The challenge

di LoL__
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Chapter 1 ***
Capitolo 3: *** Chapter 2 ***
Capitolo 4: *** Chapter 3 ***
Capitolo 5: *** Chapter 4 ***
Capitolo 6: *** Chapter 5 ***
Capitolo 7: *** Chapter 6 ***
Capitolo 8: *** Chapter 7 ***
Capitolo 9: *** Chapter 8 ***
Capitolo 10: *** Chapter 9 ***
Capitolo 11: *** Chapter 10 ***
Capitolo 12: *** Chapter 11 ***
Capitolo 13: *** Chapter 12 ***
Capitolo 14: *** Chapter 13 ***
Capitolo 15: *** Chapter 14 ***
Capitolo 16: *** Chapter 15 ***
Capitolo 17: *** Chapter 16 ***
Capitolo 18: *** Chapter 17 ***
Capitolo 19: *** Chapter 18 ***
Capitolo 20: *** Chapter 19- Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Non sono mai stata una di quelle che vestono solo di rosa. Non sono mai stata una di quelle che non escono di casa se non perfettamente truccate. Non sono mai stata una di quelle che deve vestire per forza alla moda. Non sono mai stata una di quelle che pur di farsi notare si farebbe venire un finto infarto in pubblico. Non sono mai stata una di quelle che ha paura delle conseguenze. Non sono mai stata una di quelle che prima di aprire bocca conta fino a 3. Non sono mai stata una di quelle che non tiene alla famiglia. Non sono mai stata una di quelle che si fanno imbambolare da uno stupido bel faccino. Non sono mai stata una di quelle che hanno paura di piangere in pubblico. Non sono mai stata una di quelle che urlano “che schifo!” ad ogni piccola stupidaggine. Non sono mai stata una di quelle a disagio con se stesse. Non sono mai stata uno di quelle fissate con il proprio corpo. Non sono mai stata una di quelle perfette in qualunque cosa. Non sono mai stata una di quelle sempre attente ai sentimenti degli altri.
No, io sono solo una ragazza di 17 anni. Una svampita diciassettenne che di perfetto e di rosa non ha proprio niente ma che si accetta per quello che è. Che non da voce a tutti gli insulti della gente, perché se li lascia semplicemente scivolare addosso. Una ragazza forte ma che non teme di apparire debole e insicura. Una ragazza che è semplicemente se stessa ma che agli occhi degli altri appare un mistero. Una ragazza in sintonia sia con il suo corpo che con la sua anima e che per questo spesso non viene apprezzata. Una ragazza che sa donare tanto affetto a chi dimostra di saperlo accogliere. Una ragazza di nome Agnese che ,a volte, di puro e casto sembra non avere proprio niente a dispetto di quello che dice il suo nome.
Ecco, come mi piace descrivermi.
Sono Agnese, ho 17 anni  e questa è la mia vita!
 
 
Non mi sono mai potuto lamentare della mia vita, semplicemente perfetta. Feste, amici, donne,divertimento… non mi è mai mancato niente. Però inizio a sentire come qualcosa che inizia ad infastidirmi… la superficialità che fino ad ora ha contornato la mia vita ora mi infastidisce, non mi basta più!
Mi sono stancato di poter avere qualsiasi ragazza della scuola ovunque e comunque. Mi sono stancato della gente che si scanza quando passo per i corridoi. Mi sono stancato dei professori che fanno i leccaculo perché mio padre è un pezzo grosso. Mi sono stancato di ottenere tutto con uno scocchio di dita… per una volta vorrei dover lottare per ottenere qualcosa, mi sono sempre piaciute le sfide… ora devo solo aspettare che qualcuno si decida a lanciarmela!
Il  mio nome è Zayn Malik, ho 18 anni e questa è la mia vita!

 
 
 
Ciao a tutti, questa è la mia prima ff e spero di avervi incuriosita almeno un po’ con questo piccolo prologo…  spero di continuare a scrivere al più presto ;)
Fatemi sapere cosa ne pensate se vi va :**

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Capitolo 2
*** Chapter 1 ***


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Pov Agnese
La sveglia suonò come sempre alle 7 e 30 del mattino ma io era già sveglia da un po’. Avevo sognato quella notte, me lo sentivo sulla pelle… strana quella sensazione, ce l’ avevo ogni volta che di notte il mio subconscio mi faceva degli scherzi. Non sono mai stata una di quelle che ricorda perfettamente i propri sogni per poi raccontarli alle proprie amiche, io semplicemente mi sveglio nel mio letto zuppa di sudore e con una stranissima e fastidiosissima sensazione addosso che non mi lascia neanche respirare. Comunque, erano le sette e trenta e io ero già pronta da un pezzo e ora me ne stavo sul letto con la schiena contro il muro a leggere il mio libro preferito, “Angeli e Demoni”. Decisi di rimanere così per altri dieci minuti prima di scendere in cucina a fare colazione… mia madre stava canticchiando allegramente una canzoncina a me sconosciuta mentre riscaldava del latte in un pentolino. Sentendomi scendere le scale si voltò verso di me rivolgendomi un sorriso enorme.
-Buon giorno cazzona, già sveglia a quest’ora?!-
-Anche io ti voglio bene mamma… e comunque si, non si vede che sono già sveglia?!- Le risposi con un sorrisetto tirato dipinto sul voto.
-Mmm… lo sai che scherzo non devi prendertela se ti chiamo cazzona, o cogliona… o cose così!-
Si voltò di nuovo verso il pentolino , vi immerse un dito per vedere se si era riscaldato abbastanza  e dopo essersi bruciata il dito lo ritirò mettendolo in bocca…
-E secondo te io ora dovrei bere del latte in cui tu hai immerso un dito?! Oh, mammina cara, questo te lo bevi tu… e poi è tardi, non vorrei far tardi il primo giorno nella nuova scuola!-
Lei mi sorrise con il dito ancora in bocca e scuotendo la testa da una parte all’ altra…
-Non cambierai mai, sei tutta tuo padre, come se non bastasse lui in questa gabbia di matti!-
Non riuscii a trattenere un sorriso, poi presi una mela e lo zaino e mi avviai verso la porta.
-Non fare casini a scuola… e fatti qualche amico carino cara!-
-Aahhahahah si mamma, senz’altro!-
Uscii di casa e subito il vento frizzante di Londra mi travolse facendomi socchiudere gli occhi, iniziai a camminare ancora con un sorrisetto sghembo sul volto pensando a quando mia madre fosse folle. Avevo sempre adorato quella donna, sempre così piena di  energia e vivacità, per me non era mai stata solo una mamma ma soprattutto un’ amica. Non che quelle mi mancassero, ma lei era diversa! Senza neanche accorgermene arrivai alla fermata dell’ autobus dove subito intravidi un caschetto biondo e degli occhi blu, due lunghe gambe che terminavano in un paio di converse verde evidenziatore. La riconobbi da lontano e affrettai il passo per raggiungerla. Solo lei poteva permettersi di vestirsi in modo così stravagante.
-Sciao Anne!- Le dissi alzando leggermente la testa in segno di saluto.
-Ciao Agnese, emozionata per il primo giorno qui?! Se lo sei, fattelo passare!-
-Oh, tu si che sai come tirarmi su di morale… cogliona!-
Inizialmente cercò di mantenere la sua dignità ma dopo un po’ scoppiò a ridere come una pazza…
-Ahahahhahahaha, si scusa hai ragione… le altre pecorelle ci aspettano già a scuola, beate loro che abitano tutte lì! Porca paletta…-
-Si, visto che ti ci trovi mettici anche il secchiello così andiamo tutti a mare a farci una bella nuotata!- Dopo aver detto questa bella stupidata scoppiamo entrambe in una fragorosa risata.
Ok, ammetto che ogni tanto qualche minchiata bella e buona la sparavo anche io ma quelle delle altre non le superava nessuno. Io ho vissuto per parecchi anni in Italia, è lì che ho vissuto per 17 lunghissimi anni ma mia madre aveva trovato lavoro qui questa estate e ci eravamo trasferiti… Anne abita nel mio stesso quartiere e siamo subito diventate molto amiche, è grazie a lei che ho conosciuto quelle altre tre svampite senza le quali sarei un’ asociale senza amici che sta per cominciare una pazza avventura in un college inglese, YUPPI!!!
-Agneseeeee, riprenditi bella di zia che il pullman è arrivato!-
Mi ripresi subito, asciugando con il polso le lacrime e insieme salimmo sull’ autobus semi pieno…
Arrivammo a scuola quasi alle 8 e il cortile era strapieno di ragazzi, vagai con lo sguardo fino ad incrociare un paio di occhi verdi che mi stavano sorridendo. Non so se gli occhi possano sorridere, ma di sicuro Linda lo stava facendo, mentre Sylvia si stava sbracciando per farsi notare, Shoshanna intanto cercava di accendersi una sigaretta cercando la giusta angolazione a causa del venticello…
-Anne, sono lì!- Dissi alla bionda che stava ancora ridendo…
-Perché stai ridendo… sei proprio strana!- dissi rivolgendomi ancora a lei mentre entrambe ci dirigevamo verso gli scalini dove le altre erano sedute…
-Paletta e secchiello, sai che l’ho capita solo ora?!-  detto ciò iniziò a correre fino a gettarsi nelle braccia di Sylvia che la stava aspettando con le braccia aperte.
-Che scena commovente, così mi si sbava tutto il trucco però!- Dissi ironica raggiungendole, Sylvia e Anne mi fecero la linguaccia mentre Linda se la rideva e Shoshanna se ne stava in disparte…
Shoshanna è sempre stata la più riservata, la più silenziosa… quando c’era , era come se non ci fosse ma se non c’è si sente la sua mancanza. E’ un tipo abbastanza particolare, non dal punto di vista caratteriale intendo ma fisicamente. Ha dei lunghi capelli neri liscissimi che terminano in boccoli larghi e degli occhi stranissimi, viola… avete mai visto una ragazza dalle iridi viola?! Beh lei le ha, e sono così fottutamente inquietanti a volte, ricordo ancora il giorno in cui l’ ho conosciuta, mi hanno lasciata di stucco! Comunque lei è alta e molto magra, anche troppo. E’ un po’ inquietante all’ inizio ma se la conosci un po’ meglio è simpatica, disponibile e ci tiene alle amicizie. E’ la mia preferita da sempre…
-Ehi, rossa, ne vuoi una?- disse lei porgendomi il pacchetto delle sue Marlboro Rosse con un sorriso enorme sulla faccia.
-Si, grazie Shoshy!-
-Agnese, quante volte devo dirti di non chiamarmi così?- mi disse mentre io prendevo posto accanto a lei iniziando a fumare le sigaretta…
-Eddai, lo sai che ti lovvo!- un sorriso comparve di nuovo sulle sue labbra sottili che di nuovo si aprirono per gettare fuori il fumo.
-Ehi, ragazzuole è suonata… noi entriamo, prendiamo gli orari anche per voi?!- Disse Sylvia voltandosi per seguire Linda e Anne che erano già davanti la scuola.
-Si, grazie mille pazza!- dissi rivolgendogli un cenno con il capo in senso di gratitudine.
Sylvia  è la casinista del gruppo. Ha la pelle candida e dei grandi occhioni neri come la pece, come i suoi capelli alla maschietto che fanno, senza dubbio, risaltare la vivacità dei suoi occhi, e il naso alla francese che la rende ancora più carina. È una ragazza che adoro, non la più cara, io sono un po’ troppo diversa ma la adoro comunque. E’ sempre pronta a fare baldoria e ride sempre, mette allegria.
-Beh cara Agnese, nostro malgrado è ora di entrare, prima che Linda esca fuori e ci porti dentro per le orecchie!- le sorrisi accennando un “si” con la testa e, insieme, ci alzammo per iniziare il nostro primo giorno di scuola.
Appena entrata a scuola notai subito un gran casino, di sicuro le cose erano molto diverse dalla mia scuola in Italia… lì frequentavo il liceo e non esistevano armadietti, mense ,cheerleader e squadre di basket. La mia attuale realtà era davvero molto diversa da quello che io avevo sempre vissuto e questo un po’ mi spaventava. Arrivammo subito dalle altre, dove Linda mi porse un foglio con il mio orario, la mia classe e il codice del mio armadietto.
-Siamo insieme alla seconda e terza ora, alla prima sei da sola… l’aula di letteratura è lì infondo, non puoi sbagliare…-
Linda è la più responsabile. Tra lei e Anne c’è una specie di rapporto di amore e odio… un attimo prima litigano e un attimo dopo fanno finta di essere una coppietta innamorata facendo le coglione. Ha i capelli non molto lunghi ricci di un bel castano chiaro e dei bellissimi occhi verde smeraldo. Va benissimo a scuola da quello che ho sentito e non è il tipo a cui piacciono i rischi. Andiamo molto d’accordo, è simpatica.
-Grazie Linda, come farei senza di te, questa svampita mi avrebbe chiesto di andare nei bagni a fumare!- Dissi ridendo guardando Shoshy…
-Ha ha ha, divertente Agnese, molto divertente!- fece finta di imbronciarsi ma poi non riuscì a trattenere una risata trascinando anche noi.
La terza campanella suonò e noi ci dividemmo, avevo letteratura e la cosa non  mi dispiaceva. Seguii le indicazioni di Linda fino ad arrivare davanti alla porta della classe, bussai e quando sentii un “avanti”  da dietro la porta mi feci coraggio ed entrai.
 
Pov Zayn
La giornata era cominciata abbastanza bene, i miei non c’erano ormai da 6 giorni e sapevo che sarebbero tornati non prima di un mese. Questo significava che avevo la casa libera quindi ,perché non approfittarne e organizzare una mega festa per iniziare un’ altro anno scolastico?! L’ idea in realtà era stata di quel casinista di Harry che non aspetta altro che occasioni per fare sesso e ubriacarsi e mi è subito sembrata un ottima idea.
Dopo aver fatto colazione uscii di casa e, dopo aver acceso la mia moto, partii verso la scuola.
Erano quasi le otto e il cortile era pieno di ragazzi, scrutai con lo sguardo se tra le ragazzine del primo ci fosse qualcuna per cui veleva la pena provarci. Poi incontrai lo sguardo di Niall e mi avvicinai a passo svelto.
-Ciao ragazzi!-
-Ehi, fratello pronto per un nuovo entusiasmante anno scolastico?!- Mi chiese Harry con tono ironico.
Prima che io potessi rispondere al riccio però Louis iniziò a parlare
-Ehi Zayn, dobbiamo cominciare ad invitare ragazzi alla festa, deve essere stratosferica!- il suo entusiasmo era davvero tanto e si leggeva nei suoi occhi.
-Aaahhahaha si si Louis, ragazzi voi invitate tutti, la casa è grande e lo sapete!- dissi abbozzando un sorriso e accendendo una sigaretta.
-Beh, io ho fame quindi entro e vado a prendere qualcosa alla macchinetta, a dopo ragazzi!-
Niall si voltò ed entrò in fretta dentro la scuola.
-Eh, è sempre il solito, comunque io entro a prendere gli orari… li prendo anche per voi?!-
Tutti annuimmo salutando Liam , poi mi voltai verso Harry che stava fissando attentamente il culo di una che non avevo mai visto, una bambina, si vedeva.
-Harry, smettila di fissarla, se ti piace provaci… vedrai che sarà tua entro la fine della giornata!- dissi ridendo mentre al riccio nascevano due fossette ai lati della bocca. La ragazzina intanto era entrata ed Harry fece lo stesso per starle dietro.
-Harry comincia alla grande eh?!- disse Louis sorridendo…
-Io vado dentro prima che Liam si incazzi… vieni?!- gettai a terra il mozzicone della sigaretta ormai finita e anuii con il capo. I ragazzi in cortile erano diminuiti e le lezioni stavano per cominciare.
Entrando a scuola notai che le cose erano rimaste le stesse e questo in qualche modo mi infastidì. Ero stufo di ottenere tutto senza il minimo sforzo ma ribellarmi sarebbe stato davvero stupido. Liam mi porse il mio nuovo orario e con mio dispiacere notai che alla prima ora avevo letteratura e sarei dovuto stare da solo.
Subito mi si avvicinò Jenna…
-Zayn, cosa hai alla prima ora?!- mi chiese con la sua vocina stridula… non l’ ho mai sopportata ma è fottutamente sexy e me la sono portata a letto ormai innumerevoli volte.
-Letteratura…-
-Oh, che peccato… io ho matematica-
Si girò e sculettando si diresse verso la sua aula. La terza campanella suonò e io salutai tutti per dirigermi verso la  fine del corridoio. Entrai in classe e mi sedetti all’ ultimo banco sotto lo sguardo sognante di molte ragazzine. Ho 18 anni ma sono stato bocciato l’ anno scorso. Il professore entrò in classe e dopo averci salutato prese a fare l’ appello finquando qualcuno bussò alla porta. La cosa era molto strana visto che la classe era al completo. Il professore esclamò un “avanti” e subito la porta si spalancò.
Fece ingresso una ragazza alta dal fisico un po’ robusto, aveva i capelli tinti di rosso mossi e molto lunghi e un’ aria strafottente stampata in faccia, delle lentiggini e delle labbra molto sottili.
-Lei deve essere la signorina Jonson… si sieda all’ ultimo banco affianco al signor Malik!-
-Ehm, mi scusi prof ma io non sono ancora un’ indovina!- disse lei tenendo lo sguardo basso, era evidentemente imbarazzata.
-Beh, Jonson si sieda all’ unico posto vuoto all’ ultima fila…-
-Si, subito…!-
La classe la stava fissando e questo le stava dando ai nervi, si vedeva.  Camminò velocemente verso il banco e si accasciò svogliatamente affianco a me. Tutti ci stavano fissando, le ragazze con invidia e i ragazzi con desiderio.
-Ciao, io son…-
-Non mi interessa!- disse con tono neutro aprendo il libro e cominciando a seguire la lezione, sembrava interessata.
-Mmm, cos’è vuoi fare la dura?!- chiesi poggiando il braccio sul banco e sorreggendomi il mento con il pugno.
Lei si voltò verso di me e mi fissò negli occhi, i suoi occhi. Non li avevo notati prima ma erano bellissimi. Non avevano un colore particolare, erano nocciola ma erano opachi e brillavano con la luce che entrava dalla finestra.
-No, semplicemente ho notato che metà delle ragazze della classe mi stanno guardando con invidia, questo vuol dire che sei un puttaniere e, visto che io non mi sbaglio mai, lo sei!-
Incrociò le braccia sotto il petto e riprese e seguire la lezione, poi improvvisamente sul suo volto nacque un sorriso.
-E, per la cronaca, detesto le persone che mi fissano!-
Senza un senso logico la sua frase mi spiazzò, mai nessuna mi aveva parlato così, mai nessuna mi aveva chiesto di non prestarle attenzioni. Lei mi stava rifiutando indirettamente e quel sorrisetto beffardo che aveva in viso mi aveva spiazzato ancora di più. Non sapevo ancora il suo nome ma non smisi di fissarla neanche un attimo con la coda dell’ occhio. Aveva smesso di sorridere e ogni tanto sbuffava e portava un ciuffo di capelli rossi dietro l’ orecchio.
L’ora passò velocemente e di certo fissare lei era molto più interessante che ascoltare il professor Brown. Al suono della campanella lei si alzò lentamente e l’occhio cadde sul suo sedere. Non era magrissima ma aveva le curve al posto giusto, mi piaceva. Notai che la maglia era leggermente alzata e si intravedeva una cosa che non mi sarei mai aspettato.
-Beh tatuaggio Jonson!- dissi afferrandola per un polso… lei non si imbarazzò, non scappò via , si limitò a sorridere beffarda continuando a fissarmi negli occhi.
-Si, è uno di quelli di cui vado più fiera, il mio preferito!-
-Ne hai altri?-
-Si, ma ora non resterò di certo qui a parlarne con te, sappilo!-
Si voltò e uscì dall’ aula la seguii…
-Non mi hai detto come ti chiami… io sono Zayn Malik!-
Le porsi la mano , lei si fermò in mezzo al corridoio e rimase a fissarla per qualche secondo…
-Bene, Zayn Malik, se vuoi puoi anche restare lì ed aspettare che io mi presenti e stringa la tua mano ma sappi che è più probabile che iniziano a piovere asini dal cielo ed ora… io dovrei andare, le mie amiche mi stanno aspettando!-
Fissò ancora una volta la mia mano e poi, ghignando, mi superò e sotto il mio sguardo incredulo si diresse verso una ragazza che le stava sorridendo. La conoscevo, Harry ci provava da anni con lei ma era troppo… strana, penso si chiamasse Shoshenna. Continuai a fissarla e lei lo sapeva, infatti si voltò di nuovo verso di me e con un sorrisetto malizioso mi salutò con la mano.
Bene, stavo aspettando la mia sfida… ora avevo deciso, lei era la mia sfida!
 
 
 
Ciao piccione :P I’m back! Ahahahah in questo capitolo parlo un po’ delle mie amiche, io adoro Shoshy, è una specie di punk con gli occhi viola… ok sono pazza ma io amo il punk  quindi ho deciso così…
Agnese non si comporta così con tutti ma lo fa con Zayn, secondo voi perché? Beh lo scoprirete nel prossimo capitolo muhahahhaaha…
Ringrazio le ragazze che hanno letto lo scorso capitolo ma non ci sono state recensioni L
Spero che questa volta ce ne saranno…
Ora vi lascio, al prossimo capitolo e tantissimi bacioni!
 
PS: le parti in grassetto sono le descrizioni  J!
 

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Capitolo 3
*** Chapter 2 ***


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Pov Agnese
La terza campanella suonò e noi ci dividemmo, avevo letteratura e la cosa non  mi dispiaceva. Seguii le indicazioni di Linda fino ad arrivare davanti alla porta della classe, bussai e quando sentii un “avanti”  da dietro la porta mi feci coraggio ed entrai.
Non feci neanche tempo a mettere piede nella classe che già sentivo tutti li sguardi puntati su di me e questo mi stava dando ai nervi, poi il professore si decise a parlare…
-Lei deve essere la signorina Jonson… si sieda all’ ultimo banco affianco al signor Malik!-
Ecco, io non volevo essere insolente con i professori già il mio primo giorno di scuola, volevo fare a tutti i costi una buona impressione ma di certo le minchiate che a volte sparavano erano grandi. C’erano due banchi vuoti all’ ultima fila e io di certo non conoscevo questo Malik… così presi coraggio e chiesi…
 -Ehm, mi scusi prof ma io non sono ancora un’ indovina!- tenendo lo sguardo basso, la domanda  non poteva uscirmi peggio.  Lui inarcò un sopracciglio e incrociò le braccia e con tono canzonatorio continuò…
-Beh, Jonson si sieda all’ unico posto vuoto all’ ultima fila…- il suo sguardo si fermò su un ragazzo dalla pelle ambrata. Stavo per ribattere perché non era ancora stato completamente chiaro, evidentemente non aveva neanche notato l’altro banco vuoto, così decisi di starmene zitta e non ribattere.
-Si, subito…!- 
Iniziai a camminare velocemente verso la fine della classe ma qualcosa mi stava irritando… sentivo venti paia di occhi penetrarmi, mi stavano fissando facendo slittare lo sguardo da me al ragazzo mulatto e poi ancora a me… le ragazze  con gli occhi a cuoricino ( <3 . <3 ) , invece i ragazzi mi stavano fissando il culo senza neanche preoccuparsi che io potessi accorgermene, PERVERTITI! Feci finta di nulla e cercai di nascondere il mio nervosismo ma non ero mai stata brava in queste cose…
Raggiunsi il banco e mi accasciai svogliatamente sulla sedia. Come tutti gli altri anche il ragazzo accanto a me mi stava fissando ma io non lo degnai neanche di uno sguardo. Appena entrata in classe avevo notato che tutte le ragazze lo stavano fissando desiderose… e potete immaginare di cosa. Non avevo avuto il tempo di guardarlo bene mi era sembrato un bel ragazzo , sicuramente uno de più popolari della scuola e quindi, di conseguenza, un puttaniere. Io detesto i puttanieri, li ritengo degli esseri incapaci di amare e non volevo avere niente a che fare con gente del genere.
Ad un certo punto notai con la coda dell’ occhio che stava per aprire la bocca e rivolgermi la parola, sicuramente per presentarsi.
-Ciao, io son…- non lo lasciai neanche terminare la frase, non volevo neanche sapere il suo nome. Il mio istinto non sbagliava mai e sapevo che anche quella volta ci avrebbe visto giusto.
-Non mi interessa!-  dissi, cercando di mantenere il tono neutro, in realtà mi stavano sudando le mani. Non mi piaceva comportarmi male con le persone o giudicarle senza neanche conoscerle ma il mio buon senso mi stavo suggerendo così e decisi di seguirlo.
Lui, prontamente si girò di lato per potermi guardare meglio e, poggiando il gomito sul banco, poggio il viso sul pugno… poi ruppe ancora il silenzio.
-Mmm, cos’è ,vuoi fare la dura?!- Beh, se prima era tutta questione di sensazioni ora era sicura al 100% che quel tipo mi stava sulle palle, non riuscii più a trattenermi così mi voltai per poterlo guardare negli occhi e rispondergli a tono.
Ecco, sono una vera e propria cogliona, stavolta avevo preso la scelta sbagliata. Quello che mi stava fissando con un sorrisetto sghembo era una ragazzo moro, con un ciuffo all’ insù perfettamente conciato, un velo di barba a contornargli le labbra perfette e degli occhi color cioccolato che contenevano l’ infinito. Un ragazzo indiscutibilmente bello, ma questo mi diede più coraggio e mi infastidì ancora di più.
-No, semplicemente ho notato che metà delle ragazze della classe mi stanno guardando con invidia, questo vuol dire che sei un puttaniere e, visto che io non mi sbaglio mai, lo sei!- sputai fuori acida, sostenendo il suo sguardo. I suoi occhi mettevano soggezione, su questo non c’era alcun dubbio ma i miei non erano da meno. Sarebbe stato molto più semplice con gli occhi di Shoshanna ma, l’opacità dei miei occhi stavolta bastava e avanzava pure!
Poi mi portai le braccia sotto il petto incrociandole, aprii il libro e cominciai a seguire la lezione. Lui continuava a fissarmi e questo mi fece involontariamente sorridere…
-E, per la cronaca, detesto le persone che mi fissano!- dissi tenendo lo sguardo dritto.  Percepii che il suo sguardo cambiò immediatamente espressione. Evidentemente con quella frase l’avevo spiazzato. Il perché era abbastanza semplice da capire, era un ragazzo stupendo e ammirato da tutta la scuola, sicuramente si era fatto tutte le ragazze della scuola senza neanche provare a rimorchiarle e io ora stavo cercando di fargli capire che mi stava sulle palle in tutti i modi, lo stavo praticamente rifiutando indirettamente e questo doveva averlo spiazzato.
Un ciuffo mi cadde davanti agli occhi facendomi ritornare alla realtà, sbuffai più volte poi la lezione terminò al suono della campana.
Mi calai per prendere lo zaino che avevo poggiato a terra precedentemente, poi lui decise di nuovo di urtarmi le ovaie con le sue osservazioni…
-Bel tatuaggio Jonson!- disse afferrandomi per un polso ed impedirmi di uscire dalla classe.
Beh, evidentemente la maglia si era alzata un po’ prima e lui aveva intenzione di esaminare attentamente anche il mio lato B notando la frase che mi ero tatuata quell’ estate.
Il fatto che lui volesse guardarmi non mi imbarazzò affatto, anzi mi innevosì ma non lo diedi a vedere e mi limitai a stamparmi un sorrisetto beffardo sul viso.
-Si, è uno di quelli di cui vado più fiera, il mio preferito!-
-Ne hai altri?- mi chiese subito con sguardo curioso.
-Si, ma ora non resterò di certo qui a parlarne con te, sappilo!- detto questo mi voltai e sgattaiolai fuori dalla classe. Come previsto lui si affrettò a seguirmi in corridoio…
-Non mi hai detto come ti chiami… io sono Zayn Malik!- mi disse posizionandosi alla mia destra. Io ero alta ma lui era molto più alto di me, poi mi porse la mano aspettando che io gliela stringessi, ah che illuso! Mi fermai e iniziai a fissare la sua mano enorme per qualche secondo  poi con assoluta stronzaggine e ancora quel sorrisetto in faccia…
-Bene, Zayn Malik, se vuoi puoi anche restare lì ed aspettare che io mi presenti e stringa la tua mano ma sappi che è più probabile che iniziano a piovere asini dal cielo ed ora… io dovrei andare, le mie amiche mi stanno aspettando!- poi rimasi a guardare ancora una volta quando quella mano fosse grande , lo superai e iniziai a camminare verso Shoshy che mi stava aspettando. Lei, che aveva osservato tutta la scena da lontano mi chiese spiegazioni con lo sguardo io sorrisi beffarda e lei capì al volo che doveva aspettare per sapere i fatti. Poi la raggiunsi e , essendo sicura che era ancora lì a fissarmi con la bocca aperta, mi voltai e con fare da stronza lo salutai con la mano. 
Appena voltammo l’ angolo lei smise di ridere falsamente e si frenò in mezzo al corridoio con gli occhi sgranati…
-Cosa ci facevi tu con Zayn Malik?! Non dirmi che avete consumato nei bagni?!- Shoshanna era visibilmente alterata, forse anche a lei Malik stava antipatico …
-No, siamo a letteratura insieme e ha cercato tutta l’ ora di socializzare ma da me non ha ottenuto niente, neanche il mio nome!- dissi fiera di me stessa medesima (?)
-Meno male, hai subito sentito aria di puttaniere?! A volte mi fai paura!-
-Shoshy, tutte lo stavano fissando con la bava alla bocca, era evidente … stavano per fare un’ orgia party in classe!-
Lei mi fissò negli occhi per poi cominciare a ridere…
-Sempre la solita esagerata, comunque Zayn è uno dei ragazzi più popolari della scuola insieme a Niall Horan, Louis Tomlinson, Liam Payne e… Harry, Harry Styles!-
-Perché l’ultimo nome l’hai detto come se fosse una bestemmia?!-
-Mi sta dietro da due anni e penso di essere stata l’unica a rifiutarlo… è un figo da far paura!-
-E allora perché l’hai rifiutato?!-
-Per lo stesso motivo per cui tu hai lasciato Zayn Malik sconvolto in mezzo ai corridoi ,Jonson!- disse gignado immaginando la scena.
Senza accorgercene eravamo arrivate di fronte all’ aula di matematica, Linda era fuori che ci stava aspettando sorridente.  Ci salutammo con un sorriso ed entrammo in classe dove Anne stava mangiando uno yogurt…
-Ne vuoi un po’ Agnese?!- Feci di no con la testa accertandomi che Malik non fosse in classe con me… non l’avrei sopportato.
-Perché a noi non lo chiedi mai eh, eh?!- disse Shoshanna imbronciandosi, poteva sembrare una dura, ma in realtà era la più infantile a volte… dopo Sylvia ovviamente.
-Perché si!- disse facendogli la linguaccia. Io e Linda ridemmo ma poi entrò il professore e iniziammo a seguire la lezione.
Due ore di matematica erano state una vera tortura, ogni tanto mi voltavo verso Shoshy o una delle altre ragazze che mi sorridevano. A differenza dell’ ora precedente gli sguardi erano stati meno insistenti, forse era tutta colpa di Malik. Oddio, perché ogni cosa, seppure negativa, mi portava a pensare a Malik, quel coglione montato con quell’ orribile ma perfetto ciuffo all’insù. Decisi di non pensarci e di andare a rinfrescarmi un po’ in bagno prima di andare a lezione di inglese, guardai l’orologio e mancavano ancora 5 minuti. Il mio armadietto era proprio di fronte ai bagni e l’aula era sullo stesso piano quindi non avrei avuto sicuramente problemi a fare tutto in tempo. Salutai le altre ragazze che ora avevano letteratura. Il loro orario era molto meglio del mio, stavano sempre insieme… comunque l’ora l’avrei trascorsa con Sylvia e la cosa non mi dispiaceva per niente.
Uscii dal bagno toccandomi le guance con le mani, presi i libri dall’ armadietto ma, quando feci per chiuderlo, qualcosa di fastidiosamente fastidioso me lo impedì.
-Ciao ragazza misteriosa!-
Zayn Malik stava trattenendo l’anta del mio armadietto con la mano sinistra mentre mi guardava con un sorrisetto irritante su quella faccia di cazzo che si trovava.
-Ho un nome!- ribattei ovvia, con un sorrisetto ancora più stronzo del suo. Non mi sarei lasciata abbindolare da un coglione del genere, i suoi occhi stavano fissando i miei e non avevano intenzione di spostarsi, sapevo che non me lo sarei scrollato di dosso facilmente ma dovevo trovare il modo di farlo ,e alla svelta.
-Si, peccato che tu l’ abbia voluto tenere tutto per te!- chiuse bruscamente l’armadietto facendomi sobbalzare. Il suo gesto mi irritò maggiormente e lui se ne era accorto perché ora mi stava sorridendo beffardo.
-Dimmi un motivo valido, solo uno, per cui io dovrei perdere il mio tempo a parlare con un idiota montato come te… e poi ti dirò il mio nome… ma devi essere parecchio convincente Malik!-
Bene, l’avevo spiazzato. Il sorrisetto coglione c’era ancora ma il suo sguardo era incredulo… scommetto che mai nessuno l’aveva trattato così e poi… da dove minchia usciva tutto quel coraggio?! I miei pensieri mi fecero traballare un secondo, ero una ragazza abbastanza chiusa e timida… mi comportavo così solo con pochi e Malik riusciva a tirare fuori il peggio di me, non riuscivo neanche a chiamarlo per nome!
-Cosa c’è, il gatto ti ha mangiato la lingua… Malik?!- continuai, lui si avvicinò a me velocemente, non mi resi nemmeno conto di quello che stava per accadere che mi ritrovai con la schiena appiccicata al mio armadietto e Malik con il petto appiccicato a me… oh porca pupazza! Malik mi stava baciando e io me ne accorgevo solo ora! Non ricambiai il bacio, anzi lo spinsi via da me per farlo spiccicare. Avevo lo sguardo confuso, era successo tutto troppo velocemente e dovevo ancora rendermene conto. Lui mi fissava e io fissavo lui, lui sorrideva, io ero sconvolta… finalmente dopo qualche secondo riuscii a mettere insieme tutti i pezzi e i miei occhi diventarono quelli di una tigre incazzata.
-Tu… come cazzo ti sei permesso di baciarmi! Non toccarmi mai più, coglione!- Non volevo vederlo mai più, avevo deciso di tenermi almeno a 10 metri di distanza da lui. Feci per andarmene perché la campanella era suonata ma lui mi fermò e con aria innocente…
-Volevi un motivo valido per parlare con me e dirmi il tuo nome, io ho semplicemente risposto, a modo mio ma ho risposto…!-
Mi fermai a fissarlo, avevo voglia di prenderlo a sberle ma mi trattenni, poi feci un grande respiro e mi sforzai di sorridere.
-Beh, mi dispiace ma non è stato abbastanza soddisfacente… secondo me sei troppo sopravvalutato Malik! Ciaoo-
Mi voltai e con una velocità soprannaturale raggiunsi l’aula di inglese e, senza neanche bussare, mi ci fiondai dentro.
Avevo il cuore che mi batteva a mille ed ero visibilmente scossa, forse era per questo che tutti mi stavano fissando, o forse era per il semplice motivo che ero appena entrata in classe in ritardo e senza bussare… ora ero nei guai!
-Oh, signorina Jonson… giusto?!- a dispetto di quello che mi aspettavo, il professore di inglese era molto giovane, avevo più o meno trent’anni e anche molto molto carino… incredibile dire che mi stava sorridendo…
-Si, scusi il ritardo e l’entrata inappropriata, ho avuto un piccolo malore e mi sono trattenuta un po’ in bagno, mi scusi!- la mia sceneggiata era impeccabile, dovevo sembrare il più dispiaciuta possibile, per questo tenevo il capo chino, e non destare sospetti.
-Oh, si accomodi vicino Sylvia… ma che non capiti più!- Alzai lo sguardo e gli sorrisi, poi andai verso le ultime file e mi sedetti accanto a Sylly che mi guardava maliziosa.
-Amica, hai tutte le labbra gonfie… non è che ti sei trattenuta per altri motivi in bagno?!- oh cazzo, mi aveva sgamata… ed io che speravo di tenermi tutto quello che era successo per me… Minchia Agnese, sei proprio antisgamo! Aprii il libro mentre il professore figo iniziava a spiegare…
-Lo sai che questo professore è davvero figo!?- Lei mi fissò per qualche secondo con una faccia che voleva dire –Ormai ti ho beccata non fare la finta tonta!-
-Agneeeese, ti conosco, non cercare di cambiare argomento perché questa volta la figaggine del prof non ti salverà- iniziò a punzecchiarmi la guancia con un dito mentre io continuavo a far finta di niente guardando le chiappe del prof che ora stava scrivendo alla lavagna.
-Ok, lo conosci Malik?!- sbottai irritata voltandomi verso di lei e bloccandole il dito con una mano.
-Certo, chi non lo conosce…- mi incitò ad andare avanti con un gesto della mano…
-Beh, abbiamo letteratura insieme e l’ho respinto…-
Prima che io potessi continuare lei mi afferrò un braccio con gli occhi sgranati ,come se io avessi appena detto che Johnny Depp è un cesso
-Hai respinto Zayn Malik?! Oh cazzo, o hai un autocontrollo di ferro o sei lesbica!- Non riuscii a trattenere un risolino mentre lei continuava ad incitarmi a continuare bevendo dalla sua bottiglietta di acqua…
-Stavo dicendo… voleva sapere il mio nome ma io non gliel’ho data vinta e prima, mentre io prendevo i libri all’armadietto, mi ha baciata!-
Sylvia si girò verso la ragazza che stava davanti a noi e le sputò tutta l’acqua che aveva in bocca sullo zaino. Io non riuscii a trattenermi e scoppiai in una risata isterica mentre lei cercava di farmi stare zitta…
-Non se ne è accorta, fai finta di nulla…- mi sussurrò a bassa voce per non farsi sentire… poi tornò seria e continuò…
-Minchia, sei qui da un giorno e già ti baci Zayn Malik, sei un mito! Perché l’hai snobbato, è un figo pazzesco!-
-Perché è un montato puttaniere che pensa di poter avere chiunque ai suoi piedi… volevo solo dimostrargli che non poteva avere me…-
-E poi ti sei fatta baciare…-
-No, lui mi ha chiesto il nome e io di darmi una motivazione valida per dirglielo… e poi mi ha baciata ma io l’ho respinto! Bisogna precisare cara!-
-Ma ti è piaciuto?!- Mamma mia quanto era curiosa quella ragazza e poi le cose erano successe così velocemente che non avevo avuto il tempo di pensare al bacio in se…
-No, se l’ho respinto non mi è piaciuto… altrimenti me lo sarei allegramente scopato nei bagni… non credo che avrebbe fatto opposizione!- Sylvia iniziò a ridere e a scuotere la testa ma non aggiunse altro fino alla fine della lezione, chisà cosa stava progettando la sua mente contorta mah!
La lezione stava quasi per finire e io non mi ero ancora soffermata a guardare i ragazzi non cui avrei trascorso tutto l’anno scolastico. C’erano ragazzi e ragazze di tutti i tipi, alcuni carini altri un po’ meno… poi lo sguardo si soffermò su un ragazzo seduto in ultima fila che era intento ad ingozzarsi come un maiale di patatine… era biondo, probabilmente tinto e aveva degli occhi color del cielo… davvero bellissimo ma non bello come Malik, che per di più ti ispira sesso selvaggio, ma lui era di una bellezza doce… Tirai una gomitata a Sylvia che stava di nuovo bevendo e che subito mi lanciò un’occhiataccia…
-La vuoi smettere, mi devo concentrare mentre bevo!-
-Sylvia, come si chiama il biondino là infondo?!- Lei mandò giù l’acqua e mi sorrise compiaciuta poi mi abbracciò…
-Agnese, prima ti baci Malik e ora vuoi provarci con Horan?! Sei grande!-
Fece finta di asciugarsi una lacrima mentre io la guardavo accigliata…
-Horan… Hor… Niall, Niall Horan giusto?!- Lei iniziò ad annuire con sguardo spaesato…
-Come fai a saperlo?!-
-Semplice, prima del fatidico bacio ho parlato con Shoshanna che mi aveva visto prima parlare con Malik e mi ha detto che lui ed altri quattro suoi amici sono tra i più popolari della scuola e che è meglio starne alla larga! E ricordo un certo Niall Horan! Allora è lui…- Mi voltai a guardarlo e notai che aveva finito di mangiare e ora stava parlando con il suo compagno di banco che, fino ad allora,  era stato occupato  a prendere appunti ma che ora stava discutendo con lui di qualcosa di importante…
-L’altro è Liam Payne, Shoshanna deve averti parlato anche di lui…-
Anuii, Liam era di una dolcezza disarmante, più del biondo, eveva i capelli castano chiaro rasati e dei bei occhi nocciola, un bel ragazzo e sembrava essere anche abbastanza responsabile. Del gruppo fino ad ora mi stava sulle palle solo Malik!
-Si ma se sono amici di Malik devono essere dei veri coglioni!-
Sylvia annuì lentamente poi la campanella suonò e tutti uscirono come bufali in calore dalla classe. Restammo solo noi due e quei due ragazzi, Niall e Liam.
Liam si voltò verso di noi e sorridendo iniziò ad avvicinarsi seguito dall’altro.
-Ciao Sylvia!- esclamò
-Ciao Liam…-  arrossì e abbassò lo sguardo, bene , si conoscevano abbastanza per chiamarsi per nome.
-Sabato sera a casa di Zayn c’è una festa, ci sarà tutta la scuola e spero che ci sarai !- Beh, fino ad ora non aveva detto nulla di sbagliato ma Sylvia era troppo occupata a contemplare le sue scarpe per rispondere… Niall subito però si rivolse a me porgendomi la mano…
-Ciao, io sono Niall Horan, tu sei la ragazza nuova, ti ho vista parlare con Zayn in corridoio stamattina… era sconvolto cosa gli hai fatto?!-
Gli strinsi la mano e con un sorriso a 2345566 denti e una scrollata di spalle risposi…
-Piacere sono Agnese Jonson, beh non è colpa mia se il tuo amichetto non sa accettare i rifiuti!-
Liam ridacchiò…
-Vuoi dire che hai detto no a Zayn?!-
-Si… ehm!-
-Liam, Liam Payne!-
Mi porse la mano e la strinsi sorridendo, intanto Sylvia si era ripresa ed era tornata a sorridere e respirare.
-Allora ragazze, ci sarete?!- Niall mi stava fissando con uno sguardo da cucciolo.
-Niall, Malik mi sta talmente sulle scatole che i tuoi occhioni azzurri non mi faranno dire di si!- Lui mise il broncio aprendosi una merendina e mettendola tutta in bocca, poi si voltò verso di me e la aprì per farmi vedere tutto il cibo masticato. Io feci una smorfia schifata ma divertita mentre Liam gliela richiudeva facendo ridere Sylvia.
-Beh ragazze, questo è l’indirizzo spero che ci sarete… ciao!- Niall si avvicinò e mi diede un pizzicotto sulla guancia facendomi l’ occhiolino, poi entrambi uscirono scuotendo la mano.
-Brutta baldracca, hai una cotta per un ragazzo così carino e non me lo hai detto?!- dissi tirando uno schiaffo a Sylvia che si portò subito una mano al petto indignata…
-Non ho nessuna cotta e noi andremo a quella festa… che tu voglia o no!-
Stavamo discutendo animatamente mentre andavamo verso le altre che ci stavano salutando da lontano già sedute al loro tavolo.
-Si si, quando Malik si dedicherà ad opere di carità!-
Lei rise maligna…
-Sempre con questo Malik… non è che ti sei presa una bella cot…- non la lasciai nemmeno finire la frase che iniziai a correre verso il tavolo schiacciandole volontariamente un piede.
Quando lei ci raggiunse dolorante mi puntò un dito contro con sguardo accusatore.
-Tu, questa me la pagherai cara… è una promessa!- io ridacchiai. Le ragazze mi conoscevano abbastanza da sapere i miei gusti e anche quelli di Sylvia, così i nostri vassoi erano già pieni di roba da mangiare…
-Visto che eravate sparite abbiamo pensato di prendervi qualcosa noi!- disse Linda iniziando a mangiare la sua insalata.
-Shoshyyyy… perché non parli?!- disse Sylvia addentando un panino farcito.
-Ehi, solo io posso chiamarla così, chiaro?!- dissi alzando lo sguardo per poi riabbassarlo sul mio piatto di pasta.
-Styles mi ha pedinata per chiedermi di andare alla festa di Malik!- disse con nonchalance muovendo la mano come per dire –dettagli-.
-Quel ragazzo non molla mai!- disse Anne divertita poi cotinuò… -Anche io e Linda siamo state invitate, da Louis!- doveva riferirsi a Louis Tomlinson, sicuramente.
-Niall e Liam hanno invitato noi, ecco perché abbiamo fatto tardi!- io annuii con la bocca piena.
-Niall è simpaticissimo e anche un  po’ fuori di testa!- dissi ripensando alla merendina… CHE SCHIFO!
Sylvia continuava a fissarci tutte, come se stesse aspettando che qualcosa di tanto atteso uscisse da una delle nostre bocche ma noi eravamo troppo impegnate  ad ingozzarci così iniziò a parlare lei…
-Ragazze noi andremo a quella festa, non si discute! Balleremo, ci divertiremo, ci ubriacheremo e io farò sesso con Liam!- tutte smettemmo di mangiare e iniziammo a guardarla con espressione allibita, Linda quasi si strozzava mentre Shoshy cercava di farla riprendere incitandola a bere un po’ d’acqua.
-Dai, è un gran figo… chiunque vorrebbe portarselo a letto!-
-Si ma perché sei scesa nello specifico?!- Anne all’attacco.
-Perché ha una cotta! Ora la mia ipotesi è confermata amica mia!- dissi io ridendo beffarda e riprendendo a mangiare.
Lei iniziò a grattarsi la nuca imbarazzata poi riprese a mangiare come se nulla fosse accaduto…
-Si, ho una cotta enorme per Liam Payne! Contente ora!?-
Anne e Shoshanna si diedero il 5 mente Linda porgeva loro 5 sterline ciascuno…
-E che cazzo Sylvia te lo avevo chiesto e avevi detto di no… mi hai fatto perdere la scommessa!- piagnucolò Linda.
Anne e Shoshanna ridevano con gli angeli mentre io fissavo gli altri ragazzi nel cortile. Il mio sguardo si fermò su due occhi nocciola e un ciuffo all’insù.
Malik mi stava fissando mentre una troietta gli stava appiccicata come una zecca… mi fece l’occhiolino ma non mi scomposi più di tanto, mi limitai a muovere il capo in segno di saluto. Poi staccai lo sguardo da lui e incontrai lo sguardo cristallino di Niall che mi stava sorridendo. Lo salutai con la mano e gli feci la linguaccia, lui mi lanciò un bacio volante facendo ridere entrambi, poi riprese a mangiare. Tornai su Malik che aveva guardato tutta la scena sconcertato, insomma lo avevo respinto e ora salutavo il suo amico, doveva sentirsi offeso almeno un po’! Infatti continuò a fissarmi negli occhi mentre io mi ero messa comoda e avevo incrociato le braccia al petto per riuscire perfettamente nella mia parte da stronza. Mi sorrise malizioso e si passò la lingua sulle labbra facendola schioccare contro il palato. Io sorrisi, stavolta sinceramente, e mi girai rivolgendogli il dito medio. Lo vidi ridere e involontariamente lo seguii a ruota. Tutte avevano osservato tutta la scena ma io non me ne ero accorta. Ora ero nella merda!
-Secondo me qui qualcuno ci nasconde qualcosa… secondo te Linda?!-  disse  Anne rivolgendosi alla ragazza alla sua destra. Shoshanna scuoteva la testa ridacchiando mentre Sylvia aveva già le lacrime agli occhi.
-Già, Agnese… perché Zayn Malik ci sta spudoratamente provando con te?!-  chiese          Linda incuriosita e battendo le mani sul tavolo…
-No , la vera domanda è perché cazzo lo stai ignorando…vai  lì, portatelo da qualche parte e scopate felicemente… poi torni qui e mi spieghi tutto nei dettagli muhahhaahha!- Anne stava improvvisando una risatina che era un misto fra il malvagio e il pervertito… era inquietante minchia! 
-Ve lo spiego io…- si intromise Sylvia… io non ribattei, tanto prima o poi sarebbe toccato a me quindi…
-Zayn e la signorina bella- disse indicando me…- sono in classe di letteratura insieme, il povero ragazzo ha provato tutta l’ora di socializzare innocentemente ma questa qui…- indicando sempre me…- l’ha snobbato! Questo perché è peggio di un cane da tartufo e riconosce i puttanieri da mille miglia… cazzo sorella fai paura!- disse fermando momentaneamente il suo discorso.
-E’ una delle mie grandi qualità, non posso farci nulla ragazza!- dissi atteggiandomi da diva (?)
-Si, vabbè… meglio se continuo… stavo dicendo che alla fine lui non ha ottenuto nulla da lei, ne la patata ne il suo nome, anche se lui si è gentilmente presentato in mezzo al corridoio… Shoshanna tu puoi confermare vero?!- disse puntando la mora dagli occhi strani…
-Si, la scena era comica… lui si è presentato porgendole la mano e lei si è limitata a ridergli in faccia e salutarlo da lontano lasciandolo in mezzo al corridoio con la bocca spalancata!-  io ridacchiavo ascoltando la storia. Poi Sylvia riprese…
-Però cara Shoshanna c’è qualcosa che tu non sai… dopo le due ore di matematica lei è andata all’ armadietto a prendere i libri di inglese e Zayn l’ha fermata chiedendole ancora il nome… lei, da vera stronza, gli ha chiesto un motivo valido per farlo e lui… tenetevi forte… l’ha baciata appassionatamente appiccicandola agli armadietti!- Al talovo partì un coro di –uooooooooh!- e tutte cominciarono a fare domande su come baciasse Zayn, Sylvia cercava di ottenere ancora l’attenzione di tutte e quando l’ottenne continuò…
-Ma… visto chè è una cogliona responsabile l’ha respinto ed è corsa in classe! Alla fine dell’ ora Liam e Niall si sono avvicinati e Niall ha iniziato a provarci ma lei non se ne è nemmeno accorta!- tutti iniziarono a ridere tranne me che rimasi spizzata dall’ultima frase… non feci  neanche in tempo a rispondere che Shoshanna sbuffò…
-Styles a ore 12…- disse Linda rivolgendosi a Shoshanna…
-Si, lo s…-
Venne interrotta da un ragazzo molto alto, con una massa informe di ricci castani in testa e degli occhi verde acceso… molto molto molto scopabile!
-Ciao ragazze! Ciao Shoshanna, come va?!-
-Harry, io non voglio essere scortese ma non trovo un modo più adatto per dirti di andare a fanculo!-
Io fissavo la scena trattenendo le risate come tutte le altre. Lui non si scompose, anzi spostò lo sguardo su di me e mi sorrise, agli angoli della bocca nacquero delle fossette adorabili. Ma quel tipo mi faceva più o meno lo stesso effetto di Malik, era uno sciupa femmine.
-Ciao, io sono Harry Styles, tu sei la ragazza di cui Niall ha parlato tutto il tempo, Agnese!-
Sorrisi e gli strinsi la mano, poi mi voltai verso Anne e Sylvia che stavano scommettendo qualcosa che sicuramente riguardava me e Niall e, involontariamente gli strinsi la mano.
-Ahi, la mano mi serve!!!-
-Chissà per farci cosa Styles…- disse Shoshanna ghignando, io ero imbarazzata…
-Scusami, non volevo… comunque si sono Agnese!- lui mi sorrise ancora guardandomi negli occhi.
-Posso sedermi accanto a te e Shoshanna, Agnese?!- io risi, mi alzai e gli toccai il braccio, poi dissi…
-Te lo posso dare un consiglio da amica Harry?!- lui annuì.
-La scuola è piena zeppa di ragazze, ragazze di tutti i tipi… certo non tutte ha quegli occhi che qualche giorno le caverò per poi usarli su di me… ma, lascia perdere questa pazza schizzata, c’è solo da guadagnare…!- lui mi guadò stranito per un po’ poi mi posò un braccio sulla spalla e iniziò a guardarmi da capo a piedi con un sorrisetto malizioso…
-Per esempio potrei provarci con te… sei davvero bella!-
-Oh, grazie Harry ma… sai forse Shoshanna è più adatta a te… dimentica tutto il discorso che ti ho fatto ok?!- Lui iniziò a ridere e con lui tutti gli altri tranne Shoshanna che provava a trattenersi.
-Ehi, è inutile che mi fissi così, io almeno ci ho provato!- dissi mettendomi sulla difensiva, notando che mi fissava con sguardo assassino…  lei mi abbracciò, poi Harry e le altre smisero di ridere. Il riccio si diresse di nuovo verso il suo tavolo asciugandosi le lacrime e toccandosi la milza. Poi la campanella suonò e noi tornammo nelle nostre classi…
 
 
Ehilà piccione… sono tornata con questo supermegaiperlunghissimo capitolo, su Word mi dice che sono 9 pagine e penso che proprio poche non sono… volevo ringraziare le ragazze che hanno messo la storia fra le ricordate e le preferite… vi adoro :*
Ma anche tutte le lettrici silenziose…
Spero che almeno stavolta ci saranno delle recensioni…
Ora vi lascio perché anche il mio computer si è rotto le scatole quindi, immagino voi!
A prestoo :)

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Capitolo 4
*** Chapter 3 ***


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Trascorsi il resto della giornata da sola come un cane. Dopo pranzo la giornata era passata davvero molto velocemente e non avevo incontrato Malik da nessuna parte. Questa cosa aveva sicuramente contribuito a rendere la mia giornata abbastanza accettabile. Quando il suono della campanella suonò nei corridoi si scatenò l’inferno. Quei ragazzi dovevano decisamente darsi una bella calmata. Molto lentamente chiusi il mio armadietto dopo aver preso i libri che mi servivano trovandomi a pochi centimetri un tipo con dei capelli improbabili e degli occhi vispi. All’inizio lo guardai un po’ spaesata. Quel tipo sorrideva e sorrideva ma cazzo non voleva decidersi a parlare. Rimasi lì a fissarlo, ero troppo orgogliosa per iniziare il discorso… era lui che mi aveva cercato!
-Tu sei Agnese… quella che ha respinto Zayn!- disse continuando a sorridermi. Lo guardai un po’ meglio e solo allora lo riconobbi…
-E tu sei Louis Tomlinson… quello con la maglietta a righe!-  lui si guardò la maglietta prima di scoppiare in un fragorosa risata…
-Si… non ti piace?- mi chiese ancora sorridente… ma che cazzo si faceva di eroina!?
-La adoro ma… non è il mio genere!- risposi chiudendo l’armadietto e avviandomi verso l’uscita della scuola dove le mie amiche mi stavano aspettando.
-Ora capisco cosa ci ha visto in te… anche Niall!- mi urlò ancora appoggiato all’ armadietto. Capii immediatamente che era di Zayn che stava parlando, la cosa che mi diede un po’ fastidio però era che aveva fatto riferimento a Niall. L’aveva fatto Harry e ora anche lui.
-Cosa centra ora il biondino?!- dissi voltandomi di scatto nel bel mezzo del corridoio ormai deserto e aggiustandomi lo zaino in spalla. Lui si limitò a sorridermi maliziosamente e scollare le spalle.
-Sei diversa… hai quell’ atteggiamento da menefreghista che fa impazzire i ragazzi. Non ti piace vestirti in  modo molto femminile e non curi più di tanto il tuo aspetto… ma, hai quel qualcosa in più che ha spinto Zayn a provarci e quando l’hai respinto… beh, hai fatto un grosso errore… ora non mollerà!- disse avvicinandosi sempre di più a me… quello che aveva detto era parzialmente vero. Non ero una dei quelle che al mattino passavano ore intere davanti ad uno stupide specchio. Un jeans e una felpa per me rappresentavano la perfezione. L’unica cosa che mi piaceva curare un po’ di più erano i miei capelli. Li avevo tinti un anno prima di un rosso abbastanza acceso e ne andavo fiera.
-Beh, l’hai detto anche tu che ho un atteggiamento menefreghista… il tuo amichetto può privarci quanto vuole ma, a meno che non decida di drogarmi e stuprarmi, non gliela darò mai!- Ci guardammo per qualche secondo, poi iniziò a ridere seguito a ruota da me.
-Sei sempre così schietta con la gente?- mi chiese ad un tratto asciugandosi le lacrime causate dalle grosse risate. Io annuii. Lo ero sempre stata e a volte non era proprio una cosa buona. Insomma, essere schietti a volte può avere i suoi svantaggi.
-Si, non mi piace riflettere molto sulle cose. Dico ciò che penso e faccio quello che ritengo giusto!- lui mi sorrise , poi, improvvisamente, mi abbracciò. Il perché non saprei davvero immaginarlo ma stavo ricambiando. Quel ragazzo mi stava simpatico, come anche Liam e Niall… Harry era ancora un punto interrogativo mentre Zayn doveva solo starmi alla larga!
-Ci verrai alla festa? So che hai già rifiutato ma sai… ehm vorrei..- non terminò la frase lasciandola in sospeso, mi stava nascondendo qualcosa e il mio istinto aveva anche capito cosa…
-Anne verrà sicuramente!- dissi alzandogli la testa, prima china, con una mano. Arrossì violentemente con un sorrisetto da ebete stampato in faccia.
-Oh… ma io non…- la mia risata lo fece bloccare. Era davvero dolce ed era diventato di un rosso che gli stava a pennello. Segno che ci avevo preso in pieno.
-Non lo dico a nessuno. Lo giuro!- dissi incrociando le dita e baciandole. Lui annuì e mi sorrise. Un sorriso ancora più bello dei precedenti.
-Va bene… grazie mille Agnese e  spero di rivederti presto!- mi diede un leggero bacio sulla guancia per poi uscire dalla scuola. Mi affrettai anch’io. Le mie amiche mi stavano aspettando lì fuori da almeno dieci minuti e, conoscendo Shoshanna , ora stavano sbuffando e reprimendo i loro istinti omicidi.
Valcai la porta della scuola e girovagai per un po’ con lo sguardo prima di scorgere le mie amiche sedute su una panchina sotto ad un’enorme quercia.
Mi avvicinai abbastanza velocemente dato che ero già abbastanza in ritardo. Mentre camminavo verso quelle quattro che mi stavano uccidendo con lo sguardo, mi sentii chiamare da dietro e involontariamente rabbrividii… mi voltai molto lentamente fino a trovarmi la faccia sorridente di quel coglione di Malik a pochi centimetri di distanza. Lo guardai scocciata per qualche secondo per poi voltarmi e riprendere a camminare. Gli sguardi delle mie amiche ora erano più increduli che incazzati. L’unica a cui sembrava non importare più di tanto era Shoshanna, uno dei motivi perché la adoravo. Feci qualche passo prima di venir fermata da una grossa mano color cappuccino. La fissai per qualche secondo con disgusto, sbuffai e mi voltai di scatto per mandarla via. Malik ritirò la sua mano visibilmente soddisfatto poi si decise a parlare.
-Non ti basto io?- mi chiese guardandomi negli occhi sorridendomi maliziosamente. Non ne potevo più di tutta quella malizia.
-Malik… scusami ma non riesco davvero a capire cosa stia architettando la tua mente perversa!- lui mi fissò per qualche secondo per poi cominciare a ridere.  Non aveva mai riso così davanti a me. Non che ci conoscessimo da molto tempo, ma in quel poco che avevamo trascorso insieme si era sempre limitato a sorrisetti sghembi o maliziosi. Quella invece era una risata vera e cristallina che mi fece sorridere involontariamente. Lui parve non accorgersene.
-Prima Niall… poi Louis!- ecco a cosa si riferiva!  Rifletteva talmente tanto con l’uccello che aveva dato per scontato che sia Niall che Louis ci avessero provato con me. Alla sua affermazione iniziai a ridacchiare, mi teneva sotto controllo, molto probabilmente non aveva mai faticato così per scoparsi qualcuna.
-Niall è un ragazzo dolcissimo e mi ha solo invitata alla festa a casa tua… Louis invece mi ha chiesto un’altra cosa di cui non sono affari tuoi!- dissi alzando un po’ la felpa. Faceva un po’ caldo e Malik mi stava facendo alterare. Il suo sguardo si posò improvvisamente sul mio avambraccio. In un secondo si avvicinò pericolosamente afferrandolo con una mano.
-Non ci posso credere!-  disse alzando ancora un po’ la felpa lasciandomi il braccio completamente scoperto. Poi iniziò a toccare uno dei miei tatuaggi con un dito. Era uno degli ultimi che avevo fatto e mi piaceva davvero tanto. Ne avevo il corpo pieno, soprattutto sulle spalle e sulle braccia… molti gli avevo fatti con il mio migliore amico in Italia che era pieno anche di piercing mentre io ne avevo solo due.
-Cosa c’è di strano?! E’ un semplice tatuaggio!- sbottai cercando di ritirare il braccio. Lui non sembrava voler mollare la presa e lo guardava con gli occhi sgranati e la bocca spalancata. Avvicinai cautamente il braccio libero al suo viso e, dopo aver afferrato il mento, gliela chiusi ridacchiando. Lui si riprese, poi mollò il mio braccio e iniziò a sbottonare i bottoni della camicia a quadri che indossava. Dopo aver sbottonato tutti i bottoni iniziò a piegare la manica della camicia fino a lasciare il suo braccio completamente nudo. Strabuzzai gli occhi. Ora ero io ad avere l’espressione da ebete stampata in faccia.
-Tu… cazzo Malik mi hai copiato il tatuaggio… questo è davvero troppo!-  dissi guardando prima il mio braccio e poi il suo.
Era identico. Stessa scritta, stessi colori!
-Come mai una ragazza ha un tatuaggio del genere?- mi chiese dopo un po’ ritirando il suo braccio e iniziando a riabbottonare i bottoni. La mia risposta non arrivò subito. Io e quel coglione avevamo qualcosa in comune, qualcosa di indelebile, qualcosa di cui io andavo fiera e questa non era cosa  buona.
-Sono fissata con i fumetti!- dissi dopo un po’ aggiustandomi la felpa. Lui  mi sorrise, un altro di quei fottutissimi sorrisetti irritanti.
-Beh, allora abbiamo qualcosa in comune.-
Merda! No, no, no, no, no! Proprio ora dovevano attivarsi quei due neuroni rinsecchiti che aveva in testa?!
-Questo non significa nulla! Non farti troppe seghe mentali… Malik!-  lui scoppiò in una fragorosa risata.
Il tipo, oltre ad essere incredibilmente stupido, era anche lunatico, irritante, vanitoso,stupido,lunatico,irritante,vanitoso e… stupido l’ho già detto?!
-Ma che minchia ti ridi?! Io non ho tempo da perdere con te… a mai più rivederci!-
Mi voltai e iniziai a camminare di nuovo verso le mie amiche che avevano una faccia sconvolta. Manco avessi appena ucciso il Papa.
Stavo per raggiungerle quando notai Shoshanna fare dei gesti strani con le mani. Non riuscivo a capire cosa diamine le stesse accadendo. Forse stava avendo una sottospecie di crisi epilettica. Non riuscii a chiederle il perché che la stessa mano gigante e color cappuccino di poco prima mi afferrò un braccio.
Sospirai passandomi la mano libera nei capelli legati disordinatamente. Mi voltai con l’intento di colpirlo ma neanche il tempo di collegare il tutto che mi ritrovai attaccata alla grossa quercia del giardino con Malik spalmato addosso.
Cazzo merda! Quel coglione mi stava baciando per la seconda volta in un giorno! Grrr… che rabbia!
Cercai di scollarmelo di dosso ma lui si limitò a sorridere beffardo e riprendere a baciarmi, stavolta sul collo.
-Zayn! Cazzo staccati subito da me… aiuuuuuuuuuuuuto, ragazze questo coglione mi vuole violenmmmm!- non riuscii a finire la frase che lui mi tappò la bocca con la mano che non era impegnata ad esplorare la pelle sotto la mia felpa. Lo leccai ma niente… quel tipo non voleva mollare. Continuava a lasciarmi baci umidi su tutto il collo e i miei sforzi per levarmelo di dosso sembravano tutti completamente inutili. La domanda che mi parve spontanea però era una sola: perché cazzo le mie amiche non mi stavano aiutando?
Approfittai di un momento di distrazione da parte del coglione col ciuffo per vedere cosa stava succedendo. Ora era tutto chiaro, quella era una combutta!
Sylvia e Anne chiacchieravano tra le risate con Louis e Liam, Shoshanna insultava Harry e Linda parlava con Niall.
-Complimenti, ti sei portato dietro i tuoi amichetti!- dissi facendolo finalmente staccare dal mio collo. Annuì per poi prendere a fissarmi negli occhi. Abbassò lo sguardo puntandolo sulle mia labbra. Mi morse il labbro superiore iniziando a slegarmi i capelli.
-Sei più sexy con i capelli sciolti…- mi sorrise maliziosamente. Ricambiai, volevo farlo impazzire per poi fargli capire che non poteva avermi!
-La mia vita è perfetta, non sarai tu a sconvolgerla… Malik!- gli soffiai nell’orecchi. Era praticamente attaccato al mio corpo e lo sentii irrigidirsi per un attimo. Questo mi fece sorridere. Poi allontanai il mio viso dal suo appoggiando la testa sul tronco dell’ albero.
-Non ti lascio andare fino a quando non mi dirai che verrai alla mia festa, sabato!- disse iniziando a massaggiare una delle mie cosce. Lo fissai per qualche istante, improvvisamente le risate e le voci di tutti gli altri scomparvero. C’eravamo solo io e lui… i miei occhi e i suoi! Decisi di non ribattere, dopotutto le altre mi avevano già convinto ad andarci e lasciargli credere di aver vinto questa sfida sarebbe bastato a tenerlo a cuccia per un po’.
-Ci sarò…- mi avvicinai moltissimo alle sue labbra e lo sentii ghignare. –Ma ora mollami, coglioncello!- mi fissò allibito per qualche secondo prima di lasciami andare.  Mi aggiustai per bene la felpa e lo zaino prima di iniziare a camminare. Poi lo sentii sospirare.
Mi voltai e lui era poggiato in modo sexy al tronco dell’ albero che si fumava una sigaretta.
-Tu ti accontenti della tua vita… ma la mia mi ha stancato da un po’. Stavo aspettando una sfida… tu sei la mia sfida e sarò io a vincerla. Zayn Malik non perde mai, Jonson!- 
Non sorrisi, non lasciai trasparire nessuna emozione. Mi avvicinai a lui e giurai di aver intravisto un pizzico di stupore nei suoi occhi. Non dissi niente, mi avvicinai solo ancora e ancora…
Arrivai a due passi dal suo volto. Rimasi a fissarlo negli occhi con aria impassibile per qualche secondo. Allungai una mano e lo vidi irrigidirsi e sussultare. Presi la sigaretta che teneva in quelle labbra morbide e sottili che io avevo avuto l’onore di provare e la misi nelle mie.
Si portò un mano nel ciuffo e sorrise a se stesso. Io risi beffarda. Mi voltai a mi allontanai lentamente con la sua sigaretta ancora tra le mie labbra.
 
 
Salve a todos!
Ok… lo spagnolo non è il mio forte anche perché non l’ho mai studiato quindi vado a senso :P
Questo è il mio nuovo capitolo dopo un bel po’ di tempo. Ssssscusate ma ho avuto parecchio da fare e sono stata super impegnata!
Il capitolo è un po’ corto ma mi piace moltissimo.
Vorrei ringraziare tantissimo le ragazze che hanno messo la storia nella PREFERITE/SEGUITE/RICORDATE  e alla bellissima purissima e levissima ariacelats per aver recensito gli altri capitoli. Vi cosiglio di leggere la sua ff che è bellisima *.*
Ora vi abbandono care mie lettrici che domani c’è scuola e non vorrei rischiare di sbadigliare in faccia alla prof di greco.
Au revoir…. :)
Ok, la smetto con le lingue… parola di scout! (?)
 
Nel prossimo capitolo  inserirò le foto delle ragazze J

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Capitolo 5
*** Chapter 4 ***


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Un  grazie infinito a GEMELLINI23 per il banner splendido... si muoove *.*
Evoporo ragazze... spero che il capitolo vi piaccia!




Mi svegliai di soprassalto. La sveglia segnava appena le sei.
Ero sudata e stavo tremando. C’era una sola spiegazione… avevo sognato.
Mi alzai e andai a fare una doccia ghiacciata. Non riuscivo a riflettere, neanche nel totale silenzio.
Presi una felpa verde e un jeans scuro dall’armadio e gli indossai sperando che i brividi sparissero.
Ero nervosa, scazzata e sapevo già che la giornata sarebbe andata nel peggiore dei modi, ma non riuscivo davvero a capire il perché!
Nei giorni successivi al nostro incontro romantico sotto la quercia, avevo cercato di evitare Malik in tutti i modi e ci ero riuscita egregiamente visto che lui si limitava a sorridere malizioso quando i nostri sguardi si incontravano.
Mi sdraiai nuovamente sul letto spremendo le meningi e cercando di darmi una spiegazione plausibile, ma il mio cervello quella mattina non aveva proprio intenzione di svegliarsi e darmi una mano.
Dovevo fare qualcosa, non potevo continuare così o sarei sicuramente impazzita. Decisi che l’unica cosa fare era parlarne con qualcuno… e quel qualcuno era Shoshanna.
Cercai il mio cellulare sul codino nel totale buio e lo trovai solo dopo qualche minuto.
Composi il suo numero e aspettai che la sua voce impastata dal sonno  mi invadesse le orecchie ma non fu così, l’unica voce che sentii fu’ quella della segreteria telefonica.
Guardai l’orario ed erano già le 7.35, tra un po’ sarei dovuta andare a scuola… che palle!
Presi di nuovo il cellulare per richiamarla ma fu solo allora che il mio cuore smise di battere.
Il display del mio cellulare mostrava la scritta “Sat/21/09/12    7.37 a.m”.
Mi tirai uno schiaffo in testa da sola. Era sabato e io me ne ero dimenticata. Ecco perché la mamma non era ancora salita su per buttarmi giù dal letto, ecco perché quella svampita di Shosy non mi aveva risposto.
-Ecco perché sono così fottutamente agitata… stasera c’è la festa!-
Lo shock era stato talmente grande che ero caduta dal letto e ora stavo cercando di rialzarmi e rimettermi seduta sul letto.
Sbuffai parecchie volte prima di alzarmi con l’intenzione di aprire la finestra e far entrare un po’ di luce.
Ci ripensai e decisi di cambiarmi per mettere qualcosa di più carino. Le quattro svampite mi avevano convinta ad accompagnarle in centro a fare shopping per la festa. Io non avrei sicuramente comprato nulla, avevo un paio di completi che potevano andare benino.
Indossai un paio di jeans molto strappati, un maglioncino e le mie converse rosse. Mi guardai allo specchio e sorrisi. Avevo fatto un bel lavoro con quei jeans, peccato che a mia madre sarebbe sicuramente venuto un infarto. Legai i lunghi capelli rossi in uno chignon e indossai gli orecchini. Un filo mascara, matita azzurra sotto e un filo di eye-liner sopra. Perfetta nelle mie imperfezioni, ecco cosa pensavo di me fissandomi nello specchio. Sapevo di non essere bellissima e di avere un fisico solo discreto, sapevo che il mio modo di vestire misto fra punk e rock, i tatuaggi e i piercing non erano proprio il massimo dell’eleganza e della femminilità, sapevo che tutti i ragazzi mi avrebbero sempre considerato solocarina e che il mio linguaggio un po’ grezzo e periferico non facesse parte del bon ton… sapevo tutte quelle cose eppure non avrei mai cambiato nulla. Mi piacevo, adoravo i miei tatuaggi perché mi ricordavano Marco, il mio migliore amico, adoravo i miei eccentrici capelli rossi perché mi facevano sentire  me stessa, adoravo i miei jeans strappati e le felpe XXL, adoravo le Converse, le Vans e le Dr. Martens di ogni tipo e colore che tenevo esposte in bella vista in camera mia, come un trofeo, adoravo le chitarre che mio padre mi aveva regalato e le parolacce che mi aveva insegnato. Io mi piacevo, perché ero diversa.
Mi ripresi dai miei pensieri e notai che il mio viso era un po’ più rilassato. Mi avvicinai alla finestra e l’aprii lentamente con il timore di essere investita da un’ondata di aria gelida. Quello che mi accarezzò le guance, però, era un venticello appena fresco che cullava piacevole le foglie degli alberi del mio giardino. Da quando mi ero trasferita lì avevo visto davvero pochissime volte  un sole così accecante. Sembrava la primavera in Italia. Chiusi gli occhi portandomi le mani dietro la testa sorridente. Mi sentivo decisamente meglio.
Rimasi così per qualche minuto pensando a quello che era rimasto in Italia… le spiaggie della Puglia, dove trascorrevo l’estate insieme a mia cugina, la mia Roma , gli amici, Marco… quello svitato mi mancava da morire.  Parlare con lui ogni giorno attraverso una webcam non era proprio la stessa cosa.. e poi ci stavamo staccando, erano già quindici giorni che non parlavamo!
Riaprii gli occhi per scendere di sotto a fare colazione. Ero sul punto di chiudere la finestra quando qualcuno urlò il mio nome.
-Ciao Niall!- sorrisi al ragazzo biondo che stava portando a spasso il suo cane.
-Bella giornata, vero?!- disse fermandosi proprio sotto la mia finestra sorridendomi.
-Già, sono rare da queste parti!- dissi voltandomi verso la sveglia per guardare l’ora. Erano già le 10.47… il tempo era volato come i miei pensieri.
-Ti va di fare un giro?- disse ad un certo punto il ragazzo facendomi voltare di nuovo verso di lui. Mi sorrideva mentre accarezzava la testa al suo cagnone. Non sapevo scegliere quale dei due fosse più tenero. Gli sorrisi e annuii. Non aggiunsi altro, chiusi la finestra e presi una borsa rossa prima di scendere velocemente le scale.
Uscii fuori e trovai Niall seduto sugli scalini di casa con il suo cane completamente spalmato addosso intento a leccargli la faccia per bene. Quella scena mi fece ridere.  Mi avvicinai al cane per accarezzarlo e subito si staccò da Niall che sembrava abbastanza sconvolto.
-Non penso sia il caso di andare in giro con te conciato così!- dissi tra una risata e l’altra. All’inizio parve non capire, ma quando vide la sua maglietta e i suoi jeans chiari tutti sporchi di terra spalancò la bocca interdetto.
-E ora come diavolo ci torno a casa?- disse puntando il suo cane con tono minaccioso.
-Come si chiama?- chiesi ad un certo punto facendolo voltare verso di me. Si passò una mano tra i capelli biondi e mi sorrise.
-Zeus…-  Mi si illuminarono gli occhi. Aveva il nome del Padre degli dei dell’Olimpo.
-Ti si sono illuminati gli occhi… come mai?!-  mi chiese ad un tratto cercando di rimediare al pasticcio sui pantaloni ma peggiorando ulteriormente la situazione.
-Dai, entra dentro… magari chiama qualcuno che possa venire a prenderti!- dissi aprendo la porta di casa facendogli cenno di entrare. Zeus non se lo fece dire due volte e subito corse dentro saltando sul divano del salotto.
Niall mi sorrise ed entrò. Si guardò attorno per qualche secondo prima di prendere posto affianco al suo cane.
-C’è qualcuno che possa venire a prenderti?- chiesi ad un certo punto entrando in cucina. Non mi rispose ma non ci diedi tanto peso. Mi specchiai nella porta che dava al giardino sul retro e notai che i miei capelli erano un vero disastro. Ormai del mio bel chignon rimaneva davvero ben poco. Slegai i capelli lasciandoli cadere mossi sulle spalle e mi arrampicai su una sedia per prendere le patatine che mio fratello nascondeva sempre.
Prese le patatine e una bottiglia di cola dal frigo mi voltai per poter tornare in salotto dai miei ospiti. Niall era appoggiato allo stipite della porta sorridente e con gli occhi brillanti. Gli sorrisi aprendo il pacco delle patatine. Non feci neanche in tempo a chiedergli se ne volesse una che lui mi aveva già preso il pacco dalle mani e le stava mangiando.
-Ho chiamato Liam… sarà qui tra una decina di minuti!- mi avvicinai al tavolo e aprii la cola versandola in due bicchieri. Uno lo diedi a lui.
-Allora… come mai il nome del mio cane ti piace così tanto?- Quel ragazzo era più perspicace di quanto immaginassi. Sorrisi sedendomi sul grosso tavolo in marmo.
Lui si sedette proprio di fronte a me, a pochi centimetri su uno sgabello.
-Semplicemente perché adoro la mitologia greca… in Italia la studiavo…-  dissi scrollando le spalle. Per qualche motivo non mi andava di parlarne.
-In Italia le cose sono molto diverse da qui… vero?!- annuii prendendo un altro sorso dal mio bicchiere.
-Completamente diverse… qui è tutto più difficile!-  Stavolta fu lui ad annuire.
-Mi piacerebbe andare in Italia, penso sia un posto meraviglioso…-  risi lasciando cadere alcuni ciuffi ribelli davanti agli occhi.
-E’ un paese pieno di problemi… fidati di me. L’unica cosa forse che vale la pena provare è il cibo!- gli si illuminarono gli occhi. Manco avesse visto Megan Fox vestita da un pacco di Patatine Pai.
-Devo andare assolutamente in Italia… mmm pasta!- Niall era andato. Aveva lo sguardo perso e la bocca aperta, da un momento all’altro gli sarebbe uscita la bava. Gli tirai uno schiaffetto amichevole sulla spalla per farlo riprendere. Inspiegabilmente iniziò a ridere. Chissà a cosa stava pensando in quella mente contorta. La sua risata era contagiosa e iniziammo a ridere come coglioni continuando per minuti interi.
Dopo la nostra bella risata avevamo entrambi le lacrime agli occhi e ci mancava il respiro. Mi asciugai le lacrime con il polso per poi prendere l’ultimo sorso di cola.
-Ti manca l’Italia. Si vede, scusa se ho riaperto vecchie ferite.- disse ad un tratto leggendo qualcosa sul suo cellulare. Involontariamente sorrisi. Gli poggiai una mano sulla spalla scuotendo la testa.
-Non preoccuparti… si mi manca ma penso sia normale…ci ho trascorso 17 anni lì ed è lì che sono rimasti. I miei parenti, la mia scuola, i miei libri di greco, il parco dove ho conosciuto il mio migliore amico… tutto!- Mise la sua mano sulla mia, ancora sulla sua spalla, e mi sorrise.
-So cosa significa… io vengo da Mullingar, in Irlanda. Mi sono trasferito qui cinque anni fa ma mi manca, tanto!-
Staccai la mia mano dalla sua spalla e presi il mio cellulare per vedere che ore fossero. Alle 11 in punto la mia casa sarebbe stata invasa da quattro svampite in gonnella.
-Liam è qui fuori, mi ha appena mandato un sms… mi ha fatto piacere conoscerti un po’ meglio e sappi che se vuoi parlare con qualcuno io ci sono!-  disse alzandosi dalla sedia e legando il guinzaglio a Zeus. Lo accompagnai alla porta. Niall era davvero un buon ascoltatore e andavamo d’accordo.
-Niall… non vorrei sembrarti sfacciata ma mi piacerebbe rivederti per parlare ancora… ti va se ti lascio il mio numero? Potremo superare questo momento insieme!- dissi con una mano già sulla maniglia del portone di casa. Sul suo volto si aprì un sorriso mozzafiato, anche meglio di quelli precendenti. Mi prese il cellulare dalle mani e scrisse il suo numero salvandolo in rubrica, poi prese il suo e lo mise nelle mie mani. Ghignai prima di salvare il mio numero.
-Io sono Mrs. Pasta nella tua rubrica!- dissi ridendo. Lui mi guardò per qualche secondo prima di rispondermi…
-Io sono Mr. Irlanda!- ci fissammo per qualche secondo prima di scoppiare in una grossa risata.
Aprii la porta. Liam era in macchina con Harry. Salutai entrambi con un cenno della mano e un grosso sorriso. I due ricambiarono il saluto con enfasi, soprattutto il riccio.
-Ci vediamo stasera Mrs.,so che ci sarai alla festa!- il mio sorriso si trasformò immediatamente in un ghigno disgustato. Niall sapeva essere dolce e comprensivo ma a volte era davvero inappropriato.
-Grazie per avermi ricordato l’Inferno…Mr.!- dissi appoggiata allo stipite della porta con aria scazzata. In un millisecondo mi era tornato il malumore. Si sentirono grosse risate dall’auto. Tutti e tre mi salutarono ancora prima di sparire verso i quartieri alti.
Tornai in casa. L’orologio segnava le 10.47. Le ragazze sarebbero arrivate a momenti.
Non feci neanche in tempo a sedermi sul divano che il campanello di casa suonò.
Aprii la porta ritrovandomi la faccia sorridente di Linda, Anne e Sylvia e quella perennemente scazzata di Shoshanna.  Fuori faceva abbastanza caldo e io ero tutta sudata.
-Ragazze io vado a mettere qualcosa di più leggero, voi intanto prendete un bicchiere d’acqua se vi va!- dissi avviandomi su per le scale verso la mia camera. Decisi di indossare la maglietta degli AC/DC a maniche corte che avevo rubato dalla collezione di mio padre e un giubbotto di pelle primaverile.
Scesi velocemente le scale perché avevo paura a lasciare la casa nelle mani di quelle pazze. Sylvia avrebbe potuto traumatizzarmi i pesci rossi.
-Io sono pronta, andiamo?-  Tutte annuirono e insieme ci avviammo verso il centro con la macchina di Linda.
Arrivammo dopo circa un’oretta perché Linda era talmente prudente da non superare i 30 km orari.
C’ero già stata molte volte in quella zona della città ma oggi mi sembrava ancora più bella. Sylvia e Anne erano già entrare in un negozio d’abbigliamento mentre Linda in una libreria. Eravamo rimaste solo io e Shoshanna.
-Cosa volevi stamattina alle 7 e 30?- mi chiese ad un tratto sedendosi sul cofano della macchina mentre si accendeva una sigaretta.  La imitai e ne accesi una anch’io. Nonostante il mio abbigliamento leggero faceva caldo lo stesso e questa cosa era davvero strana da quelle parti.
-Agnese… non fa poi così caldo eppure tu continui a sudare… che ti prende?!- mi grattai la nuca e mi passai le mani sul volto. Non volevo andarci a quella dannatissima festa. Non volevo vedere Malik. Quel ragazzo era come un’ortica per me… come la verbena per i vampiri! E mi dava dannatamente ai nervi perché sembrava che qualunque cosa volesse prima poi diventava sua. Ma io non sarei caduta così in basso, era una promessa a me stessa.
La guardai  negli occhi, sbuffai e cominciai a parlare.
-Ho fatto un incubo stanotte… ancora! Ero agitata e non riuscivo a capire il perché e volevo chiederlo a te, ma non mi rispondevi… cosa alquanto strana visto che le lezioni sarebbero cominciate solo mezz’ora dopo. Ho guardato il display del mio cellulare e mi sono accorta che era sabato… il che significava niente scuola e anche…-
-La festa di Malik!- mi anticipò lei ghignando. Le diedi un colpetto amichevole con la spalla ridendo insieme a lei. Per qualche strana ragione noi due ci capivamo sempre al volo.
-Ehi Occhi Viola… ti accompagno se devi comprare qualcosa per stasera!- dissi prendendola in giro. I suoi occhi con la luce del sole diventavano di un indaco spettacolare.
-Se accompagni me non troverai nulla per te!- disse lei scendendo dall’auto con un balzo.
-Ho già qualcosa, non comprerò nulla!- dissi scrollando le spalle e gettando a terra il mozzicone della sigaretta ormai finita.
-Ma devi essere irresistibile per Malik!- Oh… questo era davvero troppo. Quella frase mi aveva lasciata di stucco e ora fissavo il vuoto con uno strano tik all’occhio destro.
-Tu… stronza che non sei altro… ti consiglio di cominciare a correre!- scesi dall’auto con un balzo prima di cominciare a rincorrerla per alcuni negozi. Ridevamo entrambe come  coglione e tutta la gente ci fissava sconvolta ma a me non importava.
Riuscii ad acchiapparla solo una decina di minuti dopo. Avevamo entrambe il fiatone, il trucco colato per il sudore e le lacrime e stavamo ancora ridendo.
-Io… devo… entrare qui!- disse Shoshanna ad un certo punto indicando il piccolo negozietto proprio dietro di noi. Anuii ed entrammo. Era il mio paradiso. Un negozietto vintage diviso in vari reparti.
-Spero che tu abbia portato soldi con te!- mi disse la mora con un sorrisetto beffardo stampato in faccia. L’aveva fatto a posta… che stronza!
-Io vado nel reparto anni 80’… tu in quale sei?- chiesi tutta sorridente. Lì avrei sicuramente qualcosa con cui abbinare le mie dr. Martens nuove.
-Io in quello anni 60’, voglio essere un po’ meno trasgry di te…- mi tirò una pacca sul sedere prima di sparire dietro agli scaffali.  Mi diressi al reparto anni 80’. Avevo deciso che quello era il luogo in cui volevo spendere i miei soldi. Era lì che volevo morire… tra giubbotti di pelle e borchie!
-Signorina, posso esserle utile?- un ragazzo alto con barba e i capelli neri e gli occhi azzurri mi fissava sorridente.
-Beh… si! Sto cercando qualcosa di non troppo esagerato ma che sia adatto ad una festa!- dissi gesticolando molto con le mani e continuando a guardarmi intorno meravigliata.
-Ha in mente qualcosa in particolare… shorts, abiti, jeans…- lo fissai pensierosa per qualche secondo prima che il mio sguardo si fermasse su un completo proprio dietro di lui. Probabilmente stavo sbavando o avevo lo sguardo perso perché lui si girò e si avviò verso il manichino.
-Oh, ha buon occhio…- lasciò la frase in sospeso perché io potessi finirla. Gli sorrisi avvicinandomi.
-Agnese… signor…- mi avvinai alla targhetta che aveva attaccata vicino al taschino della sua giacca di pelle. –Drew!- Guardò la targhetta e poi ancora me..
-Posso darti del tu, Agnese?- mi chiese ad un tratto con un sorriso da far venire i brividi.
--Certo… Drew! Ora però sbrigati a farmi provare questo completo!- rise con me al seguito. Mi squadrò per bene lisciandosi la barba con una mano. Mi sorrise prima di prendere quella che doveva essere la mia taglia.
-Tutto il completo?- mi chiese iniziando ad avviarsi verso gli spogliatoi.
-No…quelle scarpe non sono proprio da me…- dissi osservando le vertiginose Campbell borchiate ai piedi del manichino. Mi sorrise ancora una volta e io ricambiai di nuovo.
-Non scappare… ho bisogno delle tue lodi per farmi salire l’autostima!- iniziò a ridere poggiandosi ad un tavolino situato poco lontano mentre io mi cambiavo.
Uscii con un atteggiamento da diva (?) dallo spogliatoio. Drew si avvicinò a me tutto sorridente e  mi fece fare una giravolta su me stessa.  Diamine quel ragazzo mi stava proprio simpatico!
-E’ uno schianto signorina!- mi disse facendomi guardare allo specchio. Il completo sul manichino era molto molto meglio ma non facevo schifo, mi stava bene! Mi cambiai e lo porsi a Drew.
-Allora? Lo porto alla cassa?- annuii.
-Io faccio un giro del negozio, vado a cercare la mia amica e do’ un’occhiata in giro!- mi sorrise prima di avviarsi verso la cassa.
Non ero mai stata così socievole, diciamo pure che se qualcuno mi stava sulle scatole poteva anche regalarmi la Regina Elisabetta ma non avrei mai cambiato idea. Quel Drew mi stava simpatico ed era anche parecchio carino. L’avevo già visto qualche altra volta ma non ero sicura di sapere dove.
Iniziai a girovagare in lungo e in largo per quel negozio con gli occhi spalancati e la bava alla bocca… chiunque abbia pensato di aprire un negozio del genere era un appassionato di buona musica, ne ero assolutamente certa. Completamente assorta nei miei pensieri cominciai a fissare negli occhi un manichino completamente identico a Bob Marley, faceva paura, mentre una canzone a me familiare mi invase le orecchie. Era “Cry baby” di Janis Joplin, ne ero certa… anche se la voce non era proprio la sua… abbastanza certa anche di quello. Iniziai a guardarmi intorno fino a fermare il mio sguardo ad un manichino che le somigliava. Era nel reparto anni 70’, era sicuramente lei.
Mi avvicinai con fare sospetto, perché il manichino di Janis mi stava contando una canzone che mi chiedeva di piangere?!
-Janis, ho capito che non ci voglio andare alla festa stasera ma non mi sembra il caso di mettersi a piangere…  e poi perché non prendi una Borocillina?! La tua voce ha bisogno di un restauro bella!-  dissi avvicinandomi molto lentamente al manichino che intanto aveva deciso di smettere di cantare perché non ricordava più le parole.  Iniziai a suggerirgliele e lei riprese a cantare… qui le cose non quadravano! Iniziai a grattarmi la testa confusa, dannazione mi mettevo a parlare con un manichino… ero andata completamente ormai!
-Scusami Agnese… posso aiutarti ancora?!- mi voltai di scatto ancora un po’ spaesata e quando riconobbi Drew gli sorrisi da ebete.
-Janis mi parla!- dissi senza neanche riflettere. Lui mi fissò per un po’ prima di iniziare a ridere seguito dal manichino… un attimo, ma i manichini non parlano, non cantano e non ridono… tantomeno non ridono come quella cogliona della mia migliore amica. Mi avvicinai al manichino prima di allungare un braccio e tirare fuori Shoshanna che se la rideva a crepapelle seguita da Drew. Bella figura di cacca Agnese, complimenti… un giorno vincerai il Nobel, ne sono sicura!
-Sei una cogliona… io ti giuro che ti ammazzo!- dissi tirandole uno schiaffo sulla testa. Mi aveva fatto prendere un colpo.
-Beh, non è da tutti i giorni vedere qualcuno che parla con la Joplin… è stato divertente!- Shoshanna sorrise prima di avvicinarsi e salutare Drew con un grosso abbraccio.
-Agnese, lui è mio cugino Drew ma a quanto pare già vi conoscete!- ecco dove lo avevo già visto… a casa di Shoshy!
-Si, è simpatico tuo cugino!- dissi facendogli l’occhiolino e la linguaccia. Entrambi risero.
-Cosa hai preso cuginetta?!- disse Drew sbirciando nella busta che Shoshanna teneva nella mano destra.
-Stasera sarò anni 60’… forse un po’ troppo elegante ma non mi frega!- disse cacciando dalla busta un abitino un po’ lungo a righe banche e nere, abbastanza elegante ma estremamente carino. Annuii facendole capire che ero d’accordo con la sua scelta. Ci dirigemmo alla cassa e pagammo il conto. Non avevo speso poi così tanto per quello che avevo comprato.
Fuori dal negozio la gente nelle strade era davvero molta e io non potei non notare le mie amiche sedute ad un tavolino a sorseggiare un caffè a pochi metri da dove Zayn Malik e compagnia stavano chiacchierando nella chiccosa macchina del coglione.
Sbuffai sentendo Shoshanna ridacchiare e prendermi per un braccio trascinandomi da quella parte.
-Fa finta che lui non esisita… vedrai che non ti accorgerai nemmeno di lui…!- annuii poco convinta continuando a guardare le punte disegnate delle mie converse rosse.
Arrivammo in pochi secondi al bar e io cercai di sedermi il più velocemente possibile per passare inosservata e nascondermi dietro ad un menù.
Shosanna si sedette proprio di fronte a me per coprirmi e dare le spalle a Harry. Purtroppo però il nostro piano venne distrutto di un rompipalle in bretelle di nome Louis Tomlinson.
-Ehilà ragazze… cosa ci fate qui tutte sole?!- chiese prendendo una sedia a sedendosi al tavolo insieme a noi. Io ero ancora nascosta dal menù e stavo per scappare.
-Prendiamo un caffè, Louis… non si vede?!- disse acida Shoshanna guardando Harry con disprezzo che fece finta non accorgersene. Infatti si sedette proprio sul manico della sua sedia dopo averle fatto un occhiolino.
Niall si sedette affianco a Linda e me, Liam nella poltrona di cui si era appropriata Sylvia e Zayn accanto a Anne e naturalmente…me!
-Ciao splendore… per caso mi stai evitando?!- disse poggiando la sua zampa sulla mia spalla. Sbuffai e mooolto lentamente posai il menù sul tavolo prima di prendere il suo braccio e rimetterglielo a posto.
-Non sei così importante… Zayn!- tutti al tavolo ridacchiarono.
-Ciao Mrs. Come va la vita?- mi disse ad un tratto Niall dandomi un bacio sulla guancia. Alla mia sinistra sentii Zayn irrigidirsi. Bingo!
-Esattamente come 2 ore fa Mr.!- dissi ridendo e scompigliandoli i capelli. Dannazione adoravo Niall e Louis… anche Liam e quasi quasi anche Harry mi stava simpatico ma… perché  Zayn doveva essere così fottutamente… Zayn!?
Al tavolo arrivarono le ordinazioni. Niall ingurgitava qualunque cosa fosse commestibile e gli avevo mollato anche il mio dolcetto che proprio non mi andava. Zayn aveva deciso che un bel bicchiere di birra fosse l’ideale e l’aveva bevuto tutto in un sorso mentre guardava Niall con disprezzo. Un po’ mi sentii in colpa. Forse si sentiva minacciato e non mi andava di causare problemi al mio Mr…. Dovevo solo trovare il modo di far capire a Zayn che Niall non mi interessava in quel modo ma che neanche lui mi interessava… dannazione il mio cervello era un casino!
-Io vado a prendere un gelato…!- dissi ad un certo punto alzandomi di scatto e sperando che Zayn mi seguisse.
-Vengo con te…!- disse alzandosi e iniziando a affiancandomi. Sorrisi a me stessa e annuii con il capo.
Entrammo nel locale verde e panna che profumava di caffè e croissants e ci avvicinammo al bancone dei gelati.
-Che gusto vuoi?!- mi chiese ad un tratto toccando con un dito il tatuaggio che io e lui avevamo in comune.
-Non sono affari tuoi!- dissi rivolgendogli una linguaccia. Alzò gli occhi al cielo e rise.
-Te lo pago io… dimmi il gusto!- disse iniziando a leggere le targhette con i vari gusti.
-Tu non mi paghi proprio niente… Malik!- dissi incrociando le braccia sotto al petto e inarcando un sopracciglio.
-Hai lasciato la borsa di là… non hai soldi con te quindi te lo pago io… che gusto?- dannazione aveva ragione. Quel tipo era impossibile. Il genio del male!
-Panna e nocciola… !- dissi sbuffando e portandomi una mano sulla faccia.
Mi voltai trovandomi il volto sorridente  di Zayn a poca distanza. Non so il perché ma sorrisi anch’io. Era dannatamente bello e senza quella cresta che si faceva sempre era pure più carino.
-Cosa c’è da ridere?!- presi il gelato dalle sue mani e iniziai a mangiarlo andando a sedermi ad uno sgabello vicino al bancone, lui mi seguì.
-Non ti piaccio quando rido oppure è vietato?!- dissi ghignando e dando un morso al gelato.
-Sei ancora più bella quando ridi e il fatto che io e te abbiamo iniziato con il piede sbagliato mi dispiace!- disse senza distogliere lo sguardo dalle bottiglie di liquori sulle mensole del bar.
-Se pensi che tra me e Niall ci sia qualcosa di più che semplice amicizia stai prendendo un granchio!- dissi ad un tratto con tono fermo e distaccato. Quello che mi aveva detto e il modo in cui l’aveva fatto mi avevano dato da riflettere… sembrava sincero!
-Perché me lo stai dicendo?! Vuoi farmi sapere che ho la strada spianata e che vuoi solo me?!- dissi atteggiandosi e iniziando a guardarmi di nuovo con quell’atteggiamento malizioso e arrogante che per un attimo aveva lasciato spazio alla dolcezza.
-Semplicemente ho capito che hai la testa dura e che non hai intenzione di mollare purtroppo… e prima quando Niall mi ha baciata ti sei irrigidito… e non provare a negarlo!- diciamo che urlai l’ultima frase puntandogli un dito contro facendo girare il barista dalla nostra parte e beccandomi un’ occhiataccia ma con quel tono faceva più effetto!
-Ahahahahhhahaha, beccato!- disse iniziando a grattarsi la fronte.
-Non è che quasi quasi sei geloso Malik?!- dissi con voce suadente e maliziosa leccando il mio gelato.
-Io non sono geloso… non di te!- disse distogliendo di nuovo lo sguardo da me. Lo disse quasi con disprezzo e per me fu un colpo al cuore. Ci provava con me e poi mi faceva sentire nulla dicendomi che non meritavo la sua gelosia… era davvero troppo! Mi alzai dallo sgabello con gli occhi privi di emozioni e con passo spedito mi diressi fuori dal bar. Non salutai nessuno, mi limitai a fermare un taxi e andare a casa.
 
 
 
 
Non avevo neanche mangiato a pranzo e il mio cellulare non smetteva di squillare. Shoshanna, Anne e Niall mi avevano inondata di messaggi e chiamate per tutto il pomeriggio ma evidentemente avevano capito che volevo starmene da sola e ad un certo punto avevano mollato.
Per qualche strana ragione Zayn mi aveva ferita nell’ orgoglio. L’avrei accettato da chiunque ma non da lui. Non da Zayn Malik.
Se prima era solo antipatia ora era anche odio, disprezzo e tutto quello che di negativo si può vedere in una persona.
Stava giocando con me e non aveva neppure avuto la decenza di farlo per bene!
Il mio cellulare squillò per l’ennesima volta. Mi alzai dal divano e lessi il messaggio, era Shoshanna.
 -Come stai?- 
-Non verrò alla festa!-
-Ti capisco… vuoi che rimanga con te stasera?-
-No, preferisco starmene da sola!-
-Niall mi ha detto che Zayn ha intenzione di mettersi con Jenna ufficialmente stasera!-
-Cosa vuoi che mi importi!?-
-Ora lei dice in giro che tu non eri abbastanza e lui ha preferito lei!-
-Che cosa?!-
-Già… stasera sarebbe potuta essere una bella occasione per prenderti la rivincita ma tu te ne vuoi stare a casa…!-
-Tutta questa storia è una falsa per farmi venire alla festa vero?!-
-Ahahhaahhahaha si lo ammetto ma dillo che ti avevo quasi convinta!-
-Shoshanna, prima o poi te la farò pagare per tutte le tue marachelle!-
-Parli come mia madre!-
-A che ora passi da me stasera?! Io sono senza macchina!-
-Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii… alle 21 e 30 sono a casa tua! A stasera baby e fatti bella!-
-Zayn dovrà raccogliere la bava per tutta la casa per quanto sarò sexy!-
-Aahahhahaha batti cinque virtuale! A dopo!-
Sorrisi scuotendo la  testa. Quella lì mi avrebbe fatta impazzire lo sapevo!
Andai di sopra per farmi un doccia e iniziare a prepararmi. Rimasi a riflettere sotto la doccia per almeno una mezz’oretta. Le dita delle mani si erano tutte raggrinzite e io ero più che rilassata. Ormai mi ero messa l’anima in pace e forse dopo stamattina Zayn aveva deciso di lasciarmi in pace e questo mi stava davvero più che bene.
Asciugai i capelli e feci alcuni boccoli larghi alla fine per dargli una forma decente. Indossai il vestito nero e le mie adoratissime Dr. Martens. Il cappellino che mi piaceva tanto e taaanto trucco nero sugli occhi, un po’ di rossetto rosso e via!
Ero pronta e mi sentivo tranquilla e leggera inspirando il profumo aranciato che ormai si era impossessato anche della mia camera.
Il campanello di casa mia suonò, presi la giacca di pelle e la borsa e scesi di fretta le scale.
Quando aprii la porta di casa mi ritrovai i visi sorridenti di Linda, Sylvia e Anne e quello perennemente scazzato di Shoshanna… tutto come da copione!
Abbracciai tutte e diedi un bacio a Shoshy lasciandole un po’ di rossetto sulla guancia.
Salimmo in macchina e non riuscii a non notare a quando Linda stesse bene con un po’ di trucco in più e dei leggins un po’ più appariscenti. Shoshanna era stupenda anche in abiti d’altri tempi e Anne risaltava nel buio con tutto quel giallo fosforescente addosso… Sylvia invece si era data una ripulita per Liam visto che ormai portarselo a letto era il suo unico scopo e aveva scoperto che il rosso era il suo colore preferito da louis che parlava sempre un po’ troppo. Sorrisi anche quando notai la lussuosa ed enorme villa illuminata già stracolma di ragazzi e riempita da musica assordante. Scendemmo dall’auto e valcammo la soglia facendo la nostra entrata trionfale.
 

 






Ehilà ragazze... no non non sono morta, sono solo andata in letargo insieme alla mia tartaruga XD
Come avrete  notato questo capitolo è lungo... tanto lungo! 
Diciamo che è un modo per farmi perdonare dell'enorme ritardo!
Vorrei tanto ringraziere le ragazze che hanno aggiunto la storia nelle PREFERITE/RICORDATE/SEGUITE
 e alle splendide  GEMELLINI23 e   xlouisvojce per aver recensito lo scorso capitolo!
Now... vi avevo promesso le foto delle mie belle ragasse quindi eccole!
AGNESE: http://weheartit.com/entry/19573334/via/loveisplastic
SYLVIA:http://static.tuttogratis.it/donna/fotogallery/628X0/134407/capelli-corti-lisci-castani.jpg
SHOSHANNA:http://www.makeupidee.it/wp-content/uploads/blu-smokey-eyes-180x160.jpg
LIDIA:http://weheartit.com/entry/52051820?group=B&imgres=
ANNE:http://images.christianpost.com/full/54649/miley-cyrus.jpg?w=262





ALLA PROSSIMA RAGAZZE :*

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Capitolo 6
*** Chapter 5 ***


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Sorrisi anche quando notai la lussuosa ed enorme villa illuminata già stracolma di ragazzi e riempita da musica assordante. Scendemmo dall’auto e valcammo la soglia facendo la nostra entrata trionfale.
 
La musica era più alta di quanto io potessi immaginare e la casa brulicava di ragazzi di ogni tipo che facevano ogni tipo di… esperienze.
Non appena valcammo la soglia della casa metà dei ragazzi si girò dalla nostra parte e questo mi fece sentire a disagio. Per fortuna questa situazione imbarazzante durò solo pochi istanti prima che tutti ricominciassero a fare quello che avevano interrotto.
La mia intenzione era quella di restare appiccicata a una delle ragazze e non mollarla per nessuna ragione al mondo. Avevo paura di perdermi e le feste mi annoiavano un mondo in Italia anche se dopo aver visto questa non si potevano più definire feste quelle. Ma il motivo vero per cui non volevo restare sola era la paura di dover affrontare quel coglione pallonaro di Malik.
Il solo pensare il suo nome mi faceva ribrezzo.
Comunque stavo dicendo… non volevo restare sola ma evidentemente le mie amiche avevano altri programmi per la serata.
Mi voltai e non trovai nessuno. Zero assoluto. Si erano volatilizzate nel nulla lasciandomi lì da sola come una bacucca. Lasciando una povera ragazza come me in una casa sconosciuta immensa. Mi ci sarebbe voluto un navigatore satellitare se mi fosse servito il bagno.
Decisi di lasciarle andare ai loro piani ma almeno volevo vedere cosa stava facendo. Iniziai a camminare per la stanza enorme piena di ragazzi che si strusciavano, ballavano, bevevano, procreavano… tutti sembravano divertiti e felici… tutti tranne me!
Mi sedetti su una poltroncina accanto ad un ragazzo mezzo allungato che russava e a centinaia di bicchieri vuoti. Vagai un po’ con lo sguardo e notai Linda e Niall in un angolo che mangiavano insieme un pacchetto di caramelle. Erano davvero carini quei due insieme…!
Continuai a vagare e notai Louis e Anne seduti in una posizione bizzarra. Continuai a fissarli, erano quasi al centro della pista,seduti su delle sedie, completamente isolati da tutti gli altri posti a sedere e avevano gli sguardi ben fissi sui piedi dei ragazzi che ballavano lì vicino.
Un ragazzo abbastanza ubriaco e barcollante con la giacca della divisa di basket della scuola stava passando per di là, proprio davanti a loro due. Vidi Anne e Louis farsi un occhiolino e contare fino a tre prima di allungare le gambe contemporaneamente e fargli uno sgambetto. Il ragazzo inciampò e cadde addosso ad un tizio che rimorchiava su una poltroncina lì vicino. Entrambi scoppiarono in una risata e lo feci anche io. Quei due insieme erano una cosa impossibile e sapevo che da parte di Louis c’era interesse e da come Anne lo stava guardando forse la cosa era reciproca.
Annuii compiaciuta dai miei pensieri contorti prima di incontrare lo sguardo profondo di Shoshanna che se ne stava seduta su uno sgabello dell’angolo bar insieme a suo cugino Drew. Mi notarono entrambi  li salutai da lontano regalando a Drew un bel sorriso.
Le avevo localizzate quasi tutte… ora mancava solo Sylvia che sembrava davvero molto sicura e decisa su quelli che sarebbero stati i programmi per la serata. Guardai al centro della pista e la vidi ballare molto affiatatamente con un ragazzo dal volto conosciuto… dannazione era Liam Payne!
Iniziai a ridere da sola senza alcun motivo apparentemente logico.
Sylvia ci era riuscita… quella ragazza era una vera forza!
Mi accasciai sul divano sospirando. Tutte le ragazze sembravano felici e io mi stavo annoiando… mi serviva decisamente un drink, uno forte!
Mi avvicinai all’angolo bar dove poco prima Shoshanna e Drew stavano chiacchierando aspettando che il barista notasse la mia presenza. Questo accadde quasi subito. Mi regalò un grosso sorriso prima di parlarmi.
-Cosa le offro signorina?- mi chiese pulendo un bicchiere con una pezza azzurra.
-Qualcosa di forte… ti prego!- dissi sedendomi svogliatamente sullo sgabello e alzando gli occhi al cielo.
-Ahhaahhaa, ti stai annoiando?- disse iniziando a prepararmi qualcosa dall’aspetto dolciastro e colorato.
-Perché, non si vede?- dissi accennando un piccolo sorriso. Il ragazzo mi porse il cocktail e io iniziai a fissarlo insistentemente come se mi aspettassi che avrebbe fatto qualcosa. Ma essendo solo un miscuglio di liquidi dall’odore pungente e l’aspetto vivace non fece altro che girare e girare e girare… fino a fermarsi all’improvviso.
-Dai… assaggialo!- mi incitò il ragazzo carino dietro il muretto con i gomiti appoggiati sul marmo freddo. Annuii prima di buttare la cannuccia all’indietro, addosso ad un ragazzo, e bevendolo tutto in un sorso. Era davvero buono e talmente forte che mi aveva fatto venire le lacrime agli occhi.
-Davvero buono… complimenti!- dissi al ragazzo con tono fermo. Mi sentivo strana, e non per l’effetto dell’alcool che reggevo davvero bene. Mi sentivo come se da lì a poco sarebbe successo qualcosa e tutta quell’angoscia mi stava solo facendo sentire peggio. Avevo bisogno di uscire fuori e prendere un po’ d’aria. Avevo bisogno di urlare. Avevo bisogno di una spalla su cui piangere, qualcuno che mi consolasse e che mi facesse ridere a crepapelle. Aprii la borsetta e afferrai il mio cellulare. Salutai il barista che poco prima si era presentato come Alex e mi guardai attorno prima di dirigermi fuori da tutto quel caos. Il problema però era che in giardino la confusione era anche di più, quella sera non riuscivo a trovare pace.
Rientrai in casa ancora con il cellulare ben saldo nelle mani. Mi avvicinai ad Harry che ballava ubriaco con un muro.
-Harry… che diamine stai facendo?- si volto verso di me e subito mi abbracciò. Una forte puzza di alcool e menta mi invase le narici.
-Lei non mi vuole… perché?! La sola… the only one… ONLY THE HORSEEEEES!-  lo fissai per qualche minuto spiazzata prima di iniziare a ridere seguita a ruota da lui. Era ubriaco marcio e terribilmente sexy. Stava ancora ballando, stavolta con me, e continuava a cantare “Only the horses” a squarciagola. Lo afferrai per un braccio e lo accompagnai di sopra. Aveva bisogno di farsi una bella dormita.
-Harry, qual è la camera da letto?- dissi cercando di tenere fermo il ragazzo che continuava a inciampare nei tappeti.
-Questa è la camera di Jawaad!- disse sbiascicando le parole e cercando di aprire una porta sulla destra del corridoio. Di chi fosse questo Jawaad non ne avevo idea, forse il padre o qualche fratello di Zayn.
Aprii la porta e, senza guardarmi attorno entrai e feci distendere Harry sul letto al centro della stanza. Mi sorrise. Ricambiai, sembrava un bambinone allungato sotto le coperte con quel bel viso incorniciato da quei ricci ribelli che cadevano sul cuscino.
-Dormi Harry…!- dissi alzandomi dal letto con l’intenzione di ritornarmene a casa. Harry mi prese per una mano bloccandomi.
-Penso di essermi innamorato davvero di lei… ma non fa altro che evitarmi e trattarmi male… forse me lo merito!- disse fissandomi negli occhi. Mi sedetti di nuovo sul letto e lui fece lo stesso.
-Non te lo meriti e penso che lei stia solo aspettando che tu faccia la tua mossa… quella giusta! Falle capire che per te lei è l’unica che conta, falle capire che lei per te è l’unica, la più importante. Falle capire che per lei faresti qualunque cosa e vedrai che ti accoglierà fra le sue braccia e ti rivelerà i suoi sentimenti guardandoti con i suoi grandi occhioni viola!- mi fisso per un attimo con gli occhi lucidi. Una lacrima gli rigò il viso angelico andando a finire sulle sue bellissime fossette. Glie la asciugai e lo abbracciai. Mi sussurrò un grazie sincero nell’orecchio prima di rimettersi allungato e addormentarsi abbracciato al cuscino.
Mi alzai dal letto e mi pietrificai notando Zayn sulla soglia di una porta presente nella stanza.
Era poggiato allo stipite della porta nei suoi jeans scuri e una maglietta aderente, tutti i capelli scompigliati e un’espressione dura sulla faccia.
-M… mi dispiace di essere entrata ma Harry aveva bisogno di dormire… vado!- dissi avviandomi lentamente verso la porta della stanza.
Non mi fermò, non disse neanche una parola. Per qualche strana ragione sentivo di dovergli parlare. Di dover mettere le cose in chiaro una volta per tutte.
Uscii da quella camera e mi guardai un po’ attorno in cerca del bagno. Mi avviai verso la fine del corridoio dove la porta era semiaperta lasciando intravedere un lavandino.
Entrai nel bagno molto velocemente. Lì la musica avvivava molto ovattata e questo già mi faceva sentire meglio. Mi avvicinai allo specchio e fissai la mia immagine nello specchio. Sospirai, a volte avrei proprio voluto essere un’altra persona. Presi il cellulare e composi velocemente un numero che ormai conoscevo a memoria.
Dopo una serie di squilli,  finalmente, una voce assonnata dall’altra parte del telefono si decise a rispondermi.
-Agnese… sei tu? Ehi… c’è qualcuno?!- disse Marco un po’ preoccupato.
-Ti prego… vienimi a prendere!- dissi dopo attimi di assoluto silenzio scoppiando in un pianto isterico e irrazionale.
-Ehi, ehi… non piangere piccola… ti prego!- disse cercando di farmi smettere e rassicurarmi. Inutile dire che le cose peggiorarono.
-Odio questo posto… mi manchi, mi manca tutto Marco… pensavo di riuscirci ma non posso farcela… io non posso!-  dissi iniziando a respirare affannosamente. Iniziò a farmi sempre più caldo e la giacca e il cappello iniziavano ad essere di troppo. Li tolsi gettandoli nella vasca e sedendomi sul water cercando di riprendere fiato e calmarmi.
-Ehi… ascoltami. Siediti e respira molto lentamente… avanti! Io sono qui, non ti lascio sola!- sorrisi mentre le lacrime continuavano a precipitare.
-Tu sei con me… non mi lascerai sola!- dissi io continuando a respirare ripentendo le sue parole cercando di autoconvingermi.
-Allora, va un po’ meglio?- mi chiese ad un certo punto sentendo che avevo smesso di respirare affannosamente.
-Si, grazie… cosa farei senza di te!-
-Saresti la stessa persona meravigliosa che sei ora… Agn, io ti voglio bene e anche se siamo lontani non c’è un solo istante che non pensi a te… sei con me in ogni piccolo gesto della mia vita. Sei la mia migliore amica… la mia piccola Agn!- le lacrime ripresero a scendere copiose e a rigare il mio viso ma stavolta almeno stavo sorridendo.
-Sai che per me è la stessa cosa… solo, la prossima volta che ti invio la richiesta di videochiamata su Skype non svignartela con stupide scuse!- lo sentii ridere e lo feci anch’io.
-Te lo prometto… ma cosa ci fai ancora sveglia a quest’ora?-
-Sono ad una festa con le mie amiche! Ora devo andare… ti voglio bene Marco, te  ne vorrò sempre!-
-Agn, sai che ci sarà sempre un posto nel mio cuore per te… qualunque cosa accada!- sorrisi triste e riagganciai prima di abbandonarmi ancora alle lacrime. Non eravamo più quelli di una volta e sapevo che prima o poi quel posto riservato a me con tanto affetto nel suo cuore sarebbe stato preso da qualcun altro.
Mi guardai allo specchio. Il trucco completamente sbavato e le guance rosse. Uno zombie, ecco come mi sentivo.
Mi accasciai per terra. Non avevo intenzione di tornare giù e non mi andava di tornare a casa a piedi. Mi lasciai andare alle lacrime ancora una volta fino a sentirmi completamente esausta e priva di forze. Sentii qualcuno accasciarsi di fronte a me ma non avevo forze per aprire gli occhi che mi bruciavano da morire.
-Agnese… mio Dio che cosa è successo?- non aprii gli occhi, non volevo. Sapevo chi era colui che mi stava parlando ma non era chi volevo io lì in quel momento.
-Non ora! Non sono dell’ umore adatto!- risposi con un filo di voce tentando un tono duro.
-Ti prego, cosa è successo… qualcuno ti ha toccata?- disse Zayn prendendo il mio viso fra le sue mani sperando di guardarmi negli occhi.
-No… nessuno. Non preoccuparti- dissi debolmente  aprendo finalmente gli occhi.
-Da quando sei qui?- mi chiese aiutandomi ad alzarmi.
-Penso due ore…-
-E da quando stai piangendo?- chiese iniziando a tampinare sulle mie guance una salviettina impregnata d’acqua per togliermi il trucco sbavato.
-Penso due ore…- dissi con lo stesso tono di prima. Si fermò di scatto. E mi costrinse a fissarlo negli occhi.
-Dimmi che non è stata colpa mia… dimmi che non sono io la causa delle tue lacrime… Dio non riuscirei a sopportarlo!- aveva lo sguardo serio e triste e la mascella contratta.
-No… ma, grazie?!- dissi un po’ incerta continuando a navigare in quei due pozzi bronzei.
-Mi dispiace per stamattina ma… penso che tu… sia carina!-disse distogliendo lo sguardo dai suoi occhi e soffermandoli sulle mie labbra.
-Carina lo dici a tua nonna!- dissi io ridacchiando. Sulle sue labbra nacque un sorriso splendido.
-Hai delle labbra bellissime… sono geloso delle tue labbra. Sono geloso di sapere che Niall può toccare la tua pelle e io no. Geloso che metti a letto Harry. Geloso che parli nei corridoi con Louis. Geloso di come ti guardava Alex prima e del fatto che quel vestito ti sta dannatamente bene addosso e io non posso togliertelo. Sono  geloso dannazione. Geloso marcio!- Mi stava guardando negli occhi ed era dannatamente sexy, dannatamente bello, dannatamente tutto e soprattutto… dannatamente sincero.
Non arrossii, mi aveva appena detto di provare qualcosa per me e io non sapevo come comportarmi. Ero rimasta imbambolata e non riuscivo a muovermi. Il cuore batteva forte e il  mio corpo mi diceva di scoparmelo nella vasca.
-E così Zayn Malik ha una cotta per me… interessante!- lo vidi alzare gli occhi al cielo e ghignai, ma che si aspettava?!
-Io ti dico che sono geloso di te e tu mi sfotti?- disse fingendosi sconvolto.
-Si e mi hai anche rivelato che vorresti togliermi questo di dosso! Sei un pervertito!- dissi tirandogli dietro il mio cappello.
-Lo hai sempre saputo che portarti a letto era nei miei piani!- disse scrollando le spalle.
-Si si… sogna Malik!-
-Allora, perché quelle lacrime?- disse improvvisamente serio.
-Mi sento dannatamente fuori posto qui e… era troppo tempo che non piangevo così, mi serviva sfogarmi!- dissi sorridendogli.
-Ti va una sfida?- disse ad un certo punto mettendosi il mio  cappello sulla testa. Era  sexy pure con quello!
-E’ qualcosa di perverso?- dissi riducendo gli occhi a due fessure.
-Il primo che si ubriaca deve fare qualcosa per l’altro!-
-Bene, Alex… stiamo arrivando!- dissi avviandomi verso la porta del bagno.
Aprii la porta e mi tappai istintivamente la porta vedendo Sylvia e Liam che stavano per scopare in mezzo al corridoio ed Anne e Louis nascosti dietro una pianta che riprendevano tutto. Sentii Zayn ridacchiare dietro di me e lo seguii a ruota. I piccioncini entrarono in una camera e Anne e Louis si dileguarono già per le scale. Scendemmo le scale e la gente era forse di più di quella di prima anche se la musica era molto più bassa.
Ci accomodammo al bancone e Alex mi salutò facendomi un occhiolino.
-Ehi, amico… lei è roba mia!- disse Zayn con tono scherzoso salutandolo con una pacca sulla spalla.
-Oh, scusa amico! Che vi porto?- chiese Alex sorridente.
-Venti bicchierini di whiskey a me e venti a lei!- disse guardandomi con aria di sfida.
 
 
Una ventina di minuti dopo la gente sembrava molto di meno e quelli ancora presenti nella sala era seduti e dormivano, vomitavano o limonavano.
Io ero decisamente brilla mentre Zayn era completamente andato.
-Alla faccia tua Malik… ho vinto io!- dissi improvvisando un balletto vittorioso.
-Si si… io vado a dormire… vieni con me!- mi chiese iniziando a trascinarmi su per le scale. Inizialmente mi opposi ma vendendolo lì, barcollante, decisi di accompagnarlo e metterlo a dormire accanto ad Harry.
Entrammo in camera sua ma di Harry non c’era più neanche la minima traccia. Si tolse le scarpe e si allungò svogliatamente sul suo letto facendomi segno di raggiungerlo.
-Zayn… non ci pensare nemmeno!- dissi ridacchiando. Mi sorrise. Il suo dannatissimo sorriso!
-Dai, dormiamo soltanto… non avrei proprio le forze di fare sesso!- scossi la testa ridendo prima di sfilarmi le scarpe ed entrare nel letto insieme a lui. Mi voltai dal lato opposto al suo dandogli  le spalle. Mi si avvicinò fino a far aderire il suo petto asciutto alla mia schiena. Iniziò a lasciarmi dei baci umidi a fior di pelle fino ad arrivare al mio orecchio.
-Posso farti una domanda?- annuii soltanto.
-Se le mucche fanno MU… perché i merli non fanno ME?- mi chiese con tono suadente soffiando nel mio orecchio. Non riuscii a trattenere una risata. Mi voltai per tirargli uno schiaffo amichevole.
-Ora dormi… magari domani vediamo su internet!- rise prima di lasciare un bacio casto sulla punta del mio naso e addormentarsi come un sasso con la bocca mezza aperta.
Presi un pennarello intelebile e gli scrissi tutta la faccia. Gli feci una foto e  mi abbandonai al mondo dei sogni.
 
 
 

 
Schiao a tutti beli :)
Hanno eletto il nuovo Papa… mi sta simpatico ma io preferivo io mio Benny!
Comunque , eccomi qui con il capitolo della festa piena di scene divertenti e deprimenti… insomma un miscuglio di cose che la mia mente contorta ha ideato e messo per iscritto!
Comunque, ringrazio tutte le persone che hanno messo la storia fra le SEGUITE/PREFERITE/RICORDATE e a xlouisvojce per aver recensito lo scorso capitolo. Ti adoro bela :*
Ringrazio infinitamente anche GEMELLINI23 per il banner splendido che si muoooove *.*
Non è fighissimo?!
Comunque, è tardissimo quindi bando alle ciance e spero che questo capitolo vi piaccia e decidiate di recensire :)
 
 
Ciao belli xoxxo

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Capitolo 7
*** Chapter 6 ***


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Aprii gli occhi molto lentamente notando che mi andavano a fuoco. Forse per tutte le lacrime versate la sera prima o per tutto l’alcool che avevo ingurgitato in dieci minuti. Dopo alcuni secondi riuscii ad aprirli completamente e scattai sul letto notando che non ero nella mia stanza, ne in quella di Shoshanna o di nessuna delle mie amiche… mi guardai un po’ intorno prima di notare alcune foto appese alle pareti che immortalavano Zayn qualche anno prima. Annuii a me stessa ricordando le immagini un po’ sfocate della sera prima e sorrisi pensando a quando Malik mi avesse fatto sentire bene.
Mi guardai un po’ attorno e notai che la camera era molto ordinata per un coglione del genere. Continuai a guardarmi intorno fino a quando una voce mi fece sobbalzare.
-Che diamine ci fai tu qui?-  mi chiese Zayn con il cuscino appiccicato sul volto.
-Buongiorno anche a te e no… non devi ringraziarmi se ieri sera sono rimasta a farti compagnia perché eri ubriaco fradicio!- dissi sarcastica portandomi le mani sotto al seno.
Zayn si tolse il cuscino dalla faccia e subito scoppiai in una fragorosa risata. I baffi e sopracciglia unite gli donavano davvero molto… sisi!
-Cosa c’è da ridere Jonson?- mi chiese lui mettendosi seduto sul letto, proprio affianco a me.
-Niente è solo che… ieri sera ti ho battuto quindi ora devi fare una cosa che deciderò io!- dissi con un sorrisetto bastardo e atteggiandomi da diva.
-Sisi… ma come diamine hai fatto a bere tutto in così poco tempo e a restare lucida? Secondo me non sei umana!- disse iniziando ad alzarsi dal letto per dirigersi nel bagno. No, dovevo impedirglielo… non doveva vedersi allo specchio altrimenti me l’avrebbe sicuramente fatta pagare e avevo paura a stare da sola con lui… e poi volevo sputtanarlo un po’ davanti agli altri!
-Zayn…- dissi alzandomi di scatto dal letto e mettendomi davanti alla porta del bagno personale che aveva in camera.
-Qualcosa non va? Serve a te?- disse sbuffando e guardandomi un po’ incazzato.
-Io devo… devo… ho voglia di carote! Ne hai in casa?- dissi maledicendo me stessa per la minchiata appena detta… carote a colazione, davvero Agnese?
-Si… sono in cucina, vai io ti raggiungo!- si spostò un po’ più a destra per riuscire a passare ma io mi spostai ancora per impedirglielo.
-La tua casa è troppo grande… ti preeeego accompagnami tu… sarò più clemente nel scegliere la tua punizione per aver perso la sfida ieri sera!- dissi facendo il labbruccio e gli occhi da cucciolo bastonato. Nessuno resiste a quelli. Lui sorrise e si portò una mano nei capelli completamente scompigliati. Per qualche strano motivo allungai il braccio per toccarglieli. Mi guardò un po’ stranito prima di sorridere malizioso e iniziare a scendere lungo le scale. Eravamo in corridoio e le stanze erano quasi tutte chiuse a chiave. Zayn ridacchiò quando da una si sentirono dei gemiti… qualcuno si stava ancora divertendo.
Lo guardai con la coda dell’occhio rischiando di cadere dalle scale spezzandomi l’osso del collo e non potei fare a meno di trattenere le risate notando l’opera d’arte che avevo creato sul suo volto.
Scesi nel salone notammo un grosso casino. Ci sarebbero voluti giorni per pulire tutto quel macello da solo. L a gente orami era solo un ricordo, tutti erano andati via, anche Alex.
-La cucina è da questa parte Agn…!- disse prendendomi per un braccio e trascinandomi in un’altra stanza.
Fulminai Zayn con lo sguardo per avermi strattonata come una bambola e gli rivolsi gentilmente il dito medio. Lui ridacchiò ma non fu l’unico nella stanza. Per un secondo cessammo di ucciderci con gli occhi e notammo che attorno ad un grande tavolo c’ erano Niall  e Lidia  seduti vicini, Anne seduta in braccio a Louis e Harry appiccicato a Shoshanna. Ci guardarono per qualche secondo un po’ spiazzati prima che la camera si riempisse di risate e gridolini strozzati. Io mi ero unita alle risate conoscendone il motivo mentre Zayn non faceva che guardarsi attorno un po’ spaesato.
-Amico… ma che diamine hai combinato ieri sera?- chiese ad un certo punto Harry portandosi una mano sul cuore cercando di riprendere fiato…
-Niente, credo… non ricordo molto ma… si può sapere cosa c’è di tanto divertente?-
-La… tua… faccia HAAHAHAHAHAH!- disse Niall riprendendo subito a ridere.
Zayn mi lanciò un’ occhiataccia veloce prima di prendere una padella lucida e specchiarsi. La stanza venne subito invasa da un urlo stridulo e da femminuccia.
-Tu… sei morta Jonson!- disse puntandomi il dito contro. Inizialmente, presa dalle risate, non riuscii a ribattere ma notando che cercando di togliersi il pennarello dalla faccia stava solo peggiorando la situazione decisi di intervenire.
-Oooo… sto tremando Malik! Vieni, te lo levo io!- dissi avvicinandomi a lui, che mi guardava incazzato, e togliendogli la padella e la salviettina bagnata dalle mani. Lo presi per un braccio per poi portarlo nel bagno dove  il giorno prima avevo sfogato tutte le mie emozioni.
-Siediti da qualche parte!- annuì cercando di fare il duro. Presi un po’ di profumo da una boccetta trovata là sopra e lo spruzzai su un asciugamani. Mi avvicinai a lui, che non mi degnò neanche di uno sguardo e iniziai a toglierli il pennarello.
-Come può del profumo togliere un pennarello?- chiese ad un certo punto fissando un punto indefinito del pavimento.
-Con la tinta funziona… e anche con il pennarello a quanto pare…!- dissi continuando a strofinare sulla sua pelle morbida e olivastra.
-Smettila…- disse ad un certo punto fermandomi la mano a mezz’aria con la sua presa forte e decisa.
-Cosa è successo… ho quasi finito!- gli dissi guardandolo per la prima volta negli occhi.
-Sei arrabbiato?- gli chiesi sostenendo il suo sguardo. Mi sorrise leggermente, quasi impercettibilmente.
-No, sei stata brava… complimenti!- disse ad un certo punto mettendosi a ridere. All’inizio rimasi un po’ spiazzata ma poi sorrisi anch’io.
-Beh, e questo era solo un assaggio… se pensavi che questa fosse quello che io ho in servo per te beh… ti sbagli di grosso Malik!- dissi riprendendo a toglierli il nero dal volto perfetto.
-Sono davvero curioso… - sorrisi sbattendo le palpebre un paio di volte. Mi alzai e lui mi seguì a ruota.  Si avvicinò a me pericolosamente fino a farmi entrare nella doccia.
-Non lo farai davvero… Malik!- dissi rendendomi conto di quello che aveva intenzione di fare. Non feci in tempo a scappare che lui aprì il getto dell’acqua facendomi bagnare tutta. Meno male che le scarpe non le avevo indossate ed ero solo con il vistito, il reggiseno e le mutande… oh porca minchia.  I miei capelli erano fradici e del mio trucco non c’era più nulla. Il mio vestito era zuppo e completamente appiccicato alla mia pelle facendo intravedere perfettamente tutte le mie curve.
-Te lo sei meritato stronza!- disse il coglione ridendo e iniziando a sfilarsi la maglietta e i jeans…
-Che cosa hai intenzione di fare?- chiesi un po’ spaventata… forse mi voleva violentare!
-Vado a farmi una doccia, in camera mia… tu divertiti qui!- disse iniziando a camminare verso la porta d’uscita. Non gli permisi di fare un passo di più, doveva pagarmela. Lo presi per una mano e lo spinsi nella doccia insieme a me con i vestiti in mano.
-Così impari… coglione!- dissi facendogli la linguaccia e chiudendogli la bocca spalancata per lo stupore.
Mi guardò per qualche secondo strizzando gli occhi prima di iniziare a ridere scuotendo la testa.
-Sei forte Jonson!- disse ad un certo punto fissandomi dall’alto al basso molto attentamente.
-Lo so Malik… modestament…- non riuscii a terminare la frase che i vestiti di Zayn caddero a terra, fuori dalla doccia, mentre io ero appiccicata al muro freddo con il suo corpo colpito praticamente spalmato addosso. Ci baciammo con foga e passione per qualche minuto poi lui mi morse il labbro inferiore e mi chiese accesso con la lingua. Per qualche motivo glielo concessi. Insomma avevo Zayn Malik in mutande e completamente bagnato appiccicato come una cozza, come potevo non ricambiare?
Fu un bacio bramoso e pieno di passione. Si staccò per riprendere fiato e mi accarezzo una guancia sussurrandomi un -sei bellissima- nell’orecchio. Una serie di brividi iniziarono a salirmi lungo la schiena.
-Lo so, Zayn, lo so!- lui rise per poi fiondarsi nuovamente sulle mie labbra. Iniziò a giocare con il gancetto del mio vestito cercando di sbottonarlo e sfilarmelo ma non avevo intenzione di cadere ai suoi piedi… prima doveva soffrire un po’!
Fermai la sua mano quando qualcuno fece irruzione nel bagno…
-Sylvia,sei la cosa più bella che mi sia mai accaduta!- io e Zayn ci bloccammo all’istante e ci guardammo negli occhi.
-Liam, non sai da quando sei il mio sogno erotico!- Zayn sgranò gli occhi mentre io mi passai una mano sulla faccia alzano gli occhi al cielo.
Sentimmo Liam ridacchiare e poi una serie di rumori e versi. Prima che potessero procreare un piccolo Payne psicopatico in mia presenza mi scrollai Zayn di dosso e aprii l’anta della doccia. I due piccioncini mi guardarono un po’ sconvolti.
-Ehi, si bussa, lo sapete?- dissi facendo finta di niente e avvolgendo i capelli in un asciugamani.
-Che ci fai tu qui?- mi chiese Sylvia puntandomi un dito contro con un’espressione scandalizzata.
-Una doccia?- dissi io con fare impertinente… in realtà volevo scappare prima che si accorgessero di Malik in mutande.
-E Zayn faceva la doccia con te… e per di più vestiti? Se Zayn si può definire vestito!- disse Sylvia puntando ora il ragazzo sexy che ora mi cingeva i fianchi come se fossimo una coppietta felice.
-Malik, che diamine stai facendo?- chiesi cercando di togliere quel braccio tatuato dai miei fianchi.
-Prima non sembravi tanto contraria alla mia vicinanza piccola!- disse con tono malizioso. Alzai gli occhi al cielo tirandogli uno schiaffo sulla nuca. Liam e Sylvia risero mentre lui si limitò a darmi un veloce bacio a stampo e sgattaiolare fuori dalla stanza lasciandomi lì sola e sconvolta con due babbuini in calore in cerca di spiegazioni.
-Non fare domande… ti spiegherò dopo e … siate prudenti ragazzi!- dissi a entrambi facendogli un occhiolino e uscendo dalla camera anch’io.
 
 
 
Senza neanche bussare entrai nella camera di Zayn che era bello disteso sul suo letto con una chitarra in mano.
-Sono fradicia… non posso tornare a casa così Zayn!-  piagnucolai avvicinandomi al suo letto e schizzandolo tutto.
Si alzò e prese dal suo armadio una grossa felpa e un paio di shorts maschili porgendomeli.
-Ci entrano due me qui dentro!- dissi togliendomi l’asciugamani dai capelli e lanciandoglielo in faccia. Lui rimase immobile e prima che potesse uccidermi mi fiondai nel suo bagno per asciugarmi e cambiarmi.
Sembravo un fantasma con quei vestiti addosso, ero orribile e la maglietta aveva il collo talmente largo che quasi mi si vedevano le tette. Sbuffai l’ultima volta davanti allo specchio prima di uscire dal bagno e salire sul letto affianco a Zayn.
-Ti stanno bene i miei vestiti!- disse lui sarcasticamente dato che ero davvero orripilante.
-Sembro una repper scaduta!- piagnucolai incrociando le braccia come una bambina capricciosa.
-Oh, non sei così male… saresti bellissima anche con un sacco dell’immondizia addosso, Jonson!- disse iniziando a buttare giù qualche accordo con la sua chitarra. Io non risposi. Rimasi semplicemente lì a fissarlo, in silenzio. Per la prima volta non sapevo cosa dire, cosa rispondere. Per la prima volta il mio cuore aveva smesso realmente di battere per un attimo. Per la prima volta la mia mente era entrata in tutt’altra dimensione. Improvvisamente mi sentivo leggera e stranamente felice. Mi sentivo bene ed era come volare. Più lo guardavo e più capivo che quella di Zayn era soltanto una stupida maschera. Più lo guardavo e più speravo che un giorno avrebbe deciso di levarsela e di farmi vedere chi era davvero Zayn Malik, quello che mi asciugava le lacrime, quello che mi faceva sorridere, quello che mi diceva che ero bellissima… quello che io avrei volentieri imparato ad amare.
-Sei bravo con la chitarra!-  dissi ad un certo punto fermando i miei pensieri e facendolo voltare verso di me facendo scontrare i nostri occhi.
-Sono bravo in tutto quello che faccio… sono perfetto, dovresti averlo capito!- disse ridacchiando e passandosi una mano nei capelli. Lo spintonai leggermente con la spalla ridendo sotto i baffi.
-Saprei fare di meglio!- dissi scrollando le spalle sperando che non avrebbe mai chiesto di suonare davanti a lui, non lo avrei mai fatto.
-Beh, allora fammi sentire qualcosa!- disse porgendomi la chitarra. Sgranai gli occhi. Accadeva sempre tutto il contrario di quello che volevo io, e che cazzo!
Scossi la testa sussurrando un lieve –passo- con la voce strozzata. Mi bloccavo quando suonavo o cantavo davanti a qualcuno, anche i miei genitori.
-Ti prego, fallo per me!- disse alzandomi il mento con una mano e baciandomi lentamente. Gli tirai uno schiaffo dietro la nuca per farlo staccare, stava diventando una brutta abitudine.
-Pensavo ti piacessero i miei baci!- disse lui scandalizzato massaggiandosi la parte colpita.
-Tu pensi troppo Malik!- dissi scuotendo la testa in segno di disapprovazione. Mi allungo di nuovo la chitarra e la afferrai. Lo guardai negli occhi implorando il cielo che qualcuno entrasse ora in quella stanza distraendolo.
-Non ti faccio andar via da qui se non mi suoni qualcosa!- disse alzandosi e chiudendo a chiave la porta e sbarrando le finestre. Lo guardai con la bocca aperta tutta sconvolta per qualche secondo prima di deglutire e iniziare a comporre qualche accordo per prendere confidenza con lo strumento prima di iniziare sul serio.

(Extra Ordinary:http://www.youtube.com/watch?v=sUrBNq0WI7E)


Iniziai a cantare una canzone che avevo scritto quell’estate nella prima settimana dopo il trasferimento. La adoravo ed era la prima che mi era venuta in mente. Zayn non disse una parola per tutta la canzone, neanche una sillaba, ne una lettera. Si era limitato a starsene seduto sul letto a gambe incrociate e fissarmi negli occhi mettendomi in agitazione.


-Allora… faccio davvero così schifo da non meritare le tue parole?- dissi ridendo e porgendogli la chitarra.
-Wow…- si limitò a rispondermi fissando un punto indefinito del mio volto.
-Zayn… riprenditi!- gli tirai la sveglia addosso e lui sembrò riprendersi dato che mi lanciò un’occhiataccia. Mi fece la linguaccia per poi rivolgermi un grosso sorriso. Sorrisi anch’io.
-Hai una voce incredibile!- disse ad un certo punto prendendo i vestiti, ormai asciutti, e porgendomeli.
Entrai in bagno e mi cambiai. Quando uscii Zayn era vestito diversamente e indossava il suo giubbotto di pelle.
-Dove vuole andare signorina?- mi chiese porgendomi cappello e borsetta.
-A casa mia a cambiarmi… da sola!- dissi prendendoli e uscendo dalla stanza scendendo per le scale. Tutti gli altri se ne erano andati e la casa era pulita.
-Le donne delle pulizie sono molto efficienti!- disse lui sbucando da dietro alle mie spalle e prendendomi per i fianchi. Mi lasciò un piccolo bacio sulla guancia prima di uscire dal portone di casa  sua.
Rimasi lì, immobile con la bocca spalancata. Non sarebbe entrato in casa mia!
Improvvisamente una cresta perfetta fece di nuovo capolino nella stanza.
-Andiamo, la macchina ci aspetta e io non vedo l’ora di conoscere la tua famiglia!- disse tutto sorridente raggiungendomi e trascinandomi fino a dentro la macchina.
-Non ti dirò mai dove abito e non conoscerai nessuno dei miei parenti!- dissi incazzata nera stringendo i pugni.
-Siamo arrivati!- esclamò lui parcheggiando proprio davanti casa mia.
Lo guardai spaventata e incredula. Come faceva a saperlo?
-Me lo ha detto Harry!- disse poi scrollando le spalle e scendendo dall’auto aprendomi lo sportello.
-Non mi incanti Zayn! E per favore, se i miei genitori diranno qualcosa di imbarazzante cerca di non prenderli molto sul serio e cerca di non scandalizzarti troppo… ok?- dissi ormai rassegnata prima di suonare al campanello di casa mia. Lo vidi sorridere e annuire. Chissà cosa diavolo aveva in mente.
 
 
 




 Ciao belle :)
Questo capitolo era pronto già  due giorni fa ma ho dovuto studiare per un'importante  interrogazione di greco e non ho proprio avuto tempo, scusate !
Prima dei ringraziamenti volevo dirvi che la canzone che Agnese canta è un brano tratto dal film "A Cinderella  Story:Once Upon A Song" interpretato dalla grande Lucy Hale.
Ora vorrei tanto ringraziare le ragazze che hanno inserito la mia storia nelle SEGUITE/REFERITE/RICORDATE.
xlouisvojce che recensisce sempre :*
Machi87 per i suoi complimenti e per aver istaurato un rapporto con me anche fuori dal forum di EFP...
BabyPanda_Pucciosa per aver recensito lo scorso capitolo :)
A benny_malik per avermi fatto sapere quale fosse il suo parere :)
E infine, anche se non meno importante,  GEMELLINI23 per il banner :)
Ora vado, ci vediamo al prossimo capitolo e, per favore, recensite per dirmi cosa ne pensate :)

ciao <3

 

 
 

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Capitolo 8
*** Chapter 7 ***


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-Non mi incanti Zayn! E per favore, se i miei genitori diranno qualcosa di imbarazzante cerca di non prenderli molto sul serio e cerca di non scandalizzarti troppo… ok?- dissi ormai rassegnata prima di suonare al campanello di casa mia. Lo vidi sorridere e annuire. Chissà cosa diavolo aveva in mente.
 
-Driiiiiiiin…ddddddddddrin…..drdrdrdrdriiiin!-  sbuffai per l’ennesima volta prima di sentire dei passi provenienti dal salotto. Finalmente qualcuno si era degnato di alzarsi e venire ad aprire questo dannatissimo portone. Ero nervosa e leggermente confusa. Zayn Malik era proprio accanto a me e aveva lo sguardo fisso sull’entrata della mia graziosa abitazione con un sorrisetto beffardo stampato su quel dannatissimo volto perfetto. Stava tramando qualcosa, qualcosa di davvero terribile… e questo mi faceva paura!
La porta di casa mia si aprì con un tonfo. Mi sollevai dai miei pensieri e le mie preoccupazioni e sorrisi amabilmente a mia madre.
-Mammina cara… potresti farmi… anzi farci entrare?- le chiesi notando che non accennava a farci entrare. Lei, di tutta risposta, incrociò le braccia al petto con sguardo severo poi spostò per la prima volta lo sguardo su Zayn, che se ne era stato in silenzio per tutto il tempo, e le si illuminarono gli occhi. Le scoccai uno sguardo confuso e lei mi sorrise.
-Oh, ragazzi, entrate pure!- Zayn le sorrise prima di entrare e lei ricambiò. Feci la stessa cosa ancora più confusa a causa di tutti i suoi sbalzi di umore ma lei mi lanciò solo un’occhiataccia con un sorrisetto beffardo stampato sul volto.
Mi accigliai, perché a Zayn aveva sorriso e a me no?!
Entrammo in casa e notai Zayn ridere sotto i baffi guardando alcune delle mie foto da bambina. Gli tirai uno schiaffo sulla spalla  spingendolo verso il salotto da dove si sentivano dei rumori strani.
Entrammo cautamente, Zayn era dietro di me e stava ancora ridacchiando. Mio padre e mio fratello erano allungati sul divano a guardare uno stupido programma in cui facevano degli scherzi idioti. Ridevano incessantemente ed emettevano dei rumori abbastanza imbarazzanti a volte, sembravano degli scimmioni.
Mia madre sbucò improvvisamente dalla cucina e porse la mano a Zayn tutta sorridente.
-Salve giovanotto, io sono Marianna, la mamma di Agnese… non sapevo avesse un ragazzo!- la mia bocca si aprì in un ovale. Ma come le veniva in mente?
-Lui non è io mio ragazzo… è solo un compagno di scuola!- dissi incisiva e un po’ sconvolta. Sentii Zayn ridacchiare ancora e lo fulminai con un’occhiata.
-Salve signora Marianna, io sono Zayn… un compagno di scuola di sua figlia!- disse con tono tranquillo e gioviale. Si strinsero la mano ma mia madre improvvisamente lo tirò per un braccio spingendolo verso di sé per abbracciarlo. Fu un abbraccio breve e pieno di imbarazzo. Mi coprii la faccia con le mani per evitare che Zayn si accorgesse del rossore delle mie guance.
-Mamma!- si voltò verso di me smettendo di toccare Zayn per un secondo.
-Dimmi tesoruccio bello!- arrossii di nuovo ma Zayn stavolta se ne accorse.
-Smettila di mettermi in imbarazzo!- le urlai contro prendendo Zayn per un braccio e trascinarlo da qualsiasi altra parte della casa.
-In questa casa si urla sempre… e che palle!- mi bloccai improvvisamente sentendo la voce di mio padre. Spense la tv e si alzò pigramente dal divano scuotendo la maglietta degli Iron Maiden per togliersi di dosso le briciole delle patatine che mio fratello Alex stava ancora ingurgitando. Alzai gli occhi al cielo e notai lo sguardo di Zayn un po’ perplesso.
-Bon, lui è Zayn, il fidanzato e compagno di scuola di tua figlia!- disse mia madre tornando ad accarezzare la schiena di Zayn. Vidi mio padre irrigidirsi per un po’ prima di voltarsi verso di noi. Gurdò prima me e poi Zayn. Dopo qualche secondo iniziò ad avvicinarsi lentamente e notai che indossava solo dei boxer con i teschi davvero imbarazzanti. Arrossii violentemente.
-Oh, Zayn… quello della festa!- disse ad un certo punto porgendogli la mano. Zayn la strinse un po’ incerto. Poi mio padre gli sorrise e lo abbracciò, proprio come la mamma. Inizialmente Malik sembrò un po’ spiazzato ma quando si rese conto della situazione ricambiò l’abbraccio amichevolmente.
-Si signore, proprio io!- rispose poi Zayn staccandosi dall’abbraccio. Mio padre gli tirò due pacche amichevoli sulla schiena ridacchiando.
-Ci avete dato dentro ragazzo?- chiese ad un certo punto cominciando a ridacchiare. Zayn scoppiò in una fragorosa risata mentre io ero rimasta pietrificata. Perché dovevano farmi sempre fare queste figure di merda!
-Papà… cosa ti salta in mente! Io e lui non stiamo neanche insieme!-
-Tesoro, lo so come funziona… non devi vergognarti dei tuoi istinti, è una cosa normale!- iniziò a dire mio padre per farmi calmare un po’.
-E poi Zayn è davvero un bel ragazzo!- concluse mia madre facendogli un occhiolino.
-Per favore, basta!- disse infine mio fratello alzandosi dal divano. Si avvicinò a Zayn molto velocemente e gli porse il pugno.
-Io sono Alex… mi sembri troppo intelligente per stare per una cosa così!- disse alludendo a me. Zayn rise e fece battere il suo pugno contro quello di mio fratello gemello.
-Beh anche questo è vero!- disse mio padre scompigliando i capelli di Alex e dandogli ragione. Inutile dire che io ormai ero rimasta senza parole e stavo assistendo a quella bella scenetta completamente in silenzio e incazzata più che mai.
-Beh, tra me e Agnese non c’è nulla ma questa situazione la sta rendendo troppo nervosa e poi devo sopportare io tutte le sue crisi isteriche quindi…!- nel salotto partì un coro di risate.
-Io vado di sopra a cambiarmi. Zayn tu vieni con me!- dissi indicandolo con un dito.
Lui annuì e sorrise a tutti cordialmente.
Salimmo le scale velocemente prima di entrare nella mia stanza. Lo vidi guardarsi un po’ attorno meravigliato.
-Ti piace?- chiesi affiancandolo e facendolo sobbalzare.
-Wow… hai una stanza meravigliosa!- mi disse iniziando a fissare tutte le chitarre appese alla parete frontale al mio letto.
-Già.. per una volta siamo d’accordo!-  iniziai a frugare nel mio armadio per cercare qualcosa di comodo da mettere. Afferrai ancora arrabbiata un paio di jeans grigi , una t-shirt nera e una felpa con la cerniera fucsia e nera a scacchi. Poi andai ad aprire la porta armadio dove tenevo tutte le centinaia di paia di scarpe e afferrai un paio di vans nere e grigie a scacchi.
Mi voltai per entrare nel mio bagno e cambiarmi quando sentii lo sguardo di Zayn insistente su di me.
-Cosa c’è?- dissi andando a sedermi proprio accanto a lui sul mio letto.
-Non pensavo collezionassi scarpe e chitarre!- disse divertito accarezzandomi la schiena. Rabbrividii al suo tocco.
-Mi dispiace per la mia famiglia!- dissi ad un certo punto fissando il poster del Led Zeppelin attaccato alla mia porta.
-Io adoro la tua famiglia… ti invidio!- disse ad un certo punto cominciando a ridere.
-Perché diamine stai ridendo scusa?- chiesi abbozzando anch’io un sorriso. Mi invidiava, lui… Zayn Malik mi invidiava, e faceva bene!
-Tuo padre è qualcosa di spettacolare e tua madre ci provava con me!- disse passandosi una mano fra i capelli.
-Si… mio padre è strano!- dissi alzando gli occhi al cielo.
-Beh, non è da tutti i giorni vedere un uomo con piercing e tatuaggi e che va in giro con boxer con dei teschi!- annuii ridacchiando. Adoravo mio padre. Era bello, intelligente, eccentrico, rumoroso e completamente fuori di testa.
-Si, è un uomo singolare… pensa che per i miei 15 anni mi ha regalato il mio primo tatuaggio!- lui sgranò gli occhi prima di riprendere a ridere.
-E’ un uomo da rispettare ma fisicamente non ti somiglia proprio per niente!- disse iniziando a guardarmi insistentemente negli occhi per poi passare alle labbra.
-Già, io somiglio un po’ a mia madre.- dissi iniziando ad avvicinarmi a lui molto lentamente. Le nostre labbra sembravano due calamite.
-Tua madre è davvero una bella donna!- disse con tono malizioso iniziando a accarezzarmi una guancia. Sorrisi prima di tirargli un orecchio.
-Ci provi con mia madre Malik?- dissi iniziando a ridere. Il suo orecchio era diventato tutto rosso. Lui mi fissava indignato, poi ad un certo punto si alzò dal letto mi prese in braccio a sacco di patate e mi gettò di nuovo sul letto. Si mise a cavalcioni su di me e iniziò a farmi il solletico.
Non ridevo e lui mi fissava abbastanza sconvolto.
-Non soffri il solletico?- Mi chiese ad un certo punto notando che io lo fissavo con un sorrisetto beffardo.
-Ti sembra che lo soffra se non sto ridendo, coglioncello?-  lo provocai alzandomi sui gomiti e soffiandogli nell’orecchio.
-Non provocarmi Jonson, potrebbe succedere qualcosa su questo letto!- disse con tono malizioso iniziando a lasciarmi baci umidi sul collo e prendendo ad accarezzarmi la coscia sotto il vestito.
-Non ora… non tra una settimana… non tra un anno, Malik!- dissi lasciandogli un bacio a stampo sulle labbra e sgattaiolando in bagno con i miei vestiti.
Mi cambiai, raccolsi i capelli d’avanti in due piccole treccine da fermare dietro con un fermaglio e mi truccai un po’.
Quando uscii fuori trovai Malik intendo a leggere alcuni degli spartiti delle mie canzoni.
-Lo sai che è maleducazione Malik?- chiesi ad un certo punto facendolo sobbalzare.
-Si, ma non m’importa!- disse scrollando le spalle ed alzandosi dal letto.
-Allora andiamo?- disse poi aprendo la porta della mia camera per farmi uscire. Annuii, presi la borsa, mi infilai la giacca di pelle ed uscimmo. Scendendo le scale c’era un silenzio davvero insolito in casa mia quando erano presenti mio padre e mio fratello. Entrai in salotto e notai che erano tutti seduti sul divano in attesa che noi tornassimo lì.
-Noi usciamo, ci vediamo stasera!- dissi facendo cenno a Zayn di avviarsi verso la porta.
-Sappi signorina che per non essere tornata stanotte sei in punizione… per una settimana dovrai aiutarmi nelle faccende domentiche!- sbuffai alzando gli occhi al cielo e poi anuii contrariata.
-Beh, giovanotto mi raccomando tieni d’occhio questa svampita, mi raccomando!-  Zayn gli sorrise e poi annuii con la testa. Si avvicinò a mia madre e l’abbracciò sussurrando un “arrivederci signora” un po’ troppo sensuale per i miei gusti. La sentii ridacchiare come un oca e mio padre alzare gli occhi al cielo. Io e mio fratello avevamo invece delle espressioni alquanto disgustate.
Dopo aver salutato tutti io e Zayn ci avviammo verso la porta ma prima che potessimo uscire da quella casa infernale mio padre iniziò ad urlare e farci fermare.
-Zayn, un’ultima domanda. Se rispondi bene ti permetterò ancora di vedere mia figlia altrimenti non voglio più vederti  a casa mia- disse serio fissando il ragazzo al mio fianco negli occhi. Zayn annuì deglutendo.
-Conosci i Nirvana?- chiese all’inizio.
-Ovviamente signore, penso che Lithium sia un vero capolavoro!- vidi mio padre annuire e fissarmi con un sorrisetto sinistro.
-Quindi sai che Curt Cobayn è morto!- Zayn annuì nuovamente.
-Si, mia madre aveva una cotta per lui!- disse incrociando le braccia dietro la schiena. Notai che stava incrociando le dita e istintivamente sorrisi e sperai che almeno lui riuscisse a superare quell’indovinello. Lo faceva a tutti i ragazzi che entravano in casa e solo pochi erano riusciti a rispondere in modo soddisfacente a mio padre.
-Bene, dopo la morte di Curt il chitarrista Dave Grohl ha fondato un nuovo gruppo… se sai dirmi come si chiama sei libero di andare!- alzai la mano per rispondere ma Zayn la tirò giù. Aveva lo sguardo serio e temevo che non sapesse la risposta. Per qualche ragione speravo la sapesse, speravo che lui volesse saperla.
-Nel 1994 Dave Grohl fonda un nuovo gruppo chiamato Foo Fighter di cui la mia canzone preferita è…!- la risata di mio padre lo fece bloccare.
-Beh, figliolo puoi uscire con mia figlia quando vuoi!- disse abbracciandolo e facendomi un occhiolino. Sorrisi quando abbracciò anche me.
-Sai Zayn, anch’io come mia figlia speravo la sapessi!- detto questo si voltò e sparì su per le scale.
Mi voltai verso Zayn e gli sorrisi. –Complimenti… non pensavo capissi qualcosa di musica!-
-Beh, forse non quanto te o tuo padre ma me la cavo bene!- disse spettinandosi i capelli con le mani.
Anuii e aprii la porta per uscire fuori di casa.
Ci avviammo verso l’auto di lusso del ragazzo e salimmo a bordo per farci finalmente questa passeggiata.
-Come mai volevi che io rispondessi bene?- chiese lui tutto ad un tratto  mettendo in moto l’auto.
-E tu come mai hai incrociato le dita?- chiesi io di rimando per evitare di rispondere a quella domanda.
-Non mi andava di perderti e avevo intuito che tuo padre faceva sul serio per questo speravo di non rendere le cose complicate fra di noi!- disse guardando la strada.
-E comunque Lithium è anche la mia preferita dei Nirvana mentre dei Foo Fighter mi piace un sacco Walk!- dissi leggermente imbarazzata e stupita.
-Beh, è una delle mie preferite… ottima scelta Jonson!- lo vidi sorridere e rimasi lì a fissarlo per tutto il tempo.
Andammo un po’ al parco e prendemmo uno zucchero filato davvero disgustoso, tanto che lo gettammo in un secchio dell’immondizia.
Inutile cercare di fingere a me stessa, io mi ero divertita a ridere alle sue battute idiote e i discorsi senza senso, alle sue imitazioni e suoi tentativi di farmi ridere.
Ero stata bene quando avevamo rubato dei fiori dal giardino di un’anziana signora e quando me li aveva regalati dicendomi che io ero più irritante nonostante quelli gli facessero allergia.
Ero stata bene quando aveva suonato ad un campanello per finta e mi aveva fatta correre come una pazza per poi dirmi che non era vero.
Ero stata bene quando l’avevo preso per i capelli e trascinato fuori dal bar notando che stava fissando il sedere di un’altra ragazza.
Ero stata bene quando mi ero sporcata la faccia con la senape e lui me l’aveva leccata via  scatenando lo sconcerto di una coppietta di anziani.
Io con lui ero stata bene davvero. Avevo conosciuto uno Zayn Malik diverso, uno che mi piaceva davvero.
Ci eravamo baciati un paio di volte e ogni volta era sempre più bello.
Scesi dalla macchina per tornare a casa, il cielo era ormai buio e la mattina dopo sarei dovuta andare a scuola.
Zayn fece lo stesso e mi accompagnò fino davanti al portone di casa.
-Beh, ci vediamo domani Jonson!-  disse dandomi un bacio sulla guancia. Annuii e gli sorrisi.
Mi voltai per aprire la porta di casa con le chiavi ma di scatto gli afferrai una mano facendolo bloccare sul viottolo.
-Vuoi dirmi qualcosa Agn?- chiese tornando proprio dove eravamo pochi secondi prima.
-Fammi la domanda che mi hai fatto stamattina in macchina.- dissi seria guardandolo negli occhi.
- Come mai volevi che io rispondessi bene?-mi chiese per la seconda volta  sorridendo maliziosamente.
-Perché sapevo che tu eri più di quello che dimostrava. Sapevo che eri qualcosa di migliore, qualcosa che mi sarebbe dispiaciuto lasciare andare, qualcosa che chiunque dovrebbe avere l’onore di conoscere e possedere. Oggi ho visto una persona diversa, una persona che farei entrare davvero volentieri nella mia vita. Spero solo che non riuscirà a deludermi!- dissi continuando a guardarlo negli occhi. Io non ridevo, ero davvero seria e anche lui lo era stato fino a quel momento. Non sapevo come avrebbe reagito, forse se la sarebbe data a gambe, forse mi avrebbe riso in faccia… invece lui mi sorrise. Un sorriso sincero e pieno di affetto.
-Non riuscirò mai a deluderti, vedrai Jonson… tu sarai mia!- mi diede un bacio casto sulle labbra prima di sparire a bordo della sua auto nel cuore della sera.



 

Finalmente riesco ad aggiornare questo capitolo mamma mia!
Avrei dovuto farlo venerdì scorso ma non era ancora concluso e in questa settimana non ho avuto proprio tempo quindi ho potuto finirlo solo oggi. Perdonatemi!
Detto ciò ringrazio infinitamente le bellezze che hanno inserito questa cacchina di storia nelle PREFERITE/SEGUITE/RICORDATE <3
A machi87 e BabyPanda_Pucciosa per le magnifiche recensioni che mi fanno sempre sorridere come un’ebete!
Grazie,grazie,grazie,grazie,grazie,grazie,grazie… anche alle lettrici silenziose che sono davvero moltissime, GRAZIE DAVVERO <3!
Detto questo io vi abbandono che devo uscire :)
Se proprio non riuscirò ad aggiornare prima, BUONA PASQUA a tutti! <3
Un bacione :)
 
 
  

 

 

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Capitolo 9
*** Chapter 8 ***


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Inutile dirvi che rientrata a casa tutti cominciarono a farmi il terzo grado come da copione. Mai una volta che mia madre e mio padre si facessero gli affaracci propri… mio padre mi aveva persino chiesto se avevamo fatto sesso selvaggio in mezzo la natura o cose del genere. Non avevo risposto ed ero filata immediatamente in camera mia chiudendomi a chiave e cadendo nel mondo dei sogni.
 
 
-Buongiorno princiCessa!- mi disse una Sylvia allegra e squillante scoccandomi un bacio nell’orecchio.
-Devi assolutamente dirmi il nome del tuo spacciatore… vende davvero cose potenti!- dissi ridacchiando e riprendendo a leggere gli appunti di storia che avevo rubato a Linda.
-Il sole splende e gli uccellini cinguettano, le farfalle svolazzando nel cielo leggiadre e le api saltano di fiore in fiore per fare il loro dolce miele… miele come i suoi occhi, i suoi capelli… aaaah!- disse Sylvia guardando un punto indefinito del soffitto e parlando come una cogliona. Aveva gli occhi a cuoricino e sapevo perfettamente a chi si stava riferendo.
-Ti fa davvero un brutto effetto il sesso cara mia!- dissi iniziando a ridacchiare scuotendo la testa. Non mi rispose, così mi voltai per capire la ragione del suo silenzio. La scena che mi si parò davanti era abbastanza imbarazzante. Liam e Sylvia erano appiccicati al muro e si sbaciucchiavano sussurrandosi frasi smielate. Dopo qualche minuto di totale sconcerto riuscii a riprendermi e a chiudere la bocca che ormai era tutta secca.
Notai che Liam e Sylvia erano seduti insieme in un angolino appartato della classe. Scoccai alla mia amica un’occhiata arrabbiata per avermi lasciata da sola per tutta l’ora ma notandola così felice non riuscii a trattenere un sorriso incantandomi ancora a fissarli. Fu il rumore della sedia accanto alla mia che si spostava che mi fece tornare sulla terra. Mi voltai di scatto notando uno Zayn Malik radiante e divertito.
-Agn!- di limitò a dire alzando e riabbassando il capo. Corrucciai le sopracciglia prima di prenderlo per il colletto della maglia.
-Che ci fai qui, Malik?- chiesi curiosa ma inspiegabilmente agitata. Non ci avevo riflettuto molto su quello che ci eravamo detti la sera prima perché avevo il timore che ripensandoci e riflettendoci su avrei capito di aver fatto davvero un errore scemo e che magari avrei dovuto tenere un po’ la bocca chiusa.
-Liam è seduto con Sylvia perciò ho colto l’occasione per darti un po’ fastidio.- disse scrollando le spalle e portandosi una mano nei capelli disordinati. Lo fissai con una strana smorfia sulle labbra. Io dovevo fargli capire che non sarei andata a letto con lui facilmente e doveva sudare davvero per conquistarmi ma ogni volta che lo guardavo iniziavo a sentire caldo e bruciore allo stomaco.
-Ah… ok.- riuscii a dire solo iniziando ad ascoltare tutte le cose inutili e noiose che la prof McCanzie stava blaterando da qualche minuto.
Avevo deciso che fare la persona fredda e distaccata poteva funzionare ma comunque avevo paura che lui si sarebbe stufato di me e sarebbe andato a rompere le scatole a qualche altra ragazza magari più “aperta” di me.
-Hai avuto una buona idea!- dissi dopo qualche minuto cercando di sorridere naturalmente. L’unica cosa che riuscii a far comparire sulla mia faccia però fu un sorriso finto e tirato, quasi una smorfia.
Lui mi fissava un po’ perplesso. Insomma stavo cambiando più umore io in dieci minuti che una donna con il ciclo. Decisi di ignorarlo e iniziai a fissarlo insistentemente negli occhi per farmi venire qualche idea.
Purtroppo però non mi veniva proprio niente in mente. Nella mia testa c’erano solo qualche canzone che continuavo a cantare da giorni, qualche accenno degli appunti di storia che dovevo ancora finire di leggere, l’immagine dei boxer con le paperelle dark che mio padre indossava quella mattina e tanta, tanta, tanta confusione. Iniziai a grattarmi la testa e sbuffai. Improvvisamente sentii qualcosa scuotermi e alterata saltai in aria.
-Aiuto il terremotoooooo!- urlai saltando sulla sedia e lanciando la matita appuntita che avevo in mano contro la lavagna dove la professoressa stava scrivendo.
Tutta la classe si girò dalla mia parte. Io ero diventata color arcobaleno dall’imbarazzo e in quel momento avrei voluto trovarmi in qualsiasi altro luogo ma non lì, persino in campeggio da sola con mio fratello.
-Signorina Jonson, esca subito fuori da quest’aula e non rientri fino alla fine della mia lezione!- urlò la McCanzie fuori di se. Era talmente alterata che ora aveva delle cascate di sudore in faccia. Feci una smorfia disgustata e scesi dalla sedia reggendomi su di Zayn.
Sorrisi imbarazzata prima di salutare tutti e uscire da quell’aula. Uscii in giardino e mi sedetti sotto la quercia dove Zayn mi aveva sbattuta per leccarmi la faccia. Ridacchiai ripensando e tutti i dispetti che ci facevamo continuamente e a quanto fosse diverso quando eravamo solo noi due. Sentii qualcuno affiancarmi e subito voltai lo sguardo incrociando quello cristallino di Niall.
-Ehi Mr.!- dissi abbracciandolo. Come al solito lui rise ricambiando l’abbraccio.
-Mrs. come mai non sei a lezione?- mi chiese staccandosi dall’abbraccio e iniziando a pizzicarmi una guancia. Lo guardai storto e sbuffai prima di fermargli la mano che mi stava davvero dando ai nervi.
-La prof mi ha cacciata perché pensavo ci fosse il terremoto!- dissi scocciata e anche un po’ imbarazzata iniziando a ridacchiare da sola.
-Davvero? Beh, deve essere stata una scena esilarante!- disse iniziando a ridere come uno scemo da solo mentre io lo fulminavo e iniziavo a pizzicargli la pancia piatta per farlo smettere.
-Non è divertente… dovevo parlare con Zayn durante quella lezione e invece sono qui e tutta la classe pensa che sono pazza!- dissi accasciandomi svogliatamente sul tronco dell’imponente albero iniziando a torturarmi il labbro inferiore con i denti.
-Si può sapere cosa dovevi dirgli di così tanto importante, sempre se non ti dispiace?!- mi chiese alzandosi per poi risedersi proprio di fronte a me e prendendomi le mani.
-E tu Mr. come mai qui, non dovresti essere a lezione?- chiesi con un’espressione angelica sperando di fregarlo. Inizialmente mi guardò impassibile, poi però iniziò di nuovo a ridere e riprese a punzecchiarmi la guancia.
-Non cercare di deviare il discorso… allora, di me ti puoi fidare!- disse sorridendomi. Lo guardai negli occhi gonfiando le guance. Era davvero un bellissimo ragazzo il signorino Horan, forse un po’ troppo biondo e impiccione  per i miei gusti, ma davvero un bel ragazzo.
-Ieri siamo usciti per tutto il giorno, mi ha offerto il pranzo e ha conosciuto la mia famiglia. Mi ha detto che sono bella e non ha fatto altro che farmi ridere tutto il tempo e riempirmi di complimenti. Sono stata bene con lui, bene davvero e…- alzai lo sguardo notando che rideva sotto i baffi. Inarcai un sopracciglio prima di lanciargli un’occhiata di sfida e avvicinarmi a lui pericolosamente. Ero a pochi centimetri da lui e ormai non aveva scampo. Lo costrinsi ad allungare le gambe che prima erano incrociate e lo spinsi a terra. Mi misi a cavalcioni su di lui che ancora cercava di trattenersi dal ridere e cominciai a farli il solletico. Dannazione, la risata di Niall Horan era la più squillante e divertente che io avessi mai sentito. Lo mollai notando che aveva cominciato a cambiare colorito, tornando al mio posto all’ombra.
-Allora, cosa cercavi di non rivelarmi Horan… devo sapere qualcosa su Zayn che ancora non so?!- incrociai le braccia sotto il seno aspettando una risposta abbastanza soddisfacente.
-Niente, assolutamente niente… è solo che da quando Zayn ti ha vista è cambiato. Non fa altro che sorridere e pensare a modi geniali ed efficaci per conquistarti e come dice sempre lui “farti sua”! Non la smette mai, neanche per un attimo, sembra quasi innamorato… assurdo vero?!- disse scuotendo la testa, come se quello che aveva appena detto, quella parola che mi aveva spiazzata e fatta arrosire, fosse una cosa assurda e inverosimile. Alzò lo sguardo e lo puntò nel mio. Azzurro nel nocciola. Il mio viso serio si illuminò e lui parve accorgersene perché prese a ridacchiare. Sorrisi leggermente continuando a rimuginare su quello che Niall mi aveva appena detto.
-Ha detto che non riuscirà mai a deludermi e che io sarò sua. E io… beh, spero non lo faccia… spero non mi deluda!- dissi seria annuendo con veemenza cercando di autoconvincermi.
-Cosa ti blocca ancora Agn… insomma lui ti piace, tu gli piaci! Perché perdere tempo ancora!- disse tirandomi un pugno amichevole sulla gamba per farmi riscuotere dai miei pensieri da fanciulletta innamorata.
-Perché ho paura… paura che dopo aver ottenuto quello che voleva all’inizio tornerà ad essere lo Zayn viziato, egoista, insensibile e menefreghista di sempre. Ho paura che mi userà per poi rimpiazzarmi con il suo nuovo giocattolino!- dissi sostenendo il suo sguardo attento e vispo. Per la prima volta da quando l’avevo conosciuto Niall Horan era serio. Nessun risolino, nessuna battuta né smorfia nel viso.
-Sai, sono io che ti ho notato per primo. Mi sei piaciuta da subito. Il tuo abbigliamento eccentrico, i tatuaggi sul collo che si intravedono quando hai i capelli legati, le tue smorfie e il modo in cui sorridi quando riesci a far sorridere qualcuno. L’ho notato per primo e speravo tanto che tra me e te sarebbe nato qualcosa. Quando ho saputo che Zayn ti aveva puntata sono andato su tutte le furie… non volevo che tu fossi una delle tante, non volevo che tu soffrissi. Ne ho parlato… con Zayn, solo ieri. Gli ho detto che eri tutta per lui che la tua amicizia mi bastava e che avevo iniziato e provare interesse per qualcun’altra. Lui mi ha sorriso, non maliziosamente o in modo beffardo, nulla a che fare con un ghigno… ha solo sorriso e… vuoi sapere cosa mi ha risposto Agn?- ero stata lì con gli occhi sgranati  la bocca aperta ad ascoltare quell’infinito monologo che Niall mi aveva appena recitato fissandomi dritta negli occhi. Deglutii alla sua domanda. Volevo saperlo, volevo sapere la cosa che avrebbe determinato la mia relazione con Malik?!
-Si, Niall… voglio saperlo!- dissi annuendo. Lui abbassò lo sguardo e si portò una mano sul volto pallido e delicato. Tornò a fissarmi negli occhi e iniziò ad avvicinarsi fino ad arrivare ad un centimetro dal mio orecchio.
-Quando lei sorride rimango imbambolato e resto a fissarla, non riesco a distogliere lo sguardo perché lei è bellissima. E’ intelligente e graziosa. Non sono innamorato ma se c’è qualcuno che forse potrebbe riuscirci quella è proprio lei, la mia sfida!- rabbrividii  e sbarrai gli occhi. Ero tanto confusa quanto felice. Mi voltai verso Niall che mi stava sorridendo. Lo abbracciai facendogli cadere l’equilibrio. Iniziai a ridere senza un motivo logico. Ero felice, tanto felice e anche se Malik avrebbe comunque dovuto faticare almeno sapevo cosa fosse la cosa giusta da fare.
-Niall, se Malik e il suo fascino da badboy non mi avessero ammaliata… ci avrei davvero fatto un pensierino su di te!- dissi cominciando ad arruffargli tutti i capelli. Mi fermò una mano con sguardo serio. Forse avevo detto qualcosa di sbagliato ed ora si era offeso?!
Mi fissò un po’ per poi cominciare a ridere come un coglione e a vantarsi.
Guardai l’ora, la lezione sarebbe finita tra un po’ e poi dovevo tornare a casa. Prima però dovevo assolutamente parlare con Malik. Dovevamo discutere di un paio di cosette noi due. Vidi Niall guardare verso la porta di entrata della scuola iniziando ad innervosirsi.
-Niall, che succede… stai aspettando la ragazza per cui hai cominciato a provare interesse?!- dissi prendendolo un po’ in giro e facendogli un occhiolino. Rise alzando gli occhi al cielo e notai che era arrossito violentemente.
-Ammettilo, pagheresti oro per sapere chi è!- disse puntandomi un dito contro ridacchiando.
Mi portai una mano al cuore fingendomi indignata. Feci la finta offesa per un po’ ma notando che tanto non mi cagava decisi di ammetterlo.
-Ok, lo ammetto. Dimmi subito chi è!- dissi cominciando scuoterlo da tutte le parti. Sorrise e improvvisamente il suo sguardo si puntò su qualcuno o qualcosa dietro di me. Mi voltai notando Zayn, Harry e Linda che chiacchieravano di qualcosa.
-Ooooh, la piccola Linda ha rubato il tuo cuoricino irlandese Horan!- dissi pizzicandogli una guanciotta. Il biondo arrossì abbassando lo sguardo. Gli alzai il volto prendendolo nelle mie mani.
-Dille tutto, non ti respingerà… sei sempre stata il meno peggio secondo lei.- dissi ridendo all’apparizione di uno splendido sorriso da bambino sul suo volto.
- Zayn mi sta uccidendo con lo sguardo!- disse ad un certo punto prendendomi a braccetto ancora di spalle ai nostri amici.
-Beh, che faccia pure… sai che mi importa.- mentii facendo spallucce. Lui si spettinò i capelli e spettinò anche i miei.
-Tu, cara la mia Agn, ti stai innamorando!- lo guardai storta prima di staccarmi da lui e tirargli un pugno sul braccio.
-E quando avresti avuto questa illuminazione geniale Horan?!- chiesi ironicamente al ragazzo alla mia destre che se la rideva.
-Quando ti ho chiesto se volevi conoscere la sua risposta e tu hai detto “si”!- si staccò dal mio braccio e iniziò a saltellare verso i tre che ci stavano aspettando. Rimasi immobile e con gli occhi sgranati ad osservare Zayn che si fumava una sigaretta da lontano. Il mio cuore cominciò a battere più velocemente quando lui iniziò a guardarmi negli occhi e sorridermi come solo lui sapeva fare. Iniziai a camminare verso la sua direzione e improvvisamente non c’era più nessuno in quel cortile.
Solo io e lui.
Solo il battito del mio e del suo cuore.
 
 
 
 
 

 
Ehilala!
Salve a tutte pelle pampine, finalmente ho aggiornatoooo, spero abbastanza in tempo e non tanto in ritardo XD
Questo capitolo è pieno di dialoghi e sinceramente speravo uscisse un po’ meglio ma personalmente  a me piace!
Quindi, che ne dite che recensite e mi dite se anche a voi piace?
Non sarebbe più divertente?!
Ok ok la smetto… comunque davvero le recensioni che mi lasciate mi fanno davvero tanto sorridere e quelle che ho mi bastano perché almeno so che quello che faccio non è una totale perdita di tempo ma c’è qualcuno che apprezza e questo mi basta, davvero!
Quindi, ringrazio tutte le  bellissime che hanno inserito la mia storia nelle SEGUITE/PREFERITE/RICORDATE <3
Poi, un ringraziamento davvero speciale va a xlouisvojce che li recensisce tutti ahahhahahaha ed è davvero tanto simpatica (poi ama i capelli blu come me quindi come non adorala lol!)
A GEMELLINI23 per il banner fantasticherrimo e poi… boh!
A tutte le lettrici silenziose che comunque mi danno la forza di andare avanti!
 
Ps: se avete delle storie sui One Direction o qualunque altra cosa scrivetemelo in un messaggio o una recensione che passo volentieri a leggerle e se volete farmi domande o parlare un po’ con me basta chiedermelo in un messaggio :)
ALLA PROSSIMA :)
-M <3


 

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Capitolo 10
*** Chapter 9 ***


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Iniziai a camminare verso la sua direzione e improvvisamente non c’era più nessuno in quel cortile.
Solo io e lui.
Solo il battito del mio e del suo cuore.
 
Improvvisamente sentii il cuore accelerare e le gambe cedere, avevo il respiro affannato e sentivo le guance andare a fuoco. Per me era la prima volta, la prima volta che mi sentivo in quel modo, la prima volta che non vedevo davvero l’ora di baciare qualcuno e stringermi fra le sue braccia.
Lui mi fissava, non riuscivo a capire cosa stesse pensando, cosa stesse provando in quel momento ma speravo che fosse più o meno quello che stavo provando io.
Arrivai al muretto dove lui si era seduto per fumare e lo affiancai accendendo a mia volta una sigaretta dopo averla rubata dal suo pacchetto senza neanche chiedere il permesso.
Non sapevo cosa dire e mi sudavano le mani. Insomma, ora sapevo con certezza che per lui contavo davvero qualcosa ma non sapevo come porre la domanda… non sapevo come chiedergli cosa provasse davvero per me.
Zayn era un ragazzo particolare. Silenzioso ed introverso ed aveva quel ghigno divertito e tremendamente fastidioso sempre stampato in faccia. Non riuscivi mai a capire a cosa stesse pensando, cosa ritenesse giusto o sbagliato, cosa gli andasse a genio oppure no. Il suo sguardo era sempre privo di emozioni, sempre fermo e a volte quasi spento. Quel ragazzo faceva impazzire chiunque.
-Allora, cosa ci facevi con Niall?- mi chiese ad un certo punto interrompendo i miei soliloqui mentali.
-Sono uscita fuori e lui è venuto a farmi compagnia.- dissi con tono fermo e freddo con una scrollata di spalle. Quando ero nervosa potevo reagire in diversi modi e quella volta facevo la distaccata.
-E cosa vi siete detti in tutto questo tempo, sentiamo!- disse gettando a terra il mozzicone della sigaretta e scendendo dal muretto con un balzo. Si posizionò proprio di fronte a me con le braccia incrociate al petto e la mascella serrata.
-Zayn, è proprio necessaria questa scenata?!- le parole uscirono roche e distaccate. Zayn era evidentemente geloso e questo non poteva che farmi piacere ma stava esagerando e io non riuscivo a reagire.
-Oh, ho capito… cos’è ,io non ci sono e te la fai col biondino?! Ma per chi mi hai preso, per la ruota di scorta?! Complimenti, forse sei solo come tutte le altre…- disse iniziando ad alzare il tono della voce.
Non risposi all’inizio. Mi limitai ad abbassare la testa e sorridere amaramente sentendo gli occhi riempirsi di lacrime. Li strizzai per farle scendere sperando che il bruciore sarebbe passato presto ma sembravano asciutte e amare.
-Lui vuole Linda. Non me. Mi ha detto che per te non sono solo una stupida bambola ma che a me ci tieni. Mi ha detto cose che mi hanno fatto cambiare completamente opinione su di te. Ma ora mi stai urlando contro e non riesco neanche a piangere. Gli occhi mi vanno a fuoco, sembrano riempiti di veleno… tutto il veleno delle parole e delle accuse che non vedevi l’ora di gettarmi addosso.- non avevo alzato la voce e avevo tenuto lo sguardo basso tutto il tempo. I miei occhi erano tornati opachi e il mio volto era trafitto da un ghigno malinconico. Non era passato neanche un attimo e lui aveva già trovato il modo per farmi passare tutta la felicità e l’euforia che si erano fatte spazio dentro di me.
-E ora. Devo andare a casa.- scesi dal muretto e lo guardai negli occhi, ghignai e iniziai a camminare verso casa mia dopo averlo salutato con la testa. Lui non reagì e rimase lì immobile per tutto il tempo con lo sguardo incredulo e la bocca socchiusa. Ero davanti al cancello della scuola e mi voltai per dirgli un’ultima cosa. Lui mi stava guardando serio e suoi occhi non avevano cambiato per un attimo espressione. Evidentemente non  gli importava.
-Mi avevi fatto una promessa. Sei un perdente Zayn, non hai saputo mantenerla!- mi voltai di nuovo e velocemente mi diressi verso casa.
 
 
Pov Zayn.
Me ne stavo fermo e immobile a fissare il cancello dal quale lei era uscita pochi minuti prima. Non riuscivo a crederci, davvero avevo fatto scappare l’unica cosa della mia vita che mi interessasse davvero per colpa del mio stupido orgoglio e la mia gelosia?! Perché non mi ero fidato di lei come lei lo stava facendo con me; perché lei mi aveva detto quelle cose e in quel modo?! I suoi occhi erano spenti e vuoti e la sua voce roca e piatta. Era come se in quel momento non riuscisse a provare emozioni, come se improvvisamente tutta la felicità e i pensieri negativi le fossero stati risucchiati in una sola volta. Il sorriso su quel viso stupendo era scomparso lasciando spazio ad un ghigno sofferente e quasi cattivo che mai avevo intravisto sul suo volto. L’avevo delusa e ferita. Non mi aveva chiesto molto, sono di non ferirla e io come un coglione l’avevo appena fatto.
Mi aveva chiesto affetto e forse amore e io glie lo avevo appena negato.
Ero stato un coglione, un emerito coglione e ora dovevo subirne le conseguenze. Lei era andata via, sparita nelle tra le vie della caotica città, andata via dalle mie braccia e dalla mia vita… sparita!
 
-Ehi Zayn…- mi voltai di scatto notando Niall e Linda che si tenevano per mano e camminavano verso di me. Sorrisi amaramente a quella scena. Lei aveva ragione ancora una volta.
-Come mai quella faccia amico?!- chiese l’irlandese rivolgendomi un sorriso radioso e sincero.
-E’ andata via per sempre ì, l’ho allontanata e ora come faccio?- chiesi accasciandomi ai piedi della quercia dove qualche tempo prima l’avevo baciata. Vidi Niall sussurrare qualcosa a Linda che dopo avermi salutato con un cenno della mano si allontanò dalla scuola. Poi il biondo si avvicinò e si sedette al mio fianco con un’espressione indecifrabile sul volto.
-Cosa è successo?- disse con tono serio. Sembrava quasi arrabbiato con me ed effettivamente doveva esserlo. Non sono non mi ero fidata della ragazza migliore del mondo ma anche di uno dei miei più grandi amici.
-Le ho fatto una scenata di gelosia perché mi ha dato fastidio vedervi da soli e lei è scappata via.- dissi mentre gli occhi si facevano umidi e la voce roca.
-Tu sei un emerito coglione… è l’unica ragazza che ti voleva per quello che eri dentro e non per il tuo cazzo… era l’unica che poteva darti quello che la tua famiglia non ti ha mai potuto dare, quello che la vita non ti ha potuto dare, era l’unica che poteva amarti e farsi amare senza nessun pretesto se non quello di non essere ferita e tu… tu l’hai appena fatto!- Niall era diventato rosso di rabbia. E stringeva le mani in due pugni talmente stretti da far diventare le nocche bianche. Le parole del biondino mi schiaffeggiarono violentemente il cuore, tanto da farmi mancare il respiro. Aveva ragione, e lei non meritava sofferenza.
-Niall, devo farmi perdonare…- dissi in un sussurro. Ero spaventato, non per quello che era successo prima  ma per quello che stava per succedere.
-Parlale e dille che non mi è mai importato nulla di lei, dille che per me è sempre stata solo un gioco, un modo per divertirmi… dille che non avevo mai avuto intenzione di amarla. Dille che sto insieme ad un’altra e che deve dimenticarmi.- mi alzai dalla quercia togliendo dai jeans i residui dell’erba. Poi alzai lo sguardo incrociando quello di Niall. Era triste e comprensivo, non più arrabbiato.
-Non è la cosa giusta… tu sei innamorato di lei Zayn- disse rincuorandomi un po’ con delle pacche sulla spalla.
-Non farei altro che deluderla e ferirla continuamente. Deve cancellarmi dalla sua vita, anche se io non riuscirò mai a cancellarla dalla mia.- Iniziai a camminare e uscii fuori dal cancello della scuola che quel giorno ne aveva visto davvero delle belle.
Presi il cellulare e cercai il numero di Jenna nella rubrica.
-Zayn, da quanto tempo…-
-Da me tra mezz’ora. Porta i preservativi.-
La sentii ridacchiare come un’oca dall’altra parte della cornetta prima di chiuderle il telefono in faccia infastidito. Lei doveva dimenticarsi di me  e, anche se questo modo era doloroso per entrambi, era l’unico che poteva funzionare.
 
 
Pov. Agnese        
 
Ero stesa sul mio letto a scrivere una nuova canzone. Mi sentivo molto meglio di quello che mi aspettassi. Mi sentivo leggera e libera. Non ero triste ma neanche felice. Stavo semplicemente bene. Forse perché avevo sempre saputo che Zayn in qualche modo mi stesse solo usando, forse perché non era davvero amore ed ero sollevata di averlo scoperto prima che fosse troppo tardi.
C’era un'unica cosa, una sola che ancora mi teneva legata a lui. Una piccola curva che si era formata sulle mie labbra quando lui mi aveva sporcata con le sue parole. Un ghigno indecifrabile che proprio non riuscivo a togliermi. Avevo guardato film comici e le vecchie foto dei miei genitori e avevo riso come ogni volta ma poi, quando tornavo davanti ad uno specchio quel ghigno era sempre lì a rompere i coglioni.
Strimpellavo una delle mie prime chitarre, l’avevo chiamata Bon in onore di mio padre, il vecchio cantante degli AC/DC Bon Scott e uno delle mie cotte adolescenziali Bon Jovi e ci tenevo davvero molto a quella chitarra.
Improvvisamente qualcuno bussò alla mia porta. L’idea che potesse essere Zayn mi sfiorò per un attimo ma cambiai subito opinione.
-Avanti!- urlai continuando ad appuntare delle note su un quadernetto pentagrammato.
La porta si aprì e nella mia stanza fece capolino un Niall piuttosto affaticato.
-Ehi!- dissi sorridendogli. Mi voltai verso lo specchio di fronte al letto e notai che il mio sorriso non era neanche percettibile perché le mie labbra erano già occupate da quel fottuto ghigno.
-Ciao, come stai?- disse cominciando a guardarsi intorno con aria sognante. Risi osservando la sua espressione quando aveva visto le chitarre.
-Oh, io sto bene… tu con Linda?- dissi affiancandolo e poggiandogli una mano sulla schiena.
-Oh, ora stiamo insieme ma… so cosa è successo perciò non far finta di star bene…- lo disse quasi con un sussurro, come se avesse paura di quale sarebbe stata la mia reazione.  Continuai ad accarezzargli la schiena, poi improvvisamente tornai a scrivere musica sul letto senza dire neanche una parola.
-Agn, lo sai che con me puoi parlare e non sai quanto io mi senta in colpa e…- mollai di scatto la matita e mi voltai a guardarlo.
-Prova a insinuare di nuovo che è colpa tua e ti ritroverai una delle mie chitarre ficcata nel culo!- il mio tono era duro e minaccioso e in quel momento non stavo affatto scherzando.
-Niall, per quanto possa sembrarti impossibile io sto bene. Nessun senso di nausea e non mi è nemmeno passato per l’anticamera del cervello di piangere.- continuai. Vidi lo sguardo del ragazzo passare dai miei occhi alle mie labbra.
-E allora quello cos’è?- mi chiese. Eh, magari lo avessi saputo.
-Ah, non saprei dirti. Mi sono fatta un sacco di risate oggi pomeriggio poi mi guardavo allo specchio e notavo quel ghigno fastidioso quando un punes nel culo.- dissi quasi scocciata.
-Beh hai fatto un paragone originale!- disse ridendo. Iniziai a ridere anch’io. Non una risata forzata, ridevo davvero di gusto e mi riusciva così facile.
-Stai davvero bene.- disse ad un certo punto accarezzandomi una guancia. Annuii e scrollai le spalle.
-Lo so. Sembra impossibile anche a me ma… a quanto pare è meglio se è finito tutto prima che potessimo rimanerci davvero male.- dissi riprendendo a scrivere la mia nuova canzone.
Sentii Niall sospirare e alzarsi dal letto. Si schiarì la voce, come se si stesse preparando a fare un discorso importante.
-Agn, io devo dirti una cosa e spero che prenderai bene anche questa…- disse con tono deciso. Io lasciai di nuovo la matita e mi misi seduta sul bordo del letto col le gambe penzoloni. Anuii e gli feci segno di andare avanti con il discorso.
-Ho parlato con Zayn e mi ha detto delle cose…- iniziai a ridacchiare, come se quella cosa non  mi riguardasse neanche lontanamente.
-Sta con un’altra e, a quanto pare, prendeva in giro entrambi quando diceva che per lui eri qualcosa di davvero importante.- lo disse talmente di fretta che il suo volto aveva cambiato colorito per la mancanza di aria. Eppure io avevo capito, avevo capito troppo bene. Ma la cosa non mi toccava, come se Niall mi avesse raccontato quello che aveva mangiato a pranzo.
-Bene… vuol dire che questa cosa è stata quella giusta per entrambi allora. Sono felice di saperlo!- dissi rimettendomi seduta al centro del letto e cominciando a suonare quello che avevo già composto.
Quando smisi di suonare e mi voltai verso Niall il ragazzo mi guardava in modo strano poggiato alla porta.
-Che c’è?- chiesi .
-Tu eri innamorata di lui… come fai ad essere così fottutamente serena?!- chiese alzando le braccia al cielo e sbuffando.
-Non ne ho idea. Eppure si, ne ero innamorata.- dissi scrollando le spalle e grattandomi una guancia. Io ero innamorata persa di Zayn, fino a quella mattina solo pensare il suo nome mi scatenava qualcosa nello stomaco.
-Sicura di star bene?- mi chiese il biondo per l’ennesima volta. Anuii convinta. Diamine io stavo bene… eppure in quel momento sapevo che era sbagliato.
-Hai da fare stasera oppure puoi rimanere a cena Mr.?!- chiesi mettendo a posto tutto.
-Se per i tuoi va bene mi piacerebbe rimanere, grazie!- disse regalandomi uno splendido sorriso.
-Bene, andiamo di sotto a vedere un film… ti va?!- chiesi indossando un paio di calzini blu antiscivolo. Lo vidi annuire e lo feci anch’io.
Uscii dalla mia stanza con Niall al mio seguito. Mi voltai solo per guardarlo in faccia e tentai di sorridergli, probabilmente non riuscendoci.
-Quindi l’unica cosa che ti resta da fare è dimenticarti il più presto possibile di tutta questa storia!- chiese il ragazzo poggiandomi le mani sulle spalle. Le presi nelle mie e gli feci un occhiolino. Iniziai a trascinarlo per le scale fino a quando arrivammo giù.
-Niall…- lo chiamai. Lui, che era intento a guardare le  foto di qualche anno prima, si voltò curioso verso di me.
-L’ho già fatto.- dissi facendogli un occhiolino ed avviandomi di corsa verso il salotto dove mio padre e mia madre guardavano un film abbracciati.




 

Scusatemi, non volevo ritardare così tanto ma avevo troppe cosa da fare la scorsa settimana e questa anche peggio… però sono riuscita ad aggiornare oggi C:
Allora, da questo capitolo si entra nella storia vera e propria, perché sarà proprio questo capitolo a determinare molte cose mlmlml C:
Detto questo vorrei ringraziare tutte le signorine  che hanno aggiunto questa fan fiction tra le PREFERITE/SEGUITE/RICORDATE…
A tutte le lettrici silenziose che sono moltissime e mi spronano ad andare avanti C:
Ed infine a machi87 per aver recensito lo scorso capitolo :)
Ora mi dileguo e vi saluto… al prossimo capitolo belle ;)





 

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Capitolo 11
*** Chapter 10 ***


Pov Zayn

Ero distrutto. Non sapevo cosa fare e come comportarmi. Non sapevo come avrebbe reagito quando i nostri sguardi si sarebbero incrociati e non sapevo se sarei riuscito a trattenermi da correrle incontro per urlarle quello che provavo, che non vedevo l’ora di riabbracciarla e baciarla. Non vedevo l’ora di sentirla ridere e cantare per una volta ancora. E invece ero disteso nel mio letto con una ragazza nuda al mio fianco avvolta nelle mie lenzuola dove avrei voluto ci fosse lei. Ma lei non c’era. Ed era solo mia la colpa e questo mi faceva soffrire ancora di più, perché stavolta non sarei riuscito a scaricare la colpa su qualcun altro… stavolta ero davvero io il colpevole.

Sentii Jenna muoversi al mio fianco e cominciai a pensare come meglio avrei potuto fingere per farle credere che lei mi interessasse. Forse era davvero una soluzione… forse dovevo davvero dimenticarmi di lei una volta per tutte. Il mio cervello e il mio cuore erano in conflitto. L’avrei salvata, salvata da me stesso e dal dolore e dalla delusione che prima o poi tutti quelli che amavo erano destinati a provare.

 

Un mese dopo…

 

Era passato un mese e l’avevo osservata da lontano. Parlava solo con Shoshanna, Niall e occasionalmente con Louis. Aveva tagliato i ponti con tutti gli altri, anche le sue amiche, e il solo pensiero che la causa di tutto questo fossi stato io mi faceva contorcere le budella.

Non rideva più. E non era una mia impressione… non lo faceva per davvero. Niall era davvero preoccupato e la sua amica aveva persino cercato di portarla da un medico. Non mostrava più emozioni dicevano. Non rideva, non piangeva, non parlava neanche più. Ogni volta che la cercavo con lo sguardo la trovato seduta da sola da qualche parte con un libro in mano e le cuffiette nelle orecchie estraniata dal mondo.

Niall diceva che era malata. Come se qualcosa di così importante nella sua vita le fosse stato sottratto senza che lei potesse opporre resistenza. E in una parte remota del mio cervello speravo che quella cosa estremamente importante fossi io.

-Ehi Zayn!- mi voltai di scatto trovandomi di fronte un Niall abbastanza sereno.

-Niall…- dissi sorridendo. Vederlo quasi felice mi faceva stare parecchio bene, dopo il suo cambiamento anche il mio amico aveva quasi smesso di sorridere. Diceva che vederla così gli faceva male e io sapevo cosa significasse, sapevo di quella fitta allo stomaco che ogni volta tornava a tormentarmi.

-Ho una bella notizia…- disse ad un certo punto attirando la mia attenzione dopo alcuni attimi di silenzio. Chiusi l’armadietto con forza e controllai che Jenna non fosse nei paraggi. Quando Niall parlava con quel tono e quella luce negli occhi era di lei che stava parlando.

-Se una cosa che riguarda lei non dovrei neanche dirti di continuare…- Niall ridacchiò e mi fece cenno di seguirlo verso la palestra dove le cheerleader si stavano esercitando.

-Shoshanna finalmente l’ha convinta ad andare da un medico… comincia domani!-  lo disse talmente velocemente che il suo volto era diventato paonazzo e ora cercava di riprendere fiato.

-Oh Dio… sei sicuro vero?!- dissi mentre la testa cominciava a girarmi. Non ci potevo credere, finalmente le cose stavano per migliorare di nuovo. Avrei pagato oro pur di rivederla sorridere anche solo un’altra volta, arrivato a quel punto ero quasi sicuro che avrei donato la mia vita pur di vederla felice.

-Si, è forte e potrebbe farcela. Ora il suo sorriso e solo nelle sue mani!- scrollò le spalle facendo una smorfia. Come se l’idea che forse Agnese non voleva tornare a sorridere l’avesse schiaffeggiato all’improvviso.

-Sai vero che forse non vuole?!- dissi iniziando a tirargli pacche amichevoli sulla schiena mentre i miei occhi si riempivano di lacrime.

-Niall, io oggi salto le lezioni… ci vediamo stasera e per favore se sai qualcosa chiamami!- dissi cominciando a camminare verso l’entrata della scuola per potermi sfogare liberamente lasciando che la lacrime scendessero liberamente. Perché se lei ora non riusciva a sorridere, io ora non riuscivo a smettere di piangere.

 

Pov Agnese.

Anche oggi avevo saltato le lezioni. Lo facevo spesso da un mesetto a questa parte. Avevo problemi di concentrazione , forse perché non dormivo molto la notte. Da quando io e Zayn ci eravamo chiariti mi sentivo davvero cambiata. Non sentivo più nulla, come se un grosso aspirapolvere mi avesse asportato via tutte le emozioni. Non mi accucciavo più nel letto fra le braccia di mio padre quando guardavamo un horror e non strillavo se un insetto gigantesco entrava in camera mia perché non avevo più paura. Non sorridevo alle battute di Sylivia e Anne e nemmeno a quelle di Louis, non lo facevo quando vedevo delle persone strambe per casa o un ragazzo che cadeva, quando guardavo video stupidi su youtube o per cortesia quando qualcuno mi rivolgeva la parola perché non mi sentivo felice. Non piangevo davanti i film di Nicholas Sparks o pensando a quello che era successo con Zayn perché non ero triste. Non componevo più musica, non la ascoltavo e non cantavo più perché ormai non mi provocavano più nulla dentro. Non riuscivo a provare emozioni di nessun genere, negative o positive che fossero. E il mio lato razionale sapeva che questa cosa avrebbe dovuto spaventarmi. Niall e Shoshy mi erano stati vicini per tutto il tempo del mio cambiamento e di tanto in tanto parlavo anche con Lou. Il mio repentino cambiamento aveva fatto allontanare tutte le altre ragazze che ormai quasi più non mi rivolgevano la parola. Non uscivo più di casa. Me ne stavo tutto il tempo a studiare  e vedere film quando mia madre, preoccupata, cercava di costringermi. A scuola me ne stavo sempre in disparte per far in modo che la gente non facesse domande alle quali sicuramente non sarei stata in grado di rispondere a leggere un libro o copiare appunti.

Non avevo più parlato con Zayn e non sentivo affatto la necessità di farlo. In realtà non necessitavo più di molto: non avevo quasi più sonno, né fame, né sete… l’unica cosa che ora il mio corpo sentiva di necessitare era tornare a sorridere sinceramente almeno per un’ultima volta.

Mi stavo dirigendo lentamente all’indirizzo che Niall mi aveva dato quella mattina. Shoshanna mi aveva convinta che andare da uno strizzacervelli fosse la cosa giusta da fare e riflettendoci avevo capito che forse aveva ragione. Suonai al campanello di una grossa villa in mattoni rossi  dall’aria tranquilla. Quando il portone si aprì notai sulla soglia una donna sulla quarantina dal volto simpatico e fisico asciutto.

-Salve, lei deve essere la signorina Jonson… si accomodi!- mi disse con un sorriso enorme. Un mese fa forse l’avrei classificata come una donna simpatica ma ora mi riusciva davvero difficile capire quello che la gente suscitava in me.

-Devo sedermi?- chiesi con tono piatto, praticamente quello che usavo con chiunque a qualunque ora della giornata e questo cominciava in un certo senso a infastidirmi.

-Si si accomodi su quel divano…- mi allungai su un lungo divano in pelle scura davvero comodo e istintivamente chiusi gli occhi.

-Allora, qual è il suo problema signorina Jonson?!- mi chiese la donna dopo aver preso qualcosa dal tavolino vicino il divano. Sbuffai. Perché ero lì?! Quella domanda avrebbe dovuto farla a Shoshanna o a Niall, non  a me… io non ne avevo proprio idea.

-Non ne sono molto sicura in realtà. Diciamo solo che da un po’ di tempo a questa parte non mi riescono più delle cose.-  cercai di essere un po’ più naturale perché speravo di non tornarci più in quel posto ma la mia voce non cambiò di una virgola.

-Che genere di cose… posso darti del tu?- mi chiese poi. Aprii gli occhi e, voltandomi, notai che stava aspettando una mia risposta. Mi voltai di nuovo e annuii in segno di consenso.

-Non riesco più a piangere, ad urlare, a provare dolore, tristezza, timore, gioia, ansia… non provo più nulla.- dissi cercando di darmi ancora una volta una risposta al perché di tutto ciò.

-E da quando tempo hai questo problema Agnese?- mi chiese ancora una volta.

-Più o meno un mese.- dissi sperando che dirlo ad alta voce avrebbe cambiato qualcosa.

-E… tutto questo problema si è manifestato in seguito a qualche episodio particolarmente spiacevole e doloroso per te?- aprii gli occhi lentamente e mi bagnai le labbra con la lingua.

-Si, in realtà.- dissi solo per poi voltarmi interamente dalla sua parte sdraiata su un lato. Mi alzai poggiando la schiena allo schienale e incrociando le gambe.

-Ero innamorata per la prima volta di un ragazzo. Lui mi faceva sentire così desiderata e viva. Non mi sono mai fidata completamente di lui per la verità… era uno stronzo e a scuola non aveva una bella fama in fatto di ragazze ma sentivo che con me era diverso, era come se ci tenesse davvero. Mi ha ascoltata e mi è stato amico. Gli volevo bene… anzi no, io l’amavo. Poi però un giorno tutto mi fu più chiaro, o almeno pensavo lo fosse. Io ero la sua sfida e lui mi avrebbe fatto tanto per me perché ci teneva, così aveva detto. Ma mentiva e io non potevo crederci. Mi ha ferita. Con accuse neanche tanto gravi, un litigio che chiunque avrebbe avuto forza di reagire ma il modo e la velocità in cui l’ha fatto e il modo in cui io non ho avuto forza di reagire mi hanno portato ad autodistruggermi. Da allora le cose hanno iniziato a degenerare. All’inizio pensavo che l’insolito stato di benessere in cui mi trovavo fosse dovuto al fatto che forse la mia era solo un’infatuzione. Ma quando ogni mattina sorridevo e piangevo sempre meno… quando ho capito che io per lui provavo amore ma non riuscivo a disperarmi… allora ho capito che avevo un bel problema.-  

-E lui… cosa ti ha detto lui dopo tutto questo?-

-Oh, lui mi ha rimpiazzata con un’altra il giorno successivo e per quanto il mio cuore si ribellasse per farle uscire… le lacrime non volevano proprio saperne di abbandonare gli occhi.- La guardai negli occhi. Tutto quello che avevo appena detto a quella donna era il frutto di una riflessione di un intero mese. Lei mi grattò una guancia per poi passare alla testa. Poi mi guardò negli occhi e si avvicinò sempre di più tenendo lo sguardo fisso nel mio. Mi abbracciò ma questo non mi scompose. Non ricambiai… non lo facevo più da un po’ ormai.

-Mi dispiace Agnese ma temo non ci sia altra spiegazione… temo che la tua sia una forma di apatia… sai cosa significa?!- scossi la testa. Ne avevo sentito parlare ma volevo scendere più nel dettaglio.

- L’apatia è una condizione caratterizzata da una diminuzione o dall'assenza di qualsiasi reazione emotiva di fronte a situazioni, eventi della vita di tutti i giorni. Si esprime sotto forma di indifferenza, di inattività fisica oppure di mancanza di reazione di fronte a situazioni che normalmente dovrebbero suscitare interesse o emozione, di una riduzione dei comportamenti finalizzati, di una assenza di spirito di iniziativa, di una sottomissione nelle scelte quotidiane. E cara mia mi dispiace dirtelo ma temo che non ci siano cure… l’unica cosa che puoi fare è capire cosa ti ha portato a farti del male così…- corrucciai le sopracciglia… io non volevo farmi del male. Non ne avevo mai avuto intenzione eppure, forse, l’avevo fatto.

-Non può darmi degli antidepressivi per aiutarmi?- chiesi poi. Sapevo benissimo cosa fosse l’apatia e sapevo anche che gli antidepressivi potevano essere utili.

-Si, certo ma… hai provato più dolore di quanto potessi sopportare in un lasso di tempo relativamente breve. Hai iniziato a chiuderti in te stessa cercando di proteggerti da tutte le cose brutte di cui il mondo è pieno zeppo. Ti sei costruita un muro e quando hai visto che così in dolore non riusciva a toccarti l’hai fortificato sempre di più fino ad estraniarti da ogni cosa.- Rimasi ad ascolarla. Quella donna aveva capito tutto quello che io non avevo compreso in un’ora.

-Bene… quindi?- chiesi cercando di capire cosa dovessi fare per tornare me stessa.

-Cerca qualcosa che possa scuotere la tua vita talmente all’improvviso da non accorgertene nemmeno. Lascia che la gente ti salvi e che tiri di nuovo il meglio di te… lasciati ferire anche e vedrai che le cose torneranno come lo erano in passato…- mi sorrise e mi porse la mano per aiutarmi ad alzare. La ignorai e mi alzai da sola per poi dirigermi alla porta. Posai delle banconote sul piattino dove c’erano le chiavi di casa. Sussurai un –Grazie.- ed uscii di casa per tornare nella mia. 

 

Dovevo lasciarmi andare e farmi ferire… e c’era solo una persona che poteva farmi davvero male.

Me stessa.

 

 

Ehilà bellezze… oddio scusatemi tantissimissimo per il ritardo… da quando è che non aggiorno?

Boo..

Comunque… grazie infinite per le recensioni nel capitolo passato, non faccio i nomi perché sono terribilmente di fretta… li farò nel prossimo capitolo.

Grazie anche ai lettori silenziosi e a che l’ha inserita tra le PREFERITE /SEGUITE/RICORDATE :)

Alla prossima <3

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Capitolo 12
*** Chapter 11 ***


Pov. Zayn
Niall non mi aveva chiamato e per qualche giorno avevo preferito non andare a scuola ma rimanere a casa fingendomi ammalato. Non mi andava di vedere e sentire nessuno. Nessuno che non si chiamasse Agnese Jonson.
Era davvero assurdo come una ragazza come lei fosse riuscita in così poco tempo a farmi impazzire completamente. Non c’era nulla che non mi ricordasse lei…
Quando accendevo la radio mandavano qualche canzone di cui lei andava matta, di quelle che rimaneva interi minuti a parlarne facendomi una descrizione più aggiornata di Wikipedia iniziando a sfottermi perché diceva che io di musica non ci capivo niente e iniziavamo a litigare ed insultarci.
Quando accendevo la tv mandavano in onda quegli stupidi film dell’orrore che diceva sempre di vedere con suo padre cominciando a sfottermi perché diceva che ero solo un fannullone cagasotto e iniziavamo a litigare ed insultarci.
Quando mi affacciavo alla finestra e vedevo qualche ragazza fumare mi veniva in mente lei e le sigarette che fumavamo insieme.
Ogni singola cosa mi ricordava lei e questo mi logorava. Lentamente.
Tornai a scuola tre giorni dopo l’annuncio di Niall, che ancora non si era fatto sentire.
Mi avvicinai alla quercia dove tutti gli altri ragazzi stavano chiacchierando animatamente .
-Giorno a tutti…- dissi iniziando ad accendermi una sigaretta. Ricambiarono con entusiasmo riprendendo il discorso che avevano interrotto.
-No Louis, non è una ragazza… era un nome maschile cazzo!- disse Liam esasperato.
-Di cosa stavate parlando?- chiesi incuriosito da quel discorso di cui non stavo capendo davvero niente.
-Dicono che oggi arriverà un nuovo ragazzo… non so da dove viene ma sono sicuro che abbia il cazzo!- disse fissando Lou in cagnesco. Louis tendeva a fissarsi sulle cose e sapeva essere davvero molto irritante quando ci si metteva.
-Oh beh, vedremo.- mi limitai a dire questo ridacchiando. Forse starmene un po’ da solo mi aveva fatto solo bene.
-Ragazzi io vado in classe… devo copiare gli esercizi di letteratura… - salutai tutti con un sorriso tirato e mi diressi verso il grande edificio grigio a passo spedito.
I corridoi erano quasi vuoti, a parte qualche secchione e qualche asociale qua e la. Voltai l’angolo quando un ragazzo non molto alto con gli occhi verdi e uno strano abbigliamento mi vennero addosso.
-Oh, scusami davvero…- disse con uno strano accento. Scossi la testa e gli sorrisi aggiustandomi il cappello che avevo indossato quella mattina.
-Non preoccuparti amico… tu devi essere quello nuovo, giusto?- chiesi curioso.
-Si,e sto cercando una persona… forse tu la conosci… oh eccola! Ci vediamo amico!- disse iniziando a camminare velocemente verso qualcuno. Quel ragazzo mi sembrava simpatico e evidentemente aveva già degli amici qui. Incuriosito continuai a seguirlo con lo sguardo. Notai che si poggiò lentamente con la spalla destra dietro l’anta di un armadietto aperto. La persona che quel tipo stava cercando sicuramente non si era neanche accorta che lui fosse lì. Rimasi ad osservare e il mio cuore perse un battito quando l’anta si chiuse lasciando vedere il volto calmo, assonnato e fottutamente perfetto di Agnese Jonson.
Lei sembrò quasi stupita e quando lui la abbracciò ricambiò subito l’abbraccio.
Un moto di gelosia invase il mio corpo… quel tizio stava abbracciando la mia Agnese.
Pov. Agnese
 Shoshanna sarebbe venuta con Anne e Sylvia stamattina e io avevo preferito andare a scuola da sola.
Prendevo gli antidepressivi puntualmente, anche se gli effetti ancora  non si erano fatti vedere. Avevo raccontato tutto a mamma, papà ed Alex e devo ammettere che vedere le loro facce addolorate e distrutte mi aveva fatto male… ah, ma che volevo prendere in giro?! Io non avevo sentito niente, nothing, nada!
Iniziavo quasi a farmi schifo… le persone che più amavo stavano soffrendo per me ed io mi sentivo come se tutta quella situazione non facesse parte della mia vita.
Sbuffai e chiusi lentamente l’anta del mio armadietto ancora assonnata.  Qualcuno appostato vicino al mio armadietto mi saltò addosso urlando il mio nome. All’inizio no riuscii a riconoscerlo ma quando realizzai che era il mio migliore amico quello che mi stava stritolando allora ricambiai l’abbraccio, con un po’ di fatica.
-Marco… che ci fai qui? Tu dovresti essere a Roma…- dissi incredula fissandolo negli occhi. Mi era mancato. Nonostante il vuoto abissale che mi stava risucchiando anche l’anima io potevo affermare che lui mi era mancato, e pure tanto.
-Si ma una tua amica mi ha chiamato e mi ha raccontato…- non terminò la frase perché il mio sguardo si fermò sulla persona che ci stava fissando sul fondo del corridoio.
-Quel ragazzo sembra simpatico… vero?- mi disse sorridendomi. Non lo ascoltai e continuai a fissarlo.
Cosa potevo fare? Non volevo restare così per sempre… stavo diventando un mostro.
Alzai la mano a forza e lo salutai. Si voltò di scatto pensando che dietro di lui ci fosse qualcun altro ma quando realizzò che il mio saluto era riferito proprio a lui si sbarrò gli occhi e cominciò a ricambiare i saluto.
-Lo conosci?- mi chiese ad un certo punto Marco incuriosito.
-Si, ti presento l’artefice di questo mostro…- dissi indicandomi. Lo vidi fare una smorfia disgustata prima di abbracciarmi. Non ricambiai stavolta e lo spinsi via.
-No  far finta che le cose siano come prima… non far finta che io riesca ancora ad essere felice, triste, spaventata o cose così. La dottoressa dice che soffro di apatia e tu sai cosa significa e io lo so meglio di te. Quindi non cercare di giustificarmi e non cercare di ignorare il problema perché sono certa che se fossi ancora in grado mi incazzerei parecchio.- dissi tutto questo molto lentamente e con tono piatto, come sempre.
-Hai appena sconvolto tutti i miei piani… rossa.- disse dandomi un bacio sulla fronte e tornando ad abbracciarmi. Mi affacciai al di là delle sue spalle e notai che Zayn aveva i pugni serrati e un’espressione quasi arrabbiata. Mi concentrai con tutte le  mie forze e iniziai a tirare le labbra in modo di formare un sorriso. Ce la feci alla fine e lo vidi rilassarsi e sorridere a sua volta.
-Marco… che lezione hai alla prima ora?- chiesi passandomi una mano nei capelli.
-Non lo so ma penso che salterò la lezione per fare un giro della scuola…- disse scompigliandomi capelli cercando di farmi sorridere. Smise quando notò che restavo impassibile.
-Ci vediamo a mensa allora…- lo salutai con un cenno del capo e lentamente mi diressi verso l’unica persone con cui mai avrei parlato fino a tre giorni prima.
Mi fermai davanti a lui che mi fissava sbalordito. Mi guardò negli occhi per circa cinque minuti prima che i suoi iniziassero a riempirsi di lacrime.
-Vieni con me… ti prego!- mi disse porgendomi una sua mano. Rimasi a fissarlo negli occhi come incantata prima mi annuire e afferrarla.
Mi portò in cortile dietro un muretto appartato. Non l’avevo guardato per tutto il tragitto ma sapevo che lui mi teneva d’occhio.
Si sedette a terra e mi fece segno di sedermi affianco a lui ma mi limitai a ad infilare le mani in tasca.
-Perché i tuoi occhi sono così?- mi chiese dopo minuti di silenzio.
-La mia strizzacervelli dice che soffro di apatia e che non ci sono cure… quindi temo dovremmo arrangiarci, no?- chiesi fissandolo negli occhi ancora.
-Sei apatica?!- disse improvvisamente alterato alzandosi e prendendomi le mani. Non mi mossi di un solo millimetro.
-Si- dissi scuotendo la testa.
Non parlò e improvvisamente iniziò a piangere, come mai l’avevo visto fare prima. Si accasciò a terra trascinandomi con se iniziando a singhiozzare e bagnarmi il cappotto.
-Zayn, i mostri non meritano lacrime…- dissi alzandomi lentamente. Mi bloccò lasciandomi ricadere a terra.
-Scusa… per tutto, per questo! Non sei un mostro, non dirlo ti prego… non sei tu quello che merita tutto questo, sono io che ti ho accusata e ferita e giudicata. Ti avevo fatto una promessa e come un completo coglione ignorante di buona musica e cagasotto, come dicevi tu, ho lasciato andar via l’unica cosa per cui darei anche la mia stessa vita… distruggendola!- gli asciugai le lacrime lentamente non sapendo cosa fare. Le sue parole mi avevano quasi lontanamente sfiorata.
-Non piangere Zayn… non piangere… per me!- lo vidi annuire e asciugarsi le lacrime.
-Non mi perdonerai, vero?- mi chiese come se sapesse già la mia risposta.
-La dottoressa dice che per superare la malattia devo lasciarmi salvare oppure ferire… e beh onestamente la persona più brava in questo ambito mi sembri tu.- mi alzai porgendogli una mano. La afferrò si tirò su come me.
-Sarebbe un modo alternativo per dirmi che hai bisogno di me?- chiese speranzoso.
-Devo riempire questa voragine Zayn… ho bisogno di piangere e urlarti contro incazzata… in questo modo per te è troppo facile!- iniziò a ridere in un modo che non sentivo da tempo. Sputò su una mano e me la porse aspettando che gliela stringessi. Feci la stessa cosa sforzandomi di sorridere.
-Sarà un onore sentire tutti gli insulti che ti inventerai una volta guarita, Agnese Jonson…-
-Sarà un onore inventarli, Zayn Malik…-

 
 
 

Sono viva, I’m alive!
Cazzius da quanto è che non aggiorno?!
Scommetto che questa storia non se la cagherà più nessuno visto che ormai mi avrete data per dispersa :(
Beh, mi dispiace deludervi ma sono ancora qui, un po’ raffreddata ma ci sono Yeah!
Inizio con lo scusarmi davvero ma il mio computer è morto ed è resuscitato solo ieri sera FINALMENTE, ALLELUJA!
Allora… nello scorso capitolo risalente all’anno 1789 (?) non ho avuto neanche tempo di ringraziare le mie bellissime recensitrici, non so se esiste ma nel mio vocabolario c’è!
Quindi, ringrazio infinitamente Machi87,TheSweetGirl e xlouisvojce
Le ragazze che l’hanno inserita nelle PREFERITE-RICORDATE-SEGUITE :)
Vi lovvo ragazze <3





 

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Capitolo 13
*** Chapter 12 ***


Pov Zayn
-Allora… la prima lezione è andata. Cosa facciamo?- chiesi alla ragazza che se ne stava di fronte a me con lo sguardo vuoto.
-Qualche tempo fa ti sarei saltata addosso mentre ora vorrei solo sputarti in un occhio.- mi disse continuando a contemplare una farfalla che si spostava di fiore in fiore , da lontano.

Mi faceva male vederla così. Dal modo in cui parlava poteva anche sembrare una ragazza normalissima ma i suoi occhi erano diventati qualcosa di davvero terrificante. Opachi, più del solito, arrossati a causa del poco riposo e vuoti, senz’anima.

-Non conviene spostarci da qui, qualcuno potrebbe vederci… parlami un po’ di Marco!- dissi sedendomi proprio affianco a lei trascinandola a terra con me.
-Te ne avevo parlato già se non ricordo male…- iniziò inclinando leggermente la testa quando quella bellissima farfalla andò a posarsi su una sua scarpa. Poi la vidi avvicinarsi e prenderla per poi posarla su un dito.
-Poteri ucciderla, torturarla, darle fuoco oppure privarla delle sue ali… potrei distruggerla e non sentire assolutamente nulla… mi sento così stanca e irrimediabilmente sbagliata. Mi sento come uno zombie, un essere immondo che non meriterebbe di continuare a vivere… eppure non riesco ad essere arrabbiata con me stessa… o con te… o con chiunque altro…- soffiò sulla farfalla che subito volò via.
La osservai a bocca aperta per tutto il tempo. Non poteva pensare quelle cose di se stessa, non doveva. Non era sbagliata. Lei era una cosa bellissima che io avevo trasformato in uno zombie. Io ero il vero mostro, non  lei.
-Agn io… avresti potuto… avresti potuto ucciderla ma non l’hai fatto. L’hai lasciata volar via e tornare alla sua vita. Un mostro non l’avrebbe fatto!- dissi prendendole una mano e accarezzandole un ginocchio. La vidi voltarsi verso di me, come un robot.
-Vuoi aiutarmi Zayn?- chiese improvvisamente chiudendo gli occhi. Le presi il viso tra le mani e lei li riaprì improvvisamente quasi spaventata da quel mio gesto.
-Con tutto il cuore- dissi soltanto prima di posarle un bacio sulla fronte. Poi lei mi costrinse a staccarmi per ribaltare la situazione. Ora era il mio viso ad essere nelle sue mani.
-Baciami allora!-  disse quasi sussultando. Non risposi ma mi limitai semplicemente a sgranare gli occhi e accarezzarle una guancia.
Mi avvicinai molto lentamente forse perché avevo paura che si sarebbe tirata indietro oppure avrebbe reagito male. Ma non lo fece.
Poggiai delicatamente, come mai avevo fatto prima, le  mie labbra sulle sue. Un bacio casto e puro ma senza dubbio il migliore che io avessi mai ricevuto , o dato,in tutta la mia vita.
Era come se tutti i venti tempestosi si fossero uniti e racchiusi nel mio stomaco e le mie labbra sembravano non staccarsi dalle sue, un tempo così rosse  e morbide.
Ci staccammo continuando a fissarci negli occhi. Feci per accarezzarla di nuovo ma non ebbi il coraggio. Non sembrava davvero lei e questo mi faceva star davvero male.
-Ho una seduta dalla strizzacervelli questo pomeriggio ma penso di poter anticipare… ti va di accompagnarmi?- mi chiese ad un certo punto alzandosi con una gran fatica. Si accasciò a terra sfinita.
-Agn, da quanto tempo non dormi o mangi?- le chiesi sollevandola da terra e sistemandole i capelli arruffati e legati in malo modo.
-Non dormo da circa quattro giorni consecutivi e non mangio da due.- disse solo continuando a fissarmi.
-E cosa hai mangiato l’ultima volta?- chiesi davvero preoccupato.
-Un pezzo di torta di compleanno di mio fratello. Faceva davvero schifo ma ero certa che a lui avrebbe fatto piacere e non me la sentivo di deluderlo ancora…- disse con una scrollata di spalle.
Non dormiva e non mangiava e questa cosa non andava affatto bene. Era dimagrita abbastanza e ormai sembrava uno straccio vecchio.
-Agn… te lo dico una volta sola… tu devi mangiare cazzo! Non vedi cosa stai facendo a te stessa?! Dannazione!-  sbraitai ad un certo punto. E che cazzo!
Non poteva lasciarsi andare così… sarebbe andata a finire davvero male altrimenti e io non potevo nemmeno pensarci…
-Allora… mi accompagni o no?- mi chiese come se non avessi detto nulla… ignorandomi completamente. Annuii prima di prenderla delicatamente per un braccio e accompagnarla alla mia auto.
 
Il viaggio in auto era stato davvero silenzioso e avevo notato che lei quasi non aveva sbattuto le palpebre. Faceva quasi paura.
Scendemmo dall’auto e lei,senza neanche aspettarmi, andò a suonare ad portone di una casa in mattoni davvero graziosa. Corse ad aprirla una donna sulla quarantina di bell’aspetto. Le sorrise dolcemente e fece lo stesso con me quando percepì la mia presenza.
Una volta entrati ci sedemmo su un grosso divano posizionato al centro della stanza.
-Allora… Agnese chi è questo giovanotto? Lui è Niall?- chiese la donna accarezzandole le spalle.
-No, lui è Zayn.- disse solo continuando a fissarla.
-Oh… quindi tu sei…- la donna si irrigidì improvvisamente. Molto probabilmente non si aspettava di vedermi lì o semplicemente non si aspettava di vedermi con Agn.
-Si, signora. E mi dispiace!- dissi davvero mortificato. La donna mi fissò per un po’ prima di sorridermi dolcemente.
-Allora, Agn… come stai questa settimana?- chiese iniziando ad appuntare qualcosa su un block notes.
-Ho dormito molto di più e ho mangiato un po’ di torta questa settimana. Ho preso regolarmente gli antidepressivi e il mio migliore amico si è trasferito da Roma per appoggiarmi in questa situazione.-
Mi irrigidii immediatamente. Quindi questa settimana aveva persino dormito e mangiato di più? Oddio!
-Oh, che bella cosa… e come ti sei sentita quando l’hai visto?- chiese la donna incoraggiandola a parlare.
-Stupore. Ho provato un po’ di stupore e poi riflettendo ho capito che sarei dovuta essere anche felice di vederlo così ho cercato di sorridere e l’ho abbracciato.- disse  grattandosi una guancia.
- E come mai ora sei qui con Zayn?- chiese fissando prima me e poi tornando di nuovo  a lei.
-E’ l’unica persona che è riuscita a farmi sentire meglio nell’ultimo mese.- si voltò verso di me e mi prese una mano cominciando ad accarezzarla. Iniziai a fissarla mentre lei riprendeva il suo discorso.
-Vedendolo piangere ho percepito che in quel momento mi sarei dovuta sentire triste senza neanche rifletterci sopra. Come se fosse stata una cosa ovvia.- cercò di staccare la sua mano dalla mia ma la fermai cominciando a stringerla.
-E tu Zayn… come mai hai pianto?- mi chiese la donna continuando a sorridermi.
-Non riesco a vederla così e sapere che è tutta colpa mia mi fa sentire uno schifo.- dissi passandomi la mano libera sulla faccia.
-Agn il fatto che lui sia dispiaciuto non ti provoca nulla?- lei scosse la testa da una parte all’altra.
-Da quando mi è successo questo sono molto razionale e oggettiva. Posso vedere le cose solo da questo punto di vista ,quindi riesco a capire molto più senza i sentimenti e le emozioni intorno. E’ come se improvvisamente tutte le cose che prima mi sfuggivano ora mi si piazzino di fronte e ho capito che ogni cosa che mi ha detto oggi era vera. E se solo potessi giurerei di sentire il mio cuore battere all’impazzata e le mie guancie andare a fuoco ogni volta che mi guarda in quel modo. Come all’inizio.-  sgranai gli occhi e sorrisi involontariamente.
Era così infondo. Non le avevo mai mentito… io ero innamorato di lei e ora sapevo che anche lei lo era ancora di me. Dovevo solo aspettare e  sperare che le cose si sarebbero aggiustate.
-Bene… Zayn vuoi dirle qualcosa prima di andare?- mi chiese la dottoressa togliendosi gli occhiali da vista e poggiandoli sul tavolino posizionato poco distante.
-Si, non pensare di essere un mostro Agn… non lo sei! Sei la cosa più bella che mi sia mai successa e la verità è che Jenna, la nostra “relazione” è tutta una farsa. L’ho fatto perché pensavo che senza di me la tua vita sarebbe stata migliore, che ti avrei solo ferita e invece, ironia della sorte, è capitato l’esatto contrario. Io ti amo Agnese Jonson e mi dispiace di avertelo detto soltanto ora.- mi alzai di scatto porgendole una mia mano. La fissò per qualche secondo prima di afferrarla ed alzarsi dal divano.
-Agnese… ci vediamo la prossima settimana e tu Zayn… è stato un piacere conoscerti.- Mi sorrise ancora più delle altre volte prima di sparire in un’altra stanza.
-Su andiamo…- dissi prendendola per i fianchi. Uscimmo da quella casa prima di entrare in auto.
-Zayn… portami a casa per favore.- mi disse mentre le sue mani iniziavano a tremare. Le diedi la mia giacca sperando che sarebbe servita a qualcosa.
-Ora noi andiamo da Starbucks e tu mangi qualcosa! Non voglio saperti in ospedale per una cosa così… da oggi in poi ci sono io e finchè ci sono io… tu mangi!- dissi con tono severo e deciso fissandola negli occhi. Annuì prima di girarsi e iniziare a fissare la strada di fronte. Continuai a fissarla di sottecchi.
E il mio cuore perse un battito quando la vidi stringersi nella mia giacca e sorridere, stavolta, per davvero.
 

 
 
 

 
Hola chicas!
Lo so che questo capitolo è corto e so che fa un po’ schifo ma non so se potrò aggiornare per il resto della settimana perché sarà davvero infernale quindi ecco qua un capitolo fresco di stesura :)
Finalmente le cose iniziano a scuotersi e Agn inizia a dare segni di vita, YUPPY!
Volevo dirvi che questa ff non sarà molto lunga e che manca poco alla fine… massimo cinque capitoli, non di più e che appena finita ne inizierò un’altra davvero diversa da questa :)
Detto questo volevo ringraziare SpaccioSupra per tutto lo zucchero che mi ha scritto nella recensione ( ti adoro bella ;))  e anche le persone che l’hanno inserita nelle
         SEGUITE-PREFETIRE-RICORDATE :)
E tutte le lettrici sileziose che devo ammettere sono davvero tantissime <3
 
GRAZIE INFINITE RAGAZZE DAVVERO <3








 

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Capitolo 14
*** Chapter 13 ***


Pov. Zayn

 

Entrammo da Starbucks ed era miracolosamente vuoto. Meglio così, saremmo stati un po’ più tranquilli e poi volevo solo un po’ di intimità. Ci sedemmo in uno dei tavoli centrali e iniziammo a sorseggiare i caffè che avevamo ordinato. Dopo incessanti minuti di silenzio alzai gli occhi sperando di perdermi nei suoi, ma notai che gli aveva chiusi.

Agnese teneva gli occhi chiusi e le mani strette attorno al bicchiere e sembrava essere quasi in uno stato di dormiveglia. Allungai la mano un po’ spaventato e la poggiai sul suo braccio. Era teso ma lo rilassò immediatamente al mio gesto. Aprì gli occhi lentamente e riprese a sorseggiare il caffè come se nulla fosse accaduto.

Continuai a fissarla di sottecchi per evitare di sembrare troppo invadente ma quando sentii i suoi occhi sulla mia bocca sentii immediatamente il bisogno di ricambiare. Non riuscivo a starle lontana. Per quanto io mi sforzassi io non ce la facevo proprio. Se all’inizio era tutto solo un gioco e un modo per uscire dalla solita monotonia ora le cose erano davvero cambiate. Lei ora era importante più di ogni altra cosa, più della mia stessa vita e non potevo lasciarla andare ancora. Non potevo lasciarla annegare senza neanche cercare di salvarla.

-Va un po’ meglio? Hai ancora fame?!- mi fissò per qualche secondo prima di scuotere la testa in segno di dissenso. Le sorrisi porgendole una mano.

Uscimmo dal bar in fretta dopo aver pagato. Mi avviai verso la macchina ma lei mi fermò stringendomi una mano attorno al braccio.

-No, ti va di passeggiare un po’ prima?- mi chiese stringendosi nel suo cappotto di pelle nera. Annuii, forse un po’ troppo entusiasmato, e la presi per mano per poi portare il mio braccio attorno alle sue spalle per riscaldarla con il mio calore.

-Posso farti una domanda Agn?- chiesi dopo che ci fummo seduti su una panchina in un prato desolato.

Annuì voltandosi verso di me. Scossi la testa un po’ arrabbiato

-Parlami Agn… smettila di esprimerti a gesti! Prima non lo avresti mai fatto, andiamo!- sbraitai prendendo le sue mani fredde e piccole nelle mie grandi e calde.

-Si, Zayn… puoi farmi una domanda.- rispose calma e distaccata. Probabilmente prima mi avrebbe aggredito ordinandomi di non parlarle così… a quel pensiero sorrisi.

-Perché sorridi?- chiese lei ritirando le mani e portandole alla bocca soffiandoci dentro.

-Perché prima in macchina hai sorriso?- chiesi un po’ titubante. Forse aveva bisogno dei suoi spazi e del suo tempo ma io avevo bisogno di saperlo.

-Non lo so, in realtà… è stato spontaneo.- mi disse scrollando le spalle.

-E riusciresti a rifarlo?- chiesi speranzoso. Lei si avvicinò al mio viso fino a sfiorarmi le labbra. Non riuscii a resistere, allungai una mano portandola dietro al suo collo, feci pressione permettendo alle nostre labbra di entrare a contatto.

Lei fece una cosa che non mi sarei mai aspettato, si alzò staccandosi dalle mie labbra e riprese a baciarmi sedendosi sulle mie gambe. Il bacio diventò subito molto passionale. Le nostre lingue danzavano e bruciavano a contatto l’una con l’altra. Sorrisi fino a farmi dolere le guance ma non mi staccai. Continuammo a baciarci contro ogni logica fino a quando qualcosa di bagnato e salato arrivò a bagnarmi le labbra. Mi staccai di colpo pensando fosse pioggia. Alzai gli occhi al cielo ma era solo un po’ nuvoloso, era una bella giornata. Abbassai lo sguardo pensando di essermelo immaginato ma quando notai le guance cadaveriche di Agnese Jonson  rigate dalle lacrime non riuscivo davvero a credere ai miei occhi.

Spalancai gli occhi davvero incredulo e iniziai a stropicciarli con le mani ma lei era lì e ora cominciava a singhiozzare. Mi avvicinai e la abbracciai. Quando mi staccai la vidi sorridere e piangere contemporaneamente e la prima cosa che mi venne in mente di fare fu prenderla e baciarla fino a farmi mancare il fiato.

-Stai piangendo… e sorridendo… e tu, io… questo!- iniziavo a sclerare correndo da una parte all’altra del parco non curante del fatto che qualcuno avrebbe potuto vedermi.  Lei si sedette sulla panchina incitandomi a non urlare e andarmi a sedere accanto a lei.

-Hai pianto Agn!- le dissi abbracciandola fortissima a me.

-Si Zayn, ho pianto!- disse quasi sollevata.

-Cosa hai capito… come hai fatto?- chiesi felice e incuriosito.

-Stavo pensando a tutto quello che ho provato quando siamo stati insieme, ai momenti belli, alle frequenti litigate, a tutto e le lacrime sono scese da sole. Zayn, questo non vuol dire che le cose sono tornate apposto ma… se prima la voragine mi sembrava infinita ora mi sembra di intravederne almeno i bordi.- disse fissandomi negli occhi con lo stesso tono calmo e freddo. Ma io ero felice perché ora sapevo che c’era qualcosa che potevo fare e l’avrei fatta. Qualunque cosa per vederla sorridere e , in questo caso, anche piangere.

Tornammo all’auto e decisi di riaccompagnarla a casa. La salutai consigliandole di dormire un po’ per poi sfrecciare verso la scuola. Dovevo dire tutto a Niall.

 

Pov. Agnese

 

Avevo pianto. Avevo riso. Avevo baciato Zayn e tutto questo mi sembrava talmente nuovo da farmi quasi paura. Entrata in casa notai che tutti erano fuori per lavoro e la casa era completamente vuota, come me.

Anche se le cose sembravano star migliorando io non volevo illudermi di potercela fare perché l’obbiettivo mi sembrava così lontano da essere quasi irraggiungibile.

Mi allungai sul letto cercando di dormire un po’ ma inutile dire che il sonno proprio non voleva venire. Allora presi la mia chitarra, Bon, e iniziai a cantare uno dei miei ultimi brani prima della rottura con Zayn. Era un brano bellissimo, uno dei migliori che io avessi mai  scritto e sentirlo ora, con quella stupida voce che mi ritrovavo, faceva davvero pena.

Mi alzai di scatto appoggiandomi al lavabo nel bagno. Notai una lametta e feci una smorfia di disgusto pensando a tutti i problemi che quell’aggeggio aveva causato a ragazze a causa del dolore… lo stesso che io avrei pagato per risentire.

Narratore esterno

Si tolse i vestiti e si infilò nella doccia. Rabbrividì al contatto con l’acqua ghiacciata ma era quello di cui lei aveva bisogno in quel momento. Uscì dalla doccia e dal suo bagno avvolta solo da un asciugamani striminzito.  Si sedette sul letto sentendosi improvvisamente impotente. Una lacrima gli scivolò fuori da un occhio e lei quasi spaventata l’asciugò con un dito per poi chiudere gli occhi. Quel ragazzo era stato la sua rovina. L’aveva fatta innamorare, l’aveva ferita e l’aveva anche fatta ammalare. Ma manteneva le promesse. Le aveva promesso che non le avrebbe mai fatto del male e l’aveva tradita ma aveva promesso che l’avrebbe salvata  e con la sua sola presenza ci stava riuscendo.

Senza neanche accorgersene stava di nuovo pensando a lui, alla voragine che si stringeva ogni volta che lo vedeva. A lui che amava anche senza poter amare. A lui che sapeva di odiare anche senza poter odiare.

Ancora mezza bagnata si mise a sedere sul suo letto e improvvisamente sentì il bisogno di sentire le mani di Zayn sul suo corpo, perché erano le uniche che ancora le facevano sentire i brividi. E quando lui le aveva detto di amarla il suo cuore era esploso in mille splendidi brillantini neri, nati per far luce ma destinati ad oscurare.

Guardò l’ora dalla sveglia e si ricordò che la casa sarebbe stata vuota per ancora parecchie ore quel giorno. Sbuffò e iniziò a torturarsi le labbra prima che il campanello di casa prendesse a suonare. La speranza che fosse Zayn la spinse a trovare le forse per scendere le scale e aprire la porta.

Il ragazzo dagli occhi ramati era davanti alla sua porta e le sorrideva come un ebete. Lei non riuscì a trattenere un mezzo sorriso ancora un po’ tirato e un sospiro estasiato alla vista del ragazzo fradicio a causa della pioggia che da qualche minuto aveva cominciato a scendere.

Il ragazzo entrò dentro ancora sorridente. Fu solo allora che notò Agnese ancora un po’ bagnata e semiscoperta. Rimase immobile a fissarla con la bocca spalancata e le guance arrossate.

La rossa poggiò una mano sul suo volto prima di iniziare a baciarlo dolcemente. Il bacio durò poco.

-Cosa ci fai qui?- chiese la ragazza aggiustandosi l’asciugamani.

-Non riuscivo a non pensarti. Sei come una droga, è come se mancasse un pezzo se tu non ci sei…- disse Zayn scrollando le spalle con nonchalance.

-Speravo davvero che fossi tu alla porta. L’unica cosa di cui sento il bisogno sono i tuoi baci.- disse la ragazza fissandolo negli occhi immobile. Abbassò o sguardo per poi ripiantarlo negli occhi innamorati del ragazzo con la pelle ambrata.

-Posso chiederti un favore?! Ma se non te la senti puoi anche dire di no! Sii sincero, è importante!- disse la ragazza rimanendo nella sua postazione. Zayn annuì cercando di non guardarla troppo e finire col fare la figura del maniaco.

-Ti va di venire a letto con me?- chiese Agnese con il tono di sempre fissando Zayn insistentemente e sperando che non dicesse di no. Aveva bisogno di lui e di sentirlo suo.

Zayn strabuzzò gli occhi e irrigidì gli occhi pensando che quello fosse solo uno scherzo. Ma fu quando gli occhi dei due si incontrarono che capì che lei aveva davvero bisogno di lui e lui aveva bisogno di lei, forse più di qualunque altra cosa. Istintivamente rilassò i muscoli e sorrise. Sorrise come non mai. Si avvicinò a lei e la abbraccio inebriato dal profumo di miele della ragazza.

-Si, Agnese… voglio fare l’amore con te, ora più che mai.- disse prima di prenderla per mano e portarla nella sua stanza.

Lei lo fermò davanti al letto forse un po’ agitata.

-E’ la prima volta e so che sei tu quello esperto quindi… fai tu, io sono nelle tue mani.- a quelle parole Zayn sorrise ancora di più sperando che quello non fosse solo un bellissimo sogno.

-Fidati di me… non ti farò del male, mai più!- disse prima di iniziare a baciare la ragazza con tutto l’amore che poteva darle.

Pian piano i due finirono con lo stendersi sul letto ancora con le labbra legate, ancora abbracciati. Agnese iniziò a togliere la maglia di Zayn perché non faceva altro che bagnarla ancora di più a la buttò da qualche parte nella stanza. Il ragazzo sorrise ancora fremendo dalla voglia di toglierle di dosso quel piccolo asciugamani e vederla nuda, in tutta la sua bellezza.

Qualche minuto dopo anche i pantaloni finirono col fare la stessa fine della maglia e Zayn non potè davvero far altro che gemere quando la sua erezione entrò a contatto con la pelle della ragazza.

Si staccò da lei e le sorrise iniziando a lasciarle dei dolci baci su tutta la faccia. La ragazza lo guardò in modo strano prima di sorridergli e a Zayn sembrò così perfetta. La fece allungare sotto di se riprendendo a baciarla sulle labbra prima di slacciarle l’asciugamani e lasciarlo scivolare giù dal letto. Rimase incantato a guardarla e si riprese solo quando la ragazza lo colpì scherzosamente sul braccio. Rise prima di fiondarsi di nuovo sulle sue labbra e toccarla dappertutto. Agnese gemeva, dopotutto per lei era la prima volta e Zayn era davvero tanto.

Il corpo di Zayn era bollente e davvero non riusciva più a trattenere tutto nelle mutande così se le sfilò lasciandole cadere dal letto. Riprese a baciare la ragazza giocando con i suoi seni e facendola gemere. Si stacco e iniziò a guardarla negli occhi. Capì che in così poche ore qualcosa era davvero cambiato, forse tanto, forse no. Ma c’era amore negli occhi della sua ragazza e di questo era certo.

-Sei pronta?- le chiese dolcemente baciandole una guancia.

Lui annuì sorridendogli. Ogni volta le sembrava sempre più semplice  e quella situazione migliorava le cose.

Zayn si posizionò tra le gambe della ragazza e molto lentamente entrò in lei. Agnese strinse i denti e tirò i capelli al ragazzo per il dolore. All’inizio le spinte erano molto lente, entrambi avevano paura di farsi male. Ma poi tutto divenne così terribilmente bello e giusto che nell’aria si poteva respirare odore di sesso ma soprattutto di amore.

 

 

 

 

Yooo… SCUSA SCUSA SCUSA SCUSA!

Sono davvero imperdonabile lo so, ma per favore perdonate questa povera fanciulla!

Sono stata impegnatissima e l’ispirazione era un po’ poca così ci ho messo un sacco di tempo per aggiornare.

C’è anche una scena un po’ piccante  e io non sono brava a scriverle quindi davvero se vi ho deluse scusatemi :(

Poii… la ff sta per terminare… come vedete Agn sta pian pianino guarendo ma la domanda è… come e se guarurà pelle pimpinelle!

Ok, la smetto… spero recensiate e ringrazio Machi87 e SpaccioSupra per le recensioni e tutti quelli che hanno recensito gli altri capitoli, chi ha inserito la storia nelle PREFERITE/SEGUITE/RICORDATE e anche alle lettrici silenziose :)

Se volete che io passi dalle vostre ff fatemelo sapere in un messaggio , lo farò ma sarei molto grata se voi ricambiaste, grazie :)

 

Le foto le metto la prossima volta, ora sono di fretta… sciaooo <3

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Capitolo 15
*** Chapter 14 ***


Narratore esterno
 
Entrambi erano esausti.
Entrambi tenevano gli occhi chiusi.
Entrambi erano soddisfatti.
Entrambi erano consapevoli che quella era stata una delle esperienze più belle e intense della loro intera vita.
Agnese fingeva di dormire ancora accucciata nelle braccia muscolose di Zayn per impedirgli di andar via. Perché stava bene nelle sue braccia e finalmente sentiva che qualcosa dentro di lei si era sbloccato. Finalmente qualcosa sembrava stare per cambiare e questo la fece sorridere impercettibilmente.
Un sorriso tanto fiacco e debole che nessuno sarebbe stato capace di percepirlo ma Zayn lo fece. Lo fece perché vederla sorridere era il suo desiderio più grande.
Perché sentiva che le cose stavano migliorando e questo lo rendeva felice.
E se Zayn era felice anche Agnese lo era.
Il ragazzo chiuse gli occhi per l’ennesima volta prima lasciarle un lungo bacio fra i capelli. Agnese spalancò gli occhi a causa dei brividi che quel gesto le aveva provocato in tutto il corpo nudo. Alzò la testa fino a incatenare il suo sguardo in quello profondo di Zayn. Lui gli sorrise e lei non potè fare a meno di ricambiare.
-Sei stata fantastica e sei così bella quando sorridi…- disse Zayn accarezzandole una guancia. Lei non si mosse, si limitò semplicemente a lasciargli un casto bacio nell’incavo del collo e tornare a sonnecchiare tra le braccia del moro.
-E’ strano non credi?- chiese lei ad un certo punto ancora con gli occhi chiusi. Zayn si staccò da lei mettendosi ben seduto sul grande letto della ragazza.
-Cosa?- chiese solo dopo averle baciato le labbra morbide e ancora gonfie.  Agnese non sorrise stavolta ma si limitò a scrollare le spalle e continuare il suo discorso con il tono freddo e distaccato che purtroppo ancora non era riuscita a scacciare.
-Fino ad ieri eri solo l’artefice di tutto il mio dolore mentre ora… sei l’unica persona che sento di essere in grado di amare.- disse fissandolo negli occhi cercando di capire cosa Zayn stesse pensando. Il ragazzo si passò nervosamente una mano nei capelli  neri ancora un po’ umidicci a causa della pioggia e del sudore.
Poi le prese le mani cercando di riscaldarle notando quanto fossero dannatamente fredde.
-Agnese io volevo di nuovo chiederti scusa… per la mia gelosia insensata, la storia con Jenna e le mie bugie, non aver neanche provato ad aiutarti quando tu avevi disperato bisogno di aiuto…- la ragazza lo fermò.
-Non ti avrei comunque permesso di aiutarmi…- disse corrucciando la fronte e incrociando le braccia sotto al seno coperto solo dalle sue lenzuola.
-Si ne sono certo ma… avrei comunque dovuto provarci e se me lo avresti impedito beh… avrei dovuto insistere e aiutarti anche contro il tuo volere e insieme ce l’avremmo fatta proprio come stiamo facendo ora! Scusa solo il ritardo…- disse imbarazzato prendendole di nuovo le mani e baciandogliele.
Agnese le ritrasse bruscamente prima di avvicinarsi a Zayn a gattoni e baciarlo con foga. Il ragazzo ovviamente non si oppose e si lasciò semplicemente cullare dal dolce odore di miele della sua pelle e dalla morbidezza esagerata dei suoi lunghi capelli mossi.
-Anche se in ritardo. Tu sei arrivato.- disse sussurrando lei sulle labbra piene del ragazzo che la guardava ammaliato come se fosse la cosa più bella dell’intero universo.
-E se tu me lo permetterai io non me ne andrò…- disse prima di riprendere a baciarle il collo fino a scendere al seno e poi al ventre e tutto intorno all’ombelico. Agnese gemeva e non sapeva davvero più come gestire quell’inaspettata scarica di felicità che ogni volta che Zayn la baciava si faceva spazio in lei.
-Non ti lascerò più andare… oramai sei nella mia trappola Malik!- Zayn si staccò dalla sua pancia per un instante cominciando a ridere come uno sclerato. Poi tornò alle labbra . Quando si staccarono il temporale era finito e l’unica cosa che si poteva sentire nella stanza era il rumore dei grilli proveniente da fuori.
Il cielo era ormai buio e i genitori e il fratello della ragazza sarebbe ro tornati a momenti.
-Zayn, i miei stanno per tornare e non credo sarebbero felici di trovarti qui nudo nel mio letto.- Zayn si staccò a malavoglia da lei e si rivestì velocemente sotto lo sguardo attento della ragazza.
Lei intanto lo scrutava e pensava come loro sue fossero finiti insieme.
Una volta rivestiti entrambi si avviarono verso la porta di casa in totale silenzio. Quasi imbarazzante.
Una volta arrivati alla fine delle scale Zayn li fiondò di nuovo sulle labbra di Agnese pensando a quanto gli fossero mancate, perché per quanto si sforzasse proprio non riusciva a starle lontano e quei mesi erano stati dolorosi per lui quasi quanto lo erano stati per lei. Agnese ricambiò il bacio come se lo stesse aspettando da tanto.
Una volta staccati si sorrisero entrambi guardandosi negli occhi a pochi centimetri.
-Devo farti una proposta e non accetto un no come risposta.- disse Zayn accarezzandole i capelli con una mano.
- Si.- disse sono Agnese leccandosi le labbra avidamente.
-E’ il compleanno di un mio cugino che vive a Bradford. Nulla di formale, infatti la mia famiglia non ci andrà ma noi eravamo molto legati da piccoli e voglio andare a trovarlo. Ti va di venire con me?- disse Zayn infilandosi una mano nelle tasche dei jeans ormai asciutti.
-Zayn non sono in vena di grandi feste e…- il ragazzo la interruppe.
-E chi ha parlato di grandi feste? Saremo si e no una decina di persone. Solo la sua ragazza e i suoi amici più intimi. E’ solo un barbecue… allora?- Agnese si scompigliò con entrambe le mani i capelli prima di tornare a fissare Zayn e muovere la testa in segno di assenso.
Il moro non riuscì a contenersi e la prese in braccio facendola girare molte volte. Agnese sorrise, ancora non in grado di ridere sguaiatamente come avrebbe sicuramente fatto prima in quella situazione.
-Passo domani mattina alle 11. Non troppo elegante ma neanche troppo sportiva- le fece un occhiolino prima di avviarsi verso la porta tutto felice.
-Chi chiami?- chiese la ragazza aggrottando la fronte. Il solo pensiero che Zayn potesse chiamare Jenna la faceva innervosire.
Forse lei era gelosa.
Scosse la testa. Non poteva davvero esserlo eppure sembrava l’unica ragione plausibile.
-Mio cugino… gli dico di aggiungere un posto per la mia ragazza!- esclamò Zayn tutto felice. E a quel punto Agnese capì che lui era davvero tornato e stavolta non se ne sarebbe andato molto facilmente. E capì anche ch stavolta non glielo avrebbe permesso. Sorrise all’idea che Zayn ora fosse davvero suo finalmente e all’idea che ormai sorridere sembrava quasi facile.
-Ciao Zayn.- disse solo lasciandogli un dolce bacio sulle labbra.
-Ciao Agn.- disse lui scompigliandole i capelli scherzosamente prima di allontanarsi con il cellulare vicino ad un orecchio ed un sorrisone enorme stampato in faccia.
 
 
Agnese tornò in camera sua e notando la macchia di sangue proprio al centro del letto sorrise impercettibilmente e si accorse di sentirsi più leggera.
Cambiò le lenzuola e scese in cucina per mangiare qualcosa. Improvvisamente aveva anche di nuovo fame.
Appena Agnese prese il primo boccone del panino che si era preparata poco prima qualcuno bussò alla sua porta.
Svogliatamente si trascinò fino al grosso portone di legno scuro aprendolo di scatto.
Un Niall felice e sorridente gli si presentava davanti insieme ad grosso cagnone.
-Ehi, Zeus… quanto tempo.- disse la ragazza facendosi da parte per permettere ad entrambi di entrare.
-Niall, come mai qui?- chiese curiosa tornando dalla cucina con una birra e un panino tra le mani. Si sedette dopo averle offerte al ragazzo che la guardava attentamente cercando di capire.
-E’ dannatamente vero dannazione!- esclamò dopo vari minuti di puro silenzio.
-Cosa?- chiese la ragazza un po’ stranita.
-Zayn … mi ha raccontato tutto!- disse Niall tutto eccitato.
Agnese sorrise impercettibilmente sapendo di sicuro che quel tutto non includeva il pomeriggio passato insieme. Dopotutto Zayn era appena andato via.
-Si, beh mi sento davvero meglio!- disse Agnese sorridente per la prima volta davanti al suo amico biondo. Niall restò imbambolato per un po’ prima di riprendersi da quel suo stato di coma e saltare in piedi esultando spaventando a morte Zeus che subito saltò sulle gambe di Agnese cercando un abbraccio che la ragazza non gli negò.
-Tu hai sorriso. Tu hai sorriso. Tu hai sorriso. Zayn finalmente. Sei un coglione ritardatario… lalalalala!- continuò a canticchiare e improvvisare un balletto per qualche minuto sotto lo sguardo quasi divertito della ragazza.
-Io più che ritardatario direi ritardato!- disse lei sperando che il biondo cogliesse la battuta e cominciasse a ridere. Era molto che Niall non rideva in sua presenza e sentirlo ridere era una cosa bellissima. Fortunatamente Niall capì la battuta e iniziò a ridere come un idiota.
I due continuarono a chiacchierare quando il campanello di casa Jonson suonò di nuovo. Agnese andò ad aprire la porta mentre Niall ancora rideva in salotto.  Sorrise quando notò che non era altro che il ragazzo che per tutta l’estate gli era mancato più di tutti.
-Ehi Marco… che ci fai qui?- chiese Agnese un po’stupita.
-Hai sorriso!- disse lui felice alzando le braccia al cielo. Lei annuì invitandolo ad entrare.
Si abbracciarono come non facevano da davvero molto tempo e quando lui le lasciò un bacio fra i capelli la ragazza non riuscì a pensare quanto Zayn già le mancasse e si sentì quasi patetica.
-Ehi Niall lui è Marco. Il mio migliore amico!- disse Agnese entrando in cucina con il ragazzo al seguito. Niall si alzò e con un sorrisone si avvicinò a lui abbracciandolo.
-E’ un piacere conoscerti amico!-  disse solo. Marce gli sorrise grato. Quei due sarebbero sicuramente diventati grandi amici.
-Piacere mio Niall!- disse poi sedendosi proprio affianco a Zeus che lo guardava curioso. Per un momento ci fu grande silenzio.
-Allora, ti piacciono i cani?- se ne uscì Niall notando che Marco continuava a fissare il suo cane.
-Si e il tuo è davvero stupendo… come si chiama?- chiese poi addentando il panino che doveva essere di Agnese. La ragazza alzò gli occhi al cielo pensando di come non fosse cambiato affatto.
-Zeus e credo che tu gli piaccia!- disse Niall pulendosi la bocca con un tovagliolo.
 
I tre ragazzi continuarono a chiacchierare e ridere per un po’ di tempo prima che i signori Jonson tornassero in casa per preparare la cena.
-Agnese siamo a casa!- disse la madre della ragazza urlando dal patio.
-Mamma vieni qui… una persona vi vuole salutare!- urlò la ragazza in modo che i genitori potessero sentirla.
Quando i signori Jonson furono in salotto sembrarono davvero felici di riabbracciare Marco.
-Cosa ci fai tu qui?- chiese la madre al ragazzo.
-Ho saputo di Agn e volevo starle vicino!- disse poi salutando Bon con quello strano saluto che da sempre avevano riservato per loro due.
-Ma fanno sempre così?- chiese Niall divertito. Agnese annuì con le braccia incrociate sotto il petto e un sorriso splendido sulle labbra.
-A volte sembra più amico suo che mio!- disse scuotendo la testa divertita.
Niall allora capì che tutto quello che lui e Shoshanna aveva tentato di fare in tutto quel tempo non era servito. Perché l’unica cosa che davvero le serviva era Zayn ed ora che finalmente si era deciso a fare la cosa giusta le cose sembravano andare talmente bene che Agnese ne sembrava quasi spaventata.
-Ragazzi, vi va di restare a cena?- chiese Marianna tutta felice.
-Volentieri Marianna!- disse Marco tirando una pacca amichevole a mio padre che in tutta risposta gli scompigliò tutta la cresta.
-Signora Marianna lo sa che il mio palato non può resistere a tutte le sue prelibatezze quindi le rispondi di si!- disse Niall con uno stano accento provocando le risatine della donna che in segreto aveva un debole per il biondino irlandese.
 
Quella cena fu la migliore da moltissimo tempo. Tutti parlavano, ridevano e non facevano altro chefare battutine e scherzi idioti.
E fu quando Niall per un secondo si fermò a guardare Agnese sorridente che il suo cuore riuscì finalmente a rilassarsi e lasciarsi andare. Perché a lei ci teneva tanto. Per lui era una parte importante della sua vita. E quando la vide finalmente sorridere alzò gli occhi al cielo senza che nessuno se ne accorgesse, sussurrando un : Grazie Zayn.
 

 
 

Tadadadaaaaaaaaaaaaan!
Ed ecco il nuovo capitolo!
Non dovevo pubblicarlo oggi perché avevo delle cose da fare ma visto che sono riuscita a liberarmene ho deciso di rompere i coglioni a voi muhahaahha!
Seriamente, vorrei ringraziare prima di tutto ehimaliik per la sua splendida recensione e tutti quelli che hanno inserito questa storia nelle PREFERITE/SEGUITE/RICORDATE e tutti i miei lettori silenziosi che sono moltissimissimi… grazie davvero <3 <3 < 3
Parlando del capitolo questo è un po’ più lungo e mi piace parecchio anche se non succede poi così tanto. Vediamo Un ‘Agnese più serena e sorridente e nel prossimo capitolo vedremo la giornata a Bradford a casa del cugino di Zayn !
Ora, spero davvero che recensiate perché io ci tengo davvero tanto e ci metto davvero tanto impegno in quello che faccio.
Ora non vorrei mettere un numero di recensioni da raggiungere per aggiornare perché non mi piace fare così ma davvero spero che le recensioni aumentino, almeno per capire se questa storia piace o meno. Perché se non piace io la cancello e ne comincio un’altra senza problemi.
Detto questo vi lascio con la foto di Zayn, Agnese, Niall e Marco (interpretato da Nick Roux ch io amo)
Ciao belli



!

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Capitolo 16
*** Chapter 15 ***


*Leggere l’angolo autrice per favore*

 
 
Pov. Agnese
Vedere le persone più importanti della mia vita chiacchierare e ridere davanti ad un bel piatto caldo mi aveva fatto decisamente bene. Ma era inutile cercare di non pensarci… ormai Zayn era ripiombato nella mia vita e nella mia mente sconvolgendo tutto nuovamente.
La cosa positiva era che stavolta le cose stavano andando decisamente meglio e non peggio.
Mi sentivo più leggera e tranquilla. Ormai sorridere mi veniva quasi naturale con tutti e quando pensavo alle sue labbra una scia di brividi mi invadeva la pelle.
Quella notte avevo dormito e ora, al suono della sveglia, mi sentivo decisamente bene e sollevata all’idea che da lì a poco avrei rivisto il ragazzo che mi aveva ridonato il sorriso.
Mi alzai lentamente guardandomi allo specchio. Somigliavo ancora ad un cadavere ma dentro di me tutto andava meglio.
Dopo una doccia ghiacciata e un litigio tra il phon e i miei capelli mi posizionai davanti l’armadio per scegliere cosa mettere.
Volevo fare bella figura. Zayn ci teneva a suo cugino, l’avevo capito, e dal sorriso che aveva sulle labbra mentre gli parlava di me avevo capito che ci teneva anche al fatto che io sarei stata lì con lui.
Non mi andava di deluderlo. Volevo fare bella figura con suo cugino.
Mi aveva definito la sua ragazza e questo mi rallegrava quindi mi andava di ricambiare il favore.
Iniziai ad escludere i centinaia di jeans strappati che sicuramente mi avrebbero dato un’aria troppo trasandata e pure i miliardi di t-shirt di gruppi rock. Misi da parte anche gli shorts visto che fuori faceva decisamente troppo freddo e decisi di optare per un leggins bianco e nero con una maglietta che non avevo mai messo prima di allora degli stessi colori. Mi avvicinai agli scaffali con tutte le mie scarpe prima di prendere un paio di Dr. Martens bianche e nere che avevo messo solo un paio di volte. Corsi in bagno dopo aver notato che avevo speso davvero un sacco di tempo e mi truccai di nero sugli occhi lasciando tutto il resto al naturale. Mi infilai una giacca a righe, un cappellino e un braccialetto prima di prendere la borsa e scendere le scale.
Avevo il fiatone. Non facevo mai nulla di fretta ultimamente perché a causa della mancanza di sonno e cibo le forze mi mancavano sempre. Ma non mi andava di farlo aspettare e non vedevo l’ora di rivederlo. Mi sentivo quasi entusiasta e a quelli con il mio problema non capitava molto spesso di sentirsi così euforici… anzi, mai!
Non feci neanche in tempo a scendere del tutto le scale che il campanello di casa mia iniziò a suonare. Mi avvicinai velocemente aprendolo di scatto.
Ed eccolo là, in tutto il suo splendore.
Noi due eravamo come un cielo annuvolato: lui era il sole e io le nuvole.
Si fermò per un secondo a guardarmi mentre io lo fissavo imbambolata. Jeans scuri a vita bassa e una t-shirt blu e nera.
-Giuro che se anche uno solo degli amici coglioni di mio cugino i mette gli occhi addosso glieli stappo a pugni!- disse continuando a fissarmi. Alzai gli occhi al cielo.
-Zayn, sei sempre il solito esagerato e poi, io ho occhi solo per te!- dissi sorridente. Lo vidi avvicinarsi velocemente prima di lasciarmi un dolcissimo bacio a fior di labbra.
-Sei pronta?- chiese poi entrando in casa  e sistemandosi per bene sul mio divano.
-Prendo gli occhiali e andiamo!- risposi salendo le scale faticosamente. Non volevo darlo a vedere perché non volevo che lui si preoccupasse per me, ma non stavo molto bene quella mattina. Mi sentivo decisamente meglio emotivamente ma fisicamente stavo morendo.
Dopo aver preso gli occhiali da sole scesi le scale ancora più lentamente. Cercai di fermare il fiatone e le fitta al cuore prima di entrare in salotto… ma ultimamente fingere non mi riusciva proprio bene.
-Andiamo?- chiesi a Zayn che entusiasta mi stava aspettando. Annuì prima di uscire di casa ed entrare in macchina. Feci lo stesso anche io ignorando il dolore alle gambe e alla testa.
Il viaggio in macchina fu davvero  tranquillo. Zayn non amava molto parlare mentre guidava e questa cosa a me andava più che bene.
 
Bradford non era proprio lontanissima e con la velocità con cui Zayn guidava riuscimmo a raggiungerla molto velocemente.
Lo vidi accostare vicino una delle villette che si affiancavano lungo tutto il quartiere. Era uno di quelli più ricchi, si vedeva.
Prima che lui potesse scendere dall’auto lo fermai.
-Ehi, qualcosa non va Agn?- chiese prendendomi ad accarezzarmi la faccia.
-Lui lo sa?- gli chiesi sperando in una risposta negativa.
-Si, mi è sembrato meglio dirglielo per evitare incomprensioni…- disse scrollando le spalle. Corrucciai la fronte abbastanza infastidita. Si, perché in quel momento mi sentivo decisamente infastidita e non sapevo se fosse una cosa buona oppure no!
-No, potevi pure risparmiartelo! Non mi va di essere la ragazza con problemi di apatia, quella da trattare con rispetto solo perché è malata… volevo solo che tuo cugino mi conoscesse come Agnese Jonson, la tua ragazza…non voglio piacergli solo per pietà!- dissi guardando avanti e abbassando notevolmente il tono di voce man mano che continuavo il mio monologo.
-Agn, io conosco mio cugino e credimi… non è quel tipo di persona!- disse lasciandomi un bacio sulla fronte.
-E tu come fai ad esserne così sicuro?- chiesi un po’meno infastidita. Tutto stava tornando quieto dentro di me.
-Lo capirai una volta entrata in quella casa!- disse scendendo dall’auto e venendo ad aprire lo sportello a me.
Sorrisi a quel gesto e cercai di dipingermi un sorriso che potesse sembrare vero sulle labbra continuando a sperare che Zayn non si accorgesse che stavo per crollare.
 
 
Suonammo al campanello della graziosa villetta giallo crema e venne ad aprirci una ragazza dai capelli rosso fuoco e grandi occhi nocciola. Era bellissima e notai che aveva anche un sorriso radioso e decisamente più spontaneo del mio.
-Voi dovete essere Zayn e Agnese... Arthur vi stava aspettando!- disse con una voce calda. Sicuramente era una brava cantante.
Entrammo in casa. Era arredata in modo molto rustico e io già la adoravo. Mi piacevano le cosa vintage e vecchio stile.
La ragazza ci condusse in cucina e poi ci fece uscire dal una porta che era in cucina per condurci nel giardino posteriore della casa. Era davvero enorme ed era addobbato con tantissimi colori. Notai la ragazza avvicinarsi ad un ragazzo alto e muscoloso, con i capelli e gli occhi scuri. Aveva uno stile molto particolare e questo già mi piaceva. Lo vidi voltarsi verso di noi e sorridere a Zayn mentre si avvicinava.
Involontariamente presi la mano del mio ragazzo e la strinsi. Ero nervosa.
Lui strinse un suo braccio attorno alla mia vita e mi diede un bacio sulla guancia prima di sussurrarmi qualcosa nell’orecchio.
-Sta tranquilla piccola..-
Annuii distrattamente notando che Zayn si era già fiondato tra le braccia di suo cugino.
-Zayn.. da quanto tempo!- disse Arthur passandosi una mano nei lunghi capelli scompigliati.
-Buon compleanno Arthur… lei è Agnese, la mia ragazza!- disse prendendomi per mano e incitandomi con lo sguardo di presentarmi.
-Piacere di conoscerti Arthur e buon compleanno.- dissi non sforzandomi nemmeno di fingere un tono più entusiasta, tanto lui già lo sapeva.
Mi sorrise e strinse la mia mano.
-Il piacere è tutto mio Agnese… Zayn mi ha parlato moltissimo di te e hai il permesso di picchiarlo se ti crea fastidio!- disse facendomi un occhiolino. Il fatto che non avesse nemmeno accennato al mio problema mi lasciò un po’ di stucco ma dopotutto Zayn me lo aveva detto e io avrei solo dovuto fidarmi.
-Oh, si lo farò sicuramente!- risposi sorridendo per poi guardare Zayn che sorrideva.
-Holly vieni un po’ qui!- urlò poi improvvisamente Arthur riferendosi alla ragazza rossa di prima. Lei si avvicinò di corsa.
-Cosa c’è Arthy?- chiese lasciandogli un bacio sulle labbra. Zayn parve sorpreso. Forse il cugino non gliene aveva parlato prima.
-Lei è Holly, la mia ragazza!- disse Arthur con un sorriso enorme sulle labbra. Era dannatamente simile a quello di Zayn e questo  mi fece sorridere involontariamente.
-Piacere di conoscervi ragazzi… io ora vado, prima che Matt faccia esplodere la console!- disse scocciata lanciando uno sguardo di fuoco ad un ragazzo che stava impacciatamente cercando di montare la console.
-Beh, io vado a salutare gli altri ospiti… fate come se foste a casa vostra! Zayn, signorina Agnese!- disse dando prima una pacca sulle spalle a Zayn e poi rubando gli occhiali da sole a me e infilarseli.
Quel suo gesto mi spiazzò molto all’inizio. Ma mi rilassai molto quando sentii Zayn ridere come uno sclerato al mio fianco.
-Non è cambiato proprio per niente, è incredibile!- disse prendendomi per mano e trascinandomi verso una sedia a dondolo abbastanza appartata.
-Mi piace Arthur, ha il tuo stesso sorriso!- dissi fissando Holly che sclerava con il povero Matt.
-Si, ce lo dicono spesso… e sono davvero felicissimo che ti piaccia, ci tenevo davvero tanto !- disse per poi avvicinarsi a me molto lentamente. Non parlai, non risposi, lo lasciai semplicemente fare inspirando a fondo il suo dolcissimo profumo. Posò lentamente le sue labbra sulle mie.
Era incredibile come ogni bacio con lui fosse dannatamente perfetto. Mi morse il labbro inferiore per chiedermi accesso con la lingua. Schiusi la bocca per concederglielo e lo sentii sorridere sulle mie labbra.
Un bacio decisamente passionale che mi fece venire i brividi.
-Ehi Zayn!- disse un ragazzo riccio e biondo con dei piccoli occhi azzurri avvicinandosi a noi facendoci staccare.
-Andrew!- disse Zayn scocciato. Non riuscivo a capire se fosse per il fatto che ci aveva interrotto oppure perché gli stava sulle palle.
-Non avevo mai visto una delle ragazze che ti trombi ma vedendo lei capisco che i tuoi standard devono essere davvero alti!- disse guardandomi con un orribile sorrisetto malizioso. Vidi con la coda dell’occhio Zan irrigidirsi e stringere i denti.
-Andrew… prima cosa lei è fuori dalla tua portata… seconda cosa non provare nemmeno a guardarla se vuoi tornare a casa ancora con le palle e terzo lei non è una puttanella ed è solo ed esclusivamente mia, capito?- disse alzandosi dal dondolo e avvicinandosi a lui abbastanza incazzato. Decisi di fermarlo prima che potesse iniziare una rissa. Non volevo rovinasse il compleanno di Arthur solo per un coglione del genere.
-Zayn, calmati e tu coglioncello… prova a parlare così di  me di nuovo e ti ritroverai a vedere con il culo!- dissi con un tono piatto e gelido. Lo vidi ridere sotto i baffi un po’ sorpreso prima di girare i tacchi e andar via.
-Non scaldarti Zayn… non rovinare la festa ad Arthur!- dissi risedendomi nuovamente esausta.
-Agn, stai  bene?- mi chiese poi sedendomi al mio fianco e accarezzandomi i capelli.
-No, Zayn… mi porteresti un po’ in bagno?-  chiesi poi tenendomi la testa con le mani. Mi stava scoppiando. Annuì e prendendomi in braccio a sposa iniziò a portarmi verso l’interno della casa. Vidi Arthur guardare Zayn preoccupato. Lui gli fece un gesto con la mano e gli sorrise per non farlo preoccupare. Entrammo in casa e Zayn mi strinse ancora di più tra le sue braccia. Chiusi gli occhi abbastanza esausta e gli sorrisi quando notai che mi stava fissando.
Le emozioni stavano tornando ma ora controllarle tutte in una volta stava diventando davvero difficile per me che non riuscivo nemmeno a scendere le scale di fretta.
Le mie emozioni dovevano darsi una calmata oppure la sottoscritta ci sarebbe rimasta secca!

 
 
 
 

Sciao a tutte!
Questo capitolo era lungo il doppio ma ho deciso di dividerlo in due per non renderlo troppo pensante!
Ho deciso di allungare un po’ la storia come avrete notato anche se non sarà sicuramente più lungo di una ventina di capitoli.
Devo dire che sono felicissima di ringraziare le ragazze che hanno inserito la storia nelle PREFERITE-SEGUITE-RICORDATE, che sono moltissime e anche le lettrici che aumentano sempre :)
Devo dire però che non ricevere neanche una recensione mi ha delusa parecchio. Perché si i lettori ci sono ma io come faccio a capire voi che ne pensate se non recensite?
Mi ero promessa di non farlo ma mi sento davvero costretta quindi scusate ma io CONTINUO AD ALMENO 1 RECENSIONE!
Detto questo spero che voi non mi odierete e vi lascio con l’outfit di Agn,e le foto di Holly e Arthur :)
 
Alla prossima people! <3




 

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Capitolo 17
*** Chapter 16 ***


*La storia continuerà ad almeno 1 recensione*

 

Pov Zayn

Teneva gli occhi chiusi e con una mano si teneva la testa.

Erano passati pochi minuti da quando Arthur mi aveva visto portare Agnese dentro e sicuramente ora stava morendo dalla preoccupazione.

Agnese era seduta al mio fianco sul pavimento freddo del bagno con la testa tra le mani e le ginocchia al petto mentre io non riuscivo  a far altro che accarezzarle i lunghi capelli rossi.

Sicuramente qualche mese prima mi sarei alzato e sarei sceso di fretta per andare a provarci con qualche altra ragazza… anzi, sicuramente non mi sarei mai portata una ragazza al compleanno di mio cugino!

Agnese mi aveva cambiato e sapevo che dovevo essergli davvero grato perché l’aveva fatto in meglio.

Era strano come una semplice ragazza mi facesse provare sensazioni così forti.

Dalla prima volta che mi aveva rifiutato capii che lei sarebbe stata diversa, una sfida con me stesso e sapevo anche che alla fine mi sarei scottato… ed era così che e cose stavano andando…

Perché lei mi faceva battere il cuore anche con un semplice sorriso tirato, mi aveva fatto innamorare … e vederla seduta ridotta in quel modo, sapere che stava soffrendo per colpa mia e del mio orgoglio smisurato mi distruggeva…

-Agn, vuoi dirmi cosa sta succedendo? Devo chiamare un dottore?- chiesi costringendola ad alzare lo sguardo. Non era freddo, né vuoto.

I suoi occhi erano lucidi e stava per piangere da un momento all’altro.

-No, è solo che penso che le mie fottute emozioni si siano improvvisamente svegliate dal coma e ora stanno dando un festino nella mia testa!- disse continuando a massaggiarsi le tempie.

-Ma è fantastico!- dissi alzando la voce e beccandomi da lei un’occhiata di rimprovero.

Mi avvicinai e la costrinsi a sedersi sulle mie gambe. Non si oppose, molto probabilmente non aveva proprio le forze.

-Non è fantastico Zayn! La testa mi scoppia e senti…- mi prese una mano e la posò fiaccamente sul suo cuore.

-Agn, un cuore non dovrebbe battere tanto forte!- dissi un po’ spaventato ritirando la mano dal suo petto.

-Lo so… ma improvvisamente mi sento felice, triste, incazzata, impaurita tutto in una volta… è troppo Zayn e io ho paura di non riuscire a reggere!- una piccola lacrima sfuggì al suo occhio.

L’asciugai e la strinsi a me forte. Aveva paura e la cosa brutta e che ne avevo tanta anche io. Lei doveva resistere e tornare a stare bene… lei doveva resistere e restare mia per sempre!

-Non avere paura piccola Agn. Ci sono io, ci siamo noi… ok? Andrà tutto bene! Ora tu ti alzi da qui e ti vai a stendere in camera da letto ok?- mi guardò con quegli occhi tristi e profondi annuendo con la testa. Le sorrisi prima di riprenderla in braccio come una principessa e portarla nella camera di Arthur.

-Agn, io vado ad avvisare Arthur…- dissi dopo averla posata dolcemente sul letto di mio cugino che ora sicuramente si stava penando.

-Tornerai vero?- mi chiese quasi in preda ad una crisi di pianto.

-Ehi, perché piangi? Torno subito te lo giuro!- dissi asciugando le lacrime con le mie labbra lasciandole tanti baci fino a baciarle velocemente le labbra e alzarmi a malavoglia dal letto.

-Ti rendi conto che ogni giorno muoiono centinaia di bambini per mancanza di cibo e acqua e io ogni domenica costringo mia madre a cucinarmi un piatto diverso perché odio le polpette? E che i barboni muoiono di freddo e io dico sempre di non avere abbastanza vestiti! Faccio schifo Zayn, come fai a stare con una come me? Che poi quello che è successo non è colpa tua… io lo so che i rimorsi ti fanno male e questo ora mi fa stare schifo perché mentre tu stavi soffrendo io non riuscivo neanche a provare una cazzo di fottuta emozione!- ero rimasto immobile al mio posto rimuginando su tutto quello che stava dicendo. Non voleva proprio smettere di piangere.

Ma fu nell’ultima parte che il mio cuore perse un battito.

-Perché ti senti in colpa per me quando è stata tutta colpa mia?- chiesi avvicinandomi e abbracciandola possessivamente baciandole i capelli.

-Non lo so. Ma approfitta di questo momento di tristezza perché sta per arrivare quello in cui ti prendo a calci nel culo incazzata per tutto quello che hai fatto!- disse poi asciugandosi le guance e sorridendomi debolmente.

-Ok ok penso proprio che allora andrò da Arthur!- dissi alzandomi dal letto e dirigendomi verso la porta sculacciandomi scherzosamente. Sorrisi quando sentii dall’interno della stanza Agnese ridere.

 

 

 

Mentre scendevo le scale incontrai Arthur che le saliva velocemente. Si bloccò quando si accorse di me.

-Come sta, tutto bene?- mi chiese preoccupato. Gli sorrisi annuendo.

-Non preoccuparti, è solo che le stanno tornando le emozioni e non è riuscita a reggere e ha avuto un piccolo malore. E’ nel tuo letto, spero non ti dispiaccia!- dissi scompigliandoli giocosamente i capelli già disordinati.

-Non devi nemmeno chiedermelo Zayn! Sono felice che stia bene e che le cose stiano migliorando, davvero!- disse poi sedendosi su uno scalino. Lo seguii a ruota sedendomi su uno scalino più in alto e allungandomi poggiando la schiena sulla ringhiera.

-Cosa ne pensi?- chiesi poi a Arthy che era intento a mandare un messaggio amoroso a Holly.

-Non vedevo l’ora che me lo chiedessi!- disse improvvisamente mollando il telefono e voltandosi verso di me. Risi, non era proprio per niente cambiato!

-Prima di iniziare devi chiederle per favore dove va a fare shopping. Ma hai visto come è vestita? Adoro la sua giacca! Per non parlare del suo sorriso e di quella bellissima tonalità di capelli! E’ una ragazza bellissima e, anche se è la prima che conosco, sono sicuro che è la più bella!- lo bloccai trattenendo le risate.

-Arthy sembri una checca quando parli così!- dissi non riuscendo più a trattenere le risate.

-Si perché sappi che lei è FA-VO-LO-SA!- disse poi iniziando a ridere con me.

-Sai qual è la cosa che più mi piace in quella ragazza?- mi chiese poi a un certo punto tornando improvvisamente serio. Scossi la testa invitandolo a continuare.

-Ti ha cambiato ,Zayn! Non sei più lo stronzo di un tempo. Finalmente ti vedo davvero legato a qualcuno che non sia io oppure uno dei tuo amici… lo vedo da come la guardi e da come la baci! Tu sei innamorato per la prima volta e lei è pure una gnocca assurda!- scoppiai a ridere alla sua ultima affermazioni e gli tirai un buffetto sulla nuca.

-Tu invece sei sempre lo stesso idiota! E comunque anche Holly mi sembra una tipa a posto… come vanno le cose tra voi?- alla mia domanda gli si illuminarono gli occhi.

-Non lo so. Le cose vanno decisamente bene ma io ho sempre paura con lei. Ho paura che essere me stesso non possa bastarle ma non riesco ad essere qualcun altro con lei! Io… non so precisamente cosa provo.- disse grattandosi la nuca e abbassando lo sguardo. Poggiai una mano sulla sua spalla per dargli coraggio.

-Sai cosa penso?- gli chiesi poi. Scosse la testa.

-Penso che io qui non sono l’unico ad essere perdutamente innamorato!-  sorrise ma il suo viso cambiò espressione quando dal fondo delle scale si sentì qualcuno che cercava di attirare l’attenzione.

Ci voltammo notando che si trattava di Holly. Aveva le guance arrossate e continuava a toccarsi il vestito.

-Quanto hai sentito?- chiese Arthur davvero molto agitato.

-Abbastanza direi!- disse Holly guardando il soffitto imbarazzata. Tirai a Arthur una gomitata facendogli capire che era il momento giusto per dichiararsi. Lui annuì prima di scendere le scale frettolosamente.

-Holly io… volevo dirti una cosa importantissima!- le disse prendendole le mani. Lei alzò lo sguardo e vidi i suoi occhi brillare.

-E io che aspettavo da tanto questo momento…- disse lei quasi con le lacrime agli occhi. Notai che Arthur cominciava a sudare. Succedeva sempre così quando era nervoso. Si voltò verso di me e lo incoraggiai a continuare.

-Io ti…- si bloccò improvvisamente prendendo un respiro profondo –Trovo molto gustosa con questo nuovo colore di capelli!- disse poi decisamente troppo di fretta. Mi sbattei una mano in fronte a quella scena. Vidi Holly aggrottare le sopracciglia e quando si voltò verso di me lo guardai con sguardo di rimprovero.

-E che sono un panino che mi trovi gustosa?- chiese poi la ragazza cercando di non ridere. Lui sorrise nervosamente prima di schiarirsi la gola.

-Ok, i tuoi capelli sembrano buoni da mangiare ma non era questo che volevo dirti… io… Holly io ti amo!- disse finalmente trattenendo un respiro. La ragazza restò immobile per qualche secondo prima di lanciare un urletto e gettarsi nelle sue braccia.

Sentii alle mie spalle qualcuno applaudire e quando mi voltai fui davvero felice di trovarmi davanti il viso perfetto di Agnese.

-Sono davvero un bel quadretto!- disse poi sedendosi accanto a me mentre quei due ancora si baciavano.

-Già… da quanto tempo stai ascoltando?- chiesi poi sorridendole e prendendole la mano.

-Da abbastanza direi!- disse poi con lo stesso tono che aveva usato prima Holly. Risi accompagnata da lei prima che lei se sedesse sulle mie gambe e mi lasciasse un dolce bacio sulle labbra.

-Ti amo Agn!- dissi poi in un sussurro sulle sue labbra.

-Anche io Zayn… e comunque.. Arthur!- disse poi alzando la voce e chiamando mio cugino che subito si girò verso di noi.

-Lo so bene di essere gnocca e FA-VO-LO-SA!-

Scoppiammo tutti in una grande risata.

Bentornata  Agnese Jonson!

 

 

 

Sciao a tutti!

Volevo ringraziare zarriet e GemV per le recensioni e le ragazze che hanno inserito la storia  nelle SEGUITE-RICORDATE-PREFERITE… vi lovvo tutte <3

Sono di super fretta quindi vado via subito!

CONTINUO AD ALMENO 1 RECENSIONE!

 

Alla prossima amori miei!

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Capitolo 18
*** Chapter 17 ***


*LA STORIA CONTINUERA’ AD ALMENO 1 RECENSIONE*

Pov Agnese
 
Erano ormai passati diversi mesi dal compleanno di Arthy. Ero rimasta in contatto con Holly e anche con lui perché sapevo che a Zayn facesse piacere. Ormai lo conoscevo meglio delle mie tasche e lo stesso era per lui.
Mi sentivo decisamente meglio. Non prendevo neanche più gli antidepressivi.
La psicologa mi aveva  persino consigliato di sospendere la terapia e io davvero non potevo essere che d’accordo.
Mi sentivo bene, finalmente.
Sentivo che avevo ripreso a vivere.. come se a un certo punto la mia vita si fosse fermata mentre tutto il resto continuava a scorrere.
Ero stata malissimo nei primi periodi della mia ripresa. Le emozioni stavano tornando tutte in una volta e io davvero per un istante avevo creduto di non potercela fare. Poi però arrivava Zayn e mi tirava su il morale con i suoi abbracci, i suoi baci , il suo profumo e la sua presenza.
Marco era tornato in Italia a malincuore ma ci sentivamo ogni giorno tramite webcam.
Avevo raccontato la mia situazione ad Anne, Sylvia e Lidia e mi avevano davvero stupita quando erano  corse da me in lacrime abbracciandomi e chiedendomi scusa.
Avevo riallacciato anche i rapporti con Shoshanna ,che da un po’ si erano sgretolati… non ci eravamo sentite per mesi.
Stava ancora con Harry a dispetto di quello che tutti credevano e mi sembravano davvero felici.
Niall e Lidia, invece, non erano riusciti a portare avanti la loro relazione e ora erano solo ottimi amici.
Louis e Sylvia erano diventati amici molto intimi, forse troppo, ma continuavano a ripetere che tra di loro non  c’era niente…ma sapevamo tutti che tra loro in realtà c’era del tenero.
Liam, invece, riteneva di dover trovare ancora il vero amore e non si accorgeva che Anne aveva occhi solo per lui.
Insomma, nella mia assenza, se così si poteva definire, erano successe un bel po’ di cose. Ma ora tutto sembrava essere tornato a posto. Ora,finalmente, potevo sentire di stare bene.
Ora avevo un ragazzo meraviglioso, delle amiche fantastiche,  amici pervertiti e un nuovo taglio di capelli.
Mi sentivo pronta…   Pronta per ricominciare…
 

 
 
 
 
Guardai l’orologio.
Era tardissimo e Sylvia e Louis sarebbero passati a prendermi tra pochissimi minuti.
Dannatissima tisana di mio padre che era peggio di un sonnifero.
Dannatissima sveglia che non suonava mai.
Dannatissima me che non ero mai in orario.
Louis me l’avrebbe fatta pagare.
Aprii l’armadio infilandomi i primi vestiti a caso che mi passavano d’avanti.
Per fortuna non avremmo avuto lezione perché avevamo ottenuto una specie di assemblea.
Volevano preparare il  ballo di primavera a scuola ed erano riusciti a farsi concedere dal preside un paio di giorni per preparare tutto.
E il nostro caro Harry aveva avuto la brillante idea di coinvolgere tutti noi.
Cosa non si farebbe per un po’ di studio in meno.
Sentii l’auto di Louis accostare nel vialetto e scesi di corsa le scale senza neanche salutare mia madre che canticchiava allegra in cucina.
Entrai in auto di corsa.
 
-Lou sei in ritardo cazzo… lo sai che se non arriviamo in orario siamo fuori e dobbiamo fare lezione!- dissi con ancora il fiatone e la maglia mezza infilata.
-Non mi sembra che se fossi arrivato prima tu saresti stata pronta, svampita!- ribatté  lui ridacchiando.
Effettivamente non aveva torto.
-Si si sbrighiamoci… Zayn mi ha detto che manchiamo solo noi..- dissi rispondendo al messaggio del mio ragazzo.
 
Dopo pochi minuti eravamo di fronte la scuola.
-Ricordatemi di non entrare mai più nella macchina di questo idiota!- dissi agli altri indicando Louis che se la rideva con Sylvia.
-Perché?- mi chiese Niall toccando i capelli a Harry.
-Non ha rispettato i cartelli stradali  e i semafori e stavamo ficcando sotto una vecchietta!- dissi io lanciando uno sguardo di fuoco al coglioncello con le bretelle.
-Eravamo in ritardo…- disse solo con una scrollata di spalle entrando poi nella scuola seguito da Sylvia, Lidia, Liam e Anne.
Sbuffai sonoramente trattenendo un sorriso. Che compagnia di scalmanati.
-Niall, toccami di nuovo i capelli e quelle mani te le taglio!- disse ad un certo punto Harry tenendo lontano Niall con una mano che cercava di avvicinarsi.
Scossi la testa. Non sarebbero cambiati proprio mai.
-Smettetela di fare i mocciosi e entriamo che siamo in ritardo!- sbottò alla fine Shoshanna costringendo entrambi ad entrare. Mi rivolse un occhiolino e mi sorrise.
-Ma come siamo belle stamattina…!- disse una voce calda alle mie spalle.
Mi voltai trovandomi Zayn a pochissimi centimetri di distanza. Lo dicevo io che mancava un pezzo.
-E tu dove ti eri cacciato?- chiesi poi abbracciandolo.
-Sono stato dietro di te tutto il tempo  ma tu non mi hai proprio calcolato..- disse poi staccandosi e facendo il finto offeso.
-Ok, allora io entro e non ti do neanche un bac…- non riuscii neanche a finire la frase che le sue labbra erano sulle mie e le sue braccia pronte a reggermi.
-io…- finii la frase di prima beandomi dei suoi meravigliosi occhi.
-Troppo tardi baby… ora entriamo!- disse poi prendendomi una mano e trascinandomi dentro la scuola.
 
Quando vedevo i corridoi della scuola sembrava di vedere degli animali a caso in uno zoo.
Chi correva, chi rideva, chi mangiava, chi dava fastidio ai secchioni, chi ripeteva, chi pensava a qualche scusa per saltare l’interrogazione…
Improvvisamente ogni cosa mi sembrava più vera… come se ora ogni particolare fosse di vitale importanza.
Non riuscivo a capire perché, ma dalla mia ripresa non volevo che nulla sfuggisse al mio occhio.
Volevo godermi ogni minimo istante e bearmi di ogni più piccolo particolare.
Perché in realtà avevo paura.
Paura che quell’inferno potesse tornare e che le persone a cui volevo bene potessero lasciarmi.
Paura che quando questo sarebbe accaduto non avrei avuto nessun particolare, nessuna riflessione a cui aggrapparmi.
Percorrevo i corridoi della scuola con le mie dita intrecciate con quelle di Zayn e osservavo attentamente i volti della gente intorno a noi.
Stupore, gelosia, indifferenza…  ognuno in un modo diverso, ognuno con i suoi motivi.
E notando questo non potei davvero far a meno di pensare che non tutto era tornato come prima, perché io ero cambiata!
Ora tutto sembrava davvero avere un senso perché io cercavo disperatamente di darglielo.
Ero cambiata e me ne ero pure accorta.
Ero cambiata e sapevo pure il perché.
Ed ero felice , perché sapevo che non  ci sarei ricaduta. E sapevo che stavolta Zayn sarebbe stato al mio fianco.
E sorrisi agli sguardi pieni di stupore, gelosia e indifferenza perché ora stavo bene e nulla avrebbe potuto affondarmi.
 
Entrammo nella grande aula dove i rappresentanti di istituto avevano deciso di tenere l’assemblea.
 
-Allora ragazze e ragazzi, come ben saprete abbiamo proposto un ballo in onore delle vacanze di primavera.
Visto che siamo così sfigati da non averle il preside ha accettato di lasciarci la palestra per questo weekend permettendoci di organizzare il ballo si primavera.
Ora, avremo soli due giorni a diposizione dato che il ballo sarà questo sabato e tutti noi siamo esonerati dalle lezioni scolastiche. Avete domande?- chiese poi il ragazzo, che ricordavo si chiamasse Tom, per assicurasi che tutti avessero capito. Quando nessuno fece domande lui continuò.
-Bene, ora però abbiamo bisogno di idee ragazzi. Il ballo sarà a tema… cosa proponete?- alcune ragazze alzarono le mani.
Alcune proposero di vestirsi da personaggi famosi  ma l’ idea venne subito scartata.
-Perché non incentrare il ballo sui fiori… dopotutto è primavera no?- chiese Niall ingenuamente sgranocchiando delle patatine.
-Niall, troppo scontato. Dobbiamo trovare qualcosa che lasci tutti a bocca aperta, che spinga le ragazze ad impazzire pur di trovare il vestito adatto e mostrarlo agli altri. Deve creare una specie di competizione e di vestiti  a fiori ce ne sono a bizzeffe nei negozi!- disse Shoshanna prendendo parola.
Io sorrisi sotto i baffi e annuii in segno di approvazione. Quella ragazza sembrava leggermi nel pensiero.
-Beh, credo che Shoshanna abbia ragione Niall… qualcuno ha proposte interessanti?- chiese poi Tom grattandosi la mano.
-Perché non fare un ballo di primavera in stile rock!- disse poi Zayn ricevendo tutti gli sguardi dei presenti su di lui.
Un ballo rock? Che grandissima figata!
-Io concordo, insomma sarà divertente trovare dei vestiti da rockettara!- disse Sylvia tutta eccitata. Nella sala iniziò ad alzarsi un vocio.
-Zitti tutti!- urlò Tom  nel microfono.
-Io personalmente trovo che questa idea sia geniale… è orginale, esplosiva e sicuramente sarà divertente tornare ai vecchi anni 70’ e 80’… ora alzate la mano se siete d’accordo!- neanche il tempo di finire la frase che quasi l’intera sala aveva la mano alzata in aria.
-Bene, pare proprio che abbiamo trovato il tema per il ballo!- tutti iniziarono ad applaudire ed esultare mentre io non riuscivo a far altro che ridere.
-Perché ho l’impressione che tu ti sia ispirato a me?- chiesi poi a Zayn abbracciandolo.
-Perché le tue impressioni sono sempre esatte!- disse poi baciandomi.
 
-Bene bene.. ragazzi state calmi e sedetevi per favore!- con queste parole Tom riuscì a ripristinare la calma nell’aula.
-Styles, tu e il tuo gruppo vi occuperete della musica e dei volantini… Maxxie tu e i tuoi penserete al cibo e io e gli altri agli addobbi e al fotografo… il biglietto sarà gratuito dato che il preside ha generosamente finanziato questa iniziativa… ora andate e mettevi all’opera!- tutti applaudirono di nuovo prima di alzarsi ed andare a svolgere i propri compiti.
 
Una volta usciti fuori andammo a sederci sulle gradinate della palestra per discutere sul da farsi.
 
-Allora, chi è bravo con la grafica tra di voi?- chiese Sylvia riferendosi ai volantini.
-Io me la cavo bene, però non posso farcela da sola!- disse Anne scrollando le spalle.
-Ti aiuto io!- disse Liam poggiandole una mano sulla spalla. Anne arrossì violentemente prima di annuire. Io e Zayn ci lanciammo uno sguardo di intesa e iniziammo a ridacchiare.
-Se volete posso aiutarvi anche io!- disse poi Lidia unendosi ai due. Entrambi accettarono sorridenti.
-Allora… Lidia, Liam e Anne si occupano di creare i volantini e…  Louis, Sylvia e Niall si occuperanno di distribuirli per tutta la scuola!-  disse Zayn. Tutti annuirono.
-Mentre io, Agn, Harry e Shoshanna ci occupiamo della musica, ok?- tutti sembrarono d’accordo  ma poi Liam ci fece sobbalzare.
-Aspettate!- disse.
-Io non ho nessuno con chi andarci!- Vidi Lidia tirare una gomitata ad Anne che sembrò risvegliarsi.
-Se vuoi puoi venirci con me!- disse imbarazzatissima. Tutti eravamo in un silenzio tombale. Stavamo aspettando la decisione di Liam e la tensione si poteva percepire a pelle. Lo vidi aggrottare le sopracciglia prima di tirarsi uno schiaffo sulla fronte.
-Ma certo! Certo che voglio che tu ci venga con me, Anne!- disse tutto esaltato. Vidi gli occhi di Anne brillare e non potei far altro che sorridere felice. Lei gli saltò al collo candendo con lui all’indietro. Tutti iniziammo a ridere,  anche Liam, mentre Anne non faceva altro che scusarsi.
 
-Sylvia, tu ci vieni con me… e non si discute!- disse ad un  certo punto Louis facendo cessare le risate di tutti.
-Volevo vedere se invitavi un’altra… le avrei tagliato i capelli a quella stronza!- disse poi Sylvia incrociando le braccia al petto e chiudendo gli occhi. Tutti ridacchiammo di fronte alla sua scenata di gelosia mentre Lou sembrava un po’ scandalizzato.
-Niall e Lidia andranno insieme dunque!-disse Harry indicando i due che erano arrossiti fino alle punte dei piedi.
-Beh, se a lei sta bene… mi piacerebbe!- disse Niall tenendo ancora lo sguardo basso. Era così tenero!
-Si, va bene!- disse poi Lidia con un bellissimo sorriso radioso.
-Bene… allora le coppie sono fatte!- disse Shoshanna sdraiandosi sulle gambe di Harry.
-Fermi tutti! E’ il mio primo ballo all’americana ok? Io voglio la richiesta ufficiale!- dissi incrociando le braccia  e aspettando che Zayn me lo chiedesse.
Tutti risero non  capendo che ero davvero seria.
Non sentendo Zayn parlare aprii di poco gli occhi, che prima avevo chiuso, e notai che lui non c’era più.
Un senso di angoscia mi pervase lo stomaco. Se ne era andato di nuovo?
Sentii qualcuno tossire teatralmente alle mie spalle e mi voltai di scatto.
Zayn era in ginocchio e teneva un garofano bianco in mano.
-Agnese Jonson, ti andrebbe di venire al ballo di primavera con me?- chiese porgendomi il bellissimo fiore. Lo presi e lo annusai godendomi il profumo a pieni polmoni.
-Zayn… un garofano, davvero?- chiese Louis trattenendo una risata.
-Fedeltà, il garofano bianco simboleggia la fedeltà!- dissi io sorridendo a Zayn dolcemente.
-Oh…  bravo a al mio Zayn!- disse poi Tomlinson.
Mi avvicinai a Zayn e lo abbracciai come mai avevo fatto prima.
-Non mi hai ancora risposto!- disse poi lui poggiando la sua fronte alla mia.
-Si, idiota!- dissi io ridacchiando e dividendo tra di noi le distanze. Da dietro di noi tutti iniziarono a fischiare e applaudire.
Le cose ora non potevano davvero andare meglio.
 

 
 
 

Non ci posso credere, ce l’ho fatta davvero?
Non sono stata a casa mia questa settimana e sono tornata da pochi giorni quindi sorratemi :(
Allora, questo capitolo non pi piace molto ma questo e il prossimo sono un po’ di passaggio ma poi ci sarà il capitolo boom e poi l’epilogo!
Non voglio pensarci, è quasi finita!

Comunque voglio ringraziare SpaccioSupra e GemVper aver recensito il capitolo precendente, VI LOVVO RACAZZE! <3
                             
  Pooooi vorrei fare un po’ di pubblicità ad una ragazza che ho conosciuto qui su EFP e con cui ho instaurato uno splendido rapporto :)
Quindi se passaste da qui: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1817607&i=1
Io ve ne sarei davvero grata e anche lei :)

Grazie a che ha inserito la storia  nelle SEGUITE-PREFERITE-RICORDATE!
 
Alla prossima girls <3

 
-CONTINUO AD ALMENO 1 RECENSIONE-


 

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Capitolo 19
*** Chapter 18 ***


CONTINUO AD ALMENO 1 RENSIONE :)
buona lettura <3



Pov Zayn

 

Agnese, Lou e Sylvia erano in ritardo anche questa mattina.
Mi sedetti ai piedi della quercia che si trovava nel giardino della scuola e iniziai a fumare la mia sigaretta quando una vocina irritante decise di disturbarmi.
Jenna era in piedi di fronte a me con dei trampoli e due chili di trucco in faccia.
-Che vuoi?- chiesi soltanto cercando di levarmela di torno.
Da quando l’avevo mollata non faceva altro che perseguitarmi. Non riusciva proprio a capacitarsi del fatto che ero cambiato e che ora ero innamorato di un’altra ragazza.
-E così andrai al ballo con quella…- disse facendo una smorfia disgustata.
Per qualche strano motivo quella sua espressione mi fece contorcere le budella. Nessuno poteva riferirsi a lei in quel modo.
-Si, ci vado con Agnese… che ti importa?- chiesi brusco alzandomi in piedi e cominciando a camminare nella parte opposta del giardino sperando di togliermela di torno.
-Mi hai usata come giocattolino quando la tua Agnese ti odiava e poi quando lei ha deciso di perdonarti tu mi hai mollata come se io fossi un oggetto. Non hai pensato ai miei sentimenti Zayn? Non hai pensato alla possibilità che io avrei sofferto?- mi chiese ad un certo punto piazzandosi di fronte a me, con le lacrime agli occhi.
Conoscevo bene Jenna e sapevo che ogni cosa che diceva o faceva aveva sempre un doppio fine, ma stavolta mi sembrava dannatamente sincera e un senso di colpa iniziò ad insinuarsi nel mio stomaco.
Rimasi in silenzio, con lo sguardo abbassato e la bocca leggermente spalancata.
-Non l’avevi neanche preso in considerazione, eh?- mi chiese poi lei abbassando lo sguardo e sorridendo fra se tristemente.
-Sono stata solo una stupida a pensare che tu potessi cambiare per una come me. A pensare che tu potessi amarmi. Una stupida a pensare di essere migliore di lei.-
Lo disse con un tono così carico di tristezza, sincerità e rancore che quasi non la riconoscevo più.
-Mi dispiace per averti usata, per averti illusa, per non aver mai capito quanto tu ci tenessi a me e scusami davvero. Se solo me lo avessi detto prima avremmo sofferto tutti meno.- alzai lo sguardo titubante scorgendo il suo viso pieno di lacrime.
Dove era finita la Jenna che conoscevo io?
-Jenna, non piangere per me. Non me lo merito.- lei scosse la testa e capii che non stava parlando solo di me.
-Io invece mi sono meritata tutto. Sono solo una lurida bastarda, un mostro!- mi avvicinai a lei asciugandole le lacrime con le mani, non capendo ancora.
-Perché? Perché dici così?- le chiesi poi dolcemente. La costrinsi, con una mano, al alzare il viso e guardarmi in faccia.
-Ero gelosa e incazzata. Così io… non odiarmi Zayn, ti prego!-
La sua voce era rotta dai singhiozzi ma io non riuscivo proprio a capire di cosa diavolo stesse parlando. Si gettò tra le mie braccia e istintivamente le accarezzai i capelli.
-Dimmi perché mai dovrei odiarti… - dissi poi costringendola a staccarsi e guardarmi negli occhi.
-Io… volevo solo spaventarla ma lei ha perso l’equilibrio e ha perso i sensi. Ero spaventata così ho chiamato un’ambulanza e sono corsa via. Non odiarmi, mi dispiace tanto!-
Piangeva ancora mentre io non riuscivo a capire ancora di cosa stesse parlando.
Poi qualcosa iniziò a muoversi nel mio cervello.
E se stesse parlando di lei, e se ora era in ospedale, e se ci fosse ricascata?!
-Non dirmi che stai parlando di lei!- ora il mio tono era duro e arrabbiato. Come aveva potuto farlo!
-Z-Zayn… io..- non le permisi nemmeno di finire di parlare che la presi sbattendola contro il tronco di un albero.
-Tu, ecco perché non ti ho mai amata. Non lo meriti, ecco perché! Ti comporti sempre come se tutto fosse meno importante di quello che desideri e faresti anche del male pur di ottenere ogni tuo minimo capriccio! Io la amo, Jenna… ma se sei stata capace di ferire l’unica cosa che amo davvero non so se tu mi abbia mai amato seriamente, come dici.- la vidi spalancare gli occhi mentre io non riuscivo più a calmarmi.
-Dov’è ora?- le chiesi poi. Inizialmente non rispose.
Le lanciai un’occhiataccia prima di avvicinarmi di nuovo a lei pericolosamente.
-A casa sua, se l’è cavata con un polso slogato.- mi spintonò leggermente prima di levarsi le scarpe e cominciare a correre verso l’uscita della scuola, probabilmente, ancora in lacrime.
 
 
 
Non mi importava del ballo, dei preparativi, del fatto che nessuno sapeva dove mi trovassi in quel momenti.
L’unica cosa che mi importava ora era sapere come stava Agn.
Jenna aveva detto che aveva solo un polso slogato ma ormai non mi fidavo per niente di lei.
Parcheggiai la mia auto di fronte casa sua per poi scenderei corsa e suonare al campanello.
Dopo alcuni eterni minuti lei mi venne ad aprire con addosso solo una maglia larghissima dei Black Sabbath , un paio di collant bucherellate e i capelli scompigliati.
Non aveva l’aria di una che si era appena svegliata, ma piuttosto di una che non aveva proprio chiuso occhio.
Spalancò gli occhi quando vide che ero io e si spostò permettendomi di entrare senza dire neanche una parola.
Restammo qualche secondo a fissarci e capii che eravamo soli in casa dato che non c’era nessun rumore.
Non riuscii più a trattenermi così mi gettai fra le sue braccia. La strinsi forte ma stando attento a non farle del male. Per colpa mia aveva subito già abbastanza.
-Come stai?- chiesi poi lasciandole dei dolci baci nei capelli.
-Bene, Zayn. Che ci fai qui?- chiese poi allacciandomi le sue mani dietro al collo permettendomi di guardarla negli occhi.
Aveva un livido sotto l’occhio e il sopracciglio leggermente spaccato. Una fasciatura al polso e un ginocchio sbucciato.
-Mi dispiace tanto Agn. Non so come abbia potuto farlo…- non sapevo cosa dirle, come giustificarmi. Mi sentivo in colpa, dopotutto se io non avessi giocato con i sentimenti di Jenna lei non sarebbe arrivata a quel punto.
-Zayn, non è colpa tua e tranquillo… sto benissimo, non  ho niente!- mi sorrise amabilmente prima di poggiare le sue labbra piene e morbide sulle mie.
-Lo sai bene che è anche colpa mia, Agn, e non cercare di rassicurarmi tanto non cambierò opinione!-
Postai le mai sulle sue, ancora sul mio collo, e le staccai per poi prenderle fra le mie e baciarle.
-Beh e se ti dicessi che ti ho perdonato?- ritentò poi prendendo ad accarezzarmi i capelli.
Si avvicinò al mio orecchio e ci soffiò leggermente dentro facendomi eccitare -Andrebbe meglio?-  sussurrò.
-Molto meglio direi!- la mia voce era roca ed eccitata.
Incredibile come quella ragazza riuscisse a farmi cambiare idea tanto facilmente.
-Bene, e ti andrebbe di salire in camera mia?- continuò a sussurrarmi all’orecchio con quel suo tono dannatamente malizioso ed eccitante.
Ingoiai a vuoto la saliva per poi annuire impercettibilmente.
La sentii ridacchiare prima che lei iniziasse a lasciarmi una scia di baci sotto tutta la mascella.
-Mi segua signor Malik…- si staccò da me e iniziò a salire le scale tenendomi per mano.
Aprii la porta facendosi da parte per farmi entrare. Voleva condurre il gioco ma io non glie lo avrei mai premesso. Le sorrisi maliziosamente prima di avvicinarmi a lei e alzarla per le cosce.
Rise presa in contropiede ma la cosa sembrò non dispiacerle affatto. Allacciò le sue gambe al mio bacino mentre continuava a torturarmi il collo con i suoi baci roventi.
La poggiai sul letto stendendomi poi su di lei facendo attenzione a non pesarle. Stavo per avventarmi sulle sue labbra quando il suono di un cellulare, il mio, ci fece sobbalzare.
L’atmosfera che si poteva sentire fino a qualche secondo prima sparì improvvisamente.
Sbuffai mentre Agnese se la rideva.
Presi il cellulare e notai che si trattava si Harry. Ormai non avremmo fatto più nulla quindi risposi.
-Dimmi Harry…- risposi abbastanza scocciato e irritato.
-Dove cazzo sei? Tu e Agn mancate entrambi e dovevamo trovare un gruppo per il ballo stamattina!- mi sbattei la mano in fronte maledicendomi di essermene dimenticato.
-Agn non sta molto bene così sono a casa sua. Non potete venire qui così vediamo di organizzarci?-
Sentii una voce femminile parlare con Tom.
-Tom ci ha dato il permesso. Dieci minuti e siamo da voi!-
Non ruscii neanche a rispondere che Harry riattaccò.
-Temo che dovremo rimandare a domani…- disse Agnese alzandosi dal letto e indossando un paio di pantaloncini di jeans.
-Già, Harry e Shoshanna stanno venendo…- sbuffai togliendomi la giacca e gettandomi sul letto. Agnese mi raggiunse subito accoccolandosi tra le mie braccia.
-Ho avuto paura.- sussurrai poi stringendola a me ancora più forte.
-Non devi. Io sono qui.- disse poi aprendo gli occhi e dividendo le distanze tra le nostre labbra.
Stavolta fu il suono del campanello a disturbarci. Sbuffai alzando gli occhi al cielo.
-Che tempismo di merda che ha Harry!- sbottai alzandomi dal letto mentre Agn se la rideva.
Scesi le scale seguito da lei e corsi ad aprire.
 
 
 
 
-Allora, mi vuoi dire perché il tuo occhio è messo così male?- chiese Shoshanna per l’ennesima volta mentre noi tre cercavamo di contattare l’ennesimo gruppo che ci avrebbe dato buca.
-Non è nulla cazzo! Cazzeggiavo con mio fratello e sono caduta, ok?- sbottò Agnese visibilmente alterata.
Si vedeva che non aveva dormito e ora le continue domande da parte della sua amica la stavano innervosendo.
Le presi una mano cercando di calmarla e le lasciai un bacio sulle labbra quando mi sorrise dolcemente.
In realtà non riuscivo a capire perché volesse difendere Jenna. Se avesse detto la verità a Shoshanna sarebbe andata su tutte le furie e le avrebbe sicuramente staccato tutti i capelli alla prima occasione.
Ma lei aveva deciso di inventarsi una scusa, perché?
-Cazzo ho un’idea!- disse improvvisamente Agn scattando in piedi.
-Dobbiamo solo sperare che non abbia cambiato numero…-  si avviò verso il telefono di casa e iniziò a frugare fra i mille numeri scritti disordinatamente nella sua adorata agenda.
-Metti il vivavoce!- disse Harry curioso.
Agnese annuì e premette il tasto per far sentire la conversazione anche a noi.
-Agnese?- la voce femminile dall’altro capo del telefono era marcata e leggermente roca e sembrava davvero stupita che Agn la stesse chiamando.
-Ciao Maria!- rispose lei in inglese. Qualcosa mi diceva che la ragazza fosse italiana ma capisse perfettamente la nostra lingua.
-Da quanto tempo! Pensavo fossi morta!- Agnese sollevò gli occhi al cielo divertita.
-Sempre positiva vedo!- la ragazza dall’altra parte del telefono rise.
-Come mai mi hai chiamata Jonson?- chiese poi diretta.
-Siete ancora in giro per l’Inghilterra per quel tour?- chiese mordendosi il labbro inferiore e incrociando le dita.
-Si, siamo a Richmond. Abbiamo suonato qui ieri. Perché?- Agnese esultò silenziosamente e noi facemmo lo stesso. Richmond era davvero vicina e sicuramente avrebbero accettato l’ingaggio.
-Beh, la mia scuola sta organizzando un ballo di primavera a tema rock … e ci serve una band…per domani sera…- Agnese lasciò la frase in sospeso un po’ tesa. Evidentemente la band di questa Maria era in gamba e sarebbe stato perfetto.
Maria rise.
-Beh, sarà un onore far ballare tutti quei ragazzi e poi non vedo l’ora di rivederti!- il volto di Agnese si aprì in un grosso sorriso.
-Perfetto, ti mando un messaggio con l’orario e l’indirizzo della scuola. Ci vediamo domani e grazie ancora, mi hai salvato il culo!-
-Come se fosse la prima volta..- entrambe risero prima di salutarsi e riattaccare.
 
Agnese si avvicinò al divano dove noi avevamo assistito a tutta la conversazione in silenzio.
-Bene, abbiamo una rock band!- disse alzando il braccio non ferito in aria e cominciando a saltellare per tutto il salotto.
Harry iniziò a battere le mani e Shoshanna non riusciva ancora a credere che avessimo trovato una band.
-Ma sono bravi? Sei sicura?- chiesi poi io un po’ titubante.
-Si, ci suonavo anche io prima di trasferirmi qua!- rispose lei a tono fermandosi con le mani poggiate sui fianchi.
Risi prima di tirarla a me e baciarla appassionatamente.
 
 
Decidemmo di andare a scuola per avvertire Tom che la band era apposto.
Entrati nel cortile notammo che Jenna era sotto la nostra quercia che ci stava aspettando.
-Entra dentro, a lei ci penso io!- sussurrai ad Agnese in un orecchio per far si che gli altri due non potessero sentire.
-No, Zayn tocca a me parlare con lei e non preoccuparti ok?- mi passò una mano nei capelli fermandola poi dietro il mio collo.
Iniziai a pensare a quanto fosse bella, dolce e piena di sorprese. Pensavo di conoscerla a pieno eppure c’erano delle cose che ancora non sapevo.
-Ok, se succede qualcosa chiamami!- annuì per poi lasciarmi un bacio sulle labbra e iniziare a camminare verso Jenna.
 

 
Pov Agnese
 
 
Il fatto che Jenna fosse riuscita a sorprendermi e farmi del male, anche se leggermente, non mi avrebbe fermata.
Non avevo paura di lei e sinceramente non gliene facevo neanche una colpa.
Vedevo come guardava Zayn a mensa mentre lui baciava me, come guardava le sue labbra per poi scuotere la testa e abbassare lo sguardo.
Era lo stesso modo con il quale lo guardavo io quando loro stavano insieme, con la differenza che io non riuscivo a soffrire mentre lei ci riusciva alla grande.
Non ero arrabbiata, anzi… ero dispiaciuta. Mi dispiaceva che Zayn avesse usato lei per non far soffrire me.
E questo mi faceva contorcere le budella. Non doveva essere Zayn quello con i sensi di colpa ma io.
O forse, meglio ancora, un po’ tutti e due…
Mi avvicinai a lei infilando le mani nelle tasche dei pantaloncini di jeans chiaro.
-Stavi aspettando qualcuno?- le chiesi sorridendole leggermente.
Sbuffò. Dovevo starle proprio antipatica, ma la capivo.
-Si, aspettavo te.- mi disse solo sedendosi a terra. La imitai e notai che era struccata e al posto dei soliti trampoli aveva un semplice paio di Vans.
-Stai molto meglio così!- dissi alludendo al suo nuovo look. Mi fissò negli occhi qualche secondo, pensando che la stessi prendendo in giro e sbuffò.
-Perché sbuffi? Io ti faccio un  complimento … dovrebbe farti piacere no?!-  dissi con le fronte aggrottata e il mio solito sorriso.
-Perché mi fai un complimento se io ieri ho cercato di farti venire un infarto?- mi disse poi incrociando le mani al petto e guardandomi diffidente.
Di tutta risposta scrollai le spalle per poi stropicciarmi un po’ gli occhi struccati con le mani.
-Non sono affatto arrabbiata con te…- dissi solo.
Strabuzzò gli occhi incredula. Era davvero così assurdo?
-Ma io…- la interruppi prima che potesse dire qualcos’altro.
-Mi sembri una ragazza intelligente Jenna e se lo hai fatto avrai pur avuto i tuoi motivi. Zayn è un po’ incazzato ma vedrai che gli passerà. Mentre per me non ci sono problemi e vorrei davvero che i nostri rapporti migliorino.-  mi guardò a lungo senza dire parola. Poi allungò una mano aspettando che io la stringessi.
-Piacere io sono Jenna McFill. Capo cheerleader, ambiziosa, testarda, gelosa, innamorata e in fase di ristrutturazione…-
Strinsi la sua mano ridacchiando.
-Agnese Jonson, piacere!-
Alzò un sopracciglio come per accusarmi di qualcosa.
-Che c’è?- chiesi innocentemente.
-Non ti presentata come si deve. Devi dirmi più su di te per far si che io non ti odi.- risi di gusto alla sua affermazione e lei iniziò a ridere con me.
-Bene, allora comincio!- mi schiarii la voce e iniziai a stilare una lunga lista.
-Non sono mai stata una di quelle che vestono solo di rosa. Non sono mai stata una di quelle che non escono di casa se non perfettamente truccate. Non sono mai stata una di quelle che deve vestire per forza alla moda. Non sono mai stata una di quelle che pur di farsi notare si farebbe venire un finto infarto in pubblico. Non sono mai stata una di quelle che ha paura delle conseguenze. Non sono mai stata una di quelle che prima di aprire bocca conta fino a 3. Non sono mai stata una di quelle che non tiene alla famiglia. Non sono mai stata una di quelle che si fanno imbambolare da uno stupido bel faccino. Non sono mai stata una di quelle che hanno paura di piangere in pubblico. Non sono mai stata una di quelle che urlano “che schifo!” ad ogni piccola stupidaggine. Non sono mai stata una di quelle a disagio con se stesse. Non sono mai stata uno di quelle fissate con il proprio corpo. Non sono mai stata una di quelle perfette in qualunque cosa. Non sono mai stata una di quelle sempre attente ai sentimenti degli altri. 
No, io sono solo una ragazza di 17 anni. Una svampita diciassettenne che di perfetto e di rosa non ha proprio niente ma che si accetta per quello che è. Che non da voce a tutti gli insulti della gente, perché se li lascia semplicemente scivolare addosso. Una ragazza forte ma che non teme di apparire debole e insicura. Una ragazza che è semplicemente se stessa ma che agli occhi degli altri appare un mistero. Una ragazza in sintonia sia con il suo corpo che con la sua anima e che per questo spesso non viene apprezzata. Una ragazza che sa donare tanto affetto a chi dimostra di saperlo accogliere. Una ragazza di nome Agnese che ,a volte, di puro e casto sembra non avere proprio niente a dispetto di quello che dice il suo nome. –
Mi voltai nuovamente verso di lei che ora mi sorrideva stupita.
-E’ stato abbastanza soddisfacente signorina McFill?- chiesi ironicamente mentre lei iniziava a ridere.
-Si, vorrei avere anche io le idee chiare come le tue!-
-Ci ho messo 17 anni per riuscire a capire chi sono davvero e poi… tu sei ancora in ristrutturazione giusto? Ne riparleremo a lavoro finito!- mi alzai e aiutai ad alzare anche lei. Notai che Zayn era seduto su un muretto proprio di fronte a noi leggermente agitato.
Gli sorrisi e lo vidi rilassarsi.
-In fin dei conti lo sapevo…- mi voltai di scatto verso di lei senza capire a cosa si stesse riferendo.
-Lo sapevo che amava te. Ripeteva continuamente il tuo nome durante la notte ma volevo convincermi che le cose sarebbero cambiate e ho finito con il fare un macello!- il suo tono era tranquillo ma sapevo bene che dentro stava morendo. Istintivamente la abbracciai. Rimase pietrificata all’inizio ma poi si lasciò andare permettendomi di bearmi del suo calore.
-Scusa se hai sofferto a causa mia.- dissi poi in un bisbiglio. Lei rise staccandosi da me.
-Scusa se sono stata una stronza. Vai da lui, ci vediamo in giro!- le sorrisi prima di voltarmi di nuovo verso Zayn e iniziare a camminare verso di lui.
 
-Allora, hai finito di spiarmi?- gli chiesi quando fui abbastanza vicina.
-Cosa era quello?- chiese poi abbastanza stupito.
-Aaaa ti riferisci all’abbraccio? Siamo amiche ora!- dissi con nonchalance e con un grosso sorriso.
Lui scosse la testa ridacchiando.
-Sei incredibile…- disse poi.
Iniziai ad avvicinarmi improvvisamente desiderosa delle sue labbra. Erano così belle e morbide.
Eravamo a pochissimi centimetri di distanza quando una voce ci divise per l’ennesima volta.
-Ragazzi guardate che fighi questi bigliettini!- ci voltammo verso il ragazzo che aveva osato interrompere quel momento di puro romanticismo.
-Styles!- urlammo all’unisono arrabbiati.
Il ragazzo scrollò le spalle per poi correre via.
Io e Zayn ci fissammo negli occhi.
Ridemmo per un tempo infinito.

 
 
 
 
 
 
 

Salve a tutti e scusatemi per il piccolo ritardo.
Questo capitolo da come potete ben vedere è lunghino ed è anche l’ultimo.
Il prossimo sarà il prologo e io sto piangendo perché mi ci ero affezionata tantissimo a questa storia.
La prossima che ho in mente è stranissima. Non ho mai letto nulla del genere quindi davvero spero che voi possiate apprezzare.
Cooomunque ringrazio GemV per aver recensito lo scorso capitolo e spero che le recensioni almeno in questi ultimi capitoli aumentino :)
Ringrazio anche chi ha inserito la storia nella
SEGUITE-PREFERITE-RICORDATE <3
Io ora vado e vi lascio con le solite foto.. alla prossima ragazze!







-LA STORIA CONTINUERA' AD ALMENO 1 RECENSIONE-





 

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Capitolo 20
*** Chapter 19- Epilogo ***


The Challenge

Chapter 19

EPILOGO

 

 

 

Pov Agnese

 

-Non riesco a capire perché sei sempre così dannatamente insicura Lidia!- sbottò Shoshanna ancora spaparanzata sul mio letto.

-Infatti, ma non ti accorgi di come ti contempla Niall tutte le volte che siamo insieme?- ribadì poi Sylvia mentre mangiava una stecca di liquirizia.

Alzai gli occhi al cielo ridacchiando. Quelle due non dovevano mai farsi gli affari propri.

Uscii dal bagno con i capelli ormai asciutti e, ancora in accappatoio, andai a sedermi ai piedi del mio letto proprio accanto a Anne.

-Quale è il problema stavolta?- chiesi a quel punto beccandomi un’occhiataccia da tutte. Aggrottai la fronte. Insomma, cosa avevo fatto per meritarmi una tale occhiataccia?

-Che c’è?- chiesi poi non riuscendo proprio a capire l’atteggiamento di quelle quattro.

-Dobbiamo andare a fare shopping e comprare le cose per questa sera… sono le 11 e tu sei ancora in accappatoio!- urlò allora Shoshy facendomi sobbalzare.

Beh, non avevano proprio torto ma proprio non capivo il loro accanimento… era solo un ballo dopotutto!

-Ok, ora mi vesto!- dissi io alzando gli occhi al cielo e alzandomi. Afferrai dall’armadio una camicia a quadri verde e un paio di jeans sbiaditi e iniziai vestirmi.

-Di cosa stavate parlando comunque?- dissi ad un certo punto riferendomi alle urla di prima. Si sentivano fino a dentro il bagno e stavano parlando di Niall quindi la loro vittima era sicuramente Lidia.

-Lidia se la sta facendo sotto per stasera…- disse solo Anne ridacchiando. Mi sedetti a terra iniziando a infilarmi un paio di converse grigie.

Aggrottai la fronte non riuscendo  acapire il motivo di tale atteggiamento. Lidia era perfetta. I suoi capelli seppur riccissimi erano sempre in ordine, la pelle olivastra le stava a pennello e le faceva risaltare gli occhioni verdissimi, e poi era dolce, educata e sempre disponibile. E perfetta per Niall!

-Lidia, sei una ragazza bellissima e tu e Niall siete già stati insieme… che problema c’è?- chiesi poi. La vidi arrossire e istintivamente corsi ad abbracciarla.

Non ero mai stata un tipo molto sentimentale e espansivo ma in quel momento mi aveva fatto davvero tenerezza.

In realtà mi era successa una cosa piuttosto strana da quando ero guarita. Ero più socievole e meno acida con tutti. Forse per paura di perderli di nuovo.

-E’ proprio il fatto che siamo già stati insieme che mi imbarazza… se non gli piacessi più come prima?- mi sussurrò all’orecchio per evitare che le altre la sentissero. Io la strinsi ancora di più a me.

-Non è così. Per me lui è un libro aperto baby!- dissi poi staccandomi da lei e iniziando a ridacchiare.

Niall aveva ancora una grossa cotta per lei ma era troppo timido per farsi avanti.

-Beh, se sei pronta possiamo andare.- disse  Sylvia alzandosi di scatto dal pavimento. Si avvicinò a Lidia che aveva ancora lo sguardo indeciso e le gote arrossate e iniziò a trascinarla fino a fuori casa mia.

Ridemmo tutte sentendo le urla di protesta della riccia per poi scendere anche noi le scale e uscire di casa.

 

 

 

 

-Allora, propongo di dividerci!- disse ad un certo punto Anne sulla soglia del centro commerciale.

Sylvia aveva guidato come una matta per arrivare prima. Diceva che Louis sarebbe caduto ai suoi piedi quella sera e sarebbe affogato nella sua stessa bava ma non capiva che Louis era già cotto da un bel pezzo.

-Si, io ho già prenotato il vestito e mi mancano solo le scarpe e la borsa, se vuoi ti accompagno!- disse poi Sylvia riferendosi alla bionda. Anne annuì e insieme si avviarono verso il suo negozio preferito.

-Sono sicura che stasera sarà colorata come non mai!- disse Shoshanna ridacchiando osservando quelle due allontanarsi.

Io sorrisi. Dopotutto lo stile di Anne, così eccentrico, vivace e colorato mi era sempre piaciuto.

Anne mi era sempre piaciuta, così vivace e solare mi ricordava il sole dell’Italia.

-Vorrei tanto avere il suo stesso coraggio! Mi vesto sempre con questi colori smorti!- sbottò Lidia facendo una smorfia di disgusto osservando le sue converse nere rese ad uno straccio.

Roteai gli occhi. Perché doveva sempre sottovalutarsi? Era bellissima, le serviva solo un po’ di autostima cazzo!

-Vuol dire che stasera sarai più vivace!- le dissi io prendendola a braccetto e cominciando a camminare verso uno dei miei negozi di abbigliamento alternativo preferiti.

 

 

-Stai benissimo, devi per forza prendere questo completo!- quasi urlò Lidia osservando Shoshanna che si atteggiava da diva nel suo pantaloncino di pelle e nel suo top bianco e nero.

Ridacchiai guardandola pavoneggiarsi. Lei e Harry erano perfetti. Quasi identici ed ero felice che fossero finiti assieme.

-Tu che ne pensi?- chiese poi a me mentre si infilava anche la giacca che avevamo scelto insieme e un paio di sandali bucherellati dal tacco doppio.

-Io penso che Styles avrà un attacco di cuore stasera!- sbottai ridendo immaginandomi la faccia di Harry quando l’avrebbe vista quella sera.

-Bene, allora lo prendo!- disse fermando un commesso e chiedendogli di portare tutto alla cassa.

Lidia improvvisamente si voltò verso di me con un grosso sorriso.

-Ora tocca a te!- disse solo. Io ricambiai il sorriso alzando le spalle.

-Ho già tutto quello che mi serve… mia madre ieri ha insistito tanto e siamo andati in centro per fare shopping insieme…- dissi mentre i suoi occhi si riempirono di terrore. Lanciai a Shoshanna un’occhiata complice prima di voltarmi di nuovo verso di lei e sorriderle beffarda.

In realtà avevo già un vestito che avevo messo solo una volta ma volevo dedicarmi interamente alle mie amiche per quella giornata. Loro avevano fatto molto per me, insomma all’inizio si erano allontanate ma quando scoprirono tutto cercarono di aiutarmi in tutti i modi e io volevo ricambiare il favore, tutto qua.

-Sia questo cosa vuol dire?- chiesi poi maliziosamente. Lei deglutì a vuoto. Ridacchiai nel vedere quando la sua insicurezza la rendesse tenera.

-Che possiamo tornare a casa?- chiese lei supplichevole e speranzosa. Io e Shoshy scuotemmo la testa energeticamente prima di costringerla ad alzarsi e scegliere tutte le cose che le piacevano in negozio. Poi avremmo giudicato.

 

 

Io e Shoshanna restammo a parlare del ballo per qualche minuto mentre Lidia correva da una parte all’altra del negozio in cerca del vestito perfetto.

-Ragazze, non sono convinta per niente!- disse poi avvicinandosi con dei vestiti bianchi e neri in mano.

-Provali e vediamo come ti stanno, susu!- disse Shoshanna spingendola letteralmente dentro il camerino.

 

Dopo qualche minuto Lidia uscì dallo stanzino con una gonna corta e stretta raffigurante un paesaggio bianca e nera e un top a fiori della stessa tonalità, un paio di sandali bassi neri e un cappottino nero di jeans.

Sorrisi pensando a quanto fosse bella.

-Non sembri tu, sei bellissima!- urlò Shoshy correndo ad abbracciarla. Io incrociai le braccia non del tutto convinta.

Lei voleva colore e colore avrebbe avuto!

-Non ti piace?- chiese poi Lidia notando la mia esitazione. Io le sorrisi prima di alzarmi e cercare quel cappotto di pelle che avevo visto appena entrata nel negozio.

-Sei perfetta ma non eri tu quella che voleva colore?- chiesi poi mostrandole la giacca blu e un paio di sandali alti della stessa tonalità.

-Oh mio dio! Sei un genio!- urlò Lidia togliendomeli di meno e indossandoli. Si guardò allo specchio per qualche secondo prima di iniziare a ridere.

-I colori fanno a cazzotti e di rock ho ben poco!- disse poi rattristandosi subito.

Mi avvicinai a lei e le misi una mano sulla spalla.

-Come pretendi di farti notare da Niall se sarai vestita come tutte le altre?- chiesi sorridendole. Si  voltò verso di me e mi sorrise guardandomi negli occhi.

-E poi, questa si che è rock!- disse improvvisamente Shoshanna porgendole una borsa bianca e nera a forma di chitarra elettrica. Io e Lidia ci guardammo per un istante prima di iniziare a ridere.

 

 

 

-Salve ragazze, come sono andati gli acquisti?- chiese Anne addentando il primo pezzo di pizza seduta in una pizzeria del centro commerciale.

-Benissimo, comunque io vado, devo mangiare con Harry… ci vediamo stasera ragazze!- disse Shoshanna salutando tutte con un cenno della mano e correndo verso l’uscita del centro commerciale.

-Chi l’avrebbe mai detto che quei due alla fine sarebbero capitati insieme!- sbottò Sylvia sputacchiando pezzetti di pizza dappertutto. Lidia, indignata, le mise una mano d’avanti fulminandola con lo sguardo.

-Beh, e chi l’avrebbe mai pensato che tu e Tomlinson finiste insieme!- dissi poi io con lo stesso tono che aveva usato lei poco prima. Lei mi incenerì con lo sguardo.

-Non stiamo insieme!- disse abbassando lo sguardo un po’ arrabbiata.

-Il solo fatto che te la stai prendendo tanto vuol dire che ti piace… dovreste farla finita di fingervi amici e mettervi insieme. Si vede che entrambi non vedete l’ora che accada.- disse Anne incrociando le braccia al petto.

-Io me lo sbaciucchierei in ogni istante ma il problema è lui… e tu quando ti deciderai a parlare con Liam?- le chiese Sylvia prendendo, poi, un sorso della mia acqua.

-Sinceramente, penso che lo farò ma non mi aspetto che ricambi… so che da parte sua non c’è interesse.- disse con un tono di voce triste e una semplice scrollata di spalle che doveva stare ad indicare indifferenza ma che invece era solo stracolma di dolore.

 

 

 

 

Stavo camminando da qualche minuto per arrivare al parco dove avevo dato appuntamento a Liam.

Non ce la facevo a vedere Anne così e sapevo che, anche se in tutti i modi, cercava di non darlo a vedere, ci soffriva molto.

In realtà non ero sicura di come Liam l’avrebbe presa o di come l’avrebbe presa Anne se lo fosse venuto a sapere ma non mi importava. Non  riuscivo proprio a starmene in disparte senza agire.

Camminai ancora per poco prima di notare Liam seduto su una panchina che sorseggiava un’aranciata.

-Ehi!- dissi sorridente sedendomi accanto a lui.

-Ciao Agn!- rispose lui abbracciandomi e facendo un altro sorso dalla lattina.

-Ne vuoi un po’?- chiese porgendomela. Scossi la testa in segno di dissenso e mi accorsi che le mani cominciavano a sudarmi.

-Di cosa volevi parlarmi?- mi chiese improvvisamente spezzando il silenzio imbarazzante che si era creato tra di noi.

-Non credo ci sia un modo più appropriato per dirtelo e sinceramente non dovrei essere nemmeno qui a parlartene ora. Ma Liam, ormai sono qui e se questo si rivelerà un errore ti chiedo scusa in anticipo.- lui mi fissava con un sopracciglio inarcato e un’ espressione confusa.

-Si tratta di Zayn?- mi chiese poi lanciando la lattina verso un cestino e facendo canestro.

-No lui non c’entra… si tratta di Anne.- dissi ormai sicura di voler portare a termine il discorso.

Lui sgranò gli occhi per poi incitarmi a continuare con un cenno del capo.

-Siete diventati molto amici da quanto ho visto…- dissi poi. Il suo volto venne illuminato da uno splendido sorriso.

-Già, è l’unica ragazza con cui riesco a parlare di tutto, ma che c’entra?- chiese poi ancora più incuriosito.

-Ma è possibile che tu non te ne sia accorto?- gli chiesi sbalordita alzando le mani al cielo.

-Di cosa? Del fatto che mi muore dietro?- mi chiese poi un po’ imbarazzato. Io sgranai gli occhi incredula.

-Se lo sapevi perché te lo sei tenuto sempre per te?- gli chiesi poi alzando leggermente la voce e alzandomi in piedi.

Si alzò di scatto anche lui.

­-Perché…- abbassò lo sguardo  mentre le sue guance si arrossavano.

-Perché Liam? Lei ci sta malissimo!- dissi poi urlando. Lui sgranò gli occhi evidentemente preso alla sprovvista. Si accasciò nuovamente sulla panchina e si prese la testa nelle mani.

-Perché ho paura che lei non tenga a me tanto quanto io tengo a lei, non voglio rimanere ferito… non di nuovo!- disse quasi in un sussurro. Io mi sedetti accanto a lui ora molto più tranquilla. Iniziai ad accarezzargli la schiena dolcemente.

-Non pensi che quel sorrisetto sia abbastanza inadeguato in questo momento?- mi chiese poi voltandosi verso di me. Notai che aveva gli occhi lucidi.

-Sei uno scemo. Io scommetto che lei tiene a te almeno il doppio di quanto tu possa anche solo immaginare.- dissi poi iniziando a ridere.

-Quindi pensi che io e lei…- non gli diedi neanche il tempo di finire la frase che lo colpii.

-Ti ho detto di si e ti consiglio di darti una mossa imbecille!- dissi poi fingendomi una dura. Lui mi fissò oltraggiato per qualche secondo prima di cominciare a ridere seguito a ruota da me.

Mi alzai in piedi per tornare a casa e cominciare a prepararmi, era tardi.

-Beh, io vado Liam e mi raccomando!- lui annuì prima di stringermi in un abbraccio.

-Sono contento che Zayn abbia trovato qualcuno come te…- mi sussurrò poi nell’orecchio. Io sorrisi al solo sentire il suo nome.

 

 

Ero ormai pronta avvolta dal mio vestito blu e nero. Zayn sarebbe arrivato a minuti così decisi di infilarmi le scarpe e scendere di sotto per evitare che lui potesse assistere a tutti i commenti sdolcinati di mia madre e quelli assurdi di mio padre.

 

Iniziai a scendere le scale tenendomi la parte posteriore del vestito nelle mani per evitare di inciampare. Quando fui a soli due scalini dalla fine il campanello suonò e mio fratello andò ad aprire per poi avvisarmi che mamma e papà erano usciti e che era Zayn alla porta. Non riuscii neanche a ribattere che un profumo molto familiare mi fece voltare.

Zayn era avvolto da un paio di pantaloni neri strettissimi, una semplice maglia bianca e una giacca di pelle lucida. Sorrisi notando il suo sguardo che saettava su tutto il mio corpo.

-Se stasera qualcuno si sofferma a guardarti un secondo di più gli cavo gli occhi!- esclamò improvvisamente continuando a fissarmi imbambolato.

Lo guardai negli occhi. Dio quegli occhi mi facevano sorridere come un’idiota tutte le volte. Mi sentivo come una ragazzina alla prima cotta ma il mio problema era un po’ più grande. Io mi ero completamente fottuta il cuore.

-Era un  modo alternativo per dire che mi trovi bellissima?- chiesi maliziosa ondeggiando i capelli arruffati a arte.

-Oh si, lo era!- disse poi con la bocca ancora leggermente spalancata. Ridacchiai e scossi la testa scendendo velocemente gli altri due scalini e affiancandolo. Il fatto che lui si imbambolasse a guardare me mi faceva davvero tanto piacere.

-Anche tu sei bellissimo!- dissi poi circondandogli la vita con le mani.

-Beh, non che sia una novità…- disse passandosi una mano nel ciuffo e atteggiandosi. Risi prima di trargli una pacca sul ventre sodo e stampargli un bacio veloce sulle labbra.

Guardai l’orologio, Maria sarebbe arrivata a scuola tra una decina di minuti e io ci tenevo ad accoglierla così senza dire altro mi avviai verso la porta seguita da Zayn.

Il mio perfetto, dolce, vanitoso Zayn.

 

 

 

La palestra della scuola sembrava il set di un video musicale rock. Inutile dire che lo adoravo.

C’erano vinili dappertutto, poster attaccati alle pareti, chitarre di polistirolo ad ogni angolo e la stanza profumava di stuzzichini e buona musica.

Zayn teneva un suo braccio sulle mie spalle mentre aspettavamo che gli altri arrivassero. Improvvisamente sentii la voce di Tom urlare il mio nome.

Mi voltai di scatto e notai che era vestito in un modo alquanto bizzarro ma decisi di non commentare.

-Qualcosa non va?- chiesi poi avvicinandomi a lui. Mi squadrò per bene prima di arrossire e sorridermi.

-La band è qui fuori, volevo solo ringraziarti… la ragazza strana con i dread ha precisato che è qui solo perché glielo hai chiesto tu!- disse poi baciandomi teatralmente una mano. Io risi ma tornai improvvisamente seria quando notai lo sguardo duro di Zayn su di noi.

Era davvero geloso di un tipo vestito in un modo così osceno?

-Beh, non era necessario ma grazie.- dissi poi sorridendo prima a lui e poi a Zayn, che subito parve addolcirsi. Insomma, oramai doveva averlo capito che io volevo solo lui, e Jared Leto. Ma per ora mi accontentavo solo di lui.

Tom lanciò un saluto veloce a Zayn per poi sorridere nuovamente a me e sparire.

-Hai intenzione di commettere omicidi nella tua mente per tutta la sera, Malik?- chiesi poi divertita voltandomi verso il mio ragazzo e avvolgendogli le braccia al collo. Lui ridacchiò prima di annuire. Anche la sua gelosia mi mandava il tilt, cazzo!

-Mi daranno l’ergastolo!- disse poi assumendo un tono tragico e fingendosi impaurito. Iniziai a ridere passandogli le mani nei capelli.

-Si, poi magari faranno un film thriller su di te… “Il ragazzo dalla mente omicida”, ti prometto che andrò a vederlo al cinema…- dissi poi ridacchiando.

-Hei tu!- sentii poi urlare in lontananza. Mi staccai di scatto da Zayn per vedere di chi si trattava. Maria stava camminando verso di me avvolta in un vestitino tempestato di stelline. Il mio voltò si illuminò all’istante e subito corsi verso di lei abbracciandola forte.

Mi era mancata moltissimo. Lei era la mia migliore amica in Italia e ne avevamo combinate così tante insieme che ridevo solo al ricordo.

-Dannazione, non sai quanto mi sei mancata!- le dissi poi affondando il  naso nei dread colorati.

Profumava ancora di rum e tabacco, era un odore così dannatamente familiare.

-Anche tu, che hai fatto ai capelli?- chiese poi notando che li avevo tinti di biondo e blu.

-Io potrei chiederti la stessa cosa!- ribattei poi riferendomi ai suoi che erano molto più bizzarri.

Iniziò a ridere seguite da me. La sua risata così stridula e contagiosa mi era mancata molto. Era un misto tra una gallina strozzata e una tromba mal funzionante.

-Comunque grazie per essere venuta, mi hai salvato il culo, davvero!- dissi poi sorridendole dolcemente.

-Non ringraziarmi, mi andava di rivederti e conoscere i tuoi nuovi amici…- disse poi sorridendo maliziosamente a Zayn che  stava parlando con Harry e Shoshanna.

Alzai gli occhi al cielo intuendo le sue illusioni pervertite verso il mio ragazzo.

-Vieni, te li presento…- dissi poi prendendola per mano e trascinandola dai miei amici e dal mio ragazzo.

-Ragazzi lei è Maria, Maria loro sono Shoshanna, la mia migliore amica ,e Harry, il suo fidanzato…- dissi indicandoli con una mano. I tre si sorrisero e si strinsero la mano.

-E lui? Anche lui tuo amico?- chiese Maria con un tono scherzoso e un sorrisetto malizioso. Che stronza, aveva visto che prima eravamo tutti avvinghiati…

-No, lui è Zayn… - non riuscii nemmeno a finire la frase che Zayn si mise in mezzo.

-Piacere Zayn, il suo fidanzato!- esclamò deciso stringendole la mano con un sorriso enorme, di quelli che mi mandavano sempre in tilt.

-Eh si, Agn se li sceglie sempre bene!- esclamò poi facendo ridere tutti. Scossi la testa e le tirai un colpetto amichevole dietro la nuca. Mi lanciò un’ occhiataccia.

-Beh ragazzi io vado dalla band che tra un po’ di comincia!- disse poi saltellando e alzando le mani al cielo.

Senza neanche permetterci di salutarla se ne andò di corsa gettandosi nelle braccia di Luca, il batterista.

-Che tipo!- esclamò Zayn improvvisamente. Sorrisi e annuii. Che tipo!

-Non sai quante ne abbiamo combinate insieme, eravamo inseparabili!- dissi poi io con un pizzico di malinconia ripensando ai vecchi tempi.

 Dopotutto la mia vecchia vita mi mancava tantissimo nonostante fossi riuscita ad ambientarmi subito in Inghilterra. Mi mancavano i miei vecchi amici, la mia vecchia band, la mia vecchia casa, il mio vecchio professore di arte. Mi mancavano i miei nonni e tutta la mia famiglia. Ma poi  Niall mi sorrideva, Louis mi faceva ridere, le mie amiche mi abbracciavano e stavo meglio. Poi guardavo Zayn negli occhi, lo baciavo e mi sentivo a casa.

Lui mi abbracciò lasciandomi dolci baci nei capelli. Ad un certo punto si mise a tossire e sputacchiare.

-Ma quanta lacca ti sei  messa?- chiese poi con una smorfia disgustata.

Scossi la testa alzando gli occhi al cielo, divertita, e, senza dire nulla, iniziai a camminare in direzione di Liam e Anne che sembravano davvero molto tesi.

-Che è successo?- chiesi improvvisamente passando con lo guardo dall’uno all’altro.

Anne mi lanciò un’occhiataccia mentre Liam continuava a guardarsi le scarpe.

-La prossima volta cerca di non impicciarti per favore!- disse improvvisamente la bionda sorpassandomi e dirigendosi a grandi falcate verso Louis e Sylvia che stavano ridendo beatamente.

-Cosa hai fatto?- chiesi poi a Liam. Mi rivolse un’occhiata di scuse prima di uscire fuori dalla palestra.

Lui voleva lei, lei voleva lui. Io che centravo?

Sbuffai passandomi una mano nei capelli e iniziai a guardarmi attorno. Sylivia e Louis stavano limonando finalmente. Harry e Shoshanna battibeccavano come al solito e Zayn, beh Zayn stava ballando con Jenna.

Si voltò verso di me quando notò che li stavo osservando. Mi chiese i permesso con uno sguardo. Gli sorrisi prima di lanciargli un bacio volante.

Io e Jenna non avevamo più parlato ma la trovavo una ragazza interessante e avrei continuato a frequentarla. Non  mi dava nemmeno fastidio il fatto che stesse ballando con Zayn perché mi fidavo di lui e sapevo che non mi avrebbe mai più fatto del male.

Ricominciai a guardarmi intorno, Lidia parlava con Anne tentando di calmarla. Mi si formò un groppo in gola al sol pensiero che fosse solo colpa mia.

Decisi  di uscire fuori e prendere un po’ d’aria prima che Maria cominciasse a cantare.

 

 

 

Iniziai a camminare nel giardino che ormai conoscevo a memoria. Decisi di fumarmi una sigaretta così corsi a sedermi sul solito muretto . Notai che Liam se ne stava seduto sotto la quercia ma decisi di non disturbarlo. Ora aveva solo bisogno di starsene da solo.

Io volevo solo aiutare, dove avevo sbagliato stavolta?

Chiusi gli occhi e incrociai le caviglie mentre buttavo fori il fumo grigio. Mi voltai di scatto spaventata quando sentii qualcuno toccarmi una mano.

Sorrisi sollevata quando notai che si trattava semplicemente di Niall.

-Che fai qui?- chiese poi prendendo posto accanto a me e buttando a terra la sigaretta non ancora finita.

Lo guardai male per quello che aveva appena fatto ma mi addolcii subito pensando che l’aveva fatto solo per la mia salute.

Niall era quello con il quale avevo legato di più. Era di una dolcezza infinita e ci trovavamo spesso d’accordo su qualunque cosa. Gli volevo un bene dell’anima e lui lo sapeva perfettamente, per questo cercava sempre di dimostrarmi il suo il ogni gesto.

-Zayn e Jenna dovevano chiarirsi e Anne mi odia. Tu piuttosto non dovresti essere con Lidia?- chiesi poi spingendolo scherzosamente con una spalla.

Come potevano due persone fatte per amarsi a vicenda ostinarsi a stare lontane?

-Si ma Anne stava piangendo e sai come è fatta lei…- disse poi cominciando a torturarsi le mani e sorridendo come un ebete.

Oh si lo riconoscevo quel sorriso. Amore. Puro, passionale e fottuto amore.

-Oh si… e come mai avete fatto così tardi?- chiesi poi un po’ stranita. Lidia era sempre stata una ragazza molto puntuale e Niall invece era sempre in anticipo.

Questa cosa un po’ mi puzzava. Che uno dei due avesse mandato tutto a monte?

-Ecco, io e lei abbiamo…- improvvisamente arrossì mentre un sorriso enorme si faceva spazio su suo volto angelico.

Sgranai gli occhi e spalancai la bocca incredula.

Altro che mandare tutto a monte, quei due ci erano dati dentro alla grande!

-Siete andati a letto prima del ballo?- chiesi poi alzando la voce di un’ ottava. Niall mi tappò subito la bocca con una mano guardandosi attorno furtivamente.

-Non urlare ti prego, è già difficile per me parlarne con te…ma dovevo dirtelo…- disse ancora molto imbarazzato. Io annuii staccandomi la sua mano enorme dalla faccia. Poi sorrisi ancora incredula e lo abbracciai scompigliandoli i capelli affettuosamente.

Cazzo, nella mia testa stavo esultando alla grande.

-Te lo meriti tesoro!- esclamai poi mentre lo abbracciavo.

Niall sarebbe rimasto sempre il mio migliore  amico.

 

 

 

 

-Dannazione io amo questa canzone… Lou chiedimi di ballare!- urlò Sylvia muovendosi lentamente a ritmo di “Hey Jude” dei Beatles.

Maria li aveva sempre adorati e ci inseriva sempre una canzone nella scaletta. Sorrisi ripensando al fatto che quella fosse proprio la mia preferita da sempre.

Louis annuì e la trascinò al centro della pista iniziando a strusciarsi su di lei.

Io iniziai a cantare chiudendo gli occhi. Inutile, i Beatles erano magici e Maria era migliorata moltissimo.

-Ehy Agn lalalala… risi sentendo Zayn che canticchiava a ritmo di musica tenendomi stretta nelle sue braccia da dietro.

-Non sai neanche le parole, vergogna!- dissi poi tirandogli uno schiaffo sulla mano che era sulla mia pancia.

Mi voltò verso di lui facendo scontrare i nostri petti e immergendo i suoi occhi nei miei. Si avvicinò lentamente ma  lo fermai a poi centimetri dalle mie labbra.

-Non meriti un mio bacio se non conosci le canzoni dei Beatles!- dissi poi seria incrociando le braccia al petto.

Lui si portò una mano al cuore indignato. Io cercai di trattenermi dal ridere. Insomma stava cercando di farsi perdonare e aveva assunto un finto accento francese che gli stava proprio male.

-La prego madamoiselle. Come potrei vivere senza i suoi basci?- mi chiese ancora prendendomi per una mano e facendomi fare una giravolta.

Non riuscii più a trattenermi e iniziai a ridere come una sclerata mentale, non riuscivo più a fermarmi.

Il mio sorriso si spense solo quando notai Liam, solo, in un angolo della palestra.

-Torno subito…- dissi solo a Zayn mentre mi allontanavo.

Non avrebbe divuto fregarmene, dopotutto io avevo solo cercato di aiutare e se loro avevano finito per il litigare io che centravo?

Allora perché mi sentivo così dannatamente in colpa?

Dovevo assolutamente fare qualcosa e alla svelta…

Uscii fuori dalla palestra in cerca di Tom, avevo avuto un’idea e se tutto sarebbe andato come nei piani quei due si sarebbero riappacificati.

 

 

 

-Un applauso alla band che stasera ci ha fatto cantare e ballare! Davvero grandi ragazzi!- urlò Tom nel microfono mentre un  grosso applauso si elevava da sotto il palco.

Io ero pronta per salire lì sopra e far si che l’amore trionfasse ancora.

-Ora, come tutti i balli che si rispettino anche noi abbiamo deciso di votare la reginetta e il re del ballo. A presentarli Agnese Jonson!-

Salii sul palco accompagnata da fischi di apprezzamento e applausi.

-Buonasera a tutti, prima di annunciare i nomi dei vincitori vorrei dirvi che abbiamo voluto distinguerci dalle altre scuole. Insomma, il ballo lento dopo l’incoronazione avrebbe fatto troppo film americano!- tutti iniziarono a ridere.

-Così abbiamo deciso che il re e la reginetta avranno diritto a un picnic nel parco qui vicino offerto da noi del comitato della scuola stasera stesso!- tutti cominciarono a urlare e applaudire. Mi sforzai di non ridere, sembravano un branco di animali selvaggi.

 

-Bene allora, il re e la reginetta del ballo di primavera sono… - nella palestra calò il silenzio. Frenai il desiderio di sollevare gli occhi al cielo e ridacchiare. Sembrava davvero di stare in un film.

-Anne Scott e Liam Payne!- urlai poi senza neanche leggere il bigliettino. Il mio era un piano ben preciso e non sarebbe stato uno stupido bigliettino a fermarmi!

I due salirono sul palco e si posizionarono chi alla mia destra e chi alla mia sinistra mentre Tom li incoronava.

Sembravano entrambi a disagio e tesi. Mi voltai verso di Liam.

-Mi raccomando, è la tua ultima opportunità, non fare cazzate!- sussurrai allontanando il microfono in modo tale che solo lui potesse sentirmi. Mi sorrise e annuì.

Poi mi voltai verso Anne che sembrava molto più incazzata.

-Mi dispiace per essermi messa in mezzo ma volevo solo aiutare… lascialo parlare stasera e fidati di me ok?- sembrò pensarci su un pochino prima di sospirare e annuire.

-Bene, ora vi spetta il vostro bel picnic, quindi smammate!- urlai io spingendoli. Tutti risero me compresa.

-E ora, Maria, facci ballare!- urlai io mollando il microfono e scendendo di corsa dal palco per fiondarmi poi sulle labbra di Zayn.

Ballammo e cantammo tutti insieme sulle note di “King for a day” dei Green Day.

 

 

 

-Sei anni dopo-

 

-E io che pensavo che qui non ci avremmo più messo piede!- sbottò Zayn parcheggiando la macchina davanti al parco dove si sarebbero tenute le nozze.

Avevamo deciso entrambi di frequentare una scuola di arte in America dopo il liceo. Lui era un genio a disegnare mentre io mi dilettavo nel comporre canzoni.

Avevamo deciso di sistemarci lì e non eravamo più tornati in Inghilterra dopo di allora.

-Andiamo Zayn, leva quel muso e ammettilo che l’Inghilterra ti era mancata!-  sbottai io aggiustandomi il vestito e iniziando a camminare verso il parco.

Era il parco vicino la scuola ed ora era molto più grande di quando l’avevamo lasciato.

Sorrisi istintivamente quando lo sentii correre e prendermi da dietro come era sempre stato solito fare.

Iniziò a baciarmi il collo facendomi chiudere gli occhi.

-Zayn, andiamo… voglio rivedere gli altri!- urlai poi staccandomi da lui e prendendolo per mano.

-Chissà se sono sempre gli stessi…- borbottò lui stringendomi un po’ più forte la mano.

-Vedrai che se sono cambiati l’avranno fatto il meglio…- dissi poi sorridente.

 

 

 

 

-Louis, andiamo… ti sei divertito a mettermi incinta e ora? Prenditi le tue responsabilità!- sgranai gli occhi quando mi ritrovai davanti Sylvia con un pancione enorme e Louis… beh senza bretelle!

-Che hai fatto svampita?- urlai incredula facendola voltare di scatto verso di me. Sgranò gli occhi prima di iniziare a correre verso di me e tuffarsi nelle mie braccia.

-Attenta tesoro, ricorda che siamo incinti!- disse Louis staccandola da me e stritolandomi in un abbraccio.

-Zayn? Dannazione quanto sei diventato figo!- disse poi una voce alle nostre spalle.

Mi voltai trovandomi una ragazza dai capelli cortissimi neri e degli occhi viola accesi. Io e Sylvia andammo ad abbracciarla.

-E Harry?- Chiesi poi un po’ titubante. Insomma io che ne sapevo se si erano lasciati o meno?

-Sono qui splendore!- disse poi un ragazzo altissimo con un cespuglio perfetto in testa.

-E le altre?- chiesi dopo aver salutato anche Harry.

-Sono di là, andiamo?- propose Sylvia.

 

 

 

 

 

 

-Insomma, tu e Lidia, vi sposate?- chiese Zayn incredulo con la bocca un po’ spalancata

-Domani?- chiesi poi io con la stessa espressione. Insomma, era quello il modo di dare una notizia del genere?

-Niall, Lidia… voi vi siete fumati il cervello ve lo dico io!- esclamò poi Shoshanna scuotendo la testa.

-Io penso sia una buona idea, vero Jenna?- disse poi Liam sorridendo alla sua nuova ragazza. Eh già, con Anne quella sera le cose non erano andate molto bene e ora lei lavorava a Milano per una casa di moda.

E quindi il mio caro Liam era finito con Jenna, che con lui era riuscita a dimenticarsi il mio Zayn e trovare l’amore.

-Quindi ricapitolando, Agnese e Zayn ormai chi li stacca più, Lidia e Niall si sposano, Harry e Shoshanna stanno insieme da una vita e io e te siamo incinti!- disse Sylvia voltandosi verso Louis.

 

Ci guardammo in faccia per qualche secondo.

-Bella merda!- esclamarono poi i due contemporaneamente.

Ridemmo, mangiammo e raccontammo dei tempi passati.

La mia vita non poteva essere più perfetta.

Ho rischiato, lottato e amato.

E tutto questo è stato la mia sfida.

Sono Agnese Jonson e penso sia giunto il momento di scrivere la parola…

FINE

 

 

 

-SCUSATE,SCUSATE,SCUSATE,SCUSATE,SCUSATE…-

Potrei continuare in eterno ma non penso che le cose migliorerebbero. Mi dispiace così tanto, insomma avevo promesso che avrei aggiornato molto tempo fa e invece lo sto facendo solo ora, davvero scusate!

E’ che non sono stata a casa mia, anzi diciamo pure che sono stata trascinata dall’altra parte dell’Italia dai miei genitori senza un briciolo di preavviso, siamo tornati solo perché io ho la febbre così ora ho potuto aggiornare :)

Insomma, questo è l’ultimo capitolo, oddio mi mancherà così tanto Agnese :’(

Comunque vorrei ringraziare tutte le ragazze che hanno inserito la storia nelle SEGUITE, RICORDATE,  PREFERITE…

Chi ha recensito tutti i capitoli e anche chi no…

Chi mi ha sostenuto fino alla fine incitandomi a non mollare,

ai miei amati Green Day che mi danno sempre l’ispirazione, a tutte le mie amiche che mi supportano e mi sopportano e infine a tutti i lettori silenziosi.

VI AMO TUTTI!

Ora, se vi va ho cominciato una nuova storia se vi va di passare ve ne sarei grata, quindi ciao a tutti e alla prossima <3 <3 <3

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