The Beauty and the Vampire

di applestark
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Ciao a tutti! Grazie per aver aperto questa storia, e grazie se leggerete e recensirete.
Da tempo avevo in mente una storia del genere, visto che La  Bella e la Bestia è il mio cartone animato preferito, e The Vampire Diaries il mio telefilm preferito, ecco.
Ero un po’ insicura, quindi credo che continuerò solo se vedrò che ci saranno dei lettori interessati, sennò mi demoralizzo ç_ç
 
P.S: Qui scriverò i personaggi del cartone animato in relazione con quelli del telefilm.
 
La Bella: Daisy Cavendish
La Bestia: Niklaus Mikaelson
Gaston: Matt Donovan
Tockins: Elijah Mikaelson
Lumiere: Kol Mikaelson
Mrs.Brick: Rebekah Mikaleson
La fata che compie la maledizione: Esther



P.P.S. : Il personaggio di Daisy, ovviamente, è di mia invenzione.
 
The Beauty and the Vampire
 
Capitolo 1

 
Daisy  viveva a Mystic Falls praticamente da quando era nata.
Sua madre era deceduta lo stesso giorno della sua nascita, e per questo motivo era cresciuta con il padre Marius, un brav’uomo di umili origini, appassionato di elettronica e scienziato per passione.
Di tutte le tenebrose avventure che avevano sconvolto la città , Daisy non sapeva quasi niente, visto che il padre, razionalissimo, era da sempre stato scettico.
La ragazza si occupava delle faccende di casa, studiava in privato ed amava tanto leggere, unica finestra che possedeva verso il mondo esterno.
Il padre voleva che lei sposasse Matt Donovan, un ragazzo che conosceva praticamente da anni, il quale gli sembrava l’unica persona intelligente e “normale” della cittadina.
Daisy, ovviamente, non l’aveva mai visto ed era fermamente contraria ai matrimoni in stile medievale. Non aveva bisogno degli uomini, ed era convinta che l’amore sarebbe arrivato quando lei meno se lo aspettava.
Oppure lo sperava.
Questa situazione andò avanti per circa sedici anni.
Infatti, il giorno del suo diciottesimo compleanno, Daisy Cavendish si trasferì definitivamente al centro di Mystic Falls insieme al padre,  il quale aveva trovato una donna disposta a prendersi cura di lui.
Finalmente Daisy avrebbe frequentato una scuola normale per ragazzi normali.
Corsi, professori, balli di fine anno e pomeriggi a studiare con i suoi amici.
Questo era quello che la ragazza aveva letto nei libri, eppure non sapeva che la realtà fosse ben diversa.
Specialmente in quella città, oramai abitata da esseri sovrannaturali e pochi, pochissimi umani.
 
-Salve ragazze, vi presento Daisy Cavendish, lei è la ragazza di cui vi ho parlato!-
Matt Donovan presentò così la giovane al gruppetto nell’angolo del corridoio della scuola.
Elena Gilbert, Caroline Forbes e Bonnie Bennett furono interrotte dalle loro chiacchiere sussurrate e accolsero con un sorriso la nuova arrivata,  trascinandola nell’atrio prima che cominciassero le lezioni.
-Ciao, io sono Caroline Forbes e devo ammettere che sei proprio come Matt di descriveva. Ma dove vivevi? Sei piuttosto pallida- commentò la bionda con un tocco di umorismo che fece accennare un sorriso a Daisy, mentre invece Elena storse la bocca e prese subito sottobraccio la nuova arrivata.
-Non ascoltare Caroline, lei è…Caroline! Si, è fatta proprio così-
-Figurati, sono davvero pallida come dice- tagliò corto Daisy, sorridendo imbarazzata alle tre ragazze.
In realtà lei aveva tanto sentito parlare di loro, soprattutto di Elena. Pare che fosse orfana, un po’ come lei, e pare anche che fosse una sorta di eroina, una ragazza compassionevole e buona.
E quel genere di persone piacevano a Daisy, la quale si impegnava sempre a fondo per non ferire il prossimo.
-Vivevi qui a Mystic Falls?-
La ragazza che le stava porgendo la domanda era Bonnie, aveva la pelle scura e un libro possente tra le mani. Essendo la storia una delle passioni di Daisy, la giovane allungò prontamente una mano verso il volume.
-Di cosa si tratta?-
-Un vecchio libro- tagliò corto la mora, cercando di nasconderlo, provocando così solo sospetti nella nuova arrivata.
-Okay, comunque…io vivevo in periferia, dove non succede mai nulla. Qui invece…-
-Si tratta di omicidi! C’è un serial killer in città!- esclamò Caroline muovendo le mani come se fosse un mostro spaventoso.
-Già.-
Tutte e quattro risero, anche se Elena aveva come uno sguardo perso e il sorriso amaro.
Daisy continuava a domandarsi come mai…ma non trovava risposte.
A Mystic Falls le sembravano tutti terribilmente sospettosi, spaventati, come con le gambe pronte a correre, a fuggire via da qualcosa di terribile.
Le persone non possedevano più quel gioioso spirito del Sud e il the aveva un retrogusto amaro, così come i dolcetti alla caffetteria e la carne al Grill.
 
La campanella squillò e tutti si dimenarono per avere l’ultimo posto nell’aula, persino Daisy cercò di allontanarsi da quelle tre ragazze, le quali sembravano quasi volessero trattarla troppo bene. Ad un certo punto avrebbe voluto dirle “non sono una bambina”, ma se l’era tenuto per se visto che… beh, era comunque la nuova arrivata ed era bene per lei fare una buona impressione a tutti.
La prima lezione che seguirono fu matematica, una delle materie che meno riuscivano a Daisy, soprattutto se con la testa era altrove. Infatti di tutte quelle formule algebriche, di tutti quei disegni precisi e spigolosi, quelle lettere… non capì quasi niente.
La vita sapeva essere così complicata a volte, a cosa serviva renderla ancora più difficile con dei problemi di algebra?
Successivamente le spettò biologia, e poi letteratura e alla fine storia.
Il professore, Alaric Saltzman, aveva da subito catturato la sua attenzione.
Era affascinante, preparato e aveva l’aria del tipico trentenne abbandonato e sfortunato.
E a quanto pare… era entrambe le cose.
Aveva un buon rapporto con Elena, da quanto Daisy aveva capito le faceva da tutore dopo la morte della sua cara zia Jenna.
In mensa si era seduta nuovamente vicino alle tre ragazze, questa volta Caroline era seduta accanto a un ragazzo muscoloso di nome Tyler Lockwood, ed Elena le aveva presentato Jeremy Gilbert, suo fratello, il quale era seduto accanto a Bonnie Bennett.
Anche Matt Donovan arrivò più tardi, e lei gli sorrise. Aveva notato sin dalla mattina il modo in cui guardava Elena. Provava qualcosa per lei, e non bisognava essere così sveglie o perspicaci per capirlo.
Daisy pensò che insieme forse sarebbero stati anche carini, ma a quanto pare Elena era contesa da due fratelli molto affascinanti: i Salvatore.
Tutti credevano che lei fosse stupida, che restava in silenzio e non interveniva nelle conversazioni. Ma in realtà quelle ragazze non parlavano sottovoce, e parole come “vampiro” e “originale” non erano sfuggite all’udito di Daisy, la quale stava già annotando tutto nella sua mente…per poi scriverlo nel suo diario una volta giunta a casa.
 
All’uscita della scuola fu raggiunta dalla ragazza bionda, Caroline Forbes. Le strinse la mano in una morsa che sembrava inarrestabile, così Daisy si voltò e sorrise.
-Ciao! Cosa c’è?-
-Stiamo organizzando il ballo di inizio anno ed è giusto che tu lo sappia. Vieni con un accompagnatore-
disse porgendole un invito scritto su una carta azzurra e colma di glitter dorato.
-Wow! Sembra fantastico! Vedrò di esserci.-
-Perfetto, ci vediamo allora-
Si sorrisero e Caroline improvvisamente sembrò a Daisy la persona più dolce e disponibile al mondo.
Non aveva mai partecipato a un ballo prima d’ora e quel pensiero le metteva il buonumore.
 
Attraversò quasi tutta la città a piedi fino a giungere al piccolo isolato dove lei e il padre avevano affittato un piccolo appartamento , notò da subito che dell’automobile blu completamente ammaccata non c’era nemmeno l’ombra.
Ma dove poteva essere finito suo padre? Non era solito uscire senza avvisarla.
Con un moto di agitazione, ansia e sorpresa Daisy aprì la porta di casa e trovò tutto al buio, tutto in ordine, tutto…tranquillo.
Fin troppo.
Accese subito le luci e iniziò a controllare tutte le stanze della casa. Mystic Falls le faceva davvero paura… ma come faceva suo padre ad essere talmente scettico riguardo alle voci che circolavano?
Nell’angolo del salotto, nascosto dietro il vaso di girasoli sintetici trovò il loro cane Gale che tremava insistentemente, senza riuscire ad abbaiare.
-Gale… che… che succede?- balbettò la ragazza, gettando sul divano la borsa a tracolla e prendendo ad accarezzare la testa del pastore tedesco, il quale sembrava impotente.
-Gale, tesoro, dimmi che succede.. dov’è papà?- domandò ancora, ma il cane iniziò ad abbaiare.
Abbaiava con forza, ma non smetteva di tremare.
-Mio padre… dov’è Gale? Dov’è?-
Daisy iniziava ad avere paura, le ginocchia sembravano gelatina ed il cuore batteva ad un ritmo irregolare.
Gale prese ad abbaiare e corse verso la porta d’entrata, battendo con la zampa contro la maniglia.
-Dobbiamo uscire?- sussurrò la giovane, aprendo la porta e notando che il cane correva con forza lungo un vialetto periferico.
-Gale dove vai?- gridò, poi si fece forza e prese ad inseguire il cane.
Si fidava di lui, e non l’avrebbe messa in pericolo.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2
 
Una vecchia bussò alla sua porta.
Il suo viso scarno era contornato da numerosi fili d’argento, raccolti in una coda.
Un cappuccio scuro le copriva quasi completamente il volto e tra le mani stringeva un agrifoglio, simbolo dell’eternità.
Era il compleanno di Niklaus, vampiro millenario ma piuttosto felice, soddisfatto.
La sua vita scorreva bene fin che riusciva a mantenere il controllo su tutto, viveva nel suo maestoso palazzo in compagnia dei suo fratelli e di sua sorella,
che però pugnalava alle spalle ogni volta che la sua mente glielo suggeriva.
Egoista, narcisista, sicuro di se, egocentrico.
La sua vita girava solo intorno ad una persona: se stesso.
Klaus aveva dato una festa degna di quelle del Grande Gatsby negli anni ’20, e forse i due un po’ si somigliavano, peccato che il movente della sfacciata ricchezza del vampiro  non era l’amore per una donna, bensì l’amore per se stesso.
La sua villa era gremita di persone, molte delle quali erano soggiogate dal suo immenso potere.
Belle donne, ballerine, cantanti jazz che presto sarebbero state sedotte e poi abbandonate sul pavimento, prosciugate dalla brama di sangue del vampiro viziato ed egoista.
La donna  che bussò alla sua porta desiderava soltanto un riparo dal freddo e dal gelo, lo avvisò che non doveva lasciarsi ingannare dalle apparenze , perché la vera bellezza si trova nel cuore.
Klaus però non volle saperne nulla , e improvvisamente l’anziana e brutta signora si tramutò in una bellissima fata.
Aveva i capelli lunghi e rossastri, una ghirlanda di fiori le circondava la testa e ben presto Niklaus la riconobbe.. si trattava di sua madre, la stessa donna che le aveva già inflitto la maledizione del sole e della luna per far si che lui diventasse un ibrido, metà vampiro , metà lupo.
-Niklaus, non cambierai mai. Volevo darti una possibilità ma l’hai sprecata.
Una maledizione colpirà te e la tua casa, i tuoi fratelli.
Tu diventerai una bestia, un vampiro crudele e spietato al quale tutti daranno la caccia. Elijah, Kol e Rebekah verranno tramutati in semplici esseri umani e…. hai una scadenza.
Se quando tutte le foglie di questo Agrifoglio saranno seccate tu non avrai fatto si che qualcuno potesse amarti… rimarrai una bestia per sempre, mentre i tuoi fratelli moriranno.-
 

Di  nuovo quel sogno.
Lo faceva quasi ogni notte, a meno che non si ubriacava tanto da non ricordare nemmeno quale fosse il suo nome.
Sapeva che la madre dall’altra parte poteva anche interferire con i suoi sogni, e fargli continuamente rivivere quel giorno non era per niente divertente.
Per quanto lui fosse crudele e spietato sentiva comunque una certa angoscia nel rimuginare quanto successo quella notte.
Non era mai stato un bravo vampiro, eppure ultimamente  sembrava davvero che tutto il mondo stesse cercando un modo per ucciderlo, farlo fuori.
Aveva fatto del male a così tante persone, se avesse dovuto trascinarsi sulla coscienza tutte le vittime che aveva causato.. allora non sarebbe bastato il più potente carro per portare tanta disperazione.
La sua ultima vittima era Elena Gilbert, la doppleganger della quale aveva bisogno per crearsi un esercito di ibridi, una sorta di garanzia nel caso in cui fosse successo qualcosa ai suoi fratelli.
Adesso erano umani.
A causa della maledizione che l’aveva colpito la loro natura vampiresca era stata annullata.
Rebekah  era vulnerabile, docile e terribilmente strana alle prese con la cucina e la pulizia della grande villa.
Elijah si occupava dei libri, della sistemazione dei mobili…era scrupoloso, attento, un vero uomo d’onore.
Attento alle regole, rispettoso di Niklaus un po’ per pietà e un po’ per…paura. D’altronde lui era rimasto il vampiro potente di una volta.
Quanto a Kol… a lui piaceva scherzare, lo avrebbe fatto comunque, anche da umano.
Era una vera e propria luce per quella casa oramai tenebrosa e buia.
Per Klaus sembrava quasi impossibile trovare una ragazza che lo amasse.
Lui dell’amore non aveva  bisogno, gli ci erano voluti millenni ma aveva capito che le donne possono servirti solo per degli scopi. Nient’altro.
Sapeva che Rebekah premeva molto sull’argomento, tanto che portava con se numerose compagne di classe nella speranza che il fratello si innamorasse.
Ma questo non accadeva, e proprio quando avevano perso tutte le speranze…
 
-Gale, dove cavolo stiamo correndo?-
Gridò senza fiato Daisy, fermandosi solo un attimo nel bel mezzo del bosco per poter calmare il respiro affannato.
Il cane continuava ad abbaiare, non l’aveva mai visto talmente agitato prima d’ora, e visto che il padre non rispondeva nemmeno al cellulare, fidarsi del cane era tutto ciò che le rimaneva.
La guardò come per comunicarle che non c’era tempo da perdere, e visto il legame che univa la ragazza con il cucciolo, Daisy si fece forza e prese nuovamente a correre velocemente, fino a che non si trovarono su un incrocio.
La strada principale si diramava in quattro stradine più piccole, allora Gale proseguì in avanti e in men che non si dica si trovarono al cancello di una villa enorme.
Piscina, giardino, serra, tre piani.
A Daisy sembrava di essere ad Hollywood, più che a Mystic Falls.
-Gale che…ci facciamo qui?- chiese sorpresa, mentre l’animale batteva le zampe, scavava, si dimenava contro il cancello di ferro, producendo un forte rumore.
-Ehi stai calmo- disse dolcemente la ragazza, carezzando la schiena del cane e poi leggendo vicino al citofono il cognome del proprietario di quella fortezza.
A caratteri eleganti ma sbiaditi vi era un “Mikaleson”, che però non le suggeriva niente.
Ciò che invece la spinsa ad aprire con forza il cancello e correre il prima possibile all’interno furono dei grugniti provenienti dal bosco, e poi delle urla dall’interno della villa.
Gale l’aveva portata nel posto giusto: suo padre era lì, e senza chiedersi nemmeno il perché prese a chiamarlo a gran voce.
-Papà dove sei? Sono Daisy, dove sei?-
Una volta entrata in casa ad aspettarla fu un ambiente poco accogliente.
Tutto completamente al buio, un tappeto persiano all’entrata e una vecchia poltrona proprio di fronte al camino.
Sembrava un castello gotico, e visto che il cagnolino era rimasto fuori la porta d’entrata, Daisy si sentiva indifesa.
-C’è qualcuno? Sto cercando mio padre?-
Cammino lungo tutta l’enorme stanza, fino a giungere ad una porta che dava a quello che doveva essere il corridoio dell’abitazione.
-Sono Daisy, papà sei qui? Mi ci ha portata Gale…-
Non finì la frase che sentì qualcuno picchiettarle sulla spalla.
-Chi va la?- chiese con la voce stridula, riconoscendo poi il volto di un ragazzo con gli occhi neri e vispi, e i capelli castani.
-Io sono Kol, non volevo spaventarti.-
-Ciao…Kol, sono Daisy, sai se qui c’è mio padre, il signor Cavendish?-
Il ragazzo inarcò le sopracciglia e, prendendo la ragazza sottobraccio, la portò nei sotterranei, dove suo fratello Klaus si stava intrattenendo con il padre della giovane.
 
-E così eri venuto qui per una “mostra”?  E che mostra, scusa?- domandava minacciosamente il vampiro, gironzolando per i sotterranei con la sua oramai immancabile bottiglia di Whiskey tra le mani.
-Una mostra d’arte, volevo portare una delle mie invenzioni! La prego, mi liberi…io non ci credo che lei è un vampiro.
Sa, conosco una brava psicologa, potrebbe aiutarvi…-
-Non ci crede? Beh mi sa che il pazzo sei tu, signor Cavendish- ribattè  Klaus a voce alta, in un tono che avrebbe spaventato chiunque.
-Su via, non si innervosisca adesso… dovrei tornare a casa da mia figlia, lei è sicuramente in pensiero per me…
-Kol, portami la ragazza- ordinò Klaus, bevendo un sorso dalla bottiglia di liquore e poi posandola a terra, scorgendo con la coda dell’occhio sua sorella Rebekah, la quale assisteva alla scena nascosta dietro  ad una colonna.
-Eccola!- esclamò prontamente Kol, sempre attento a ciò che il suo padrone gli chiedeva. Spinse la ragazza che teneva stretta per il polso verso di lui, il quale rimase per un attimo abbagliato da Daisy.
Poteva vederla tremare nonostante fosse buio ed umido, aveva in dosso soltanto una camicetta fine che lasciava scoperta la sua gola bianca , che pulsava, con le sue vene verde chiaro.
I capelli le ricadevano lisci sulla spalle, erano color nocciola con le punte dorate.
Rimase stupefatto nel vederla correre immediatamente dal padre, legato su una sedia che cercava di allontanarla per tenerla al sicuro da quel mostro.
-Papà, papà che succede? Cosa ti ha fatto quest’uomo, e chi è?- domandò premurosa, inginocchiandosi davanti a suo padre, toccandogli le mani e la testa, cercando di consolarlo.
Quella scena provocò un colpo al cuore a Rebekah, che osservava e capiva Daisy, la quale stava onorando il vincolo della famiglia.
Da quanto aveva sentito quell’uomo era tutto ciò che le rimaneva e se fosse stata ancora una potente vampira… avrebbe attaccato alle spalle suo fratello Klaus, solo per sistemare quella situazione.
Ma non fu così.
-Lui ha cercato di derubarmi, ragazzina. Tornatene dove stavi prima che sia troppo tardi- l’avvertì Klaus, gironzolando intorno al sott’interrato, stupendosi della calma che stava mantenendo, considerando che aveva anche una certa fame e che il pulsare del sangue di quella ragazzina gli faceva venire l’acquolina in bocca.
-Non è un ladro, lascialo subito andare!-
-Ti vuoi mettere contro di me? Sai chi sono io eh? Frequenti il liceo di Mystic Falls? Sei amica di Elena Gilbert?-
Daisy scosse la testa, non era disposta a rispondere a tutti quegli interrogativi, non voleva.
-Papà, non ti preoccupare- sussurrò all’uomo, il quale le faceva cenno di correre via.
-Non mi rispondi nemmeno? –
-Si, conosco Elena Gilbert!- gridò Daisy, voltandosi verso il vampiro.
-Allora se non vuoi che ti rovini la vita come ho fatto con lei… lasciami tuo padre e vai via di qui-
Le sputò contro quelle parole come se fossero veleno, in quel momento a Daisy , Klaus, sembrò un serpente velenoso e pericoloso.
-Ascolta… libera mio padre, lui ha una salute cagionevole, si ammalerà…- lo pregò con le lacrime agli occhi, e Rebekah, che osservava in silenzio la scena, sentì la sofferenza della giovane diventare sua.
-Mi sono rotto, dolcezza. Ora ti faccio vedere come funziona, okay?-
Klaus sorrise beffardo e si spostò con una velocità incredibile dietro l’uomo, gli tenne la testa con le mani e due canini appuntiti gli spuntarono dalla bocca, le sue iridi divennero dorate e le pupille come chicchi di caffè.
Daisy aveva paura, i vampiri non erano solo storie della mezzanotte e in quel momento ciò che poteva fare era allontanare quel mostro da padre, e allora così fece.
Lo spinse ma era come andare contro a una montagna, percepiva la forza nel suo corpo  da adone greco, la rabbia che lo rendeva una bestia ai suoi occhi.
-Lascialo stare!-
-Ragazzina… ti vuoi mettere contro di me?- gridò, prendendola per la gola e facendole sbattere la testa contro il muro, tanto che lei fu sul punto di svenire.
-Daisy scappa, scappa tesoro!- urlò suo padre, riuscitosi a liberare dal nastro adesivo sulla bocca.
La ragazza boccheggiò, e Klaus non era deciso a mollare la presa.
Con la mano sul collo il battito di quell’arteria gli era chiaro e lo stava estasiando, voleva nutrirsi di lei, ma qualcosa nei suoi occhi e nelle lacrime che gli bagnavano il dorso della mano gli fecero mollare la presa.
-Vuoi un prigioniero? Allora prendi me. Ma lascia andare mio padre-
-Daisy no!- i ntervenne il padre, ma oramai un nuovo patto era stato stilato.
Niklaus la spinse al centro della stanza e la guardò con noncuranza.
-Kol, libera l’uomo. Ragazzina, segui mia sorella.-
Il fratello e la sorella del vampiro obbedirono immediatamente, e nonostante Daisy chiedesse di salutare un ultima volta suo padre, tutto ciò che potè permettersi fu uno sguardo compassionevole, e in un attimo suo padre veniva trascinato fuori dal ragazzo con gli occhi scuri , lei invece veniva abbracciata da una ragazza splendida, la più bella che avesse mai visto.
Le asciugò le lacrime e la strinse forte, come a farle capire che il dissidio che lei stava provando, era stato anche suo.

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