SULLE ALI DI PEGASO

di Nisvlaia86
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo:una passione antica ***
Capitolo 2: *** Capitolo I:l'ammissione ***



Capitolo 1
*** Prologo:una passione antica ***


Le due bambine corsero fuori dalla macchina tutte eccitate. Si guardarono in faccia ridacchiando,osservando nei loro occhi la stessa scintilla. La scintilla tipica di chi ha dei sogni mai espressi ma che stanno prendendo corpo,finalmente.
Marina, la mamma di una delle due bambine,scese dalla macchina e le guardò correre eccitate verso l’ingresso del centro ippico. “Sono così felici ed eccitate” pensò con un moto di commozione “sembra che per loro sia Natale e non vedano l’ora di aprire i regali”. Con calma le segue mentre loro erano già entrate nella scuderia dei cavalli come dei razzi,senza neanche cercare qualcuno con cui parlare. Marina sapeva bene che quel compito sarebbe comunque toccato a lei.  Alle due bambine importava poco di chiedere informazioni, non avevano intenzione di cavalcarli per davvero,volevano solo vedere i loro animali preferiti  da vicino e conoscerli tutti uno per uno.
No appena sentirono trambusto,gli animali uscirono tutti dai loro box con le orecchie diritte e l’aria curiosa per capire se i nuovi arrivati avessero qualcosa per loro.
  • Guarda Miriam!- esclamò una delle bambine rivolta all’amica mentre si avvicinava a un grosso cavallo grigio che subito allungò il collo verso di lei. Miriam seguì l’esempio della bambina e anche lei andò ad accarezzare il grosso muso bianco che accolse i complimenti delle due bambine soffiando loro addosso e piegando un orecchio.
  • Bambine non perdetevi però!- urlò Marina dall’inizio della scuderia, loro però in risposta ridacchiarono e andarono da un altro cavallo.
Un uomo comparve dall’altra parte della scuderia e da prima osservò le due bambine che passavano da un cavallo all’altro riempiendolo di complimenti, poi,vedendo la madre che a stento riusciva a seguirle, sorrise e si avvicinò a lei:- Posso esservi utile?- chiese. Marina annuì tendendo la mano verso il suo interlocutore.
  • Piacere,io sono Marina-si presentò e rivolse un’occhiata alle due bambine alle prese con un cavallo baio:- e loro sono mia figlia Miriam e Hikary, una sua amichetta. Stiamo cercando un maneggio per fare delle lezioni,sono due fanatiche di cavalli,sono anni che ci stressano per fare equitazione. Ora finalmente abbiamo capito che è giunto il momento di accontentare questa loro passione. Per caso qua si fanno lezioni per principianti?- l’uomo guardò Miriam a Hikary che stavano ancora accarezzando e lodando il cavallo baio. Sorrise.
  • Certamente! Ormai quasi tutti i maneggi fanno lezioni anche per i principianti. Noi abbiamo una grande scuola di equitazione tutta incentrata sui principianti,con particolare attenzione ai bambini. Vuole vedere i nostri pony? Sono tutti bravissimi!-Marina tirò un sospiro di sollievo e le bambine drizzarono subito le orecchie. Marina pensava che avrebbe dovuto girare a lungo prima di trovare un centro dove facevano lezioni anche per i bambini principianti.
L’espressione di Marina però si adombrò:- Prima però vorrei parlarne u minuto nel suo ufficio- esclamò. L’istruttore annuì e lanciò un’occhiata a Miriam e Hikary.  
  • Non c’è problema Signora …- Marina disse alle bambine:
  • Voi state qua a guardare i cavalli e non andate troppo in giro, che io devo parlare un attimo con questo signore, va bene?- le due bambine annuirono all’unisono. Marina e l’istruttore del maneggio si avviarono verso l’ufficio,vicino alla Club House quando Hikary li fermò.
  • È molto bello- esclamò indicando il grigio che avevano visto appena arrivate:- come si chiama?-
  • Lui è Possum, è un cavallo privato molto coccolone. E a quanto pare voi gli state molto simpatiche. Guardate pure tutti i cavalli mentre io parlo con Marina- detto questo i due adulti si allontanano e lasciano Hikary e Miriam ad ammirare tutti i cavalli della scuderia.
Marina si lasciò condurre dall’istruttore in un casotto vicino a un’ampia Club House illuminata dove alcuni ragazzi stanno ridendo e scherzando dietro a un caffè.  Sulla porta del gabbiotto c’era scritto in grassetto: UFFICIO. Entrarono e subito l’espressione di Marina cambiò all’istante. Con mani tremanti si prese una sigaretta dalla borsetta e se la portò alla bocca. Lanciò un’occhiata all’istruttore che rispose:- Certo,fumi pure,non si preoccupi- la donna annuì e si accese la sigaretta.
  • Posso darti del tu?- chiese Marina fra una boccata nervosa e l’altra. Lui annuì.
  • Ma certo, io mi chiamo Roberto. Dimmi pure Marina- lei sospirò.
  • L’ho voluta portare lontana dalle bambine perché..- la voce le si incrinò.
  • Miriam, mia figlia, è appassionata di cavalli da sempre,come ti avevo già detto prima.  Sa,nessuno di noi è mai stato così appassionato,anzi, io e mio marito non abbiamo mai avuto neanche un animale domestico. Un giorno per caso siamo andati a una festa di paese dove facevano delle gare coi pony.  E da allora è nata la passione:aveva gli occhi di fuori e la bocca aperta vedendo cosa potevano fare quegli animali cosi enormi ma allo stesso tempo così eleganti. Quando siamo tornati a casa non faceva che parlarne. Vede,non avendo mai avuto nessun contatto con questo mondo siamo molto apprensivi, è uno sport molto pericoloso e i cavalli sono così imprevedibili …- Roberto annuì. Quella in cui si trovava era solo una delle innumerevoli conversazioni che aveva con genitori troppo apprensivi ma logorati dai figli che volevano cavalcare.
  • Quanti anni hanno le bambine?- chiese. Marina sospirò.
  • Tutte e due hanno otto anni,Hikary è una compagna di classe di Miriam,si conoscono praticamente dalla culla. Condividono tutto, ora anche la passione per i cavalli. Sai Roberto,non mi devi prendere per una di quelle madri che alla propria figlia non fa fare nulla. Tengo molto alla salute,soprattutto quella fisica, dunque Miriam ha sempre fatto dello sport. Solo che adesso … - Marina ebbe un sussulto. Si portò subito una mano alla bocca ma non potè bloccare una lacrima che le rotolò giù dalle guancie.  Roberto la guardò preoccupato.
  • Qualche problema?- chiese avvicinandosi alla donna.  Lei scosse la testa riprendendo il controllo.  Si schiarì la voce e disse:
  • Qualche mese fa Miriam è stata molto male, l’abbiamo dovuta portare in ospedale. Là le hanno fatto un’infinità di analisi perché aveva dei valori sballati. Alla fine l diagnosi è arrivata: leucemia- Roberto ebbe un sussulto che quasi lo fece cadere dalla seggiola.  Marina annuì e continuò:
  • È ancora nella fase iniziale della malattia, per ora sembra essere abbastanza leggera, mas i medici sono pessimisti e anche se ora la stiamo curando con tutti i mezzi possibili e immaginabili pare che non ci sia una cura efficiente al 100%. Non sanno dirci quanto le resterà ancora da vivere, ma non credono arriverà alla maggiore età. Così… dopo una lunga discussione con mio marito …. Abbiamo deciso di accontentarla e farle fare equitazione,così che se dovrà lasciarci troppo presto avrà almeno realizzato il suo sogno più grande…- Marina non ce la fece più a trattenere tutto il dolore che ogni giorno doveva tenere dentro di se per non far vedere la sua preoccupazione alla figlia e scoppiò a piangere.  Roberto guardò la donna senza riuscire a dire nulla. Fra tutte le situazioni a cui si era trovato davanti nel suo maneggio quella era sicuramente la più tragica.
Prese un fazzoletto di carta da un pacchetto e lo porse a Marina che lo accettò senza ribattere e si asciugò gli occhi.
  • Mi dispiace- disse sincero qua noi mettiamo il divertimento dei ragazzi davanti a tutto.  I bambini sono sempre tutti molto entusiasti delle nostre attività e spesso si creano dei bei gruppi. Sua figlia e la sua amica staranno benissimo,vedrà- Marina annuì e d’istinto lanciò un’occhiata alla scuderia illuminata.
  • Ne sono sicura. Se dio vorrà portarsi la mia bambina via prima del dovuto,vorrei che almeno sia felice. Anche perché lei non ancora nulla …. –
 
Miriam e Hikary stavano passando da un cavallo all’altro leggendo i nomi degli animali e accarezzandoli tutti uno a uno.
Pensa che bello sarebbe montare questo cavallo!- disse Miriam accarezzando un cavallo baio. Per dare un nome al suo amico si sollevò per guardare il nome:Gipsy. La bambina soddisfatta abbracciò il possente collo del cavallo.
  • Sì. Mi sa che sei un cavallo fantastico Gipsy- disse stringendolo forte. Hikary gironzolava a salutare tutti i cavalli senza soffermarsi su uno in particolare. La sua passione era nata esclusivamente per seguire Miriam, non si rendeva ancora conto di quale fosse il significato di legarsi a un cavallo in particolare. Ma quegli animali così belli e possenti l’affascinavano.
  • Sì Miry, noi saremo le più forti.. sapremo cavalcarli TUTTI questi bellisismi cavalli, saremo le migliori amazzoni italiane e .. andremo alle Olimpiadi!- Miriam guardò l’amica con una scintilla ambiziosa negl’occhi.
  • Sì Hikary, saremo le migliori,andremo alle Olimpiadi, e LE VINCEREMO!!- si avvicinò a Hikary e sollevò il mignolo. :- promettimelo! Prometti che andremo alle Olimpiadi e insieme trionferemo!- sollevò il mignolo. Hikary fece un risolino eccitato.
  • Sì, ci arriveremo. Io e te Miry, per sempre- e con il suo mignolo strinse quello dell’amica sigillando la loro promessa.

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Capitolo 2
*** Capitolo I:l'ammissione ***


Hikary segue i nomi sulla lista appesa in bacheca con il cuore che le rimbomba in gola. Non può certo avere qualche timore visti i suoi voti sempre alti a scuola e gli esami andati splendidamente. Ma l’apprensione che qualcosa fosse andato storto le attanagliava lo stomaco stringendolo in una morsa fortissima. “All’orale non ho detto tutto quello che dovevo dire, e poi mi sono incartata molte volte, accidenti,dovevo studiare meglio” pensa sentendosi un nodo in gola. Arriva al suo cognome e il mondo cessa di esistere per un attimo. Hikary trattiene il fiato e chiude gli occhi “Fa che sia andato tutto bene,fa che sia passata” spalanca gli occhi come se quella preghiera e quel gesto possa aver cambiato l’esito dell’esame e fissa il suo nome. Facendo forza su se stessa scorre con gli occhi la riga aiutandosi con il dito in modo da assicurarsi che quella sia la riga giusta. Ancora un attimo di esitazione poi Hikary guarda il voto che le è stato assegnato. Un NOVE in nero brilla nella casella indicata dal suo dito. La ragazza ha un singhiozzo che le mozza il fiato. Ricontrolla il risultato più volte per verificare la sua veridicità e alla fine realizza: ha preso 9, NOVE!! Ha terminato le scuole medie con un voto altissimo! Hikary rimane un attimo in silenzio guardando e riguardando il risultato,sbattendo le palpebre per essere davvero sicura che fosse tutto reale. Quando finalmente si rende conto che quello è effettivamente il suo voto finale riesce a uscire dalla calca di gente che si è assiepata intorno a lei e non appena riesce ad essere libera nei movimenti si mette a saltellare come una molla impazzita. Alice,la sua migliore amica nonché compagna di banco e di classe non le chiede neanche come sia andata:è anche fin troppo palese l’esito dell’esame di Hikary. - Ce l’abbiamo fatta!- grida con voce stridula Hikary e coinvolge l’amica in una danza di saltelli. - Sì, ce l’abbiamo fatta!-le fece eco l’amica:- ora dobbiamo festeggiare!SUBITO!- Hikary le fa l’occhiolino e insieme escono per l’ultima volta dalla struttura grigia che le aveva tenute prigioniere per tre lunghi anni. Alice e Hikary rimangono fuori dalla scuola ad aspettare Elisabetta e Giovanna, altre due loro amiche. Loro quattro insieme formano un gruppo molto solido e affiatato da molto tempo. Anche loro due erano state promosse con buoni voti ed era eccitatissime e pronte a festeggiare. Decisero che il posto migliore dove celebrare la fine della loro tortura era il Mc Donalds dove andavano sempre,dopo le lezioni, per vedersi in alcuni pomeriggi noiosi durante le vacanze. O semplicemente per ritrovarsi e parlare. - Non ci posso credere- esclama Giovanna gustandosi le sue patatine fritte mandandone giù una dietro l’altra.:- ma ci pensate? Ora saremo delle studentesse liceali… non siamo più bambine,siamo delle donne adesso- il quartetto scoppiò a ridere. - Non esagerare adesso- la redarguì Alice infilandosi in bocca una manciata di patatine:- siamo solo delle ragazze che sono cresciute,siamo molto lontane dall’essere delle vere e proprie donne! Al massimo … puoi dire che siamo delle “giovani donne”- Giovanna le fa la linguaccia continuando a consumare le sue patatine. - Sei sempre così pignola e noiosa!- dice e Alice le lancia il tovagliolo. Tutte si mettono a ridere. La felicità di un capitolo scolastico che si è ormai concluso rende le quattro ragazze felici ed euforiche. Il fatto di essere passate dall’essere delle bambine ad essere delle adolescenti piene di sogni e di speranze le esalta. Il futuro è incerto e misterioso, ma è proprio questo che lo rende così affascinante e appetibile. Un futuro che ancora è un sogno, a quell’età, e tutto sembra più bello una volta che la società comincia a considerarti come un adulto. Ed è proprio questa prospettiva sognante e carica di aspettative a caricare i cuori di queste quattro giovani ragazze,leve novelle della società. Tutte le preoccupazioni sono alle spalle, davanti a loro c’è la parte bella, l’indipendenza, la felicità. Nessuno può dire loro che la strada è appena cominciata a da adesso in poi sarà solo una strada molto insidiosa. - Ma allora andremo tutte allo scientifico?- chiede Elisabetta una volta finite le sue patatine e guardando famelica il suo Big Mac. - Tutti tranne Hikary- esclama Alice indicando l’amica che succhia dalla cannuccia la Coca-Cola mentre ascolta le sue amiche. Scuote la testa. - Ehi,ragazze, non è ancora deciso!- dice staccandosi dalla cannuccia:- se la risposta sarà negativa verrò con voi al Pascal … non siate così pessimiste!- Hikary in realtà vuole che la risposta sia positiva. Lo vuole davvero con tutto il cuore, ma l’idea di dover lasciare le sue amiche inseparabili la rattrista davvero tanto. I suoi sogni però sono ancora più grandi di una bella e forte amicizia. - Ma smettila!- l’apostrofa Alice:- sei la migliore amazzone del tuo centro, hai ottimi risultati sul terreno nazionale e … sbaglio o due mesi fa hai anche fatto una gara in Francia?- Hikary sospira. - Sì ma la vanno ragazzi da tutto il mondo, posti da dove l’equitazione è molto più praticata e c’è molta più attenzione ai risultati… e soprattutto, molti ragazzi hanno un grado di gran lunga superiore al mio. Io ancora ho il brevetto,mentre gli altri avranno fatto anche i campionati nazionali,europei e quant’altro . nooo …. Non posso essere ottimista!- Alice la guarda con aria incoraggiante,Elisabetta la assesta una potente pacca sulla spalla. - Io invece sono convinta che dovremo dirci addio… ma tanto lo sai che non ti libererai facilmente di noi … giusto ragazze?- Hikary sorride e scuote le spalle. Sa bene che comunque vadano le cose le sue amiche rimarranno vicine a lei, ma non è sicura che la dove sarebbe dovuta andare avrebbe trovato altre amiche come loro,in caso abbia vinto,ovviamente. Sa però molto bene che il mondo dell’equitazione è marcio,e lo è in tutte le parti del mondo, e anche trovare delle buone amiche di maneggio non era mia stato facile per lei trovare delle persone su cui poter fare affidamento sempre. Hikary sospira. Intanto hanno finito di consumare il loro pasto e continuando a ridere e scherzare,spettegolando soprattutto su quelli che ormai sono i loro ex compagni di classe si dirigono verso le rispettive case. Giovanna ed Elisabetta vanno a prendere l’autobus che le porta a casa, Alice e Hikary prendono la metropolitana. Hikary ha conosciuto Alice a scuola. Solo dopo era venuta a conoscenza che Alice viveva a pochi passi da casa sua. Fra di loro era nata sin da subito una grandissima amicizia e subito dopo anche Elisabetta e Giovanna erano entrate nel gruppo facendo un quartetto perfetto. Soprattutto dopo …. - Ehi!- Alice distolse Hikary dai suoi pensieri :- come mai sei così pensierosa?- le chiede l’amica dall’altra parte della metro vuota. Hikary sorride debolmente. - Nulla, sto solo pensando che mi dispiacerà molto se dovrò partire e lasciarvi- risponde distogliendosi dai suoi pensieri e dai suoi ricordi. Alice storce la bocca. - Beh ai, credo sia la migliore occasione della tua vita- si interrompe un attimo guardando ancora l’aria estremamente pensierosa dell’amica:- e sai una cosa?- Hikary la guarda in faccia:- credo che Miriam sarebbe molto orgogliosa di te!- Hikary si gira di scatto verso Alice. Sospira. - Già,lo credo anche io- la metro di ferma e le due ragazze scendono. Hikary arriva subito a casa sua e saluta Alice che deve ancora percorrere un pezzo di strada prima di arrivare a casa sua. Hikary entra nel piccolo giardino prima della porta del suo condominio. Si rende conto solo adesso che tutta la soddisfazione per il risultato degli esami è già svanita. Il senso di tristezza che ormai le ottenebra il cuore da molto tempo fa sfumare tutte le sfumature più belle della sua vita. Proprio adesso che dovrebbe godersi appieno la sua adolescenza. In quel periodo,l’unica cosa che faceva tornare il sorriso a Hikary erano i momenti passati in maneggio con Matilda, la sua pony. In particolare ciò che spazza via tutti i pensieri dalla testa della ragazza è farsi una lunga passeggiata in solitaria solo lei e la sua cavalla. Quasi a voler lasciarsi i pensieri alle spalle, mentre lei galoppa veloce via da tutto. Via da quella tristezza. La ragazza vede una busta uscire dalla cassette delle lettere. Non è la solita busta delle bollette piuttosto che quella della pubblicità. Questa lettera ha un colore giallo pallido ed è leggermente gonfia. Hikary si rende subito conto che è intestata a lei. Aggrotta la fronte perplessa. Esi passa tra le mani la lettera. Vede subito un particolare francobollo con disegnato un trifoglio sopra la bandiera irlandese. Il timbro postale è della città di Dublino. Hikary si sente mancare il respiro: è la risposta alla sua domanda d’ammissione. Non può essere … non può essere che un caso che la lettera sia arrivata proprio nel momento in cui sono usciti i risultati degli esami di licenza media? Con mani tremanti Hikary rigira ancora la busta e prova ad aprirla. Ma le tremano le mani così decide di strapparla senza ritegno. Intanto, un ricordo le affiora alla mente. “Hikary arrivò a casa di Miriam e bussò alla porta. ‘Non stava molto bene quando l’ho sentita l’ultima volta’ penso. Per questo la ragazza aveva deciso di andare a trovare l’amica. Marina le aprì la porta. La donna era ormai la brutta copia di quello che era stata un tempo: il suo volto portava i segni delle lacrime continue nonostante fossero passati anni dall’infausta diagnosi. Ne lei ne suo marito erano stati in grado di accettare la notizia che presto la loro amata e unica figlia sarebbe morta. - Ciao Marina- la salutò Hikary cercando di mostrarsi allegra:-ho visto che Miriam non è venuta all’allenamento,e siccome l’avevo sentita un po’ giù volevo vedere come stesse. Posso entrare?-la donna annuì facendole spazio per entrare in casa. - Come sta effettivamente?- chiese la ragazza benché sapesse già quale fosse la risposta. Marina tenne la testa bassa e annuì piano. - Ha avuto un brutto attacco ma ora sta bene- Hikary annuì. Ormai sapeva bene che quando Marina diceva “bene” in realtà non significava che Miriam fosse in perfetta forma, ma che in quel momento stava meno peggio del solito. - Allora vado a salutarla. È su in camera?- la madre di Miriam annuì e basta. Hikary conosceva molto bene quell’atteggiamento,e sapeva che era il momento di non chiedere più niente. Si avviò verso la camera della sua migliore amica dove si respirava già un’altra aria. Miriam accolse Hikary con un grandissimo sorriso,come sempre, che riempì subito la ragazza di entusiasmo e buon umore. Questa sua serenità,questa gioia di vivere e solarità che costantemente comparivano sul volto della ragazza erano dovute soltanto al fatto che Miriam non era a conoscenza della reale natura della sua malattia. Marina e Dario,il padre, avevano deciso di non dirle nulla fare in modo che vivesse serenamente i suoi pochi anni di vita,spinti dal fatto che, quando Miriam aveva quasi 10 anni,la sua situazione peggiorò talmente tanto che fu necessario un trapianto di midollo. Dopo quell’intervento però,le cose andarono meglio facendo sperare in una guarigione. Purtroppo però negli ultimi mesi la leucemia era tornata dirompente e fulminea tanto da ridurre la povera Miriam a uno straccio. Però lei sapeva che tutti i suoi problemi erano legati al suo fisico e alla sua salute cagionevole dalla nascita. Non era consapevole che la sua vita fosse drammaticamente in pericolo e che ogni minuto poteva essere l’ultimo. - Ciao Miriam- la salutò debolmente Hikary con un sorriso a metà:- sei mancata molto a Veleno, oggi. Come ti senti?- in risposta l’amica si stiracchiò facendo scrocchiare tutte le vertebre. - Benissimo. Sono così felice che sei passata … sai,ho appena trovato una cosa fighissima!- Hikary si avvicinò incuriosita all’amica che le mostrò il monitor del computer. Si trovò a guardare una villa enorme dalla forma di ferro di cavallo. La struttura era gigante,sembrava quasi un college americano di quelli che si vedono in televisione. Un imponente cancello bloccava l’entrata ai non desiderati. Sulle grate d’argento del cancello spiccava un grosso ferro di cavallo con due unicorni sollevati sulle zampe posteriori che si toccavano. - Wow!- esclamò Hikary meravigliata:-cos’è? – Miriam la guardò con aria soddisfatta. - È un college irlandese molto prestigioso. Accoglie giovani cavalieri da tutto il mondo in modo che apprendano tutte le tecniche dell’equitazione e diventino dei grandi esperti di cavalli!- l’amica si sedette sempre più affascinata. - È tipo un college estivo?-Miriam scosse vigorosamente la testa. - No, è proprio una scuola. Ha la durata di 5 anni,proprio come un istituto superiore. Per entrarci bisogna già essere dei buoni agonisti. Le selezioni sono molto dure e selettive proprio perché ricevono molte richieste. Ma questa è un’opportunità più unica che rara!- mentre parlava Miriam mostrava a Hikary tutte le pagine del sito. L’amica vide che durante i cinque anni di scuola erano previste gare di alto livello,persino gare internazionali, e gli allievi più bravi potevano aspirare a una convocazione in Nazionale per partecipare ai Mondiali Juniores. Inoltre negli ultimi tre anni si dava un’impronta da allevatore agli alunni e chi voleva poteva scegliere l’indirizzo veterinario per chi volesse andare all’università. Insomma, questa Accademia è una vera e propria scuola per amanti di cavalli e per chi vuole continuare questo sogno. Miriam era entusiasta. - Non trovi che sia una vera figata?- esclamò emozionata. Hikary annuì - Ma come sei venuta a conoscenza di questa scuola?- Miriam scosse le spalle. - Sai che vado in diversi social network e forum di cavalli,no? Ecco la ho conosciuto una ragazza irlandese che è già al terzo anno e me ne ha parlato. Vedi Hikary,noi l’anno prossimo saremo in terza media,e dopo gli esami potremmo partecipare! Non sarebbe davvero figo fare una scuola così? Sarebbe una bella strada per realizzare il nostro sogno!-Hikary la guardò con apprensione e tristezza. Miriam sarebbe arrivata agli esami di terza media? Forzò un sorriso. - Ma certo,sarebbe davvero stupendo!- l’amica saltò sulla sedia eccitata. - Allora l’anno prossimo manderemo la domanda per essere ammesse! Ci andremo insieme,promesso?- Hikary sospirò e di nuovo sorrise cercando di essere credibile. Miriam allungò il mignolo verso l’amica esattamente come fece cinque anni prima. Hikary la guardò un po’ perplessa chiedendosi se avrebbero davvero potuto mantenere quella promessa. Sospirò e allungò il suo stringendo il dito dell’amica in quella puerile promessa. - Promesso- disse con falso entusiasmo. Miriam emise un gridolino e sigillò il loro patto: - Ihhhhh … Irlanda arriviamo!- “ Hikary con un sospiro scaccia quel ricordo. Rigira ancora la lettera fra le mani come se quel gesto possa cambiare l’esito del suo esame. Finalmente,dopo lunghi minuti,riesce ad aprirla. La lettera le si apre davanti come una fisarmonica. In alto a sinistra capeggia lo stemma della scuola con i due Unicorni che si toccano. Hikary ha quasi paura a leggere il contenuto della lettera, ma si fa forza e comincia a leggere. È tutto scritto in inglese che fortunatamente lei capisce bene grazie i suoi voti alti a scuola. La lettera si dilunga in mille filippiche sulla storia dell’Accademia e sul suo prestigio e Hikary cerca velocemente di arrivare al succo finale. Finalmente arriva al responso,scritto in grassetto e sottolineato. La ragazza sospira di nuovo umettandosi le labbra ormai secche e finalmente,legge: “we are glad to inform you that you are fill you in our class and in our course for five years. Your profile is impressive and we hope to give you more competence to became the best rider in the world.” (siamo onorati di informarti che sei stata aggiunta alle nostre classi e ai nostril corsi per cinque anni. Il tuo profilo è impressionante e speriamo di aumentare le tue abilità per diventare il miglior cavaliere del mondo) Hikary non riesce a trattenere un urlo di trionfo. È cosi entusiasta di quella notizia che tutti i vicini si affacciano per vedere cosa stia succedendo. La madre di Hikary esce fuori di casa e apre la porta che da accesso al condominio con aria frastornata. Vedendo la figlia con una lettera in mano e un’espressione trionfante in volto le sorride. - Hikary? Che succede? Come sono andati gli esami?- lei non le risponde e corre subito dentro in casa biascicando un “Ce l’ho fatta” dirigendosi a passo svelto verso la sua camera dove lancia malamente la sua borsa e afferra le chiavi del box e della catena della sua bicicletta. Ora non ha tempo per spiegare che ha preso nove agli esami di terza media ed è stata presa alla Royal Horse Accademy . può benissimo comunicare tutto dopo,a cena, quando sono tutti riuniti. Ora ha una cosa molto più importante da fare. Deve correre e andare a comunicare la notizia a una sola persona:Miriam. Hikary corre verso il box, lo apre e prende al volo la sua inseparabile bicicletta. Non si cura di chiudere la saracinesca e comincia a pedalare furiosamente. È la fine di giugno ma c’è uno strato di nuvole che minacciano pioggia. E già una fitta nebbiolina di gocce sta scendendo preludendo al diluvio. Ma questo a Hikary non importa e lascia che i suoi capelli si inumidiscano e si riempiano di acqua facendole cadere dei ciuffi sulla fronte anch’essa fradicia. Ma neanche questo la turba. Lei vuole solo raggiungere la sua meta. Anche il trucco che si scioglie e le riga le guance di nero non è una cosa che le importi molto,adesso. Arriva a destinazione e lascia la bici appoggiata senza curarsi di assicurarla con la catena. Si mette a correre come una forsennata senza curarsi di fare meno rumore possibile finché non arriva davanti a Miriam. Col fiato corto e le guance infiammate per l’emozione e la corsa alza la lettera ormai fradicia con aria trionfante. - Ce l’ho fatta- esclama con voce strozzata dall’emozione:- vado in Irlanda all’Accademia. Dio Miry, ce l’ho fatta hai capito? Ho realizzato il NOSTRO sogno!- Il viso immobile di Miriam le ammicca da dietro la foto incastrata nella lapide. Ecco il primo capitolo di questa bella storiella. Mi sta piacendo anche come la sto scrivendo e spero l'appreziate anche voi...buona lettura ^_^

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