Save me to myself, please.

di shesmywarrior
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


 

 Save me to myself, please.
 

“E mentre il sangue esce a gocce dai tagli,
mi sento euforica, leggera.
Come se il dolore fisico
riuscisse ad annebbiare quello sentimentale.
Sentire i tagli che pulsano per il dolore…
ed un misto di orgoglio, paura e vergogna,
mi assalgono.”

Lo avevo fatto di nuovo.

Ancora, ancora, ancora.

Ero accasciata vicino al lavandino, con la lametta di fianco a me.
Non riuscivo a smettere, era una dipendenza oramai.
Lacrime, che pizzicavano sulle mie guance, scendevano  come le goccie di sangue sui miei bracci,
lacrime rosse.

Ma stavolta avevo esagerato, non ero mai arrivata a questo punto, il sangue non si fermava, continuava a scorrere,
anche lui gridava pietà,
pietà per questa povera ragazza che voleva vivere solo una vita felice.

Non volevo chiedere aiuto. Non un'altra volta.
Una sera mio fratello entrò in bagno, e vide la stessa scena di ora.
Ma non volevo il suo aiuto, non volevo farlo star male un'altra volta, non sempre per colpa mia.

Decisi di farmi forza e rialzarmi, mi lavai i tagli e li bendai.
Era tutto meccanico oramai. Il disprezzo verso me stessa, il farsi del male, ripulire i tagli, il fare finta di stare,
anche se dentro muori.

Uscii dal bagno e percorsi il corridoio per arrivare in camera mia.
Chiusi la porta a chiave e poggiai la fronte contro il legno freddo.
Gli occhi pizzicavano ancora, ma non volevo piangere, non dovevo.

"Abigail, tutto bene?"

Quella voce, la sua voce, mi fece sobbalzare. Pensavo di essere sola in camera.
Mi girai lentamente e trovai quella massa incolta di capelli seduto sul letto.

"Certo Liam, tutto bene" L'ennesima bugia. Oramai c'ero abituata.
Ero sempre stata una ragazza onesta, ma da tempo avevo dovuto imparare a mentire, anche alle persone che amavo più al mondo.
Mi avvicinai a lui, e mi stesi sul letto. Dopo poco si stese anche lui, e mi abbracciò, come faceva quando capiva che stavo male.
Mi sapeva leggere nel pensiero, e questo aveva sia un lato positivo, sia uno negativo.
Rimanemmo per un pò in silenzio, mente lui mi cullava tra le sue braccia.

"Sicura? Ho sentito dei singhiozzi prima, se hai qualche problema puoi, anzi devi parlarmene." Ecco che iniziava con le sue paranoie.
"Si Liam, tranquillo, non stavo piangendo. Lo sai che se c'è qualcosa che non va te lo dico subito" gli dissi senza guardarlo,
non avrei potuto mentirgli mentre lo fissavo in quei due pozzi castani.
"D'accordo. Allora vado a dormire, che è tardi e domani devo lavorare. Buona notte, ti voglio bene" mi disse lasciandomi un bacio sulla fronte.
"Buona notte fratellone, ti voglio bene pure io."

Quando si chiuse la porta dietro di sè, controllai un'ultima volta le bende e mi misi a dormire.



 

Read this!
Okay, dopo il flop della prima storia (?) ho deciso di postare questa.
Parla di tematiche delicate, quali autolesionismo e bullismo.
*Con questo mio scritto non voglio indurre qualcuno ad autolesionarsi, è tutto frutto della mia immaginazione.*
Detto questo, spero vi piaccia, anche se è solo il prologo!
Magari, potete farmelo sapere tramite una recensione c:
Aspetterò una o due recensioni e poi metterò il capitolo.
Ho scritto anche troppo lol, se volete sapere qualcosa su twitter sono @Sheneedslove_
Love you, Aurora :)

 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1. ***


Save me to myself, please.




"In America li chiamano cutters che significa taglierini,
ma potrebbe anche essere tradotto come tagliatori,
o burners che potremmo tradurre come bruciatori.
Tagliarsi, graffiarsi, bruciarsi, mordersi, strapparsi i capelli, 
picchiare la testa contro il muro, anoressia, bulimia, dipendenza da droga o alcol: 

sono i sintomi diun’intera generazione che va dai dodici ai trent’anni,
che ha perso i contatti con la realtà e a cui nessuno ha insegnato a volersi bene.
È il nuovo e sconosciuto fenomeno dell’autolesionismo.
Di cui si parla troppo poco."


 

La mattina seguente mi svegliò il dolce suono della sveglia.
Rimasi qualche minuto nel letto prima di alzarmi definitivamente.
Anche oggi sarebbe stata una lotta. Andai in bagno e osservai i tagli.
Mi vergognai di me stessa, mi sentivo una nullità.
Mi tagliavo perchè me lo meritavo. Dovevo soffrire.
Sentivo che se non mi autolesionavo potevo anche morire. Lo facevo per sopravvivere.

 
*
 
Una cosa positiva dell'autunno? Tutte le persone normali iniziano a vestirsi pesante,
maglie a maniche lunghe, felpe, giacchetti, almeno non ero l'unica. 

 
Mi vestii e uscii di casa. Dovevo andare a scuola ed ero in ritardo, colpa delle medicazioni.
Fortunatamente la scuola non era lontanissima da casa mia e arrivai in tempo.
Presi posto sulla solita sedia vicino alla finestra e aspettai che arrivasse il professore.
Nel frattempo lessi il solito messaggio di Liam, quello del buongiorno come lo chiamava lui.
Gli risposi, giusto in tempo che entrasse il prof. di chimica.
 
 Odiavo la chimica. Cioè fino ad un certo punto. Quando spiegava andava bene, dato che rimanevo nel mio mondo,
ma quando ci portava in laboratorio lo odiavo, dato che significava: 'oggi aprirete l'ennesimo animale morto!'
Come faceva a interessargli così tanto? Bah.
Sul bancone c'era una scatola contenente una rana. Povero essere, in che condizioni si trovava.
Stavo per prenderla quando bussarono alla porta.

 
"Buongiorno, scusi il ritardo, sono nuovo e non sapevo del laboratorio..." disse un ragazzo, alquanto imbarazzato.
Feci una breve ispezione: alto, corporatura normale, moro, occhi color cielo, sorriso meraviglioso.
Sembrava un deo greco. L'unica cosa che stonava era l'abbigliamento. Maglia a righe blu e bianche e pantaloni rossi.
Neanche fossimo a Venezia sulle gondole.
Si capiva da metri di distanza che era il tipo di ragazzo che aveva tutte le donne ai suoi piedi ed era pieno di amici. 
 
Tornai alla mia povera rana, osservandola con ribrezzo.
"Ti serve una mano?" mi chiese qualcuno. Alzai lo sguardo e incontrai di nuovo il ragazzo che era entrato poco fa.
Mi sentii avvampare. Nessun ragazzo mi aveva mai rivolto la parola.
Invece lui era li, impalato davanti a me, con un sorriso stampato in volto.

 
"No...è solo che mi dispiace per la rana, insomma...perchè dovrei vivisezionarla? Secondo te mi interessa?"
risposi, un pò incerta.
Lui rise. Ma cosa c'era da ridere? Sta di fatto che mi contagiò, infatti sorrisi anche io.
"Purtoppo dobbiamo. Se vuoi faccio io, così non ti senti in colpa" mi disse, per poi sedersi accanto a me.
Io abbassai lo sguardo e non risposi, non ero abituata a parlare con i ragazzi.
A dire la verità con nessuno.
"Comunque io sono Louis, Louis Tomlinson" mi porse la mano, che accettai dopo un bel po'.
"Io sono Abigail Payne. Piacere" 
 
Fortunatamente l'ora passò velocemente, così lasciai la mia cara rana (?) e tornammo in classe.
L'unico posto libero era quello accanto al mio, così Louis si sedette accanto a me.
Cercava di dialogare, ma le mie risposte si limitavano a degli assensi e 'mmh'.
Non era nel mio DNA interagire con delle persone.
Le cinque ore passarono, e finalmente uscii da quall'inferno.

Non mi era mai piaciuta la scuola.
Non tanto per lo studio, perché in fondo non andavo male, il problema erano i soggetti che la frequentavano.
Le solite galline, bionde cotonate, con una quarta di reggiseno, e i ragazzi tutti galletti, che prendono in giro i più deboli,
tra cui me.
"Allora, ci vediamo domani Abigail!" sentì dire da Louis, che stava uscendo con me.
"Certo, ciao Louis" gli sussurai. Possibile che non riuscivo a parlare normalmente?
Accidenti al mio carattere.
Cercai l'auto di Liam, dopo averla trovata entrai e salutai mio fratello.
"Ciao bellezza, com'è andata oggi?" Non mi piaceva quando mi chiamava così, perché non era vero.
Io non ero mai stata bella, e non lo sarei mai stata. Ma non volevo farlo arrabbiare, così facevo finta di niente.
"Tutto normale" risposi semplicemente. Avevo già parlato troppo con Louis, non avevo voglia di sprecare altro fiato.
"Bene. E chi era quel ragazzo con il quale sei uscita?" mi chiese per la strada.
"é uno nuovo, si chiama Louis."
 
Lui mi guardò un attimo, per poi tornare alla strada.
Arrivammo a casa, e mi incamminai per le scale, quando Liam mi fermò per un braccio.
"Che fai, non pranzi?"
"Liam non ho fame. Mangerò qualcosa dopo, tranquillo."
Salii in camera mia, e dopo aver chiuso a chiave, mi spogliai e andai allo specchio.
 
Ribrezzo.
E stavolta non era per la rana,
era per me. 
Era logico che nessun ragazzo si fosse mai interessato a me, insomma,
a chi piacerebbe una ragazza con dei comuni capelli mossi castani, due occhi azzurri e un corpo orrendo?
In confronto alle ragazze di scuola ero niente. Ero una a cui piaceva confondersi nella massa, per non farsi notare.
Odiavo stare al centro dell'attenzione.
Tirai un sospiro, e mi buttai sul letto,
accendendo l'ipod ed entrando nel mio mondo.
 
 
Read This!
Sono tornata con il primo capitolo, yo.
No, seriamente, qui entra in scena Louis, che sarà più o meno il protagonista della storia insieme ad Abigail.
Spero vi piaccia come capitolo, magari potete darmi il vostro parere tramite una recensione *occhi dolci*
Comunque, postando il prologo avevo chiesto al massimo due recensioni e ne ho ricevute 4, per me è tantissimo davvero!
So, per il secondo capitolo potrei chiedervi 3-4 recensioni, mi sembra giusto. Aggiornerò lo stesso, tranquille u.u
Grazie a chi ha recensito,
Grazie a chi ha messo la storia tra le ricordate,
Grazie a chi ha messo la storia tra le seguite,
Grazie a chi ha messo la storia tra le preferite.
Adesso scappo, mi trovate su twitter: @Sheneedslove_
love you, Aurora :)


*Con questo mio scritto non voglio indurre qualcuno ad autolesionarsi, è tutto frutto della mia immaginazione.*

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Capitolo 3
*** Capitolo 2. ***


Save me to myself, please.




"Forse ciò che non sappiamo è che il fenomeno ci circonda.
Secondo un recente studio il 27% degli universitari ed il 31% degli studenti di scuola superiore afferma
di essersi auto-lesionato almeno una volta nella vita.
Altro interessante dato è che la maggior parte degli autolesionisti sono donne.
Parlano di 900.000 solo di ragazze che si fanno male volontariamente.
Lo studio però denota anche quanto poco venga confessato il fatto, persino a se stessi,
ciò presuppone che i numeri rilevati siano quindi più bassi di quelli reali."


 
Mi svegliai di soprassalto. Mi toccai la fronte e la trovai sudata. Di nuovo quell'incubo.
Ogni volta che mi addormentavo mi perseguitava. Decisi di farmi una doccia.
Dopo essermi rinfrescata mi vestii e scesi in cucina.
Mentre scendevo sentivo dei mormorii provenire dal salotto, la porta a vetri era chiusa. 
Mi avvicinai e riconobbi la voce di Liam, e l'altra voce apparteneva a Harry se non mi sbagliavo.
Harry era un caro amico di Liam, si conoscevano dall'asilo, e mi aveva vista crescere.
Nonostante questo, non lo consideravo più di un conoscente, come con tutte le altre persone, anche se lui teneva a me.
O almeno, lui lo ripeteva spesso.

 
"Harry, io ho paura che ci sia finita di nuovo" sussurrò mio fratello.
"A cosa ti riferisci?" gli chiese l'altro.
"Secondo te? Te lo avevo detto che tempo fà l'avevo scoperta ad autolesionarsi!
Non voglio pensare che abbia ricominciato, starei troppo male, e non so come aiutarla." gli rispose.

 
'come se avessi mai smesso' pensai io.
Il mio cuore si spezzò sentendo quella frase.
Lui stava male, un'altra volta per colpa mia.
Non sopportavo di essere un peso per qualcun'altro, figuriamoci per mio fratello.
Decisi di allontanarmi, non ce la facevo ad ascoltare ancora quel discorso.
Andai in cucina e presi una confezione di biscotti.
Dopo poco entrarono Liam e Harry in cucina.
Mi sorrisero cordiali, poi vidi Harry spalancare la bocca.

 
"Che c'è Harry? Non è la prima volta che mi vedi" dissi gesticolando con il biscotto in aria.
"No, è che...stai mangiando!" disse indicando il biscotto.
"Liam, sta mangiando! Segniamolo sul calendario." disse stavolta a mio fratello, sempre più sorpreso.
Io lo guardai scettica, e borbottai un 'si, si fai come ti pare' e tornai in camera mia.
 
Guardai lo schermo del cellulare, erano le 18.00 . Forse avrei dovuto studiare.
Forse. Non ne avevo proprio voglia.
Mi sedetti sul letto e osservai di nuovo i tagli. Perché a me?
Era questa la domanda che mi porgevo ogni giorno. Perchè dovevo soffrire?
Come se non bastasse la perdita dei miei genitori, dovevo soffrire io, e anche Liam.
Volevo cambiare, ci avevo provato con tutta me stessa, ma non ce l'avevo fatta. Ero abituata a perdere.
Ogni cicatrice sui miei bracci stava a significare una lotta che avevo perso.
Qualcuno bussò alla porta, feci in tempo a tirarmi giù le maniche, che vidi Liam venirmi incontro.
 
"Hey" mi disse sorridendomi.
"Hey" lo imitai.
"Harry è andato via giusto ora. Ti va se stasera ci mangiamo una pizza davanti ad un bel film?" 
"Si, mi piacerebbe" gli risposi appoggiando la testa sulla sua spalla.
"Sabato pomeriggio non prendere impegni, voglio presentarti una persona, ok?" 
Che giorno era? Ah, martedi. Ma era così importante da dirmelo all'inizio della settimana?
Come se io nel weekend facessi qualcosa.
"D'accordo. Vado a farmi una doccia" dissi dirigendomi verso il bagno.
"Okay, ti aspetto giù" disse per poi posarmi un leggero bacio sulla guancia.
La serata passò velocemente, per fortuna, e andai dritta a dormire.
 
La mattina dopo mi svegliai, guardai l'orologio. Non ero in ritardo, strano.
Mi preparai e decisi di andare a piedi.
Dopo 15 minuti circa intravidi il cancello dell'entrata, e sbuffai sonoramente.
Mi avviai in classe, e dopo essere entrata e aver ignorato gli altri alunni, mi sedetti al mio solito posto.
Dopo una manciata di minuti entrò anche Louis, che appena mi vide si aprì in un sorriso a 32 denti.

 
"Buongiorno Abigail!" mi salutò,
"Ciao Louis" gli risposi piatta.
Lui se ne accorse, mi guardò torvo, stava per chiedermi qualcosa, ma entrò il professore.
Stavo tranquillamente ascoltando la lezione, si via, diciamo che ero nei miei pensieri,
quando Louis mi avvicinò un biglietto.

 
'Hey, c'è qualcosa che non va?'
Lo guardai un attimo, poi risposi: 'no, solo sono un pò stanca, scusa per prima, non volevo risponderti male'
Anche lui lesse, scrisse per poi ripassarmelo: 'tranquilla, è tutto ok.
Ti va di venire oggi a casa mia? Cosi mi aiuti a sistemare un po'...'
Rimasi scioccata dalla sua proposta. Non ero mai stata invitata da nessuna parte.
Però mi dispiaceva dirgli di no.
'certo, vengo volentieri. Ne riparliamo dopo!'
'Okay :)'
Ripiegai il biglietto e lo infilai nello zaino.
Le ore di scuola passarono lente, ma con Louis non gli avevo dato peso.
Era già la seconda volta che riusciva a farmi ridere, e per me era tanto.

 
L'ultima attesa campanella suonò, e uscii dall'edificio con Louis.
"Louis, avverto un attimo mio fratello" gli dissi con il telefono già all'orecchio.
Dopo aver detto a Liam dei miei 'piani della giornata' tornai da Louis,
che mi stava aspettando appoggiato ad un muretto.
Iniziai ad avvicinarmi, quando sbattei contro qualcuno.
Purtroppo avevo fatto un grosso errore. La riconobbi subito.
Alta, bionda, jeans attillato, terza di reggiseno, e magra. Molto magra.
Tutti la invidiavano, era piena di amici, era popolare.
Io invece la detestavo. Perché?
Perché lei era uno dei motivi per cui avevo iniziato a farmi del male.

 
"Cazzo Payne, sempre in mezzo tu!" mi sbraitò subito contro.
"Io...non volevo, scusa Amber" cercai di difendermi, ma lei non amava quando qualcuno le rispondeva,
figuriamoci se lo facevo io.
"Non voglio sentire le tue lamentele grassoccia. Gira a largo!" continuò lei gesticolando.
Me ne andai a testa bassa, sentendo i risolii dei suoi amici.
Sentivo anche la nuca pizzicarmi, segno che qualcuno mi stava fissando.
Louis.
Lo sorpassai senza degnarlo di uno sguardo e cominciai a correre.
Non volevo farmi vedere dopo quella figura.


'Grassoccia, grassoccia, GRASSOCCIA'
Quelle parole rimbombavano nella mia mente, la vista mi si era appannata, ma non smettevo di correre.
All'inizio non sapevo dove andare, poi mi venne naturale andare a trovare i miei genitori.

 
Li trovai subito, sapevo la strada a memoria. Due anni. Erano passati due anni da quando ci fu l'incidente.
Io ero rimasta a casa con Liam, loro erano usciti per lavoro. 
"Torniamo presto, tranquilli" disse mia mamma per poi lasciarmi un bacio sulla fronte,
e scomparire insieme a mio padre, per sempre.
Accarezzai la lapide, fredda.
Mi sedetti davanti a loro, e osservai un punto lontano per non so quanto.
"Ciao mamma, ciao papà. - avevo iniziato senza rendermene conto - Come state lassù? Spero bene.
Perché io sto vivendo l'inferno. Sto tanto male, e nessuno mi capisce...
Da quando ve ne siete andati è cambiata completamente la mia vita.
Io e Liam ci siamo trasferiti, sono tornata a scuola, ma niente è come prima.
Le persone sono cattive con me, ma non so il motivo. Dicono che sono brutta, grassa, che dovrei morire,
che sono un'errore della natura. Ma io non ho fatto niente di male, perchè mi odiano?
Per colpa loro ho questi tagli... - alzai istintivamente le maniche e li osservai - Sono queste persone che mi portano ad autolesionarmi.
Ma infondo, forse, hanno ragione. Me lo merito tutto questo dolore. Dovevo morire io al posto vostro. Sarebbe stato molto meglio.
Io cerco comunque di fare del mio meglio, sapete? I voti a scuola sono nella media, aiuto Liam quando posso.
Sai mamma, ho anche imparato a stirare! Me lo ripetevi sempre che dovevo imparare...
Ah, papà, Liam ha preso la patente l'anno scorso, ce l'ha fatta. Aveva una paura tremenda, avrebbe voluto averti al suo fianco.
Ma non poteva, come non posso io. Vi penso tutti i giorni, ogni notte, prima dopo e durante i miei momenti più duri, sempre.
E sempre rimarrete nel mio cuore. Vi voglio bene, adesso devo andare, grazie per avermi ascoltato, a presto."

 
Mi alzai, dopo averli salutati, e mi girai per uscire, ma poco distante da me c'era...Louis.
Mi aveva seguito fino a qui? Aveva sentito tutto? Aveva visto i miei tagli?

 
Read This!
Ecco il secondo capitolo (con un giorno di ritardo, scusatemi ma non avevo internet :c)
Spero vi piaccia, perché vi giuro ci ho messo tutta me stessa scrivendolo.
Amo la parte in cui Abigail si sfoga con i genitori.
Nella prima parte abbiamo un Liam preoccupato che cerca conforto in Harry, suo caro amico non che nuovo personaggio!
Non so ancora se rimarrà una comparsa o se avrà un ruolo più importante nella storia.
Anyway, fatemi sapere se vi piace magari con una recensione *occhi dolci*
Arrgomento vacanze!
Ebbene si, un po' di riposo fortunatamente me lo godrò (?)
Parto il 10 e torno il 18, non so se riuscirò a postare prima della partenza, sorry.
In tal caso, ci vediamo con il terzo capitolo verso il 19/20 agosto :)
 
Grazie a chi ha recensito,
Grazie a chi ha messo la storia tra le ricordate,
Grazie a chi ha messo la storia tra le seguite,
Grazie a chi ha messo la storia tra le preferite.
Adesso scappo, mi trovate su twitter: @Sheneedslove_
love you, Aurora :)


*Con questo mio scritto non voglio indurre qualcuno ad autolesionarsi, è tutto frutto della mia immaginazione.*

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Capitolo 4
*** Capitolo 3. ***


Save me to myself, please.


“Ma quando vedo il sangue uscire, mi sento più libera, più leggera…
non provo più la rabbia che avevo prima ..
è strano, ma anche se dico non lo faccio più ci ricasco comunque.
Tagli, sigarette spente, tentativi di modificare il mio corpo, ucciderlo, cambiarlo.”


 
P.O.V. Louis
 
Non riuscivo ancora a crederci.
Come aveva potuto quella bionda offendere in quel modo Abigail?
Mi si era contorto lo stomaco nel vederla lì indifesa. Volevo andare ad aiutarla, ma ero pietrificato. 
Poi, la vidi passarmi accanto, ed iniziare a correre via. 
Dovevo seguirla, volevo seguirla, aveva bisogno di qualcuno che la confortasse.
La seguii per circa dieci minuti, poi la vidi entrare in un cancello.
Osservai meglio e capii. 
Entrai nel cimitero cercando di non farmi notare, e mi appostai abbastanza vicino a lei per sentirla parlare.
Cercai di leggere i nomi sulle lapidi, e il mio cuore perse un battito quando lessi il cognome.
Era il suo.
Aveva perso entrambi i genitori.
Ascoltai ogni singola parola della 'conversazione', che sembrava più uno sfogo personale.
Man mano che andava avanti la rabbia si impossessava di me.
Come potevano odiarla? Come può un essere umano arrivare a fare questo ad un'altro?
La prendevano in giro, era vittima di bullismo. 
Lei si...autolesionava. Solo a quel pensiero mi vennero i brividi.
Poi vidi i suoi tagli. Il mio cuore si spezzò in mille frammenti.
Una ragazza non dovrebbe essere ricoperta di cicatrici.
La vidi alzarsi, evidentemente voleva andare via da questo posto.
Poi però i suoi occhi incontrarono i miei. La trovai così fragile, indifesa. Mi fece tenerezza.
Lei si asciugò subito le lacrime che avevano iniziato a sgorgare da quegli occhi, spenti oramai.
Due giorni, in solamente due giorni avevo scoperto il suo più grande segreto.
Mi avvicinai lentamente a lei, e l'abbracciai.
 
P.O.V. Abigail
 
Ero rimasta sorpresa dal suo gesto, ma non mi dispiacque.
Era ciò di cui avevo bisogno, un abbraccio. Un semplice abbraccio che molte molte vale più di tante parole.
Le sue braccia mi tramettevano calore, protezione, mi sentivo al sicuro, per la prima volta dopo tanto tempo.
Una domanda però mi balenava per la testa:
come faceva a farmi sentire così bene, anche se non lo conoscevo?
Decisi che ci avrei pensato poi, quel momento era quasi perfetto, se non fosse per il fatto che eravamo in un cimitero.
 
Sciolse l'abbraccio e mi prese il viso tra le mani, facendo incrociare i suoi occhi con i miei.
Mi asciugò le lacrime, e poi parlò:
"L'invito è ancora valido. Ti va di venire a casa mia?" 
Non capivo. Aveva appena scoperto tutto di me, e lui faceva finta di niente?
Era davvero così sensibile? Una persona qualunque mi sarebbe venuta contro, urlandomi in faccia,
lui invece, aveva già messo da parte l'argomento. Mi sentii sollevata.

 
"Certo, andiamo." e ci avviammo verso casa sua.
Per tutto il tragitto nessuno di noi aprì bocca. Eravamo immersi nei nostri pensieri.
Quanto avrei voluto sapere cosa pensava Louis di me, adesso.
"Siamo arrivati." disse Louis distogliendomi dal mio monologo.
Mi ritrovai davanti una villetta caratteristica inglese. Mi erano sempre piaciute.
Era circondata da un grande prato, ed era pieno di piante e fiori. 
"Wow, bella casa, davvero" gli dissi, mentre mi guardavo attorno.
 
Lui sorrise, poi aprì la porta di casa.
"Benvenuta in casa Tomlinson, Abigail."
Mi trascinò fino in camera sua, era l'ultima di una serie di porte di un lungo corridoio. 
Era una stanza spaziosa, con un letto matrimoniale al centro, e un proprio bagno.
Ah, non dimentichiamoci il balconcino che dava sul retro del giardino.
Si era preso la camera migliore, aveva detto lui stesso.

 
"Allora, che facciamo?" mi chiese dopo essersi buttato sul letto. Io ero rimasta in piedi.
"Ti piace stare in piedi per caso? O devo darti il permesso per sederti?" mi sorprese.
"Mi hai letto nel pensiero, confessalo." gli risposi piatta.
"Può darsi" mi fece l'occhiolino poi mi buttò sul letto.
Poi successe tutto velocemente: lui si mise a cavalcioni su di me, ed iniziò a farmi il solletico,
io ridevo come una pazza, lo pregai di smettere, ma non lo fece.
"Ti prego, Louis non ce la faccio!" Gli chiesi per l'ennesima volta.
Lui si fermò, con le mani sempre sui miei fianchi, e incatenò il suo sguardo sul mio.
Poi si avvicinò, anche troppo per i miei gusti, al mio viso.

 
"Sai che sei più bella se sorridi? Non smettere mai di farlo, ti prego." mi disse,
per poi lasciarmi un bacio sulla guancia e alzarsi, scomparendo dalla stanza.
Avevo sentito veramente o era un'allucinazione? Il mio cuore, per quei pochi istanti,
aveva preso a battere fortissimo, sembrava fosse partito in quinta.
Decisi di seguirlo. Lo trovai in cucina, che cercava non so cosa.
"Ti vanno delle frittelle?" mi chiese. 
Ok, era sensitivo. Come aveva fatto a sentirmi?
"Louis, ma sono le cinque del pomeriggio!" contestai.
Lui si voltò di scatto, con in mano un pacco di farina, e mi si avvicinò assottigliando lo sguardo.
"Ricordati, non è mai troppo tardi per mangiare le frittelle. è una regola sacra in questa famiglia." 
Mi fece quasi paura. 
"Okay, okay. Ma sai cucinarle? Non vorrei morire troppo presto" 
"Ah ah ah. Come sei simpatica. Sono un cuoco provetto! - gli si illuminarono gli occhi -
mi ha insegnato a cucinare mio padre." disse ritornando ai fornelli.
Io mi ero seduta, nel frattempo. Giusto per non ripetere la scena accaduta precedentemente.
"Ti va se ci guardiamo anche un film? Di là - disse indicando il salotto -
ci sono degli scaffali pieni di dvd che aspettano di essere visti. La scelta a te"
Louis era proprio strano.
Me ne rendevo conto di minuto in minuto che passavo con lui. Ma lasciai perdere.

 
"Grazie di tutto Louis, davvero. Ci vediamo domani a scuola" gli dissi scendendo dall'auto.
Dopotutto avevo passato un bel pomeriggio. 
Il primo da circa...due anni.
"è stato un piacere. Puoi venire quando vuoi, e se hai bisogno io ci sono." mi disse, diventando serio.
"Certo...Ciao!" lo salutai per l'ultima volta, vedendolo sfrecciare via.
Tirai un sospiro e mi avviai nel vialetto di casa, Liam mi stava aspettando in veranda.
"Eccoti finalmente! Mi stavo annoiando da solo." mi disse abbracciandomi.
"Scusa, è che non pensavo che fosse già tardo pomeriggio" mi scusai.
Entrammo in casa, e mi diressi verso le scale, ma come al solito Liam mi fermò:
"Non mangi?"
"No, ho già mangiato delle frittelle da Louis, poi sono stanca, è probabile che non torni giù dopo,
buonanotte Liam"

 
Lo salutai definitivamente e andai in camera.
Via tutti i vestiti, una bella doccia, e nel letto.
Quella sera non mi tagliai. Non sapevo il motivo, lo avrei scoperto tempo dopo.
Non lo feci, anche se oggi mi avevano preso in giro, anche se avevo pianto davanti ai miei genitori, e Louis.
Non ero felice, ma mi sentivo sollevata.
 

Read This!
Ebbene si, sono tornata! *passano balle di fieno*
è vero vi avevo promesso che avrei aggiornato entro il 20, ma sono malata e sono riuscita a postarlo solo ora
perdonatemi!
Comunque, ecco il terzo capitolo, se devo essere sincera
non mi convince granchè, spero a voi piaccia.
Fatemelo sapere con una recensione :3

Grazie a chi ha recensito,
Grazie a chi ha messo la storia tra le ricordate,
Grazie a chi ha messo la storia tra le seguite,
Grazie a chi ha messo la storia tra le preferite.
Adesso scappo, mi trovate su twitter: @stylesscheek
love you, Aurora :)


*Con questo mio scritto non voglio indurre qualcuno ad autolesionarsi, è tutto frutto della mia immaginazione.*

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