di tutto e di più, mi era venuta l'acquolina, però non potevo mangiare dolci con quel mal di pancia. Che sfiga. Obbligai Nate a mangiare più che poteva, sembrava un animale messo all'ingrasso, però ricordando quante energie usasse durante un concerto, era inevitabile farlo mangiare così. Ero eccitatissima all'idea che quella sera, sarebbe stato il mio primo concerto, pensavo a tutte le emozioni che provai quando salii sul palco con Nate, una cosa indescrivibile, e ora avrei vissuto quell'esperienza di nuovo.

"Ma come funziona? Nel senso, chi decide come ti vesti, quando entri in scena e tutto quanto?

"Beh dipende, io che sono negato a vestirmi, da qualche tempo mi faccio aiutare dalla costumista, però se hai già deciso cosa mettere puoi indossarlo tranquillamente"

"Ottimo! Io metterò la maglietta che mi ha regalato Marta e i miei pantaloncini di jeans fortunati!"
"Può andare bene, comunque per quanto riguarda l'apparsa sul palco, tu sarai l'ultima ad uscire, uscirò prima io e parlerò un po' di te, poi quando ti chiamerò potrai uscire"
"Ok! Spero vada tutto bene..!"
"Ne sono certo, sarai strepitosa!" non risposi, sorrisi semplicemente. Quando stavamo per uscire dalla stanza del buffet, scesero Jack e Andrew a fare colazione. Io volevo andare a trovare i miei zii e mia nonna, era distante solo mezz'ora di macchina,era una cosa troppo importante per me.

"Ci fermiamo un altro po' con loro?" chiese Nate.

"Tu resta pure se vuoi, io volevo andare a trovare i miei parenti, distano a circa mezz'ora di macchina da qui"
"Aspetta aspetta, tu hai dei parenti in Canada??" Andrew era sorpreso.

"Certo! Tutta la famiglia di mia madre abita qui!"
"Beh in effetti c'era da chiedersi come conoscesse così bene l'inglese!" aggiunse Jack.

"Ci vai solo a patto che io venga con te" replicò Nate.

"Non ce n'è bisogno! Non ho mica due anni!"
"Signorina non si discute, la responsabilità è mia, e quindi tu non ci vai da sola" odiavo essere trattata come una bambina, però adoravo quanto Nate fosse premuroso.

"Oh e va bene!" chiamammo un taxi e dopo poco partimmo. Chiamai una delle mie zie a la avvisai che stavo arrivando, la prima cosa che volevo fare era una sorpresa a mia nonna, ogni volta che parlavamo al telefono, lei mi diceva sempre che voleva rivedermi e io avevo sempre voluto farle una sorpresa. Volevo farlo come un sogno che feci qualche anno prima. Scrissi una lettera, facendo finta di trovarmi in Italia, sarebbe stata letta da mia zia a mia nonna, e non appena fosse giunta alla fine io sarei saltata fuori. Arrivammo e io abbracciai mia zia, le presentai Nate, lei era una loro ammiratrice, grazie a me e a tutte le volte che io parlavo di loro. Arrivammo da mia nonna, io mi fermai dietro la soglia della porta con Nate, mia zia entrò e dopo aver salutato, iniziò a leggere la lettera. Mia nonna stava in una specie di ospedale, era molto vecchia e aveva bisogno di assistenza 24 ore su 24.

"Cara Nonna,questa lettera è per ricordarti che sei sempre nei miei pensieri, mi manchi molto e non vedo l'ora di rivederti. Qui da noi è tutto tranquillo, le cose procedono bene, e io ho iniziato a fare parte di una band, sono la cantante insieme ad un ragazzo, un po' più grande di me, ma si comporta come un bambino (in senso positivo ovviamente) è molto dolce e premuroso nei miei confronti, il chitarrista e il pianista sono gli altri due principali membri, sono persone straordinarie e riescono sempre a tirarmi su di morale, spero che un giorno tu li possa conoscere, sono certa che insieme agli altri ragazzi sicuramente riuscirebbero a fare stare meglio anche te.. comunque sia, volevo farti un regalo, e non mi limiterò solo a darti questa lettera" in quel momento entrai nella stanza facendomi vedere da mia nonna e terminai le ultime parole della lettera.

"Il mio regalo è essere venuta di persona a darti la lettera e vederti sorridere" iniziai a piangere e lei con me, da sdraiata si mise seduta sul letto e mi tirò a se, stringendomi più forte che poteva, mi era mancata tantissimo.

P.O.V. Nate

Vedere Syria e sua nonna piangere una tra le braccia dell'altra, fece cadere spontaneamente una lacrima che attraversò il mio viso e questa ne tirò alcune altre dopo di sè. Stavo piangendo, non avevo mai pianto così tanto come da quando conoscevo quella ragazza. Quando la sentivo parlare o vedevo i suoi atteggiamenti, mi dimenticavo ogni volta che avesse solo diciasette anni. Mai prima d'ora mi era importato così poco dell'età di una persona. Io mi feci vedere, ma mi fermai sulla soglia della porta, non volevo interrompere quel momento. Ma la nonna mi notò.

"Chi è questo bel ragazzo?" disse riferendosi a me.

"Nonna lui è il cantante della band di cui ti ho parlato nella lettera"
"Ma non è un po' grande per te?"
"Cantiamo insieme, siamo colleghi e amici, che importa l'età?" cercava di rendere l'idea che non ci fosse niente fra di noi.

"Tesoro mio, se un ragazzo ti guarda così come ha fatto lui, non c'è solo amicizia, non sono mica nata ieri!" sentivo le mie guance avvampare, era così chiaro quanto fossi innamorato di lei? In quel momento capii da chi avesse preso Syria, lei e sua nonna erano tali e quali. Notai Syria fare l'occhiolino alla nonna e poi sussurrarle qualcosa all'orecchio.

"Dai giovanotto, non mordo mica, avvicinati!" con fare molto goffo, mi avvicinai alla signora che stringeva ancora Syria tra le braccia.
"Salve, è un vero piacere conoscerla" dissi abbassando lo sguardo, non ero mai stato così imbarazzato.

"Aspetta, ma io conosco questa voce.. dove posso averla sentita?"

"Nonna lui è il cantante dei Fun., la band di cui parlavo sempre, l'avrai sentita da tutte le canzoni che ti ho fatto sentire!" gli occhi dell'anziana signora si illuminarono.

"Ma quindi tu mi stai dicendo che ti sei unita alla band dei tuoi sogni?? Ragazzo mio, Syria parlava di voi ogni giorno tutti i giorni, specialmente di un ragazzo.. come si chiamava.. ah si, Nate!" Syria diventò bordò in viso.

"Nonna non c'è bisogno di dire tutto! Comunque oggi sarà il nostro primo concerto!!" la nonna balzò in piedi. Sia Syria che sua zia la guardarono in modo strano, sembrava che avessero visto un fantasma. Non stavo capendo.

"Mamma ma, sei in piedi! È un miracolo!" disse la zia che aveva ripreso a piangere. Syria si fiondò fra le braccia della nonna.Mi dissero che la nonna non camminava da un po'. Parlammo a lungo, e dopo essere andati a trovare tutta la famiglia, era arrivata l'ora di tornare all'albergo, dovevamo andare a fare il riscaldamento e io avevo bisogno di una mano dallo staff per prepararmi.

"Syria mi dispiace fare il guasta feste, ma dobbiamo andare"

"Si, hai ragione" si alzò, salutò la famiglia uno ad uno, e io feci lo stesso. Ci mettemmo in macchina e tornammo dagli altri membri del gruppo.

"Comunque grazie per ciò che hai detto di me nella lettera.. e davvero parlavi sempre di noi??" disse sorridendo soddisfatto.

"Beh..io..si.." disse volgendo la testa fuori dal finestrino, evitando di guardarmi. Le accarezzai la guancia, poi scesi sul mento e girai il suo viso verso di me, cercando di fare in modo che i nostri sguardi si incrociassero. Lei mi guardò negli occhi per pochi secondi poi girò subito lo sguardo, io circondai il suo viso con entrambe le mie mani e le sorrisi obbligandola a guardarmi dritto negli occhi.

P.O.V. Syria

Le grandi mani di Nate mi accarezzavano il viso, lo stavo guardando negli occhi, un raggio di sole li attraversava, erano ancora più chiari del solito, quasi trasparenti, riuscivo quasi a leggergli l'anima, invocava il mio nome, chiedeva un mio bacio, supplicava il mio affetto. Mi sembrò così piccolo, eppure era più grande di me. Poco alla volta avvicinava il mio viso al suo, con una lentezza straziante, tre centimetri dividevano le nostre labbra, continuò ad avvicinarci, ero fuori di me, non capivo più niente, ero completamente stregata, due centimetri ora ci dividevano, sembravano così tanti, assaporavo i suoi baci, mi mancavano le sue morbide labbra, sentivo il loro sapore, mi morsi il labbro inferiore, desideravo fosse lui a farlo, era rimasto solo un centimetro tra di noi, non avevo più la facoltà di pensare nè di agire, avevo completamente perso il controllo della situazione, non sapevo nemmeno se volevo baciarlo o meno, pochi millimetri, solo pochi millimetri, le nostre labbra si sfiorarono ma....il mio cellulare iniziò a squillare. Mi spaventai. Feci un piccolo balzo e risposi.

"Pronto?" notai subito il viso di Nate, era talmente deluso. In realtà non sapevo se fosse delusione o solo disperazione.

"Ciao cuore, mi mancavi.." cuore? Mi aveva chiamata cuore? Un tempismo troppo perfetto e una parola troppo dolce per essere lasciata al caso. Iniziavo davvero a pensare che Dio o qualcuno dall'alto stesse cercando di farmi capire che forse quello giusto era lui, colui che mi aveva appena chiamata.    



Salve gente! :D scusate il ritardo, ma tra la scuola e l'influenza non ho avuto molto tempo, comunque sia, spero ne sia valsa la pena di aspettare! :D Spero davvero che vi piaccia, perchè a me piace molto.. spero che recensiate in tanti, così almeno capisco se sto facendo un buon lavoro o devo cambiare qualcosa! alla prossima! :D
Fun_for_life_ <3

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Capitolo 26
*** Only time can make me understand what to do ***


"Hei ciao.." evitai di dire il suo nome, non volevo che Nate sapesse fosse lui.

"Va tutto bene? Hai un'aria strana.."

"Si, va tutto bene tranquillo" feci un sorriso, uno finto, come se dall'altra parte della cornetta potesse vederlo.

"Va bene.. comunque mi era mancata la tua voce, mi manchi tu, il tuo sorriso, tutto.."

"Sono partita da solo un giorno!" dissi ridendo.

"E mi sembra essere passato un mese..dobbiamo rivederci"
"Beh non credo sia possibile, non ora almeno.."

"Io credo di si invece! Tra poco partiremo anche noi per un tour, e magari ci incontreremo in una stessa meta insieme! E poi sono certo che ci vedremo presto, molto presto" mi sentivo strana, ero contenta all'idea che lo avrei rivisto. Strano.

"Davvero?? Sono molto contenta!!"

"Mi fa piacere, adoro il tuo sorriso, e ora ti sto immaginando sorridere..sei splendida"
"Beh..grazie.." notai Nate che si stritolava una mano, era quasi diventata viola, appena la vidi, mi avvicinai e la presi, la poggiai sulla mia coscia e la accarezzai, poi lo guardai in segno di rimprovero. Lui mi guardò sorpreso. Poi iniziò a fare piccoli cerchi sulla gamba, accarezzandola. Ripresi a riconcentrarmi sulla telefonata.

"Syria, sei con Nate..?" Niall era diventato più distaccato.

"Si, siamo in macchina, stiamo andando dagli altri membri del gruppo, dobbiamo iniziare a prepararci per il concerto di stasera!! Sono così emozionata!!"

"Ora si che ti riconosco! Ora si che mi piaci! No scherzo... tu mi piaci sempre" non mi aspettavo di sentire una cosa del genere.

"Sei davvero dolcissimo!" era difficile pensare a cosa dire, davvero difficile, non volevo dire qualcosa che potesse fraintendere o che potesse illuderlo, in fondo mi stavo affezionando, gli stavo volendo bene, e ogni volta che il suo tempismo era così perfetto, non sapevo più se fosse solo semplice amicizia. Ero talmente confusa, talmente tanto da non sapere se fosse la mia mente o il mio cuore a parlarmi di Niall, ma una cosa era certa, dentro di me era in atto una guerra tra Nate e lui. Mi sentivo così sbagliata, mi facevo ribrezzo da sola, avevo sempre pensato che non esistesse dover scegliere tra due persone, mi sentivo a pezzi all'idea di far stare male qualcuno per colpa mia.

"Scusa cuore ora devo andare, i ragazzi mi chiamano"

"Va bene, ci sentiamo presto, ciao Niall!" non appena mi resi conto di aver pronunciato quel nome, guardai Nate, stava fissando il mio cellulare in modo molto strano, i suoi occhi mi facevano paura. Sembrava senza vita, era rimasto impietrito, quasi come se gli avessi dato la notizia più brutta che potesse ricevere. Tolse bruscamente la mano dalla mia gamba. Non prestai attenzione a ciò che disse Niall e riattaccai, senza staccargli gli occhi di dosso.

"Nate, va tutto bene?"
"No, niente affatto" mi avvicinai per cercare di toccargli la mano, non appena la sfiorai lui la spostò bruscamente. "Non toccarmi" aggiunse, quelle parole mi spezzarono il cuore.

"Ho semplicemente risposto al cellulare, non ho fatto niente di male" iniziai ad essere fredda anche io, non mi meritavo di essere trattata in quel modo.

"Syria ma cosa credi che sia, un gioco? Beh sappi che una pedina si sta stancando di giocare, potrebbe lasciare il gioco" lo guardai incredula, lui mi guardò quasi come fosse tutta colpa mia.

"Scappa, scappa pure come sempre, io non ti fermerò" ottimo, ora era entrato in gioco anche l'orgoglio, la vedevo davvero dura.

"Significo così poco per te io? Non ti importa che io possa rinunciare a te?"

"Si mi importa, ma non posso obbligarti, evidentemente se non vuoi nemmeno più lottare per me, se non vuoi nemmeno più rimediare al danno che tu hai causato, beh, vuol dire che sei tu quello che non ci tiene più di tanto"

"Io non ce la faccio più, non so più come dimostrarti che farei qualsiasi cosa per te..e tu mi respingi ogni volta"
"La fiducia non è una cosa che si compra, per riacquistarla ci vuole tempo, e non sta a me decidere quanto tempo è necessario"

"Se è solo questo il problema, perchè ti stai sentendo con Niall? Perchè non lo lasci? Prima stavamo per baciarci, e tu non hai fatto niente per opporti, a che gioco stai giocando?"
"Non sto facendo nessun gioco, so perfettamente che questa è una cosa seria, io non gioco con i sentimenti degli altri, io mi preoccupo per le persone, sto male quando qualcuno sta male per me, a differenza di qualcuno"
"Spero tu stia scherzando, sai perfettamente quanto sono stato male per ciò che ho fatto, e non puoi negarlo"
"Si lo so, ma questo non vuole assolutamente dire che io possa far finta di niente per questo" mi vennero in mente tante cose, mi venne in mente mio padre, mi venne in mente Niall che senza avermi fatto niente di male, era triste per colpa mia, e mia madre, che sentiva la mia mancanza e stava male, era un insieme di cose troppo grande, e una lacrima dopo l'altra mi ricordarono che io non ero abbastanza forte.

"Perchè piangi? Non ho fatto niente di male!" disse seccato. Io stavo iniziando ad essere stanca di questa situazione, iniziavo a non reggerla più, e il suo tono di voce aveva dato il colpo di grazia.

"Non piango per te, non sei il centro del mondo, fattene una ragione superstar!" eravamo arrivati. Tempismo perfetto, appena terminai quella frase uscii dall'auto, mi sentivo soddisfatta per aver tenuto testa a Nate e aver fatto la mia uscita di scena. Ignorai tutto ciò che era successo in macchina, mi diressi nella nostra stanza d'albergo, ma mi dovetti fermare, Nate aveva la chiave. Aspettai per un po' dietro la porta, e come immaginavo, mi aveva seguita. Eccolo che sbucava dal corridoio. Mi spostai dalla porta per permettergli di aprire. Aprì e io sgattaiolai dentro. Lui mi seguì a ruota. Era fermo all'ingresso, mi fissava andare avanti e indietro, prendere una bottiglia d'acqua, berla, poi prendere dei vestiti, insomma, guardava tutto ciò che facevo.

"Syria senti.. volevo dire che.." lo interruppi.
"Non c'è bisogno che tu dica niente"

"Ma se tu mi lasciassi parlare.." lo interruppi nuovamente.
"No, davvero, non ce n'è bisogno" non sapevo esattamente se lo interrompevo perchè non volevo sentirlo parlare, o perchè sapevo che non avrei saputo più che rispondere.

"Se tu usassi tutta questa determinazione e questo coraggio per amarmi, potremmo essere finalmente felici, insieme, perchè io amo te, e tu ami me"
"Che ne sai tu di cosa provo io?"

"Io lo so,lo so da quello che vedo, lo so perchè quando ti stavo per baciare, tu eri in pace con te stessa in quel momento, non puoi negarlo"

"Io so solo che.." mi interruppe lui questa volta.

"Adesso basta" mi rispose, e con fare deciso venne verso di me, notavo un'energia particolare, era sicuro di ciò che stava per fare. Mi prese dalle spalle e mi buttò sul letto, poi si stese su di me e mi diede un bacio, uno forte, un bacio che era stato desiderato e represso troppe volte, la sua lingua si dimenava come se non ci fosse stato un domani. Mi mise una mano tra i capelli, e l'altra mi scese lungo il braccio fino ad incontrare la mia mano. Le intrecciò e la strinse, implicando un disperato segno di affetto.

 

P.O.V. Nate

Non potevo più resistere a quella ragazza. La sua testardaggine, la sua determinazione, la sua energia scaturivano in me un desiderio irrefrenabile, non potevo più aspettare, non volevo più aspettare, volevo poter essere di nuovo sicuro di essere la fonte dei suoi sorrisi, e non la causa dei suoi pianti. Mentre la baciavo la mia lingua, dopo essersi fatta strada nella sua bocca, sembrava aver intrapreso una vita tutta sua, le nostre mani erano intrecciate, non si poteva più distinguere la mia dalla sua, erano diventate una cosa sola. I suoi capelli erano così morbidi, così soffici distesi sul materasso mentre la mia mano si perdeva in quella massa ovattosa. Avevo avuto troppo bisogno di lei, in tutti i sensi, non solo i suoi baci e lei fisicamente, ma proprio del suo carattere ostinato ma allo stesso tempo così dolce, avevo la necessità del suo affetto, l'unica cosa che potesse darmi la pace interiore. Sentivo la sua mano fare forza sul mio petto, stava cercando di spingermi via, ma non potevo accettarlo, non ne avevo ancora avuto abbastanza, i suoi baci erano diventati la mia droga, ne volevo sempre di più. Ero certo che anche lei, nonostante fosse troppo orgogliosa per ammetterlo e stesse cercando di allontanarmi, desiderasse quel bacio, anche lei, ne aveva bisogno. Mi staccai dalle sue labbra. Il nostro respiro era affannoso. Come se qualcosa ci stesse consumando. Volevo poter leggere nei suoi pensieri in quel momento, poter leggere i suoi occhi era una cosa a dir poco impossibile, così scuri erano peggio di due fortezze impenetrabili, forse era proprio per quello che trovavo i suoi occhi così meravigliosamente misteriosi. Lei si alzò dal letto, senza dire nè fare niente, dirigendosi verso il bagno. Io rimasi seduto lì, quasi come se ormai, non avessi più nulla da fare se non stare con lei. Sentii dei rumori, stava aprendo degli stipi, e quando il rumore cessò, aprì la porta del bagno, prese i vestiti che aveva deciso di mettere al concerto, e uscì dalla stanza. Mi aveva completamente ignorato, non mi aveva nemmeno guardato, quasi come se non esistessi, non poteva farmi questo, non dopo quel bacio. La seguii, aprii la porta e lei aveva appena girato l'angolo del corridoio, chiusi la porta e la raggiunsi, la chiamavo ma lei non si fermava. Corsi per raggiungerla, le presi una mano e lei si girò verso di me, il modo in cui mi guardava, i suoi occhi, non sapevo cosa aspettarmi.

"Non puoi dirmi che quel bacio non ha significato niente per te" ero deciso, volevo sapere.
"Non ti dirò nulla del genere"
"Perchè?"
"Ti accorgeresti che mento" la felicità, legata al sollievo, si fecero spazio nel mio cuore.

"E allora perchè sei scappata così?"
"Perchè ho bisogno di pensare, ho bisogno di tempo"
"Ma di tempo per cosa?! Ci amiamo, cosa altro c'è da capire?!"

"Nate non so che idea ti sia fatto tu di me, io sono quel tipo di ragazza che si fa più problemi di un libro di matematica,quella ragazza più lunatica delle altre, quella ragazza che non è facile da capire , non è facile da amare, quella ragazza che non si lascia andare, quella ragazza che tiene tutto dentro, solo io posso sapere cosa ho dentro, solo io e nessun altro, non sai cosa ho provato quando Rachel mi ha sussurrato all'orecchio che tu le mancavi già, poi ti ha chiamato amore..io non cerco le tue scuse, non pretendo niente da te, chiedo solo un po' di tempo per me, chiedo troppo?? Devo capire se.." si bloccò di colpo, smise di parlare come se avesse terminato la frase, ma cosa voleva dirmi? Perchè non terminava la frase?

"Se...?"
"Non posso dirtelo, non vorrei farti stare ancora più male, non vorrei che tu pensassi che io la vedo come un gioco, perchè non è così.."
"Syria io voglio solo aiutarti a capire, voglio solo poter abbattere questo dannato muro.. perchè non me lo permetti?"
"Perchè nessuno può aiutarmi, nessuno può..è una cosa che devo risolvere io, da sola, se avrò qualcosa da chiederti lo farò senza problemi, ma per ora, devi solo lasciarmi del tempo.." mi si spezzava il cuore a vederla così fragile, e io, io non potevo fare niente.

"Io ti chiedo solo di parlarne, parlare come se non avessimo peli sulla lingua, vorrei capire qual è il problema, magari potrei aiutarti togliere dei dubbi"

 

P.O.V. Syria

Perchè non accettava il fatto che io non ne volessi parlare con lui? Non potevo farlo, come avrei potuto dirgli quale fosse il problema? Come facevo a dirgli che stavo iniziando davvero a credere che il perfetto tempismo di Niall non fosse più una semplice coincidenza? Non avrebbe capito, avrebbe pensato che io ero il tipo di ragazza alla quale la popolarità aveva montato la testa ma non era così. Non lo era affatto.

"Non posso parlane con te.." mi tremava la voce,supplicavo la sua comprensione,che però non arrivò.

"Perchè non con me? Cosa ho io che non va?"
"Niente, tu non hai assolutamente che non va.." non potevo reggere ancora, stavo per scoppiare ma non dovevo. Sentii dei passi venire verso di noi.

"Siete qui! Vi ho cercati per tutto l'albergo!" Andrew ci aveva trovati.

"Eravamo qui.." risposi, notando il volto seccato di Nate rivolto all'amico.

"Spero di non aver interrotto niente, ma dobbiamo andare, dobbiamo prepararci, dobbiamo fare le prove, siamo in ritardo sulla tabella di marcia.."
"Hai ragione.. dacci un minuto e veniamo subito.." disse Nate cercando di estrapolare altre risposte da me.

"Va bene, ma non fate troppo tardi.." si girò e se ne andò dallo stesso punto da dove era venuto.

"Nate ti prometto che ne parleremo stasera, ma ora andiamo, si sta spegnendo il mio entusiasmo per il concerto di stasera.. ora voglio concentrarmi su quello, tu probabilmente sarai abituato, ma io no, ho un ansia che mi sta divorando dentro.." lui guardò a terra.

"Rispondi solo ad un'ultima domanda.. tu pensi che un giorno potremmo tornare insieme..?" mi resi conto che con quella domanda si era messo completamente in gioco, aveva abbassato completamente la guardia, incurante del fatto che potrebbe essere stato colpito, e quel colpo non sarebbe stato affatto indifferente. Tirai un sospiro.

"Non lo so, so solo che tu sei davvero importante per me.. ne parleremo meglio stasera,dopo il concerto, ma ora andiamo, facciamo finta di essere due migliori amici che si tuffano nella loro più grande avventura, insieme, al diavolo i problemi e i brutti pensieri, questo è il nostro momento, allora che ne dici?" cercai di cancellare tutto ciò che ci eravamo detti fin'ora con un semplice sorriso, e sembrò funzionare.

"Si hai ragione" iniziai ad incamminarmi, feci solo un passo avanti, poi mi voltai e gli porsi la mano per andare, lui la prese, mi tirò verso di se, e mi diede un bacio. "Ora possiamo andare" disse sorridendo. Avrei preferito che quel bacio non ci fosse stato, non che non avessi voglia di farlo, ma non era il momento giusto, ero troppo confusa, però se serviva a farlo sentire meglio, per ma andava bene. Scendemmo le scale di corsa, saltando da una parte all'altra, l'emozione si stava facendo sentire. Appena arrivammo giù, mi ritrovai davanti uno squadrone di ragazze che erano pronte ad aiutarmi se ne avessi avuto bisogno. Io feci vedere alla costumista ciò che avevo pensato di mettere, e lei mi aggiunse dei leggins bucati, tutti colorati, sembravano a pois,che si intonavano con la maglietta, dei guanti senza dita e ai piedi non potevano mancare le mie fedeli All Star. Quando mi ero vestita Nate mi venne a chiamare per andare a fare il riscaldamento vocale. Ci mettemmo davanti ad un immenso specchio che troneggiava nel centro della parete principale della stanza. Lui mi fece una nota, e mi disse di ripeterla, non appena ci provai, uscì la cosa più stonata che avessi mai sentito, la mia voce tremava davvero tanto. Lui mi guardò, mi abbracciò e mi disse di stare tranquilla, presi un bel respiro e ci riprovai, era perfetta. Andammo avanti facendo note sempre più alte, provammo talmente tanto che credevo sarei rimasta senza voce. Finite le prove e tutti i preparativi, mancava davvero poco, mi affacciai e vidi lo stadio pieno di persone, mi rividi in quelle ragazze, avevo davvero paura di svegliarmi da un momento all'altro.

Io come rituale, avevo l'abitudine di abbracciare tutte le persone a cui volevo bene prima di fare qualsiasi cosa d'importante. Non persi tempo, il primo che abbracciai fu Andrew, lui mi strinse.

"Andrà benissimo, tranquilla" sorrisi,andai a cercare Jack, e feci lo stesso.

"Tranquilla, sarai grandiosa!" mi rassicurò, io sorrisi anche a lui e andai a cercare gli altri. Emily e Nattie furono tanto dolci, Will era un po' contrario ma poi mi abbracciò più forte degli altri. Mancava solo Nate, non riuscivo a trovarlo. Alla fine lo trovai ancora nella stanza delle prove, ancora davanti allo specchio.

"Che ci fai ancora qui?" dissi entrando nella stanza.

"Stavo vedendo come mi sembra vuoto questo specchio senza te al mio fianco" io sorrisi.

"Ci sono sempre"

"Non parlavo in veste di amica.."
"Non riesci proprio a far finta che non ci sia niente, solo per qualche ora?"

"No, potrei se non dovessi fingere anche al di fuori dell'ambito del lavoro, mi manchi troppo, vorrei poterti baciare quando voglio, vorrei ancora quei tuoi baci inaspettati, vorrei che tornasse tutto come prima"

"Nate ho detto che ci vorrà solo del tempo, so che è difficile, ma non pensarci, pensa che fuori c'è una platea di persone che ci aspetta, focalizzati su questo ora"
"Dimmi solo che mi ami ancora, e io potrò stare tranquillo"
"Non posso dirtelo, perchè non ne sono più sicura, mi dispiace, ma se ti fa sentire meglio, ormai non posso fare a meno di starti vicino"

"Bene perchè non voglio che tu debba stare lontana da me ancora" gli sorrisi, lui sapeva del mio rituale e si preparò a ricevere un mio abbraccio che non tardò ad arrivare. Mi diede un bacio sulla fronte, e arrivò Jack a dirci che era arrivato il momento di entrare in scena.

"Andiamo" disse porgendomi lo mano regalandomi un dolce sorriso rassicurante. Uscirono tutti, mancavamo solo io e Nate. Poco prima di raggiungere anche lui gli altri, mi diede un bacio sulla fronte e mi fece l'occhiolino. Appena si fece vedere, la marea di persone si fece sentire, intonando delle urla potentissime. Sentii Nate iniziare a parlare.

"Ciao Vancouver!!" sentivo la sua energia, ora si che lo riconoscevo. "Sembrerebbe che manchi qualcuno qui sul palco con me!" disse uscendo la lingua, ed ecco che si scatenavano di nuovo. "Si è unita a noi da poco, ma è già entrata a fare parte delle nostre vite, la facciamo uscire?" Sentii un energico "Si!!" provenire da quelle persone. Lui corse verso di me e, prendendomi per mano, mi portò fuori con se. Io diventai bordò, mi mancava il fiato, ero più agitata della prima volta perchè questa volta quelle persone si aspettavano qualcosa da me, erano lì per sentire cantare anche me, non come la prima volta. Appena arrivai alla punta del palco, da dove vedevo bene quante persone ci fossero, chiusi gli occhi, mi sentivo importante, per la prima volta.

"Buona sera Vancouver!" urlai cercando di essere il più rilassata possibile. Non mi sembrava ancora vero, ero lì, con i Fun., poggiai il microfono al petto, e mi resi conto che si sentiva,amplificato attraverso le casse, il battito accelerato del mio cuore. Sentii partire la base della canzone, ero pronta per cantare.

"Che il divertimento abbia inizio" dissi sorridendo ai membri del gruppo.






Salve a tutti! Il rapporto tra i nostri protagonisti sta prendendo una brutta piega, però Niall è troppo "preciso" (se così si può dire) e sta riuscendo a crearsi un posticino nel cuore di Syria.. Volevo ringraziare di cuore chi recensisce la mia storia, ogni volta che leggo le vostre recensioni sono davvero felice, grazie di cuore! vi adoro!!! <3 alla prossima! :D



 

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Capitolo 27
*** Don't worry, be happy! ***


Il concerto stava andando benissimo, ero riuscita a inserirmi perfettamente, avevo avuto paura di non essere accettata dalle fan, e invece mi amavano quasi quanto io amavo loro. Io e Nate correvamo da una parte all'altra, ci prendevamo per mano e ogni tanto facevamo uno dei nostri terribili balletti.

"C'è una canzone, che non facciamo da un po', è la preferita di una ragazza davvero importante per me,è una ragazza ormai fondamentale nella mia vita.. Spero di poterle dimostrare almeno un po' tramite questa canzone che sarei disposto a tutto per lei..La canzone è All Allright" dei brividi mi avvolsero improvvisamente, quella canzone era per me. Non essendo un duetto, mi andai a sedere sulla panca con Andrew, e Nate non si fece scappare quell'occasione, visto che la base non era ancora partita.

"Stavo pensando..Andrew ti andrebbe se Syria suonasse con te questa canzone? Giusto per vedere chi è più bravo!" scoppiammo a ridere, era ovvio che Andrew fosse più bravo di me, ma non mi tirai indietro.

"Ovviamente Andrew è più bravo, però vi farò vedere di che pasta sono fatta!"

Pertì la base e Andrew ed io ci alternavamo a suonare pezzi della canzone. Mi sentivo piuttosto soddisfatta. Durante la strofa finale della canzone, nonchè la mia preferita,Nate venne vicino a noi, mi prese per mano e mi riportò al centro del palco.

"Let me keep this one!" furono le ultime parole che pronunciò, prima di fare la linguaccia e fare insieme a me un inchino.

"Nate, visto che ci siamo, che ne dici di vedere che di voi due è il più bravo, una sfida con te sarebbe più equa!" Nate ridendo si passò una mano tra i capelli.

"Andrew, tu mi provochi!"

"Coraggio Ruess, non ti tirerai mica indietro?" non mi lasciai sfuggire l'occasione di farmi sentire.

"Mai!" disse con uno sguardo provocatorio. Tutte le persone urlavano, erano letteralmente impazzite a quell'idea. Andrew fece la nota più alta al pianoforte, poi ci guardò, era preoccupante.

"Chi riesce a riprodurre più perfettamente questa nota, vince! Nate inizi tu" lui si schiarì la voce, prese un bel respiro, e partì. Era un ondata di energia e potenza, era perfetta. Appena finì il fiato iniziò a saltellare da tutte le parti. Ovviamente non sarei mai riuscita a batterlo, ma volevo almeno cercare di non fare una completa figuraccia, in fondo ero stata conosciuta proprio per questo, per la mia voce potente. Presi anche io un bel respiro, mi riempii i polmoni, e riprodussi quella nota. Beh, non ero andata proprio male. Mi ritrovai tra le braccia di Nate.

"Beh, è proprio per questo che l'abbiamo presa con noi!" urlò a tutti i fan che risposero con un caloroso applauso.

Il concerto era quasi giunto al termine, si stava togliendo il trucco che mascherava il nostro occhio violaceo.Credevo che tutti, almeno una volta nella vita,dovessero avere l'opportunità di vivere un'esperienza del genere. Tutte le emozioni più belle che si possano provare erano insieme, un concentrato di benessere mi avvolgeva, mi sentivo utile a qualcosa, sentivo che per una volta, qualcuno era lì anche per me. Mentre cantavamo l'ultima canzone, finalmente uno dei fari che era puntato su di noi, che quindi mi impediva la vista, si era attenuato, e riuscivo a vedere le facce di alcune persone. Notai che c'era una parte separata dalle altre, era una fila riservata alle persone privilegiate, di solito a quelle che compravano il biglietto speciale che costava una fortuna, ma riconobbi chiaramente delle figure a me familiari. C'era mia nonna, seduta lì che con le lacrime agli occhi mi guardava orgogliosa, poi c'erano Marta, Giulio e Alessandra, e infine, ecco lì tutti gli One Direction. Fortunatamente li notai appena finii la canzone, perchè l'emozione si era amplificata, e vedere mia nonna lì, era una cosa che non aveva prezzo, sapevo quanto sarebbe stato difficile per lei venire, eppure eccola lì. Nonostante gli One Direction non fossero i miei idoli, vederli lì era una cosa meravigliosa, mi ero molto affezionata a tutti loro, e pensare che quei cinque ragazzi, con miliardi di fan, erano lì per sentire il nostro concerto, beh, mi faceva, per una volta, essere sicura di me. Non vedevo l'ora che finisse tutto per poterli abbracciare.

Finita l'ultima canzone, aspettammo pochi minuti per i saluti e tutto il resto poi uscimmo di scena. Ero peggio di un vulcano in eruzione, sprizzavo gioia da tutti i pori, tremavo per quanto ero felice, iniziai ad abbracciare tutti, non smettevo di ridere. Nel frattempo, la mia allegria stava pian piano contagiando tutti.Jack ,Andrew e Emily iniziarono a ridere con me senza motivo, Will saltellava e canticchiava con Nattie, mentre Nate era andato a cercare di recuperare mia nonna e gli altri. Dopo poco lo vidi tornare con un meraviglioso sorriso stampato sul viso, teneva per mano mia nonna. Indossava la maglia gialla con su scritto FUN., e si muoveva ancora a ritmo di musica. Non sapevo se ridere o piangere, ero così felice, mi fiondai tra le sue braccia. Quel momento di dolcezza, fece commuovere tutti, notai infatti, delle lacrime cadere dai volti dei miei amici.

"Sei stata davvero forte tesoro mio! Anzi siete stati forti! Adoro vedervi insieme! C'è un armonia splendida tra voi!" disse iniziando a canticchiare la canzone All alright.

"Lei sarà la nostra Mascotte!!" esclamò Andrew facendo ridere tutti. Continuai il giro, abbracciando tutti i miei amici, Niall mi strinse più di tutti, e Nate era notevolmente infastidito.

Questa volta, il dopo-concerto ospitava molte più persone, ballavamo e ridevamo tutti insieme in un carinissimo locale, eravamo nella parte 'segreta' dei locali, la parte riservata alle prenotazioni, e vedere mia nonna ballare sulle note di Some Nights, non aveva prezzo. Notavo che ogni volta che Niall e Nate erano vicini oppure si guardavano, il gelo si diffondeva nella stanza, non sapevo mai se potevo fidarmi di quei due insieme, erano imprevedibili. Dovevo avere un minuto per parlare di una cosa importante con Niall, quindi ci dirigemmo ai tavolini, la parte più tranquilla, dove potevamo parlare senza essere sentiti. Ci sedemmo uno accanto all'altro, regnava un momento di silenzio, dovevo pensare bene a cosa dire per evitare fraintendimenti.

"Allora che mi volevi dire?" Niall non stava più nella pelle, era evidente, voleva sapere.

"Beh.. sto vivendo un momento particolare della mia vita, un momento in cui sono assolutamente indecisa su due persone..sai perfettamente di chi parlo, comunque quello che volevo dirti è che Nate pensa che noi siamo ancora fidanzati.." mi interruppe.

"Quindi vuoi dire che posso baciarti e fare le cose che vorrei senza che lui mi possa fare niente??" i suoi occhi si erano illuminati.

"Si ma senza esagerare biondino" sorrise e io ricambiai. Era tutto davvero strano, stavo ancora cercando di capire cosa mi avesse davvero spinto ad avere quella conversazione, sapevo solo che qualcosa dentro di me, stava cercando un modo di capire se davvero ci potesse essere qualcosa tra me e quel ragazzo, chissà, magari quello era il modo giusto per capirlo, ma non doveva esagerare, non volevo di certo che Nate stesse tanto male di nuovo. Interruppe tutti i miei pensieri.

"Syria ma, prima hai detto che eri indecisa tra due persone.. ti riferivi sicuramente a me e Nate" mi guardò, aspettando un cenno che affermava la sua sentenza. Io annuii. "Ma su cosa sei indecisa in particolare?"

"Non potevi farmi una domanda più difficile, sinceramente mi vergogno un po' a dirtelo, ma te lo dirò.. a me piace Nate, ma ultimamente tu ogni volta che mi chiami interrompi qualcosa che sta accadendo tra me e Nate, ad esempio, stamattina, quando mi hai chiamata eravamo in macchina, e ci stavamo per baciare, mancavano pochi millimetri, ma proprio in quell'istante tu ci hai interrotti, ed eri così dolce, io sto iniziando davvero a credere che non sia più il caso a dettare queste coincidenze, non credo che siano più coincidenze, sembra come se il destino stesse cercando di farmi capire che sei tu il ragazzo per me" fissavo il tavolo in legno, ero diventata tutta rossa, non mi ero mai aperta così tanto con un ragazzo. Lui sorrise, e mi accarezzò una guancia.

"Sei così dolce e bella quando sei imbarazzata.." non mi stava aiutando. In realtà regnava ancora Nate nei miei pensieri, ma era così difficile potermi riaprire con lui. Mi stavo preparando psicologicamente a ricevere un bacio di Niall, non so quando sarebbe arrivato, ma sapevo perfettamente che prima o poi, almeno una volta in serata lo avrebbe fatto. Alessandra ci venne a cercare, e ci riportò dagli altri. Arrivato un certo orario, era ora di riportare mia nonna all'ospedale, Niall propose di accompagnarci. Guardai Nate, cercando di sapere se questa cosa lo seccasse troppo, cercai approvazione, ma lui non mi degnò nemmeno di uno sguardo. Odiavo essere invisibile ai suoi occhi.

 

P.O.V. Nate

"Cerca di ignorarli, non ci pensare" mi ripeteva Andrew ogni volta che volevo andare da Syria, mettermi tra lei e Niall e baciarla. Avevo paura di poterla perdere, come sempre, come perdevo tutte le ragazze a cui tenevo davvero, perchè? Perchè ogni volta che mi affezionavo davvero ad una ragazza ci dovevo rimanere male per qualcosa? Doveva sempre succedere qualcosa di brutto, ma avevo promesso a me stesso che questa volta avrei lottato. Perdere sarebbe stata una cosa davvero devastante. Troppo devastante. Ci stavo mettendo tutto me stesso per riparare al mio errore, eppure quella ragazza aveva uno strano potere che mi mandava in tilt il cervello, e spesso mi portava a fare qualche cazzata. Stavi fissando la porta da cui Niall e Syria erano appena usciti. Desideravo con tutto me stesso vederli tornare subito proprio come erano usciti. L'idea che stessero da soli mi faceva impazzire, non volevo che qualcuno che non fossi io la rendesse felice, volevo poter essere felici insieme. Dopo pochi minuti li vidi tornare, sembrava che le mie preghiere fossero state esaudite. La zia era venuta a prendere la nonna, quindi loro potevano rimanere qui, sotto il mio controllo. Non sapevo esprimere quanto fossi grato a quella donna in quel momento. Mi stavo sforzando davvero tantissimo per tenere le distanze, cercavo di fare in modo da non sembrare troppo ossessivo e deprimente nei confronti di Syria, cercavo di darle i suoi spazi, ma immaginavo cosa sarebbe successo se si fossero baciati davanti ai miei occhi. No, non credo l'avrei retto, ma dovevo aspettarmelo, me lo sentivo che lui l'avrebbe baciata. Tutti che ballavano e si divertivano, e io solo con il mio bicchiere.

"Ah Nate Nate.. così grande eppure così sciocco" non mi aspettavo di sentire una cosa del genere.

"Cosa?" guardai Emily in modo strano, cosa voleva intendere con quell'affermazione?

"Si vede lontano un miglio che sei pazzo di lei"

"Io? Ma di chi? Che stai dicendo?"

"Nate ti ricordo che io sono una ragazza, fiuto l'amore!"

"Emily non è che forse hai bevuto un po' troppo..?" cercavo di trovare delle scappatoie.

"Non ho bevuto troppo, perchè non glielo dici? A me sembra che tu le piaccia" mi venne spontanea una risata, non sapeva niente.

"Emily lascia perdere, non sai molte cose.."
"Le saprei se me le dicessi, allora ti va di parlarne?" mi sorrise e si sedette accanto a me, la sua non era una domanda, lei voleva sapere e non se ne sarebbe andata finchè non le avessi detto tutto.

"Beh, non c'è molto da dire.. sono un vero e completo idiota, le ho spezzato il cuore.."
"Ma quindi mi stai dicendo che c'è stato qualcosa tra di voi?" buttai giù tutto il contenuto del bicchiere in un solo sorso.

"Si..io mi rendo conto che lei sia piccola e tutto il resto..ma è molto più matura di me, lei non è come tutte le altre, e non preoccuparti, non abbiamo fatto niente.. solo baci..mi rendeva così felice.."
"Ahi ahi! Nate tu sei davvero cotto ragazzo mio! Ma poi cosa è successo? Non credo sia finito tutto senza motivo"

"Beh perchè io l'ho tradita.." i suoi occhi erano spalancati, probabilmente non si aspettava quella risposta, e per quanto io avrei voluto dire un'altra cosa, quella era la verità.

"Ma.. ma.. ma come? Perchè?"

"Non lo so, forse perchè la desideravo così tanto fisicamente che quando Rachel, non sapendo che fossi fidanzato, ha iniziato a baciarmi e a toccarmi, io non ho saputo porre resistenza, ma giuro che se potessi tornare indietro, giuro che la fermerei Rachel, io..io non so più che fare"
"Nonostante questa cosa, Syria è riuscita a fare finta di niente? Non avrei mai pensato che quella ragazza fosse così forte, ma come lo ha scoperto? E poi che ti ha detto?"
"L'ha scoperto credo nel peggiore dei modi, eravamo appena tornati a casa, lei entrò per prima, era buio e Rachel era venuta a farmi una sorpresa, si era nascosta in casa, e pensando che fossi io, abbracciò Syria, chiamandomi 'amore' e dicendo che le mancavo già..non dimenticherò mai la faccia di Syria, era così sconvolta, scappò via, andò al parco, e quando arrivai, la trovai tra le braccia di quel biondino lì" dissi indicando Niall che si divertiva con la mia piccola.

"Dio.. che cosa orribile.. poverina.. ma avete parlato? Le hai detto che tu ami lei?"
"Certo che gliel'ho detto, e più di una volta, ci siamo anche baciati dopo, però poi lei scappava ogni volta, dice che non riesce a fidarsi di me..e ora è fidanzata con Niall, ma io so che lei non lo ama, lo so perchè proprio stamattina stavamo per baciarci, e lei non ha opposto nessuna resistenza, lei lo desiderava proprio come me.. "

"È normale, lei sta combattendo molto dentro di se, anche se lo maschera benissimo, questo è un momento molto importante Nate, lei sta pensando se potrà mai tornare a fidarsi di te a tal punto di poter tornare ad amarti, oppure se continuare a stare con Niall che la tratta bene, sicuramente a lei piace anche un po' lui, ma tu devi cercare di farle capire che sei tu quello giusto, ovviamente lo devi fare solo se lo pensi davvero, se invece pensi che lei sarebbe più felice con lui, devi lasciarla andare.."

"No, non posso lasciarla andare, non posso, Emily ti prego aiutami, io ho bisogno di lei, ho bisogno del suo affetto, dei suoi sorrisi rassicuranti.. prima di quell'errore eravamo così felici insieme, io so di poterle dare ciò di cui ha bisogno.. Emily ti prego aiutami.."

"Non so cosa ti aspetti che faccia, io posso solo darti dei consigli, ma solo tu sai cosa realmente la renderebbe felice, devi cercare quelle piccole cose che sembrano insignificanti,ma che per lei sono molto importanti, devi puntare a quelle cose che sai che sono il suo punto debole e sfruttarle a tuo vantaggio, devi ricordarle come eravate felici insieme"
"Ma come?"
"Non so, magari dei semplici fiori, un pic-nic al parco, una giornata tutti insieme al mare, io non so cosa le piace, ma tu dovresti saperlo"
"Si, so che amiamo entrambi il mare, ma non ci verrebbe mai con me, perchè ci sono i suoi amici qui, vorrà sicuramente passare del tempo con loro perchè poi non li rivedrà per un po'.."

"E allora? Andateci tutti insieme! Comunque fammi indovinare, sono dovuti a questo i vostri occhi neri vero? Ho notato anche il labbro di Niall"

"Si.. non mi ci far pensare, ogni volta che vedo l'occhio nero di Syria mi sento così stupido.."
" Che è successo?"
"Beh, loro erano appena tornati dall'Irlanda, perchè avevano fatto una canzone insieme, quello è il periodo in cui si erano messi insieme, lei era venuta a sapere del mio secondo bacio con Rachel, ma ha frainteso, perchè io mi sono rifiutato, non c'è stato niente tra me e Rachel quel giorno, beh comunque io la aspettavo sotto casa e li ho visti tornare insieme, quando le ho detto che le volevo parlere, lui si è messo in mezzo e io non ho ragionato più, ero stufo di quel ragazzo, così gli ho dato un pugno in faccia, lui ha risposto, lei si è messa in mezzo ed è stata colpita.." i rimorsi stavano riprendendo a farsi spazio dentro di me, mi mancava ogni secondo di più.

 

P.O.V. Syiria

Non vedevo più Nate, stavo iniziando a preoccuparmi, così andai da Andrew per chiedere dove fosse finito.

"Hei Andy, dov'è Nate?"

"Sta parlando con Emily, sono proprio lì" disse indicandoli.

"Oh, va bene grazie" lui si allontanò, lasciandomi seduta al bancone. Stavo bevendo il mio thè alla pesca, e i pensieri ricominciarono ad affollarsi nella mia mente.

"Posso sedermi qui?" Liam sorridendo era venuto accanto a me, sicuramente voleva dirmi qualcosa.

"Certo" ricambiai il sorriso.

"Allora come vanno le cose?"

"Abbastanza bene grazie, a te?"
"Tutto bene, comunque volevo chiederti come procedono le cose con Niall, sapevo che vi eravate lasciati senza dire niente, ma sinceramente a te piace?" mi passai le mani tra i capelli, tirando un grande sospiro.

"Beh, si un po' mi piace, ma mi piace anche Nate, so che è una cosa orribile, mi faccio schifo da sola, è solo che non riesco a capire..Niall ha sempre un tempismo perfetto, mi fa stare bene, ma Nate ha qualcosa che mi attrae.. Nate è Nate.."

"Brutta situazione...ti capisco, a me successe la stessa cosa con Lucia e Sofia.."

"A proposito come va con Lucia?? Dopo quella sera non l'ho più vista"
"Va alla grande, credo proprio di aver trovato la mia pace con lei, insomma l'hai vista, non è solo bellissima, è anche intelligente, solare, nonostante potrebbe permettersi di vantarsi di tutto con tutti è molto umile, a differenza di Sofia..sono davvero felice con lei" ogni volta che parlava di lei,i suoi occhi si illuminavano, chissà se succedeva lo stesso a me o a Nate quando parlavamo l'uno dell'altro.

"Sono davvero felicissima per voi, ve lo meritate! Ma come hai fatto a capire chi era quella giusta?"
"Non è stato affatto facile, quando ero con una pensavo all'altra, ma poi, una sera, ho guardato il cielo, c'erano delle nuvole, e una mi sembrava proprio Lucia, il mio cuore era impazzito di gioia, e non era finita lì,quella notte la sognai, era un sogno bellissimo, e capii che era lei quella giusta, in realtà credo che bisogna solo cercare bene dentro se stessi, perchè credo che il mio cuore avesse già scelto, dovevo solo distinguere ciò che voleva la mente da ciò che voleva il cuore, infatti il mio cervello mi diceva di scegliere Sofia, sarebbe stato tutto più semplice, per la mia immagine, non che me ne importasse qualcosa, poi stavo con lei da molto, quindi non dovevo avere paura di rischiare un rifiuto, non potevo mica sapere se piacevo o meno a Lucia, ma quel rischio è stato uno delle cose migliori della mia vita" sorrideva come un bambino il giorno di natale, era proprio quello che mi piaceva di lui, il fatto che non dava niente per scontato, lui vedeva sempre le cose belle in tutto.

"Mi trovo nella stessa situazione, non ne posso più.. e se dovessi scegliere uno e poi pentirmene?"
"A chi stai pensando in questo momento?"
"A entrambi, perfettamente ad entrambi.."
"Beh ci vuole solo un altro po' di tempo, ma ricorda, colui che devi scegliere, di solito è sempre colui che ti preoccupa di più, perchè le strade più difficili di solito sono quelle con la vista migliore" lo abbracciai forte, mi aveva aiutata molto, non avevo ancora del tutto deciso, però avevo capito che non dovevo paura di aprirmi con entrambi. Vidi Emily, tenere per mano Nate e venire verso di me, prendermi per mano e portarmi a ballare, avevo appena finito e ancora i piedi doloranti, ma non mi tirai indietro. Sembravamo scatenate, noi ragazze ballavamo come pazze, mentre i ragazzi ci guardavano divertiti, l'unico ragazzo che ballava con noi era Nate. Adoravo quel lato di lui, sempre sorridente e un po' pazzo, quel ragazzo che non si preoccupava di niente. Avevo passato poco tempo con Marta quella sera quindi mi dedicai un po' a lei, io e quella ragazza avevamo un legame particolare, le volevo un gran bene.

"Ragazze è ora di andare!" Jack venne a fermarci, sembravamo possedute. Non smettevamo di ridere, facevamo battute pessime su tutto e tutti, sembravamo ubriache.

"Ragazze sicure di non aver bevuto un po' troppo?"
"No, non abbiamo bevuto affatto!"

"Siamo ubriache di felicità!" esclamai.

"Io avrei bisogno di essere contagiato!" furono le ultime parole di Niall prima di stamparmi un bacio sulle labbra. Quel bacio non mi era dispiaciuto affatto. Era preoccupante.

"Anche io!" Harry fece lo stesso con Alessandra, era indescrivibile quando adoravo quei due insieme. Erano una coppia stupenda. Lo stesso fece Giulio con Marta, anche loro erano splendidi insieme, vedere le mie amiche così felici, mi dava una gioia immensa.

"Ragazzi noi andiamo, ci vediamo domani!" Andrew, Emily, Will e Nattie se ne andarono insieme, erano venuti con la stessa auto.

"Noi che facciamo andiamo con loro?" chiedeva Jack a Nate.

"Non so, tu vuoi tornare o stare un altro po'?" disse rivolgendosi a me.

"Veramente io credevo che stanotte saresti stata con me" si intromise Niall.

"Vi dispiace? Starò con loro stanotte" Nate non rispose.

"Cono loro o con lui?" chiese Jack curioso.

"Con loro" risposi facendo l'occhiolino.

"Va bene cerca di non fare troppo tardi..anche se sono contrario a questa idea.." Nate era sempre così premuroso.

"Va bene, tanto stiamo nello stesso albergo, non devi preoccuparti" cercavo di rassicurarlo con un sorriso. Tornammo in albergo, ero abbastanza stanca, ma anche piuttosto felice. I ragazzi avevano preso una suite, era molto grande, quindi stemmo tutti insieme nella stessa stanza. Mi rendevo ogni secondo di più quanto mi fossi affezionata a quei cinque scemi. Ma mi rendevo anche conto che nessuno era come gli altri tre scemi che non erano lì con noi, loro erano speciali, diversi dagli altri.

Niall mi riempiva di attenzioni, come sempre, mi diceva tante cose dolci, e quei baci così morbidi. Mi faceva piacere stare con lui in quel momento. Certo, una parte di me pensava a Nate solo nella sua stanza, mi diceva di andare da lui, mentre un'altra parte mi diceva di stare lì dov'ero perchè stavo bene. Beh almeno riuscivo a rendere Niall felice in quel momento, quindi rimasi lì dov'ero e cercai di divertirmi il più possibile con quei ragazzi, volevo solo essere felice e non avere nessun altro pensiero.  





Salve a tutti! :D Questo capitolo non è un granchè, me ne rendo perfettamente conto, ma per com'è il mio stato d'animo non ho saputo fare di meglio, spero solo di non avervi deluso troppo.. comunque sia non abbiate paura di dirmelo, non mi offendo, anzi mi fa piacere sapere cosa ne pensate! (: Rimedierò con il prossimo! Grazie come sempre a chi legge e recensisce, ormai una parte della mia felicità diepnde da voi! grazie ancora alla prossima! :D 
Baci Fun_for_life_ <3 

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Capitolo 28
*** A new hope, ***


P.O.V. Nate

Eccomi lì, come sempre, da solo. Lei era al piano di sotto, eravamo molto vicini, eppure la sentivo così lontana. Se eravamo a pochi metri di distanza, perchè mi mancava così tanto? Dannazione, non sapevo più quando sarebbe arrivato il momento in cui sarebbe tornata, non sapevo più se sarebbe tornata. Poco prima di addormentarmi, sentii dei versi, dei versi che potevano implicare solo una cosa, qualcuno si stava divertendo al piano di sotto, e anche parecchio. Un nodo allo stomaco comparì improvvisamente, la mia mente iniziò a mostrarmi delle immagini orribili. No, non poteva essere la mia piccola con Niall, no, lei amava me, lei lo avrebbe fatto con me la prima volta, no, non poteva essere come pensavo. Cercai di ignorare quei rumori, presi l'ultimo cd che avevamo inciso e lo feci partire, alzai il volume quanto bastava per non sentire altro, e mi stesi sul letto. Chiusi gli occhi, ma non appena lo feci quelle immagini ritornarono nitide nella mia mente, lei così piccola e indifesa tra le sue braccia, le mani del biondino che scendevano vertiginosamente su di lei, poi..no. Strizzai gli occhi, sprofondai il mio viso nel cuscino e lanciai un urlo, uno di quelli che riescono a buttare fuori tutta la negatività. Non dovevo essere stupido, mi dovevo semplicemente fidare di lei. Lei non lo avrebbe mai fatto, dovevo stare tranquillo. Andrew e Jack, sentirono il mio urlo e corsero a bussare alla mia porta, io dissi semplicemente che andava tutto bene e che volevo rimanere solo.

Era finalmente mattina, non so come ero riuscito ad addormentarmi, ma ora era un nuovo giorno, mi feci una doccia, e scesi a fare colazione.

 

P.O.V. Syria

Fui la prima a svegliarmi, dopo di me Alessandra e Marta, per quanto riguarda i ragazzi, beh, sembrava che nemmeno una bomba sarebbe riuscita a svegliarli, in particolare Harry e Zayn. Alessandra provò a svegliare Harry, Marta provò a svegliare Giulio e io provai a svegliare Niall, io e Marta ci riuscimmo, ma per quanto riguarda Alessandra, aveva perso le speranze. Andai da Louis, e dopo vari tentativi andati a vuoto, lo lasciai lì a dormire insieme a Liam.

"Ragazzi io vado a fare colazione, chi viene con me?"

"Io e Marta di sicuro!" le mie amiche erano sempre con me.
"Noi non ci perderemmo per niente al mondo un buffet così ricco come quello che ci aspetta giù!" Giulio e Niall pensavano sempre al cibo. Scendendo incontrammo Andrew, anche lui stava scendendo a fare colazione.

"Buon giorno!" lo salutai con un sorriso.

"Buon giorno a voi!" ricambiò il saluto, anche lui con un dolce sorriso.

"Dove sono gli altri?" chiesi curiosa.

"So solo che Jack è rimasto in camera, aveva ricevuto una chiamata importante, Will, Nattie e Emily dormono ancora, per quanto riguarda Nate, sono andato in camera sua ma non c'era, probabilmente si starà abbuffando giù"

"Allora andiamo! Non vogliamo mica che si mangi tutto!!" provocai una risata generale e corsi giù dalle scale. Fui la prima ad arrivare e trovai Nate seduto ad un tavolo, circondato dai fan. Cercai di tornare indietro senza farmi vedere, ma appena Andrew pronunciò il mio nome, fummo subito riconosciuti. Non potevamo sfuggire. Concedemmo foto, autografi e robe varie, ci volle un po' finchè ci lasciarono in pace. Fui la prima a liberarmi e raggiunsi Nate, che finalmente aveva il suo momento di pace.

"Buon giorno" dissi stampandogli un piccolo bacio sulla guancia.

"Buon giorno" rispose con un sorriso sfuggente. Dopo che ci raggiunsero gli altri, non facemmo in tempo ad iniziare a mangiare che vedemmo Jack correre verso di noi con il fiatone.

"Hei Jack che succede?"

"Ragazzi, ho appena parlato con il manager, stasera ci aspetta un'intervista ad uno show, è un po' come il David Letterman Show!!" la gioia di Jack pian piano ci contagiò.

"Cosa?!"

"Avete capito bene!"

"Ma è una cosa fantastica!"

"Complimenti a tutti!" Niall fiero di me, mi diede un altro bacio sulle labbra, ma io lo feci durare piuttosto poco. Mi alzai e andai a prendere qualcosa da mangiare dal buffet. Alessandra e Marta mi seguirono a ruota.

"Avanti, qual è il problema?" le mie amiche avevano iniziato il loro interrogatorio.

"Che problema?" mi guardarono con sguardo minaccioso.

"Syria Micole Loiacono, credi di poterci prendere in giro forse?" nome, secondo nome e cognome, quando mi chiamavano con il nome completo, era ora di preoccuparsi.

"Ok, va bene, avete vinto voi! Comunque non c'è niente di nuovo, solite cose, solita lotta tra Nate e Niall, però in più pensavo che non sono tranquilla per stasera allo show"

"Perchè?"
"Non lo so.. conoscete i miei presentimenti, non sbagliano mai.."

"Confermo!" evidentemente Marta ricordava quella sera a casa di Andrew.

"Ma cosa dovrebbe andare storto?"

"Non lo so, magari potrebbero scoprire qualcosa di me e Nate, mentre io farò finta di stare con Niall, e ora non so più se voglio solo fare finta o starci davvero insieme, non vorrei che pensassero che sono quella che non sono..non me ne importa niente di quello che la gente pensa di me, ma non vorrei che ne andassero di mezzo i Fun. per delle critiche su di me.."

"No, tranquilla, e poi sai che la gente giudica sempre e a prescindere, avranno sempre qualcosa da dire" Alessandra aveva ragione, e io lo sapevo bene. Adoravo poter parlare con loro, mi capivano, mi leggevano dentro, e adoravo quando non c'era bisogno di parole per comunicare. Sarebbe stato perfetto se ci fossero state anche Miriam e Rosaria, per non parlare di Alessio.

"A proposito, come mai non è venuta Miriam?"
"No scusa ma come ti è venuta in mente Miriam ora?!" chiese Marta facendoci esplodere in una risata.

"Lo sai come sono io! Ancora fai certe domande?!" risposi continuando a ridere.

"Giusto.. Beh comunque non è venuta perchè non poteva lasciare il negozio.."

"Già è vero.."

"Ragazze siete qui da un sacco di tempo e non avete ancora preso niente!" Will doveva sempre fare polemiche, ma a modo suo era adorabile anche lui.

"Stiamo lasciando tutto per te Will!" dissi facendolo ridere.

"Hai conquistato punti per questo ragazza!" disse dirigendosi verso il buffet dei dolci. Guardai Niall tornare al tavolo con due piatti pieni di roba da mangiare, quel ragazzo era come me, mangiava tanto, sempre e comunque. Pensai di mangiare qualcosa dal suo piatto visto che io non mi decidevo a scegliere. Mi andai a sedere vicino a lui e lo guardai con occhi da cucciolo.

"Perchè mi guardi così?"

"Posso rubarti qualcosa da mangiare? Io non so che prendere e so per certo che tu hai preso qualcosa di buono" lui rise.

"Certo, fai pure, basta che mi lasci un po' di tutto, sai, giusto per assaggiare"

"Tranquillo" risposi sorridendo, alla fine, tutti si stupirono di quanto fossi riuscita a mangiare. Mi guardavano a bocca aperta.

"Scusa ma tutto quel cibo dove lo metti?!" chiese Jack. Non capii la domanda, nel senso che non ero tanto magra, nè grossa, ero normale. Quindi c'era tutto lo spazio necessario per poterci mettere tutto quel cibo.

"Beh non sono poi così magra"
"No infatti, sei perfetta" tutti si girarono a fissare Nate che aveva appena detto quelle meravigliosa frase. Lui si fissava le mani, non incrociava lo sguardo di nessuno. Io diventai tutta rossa e non potetti fare a meno di sorridergli. Solo lì lui mi guardò, e accennò un sorriso, che poi fu nascosto per l'imbarazzo causato dalle tante persone che lo fissavano. Era calato il silenzio, non mi importava di cosa stessero pensando in quel momento, perchè per me era come se ci fossimo solo io e lui. Niall mi fece una carezza, mi sembrava tanto una cosa per assicurarsi il dominio su di me. Finalmente Harry, Zayn, Liam e Louis si erano risvegliati dal coma profondo in cui erano caduti.

"Finalmente! Buon giorno!" disse Alessandra fiondandosi tra le braccia del suo amato Harry. In realtà quei quattro non sembravano ancora del tutto svegli. Si sedettero e rimasero in silenzio per qualche minuto, poi andarono a prendersi da mangiare.

La mattinata passò in fretta, e dopo aver pranzato avevamo un incontro con il manager, aveva detto che aveva delle cose importanti da dirci riguardo allo show. Mancava un'ora allo show e non era ancora arrivato. Dopo altri cinque minuti finalmente eccolo entrare nella stanza. Non so perchè ma aveva chiesto di parlare solo con me e Nate. Non mi convinceva.

" Ragazzi scusate il ritardo, ma ho trovato molto traffico" disse stringendoci la mano e sedendosi di fronte a noi.

"Allora qual è il problema?" anche Nate era piuttosto preoccupato.

"Beh, oggi ho ricevuto svariate telefonate, tutte di persone che mi dicevano di essere preoccupate" non stavo proprio capendo cosa volesse dirci.

"Preoccupate per cosa?" chiesi confusa.

"Non so se avete visto,ma nei social network, è ormai famosa la coppia 'Naria', cioè, come potete capire, la coppia formata tra Nate e Syria" io e Nate ci guardammo piuttosto spaventati,non sapevamo se fosse una cosa escogitata dalle fan oppure se fossimo stati scoperti.

"Ma.." Nate fu interrotto dal manager che finì il suo discorso.

"Ora, io so che tra voi non c'è niente, però dovete dare prova di questo, Syria tu sei diventata l'idolo di molte ragazzine ormai, io so che sei fidanzata con il cantante degli One Direction, Niall Horan, vorrei che voi vi faceste vedere di più insieme, magari qualche uscita romantica, qualche bacio,qualche foto, insomma cose da fidanzati"

"Ma perchè tutta questa preoccupazione? Non capisco.."

"Perchè in caso ve ne foste dimenticati, Syria è ancora minorenne, e sarebbe uno scandalo, a me non cambierebbe niente se voi stesse insieme, ma non sono io a dettare le regole, e sinceramente non sapete quanto sia grato al fatto che tra di voi non ci sia niente, così sarà tutto più facile" io soffocai una risata, e Nate se ne accorse. Già, per fortuna che tra di noi non c'era niente diceva lui.

"Già, tutto più facile" Nate aveva ripetuto le stesse parole.

" Ne sono certo, comunque ho saputo che qui con voi ci sono gli One Direction, e quindi anche il tuo fidanzato, entro domani mi aspetto di vedere tante foto di voi due insieme, va bene?" mi sembrava tanto una minaccia.
"Va bene, faremo del nostro meglio.."

"Mi raccomando!" si alzò, e dopo averci salutato uscì dalla stanza.

"Bel problema.." disse Nate divertito guardandomi. Io scoppiai a ridere, non riuscivo più a fermarmi. Avevo le lacrime agli occhi, ma non riuscivo ancora a smettere di ridere, Nate iniziò a ridere con me.

"Però 'Naria' non è male come nome!"

"Beh come potrebbe essere brutto se ci siamo noi insieme?" Nate sapeva sempre dove colpire, quelle frasi mi facevano sentire sempre così bene. Ma se il fatto di dovermi fare vedere di più con Niall fosse il segno che stavo tanto aspettando? Forse, eppure non ero così gioiosa come aveva detto Liam. Nate mi sorrise e mi fece una carezza. Mi sentii in pace con me stessa.

"Già.."
"Pensi che sarebbe un brutto momento per finire il discorso di ieri..?" c'era tensione nella stanza.

"Beh dipende..cosa vuoi sapere?"

"Ti piace davvero Niall?" non esitò nemmeno per un istante nel pormi quella domanda, quasi come sapesse già la risposta, ma come poteva saperla se non la sapevo nemmeno io? Tirai un gran sospiro prima di rispondere.

"Non lo so, Nate insomma io..io non lo so..Il fatto è che è come se tutte le forze dell'universo mi stessero dicendo di scegliere lui.."

"Ma tu, tu nel profondo del cuore vuoi scegliere lui?" smisi di fissarmi le mani e alzai lo sguardo,lo guardai dritto negli occhi.

"Non credo sia il momento migliore per rispondere a questa domanda, ora devo stare con Niall, devo farmi vedere con lui.." Nate era seccato, stanco e anche un po' arrabbiato.

 

P.O.V. Nate

Ecco, scappava un'altra volta. Ma perchè? Forse era vero che era destino che lei dovesse stare con Niall, però avevo sempre pensato che se lei avesse trovato la persona giusta, se avesse trovato la felicità, io sarei stato felice per lei. Ma lei non era completamente felice, io lo sentivo dentro.

"Allora dimmi una cosa, provi ancora qualcosa per me?"

"Nate ti prego ti ho detto che non è il momento di.." la interruppi, il fatto che non mi dicesse un secco e chiaro 'no' per me era più che sufficiente, lei non si era ancora dimenticata di me, di noi, non potevo esserne più felice. La avvicinai a me e la abbracciai forte. Un semplice abbraccio, una semplice carica di energia che solo lei mi sapeva dare. Lei rimase ferma per qualche istante, poi sentii le sue braccia percorrere la mia schiena e circondarmi in un morbido e dolce abbraccio. Mi erano mancati i suoi abbracci.

"Dovremmo farlo più spesso, dovremmo riuscire a non avere segreti, dovremmo riuscire a non nascondere più i nostri sentimenti.."

"Dovremmo riuscire a capire cosa è meglio per noi"

"E cosa pensi che sia meglio per noi?"

"A volte che sia meglio lasciarci andare, altre volte, penso che sia meglio non lasciarci mai più"

"Io voto per l'ultima" lei rise e io la strinsi ancora più forte. Avrei tanto desiderato darle un bacio, ma decisi di trattenermi, le volevo dare i suoi spazi.. ma non so per quanto sarei riuscito a resistere. Sentimmo qualcuno fermarsi dietro la porta e ci allontanammo l'uno dall'altra. Louis entrò nella stanza.

"Scusate, spero di non aver interrotto niente"

"Tranquillo, parlavamo solamente" disse Syria con un sorriso rassicurante, quei dannati sorrisi erano il mio punto debole.

"Menomale, comunque Syria sono venuto perchè Niall ti cercava"

"Va bene, andiamo" rispose alzandosi da accanto a me e dirigendosi verso la porta. Non appena mi sorrise e chiuse la porta lasciandomi lì da solo, io mi sentii perso, ma dentro di me c'era di nuovo una speranza, sapevo che sarebbe tornata, non so perchè ma lo sentivo, ormai era solo questione di tempo, e io sapevo esattamente cosa fare, avevo un piano. O almeno speravo. Andai subito a cercare Jack. Fortunatamente lo trovai a perdere tempo con il cellulare e aveva del tempo da dedicarmi.

"Jack ho bisogno di chiederti una cosa"

"Spara!"
"Non so se accetterai, anche per Rachel, ma avrei bisogno di una mano con Syria" non sapevo davvero se mi avrebbe aiutato, in fondo Rachel era sua sorella, e aiutare me con un'altra ragazza implicava un grande sforzo. Ci mise un po' a rispondere, fissava un punto vuoto, stava sicuramente pensando a cosa fare. Più passavano i secondi più ero convinto che non mi avrebbe aiutato.

"Va bene"
"Davvero?!" non potevo quasi crederci.

"Si, mi rendo conto che così Rachel starà ancora peggio, ma tanto anche se tu non tornassi con Syria non ti rimetteresti con lei, quindi tanto vale che uno dei due sia felice" io sorrisi e annuii, per fortuna lui usava la ragione, ogni tanto. Anche se era strano io e Rachel ci eravamo lasciati proprio per lui, quindi perchè non avrebbe dovuto volere che io stessi con Syria? Quel ragazzo era proprio strano, ma forse era proprio per quello che lo adoravo.

"Grazie, comunque avevo pensato di fare una cosa, ricordo che lei mi raccontò che una cosa che le faceva venire voglia di stare con noi, era quando ascoltava le nostre canzoni e ci guardava attraverso uno schermo sapendo di non poter arrivare a noi, quindi ho pensato di farle rivivere quel momento, che ne dici ti sembra una buona idea??"
"Beh vedi che quando vuoi lo usi bene il cervello? Può funzionare! Ma io che devo fare?"

"Tu dovresti farle vedere il video e dirle qualcosa che la faccia pensare al fatto che ora sia qui con noi"
"E non può farlo Andrew?"
"No, lui mi deve aiutare a fare un'altra cosa"
"Cosa?"
"Lui farà forse la parte più difficile, lui le parlerà di lui e sua moglie, di come siano felici ora, di cose così"
"Va bene, ma quindi qual è il tuo scopo?"
"Solo cercare di farle avere un segno, perchè Jack io so che lei non è completamente felice con Niall, lo sento, voglio solo farle capire che insieme possiamo essere felici"

"E se invece ti sbagliassi? Se invece fosse lui quello giusto?"

"E se invece non lo fosse? Non posso aspettare altro tempo e vederla tra le braccia di qualcuno che non sia io, poi ora lei si deve far vedere di più con Niall, lo ha chiesto il manager, ha detto che lei è minorenne e sono preoccuparti che tra me e lei ci sia qualcosa..buffo vero?"
" Già..Però ti devo dire una cosa, sembra che tutto e tutti stiano cercando di dividervi, questo vorrà pur dire qualcosa.."
"Nah, credo solo che sia una sfida, un modo per fare apprezzare di più a me e a Syria ciò che abbiamo, Jack io non mi arrenderò senza combattere"

"Bravo Nate! Ora si che ti riconosco! Non sai che sollievo, da quando ti eri lasciato con Rachel stavi così male.. e io mi sentivo così in colpa, sono contento che ora tu ti stia riprendendo"

"Spero solo di riuscire a tornare con lei, o altrimenti non so come farò.."

"Ce la farai! Ce la farai Nate! Te lo prometto" un sorriso si fece largo sui nostri volti.La speranza era viva dentro di me.

 

P.O.V. Syria

Non riuscivo ad immaginare cosa volesse Niall, speravo solo non fosse successo niente, non volevo avere altri problemi.

"Lui è lì" disse Louis indicando Niall seduto alle poltrone.

"Grazie" sorrisi e mi diressi da lui. Mi ci seddetti accanto e gli sorrisi.

"Dov'eri? Ti ho cercata dappertutto" aveva un tono strano, un miscuglio tra il preoccupato ed il seccato.

"Ero con Nate e il manager.." non mi fece nemmeno terminare la frase.

"Nate, Nate! Sempre con Nate!"

"Niall non essere stupido, lavoriamo insieme è ovvio che passiamo tanto tempo insieme"
"Certo, come se fosse quello l'unico motivo" lo guardai storto. Odiavo quelle frecciatine.

"Che vuoi dire?"

"So che lui ti piace ancora"
"Certo che lo sai, te l'ho detto io"
"Si, è vero..però mettiti nei miei panni, Syria tu mi piaci, e sinceramente io a quest'età mi voglio divertire, voglio essere spensierato, non voglio dover stare a pensare che la mia ragazza, che non so nemmeno se posso chiamarla così stia con un altro ragazzo.."

"Hai ragione, perfettamente ragione, sei libero di andare se è quello che vuoi, libero di scegliere una ragazza con cui ti puoi divertire, una ragazza normale magari, una ragazza che ti dia le attenzioni che ti meriti, una ragazza che ti tratti bene e che non ti tenga appeso ad un filo come faccio io.. sei libero di andare se lo desideri" mi era sempre dispiaciuto per Niall, sempre, non lo volevo fare stare male, ma era una scelta importante da fare, e se non avevo le idee chiare non potevo farci niente.

"Dannazione, dannazione dannazione!! Non so come fai ma anche se mi hai detto esattamente il contrario io voglio solo stare qui con te.. Non so più che fare.." mi guardò, i suoi occhi azzurri erano diventati più scuri, mi prese dalle spalle e mi diede un bacio. Non c'era affetto in quel bacio, c'era solo desiderio e si sentiva. Lui lo aveva fatto solo perchè voleva andare oltre. Mi diede un po' fastidio.

"Syria sei qui! Dobbiamo andare, fra poco inizia lo show!" quel giorno ero la ragazza più ricercata del mondo. Andrew aveva il fiatone. Mi alzai e corsi via con lui, Niall rimase lì a fissarmi finchè non girai l'angolo del corridoio. Subito Niall uscì dai miei pensieri, ora dovevo dare il meglio di me per l'intervista, dovevo far sembrare che fosse tutto apposto, tutto tranquillo, che io fossi la ragazza più felice del mondo. Avrei tutte le ragioni per esserlo se non fosse per quel particolare. L'amore. Una forza devastante, ti dava la felicità, e un secondo dopo te la portava via nello stesso modo in cui te l'aveva portata.Che strana la vita, ma ormai era chiaro che fosse fatta di alti e bassi. Arrivammo da Jack e Nate, erano pronti e aspettavano di essere chiamati. Dopo alcuni istanti, ecco che sentimmo il nostro nome.

"Ecco a voi i Fun.!" tirammo un bel respiro ed entrammo in scena. Il posto non era grande, era accogliente, c'erano una poltrona per il conduttore ed un divanetto per noi. Ci accomodammo sul divanetto rosso, ci entravamo giusti giusti. Io ero seduta tra Andrew e Nate, e accanto a Nate c'era Jack.

"Benvenuti ragazzi!"
"Buonasera" dicemmo in coro sorridenti.

"Allora, Syria, tu sei l'ultima arrivata! Sei apparsa nel mondo della musica all'improvviso e sei una vera e propria rivelazione!" iniziai a esibire i miei sorrisi di quando ero imbarazzata, vedevo attraverso la telecamera che le mie guance erano bordò, proprio come la mia maglietta.

"Grazie, beh si è successo tutto talmente velocemente che non mi sembra ancora vero"

"So che sei diventata l'idolo di molti giovani, dicono che tu sei la conferma che i sogni si realizzano, cosa hai da dire a questi ragazzi che sperano che un giorno i loro sogni si realizzano?"
"Beh, è una bella domanda, comunque la cosa principale è quella di non arrendersi mai, mi rendo conto che il mio è stato un vero e proprio colpo di fortuna, ma bisogna avere pazienza, potrebbero volerci mesi settimane, mesi e anche anni prima che i sogni si realizzino, ma bisogna lottare perchè sono il motivo per cui ci si sveglia la mattina con un sorriso stampato in viso e la voglia di scoprire cosa ha in servo quella giornata per noi, bisogna considerare però che ci sono persone che non dispongono dei mezzi per la realizzazione dei loro sogni , che possono essere sia problemi economici che la mancanza della forza per sperare ancora dopo che tutti ti hanno detto di mollare, a quella persone posso dire di non fare del loro sogno una priorità, magari di trovare un lavoro che li permetta di aiutarli, di fare qualcosa che faccia rimanere viva in loro la speranza, ma non devono mai, assolutamente mai smettere di lottare" i ragazzi sorridevano e il presentatore ci mise un po' prima di rispondere. Mi guardava con delle strane espressioni in viso, sembrava scioccato e incredulo, non capivo se avessi detto qualcosa di male.

"Q-quanti anni hai detto che hai?"

"Diciasette, perchè?"
"Mi prendete in giro vero?" disse rivolgendosi ai ragazzi seduti accanto a me.

"No, sembra assurdo lo so, ce ne siamo resi conto fin da subito"

"Va bene, comunque tornando a noi,sono assolutamente curioso di sapere quali sono i difetti e i pregi che avete trovato in Syria, e lo stesso voglio sapere da Syria" Jack iniziò a ridere, fu lui il primo a parlare.

"Innanzitutto, devo dire che forse io e Syria non siamo partiti con il piede giusto, abbiamo avuto i nostri problemi, anche indirettamente, però ho scoperto che è una ragazza talentuosa e speciale, però devo anche dire che ha un difetto, pensa troppo, ci sono momenti in cui pensa troppo prima di agire, e momenti in cui non pensa minimamente"

"Andrew e tu che mi dici?"
"Beh io mi sono trovato bene da subito con lei, a partire da quando la trovai piena di tagli perchè era caduta in un cespuglio di rose" appena lo disse iniziammo a ridere tutti insieme. "Però non mi viene in mente un difetto in questo momento"

"Oh Andrew sei sempre troppo buono!" quel ragazzo era un concentrato di bontà.

"E Nate tu invece che mi dici?" non sapevo cosa aspettarmi da lui.

"Che posso dire.. noi siamo forse quelli che hanno avuto più problemi insieme"
"Davvero? Non l'avrei mai detto!"

"Oh sì, ne hanno avuti di battibecchi, non possiamo lasciarli soli due minuti che ne combinano una delle loro, sono entrambi molto orgogliosi, troppo orgogliosi, e non si aprono l'un l'altro, anche se in realtà si vogliono un gran bene" fu Jack a rispondere.

"Si vede che tra voi due c'è un rapporto particolare, insomma non so se l'avete notato ma stanno seduti nella stessa posizione, vi muovete contemporaneamente, avete un sorriso simile.. siete sicuri che tra voi non ci sia niente?" io e Nate iniziammo a ridere, solo in quel momento ci accorgemmo che aveva ragione, facevamo esattamente le stesse cose nello stesso istante. Dovevamo recitare per rispondere a quella domanda, ma non so perchè il mio cervello e il mio cuore si rifiutarono di mentire, non volevano mentire. Non dopo il discorso avuto con Niall poco prima. Fu difficile rispondere, ma dovetti dire ciò che il manager mi aveva chiesto, far vedere di più il mio affetto con Niall.

"Bhe.. noi.. io.. ecco io sono fidanzata con Niall Horan degli One Direction"

"Lo avevo letto, ma pensavo fosse solo una diceria, avrei scommesso su te e Nate" io sorrisi, un sorriso ovviamente finto e lo stesso fece Nate, quelle parole mi infastidivano, avevano un peso non indifferente, e Nate non faceva molto per aiutare. 




Salve a tutti, chiedo umilmente perdono per il ritardo, non è da me e mi sento anche in compa. Potrete lapidami, picchiarmi e uccidermi per questo ma vi prego di farlo solo dopo di aver recensito, così almeno morirei felice! (?) ora inizio a dire cose senza senso, ma scusatemi, sono esausta, spero di non aver deluso le vostre aspettative, fatemi sapere, alla prossima! :D
P.S. Grazie di cuore a chi continua a leggere e a recensire, siete fantastici! spero di non farvi aspettare troppo per il prossimo capitolo! <3 un bacione! Fun_for_life <3 

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Capitolo 29
*** Some nights I say fuck it all. ***


Non vedevo l'ora che quell'intervista finisse,l'intervistatore continuava a fare domande alludendo al rapporto tra me e Nate, i ragazzi invece di aiutarmi ridevano, e io stavo andando in panico. L'unica cosa positiva erano le tremende battute dei ragazzi, che per quanto potessero essere tremende, adoravo. Grazie al cielo i minuti passarono velocemente e in men che non si dica eravamo fuori da quello studio.

"Ragazzi ma vi sembra una cosa normale?!" mi ero innervosita, loro non mi avevano aiutato per niente.

"Che abbiamo fatto?" risposero tutti e tre, continuando a ridere sotto i baffi e scambiandosi occhiate.

"Non mi avete minimamente aiutato! Nate vorrei ricordarti ciò che ci ha detto il manager, vuoi che ci cacciamo nei guai?"

"Nate infatti! Ma che combini?" disse Jack, prendendomi in giro.

"Jack smettila" dissi dandogli una calata,facendo ridere Andrew e Nate. La loro risata contagiosa fece ridere anche me.

"Aia!" urlò Jack "Sei violenta!" concluse.

"Molto, quindi non sfidarmi!" dissi con una finta aria minacciosa. Era incredibile come con loro riuscissi a cambiare umore in pochi secondi. Tutto il tempo io e Andrew assistemmo all'esilarante bisticcio tra Jack e Nate e nel frattempo eravamo tornati dagli altri. Parlando ci rendemmo conto che avevo solo un altro giorno a disposizione da passare con le mie amiche, perchè loro sarebbero tornate a New York con i ragazzi che dovevano iniziare il tour, noi, saremmo ripartiti la mattina dopo.

"Allora domani che si fa?"

"Che ne dite di andare al mare? L'estate sta finendo e non avremo molte altre occasioni per andarci"

"Giusto!"
"Allora siamo d'accordo, domani si va al mare!" non so cosa si aspettassero, ma tutti sapevano che in Canada ci fosse l'oceano, quindi sapevano che l'acqua fosse gelida. Quella notte, Niall mi teneva stretta in una morsa, le sue braccia mi stringevano molto forte, non tanto da farmi male, ma sentivo il suo disperato bisogno di sentirmi completamente sua, di essere sicuro che io, non lo avrei mai lasciato. Mi faceva una tenerezza indescrivibile. Pensavo che si fosse addormentato, aveva poggiato la sua testa appena sotto il mio collo, con il viso terribilmente vicino al mio seno. Quella vicinanza non mi faceva stare tranquilla, ero un po' a disagio, il cuore mi batteva velocemente.

"Che succede? Il cuore ti batte molto forte" disse iniziando a lasciare una scia di baci sulla parte di pelle più vicina al suo viso.

"Niente, niente, va tutto bene" nel frattempo la scia di baci che lasciava era salita fino all'ansa del collo. E i baci sul collo erano il mio punto debole.

"Hai un profumo buonissimo" disse continuando a darmi quei dannati baci. Stavo iniziando a sentire caldo, molto caldo. La sua mano mi scese su un fianco, e mi avvicinò a se. Stavo per dire qualcosa, ma lui mi zittì poggiando la sua bocca sulla mia.

"Questa è la nostra ultima notte insieme, lasciati andare" non so cosa si aspettasse da me, ma oltre un certo limite non sarei andata. Mi stringeva sempre di più a sè mentre mi baciava, la sua mano mi accarezzava la schiena, facendomi venire dei piacevoli brividi. Non so esattamente esprimere cosa provavo, sentivo solo il bisogno di averlo vicino a me, e avevo voglia di quei baci.

Molto lentamente stava salendo su di me, e io lo lasciai fare. Ero sempre pronta però, a fermarlo se le cose fossero andate troppo oltre. Poggiai le mie mani gelide sul suo petto, alzandogli la maglietta che lui si tolse definitivamente. Smise per un attimo di baciarmi, e si allontanò dal mio viso quel tanto che bastava per guardarmi negli occhi e farmi una carezza.

"Sei bellissima" ammise timidamente sfoggiando un sorriso splendente. Gli circondai il volto con le mie mani e lo tirai a me, riprendendo a baciarlo. Lui sorrideva soddisfatto sulle mie labbra, e dopo averle mordicchiate leggermente, scese di nuovo sul mio collo, e mi diede una specie di bacio-morso, che mi lasciò un segno abbastanza evidente. Dopo che fu passato un bel po' di tempo, ponemmo fine a quella particolare danza, e ci addormentammo. Niall era riuscito a non farmi pensare a Nate quella notte, che fosse quello il segno che aspettavo?

"Sveglia!! Forza!!" Harry, Alessandra, Marta, Giulio e Liam stavano saltando sul letto nel disperato tentativo di svegliarci, ma io non ne volevo sapere di alzarmi.

"Syri cos'è questo segno che hai sul collo?" chiese Marta indicando il segno lasciato dal bacio di Niall la sera prima. Solo lì, mi alzai dal letto.

"Ehhmm..no niente di che" mi ero completamente dimenticata di quel particolare, ma non pensavo fosse tanto evidente. Presi le mie amiche in disparte e chiesi come fare per nascondere quel segno rosso sul mio collo a Nate. Alessandra mi fece una treccia che scendeva sul lato destro, che copriva perfettamente quella macchia grazie alla mia grande quantità di capelli.

"Perfetto! Non si vede niente!" esclamò Marta. Ci vestimmo di fretta e raggiungemmo gli altri che ci aspettavano giù già da un bel po'.

"Scusate il ritardo! Colpa mia!" urlai non appena vidi i volti dei ragazzi seccati del mio ritardo. Ma come sempre con un abbraccio caloroso ed un sorriso, riuscivo a far sparire quelle smorfie dai loro volti. Senza perdere altro tempo iniziammo a dirigerci verso il mare. Io avevo un costumino a fiori, Alessandra uno blu con i bordi gialli e Marta uno viola. Erano i nostri costumi preferiti, li avevamo comprati insieme e avevamo promesso che ogni volta che eravamo insieme li avremmo messi. Ero davvero curiosa di vedere Niall e Nate in costume, diciamo che me li immaginavo in un certo modo, e mi divertiva l'idea di vederli. Appena arrivati la spiaggia era deserta, beh, cosa ci si poteva aspettare da una spiaggia privata? Ci dirigemmo nelle cabine e iniziammo a spogliarci. Mentre mi toglievo la maglietta entrò Nate che mi guardò imbarazzato e uscì di corsa.

"Scusami!! Mi avevano detto che la cabina numero 7 fosse la mia!" intanto percepii Andrew e Jack che ridevano, un altro dei loro scherzi. Subito sentii Nate rincorrerli per vendicarsi. In realtà non era un gran problema dato che indossavo già il costume da sotto. Uscii dalla cabina mentre gli altri si cambiavano ancora e mi diressi sulla costa per cercare un posto dove poter sistemare l'asciugamano. Era una distesa di sabbia infinita, quindi un posto valeva l'altro. Distesi l'asciugamano e mi ci sedetti sopra. Era indescrivibile quanto adorassi sentire il rumore delle onde del mare. Quanto adorassi il mare in sè per sè, sempre in movimento, così immenso e misterioso, mi affascinava. Quel giorno il mare sembrava essere diviso in due parti, all'inizio il mare era di un verde smeraldo, meraviglioso, più a largo si tingeva di un azzurro indescrivibile, splendido; che collegai subito agli occhi di Niall e Nate, anche il mare, proprio come me, sembrava essere diviso perfettamente a metà tra quei due ragazzi. Vidi finalmente apparire Liam e Louis, indossavano una muta e avevano tra le mani una tavola da surf, venivano verso di me.

" Tu sai fare surf?" mi chiese Louis porgendomi una muta.

"Beh, sinceramente no" risposi con aria leggermente preoccupata, prendendo tra le mani la muta. In quel momento arrivò Niall che ridendo si sedette accanto a me.

"Sapevo che sarebbe toccato anche a te provare a fare surf!" disse iniziando a ridere.

"No ragazzi davvero non.." mi interruppero.

"Coraggio, non avrai mica paura?" disse Liam con aria da sfida, sapeva dove colpire.

"Paura? Io? Assolutamente no!" era chiaro che ero la determinata ragazza forte, e non mi tiravo mai indietro, mostrarmi paurosa, timida o insicura era una cosa che non tolleravo, io volevo essere forte, mentre probabilmente ero la ragazza più fragile di questo mondo. Non abbassavo mai la guardia, mai, mostrarmi insicura con Nate e Niall era stata una delle cose più difficili di sempre, ma proprio era una cosa che non potevo combattere, ciò mi faceva ricordare che non ero abbastanza forte, forse era quello il motivo principale per cui odiavo così tanto quella situazione. Intanto arrivarono Marta e Alessandra, anche a loro era stata proposta la lezione di surf, ma loro si rifiutarono assolutamente, e rimasi solo io. Decisa, iniziai a cospargermi di sapone per poter mettere più facilmente la muta. Niall iniziò ad 'aiutarmi ad insaponarmi', in realtà, stava solo approfittando della situazione per toccarmi e divertirsi, mi faceva ridere, mi faceva anche il solletico, quanto era scemo quel ragazzo, a dir poco adorabile.

 

P.O.V. Nate

 

Ero un po' imbarazzato all'idea di farmi vedere in costume, ero dimagrito parecchio nell'ultimo periodo, e non sapevo cosa ne avrebbe pensato Syria. Mi feci coraggio, uscii contemporaneamente ad Andrew, mi aspettò e raggiungemmo gli altri.

"Cavolo Nate, sei dimagrito davvero tanto"
"Lo so, ma dovevi vedermi una settimana fa, ero molto peggio" Andrew non ebbe il tempo di rispondere, notai Niall far scorrere le sue mani insaponate sul corpo di Syria. Rimasi quasi a bocca aperta.

"Fantastico.. sarà una lunga giornata" mugugnai, ma il mio amico capì perfettamente cosa dissi.

"Tranquillo Nate, divertiti e fa divertire lei, il sorriso, ricordati che è quello il suo punto debole" disse facendomi l'occhiolino. Improvvisai un sorriso di prova, e dopo che il mio amico annuì, li raggiungemmo. Jack che ci aveva preceduti mi chiamò divertito.

 

P.O.V. Syria

 

Finalmente ero riuscita ad infilarmi la muta, e non era mancata la battutina di Jack a riguardo.

"Hei Nate! Perchè non provi anche tu a fare surf? Sicuramente la muta starebbe bene anche a te!" aggiunse urlando all'amico che arrivava con Andrew. Appena Jack si spostò leggermente verso destra, riuscii finalmente a vedere Nate. Beh era magro, ma questo lo sapevo già, ma aveva delle gambe perfette, pelose, ma perfette. Non potevo nascondere nemmeno quanto fosse intrigante il suo fondo schiena. Non era affatto male. Avevo capito che fosse stato infastidito dal fatto che Niall mi avesse aiutato col sapone, però diedi poca importanza a quel particolare. Presi la tavola che Louis mi aveva dato e dopo vari tentativi, riuscii finalmente a trovare il mio equilibrio. Quando,dopo ore, imparai a cavalcare le onde, devo ammettere che era una sensazione davvero bellissima, mi piaceva molto. Quanto uscimmo dall'acqua mi aspettava una partita a beach volley, la mia squadra era formata da Will, Emily, Louis, Liam, Marta e Nate, la squadra avversaria invece era formata da Giulio, Nattie, Niall, Harry, Zayn, Jack e Andrew. Alessandra non volle giocare, rimase seduta a fare le foto.Ero molto sicura della mia squadra, e poi, avevo giocato a pallavolo per 8 anni. Beh, non fu affatto difficile batterli, non mi facevo sfuggire una palla, anche se non mi importava molto di vincere. Fu una delle cose più divertenti che io avessi mai fatto, Jack che brontolava le sue solite lamentele poichè perdevano, Nate che lo prendeva in giro a riguardo,noi tutti che ridevamo nel vedere la scena e le corse dietro a chi ogni tanto si teneva la palla e iniziava a correre perchè stava perdendo. Poi c'era Niall che ogni tanto, quando facevo punto, veniva da me, e mi baciava, interrompendo la partita. Non mancarono i milioni di scatti, che fece Alessandra.

Erano arrivate circa le sei del pomeriggio, tutti decisero di dirigersi al bar, mentre io volevo rimanere lì, non avevo affatto fame, Nate rimase con me. Mi sedetti sull'asciugamano, fissavo il mare, Nate si sedette accanto a me.

 

P.O.V. Nate

 

Ero così contento di avere un momento da solo da passare con Syria, avevo semplicemente voglia di parlare con lei. Fissava il mare, non distoglieva il mare da quella distesa d'acqua così profonda e misteriosa.

" Adoro sentire il rumore del mare.."

"Anche io, quasi meglio di una melodia"

"Vero.. poi è così splendido..?"

"Vero, è così misterioso, profondo, infinito.."

"Proprio come i tuoi occhi, anche loro sono splendidi sai?" mi guardò, e sorrise. Il mio cuore iniziò a battere all'impazzata, non mi ero ancora abituato a quei sorrisi, mi colpivano ogni dannata volta.

"I tuoi occhi sono bellissimi, non i miei" disse riprendendo a guardare il mare. Io le sorrisi, e le presi la mano, lei distolse lo sguardo dal mare per indirizzarlo sulle nostre mani, incrociate, io la avvicinai al mio volto, e le diedi un bacio sulla mano, poi le sorrisi, lei diventò tutta rossa e continuò a fissare il mare. Posai l'altra mano sulla sua guancia, era bollente oltre che rossa, e la feci scivolare lungo la schiena, notai i brividi pervadere il suo corpo. Lei chiuse gli occhi, io le diedi un bacio sulla guancia e mi alzai, andando a mettere i piedi in acqua. Adoravo sentire il rumore del mare, mi calmava, aveva quasi lo stesso effetto tranquillizzante della voce di Syria. Sentii lei alzarsi, passò accanto a me ed entrò in acqua, la vedevo muoversi sott'acqua, quando risalì in superficie e mi sorrise, mi sentii come un ragazzino che non si sapeva controllare, e dovetti allontanarmi per un particolare lì sotto che se avesse notato, mi sarei imbarazzato davvero tanto.

 

P.O.V. Syria

 

Notai Nate imbarazzato che dopo essersi legato l'asciugamano in vita, si allontanava da me, credevo di aver capito quale fosse il problema. Dal verso opposto vidi Liam tornare con una ragazza che non misi molto a riconoscere, era arrivata anche Lucia. Lei tutta sorridente si diresse verso di me e mi abbracciò. Sinceramente non me lo aspettavo, perchè non eravamo così legate, però non mi dispiacque affatto, era davvero dolce, sincera e simpatica, mi trovavo bene in sua compagnia. Mi dispiaceva però che fosse venuta solo in quel momento, mi sarebbe piaciuto se fosse venuta prima, avrei tanto voluto conoscerla meglio e passare tempo con lei. Andammo anche noi al bar dagli altri. Quando vidi che Nate non c'era, dissi ad Andrew di andare a controllare se fosse tutto apposto. Lui senza dire niente, annuì e si diresse verso le cabine. Niall mi prese sotto braccio e mi fece sedere accanto a lui, mentre Alessandra, che sapeva cosa mi avesse detto il manager ci faceva migliaia di scatti. Alcuni anche mentre ci baciavamo.

 

P.O.V. Nate

 

Mi chiusi in cabina, mi sedetti lì mentre cercavo di darmi una calmata, dopo che mi ero fatto una doccia gelida, funzionava sempre. Che figura avevo fatto.

"Complimenti Nate" mi ripetevo.

"Hei Nate sei qui?" riconobbi la voce di Andrew.

"Si Andy, sono qui"
"È tutto ok?"
"Si, qualche problema tecnico ma niente di preoccupante"
"Va bene, Syria mi aveva mandato a cercarti"
"Spero non si sia accorta di niente.." dissi a me stesso più che al mio amico.

"Di cosa si doveva accorgere?"
"Ehhmm.. no niente, solo che il mio amichetto qui ha deciso di farmi un brutto scherzo" Andrew cercò di trattenere una risata, ma lo sentii forte e chiaro, aprii la porta e gli lanciai un'occhiataccia.

"Scusa, scusa, non volevo prendermi gioco di te, comunque andiamo, eravamo pronti per tornare"
"Va bene, andiamo" dissi prendendo un bel respiro ed uscendo dalla cabina. Nel momento in cui raggiungemmo gli altri, vidi Niall e Harry che confabulavano qualcosa. Seguii i loro sguardi per cercare di capire cosa stessero guardando, e notai Syria sotto la doccia. I miei occhi si spalancarono, sarebbe stato meglio non vederla, non dopo l'incidente che avevamo appena avuto io e il mio amichetto poco fa. Visto che mi ero già fatto la doccia, iniziai a recuperare gli asciugamani e tutto il resto, avvicinandomi ancora di più ai ragazzi che confabulavano ancora, ero talmente vicino che sentivo perfettamente ciò che dicevano. Il primo che sentii parlare fu il biondino.

"Dio quanto è bella la mia ragazza, insomma guardala..poi devo ammettere che è anche brava oltre che bella" disse iniziando a ridacchiare con il suo amico, guardandomi.

"Mi stai dicendo che avete..?" il biondino annuì, e proprio in quel momento mi sentii morire. Syria era appena arrivata vicino a noi, non aveva più la treccia e notai una chiazza rossa sul suo collo. Conoscevo bene quel tipo di macchie, quindi sapevo perfettamente a cosa fossero dovute. Avrei preferito non saperlo, poichè voleva dire che i versi che sentii l'altra notte, quelli che mi fecero penare così tanto erano quello che pensavo, delle persone che pensavo, stava iniziando a mancarmi l'aria, il mare così verde, iniziò a sembrarmi scuro, morto, immobile, un venticello gelido mi avvolse, dolori lancinanti mi pervasero, mai, in tutta la mia vita, provai sensazioni così orribili. Non potevo crederci, eppure era così, mi sentivo tradito, usato, scartato, mi sentivo uno schifo. Senza destare troppi sospetti, presi le ultime cose, lasciai solo le cose di Syria e Niall, e me ne andai. Non volevo parlarle più, mi aveva fatto perdere troppo tempo quella ragazza. Immagini orripilanti si facevano largo nella mia mente con la stessa velocità con cui i miei passi lasciavano le loro orme impresse nella sabbia. Ormai era giunto il capolinea, la speranza era andata a farsi fottere, e mi sentivo perso, non sapevo più dove aggrapparmi per resistere. Mentre mi dirigevo alle cabine, trovai Andrew ed Emily venire nella mia direzione, mi sorrisero. Mai come quel momento dei sorrisi mi sembravano così lontani, mi sembravano quasi estranei, sorridere, in quel momento, era l'ultima cosa che avrei pensato di fare. Accennai una smorfia, ma non so ben descrivere cosa fosse, passai accanto ai miei amici, senza fermarmi, andai nelle cabine, mi premetti l'asciugamano contro il viso cercando di impedire alle mie lacrime di uscire. Andrew mi aveva seguito a ruota, e bussava piuttosto violentemente.

"Nate che diavolo ti è successo?? Nate rispondimi!" non risposi, sperando di nascondere la mia voce che avrebbe subito fatto notare al mio amico che stavo piangendo, ma il mio piano fu smontato da un verso che non riuscii a sopprimere.

"Nate ora apri e mi dici per quale cazzo di motivo stai piangendo!" iniziò a battere le mani ancora più violentemente. Aprii la porta, asciugai le lacrime e mi fermai accanto a lui.

"Non c'è niente da dire, ormai è tutto finito" lo guardai supplicando di non ricevere domande, lui colse la mia richiesta, e annuì. Dopo pochi minuti eravamo tutti vicino alle auto. Io aspettai che Syria entrò in un auto, per dirigermi nell'altra, non volevo assolutamente starle vicino, onde evitare crolli improvvisi. Poco prima di entrare in auto, mi disse qualcosa, ma io non la ascoltai e non le risposi, la ignorai completamente, lo stesso feci quando, dopo aver salutato tutti quanti, mi stavo dirigendo nella stanza d'albergo e lei mi seguì. Sentivo i suoi passi venire a contatto con il suolo sempre più bruscamente, segno del nervoso che si stava facendo spazio dentro di lei. Entrai nella stanza, e appena stavo per chiudere la porta, lei la bloccò ed entrò.

"Nate mi dici che ti prende?" come se dnon lo sapesse. Ero arrabbiato, deluso, perso. Non risposi. "Nate! Da quando stavamo tornando non mi rispondi, mi dici che diavolo ti ho fatto?!" continuavo ad ignorarla, volevo stare solo, affondare nella mia depressione e cantare a squarciagola finchè non fossi riuscito a cacciar fuori tutte le negatività.

"Nate per favore smetti di ignorarmi e rispondimi!" niente ancora, non volevo parlarle. Fece uno strano verso, uno per indicare il nervoso che saliva imperterrito, si avvicinò a me, mise le mani sulle mie spalle e mi fece sedere.

"Non ti muovi di qui finchè non mi dici che diavolo ti ho fatto" i nostri visi erano distanti millimetri. Le spostai la ciocca che copriva il segno rosso.

"Devo dire altro?" furono le prime parole che uscirono dalla mia bocca. Lei si allontanò di scatto, coprendo con una mano la macchia.

"Va bene, ammetto che tu possa essere nervoso per questo, ma non ti sembra di esagerare?"

"Esagerare? Esagerare?! Tu fai la puttanella e sono io quello che esagera?!" mi fissò sbalordita. Si avvicinò di nuovo a me e mi diede uno schiaffo, bello forte.

"Non ti permettere più di dire una cosa del genere"

"Mi dispiace che ti offenda, la verità fa male, ma va detta" ero deciso a vincerla io quella battaglia.

"La verità dici? Bene, mettiamo le carte in tavola, tu mi hai tradita spudoratamente, e non voglio immaginare se sia stata Rachel l'unica ragazza con cui sei andato, e ora chi è la puttanella eh!?"

"Non provarci nemmeno a dirlo! Sai quanto mi sono pentito di quello che ho fatto, te l'ho ripetuto fino alla nausea, con che faccia mi dici che sono stato con in più altre ragazze ?!"
"E tu con che faccia dici che sono una puttanella?!"

"Lo dico perchè sono stufo di vederti giocare con i sentimenti miei e di quel ragazzo, credo che la popolarità ti abbia dato alla testa, non ti riconosco più, non so come ho fatto a perdere così tanto tempo con una ragazza come te"

"Non posso credere che tu l'abbia detto, non posso davvero crederci, sai quanto sono stata male al pensiero di farvi soffrire, sai anche che la popolarità non mi ha dato alla testa, io sono sempre la stessa, la stessa ragazza onesta e sincera!"
"Talmente sincera che scopi con qualcuno e poi davanti a me fai la santarellina"

"Ritira subito ciò che hai detto, subito! Sono vergine e fiera di esserlo, chiaro?!"
"Smettila di dire bugie, ho sentito Niall dire che sei brava e confermare la cosa ad Harry... ora puoi anche smettere di fare la falsa, e io che mi ero fidato di te, ti stavo aspettando.. mi fai schifo!" urlai piuttosto forte.

"Niall cosa? A chi?!"

"Non fare la finta tonta, vi ho anche sentiti l'altra sera... Dio.. non mi ci far pensare!"
"Nate ma sei impazzito?! Io e Niall ci siamo solo baciati,il che è normale in veste di fidanzati, poi mi ha fatto questa cosa sul collo ed è finita lì!"

"Non ti credo, non ti credo più, come puoi negare una cosa così evidente? Poi non è una mia supposizione, mi è stato confermato!"
"Ma da chi? Ma quando?! Spiegami perchè voglio essere anche io a conoscenza di una cosa che ho fatto senza saperlo evidentemente!"

"Mentre ti facevi la doccia, ho sentito chiaro e forte Niall e Harry parlare, il biondino ha detto all'amico che tu oltre ad essere bella sei anche brava, e Harry stupito ha chiesto se fosse quello che lui pensava e Niall ha annuito"

"Ma che ne sai tu di quello che pensava Harry in quel momento, Nate io e Niall non siamo andati oltre i baci, te lo ripeto per l'ennesima volta, io sono ancora vergine!"

"E io dovrei crederti?" dissi guardandola negli occhi, erano diventati neri, non li avevo mai visti così scuri, doveva essere davvero infuriata.

"Si dovresti! E ora te lo dimostrerò" disse dirigendosi verso il mobile su cui aveva poggiato il cellulare. Compose un numero, mi disse di stare in silenzio, mise il viva voce e attendemmo una risposta.

"Pronto?"
"Ciao Niall.. siete arrivati?"
"Ciao cuore, no, ma manca poco, comunque mi sembri triste, va tutto bene?"
"A dire il vero no.. Nate mi evita da quando siamo tornati.. non so che gli ho fatto.."
"Oh.. beh.. tranquilla, sarà solo un momento vedrai.."
"Ma mi fa stare davvero male.. io vorrei solo sapere che gli ho fatto, ma lui mi evita e non mi risponde quando gli parlo..davvero sto malissimo, voglio solo capire.. non chiedo altro.. penso di non aver fatto niente di male.." evidentemente Syria era riuscita a scaturire i sensi di colpa in quel ragazzo perchè ammise tutto.

"Non posso accettare di vederti così.. Syria è colpa mia, ho fatto pensare a Nate che noi ci fossimo divertiti un po'.. mi dispiace tanto.. non pensavo di fare un danno così grande" Syria mi guardò, si alzò e si diresse verso la porta tenendo il cellulare in mano, liquidandomi con una smorfia terribile, che non solo mi fece capire che era lei quella che aveva ragione, ma anche che io avessi esagerato alla grande, le avevo detto cose terribili, orribili, che non si meritava. Mi sedetti passandomi le mani tra i capelli, continuando a rimproverarmi per l'accaduto.

 

P.O.V. Syria

 

Uscii dalla stanza, ero furiosa con tutti. Terminai la conversazione con Niall.

"Niall come diamine hai potuto fare una cosa del genere?"

"Io non pensavo.. mi dispiace"
"E io che pensavo tu fossi anche minimamente un ragazzo serio.. a quanto pare mi sbagliavo, tu volevi solo giocare, beh trovati un'altra stupida che ti venga dietro, non sarà difficile! Tra noi è tutto finito, addio" dissi chiudendogli il telefono in faccia e scoppiando in lacrime.






*Tossisce per attirare l'attenzione* salve a tutti, scusate l'imperdonabile ritardo..credo di aver avuto il tipico blocco dello scrittore.. ma pra eccomi di nuovo qui! Questo è un capitolo molto particolare, le cose non vanno mai come vorremmo, e la fiducia è andata a quel paese.. Spero vi piaccia, e devo annunciare che ci stiamo avvicinando alla fine,ma non so dire esattamente quanti capitoli mancano.. Un immenso ringraziamento a chi continua a seguire la mia storia e che mi sopporta, a chi recensisce e a chi legge semplicemente! Siete adorabili! Grazie ancora, alla prossima! Baci, Fun_for_life_ <3 

 

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Capitolo 30
*** Show me how no one's ever gonna stop us now. ***


Ero completamente fragile e vulnerabile in quel momento, non sapevo dove andare a rifugiarmi, ero lì, seduta a terra, sulla moquette rossa che dava colore al corridoio. Erano circa le sette del pomeriggio e, dopo essermi asciugata le lacrime, mi avventurai per le strade di New York. Mi sdraiai su delle panchine, ringraziai infinitamente per il fatto che nessuno mi riconobbe quella sera, considerando anche che non c'era molta gente per le strade. Fissavo le stelle così lontane, l'unica cosa che mi teneva compagnia era la suoneria del cellulare che continuava a suonare imperterrita, segno che Niall non si dava pace. Mi mandava chiamate e messaggi in continuazione, non si voleva arrendere, ma non mi importava affatto, continuai ad ignorare tutto. Avere quella melodia in fondo mi piaceva, mi ricordava le infinite chiamate di mia mamma il sabato sera, o come ormai accadeva ogni sera prima di andare a letto. Stavo iniziando ad avere nostalgia di casa, mi mancava mia mamma, mia sorella, mio fratello, tutti. Notai che le nuvole iniziarono a farsi spazio nel cielo, troneggiavano in quell'immensa distesa blu,coprendola completamente. Pensando che stesse per iniziare a piovere mi alzai dalla panchina, ma nel momento stesso in cui stavo per iniziare ad incamminarmi verso l'albergo, mi arrivò l'ennesima telefonata, ma questa volta non era di Niall.

"Pronto?"
"Ciao tesoro.." era mia zia, ed aveva una voce cupa, non era affatto un buon segno.

"Ciao zia, che succede?"

"Tesoro non so come dirtelo.. mi dispiace ma sono troppo distrutta per poter fare giri di parole..insomma nonna si è sentita male, e beh i medici non sono riusciti a rianimarla.." nello stesso istante in cui quelle parole colpirono il mio cuore, la pioggia iniziò a colpire la mia pelle. Era decisamente la giornata più brutta della mia vita, non solo avevo avuto discussioni con quei due, ma mia nonna era morta.

"Tesoro di qualcosa.." non riuscivo a parlare, non potevo crederci, non volevo crederci. Scoppiai in un urlo di dolore, seguito da un pianto piuttosto rumoroso che riempiva le deserte strade.

"Perchè?! Perchè?! Non bastava che mi avessi portato via mio padre?! Perchè anche mia nonna?!" urlai volgendo il mio viso al cielo, mentre l'acqua che continuava a cadere dal cielo mi aveva ormai infradiciata completamente.

"Lo so tesoro.. mi dispiace tanto, tu non ti meriti nulla di tutto questo, devi essere forte, smetti di piangere, sai che nonna lo odiava, odiava quando toglievi il tuo sorriso al mondo"

"Ci proverò zia, scusa, ma ora voglio solo stare sola, ci vediamo domani ti voglio bene" riattaccai senza attendere risposta. Le lacrime scendevano con la stessa rapidità della pioggia, quasi non si riusciva a distinguerle. Mi trascinai con grande sforzo verso l'albergo, ma, nel momento in cui mi ci trovai davanti, non vi volevo mettere piede, non sapevo dove andare. Da Nate non ci sarei andata nemmeno se mi avessero pagata, Emily, Nattie e Will non c'erano e Jack e Andrew mi avrebbero parlato continuamente del loro amico. Ero disorientata, in momenti come quelli mi sembrava come se il destino mi stesse mettendo alla prova, per vedere fino a che punto sarei riuscita a resistere. Notai un piccolo bar dall'altro lato della strada, e senza esitare mi ci diressi, non ero più padrona delle mie azioni. Entrai e mi sedetti al bancone, anche se odiavo bere, decisi di concedermi un po' di aiuto liquido.

 

P.O.V. Nate

 

Nel momento in cui iniziò a piovere, avvertii una strana sensazione al petto, quasi come se una freccia mi avesse colpito. Non riuscii però a capirne il motivo. Ero seduto sul balcone, io e la mia bottiglia di whiskey. Mi pentivo amaramente della scenata che avevo fatto a Syria, di certo avevo alcune buone motivazioni, ma non avrei mai dovuto dubitare di lei. Stupido ragazzino biondo,se non ci fosse stato sarebbe stato tutto più facile. Gli insulti che le avevo fatto continuavano a risuonare nella mia mente, la sua faccia sconvolta, mi spezzava il cuore. La suoneria del mio cellulare interruppe i miei pensieri.

"Pronto?"
"Ciao Nate, sono la zia di Syria ti ricordi di me?"
"Mary, certo che mi ricordo, dimmi pure"
"Mi dispiace chiamarti la prima volta per darti una così terribile notizia, ma devo farlo..Purtroppo la nonna di Syria è morta"

"Oddio no..."

"Purtroppo si, ma non è questa la cosa peggiore.. Ho chiamato Syria prima per darle la notizia.. e beh lei poco dopo ha riattaccato dicendo di voler stare sola, ma lei non deve rimanere sola, sicuramente sai di quanto possa essere fragile, ti prego dimmi che è lì con te.."

"No, non è qui con me.." sentii la zia iniziare a respirare affannosamente, quindi decisi di dire una piccola bugia "Ma per fortuna è nella stanza accanto con l'unica altra ragazza membro del gruppo, Emily.."

"Oh grazie al cielo, ora devo andare, salutala e dalle un bacione, ci vediamo domani"

"Va bene, a domani" non appena riattaccai iniziai a farmi prendere dal panico, andai a bussare alle porte di tutti, sperando di trovarla lì, ma niente. La inondai di messaggi e telefonate, che però non avevano risposta. Squillava squillava e squillava, e lei ignorava. Stavo entrando davvero nel panico. Non sapevo più dove cercare dopo aver corso per tutto l'albergo. Ma dove poteva essere andata? Quando sembrava che fosse sparita nel nulla, mi arrivò un suo messaggio.

"Nate sto bene e sono in un posto chiuso, al sicuro, voglio solo stare sola" Ero sollevato sapendo che stesse bene, ma volevo sapere dov'era, per poter stare con lei. Dopo quel messaggio però riprese ad ignorare i miei disperati tentativi di rintracciarla. Tornai in camera e mi chiusi nel mio piccolo mondo, cantai a squarciagola tutte le canzoni che mi ricordavano della mia piccola. Già, volevo di nuovo che tornasse ad essere la mia piccola.

Erano arrivate le undici e mezzo, e di lei non c'era ancora traccia, ripresi a mandarle messaggi ma lei mi rispose con un semplice "Sono ancora viva".

 

P.O.V. Syria

 

Avevo buttato giù diversi bicchieri, ma senza esagerare, non volevo mica ubriacarmi, solo distrarmi un po'. Nate continuava a mandarmi messaggi contemporaneamente a Niall, lanciai un'occhiata al cellulare e notai 136 notifiche, che comprendevano chiamate e messaggi. Continuai ad ignorarli, ma notato l'orario decisi di tornare in albergo. Mi diressi in camera di Jack e Andrew. Bussai e attesi che qualcuno mi aprisse. Andrew mezzo addormentato, con i capelli arruffati mi venne ad aprire. Non appena mi riconobbe sgranò gli occhi, mi strinse forte in un abbraccio.

"Eravamo così preoccupati per te!"

"Lo so, ma ho detto a Nate che stavo bene.. per così dire.." mi liberò da quella morsa e notò che fossi ancora tutta bagnata.

"Ma sei fradicia! Dai vieni dentro"

"Grazie.."

"Nate sa che sei qui?"

"No, e vi prego, non deve saperlo, non lo voglio vedere"

"Va bene, va bene" dopo essere entrata, Jack mi vide e prima che potessi rendermene conto, mi trovavo avvolta tra le sue braccia.

"Ci hai fatto prendere un colpo!" mi rimproverò.

"Lo so, mi dispiace.." tornò Andrew con una felpa rossa, che sapevo perfettamente essere di Nate, in quanto fosse la mia preferita, e un paio di pantaloni. Li presi, mi diressi in bago e col fon iniziai ad asciugare il mio intimo oltre ai miei capelli. Dopo esserci riuscita, mi vestii e mi fissai per qualche istante allo specchio, quei vestiti erano larghissimi, ci potevano entrare due persone lì dentro. Aprii la porta e tornai dai ragazzi.

"Mi dispiace ma non ho niente di più piccolo da darti, se prendo i tuoi abiti Nate capirebbe" in realtà sapevo che non era quello il problema, e poi avevo visto Andrew mandare un messaggio, e ovviamente lo aveva mandato a Nate per dirgli che ero lì. Jack mi fece sedere vicino a lui, e iniziammo a curiosare su twitter. Trovai le migliaia di foto di Alessandra, una più bella dell'altra, ma Jack me ne fece notare una, dove c'eravamo io e Niall che ci baciavamo, e dietro di noi, nell'angolino in alto a destra della foto, c'era Nate, che ci fissava, quasi distrutto, ero certa che quella foto non fosse casuale, infatti mi fece un certo effetto. Parlammo parecchio di mia nonna, ma notavo in ogni cosa che dicevano, una sfumatura di Nate, di quanto ad esempio, fossi fortunata ad avere una persona come lui accanto che mi amava. Beh non era facile pensare che mi amasse dopo le cose che mi aveva detto,ma sapevo che se le aveva dette, era proprio perchè voleva poter riportare le cose come prima. Mi avvicinai alla finestra, e guardai di nuovo il cielo, lampi e tuoni infuriati apparivano nella distesa ormai grigia. Il tempo che c'era fuori riprendeva il mio stato d'animo, anche se da poco ero completamente apatica, stavo talmente male che non sentivo più niente, non sentivo nemmeno il battito del mio cuore.

"Syria ti va di vedere dei video? Ne abbiamo trovati alcuni molto vecchi, magari potrebbero tirarti un po' su di morale" accettai di vederli, anche se sapevo che nemmeno quelli fossero stati messi lì per caso, sapevo che c'era un piano sotto. Erano video esilaranti, ma li guardavo quasi impassibile, a volte riuscivano a strapparmi un sorriso, ma niente di più. Scatenarono in me tristezza, poichè mi riportarono alla mente quei giorni in cui vedevo i Fun. solo attraverso uno schermo, quando loro ancora non sapevano della mia esistenza, quando ero così demoralizzata dal fatto che fossero così lontani. Tornai, anche se in minima parte, a rivedere Nate sotto quell'aspetto che tanto mi piaceva di lui, un impercettibile spiraglio di luce si fece largo nel mio cuore spezzato. Stavo ricominciando a ricordare cosa provavo per Nate i primi giorni. Un piccolo sorriso si fece largo sul mio volto, e così mi addormentai.

 

P.O.V. Nate

 

Per fortuna avevo ricevuto un messaggio di Andrew in cui mi diceva che Syria era lì, sana e salva. Per quanto volessi disperatamente stringerla tra le mie braccia e coccolarla un po', dovetti resistere, e aspettare il momento in cui avrebbe messo da parte le brutte parole che le avevo detto. Un mal di testa atroce mi assalì, e dopo aver preso una pillola mi addormentai. Mi svegliai poco dopo perchè mi venne l'ispirazione per una canzone, quindi presi un foglio, mi sedetti al tavolo e iniziai a buttar giù delle idee. Scrissi più di quanto mi aspettassi, e quando mi stancai, non riuscendo a dormire mi diressi al bar dell'albergo. Continuavo a pensare al fatto che Syria mi ripeteva che il destino fosse la base delle nostre vite, beh questo destino doveva odiarmi davvero tanto considerati tutti i problemi che stavo avendo con Syria. Quando mi sedetti al bancone, iniziai davvero a rendermi conto della morte dell'anziana dignora, che ormai avevo iniziato a considerare anche mia nonna. Senza dare troppo nell'occhio, lasciai scorrere lacrime sul mio volto, permettendo alla tristezza scivolare via insieme ad esse. Dopo aver svuotato il terzo bicchiere, sentii il bisogno di tornare in camera, quasi come qualcosa dentro di me mi stesse urlando di andarci, era una cosa strana, ma decisi di seguire quella sensazione e salii.

 

P.O.V. Syria

 

Mi svegliai di colpo, non sapevo esattamente quanto avessi dormito, ma non mi importava, avevo fatto un sogno, uno molto importante, lo definirei un sogno rivelatore. C'era mia nonna, che era seduta accanto a me e mi coccolava, parlavamo di tante cose, e ad un tratto mi dice che non dovevo preoccuparmi della sua morte, lei stava bene, non aveva paura di morire. Iniziò a parlarmi di Nate, mi diceva che era contenta che avessi accanto a me uno come lui, che lui era un ragazzo d'oro e che aveva notato quanto mi adorasse. Mi svegliai con un colpo al cuore, mi maledicevo per tutto il tempo che avevo preso con Nate, era chiaro che fosse lui il ragazzo che amavo, ora quadrava il discorso di Liam, ora era tutto chiaro. Quel sogno, insieme alle parole di Jack e Andrew, mi fecero tornare a provare esattamente le stesse cose che provavo all'inizio per Nate. Ero in preda alla gioia, anche se in seguito a quanto successo con mia nonna pensavo che l'unica cose che avrei voluto fare fosse piangere. Guardai Jack e Andrew, che mi scrutavano per sapere cosa avessi intenzione di fare. Non potevo più resistere all'impulso di abbracciare Nate e baciarlo, avevo bisogno di lui.

"Ragazzi grazie di tutto, devo andare" dissi correndo fuori dalla stanza. Mi dirigevo in camera di Nate, o meglio, in camera nostra, già, finalmente potevo ridirlo. Feci irruzione nella stanza tutta sorridente, ma non ci trovai nessuno, stavo per andare a perlustrare tutto l'albergo per cercarlo, ma, poco prima di chiudere la porta, notai un foglio sul tavolo, pensando che fosse un messaggio, iniziai a leggerlo. Non era un messaggio, era una canzone, iniziai a canticchiare le parole scritte.

"What is night without day?

What is happiness without sadness?

What is love without you?

Yea you, you, you my little one!

Yea you, you, you, my little love!

I guess you are right, it's all written in the destiny

but if that's the truth, then what have I done to it?

Why does it hate me so much?

Why, oh why can't you see we are made to stay toghether?

Yea, because together we can beat even the destiny if we want!

I want it, I want it so bad, and you?

When I look at your eyes,

i see my children's eyes,

I've never been so sure, I want us together

I want it, I want it so bad, and you?"

La gioia mi pervase.

"Si Nate, lo voglio anche io" sussurrai in risposta alla canzone. Ero decisa a rimettere tutto come prima, non ero mai stata così sicura. Poggiai di nuovo il foglio sul tavolo, e non appena mi girai per dirigermi nuovamente verso la porta, questa si aprì. Era Nate.

"Syria, che ci fai qui?"
"Beh io ero venuta a parlarti.."

"Va bene però aspetta, ho bisogno di dire prima io delle cose"

"Nate ma io.." mi interruppe.

"No, ti prego fammi parlare" io non volevo parlare, volevo solo stare con lui e baciarlo, ma decisi di accontentarlo, mi fece sedere ai piedi del letto e si sedette accanto a me.

"Allora per prima cosa, mi dispiace,mi dispiace per tutto, per quello che ti ho detto,per tua nonna,per questa situazione, per aver fatto quello stupido errore. Ci sono delle cose che non ti ho mai detto, e non voglio più tenermi niente dentro. Sei speciale per me. Mi piaci, mi piace tutto di te, il tuo sorriso, i tuoi occhi, il tuo viso, i tuoi capelli, il tuo sguardo, la tua dolcezza, quella sofferenza che vorrei poter trasformare in felicità, il tuo modo di rispondere, la tua disponibilità, e si,conosco probabilmente solo un quarto di ciò che sei, ma Dio, ti amo. Da quando sei comparsa nella mia vita, mi compare un sorriso ogni volta che ti vedo, ogni volta che ti penso. Passerei una giornata intera a guardarti senza mai stancarmi, ad abbracciarti, stare sulla spiaggia ad ascoltare il suono del mare che entrambi adoriamo, oppure stare rintanati in casa, indossando i miei felponi enormi nei quali c'è spazio per entrambi in una sola. Non so che mi prende, ho il battito del cuore a mille, è un momento strano, un momento in cui vorrei solo riempirti di baci ovunque, anche su quel nasino, all'insù, tanto dolce; ho fatto bene a seguire il mio sogno, proprio come mi disse mio padre, ne valeva la pena, ne valeva la pena e come" iniziai a ridere di gioia, mi fiondai tra le sue braccia e iniziai a baciarlo. Si staccò per un attimo.

"Cosa vuol dire questo?"
"Vuol dire che ti amo Nathaniel Joseph Ruess, vorrei che tu fossi il padre dei miei figli, vorrei passare il resto della mia vita con te, e si, voglio battere il destino con te amore mio!" i suoi occhi diventarono lucidi, mi avvolse il viso e iniziò a baciarmi, e io ricambiai, stavo bene, stavo bene perchè ero con lui. Ci stringevamo sempre di più, il bisogno di stare insieme era stato represso per troppo tempo. Rimanemmo stesi per poco abbracciati, mi mancava quel calore, quel profumo, e quel sorriso? Quel sorriso mi faceva impazzire.

"Piccola vado a fare la doccia, torno subito" mi stampò un bacio sulla fronte e si diresse verso il bagno. Dei pensieri piuttosto intriganti si fecero spazio nella mia mente quando non sentii chiudere a chiave e vidi la porta leggermente aperta. Non so se l'avesse fatto apposta, ma dopo poco, non so esattamente quali parti di me mi comandarono di andare lì, sotto la doccia con lui, e non avevo paura, anzi. Mi alzai con fare disinvolto ed entrai nel bagno.

 

P.O.V. Nate

 

Non avevo chiuso la porta apposta, ma non pensavo sarebbe venuta, feci finta di niente e continuai a farmi la doccia. Tramite il vetro della cabina della doccia potevo vedere solo le forme, e vedevo che si stava togliendo i vestiti. La mia mente stava iniziando a propormi idee curiose, ma dovevo stare calmo. La vidi avvicinarsi alla doccia, e molto lentamente aprire la porta, lasciando scatenare l'enorme nuvola di vapore che si era formata all'interno della doccia. Non vedevo niente, troppa nebbia affollava la doccia, lei entrò, e si fermò davanti a me mentre l'acqua accarezzava il suo corpo. Stavo iniziando a non resisterle più. Mi mise una mano dietro al collo, e avvicinò il mio viso al suo, iniziando a baciarmi. Tra i nostri corpi c'erano quei pochi millimetri che mi permettevano di non impazzire. Non appena stavamo per colmare quel leggero spazio, la fermai.

"Syria sei sicura di quello che stai per fare?" lei mi sorrise, come se fosse la cosa più naturale del mondo.

"You told me to follow my dreams" sorrisi, e ripresi a baciarla. Posai le mie mani sulla sua schiena facendole scendere fluide, proprio come facevano le goccioline sulla sua pelle. Lei iniziò a darmi baci sul collo, e stavo per perdere il controllo. Arrivai fino a sotto il sedere, e, appena ebbi abbastanza presa la alzai, dando un colpo secco. Mi ero dimenticata di quanto fosse delicata, era la sua prima volta, sentii il suo respiro mozzato, probabilmente le avevo fatto davvero male. Le sue mani sulla mia schiena si strinsero in pugni, segno che era un colpo troppo forte.

 

P.O.V. Syria

 

Mi si era bloccato il respiro. Era un dolore che non avevo mai provato prima. Ma andava via via migliorando.

"Nate fa piano" dissi con quel filo di voce che mi era rimasta.

"Scusa piccola" disse dando colpi sempre più delicati e dolci. Mi sembrava di poter sentire il fuoco ardere tra noi, ci stava consumando. Nate diventava ogni secondo più dolce, man mano che il desiderio scendeva, l'amore prevaleva. Tenendomi in braccio, sempre in quella posizione, uscimmo dalla doccia, mi portò sul letto,eravamo avvolti da quelle morbide lenzuola candide, così soffici che rendeva tutto più dolce. Amavo quel ragazzo, lo amavo più di ogni cosa al mondo. Non potevo desiderare niente di meglio per la mia prima volta, non avrei mai pensato di farlo così presto, ma in fondo, non avevo mai nemmeno pensato di innamorarmi così presto.




Salve a tutti! Questo capitolo è molto intenso, e beh è una specie di tributo a mia nonna che è molto malata, lei segue la mia storia, e spero che leggendo sappia ancora di più quanto le voglio bene.. ti sono vicina nonna, grazie di tutto, non ti ringrazierò ai abbastanza. Comunque sia spero che il capitolo vi piaccia, e sono fiera di non aver fatto troppo ritardo! :D La canzone che c'è nel capitolo è tutta frutto della mia mente, spero non faccia troppo schifo! hahaha ho cercato di pensare ad una canzone che potesse essere simile allo stile dei FUN. e spero di esserci riuscita! grazie come sempre a tutti, e vi prego di farmi sapere che ne pensate! un bacionissimo! alla prossima! :D 
Baci Fun_for_life_ <3 

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Capitolo 31
*** And for the first time, after a long time, i feel alive! ***


Mi gustavo la meravigliosa atmosfera che si era creata nella stanza, era inondata da una luce dorata che solo l'alba sapeva creare, mentre tenevo Nate stretto fra le mie braccia. Nonostante la stanchezza, non avevo chiuso occhio, mentre lui da poco si era lasciato andare e riposava dolcemente. Pensieri contrastanti combattevano ardentemente nella mia mente, per poco ero riuscita a mettere da parte il pensiero riguardante mia nonna. Purtroppo però, poco dopo sarei dovuta andare a trovare i miei famigliari prima di ripartire per il tour. L'anciai un'occhiata all'orologio situato sul comodino in legno scuro. Segnava le 6.45 del mattino,era l'inizio di un nuovo giorno. Non volendomi muovere per non disturbare Nate, iniziai a giocherellare delicatamente con i suoi capelli, senza svegliarlo. Non potevo credere come fosse riuscito a liberarmi da quel peso che mi aveva affranto il cuore, non che non pensassi più a mia nonna, ma improvvisamente non mi sembrava che il mondo fosse così buio.

Alle 7.30 la sveglia iniziò a suonare, e Nate iniziava a dare i primi segni di vita. Farfugliava parole incomprensibili, ma ero abbastanza certa che supplicava solo più tempo per dormire.

"So che sei stanco, ma dobbiamo alzarci" dissi accarezzandogli la guancia. Mi rispose con un verso, poi alzò il viso per incontrare il mio,mi posò una mano tra i capelli e mi diede un dolce bacio.

"Ma hai i capelli ancora bagnati!" mi rimproverò dopo aver tolto la mano dalla mia massa ovattosa.

"Beh, non che io abbia avuto molto tempo per asciugarli" cercai di giustificarmi. Lui sorrise e mi diede ragione.

"Giusto, senti ma...se io non ne avessi ancora avuto abbastanza?" disse con un sorriso malizioso stampato sulla faccia, cingendomi i fianchi con le mani e avvicinandomi a sè.

"Beh, in quel caso bisogna rimediare subito!" dissi iniziando a far coincidere le nostre labbra.

Dopo che eravamo soddisfatti, mi voltai per leggere l'orario e le lancette segnavano le 8.27, era davvero tardi.

"Nate ma è tardissimo!" mi fiondai nel bagno per asciugarmi i capelli.

 

P.O.V. Nate

 

Mi alzai di scatto e indossai abiti seri e neri, adeguati per un funerale. Mi diressi nel bagno da Syria per lavarmi i denti e darmi una sistemata. Appena aprii la porta, lei era alle prese col fon, mentre cercava di domare quella massa di capelli, ma cosa più importante era ancora senza vestiti. Cercai di non guardarla, mi posizionai innanzi al lavandino e iniziai a lavarmi i denti mentre cercavo di ignorare il suo riflesso attraverso lo specchio. Lei iniziò a ridacchiare e si avvolse in un asciugamano.

"Va meglio così?" disse continuando a nascondere le risate.

"In che senso scusa?"
"Eri diventato violaceo, mi sorprende che ti sia imbarazzato"

"Io? Imbarazzato? Ma che dici?" sentivo le mie guance tradirmi, diventando ancora più rosse.

"Va bene,va bene non lo metto in dubbio signor Ruess che non si imbarazza" disse poggiando il fon e uscendo dal bagno.Quella ragazza sapeva sempre come prendermi, Dio,quanto l'amavo. Poco dopo, riapparì nel bagno.

"Come sto?"
"Sei bellissima" le sorrisi,indossava un abito nero, che scendeva fino a sotto al ginocchio, con una cinta bianca in vita e i capelli tenuti fermi da un frontino anch'esso nero. Sorrise amaramente, odiava vestirsi di nero, e odiava ancora di più farlo in queste occasioni. Radunati tutti quanti, ci dirigemmo al luogo prefissato per il funerale. Durante tutta la cerimonia, Syria fissava la bara, impassibile, quasi assente, mentre io, Jack,Andrew e gli altri componenti piangevamo come delle fontane. Mi preoccupava la sua apatia, non piangeva, non diceva niente, i suoi occhi erano vuoti.

"Syria, tutto bene?" non mi degnò nemmeno di uno sguardo, rimase a fissare quel punto fisso e annuì quasi come se fosse una risposta automatica. Appena finita la cerimonia, Syria abbracciava i parenti, consolava tutti ma non versava nemmeno mezza lacrima.Si allontanò da noi, dicendo di dover andare in bagno, ma dopo un po' di tempo ancora non tornava, allora decisi di andare a vedere se fosse tutto a posto. Il bagno era libero, come immaginavo, non era lì, continuai a girare per la chiesa, ma niente, andai nel giardinetto, e la trovai lì,seduta alle panchine, con la faccia stretta tra le gambe, la sentivo piangere, forte, stava facendo uscire tutto il dolore che aveva represso. Mi fiondai da lei, per non lasciarla così vulnerabile.

"Hei piccola, va tutto bene, ci sono io ora" la avvolsi con le mie braccia. Lei si poggiò al petto e si lasciò cullare, continuando a sfogarsi. Tremava come una foglia, il suo respiro era diventato pesante, affannava, singhiozzava. Mi si stava spezzando il cuore, e per quanto volevo piangere anche io, dovevo essere forte, dovevo esserlo per entrambi. Ora capivo perchè era così impassibile prima, stava cercando di tenere tutto dentro, e non aveva retto più. Uscii un fazzoletto dalla tasca e iniziai ad asciugarle le lacrime, cercando di tranquillizzarla, era diventata rossa e sembrava stesse per esplodere.

"Dai piccola, fai respiri profondi, calmati ora, nonna non avrebbe voluto vederti così" mi guardò, come se avesse visto un angelo, e mi strinse forte.

"L'hai chiamata nonna, come se fosse anche la tua, sono certa che l'hai resa felice" disse tra un singhiozzo e l'altro. Io sorrisi e annuii.

Quando tornammo dagli altri, salutammo tutti e salimmo sul tour bus, era davvero ora di ripartire.

Syria si sedette vicino al finestrino, e guardava tutti i suoi parenti, aveva ancora gli occhi gonfi, proprio come tutti noi del resto. Mi sedetti accanto a lei, ma era difficile non poterla baciare o chiamarla come volevo per colpa degli altri che non dovevano sapere di noi. Dopo nemmeno dieci minuti di viaggio, poggiò la testa sulla mia spalla, era esausta, e si addormentò. Per non farla rimanere in quella posizione scomoda, la presi in braccio e la portai su un letto del tour bus. Ma, quando la lasciai, calò il sonno anche a me, in fondo, anche io avevo fatto le ore piccole. Mi stesi accanto a lei, e ci addormentammo.

 

P.O.V. Syria

 

Sentii una mano gelida posarsi sul mio braccio e scuotermi leggermente. Aprii gli occhi e guardai questa figura che mi sorrideva dolcemente.

"Syria, dai svegliati"

"Hei Emily" mugugnai.

"Dai dormigliona, svegliati, siamo quasi arrivati" aprii gli occhi e non trovai Nate accanto a me, non mi trovavo seduta accanto al finestrino ero spaesata e confusa, e di certo il mal di testa non aiutava. Mi alzai con estrema lentezza e presi il cellulare. Tante chiamate e messaggi, troppi.Sul mio viso apparve una smorfia di nervoso. Senza che me ne accorgessi, Nate aveva preso il posto di Emily.

"Hei piccola, tutto ok?" gli sorrisi.

"Si, tutto bene, solo troppe chiamate e troppi messaggi quando vorrei rimanere sola"

"Vuoi che me ne vada?" lo guardai aggiungendo una smorfia scherzosa.

"Tu non conti scemo, non potrei fare a meno di te" le nostre labbra si stavano per incontrare, quando mi alzai di scatto perchè notai Will che ci fissava.

Dopo essere scesi dal pullman, raggiungemmo la nostra nuova stanza. Faceva uno strano effetto non avere una casa fissa in cui tornare la notte, dormire in un letto nuovo quasi ogni notte. Mi fiondai sul letto per testarne la morbidità, io preferivo i letti duri, Nate quelli morbidi. L'ultima volta aveva vinto lui con un materasso tremendamente soffice, quindi speravo che questa volta toccasse a me. Ma ovviamente no, anche questo era morbidissimo. Beh, una scusa in più per accovacciarmi su di Nate. Il telefono a squillava ancora e ancora.

"Syria devi rispondere, non puoi scappare sempre" piuttosto scocciata guardai lo schermo, era Zayn. Non me lo aspettavo, presi il cellulare dalla mano di Nate e risposi.

"Pronto?"
"Hei Syria, hai un minuto? Avrei una cosa da chiederti"
"Certo Zayn dimmi pure"
"Senti non so per quale motivo tu e Niall abbiate litigato, ma ti prego, chiarite, non sopporto più di sentirlo piagniucolare!" tirai un sonoro e profondo sospiro.

"Si è comportato da bambino, mi ha fatto sentire usata, come se fosse una sfida tra lui e Nate per chi fosse riuscito a portarmi a letto prima!"

"Dio.. che idiota quel ragazzo, posso sapere esattamente che ha fatto?"

"Ha fatto sentire di proposito a Nate che io e lui siamo stati a letto insieme,mentre era un'immensa bugia, poi Zayn, sai che situazione stavo vivendo, quindi si è scavato la fossa da solo"

"Beh ma tu gli piaci davvero Syria, te lo posso assicurare.."
"Poco importa ora, ormai ho fatto la mia scelta, ora sto con Nate, ho capito dove devo stare, e con chi, sono successe tante cose da quando siete partiti" ripensare a quanto successo, stava facendo tornare la tristezza a prendere il sopravvento, e, visto che a Zayn non sfuggiva niente, lo notò.

" Hei, va tutto bene? Che è successo in questi giorni?"

" Beh.. mia nonna è morta.." dissi con un filo di voce, così flebile, eppure così carico di dolore.

"Oddio tesoro mi dispiace tento.."

"Tranquillo, va tutto bene" mentii ovviamente, stavo singhiozzando.

"Prometto che appena potremo verremo a trovarti"

"Grazie, mi farebbe molto piacere, ma so che siete molto impegnati quindi non preoccuparti, non vorrei far aspettare migliaia di vostre fan"

"Tu non preoccuparti di questo, troveremo lo spazio per un'amica come te!"

"Grazie Zayn.. grazie davvero! Vi voglio tanto bene!"

"Anche noi!"

"Scusa, ora vado, mi gira un po' la testa, e ho alcune cose da fare, spero di sentirvi presto, un bacio!"

"Va bene, a presto!" riattaccai e chiamai mia madre, avevo promesso di chiamarla non appena fossimo arrivati a destinazione.

 

P.O.V. Nate

 

La pace e il sollievo che provai quando Syria aveva detto a Zayn che stava con me e che ero io quello che volevo,era assolutamente indescrivibile. Era uscita sul balcone a fare il suo solito giro di telefonate serali. Prima la mamma, poi Rosaria e Alessio, poi Marta ,Alessandra e Miriam, era sempre così. Io intanto mi feci una doccia, una lunga e terapeutica doccia. Quando uscii lei aveva appena finito di parlare al telefono con Miriam e stava letteralmente saltando da tutte le parti con le lacrime agli occhi.

"Che cavolo è successo?"

"Miriam è incinta! È incinta!!!" urlava emozionata.

"Incinta?!" finalmente una bella notizia.

"Si!! Non è fantastico??"

"Certo che lo è!"
"Ma Jack lo sa?"
"Glielo dirà ora! Andiamo a fargli le congratulazioni!" uscimmo di corsa dalla stanza per raggiungere quella dei ragazzi. Bussavo frettolosamente sulla porta.

"Perchè ci mettono così tanto ad aprire?!" chiesi impaziente più a me stesso che a Syria.

"Calma Nate, saranno in preda alla gioia anche loro!" finalmente Andrew aprì, aveva un enorme sorriso stampato in viso. Ci fece entrare, mostrandoci Jack seduto ai piedi del letto, con ancora il cellulare in mano. Lacrime di gioia gli accarezzavano il viso e non riusciva a smettere di ridere. Quando riattaccò, mi fiondai tra le sue braccia.

"Congratulazioni amico! Sono così felice per te!"

"Grazie Nat, non posso ancora crederci!" Nat, era da tanto che non mi chiamava così, doveva essere davvero emozionato. Jack si scostò leggermente per intravedere Syria e la abbracciò forte.

"Congratulazioni Jack!"

"Grazie Syria! In parte è anche merito tuo, io non riuscivo a chiederle un appuntamento, e ora stiamo per avere un figlio!" Syria si limitò a ridere di gioia. Entrambi amavamo i bambini, e sapevo che lei era ancora piccola, ma non vedevo l'ora di averne uno tutto mio. Dopo brindisi e festeggiamenti, io e la mia piccola ci rifugiammo in stanza. Appena dopo che uscii dal bagno, mi stesi sul letto, mentre lei andò a lavarsi i denti. Dopodichè, con la stanchezza che la accompagnava ancora, si lasciò cadere sul letto. Si girava e rigirava tra le lenzuola, odiava i materassi morbidi, così senza molte parole, le feci spazio e lei si accoccolò tra le mie braccia. Le disegnavo piccoli cuori sul braccio, assaporando quel momento. Tirò un grande sospiro, e si girò verso di me, lasciando i nostri visi distanti millimetri. Mi guardava, non spostava lo sguardo dal mio, stava cercando delle risposte.

"Che c'è?" chiesi non riuscendo a reggere quello sguardo.

"Tu non mi lascerai mai vero?"
"Ma che razza di domande fai?"
"Non hai risposto alla domanda" doveva essere qualcosa che la preoccupava davvero. I suoi occhi si fecero più cupi. I suoi muscoli si irrigidirono.

"Hei piccola, calma, no che non ti lascerò mai"
"Promesso?" alzò la mano aspettando che facessi combaciare la mia alla sua.

"Promesso" le risposi intrecciando le nostre mani. Colmò lo spazio rimasto, coronando quella promessa con un dolce bacio.

"Cosa ti ha spinta a farmi questa domanda?" le chiesi perplesso.

"La paura"
" Paura?"

"Si, La verità è che ho sempre avuto paura, fin da quando ti ho conosciuto perchè sapevo che saresti stato uno di quelle persone che avrei sempre avuto paura di perdere, ho avuto paura da quando ho cominciato a notare che tu eri spesso in tutte le cose che dicevo, che facevo, che ascoltavo, che vedevo.. si.. insomma le cose belle mi fanno sempre un po' paura"

"And for the first time, after a long time, I feel alive!" la sua meravigliosa risata si diffuse nella stanza. Poco dopo si addormentò, e io subito dopo di lei.

La sveglia suonò sul comodino. Mi alzai irritato. Chi cavolo aveva impostato la sveglia alle 8 del mattino?! Mi voltai e vidi che Syria si era alzata dal letto.

"Dai amore, svegliati, fra poco dobbiamo raggiungere gli altri per le prove, stasera abbiamo il concerto" rispose uscendo dalla doccia.

" Mmh.." mugugnai sperando che venisse a darmi l'adeguato buon giorno che aspettavo, mentre sprofondavo la testa nel cuscino. Sentii il suo corpo, ancora umido e fresco, coperto dal semplice intimo che si stendeva lentamente sul mio, provocandomi dei piacevolissimi brividi.

 

P.O.V. Syria

 

Notai uno splendido sorriso posarsi sulle labbra di Nate. Si morse le lebbra, sospirando profondamente e socchiudendo gli occhi. Mi prese dai fianchi, alzandomi leggermente, così che potesse girarsi e ci trovammo faccia a faccia. I nostri sorrisi coincidevano con un bacio, il che rendeva tutto più meraviglioso. Mi avvolse il viso con le mani, abbassandolo leggermente e lasciando una scia di baci sulla fronte e sugli occhi.

"Spero che i nostri figli prendano i tuoi occhi, li adoro"

"Beh diciamo che se prendesse i tuoi e i miei non importerebbe, gli andrebbe bene in entrambi i casi" un piccolo mucchio di farfalle girovagava nel mio stomaco, amavo i bambini, ma parlare di una cosa così importante a quell'età non mi faceva stare tranquilla, erano una grossa responsabilità.

"Ci pensi mai a come potrebbero essere?" la notizia di Miriam e Jack gli aveva sicuramente dato alla testa, ma ci pensavo e come ai nostri figli, avevo anche disegnato nella mia mente delle possibili combinazioni che avrebbero potuto avere.

"Beh si, ci penso spesso, spero che prendano la tua voce"
"Spero siano meravigliosi come te"
"O come te" sottolineai quanto Nate meritasse di essere considerato speciale. Le cose andarono avanti così, mentre fantasticavamo sui nostri figli, suoi loro nomi, su tutto, la dolcezza di quel momento era incommensurabile.

Arrivati nella sala buffet, dopo aver riempito i piatti con una colazione abbondante, ci sedemmo in un tavolino in disparte. Una bellissima bambina mi spiava da dietro il buffet dei dolci. Le sorrisi dolcemente e lei si nascose imbarazzata.

"Ciao tesoro, come ti chiami?" le chiesi dolcemente, ma lei non rispose "Dai avvicinati, non voglio farti del male" appena pronunciate quelle parole, fece riapparire i suoi meravigliosi occhi blu, avvicinandosi lentamente.

"Kate" disse fissando il dolce che stavo per mangiare.
"Ciao Kate, vuoi per caso il mio dolcetto?" annuii senza scollare gli occhi dalla mia ciambella, era ipnotizzata. Mi misi in ginocchio davanti a lei, e rifiutai volentieri il io dolce per offrirglielo.

 

P.O.V. Nate

 

Syria in ginocchio davanti ad una bellissima bambina per offrirle il suo dolce preferito. Che dolcezza. Ero sempre più convinto che sarebbe stata una mamma perfetta, così responsabile, dolce e premurosa.

Quando la bambina se ne andò, e finimmo di fare colazione, i ragazzi vennero a chiamarci per le prove, e in men che non si dica stava per iniziare il secondo concerto. Avevo già deciso di introdurre due vecchie canzoni che rispecchiavano il mio stato d'animo di quel periodo. Un piccolo tributo a Syria. Le fan ci aspettavano,erano in subbuglio. Senza farle aspettare troppo, entrammo in scena. Si scatenarono, regalandoci un caloroso benvenuto. Iniziai subito con una delle vecchie canzoni che avevo deciso di cantare per la mia piccola, giusto per farmi perdonare il piccolo dolore che le causai della sera prima.

"I KNOW IT HURTS AT FIRST BUT, IT GETS BETTER, IT GETS BETTER, WE WILL GET BETTER!" cantai sorridendole maliziosamente.

 

P.O.V. Syria

 

Compresi perfettamente a cosa si riferisse quella canzone, in quanto Nate mi aveva detto che quella canzone si riferiva a quando perse la verginità. Arrossii di colpo, era come se stesse svelando a mezzo mondo quanto successo la sera prima. Ero passata dal semplice rosso al violaceo con la stessa rapidità con cui le parole uscivano dalla bocca di Nate. Pensai di essere salva quando la canzone terminò, ma mi stava dedicando un'altra canzone. 'Barlights' evidenziando alcune parole.

"And for the first time, after a long time, i feel alive!" il mio amore per lui cresceva rapidamente. Mi stava dicendo che lo avevo reso felice, ma io non avrei mai potuto esprimere, quanto stesse rendendo felice me. 


Salve a tutti! Sono in un leggero ritardo, e chiedo perdono per questo! Ma per farmi perdonare vi porto un capitolo nuovo nuovo che celebra la dolcezza, e l'amore, devo dire che come capitolo di passaggio non mi sembra poi così male, spero che per voi sia lo stesso! Fatemi sapere che ne pensate! Grazie come sempre a tutti, a chi legge, chi segue, chi recensisce, insomma grazie a tutti! vi adoro! Alla prossima! :D
Baci, Fun_for_life_ <3

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Capitolo 32
*** Stay with me forever. ***


Il tempo scorreva inesorabile, mi sfuggiva dalle mani, nonostante il mio disperato tentativo di farlo rallentare. Già, avrei pagato qualsiasi prezzo per potermi fermare a quei giorni felici, quei giorni che mi facevano sentire così viva.

Erano trascorsi tanti mesi, troppi mesi dal giorno del secondo concerto,ed era arrivato a bussare alle porte, il giorno dell'ultimo concerto. Ero stesa sui divanetti dietro le quinte, mentre pensavo allo sviluppo delle cose in questo lasso di tempo. In questi mesi le cose erano andate sempre migliorando, pensavo addirittura di poter affermare che ognuno aveva raggiunto l'apice. Lucia, che ormai chiamavo Lulli, con cui avevo instaurato un rapporto splendido, faceva ciò che amava di più, seguire il suo amato Liam in tour,fino in capo al mondo, in veste di fotografa officiale, si occupava di immortalare ogni momento dei concerti e del tour. Miriam, il cui negozio andava a gonfie vele, si era potuta permettere di chiudere e di raggiungerci in tour, per stare con Jack e il loro quasi figlio. Alessandra era diventata una modella di fama internazionale, cavoli, quella ragazza diventava ogni giorno più bella. Rosaria aveva scoperto la passione per l'arte, e mentre frequentava l'ultimo anno di liceo artistico, dipingeva e componeva magnifiche sculture. Alessio aveva finito la scuola per parrucchieri, ed era diventato il mio parrucchiere personale, che mi seguiva ovunque in tour. Per quanto riguarda Marta, beh lei aveva deciso di allontanarsi da me, non avevo ancora ben capito per quale losco motivo avesse deciso di farlo, ma dopo svariati tentativi di ricomporre la nostra amicizia, lasciai perdere.

Quando qualcosa giungeva al termine, in questo caso il tour, mi piaceva fare il resoconto dei fatti accaduti, e questo era quello con maggior successo. Tutti felici, tutti ancora insieme, o almeno quasi tutti. Il destino aveva sistemato le nostre vite, lo aveva fatto giusto in tempo, poichè poco dopo avrei ricevuto il conto da pagare per quella felicità.

 

P.O.V. Nate

 

Era il giorno dell'ultimo concerto, mancava pochissimo all'inizio, e non ero mai stato così nervoso. Syria si era sentita poco bene, ed era stesa sui divanetti, ormai le succedeva spesso di avere quei giramenti, quelle fitte e quelle nausee. Troppo spesso per i miei gusti. Il mio sesto senso era attivo, fiutavo nell'aria un avvenimento che non mi faceva stare tranquillo. Ma quando il concerto iniziò, quasi come fosse una terapia, la tensione e la preoccupazioni mi scivolavano addosso a ritmo di musica. La preoccupazione tornava quando Syria, dopo aver saltato e ballato per tutto il palco, si fermava in un angolo, strizzava gli occhi, si stringeva la testa fra le mani, scuoteva rapidamente il capo, quasi come volesse scrollarsi di dosso il dolore, poi reindossava uno sei suoi meravigliosi sorrisi, e tornava in scena, quasi come non fosse successo niente. Ma qualcosa stava succedendo, e lei non poteva nascondermelo.

Si avvicinava la canzone di chiusura, e sinceramente non vedevo l'ora arrivasse quel momento, così dopo la mia piccola avrebbe potuto riposarsi. Notavo il suo affanno quando finiva ogni volta di cantare la sua parte, non si era mai stancata così tanto, non era mai apparsa così debole.

Ecco finita anche l'ultima canzone, mentre salutavamo le fan, Syria si avvicinò a me, per abbracciarmi.

"Nate reggimi" sussurrò debolmente tutto d'un fiato, e così feci. Lei aveva un braccio attorno al mio collo, e io la reggevo dai fianchi. Faceva finta di niente e salutava con fare disinvolto, ma avevo notato il suo sguardo, aveva perso la vista, di nuovo. Jack ed Andrew furono i primi a lasciare la scena, e subito dopo io e Syria, mentre la guidavo per scendere dal palco. Appena arrivammo al tavolo con le bevande, Jack ci porse due bicchieri d'acqua.

"Ottimo lavoro ragazzi!" urlò Andrew. Un sonoro schiocco si diffuse nell'ambiente, normale dopo aver battuto il cinque ai miei amici, poi abbracciai Syria.

"Sei stato grande stas..." mi sussurrò all'orecchio, prima di perdere i sensi, lasciandosi cadere tra le mie braccia. La presi in braccio, con il cuore che batteva velocemente, e insieme ai ragazzi la portammo in albergo. La misi tra le coperte, e dopo che i ragazzi andarono via, mi sdraiai accanto a lei, dandole tutto il calore che avevo da offrire. Quella notte sembrava così piccola tra le mie braccia.

"Dormi piccola, domani starai meglio" le sussurrai, quasi come potesse sentirmi. Ma forse poteva davvero sentire ciò che le dicevo, chi lo sa. La tirai a me, avvicinai a me quel corpo che sembrava senza vita, completamente abbandonato a se stesso. La sua testa sul mio petto, mi permetteva di percepire il suo respiro, e quindi mi permetteva di dormire tranquillo. Mi agitavo sempre come la prima volta, in fondo, finchè non avessi scoperto a cosa fossero dovuti questi mancamenti, non sarei mai potuto stare sereno.

La mattina seguente, mi svegliai piuttosto tardi, era quasi l'ora di pranzo, e Syria era ancora assente. Ancora stesa tra le candide lenzuola,senza essersi mossa di un millimetro.

Andai a mangiare, attesi attesi e attesi ancora il suo risveglio, ma quel momento non arrivava.

Mi sedetti sul letto,avevo bisogno del suo contatto. La abbracciavo, quasi come se fosse più importante lei dell'ossigeno che mi serviva per vivere. Lei era diversa da tutte le ragazze che avevo avuto, lei mi faceva sentire davvero importante, lei mi dava tutto ciò di cui avevo bisogno.

Il sole aveva iniziato la sua discesa, fra poco avrebbe lasciato lo spazio alla luna. In effetti erano già le sette di sera, e Syria non si era ancora svegliata, tutte le volte che era successo, non ci aveva mai messo così tanto per svegliarsi. I miei pensieri furono interrotti da dei leggeri colpi alla porta, qualcuno stava bussando. Andai ad aprire, era Miriam.

"Hei Nate, sono venuta a vedere come sta"
"Non si è ancora svegliata, entra pure, è ancora sul letto" lei annuì ed entrò nella stanza. Si diresse subito da Syria, e si sedette ai piedi del letto, non diceva niente, la fissava e basta. Poi ad un tratto mise fine al silenzio.

"Non ci ha mai messo così tanto, vero?"
"No.. di solito dormiva per due- tre ore, una notte al massimo.."
"Cavoli, sono davvero preoccupata.."
"Anche io.. basta, non rimarrò qui un minuto di più senza far niente, la porto in ospedale"

"Vengo con te"

"No tranquilla, non ce n'è bisogno, sono certo che avrai bisogno di riposare per quel pancione"
"Non importa, voglio essere lì e sapere cosa le sta succedendo se i medici lo capiranno" annuii semplicemente, ormai aveva deciso, e quando Miriam prendeva una decisione, non c'era niente che potesse farle cambiare idea, quindi era inutile che mi opponessi. Avvisammo Jack e gli altri, e ci dirigemmo all'ospedale. Arrivati lì, un'infermiera ci accolse dolcemente.

"Salve come posso aiutarvi?"
"Beh c'è la mia ragazza in macchina, ha perso i sensi da un bel po' di tempo ormai" la signorina si mise subito all'opera, mandando delle persone a prenderla, io andai con loro, non l'avrei mai lasciata sola nelle mani di sconosciuti.

La portammo in una stanza, la posarono su un letto e iniziarono a farle dei test, la pressione, poi le analisi del sangue e così via dicendo. Avevamo a disposizione un altro letto in quella stanza, su cui ovviamente feci accomodare Miriam, io mi avvicinai una sedia al letto di Syria e mi ci sedetti. Le presi una mano, che racchiusi come un oggetto prezioso tra le mie, pregando che stesse bene, che si sarebbe svegliata da un momento all'altro, riscaldando la stanza col suo meraviglioso sorriso. Ma quel momento non arrivava ancora. Si aprì la porta, ed entrò un dottore che mi sorrise.

"Lei è stabile, è fuori pericolo, quindi dovrebbe risvegliarsi"

"Grazie al cielo" seguii il dottore in un'altra stanza, raccontandogli dei precedenti episodi che aveva avuto Syria, dei suoi mal di testa, della perdita della vista, insomma tutto ciò che riuscissi a ricordare. Lui prendeva appunti, scriveva tutto ciò che dicevo per preparare la sua cartella clinica. Appena ricevette tutte le informazioni necessarie, mi concesse di tornare in camera. Aprii la porta e appena entrai riconobbi i miei amici.

"Hei ragazzi" li salutai sorridendo.

"Siamo venuti a vedere come sta"

"Beh, come avete visto è ancora così.." risposi sedendomi nel minuscolo spazietto al lato ai suoi piedi. Anche se il dottore aveva cercato di tranquillizzarmi dicendomi che fosse fuori pericolo, io non ero affatto tranquillo. Questi episodi si ripetevano troppo frequentemente, e ogni volta peggioravano sempre più, ma questo stava superando ogni limite.

"Hei Nate, tutto ok?" era Andrew che aveva notato la mia preoccupazione, sorrisi e annuii, fingevo ovviamente, lui mi fulminò con gli occhi, non potevo mentirgli.

"No, hai ragione, non va per niente bene, perchè non si sveglia?"
"Dai, sono certo che ti stai preoccupando per niente, si sveglierà presto"

"Probabilmente hai ragione.."

Era finita l'ora delle visite già da un po', io rimasi lì con lei e gli infermieri vennero letteralmente a cacciare i ragazzi. Dopo cena, mi avvicinai a Syria che dormiva ancora e ancora, le lasciai un bacio, le parlavo anche se non mi sentiva, o forse si, chi lo sa. Le diedi la buona notte e mi stesi nel letto accanto al suo. Pregavo, pregavo perchè si svegliasse, lo sentivo dentro che c'era qualcosa che non andava. Sfinito e stonato dai pensieri, mi addormentai.

La mattina dopo mi svegliai, e lei era ancora lì, nella stessa posizione. Non si era mossa di un millimetro, non si era ancora svegliata. Panico, ora ero davvero in preda al panico. Mi diressi dal dottore, dovevamo fare qualcosa. Mi disse che avevano già programmato di fare ulteriori test, test più completi. La misero stesa su una barella e la portarono in giro, io la seguii per i primi esami, ma verso l'ora di pranzo mi allontanai per andare a mangiare e quando tornai non sapevo più dove cercarla. Mi diressi in camera e aspettai lì il suo ritorno. Nel frattempo tornarono Miriam, Jack, Andrew e Alessandra che ci aveva raggiunto lì, visto che aveva saputo che Syria non si svegliava e aveva una pausa dal lavoro.

Un'altra giornata stava passando, erano circa le sei del pomeriggio, io e i ragazzi ci dirigemmo a prendere qualcosa da mangiare, le ragazze rimasero in stanza casomai la mia piccola si fosse svegliata.

Quando ormai stavamo tornando,trovai il dottore con dei fogli in mano, fermo davanti alla porta della stanza dove c'era Syria. Mi avvicinai a lui, avevo capito che avevano scoperto quale fosse il problema della mia ragazza. Lui mi vide, e con un'evidente difficoltà iniziò a parlare.

"Abbiamo scoperto cos'ha la signorina" non prometteva niente di buono, niente affatto.

"Allora?"

"Beh ha una massa al cervello, in un punto davvero delicato, inoperabile devo ammettere, ci abbiamo messo così tanto a scoprirlo poichè la ragazza è incinta, ed essendo incinta un tumore era la prima cosa che avevamo escluso" una, due, tre frecce mi erano state conficcate nel cuore. Un tumore, la cosa peggiore che potevano comunicarmi, e un figlio, la cosa migliore che potesse capitarmi. Iniziai a piangere, perchè? Perchè ora che eravamo così felici doveva succedere questa sciagura? Salutai il dottore, ed entrai nella stanza per comunicare agli altri ciò che il dottore aveva appena comunicato a me.

 

P.O.V. Syria

 

Aprii gli occhi, mi faceva male tutto, i muscoli erano atrofizzati. Mi misi seduta sul letto, stropicciandomi gli occhi, quel letto bianco, vicino al candido muro, di fronte al chiaro armadio. Tutto bianco, tutto così luminoso, quasi accecante. Non capivo dove fossi.

"Ma dove siamo?" chiesi alle mie amiche, che non si erano ancora accorte del mio ritorno dal lungo sonno.

"Syria!" Alessandra con la gioia disegnata sul viso si fiondò su di me.

"Ai, fai piano, sono tutta indolensita"

"Finalmente ti sei svegliata!"

"Finalmente? Perchè per quanto ho dormito?"

"Forse anche troppo, Nate era così preoccupato per te!" in quel momento, quasi come se avesse sentito che stavamo parlando di lui, entrò nella stanza. Aveva gli occhi rossi, stava piangendo, era un fiume in piena.

"Nate, che succede?" chiesi preoccupata. Appena i suoi occhi incrociarono i miei, smise subito di piangere, e corse ad abbracciarmi.

"Mi hai fatto preoccupare così tanto, grazie al cielo ti sei svegliata!" mi stringeva forte, un abbraccio strano, sembrava quasi che avesse avuto una carenza di affetto, e ora dovesse recuperarlo tutto in quel momento.

"Mi dispiace.. ma cos'è successo? Come mai piangevi?"

"Bhe perchè.. mi hanno appena detto che sei incinta!" lui sorrideva per questo, ma io stavo per avere un infarto.

"I-incinta?!" balbettai. Un bambino? Un figlio? Mia madre mi avrebbe uccisa, per non parlare delle grandi responsabilità. Io amavo i bambini, ma no, non ero affatto pronta per averne uno tutto mio. Diamine, avrei compiuto solo diciotto anni fra qualche giorno. Ma la gioia che trasmetteva Nate a quella notizia mi contagiò, anche se percepivo qualcosa di strano,c'era qualcos'altro che mi doveva dire, e questa non sembrava una buona notizia. Guardai le mie amiche, i miei occhi erano spalancati.

"Si,ma non ne sembri molto contenta" disse Nate, stupito della mia reazione.

"M-ma Nate io compio diciott'anni fra poco, avere un figlio è una grande responsabilità! E mia mamma, come farò a dirglielo? Mi ucciderà!"

"Hai ragione.. non avevo considerato questi particolari.."

"Alla faccia dei particolari!" si intromise Alessandra. Entrarono Jack e Andrew, che furono subito informati della notizia.

"Nate, ma com'è successo!?" fu Jack a parlare.

"Beh sai quando due persone si amano.." stava rispondendo Nate scherzando.

"So come succede! Non era quello che intendevo! Non avete usato le precauzioni?!" Alessandra e Miriam si vennero a sedere accanto a me, e ridevamo di gusto a quella scena. Nate era diventato più rosso di un peperone, mentre Jack lo rimproverava.

"Ma io le ho usate!" disse guardandomi per ricevere conferma. Io annuii.

"E ti devo insegnare anche ad usarle?!" io scoppiai in una sonora risata, Nate era adorabile tutto imbarazzato.

"Jack ma non sono mica nato ieri! Le so usare, e le abbiamo usate!" quando tutti si calmarono, cercammo un modo per dirlo a mia mamma, non era affatto uno scherzo, si sarebbe arrabbiata molto, e non ne aveva tutti i torti. Per quanto sperassi il contrario, non riuscimmo a pensare a nulla per avvertirla.

L'orario delle visite era terminato, ed entrarono i medici per visitarmi. Nate li portò un attimo fuori per parlargli, prima che mi potessero dire qualcosa.

 

P.O.V. Nate

 

Portai fuori i medici, Syria non doveva sapere del tumore, non ora.

"Dottore la prego, non le dica del tumore, lo farò io appena sarà opportuno"
"È mio dovere informare la ragazza"
"No la prego, la supplico, per favore"

"Le posso dare cinque giorni al massimo, poi dovrà saperlo, fra una settimana inizierà la chemioterapia"

"Va bene, grazie mille" terminata la conversazione entrammo subito, non volevo che Syria iniziasse a sospettare qualcosa. Appena la vidi, mi lanciò un'occhiata, voleva sapere quale fosse il motivo per cui avevo portato fuori i medici, ma io non glie lo avrei detto. Scossi la testa, e sorrisi. La visitarono e dopo poco tempo eravamo finalmente soli. Mi stesi nel letto con lei, ci entravamo a malapena.

"Nate, ma se ora sto bene perchè non mi dimettono?" non avevo tenuto in conto le sue domande, ovviamente avrebbe voluto sapere.

"Tranquilla, vorranno solo fare altri controlli"

"Va bene" mi sorrise, dio quanto mi erano mancati quei sorrisi.

"Mi sei mancata in questi giorni"
"Amore mio" sussurrò prima di baciarmi. Le sue piccole mani mi incorniciarono il viso, le sue gambe attorcigliate alle mie, ero in paradiso. Quel bacio era meglio di qualsiasi medicina, e quasi mi fece dimenticare tutti i problemi che stavano incombendo. Per avvicinarla ancora di più a me posai la mano sul suo fianco, che poi finì sulla sua pancia. Gemette, allora mi staccai per guardarla.
"Che c'è?" chiesi dubbioso in risposta a quel gemito.

"Ho sentito uno strano brivido non appena hai toccato la mia pancia" venne un brivido anche a me, e diressi il mio sguardo sul suo ventre, accarezzandolo leggermente.

"Mi ero quasi dimenticato di cosa crescerà qui dentro"

"Mio Dio.. non posso ancora crederci,un figlio"
"Nostro figlio" la corressi.

"Già.. secondo te quando è successo?" chiese ridacchiando.
"Chi lo sa, magari quella volta in cucina, o sul divano, o sulla lavatrice" iniziammo a ridere cercando di non fare troppo rumore.

"O quella volta sul tetto di casa" suggerì lei.

"Diciamo che ce ne sono parecchie di possibilità tra cui scegliere" risposi continuando a ridacchiare. Si voltò per guardare l'orario, erano solo le nove e dieci di sera, e già avevano spento le luci per andare a dormire. Ma noi non volevamo dormire. Mi sorrise molto maliziosamente, mordicchiandosi il labbro, facendo intendere il suo desiderio. Sorrisi altrettanto. Fece perdere la sua mano nei miei capelli, facendo premere il mio viso contro il suo. Io ridacchiai.

"Sei insaziabile" sussurrai divertito sulle sue labbra.

"Non mi sazierò mai di te, mio caro" rispose sorridendo,ero preso dall'eccitazione, non potevo immaginare di sentire niente di più bello. 



Salve a tutti! E davvero scusate il ritardo, ma è stato un pessimo periodo.. comunque sia, ecco qui il nuovo capitolo! e insomma lascio a voi tutti i commenti/pensieri e tutto il resto, sono davvero curiosa di sapere cosa ne pensate, non lasciatemi sulle spine! Fatemi sapere! Come sempre grazie a tutti coloro che leggono o recensiscono o semplicemente mi sopportano, grazie grazie grazie! alla prossima! :D
Baci Fun_for_life_ <3 

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Capitolo 33
*** If everything happens for a reason, what is this for? ***


Mi svegliai nel bel mezzo della notte, ero in una posizione troppo scomoda. C'era troppo poco spazio in quel minuscolo letto per me e Nate insieme. Mi stringeva più forte delle altre notti, ma chi lo sa, forse aveva solo bisogno ancora dell' affetto di cui lo avevo privato in questi giorni. Mi feci più piccola tra le sue braccia, ci eravamo rivestiti da poco, e dei vestiti non mi avevano mai dato così tanto fastidio prima d'ora.

Era già mattina, aprii gli occhi, e una figura in camice bianco si muoveva rapida nella stanza.

"Buon giorno" mi sorrise dolcemente l'infermiera.

"Buon giorno" ricambiai, mentre Nate dormiva ancora.

"Siete davvero adorabili" disse riferendosi al fatto che Nate mi teneva ancora fra le sue braccia.

"Grazie, grazie mille" risi.

"Allora come si sente oggi?"

"Bene grazie, ma diamoci del tu, sono solo una ragazza"
"Beh una star internazionale non la definirei -solo una ragazza-"
"Già, me ne dimentico sempre, ma rimango sempre una semplice ragazza"
"D'accordo, come desideri cara, comunque io mi chiamo Benedetta"

"Che bel nome che hai, Benedetta, si mi piace molto!"

"Grazie! Non capita di sentirselo dire da molte star, di solito sono tutte con la puzza sotto il naso"
"Allora mi impegnerò al massimo per essere una delle eccezioni alla regola!" mi stava già simpatica, quella donna era una delle più buone che io avessi mai conosciuto. Aveva 46 anni, magra, capelli ricci indomabili scuri, e un sorriso davvero rassicurante. Iniziò a svegliarsi anche Nate. Mugugnava e si stiracchiava lentamente. Poi posò gli occhi su di me, che ancora non mi ero staccata da lui.

"Buon giorno piccola" mi sorrise.

"Buon giorno amore"
"Sei stata fantastica ieri se.." gli scaraventai una mano sulla bocca per impedirgli di terminare la frase, sicuramente non si era accorto della presenza dell'infermiera. Risi nervosamente.

"Nate, amore, non siamo soli" scandii bene le parole guardando Benedetta. Nate diventò tutto rosso ed ammutolì all'istante.

"Oh, b-buon giorno" balbettò.

"Buon giorno a te, caro" rispose Benedetta ridendo sotto i baffi. Dopo poco l'infermiera uscì dalla stanza, per finire il suo giro mattutino.

 

P.O.V. Nate

 

Stavamo tranquillamente chiacchierando a colazione, ma la preoccupazione non mi abbandonava. Dovevo dire a Syria del tumore, ma come? Non volevo dirglielo, era come se sperassi che nascondendoglielo sarebbe passato da solo, come se sarebbe sparito all'improvviso, ma ovviamente non era così che andavano le cose, no. Questa cosa mi stava torturando, era un pallino fisso nella mia mente. Dovevo fare qualcosa, ma cosa? Non potevo assolutamente fare niente. E cosa peggiore dovevo fari finta di niente finchè non avessi trovato un modo per dirlo a Syria. E come se non bastasse, dovevamo trovare un modo per dire alla madre che era incinta. Non sapevo davvero che reazione avrebbe avuto, ma sicuramente non sarebbe stata delle migliori. Ricordo ancora la ramanzina che mi fece.

"Va tutto bene?" Syria interruppe il mio flusso ininterrotto di pensieri.

"Si.." risposi risultando assolutamente poco convincente.

"Con me puoi parlare di tutto, lo sai vero?" cercava di rassicurarmi.

"Si, si lo so..è solo che..." mi bloccai, era il momento giusto per dirglielo? Lei aveva il diritto di sapere, ma ora che le cose andavano bene non me la sentivo di abbatterla di nuovo.

"Che..?" cercò di incitarmi a continuare. Mi stava sorridendo, voleva darmi coraggio. Mi guardava da sotto un ciuffo che le era caduto sul volto, ma la luce che emanavano i suoi occhi non sarebbe stata coperta mai da nulla. Lei era una luce, la mia luce.

"Stavo pensando a come dire a tua mamma del bambino.." improvvisai, non ero riuscito a dirglielo. Non avrei sopportato ancora una volta che quel sorriso svanisse. Non ora.

"Ci pensavo anche io.. si arrabbierà tantissimo"

"Lo so, e non ha tutti i torti.. mi sento così in colpa.."

"Hei amore, no, non dire così, non è colpa tua" come diamine faceva a preoccuparsi per me in quel momento, mentre quella davvero nei guai era lei?

"Avrei solo dovuto essere più attento, più cauto"
"Nate smettila di darti tutta la colpa, anche io ho contribuito, non credi?" forse aveva ragione, ma la colpa principale era la mia. Finimmo di fare colazione e io andai da Jack e Andrew, avevo davvero bisogno di trovare una soluzione. Syria rimase in ospedale.

"Jack, ti ricordi quando l'altro giorno parlavamo del matrimonio?"

"Del fatto che volevi chiedere a Syria di sposarti il giorno dell'ultimo concerto?"
"Esattamente quello.." Andrew mi interruppe.

"Nate credo che a volte dimentichi che è piccola.. fa diciott'anni fra due giorni" aveva ragione, ma se prima poteva sembrare una pazzia sposarsi, ora non solo mi avrebbe reso davvero felice, ma avrebbe anche risolto almeno il problema di avere un figlio. Poi loro non sapevano ancora del tumore, io non volevo perdere più tempo, volevo diventasse mia moglie, con i tumori non si scherza, e non avremmo saputo se sarebbe riuscita a guarire, anche se lo speravo con tutto me stesso.

"Lo so.. ma la madre non potrebbe arrabbiarsi se avessimo un figlio dopo il matrimonio, no?" estrassi la scatolina con dentro l'anello che ormai tenevo sempre con me da giorni. Me la rigiravo nervosamente tra le mani.

"Quindi vuoi sposarla solo per il bambino?!" Andrew mi guardava scioccato.
"No, no, assolutamente no, avevo già deciso di chiederglielo prima del bambino, e prima di..." mi immobilizzai di colpo, avevo detto troppo. Ma questa cosa mi stava facendo impazzire, e se non ne avessi parlato con nessuno, sarebbe solamente peggiorato.

"Prima di cosa Nate?"

"Prima di scoprire che.." non riuscivo a terminare la frase, quelle parole erano pesanti, amare più di qualsiasi altra medicina. Dirle mi avrebbe solo messo coi piedi per terra, facendomi intraprendere una strada da cui non si ritornava più, in cui si poteva solo affrontare la verità, senza aggrapparsi ad un miracolo, senza sperare che quel dannato tumore sparisse da solo, che si volatilizzasse solo perhè io pregavo con tutto me stesso.

"Allora?" mi incitò Jack. Gli occhi iniziavano a pizzicare, ma dovevo stare calmo.

"Prima di scoprire che avesse un tumore" sputai quelle parole con un tocco di disgusto, di rassegnazione.

"C-cosa? U-un tumore?!" balbettò Jack, sgranando gli occhi.

"Nate dici sul serio..?" chiese Andrew, cercando di mostrarsi calmo. Presi un respiro profondo prima di rispondere, cercando di non apparire così vulnerabile.

"S-si" risposi con una voce più incrinata del dovuto. Lacrime salate iniziarono a ricordarmi quanto fossi inutile in quella situazione. Non potevo fare assolutamente nulla per aiutarla. Senza farsi sentire, i ragazzi si sedettero accanto a me, stringendomi forte.

"Nate mi dispiace, andrà tutto bene, vedrai"

"Come ha reagito lei quando l'ha saputo?"

"Ecco... lei....beh lei non lo sa, non ho avuto il coraggio di dirglielo" dissi tutto d'un fiato, stavo iniziando ad avere davvero paura. Ero esausto, facevo incubi tutte le notti, dormivo solo quando ormai il sole iniziavo a farsi spazio nel cielo. Questa storia mi stava facendo impazzire, lei non poteva lasciarmi, io non avrei potuto fare niente senza di lei. Ormai passavamo insieme tutti i giorni, non ci eravamo mai divisi, e ne avevamo passate di tutti i colori. Dovevo dirglielo, lei doveva sapere, tenerla all'oscuro di tutto ciò non avrebbe migliorato le cose.

 

Non glielo vuoi dire per il tuo bene Nate, non per il suo.

Non vuoi dirglielo perchè hai paura, paura che si arrabbi con te per non averglielo detto prima.

Non glielo vuoi dire perchè non lo vuoi accettare, perchè tu hai bisogno di lei, più di quanto lei abbia bisogno di te.

Questo si chiama egoismo Nate.

 

Mi guardai attorno, confuso e spaesato. Non capivo da dove derivasse quella vocina. Ma i miei amici parvero non sentire nulla. Ora sentivo anche le voci nella mia testa? Ecco la prova tangibile che stavo davvero impazzendo. Mi passai nervosamente una mano tra i capelli. Quella vocina aveva ragione, mi stavo comportando da egoista. Dopo ore passate a piangere, non riuscivo ancora a darmi una calmata, i miei amici si stavano disperando per me. Notando l'orario, decisi di chiamare Syria, sicuramente si chiedeva che fine avessi fatto, anche se, stranamente, non mi aveva ancora chiamato. Composi il numero, ma niente, nessuna risposta. Chiamai ancora, ancora e ancora, ma niente. Era strano, lei non aveva mai nulla da fare in stanza, giocava sempre col cellulare, come mai non rispondeva? Le teorie che mi propose il mio cervello non furono delle migliori. E se si fosse sentita male?

"Ragazzi scusate, torno da lei, non risponde al cellulare"

"D'accordo, facci sapere poi come sta, e come prende la notizia.." senza rispondere iniziai ad avviarmi alla porta. Jack mi richiamò.

"Nate"
"Si?"
"Diglielo, stasera stessa, se non lo fai tu, lo farò io" presi un rumoroso sospiro.

"Va bene.." annuii. Si, dovevo assolutamente dirglielo. Salutai ancora ed uscii di casa, dirigendomi in ospedale. Era inutile preoccuparsi, sicuramente si era addormentata, o aveva lasciata il cellulare in camera ed era andata a fare un giro, magari a chiacchierare con qualche infermiera. Quella ragazza stava facendo amicizia con tutto l'ospedale. Beh, non avevo dubbi che sarebbe piaciuta a tutti, quel sorriso, quegli occhi, quella gioia che porta sempre con sè, proprio come una bambina, la mia bambina.

Arrivai in ospedale, e, non appena varcai la soglia, notai infermiere correre tutte in una direzione, e dei -bip- incessanti richiamare i dottori per un emergenza. Iniziai a salire le scale, e più la distanza alla camera diminuiva, più l'ansia saliva, quei dannati sentimenti erano inversamente proporzionali. In fondo, nessuno mi poteva assicurare che l'emergenza non fosse per la mia piccola, considerando anche che i medici erano diretti nella mia stessa direzione, erano semplicemente alcuni metri più avanti a me. Li persi di vista, perchè accelerarono il passo. Percorsi l'ultimo tratto correndo. Arrivai sulla soglia della stanza e non potei aspettarmi nulla di peggio. La stanza era vuota. Mi sedetti sul letto, tenendomi la testa tra le mani. La immaginavo spaventata, se si sentiva male, lei non sapeva il motivo, mentre io si. Lei non sapeva del tumore, mentre io si.

 

Devi dirglielo Nate.

Non puoi salvarla, ma puoi starle accanto, puoi darle il tuo sostegno, lei ha bisogno di te.

 

Dannata vocina. Glielo avrei detto sicuramente. Cercavo di organizzare un discorso, delle frasi sensate, ma niente. Le parole apparivano apparentemente senza senso nella mia mente, per poi scomparire subito dopo, il panico mi faceva compagnia, come succedeva spesso negli ultimi giorni ormai. Il mio cuore batteva ad una velocità inaudita, ma ad un tratto perse un battito. Sentii la sua voce. O ero diventato ancora più pazzo del previsto, oppure era davvero la sua voce, e lei stava bene. Cantava, la sua voce non era mai risuonata tanto meravigliosa alle mie orecchie. Seguii quella splendida melodia per mezzo corridoio, arrivai ad una stanza, ed eccola lì. Seduta su un letto a gambe incrociate, circondata da tanti bambini che la guardavano estasiati, proprio come la guardavo io. Quella era una delle visioni più belle del mondo, l'amore della mia vita seduta con dei bambini attorno, con dentro di sè nostro figlio, mentre cantava una dolce canzone per i piccoli. Senza avere più controllo sulle mie gambe, andai da lei e la avvolsi da dietro con le mie grandi braccia, facendola leggermente sussultare per lo spavento.

"Hey amore" sussurrò lasciandomi un bacio sulla guancia, incrociando le sue dita con le mie.

"Syria lui è Nate?" chiese una bambina seduta di fronte a noi che ci guardava incuriosita. Syria arrossì leggermente, per poi annuire.

"Si, sono io, perhè Syria vi ha parlato di me? "
"Oh si! Ci ha detto tutto! Ci ha detto come vi siete conosciuti, come vi siete innamorati, che cosa romantica!" esultò estasiata un'altra bambina, seduta accanto alla biondina che aveva parlato prima. Sorrisi compiaciuto.

"Amore stasera facciamo un pigiama-party, vuoi stare con noi?"

"Non so.. io non.." non mi diedero nemmeno il tempo di finire, che le bambine mi stavano già supplicando.

"Ti pregoo!" con quegli occhi da cucciolo che mi pregavano, non potevo dire di no.

"Va bene, va bene!" accettai con finta aria rassegnata. Le piccole corsero ad abbracciarmi, e solo lì mi accorsero che c'erano anche dei maschietti.

Dopo aver accontentato le bambine e aver cantato per circa un'ora dei duetti, ci ritirammo nella nostra stanza. Lasciai un per poco la mia piccola per andare a prendere qualcosa al bar.

 

P.O.V. Syria

 

Potevo confermarlo, Nate era decisamente strano. C'era qualcosa che lo turbava, e glielo leggevo negli occhi. Iniziavo a pensare che potesse essere per il bambino che stava iniziando a crescere dentro di me. Che si fosse pentito ? Che non volesse più avere un figlio con me? Che si fosse stancato di avermi nella sua vita? Ognuno di queste opzioni poteva essere valida. Eppure all'inizio era sembrato felice alla notizia di avere un figlio. I conti non tornavano. C'era qualcosa che mi stava sfuggendo, c'era un pezzo del puzzle che mancava. Cosa poteva essere? Ma soprattutto, la domanda che mi assillava era, perchè Nate non me lo voleva dire? Stavamo insieme da quasi un anno ormai, e ancora c'era qualcosa che non riusciva a dirmi?

Nate ci stava mettendo un eternità. Si stava per caso divorando tutto il bar? Decisi di raggiungerlo, considerando che non avevo niente di meglio da fare. Nel momento in cui afferrai la maniglia della porta, udii due dottori parlare proprio fuori dalla mia stanza.

"È sempre dura quando si scopre che una ragazza così giovane, con tutta la vita davanti a sè, abbia un tumore.. "

"Lo so, solo diciott'anni, mi si spezza il cuore.. quella ragazza potrebbe essere mia figlia"
"Spero davvero che riesca a superarlo, anche se ne ho visti di casi come questi, e... beh lo sai anche tu, da buon medico quanto sia dura combatterlo"

 

Un tumore. Ecco cosa ti nascondeva Nate. Un tumore.

 

Mi guardai a torno. Ero convinta di essere sola, eppure c'era quella vocina.

"Chi sei?" nessuna risposta. Tornai ad affrontare i miei pensieri. Nate non mi avrebbe mai nascosto una cosa del genere, mai. E poi, c'erano altre ragazze nell'ospedale, non era detto che quei dottori stessero parlando di me, o almeno speravo. Massaggiai energicamente le tempie, quel dannato mal di testa non mi lasciava stare, e di certo tutti quei pensieri e tutte quelle preoccupazioni non aiutavano di certo a farlo migliorare.

Mi resi conto che i dottori erano andati via, allora aprii la porta e mi diressi da Nate. Arrivai al bar, e lui era seduto lì, a parlare con un dottore. Mi avvicinai cauta, ma il dottore mi vide, e mi riconobbe.

"Salve signorina, come sta?"

"Ho ancora mal di testa, ma niente di grave"

"Dirò all'infermiera di portarle una pillola"

"Grazie" sorrisi. Nate si alzò, strinse la mano al dottore, sorridendo cordialmente. Quel sorriso. Quel sorriso non prometteva nulla di buono, avevo imparato a conoscerli i suoi sorrisi, tutti, senza nessuna eccezione. Lo scrutai attentamente, ogni singolo mutamento della sua espressione, mentre, mano nella mano, tornavamo in stanza. Lo avevo visto, nella piccola ruga depositata all'angolo delle sue labbra, quella ruga che dava vita ad una piccola smorfia. Paura, ecco cos'era. Pura e abbondante paura. Ma paura di cosa? Perchè cavolo non voleva dirmelo? I suoi occhi, anche quelli celavano paura. Era stato un bravo attore a nascondere tutto, ma non abbastanza, non con me. Doveva essere qualcosa di serio, allora decisi semplicemente di aspettare che si sentisse pronto ad affrontare quell'agognato discorso. Io avrei aspettato e l'avrei ascoltato. Speravo solo non ci avrebbe messo tanto, perchè quell'attesa, stava iniziando a far stare male anche me. Tornammo in stanza, e con una piacevole sorpresa vi ci trovai Alessandra. Non ci vedevamo dal giorno prima, eppure già mi era mancata.

"Ciao raggio di sole!" rise dolcemente al saluto che le avevo posto. Mi abbracciò in risposta.

"Ciao Alessandra!"

"Ciao Nate!" dopo vari saluti, Nate ci lasciò un po' di tempo da passare da sole, era da un po' che non lo facevamo, e avevo bisogno che la mia amica mi contagiasse in tutte le qualità positive che possedeva. Lasciai che mi raccontasse di tutto, dal suo lavoro, alla sua relazione con Harry, che fortunatamente per lui si stava comportando bene. Avevo parlato con i ragazzi proprio il giorno prima, mi chiamavano spesso per raccontarmi dei loro concerti, di come se la passavano, di tutto. L'unico con cui non parlavo molto, anzi, non parlavo quasi mai era Niall. Da quello che mi aveva detto Louis, e che mi aveva confermato Zayn, si era fidanzato. E io ne ero felice, era ora che lo facesse, e non potevo sopportare il fatto che stesse ancora male per me. Liam e Zayn me lo dicevano sempre che lui ancora ci stava male, che chiedeva di me, e io molte volte avevo pensato di chiamarlo, di chiedergli di mettere da parte quella litigata e di tornare amici, ma poi avevo pensato che così sarebbe stato più difficile per lui non pensare di più a me. E considerando che si era fidanzato, il mio piano doveva essere andato a buon fine. Alessandra continuò a raccontarmi della sorpresa che le fece Harry, facendosi trovare ricoperto da soli fiori nel suo letto. E io non potetti fare a meno di sorridere, ormai li conoscevo bene quei cinque ragazzi, e sapevo anche che Harry era una bella testa calda, ma finchè avrebbe reso felice la mia amica, sarei stata felice anche io. La osservavo, cercavo di memorizzare ogni minima ruga del suo volto, che ormai conoscevo già tutte. I suoi occhi, quegli occhi che avrebbero fatto invidia a chiunque, mi rendevano felice quando sorridevano per me, quando nonostante lo stress dovuto al suo lavoro, riuscivo a farla rilassare. Il rapporto che si era creato tra me e lei era un qualcosa di unico, che se avessi dovuto spiegare, non ci sarei mai riuscita. Avevamo bisogno l'una dell'altra, ma io avevo sempre avuto più bisogno di lei, di quanto lei ne avesse mai avuto di me, e questo mi faceva sempre un po' paura. Se un giorno avesse capito che non possedevo nulla di speciale, e avesse deciso di proseguire per la sua strada senza di me, proprio come aveva fatto Marta, io non sarei riuscita a farcela da sola. Non sarei mai stata sola, questo era vero, ma lei era troppo importante. Continuai ad osservarla, non mi limitai semplicemente a guardarla, non mi limitai a sentire, ma ascoltai. Tutto ciò che la riguardava in un certo senso riguardava anche me, tutto ciò che rendeva felice lei, rendeva felice me.

"Quindi tu sei entrata in stanza, e lui era steso nel tuo letto, ricoperto da soli petali di rosa?" chiesi conferma con le lacrime agli occhi.

"Esatto, ed era tutto mio!" confermò lei, con gli occhi a cuoricino.

"E poi?"
"Io ero esausta, ero appena tornata da una delle sfilate più lunghe e stressanti della mia vita, mi sono tolta le scarpe, e mi sono seduta al bordo del letto, e ho iniziato a scostare i petali dal suo petto, per baciare tutti i tatuaggi che ormai conoscevo più che bene! Poi beh.. dico solo che la stanchezza era svanita in un istante!" continuò lei mentre rideva insieme a me.

Ed eccola, la luce che solo lei sapeva emanare, quella gioia che traspariva sempre quando apparivano i suoi denti bianchi. E in quel momento, la preoccupazione per Nate, svanì come se non ci fosse mai stata. Quando poi quel pallino continuò a farsi largo nella mia mente, le raccontai tutto. Mi rassicurò, dicendomi che era troppo innamorato di me per lasciarmi ancora, che lui era troppo entusiasta alla notizia del bambino, che non poteva essere per quello. E aveva ragione, come sempre. Quando poi dovette andare via, mi rattristai leggermente, adoravo passare tempo con lei, e stavo iniziando a non resistere più in quell'ospedale. Il perchè non mi lasciassero uscire non mi era ancora stato spiegato da nessuno. Quando Nate tornò, ci dirigemmo in stanza dalle bambine, perchè come avevamo deciso, avremmo dormito con loro. Loro erano già tutte lì, e dopo chiacchiere e qualche canzone, crollarono. Erano tutte bellissime, dei piccoli angeli, e ricordarmi che erano lì per un motivo ben preciso, mi spezzava il cuore. Anche io e Nate ci stendemmo nello stesso letto, per dedicarci un po' di coccole. Non mi ci volle molto per addormentarmi.

Aprii gli occhi, nel bel mezzo della notte, con lo stomaco in subbuglio, un mal di testa lancinante ed ero confusa, tutto si muoveva attorno a me.

"Piccola tutto ok?" la voce ancora impastata del sonno di Nate si diffuse nella stanza. Stropicciai più volte gli occhi, massaggiandomi le tempie cercando di alleviare il dolore. Mi alzai di scatto quando quel poco cibo che avevo mangiato poco prima, mi stava tornando su. Corsi nel bagno e vomitai anche l'anima. La prima cosa che pensai, fu che mia zia, quando era in cinta, aveva sempre avuto nausea e rimetteva spesso la notte. Quindi doveva essere per quello che stavo rimettendo anche io quella notte. Quando uscii dal bagno, ancora scossa e dolorante, decidemmo di andare a dormire in camera nostra, per non disturbare le bambine. Nate si stese nello stesso letto con me, e mi accarezzò finchè non mi sentii meglio, e mi addormentai. Poco dopo però, mi svegliai di nuovo. Mi era venuto un dolore al petto, Nate mi stava stringendo davvero forte. Mi teneva stretta in una morsa, respirava affannosamente, sembrava in panico. Lo scossi leggermente, avevo bisogno di liberarmi, mi stava facendo male, mi bloccava il respiro. Dormiva, era nel bel mezzo di un incubo.

"Nate, Nate!" lo chiamai invano, con sempre meno voce. Niente, non mi sentiva, parlava nel sonno. Riuscii a percepire le parole che uscivano flebili dalla sua bocca tremolante .

"Syria resta con me, non andare via, ho bisogno di te, ti prego, non lasciarmi, non lasciare la mia mano! No! Guardami Syria, ti prego guarda me e non la luce, stai con me! Combatteremo il tumore, lo faremo insieme ti prego Syria!" brividi mi avvolsero. Allora era vero.  



Ciao splendori! Potrete mai perdonarmi il ritardo? *Fa gli occhi dolci* chiedo davvero scusa, ma ho avuto un periodo infernale. coomuqnue, passando al capitolo, che ne pensate? spero di essermi fatta perdonare, almeno un pochino, ce l'ho messa davvero tutta per scriverlo, fatemi sapere! (: un bacione alla prossima! 
Baci Fun_for_life_ 
P.S. ci stiamo avvicinando alla fine, e questa volta, per davvero! 

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Capitolo 34
*** Falling down. ***


Rabbia, nervoso, delusione, frustrazione, paura, ansia. Tutte le mie emozioni peggiori erano state amplificate nel sentire le parole di Nate. Non mi resi conto di star trattenendo il respiro finchè non mi alzai, tremolante, e mi diressi a bere un bicchiere d'acqua. Se davvero avevo un tumore, per quale fottuto motivo non me lo aveva detto?! Ero talmente arrabbiata che uscii dalla mia stanza perchè sentivo il bisogno di colpire qualcosa e non volevo svegliare Nate, anzi, non volevo proprio vederlo al momento. Fermai la mia mente dalla corsa di pensieri che stava intraprendendo e feci prevalere la mia parte razionale. Poteva essere un semplice incubo, dovevo trovare certezze. Solo in quel momento notai l'assenza di una cartella clinica alla fine del mio letto come avevano tutti gli altri. Senza esitazione mi diressi dal medico che aveva il turno di notte, e bussai due colpi alla sua porta.

"Avanti" sentii quasi impercettibilmente dire all'interno della stanza. Mi feci coraggio e abbassai la maniglia. Non dovevo aver paura, conoscevo ormai tutti i dottori e infermiere.

"Buona sera" esclamai entrando e accomodandomi sulla poltrona di fronte la scrivania del dottor Turner.

"Syria! Che ci fai sveglia a quest'ora?" chiese, notai una nota di preoccupazione nella sua voce. Decisi di affrontare subito l'argomento senza troppi giri di parole.

"Dottore, perchè io non ho una cartella clinica da poter leggere?" improvvisamente interruppe il nostro contatto visivo, iniziando a sudare freddo.

"Beh, perchè.. ecco.. noi.. non... ehm..." si guardava nervosamente intorno alla ricerca disperata di qualcosa da dire.

"Dottore." dissi con voce ferma. La confidenza che avevamo stava risultando utile. "Ho un tumore, non è vero?" chiesi diretta. L'adrenalina scorreva veloce dentro di me, credevo fosse quella che mi spinse a chiedere quella domanda senza esitazione, nonostante mi sentissi morire dentro. Tirò un gran sospiro prima di annuire impercettibilmente e ristabilire il contatto visivo.

"Io e il tuo fidanzato avevamo un accordo...." storsi le labbra alle parole -il tuo fidanzato- per il nervoso ".... mi aveva chiesto di essere lui stesso a dirtelo, gli avevo concesso cinque giorni massimo, in pratica prima dell'inizio della chemioterapia"

Mi irrigidii sul posto. Quella parola iniziò a rimbombarmi nelle orecchie, era assordante. Chiesi altre informazioni sulla malattia, cose che avrei preferito non sapere. Specialmente la parola -inoperabile-. Improvvisamente tutto attorno a me sembrò fermarsi. Le mie emozioni erano talmente amplificate che si annullarono a vicenda, lasciando dentro di me un vuoto enorme. Mi sentii debole, vulnerabile. Volevo stare sola, così mi feci dare la mia cartella clinica, su cui c'era scritto tutto, e lasciai la stanza, salutando e ringraziando. Mi diressi nella sala dei giochi per i bambini, che ero sicura essere deserta in quel momento. Mi sedetti al bordo della finestra, poggiando la testa al vetro e osservando il buio avvolgere la città. Macchine che scorrevano per le strade nonostante l'ora, gente ubriaca che barcollava per i marciapiedi, il camion per la spazzatura che collezionava i rifiuti. Non mi sentivo più parte di quel mondo, restavo impassibile a guardare quei movimenti, incantata dalla luce del semaforo che cambiava colore. Colori che sembravano aver perso ogni significato ai miei occhi. L'unico che riconoscevo in me stessa era il nero. Strinsi più forte la cartella in plastica tra le braccia, fino a farmi quasi male, e strizzai gli occhi, sentendoli pizzicare. Estrassi il cellulare dalla tasca, cercando qualcuno con cui potermi sfogare. Gli unici che avrei potuto chiamare erano i ragazzi, si trovavano dall'altra parte del mondo, quindi da loro era pomeriggio. Senza pensarci due volte, composi il numero di Zayn. Rispose al terzo squillo.

"Piccola!" mi salutò, facendomi spuntare un accenno di sorriso. Ogni volta che mi parlava usava quei nomignoli che tanto amavo, come quasi tutti gli altri ragazzi.

"Zayn" dissi semplicemente, cercando di far trasparire almeno un po' di entusiasmo nella voce, ma con scarsi risultati.

"Hei, che succede?" chiese subito premurosamente. Mentre pensavo se fosse giusto o meno rivelargli quella notizia per telefono sentii delle persone dietro di lui fare un gran baccano. Avrei giurato che fosse Harry che rimproverava Louis per uno dei suoi soliti scherzi. La risata di Zayn si diffuse per il cellulare subito dopo quella di Liam e Louis. Dio, quanto mi mancavano. Non potevo essere tanto egoista da scaricare quel peso su di loro, così mi limitai a lasciarmi distrarre.

"Niente, sono solo un po' stanca, voi come state?"

"Stanchi anche noi, ma fra quattro giorni abbiamo una pausa finalmente"
"Già e poi finalmente verrete qui, mi mancate un sacco" lo sentii sospirare, brutto segno.

"Ci manchi tantissimo anche tu, ma... non credo che potremo venire" ecco, quel poco di sollievo che avevo provato, aveva lasciato di nuovo spazio al buio. Ancora più cupo, questa volta.

"Perchè?" chiesi con tono freddo e deluso.

"Beh perchè abbiamo appena saputo che questa sarà la nostra ultima pausa per un bel po', e beh noi volevamo passarla con le nostre fidanzate perchè...." lo interruppi, avevo afferrato il concetto. Mi sentii sprofondare.

"Perchè loro sono più importanti di me, certo lo capisco. Devo andare ciao ragazzi." risposi fredda prima di staccare la chiamata. Capivo che preferivano stare con le loro fidanzate, ma cavoli, Eleanor mi aveva detto che si erano visti appena la settimana scorsa, perchè le ragazze si erano messe d'accordo per fare loro una sorpresa. Motivo per cui Alessandra era ripartita. E sprofondai ancora più giù. Era questo che mi feriva di più, noi non ci vedevamo da più di sette mesi. Il telefono riprese ad illuminarsi, il nome di Zayn lampeggiava sullo schermo. Prima che potessi anche pensarci, avevo già risposto.

"Syria mi dispiace, ma cerca di capirci, non le vedremo per un bel po' di tempo"

"Sette mesi Zayn. Non ci vediamo da sette mesi e se ne aggiungeranno chissà quanti altri" la risposta di Zayn fu interrotta da un commento di Louis che probabilmente pensava non avrei sentito.

"Cavolo ma che le prende in questo periodo? Saranno gli ormoni, è da quando è incinta che fa così, è insopportabile" ammise con frustrazione nella voce. E caddi ancora più giù, fino a non riuscire più vedere la luce. Nonostante il tentativo di Zayn di coprire la sua affermazione, afferrai bene quelle parole, abbastanza bene da sentire il dolore diffondersi fino dentro le ossa. Il dolore scomparve in fretta, lasciando altro spazio al vuoto nel mio petto che si allargò notevolmente, trasciandomi ancora più giù nel burrone dell'apatia. La luce solo un bel ricordo.

"Bene, ringrazia Louis da parte mia, e digli di non preoccuparsi, tanto non ho intenzione di richiamare ancora. Vi auguro di divertirvi, tolgo il disturbo." dissi acida e ferita, non attendendo nemmeno una risposta prima di premere il tasto rosso e gettare con rabbia il cellulare sul pavimento ai miei piedi. Ignorai tutte le chiamate che seguirono quella spiacevole telefonata e rimasi a fissare il mondo fuori dalla finestra.

P.O.V. Nate

Mi svegliai particolarmente sfinito, ma soprattutto con un brutto presentimento. Erano le 6:30 del mattino, e il sole era già completamente sorto. Mi stiracchiai, ricordando gli avvenimenti della scorsa notte e notando spiacevolmente di essere solo nel letto. Scrutai la stanza, non trovando Syria da nessuna parte. Non si era mai alzata dal letto prima che io mi svegliassi. Andai a controllare nel bagno se fosse lì, ma anche quello era vuoto. Uscii per i corridoi trovandoli ancora quasi completamente deserti visto l'orario. Trovai Benedetta e le chiesi se l'aveva vista, annuì con volto triste e mi indicò la sala dei bambini. Seguii il suo sguardo confuso, non capendo cosa potesse farci lì a quell'ora. Appena arrivai, la notai seduta all'angolo, sotto la finestra con la testa poggiata al vetro. Era totalmente immobile, talmente tanto da farla sembrare un'immagine dipinta per quanto surreale, sembrava che nemmeno stesse respirando. Mi avvicinai e poggiai una mano sulla sua spalla. Sussultò e si distaccò subito interrompendo il contatto. Corrugai le sopracciglia non capendo il motivo della sua azione, fin quando non mi porse la cartella clinica, senza nemmeno guardarmi. Deglutii a vuoto, notai quanto la mia mano stesse tremando quando afferrai l'oggetto, aprendolo e scoprendo tutte le cose che non le avevo ancora detto, che lei ora aveva scoperto, e l'aveva fatto nel peggiore dei modi. Feci un ulteriore passo avanti e sentii qualcosa sotto il piede destro. Il suo cellulare abbandonato al suolo. Lo raccolsi notando un'infinità di messaggi dai ragazzi che le chiedevano scusa per vari motivi, tra cui l'impossibilità di poter venire a trovarla come avevano promesso. Questo non ci voleva proprio, sapevo quanto tenesse a loro, e la loro presenza era proprio quella che ci voleva in questo momento. Cercai di nuovo di instaurare di un contatto con lei, afferrandole il braccio, ma non me lo permise, allontanò la mia mano, aggiungendoci un lamento di dolore. Solo allora notai due lividi all'interno delle braccia, che collegai subito con la cartellina. L'aveva stretta talmente forte, per così tanto tempo che le si era bloccata la circolazione, formando due macchie violacee. Non sapevo se essere più preoccupato del fatto che ora sapesse e fosse arrabbiata con me perchè aveva saputo che io glielo avevo tenuto nascosto, o se stesse soffrendo talmente tanto, da non sentire nemmeno il dolore alle braccia. Mi sedetti davanti a lei, stando bene attento a non sfiorarla nemmeno accidentalmente e la fissai per un tempo infinito, sperando che lei ricambiasse il mio sguardo, ma non lo fece, mi ignorò completamente, continuando a fissare il panorama.

"Piccola mi dispiace.." fece una smorfia infastidita che mi ferì ulteriormente. "Ti prego guardami.." continuai speranzoso, ma non lo fece, non spostò il suo sguardo dalla sua precedente posizione. Non si mosse di un millimetro. "Amore.. per favore dì qualcosa, qualsiasi cosa" niente ancora, era come se non ci fossi. Il suo respiro era pericolosamente controllato, la sua mascella contratta, labbra serrate e sguardo spento.

"Ti prego.. " riprovai, poggiando una mano sulla sua, che lei prontamente ritrasse, così abbassai lo sguardo, sconfitto. Sospirai pesantemente e andai a chiedere al dottore.

Come pensavo mi confermò tutto, lei era stata lì quella notte e il dottor Turner le aveva detto tutto, anche del nostro accordo. Dannazione avrebbe potuto evitare l'ultimo dettaglio. Quando tornai a vedere se ci fosse stato qualche cambiamento, la sala giochi era stata popolata dai bambini sorridenti e lei era sparita. Tornai in stanza per recuperare il mio cellulare e la trovai lì, seduta nella stessa posizione sotto la finestra. Diversa stanza, stesso sguardo assente, stesse gambe strette al petto, stesso viso abbandonato contro il vetro. Provai e riprovai a farla parlare ma senza alcun risultato. Stanco, chiamai i rinforzi. Gli unici nei paraggi erano Andrew Jack e Miriam. Composi il numero di Jack e attesi.

"Pronto?" mi rispose affannosamente.

"Jack, che succede?"

"Miriam sta per partorire!" sembrava in preda ad una crisi.

"Ok Jack, stai calmo, respira e dimmi dove siete, veniamo subito"

"Il vostro stesso ospedale, terzo piano"

"Arriviamo" dissi semplicemente, senza considerare che Syria non mi ascoltava nemmeno quando parlavo. Iniziai a togliermi il pigiama, cambiandomi.

"Miriam sta per avere il suo bambino, capisco che sei arrabbiata con me, ma non puoi mancare alla nascita di suo figlio" dissi duro. Lei non disse niente, semplicemente si alzò, si vestì e dopo poco uscì dal bagno lavata e pronta. Io feci lo stesso, impiegando meno tempo possibile e ci posizionammo di fronte all'ascensore, che non si decideva ad arrivare. Improvvisamente sentii lo spostamento d'aria di Syria che intraprese una corsa. Senza pensarci la seguii, dirigendomi con lei alle scale. Evidentemente era stufa di aspettare l'ascensore. Scendemmo quattro piani di corsa, arrivando col fiatone, trovando Andrew e Jill seduti sulle poltroncine della sala d'aspetto. Il mio amico comprese subito la tensione tra di noi e mi lanciò uno sguardo d'intesa, dirigendosi alle macchinette. Syria continuò a non guardare nessuno, e si sedette su una delle poltroncine, in disparte. Vederla così mi stavo distruggendo, e non poterla confortare mi faceva sentire inutile. Avrei voluto piangere, ma non potevo, ora dovevo essere forte, per entrambi. Raggiunsi Andrew alle macchinette e presi un caffè, visto che avevo mancato la colazione quella mattina.

"Cosa succede?" chiese schietto.

"Andy.. ha saputo, sa del tumore, sa tutto"
"E non dovresti esserne sollevato? Ti sei tolto un peso"
"No, non l'ha saputo da me, stamattina l'ho trovata sotto la finestra con la sua cartella clinica tra le braccia..." sospirai triste rivivendo quel momento nella mia mente "...non mi permette di toccarla, non mi rivolge la parola, non mi guarda, è come se non esistessi...non riesco a sopportarlo" conclusi. Una mano si posizionò sulla mia spalla cercando di confortarmi.

"Nate, è arrabbiata, è spaventata, è comprensibile che stia reagendo così, ma tu non mollare, vedrai che prima o poi le passerà..nel frattempo, vado io a parlarle" mi sorrise aprendo le braccia, io mi lasciai abbracciare, avendo proprio bisogno di quel conforto.

P.O.V. Syria

Rimasi seduta a quelle poltroncine, davvero scomode aggiungerei, a contemplare il muro di fronte a me. Era di un azzurro pastello, tipico degli ospedali. Iniziai ad analizzare tutti i disegni esposti e ogni particolare riuscissi a scorgere. Tenere la mente occupata era la cosa migliore che potessi fare il quel momento. Il cellulare vibrò ancora e ancora nella mia tasca, finchè scocciata non lo presi, notando solo in quel momento la crepa sullo schermo, causato probabilmente dalla caduta che gli avevo fatto fare, me ne importava davvero poco. Questa volta era il nome di Liam che continuava a lampeggiare sullo schermo. Non avrei risposto, loro non potevano nemmeno immaginare cosa stesse succedendo qui. Rifiutai l'ennesima chiamata, e iniziai a leggere quanti più messaggi riuscissi tra quell'infinità.

"Piccola mi dispiace davvero tanto, siamo molto stressati e sai che Louis non pensava davvero ciò che ha detto, per favore rispondi.

-Z "

"Giuro che non avrei mai voluto dire una cosa del genere, quello con gli ormoni in subbuglio sembro io qui, non tu.. mi dispiace davvero, sai che ti adoro carotina, ti prego rispondi alle chiamate.

-L"
"Sai che Louis è un emerito idiota, che pretendi? A confermarlo oggi ne ha combinata un'altra delle sue, credo tu abbia sentito che gliene ho dette di tutti i colori.. se ci richiami te la racconto.

-H"

"Se non rispondi giuro che vengo lì e ti uccido, siamo in pensiero per te, e siamo dispiaciuti, puoi rispondere?!

-Z"

Gli altri erano più o meno tutti uguali, continuai a leggere, riuscendo per un momento a distrarmi. Decisi di rispondere solo a Louis, convinta che avrebbe riferito anche agli altri.

"Ragazzi, qui le cose non vanno molto bene, non è un buon periodo, per niente, nulla sta andando bene e io sono ancora rinchiusa in questo ospedale, mi dispiace se mi comporto così male come ha detto Louis, non lo faccio di proposito.. è solo che mi mancate, ma se volete stare con le vostre ragazze lo capisco, spero di vedervi il prima possibile.

P.S. Louis, sei un deficiente, ma ti voglio tanto bene.

-S"

La risposta non tardò ad arrivare, mi chiedevano ancora scusa, e dicevano che mi avrebbero chiamato più tardi. Continuai a girare e rigirare il cellulare tra le mani, fissando il pavimento, finchè non entrò nella mia visuale un paio di scarpe che riconobbi subito. Andrew. Aveva appena parlato con Nate alle macchinette, che sicuramente gli aveva detto del tumore, e lui non era sconvolto, il che implicava che lui già sapeva. Bene, un'altro che me lo aveva tenuto nascosto, di conseguenza un'altro da evitare. Si sedette accanto a me fissandomi, sentivo il suo sguardo bruciare sul mio profilo, ma non mi mossi, nè lo guardai.

"Syria mi dispiace così tanto, avevo detto a Nate di dirtelo, ma lui aveva paura, quando me lo ha detto ha pianto per ore e ore, io e Jack non riuscivamo a fare nulla per tirarlo su di morale, lui è così perdutamente innamorato di te che non sapeva cosa fare, è terrorizzato all'idea di perderti, non era pronto a dirtelo, perchè aveva paura di come tu avresti reagito e non avrebbe retto una reazione come questa, infatti ora sta malissimo, non essere arrabbiata con lui" continuò a guardarmi in attesa di una risposta che non sarebbe arrivata, di uno sguardo che non avrei ricambiato. Non aveva senso ciò che aveva detto, capivo che Nate aveva paura, ma cosa diavolo pensava che sarebbe cambiato non dicendomelo? La prima cosa che volevo era stare tra le sue braccia e confortarci a vicenda. Lui non avrebbe dovuto assimilare la notizia da solo, come non starei facendo io. Ma no, doveva rendere tutto più difficile. Mi sentivo così sola in quel momento, che sarei voluta sprofondare nella sedia e sparire. Le persone di cui avevo bisogno erano sparse per il mondo e una era proprio vicino a me, in una sala operatoria, e io non potevo nemmeno tenerle la mano. Sentivo il terreno mancarmi sotto i piedi. Ero abbastanza sicura che nessuno oltre Nate, Jack e Andrew lo sapesse, o almeno così speravo, se così non fosse stato sarei potuta impazzire. Il mio pensiero viaggiò a mia madre, chissà se lei sapeva. Probabilmente no, o si sarebbe fiondata qui, poi dovevo ancora dirle del bambino. Mi accarezzai lievemente il ventre, ricordandomi solo in quel momento di avere un essere che cresceva dentro di me. Avrei potuto ancora avere questa creatura con un tumore? Il dottore non aveva detto nulla a riguardo quindi presumevo di si.

Andrew era ancora lì nell'attesa che io aprissi bocca, ma quando capì che non lo avrei fatto, continuò a parlare.

"Nate non ha fatto colazione stamattina, quindi presumo nemmeno tu, ti va del latte caldo? Vado a prenderlo se vuoi" come faceva a mantenere quel tono dolce, io proprio non lo capivo. Se mi fossi trovata a parlare con qualcuno che non mi rispondeva, lo avrei preso per le spalle e scosso finchè non si sarebbe deciso a parlare. Dato che mi dispiaceva, scossi leggermente la testa, e mi voltai a guardare il lato opposto ad Andrew, sperando che andasse via, e così fece.

Rimanemmo in quel posto delle ore, ma io avevo perso la cognizione del tempo. Quando finalmente uscì uno Jack scosso e commosso. Piangeva come una fontana e annunciò che era nato un maschietto, che avevano deciso di chiamare Erick. Ero sicura che anche lui sapesse, quindi proprio non riuscivo a fargli le congratulazioni. Mi limitai a fare un cenno del capo, che a lui bastò, non fece caso a nulla, troppo felice per il nuovo arrivato. Gli altri festeggiarono allegramente con lui, ma io nemmeno li guardai, preferendo continuare ad analizzare il muro davanti a me. Nate mi dedicava delle occhiate di sfuggita, per accertarsi che fossi ancora lì. Attesi che ci diedero il permesso di vedere Miriam, e mi diressi da lei, scavalcai tutti gli altri, entrando forse un po' troppo prepotentemente per prima. Lei mi vide, e il suo sorriso si trasformò in una smorfia, mentre ancora teneva fra le braccia Erick. Ignorai le sue domande, continuando ad osservare il bambino, era bellissimo. Aveva due grandi occhioni color cioccolato, due guanciotte paffute che non vedevo l'ora di accarezzare. Mi avvicinai cautamente e mi sforzai di sorriderle, non ero arrabbiata con lei, ma non sentivo nulla in quel momento, nè felicità, nè gioia, nè odio, nè tristezza. Niente. Senza parlare, le chiesi il consenso di tenerlo, lei capì dalle mie mani tese in avanti e me lo porse, sostituendo di nuovo le sopracciglia corrugate con un sorriso. Lo presi tra le braccia, e il piccolo mi guardò piegando leggermente il capo. Sembrava mi stesse studiando. Sorrisi sinceramente alla sua espressione, e lui rise. Per la prima volta in quella giornata tutti i pensieri negativi rimasero bloccati fuori dalla mia mente, facendomi sorridere e stringere affettuosamente quel bambino. Ma no, non riuscii a sentire il solito calore nel petto che si prova quando si è felici. Non sentii nulla, nemmeno il mio stesso battito cardiaco. Concessi agli altri il permesso di entrare, abbandonando la stanza lasciando un piccolo bacio sulla fronte del bambino e uno a Miriam. Tornai in camera mia, accucciandomi di nuovo sotto la finestra, decisa a passare un bel po' del mio inutile tempo sotto quella finestra, a contemplare un mondo che sentivo non appartenermi più.

Passai così i giorni successivi, mangiando il minimo indispensabile, solo per il bambino che poteva avere nutrimenti solo attraverso me, senza toccare nulla, senza muovermi da quella posizione nemmeno per dormire nel mio letto, non abbandonai la mia postazione se non per andare in bagno, e cosa più importante non parlai, nel mezzo della mia apatia era emerso l'odio, solo quello. Ma non odio semplice, no, odio profondo verso me stessa, talmente grande da rendermi sgradevole il suono della mia stessa voce, che mi appurai di non far sentire alle mie orecchie e a nessun altro per tutti quei giorni. Nate era disperato, ma non sentivo dispiacere per lui, nè per nessun altro. Non parlavo e non avevo contatti fisici con nessuno, mi infastidivano, tranne col piccolo Erick. Era l'unico che mi concedevo di toccare e di guardare. Già, non guardavo nessuno. Non più dopo aver visto la compassione e la pena negli sguardi di chi mi guardava, che non facevano altro che far aumentare l'odio nei miei confronti. E magari mi sarei chiesta anche perchè tutto quell'odio nei miei confronti, se non fosse stato che quel sentimento era talmente forte da distrarmi da tutto il resto. Anche dalla prima giornata di chemioterapia.

P.O.V. Nate

Stavo esaurendo. Stavo perdendo il controllo di tutto. Lei era lì, ma era come se non ci fosse, era talmente distante da farmi mancare l'aria nel petto. Talmente fredda nei miei confronti da farmi sentire brividi di freddo in piena estate. Talmente dimagrita e sofferente, da farmi lacerare l'anima. Mi sentivo un' idiota colossale, pensavo che se glielo avessi detto probabilmente non avrebbe reagito così, probabilmente ora non sarebbe sotto quella finestra, probabilmente ora, sarebbe tra le mie braccia. Vedere la sua pelle morbida senza poterla toccare mi faceva male. Volevo toccarla, abbracciarla e baciarla così disperatamente che pensavo stessi per impazzire. Pur di sentire la sua voce, pur di vederla guardarmi come faceva prima, mi ridussi a cercare i video ufficiali delle nostre canzoni su YouTube. I miei amici erano disperati quasi quanto me, e quando saltò la prima seduta della chemioterapia mi infuriai. Le urlai contro che doveva fare quella terapia per il suo bene, per il bene del bambino, per il nostro bene. Ma lei non mi guardò nemmeno allora, non si mosse anche se le mie urla avrebbero potuto forarle i timpani. Rimase impassibile a guardare oltre la sottile lastra di vetro che la divideva dal mondo esterno. Stavo letteralmente impazzendo. Non vedendo altri risultati dopo il quinto giorno, capii che l'unica soluzione era chiamare chi volevo tanto tenere a tutti i costi lontano da lei per l'immensa gelosia che provavo, e quando capii che erano gli unici che avrebbero potuto fare qualcosa, mi sentii ancora peggio. Probabilmente da loro si sarebbe fatta toccare, magari avrebbe parlato. Avevo già cercato il numero delle ragazze il giorno prima chiamandole una ad una, ma nessuna poteva liberarsi prima di lunedì, venerdì al massimo, e noi eravamo ancora a domenica. Così, con tutto il coraggio che avevo in corpo composi quel numero, dovevo farlo per lei.

P.O.V. Syria

Un'altro giorno stava passando, il sole stava tramontando dietro quel palazzo che ormai conoscevo a memoria, come ormai tutto ciò che vedevo da quella finestra. Tutto normale, tutto come al solito. Sarebbe stata una giornata come tutti gli altri, se non avessi sentito un odore di miele che poteva appartenere solo ad una persona. Sentivo la sua presenza nella stanza, bruciarmi sulle spalle. Per la prima volta da più di una settimana, mi alzai da quella postazione che ormai aveva assunto la mia forma, e nonostante le gambe indolensite, tutti i muscoli che protestavano all'inusuale movimento, corsi a fiondarmi tra le sue braccia.  



Salvee! si, sono ancora viva! incredibile ma vero, sono riuscita a pubblicare! scusatemi per il ritardo davvero, ma, come sapete, si avvicina la fine della scuola quindi ci sono compiti in classe e interrogazioni praticamente ogni giorno, ma ora sono malata quindi sono riuscita a pubblicare! 
Comunque, passando al capitolo.. mi rendo conto che questo sia particolarmente pesante, ma capitemi, è un passaggio importante e non potevo non dedicare così tanto spazio alle emozioni dei personaggi. Ma c'è qualcosa di allegro! il nostro piccolo Erick! *^* trovo quella parte davvero dolcissima, e credo che sia chiaro perchè Syria sia così affascinata e presa dal bambino. Chi sarà appena arrivato? hehehe spero di non farvi aspettare troppo per rivelarvelo, farò del mio meglio per fare in modo che non passi troppo tempo, ma non vi prometto nulla. Grazie come sempre a chi mi sostiene, a chi legge, a chi recensisce, e anche a chi non lo fa, le visualizzazioni sono tantissime! *^* grazie! you make me happy <3 
Ora vi lascio, fatemi sapere che ne pensate, ci tengo! alla prossima! 

Baci, Fun__for_life_ <3 

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Capitolo 35
*** Will you marry me? ***


P.O.V. Nate

Entrai nella stanza, subito dopo il moro, fermandomi dietro le sue spalle. Zayn non aveva parlato, non aveva fatto alcun tipo di rumore che potesse farle capire che fosse qui. Eppure lei l'aveva sentito. Avevo visto chiaramente la sua schiena drizzarsi, dei brividi propagarsi sul suo corpo e il suo respiro fermarsi prima di aver sussurrato un flebile "Zayn" senza essersi ancora voltata. Fu questione di secondi, e finalmente aveva lasciato la sua posizione sotto la finestra, per rifugiarsi tra le braccia del moro. E fu in quel momento che lo vidi. Il sorriso della mia piccola era finalmente riapparso. Ed era splendente, più bello che mai. Strizzava ripetutamente gli occhi, mentre aveva avvolto le gambe al bacino di Zayn, lo teneva stretto, quasi come se non credesse fosse davvero lì. E, nel vedere quel quadretto, avrei quasi preferito che lui non fosse lì. Ero geloso marcio che lui fosse riuscita a renderla così gioiosa, e io non ero nemmeno riuscito a farle spiccicare qualche parola.
"Zayn! Zayn!" sussurrava solamente con voce più roca che mai, dovuto sicuramente al silenzio che aveva mantenuto per tutti quei giorni, e si aggrappava a lui sempre più, che non smetteva di ridere, e lei rideva di rimando.

"Ciao Syri" aveva semplicemente detto lui, con un tono davvero troppo dolce. E lasciandole baci sulla guancia. Lei gli baciava invece tutta la faccia, tranne le labbra, ovviamente. Gli avrà lasciato un centinaio di baci nell'arco di due secondi. E lui rideva, rideva e basta. E io ero geloso, sempre più. Zayn si era diretto al letto, sempre con lei tra le braccia, per farla accomodare quando finalmente lei sembrava essersi calmata. Ma non appena la stava per poggiare, i suoi occhi si sgranarono nuovamente, lasciò le braccia del moro e si diresse a salutare gli altri. Aveva riservato lo stesso trattamento a tutti, o almeno quasi. Quando si trovò Louis davanti era tornata improvvisamente seria, con uno sguardo severo, e indugiava un po' sul da farsi. Lui aveva un'espressione colpevole, e si sentiva a disagio sotto il suo sguardo, non si muoveva di un millimetro, non respirava nemmeno in attesa di una sua mossa. Lei apriva la bocca per parlare, ma la richiudeva subito dopo. Poi, decise che non servivano parole, e gli si appese addosso come un koala, riservando a Louis lo stesso trattamento di Zayn, e solo in quel momento il ragazzo prese un profondo respiro di sollievo, come se si fosse tolto un peso, e ricambiò la stretta. Abbracciò il riccio e Liam allo stesso modo, contenendo però, i baci, sicuramente perchè due delle sue migliori amiche, erano le loro fidanzate. Non potei fare a meno di sorridere, notando quel particolare. Poi però, il silenzio ripiombò nella stanza, la tensione alle stelle. Syria era ferma davanti a Niall, e nessuno dei due si muoveva. I loro sguardi entrarono in collisione, lasciandoli entrambi sorpresi. Lui era visibilmente arrossito, lei era impassibile. Si voltò un attimo cercando lo sguardo di Zayn, e lui annuì semplicemente. Non capii, ma lei sembrava aver ricevuto la risposta che desiderava, perchè nel momento in cui il biondo aveva iniziato una frase, lei l'aveva interrotto, abbracciandolo. Lui era rimasto sorpreso, a momenti la bocca gli arrivava al suolo, stringendo le braccia attorno al suo esile corpo, e chiudendo gli occhi, abbandonandosi a quel momento, che era chiaro lo rendesse euforico. E io storsi le labbra, infastidito. Quei due non si parlavano dal giorno del litigio. E tutto quell'affetto improvviso non potè che infastidirmi.

P.O.V. Syria

Ero così dannatamente felice, non solo perchè loro erano qui, ma perchè finalmente mi ritrovavo davanti dei visi familiari che ero certa, non mi avessero tradita. Eppure, appena le emozioni si risvegliarono di nuovo dentro di me, dopo giorni di letargo, non mi sentii più arrabbiata con nessuno. Sarà stata l'euforia del momento, ma anche se stavo ancora abbracciando quei ragazzi, sentii che non erano le braccia giuste quelle. Avevo leggermente freddo, freddo dentro. Mi voltai di poco, guardando Nate con la coda dell'occhio, e non potei fare a meno di notare quanto fosse abbattuto. Per colpa mia. Solo mia. Che idiota che ero stata. Decisi comunque, di non fare nulla in quel momento. Ma, appena i ragazzi uscirono dalla stanza per fare delle telefonate per avvisare che fossero arrivati, mi avvicinai lentamente a Nate, che mi dava le spalle. Era strano, dopo tutti quei giorni, fare quei passi verso di lui. Ma lo sapevo bene, che sforzo avesse fatto per chiamare i ragazzi. Sapevo quanto volesse tenerli lontani da me, eppure non ne aveva alcun motivo, ero talmente innamorata di lui, che anche un cieco l'avrebbe visto, anche un sordo lo avrebbe sentito e persino un muto avrebbe potuto raccontarlo a tutti. Feci scorrere lentamente le mie braccia lungo i suoi fianchi, abbracciandolo da dietro, facendo aderire la sua schiena al mio petto. Si irrigidì all'istante, e trattenne il fiato, sgranando gli occhi.
"I've given everyone I know
a good reason to go.
I was surprised you stuck around..."
iniziai a cantare meglio che potevo, le mie corde vocali non erano più abituate. Comunque non mi fece neppure terminare, che si voltò di scatto, prendendomi da sotto le cosce, incitandomi a legarle attorno al suo bacino, nascondendo il viso nell'incavo del mio collo e inspirando. Rimasi un'attimo bloccata da quel gesto fulmineo, ma mi ripresi quando sentii delle strisce bagnate scorrere lungo il petto.

"Mi dispiace.. m-mi dispiace.. io..io.."
"That it's all alright.
I guess it's all alright.
I got nothing left inside of my chest,
but it's all alright."
terminai, basta scuse. Mi strinse ancora di più, iniziando leggermente a singhiozzare. Gli accarezzai i capelli, cercando di calmarlo, rendendomi conto di esser stata ancora più stupida di lui, perchè davvero, il comportamento che avevo assunto nei giorni precedenti non aveva senso.

"Shh..Va tutto bene, sono qui" gli presi il viso tra le mani, concedendomi qualche secondo per osservarlo, per perdermi in quegli occhi che avevano il colore della felicità. Poi, dopo lunghi e interminabili giorni, le mie labbra furono di nuovo sulle sue. E Dio solo sa cosa provai in quel momento. Nate ci mise qualche secondo per metabolizzare, poi rispose al bacio, stringendomi ancora di più, se possibile, tre le sue braccia. Le lacrime continuavano a scendere dai suoi occhi, andandosi a depositare tra le nostre labbra, regalandoci un bacio salato. Le nostre lingue erano fameliche, tenute a digiuno per troppo tempo. Qualcuno tossicchiò sulla porta, per attirare l'attenzione. Sorridendo, interruppi il bacio, per voltarmi a guardare chi fosse arrivato. Andrew ci guardava felice, appoggiato sul ciglio della porta. Leggermente mortificata, mi avvicinai lentamente e lo abbracciai. Avevo trattato così male tutti quanti, me ne vergognavo davvero tanto.
"Come stai?" mi chiese continuando ad abbracciarmi.

"Bene" sorrisi timidamente. Mi staccai, mi avvicinai a Nate, e prendendolo per mano, lo trascinai da Miriam, Jack e Erick, dovevo chiedere scusa anche a loro.

P.O.V. Nate

E come un'oasi in mezzo al deserto, lei era riapparsa. Non mi sarei mai aspettato quel gesto, ed è inutile dire che ancora adesso, dopo ore ed ore che erano passate, ci stavo ancora pensando. Mi sentivo così dannatamente bene. L'avevo lasciata nella stanza di Miriam, con il piccolo e alcune amiche che si era fatta nell'ospedale, addirittura dottori ed infermiere si erano fermati nella stanza per sapere come stesse, poichè dopo il periodo di 'letargo' si erano tutti preoccupati per lei. Soprattutto Benedetta, quell'infermiera con cui passava davvero molto tempo. Le sentivo chiacchierare mentre mi allontanai con alcuni ragazzi. Avevo deciso di farmi aiutare per la sorpresa che le stavo organizzando. A momenti sarebbe arrivato anche Alessio, che era la persona più importante per lei, e sarebbe stato perfetto. La scatolina veniva girata e rigirata tra le mie mani, mentre cercavo le parole giuste da dire.
"Nate, la romperai quella scatolina se continui così" sospirai a lungo, d'accordo con il mio amico.
"Non sono mai stato così agitato in vita mia" sbuffai. Perchè Alessio ci metteva tanto? Doveva essere qui mezz'ora fa.
"Stai tranquillo, sta arrivando" mi comunicò Jack, aggiustandosi gli occhiali, come se mi leggesse nel pensiero. Sbuffai ancora, guardandomi velocemente allo specchio.
"Pensi che vada bene? - mi indicai- o dovrei cambiarmi? I capelli come stanno? E che dici.."
"Nate, Nate calmati!" mi zittì scuotendomi per le spalle. Respirai a fondo, cercando di fermare il tremolìo delle mani e il movimento oscillatorio della mia gamba.
"Sono calmo" okay, non ero calmo per niente. Ma dicono che l'autoconvinzione funziona. Il continuo tremare delle mie mani mi fece capire che erano tutte cazzate. Sbuffai ancora. Jack mi guardò male, come se avessi detto la più grande cavolata del mondo, e forse lo era.
"Si, e io mi chiamo Celine" ironizzò.
"Ciao Celine" scherzai, guadagnando un pungo sulla spalla. "Ahi" protestai massaggiando il punto colpito.
"Ragazzi è arrivato!" ci avvisò Louis entusiasta. In quel momento, tutto si immobilizzò. Avevo una fottuta paura del gesto che stavo per compiere. Guardai Jack insicuro, non più molto convinto di ciò che volevo fare. Lui mi sorrise, e mi abbracciò forte.
"Andrà tutto bene Nate" sospirai per l'ennesima volta quel giorno, maledicendo chi aveva deciso che era l'uomo a dover fare sempre il grande passo per primo. Ma che cavolo di pensieri facevo adesso?! Okay Nate, calma. Alessio entrò nella stanza con il fiatone.
"Scusate, il volo aveva fatto ritardo" si scusò, ma non ci badai, ero talmente tanto in ansia che credevo sarei svenuto da un momento all'altro. Gli occhi di Alessio si puntarono subito su di me.
"Oh no non pensarci nemmeno" mi indicò. I miei occhi si sgranarono ancora di più. Cazzo non un attacco di panico, no! Persi la cognizione delle cose attorno a me per qualche secondo, finchè Andrew non mi buttò un bicchiere d'acqua gelida in viso, dicendo parole confortanti.
"Nate, siamo qui, pensa a Syria okay? Lei ti ama, va tutto bene, ce la puoi fare" sbattei le palpebre più volte, mugolando per l'improvviso mal di testa. Il solito, che spariva quando mi calmavo. Mi alzai, rimanendo seduto sul materasso, respirando profondamente.
"Ecco, perfetto, così" mi incitarono ancora. Guardai Alessio, volendo parlare un attimo da solo con lui. E prima che potessi anche solo chiedere agli altri di uscire un attimo, ci ritrovammo da soli.
"Stai meglio?" chiese dolcemente, porgendomi un bicchiere d'acqua.
"Si" sussurrai flebilmente, strizzando gli occhi aspettando che il dolore sparisse.
"Bene, sputa il rospo" mi incitò. Tirai un profondo sospiro.
"Tu che ne pensi? Insomma... tu la conosci da sempre, che dovrei fare?"

"Una cosa molto semplice, sai che lei le ama così, poi.. uhm... devi dirglielo quando sarete soli, poi appena glielo dirai noi spunteremo fuori, per ottenere un bell'effetto forte" rise e mi aggiunsi subito. Era un'ottima idea, lei amava legare tante cose insieme. Bene era tutto deciso, mancava solo il consenso della mamma.

P.O.V. Syria

Avevo fatto preoccupare più persone di quanto pensassi. Mezzo ospedale era lì per me, anche solo passata per salutarmi. Ed ero così felice! Non potei fare a meno di notare che alcuni ragazzi erano scomparsi. Dovetti accantonare subito il pensiero perchè troppo occupata a rispondere al terzo grado che mi stavano facendo. In più il piccolo Erick non mi faceva alzare, voleva stare steso su di me.
"Ci hai fatto prendere un gran bello spavento, pensavamo che saresti rimasta così per sempre" confessò Benedetta, scappando subito dopo per rispondere al bip dell'aggeggio che portava nel taschino dell'uniforme, così come altre due infermiere e un dottore.
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Ci erano volute due ore finchè mi lasciassero un po' di pace. Eravamo rimaste solo io, Miriam ed Erick, degli altri nessuna traccia. E fu in quel momento, che presi di nuovo coscienza di tutto. Ed era difficile. Era facile dirmi di combattere, di non arrendermi. Certo, non lo avrei fatto, non mi sarei arresa. Ma non potei fare altro che pensare a ciò che mi aveva detto Jack.
"Io lo so cosa stai passando. Cioè no, non lo so davvero ma lo immagino" aveva iniziato con i suoi modi goffi, quando ancora non parlavo con nessuno. "Ma ti prego, Nate non lo potrà reggere. Si lascerà andare. Sai come reagisce a queste cose. Lo so che ti sto chiedendo il sovrumano. E forse è anche una cosa orribile chiederti di non farti vedere così davanti a lui. Ma tu devi farlo, ti prego, Syria, ti prego" mi aveva implorato. Mi aveva davvero chiesto di non fargli vedere come soffrivo? Dovevo soffrire in silenzio, dopo quello che mi aveva fatto? Col cazzo. Come al solito non avevo nè accennato a rispondere, nè dato alcun segno di vita. E lui si era leggermente innervosito.

"Solo perchè tu hai deciso di arrenderti, non puoi far soffrire così tutte le persone che ti amano." aveva detto freddo, ferendomi leggermente. Ma ero talmente apatica, da non aver mosso un muscolo, in tutti i sensi. Ma ora, ripensandoci, dovevo farlo. Dovevo essere forte per tutti. Con me aveva funzionato. Quando mio padre morì, vedere mia mamma non così abbattuta mi faceva stare meglio. Finchè non realizzai che fingeva per me. Ma aveva funzionato, e io avrei finto fino a che avrei potuto. E in una frazione di secondo, i miei pensieri si erano spostati tutti sulla mia famiglia. Mi alzai di scatto, dando Erick a Miriam, e correndo a prendere il cellulare. Composi il numero velocemente, senza però ricevere alcuna risposta. Provai ancora e ancora, ma niente: era occupato. Speravo fosse almeno qualcuno di importante. Le lasciai un messaggio dicendole di richiamarmi al più presto. Dovevo dirle di venire qui, lei doveva sapere del tumore, e non potevo di certo farlo per telefono. Ero frustrata, dannata distanza. Lasciai anche un messaggio a Nate chiedendo dove diamine fossero finiti tutti quanti, ma nemmeno quello ricevette risposta. Sbuffai infastidita, tornando da Miriam. Iniziando a messaggiare con le mie migliori amiche, lontane chissà quanti chilometri da me. Mi mancavano terribilmente.

P.O.V. Nate

Aver dovuto alla mamma di Syria del tumore tramite telefono era stata una delle cose più tristi del mondo, ma era l'unico modo che avevo affinchè acconsentisse a darmi il permesso. Perchè all'inizio, come avevo immaginato, mi aveva preso per pazzo. Ma ora il permesso lo avevo, e lei avrebbe preso il primo aereo per raggiungerci. Il cellulare mi vibrò ancora, appena conclusa la telefonata, avvertendomi di un messaggio. La mia piccola mi chiedeva dove diamine fossimo finiti, ma non potevo risponderle per ora. L'avrebbe scoperto presto. Gesù, che ansia. Era quasi l'ora di cena, e avevo programmato di uscire per cena. Lei non vedeva l'ora di mettere piede fuori da quell'ospedale, e io non vedevo l'ora di accontentarla. Saremmo andati tutti a cena fuori, sperando di non essere disturbati, non troppo almeno. Avevo già prenotato il ristorante, chiedendo una sala privata, una bella grande, considerando che eravamo parecchi. Finiti i preparativi, raggiungemmo finalmente le ragazze. Tranne Alessio, lui tornò al suo albergo, Syria non doveva sapere che lui fosse qui, era una sorpresa.
"Dove cavolo eravate finiti?!" chiese Syria con sguardo assassino. Che però di intimidatorio aveva ben poco.
"Scusa mamma" scherzò Zayn, ricevendo uno schiaffo sul braccio, che non lo scalfì minimamente.
"Ringrazia che sia debole, perchè di solito i suoi schiaffi fanno male" confessò Jack.
"Già, ne sappiamo qualcosa" acconsentii.
"Vedo che siete molto spiritosi stasera" rispose lei, con aria offesa.
"Comunque, preparatevi, che si va fuori a cena!" si intromise Andrew, contento di dare una buona notizia. Syria spalancò gli occhi, che si illuminarono.
"Davvero uscirò da qui?" chiese speranzosa.
"Si" confermai, sorridendo nel vedere la sua reazione.
"Finalmente!" urlò, iniziando a saltellare per la gioia, facendoci ridere. Si dileguarono tutti, per andare a cambiarsi. Prima che i ragazzi potessero andare al loro albergo, fermai Zayn, perchè capii fosse quello con cui avesse legato di più.
"Zayn, potrei parlarti un attimo?" si voltò annuendo.
"Ragazzi voi andate, vi raggiungo fra poco" avvisò i ragazzi, raggiungendomi.
"Grazie... uhm.. credo sia meglio se ci sediamo" corrugò le sopracciglia, ma seguì il mio consiglio, sedendosi. Ci furono degli attimi di silenzio, in cui cercavo il modo migliore per dirglielo.
"Allora..?" mi incitò.
"Beh, non è semplice, e non è nemmeno bello" iniziai, nel modo peggiore possibile. Lui corrugò le sopracciglia ancora di più, guardandomi attentamente.
"Così mi spaventi"
"Forse dovresti.." ammisi, senza rendermi conto di ciò che avevo detto.
"Cosa?" iniziò a muoversi a disagio sulla sedia. Quando non risposi, mise una mano sul mio ginocchio, spronandomi a parlare.
"Ti sei chiesto come mai Syria è in ospedale?" ci pensò su un attimo.
"Beh ha detto che dovevano fare dei controlli per i malori che ha" annuii alla sua risposta.
"E sai qual è l'esito?" lo vidi negare col capo, leggermente spaventato adesso. Tirai un lungo sospiro, facendomi sfuggire delle lacrime.
"Ha un tumore, Zayn" ammisi alla fine, con un tono di voce molto incrinato. La mano che aveva posato sulla mia gamba strinse la presa, mentre stavo cercando di capire se stesse respirando. Poi il suo sguardo si posò sul mio.
"M-ma c-cosa.. no non può essere!" urlò, alzandosi di scatto. Mi alzai con lui, fermandolo per le spalle, insicuro nei movimenti. Non avevamo nessun tipo di rapporto, e non sapevo come comportarmi. Quando lo notai leggermente tremolante e col respiro affannato, lo abbracciai d'istinto.
"Lo so.. lo so.. ma non è detto niente, c'è ancora la chemioterapia" riprese il controllo di se stesso, annuendo a se stesso.
"Okay.. ora è tutto più chiaro, è questo il vero motivo per cui ci hai fatto venire qui" annuii in risposta.
"Avvisa anche gli altri, ma digli di stare calmi, questa sera deve distrarsi, ha passato giorni d'inferno, e sta ancora cercando un modo per dirvelo, quindi fate finta di nulla, finchè non sarà lei a dirvelo, va bene?"
"Va bene.." acconsentì, ma il suo morale era sceso sotto i piedi.
"Dai, va tutto bene, ce la farà" dissi, cercando di convincere anche me stesso.
"Si, hai ragione" sorrise leggermente " ora è meglio che vada, conoscendo gli altri ci metteranno un'eternità a preparasi" scherzò, facendomi ridere. Beh, infondo non era male come pensavo.

"A dopo" salutai con una pacca sulla spalla, andando anche io a prepararmi.

P.O.V. Syria

Finalmente sarei uscita da questo posto. Misi il vestito più carino che avevo per festeggiare quella fuga, anche se breve, dall'ospedale. Sarebbe stato tutto perfetto se solo ci fossero state anche le mie amiche. Misi su un piccolo broncio, che scomparve quando Nate entrò in stanza. Sorrise raggiante e mi baciò, andando poi a selezionare dei vestiti da indossare.
"Che ne pensi?" chiesi facendo una piccola giravolta per mostrare il mio vestito.
"Penso che saresti bellissima anche con un sacco della spazzatura" ammise facendomi arrossire leggermente.
"Grazie" sussurrai abbassando il capo.
"È da tanto che non arrossivi" mi fece notare, causandomi un rossore ancora più accentuato sulle guance.
"Già, forza preparati adesso" mi lasciò un bacio sul naso e si allontanò. "Vado da Miriam" avvertii, uscendo dalla stanza. Quando arrivai, notai che faticava un po' nel cercare di mettere la maglietta. Mi avvicinai e la aiutai, facendola sobbalzare per lo spavento. Risi sottovoce.
"Non pensavo di essere diventata così brutta" scherzai.
"Ma no, solo che non ti ho sentita arrivare" rise anche lei.
"Se vuoi tengo Erick finchè non ti prepari, tanto io sono già pronta" mi proposi, aggiudicandomi un bacio in fronte.
"Sei un angelo" mi disse mentre finiva di prepararsi.


Arrivammo al ristorante con alcune complicazioni, visto che già mezzo mondo sapeva che fossimo diretti in quel locale. Avevo notato i ragazzi leggermente tristi, ma non capii il perchè. Nonostante questo, la serata precedette nel migliore dei modi. Era da tanto che non ero così spensierata. Avrei voluto poter dire lo stesso per Nate, che invece sembrava stesse per andare incontro alla morte.
"Cosa c'è che non va?" chiesi allora.
"Mh?" era su un altro pianeta.
"Ho chiesto cosa c'è che non va" ripetei leggermente infastidita.
"Uhm no niente, va tutto bene"
"Che altro mi stai nascondendo? Mi devo preoccupare?"
"No, no assolutamente"
"Va bene.. allora dimmi qual è il problema"

"Non è niente, davvero" cercò appiglio negli sguardi dei ragazzi, ma l'unico che gli stava prestando attenzione era Louis, che infatti iniziò a parlarmi per farmi distrarre. Mh, qui gatta ci cova.

P.O.V. Nate

Ero un fascio di nervi, e un pessimo attore. Il mio nervosismo si poteva notare da km di distanza. Benedetto Louis che era venuto in mio soccorso. Mi accorsi improvvisamente di non avere alcun piano, alcuna idea valida. Mi ero dimenticato quel poco che avevo organizzato. Quando arrivò il momento della torta, a portarla fu Alessio, e Syria volò tra le sue braccia, lasciandomi un attimo per metabolizzare ciò che stavo per fare. Dopo un'altra ora, avevo gli sguardi di mezzo tavolo puntati addosso. Volevano dirmi che era il momento di agire, e io volevo dire che me la stavo per fare addosso. Facile per loro. Presi un respiro profondo, alzandomi dalla sedia. Syria puntò subito i suoi pozzi scuri su di me, mettendomi ancora più ansia. Mi schiarii la voce e improvvisai al meglio.
"Si dice che di amore vero ce ne sia solo uno, e io credo di averlo trovato. Se amare qualcuno significa non saper scindere più il sogno dalla realtà, il giorno dalla notte, il colore dei tuoi occhi dal mio, allora credo che quello che sento svolazzare nel petto intorno all'anima sia proprio quel bel sentimento di cui tutti parlano. E ora che ti ho trovata, non voglio lasciarti andare mai più" mi interruppi un attimo, per mettermi in ginocchio, ed estrarre quella scatolina rossa che avevo torturato per giorni e giorni. Syria sgranò gli occhi, e guardò gli altri, per accertarsi di non star sognando, ricevendo sorrisi e cenni del capo come risposta. Poi puntò di nuovo il suo sguardo su di me.
"Syria, vuoi sposarmi?" rimasi col fiato sospeso finchè non si mise a piangere e mi si fiondò addosso, baciandomi talmente tante volte da farmi perdere il conto.
"Questo è un si?" chiesi ridendo.
"No, è un assolutamente, si" rispose, marcando l'assolutamente. 


Salve mondo! Non è un miraggio, sono tornata e ho portato un po' di allegria in questa storia! Amatemi lol Allora, che ve ne pare? Le cosucce si sistemano! Non ho molto da dire sul capitolo, quindi lascio a voi la parola. L'unica cosa che vi chiedo è di lasciare una recensione, perchè mi dispiace vedere quante visualizzazioni ci sono, ma nessuna che lascia una piccola recenzioncina c.c fatelo per me, please! Alla prossima! 
Fun_for_life_ <3 

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