Underground

di rabolas
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Ponti e dintorni ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


Uscii come sempre di corsa dalla stazione della metropolitana.

A cosa pensavo? Un vento nervoso spazzava le ultime foglie rimaste per strada e faceva volare riempiendoli d’aria dei sacchetti di plastica; come tanti pensieri che nascono e muoiono portati da una corrente di cose nata dal caso, agitati qua e là quel tanto che… a cosa fossi concentrato tra le ombre variabili dei raggi di sole del solito febbraio ventoso era difficile dirlo.

 

Camminai in fretta fino all’istituto. Poi salii e scesi scale, girai in un corridoio sbagliato, ero in ritardo, finché trovai l’aula.

P mi fece un grande sorriso. Quanti anni poteva avere? Sui cinquanta? Portati bene.

- Oh ciao, eccoti. Noi abbiamo già iniziato.

Aveva anche una voce piacevole, una bella tonalità che dava sul basso. E continuando rivolta ai ragazzi

- Avete capito? Un campione è stato randomizzato al gruppo di controllo e un altro al gruppo di trattamento. Chi non ha capito alzi la mano.

Poi toccò a me, emettendo insieme frasi in un disordine sparso fatto di complemento, verbo e soggetto - il soggetto per lo più al fondo - infarciti di molti avverbi, con il mio solito filo di voce - ma per fortuna l’aula era piccola - spiegai come bisognava rispondere in maniera corretta alle mie quattro domande.

 

Con il foglio del compito in mano, come tante api operose nel loro andirivieni, gli studenti giravano intorno alla cattedra, con gli occhi fissi ai compiti, guardando, confrontando, contando.

- Perché mi ha segnato sbagliata questa risposta?

Eccola quella che per tutto il corso si era lamentata di non capire.

- Perché …

… diavolo mi trovavo lì? con quegli studenti che volevano sempre e solo mezzo voto in più senza voler capire nessun perché?

 

- Sarà così. Avete sempre ragione voi.

Mi aveva anche risposto piuttosto seccata. E pensare che le avevo anche risposto gentilmente a una mail. Con l’espressione della vittima, tornò a sedersi al suo posto aspettando di essere chiamata per registrare il voto. La raggiunsi con il foglio in mano spiegandole in maniera molto semplice

- Tu confondi l’alfa con il p.

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Capitolo 2
*** Ponti e dintorni ***


 Me ne ero finalmente andato via dopo tutte quelle firme e quelle facce da “non sono contento”… P mi aveva sorriso, io l’avevo salutata e per fortuna non avrei più rivisto tutti quegli studenti. Mi rodevano quelle lamentele. Non ero capace a lasciarmele scivolare via di dosso. Nella mia testa si inchiodavano a tutti gli altri pensieri e tutte le mie rotelle si mettevano al comune servizio di non far altro che pensarci su.

Per fortuna squillò il telefono. E per fortuna era Fra’. Il vantaggio del giorno sulla notte. E’ proprio questo, che alla luce del sole si è un po’ meno abbandonati a se stessi, finché almeno si può stare attaccati a un cellulare come fosse un salvagente.

- Ciao Danì come stai?

- Bene, tu?

I nostri soliti convenevoli.

- Senti ho bisogno di parlarti. Ma non adesso. Devo andare a lezione. Oggi pomeriggio ci sei?

- Sì, quando vuoi. Ma per cosa?

- C’è un seminario di Ricky a matematica. Ci vediamo lì alle quattro? Puoi?

Ricky era Ricky per via del suo cognome.

- Sì perfetto.

Dissi al volo sforzandomi di ricordare se avevo qualche appuntamento, qualche riunione fissata il pomeriggio; ma mi sembrava di no.

- Magnifico!

- Ma per che cos’è?

- Ponti e dintorni.

- Ponti e dintorni?

Chiesi con la voce di uno che non riusciva ad avere un barlume di idea di cosa si stesse parlando.

- Ponti e dintorni. Poi ti spiego. Sono di corsa, perdo l’autobus. Ci vediamo dopo.

Autobus. Io intanto prendevo la metro e me ne tornavo al mio dipartimento. E magari prima passavo anche a mangiare qualcosa. La solita, in fretta e in piedi.

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