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di Angel_chan_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 Un inglese a New York ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 Il colloquio più strano del mondo ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 Nuovi Amici ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 Quel francese che mi rovinò la vita ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 Di vietnamiti e francesi... ed il loro strano modo di dar fastidio! ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 Pasta, pizza ed una buona dose di italiano parte 1 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 Pasta, pizza ed una buona dose di italiano parte 2 ***
Capitolo 8: *** Speciale Halloween! ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 Un inglese a New York ***


Arthur rimase allibito.
Così quella era l’America eh?
Al confronto, la sua adorata terra natia, l’Inghilterra, era un paradiso!
Quella invece era solo una bolgia infernale!
Ma ormai non poteva più tirarsi indietro! Aveva accettato di lavorare per “The Street” uno dei più importanti editori statunitensi, c’era in gioco la sua carriera di scrittore e di giornalista.
 
Preparati, New York! Arthur Kirkland sta arrivando!
 
New York,  ore 11:30,  Christopher Street
 
-Dunque.. la casa dovrebbe essere … questa!- disse l’inglese con un foglietto in mano, l’abitazione era per lo più un enorme edificio di diciassette piani - Numero 362.. si è questa! Però Christopher Street.. l’ho già sentito da qualche parte.. ma dove?- ignorando il ricordo di quel nome, prese le valige ed entrò, - Spero solo che ci sia un ascensore..-, ma la buona sorte che accompagnava l’inglese questa volta era rimasta a Londra, - Damn! Qui ci sono solo scale! E io devo andare al sedicesimo piano!- piagnucolò Arthur sistemandosi le valige in spalla.
 
Certo, che come inizio quello non era dei migliori, ma il peggio doveva ancora arrivare…
 
Anche se lentamente, Arthur riuscì finalmente ad arrivare (sudato fradicio e mezzo morto)
al sedicesimo piano, maledì l’ingegnere che progettò l’edificio senza ascensore, e si diresse verso il suo appartamento.
Su ogni piano vi erano dieci appartamenti, il suo era il numero 159. Secondo il precedente proprietario era un appartamento abbastanza grande, e forse era per questo motivo che doveva dividerlo con un'altra persona.
 Prima di entrare fece una piccola preghiera, - Ti prego fa che il mio coinquilino sia una persona decente!- , ne aveva già abbastanza dell’America, figuriamoci ritrovarsi sotto lo stesso tetto con un’ americano rompiscatole!
 
Ma anche questa volta la fortuna si ritrovò contro di lui.
 
Sentì degli spari, spaventato si precipitò in casa, afferrò la prima cosa che aveva, (cioè un ombrello) e si diresse vero la camera da dove provenivano i rumori, iniziò a tremare, -Fantastico.. ci mancavano solo i ladri in casa!- pensò mentre spinse la porta con forza, si era già immaginato la scena, due tizi grandi quanto un armadio,  armati fino ai denti  lo squadravano dalla testa ai piedi, mentre lui cercava di colpirli con l’ombrello.
 
Ma invece, non trovò nessun ladro anzi, qualcosa di peggio!
 
- No, Matt! Ti ho detto che non mi devi sparare.. Non mi interessa se non sai come si gioca in multiplayer … Ah! E’ così allora? Sai che ti dico? Ci gioco da solo, VA BENE?!-  urlò furioso un ragazzo più alto di Arthur, sui diciannove anni, con due cuffie sulle orecchie e un piccolo microfono posizionatogli vicino, teneva in una mano un joystick, e nell’altra un hamburger, e indossava solo un paio di boxer.
 
Arthur per poco non si strozzò con la sua stessa saliva, - Who.. who are you?!- urlò l’inglese indicano il ragazzo, il quale si girò con aria interrogativa, -Dici a me?- chiese con una vocina abbastanza ebete, - No, guarda! Lo chiedevo alla poltrona!- disse sarcastico l’inglese, allora il ragazzo sorrise –Ok- addentando l’hamburger.
 
- Ma mi prendi in giro?! Certo che stavo parlando con te! Idiot!- urlò ancora più adirato Arthur, - Ahhh! Scusa, Io sono Alfred F. Jones, the hero! E tu chi sei, che ci fai nella mia splendida dimora?- chiese gentilmente Alfred sfoggiando un sorriso a trentadue denti, - Arthur Kirkland, e questa sarebbe casa mia! Ma… aspetta… questa è anche casa tua?!- sbottò Arthur con le mani fra i capelli – Ma allora.. tu sei il mio coinquilino!?!- , Alfred lo abbracciò come segno di saluto, - Che bello! Da oggi vivremo sotto lo stesso tetto Artie! Sarà fantastico!- .
 
No! Non sarà fantastico! Blody yankee! E staccati per amor del cielo!
 
-Questo sarà l’inizio di una lunga amicizia!- disse Alfred sorridente
-No, questo sarà l’inizio di una lunga e forzata convivenza!- urlò Arthur staccandosi di dosso l’americano.
 
 
_____Angolo Autrice_____
 
Hetaliani! Buon pomeriggio!
Come va?
Ho iniziato una nuova fan fiction, mi sento male! Soprattutto per il caos di ieri..
Ma sorvoliamo.. vi piace come inizio? Spero di si ^_^
Rouge: Guarda che le tue storie non piacciono a nessuno!
C-cosa?! Non è vero! Shut up!
Comunque voglio vedere taaaante recensioni! Gli edifici e i numeri sono tutti inventati dalla sottoscritta, così come l'editore "The Street", Christoper Street inceve esiste e come!
Ora vado :3 Un beso a todos!
Ciaoo!!
*salta giù dall’aereo insieme a Russia urlando “Vodkaaaa”*

 
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 Il colloquio più strano del mondo ***


New York, ore 20:30, Christoper Street
 
-Quindi.. sei inglese?- chiese Alfred chinando la testa da una parte, Arthur sospirò –Si, sono inglese, e allora?- , -Non ho mai visto un inglese! Sei uguale a me! Bhè.. forse quei due boschi che hai sugli occhi, ti fanno sembrare straniero..- , - Certo che sono uguale a te! Che credevi che fossi di un altro colore? E poi.. COME TI PERMETTI DI INSULTARE LA MIE SOPRACCIGLIA, YANKEE MANGIA-HAMBURGER CHE NON SEI ALTRO!?!- urlò l’inglese coprendosi le sue (folte) curiose sopraciglia, Alfred si mise a ridere, -S-sorry Artie!-
 
Ancora con questo Artie? Ma non vuole capire che io mi chiamo Arthur!?!
 
-Ma tornando a noi.. come mai sei qui?- chiese l’americano asciugandosi una lacrimuccia, - Sono venuto in America per lavoro- sospirò Arthur, dopo un “Ahh” da parte di Alfred, l’inglese prese di nuovo la parola, -Chiariamo subito le regole di una buona convivenza, punto primo: Domani ho un importante colloquio di lavoro, e ci terrei se tu mi lasciassi dormire in santa pace. Punto secondo: La mia camera è OFF LIMITS, capito? Punto terzo; Dobbiamo dire al direttore di quest’edifico di far installare un ascensore, perché farmi sedici piani di scale a piedi ogni giorno, Io non ne ho proprio voglia!- , -Ma guarda che c’è già un ascensore!- disse Alfred guardandolo confuso,
- W-what?-
 
New York, ore 10:30, Manhattan – Madison Avenue
 
Arthur era agitato, era il suo primo colloquio con il direttore dell’editore, un certo Héderváry, da quello che aveva sentito, era un osso duro! Lo aveva immaginato come un uomo alto e muscoloso, e magari con un paio di occhiali.
-Kirkland!- urlò un uomo alto, biondo, muscoloso e con gli occhiali, (la copia perfetta della sua immaginazione) Arthur sobbalzò sulla sedia e scattò in piedi, -S-si! Sono io!- disse con voce tremante, l’uomo tentò di rassicurarlo con un sorriso, - Prego, mi segua-.
 
-M-mi scusi..?- chiese Arthur seguendo a passo svelto l’uomo, - Ma lei è il direttore Héderváry?- , il biondo si girò e iniziò a ridere, -No! Io sono il vice direttore, molto piacere Ludwing Beilshmidt. – disse tendendogli la mano, l’inglese la strinse con vigore, (per apparire, meno gracilino).
- Dimmi, com’è il direttore?- chiese di nuovo Arthur un po’ imbarazzato, Ludwing sorrise, - Lo scoprirai presto!-.
 
Bella risposta..
 
Ludwing bussò alla porta, - Előre!*- disse una voce alquanto femminile, - Signor Direttore, ecco il nuovo arrivato!- disse Ludwing facendo entrare Arthur, - Prego accomodati!- disse la stessa voce di prima, indicando la sedia di fronte alla scrivania, l’inglese si sedette un pò tremolante, -Ludwing, kérem*, potresti alzare la persiana?- chiese la strana figura in penombra, Ludwing fece un cenno con la testa e fece come richiesto.
La stana figura inziò ad illuminarsi, non era un uomo anzi era... era...
 
UNA DONNA?!?
 
La ragazza sorrise, -Molto piacere! Mi chiamo Elizabeta Héderváry, sono la direttrice del famoso editore “The Street”, tu devi essere Arthur Kirkland?- , l’inglese ancora scosso per la (grande) scoperta, fece cenno di si, - Ho letto il tuo curriculum, devo dire che è ottimo! Abbiamo anche un dottorato in Filosofia! E ti sei laureato ad Oxford, giusto?- Arthur era visibilmente imbarazzato, -.. Non sei di tante parole tu..- disse Elizabeta trasformando il suo sorriso in una piccola smorfia, - A dir la verità..-, insomma che poteva dirle?

Elizabeta sospirò, - Pensavi che fossi un uomo, vero?- , Arthur sobbalzò, come diamine aveva fatto a capirlo?
Anche se imbarazzato annuì, Ludwing rimasto sulla soglia ad osservarli, si tirò uno schiaffo sulla faccia, il suo unico pensiero fu “Di sicuro lo caccerà..” , invece questa volta la buona stella di Arthur era con lui, - Signorina.. - , Elizabeta con un gesto della mano lo zittì , aveva uno sguardo serio, si alzò ed andò vicino alla finestra, - Lo sai Arthur.. tu sei il primo che ammette, di aver pensato che la sottoscritta fosse un uomo… d’altro canto.. – fece una piccola pausa, il cuore di Arthur si fermò, - Non posso lasciarmi sfuggire, un laureto con sale in zucca! Benvenuto a bordo Arthur Kirkland!- disse la ragazza sorridendogli.
Ludwing sorrise, andò vicino all’inglese – Congratulazioni Arthur!- disse, la ragazza poi gli tese la mano, Arthur prima strinse la mano al suo nuovo capo e poi guardò confuso i due.
 
Ma.. che cosa è successo?
 
 
 
*Előre: Avanti, in ungherese
* kérem: Per favore , sempre in ungherese
 
_____Angolo Autrice_______
 
Konnichiwa!!!!
Ecco il secondo cappy :3
Wow nemmeno due giorni che già l’ho pubblicato xD
Mi sento potente kolkolkol ^J^
Non so se agiornerò subito in futuro, quindi dovete essere preparati!
Rouge: Con una mente deviata come la tua, bisogna stare attenti ouo
Ma sta zitta! Seccatrice! *sospira*
Bene, ora devo andare.
Hasta la pasta!
*fugge via iniseme ai fratelli Italia*

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 Nuovi Amici ***


-Bene, direi che puoi iniziare già oggi!- disse l’ungherese sorridendo, - Eh? Ah.. cosa?- disse balbettando l’inglese appena essersi ripreso, -Dicevo, puoi iniziare già oggi! Se per te va… - , -Va più che bene! Cap..er..no signorina!- disse Arthur scattando in piedi come una molla, -Eliza, va bene- disse l’ungherese senza spegnere il suo sorriso, quell’inglese era davvero buffo!
-Ora Ludwing ti accompagnerà dai tuoi collaboratori- disse poi indicando la porta.
-Collaboratori?-
 
Arthur non era del tutto sicuro di quella novità, lui era un tipo solitario, insomma lavorava meglio da solo!
Ludwing gli fece strada, lo accompagnò fino alla porta, -Bene, li ci sono i tuoi nuovi compagni, sei nevoso?- chiese premuroso lui, Arthur fece cenno di no, Ludwing sorrise e aprì la porta.
Arthur si ritrovò un ragazzo dai capelli marroni, con due grandi occhi cremisi , che lo fissavano scrupolosi, portava uno strano cappellino e i suoi canini erano leggermente più sviluppati, mentre tra le mani aveva delle fotografie, e un altro ragazzo dai capelli biondo cenere con uno strano fermaglio a forma di croce tra i capelli  e due occhi blu mentre rileggeva degli articoli, -Arthur, questi sono Vladimir e Lukas i tuoi nuovi collaboratori, ora scusatemi ma devo andare.- disse Ludwing dileguandosi nel nulla.
Calò un silenzio imbarazzante.
I tre si guardavano senza dire una parola.
 
Peggio di così, non poteva andare!
 
-Dunque… non sei di queste parti vero?- chiese Vladimir rompendo il ghiaccio, - Emh.. no. Io sono inglese, mi sono trasferito solo da poco e … ma quello è un troll?- chiese ingenuamente Arthur indicando l’essere verde dietro Lukas.
I due sbiancarono, .-Tu riesci a vederlo?- chiese Lukas ancora incredulo, -Emh..si, perché non dovrei?- rispose Arthur , Vladimir esplose in una grassa risata, -Sei il primo che vede il troll di Lukas! Bhè a parte me..- disse sorridendo, - Le tue fatine poi, non sono niente male!- disse Lukas sorridendo, -Le vedete anche voi? E io che pensavo di essere pazzo!- ammise l’inglese passandosi una mano sul collo, - Dopotutto, sono solo un mago incompreso, in un mondo popolato da stupidi babbani* – , i tre risero con gusto.
-Sei davvero divertente Artie! Io sono Vladimir, ma tu puoi chiamarmi Vlad! Sono un fotografo- disse Vlad tendendo la mano, Arthur la strinse e chiese – Non sei americano?- , Vlad scosse la testa, -No, sono rumeno!- disse con un pizzico di orgoglio nella voce, -Io sono Lukas, redattore e norvegese- disse l’altro accennando un sorriso.
 
Però! Questi due sono proprio simpatici! Non come quell’am-
 
Arthur non fece nemmeno in tempo a pensarlo, che Alfred lo chiamò sul cellulare.
 
No! Non adesso yankee!!
 
-Non rispondi?- chiese Vlad chinando la testa da una parte, - Guarda che se è importante..- disse Lukas facendo segno all’inglese di rispondere, -He he.. semmai rispondo..- fu l’unica cosa che riuscì a dire, magari aveva incendiato casa! Oppure erano veramente venuti i ladri!
 
Che sia chiaro, lo faccio solo per casa mia!
  
-Pronto..- , -Artieeeee!!!- l’inglese per evitare di rompersi il timpano allontanò il cellulare dall’orecchio, - Che cosa vuoi blody yankee?- chiese freddo lui, - Volevo sapere com’era andata! Scommetto cinque dollari, che non ti hanno preso!- gracchiò Alfred dall’altra parte del telefono, - E qui ti sbagli! Mi hanno assunto!- rispose fiero l’inglese.
-Really!? Ti hanno gia assunto?- urlò Alfred incredulo, -Si, americano di poca fede! Mi dispiace, ho vinto la scommessa! Mi darai dopo quei cinque dollari!- disse Arthur sogghignando, - Va bene… però, ciò non toglie, che io non possa invitarti a cena!- disse Alfred sghignazzando, - No, aspetta tu cos…- troppo tardi, aveva già riagganciato. Arthur sospirò, anche se si conoscevano nemmeno da due giorni, quell’americano lo aveva invitato a cena…
 
Che sia un appuntamento?
 
No! Ma cosa pensava?!
 
Si tirò due sberle e si ricompose, Vlad e Lukas intanto avevano guardato divertiti la scenetta, - Chi era?- chiese Vladimir ridendo sotto i baffi, - Oh, lui.. è.. il mio coinquilino..- disse Arthur visibilmente imbarazzato, i due lo guardarono confusi. – Scusa, Arthur… ma tu dove vivi?- chiese Lukas con una punta di incertezza nella voce, - A Christopher Street, perché?- rispose Arthur confuso anche lui, i due ragazzi sbiancarono, -Ma tu.. ecco.. sei..- balbettò Lukas imbarazzato, -Sei gay?- chiese Vlad, Lukas gli lanciò un occhiataccia, -Vlad!- , -Che c’è? Ci stavi mettendo una vita a chiederglielo!- si giustificò il rumeno incrociando le braccia.
-Come prego?- chiese l’inglese, -Bhè se vivi a Christoper Street, ci sono solo due motivi, il primo: Sei gay, il secondo: Sei così disperato, nel trovare casa, che non ti sei reso conto che negli anni settanta è stata al centro dei movimenti gay.- disse Vlad con noncuranza, Arthur sbiancò.
 
Ecco dove l’aveva già sentito quel nome! Lo aveva studiato tempo fa ad Oxford!
 
Se trovo quel maledetto che mi ha venduto casa, gli farò passare le pene dell’inferno!
 
- Direi che io sono nella seconda opzione..- disse l’inglese battendosi una mano sulla fronte.
-Ma.. a me piacciono le donne- disse Arthur con un filo di voce, -Sono anche venuto in America perché volevo rivedere la mia adorata Michelle..- per poco Arthur non si strozzò con la sua stessa saliva, aveva parlato troppo!
Gli occhi del rumeno e del norvegese brillarono, -Chi è questa Michelle?- chiese Vlad con voce maliziosa, -Er.. Nessuno!- , Lukas rise, -Si certo..-, - E’ la verità!- si giustificò l’inglese completamente rosso, i due si lanciarono un occhiata d’intesa. –Oh, andiamo.. non lo diciamo a nessuno!- disse Vlad ridendo, -Siete peggio, di due ragazzine che fanno gossip!- urlò Arthur, -Errore, noi siamo giornalisti! Scopriamo sempre la verità!- lo rettificò Lukas, - Mhf… era una mia vecchia compagna di classe, contenti?- disse Arthur sbruffando, i due scossero la testa, - Alright! Mi ero preso una cotta per lei! Ora siete soddisfatti?- sbruffò l’inglese ancora più rosso di prima.
I due annuirono, -Solo, che non so come rintracciarla, si è trasferita in America prima di me e non so nemmeno dove abita!- rivelò l’inglese passandosi una mano tra i capelli biondi.
Vlad sorrise, -Tranquillo! Ho un amico alla polizia! Dimmi come si chiama e te la ritroverò subito!- , -Ma perché fate tutto questo per me?- chiese Arthur ingenuamente, -Ma perché siamo amici!- dissero in coro i due.
 
Amici eh?
 
E dire che lui non li aveva mai avuti dei veri e propri amici…

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(che belli con i fiocchetti xD)

 
* https://www.facebook.com/photo.php?fbid=416328345144607&set=a.168397583271019.31616.162486220528822&type=1&theater (l’ho letto su facebook e mi sono innamorata di questa frase *^*, eh si, sono Harry Potter dipendente xD)
 

 
 _____Angolo Autrice_____
 
Minna!!!! \(*O*)/
Shono tornata!! Uh uh, mi dispiace.. ma ho dovuto farlo! Io amo il Magic Trio!! Come non potevo inserirlo? Quei tre li sposerei all’istante *^*
Vladimir: Sogna, sogna!
Ehy! Tornando a noi.. Michelle è Seychelles per chi non l’avesse capito u.u, e l’amico poliziotto di Vlad è Bulgaria xD. Sono strana lo so xD Per esempio oggi il capitolo è lunghetto :3
Ora vi lascio *v*
Alla prossima!
 
AVADA KEDAVRA! (?)

 
 
 
 
 
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 Quel francese che mi rovinò la vita ***


Ludwing camminava a passo svelto, ignorando tutti i “ciao” e i “buongiorno”, aprì nervosamente la porta della direttrice ed entrò senza nemmeno bussare.
Elizabeta, sene stava  comodamente seduta sulla sua sedia girevole con in mano uno yaoi, (poco raccomandato) e ridacchiava divertita, il tedesco rimase allibito, -Eliza?- disse con voce tremolante, lei alzando gli occhi, nascose subito il manga, e assunse la sua solita posa da “non stavo leggendo uno yaoi!”. –Si, Ludwing caro?- , chiese passandosi una mano tra i capelli, il biondo sospirò accasciandosi sulla sedia, -Non posso continuare a fingere!- disse disperato il tedesco, Eliza chinò la testa da un lato, -Ancora con questa storia? Sai bene che il tuo sguardo freddo fa cattiva pubblicità alla casa editrice!- sbottò la ragazza incrociando le braccia, -Si, ma io non ci riesco! Ci sono nato con questa faccia!- disse Ludwing imbarazzato, Eliza soffocò una ristata, -Andrà tutto bene! Nessuno si accorgerà del tuo-falso-sorriso americano-, disse facendo il segno della pace, -Peccato che io sia tedesco..- rispose Ludwing sospirando. 
 
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Arthur lo doveva ammettere, lavorare con quei due era davvero divertente! E produttivo.
Avevano già terminato gli articoli per il giorno seguente, rimaneva solo l’intervista ad un eccentrico stilista e il gioco era fatto!
-Quando dobbiamo incontrarlo?- chiese Arthur mentre risistemava le carte sparse sulla scrivania, Vlad si portò l’indice sul mento, pensieroso, -Mi sembra alle quattro!- disse poi sorridendo. –Ma sono le quattro meno cinque!- disse secco Lukas.
 
Merda…
 
I tre si guardarono, presero le giacche ed uscirono dall’edificio in un batter d’occhio.
 
New York ore 16:05 Christopher Street
 
Alfred fischiettava felice, mentre scendeva le scale. Sorrideva, e dire che per lui era una cosa normale, ma quel giorno aveva un sorriso diverso, più luminoso.
Era contento che Artie… emh, Arthur aveva ottenuto il posto di lavoro da lui tanto desiderato.
Ma non era solo questo a renderlo felice, infatti doveva uscire con la ragazza più bella (secondo lui) di tutti gli Stati Uniti d’America!
Già si immaginava la scena, lui con un mazzo di fiori in mano, aspetta la ragazza vicino alla fermata dell’autobus, lei gli sorride e gli corre incontro saltandogli addosso, e i due cadono ridendo.
 
-Largo!- disse una voce che fece svegliare Alfred dal mondo dei sogni, Arthur correva a perdifiato preceduto da Vladimir e Lukas, l’inglese non si accorse dell’aitante americano e i due si scontrarono.
Alfred era sopra l’inglese, -Hey Artie, se avevi tanta voglia di vedermi bastava chiamare!- disse Alfred sorridendo, l’inglese divenne rosso, - Ma… che dici idiot! Levati di dosso! Ho da fare!- sbottò, Alfred fece spallucce e si alzò, -Arthur!- urlarono il rumeno e il norvegese, -Ti sei fatto male?- chiese  gentilmente Lukas aiutandolo ad alzarsi, -Sta più attento la prossima volta!- lo rimproverò Vlad -Ora sbrighiamoci, che è già molto tardi!- disse infine indicando l’orologio.
I due annuirono e corsero via.
Alfred rimase lì come uno stoccafisso, -Nemmeno un ”ciao”?- sbruffò per poi dirigersi verso l’uscita.
 
-Quindi tu vivi qui?- chiese Vlad pigiando il tasto dell’ascensore, Arthur annuì, -Vivo sullo stesso piano, dello stilista, è una fortuna aver trovato l’ascensore!-, -E perché?- chiese Lukas, -Stamattina era fuori uso, e fino ieri non sapevo nemmeno della sua esistenza!- ammise l’inglese.
Il campanello suonò, erano arrivati.
 
I tre si diressero all’appartamento.
Numero 156.
 
Però! E’ vicino a casa mia!
 
Bussarono alla porta, Vladimir si chinò per leggere il nome del diretto interessato, - Francis Bo.. bonne.. Bonnefoy?- lesse con difficoltà, -Si, lo stilista è francese!- disse Lukas.
 
Francis.. Bonnefoy.. mh… Aspetta.. FRANCIS BONNEFOY!?!
 
-Arthur, cos’hai?- chiese Vladimir notando il colorito di Arthur, -Lui.. no! Devo andarmene!- urlò mettendosi le mani nei capelli.
-Ma che..?- Vladimir non riuscì a finire la frase che il francese aprì la porta.
-Bonsoir, voi dovete essere i giornalisti?- chiese l’uomo sorridendo, Francis era alto, dai capelli biondi, lunghi e vaporosi, con due occhi blu oltremare che, si spostarono prima su Lukas e Vlad e poi su..
-Arthùr?- chiese sorpreso, -Oh, emh.. c-ciao Francis..- disse con un filo di voce l’inglese, -Voi vi conoscete?- chiese sconcertato il rumeno, -Ecco.. noi eravamo.. – all’inglese le parole morivano in bocca, -Eravamo compagni di classe!- disse il francese mettendo intorno al collo di Arthur il suo braccio.
 
…. EHHHH?...
 
 
____Angolo Autrice______
 
Hello People!
Sono ancora viva! Yeah! *^*
Bene bene, ecco l’arrivo di Francis! *applausi*
Bene.. ORA BASTA APPLAUSI! *nessuno applaude*
Gilber: Kesesese, applaudite il magnifico me! Kesesesesesesesesesesesesese!
Elizabeta: *arriva e tira una padella sulla testa di Prussia* Scusate, ora lo porto via. *si porta via l’albino*
Rouge: Non è che se lo porta via per scopi personali?
Naaa, (forse), tornando a noi… *sventola bandierina con su scritto “W l’UsUk*,  anche se piccola una scenetta dovevo metterla :’)
Anche se una scena FrUk potrei anche inserirla… NO! MA CHE DICO! *si schiaffeggia* la mia OTP è l’UsUk!!
Comunque la famosa ragazza è Vietnam! Amo quella coppia <3
Dopo lo sclero..
Sayonara Minna! :D
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 Di vietnamiti e francesi... ed il loro strano modo di dar fastidio! ***


Se c’era una cosa o meglio una persona, che Arthur odiava era Francis.
Era riuscito a liberarsi di lui dopo il diploma, e ora? Se lo ritrova in America… COME VICINO DI CASA!
 
Non può essere vero… NON PUO’ ESSERE VERO!!
 
-Hai detto qualcosa mon chere?- chiese amichevolmente Francis sorridendo all’inglese, -Nulla.. e non chiamarmi mon chere, rana vinofila!- urlò seccato Arthur liberandosi dalla presa soffocante di Francis. Quest’ultimo sorrise, regalando un elegante bacia mano ad Arthur sotto gli sguardi allibiti di Lukas e Vlad, l’inglese arrossì violentemente e per risposta regalò al francese una sberla –Allora iniziamo quest’intervista, si o no?- sbottò Arthur evitando le occhiatine di Francis.
 
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-Che ne dici se guardiamo un film?- chiese speranzoso l’americano, -Troppo noioso!- rispose una ragazza meno alta di Alfred con dei lunghi capelli neri raccolti in una coda, e due grandi occhi castani che squadravano il biondo, era vietnamita -Ma dai Lien! Hai già scartato i fast food e i videogame, che cosa voi fare?-  urlò disperato Alfred, non poteva andare peggio di così.
E lui che si era immaginato un incontro romantico! Invece di abbracciarlo Lien gli aveva tirato un remo (uscito da non si sa dove) sulla testa, come punizione per aver ritardato.
-Oggi non ho voglia Alfred, sarà per la prossima volta- e detto ciò la ragazza vietnamita si dileguò, -No aspetta! Lien.. Hey!- urlò l’americano cercando di farsi notare, ma lei lo guardo fredda e continuò a camminare, -Porca trota!- disse Alfred girando i tacchi.
 
Intanto a casa di Francis…
 
-Per la trentaduesima volta… NON VOGLIO USCIRE CON TE! VA BENE, RANA VINOFILA FRANCESE?!?- urlò Arthur lanciando in aria il taccuino, -No, mon chere~, lo sai bene.. Io non mi arrenderò mai!- disse il francese tirando fuori (da-non-si-sa-dove) una rosa rossa, Arthur aveva voglia di strozzarlo, ma cercò di mantenere la calma, sfoggiano uno dei suoi “sguardi assassini” a Francis. –Per piacere signor Bonnefoy.. Possiamo continuare l’intervista? Ormai manca poco- disse Vlad stanco di quello strano duo, Lukas non proferì parola ma semplicemente annuì. – Bien.. – disse seccato Francis, -Dunque… Quando ha iniziato la sua carriera di stilista?- chiese Lukas con sguardo serio e taccuino in mano, -Bhè, prima di diventare stilista ho vissuto in Inghilterra per un po’ di tempo, fino al liceo, poi sono tornato in Francia, -la mia adorata patria- è lì che ho scoperto la mia passione per la moda! Grazie anche all’aiuto di un mio carissimo amico polacco, Feliks  sono riuscito ad entrare nella più prestigiosa accademia di moda parigina. Insomma la crème de la crème, mon amie. – disse passandosi una mano tra i capelli e ammiccando in direzione di Arthur, il quale rabbrividì, -Bene direi che può bastare.. - disse Vladimir tirando un sospiro di sollievo, -A mai più rivederci Francis!- urlò Arthur levando le tende seguito a ruota dal norvegese e dal rumeno. –Au revoir, mon chere!- disse Francis prima di sentire la porta sbattere in un sonoro tonfo.
 
ADDIO VINOFILO INSOPPORTABILE!
 
 
Arthur aprì la porta del suo appartamento, era stanco. MOLTO stanco. Avrebbe voluto riposarsi leggendo Shakespeare in camera sua, ma aimè doveva condividere il suo appartamento con un esuberante americano, che non era d’accordo con la sua idea.
-Alfred?- chiamò l’inglese trovandolo in cucina, -Mh?- grugnì lui con un hamburger infilato in bocca, -Si può sapere che stai facendo?- chiese Arthur andandosi a sedere su di una sedia lì vicino, -Quando sono nervoso mangio- ammise l’americano mettendo il broncio, -E per quale arcano motivo sei nervoso?- chiese a sua volta il biondo, Alfred rimase in silenzio per una manciata di secondi, per poi accasarsi su Arthur piangendo, -Bwahaha, Lien non mi vuole! Bwaaaaahaha!-, -Di grazia, chi è questa Lien?- disse Arthur cercando di toglierselo di dosso, Alfred tirò su con il naso, -Era una mia vecchia compagna di Harvard, l’ho incontrata qualche mese fa e ci siamo frequentati… ma… LEI NON MI VUOLE! HO IL CUORE SPEZZATO! BWAHAHA!- , -Ah, certo ho capito… aspetta.. TU ANDAVI AD HARVARD?- urlò l’inglese sorpreso, - Non lo sapevi? Strano..- disse sorpreso anche Alfred, -Già, ma dimmi perché andavi ad Harvard?- chiese Arthur, -Io… ecco, per diventare.. avvocato..- disse Alfred con una punta di rammarico nella voce.
 
Qui gatta ci cova.
 
Arthur chinò la testa da un lato, forse aveva toccato un tasto dolente, sospirò.
 
Credo che me ne pentirò amaramente…
 
-Alfred, ma noi due non dovevamo andare a cena fuori?- disse Arthur forzando un sorriso, gli occhi azzurri di Alfred iniziarono a brillare, -Giusto!- urlò scattando in piedi, -Andiamo conosco un ristorante italiano FA-VO-LO-SO!- disse poi prendendo Arthur per un braccio, trascinandolo fuori dall’appartamento.
Anche se quei due si conoscevano da poco.. sapevano come prendersi cura l’uno dell’altro.
 
 
____Angolo Autrice____

Buona Notte!
Eh, già sono le 22:00 ed io sono qui a postare questo cappy. Chiedo scusa per il ritardo, ma è appena cominciata la scuola e i miei (sadici) professori mi hanno sommerso di compiti.Mi scuso anche per il capitolo corto pensavo di farlo più lungo, gommenasai!
Poi oggi Himpapa ha postato una storia strappa lacrime T.T
Avanti deprimiamoci insieme <3
http://himaruya.blog61.fc2.com/blog-entry-1398.html?utm_source=twitterfeed&utm_medium=twitter
(Mia reazione http://img.pandawhale.com/post-27148-my-heart-cant-handle-it-gif-GmEI.gif )
 
E visto che l’altra volta eravamo in tema Potter xD
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=655855747772036&set=a.648710878486523.1073741828.648563805167897&type=1&theater
 
Ora devo scappare,
Un beso a todos
Bey bey!! :D

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 Pasta, pizza ed una buona dose di italiano parte 1 ***


Alfred, continuando a trascinare Arthur per le vie di New York, dopo qualche isolato si fermò davanti ad un ristorante, -Eccoci! Siamo arrivati!- disse entusiasta indicando il locale, - “La bella vita *”? E’ questo il posto?- chiese Arthur leggendo l’insegna luminosa, l’americano annuì e trascinò (letteralmente) l’inglese nel ristorante.
 
-Wagliò*! La pizza! Muoviti che si raffredda! – urlò un ragazzo sui ventidue anni, moro con uno strano ciuffo, e due penetranti occhi verdi che squadravano un povero cameriere, - S-si signor Lovino-  disse il cameriere facendosi piccolo piccolo, -Ve, fratellone! Non essere così duro con i dipendenti!- disse una voce mielata, era un ragazzo identico a Lovino, con i capelli ramati e due occhi ambrati.
 -We, fratello!- urlò Alfred agitando la mano, -Ah, la mia testa di cazzo preferita!- disse Lovino avvicinandosi, Arthur rimase allibito, lo aveva insultato! Perché Alfred non reagiva?
Intanto il diretto interessato rideva di gusto, accompagnato da una stretta di mano da parte di Lovino.
-Arthur ti presento Lovino e Feliciano, gestiscono questo locale!- disse presentando i tre, - Vee, piacere io sono Feliciano, ma puoi chiamarmi anche Feli! Sei il nuovo amico di cui Alfred parla tanto? Da dove vieni? Ti piace la pasta? A me tanto e bla bla bla-  disse Feliciano iniziando a gesticolare.
 
Però! Ha una grande parlantina il ragazzo!
 
-Qui si mangia bene?- chiese l’inglese ingenuamente, -Ovvio! Qui si mangia VERA cucina italiana! Visto che noi due siamo due italiani doc!- disse Lovino annuendo, -Feli accompagna i signori al loro tavolo!- disse poi liquidandoli con un sorriso forzato.
-Lovino, oggi il locale è proprio pieno!- disse una voce femminile fermando Romano, -Hai visto Bella? Gli affari andranno alle stelle!- disse fiducioso Lovino, la bionda sorrise e si avviò a servire i tavoli.
 
Ludwing sorrise soddisfatto, era riuscito a finire tutto il lavoro lasciato in sospeso, Eliza sarebbe stata fiera di lui! Ne era sicuro! Poi tutta quella tranquillità lo rilassava, e ve lo diceva uno che ha vissuto per metà della sua vita con suo fratello Gilbert! 
-Guten Abend*!- urlò un ragazzo albino entrando nell’ufficio di Ludwing, il quale sobbalzò, -Gilbert?!- urlò sbigottito, -Ja bruder! Hai l’onore di trascorrere il tuo fine serata, con il tuo magnifico fratello!- sghignazzò lui esplodendo in una fragorosa risata. –Come prego?- chiese Ludwing sorpreso, -Questa sera ti porto in un bel ristorante, ci vado sempre! E si mangia anche bene!- disse l’albino cercando di persuaderlo, -Mh.. non so bruder…- sospirò il tedesco, -Allora mi toccherà utilizzare la mia arma segreta… Tipregotipregotipregotipregotipregotiperegotipregoooo!- disse Gilber inginocchiandosi teatralmente, Ludwing roteò gli occhi e sospirò sconfitto, -Va bene!- , -Bene! Ti porterò a “La bella vita” - disse Gilbert sorridendo.
 
L’italiano entrò in cucina, e si ritrovò davanti l’unica persona che in quel momento non aveva voglia di vedere, Antonio! Un ragazzo spagnolo più alto di lui, con la pelle abbronzata due grandi occhioni verdi che aveva solo per il suo Romanito. 
 
-Lovinito mio!-  urlò lo spagnolo buttandosi su Lovino che, con un abile scatto,  si scansò facendo cadere Antonio a terra,
-Ancora tu bastardo?- disse seccato Lovino, -Mi amor ti ho portato i pomodori che mi avevi chiesto..- disse Antonio con voce offesa, -Ah… grazie..- sbruffò l’italiano passandosi una mano fra i capelli, lo spagnolo iniziò a sanguinare da naso, -Ohhh come sei carinooo ♥- disse con voce smielata, la stessa voce che urtava il sistema nervoso di Lovinio.
-Smettila bastardo!- urlò minacciandolo con il mestolo, -Non ti conviene avermi come nemico!- , Antonio chinò la testa da un lato, -FELICIANO!- urlò l’italiano battendo il piede destro a terra.
Dall’altra parte della sala il ricciolo di Feliciano iniziò a vibrare, -Scusatemi, mio fratello  mi sta chiamando, con permesso- disse elegantemente vicino ad una coppia di anziani che lo videro correre in tutta fretta in cucina.
 
-Veee! E’ successo qualcosa?!- urlò Feli aprendo violentemente la porta, -Ora te la farò pagare bastardo di uno spagnolo… FELICIANO LIBERA I CANI!- urlò Lovinio assumendo la sua posizione da Mr. Brums, -….Fratellone… noi non abbiamo cani..- disse Feliciano confuso, -A no?- chiese Romano sorpreso, il fratello minore scosse la testa, -Allora che cosa abbiamo?- chiese speranzoso l’italiano, -Bhè abbiamo pasta, pizza, verdure, frutta, gelati, pasta alla bolognese, rigatoni, lasagne, confetture, ancora pasta e pizza…. Oh! Abbiamo dei pomodori marci!- disse il minore sorridendo, -Perfetto, valli a prendere- disse Romano sorridendo sadicamente, -Ve!- disse Veneziano facendo il saluto militare.
 
Dopo alcuni minuti arrivò con una scatola piena fino all’orlo di quell’ oro rosso ormai andato a male, -Bene.. e ora… FELICIANO LIBERA I POMODORI!- urlò ancora più convinto l’italiano, -Vee devo proprio?- chiese con una punta di sofferenza nella voce, -Si, se fai il bravo poi ti do un piatto di pasta!- disse il maggiore accarezzando la testolina di Feliciano, -Ah Ok! Scusa Antonio!- disse poi prendendo un pomodoro, -Tranquillo Feli! Lo so che lo fai contro la tua volontà!- disse lo spagnolo iniziando ad allontanarsi, -FUOCO!- urlò Romano iniziando a ridere sadicamente.
-Vee, però è divertente!- pensò l’italiano iniziando a tirare i pomodori sullo spagnolo,  
-Lovinito tu lo sai… IO NON MI ARRENDERO’ MA- Antonio non riuscì a finire la frase che un pomodoro gli arrivò dritto in bocca.
-Bella mira Feli, ti sei guadagnato un altro piatto di pasta!- disse fieramente Lovinio sfregandosi le mani.

 
* Visto che (in teoria) siamo a New York si dovrebbe parlare inglese, le frasi sottolineate sono in lingua italiana.
*Wagliò: Ragazzo in napoletano. (Almeno credo sia napoletano xD Forse l’ho confuso con il mio dialetto :/)
* Guten Abend: Buona sera in tedesco.
 
____Angolo degli unicorni dell’autrice_____
 
Buenas noche!
Come mai mi ritrovo sempre a pubblicare di notte?
Mistero irrisolto, cattivo Mariello ( Lasciate perdere sono i miei scleri notturni xD)
Mi dispiace che il capitolo sia corto ma ho deciso di dividerlo in due parti, se nò diventava noioso.
Spero che questo capitolo vi faccia divertire, quanto io mi sia divertita a scriverlo :’)
E fanno la loro comparsa, i fantastici fratelli ITALIA ♥ ♥
Ora devo andare,

Hasta la pasta! Veeeeee!! 

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 Pasta, pizza ed una buona dose di italiano parte 2 ***


-Kesese, eccoci bruder!- urlò Gilbert ridendo soddisfatto, -..Bruder, ascolta non ho molta voglia, ti prego perché non ce ne torniamo a …- Ludwing non riuscì a finire la frase che il fratello maggiore lo prese per un braccio trascinandolo nel locale, - Mein Gott se ci sei… aiutami!- disse il biondo stringendo i denti, quella sarebbe stata una lunga serata. O almeno così credeva..
 
Feliciano si guardò intorno, suo fratello se ne era andato, così si avvicinò allo spagnolo ricoperto di pomodori dalla testa ai piedi, -Vee, scusa Antonio.- disse porgendogli un fazzoletto, Antonio sorrise –Tranquillo Feli! Ci sono abituato- disse con una punta di amarezza nella voce. Lui voleva davvero bene all’italiano,si erano conosciuti dopo essersi trasferito in Italia insieme alla sua famiglia e aveva legato molto con i piccoli Vargas!  Ma quando seppe che Lovino, suo fratello e suo nonno si sarebbero trasferiti in America, fece di tutto per raggiungerlo, arrivando addirittura a lavorare in una misera piantagione di pomodori.
 
Feliciano sapeva bene che Antonio ci teneva a suo fratello, ma non sapeva come aiutarlo, poi gli venne l’illuminazione, -Antonio… che ne dici se vieni a lavorare da noi?- , lo spagnolo strabuzzò gli occhi un paio di volte, -M-ma Feli.. siete già al completo! Vi sarei solo di intralcio…- disse sospirando, -No, non è vero! Abbiamo proprio bisogno di un cameriere! Ricordi il vecchio Jhon? Lovino l’ha cacciato perché faceva delle avance a Bella, così si è liberato un posto!- disse sorridendo l’italiano, -Vieni ti vado a prendere una divisa pulita, mentre tu lavati la faccia nel bagno di servizio- disse infine prendendo lo spagnolo per mano accompagnandolo verso il bagno.
 
Lovino guardò soddisfatto la sala colma di clienti, gli affari stavano andando bene in quel periodo, non poteva essere più orgoglioso del suo lavoro!
Quando vide spuntare una “testolina” albina di sua conoscenza, -No.. il crucco!- pensò stringendo i denti, poi intravide un ragazzo al suo seguito, più alto del tedesco e biondo, -ORA CE NE SONO DUE!- pensò mettendosi le mani tra i capelli.
 
Perché proprio oggi che la giornata andava così bene?!
 
Ma le sorprese non erano ancora finite per il nostro caro italiano.
-Veee , fratellone ho appena assunto Antonio!- disse la vocina irritante del fratello minore, -TU HAI FATTO COSA?!- urlò prendendolo per il colletto della camicia, -Ve, ma abbiamo bisogno di una mano.. e poi tu lo tratti sempre male! – disse Feliciano imbronciato, Lovino sgranò gli occhi, lasciò il fratello e sospirò, -Grr.. va bene può lavorare qui!- disse poi rassegnato, -Veee! Hai sentito Tonio?- disse l’italiano rivolgendosi ad un aitante spagnolo vestito da cameriere sorridente.
Le guance di Lovino si tinsero di un rosso vivo, perché diamine lo trovava sexy?!
-Si si, ma niente smancerie, e niente avance alle clienti, chiaro?- disse evitando l’abbraccio/ringraziamento di Antonio.
 
Image and video hosting by TinyPic  (io li ho immagginati così *^*)
 
Arthur sbruffò sonoramente, perché ci mettevano tanto a portare una pizza margherita?
Alla fine si era fatto convincere da Alfred ed aveva preso quella bomba calorica, mentre l’americano si abbuffava di arancini e panuozzi.*
Guardarlo mangiare come un forsennato non era di certo un bello spettacolo ma non riusciva a staccargli gli occhi di dosso era così… così.. Carino?
 
Ma che vado pensando! Svegliati Arthur! E’ solo il tu coinquilino! E poi a lui piace quella Lien..  
 
Pensò evitando lo sguardo di Alfred.
 
-Allora Luddy! Come te la passi?- chiese l’albino bevendo avaramente la birra che aveva ordinato, -Bruder, non chiamarmi Luddy, e comunque come mai ti interessa come sto? Dopotutto non ci vediamo da due anni!- disse il biondo guardandolo severo, Gilbert guardò il fondo del boccale di birra, -Mi dispiace Ludwing, non sono stato un buon fratello, ma voglio rimediare!- disse sorridendo sincero, Ludwing sospirò, -Lo spero bruder..- disse sorridendo.
 
-Vee! Gil!- urlò una vocina dolce e irritante allo stesso tempo, arrivata alle orecchie del tedesco che si voltò, -Feli!- urlò l’albino sorridendogli, -Ve, che bella sorpresa!- disse sorridendo Feliciano,
-Ah! Feli, volevo presentarti mio fratello minore Ludwing!- disse poi Gilbert indicando il biondo seduto alla sua sinistra.
Feliciano sussultò, ma quello era..? No, non poteva essere, era troppo strano rincontrarlo così. Scosse la testa cercando di mandare via quel pensiero e sorrise, -Piacere, io sono Feliciano..- disse tendendo la mano, anche il biondo sussultò, quel ragazzino aveva un viso familiare, ma proprio non ricordava chi fosse.
-Piacere mio Herr Feliciano- disse forzando un sorriso.
 
Alfred guardò sorpreso l’inglese, che stranamente si era nascosto dietro il menù, l’americano si voltò guardando nella stessa direzione di Arthur. Vide un biondone alto e muscoloso parlare con il minore dei Vargas, poi ritornò a guardare l’inglese imbronciato, -Non dirmi che ti piace quel tipo?- disse freddo addentando la pizza quattro stagioni, -Eh? Ma che cavolo dici! Quello è il mio superiore!- disse Arthur cercando di mantenere la calma.
Alfred strabuzzò gli occhi, -Ma non era una donna?- chiese ingenuamente, -Si, ma lui è il suo vice!- disse sospirando.
Alfred sorrise, -Bella, scusa potresti portarmi un cartone per la pizza? Mi sono appena ricordato di avere un appuntamento e non vorrei buttarla!- chiese alla belga che gli sorrise, -Certo, te lo porto subito!- .
 
-Aspetta dove stiamo andando?- chiese Arthur ritrovandosi un Alfred frettoloso che lo tirava per un braccio portandolo nelle vie più remote della Grande Mela, -Ti porterò in un bel posto sta tranquillo!- disse l’americano sorridendo.
 
Speriamo non sia un fastfood!
 
 
*  Ecco a voi il tipico panuozzo napoletano, poiché io sono campana (FORZA AVELLINO! Sono fan della squadra che gioca in serie B Sono orgogliosa di loro *^* Anche se non c’entra niente xD ) volevo diffondere la nostra cultura con un tipico piatto napoletano <3 http://it.wikipedia.org/wiki/Panuozzo
 
 
______Angolo SHIPPATE L’AUSTRALIAXNUOVAZELANDA! Autrice______
 
Ma che diamine….?
Questa è una piaga! Perché diavolo posto sempre la sera D: (sono le 22:16 e tutto va bene xD)
Mi scuso per il ritardo ma la scuola inizia a intralciare la storia. Chiedo venia T.T  Volevo avvisarvi che forse farò uno speciale Halloween *u*
Comunque ecco un po’ di GerIta!! *spara coriandoli* E la tanto adorata Spamano <3 <3
Ci becchiamo al prossimo cappy :33
*sparge biscotti* Bay bay !!
 

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Capitolo 8
*** Speciale Halloween! ***


WELCOME!
 
SPECIALE HALLOWEEN
!
 
Arthur seduto comodamente sul divano in soggiorno, leggeva tranquillamente il suo libro,  mentre Alfred gli stava accanto guardando un film dell’orrore.
L’inglese aveva più volte alzato lo sguardo per vedere di che cosa si trattasse,
 
Robaccia Americana
 
Ma per grande fortuna di Arthur quel film non faceva paura, o almeno per lui.
Alfred dal canto suo, stringeva nervosamente il cuscino con su ricamato “THE HERO” terrorizzato,
-Alfred ma perché non cambi film?- chiese Arthur tornando a leggere “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hide”, -P-parli proprio tu che leggi quella roba horror!- balbettò l’americano spaventato, -Questo libro non è horror!- si giustificò Arthur chiudendo il libro.
Alfred sbruffò continuando a vedere il film.
 
Non bastò molto che l’americano si aggrappò all’inglese, dopo aver visto il coprotagonista mentre veniva ucciso brutalmente, -AHHHH!- urlò abbracciando sempre di più Arthur.
-Blody yankee, ma che fai? Staccati subito!- disse Arthur cercando di scrollarselo di dosso.
Niente da fare Alfred aveva troppa paura per lasciarlo andare.
Faceva quasi pena.
Arthur sbruffò.
Alla fine, forse mosso dalla pietà o solo per essere abbracciato, rimase accanto ad Alfred fino alla fine del film.
-E’ finalmente finito!- disse Alfred tirando un sospiro di sollievo.
Non passarono pochi minuti che il telefono iniziò a squillare.
 
-AHHHH E’ LA MORTE!- urlò aggrappandosi nuovamente ad Arthur, -Alfred è solo il telefono!- disse Arthur spazientito, -NOOO, NON RISPONDERE! E’ LA MORTEEE!- urlò ancora aggrappandosi alle spalle dell’inglese, -Alfred… non.. dire… stupidaggini…!- disse Arthur tentando di avvicinarsi al telefono,-Ma quanto cavolo pesi?!- urlò accasciandosi a terra.
-Sono solo robusto!- si giustificò Alfred sbruffando.
 
E’ il momento buono!
 
Con un abile scatto, Arthur riuscì a levarsi di dosso l’americano, raggiungendo finalmente il telefono, -Pron..?-
-Keseseseseseseeeee! Sera amico! Hai l’onore di partecipare alla magnifica festa di Halloween dell’altrettanto magnifico Gilbert!- urlò la voce del tedesco dall’altra parte del telefono,
- Grazie, ma non siamo…- Arthur non riuscì a finire la frase che Alfred si impossessò del telefono, -Party! Dove, dove?!- urlò saltellando allegramente.
 
Halloween.
Arthur ODIAVA quella stupida festa.
Che senso aveva vestirsi da mostro e chiedere dolci? E la cosa peggiore era, che se non regalavi dolci ai bambini che bussavano alla tua porta, ti ripagavano imbrattando la casa! Insomma che cavolo la facevano a fare quella domanda, se poi avevi una sola opzione?
La mente diabolica dei bambini.
Arthur poi non ha mai festeggiato Halloween, lo ha sempre trovato banale, ma Alfred era di tutt’altro avviso.
Dopo aver concluso la chiamata, l’americano si voltò con sguardo beffardo.
Ridacchiava.
Se Arthur aveva imparato qualcosa su Alfred in quegli ultimi mesi, era che se ridacchiava, aveva qualcosa in mente. Qualcosa che sicuramente avrebbe urtato il sistema nervoso di Arthur.
 -Allora.. hai già qualche idea sul costume?- chiese con fare innocente l’americano, -Ah, no! Dimenticalo! Io passo, non ho voglia di festeggiare quest’idiozia!- rispose Arthur tornando a sedersi sul divano, -Ma dai Arthur! Ci divertiremo!- disse Alfred sorridendo, -Quale parte di NO, non hai afferrato? – chiese l’inglese acido, Alfred sbruffò contrariato dirigendosi verso la cucina.
Una lampadina si accese sulla testolina del caro americano.
Certo era rischioso, ma lui era l’eroe!
-Arthur… ti va di fare una sfida?- chiese affacciandosi dalla porta della cucina, -Che specie di sfida?- chiese a sua volta l’inglese guardandolo di sottecchi, -Ah nulla..una sfida.. coff…culinaria- rispose facendo finta di tossire, gli occhi verdi di Arthur iniziarono a brillare.
-Ha! Ha! Preparati ad assaggiare la cucina inglese blody yankee!- urlò l’inglese fiondandosi in cucina.
 
***
 
  Alfred guardò spazientito l’orologio che aveva al polso, -Hai fatto Artie?- chiese appoggiandosi al muro, -Sei stato sleale yankee! Hai vinto solo perché i miei scones…- l’inglese non riuscì a finire la frase che Alfred lo precedette,-Facevano schifo?- disse schietto, -…Stavo per dire “erano bruciati”- rispose Arthur piagnucolando.
-Dai! Esci! Voglio vederti!- piagnucolò Alfed battendo il pugno sulla porta della stanza di Arthur, -No! E’… indecente!- urlò Arthur arrossendo (ovviamente nascosto dietro la porta), -Ma non è vero! Sei perfetto per fare Robin!- urlò Alfred sistemandosi la maschera da batman.
Arthur, perdendo quel briciolo di integrità che gli era rimasto, uscì dalla stanza.
Alfred lo squadrò dalla testa ai piedi, per poi soffermarsi sulle gambe (bianche come mozzarelle) di Arthur, arrossì all’istante.
L’inglese le coprì con il lungo mantello rosso, -Visto? Questo vestito è troppo corto!- urlò paonazzo.
-Hai ragione! Su, va subito a cambiarti!- disse l’americano volgendo lo sguardo altrove, -E non pensare di… Cosa?- chiese Arthur sorpreso, -Ti ho detto che puoi cambiarti!- rispose Alfred più rosso dei pomodori di Antonio.
-Ah, va bene..- disse poi Arthur andandosi a cambiare.
 
***
Alla fine, la festa di Halloween di Gilbert era saltata, il fratello non voleva minimamente una festa in casa propria, visto che Gilbert era andato a vivere con Ludwing dopo che gli avevano sfrattato casa.
Alfred era triste, avrebbe tanto volto andare a quella festa! Alzò lo sguardo verso il soffitto bianco.
-Bianco… come le sue gam-..- pensò arrossendo violentemente. Ah! Doveva smetterla di frequentare Francis! Lui e le sue strane idee sull’amore!
Lui era l’eroe! L’amore poteva aspettare!
 
-Comunque Alfrèd, io credo che tra te ed Arthùr, ci sia un intesa- disse Francis passandosi una mano fra i capelli dorati, -Intesa?- chiese Alfred sorpreso, -Oui! Non vedevo Arthùr così felisce da tanto tempo!- rispose il francese mettendo una mano sulla spalla di Alfred, -Magari si è innamorato!- disse poi sorridendo, Alfred sbruffò, -A si e di chi?- chiese, -Ma di te, mon chère!- rispose maliziosamente Francis.

O forse era proprio dietro l’angolo che lo aspettava.
Chissà…
 
_____Angolo Autrice_______

Buon Halloween!
Ha ha! Sono tornata con questo speciale, e stavolta non pubblico la sera tardi! La cosa più bella è che domani non c’è scuola! Che Nonno Roma sia lodato (?) In ogni caso, questo capitolo DOVEVA far paura, ma ahimè io non sono brava a scrivere queste cose.. sorry guy :/ L’ho fatto diventare sdolcinato! Ahhh ma Alfred-geloso dovevo metterelo <3
Ora vi lascio belli!!
Un beso! E buon Halloween!

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