Falling down

di _Atlas_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quarantotto ore ***
Capitolo 2: *** Due mesi ***
Capitolo 3: *** Sette mesi ***



Capitolo 1
*** Quarantotto ore ***



48 ore





Immagini caotiche e indistinte attraversavano rapide la sua mente togliendogli il respiro e facendolo ansimare.
Esplosioni, minacce, morti e feriti apparivano come flash in quel suo sonno tormentato e percepiva dentro di sé una confusione assordante nella quale ogni grido di disperazione, di rabbia e di forza consisteva in un unico e penetrante rumore che si insinuava ostinato nei timpani e andava a martellargli la testa.
Il respiro adesso era più affannato e il rumore si mescolava con il battito accelerato del cuore.
Ancora urla, esplosioni e chiamate d’emergenza.

Poi il vuoto. E il silenzio.

La confusione era di colpo cessata e una cappa lo stava risucchiando con apparente lentezza verso il basso e verso la terra, mentre una massa  nera e rosso fuoco  si liberava in un’esplosione, allontanandosi sempre di più.
Nessun pensiero. Nessuna preoccupazione. Nessun fastidio.
Quella sensazione di vuoto lo faceva stare sorprendentemente bene, tanto da poter chiudere gli occhi e lasciarsi andare.
Adesso il corpo stava aumentando di velocità e il panorama all’ inizio indistinto e confuso era tornato nitido e reale, con le sue case e con i suoi grattacieli. Con il suo rumore.
Nell’istante in cui un bestione verde lo afferrava dalla vita frenando la caduta, aprì gli occhi con un sussulto e strinse il lenzuolo in un pugno.
 
"Tony?"
La sentì muoversi accanto a sé, ma lui rimase fermo nella sua posizione, con gli occhi sbarrati e il cuore impazzito.
Un braccio leggero e delicato gli avvolse le spalle sudate e un brivido gli percorse l’intera spina dorsale. Sapeva che lei aveva capito e una sensazione strana, quasi di sollievo, lo pervase interamente quando non gli vennero chieste spiegazioni.
Pepper aveva capito tutto, come sempre, e l’unica cosa che si sentì in grado di fare fu afferrare la sua mano, adesso ferma accanto al reattore, e di stringerla forte.
Quando si rese conto che lei riusciva chiaramente a sentire il battito frenetico del suo cuore, allentò la presa.
Non voleva dare ulteriori preoccupazioni, stava già soffrendo lui e soprattutto non voleva spiegare.
Sapeva che tutto sarebbe passato prima o poi, era normale essere provati appena quarantotto ore dopo aver rischiato di morire. Era normale voler assicurarsi che le persone intorno a lui non corressero alcun pericolo quando invece lui aveva guardato la morte dritto in faccia.
Posò un bacio sul dorso della mano che ancora teneva nella sua e decise di alzarsi e di andare in laboratorio.
“Solo per questa notte”.

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Capitolo 2
*** Due mesi ***



Due mesi




"Signore, chiamo la signorina Potts?"

No, non stava succedendo.
Se la sarebbe cavata anche quella volta, ne era certo.
Oppure veva ragione Jarvis e quello era veramente un viaggio di sola andata? Era davvero rassegnazione quella che aveva sentito nella sua voce metallica?

"Tanto vale"

E che cosa le avrebbe detto? “Ti amo”? “Addio”? Cosa?
A quale scopo compiere una azione eroica se lui non l’avrebbe potuta rivedere?
A quale prezzo avrebbero vinto i Vendicatori?
Valeva davvero la pena salvare il mondo sacrificando se stesso?
Sì. Almeno per salvare lei.
Chiuse gli occhi e di nuovo si sentì cadere, precipitare verso il nulla e di nuovo quel maledetto silenzio.
 
 
 
 
 
"Signore, sto revisionando  i repulsori di volo che mi aveva chiesto di applicare alla Mark 42."

Venne riportato bruscamente alla realtà del suo laboratorio, quando l’orologio alla parete segnava le tre di notte.

"Ottimo J, continua."
Erano passati due mesi da quella prima notte passata interamente in laboratorio, eppure non era cambiato nulla.
All’ inizio aveva creduto di essere giustificato ad avere incubi e ad essere costretto a passare in bianco ogni singola notte, adesso invece non lo sapeva più e l’unica risposta che riusciva a dare un senso ai suoi comportamenti era che aveva il compito di proteggere qualcuno e di accertarsi che ovunque fossero le persone a cui teneva, non si trovassero in pericolo.
E se solo provava a chiudere gli occhi, precipitava. E lui non voleva precipitare, non quando aveva qualcuno da proteggere.
Come aveva fatto a non pensarci prima?
Da quando aveva svelato la sua identità, l’identità di un supereroe, era conscio che le persone accanto a lui non sarebbero state più completamente al sicuro perché c’era sempre qualcuno che mirava loro, per colpire lui. Ma allora era diverso, sapeva che era in grado di proteggerli perché sapeva di essere il migliore e che ce l’avrebbe fatta in ogni caso a prescindere i rischi e i pericoli. Pericoli che mai aveva avuto paura di affrontare.
Ora le cose erano cambiate.
Ora era coinvolto emotivamente e sentimentalmente ed era consapevole che se fosse successo qualcosa a lei lui non se lo sarebbe mai potuto perdonare.
Non dopo New York.
E allora erano iniziate le nottate in laboratorio, per sfuggire agli incubi e per creare qualcosa che avrebbe potuto dare maggiore sicurezza, a sé stesso e a lei.
Aveva avuto un’altra possibilità dalla vita e non poteva stare fermo a guardare.
 
"Tony, sei ancora qui? Sono le tre del mattino…"

Ebbe un sussulto.
Sapeva che aveva capito, sapeva che gli stava dando tempo, sapeva che non l’avrebbe più aiutato se avesse continuato così.
Ma l’ansia era troppa e dannazione, doveva proteggerla.
"Sì…finisco una cosa e poi...ora vengo. Tu va’ a dormire"
La vide sospirare e farsi sempre più vicina. Lei lo sapeva che era stata la sua salvezza?

Pepper si avvicinò a lui e, chinandosi, gli diede un bacio affettuoso sulla fronte  "Fai presto…"
E vide allontanarsi quegli occhi azzurri, quegli occhi blu come l’oceano e l’ansia tornò di nuovo a sovrastarlo.
"Jarvis, passiamo al progetto successivo."

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Capitolo 3
*** Sette mesi ***



Sette mesi





Tutto intorno a lui stava esplodendo e quella massa di fuoco che man mano si faceva più grande, lui la vedeva sempre più lontana.
Stava precipitando ancora.
"Tony?" sentì chiamare da una voce familiare.
Qualcuno gli aveva appena urlato in faccia in modo violento e lui aveva aperto gli occhi in un’ espressione quasi divertita.
Non era il massimo vedere la faccia di Hulk incazzato nero in quel momento.
"Tony?!- quella voce era vicina, lo sentiva, eppure c’era qualcosa di più forte che non lo faceva svegliare.
Quando quella sera Pepper lo aveva abbracciato affettuosamente facendogli chinare la testa sul proprio petto si era sentito così bene che avrebbe voluto rimanere in quel modo per sempre.
Era finalmente riuscito a confessarle le sue paure, almeno in parte, perché sapeva che almeno una spiegazione logica per tutto quello che stava combinando gliela doveva, perché il pericolo era imminente e lui doveva proteggerla.
"Tony…Tony!"
Strinse più forte il lenzuolo in un pugno e i gemiti si fecero più forti tanto che sentì qualcuno, lei, afferrargli il braccio e scuoterlo. Nonostante quei mesi passati lontani, nonostante tutti i rimproveri, lei era lì con lui ancora una volta.
Poi l’arrivo improvviso di un’ armatura, lo spavento e la rassegnazione di essere caduto di nuovo, questa volta da solo.
 
 
Teneva la testa e il busto poggiati sul materasso e le gambe stese sul pavimento sui cui giacevano sparpagliati i resti dell’ armatura.
"Armeggia con quello…"- gli aveva sospirato e lui aveva letto nei suoi occhi azzurri spavento, paura e rabbia.
Aveva capito che lei aveva ragione, che adesso era veramente troppo quello che era successo e che stava perdendo il controllo, mettendo in pericolo entrambi, proprio quello che aveva voluto evitare sin dall’inizio.
Stava precipitando nei suoi stessi pensieri e nelle sue stesse paure, perché infondo lo sapeva che era solo questione di testa.
Iron Man era stato un pensiero, l’idea di essere un uomo forte, invincibile e in grado di proteggere se stesso e gli altri; era stata la spinta che lo aveva fatto diventare un uomo migliore.
Poi era diventato qualcosa di più, si era creato dei nemici e tutto quello che aveva significato protezione improvvisamente e paradossalmente stava significando anche pericolo.
Ed era quel paradosso che non gli dava pace.
Quella condizione che lo rendeva più facilmente esposto ai pericoli era la stessa che nello stesso istante lo metteva in salvo.
Siamo noi e noi soltanto a creare i nostri demoni e le nostre prigioni senza via d’uscita e questo se lo ripeteva ogni giorno, ma senza mai crederci veramente perchè c’era sempre qualche nuova armatura da portare a termine, qualche nuovo progetto che poteva dare maggiore sicurezza.
Ora aveva capito che l’unica sicurezza che aveva, stava diventando un pericolo e lui, per una volta, non aveva idea di cosa fare.
Una parte di sé avrebbe voluto correre dietro a Pepper, scusarsi e lasciarsi stringere affettuosamente, di nuovo;  l’altra voleva ignorare quella voce e dare spazio a quei pensieri che non lo abbandonavano mai.
 Il portale, il pericolo, la morte.
Quella voce gli urlava di correre a perfezionare l’armatura, a renderla ancora più efficace e di rintanarsi in laboratorio, come ogni notte.
Sapeva che la sua vita personale si stava sgretolando, ma lui era disposto anche a quello se gli fosse stato garantito che lei, almeno lei, sarebbe stata al sicuro.
Per una volta non si trattava solo di se stesso, e per uno che non era mai stato tanto disposto a mettere da parte il suo ego per qualcun altro, forse adesso lo stava facendo troppo.
La situazione non sarebbe andata a migliorare, lo sapeva, ma ancora una volta lo fece, scese le scale passando prima nella stanza degli ospiti dove era andata a dormire Pepper, l’aveva guardata e con il terrore misto alla determinazione che gli scorreva nel sangue, ancora più convinto di quello che era il suo compito, scese le scale fino a raggiungere il laboratorio.

"JARVIS, apri il progetto della Mark 42."
 
 



 
NdA
Eccoci all’ultimo capitolo.
Non so se sono riuscita a esprimere bene la parte relativa ai pensieri di Tony, più di una volta sono entrata io stessa in confusione, in ogni caso spero di aver scritto qualcosa di senso compiuto :P
Ringrazio tantissimo Evenstar, xproudlyso e Calico and Bonny che hanno recensito gli scorsi capitoli e tutti quelli che hanno inserito la storia nella seguite/preferite e ricordate.
Alla prossima!

_Atlas_

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