questa è la mia vita,l'unica per cui vale la pena vivere.

di se solo tu sapessi di me
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** introduzione ***
Capitolo 2: *** 1. ***
Capitolo 3: *** 2. ***
Capitolo 4: *** 3. ***



Capitolo 1
*** introduzione ***


Daniel era stanco della sua vita,stanco di tutte le persone che gli stavano intorno,di tutto quello che fino a quel momento poteva chiamare vita. Voleva andarsene,ovunque sarebbe stato un posto migliore di dove si trovava in quel momento.

Prese la valigia da sotto il letto e ci buttò dentro qualche maglietta,un maglione,qualche felpa e dei jeans. Recuperò il telefono,le sue cuffie,qualche soldo per comprare un biglietto del treno e la chiuse,non gli serviva nient'altro.

Si chiuse la porta alle spalle e seguito dalla piccola valigia si avviò verso la stazione.

Non aveva in mente nessuna destinazione,voleva solo andarsene da tutto e da tutti.

Era troppo stanco di quello che fino a quel giorno aveva dovuto definire la sua “vita”.

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Capitolo 2
*** 1. ***


La stazione non distava poi così tanto,solo un paio di minuti a piedi. Daniel estrasse il cellulare e le cuffie dalla tasca dei jeans.Era un tiepido pomeriggio di inizio settembre,il venticello fresco era l'ideale per sfuggire da una calda e afosa estate ormai agli sgoccioli.

Probabilmente la sua città non gli sarebbe mancata,niente lo teneva legato a quel posto. Non aveva più niente per restare. Si passò una mano tra i folti capelli color cioccolato e si mise le cuffie,voleva solo evadere dalla realtà. La voce pungente di Mecna rimbombava nelle sue orecchie.

Era sempre stato un tipo solitario,il genere di ragazzo dalle amicizie sbagliate e poco durature. E adesso,senza amici e senza un valido motivo per restare stava per andarsene,lasciando tutto e tutti.

Era ormai di fronte alla stazione. Si tolse le cuffie e le ripose nella tasca dei jeans. Si diresse a passo lento verso la biglietteria e una volta giunto lì osservò attentamente i tabelloni,non aveva ancora deciso dove andare,l'importante era lontano ma dove? Si chiese.

Sul tabellone continuavano a passare i nomi di treni regionali quando vide tra tutti quei treni uno diretto a Roma,da li posso andare ovunque pensò e si avvicinò all'uomo della biglietteria.

-salve,un biglietto solo andata per l'interregionale diretto a Roma,per favore-

l'uomo lo guardò attentamente per qualche secondo con i suoi occhi verdi smeraldo.

-ha intenzione di andare lontano ragazzo?-

-si-

l'uomo si volto verso lo schermo e in pochi secondi stampò il biglietto.

Daniel lo ringraziò e pagò.

-buona fortuna ragazzo.-

Daniel lo guardò un ultima volta e gli sorrise prima di avvicinarsi ai binari,presto sarebbe arrivata la sua via di fuga.

Si sedette vicino sulla panchina,la stazione era completamente deserta,solo lui e il signore della biglietteria. La voce metallica proveniente dall'altoparlante annunciò l'imminente arrivo del treno diretto a Roma.

Daniel si alzò e attese che il treno arrivasse e i portoni si aprissero. Una volta dentro trovò un posto in una carrozza poco affollata e si sedette su una poltroncina vicina al finestrino. Guardò il suo volto riflesso nel vetro del finestrino,i suoi occhi color nocciola sembravano spenti e le sue labbra carnose erano state massacrate a forza di mordersele.

Cercò nella tasca le cuffie e passò buona parte del tragitto ascoltando musica,svuotandosi la mente.

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Capitolo 3
*** 2. ***


Quando Daniel riaprì gli occhi lo scenario era totalmente cambiato,era li nella sua poltroncina del treno con la sua piccola valigia,ma fuori non c'erano più prati verdi e palazzi. Era giunto a destinazione,Roma.

Scese dal treno,così come la maggior parte delle persone che fino a poco prima erano sedute nelle carrozze vicine. Tra esse c'era una ragazza dalla folta chioma castana con sfumature aranciate.

Daniel la osservò scendere qualche passo prima di lui ma non riuscì a scorgere il suo volto nella folla. Troppa gente riempie le stazioni pensò tra se. Cercò di seguire con lo sguardo la ragazza ma era come se fosse sparita nel nulla. Peccato si disse,magari mi avrebbe portato da qualche parte.

Si diresse verso la biglietteria,voleva vedere i tabelloni e decidere il da farsi. Aveva denaro a sufficienza per poter arrivare d'ovunque. Giunto ai tabelloni riuscì a dare un occhiata veloce e decise di spostarsi. Fece un nuovo biglietto e si avviò in direzione del binario seguito dalla sua piccola valigia. Sarebbe arrivato a Firenze per le 8 di sera. Fin da bambino avrebbe voluto visitarla ma non ne aveva mai avuto la possibilità.

Firenze era la culla dell'arte,la culla della cultura e della storia. Sarebbe ripartito da li per crearsi una nuova vita.

Il binario era vuoto così si avvicinò ad uno dei distributori automatici li vicini,vide se stesso riflesso nel vetro della macchinetta,vide il suo corpo snello e poco atletico vestito con dei banali jeans e una t-shirt,vide la sua pelle pallida e i suoi folti capelli color cioccolato scompigliati. Cercò di aggiustarli e tornò a sedersi sulla panchina,Prese il telefono dalla tasca dei pantaloni. Un messaggio da Charlie “che fine hai fatto?”. Eliminò il messaggio,non gli importava più nulla di Charlie,ne di tutti coloro che avevano finto di essergli amico. Charlie per lui era una delle persone più importanti ma lui non lo aveva mai veramente considerato come un amico. L'aveva ferito e usato.

Rimbombavano nella sua mente quelle parole”noi non siamo amici Daniel,tu mi fai solo pena”.

Sentiva un peso nel petto e le lacrime traboccargli dagli occhi,strinse i pugni e cercò di calmarsi,non era il momento adatto per piangere,il treno sarebbe arrivato da un momento all'altro.

-posso sedermi li?-

Daniel tornò alla realtà,due grandi occhi blu come il mare lo stavano fissando in cerca di una risposta.

Rimase estasiato dalla bellezza di quegli occhi,dentro c'erano un oceano di cose che aspettavano solo di essere scovate,quasi come se fossero fatte apposta.In quegli occhi c'era tristezza mista a speranza,una piccola scintilla che brillava di luce propria cullata dalle acque.

Non c'era altro da vedere,se non quegli occhi per Daniel.

-ehm come scusa?-

La ragazza ripeté la domanda con la sua voce delicata,senza neanche sbuffare e Daniel le fece spazio sulla panchina mentre continuava a osservarla senza che lei se ne accorgesse.

Aveva lunghi capelli castani con sfumature aranciate. Il suo volto sottile e ricoperto di lentiggini sembrava proprio essere creato apposta per far da cornice a quegli occhi che gli avevano perforato l'anima in un solo sguardo.

-comunque io sono Luce.-

La ragazza lo guardava dritto negli occhi e gli sorrise,

-io sono Daniel- non poté fare a meno di sorridergli a sua volta,non c'era niente di più bello che quel sorriso capace di sciogliere anche i peggiori inverni.

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Capitolo 4
*** 3. ***


il treno arrivò in perfetto orario,Daniel e Luce si guardarono negli occhi per quache secondo,poi Luce sospirò,sapeva che come ogni cosa bella anche lui sarebbe sparito nel giro di poco.le cose belle per lei erano come quei preziosi piatti di porcellana,bellissimi da vedere ma appena li tocchi ti scivolano di mano e finiscono per distruggersi in mille pezzi perdendo così tutto il loro splendore. È probabilmente lo stesso sarebbe accaduto con quel ragazzo.

-è il tuo treno?- fu l'unica cosa che riuscì a dire.

Daniel detestava ammetterlo,ma quel treno era il suo.

-si,devo andare ma mi piacerebbe rivederti.-Daniel si stupì di come quelle parole gli fossero uscite dalla bocca così spontaneamente.

Le guance di Luce si dipinsero di rosso.

-mi trovi qui,tutti i giorni.-

Daniel la osservò per l'ultima volta prima di raggiungere la carrozza,da dove i suoi occhi continuavano a osservare la ragazza finchè gli fu possibile.Luce era sempre li su quella panchina della stazione che gli sorrideva. Era così bella,con quegli occhi raggianti di felicità.sorrideva con gli occhi. Come avrebbe potuto dimenticare un sorriso come quello?Era come se dopo quel sorriso tutto avesse preso una piega diversa.Tutto era era offuscato,niente era più importante di quella ragazza che in pochi minuti era riuscita a fare la differenza.Doveva tornare da lei.

Il treno raggiunse la stazione di Firenze in perfetto orario,Daniel scese di treno e si guardò intorno,il sole stava tramontando e il cielo si tingeva di arancio.Non poteva crederci,in meno di 24 ore la sua vita aveva preso una strada del tutto diversa.Era partito,aveva chiuso le porte al passato e stava solo a lui decidere cosa fare della sua vita.

Il passato non esisteva più.

C'era solo lui.

E la sua nuova vita.

E nessuno poteva impedirgli di vivere nel vero senso della parola.

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