New Heart di white_angel (/viewuser.php?uid=41216)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Odio ***
Capitolo 2: *** Il fondo ***
Capitolo 3: *** Vampiro ***
Capitolo 4: *** Sorpresa ***
Capitolo 5: *** Rivelazioni ***
Capitolo 6: *** Christopher ***
Capitolo 7: *** Gli Smith ***
Capitolo 8: *** Crisi ***
Capitolo 1 *** Odio ***
Odio
Ti odio Edward Cullen. Ti odio con tutta me stessa.
Questo gli avevo gridato quando se n’era andato lasciandomi da
sola nel bosco, sapevo che poteva sentirmi e l’ho gridato con
tutto il fiato che avevo in gola, perché sapevo che quelle
parole gli avrebbero fatto del male. In realtà io odiavo
l’amore smisurato che provavo nei suoi confronti. In quel momento
odiavo quanto l’amavo, odiavo me stessa per l’infinito
bisogno che avevo di lui.
Ricordo le sue parole a memoria, quasi fossero stampate dentro di
me, come fossero marchiate a fuoco sul mio cuore, quell’organo
che ormai, come unica funzione ha quello di pompare sangue nel mio
corpo.
Non sei la persona giusta per me.
Mi era bastato questo per cadere a pezzi, queste parole mi arrivarono
dritte allo stomaco, provai una sensazione di vuoto, come quando, da
bambina andavo sulle montagne russe e c’era una discesa
inaspettata.
A distanza di tre mesi questo vuoto mi è ancora dentro,
ormai fa parte di me. Non riesco a liberarmene, come il rancore che
porto dentro. Io odio Edward, ma non posso fare a meno di amarlo.
E’ possibile questo? Amare ed odiare la stessa persona? Forse
fingo di odiarlo? Un’altra domanda mi assale. Riuscirò mai
a farlo?
“Buongiorno papà” dissi scendendo le scale.
“Buongiorno Bells”. Charlie ormai non faceva neanche
più caso alla mie parole inespressive. A volte cercava di fare
ancora una conversazione normale, ma bastava che guardasse il mio
disinteresse per chiudere immediatamente l’argomento.
A scuola era come a casa. Mi aggiravo per i corridoi e le aule
come un fantasma, incurante di chi avevo intorno. Non m’importava
di niente e di nessuno, volevo solo che la mia agonia finisse, ma non
c’erano speranze.
Le lezioni finirono, tornai a casa con il mio fidato pick-up, mio
inseparabile amico. Entrai in casa e buttai lo zaino sul divano. Non
avevo voglia di fare niente, come al solito, ma qualcosa attirò
la mia attenzione. Una bottiglia di Whisky nella vetrina del salotto,
non ci avevo mai fatto caso. Non sapevo che Charlie era un amante di
liquori, poi ricordai che quella gliela regalarono i suoi colleghi per
fargli uno scherzo, visto che sapevano che non è un tipo che
beve.
Decisi di provarlo. Che male c’era? Solo un bicchierino, per
provare. Se qui ci fosse stato Edward me lo avrebbe vietato
sicuramente, ma visto che ha deciso di andarsene, non vedo
perché non possa provare. Presi un bicchiere e ne assaggiai un
po’. Era buono. Iniziai a riempire il bicchiere e a provarne
sempre di più, mi stavo abituando a quel sapore così
forte.
Senza rendermene conto finì quasi tutta la bottiglia e la
testa iniziò a girarmi, però era bello, non sentivo
più dolore, mi sentivo leggera. Vidi le chiavi del pick-up sulla
console e decisi di andare a trovare Jake, era una settimana che non lo
vedevo. Gli avevo detto che in questi giorni avrei avuto da fare con i
compiti, e che quindi non potevamo vederci, in realtà avevo solo
voglia di crogiolarmi nel mio dolore.
Misi in moto il pick-up e sfrecciai via...
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Capitolo 2 *** Il fondo ***
Il fondo
Arrivare a LaPush non fu difficile anche se ero ubriaca fradicia.
Bussai e sentì Jake scendere le scale, bene, Billy non
c’è, pensai. Come al solito Jake era mezzo nudo e mi
accolse con un grande sorriso. Io sorrisi come un imbecille e lo
abbracciai. Mi sentì avvolta da tutto quel calore e senza
rendermene conto iniziai ad annusargli e baciargli il collo, lui rimase
immobile e io, ubriaca com’ero, cercai la sua bocca e lo baciai.
Lui si ritrasse e disse” Bella sei ubriaca?”
“No” risposi e senza lasciargli il tempo di pensare lo
baciai con ancora più intensità. Jake non disse una
parole, ma rispose al mio bacio con energia. Senza accorgermene ci
ritrovammo sul divano, con le nostre mani che percorrevano i rispettivi
corpi. A un certo punto le mie mani arrivarono fino alla cerniera e al
bottone dei suoi jeans, stavo per sbottonarli quando Jake si
fermò e si allontano da me.
“No Bella! Non possiamo. Non immagini da quanto aspetto questo
momento, ma tu sei ubriaca e io sono abbastanza forte per
resistere.” Fece una pausa, poi riprese. “Ma perché
Bella? Perché ti sei ubriacata? Perché non torni la Bella
di prima? Ma non lo vedi come ti sei ridotta?” .Sobbalzai. Queste
ultime parole mi fecero rendere conto di quanto Jake avesse ragione.
Come avevo fatto a perdere il rispetto per me stessa? Da quando ero
diventata una di quelle che si butta addosso i ragazzi? Mi vergognai
profondamente.”Scusa”. dissi e iniziai a piangere, a
singhiozzare e a vergognarmi ancora di più. Jake mi
abbracciò e io nascosi il volto tra le sue braccia, sentivo il
suo cuore andare a mille.
“Non preoccuparti Bella. Non è niente. Ci sono io qui con
te. Passerà tutto e tornerai la Bella che a tutti manca.”
Mi addormentai, così fra le sue braccia.
Quando mi svegliai avevo un gran mal di testa e con mia grande sorpresa
ero ancora a casa di Jake che, intanto , mi era seduto a fianco
con un bicchiere e una pillola in mano. “Tieni. E’
un’aspirina. Servirà a calmarti il mal di testa.”
“Grazie” riuscii a dire. Poi un pensiero mi passò per la testa.
“Non ti preoccupare. Ho già detto a Charlie che eri
qui” Jake mi sorrise e io tirai un sospiro di sollievo.
Sprofondai un’altra volta sul divano e chiusi gli occhi per
cercare di calmare il mal di testa.
“Grazie, Jacob. Grazie di tutto. Ti prometto che non lo
farò mai più”e lui iniziò ad accarezzarmi la
testa. In quel momento feci una promessa anche a me stessa.
Ritornerò a vivere, riprenderò la mia vita in mano. Ce la metterò tutta.
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Capitolo 3 *** Vampiro ***
03. Vampiro
Il giorno dopo, invece di passare il solito week-end a casa,
decisi di andare a Seattle. Una passeggiata e un luogo non familiare mi
avrebbero fatto bene. E poi era da tanto che volevo visitare la
biblioteca, quella di Forks era davvero poco fornita.
Mi svegliai presto e sorprendentemente era una bella giornata
– non c’era sole, ma almeno non pioveva –
quindi decisi di mettere un jeans, una camicetta leggera bianca, un
filo trasparente, e la giacca nera che mi piaceva tanto. Sistemai la
mia camera e scesi a fare colazione. Dopo la sbornia avevo lo stomaco
sotto sopra, quindi optai per un po’ di latte con dei cereali.
Erano già le 9. Decisi di mettermi subito in viaggio se
volevo arrivare per sera a Seattle. Con il mio pick-up avrei dovuto
fare molte soste. Charlie mi aveva dato una cartina e aveva segnato con
un cerchio rosso tutte le soste che avrei dovuto fare e poi la strada
per la biblioteca. Non era entusiasta che io andassi da sola, ma era
felice che per una volta non uscissi solo per andare a scuola.
Il viaggio fù gradevole, sintonizzai la radio su una
stazione che trasmetteva canzoni allegre.
Non avevo alcuna intenzione di deprimermi.
Seattle non era assolutamente Forks, era molto più caotica,
di certo non era una metropoli, ma mi piaceva. Trovai subito la
biblioteca, era un grande edificio, sembrava nuovo, forse era stato da
poco ristrutturato.
Quando entrai fui accolta da un silenzio totale, la biblioteca sembrava
vuota. Mi avvicinai al bancone dove era seduta una signora intenta a
leggere qualcosa su una grande agenda.
Quando mi avvicinai lei mi guardò e sorrise
“Buongiorno. Come posso esserti utile?”
“Buongiorno. Dove posso trovare i grandi classici?”
chiesi impacciata.
“Ah. In fondo a destra cara.” Feci un cenno con la
testa e mi diressi verso il lungo corridoio.
Sbirciando tra gli scaffali notai che non c’era nessuno. Ne
fui felice, più libri per me, pensai.
Arrivai allo scaffale che mi interessava e ne fui sbalordita. Era
altissimo e pieno di libri. Il mio viso si illuminò di gioia.
Iniziai subito con “Il ritratto di Dorian Grey”,
poi presi “Ragione e sentimento” e infine
“Cime tempestose”. Che per mia grande sfortuna si
trovava più in alto di quanto pensassi, non riuscendo a
raggiungerlo, quasi mi arrampicai e visto la mia goffaggine lo stivale
scivolò dallo scaffale e io caddi all’indietro,
qualcosa o qualcuno mi prese appena in tempo. Ma io avvertì
una strana sensazione… E ci avevo colto nel segno, visto che
girandomi trovai la fotocopia dei miei peggiori incubi… un
vampiro.
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Capitolo 4 *** Sorpresa ***
4. Sorpresa
Non riuscìì a dire niente, soltanto un breve scusa balbettato. Lui mi sorrise semplicemente.
Presi i due libri che ero riuscita a prendere e mi diressi di corsa
verso il tavolo, stando attenta che non mi seguisse. Accostai la sedia
e mi misi a leggere, anzi a far finta di leggere, perché in
realtà lo guardavo sottecchi. Era diverso da qualsiasi vampiro
che avessi mai visto. Notai subito che aveva gli occhi azzurri e quando
sono caduta tra le sue braccia non erano fredde, ma in compenso la sua
pelle era dura e bianca come il marmo, inoltre guardandolo da vicino ho
subito notato le evidenti occhiaie… e prova ancora più
inconfutabile era la sua incomparabile bellezza.
Intanto lo vedevo passare velocemente gli occhi su tutti i libri dello
scaffale, era un po’ più alto di me, con un fisico
longilineo e dei capelli biondi che facevano risaltare ancora di
più la sua pelle marmorea. Indossava un paio di jeans e una
maglioncino nero a collo alto, molto attillato, che faceva risaltare le
sue spalle grandi. Senza rendermene conto lo stavo fissando, persa in
quella bellezza. Poi la tristezza mi assalì, non potevo.
“No Bella. Basta fantasticare. Ti sei già scontrata con
una bellezza simile e sai già a cosa porta, solo dolore”.
Mi imposi di ritornare al mio libro, però delle domande mi
invasero il cervello. E se fosse uno scagnozzo di Victoria? E se in
realtà voleva uccidermi e questo era un tranello? Era un
vampiro, io lo sapevo, lo sentivo e sapevo anche quanto il mio sangue
potesse essere buono. Al solo pensiero rabbrividì. Non potevo
restare… Non dovevo se volevo tornare a casa.
Stavo per raccogliere i due libri sparsi sul tavolo, quando all’improvviso sentii una voce melodiosa.
“ Scusa, hai finito con “Ragione e sentimento?”
Mi girai pietrificata. “S-si. F-ai pure”. Riposi il libro sul tavolo, stavo per alzarmi.
“Aspetta, Bella”. Disse con voce quasi implorante.
Mi girai di scatto. “Come… Come conosci il mio nome?”
“L’ho visto. E ho visto che tu ci conosci”
Mi sentii svenire. Oh! Mio Dio! Non posso. Non posso riaffrontarlo. Non voglio più soffrire.
Il ragazzo misterioso mi porse una sedia.
“Non preoccuparti. Non ti farò del male. Te lo prometto.
Adesso siediti” forse aveva visto il terrore sul mio volto.
Ubbidì. Si sedette di fronte a me e mi guardò. Lo guardavo incantata aspettando una sua parola.
“Bè… Piacere. Io sono Christopher. Chris per gli amici” mi sorrise.
“P-piacere. Isabella, Bella per gli amici” dissi con imbarazzo e agitazione…
Solo una domanda mi assaliva… Cosa voleva questo bellissimo vampiro da me?
Ringrazio Becky Cullen per il complimento e a chi legge solo.
Alla prossima.
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Capitolo 5 *** Rivelazioni ***
05. Rivelazioni
Iniziò prima lui a parlare. “Bella lo so che
può sembrarti strano, ma volevo parlarti. Prima, mentre sei
caduta e ti ho preso tra le braccia, ti ho visto. Ho visto tutti i tuoi
legami, tuo padre, tua madre, i tuoi amici… e il tuo ragazzo. E
quasi sono rimasto impietrito quando mi sono reso conto che era…
un vampiro. E che non era l’unico che conoscevi. Può
sembrarti strano, ma mi sono fatto sopraffare dalla curiosità.
Voglio che tu mi racconti, Bella. Voglio che tu mi racconti di
te”. Mi sorrise divertito, forse dalla mia espressione stupefatta.
Avevo una sensazione strana. Non era paura, ma fiducia. Dentro di me
sapevo che di lui potevo fidarmi. Quando per la prima volta vidi James
nella radura, il mio corpo reagii cercando di scappare, questa volta
con questo ragazzo era diverso. Io desideravo davvero parlargli.
Rimasi per qualche secondo senza parlare, immobile come una statua. Poi mi svegliai e ripresi.
“B-bè. Di certo non sei uno che la tira per le lunghe” sorrise.
“Sinceramente ancora non so perché resto qui a parlare con
te invece di scappare a gambe levate. Ma d’altronde anche io
fatico a capirmi”
“E’ la solitudine, Bella. Lo leggo nei tuoi occhi. E ovviamente la curiosità”
Rimasi a bocca aperta. Ma come faceva a saperlo? Cercai di non pensarci.
“Hai ragione. E’ la curiosità” precisai.
Lui rimase in silenzio, aspettando che io riprendessi a parlare.
“Allora… Christopher? Vuoi sapere di me? Della mia vita o
del fatto che un vampiro mi abbia spezzato il cuore?”
“ Di ciò che vuoi Bella. Sono qui per ascoltarti”, la sua voce sembrava miele.
“Bene, parlerò degli ultimi 3 mesi… 4 forse. Ormai
non tengo neanche più il conto. Da quando il mio ragazzo mi ha
lasciato senza un motivo ben preciso, e dopo avermi abbandonata in un
bosco, le mie giornate passano tutte uguali. La mattina mi sveglio,
dopo poche ore di sonno, visto gli incubi in cui ci sono molto tuoi
simili, vado a scuola, cerco di seguire le lezioni, mangio
perché devo, torno a casa e mi chiudo in camera a piangere. A
ricordare, momenti che non ritorneranno… a pensare a persone che
non rivedrò mai più. Tiro avanti così, nella
speranza che un giorno torni tutto come prima… nella speranza
che mi svegli da questo incubo o che semplicemente un tir mi investi,
facendo terminare la mia agonia. Invece no! Sono condannata a
vivere… a vedere la vita scorrermi davanti senza fare niente.
Sono costretta a vedere le persone che amo soffrire per me, come se il
mio dolore non bastasse” iniziai a piangere disperata.
Non avevo mai detto queste cose a nessuno, neanche a Jacob. Ogni volta
che lui accennava l’argomento, io cercavo di cambiare
discorso… non volevo parlare, non volevo ricordare.
Cercavo di fare finta di niente e ci riuscivo, ma a lungo andare questa finzione mi si è ritorta contro.
Ero diventata vuota, non avevo emozioni… Fingevo di averle. Non sentivo più nulla.
Mi ritrovai a piangere come una bambina, avevo la testa sul tavolo e le mani a coprirmi la faccia…
Sentii la sua mano accarezzarmi i capelli. Trasali e mi alzai a
guardarlo, mi sorrideva, con un sorriso dolce, anche i suoi occhi
azzurri mi guardavano con dolcezza. No come a scuola, ormai tutti mi
guardavano con pietà, ormai ero lo spettro di me stessa. Cercai
di non pensarci.
Mi risistemai sulla sedia. “Scusa per questa scena patetica”
“Perché patetica? Non l’ho trovata patetica, anzi
è da ammirare, poche persone riescono ad ammettere le proprie
paure o la propria tristezza. Vedi Bella, io come anche altri vampiri,
ho poteri supplementari. Il mio è quello di poter leggere o
sentire le paure degli altri, i loro tormenti, i loro segreti. E tu sei
la prima che ammette le proprie insicurezze e io ti ammiro per
questo.”
“Grazie. E non solo per quello che hai detto prima, ma per avermi ascoltato. Grazie di cuore.”
“Ti devo dire una cosa. Quando ti ho toccato ho sentito il
tuo dolore, la tua solitudine e non ho potuto fare a meno di chiederti
di parlarmene, in realtà quella dei vampiri era una scusa, io
volevo parlare con te, volevo sentire la tua storia…
l’avrei fatto anche con una semplice persona. Il mio potere serve
a questo. E’ come se in te ho sentito come un bisogno di
parlare con qualcuno. Qualcuno che non ti giudicasse, che non
pretendesse da te la stessa persona che eri, perché quella non
tornerà più. Il dolore ci trasforma, Bella, che noi lo
vogliamo o no, ci fa diventare migliori, o peggiori… o
semplicemente ci cambia, facendoci acquistare una forza in più.
Sii te stessa Bella e tutto si aggiusterà”.
Gli sorrisi. “Bene. Basta parlare di me… piuttosto come mai sei così diverso dagli altri vampiri?”
Alla mia domanda rise. “Certo che sei davvero curiosa.
Chissà quante domande ti frullano nella testa”. Dopo un
po’ riprese a parlare, ma il suo tono era diverso, era cupo e il
suo viso triste.
“Bella io sono solo per metà vampiro”.
Grazie
millissime per i complimenti... grazie anche a chi legge solo e eccovi
accontentate con un capitolo più lungo. Mi scuso per i
precedenti, ma è la priima volta che scrivo una storia e ancora
non mi so bene regolare con i capitoli... =o)
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Capitolo 6 *** Christopher ***
06. Christopher
Restai a bocca aperta. “In che senso metà vampiro?”
Abbassò gli occhi e iniziò a raccontare.
“Mi ricordo ancora quel giorno… Stavo andando a caccia con
mio padre nel bosco vicino casa, avvistammo subito un bel cervo, quando
all’improvviso un ombra scura prese mio padre. Quando mi girai
rimasi pietrificato… una ragazza, con dei lunghi capelli color
arancio e la carnagione bianchissima…”
A quelle parole sbiancai. “V-Victoria”.
Chris rimase a bocca aperta. “Come la conosci?”
“Bè diciamo che è da un po’ di tempo che mi
dà la caccia, vedi il mio ex-ragazzo – a quelle parole
ebbi un colpo allo stomaco- ha ucciso il suo compagno e ora lei si
vuole vendicare uccidendo me. O almeno torturandomi e poi
uccidendomi… ti prego continua, è una storia lunga”
Feci un mezzo sorriso.
Riprese a parlare con lo stesso tono triste, ricordare gli faceva male, ma volevo restituirgli il favore facendolo sfogare.
“Teneva mio padre per la testa, quando all’improvviso
gliel’ha girò spezzandogli il collo, poi iniziò a
succhiare il suo sangue… io rimasi immobile, mentre lei mi
guardava divertita. Sapeva che la stessa sorte sarebbe toccata a me.
Con un balzo fù su di me, mi accarezzò la faccia e mi
morse il dorso della mano… sentivo il braccio andare a
fuoco..” – a quelle parole ripensai a James e a me in
quella stanza, e al dolore provocatomi dal veleno. ebbi un brivido
–
“ All’improvviso, alzò la testa, leggevo il terrore
nel suo volto, la sentii sussurrare Sono troppi, devo andare. E poco
dopo sentii delle voci, non capivo, il dolore era troppo forte. Ricordo
che un ragazzo mi prese in braccio, iniziò a correre molto
velocemente e mi ritrovai in una grande casa piena di gente che mi
fissava… Erano gli Smith, da allora quella è la mia
famiglia. Dopo i giorni di agonia divenni vampiro, solo che molti miei
aspetti umani rimasero, come gli occhi azzurri, la pelle calda e la
fame” Rise. Forse per la mia faccia da ebete.
“Ora ti spiego… vedi io posso nutrirmi sia di cibo normale
sia di sangue, solo che del secondo non posso farne a meno. Posso
mangiare un buffet intero, ma niente mi dà la forza come il
sangue, ne ho bisogno per sopravvivere. In un certo senso è come
la cioccolata, puoi resistergli, ma il tuo corpo non può fare a
meno dello zucchero. Quindi, io, a differenza di altri vampiri, non ho
la stessa sete e posso stare più giorni senza sangue.”
“S.sangue umano?” dissi con un filo di voce.
“Si, Bella. Sangue umano” disse con un sorriso malefico.
Io mi sentii svenire, poi scoppiò in una grande risata.
“Haha. Sei troppo divertente Bella. Mi hai davvero creduto.
Strabiliante, e io che credevo di essere un pessimo attore…
haha”
Sentì il sangue andarmi tutto nelle guance.
“Scusa, non volevo metterti in imbarazzo. Ma non ho potuto resistere.” Rideva ancora.
Feci finta di mettere il broncio e gli feci una linguaccia.
Rise ancora di più, finche non risi anche io.
“Non ti preoccupare, io e la mia famiglia ci nutriamo solo di sangue animale, noi non vogliamo essere dei mostri.”
Poi mi venne una domanda in mente. “Ma allora cosa hai da vampiro a parte la sete? E come ha fatto Victoria?”
“Allora… come i vampiri, ho la pelle bianca e dura come la
roccia, la forza, i sensi più sviluppati, il non dormire mai e
l’immortalità… All’altra tua domanda
ancora non c’è una risposta, l’ipotesi più
quotata è che Victoria fermandosi all’improvviso non mi
abbia iniettato tutto il veleno quindi la mia trasformazione è
riuscita solo a metà”.
“ Certo che sei stato fortunato… hai preso solo il meglio dei vampiri”
“Già” rispose lui senza entusiasmo. Chissà perché aveva reagito così.
Guardai l’orologio, era già ora di pranzo e a quanto pare
se n’era accorto anche il mio stomaco, visto il brontolio…
Arrossi di botto, sentivo la faccia bruciare e Chris rise così
tanto da far incavolare tutti i lettori della biblioteca che si
alzarono in un coro di “S-hh”, rise ancora di più.
A quanto pare gli era tornato il buonumore, aveva una voce così
bella… non era imponente, ma neanche stridula… era una
voce normale, mi piaceva. E la sua risata era splendida.
Cavolo Bella!! Smettila immediatamente!!! Senza rendermene conto mi
stavo dando colpi alla testa, alzai il viso e trovai i suoi occhi
preoccupati che mi scrutavano.
“Tutto bene Bella?”
“S-si, non è niente… ora mi passa”, dissi con un filo di voce e con un mezzo sorriso.
“Bene. Senti che ne dici di venire da me a pranzo? Vorrei
presentarti alla mia famiglia, sarebbero entusiasti di
conoscerti… Loro adorano gli umani, cioè la loro
compagnia. Veramente anche il loro sangue, ma questo è un altro
discorso… Comunque non ti preoccupare, non ti succederà
niente” sorrise.
“Ok!!” dissi entusiasta. Tanto prima di uscire avevo
avvisato Charlie che non sarei tornata per pranzo perché volevo
fare anche un giro per i negozi.
E poi solo io potevo accettare l’invito di un vampiro, anzi
mezzo, per andare in una casa piena di vampiri… Sorrisi.
Già… alcune cose non cambiano mai.
Grazie
ancora per le recensioni e per i complimenti... mi fà piacere
che la mia storia vi piaccia. Ce la sto mettendo davvero tutta.
Baci e alla prossima.
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Capitolo 7 *** Gli Smith ***
07. Gli Smith
Ci alzammo silenziosamente dai banchi per non disturbare ulteriormente i lettori e ci dirigemmo verso il lungo corridoio.
Arrivati alla porta uscii fuori e alzai il viso per godermi il calore
del sole. Davvero una bella giornata, pensai, poi sentii i passi di
Christopher dietro di me e senza pensarci troppo mi fiondai su di lui
abbracciandolo e cercando di coprirlo.
Gli parlai a bassa voce. “Chris non uscire, c’è troppo sole. Potrebbero scoprirti”
Ero davvero imbarazzata per la posizione, ma qualcuno avrebbe potuto
vedere la sua pelle brillare. Come avevo fatto io quel giorno nella
radura… nella nostra radura. Sentii un colpo al cuore.
Poi una risata, la sua risata, attirò la mia attenzione.
“Che c’è da ridere? Su forza, andiamo dentro”.
“Bella non ce n’è bisogno” Quasi non
riusciva a parlare dalle risate, intanto le mie braccia si staccarono
dal suo torace. “In che senso?”
“Nel senso che io non brillo al sole come gli altri” disse piegandosi in due dalle risate.
Non riuscivo a crederci. “Vuoi dire che ti sono saltata addosso
senza motivo? Oh mio Dio!! Ma perché non me l’hai detto?
Potevi anche fermarmi” chiesi dandogli un cazzotto sul braccio.
“Bè non credevo che fosse importante dirtelo… e poi
non si rifiutano mai le avances di una bella ragazza” disse
facendomi l’occhiolino. Arrossì in un minuto. Che
imbarazzo… solo io riesco a mettermi in queste situazioni con
tanta semplicità.
“Dai ora andiamo. Ho così tanta fame che ti mangerei tutta” disse con sorriso malizioso.
“Haha… davvero divertente. Vieni, il mio pick-up è qui dietro”.
“No no. Io sono un gentiluomo e non potrei mai lasciarti
guidare.” Disse divertito. Pensandoci, forse era meglio
così. Vista la mia scarsa conoscenza della città mi sarei
persa anche con lui che mi indicava la strada.
“Vieni andiamo con la mia moto”.
“C-cosa? Hai una moto?”
“Si, Bella. E’ una cosa abbastanza comune nel ventesimo
secolo” disse sorridendo. Per me non era affatto divertente.
Sapevo come la pensava Charlie sulle moto e se mi avesse scoperto non
avrei visto la luce del sole per un mese.
“N-non intendevo questo. E’ che io non potrei salirci,
cioè mio padre non vuole, ha paura che mi succeda
qualcosa” dissi imbarazzata.
“Non ti preoccupare Bella. Non permetterei mai che ti succedesse
qualcosa” i suoi occhi color mare, che al sole si tingevano di un
verde chiaro, mi guardavano sicuri. Era la verità, non avrebbe
mai permesso che mi succedesse qualcosa.
Chris sapeva guidare la moto molto bene, era sicuro in ogni curva.
Guidava tra le macchine ferme nel traffico come se stesse volando.
Mi aveva detto di tenermi stretta a lui, perché sarebbe andato
molto veloce. Casa sua era abbastanza lontana da Seattle e voleva
arrivare in tempo in modo da farmi conoscere suo padre.
Ogni volta che accelerava sentivo le mie braccia serrare in una morsa
la sua vita. Avevo una paura pazzesca, avevo tenuto gli occhi chiusi
per tutti il viaggio, solo una volta li avevo aperti per guardarmi
intorno, ma non ero riuscita a capire granché, le case, le
strada erano sfocate per la velocità. Finalmente sentì la
moto fermarsi.
“ Bella siamo arrivati”
Alzai gli occhi e davanti a me trovai una bellissima villa immersa nel verde.
Era alta due piani, dipinta di un giallo chiaro che risaltava le
finestre in legno, non molto grande, dall’esterno sembrava una
costruzione nuova, aveva un bellissimo portico con un’altalena e
un piccolo giardino davanti con tantissimi fiori, tutti bellissimi.
Chris aprì la porta e insieme entrammo.
L’interno della casa era molto grande e molto confortevole.
L’arredamento era classico, ogni cosa sembrava antica e di
valore, c’erano grandi vetrate che illuminavano il salotto e si
affacciavano sullo splendido giardino, in un angolo c’era un
grande camino con affianco una sedia a dondolo.
Di lato c’era un grande tavolo, a cui seduti c’erano, penso, la madre e il padre di Christopher.
“Mamma, papà vi presento Bella”
L’uomo si alzò e ci venne incontro. Era robusto e alto,
con dei splendidi capelli color cenere, che incorniciavano i suoi
lineamenti perfetti.
“ Felice di conoscerti Bella e benvenuta. Io sono Clarence
Smith” sfoderò un sorriso, sembrava davvero felice di
conoscermi.
“Grazie mille sig. Smith”
Vidi la donna avvicinarsi. Era bellissima, aveva dei lunghi capelli
biondi, che la sua pelle bianca faceva sembrare dorati, un fisico
slanciato e affusolato come una modella. Restai impietrita, sembrava
davvero la madre di Chris.
“Sono davvero lieta di conoscerti Bella. Io sono Emily”la
sua voce melodiosa la faceva diventare ancora più bella.
“Anche io sono lieta di conoscervi, scusate per il poco preavviso” mi rivolsi ad entrambi con un sorriso.
“Non ti preoccupare Bella. Christopher ci ha avvisato del tuo
arrivo. Noi riusciamo a comunicare anche a grande distanza”
Poi senti Chris appoggiarmi una mano sulla spalle e indicarmi l’uscita sul retro.
“Vieni. Ti presento il resto del gruppo. Sono tutti nel garage.” Lo ascoltavo mentre camminavamo.
“Vedi, mio fratello William è un patito di motori. Soprattutto di moto. Quella era un suo regalo, un
Honda CBR600. E spesso io, Elizabeth e Jamie, ci riuniamo e lo
guardiamo lavorare” aveva un espressione felice mentre parlava
della sua famiglia, devono essere davvero uniti.
Ci fermammo davanti a una piccola porta in alluminio. Chris gli diede due colpi, poi si girò verso di me.
“Non fare caso al comportamento di Jamie.” E mi fece l’occhiolino.
Quando la porta si aprì davanti a noi c’era un ragazzo dai
capelli nero corvino, il fisico asciutto e due occhi magnetici. Fece un
segno di saluto a Chris e con passo felino venne da me e fece un
inchino.
“Piacere di conoscerti principessa. Io sono Jamie.” Mi prese la mano e ne baciò il dorso.
“P-piacere mio. Io sono Bella” la voce mi si fermò in gola.
Dopo alcuni secondi una ragazza dal viso piccolo e dal fisico minuto si affiancò a Jamie e alzò gli occhi al cielo
“Ma la smetti di fare il farfallone? Hai 150 anni, non puoi fare ancora il ragazzino”
“Bè? Cosa ho fatto di male? Ho dato solo il benvenuto a questa deliziosa fanciulla”
Sentì un coro di rimproveri “Jamie!!”
La ragazza si avvicinò, aveva degli splendidi boccoli color cioccolato, e mi porse la mano.
“Felice di conoscerti Bella. Io sono Elisabeth”
“Piacere mio”
“E io sono William. Benvenuta tra noi”. Mi voltai e trovai
un ragazzo molto muscoloso e alto, tutto sporco di olio e con i jeans
strappati. Sembrava un modello di una pubblicità.
“Grazie mille” risposi.
“Su forza, andiamo in cucina. Io e Bella stiamo morendo di fame”
Tutti uscimmo e ci dirigemmo verso la cucina.
Era proprio una bella famiglia, tutti erano cordiali con me… in
quei pochi minuti in cui ero stata con loro mi avevano trasmesso
calore, come se li avessi sempre conosciuti.
Qualcosa in loro mi ricordava molto i Cullen, cercai di non pensarci, meglio evitare di riaprire la mia ferita.
Quando arrivammo c’erano già due bei panini ad aspettarci
sulla tavola, per la prima volta mangiavo con un vampiro, anzi mezzo.
Ecco un nuovo capitolo! Spero vi piaccia =o)
ciaoo.
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Capitolo 8 *** Crisi ***
iuoij
Dopo aver mangiato i buonissimi panini che ci aveva preparato
Emily, Chris mi propose di andare in salotto per parlare con gli altri.
Mi indicò di sedermi vicino a lui sul divano, quasi sprofondai
tanto era morbido e tutti si voltarono a guardarmi. Poi Clarence
iniziò a parlare
“Allora Bella, Christopher mi ha detto che conosci un’altra famiglia come la nostra… Come si chiamano?”
“Cullen” dissi imbarazzata
“Certo… mi ricordo di Carlisle. Un bravissimo medico, ma
soprattutto bravissimo uomo. Lo incontrai qualche decina di anni fa in
Alaska, lui, bè ci aiutò per un problema che
avevamo.” Vidi tutti abbassare lo sguardo e sentì Chris
irrigidirsi di fianco a me.
Poi Jamie riprese “Ah! Anche io mi ricordo di loro. C’erano 2 vampire davvero niente male”
William che gli sedeva di fianco gli diede una gomitata.
“Già. Erano Rosalie e Alice… poi Emmet ed
Edward” pronunciare il suo nome mi faceva più male di
quanto pensassi.
“E tu come li hai conosciuti?”
“Edward - feci una pausa – mi ha salvato la vita una
volta… una macchina stava per venirmi addosso e lui si è
messo davanti. Da allora diventammo inseparabili” senti il mio
volto e il mio sguardo incupirsi, ricordare mi faceva troppo
male… avrei venduto l’anima pur di stare almeno per un
secondo tra le sue braccia.
“Q-quindi tu eri la sua ragazza??” chiese sbalordita
Elisabeth. La sua reazione era normale, io, semplice umana, con un
bellissimo vampiro.
“Si. Incredibile vero?” dissi con un sorriso finto.
“Quello che volevo dire è… che una cosa
romanticisima! E’ stupendo, sembra la trama di un romanzo”
mi guardava con occhi estasiati, anzi tutti mi guardavano così.
“Peccato che non ci sia stato un lieto fine” dissi con voce bassa.
“ Perché?”
“Se ne sono andati e lui mi ha lasciato. Facendomi crollare il
mondo addosso e trasformando la nostra favola in una tragedia
Shakespeariana” un sorriso amaro mi comparve sul viso.
“Bella mi dispiace molto. Sono stata inopportuna” il suo viso era affranto.
“Non ti preoccupare, ormai è passato” mentii
spudoratamente. Niente era passato. Neanche di un poco il mio dolore si
era alleviato, tutto era rimasto come quel giorno, il tempo si era
fermato in quell’attimo. “Il tempo guarirà le
ferite” mi avevano detto tutti, ma non è vero. Il tempo
affievolisce il dolore, ma le ferite riamangono… e basta un
profumo, una casa o un luogo per farti tornare in mente il tuo amore
perduto, per far tornare i ricordi. Il tempo non guarisce niente, rende
solo ogni minuto o secondo interminabile.
Odio tutto l’amore che provo! Sono stata una stupida a fidarmi di
lui, sono stata una stupida a credere nel suo amore, nelle sue
parole… nei suoi baci. Una stupida mortale che credeva nelle
favole e nell’amore, questo ero.
“Quello te l’ha fatto lui?” mi chiese Jamie
guardandomi il morso sulla mano, istintivamente lo toccai. Quando alzai
gli occhi verso di lui lo vidi per la prima volta con un
espressione seria.
“No. E’ stato un altro vampiro, James, il compagno di
Victoria. Mi aveva visto una sera insieme i Cullen, all’inizio
non aveva intuito che ero un umana, ma appena se n’è reso
conto ha cercato di attaccarmi, e quando Edward mi ha difeso ha
iniziato a darmi la caccia. Grazie ad un tranello era riuscito a
catturarmi e dopo alcune costole inclinate e una gamba rotta mi ha
morso… Ma Edward riuscì a salvarmi succhiando via
il veleno prima che entrasse in circolo” dissi con la voce rotta.
Tutti mi guardavano stupiti… Solo Jamie mi guardava con uno
sguardo magnetico.
“Doveva amarti molto se è riuscito a non morderti” disse con aria compiaciuta.
“Ma non abbastanza da restare con me” risposi io con rabbia.
“Cosa ti fa pensare che lo abbia fatto per questo? E se lo avesse
fatto solo per proteggerti… dalla sua natura?”
Rimasi per qualche secondo a fissarlo, mi rispecchiavo nei suoi occhi
color caramello, quando sentii un urlo, Mi girai di scatto e trovai
Chris accasciato e con la faccia dolorante.
“Chris? Cosa è successo? Rispondi” gli dissi in preda al panico.
D’un tratto tutti lo circondarono, poi Clarence gli si avvicinò
“Non ti preoccupare Christopher, fra un po’
passerà” velocemente si girò verso Emily “
Corri, va a prendere la medicina” la donna fece un cenno con la
testa e corse di là.
Ero impietrita dalla paura, non sapevo cosa fare… Chris teneva
gli occhi chiusi e si mordeva le labbra, le braccia strette attorno al
torace, si contorceva dal dolore, poi sentì una mano che mi
tirava.
“Bella vieni con me.” Jamie mi guardava serio e cupo.
“M-ma Chris..”
“Andrà tutto bene. Fra qualche ora si riprenderà, lasciamolo riposare” i suoi occhi erano sinceri
“Va bene” dissi con un filo di voce, mi girai e vidi
Clarence con una siringa in mano ed Emily che alzava la manica del
maglione di Cristopher… rimasi di sasso quando vidi che il suo
braccio era pieno di piccole bruciature, come se il suo braccio avesse
preso fuoco. Ma cosa stava succedendo?
Rieccomi....
scusate per il ritardo. Grazie mille per le recensioni e anche per chi
legge la mia storia, anche se forse un piccolo commentino.... hihi
Se volete farmi delle domande sulla mia storia o su altre cose fate pure :o)
Baci
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