un universo parallelo

di BlackRose96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un nuovo inizio ***
Capitolo 2: *** Un inconto fat....raumatico ***
Capitolo 3: *** Lo smistamento ***
Capitolo 4: *** Draco reagisce :) ***
Capitolo 5: *** Rabbia e rancori ***
Capitolo 6: *** passano gli anni, ma i rancori no ***
Capitolo 7: *** Punizione insolita ***
Capitolo 8: *** Vecchie e nuove ferite ***
Capitolo 9: *** apparentemente in tregua ***
Capitolo 10: *** La festa di benveuto ***
Capitolo 11: *** Notte delle rivelazioni ***
Capitolo 12: *** Il mondo che ti crolla addosso ***
Capitolo 13: *** Chiarimenti e Dichiarazioni ***
Capitolo 14: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Un nuovo inizio ***


Stazione di King's Cross, 8:50 am.
Un ragazzino biondo,  piuttosto confuso si aggirava fra i vari binari, in cerca del binario 9 e 3/4 , quello che l'avrebbe condotto ad Hogwarts, la scuola di magia di cui fino a una settimana prima ignorava l'esistenza.
Gli veniva da ridere al ricordo di sua madre che, sentendo bussare alla finestra, spostò le tende e si ritrovò un gufo con una lettera nel becco. Aveva spalancato la bocca, e l'aveva lasciato entrare. Lo shock aveva preso il posto della confusione, quando la lettere che aveva portato il gufo si sollevò in aria e scartandosi da sola, iniziò a parlare. La madre di Draco era svenuta, fra lo stupore e il divertimento del figlio.
Ora Draco girogava da solo tra i binari, quando vide un ragazzino magrolino con gli occhiali tondi e i capelli neri,  solo anche lui, chiedere a un funzionario della stazione dove si trovasse il binario 9 e 3/4.
Draco era contento di aver trovato un compagno che si trovava nella sua stessa situazione, questo lo faceva sentire un pò meno solo e più sicuro, ma la contentezza scemò quando sentì l'uomo ridergli in faccia e allontanarsi. 
Il ragazzino con gli occhiali tondi sbuffò frustrato, e voltandosi per incamminarsi verso nemmeno lui sapeva dove, vide il ragazzino biondo che lo fissava, disorientato almeno quanto lui.
"Ciao" fece il moro porgendogli la mano, poi continuò "io mi chiamo Harry Potter".
"Piacere, Draco Malfoy. Scusa ma ho sentito che chiedevi del binario 9 e 3/4, anche io lo sto cercando ma sembra sia svanito nel nulla.." 
e proprio mentre pronunciava queste parole i due videro una numerosa famiglia ,caratterizzata dai capelli rossi, correre verso un muro e scomparire nel nulla.
Draco e Harry si guardarono  decisero di seguire l'esempio, sperando in cuor loro di non perdere nessun dente. 
Magicamente si ritrovarono davanti un singolo binario, sovrastato dal numero 9 e 3/4.
I due si affrettarono a salire sul treno, perchè erano le 9:00 e il treno da li a poco sarebbe partito verso Hogwarts. Salendo, cercarono con difficoltà uno scompartimento, perchè erano tutti occupati. Ne videro uno però, quasi vuoto. Entrarono e videro un ragazzino dai capelli rossi, lo stesso che cinque minuti prima avevano visto attraversare il muro, la loro salvezza.
"Piacere, Ronald Weasley, per gli amici Ron. Voi come vi chiamate?"
Chiese loro il rosso sorridendogli. Harry e Draco lo trovarono subito simpatico,si presentarono ed ebbero presto la sensazione che sarebbero diventati grandi amici. 



 

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Capitolo 2
*** Un inconto fat....raumatico ***


Salve a tuttiii :) so che il primo capitolo non è stato un granchè ma spero che in questo vediate miglioramenti..voglio sapere cosa pensate, che sia negativo o positivo quindi per favore recensitee :) ora vi lascio alla storia, un bacio

Capitolo 2 - Un incontro fat...raumatico

Qualche scompartimento più in la una ragazzina dai lunghi boccoli nocciola,  gli occhi color cioccolato e la pelle diafana osservava dall'alto in basso tutti gli studenti che passavano, chiedendosi quanti di loro fossero degli stupidi nati babbani.
Suo padre le aveva dato istruzioni precise a riguardo.
Prima che lei partisse si era raccomandato di non rivolgere loro la parola se non per umiliarli, ne tantomeno di diventare loro amica.
Lei, Hermione Jane Granger, era in grado di ragionare con la sua testa, tuttavia era assolutamente d'accordo con le idee del padre, che sin da quando lei era piccola le aveva raccontato di come i babbani sporcano il nome di mago, cercando di imitarlo.
Mentre era assorta fra i suoi pensieri, un ragazzo spalancò la porta del suo scompartimento.
Aveva i capelli biondi,quasi bianchi, il colore degli occhi ricordava il cielo in tempesta, tuttavia il suo sguardo era limpido e sereno.
Era bello, bello da togliere il fiato. 
Dal canto suo, Draco fissava Hermione come incantato. 
Non riusciva a distogliere gli occhi dal viso di lei, che gli sembrava una bambola di porcellana, così bella e così delicata da potersi rompere da un momento all'altro.
Non riuscì ad aprire bocca, per fortuna fu lei che alzandosi in piedi, gli si parò davanti, e passandosi una mano tra i capelli, indugiando su un boccolo, gli porse la mano e si presentò:
"Il mio nome è Hermione Jane Granger, il mio cognome deve esserti sicuramente familiare. Tu invece saresti?"
Chissà perchè, saranno stati i tratti delicati del viso di Draco, il suo sguardo fiero, o il suo portamento elegante, ma Hermione dava per scontato che lui fosse un purosangue.La delusione fu tanta, mista al ribrezzo per aver parlato, e anche stretto la mano a un sanguesporco, quando il ragazzo le rispose:
"No mi dispiace, non ho mai sentito il tuo cognome.. io sono Draco Malfoy e ancora non so nulla di questo mondo"
La ragazza tirò indietro la mano disgustata, guardando anche lui dall'alto verso il basso, e con una voce gelida gli sibilò:
"Sparisci dalla mia vista lurido mezzosangue"
Draco rimase interdetto, e anche un pò offeso per quelle parole. 
A un certo punto vide un rospo dietro la ragazza che lo disprezzava, e abbassandosi lo prese tra le mani. Rivolgendosi più alle sue amiche che a lei, chiese: "E' vosto questo?" le ragazze scossero il capo disgustate, sia per aver dovuto rispondere a un mezzosangue che per l'animaletto che aveva tra le mani. 
Hermione sussultò alla vista di quel viscido animale, ma d'altronde non sapeva cosa fosse peggio, se l'animale verde vomito, o il sangue sporco che lo aveva preso tra le sue mani.
"Bene, ora che hai trovato il tuo amichetto evapora, mezzosangue" gli scoccò un'ultima occhiata disgustata, dopodichè gli voltò le spalle e si tornò a sedere.
Draco era sbigottito,la osservò per l'ultima volta. Non poteva negare che fosse bella, di una bellezza quasi surreale, ma era anche una s...trega.
Ora che si era del tutto ripreso dallo shock, si affrettò a raggiungere i suoi amici, anche per chiedere cosa significassero gli insulti che gli aveva rivolto quella vipera. 

Hermione Jane Granger vedeva nero, una strana rabbia la accecava. Si sentiva umiliata per aver commesso un errore così stupido. Non solo aveva rivolto la parola a un nato babbano, ma gli aveva anche dimostrato benevolenza,e si lo ammetteva, aveva anche fatto la civetta. E questo sotto gli occhi delle due oche eredi delle nobili famiglie Greengrass e Parkinson.
Le due "amiche" la guardavano divertita, quasi compiaciute di quella sua gaff.
"Ehi Herm, cosa ti succede? Sembrati abbia morso una tarantola" la prese in giro la bionda Greengrass.
-Ridi ridi- pensò la riccia - Me la pagherai stupida oca.
"Peggio, mia cara, peggio. Ma non importa, questo errore mi è servito, così non lo commetterò mai più."
Hermione ribolliva di rabbia. Rabbia verso se stessa, per aver fatto quello che aveva fatto. Rabbia per le due oche, che giravano il coltello nella piaga. E rabbia per quello schifoso sanguesporco, che aveva osato entrare nel suo scompartimento e le aveva fatto fare quella misera figura.
-Ora basta piangere sul latte versato- Si disse la purosangue.
E in quello stesso momento decise di rendere la vita del biondino un inferno


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Capitolo 3
*** Lo smistamento ***




Capitolo 3 - LO SMISTAMENTO

Hogwarts, Sala Grande.
Dopo che la McGranitt, vicepreside della scuola li aveva condotti davanti al Cappello Parlante, tutti erano ansiosi di scoprire quale sarebbe stata la casata che li avrebbe accolti per i prossimi sette anni.
Draco e Harry ovviamente non speravano nulla, sapevano solo  ciò che aveva spiegato loro Ron: le casate erano quattro, e avevano preso i nomi dei quattro fondatori di Hogwarts, ovvero  grifondoro, tassorosso, corvonero e serpeverde. I tre speravano soltanto di essere destinati alla medesima casa, per poter trascorrere gli anni successivi insieme. 
Non che se fossero appartenuti a casate diverse non avrebbero potuto, ma non sarebbe stata la stessa cosa. Se loro tre non avevano preferenze,
dall'altra parte del gruppo la riccia purosangue e le sue "amiche" non avevano il minimo dubbio su dove sarebbero volute finire.
Le loro famiglie erano appartenute alla casata Serpeverde da generazioni, e avrebbero recato profonda delusione ai loro genitori  se non fosse stato lo stesso anche per loro.
La McGranitt prese in mano il cappello e rivolgendosi ai loro studenti disse : "Ora vi chiamerò uno a uno per nome, voi verrete qui, io vi metterò il Cappello in testa che vi dirà a quale casa sarete destinati.
Iniziamo con Hermione Jane Granger."
La ragazza si incamminò con grazia verso la professoressa, che ebbe appena il tempo di fare il gesto di posarle il cappello sulla testa, che questo urlò: "Serpeverde!" 
La purosangue ghignò con approvazione, e soddisfatta si diresse al tavolo dei suoi compagni serpeverde, che sentendo il suo cognome esultarono.
La McGranitt continuò: "Harry Potter!"
Un silenzio collettivo riempì la sala, tutti si chiedevano a quale casa fosse destinato il Bambino Sopravvissuto.
Il Cappello riflettè alcuni istanti prima di proferire parola, poi convinto urlò: "Grifondoro!"
Harry fu accolto dai compagni Grifondoro, che appena lui arrivò al tavolo lo presero e iniziarono a lanciarlo in aria facendo il coretto "Abbiamo Potter!Abbiamo Potter! Abbiamo Potter!"
Draco si chiese curioso il perchè di tutta quella acclamazione, sapendo che anche il compagno era cresciuto come lui, fra i babbani e avendo visto come era stato trattato lui quella mattina, era confuso.
Ron invece, sapeva benissimo il motivo di quell'accoglienza. Aveva preferito tacere al suo amico della sua fama appena lui gli aveva detto che era cresciuto tra i babbani. Non volevo preoccuparlo, non tanto per la fama di per se, ma per la sua causa. Doveva essere doloroso per lui scoprire la terribile fine che avevano fatto i suoi genitori, sapere che si erano sacrificati per lui. Certo, prima o poi lo avrebbe saputo, ma non voleva essere lui a dirglielo. Mentre rifletteva su queste cose, si sentiì chiamare dalla professoressa McGranitt.
Si avviò verso di lei e con gioia scoprì di far parte della stessa casa del suo nuovo amico e di tutti i suoi fratelli.
Draco ora era preoccupato. Voleva essere anche lui Grifondoro, perchè voleva stare con i suoi amici. Ma Ron gli aveva detto che solo i coraggiosi e puri di cuori, sono assegnati alla Casata Grifondoro. Lui aveva paura di non esserlo. Mentre pregava la fortuna di essere buona con lui, vide che le due ragazze che nel treno erano con Hermione furono assegnate a Serpeverde. 
- E come potrebbe essere altrimenti.- pensò sarcastico. - Se sono amiche di quella vipera devono essere come lei, quindi è normale che siano anche loro Serpeverde. Spero solo di non esserlo anch'io. -
Le osservò mentre si diressero verso il loro tavolo. 
Daphne Greengrass era molto bella, bionda, alta e slanciata e con gli occhi azzurri. L'altra un pò meno, era bassina e mora e il suo viso le ricordava quello di un carlino.
Però non poteva negare che quella che l'aveva colpito di più era quella che l'aveva umiliato. Hermione Granger. Appena l'aveva vista, era rimasto senza fiato. Non riusciva a distogliere lo sguardo da quegli occhi dorati, decisi, e si ritrovò a pensare di stringere quel corpicino tra le braccia, e di poter toccare i suoi soffici capelli.
Un lieve rossore lo colse all'improvviso sulle guance, e visto che era appena stato chiamato per essere smistato, la professoressa gli rivolse un sorriso d'incoraggiamento, pensando forse che era un ragazzo timido.
Raggiunse la professoressa in modo lento, tentando di rimandare quell'evento il più possibile. Aveva paura, si sentiva solo e l'unica cosa che si ritrovò a pensare fu: -Ti prego, fa che sia Grifondoro. - 
Il Cappello, posto già sulla sua testa, che era un abile lettore dell'animo umano, si accorse di quei suoi pensieri e gli disse: "Grifondoro eh? A dire il vero io ti vedo bene in Serpeverde" . 
Draco sussultò e con la voce più bassa possibile gli disse: "Tutto tranne Serpeverde."
E il Cappello, comprensivo disse: "Allora non mi resta altra scelta. Grifondoro!"
Il biondo felice si diresse verso il tavolo Giallo- Oro, dove i suoi nuovi amici lo stavano aspettando. Si sedette sorridendo accanto ad Harry che affettuosamente gli diede una pacca sulla spalla. 
Si sentiva a casa, tutto stava andando bene fino a quando non percepì freddo e si accorse di un'occhiata gelida che lo stava trapassando. Alzò gli occhi verso il lato opposto della Sala e la vide.
Hermione Granger lo stava fissando in modo ostile. "Ostile" forse è dir poco e Draco si ritrovò a pensare: - Meno male che gli sguardi non possono uccidere. -
Solo che non riusciva a capire. Dopo le varie spiegazioni che aveva chiesto ai suoi compagni, aveva capito il disprezzo che alcuni purosangue rivolgono a quelli come lui. Ma quello che vedeva negli occhi di Hermione non era semplice disprezzo, bensì odio.
E lui non riusciva a capire il perchè.


Vi sta piacendo la storiaa? 
So di chiedere troppo, ma a quei pochi che la stanno seguendo volevo chiedere un suggerimento per il prossimo capitolo.. 
Continuo ad ambientare la storia nel primo anno, oppure faccio un "salto nel tempo" e passo al terzo o al quarto?? 
Spero di avere risposte, un bacioo

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Capitolo 4
*** Draco reagisce :) ***


Capitolo 4 -

Dopo essersi sistemati nella loro stanza, Draco Ron e Harry scesero nella loro sala comune. 
Draco e Harry fecero subito amicizia con i due gemelli Weasley, i fratelli maggiori di Ron, Fred e George.
Più che "fare amicizia" diciamo furono subito presi di mira dagli scherzi dei dei due gemelli, famosi proprio per quelli.
Ron, buttato sul divano, li osservava divertito, più interessato alle sue cioccorane che alle risate che si stavano facendo i suoi amici.
Draco fu subito rintracciato e rapito da Calì Patil, una loro compagna, che senza peli sulla lingua gli chiese di andare a fare una passeggiata.
"Dove stiamo andando di preciso?" chiese Draco non appena oltrepassarono il quadro della Signora Grassa.
La ragazza non rispose.
Era una ragazza diciamo carina,  di origine indiana, ma troppo vanitosa e appariscente per i gusti di Draco.
Lo prese per mano e lo condusse verso l'esterno, arrivando fino alle sponde del Lago Nero, dove la ragazza gli si piazzò davanti e guardandolo diritto negli occhi gli disse:
"Sai, Draco, ti ho notato subito,e devo dire che mi ha colpito il tuo smistamento. Posso chiederti il motivo della tua scelta?"
Draco la fissò sbalordito. Possibile che quella ragazza lo aveva trascinato fin la solo per fargli quella domanda?
"Beh..non saprei..Serpeverde non mi piace..perchè, è un problema per te?"
"No, no!" Si affrettò a dire la ragazza sorridendogli "Mi hai solo colpito.. eh beh, è inutile dire che sei anche molto bello."
Draco era abituato a confessioni di quel tipo, però non sapeva mai cosa rispondere..non voleva farla rimanere male, ma quella ragazza non era per niente il suo tipo...e poi chissà perchè in quel momento si ritrovò a pensare il viso di Hermione.
Calì, che attendeva una risposta che non arrivava, rimase li a fissarlo, spostando il peso da un piede all'altro. Dopo qualche minuto non riuscì più a reggere quel silenzio imbarazzante, così sbottò:
"Beh? Niente da dire?"
Draco, perso nei suoi pensieri rivolti alla Granger la guardò sorpreso, come se si fosse dimenticato della sua presenza. La ragazza lo notò, così furibonda gli voltò le spalle e gli sibilò:
"Lo prendo come un no!" e a passi svelti rientrò nel castello.
Draco avrebbe voluto fermarla, ma poi per dirle cosa? Si conoscevano da circa dieci minuti, cosa poteva dirle, < rimaniamo amici > ?
No non se la sentiva, e in quel momento, anche se gli dispiaceva averla fatta rimanere male, aveva altro a cui pensare.
Quel giorno non aveva smesso un attimo di pensarla, anche se la ragazzina si era rivelata altezzosa e insopportabile, non gli importava.
Le era entrata nella testa, e non gli andava giù essere stato trattato in quel modo solo per via delle sue origini. Sommerso nei suoi pensieri, si sedette appoggiato a un grande quercia, quando sentì una voce alle sue spalle.
"Non hai nemmeno avuto il tempo di disfare i bagagli e già ti metti a spezzare cuori?"
Draco sobbalzò. Ci aveva parlato una sola volta, ma quella voce altezzosa che può appartenere solo a chi crede di essere superiore a tutti gli era  già entrata nella testa.
Hermione si sedette vicino a lui, lanciando qualche sassolino nel lago.
Draco rimase in silenzio. Aveva paura che lei potesse riempirlo di insulti, come non si era fatta problemi a fare poche ore prima.
Rimase a fissare  il suo profilo e venne avvolto dal suo profumo di muschio bianco.
"Se tu fossi stato un purosangue, o io una nata babbana, avresti sicuramente spezzato anche il mio."
Draco non sapeva come prendere quelle parole che volevano sembrare una dichiarazione. 
La miss Purosangue gli stava per caso dicendo che se non fosse stato per  il disprezzo irrazionale che lei aveva nei suoi confronti, lui non le sarebbe dispiaciuto?
La ragazza si accorse della sua espressione confusa, perchè rispose alla sua domanda muta:
"Si, da quel punto di vista non sei niente male. Ma non ti montare la testa mezzosangue, io ti odio a prescindere."
Era ormai diventato un monologo il suo, anche perchè Draco rimase ammutolito ancora una volta.
Come poteva essere che quella ragazza fosse così stupida?
Certo, lui non sapeva niente di quel mondo, ma nel corso della cena e nella sala comune aveva parlato con qualche purosangue che non lo discriminavano assolutamente. Ron, per esempio, ma anche tanti altri.
Ma perchè proprio lei si?
In ogni caso Draco non aveva nessuna intenzione di fare la figura dello stupido continuando a restare zitto, così preso da una rabbia improvvisa si alzò in piedi e le disse: 
"Ma cosa vuoi da me? Sbaglio, o ti sei avvicinata tu? Se ti faccio così schifo perchè sei venuta da me?"
La ragazza rimase sorpresa da quell'improvviso scatto d'ira e restò zitta. No, non perchè Draco aveva saputo metterla al suo posto.
Se avesse voluto, avrebbe potuto rispondere. Ma perchè il ragazzo diede voce proprio a quello che si  stava chiedendo lei, e non sapeva trovare una risposta. Perchè gli aveva detto quelle cose? Mentre lo faceva non ci aveva nemmeno pensato, era come se stesse pensando ad alta voce.
Come aveva già detto, il ragazzo biondo dagli occhi argentei le piaceva fisicamente, ma da lì ad abbassarsi a parlarci ne correva. Allora perchè lo aveva fatto?
Fu distratta dai suoi pensieri quando il ragazzo le sibilò:
"Nemmeno io voglio avere niente a che fare con te, mi hai capito? 
Sei solo una stupida razzista che crede di essere superiore a tutti gli altri perchè discendente da un'antica famiglia di maghi. 
Ma sai che ti dico? Sei tu a fare schifo a me, per il tuo piccolo cervello ristretto e per le stronzate che ti escono ogni volta che apri bocca.
Ti libero dalla mia presenza, e spero che quest'aria fresca arrivi un pò anche al tuo cervello."
Detto questo Draco si diresse  a grandi passi verso il castello, lasciando un Hermione allibita e anche rossa dalla rabbia.
"Nessuno, e dico nessuno osa rivolgersi in questo modo a Hermione Granger sperando che non ci siano conseguenze!"
La riccia purosangue si ritrovò per la seconda volta durante la giornata arrabbiata per quel biondino da strapazzo.
Lo ammetteva, entrambe le volte aveva sbagliato a lei per essersi avvicinata troppo, ma questo era troppo, e per la seconda volta in quella giornata, giurò a se stessa di rendere un inferno la vita  del biondino.
Parola di Hermione Jane Granger!



Salveee  :) Ho deciso che dopo questo capitolo, farò magari un ultimo scorcio del primo anno e dopo passerò al terzo o al quarto, dove ci saranno ulteriori risvolti :) 
Bacioni a tuttii :-*


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Capitolo 5
*** Rabbia e rancori ***


Capitolo 5 - Rabbia e Rancori 

Hooola :) So che vi eravate abituate al Draco dolce e tenero, ma pensando che vi mancasse quello dai modi di fare bruschi e un pò odioso, ve l'ho riportato in questo capitolo :3
Terrò conto dei vostri suggerimenti, quindi fatemi sapere quale versione vi piace di più.Vi lascio alla lettura, bacii <3


Sotterranei. Aula di pozioni.
"Che cosa ottengo se verso della radice si asfodelo in polvere dentro un infuso di artemisia?"
La domanda di Severus Piton, professore di pozioni nonchè direttore della Casa Serpeverde riecheggiava nell'aria, solo una mano alzata pronta a dare una risposta.
"Come sempre Serpeverde si distingue. Si, signorina Granger"
"Asfodelo e artemisia insieme fanno una pozione sopolifera talmente potente da andare sotto il nome di Distillato della Morte Vivente." Rispose  Hermione palesemente soddisfatta dall'essere l'unica in quella classe a conoscenza di una cosa così elementare.
"I miei complimenti signorina Granger, 5 punti a Serpeverde."
Poi, rivolgendosi direttamente alla fila dei Grifondoro, continuò:
"Dove guardereste se vi chiedessi di cercarmi un Bezoar?"
I grifoni lo fissarono come se il professore avesse appena detto che la Terra è piatta.
Piton, anche se di spalle, percepì gli sbuffi di Hermione, e capì che la ragazzina sapeva rispondere anche a quella domanda, quindi le disse:
"So che lo sa, signorina Granger, ma per colpa dell'ignoranza di massa di questa classe farete tutti una ricerca di minimo due rotoli di pergamena sui Bezoar."
Draco la guardò truce, perchè non solo era un'arrogante con la puzza sotto il naso, ma anche una fanatica so-tutto-io.
"La lezione è finita, filate!"
Tutti si alzarono un pò demoralizzati, sapendo che avrebbero passato il pomeriggio a fare ricerche su quei dannati Bezoar.
Mentre stavano uscendo dall'aula, Draco vide Hermione allontanarsi a braccetto con un altro Serpeverde, un ragazzo moro e un pò più alto di lei, lo era almeno quanto lui.
Non pensava di essersi incantanto fin quando non sentì la voce di Ron che lo prendeva in giro:
"Ehi amico, che ti prende?Piton ti ha sconvolto così tanto da farti dimenticare come ti chiami? Ho detto il tuo nome cinque volte ma non mi hai risposto!"
Draco portò la sua attenzione su di lui, poi indicando i due ragazzi che si allontanavano gli chiese:
"Chi sono quelli?Mi sembra di averli già visti."
"Se li hai già visti ne sarai rimasto sicuramente traumatizzato.
Per quanto riguarda il ragazzo, forse non tanto. Si chiama Blaise Zabini e non è tanto male, è un purosangue ma non nutre alcuna forma di razzismo verso i babbani o i mezzosangue. Lo so perchè i nostri padri ci hanno portato a vedere qualche partita di Quidditch insieme e ho avuto modo di conoscerlo. Per quanto riguarda Hermione Granger.. beh lei è una iena, ti consiglio di starne più alla larga possibile."
Il biondo non indagò oltre sulla ragazza, perchè aveva avuto modo di vedere sulla sua pelle di che diavolo di persona fosse Hermione. Ma comunque non gli bastava, voleva sapere se quei due stavano insieme. 
"Quei due stanno insieme?" chiese infine.
"Che io sappia sono solo ottimi amici. Ma perchè t'interessa?"
Gli chiese curioso Ron.
Draco fu letteralmente salvato dal gong, perchè proprio in quel momento Harry li raggiunse e chiese loro di cosa stavano confabulando.
"Niente niente" si affrettò a rispondere Draco. " Tu piuttosto, che fine hai fatto?"


Era l'ora di pranzo,e Draco, Harry e Ron si stavano incamminando verso la Sala Grande, quando a metà strada Draco si ricordò di aver lasciato la bacchetta nell'aula di Trasfigurazioni.
"Voi iniziate ad andare, vi raggiungo al tavolo."
I due, soprattutto Ron, non se lo fecero ripetere perchè stavano morendo di fame.
Il biondi fece per tornare indietro, quando sentì qualcosa sbattergli sulla schiena.
"Non ti hanno detto che non ci si ferma di scatto, mezzosangue?"
Si girò e vide Hermione che lo fissava velenosa.
"Perchè invece non guardi dove metti i piedi, stupida so-tutto- io?"
Udendo quel nome, Hermione diventò rossa dalla rabbia, sembrava quasi che le stesse per uscire fumo dalle orecchie, e non esitò a prendere la bacchetta per dare una lezioncina al sanguesporco.
Draco, intuite le sue intenzioni non potè fare altro che affrettarsi a prenderla per le spalle e sbatterla (il più delicatamente possibile) al muro, schiacciandola così tanto contro il suo corpo impedendole di muovere la bacchetta.
Lui gliela strappò dalle mani e si allontanò quanto bastava da rendere quella vicinanza meno dolorosa.
"Non intralciare più il mio cammino, non permetterti mai più nemmeno di rivolgermi la parola,o sarà peggio per te"
Le sibilò all'orecchio mentre le buttò la bacchetta dalla finestra più vicina. 
Riprese a camminare per la sua strada, dando inizio a una guerra che li avrebbe accompagnati negli anni successivi.


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Capitolo 6
*** passano gli anni, ma i rancori no ***


Capitolo 6

Salve a tuttiii :)
Siamo giunti al fatidico "salto temporale".
Spero che questo capitolo vi piaccia, se nemmeno questo risquoterà il vostro interesse, concluderò presto la storia, senza troppi "avvenimenti".
Ringrazio però, quelli che l'hanno apprezzata comunque, e che la continuano a seguire <3
ora vi lascio, buon proseguimento :) 



La professoressa McGranitt li guardava rassegnata da dietro la sua cattedra.
Erano tre anni che ogni giorno era costretta ad assistere sempre alla stessa scena, quei due si facevano la guerra continuamente.
Era come guardare ancora, ancora e ancora sempre la stessa scena di un film. 
Aveva provato di tutto, urla, punizioni, li aveva persino mandati nell'ufficio di Silente minacciandoli di sospenderli, e quelle volte che avevano tirato troppo la corda, persino di espellerli, ma non era c'era stato niente da fare. Passate le prime ore di armistizio, ricominciavano, più affiatati di prima.
-No, ma quest'anno, le cose andranno diversamente- si promise.
"Si sieda, signorina Granger. E lei, signor Malfoy, la pianti.
Non costringetemi a togliervi altri 50 punti a testa!"
Hermione si girò a fissarla lanciandole uno sguardo di sfida, non spostando però la sua bacchetta dal collo di Draco.
Draco invece continuava ad osservare ghignando Hermione, ignorando deliberatamente la cara vecchia Minerva.
"Ha sentito o no, signorina Granger?"
La vecchia era furibonda. Hermione distolse lo sguardo da lei per volgerlo ai suoi compagni di Casa. Per loro, si dispiaceva. 
Solo per loro avrebbe lasciato perdere il sanguesporco e la vecchiaccia..almeno per quel momento.
Lentamente tornò al suo posto, non senza prima sibilare non proprio a voce bassissima : "Riprenderemo il discorso dopo, mezzosangue!"
Il biondo, che non aveva smesso un momento di ghignare, le rispose:
"Non vedo l'ora, bamboccia".
Una mano battè forte sulla cattedra, riportando l'attenzione dei due su di lei.
"Mi-avete-stufata." La McGranitt ora era livida, faceva quasi paura.
- Quasi. - pensò Hermione.
"Al termine delle lezioni raggiungerete me e il professor Silente nel suo ufficio, dove vi comunicheremo la nostra decisione. E ora tornate a studiare!"
"Ehi, Granger, stavolta vi espelle davvero."
Hermione, trattenendo a stento un sorrisetto, si voltò verso il suo compagno di banco, nonchè il suo migliore amico.
"Sta zitto, Zabini! Nessuno può espellermi, io sono Hermione Granger." Poi, indicando Draco, e non preoccupandosi che lui potesse sentirla, aggiunse: "Per quanto riguarda lui.. beh se lo espellessero farebbero un grande favore a tutti, uno schifoso natobabbano in meno. Anzi, se lo esiliassero dal mondo magico, sarebbe ancora meglio."
Questa uscita suscitò numerose occhiatacce, da parte degli altri mezzosangue.
In realtà, metà scuola avrebbe voluto ucciderla.
Non solo i mezzosangue, per ovvi motivi, ma anche per alcuni della sua "razza" , il carattere della riccia era insopportabile. 
Lei era circondata dalla sua combriccola, persone come lei, che ti guardavano dall'alto in basso e che se eri troppo vicino a loro, cambiavano strada, come se fossi spazzatura.
Forse l'unico a salvarsi da tutta quella gentaglia, era Blaise Zabini, e nessuno riusciva a capire come un bravo ragazzo come lui, generoso, gentile, ed estroverso poteva sopportare quelle persone, soprattutto la loro Regina, Hermione Jane Granger.

Sala Grande, tavolo Grifondoro.
"Ehi Drà, stavolta la McGranitt ti concia per le feste". Gli disse un serio Harry Potter, che intanto era alle prese con le sue ali di pollo.
"Nahh la cara vecchia Minerva è tutto fumo e niente arrosto."
Rispose il biondo incrociando lo sguardo con la professoressa in questione e facendole l'occhiolino.
Sapeva bene che nella sua situazione non doveva sfidare la sorte, o meglio, la pazienza della cara vicepreside, ma cavolo, un pò di senso dell'umorismo!
La McGranitt lo fulminò con lo sguardo, inviando minacce mute.
Eh già, meglio non sfidare la sorte.
Intanto una fastidiosa Calì gli aveva arpionato il braccio, mentre disperata blaterava sul fatto di non esagerare, perchè non sarebbe riuscita a stare a Hogwarts senza di lui.
Draco al primo anno pensava che non gli avrebbe più rivolto la parola, e infatti all'inizio così fu, ma la ragazza non aveva saputo portare rancore a un ragazzo così spontaneo e buono.
"Piccola, Minerva si annoierebbe troppo senza gli spettacolini che le mettiamo su io e Hermione, non ci espellerebbe mai, solo che deve mantenere la facciata" cercò di tranquillizzarla Draco, ironizzando troppo.
"Ecco! Se ti sentisse che la chiami per nome, saresti sospeso all'istante!E a proposito di chiamare per nome...lo hai appena fatto con la Granger!"
Draco sbiancò, poi si mise a ridere e autopunendosi dandosi da solo uno schiaffo, mise fine alla conversazione, per iniziarne una più interessante con Ron e Harry: la prossima partita di Quidditch.
Intanto, al tavolo dei professori, i due professori più anziani della scuola, discutevano animatamente.
"La situazione è diventata insostenibile, Albus! E' tempo di prendere provvedimenti, provvedimenti seri! Abbiamo lasciato correre per troppo tempo, è ora di mettere fine a queste bambinate!"
Silente la fissò serio. Minerva sembrava furiosa, e più determinata che mai.
"Hai ragione, Minerva, e ho già in mente qualcosa."

Le ore successive passarono lente. Grifondoro e Serpeverde non avevano lezioni in comune dopo il pranzo, il che, per i professori, voleva dire pace.
Finita l'ultima lezione, Harry e Ron passarono per il cortile con Draco, per accompagnarlo in presidenza, dove trovarono "il gruppo delle serpi", che evidentemente, avevano avuto l'ultima ora libera.
"Guarda chi c'è, il trio degli sfigati" li canzonò Pansy Parkinson non appena li vide.
"Vedi di stare muta, carlino, o ti metto la museruola." rispose Ron, che era quello che più battibeccava con la Parkinson.
Harry semplicemente li ignorava tutti, fatta eccezioni per quelle poche volte che era nervoso, mentre Draco..beh Draco sembrava intenzionato ad insultare solo la Granger, tranne per qualche rara eccezione. 
E infatti, Hermione, non si fece attendere,che con voce melodrammatica disse:
"La cosa schifosa sarà che tra qualche minuto dovrò sedermi affianco al mezzosangue biondo, e respirare la sua stessa aria!"
"Qual è il problema, vipera, basta che smetti di respirare. Se vuoi, ti aiuto io a farlo." Draco ormai, litigava con lei solo per presa di posizione, non la odiava più, anzi, da un pò era iniziata anche ad essergli indifferente. O almeno, di questo stava cercando di convincersi.
La voce di Blaise Zabini, che in quei casi  era quella che non si sentiva proprio, disse dura:
"Smettetela di fare gli idioti,ma vi divertite a fare così?
Negli ultimi tre anni non avete fatto altro che far punire le nostre case, e ora, se non ve ne siete accorti, rischiate di essere espulsi all'inizio del quarto! Ma dico, la volete piantare? Hermione, andiamo, ti accompagno in presidenza, altrimenti farai tardi."
E dicendo questo si congedò, trascinandosi dietro un Hermione contrariata, che voleva schiantare il biondino.
Anche Draco si incamminò verso l'ufficio del preside, scortato da Harry e Ron fino alla porta, dove un nervoso Blaise stava facendo ritorno. Dopo aver augurato buona fortuna all'amico e averlo spinto all'interno dell'ufficio, si dileguarono.
Draco si accomodò accanto alla ragazza di cui era sempre stato cotto ignorandola, e, alzando gli occhi verso quelli severi della McGranitt e di Silente, in silenzio attese.



 

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Capitolo 7
*** Punizione insolita ***


Capitolo 7 - Una punizione insolita

Ciao a tutti :-* Ho deciso di inserire un triangolo amoroso (capirete quale fra qualche capitolo.)
In ogni caso, ho deciso di inserire nella storia anche alcuni studenti di Durmstrang e Beauxbatons, ma senza il torneo Tremaghi.
Tutto questo viene solo accennato in questo capitolo, dovrete aspettare i prossimi per sapere un pò di più. 
Buona lettura, e grazie a tutti coloro che sono arrivati con me fin qui <3



Albus Silente osservava da sotto le sue folte sopracciglia candide i due studenti che negli anni gli avevano più causato grattacapi.
Dopo che entrambi si furono seduti, li salutò cordialmente, poi diede la parola alla sua cara vicepreside.
"Voi sapete già perchè siete qui.
Quello che non sapete è che, con mio profondo disappunto, il vostro preside ha deciso di concedervi un'ultima possibilità, assegnandovi un compito."
"In poche parole, abbiamo notato che tutte le punizioni negli ultimi tre anni non sono servite, e siccome voi due siete gli studenti più brillanti e diligenti di Hogwarts, non voglio espellervi. A condizione che la smettiate di farvi la guerra a vicenda. Le vostre liti sono motivo di disturbo durante le lezioni, e origine di ostilità fra le vostre due casate." La interruppe Albus, sollevando il mento e arricciandosi con l'indice la lunga barba bianca.
"Quindi.." continuò "quale miglior modo per farvi smettere di litigare, se non quello di costringervi a collaborare?".
Hermione lanciò uno sguardo truce, prima al ragazzo e poi al preside, poi con voce gelida esclamò:
"Se mio padre sapesse che lei mi costringe a collaborare con un mezzosangue, nessuno riuscirebbe ad impedirgli di lanciarle un Avada Kedavra."
"Beh signorina Granger, ho vissuto una vita lunga, prima o poi la mia ora giungerà comunque.
Quindi meglio perderla per una giusta causa, non crede?"
Le sorrise bonariamente il vecchio preside.
"Lei è libera di decidere." intervenne la McGranitt "O acconsente a collaborare con il signor Malfoy, o vada a fare i bagagli seduta stante."
Hermione le lanciò uno sguardo omicida, poi si arrese e a malincuore disse "Se non ho altra scelta! Cosa dobbiamo fare?"
Draco, che era rimasto in silenzio per troppo tempo, non riuscì a trattenersi.
"Non che io sia felice di passare del tempo con te, bamboccia, ma almeno riesco a rendermi conto che ce lo siamo meritati. Quindi sopporterò la tua presenza e cercherò di soddisfare le richieste del nostro preside."
Hermione sapeva che il biondino aveva detto quelle cose solo per sminuirla, per farla sembrare inferiore agli occhi dei due professori, e quando stava per ribattere, la voce dura della vicepreside la interruppe.
"Voi dovrete organizzare un evento di fondamentale importanza. E questo compito lo svolgerete INSIEME.
Due delle più importanti scuole di magia d'Europa saranno nostre ospiti quest'anno, e non vi permetterò di rendere Hogwarts ridicola ai loro occhi.
Voi farete si che questa cosa funzioni, sono stata abbastanza chiara?"
I due annuirono, ormai rassegnati a quella insolita punizione. 
"Per ora vi basti sapere questo, domani vi convocheremo nuovamente per illustrarvi i dettagli del vostro compito.
Ora potete andare." Li congedò con un sorriso il vecchio Albus, che quando i due si chiusero la porta alle spalle, si voltò verso Minerva.
"Quei due sono grandi abbastanza per capire i loro veri sentimenti.
La signorina Granger è una ragazza intelligente, e credo che sappia che il suo razzismo nei confronti dei mezzosangue è del tutto infondato. Anche loro hanno la magia nel sangue, altrimenti sarebbero dei semplici babbani.
E il signor Malfoy..beh è chiaro che ha un debole per la Granger, in tutti questi anni, durante le convocazioni nel mio ufficio e le punizioni, ho visto come la guardava, e come la guarda tutt'ora.
Dobbiamo solo dar loro una spinta, e chissà che non aiuteremo a nascere un nuovo amore."
Minerva dopo aver udito quelle parole, guardò scettica il suo più caro amico, anche se in cuor suo sapeva che aveva ragione. Così piano piano si convinse che quella punizione era l'unica soluzione. O almeno, lo sperò.

"Allora com'è andata?"
Blaise l'aveva aspettata pazientemente fuori dall'ufficio del preside, e aspettò che il biondo grifondoro si fosse allontanato per parlare.
"Uno schifo. Mi tocca organizzare non so quale evento con Malfoy."
Blaise la guardò stupito. "Un pò strana come punizione." commentò.
"Strana?Strana? Io direi che è una gran bastardata!"
"Si, può essere, ma guarda i lati positivi.. non sei stata sospesa ne espulsa, poteva capitarti peggio come quella volta che ti è toccato pulire i bagni femminili.." e qui si fermò per scoppiare a ridere, al ricordo della sua amica, la nobile purosangue per eccellenza, che puliva i bagni per una delle solite azzuffate con Malfoy.
Hermione lo spinse irritata e gli diede uno schiaffo.
"Hai finito?" . Quello poteva anche essere il suo migliore amico, quello che sapeva tutto di lei,che l'aveva sempre aiutata nei momenti più bui, ma a volte avrebbe voluto cruciarlo.
Blaise, che dopo la sberla si ricompose. Sapeva che non era saggio far infuriare la sua migliore amica.
Anche se gli voleva bene, era certo che se lui avesse continuato a ridere come minimo l'avrebbe cruciato.
"Ok scusa..comunque continuo a pensare che sei stata miracolata."
"Miracolata? Preferisco - se ti azzardi di nuovo a ridere ti lancio giù dalla Torre di Astronomia- pulire bagni che passare del tempo con quello lì!"
Blaise si fermò "Hermione.." e la guardò diritto negli occhi, come se volesse leggervi la verità dentro.
"Non dirmi che dopo tutti questi anni, tu..."
Hermione che sapeva cosa stava per dire l'amico, gli voltò le spalle e riprese a camminare, per fare il suo ingresso nel dormitorio Serpeverde.
Blaise ne era certo, Hermione non era in grado di mentirgli, per cui non ci provava neanche. 
Aveva avuto la sua risposta.


 

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Capitolo 8
*** Vecchie e nuove ferite ***


Capitolo 8 - 

Eccomi di nuovo qui :)
Vi sta piacendo la storia?? Vorrei sapere quello che pensate, che sia positivo o negativo affinchè corregga i miei sbagli e migliori la storia :/
Questo capitolo è dedicato a Write00 che mi sta spronando a continuare dandomi coraggio passo per passo.
Ancora grazie mille tesoro :*
Così come ringrazio tutti quelli che stanno continuando a leggere e a mandarmi commenti privati :) un bacione a tuttii <3


Sala comune Serpeverde.
Mentre Blaisee Theo stavano giocando tranquillamente agli scacchi dei maghi e Tiger e Goyle come al solito si abbuffavano, Hermione ascoltava distrattamente i discorsi di Daphne e Pansy.
Quest'ultima avrebbe avuto un appuntamento con un Tassorosso, da Hermione non meglio identificato, nella stanza delle necessità intorno a mezzanotte, e mentre Daphne faceva domande interessata, e dava consigli spassionati, Hermione pensava al giorno dopo.
Di solito adorava la domenica, dormire fino a tardi, niente lezioni, le lunghe passeggiate all'aperto con Blaise..e dal giorno dopo avrebbe dovuto rinunciarci, perchè dopo che Silente li avrebbe convocati nel suo ufficio, si sarebbero dovuti mettere subito a lavoro. Odiava quel...
"Allora, Herm?" la voce squillante e terribilmente fastidiosa di Pansy interruppe il filo dei suoi pensieri.
"Cosa, Pansy??"
"Ma dove hai la testa? Ti ho appena chiesto se vieni con me e Daphne fino alla stanza delle necessità."
"Cosa? E perchè dovrei farlo?" chiese seccata Hermione.
"Beh..perchè non voglio andare da sola..Daphne mi accompagna, ma poi sarebbe sola lei, per cui..."
"Si, si ok vengo!" la accontentò Hermione, ancora seccata.
Dieci minuti prima che scoccasse la mezzanotte, le tre serpeverde uscirono dal loro dormitorio, dirette al terzo piano, dove era stata costruita la stanza delle necessità.
"E dimmi, com'è questo Tasso?" chiese Hermione, giusto per fare conversazione.
"L'ha raccontato circa venti volte, che ti succede stasera Herm?" le chiese un'apprensiva Daphne.
"Nulla, non preoccuparti." le tranquillizzò la Granger, che non avrebbe mai rivelato loro il suo segreto.
Chiacchierando, arrivarono in fretta al terzo piano, dove un ragazzo alto e palestrato attendeva la mora serpeverde.
Hermione e Daphne, dopo aver rivolto un sorriso malizioso all'amica, la salutarono e tornarono indietro.
Le due chiacchieravano del più e del meno, quando la riccia scorse una testa biondo platino, appartenente sicuramente a un ragazzo, dirigersi verso la Torre di Astronomia.
"Ehm.." mormorò Hermione "precedimi, ti raggiungo subito, mi sono dimenticata di una cosa." e si congedò così da una stupita Daphne, che senza l'amica, fece ritorno al dormitorio. 

Era una serataccia, per lui, quella.
Dopo la "meravigliosa" comunicazione che gli aveva dato Albus Silente, Draco era andato agli allenamenti di Quidditch, dove più volte era stato rimproverato per la sua distrazione.
Distrutto più del solito, si era recato al dormitorio, per studiare un pò.
Inutile dire che anche quell'impresa fallì.
Aveva troppi pensieri, e tutti giravano intorno a lei. Quella maledetta non riusciva proprio a lasciarla in pace, lo perseguitava persino nella sua mente. Erano anni ormai, che tentava di dimenticarla, ma inutilmente.
Ogni volta che si faceva qualche proposito, questo lo abbandonava, appena la vedeva.
Così, non riuscendo a liberarsi dei suoi pensieri, decise di andare un pò in giro per la scuola, tanto non riusciva a dormire.
Camminando sovrappensiero, si ritrovò sulla Torre di Astronomia. Appena giunto lì, si lasciò cadere a terra, osservando le stelle.
Udì un leggero rumore di passi, ma lo ignorò.
Aveva trovato un pò di pace, e non voleva preoccuparsi di nulla. Quando il rumore si fece più vicino, controvoglia, spostò il suo sguardo verso l'ingresso, e la vide.
Draco pensò che questo era veramente troppo.
"Ecco, ci mancavano solo le allucinazioni. Grazie mille, Granger." borbottò tra se e se.
Hermione, che forse non lo aveva sentito, si avvicinò a lui, e silenziosamente gli si sedette accanto.
Restarono in silenzio per secondi, o forse minuti, ma a loro sembrava un'eternità.
Hermione si sentiva imbarazzata. Perchè lo aveva seguito? Non reggendo oltre quella situazione, con voce flebile mormorò "scusa.." e alzandosi fece per andarsene, quando Draco con vece sprezzante le chiese:
"Cosa ci fai qui, Granger?"
Lei si fermò, ma non si voltò. Non era sicura di riuscire a reggere il suo sguardo, ma non sopportando più quella vocina interiore che le dava della stupida, che sentiva da quando gli aveva detto quelle cose orribili al primo anno, fece un respiro profondo e prese a parlare.
"Ti ho visto salire qui e ti ho seguito"
"Ma questo non risponde alla mia domanda.
Cosa sei venuta a fare?"
Altro respiro profondo.
"Sono venuta...per chiederti scusa. Perchè tutto questo è iniziato a causa della mia stupidità.
Non è stato corretto dirti che mi saresti piaciuto solo se fossi stato un purosangue. Perchè mi piaci lo stesso, cavolo se mi piaci!"
Vedendo il biondo intenzionato a stare zitto, la strega continuò:
"Non c'è stato un momento, dopo che quella sera al primo anno te ne sei andato..in cui ogni mio pensiero non sia stato rivolto a te. In cui il mio cuore, non fosse con te!"
Voleva trovare le parole giuste per ferirla,così come lei aveva fatto con lui.
"Grandioso!" commentò acido.
"Ma me ne sto andando anche ora. E a differenza tua..il mio cuore non resterà con te!"
Si alzò, e senza degnarla di uno sguardo, se ne andò. In realtà, ciò che Hermione aveva detto valeva anche per lui, provava esattamente le stesse cose. Ma lei lo aveva ferito troppo.
Sa che erano solo dei bambini, ma aveva fatto comunque male. Così come faceva male ora fuggire da lei. Ma se avesse guardato ancora per qualche secondo quegli occhi nocciola, così lucenti, non avrebbe resistito e avrebbe lasciato correre tutto, anni di insulti, di odio..e non voleva.
Non riusciva a perdonarla per avergli spezzato il cuore. Non si sentiva ancora pronto
 

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Capitolo 9
*** apparentemente in tregua ***


Capitolo 9

Hermione era lì, a pochi passi da lui. Il suo bel profilo accarezzato dai rosei raggi dell'ultimo sole. Lui provava ad avvicinarsi, ma non ci riusciva. La chiamava, e lei non rispondeva. Poi si voltò lentamente verso di lui. Provava a dirgli qualcosa, ma lui non sentiva. Provava ad avvicinarsi per sentire meglio, ma niente. Gli sembrava sempre più lontana. Poi lei sorridendogli si alzò...e se ne andò. Sparì in mezzo al crepuscolo, lasciandolo da solo ormai nel buio della notte. Quella sera non c'era nemmeno una stella, a illuminargli il cammino. C'era solo lui, completamente smarrito.Poi in mano, gli apparve una bussola.


Draco si svegliò di soprassalto. Non sapeva se avesse appena fatto un sogno, o un incubo. Sentimenti contrastanti lo travolsero. Stava subendo una guerra interiore: da un lato c'era la felicità, aver visto il viso sorridente di lei, impareggiabile; la consapevolezza che lei volesse proprio lui, lo faceva sentire speciale. Dall'altro lato, aveva paura. Si, paura, perchè quando lei gli aveva voltato le spalle per allontanarsi ,un senso di vuoto e di inquietudine si era impadronito di lui. Ancora sconvolto per le emozioni che un semplice sogno gli aveva suscitato, si diresse in bagno per farsi una doccia, scacciando così tutti i suoi pensieri.



"Come ben saprete, quest'anno ricorre il millesimo anniversario dalla fondazione di Hogwarts. Per festeggiare la ricorrenza, come vi abbiamo accennato ieri, abbiamo invitato le scuole Beauxbatons e Durmstrang, che saranno nostri ospiti per un mese, durante il quale la scuola organizzerà qualche evento sportivo e competizione. Il vostro compito sarà quello di organizzare tutto in ogni minimo dettaglio, a partire dalla festa di benvuto, ai vari eventi sportivi fino al ballo di chiusura. Vi diamo carta bianca, ma voi non dovete farci sfigurare, o ci saranno delle conseguenze." La McGranitt sottolineò quest'ultima frase con una lunga occhiata minacciosa, carica di promesse. "Bene, vi consiglio di mettervi subito all'opera,dal momento che i nostri ospiti arriveranno qui tra una settimana" li informò tranquillamente il preside, guadagnandosi occhiate incredule dai due giovani studenti. "Una settimana? Dobbiamo organizzare un mese di attività in una settimana?" Chiese Draco con un tono fra l'incredulo e il sarcastico. Ora aveva avuto tutte le sue conferme: quei due erano pazzi. "Suvvia signor Malfoy, se vi abbiamo assegnato questo compito vuol dire che vi riteniamo all'altezza. Posso consigliarvi di iniziare subito? Informatemi dei progressi che otterrete." Hermione e Draco si alzarono in silenzio, e insieme uscirono dall'ufficio. L'imbarazzo era il sentimento dominante per entrambi, ma tutti e due erano abili a mascherare i propri sentimenti. "Beh, andiamo in biblioteca!" si decise a dire la Granger. "In biblioteca?? Con questa giornata?" chiese indicando il bel cielo azzurro incorniciato dall'enorme finestra. "Almeno, in biblioteca possiamo sederci" ribattè acida. "Un prato è troppo inadeguato per la preziosa purosangue? Eppure mi pare che una volta non ti sei fatta problemi a sederti lì con me." Hermione chiuse gli occhi e fece uno sforzo immane per trattenersi dallo schiantarlo. "Va bene, vada per la tua "scampagnata". Se non riusciamo a non litigare per una cosa così banale, come pretendi di organizzare un intero evento insieme?" Draco decise che la riccia, alla fin fine, non aveva tutti i torti. Quindi, quando si incamminarono, si avviò sistemandosi vicino la foresta proibita, evitando accuratamente il Lago nero. Non avrebbe sostenuto la sua vicinanza, in quel posto. Era come gettare sale su una ferita aperta. "Allora, per quanto riguarda la festa di benvenuto, suggerisco di formare un comitato di accoglienza, formato dal preside, i vari professori, e che ne so, magari anche i prefetti delle varie case, a dare il benvenuto all'ingresso ai nostri ospiti. Poi li condurranno sul cortile grande, dove si terrà la festa. Ovviamente, tutti gli studenti si faranno già trovare lì. E poi daremo inizio ai festeggiamenti." propose Hermione. Draco ci riflettè, e pensò che non era male come idea. "Mhmm, si bella idea. Magari prima di iniziare la festa, Silente potrebbe fare uno di quei discorsi noiosi , che ovviamente dovrà scriversi lui. E per quanto riguarda l'allestimento..." Draco e Hermione stettero li seduti per ore, a organizzare la festa di benvenuto che avrebbe avuto luogo la settimana dopo, e scoprirono che non era così difficile andare d'accordo. Anzi, talvolta si erano scambiati anche qualche sorriso, e qualche battuta, per poi scoppiare a ridere insieme. Ma si sa, le cose belle non durano mai. Così com'era arrivata, quella sensazione di complicità, se n'era andata, nell'esatto momento in cui si dovettero salutare, ed entrambi vennero colti dalla consapevolezza di ciò che era avvenuto la sera prima. Avrebbero potuto essere una bella coppia, ma,per colpa della riccia, l’occasione di anche solo provarci era stata loro negata. Draco la fissò con astio. Tante parole mute riecheggiavano fra loro. Frasi non dette, sentimenti ignorati, emozioni mal celate. Rimasero così a fissarsi, duri occhi grigi contro occhi nocciola..colpevoli? Feriti? Prima di poter giungere a qualsiasi conclusione, Draco le sibilò: “Ci si vede domani.” Ed Hermione rimase lì, a fissare la figura del biondo farsi sempre più lontana.



Draco stava facendo ritorno al suo dormitorio, quando, perso nei suoi pensieri, sbattè contro qualcosa. O qualcuno. "Scusami" gli sussurrò una ragazza bionda, che quando alzò il suo sguardo verso di lui, riconobbe subito. "Greengrass.." "Malfoy..scusami se ti ho urtato..ero distratta" "Non ti preoccupare" la rassicurò lui "ehi..ma tu hai pianto" La ragazza lo fissò. Sentiva che poteva fidarsi di lui. Lo aveva sempre considerato un bellissimo ragazzo, odioso con i suoi amici, ma per il resto simpatico. E a quanto pare disponibile. Era stato gentile con lei, nonostante il gruppo di cui lei faceva parte lo aveva schernito per tutti quegli anni. Lo guardò in quei profondi e sinceri occhi azzurro tempesta, e vi sembrò di potervi scorgere l'anima. Prima che i suoi pensieri potessero correre troppo, la bionda e perfetta Daphne Greengrass si ricompose e con un enorme sorriso lo tranquillizzò, dicendogli che era tutto a posto. Anche se in realtà, niente era al suo posto. L'unico pezzetto di puzzle che quel giorno sembrava essersi messo al posto giusto, era proprio lui, perchè nell'esatto istante in cui aveva posato gli occhi nei suoi, si sentiva di essere nel posto maledettamente esatto. E non volendo ancora rinunciare all'ancora di salvezza che era la sua presenza, a dispetto dei precedenti tra le due casate, la nobile purosangue bionda e perfetta, chiese al biondino di accompagnarla a fare due passi. E lui accettò.



Hermione, che chissà per quanto tempo era rimasta lì immobile, avvertendo una brezza fredda che la scosse dai suoi pensieri, decise di rientrare. Era tutto sbagliato, tutto! Aveva sempre avuto la presunzione di ritenersi una ragazza intelligente, ma per tutti quegli anni aveva lasciato che altri modellassero la sua mente, a loro piacimento. In realtà lei aveva capito da un pezzo, che non provava nessuna forma di razzismo né verso i mezzosangue, n+ verso i babbani. Ma quella maschera che si era creata era stata solo un pretesto per potergli stare vicino. Altrimenti, che insulto avrebbe potuto rivolgergli? Lui era dannatamente perfetto. Però ora, era troppo tardi. Era stata stupida, e ora doveva accettare la reazione di Draco senza fiatare. -Accettare senza fiatare?- si chiese poi sorpresa –io sono una Granger. Io sono Hermione, Granger! E se voglio una cosa, non mi arrendo. Non senza lottare.- Colma di pensieri positivi, corse verso il dormitorio per cercare Blaise, aveva assolutamente bisogno di parlarne con lui. Lui aveva sempre la soluzione per tutto. Ma un’enorme chiazza bionda, che scoprì successivamente che fossero due, colpirono la sua attenzione. Draco e Daphne che camminavano insieme, sorridendosi a vicenda. Hermione si sentì dell’amaro in bocca. E qualcosa, dentro di lei, si spezzò.

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Capitolo 10
*** La festa di benveuto ***


                     

                      Capitolo 10

Salve a tutti...ho notato che le visite ai capitoli sono più numerose di quello che mi aspettassi, e la cosa non può che farmi piacere, anche se da parte vostra gradirei ogni tanto un piccolo commento, positivo o negativo che sia, giusto per sapere se sto andando bene :/ Coomunque in questo capitolo vedremo l'arrivo di ben due scuole, chissà cosa ne uscirà (ancora non lo so nemmeno io) xD vi auguro buona lettura :) 


Come da programma, l'intero corpo studentesco di Hogwarts quella sera si trovava nel giardino grande, in attesa dell'arrivo delle due scuole straniere.
Ad attendere all'ingresso, come stabilito da Draco e Hermione, vi erano l'intero corpo docenti, il preside e i quattro prefetti.
Un'enorme vascello emerse dalle acqua del Lago Nero, annunciando l'arrivo degli studenti bulgari di Durmstrang,
che scesero dalla nave con i loro completi rosso sangue e coperti da un orribile mantello di pelo.
A guidarli, Igor Karkaroff, preside della scuola, ex-mangiamorte e ora grande amico di Albus Silente, che appena lo vide gli andò incontro abbracciandolo.
"L'incontro commovente" fu bruscamente interrotto da enormi carrozze voltanti, trainate da bianchi cavalli alati, che per poco gli mancarono la testa. 
Ora che erano arrivate anche le francesi, il vecchio preside di Hogwarts diede il benvenuto alla mezzogigante Olympe Maxime che era la loro preside.
"Bene, ora che ci siamo tutti, possiamo dare inizio ai festeggiamenti. Seguitemi."
E tutti, diligentemente, seguirono in silenzio il bizzarro preside di Hogwarts.
Dopo aver attraversato i corridoi bui di Hogwarts, giunsero al cortile sul retro, e uscirono nuovamente all'esterno.
Le numerose file degli studenti di Hogwarts diedero voce al loro benvenuto esplodendo in un caloroso applauso, e in quel momento, i bulgari e le francesi si sentirono a casa.

Silente, dopo aver dato nuovamente il benvenuto ai nuovi arrivati, si mise a raccontare della storia di Hogwarts, a partire dalle origini fino ai loro giorni, ma l'attenzione di Hermione era da tutt'altra parte.
La riccia infatti, affiancata da Blaise, scrutava sospettosa i due biondi che aveva già visto insieme la settimana prima.
Stavano insieme? Si frequentavano? Hermione non lo sapeva, Daphne non le aveva detto niente, e lei non osava chiederle nulla. Capiva il silenzio della bionda, probabilmente aveva paura di essere giudicata.
Hermione li mandò mentalmente al diavolo, quando la sensazione di sentirsi osservata la assalì. Il vecchio aveva finito di parlare, quindi tutti gli studenti si stavano facendo strada per dirigersi ai tavoli da buffet o alla pista da ballo, creando il caos.
Stava andando verso un tavolo a sedersi, quando  un ragazzone alto e muscoloso al punto giusto, quasi rasato a zero e con la divisa di Durmstrang, le si piazzò di fronte.
Hermione non capiva niente di Quidditch, ma persino lei riconobbe il più famoso cercatore del mondo.
"V...Victor Krum?" balbettò incredula, e il ragazzo le regalò un largo sorriso.
"Si. Posso sapere come si chiama questa bella ragazza?" disse con un pesante accento bulgaro.
Hermione, una volta superato lo shock, si ricompose, e riacquistata la sicurezza di sempre, si presentò.
"Piacere di conoscerti, Hermione. Ti andrebbe di farmi tu da guida..stasera e anche nei prossimi giorni?"
La serpeverde stava per accettare, quando di nuovo venne assalita da quella sensazione di sentirsi osservata.
E la sensazione divenne consapevolezza quando scorse un pò più lontano da lei, Draco Malfoy che la fissava accigliato. Che problema aveva ora, il mezzosangue?
Lì per lì fu per rifiutare l'offerta di Krum, ma un lampo le attraversò la testa e si affrettò ad accettare, prendendogli il braccio e conducendolo verso uno dei divanetti messi appositamente per quella sera.


-Che diavolo sta facendo quella vipera? Fino a una settimana fa si stava disperando dicendo di essere sempre stata innamorata di me, e ora il primo coglione che ci prova, a lei va bene?-
Il termine "furioso" era un eufemismo, per descrivere lo stato emotivo di Draco in quel momento. I suoi erano veri e propri istinti omicidi.
Lui non era mai stato geloso. Beh, non che la Granger gliene desse motivo, a parte quel Zabini, non si trascinava nessuno in giro. E lui ne era contento. Ma quella sera una rabbia folle si era fatta padrona di lui, e dominato dall'irrazionale sentimento che è la gelosia, trascinò bruscamente la Greengrass verso la pista da ballo, senza neanche chiederle se le andava.
In quel momento non gliene fotteva niente se la stava usando come oggetto, o se era stato sgarbato, a quello avrebbe rimediato dopo. L'importante ora era capire se la Granger aveva messo su quella scenetta per farlo ingelosire, o se già lo aveva dimenticato.
Fortuna che Daphne era stata al gioco. La prese fra le braccia, mentre lei aveva iniziato a muoversi in modo provocante.
Si voltò in direzione della Granger e si, lei stava guardando loro. Leggeva rabbia, nei suoi occhi. Con la sua caratteristica finta indifferenza, Draco tornò a dedicarsi alla bionda, concedendosi un sorriso solo dopo essersi voltato. -Bene, se la Granger vuole la guerra, che guerra sia!

Blaise,letteralmente abbandonato dalla sua migliore amica, si aggirò per il cortile, sperando di trovare qualcosa che potesse interessarlo.
Scorse Tiger e Goyle, come sempre, buttati sul cibo, Pansy dedicarsi a teneri effusioni con il suo Tassorosso, Daphne che ballava con Malfoy.. Coosa Daphne che balla con Malfoy?? Cercò con lo sguardo la sua migliore amica, che ancora parlava con quel bulgaro. Agli occhi di tutti poteva sembrare normale, con il suo sguardo gelido e la sua espressione indifferente, ma chi la conosceva bene sapeva che c'era qualcosa che non andava.
Pensieroso riportò il suo sguardo sulla pista da ballo, e notò che i due biondi erano spariti. Decise che ci avrebbe pensato dopo, ora aveva cose più importanti da fare.
E sicuro di sè si diresse verso la pista da ballo, trascinando con se una bionda studentessa di Beauxbatons, che neanche si dette il pensiero di replicare.

Intenta a trovare il mezzosangue, giusto per vedere cosa stava facendo, si trascinò dietro il muscoloso bulgaro senza troppe cerimonie, conducendolo verso i corridoi di Hogwarts. 
Il bulgaro era confuso, e Hermione non si dava più neanche la pena di ascoltarlo. Il suo obiettivo ora era uno solo.
"Hermione mi stai ascoltando?" la strega lo aveva di nuovo ignorato, e ormai Victor si era rassegnato.
A un tratto la vide cambiare atteggiamento.
Si voltò verso di lui sorridendogli e afferrandogli il braccio, se lo posizionò sulla spalla, poi con falsa dolcezza gli chiese:
"Victor, tesoro, stavi dicendo?"
Il bulgaro si sentiva giustamente confuso. Quanto può essere lunatica, questa bellissima streghetta di Hogwarts?
Decise di non farci caso e fece per rispondere, quando si trovò davanti una coppia bionda abbracciata... e il ragazzo stava fissando male la sua Hermione?Ma fu solo un attimo, il biondo si ridette il contengno di sempre e sprezzante, chiese:
"Nuova compagnia, Granger? Sei una che si dà da fare.."
La sua bionda compagna lo fissò con gli occhi spalancati, invece la riccia conficcò le unghie nel braccio del suo compagno, facendogli non poco male.
"Non sono fatti tuoi, mezzosangue." lo liquidò lei.
Dopodichè i due proseguirono per il loro cammino, lasciando indietro una Daphne esterrefatta e un Draco furibondo.


 

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Capitolo 11
*** Notte delle rivelazioni ***


Capitolo 11

              
"Ti ho vista piangere su di me
ma sono già lontano ormai.."

Nek.

Mezzanotte. Nella Sala comune dei Grifondoro regnava il silenzio.
I grifoni erano a letto da un pezzo, per essere riposati al massimo per il giorno seguente. Per quel giorno,infatti, lui e Hermione avevano organizzato una gara "amichevole" di Quidditch.
Non era prevista nessuna coppa, nessun trofeo.. le scuole si sarebbero mischiate a sorteggio, solo per svagarsi.
Draco, però, non riusciva a dormire. I suoi pensieri non glielo consentivano, come succedeva da giorni ormai.
La sua Hermione era sempre con quel Krum, sempre. E lui per ripicca non faceva altro che farsi vedere con Daphne, ma questo gioco stava iniziando a stancarlo. Lui non era così, non era abituato a trucchetti per conquistare una ragazza, e soprattutto non usava altre persone. Non voleva illudere la Greengrass, ma la Granger in pubblico continuava a disprezzarlo, non avrebbe mai potuto avvicinarsi a lei senza fare la figura dell'idiota.
Iniziava a sentire la sala comune stretta, aveva bisogno di prendere una boccata d'aria fresca, così decise di recarsi nel luogo in cui tutto ebbe inizio. Il Lago Nero.

Torre di Astronomia. Mezzanotte.
Krum continuava a farle domande stupide, e lei si era stancata.
No, la sua stanchezza non era dovuta alle sue parole di quella sera, ma alla presenza in generale del ragazzo. Ora si stava godendo il silenzio che il ragazzo le stava concedendo da qualche minuto.
Sembrava pensieroso, ma onestamente non le importava. Ciò che le importava in quel momento, era ben altro: due occhi color tempesta, e capelli morbidi biondi.
Ormai era più che certo che fra lui e Daphne ci fosse solo amicizia, aveva fatto il terzo grado a quella pettegola della Parkinson, e se avesse saputo qualcosa, non avrebbe esitato a dirgliela. Anche se... Daphne aveva uno strano sguardo quando era con lui, e non la smetteva un secondo di sorridere. Draco sorrideva anche, il suo sorriso tuttavia, a differenza di quello di Daphne, non raggiungeva gli occhi.
Hermione detestava insultarlo e ascoltare lui che le rispondeva per le rime, anche se quello era l'unico tipo di rapporto che era loro concesso. Per un attimo si chiese come sarebbe stato, se a camminare insieme sorridendo, fossero stati loro due.
"Hermione..?" una voce decisamente rozza la fece sobbalzare.
Victor. Si era quasi dimenticata della sua presenza.
"Si, Victor, dimmi"
"Credo che tu mi piaccia."
Il ragazzo la guardò, come a voler trovare la risposta nei suoi occhi, aspettando che lei dicesse qualcosa. E Hermione sembrava volesse far attendere a lungo. Alla fine si decise a mormorare:
"Victor..io.." ma fu un attimo. Il ragazzo, fraintendendo l'imbarazzo della ragazza, le prese il viso fra le mani e la baciò.
Hermione per qualche secondo rimase paralizzata, se lo aspettava dopo una simile dichiarazione certo, ma rimaneva il fatto che lei non voleva. Recuperata la lucidità si scostò bruscamente.
Alzandosi, lo sguardo le balzò al Lago Nero, dove intravide una figura, che riconobbe immediatamente. I chiari capelli, illuminati dalla fioca luce della luna, erano ancora più belli.
Ormai le sue gambe si stavano muovendo per conto loro, quasi il suo corpo avesse bisogno della vicinanza di Draco.
"Sarà meglio che torni in dormitorio. Buonanotte." riuscì a mormorare prima di sparire dietro la porta. Una volta fuori dalla Torre si mise a correre, fino a quasi perdere il fiato.
Sentiva il bisogno fisico di lui. Lo voleva, e subito.

Draco fissava il lago come incantato. La luna si stava riflettendo sulle acque del lago, con tutti i suoi riflessi, quasi a voler creare un gioco di luci.
Non sapeva da quanto tempo fosse lì, e non gli importava.
Una brezza fredda gli soffiava sul volto, facendolo sentire vivo.
Un respiro affannato.
Draco si voltò, e la vide. Ancora più bella, illuminata dalla luna piena.
Le andò incontro, sembrava che stava correndo da un mostro, e la sua preoccupazione aveva preso il sopravvento. Ma lei non gli diede il tempo di formulare nessuna domanda, perchè iniziò a parlare.
"E' strano.."
"Cosa??" chiese Draco confuso.
"Tutto. Passi un'intera vita a credere fermamente in qualcosa.
E poi, come se ti svegliassi da un brutto sogno, ti accorgi che tutto ciò che volevi era a un passo da te, e che non hai fatto nulla per ottenerlo, anzi, si può dire che hai fatto di tutto per tenerlo a debita distanza."
Draco ascoltava in silenzio, aspettando che continuasse.
"Io mi sento così. E so anche che è troppo tardi, ma dovevo dirtelo, non potevo lasciarti andare facendo morire i miei sentimenti dentro di me. Tu mi piaci, mi sei sempre piaciuto. Al primo anno ero troppo stupida per ammetterlo, anche solo per capirlo.Quando l'ho capito, tu già mi odiavi, e mi sentivo peggio a pensare che quell'odio l'avevo causato io. Poi capii che era troppo tardi, tu mi disprezzavi, così sfruttai quel rapporto di rivalità che si era creato fra noi, per continuare a starti vicina, anche se in un modo completamente sbagliato. So che è una giustificazione banale per quanto ho fatto, ma sincera. Io ti amo."
Draco respirò profondamente. Era in evidente difficoltà.
Era la dichiarazione più strana che avesse mai sentito, ma anche la più bella.
"Perchè?" riuscì finalmente a chiedere.
"Cosa perchè?"
"Perchè mi..ami..?"
Stavolta a prendere un gran bel respiro profondo, fu Hermione.
Le stava rendendo le cose difficili. O era davvero ottuso, o voleva fargliela pagare.
"Credi davvero che esista una spiegazione per amare?"
"Devi dirmelo." fece serio il biondino "Ho bisogno di saperlo."
Hermione sbuffò, poi cominciò:
"Beh...perchè alzi il sopracciglio quando non capisci una spiegazione dei prof.."
Draco la guardò con un'espressione buffissima e lei non riuscì a trattenere un sorrisino, poi continuò:
"Perchè non tratti mai male quella Calì, anche se si vede da chilometri che ti irrita. Ma tu sei troppo buono, e non vuoi ferirla."
Draco ora la fissava serio.
"Perchè i tuoi amici ti chiedono sempre aiuto con lo studio o con gli allenamenti, rubandoti tempo, ma tu glielo concedi sempre senza farglielo pesare mai.  Perchè rischiamo entrambi una sospensione se Gazza ci vede, ma non m'importa perchè non sono mai stata sicura come ora di fare la cosa giusta, nel posto giusto..e con la persona giusta..E perchè.." ora era stizzita. "Perchè io ho fatto solo due volte discorsi così imbarazzanti nella mia vita, ed entrambi sono stati con te! Ora capisci..capisci perchè ti amo?" chiese lei sorridendogli.
Il biondo grifondoro ora si stava pizzicando stupidamente la faccia, come ad aver paura che quello fosse solo un sogno. Poi la fissò meravigliato, e cercando di alleggerire l'atmosfera, arrogante le disse: 
"Certo che ti capisco! Anche io al tuo posto mi amerei"
Hermione lo guardò sarcastica, per poi scoppiare a ridere.
"Allora, vuoi baciarmi o no?" gli chiese, avvinghiando le braccia al collo.
"No." le disse Draco. All'inizio pensò che scherzasse, ma poi quando lo vide sciogliere il suo abbraccio lo fissò infuriata.
"Non ti piaccio?Potevi dirmelo prima di farmi dire tutte quelle cose!" sbottò.
"No, tu mi piaci. E molto. Sono anni sogno queste parole."
"Ma..?"
"Ma ora siamo solo io, tu e il buio. E io ti bacerei fino all'alba, ma domani, se tu facessi finta di niente ne morirei. Se alla luce del giorno, davanti a tutti, riuscirai a mettere da parte la maschera che hai portato per anni, io ti bacerò. Ma non prima di allora."
Le disse accarezzandole la guancia, per poi tornare al dormitorio.
Hermione, dopo averlo visto entrare, si lasciò cadere sul prato e si mise a guardare le stelle.
Per evitare di prendere una decisione, pensò di poterle contare, ma subito dovè rinunciarci.
Quello che diceva il biondo era giusto, non poteva negarlo...
Ma ci sarebbe riuscita? Cosa doveva fare?



 

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Capitolo 12
*** Il mondo che ti crolla addosso ***


                   Capitolo 12

" [Oh Romeo!Romeo! Perchè tu sei Romeo?
Rinnega tuo padre e rifiuta quel nome,
o se non vuoi, giura soltanto che mi ami
e io non sarò più una Capuleti...] "
"Ma io ti prendo in parola!
Chiami amore e sarò ribattezzato!
Ecco, non mi chiamo più Romeo."

Romeo & Giulietta

La mattina dopo. Sala Grande.
Come un dio sceso dall'Olimpo per mescolarsi tra i comuni mortali, fece il suo ingresso in Sala Grande.
Alto, aggrazziato, biondo, occhi color ghiaccio e bello da togliere il fiato. Mezza popolazione femminile di Hogwarts (perchè l'altra mezza cercava di non darlo a vedere) e buona parte di quella di Beauxbatons interruppero la loro colazione per assistere a quella visione.
Draco Malfoy era l'indiscusso ragazzo più gettonato di Hogwarts, e anche se il suo portamento naturalmente elegante faceva sembrare il contrario, era tutto fuorchè consapevole di esserlo.
Era uno dei pochi, in quella scuola, ad avere numerose ammiratrici ma a non peccare di superbia. E a loro, forse, piaceva soprattutto per questo.
Lui non notava quegli sguardi estasiati su di se, troppo impegnato a rivolgere il proprio a una in particolare. Che, come tutti gli altri giorni del resto, non lo degnava di un'occhiata. O almeno così lui credeva.
Giunto al tavolo dei grifoni, prese il suo solito posto in mezzo a Calì e Ron, mentre Harry e la sorellina minore di Ron, Ginevra gli stavano difronte.
"Ce ne hai messo di tempo, amico." gli fece Ron a bocca piena, passandogli il caffè.
"Già." rispose un assonnato Draco. "Stanotte non ho quasi chiuso occhio e non ho sentito la sveglia."
"Eeehi ma sei impazzito oggi c'è la partita di Quidditch, non vorrai presentarti così!" gli ricordò Harry, un pò preoccupato.
"Calmati amico.Non è mica una competizione, anche se farò schifo a chi vuoi che importi? E poi tranquillo, con il caffè torno nuovo." lo rassicurò Draco sorridendo, bevendo un sorso di caffè mentre prendeva la Gazzetta del Profeta.
"Alle tue ammiratrici" gli fece notare maliziosa Ginny, che anche se cercava di nasconderlo aveva una cotta per lui. Come mezza Hogwarts del resto.
Draco scrollè le spalle, poi riportò la sua attenzione sul quotidiano magico.Guardò la varie notizie in prima pagina, per poi soffermarsi su una e alzare sbruffando gli occhi al cielo.
"Che c'è?" gli chiese curioso Harry.
"Come si vede che non sanno più di cosa devono parlare, hanno messo in prima pagina la "notizia" della permanenza di Krum a Hogwarts! Ma per piacere!" sbottò Draco leggermente irritato.
Harry lo guardò stranito, cosa che fece ricordare a Draco che nessuno sapeva della sua storica cotta per Hermione, ne tanto meno delle loro recenti conversazioni. Il pensiero di ciò che era successo la sera prima, motivo della lunga notte insonne del biondino, lo fece alzare istintivamente gli occhi verso il tavolo delle serpi, dove la sua affascinante streghetta stava chiacchierando animatamente con la sua combriccola.
"Ma lui è famoso, è normale che se ne parli." La voce di Harry lo riportò alla realtà, e lui si affrettò a liquidare il discorso con un "Già, già!"

Hermione lanciò un'occhiata assassina a tutte le ragazze presenti lì in Sala Grande, soprattutto all'oca bionda che le sedeva accanto.
-Povere illuse- pensò.
Si era accorta degli sguardi che tutte lanciavano a Draco ogni volta che faceva il suo ingresso, nemmeno fosse un angelo disceso dal cielo.
Stava quasi per perdere il controllo, quando decise che tutte le ragazze , Daphne inclusa, non avevano nessuna colpa. Era difficile resistere al fascino del bel biodino, ma si sentì comunque irritata. Quella era proprietà privata.
Stava sorseggiando tranquillamente il suo the, chiacchierando distrattamente con Blaise, Daphne e Pansy, quando i ricordi della sera prima l'assalirono.
 Era rimasta a lungo, a scrutare il cielo, in attesa di chissà quale aiuto celeste, pensando sul da farsi.
Quello che diceva il biondino aveva senso, certo, ma per lei sarebbe stato difficile. Lei, che lo aveva sempre denigrato, poteva farsi vedere in giro mano nella mano con il mezzosangue? Avrebbe fatto la figura dell'incoerente, che una volta che il biondino le avrebbe dimostrato considerazione, lei avrebbe mandato al diavolo tutte le sue belle parole lasciandosi incantare da lui.
No, non poteva umiliarsi così pubblicamente.
Poi vide una stella cadente, e lo scintillio di quella scia le ricordò gli occhi luminosi di Draco, e nel tempo di un respiro, lei capì.
Non le importava cosa potesse pensare la gente. Non le importava di spezzare il cuore a Daphne, o Krum, anche se di loro il problema non se l'era mai posto. Non le importava se sarebbe passata per incoerente, cosa tra l'altro non vera, perchè dietro ogni insulto, anche se a dirla così sembra strano, c'era tutto il suo amore.
E in un attimo la soluzione le illuminò la mente. L'unica cosa che voleva, era stare con Draco,e avrebbe fatto a pugni con il mondo per riuscirci.
In fondo, lei amava le sfide.Aveva deciso, quindi, di iniziare col parlare con Krum, e lo avrebbe fatto quel giorno stesso.

Draco si aggirava pensieroso tra i corridoi non riuscendo a non pensarci.
Nemmeno il suo invitante letto, la notte prima,  lo aveva distolto dalla sua guerra interiore.
Si era maledetto innumerevoli volte, per non aver baciato Hermione, per essere stato così vicino all'avere quello che aveva desiderato di più negli ultimi anni ed essersi tirato indietro. Il suo dannato orgoglio grifondoro aveva avuto la meglio. Non voleva che la ragazza si vergognasse di lui, per cui alla fine, la sua scelta non potè che sembrargli l'unica fattibile.
Ma allora perchè, stando così le cose, si sentiva così male?
Svoltò l'ennesimo corridoio, e per poco il suo cuore non si fermò.
Stava assistendo all'ultima scena che si sarebbe aspettato di vedere, dopo la sera prima. All'ultima scena che avrebbe voluto vedere, che avrebbe voluto che esistesse,
Gli sembrò quasi che si stesse lacerando, dentro il suo petto, mandando fitte di dolore in tutto il corpo e ghiacciando le vene.
Mai, si era sentito così ferito. Mai così arrabbiato. Mai così deluso. Mai così tradito.
Accecato dalla rabbia strinse le nocche, e con tutte le forze che aveva diede un pugno all'imponente muro dietro di lui.
Non reggendo oltre la situazione, scappò.
Scappò via da quella situazione, da quella realtà,da quella triste sensazione di averla persa. Scappò verso l'unica cosa che in quel momento avrebbe potuto farlo calmare. Il suo manico di scopa.

Hermione si sentiva decisa più che mai. Voleva stare con Draco e la prima cosa da fare nella sua lista, onde evitare disagi futuri, era quella di allontanare Victor. Così, non appena lo individuò fra la grande folla che si aggirava nei corridoi, lo chiamò.
"Victor. Dobbiamo parlare." gli fece seria.
Il ragazzo, sicuro che nessuna ragazza potesse resistergli le rivolse un sorriso smagliante. Si, era convinto che la ragazza, pentita della fuga della sera prima, fosse venuta a chiedergli scusa e a confessargli i suoi sentimenti.
Sull'ultima parte aveva ragione, ignorando però, che i sentimenti di lei fossero rivolti a un altro.
"Dimmi, Hermione." le disse dopo averla trascinata in un angolo isolato dei corridoi.
La ragazza, dopo un attimo di esitazione, si decise a confessargli:
"Mi dispiace, scusa per averti fatto fraintendere le mie intenzioni.
Nell'ultima settimana ho approfittato della tua compagnia solo per far ingelosire il ragazzo che amo. Ora ho finalmente trovato il coraggio per rivelargli i miei sentimenti, e stranamente, lui sembra ricambiarli."
Gli rivolse un sorriso timido, poi continuò:
"Quindi, qualsiasi cosa si fosse creata tra di noi deve finire. E' meglio se non ci vediamo più."
Victor Krum non aveva nemmeno preso in considerazione quella possibilità, si sentiva spiazzato, e decise che nessuna ragazza poteva preferirlo a un altro.
"Tranqilla, Herm. Almeno possiamo rimanere amici? Lascia che ti dia almeno un bacio d'addio."
E detto ciò, senza neanche darle il tempo di registrare le sue parole, la prese per le braccia, e dopo averla attirata a se, le prese con forza la testa, rendendole difficile sottrarsi, invadendo la bocca di lei con la sua.
Fu un momento. Hermione sentì un rumore strano, sordo. Ancora tra le braccia di Victor si girò, per quanto possibile per capire cosa fosse stato.
E lo vide. Draco. Vide il suo sguardo combattuto fra tanti sentimenti: rabbia, dolore... repulsione? Lo vide fuggire, e si sentì che il mondo le stesse crollando addosso

 

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Capitolo 13
*** Chiarimenti e Dichiarazioni ***


Capitolo 13

Ciao a tuttii! Vi comunico che questa fanfiction sta per concludere :)
Un altro capitolo,  al massimo due e la mia prima fanfiction sarà terminata.
Molto probabilmente ne inizierò a breve un'altra, sempre una Dramione, ma molto diversa da questa. Ancora non ho le idee chiare ma ci sarà sicuramente molta più azione e la trama sarà più complicata :)
Ma sto parlando troppo, vi lascio alla lettura. Bacii <3


Draco entrò nella sua stanza sbattendosi la porta alle spalle.
Il giro sulla scopa e la partita di quidditch non erano serviti a fargli sbollire la rabbia. E, oltre al danno anche la beffa! Quell'idiota di Krum non aveva voluto partecipare al torneo perchè, secondo lui, essendo troppo bravo non avrebbe voluto danneggiare le altre squadre. Pallone gonfiato! Draco avrebbe davvero voluto dargli una lezione.
Fece un bel respiro profondo e dopo essersi calmato si mise sotto la doccia.
-Inutile piangersi addosso, Draco. Quella non si merita di certo che tu stia così a causa sua.Stasera, andrai alla festa organizzata dai Serpeverde nella stanza delle necessità con i tuoi amici, ti prenderai una bella sbronza e ti divertirai.-
Si disse il biondo. C'erano tante ragazze che gli si erano dichiarate, ma lui come uno stupido le aveva sempre rifiutate, perchè aveva in testa solo lei.
Ma da quella sera le cose sarebbero cambiate, pensò. Per cominciare,alla festa avrebbe approfondito la conoscenza di qualcuna di loro.
-Se non di tutte- ghignò fra se. 
Una volta che il suo umore fu migliorato un poco, si accinse a prepararsi, bevendo una generosa quantità di firewhiskey. 
-Se stasera devo esagerare, tanto vale iniziare subito, no?- pensò Draco bevendo l'ennesimo sorso dalla bottiglia.

Ron e Harry non vedendo il loro amico in sala comune, decisero di salire in camera a prepararsi. Il biondo era una furia, non solo al torneo aveva giocato da vero professionista segnando il doppio dei punti che faceva di solito, ma a fine partita era anche scappato, senza ritener necessario dare ai suoi amici una straccio di spiegazione.
Aprirono la porta e lo trovarono lì, intendo a provare una delle sue tante camicie e a sorseggiare firewhiskey.
-Draco, andrà tutto bene..ora allontanati da quella bottiglia" gli fece in tono melodrammatico Harry, divertito da quella scena ma anche seriamente preoccupato per l'amico che di rado aveva visto bere.
Draco gli rivolse un ghigno divertito, e generoso offrì agli amici.
Harry rifiutò, già preoccupato per aver deciso di partecipare a una di quelle feste clandestine, che se scoperte, facevano finire nei guai i partecipanti.
In seri guai. Ron, più solidale, accettò, per non far bere l'amico da solo.
"Cosa si festeggia?" chiese con la gola in fiamme a causa del super- alcolico.
"L'essere single."
"Ma lo sei sempre stato." I due amici lo guardarono come se fosse già ubriaco fradicio. 
"Si ma da oggi mi comporterò come tale."
I due ragazzi lo osservarono a lungo, dopodichè cambiarono argomento.
Sapevano bene che l'amico non era portato alle confidenze, e capivano anche quando era il momento di smetterla con le domande.
I tre amici ripresero a prepararsi,e una volta pronti si recarono alla stanza delle necessità, per dare inizio a una serata che si preannunciava irripetibile.

"Mi chiudi la lampo?" 
Anche Hermione Jane Granger era alle prese con i preparativi.
Per l'occasione aveva scelto un vestito attillato di raso, rigorosamente verde.
Quella poca stoffa lasciava davvero poco spazio alla fantasia, fasciandole e sottolineandole ogni singola curva.
I tacchi, dello stesso colore, la rendevano più alta di 12 cm.
Daphne Greengrass era considerata una delle ragazze più belle della scuola, ma accanto alla riccia, sfigurava come sempre. E quella sera era come sempre. Lei indossava un semplice vestito anni 60 blu, con tacchi dello stesso colore, e chiudendo la lampo all'amica, senza farsi notare la guardò con uno sguardo carico d'invidia.
Non per la sua bellezza, di quella non si lamentava. Ma perchè si era accorta che l'angelo biondo dei grifondoro ogni volta che lei passava, la guardava come un cieco che vede il sole per la prima volta.Aveva occhi solo per lei.
"Come va con Krum?" le chiese di punto in bianco.
"Abbiamo rotto." Fu la breve e concisa risposta della mora, mentre si metteva il rossetto.
"Come mai?" chiese con falsa preoccupazione.
Bhe, preoccupata lo era per davvero. Chissà se ora che è di nuovo libera, Draco ci avrebbe provato con lei.
-Naah!- si disse alla fine. -Dopo come l'ha trattato per anni non lo farebbe mai.-
"C'è un altro che mi interessa." rispose Hermione, decisa a marcare il suo territoio. Sapeva che la Greengrass aveva una patetica cotta per Draco, ed era arrivato il momento di mettere le cose in chiaro: il biondo sarebbe stato suo, e lei doveva starne alla larga.
"Chi??" chiese la bionda tranquilla, sicura che fosse uno dei loro compagni purosangue.
"Draco Malfoy." le disse con un sorriso perfido prima di uscire dalla stanza per incamminarsi verso la stanza delle necessità.
La bionda sbiancò,e, come se fosse incapace di registrare quelle parole, si lasciò cadere seduta sul letto, ammutolita.

Stanza delle necessità.
Un Draco Malfoy  circondato da tre o quattro ragazze, lasciò un' Hermione infuriata sulla soglia.
La ragazza infatti, era entrata ostentando la sua solita espressione di superiorià, espressione che mutò immediatamente quando vide il SUO Draco circondato da oche. La sua rabbia era quasi palpabile, come gli sguardi omicidi che rivolse alle ragazze. Era quasi sul punto di prendere la bacchetta per schiantare le ragazze, così, giusto per insegnar loro a stare al loro posto, quando il suo migliore amico, che aveva assistito alla scena, la affiancò.
"Gelosa Herm?" la prese in giro il ragazzo, che subito se ne pentì, quando l'amica le rivolse uno sguardo di fuoco.
"Và a parlarci" le consigliò, tornando serio.
"Scherzi?! Dopo averlo visto fare il cretino con quelle?!"
"Lui oggi ti ha vista baciare Krum" le ricordò l'amico.
"Si da il caso che sia stato Victor a baciare me! E lui non mi ha neanche lasciato spiegare! Oggi dopo il torneo gli sono corsa dietro, chiamandolo più volte ma lui mi ha ignorata!"
"Ma non vuol dire niente, era ancora arrabbiato. Ora si vede che non lo è più" scherzò il moro, guadagnandosi un'occhiata infuriata dalla sua migliore amica. Poi, spaventato, tornò serio dicendole:
"Senti, se non avessi fatto l'idiota in tutti questi anni ora questo non sarebbe successo. Quindi ora va e cerca di rimediare. Prova a spiegargli nuovamente come sono andate le cose, poi se lui continua a ignorarti lascialo perdere.
Ci sono tanti ragazzi che ti vengono dietro, Herm, e avresti solo l'imbarazzo della scelta." detto questo, Blaise le diede un buffetto sulla guancia e si allontanò, facendo sì che Hermione riflettesse sulle sue parole.
La ragazza, decisa, si incamminò in direzione del biondino.
Quando videro la regina delle serpi arrivare, le ragazze intorno a Draco si dissolsero, lasciando un Draco infuriato per quella "interruzione".
La guardò truce, sibilandole:
"Che cazzo vuoi, Granger?"
Hermione, se possibile, si infuriò più di prima sentendo quelle parole,e soprattutto il tono in cui le aveva dette. Ma decisa a seguire il consiglio di Blaise, cercò di calmarsi e iniziò:
"Senti Draco, quello che hai visto oggi..."
"Non me ne fotte un cazzo" la interruppe Draco voltandosi per allontanarsi da lei.
"No! Ora tu mi ascolti"
"Ascoltare te è tempo perso." la liquidò il biondino.
Hermione, infuriata, lo prese per la giacca, incurante di fare una scenata,
"Senti!"
"No sentimi tu!" Tuonò il biondo interrompendola di nuovo.
"Non te lo ripeterò una seconda volta. Stammi alla larga, cazzo! Ho deciso di far finta che tu non esista, sei invitata a fare altrettanto. Addio." 
Con un gesto non troppo delicato, si liberò dalla presa della serpeverde che lo guardava..ferita.
Si Hermione Granger era ferita. Come poteva, dopo che lei gli aveva confessato non una, ma ben due volte ciò che provava per lui, trattarla in quel modo per uno stupido malinteso.
Ma non gli sarebbe corsa dietro. Lo aveva già fatto troppe volte, e quello ormai sembrava una corsia a senso unico.
Gli voltò le spalle a sua volta e andò alla ricerca di Blaise.

Draco davvero non ne poteva più. Non solo l'aveva ferito. Ma quale ferito, distrutto, devastato, ucciso.. Ma ora voleva anche dargli una cazzo di spiegazione! Lui dava importanza ai fatti, non alle parole.
E i fatti erano che stava baciando un altro, di fronte a tutta Hogwarts, mandando a far fottere tutte le belle parole della sera prima.
E ora, cosa voleva? Era venuta a dirgli che lo amava, ma che non poteva avere una relazione con un mezzosangue? Che aveva riflettuto sulle sue parole,  e che aveva deciso di lasciar perdere, vergognandosi troppo per uscire allo scoperto, e preferiva farsi vedere con un purosangue?
Non poteva permetterle di ferirlo, se possibile, ancora di più.
Prese un bicchiere e lo riempì di firewhiskey. Ripetè il gesto ancora, e ancora, e ancora. Voleva non pensare, prendersi una dannata pausa da quella tortura. E così fece. Nel giro di mezz'ora non capì più niente.

Hermione, grazie ai consigli d'oro di Blaise, riuscì a calmarsi.
Il suo migliore amico riteneva saggio far sbollire la rabbia di entrambi, e riprovare a parlare col biondo dopo qualche giorno. E se non avesse funzionato, scrivergli una lettera. O anche un semplice biglietto. Giusto per metterlo al corrente di ciò che realmente era successo, visto che lui non dava occasione a Hermione di spiegare.
Mentre ancora Hermione rifletteva sulle parole del suo migliore amico, vide Draco Malfoy completamente ubriaco, uscire barcollando dalla stanza delle necessità.
Si guardò in giro. Nessuno sembrava essersi accorto della cosa. Scosse la testa e sbuffò: se un insegnante o Gazza, lo avessero trovato in giro per i corridoi in quelle condizioni, lo avrebbero punito, o peggio, espulso.
Sbuffando nuovamente, corse dietro al biondino.

"Hermioneee!" la salutò allegro il grifondoro quando vide la serpeverde tenerlo per un braccio. Fin troppo, allegro. Pensò Hermione acida. E dalla sua reazione doveva essere DAVVERO ubriaco, visto come invece l'aveva trattata a mala pena un'ora prima.
"Draco, non dobbiamo farci vedere da nessuno." Gli disse lentamente, come se stesse parlando con un bambino. 
"Ora andiamo al tuo dormitorio" gli spiegò.
"Mmhmm e una volta arrivati al dormitorio cosa facciamo?" le chiese malizioso il biondino.
"TU ti metti a dormire. IO, me ne torno alla festa."
"No!" sbottò Draco. "Tu senza di me alla festa non ci torni."
"Me lo vorresti impedire tu?" gli chiese ironica la serpeverde. "Ripeto, tu ti metti a dormire e io torno lì."
"Così puoi baciare Krum quanto ti pare?" la voce di Draco era tagliente, ma c'era anche un'altra nota. -Dolore?- si chiese Hermione.
"Io non ho mai baciato Krum" spiegò la serpeverde cercando di mantenere la calma.
"Bugiarda." le soffiò offeso Draco. "Io vi ho visti."
"Tu hai visto un bacio. Quello che non sai, è che è stato lui a darmelo, dicendo che era un bacio d'addio, dopo che io l'ho informato che non ci saremmo visti più dato che m'interessava un altro."
"E chi è quest'altro?" chiese ingenuo il grifondoro.
"Tu, idiota! Hai già dimenticato il discorso che ti ho fatto l'altra volta?"
Draco rimase in silenzio. Hermione si chiese se al suo risveglio, il mattino dopo, avesse ricordato. Erano appena arrivati davanti il dormitorio dei Grifondoro, e dopo aver ordinato a Draco di dire la parola d'ordine, lo convinse a guidarla verso la sua stanza.
Una volta arrivati lì, Hermione si fece indicare dal biondo quale fosse il suo letto, e dopo averlo fatto sdraiare gli mise addosso una coperta e lo costrinse a bere una pozione anti-sbronza che aveva trovato sul comodino.
Draco piano piano si riprese, e senza far caso alla presenza della ragazza si addormentò. 
Hermione, incantata dall'espressione angelica che il volto di Draco aveva assunto, si concesse di rimanerlo a guardare a dormire per qualche minuto.
Evidentemente non si rese conto di essere lì da ore, invece che minuti, fin quando non fecero il loro ingresso nella stanza Ron e Harry, sorpresi di vedere la serpeverde lì.
"Tu! Cosa ci fai qui?" gli chiese Ron sprezzante.
"Ho riaccompagnato il vostro amichetto al dormitorio, visto che voi, da buoni amici che siete, non vi siete nemmeno resi conto che stava vagando ubriaco per i corridoi!" li attaccò la riccia.
"Come osi! E poi una lurida serpe come te non può aver fatto un gesto gentile, soprattutto nei confronti di Draco."
Il diretto interessato, disturbato dalle voci che sentiva, si svegliò appena in tempo per vedere la sua amata serpeverde uscire dalla sua stanza, non prima di aver sibilato:
"Pensa quello che ti pare, per quello che m'interessa".
Osservò gli amici incredulo, come per chiedere se quello che aveva visto era vero o lo aveva soltanto sognato.
A interpretare il suo sguardo fu Harry, sicuramente più sveglio di Ron, che rispose alla sua domanda muta dicendo:
"Si, la serpe era qui".
Sentendo questo, Draco si alzò di scatto e corse dietro la riccia, lasciando Harry e Ron sconvolti di quel suo gesto.

"Hermione, Hermione aspetta!" le urlò dietro uscendo di corsa dal quadro della signora grassa.
Hermione si girò di scatto, sorpresa di sentire quella voce.
Draco la raggiunse ansimando per quella veloce corsa da post-sbronza.
"E' tutto vero? O l'ho sognato? Le tue parole, quello che hai fatto..?" le chiese con il cuore in gola.
"Se ti riferisci al bacio,si. E' stato lui a farlo dopo che gli avevo detto di essere innamorata di te e di lasciarmi stare. Ed è anche vero che ti ho accompagnato fino al tuo dormitorio."
Draco, totalmente incapace di autocontrollarsi, le prese i fianchi e con uno scatto l'attirò contro il suo petto. Poi, addolcendosi, le passò le mani tra i capelli, giocando con quei boccoli che per anni aveva sognato di accarezzare.
E, con lentezza quasi straziante, le sollevò il mento e inclinando la testa, posò le sue labbra su quelle di lei.

Hermione guardava Draco come in trance. Erano anni che sognava quel gesto così semplice, e ora che stava per succedere si sentiva pietrificata.
Gli occhi incatenati a quelli limpidi di lui. Le mani appoggiate alle sue spalle larghe. Le gambe che tremavano. Il cuore che sembrava volerle uscire dal petto. Quando lui si fece ancora più vicino, e posò le labbra sulle sue, la testa le girava già, incapace di produrre un qualsiasi pensiero coerente che non riguardasse i suoi occhi color ghiaccio o le sue labbra morbide.
Hermione accarezzò le labbra calde di lui con la sua lingua, e presa da un'inspiegabile frenesia si fece strada per trovare la lingua di lui.
Draco l'aiutò nel farlo, e insieme presero ad accarezzare l'uno la lungua dell'altra con la propria,  come a tentare di sfiorarsi l'anima.
Passarono istanti, minuti, o secoli, per loro il tempo non era importante.
L'unica cosa importante ora, era il non lasciare andare l'altro.
Draco le accarezzò dolcemente la guancia, e dopo averle sorriso, senza proferir parola, la prese per la mano e la condusse dove tutto era iniziato.
Quel posto per loro era pieno di brutti ricordi, vecchi e recenti, ed era ora che questa "maledizione" finisse.
Hermione si sorprese a capire che lo stava seguendo senza fargli nessuna domanda. Si rese conto che si fidava di lui.
Arrivarono sulle sponde del Lago Nero, nell'esatto posto in cui avevano parlato la prima volta.
"E' qui che tutto è cominciato" le spiegò. "Ed è qui che voglio che finisca, per far iniziare qualcosa di più grande.
Vuoi tu, Hermione Granger, stare con me? Senza curarti di cosa possano pensare gli altri? Senza dare importanza a quello che ti hanno insegnato i tuoi genitori?  Senza pensare agli insulti che ci siamo rivolti negli ultimi anni?
Dimenticando tutto il mondo, tranne noi?"
Hermione quasi non scoppiò a piangere pe la felicità. Si era comportata da vera strega negli ultimi anni, cosa aveva fatto per meritare una seconda possibilità? Cos'aveva fatto per meritarsi quell'angelo? 
Decise che aveva tutta la vita per scoprirlo, ora l'unica cosa importante era dirgli:
"Si. Si! Voglio stare con te, solo con te, dimenticando tutto il resto.
Ti amo Draco Malfoy."
"E io amo te, Hermione Jane Granger." le sussurrò all'orecchio, abbracciandola forte.






 

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Capitolo 14
*** Epilogo ***


Scusatemi tanto per il ritardo, ma non sapevo davvero come continuare la storia. Rileggendo tutta la storia dal primo capitolo, ho capito di essere stata molto sintetica e di aver solo accennato molti punti che invece avrei dovuto approfondire, facendo finire la storia molto prima. Beh che dire, visto che nell'ultimo capitolo ho detto che almeno un altro lo avrei scritto, eccomi qui, a darvi l'ultimo saluto e a porre fine a questa fanfic. Come prima storia non è stata epica, non ho scritto una trama coinvolgente con chissà quali episodi, insomma non ho scritto una fanfic particolarmente coinvolgente, ma ho provato a descrivere l'amore, nelle sue sfaccettature più assurde e nelle emozioni più sincere, e spero che almeno un pò vi sia piaciuta. In questi giorni proverò a scriverne un'altra,più organizzata e dettagliata, sperando che la leggiate. Ringrazio le persone che mi hanno sostenuta, sia commentando che in silenzio. Ringrazio le 9 persone che l'hanno inserita nelle preferite, le 30 che l'hanno messa nelle seguite e le 2 che l'hanno messa nelle ricordate, un abbraccio a tutti voi, e alla prossima :-*


                                                                          Epilogo

La coppia più chiacchierata di Hogwarts si stava dirigendo mano nella mano in Sala Grande. Niente avrebbe fatto più scalpore: la nobile purosangue razzista Hermione Granger che camminava mano nella mano con il suo più grande e disprezzato nemico, il mezzosangue grinfondoro Draco Malfoy. Erano passate settimane, eppure al loro passaggio si sentivano ancora mormorii lungo i corridoi, come se la gente non potesse capacitarsene. Eppure era successo, alla fine era trionfato l'amore, ed entrambi non potevano essere più felici.
Le porte della Sala Grande si spalancarono, permettendo loro di  fare il loro ingresso trionfale. 
Lui, bello e perfetto,  con il suo completo elegante nero,la camicia bianca e la cravatta azzurra, in tinta con i suoi occhi.
Lei, arrogante e aggrazziata come sempre, nel suo abito di chiffon viola e i suoi orecchini di perle. 
Il ballo avrebbe avuto luogo in Sala Grande, ma anche il giardino adiacente era stato addobbato a dovere, dando l'opportunità agli studenti di prendere una boccata d'aria fresca continuando a godere dell'atmosfera magica della festa.
L'evento era stato organizzato da loro, ma rimasero comunque incantati nel vedere la Sala grande addobbata come il ballo di Cenerentola.
La luce soffusa, ma non tetra, il Cielo finto che sovrastava da sempre la sala quella sera era ancora più luminoso, le bianche candele che galleggiavano nell'aria muovendosi al ritmo dei violini che suonavano in sottofondo, e tutti gli studenti vestiti in modo elegante che volteggiavano in sincronia per la sala.
Draco e Hermione, ancora tenendosi per mano, raggiunsero i loro amici , che, da quando loro due si erano messi insieme, non solo si accettavano, ma andavano anche d'accordo. In effetti, l'universo sembrava essersi capovolto negli ultimi tempi lì ad Hogwarts, e la cosa non poteva che essere piacevole. 
Ron e Daphne, che si erano sempre insultati in ogni momento possibile, ora ridevano a chissà quale stupida battuta aveva fatto il rosso Weasley. Blaise era sempre andato d'accordo con tutti, per questo il fatto che ora era diventato amico dei grifondoro non era così anomalo.. ma la cosa più assurda era che sembrava che stesse per nascere una nuova coppia.. formata da Harry e Daphne!
A quanto pareva, la bionda serpeverde aveva accettato la storia di Hermione e Draco puntando un altro grifondoro.
"Ce ne avete messo di tempo" sorrise loro Pansy, porgendo a entrambi un calice di Punch. I due lo accettarono ringraziando ,e Hermione, che non era cambiata affatto, con un ghigno rispose:
"Le persone importanti si fanno attendere sempre, Pansy, ma questo tu non puoi saperlo."
La mora serpeverde fece un finto broncio offeso, facendo scoppiare a ridere l'allegra compagnia.
Blaise interruppe le risate, prese per mano Hermione - con grande disappunto di Draco - informandola:
"In qualità di tuo mogliore amico, devi concedermi il primo ballo".
E detto questo la trascinò verso il centro della Sala, dove già numerosi studenti stavano facendo volteggiare le loro dame.
Draco quasi non gli ringhiò contro per quel gesto, ma poi si ammutolì quando Pansy lo trascinò a sua volta verso la pista, per farlo placare.

"Sei felice, Herm?" le chiese Blaise mentre la stava facendo ondeggiare fra le note dei violini.
"Si. Come non lo sono stata mai in vita mia. Davvero."
"Bene, sono contento. Basta guardarti per accorgersene, ma volevo comunque sentirtelo dire."
"E' così evidente?" gli chiese lei scherzando. In realtà sapeva che lo era, si accorgeva del sorriso da idiota che le spuntava in faccia ogni volta che pensava al suo ragazzo.
"Solo per il resto del mondo" la prese in giro l'amico. 
Ma la ragazza non lo sentì.. era troppo presa dai suoi pensieri.
-il MIO ragazzo- Disse fra se e se, facendo comparire di nuovo quel sorrisetto scemo sul suo bel viso.
Blaise se ne accorse, e senza dire nulla l'abbracciò. Finalmente quell'idiota della sua migliore amica aveva capito, ed era felice.
Il ritmo della musica cambiò impercettibilmente, e il moro serpeverde si sentì toccare le spalle.
Il biondo grifondoro era venuto a reclamare ciò che era suo.
"Trionfi l'amore" li liquidò il serpeverde con un enorme sorriso  mentre lasciava la sua migliore amica nelle mani di un grifondoro.
Ma il ragazzo, invece di farla volteggiare fra gli altri studenti come la serpeverde si era aspettata, la prese per mano, e in silenzio la condusse verso il giardino messo a disposizione per la festa.
Sarà stato per il freddo, ma era deserto.
"Che peccato che non ci sia nessuno... è così bello qui." sussurrò la mora accoccolandosi sul suo ragazzo, che in quel momento si stava togliendo la giacca per posargliela sulle spalle, e entrambi ammirarono il lavoro che avevano svolto.
Migliaia di lucciole incantate illuminavano il giardino, l'erba tagliata di fresco era stata coperta da petali di rose, e una stradina confinata da candele bianche portava a un gazebo, anch'esso ricoperto da petali di rose sul pavimento, e da rampicanti di roselline bianche sulle superfici.
Draco la condusse per quella piccola stradina, e giunsero al piccolo gazebo, in cui le lucciole erano ancora più luminose e un'arpa e un violino incantato suonavano una dolce melodia.
La prese tra le braccia, e senza smettere di guardarla negli occhi, iniziò a farla volteggiare su quelle note che stavano suonando soltanto per loro.
Nessuno dei due osava interrompere quella magia che si era creata tra loro parlando. Rimasero così, a fissarsi in silenzio, per un tempo che sembrava infinito, fino a quando Hermione non avvicinò le sue labbra all'orecchio del suo ragazzo, e con un filo di voce gli sussurrò:
"Ti faccio una promessa. Una promessa che, dopo di te, non farò mai a nessun altro. Ti prometto che comunque vada, non mi pentirò mai di questo nostro amore. Non mi pentirò mai di averti amato così tanto, di averci creduto così tanto. Non mi darò mai della stupida, non dirò mai < se tornassi indietro > perchè lo so, anche se tu mi lasciassi, o mi tradissi, io rifarei le stesse cose, ti amerei allo stesso modo, perchè quello che sento è troppo grande per poterci rinunciare."
Draco le sollevò il mento con l'indice, e senza spostare la mano sinistra dal fiaco di lei, portò la destra dietro la sua nuca, per attirare il viso della sua ragazza al suo, e darle un casto bacio. 
E un altro, e un altro, e un altro, fino a quando non divenne così travolgente e così lungo che fu costretto a interromperlo per respirare. Poi, trovata la forza per non baciarla di nuovo, le rispose:
"E io, amore mio, ti dico che non c'è neanche bisogno di questa tua promessa, perchè io non ti porterò mai al punto di doverti pentire di me, di noi. E non ti permetterò neanche di allontanarti da me, perchè di te ho bisogno. Mi hai dato tanto, troppo, perchè un giorno tu possa togliermi tutto. Ti farò innamorare di me, ogni giorno, e cercherò sempre di essere alla tua altezza. Ti starò accanto, sempre, perchè neanche volendo troverò la forza di starti lontano."
"Promesso?"
"Promesso."
E si dedicarono nuovamente a un lungo, coinvolgente bacio.
Un semplice bacio, con cui si trasmettevano tutto il loro amore, entrambi colti dalla consapevolezza di stringere fra le braccia la propria anima gemela. Entrambi sicuri che sarebbe durata per sempre.
Fine.




 

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