Avventure di un genio, miliardario, playboy, filantropo e altri.

di Lady Atena
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Solitudine. ***
Capitolo 2: *** Ufficio. ***
Capitolo 3: *** Inquietudine. ***
Capitolo 4: *** Computer. ***
Capitolo 5: *** Super-eroe. ***
Capitolo 6: *** Macchina. ***
Capitolo 7: *** Ruga. ***
Capitolo 8: *** Vecchiaia. ***
Capitolo 9: *** In volo. ***
Capitolo 10: *** Chiave. ***
Capitolo 11: *** Trincea. ***
Capitolo 12: *** Televisione. ***
Capitolo 13: *** Gioia. ***
Capitolo 14: *** Sorpresa. ***
Capitolo 15: *** Effetti collaterali. ***
Capitolo 16: *** Affidabili irresponsabili. ***
Capitolo 17: *** Scatola. ***
Capitolo 18: *** Cibo cinese. ***
Capitolo 19: *** Ritardo. ***
Capitolo 20: *** Previsioni. ***



Capitolo 1
*** Solitudine. ***


De: “Un trucchetto scadente e una battutaccia"; autobiografia di un genio, miliardario, playboy, filantropo nonché super-eroe.

Nick: Lady Atena.
Fandom: The Avengers.
Challenge: La sfida dei duecento prompt.
Prompt: 13; Solitudine.
NdA: Questa doveva essere una raccolta sugli Avengers e la loro convivenza – più o meno volontaria – alla Stark Tower, ma adesso è una long. Ma giuro che non è colpa mia, ecco.

Tony osservò il soggiorno davanti a sé. Il vetro della finestra rifletteva sulla città permettendo alla luce d'illuminare tutta la stanza dalla forma circolare. Avanzò affiancandosi alla parete di sinistra, camminando vicino al bancone del piano bar adibito lungo tutto il muro. Vi si poggiò guardando dal lato opposto, un divano ad angolo occupava il muro di fronte ad una televisione al plasma piatta a cui erano collegate una serie di console poggiate su un tavolinetto di vetro tra divano e televisione.
“Le riparazioni sono definitivamente completate e tutti i luoghi sono agibili, signore” comunicò Jarvis.
Tony strinse le labbra camminando in avanti, ruotò su se stesso guardando verso l'alto e arricciò il labbro.
“Non credi manchi qualcosa, J?” chiese.
Si sedette su una poltrona a lato del divano, guardò verso la finestra osservando il profilo di alcuni grattaceli che si stagliavano a poco dalla Tower.
“Se si riferisce alla signorina Potts, signore, tornerà entro quindici giorni” rispose l'A.I.
Tony piegò la schiena in avanti poggiando i gomiti sulle ginocchia mentre scuoteva il capo facendo ticchettare le punte dei piedi sul pavimento.
“Questo posto è decisamente troppo grande e troppo vuoto, amico”.
Si alzò, raggiunse il piano bar passandovi la mano sopra sentendo il legno liscio sotto le dita callose. Ne seguì le linee fino ad entrarvi, si poggiò con la schiena al bancone guardando la serie di bottiglie sugli scaffali a muro.
“Le indicazioni per la ristrutturazione erano state date in modo potessero ospitare il gruppo del progetto Avengers al completo, signore” disse Jarvis.
Tony si stropicciò le palpebre con pollice e indice sospirando sonoramente, scosse il capo poggiando la mano sul bancone dietro di sé mentre piegava le ginocchia in avanti.
“Ma io non faccio più il super-eroe, giusto?” borbottò.
Sbuffò, si diede la spinta contro il bancone di legno rizzandosi e guardò la serie di bottiglie.
“Credo di aver sviluppato una sorta di dipendenza dalla presenza di Pepper” disse.
Allungò un braccio alzando l'indice, lo fece scorrere lungo il terzo ripiano delle mensole a muro superando una serie di bottiglie.
“Il termine esatto è senso di solitudine, signore” corresse Jarvis.
Tony soffiò roteando gli occhi, afferrò una bottiglia di Martini stringendola nella mano e si voltò verso il bancone poggiandovela sopra. Si chinò, prese dagli incavi sotto il bancone un bicchiere e aprì uno sportellino tirando fuori un'insalatiera ricolma di ghiaccio fumante. Mise entrambi sul bancone, scosse il capo.
“J, io non soffro di solitudine. È Cap quello con le manie di squadra” rispose.
Fece due passi a destra aprendo un cassetto, prese un coltello, un cavatappi metallico e delle pinze tirandole fuori; intravide una confezione di cannucce poggiate sopra una di ombrellini e le afferrò entrambe con la mano libera.
“Signore, le ricordo che aveva promesso alla signorina Potts di non esagerare con il bere” disse l'A.I.
Tony sbuffò, poggiò gli oggetti sul piano bar e guardò la bottiglia.
“Sai J, mi viene difficile percepire la solitudine con te che mi ricordi cosa mi ha detto Pep ogni due secondi”.
Afferrò la bottiglia con una mano prendendo il cavatappi, fece passare il collo della bottiglia dentro l'oggetto e tirò togliendo il tappo che schizzò di lato cadendo in terra con un tintinnio. Poggiò il cavatappi, si versò il Martini nel bicchiere e lo guardò.
“J? Hai mica idea di dove viva Cap?”.
Aprì la confezione di cannucce infilandone una viola nel bicchiere, guardò quella di ombrellini e l'aprì prendendone uno rosato a fiorellini.
“L'indirizzo del Capirano Rogers era registrato nei dati trasferiti alla Mark VII, signore”.
Tony sospirò, si rigirò tra pollice e indice l'ombrellino aperto guardandolo roteare.
“E solitudine sia, allora”.
Fece due passi di lato piegandosi, aprì un altro sportello tirando fuori una bottiglia alta un palmo.
“Veramente, signore, il Generale Fury le ha mandato una copia dei bracciali dell'armatura insieme alla valigetta contenente i pezzi per posta, appena ha saputo che tornava in città” disse Jarvis.
Tony alzò lo sguardo, si rizzò e sogghignò. Poggiò la bottiglietta e l'ombrellino sul tavolo, chiuse lo sportello con il ginocchio e uscì da dietro al piano bar.
“J? Cambio di programma. Consegnami la posta, si va a trovare il boy-scout d'America”.

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Capitolo 2
*** Ufficio. ***


Nick: Lady Atena.
Fandom: The Avengers.
Challenge: La sfida dei duecento prompt.
Prompt: 44; Ufficio.

Tony ruotò su se stesso accelerando la velocità di volo, alzò il capo osservando i dati sulla visiera dello schermo.
“A quanto siamo dalla casa di Cap?” chiese.
“Mancano dodici chilometri alla residenza del Capitano Rogers, signore” rispose Jarvis.
Tony sogghignò socchiudendo gli occhi.
“Fantastico”.
“Stark!” ruggì la voce di Nicky Fury all'auricolare.
L'immagine olografica a colori del Generale apparve sulla destra della visiera dello schermo. Tony frenò rimanendo sospeso in aria, si guardò intorno e osservò l'icona del volto del Generale.
“Ehilà, Nicky! Grazie del regalino” disse.
Nicky aggrottò il sopracciglio sottile, piegò il capo.
“Spiegami perché mi stai piombando in ufficio senza avvisare dopo aver combinato quel casino con il Presidente e il suo vice!”.
Tony aggrottò le sopracciglia arricciando le labbra.
“Ufficio?” domandò.
“Sei a dodici chilometri dall'eliveivolo, Stark. Devo pensare volessi testare i nostri sistemi di sicurezza?” ringhiò Fury.
Tony si passò la mano sul volto, riprese il volo.
“Tieni la porta aperta, sono passato per il Capitano”.
L'immagine olografica di Nicky Fury aggrottò il sopracciglio socchiudendo l'unico occhio.
“Cosa vuoi da Rogers, Stark? Non ho tempo per i tuoi capricci”.
Tony roteò gli occhi sbuffando, vide sulla sinistra dello schermo il sensore localizzare l'eliveivolo e accelerò tendendo le braccia.
“Non voglio mica metterlo sotto sale”.
Lo schermo in alto brillò, Tony si spostò di lato evitando un laser e inarcò un sopracciglio.
“Ehi, Nicky. Dì ai dipendenti del tuo ufficio di abbassare le armi, o potrebbe partirmi un colpo”.
L'immagine olografica di Fury si sporse in avanti, l'iride gli brillò e scoprì i denti.
“Evita le minacce, Stark, o penserò che sei venuto solo per dar fastidio e potrei pentirmi di aver conservato i tuoi bracciali con la Mark” disse.
Tony soffiò, scosse il capo e intravide l'eliveivolo in lontananza.
“E dopo? Posso costruirne una migliore prima ancora che tu abbia finito di convocare i candidati a cui proporre d'indossarla”.
La figura dell'eliveivolo sullo schermo brillò.
“Eliveivolo in avvicinamento, signore” disse Jarvis.
L'immagine Nicky grugnì, si rizzò e annuì.
“Bene. Ti farò trovare il Capitano, ma non azzardarti a fare il tuo giochetto di Tabula Rasa nel mio ufficio”.
Tony ghignò, fece l'occhiolino e rallentò osservando l'eliveivolo volare verso il basso nella sua direzione. Tony prese a volare in verticale tenendo le braccia ritte.
“Allora ci vediamo nel tuo ufficio, Nicky” salutò.

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Capitolo 3
*** Inquietudine. ***


Personaggi: Tony, Steve.
Prompt: Inquietudine.
Lanciato da: Claudia Saini.
NdA: Questo è uno dei vecchi prompt. Molto vecchi. Ma io l'ho ritrovato adesso.

Tony entrò spalancando la porta, allargò le braccia e uscì dall'armatura sogghignando.
“Capitano!”.
Steve bloccò il pugno davanti al sacco da box, girò lentamente il capo e inarcò un sopracciglio.
“Stark?”.
Tony sorrise, abbassò le braccia e girò attorno al sacco.
“Mi fa inquietudine notare come tu non abbia cambiato abitudini. Ancora prendi a pugni sacchi da box?”.
Steve sospirò, abbassò il braccio e scosse il capo facendo oscillare il ciuffo biondo sudato.
“La cosa che dovrebbe farti inquietudine è notare quanto sia dannatamente amichevole quando vuoi qualcosa”.
Tony si portò una mano al cuore, sogghignò e piegò il capo si lato sporgendo le labbra.
“Io sono sempre amichevole. Amichevolissimo”.
Steve scosse il capo, raggiunse una panca e afferrò un'asciugamano passandoselo sul viso. Si tolse la maglia sudata, la lasciò sulla panca e passo l'asciugamano sui pettorali tesi.
“Sono sicuro che sia grammaticalmente scorretto in ogni lingua”.
Tony sbuffò, incrociò le braccia raggiungendo il capitano e lo guardò.
“Sai cos'è inquietante? Che tu viva con Fury, davvero. Mi fa inquietudine”.
Steve rise, infilò una maglia asciutta e avvolse l'asciugamano attorno alle spalle.
“In effetti è un po' strano. Conosce molte cose di tuo padre e ne parla spesso, è come essere con lui”.
Tony roteò gli occhi, afferrò una bottiglietta di energetico e la passò da una mano all'altra.
“Senti, rendiamo questa cosa meno inquietante; vieni a vivere con me”.
Stese batté le palpebre, aggrottò la fronte e afferrò la bottiglietta.
“Eh?”.
Tony sorrise, gli fece l'occhiolino.
“Sarà divertente, vedrai”.
Steve sospirò, scosse il capo e alzò le spalle.
“Almeno sarò sicuro che non irromperai in camera mia senza preavviso”.
Tony rise, tornò verso l'armatura e la indossò.
“Questo sarà tutto da vedere”.

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Capitolo 4
*** Computer. ***


Nick: Lady Atena.
Fandom: The Avengers.
Challenge: La sfida dei duecento prompt.
Prompt: 03; Computer.
Challenge: Slice of life al link http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=10511289&
Prompt: 13. Computer.
Titolo: De: "Un trucchetto scadente e una battutaccia"; autobiografia di un genio, miliardario, playboy, filantropo nonché super-eroe.
Personaggi: Altri, Steven Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man.
Genere: Introspettivo, Slince of life.
Rating: Giallo.
Avvertimenti: Raccolta.
Lunghezza: 475.
NdA: //

Tony guardò Steve seduto allo sgabello del piano bar con la schiena piegata in avanti, si avvicinò e sporse il capo oltre la spalla del soldato.
“Che combini Cap?” chiese.
Steve strinse le labbra, chiuse gli occhi inspirando e li riaprì guardando l'elenco telefonico aperto sul bancone.
“Quello che dovrebbe fare ogni ospite che si rispetti”.
Tony si sedette sullo sgabello di fianco, osservò Steve far scorrere il dito su una serie di nomi scendendo fino all'ultimo della prima riga per risalire verso l'alto con quelli della seconda.
“Godersi l'ospitalità sarebbe molto più simpatico” rispose.
Steve sospirò, scosse il capo facendo oscillare alcune ciocche biondo cenere e si umettò le labbra.
Apprezzo davvero tu mi abbia proposto di rimanere, quando hai saputo che vivevo nell'Elivelivolo, ma non posso rimanere qui in eterno” disse.
Tony alzò le spalle, poggiò le braccia sul bancone e alzò il capo verso il soffitto.
“Ehy, J? Abbiamo un computer windows?” chiese.
Steve sbuffò sonoramente girando pagina, si spostò lateralmente sullo sgabello facendolo cigolare.
“Signore, le ricordo che disponiamo di computer olografici tridimensionali interattivi ad alta tecnologia costruiti da lei stesso” rispose Jarvis.
Tony sbuffò, si passò la mano tra i capelli castani e aggrottò le sopracciglia voltandosi verso Steve. Allungò la mano, gli ticchettò sul braccio muscoloso.
“Ehi, Cap, pensi di sapere cos'è un ologramma tridimensionale interattivo?” chiese.
Steve si voltò, socchiuse gli occhi dalle iridi azzurre leggermente arrossate e inarcò le sopracciglia biondo cenere socchiudendo le labbra rosate.
“Mi stai prendendo in giro, Stark?” chiese.
Tony si rizzò, alzò le spalle e scese dallo sgabello incrociando le braccia al petto coperto da una maglia a maniche corte che lasciava scoperte le spalle dalla pelle abbronzata.
“Ti stavo proponendo di usare uno dei miei computer, ma temo di non averne risalenti al Giurassico”.
Steve scosse il capo, strinse le labbra.
“Non preoccuparti, troverò un appartamento entro la fine della settimana anche con l'elenco telefonico”.
Tony scosse il capo, sogghignò e poggiò una mano sul volume coprendo entrambe le pagine. Voltò il capo guardando Steve, sogghignò.
“Veramente il computer mi serviva per trovare qualcuno che s'intendesse di antiquariato, Cap. Io non saprei come arredare la stanza di un boy-scout d'America”.
Steve spalancò gli occhi e la bocca, batté le palpebre un paio di volte osservando il volto di Tony. Scosse il capo, si passò la mano sul volto e sospirò.
“Sei serio?” chiese.
Tony si rizzò, indicò con il capo il divano.
“Vieni a sederti che ti do qualche lezione, Cap. Non posso decidere io cosa mettere in camera tua!”.
Steve guardò l'elenco, Tony e nuovamente il volume. Sorrise, annuì e chiuse l'elenco telefonico con un tonfo. Si alzò, accennò un sorriso con le iridi azzurre brillanti di riflessi blu.
“Dovrai avere pazienza” disse.
Tony alzò le spalle, fece qualche passo in avanti e ghignò.
“Anche tu con i computer, Capiscle”.

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Capitolo 5
*** Super-eroe. ***


Steve si mise lo scudo sulle spalle, strinse le bretelle di stoffa e assottigliò le labbra socchiudendo gli occhi azzurri. Si voltò, camminò davanti al divano passando di lato al tavolino alto fino alle sue ginocchia coperte dai pantaloni blu aderenti. Udì un sibilo, sentì dei passi seguiti da un tonfo.
“Ehi, stai uscendo?” chiese Tony.
Steve si voltò, annuì tendendo la schiena; allungò le braccia con le dita allargate e le spalle tese.
“Ho una missione” rispose.
Tony incrociò le braccia inarcando un sopracciglio castano scuro, spostò il peso sul piede sinistro mettendosi a lato del bracciolo del divano con le labbra arricciate.
“Qualcosa di grave?” domandò.
Steve sfregò le labbra tra loro, si girò totalmente verso Tony dando le spalle alla porta e strinse gli occhi abbassando il capo; facendo strofinare i capelli biondo cenere contro la fronte tesa.
“Mi 'spiace, Stark. Non sei più un super-eroe, non posso informarti” disse.
Tony alzò le mani, le mosse in aria sogghignando e le iridi castano scuro brillarono di riflessi nocciola. Fece due passi avanti, piegò il capo abbassando le mani; i bracciali dell'armatura al polso brillarono riflettendo la luce che filtrava dalle finestre alla sua sinistra.
“Calma, calma. Non voglio fare il super-eroe, solo sapere se devo prepararmi a ristrutturare casa. Di nuovo”.
Steve strofinò il pollice sulla stoffa della bretella destra, inspirò facendo gonfiare i pettorali che aderirono alla tutina aderente azzurra.
“Non c'è nessuna emergenza, o il Generale Fury ti avrebbe chiesto di indossare l'armatura”.
Tony roteò gli occhi sbuffando sonoramente, incrociò nuovamente le braccia all'altezza dei pettorali coperti da una maglia larga macchiata d'olio sul bordo sinistro e fece tre passi avanti.
“Se decido di non fare il super-eroe, non riprenderò perché Nichi alza la voce”.
Steve sospirò, abbassò il capo aggrottando la fronte e socchiuse le iridi che brillarono di riflessi blu chiaro.
“Dovresti riprendere per il bene delle persone che contano su Iron Man”.
Tony dimenò le mani in aria con un occhio socchiuso e l'altro aperto; le sopracciglia inarcate nella fronte aggrottata. Arricciò il naso sporgendo le labbra, mosse le mani a destra e sinistra, le chiazze d'olio sulle dita brillavano di riflessi più scuri a causa della luce che filtrava dalla finestra.
“Senti, qui non si tratta di me e del mio non fare più il super-eroe, ma di te e della tua missione in quanto tutt'ora super-eroe”.
Steve chiuse gli occhi, li strinse fino a sentire le tempie dolere e li riaprì sospirando sonoramente.
“Stark, devo andare” disse.
Tony sogghignò, allargò le braccia e gli si fermò davanti inarcando entrambe le sopracciglia verso l'alto.
“Dimmi dove, allora”.
Steve strinse i denti, assottiglio le labbra e guardò verso la porta. Si voltò nuovamente osservando gli occhi socchiusi di Tony, strinse i pugni unendo i talloni tra loro.
“L'agente Romanoff è in missione top secret, ha bisogno di essere accompagnata per prevenire un eventuale pericolo” disse.
Tony abbassò le braccia, alzò il capo e sporse le labbra facendo strofinare il pizzetto contro il naso.
“Vuoi andarci a piedi?”.
Steve alzò le spalle, strinse le labbra accennando un sorriso e sfiorò le bretelle di stoffa che reggevano lo scudo.
“Al contrario di un miliardario che entra ed esce dai super-eroi senza considerare niente e nessuno, io non ho mezzi di trasporto privati”.
Tony socchiuse gli occhi con un sogghigno, piegò il capo di lato facendo ondeggiare i capelli castano scuro.
“Questa è una non sottile frecciatina nei confronti del mio licenziamento da super-eroe?” chiese.
Steve roteò gli occhi, si girò e poggiò la mano su un dispositivo alla destra della porta; che s'illuminò d'azzurro scannerizzando il palmo.
“Cercherò di tornare per la colazione di domani, se non ci saranno complicazioni” disse.
Tony gli si avvicinò, gli diede una pacca sulla spalla e guardò la porta aprirsi. La superò, si voltò e sogghignò.
“Credo ti accompagnerò” disse.
Sventolò la mano in aria, fece l'occhiolino.
“Non c'è niente di male se un ex super-eroe ti da un passaggio in macchina, no?” domandò.

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Capitolo 6
*** Macchina. ***


Nick: Lady Atena.
Fandom: The Avengers.
Challenge: La sfida dei duecento prompt.
Prompt: 67; Macchina.

Tony ticchettò con l'indice sul volante della macchina, sbuffò togliendosi gli occhiali da sole e si voltò verso Steve.
“Dobbiamo rimanere ancora per molto?” chiese.
Steve strinse le labbra, lanciò un'occhiata allo specchietto retrovisore osservando Natasha parlare con un uomo alto due volte lei dalla pelle candida. Steve piegò la schiena all'indietro poggiandola contro il sedile della macchina, strinse le labbra.
“Il generale Fury vuole che non li perdiamo di vista” rispose.
Tony roteò gli occhi, appese gli occhiali da sole alla maglia e strinse il volante.
“Quando mi hai detto che serviva la macchina pensavo a qualcosa di eccitante come un inseguimento per le vie della città, non che dovevamo stare parcheggiati ad aspettare i comodi di Ice Queen” borbottò.
Steve strinse gli occhi, schioccò la lingua sul palato e lo guardò inarcando le sopracciglia biondo cenere.
“Stark, in caso d'inseguimento ti avrei chiesto d'indossare l'armatura”.
Tony tolse una mano dal volante alzando l'indice, aprì la bocca e la richiuse arricciando il labbro verso l'alto mentre muoveva il dito avanti e indietro.
“Potevi sempre aver deciso di rispettare la mia decisione di non fare il super-eroe, al contrario di Nichi”.
Steve si sporse in avanti sul sedile della macchina, strinse le labbra.
“Non si può smettere di fare il super-eroe, Stark”.
Tony ghignò, si piegò lateralmente.
“Adesso mi bacerai e ci fingeremo la coppietta gay che amoreggia in macchina?” chiese.
Steve avvampò, si rizzò e guardò lo specchietto notando Natasha camminare dietro l'uomo dalla pelle candida. Steve strinse il pugno sui pantaloni.
“Metti in moto e seguiamola, piuttosto” ordinò.
Tony strinse il volante, sogghignò togliendo la frizione e diede gas.
“Al tuo servizio, Capiscle”.
Uscì dal parcheggio facendo infilare la macchina nel traffico, sogghignò vedendo le guance di Steve purpuree e lanciò uno sguardo a Natasha che ancheggiava dietro l'uomo sul marciapiede. Tony strinse le labbra socchiudendo gli occhi castani.
< In fondo sto solo guidando la macchina per Cap, non sto facendo il super-eroe > si disse.
Ingranò la marcia, si fermò al semaforo e sorrise annuendo.
< Questo è decisamente ok >.

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Capitolo 7
*** Ruga. ***


Nick: Lady Atena.
Fandom: The Avengers.
Challenge: La sfida dei duecento prompt.
Prompt: 110; Ruga.

Steve prese lo schienale della sedia, lo tirò indietro facendola strusciare sul pavimento e strinse le labbra.
“Si metta seduta, agente Romanoff” disse.
Natasha batté le palpebre, si tolse una ciocca di capelli rossi dal volto sedendosi con le gambe accavallate.
“La ringrazio, Capitano”.
Tony schioccò la lingua sul palato, si sedette a gambe aperte poggiando il capo contro lo schienale piegando il collo verso i due.
“Scosti ancora le sedie alle signore? Siamo all'antica, Capiscle” disse.
Steve sospirò, strinse le labbra e si sedette su una sedia due passi dietro quelle degli altri due. Tony fece un mezzo giro, poggiò le mani sulle ginocchia stringendo le labbra e gli occhiali appesi alla maglia ondeggiarono.
“Hai mai pensato di farti un lifting?” chiese.
Si piegò in avanti, sogghignò allungando la mano e puntò l'indice sotto l'occhio di Steve con le sopracciglia inarcate.
“Hai una ruga proprio lì”.
Natasha sospirò, chiuse gli occhi poggiando la schiena contro la sedia e riaprì le iridi ghiaccio.
“Il Capitano non ne ha bisogno. Al contrario di te, Stark” sibilò.
Tony si rizzò, socchiuse gli occhi castani accentuando il sogghigno.
“Per tua norma e regola io ho solo rughe d'espressione, che aumentano il mio fascino”.
Steve inspirò, espirò e si passò la mano sul volto scuotendo il capo; alcune ciocche biondo cenere strofinarono contro la mano.
“Ho una ruga d'esasperazione a causa tua, Stark” borbottò.
Tony ghignò, sfilò gli occhiali dalla maglia e li infilò tra i capelli castani.
“A me donano di più, Capiscle”.
Guardò verso Natasha, le fece l'occhiolino.
“E sono molto più sexy di te, Desperate Housewives”.
Natasha sbuffò dal naso, si sporse in avanti e una bretella del vestito le scivolò lungo la spalla dalla pelle pallida.
“Però a me le rughe non verranno mai, Stark”.

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Capitolo 8
*** Vecchiaia. ***


Nick: Lady Atena.
Fandom: The Avengers.
Challenge: La sfida dei duecento prompt.
Prompt: 32; Vecchiaia.

Steve chiuse gli occhi, rilassò le spalle scivolando lungo il divano sentendolo affondare sotto di sé.
< Chi l'avrebbe mai detto che Stark mi avrebbe sul serio aiutato con l'agente Romanoff > pensò.
Udì dei passi, aprì un occhio osservando Tony camminare verso di lui con un bicchiere stretto nella mano destra. Tony si sedette, ghignò socchiudendo le iridi castane.
“Ehy, boy-scout, se devi morire non sul mio divano. È nuovo”.
Steve sospirò, abbassò il capo facendo ricadere un ciuffo di capelli biondo cenere sulla fronte tesa.
“Sono nato un secolo fa, ma ho meno anni di te, Stark”.
Tony roteò gli occhi, bevve due sorsi dal bicchiere facendo aderire il ghiaccio nel contenitore alle proprie labbra. Abbassò l'oggetto poggiandolo sul tavolino davanti a sé, ghignò.
“La vecchiaia non si misura in anni, Cap”.
Steve si rizzò piegandosi in avanti, socchiuse gli occhi inarcando le sopracciglia.
“E in cosa, in bicchieri bevuti?”chiese.
Tony scosse il capo, aderì con le spalle allo schienale della poltrona accavallando le gambe e fece l'occhiolino.
“Suvvia, io sono l'inizio del tuo reintegro nella società”.
Steve scosse il capo, strinse le labbra sottili.
“Al massimo delle mie crisi di nervi” borbottò.
Tony sogghignò, si alzò e prese il bicchiere. Lo finì di bere, fece ondeggiare i cubetti di ghiaccio e piegò il capo.
“È quella che si chiama vecchiaia, Capiscle” disse.
Sentirono due colpi alla porta, si voltarono vedendo Barton poggiato con una spalla allo stipite mentre con l'altra mano teneva l'arco.
“Mi dispiace disturbare, ma c'è ancora posto nello ospizio?” chiese.
Tony batté le palpebre due volte, alzò le spalle e ghignò.
“Solo se non indossi tutine luccicanti, Legolas!” esclamò.

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Capitolo 9
*** In volo. ***


Tony incrociò le braccia, sporse il capo in avanti osservando il sedile del pilota e sogghignò arricciando le sopracciglia castano scuro.
“Sai, ti facevo appollaiato su qualche albero in attesa che si dimenticassero del casino di New York”.
Clint mosse il comando verso sinistra facendo inclinare il jet, piegò il capo all'indietro inarcando un sopracciglio e arricciò il labbro.
“Sono stato da Tasha fin'ora” rispose.
Steve aggrottò le sopracciglia, poggiò il braccio sul sedile accanto a quello del pilota e sporse il capo in avanti piegando la schiena.
“Lo stai nascondendo?” domandò, con tono alto.
Natasha sorrise, alzò il capo piegandolo di lato; le ciocche rosse le strofinarono contro la tuta nera che la copriva.
“Non farei mai niente qualcosa per aggravare la mia situazione, non crede?” chiese.
Tony scosse il capo, accentuò il sogghignò sciogliendo le braccia incrociate e le fece dondolare ai lati dei fianchi; i bracciali dell'armatura scintillarono ai suoi polsi.
“Credo di avertelo già detto, ma tu sei una triplice imbrogliona” disse.
Clint ridacchiò, fece raddrizzare il jet e sogghignò socchiudendo gli occhi dalle iridi grigio-verdastre; piegò il capo osservando i bracciali che Tony indossava e rizzò la testa accentuando l'espressione.
“Chi indossa l'armatura nonostante si sia dimesso dal fare il super-eroe?” domandò.
Tony roteò gli occhi, alzò le braccia e agitò le mani muovendole in tondo; fece tre passi avanti passando di lato a Steve e si sedette accanto alla valigetta con l'armatura.
“Precauzione. Mi avete invitato su un aereo che potrebbe essere dirottato da chiunque nell'arco di cinque secondi, non potevo certo venire disarmato”.
Steve si voltò, inarcò un sopracciglio biondo socchiudendo gli occhi azzurro scuro e si arcuò in avanti con la schiena incassando il capo tra le spalle.
“Potevi sempre rifiutare!”.
Natasha poggiò il capo contro la spalla del sedile, sogghignò arricciando il labbro rosso sangue e socchiude le iridi ghiaccio accavallando le gambe.
“Lasci perdere, Capitano. Stark non riesce mai a fare a meno di essere il centro dell'attenzione”.
Tony sogghignò, si voltò e le fece l'occhiolino allargando le braccia.
“Autocompiacimento da manuale, agente Romanoff”.
Clint fece accelerare il jet, il radar brillò illuminandosi e lui fece ruotare il mezzo su se stesso. Steve ondeggiò allargando le braccia, si poggiò alla parete e con la mano libera afferrò lo scudo stringendolo al petto. Tony rotolò sulla panca, si aggrappò ai bordi e allungò il braccio afferrando il manico della valigetta. Natasha roteò gli occhi, si tolse delle ciocche di capelli da davanti al volto pallido e strinse le braccia sotto i seni. Clint ghignò, piegò il capo all'indietro e gli occhi gli brillarono.
“È meglio lasciar perdere le citazioni a memoria e allacciare le cinture. Si balla”.
Tony si tirò in ginocchio, si sollevò e si sedette sulla panca stringendo con una mano la valigetta e con l'altra i bordi di legno.
“Lo sapevo che c'avrebbero sparato!” urlò.
Steve si sedette sulla panca dal lato opposto, strinse lo scudo e si sporse in avanti socchiudendo gli occhi.
“Allora perché sei venuto!” strillò.
Clint fece virare il jet verso destra mettendo il mezzo in verticale, Tony cadde dalla propria panca finendo addosso a Steve che venne schiacciato contro la parete. Natasha sporse il capo guardando il finestrino, strinse le labbra sciogliendo le braccia incrociate.
“Ne abbiamo cinque alle spalle” disse.
Clint ghignò, strinse i comandi sporgendo il capo in avanti; allargò le gambe facendo strofinare l'arco appeso alla sua vita contro il bracciolo del sedile.
“Non per molto. Reggetevi forte, lì dietro!”.
Tony sgranò gli occhi, afferrò con una mano la spalla di Steve premendo i piedi sul pavimento. Steve strinse i denti stringendo il polso di Tony, abbassò il capo socchiudendo gli occhi e grugnì.
“Qui non stiamo più giocando, Stark” ringhiò.
Tony alzò il capo, sogghignò poggiando le ginocchia sulla panca e socchiuse gli occhi castano scuro.
“Non ti piacciono le montagne russe, Capitano?” domandò.
Il jet s'inclinò verso sinistra mettendosi nuovamente in verticale, Tony venne sbalzato contro la parete opposta battendo la schiena con un tonfo e la presa attorno alla valigetta si allentò. Steve gli cadde addosso, lo scudo scivolò di lato e lui sentì le ossa di Tony scricchiolare e spalancò gli occhi rotolando in ginocchio sul pavimento. Tony ansimò, si premette il costato e si leccò le labbra alzando la valigetta. Natasha voltò il capo, sollevò il braccio mostrando una pistola e fece scattare la sicura.
“Abbiamo un emergenza a Mali, non possiamo fare ritardo” disse.
Steve poggiò la mano sulla panca, voltò il capo aggrottando le sopracciglia e sporse la testa verso il sedile di Barton, facendo strofinare sulla fronte tesa i capelli biondi scompigliati.
“Sei venuto per chiamare me?” chiese.
Clint rimise il jet in orizzontale, guardò il radar osservando tre puntini brillare e socchiuse gli occhi.
“Il Generale ritiene che per le guerre ci vogliono i soldati”.
Steve sgranò gli occhi, afferrò lo scudo e se lo agganciò al braccio. Si rizzò, fece un passo avanti scuotendo il capo.
“Pensavo che Fury ti desse la caccia!”.
Natasha scosse il capo, abbassò la pistola infilandosela nella scollatura dei seni.
“È più complicato di così, Capitano”.
Tony scosse il capo, poggiò la mano libera sulla panca dandosi la spinta per alzarsi e fece tre passi avanti stringendo la valigetta.
“Monocolo tiene al suo circo. C'è qualcun altro dietro tutto questo”.
Steve indicò verso Tony con il dito, scosse il capo e batté l'altra mano sulla spalla del sedile del pilota.
“Lui adesso è un civile! Non dovrebbe essere qui”.
Clint indicò con il mento i bracciali ai polsi di Tony, scosse il capo e alzò le spalle.
“Finché avrà quelli, non potrà liberarsi di noi”.
Tony ghignò, alzò il braccio e lo ondeggiò. Indietreggiò, lasciò cadere la valigetta e i sensori dei bracciali brillarono di rosso. L'armatura gli si montò addosso, lui fece ritirare la maschera e si voltò. Sogghignò, avanzò e fece l'occhiolino.
“Allora tanto vale che sia io a liberarmi di loro”.

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Capitolo 10
*** Chiave. ***


Nick: Lady Atena.
Fandom: The Avengers.
Challenge: La sfida dei duecento prompt.
Prompt: 21 Special!; Chiave.

Clint fece roteare attorno all'indice le chiavi, le lanciò in aria e le afferrò stringendo il pugno. Strinse le ginocchia al petto strusciandosi contro la stoffa dello schienale del divano su cui era accovacciato.
“Questa è una vera e propria pazzia” borbottò.
Natasha avanzò nella stanza ancheggiando con le braccia incrociate sotto il seno coperto dalla tuta nera, si poggiò sul bracciale del divano accavallando le gambe.
“Ci ha dato le chiavi del suo appartamento” disse piatta.
Clint aprì il pugno, osservò il palmo dove la chiave grigio metallico contrastava con la pelle leggermente abbronzata.
“È come scrivere un manifesto per inimicarsi il Consiglio” disse.
Natasha piegò il capo verso l'alto, i capelli rossi le strofinarono contro le spalle.
“Da Stark avremo dovuto aspettarci qualcosa del genere” affermò.
Allungò il braccio, prese la chiave e la tenne tra pollice e indice osservando l'oggetto tintinnare. Clint arcuò la schiena verso il basso, le frecce batterono tra loro strofinando contro il bordo della faretra.
“Eddai Nat, quella è la mia chiave!” si lamentò.
Natasha socchiuse le iridi ghiaccio, strinse nel pugno la chiave e si alzò in piedi. Voltò il capo, le ciocche rosse le circondavano il volto pallido risaltando le labbra scure.
“Dovrai restare nei paraggi allora, Barton, perché non ho intenzione di restituirla” sibilò.
Clint sogghignò, saltò giù dallo schienale del divano facendo ondeggiare l'arco che teneva alla vita.
“Io ti tengo sempre d'occhio, Nat. Solo che vedo meglio da una certa distanza”.
Camminò in avanti, la raggiunse e le si affiancò. Natasha strinse le labbra tendendo il braccio con il pugno chiuso attorno alla chiave.
“Allora vedrai la chiave anche da camera tua, agente Barton” disse.
Clint inarcò un sopracciglio, osservò la donna varcare la porta ondeggiando e scosse il capo.
< Quella donna userà la chiave per chiudermi in gabbia, prima o poi > pensò.

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Capitolo 11
*** Trincea. ***


Nick: Lady Atena.
Fandom: The Avengers.
Challenge: La sfida dei duecento prompt.
Prompt: 28; Trincea.

Tony ticchettò contro l'auricolare, poggiò le spalle contro lo schienale della sedia e allargò le gambe alzando il capo verso lo schermo olografico. Vide Steve rotolare in terra nascondendosi dietro un angolo, il suono di spari gli arrivò ovattato e con sottofondo metallico attraverso le cuffie. Tony si mordicchiò il labbro, guardò Steve alzarsi in piedi e correre verso un muro alla fine del vicolo.
“Ehi, Cap? Riesci a tornare in trincea? Vorremmo evitare la terza guerra mondiale” disse Tony.
Osservò Steve saltare sopra il secchio di un cassonetto, piegare le ginocchia e balzare superando il muro. Steve atterrò, rotolò in avanti e attraverso la cuffia si sentirono una serie di tonfi e fruscii. Steve si rialzò, si portò la mano all'orecchio.
“La tua casa non è una trincea, Stark” disse.
Accelerò la corsa, svoltò di lato entrando in una strada trafficata e si udirono i rumori di clacson. Steve saltò oltre una macchina, corse superando un camion tra varie urla in sottofondo e salì sul marciapiede.
“È un rifugio al quale non posso tornare. Non finché sarò seguito” concluse.
Tony strinse le labbra, le sfregò tra loro e inspirò.
“Ok. Attivo i sistemi di sicurezza. Chiamami quando torni, Cap” disse.
Vide Steve annuire, lo schermo si oscurò e sparì rientrando nella cuffia. Tony se la tolse, la poggiò sul tavolo e sospirò massaggiandosi la fronte con due dita. Natasha accavallò le gambe, incrociò le braccia sotto i seni e strinse le labbra rosso sangue socchiudendo le iridi color ghiaccio.
“Non volevamo trasformare casa tua in una trincea di guerra, Stark” disse.
Sospirò, scosse il capo facendo strofinare le ciocche rosso scuro sulla tuta nera e alzò il capo.
“Possiamo trovare un'altra sistemazione. Non riuscirai a nasconderti dal Generale Fury a lungo”.
Tony sventolò la mano in aria, sogghignò e le fece l'occhiolino.
“È preoccupata per me, agente Romanoff?” chiese.
Si alzò, fece il giro del tavolo e si sedette sulla sedia di fianco a Natasha. Si sporse in avanti, accentuò il ghigno socchiudendo le iridi castano scuro.
“Decido io cosa fare di casa mia. Se voglio trasformarla in una trincea, sono libero di farlo”.
Si sentì il fruscio della porta che si apriva, i due si voltarono. Clint incrociò le braccia al petto, si poggiò con la schiena allo stipite della porta e abbassò il capo socchiudendo le iridi grigio-azzurrine.
“Tu non sei in grado di rimanere nascosto. Non voglio trasformare questo rifugio in una galera” disse.
Natasha si alzò, lo raggiunse e strinse le labbra socchiudendo gli occhi sporgendosi sulle punte degli stivaletti neri.
“Non ti permetterò di consegnarti” affermò gelida.
Tony sbuffò, si passò la mano tra i capelli castano scuro e li raggiunse. Guardò Natasha, le fece l'occhiolino e mise la mano sulla spalla di Clint stringendola.
“Tra trincea e prigione c'è una differenza, Legolas” disse.
Gli diede una pacca, fece due passi indietro e raggiunse il tavolo. Afferrò l'auricolare, l'infilò e socchiuse gli occhi ghignando.
“Dalle trincee si può passare al contrattacco”.

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Capitolo 12
*** Televisione. ***


Nick: Lady Atena.
Fandom: The Avengers.
Challenge: La sfida dei duecento prompt.
Prompt: 80; Televisione.

Steve superò la porta automatica, si voltò osservando la televisione accesa e aggrottò le sopracciglia.
“Guardate di nuovo il telegiornale?” chiese.
Clint strinse le gambe tra loro, facendo strofinare i calzini contro la cima dello schienale del divano sul quale era acquattato.
“In televisione stanno dando solo telegiornali, da New York” disse.
Natasha strinse le labbra, strofinò il pollice sul telecomando e accavallò le gambe osservando le macerie sullo schermo.
“Telegiornali o interviste a Stark” aggiunse.
Steve sbuffò, roteò gli occhi e si sedette.
“Cos'è successo, sta volta?” domandò.
Guardò la televisione, osservò una macchina rivoltata e vide la telecamera spostarsi inquadrando i resti di un palazzo. Strinse le labbra socchiudendo gli occhi azzurri.
“Il Generale ci ha contattati?” chiese.
Clint scosse il capo, passò la mano sul laccio della faretra facendolo aderire alla spalla.
“Non è in diretta, Capitano. È successo ieri, secondo il fuso orario inglese, a Greenwich”.
Natasha sospirò, si tolse una ciocca rossa da davanti la guancia pallida e incrociò le braccia sotto i seni coperti dalla tuta nera.
“Barton è in querela e Stark rifiuta ogni ordine”.
Steve aggrottò le sopracciglia, guardò la televisione osservando la telecamera oscurata dal fumo e sospirò.
“Immagino non mi ritenga ancora pronto per un viaggio oltreoceano”.
Natasha annuì, strinse tra loro le labbra.
“E anche con i jet dello S.H.I.E.L.D. sarei comunque arrivata a battaglia conclusa”.
Sentirono un fruscio, si voltarono. Tony passò le mani su uno strofinaccio, lo lanciò nel cestino a lato della porta e raggiunse il divano.
“Ehi, guardate la televisione?” chiese.
Clint si toccò l'arco attaccato alla cintola, indicò lo schermo con il capo.
“Una città inglese è stata presa di mira, e la cosa stava dilagando, ma il Generale non ha contattato nessuno” spiegò.
Tony aggrottò le sopracciglia castane, guardò lo schermo e osservò la telecamera inquadrare un puntino rosso.
“Ehi, J, zoom sul meteorite in rosso”.
L'immagine nella televisione si fece più grande, si vide Thor stringere mjolnir con il braccio teso in avanti; il mantello rosso gli ondeggiava alle spalle. Steve strabuzzò gli occhi, si rizzò.
“Quello è Thor!”.
Clint saltò giù dallo schienale del divano, toccò la punta delle frecce nella faretra.
“Il Generale non ci ha chiamato perché c'era già qualcuno”.
Natasha alzò il capo, socchiuse gli occhi e le iridi color ghiaccio brillarono.
“Frenate i cavalli. Barton, tu non puoi uscire. Capitano, se il Generale ha ritenuto opportuno non informarci, vuol dire che sotto c'è qualcosa di più che un semplice attacco”.
Steve strinse i pugni, guardò la televisione osservando Thor sparire all'interno di una nube nero-rossastra e strinse i denti.
“Cosa dovremmo fare?”.
Tony sbuffò, si passò la mano sul polso toccando il bracciale della Mark e sogghignò.
“Voi anziani tornate a guardare la televisione”.
I tre si voltarono, Tony fece l'occhiolino e si voltò raggiungendo la finestra. Il vetro si aprì, Tony sogghignò e le iridi castano scuro brillarono.
“Io ho proprio voglia di un po' di sana aria inglese”.

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Capitolo 13
*** Gioia. ***


Nick: Lady Atena.
Fandom: The Avengers.
Challenge: La sfida dei duecento prompt.
Prompt: 17; Gioia.

Tony tese le braccia accelerando la velocità di volo, abbassò il capo osservando il fitto strato di nebbia sotto di sé.
“Quanto manca, J?” chiese.
“Stiamo sorvolando Greenwich, signore. Aumento la visibilità”.
Al lato destro dello schermo dell'armatura apparve una strada con dei pezzi d'asfalto mancante, una serie di freccette blu le indicavano e i dati relativi scorrevano sullo schermo. Al lato sinistro apparve una piazza con dei frammenti di automobili e palazzi, vennero inquadrate tre automobili e una delle frecce indicò le spalle di un agente.
“Identificato l'agente Maria Hill, signore” disse Jarvis.
Tony sogghignò socchiudendo gli occhi, si abbassò di quota.
“Scommettò che per Monocolo sarà una gioia rivedermi” disse ironico.
Lo schermo in basso lampeggiò di rosso, Tony abbassò gli occhi.
“E ora cosa?”.
“Rilevata presenza nemica nei pressi degli agenti dello S.H.I.E.L.D.” disse Jarvis.
Tony si mise in verticale, volò oltre le nuvole e una macchina gli passò di fianco atterrando al centro della strada. Mise una mano davanti a sé, sparò e atterrò guardando alla sua destra. Tre agenti erano in terra, una macchina era schiantata contro una colonna con la portiera aperta. Maria Hill corse verso i feriti seguita da altri quattro agenti. Tony si voltò verso sinistra osservando la figura di Loki ondeggiare, il buco sul suo petto si dissolse in una nebbiolina verdastra e la figura sparì. Tony sgranò gli occhi, si voltò allargando il braccio.
“Correte!” ordinò.
Si sentì afferrare il polso, tirò una gomitata all'indietro e attivò i propulsori delle gambe staccandosi dal terreno. Si voltò rimanendo sospeso, guardò verso Loki. Loki sogghignò, abbassò il capo portandosi una mano al petto.
“Lieto di vedere che ti ricordi ancora di me” disse.
Tony sollevò il vetro della maschera dell'armatura, strinse le labbra socchiudendo gli occhi.
“Difficile dimenticare la gioia del nostro primo incontro”.
Lanciò un'occhiata alle sue spalle vedendo gli agenti correre oltre una serie di palazzi, abbassò il vetro dell'armatura e una serie di coperchi sulle spalle si alzarono mostrando la punta di alcuni missili.
“Allora, a che gioco vogliamo giocare, Piccolo Cervo?”.
Loki socchiuse gli occhi, le iridi verdi brillarono e portò una mano dietro la schiena.
“La gioia di rivedermi è talmente tanta da dimenticare le tue armi, mortale?” chiese.
Mosse la mano a semicerchio, Tony sentì la propria pelle formicolare; abbassò il capo e spalancò gli occhi guardando i propri pantaloni. Urlò, ondeggiò sul posto e precipitò verso il basso. Loki mosse nuovamente la mano, l'armatura riprese forma sul corpo di Tony e quest'ultimo attivò i reattori delle mani tenendosi in equilibrio a due palmi dal suolo. Sgranò gli occhi, aggrottò le sopracciglia e storse il labbro.
“J? Per caso l'ultima volta Mago Merlino sapeva far svanire le armature?”.
“La Mark non ha subito danni né spostamenti, signore” rispose Jarvis.
Tony atterrò, camminò in avanti e la maschera dell'armatura si ritirò su se stessa scoprendogli il volto.
“Nelle prigioni di Asgard i pazzi li potenziano, invece di dargli pane e acqua?” domandò.
Loki tirò fuori la mano da dietro la schiena, sorrise e fece due passi avanti sporgendo la schiena verso Tony. Tony inarcò un sopracciglio, abbassò il capo. Loki sporse le labbra, batté le palpebre e si sporse sulle punte degli stivali verdi.
“Non sarebbe una gioia maggiore, per te, vivere nell'illusione della vostra vittoria; invece di scoprire la verità?”.
Tony deglutì, si leccò le labbra e incrociò le braccia al petto.
“Ad una certa età bisognerebbe smettere di credere a Babbo Natale, non credi?”.
Loki sogghignò, le iridi verdi brillarono.
“Fammi giocare con le mie illusioni” sussurrò.
Sparì e Tony sentì una lama premuta contro il collo scoperto. Lanciò uno sguardo dietro di sé, intravide il profilo del volto di Loki. Loki gli avvicinò le labbra all'orecchio, socchiuse gli occhi.
“Non verrà fatto del male a nessuno” mormorò.
Tony roteò gli occhi, alzò le mani.
“Sai, se tu lo chiedessi con le buone maniere sarebbe una gioia aiutarti”.
Abbassò il capo, osservò il gambo di una rosa premuta contro il suo collo al posto della lama e aggrottò le sopracciglia. Si voltò, Loki sorrise e fece sparire il fiore in un brillio verde.
“E per me sarà una gioia accettare il drink che mi hai offerto l'ultima volta, Stark” disse.
Prese le sembianze di Maria Hill, socchiuse gli occhi assottigliando le labbra.
“Quando avrò finito ciò che devo fare”.

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Capitolo 14
*** Sorpresa. ***


Nick: Lady Atena.
Fandom: The Avengers.
Challenge: La sfida dei duecento prompt.
Prompt: 88; Sorpresa.

Tony ticchettò sull'auricolare, inspirò ed espirò.
“J, togli l'armatura” ordinò.
L'armatura si smontò diventando una valigetta, Tony si piegò e la sollevò. Sogghignò, alzò il capo e fece l'occhiolino.
“Allora mi scorta lei fino al nostro barbaro preferito, agente Skrull1?”.
Maria sorrise, annuì socchiudendo gli occhi e gli si affiancò.
“È sicuro di non voler tenere l'armatura, signor Stark?” domandò.
Tony scrollò le spalle, avanzò lungo il marciapiede facendo dondolare il braccio che stringeva la valigetta; i bracciali dell'armatura che gli cingevano i polsi brillavano ad ogni movimento.
“Questa sì che è una sorpresa. Perché dovrei tenere l'armatura vicino ad una collega?”.
Voltò il capo all'indietro, gli fece l'occhiolino e sogghignò.
“E parlando di sorprese. Come mai sei da queste parti?” chiese.
Maria ridacchiò, venne avvolta da una luce verdina e prese l'aspetto di una bambina dai lunghi capelli biondi alta fino ai fianchi di Tony. La bambina saltellò accanto all'uomo, gli prese la mano e sorrise.
“Se vogliamo restare in tema, ho una piccola sorpresa per mio fratello” disse.
Tony guardò la bambina, aggrottò le sopracciglia castane e ritirò la mano.
“Vuoi fingerti la vostra figlia segreta?”.
La bambina ridacchiò, prese l'aspetto di un uomo alto una testa più di Tony con dei corti capelli castani e la divisa dello S.H.I.E.L.D. addosso.
“Con l'aspetto di un infante è stato facile aggirarmi indisturbato per le vie di Asgard devastata e infiltrarmi nel passaggio che conduce a Midgard”.
Tony strinse le labbra accentuando la presa sul manico della valigia rossa, aggrottò le sopracciglia.
“So che è sorprendente, ma qui sul nostro pianeta non siamo informati dei danni che combinate ad Asgard”.
L'uomo ridacchiò, prese nuovamente l'aspetto di Maria Hill e incrociò le braccia sotto i seni arricciando il labbro.
“È stata una sorpresa anche per me. La città dorata caduta, la regina morta, il guardiano della porta accusato di alto tradimento insieme ai quattro guerrieri di Asgard più valenti, il principe ereditario che rinuncia al trono. E tutto per un potere che non capiscono, e che temono”.
Tony si leccò le labbra, passò di lato ad un frammento di colonna. Guardò la donna entrare in un vicolo, si voltò osservando la strada alle sue spalle e sospirò.
< Prometto che pagherò le spese per non aver dato una mano, ma devo prima salvare un orango tango biondo dal suo fratello pazzo > pensò.
Si girò, seguì Maria e le si affiancò.
“Immagino che non parli del tuo, di potere, dopo il casino che è successo” disse.
La donna scosse il capo, passò dietro un albero e ne uscì con le sembianze di un bambino alto fino al gomito di Tony. Socchiuse gli occhi azzurri, sorrise e alzò il capo facendo strofinare i capelli castani contro la pelle rosata del collo.
“A suo tempo, avevo raccolto tutti i dati che mi servivano sul vostro ritrovo di disadattati. Mi sono sorpreso anche io mi siano serviti, dopo quell'ingloriosa battaglia”.
Tony sbuffò, si passò la mano libera tra i capelli castano scuro e roteò gli occhi.
“Facciamo finta che tu non stia accuratamente evitando di dirmi cos'è successo e come mai sei libero”.
Proseguì costeggiando delle aiuole, si portò la valigetta sulla spalla e voltò il capo socchiudendo gli occhi.
“Il concetto sarebbe che utilizzando i dati di due anni fa, hai assunto le sembianze di un agente dello S.H.I.E.L.D., riuscendo così a prendere di sorpresa tutti quanti e facendo quel gran casino di auto rotte e strade distrutte”.
Il bambino ridacchiò, scosse il capo e incrociò le braccia dietro il collo.
“Molto di tutto quello c'era già. E l'effetto sorpresa era necessario, ma non indispensabile, per avere il sopravvento”.
Tony strusciò i denti tra loro arricciando il labbro, aggrottò le sopracciglia scuotendo il capo e roteò gli occhi.
“E pensi di riuscire ad ingannare Nicky?”.
Il bambino sorrise, socchiuse gli occhi e le iridi brillarono di verde. Prese le sembianze di Steve, strinse lo scudo e rizzò la schiena inspirando fino a far aderire del tutto la tuta ai muscoli degli addominali.
“Il Generale Fury si sta in questo momento occupando dell'occultamento del caso Barton, che con enorme sorpresa e disappunto generale è stato considerato colpevole di ciò che ha fatto sotto il controllo del malvagio Loki” disse.
Fece due passi avanti, si girò prendendo a camminare all'indietro e sogghignò. Fece l'occhiolino, saltellò in tondo e alzò lo scudo.
“Il mio senso dell'onore non tollera tali ingiustizie, sono sorpreso e sconvolto che nessuno sia ancora intervenuto per mettere a tacere tutto ciò” dichiarò.
Tony si fermò, spalancò occhi e bocca e la valigetta gli cadde in terra con un tonfo.
“Questa è la sorpresa più shockante della mia vita” disse.
Scosse il capo, fischiò e si piegò prendendo nuovamente in mano la valigetta. Si rizzò, la strinse e sogghignò.
“Ti prego, se questa cosa funziona, vieni a vivere a casa mia e fallo davanti a Cap. Sono certo che si scorderà nell'immediato che sei un nemico della patria perché sarà troppo impegnato a morire d'imbarazzo”.
L'altro ridacchiò, salì gli scalini e toccò la porta di legno che si aprì su un atrio lungo cinque passi. Entrò, si voltò riprendendo le proprie sembianze e sogghignò scoprendo i canini candidi. Socchiuse le iridi verdi, piegò il capo di lato facendo strofinare i capelli neri contro le guance candide.
“Sarà un onore fare al Capitano questo genere di sorpresa”.
Tony entrò, si chiuse la porta alle spalle e ghignò.
“Non sai per me, Psycho”.


1 Una delle razze avversarie dei Fantastici quattro, poi diventata anche nemica del gruppo di Illuminati. Hanno la capacità di mutare forma, una tecnologia avanzata, resistenza alla telepatia e poteri magici.

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Capitolo 15
*** Effetti collaterali. ***


Personaggi: Thor, Loki, Tony.
Prompt: Effetti collaterali.
Lanciata da: Claudia De Sessa.
NdA: Insulti gratuiti a Jane e Magia usata illecitamente. Se non gradite, capirò.

Tony salì l'ultimo gradino, guardò Loki ed inarcò un sopracciglio castano stringendo la presa sul manico della valigetta contenente l'armatura.
“Hai calcolato quanti miliardi di effetti collaterali potrebbe avere il tuo piano geniale?”.
Loki voltò il capo sogghignando, lo piegò verso il basso socchiudendo le iridi verde smeraldo e si passò le dita pallide sui pantaloni verdi.
“L'unico effetto collaterale si verificherebbe se tu parlassi, ma tu non lo farai” disse.
Tony arricciò il labbro, roteò gli occhi sbuffando sonoramente e spostò il peso sul piede destro poggiando in terra la valigetta.
“Io posso anche tentare di evitare riferimenti poco velati, ma tu hai intenzione di ricorrere nuovamente alla chirurgia plastica o cosa?”.
Loki scosse il capo, i capelli divennero biondi accorciandosi e il volto si fece più scuro; un rivolo di sangue colava dal labbro spaccato macchiando la barba bionda che sfiorava il colletto alto. Tossì piegandosi in avanti, portò una mano al fianco dell'armatura squarciata toccando il sangue rappreso e socchiuse le iridi azzurro scuro dai riflessi verdi.
“Se non torna subito ...” sussurrò.
Barcollò in avanti, il rumore degli stivali di ferro rimbombò nell'atrio e lui si poggiò al muro. Voltò il capo, sogghignò leccandosi le labbra arricciando le sopracciglia.
“... gli effetti collaterali sono stati peggiori del previsto” mormorò.
Tony aprì la bocca, la richiuse e gli afferrò un braccio portandoselo intorno al collo.
“Suppongo sia un vecchio amico di Point Break, questo” borbottò, con le labbra socchiuse.
Loki sogghignò, gli fece l'occhiolino poggiando il capo contro la spalla dell'altro e ansimò poggiandosi a lui.
“Fandral. Si chiama Fandral” sussurrò.
Tony roteò gli occhi, scosse il capo e gli strinse il fianco.
“Ho capito. Non ti preoccupi perché l'unico effetto collaterale possibile è che tuo fratello giochi a Schiaccia la talpa con me e la mia Mark” mormorò.
Si sporse in avanti, batté con il pugno sulla porta e si alzò sulle punte.
“Thor! Ehi, Point Break, sono Tony!”.
Lanciò un'occhiata alla valigetta in terra, mosse il polso facendo scintillare il bracciale della Mark e batté il piede in terra.
“Sappi che non ho mai preso una laurea in medicina, quindi non posso assicurare la sopravvivenza di Sir Agravain1!”.
La porta si schiuse, Jane spalancò gli occhi e fece tre passi indietro. Voltò il capo, allungò il braccio indicando verso l'uscio.
“Thor! Thor, Fandral è ferito!” urlò.
Tony sbuffò, roteò gli occhi facendo un passo indietro e Loki mugolò stringendo le labbra; il sangue macchiava il fianco dell'armatura colando sulle placche metalliche. Thor uscì dalla porta, spalancò gli occhi azzurri e cadde in ginocchio. Mise le mani sulle spalle di Fandral, lo avvicinò a sé stringendolo al suo petto e gli poggiò il mento sulla spalla.
“Dimmi chi ha osato fare questo” sussurrò con tono gutturale.
Loki abbassò il capo premendolo contro la spalliera metallica di Thor, sogghignò e tremò aderendo a lui con il petto.
“Effetti collaterali della battaglia” biascicò.
Tossì, sputò un grumo di sangue macchiando i capelli biondi di Thor e voltò il capo socchiudendo gli occhi.
“Devi tornare, Thor. Stanno per ucciderli. Sif, Heimdall, Volstagg. Devi ...” sussurrò.
Emise un verso strozzato e ricadde sulla spalla di Thor. Thor spalancò gli occhi, lo scosse e lo sdraiò in terra. Jane indietreggiò, guardò dentro casa e deglutì.
“Chiamo … chiamo un'ambulanza” sussurrò.
Indietreggiò, si voltò e corse lungò la cucina. Tony la guardò voltare l'angolo e scosse il capo stringendo le labbra. S'inginocchiò, poggiò la mano sulla spalla di Thor e accennò un ghigno socchiudendo gli occhi castano scuro.
“A quanto pare qualcuno non aveva considerato gli effetti di farsi una scappatella sulla Terra, eh?”.
Thor alzò il capo, gli occhi erano arrossati e le guance pallide.
“Rispetta il mio dolore, Uomo di Metallo. Ho perso troppi cari in troppo poco tempo” disse.
Tony gli strinse la spalla, lanciò uno sguardo al corpo e inarcò un sopracciglio vedendo una luminescenza verde. Voltò il capo verso la propria valigetta, il capo di un gatto nero uscì e il felino sogghignò arricciando i baffi, socchiuse le iridi verdi. Mosse la coda due volte, gli fece la linguaccia e tornò con il capo dietro la valigetta. Tony roteò gli occhi, sbuffò e diede due pacche sulla spalla di Thor. Si rizzò, incrociò le braccia al petto e indietreggiò.
“Ne avrai altre, se non ti alzi. Hai tre persone da salvare, se ho capito bene”.
Thor guardò il corpo, si chinò baciandogli la fronte e si alzò. Strinse la presa sul manico del martello al suo fianco, sfregò i denti tra loro e le iridi azzurre brillarono.
“Che nessun altro debba subire le conseguenze delle mie azioni. Sarò io stesso a pagare” ringhiò.
Tony allargò le braccia, si voltò e afferrò la valigetta. Guardò un canarino volare intorno al suo braccio e poggiarsi sulla sua spalla, abbassò il capo inarcando un sopracciglio e incontrò le iridi smeraldo dell'uccello. Tony sospirò, si voltò e inarcò un sopracciglio.
“Allora andiamo a bloccare questi dannati effetti collaterali, Point Break”.
Thor annuì, superò il corpo e si voltò. Vide Jane affacciarsi alla porta, le sorrise.
“Ho una nuova missione da portare a termine. Ti prego, occupati tu di lui”.
Jane deglutì, guardò il corpo e impallidì. Alzò il capo, annuì e si morse il labbro socchiudendo gli occhi.
“Fa attenzione” mormorò.
Tony roteò gli occhi, scese tre scalini e guardò l'uccellino sulla sua spalla.
“Sai, Pep mi avrebbe pedinato finché non l'avessi convinta o costretta” sussurrò.
Il canarino cinguettò un paio di volte, gli volò intorno e si poggiò tra i suoi capelli castano scuro appollaiandosi.
< Questo è l'effetto collaterale di scegliere una misera mortale senza talenti, Stark. Non capirà nemmeno quando hai bisogno di lei > rispose mentalmente la voce di Loki.
 


 

1 Nipote di Re Artù e Cavaliere della Tavola Rotonda. Abile nell'arte del combattimento, era conosciuto per la sua malizia e villania. Smaschera la relazione tra Ginevra e Lancillotto, cospirando insieme a Mordred per cogliere in flagrante i due amanti. Non si conosce per certo il modo in cui è morto.

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Capitolo 16
*** Affidabili irresponsabili. ***


Personaggi: Steve, Loki
Prompt: "Io e te siamo più simili di quanto pensi, per entrambi la clessidra del tempo si è fermata"
Lanciata da: Claudia De Sessa

Tony atterrò sul tetto della Tower, osservò l'uccellino volare intorno al suo casco e poggiarsi sulla sua spalla. Scosse il capo, sentì un tonfo alle sue spalle e si voltò vedendo Thor rizzarsi. Thor infilò mjolnir nella cintura, avanzò e socchiuse gli occhi.
“Come pensi di aiutarmi nel giungere da chi necessita del mio soccorso?” chiese.
Tony si ticchettò sulla spalla facendo volare via l'uccellino, l'armatura si aprì e lui ne uscì fuori; guardò verso l'interno osservando Steve avanzare e sogghignò raccogliendo la valigetta con dentro l'armatura.
“Se la tua ragazza è quasi riuscita a ricreare un ponte, non vedo perché non dovrei riuscirsi io” disse.
Steve li raggiunse, si voltò guardando Tony e socchiuse gli occhi. Lo superò, raggiunse Thor e gli diede una pacca sulla spalla.
“Sono contento tu stia bene”.
Thor gli strinse la spalla, abbassò il capo accennando un sorriso con le iridi azzurre liquide.
“Il mio cuore piange altri lutti, ma sono lieto di essere nuovamente al vostro fianco quanto te, Capitano”.
Steve fece due passi di lato, si voltò guardando Tony e socchiuse gli occhi.
“Cos'è successo?” chiese.
Tony scrollò le spalle, seguì con lo sguardo l'uccellino ruotare in tondo sopra il capo di Steve e sogghignò abbassando la testa.
“A quanto pare mentre noi eravamo rinchiusi in casa, qualcuno si è dato alla pazza gioia e ha messo nei guai gli amici d'infanzia”.
Si mise la valigetta sulla spalla, indicò la Tower con il capo.
“Entra Point Break. Mi servono tutte le informazioni possibili” disse.
Thor annuì, avanzò seguito da Steve fino all'ingresso. Tony si mise tra il Capitano e la porta-finestra, allungò una mano poggiandogliela sul petto e socchiuse le iridi castane.
“Ah, scusa Cap, ma tu hai un'altra questione più urgente da risolvere”.
Si sporse in avanti, lanciò un'occhiata alle sue spalle e avvicinò le labbra all'orecchio di Steve.
“Cerca di non provare a ucciderlo e non urlare, così domani avremo ancora una Tower sopra la testa” sussurrò.
Si voltò, raggiunse Thor e gli diede una pacca sul gomito. Steve aggrottò le sopracciglia osservando i due avanzare nella stanza, si voltò guardando la pedana d'atterraggio vuota e scosse il capo roteando gli occhi.
“Cosa si aspetta che succeda?” borbottò.
Udì uno sfrigolio, si voltò di scatto e Loki gli strinse il polso. Steve sgranò gli occhi, Loki si chinò in avanti e gli poggiò l'indice sulle labbra, socchiuse gli occhi e le iridi verdi brillarono.
“Sssh, soldato. Stark ti ha debitamente avvisato di ciò che sarebbe accaduto”.
Steve ritirò il braccio, fece tre passi indietro e strinse i denti tra loro incassando il capo tra le spalle.
“Che cosa vuoi?” ringhiò.
Loki gli girò intorno a passi larghi, intrecciò le mani dietro la schiena e gli si fermò davanti; piegò la testa di lato facendo strofinare le ciocche nere contro le spalline della maglia.
“Non ho più motivo di esservi ostili. Stark ha già accettato di collaborare con me”.
Steve guardò verso la casa, si morse il labbro alzando le braccia con i pugni chiusi e allargò le gambe piegando le ginocchia con la schiena inarcata in avanti.
“Dopo quello che hai fatto a New York l'unica cosa che meriti è il carcere a vita, Loki”.
Loki avanzò, osservò Steve indietreggiare e sorrise mostrando i denti leggermente appuntiti; le iridi verdi brillarono di riflessi rossi e lui apparve alle spalle di Steve. Gli strinse la gola facendolo aderire a sé, sporse il capo voltandolo e socchiuse gli occhi.
“Abbiamo già verificato cosa succede se mi affronti da solo, soldato” sibilò.
Steve sentì l'aria mancare, annaspò strusciando i piedi in terra e tirò una gomitata all'indietro; colpendo la cotta di maglia dorata. Loki ridacchiò, lo sollevò da terra stringendo maggiormente la presa e raggiunse il bordo della piattaforma di atterraggio, facendo sporgere i piedi di Steve nel vuoto. Steve deglutì, dimenò le gambe dondolando gli stivali blu e socchiuse gli occhi. Loki premette la guancia contro quella di Steve, sogghignò allentando la presa sul collo.
“Non ho intenzione di perpetuare in inutili ostilità verso mondi inferiori. Ho bisogno che mio fratello torni su Asgard, e non sarai tu ad impedirmelo” sussurrò.
Steve ringhiò, inspirò ed espirò velocemente sentendo i polmoni bruciare e le iridi gli brillarono.
“Non ti lasceremo fare del male a Thor”.
Loki rise, scosse il capo indietreggiando e scagliò Steve contro la finestra della torre. Steve rotolò, poggiò una mano a terra e si alzò in ginocchio sentendo delle fitte ai fianchi. Alzò il capo, strinse il pugno. Loki allargò le braccia mostrando i palmi delle mani, sorrise suadente.
“Non voglio fare del male a nessuno” dichiarò.
Steve si alzò, si leccò le labbra secche e sputò di lato; voltò la testa socchiudendo gli occhi leggermente liquidi.
“Non vedo come sarebbe possibile”.
Loki avanzò girandogli intorno, gli sfiorò la spalla e sporse il capo socchiudendo gli occhi.
“Io e te siamo più simili di quanto pensi” sussurrò mellifluo.
Lasciò scivolare la mano candida dalle dita allungate lungo la spalla di Steve, gli tornò davanti e sorrise addolcendo lo sguardo.
“Per entrambi la clessidra del tempo di è fermata” disse.
Scosse il capo, guardò verso l'interno stringendo le labbra e tornò a guardare Steve, intrecciò le mani dietro la schiena sporgendosi in avanti con il capo.
“Nella nostra situazione, c'è bisogno di qualcuno su cui poter contare”.
Arricciò le sopracciglia verso l'alto, sorrise beffardo e le iridi brillarono.
“Qualcuno che, anche se non sembra affidabile, è presente quando ci occorre”.
Steve si morse il labbro, chiuse il pugno e lo strinse.
“Parli al vuoto” ringhiò.
Udì un fruscio, si voltò osservando l'armatura di Iron Man volteggiare accanto a lui. Iron Man atterrò, si sollevò il casco e sogghignò.
“Davvero?” domandò.
Steve sgranò gli occhi, piegò il capo all'indietro facendo strofinare il ciuffo biondo cenere sulla fronte.
“Da quanto sei lì?”.
Tony scrollò le spalle, incrociò le braccia accentuando il sogghigno e mosse il capo a destra e sinistra.
“Più o meno da quando ti ha fatto penzolare nel vuoto”.
Steve si voltò, gli puntò il dito contro e ringhiò avanzando di un passo.
“Pensavo tu fossi con Thor!”.
Tony allargò le braccia, arricciò il naso facendolo strofinare contro il pizzetto accennato.
“L'ho lasciato a riabbracciare Ice Queen e Legolas. Ma non potevo lasciare te da solo con Bambi”.
Loki si portò una mano al petto, accennò un inchino sorridendo beffardo e si rizzò.
“Per lo meno non dovrò ripetermi”.
Tony sbuffò, diede una pacca sulla spalla di Steve e gli fece l'occhiolino.
“Sta tranquillo, Paganini vuole solo far pace con il fratello”.
Abbassò le braccia, batté le mani tra loro e camminò sulla pedana di volo.
“Bene, adesso che tutti siamo d'accordo, vado a costruire un ponte per Asgard!” esclamò.
Superò la porta-finestra con un salto, Steve sospirò roteando gli occhi e incrociò le braccia.
“Irresponsabile” borbottò.
Loki ridacchiò, gli si avvicinò e sporse il capo verso il basso.
“Ma affidabile” sussurrò.
Superò Steve, si trasformò in un gatto nero e balzò superando la porta. Steve guardò l'animale ancheggiare nella stanza, scosse il capo passandosi la mano tra i capelli biondi e grugnì.
< Meno male che non ho fatto altre scommesse con il Generale > pensò.
Si voltò, entrò a sua volta in casa e avanzò nella stanza.
< Avrei perso almeno un centinaio di dollari > si disse.

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Capitolo 17
*** Scatola. ***


Personaggi: Thor, Tony.
Prompt: Scatola.
Lanciata da: La Morte Fidanzata.

Tony entrò in laboratorio, batté le mani facendo accendere gli schermi olografici tutto intorno ai tavoli. Thor guardò a destra e sinistra, incrociò le braccia al petto sopra l'armatura.
“Pensi di riuscire a portarmi su Asgard, uomo di metallo?” domandò.
Tony si sedette a gambe larghe, sogghignò e piegò il capo all'indietro.
“Solo se mi dai tutte le informazioni possibili” rispose.
Thor guardò gli schermi, si avvicinò e ne toccò uno. Socchiuse gli occhi azzurri, digitò velocemente e Tony inarcò un sopracciglio.
“Sai usarli?”.
Thor voltò il capo, scrollò le spalle.
“È un modello che usavano i nostri avi per le loro comunicazioni d'urgenza” spiegò.
Tony si leccò le labbra, si avvicinò due schermi e sbuffò osservando i dati che stava inserendo Thor. Iniziò a fare i calcoli, assottigliò lo sguardo e strusciò un piede in terra.
“Alcuni dati sono simili a quelli della vostra scatola blu”.
Thor aggrottò le sopracciglia, si voltò e abbassò il braccio sporgendosi.
“Scatola?” ripeté.
Tony mosse una mano in aria, tracciò un disegno olografico su un secondo schermo osservando il primo con i calcoli e storse il labbro.
“Il Tesseract. L'ho analizzato e sembra più una scatola che un cubo. Contiene qualcosa, è percettibile”.
Thor accennò un sorriso socchiudendo gli occhi azzurro scuri, indietreggiò poggiandosi ad un tavolo.
“Hai compreso più di altri. Il Tesseract contiene un passaggio per Asgard, e molti potenti forze”.
Tony estrasse dallo schermo un cubicolo grande due mani che trasmetteva una luce azzurra più chiara. 
“Una scatola con parecchie sorprese” disse scherzoso.
Thor rise scuotendo il capo, i capelli biondi oscillarono e le treccine batterono tra loro.
“Quasi quanto la tua casa, uomo di metallo!” esclamò.
Sogghignò, abbassò il capo e indicò con il mento gli schermi.
“Hai tecnologie degne di Asgard, te lo concedo”.
Tony voltò il capo, fece l'occhiolino.
“Oh, grazie. Allora cercherò di superare di anni luce anche voi”.
Ticchettò sull'ologramma, si alzò e afferrò una tazza all'angolo della scrivania.
“Jarvis, sintetizza la formula e dai il via alla costruzione”.
“Tempo di costruzione prevista; tre ore” rispose Jarvis.
Tony bevve il caffè, espirò e guardò Thor; fece l'occhiolino.
“Siediti e mettici comodo. Vediamo di costruire la tua scatola di trasporto”.
Thor accennò un sorriso, si sedette pesantemente facendo scricchiolare la sedia e guardò alcuni macchinari trasportare pezzi di metallo. 
“Assisterò con piacere”.

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Capitolo 18
*** Cibo cinese. ***


Personaggi: Thor, Tony.
Prompt: Cibo cinese.
Lanciato da: La Morte Fidanzata.

Tony udì il rumore di un'esplosione, si rizzò saltando all'indietro; la sedia cadde e lui rotolò mettendosi in ginocchio. Alzò il capo, vide Thor battere gli occhi e alzare una mano con una busta di plastica.
“Sono giorni che le tue attività di tengono in questo luogo, i nostri compagni mi hanno incaricato di portarti queste vivande”.
Tony mugolò, batté le palpebre e si alzò passandosi la mano tra i capelli scompigliati e incrostati di sudore ed olio.
“Uh, sì. La progettazione della macchina sta richiedendo più tempo di tutti i calcoli messi insieme” disse.
Si mise seduto, sogghignò poggiando le spalle contro lo schienale e allargò le gambe.
< Il tempo che serve a Loki per organizzare qualcosa di decente, circa > pensò.
Thor avanzò, poggiò la bustina sul tavolo e sorrise socchiudendo gli occhi azzurro cielo.
“Apprezzo il tuo impegno. Se i miei compagni avranno già subito danni, non sarà tua la colpa” lo rassicurò.
Tony strofinò le labbra tra loro, afferrò la bustina e tirò fuori una scatolina di involtini primavera.
“Cibo cinese!” esclamò.
La mise accanto a sé, la aprì e ne afferrò uno leccandosi le labbra.
“Voi avete mangiato, lì fuori?” chiese.
Thor annuì, spostò il peso da un piede all'altro gonfiando il petto; le placche metalliche argentate spiccavano riflettendo la luce degli schermi olografici bluastri.
“Il prode Capitano ha provveduto al nostro approvvigionamento, così come è stato lui a chiedermi di portarti questo cibo straniero”.
Tony inarcò un sopracciglio mordendo l'involtino, infilò la mano nella bustina toccando alcuni scatoloni; alzò gli occhi piegando il capo all'indietro.
“Quindi l'idea del cibo cinese viene da Cap?” domandò.
Scosse la testa e osservò i propri schermi.
“Ed io che pensavo l'avessi fatto da solo” scherzò.
Thor espirò pesantemente facendo frusciare il mantello rosso, incrociò le braccia e strinse le labbra.
“Questo cibo cinese di cui parli è una delle molteplici cose che non comprendo del vostro mondo“ disse.
Tony accennò un sorriso, portò le braccia dietro lo schienale e piegò la schiena allargando maggiormente le gambe.
“Credo tu conosca poco anche del tuo stesso mondo”. 
Thor aggrottò la fronte socchiudendo gli occhi, si chinò in avanti.
“Sai qualcosa di cui dovrei venire a conoscenza?” domandò con tono scuro e roco.
Tony strinse un pezzo d'involtino, irrigidì le spalle e ricambiò lo sguardo dell'altro. 
“No. Nulla” mentì.
Sogghignò, sporse l'involtino verso Thor e inarcò un sopracciglio.
“Cibo cinese?”.
Thor grugnì, si rizzò, si voltò e uscì dalla stanza.

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Capitolo 19
*** Ritardo. ***


Personaggi: Tony, Loki.
Prompt: Ritardo.
Lanciata da: Claudia De Sessa.

“Il tuo ritardo sarà sospetto” disse Loki.
Tony sbuffò, roteò gli occhi e alzò il capo dal tavolo di lavoro.
“E di chi è la colpa se devo fingere di non riuscire a costruire uno stupido trasportatore per il Medioevo?” chiese.
Loki piegò il capo avanzando, raggiunse la scrivania e vi poggiò la mano chinandosi in avanti.
“Spera solo che anche il Capitano di cui ti fidi tanto sia a sua volta collaborativo” sibilò.
Tony fece ondeggiare il cacciavite tra due dita, inarcò un sopracciglio; ruotò la sedia allargando le gambe e alzò la testa verso Loki.
“Sai, credo di aver dimenticato qual'è la fase successiva del piano dopo il temporeggiamento”.
Schioccò le dita, dilatò gli occhi sogghignando.
“Oh, giusto. Non me l'hai detto”.
Loki indurì lo sguardo, le iridi verdi scintillarono e le mani candide vennero avvolte da un alone di magia. Si rizzò, si leccò le labbra.
“E non te lo rivelerò. Pensa a far proseguire questo ritardo” ordinò.
Tony osservò l'alone verdastro, socchiuse gli occhi.
< È solo una forma diversa di energia. Il flusso può essere bloccato o accelerato. È minaccioso come un gatto senza artigli > pensò.
Incrociò le braccia, accentuò il sogghigno.
“Pensavo solo che un bravo ragazzo come Cap non sarà contento di nascondere al suo nuovo amichetto di giochi la verità solo perché ad un super-cattivo piace ritardare agli appuntamenti”.
Loki ringhiò, aggrottò la fronte stringendo i pugni.
“Osi minacciarmi?” sibilò.
Tony allargò le braccia, si alzò e sollevò il capo.
“Oso ricordarti che l'ultima volta ti abbiamo preso a pugni”.
Loki grugnì, si voltò facendo ondeggiare il mantello e si allontanò.
“Ancora due giorni. Poi vieni ad Asgard con Thor”.
Si girò, lo guardò e socchiuse gli occhi.
“Vieni e affronta il destino di chi sfida gli Dèi”.
Sparì in una nuvola verde, Tony sbuffò e si sedette pesantemente.
< Due giorni. Faccio in tempo a costruire qualche armatura speciale >.

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Capitolo 20
*** Previsioni. ***


Prompt: Previsioni.
Lanciato da: Astra di Fluxopoli.

Tony si sedette, sbuffò sonoramente.
“Ho un paio di idee su come andrà a finire”.
Steve indurì lo sguardo, si chinò verso di lui stringendo le labbra.
“Avresti dovuto fare previsioni prima di accettare”.
Tony allargò le braccia, scosse il capo dimenando le mani in aria e arricciò il labbro.
“Io non faccio previsioni, Cap. Io agisco” gli ricordò.
Si passò la mano tra i capelli, sospirò.
“E comunque è un po' tardi per piangere sul cervo accolto”.
Steve grugnì, roteò gli occhi e si rizzò.
“Potresti dire a Thor la verità. Semplificherebbe tutto”.
Tony alzò le spalle.
“Loki vuole dirglielo su Asgard. È il loro rapporto in gioco”.
Steve intrecciò le mani dietro la schiena, camminò in tondo davanti al tavolo.
“Io sono convinto che Thor non farebbe alcuna storia”.
Tony grugnì, incrociando le braccia.
“Grazie, Captain dalle previsioni ovvie” borbottò.
Indicò con un gesto i materiali davanti a sé, fece ruotare la sedia spostandola verso gli schermi olografici.
“Io ho tutto pronto. Resta solo da decidere cosa fare”.
Steve lo raggiunse, si poggiò al tavolo e ticchettò con la punta del piede in terra.
“Thor è ansioso perché pensa che i suoi amici siano condannati a morte. Stiamo giocando con qualcosa di pericoloso”.
Tony alzò il capo, annuì.
“Lo so, Cap” ammise, “ma secondo le mie previsioni, Loki ci conviene più disponibile cerbiatto che pazzo psicopatico”.
Steve sospirò, annuì di rimando.
“Va bene” acconsentì, “ma io vengo con voi”.
Tony sogghignò, gli fece l'occhiolino.
“Agli ordini, Capitano”.

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