The Death to expect outside

di GreenBlood_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo I ***
Capitolo 3: *** Capitolo II ***
Capitolo 4: *** Capitolo III ***
Capitolo 5: *** Capitolo IV ***
Capitolo 6: *** Capitolo V ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


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Questo racconto è dedicato alle persone 

che come me sono appassionate di racconti horror pieni di sangue.
E anche creature spietate, che in questa storia renderanno le vite dei nostri eroi letteralmente un incubo.
Loro sanno che fuori la morte li aspetta …
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The Death to expect outside
Prologo

Non aveva un equipaggiamento da sopravvivenza , solamente la sua pistola e del coraggio per andare avanti, doveva farlo, per aiutare gli altri compagni. L’ascensore arrivò al piano terra e la porta per uscire dall’edificio, che ormai sembrava la copia esatta dell’inferno, si trovava a pochi metri di distanza.
Quella era la sua ultima occasione di fuga; aveva procurato tutte le scorte necessarie per restare in vita per un’altra settimana, un’altra terribile settimana.
Se lo ricordava, perfettamente … quel fatale giorno, quando per la prima volta ha rischiato di morire. Ricordava che era disteso nella neve, una macchiolina rossa che si stava raffreddando, ed era circondato da … quegli esseri abominevoli. Si avvicinavano sempre di più, volevano morderlo, avventarsi sul suo corpo … ma la cosa peggiore è che lo avrebbero reso come loro.
Avrebbe potuto gridare, ma non lo fece. Non riusciva ad agire, era paralizzato. Era li disteso a guardare il cielo bianco dell’inverno.


«Sono morto» ripeteva tra se.

Shadow, il riccio più pericoloso al mondo stava per arrendersi, e lasciarsi strappare via la carne delle ossa. Confuso voltò lo sguardo verso la ferita sanguinante sul petto e senza lamentarsi ancora chiuse gli occhi e aspettò di morire.
Aspettava. E aspettava.


«Resisti! Ti salvo io! » Quelle ultime parole furono accompagnate dal suono di spari, tanti piccoli e rumorosi spari.
Il riccio nero sentendo l’urlo aprii gli occhi e alzò velocemente lo sguardo, e con aria sorpresa e tranquillizzata tese un braccio all'insù, quello era il segno di non essere ancora contaminati dalla malattia.
Con aria di rimprovero il riccio blu che aveva soccorso Shadow lo prese sotto braccio e iniziò ad andare verso il rifugio.


«Ti hanno insegnato a difenderti, dovresti sapere cosa fare in una situazione come questa! »

«Bada a come parli Sonic! Mi hanno solo colto di sorpresa, tutto qui! »

Ma in realtà Shadow non ricordava come fosse successo tutto ciò. Non aveva mai immaginato che una cosa del genere potesse mai accadere. Sembrava di stare in un vero film horror … ma purtroppo nessuno stava recitando.

 «Che brutta esperienza …»
Il riccio nero scosse la testa e finì di ricordarsi quel brutto momento.
Incrociò le braccia e serio guardò fuori dalla finestra che gli stava affianco. Un paesaggio schifoso si poteva intravvedere. Shadow brontolò. I battiti del cuore accelerarono . Per l’ultima volta distolse lo sguardo e tornò a osservare la porta sporca di sangue, oramai secco e scuro.
Sentiva le creature battere contro le mura e i vetri, quei rumori agghiaccianti si propagavano per quasi tutta la città, nessuno era al sicuro in questo nuovo mondo.
Sopravvivere era la cosa più importante, non l’amore, non gli amici, ma solo riuscire sempre a guadagnarsi quel pezzo di pane per sopravvivere un altro giorno.
Portare le provviste sarebbe stato un atto da eroe, dopo tanto tempo riuscire ad assaporare un pasto decente sarebbe molto piacevole.


«... Se esco quei cosi mi uccideranno»
Il riccio preoccupato di non riuscire nell’impresa si mise un dito vicino alle labbra cercando in tutti i modi una risposta al problema così rischioso.
Erano loro le prede questa volta, Sonic e tutti gli altri. 
«Ma che cosa è successo? Questa non è più vita …» La sua voce era appena un sussurro.
Si sentiva in trappola, come uscire da quella situazione?
Quello davanti a lui era un terribile spettacolo, tutto così rovinato, e anche morto.

I pensieri di Shadow si spensero per un secondo sentendo il suono del woki - toki che vibrava.

«Ma dove sei? Ti stiamo aspettando da ore! Cream si sta lamentando, ha bisogno di cibo, e alla svelta» Dall’altra parte della cornetta di sentiva una soave voce femminile, ansiosa per il ritorno del compagno.
«Stai calma Rouge, ho già procurato le provviste, devo solo riuscire ad andarmene dall’edificio, ma è circondato» Rispose il riccio
«Va bene … ma fai in fretta»
«E’ la prima volta che ti vedo così preoccupata»
«Senti non allungare la conversazione! Torna qui il più presto possibile»
E dopo la brutale risposta il riccio incominciò di nuovo a mirare verso la porta, ma più deciso che mai.
Iniziò a correre, correre fino all’ultimo filo di fiato. Era veloce come non mai. Sfondò velocemente la porta cercando in tutti i modi di seminare gli inseguitori. L’odore del riccio era inebriabile e mischiato con il terrore che a quei divoratori di carne piaceva tanto. Cominciarono ad inseguirlo, loro erano il leone e il riccio la povera preda in fuga. Doveva accelerare. Ma più di così non poteva. Speranzoso di tornare dagli altri sopravvissuti Shadow tirò fuori la sua pistola per l’ennesima volta,mirando ai predatori con l’odio più profondo nei suoi occhi color rubino. Si girò continuando a correre all’indietro e tese il braccio in avanti tenendo stretto il manico, anche esso intriso di qualche goccia scarlatta. E come un perfetto professionista incominciò a sparare colpi netti che centravano in pieno i predatori assetati di sangue.


«Crepate … luridi Zombie!»

E così tutto ebbe inizio.

                                            

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Capitolo 2
*** Capitolo I ***


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E’ passato un mese da quando il virus ha iniziato a propagarsi e ci sono solo pochi superstiti. 
Sonic e gli altri stanno cercando disperatamente un antidoto, per mettere fine a tutto ciò.
Ma non stanno avendo molta fortuna nell’impresa.

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The Death to expect outside
Capitolo I


Iniziò a nevicare, i fiocchi bianchi coprivano le orme di sangue sparse per le strade, rendendo il paesaggio più normale del solito.
Ma non bastava. Ancora le grida dei poveri  e indifesi abitanti di Mobius si potevano udire. I mutanti, purtroppo, non cessavano la caccia, neanche il gelo li fermava, la loro fame di carne era eccessiva. Una nebbia tetra e pesante avvolgeva i campi di grano, e dietro ad essa si potevano scorgere due figure, mezze morte di speranza … e fiducia, verso il destino. Blaze e Knuckles erano di sorveglianza, il vento tagliente e il freddo penetrante sono due grandi torture in un momento simile, anche, soltanto in quel momento, cause di morte.

“Andarsene definitivamente sarebbe la cosa migliore da fare …” Pensava l’echidna di continuo.
Tali sofferenze sarebbero state placate solo con il suicidio.
Ma sarebbe come un’amara sconfitta, e testardo come era non avrebbe fatto una sciocchezza simile.

“Dobbiamo ritenerci fortunati se siamo sopravvissuti fino ad adesso” Affermò la gatta viola rompendo il solito silenzio circostante.

Knuckles socchiuse gli occhi, sapeva che ben presto avrebbero fatto una brutta fine se non si sarebbero  protetti come si deve.
“Non come gli altri compagni …”  Continuò Blaze voltando lo sguardo verso l’orizzonte.

“Vector … Espio … e Charmy”
La ragazza che gli faceva compagnia non disse nient’altro, rimase bloccata in quel punto con gli occhi leggermente lucidi. Aveva comunque aria di rimprovero verso l’echidna, per avergli ricordato quei nomi … ormai scomparsi, da tutto e da tutti.

“Non sappiamo se sono morti … può darsi che siano spariti … spariti!” La gatta lanciò un grido di rabbia.
L’insensibilità di Knuckles da sempre la faceva innervosire parecchio.

“Tsk … chissà che fine hanno fatto, nessuno può sopravvivere li fuori” Continuò il rosso.

 Qualcosa si ruppe tra loro, in quell'istante si sentì un grido terrorizzato.
“Aiuto … aiutatemi!”
Un urlo disperato, accompagnato  da una fragile voce, che tremava in cerca di soccorso. In quel momento Knuckles giurò di aver scorso un’ombra. Si lanciò verso di lei, ma quando la raggiunse capì dove c’era il problema. “Continua a correre! Non fermarti!” Strillò terrorizzato l’echidna.
La ragazza, spaventata, veniva inseguita da un divoratore di carne, un morto intriso completamente di sangue e con la corporatura in decomposizione.
Il peggio, accadde pochi attimi dopo. La ragazza in preda al panico si accasciò sul manto della neve, oramai inerme.  Lo zombie avrebbe avuto la meglio.
“No! Questa volta voi luridi esseri putrefatti non avrete la meglio!”
Dopo questo grido, da parte dell’echidna agitato, puntò la balestra verso il mutante e schioccò una freccia.
Essa centrò l’occhio del bersaglio e lo fece cadere a terra all’istante con un sonoro tonfo, schizzando sangue sul bianco di quella giornata.
“Ehy … come ti senti?” Chiese Knuckles avvicinandosi  alla fanciulla in difficoltà.
Il suo respiro era ancora pesante, ma si muoveva.
Dolorante, si stringeva un braccio al petto  insanguinato. L’echidna si inginocchiò accanto a lei e gli prese la mano libera.

“Va tutto bene”  Disse Knuckles.
Ma non poteva trattenersi nel guardargli la gamba. Aveva la tibia spezzata, si vedeva dallo stivale.
D’un tratto arrivò Blaze preoccupata per l’accaduto.

“Ma cosa è successo? Perché sei scappato così al improvviso!?” Domandò furiosa, ma subito si accorse della ragazza ferita.

“Vai a chiedere aiuto! Subito!” Le ordino l’echidna, cercando in tutti i modi di poter fare qualcosa.

“Dimmi … qual è il tuo nome?” Domandò Knuckles, per potersi esprimere normalmente.

La fanciulla piagnucolava, come paralizzata, ma trovò una lieve forza per parlare.
“T-Tikal” Balbettò.
“La gamba … dannazione” Continuò Knuckles iniziando a tamponarla.
Il petto di Tikal si sollevò e tossì. Ancora sangue. Un sacco di sangue. Troppo.  Veniva dai polmoni. Forse un foro. Knuckles gli pulì le labbra con la manica, ma il sangue scarlatto usciva copioso. “Ti hanno morsa?” Domandò l’echidna.
Lei fece cenno di no con la nuca.
“ … Ti salveremo noi” Gli promise Knuckles. La prese delicatamente in braccio e andò velocemente verso il rifugio.
 ***
“Non ce la faccio più … “
Un lamento echeggiò al interno di un bunker, seguito da un sospiro.
Il riccio blu, seduto su una sedia scricchiolante, si teneva una coperta sulle spalle, il freddo era così pungente che riusciva a penetrare anche dentro il rifugio. Sonic guardava fuori dalla vetrata trasparente, attendeva il ritorno del suo compare Shadow. Non era sicuro, però,  che sarebbe tornato.
Neanche un filo di luce da parte del sole era riuscito ad ammirare dopo il giorno della tragedia.
Iniziò a dondolare, senza paura di cadere, ormai la paura per lui non c’era più, si era abituato.

“Sonic … perché non ti fai più vedere?”
La porta cigolò e fu accompagnata dalle parole di Tails.

Il riccio non lo guardò neanche, teneva gli occhi puntati verso fuori, con il desiderio che tutto si risolva all'istante, magicamente, ma sperava per troppo.

“Perché?” Domandò Sonic
“Perché siamo ridotti così? Chi è stato a fare una cosa del genere?” Continuò confuso reggendosi la testa.

La piccola volpe lo ammirò tristemente, non riusciva a capire come fossero arrivati fino a quel punto, fino alla depressione totale.

“Non so chi o che cosa ha creato la malattia, non so chi è il pazzo che l’ha fatto, che ci ha ridotti così. Ma sono sicuro che riusciremo a trovare la cura, ci sto già lavorando su” Rispose Tails avvicinandosi all’amico per confortarlo.

Si sentii un urlo provenire da lontano, era così acuto che si poteva udire perfettamente.
Sonic abbassò la nuca e chiuse gli occhi con forza, se avrebbe sentito un altro grido non avrebbe retto.
Quella non si poteva più definire vita, era solo un incubo interminabile.

“Tails …”
Il riccio abbassò la voce, sembrava quasi un sussurro disperato.
“Se dovessi morire … prendi tu il mio posto”
Sonic finì la frase sospirando, lasciando l’amico sbalordito dalle sue stesse parole, per la prima volta il suo migliore amico era insicuro delle sue azioni. Questa richiesta fu scioccante per la volpe il quale strinse i denti al sol pensiero, come avrebbe fatto se ciò accadesse?

“Non permetterò che tu muoia …”
Fu questa la risposta che diede, poi uscì dalla stanza senza aggiungere altro, per lui poteva bastare tutto quello shock.

“Vedremo col tempo …” Disse silenziosamente Sonic lasciando un sorriso sul suo volto, un lieve sorriso che sembrasse rispecchiare sicurezza.

Gli altri compagni, invece, si trovavano nelle altre stanze, ognuno nella sua propria postazione.
Da una stanza provenivano dei lamenti, che non cessavano.

“Cream … cerca di resistere” Rouge cercava in tutti i modi di tranquillizzare la ragazzina, che da ore non faceva che tormentare con i suoi lugubri boati.
La coniglietta sentiva freddo, troppo freddo per restare in vita, e … anche fame.
Veniva riscaldata solo da una lampadina, che per di più faceva le bizze, ma era la più forte fonte di calore in quel momento.
Era distrutta, però Cream continuava a lottare, doveva farcela, sconfiggere la morte, anche se in quel momento era quest’ultima ad ottenere sempre la meglio.

“Non mi sento più il corpo …” Disse Cream talmente spaventata che scoppiò in lacrime.
Ma la ragazzina non era l’unica componente della squadra che stava male e rischiava la vita, anche gli altri, distrutti, facevano fatica ad andare avanti, ma per fortuna avevano quella poca forza per combattere.

“Ce l’ho fatta! Sono riuscito a prendere le provviste!” Il silenzio fu placato da un grido di vittoria.
Shadow era tornato vittorioso, con una scorta abbondante.

“Shadow!” Urlarono alcuni compagni in preda all’enfasi di rivedere l’amico.

“Finalmente!” Gridò bruscamente Rouge prendendo le provviste che teneva il riccio nero.

“Adesso potremo stare in pace un altro mese” Dissero al unisono Shadow e Rouge.

E la pipistrella si diresse verso la dispensa.

“Come sta la nuova arrivata?” Chiese Amy

“Non saprei … sembra ancora terrorizzata, vai a vederla tu stessa, è sdraiata proprio su quel divano” Rispose incerta Blaze.

“Nuova arrivata!?” La tranquillità di Shadow non durò a lungo. “Voi non potete ospitare altra gente! Già il cibo per tutti noi è scarso, figuriamoci con un’altra persona!” Continuò il riccio innenvosendosi.

“Ma Shady … dovresti vedere com’è messa … non potevamo lasciarla li fuori” Si intromise Amy cercando di far ragionare Shadow.

“Ci sono problemi?” Domandò Knuckles allontanandosi da Tikal.

“Non possiamo tenere quella ragazza con noi!” Urlò il riccio, ormai stufo
.
“Oh si invece che possiamo! Ma l’hai vista? Potrebbe morire da un momento al altro!” Rispose l’echidna.

“Che morisse allora, meglio per tutti”
Questo accenno di Shadow sbalordì tutti.

“Sei soltanto un essere senza cuore! Se c'è qualcuno che dove morire, quello sei tu!” Gridò Knuckles sbattendo il riccio con forza contro il muro.

“Smettetela! Non otterrete niente così!” Li rimproverò Amy cercando di dividerli.
A fermarli, però, fu Tikal che si agitava nervosamente sul divano dove riposava. Tossì di nuovo violentemente e Blaze andò ad aiutarla.
“ … S-stanno arrivando” Balbettò a bassa voce Tikal stringendo i pugni.
Tutti si avvicinarono, perplessi per questa sua agitazione. “Stanno arrivando … “ Continuò, con aria disperata.

“Chi? Chi sta arrivando?” Domandò Amy.

“G-gli zombie … li ho visti … stanno arrivando” E svenne sputando un’altra goccia scarlatta.

       

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Capitolo 3
*** Capitolo II ***


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Si racconta che fossero numerosi...
Come fili d'erba in un prato. 
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The Death to expect outside
Capitolo II


Fuoco. Il legno vecchio e secco della sala delle assemblee  si infiammò in un istante. L’aria si mischiò col fumo scuro che irritò i polmoni di alcuni presenti in quella stanza. I giovani superstiti gridarono sorpresi, poi afferrarono le armi, pronti a combattere per la propria vita.
“E’ tutta colpa mia” Ripeteva nella sua mente Tikal che era ancora distesa cercando di ritrovare le forze. Sapeva che aveva combinato un pasticcio, tutto questo stava succedendo per colpa sua. 
Le loro intenzioni erano chiare, avrebbero combattuto se ce ne fosse stato il bisogno. Non potevano restare là, tra le fiamme urlanti che li circondavano.
“Sentite io non mi fido molto, potrebbe anche essere un inganno” Shadow continuava a lamentarsi da ore, iniziando a far perdere la pazienza a tutti.
Era un pomeriggio fiacco, miserabile, grigio. Il sole non si vedeva, ma era ancora giorno.
Knuckles si era seduto e aveva estratto dalla tasca il suo coltello, ricevuto in dono al suo tredicesimo compleanno, che all’inizio non gli era sembrato essenziale , ma in quel momento, sì. Lo aveva tirato fuori per intimorire il riccio, puntandoglielo contro con aria alquanto seria. “Datti da fare, invece che lamentarti, tanto non abbiamo nulla da perdere” L’echidna commentò quell’attimo un po’ preoccupante per tutti. Non un grido, solo sussurri impauriti erano presenti tra la folla. Tutti gli sguardi erano rivolti verso i due, che si disprezzavano ormai da anni. Amy  mosse un passo verso Shadow, in preda alla rabbia, ma Blaze la fermò afferrandola con decisione per la manica. “Amy” La chiamò con dolcezza “No”.
“Questi due la devono smettere di fare così! Stanno spaventando tutti!” Disse la riccia per sua difesa.
“Non è colpa mia se siete degli ingenui creduloni!” Shadow perse la calma un’altra volta.
Quell'esperienza faceva rabbrividire perfino la forma di vita suprema. Sospirò a fondo fissando le fiamme scoppiettanti nel camino, si domandava ancora perchè fosse ridotto così, anche lui si era accorto di non essere più se stesso, di essere più freddo del solito ... ma, stranamente, gli veniva da farlo, quella sensazione era più forte di lui.
 
“Ragazzi … cosa succede? Perché urlate così tanto?” Una fragile voce si sentì in mezzo a quella discussione pesante. Al solo suono di quella voce gracile si bloccarono tutti. Appena si accorsero di chi stava parlando la maggior parte dei sopravvissuti si commossero lievemente, ma neanche si poteva notare.
“Sonic! Ti sei ripreso finalmente!”
Amy gridò in preda all’enfasi e corse abbracciando il riccio, che non si faceva sentire da giorni.
Sonic era stanco e sentiva freddo. Era già scosso da un tremore violento, anche se Amy in quel momento lo stava riscaldando teneramente con quell’abbraccio gioioso, eppure si sentì il cuore gelarsi ancora di più. “Amy … ti prego … non mi sono ancora ristabilito del tutto”
Delicatamente la riccia lasciò la presa e si rivolse a lui con un tono leggermente preoccupato. “Allora perché vai di nuovo in giro?”
Sonic scosse la testa, poi rispose “Sentirvi urlare mi ha incuriosito, di solito c’è silenzio qui intorno, sempre e solo silenzio di tomba” Era così. Non succedeva mai niente che suscitasse un’ innocente risata, nemmeno una. O anche solamente delle parole normali, che regalassero un po’ di allegria. 
“Sonic, voglio un tuo parere! Secondo te dobbiamo tenerci quella ragazza!?” Sbraitò Shadow, cercava disperatamente qualcuno che gli desse ragione.
Il riccio blu voltò lo sguardo e osservò subito l’echidna color arancione come il tramonto. Non sembrava scioccato per le sue ferite gravi, o sorpreso nel vedere un’altra sopravvissuta, la fissava normalmente, come se per trovare una risposta in lei servisse semplicemente ammirarla.

“E’ bello vedere un’altra persona che ce l’ha fatta. Piacere, sono Sonic, Sonic the hedgehog”

“Io …s-sono Tikal”

Si presentarono entrambi educatamente, il riccio blu sapeva perfettamente come non spaventare una persona o metterla in agitazione, e fare questo era la miglior cosa per incominciare.

“Dimmi, da dove vieni?” Il riccio si avvicinò a lei con aria interrogativa nei suoi confronti.
Il suo respiro era affannoso, le ferite, probabilmente, le facevano provare molto dolore. Tutta via aveva smesso di perdere sangue e questa era una buona cosa, perché non sarebbe morta dissanguata. “Io … v-vivo in una catapecchia nel bosco …” Dalla sua voce si poteva dedurre che faceva fatica perfino a parlare. “Quando ti hanno attaccata?” Continuò a domandare Sonic, cercando risposte. 
“N-non lo so, non so neanche come sono finita fin qui” Risposte balbettando.

“Bugiarda! Lo so che ce l’hai contro di noi! Ammettilo, hai spinto i mutanti fin qua perchè vuoi ucciderci tutti!” Esclamò Shadow che con maleducazione si era intromesso tra i due.

“Non era mia intenzione lo giuro! Non sapevo dove andare! Non credevo di trovare delle persone non infette!” Fu costretta a lanciare un urlo per l’agitazione, che forse potrebbe risultare fatale per la sua salute.

Nonostante quella severa interruzione Sonic non fece caso al riccio nero, e continuò a rivolgersi all’echidna ferita.

“Non sforzarti troppo … non ti fa di certo bene” La rassicurò Sonic con un tono di voce rilassato. “Io ti credo, sono sicuro che tu non sei contro di noi”

“Non devi credergli!”
Shadow si lanciò contro Tikal e la prese per il colletto della maglietta.
“Cosa nascondi eh!? Avanti! Nessuno mi può mentire!”

Lei iniziò a dimenarsi e a tossire come prima, la presa del riccio nero le stava stringendo la gola, Shadow la stava strozzando senza rendersene conto.
Una freccia sfiorò il muso di quest’ultimo. Che lasciò la ragazza all’istante.
Knuckles puntava la sua balestra contro il riccio nero, ringhiava e mostrava i denti come un perfetto animale selvaggio.
“Guai a te se la ritocchi! Lo vedi che per poco non la uccidevi con quella presa!?” L’echidna era più inferocito di prima.

Shadow rivolse lo sguardo verso Tikal, si rese conto su ciò che aveva fatto, la ragazza si teneva la gola dolorante e i suoi occhi mostravano timore verso colui che l’aveva aggredita. Al riccio nero gli fulminò lo sguardo a quella scena, era inorridito di se stesso, ma non lo fece notare a nessuno. Abbassò la nuca e, senza guardare negli occhi qualcuno, si diresse verso l’entrata principale.

“Presto ci attaccheranno, meglio iniziare a prepararci” Sospirò, poi prese in mano due pistole, quelle che usava più spesso per uccidere, e andò in posizione senza aggiungere altro.

“Attaccheranno?” Questo accenno sbalordì Sonic, il quale non sapeva di questa cosa.

“Vedi Sonic …. “ Incominciò Tails appoggiando una mano sulla spalla dell’amico confuso.

Da come stava iniziando il discorso Sonic capii che non stava per accadere niente di buono. Chiuse gli occhi, per lui era tutto un’agonia e un tormento, di certo non avrebbe affrontato quella cosa con un sorriso.“Gli infetti … saranno qui a momenti” La piccola volpe finì la frase e caricò la sua Magnum 500. Anche gli altri impugnarono le armi, e da sguardi impauriti e spenti passarono a quelli più acidi e convinti. Guardavano tutti il riccio blu con un tono quasi di speranza e di invito.

“Va bene … a quanto pare non ho molta scelta” Quell’esile scintilla accese qualcosa in Sonic. “Knuckles, Rouge proteggete i feriti! Mentre voi altri uscite dal rifugio e proteggetelo ad ogni costo!” Il riccio aveva di nuovo assunto il suo carattere da leader che tutti aspettavano da un pezzo.

“Tu cosa farai Sonic?” Domandò Amy

“ Ah … Amy … cerca di stare nella difensiva, stai lontana da quelle bestie! Mi raccomando … fai così, intesi?” Rispose lui
.
“Ok, ma … “ Fece lei con voce bassa.

“Non preoccuparti per me, torno subito” Sonic scattò verso la sua stanza. La guardò per un po’ di attimi con aria di sfida.
Infilò la mano nella federa del cuscino e tirò fuori una chiave sporca di ruggine, la mise nella serratura di un cassetto mezzo trasandato. Non credeva che l’avrebbe rifatto, che avrebbe usato quell’arnese.
Pensava che sarebbe stato rinchiuso in quel mobile per tutto il resto della sua vita, ma si sbagliava, in quel momento occorrevano misure disperate.
“E così … ci rincontriamo, è da molto che non ci divertiamo insieme, vero?” Il riccio blu prese in mano un mitra. Per la prima volta non fù preso dal panico nel tenere in mano quell’arma. Questa volta doveva essere pronto per combattere, perché fuori, gli zombie aspettavano.
                                                                                                    

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Capitolo 4
*** Capitolo III ***


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La civiltà sciovolò nelle sua era di tenebre. 
E su una prevedibile scia di sangue. 
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The Death to expect outside
Capitolo III


Come avanzando in un incubo, Shadow vide i suoi piedi muoversi senza che fosse lui a volerlo. Forse si era congelato stando fermo nella neve, ma ora sembrava lacerargli la pelle come se fosse ferro. Era un pomeriggio freddo e pungente. Aveva cominciato a nevicare abbondantemente per la seconda volta consecutiva ma, cosa peggiore, la neve era sospinta da un vento rigido che soffiava da est, Si era sollevato dal nulla, quasi all’improvviso, e ora la bufera si era fatta più furiosa che mai. Forse quello era un avvertimento, ma loro sapevano a cosa stavano andando in contro. Se avessero potuto, sarebbero stati sicuramente dentro il rifugio, ma in quel momento avevano un compito estremamente serio.
“Non ce la posso fare” Esclamò Blaze, esasperata, mentre mirava alla rete spinata che li divideva dal rifugio al bosco nero.
“Non ce la puoi fare?” Fece da eco Shadow “ Qui tutti siamo a rischio di vita, se vuoi vivere devi darti da fare” Concluse.
Era come se avesse preso questa situazione come un semplice gioco o uno show televisivo, per alcuni era come se avesse perso per strada la paura stessa, oppure che abbia vissuto con  l’ansia per un lungo periodo, talmente lungo che adesso l’ha completamente dimenticata.
Il riccio puntò le sue pistole verso l’entrata, dai suoi movimenti e dal suo sguardo magnetico si notava la sua famosa sicurezza, e nessuno è mai riuscito a portargliela via.
“Io … credo di aver paura” Mormorò Amy con una voce alquanto consumata. “Non ti ci mettere anche tu furia rosa”  Rispose Shadow.
Ma chi in questo istante non desiderasse che tutto questo fosse solo un semplice incubo?
Nessuno vorrebbe vivere questa esperienza.
Nessuno, riuscirebbe a tenere in mano un’arma da fuoco per questo motivo.
Nessuno, e ripeto nessuno, potrebbe vivere in questo mondo di mutanti.

“Shadow ... “ Disse Amy. La sua voce pareva un sussurro. “Ma tu non hai timore? Non hai paura di morire da un momento all’altro?” L’aveva detto, la riccia aveva avuto il coraggio di chiederglielo. Il vento continuava a soffiare creando un’atmosfera tetra e desolante.
“Cosa ti importa?” Domandò il riccio voltando lo sguardo consumato. “Non ho paura per il semplice fatto che da mesi noi viviamo in questo modo e ho capito che sei hai il terrore di morire … muori, è finita se pensi questo, se immagini già uno schema in qui tu fai una brutta fine e vivi pensando solo a quello … sei morto lo stesso” Quelle parole, quel tono di voce secco e specialmente duro, come se fosse una semplice risposta da scuola elementare, fece riflettere Amy, quella risposta era una chiave, la chiave per continuare a vivere. Dallo sguardo di Blaze di poteva capire che anche lei era d’accordo su quello che aveva appena affermato Shadow, infatti i suoi occhi color oro iniziarono a splendere, era bellissimo vedere sicurezza in quella gatta. Era talmente forte che persino Amy tornò serena.
“Hai ragione Shadow, forse dovevo pensarlo anche anche io” Concluse Amy, tranquilla. Non passò molto tempo ma aveva già smesso di nevicare. Anche il vento si era calmato. Si poteva meglio vedere all’orizzonte, e questa era un vera fortuna.
“Io … credo che … “ Amy chiuse gli occhi. Sapeva che il momento era arrivato. Da lontano provenivano dei passi, se si sentivano bene evidentemente non c’erano dieci o venti mutanti, no, ce ne dovevano essere una cinquantina. La tensione risalì enormemente. “Cosa Amy?” Domandò Blaze.
Non ebbe una risposta all’istante, la riccia rosa guardava il vuoto,era impossibile schiodarla. Amy li sentiva, quei passi, tanti passi e anche … il ghiaccio sgretolato sotto i loro piedi. “Non li sentite?” Fece Amy respirando con fatica. Credeva di aver superato la paura, ma a quanto pare si sbagliava. “Amy … io non credo che … “ Blaze non riuscì neanche a terminare la frase.
“Sono qui, li sento! Sparate!”
“Amy vuoi calmarti?” La rimproverò Shadow.
Non lo sentì neppure perché le sue parole furono coprite dal suono di uno sparo, tirato da Amy anche se andato a vuoto. Un colpo secco, mandato solo per difesa. “Amy ma sei impazzita!? Non sprecare i progliettili!” Urlò Shadow talmente forte da sciogliere la concentrazione della riccia. Il riccio neanche rendendosene conto buttò le pistole per terra per riuscire a prendere le spalle di Amy e scuoterle. Ciò nonostante, non ci fu alcun litigio.
Quando Shadow voltò lo sguardo non vide più il verde della foresta e neanche il bianco panna della neve appena caduta, ma solo rosso, rosso sangue. “Ve lo avevo detto che erano arrivati” Grugniti, urla. Dietro il recinto spinato si celava il più grande degli incubi.
 ***
 
“Signora Rouge?” Mormorò Cream con una voce delicata e tremante “ … Che sta facendo?” Continuò. La pipistrella stava raccogliendo tutte le provviste rimaste. Sapeva che questa faccenda, o meglio, “battaglia” non avrebbe avuto un buon fine. Quindi per essere previdente avrebbe portato con se tutto il necessario possibile. “Sto … sistemando un po’di roba, tutto qui” Era certa che sarebbe stato meglio non dire tutto alla più piccola del gruppo, per non spaventarla. Cream era già malata, sicuramente il meglio per lei era farle sapere che si trovava al sicuro. “ … Noi non staremo a lungo in questo posto, vero?”  
Anche se, purtroppo, aveva capito tutto.
Per tutta risposta Rouge tirò una mela alla coniglietta e quest’ultima afferrò all’istante. “Mangia, ti metterà in forze”  Affermò Rouge, tornando a sistemare le cose per bene. L’atmosfera pareva più seria del solito. “Ehy Rouge, tutto a posto?” La porta si aprì e una macchia blu entrò nella stanza. “Si Sonic, non serve una laura in scienze per mettere del cibo dentro un sacco, non trovi?” Risposte in modo sgarbato la pipistrella. “E poi vai da Tails e digli di portarmi quelle sue cose” Continuò. 
“Intendi gli esperimenti?” 
“Si” Concluse Rouge.  “Senti, ero venuto a dirti che … dobbiamo prepararci al peggio. Quindi in casi estremi … vorrei che tu portassi Tikal e Cream lontani da questo posto”
Silenzio.
"Come sarebbe a dire?  Come potrei prendermi cura di due malati? Come potrei separarmi dal gruppo?" Tutte domande che giravano nella testa di Rouge. Quel silenzio circostante conteneva troppe domande.
“Lo so cosa stai pensando” Interruppe il silenzio Sonic. “Ma devi fare uno sforzo, pensa alle loro vite Rouge, pensa alle loro vite” Continuò.
“Pensa alle loro vite? Ma tu pensa alla mia vita! Cosa faccio se finisce il cibo? Cosa farò io lontana da voi!?” Le sue urla disperate echeggiavano in tutta la stanza.
“Verrò io con te.” Una risposta, un aiuto.
“ Tu? Knuckles?”
“Esatto, Sonic ha ragione, sono d’accordo con lui per una volta, i feriti devono stare in un posto più sicuro.” Disse Knuckles “Ed io davanti ad una simile richiesta devo per forza aiutare” Nessuno dei presenti poteva credere ad una simile affermazione, eppure era così. Knuckles aveva fatto una proposta d’aiuto e anche molto fondamentale. “Bene, lascio a voi la scelta” Sonic si allontanò dalla sala.
“Dove vai Sonic?” Domandò Rouge.
“Fuori” Rispose sorridente “Non sentite che hanno bisogno di me?” Come se nulla fosse il riccio si allontanò andando in contro all’inizio di un grande incubo infernale, dove prevista morte. Forse anche lui aveva superato completamente la paura? Il suo sorriso, pieno di sicurezza era la risposta. 
                                                                               

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Capitolo 5
*** Capitolo IV ***


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Puoi già capire quando hai buone probabilità di scomparire,
quando uno zombie ti guarda negli occhi, sembrando interessato a te, sai già di essere il suo prossimo pasto. 

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The Death to expect outside
Capitolo IV


Neve color latte un attimo prima, schizzi di sangue un attimo dopo.
Uno di quei esseri putrefatti sputò del liquido rosso mentre continuava ad ammassarsi in mezzo ai suoi simili. “Mirate bene a quelli vicino all’entrata! Il nostro compito è quello di non farli entrare nel nostro rifugio!” Gridò Shadow con tono autoritario. Si chinò a terra per prendere la mira e incominciò a sparare ininterrottamente. Erano tanti. Troppi. Si poteva udire uno di quei baccani che sarebbero risuonati ogni notte e in ogni incubo. “Non ne ho mai visti così tanti!” Esclamò Amy mentre copriva il riccio nero “Almeno per adesso siamo protetti dal recinto spinato!” 

“Non durerà a lungo questa protezione se non ti concentri a sparare!” Shadow continuava a tirare colpi facendo cadere a terra sempre più corpi ammuffiti e sporchi come non mai. Quella scena non era per niente piacevole, non solo perché potevano morire, non era bello dover massacrare centinaia di corpi che prima erano delle perfette persone comuni. In quell’orda di mutanti erano presenti anche quelli che prima erano dei ragazzini. Altri grugniti, non finivano più, la loro fame aumentava sentendo l’odore dei sopravvissuti. Era ovvio che non sbranavano la carne da parecchi mesi, si poteva capire dai loro occhi iniettati di sangue e da come mostravano i denti.

“Che scena rivoltante … “ Mormorò Amy, non si accorse che i suoi colpi erano diminuiti di velocità.
Per la riccia rosa non deve essere un compito facile sparare all’impazzata facendo volare in aria le teste degli squartatori. Colpì in pieno un essere facendogli saltare metà testa, si poteva vedere benissimo la lingua che ancora si muoveva. “Bleah … che schifo. Era meglio se lo colpivo direttamente sulla fronte!” Disse Amy mentre ancora mostrava una faccia disgustata.
“Allora non credo che tu abbia un’ottima mira, di certo non come me!” Si vantò Shadow. “Ma l’importante è ucciderli” Concluse.
“Non avevo mai visto degli zombie da così vicino, anzi non li avevo mai affrontati prima d’ora” Ammise Blaze mentre lanciava colpi di fucile non molto precisi.
“Zombie?” Amy era perplessa “Hai dato un nome a quei cosi?”
“Nei film li chiamano così, pensavo fosse carino se anche noi li chiamassimo in questo modo”
“Carino!?” La voce di Shadow parve un tuono “Non c’è niente di carino in questo!” Shadow puntò meglio le sue due pistole e riprese a sparare più intensamente di prima. Il sangue volava a schizzi davanti a loro, ormai non c’era altro sparso sul loro campo di battaglia, incluse teste malridotte e budella.
Amy tolse la concentrazione per un po’ rivolgendo lo sguardo all’amica Blaze, pareva che quest’ultima avesse seri problemi a colpire i mutanti, fino ad’ora ne aveva abbattuti solo una decina e non era un grande risultato. “Blaze? Ma stai bene?” Disse Amy “Mi sembri un po’ … scombussolata”
Poteva sembrare un atteggiamento alquanto normale in quella situazione, ma Amy si era già scaldata da un pezzo. Ed ovviamente ne aveva abbattuti di più.
Blaze non rispose, voleva tenersi concentrata, che era anche meglio per lei, ma si notava perfettamente che le sue mani tremavano e che i suoi occhi brillavano di paura sempre di più. Qualcosa non andava. “Diamine, non diminuiscono! Sembra che non ne sia morto neanche uno!” Strillò Shadow.
Amy rivolse lo sguardo di nuovo verso il cancello del recinto “Sono in troppi, l’intero rifugio è circondato” Disse deglutendo.
“O noi o loro, a te la scelta!” Da quello che stava accadendo Blaze sembrava ancora più agitata di prima. Il sudore freddo colava dalla sua fronte e il suo fiatone di poteva udire molto bene. Le bestie si agitavano sempre di più, urlavano, si spingevano tra loro, graffiavano la rete cercando si spezzarla. Diventavano sempre più mostruosi e decisi ad entrare dentro il territorio.
“Blaze! Calmati! Loro si nutrono della nostra paura!” Esclamò Amy, agitandosi pure lei. “N-no, L-loro vogliono la mia carne!” Balbettò Blaze.
“Per loro la paura degli esseri viventi è come lo zucchero a velo su una torta, se non ti calmi noi … “ Non poté neanche finire la frase.
Blaze tirò un altro colpo, ma andò a fallire. Quello è lo sbaglio che potrebbe costargli la vita. Il colpo non colpì il vuoto, ma il lucchetto del cancello facendolo in mille pezzi. I cuori dei sopravvissuti si bloccarono per un istante per poi accelerare enormemente per l’agitazione.

“Blaze … ci hai condannato a una brutale fine” In un istante centinaia di non-morti irruppero all’interno del rifugio fiondandosi addosso ai sopravvissuti, erano affamati di sangue e interiora. “Ragazze sparate! Sparate a più non posso e non fermatevi! Io non morirò qui!” Urlò Shadow “Nessuno morirà qui!”
Tutti e tre indietreggiarono di pochi metri e ripresero a sparare vigorosamente. Il sangue continuava a espandersi a fiumi ma i mostri erano sempre di più.
“Il rumore degli spari li attira!” Disse Amy. “Non abbiamo altra scelta! O spariamo o moriamo!” Aggiunse Shadow.
Molti altri copri, ormai abbattuti, cadevano a masse formando piccole montagnole, un paesaggio mostruoso e desolante. In gran parte erano lenti, il che era utile, ma altri correvano a più non posso e i colpi erano inflitti più a quest' ultimi. Altri strisciavano penosamente, altri ancora si lanciavano e sputavano liquido scarlatto. Ma il problema è che erano troppi da dover ammazzare. 
“Oh no!” Esclamò Amy scuotendo l’arma “Ho finito … “ Ma era troppo tardi. Uno dei mutanti si era già lanciato addosso alla riccia rosa facendola cadere a terra pesantemente. “ … Le munizioni” Cercava (invano) di tenere la testa della bestia lontana da lei.
Allungava i denti e la bocca sanguinanti cercando di morderla e sbranarla mentre con le unghie affilate le stava lacerando le spalle.
“Aiuto!” Strillò con tutte le sue forze, ma nessuno parve darle retta, dopotutto anche loro si stavano proteggendo. “Allora è finita per me ... ” Pensò la riccia “Non posso neanche prendere il mio coltello e ficcarglielo in testa … sono morta” Stava per arrendersi. Allentò la presa, lei era certa che non aveva via di fuga. Chiuse gli occhi, lasciando sensibili gli altri sensi, percepiva il suo cuore esplodere, ma ancora rabbrividiva per i grugniti affannosi della bestia affamata. Abbandonò ogni sua forza e lasciò l'intero peso soffocante. 

Bang.

Non più i grugniti ma solo sangue scuro sul volto della riccia. Riaprì gli occhi all’istante e si accorse che il mutante era stato colpito alla testa. Era certa che non fossero stati Shadow e Blaze perché erano ancora rivolti verso l’entrata dove ancora si espandevano i non-morti.
“Ehy!”
Amy sentì una voce che conosceva bene provenire dall’alto. “Stai bene?”
La riccia rosa guardò verso il tetto “Sonic!” Urlò fragorosamente. Il riccio blu l’aveva salvata, appena in tempo. Esso fece un salto e scese dal tetto andando in contro a Amy aiutandola ad alzarsi. “Lascia, da qui ci penso io” gli sorrise e fece entrare nel rifugio la riccia esausta. Lei non ci pensò due volte, era troppo spaventata per poterlo fare “Grazie Sonic! Ci è mancato un pelo!” Anche lei gli fece l’occhiolino prima di entrare velocemente al riparo, voleva lo stesso sembrare sicura di se. “Blaze, anche tu, rientra, sei stremata. Te lo si legge in faccia”
“No, ce la faccio, non voglio che tu muoia al posto mio!”
“Fallo e basta! Qui conta la vita di tutti, non scordartelo mai.”
La gatta, anche se voleva dimostrare di essere forte e coraggiosa, rimise il fucile a posto sulla schiena e corse anche lei al riparo.
“Blaze! Prepara le tue cose più importanti! Si passa al piano B!” Sonic avvisò pure lei prima di vederla scomparire da dietro la porta rinforzata a dovere. In quel momento erano passati in difesa del rifugio solo Sonic e Shadow. Il riccio blu non esitò che puntò la sua mitraglietta contro l’orda di zombie che gli si avvicinava. Altre interiora volarono in aria come cavallette, inclusi pezzi di carne in decomposizione. Il riccio più veloce del mondo con l’arma più veloce che esista, davvero una difesa eccezionale. “Hai assistito tutto il tempo, non è così?” Domandò Shadow a Sonic. “Esatto, non eravate male per essere dei principianti”
“Principianti? Le uniche che potevano rimetterci la pelle erano Amy e Blaze!”
“A proposito” Disse Sonic “Come mai non avete difeso Amy?”
“La furia rosa? Beh se mi giravo per soccorrerla sarei morto io al posto suo” Rispose il riccio nero “E tanto ci avrei scommesso che saresti stato tu a soccorrerla.”
“Comunque quelle due hanno molto potenziale, volevo lasciarle esercitare”
“Io credo che non prendi sul serio questa cosa” Aggiunse Shadow. 
“Ah, davvero?” Per mettersi in mostra il riccio blu sparò cinque colpi colpendo rispettivamente alla testa cinque non-morti.
“Adesso cosa ne dici?” Sonic mostrò un sorrisetto compiaciuto. “E va bene, fai come ti pare” Disse Shadow “Quindi … piano B?” Domandò.
“Già, non credo che ce la faremo, quindi è meglio andare sul sicuro.” Concluse Sonic. “Sarà” Continuò Shadow “ Ma io adoro sparare a questi cosi!”
Il riccio nero mostrò uno sguardo serio, ma allo stesso tempo gioioso. Per lui, solo per lui, questa cosa non era altro che un gioco, un semplice tiro al bersaglio. Quegli esseri però erano pericolosi, nonostante tutto se ne era accorto pure il riccio. Erano sporchi e terrificanti zombie

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Capitolo 6
*** Capitolo V ***


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Fu così che impararono il vero significato della parola "Fine"
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The Death to expect outside
Capitolo V



L’aria era contaminata da un odore forte e rovente, mischiato col fumo delle armi da fuoco  e dai corpi decomposti che giacevano a terra, proprio davanti ai suoi piedi. Era talmente nauseabondo che Sonic cercò di respirare il meno possibile, non voleva attacchi di nausea in quel momento. Dal suo occhio, tutto quello che poteva scrutare da quell’ambiente era il completo caos, la sua prima battaglia ravvicinata stava andando peggio di quanto pensasse poco prima. In un secondo cambiò velocemente le munizioni, era tutta questione di pratica e velocità, ma non era questo il problema del riccio blu, bensì un altro, i non-morti si stavano espandendo sempre di più nel loro territorio, Sonic e il suo compare Shadow avevano difficoltà perfino a tenerli lontani di due metri dalla loro postazione d’attacco.

Il riccio blu, sempre più stanco, teneva saldamente il suo fidato mitra, che man mano diveniva sempre più pesante. Stessa cosa la faceva con i piedi, incollati al suolo  perfettamente e con una posizione alquanto composta e precisa per pendere una buona mira. Sentiva le grida dei mutanti farsi sempre più forti, più stressanti e anche terribilmente più fastidiose. In quel momento entrambi i sopravvissuti avrebbero preferito trovarsi in un posto completamente isolato, fuori dal mondo e anche silenzioso, senza neanche un fruscio di vento. Ma in quel momento, l’unica cosa che potevano guardare era il color cremisi che tingeva quella che prima era innocente neve, ma adesso era diventata un tappeto dove la morte non faceva che aspettare con pazienza, pronta a gustarsi la prossima vittima. Il rosso ricopriva anche i vestiti rinforzati di Sonic e Shadow, erano completamente rivestiti da quella linfa vitale color scarlatto che lasciava altro tanfo ferroso e pungente, proprio come delle lame. Il riccio striato sembrava quello più stressato, si notava dalla velocità dei suoi spari, che andavano sempre a segno. Si notava chiaramente che tutto quello che voleva non era altro che la fine dell’inferno, ma chi non lo voleva?

Forse il riccio pensava sul serio di dover sterminare tutti i mutanti da solo, si sentiva superiore agli altri, più abile, veloce, forte e anche più professionista con le armi. Ma questa operazione risultava impossibile anche per la forma di vita suprema, il suo compito, per il momento, era di dover proteggere i suoi amici e anche chiunque altro avrebbe bisogno di aiuto. Ma la massima priorità di tutti era di dover sopravvivere. E se Shadow the Hedgehog rimarrà con la gente non infetta è probabile che resterà in vita per un po’ di tempo.
Mentre il riccio nero correva davanti all’entrata lasciava dietro a se delle impronte di sangue, il territorio adesso era completamente contaminato. Sparava ininterrottamente con le sue fidate pistole, che ancora brillavano di un argento splendente, forse era l’unica che emetteva una lieve luce. “E’ evidente che in questo momento le sue armi sono la cosa più importante che possiede” Pensò il blu notando questo particolare.
Entrambi erano particolarmente precisi, i loro colpi centravano in pieno il cranio degli esseri putrefatti, spaccandolo e facendo saltare un po’ di cervella. Gli zombie cadevano a terra quasi a valanghe, ma evidentemente non bastava, ce ne erano ancora una centinaia, e pensare che poco prima erano poco più di venti.

Shadow posò di colpo una delle sue pistole in tasca e al suo posto afferrò un pugnale molto appuntito. Come uno scatenato si lanciò contro un non-morto conficcandogli la lama dritta in un occhio, il sangue uscì a spruzzo colpendo la guancia di Shadow facendo diventare anch’essa color cremisi.

“Sto iniziando ad innervosirmi” Affermò subito dopo pulendosi la parte tinta di rosso, mostrando i denti.
Forse anche quel sentimento doveva essere aggiunto alla lista. Rabbia e tensione, le altre sensazioni erano praticamente scomparse nel nulla, cadute nel vuoto.

In un mondo del genere non si riusciva a capire neanche chi fosse il vero assassino, i mutanti o i sopravvissuti, entrambi avevano le loro ragioni di uccidere. Ma il vero killer era ‘Madre natura’, che aveva distrutto questo universo e le sue leggi. Un mondo pieno di agonia e di terrore, dove si aveva paura di addormentarsi e non svegliarsi più. Ma l’angoscia non finiva qui, in quel momento si poteva morire per qualsiasi cosa, anche un motivo stupido.

“Shadow” Sonic lo chiamò, la sua tonalità di voce non era ne calma ne agitata.

Mentre il riccio nero continuava a tirare colpi sforzò di poco la sua voce per rispondere “Cosa vuoi?”

Il blu scrutò meglio la sua visuale, sparò altri colpi più potenti per allontanare i mutanti in modo di non venire attaccato mentre parlava. “Se io venissi morso, vorrei che fossi tu ad uccidermi”

Urla. L’inferno non faceva che propagarsi mostruosamente, peggio di prima. Il rumore era talmente acuto che i timpani di entrambi per poco non esplosero. Grida. Strilli. Grugniti. Era questo il suono della fine?
Nonostante il baccano lancinante Shadow riuscì ad udire l’ultima frase del riccio blu, più infastidito di prima iniziò a prendere a calci gli zombie, molto imprudente da parte sua. Era stata quella fatidica frase a farlo stressare ancora di più.

“Perché mi fai una domanda simile?! Tu non morirai, conti troppo per la squadra!” Iniziò anche lui ad urlare, proprio come loro. Riprese in mano l’arma appuntita e la lanciò dritta in testa ad un altro non-morto, la sua mira faceva rabbrividire.
Il riccio blu sospirò, finalmente un buon momento per riprendere fiato. “Ho fatto la stessa richiesta a Tails, ma lui ha rifiutato, ha risposto proprio come te, sai?”

Devastazione. Le fiamme dell’inferno ardevano sempre di più, stavano bruciando ogni più piccola speranza, ingoiavano la vita. Si poteva sentire l’odore del fumo, forte, disgustoso. Uguale alla morte.
“Se tu ti trasformerai io sarò costretto ad ucciderti, gli altri non lo farebbero mai, non hanno fegato. Ma io non avrò pietà persino con te, Sonic” Deciso, Shadow lo era tanto, forse il più di tutti. Il blu sapeva che era la persona su qui contare di più. D’un tratto riaprì di nuovo bocca, un ultimo sospiro e poi concluse “Ciò nonostante, questo non accadrà mai. Perché tu non farai la fine di questi mostri!” Altri due colpi di pistola, più decisi degli altri. Quando il riccio striato si metteva qualcosa in testa niente e nessuno poteva rimediare.
Le gocce di sangue che cadevano facevano rumore, anche loro. Il nero si teneva la pancia, lo stomaco si stringeva dolorosamente, aveva bisogno di qualcosa, di cibo. Erano un paio di giorni che non gustava un pasto decente e nonostante il suo ritorno con una scorta abbondante non era ancora riuscito a mettere niente sotto i denti. Aveva saltato il pasto e l’avrebbe ancora fatto, non c’era più tempo oramai.
In un attimo entrambi si erano concentrati sul suono. Qualcosa non andava, era più pungente. Tra quelle grida di nascondeva qualcos’altro, di doloroso, la sensazione era quella. Più simile al metallo, delle catene forse? Un’arma, un mostro più grande si celava dietro al grande cancello.

“Lo senti, Shadow?” Sonic fu il primo a parlare, era concentrato con ‘il tira al bersaglio’ e la vista questa volta non era granché, i non-morti coprivano la sua visuale. Cosa c’era dietro di loro? Cosa nascondevano?

“Lo sento perfettamente, non sono sordo nonostante il chiasso” Anche il riccio striato incominciò ad osservare meglio l’ambiente. Si avvicinò di corsa, colpendo altri mutanti per liberare la strada, era ammirevole tanta abilità.
In un secondo se lo ritrovò davanti ai suoi occhi. Una creatura enorme, grassa, il viso ridotto a un ammasso di carne puzzolente e piena di tagli sanguinanti, una creatura più terribile e disgustosa delle altre. Indossava degli stracci malridotti, ma si notava che appartenevano ad un taglialegna. Un occhio era fuori dalle sue orbite e rimaneva a penzoloni appena sopra la sua bocca. Emanava un odore rancido e di legno rosicchiato da larve.  Shadow, confuso come il compagno alle sue spalle, alzò entrambe le sue pistole in direzione del mostro.

“Creatura orrenda, crepa!” Lanciò dei colpi, altri spari davano all’ambiente quella sensazione di guerra e terrore, che mai se ne andrà dai loro pensieri.
Le pallottole colpirono il collo del non-morto gigante, stupendo Sonic, per la prima volta Shadow non aveva colpito la zona mortale degli zombie, ma comunque il suo colpo era andato a segno. Subito, però, il blu si accorse perché il compagno non aveva mirato bene. Gli occhi di quest’ultimo si erano posati su una lunga e sporca motosega, che riposava tra le mani luride dell’essere. Non riuscivano a crederci, come poteva un corpo senza cervello ad avere l’idea assurda di iniziare ad usare le armi, come i superstiti? Un pensiero che fece rabbrividire mentalmente entrambi, forse stavano iniziando ad evolversi. Così non andava. Dovevano rimediare o per la specie di Mobius sarebbe arrivata la fine.

“Ma cosa…? Perché non muore?” Il riccio nero si accorse che nonostante lo avesse colpito da distanza ravvicinata non era ancora caduto a terra. La sua difesa era migliore dei suoi simili. Shadow non esitò e continuò a sparargli violentemente, nessun risultato. Lo zombie alzò l’arma e velocemente la scagliò su Shadow, il quale la evitò per poco, la motosega tagliente gli aveva sfiorato un aculeo.

“Shadow scappa! Andiamo in ritirata, ti ho detto che dobbiamo mettere in atto il piano B!” Ma il nero non dava ascolto al suo partner.

“Crepa bastardo!” Allontanandosi Shadow  continuava a sparare, ma questa volta era diverso, le sue mani tremavano e qualche colpo non andava segno. Cosa succedeva a Shadow? Perché adesso è insicuro? Sembrava incredibile, ma per una volta non sapeva come controllare le sue azioni. Sonic lo copriva, cercando di allontanare gli altri non-morti che tentavano di scagliarsi contro di lui. Mentre il mostro con l’arma tagliente lo inseguiva, ma il riccio di velocità era il meglio.

“Codardo, smettila di scappare e affrontalo” Shadow si rimproverava mentalmente, ma oltre che a sparare non gli veniva niente in mente. Quello era un avversario troppo resistente, perfino per la forma di vita perfetta. Anche se in realtà il problema era che non avevano armi a sufficienza, in un momento del genere una bomba a mano non sarebbe stata una cattiva idea.

“Shadow adesso basta, torniamo dentro ed avvisiamo gli altri!” Il riccio alle sue spalle mostrava un tono abbastanza seccato, sapeva bene che tutto questo non sarebbe servito a niente e voleva evitare di sprecare ulteriori munizioni. Scorse un passaggio libero verso l’entrata principale e con una piccola rincorsa afferrò Shadow per un braccio, trascinandolo al sicuro.

“Ma cosa fai?! Dobbiamo ancora sterminarlo, posso farcela!” Si oppose all’istante, anche se in realtà era abbastanza convinto di seguire l’idea del compagno, ma non lo dava a vedere come suo solito. Aprirono il portone rinforzato e si recarono all’interno, dove gli altri non aspettavano altro di avere il comando di iniziare il procedimento scelto. Sapevano che non sarebbero più stati al sicuro. Fuori gli zombie li aspettavano. Fuori la morte attendeva.

***
 

Mentre gli altri correvano impazientiti per tutte le stanze del rifugio mettendo via in delle borse armi e provviste, il piccolo Tails era chiuso nel suo laboratorio al piano inferiore. Era circondato da fiale e provette, alcune bollivano e fumavano creando degli odori sconosciuti, anche abbastanza puzzolenti. La piccola volpe si raggirava nervosamente lungo la stanza, col cuore che batteva forte, si sentiva solo il suo battito cardiaco in quella stanza. Osservava spazientito ogni liquido, doveva scegliere quale portare con se. “Nessuno di questi funziona, su tutti devo ancora lavorare per ottenere un ulteriore sviluppo” Tails era terribilmente agitato, non poteva permettersi errori, ne valeva la vita degli abitanti di Mobius.

Solo alla volpe gialla era concesso di entrare in quel laboratorio, dove studiava meglio i non-morti, cercando una cura. Ma il quel momento nessuna fiala faceva la differenza, e scegliere le migliori non risultava un compito facile. Reggeva tra le mani una provetta con un colorito rossastro, era un miscuglio del sangue dei mutanti e di un sopravvissuto, che se avrebbe continuato a lavorarci sopra magari poteva diventare una sostanza estremamente utile. Ma non era ancora certo, anzi, non lo era per niente. La poggiò sopra un pezzo di stoffa nera vicino ad altre sette boccette, sperava che almeno una di quelle funzionasse come vaccino.
 “Ne prendo ancora una, tanto per essere previdenti” Visto che secondo lui erano tutte sullo stesso livello ne prese una a caso, con atteggiamento alquanto infantile. Arrotolò il pezzo di stoffa con all’interno le provette e chiudendolo con un pezzo di spago, lo mise al sicuro dentro il suo zaino.

“Ragazzi presto, dobbiamo andarcene!” I pensieri del volpino si spensero appena sentito il richiamo di ritirata. Lasciò il laboratorio, questa volta per sempre. L’unica cosa positiva in quel momento era che Tails dimostrava di essere sicuro di quel che aveva scelto.

Tutti erano riuniti nel salone, il fuoco era spento. Tikal si era ripresa e stava sorseggiando dell’acqua fresca insieme a Cream. Tutti erano pronti per rischiare, o meglio, quasi tutti. Rouge teneva una borsa piena di cibo e bevande, ormai era pronta per fuggire insieme ai malati, anche l’echidna rosso lo era, pronto per dare una mano con la difesa. Da quel giorno non sarebbero più stati tutti insieme per lungo periodo.

“Allora ragazzi” Incominciò Sonic allarmato “Adesso dobbiamo abbandonare questo posto” Dopo questa affermazione tutti capirono cosa aveva in mente il riccio blu, sarebbe stato rischioso, ma non si oppose nessuno, infondo nessuno dei presenti sapeva come reagire.

“Tails” Lo chiamò Shadow. “Vai ad attivare l’auto distruzione”
La piccola volpe obbedì all’istante. Dopo un mese da quando avevano trovato rifugio fecero installare a Tails un esplosivo in caso di evenienza e a nessuno dava fastidio questa idea, tra l’altro questa sembrava un’ottima scelta, tutti gli zombie circostanti sarebbero morti sul colpo, ma il rischio era che anche loro potevano rimanerci secchi. Al piano di sopra la pipistrella bianca prese in braccio Cream, Knuckles fece la stessa cosa con Tikal, loro sarebbero evacuati per primi. Per gli altri rimanevano solo altri trenta minuti. Quei pochi minuti li dividevano tra la vita e la morte.

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