pretend it's ok.

di Turo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** He saw her. ***
Capitolo 3: *** Memories? ***
Capitolo 4: *** She's broken. ***
Capitolo 5: *** This is not you. ***
Capitolo 6: *** I want you to stay. ***
Capitolo 7: *** 212. ***
Capitolo 8: *** AVVISO IMPORTANTE. ***
Capitolo 9: *** Lie. ***
Capitolo 10: *** Fall in love. ***
Capitolo 11: *** I am here for you. ***
Capitolo 12: *** Am i ready? ***
Capitolo 13: *** Girlfriend. ***
Capitolo 14: *** Die. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


“Jess, lasciami dormire” sbuffai lanciando un cuscino alla piccola ragazza che si era intrufolata per l’ennesima volta in camera mia.
“Ma tu non capisci Hel!” rispose fiondandosi sul mio letto.
“Lei non capisce mai niente” intervenne Hannah seduta sulla moquette a sfogliare una rivista di moda.
“Ma perché non chiedi ad Hannah? Lei è sveglia e attiva” mi rigirai nel letto dandole la schiena.
“Perché sei tu il pezzo duro da convincere, a lei bastano gli occhi dolci e qualche biscotto.”
“Ehi signorina, ti sento” sbottò Hannah distogliendosi dalla sua lettura per concentrare lo sguardo sulla ragazza arrabbiata.
“Avanti, mi ascoltate dieci minuti? Mia mamma sarà qui a breve e non potrò esporvi tutte le mie domande”
“Va bene” sospirai alzandomi definitivamente dal letto , consapevole che con Jess non avrei dormito più “dicci”.
“Allora, sapete che noi non siamo in ottimi rapporti”
“Solo perché sei così antipatica” ammise la bionda e io cercai di trattenere una risata.
“Tu stai zitta. Comunque, c’è una cosa importante che devo chiedervi.”
“Vai dritta al solo Jess, non ho voglia di starti a sentire” commentai sbadigliando e dirigendomi davanti allo specchio. Distrutta, ecco cosa ero. Il fatto che io e Hannah decidemmo di fare da baby sitter ad una tredicenne impazzita solo per poter pagare l’affitto della casa era una cosa di cui mi maledicevo ogni giorno. E avevamo proprio beccato quella con la madre- donna d’affari, così che ci ritrovavamo la ragazza ogni santo giorno a casa.
“Ok d’accordo. Allora.. questo sabato avrei bisogno che voi due mi accompagnaste in un posto..” iniziò tentennante.
“Chiedi a tua madre.” Dissi scrollando le spalle.
“No, è ad un ennesima conferenza. Insomma, volete puntare gli sguardi su di me per dieci secondi?” chiese irritata. Spostai lo sguardo su Jess, che sorrideva come un ebete.
“Allora? Ti muovi?” la incitò Hannah.
“Non so se voi due sapete cosa sono le singing .. “ si morse il labbro.
“Si che lo sappiamo, non siamo tanto vecchie rispetto a te” risposi sfilando i pantaloni del pigiama per metterne un paio comodi, visto che non avrei dovuto lavorare.
“Bene. Ce n’è una .. E io e la mia amica Kris vorremmo davvero andarci e..”
“NO” disse Hannah “Non puoi venire a chiederci questo favore se –nonostante passi le giornate da noi – non ci rivolgi mai la parola”
“Andiamo ragazze! Fatemi spiegare..” sospirò “Allora, voi non dovrete fare niente di che, solo stare in fila con me, arrivate la passare velocemente e fine. Non vi costa molto. Dai”
“Quando durerebbe?” chiesi rabbrividendo dal freddo dello stare in reggiseno , anche se era estate inoltrata.
“Non ne ho idea.. Ma poco. Lo giuro, lo giuro. E’ il primo e l’ultimo favore che vi chiedo” incrociò le mani a mo di preghiera e si buttò in ginocchio davanti a me.
“E sentiamo” iniziai mettendo il dentifricio sullo spazzolino “Chi ci sarebbe di così importante da vedere?” chiesi iniziando a spazzolarmi i denti.
“Non credo tu li conosca..”
“Vuoi che ti accompagni? Dimmi..”
“Sono i One Direction” rispose tutto d’un fiato.
La schiuma che mi si era creata in bocca mi andò di traverso, facendomi sputare tutto nel lavandino e diventare rossa come un pomodoro.
“Oddio tutto bene?” chiese lei.
“S-si, tutto ok” sospirai sporgendomi dal bagno per guardare Hannah che aveva gli occhi sbarrati e persi nel vuoto.
“Bhe ? Andremo?”
“No” rispondemmo in coro io e la mia amica.
“Ma perché? Non li avete mai sentiti, mai visti, magari potrebbero piacervi..” tentò lei disturbata dal suono del clacson che proveniva dalla finestra, segno che sua madre era arrivata.
“O magari no” decretò Hannah spingendola fuori dalla camera “Buona giornata Jess” concluse sbattendo la porta.
“Siete due imbecilli” urlò lei da fuori prima di andarsene.
Raggiunsi la bionda che era rimasta impassibile davanti alla porta e le appoggiai una mano sulla spalla.
“Cosa si fa?” chiesi.
Lei si girò verso di me e prese un bel respiro “Penso che dovremmo andarci” disse alla fine.
“Cosa? Sei impazzita per caso? Non ho intenzione di..”
“Hel, mi manca Louis” balbettò cercando di trattenere le lacrime.
Un anno e mezzo. Un fottutissimo lasso di tempo nel quale non avevamo ricevuto loro notizie, se non tramite giornali scandalistici che la nostra vicina sessantenne comprava o tramite ragazzine con le loro maglie in giro per la città. Durante la prima settimana dopo l’audizione ci eravamo visti, stessi rapporti, sempre il nostro gruppo. Da li niente più chiamate o messaggi da parte loro, niente. “Troppi impegni” dicevano. E io e Hannah ci stavamo male, mentre loro diventavano di giorno in giorno più famosi e più amati da tutti. In quel momento mi venne in mente la dichiarazione di Harry, alla quale non avevo potuto rispondere. Ai baci di Zayn, che non avevo più ricevuto. A tutti loro.
Jess non ce ne aveva mai parlato di loro. Certo, sapevamo che avesse una cotta per qualche cantante, ma non avremmo mai immaginato che fossero i One Direction.
“Voglio vederlo” ammise Hannah rompendo il silenzio dei miei pensieri.
“Ti farebbe stare peggio. E farebbe stare peggio anche me rivedere tutti, non andremo.”
“Ma Hel..”
“Hannah, ti ricordi cosa ci avevano promesso? Che ci saremo sentiti tutti i giorni, o almeno una volta a settimana. Dove sono quei ragazzi? Io vedo solo cinque maschere perfettamente photoshoppate , cinque persone che non sono loro. Non sono i nostri ragazzi.”  Mi inumidii le labbra “Va tu se vuoi, ma io non vengo. Ci ho messo tutto questo tempo per eliminarli dalla mia testa, per avere il coraggio di inscatolare le loro cose e metterle in soffitta, e non ho intenzione di riaprire questa ferita. Non ora”
“Non voglio andare da sola, non me la sento. Ma io lo amo ancora, ho bisogno di.. averlo” singhiozzò abbracciandomi.
“No, ti prego.”
“Hel, fallo per me. Promettimi che ci penserai, per favore”
“Lo farò, va bene” dissi alla fine.

Angolo della scrittrice.
Ciao a tutti/e! Come sapete questo è il continuo di “Welcome to my life”, finalmente. HAHA
Per chi non lo sapesse , ovvero i nuovi lettori (sperando ce ne siano) , ho scritto una fan fiction precedente a questa, e ho deciso di continuarla.
Spero vi piaccia, ci tengo tanto a far gradire ciò che scrivo.
Un grande bacio.
La solita vostra scrittrice , @zaynsarmrests c:

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Capitolo 2
*** He saw her. ***


“Non ho intenzione di fare tardi solo perché voi due non volete venire” urlò Jess dal piano di sotto, facendomi irritare ancora di più.
“Se vuoi che ti accompagniamo  ti conviene tacere, siamo in perfetto orario” la informai infilandomi la giacca e sistemando le ultime cose dentro la borsa. “Sei pronta?” chiesi ad Hannah, che era immobile davanti allo specchio da circa venti minuti, così decisi di avvicinarmi  a lei e guardarla attraverso il riflesso. “Tutto bene?”
“Ho paura” rispose abbassando lo sguardo sulle sue scarpe “Vai tu”
“Ah no bellezza, chi mi ha obbligata ad andare?” sorrisi “Tu. E quindi non mi lasci nella merda. Inoltre indosseremo degli occhiali da sole e un cappello, non ci riconosceranno mai, stai tranquilla e scollati, o Jess ci ammazza entrambe”
“Hai ragione, andiamo” sospirò lei sorpassandomi e uscendo dalla camera.
“Si prospetta una giornata molto interessante” ironizzai seguendola.
*
“Possiamo mettere il CD? Avanti, dai” sbuffò la ragazzina seduta sul sedile posteriore dell’auto.
“Ti ho detto di no” ribadì la bionda passandosi una mano sulla fronte “Non voglio sentire quei quattro, cinque, quanti sono. Non ti basta quello che ci stai facendo?”
“Non stiamo andando al patibolo eh” commentò Jess.
“Volete finirla? Non riesco a concentrarmi sulla guida” sbottai riferita più che altro alla fan sfegatata, che non faceva altro che urlare da venti minuti “Io dico, se già ora sei impazzita, la cosa farai?”
“Non ti preoccupare di cosa farò la. Piuttosto pensate voi due a non fare una figura di merda..”
“Cosa intendi scusa?” chiese Hannah.
“Allora” sospirò sporgendosi verso di noi, facendoci notare che ovviamente non aveva la cintura di sicurezza “Lui è Liam..” disse indicandolo.
“Li conosciamo meglio di quanto tu possa immaginare” si lasciò scappare Hannah ricevendosi un’occhiataccia da me.
“Scommetto che nemmeno sapete il nome” continuò.
“Non dobbiamo farci una conversazione profonda, ma passargli davanti velocemente senza degnarli di uno sguardo, non è difficile” ammisi io.
“Spero che non vi guardino troppo, con questi cappelli siete ridicole”
“E tu sei troppo gentile” scherzò Hannah ravvivandosi i capelli con la mano.
“Ma che cazzo..” urlai io vedendo la massa di ragazze urlanti che era in coda dall’altra parte della strada “Non vorrai dirmi che dobbiamo metterci la in fondo” mi girai verso Jess, che annuì allarmata dalla mia reazione.
“No no , tu sei pazza” sbraitò la mia amica, sbattendo la testa contro il finestrino.
“Ragazze, voi non capite quanto sia importante per me, loro sono i miei idoli, io li amo” piagnucolò Jess mentre cercavo un parcheggio.
“A volte le persone hanno due facce” sputò Hannah facendo riferimento alla nostra storia con i ragazzi “Non devi fidarti di cinque persone che non conosci”
“Ei bella bionda” disse Jess scendendo dalla macchina “Io li conosco. Tutte le fan li conoscono.”
“Non vorrei deluderti” iniziai io premendo il bottone delle chiavi per chiudere la serratura “Ma le persone famose non sono così come appaiono a voi fan.. fidati”
“E chi sei tu?” chiese Jess sistemandosi in coda “La loro migliore amica? La loro ragazza segreta?” schernì.
“No, hai ragione” sorrisi tirando fuori dalla borsa un libro che avevo accuratamente scelto per non annoiarmi nell’attesa.
*TRE ORE E MEZZA DOPO*
“Cioè tu credi in Larry? Io credo che sia solo una splendida amicizia” esclamò una ragazzina rossa di fianco a me, intenta a conversare con Jess.
“Si, hai ragione. Modest di merda, li ha rovinati” sbuffò lei.
“E voi?” la rossa – che da quanto avevo sentito si chiamava Lia – picchiettò sulla spalla mia e di Hannah, facendoci girare verso di lei “Larry Shippers?” chiese sorridente.
“Uhm” guardai Hannah che si mordeva il labbro “Noi?”
“Si voi..” continuò impaziente lei.
“Mmm” osservai Jess che mimava un “no” da dietro la ragazza. “No, assolutamente no. Vero Han?” chiesi conferma alla mia amica, che era intenta a fissare Louis – visto che eravamo vicinissime.
“Cosa?” scosse la testa “Certo, ovvio. Louis sta bene da solo, così come è” sorrise timidamente.
“Ma siete Directioners o no?” la rossa ci squadrò da capo a piedi, fermandosi sui nostri cappelli alquanto strani “Louis è fidanzato” sbuffò “FI-DAN-ZA-TO” ridisse scandendo le parole.
Istintivamente mi girai verso Hannah, che aveva le labbra serrate e gli occhi chiusi, segno che stava per piangere ma non voleva farlo davanti a tutti.
“Scusala” mi rigirai verso la Directioner “ E’ solo molto emozionata. E poi, il suo preferito è Louis, quindi è una nota un po’ dolente” mentii provocando una risatina di Jess.
“E il tuo preferito qual è?” chiese ancora.
Ma che palle questa. Ma non poteva parlare con le sue simili evitando di rompere le palle a me e ad Hannah? Sospirai pensando velocemente ad una risposta da darle.
“Niall, quello biondo” conclusi sperando vivamente che la conversazione si fermasse li.
“So chi è” mi informò lei facendo una smorfia di disapprovazione.
“Mi fa tanto piacere” accennai un sorriso e tornai a dedicarmi al mio libro.
Nel giro di dieci minuti dopo Jess era totalmente impazzita: eravamo a neanche tre metri da loro, ordinatamente in fila, facendoci trapanare le orecchie da quelle canzoni sparate al massimo.
“Oddio Hel, Hannah, siamo vicinissime. Li vedete? Quanto sono perfetti?” urlò lei eccitata sistemandosi per a ventesima volta i capelli e esercitandosi sulla frase che avrebbe dovuto dire ad ogni membro.
“Vuoi una mascherina per respirare?” chiese Hannah ironica, consapevole che la più agitata era proprio lei.
“Sta zitta , non sono dell’umore giusto per risponderti”
“Lo hai appena fatto” le fece notare ancora, facendola sclerare.
Stava per rispondere, quando l’omone della sicurezza la fece passare da sotto il braccio per impedire a tutte le altre fan di travolgere le cinque pop star.
“Oddio, oddio” urlò Jess parandosi davanti a Liam.
Liam. Cosa era successo ai suoi capelli? Erano una massa di ricci informi, simili a quelli di Harry, ma un po’ più ordinati. Lo osservavo mentre si rivolgeva a Jess: sorridente e gentile. Almeno in quello era rimasto lo stesso, o così sembrava. Il bodyguard fece passare anche Hannah, che passò velocemente davanti a Niall, Liam e Zayn, ma a Louis si fermò. La vidi sbuffare e triturarsi le mani. Il ragazzo le tese la mano per batterle il cinque, ma lei indietreggiò, superò Harry e si avviò verso l’uscita.
“Puoi andare” una voce echeggiò al mio orecchio.
“Cosa?” chiesi riscuotendomi dai miei pensieri.
“Vai, veloce” il tipo mi spinse, facendomi quasi cadere addosso a Liam.
Mi sistemai meglio il cappello e gli occhiali e sorrisi al ragazzo moro.
“Ciao” esclamò Liam prendendo il libro che avevo dimenticato di riporre nella borsa – forse pensando che fosse l’unica cosa sopra la quale potevo farmi fare un autografo – “Ecco a te” me lo porse dopo aver scarabocchiato sulla prima pagina.
Avanzai e mi ritrovai davanti ad un Niall con l’apparecchio, che fece la stessa cosa di Liam, e mi ridiede il libro. Louis invece sembrava totalmente preso da qualcosa , e continuava ad allungare il collo alla ricerca di qualcosa, o qualcuno? Firmò il libro e lo fece scivolare alla sua sinistra. Mi sporsi per prenderlo ma due mani mulatte mi precedettero.
“Ciao” sorrise Zayn.
Zayn, accidenti. Inutile dire che anche lui era cambiato: il suo ciuffo era più alto e aveva pure un contorno di matita intorno agli occhi. No, quello non era lui. Il Zayn Malik che conoscevo io non si faceva truccare, tantomeno gli occhi.
“Tutto bene?” chiese lui prendendomi una mano, che ritirai prontamente.
“Si” dissi cercando di assumere una voce diversa dalla mia, per rendere più credibile il camuffamento.
Il libro passò ancora nelle mani di Harry, che lo firmò con un gesto veloce e me lo porse.
“Grazie” sorrisi debolmente prendendolo e dandogli la schiena per uscire.
Superai il secondo bodyguard e mi trovai una Jess in lacrime e una Hannah impassibile.
“Su, andiamo” sbuffai tirando Jess per un braccio che, per ribellarsi, mi diede un pugno sugli occhiali da sole, facendoli cadere a terra. “Merda Jess” sbraitai. Mi chinai a terra per raccoglierli, e quando mi tirai su incrociai lo sguardo di Harry. Mi rinfilai velocemente gli occhiali, mentre un espressione sorpresa apparve sul volto del riccio, che si alzò dalla sedia per avvicinarsi a noi, ma fu bloccato da un uomo in carne, che lo fece risedere al suo posto.
“No, voglio stare qui” pianse Jess tirandomi per la maglia.
“Smettila di fare la bambina, muoviti” sbottò Hannah prendendola di peso e trascinandola fuori dall’edificio “Ora ti riportiamo a casa, non fare storie”.
*
“Cioè, erano perfetti” balbettò la ragazzina – ovviamente ancora in lacrime “Perché mi avete tirata via?”
“Perché era ora di andare?” chiesi ovvia girandomi verso Hannah, che non aveva ancora proferito parola da quando eravamo entrate in macchina. “Se non ti avessimo tirate via noi lo avrebbe fatto quell’omone antipatico, fidati”
“Avete infranto il mio sogno” continuò lei.
“Adesso basta Jess. Ti abbiamo portata qui, ci siamo subite quattro ore eterne di fila, tra fan arrapate ed urlanti. Abbiamo cercato di non rispondere male a tutte le Directioners che ci chiedevano se fossimo Ziam shipper o cagate varie, non ti basta? Cosa vuoi in più? Il numero degli One Direction? O vuoi sapere dove abitano? O preferisci il gruppo sanguigno eh? Sei viziata” urlò Hannah diventando rossa.
“Calmati Han, calmati” le strinsi un braccio.
“Calmati un cazzo Hel! Questa arriva e pensa di conoscere i One Direction meglio di noi”
“Se posso permettermi, li conosco meglio di voi” sorrise Jess.
“Infatti” guardai la bionda cercando di farla smettere.
So che avrebbe voluto sputare tutto quello che aveva. So che appena arrivate a casa sarebbe scoppiata a piangere pensando a Louis. So che le mancava la vita di prima. Perché sapevo queste cose? Perché mancavano anche a me.
Accostai davanti a casa di Jess, aspettando che scendesse dalla macchina senza degnarci di un saluto, ma sbattendo la porta con la violenza di un uragano della California.
“Fottiti in culo” urlò Hannah riferendosi a Jess.

HARRY’S POV.
“Finalmente” sbuffò Louis abbandonandosi sul divano di casa nostra.
“Le fan di oggi erano più spietate che mai, non trovate?” chiese Niall prendendo un sorso dalla bottiglietta d’acqua.
“Mamma mia, per non parlare di quella ragazza rossa che mi ha chiesto di sposarla! Assurda” rise Zayn stiracchiandosi la schiena.
“Harry, tutto bene?” domandò Liam vedendomi sovrappensiero.
“Si, tutto ok. Scusate, sono un po’ stanco, vado a dormire” risposi lasciandoli nel salone.
*
Il bussare alla porta mi fece svegliare.
“Si?” chiesi.
“Boo?” la testa di Louis fece capolino nella mia camera “Posso?”
“Certo” sorrisi sistemandomi bene sul letto.
“Cosa succede?” chiuse la porta e si avvicinò a me.
“Sto bene , tranquillo” ripetei facendogli segno di sedersi accanto a me.
“Non ci credo. Ti conosco da troppo tempo e so che in questo momento c’è qualcosa che passa per il tuo cervello.”
“Mi prenderai per stupido..” sospirai.
“Più stupido di quanto io penso che tu già sia? Impossibile” rise Louis, tornando serio quale secondo dopo “Spara”.
“Oggi.. “ presi un respiro “No, vabbè, non è importante” scrollai le spalle.
“Smettila di lasciarmi sulle spine e dimmelo Boo” disse irritato.
“Dunque.. Oggi ho visto Hel” conclusi tutto d’un fiato “O almeno mi è sembrato”
“Hel? Parli proprio della nostra Hel?”
“Si, lei” deglutii.
“Devi esserti sbagliato, io non l’ho vista. Insomma, l’avremmo riconosciuta, non credi?”
Annuii debolmente, nonostante non fossi per niente convinto dell’affermazione del mio migliore amico.
“Bhe, ora vado da Eleanor, ci vediamo domani Boo” sorrise uscendo dalla camera.
“La nostra Hel” ripetei solo quando Louis fu fuori.
E si, era proprio Hel, ed Harry l’aveva vista.
Ma c’era anche qualcos’altro , anzi, qualcun altro che gli occhi azzurrini di Louis Tomlinson non si erano lasciati scappare: una ragazza bionda, magra, con qualcosa di famigliare. Era come se gli si fosse riaperta una ferita nel cuore.
E intanto la ragazza piangeva. Piangeva perché amava Louis. Ma non sapeva che lui l’aveva vista, e che si era trattenuto dal correre ad abbracciarla. Entrambi erano ancora innamorati l’uno dell’altra, ma nessuno dei due lo sapeva.

Angolo della scrittrice.
Puntuale come un cucù (?) eccomi qui con il capitolo successivo della ff!
Non vi rubo tempo, perché il capitolo parla da solo!
Lasciatemi le vostre opinioni, che sono sempre molto apprezzate!
Un bacio grande quando il cuore di Payne.
@zaynsarmrests

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Capitolo 3
*** Memories? ***


“Dici sul serio?” mi chiese Hannah per la terza volta.
“Si” sbuffai passando la spazzola tra i capelli che non ne volevano sapere di stare fermi “Quante volte ancora devo dirtelo?”
“Ti prego, un ultima volta” borbottò lei infilandosi un paio di jeans scuri e aderenti alle caviglie.
“Quando sono passata davanti a Louis , ieri, sembrava parecchio distratto e continuava a guardare in ogni direzione in cerca di qualcosa.” ripetei per l’ennesima volta alla bionda che stava scalpitando eccitata.
“Dici che mi ha riconosciuta?” domandò lei torturandosi il labbro inferiore.
“Non lo so Han, non lo so” sospirai esasperata mentre finivo di prepararmi per andare al lavoro “può darsi” conclusi con un’alzata di spalle mentre mi dirigevo al piano di sotto. Subito avvertii i passi veloci della mia amica che mi seguiva fino all’ingresso.
“A che ora finisci oggi?” sorrise mentre mi  apriva la porta.
“Oggi è lunedì, giusto? Quindi alle 17.30” risposi infilando la felpa vista la temperatura stranamente mite di Londra “Manca una settimana e mezza e poi anche io ho le vacanze” esultai uscendo “Te oggi che farai?”
“Ora vado a ritirare il mio stipendio e poi a fare un po’ di spesa visto che non c’è più niente nel frigo” mi informò allungandosi verso di me per darmi un bacio sulla guancia.
“Allora ci vediamo topo, ciao Han” ricambiai il bacio e mi incamminai verso la pensilina dell’autobus per aspettare il mio mitico 36 barrato.
*
“Quindi si sono sciolti davvero?” chiese Chris allarmato mentre insieme sistemavamo i nuovi CD arrivati sugli scaffali di legno.
“Si, ma sono stati furbi: hanno fatto due canzoni che sono diventati hit mondiali e poi si sono intascati i soldi” continuai io osservando un CD di Ed Sheeran.
“Dovremmo farla anche noi due una canzone” sorrise lui mostrando la sua fila di denti stupendi, accentuati anche da due fossette sulla guance “Si potrebbe chiamare: i due ragazzi del negozio di musica”
“Non ti sembra un po’ troppo lungo?” risi allungando il braccio per prendere un’altra scatola di CD.
“Troveremo un titolo adeguato solo quando il testo sarà completo”
“Deve essere una canzone giovanile”
“E ritmata”
“Tanto so che diciamo questo e poi non scriveremo mai nulla di ciò” ammisi spostandomi una ciocca di capelli dal volto.
Il suono del campanello posto sopra la porta d’ingresso del negozio ci distrasse dalla discussione, facendo girare entrambi verso il nuovo cliente arrivato.
“Ci penso io” lo informai alzandomi e dirigendomi verso la ragazza mora che attendeva al bancone.
“Ciao” le sorrisi “Di cosa hai bisogno?” chiesi scrutandola meglio. Quando le osservai la maglietta che indossava mi venne un tuffo al cuore ma cercai di non darlo a vedere. I soliti cinque faccini ritoccati che si vedevano in ogni angolo di Londra: sui pullman, sulle maglie, sulle locandine e persino sugli ombrelli.
“Ehm si.. Vorrei sapere dell’incontro con i One Direction” disse dolcemente lei.
Aggrottai le sopracciglia in attesa di un risvolto della frase. Incontro dei One Direction. Non sapendo cosa fare, tentai.
“Intendi quello di sabato scorso?” domandai il più convincente possibile.
“No” scosse la testa “Quello che si terrà dopodomani qua dentro”
Raggelai su due piedi. Cosa stava cercando di dire quella fan girl mora? Girai lo sguardo verso Chris, che sembrava più spaventato di me. Lo vidi raggiungerci e prendere il mio posto, facendomi spostare leggermente di lato.
“I ragazzi saranno qui verso le 15, 15.30 ma le fans potranno entrare solo alle 16.” Sorrise lui.
“Uhm ok e quanto durerebbe?”
“Fino alle 20.00 circa, ma magari se ci sono ancora delle ragazze fuori le fanno entrare” continuò deciso lui.
“Grazie tante e un’ultima cosa.. Potrei fare o comprare qualcosa in modo tale da farmi passare prima? Non so.. Un pass”
“Allora” iniziò a spiegare Chris ma io non ascoltai nemmeno un secondo del discorso. Stavo pensando a questo incontro. Perché non me lo aveva detto nessuno?
Chris era ormai come un fratello per me; passavamo le giornate lavorative a parlare di musica o a suonare la chitarra mentre i clienti non c’erano, poi uscivamo tutti i sabato sera anche con Hannah, per andare a qualche festa nel centro di Londra. E lui sapeva tutta la storia dei ragazzi e di me. Ok, all’inizio non ci credeva per niente, ma portandogli le prove si era dovuto ricredere. Così mi chiesi ancora una volta perché ero venuta a sapere di questa cosa tramite una ragazzina pazza per quei cinque.
Appoggiai i gomiti sul bancone, osservando la ragazza andarsene dal negozio con un sorriso stampato sul viso. Poi la mano di Chris sventolò davanti ai miei occhi, facendomi sobbalzare.
“Scusa” sussurrò venendomi più vicino.
“Sai cosa è successo” alzai il tono della voce “Perché non me lo hai detto? Pensa se non fosse venuta quella ragazza. Finiva che mercoledì arrivavo tutta tranquilla e mi trovavo quei cinque.. cinque.. idioti”
“Perché so che tu infondo ci tieni ancora a loro.. “ replicò lui.
“No” urlai incapace di mantenere la pazienza ancora per poco “Tu non sai niente. Non sai tutti i pianti che mi sono fatta quando se ne sono andata. Non sai che male mi ha fatto vederli sabato scorso. E non sai che male mi farà a rivederli tra due giorni.”
“Posso immaginarlo..” cercò di dire.
“Non puoi fare neanche questo.” Sbottai raggiungendo lo scaffale dei CD più famosi in fondo al negozio “Li vedi questi?” chiesi prendendo quello dei One Direction, chiamato Up All Night.
Chris annui velocemente senza fiatare.
“Dimenticali” esordì “Non sono loro. Sono solo cinque sagome create per far soldi.”
“Continua” mi invitò lui sedendosi sul bancone e lasciando le gambe a penzoloni.
“Lui” indicai Liam sulla copertina patinata del CD “E’ la persona più dolce che il mondo potesse creare. Sclera il mattino prima di partire perché non trova un paio di pinne, e da consigli fantastici. Mentre lui è Niall, è fantastico. Ha sempre la risata pronta e cerca il lato positivo nelle cose. Louis, il burlone. E’ una persona spontanea e che non prende mai nulla sul serio, ma sa essere incredibilmente tenero. Harry, forse è quello con cui ho legato di più come amicizia. Mi ha difesa da mio padre “ dissi virgolettando le ultime due parole “quando venne a prendermi per riportarmi a casa. Mi chiamava principessa. Infine c’è Zayn; Sembra un vero duro ma se sai prenderlo nel modo giusto cambia e si apre molto con le persone. Prima di partire mi ha fatto una dichiarazione che ancora ricordo a memoria, parola per parola” singhiozzai.
“Oh, vieni qui”  sentii le braccia di Chris avvolgermi e stringermi saldamente al suo petto. E li lasciai sfogare le mie lacrime. Lacrime che in un anno e mezzo avevano cercato di nascondersi nei miei occhi. E perché? Perché ero troppo orgogliosa per piangere e ammettere che mi mancavano davanti a qualcuno, specialmente ad Hannah, che invece non si faceva problemi a dirlo.
“E sai cosa?” continuai “Odio queste figure che si sono creati, le odio. Odio loro, odio quello che mi hanno fatto, odio me stessa perché ho sprecato troppo tempo ad andarci dietro, odio la fiducia che gli ho dato. Odio tutto” conclusi lanciando il povero CD a terra, che si rigò proprio sulla faccia di Zayn.
“Forse è meglio se chiedo di farti sostituire mercoledì eh?” rise leggermente al mio orecchio.
Mi sforzai si sorridergli “Mi faresti un grande, grandissimo favore.”
Sentimmo di nuovo il campanello tintinnare , così ci staccammo da quell’abbraccio.
“Vai a sistemarti, sto io qui” Chris mi diede un bacio sulla guancia.
“Grazie” risposi  andando verso il bagno del personale.
Entrai velocemente e mi chiusi a chiave, giusto per stare cinque minuti tranquilla.
Mi guardai allo specchio rovinato del piccolo bagno: avevo la faccia rossa e gli occhi gonfi. Sembrava che mi fossi appena cannata.
“La smetti di stare male per loro? Non capisci che non sei più niente per loro? E loro non devono essere più niente per te” sussurrai alla mia immagine riflessa.
“Cosa sei diventata? Svegliati ragazza” dissi.
*
Non riuscivo a prendere sonno. La giornata al lavoro non era stata delle più pesanti, ma dopo quello sfogo con Chris il mio umore era colato totalmente a picco. Sbuffai rigirandomi nel letto. Il fatto era che la mia testardaggine irrompeva sul resto. Convincevo la mia testa che quei cinque non mi mancavano. Ma per l’ennesima volta mi sbagliavo.
“Zayn levati, voglio abbracciare la mia Hel” disse prima di buttarmi le braccia al collo e stritolarmi.
“Louis” risi.
“Non pensare di esserti liberata di me, ti seguirò ovunque andrai, e tornerò a romperti le palle”
“Non vedo l’ora” sorrisi.

E si, mi mancava Louis William Tomlinson.
Si fece avanti anche Liam, che mi abbracciò.
“Le hai portate le pinne?” scherzai.
“Quelle le lascio a te, così ti ricordi di me”

E mi mancava Liam James Payne.
“Ciao cuginetta, ti voglio bene” Niall mi baciò la guancia “Mi mancherai”
“Anche tu Nialler”

E mi mancava Niall James Horan.
“Voglio solo dirti che.. per tutto il tempo che starò la dentro io ti penserò sempre, e mi mancherai da morire. Hel, io ti amo, davvero. So di essere troppo geloso, a volte acido, ma tu sei una cosa mia, e vederti con altri mi spezza il cuore perché vedere il tuo sorriso , quel sorriso per cui muoio ogni volta , rivolto a qualcuno che non sono io, mi fa pensare di non essere abbastanza per te.”
E mi mancava Zayn Jawaad Malik.
“Vedila come una vacanza con i tuoi migliori amici” dissi.
“Si, ci saranno i miei migliori amici ma..” prese una pausa “Non ci sarai tu” pianse ancora.
“Non pensare che a me non mancherai”
“Promettilo”
“Promesso” ammisi stringendo la sua mano.
“Harry, muoviti!” urlò Niall da fuori.
“Vai, canta, ma dedicamela una canzone” scherzai.
“No, non ti dedicherò una canzone. Ti dedicherò tutto quello che farò la dentro. Tutte le canzoni”
Harry rise vedendo la mia faccia sconvolta.
“Ma io scherzavo” ammisi.
“Io no, perché..” venne interrotto da un altro urlo di Niall “Perché io ti amo Hel, non te l’ho mai detto prima, ma è così”

E mi mancava Harry Edward Styles.
Sentii le coperte spostarsi e la parte destra del letto abbassarsi leggermente sotto il peso di qualcosa.
I capelli di Hannah mi solleticarono il volto.
“Stai piangendo per i ragazzi?” chiese lei appoggiando la testa alla mia spalla.
“N-no” decretai più che convinta.
“Se, ti conosco eh” sorrise.
“Che bello” disse dopo qualche minuto di silenzio.
“Cosa?” domandai guardandola nella penombra.
“Il fatto che finalmente hai tirato fuori queste emozioni. Le hai tenute dentro per troppo tempo, e farle uscire secondo me ti ha solo fatto bene”
“Tu dici?”
“Assolutamente. Adesso ti senti uno schifo ma domani starai meglio. Fidati di me”
“Forse hai ragione, ma spero che sia il primo e l’ultimo sfogo. Mi sento davvero una merda” sbottai affondando la faccia nel cuscino.
“Ti ricordi quando in spiaggia tu ci mostrasti i tuoi lividi? Io per poco non svenivo” rise lei.
“Me lo ricordo come se fosse ieri Han”
“Ora li vedi quei lividi?” chiese.
“Non ci sono più”
“Sai cosa? Secondo me è grazie ai ragazzi. Ok, ora tu li odi – e tecnicamente dovrei farlo pure io – ma ricordati tutto quello che hanno fatto per te; per noi. Ti hanno fatta ridere, ti hanno trasformata in cosa sei ora.”
“Che trasformazione di merda” commentai.
“Smettila” rise ancora.
“E’ vero, hanno fatto in modo che i miei lividi scomparissero dal mio corpo, ma andandosene è come se li avessero riaperti”
“Andiamo, piantala con queste frasi poetiche da Sleepover Club, non ti si addicono” mi canzonò lei sfilandomi il cuscino da sotto la testa per poi tirarmelo addosso.
“Ehi, non ero io che mi mangiavo una vaschetta da due chili di gelato ogni giorno dopo la partenza dei ragazzi”
“Capiscimi, ero depressa”
“Lo ero anche io”
“Si ma tu sei più forte di me. Non so come tu sia riuscita a non esplodere, ti ammiro per questo. Sei davvero una ragazza forte.”
“Poi dici a me che faccio la frasi da pigiama party, ma ti senti?” risi di gusto.
“Smettila di rovinare i miei momenti dolci” protestò lei cercando di tirarmi uno scappellotto.
“Chiedo umilmente perdono” alzai le mani al cielo.
“Dovrai farmi da schiava per un mese per ripagare questo affronto” scherzò lei.
“Ma finiscila”
“Posso chiederti una cosa?” interruppe le nostre risate fragorose.
“Spara” dissi tornando seria.
“Mi prometti che rivedrò ancora una volta Louis? Lo amo troppo” sospirò.
“Han, quante volte devo dirtelo? No. Devi dimenticarlo”
“Hel, smettiamola di sfuggire a noi stesse. Ci mancano”
“Ok, d’accordo. Mi mancano va bene? Lo sto ammettendo davanti ad una persona che non è me stessa, ma non ho intenzione di rivederli. Troppo male.”
“Forse hai ragione”
“Penso che questa sia una delle poche volte che ne ho. Di ragione intendo”
“Dimenticare?” chiese lei.
“Dimenticare” ripetei io.

Angolo della scrittrice.
Buonasera. Sono le 22.36 e tutto va bene. Credo.
Non mi dilungo perché non ho niente da dire di emozionante. Lol
Spero che vi piaccia c:
Lasciatemi i vostri pareri! C:
Un bacio a tutti <3
@brunostalent (ho cambiato nick di twittah)

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Capitolo 4
*** She's broken. ***


Mercoledì pomeriggio.
Quel fottuto, fottutissimo mercoledì pomeriggio. Con  un gesto brusco spostai il piatto da davanti a me, o avrei vomitato. Mi era passata la fame, ecco tutto.
Il volto di Hannah si alzò da concentrato sulla sua pasta al sugo e mi fissò interrogativo.
“Perché non mangi?” chiese asciugandosi la bocca con un tovagliolo di carta “E’ da Lunedì che sembri morta”.
Dirglielo o non dirglielo, questo è il dilemma. Mi portai due mani davanti alla faccia e lasciai uscire un sospiro secco dalla mia bocca.  Lei si alzò dal suo posto per venire accanto a me e – se possibile – guardarmi ancora più interrogativa di prima.
“Ouu” mi scosse le spalle facendomi sobbalzare “Si può sapere che cazzo hai?”
“Non ho dormito” risposi. In fondo era vero, non ero riuscita a chiudere occhio perché l’ansia mi assaliva, il fatto che li avrei rivisti mi dava il tormento disturbandomi in ogni secondo, quasi soffocandomi.
“Quando tu non dormi rispondi di merda a tutti, per tutta la mattina non lo hai fatto” puntualizzò legandosi i lunghi capelli biondi in una coda “Allora?”
“Vuoi lasciarmi in pace? Non ti sopporto” sbuffai alzandomi da tavola.
“Tu” disse lei mettendosi con le braccia al petto davanti alla porta “Non esci di qua fino a che non mi dici cosa diamine ti succede” concluse seria.
Per la prima volta ebbi un po’ di timore nel vedere la mia amica così, di solito era una che ti lasciava per i fatti tuoi, ma evidentemente ero messa in uno stato orribile.
“Oggi al negozio c’è una di quelle cagate dei One Direction” ammisi alzando le mani in segno di resa.
“E be? Ti dovrai sopportare un esercito di ragazzine, cosa c’è di così male?” domandò curiosa.
“Il fatto che ci sono pure i One Direction” ribadii gettando la testa all’indietro.
“Cosa?” spalancò gli occhi mettendo in evidenza il loro splendido colore azzurro.
“Hai bisogno che ripeta o è retorico?”
“Perché non me lo hai detto?” urlò ignorando il mio commento sarcastico e facendo grandi passi verso di me, fino a che si ritrovò a due centimetri dalla mia faccia.
“In realtà speravo che mi togliessero da questo incarico, ma la ragazza che mi poteva sostituire ha avuto la bella idea di partire per l’Italia con la sua allegra famigliola. Quindi l’ho saputo ieri sera, e tu dormivi” spiegai.
“Non ci credo. E’ da Lunedì che hai sta faccia, impossibile. Tu non me lo hai detto per paura che volessi venire e..”
“Han, sai che non è vero. Non voglio tenermeli per me, voglio solo evitare di farti soffrire ancora. E poi, se li vedi anche te, non posso mangiarmi tutta la vaschetta di gelato mentre mi deprimo sul divano, ok?” tentai di scherzare ma la sua espressione si fece ancora più arrabbiata.
“No no e no” incominciò a sbattere i piedi per terra sembrando una bambina “Non ti è venuto in mente che avresti potuto avere bisogno di supporto? Io ci sarei stata ad aiutarti, ok?”
Sorrisi. Mi slanciai verso di lei per abbracciarla e lei mi strinse ancora più forte.
“Facciamo così, passo verso le 5.30 al negozio, così vedo come sei messa, d’accordo?”
“D’accordo” ripetei per poi uscire velocemente di casa, in ritardo. Classico.
Corsi per tutta la via, rischiando più volte di inciampare sui miei stessi piedi. 50 metri all’autobus. 30 metri. 10 metri. Vidi il mio 36 chiudere le porte e partire.
“No cazzo” imprecai correndo all’inseguimento di quel catorcio rosso. “Fermo” urlai maledicendo le mie vans che , pur essendo le scarpe più fighe del mondo, facevano un male assurdo ai piedi.
“Fermati” urlai più forte fino a che non vidi l’autobus fermarsi. Mi affrettai a raggiungere il mio amato – per modo di dire – mezzo di trasporto e salii sopra, facendo cadere tutte le attenzioni su di me. C’era un gruppo di ragazzi che rideva, probabilmente per aver assistito al mio fantastico inseguimento. Invece una vecchia signora mi guardava disgustata, così istintivamente abbassai lo sguardo e notai che i miei pantaloncini si erano alzati un po’ troppo così, con un gesto veloce e goffo li riabbassai. Sorrisi timidamente alla signora e cercai un posto a sedere. Dopo averlo trovato ed essermi buttata sopra prima che un truzzo potesse prenderselo, mi rilassai fino alla mia fermata.
Scesi e mi incamminai a passo piuttosto svelto verso il negozio di musica. Non solo ero in ritardo, ma sembrava pure che un babbuino piuttosto affamato mi avesse attaccato per avere delle banane. Ok, la tensione mi faceva fare degli strani ragionamenti, tipo questo.
Arrivai in negozio ben un quarto d’ora dopo l’orario prestabilito, e questo non fece che peggiorare il mio stato d’umore. Mi scrocchiai le dita e appoggiai una mano sulla maniglia rossa.
Guardai il cartellino indicante il verso in cui bisognava aprire la porta. Tirare o spingere? Tirare.
Ma seriamente? Conoscevo quel negozio come le mie tasche  e mi ero dimenticata se bisognasse tirare o spingere quella dannata porta? Ero fuori, completamente andata.
Tirai la porta verso di me e feci suonare il campanellino, trovandomi un numero svariato di paia di occhi che mi fissavano. La mia gola si seccò alla vista di quei cinque ragazzi seduti al tavolo, che mi guardavano curiosi e sbalorditi.
“Hel” urlò Zayn.
“Hel” continuò Harry.
“Hel” Niall.
“Hel” Louis.
“Oddio Hel” concluse Liam.
“Merda” borbottai io.
Salutai a bassa voce e percorsi il tratto tra la porta e il bancone, sentendomi troppo osservata.
“Oh Hel! Finalmente sei arrivata! Cosa ti è successo cara?” l’anziana proprietaria del negozio mi venne incontro con un largo sorriso.
“Uhm.. Ho perso il pullman” biascicai in cerca di Chris.
“Oh be  io vorrei presentarti..” iniziò a dire ma qualcuno – che dopo riconobbi come Chris – mi tirò per un braccio.
“Emma, glieli presenti dopo, ora dobbiamo finire di catalogare dei CD” disse Chris portandomi via da quella stanza.
“Grazie” riuscii solo a dire quando mi trovai all’interno dello sgabuzzino per gli addetti.
“Figurati. Piuttosto, hai visto le loro facce quando sei entrata?”
“Velocemente, perché non sono riuscita a sostenere il loro sguardo” risposi ancora incredula.
“Bhe, secondo me se ne sono accorti. Ho visto le iridi di tutti e cinque espandersi, quasi scoppiare” rise lui osservandomi mentre mi sistemavo allo specchio.
“Buon per loro.” Scrollai le spalle sfilandomi la mia maglietta per infilare la canottiera del negozio, non curante della presenza di Chris.
“E poi, hai visto Zayn?” continuò saltelllando.
“Ti ho detto di no” replicai dura. Vidi il sorriso sparire dalla sua faccia, e gli occhi spegnersi.“Scusa” sussurrai qualche istante dopo. “Dimmi” sorrisi.
“Non ti ha staccato gli occhi di doss..”
“Ti prego smettila” lo interruppi “Non ne voglio parlare. Già devo vederli, basta”
“Va bene, allora muoviamoci” mi sorrise aprendo la porta e ritornando nella stanza di prima.
“Oh siete tornati” esclamò Emma, ovviamente sorridente “Cosa dovete fare ora?”
Quella donna mi metteva sempre di buon’umore. Aveva un sorriso che sprizzava felicità dappertutto, facendoti dimenticare per qualche istante le cose brutte della giornata. Lei aveva 78 anni, ma sembrava ne avesse 50. Era una bella donna ed era felicemente sposata con Will, un signore panzone ma tanto tanto simpatico che ogni tanto veniva  a farci visita in negozio portandoci dei muffin di starbucks che noi accettavamo più che volentieri.
Forse era per quello che Emma era così felice, perché era amata, e amava. Aveva qualcuno che si preoccupava per lei, che la rassicurava, che l’aiutava, che la faceva sentire importante.
Sorrisi a quel pensiero e notai che tutti i presenti mi guardavano divertiti, ancora. Capii subito che ero di nuovo tra i miei pensieri, così diventai paonazza.
“Cosa?” chiesi mordendomi il labbro.
“Dicevo, dovreste sistemare i tavoli per l’evento, o le ragazze li travolgeranno, dico bene?” rise Emma rivolta ai cinque ragazzi, che sorrisero mostrando il loro assenso.
“Oh certo, ce ne occupiamo subito, non vi preoccupate” mi salvò ancora Chris facendomi segno di seguirlo.
“Ah ragazzi” ci richiamò Emma “Io vado da Will. Tra mezz’ora dovrebbero arrivare i loro menagers e tra un’ora le fan. Ci vediamo più tardi, sapete, tutte le urla mi rimbambiscono ancora di più” sorrise.
“Non ti preoccupare “ sorrisi io “mangia due muffins anche per noi” alzai il pollice in sua direzione.
“Oh, no, quelli sono vostri. Ve li porto dopo” ci mandò un bacio e uscì dal negozio, facendo piombare il silenzio.
“Uhm” tossì Chris “I tavoli sono di qua Hellen, andiamo”
Lo seguii fino a trovarmi nello scantinato.
“Perché mi hai chiamata per nome intero?” chiesi prendendo i pezzi di un tavolo di quelli bianchi di plastica.
“Volevo essere sicuro che sapessero che sei tu” ammise prendendo la parte centrale del tavolo.
“Sei stupido? Mi vuoi aiutare o no?”
Lui annuii dispiaciuto.
“Bhe, così non lo fai di sicuro. Piuttosto tu intrattienili, io faccio con i tavoli” sbuffai.
“Nah, sono cinque ragazzi, vedrai che qualcosa da fare lo troveranno.” Mi assicurò lui.
“Come vuoi” sospirai tornando in stanza.
Arrivata lanciai una veloce occhiata ai ragazzi, giusto per essere sicura che non fossero stati attaccati da una Directioner selvaggia – non che me ne importasse più di tanto – e notai con mio dispiacere che mi stavano guardando.
Feci finta di niente e iniziai a montare i pezzi, sudando all’idea di quelle cinque paia di occhi puntate su di me. Subito dopo arrivò Chris e mi aiutò a finire il lavoro.
“Ragazzi, avete bisogno di qualcosa?” chiese Chris premuroso.
“Oh no, grazie mille” rispose Liam sorridente.
“Anzi, non è che potremmo avere della musica?” domandò Louis “Non so.. “
“Chris Brown” esordì Zayn.
“Vado a prendere la radio, un attimo” sorrise Chris allontanandosi.
Maledetto lui anzi, maledettissimo. Lo stava facendo apposta, questo è poco ma sicuro. L’avrei strangolato con le mie stesse mani se avessi potuto, ma una persona che mi aiutasse a montare i tavoli e che non mi lasciasse sola con quei cinque mi serviva. Un secondo..: io ero sola con quei cinque.
“Hel”. La voce roca e calda di Harry mi giunse all’orecchio.
Feci finta di non sentirlo e continuai ad assemblare pezzi su pezzi. Ma quanto cazzo ci metteva quell’idiota a trovare una radio?
“Hel” mi richiamò più forte, facendomi girare. Lo guardai storto cercando di fargli capire la mia minima – anche esistente – intenzione a parargli.
Lui fece per incominciare una frase, ma un Chris trionfante con una radio in mano fece il suo ingresso , facendomi tirare un sospiro di sollievo.
“Grazie” sussurrai confortata da quella presenza.
“Che musica preferite?” chiese lui attaccando la radio alla spina.
“Scusa amico, non è che potresti lasciarci un attimo soli?” domandò gentile Niall.
“Oh certo, Hel andiamo” mi si avvicinò per aiutarmi ad alzarmi ma un “No” del biondo riempì la stanza.
“Vorremmo parlare con lei” ammise.
“Oh” mi guardò in cerca di qualsiasi emozione che potesse trasparire dal  mio volto o dal mio corpo, ma nemmeno io sapevo cosa fare o dire. Lo guardai di rimando, mimandogli un “non andare” con la bocca.
“Be insomma, io so tutto. Quindi posso restare. E poi insomma, devo sistemare dei CD e..”
“Ah ok non importa, sta pure” si affrettò a dire Zayn.
Io sembravo un’ameba. Ero incapace di qualsiasi movimento che comportasse l’uso delle gambe o dei muscoli facciali, riuscivo solo a muovere le braccia come una marionetta per incastrare i pezzi del secondo tavolo.
Sentii uno spintone da parte di Chris e mi schiarii la voce.
“Non credo ci sia tempo per parlare” dissi “Tra meno di un’ora arriveranno le vostre fans, e tra qualche minuto i vostri managers.. quindi” tentai.
“No, ci mettiamo poco” continuò Harry.
“No” sbottai “Non credo ci voglia poco per tutto questo” serrai le labbra per trattenere le lacrime “Mi spiace” inspirai correndo verso il bagno e chiudendomici dentro.
Stupida, stupida e ancora stupida.
Anzi, loro cinque erano i più stupidi della situazione: non si erano fatti vivi per un anno e mezzo e pensavano di poter risolvere tutto con due parole? Ma per piacere.
Non è detto che vogliano risolvere.
Ora avevo anche un subconscio? Fantastico. Però aveva ragione, magari volevano chiedermi dove fosse il bagno o se Chris fosse gay, perciò volevano farlo in segreto.
Mi picchiai la fronte con la mano e uscii velocemente dal bagno. Quando tornai vidi che i menagers erano appena arrivati, così li salutai formalmente ed aiutai Chris a sistemare le ultime cose, evitando le occhiate delle cinque stelle della musica. Si fa per dire.
*
Due ore e mezzo.
Non ce la facevo davvero più, troppo casino. Troppe ragazze. Troppe urla. Troppo tutto. Tra l’altro Hannah non era ancora arrivata, e questo mi faceva innervosire ancora di più. Sbuffai passando un libro ad Harry, che lo firmava e sorrideva come se avesse una paralisi facciale. Già, perché non bastava stare li con loro, ma dovevo pure passargli i libri in modo tale che la fila scorresse senza interruzioni. Fantastico.
Vidi una ragazzina avvicinarsi al tavolo, e quando vide Harry si mise ad urlare.
“Harry Harry, sei il mio idolo, io ti amo”  piagnucolò lei.
“Ti amo anche io” rispose lui firmandole il libro.
“Mi vuoi sposare?” chiese con gli occhi rossi.
“Il mio cuore appartiene ad un’altra ragazza” la informò lui “Ma ti posso sposare lo stesso”
“Grazie, ti amo” strillò prima di passare a Zayn.
Il mio cuore appartiene ad un'altra ragazza. Wow, che frase da vomito. Troppo poetica e melensa, bleah.
Presi il libro di un ennesima ragazza e lo passai ad Harry. Per un nanosecondo le nostre mani si sfiorarono, facendomi rabbrividire. Spostai velocemente la mano, ma lui me la riprese, incastrandola nella sua.
“Hel” sussurrò.
Scossi la testa e mi liberai da quella presa, portando le braccia al petto.
“Ascoltami.. Anzi, ascoltaci” provò a dire.
“Stai bloccando la fila” risposi solo “Muoviti”
Lui sbuffò e continuò a firmare autografi e a mandare baci volanti alle sue fantastiche fans. Si, perché quelle ragazze  - per quanto arrapate e urlanti fossero – erano fantastiche. Voglio dire, chi starebbe ore e ore sotto il sole cocente per vedere il sorrido dei tuoi idoli da vicino? Chi sopporterebbe i loro fidanzamenti, le loro storielle da una notte, o altre robe? Le ammiravo davvero tanto. Bastava vedere il luccichio nei loro occhi quando si avvicinavano al tavolo, sembrava che da un momento all’altro avrei dovuto rianimarle: sorridevano, ripetevano ai ragazzi quanto li amano.
Complimenti, sul serio.
Sorrisi vedendo un padre – che probabilmente accompagnava la figlia – in mezzo alla folla.
E aveva la mia stessa euforia, ironia permettendo.
Se ne stava li, con l’i-pad in mano, molto concentrato. Di tanto in tanto alzava la testa, sorrideva alla figlia e procedeva seguendo la fila.
Poverino, era messo peggio di me. Rimasi ad osservarlo, perché era particolare , e anche divertente.
“Non pensavo ti piacessero gli ultra cinquantenni” Chris spuntò da dietro facendomi sobbalzare.
“Dio che spavento Chris” risi “Guarda quel signore, chissà come si sta annoiando”
“Ma no dai, l’atmosfera non è brutta” ammise il mio amico.
Girandomi per passare un CD a Harry notai che stava ascoltando la nostra conversazione, così lo ignorai.
“Hannah arriva?” chiesi.
“Uhm mi pare di averla vista fuori. La faccio passare?”
“Sisi, ti prego” unii le mani a preghiera.
“Corro”
Poco dopo riconobbi una chioma bionda tra la folla e mi sbracciai per farmi vedere.
“Han” urlai attirando la sua attenzione.
Correggo: attirando non solo la sua attenzione, ma anche quella di un certo moro più in la, che si girò verso la ragazza piuttosto sbalordito. E si, era proprio Louis.
Sorrisi soddisfatta e corsi ad abbracciarla.
“Fa finta che non ci sia, ok?” dissi prima che lei potesse fare qualcosa.
“Lo sto già facendo, non preoccuparti” sorrise.
“Senti tra mezz’ora abbiamo finito, tu aspetti li seduta?” chiesi indicando il retro del negozio.
“Agli ordini capo” mi diede un bacio sulla guancia e si allontanò.
*
“Finalmente” sbuffò Zayn abbandonando la testa sul tavolo.
“Penso dovremmo prenderci una settimana di vacanza, troppo lavoro” aggiunse Harry appoggiandosi allo schienale della sedia.
“Ma per favore” sussurrai piegandomi per raccogliere una delle tante bottigliette che avevano finito e lanciato per il negozio, non curanti del fatto che qualcuno – si dia il caso che fossi io – doveva pulire.
Tutti si girarono verso di me, compresa Hannah che da tempo si stava scambiando occhiatine con Louis.
“Uhm.. noi avremmo bisogno di parla..” iniziò Niall.
“Il mio turno è finito, e tu devi venire con me” mi affrettai a precisare tirando Hannah per un braccio ed uscendo velocemente dal negozio.
*
“Insomma, era perfetto” piagnucolò Hannah.
“Smettila!” sbottai cambiando canale TV “Visto? Non dovevi venire” gesticolai con le mani.
“Ma si invece. E perché non ci siamo fermate a parlare eh? Cazzo Hel” urlò arrabbiata.
“Se non fosse per me non li avresti nemmeno visti” precisai.
“Si ma dai, metti da parte l’orgoglio”
“Tu sei coerente quanto una lampada, cristo! Prima dici di dimenticarli, due giorni dopo sei li che vuoi parlarci e risolvere tutto”
“Ci tengo a loro. Lo sai”
“Si ma loro non tengono più a noi, lo capisci questo?” dissi con la voce rotta dalle lacrime,
“Non dire così”
“Lo dico perché è vero”
“Smettila di dire cose che loro non pensano”
“Loro non pensano a noi, va bene?”
“Come ti pare” sbottò lei alzandosi dal divano per andarsi a mettere sulla poltrona.
“Hannah ascoltami un attimo, per piacere” dissi raggiungendola e sedendomi sul bracciolo.
“Cosa?” chiese.
“Dobbiamo smetterla. Piantiamola di litigare per loro, va bene? Ci stanno solo danneggiando. Io ti voglio bene, sei come una sorella per me, non voglio discutere con te tutti i giorni”
Lei ascoltava in silenzio, mentre fissava un punto vuoto.
“Facciamo così: da oggi se tu vuoi avere a che fare con loro, bene, fai pure. Io invece preferisco di no” sorrisi sperando di convincerla.
“Quindi se volessi provare a parlarci non ti offenderesti?” domandò speranzosa.
“No, basta che non mi racconti i dettagli”
“Sicura ?” sorrise.
“Andiamo, accetta prima che cambi idea”
“Ci sto” mi prese la mano e me la strinse. “Ma posso farti una domanda?” chiese ancora.
“Si, ma prima che arrivi Jess, non voglio che lei sappia”
“Ok va bene. Volevo chiederti.. Perché non sei disposta a dargli una seconda possibilità?”
“Punto primo: non è detto che loro vogliano ancora parlarci. Punto secondo: le persone non se ne vanno così, non ti lasciano dei bei ricordi e poi spariscono. Non ti fanno delle promesse che poi non mantengono. Il fatto è che non riesco più a vederli come amici. Riesco solo a immaginarli come quei cinque ragazzi in spiaggia che cantano una canzone per una ragazza insicura, fine. Non come i cinque deficenti che ci portano alle Hawaii per una vacanza.”
Il bussare alla porta ci fece smettere di parlare di quell’argomento.
“Vado io” dissi allontanandomi .
Aprii la porta e mi trovai una Jess parecchio annoiata, come sempre d’altronde.
“Ciao Hel” mi passò di fianco e andò a spaparanzarsi sul divano.
“Ciao Jess” risposi chiudendo la porta.
“Senti, domani una di voi due mi deve portare da una mia amica” ci informò sottolineando il fatto che fosse un obbligo e non una richiesta.
“Dove, quando?” chiesi.
“L’indirizzo non lo so, ma lo trovo. E comunque è alle 3. 30”
“Ok, a che ora dobbiamo venirti a prendere?”
“Il giorno dopo. Mamma mi ha permesso di dormire da lei” sorrise cercando di strappare il telecomando ah Hannah, che stava vedendo una partita di pallavolo.
“Lasciamelo” si lamentò la bionda sbilanciandosi all’indietro.
“Dai Hannaaaaah, devo vedere una cosa” sbuffò la ragazza riuscendo ad ottenere quello che voleva. Infatti Hannah lanciò il telecomando sul cuscino vicino a lei.
“Devi sempre averla vinta te eh?” sbottò.
“Finitela entrambe. Comunque, come si chiama questa tua amica da cui devi andare?” domandai sedendomi sulla poltrona vuota.
“Si chiama Safaa” rispose cambiando canale.
“Oh, che bel nome” ammisi.
“Ommioddio! Ommioddio! Ci sono i ragazzi alla TV” urlò Jess indicando lo schermo in cui cinque ragazzi – quei cinque  ragazzi – cantavano e ballavano sopra un pullman rosso, tipico di Londra. “Alza il volumeee “ urlò.
“Ce lo hai tu il telecomando” le fece notare Hannah facendomi ridere.
Jess non ci prestava nemmeno più attenzione: era concentrata a fissare la TV, come ipnotizzata- se non peggio.
“Oddio guarda Zayn. E’ perfetto” strillò iniziando a saltellare da un divano all’altro.
“Puoi abbassare il volume di voce? Vorrei avere i timpani ancora intatti” ironizzai.
“Voi mi dovete portare al loro concerto, ok?” ci ordinò con fare autoritario.
“E chi te lo dice? Safaa?” scherzai osservando la bionda che assisteva divertita alla scena.
“Simpatica. Dobbiamo andarci, tra sei giorni escono i biglietti e mamma non mi può accompagnare” si lamentò.
“E quando mai puo’?” chiesi.
“Ti accompagno io, ma ora finiscila e cambia canale, visto che la tua canzoncina non c’è più” si intromise Hannah.
“Oh grazie Hanninaaa” Jess corse ad abbracciarla.
“Si ma adesso dammi il telecomando. E non chiamarmi più Hannina, per favore”
“Come, Hannina non ti piace?” chiesi per darle fastidio.
“Helenuccia, sta zitta” continuò lei.
“Sarà meglio che tu vada a dormire Jess, o domani dalla tua amica non ti ci porto”
“Non rompere Hel, devo andarci”
“E’ una questione di vita o di morte? Non ho voglia di prendere la macchina” ammisi.
“E’ più importante di quanto sembri” sorrise beffarda per poi correre in camera.

Angolo della scrittrice.
Buona sera.
Avete visto che capitolo lungo che ho scritto? Siate orgogliose di me. HAHAHAHA
Ho visto che la ff non ha molte recensioni, e volevo solo sapere se non vi piace più o qualcos’altro.. Ditemi pure e vi starò ad ascoltare c:
Vado a scrivere il continuo dell’altra ff!
Un bacio.
@brunostalent

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Capitolo 5
*** This is not you. ***


“Hai dimenticato lo spazzolino” urlai a Jess che stava finendo di sistemare le cose dentro la sua borsa.
“Me lo porti giù?” urlò lei di rimando.
“D’accordo” risposi prendendo quest’ultimo, infilando le scarpe e scendendo alla velocità della luce giù dalle scale.
“Ci sono anche io, prendo le chiavi della macchina e sono da voi” ci informò Hannah sparendo nello sgabuzzino.
“Bene, andiamo” dissi porgendo lo spazzolino a Jess e aspettando pazientemente la bionda che si stava passando per la terza volta il lucidalabbra sulla bocca.
Perché si stavano mettendo così in tiro? Voglio dire, io sembravo una barbona del Bronx e loro parevano ad una sfilata di moda , solo che – grazie al cielo – avevano evitato di mettersi vestiti e tacchi.
*
“Hai finito di guardarti nello specchietto?” chiesi ad Hannah.
Lei si girò scocciata verso di me, poi tornò a passarsi il mascara sulle ciglia. Era strana. Mi correggo: erano strane, tutte e due.
“Mi spiegate perché vi siete vestite carine?” domandai ancora ottenendo solo qualche sbuffo. “Allora?” continuai.
“Andando a casa di persone normalmente ci si deve vestire con un certo ritegno, non come se si stesse andando in una birreria di uomini barbuti e grassi” disse Jess facendo riferimento al mio aspetto un po’ troppo trascurato.
“Si dia il caso che io e la bionda dobbiamo solo accompagnarti” precisai osservando il GPS che segnava la mancanza di 3 km all’arrivo.
“Si dia il caso che spero avrete la decenza di accompagnarmi almeno fino alla porta d’ingresso, giusto per non farmi apparire come una povera orfana” mi imitò Jess.
“Potrebbero pensare che hai due madri lesbiche” rise Hannah.
“Che c’è? Non ti vado bene?” chiesi facendola ridere ancora.
“No no, sei perfetta” ammise lei arricciandosi una punta dei capelli perfettamente sistemati.
“La piantate di fare le idiote? E tu Hel, potresti andare un po’ più veloce? Non vorrei che arrivassimo per il novantesimo compleanno di Safaa” mi prese in giro.
“Come sei comica, davvero” sbuffai premendo il piede sull’acceleratore.
“Si, so di essere fantastica” ribadì lei con tono sarcastico “Ou ou” urlò lei dopo qualche secondo “Siamo arrivati, fermati” mi picchiettò sulla spalla. Inchiodai di colpo e il muso della mia macchina andò a finire contro il culo di quella parcheggiata davanti.
“Merda” sibilai spegnendo il motore e uscendo dalla macchina per controllare il danno.
Un grosso bollo spuntava sul retro di questa, facendomi imprecare in tutte le lingue del mondo.
“Scusa” bisbigliò Jess raggiungendomi preoccupata.
“Scusa un cazzo” sbraitai “Ora chi glieli paga i danni? Safaa?” sospirai mettendomi due mani sul volto.
“Ma non è così grande, si vede solo se ti avvicini” intervenne Hannah beccandosi una mia occhiataccia più che significativa.
“Va be, sentite, parcheggio e entriamo. Alla macchina ci pensiamo più tardi” dissi rientrando nel veicolo e aspettando che Jess prendesse la sua borsa, per poi parcheggiare cercando di non fare più casino. Ci voleva proprio questa eh.
“Andiamo” esclamai raggiungendole.
Jess suonò il campanello poi, aperto il piccolo cancello di ferro battuto, ci avviammo attraverso il grande giardino alberato.
“Hai capito questa tua amica” alzai lo sguardo meravigliata dalla perfetta manutenzione del parco che attorniava la grande casa bianca.
“Eh si, sa come vivere bene” rise Jess facendoci strada.
Ad accoglierci sulla porta c’era una ragazzina – probabilmente la famosa Safaa- dalla pelle mulatta  gli occhi scuri e dei lineamenti del viso perfetti. Insomma, oltre ad avere una reggia era pure una gnocca da paura.
Di fianco a lei spuntò una donna vestita in modo parecchio elegante, anche lei davvero bella. Mi sentii totalmente a disagio nel mio abbigliamento jeans e felpa sbiaditi. E le converse, che non mancavano mai.
“Jess” sorrise Safaa correndo in contro all’amica. “Ciao” ci salutò vedendoci.
“Ciao” io e Hannah ricambiammo il saluto.
Mi sembrava una ragazzina per bene, mi stava simpatica.
“Salve ragazze” la donna si avvicinò a noi porgendoci la mano “Io sono Trisha, piacere di conoscervi” sorrise cordialmente.
Mi soffermai ad osservare i suoi denti perché avevano qualcosa di familiare, anche se in quel momento non mi veniva in mente proprio niente.
“Buongiorno, sono Hel” risposi ricambiando la stretta di mano e sfoggiando uno dei miei migliori sorrisi.
Hannah fece lo stesso, complimentandosi per la casa.
Osservammo le due ragazzine correre via, probabilmente a spettegolare dei fatti loro.
“Posso offrirvi un the?” chiese gentilmente Trisha.
“Oh la ringrazio ma vede, sono in uno stato a dir poco pietoso” ammisi grattandomi la testa.
“Ma per carità!” rise lei “Non importa assolutamente. Non sono una che si ferma sull’aspetto fisico anche se voi due siete proprio due belle ragazze”
“Lei esagera” disse Hannah “grazie mille”
“Ma datemi del tu, per favore. Chiamatemi Trisha o mi farete sentire vecchia” scherzò ancora facendoci strada dentro il grande salone.
“Allora d’accordo Trisha” risposi io osservando ogni particolare.
Quella donna aveva davvero un buon gusto nell’arredare.
“Sedetevi pure, io vi preparo il the” disse allontanandosi in cucina.
“Grazie Trisha” rispose Hannah accomodandosi sul divano di pelle nera e giocherellando con un cuscino abbinato.
Io invece iniziai a gironzolare per i fatti miei in tutto il salotto, soffermandomi per ammirare qualche bel soprammobile.
*
“E quindi è stato mio figlio a comprarmi questa casa stupenda” sorrise Trisha sorseggiando del the caldo “Sono così fiera di lui”
“Ci credo” commentai toccando la mia tazza con le mani per vedere se la temperatura del liquido arancione era ancora troppo alta. “Ma per curiosità, che lavoro fa tuo figlio?” chiesi incuriosita.
Insomma, doveva essere un grande avvocato, o un attore. Magari era la mamma di Leonardo Di Caprio. Questo si che sarebbe stato interessante, avrei potuto rapirla e chiedere un riscatto a Leo che sarebbe consistito nello sposarmi su due piedi. Malvagità pura. Peccato che Trisha era completamente scura mentre il mio sposo chiaro chiaro.
“Oh mio figlio? Bhe lui è..”
“Mamma noi usciam..” disse una voce già sentita.
Alzai velocemente lo sguardo incontrando quello di Zayn e degli altri quattro allocchi. O cazzo. No. Questa la chiamavano sfiga , la maggiore delle sfighe che mi potessero mai capitare. Non ci potevo credere – o non volevo.
Istintivamente mi girai verso Hannah immaginandola in lacrime per il suo amore perduto, ma non era così. Lei stava seduta composta sul divano, sorridendo come se fosse la cosa più normale di questo fottuto mondo.
“Hel! Han!” esclamò Liam venendoci incontro.
“Uhm no” mi alzai frettolosamente dalla comoda poltrona e mi avviai verso l’uscita.
“Hel, dove vai?” chiese Trisha raggiungendomi “C’è qualcosa che non va?” continuò gentile.
“No è che.. Uhm” pensai ad una scusa abbastanza plausibile ma ovviamente il mio cervello era andato in pappa “Sono molto in ritardo e..” sospirai rassegnata.
“Vieni dentro, dai” mi invitò lei prendendomi per un braccio.
“Ah sei tornata” disse Hannah guardandomi storto.
So che in quel momento mi stava odiando perché avevo provato a scappare, ma avevamo fatto un patto abbastanza chiaro – di cui certamente lei se ne era dimenticata nel giro di qualche ora.
E quindi avrei dovuto parlare con loro, non avevo vie di scampo, se non il suicidio ma –per mia fortuna – non ero mai stata una persona tanto atroce.
“Mamma potresti lasciarci soli?” domandò Zayn sorridente.
“Ma aspetta..” sul viso della donna apparì un espressione più che dubbiosa “Sono loro le due ragazze di cui mi avete parlato a lungo?”
“Si Trisha” rispose Harry.
La mora annuii e poi si congedò con un gesto della mano, facendo piombare il silenzio nella stanza.
Io tossicchiai leggermente, mostrando il mio totale disagio in quella situazione.
I ragazzi si sedettero nell’ultimo divano rimasto – facendomi stupire di come fecero a starci.
“Allora, noi dovremo parlare” iniziò Niall calmo.
“Una volta per tutte” aggiunse Louis guardando Hannah con troppa euforia.
Eh eh, Tomlinson era ancora innamorato. Sorrisi a quel pensiero e iniziai ad immaginare Hannah come sarebbe stata felice se glielo avessi detto.
“Vero Hel?” Hannah – quando si dice : parli del diavolo e spuntano le corna – mi scosse leggermente.
Che palle, perché dovevano sempre interrompere o interferire con i miei fantastici film mentali?
“Cosa?” chiesi infastidita.
“Che noi li ascolteremo” ripetette la bionda.
“Uhm o.. Bho” conclusi rendendomi conto di quanto fossi sembrata stupida facendo quei versi idioti.
“Allora” Liam – il più bravo da sempre nei discorsi – si schiarì la voce “Iniziamo col chiedervi scusa, davvero”
“Ma dai” sussurrai non troppo piano, visto che mi ritrovai tutti gli occhi addosso.
Ops. Mi ricordai che anche quando andavo a scuola mi beccavano sempre a chiacchierare perché avevo una tonalità di voce troppo alta, e non ero nemmeno capace a suggerire a Sam.
“Comunque, voi non immaginate quanto ci dispiace, ok? Voglio dire, voi sicuramente avrete pensato che a noi non ce ne fregava più, che siamo diventati solamente cinque pop star che mandano in delirio un sacco di fan, ma..”
“Ma “ intervenne Louis “Voi ci siete mancate. Ogni santo giorno” scandì’ bene le ultime tre parole. “Lo sbaglio è stato nostro, è vero. Non ci siamo fatti sentire per tutto X-Factor e dopo, ma non era perché non ci interessasse più”
“Ma perché non avevamo tempo, sul serio. Avevamo – e abbiamo tutt’ora – prove tutto il giorno, CD da firmare, ancora prove, servizi fotografici. E tutto questo non ci lascia uno spazio libero. Noi avremmo voluto scrivervi, ma pensavamo che foste arrabbiate con noi” giustificò Horan.
“Bhe, eravamo arrabbiate proprio per il fatto che voi non vi siete mai fatti sentire, e quindi non scriverci non ha sicuramente migliorato le cose” li informò Hannah.
“Ok, hai ragione anzi, avete ragione. Ma davvero, forse è stata la fama, la novità, tutta questa vita nuova che ci ha fatto mettere da parte tutte queste cose essenziali per noi” aggiunse Harry.
Tutti gli altri annuirono, mentre io e Hannah non sapevamo più a che credere.
“Se davvero fossimo state essenziali per voi avreste trovato il tempo di scriverci” dissi io.
“Ma era impossibile. Sai che l’avremmo fatto” rispose Zayn.
“Ah si? Intanto il tempo di vedere i vostri amici maschi l’avete avuto. Il tempo di andare alle feste e di andare in giro in bicicletta per Londra l’avete avuto. E volete veramente dirmi che non avete mai avuto un momento libero per mandare anche solo un messaggio?” mi arrabbiai stringendo le mani in un pugno.
“Tu ci conosci, sai che non è così” sospirò Liam.
“No” decretai rialzandomi “Non vi conosco. Io vi conoscevo. Passato. Anzi, noi vi conoscevamo. Ora cosa siete eh? Siete : il tizio dal cuore grande” dissi indicando Liam “Il ragazzo misterioso” continuai spostando il dito su Zayn “Quello divertente e spontaneo” proseguii verso Louis “Il mangione” Niall “E il donnaiolo” conclusi guardando Harry “Voi non eravate così. Ok? Noi non vi conoscevamo con questi stupidi appellativi. Voi non vi siete fatti vivi per un anno e mezzo, capito? E sapete quanto è stata dura per me e Hannah superare tutto questo? Superare il fatto di non vedervi tutti i giorni, di non fare colazione insieme, di non giocare a qualche gioco stupido. Bhe, ve lo dico io, è stato impossibile. E lo è tutt’ora. E finalmente quando io ero riuscita quasi a non pensare al dolore che mi provocava il non avervi vicini, voi rispuntate dal nulla e fate gli amiconi. Vi sembra giusto? Io odio la vostra fama. Io rivoglio Liam, Louis, Niall, Zayn e Harry e non i One Direction. Non me ne faccio niente di cinque persone che non siete voi, punto” conclusi prendendo la mia borsa e camminando a passi veloci verso l’uscita.
Nessuno mi avrebbe trattenuta, nessuno. Anche perché l’avrei presa a schiaffi, anche se fosse stata Trisha.
“Ei Hel dove vai?” chiese Jess spuntando alla mia destra.
“A casa. Buona giornata” risposi asciugandomi le lacrime e correndo verso la macchina.
Entrai nel veicolo e misi in moto. Ero troppo nervosa per fare una manovra decente così – presa dalla rabbia – tamponai ancora una o due volte la macchina davanti e uscii da quel benedetto parcheggio.
“Hel, aspetta” urlò Hannah venendo incontro alla macchina e salendo all’interno.
“Che?” chiesi osservandola mentre si allacciava la cintura di sicurezza con fare goffo.
“Ok, io volevo parlarci ma quello che hai detto mi ha fatta pensare. E non voglio lasciarti sola in questo momento, ma non voglio che nemmeno tu lasci sola me. Quindi eccomi qua” sorrise alzando le mani.
Senza pensarci mi slanciai verso di lei e la stritolai in un abbraccio , poi insieme tornammo a casa.
 
Angolo della scrittrice.
Buonsalve every1.
Mi sento molto Zayn.
Anyway non mi dilungo e spero che il capitolo sia piaciuto! Ringrazio tutti i fantastici lettori, anche quelli silenziosi c:
Datemi un vostro parere! <3
Un bacio.
@brunostalent

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Capitolo 6
*** I want you to stay. ***


“Dai, oggi è l’ultima giornata di lavoro, non puoi mandarmi a prendere Jess, troppe cose insieme” si lamentò Hannah pettinandosi la folta chioma bionda.
“Appunto perché è l’ultima puoi andarci tu. Dai, non farmi alzare dal letto” sbuffai rigirandomi dalla parte opposta.
“Ma tu hai già finito di lavorare, io no. Andiamo Hel, alza il culo e valla a prendere.” Continuò senza il minimo accenno a fermarsi.
“Sembra che lo fai apposta” l’accusai scostando le coperte e facendo leva sulle mani per alzarmi pigramente da quel paradiso che era il mio letto “Secondo me tra qualche giorno mi troverò chiusa in uno sgabuzzino con tutti e cinque” risi.
“Dai, non lo faccio apposta” rise anche lei “E sta tranquilla, non li incontrerai” mi rassicurò passandosi il burro cacao al cioccolato sulle labbra rosee.
“E chi me lo assicura? La tua palla di vetro , mia piccola veggente?” la presi in giro iniziando a vestirmi consapevole che non l’avrei vinta con lei.
“Dovrebbero essere a casa di Niall in Irlanda, non preoccuparti” mi informò agguantando la borsa dall’armadio e iniziando ad infilarci dentro tutte le cose possibili, tra cui anche un righello. Quella ragazza era l’organizzazione in persona.
“Come fai a saperlo?” chiesi “Aspetta. Non dirmi che stai iniziando anche tu a seguire quelle pagine tipo : Le mie cinque carotine. Perché se è così, ti uccido” la minacciai.
“Ehi, la mia pagina non ha un nome così ridicolo” sbottò lei lanciandomi un cuscino che presi in piena faccia.
“Hai una pagina su di loro?!” urlai esasperata.
“Si” borbottò chiudendo la zip della sua borsa.
“Sei pazza” risi infilandomi le scarpe e seguendola velocemente lungo il corridoio.
“Non sono io che ha fatto cinque scatole tutte della stessa grandezza con dentro tutti le loro cose, mia cara Helena” mi apostrofò lei passandomi le chiavi della macchina.
“E’ stato tempo fa” mi giustificai chiudendo la porta di casa.
“Questo non c’entra” ribadì tirando fuori dalla tasca un biglietto del pullman.
“Spero tu venga licenziata” la punzecchiai scherzosamente avviandomi verso la macchina e aprendola con le chiavi.
“Spero che tu li incontri tutti e cinque, e che ti stuprino. Uno dopo l’altro” rispose imitando un personaggio di un film horror facendomi letteralmente scoppiare a ridere.
Entrai nel veicolo, misi in moto e mi avviai verso la casa di Safaa Malik e famiglia. Avrebbero dovuto darmi un premio per aver ricordato il nome, non è facile.
Mentre mi autoconvincevo di avere una mente pari a quella di Einstein mi accorsi che la macchina rallentava sempre di più, fino a fermarsi totalmente in mezzo ad una strada poco circolata.
“Ma cazzo” imprecai abbandonando la testa sul volante “Quell’idiota di Han ha dimenticato di fare benzina ieri sera. E ora come faccio?” chiesi a me stessa slacciandomi la cintura e fermandomi a pensare un modo possibile per far partire quel catorcio.
Qualcuno bussò al finestrino facendomi girare spaventata. Un ragazzo dai capelli neri come la pece e gli occhi azzurri mi sorrideva dall’altra parte del vetro.
Incuriosita dal ragazzo e dal motivo per cui mi stesse continuando a battere sul vetro come se non sentissi, aprii la portiera con troppa foga, dandogliela dritta in fronte.
“Oddio scusa” urlai uscendo e avvicinandomi cautamente al ragazzo che si era portato una mano alla fronte e piagnucolava qualcosa che , da quanto capii , erano bestemmie belle e buone.
“Ti ho fatto male?” chiesi vana appoggiandogli dolcemente una mano sulla spalla.
Lui si limitò a scuotere la testa, per poi puntarmi i suoi bellissimi occhi azzurri addosso. Poi mi porse la mano e mi rivolse un gran sorriso.
“Io sono Zac, e tu sei?” chiese.
“Io sono la ragazza che ti ha appena sfondato la testa” risi stringendogliela.
“Di quello me ne sono accorto” rise ancora “E comunque sono venuto perché ti sei bloccata in mezzo alla strada senza avvisare e pensavo ti fosse successo qualcosa”
“No, è solo questa stupida macchina e quella deficiente della mia migliore amica che ha scordato di fare il pieno” sospirai “Comunque sei stato davvero gentile.”
“Figurati. Se sei di fretta posso darti un passaggio, perché non credo che la tua macchina partirà ..”
“Non vorrei disturbarti, davvero” iniziai ma lui mi interruppe con un gesto della mano.
“Sta tranquilla, per me non c’è assolutamente problema. Ora vado a chiamare il carro attrezzi” sorrise e si allontanò da me.
Decisi di mandare un messaggio a Jess per avvertirla del ritardo, così presi il telefono e composi il messaggio.
JE HO AVUTO UN CONTRATTEMPO, ARRIVERO’ PIU’ TARDI. SCUSATI CON TRISHA.
Neanche un battito di ciglia che trovai il messaggio di  Jess sul display del telefono. Lo aprii.
OK. TANTO CI STIAMO DIVERTENDO ;)
Sarebbe stato anche un messaggio normale se non ci fosse stato quello smile alla fine a rendere il tutto più inquietante. Voglio dire, quella faccina – oltre ad irritarmi – mi aveva sempre messo un po’ di paura. Sembrava.. malvagia. Si, la malvagità in persona.
“Arriverà e si prenderà la macchina, tu lascia dentro un foglietto intestato a tuo nome” la voce di Zac mi fece dimenticare di quello a cui stavo pensando, e concentrare sui fatti concreti.
“Oh certo, grazie davvero” sorrisi prendendo carta e penna per compilare un foglietto e lasciarlo in bella mostra sul cruscotto.
*
“Non mi hai ancora detto il tuo nome” mi disse Zac concentrato nella guida.
“Hai ragione, mi chiamo Hel” risposi.
“Piacere Hel, allora, dove devo fermarmi?” domandò scrutandomi.
“Qui va benissimo, cercherò di fare in fretta” gli dissi uscendo dalla macchina.
“Ti aspetto” sorrise.
Mi avviai ancora una volta lungo il vialetto in mezzo al giardino verde e ben curato per poi arrivare davanti alla porta di casa Mal.. Malik.
Dio se faceva male dire quel nome. Era come se ci fossero attaccati tutti i ricordi, tutte le cose negative e positive legate a quel ragazzo dalla pelle ambrata e gli occhi nocciola. Era tutto troppo strano, tutto che sfuggiva al mio autocontrollo. Da una parte avrei voluto vederlo, baciarlo, accarezzarlo come facevo prima; mentre dall’altra avrei voluto volentieri prenderlo a botte per tutto quello che mi aveva fatto. Ma non solo lui, anche gli altri quattro. Ma l’orgoglio prevaleva sul mio carattere, quindi non li avrei perdonati facilmente. O non li avrei proprio perdonati. Ero fatta così, e nessuno poteva cambiarmi.
“Hel” qualcuno mi chiamò.
Mi girai di scatto e vidi Harry in pantaloncini da basket e canottiera che si avvicinava a me. Guardai alle sue spalle e vidi una marea di ragazzine con macchine foto e cartelloni colorati in mano, che urlavano il nome del ragazzo di fronte a me.
“Cosa c’è?” chiesi indifferente.
Osservai un paio di ragazze avvicinarsi, poi tutte le altre si accodarono riempiendo il viale in pietra. Vidi il volto di Harry allarmarsi visibilmente al solo pensiero di dover firmare CD e fare foto con quell’esercito di persone.
“Vieni con me” disse prendendomi per mano e correndo verso il retro del cortile sul retro, facendomi andare addosso ad una fan bionda, che mi tirò dietro più insulti che mai.
“Scusa” biascicai girando la testa verso la ragazza, che mi rispose con il brutto segnaccio.
Harry mi spinse dentro il ripostiglio degli attrezzi, poi bloccò la serratura e si appoggiò ansimante  alla porta di legno marrone chiaro.
“Che stai facendo? Fammi uscire” mi lamentai andandogli incontro.
“Vuoi farti assalire da loro?” chiese lui cercando di prendere fiato.
Mamma mia che ragazzo atletico, eh. Sbuffai passandomi due mani tra i capelli, poi iniziai a guardarmi intorno, nonostante non ci fosse niente di interessante in quella catapecchia.
“Hel..” sussurrò lui.
“Che cazzo vuoi?” risposi troppo bruscamente , stupendomi – appunto – della mia arroganza tirata fuori da non si sa dove.
“Perché l’altro giorno sei scappata? Non avevamo finito di parlarvi” iniziò.
“Dio Harry, ma ti senti?” chiesi “Non avevamo finito di parlavi” lo imitai “Adesso dovete pure decidere quando e dove me ne devo andare? Chi siete voi per dirmelo? Eh? Spiegamelo, perché io non capisco”
“Scusa, non volevo dire così.. E’ solo che noi ci teniamo, molto. E il vederti scappare così mi ha fatto male” ammise.
“Anche a me ha fatto male quando avete chiuso la porta di casa e non vi siete più fatti sentire. Anche a me ha fatto male quando ad X-Factor ti hanno chiesto se avessi qualcuno di importante a casa esclusi i tuoi genitori e tu hai risposto di no. Ma non per questo ti impongo di ritornare o di chiedermi scusa Harry, non lo farò. Questa è la tua vita da celebrità, non sei più un ragazzo normale; il ragazzo normale che adoravo. Io sto bene” ammisi.
“No Hel, tu non stai bene. Puoi fare vedere a tutto il mondo quanto sei dura, ma io ti conosco. Il ragazzo normale, Harry, ti ha conosciuta. E io sono ancora quel ragazzo, ho solo un po’ di trucco in faccia, tanti soldi e tante fan, ma questo  non vuol dire che io non sia più l’Harry Styles che Hel ha conosciuto.” Deglutii rumorosamente poi mi prese le mani “Mi vedi? Sono qui. Lo sono sempre stato e sempre lo sarò” continuò portando le mie mani alla sua faccia, che ritirai prontamente.
“E chi ti dice che io ti voglia ancora qui con me Harry? I tuoi soldi? I tuoi manager?” ironizzai.
“Me lo dice il tuo volto.”
“Oh, il mio volto è strano. Il mio volto ha imparato a far nascere un sorriso semplicemente per non farsi vedere triste, per non rispondere alla domanda: sei sicura di stare bene? Il mio volto è tutto tranne che vero, specialmente da quando te ne sei andato. Ve ne siete andati”
“Ok d’accordo. Hai ragione su tutto, davvero. Ma voglio mostrarti una cosa.” Disse tirando fuori il telefono dalla tasca dei jeans attillati.
“I tuoi followers su twitter?” sputai acida facendolo sbuffare.
“Questo” continuò porgendomi il cellulare.
Guardai lo schermo e inizialmente non capii cosa ci fosse da vedere. Poi però iniziai a leggere tutto quello che c’era scritto e nella mia mente si accese come una piccola lampadina.
“413 messaggi “ sospirò “413 messaggi che ti ho scritto. Uno al giorno. 413 messaggi mai inviati, ma scritti”
Spalancai gli occhi a quelle parole. E infatti sul grande display dell’i-phone c’erano tutti. Iniziai ad aprirne qualcuno, presa dall’immensa curiosità.
Ehi Hel! Come stai? Noi abbastanza bene, però i manager ci stanno massacrando con tutte queste interviste. Spero di poter tornare a casa presto per poterti abbracciare ancora un po’. Mi manchi tanto x
Le lacrime offuscarono la mia vista, e una di esse cadde sul telefono, lasciando una piccola gocciolina salata.
“Scusa” dissi pulendo con il bordo della felpa quest’ultima.
“Non piangere” sussurrò ancora.
“Perché non li hai inviati Harry?” chiesi guardandolo negli occhi e notando  che anche i suoi erano lucidi.
“Avevo paura. Paura di essere di troppo, di disturbarti, di darti fastidio. Così per un anno e un pezzo. Ma li ho conservati tutto, dal primo all’ultimo. Ogni tanto mi piace rileggerli e fantasticare. Mi piace pensare cosa sarebbe successo se te li avessi mandati. Avresti sorriso? Avresti pianto? O  semplicemente avresti chiuso il messaggio e messo il telefono in un angolo? Non lo potevo sapere. Si, avevamo un ottimo rapporto, ma avevo paura che mi avessi già rimpiazzato con qualcun altro.
Poi un giorno sono venuto a trovarti ma, giunto davanti a casa tua, ho visto te uscire con un ragazzo con la camicia a quadri, e allora me ne sono andata”
“Chris” sussurrai.
“Si, quello che poi ho visto al negozio quando abbiamo fatto la singing”
“E’ solo un amico” balbettai asciugando le ultime lacrime.
“E sai quanti complessi mentali mi sono fatto per questo amico?” sorrise “Dicevo: Hel mi odia, ha trovato qualcun altro a cui accarezzare i capelli. Pensa che un giorno, andai dal parrucchiere del gruppo e gli chiesi di farmi aumentare la voluminosità del miei ricci, convinto che se mi avessi visto avresti rivoluto solo i miei capelli” rise “Poi mi sono piaciuto e li ho lasciati”
Risi anche io davanti a tutta quella dolcezza.
“Perciò Hel, per quanto ricco e montato ti posso sembrare ora, sono io. Il ragazzo che ti ha aiutato a fare la torta, che ti ha tenuto i capelli quando vomitavi”
“Harry io..”
Il rumore delle chiavi nella serratura ci fece girare di scatto, trovandoci davanti uno Zayn parecchio sollevato.
“Ecco dov’eravate. Pensavo vi avessero uccisi le fan” rise.
Harry sorrise leggermente, mentre io mi limitai ad abbassare lo sguardo. “Scusate” borbottai e superai i due ragazzi, trovandomi di nuovo all’aperto. Trovai con gli occhi Jess, che era intenta a chiacchierare animatamente con Louis. Si vedeva dalla sua faccia che da li a poco sarebbe svenuta per la troppa emozione.
“Jess” la chiamai. “Ti aspetto in macchina” urlai prima di allontanarmi.
Feci per attraversare quella marea di fan, ma il telefono mi squillò in tasca, così lo afferrai e risposi.
“Pronto?”
“Hel, oddio Hel” urlò Chris.
“Chris, che succede?” chiesi leggermente stranita.
“Hannah.” Disse solamente.
“Hannah ha avuto un incidente”
Il mio cuore smise di battere, il sorriso che avevo leggendo il nome del mio amico sul display sparì, la mia voce si incupì, le mie gambe parevano gelatina.
“Cosa? Hannah? Un incidente?” chiesi a fatica.
Era come se una grattugia mi raschiasse la gola. Era impossibile parlare. Alle mie parole vidi Louis girarsi verso di me con gli occhi azzurrini spalancati. Subito mi raggiunsero Harry e Zayn.
Ma avevo urlato così forte?
“Muoviti Hel, ti prego.” Balbettò Chris prima di mettere giù la chiamata.
“Cosa è successo? “ domandò Liam sbucato alla mia destra.
“Hannah. I-incidente” risposi guardando il vuoto, incapace di decidere, di muovermi.

Angolo della scrittrice.
Buongiorno lettori, come state?
Io ho recuperato due materie skst.
Anyway posso stare poco che devo ancora studiare!
Ditemi che ne pensate c:
Un bacio
@brunostalent

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Capitolo 7
*** 212. ***


“Dov’è?” urlai spalancando le due porte del reparto rosso dell’ospedale. In quell’ospedale la  gravità del paziente era indicata con i colori: bianco significava niente di grave, verde che era tutto sotto controllo, giallo che era importante e rosso, le persone più gravi. E appena l’infermiera bionda mi disse che Hannah era nel reparto rosso, non persi tempo e iniziai a correre per tutti i corridoi dell’ospedale, con i ragazzi dietro, fino a trovare quel maledettissimo posto. Iniziai a guardarmi in giro per cercare la stanza 212, ma la moltitudine di medici che sfrecciavano con cartelle cliniche in mano mi facevano perdere la concentrazione.
Vidi tutto girare come se mi avessero messo in un frullatore, poi mi appoggiai al muro bianco e iniziai a piangere. Dov’era Hannah? E se l’infermiera avesse sbagliato reparto? O se non ci fosse più stato  niente da fare per la mia migliore amica? Subito avvertii la mano di Harry poggiarmi sulla spalla. Alzai lo sguardo per incontrare quello del riccio, quando una voce familiare mi fece girare di scatto verso il luogo da cui era venuta.
“Chris” urlai allontanandomi dai ragazzi per correre ad abbracciarlo. Mi buttai tra le sue braccia, facendolo indietreggiare di qualche passo.
“Shh, è tutto ok” mi sussurrò all’orecchio “Ce la farà” continuò stringendomi forte.
“Voglio vederla, ti prego”  piagnucolai sporcandogli la maglia grigia di mascara da quattro soldi. Già, quello era il mascara preferito mio e di Hannah, anche se costava poco e lo vendevano in una di quelle bettole nella parte brutta di Londra.
“D’accordo, vieni” disse prendendomi per mano “Ah” si fermò di colpo nel corridoio “Devono venire anche loro?” chiese indicano i cinque ragazzi . Mi soffermai a guardarli un attimo: Zayn era serio e teneva i pugni serrati lungo il corpo, Niall si mangiava le unghie nervosamente, Liam sembrava avere un tic alla gamba destra, continuando a battere il piede, Harry aveva gli occhi lucidi, mentre Louis si stava trattenendo per non piangere. Forse aveva paura di fare vedere la sua figura da debole, ma io sapevo che se avesse potuto sarebbe corso da Hannah e l’avrebbe abbracciata e baciata, come una volta.
“Si” risposi esitante facendo segno alle cinque popstar di seguirmi. Loro sembrarono risvegliarsi da uno stato di trance e camminarono lungo il corridoio con me e Chris.
Quando vidi il numero 212 per poco non sfondai la porta con un calcio, perché la voglia di vedere Han mi stava distruggendo.
“Vai, e ricorda che sei in un ospedale, e non puoi insultare i medici” sorrise Chris aprendomi la porta della camera. Le mie gambe diventarono di gelatina, nonostante da quell’angolazione riuscissi a vedere solo i piedi coperti dal lenzuolo bianco. Deglutii rumorosamente mentre cercavo di non accasciarmi per terra. Mi girai per chiudere la porta, poi riportai lo sguardo dentro la stanza. La vidi. Era così piccola in confronto alle macchine a cui era collegata. Mi avvicinai tremolante e potei osservarla meglio: aveva tubi che entravano e uscivano da tutte le braccia, più due più piccoli nel naso; Aveva le mani chiuse ai lati del corpo, i capelli spettinati e il trucco sbavato, ma era comunque la ragazza più bella del mondo.
Presi una sedia posta vicino alla finestra e la spostai di fianco al letto, per poterle stare più vicino.
Inizialmente non dissi niente, forse per paura di disturbarla, forse perché la mia gola si era come ghiacciata, facendo uscire solo dei singhiozzi misti a lamenti, ma mi fermai ad ascoltare il “bep” della macchina, del suo cuore. Li contavo, sperando che da un momento all’altro si svegliasse e mi dicesse “Ehi cogliona, non mi hai comprato il pane alle noci”. Ma invece rimaneva li, immobile. Le labbra serrate e gli occhi chiusi. E faceva male, più di tutto quello che avevo provato nella mia vita. Timorosa, poggiai la mia mano sulla sua, stringendola poco per non farle male.
“Han” sussurrai oramai incapace di trattenere ancora le lacrime, nonostante ne avessi già versate in grandi quantità prima.
“Ma cosa hai fatto? Possibile che non guardi mai la strada quando attraversi? E io te lo dico sempre, ma tu , cocciuta come sei, non mi ascolti mai. Vedi poi come va a finire? Ora io come faccio? Chi me le prepara le omelette la mattina? Cioè, potrei farlo io, ma al tuo ritorno troveresti la casa bruciata, e altro che affitto. Dovremmo svaligiare una banca per ripagare tutto” sorrisi “Già, perché sono convinta che tu ritornerai. Ritornerai a cucinare per me, a rompermi le palle, ad occupare il bagno per tre quarti d’ora buoni.  Io voglio che tu rimanga con me, prometto che per una settimana laverò i piatti io, e anche il bagno.” Sospirai. Mi sentivo così stupida, inutile. Lei era li, a lottare tra la vita e la morte, mentre io ero qui a promettergli di occuparmi del lavori di casa.
“So che non ti saresti aspettata un discorso del genere, so sempre farmi riconoscere eh? Però è meglio di una di quelle cose strappalacrime che tu odi tanto, no? Quindi alla fine non me la sono cavata tanto male, penso. Ma ho bisogno che sia tu a dirmi queste cose, e non il mio cervello, va bene?”
Sentii la porta aprirsi e dei passi farsi vicini.
“E’ bellissima” sussurrò la voce di Louis alle mie spalle. Mi girai completamente verso di lui per capire se era stata una mia allucinazione, ma lui era li, con gli occhi rossi e un fazzoletto stropicciato in mano, segno che ci aveva dato dentro con le lacrime.
“Già” risposi soltanto “Vuoi?” chiesi indicando la bionda.
“Si, vorrei parlarci, grazie” sorrise debolmente.
Allora mi alzai e poggiai un bacio sulla fronte della mia migliore amica, per lasciare il posto a Louis e uscire dalla camera, chiudendo dolcemente la porta.
“Ohi” mi venne in contro Chris “Tutto ok?” domandò mettendomi due mani sulle spalle.
“Come fa ad essere tutto ok Chris?” sbuffai raccogliendomi i capelli in una crocchia malforme.
“Scusa” si morse il labbro.
“Ho bisogno di prendere un po’ d’aria, scusatemi” dissi rivolta anche agli altri quattro che erano rimasti ad osservare la scena in silenzio. Ripercorsi quei corridoi bianchi, andai a sbattere contro qualche chirurgo frettoloso, per poi trovare l’uscita e fiondarmici.
Arrivata fuori, inspirai a pieni polmoni l’aria fresca di Londra. Odiavo l’odore degli ospedali, mi aveva sempre resa nervosa. Era aria di malato, aria di speranza, di rassegnazione. E io odiavo chi si rassegnava, odiavo il fatto che i medici venissero da te con un sorriso stampato in faccia per dirti che andava tutto bene, quando non era vero. Odiavo gli sguardi pietosi delle persone, come se loro non si trovassero li per il mio stesso motivo.
“Lei è forte” disse Harry raggiungendomi.
“Lo so” risposi andandomi a sedere su una panchina di legno dipinto di verde poco distante dall’entrata di quel fottuto edificio.
“Io e i ragazzi pensav..” iniziò lui sedendosi di fianco a me.
“Non mi interessa cosa pensate tu e i ragazzi, ora Hannah è l’unica cosa che conta per me” sputai acida.
“Non lo metto in dubbio” tossì lui “Ma vorremmo aiutarti”
“Grazie, ma non ne ho bisogno del vostro aiuto. Avete eliminato un concerto per venire qua, eh?” ironizzai.
“Abbiamo dei giorni liberi” disse semplicemente.
“Che fortuna” alzai gli occhi al cielo torturandomi le mani.
“Puoi venire da noi a stare, fino a che Hannah non si riprenderà. So che non ti va, ma noi ci teniamo a te, e a lei. E per quanto possa sembrarti strano, vi vogliamo un bene immenso. Specialmente dopo esserci accorti che senza di voi non riuscivamo a stare.”
“E vi ci è voluto un anno e mezzo, complimenti” inarcai le sopracciglia.
“Senti Hel..” iniziò a dire lui ma fu interrotto da una voce femminile, anzi, da più di una. Che da voci si trasformarono in urli assatanati, e altri trecento flash mi beccarono in faccia, rintronandomi ancora di più.
“Hazzaaa” urlò una ragazza rossa “Fai una foto con me! Un autografo, ti prego. Io ti amo” continuò lei avvinghiandosi al riccio, che si limitava a sorridere nervosamente.
“E’ la tua ragazza?” chiese una bionda.
Sentii lo sguardo di Harry perforarmi la nuca, così decisi di andarmene e lasciarlo solo in preda a quelle arrapate che erano le sue Directioners. Non riuscivo a sopportare le urla troppo forti, mi facevano venire il male alla testa, e di conseguenza diventavo antipatica più di quanto già fossi.
Prima che potessi entrare tutti gli altri uscirono dall’ospedale. Li guardai curiosa e Zayn mi disse che era finito l’orario di visita.
“Fantastico” biascicai.
Altre urla, ancora più forti, poi un sacco di ragazze mi vennero addosso facendomi quasi cadere.
“Zayn oddiooo!”
“Louis sei la mia carota preferita. Ma perché piangi carotina?”
“Liam hai un cuore enorme, una foto con me”
“Niall sei bellissimo, un autografo”
Santo dio. Ma quelle non capivano nemmeno che fosse il momento sbagliato? Cioè, vedo il mio idolo in lacrime, invece di lasciarlo per i fatti suoi vado a trapanargli i timpani dicendo che lui è la carota più bella del mondo, no? Mi sembra anche molto intelligente.
“Andiamo” dissi prendendo Chris per un braccio.
Harry, vedendoci allontanare, si staccò a fatica dalle ragazze e ci corse incontro urlandoci un “Aspettateci”.
Mi girai un ultima volta verso la finestra di Hannah, in cui le tende erano tirate per non far passare la luce.
“Ci sono io qui, aspettami” sussurrai a lei, come se potesse sentirmi. Poi, raggiunta dai ragazzi, tornai a casa.
*
“Si, grazie signora Taylor, spero si risolva tutto per il meglio. Buona giornata anche a lei” salutai la madre di Jess e misi giù la cornetta.
Erano passati due giorni dall’incidente, e io avevo fatto avanti e indietro dall’ospedale, e ogni volta che entravo trovavo già Louis , sistemato li da chissà quante ore.
Ci avevo parlato, era distrutto quasi quanto me, gli mancava Hannah, diceva. Però aveva sempre quella punta di ironia tipica di Louis William Tomlinson, parlava ad Hannah quasi come se fosse con noi, scherzava, le accarezzava i capelli. Era cotto. Completamente.
“Quando si sveglierà?” mi chiedeva sempre. E io non sapevo rispondergli.
“presto” mi limitavo a dire, ma nemmeno io ne ero sicura. Per niente. Ma vederlo in quello stato mi faceva male, così imponevo a me stessa di essere positiva.
Io e Louis passammo tutte le ore a parlare, a ritrovarci, e lui mi convinse a stare una settimana da loro, giusto per non lasciarmi sola.
“Ci sono” dissi ai ragazzi che mi aspettavano sulla porta “Andiamo” sospirai chiudendo quest’ultima e dirigendomi verso la loro casa.
Oddio, casa era un modo di dire. Era la Casa Bianca in versione Estesa, solo che non aveva gli uomini panzuti che gironzolavano per il cortile. Ma in cambio aveva sempre le stesse tremila ragazze che riuscivano sempre a sapere dove fossero i loro idoli. La NASA avrebbe avuto un aumento di posti di lavoro nel giro di poco tempo, ne ero più che sicura.
Osservai i ragazzi mentre liquidavano le fan con qualche frase sdolcinata idolo-fan , del tipo “siete le migliori fan del mondo” oppure “sei bellissima, davvero”.
Risi. Potevano essere più leccaculo di così? Vidi una ragazza completamente bardata dalla testa ai piedi di gadget dei One Direction: maglia, tuta, scarpe, cappello, bracciali, collane, pure le mollette per i capelli.
“Che pazza” commentai.
“Si, lo sono” rise un uomo robusto di fianco a me.
Lo guardai storta, incapace di riconoscerlo, poi fu lui a fare la prima mossa.
“Sono Paul.. Paul Higgins, la guardia del corpo dei ragazzi” mi tese prontamente una mano che strinsi.
“Oh piacere, io sono..”
“Helena, detta Hel. Lo so” sorrise l’uomo.
“Come fa a saperlo?” domandai stranita.
“Oh, non immagini nemmeno che testa mi hanno fatto con questa Helena.. Specialmente Harry e Zayn.. Poi c’è anche Hannah, che è la ragazza all’ospedale, vero?”
Annuii sovrappensiero. Avevano parlato di noi, di me e Han. Sorrisi timidamente, per poi entrare dentro quella reggia.
*
“Scusate, vado a fare una chiamata” dissi alzandomi dal divano e dirigendomi verso il balcone della cucina.
Aprii la porta a vetri e l’aria fredda della sera mi fece rabbrividire.
Sentii un tossire, così mi girai e trovai Zayn intento a fumare.
“Scusa, ti da fastidio il fumo?” chiese.
E fu come un salto indietro, nel passato. Quella volta in cortile, in cui mi chiese la stessa identica cosa.
Quando io gli risposi di no, poi lui mi domandò su mio padre, e io scappai piangendo. Ricordavo tutto alla perfezione, come se fosse successo qualche giorno prima. Ma purtroppo non era così.
“N-no” balbettai osservando il display del telefono.
“Oh, devi chiamare? Ora me ne vado” fece per spegnere la sigaretta ma lo bloccai.
“Finisci pure, posso chiamare dopo” lo informai.
“D’accordo” acconsentì portandosela alla bocca e aspirando a pieni polmoni.
Mi girai per tornarmene dentro, quando mi afferrò per un braccio e mi tirò verso di se, contro il suo petto.
“Che vuoi?” domandai infastidita.
“Non abbiamo ancora parlato per bene” ammise scrutandomi.
Quegli occhi, quelle labbra, la sua pelle. Mi mancavano, e lo stavo ammettendo. Era una cosa strana questa, o forse era solo la presenza di Zayn che mandava a puttane i miei neuroni?
Un misto, credo.
“Sinceramente non mi cambia più di tanto” scrollai le spalle.
E invece si che mi interessava, e tanto.
Ma non potevo dirglielo.

ZAYN’S POV.
I suoi occhi erano bellissimi, i suoi capelli, le sue fossette, tutto. Lei era bellissima.
Avrei voluto baciarla fino a toglierle il fiato, avrei voluto accarezzarla, abbracciarla e stringerla a me. Avrei voluto dirgli che non me ne sarei più andato, per nulla al mondo.
Dio quanto avrei voluto urlare tutta la verità. Mi era mancata. Mi era mancata la sua risata, le sua smorfie, la sua tenerezza quando voleva fumare con me, la sua gelosia, il modo in cui stavamo ore e ore sul divano a parlare del più e del meno, i suoi baci.
Ma non potevo dirglielo.
Però c’era una cosa di cui ero sicuro: sarebbe ritornata mia.

Angolo della scrittrice.
What a bad day.
I ragazzi sono atterrati in Italia, e fa un sacco male.
Quante di voi andranno al concerto? Io purtroppo no, ma mi rifarò l’anno prossimo c:
Anyway, spero che il capitolo vi sia piaciuto c:
Lasciatemi i pareri se vi va <3
@brunostalent

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Capitolo 8
*** AVVISO IMPORTANTE. ***


Buona sera fantastici lettori.
Allora, purtroppo ho una cosa brutta da dirvi. Siccome ho ancora tre materie da recuperare, e mancano pochi giorni alla fine della scuola, mio padre ha avuto la “fantastica” idea di privarmi della connessione internet e del telefono fino al 12 giugno.
Quindi sapete bene che vuol dire: non aggiornerò le due fan fiction fino a quella data.
Vi prego, non odiatemi. Mi dispiace davvero tanto fare questa pausa,  perché voi mi fate sempre felice con le vostre bellissime recensioni, o quando preferite la storia. Insomma, cercate di capire un po’ la mia situazione.
Ma, ho anche una bella notizia: per farmi perdonare, appena finita la punizione, pubblicherò i due capitoli delle ff. Quale è la novità? Saranno molto più lunghi, tanto che vi annoierete a leggerli. (speriamo di no ahaha). E magari inserirò dei colpi di scena . Ecco che vi chiedo un’altra cosa: essendo dei lettori fantastici, mi piacerebbe anche aggiungere qualcosa che piace a voi.
Mi spiego meglio (faccio solo un esempio): “Nella fan fiction PRETEND IT’S OK vorrei una Zel, o una di Louis e Han.” Oppure “In MY KIND OF LOVE vorrei che a Bee crescesse un corno giallo fluo in fronte” <-- ecco, forse in questo non potrò accontentarvi HAHAHAHA.
Proverò a fare contenti tutti, quindi lasciatemi una recensione qui per dirmi cosa vi piacerebbe leggere e io , da ragazza trasgressiva, proverò a mettermi su efp per 10 minuti per leggere cosa avete proposto e far girare le rotelline del mio cervello.
Spero di farmi perdonare con questo, ma starà a voi deciderlo alla fine.
P.S. : mi mancherete. (Visto che scrittrice dolce che avete?).
Vi lovvo.
@brunostalent

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Capitolo 9
*** Lie. ***


HANNAH’S POV.
Non pensavo potesse esserci cosa più bella al mondo, davvero. Non pensavo che l’azzurro mi sarebbe mai piaciuto così tanto. E non pensavo nemmeno che un sorriso come quello avrebbe potuto lasciarmi imbambolata per qualche minuto. Eppure lui era li, di fronte a me. Vedevo sfocato, si, ma c’era.
Allungai una mano verso quel bellissimo ragazzo intento a piangere. Lui l’afferrò e la strinse forte quasi facendomi male. Ma non importava, volevo solo stare a contemplarlo in silenzio. Anche perché non sentivo molto, se non qualche sussurro. Vidi le labbra del ragazzo muoversi, ma non capii cosa avesse detto.
Mi sforzai di parlare, ma una fitta alla testa me lo impedii. Mi guardai intorno e vidi che ero coperta di tubi e tubicini che entravano e uscivano dalle mie braccia esili e pallide.  Ospedale, ecco dov’ero. Ma perché ero finita li? Riprovai a emettere qualche sono dalla bocca, ma la sentii troppo secca. Mi girai verso il comodino sperando di trovare un bicchier d’acqua. Quando lo vidi mi allungai per prenderlo, ma il mio corpo sembrava un pezzo di piombo dentro l’Oceano.
Il ragazzo lo notò, così lasciò delicatamente la mia mano e si precipitò a versarmi dell’acqua in un bicchiere di plastica. In seguito si avvicinò al letto e mi alzò la testa, permettendomi di bere meglio.
Lo ringraziai con un sorriso, pulendomi con la manica del pigiama qualche gocciolina ai lati della mia bocca.
“C-Chi sei?” riuscii a dire inchiodando i miei occhi nei suoi.
Avvertii un lieve trambusto, poi cinque uomini dai camici bianchi entrarono nella mia camera, coprendomi totalmente la visuale da quel ragazzo. Allungai il collo per vedere dove fosse, ma due mani grandi e potenti di un dottore mi riportarono a posto. Subito il mio letto si mosse, scivolando in pochi istanti all’esterno della stanza. Mi girai per vederlo ancora una volta, e lui era li. Mi stava seguendo.
Una fitta mi attraversò tutto il corpo, facendomi gemere dal dolore.
“Louis” fu l’unica parola che io riuscii a capire pronunciata dal ragazzo, prima di cadere in un sonno tremendo.

LOUIS’ POV.
“Vuoi dirmi davvero che si è svegliata?” urlò Hel appoggiandomi due mani sulle spalle.
Non parlai. Ero troppo felice ed emozionato allo stesso tempo. Hannah era uscita dal coma, era viva. La mia Hannah.
Hel mi scrollò le spalle facendomi uscire dal mondo dei sogni.
“Cosa?” chiesi scuotendo la testa.
“E’ sveglia?” richiese la ragazza di fronte a me.
“Si. C-cioè le stavo parlando e.. e ad un certo punto ha aperto gli occhi e ha allungato una mano verso di me..” iniziai ma le parole mi si bloccarono in bocca.
Osservai l’espressione di Hel, ma non riuscii a decifrarla: era un misto tra sconvolta, felice, e sul punto di piangere. Aveva i capelli spettinati e il trucco sbavato. Indossava una tuta –probabilmente di Niall – e una maglietta bianca.
“E poi?” Harry mi spronò a continuare.
Anche lui era distrutto, ma non per lo stesso motivo mio e di Hel. Voglio dire, noi due erano settimane che non chiudevamo occhio perché troppo preoccupati per Hannah, ma Harry e i ragazzi avevano qualcos’altro. Era sicuramente riferito al litigio con le ragazze, perché loro mancavano a tutti noi. Certo, anche loro erano preoccupati per la nostra amica, ma il legame che avevano con Hel – specialmente Harry e Niall – era qualcosa che volevano recuperare. Lo si leggeva negli occhi.
“E poi..” sospirai cercando di non piangere , così mostrandomi un pappamolle,  “Io le ho stretto la mano e le ho dato da bere .. Poi .. Sono arrivati dei medici e l’hanno portata via. Non ne sono sicuro ma .. Credo di aver visto che le iniettavano qualcosa, tipo un calmante” conclusi prendendo un gran respiro.
“E ora dov’è?” domandò Liam facendosi spazio.
Risposi con una scrollata di spalle. Non sapevo dove l’avessero portata, probabilmente a fare degli ultimi controlli. Ma la cosa più importante era che l’avevo vista. Avevo ammirato la luce dei suoi occhi e il suo flebile sorriso.
“Capisco” sbuffò Hel passandosi una mano tra i capelli.
“Bene, noi andiamo a chiedere informazioni, voi state qui, ok?” disse Zayn prendendo Niall per un braccio.
“D’accordo” acconsentimmo io ed Harry.
“No, vengo con voi” ribadì Hel raggiungendoli.
“No Hel, ho bisogno di parlarti” ammisi suscitando la curiosità di Harry e Liam “In privato” sussurrai.
Lei si avvicinò frettolosamente a me con una faccia allarmata.
“Vieni” le dissi allontanandomi dagli altri.
“Cosa succede?” chiese lei assottigliando gli occhi.
“Quando Hannah si è svegliata, mi sono stupito del fatto che non mi abbia guardato male o risposto tale, ma mi..” la mia voce si incrinò e scese di un tono.
“Ti..?”
Sentivo lo sguardo della ragazza trapassarmi il cervello, mandandomi in pallone. Avevo paura a dirlo, non per la sua reazione, ma proprio per il fatto in se.
“Mi ha chiesto chi fossi..” deglutii guardando i lineamenti del suo volto farsi più duri.
“Vuoi dire che non ti ha.. non ti ha riconosciuto..?” chiese conferma.
“Si.. Mi guardava .. Aveva uno sguardo troppo vuoto , troppo innocente. Hel, ho paura” ripetei.
“Oh Lou, vieni qui” allargò le braccia e io mi ci fiondai dentro.
Sembravo un bambino, ma lei mi faceva stare bene. In quel mese ci eravamo dati la forza l’un l’altro, senza farci abbattere dalle notizie dei medici.
“Si riprenderà”mi assicurò lasciandomi un lieve bacio sulla guancia.
“Lo spero, più di qualsiasi cosa al mondo” biascicai annusando il profumo dei suoi capelli.
*
“Sei sicura che vuole vedermi? Non è in stato confusionale?” chiesi impaziente ad Hel, che cercava da ormai un quarto d’ora di convincermi ad entrare nella stanza 212.
Avevo paura. Paura che Hannah si ricordasse di me, di come l’ho abbandonata. Paura che mi vedesse come realmente ero. Egoista. Sospettoso. Non curante.
E mi odiai per questo.
“Lou, davvero. Ha chiesto di te” sbuffò lei spingendomi verso la porta. Prima di entrare, mi soffermai ad osservare ancora una volta Hel.
Aveva gli occhi gonfi,  dopo aver pianto di gioia a causa di Hannah.
Stranamente si ricordava qualcosa di lei, e di Niall. Anche di Zayn. Liam. E Harry. Sembrava che l’unico che avesse rimosso completamente dalla testa fossi stato io. E da una parte era un lato positivo, perché voleva dire che potevo ricominciare tutto da capo, non farla più soffrire. Ma dall’altro stava a significare che la sua testa aveva resettato tutti i momenti belli che avevamo passato insieme da fidanzati.
“D’accordo” sospirai prima di spostare il peso sulla maniglia e aprire la porta.
Il mio cuore batteva forte, fin troppo. Sembrava che da un momento all’altro sarebbe scoppiato. O si sarebbe fermato del tutto. E questa cosa mi spaventava un po’. Troppo giovane e famoso per morire, no?
Mi maledii mentalmente per la frase che avevo appena pronunciato. Via la fama. In quel momento io ero solo Louis. Solo il Louis di cui Hannah si era innamorata. Il Louis che conosceva, quello al di fuori delle telecamere e del trucco. Un Louis con le occhiaie pesanti sotto agli occhi e un aspetto piuttosto trasandato. Ma poco importava. C’era lei.
Un po’ come la storia della mela, no? Io ne ero sicuro, Hannah era la mia metà.
E no, non era una di quelle decisioni affrettate da adolescente in periodo ormonale, ma era una decisione presa da un quasi adulto, con il cervello sobrio. E brillante.
Mentivo. Il mio cervello era totalmente in pappa. Come le mie gambe. E le braccia.
E..
“Ciao”
Il solo sentire quella voce mi fece confermare la tesi che stavo per avere un attacco di cuore. Ma quella parola, pronunciata da lei, aveva un effetto totalmente diverso. Un veleno. E un antidoto. Si, un controsenso. Perché aveva due effetti: positivo e negativo.
“Ciao” sembrava la parola più bella del mondo nella stanza 212.
Mi costrinsi ad alzare gli occhi su Hannah.
“Ciao” risposi sorridendo.
“Tu sei il ragazzo di prima, Louis vero?” chiese sciogliendosi i capelli.
“Si, sono io. E tu sei Hannah”
“Come mi conosci?” domandò curiosa giocherellando con l’elastico colorato.
“Oh, siamo amici” dissi semplicemente.
“Da quanto?” continuò lei senza il minimo accenno a finire questa conversazione scomoda.
“Anni” scrollai le spalle iniziando a guardarmi intorno.
“Abitiamo nella stessa città?” portò la testa di lato, sembrando una bambina.
Dio, avrei voluto stringerla tra le mie braccia e non lasciarla più andare. Ma io ero solo un amico.
“Si, Londra”.
Lei esitò un attimo, come se stesse decidendo qualcosa. “Come sono finita qui?” chiese guardando il letto d’ospedale con grandissimo disprezzo.
“Oh” fui leggermente colto di sorpresa. “Bhe, un deficiente ti ha presa sotto” spiegai.
“Sul serio?” mi guardò sbalordita, assorbendo quelle informazioni.
E non le avevo neanche raccontato nei dettagli. Non ricordavo che fosse così impressionabile. In realtà non ricordavo proprio niente. Quasi come avessi avuto io un trauma cranico.
In realtà, le sue abitudini più strane erano stampate a caratteri di fuoco nella mia mente, mentre le cose più banali le avevo accidentalmente e involontariamente rimosse.
“Qual è il tuo colore preferito?” sviai cercando di scappare da quel groviglio di dettagli che avrebbero potuto farle ricordare qualcosa di me.
“Oh, non ricordo. Qual è il tuo invece?” sorrise.
“Il mio è l’arancione. Quello sfumato, come il tramonto” risposi.
“Il tramonto” ripeté lei assumendo un espressione interrogativa.
E io capii. Tre anni e mezzo prima eravamo stati una settimana al mare, in Grecia, per festeggiare il nostro anniversario. E ogni sera andavamo sulla spiaggia a vedere il tramonto che si mescolava con l’azzurro del mare.
E fu lì, l’ultima sera del nostro soggiorno, che io dichiarai prontamente “Questo è sicuramente il mio colore preferito. Color tramonto”.
Il bussare alla porta ci distrasse entrambi. E ringraziai mentalmente Harry in tutti i modi possibili.
“Lou, è ora di andare. Saluta Han” sorrise facendo un cenno con la mano alla ragazza, che ricambiò velocemente. Poi lui chiuse la porta e ci lasciò soli, ancora.
“Bhe, sarà meglio che vada” dichiarai allungandomi verso la poltrona per prendere la mia felpa.
“Tornerai?” chiese di getto.
Sospirai lentamente, pensando a cosa risponderle. Era ovvio che volevo vederla, ma non volevo che , parlandoci, riaffiorasse fuori il vecchio Louis Tomlinson, membro dei One Direction.
“Certo” risposi senza aggiungere altro,  e uscii dalla camera, raggiungendo gli altri.
Ci avviammo verso la macchina, cercando di passare in mezzo a tutte le fan urlanti che si erano radunate davanti all’ospedale, creando un problema per il passaggio delle ambulanze.
“Tutto ok?” Hel mi affiancò con passo deciso, prima di schivare un pupazzo lanciato da una fan.
“Credo di si” dissi a bassa voce “Sto cercando di allontanare tutti i miei ricordi dalla sua mente” conclusi semplicemente.
“Perché?” domandò Hel stranita “Per abbandonarla una seconda volta?” mi lanciò uno sguardo più che arrabbiato.
“No, assolutamente” assicurai entrando per primo in macchina “Per far si che non mi odi” spiegai.
“Sei matto?!” esclamò lei sedendosi di fianco a me.
“No, è giusto così” ribattei sicuro osservando i miei compagni salire e accomodarsi in macchina.
“Non puoi mentirle , Lou. Non dopo averla abbandonata” precisò.
“Secondo me fa bene” commentò Zayn inserendosi nell’argomento.- Ovviamente senza l’invito di nessuno. Ma mi diede ragione, quindi acconsentii alla sua opinione.
“Voi avete seri problemi” sbuffò Hel “Se lei mi dovesse fare domande a proposito, cosa dovrei dirle? Baggianate anche io? Non ci penso nemmeno. Non se lo merita” si giustificò.
“Non dice questo.” Iniziò Harry facendo cenno all’autista di partire “Se lui resetta il cervello di Hannah, può benissimo far si che lei si ricordi solo cose belle di lui. Ad esempio il fatto che sia venuto a trovarla in ospedale. Può cambiare le carte, far si che le divergenze spariscano”
“E’ proprio questo che non trovo giusto, Harry” sospirò la ragazza. “E’ pur sempre un danno che le farebbe. Intendo dire che, per quanto possa andare a favore di Louis, Hannah, quando riacquisterà la memoria, avrà in testa la figura di un tizio con cui aveva litigato e che, guarda caso, ora è sparito.”
“Non se lui fa in modo che se ne dimentichi totalmente” aggiunse Niall.
“Andiamo!” esclamò “Ha avuto un trauma cranico medio, alcune cose le ricorda ancora. Non le si è cancellato tutto dal cervello.”
“E il caso ha voluto che si scordasse tutto su Louis. E’ un segno” se ne uscii Liam scatenando l’ira di Hel.
“Siete senza pudore. Secondo me è una stronzata enorme. E se dovesse scoprirlo?” mi guardò beffarda “E se dovesse ricordare tutto? Sarete nella merda fino al collo. E io non ho intenzione di tirarvi fuori. Non questa volta” specificò.
“Hel, è per Louis che lo stiamo facendo. Credi che ci piaccia?” chiese Zayn.
“Sinceramente non mi interessa se vi piace o meno, è il fatto che le stiate mentendo. Che  dopo che lei vi aveva perdonati per la storia di X-factor voi siete ancora qui a raccontarle bazzecole. Non è un robot, lo capite? Non potete programmarla e riprogrammarla a vostro piacimento”
Aveva ragione, in tutto. Ma sentivo che potevo farcela. Sentivo che sarebbe andato tutto per il verso giusto. Ne ero sicuro.
“Io non sto dalla vostra parte” disse Hel.
“Non raccontarle niente, ti prego” la supplicai unendo le mani a mo di preghiera.
“Io non ho intenzione di farlo di mio proposito. Ma se lei mi dovesse fare delle domande riguardo a voi, e specialmente a te” sottolineò indicandomi “le risponderò al massimo della mia sincerità. Siete avvisati”
“Non puoi farlo” protestò Harry.
“Tu non c’entri in prima persona, che cosa vuoi?” chiese seccata.
“Ok, ok. Basta ragazzi” strillò Liam catturando tutta la nostra attenzione “Hel è libera di fare ciò che vuole , e noi pure. Fine”
“D’accordo” acconsentì io, anche se poco convinto.
*
HARRY’S POV.
Scesi in salone per cercare Hel, ma trovai solo quattro ragazzi intenti a cazzeggiare nel modo più pigro.
Dovetti lanciare un cuscino in faccia a Zayn per farmi cagare da qualcuno.
“Hel?” chiesi stiracchiandomi la schiena dopo una bella dormita.
“E’ uscita” rispose freddo Zayn, come se la cosa lo toccasse direttamente.
“E’ da Hannah?” continuai cercando di tirar fuori dalla bocca di Zayn qualche parola di più rispetto ai monosillabi solitamente usati da lui.
“No”
Appunto.
“Posso sapere dov’è o devo torturarti per sapere qualcosa in più?” ironizzai in sua direzione, beccandomi uno sguardo per niente divertito.
“Bho. Era con un tipo. Quello del negozio di dischi” tossicchiò tornando a giocare all’ x- box.
“Quel Chris?” chiesi conferma e la trovai nel suo sguardo diventato più scuro e severo. “Senti, puoi venire un attimo?”
“Che palle” sbuffò lui alzandosi pigramente dal divano per raggiungermi in cucina, facendo sbattere la porta.
“Magari usa un po’ più forza la prossima volta” lo presi in giro sedendomi agilmente sul bancone per far penzolare le gambe.
“Che vuoi?” mi raggiunse piuttosto scocciato.
“Cosa ti prende Zayn?” lo guardai comprensivo.
“Niente” rispose lui pronto a tornarsene di la, ma lo bloccai per le spalle.
Sapevo che non si sarebbe mai aperto con me, non l’aveva mai fatto. Si, eravamo molto amici, ma lui di solito usava confidarsi con Liam, e io con Louis. Ma dovevo scoprire cosa diamine aveva; era più intrattabile del solito.
“Non sono stupido” replicai mantenendo la stretta sulle spalle muscolose.
“Ah davvero?” rise.
Ignorai il lato ironico del mio amico e diventai serio, giusto per fargli capire che non ero li per scherzare.
“Allora?” continuai imperterrito. “E’ per Hel, vero?”
Se gli sguardi avessero potuto uccidere, io sarei già morto. Non avrei dovuto dirlo, assolutamente.
“Cioè, per il fatto della litigata, è ovvio” mi obbligai a rimediare al torto commesso.
I suoi lineamenti si addolcirono, mostrando uno Zayn più rilassato e a proprio agio. Annuii debolmente, come se non volesse darlo a vedere.
“Scommetto che ti sta sul cazzo quel Chris, eh?” risi.
Altro cenno d’assenso da parte di Zayn. Cristo, quando si sforzava al minimo per tenere su una conversazione mi faceva innervosire, ma gli volevo troppo bene per prendermela con lui. Era carattere. O almeno così sosteneva Liam. E si sapeva che di Liam ci si poteva fidare.
“Bhe, pure a me” mi sforzai di tenere un comportamento simpatico “Ti va di andare a vedere dov’è finita? Non mi fido di quello. Ha qualcosa di malvagio” ammisi.
Per la prima volta vidi Zayn sorridere, anzi ridere. Ma per davvero. Automaticamente lo imitai, sperando di far durare questo momento raro per poco più di 10 secondi.
“Si chiama pedinamento, Harry” mi rimproverò ridendo ancora.
“Nah, come la fai difficile Za, io lo chiamerei: protezione” precisai uscendo dalla cucina per infilarmi le scarpe.  Cosa che fece anche Zayn.
“E allora andiamo” acconsentì lui seguendomi all’esterno della nostra casa, salutando velocemente i ragazzi. Che ovviamente non ci filarono di striscio.
Subito fummo sommersi da un bel gruppo di ragazze.
“Harry, puoi fare una foto con me?” chiese una ragazza castana.
“Certo”mi  avvicinai a lei  stringendola per la vita. Sfoderai il migliore dei miei sorrisi e attesi lo scatto della foto, così da poter andarmene via.
“Aspetta Harry” mi richiamò quella.
“Dimmi” dissi ritornando da lei, cercando di  non mostrare la mia espressione scocciata.
Non che non mi piacessero la mia fama e le mie fan, ma a volte avrei avuto bisogno di un cartello di stop nella mia vita. Giusto per rimettere a posto le idee e far un piano d’azione.
E sentire urlare il tuo nome 24 ore su 24 non aiutava, per niente.
“Chi è la ragazza con cui siete usciti ieri?” domandò lei curiosa.
“Oh nessuno” risposi semplicemente.
“Sei sicuro?” insistette “Chi è per te? Una parente? Un’amica?” mi guardò impaziente.
Che palle. Non potevo dire niente su chi fosse realmente Hel per me, perché le mie fan ne avrebbero fatto di un filo d’erba un fascio.
“Per me? Non è nessuno” sorrisi allontanandomi finalmente.
*
HEL’S POV.
“Quindi sta recuperando? Devo davvero scusarmi con lei, non la vado a trovare da un sacco” disse Chris dispiaciuto, passando il dito sul contorno della tazza.
“Chri, magari non si ricorda nemmeno di te” osservai.
“Ti hanno mai detto che sei la positività in persona? Sicuramente ora sono più tranquillo” enfatizzò fermando il movimento.
Gettai la testa all’indietro e scoppiai a ridere. Aveva ragione, potevo essere meno schietta.
“Scusa” dissi tra una risata e l’altra.
“Figurati” rise anche lui guardando curioso alle mie spalle.
“Cosa c’è?” chiesi girandomi in quella direzione, trovando solo un anziano intento a bere il caffè.
“No niente, mi sembrava di aver visto..” iniziò insicuro “nessuno” concluse.
“Comunque, come procede il negozio di CD? Certo che potevi evitare di fare il turno estivo, potremmo passare un sacco di tempo assieme” mi lamentai soffiando sul the.
“Devo mantenere mia madre, ha incominciato di nuovo con quella robaccia, non so davvero come fare” sbuffò lui.
“Sul serio? Perché non me lo hai detto?” chiesi arrabbiata.
“Hai già problemi per te, ci manca ancora che ti metto addosso i miei” si giustificò lui.
“Sei stupido? Sai che io sono qui per aiutarti. Diamine, mi fai arrabbiare” dissi alzandomi per andare a pagare.
“Guarda che due the riesco ancora a permettermeli” rise raggiungendomi.
Porsi i soldi alla cassiera e, ignorandolo completamente, mi diressi verso l’uscita. Spinsi la porta e per poco non caddi nel gradino del bar.
“Fanculo” dissi infilandomi la felpa  per la fresca brezza di Londra, tipica anche in estate.
“Eddai, aspetta” sorrise Chris affiancandomi e prendendomi a braccetto.
Non avevo voglia di parlarci, ma non mi opposi.
“Mi sembra ingiusto” dissi “Possiamo aiutarci reciprocamente. E tu che fai? Non mi dici queste cose. Sai che mi da fastidio” sbuffai.
“Te lo ripeto Hel: sai che ti avrei detto tutto, ma eri già in tensione per Hannah, per i ragazzi, e per tutto il resto. Che senso aveva appesantirti ancora di più? Sarebbe farti del male” spiegò.
E fu in quel momento che mi accorsi con che persona fantastica avevo a che fare. Non voleva complicarmi tutto più di quanto già lo fosse.
Istintivamente gli gettai le braccia al collo. Lui, inizialmente sorpreso, mi strinse tra le sue braccia, facendo aderire i nostri corpi.
“Non me ne frega niente, voglio sapere tutto, ok? Anche se fossi sul punto di suicidarmi” imposi ancora abbracciata a lui.
“Come sei tragica” rise lui nell’incavo del mio collo.
“Su, racconta” dissi sciogliendomi, di controvoglia, dall’abbraccio e iniziando a camminare lungo il marciapiede.
“Allora.. Sai quelle pastiglie che avevo trovato?..”
*
ZAYN’S POV.
“E’ in quel bar” dissi a Harry indicando il piccolo locale situato al lato opposto al nostro.
“La vedo. Quello deve essere Chris” sbuffò lui accucciandosi dietro un cespuglio di rose.
“Si, dio se è brutto” mi lasciai scappare.
Harry rise di gusto e fece muovere il cespuglio, attirando l’attenzione di Chris, che guardò nella nostra direzione attraverso la vetrata del bar.
“Piantala coglione, ci faremo beccare” lo rimproverai tirandogli un leggero schiaffo sulla nuca.
“Scusa” rise ancora lui, massaggiandosi il punto che avevo colpito qualche secondo prima.
“Guarda” indicai i due “Hel sta uscendo. Sembra arrabbiata, non credi?” chiesi.
“Si, aspè, lui la sta raggiungendo” aggiunse assumendo un tono da telecronista sportivo.
“Che cazzo.. La sta abbracciando!” alzai la voce.
“Calma amico, è un abbraccio. Nemmeno io sono geloso” sogghignò il riccio.
“Che intendi dire?” lo guardai.
“Io?” iniziò a balbettare “Niente, assolutamente” deglutii rumorosamente lasciandomi qualche dubbio.
“Cristo ma li vedi? Sono troppo vicini. Devo intervenire” sbottai alzandomi di colpo e avviandomi verso la coppietta.
L’avevo messo in chiaro: lei era mia. E se quel troglodita di Chris non l’aveva ancora capito, l’avrei aiutato io. Con le buone o con le cattive.
Harry provò a fermarmi, ma lo ignorai bellamente.
“Scusate” dissi inserendomi in mezzo ai due, facendo separare le loro braccia incrociate.
“Zayn?” Hel mi guardò malissimo. Poi vide Harry, e s’incupì ancora di più “Harry? Che ci fate qui?” chiese nervosa.
“Siamo venuti a cercarti, ovvio” risposi in tono sicuro.
“E perché mai?” domandò ancora.
“Perché è tardi, e abbiamo bisogno di te a casa” commentò Harry.
“Bhe, come potete vedere sono uscita, e torno quando sarà tempo di farlo. Potete andare” ribatto.
“No, vieni a casa con noi” replicai deciso e duro.
“Ehi amico, lasciala stare” s’intromise quella faccia da scimmia di Chris, che urtò il mio sistema nervoso.
“Amico lo dici a tua madre.” Strillai avvicinandomi pericolosamente a lui “Lei viene con me e lui, ti è chiaro?” sibilai a due centimetri dal suo viso.
“Zayn, piantala e lasciaci in pace” si lamentò Hel, ma fu trattenuta da Harry.
“Penso che potresti risolvere le cose a parole invece che passare subito alle maniere forti, non credi?” mi prese in giro quello.
“Non ti ho toccato” dissi.
“Basta vederti, Zayn. E’ semplice. Non è che perché sei famoso e bello tutti dobbiamo stare alle tue regole, ti è chiaro questo?” chiese imitando il mio tono di voce precedente.
Sentii Hel sghignazzare. No, lei non poteva essere dalla sua parte.
“Allora” mi schiarì la voce “Non ho intenzione di fare il gradasso con te. Ma noi abbiamo bisogno di lei a casa, e tu l’hai tenuta abbastanza”
“Non sono un oggetto” commentò lei irritata.
“Ma mi pare che quando era lei ad avere bisogno del vostro aiuto, voi non c’eravate, o sbaglio?” ironizzò.
Aveva appena toccato un tasto dolente. Anzi, dolentissimo.
Lui non poteva giudicare i fatti senza averli vissuti. Non doveva tirare fuori quell’argomento.
Vidi l’espressione preoccupata dipinta sul volto di Hel.
“Quando è rimasta a piangere perché un ragazzo l’aveva lasciata e non le aveva più scritto, chi c’era? Io. Quando per poco non finiva in bancarotta chi c’era ? Io. Quando trovò lavoro in un negozio di dischi? Sempre io. Non puoi arrivare qui e pretendere diritti , Zayn. Non puoi far finta di niente. E’ da vigliacchi”
Mi stavo seriamente trattenendo dal prenderlo a pugni. Avevo voglia di dirgli tutto quello che ho fatto io con lei, ma mi trattenni.
“Quindi io per te sono un vigliacco?” chiesi con il tono più fermo che mi riuscii.
“Oh no Zayn, non sei un vigliacco” iniziò lui “Sei anche un cazzone, ma di quelli grandi” concluse.
Non ci vidi più: la mia mano stretta a pugno finì dritta sul suo muso da scimmia, facendolo gemere e cadere a terra come un bambino.
“Chris” urlò Hel scivolando dalla presa di Harry e fiondandosi a terra di fianco al suo amico “Chris, oddio.” Iniziò a rovistare nella sua borsa in cerca di un fazzoletto per fermare il fluttuo di sangue che gli usciva dal naso.
Io rimasi li. Immobile. Impassibile. Libero. Mi ero tolto un peso. Avevo sfogato la mia rabbia. Si, nel modo sbagliato , ma l’avevo fatto. E quel deficiente l’aveva pagata. Il mio sorriso soddisfatto sparì non appena incrociai gli occhi in lacrime di Hel.
Merda. Avevo combinato un casino.
“Ma dico, sei coglione?” urlò Harry al mio orecchio.
“Va a farti fottere” sbuffai dandogli una spallata per passare.
Li lasciai li. Tutti e tre. E me ne tornai a casa.
*
LOUIS’ POV.
“Ciao ragazzi” sorrisi osservando Hel e Harry entrare in casa. La prima non mi degnò di uno sguardo e corse in camera sua, mentre Harry si venne a sedere sul divano e abbandonò la testa all’indietro.
“Che succede oggi? Zayn sembrava avesse ucciso qualcuno” risi.
“Più o meno” rispose Harry chiudendo gli occhi.
“Oddio. Che ha fatto? Ha toccato Hel?” domandai allarmato.
“Ma va. Non glielo avrei mai permesso, Lou, lo sai. Ha tirato un pugno e ha fatto svenire Chris.”
“Quello dei dischi?”
“Quello.” Ripeté lui.
“E per quale assurdo motivo?” insistei.
“Gli ha fatto girare le palle” disse “Sai com’è fatto Za”
“Fatto male. Quando si comporta così, intendo”
Harry annuii, non prestandomi la minima attenzione.
“E Hel? Che ha detto?”
“Ha aiutato Chris a riprendersi. Poi Zayn se ne è andato da solo. E mentre tornavamo dovevi sentirla come lo riempiva d’insulti.” Ridacchiò il riccio.
“Senti, io vado da Han, oggi prolungano gli orari di visite.” Provai a spiegare. “Ah, tanto non m’ascolti. Ciao Haz” lo salutai e corsi verso la macchina.
*
“Hannah?” chiesi appena arrivato all’ospedale alla dottoressa che l’assisteva.
“E’ in terrazza” rispose lei dolcemente, facendomi segno di dove andare.
“La ringrazio” sorrisi dirigendomi verso questa.
Appena aprii la grande porta a vetri la vidi. Era seduta su una panchina, intenta a farsi una treccia. Solo che , arrivata a metà, la disfaceva e la ricominciava da capo perché non le piaceva.  La osservai ancora qualche minuto prima di raggiungerla.
“Forse è sbagliato il modo in cui intrecci” tentai.
Lei si girò di scatto, e sul suo volto apparve un sorriso bellissimo. Il sorriso di cui ero sempre stato innamorato.
“Louis” disse “Sei tornato” lasciò cadere le braccia lungo il corpo e mi scrutò.
“Ti avevo detto che l’avrei fatto, o no?” sorrisi sedendomi vicino a lei.
“Non pensavo che avresti mantenuto la parola” ammise per correggersi qualche secondo dopo “N-no. Non nel senso che non mi fido ma che..” provò a dire ma iniziò a balbettare.
“Tranquilla” risi “E’ tutto ok. Che ne dici se provo a fartela io la treccia? Mia sorella mi chiedeva sempre di fargliela prima di scuola. Forse sono un po’ arrugginito , ma ci so fare”
“D’accordo” acconsentì girandosi in modo da permettermi di lavorare meglio.
Iniziai a passare le mie dita tra i capelli, per provare a pettinarli un po’. In seguito, intrecciai le prime ciocche dorate.
Fu lei a parlare dopo qualche minuto di silenzio. “Facciamo un gioco? E’ per aiutarmi” chiese aggiungendo l’ultimo particolare per convincermi a farlo.
“Certo. In cosa consiste?”
“Io ti dico delle cose che mi ricordo della mia vita, e tu devi rispondere vero o falso. Va bene?”
Ero nei casini. Non potevo dirle di si. Ma neanche di no. Lei ci teneva a questo gioco, per scoprire se stessa, ma se mi avesse chiesto qualcosa di scomodo? Cosa avrei potuto fare?
Mentire.
Certo, ovvio. Prima che potessi mettermi il cuore in pace, le parole di Hel balenarono nella mia testa.
L’avrei tradita, ancora. E se avesse scoperto?
Non vedendomi rispondere, la bionda si girò e mi guardò interrogativa.
“Allora?” sorrise.
“C-certo” biascicai.
“Perfetto” esclamò soddisfatta “Vediamo.. Abitavo con Hel?” domandò.
Facile.
“Vero” risposi “E facevate da babysitter ad una ragazzina di nome Jess, mi pare” aggiunsi cercando di concentrare l’attenzione su quell’argomento.
“Oh, ricordo poco di lei. Uhm.. Lavoravo in un negozio di dischi?”
“Falso. Quella è Hel”
“Ah.” Sospirò “E io dove lavoravo?”
Merda. Non ne avevo la minima idea. Mentire.
“Al MC Donald’s” risposi.
“Sembra interessante” commentò lei vagamente confusa.
“Si, ti piaceva lavorare li”
“Per fortuna” ridacchiò lei sussultando per il mio strattone alla treccia.
“Scusami”
“Figurati. Uhm.. Louis..” mi chiamò.
“Si?” chiesi.
“Io.. Ricordo..” s’interruppe di blocco. Sentii dei piccoli singhiozzi uscire dalla sua bocca. Così, la presi delicatamente per le spalle e la girai verso di me.
“Cosa succede?”
“Un ragazzo” fu la sua unica risposta.
Cercai di mantenere i nervi saldi. No, non poteva ricordare. Non lì.
“Mi ricordo poco e niente di lui. Ma credo che mi piacesse. Mi pare di averlo anche baciato, qualche volta.”
“Ah” sussurrai bloccando la fine della treccia con un elastico.
“Sai mica chi è?” domandò speranzosa.
“No, mi spiace. Credo ti sia confusa. Non c’era nessuno.” Concludo.
“Oh..”
La guardai ancora un attimo, prima che lei si mettesse a piangere. Così l’abbracciai e le accarezzai i capelli raccolti.
Faceva terribilmente male raccontarle cose false. Mi sentivo uno schifo.
“Grazie Louis” disse dopo un po’.
“Per cosa Han?”
“Per essere qui, per aiutarmi a ricostruire me stessa. Sai, mi sento come un puzzle. Ma uno di quelli complessi. Da piccola amavo i puzzle, e cercavo sempre quelli più difficili. Ma a metà lavoro, capivo che  da sola non ce la potevo fare, e chiamavo papà. Lui lo finiva insieme a me, e poi diceva a mamma che l’avevo fatto da sola. E ora tu sei un po’ come papà, mi stai aiutando a finire il puzzle. Grazie.”  Singhiozzò.
Ecco, questa non ci voleva. Sembrava proprio capitata a pennello. Giusto per farmi pentire ancora un po’ di più di quello che stavo facendo.
“Niente Han, sai che ci sono” sorrisi.
“E grazie per la treccia, è bellissima” sorrise lei.
“Mi fa piacere che ti piaccia, vuol dire che ne sono ancora capace.”
*
“Voi non dovete intromettervi nella mia vita, vi è chiaro? Questo messaggio deve passarvi per quel fottuto cervello che avete!”le urla di Hel mi arrivarono forti e chiare alle orecchie appena misi piede in casa.
Curioso, mi avviai verso la cucina, e trovai tutti ad urlarsi contro.
“Che succede?” chiesi sovrastando la voce degli altri, per poi sentire il silenzio più assoluto piombare in cucina.
“Sto dando le mie opinioni” rispose Hel.
Guardai i ragazzi in cerca di una conferma, ma parevano dei cani bastonati.  Erano tutti sul punto di piangere, tranne Zayn. Lui era seduto, pugni chiusi e sguardo vuoto. Segno che stava cercando di trattenersi. Dio se l’amava. Solo che era troppo orgoglioso per ammetterlo.
“Cosa ha scatenato la tua ira, Hel?” domandai.
“Non vorrei essere ripetitiva, ma il vostro atteggiamento è.. è infantile. E rude. E possessivo. Non solo non vi fate sentire per un tempo indeterminato, ma pretendete di tornare come se non fosse successo niente. Hai sentito oggi Zayn? Voleva che andassi con lui a casa, me lo ha imposto! Come se decidesse lui cosa fare.
Vi ricordo che siete stati voi ad invitarmi qua. E tra l’altro non so per quale stupido motivo ho accettato. Appena ritorna Han io me ne vado. E chiudo un capitolo, con tutti voi.”
“Non puoi dire questo” Harry scoppiò letteralmente in lacrime.
Guardai Hel per vedere la sua reazione, e fu come mi aspettavo. Aveva la mascella serrata e gli occhi chiusi. Stava per abbattersi anche lei. Conoscendola, e conoscendo il rapporto tra lei ed Harry, si sarebbe buttata tra le sue braccia e l’avrebbe abbracciato per sempre. Ma, stesso carattere di Zayn, quindi non se ne cavava un ragno dal buco.
“Perché.. Perché non posso Harry?” chiese lei tra qualche pausa.
“Perché?” Harry alzò il tono di voce – sembrava un disperato – “Perché lo vedi? Sei una che osserva ogni fottuto dettaglio, e vuoi dirmi che non lo vedi questo?”
“Questo cosa?”
Harry corse verso Zayn e gli alzò il viso prendendolo tra le mani. Zayn si scostò bruscamente, mandando a cagare Harry.
“La sua faccia, la mia faccia, la loro faccia” disse indicandoci uno ad uno “Siamo distrutti. Distrutti da questa inutile battaglia. Non fraintendermi . Non intendo che è inutile lottare, ma che stiamo continuando a cercare di convincerti, di farci perdonare, e tu ci allontani. Si, abbiamo sbagliato, siamo dei coglioni, delle teste di cazzo, chiamaci come vuoi. Ma noi ci siamo pentiti. Fosse per me, lo giuro, ricomincerei da capo e rinuncerei alla fama per te. A tutto, per te. Credo che anche gli altri lo farebbero, no?” si girò verso Liam e Niall, che annuirono. Io acconsentì mostrando il pollice in su. Zayn disse un semplice “ovvio”.
“Capisci? So che è difficile crederci, ma siamo umani, facciamo errori. Noi ti vogliamo bene. Che dico, ti amiamo. Sei l’unica ragazza che è piaciuta a tutti e cinque. Di solito per far entrare una ragazza nel nostro gruppo dobbiamo essere d’accordo tutti e cinque, ma con te non ci siamo nemmeno posti il problema. Se davvero non ci interessasse di te, come tu sostieni, non saremmo qui a piangere per te. Io sono disposto ad urlarlo al mondo, di farmelo tatuare sulla faccia. Ci manchi Hel. Come pensi che si potrebbero aggiustare queste cinque facce distrutte?” concluse asciugandosi le lacrime con un fazzoletto.
“Con un po’ di trucco. La vostra truccatrice mi sembra una in gamba” disse Hel prima di lasciare la stanza.

Angolo scrittrice.
Buonaseeeeera! Sono ufficialmente iniziate le mie vacanze!
Anche se verrò bocciata, ma dettagli. Sono – per vostra grande sfortuna- tornata tra di voi, lol.
Anyway, avete visto che lungo sto capitolo? Sono una brava persona eh?
Allora, ho letto tutti i vostri suggerimenti e ovviamente li inserirò tutti. Solo che metterli nello stesso capitolo viene un casino e poi è tutto troppo concentrato.
Ma prometto che ci saranno tutte le parti che mi avete chiesto.
Spero vi piaccia c: Lasciatemi i vostri pareri, li accoglierò tutti c: Un bacio!
@brunostalent

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Capitolo 10
*** Fall in love. ***


4.32 pm. Sdraiata sul letto, apparentemente addormentata. Ma no, non lo ero. Nella mia testa continuavano a girare e girare pensieri che mi tenevano sveglia, che mi facevano pentire del modo in cui avevo risposto ai ragazzi – specialmente ad Harry – qualche ora prima. Il fatto è che ero davvero troppo legata a quei cinque ragazzi, e avevo paura di un secondo “abbandono”, volontario o involontario che fosse. A tutto questo si aggiungeva Hannah, l’ospedale, la sua memoria. E c’era una cosa che non sopportavo in quel preciso istante: la solitudine. Perché si, ero sola.
Mi sentivo così ridicola a rimanere sveglia per un motivo tanto futile com’era quello, ma i miei occhi non ne volevano sapere di chiudersi. Avevo solo bisogno di qualcuno che mi aiutasse ad uscire da tutta questa situazione, che mi tendesse una mano e mi tirasse via dal buco nero in cui ero caduta. Ma chi?
Chris? Che con sua madre che aveva rincominciato a impasticcarsi aveva già le sue belle rogne?
Hannah? Che non ricordava nemmeno dove lavorasse?
Subito mi apparse in testa un immagine dei ragazzi. Ma non potevano essere davvero loro ad aiutarmi, perché erano la causa per cui stavo così. Quindi sarebbe stato un controsenso, no?
Però ero stata cattiva abbastanza con loro, e – nonostante la mia mente cercava di convincermi di questo – non se lo meritavano. All’inizio ero convinta di non poter riuscire a perdonarli per nulla al mondo ma, passandoci del tempo assieme, mi stavo accorgendo di quanto poco fossero cambiati. Insomma, fisicamente erano più truccati, pettinati e incipriati di una femmina, ma caratterialmente – dietro le telecamere, s’intende- erano sempre i cinque ragazzi che cucinavano una torta al limone, che mi portavano in vacanza alle hawaii, che mi organizzavano una festa di compleanno nonostante ci conoscessimo da due minuti e mezzo. E io ero spaventata, terrorizzata. Perché sapevo che , continuando a stare sotto lo stesso tetto, avrei ricominciato a volergli bene, proprio come una volta. Quindi valeva farlo subito, no? Potevo perdonarli, così tutti saremmo diventati felici e contenti e ci saremo potuti dedicare ad Hannah, che aveva bisogno di noi. Di me. Di Louis.
Senza pensarci due volte mi alzai dal letto e mi precipitai in corridoio, che era buio e leggermente inquietante. “Bene” mi dissi passandomi una mano in faccia “Poniamo fine a questa agonia”. Mi avvicinai alla camera di Louis e Harry, e bussai lievemente. Non ottenendo nessuna risposta, ovvio. Continuai a picchiare le nocche della mia mano sul legno della porta, attendendo che qualcuno venisse ad aprirmi. Qualche secondo dopo avvertii un grugnito dall’interno, seguito da qualche passo pesante verso la porta.
“Ma che cazzo è?” chiese Harry con una voce più roca del solito, facendo capolino dalla porta. “Oh, Hel” disse vedendomi in pigiama.
“Uhm, sveglia Lou e i ragazzi, vi devo parlare” sorrisi debolmente cercando di non incrociare gli occhi dei ragazzo davanti a me, visto che mi avevano sempre messa a disagio.
Harry fece per commentare, ma io lo bloccai con un gesto della mano e un “Non fare domande, fa quel che ti ho detto”
“Agli ordini” sorrise lui tornando in camera.
*
“Quanto ci hai messo?” borbottò Louis in direzione di Zayn, che scendeva le scale con la stessa velocità di una lumaca con gli spasmi. “Sei sempre l’ultimo” continuò a lamentarsi il moro, comodamente sdraiato sul divano davanti alla televisione.
“Se qualcuno mi avesse spiegato per quale motivo siamo qui, magari avrei fatto più in fretta” disse in sua difesa stropicciandosi gli occhi.
“E’ colpa mia” mi intromisi attirando l’attenzione dell’ultimo arrivato su di me. I nostri sguardi si incrociarono velocemente, prima di saettare da un’altra parte.
“Bhe” iniziò Niall sbadigliando “Siamo tutt’orecchi” sorrise gentilmente.
Mi sentivo tremare. In realtà non mi ero nemmeno preparata un discorso articolato da esporre in questa occasione, ma l’adrenalina mi aveva fatto alzare dal letto e chiamare i ragazzi. O forse era il desiderio di fare pace con loro che aveva avuto la meglio sulle mie emozioni?
Sentii la gola farsi secca mentre tentavo di dire qualcosa.
“Allora” sospirai nervosa “Voi vi chiederete perché vi ho svegliati a quest’ora.. Bene. In realtà non lo so nemmeno io. Cioè si, io lo so ma.. Non c’è un motivo proprio preciso ma.. Si, il motivo c’è..” sbuffai atterrita.
Non ce l’avrei mai fatta. Tra l’altro, le risatine dei ragazzi non aiutavano per niente. E le trovavo anche parecchio fastidiose.
E mi venne un’illuminazione. Presente quando siete nel panico più totale e non sapete dove andare e cosa fare, quando ad un certo punto vi si accende la lampadina in testa e tutto si fa più chiaro? Ecco.
Pensai a quella volta, dopo averli visti al M&G con Jess e Han, dopo essere scappata dallo sguardo curioso di Harry. Ricordo che, appena arrivata a casa, senza farmi vedere, avevo pianto. E mi ero sentita stupida. Poi, avevo preso un foglio e avevo scritto tutti i lati positivi e negativi dell’averli rivisti. E forse in questo caso avrebbe potuto aiutare, no?
“Bene. Semplicemente sono stanca. Stanca di fare finta che non me ne freghi niente di voi e delle attenzioni che mi riservate. Stanca del fatto che proviate e riproviate a fare pace con me. Ma allo stesso tempo sono felice del fatto che non vi siete fatti abbattere dal mio carattere irritante e antipatico. E sinceramente non so come ci siate riusciti, perché talvolta non riesco a sopportarmi da sola, figurarsi. Non voglio fare lunghi discorsi perché è tardi e abbiamo tutti sonno. E forse in questo momento voi vorreste essere nel vostro letto a sognare .. O a dormire. Be, non so cosa facciate nel vostro letto. Oddio, sto diventando isterica” ammisi prendendomi una pausa dalla parlantina inutile che stavo facendo “Voi vi chiederete anche da dove mi sia uscito tutto questo, giusto? Bene, non ne ho idea. Prima ci stavo pensando e non riuscivo a dormire, così ho semplicemente cercato di mettere in ordine la mia testa, di essere padrona di me stessa e delle cose che faccio, e di guardare al presente. Si, sono stata davvero male per il fatto di x factor, ma mi sembra anche giusto smetterla di rinfacciarvelo. Insomma, è passato. Mentre ora siamo nel presente, e.. e io penso che tutto potrebbe cambiare se lo vogliamo.. “
Vidi un sorriso spuntare sul volto di tutti e cinque. Un sorriso sincero, non falso o per pena della mia persona. Si, perché sembravo davvero una disperata: pigiama, capelli in disordine, parole sparate a cazzo e uscite da non si sa bene dove.
“Quindi tu vorresti ricominciare?” chiese curioso Harry, incrociando le dita della mano destra.
“Non so se ricominciare è il termine giusto.. Io lo intendo come un.. Vediamo.. Pr..” Non riuscii a finire che mi trovai stretta tra le braccia dei cinque ragazzi.
E , purtroppo, non riuscii ad impormi di non piangere. Perché ero terribilmente debole , e avevo bisogno di sfogarmi in qualche modo.
“Ohi” sentii la voce di Harry all’orecchio – probabilmente dovuta dal fatto che era il più vicino a me nell’abbraccio “Perché piangi?” chiese.
Mi sciolsi da quel dolce contatto per poterlo guardare bene negli occhi e notai, con stupore, che li aveva  lucidi.
“N-niente” decretai sorridendogli timidamente.
“Noo” urlò Niall “ Qui la mia cuginetta che piange. Questo non va bene” disse allargando di nuovo le braccia per offrirmi uno dei suoi fantastici abbracci. E ovviamente non potei rifiutare.
“Guai a te se piangi, d’accordo?” chiese ridendo.
Io annuii lievemente, giusto per dargli soddisfazione. Una cosa non capivo. Come facevano i ragazzi a riacquistare la confidenza con me in così poco tempo? Io non riuscivo a comportarmi nello stesso modo. Non all’inizio, almeno. Mentre loro mi abbracciavano, facevano le battute idiote, scherzavano come se non fosse successo niente.
E per me era un mistero, ma la cosa mi interessava.
*
Sentii una musica in stile caraibico che rimbombava nella mia stanza, ma probabilmente stavo ancora sognando. Decisi di ignorarla e girarmi dall’altra parte del letto, provando a riaddormentarmi. Ma no, continuava. “Che palle” sbuffai.
Mi costrinsi ad aprire le palpebre – della stessa leggerezza di una balena- per cercare il luogo da dove proveniva quella melodia orribile e , se possibile, fare in modo che smettesse di urtarmi il sistema nervoso di prima mattina. Inizialmente mi limitai a compiere lo sforzo minimo, che consisteva nello spostare la testa da una parte all’altra della camera poi, a causa del mal funzionamento di questo metodo da persona più che pigra, mi alzai a sedere, avvertendo il materasso alzarsi sotto la mia schiena. Poi nella mia mente apparve l’immagine di me che, stanca della mia vecchia suoneria, la cambiavo per qualcosa di molto simile a questa.
In conclusione: mi stava suonando il telefono da tipo mezz’ora e io ero intenta a fare questi ragionamenti contorti. Mi precipitai verso la mia borsa – buttata sulla sedia- e ne svuotai il contenuto sulla scrivania di legno, cercando quel maledetto aggeggio elettronico.
Dopo averlo trovato, andai nella sezione delle chiamate perse e ne trovai una ventina da parte di Chris. Decisi di richiamarlo subito, preoccupata che potesse trattarsi di qualcosa di importante.
“Finalmente!” sospirò lui dall’altro capo del telefono.
“Buongiorno anche a te Chris, cosa succede?” chiesi preoccupata.
“Niente, perché?” rise lui.
“Venti chiamate perse segnano qualcosa di preoccupante o uno stalker. A te la scelta” sbuffai maledicendolo per avermi fatta spaventare inutilmente.
“Vada per lo stalker. Come stai?”
“Bene, stavo dormendo” sottolineai cercando di farlo sentire un minimo in colpa ma, tutto ciò che ottenni, fu una sua grassa risata. “E’ così divertente? Ho sonno” mi lamentai.
“Solo per dirti, è la mezza”
“Oh” mi girai a guardare il display della sveglia e notai che il mio amico aveva ragione “E allora posso sapere perché hai interrotto il mio sonnellino mattiniero?” ironizzai.
“Pomeridiano, direi” rise ancora “Comunque volevo chiederti di uscire questo pomeriggio, verso le 4.. Solito bar?” domandò.
“Ci vediamo li” risposi semplicemente.
“E non tornare a dormire o sembrerai una morta” mi rimproverò mantenendo il suo tono scherzoso.
“D’accordo. Ciao” sbuffai chiudendo la chiamata e lanciando il telefono sul letto.
Scesi in cucina per fare una colazione. O un pranzo. Insomma, per nutrirmi di qualcosa. Trovai la casa stranamente silenziosa, così ne approfittai per fare le cose con calma. Arrivata in salone trovai Zayn intento ad armeggiare con il suo telefono.  Cercai di non farmi vedere per lasciarlo concentrato, ma non vidi la porta della cucina, e ci andai dritta a sbattere contro, imprecando. Andai verso il frigo , convinta del fatto che non avesse visto la mia figuraccia.
“Buongiorno” rise Zayn dal salotto.
“Giorno” risposi cercando di mantenere un certo autocontrollo e non bestemmiare anche contro di lui per il suo tono beffardo.
“Sveglia?” continuò raggiungendomi vicino al frigo.
“I ragazzi?” chiesi io ignorandolo.
“Lou e Harry sono da Hannah, Liam da Danielle e Niall è andato in studio a finire di scrivere una canzone. E io sono qui”
“Non l’avevo notato” ribattei ironica.
“Volevo avvertirti per evitare delle domande tipo: e Zayn dove è?” mi prese ancora in giro.
Strinsi le dita intorno alla maniglia del frigo per non prenderlo a botte.
“Punto primo: grazie, ma non sono così stupida. Punto secondo: credi davvero che avrei chiesto di te? Punto terzo: smettila di fare il bad boy, che io so come sei fatto” precisai spalancando il frigo alla ricerca di qualcosa di commestibile che non comprendesse porcherie. Ricerca a vuoto. Avrei mangiato qualcosa con Chris più tardi.
“E chissà perché lo sai così bene”
“Perché sono stata la tua ragazz.. Oh be.”
Che figura di merda, ancora. Diciamo che non ero proprio una delle persone più sveglie del mondo, ma anche la sfiga ce la metteva tutto per starmi attaccata.
“Che fai oggi? Ti va di fare un giro?” domandò Zayn facendo finta di essersi dimenticato della mia fantastica uscita precedente.
“Esco” risposi andando verso il salotto, dove già pregustavo un’oretta di pace e TV.
“Chris?” chiese.
“Si”
“Bene”
“Fantastico”
*
“Ragazzi, io esco” urlai giunta alla porta in direzione dei ragazzi. Feci per uscire e incamminarmi verso la fermata del pullman quando la voce di Niall mi bloccò in partenza.
“Dove vai?” chiese curioso.
“Al bar, con Chris” specificai sapendo che a lui potevo dirlo senza il minimo problema. Già, perché quando Harry aveva saputo che nel pomeriggio sarei uscita con lui, si era arrabbiato senza nessun motivo. E, quando l’avevo raggiunto in camera per farmi dare delle spiegazioni, mi aveva detto che Chris gli stava sul culo. Così, schietto e diretto. Io me ne ero andata con una scrollata di spalle.
“Bene, ci vediamo dopo” sorrise lui saltando dal terzo gradino della scala per venirmi a stampare un bacio sulla guancia, che ricambiai tranquillamente.
Appena sul vialetto, avvertii un grande trambusto provenire al di la della recinsione che contornava la dimora dei ragazzi, così – anche per il fatto che dovevo comunque passare di li per prendere il pullman- mi avvicinai.
“Ma no!” sbuffai vedendo la causa di quel casino: un gruppetto di 30 o 35 directioners appostate fuori nella speranza di poter vedere uno dei ragazzi. Appena si accorsero che qualcuno stava aprendo il cancelletto in ferro battuto, si misero ad urlare quasi fossero degli animali allo zoo.
“Porco cane” dissi ancora uscendo definitivamente dalla villa, godendomi la faccia delusa di quelle ragazze alla mia vista. Pensavate fossi Niall, eh? O Louis? E invece sono io. Sorrisi soddisfatta cercando di aprirmi un varco tra di loro, ma alcune si fecero più vicine a me e iniziarono a parlarmi in modo confuso.
“Se parlate tutte assieme non capisco” sbottai accecata dal flash di qualche macchina foto. “Ehi tu! Fa attenzione” dissi ad una ragazza che stava per essere schiacciata dalle altre.
Se fanno tutto questo solo per una persona normale come me, non immagino se dovessero uscire i ragazzi.
“Ma ci sono dentro?” chiese una moretta dietro due lenti spesse. Annuii cercando di mostrarmi il più gentile possibile, ma era una cosa parecchio difficile.
“Ma è vero che Niall è fidanzato con Demi Lovato?” continuò l’amica.
“Non lo so ragazze, mi spiace” ammisi fingendomi delusa. In realtà non me ne fregava più di tanto. Voglio dire, mio cugino aveva la libertà di frequentarsi con chi volesse. E poi, mi pareva di aver visto Demi Lovato in un intervista alla TV e mi sembrava una persona gentile. Oltre ad essere una ragazza molto bella.
“Puoi chiamarceli?” domandò una.
“Ora non posso, devo andare.” Sospirai rassegnata all’idea che avrei fatto ritardo all’appuntamento con Chris. “Ti prego” urlò sempre la stessa.
“Calme, calme” strillai a mia volta facendo zittire il gruppo “I ragazzi sono molto stanchi, e sicuramente le vostre urla non sono uno dei rimedi per dormire meglio. Almeno non uno di quelli consigliati dai dottori. Quindi, se adesso state zitte e buone qui, o andate direttamente a casa, quando torno provo a farli uscire, ma non vi assicuro niente” conclusi sperando di porre fine a questa caciara.
Idea sbagliata, ancora. Si alzò un boato e tutte le ragazzine si misero a saltare e a piangere. “Dio, che malate” pensai.
“A che ora torni?”
“Penso verso le sette. Vi ripeto, non sono sicura che riescano ad uscire, ma ci posso provare. Ora, per favore, levatevi.” Dissi sottolineando l’ultima parola. Subito la massa si divise in due, facendomi passare come Mosè nel mare. Bel paragone Hel, sul serio.
“Grazie. Ciao” salutai con un gesto della mano e mi allontanai da quelle depravate mentali.
*
“E poi mi hanno assalita chiedendomi di tutto, davvero” continuai il mio racconto disperato sotto lo sguardo divertito del mio migliore amico.
“Ma sei ancora viva” rise lui prendendo una patatina fritta dal piatto che avevamo deciso di dividere.
“Per poco, davvero” sbuffai iniziando a mangiare qualcosa anche io.
“E quindi dopo gli farai incontrare i mitici One Direction?” schernì Chris pulendosi del ketchup dal dito. Feci di si con la testa, immaginando il putiferio che avevo creato. Quelle avrebbero avvertito tutte le Directioners del quartiere. Anzi, della città. Del paese. Del mondo. Ero sul punto di sbattere ripetutamente la testa sul tavolo, ma il piatto me lo impedì.
“Comunque, come procede la tua vita con le pop star?”
“Tutto bene, ci siamo riconciliati.”
“Seriamente?” gli occhi di Chris si spalancarono “E questa decisione improvvisa?” scherzò.
“Non lo so, ma so che ho fatto bene. Almeno adesso potremo tutti aiutare Hannah a guarire. Lei ha bisogno dell’aiuto di tutti noi , ne sono più che sicura” aggiunsi.
“Concordo. E con Zayn?” chiese curioso- sapendo quando ci ero stata male dalla nostra “rottura” (se potevamo chiamarla tale).
“Niente. Sempre lo stesso sbruffone.” Precisai ricordandomi della sua modestia.
“Stesso sbruffone che ti piace” mi incalzò Chris, facendomi arrossire visibilmente. “O sbaglio?”
“Ti sbagli” mi affrettai a dire “Non mi piace Zayn, è storia passata. Mi fa piacere averlo vicino ma.. “
“Ma?..”
“Ma è finita.” Sviai.
“Senti Hel, a proposito di questo, non è che potremmo parlare?”
“Stiamo parlando da..” mi interruppi per buttare uno sguardo sull’orologio da polso per poi tornare a dedicare la mia attenzione a Chris “Un’ora e quarantacinque minuti, quarantasei, scusa.” Risi.
Osservai il suo sguardo serio e non intenzionato a scherzare, così mi chiesi se stesse facendo sul serio.
“Scusa” biascicai “Dimmi”
“Vedi, te lo dico senza troppi giri di parole: Io sono innamorato di te”
Il mio cuore perse un battito. Poi un altro. Il mio stomaco fece una doppia capriola. Cosa? O ero io che avevo sentito male, o ero io che avevo sentito male. Chris innamorato? Di me? Ma se ero la sua migliore amica! Non si può.
Vidi la sua mano che si agitava davanti alla mia faccia, probabilmente in attesa di una risposta.
“Non so che dire” sussurrai incredula.
“Devi dire se tu mi ricambi o meno.. No?” scherzò debolmente.
“Chris io..” mi alzai dal mio posto per avviarmi alla porta e andarmene.
Precisiamo, non volevo scappare da Chris o dalla dichiarazione che mi aveva fatto, ma avevo bisogno di riflettere. Avevo bisogno di assimilare ciò che mi aveva detto. E sicuramente la sua presenza non aiutava.
Lui si alzò a sua volta e si parò davanti a me. Lo guardai. Non era assolutamente un brutto ragazzo, anzi, ma era come un fratello per me. Non potevo provare qualcosa per una persona a cui ero così legata. Ma , secondo me, il legame non era l’unica cosa che mi impediva di ricambiare il sentimento di Chris. Doveva esserci dell’altro, no? E fu in quel momento che avvertii le sue labbra sulle mie. Le sue mani sui miei fianchi. E stranamente provai una sensazione di piacere che mi trasportava e mi faceva sentire meglio. Ma non mi sentivo completa, mi mancava qualcosa- nonostante non sapessi bene di cosa si trattasse.
Mi staccai da Chris con un movimento un po’ troppi brusco, separando la distanza tra le nostre labbra.
“C’è qualcosa che non va?” chiese in tono deluso e un po’ arrabbiato.
“Chris, non posso, scusami” risposi e , senza attendere una sua risposta o un suo gesto, lasciai il bar in lacrime.
*
Scesi dal pullman e mi avviai verso casa, immaginando già di potermi fare una dormita in santa pace. Decisi di fermarmi davanti ad una macchina per una controllatina e notai che il mio viso nascondeva bene il fatto che avessi pianto qualche minuto prima.
Allora continuai a camminare cercando di scacciare Chris dalla mente, ma mi ricordai dell’impegno che mi ero presa prima di incontrarlo al bar. E infatti, giunta davanti al cancello, mi trovai le solite ragazze. Notai che non erano così tante, ma una decina stranamente tranquilla.
“Ciao” mi sorrise una.
“Ciao a tutte” ricambiai il sorriso.
Avrei dovuto fare quello che avevo promesso, ma la mia testa mi consigliava vivamente di sdraiarmi, addormentarmi e – se possibile- svegliarmi nel 2050. Forse però il tenermi occupata con le ragazze mi avrebbe distratta per qualche tempo, permettendomi di essere più lucida in seguito.
“Ora vado a chiamarli” decisi alla fine.
“Oddio oddio!” urlò una bionda abbracciandone un’altra.
“Si, ma fate silenzio o non credo usciranno” aggiunsi.
In men che non si dica si poteva sentir volare una mosca. Così, soddisfatta, mi avviai verso casa. Percorsi velocemente il vialetto ciottolato e bussai alla porta con insistenza.
“Salve Hel” sorrise Liam venendomi ad aprire.
“A te Liam” dissi sorpassandolo e fiondandomi in salotto, dove trovai gli altri quattro.
“Ascoltatemi un attimo” alzai la voce “Ci sono dieci fan fuori che vorrebbero tanto che voi usciste.. “
“Sul serio? Non mi va” sbuffò Niall cambiando canale televisivo.
“Ma chi se ne frega. Digli che stiamo dormendo” aggiunse Harry scompigliandosi i ricci.
“Ah, è così che siete dietro alle telecamere? E quando siete con loro fate i sorrisetti finti?” risi osservandoli uno ad uno per vedere le loro reazioni.
“Non fraintendere Hel, noi le adoriamo ma..” iniziò Zayn con tono risoluto “Ci sono dei momenti in cui vorremmo solo rilassarci e cercare di avere una vita normale” mi informò.
“D’accordo.. Quindi vado a dire a quelle povere ragazze che i loro amati idoli stanno dormendo.. E loro ci rimarranno male e piangeranno.. e scapperanno arrabbiate e..”
“E come la fai tragica” rise Harry lanciandomi un cuscino.
“Avanti, fatelo per loro. Anche perché se non ci fossero , nessuno comprerebbe i vostri CD. Niente CD, niente soldi. Niente soldi, niente casa. Niente casa, niente ..”
“D’accordo!” acconsentì Louis alzandosi dal divano “Andiamo. Ma lo facciamo perché così la smetti di rompere” rise avviandosi alla porta.
“Simpatico come sempre” sbuffai “E voi che aspettate? Alzate il culo e andate la fuori”
“Dai ragazzi, andiamo” li incitò Liam spingendo Niall giù dal divano.
“Cretino, mi hai fatto male!” sbottò il biondo massaggiandosi la testa.
*
“Perché tu sei ancora in casa mentre tutti sono fuori a farsi assalire?” chiesi a Zayn intento a guardare fuori dalla finestra i suoi colleghi.
“Appunto, hai usato il verbo giusto: assalire. Quelle fanno sul serio” sorrise.
“Uhm. Be, sei un membro dei One Direction e quindi dovresti raggiungerli” commentai.
“Sei diventata la mia manager?” schernì Zayn.
“Potrei. E in quel caso la tua vita sarebbe finita” risposi.
“Cosa intendi?” proseguì lui mantenendo il sorrisetto malizioso.
“Che ti farei pentire di essere diventato famoso”
“Forse perché ti sono mancato.”
“Forse perché avevo bisogno di sigarette. E tu non c’eri”
“Lo prendo come un complimento, sai?”
“Libero di fare ciò che vuoi, Malik”
“Comunque mi piacerebbe averti come manager” disse mordendosi il labbro inferiore “Stare tutto il giorno con te, farmi dire gli appuntamenti che abbiamo, romperti le palle”
“Sarebbe un suicidio” risi io .
“Non per me”
“Parlavo di me infatti”
“Nah, piacerebbe anche a te”
“Scommettiamo?”
“Non scommetto con te.”
“Paura di perdere Bad Boy?”
“Sono un gentiluomo, non faccio scommesse con le donne”
“Cos’è? In questi due anni e mezzo non hai potuto punzecchiare più nessuno e hai accumulato?”
“Esattamente”
“E ora scarichi tutto su di me?”
“Esattamente, ancora”
“Peccato che a me non faccia piacere”
“Ma a me fa piacere poter stare ancora con te. Mi sei mancata”
“Questa dolcezza?” domandai curiosa.
“Avanti” sbuffò lui “Sai quanto è difficile per me dire queste cose. Specialmente se..”
Lo guardai impaziente. Specialmente se? Va avanti, dai.
“Specialmente se sono due anni e mezzo che non smetto di pensare a te ogni giorno. Volevo tornare da te e lasciare perdere la carriera”
“E perché non l’hai fatto?”
“Perché avevo paura che .. ti fossi stancata di me”
“Per quanto fossi arrabbiata con voi non ero stanca. Non sono stanca di te e non lo sarò mai.. “ spiegai “Lo stesso per i ragazzi” aggiunsi velocemente.
“Così sembrava quando siamo ritornati”
“Ero solo triste. E delusa.. E.. Non lo so bene. “ sospirai “Ma.. Zayn.. “ sussurrai “Se davvero ti mancavo.. Perché non mi hai nemmeno scritto un messaggio?”
“Per lo stesso motivo di prima.”
“Zayn, mi avevi fatto una promessa quanto te ne eri andato.”
Si, tutte le parole erano stampate a caratteri cubitali nella mia testa. E ricordavo l’emozione nella voce di Zayn quando mi aveva parlato. I suoi occhi sinceri. Le mie lacrime nel sentire tutto ciò.
“Voglio solo dirti che.. “ iniziai a recitare il suo discorso come un copione letto e riletto mille volte “ per tutto il tempo che sarò la dentro io ti penserò sempre, e mi mancherai da morire. Hel, io ti amo, davvero. So di essere troppo geloso, a volte acido ma..” mi fermai per impedire alle lacrime di uscire “.. ma tu sei una cosa mia, e vederti con altri mi spezza il cuore perché vedere il tuo sorriso, quel sorriso per cui muoio ogni volta , rivolto a qualcuno che non sono io, mi fa pensare di non essere abbastanza per te.” Conclusi con un sospiro.
“Dio Hel..” commentò Zayn incredulo.
“Già” scrollai le spalle come se fosse la cosa migliore del mondo.
“Sai cosa?” chiese prendendomi una mano tra le sue.
“Cosa?”
“Le tue mani combaciano con le mie come se fossero state create apposta per me. Non ni separeranno, non adesso” disse lui recitando a sua volta una frase che avevo detto io. “Ci sto scrivendo una canzone, sai? Con questa frase intendo”
Sorrisi debolmente. Zayn era qualcosa di fantastico. Era stato il mio primo e ultimo ragazzo, e non avevo dimenticato niente di lui. Avevo solo rimosso momentaneamente ogni ricordo appartenente a quel ragazzo. Per non stare peggio. Tutto qui.
“E la sai un’altra cosa?” domandò ancora stringendomi la mano.
“Dimmi” singhiozzai.
“Tutte le parole che ho detto due anni e mezzo fa..” chiuse gli occhi e inspirò a fondo “Valevano quel giorno in cucina, valgono adesso qui, e varranno per sempre”
*
Valevano quel giorno in cucina, valgono adesso qui, e varranno per sempre.
Avevo la testa che era sul punto di scoppiare- il che sarebbe stata solo una cosa positiva. Prima Chris, poi Zayn. Cosa stava succedendo? Non mi aspettavo una cosa del genere da entrambi. Da Chris specialmente. Insomma, eravamo migliori amici, quasi fratelli. Poi Zayn. Pensavo si fosse dimenticato di me, di noi. Pensavo che essendo uno dei più bei ragazzi del mondo non avesse avuto problemi a trovare un’altra ragazza. Ma evidentemente mi sbagliavo; e questa cosa mi faceva sentire così sollevata.
Il motivo? Non lo so.
O forse ero semplicemente innamorata di Zayn?


Angolo della scrittrice.
Salve! Innanzitutto mi scuso – come sempre- per l’enorme ritardo nell’aggiornamento ma, sono al mare e la connessione lascia molto a desiderare. Comunque, come stanno procedendo le vostre vacanze?
Raccontatemi un po’ che sono curiosa!
Questo capitolo è molto “passionale” (?) , ma posso dire di averci messo davvero tanto impegno a scriverlo. Ma sta a voi dirmi se ne è uscito qualcosa di bello o no. Quindi, sempre se vi va, lasciatemi una recensione con il vostro parere e io vi risponderò volentieri (:
Chi sceglierà Hel?
Un bacio.
@brunostalent

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Capitolo 11
*** I am here for you. ***


“Mi avevi chiamato?” chiese Liam raggiungendomi sulla terrazza.
Io annuii rannicchiata nella poltrona di vimini rivolta verso il grande parco della villa dei ragazzi, attendendo che il moro prendesse posto di fianco a me. E così fece, facendo scricchiolare, sotto il suo peso,  i fili intrecciati dell’altra poltroncina.
“Cosa ti succede Hel?” domandò ancora girando lo sguardo verso di me, per cogliere qualche emozione intrappolata nella mia testa, indecisa sul manifestarsi o meno. Sospirai pesantemente, pensando che a Liam potevo dirlo, mi avrebbe capita. Lui era come me, e mi voleva bene. Lui non ci scherzava sopra come gli altri, ma stava ad ascoltarmi e pensava ad un modo per aiutarmi. Si, perché Liam era la persona più dolce e comprensiva del mondo, e io per poco me l’ero fatto scappare.
“Sai quel periodo della tua vita in cui ti senti solo, non voluto da nessuno? Quello in cui conti solo su qualche amico, che alla fine ti volta le spalle per stare con persone più popolari?” chiesi io apostrofando l’ultima parola.
“Si” rispose lui semplicemente “Quando desideri sparire? Cambiare città? Essere più bello, più simpatico, più.. adatto?” continuò lui.
“Esatto” mi morsi il labbro “E sai quando , ad un certo punto, succede qualcosa che ti colpisce in modo tale da non renderti conto di cosa stia succedendo? Ti senti strano, confuso. Ed è li, che cambia ogni cosa che ti circonda: sei amato, voluto bene, hai degli amici che fanno di tutto per te, che ti proteggono”
“Hai una folla urlante che chiama il tuo nome a grande voce ogni volta che cammini per strada” aggiunse Liam facendomi ridere.
“Be, a me non è ancora successo, ma credo a ciò che dici” dissi io. “E comunque, ti ritrovi ad un bivio. Non sai se continuare a essere ciò che eri prima, o provare il brivido di essere quello che avevi sempre desiderato diventare. E la tua testa dice di buttarti, ma ..”
“Ma tu sei legato alla persona che sei sempre stata. E hai paura di non trovarti in una maschera che non ti rappresenta, in dei vestiti troppo alla moda, in un atteggiamento diverso dal tuo. Hai paura di non poter tornare ciò che eri, nonostante inizialmente ti odiassi a morte.”
“Come sempre hai capito ciò che dico, non capisco come tu faccia” ammisi osservandomi le pellicine delle unghie rovinate e mangiucchiate nei momenti di noia.
“Perché l’ho vissuto Hel, in prima persona” mi informò “Alla mia festa dei sedici anni non è venuto nessuno, ma io ho sorriso davanti ai miei genitori, li ho tranquillizzati dicendo che era tutto a posto, che non me l’ero presa. Ma tu riesci ad immaginare quanto io ci sia stato male? L’idea di non aver nessuno che ti dedica un pomeriggio, che sta con te in un giorno importante, che ti abbraccia facendoti gli auguri, che ti fa il regalo più scabroso del mondo, ma lo fa con quell’affetto fantastico.”
“Scusa Liam.. Io non lo sapevo” dissi pentendomi per aver tirato fuori quell’argomento orribile, che lo feriva ma, come alla sua festa, non lo faceva vedere.
“No, scusami tu” sorrise “Non è colpa tua, anzi. Ogni tanto sfogarsi fa bene, e a me piace farlo con te” disse sporgendosi verso di me per abbracciarmi e tenermi stretta a se.
E confermai che Liam era qualcosa di perfetto, qualcosa di inimitabile. E io ero fortunata a conoscerlo.
“Solo che “ continuò “Adesso vedo tutte quelle ragazze che piangono vedendomi, che vogliono un mio abbraccio, una foto, un autografo. Che mi amano. Ma io continuo ad avere paura. Voglio dire, mi sento finalmente amato da qualcuno, sento che molte fans mi vogliono bene, ma è questo il problema.”
“Che intendi?” chiesi io ancora appoggiata al suo petto.
“Ho paura che si siano innamorate della maschera di cui parlavamo prima. Che si siano innamorate di Liam Payne dei One Direction e non di Liam Payne di  Wolverhampton, quello sfigato. E che un giorno mi lascino per qualcuno di migliore.”
“Non credo lo faranno” lo rassicurai.
“E se lo facessero?” domandò lui preoccupato.
“In quel caso, ci sarei io, lo sai” sorrisi alzando il viso per depositargli un bacio sulla guancia veloce.
“Sai perché qualche giorno fa ci hai chiesto perché noi avessimo insistito così tanto per riavere il rapporto di prima?”
“Si”  deglutii silenziosamente pronta a sorbirmi qualche risposta veritiera che mi avrebbe fatta pentire o stare male.
“Perché tutti ricordavamo questo tuo lato: la tua dolcezza, il bene che ci volevi, il tempo che ci dedicavi. Tutto quanto. Ma noi non ti abbiamo risposto, ricordi? E ora che mi hai detto questa cosa, vorrei urlare da questo balcone quanto sei fantastica, quanto ti meriti tutto il bene di questo mondo. E sappi che io ci sarò per te, ogni giorno. Perché dopo x factor mi sono pentito di quanto male ti avevo inflitto involontariamente, lasciandoti sola. E sono tornato perché sapevo come ti sentivi, e ora eccomi qui”
“Grazie Liam” risposi semplicemente, consapevole del fatto che lui sapesse della mia incapacità a esprimere i miei sentimenti.
“E comunque, c’era qualcosa di cui dovevi parlarmi, non è vero?” chiese.
“Si” mi ripresi io sciogliendomi dall’abbraccio. “Vedi, due o tre giorni fa Chris mi si è dichiarato, dicendo di essere innamorato di me..”
“Ma è una cosa bellissima!” esclamò Liam “Sono felice per voi”
“Aspetta, non è così facile” sorrisi debolmente “Il fatto è che .. Anche Zayn lo ha fatto”
“C-cioè ti ha detto di essere innamorato di te?” domandò spalancando gli occhi.
“Esatto. Ed è per questo che prima ti ho detto di sentirmi strana. Perché prima non mi si filava nessuno, e adesso addirittura due persone, mi sembra di essere in un film”
“E sei al bivio, vero?” chiese conferma centrando nel bersaglio.
“Non so cosa fare, Liam.” Ammisi.
“E’ facile: scegli la persona che ti piace. Scegli chi ti fa sentire bene, chi ti dimostra di tenerci a te. E nel caso non fosse nessuno dei due, non avrai problemi a trovarne un altro” mi fece l’occhiolino.
“Altro bel problema. Sono troppo legata a Chris, siamo sempre stati assieme, e mi è sembrato di baciare mio fratello. Si, mi ha fatto sentire bene, e ci tiene a me, ma non credo che mi piaccia. Ripeto, è il mio migliore amico, si rovinerebbe tutto”
“E che mi dici di Zayn?”
“La dichiarazione di Zayn mi ha fatto ricordare tanto .. Quando stavamo assieme era tutto perfetto, non desideravo altro. Ricordo solo che il sapore dei suoi baci mi piaceva talmente tanto che non ne avevo mai abbastanza. Che adoravo le sue braccia intorno ai miei fianchi, i suoi occhi nei miei, il rumore dei suoi respiri quando dormiva. Solo che..”
“Solo che non sai se ora è lo stesso, giusto?” si intromise.
“Esattamente. Intendo, come faccio a sapere se non è cambiato niente? Se le emozioni sono le stesse? E se non provassi più niente?”
“E’ questo il punto: buttati. Pensi di meritarti di stare ancora male per un ragazzo? Devi vedere se le tue emozioni vengono ancora intrappolate tra quelle di Zayn, o tra quelle di Chris. E se scoprissi di tenerci più a uno che all’altro, uno dei due capirebbe o se ne farebbe una ragione”
“Hai ragione”
“Però, se devo essere pignolo, il solo fatto che tu sia in dubbio su Zayn, suggerisce una cosa. Se non ti fosse piaciuto o se l’avessi dimenticato, non ci avresti nemmeno pensato alla sua dichiarazione, perché non ti saresti ricordata niente del vostro rapporto. Ma se tu hai ancora in mente tutte quelle cose, vuol dire che una parte di te, è ancora in lui. O viceversa”
“Oddio” sbuffai chiudendo gli occhi.
Perché Liam doveva sempre avere ragione? Non poteva sbagliare per una volta? Si, mi aveva aiutato a mettere un po’ di ordine nella mia testa.
“L’unica cosa che ora ti serve per decidere, è proprio Zayn” concluse sorridendo.
“Va bene, va bene” mi inumidii le labbra “Ora vedremo.”
“E comunque non riesco a crederci che Zayn lo abbia davvero fatto” ridacchiò sottovoce.
“In che senso?”
“Quando eravamo nella casa di X-factor, lui continuava a ripetermi che – tornato a casa- ti avrebbe detto tutto ciò che provava, e che sarebbe riuscito a mettere via tutta la sua timidezza nel farlo perché se ciò comportava avere te, avrebbe fatto di tutto”
“Non dirmi così Liam, o mi incasini ancora le cose” risi io alzandomi dalla poltrona per stiracchiarmi.
Il moro mi imitò, accompagnando il tutto con uno sbadiglio stile uomo delle caverne.
“Comunque grazie, mi hai aiutata”
“Anche tu lo hai fatto. Qualsiasi cosa, sai dove trovarmi. Ora vado da Danielle, o rischia di impazzire”
“Perché?”
“Ha le sue cose. E se le dicessi di essere arrivato in ritardo perché ero con te, potrebbe ucciderti”
“Cosa aspetti? Muovi il culo” risi
“A dopo” mi diede un bacio sulla guancia e si allontanò, lasciandomi in terrazza.
*
“Aspettami che prendo l’alimentatore del computer!” urlò Niall passandomi di fianco e precipitandosi al piano di sopra.
“Che sta succedendo?” chiesi io scendendo gli ultimi gradini e trovandomi nel corridoio principale della casa. Subito vidi Harry che mi fece cenno di seguirlo nel salotto; Così mi avvicinai a lui.
“Stiamo per fare una twitcam io, Niall, e Zayn, vuoi venire?” domandò il riccio armeggiando con il computer.
“Non grazie” scossi la testa andando ad accomodarmi sul divano posto lateralmente alla tv, per stare più lontana possibile dalla webcam.
“Perché no?” continuò lui girandosi verso di me.
“Perché non mi va” risposi semplicemente.
“Non è veeero” cantilenò lui raggiungendomi “Hai paura che le Directioners ti scannino viva perché sei una ragazza?”
“Forse un pochino” ammisi.
“Guarda che quelle che hai aiutato l’altro giorno, hanno raccontato a tutti che ci hai fatti uscire, e adesso molte persone pensano che tu sia una persona con un gran cuore. E poi gli stai simpatica. Quindi, vai tranquilla” mi rassicurò scompigliandomi i capelli.
“Mi fa tanto piacere, ma no”
“Come no?” chiese Zayn spuntato dal bagno “Farai la twitcam con noi tre, è deciso”
“No, per favore. Sono stanca” mentii sperando di convincerli.
“Niall” Zayn chiamò il biondo , che rispose con un “che cazzo vuoi?”
“Sai che Hel ha deciso di fare la twitcam con noi?” rise.
“Davvero?” strillò quello correndo giù dalle scale mostrando trionfante l’alimentatore “Ma è fantastico! Bene, mettiti vicino a me”
“D’accordo, arrivo” sbuffai seguendo l’ordine di mio cugino, ritrovandomi tra Niall e Zayn.
“Che la twitcam abbia inizio” esclamò Harry.
*
“Ciao a tutti ragazzi!” urlò Niall seguito da urli di approvazione da parte degli altri due ragazzi intorno a me.
“Abbiamo deciso di fare una twitcam perché .. perché siete i migliori fan del pianeta” confermò Zayn sorridendo davanti alla webcam.
“E poi oggi abbiamo qui la nostra donna delle pulizie, fate un saluto a Hel” continuò Harry facendo ridere tutti gli altri.
“Ma smettila” risi anche io dandogli una sberla sulla spalla.
“Scherzo, è la nostra giardiniera” ironizzò ancora una volta il riccio, beccandosi un cuscino in faccia da parte mia.
“Comunque, se avete domande, io, i ragazzi e Hel cercheremo di rispondere a tutte” disse Niall facendo partire la terza guerra mondiale sul web. Ogni dieci secondi arrivavano circa tremila domande da parte di fan impazzite  che chiedevano di seguirle su twitter, di pronunciare il loro nome, di andare a fare un concerto nel loro paese.
“Guarda, li ce n’è una” dissi io indicando lo schermo del pc.
“Oh, allora” Zayn tossi lievemente “Qual è la cosa che avreste sempre voluto avere?” pronunciò ad alta voce per poi girarsi verso Harry, attendendo una sua risposta.
“Vorrei poter andare in giro in calzamaglia di lana senza sembrare un pazzo.. E’ così comoda”
“E tu hai così tanti problemi” aggiunsi io.
“Sarà la tua presenza” schernì lui.
“Coomunque, Niall?” proseguì Zayn.
“Io vorrei avere uno scivolo per passare dal piano di sopra a quello di sotto”
“Bell’idea, mi piace. Hel?”
“Io vorrei.. Vorrei un teletrasporto”
“Per andare dove?”
“In patagonia”
“Davvero?” chiese ridendo.
“No”
“Io invece vorrei un cane, ma qui non possiamo tenerlo perché essendo sempre in tour non riusciremmo ad occuparcene”
“Nessuno te l’ha chiesto” canticchiò Harry.
“Era una domanda rivolta anche a me” protestò il moro.
“Seconda domanda” annunciò Niall ignorando quei due “Se poteste portare tre persone su un’isola deserta, chi sarebbero e perché? Zayn, inizia tu”
“Io porterei.. Mia mamma perché non so cucinare, Niall perché mi suona la chitarra e..”
“E? ..”Harry  lo incitò a continuare.
“E non ve ne frega niente. Dicci tu Harry chi porteresti”
“Io porterei: Lou perché è Lou, Gemma perché le voglio bene.. E questa giardiniera per fare in modo che le piante dell’isola non crescano troppo e ci sommergano tutti”
“Grazie Harry, io ti lascerei su quell’isola invece”
“Vai a potare le siepi, Ermenegilda” mi ordinò lui.
“D’accordo” acconsentii io alzandomi da per terra e allontanandomi dal salone, cercando di fingermi offesa.
“No, dove vai Hel” urlò Harry in finto tono drammatico “Hai dimenticato di sistemare le aiuole” rise seguendomi.
*
ZAYN’S POV.
Vedere quei due allontanarsi verso la cucina mentre se la ridevano di gusto non aiutava sicuramente il mio stato mentale. Hel non capiva che ero geloso al massimo di qualunque ragazzo le stesse vicino? Poi si parlava di Harry, quindi ero doppiamente preoccupato. Ma cosa stavo dicendo? Hel non era nemmeno la mia ragazza e io mi permettevo di decidere chi potesse starle vicino o meno? Ecco, stavo impazzendo. Ma era solo colpa di quella bellissima ragazza.
Mi girai verso la webcam per provare  a distrarmi al pensiero di quei due assieme e cercai una domanda da leggere. Non trovandone, abbandonai la testa sul divano e lasciai che Niall continuasse la twitcam.
“Ma Harry e Hel sono fidanzati?” lesse Niall ad alta voce.
“NO” risposi io tirandomi su di scatto, sotto le occhiate spaventate di Niall “Volevo dire, no, sono solamente buoni amici” risposi più gentilmente.
Niall mi guardò strano, come per chiedermi che mi fosse preso ma io mi limitai ad una scrollata di spalle.
Se Harry pensava di poter fare colpo su Hel, si era sbagliato di grosso.



Angolo della scrittrice.
Buon ventisette luglio a tutti! (Sono già quasi finite le vacanze, io piango). Comunque, state bene? Come avete visto, ho fatto finire l’altra storia ma, purtroppo per voi, per questa ce ne vorrà ancora un po’.
Tra l’altro, stavo pensando (si, la vostra autrice pensa ogni tanto), che mi piacerebbe davvero conoscere TUTTI i miei lettori, compresi quelli silenziosi. Mi spiego meglio: pensavo di fare una twitcam, o qualcosa del genere. Entro la fine di questa settimana oppure dopo il 21 agosto (vado a Londra lalala). A voi piacerebbe come idea? Vi andrebbe bene lunedì? Insomma, ditemi voi cosa ne pensate.
Tra l’altro vi lascio il mio profilo facebook nel caso abbiate bisogno di dirmi qualcosa: https://www.facebook.com/vittoria.turone
Oppure vi do il mio profilo di ask, nel caso vi andasse di farmi qualche domanda o nel caso non abbiate facebook (http://ask.fm/OhGoshIsLarry )
Poi, su twitter mi arrivano spesso un sacco di complimenti da parte di alcune ragazze che leggono la storia, e a me fanno davvero piacere. Quindi volevo davvero ringraziarti per tutta l’autostima che mi mettete ogni volta, davvero. Sapete che adoro scrivere, ma vedendo che molte persone lo apprezzano lo faccio con molta più voglia.
Inoltre ho già in mente un’altra fan fiction, ma aspetto ancora un po’ a pubblicarla. Oppure faccio il continuo di “My kind of love”. Insomma, ci devo pensare bene. (Caso vuole che alla fine farò entrambe le cose ahahah).
Quindi grazie tante, siete fantastici.
Se vi va, ditemi che ne pensate di questo capitolo (:
Un bacio <3
@brunostalent

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Capitolo 12
*** Am i ready? ***


ZAYN’S POV.
Presi il telefono per leggere il messaggio che mi era appena arrivato. Avevo dovuto mettere una suoneria bella potente per sentire il telefono, perché stavo iniziando a diventare sordo a causa delle urla delle fan. No, non era vero; Però mi piaceva far preoccupare le fan per niente.
“Come sono stupido” sogghignai premendo il dito sullo schermo touch dell’i-phone e trovandomi davanti il contenuto del messaggio da Liam.
Za, conquistala. Puoi farlo benissimo.
Cosa prendeva a Liam? Si era forse ubriacato con Danielle?
Amico, stai bene? Cosa stai dicendo? Vuoi che venga a prenderti in macchina? Ti hanno violentato?
Inviai e attesi la sua risposta. Sentii qualcuno cantare allegramente, poi Hel si fermò davanti a me, sorridente.
“Oh, ciao Zayn” disse legandosi i capelli in una coda di cavallo.
Era bellissima.
“Hel” sorrisi sistemandomi meglio sul divano, sperando si sedesse di fianco a me. Ma non lo fece.
“Io vado a dormire” mi informò.
“Ma sono solo le undici.. Strano per un gufo come te..” scherzai dolcemente guardandola negli occhi.
Era bellissima.
“Si, hai ragione, ma sono davvero stanca” si lamentò debolmente arrotolandosi i pantaloni del pigiama un po’ sopra le caviglie. Quei pantaloni non erano suoi, ne ero sicuro.
“Ma quei pantaloni..” iniziai a dire.
“Oh si..” sorrise.
Avrei giurato di aver visto le sue guance tingersi di rosso. Era imbarazzata.
Era bellissima.
Avvertii la suoneria del messaggio, ma la ignorai completamente continuando la conversazione con Hel.
“In realtà li ho presi dal divano, prima. E’ che non ho più pantaloni per dormire.. Sai.. Li ho.. sporcati, ecco. Sono tuoi?”
Sorrisi. Si sentiva a disagio parlando di queste cose, e io lo sapevo. Annuii lievemente.
“Penso che continuerò a rubarteli per un po’” mi disse.
“Penso che continuerò a far finta di non accorgermene” risposi divertito.
“Vuoi dire che anche quelli della scorsa settimana erano tuoi? Pensavo fossero di Har..”
“Non preoccuparti. Non continuerò a fingere che non amo il fatto che tu li indossi ” la interruppi facendola ridere.
Era bellissima.
“B-bene, io vado. Buonanotte Zayn.. E grazie” mi diede un bacio sulla guancia e sparì al piano superiore.
Istintivamente portai la mano sul punto in cui le sue labbra calde si erano posate. Sentivo il suo profumo, vedevo il suo sorriso ovunque.
Tornai alla realtà solo per leggere il messaggio di Liam.
No. Sto benissimo.. Danielle è al bagno.. Comunque, sai che di me ti puoi fidare. Quindi fallo Zayn, è la volta buona.
Continuavo a non capire cosa intendesse il mio migliore amico. Voleva forse dire che non mi avrebbe respinto? Che mi amava ancora quasi quanto l’amavo io?
Una scarica di energia positiva mi attraversò il corpo, facendomi rabbrividire. Ma certo, oramai non era più tempo di aspettare. Dovevo provarci. Dovevo riuscirci.
Hel era la creatura più bella che il mondo potesse creare, e io me la stavo facendo scivolare dalle mani in quel modo?
Mi alzai dal divano di scatto, dirigendomi verso la sua camera. Ero pronto a dirle tutto, a baciarla fino a toglierle il fiato. E ce l’avrei fatta, se non fosse suonato il  campanello.
“Ma chi cazzo è?” pensai correndo ad aprire.
E sicuramente la persona che mi trovai davanti non mi aiutò a mantenere i nervi saldi. Chris. E ora che voleva quella faccia da scimmia?
“Ehi Zayn” sorrise radioso.
“Sono le undici.. Stavo per..” provai a spiegare, ma lui mi precedette.
“C’è Hel?” chiese.
“No” risposi “Sta dormendo da.. due ore circa” mentii sperando di togliermelo dai coglioni. Almeno per quella sera. Almeno per quando io e Hel ci saremmo dichiarati il nostro amore.
Stavo esagerando.
“Oh” sospirò deluso “Be.. Grazie lo stesso” si girò e si allontanò.
Non so esattamente cosa mi spinse a farlo, forse il fatto che in fondo avevo un cuore anche io, ma gli chiesi se andava tutto bene. Non l’avessi mai fatto.
Lui tornò sui suoi passi e scoppiò a piangere. Davanti a me.
“Che checca” pensai sottovoce. Ma invece di asciugarsi le lacrime e darsi un minimo di contegno, lui mi buttò le braccia al collo e continuò il suo pianto disperato.
“Posso entrare?”chiese ad un certo punto.
IN REALTA’ NO, RAZZA  DI  ABORTO. Già, perché noi maschi non eravamo come le femmine che, vedendo la loro acerrima nemica piangere, dimenticano tutto e diventano amiche. Noi no. Io no. Continuavo a provare ribrezzo ogni volta che vedevo quel ragazzo.
“Certo” risposi facendomi da parte per permettergli di entrare.
“E’ uno schifo” si lamentò buttandosi sul divano.
“Cosa?” domandai vagamente annoiato.
“La mia vita. Qualche giorno mi sono dichiarato a Hel.. E l’ho baciata.”
COSA HAI FATTO, RAZZA DI SCORFANO CON MEZZO NEURONE FUNZIONANTE? Hai baciato Hel? La mia Hel?
“Ma lei mi ha rifiutato. Mi sono sentito umiliato al massimo, Zayn. Io la amo.”
Ben ti sta. E ha fatto pure bene a rifiutarti, vorrei ben dire.
“Forse le piace un altro” tentai.
“Ma no, è ovvio che le piaccio” piagnucolò bagnando il divano. Quel divano era costato più di tutta la casa messa insieme, e se me l’avesse rovinato io lo avrei defenestrato.
“Sei sicuro?” chiesi.
“Si, lei è innamorata di me. E’ una certezza. Mi ama.”
Modesto.
“Senti eh” sbuffai “Io sono la persona sbagliata con cui parlarne. Ora, se non ti dispiace, vorrei dormire” cercai di concludere.
“Perché?” domandò lui.
“Perché.. Uhm.. Quando è tardi sparo cazzate. E poi, diciamocelo, io e te non siamo mai andati d’accordo.” Ammisi tranquillamente.
“Va bene Zayn, ciao” sorrise debolmente alzandosi dal divano.
“Ciao Chris. “ risposi io osservandolo mentre usciva di casa.
“Grazie al cielo” sospirai.
*
Entrai nella camera da letto di Hel cercando di non far rumore. Poi la vidi: le sue esili braccia erano allacciate al cuscino di piuma, e la sua guancia destra vi era posata sopra, facendola sembrare un tantino buffa.
Mi andai a sedere sul pavimento, con lo sguardo rivolto verso il letto.
Rimasi ad osservarla per un po’, non so esattamente per quanto, forse dieci minuti. Lei sbadigliò dolcemente, per poi tornare alla posizione di prima. Sorrisi.
Era bellissima, lo avevo già detto?
“Oh Hel” sussurrai “Se solo tu sapessi”.
Eh già. Se solo tu sapessi quanto io ti amo. Quanto io vorrei che tu fossi mia, una volta per tutte. Vorrei toglierti Chris o Harry dalla testa. Forse sarà difficile, impossibile, ma ci proverò.
Sei la cosa più bella che io possa avere, e la cosa più brutta che potrei perdere. E ho già rischiato una volta.
Diamine, perché queste parole rimanevano bloccate in bocca? Dovevano uscire, almeno trovarne il coraggio.
Ma no, rimasi li ancora, sperando di riuscire a esprimere tutto ciò che provavo per quella ragazza.
“Ma tanto, a cosa servirebbe?” pensai “Dorme”.
Così decisi di alzarmi. Mi sporsi per posarle un bacio lungo sulla fronte.
“Buonanotte Hel” sibilai ancora una volta.
*
HEL’S POV.
Portai le ginocchia al petto , rabbrividendo da dentro la coperta di lana. Era strano come potessi avere freddo nonostante fossi coperta fino ai capelli.
Pensai a quelle parole, sussurrate, pronunciate con stanchezza.
“Se solo sapessi cosa, Zayn?” pensai.
*
La mattina dopo.
ZAYN’S POV.

Vidi Liam entrare in cucina con il suo solito sguardo da appena sveglio. Sorrisi, salutandolo con la mano.
“Ehi”
“Ehi” rispose lui sedendosi sullo sgabello di fianco al mio. “Come è andata?” chiese curioso.
Scrollai le spalle, fingendomi indifferente “Non ho fatto niente.. A parte guardarla”
“Come, lei non si sentiva leggermente.. Osservata?” domandò facendomi scoppiare a ridere.
“Deficiente, stava dormendo” spiegai tra una risata e l’altra.
“E dillo prima” rise lui “Pensavo ti fossi messo a fissarla di punto in bianco”
“No, non credo riuscirei.” Ammisi.
“Comunque, perché non l’hai svegliata? Perché non le hai rivelato tutto?”
“Liam, andiamo!” esclamai “Sai come sono fatto. Non ne ho il coraggio, ok? Ho paura che mi rifiuti, che mi scelga per qualcun altro, capisci? Sai che dolore sarebbe da sopportare poter vederla tutti i giorni ma non poterla toccare, baciare, abbracciare?”
“Senti Zayn, se ti dico che sei in grado di conquistarla, vuol dire che è così. Ci ho parlato, va bene?”
“Cosa ti ha detto?” chiesi allarmato. “Io so solo che quel coglione di Chris l’ha baciata”
“Come fai a saperlo?” mi guardò in tono di rimprovero.
“Se stai pensando che io abbia origliato, ti sbagli. Ieri quello è venuto qui, e me lo ha detto. Come se fosse la cosa più normale del mondo”
“D’accordo, ho capito” sul volto di Liam apparve uno sguardo dubbioso e pensieroso “Comunque non sa se è ancora innamorata di te e.. lei è sicura di non provare niente per Chris..”
Non riuscii a sentire altro se non l’ultima frase.
lei è sicura di non provare niente per Chris.
Era questo che volevo sapere, solo questo. Era il mio momento.
“Scusa” biascicai a Liam, alzandomi dallo sgabello e correndo di sopra.
Prima, mi fermai davanti allo specchio per darmi una leggera controllata, giusto per non apparire brutto.
Quanti complessi mi stavo facendo? Tanti, ma ne valeva la pena.
“Magari non ti dichiarare a petto nudo” rise Liam raggiungendomi.
“Ho i pantaloni del pigiama, vado” strillai avvicinandomi alla camera di Hel.
Presi un bel respiro, poi bussai. Ce la potevo fare, dovevo solo stare tranquillo.
“Si?” chiese una voce dall’interno.
“Sono Zayn” risposi.
“Entra”
Feci leva sulla mano per abbassare la maniglia e entrai in quella stanza. In quel momento mi sembrava tutto più scuro, opprimente. Era come se tutti stessero aspettando che mi dichiarassi, ero schiacciato, e non riuscivo a respirare con questo peso sullo stomaco.
“Devo parlarti” balbettai.
La vidi girarsi verso di me e sorridermi. “Dimmi”
Ero pronto per urlare a tutti che io l’amavo.


Angolo scrittrice.
Saaalve. Inizio col dire che il prossimo capitolo è quello decisivo, quello per cui tutti abbiamo aspettato (credo). Hel ricambierà? Oppure , preoccupata per il suo amico Chris, dirà di no?
Chi lo sa.
Scusate per il capitolo penoso, ma ci vuole la suspance. AHAHAHAH
Un bacio <3
@brunostalent

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Capitolo 13
*** Girlfriend. ***


ZAYN’S POV.
“Parto scusandomi se inizierò a balbettare ma.. ma mi conosci, sai quanto è difficile per me” iniziai “So che avrei dovuto fare qualcosa di un po’ più romantico.. Ma fino ad oggi non avevo idea di cosa e come avrei fatto” sospirai. “Ho solamente bisogno di te. Necessito la tua presenza, i tuoi sorrisi, il tuo visto, tutto. Vorrei poter andare in giro mano nella mano e dire che sei la mia ragazza, vorrei poter baciarti sapendo che sei solo mia, che nessun altro può toccarti. Perché Hel, nel caso tu non l’avessi ancora capito, io ti amo. Amo le tue fobie, le tue strane abitudini, i tuoi piccoli difetti che, ai miei occhi, ti rendono perfetta”
“Zayn..” sussurrò lei.
“No, Hel..” la interruppi dolcemente “So che non ti fidi di me perché ti ho abbandonata già una volta, e ti ho fatta soffrire. E’ vero, ma non immagini quanto io me ne sia pentito. E ho fatto tutto questo solo per riaverti, perché sei la cosa più bella che ho. Sei tutto ciò per cui lotterei. E ti prego, dimmi che ne è valsa la pena.. Dimmi che anche tu pensi questo di me.. O se non lo fai, ti convincerò. Non ti voglio perdere Hel.. “
La stanza diventò silenziosa, vuota. L’unica cosa che rompeva il silenzio era il rumore dei nostri respiri. La vidi mordersi il labbro e chiudere gli occhi. Forse stava pensando.
Oh no.
Stava cercando un modo per dirmi che lei non ricambiava in nessun modo i miei sentimenti. Dovevo saperlo, avevo perso la mia occasione.
“Stupido, stupido, stupido” pensai.
E vaffanculo a quelli che dicono che i maschi non possono piangere.
Senza pensarci due volte, girai sui tacchi e uscii dalla camera il più velocemente possibile. Sulle scale incrociai Liam che, vedendo i miei occhi rossi e gonfi, mi prese per il polso e mi tirò verso di se.
“Che succede?” chiese.
“Lascia stare” risposi io liberandomi dalla sua presa. Presi il giubbotto e uscii di casa, sbattendo la porta di ingresso.
Come avevo potuto? Ero stato un cretino, sicuro. Lei non mi ricambiava più ormai, e dovevo farmene una ragione. Feci per uscire dal cancello, ma vidi la moltitudine di fan accampate fuori, così cambiai idea.
E rimasi li, in piedi sul vialetto, come un deficiente.
*
HEL’S POV.
Lo guardai mentre se ne usciva dalla camera e non capii. Cosa avevo fatto? Ero sicura di non aver pronunciato parola, eppure se ne era andato. Magari si era pentito di quello che stava facendo , o aveva scoperto di non provare niente per me. Niente, la mia testa era piena di parole pronunciate da quella voce stupenda, e non riuscivo a ragionare.
Mi buttai sul letto, confusa. Subito sentii entrare qualcuno e sedersi accanto a me: girai lo sguardo e trovai Liam.
“Ehi” dissi.
“Ohi Hel.. come va?” chiese.
“Non lo so” ammisi “Non capisco perché Zayn se ne sia andato in quel modo. Ho detto qualcosa?”
“Io non ero qui” ridacchiò “che è successo?”
“Praticamente  mi si è dichiarato.. E poi se ne è andato via. E’ uscito dalla camera piangendo.”
“Vieni con me” disse prendendomi per mano.
“Liam, che vuoi fare?” domandai facendomi trascinare fuori dalla camera.
“Zitta e vieni” mi ordinò dolcemente scendendo le scale frettolosamente.
Liam corse verso la porta d’ingresso e la spalancò. Vidi un sorriso soddisfatto comparire sul volto di Liam, e non realizzai. Mi spostai di lato per vedere cosa stesse fissando in modo divertito, e lo vidi.
Zayn, seduto a terra sul ciottolato, si ripeteva “Sono un deficiente, stupido, deficiente”. Sorrisi istantaneamente osservando la scena.
“Zayn” lo chiamò Liam, ma lui non sentì. “Zayn!” urlò più forte, facendo girare il moro verso di noi. Ci fissò stranito, facendo tingere le proprie guance di rosso.
“Mi sa che voi due avete frainteso” disse Liam “Tu hai preso conclusioni troppo affrettate Zayn..”
“Cosa intendi?” chiese lui alzandosi di scatto e avvicinandosi a noi.
“Meglio che te lo spieghi Hel, a dopo ragazzi” sorrise lui prima di lasciarci da soli.
Ero nel casino più totale, e non sapevo che fare. Presi un bel respiro: toccava a me.
“Zayn, non capisco perché tu te ne sia andato così.. Ho detto qualcosa?” domandai.
“I-io pensavo che stessi cercando un modo gentile per dirmi di levarmi dalle palle” ammise.
Sorrisi dolcemente, prendendogli le mani. “Io te l’ho sempre detto che sei un tipo… affrettato direi” risi.
“Che intendi? Hel, non mi fare questi scherzi perché potrei rimetterci la pelle” mi informò.
“Quindi devo stare zitta?”
“No!” esclamò stringendo le sue dita intorno alle mie “Ok, sto parlando a vanvera. Diamine, doveva essere una dichiarazione romantica e.. e ne è uscito fuori questo schifo” si lamentò.
“Pensi che mi importi di come una persona si dichiari?”
“Dovrebbe?” sorrise.
“No, non credo” sorrisi di rimando. “Solo che mi viene difficile, mi conosci”
“Posso provare a renderti le cose più facili” disse.
“In che senso?” domandai inutilmente prima di sentire le sue labbra sulle mie.
“Oddio” pensai mentre avvertivo le sue mani cingermi i fianchi e tirarmi a sé. In quel momento ero indecisa se svenire tra le sue braccia, o svenire tra le sue braccia. Scelta difficile.
Permisi a Zayn di approfondire il bacio, mentre gli passavo le mani tra i capelli. Dio, mi era mancato.
Non credevo potesse restituirmi tutte le emozioni che avevo perso nel lasso di tempo in cui non c’era stato. Mi ero semplicemente convinta dell’idea che non sarebbe più tornato e avevo provato a inscatolare le sue cose, i suoi ricordi. Ma, sentendo il suo profumo, le sue labbra, tutto era uscito. Era come se una parte di me non aspettasse altro, ma l’altra aveva paura a provare ancora una volta quel vortice di emozioni.
Mi staccai lievemente per poterlo guardare negli occhi.
“Non mi lasciare più” lo supplicai.
“Pensi seriamente che sarei capace di farlo? Non mi sopporterai più”
“Mi piace questa cosa” ammisi prima di baciarlo ancora.
“Hel” mi richiamò lui dopo qualche minuto.
“Dimmi”
“Garantisco che ci saranno tempi duri…
garantisco che ad un certo punto uno dei due, o tutti e due,
vorremmo farla finita…ma garantisco anche che
se non ti chiedo di essere mia lo rimpiangerò per tutta la mia vita,
perché sento nel mio cuore che sei l’unica per me.”
“Zayn” sussurrai abbracciandolo.
“Sii la mia ragazza Hel .. perché sono sicuro che nessuno ti ama come lo faccio io”
“Si” risposi semplicemente.
“Si?” chiese conferma guardandomi.
Annuii ridendo per la sua faccia assurda. Per poco non venni soffocata dal suo abbraccio.
Ma era una cosa che amavo, nonostante inizialmente non lo sapessi.
*
“Muovete il culo” urlò Louis entrando in cucina come un razzo “Andiamo al ristorante!” ci informò.
“E tutta questa eleganza?” chiesi guardandolo nel suo smoking.
“Oh bhe, abbiamo deciso di organizzare una cena tutti assieme, e io sono una persona di classe”
“Scusa se ne ho dubitato” risi.
“Ti perdonerò. Allora, ti vai a preparare o devo portarti di peso su?” mi domandò. “Oppure può farlo Zayn. Non vorrei che mi si stropicciasse il vestito bello” sorrise guardando l’amico seduto di fianco a me.
“No, è troppo pesante, non riesco”
“Cosa?” chiesi guardandolo storto.
Sapevo che scherzava, ma dovevo fingermi offesa. Anche perché, quando lo facevo, lui cercava in tutti i modi di farsi perdonare.
“Stai dicendo che sono grassa?”
“Una balena, direi” aggiunse Harry spuntando dal salone.
“Va bene” sbuffai fintamente “Questa balena va a vestirsi. “ decretai abbandonando la cucina per salire velocemente in camera.
Certo che Louis doveva sempre uscirsene con queste idee improvvise. Dovevo prepararmi in fretta, e non ero sicura di poterci riuscire.
Venti minuti dopo , mentre ero intenta a passarmi il mascara sulle ciglia, la porta della mia camera si aprì , facendomi scorgere la figura di Zayn.
“Sera” disse chiudendo la porta con delicatezza.
“Ti sto ignorando”
“Sei bellissima” continuò lui sedendosi sul letto.
“Non sento” canticchiai cercando le mie scarpe.
“Sei la più bella” rise prendendomi per i fianchi e facendomi cadere sul letto.
“Ma smettila”
“Ti amo” sussurrò al mio orecchio, facendomi rabbrividire.
*
Entrammo nel locale grazie ad una squadra di guardie del corpo che bloccò le Directioners impazzite.
Sentii la mano di Zayn cercare la mia e la scostai lievemente, procedendo verso l’entrata.
“Che succede?” chiese lui raggiungendomi.
“Niente” mentii “Non succede niente” risi nervosamente ringraziando il ragazzo che ci stava tenendo aperta la porta del ristorante.
“E allora perché non mi hai dato la mano?” domandò il moro, non demordendo.
“Zayn, hai visto tutte quelle ragazze fuori?” chiesi di rimando, facendolo confondere.
“Si, e allora?”
“Allora” iniziai a spiegare dirigendomi verso il tavolo indicato dal caposala “Io capisco come si sentono. Anni fa, avevo un idolo. Un giorno uscirono alcune foto che ritraevano lui e una ragazza per mano.. e non immagini quanto io ci sia stata male. Sai, ero piccola, ero convinta che sarei stata io la sua ragazza. Capisci? Le tue Directioners ci starebbero male, e non mi va. “
Lo vidi sorridere mentre si sedeva di fianco ai ragazzi “Ne parliamo dopo, ok?”
“Come vuoi” sospirai.
No, non avevo intenzione di fare disperare quelle ragazze. Io riuscivo ad immaginare come avrebbero potuto sentirsi scoprendo della nostra relazione, e non era un gran che bella come cosa. Non per loro almeno.
“Allora, quando arriva Eleanor?” chiese Niall.
“Eleanor?”
“Si, Hel, è la nuova fiamma di Lou” lo prese in giro Liam.
“Smettetela, non è una fiamma, è un’amica” sbuffò lui facendo roteare gli occhi azzurri.
“Dicevi la stessa cosa di Hannah” aggiunse Zayn.
Fulminai Zayn con un’occhiataccia e lui mi mimò un “scusa” con le labbra. Louis usciva con un’altra? Bene.
E tutte quelle lacrime che aveva versato con me all’ospedale? Tutte quelle frasi fatte? “Io amo Hannah, la amo ancora Hel, giuro”. Dove aveva messo tutto questo?
“Comunque, cosa volete ordinare?” tagliò corto Harry
“Io prendo la pizza, vado sul semplice” disse Niall.
“Anche io” aggiunsi.
“Ma se facessimo pizza per tutti?” propose Liam.
“Io ci sto” sorrise Louis.
“Buonasera” una voce femminile e delicata ci interruppe.
Tutti ci girammo verso il luogo dal quale era provenuta quella voce. Era una ragazza alta, magra, molto bella. Pensai subito ad Eleanor.
“Ciao El” disse Louis alzandosi per salutarla.
Appunto.
“Ciao a tutti, state pure seduti”  sorrise gentilmente.
“Vorremmo presentarti Hel, la nostra coinquilina” iniziò Louis.
“Non che cugina” aggiunse Niall.
“Non che la nostra migliore amica” intervenne Liam facendomi l’occhiolino.
“Non che giardiniera” rise Harry.
Mi avvicinai al riccio per tirargli i capelli. “Sei un cretino” risi io cercando nel mio intento, ma le sue mani bloccarono le mie.
“Non che la mia ragazza” concluse Zayn.
Vidi le pupille di Harry dilatarsi , mostrando le sue iridi verdi. Tutti ci girammo verso Zayn, che sorrideva soddisfatto.
“Zayn” sussurrai guardandolo.
“Che c’è?” chiese lui.
Avevamo deciso di non dire ancora niente ai ragazzi perché l’avremmo fatto in un occasione migliore. Ovviamente solo Liam sapeva, ma lui non lo aveva dimostrato, fingendosi un ottimo attore.
“Scusate” disse Harry lasciando le mie mani e alzandosi da tavola.
“Harry, dove vai?” chiese Niall cercando di seguirlo.
“Lasciami Niall” disse.
“Cosa ha?” domandò Liam stupito dalla reazione dell’amico.
“Vado io” esclamò Louis.
“Forse dovevo starmi zitto” ammise Zayn abbassando lo sguardo.
Ero li per ribattere, quando la suoneria del telefono mi distrasse. Tirai fuori dalla tasca quell’aggeggio e risposi alla chiamata.
“Pronto?”
“Hel”
La voce di Hannah era rotta dal pianto. Subito mi spostai dai ragazzi per cercare di sentire meglio la mia migliore amica.
“Cosa? Cosa Han?” chiesi allarmata.
“Ho sognato quel ragazzo.. Ti ricordi?”
“Che ragazzo?”
“Quello che ricordavo vagamente.. Di cui ero pazzamente innamorata. Te lo ricordi?” domandò ancora.
“Si” scossi la testa esasperata “Certo che me lo ricordo.”
La sentii ancora piangere.
“Han!” la richiamai.
“Si?”
“Qual è il problema.. Dimmi.. Cosa succede?”
“Quel ragazzo era Louis”


Angolo della scrittrice.
Diciamo che non mi piace avere un periodo di felicità troppo lungo, devo fare accadere qualcosa di meno positivo.. sempre. AHAHAH Ma non mi uccidete per questo, perché vi dico che in questa storia ci sarà il lieto fine.
Comunque, Hel e Zayn si sono messi assieme, felici? (:
Datemi le vostre opinioni, un bacio <3
@brunostalent

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Capitolo 14
*** Die. ***


Corsi per il corridoio centrale dell’ospedale fino a rimanere senza fiato. Pochi minuti prima Hannah mi aveva chiamata allarmata e in lacrime. Per dirmi cosa? Perché aveva capito tutto.
Aveva capito che era Louis il ragazzo di cui non ricordava quasi niente.
E io mi sentii così stupida, ancora una volta. Per averle mentito, sicuramente. Bhe, oddio, mentire era una parola troppo grande. Avevo solo finto di non sapere di che ragazzo parlasse, tutto qui.
Mentre mi domandavo quanto fosse grave la cosa che avevo fatto e – autoconvincendomi che non era nulla di cui preoccuparsi- cercavo con gli occhi la camera di Han.
Ma quel corridoio sembrava più lungo, quella sera. Più lungo, bianco, vuoto. E terribilmente triste. Pieno di ragazzi che vagavano avanti e indietro con la speranza di poter guarire e di vecchi con la consapevolezza che quello sarebbe stato uno dei loro ultimi giorni.
Duecentododici, eccola.
Bussai lievemente alla porta, ottenendo un singhiozzo strozzato della mia migliore amica come risposta. Subito mi fiondai verso di lei e , senza dire una parola, l’abbracciai e la tenni stretta a me, come per proteggerla. Ma io avevo fatto di tutto men che proteggerla, e questo mi faceva crescere un senso di colpa dentro che non sarebbe andato via facilmente.
“Ehi” le sussurrai all’orecchio “Va tutto bene, era un brutto sogno” cercai di tranquillizzarla inutilmente, visto che si mise a piangere più forte, bagnandomi.
“Era lui, io l’ho visto” disse lei asciugandosi una lacrima con la manica del pigiama “Eravamo al mare, e c’era il tramonto..” iniziò a raccontarmi lentamente, quasi se ogni parola le costasse uno sforzo tremendo. E forse era vero.
Ricordare, era difficile.
Cercare di incastrare tutti i pezzi, era difficile.
Capire di chi potersi fidare, lo era ancora di più.
Lei si sciolse dall’abbraccio.
“E cosa succedeva, li?” chiesi io comprensiva, guardandola negli occhi.
“Parlavamo dei nostri colori preferiti ..e.. “ altro blocco, questa volta più lungo.
Le accarezzai i capelli biondi, infilando le dita dentro per pettinarglieli un po’. La vidi sussultare quando le mie mani giunsero bruscamente ad un nodo. “Scusa” dissi mordendomi il labbro.
“Hel, io non ce la faccio” piagnucolò lei.
“A fare cosa, Han?” domandai io.
“A parlare, scusa.” Si giustificò abbozzando un finto sorriso.
“Stai tranquilla, devi solo riposare, poi ne parliamo meglio.” Mi alzai dal letto per lasciarla in pace, ma la sua mano mi strinse forte il gomito, facendomi voltare nuovamente.
“Non andare” protestò debolmente.
Sorrisi e le presi la mano, poi mi avvicinai a lei “Vado solo a prendermi un caffè, ok? Torno da te in cinque minuti”
“D’accordo” sospirò mollando la presa.
La salutai velocemente con la mano prima di uscire. Mi chiusi la porta alle spalle e osservai ancora il corridoio alla ricerca di un cartello che indicasse la caffetteria.
Non trovandolo, mi diressi verso un’infermiera bionda per chiederle informazioni, ma la suoneria del telefono mi fece fermare. Lo tirai fuori dalla tasca, premetti il pulsante verde e lo portai all’orecchio.
“Pronto?” chiesi.
“Hel”
“Oh Zayn” sospirai osservandomi le unghie.
“Come va li?”
“Insomma, e da te?” domandai a mia volta.
“Idem. Harry se ne è andato, Louis penso stia venendo all’ospedale, Liam e Niall stanno cercando di dare spiegazioni alle ragazze.”
“Senti, di a Lou di non venire, è meglio così”
“Credo sia a pochi minuti da li, e comunque sai che sarebbe inutile”
“Hai ragione” sbuffai.
“Stressata?”
“Non immagini quanto Zayn, è così frustrante vedere Hannah in quello stato.”
“Vuoi che venga li? Ti faccio compagnia, ok?”
“No, non preoccuparti, me la cavo”
“Sto prendendo la macchina” mi informò.
“No, ehi, sta li.”
“Ci vediamo tra poco” disse prima di chiudere la chiamata.
Sorrisi pensando alla dolcezza di quel ragazzo.
Ma quel sorriso sparì, non appena osservai il mio sfondo. Era una foto mia e di Harry, prima che loro andassero ad X-Factor. C’ero io che facevo una faccia fintamente schifata mentre Harry mi baciava sulla guancia. Doveva avermela messa Harry qualche ora prima, perché non ero stata io. Lui amava quella foto, e l’aveva come sfondo del telefono, del computer e dell’i-pod.
Riposi il telefono in tasca, cacciando dalla testa quei pensieri. Possibile che non potesse esserci un momento di pace? Mi passai le mani sul volto, dimenticandomi completamente di essermi truccata. “Pazienza” pensai accorgendomi che i cinque minuti erano già passati.
Non volevo lasciare Hannah da sola, quindi obbligai la mia testa ad aspettare ancora un po’ per il caffè.
Feci per rientrare in camera, quando Louis mi chiamò dal fondo del corridoio.
“Ohi” disse correndo verso di me.
“Ciao Louis”
“Cosa succede? Perché sei corsa via? Mi sono spaventato sai? Poi quando Zayn ha detto che si trattava di Han, mi sono doppiamente preoccupato. Sta bene vero?” chiese facendo schizzare i suoi occhi azzurrini da me alla porta 212.
“Lou, è meglio che ci sediamo..” iniziai a spiegare.
“Cosa le è successo?” urlò lui spaventato facendo girare qualche persona.
“Louis, calmati adesso. Sta bene, è la dentro, ok?”
“Uhm” sospirò sedendosi “Va bene, ok” disse iniziando a torturarsi le mani “Allora perché dobbiamo parlare?”
“Lei ti ha sognato. Si è ricordata di te”
“Cosa?” Louis spalancò gli occhi.
“Mi ha detto che ha visto nel sogno quel ragazzo di cui non ricordava molto.. ed eri tu” conclusi aspettando una sua reazione. Probabilmente d’ira.
Ma accadde tutto il contrario. Con il viso rivolto al pavimento, Louis iniziò a piangere. Pianse talmente forte, che la porta della 212 si aprì, facendoci trovare Hannah.
Louis alzò la faccia, e la vide.
“Ciao Louis” disse Hannah avanzando verso il ragazzo, che si alzò velocemente dalla sedia.
“Hannah” sorrise lui tirando su con il naso “Ho bisogno di parlarti, per favore”
Hannah mi guardò, come se aspettasse il mio consenso. Io le sorrisi, cercando di farle capire che sarebbe andato tutto bene.
“D’accordo, andiamo” acconsentì lei spostandosi di lato per permettere a Louis di entrare nella camera “Ci vediamo dopo” disse a me, mandandomi un bacio.
Poi chiuse la porta, facendo ripiombare il corridoio in un silenzio angosciante.
“Qualcuno ha bisogno di un caffè?” chiese una voce familiare alle mie spalle.
Mi girai e trovai Zayn, sorridente, con due caffè macchiati di starbucks in mano. Sorrisi istintivamente e mi avvicinai a lui.
“Sempre al momento giusto” commentai prima di lasciargli un bacio sulle labbra.
“Allora, che succede?” chiese lui sedendosi su una delle poltroncine.
Lo imitai, mettendomi di fianco a lui. Subito mi passò il bicchiere di caffè bollente, dal quale bevvi un lungo sorso. Zayn mi guardò divertito, girandosi il suo tra le mani.
“Hannah si è ricordata tutto” dissi osservando il logo si starbucks sul bicchiere di plastica.
“Intendi di Louis?” chiese Zayn preoccupato.
“Esatto. Ora sono la dentro a chiarirsi” aggiunsi.
“Quale miglior modo di chiarirsi se non una sana scop..”
“Zayn!” esclamai.
“Scusa, scusa!” ridacchiò alzando le mani cercando di non fare cadere il caffè.
“Cosa mi dici di Harry?” sviai.
“Non so..” sospirò lui “Non ho idea di cosa gli sia preso.. Voglio dire, è tutto successo dopo che io…” si fermò un attimo prima di accorgersi “Oh”.
“Ecco, avevamo deciso di non dirlo.” Precisai.
“Hai ragione ma.. ero troppo felice. Cerca di capirmi”
“Tu ti fai troppo prendere dalle emozioni” lo rimproverai dolcemente.
“Avresti preferito uno Zayn senza emozioni? Del tipo: ehi, mi sono appena fidanzato con la ragazza più bella del mondo, ma cosa vuoi che sia”
“Ti abbuono questa risposta solo perché, oltre ad essere la più bella, sono anche la più gentile” risi.
“Non dimenticare la più modesta”
“Sottointeso”
“O mio dio” una voce stridula, quasi urlata, ci fece girare verso il corridoio dapprima deserto. “Sei Zayn Malik. Ti ho trovato finalmente”
Una ragazza mora, con una telecamera in mano e la maglietta dei One Direction addosso si avvicinò a noi.
“Oddio, posso avere una foto con te? Per favore”
Zayn si girò verso di me per vedere se ci fossi rimasta male. “Ve la faccio io la foto” sorrisi verso la ragazza “Dammi pure”
“O cavolo, grazie mille” trillò lei eccitata passandomi la macchina fotografica.
“Sorrideteee” dissi inquadrando i due.
Premetti il pulsante e la foto apparve chiara dopo qualche secondo. “Ecco fatto”
“S-sei stata gentilissima, grazie” sorrise la ragazza riprendendosi la macchinetta. La vidi tremare spaventosamente, così mi avvicinai a lei.
“Ehi, va tutto bene?” domandai guardandola negli occhi.
Zayn, incuriosito, si inginocchiò vicino a lei. “Stai tremando” aggiunse.
“S-si, è.. solo l’e-emozione” balbettò lei.
“Ah, andiamo, ci manca ancora che mi svieni per le scale, siediti un attimo” dissi appoggiando le mani sulle sue spalle e indirizzandola verso la sedia. “Vuoi del caffè? Sempre se non ti fa schifo bere da qualcun altro”
“Credo che le farebbe piacere bere dal mio, sai, si parla di Zayn Malik” rise Zayn.
La ragazza lo seguì a ruota.
“Chi era la modesta?” ironizzai alzando gli occhi al cielo.
“Scusate ma.. Voi due state assieme?” domandò la ragazza.
“Uhm io.. Bhe oddio..” iniziai a cercare una scusa plausibile o una storia da raccontare a quella Directioner.
“Si, stiamo assieme” rispose Zayn.
Grazie tante. Io stavo cercando un modo carino per dirglielo, e lui arriva così. Sorrisi nervosamente aspettando un pianto disperato da parte della ragazza.
“Oh, siete così belli insieme, davvero” sorrise lei.
Non mi aspettavo una risposta del genere. Infatti l’unica cosa che riuscii a fare era guardare storto quella ragazza chiedendomi se fosse uno scherzo o se fosse realmente felice per noi.
“Però.. “ aggiunse “Chissà il fandom come la prenderà..”
“Fantastico” replicai.
“Ma sta già girando questa cosa?” domandò Zayn.
“Oh si, una ragazza vi ha scattato una foto, al ristorante credo, mentre vi prendevate per mano”
“In realtà lei si è subito tolta” ammise Zayn.
“Si, ma si vedeva. Comunque lo sanno già”
“Doppiamente fantastico”
“Andiamo” rise Zayn “non c’è niente di male” disse prendendomi la mano e impedendomi di liberarmi da quella presa.
“D’accordo, è meglio che vada.. C’è mio papà che mi aspetta in macchina” ci informò la ragazza alzandosi dalla sedia.
“Sicura di star bene?” chiesi seguendola.
“Si, e grazie, sei carina” sorrise “Ciao Zayn, grazie anche a te”
Osservammo la mora allontanarsi.
“Zayn, mi presti il tuo telefono?” domandai guardandolo.
“Perché dovrei?” rise lui.
“E dai, smettila di fare lo scemo, solo due minuti” lo pregai guardandolo mentre tirava fuori l’i-phone dalla tasca della camicia.
“A te” me lo porse.
“Grazie mille” gli mimai un bacio prima di concentrarmi su quell’aggeggio assurdo. Ok, la tecnologia e io non eravamo fatti per andare d’accordo. Ma ognuno ha il suo tallone d’Achille, no?
Dopo vari tentativi, riuscii ad aprire twitter, ringraziando il signore di non dover mettere password o robe del genere. Subito cercai quello di cui parlava prima la ragazza.
“Zayn e Hel stanno insieme? Oddio, è una cosa dolcissima”
Poi arrivò una parte, quella che temevo.
“Hellen deve solo morire. E’ una troia, fa schifo”.

Angolo della scrittrice.
Salve.
Scusate se non ho aggiornato ma ero a Londra.
Purtroppo sono di fretta anche adesso, ma volevo comunque ringraziarvi perché siete stupendi!
Tra l’altro ho visto i ragazzi ejfreuregre Il mio sogno si è avverato davvero.
*muore*
Se volete parlarmi sono su facebook, twitter o ask.
Un bacio.
@brunostalent

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