Vita senza Stelline

di _Talia_Grace_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


 

 

CAPITOLO 1

 

 

« Sbrigati e ricordati di non mettere lo zucchero, sai che lo voglio amaro » mi ordina mia sorella Esmeralda.

Non la sopporto proprio, con lei è un continuo di: “Fiammetta vai di là”; “Fiammetta fammi quello”; “Fiammetta comprami questo”. Non posso nemmeno non accontentarla, perché se no lei si vendica e me la fa pagare.

In silenzio mi dirigo verso la cucina per preparare il settimo caffè della giornata, sento Esmeralda che mi urla qualcosa, ma io, non avendo capito, mi limito a rispondere come lei mi ha ordinato di fare: « Sì mia sovrana ».

Dopo aver portato il caffè in camera di mia sorella, mi dirigo nella mia, chiamo Tommaso per un supporto psicologico perché credo di impazzire se non mi sfogo con qualcuno e lui come mio unico e migliore amico è la persona più indicata.

« Ehi Fiamma, qual è il problema? » mi saluta dolce e tranquillo.

Mi piace quando mi chiama Fiamma, mi fa sentire speciale.

« No, non importa so qual è il problema, tua sorella » dice lui forse per il fatto che non gli rispondo.

« Sì » replico disperata.

« Dai tranquilla si sistemerà tutto » dice rassicurandomi dolcemente.

« Spero. Per oggi ho finito le mie mansioni giornaliere quindi che ne dici se ci facciamo un giro? »

« Certo, passo a prenderti tra dieci minuti »

Corro sotto la doccia per togliermi la polvere di dosso e per rilassarmi un po' con l'acqua calda che mi sfiora la pelle. Esco dalla doccia, entro in camera mia e apro l'armadio, la lo trovo vuoto. Esmeralda.

« Cosa ho sbagliato questa volta? » le chiedo sulla soglia di camera sua. Non mi è permesso entrare, fatta eccezione le volte che devo pulire qualcosa.

« Hai dimenticato di spolverare sopra il mio armadio » risponde lei.

« Non me lo avevi detto » ribatto

« Sì è vero, ma ti ho detto che dovevi togliere tutta la polvere, quindi l'armadio era compreso »

Che carogna, non è possibile e ora come me la farà pagare? Sarà una cosa umiliante le lo leggo in faccia.

« La punizione è... » continua alzandosi dalla poltrona e avvicinandosi alla pila di vestiti che si trovano per terra. « Dovrai metterti questo » finisce lanciandomi un vestito lungo fino alle ginocchia, con le maniche e sbuffo e color vomito.

« No, non questo... »

« Se ti lamenti ti tolgo pure quello e ti faccio mettere un sacco di patate »

So che ne è capace, quindi mi limito a tornare in camera mia per vestirmi.

 

« Cos'hai addosso Fiamma? »mi chiede Tommaso quando mi viene a prendere.

« Esmeralda » mi limito a dire.

« Esmeralda... Sono stato stupido a non averci pensato prima... » annuisce.

« Sei sempre stupido Tom » ridacchio scompigliandogli i capelli

« Mi piace quando mi chiami Tom » si limita a dire rimettendosi apposto i capelli.

So che non potrebbe mai insultarmi, io sono come una sorella minore per lui.

Stiamo andando a nord, dove abbiamo meno possibilità di scontrarci con qualche nostro compagno di classe, a quanto pare né io né lui oggi abbiamo voglia di essere derisi in pubblico dal gruppo delle Star o come li chiamiamo noi il gruppo delle Stelline. Dopo un paio di minuti che trascorriamo in silenzio lui dice una parola che non afferro.

« Cosa? » gli chiedo.

« Fiamma » ripete guardandomi con i suoi occhi scuri e misteriosi.

« Dimmi » replico.

« Pensavo che se riuscissimo a far separare le Stelline forse potremmo diventare noi i più popolari » dice riprendendo a camminare.

« Noi due? »

« Sì. Dai prova ad immaginare, da emarginati sociali e i più popolari della

scuola »

« No, io non diventerò mai una Stellina e poi come credi di separarli? »

« Separando Dafne Rossetto e Matteo Galli, stanno insieme quindi se si mollano il governo delle Stelline cade »

Comincio a ridere e lui fa lo stesso.

« Forse no » ride ancora, ma ora riesce a farsi capire.

« Decisamente » replico.

È un idea assurda. Non puoi separare Dafne Rossetto e Matteo Galli, lui non l'aveva lasciata nemmeno al quinto tradimento in due settimane. L'opzione è totalmente fuori di discussione anche peché io non voglio diventare una Stellina e non c'è nessuna premessa che tenga, da quella che non trascurerai i non popolari fino a quella che non diventerai snob.

Io e Tom ci dirigiamo verso il negozietto che sta nel quartiere del cimitero. Entriamo e subito noto la Stellina numero uno: Dafne. Non la guardo ne la saluto e spero che il mio migliore amico faccia lo stesso. Per fortuna riusciamo ad uscire senza guardarci, parlarci o sfiorarci.

« Secondo te perchè era lì? » chiedo a Tom con la bocca piena di patatine. Ho la tendenza a ingozzarmi quando sono agitata.

« Non parlare mentre mangi Fiamma, non è educato » ribatte lui mentre si mette in bocca altre patatine.

« Parla la signora del bon-ton »replico sarcastica.

« Ovviamente, cosa credi? »

Lui mi regge il gioco quindi continuo a stuzzicarlo.

« Che tu non sia la signora del bon-ton »

« Schiena dritta, testa alta, non parlare mentre mangi, mastica a bocca chiusa e non ingozzarti »

Ad ogni consiglio corrisponde la correzione che viene eseguita su di me, alla fine per farmi rispettare il quinto consiglio lui mi strappa dalle mani il sacchetto che io tenevo fio a pochi secondi fa. Lui gira la testa idifferente e io comincio a piagnucolare suppliccandolo di ridarmi il sacchetto di patatine. Non sopportandomi quando comincio a lamentarmi mi circonda con le sue braccia muscolose e quando mi lascia mi porge il sacchetto.

« Voglio un fratello come te Tom » dico sorrigendogli.

« No, io voglio una sorella come te Fiamma » replica dolce.

« Alla fine siamo più che sorella e fratello, se lo fossimo magari passeremo tutto il tempo a scannarci l'un l'altro » gli sorrido e lui sorride a me.

Quando arrivo a casa, ancora un po' infreddolita, mia sorella mi da una lista di sedici punti con le cose che dovrò fare domani per lei. Lunedì leggo e mi rendo conto che domani comincia un altra settimana di scuola che per me si presenta tutt'altro che facile. Dafne mi aveva vista con il vestito color vomito, la mia popolarità scenderà ai minimi storici, sono certa che le persone che ancora mi salutano non lo faranno più.

ANGOLO AUTRICE
Salve a tutti :) Ringrazio tutte le persone che stanno leggendo queste parole, perché significa che avete letto la mia storia! (O almeno spero...) 
Vi do qualcosa da fare perché sono convinta che ora non saprete cosa fare :)
E quindi senza indugi eccola: Lasciate una recensione a questa storiella e fate contenta una povera e disperata ragazza che senza di voi e le vostre recensioni cadrebbe in depressione. Si accettano entusiasticamente recensioni di tutti i tipi.
Un bacio e a presto 
Talia.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


 

 

 

 

CAPITOLO 2

 

 

Cinque e mezza del mattino, leggo sulla sveglia che suona facendomi quasi diventare sorda. I miei genitori ovviamente non sono a casa, saranno rimasti in qualche hotel per la notte come fanno sempre. Loro non ci sono mai.

Ho deciso di far passare Tommaso e di andare a scuola a piedi anche se è parecchio lontana da casa, ma piuttosto di farmi portare da mia sorella che di sicuro mi renderebbe ridicola, farei sette chilometri a piedi sotto il sole e senza acqua.

Mi vesto allegra, perché i miei vestiti sono tornati dov'erano e senza subire danni. Scendo di sotto per fare colazione con gli avanzi freddi della cena di Esmeralda, almeno è robe che ho cucinato io e quindi so che non fa schifo. Sono discretamente brava a cucinare e per fortuna a mia sorella il mio cibo piace.

 

« Ehi Tom » dico aprendo la porta d'ingresso a Tommaso.

« Ehi Fiamma » replica sorridendomi.

« Dove pensi di andare Fiammetta? » dice qualcuno alle mie spalle.

Tommaso mi fa capire che Esmeralda è pericolosamente vicina e che ha un coltello in mano. Abbiamo dei codici speciali per queste emergenze, ad esempio se c'è qualcuno alle mie spalle con un coltello, come in questo caso, Tom alza occhi e fa schioccare tre volte la lingua.

« A scuola » le rispondo girandomi.

« ti dovevo portare io a scuola, ricordi? » dice lanciandomi uno sguardo glaciale.

« Cambio di programma Esmeralda, ora vado con Tommaso. Ciao » rispondo chiudendomi la porta alle spalle.

Capisco di averla combinata grossa, ma tanto cosa può cambiare ora come ora? Nulla.

Dafne, la stellina numero uno, mi ha visto conciata in un modo a dir poco umiliante. Quindi vele la pena infastidire mia sorella.

Sto camminando già da dieci minuti credo, anzi non lo so proprio, mi sto concentrando su un albero sempreverde che vedo da lontano. Mi rilassa pensare agli scoiattoli e agli uccelli che ci si rintanano dentro in cerca di un po' di calore.
« Fiammetta » sento Tom che mi chiama. Penso che se è arrivato a dire il mio nome senza accorciarlo, non gli rispondo da un po'.

« Si scusa » dico.

« Cos'hai? » chiede preoccupato.

« Nulla » rispondo senza pensarci. In realtà sono preoccupata per tutto , anche se non so da cosa è rappresentato “tutto”.

« Fiamma. Dimmi cosa ti passa per la testa » dice bloccandomi le spalle.

« Non lo so. Sono preoccupata, ma non so per che cosa... » rispondo. Lui mi lasci subito andare e riprendiamo a camminare.

Non so se mi risponda o meno, so solo che non capisco più niente e ho la vista annebbiata. Chiudo gli occhi per qualche secondo e quando li riapro va un po' meglio.

« Sei sicura di star bene? » mi chiede lui dolce. Giro la testa per guardarlo e mi assale un forte senso di nausea.

«» mento. Mento perché si preoccupa sempre troppo per me e non voglio farlo allarmare.

« Dimmi se ti senti male però » dolcemente mi accarezza i capelli e mi abbraccia. È la persona migliore del mondo.

Capisco che ci avviciniamo alla scuola perché ne distinguo la sagoma in lontananza, il che mi fa credere di essermi ripresa a sufficienza.

 

« Oh, guarda Dafne » sento la voce della Stellina Edoardo Merli in lontananza e noto che mi sta indicando.

Realizzo che sono troppo debole per saltargli addosso, quindi mi limito a guardarlo male. Evidentemente lui lo interpreta come uno sguardo da vittima, o perché è troppo stupido o perché per me oggi non è proprio giornata.

« Neri. Dov'è il tuo bel vestitino su cui hai vomitato? » ride e mi guarda divertito.

Se c'è una cosa che non sopporto dopo le Stelline è che mi chiamino per cognome. Io odio il mio cognome, lo odio per la persona da cui lo prendo, la persona che non c'è mai stata per me e che mi ha lasciato nella grinfie di quell'arpia di mia sorella. Non odio solo lui odio anche la donna che mi ha messo al mondo perché è anche colpa sua se ora mi trovo in questa situazione.

Mi limito a passargli davanti indifferente, ma subito giunge un altro commento:

« Che fai Neri? Scappi? » questa volta è Dafne che ridacchia divertita nello stuzzicarmi.

« No, ma se ti salto addosso per strapparti le extension svengo » le avrei risposto così se avessi perso il controllo, ma per fortuna la sanità mentale mi appartiene ancora.

Quindi le urlo: « No Rossetto. Però toglimi una curiosità, come fai a sapere dell'esistenza del mi vestitino beige? » dico beige perché chiamandolo “vomito” le spianerei la strada.

« Ti ho vista ovvio » mi risponde.

« Dove? »

« In centro »

« Io non ero in centro, io ero a nord »

Sono adrenalina allo stato puro. Non vedo l'ora fargliela pagare.

« Io no ero a nord » replica Dafne. Fiuterei la sua paura da un chilometro

« Invece sì e ho anche un testimone » ho deciso di coinvolgere anche Tom c'era anche lui e lui è la persona giusta per sostenere le mie parole.

« Chi sarebbe? »

« Tommaso »

« Fiammetta ha ragione, ho visto anche io Dafne a nord nel negozietto del quartiere del cimitero » Tom interviene al momento giusto e io lo ringrazio con un altro dei nostri segnali, faccio schioccare le dita e gli sfioro la mano. A dire il vero questo lo abbiamo inventato perché ci divertiamo molto a parlare in codice.

« E va bene lo ammetto » sento la Stellina che confessa e nelle mie orecchie, in questo momento, le sue parole suonano meglio di una canzone dei The Killers, ma ho la sensazione che sia ancora troppo presto per esultare.

« Ero in quel negozietto perché stavo facendo la dog-sitter, quello era il negozio più vicino alla casa della signora in cui mi trovavo per badare a due batuffoli coccoloni e loro avevano fame quindi sono andata là per prendergli delle

crocchette » finisce Dafne sorridendo a tutti i presenti.

Subito noto che compare il Sole, la Stellina più brillante che in confronto alla numero uno, quest'ultima non è nulla. Matteo Galli. Ancora non mi capacito di come possa essere cambiato. Ora è snob e popolare, ma quando eravamo bambini stavamo sempre insieme eravamo molto amici, io lo stimavo invece ora lo odio e basta.

Prima di girarmi vedo le due Stelline più brillanti del firmamento che si baciamo appassionatamente e la cosa mi fa ribrezzo. Appare talmente schifosa ai miei occhi che fa ritornare il mio malessere, la testa ricomincia a girare e la vista si offusca di nuovo.

Devo resistere. Mi ripeto queste due parole almeno una decina di volte. Devo resistere perché se torno a casa dovrò lavorare mentre sto male. Ora le due parole sono diventate una frase, più complessa e impegnativa, provo a ripeterla un paio di volte, ma non cambia nulla. Anzi sto peggio di prima.

« Dai Fiamma, è un oca lasciala stare » Tommaso si rivolge a me calmo e tranquillo, ma non posso evitare di sentire come cambia il suo tono di voce quando pronuncia la parola “oca”. La sua solita voce dolce e tranquilla diventa aspra, lui odia le Stelline più di me.

« Sì un'oca » replico.

Subito mi accorgo che anche la mia voce si è incrinata sulla sua stessa parola: “oca”. Sarà meglio non chiamare più così Dafne con quel termine diamo il peggio di noi.

« Sei bianca come un lenzuolo » queste sono le ultime parole che afferro prima di cadere nell'incoscienza.

 

 

 

ANGOLO AURTRICE

 

Salve a tutte le fantastiche persone che hanno sono arrivate fino a questo punto :)

Un grazie specialissimo va anche a: Reiko moria e DreamyDrop per aver recensito il primo capitolo.

Se anche voi lettori silenziosi volete un ringraziamento personale, lasciatemi una recensione positiva, neutra o negativa le accetto tutte :)

A presto un bacione

Talia.

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