I'm Yours

di Be Only One
(/viewuser.php?uid=303676)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1 capitolo ***
Capitolo 3: *** 2 capitolo ***
Capitolo 4: *** 3 capitolo ***
Capitolo 5: *** 4 capitolo ***
Capitolo 6: *** 5 capitolo ***
Capitolo 7: *** 6 capitolo ***
Capitolo 8: *** 7 capitolo ***
Capitolo 9: *** 8 capitolo ***
Capitolo 10: *** 9 capitolo ***
Capitolo 11: *** 10 capitolo ***
Capitolo 12: *** 11 capitolo ***
Capitolo 13: *** 12 capitolo ***
Capitolo 14: *** 13 capitolo ***
Capitolo 15: *** 14 capitolo ***
Capitolo 16: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 

A Cinzia che mi sopporta

 

 

 

 

1 SETTEMBRE 1771, ORE 20:12. 1 ANNO. LILY

 

Eravamo in attesa della professoressa McGranitt. Ero talmente ansiosa che mi sudavano le mani. Presi un lungo sospiro. In quell'esatto istante sentii qualcuno toccarmi la spalla. Mi girai nervosa. Due bambini stavano giocando dietro di me.

<< Scusa >> mormorò quello con gli occhiali, rivolgendomi un sorriso.

<< Io sono James Potter >>. Così dicendo mi porse una mano. Gliela strinsi.

<< Lily Evans >> mormorai incerta. Lui mi fece un sorriso smagliante che non riuscii a non ricambiare.

<< In che casa vorresti stare? >> mi chiese lui con voce sicura.

<< Bè io non saprei, ecco, non so.. >> borbottai.

<< Io vorrei essere un Grifondoro, sai anche Silente è andato lì. La culla dei coraggiosi di cuore..spero di non finire in Serpeverde, tutti i maghi oscuri sono stati in quella casa >> disse con la voce che voleva incutere terrore.

Ad un tratto mi ricordai di lui.

<< Ma tu sei quel bambino di prima, quello sul treno.. >>.

Il suo sorriso si spense. L'altro bambino, quello con i boccoli iniziò a pizzicargli un braccio per attirare la sua attenzione quando entrò la professoressa McGranitt facendoli zittire.

 

 

Il cappello mi oscurò la vista della sala.

Allora dimmi dove ti colloco?

Non avevo idea di come rispondere a quella domanda. Pensai a Piton a tutte quelle allusioni sulla grandezza di Serpeverde, pensai a Tassorosso e alle dicerie che pensavano fosse una casa di mollaccioni, pensai a Corvonero e alla sua fama per il grande intelletto ed infine pensai a quel ragazzo occhialuto, quel James Potter, che mi aveva impressionata.

Mmm, vedo tanta confusione dentro la tua testa. Il tuo amico ti ha suggerito Serpeverde, ma è realmente ciò che vuoi?

La voce del cappello risultava scettica. Pensai che forse no, non era quello che io in realtà volevo.

Quel Potter ti ha fatto cambiare idea eh Lily Evans? Devo dire che il tuo intelletto è superbo, ma il tuo coraggio è altrettanto apprezzabile. Che ne dici di GRIFONDORO!

Sentii il cappello urlare l''ultima frase a tutta la sala e mi alzai in fretta e furia dallo sgabello.

 

Mi scostai una ciocca di capelli rossi da viso e feci vagare lo sguardo sulla Sala Grande. La professoressa McGranitt stava ancora leggendo i nomi in ordine alfabetico. Sentii pronunciare dalla sua voce sicura e decisa << Potter James >>. Un bambino, lo stesso che prima aveva preso in giro Severus e che aveva parlato con me prima dello smistamento, ora stava camminando sicuro di se vero lo sgabello. Distolsi un secondo lo sguardo per posarlo sull'altro ragazzino, con i capelli lunghi e l'aria imbronciata che ora stava incrociando le dita sotto il tavolo. 

Il cappello parlante gridò: GRIFONDORO!

Vidi tutto il tavolo esultare, Sirius alzarsi per abbracciare l'amico. Mi scappò un leggero sorriso e poi distolsi velocemente lo sguardo.

"Sono simpatici però", pensai prima di darmi della stupida mentalmente e di continuare a seguire lo smistamento.

 

Quella sera mi addormentai pensando a quel bambino dagli occhiali rotondi e alla sua discussione in treno con Severus. Perché, dopotutto non ero così scontenta del fatto che io fossi a Grifondoro e Severus nel Serpeverde? Cosa aveva detto il cappello? Che era stato quel bambino a farmi cambiare idea? Ma se non lo conoscevo neanche da mezz'ora? Quel bambino, invece mi trasmetteva gioia e odio insieme. Un sentimento troppo complicato per una bambina di undici anni. Mi addormentai serena, scacciando quegli strani pensieri.  

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 1 capitolo ***


 

8 SETTEMBRE 1773, ORE 12:12. 3 ANNO. LILY

 

 

<< Oh! >> quasi urlò Alice in mezzo al corridoio.

Mi girai subito e vidi che la mia amica aveva le guance arrossate e il fiato corto.  In quel momento al centro della calca che regnava nell'ora di pranzo nei corridoi di Hogwarts, si aprì uno spazio. Allora tutto mi fu immediatamente più chiaro.

Strinsi i denti per un secondo, prima di alzare lo sguardo verso quella visione. I Malandrini, come si facevano chiamare, stavano facendo la loro sfilata pomeridiana e ovviamente tutti si fermavano per guardarli. Odiavo tutte queste attenzioni verso di loro, ma non potevo reprimere quella attrazione che sentivo verso il capo del gruppo, James Potter. Le mie amiche questo lo sapevano e non evitavano di farmelo notare ogni volta.  Anche Alice e Mary trovavano Potter estremamente affascinante, ma come tutte le ragazze di Hogwarts del resto, mi sorprendevo a trovarmi a pensarlo nel tempo libero o a fantasticare su di lui prima di addormentarmi.  Per le altre lui era solo un pettegolezzo, un "figo" diciamo, uno a cui tutte aspiravano, ma che nessuna prendeva in considerazione realmente perché lui era totalmente irraggiungibile. Ma allora perché mentre le altre gli mandavano sguardi maliziosi, a me si contorceva lo stomaco a vederlo e mi si tappavano improvvisamente le orecchie. Lui come al solito non mi degnò di uno sguardo e io rimasi lì, impassibile all'apparenza mentre aspettavo che il fuoco dentro di me si spegnesse. Trattenni il fiato. 

Mary e Alice mi raggiunsero con un sorriso.

<< Mamma che figo >> disse Alice. Perché mi dava tremendamente fastidio il fatto che lei usasse quella parola verso di lui?

<< Già, però va bé ci dobbiamo accontentare >> borbottò Mary mentre io senza neanche accorgermi, mi dirigevo verso la Sala Grande seguita a ruota dalle mie amiche.   

Mi sedetti con un tonfo sulla panca e senza alzare neanche lo sguardo mi appropriai della caraffa dell'acqua . Fu in quell'esatto istante che sentii  il mio nome.

<< Evans >> aveva detto una voce dalla quale  non pensavo mai di sentir pronunciare il mio nome, una voce profonda, una voce tranquilla con una nota di ilarità, la voce di James Potter.

Alzai velocemente lo sguardo, sentendomi irrigidire tutto il corpo, sotto i suoi occhi cioccolato. Lo odiavo, odiavo il suo comportamento, odiavo come lui con un semplice sguardo o con una semplice parola riusciva a cambiarmi completamente l'umore e la giornata, ma  purtroppo non ci potevo fare nulla.   << Si? >> dissi rigida come un grissino.

<< Mi chiedevo se potevi passarmi l'acqua >> mormorò lui ridacchiando.

Sentii lo stomaco stringersi in una morsa incontrollabile.  Mi aveva chiamata solo per quello, lui da me voleva semplicemente dell'acqua. Senza una parola gliela passai. Mi era passata la fame e quando lui si girò per riparlare con i suoi amici, mi alzai dal tavolo e senza dare nessuna spiegazione ad Alice e Mary me ne andai. Era più di un anno ormai che provavo qualcosa per James Potter, diciamo che mi piaceva, ma nulla di più. Mi feci  una promessa, avrei dimenticato James Potter.

   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

21 MAGGIO 1974,ORE 16:02. 3 ANNO. JAMES .

 

 

Finiva sempre così, io mi stufavo e lei non volevo più vederla. Iniziavo a vederla come un peso, era appiccicosa, monotona, la solita insomma. Non mi stupiva e mi annoiava stare con lei.

Così anche con Jennifer finì una settimana dopo che era cominciata. E io ne ero sollevato. Stavo camminando per i corridoi di Hogwarts annoiandomi: Remus era ancora in infermeria dopo una faticosa notte con la luna piena, Sirius era in punizione con la McGranitt e Peter stava dormendo nel letto a baldacchino.

Ignorai le amiche di Jennifer che la circondavano mentre lei aveva un pianto isterico. Mi lanciarono occhiate assassine e io sorrisi tra me e me.

Ero stanco dei soliti baci? Di ragazze che ti abbracciavano tutto il giorno? Si, si e si.

Non ne potevo più, assolutamente più. 

Decisi di andare in riva al Lago Nero, magari l avrei trovato qualche passatempo. Quando arrivai, scoprii che la zona era piena di studenti che approfittando della giornata di sole, si abbronzavano.

Mi sedetti sotto l'ombra di una quercia e mi guardai attorno annoiato. Lily Evans era china su un libro, notò il mio sguardo, perché si sistemò una ciocca ribelle dietro l'orecchio e urlò << Qualche problema Potter? >>.

Sirius mi aveva detto qualcosa sul fatto che lei avesse una cotta per me o cose del genere, non ero nemmeno rimasto ad ascoltare, ero troppo impegnato a pianificare il mio nuovo piano per distruggere la bacchetta di Mocciosus.

Penso che non mi importa però. Cioè dai guardatela, con questi capelli rossi così disordinati e quell'aria da "so-tutto-io" farebbe scappare qualsiasi ragazzo.

<< Nulla, nulla Evans. Mi chiedevo perché in una giornata così tu leggessi? >> gridai di rimando. 

Lei si alzò in piedi e si avvicinò a me velocemente. Ok, di fisico non era male, ma non penso  sia la ragazza per me.

<< Si da il caso, che non tutti siano così ignoranti come te, Potter >>.

Questa affermazione mi fece sorridere. Certo, peccato che io senza applicarmi il minimo, avessi voti più alti di lei. 

<< Perché sorridi così da idiota? >> chiese lei con la voce stridula.

<< E perché tu mi parli? Lo sai vero che sei irritante? >> ribattei per farla stare zitta. Mi aspettavo che come tutte le ragazze si vergognasse e scappasse con la coda tra le gambe, ma lei no. 

Mi diede uno schiaffo. In pieno volto. Lì. Davanti a tutti. Un schiaffo a me.

Rimasi di stucco.

<< Vaffanculo >> borbottò lei prima di raccogliere il libro dall'erba e dirigersi verso il castello con passo spedito.

 

Due giorni dopo, Sirius tra una risata e l'altra mi disse che Alice gli aveva giurato che la Evans non era più cotta di me, anche se secondo lui, e tutta la scuola, erano balle.

<< Come se mi importasse >> brontolai io.

Infatti non mi importava affatto. Avevo già un'altra preda in mente.

 


 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 2 capitolo ***


 

 

 

 

 

 

 

8 OTTOBRE 1974, ORE 10:23. 4 ANNO. LILY

 

 

Mentre il professor Vitious con la sua voce fragile spiegava un argomento del quale non avevo capito niente, Alice mi passò un bigliettino.

"Hai visto oggi Potter? è allucinante" lessi tra me e me.

Lo guardai. Aveva i soliti capelli arruffati, il fisico slanciato, le labbra perfette e rosee e quell'aria da superiore. Ma la cosa che notai e che invece dei soliti occhiali tondi, quel giorno portava le lenti. I suoi occhi nocciola presentavano tutte le sfumature possibili del marrone mentre fissava con aria svogliata il professore.

Si era davvero bello. Più che bello. In quel momento notai che l'attenzione di tutte le ragazze in aula non era rivolta alla spiegazione del professore, bensì a lui.

Però, io non provai nulla, mi ero allenata così tanto a rimanere impassibile a Potter che questa volta ci riuscii davvero. Sorrisi soddisfatta di me. 

Scarabocchiai velocemente una risposta ad Alice e ripassai il biglietto. Cercai in tutti i modi di seguire la lezione di Vitious, ma quando sentii Alice trattenere il fiato per la risposta non riuscii a non lanciarle un occhiatina divertita. Lei mi fissava sconcertata ed incredula. Aveva ancora il bigliettino tra le mani, da qua riuscivo a leggere: "Senti Alice, lui non mi piace, non lo trovo granché, né caratterialmente, né fisicamente, mi lascia totalmente indifferente, anzi odio il suo modo di credersi superiore al resto delle persone".

Sorrisi di nuovo, consapevole che tutte quelle parole erano vere. 

 

 

 

 

 

 

 

 

20 DICEMBRE 1974, ORE 20:03. 4 ANNO. LILY.

 

 

Lumacorno mi aveva invitato a quella stupida festa, dove ci sarebbero state stupide persone e stupido cibo. Guardai con desiderio la mia stanza, non potevo rimanere qua con le mie amiche o anche solo leggere un libro. La serata sarebbe stata di certo migliore...

 

Ma no, dovevo andare lì. Ero costretta.

Finii di passarmi il mascara e la boccetta cadde sporcando il pavimento. Imprecai tra me e presi la mia bacchetta che giaceva sotto la montagna di caos che c'era sul mio letto.

<< Gratta e netta>> mormorai e subito il pavimento ritorno pulito.

Mi lasciai cadere sul letto di Mary, seccata.

 

Avevo già messo i leggins neri e quella maglia beige con del pizzo sul davanti e una scollatura sulla schiena, che mi piaceva molto.

Poi avevo deciso di mettere delle ballerine nere. Mi ero truccata con una sottile linea di eyeliner e molto mascara.

Fino a un'ora fa tutto questo mi era sembrato perfetto, ma ora, come sempre, mi sentivo uno schifo.

Mi alzai e mi misi davanti allo specchio.

La figura davanti a me, aveva troppa pancetta per i miei gusti, i capelli troppo rossi, che ora giacevano sciolti sulle spalle e che ero riuscita a lisciare con un incantesimo.

Distolsi lo sguardo prima di trovarmi troppi difetti e scesi le scale che portavano in Sala Comue.

A quest'ora era vuota. Erano tutti a cena. Gli unici Grifondoro del quarto anno che Lumacorno aveva invitato eravamo io e Potter.

 

Feci una leggera smorfia prima di uscire dal buco del ritratto e dirigermi verso il secondo piano dove si trovava il luogo della festa. Lo stomaco mi si strinse un paio di volte e poi finalmente arrivai davanti alla porta giusta. Mi guardai intorno, non c'era nessuno. Ma chi me lo aveva fatto fare? Presi un grosso respiro.

<< Coraggio Lily >> mi incitai.

Aprii la porta con un colpo deciso.

 

 

 

 

 

 

 

 

20 DICEMBRE 1974, 22:00, 4 ANNO. JAMES

 

 

 

Mi trovavo ormai da due ore esatte in questa festa. Avevamo mangiato, ascoltato Lumacorno raccontare le solite storielle e ora finalmente ci aveva lasciati liberi. Alcuni ragazzi ballavano, ma io non li calcolai minimamente.

Le parole di Sirius mi ritornarono in mente: “Dai perché stanotte non ti diverti un po'?”.

Sapevo già da molto tempo cosa intendesse dire Sirius con divertirsi un po'.

Entrambi non eravamo più vergini. Lui dal terzo anno, io da quest'estate passata.

Scacciai lontano il pensiero. Avevo solo una cosa in mente, accontentare Sirius. Mi guardai intorno, in cerca della mia preda.

Vidi una ragazza carina, aveva lunghi capelli biondi e parlava con una sua amica sotto voce. Poi improvvisamente notai che il mio sguardo le aveva provocato una scenata isterica di gioia.

<< Decisamente no >> mormorai << tra poco mi chiederà di sposarla una così. Figurati dopo aver fatto sesso >>.

Passai in rassegna molte ragazze dentro quella stanza quasi soffocante. Poi arrivai a lei.

Era seduta da sola su un divanetto dall'aria comoda. Cercava di trasmettere indifferenza, ma le sue guance tinte di rosso non lasciavano dubbi. Era imbarazzata.

Il mio sguardo passò sulle lunghe gambe, sullo scollo che lasciava libera la schiena candida ed infine sul suo volto.

 

Ero indeciso se avvicinarmi. Ma cosa potevo fare se non provarci con lei?

Incerto mi diressi verso di lei, sorprendendomi delle mie gambe che avevano cominciato a tremare.

Lei alzò lo sguardo e nei suoi occhi vidi qualcosa. Così mi fermai.

Erano immensi ed infiniti.

Cosa stai dicendo James? Mi riscossi da quel pensiero.

 

Cercando di essere il più naturale possibile, mi sedetti al suo fianco.

Lei mi fisso ancora per qualche secondo.

<< Che vuoi? >> chiese seccata alla fine.

<< Sedermi vicino a te >> mormorai.

<< Senti Potter, stasera non ho voglia dei tuoi giochetti, perfavore >>.

<< Giochetti, Evans? >> chiesi fingendomi sorpreso.

Lei mi guardò indignata, allargando leggermente le narici.

<< Sai esattamente cosa intendo dire >> mormorò a denti stretti.

<< In realtà no, Evans >>.

Ok, mi stavo prendendo gioco di lei, ma la cosa mi affascinava.

Mi sorpresi a fissare le sue lentiggini stupefatto.

<< Sei molto carina stasera, Evans >> mormorai senza pensarci.

Mi pentii subito dopo.

Il suo sguardo si fece indecifrabile, era distaccata, stanca.

Poi fece vagare lo sguardo velocemente per la stanza per poi riportarlo su di me. Rimanemmo così per molto tempo fino a quando lei sbuffò.

<< Ti senti solo Potter? Come ti sei ridotto? Ci stai provando con me addirittura.

Ma fammi indovinare, hai già passato in rassegna tutte le altre. Quella >> e indicò una ragazza di Corvonero con i capelli neri raccolti in una treccia << troppo santarellina, prima di darle un bacio ti presenterà i suoi genitori. Quella invece, >> e indicò una ragazza Tassorosso con un pesante trucco nero << troppo depressa. Le Serpeverde non si toccano, ti disgusterebbe. Poi quella lì >> e indicò la ragazza che avevo visto prima quella bionda << decisamente pensa già ai nomi dei vostri bambini. E continuerei. Alla fine cosa ti rimane? Io. Certo, deve essere una caduta di stile per il grande James Potter, ma meglio che rimanere a mani vuote. Sbaglio? >>.

Disse tutto questo senza neanche riprendere fiato e rimase lì a fissarmi con severità.

Era tutto completamente vero. Sembrava avermi letto nel pensiero.

<< Sai, Evans, non ci proverei mai con te. Sono venuto qua per divertirmi un po', visto la serata noiosa, ma tu illuditi pure >> le sputai queste parole addosso.

Era una bugia. Lo so e lo sapevo, ma non tolleravo di essere deriso, nemmeno da lei, quella perfettina e bambina che non capiva nulla, assolutamente nulla.

Lei sorrise.

<< Brucia la verità vero, Potter? >> chiese quasi sussurrando.

Non sbattei le palpebre per almeno un minuto. Continuavo a fissarla.

<< Ti piacerebbe, Evans >> mormorai sicuro di me.

Lei fece una risatina sarcastica.

<< Ora, se non ti dispiace, me ne vado. Buonanotte >> disse lei mentre in modo fluido si alzò dal divano e se ne andò.

Lasciandomi lì. Solo.

Lei se ne andò. Non io, ma lei.

<< Notte >> dissi secco quando lei ormai era lontana. Mi presi la testa fra le mani, frustrato come non mai. 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 3 capitolo ***


 

20/21 DICEMBRE 1974, NOTTE. 4 ANNO. LILY

 

Erano le quattro del mattino e io lo sapevo.

Non riuscivo a dormire, semplicemente.

Ero seduta vicino ad una finestra e davanti ai miei occhi si stendeva un infinita schiera di campi e montagne che coprivano ai miei occhi l'orizzonte.

Vedevo il cielo stellato illuminare il Lago e gli alberi della Foresta che si agitavano come frustrati dal vento.

Non riuscivo a dormire.

Non riuscivo proprio a dormire.

Perché?

Dire che non lo sapevo, era una vera bugia.

Io lo sapevo benissimo perchè, ma ancora non riuscivo ad ammetterlo.

Sentivo ancora quella frase che mi aveva spezzato il cuore e distrutto la testa, di nuovo.

Sei molto carina stasera, Evans”.

Avevo voglia di sentirlo ripetere ancora e ancora.

Mi ero dimenticata di lui.

E allora perché ero qui, un'altra volta, a distruggermi pensando a lui, alle sue parole, i suoi occhi.

Un altro sguardo alla finestra. Mi sentivo così sola. Abbandonata dall'ultima speranza di provare per qualcuno quello che sentivo per Potter.

Non mi piace affatto quella sotto specie di ragazzo.

Sospirai e lasciai il mio sguardo vagare per le montagne, in cerca di qualcosa che neanche io conoscevo.

 

 

 

 

JAMES.

 

 

Bene. Bene e bene.

Diedi dei pugni al cuscino, ma quello rimase inerte, come prima. Sbuffai e mi rigirai nel letto.

Incominciavo a sudare.

Guardai l'orologio di Sirius che nel buio brillava. Erano le quattro.

Probabilmente avevo mangiato troppo a quella inutile festa, perché non riuscivo a dormire, oppure era per qualcos'altro?

Qualcosa che mi tormentava in ogni istante.

Come aveva potuto rifiutare me?

Non mi era mai capitato, ma lei con i suoi stupidi capelli rossi e suoi odiosi occhi verdi mi aveva respinto.

Non aveva fatto come le altre. Forse perché lei non è come le altre, pensai ma scacciai subito questo pensiero.

Lei era irritante, non particolarmente bella da attirare la mia attenzione, non attraente, era orgogliosa, perfettina e molto pesante eppure ero lì a pensare a lei.

Ripensavo alla pelle candida della schiena, alle labbra rosse e piene. A quei maledetti occhi, quegli occhi stupendi e paurosi. Quegli occhi che mi potevano uccidere con un solo sguardo. Quegli occhi dannati e magnifici. Quegli occhi che solo Lily Evans poteva avere.

Alla fine starà con me, mi ripromessi nel silenzio.

Un raggio di luna entrò dalle tende del letto a baldacchino, suggellando quel giuramento che feci a me stesso.

 




 

 

 

Angolo Autrice:

Non voglio sembrare patetica, ma potete scrivere una recensione?

Mi piacerebbe molto sapere le vostre opinioni, in modo di migliorare.

Metterò un capitolo al giorno. Ciao :)

 

 

 


 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 4 capitolo ***


  

2 NOVEMBRE 1775, ORE 7:12. 5 ANNO. ALICE

 

Entrammo nella Sala Grande ancora assonnate.

Entrambe sfinite. Io e Lily. Riuscivo a vederlo anche da qui.

Frank era lì, in disparte che mangiava in silenzio. Subito non sentii più lo stomaco.

Notai a malapena lo sguardo freddo di Piton su di noi, lui e Lily avevano litigato di nuovo.

A mio parere, era meglio così non mi era mai piaciuto quel ragazzo. Era untuoso, misterioso, viscido. Un vero Serpeverde.

Guardai tutta la tavolata con vero disprezzo, sbuffai e poi continuai a camminare verso il tavolo dei Grifondoro.

Ci sedemmo in due posti liberi e Lily si versò solo del tè leggero. Io mi abbuffai velocemente.

Mentre stavo assaggiando un pezzo di torta mi arrivò la voce di Potter all'orecchio.

<< Allora Evans, come stai? >> chiese con un ghigno.

<< Tutto bene, Potter >> rispose lei, fredda e distaccata.

<< Cosa pensi di fare questo sabato? >> chiese lui.

<< Sicuramente non di uscire con te >>ribattè lei.

Tutte le mattine, era la stessa storia. Lui la salutava, le chiedeva di uscire e lei puntualmente rifiutava.

Sbuffai nel latte.

<< Ehi Prewett! >> disse James prima di lanciare un'altra occhiata penetrante a Lily.

<< Non ti è ancora andata giù vero Potter? >> chiese lei crudele.

Il sorriso scomparve dal volto di James.

<< Sai, Evans, dovresti ricordarti che James Potter non perde mai >>.

<< Vedremo >> sussurrò lei.

<< Vedremo >> ripetè lui con veemenza.

Io alzai gli occhi al cielo.

Uno stormo di gufi entrò nella Sala annunciando l'arrivo della posta.

Sollevata, sorrisi.

Un gufo si posò vicino al tè di Lily e lasciò cadere sulla tavola il giornale del giorno.

Lei lo prese ed iniziò a sfogliarlo. Il mio sguardo ricadde su Frank.

Come tutte le mattine. Io rimasi lì ad ammirarlo e lui non si girò e puntualmente arrivò anche il sospiro rauco di Lily.

<< Cosa? >> chiesi con disinvoltura.

<< Due famiglie di Babbani, un funzionario del Ministero. Morti. >> disse lei con la sua voce rauca.

Tutti i giorni il giornale riportava nuove sparizioni e morti. Il mio sguardo vagò fra gli insegnanti e si fermò su Silente.

<< Cosa abbiamo alla prima ora? >> chiesi a Lily cercando di sviare il discorso.

<< Pozioni >> borbottò lei senza degnarmi di uno sguardo, stava ancora sfogliando il giornale.

Sbuffai ancora, sarebbe stata una lunga giornata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

30 MAGGIO 1776, ORE 12:56. 5 ANNO. REMUS

 

<< Bene, se proprio la pensa così. Bene, sai quanto mi interessi >>.

Sentii la voce di James da lontano.

Mi buttai sul letto sperando di essere credibile da addormentato.

Subito dopo sentii i passi farsi più vicini, fino a quando il mio amico non aprì la porta del dormitorio con tutta la forza che aveva.

<< Remus? >> mi chiamò.

Sentivo la rabbia e il rancore nella sua voce.

<< Si? >> chiesi.

<< Cosa ho fatto? Perché mi odia tanto? >>.

Quelle domande rimasero vuote, lì nel vento, lì in quella stanza, rimasero senza risposta. Non avevo idea di cosa dirgli.

<< Non lo so >> mormorai.

Lui prese un cuscino e se lo mise in faccia prima di buttarsi sul suo letto e chiudere gli occhi.

Lo guardai per qualche secondo.

<< La sai la novità? >> cercai di sviare.

<< Quale? >> chiese lui anche se la sua voce non tradiva nessuna emozione.

Non era da James.

<< Tra pochi giorni arriverà Emily Smith a fare visita al castello? >>.

<< Non so chi sia. Una ragazza? >>.

Non riuscii a non fare una risatina soffocata sul cuscino.

<< No. Lei è la più famosa veggente dei nostri tempi. Ci leggerà il futuro >> dissi.

<< Ah. >> fu la sua unica risposta.

Ok, non era proprio da James.

<< Come ci leggerà il futuro? >> chiese con voce monotona.

<< Credo ci vedrà le mani. Sai la Divinazione è una branca molto incerta della magia,ma affascinante >>.

<< Certo, Remus >> borbottò lui.

Non c'era più nulla da dire. Repressi le mie domande e lo lasciai sfogare la sua rabbia nel silenzio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

3 GIUGNO 1976, ORE 21:36.5 ANNO. LILY

 

La cena era stata ottima. Mi ero divertita con le mie amiche e alla fine cosa mi importava. Piton e Potter erano ricordi lontani.

Finalmente gli esami erano finiti e io avevo tutta l'estate davanti a sé.

Vidi Silente alzarsi e subito dopo la sala fece un rispettoso silenzio. Aspettava il suo discorso.

Tutti si girarono verso di lui.

<< Buonasera ragazzi. Eccovi riuniti qui, di fronte a me ancora una volta.

Tempi bui ci aspettano. Questo è certo.

Guardandovi ripenso alle vostre storie, alla mia storia. Ripenso ad ognuno di voi e al vostro futuro che in questo momento appare così incerto >>.

Tutta la sala era in perfetto silenzio. Sapevo di cosa stava parlando. Lord Voldemort.

<< Le parole di un vecchio non possono aiutarvi molto. Ma voi, soltanto voi siete gli artefici del vostro destino.

Sono le vostre scelte, giuste o sbagliate che siano, a tracciare la strada. Quindi guardatevi dentro. Pensate a persone che sono morte.

Persone a voi care, persone sconosciute. Pensateci e meditate su quello che sto per dirvi >>.

<< Chiuso dentro di voi, c'è un potere immenso, l'amore. Questo può distruggervi, unirvi, fortificarvi, separarvi. Può farvi piangere, uccidere, non capire. Può farvi combattere e vincere.

L'amore è il vero potere. Non sto parlando di capacità magiche, sto parlando del vostro cuore. Dei vostri sentimenti.

Questo è stato sempre chiaro ai Babbani, molto più che a noi che continuiamo a sottovalutarli, quando siamo noi gli ignoranti su questo punto.

L'amore è tutto. Come la vita >>.

Ci fu un attimo di silenzio poi Silente tornò a sorridere.

Vidi Alice prendere per mano Frank e tenerla stretta al petto.

Io ero sola. Ancora una volta.

<< Ora lasciate perdere i discorsi seri, ho il piacere di presentarvi la signora Smith >>.

Una vecchietta dai lunghi capelli bianchi si alzò dal tavolo degli insegnanti.

Aveva una gobba molto pronunciata e degli occhi velati che tendevano al giallo.

Era leggermente inquietante.

Tremava mentre si avvicinò a Silente, facendo un frettoloso sorrisetto.

Un leggero applauso riecheggiò nella sala.

Smith sembrava molto fragile, come se una folata di vento avrebbe potuto distruggerla.

<< Grazie >> sussurrò, ma la sua voce risuonò roca e poco udibile.

Sembrava posseduta. Avevo lo sguardo spento e perso.

Senza preavviso, iniziò a camminare tra i tavoli.

Aveva un'andatura lenta e decisa.

Si fermò vicino al nostro tavolo e fece una cosa inaspettata. Posò una mano sulla spalla di Potter.

Lui la osservò sorpreso. Tutta la Sala osservava quella scena senza fiato.

Nessuno sembrava capire.

La faccia di Potter era la maschera della sorpresa, una mano passò a spettinarsi i capelli, mentre gli occhi si erano ingranditi per la sorpresa.

<< Vieni >> mormorò la vecchia con voce fragile.

Mi provocò un sussulto.

Era quasi un respiro, leggera come il vento e lieve.

Potter si alzò davanti a tutti. Lo sguardo incatenato a quello della vecchia.

Lei si mosse fino al centro della sala e lui la seguì.

Poi lo abbandonò di nuovo. In cerca di qualcun altro.

Lo capivo dal suo sguardo perso tra i tavoli.

Potter era solo ed imbarazzato al centro della Sala, fece un segno di noncuranza a Sirius con la mano, ma vidi distintamente che la sua faccia spavalda si era dipinta di rosso dall'imbarazzo.

Mi sorpresi e spaventai, quando sentii la mano fredda della vecchia toccarmi la pancia. Mi alzai velocemente in piedi. Ora tutti gli occhi erano puntati su di me, anche quelli di Potter.

Il terrore mi paralizzava. Cosa voleva quella vecchia?

Mi osservò con quella che sembrava compassione.

Poi mi prese per mano e mi trascinò vicino a Potter. Cosa voleva?

Io e lui ci fissammo curiosi ed impauriti. Il mio sguardo vagò tra gli insegnati. Tutti erano sorpresi quanto gli studenti. Tutti, tranne Silente, che aveva uno sguardo indecifrabile e fissava non la vecchietta, come tutti, bensì me e Potter.

Poi ad un tratto lei parlò.

<< Il frutto di un amore, creerà colui che verrà. Colui che riuscirà nell'intento di tutti. Due generazioni saranno ripercosse dalla stessa catastrofe che incombe, ma lui gli salverà, per ben due volte toglierà la mano oscura che incomberà sul mondo della Magia.

Verrà quel giorno, in cui lui gli salverà >>.

Poi con presa forte, strinse i polsi di James e posò le sue mani sulla mia pancia.

<< Da questo grembo nascerà, colui che vincerà. Lui sarà il prescelto, ma a un caro prezzo. Tutto distruggerà. La pelle scorticherà. Queste mani cederanno >> e indicò le mani di James, << e questo grembo non fiorirà mai più. In favore di qualcosa di più grande, qualcosa scritto nelle stelle >>.

Io e Potter rimanemmo così. Le sue mani sulla mia pancia e gli occhi di entrambi puntati sulla vecchietta.

Con sollievo capii che nessuno aveva sentito quello che aveva appena sussurrato la vecchietta.

Solo io, James e Silente.

<< Silenzio >> sbottò quest'ultimo << Emily penso che possa bastare >>.

Poi tornò a fissarci con orrore, anche io guardai Potter e vidi la mia paura rispecchiarsi nei suoi occhi.




 

Angolo autrice:  

Volevo sapere cosa ne pensavate di questa ff. Penso che più avanti migliorerà, perchè ho già iniziato i nuovi
capitoli e mi piacciono molto :)
Spero come al solito di avere delle recensioni di ogni tipo, anche per sapere come secondo voi continurà 
questa storia.
Alla prossima. Ciao :3

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 5 capitolo ***


 

4 GIUGNO 1776, ORE 17.21. 5 ANNO. SIRIUS.

 

James era seduto sul letto da almeno una ventina di minuti. Si osservava le mani, in silenzio.

Vai a cercarla, volevo mormorargli, ma invece no.

Rimanemmo così per un'altra trentina di minuti.

Erano giorni che lui e la Evans avevano litigato, peggio del solito, certo.

Non capivo cosa pensasse lui di lei. Non concepivo come potesse esserne così attratto.

Concentrai il mio sguardo sul suo volto pallido e sugli occhiali appoggiati sul comodino.

Pensai poi, all'omicidio recente di tutta quella gente. Quelle persone innocenti. Ripensai a quello che era successo una sera prima, lui non aveva voluto spiegarmi. Nessuno aveva udito cosa avesse detto la Smith. Da allora James era strano, la notte mormorava “Non c'è più tempo”.

<< James? >> mormorai.

Nessuna risposta.

<< Vai >> mormorai.

Lui alzò la testa, trattenuta per troppo tempo e mi fissò. Ci contemplammo a vicenda per molti secondi e poi lui si alzò. Aveva le lenti quel giorno, così non prese gli occhiali e si avviò verso la porta. Prima di uscire mi posò un braccio sulla spalla ed io sorrisi.

Poi sentii la porta sbattere ed infine più niente.

Non so perché, ma in quel momento ripensai a mio fratello e a Voldemort.

Ripensai al mio destino che era già tracciato, ma che io avevo distrutto e la domanda mi sorse spontanea.

<< Che ne sarà di noi? >> mormorai con un filo di voce.

Nessuno rispose alla mia domanda, niente. Tutto avrei immaginato, tranne quello che venne.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

4 GIUGNO 1776, ORE 17.57. 5 ANNO. LILY

 

Si, stavo piangendo. Ero sulla torre di astronomia e piangevo in silenzio. Il vento mi sferzava il volto, asciugandomi le lacrime che rigavano il mio viso.

Perché piangevo, per me? Per Piton? Per Potter? Per tutte quelle persone morte e per il poco tempo che ancora avevo? Per quello che aveva predetto la vecchia? Non lo sapevo. Me ne stavo lì a piangere.

In silenzio, godevo del mio dolo

re.

Poi successe, così.

Lo vidi.

Aveva il volto stanco, come se non dormisse da giorni, tutta l'arroganza di un paio di giorni fa era sparita.

I capelli erano spettinati. Le labbra leggermente aperte e il corpo sembrava essere ripercorso da scosse elettriche. Il suo petto si alzava e si abbassava.

I suoi occhi erano uno specchio, rifletteva i miei sentimenti.

In quel momento non provai nessuna emozione.

Gioia, tristezza, felicità, malinconia, rimpianto, paura: niente. Nulla esisteva, oltre noi due.

Fece un passo, sotto il mio sguardo. Sapevo già cosa sarebbe successo e non avrei fatto nulla per fermarlo. In un istante tutta la mia forza di volontà si era distrutta e io mi ritrovavo fragile come non mai.

Venne sempre più vicino.

Vidi i suoi occhi lacrimare. Stava piangendo anche lui.

Poi senza alcun preavviso, le nostre bocche si scontrarono. Continuammo a piangere in silenzio e a consolarci con le labbra morbide dell'altro. Quando le nostre lingue si toccarono un singhiozzo mi morì in gola.

Serrai gli occhi. Scivolammo sul pavimento di pietra, io mi aggrappai a lui. Non riuscivo a resistere, non riuscivo ad avere la forza per stare in piedi.

Ci stavamo baciando. Io e James Potter. Insieme.

Mi concentrai sul suo profumo che mi inebriava i sensi.

Mi sentivo leggera e scossa.

Ci staccammo per riprendere fiato.

<< Lo so >> mi mormorò lui.

<< Cosa? >> chiesi sempre con gli occhi chiusi. Sentivo sulle labbra il sapore delle nostre lacrime.

<< Non significa niente >>.

Annuii con la testa. Poi senza voltarmi mi alzai.

<< Non significa niente e non aspettarti niente, Potter. Un attimo di debolezza >> dissi con voce limpida.

<< Ci rimane poco tempo >> mormorò lui con la voce rotta.

<< Prima di? >> chiesi anche se conoscevo la risposta.

Lui mi fissò.

<< Hai sentito no? Hai sentito cosa ha detto quella donna? >> quasi urlò.

<< Certo, che ho sentito >> risposi tranquilla.

<< Non lo so >> borbottò lui.

<< Sono tutte balle, Potter >> gli sputai in faccia << non ti preoccupare >>.

<< Già. Tutte balle >> ripeté lui assente.

<< Dimenticalo >> mormorai con tenerezza.

<< James? >> chiesi allora.

Lui alzò lo sguardo.

Presi le sue mani e le posai sul mio grembo.

<< Dimenticalo James. Dimentica quelle parole, questo bacio, tutto quello che è stato. Noi ci odiamo. Questo è il nostro destino >> mormorai.

<< Io ti odio, Lily Evans >> mormorò.

<< Anche io, James Potter, con tutto il cuore >> sussurrai prima di passare le labbra sopra il suo dito.

Sospirai e lasciai cadere le sue mani.

Ci fissammo e in quello sguardo mettemmo tutte le cose non dette, gli sguardi sperati, gli abbracci rubati e quel bacio che sapeva di eternità.

Poi tornammo la Evans e il Potter di sempre.

<< Ora evapora Potter >> dissi.

<< Sei tu che devi andartene, Evans >> mi disse lui con un sorriso forzato.

Lo lasciai solo nella torre. Prima di andarmene mi parse di sentire un sussurro:

<< Dimenticalo, James >>.

Ma sicura di essermelo solo immaginato continuai per la mia strada.

 

 

 

 

 


 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 6 capitolo ***


 

1 SETTEMBRE 1776, ORE 11:47. 6 ANNO. LILY

 

Stavo seduta al finestrino del mio scompartimento. Vicino a me c'erano Alice, Mary ed Emmeline.

Loro chiacchieravano animatamente. Io no.

Non mi sentivo molto bene dopo quell'estate passata tra il terrore per i miei genitori, l'odio per mia sorella e l'ansia di ritornare a scuola.

Ora vedevo i campi selvaggi susseguirsi fuori dal finestrino.

La pioggia batteva furiosa sui vetri. Le gocce si susseguivano facendo gara a chi arrivava per prima al fondo.

<< Oh, Alice. Tu e Frank vi siete visti quest'estate? >> chiese Emmeline.

<< Certo che si >> rispose Alice con la sua voce acuta ed iniziò a buttarsi in un racconto sfrenato di tutto quello che avevano fatto insieme.

<< ...e poi siamo scappati, ma quei babbani continuavano a rincorrerci.... lui mi ha portata lì, proprio in quel posto magnifico....mi piace troppo, credo di amarlo... >>.

Cercai di non farmi scappare uno sbuffo di irritazione, continuando a fissare fuori dal finestrino.

Un lampo illuminò il cielo scuro e denso di nuvole.

<< E tu Mary? >> chiese Emmeline.

<< Diciamo che aspetto ancora la persona giusta.. >>.

<< Pff, la persona giusta non esiste >>.

Ok, non dovevo dirlo. Perché apro sempre questa boccaccia?

Emmeline si voltò verso di me con un sorriso, come a dire “tu non cambi mai vero?”, Alice mi guardò con aria superiore e Mary mi fissò un po' perplessa, poi alzò le spalle.

Sapevo esattamente cosa stavano pensando in quel momento: lei pensa di sapere tutto, ma non capisce nulla.

Sbuffai. Dovevo chiedere scusa a Mary? Forse. Aprii la bocca prima di richiuderla con uno scatto.

In quell'esatto istante, l'arrivo della signora che spingeva il carrello mi salvò.

<< Buongiorno care, volete qualcosa dal carrello? >>.

Mary come il solito non comprò nulla, Alice prese solo del succo di zucca ghiacciato, mentre Emmeline si riempì di caramelle mou.

Io stavo per chiedere un paio di Cioccorane, quando la signora mi bloccò.

<< Lei è la signorina Lily Evans? >> mi chiese con un sorriso.

Annuii lentamente.

Lei si aprì in un sorriso enorme.

<< Bene, allora >> iniziò a dire mentre cercava qualcosa nel carrello << queste sono per te >>.

Dicendo questo mi porse una decina di Cioccorane. Io rimasi stupita e poi frugai nelle tasche in cerca di monete, ma lei scosse la testa.

<< No, no. Il signor James Potter le offre tutto questo. Si è raccomandato personalmente con me >>.

Ditemi che è uno scherzo. Emmeline e Mary fecero una breve risatina, mentre Alice fece un sorrisetto indulgente.

La signora era ancora davanti a me che mi sorrideva perplessa.

Di sicuro non si aspettava la mia reazione. Non si aspettava che diventassi rossa dalla rabbia e che stringessi i pugni così forte da conficcarmi le unghie nella pelle.

<< Grazie >> borbottai cercando di fare un sorriso anche se l'unica cosa che mi uscì fu una smorfia contorta.

Lei parve soddisfatta e se ne andò dal nostro scompartimento.

Sbuffai sonoramente.

<< Dio, ora mi sente >>.

<< Ma dai Lily, non è chissà che cosa >> disse Emmeline.

<< Stai scherzando? Non voglio niente da James Potter >> quasi urlai pervasa dalla rabbia.

Mi alzai e uscii dallo scompartimento in cerca di lui, la causa della maggior parte dei miei problemi.

Camminai per il corridoio, mi guardavo intorno con ferocia. Non trovavo lui.

Un paio di ragazzini si girarono osservando la mia faccia contorta dalla rabbia.

Poi finalmente sentii la sua risata. Una risata fragorosa.

Mi girai verso l'ultimo scompartimento infondo a destra e un sorriso assassino mi salì alle labbra.

Eccoli lì. I malandrini e lui.

Era strano vederlo dopo così tanto tempo. Era cambiato, era bello come non mai.

Ma io, in quel momento, non ci feci nemmeno caso.

Mi diressi fiera verso di loro e aprii sbattendo la porta.

<< Salve >> dissi sicura di me.

<< Ehi Evans, sei venuta fino qui in cerca di me? >> chiese Potter con la sua solita faccia da idiota.

<< Si Potter, ma non credo sia per lo stesso motivo che immagini tu >> brontolai.

<< E quale sarebbe, di grazia? >> chiese lui. Ok, mi stava prendendo sonoramente per il culo.

<< Le tue cioccorane, perché dovrei accettarle ? >>.

Sirius soffocò una risata.

<< Cosa vuoi Black? >> sbottai adirata girandomi verso di lui.

Alzò gli occhi al cielo e poi posò il suo sguardo su di me senza smettere di sogghignare.

<< Nulla, Evans, nulla >> disse tra una risata e l'altra.

<< Le ho già pagate Evans non ti resta che accettarle >>.

<< Dimmi perché me le hai regalate >> quasi gli sputai addosso.

Lui rise leggero.

<< Non ti dovresti preoccupare, sai che l'anno scorso continuavo a chiederti di uscire con me eccetera... e tutte quelle cose noiose. Bé dimenticale Evans, ora ammetto di aver perso la sfida come se in realtà mi importasse così tanto >>.

Dicendo questo, mise il suo braccio attorno alle spalle di una ragazza che fino ad un momento prima non avevo notato.

Aveva lunghi capelli biondi e occhi grigi. Era carina, mi sembrava fosse di Tassorosso. Poi improvvisamente mi ricordai. Era la stessa ragazza che alla festa del quarto anno voleva provarci con James, ma lui si era ritirato trovandola troppo appiccicosa. Ora forse si era ricreduto. Lei continuava a fissarmi con sfida, con quel sorrisetto falso tanto odioso.

<< Lei è Tiffany. Non è stupenda? >> mi disse James con la voce emozionata.

Io guardai lui e poi lei. Infine, qualcosa successe dentro di me. Non seppi cosa, ma sentii allo stomaco una strana, stranissima sensazione.

Lei continuava a squadrarmi con un sorriso obliquo e lui sembrava attendere la mia risposta con un sorriso malizioso dipinto sul volto.

Guardai i Malandrini. Black sembrava intento a formulare un pensiero particolarmente difficile e non ci stava degnando della minima attenzione. Remus aveva lo sguardo perso verso la pioggia e le nuvole gonfie di temporale, l'unico che non sembrava perdersi una parola era Peter, che faceva vagare lo sguardo da James a Tiffany a me.

<< Certo stupenda. Siete perfetti insieme >> mormorai. Questo non era un complimento, proprio per niente.

Sirius sembrò capire la battuta perché represse una risatina stridula.

Io gli sorrisi complice prima di uscire sbattendo la porta.

Prima di andarmene, però, vidi le labbra di Potter, quelle che per un secondo in passato erano state mie, appartenere ad un'altra. Gli vidi baciarsi con passione. Provai una morsa allo stomaco quando vidi le mani di lei accarezzare i suoi capelli.

Da questo grembo nascerà, colui che vincerà. Lui sarà il prescelto, ma a un caro prezzo. Tutto distruggerà.

Chiusi gli occhi per un secondo, fino a quando il mio respiro non tornò regolare.

Poi scappai per il corridoio. Arrivata davanti alla porta del mio scompartimento ritrovai il sorriso ed entrai.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

25 SETTEMBRE, ORE 11:21. 6 ANNO. LILY

 

Grandissima odiosa e stupida ragazza.

Ormai avevo preso l'abitudine, io come tutta la scuola, di imbattermi in Potter e quella “Tiffany-quanto-sono-oca” tutte le volte che girava un angolo.

Sembravano due sanguisughe parecchio affamate, manco fossero state a digiuno da parecchi giorni.

Fremevo tutte le volte che vedevo le luride mani di lei posarsi sopra i suoi capelli corvini o vedere le mani di Potter palapare posti in cui non dovrebbero assolutamente scendere.

In più facevano questo in pubblico, davanti agli occhi di tutti, manco volessero dimostrare qualcosa.

Quel giorno stavo passando per un corridoio apparentemente deserto quando sentii la risatina di quella idiota. Stavo per andarmene, non volevo vederli, non ora, non oggi, mai.

<< Ehi, Evans >> sentii la voce di Potter.

Mi girai con un sorriso freddo e falsissimo e feci appena un cenno.

La scena che mi si parò davanti mi fece riempire di rabbia repressa.

Lui era contro un muro e lei continuava a baciarli, leccarli e morderli il collo.

Lui i guardava come se nulla stesse succedendo, come se ci fossimo solo noi due, ancora una volta e lei non stesse facendo quello che faceva.

Mi morsi un labbro.

<< Come va? >> buttai lì.

<< Oh, si tutto bene tu? >> mi chiese.

Inspirai e poi lo guardai di nuovo.

Non c'è la facevo proprio.

Mi girai e mi allontanai, facendo solo una smorfia come risposta.

Sto da schifo, Potter.

 

 

 

 


 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** 7 capitolo ***


 

 

4 OTTOBRE, ORE 19:38. 6 ANNO. ALICE.

 

Al mio fianco Lily aveva attaccato il suo stufato piuttosto violentemente. Sospettavo fosse per James e Tiffany a pochi metri da noi.

<< Oh, no dai Tiffany >> borbottava lui rosso di imbarazzo, mentre lei cercava di imboccarlo.

<< Dai, Jamie >>.

Lily brontolò.

<< Jamie >> sussurrò sarcastica << che soprannome di merda >>.

Io sorrisi.

<< Dai Lils, lasciali perdere. Non sarai mica gelosa? >> chiesi.

<< Io gelosa? Figurarsi. Odio solo il fatto che debbano disturbare la mia cena, facendomi venire da vomitare >>.

Lo disse a voce troppo alta.

James si girò verso di noi, scoccando uno sguardo divertito a Lily.

Lei si girò dall'altra parte continuando a borbottare parole sconnesse.

Mi arrivarono solo degli insulti parecchio pesanti.

<< Lils sei sicura che vada tutto bene? >> le chiesi.

In quell'esatto istante Tiffany si tuffò su James, mettendogli le braccia al collo e premendo con insistenza la bocca sulla sua.

Lily, furibonda, tirò fuori la bacchetta e la nascose sotto il tavolo.

<< Wingardium Leviosa >> sussurrò coprendosi la bocca con una mano.

Subito, la zuppa di Peter si alzò e senza che nessuno si accorgesse di nulla si avvicinò pericolosamente a Tiffany.

Trattenni il fiato, capendo le intenzioni di Lily.

<< Lily no >> mormorai, ma troppo tardi.

Tiffany si ritrovò ricoperta di zuppa di pesce. Penso che tutti ricorderanno le sue grida. Si alzò in piedi come un ossessa e fisso con puro odio Lily. Tutta la Sala Grande l' additava. Sirius si sbellicava dalle risate, Peter sorrise timido, Frank e Remus si batterono il cinque e perfino James non riuscì a mascherare una risata fragorosa.

<< Sei stata tu! Lurida Evans. Sei solo gelosa, non è così? >> Tiffany urlò contro Lily con tutta la voce che aveva in corpo.

<< Ma non rompere, Crowe >> borbottò Lily continuando a mangiare il suo stufato.

Tiffany aprì la bocca come per ribattere e poi la richiuse.

Si girò verso James.

<< Smettila di ridere. Dille qualcosa. >> urlò furibonda.

Lui continuò a ridere, lanciò uno sguardo complice a Sirius.

<< Sai, Evans, capisco che volevi essere tu ad imboccarmi, ma teniamo calmi gli ormoni >> disse fra una risata e l'altra.

Lily alzò il dito medio verso di lui con lo sguardo sempre sul suo piatto.

<< Gran modo di difendermi, James, davvero >>.

<< Oh, non rompere Tiffany. Scollati un po' >> disse James.

<< Grande amico >> acconsentì Sirius dando una pacca a James che gli rivolse un sorriso complice.

Tiffany osservò lui, Sirius e infine Lily.

<< Ma Jamie... >> le parole le morirono in bocca.

<< Tiffany ma come te lo devo spiegare? Abbiamo chiuso >> disse lui come se parlasse ad una bambina di tre anni.

<< Ma come? E tutte quelle cose che ci siamo dette? >>.

<< Si chiama sesso, Tiffany. Svegliati >>.

Tutta la Sala stava osservando quella scena. Lei, umiliata, si alzò e corse via piangendo.

James alzò le spalle e continuò a mangiare quella torta che non aveva ancora finito, continuando a chiacchierare con i suoi amici come se non stesse succedendo nulla.

Anche io continuai a mangiare, come Lily.

Ma notai, un leggero sorriso soddisfatto da parte sua.

<< Ehi Evans, usciamo insieme sabato? >>.

<< Sognatelo, Potter >> rispose Lily con un sorriso enorme.

Era tornato tutto come prima.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

17 GENNAIO 1777, ORE 21:12. 6 ANNO. LILY

 

<< Sei sicura di volerlo fare? >> mi chiese per l'ennesima volta Mary.

Riguardai quell'infuso di pozione dal colore vagamente rossiccio.

<< Si >> mormorai sicura di me.

<< Va bene, ma ricordati il nostro piano >> mi disse Alice.

Io annuii.

Guardai per un'ultima volta la divisa da uomo sul mio letto, la faccia ansiosa di Mary e quella curiosa di Alice prima di bere tutta la pozione in un sorso. Lentamente mi trasformi in Sirius Black. Fu doloroso, ma quando al posto dei miei lunghi capelli rossi, mi ritrovai i capelli neri e ondulati di Sirius, sorrisi soddisfatta.

Mi guardai allo specchio. Ero identica a lui. Gli occhi mi si erano rimpiccioliti ed erano diventati di un freddo grigio ed ero più alta e slanciata.

<< Emmeline lo terrà occupato il tempo necessario >>.

<< Bene >> dissi con la voce profonda di Sirius.

<< Quindi vestiti >> disse Alice.

<< Si, emh, però volevo mettere in chiaro una cosa. Lui non mi piace, assolutamente no. Voglio solo capire perché continua a torturarmi >> mormorai.

Loro sorrisero comprensive e mi porsero i pantaloni.

Mi vestii da uomo e prima di andarmene, mi rigirai in cerca di incoraggiamento.

<< Andrà tutto bene Lils >> mi sussurrò Alice.

Mary mi strizzò un occhio. Uscii un po' goffa.

Ero Sirius Black, dannazione Lily.

Un paio di ragazze del terzo anno si girarono a guardarmi e bisbigliarono concitate, sicuramente si saranno chieste come fossi arrivata al dormitorio femminile essendo un uomo. Difatti appena posai un piede su un gradino, la scalinata sii trasformò in uno scivolo che io usai per arrivare fino alla Sala Comune.

Mi diressi incerto verso il dormitorio sicura di trovarci solo Potter.

Io e le mie amiche ci eravamo assicurate di tutto. Peter era in infermeria perché si era fatto male dopo un sortilegio di un Serpeverde. Remus era andato da sua madre, perché lei era malata o almeno così dicevano ed infine Emmeline avrebbe passato una notte di fuoco con Sirius per tenerlo fuori dal dormitorio.

Entrai incerta.

James stava coricato sul letto e giocava con un boccino, come sempre.

Quando mi vide sorrise.

<< Ehi Sir, fatto buca? >> disse ridendo.

<< Emh.. >> borbottai io.

<< Il tuo amichetto ha fatto cilecca eh. Ah ah ah >> disse soffocato dalle risate.

Non potei fare a meno che scoccargli un'occhiata severa.

<< Oh, Sir, non fare così sembri la Evans o la McGranitt >>.

Cercai di fare quella specie di ululato che era la risata di Sirius.

<< No, davvero Sir, quella ragazza mi farà impazzire >> disse coricandosi sul letto.

Io mi sedetti in uno alla sua destra.

<< E perché? >> chiesi con ingenuità.

Lui si spettinò i capelli.

<< Dai, Sir, te l'ho già spiegato mille volte >> brontolò.

<< Si, ma non capisco. Lei ti piace? >> chiesi insicura.

<< Forse >> soffiò lui.

<< Forse? >>.

<< All'inizio era solo una sfida, poi non so. Cioè, credo che mi piaccia leggermente >>.

Cercai di usare tutta la mia intelligenza per trovare una frase in stile Sirius.

<< Non so cosa tu ci trovi in lei, non è nemmeno carina >>.

Lui rise.

<< Lo so come la pensi. Tu trovi carina Emmeline e poi hai anche ragione, però boh.

La Evans è carina dai, mi piacciono i suoi occhi, i suoi capelli rossi e poi mi piace il suo sarcasmo e la sua arroganza. Poi, Sir, lei ha un culo che.. >>.

Ovviamente, aveva rovinato tutto. Stava andando benissimo, mi stavo quasi emozionando, ma lui con quella battuta aveva rovinato tutto.

<< Dio, quanto me la porterei a letto >>.

Trattenni la sorpresa che sfociò in una risata falsa.

<< E con Tiffany? >>.

<< Bah, lo sai. Diciamo che è stato divertente fin quanto è durato. Poi vedere la Evans gelosa è stato impagabile. Poi mi ha stufato come tutte le altre. Sai il mio piccolo problema >>.

<< Cioè? >>. Non riuscivo a trattenermi, ero troppo curiosa.

<< Dio, Sir, sei fuso stasera. Sai no? Il mio problema? Il mio record è stato cinque giorni. Dopo cinque giorni non mi piace più. Nessuna ragazza. Perché? Non lo so >>.

Rimasi a fissarlo. Non riusciva a restare con una ragazza più di cinque giorni prima di annoiarsi di lei. Tipico di James Potter.

<< La ami? >> soffiai.

<< Chi? >> chiese lui con una faccia confusa.

<< Lily Evans >> dissi io.

Lui restò a fissarmi. Mi accorsi che i miei capelli stavano tornando lentamente rossi e si stavano allungando.

I vestiti iniziarono ad allargarsi e io iniziai ad abbassarmi. Stavo ritornando me stessa. Avevo perso la cognizione del tempo.

Sentivo di stare tornando me stessa e capivo che che Potter se ne stava accorgendo. Rimasi seduta sul letto di Sirius, paralizzata dal terrore.

<< Mai >> sussurro lui osservandomi.

Poi sorrise malizioso.

<< Lily Evans che prende la Pozione Polisucco, si trasforma in Sirius Black, il mio migliore amico e si intrufola nel mio dormitorio per chiedermi cosa provo io per lei. Bene, bene, davvero molto bene >>.

Io continuai a guardarlo, stando zitta.

Lui si alzò dal letto e prese le mie mani. Io non opposi nessuna resistenza. Lui mi mise le sue mani sui suoi capelli e io gli strinsi fra le dita.

<< Non immaginavo che la diligente Lily Evans, avesse bisogno di tutte queste rassicurazioni >> continuò a mormorare.

Io ero immobile e silenziosa.

Mi sentivo fragile, fra le sue mani.

Lui mi posò le mani sui fianchi e la sua bocca non ebbe difficoltà a trovare la mia. Lentamente lui mi fece scivolare sul suo letto e poi si mise sopra di me.

<< Lily Evans una così brava ragazza, che ora, non oppone resistenza e si lascia baciare dal famigerato James Potter >> mi sussurrò all'orecchio.

Io feci un lungo sospiro.

Lui ridacchiò e le sue mani entrarono sotto la mia divisa, esplorando il mio corpo.

Sospirai tra un bacio e l'altro e lui mi lasciò il tempo di respirare.

<< Potter, non l'ho mai fatto >> borbottai senza fiato.

Lui sorrise. << Non ti preoccupare Evans >>.

Poi continuammo. Ci mangiammo a vicenda. Tra sospiri, grida e dolore facemmo l'amore.

Mi sentivo fragile tra le sue braccia. Mi sentivo sua.

Arrivata all'apice del piacere riuscii a dire solo una parola.

<< Potter >>.

Sentii il suo sorriso sulla mia pelle.

<< Cosa vuoi Evans? >> mi chiese con un respiro.

Si stava prendendo gioco di me. Posò le sue mani sulla mia schiena e spinse più a fondo.

<< Non ti amerò mai >> sussurrai dopo un gemito.

<< Io ti odierò sempre >> mi mormorò lui mordendomi un orecchio.

Poi quando tutto finì, lui mi abbraccio e ci addormentammo insieme. 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** 8 capitolo ***


 

 

 

18 GENNAIO 1777, ORE 9:31. 6 ANNO. JAMES

 

Mi svegliai, come al solito, sulle note di “I'm Yours”.

Mi rigirai nel letto sorpreso di trovarci Lily Evans. Poi tutto mi tornò in mente.

Potevo sentire l'odore dei suoi capelli impregnato sul cuscino e ammirare il suo viso che dormiva beato.

Mi accorsi di essere nudo. La coperta era pesante, ma era gennaio e faceva molto freddo così presi le mie mutande dal pavimento e le indossai.

Lily grugnì nel sonno. La canzone continuava e lei si stava lentamente svegliando. Sorrisi.

Avevo vinto la sfida!

Lei aprì gli occhi lentamente. Poi si girò e mi osservò, poi tornò a guardare se stessa ed infine la sveglia che continuava a cantare. Poi si coprì la testa con il cuscino per l'imbarazzo.

<< Evans, dai, dobbiamo alzarci >> borbottai.

<< Ma che giorno è? >> chiese lei con la voce impastata di sonno.

<< Sabato >> risposi.

<< Allora lasciami dormire >>.

Io sospirai.

<< Si dà il caso che tra mezz'ora circa i miei amici torneranno e trovarti nuda nel mio letto non deve essere proprio il massimo >>.

Mi arrivò il suo cuscino in faccia.

<< Passami le mutande, Potter >> mi disse lei.

Io sorrisi malizioso.

<< No, Evans >>.

<< Dai non fare lo stronzo >> mormorò lei.

<< Io non ti passo nulla, alzati se vuoi >>.

<< Vaffanculo >>.

Spero in una sua passerella per prendersi i vestiti, ma no.

Si coprì con il lenzuolo ed infine raccolse i suoi vestiti per andare in bagno.

In quel momento notai una chiazza di sangue sul copriletto e sospirai.

Mi sistemai i capelli con una mano, mentre lei si rivestiva.

Fece veloce, uscì e mi fissò con sguardo malizioso.

<< Lo sai che sei molto...sexy in mutande, Potter >> disse avvicinandosi a me.

<< E tu lo sai che hai davvero un gran bel culo Evans >> sussurrai sulla sua pelle.

Lei rise leggera, poi si sedette sul letto e mi guardò seria.

<< Bene, ora mettiamo in chiaro un po' di cose >> brontolò.

<< Dimmi >> dissi sospirando.

Mi aspettavo questo momento, tuttavia fu triste arrivarci così presto.

<< Nessuno dovrà mai saperlo. Neanche Sirius >>.

Io sospirai. Lo immaginavo.

<< Poi, io ti tratterò come al solito e tu farai altrettanto. Non ti aspettare nulla, Potter >>.

<< Come no, Evans >> brontolai sarcastico.

<< Ed infine non succederà mai più >>.

Io la guardai allibito.

<< Ma scusa, era solo sesso giusto? >> chiesi con disinvoltura.

Lei annuì, anche se mi parve di scorgere un tratto di dolore nei suoi occhi, ma sicuramente si trattava solo della mia immaginazione.

<< E allora possiamo anche continuare, se ci divertiamo

o no? >> dissi con un sorriso molto malizioso.

<< Bé se la metti sotto questo punto. Potremmo si >> disse lei piano.

Io la fissai allibito.

<< Sei sicura? >>.

Lei mi osservò per molto tempo, poi annuì velocemente.

<< Nessun sentimento, nessuna emozione >> aggiunsi.

<< Solo sesso >> completò lei.

Io sorrisi. Lei mi tese la mano e io la presi.

Poi la tirai verso di me e l'abbracciai con slancio.

<< Sai cosa penso Potter? >>.

<< Dimmi >> le chiesi mentre le mie mani scendevano sempre più in basso sulla sua schiena.

<< Magari “I'm Yours” può essere la nostra canzone di sesso >>.

Non riuscii a soffocare una risata.

<< Cosa? >> chiesi.

<< Dai non ridere. Intendevo che quando qualcuno di noi, avrà diciamo..voglia, potrebbe far partire questa canzone e l'altro capirebbe all'istante >>.

<< Mmm... va bene. Faremo così. Ci sono un sacco di posti Evans nel castello >> sussurrai.

<< Poi dovremmo trovare un modo per avvisarci dell'orario e del posto >> pensò lei ad alta voce. << Potrei fare un incantesimo a delle pergamene. Si, ecco, so come fare >> borbottò ancora lei.

<< Ehi Potter, ora toglimi le mani dal culo >> sbottò ad un certo punto.

Sospirai. Se n'era accorta troppo presto. Con un brontolio mi allontanai.

Lei si ricompose, ma non prima di strizzarmi un occhio.

Si avvicinò per un secondo e poi mi sussurrò all'orecchio.

<< Pensavi che non mi fossi accorta di questa? >>.

E così dicendo mi tocco l'erezione che in quel momento era molto potente.

Sorrisi.

<< Non ti facevo così disinvolta, Evans >>.

<< Continuò a stupirti, eh Potter >>.

Lei sorrise e tolse la mano e io sospirai di delusione.

Mi lasciò una striscia ardente sulla guancia quando mi morse e poi se ne andò dal dormitorio.

<< Dio, questa ragazza mi ucciderà >> brontolai lasciandomi cadere sul letto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

17 FEBBRAIO 1777, ORE 10:57. 6 ANNO. LILY

 

Oggi era così. Quando incrociavo Potter per i corridoi mi mancava il fiato.

In questa giornata di febbraio mi sentivo profondamente attratta da lui.

Eravamo appena entrati nella lezione di Pozioni. Il professor Lumacorno si aggirava tra i nostri banchi in attesa della preparazione corretta di un antidoto all'Amortentia.

Mentre aggiungevo dell'erba fondente il mio sguardo vagò per la stanza e lo vidi. Aveva le lenti oggi e il suo sorriso splendeva nel sotterraneo.

Sospirai. Cercai più volte di concentrarmi sulla pozione, ma inutilmente.

Il pensiero continuava a cadermi sulla nostra ultima volta.

Concentrati Lily!

<< Allora, servono peli di unicorno, poi girare sette volte in senso orario, poi... >>.

La schiena di James era così possente. Gli addominali erano scolpiti e le braccia forti mi prendevano e mi stringevano. Mi sentivo sua, completamente. Mi lasciai andare.

Mi passai una mano sulla fronte sudata, accesi il fuoco sotto il calderone con la bacchetta e presi i peli di unicorno.

Un gemito di piacere di James mi fece sorridere soddisfatta. Mi staccai. Cercai di rivestirmi il più velocemente possibile. Mi scappò una risatina. Avevamo appena fatto sesso nei camerini di MondoMago. Lui aveva insistito che io mi provassi un reggiseno.

Girai sette volte la pozione in senso orario, quando Lumacorno si avvicinò a me e fissò la mia pozione con sguardo perplesso.

Io sospirai e dimenticai James Potter.

Mi concentrai solo sulla pozione, lasciando che l'istinto prendesse il controllo. Mi trovavo nel mio elemento. Pozioni.

Dopo un'ora di congetture e azioni tratte dal mio sesto senso, riempii una provetta del mio antidoto e fui soddisfatta di consegnarlo a Lumacorno.

Gli sorrisi grata prima di uscire.

Alice era al mio fianco e ci incamminammo in silenzio verso il pranzo nella Sala Grande.

<< Ehi Evans >> la voce di Potter riecheggiò per tutto il corridoio e mi provocò un brivido sulla schiena.

Mi girai irritata.

<< Cosa vuoi Potter? >>.

<< Vieni ad Hogsmedale con me? >>.

<< Quando Silente si tingerà la barba di rosa, Potter >>.

Lui soffocò una risatina.

<< Dai, Evans >>.

<< Mai >>.

Continuai a camminare per il corridoio. Sentivo nella mia tasca il pezzo di carta regalatomi da Potter farsi più pesante.

Era un foglio speciale.

Un piccolo pezzo di pergamena che solo al mio tocco si rivelava.

Quando Potter o io, dopo aver sentito “I'm Yours” avevamo scelto un luogo o un'ora dove incontrarci, subito questo appariva nel foglietto dell'altro.

In questo modo nessuno si accorgeva di nulla e noi potevamo tranquillamente continuare a odiarci cordialmente.

Arrivata nella Sala Grande mi sedetti a caso e iniziai a mangiare con foga.

Vidi arrivare Potter e decisi di mettere in pratica il mio piano.


 




Angolo Autrice:
Come ho già scritto nell'altra ff, visto che per più o meno cinque giorni sarò in vacanza e non potrò aggiornare tutti i giorni, oggi metterò due capitoli, invece che uno.
Però voi non deludetemi e scrivete qualche recensione dai..Vi ho messo anche due capitoli :) Grazie mille e buone vacanze a tutti :))

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** 9 capitolo ***


 

17 FEBBRAIO 1777. ORE 12:31. 6 ANNO. SIRIUS

 

 

<<...e poi lei si è messa a piangere, mi stai ascoltando James, si è messa a piangere. Da non crederci >>.

James mi guardò stupito, ma capii subito che la sua testa era da un'altra parte.

Brontolai e poi bevvi un lungo sorso d'acqua.

<< Dio che palle >> borbottò James.

<< Cos'hai amico? >> chiesi.

<< Non capisco proprio la Evans >> disse.

<< Bah, fregatene. La sua amica Emmeline è molto meglio. Tu non c'eri quella sera. Abbiamo fatto certe cose... >> dissi perdendomi nella memoria.

<< Risparmiatele >> disse lui, ma sembrava stesse sorridendo.

Poi, sentii di nuovo quella canzone.

James alzò gli occhi verso Lily. Vidi nei suoi occhi un lampo di gioia.

<< Mamma mia James. Tu e la Evans non avete nulla in comune tranne questa canzone. Ogni tanto la fate partire così. Cosa ci troverete mai >> borbottai, ma lui non mi ascoltava.

Il suo sguardo era piantato sulla Evans.

<< Scusa un attimo >> mi disse alzandosi.

Se ne andò così dal nulla. Sbuffai.

<< Ma si può sapere che cos'ha oggi quello là? >> chiesi a Remus.

<< Non fare l'isterico Sir. Sarà solo stanco >>.

<< Pensa sempre a quella rompiMerlino della Evans >>.

 

 

 

 

 

 

 

17 FEBBRAIO 1777, ORE 13:10. 6 ANNO. LILY

 

Finalmente sentii la tasca farsi improvvisamente pesante come il piombo.

<< Scusatemi >> dissi alle mie amiche << devo andare >>.

<< Ma dove Lily? In biblioteca? >> chiese scettica Mary.

<< Già, scusate. A dopo >> dissi freddamente precipitandomi nel bagno del secondo piano.

Ultimamente le mie amiche devono avere capito qualcosa su tutta questa storia. Continuano a tempestarmi di domande e non sembrano mai soddisfatte.

Entrai in un bagno. Lì tirai fuori il foglio di pergamena e lessi ansiosa.

Bagno dei prefetti. Alle 13:15”.

Sorrisi. Guardando l'orologio vidi che mancavano solo cinque minuti all'appuntamento.

Mi diressi lentamente al bagno dei prefetti. Chissà come Potter era riuscito ad entrare non essendo un prefetto. Remus avrebbe potuto spifferargli la parola d'ordine.

Bolle incantate” dissi una volta arrivata all'entrata.

Entrai dentro il bagno e mi guardai intorno.

James era già dentro l'acqua piena di bolle. Era nudo e mi fissava con uno sguardo malizioso.

Tutto quello che avevo trattenuto per l'intera giornata, sfociò. Vedevo il suo petto nudo e i suoi capelli corvini bagnati e più spettinati del solito. Sentii il desiderio travolgermi.

<< Girati >> gli dissi.

<< Mai >> rispose lui con aria da malandrino.

<< Merlino Potter >> sbuffai.

Lui sorrise. << Eh va bene >>.

Si girò e io mi tolsi i vestiti precipitosamente per buttarmi nell'acqua calda.

Potter riaprì gli occhi e si avvicino, avvinghiandosi a me.

<< Sai Potter, oggi è la quindicesima volta che lo facciamo >> dissi con un filo di voce.

<< Ma brava stai tenendo il conto >> mormorò lui.

<< Certo >> dissi.

<< L'ultima volta è stato divertente >> disse ridendo.

Mi scappò una lieve risatina.

<< Idiota >> lo rimproverai.

Lui si avvicinò a me ancora di più e sott'acqua sentivo il suo corpo farsi più vicino a me.

Mi avvinghiai al suo petto, mentre lui con una mano mi accarezzava il seno.

<< Potter fallo >> dissi dopo un gemito.

Lui fece una risatina.

Poi finalmente lo sentii.

E rimanemmo così abbracciati nell'acqua dove scomparivano tutte le bolle.

Quando dopo ore mi rivestii, lui era lì fuori dall'acqua insieme a me.

<< In questi momenti, le persone normali direbbero che non dimenticherebbero ma questo momento >> borbottai assorta.

<< Io non me lo ricorderò quasi mai >> disse lui avvolgendo il suo corpo in un asciugamano pulito.

<< Io lo dimenticherò sempre >> dissi in un sospiro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

14 MAGGIO 1777, ORE 10:30. 6 ANNO. JAMES.

 

<< Ehi Evans sei venuta a vedere la partita che vincerò? >> chiesi con arroganza.

<< No, Potter. Sono venuta a tifare per la mia casa >> mi rispose con monotonia.

Era sempre la stessa storia. Io l'attaccavo, lei mi rispondeva a tono.

Ero pronto per quella partita. Ero esaltato da quella partita.

Mi diressi verso gli spogliatoi.

I ragazzi erano tutti lì, alcuni si torcevano le mani, altri pregavano tra loro e i due battitori erano seduti in silenzio sembrava stessero per vomitare.

<< Bene, la partita inizia tra quindici minuti, quindi voglio che ognuno di noi si prenda una pausa. Fuori dagli spogliatoi e vi voglio qui fra dieci minuti >> dissi. Tutti si dileguarono in fretta. Questo era un rito che si svolgeva sempre da quando io ero capitano, di solito io rimanevo solo nello spogliatoio a rimuginare sulla partita, mentre i miei compagni, andavano dagli amici o dalla ragazza.

Sentii la porta aprirsi e vidi Lily entrare.

<< Ok, dai non ho resistito >> borbottò lei, rossa in viso.

Si avvicinò lentamente e poi si sedette al mio fianco sulla panca.

<< Hai bisogno di qualcosa che ti carichi per la partita? >> mi sorrise maliziosa.

Io annuii velocemente e lei ridacchio.

Iniziò a baciarmi con passione. Sentivo il bacio farsi sempre più profondo e le sue mani furono velocemente sul mio membro già eretto. Fece una risatina, prima di passarci la mano delicata accarezzandolo. Mi lasciai sfuggire un gemito.

Lei aprì la cerniera e lo tirò fuori dai boxer. Senza smettere di baciarmi continuò ad accarezzarlo su e giù.

Ero al settimo cielo e riuscivo a malapena a ricordarmi di baciarla.

Poi improvvisamente lei si fermò.

Aprii gli occhi e mi riallacciai i pantaloni.

<< Arrivano >> borbottò lei prima di sparire dalla porta del retro.

Io rimasi seduto assaporando il sapore delle sue labbra, mentre la squadra entrava.

Erano nel complesso molto nervosi, ma io ora no. Ero carico e pronto a dare il meglio.

<< Dai su ragazzi, gli sfondiamo questi >> dissi ad alta voce.

Tutti fecero il solito grido di incitamento e come sempre uscirono dagli spogliatoi urlando.

Io li seguii fino al centro del campo dove fui costretto a stringere la mano a Polkiss, il capitano di Serpeverde.

Trattenni il respiro fino al momento del fischio d'inizio.

Poi mi diedi una spinta e salii.

Lanciai uno sguardo alle tribune e una chioma rosso fuoco mi fece stare meglio.

Poi mi impegnai alla ricerca del Boccino d'Oro. La mia squadra stava andando bene.

I cacciatori erano superbi e sfrecciavano veloci sulle loro scope. Il portiere erano una nuova scoperta. Si chiamava Brown ed era davvero agile. I battitori erano molto coordinati fra loro.

Poi c'ero io. Che perquisivo tutto il cielo e il campo in cerca di una minuscola pallina.

Vidi Polkiss guizzare da una parte all'altra del campo fingendo di aver avvistato il Boccino. Voleva ingannarmi.

Io non gli diedi retta e continuai a cercarlo, quando ad un certo punto lo vidi.

Era vicino ad uno degli anelli della squadra dei Serpeverde. Mi precipitai in avanti.

<< Potter, ricordati che non sei un Cacciatore, ma un Cercatore >> mi arrivò aspra la voce di Polkiss alle mie orecchie.

Ma non mi importava.

Ero sempre più vicino. Il mio pensiero andò a Lily. Il Boccino era a meno di un metro. Lo presi e sorrisi soddisfatto.

<< Whoaw! >> urlai e tutti videro la mia mano stringere il Boccino.

Poi i due bolidi dal nulla, comparvero. Entrambi avevano la medesima direzione.

La mia scopa. Svenni senza ricordare quello che venne dopo. 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** 10 capitolo ***


 

14 MAGGIO 1777, ORE 11:21. 6 ANNO. LILY

 

Stavo correndo disperata per il corridoio che conduceva in Infermeria. Dovevo vederlo. Subito.

Arrivai senza fiato e mi fermai con le mani sulle ginocchia a riprendere fiato.

Solo quando mi alzai notai i Malandrini davanti alla porta dell'Infermeria che mi fissavano sbalorditi.

<< Cosa ci fai qui Evans? >> chiese Black alzando un sopracciglio.

<< Nulla >> borbottai.

<< Non starai mica venendo a trovare James? >> chiese Remus strabuzzando gli occhi.

Oddio, oh santo dio.

<< Figurati >> risposi << in realtà avevo bisogno di parlare con Madama Chips. E voi perché non siete insieme al vostro amico idiota? >> chiesi cercando di sviare il discorso.

<< Bé non ci lascia entrare quella vecchia stregaccia >> disse Sirius alzando i pugni.

<< Dice che è troppo debole >> mormorò Remus.

<< Ma si riprenderà vero? >> questa volta la mia voce tradiva agitazione.

<< Certo, Evans >> disse Sirius squadrandomi dal'alto al basso, manco avessi detto una bestemmia.

Lo spero Black, lo spero tanto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

15 MAGGIO 1777, ORE 1:12. 6 ANNO. JAMES

 

La testa mi girava ancora un sacco. L'Infermeria era vuota a quest'ora e regnava il più assoluto silenzio.

Mi sentivo le gambe pesanti e il corpo pesante. Riuscivo a malapena a stare coricato senza che mi dolessero le ossa.

Maledetti Serpeverde.

Vedevo la luce della luna penetrare dalla finestra e ripensai a Remus, la prossima luna piena sarebbe arrivata solo tra una settimana. Poi pensai alle nostre escursioni notturne, perdendomi nei ricordi e nella memoria, non mi accorsi dei passetti frettolosi che si avvicinavano.

Poi sentii una cosa che mi fece risvegliare dai miei pensieri.

Una canzone che mi era famigliare.

I'm Yours.

Sorrisi alla vista di Lily che entrava furtivamente nell'Infermeria, guardandosi intorno. Poi posò il suo sguardo su di me.

Era bellissima anche ora. Aveva i capelli rossi legati in una coda di cavallo. Una canottiera leggera e dei pantaloni un po' troppo larghi neri. Era bella anche in pigiama.

Si avvicinò a me.

<< Credo di essere un po' fuori uso per il sesso. Mi spiace >> sussurrai, indicando le fasciature sulle varie parti del corpo.

Lei sorrise.

<< Immaginavo >>.

Si lasciò cadere su una sedia affianco a me. Era così dannatamente e odiosamente bella anche con gli occhi stanchi e i capelli arruffati. Lei sembrava pensare la stessa cosa.

<< Ti sei ridotto davvero male, eh Potter? >> chiese lei con un sorrisetto.

<< Già >> mormorai << poteva andarmi peggio però >>.

<< Vero >> consentì lei << sai chi è stato? >>.

<< Non è ho la più la pallida idea. Probabilmente un Serpeverde >>.

<< Possibile, ma non ne puoi essere certo. Molti ti odiano e non posso certo biasimarli >> disse lei ridendo.

<< Ma come sei simpatica Evans. Mi sto sbellicando dalle risate >> dissi sarcastico.

Lei non ribatté.

<< Come hai fatto ad arrivare fino a qui? >> chiesi curioso.

<< Sai Potter, tu non sei l'unico che esce di notte >> disse lei dandomi una gomitata per scherzo.

<< Oh, la Evans sta diventando sempre peggio >>.

<< Certo >> disse lei convinta.

<< Lo so, sono io che ti porto sulla cattiva strada >>.

<< Pff >> fu il suo commento.

Si grattò una spalla prima di spingermi sul letto visto che mi ero leggermente sollevato.

<< Dai, visto che tieni il conto, quante volte l'abbiamo fatto? >> chiesi ridendo.

<< Sesso? Mmh >> disse mentre assumeva un'espressione calcolatrice << mi sembra trentasette volte >>.

<< Oddio, solo tu sei capace di fare una cosa del genere come tenere il conto >>.

<< Immagino di si >>.

Subito dopo tra di noi ci fu silenzio, ma non di quelli imbarazzanti. Scommetto che lei volesse farmi riposare un po'.

<< Posso farti una domanda Potter? >> chiese lei con voce febbrile.

Io la guardai sorpreso, poi annuii in silenzio.

<< Cosa ti piace di me? Intendo del mio fisico >>.

La squadrai per un secondo.

<< Sei in...ehm...in quel periodo? In cerca di ...be, ecco, rassicurazioni? >> chiesi in imbarazzo e disagio.

Lei mi guardò trova, ma poi con un sospiro, annuì.

Io la guardai sorridendo.

<< Bé mi piacciono i tuoi occhi, sono molto verdi. Bé, ecco intendevo, anche profondi. Poi i tuoi capelli, cioè sono rossi, non è strano? Trovo la tua pelle assolutamente morbida e candida e poi Evans, mi spiace ma tu hai un culo che parla >> dissi tutto d'un fiato con un sorriso malizioso.

Lei sorrise soddisfatta.

<< E io? >> mormorai nel buio.

La sentii trattenere il respiro.

<< Fammi pensare Potter. Mi piacciono i tuoi occhi sono caldi e le tue labbra, per non parlare del tuo sorriso. Il tuo fisico. Mi piace quando.. >> disse mentre arrossiva di botto << bé si, quando mi prendi con le braccia oppure la tua schiena. Poi anche tu hai un culetto mica male >>.

Entrambi ridemmo.

<< E così ti piace il mio sorriso? >> le chiesi.

<< Ho solo detto che è carino >> si difese lei.

<< Bugiarda >> la accusai.

Lei alzò gli occhi al cielo.

<< E a letto come sono? >> chiese lei mordendosi un labbro con aria maliziosa.

<< Non te lo dico, Evans >> mormorai sempre più divertito.

<< Oh, dai Potter >>.

<< Sei pessima >> brontolai.

<< Immagino che quello che è successo nello spogliatoio ti ha fatto proprio schifo, eh >> disse lei alzando le sopracciglia.

<< Bé dai. In quel momento sei stata...bravina... >> mormorai.

Lei mi diede una gomitata.

<< Era la prima volta >> mormorò dopo un po'.

<< Lo immaginavo >> dissi serio.

Lei mi fissò.

<< Lo sai che sei molto meglio così? >> chiese.

<< In che senso? >> mormorai confuso.

<< Bé non ti puoi muovere e quindi non puoi fare le tue solite azioni stupide >>.

<< Oh, ma grazie >> mormorai fingendomi offeso.

Così continuammo a parlare prendendoci in giro a vicenda e alla fine non mi accorsi di lei che si coricò al mio fianco e che si addormentò.

Era la prima volta. La prima volta che ci addormentavamo insieme senza avere fatto niente.

La nostra prima volta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

30 MAGGIO 1777, ORE 21:23. 6 ANNO. ALICE.

 

Questa storia andava avanti da circa una settimana, forse di più.

Lily non passava più il suo tempo con noi, stava in disparte a leggere e appena noi le chiedevamo qualcosa lei ci rispondeva male irritata.

Intanto nel mondo magico le cose erano solo peggiorate. Anche se era una bella giornata, era come se dappertutto aleggiasse aria di temporale.

Si percepiva l'ansia nei volti degli insegnanti e nei genitori che preoccupati venivano a prendere i ragazzi a scuola sempre più spesso.

Quella sera eravamo sedute intorno al camino a fare i compiti di Trasfigurazione.

Lily ogni tanto sbuffava e si metteva una ciocca dietro all'orecchio.

Era nervosa. Anche oggi.

Cercai di concentrarmi sui compiti di Trasfigurazione, ma inutilmente.

Chiusi il libro ed iniziai a fissare il fuoco pensando al futuro della comunità magica.

Quell'odiosa canzone che ormai da sei mesi si faceva sentire puntualmente, rimbombò nella Sala Comune.

I'm Yours.

Sbuffai e poi notai che Lily si era fermata e aveva alzato lo sguardo verso il soffitto.

Chiuse il libro con una manata e lo lasciò cadere per terra precipitandosi su per il dormitorio maschile.

Inizialmente non capii quell'azione, poi pensai che forse voleva rimproverare i Malandrini per quel baccano essendo Prefetto e ricominciai a scrivere sbadigliando.

Mi stavo addormentando sul divano.

 

 

 

 

 

 

30 MAGGIO 1777, ORE 21:45. 6 ANNO. JAMES

 

 

Lily entrò velocissima nel dormitorio.

Era stanca e stressata lo vedevo dai suoi occhi.

Non disse niente, chiuse con un colpo la porta e si guardò intorno.

Quando constatò che eravamo soli senza tanti problemi si tolse la maglia rimanendo subito in reggiseno.

Mi saltò letteralmente addosso, cercando di slacciare i bottoni della mia camicia. Ci riuscì molto presto.

Trovavo strano il suo comportamento, ma la lasciai fare.

Si aggrappo con le gambe sui miei fianchi mentre io la tenevo stretta dalla vita.

Iniziò a baciarmi, lasciava una striscia rovente di baci sul mio collo e poi continuò a scendere sempre di più. Quando arrivò all'ombelico si fermò.

Riprese a baciarmi sulle labbra sempre con più foga.

<< I tuoi amici? >> mi chiese con la voce affannosa.

<< Via >> sussurrai.

Lei si staccò e si coricò sul letto. Si tolse velocemente la gonna e mi tirò a sé.

C'era qualcosa nel suo sguardo che non riuscivo a capire.

Iniziò a giocare con la lampo dei miei jeans fino a quando me li sfilò, facendomi rimanere in boxer.

Era famelica, quasi disperata. Affondava nella mia pelle tutti i suoi dispiaceri.

Posò le sue mani sulle mie natiche e lentamente fece scivolare i boxer che finirono dimenticati.

Si rigirò nel letto in modo di essere sopra di me. Con fare sensuale e molto lentamente si tolse le mutande.

Si stava avvicinando. Prese il mio membro e ci giocò per qualche secondo.

Era nervosa e sciupata.

Poi lo stava avvicinando sempre di più.

<< Evans, fermati >> mormorai staccandomi.

Lei mi lanciò uno sguardo interrogativo.

<< Ma io ti voglio Potter >> disse con un falso tono malizioso.

Cercava ancora di spingere il mio mebro dentro di lei, ma io mi ritirai.

<< Smettila, lo capisco che stai male >> mormorai alzandomi da sopra di lei.

Per un attimo rimase a fissarmi poi si sedette sulla coperta e scoppiò in un pianto disperato.

Mi sedetti al suo fianco. Non sapevo cosa fare per consolarla.

Eravamo entrambi nudi.

Un po' impacciato le misi una mano intorno alle spalle e lei posò la testa sulla mia spalla.

Pianse per circa dieci minuti poi , quando trovò la voce si ricompose.

<< Potter, ascoltami >> disse ad un tratto seria.

Io la osservai.

<< Non può più funzionare. Intendo così. Basta. In questi tempi ho bisogno di trovarmi un ragazzo, qualcuno che mi ami. Noi facciamo solo sesso, questo, qualsiasi cosa sia non può continuare >> mormorò con voce incerta.

Io annuii.

<< Capisco >> dissi solo.

Lei si alzò e si rivestì.

Si girò a guardarmi ancora una volta, poi corse verso di me e iniziò a baciarmi con foga. Quando le nostre lingue si toccarono, lei si staccò e corse via lasciandomi a bocca aperta, con ancora il suo sapore sulle labbra.

 

 

 

 


 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** 11 capitolo ***


 

1 SETTEMBRE 1777, ORE 22:15. 7 ANNO. JAMES

 

Si ero diventato Caposcuola. La spilla brillava sopra la mia divisa. Sirius aveva avuto tutto il tempo per prendermi in giro, Remus si era congratulato più volte e Peter aveva espresso tutta la sua sorpresa.

Ma a me non importava.

Mentre tutti mangiavano ridendo, io guardavo lei.

Era abbronzata. I capelli rossi erano più lunghi e le lentiggini più pronunciate.

Parlava con le sue amiche. Stavano ridendo per una battuta di Emmeline.

Sbuffai.

Non riuscivo a non pensare all'anno scorso, alla sua pelle morbida e candida, alle sue mani sul mio petto, al suo respiro che s'intrecciava al mio.

Sospirai più forte questa volta.

<< Tutto bene, Ramoso? >> mi chiese Remus, guardandomi con un'espressione preoccupata.

<< Si si, Remus >>.

<< Ovviamente sta pensando all'altra Caposcuola >> borbottò Sirius continuando a mangiare.

<< Pff >> fu la mia unica risposta.

Ovviamente i Malandrini non sapevano nulla di me e Lily.

Neanche le sue amiche. Lo avevamo giurato all'inizio, nessuno avrebbe dovuto saperlo e io non avevo tradito il patto.

Immaginai le facce dei miei amici se avessero saputo il segreto che da quasi un anno tenevo nascosto dentro di me.

Sorrisi all'idea.

<< Vedi Lunastorta sta già andando fuori di testa. Guarda che faccia da idiota >> disse Sirius ridacchiando.

Io feci una smorfia e poi diedi una gomitata scherzosa a Sirius.

<< E tu dovresti smettere di mangiare Felpato o non avrai più tante ragazzine che ti sbavano dietro >> gli rinfacciai.

Lui sbuffò ed alzò gli occhi al cielo.

<< Tutf infd Rabb >> borbottò mentre mangiava copiosamente.

<< Non ti sento Felpato >> urlai io.

Un paio di ragazzi si girarono dalla nostra parte.

Remus sorrise indulgente, mentre Sirius ingoiava rumorosamente.

<< Tutta invidia Ramoso >> disse con voce limpida questa volta.

<< Sogna, Sir >> borbottai.

Poi successe, per un nanosecondo, certo, ma successe.

Lily Evans mi lanciò una rapida, penetrante occhiata e poi si girò di nuovo.

Questo mi diede sicurezza e riuscii a fare un sorriso a Lunastorta.

<< Sei pronto per tutte le serate dove dovrai pattugliare i corridoi, James ? >> chiese Lupin.

<< Oh, Remus, non vedo l'ora >>.

Sorrisi di nuovo ed iniziai a mangiare la torta alla melassa, la mia preferita.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2 OTTOBRE 1777, ORE 2:08. 7 ANNO. LILY

 

Erano passate quattro settimane. Quattro settimane.

Nessun invito, nessuna insinuazione, nessuna battuta tagliente o maliziosa.

L'unica volta che ci siamo scambiati la parola è stato all'inizio, un freddo: Ciao.

<< Come se mi importasse >> borbottai.

Ma per favore Lily, disse una voce dentro di me.

Mi alzai dal letto.

Dovevo solo calmarmi. Solo dimenticare, ma tutti i momenti passati insieme mi riempivano la testa, facendomi venire voglia di urlare.

Mi rigirai nel letto senza riuscire ad addormentarmi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

15 OTTOBRE 1777, ORE 12:21. 7 ANNO. SIRIUS

 

 

<< Non ho fame >> mormorò Remus.

Io alzai gli occhi al cielo, Peter squittì esasperato e James gli rivolse un'occhiata ansiosa.

<< Dai, Lunastorta, non fare lo scemo >>.

<< Mi dai dello scemo? Mi stai dando dello scemo? Dopo quello che è successo l'altra notte... >> iniziò con la voce più acuta del solito.

<< Ssh! Non urlare Remus, per Merlino >> sbottai.

Lui mi fissò, poi abbassò lo sguardò.

<< Va bene, ma se l'altra sera tu >> e mi indicò << e James non mi foste saltati addosso, io l'avrei morsa, Sir. Davvero, è una cosa seria >> mormorò.

<< Ti preoccupi troppo. Non è successo nulla no? >> mormorò James.

Remus gli scoccò un'occhiataccia.

<< Ed invece quando succederà, cosa dirai allora? >> chiese nervoso.

<< Ora smettila, Rem. Non ne posso più >> disse James.

<< Facile per te. Non sei tu quello che ha cercato di uccidere l'altra sera.. >> mormorò seccato.

James alzò gli occhi al cielo per risposta.

Poi vidi il suo sguardo vagare per la Sala Grande e fermarsi sulla Evans.

Mi venne subito un'idea.

Lasciai Remus a brontolare e mi rivolsi a James.

<< A proposito, Ramoso, non ci hai raccontato come è andata ieri sera con la Evans >> dissi curioso.

Lui mi fissò per qualche secondo.

 

 


 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** 12 capitolo ***


 

 

ATTENZIONE!:

 

Questo capitolo contiene scene ad alto contenuto erotico!

 

 

 

 

 

 

 

15 OTTOBRE 1777, ORE 12:50. 7 ANNO. JAMES

 

<< A proposito, Ramoso, non ci hai raccontato come è andata ieri sera con la Evans >> disse curioso.

Lo fissai. Come era andata con la Evans?

La mia mente si perse nei ricordi.

 

 

Ero lì che l'aspettavo. Non avevo idea di cosa dirle. Non ci eravamo neanche più guardati dall'anno scorso ed ora invece dovevamo fare un intero turno insieme.

Sospirai.

Poi sentii dei passi alle mie spalle. Li riconobbi. Erano gli stessi passi frettolosi che avevo sentito in infermeria quasi sei mesi prima.

Non mi girai e soltanto quando lei fu davanti a me, alzai lo sguardo dal fuoco.

Sentii la pancia improvvisamente leggera.

<< Ciao >> mormorò lei non guardandomi negli occhi.

<< Ciao >> dissi osservandola con la coda dell'occhio.

Era semplicemente bella. Ecco, si, soltanto bella. Con i suoi capelli profumati e la sua pelle candida.

Scacciai questo pensiero.

Un silenzio imbarazzante si instaurò tra di noi.

<< Allora andiamo ? >> cinguettò lei guardandosi i piedi.

Annuii e poi mi diressi verso il buco del ritratto.

Era veramente frustrante, eravamo lì vicini, dopo tanto tempo. Desideravo solo toccarla, averla, ancora una volta, ma invece no.

Camminavamo in silenzio per i corridoi deserti in cerca di un minimo rumore che non venne.

Sospirai cercando di distrarmi dai suoi capelli che ora erano arruffati e che mi ricordavano troppo i nostri attimi rubati.

<< Tutto bene, Potter? >> mi chiese lei.

La guardai sorpreso.

<< Bé, si..tutto bene >> balbettai incerto.

Presi coraggio. << Tu? >> soffiai.

<< Oh, si. Sto bene >> mormorò lei assente.

Aveva lo sguardo dritto davanti a lei.

Continuammo a camminare.

Stava diventando davvero snervante.

Non vedevo l'ora che finisse.

<< Tu non ci pensi mai ? >> mi chiese lei così dal nulla.

Ripensai ai suoi capelli profumati sul mio viso, ai suoi gemiti sulla mia pelle, alle sue mani che accarezzavano il mio corpo, al piacere insieme a lei, alle chiacchierate.

<< A cosa? >> chiesi.

<< Alle parole della Smith >>.

Ok, questo mi prese molto in contropiede. Non ci pensavo più da un secolo.

<< Emh, in realtà, non molto. Sono tutti stupidate, anche Remus aveva detto che la Divinazione è una branca molto incerta della magia e.. >>.

<< Certo, certo >> mi bloccò lei.

Silenzio.

Poi dal nulla, così, quasi mi spaventò e feci apparire delle scintille rosse dalla mia bacchetta all'erta, lei mi fu addosso.

Mi scaraventò contro il muro e in un secondo le sue labbra furono sulle mie.

Eravamo in mezzo ad un corridoio deserto e ci baciavamo con una foga inaudita.

Mi veniva quasi da piangere.

Affondai le mie mani nei suoi capelli e gli strinsi quasi da farle male.

Sembrava mi mangiasse le labbra. Mi mise le gambe intorno ai miei fianchi e si attaccò al mio collo con le mani.

La sua lingua giocava con la mia, toccandola e sfiorandola, passandomela sul labbro inferiore.

Poi le sue mani scesero ed io provai quel brivido di piacere così famigliare.

Sentivo il suo profumo impregnarmi le narici.

Mi slacciò in fretta i pantaloni e fece quello che solo lei era capace a fare con le mani.

Poi sentimmo una voce in lontananza, una voce severa e famigliare.

La McGranitt.

<< Horace, mi dispiace contraddirti, ma Silente in persona... >> stava dicendo.

Vidi il panico negli occhi di Lily che subito si rimise in piedi e si sistemò i capelli.

Io mi riallacciai i pantaloni.

Insieme cercammo di camminare tranquillamente come se non fosse successo nulla.

La McGranitt e Lumacorno svoltarono l'angolo.

<< Oh, signorina Evans e signor Potter, immagino che stiate facendo il turno di ronda >> disse la McGranitt.

<< Esattamente >> mormorò Lily.

La mia voce sembrava essersi essiccata.

Annuii.

<< Bene e fate un buon lavoro >> aggiunse prima di svoltare l'angolo.

Lumacorno ci rivolse un radioso sorriso e la seguì.

Quando le loro voci si furono affievolite, Lily si girò verso di me.

Mi tirò uno schiaffo così forte che mi girò la testa.

Aprii la bocca stupito, ma prima che potessi chiederle il motivo o urlarle dietro, era già sparita.

 

<< Mah.. bene >> dissi a Sirius.

Osservai Lily. Stava parlando con Marlene e teneva il suo sguardo ostinatamente sull'amica.

Sospirai.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

21 OTTOBRE 1777, ORE 11:02. 7 ANNO. LILY

 

Si mi piaceva da fare schifo ed ero fuggita via come un'imbecille. Non osavo parlagli

o guardarlo. Non dopo quello.

Mi vergognavo di me stessa. Da quando, io, adoravo il sesso con lui?

Perché mi ritrovavo ad immaginare che lui mi prendesse ancora una volta?

Perché pensavo sempre e costantemente a lui?

Anche ora, anche in questo momento.

Stupida, stupida, stupida.

L'avevi lasciato no?

Volevi lasciarlo perdere, pensavi fosse solo un capriccio infantile.

E se fosse qualcos'altro?

Impossibile.

Guardando la professoressa McGranitt pensai che forse era meglio trovarmi un altro ragazzo.

Ma chi?

Era decisamente improbabile, ora.

Sospirai.

<< Tutto bene, signorina Evans? >> mi chiese la professoressa.

Sentivo il Suo sguardo perforarmi la nuca.

<< Si, professoressa. Mi scusi >> mormorai.

Lei mi fissò con uno sguardo interrogativo prima di girarsi e riprendere la spiegazione.

Cosa dovrei fare con Potter?

Dimenticarlo? Usarlo? Amarlo?

Decisamente non l'ultima.

Eppure era così bello.

E quindi?

E simpatico.

Pff, non dire idiozie Lily.

...e capace a letto.

NON TI IMPORTA.

Mossi il braccio velocemente facendo cadere tutti i libri per terra.

Alice al mio fianco si girò a fissarmi, come il resto della classe.

<< Signorina Evans, è sicura di stare bene? >> chiese di nuovo la McGranitt e le sue labbra si fecero più sottili.

<< Certo, certo >> borbottai io arrossendo e sparendo sotto il banco per recuperare i libri.

La McGranitt ricominciò a parlare mentre io, in silenzio avevo una lotta dentro me stessa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

25 NOVEMBRE 1777, ORE 12:55. 7 ANNO. JAMES

 

 

Il castello era nell'ombra. Tutto si era oscurato. Io come al solito camminavo in silenzio.

Lo facevo sempre quando volevo pensare, lontano da occhi indiscreti.

Camminavo all'incirca al quarto piano. E stavo pensando a lei. Come sempre.

A quella Rossa. A quella ragazza che mi faceva totalmente impazzire.

Mi faceva perdere la testa con i suoi comportamenti infantili e molto stupidi.

Tutto il mondo era in pericolo e lei cercava di saltarmi addosso per poi tirarmi uno schiaffo. A che gioco stava giocando?

Alzai gli occhi al cielo.

Poi sentii qualcosa che mi fece fermare.

Un singhiozzo sommesso, sembrava provenire da una classe vuota.

Mi coprii con il mantello e mi avvicinai alla porta socchiusa.

Al suo interno c'era proprio lei. Lily Evans, che piangeva sommessamente. Accoccolata a terra.

Senza esitazioni aprii la porta e mi tolsi il mantello.

Lei non diede segni di sorpresa vedendomi, ma mi diede le spalle e continuò a piangere.

Io mi avvicinai lentamente e la presi in braccio.

Lei si aggrappò al mio collo e continuò a piangere.

<< Ti porto nel tuo dormitorio? >> le chiesi paziente.

Lei scosse la testa.

<< Dove? >>.

< Nel..t-tuo >> mormorò, la voce rotta dalle lacrime.

Era così fragile nelle mie braccia.

<< Non si può Lily e non sarebbe giusto, ecco >>.

Lei pianse più forte.

<< Tu.. non mi vuoi Potter >>. Non era una domanda.

La osservai, era stravolta.

<< Certo che ti voglio, Lily, ma non così >>.

<< Bugiardo >> mormorò lei.

Io decisi velocemente cosa fare.

Ci coprii entrambi con il mantello ed iniziai a camminare verso il settimo piano.

Andai avanti per tre volte, pensando intensamente a Lily.

E poi ecco apparire una porta.

Entrai velocemente, richiudendomi la porta alle spalle.

Era quello il posto che voleva lei?

Il pavimento era fatto di parquet ed era una stanza piccola, molto più piccola del solito.

C'era un tavolo in legno di lato e sopra c'era un libro che non riconobbi.

C'era un bagno alla destra con una grande vasca da cui arrivava un profumo intenso, ma la vera cosa che notai fu un grande letto bianco, così enorme da poter ospitare facilmente sei adulti.

La posai sul letto e la contemplai con desiderio prima di girarmi, ma qualcosa mi trattenne.

<< Non andartene, James >> sussurrò lei, le lacrime silenziose che scendevano sulle sue guance.

<< Cosa vuoi che faccia Lily? >> chiesi spaventato ed eccitato allo stesso tempo.

<< Voglio averti James. Ti voglio, ancora >> mormorò e subito diventò rossa quasi vergognandosene.

<< Ma Lily, l'ultima volta mi hai tirato uno schiaffo e..>>.

<< Non succederà più. Ti prego James, prendimi >> disse e il suo sguardo era supplichevole.

Rimasi immobile a fissarla.

La desideravo immensamente, ma non potevo, no.

Poi fece qualcosa del tutto inaspettato.

Si alzò e si asciugò le lacrime.

E prese a giocare con il bordo del suo maglione. Aveva uno sguardo sensuale.

Si tolse il maglione molto lentamente.

Poi lo gettò a terra e prese a giocare con i bottoni della sua camicetta.

Iniziò a slacciarli. Uno, due, tre.

Le fermai le mani.

<< Lily >> borbottai.

Ma lei mi prese le mani con un sorriso malizioso e le posò sul gancetto del suo reggiseno.

Lo slacciai. Fu quasi un riflesso involontario.

Ed eccola davanti a me. Nuda dalla vita in su.

Un fremito mi percosse il corpo.

I suoi seni erano cresciuti durante l'estate, ora erano più prosperosi e rosei.

Lei prese una mia mano. Mi mordicchiò un dito e poi e lo passò sul seno.

Tutto questo mi eccitava troppo, facendomi perdere quel poco di ragionevolezza che ancora possedevo.

Mi tolsi la camicia velocemente, ma lei sembrava voler fare le cose con una lentezza esasperante.

Si slacciò la gonna e la lasciò cadere a terra e poi si avvicinò a me, molto lentamente.

Sembrava volermi far godere ogni secondo.

Mi prese le mani e se le posò sul sedere.

Lo palpai e lei si lasciò scappare un gemito.

Poi mi toccò la patta nei pantaloni.

Intanto mi mordicchiava un orecchio e sentivo ogni tanto la sua risatina maliziosa.

Mi slacciò i pantaloni e si girò di spalle.

L'erezione era contenuta per poco dai miei boxer e quando lei sfrego le sue natiche sulla mia patta non riuscii a resistere e le afferrai saldamente i seni.

Lei ridacchio.

<< James, non avevi detto di no? >> mi chiese.

Io non le risposi. Ero troppo impegnato a godermi quel momento.

Lei si girò verso di me e mi trascinò vicino al tavolo.

Mi appoggiò lì prima di piegarsi molto lentamente verso il basso.

Non potevo credere che Lily Evans potesse essere così disinibita.

I miei boxer sparirono e lei unì il pollice all'indice per formare un cerchio prima di passarlo su e giù sul mio membro.

Io gemetti rumorosamente.

<< Dio mio >> dissi.

Lei si staccò e sorrise compiaciuta.

Poi si coricò sul tavolo e si tolse le mutande.

<< Ora non deludermi James >> mi disse maliziosa.

Posai il mio membro su di lei ed iniziai a spingere.

Misi le mie mani sui suoi glutei e spinsi forte.

Lei lanciò un grido fortissimo che mi fece eccitare solo di più.

Iniziai a spingere con foga, fortissimo, mentre lei mi incitava sempre di più.

Poi successe qualcosa che rovinò tutto.

Io venni, ma solo allora mi accorsi che nella foga del momento avevo dimenticato il preservativo.

Mi tolsi immediatamente da lei.

Entrambi ci fissammo. Spaventati d quello che era appena successo.

 

 

 

 

Angolo Autrice:

Sarei felicissima se scriveste una recensione per sapere cosa ne pensate. Grazie e ciao :) 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** 13 capitolo ***


 

 

27 NOVEMBRE 1777, ORE 23:45. 7 ANNO. JAMES

 

 

 

<< Dimmi che ti sono venute Lily >> supplicai.

Lei mi fissò gelida.

<< Te l'ho già detto Potter. NO >> sibilò.

<< Senti non è colpa mia se mi sei saltata addosso >> mormorai, ma me ne pentii subito.

Lei mi trafisse con un'occhiata glaciale.

<< Colpa tua? Certo che è colpa tua, come hai fatto a non mettere protezioni >> disse lei.

Ci rinunciai e mi strofinai gli occhi con le mani.

<< Fai che questo sia solo un brutto incubo, solo un bruttissimo incubo >> borbottai fra me.

<< Che cosa hai detto? >> chiese Lily.

<< Nulla, nulla >> brontolai.

Mi lasciai cadere sul divano.

Guardavo la pancia di Lily. Non era più grossa del solito no? E lei era ancora normale no?

Bé, a parte una grande paura.

Stupido, se fosse incinta da tre giorni non avrebbe ancora la pancia, mi dissi da solo.

Dio mio, che cosa avevo fatto?

Perché non ero stato attento?

Lei si alzò.

<< Ehi, ma dove vai? >> chiesi io disorientato.

<< A dormire Potter, a dormire >>.

<< Ah, ok, bene >> balbettai prima di vederla sparire nel dormitorio.

Sospirai.

Questa non ci voleva. Non ci voleva proprio.

 

 

 

 

 

 

 

 

28 NOVEMBRE 1777, ORE 2:05. 7 ANNO. LILY

 

Continuavo a muovermi nel letto senza riuscire a dormire.

Un bambino.

Il russare di Mary non aiutava.

Un bambino.

Uno spicchio di luna illuminava il mio piede fuori dalle lenzuola, era di uno strano bagliore argentato.

Un bambino.

La stanza aveva l'aria pesante e non riuscivo a respirare.

Un bambino.

Decisi di alzarmi per aprire una finestra.

Un bambino.

L'aria fredda della notte mi sferzò i polmoni, facendomi prendere un po' di lucidità.

Un bambino.

Si, un bambino.

Stavo aspettando davvero un bambino? Un bambino da Potter?

Oddio, solo l'idea mi terrorizzava. Avevo diciassette anni.

Le mie mani d'istinto si posarono sulla pancia.

Non era ancora diventata grossa, impossibile che fossi incinta.

Stupida se anche lo fossi, in tre giorni la pancia non si sarebbe già ingrossata.

Giusto.

L'immagine di me con un bambino in braccio e di James che ci cingeva entrambi mi prese alla sprovvista.

Scossi la testa, inorridita a quella scena.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1 DICEMBRE 1777, ORE 12:35. 7 ANNO. SIRIUS.

 

 

Stranamente James non era con noi, no.

La Evans era venuta a chiamarlo e lui si era alzato in fretta e furia, molto pallido in viso.

Erano andati in un angolo della Sala Grande durante il pranzo.

Tutti gli stavano osservando, stupefatti di vedere loro due insieme.

Io, del resto, ero tranquillo. La Evans vorrà solo rimproverare un pò James.

Mangiai il mio pasticcio di rognone. Vicino a me, però, Remus non aveva toccato cibo.

<< Oh, andiamo Lunastorta. Che hai questa volta? >> chiesi.

<< James >> disse lui semplicemente << non lo trovi strano ultimamente? >>.

Sogghignai.

<< Non più del solito, Rem >>.

Lui si limitò ad un'alzata di spalle.

Lanciai uno sguardo a James e la Evans.

Lei sembrava spiegargli qualcosa di molto complicato, di importante.

James, prendeva colore a mano a mano che lei andava avanti.

<< Pff >> borbottai prima di ributtarmi sul mio pasticcio.

Stavo per infilare una forchettata in bocca, quando uno strillo acuto spaventò me e l'intera Sala Grande.

Vidi centinaia di volti confusi e spaventati voltarsi tutti verso lo stesso punto.

Dove si trovavano Lily e James.

James era impallidito e fissava Lily con timore. Lei, invece, era assolutamente paurosa.

Aveva uno sguardo terrorizzante e mi sorpresi che James non indietreggiasse.

<< Stai scherzando Potter? Secondo te, ora, va tutto bene? >> urlò così forte che molti si tapparono le orecchie. Ora tutti gli occhi erano per loro.

Al mio fianco Remus aveva la mia stessa faccia confusa e terrorizzata.

<< Calmati, Evans. Ora quel piccolo problema si è risolto e.. >> iniziò James, ma venne interrotto da Lily.

<< Secondo te, il fatto di avermi quasi messa incinta, è un piccolo problema? >> sbraitò.

Sembrò che tutta la Sala trattenesse il respiro. Vidi molti ragazzi tappare le orecchie ai bambini del primo anno. Parecchi ragazzi degli ultimi anni lanciarsi sguardi di sorpresa o di intesa.

Pure gli insegnanti sembravano sgomenti, solo Silente sorrideva amabile, come sempre.

Io ero totalmente sconcertato.

<< James, Evans, sesso, bambino... >> mormorai queste parole sconnesse.

Remus aveva le sopracciglia così aggrottate che una lunga ruga si era formata al centro.

<< Perché non ci ha detto nulla? >> mormorò Peter, con la bocca aperta.

Io mi sentivo incapace di parlare.

Vidi Alice rovesciarsi addosso il succo di zucca, ma non ci badò, stava fissando Lily sconcertata.

Mary cadde indietro dalla panca, mentre tendeva il collo per osservare meglio.

Lily sembrò, improvvisamente accorgersi di quello che aveva appena fatto, perché arrossì copiosamente e scoppiò in una risatina nervosa.

<< Smettila Evans >> sbottò James.

Questo la fece arrabbiare di nuovo.

<< Smetterla? Scusate ragazzi >> disse rivolgendosi a tutta la Sala, con pesante sarcasmo << questa sotto specie di ragazzo e io, per tutto l'anno scorso abbiamo fatto sesso in segreto. Avevamo un patto.

Alice, Marlene, Emmeline, Mary, mi dispiace, ma avevo giurato di non dirlo a nessuno.

E, voi, amici di questo essere >> e indicò nella nostra direzione << lui non poteva dirvelo o lo avrei ucciso >>.

<< Fatto sta, io ho voluto smetterla, ma no, ovviamente una settimana fa, l'abbiamo rifatto e allora, sta, scusate, testa di cazzo, si è dimenticato il preservativo, si ma, ovviamente, è stata colpa mia. Scusate, se non ho pensato a mettermi un preservativo su per... >>.

<< Smettila >> questa volta urlò James.

Lei si fermò ad osservarlo.

<< Sentiamo Potter. Cosa hai da dire in tua difesa? >> disse con un ghigno cattivo.

Lui perse le staffe.

<< Mi sei saltata addosso >> urlò << non potevi pretendere. Io sono un ragazzo, come facevo a ragionare con te che ti strusciavi e... >>.

Ma una risata collettiva di quasi tutti i maschi di Hogwarts lo interruppe.

Lily era furibonda.

<< Vaffanculo Potter >> urlò.

Lui la fissò esasperato.

<< Che c'è adesso? >>.

<< Vuoi sapere cosa c'è Potter? C'è che tu sei un superbo, arrogante, idiota, pallone gonfiato, odioso, incapace e assoluto stronzo. Mi hai fatto stare male per anni, ma poi quando io ti avevo dimenticato, ecco, tu che riappari rovinandomi tutto. Abbiamo fatto sesso, ci siamo baciati. Hai vinto la scommessa. Non era quello che volevi? Il problema è che dopo tutto questo io sono incondizionatamente e schifosamente innamorata di te >> disse con tutto il fiato che aveva in corpo.

James rimase a fissarla.

Tutti erano sbalorditi, intenzionati a non perdersi neanche una parola.
<< Lily, ora ti devo confessare una cosa, è una storia abbastanza lunga e presto capirai tutto >>.
Lo fissò sbalordita.

<< Tu mi venivi dietro nei primi anni e.. non negarlo. Me lo ha detto Sirius >> disse perché lei aveva già aperto la bocca per ribattere << e a lui glielo aveva detto Alice >>.

Tutti si girarono a guardarci per una frazione di secondo, poi il loro sguardo tornò su Lily e James.

<< A me non fregava assolutamente nulla di te >> continuò James, facendo una risatina isterica << capisci quanto ero stupido ed infantile? Pensavo che tu fossi una secchioncella, bruttina, ma poi tutto è cambiato. Ti ricordi la festa di Lumacorno del quarto anno? >>.

Lily annuì in silenzio. I suoi occhi legati a quelli di James.

<< Bé, ecco, lì tu mi hai aperto gli occhi. Eri bella, ho pensato, semplicemente e solo bella. Ma eri così intelligente e pungente con me che quella notte rimasi sveglio... >>.

<< Anche io, non riuscii a dormire >> gracchiò Lily.

<<...e poi >> continuò James come se non l'avesse sentita, ma io notai il suo sguardo addolcirsi un po' << quando al quinto anno, ecco, tu hai litigato con Mocciosus >>.

Guardai Piton il suo sguardo era tagliente, pronto ad uccidere.

<< Si e mi hai detto quelle cose, io, ecco, ci sono rimasto male. E poi c'è stata la Smith. Quelle parole mi hanno terrorizzato, ma mi hanno anche fatto capire che noi due eravamo fatti per stare insieme. Capisci? Ti ricordi le sue parole? Bé, poi c'è stato il bacio. Non me lo sono dimenticato ,no. Avrei dovuto, ma non ci sono riuscito...Non capisci? Iniziavo a provare qualcosa per te! >>.

Si fermò, prese fiato, lanciò uno sguardo verso la Sala Grande, poi riprese coraggio e continuò.

<< Poi, si, mi sono messo con Tiffany e ho finto che mi importasse di lei. Che mi fossi dimenticato di te. Come se fosse possibile >> rise di nuovo << poi la lasciai, mi ero stufato di lei, come di tutte le altre del resto. Poi, non puoi capire la mia gioia quando tu sei entrata nel mio dormitorio e ti eri travestita da Sirius con la Pozione Polisucco per avere delle risposte, per capire cosa provavo per te >>.

Fissai la Evans esterrefatto. Guardai Emmeline che mi lanciò uno sguardo di scuse, di sicuro lei ne era al corrente.

<< Poi si, l'abbiamo fatto per la prima volta. Tu eri vergine e non pensavo mi sarebbe piaciuto, ma invece, ancora una volta mi sbagliavo. Il mattino mi sentivo felicissimo. Era strana come emozione. Allora, si, ti ho proposto di fare sesso ogni tanto... >>.

<< Nessuna emozione, nessun sentimento, solo sesso >> mormorò Lily.

<< Esattamente >> annuì James << e poi abbiamo deciso di usare I'm Yours come canzone. Bastava che uno dei due la facesse partire e l'altro capiva e attraverso pergamene stregate decidevamo dove incontrarsi e a che ora >>.

Mi sbattei una mano sulla fronte. Ecco perché per più di sei mesi loro facevano partire questa canzone e puntualmente uno dei due spariva subito dopo.

La sorpresa era impressa anche in Peter, Remus e sui volti delle amiche di Lily.

Tutta la Sala sembrava trattenere il fiato.

<< Poi l'abbiamo fatto in tutti i posti possibili: nel mio letto, nel tuo letto >> le amiche di Lily si guardarono scandalizzate << nei camerini di MondoMago >> si levò un fischio di ammirazione dal tavolo dei Corvonero, ma James lo ignorò << nel bagno dei prefetti, nelle aule vuote, nella Stanza delle Necessità, nei bagni, sulle Torri, bé, in pratica ovunque..

Poi tu, un giorno non hai più voluto. Hai detto che avevi bisogno di qualcuno che ti amasse, visto la guerra che infuria la fuori >>.

Dicendo questo indico vagamente le mura della Sala.

<< Poi si, ci siamo rivisti e io provavo un dolore tremendo. Non potevo non guardarti senza ricordare. Senza rimpiangere la tua pelle, i tuoi capelli, bé, hai capito.

Poi in quella ronda notturna mi sei praticamente saltata addosso e stavamo per rifarlo, ma siamo stati interrotti e poi inaspettatamente tu mi hai tirato uno schiaffo >>.

Notai la faccia scandalizzata della McGranitt.

Sicuramente era stata lei ad interromperli. Ricordai le parole di James. Mm...Bene.

<< Poi ti ho trovata in quella aula che piangevi. Mi volevi, come io volevo te. Ma io non potevo. Alla fine, si, ho ceduto. Devo dire che è stato bellissimo fino a quando sono venuto. Poi...solo il terrore. Non ti veniva più il ciclo e io ho davvero temuto che fossi incinta. Poi oggi, arrivi con questa storia che non sei incinta e si, sono contento.

Ma, ho capito una cosa, Lily. Ti ricordi quando ti sei travestita da Sirius e io ti ho spiegato del mio problema? >>.

Lily annuì lentamente. Era immobile e sembrava esistere solo James per lei.

<< Ecco. Il mio problema, Lily. Non riesco a tenermi una ragazza per più di cinque giorni senza che lei mi stufi. E puoi starne certa, ne ho provate tante >> eruppe nella solita risatina nervosa << tutte mi stufavano. Tutte, ma non tu. Non capisci Lily? Sono sempre stato certo che il nostro destino era quello di odiarci, io stesso, avevo deciso che il solo sesso era molto meglio che metterci insieme, ma non capivo che in realtà quell'emozione così forte che provavo per te, quel bruciore infondo allo stomaco quando ti vedevo, quello che scambiavo per odio, era qualcos'altro, era... >>.

Si fermò e chiuse gli occhi, sembrava che dirlo gli costasse estrema fatica.

<< Io penso che....oddio, non riesco a dirlo, non l'ho mai detto a nessuno.... ecco, penso fosse Amore, Lily. Si, penso che possiamo anche amarci, sai, volendo, il nostro destino non sarà quello di odiarci >>.

Rimase anche lui a fissarla.

Si fissarono per quelle che sembrarono ore.

Poi Lily sbatté le palpebre.

<< Sei maledettamente sincero stasera, eh >> disse.

<< Già e mi sento schifosamente romantico, come un picio qualsiasi >> borbottò lui.

Lei sorrise.

<< Si, ma sei il mio picio >>.

Lui sorrise.

<< Quindi, noi siamo...ehm...innamorati? >>.

<< Suppongo di si >> disse lei ridendo.

<< Però tu lo sei di più. Io lo sono poco poco >> disse lui sorridendo.

<< Pff, ma cosa? Molto di più tu >> ribatté lei.

<< Sogna, Evans >>.

<< Vedremo, Potter >>.

<< Vedremo >> ripeté lui.

Rimasero a fissarsi.

<< Mm... ma due persone che si..ehm...amano, possono fare sesso vero? >> chiese James.

<< Spero proprio di si >> rispose lei.

Una risata echeggiò nella Sala Grande.

<< Bene >> disse James << sai cosa fanno le persone di solito ora? >>.

<< No, James, non ne ho idea >>.

<< Bé, dovrei darti un bacio >>.

Lei parve piacevolmente sorpresa.

<< Oh, bene allora >>.

Lui si avvicinò.

Le loro bocche si incontrarono e si scambiarono un bacio veramente passionale.

Molti fischiarono, altri tossirono, io semplicemente, non potevo crederci, Piton sembrava stesse morendo, Silente rideva, la McGranitt aveva le labbra sottilissime, Lumacorno era esterrefatto.

Era assolutamente insolito per me. Vedere le lunghe dita affusolate di James tra i capelli rossi di Lily e le braccia esili di lei intorno al collo di James.

Si staccarono e si sorrisero.

<< Lily Evans, io ti amo, come si ama un gufo >>.

<< E io come si ama un gatto >> mormorò lei ridendo.

Ok, stiamo scherzando?

Non riuscivo ancora a crederci. Nessuno riusciva a crederci.

James sussurrò qualcosa all'orecchio della Evans e poi uscirono dalla Sala Grande.

Molti applaudirono, altri fischiarono.

Poi un brusio si estese per tutta la Sala e gli studenti ripresero a mangiare.

Io ero semplicemente immobile.

Non riuscivo a muovermi o a parlare. Riuscivo a malapena a guardare Remus, che aveva la mia medesima espressione.

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo Autrice:

 

Io personalmente, adoro questo capitolo. Forse è quello che mi piace di più di tutta la storia, quindi non deludetemi. Spero che ci siano tante recensioni. Perfavore :).

Comunque, ora vi saluto.

Alla prossima.

Ciao :)

Giada.

 

 

 

 


 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** 14 capitolo ***


 

2 DICEMBRE 1777, ORE 21:15. 7 ANNO. SEVERUS PITON.

 

 

<< Piton >> mi chiamò Bellatrix in tono canzonatorio.

Alzai appena lo sguardo dal mio libro per osservarla.

Stava ridendo in modo stridulo, divertita dal mio dolore. Ma io non volevo darle quella soddisfazione.

<< Hai sentito oggi, piccolo Severus? Lei lo ama >> disse con una stridula voce infantile.

Io provai una morsa allo stomaco, ma finsi di continuare a leggere il mio libro, ignorandola completamente.

<< “Sono schifosamente ed incondizionatamente innamorata di te, James” >> le fece il verso Bellatrix. << Ma l'hai sentita? Lei è sempre, sempre, stata innamorata di lui >>.

Rise di nuovo.

Le sue parole mi colpivano come coltelli affilati.

Sapevo cosa voleva e non avrei ceduto mica così in fretta.

Finsi di non aver sentito e provai a leggere, ma mi ritrovavo sempre a rileggere la stessa riga senza capirne il significato.

<< Hanno fatto sesso, Piton >> urlò.

<< Ti immagini le sue mani sul corpo di lei, eh Pitonuccio? Ti immagini lei, come sarà stata contenta, cosa avrà provato, mentre lui entrava in lei, cosa pensi.... >>.

Ma Bellatrix si fermò.

Non ero riuscito a trattenermi. Il libro ormai giaceva a terra ed io ero saltato in piedi. Tremavo tutto.

Vidi un ghigno di trionfo allargarsi sul viso di Bellatrix.

<< Penso che questa tua...debolezza, debba essere riferita al Signore Oscuro, Piton >>.

La rabbia si unì alla paura.

<< Non oseresti... >> dissi con voce tremula puntandogli un dito sul petto.

Lei guardò il dito e poi scoppiò in una risata crudele.

<< Perché non dovrei, caro Piton? Tu sei, innamorato, di una sudicia Mezzosangue >>.

Impallidii di colpo.

<< Farò quello che vuoi, qualunque cosa, ma tu... non dirglielo.. >>.

<< Qualunque cosa? Qualunque cosa, Piton? >>.

Il sorriso era sparito dai suoi tratti.

<< Si >> sussurrai.

Non potevo fare altro.

<< Bene, Piton. Molto bene >> sussurrò lei prima di lasciarsi andare in un'altra risatina.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

3 DICEMBRE 1777, ORE 22:05. 7 ANNO. LILY.

 

 

 

<< Spiegateci, subito perché non ce l'avete detto! >> urlò Sirius furibondo.

Eravamo nel dormitorio dei ragazzi. Io e James eravamo sul suo letto. Io avevo incrociato le gambe e lui aveva posato la testa sulle mie gambe.

Alice, Mary e Marlene, in evidente disagio, stavano tutte sedute rigidamente sul letto di Remus.

Quest'ultimo e Peter erano spaparanzati su quello di Peter.

Sirius era in piedi e brandiva un dito minaccioso verso di noi.

Emmeline era coricata, decisamente a suo agio, prova che ci era stata più volte, sul letto di Sirius.

Guardai James ancora per qualche minuto.

Poi mi decisi ad alzare lo sguardo.

Sirius era furibondo, si, questo me lo aspettavo.

<< Allora? >> mi incalzò.

<< Sir, devi capire, era un segreto >> disse James.

<< Un segreto? Un segreto un corno. Io sono il tuo migliore amico James e se questa qui continua a mettersi in mezzo, io giuro che... >>.

<< Che cosa? >> chiesi io, il tono da sfida.

Sirius mi squadrò.

<< Stai zitta, Evans >> sbottò.

<< Non trattarla così >> disse Alice decisamente contrariata.

Sirius sbottò in una breve risata ironica.

<< La tua amica, qui >> e mi indicò << fa tanto l'agnellino, ma per colpa sua e dei suoi ormoni, James è quasi diventato padre >>.

<< E Lily madre e poi scusa era James che doveva usare protezioni >> ribatté Mary in mia difesa.

Sirius incrociò le braccia al petto e voltò le spalle alle mie amiche.

<< Senti, Sirius, scusa se non ti abbiamo detto nulla, ma era meglio così davvero >> dissi io incerta.

Lui finse di non avermi sentito.

<< Sai, James, non credevo che tu preferissi lei a me >> brontolò.

James lo guardò allarmato.

<< Ma io..., Sir non preferisco Lily a te, e Lily non preferisco Sirius a te >> disse vedendo la mia faccia allarmata << tu Lily sei la mia ragazza e tu Sir, il mio migliore amico sono due cose diverse >>.

<< Si, certo >> borbottò lui, ma non potei non notare un miglioramento nella sua voce.

Rimase imbronciato tutta la sera e i tentativi di James ed Emmeline furono vani.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

23 FEBBRAIO1777, ORE 16:34. 7 ANNO. JAMES.

 

 

 

<< Piton, cioè Mocciosus, un Magiamorte? Ma per favore, Lily >>.

Era raggomitolata sul mio petto e annuiva seria.

<< E chi ti avrebbe detto questa sciocchezza? >> chiesi scettico.

<< Gli ho sentiti >> mormorò lei.

<< Chi hai sentito? >> chiesi.

<< Lui e quella ragazza, Bellatrix, parlavano di Voldemort >>.

Inarcai ancora di più le sopracciglia.

<< E cosa ti ha fatto credere, che bé, fossero dei Mangiamorte? >>.

Lei parve notare il mio scetticismo, perché alzò lo sguardo e mi fissò dritto negli occhi.

<< Tu non gli hai sentiti, James. Sono sicura, sicurissima, Piton è diventato un Mangiamorte >>.

Io scrollai le spalle, impotente.

<< Non hai paura? >> mi chiese Lily con voce roca.

<< Di cosa? >> le chiesi disorientato, aveva cambiato tono e adesso non mi fissava più.

Giocava col mio petto per distrarsi.

<< Voldemort e la guerra e l'Ordine della Fenice.. >> aggiunse lei.

<< Lily ne abbiamo già parlato mille volte, se tu non vuoi non devi far parte dell'Ordine. Anzi, è meglio se tu te ne tiri fuori, questa è una cosa molto pericolosa e... >>.

<< Ma, nemmeno tu sei costretto >> ed eruppe in un singhiozzo.

<< James, tu non devi per forza farne parte. Io, non posso stare tranquilla se penso che tu sei la fuori e... >> a voce le si spense.

Le asciugai una lacrima con il polpastrello.

<< Lily, io ci devo essere, ma non ti abbandonerò mai, capito? Mai. >> dissi sicuro.

Lei parve rincuorarsi.

<< Io ho paura, James. Vorrei essere più coraggiosa, ma ho paura >> ammise.

<< Lily, tu sei una delle persone più forti e coraggiose che io conosca. Il coraggio non è non avere paura, solo gli inconscenti non la provano, ma è avere paura ed affrontarla >> sussurrai sui suoi capelli.

<< Quindi, quando arriva il momento, tu combatterai? >> chiese ansiosa.

Un secondo di silenzio.

<< Si, Lily, combatterò >> risposi con sincerità.

<< Lo sapevo >> sussurrò lei.

Rimanemmo così, abbracciati, incuranti del temporale e della guerra là fuori. 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Epilogo ***


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1 NOVEMBRE 1980, ORE 15:03. CASA. LILY

 

 

 

Si può essere così felici da portare una bolla sempre dentro di sé?

Si può essere così felici che nulla scalfirà il proprio sorriso?

Si può essere così felice solo guardando i capelli scompigliati di tuo marito?

Si può essere così felice solo osservando i tuoi occhi sul viso di tuo figlio?

Si.

Ecco come mi sentivo.

Totalmente ed incondizionatamente felice.

Col bambino seduto sulle mie ginocchia che piangeva, io non riuscivo a smettere di sorridere.

<< Fallo smettere ti prego, manco fosse un allarme >> mi arrivò la voce di James dalla cucina.

Soffocai una risatina.

<< Forse potrei, Potter, ma perché non ci provi tu? >> lo incitai.

Vidi la sua chioma comparire sulla porta. Aveva i capelli più scompigliati del solito, gli occhiali leggermente storti, lo sguardo stralunato e una fetta di pane tostato nella mano libera, quella che non passava nei capelli.

Inarcò un sopracciglio.

<< Io? >> chiese sorpreso.

<< Già, tu >> dissi e senza tante cerimonie glielo misi in braccio.

James fece cadere la fetta biscottata dalla sorpresa.

<< Che tu sia maledetta, Evans. Che diavolo dovrei farci io, con questo coso urlante? >> mi chiese.

Sollevai le sopracciglia.

<< Lui è tuo figlio, non puoi chiamarlo coso urlante! >> quasi strillai.

<< Ok, ora calmati o lo fai agitare solo di più >> mi ammoni James.

Prese un gran respiro come per calmarsi e poi fece il sorriso più grande che riuscì a trovare al bambino.

Doveva essere così grande che il bambino si spaventò, ed inizio a piangere ancora di più.

Risi fragorosamente.

Lui scrollò le spalle e mi lanciò un'occhiataccia.

<< Bene, Evans-l'esperta-di-bambini, cosa dovrei fare visto che ridi di me? >> mi chiese lui, visibilmente irritato.

Non riuscii a rispondere per altri cinque minuti, tutte le parole furono soffocate dalle risatine.

James mi ignorò bellamente.

<< Dormi bimbo, si dormi >> diceva con voce dolce, ma quello continuava a piangere.

Allora, James, perdeva la pazienza ed iniziava a scuoterlo brutalmente.

<< Dimmi cosa vuoi, piccolo insolente! >> oppure << il fatto che sei un bambino non ti dà il diritto di fare questa cosa! >>.

Ed io continuavo a ridere.

Lui si sedette sul divano e recuperò la fetta biscottata, lasciando il bambino nella culla.

<< Ok, mi arrendo, Lily, tu sei meglio di me, lo sei sempre stata e bla-bla-bla... Ora, puoi calmare sto fagotto stressante? >>.

Eruppi in una risatina.

<< Prova... >> dissi tra una risata e l'altra << con...la....la.... musica >>.

Lui parve illuminarsi.

Si alzò velocemente, facendo ricadere quella benedetta fetta biscottata e si avvicinò alla cucina.

Quando ritornò in salotto, aveva in mano un registratore babbano, dalle dimensioni minuscole.

Fece un sorriso malizioso e poi la musica partì.

Le parole erano famigliari e ci misi poco a capirlo:

 

Well you done done me 
and you bet I felt it 
I tried to be chill 
but you're so hot that I melted 
I fell right through the cracks 
Now I'm trying to get back 

Before the cool done run out 
I'll be giving it my bestest 
And nothing's gonna to stop me 
but divine intervention 
I reckon it's again my turn 
to win some or learn some 

But I won't hesitate 
no more, no more 
It cannot wait, I'm yours 

Well open up your mind 
and see like me 
Open up your plans 
and damn, you're free 
Look into your heart 
and you'll find love love love love 

Listen to the music of the moment 
people dance and sing 
We're just one big family 
And it's our God-forsaken right 
to be loved loved loved loved loved 

So I won't hesitate 
no more, no more 
It cannot wait I'm sure 

There's no need to complicate 
Our time is short 
This is our fate, I'm yours 

Scooch on closer dear 
And I will nibble your ear 

I've been spending way too long 
checking my tongue in the mirror 
And bending over backwards 
just to try to see it clearer 
But my breath fogged up the glass 
And so I drew a new face and laughed 

I guess what I'm be saying is 
there ain't no better reason 
To rid yourself of vanity and 
just go with the seasons 
It's what we aim to do 
Our name is our virtue 

But I won't hesitate 
no more, no more 
It cannot wait I'm yours 

Well open up your mind 
and see like me 
Open up your plans 
and damn, you're free 
Look into your heart 
and you'll find that the sky is yours 

Please don't, please don't, 
please don't 
There's no need to complicate 
'cause our time is short 
This, oh this, oh this is our fate, I'm yours. 



 

 

Beh, mi hai fregato e tu pensi 
che io l'abbia presa male 
ho provato ad esser freddo ma 
tu sei così caliente che mi sono sciolto 
sono caduto attraverso le crepe 
ma ora sto cercando di ritornare indietro 

prima che la recente fregatura esca fuori 
io darò la mia miglior prova 
niente mi fermerà tranne l’intervento divino 
so che è il mio turno per vincere o imparare qualcosa 

io non esisterò più, non più 
non posso aspettare, sono tuo 

apri bene la tua mente e osserva come me 
libera i tuoi programmi e dannazione, tu sarai libera 
guarda nel tuo cuore e troverai amore 
ascolta la musica del momento 
le persone ballano e cantano 
siamo una grande famiglia 
è il tuo diritto dimenticato da Dio 
essere amato 

quindi non esiterò più, non più 
non posso aspettare, sono sicuro 
non c’è bisogno di complicare le cose 
abbiamo poco tempo 
è il nostro destino, sono tuo 

ho passato troppo tempo controllando 
la mia lingua allo specchio 
e andando su e giù per vedere più chiaramente 
il mio respiro appannava il vetro 
così ho disegnato un nuovo volto e ho riso 
penso che per quello che sto dicendo 
non ci sia una ragione migliore 
per sbarazzarsi della vanità e 
andare solamente avanti nelle stagioni 
è quello che cerchiamo di fare 
il nostro nome è la nostra virtù 

non esiterò più, non più 
non posso aspettare, sono sicuro 
non c’è bisogno di complicare le cose 
abbiamo poco tempo 
è il nostro destino, sono tuo 

beh no, beh apri bene la tua mente e osserva come me 
libera i tuoi programmi e dannazione tu sarai libero 
guarda nel tuo cuore e troverai amore 
ascolta la musica del momento, vieni e balla con me 
l'unica grande famiglia, la famiglia felice 
è il tuo diritto dimenticato da Dio 
essere amato, amore amore 

non esiterò più, non più 
non più, non più 
è il tuo diritto dimenticato da Dio 
essere amato, sono sicuro 
non c’è bisogno di complicare le cose 
abbiamo poco tempo 
è il nostro destino, sono tuo 

no, non esiterò più, non più 
non posso aspettare, sono sicuro 
non c’è bisogno di complicare le cose 
abbiamo poco tempo 
è il nostro destino, sono tuo, sono tuo

 

 

 

 

 

Guardai Potter sorpresa.

<< Sai cosa sto pensando, Potter? >> chiesi.

Lui fece una risatina.

<< Capirti non è mai stato il mio forte >>.

Gli concessi un sorriso.

<< Penso che...tu sia il più grande cretino del secolo! >> sbraito e lui completamente sorpreso fa un passo indietro.

<< Come puoi far ascoltare questa canzone a nostro figlio..e come se ci vedesse, mentre, bé, è una cosa personale... >> iniziò.

Lui sbuffa sonoramente e mi indica Harry.

Non mi ero accorta che si era addormentato sulle note di quella canzone.

Chiudo la bocca.

Ok, sono sorpresa.

<< Ti è andata bene >> gli sputò sottovoce.

Lui fa un sorriso angelico.

<< Sono più bravo di te, Evans >>.

Dicendo questo si avvicina.

Sbuffo, facendomi alzare alcune ciocche di capelli che lui prontamente mi mette dietro all'orecchio.

<< Sogna, Potter >>.

<< Vedremo, Evans >>.

<< Vedremo >> ribatte lui con veemenza.

Poi scoppiamo entrambi in una risata.

<< Pare che questo sia diventato un discorso che facciamo sempre, ormai >> dico.

<< Pare di si >> dice lui con un gran sorriso.

Io lo ricambio e poi lo abbraccio.

<< Eh, Potter, forse dovrei dirti un'altra cosa >> mormorò sulla sua pelle.

<< Dimmi >> sussurra e sento il sorriso nella sua voce.

Annuso il suo odore, quell'odore di sole e miele che ha anche Harry e le parole mi escono così, prima che io possa trattenerle.

<< Io..sono tua >>.

 

 

 

 

 

 

 

23 NOVEMBRE 1980, ORE 22:21. HOGWARTS. MINERVA MCGRANITT

 

 

<< Albus >> mormorai ancora una volta, ma lui non parve sentirmi.

Teneva la testa fra le mani ed era seduto sulla scrivania.

Era immobile e pallido, la barba ricadeva floscia e senza quella solita aria solenne.

Sussurrava velocemente qualcosa a sé stesso.

Non capivo quel comportamento, da quando era rientrato quella sera, con la nuova professoressa di Divinazione.

<< Albus >> ripetei un po' più forte e gli posai una mano sulla spalla.

Lui parve risvegliarsi da un sogno, guardo prima la mano e poi mi fissò a lungo.

<< Devo vedere Lily e James Potter, Minerva. Subito >> sussurrò.

Mille domande mi piombarono in mente.

<< Perchè? >> chiesi con voce strozzata.

Lui i fissò con quello sguardo penetrante.

<< Saprai tutto a tempo debito >>.

E con queste parole, mi congedò.

 

 

 

 

 


Angolo Autrice:


Questa storia è giunta al termine.
Ora, vorrei dedicare " I'm Yours" a:

- Tutte le persone che hanno letto questa storia, se state leggendo questo vuol dire che siete arrivate fino alla fine e di questo vi ringrazio infinitivamente.
- Tutte le persone che hanno recensito, ho adorato i vostri commenti, sia quelli positivi, sia quelli negativi. Siete state illuminanti. Tutte le volte che vedevo una nuova recensione, mi entusiasmavo.
- Tutte le persone che hanno messo questa storia tra le ricordate, segiute o preferite. Grazie mille.

Spero che troverete la voglia e il tempo per recensire anche questo ultimo capitolo, perché io sono molto legata a questa storia, essendo la mia prima ff in assoluto!
Molte di voi, speravano, magari in un continuo della storia ed in realtà, io qualcosina avevo scritto, ma mi sembrava di allungarla troppo con cose inutili e, quindi, di perdere la musicalità e la continuità della storia che avevo cercato di tenere dall'inizio.
Quindi, ho deciso di scrivere questo epilogo. 
Se qualcuna di voi, è interessata a leggere i capitoli che volevo aggiungere prima dell'epilogo, fatemelo sapere e io ve li invierò per posta.
Grazie ancora a tutti/e voi.
Un abbraccio.
Giada.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2004825