Pride and Prada.

di Loreparda
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter I. ***
Capitolo 2: *** Chapter II. ***
Capitolo 3: *** Chapter III. ***
Capitolo 4: *** Chapter IV. ***
Capitolo 5: *** Chapter V. ***
Capitolo 6: *** Chapter VI. ***
Capitolo 7: *** Chapter VII. ***
Capitolo 8: *** Chapter VIII. ***
Capitolo 9: *** Chapter IX. ***
Capitolo 10: *** Chapter X. ***



Capitolo 1
*** Chapter I. ***




CHAPTER ONE.

È cosa ormai risaputa che a uno scapolo in possesso di un’ingente fortuna manchi soltanto una moglie. Questa verità è così radicata nella mente delle famiglie del luogo che, nel momento in cui un simile personaggio viene a far parte del vicinato, prima ancora di conoscere anche lontanamente i suoi desideri in proposito, viene immediatamente considerato come proprietà legittima di una o dell’altra delle loro figlie.
«Mio caro Cyrus» disse un giorno una signora al marito «hai saputo che la suite del New York Palace è stata finalmente affittata?»
Il signor Waldorf scosse la testa in segno di negazione.
«Non c’è dubbio.» ribatté Eleanor «Gossip Girl ha appena pubblicato una foto.»
Cyrus non risposte.
«Non vuoi sapere chi l’ha affittata?» riprese sua moglie impaziente.
«Dimmelo, così almeno dopo mi lascerai lavorare!»
«Dunque, Gossip Girl ha svelato che si tratta del figlio di un’importante uomo d’affari milionario
«Come si chiama?»
«Nate Archibald.»
«È sposato o single?»
«Single, che fortuna per le nostre ragazze!»
«Cosa c’entrano loro?»
«Mio caro Cyrus» replicò la moglie «come sei ingenuo! Potrebbe spostarne una, no? Per questo motivo, devi andare a fargli visita appena arriva.»
«Perché non le accompagni tu? O potresti mandarle da sole, visto che sei talmente bella che potrebbe addirittura preferite te.»
«Tu vuoi corteggiarmi.» ridacchiò la signora Waldorf, arrossendo.
«Comunque, sono sicuro che Nate incontrerà le nostre figlie, e, quando questo succederà, cercherà di approfondire la conoscenza di Serena, magari sotto le lenzuola…» alluse il marito, consapevole che l’indomani l’avrebbe accontentata.
«Cyrus!» lo richiamò scandalizzata la moglie, strabuzzando gli occhi.
Il signor e la signora Waldorf formavano una strana coppia: il primo era un avvocato simpatico, ma non di bell’aspetto; la seconda era un’attraente fashion designer, ma con un grande obiettivo: far sposare le figlie.

***

Il giorno dopo il signor Waldorf fu tra i primi a recarsi dal signor Archibald. Aveva sempre avuto intenzione di conoscerlo anche se aveva assicurato alla moglie il contrario.
«Spero che Blair piacerà a Nate
«Non possiamo saperlo, dato che non conoscendoci non ci manderà mai un invito.»
«Mamma, tu dimentichi che lo potremo incontrare a qualche altra festa e che la signora Humphrey ci ha promesso di presentarcelo.» disse Blair.
«Non credo che la signora Humphrey farà una cosa del genere, è egoista ed ipocrita, ed ha già due nipoti da sistemare.»
«Quand’è la prossima festa B?» chiese Penelope alla sorella.
«Tra quindici giorni
«Proprio così!» esclamò la madre «La signora Humphrey torna dall’Europa solo il giorno prima, sarà impossibile che ce lo presenti, dato che non lo potrà conoscere neanche lei.»
«Allora, mia cara, puoi presentarlo tu a lei il signor Archibald e assumerti il vantaggio dalla tua amica.»
«Impossibile, Cyrus, dato che non lo conosco, provi piacere nel farmi arrabbiare? Basta! Sono stufa del signor Archibald!» esclamò la moglie.
«Mi dispiace sentirtelo dire, ma se me lo avessi detto subito, non sarei uscito dall’ufficio un’ora prima per andare a trovarlo! Ma ormai non possiamo più evitarlo.»
La sorpresa della famiglia era esattamente come voleva che fosse; quella della moglie superava quella delle figlie e mentre le ragazze esultavano e si abbracciavano la donna ripeteva che aveva sempre creduto, che alla fine, il marito l’avrebbe accontentata.
«Ero sicura che per le tue figlie avresti fatto questo e altro!»
E mentre lasciava il salotto per sottrarsi alle urla fastidiose delle figlie sentì la moglie dire alle ragazze:
«Avete un ottimo padre, ragazze. È lui che vi regala i vestiti costosi che indossate,  le borse della Louis Vuitton e le Louboutin. Non so davvero come potrete ricambiare tutta la sua generosità, o la mia. Per la nostra età è faticoso andare alle feste e stare alzati fino all’alba, ma per voi faremo qualsiasi cosa.» poi rivolta alla figlia «Vanessa, anche se sei la più giovane sono sicura che il signor Archibald ballerà con te.»
«Sono la più giovane, ma anche la più alta.» disse Vanessa sicura di sé, facendo la linguaccia alle sorelle.
Il resto della serata trascorse in profonde congetture sul come e sul quando il signor Archibald avrebbe ricambiato la visita del signor Waldorf. Decisero anche il giorno migliore per invitarlo a pranzo da loro.


WRITER'S CORNER.
Ciao!
Considerato che mi ostino ad intasare EFP con le mie storie orrende, ho avuto l'idea di revisitare "Gossip Girl" (la mia serie tv preferita) ispirandomi a un libro.
Se questo libro è "Orgoglio e pregiudizio", dovete ringraziare 
@swagmastasvoice, una ragazza adorabile che ho conosciuto da poco su Twitter e che ha accettato di aiutarmi.
Si tratta, infatti, di una fanfiction a quattro mani e verrà pubblicata in entrambi gli account!

P.S. Banner by 
@deloslights
: io ormai non so come ringraziarti. <3

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Capitolo 2
*** Chapter II. ***




CHAPTER TWO.

Dal momento che Cyrus non lasciò trapelare una soddisfacente descrizione di Archibald, Eleanor e le sue figlie dovettero ricorrere all’ausilio di Gossip Girl.
Dalla sconosciuta blogger appresero che Nate fosse un ragazzo alto e muscoloso, dai capelli biondi e dagli occhi azzurri, simpatico ed amante del ballo, elementi che accrebbero all’inverosimile le speranze della signora Waldorf.
«Se potessi vedere una delle mie figlie felicemente stabilita al Palace» continuava, infatti, a ripetere quest’ultima al marito «e tutte le altre accasate altrettanto bene, non avrei più nulla da desiderare.»
Pochi giorni dopo il ragazzo ricambiò la visita di Cyrus, ma non avvenne l’incontro con le ragazze, le quali ebbero invece l’opportunità di constatare, appostate in cima alle scale, che il giovane indossasse un completo giacca e pantalone blu dai tagli sartoriali corredato di cravatta del medesimo colore e di camicia bianca a righe blu.
In seguito gli fu spedito l’invito per il pranzo, organizzato nei minimi particolari, ma Archibald rifiutò a causa di un irrimandabile appuntamento familiare.
Il primo incontro ufficiale ebbe luogo quindi al ballo delle debuttanti, il quale si svolse in una grande sala adibita a festa e decorata: tavoli rotondi erano stati posti vicino ai muri, per lasciare un ampio spazio centrale ai danzatori, mentre camerieri in divisa bianca giravano tra gli invitanti con vassoi carichi di costosi champagne francesi.
L’incessante chiacchiericcio dei presenti, fu interrotto dall’arrivo di Nate, accompagnato da alcuni amici.
Gli occhi dei presenti furono puntati su uno in particolare: altezza e muscolatura simile al biondo, ma dai capelli e dagli occhi tanto scuri quanto magnetici e vestito in modo impeccabile.
«Sono Chuck Bass.» fu la risposta che diede ad ogni domanda che gli fu posta quella sera, come se il suo nome e il suo cognome rappresentassero degli elementi sufficienti a descriverlo.
Di fatto, il suo aspetto di bellezza nettamente superiore rispetto a tutti gli uomini presenti, era compensato dal suo egocentrismo e dal suo comportamento sgradevole: trascorse la serata in silenzio seduto ad osservare gli altri invitati con aria di sufficienza.
Un episodio particolare, lo aveva però reso ancora più odioso agli occhi di Blair che era stata costretta a stare seduta per due interi balli e aveva colto brandelli di una conversazione tra i due amici.
«Coraggio, Chuck.» disse Nate «Voglio vederti ballare.»
«Non ci penso proprio. Sai che io detesto il ballo, a meno che non sia compreso in qualche gioco erotico con una prostituta e scommetto che non c’è una sola ragazza in questa sala che ne sarebbe capace.»
«Fossi in te non farei tanto il difficile!» esclamò il biondo «Non ho mai incontrato tante ragazze belle in vita mia come stasera.»
«Questo perché non hai mai voluto usufruire della mia agenda nera. E, comunque, tu stai ballando con la sola bella ragazza della sala.» ribatté il moro osservando languidamente Serena, la maggiore delle sorelle Waldorf.
«Oh! Lei è la più incantevole creatura che io abbia mai visto! Ma c’è una delle sue sorelle, seduta proprio dietro di te, che è molto carina. Lascia che te la presenti
«Ma a chi ti riferisci?» disse Chuck girandosi a fissare per un secondo Blair, nel suo abito bianco e sfarzoso, con un grosso fiocco sulla spalla sinistra e una lunga spaccatura nella gonna, finchè ammise freddamente «E’ passabile, ma non abbastanza interessante per tentare me. Faresti meglio a tornare dalla tua dama in abito dorato e a godere dei suoi sorrisi e... del resto.»
Il resto della serata trascorse piacevolmente per l’intera famiglia: Serena e Nate ballarono insieme persino due volte.
Tornando a casa, trovarono Cyrus ancora sveglio con un libro tra le mani ed ad egli non restò che sorbirsi il resoconto dettagliato della serata da parte della moglie, con un accento posto sul risentimento nei confronti di quel Bass che aveva osato snobbare la loro Blair.

***

Quando Serena e Blair rimasero sole, la maggiore iniziò a elencare lodi del giovane Archibald:
«É esattamente come un giovane uomo dovrebbe essere» iniziò «intelligente, gentile, vivace. Non avevo mai visto un ragazzo così semplice, educato ma allo stesso tempo così seducente.»
«Ed è anche bello!» replicò Blair «Non gli manca niente per essere l’uomo perfetto.»
«Stavo per gridare di gioia quando mi ha chiesto di ballare per la seconda volta. Non mi aspettavo di piacergli così tanto.»
«Io invece ne ero sicurissima, S. É questa la differenza tra noi due: tu ti stupisci sempre che la gente sia gentile con te, io mai. É ovvio che ti ha chiesto di ballare per la seconda volta perché ti trova tremendamente attraente. È sicuramente uno degli spasimanti migliori. Ti ho sentito fare apprezzamenti verso ragazzi capaci di donarti una pallida imitazione di una borsa Louis Vuitton.»
«Ma, B!»
«Oh sai bene che cerchi sempre qualcosa di positivo in tutti! Anche negli Abrams e loro vivono a Brooklyn.» aggiunse Blair, alzando gli occhi al cielo.
«Però non trovo niente di carino da dire sulla sorella di Nate. Verrà anche lei ad abitare al Palace.» concluse Serena «Speriamo che diventi più simpatica nel tempo.»
Ma Blair, che stava ascoltando in silenzio, non era convinta delle parole della sorella.
Al ballo delle debuttanti la sorella di Nate era sembrata esattamente come tutti la descrivevano: orgogliosa e piena di sé, bella, educata, ma aveva la brutta abitudine di pensare sempre bene di sé e meno bene degli altri.
L’opposto del fratello.
Nate Archibald contava la fortuna di sei milioni in banca, notizia trapelata da Gossip Girl.
Il padre avrebbe voluto spendere il denaro comprando un palazzo e affittandolo, ma non era vissuto abbastanza a lungo da poterlo fare.
Nate intendeva fare lo stesso, ma visto che ormai aveva affittato la suite al Palace aveva perso interesse nell’estendersi in campo mobiliare.
La sorella era ansiosa di trasferisci a New York per approfittare delle numerose boutique e dello shopping alla “Sex and the City”. Chuck Bass, d’altro canto, si era trasferito insieme a Nate a nome della solida amicizia che li legava, pur essendo molto diversi tra loro.
Nate era semplice, aperto e remissivo.
Inoltre, anche se Nate non fosse privo di intelligenza, Chuck lo superava e per questo Nate teneva molto da conto i suoi consigli.
Chuck però era sprezzante, presuntuoso, riservato e i suoi modi non erano quasi mai attraenti.
Il ballo delle debuttanti ne era la prova: Nate era convinto di non aver mai trovato così tante ragazze belle e simpatiche chiuse in una stanza in vita sua, Chuck invece vedeva solo persone prive di una bellezza tale da stuzzicare la voglia di un Bass e ragazze sprovviste di qualsiasi eleganza.
L’unica ragazza classificata bella era stata Serena Waldorf e questo bastò a Nate per pensare ciò che voleva di lei.


WRITER'S CORNER.
Nuovo capitolo!
Ripeto che si tratta di una storia a quattro mani con 
@swagmastasvoice, pubblicata in entrambi gli account.
Ringrazio chi ha aggiunto la fanficiton alle seguite, chi ha recensito ed i lettori silenziosi.
Vi lascio il mio account Facebook dedicato a EFP: Chairakalove Efp!

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Capitolo 3
*** Chapter III. ***




CHAPTER THREE.

Nella misera Brooklyn risiedeva la famiglia Humphrey, composta da quattro persone: Lily, Rufus, Jenny ed Eric.
Rufus era un musicista fallito, che aveva pubblicato una cover di successo negli anni ottanta ma che non aveva mai sfondato in campo musicale.
Lily era, invece, una donna raffinata che si era accontentata di vivere in quel quartiere per amore del marito.
La loro storia d’amore aveva infatti un passato travagliato, fatto di lontananza per anni e una romantica ricongiunzione.
Da questa ricongiunzione nacquero i due figli: Jenny, bionda, alta e magra, con una spiccata passione per il cucito; Eric basso, anch’esso biondo ma con ciocche di capelli più scure.
«Hai cominciato bene la serata, Jenny.» disse la signora Waldorf in modo cordiale «Tu sei stata la prima scelta di Nate.»
«Sì, ma sembra che lui abbia gradito maggiormente la seconda!»
«Oh! Ti riferisci a Serena, suppongo, considerato che ha ballato due volte con lei. Certo, sembrava sinceramente ammirato
«Io invece ho sentito una discussione» disse Jenny «riguardante le opinioni negative di Chuck nei confronti di Blair, che avrebbe osato descriverla appena passabile.»
«Ti prego non mettere in testa a Blair di essere offesa da un uomo così antipatico.» roteò gli occhi Eleanor.
«Ho letto che è un tipo piuttosto fissato con il sesso e anche piuttosto orgoglioso.» raccontò Serena.
«L’orgoglio» osservò Blair, citando uno dei suoi romanzi preferiti, «è un difetto comune. La vanità e l’orgoglio sono due cose diverse, benché questi due termini vengano spesso usati come sinonimi. Una persona può essere orgogliosa senza essere necessariamente vanitosa. L’orgoglio si riferisce più alla nostra opinione su noi stessi, la vanità a quello che vorremmo gli altri pensassero di noi.»
«Se io fossi ricco come Chuck» esclamò Eric «non perderei tempo a badare al mio orgoglio e berrei una bottiglia di champagne al giorno.»
«Cioè berresti più di quanto dovresti» intervenne Lily «e io ti porterei via la bottiglia.»
Il ragazzo biondo protestò che non l’avrebbe fatto, la madre continuò ad insistere che lo avrebbe mandato al centro Ostroff la discussione continuò per il resto del pomeriggio.

***

Le signore di Brooklyn e Manhattan, poco tempo dopo, si recarono a trovare le signore del Palace. Furono subito ricevuti da un cameriere che li condusse nell’ampio salotto.
Nonostante la sorella di Nate non provasse molta simpatia per Eleanor e per la sorella minore, espresse il desiderio di conoscere meglio le sorelle maggiori: Serena e Blair.
Serena acconsentì subito, ma Blair, notando l’aria di superiorità e pomposità che aleggiava intorno alla ragazza non parve molto convinta.
Fu, tuttavia, contenta dell’interessa verso sua sorella, derivato dall’ammirazione che il loro fratello provava per la bella bionda.
Ad ogni incontro si notava sempre di più l’interesse di Nate per Serena, ma nonostante tutti i post di Gossip Girl, che li proclamavano già come coppia fissa, Serena riusciva a mascherare perfettamente i suoi sentimenti, ignorando tutte le insinuazioni della blogger.
«Può essere vantaggioso» rispose Jenny «il fatto di riuscire a controllare i propri sentimenti di fronte agli altri, ma non mostrarli può essere uno svantaggioso. Se continua a fare finta di niente di fronte a lui, Nate potrebbe pensare che non sia interessata. In nove casi su dieci a una donna conviene mostrare più affetto di quello che realmente prova. Dovrebbe incoraggiarlo di più.»
«Ma Serena lo incoraggia, nel suo modo di incoraggiare le persone.»
«Si, ma Nate non conosce Serena come la conosci tu.»
«Dovrebbero passare più tempo insieme, così che Serena possa conquistarlo e poi innamorarsi di lui.»
«Il tuo piano è geniale, ma solo se hai come obbiettivo un buon matrimonio e non un matrimonio dettato dal sentimento. Ma Serena non agisce così. Hanno ballato insieme solo quattro volte  e si conoscono da quindici giorni. Hanno pranzato insieme solo quattro volte. Non ci si innamora in così poco.»    
«Hanno trascorso insieme tutte e quattro le serate.»
«Si, ma hanno scoperto solo quali cose hanno in comune.»
«Insomma» disse Jenny «auguro di cuore che Serena si innamori e sono sicura che sposandosi domani o tra un anno avrebbero comunque la stessa felicità. È sempre preferibile conoscere il meno possibile i difetti degli altri.»
Blair rise «Sei troppo divertente J.
»
Impegnata nel seguire tutti i dettagli della vita amorosa di Serena, Blair non si era accorta che era diventata oggetto di interesse di Chuck.
Il ragazzo, che all’inizio le aveva concesso solo di essere graziosa, nei seguenti balli e negli incontri, l’aveva osservata solo per poterla criticare.
In primo luogo continuava a ripetere che il viso di lei non fosse niente di straordinario, poi aveva scoperto la rara intelligenza della ragazza e aveva notato i suoi magnifici occhi castani profondi ed espressivi.
Scoprì, con suo disappunto, altre grandi qualità nella ragazza.
Aveva notato più di un difetto nel viso della ragazza, ma fu costretto ad ammettere che il fisico della ragazza era simile a quello delle modelle sulle copertine patinate del Cosmopolitan.
Blair era all’oscuro di tutto questo; per lei era solo l’uomo che mai l’avrebbe invitata a ballare, perché appena passabile.
Chuck iniziò a desiderare di conoscerla meglio, così iniziò a prestare attenzione a quando parlava con gli altri.
«Cosa salta in testa a Chuck» chiese Blair a Jenny «di ascoltare la mia conversazione con Solomon?»
«Dovresti chiederlo a lui.» rispose Jenny, assaporando lo champagne francese che le era stato offerto.
«Se continua glielo farò presente. Ha un’aria troppo sarcastica e se non lo attacco io per prima finirò con l’avere paura di lui.»
Poco dopo Chuck si avvicinò a loro, senza la minima intenzione di parlagli, ma questo bastò a Blair per raccogliere la provocazione e, volgendosi a lui, disse:
«Sono stata abbastanza convincente nel spiegare a Solomon perché dovremmo fare una festa a casa sua?»
«Sei stata molto brava, ma Solomon cede sempre alle richieste di una donna.»
«Sei sempre così cattivo con le donne.»
«Fra poco toccherà a te.» disse Jenny «Vado ad aprire il pianoforte, B, e sai cosa ti aspetta…»
«Che bell’amica! Vuoi che canti e suoni davanti a tutti! Se mi piacesse e fossi brava, saresti un’ottima manager, ma io non sono brava né mi piace suonare.» Ma davanti all’insistenza dell’amica fu costretta ad aggiungere: «Benissimo; se così dev’essere, acconsento…»
La sue esibizione fu buona, anche se non perfetta, ma prima che gli invitati iniziassero a chiedere le loro canzoni preferite Vanessa la sostituì al pianoforte che, essendo la ragazza meno considerata tra le sorelle, si era data all’arte.
Chuck era così immerso nei suoi pensieri, che si accorse del signor Humphrey solo quando quest’ultimo gli rivolse la parola:
«Allora, Chuck, non ti sembra un ottimo modo per trascorrere la serata?»
«Certamente, signore, e questo modo ha il vantaggio di essere in voga anche a Brooklyn. Chiunque può partecipare a un ballo.»
Il signor Humphrey si limitò a sorridere.
«Nate balla veramente bene» disse notando il ragazzo unirsi al gruppo che in mezzo alla sala ballava un valzer «e non dubito che voi siate da meno. Ballate spesso?»
«In verità io non ballo mai.»
In quel momento Blair si avvicinò a loro, così Rufus, colse l’occasione per cambiare discorso:
«Blair! Come mai non ballate? Chuck permettimi di presentarti questa graziosa ragazza come una fra le migliori partner per il ballo. Non potete di certo rifiutare una simile bellezza!»
Poi prese la mano di Blair e la unì a quella di Chuck, che non sembrò restio a riceverla. Ma fu Blair a ritrarla con prontezza:
«Non ho la minima intenzione di ballare.»
«Sono sicura che Chuck non si rifiuterà di concedermi la gioia di vederti ballare, dato che sei così brava.»
«Chuck è la cortesia fatta persona.» disse B, sorridendo.
«Lo è, ma davvero non capisco come possa rifiutare una tale bellezza
Blair si allontanò lentamente, sui suoi tacchi 12 Jimmy Choo, con uno sguardo malizioso. Il suo rifiuto non aveva scalfito l’interesse di Chuck, che nel frattempo venne avvicinato dalla sorella di Nate.
«Posso sicuramente immaginare a cosa stai pensando, Chuck.»
«Non credo
«Starai pensando al fatto che queste feste sono davvero noiose e questo ambiente è disgustoso. La penso esattamente come voi. Non mi sono mai annoiata tanto! Tutta questa gente così rumorosa e banale.»
«Come immaginavo. I miei pensieri erano molto più piacevoli. Stavo pensando a come due occhi in un viso grazioso possano accendermi
Penelope, la sorella di Nate, lo fissò stupita e si chiese quale ragazza fosse riuscita a stuzzicare  l’appetito di un Bass. Vedendo il suo sguardo Chuck disse:
«Blair Waldorf.»
«Blair Waldorf!» ripeté la donna «E da quando il nostro Chuck prova interesse per Blair? Devo chiamare la sarta per un vestito da matrimonio?»
«Come sempre, l’immaginazione di una donna è estremamente rapida: passa dall’ammirazione all’amore, dall’amore al matrimonio in un solo momento.»
Detto questo Chuck si allontanò, lasciandola da sola a riflettere su questo argomento.  


WRITER'S CORNER.
Terzo capitolo ("finalmente" risponderete voi)!
Mi scuso per il ritardo ma, essendo una fanficiton a quattro mani con 
@swagmastasvoice,
non è facile far combaciare gli orari, anche perchè una di noi due ha una vita sociale...
Non guardate me AHAHAH.
Al prossimo più-puntuale-capitolo!

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Capitolo 4
*** Chapter IV. ***




CHAPTER FOUR.

Nell’Upper East Side, il sole era sorto da alcune ore, annunciando l’inizio di una tanto nuova quanto frenetica giornata: automobili più o meno lussuose ingorgavano le strade principali, le serrande dei negozi delle marche più famose venivano sollevate producendo un rumore sgradevole e le note di “Every teardrop is a waterfall” dei Coldplay echeggiavano in una camera segnalando l’arrivo di un SMS.
In quella stanza, una ragazza si rigirò nel letto, resistendo all’impulso di affondare la chioma bionda sotto il cuscino, e tastò a vuoto la superficie del comodino al fine di individuare la posizione del suo Iphone.
Trovatolo, strizzò gli occhi e, ignorata la scritta “nuovo messaggio da…”, sfiorò lo schermo con le sue unghie laccate di rosa cliccando su “view”:

Da: Penelope Archibald.
A: Serena Waldorf.
Giornata di shopping con me? Non puoi rifiutare, ci aggiungo un invito da Starbucks. :) P.

La it-girl sorrise e compose con dita agili un messaggio di risposta:

Da: Serena Waldorf.
A: Penelope Archibald.
Come resistere a uno smoothie? ;) Tra un’ora davanti a Gucci! S.

Gettato il cellulare sul letto, Serena si precipitò fuori dalle coperte, dirigendosi nel bagno annesso alla sua camera per farsi una doccia “veloce”.
Cinquanta minuti, diverse prove di abiti, acconciature ed acconciature dopo, la bionda scese correndo, con un’agilità sorprendete considerati i sandali tacco quindici ai piedi,  indossando un graziosi prendisole viola.
Salutò con un cenno la madre e Vanessa, impegnate in una fitta conversazione ed uscì dall’appartamento in ritardo, come suo solito.
Raggiunto il luogo dell’appuntamento, S. e P. si salutarono con due baci sulle guance, saluto tipico europeo e si fiondarono alla ricerca di capi appartenenti alla nuova collezione primaverile.
Quando uscirono dopo l’assalto agli scaffali di Prada, cariche di buste, intrapresero una conversazione che non si limitasse a un: «Questa gonna evidenzia le mie curve?» o un «Dovrei prendere il top verde o quello giallo?».
«Ho notato una certa attrazione nei tuoi confronti da parte di Nate.» cominciò Penelope diretta, ammiccando, lungo il percorso che le avrebbe dirette al bar.
«Mmh.» annuì imbarazzata Serena, arrossendo e fingendosi attenta a fissare il marciapiede.
«Dai, dimmi cosa pensi di mio fratello, lui non fa che dirmi cosa pensa di te!» eruppe P., spazientita dalla reazione e desiderosa di venire a conoscenza di qualche particolare piccante.
«Ammetto che Nate…» S. non ebbe la possibilità di concludere la frase, perché un’automobile di colore nero puntò nella sua direzione e lei non fece in tempo a spostarsi.

***

«E’ tutta colpa tua, Bass!» gridò per l’ennesima volta una mora inviperita, rivolta a un uomo dai capelli scuri.
«Ti ho già detto che si è trattato di un incidente, Waldorf.» ribatte quest’ultimo, con un tono incredibilmente calmo considerate le circostante, ponendo l’accento sull’ultima parola.
I due portavano avanti questo litigio da un paio di ore, chiamandosi per cognome nel tentativo di infastidirsi a vicenda, precisamente dal momento in cui Blair aveva attraversato il corridoio bianco e puro dell’ospedale diretta al reparto dove la sorella giaceva priva di sensi.
B. era subito venuta a conoscenza dell’incidente in cui era stata coinvolta Serena, grazie a un post di Gossip Girl:

La legge vieta di mettersi alla guida in stato di ebbrezza,
ma, Chuck, non è troppo presto per scolarsi una bottiglia di Whisky?
O investire le ragazze è un modo alternativo per farle cadere ai tuoi piedi, Bass?
Avvistata Serena nei panni di netturbina con i profumati capelli biondi poggiati su degli scarti di pizza.
Sapete di amarmi,
XOXO Gossip Girl.

e, invece di correre ad abbracciare S., aveva iniziato ad inveire contro il responsabile, C., incurante della sua posizione sociale e sommando a questo evento il rancore che provava nei suoi confronti dalla sera del ballo.
Erano entrambi talmente assorti a scambiarsi insulti (con una certa eleganza, si intende), che non si accorsero del risveglio della bella addormentata.
«Se tu avessi preso la limousine, come ogni uomo ricco che si rispetti, non l’avresti quasi uccisa cercando di guidare!» ripartì all’attacco Blair.
«Uccisa, che esagerazione! Si è rotta una gamba e sporcata i capelli.» ribadì prontamente l’altro, divertito da quel dibattito ma segretamente rincuorato dalla salute non cagionevole di Serena.
«Scusat…» pronunciò la ragazza in questione, ridestandosi al suono delle chiacchiere.
«Non potrà indossare i tacchi per un mese, non è abbastanza?» domandò scandalizzata la mora, ignorando la sorella che li osservava confusa finchè, stanca di non essere considerata, chiuse gli occhi e ritornò a dormire.

 

WRITER'S CORNER.
Aggiornamento  lampo! 
Ho cercato di dare un'impronta giovanile e originale rispetto ai capitoli precendenti.
Due delle quattro mani che scrivono questa storia, 
@swagmastasvoicevanno in vacanza,
quindi il prossimo aggiornamento è previsto per il venticinque luglio (con due capitoli consecutivi).
Alla prossima, spero che continuerete a seguirla! 

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Capitolo 5
*** Chapter V. ***




CHAPTER FIVE.

Blair aveva passato tutta la notte nella stanza della sorella, lasciandola solo per chiamare Dorota e obbligarla ad andarle a prendere qualche caffè da Starbucks.
Al mattino decise di rispondere ai numerosi messaggi di Nate che, durante la notte, avevano fatto illuminare lo schermo del suo Iphone.
Poi decise di scrivere un messaggio alla madre per chiederle di venire a trovare la sorella all’ospedale.
Quando però arrivò all’ospedale insieme alla figlia minore, Vanessa, trovò Nate seduto vicino al letto della bionda e vedendo come il ragazzo si prendeva cura della figlia chiese a un’infermiera quando sarebbe dovuta essere dimessa Serena Waldorf.
«La signorina Waldorf verrà dimessa questo pomeriggio.»
«Non c’è un modo per tenerla in ospedale ancora un po’?» chiese Eleanor, speranzosa.
«Ci sono pochi letti disponibili signora, non tratteniamo un paziente più di quanto sia necessario.» rispose acida l’infermiera.
«Neanche con qualche finanziamento per nuove apparecchiature?» sorrise la donna, estraendo il portafogli dalla sua Chanel 2.55.
Eleanor entrò nella piccola camera d’ospedale trovandola piena: Blair, Nate, Vanessa e Chuck erano comodamente seduti sui divanetti bianchi.
«Quando posso uscire mamma?»
«L’infermiera ha detto che ti terranno qui sicuramente fino a domani e domani mattina controlleranno la tua situazione. Ha detto che potrebbe essere pericoloso trasportarti dato la tua botta in testa.»
«Ma non posso far niente in questo letto!» si lamentò la bionda.
«Resterò io a farti compagnia.» rispose subito Nate, facendo sorridere la madre più del dovuto.
«Sapevo che lo avresti detto.» disse Blair ammiccando nella direzione del castano.
Nate rise. «Sono così prevedibile?»
Anche Blair rise. «No, ma mi piace studiare il carattere delle persone. Se sai le sue debolezze diventa una preda facile.»
La madre, ansiosa di cambiare argomento disse: «Ieri Jenny è passata a trovarci.»
«È restata per il pranzo?»
«No, doveva tornare a casa. Credo dovesse preparare da mangiare alla famiglia. Io non ho mai preparato un pranzo, ho sempre avuto dei domestici che lo facevano per me. Non si può dire lo stesso degli Humphrey. Poveri e brutti. Le sfortune vengono sempre in coppia.»
«Io l’ho trovata simpatica.» disse Nate.
«Oh! Si, certo, ma devi ammettere che non ha alcun fascino. Bruttina e impacciata. Sua madre invidia la bellezza delle mie figlie. Ad esempio, quando andammo a Parigi, in vacanza, Serena aveva solo quindici anni, ma un francese, che abitava in un palazzo, si innamorò a tal punto che avevamo paura le chiedesse di sposarlo.»
Vanessa interruppe la conversazione: «Nate, ti ricordo che hai promesso di dare una festa al Palace.»
«Non l’ho dimenticato, quando Serena starà meglio sceglierà lei il giorno.»
Continuarono a conversare sulla festa di Nate, fino a che la madre non convinse Vanessa e Blair ad andare a fare un po’ di shopping in centro, lasciando Nate da solo con Serena.
Chuck era andato già via da tempo, dopo aver detto solo una parola a Serena: «Scusa.»

***

Il giorno successivo trascorse come il precedente.
Nate aveva passato tutta la mattinata con Serena, in Ospedale.
Quando Blair entrò nella stanza di Serena la trovò vuota e la ragazza addormenta.
Così si recò al bar dell’ospedale che, nonostante facesse il peggior caffè della città, aveva dei dolci poveri di grassi davvero deliziosi.
Nel bar trovò Nate, Chuck e Penelope seduti a un tavolino rosso.
Si avvicinò e si sedette con loro.
«La piccola Bass sarà felice di ricevere un messaggio così lungo dal fratello. Sono dieci minuti che le scrivi. Dille che quando verrà a New York a Gennaio la porto a fare shopping.»
«Gliel’ho già scritto.»
«Io odio scrivere messaggi, preferisco di gran lunga parlare al telefono che scrivere.»
«Questo ti fa onore Nate.» disse Blair «La maggior parte dei ragazzi di oggi non sono abbastanza coraggiosi per dire le cose, quindi le scrivono.»
«Perché preferisci le chiamate? I messaggi sono più veloci. Le chiamate sono per chi ha tempo da perdere.» disse Chuck.
«Le chiamate sono per chi ha il coraggio di non nascondersi dietro a un messaggio.»
«Quindi come definiresti il mio continuo massaggiare e non chiamare mai?»
«Codardia, ovvero chi fugge dai pericoli e dai suoi doveri. Tu hai paura di affrontare le conseguenze o forse perché in una conversazione al cellulare la tua unica risposta alle accuse sarebbe “Ma io sono Chuck Bass” quindi per te è più facile mandare dei messaggi per poter pensare a una risposta che essere costretto a rispondere subito dando sfogo al tuo immenso ego.»
Restarono tutti zitti, ma gli occhi di Blair erano puntati sul viso girato di Chuck, che cercava in tutti i modi di nascondere la rabbia.
Non era arrabbiato per le parole poco lusinghiere della ragazza, era arrabbiato perché non riusciva a capire come un essere tanto insopportabile gli interessasse così tanto.
Chuck non era mai stato affascinato da una donna come lo era da lei in quel momento.
Penelope vide o suppose abbastanza per diventare immediatamente gelosa.
Così il giorno seguente, mentre lei e Chuck  passeggiavano per Central Park, iniziò a provocarlo dicendogli che, secondo lei, lui e Blair erano una splendida coppia.
«Spero che quando starete insieme le consiglierai di tenere un po’ più a freno la lingua. E convincila a dire alle sue sorelle di smetterla di rimorchiare tutti i nerd ricchi dei paraggi.»
«Qualche altro consiglio?» disse Chuck, sospirando.
«Si, scegli tu i quadri per la nuova casa. Lei deve avere un pessimo gusto.»
Stavano ancora parlando quando da una delle strade che attraversavano il parco intravidero Blair camminare a passo spedito con una donna, in tenuta nera e grembiule bianco, dietro.
Vedendoli da lontano Blair si fermò di botto e disse:
«Dorota, dobbiamo tornare indietro.»
Poi fece dietrofront e iniziò a camminare nel verso opposto.

WRITER'S CORNER.
Siamo tornate (per vostra sfortuna) e in anticipo!
Questo capitolo è interamente opera di 
@swagmastasvoicemerita un applauso.
Inoltre, abbiamo modificato il titolo e a breve adatteremo anche i banner.
Aggiornamento fisso, salvo imprevisti, ogni venerdì!

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Capitolo 6
*** Chapter VI. ***




CHAPTER SIX.

Quello stesso pomeriggio, giunto l’orario durante cui erano permesse le visite ai ricoverati, la camera ospedaliera di Serena divenne gremita di parenti ed amici.
Tuttavia, superato l’interesse iniziale nei confronti delle condizioni dell’ammalata, ciascuno si concentrò sul proprio passatempo preferito; solo Nate continuò a ricoprire di attenzioni la bionda, secondo uno schema fisso ripetuto in modo maniacale ogni mezz’ora: le sistemava la coperta, le domandava se fosse assetata (e, in tal caso, le avvicinava il bicchiere alla bocca), conversava amabilmente con lei.
Blair, immersa nella lettura di “Via col vento”, sollevava spesso lo sguardo dal libro ed assisteva compiaciuta alla scena, azzardandosi di tanto in tanto a lanciare delle occhiate anche a Chuck.
«Non occorre che fingi di essere un intellettuale.» eruppe B. alla vista del ragazzo impegnato a sfogliare le pagine di un volume. «Cosa stai leggendo?»
«Ti interessa, Blair?» ne approfittò lui con il solito sorrisino sarcastico stampato sulle labbra, ma non ricevette alcuna risposta.
Pochi minuti dopo, la Waldorf esclamò trionfante: «Ci sono! Hai in mano il “Kamasutra”. Perché non l’ho capito prima?»
«Ti sbagli.» Negò il Bass, mostrando con soddisfazione la copertina dell’opera che aveva in mano, sui cui campeggiava la scritta “Cinquanta sfumature di rosso.”.
«Ma non si intitolava “Cinquanta sfumature di grigio?”» chiese confusa B., inesperta di quel genere.
«E’ una trilogia. Sono arrivato al terzo! Mi proporrò per interpretare Chris: di frustini e manette sono un esperto.» spiegò orgoglioso C., lasciando la sua interlocutrice scandalizzata.
Seguì un secondo lungo silenzioso, interrotto dal tentativo di Penelope di intavolare una conversazione: «La nuova collezione autunno-inverno delle scarpe Jimmy Choo dai toni caldi è troppo cool! E le borse abbinate? Adoro i cataloghi: non capisco come possiate preferite una serie di parole prive di immagini ad una rivista patinata!»
Venendo palesemente ignorata, si rivolse al fratello: «Hai organizzato la festa di Halloween? Manca soltanto un mese e devi avvisare tempestivamente gli invitati: devono comprare i loro costumi.»
«Non preoccuparti, P., non ti occorre una scopa per somigliare ad una strega.» la prese in giro Chuck, godendo nel vederla adirare, rivolgendosi poi a Blair: «Tu invece potresti presentarti nuda, lo apprezzerei più di un abito da zombie o da mummia. In entrambi i casi vi consiglierei di muovervi un po’.»
Offesa, Penelope trascinò nel corridoio Blair, borbottando di un urgente visita alla toilette.
«A cosa alludeva?» le chiese infatti, riferendosi al commento del moro, specchiandosi da varie angolazioni preoccupata per la sua linea.
«Non ne ho idea, ma la miglior tattica è non dargli la soddisfazione e di lasciar perdere.» sentenziò Blair, esperta per i numerosi anni trascorsi ad elaborare complotti, spingendo di nuovo la ragazza all’interno della stanza.
«A te, invece, consiglierei una maschera per nascondere la tua faccia.» replicò B., gustandosi l’espressione oltraggiata di Chuck ed approfittando per aggiungere: «Un Bass non può essere deriso?»
«Anche la persona più ricca del mondo può essere messa in ridico da chi ha voglia di scherzare.» ebbe la presunzione di rispondere il moro.
«E chi sarebbe?» Ribadì l’altra. «Io vedo esclusivamente una persona orgogliosa e vanitosa.»
Alla conversazione, pose fine un: «L’orario delle visite è terminato.» pronunciato da un’inserviente, la quale incoraggiò ad uscire una Blair vittoriosa ed un Chuck furioso.

***

Il giorno seguente, mentre B. stava andando all’ospedale comodamente seduta nella sua limousine nera, ricevette un messaggio dalla madre. Schiacciò sul tasto “view” del suo Iphone e lesse:

Da: Mamma
A: Blair
Piccola, domani inizia la settimana della moda a Milano. Parto oggi pomeriggio. Tuo padre è a Miami per lavoro. Vanessa è a fare shopping.
xx, Mamma

Le dita di Blair digitarono rapidamente una risposta sullo schermo illuminato del cellulare:

Da: Blair
A: Mamma
Ho convinto il dottore a far dimettere Serena domani. Speravo fossi a casa.
x, B.

La risposta della madre fu rapidissima e diversa da quella che Blair si aspettava.

Da: Mamma
A: Blair
Il dottore aveva detto una settimana. Faccela restare una settimana.
Mamma

Ma Blair era ansiosa di andare via, di non dover più tornare in quella stanza d’ospedale più piccola del suo bagno, con un orrendo odore di sterile coperto da lei e dal suo Chanel n°5.
Era stanca di dover star seduta sui divani di finto pelle scomodi e che lasciavano il segno delle cuciture sull’epidermide.
Ma, soprattutto, era stanca di dover stare nella stessa stanza con Chuck Bass.
Si avvicinò alla porta della stanza e sentì le voci dei presenti parlare: «Perché sei ancora qui? Va a casa Chuck. Non ti devi preoccupare per me.»
«Io mi preoccupo di tre cose Nate: i soldi, i piaceri che si possono comprare e te.»
In quel momento la ragazza aprì la porta, solo per assicurarsi del fatto che Chuck Bass avesse davvero detto una cosa del genere.
Entrando, però, fece zittire i due ragazzi che si girarono a guardarla, mentre la sorella dormiva tranquillamente nel letto.

«Ho saputo dall’infermiera che verrà dimessa domani.»
La ragazza annuì, sedendosi.
«Davvero? Così non dovrò più passare il mio tempo in questo buco.» esultò contento Chuck. Notando che però la ragazza non diceva niente a questo suo atteggiamento disse: «Non mi offendi con qualche frase sul mio immenso ego?»
«Perché mai dovrei offenderti? Lo ha già fatto madre natura.» rispose la ragazza sedendosi in modo più composto e lisciandosi le pieghe della sua nuova gonna blu di Yves Saint Laurent.
Nate scoppiò a ridere mentre Chuck, parecchio arrabbiato, distoglieva lo sguardo dalla ragazza. Non riusciva a capire come quella donna potesse attrarlo più di quanto volesse.
Aveva deciso di prestarle poca attenzione e di cercare di evitarla il più possibile.
Il giorno dopo, quando Serena fu dimessa e la sua limousine bianca con tettuccio nero era parcheggiata fuori dall’ospedale, i ragazzi si salutarono.
Nate e Chuck avevano infatti chiamato un taxi per essere riportati al Palace.
«Domani un frappuccino al caramello con doppia panna ti aspetterà all’ingresso.» disse Nate a S. baciandole la guancia e vedendola arrossire sulle sue stampelle.
Blair invece prese il borsone Louis Vuitton che la sorella aveva all’ospedale con dentro i vestiti e si diresse verso la limousine, dove l’autista le stava aspettando.
Nel farlo superò i ragazzi, passando di fianco a Chuck e sbattendogli contro la spalla dicendo:
«Permesso.»
Una volta in macchina Serena si girò verso la sorella.
«Ti piace. Si vede, non provare a negarlo B.!»
La bruna in tutta risposta disse: «Bisognerebbe essere davvero masochisti per amare un tale cinico.»

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Io 
@swagmastasvoice ringraziamo chi segue/ricorda/preferisce/recensisce la storia. <3
A venerdì!

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Capitolo 7
*** Chapter VII. ***




CHAPTER SEVEN.

«E per seconda portata del caviale contornato da…»
Eleanor interruppe la correzione dell’elenco delle pietanze, preparato in precedenza da Dorota, alla vista della figlia maggiore che percorreva, con passi sin troppo rapidi considerate le stampelle, la scala di marmo collegante il piano superiore a quello inferiore.
«Mamma, stasera io e Blair andremo ad una festa.» le comunicò fugacemente Serena, superando il salotto e dirigendosi verso l’uscita.
«Non ricordo di avervi dato il permesso.» le ricordò la signora Waldorf, sfilandosi gli occhiali tondi da vista e lasciandoli ondeggiare al cordoncino corredato sul suo petto.
«Stasera io e Blair possiamo andare ad una festa?» riformulò la frase la bionda, bloccandosi sulla soglia.
«No.» negò la madre, impassibile, comunicando alla fedele cameriera di lasciare la stanza tramite un cenno della testa.
«No?» ripeté la ragazza roteando esasperata gli occhi, ma stando attenta che la madre non la cogliesse sul fatto, dandole così un valido elemento per punirla.
«No.» ribadì Eleanor, rivolgendosi poi infastidita alla dipendente. «Dorota, mi sembrava di essere stata abbastanza chiara.»
Quest’ultima, che nei minuti precedenti aveva finto di svolgere alcune faccende domestiche, ubbidì sbuffando e si chiuse la porta alla spalle, proseguendo curiosa l’ascolto della conversazione poggiando l’orecchio in prossimità della serratura.
«Perché?» si lagnò Serena, pestando i piedi e sporgendo in avanti il labbro inferiore, assumendo il tipico aspetto di una bambina viziata a cui era stato impedito l’acquisto di un gelato.
«Perchè stasera abbiamo ospiti a cena.» spiegò sottovoce la signora, consapevole che i muri avessero le orecchie, o meglio le cameriere le avessero.
«Chi verrà?» chiese S., incuriosita da quell’aria di mistero che aleggiava attorno a quello scambio di battute.
«Una persona importante, presumo un importante collega di tuo padre.» rispose evasiva la Waldorf più anziana, usando le testuali parole della telefonata con il marito ed aggiungendo una propria supposizione.
«E…?» la incoraggiò la più giovane, troppo ingenua per capirlo da sola.
«E sarebbe un’ottima occasione per tua sorella per fare la conoscenza di un buon partito!» sbottò esasperata Eleanor, chiedendosi dentro di sé per quale motivo S. o V. non fossero sveglie ed astute come la sorella.
Blair, sì, che aveva ereditato il gene dei complotti!
La bionda scosse la testa, consapevole della mania della madre di cercar loro un fidanzato ricco dal punto di vista economico, e, consapevole di quanto fosse inutile combattere una battaglia persa in partenza, cedette ed annuì.
Premette poi il pulsante di chiamata dell’ascensore, ignorando volontariamente la mamma che le stava raccomando: «Blair non deve sapere il motivo reale, si infurierebbe.» e trovò rifugio in un negozio griffato.
E fu così che a tutta Manhattan squillò o vibrò il cellulare:

Avvistata S. da Armani:
nessuna madre fastidiosa può competere con un paio di nuovi jeans.
XOXO Gossip Girl

***

Alcune ore dopo, un uomo alto dai capelli corti e neri e un viso piuttosto giovane schiacciò il pulsante dell’ascensore diretto all’attico Waldorf. Durante tutto il pranzo la conversazione al tavolo ruotò intorno al lavoro del capofamiglia, così che ci furono poche occasioni per le ragazze di fare conoscenza con il bel ragazzo. Ma una volta finito, e dopo che il signor Waldorf si fu ritirato nel suo studio per finire il contratto, le ragazze ebbero il giovane tutto per loro.
«Allora.» disse Blair «Ancora non sappiamo come vi chiamate.»
«Jack, Jack Bass.»
«Bass? Come Chuck?» sbottò la ragazza, evidentemente irritata.
«Conosci mio nipote?»
Fu Serena a prendere la parola: «Vostro nipote ha avuto la fortuna di investirmi, un paio di settimane fa.»
«Dammi del tu, bambolina.» rispose Jack sorridendo mentre portava un bicchiere di Whiskey alle labbra e ammiccava verso alla bionda che, in risposta, abbassò lo sguardo.
In quel momento in Blair qualcosa scattò. Non l’odio per la bellissima creatura bionda accanto a lei che, seppur con la gamba ingessata, riusciva ad essere splendida ed emanava una fioca luce. Oggi quella ragazza aveva deciso di nascondere il gesso sotto un vestito lungo e viola preso qualche giorno prima da Tiffany, che le fasciava perfettamente il fisico asciutto e aveva sistemato i capelli in una treccia laterale che in molte ragazze, soprattutto con delle ciocche che fuoriuscivano, sarebbe sembrata banale e sciatta, ma non a lei. Su di lei sembrava estremamente elaborata e fatta apposta per accentuare i grossi orecchini pendenti. Per quella bellissima ragazza, in Blair, crebbe gelosia e voglia di competizione. Gelosia per il fatto che tutti gli uomini notassero la sua chioma bionda, il suo fisico, il suo viso, il suo vestito, le sue paia di scarpe e poi, in un secondo momento, notavano la brunetta accanto a lei, Blair. Voglia di competizione perché in quel momento, nel grande e ben arredato salotto di casa Waldorf, Blair decise di far vedere a Serena che non poteva avere tutti gli uomini di questo pianeta, che quel bellissimo ragazzo seduto sul divano di pelle nera sarebbe stato suo. Ma soprattutto, Blair volle far vedere a Chuck Bass che poteva avere qualsiasi Bass volesse, che uno di quella famiglia la apprezzasse.
«Vuole ancora un po’ di Whiskey?» chiese, con falsa cortesia.
«Certo…»
«Blair, signor Bass.» sorrise lei, ammiccando e andando a prendere la bottiglia di liquore riempiendo il bicchiere del ragazzo. Poi con una scusa si allontanò.
Entrò velocemente nella camera da letto, per poi precipitarsi nell’immensa cabina armadio. Prese una canottiera con un profondo scollo sul davanti e una gonna a vita alta che accorciò sui fianchi. Andava contro ogni buon senso e a ogni sua morale, ma in quel giorno, nei primi di Ottobre, Blair si sentì in dovere di vestirsi così. Prese un maglione per ripararsi dal freddo e accentuò il trucco togliendo il sobrio strato di gloss dalle labbra per sostituirlo con un provocante rossetto bordeaux intonato alla perfezione con la gonnellina. Prese degli alti tacchi neri Tiffany, li mise ai piedi, e scese le scale. Subito l’attenzione di Jack fu catturata dalla ragazza che, con disinvoltura, scendeva gli scalini, facendo risuonare i tacchi ad ogni passo.
Nel momento in cui il suo piede toccò l’ultimo scalino il suono di sei cellulari ruppe il silenzio creatosi.

Andiamo B., davvero?
Qui tutta Manhattan si chiede come tu sia potuta cadere così in basso.
Tacchi alti e gonne corte solo per ricevere le attenzioni di un Bass?
Sapete di amarmi, Gossip Girl

Al messaggio c’era allegata una sua foto e Blair dovette ammettere che la gonna era davvero molto più corta di come si aspettasse.

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Aggiornamento settimanale! 
Io e 
swagmastasvoice ci siamo impegnate molto, quindi contiamo nell'avere la vostra opinione,
in più per pubblicare puntualmente oggi sto facendo i salti mortali.
A venerdì! *fa un triplo salto mortale* (?)

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Capitolo 8
*** Chapter VIII. ***




CHAPTER EIGHT.

Quando Blair spostò la propria attenzione dal cellulare ai presenti, si accorse che cinque paia di occhi erano puntate su di lei.
Tra i diversi sguardi, in particolar modo, poté cogliere: quello deluso del padre, quello severo della madre, quello invidioso di Vanessa, quello confuso ma consolatorio di Serena e quello languido di Jack, intento ad ammirare le sue gambe depilate e nude.
Cercando di salvare almeno un briciolo di dignità, B. si costrinse a sorridere e a oscurare il commento tanto pungente quanto veritiero della blogger con i suoi denti bianchi che risaltavano grazie al rossetto bordeaux passato sulle labbra carnose.
S., consapevole dell’imbarazzo che un tale messaggio poteva provocare, si affrettò ad avvicinarsi alla sorella più piccola e, rivolta a Jack, gli suggerì: «Stanotte c’è una festa esclusiva al The Box, a cui io e Blair siamo state invitate. Scommetto che non avranno problemi a lasciar entrare anche te, sempre se non hai altri impegni.».
Il ragazzo, disarmato di fronte alla sensualità percepibile dal tono della bionda e amante di quel locale che non perdeva occasione di visitare, si dimostrò più che disponibile: «Non posso rifiutare l’invito in un bar noto per essere frequentato da celebrities.».
Serena batté le mani eccitata e colse l’opportunità per prendersi una rivincita verso la madre: «Mamma, ricordi che ti ho parlato dell’avvenimento poche ore fa? Non hai nulla in contrario, vero?».
La signora Waldorf, a quel punto, non ebbe altra possibilità che rassegnarsi per l’esito della cena differente da quello desiderato e dare il suo consenso alle fanciulle, nella speranza che quell’episodio sgradevole fosse cancellato da qualche ora sulla pista da ballo.
Jack allora si affrettò a bere gli ultimi sorsi del whiskey preparatogli da Vanessa, visto il ritardo dovuto al cambio d’abito di Blair, e, ringraziati il collega e la moglie per l’ospitalità, poggiò la mano destra sulla schiena di S. e la mano sinistra sulla schiena di B. e le incoraggiò ad andare, pregustando una notte dedita ai piaceri.

***

La limousine di proprietà dei Waldorf si fermò in prossimità di un pub, su cui spiccava un’insegna con la scritta “The Box” illuminata a intermittenza da neon colorati, e da essa uscirono i tre giovani.
Un buttafuori alto circa due metri e muscoloso li intercettò e interruppe lo smistamento delle persone comuni per prestarsi al loro servizio.
«Buona sera! I vostri nomi?» chiese loro, ammirando le gambe chilometriche di entrambe le ragazze.
«Blair e Serena Waldorf.» rispose la mora, anticipando la bionda con fare autoritario.
«Bass, lei è con queste due signorine?» domandò di nuovo l’impiegato, intravisto Jack.
«Sì, Dean.» confermò seccamente lui, mentre il buttafuori tagliava con un tratto di penna i loro nomi da una lista.
Serena e Blair, superato il nastro rosso che fungeva da limite tra lo spazio pubblico e il privè, si rivolsero al loro accompagnatore, accusandolo: «Non ci avevi detto che sei un cliente abituale!».
«Qualcosa di simile…» si limitò a dire lui, prendendo posto in mezzo alle due sul divanetto foderato in pelle e posto davanti al palco dove stava avvenendo uno spettacolo di burlesque.
Trascorsero una decina di minuti prima che Serena notasse l’espressione preoccupata e disgustata della sorella e comprendesse il motivo di questa reazione.
Su una postazione nelle vicinanze, infatti, Chuck Bass e Nate Archibald erano attorniati da giovane donne dal corpo completamente denudato tranne che per un finissimo perizoma di pizzo rosso.
La bionda, avvistata la persona dei suoi sogni quasi annoiata dallo show, si precipitò a salutare Nate, trascinandosi dietro anche Blair.
Chuck, vedendo arrivare le due ragazze, disse al suo vicino: «Arriva la futura signora Archibald!».
Sentendo quelle parole, Nate, che aveva una ragazza mezza nuda seduta sulle sue gambe, la spostò e si alzò per andare verso Serena.
Subito i due biondi si disposero su un divanetto a parlare e ridere lasciando così Blair e Chuck da soli.
Blair era in piedi e osservava la pietosa scena che aveva davanti: Chuck aveva buttato indietro la testa mentre una tutta tette e niente cervello gli si spalmava contro.
«La protezione animali non ha ancora chiamato? Si saranno accorti che manca una scimmia a Central Park.» disse sprezzante la bruna.
La risata di Chuck non tardò a d arrivare e Blair si girò in tempo per vederlo alzarsi e dirigersi verso un bagno con la bionda tinta rifatta.
Blair si diresse velocemente al bar e, sprovvista di soldi, si avvicinò a un ragazzo che stava portando al suo tavolo tre shot di vodka alla pesca.
Li prese dalle sue mani e li buttò tutti e tre giù.
«Grazie.» disse poi rivolta al giovane, prima di girarsi e tornare verso il divanetto, su cui ancora era seduto Jack godendo della vista di ragazze in topless e gonne corte.
B. si sentì tirare per un braccio, così fu costretta a girarsi per guardare chi l’aveva trattenuta.
«Li ho pagati quei bicchieri.»
E Blair, più sbronza che mai, si trovò a rispondere: «Beh, con cosa vuoi essere ripagato?»
«Con dei soldi.»
«Posso offrirti molto di più dei soldi.» rispose la bruna per poi mettere a fuoco il ragazzo. «Humphrey.»
La ragazza si avvicinò al moro, poggiandogli le mani sul petto e lasciandogli un bacio sull’angolo della bocca.
Poi si staccò e si incamminò verso i bagni girandosi e sorridendo al ragazzo ancora fermo in mezzo alla stanza.
Metabolizzato ciò che quella bellissima creatura gli aveva detto, Dan corse verso i bagni molto più velocemente di quello che avrebbe dovuto far credere.
E, mentre in quei luridi bagni si consumava più di un peccato, sui divanetti stavano comodamente adagiati Nate e Serena.
Stavano parlando di vedersi il giorno dopo, per una colazione, quando il cellulare di entrambi, e di tutti quelli nella grande stanza, suonò:

Avvistati Nate e S.
discutere serenatemente della colazione.
Ma S., andiamo, non siamo più nell’800
e questo non è un romanzo di Jane Austen.
Che aspetti a portarti a letto l’erede
degli imperi Archibald?
XOXO, Gossip Girl

Dopo aver letto il messaggio di Gossip Girl, i ragazzi smisero di parlare troppo imbarazzati per continuare.
A smorzare quell’imbarazzante silenzio, fu l’ingresso di Blair con la gonna del vestito leggermente alzata e un’autoreggente abbassata.
I capelli erano leggermente arruffati e il trucco bordeaux delle labbra sbavato.
Nello stesso momento apparve anche Chuck, dalla parte opposta, con la cintura dei pantaloni ancora slacciata e la cravatta allentata.
 Il ciuffo di solito pieno di gel e pettinato all’indietro adesso gli ricadeva davanti.
Si avvicinarono sotto lo sguardo indagatore dei ragazzi ancora zitti e seduti.
B., con quanta più spavalderia aveva in corpo, disse: «Non credevo durassi tanto, Bass.»
«Ti ci sarà voluto molto per sistemarti il trucco in stile post-sesso.» rispose il giovane, sicuro che quello di Blair fosse un inutile tentativo di farsi vedere desiderabile.
B. stava per rispondere quando lo squillo del cellulare la costrinse a far scorrere l’indice sullo schermo per leggere il messaggio:

Cara B., Dan si sta ancora
rinfrescando, dopo ciò che gli hai fatto.
È ancora chiuso in quel bagno,
forse per la vergogna di essere stato usato.
Sapete di amarmi, Gossip Girl 

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Aggiornamento settimanale!
Scrivere questa fanfiction con 
@swagmastasvoice si sta
rivelando divertente e spero lo sia altrettanto per voi leggerla. ;)
A venerdì!

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Capitolo 9
*** Chapter IX. ***


CHAPTER NINE.

«B., come hai potuto farlo con Dan?» Serena aveva trascinato la sorella, per la seconda volta quella stessa sera, lontano dalla massa, costringendola a girarsi ed infiltrarsi nuovamente nei bagni.
Ora, in piedi davanti ai lavandini con le mani poggiate sui fianchi e la testa inclinata a destra, stava interrogando Blair, cercando di capire il motivo di quel comportamento a prima vista insensato.
«Sei invidiosa, S.?» la risposta di B. colpì la bionda come un schiaffo sulla guancia ricoperta di fondotinta.
«Invidiosa? Perché dovrei esserlo?» domandò l’altra, inviperita, con un tono di voce che tradiva quanto fosse ferita dall’attacco inaspettato.
«Perché io sono apparsa su Gossip Girl come una ragazza svogliata, mentre tu come una che non combina niente. Com’è essere oscurata da qualcuno a cui vuoi bene?» E con questa domanda, la mora richiuse con violenza la confezione dei trucchi tascabili, elemento indispensabile ad ogni ragazza di New York, e osservò  un’ultima  volta la sua immagine riflessa allo specchio.
Infine, sorpassò un’ancora incredula Serena ed uscì dai bagni, mostrando un invidiabile contegno e nascondendo le lacrime che le annebbiavano gli occhi.
La mattina seguente, casa Waldorf fu avvolta dal clima teso che aleggiava dopo il litigio tra le due sorelle maggiori.
Dormendo in camere adiacenti, le ragazze condividevano un bagno di grandi dimensioni e, complice il destino, si ritrovarono ad aprire le rispettive porte nel medesimo momento.
Si scrutarono, entrambe con una leggera camicia da notte, i piedi scalzi sulle mattonelle fredde ed i capelli crespi a causa della schiuma e degli altri prodotti usati la sera precedente per rendere durature le acconciature, e chiusero di nuovo gli accessi alla stanza comune in contemporanea.
Trascorsero il resto della mattinata, un periodo non rilevante di tempo considerata l’ora tarda durante cui si erano decise a svegliarsi, svolgendo attività rilassanti, quali la lettura, la visione di film, l’ascolto di musica e l’ozio in generale.
Giunto il primo pomeriggio, però, i colpi insistenti di Dorota le ridestarono e le costrinsero ad abbandonare i loro rifugi: «Signorina Serena, signorina Blair, abbiamo visite! Vostra madre vi ordina di rendervi presentabili mentre intrattiene gli ospiti.».
Consapevoli di quanto i modi della signora Eleanor potessero essere antiquati e a lungo andare esasperanti, B. e S. si precipitarono verso le rispettive cabine armadio e scelsero qualcosa di semplice ma carino da indossare, spingendosi malamente per riuscire ad avere una parte di specchio più grande di quella dell’altra.
Senza rivolgersi la parola, scesero di corsa le scale, curiose di conoscere l’identità di chi era venuto a fare loro visita.
«Serena!» la felicità di Nate alla vista della ragazza era percepibile dalla sua voce, come lo era quella di Serena alla vista del ragazzo. «Nate! Penelope! Cosa ci fate qui?»
«Passavamo da qui e abbiamo deciso di invitarvi di persona alla festa di Halloween, verrete?» chiese Penelope rivolgendosi anche a Blair, che era rimasta in un angolo sentendosi abbastanza esclusa, mentre i due biondi si fissavano spensierati.
«Con piacere.» confermò B., con  un falso sorriso.
Quale occasione sarebbe stata migliore per rubare la scena  a Serena e far ingelosire Chuck?

***

Blair entrò nell’ampio salone arredato a festa.
C’erano tavoli pieni di cupcakes con denti finti e con glassa rossa, che simboleggiava il sangue.
Alle pareti e negli angoli erano state appese ragnatele finte e il punch era  anch’esso di un rosso vivo.
B. aveva un vestito nero e una maschera di pizzo sugli occhi; tra i capelli, che erano stati acconciati in un morbido chignon, era presente una piuma, rigorosamente nera.
Al suo fianco, più bella che mai, c’era Serena.
Aveva un vestito azzurro chiaro, quasi bianco, e una maschera che le copriva quasi tutto il viso.
Quando B., qualche ora prima, le aveva chiesto cosa significava il suo travestimento la bionda rispose in modo secco: «Sono un angelo.», così che B. fu spinta a vestirsi di nero, per differire completamente dalla sorella.
Ma anche lei si era vestita da angelo, da angelo del male però.
Arrivata alla festa si era guardata intorno per cercare Dan Humphrey.
Nonostante la vicenda successa, Blair lo voleva usare ancora per far ingelosire Chuck.
Fu Vanessa, vestita di viola, a dirle che D. non era alla festa.
«Non riesco a immaginare come uno di Brooklyn possa essere così impegnato.»  rispose la Waldrof prima di andarsi a prendere da bere al bancone del bar.
Erano nella sala da meno di cinque minuti, ma Serena era già in mezzo alla pista, con attorno cinque o sei ragazzi in preda agli ormoni.
La musica si fermò un secondo per riprendere più lenta: era un valzer e S. trovò subito Nate, in maschera dorata, per ballare.
Blair si sorprese quando Chuck le rivolse la parola, chiedendole quel ballo.
Rimase così sorpresa che acconsentì ancor prima di pensare a una risposta, ritrovandosi così a volteggiare vicino alla sorella, con davanti un ragazzo coperto da una maschera rossa con le corna.
Si fermarono solo quando videro che un centinaio di flash illuminavano due persone poco distanti da loro.
Non ci fu bisogno di girarsi a vedere cosa succedesse perché il quel momento il suo cellulare, come quello di tutta la sala e di tutta Manhattan, annunciò un nuovo messaggio.

Applausi ai Serenate!
Ci avete fatto aspettare,
ma ne è valsa la pena.
xoxo, Gossip Girl

Allegato al messaggio una foto della coppia che si baciava appassionatamente nel centro della sala, incurante dei flash.
I due ragazzi si accorsero a malapena dello squillo del cellulare e del fatto che tutti li stessero fissando;  continuarono, infatti, a baciarsi con la stessa passione di qualche minuto prima.
Una volta tornate nel loro appartamento, S. iniziò a elencare le numerose qualità di Nate, coinvolgendo un’estasiata madre e una sognante sorella minore.
«È dolce e simpatico. Non è un bastardo doppiogiochista come quasi tutti i ragazzi dell’Upper East Side. È premuroso. Quando siamo usciti ad aspettare la limo mi ha chiesto se volevo la sua giacca dato che c’era freddo.»
«E non te lo sei portato a letto?»  disse B. ancora arrabbiata per la litigata della sera prima con la sorella.
«Deve essere un record per te. Non credevo avessi mai dato un primo bacio a un ragazzo per poi aspettare a scopartelo.»
«Almeno io una vita sentimentale ce l’ho! E non sbavo dietro a un ragazzo facendo finta di odiarlo.» urlò in risposta S. con le lacrime agli occhi.
Poi si tolse il vestito lungo e  le scarpe, le gettò su letto e si chiuse nel bagno, da cui si sentivano, seppur ovattati, i singhiozzi della ragazza.

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Il numero di recensioni per capitolo è calato:
avete opinioni positive o negative in merito alla storia? 
Fatecelo sapere, io e 
swagmastasvoice continueremo intanto ad essere puntuali!

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Capitolo 10
*** Chapter X. ***


CHAPTER TEN.

L’ampia sala del Palace, dove fino a poco prima si era svolta la festa di Halloween organizzata dal giovane Archibald, appariva ora deserta e ancora addobbata a tema.
Un’unica presenza silenziosa era visibile nelle vicinanze del bar, tra le bottiglie vuote e le maschere perdute dagli altri invitati.
Jack - l’uomo solitario - scolò l’ennesimo bicchiere di punch color rosso sangue, ultimo di una lunga serie, finché scorse l’ora indicata sul suo costoso Rolex e decise di uscire dall’hotel per avventurarsi nella notte buia.
Con le gambe instabili e la testa annebbiata a causa dell’effetto dell’alcool, Bass valutò l’idea di chiamare il proprio autista, ma alla fine decise di guidare da sé la luccicante Ferrari che aveva acquistato da rinomato uomo d’affari qual era.
Salì a bordo, ingranò la quarta e partì sgommando per le intricate strade di Manhattan, godendo dell’assenza di traffico rispetto alle ore mattutine o pomeridiani.
Alcuni minuti e diversi semafori rossi ignorati dopo, frenò in prossimità dell’entrata principale della sua destinazione: l’hotel Palace.
Il tempo di slacciare la cintura di sicurezza, le regole andavano rispettate almeno all’apparenza, ed oltrepassò la reception, dirigendosi verso l’ascensore salutando con un cenno il controllore a mo’ di identificazione.
Entrato nel mezzo di salita e discesa tra i diversi piani, pigiò il pulsante con incisa la scritta “attico”, così, quando le porte si spalancarono, giunse nella stessa casa in cui aveva già cenato alcuni giorni indietro.
Nell’ambiente regnava il silenzio, interrotto soltanto dal fastidioso russare del signor Waldoof che echeggiava in tutta la suite e costringeva la moglie a portare dei tappi alle orecchie.
Camminando con passi agili, si recò al piano superiore al fine di raggiungere la stanza della bella ragazza che vi stava riposando; distinse due porte adiacenti e spalancò quella alla sua destra.
Accedette ad una stanza arredata secondo un colore predominante: infissi, quadri, libreria, specchiera, tende, tutto era dorato.
Per contrastare la sua brillantezza, invece, le pareti erano state tinteggiate di una sfumatura simile a quella del cielo nelle giornata nuvolose.
La scelta di queste colorazione, a prima vista, sarebbe potuta essere associata al desiderio di ricchezza, ma in realtà si trattava di un motivo meno superficiale: l’oro simboleggiava lo splendore di Serena, mentre il grigio rappresentava Blair, eternamente oscurata da tanto luccichio.
Nella penombra, Jack strizzò gli occhi, avanzando sino al letto a due piazze, convinto di trovarsi di fronte a S..
Là, però, riposava la seconda sorella Waldorf, la mascherina sulle palpebre struccati, i capelli sparsi sul  cuscino e la coperta - anch’essa dorata - a coprire il suo corpo dalla base del collo.
Capirete dunque il suo stupore quando, intrufolatosi di fianco alla bella fanciulla addormentata, cominciò a palpeggiarla, accarezzandole la schiena - scoperta piacevolmente nuda - e scivolando giù per il sedere, ed ella spaventata da quel tocco accese la piccola lampada posizionata sul comodino, rivelandosi essere appunto Blair!
«Razza di pervertito, maniaco, stupratore delle mie Jimmy Choo, esci immediatamente dal mio letto, prima che ti dia uno dei miei calci impedendoti di molestare altre ragazze!» Urlò la mora, indignata da quel comportamento.
«Blair, non è come pensi, credevo fossi S-Serena.» Cercò di giustificarsi J., incapace di muoversi, coprendosi le orecchie per non udire le urla di B. che gli procuravano delle irritanti fitte alla testa.
 «Stai confessando che avresti voluto violentare mia sorella?» Lo accusò lei.
«Ssh, sveglierai tutti.» La zittì lui ed accorgendosi che l’altra non era intenzionata a smettere di inveirgli contro, si avvicinò e premette in un gesto disperato le sue labbra contro le sue.
Le parole che stava per pronunciare si ridussero ad un confuso: «Mmh!», mentre per liberarsi da quel bacio Blair addentò la lingua di Jack che si era infiltrata nella sua bocca con violenza.
«B., stai ben…» Serena, accorsa in seguito alle urla della sorella, non concluse la sua domanda, sconvolta dalla vista della mora al fianco del collega di loro padre.
«Non è come pensi, S.!» Si giustificò la minore.
«E com’è allora?» Domandò spiegazioni la maggiore.
Blair non ebbe la possibilità di iniziare a spiegare la strana vicenda, che udì una voce reclamare: «Già, com’è, Blair Cornelia Waldorf?».
Era stata sua madre, sulla soglia insieme ad uno scompigliato marito, a parlare.

***

Jack uscì velocemente dall’Empire, degnando di appena uno sguardo il portinaio che, vedendolo arrivare di corsa, si era affrettato ad aprirgli la grande porta d’ingresso.
L’uomo corse per il cortile interno e svoltò l’angolo, andando a sbattere contro qualcuno.
La ragazza contro cui era andato a sbattere aveva lunghi capelli biondi, vestiti corti e tacchi alti.
Veniva dalla festa in maschera.
«Hei Brooklyn, sei un po’ lontano da casa.»
«Anche tu.» rispose la bionda, alzando lo sguardo su chi le era andato addosso.
«Vuoi un passaggio?»
«Certo.» rispose la piccola J. Avvicinandosi alla macchina di Jack e salendoci.
Jack prese posto nel sedile del guidatore e accese la macchina.
«Credo che tu sia l’unico uomo di Manhattan e non avere un autista.»
«Ce l’ho, ma una Ferrari preferisco guidarla io.» rispose Jack, schiacciando sull’acceleratore.
In pochi minuti stavano sfrecciando ai 300 km/h sul ponte di Brooklyn, diretti verso casa della ragazza.
Fortunatamente le strade erano deserte, a causa della tarda ora, perché era evidente anche a J. che Jack Bass era ubriaco e che non riusciva ad andare dritto.
Si fermò inchiodando sotto casa della bionda, facendola sbalzare in avanti, verso il cruscotto, che la ragazza allontanò appoggiandoci sopra le mani.
«Grazie.» sussurrò Jenny, sistemandosi i capelli.
«Nessun problema, dolcezza.» sussurrò di rimando Jack, appoggiando una mano sulle cosce nude della bionda.
«Vuoi salire?» bisbigliò la ragazza, con voce roca e ammiccando.
«Certo, tesoro.» rispose il ragazzo, prima di lasciare un  bacio sulle labbra della ragazza per poi allontanarsi.
Aspettarono meno di un secondo, prima di riavventarsi uno verso l’altro, approfondendo il bacio. Jack si spostò sopra la ragazza, cercando poi la leva del sedile,per ribaltarlo completamente.
«Jack, non qui, in casa. Entra dalla scala antincendio. Terzo piano, seconda finestra.» gli disse, prima di spingerlo sul suo sedile e uscire velocemente dalla macchina.
Salì le scale di corsa, facendo risuonare i tacchi nel corridoio per poi aprire la porta.
Salutò velocemente il padre, che la stava aspettando in piedi e corse in camera sua.
Chiuse la porta e girò la chiave, cercando di non farsi sentire, si tolse i tacchi e si avvicinò alla finestra.
Aprì il gancio e la fece scorrere verso l’alto, aprendola completamente.
Si avvicinò all’armadio, abbassando la zip del vestitino e facendolo scorrere lungo il suo corpo, per lasciarselo cadere ai piedi.
Si era appena infilata un corto vestitino da notte quando, dalla finestra, venne un rumore di passi. Subito dopo la figura di Jack si lasciò scivolare all’interno della camera.
Si avvicinò alla bionda, sciogliendosi la cravatta e buttandola sul letto.
La ragazza si svegliò e guardò subito la sveglia, che segnava le 6:45, così si mosse un po’, spintonando l’uomo ancora steso accanto a lei.
«Te ne devi andare.» disse al ragazzo che si stava passando una mano sugli occhi per svegliarsi
«Adesso. Prima che mio padre venga a svegliarmi.» aggiunse poco dopo.
In quel momento, dall’altra parte della porta, Rufus stava sbattendo il pugno sulla superficie bianca.
«Jenny, alzati.»
La ragazza uscì velocemente dal letto, avvolgendosi il lenzuolo intorno al corpo, mentre il ragazzo si stava rivestendo velocemente.
«Sono sveglia papà!» urlò in risposta, correndo verso l’armadio per vestirsi.
Jack stava uscendo dalla finestra; aveva una gamba sulla scala antincendio e una ancora dentro la stanza, quando il cellulare di entrambi vibrò.

La piccola J. fa conquiste,
ma, ehi, stavolta è un Bass.
Peccato che non sia Chuck
e che la differenza di età sia superiore
ai cinque anni.
Jack ricordati che una Ferrari rossa
a Brooklyn attira l’attenzione.
Sapete di amarmi, Gossip Girl

WRITER'S CORNER.
Decimo capitolo, fino a questo momento il mio preferito!
Io, 
swagmastasvoice
 e voi siamo giunti a un terzo della storia.
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A venerdì!

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