I'll Kill It If You Want Me To

di Hina chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** East Jesus Nowhere ***
Capitolo 2: *** Ovunque Il Vento Soffi ***
Capitolo 3: *** Murder City ***



Capitolo 1
*** East Jesus Nowhere ***


Billie Joe rimase steso sul letto per un'ora piena e forse anche più. Aspettava. Cosa? Nemmeno lui ne era a conoscienza, qualcosa di certo, magari che il tempo passasse oppure che accadesse qualcosa di interessante. Standosene sdraiato, sul morbito materasso di quel letto dell'hotel dove alloggiava per qualche giorno, tante cose si era perso, e tante altre se ne sarebbe perse se sarebbe rimasto lì ancora un poco.
Sotto le sue dita le corde della chitarra, e accarezzava il Sol con il dito medio della mano destra, mentre nella sinistra si faceva girare uno dei soliti plettri, uno di quelli mal conciati.
Pensava a come la sua vita fosse cambiata: dalla povertà a un grandissimo successo. La musica gli aveva cambiato tutto, lo ha aiutato a esprimere i suoi ideali e a cantare e suonare quello che voleva gridare. Prima era un semplice ragazzo con idee punk, ora è un uomo con famiglia e che vuole il meglio per loro. Un cambiamento radicale.
 
-And we will see how Godless a Nation we have become-
La radio pronunciava queste parole porprio quando Joe decise di dare segnali di vita un po' più evidenti. L'unica cosa che gli era venuta in mente è stata quella di trascrivere parola per parola e recitarle davanti ad un microfono, magari con qualche cambio di frequenza, ma per far sentire queste benedette parole decise di metterle all'apice di una canzone, ma una domanda gli saltava per la testa: quale canzone? Prese carta e penna e iniziò a scrivere tutto ciò che fosse inerente alla frase.
"Raise your hands now to testify 
Your confession will be crucified 
You're a sacrificial suicide 
Like a dog that's been sodomized"
 
Le idee non vennero più.
Cercava di andare avanti ma niente da fare, quella canzone non voleva essere scritta, voleva fare la stronza. Si mise una mano tra i capelli per capirne di più del significato della frase, per cosa potrebbe strare? Niente. Nessuna risposta a questa domanda.
Il totolo c'era ma non la canzone, non poteva mettere una semplicissima frasetta in mezzo a una stupida strofa, ci doveva pensare ancora ma ecco l'idea:
"Stand up! - all the white boys
Sit down! - all the black girls
You're the soldiers of the new world
 
Put your faith in a miracle
And it's non-denominational
Join the choir we will be singing
In the church of wishful thinking
 
A fire burns today
Of blasphemy and genocide
The sirens of decay
Will infiltrate the faith fanatics
 
Oh bless me lord for I have sinned
It's been a lifetime since I last confessed
I threw my crutches in "the river of a shadow of doubt"
And I'll be dressed in my Sunday best"
Smise di scrivere anche se gli sembrava incompleto.
Riprese in mano la penna e il foglio scarabocchiato e andò avanti:
"Say a prayer for the family
Drop a coin for humanity
Ain't this uniform so flattering?
I never asked you for a goddamned thing
 
A fire burns today
Of blasphemy and genocide
The sirens of decay
Will infiltrate the faith fanatics"
 
Alle sue spalle c'era la donna dei suoi sogni, Adrienne, che gli accarezzava i capelli all'imporvviso e gli sussrò nell'orecchio: -E' quasi ora della cena, stanno arrivando!-.
Prese la penna e la fissò per qualche istante. Guardò sua moglie e le rispose: -Ok, arrivo-.
Buttò giù un altra strofetta:
"Don't test me
Second guess me
Protest me
You will disappear
 
I want to know who's allowed to breed
All the dogs who never learned to read
Missionary politicians
And the cops of a new religion"
 
Scese dal letto e con pigrizia camminò fino alla sala da pranzo della suit per la cena con Adrienne.
 
Carta e penna in mano per correggere il testo e rileggerlo dopo aver finito; gli sembrava mancasse qualcosa, qualcosa che si ripete più volte, gli sembrava non venne trasmesso tutto il suo messaggio: strizzò gli occhi e ragionò sul tutto. Una semplice parola cambierebbe tutto, e così fu.
"A fire burns today
Of blasphemy and genocide
The sirens of decay
Will infiltrate the inside"
 
Prese un altro foglio, questa volta pentagrammato e iniziò a suonare e comporre il brano. Tutto regolare.
Il titolo in mente ce l'aveva già e di certo non lo cambiò: East Jesus Nowhere

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Angolo autrice:
Ciao :)
Voglio sapere cosa ne pensate, quindi, susu, recensite!
Baci e abbracci,
Cate :)

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Capitolo 2
*** Ovunque Il Vento Soffi ***


Te ne stai seduto in riva al mare con il vento che ti accarezza i capelli corvino, la musica nelle orecchie ti fa da sottofondo ai pensieri, le onde ti lavano i piedi insabbiati e osservi l'orizzonte, là dove l'azzurro del cielo si mescola con il blu dell'oceano, ma il sole sta tramontando e s'illumina tutto d'arancione, gli occhi ti brillano, senti gli ultimi raggi di sole che ti scaldano la pelle nel cuore dell'inverno, un altro giorno sta finendo, presto il buio calerà, e sarai onorato di tornartene nella tua dimora nel pieno di quella città dove hai passato l'infanzia e l'adolescenza, e che ora condividi l'età adulta con la tua dolce famiglia allegra. Osservi il sole tuffarsi a ovest ammirando la sua bellezza che si spegne, sentendo i primi brividi della notte lunga che deve entrare in scena non molto dopo, lasci che la natura faccia il suo corso davanti ai tuoi occhi smeraldo, sospiri profondo ripensando al passato volendolo cambiare per avere vicino a te le persone che hai perso con il tempo, gli amici più cari, le prime fidanzate, vorresti ridere per un'ultima volta il bel viso buffo di Andy, tuo padre, se non in foto non te lo ricordi nei particolari anche se i folti capelli neri che accarezzavi ogni volta che le sue braccia ti avvolgevano in un abbaraccio caloroso li ricordi come se fossero i tuoi, gli spettinavi sempre, ti divertiva mettergli le mani in testa e poi annusartele e respirare il dolce profumo del suo shampoo che ti lasciavi.
Sbirci con la coda dell'occhio l'orologio del telefono da cui esce la musica che entra direttamente nelle tue orecchie senza disturbare la quete pubblica, segna le 17:30, l'inverno sta finendo e le giornate si allungano, chiudi gli occhi qualche istante e li riapri subito dopo, lo scenario è sempre lo stesso ma è come se non lo vedessi da tanto tempo, magari giorni, mesi, oppure anni, gli spifferi iniziano ad accarezzarti il collo poco protetto e a farsi più frequenti.

Segui l'ululio del vento tra i vicoli della città, vuoi passare un po' di tempo per te stesso senza che nessuno ti possa disturbare, riappari magicamente nei posti dove hai passato l'infanzia, il parco, la scuola elementare, il centro sportivo e tutti i luoghi che ti fanno venire alla mente cose passate e che speri di non dimenticarti mai. Passi davanti all'ospedale dove il decimo giorno di settembre tuo padre ti ha abbandonato solo con tua madre e i tuoi fratelli più grandi, lasci che i pensieri cattivi ti mangino il cervello e speri di riuscire a sorridere ancora una volta senza far finta, tuo padre era molto per te, con lui hai iniziato a fare musica, ti ricordi ancora la sua faccia soddisfatta mentre ti poneva Baby Blue e la tenevi in mano con fatica, ricordi ancora i suoi occhi stanchi su quel letto bianco dell'ospedale che doveva essere un semplice passaggio ma non uscì più da lì se non per il funerale alla quale hai voluto partecipare anche se con il viso colmo di lacrime amare, piene di tristezza, dolore, rassegnazione anche se speravi che fosse tutto solo uno stupido incubo, e da lì non hai potuto fare altro se non distrarti, lasciarti prendere dal paradiso e dimenticare l'inferno, sorridere alla luce del sole e sorridere anche durante i temporali della notte, lasciare il dolore e abbracciare la gioia della vita, continuarsi a ripetere che chiunque ce la può fare vuol dire che anche tu riusciresti, ed è la sfida più grande che tu riesci a combattere ogni giorno, sorridere senza lasciarsi prendere dal dolore interiore, e tutto senza dimenticare perché i ricordi, sia belli che brutti, sono pur sempre ricordi del passato che non accadranno mai più nel futuro.

Lasci il quartire più degradato di Berkeley e ti riavvi verso casa, la notte è scesa da qualche ora ormai, la tua famiglia ti cerca ovunque, percorri il tuo cammino con la calma di chi non ha fretta e pensi ancora sul passato.
Cammini lungo la via di casa, illuminata a malapena da dei lampioni bruciati, la loro luce fioca accende il tuo lungo cammino per le strade della città, alzi la testa per la prima volta dopo ore, abbassi il cappuccio della felpa che tieni addosso, metti una mano in tasca e ne estrai le chiavi, apri il cancellino della villa con le luci accese all'interno, si intravedono le ombre di persone in disperazione, pensano di aver perso un marito, un padre, un amico stretto, chiudi il cancellino e cammini ancora fino alla porta d'ingresso, abbassi la maniglia e lo sguardo pieno di lacrime di tua moglie si scaglia contro di te, ti sorride e ti abbraccia a più non posso, i figli si aggiungono a lei, ti lasci scappare delle lacrime che iniziano ad invaderti il volto, sei felice di vedere la famiglia ad accoglierti, e loro sono felici di abbracciare il Billie Joe che pensavano di aver perso.
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Ringrazio tutti quelli che hanno voluto leggere la prima OS, ecco la seconda!
Ringrazio tanto anche GD_foREVer per aver recensito con amoVe e pazienza (?)
XOXO,
Cate :)

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Capitolo 3
*** Murder City ***


La strada a tratti illuminata dai lampioni, i semafori lampeggianti d'arancione. La notte era scesa su tutta l'America, anche tra le vie più affollate di Oakland, diventate deserte allo scoccare della mezzanotte. Tutti erano nelle proprie case, nei propri letti, sotto le coperte a sognare i proprio sogni e i propri incubi. La città sembrava morta, una città fantasma. Le anime dormienti che con il levarsi del sole si sarebbero risvegliate per l'ennesima volta, felici di rivedere la luce. Billie la notte stava sveglio. Divideva il tempo: due ore a scrivere, due ore a comporre (cercando di non svegliare i vicini), trenta minuti ad osservare il corpo della propria donna con l'anima pura che dorme, poi il resto della notte con le palpebre calate sugli occhi senza prendere sonno fino al primo raggio di sole.

I lampioni s'illuminavano anche quel giorno, i semafori si spensero, le strade erano deserte in quella città caduta nell'oscurità della notte. I suoi capelli mossi, neri corvino sembravano cambiare colore sotto le luci, i suoi occhi verdi come la speranza, stavano bassi sulla strada, intimoriti dalla misteriosità che si nascondeva dietro ad ogni angolo. A volte essi erano presi da una furia repentina che esprimevano allegria. Quelle luci formavano un contorno sfumato delle sue labbra carnose e leggermente colorate di rosa, che con l'arancione delle luci e il blu oscuro della notte combinavano misteriosità. Nessun suono provenire dall'interno della città, solo le onde dell'oceano sbattere delicatamente sulla spiaggia deserta. Un paesaggio inquietante.
Pian piano la notte si faceva sempre più fonda. Armstrong lasciava trapassare un po' di preoccupazione, probabilmente per come giravano le cose al mondo o per il proprio futuro ma sapeva per certo di non essere senza speranze.
"Desperate but not hopeless"

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