Premessa
La figura di Albert mi ha sempre intrigato molto.
Rileggendo il fumetto e rivedendo l’anime a distanza di più di venti anni
(sigh!), con molta esperienza in più alle spalle ho capito tante cose.
Alcuni degli aspetti del personaggio Albert appartengono
anche a me: mi piacciono gli animali, preferisco essere in mezzo ad un bosco
piuttosto che ad una festa rumorosa con persone che conosco poco, mi piacciono
i grandi spazi e la sensazione di libertà di un viaggio alla scoperta di ciò
che è “altro”
Nel
sito spagnolo dedicato ad Albert e Candy, Albert viene indicato come un Cancro,
lo sono anch’io; non che creda agli oroscopi ma trovo che la descrizione delle
caratteristiche del Cancro si adatti molto bene a me e quindi ho provato a
mettermi nei panni di Albert e descrivere i suoi sentimenti, il suo modo di
vedere le cose e le persone.
Buio
Voci
confuse
Buio
Senso
di vertigine
Ancora
buio…
“Dove
sono?”
Una
voce nella mente…
Buio
…e
nebbia..
…e
nausea…
Nella
mente voci confuse, di bambini…
Poi
ancora buio..
Non
capiva se quelle voci fossero reali oppure sono nella sua mente…
D’improvviso
un’immagine: una cascata di riccioli biondi e due occhi verdi…ma chi era quella
ragazza?
Ancora
buio e vertigine…ma da quanto tempo era in questo stato?
Non
riusciva a ricordare nulla, una nebbia fitta lo circondava…improvvisamente un
nome “CANDY?” e rivide quel viso incorniciato di capelli biondi, con un
dolcissimo sorriso, la testa inclinata da un lato, con quell’espressione che
lui conosceva bene…era Candy ma l’immagine che ora aveva negli occhi era quella
di bambina, con quel vestitino a righe rosse…ma quando l’aveva vista così? Non
riusciva a ricordare.
Di
nuovo buio, perse nuovamente i sensi…
Ancora
suoni, ma li sentiva veramente o erano illusioni, brandelli di ricordi?
Stavolta gli sembrava di sentire le cornamuse che suonavano e gli apparvero i
visi di tre ragazzi, uno biondo come il grano, uno con i capelli neri e gli
occhiali, il terzo con i capelli come l’oro brunito, vestivano il kilt e il
tartan, tutti con lo stesso disegno…cercò di sforzarsi di ricordarne i nomi, di
capire se li conosceva ma NIENTE! Gli sembrava di aver indossato anche lui
quell’abito e la cornamusa gli sembrava familiare…perché?
Ancora
un tempo che sembrava interminabile poi ancora immagini..
Candy
allo Zoo di Londra, con un ragazzo…come si chiamava? Terence? Sì Terence…
Si
sforzava di ricordare ma ecco ancora la nausea e la nebbia, gli girava
terribilmente la testa e non riusciva ad aprire gli occhi…
D’improvviso
un’altra immagine: un roseto immenso, una grande villa chiara, risa cristalline
nell’aria tiepida, un bambino biondo, molto piccolo che gli correva incontro e
dietro a lui una donna bellissima con gli occhi azzurri ed il viso delicato…nel
vederla sentì le lacrime negli occhi ma avvertì nuovamente quel senso di nausea
che lo rigettò nella nebbia…
Si
sentiva troppo debole, si riaddormentò.
Ancora
immagini, come in un sogno, la savana sconfinata, branchi di leoni, gazzelle,
antilopi, un piccolo villaggio, un’infermeria, alcuni bambini che gli
sorridevano tra le lacrime per la paura del dottore, una delle donne che lo
chiamava per nome: Albert..
Allora
lui si chiamava Albert? Perché qualcosa non tornava?
Altre
immagini.
Una
grande sala, con grandi vetrate, una scrivania vicino alle finestre, una grande
libreria lungo la parete, una serie di ritratti di donne ed uomini appesi alle
pareti con le cornici riccamente intagliate e dorate, alcuni si somigliavano
tra loro, un grande tavolo rotondo, con un servizio per il the in argento, vasi
cinesi sulla consolle, un lampadario dorato di Murano appeso al soffitto che
spandeva la sua luce nella penombra della sera, tutto in quella sala indicava
l’enorme ricchezza dei proprietari: alcuni uomini vestiti di scuro parlavano
tra loro, vicino alla scrivania, ignorandolo, quando improvvisamente si aprì la
porta ed entrò una donna dall’aspetto severo, alta, già avanti negli anni, i
capelli grigi raccolti sulla nuca, un cammeo bianco sul vestito. La donna
entrando lo guardò un attimo, accennando un saluto e si rivolse agli uomini che
la salutarono con un inchino –“Signori, siamo qui per discutere di William,
vogliate accomodarvi”
“Zia?”
pensò ma in quel momento non ricordò altro.
All’improvviso
un treno carico di persone, una luce accecante ed un boato e si ritrovò seduto
sul letto, nello spogliatoio del ristorante in cui lavorava…piano piano tutti i
pezzi della sua vita si andavano incastrando nella sua memoria come le tessere
di un puzzle.
“Albert,
ti senti bene?” la porta si aprì.
“Sì
grazie, da quanto tempo sono qui? Cos’è successo?”
“Stavi
lavando i piatti quando improvvisamente sei caduto a terra tenendoti la testa,
poco dopo sei svenuto e ti abbiamo portato qui…” disse Joseph, il capo cuoco.
“ E
quant’è che sono qui?”
“
Sarà un quarto d’ora, venti minuti. Cominciavamo a stare in pensiero, stavamo
per chiamare il dottore”
“Tutto
bene, grazie” disse Albert alzandosi “ma se non vi spiace preferirei andare a
casa..”
“Tutto
ok, vai pure, sei ancora molto pallido”.
Albert
si tolse il grembiule che ancora aveva addosso, prese il maglione ed uscì.
“Un
quarto d’ora” pensò, “mi è sembrata un’eternità…era come se uscissi da un sonno
profondissimo”
Non
fece caso a dove andava, aveva bisogno di camminare, riordinare le idee, i fili
spezzati del ricordo e i sui passi lo condussero allo zoo, si stese su un prato
a pensare: ora sapeva chi era, ricordava tutto ma adesso veniva la parte più
difficile, decidere cosa fare.
Le
ore passarono quasi senza che lui se ne accorgesse, sprofondato nei suoi
pensieri, in quei ricordi che finalmente aveva…stava facendosi sera.
La
prima immagine che aveva ricordato era quella di un musetto pieno di lentiggini
che gli sorrideva dolcemente. Quanti ricordi legati a Candy, quanto era
cresciuta dalla prima volta che l’aveva vista alla cascata nella tenuta degli
Andrew…”E ora? Candy sarà disposta a tenermi con lei anche se sono guarito? O
non sarà più possibile? Forse no..”
Puppe
lo stava tirando per il maglione…
“Vuoi
tornare a casa, vero? Ok, andiamo, per ora non le dirò nulla”
Credits
Tutti i personaggi del manga/anime di Candy Candy,
presenti in questa Fanfiction, gli avvenimenti ed alcune frasi riportate
appartengono di diritto all’autrice Kyoko Mizuki, alla Toei Animation and
Fabbri Editori che curano e distribuiscono il manga/anime in Europa.
Il materiale proposto in questa fanfiction è
mostrato a solo scopo divulgativo e non è intesa alcuna violazione di
copyright.
Tutti i diritti per ciò che è sotto
copyright appartengono all’autrice Kyoko Mizuki, alla Toei Animation and Fabbri
Editori e non vengono dall’autrice Zucchero Filato ripresi con scopi di lucro
ma solo a fini amatoriali.
I personaggi originali creati da zucchero filato appartengono all'autrice che ne detiene i diritti d'autore; ogni citazione od utilizzo di tali personaggi è sottoposta alle leggi sul diritto d'autore e tutelati in quanto opere originali d'ingegno.