Another movie or..?

di lorella16
(/viewuser.php?uid=519785)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un inaspettato trasferimento. ***
Capitolo 2: *** Quegli occhi. ***
Capitolo 3: *** Cosa cerchi? ***
Capitolo 4: *** Sarà mio! Solo mio! ***
Capitolo 5: *** Non bastava? ***
Capitolo 6: *** Scusami... ***
Capitolo 7: *** Così, d'istinto. ***
Capitolo 8: *** Avvertimento ***
Capitolo 9: *** Tu non lo sai. ***



Capitolo 1
*** Un inaspettato trasferimento. ***


1- Un inaspettato trasferimento




 


 

   




-Isabella, vuoi deciderti a preparare i tuoi bagagli? Ormai è deciso da 6 mesi. Domani sveglia alle 6.30, altrimenti rischieremo di perdere l’aereo per Londra per colpa tua!-.

Le parole urlate di mia madre riecheggiarono all’interno della mia scatola cranica, seguì il fastidioso rumore della porta della mia camera, che sbatté con violenza alle sue spalle.
Da mesi respiravo un’aria di ostilità a casa, a causa della situazione economica che peggiorava giorno dopo giorno terribilmente. Mio padre, un ingegnere meccanico qualificato, aveva sempre guadagnato bene, gli affari sempre andati a gonfie vele, fino a quando la crisi non colpì anche lui.
Ero costretta a partire in una enorme metropoli che mi spaventava fin troppo.
Come diavolo potevo io, Isabella Lee, piccola 16enne (tutti me ne davano a stento 14 a causa del mio fisico minuto, esile e il mio viso simile a quello di un’infante) desiderare di trasferirmi definitivamente in una città come Londra che appariva ai miei occhi così maestosa, monumentale dopo essere vissuta per 16 lunghissimi fottutissimi anni in una città come Palermo?
Come potevo immaginare di non vedere più luoghi, facce conosciuti? E poi…poi..la scuola! Avrei dovuto frequentare il 3° anno di liceo in una nuovissima scuola, all’interno della quale tutto è diverso! Persone, lingua, luogo….Tutto fottutamente diverso! Immersa nei miei pensieri cupi, la vibrazione del cellulare mi fece tornare sul pianeta terra. Lessi “Fede <3” sul display, non esitai a rispondere.

-Non riesco a immaginare quel banco vuoto, Isa, non ci riesco! Ti prego, non posso immaginare di non poter più vedere il sabato sera tre film di fila insieme a te, mangiando schifezze di ogni tipo! E poi.. chi aiuterà una frana come me coi compiti? Chi mi guiderà per non farmi fare cazzate, se non tu, Isa? -.
Federica era la mia unica amica da ben 5 anni. Niente ci accomunava praticamente, se non due cose: la passione per il cinema e per il disegno. Amavamo soprattutto guardare i film drammatici, realisti, romantici, i grandi colossal, e andavamo pazze per  le opere dei grandi registi.
Il nostro film preferito era Forrest Gump, che guardavamo ogni mese come da rituale, sapevamo ogni singola battuta  e ogni volta alla fine piangevamo come due fontane. Federica era una “testa pazza”, molto più spigliata di me, io, invece, ero timida e insicura.
Lei aveva avuto già 4 ragazzi e con uno c’era già andata a letto, io avevo dato il mio primo ed unico bacio durante un gioco ad una festa. Lei mora e formosa, io bionda ed esile. Ci completavamo.

-Fede, verrai da me a Natale, ci sentiremo via Skype, telefono, è una promessa.-
-Isabella, senza di te niente sarà uguale. Ti scriverò sempre, ti voglio immensamente bene.-
-Anche io. Adesso fammi staccare, è doloroso anche per me. Notte.-
riattacai velocemente, sarei rimasta volentieri al telefono, ma volevo evitare di piangere e la valigia mi aspettava.
Presi gli abiti che mi piacevano di più. Amavo indossare jeans e t-shirts semplici, molte erano blu, il mio colore preferito. Ero solita indossare anche abitini di cotone. Il primo che infilai in valigia era il mio preferito; bianco, aveva lo scollo ampio a V, maniche a tre quarti, sotto era ricco di balzi color panna. Metteva in risalto la mia figura esile e accentuava la mia curva del sedere.
Dopo aver impiegato un’ora di tempo per sistemare la valigia, la chiusi. Ma stavo dimenticando una cosa importantissima.
Mi avventai sul comodino accanto al mio letto, aprii velocemente il terzo cassetto. Dentro c’era il ritratto che mi aveva fatto Federica quest’estate a casa sua. Era estremamente magnifico, le sue mani erano capaci di creare grandi cose, avrebbe fatto sicuramente strada.
Era stata buona, mi aveva reso più bella di come ero realmente. Osservai il foglio per qualche minuto e mi si riempirono gli occhi di lacrime. Le trattenni. Misi il disegno in valigia per poi serrarla. Mi lanciai sul letto, ancora vestita e col mascara sulle ciglia. Mille pensieri affollarono la mia mente che non mi permisero di dormire fino a tarda ora.
 
-Isabella, tesoro, sono le sette meno dieci! Veloce, su, l’aereo ci aspetta!-
La mamma era felice, così felice. Sperava che Londra ponesse fine a tutti i problemi economici di famiglia e che ci restituisse un largo sorriso.
Non pensava a come potesse essere difficile per me integrarmi, ero così difficile. Davo l’idea di essere tranquilla, ma molte cose mi tormentavano….
-Tutti pronti? Possiamo andare!- disse papà.
-James, manca ancora Tony…- disse mamma.
-Starà ancora guardandosi e ammirandosi allo specchio, come sempre…- dissi, mentre sbuffavo.
-Sfigata di una sorella, guardami, non sono un vero fico?-
Disse mio fratello Tony, scendendo spocchiosamente e velocemente dal piano di sopra.
Era insopportabile. Aveva 18 anni, era un bel ragazzo, biondino con gli occhi azzurri e proprio per questo tutte le mie compagne di scuola gli sbavavano dietro, persino Federica.
Pensavano avesse il fascino da ragazzo maturo, invece era una grande testa di cazzo.
-Bene, ragazzi, avviamoci!- disse papà, con voce entusiasta.
 
Guardavo per l’ultima volta quelle strade, quella gente solare che popola la Sicilia.
Tutto mi sembrava così unico e bello, adesso che stavo andando via. Ammirai per l’ultima volta il cinema in cui passai molte serate insieme a Fede, sentii i brividi lungo la schiena.
In aereoporto, dopo aver fatto il Check-in, biglietti e aver deposto i bagagli, ci avviammo verso l’aereo.
-Coraggio..- dissi a me stessa.



 

Spero vi piaccia, è solo l'inizio della storia, tra non molto introdurrò Zayn.
I personaggi sono interpretati da:
Isabella: Taylor Swift.
Federica: Vanessa Hudgens.
Tony: Zac Efron.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Quegli occhi. ***


2-  Quegli occhi.









 

- Mamma, non lo sopporto più! Voglio indietro il mio fermaglio!-
-Mamma, ma così è molto più carina, non trovi?- rideva Tony divertito col mio fermaglio tra le mani.
7:45 AM. Da circa mezz’ora correvo dietro quel coglione di mio fratello, che rendeva la mia esistenza già impossibile straimpossibile.
Era il nostro secondo giorno a Londra e io volevo già scappare via, lontano.
Non vedevo il sole da quando avevo messo piede su quell’aereo: cielo grigio perennemente, in pieno Settembre. Non era la mia prima volta a Londra, è chiaro, la conoscevo come le mie tasche.
Andavamo spesso a trovare i nonni e gli zii in Estate e a Natale, ma io non ne ero proprio entusiasta. Londra è così affascinante, multietnica, ma non è ciò di cui ho bisogno. Una città grigia, cupa..mi aveva messo sempre così tanta tristezza, d’altra parte ero abituata a vedere il sole 365 giorni l’anno.
-Tony, restituisci quell’oggetto a tua sorella, arriverete tardi a scuola, per giunta il primo giorno!- disse mamma irritata.
Tony ignorò totalmente le sue parole, continuando a correre qua e là per casa. La mamma esausta prese le chiavi della macchina. Aspettava noi.
Avevo i capelli troppo scompigliati, non ero arrivata a piastrarli e quel cretino non aveva nessuna intenzione di darmi quel maledetto fermaglio.
Salii le scale, aprii la porta della mia camera: un campo di battaglia si presentò davanti ai miei occhi, non avevo avuto tempo di farmi uno schema mentale per disporre in modo ordinato tutte le mie cose.
Ricordai di aver infilato dentro il cassettone un fermaglio, che non mi piaceva molto, ma purtroppo era l’unica alternativa rimasta.
Aprii il cassetto, lo afferrai. Era azzurro con i brillantini, alcuni si erano scollati. Misi lo zaino sulle spalle, scesi le scale velocemente, passai dalla cucina per addentare poi una mela. Uscii di casa per dirigermi verso l’auto. Entrai. 
-Come al solito hai fatto tardi, e poi quello vanitoso sarei io?- rise sotto i baffi quel coglione di mio fratello. Gli diedi pacca sulla nuca. Mamma non ne poteva più dei nostri litigi, ci ignorava semplicemente.
-Mi raccomando, ragazzi. Mostratevi educati con gli insegnanti, con la preside. Cercate di inserirvi sin dal primo giorno all’interno dell’ambiente scolastico. Già siamo strapieni di problemi, non vorrete aggiungere pure la scuola. E’ opportuno…- .
Mamma parlava..come dire..da sola. Tony con le cuffie infilate alle orecchie annuiva, facendo finta di ascoltare le parole pronunciate da mamma. Io, passiva, qualche volta, pronunciavo un “sì”.
Ero estremamente annoiata. 
-Ragazzi, fate attenzione. Vengo a prendervi alle 14:00!- disse mamma con un sorriso grande stampato in faccia.

Arrivati a scuola, scesimo dalla macchina. Una folla di ragazzi davanti ai miei occhi mi mise una tremenda ansia addosso. Tony camminava in modo così disinvolto, invidiavo tantissimo questo suo lato. Incrociai molti sguardi in cortile, prima di inoltrarmi nei corridoi dell’edificio. La mia classe era la 3^D, quella di Tony la 5^D.
-Eccomi arrivato, ciao ciuccio- urlò Tony, entrando in aula. 
Feci una faccia disgustata e proseguii verso la mia aula. Percossi due corridoi per poi trovare la 3^D. La porta era chiusa. -Cazzo! Il prof è già dentro!-.
-Non preoccuparti, sono solo quei due cretini che stanno fumando dentro l’aula.- mi disse una ragazza sorridente, con voce divertita, sentendo le mie parole, che credevo di non aver pronunciato.
Aveva un bel viso, occhi scuri, capelli lunghi e castani. Aveva un fisico che definirei massiccio, ma subito si poteva scorgere una bellezza così semplice e naturale. 
-Comunque piacere, io sono Vic..toria, già, a volte dimentico di chiamarmi così perché tutti mi chiamano semplicemente Vic! Sei nuova, vero? O forse hai cambiato sezione o..hai perso l’anno?- disse molto confusamente.
- Prima opzione…Io sono Isabella, puoi chiamarmi Isa-.
-Sei italiana, forse?- disse, sgranando gli occhi.
-S-sì..- dissi insicura.
-Ma è una cosa fichissima! Italia: ARTE, MODA, PIZZA…-.
- …Mafia?-
- Sì, anche quella, ma poco importa! Oh, c’è Mrs Holmes, la professoressa di inglese. Entriamo, su.-
L’aula aveva un aspetto magnifico, c’era pure una lavagna elettronica. 
I due ragazzi spensero i due mozziconi di sigaretta sotto il banco con aria indifferente. Quei due avevano l’aria da fichi strafottenti, che si sentivano già grandi. Victoria mi fece segno di sedermi accanto a lei, capitammo davanti a quei due, che mi guardavano curiosamente. 
-Forse hai sbagliato edificio, qui non siamo all’asilo-. Disse uno di quei due a voce alta. Quasi tutta la classe scoppiò in una grossa risata.
Diventai rossa come un pomodoro. 
-Prova a star zitto, James!- disse Victoria, dandogli un calcio sul ginocchio.
Lui la guardò con sguardo assassino.
-Non farci caso, è uno tutto fumo e niente arrosto, era il mio ex, provo vergogna anche a dirlo- mi sussurrò lei.
-Silenzio, ragazzi, accogliamo la vostra nuova compagna di classe, cerchiamo di essere solidali. Conto su di voi, vi ritengo delle persone mature!- continuò per circa dieci minuti la professoressa, che sembrava essere una persona severa, ma disponibile al dialogo. 
La campanella suonò dopo le tre ore di inglese, Victoria mi tirò con sé fuori dalla porta dell’aula per la ricreazione.

Mi trascinò velocemente verso una zona del cortile, più appartata. 
-Victoria, dove mi porti?-
-Non importa, fidati di me! E poi chiamami Vic.- disse molto velocemente, come avevo notato che spesso faceva.
-Ok, Vic- dissi sorridendo.
Lì era pieno di gente che fumava, sembrava un covo di assuefatti. Per quello che potevo vedere, nessuno, però, teneva in bocca una canna. Questo mi rassicurò. 
Vic si sedette su uno scalino e in fretta preparò una sigaretta, poi l’accese.
-Lo so, è un viziaccio. Ho tentato tante volte di smettere.- disse, emanando fumo dalle labbra, come per volersi giustificare, forse aveva notato il mio sguardo, come dire, strano.
-No, non preoccuparti..- dissi, guardandomi attorno.
Il mio sguardo improvvisamente si fermò su una coppia che si avvicinava. Lei era bionda, alta, davvero molto magra.
Indossava dei vestiti che non si addicevano ad una liceale. Jeans di pelle molto aderenti, tacchi fucsia a spillo e una maglia color cipria che le teneva scoperti il ventre, nel quale vi si poteva scorgere un piercing, e quasi tutta la schiena ossuta.
Il mio sguardo poi, si posò su di lui, forse anche per troppo tempo.
Era barbuto, con tantissimi capelli scuri. Carnagione mora, fisico slanciato. Indossava una maglia bianca, su di essa poggiava un giubotto di pelle corto. Jeans blu e delle Nike bianche. Quello che mi aveva catturata maggiormente di lui era il suo sguardo, che definirei furbo..o meglio sexy. Sì, avevo pensato che lui fosse terribilmente attraente e misterioso. Non mi era mai capitato di provare così tanta attrazione verso un ragazzo, quasi me ne vergognavo.
Gli lasciai gli occhi addosso per 5 minuti, mentre lui salutava i suoi amici, per poi accendere una sigaretta alla sua ragazza, suppongo. Non si voltò mai verso di me.
-E poi qui conoscerai le mie amiche, che purtroppo hanno deciso di cambiare scuola..Ma mi stai ascoltando?- disse Vic, mentre io fissavo quel tizio in modo ossessivo. 
-Ah..ho capito. Non dirmi che ti piace.- disse, puntando lo sguardo a terra. 
-Ma c-chi, c-cosa? A me? No, è solo un bel ragazzo.- dissi balbettanto, oh, l’avevo detto inconsapevolmente.
-Ok, amica, ti spiego un paio di cosette. Tieni gli occhi puntati su di loro, fatto? Adesso immagina che sopra ci sia una enorme X e sotto una segnaletica con scritto “GIRARE A DESTRA, ENORME PERICOLO”. Hai afferrato?- disse con occhi tristi e forse un po’ arrabbiati.
-Ma perché? Cosa hanno di così strano?-. dissi incuriosita dalle parole di Vic.
-Beh, lei, Taylor, questo è il suo nome, un tempo, era una mia amica molto fidata.
E’ una ragazza molto strana, per niente affidabile, oserei dire cattiva, odiosa. Credevo fosse una persona diversa, sulla quale si può contare, insomma. Invece, mi ha fatto passare dei guai e ora non ne voglio parlare.- gli occhi di Vic cambiarono espressione.
-Mi dispiace, scusami- dissi a voce bassa.
-Forse sono stata troppo dura, scusami tu. Lui è bello, è vero, ma per stare con lei non deve essere una brava persona.-
-Non lo conosci, allora?-
-No, lo vedo con lei da due mesi circa, in giro, per le feste, credo abbia ripetuto diversi anni qui. Ha 20 anni, si chiama Zayn. Ho visto il suo profilo su Facebook-
-Ah, è grande.- non mi avrebbe mai guardata e poi con una del genere, figuriamoci.
-Lascia stare queste cose difficili, è un consiglio!-
-Oh cazzo, Londra e il suo tempo di merda, sta iniziando a piovere. Hai un ombrello? E’ appena suonata la campana! Arriveremo tardi! No, no!- 
-Calmati, Isa, un po’ di pioggia ci farà bene!- disse Vic, divertita dal mio atteggiamento di panico. 
Vidi Zayn correre per il cortile, prese il suo giubotto per coprirsi il capo e il mio sguardo cadde sulla sua t-shirt bagnata che mostrava ogni dettaglio del suo corpo.
Forse Taylor era rimasta indietro con le altre fumatrici. Io e Vic ci ritrovammo proprio vicino a lui a correre. Troppo intenta a guardarlo, inciampai su uno scalino del cortile, proprio davanti a lui.
Si accorse di me, mi porse la mano, mi alzai. I nostri sguardi si incrociarono. Quegli occhi. I suoi occhi meravigliosi mi guardarono come stupiti.
Poi disse: –Ti sei fatta male?-.
-N-no, grazie- risposi incantata dai suoi occhi.
Mi fece un sorriso, mi accarezzò il viso e proseguì per la sua strada.

 
Taylor: Dakota Fanning.
Vic: Demi Lovato.


 
Se recensite, continuo ;) spero vi sia piaciuto!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Cosa cerchi? ***


 3- Cosa cerchi?










*Ma ora sapete che c'era un uomo di nome Jack Dawson, e che lui mi ha salvata, in tutti i modi in cui una persona può essere salvata. Non ho neanche una sua foto, non ho niente di lui, vive solo nei miei ricordi…*
Mi trovavo davanti alla Tv, ma in realtà ero completamente immersa nel Titanic con Jack, Rose, il capitano e quello stronzo di Cal. 
Improvvisamente lo schermo diventò nero.
-Isa, ok, adesso è finito. Avrò visto questo film mille volte, no, forse sono troppo poche! Facciamo il punto della situazione: è Sabato, sono le 22.43 e due sedicenni in pigiama stanno guardando un colossal visto e rivisto su un divano di un salotto, dopo aver visto ben altri due film- disse Vic, esausta, ormai.
-Ma io non sono stanca, è davvero piacevole. Insomma, tu non vorresti essere Rose? Insomma, quello strafico di Di Caprio si innamora follemente di lei e le salva pure il culo! Lui preferisce morire nelle acque gelide dell’Atlantico per una donna.
E’ una cosa estremamente meravigliosa, davvero mozzafiato.- dissi con occhi sognanti, gesticolando con insistenza.
- E irreale.- disse Vic, rotolando giù dal letto e prelevando qualcosa dal borsone che aveva portato con sé.
-Vic, tu non capisci..Vic? Che stai facendo? Mi avevi detto che saresti rimasta qui e… poi vorresti tornare a casa con quel..vestito?- mi rivolsi a lei alquanto sbalordita.
-A casa?! Che sciocca, stasera c’è una megaserata al Youth, una discoteca fichissima. Credimi, questa parte di Londra ti piacerà un casino!- disse eccitata, infilandosi una canotta verde, degli Shorts blu e dei sandali in tinta con la T-shirt.
-Oh, allora buon divertimento!- dissi irritata, mettendomi sotto le coperte.
-Isa, devi solo rompere il ghiaccio. Sei giovane, quando vorrai vivere? Pensi che nella vita esistano solo DVD, sale cinematografiche?Non puoi intrufolarti in quel mondo virtuale, sempre. Vieni con me, è un posto sicuro, siamo tutti giovani, dai 14 ai 21 anni. Voglio presentarti le mie amiche, gente tranquilla. Come me! Credimi- supplichevole, mi guardava negli occhi.
-Neanche per sogno! Ci vediamo lunedì a scuola!-.

Improvvisamente squillò il cellulare di Vic.
Rispose: -Mary, tra 15 minuti sono alla rotonda, vicino al Mc Donald’s. A dopo, un bacio! Io vado, piccola Isa, a lunedì-.
Mi diede un bacio sulla fronte, afferrò il borsone, le chiavi della sua macchinetta e si avviò verso la porta. 
Affondai la testa nel cuscino, ma non ero sicura di voler rimanere a casa. *Ma che dico, non avrei il tempo di mettermi qualcosa di decente e poi lì saranno tutti più grandi di me*.
-Vic!- urlai prima che lei aprisse la porta.
-Sì?- disse con aria soddisfatta.
-Quanto costa l’entrata?-
-Free entry, baby- mi rispose sorridendo.


-Sei uno schianto, tesoro!- urlò Vic, quando uscii dal bagno.
- Stupida, non urlare! Ma è troppo stretto, mi rende grassa.- dissi, mentre mi toccavo goffamente il vestito.
-Tu sei folle!- gridò arrabbiata. 
Mi inoltrai verso la mia camera, per guardarmi nello specchio grande.
L’abito era davvero bello.
Era blu, attillato, si apriva leggermente a campana nella parte inferiore. Aveva una scollatura a cuore. Portavo delle zeppe bianche, che mi aveva prestato Vic.
I miei capelli erano leggermente boccolosi e avevo fatto un make up molto veloce. Matita blu, mascara e rossetto color carne. 

Mi avviai verso il piano di sotto. Ecco che mi trovai mia madre di fronte, rimasi impalata.
Il mio viso diventò rosso in un batter d’occhio. 
-Amore, sei bellissima! Per quale occasione vorrai conciarti così?- disse mamma entusiasta.
-Buona sera signora Lee- disse Victoria con aria gentile, scendendo dal piano di sopra.
Lo sguardo di mia madre cambiò.
-Dove andate a quest’ora?-
-Mamma, alcuni ragazzi organizzano delle serate a scuola, stasera è la serata d’inizio anno- dissi abbastanza insicura.
-Adesso non vai da nessuna parte, Isabella! Avresti dovuto dirmelo prima!- gridò, mi stava mettendo in imbarazzo davanti all’unica ragazza che aveva mostrato avere un’interesse nei miei confronti. Iniziavo ad innervosirmi.
.
-Oh, oh, oh. Ma quella chi è? Mia sorella?- disse Tony ridendo come un pazzo, mentre scendeva dalle scale.
-Zitto, stupido!- dissi molto arrabbiata.
Tony era più elegante del solito, questo mi insospettiva.
-E tu, signorino, dove stai andando?- disse mamma.
-Mamma, c’è una serata fichissima, vado con alcuni amici della scuola, non rompere!- rispose lui un po’ infastidito.
-Ok, fa attenzione, guida con prudenza.- rispose mamma.
- Al Young?- dissi con voce trepidante.
-Sì, ma l’asilo rimane a casa.- disse, stuzzicandomi ancora.

Presi Tony per il colletto della camicia e lo portai vicino a me. 
Poi sussurrai al suo orecchio: -Senti, aiuta quella sfigata di tua sorella una buona volta!-
-Perché dovrei farlo?- rispose con aria di sfida.
-Ti rifaccio il letto per 1 mese. Prendere o lasciare, adesso.-
-Facciamo 2?- rispose irritante.
-Ok, affare fatto, adesso convinci mamma.-
-Mamma, stasera Isabella viene con me, la terrò d’occhio, garantito- disse Tony molto serio.
-Tony, non perderla di vista, e nemmeno Victoria. A proposito, hai avvertito tua madre, tesoro?- disse con aria preoccupata mamma.
-Sì, mia madre mi lascia uscire, si fida di me! Può anche chiamarle, buona sera signora Lee!- disse Vic molto di fretta.

Ci avviammo verso l’auto di Tony. 

-Entro l’una e trenta a casa, ragazzi!- urlò mia madre dal piano di sotto , dentro casa.

-Ok!- rispondemmo in coro io e Tony.
-Isa, io vado con la mia auto. Ci vediamo all’entrata del Young.- mi baciò e si avviò verso la sua macchinetta rosa. 

Io e Tony entrammo in auto.


-Stasera ho una sorella davvero bona. Chi l’avrebbe mai detto? Forse è l’influenza della tua amica, sì, come si chiama…Victoria?- disse con le mani sul volante con aria incuriosita.
-Sì, Victoria.- risposi distrattamente, guardando la strada.
-Quanti anni ha?- continuò Tony.
-16, quasi 17.-
-Sembra una ventenne.- 
-Ti piace Victoria…- dissi, voltandomi verso di lui.
-E’ fattibile, tutto qui.- disse ridendo, divertito.
-Giù le mani da lei, porco di un fratello- risposi con aria decisa.


-Siamo arrivati, sorella, scendiamo!-

C’era il panico, sul serio, non ero mai stata circondata da così tanta gente, mi sentivo soffocare. 
Cercavo lo sguardo di Vic tra la folla. Presto lo trovai, mi tirò per un braccio. Tony mi salutò e si avviò verso un gruppo di ragazzi. 
-Stasera sarà uno spasso, comunque lei è Mary!- disse Vic, divertita.
-Piacere, io sono Isa!- urlai per farmi sentire, considerata la musica ad alto volume che proveniva dal locale.
-No, c’è quel fico di John, guarda, i suoi addominali sembrano spingere verso l’esterno. E’ fantastico- disse Mary con sguardo da ninfomane.

A me non piaceva, sembrava un tipo sgradevole, poco raffinato. Insomma, non faceva per me, ma non commentai, per non offendere Mary, che conoscevo a stento. 
Arrivò il nostro turno. L’entrata si pagava, Vic mi aveva detto una puttanata per farmi venire, ma pagò lei per me, nonostante ne fossi rimasta delusa .
*Tu sei una bella persona, Isa, ti meriti molto di più*, queste erano state le sue parole.
Più avanti mi timbrarono il braccio. La musica ad alto volume mi trapanò il cervello, mi rese molto confusa nel giro di pochi istanti. Molti ragazzi si avvicinarono a me per ballare in pista, ma li respinsi tutti.
Quella sera mi ero resa conto di una cosa: io piacevo. E pure tanto. La mia autostima era aumentata vertiginosamente, non mi sentivo più la ragazzina insicura, la forestiera.
In pista, disinvolta, ballavo, senza rendermi conto di cosa succedesse attorno a me.
Io stavo vivendo, ero libera. Non rinnegavo i miei DVD, semplicemente avevo capito che non esistevano solo quelli. Isa era uscita da quella gabbia, aveva superato la soglia della timidezza.
Improvvisamente partì un lento, fuori dal tempo. Era “Reality”, la colonna sonora de “Il tempo delle mele”. Era come se stessi vivendo quella scena. Solo che nessun ragazzo mi aveva messo le cuffiette del walkman sulle orecchie per poi ballare romanticamente con me.
Tutte le coppiette incominciarono a ballare su quelle note, persi e innamorati.
-Che balla questa musica, andiamo a prendere un coktail!- disse Vic, ridendo.

Ci accostammo al bancone. Decisa, mi sedetti su uno sgabello, mi seguirono Mary e Vic. Il barman era accovacciato, intento ad asciugare della Vodka caduta a terra. Si alzò, stanco e con aria incazzata.
Quegli occhi incrociarono nuovamente i miei.
Era lui, Zayn.
Ero rimasta pietrificata, era ancor più bello di come lo ricordavo. Gocce di sudore gli percorrevano il volto e lo rendevano ancora più sexy. Le asciugò velocemente col palmo della mano.
-Ragazze, ditemi.- disse con voce decisa.
-Due Mojito e?- disse Vic, rivolgendosi a me.
-Ehm..L-l-lo stesso, lo stesso.- dissi impacciata.
Guardavo attentamente le sue mani, adesso. Erano forti, afferravano con decisione le bottiglie dei vari alcolici.
Alzò lo sguardo un istante su di me.
Cazzo, si era accorto che lo stavo fissando. Abbassai lo sguardo di nuovo.
Intravidi un sorrisino sul suo viso. 
-Servite, signorine.- disse gentilmente per poi dirigersi verso altri clienti.
-Isa, sei ancora qui?- dissero le ragazze, ridendo.
-Sì, osservavo solamente le varie procedure per la preparazione dei nostri coktail.-
-Sì, e io sono Bill Gates. Isabella, lascia stare quel tipo, sembra un disadattato. E poi sta con quella!- disse Vic irritata.
-Quella chi?- chiese Mary.
-Taylor Robinson- pronunciò freddamente quel nome.
Mary mi guardò stupefatta. Non capii il motivo.
-00.45, ragazze, scateniamoci, alzate quei culi dalle sedie!- disse Vic. Mi alzai dallo sgabello, osservando ancora ogni dettaglio di quel moro, che mi catturava come in una trappola. Mi tirarono le mie due amiche.
Ci trovammo in pista, più pazze di prima. 
Una mano mi sfioro il fianco destro, mi voltai velocemente per vedere chi fosse quel maleducato. Era John, il tipo sgradevole. Mi scansai da lui e scappai fuori dalla discoteca, mi ci voleva una pausa. 

Era stata come un’overdose di divertimento, dovevo recuperare le forze.
Mi sedetti su una panchina, davanti all’entrata, poi guardai il display del mio smartphone. 1.08 lessi. Istintivamente alzai il mio sguardo al cielo. Improvvisamente, mi mancò il cielo che faceva da tetto alla mia terra.
Solitamente tutte le stelle erano visibili, invece, adesso non riuscivo a scorgerne nemmeno una. Le nuvole coprivano il cielo londinese costantemente, forse non avrei più potuto sdraiarmi per terra per assistere allo spettacolo stellare. 
-Cosa cerchi?-
Improvvisamente sentii la voce del barman, che si sedette accanto a me, su quella panchina.
-Ehm..Guardavo il cielo.-
-Sì, quello l’avevo capito.- disse sorridendo per poi accendersi una sigaretta.
-Ti da fastidio?-  mi chiese gentilmente.
-No, no, non preoccuparti.- risposi, mentre tremavo o quasi.
-Hai freddo? Effettivamente sei troppo scoperta.- disse ridendo, ancora, scrutandomi dalla testa ai piedi.
-No, forse un po’..- dissi, morta dalla vergogna.
-Hai paura di me?-  chiese, ruotando i suoi occhi furbi verso i miei.
-No! Sono solo un po’ timida, scusami.- mi mancò realmente il fiato.
-Scusami tu, sono solo uno scazzato in pausa che cerca di scambiare due parole dopo 4 ore di lavoro!- rise di gusto, forse per la mia reazione.
Ecco, mi parlava solo perchè mi trovavo là fuori, mentre lui era in pausa. 
-Comunque io sono Zayn, l’altra volta a scuola sei caduta ai miei piedi, ricordi?- disse ironicamente, stava esagerando.
-Sì, più che altro sono inciampata, non era mia intenzione, come, invece, credi tu.- dissi con tono deciso, stavolta.
-Non sono un tipo convinto.- disse ,alzandosi, e poi stiracchiandosi. 
La sua camicia nera ed attillata si alzò e io mi godetti lo spettacolo del suo addome, solo per qualche istante, però.
-Il tuo nome? Non me l’hai detto.-
-Isabella Lee.-
-Isabella- fece l’ultimo tiro con la sigaretta, la lanciò a terra per calpestarla, poi si rivolse nuovamente a me –devo tornare a lavoro, tipi come me hanno bisogno di camparsi da soli. Ci si vede.-  disse per poi andar via con aria misteriosa verso il locale.
Istintivamente mi alzai e lo seguii fino al bancone.

Solo quando arrivammo lì, si accorse che l’avevo seguito.
-Mi segui?- disse, ridendo forte e fissandomi con insistenza.
-No, l’aria era fredda e poi ho voglia di una coca-cola. Ti dispiace darmi una lattina?- dissi, senza mostrare un minimo di interesse.
-Ai suoi ordini, signorina- disse, avviandosi verso il piccolo frigo, che conteneva le bevande analcoliche.
-Light, Zero o Classica?- mi urlò.
-Classica, grazie- risposi, anche io, urlando. 
Vic e Mary si accostarono al bancone.
-Che serata, ed è solo l’inizio!- disse Mary entusiasta.
-Che ora è, ragazze?- dissi molto preoccupata.
-1.45 proprio adesso!- rispose Vic.
-Cazzo, cazzo, cazzo. Mio fratello dov’è? Mia madre mi ucciderà!- frignai come una poppante.
-Isabella, questa te la offro io, magari ti riprendi un po’- disse Zayn, porgendomi la coca-cola, ridendo sotto i baffi.
-Ehi tu, fai meno lo spiritoso, dove hai lasciato la tua Taylor?- Vic fulminò con gli occhi Zayn.
-E’ impegnata con uno Shooting per DeG stasera. Tu dovresti essere Victoria? Taylor mi ha accennato qualcosa sul tuo conto- Zayn rispose in modo freddo, mentre sciacquava dei bicchierini per gli shortini.
-Molto interessante- rispose ironicamente Vic per poi allontanarsi e tirarmi via con sé. Zayn mi fece l’occhiolino, mentre mi allontanavo, io gli feci cenno con la mano.

Taylor, la sua ragazza, era una modella, d’altra parte poteva permetterselo. Ed io dovevo smettere di pensare a quel tizio. Non avevo nessuna speranza, era un tipo socievole. Questo era l’unico motivo per cui mi aveva parlato, là fuori.

-Te l’ho detto che è un idiota. Dio li fa e loro si accoppiano.-
-Ok, ma ora io devo andare a casa!- dissi, presa dal panico.
-Quello è tuo fratello no?- disse Vic, indicando Tony, che si stava slinguazzando una tipa in pista.
-Sì, purtroppo- dissi, guardandolo disgustata.

Ci avvicinammo verso di lui.
-Scusa, bellezza, ma devo accompagnare la mia sorellina a casa, ci vediamo- disse, rivolgendosi alla tipa ubriaca fradicia, che faceva la gatta morta, dandole una pacca sul sedere.

         -Ok, mamma ci ucciderà.- disse Tony correndo per dirigersi verso l’uscita, mentre mii tirava per un braccio.



 
 
Ragazze, voglio sapere cosa ne pensate, la storia diventerà davvero avvincente. Ma esprimete il vostro parere sincero! Fatemi continuare, su!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Sarà mio! Solo mio! ***


4- Sarà mio. Solo mio.









 

*Voce narrante*
-Sono estremamente stanca, non ho la forza nemmeno di porre le mani sul volante per dirigermi a casa.- disse Taylor, con voce sottile, gettandosi con forza sul letto sfatto di Zayn .
-Tu saresti stanca?! Ho lavorato 6 ore in piedi, servendo dei tipi straubriachi, con della musica elettronica ad altissimo volume come sottofondo, e per cosa?! Per 30 misere sterline! Tu, invece, hai perso tutte le tue forze per trovare la tua posa migliore. Oh, sì, scusami Taylor. Sei molto più stanca di me!- Zayn le si rivolse sgarbatamente, portandosi le mani sui suoi voluminosi capelli e fissandola sbalordito.
-Che cazzo ti prende? Non è mica colpa mia se sei incasinato, pieno di problemi. Potrei mollarti da un momento all’altro, se volessi farlo.
Sai, c’è una fila di modelli che mi aspetta, e, credimi: sono tutti disposti a trattarmi meglio di come mi tratti tu, Malik. Sei solo uno sfigato, tu. Non sei mai disposto ad ascoltarmi, pensi sempre a come stai tu, non ti preoccupi di me.- Taylor gli rispose a tono, con voce soffocata, mentre i suoi occhi diventavano lucidi.
Poi, si alzò dal letto, afferrò un bicchiere dal comodino, lo riempì del succo di arancia che si trovava sulla scrivania e si diresse verso il balcone.  
Si appoggiò alla ringhiera, poi iniziò a sorseggiare la bevanda, guardando verso il vuoto.
Indossava dei pantaloncini rosa e una maglia blu che le aveva  prestato  Zayn. Era molto larga, almeno su di lei.
Taylor aveva un aspetto scheletrico.
Chiunque avesse visto le sue esili gambe, avrebbe pensato che quella ragazza era troppo fragile e che le forze le sarebbero venute meno molto presto.
-Cosa hai mangiato stasera?- disse Zayn a voce alta, per farsi sentire, dopo aver osservato attentamente ogni dettaglio di quell’esile corpicino.
-2 mele e 1 fetta di pane integrale.-
-Ecco perché non ti reggi in piedi. Secondo te  è una cena adeguata, Taylor? Ragiona, Taylor, ragiona..per favore.- disse Zayn, abbassando la testa e mettendosi le mani sulle tempie.
-Prima degli Shooting non posso permettermi una cena abbondante, mi si gonfia la pancia.
Capita solo 2-3 volte al mese, quando mi chiamano per i servizi.- disse lei, cercando di giustificarsi.
-Tu ti ammalerai, eri più bella quando ti conobbi, due anni fa. Io ti voglio davvero bene, ma tu sei troppo testarda, ti incasini la vita da sola, sei davvero instabile.-
-Anche tu lo sei..per questo ti amo, siamo due sbandati.- disse lei con voce sensuale, accostandosi a lui e baciandolo piano sul collo, per poi tirarlo sul letto.
-Non mi va, sono davvero stanco…- disse lui, scansandosi.
Taylor non gli diede tempo. Si gettò su di lui, si tolse i vestiti di dosso, poi spogliò lentamente anche lui. Zayn non seppe resistere a lungo.
*Spazio musicale: Rihanna- We found love*

 
*Isa’s POV*
Da cinque giorni la mia vita consisteva in: andare a scuola, tornare a casa, studiare, dormire.
*Non vedrete altro che queste mura fino a sabato prossimo, e non sto scherzando.
Non mi avete risposto nemmeno al telefono, sono rimasta in piedi, preoccupata per due pazzi come voi, che non conoscono nemmeno Londra. Se ci fosse stato vostro padre…non voglio nemmeno immaginare cosa avrebbe detto di me.
Lo so cosa avrebbe detto: che sono una madre irresponsabile. Questo avrebbe detto. Non l’ho avvertito telefonicamente,  solo per non provocargli altri dispiaceri*
Queste erano state le parole di mamma delusa e arrabbiata, quel sabato sera.
Avevamo fatto rientro alle 3. Le strade, fuori dal Young,  si erano intasate, a causa di un’eccessiva affluenza di giovani.
Il mio cellulare si era scaricato totalmente, Tony, invece, aveva impostato il silenzioso e, poichè preso dal nervosismo a causa della coda infinita, non aveva controllato minimamente il suo cellulare durante il tragitto. Quella volta, non me l’ero presa con lui, ci trovavamo nella merda entrambi.
Da quella sera, però,il mio pensiero fisso non erano state le parole di mamma, bensì un volto. Un volto bruno costituito da occhi castani e furbi, naso sottile e labbra abbastanza carnose.
Era il volto di quel barman, di quel ragazzo pluribocciato, di quel ragazzo che “ tipi come lui devono camparsi da soli”. Di Zayn, quello era il suo nome, ma non sapevo un bel niente di lui, o comunque davvero poco.
Un veloce ticchettio alla finestra richiamò la mia attenzione, mentre studiavo matematica sul letto di camera mia.
Pioveva, un senso di tristezza mi invase.
Poiché non riuscivo a concentrarmi, decisi di accendere il mio portatile. Dopo il caricamento, entrai nella mia casella di posta. Notai che Federica aveva risposto alla mia e-mail:
  • Mi manchi tanto, mi sto godendo gli ultimi giorni estivi, sono sempre fuori, non mi sembra vero che sia iniziato l’anno scolastico. Appena posso, ti faccio una videochiamata su Skype. Xoxo Fede ^-^-.
Osservai  quel  ritratto, che avevo attaccato sull’anda dell’armadio, e sul mio viso sorse un sorriso malinconico. Poi aprii la pagina di Chrome.
Pensai che da troppo tempo non facevo accesso al mio account Fb. Avevo due richieste di amicizia: Vic e Harry, il secchione della mia classe. Le accettai entrambe e subito dopo andai a frugare nel profilo della prima.
Scorrevo le foto del suo profilo, erano 122.
Dopo molti clic, mi soffermai su delle foto per niente recenti. La didascalia riportava 2011.
Victoria era davvero diversa:  nel suo volto, sui lati, era possibile osservare dei solchi, al posto delle tenere guanciotte che, adesso, ornavano il suo viso pieno di salute. Anche la sua pettinatura la rendeva irriconoscibile. Aveva dei capelli rossi a caschetto che sembravano essere meno folti di adesso.
Cliccai sui 10 mi piace della foto e lessi , tra i vari nomi, il nome “Taylor Robinson”.  Pensai che a quei tempi dovevano essere ancora amiche. Poi, cliccai su quel nome. Sul suo profilo non vi era nessuna informazione che indicasse una relazione con Zayn, ma dopo qualche clic, trovai due foto che mostravano i due insieme.
Erano davvero belli, ma lui..beh, lui brillava come un diamante, non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso. Fu inevitabile cliccare sul suo nome. “Malik” era il suo cognome, evidentemente le sue origini non erano inglesi. Lavora presso “Young DiscoClub”, queste erano le sue info, nemmeno nel suo profilo vi era l’ombra di una relazione. Il cursore del mouse passò sulla voce “Aggiungi agli amici”.
Sospirai, volevo farlo, ma mi mancava il coraggio, quel coraggio che cercai minuto dopo minuto, impalata davanti a quel profilo. Per incoraggiarmi da sola, iniziai a darmi della codarda, di una bimbetta senza palle. In fondo era solo una richiesta di amicizia ed io temevo che lui potesse pensare chissà cosa di me.
Si vive una volta sola, Isabella Lee.
Vinsi la mia insicurezza, cliccai il tasto sinistro del mouse su quella voce e dopo sentii un formicolio alle gambe.

-Isabella, tesoro, è permesso?- la mamma aprì lentamente la porta, ed entrò in camera.
-S-s-sì, mamma, entra, entra!- dissi, saltando dal letto moltto agitata e tesa per ciò che avevo fatto. La presenza di mia madre proprio in quel momento non era gradita.
-Cara, cosa c’è? Forse sono stata io a renderti così nervosa? Mi dispiace avervi rinchiuso, ma questi sono i doveri di un genitore- disse mamma, guardando verso il tetto, come una colpevole.
Nemmeno le risposi, fissavo lo schermo del portatile in attesa di qualcosa.
-Isa- disse mia madre, mentre si sedette sul letto per abbracciarmi –mi dispiace, mi dispiace avervi catapultato qui, in un altro luogo, dopo anni di permanenza in un’altra città. Dovete comprendermi..-
Annuivo, mentre guardavo quella pagina. Una notifica, una notifica, una notifica! Era lì, fremevo dalla voglia di vedere cosa fosse. Non volevo illudermi.
-Mamma, sì, cercherò di comprenderti. Adesso lasciami studiare, ho ancora tanta roba da studiare..- dissi, sorridendo, per sbarazzarmi momentaneamente di lei.
-Ti voglio bene, tesoro.-
-Anche io, mamma- le diedi un bacio in fronte e lei andò via, chiudendo la porta alle sue spalle.
Mi lanciai su quel mouse, simile a un velociraptor. I battiti del mio cuore erano incontrollabili.
Chiusi gli occhi, li aprii. L’aveva accettata. Si aprì una chat, mi aveva appena contattata. Morta dalla paura, chiusi il portatile. Ecco, ero stata una cogliona, davvero una cogliona.
Mi era sfuggita l’opportunità di parlargli, e aveva visto che mi ero disconnessa proprio in quell’istante. Potevo ancora rimediare?

Feci l’accesso tramite il mio smartphone.

-Isabella ;) grazie per avermi aggiunto..- mi mancò il fiato in gola, ancora una volta.
- Ciao Zayn..-
-Che fai?-
-Stavo studiando matematica, roba seria-
-In effetti l’aspetto della cervellona ti appartiene xD-
-E’ solo una tua impressione, a me non piace studiare, ma evito di farmi bocciare, tutto qui-
-Io, invece, sono bravissimo a farmi bocciare. Penso che qualche volta potresti darmi una mano-
In quel momento mi mancarono le parole.
Cosa avrei dovuto dire? Sicuramente non l’avrei potuto aiutare, Zayn faceva il quinto, erano cose che non sapevo fare.
-Forse..- risposi, molto insicura.
-Aspetto un tuo sì. In fondo frequentiamo entrambi la stessa scuola.-
Inizialmente, non capii cosa lui stesse dicendo. Ma dopo afferrai il concetto: Zayn credeva fossi più grande, credeva che frequentassi il quinto anno, come lui, e tutto ciò mi sembrava fin troppo incredibile.
Chiunque mi avrebbe dato 14 anni, o forse stava semplicemente fingendo di non sapere. Voleva prendermi in giro, pensai.
Ero una persona troppo sincera, preferivo sempre dir la verità, qualunque cosa essa comportasse in seguito. Anche non poter vedere Zayn, per esempio, per un eventuale doposcuola.
-Io frequento il terzo anno, ho 16 anni.-
Non ricevetti risposta per più di 10 min. Dopo 15, la chat si illuminò.
-Pensavo fossi più grande-
-Ho capito-
Zayn non rispose più.
Io piansi e me ne vergognai: piangevo per un tizio che nemmeno conoscevo. Poco dopo mi appisolai.
 
*Just give me a reason, just a little bit’s enough, just a..*
La suoneria del mio cellulare determinò il mio risveglio. Alzai la testa dal cuscino sporco di mascara, con gli occhi ancora mezzi chiusi e i miei capelli biondi del tutto scompigliati.
-Pronto..- risposi con voce assonnata.
-Isaaa, ma dove cazzo sei finita? Non dirmi che dormivi alle 7 e mezza del pomeriggio?! Così  mi diventi vecchia!Stasera sto organizzando una serata da me, solo ragazze. Devi assolutamente venire.
Di questo passo, finirai per fare la muffa  a casa, bimba mia!- la voce di Victoria mi trapanò il cervello in due nanosecondi.
-Calma, calma. Non credo mia mamma me lo permetta. I divieti sono rimasti quelli di sabato e poi non sono proprio in vena per un SUPERMEGAPARTY“ risposi infastidita.
-Ci parlo io con tua madre! Bacio!- riattaccò.
Borbottai qualcosa,poi mi diressi verso il bagno.
Cercai di ordinare i miei capelli, mi sciacquai il volto, dopo mi guardai allo specchio.
I miei occhi erano ancora rossi, quel pianto mi aveva provocato, inoltre, un gran mal di testa.
Il cigolio della porta del bagno mi fece sussultare.
-Amore, sono io. Puoi andare da Victoria, puoi anche dormire da lei, ho parlato con sua  madre.
Stasera, te lo concedo.- mamma mi si rivolse con molta dolcezza.
Risposi con un ok, ma in realtà non avevo voglia di muovermi da quel buco, nonostasse ne fossi imprigionata da giorni. Ero davvero una bambina, mi stavo infatuando di uno che stava con un’altra e che nemmeno conoscevo. Mi stavo innamorando del suo aspetto, questo mi faceva imbestialire ancora di più.
Non volevo fare la fine di Gin di “Ho voglia di te”.
Pensavo che quel film fosse una merda. E io mi sentivo come la sua protagonista. Avrei collezionato anche io le sue foto nel mio diario o scritto le sensazioni provate alla sua visione? Nemmeno per sogno!

Decisa, indossai dei jeans e una maglia bianca, abbinata a stivaletti color crema. Raccolsi i capelli col mio fermaglio blu, misi ricambi, spazzolino da denti e trucchi dentro un’ampia borsa e poi mi diressi verso casa di Vic in auto con mamma.

-Ciao, tesoro. Divertiti- mamma mi salutò,lasciandomi davanti all’ampio cancello. Era la prima volta che l’andavo a trovare. Suonai e immediatamente qualcuno aprì. Feci cenno con la mano a mia madre, che andò via, poi mi diressi in giardino per raggiungere la casa. Era davvero un posto fantastico, in giardino era possibile scorgere una grande piscina, caratterizzata da un design molto cool: scaletta fuxia, pavimentazione rosa. Un dondolo in rame completava quel delizioso quadretto.
 Giunsi davanti alla porta.
Risate, urli vari, musica a palla provenivano dall’edificio. Suonai e Vic aprì. Faceva una puzza tremenda di Rum e i suoi occhi sembravano non essere vivi.
-Sei venuta, tutte ti aspettavamo, entraaa!- mi tirò con sé, mentre barcollava verso la sala rumorosa.
3 ragazze si trovavano a terra, su un tappeto confortevole. Su di esso si trovavano degli alcolici, accompagnati da piatti pieni di schifezze di ogni genere.
Mary, una delle tre, mi tirò sul tappeto. Presa alla sprovvista, rotolai sulle patatine. Tutte, su di giri, iniziarono a ridere forte.
-Ubriacone, che cazzo vi ridete?- dissi, mentre ridevo della situazione e di me stessa.
-Tieni, stasera ci ubriachiamo. Non lo facciamo mai, ma crediamo sia il modo più corretto per darti il nostro benvenuto in questa città di merda!- mi porse una bottiglia Vic, mentre rideva, senza un preciso motivo.
Accettai.
 
Mi ero ubriacata davvero, non mi sentivo più la testa. L’alcool mi aveva reso triste.
Me ne stavo isolata con la testa appoggiata sul retro del divano, mentre le altre ballavano su di esso, divorando delle patatine.
Vic fece l’ultimo salto, poi si avvicinò a me.
-Ehy, Isa, stai bene?- disse con voce incerta, muovendosi goffamente per sedersi accanto a me.
-No, tu?- dissi, senza battere ciglio.
-No- lei scoppiò in una enorme risata poi continuò.
-Il tuo problema non  è alcool, sputa il rospo-
-Non ne voglio parlare-
-Ho visto che hai stretto amicizia con Malik su Fb, ti avrà detto qualcosa di male quello stronzo?-
-Sì, Victoria. Il problema è lui, ma non ne voglio parlare!- dissi, iniziando a ridere, senza motivo, anche io.
-Ehy, che succede qui?- le ragazze si rivolsero a noi, poi caddero giù dal divano, in seguito, sbronze fino all’osso, risero ancora.
-Succede che questa è stracotta di uno impegnato con una puttanella, e non ha le palle di far nulla!- Vic scoppiò a ridere, poi si accovacciò a terra in una posizione strana.
- Ma che dici? Io non ho paura di quei due, Victoria Smith!- le urlai, anche io, ridendo, senza rendermi conto di ciò che stessi dicendo.
-Tu non riuscirai mai ad averlo- rise ancora.
-Cosa?-
-Non riuscirai mai ad averlo- disse, scandendo ogni singola parola e sgranando gli occhi verso di me.
Le altre ridevano e battevano i piedi per terra, io e Victoria le seguivamo.
-E’ questo che credi, brutta stronza?- dissi, rendendomi più seria, ma con scarsi risultati.
-Sì.-
-Io farò innamorare quel tizio di me, anche se non m’importa. Ti dimostrerò chi cazzo è Isabella Lee.- dissi, urlandole in faccia.
-Hai il coraggio di  dirlo davanti al mio cellulare, fifona di una Lee?-
-Certo, prendi quel fottuto telefono. Non ho paura.-
Victoria prese il cellulare, lo puntò davanti a me.
-Farò innamorare quel testa di cazzo di Zayn Malik di me. Sarà mio! Solo mio! Ti farò vedere di che stoffa è fatta Isabella Lee. E’ una promessa solenne, Victoria Smith.-
Queste furono le ultime parole che pronuncia prima di addormentarmi repentinamente sul pavimento di Vic.

Che ne pensate della storia fino a questo punto? Recensite? Baci :*

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Non bastava? ***


5- Non bastava?













 

-Isabella, Isabella, svegliati. Per favore, su, svegliati.-.
Sentivo quell'insistente voce davvero preoccupata in lontananza rimbombarmi in testa.
-Isabella, che cazzo ti è successo? Per favore, apri gli occhi.-.
La voce iniziava a farsi più chiara. Poi sentii una sberla sulla guancia destra, che mi fece svegliare improvvisamente.
- Mua ssssei mpazzita- dissi confusamente per il dolore, mentre cominciavo a vedere una sagoma comporsi, nella mia visuale.
-Isabella, sia ringraziato il cielo-.
Dalla voce, avevo capito che era Victoria a pronunciare quelle parole, tirando un'enorme sospiro di sollievo.
Improvvisamente un senso di freschezza mi invase. Mi era stata gettata violentemente dell'acqua gelata sul viso e sui polsi.
Avevo ripreso di nuovo tutti i sensi, il volto chiaro di Victoria dinanzi a me mi rassicurò.
-Victoria, mi sento stanca.- dissi, appena ebbi la forza di parlare.
-Mamma mia, mi hai fatto prendere un colpo. Stavo impazzendo, morendo di paura! Cazzo! Per il resto stai bene?-. Vic parlava più velocemente del solito, era molto pallida e tremava.
-Ma cos'è successo?- chiesi, ancora stordita.
-Isa, dormi da 1 ora e cerco di svegliarti da mezz'ora, ma tu non mi hai dato nessun segnale. Ho pensato tu fossi entrata in coma etilico, o forse ci sei entrata davvero! Ti è tutto chiaro?!- disse Vic sfinita.
-C-cosa diam..?- 
-Non c'è tempo per parlare! Adesso, dobbiamo necessariamente dare un'ordinata qui e farci trovare a letto, mentre dormiamo come due angioletti, se no mia madre mi ammazza!
Il turno notturno a lavoro starà terminando e se trova il pavimento ricoperto di cibo, ma soprattutto di bottiglie piene di alcool, è la fine. La fine!-.
La madre di Victoria lavorava come infermiera in ospedale e, probabilmente, sarebbe tornata a momenti. Erano le 2.30.
-Ok, ma l'alcool mi è arrivato così alla testa? Ho un aspetto che si possa definire normale?- chiesi anch'io preoccupata, adesso, mentre indicavo il mio volto in una smorfia.
-Si vedrà domattina, Isabella. Spero per entrambe di sì, mia madre potrebbe accorgersi di tutto. Sbrighiamoci adesso, dai!-.


Dopo qualche ora, era già mattina.6:00 AM leggevo sull'orologio appeso al muro, di fronte al mio letto. Ancora assonnata, spalancai gli occhi e vidi Victoria che stava smanettando col cellulare. Aveva su le cuffie.
-Vic.- dissi a voce alta.
Non ricevetti risposta, non si era accorta nemmeno che mi ero svegliata.
Avendo capito che lei non si sarebbe accorta di me, mi diressi verso il suo letto. Mi lanciai su di esso, schioccando le dita davanti al suo viso, per attirare la sua attenzione.
-Isa, ieri abbiamo fatto casini. Non capivamo un cazzo.- disse, incazzata, mentre si toglieva le cuffie e mostrandomi il cellulare.
Vic scorreva i video. In uno Mary e Kate, l'altra amica, ballavano sul prezioso tavolo di cristallo, senza scarpe, per fortuna.
-Mia nonna paterna l'ha regalato ai miei per il loro anniversario di matrimonio, mio padre era ancora vivo. Se lo vedesse mia madre..- disse Vic, riferendosi all'oggetto. 
 Quell'affare di valore si sarebbe potuto rompere da un momento all'altro.
-Guarda questo.- disse Vic, volgendo verso di me i suoi occhi spalancati, toccando il tasto "avanti" del suo Smartphone.
Vidi me e Vic, sullo schermo, che facevamo a gara a chi bevesse più shortini.
-Ma che ca..?- dissi, senza credere a ciò che stavo vedendo.
-Ah, ma ce n'è un altro che non hai ancora visto, preparati al peggio, amica...-.
*Farò innamorare quel testa di cazzo di Zayn Malik di m..*.
Sentendo quelle parole pronunciate da me, guardai sconvolta Victoria, che mi osservava con occhi torvi.
-Perchè ieri sera mi hai detto quelle parole? Un motivo ci sarà, e penso proprio che questo lo ricoderai.-
-Ma che dici? Ho detto quella scemenza, senza pensarci. Ero ubriaca fradicia!- dissi,mentre sapevo che in quelle parole c'era un pizzico di verità. O forse più di un pizzico.
Le parole di Zayn avevano procurato una rabbia dentro di me, che da ubriaca non ero riuscita a placare.
-Gli ubriachi dicono la verità, lo sai? Credo che ci sia una ragione per cui abbia detto quella cosa, se non vuoi dirmi niente, tienitelo per te, allora.-
disse Victoria, fingendo indifferenza.

Raccontai della conversazione tra me e Zayn a Vic in pochi minuti.
-Ecco perchè hai detto quelle parole.- disse Vic, sorpresa.
-Ma non penso davvero ciò che ho detto, non capivamo nulla, l'hai detto anche tu.- dissi annoiata.
-Invece sì, a te piace e tu lo vorresti tuo, solo tuo. E proprio perchè lui ti ha dato della mocciosa, la tua voglia di conquistarlo è aumentata vertiginosamente.
Ti conosco poco, ma è una reazione comune tra tutti gli essere umani, la tua. Lui ti attrae e tu l'hai presa come una sfida.-
 Forse ciò che aveva detto Victoria era vero, ma io, Isabella Lee, non avevo il coraggio nemmeno di approcciarmi con una mosca, figuriamoci con uno Strafico di ragazzo, per giunta fidanzato.
-Non c'è nessuna sfida, Victoria. I-io voglio solo integrarmi qui a Londra e forse, aiutare un ragazzo coi compiti è un buon modo di integrarsi.- dissi decisa a Victoria.
-Ma tu frequenti il terzo? Che puttanate dici? Comunque mi fa ancora male la testa, dopo ieri sera. Mi raccomando, mettiti un quintale di copriocchiaie, stamattina non vorrai farti sgamare da mia madre a colazione, vero?- dissi Victoria, ridacchiando e dirigendosi verso la porta.
Era l'ora di coprire quell'aspetto indecente!



-Victoria, io devo scappare, ho il turno di mattina, dopo ieri notte sono sfinita!Finite la colazione presto o arriverete tardi a scuola.- disse la madre di Victoria, afferrando in fretta e furia la borsa e l'ombrello sul divano.
-Ok, mamma.- disse Victoria, ancora assonnata, con le occhiaie che le arrivavano fino ai piedi.
-Ah, dimenticavo, Victoria, ho trovato il WC del piano di sopra pieno di vomito, che è successo? Ti sei sentita male?- gridò, mentre si trovava sul ciglio della porta.
Victoria improvvisamente si svegliò da quel coma, spruzzando del succo d'arancia dalla bocca.
Io la guardai, terrorizzata.
-N-no, niente mamma. Ha rimesso Mar.. ehm ha rimesso Isabella, l'hamburger di ieri sera sarà stato troppo pesante per lei, è abituata ad una cucina..diversa.-.
Io le feci segno di stare zitta, non volevo provare vergogna.
La madre di Victoria si affacciò dalla porta della cucina perplessa, con gli occhi rivolti verso di lei. 
-Effettivamente, sono abituata ad una cucina diversa, signora Smith.- dissi, sorridendo.
-Non preoccuparti, Isabella, a dopo Victoria- disse, sorridendo improvvisamente, poi si diresse verso la porta, uscì, la chiuse.
-Tua madre non sa che sono abituata alla parmigiana forse..- dissi, cominciando a ridere.
-Meno male che se l'è bevuta.-
-In questi giorni, sto facendo tante cose che ho visto solo nei film!-
-Stai vivendo, Isa, stai vivendo.- disse Vic, sorridendomi, mentre beveva l'ultimo sorso di latte.




-Che palle, Isabella, 5 ore di rottura di cazzo ancora una volta, non ci arrivo a Giugno. Poi dopo una sbronza del genere, avei dormito volentieri su quel banco- disse Victoria, dopo l'intera giornata di scuola, con occhi quasi assenti.

Io non ero per niente cosciente, camminavo lungo il cortile della scuola, ero troppo stanca per proferire parola. Non avrei mai più bevuto un sorso di alcool, pensavo.
Ero stata uno zombie l'intera mattinata, meno male che nessun professore aveva avuto la voglia di interrogarmi. Avrei preso 4, probabilmente.


-Ehi, ciao, Isabella- sentii una voce familiare chiamarmi. Mi voltai.
-Ciao, Zayn..- dissi con voce poco partecipe. Ero così stanca, che non riuscivo nemmeno ad esaltarmi davanti a lui. O forse era semplicemente la mia rabbia repressa nei suoi confronti.
-Scusami per ieri, sono dovuto andare via, non ti ho risposto più.- disse, mentre sorrideva entusiasta.
Mi prendeva per il culo?

*FLASHBACK*
Zayn's POV
-Ehi, amore. Ti ho portato le aranciate, che ti piacciono tanto. Cosa fai davanti al portatile?- diceva Taylor, mentre si inoltrava a casa mia con una busta in mano.
Non le avevo prestato molta attenzione.
Ero impegnato a parlare con una ragazza che mi aveva aggiunto, Isabella. L'avevo vista poche volte e avevo appena capito che avrebbe potuto aiutarmi a scuola.
Era pure molto carina.
Insomma, in quel momento la mia testa si trovava altrove.
-Zayn? Ma mi stai ascoltando o no?- disse Taylor, alzando la voce.
-Sì, cazzo, aspetta. Non vedi che sto facendo altro?- risposi sgarbatamente, spesso lo facevo con lei e dopo mi sentivo in colpa.
Si accostò al portatile, si accorse che stavo parlando con quella ragazza.
-E questa mocciosa chi sarebbe?- mi chiese, iniziando a ridere con cattiveria.
-Hai sempre da ridire su tutti, Taylor.- dissi, sbuffando e alzandomi dalla sedia. 
-Ma come puoi parlare con quella, quando hai me dentro questa stanza? Ti porto pure ciò che desideri e non mi caghi di striscio.- 
Taylor era davvero piena di sè, sapeva di essere bella. Ma ciò che non aveva capito era che non esisteva solo lei. Pertanto, esistevano altre belle ragazze. Forse era gelosa, ma più che altro era piena di sè e questo suo lato non l'avevo mai sopportato.
-Non esisti solo tu.- dissi, mentre tornavo al pc, per rispondere a quella ragazza, dopo un po'.
-Ma perdi ancora tempo con quella? Zayn, sei uno sfigato davvero.-
Chiusi il portatile improvvisamente.
-Ma perchè non frequenti la gente figa come te, puttana?- dissi, urlando, incazzato come un cane. Taylor esagerava, quando parlava con me.
Vidi che i suoi occhi si riempirono di lacrime.
-Ok, vado, ciao- afferrò la maniglia della porta, ma non le diedi tempo. 
-Scusami...- dissi, mentre mi rendevo conto di essere bastardo con lei, tante volte. La afferrai per i fianchi, amavo quella sua parte del corpo, poi mi venne voglia di fare sesso con lei, così, improvvisamente.
Le mie mani salivano su per il suo ventre, infilai le mani sotto il reggiseno, le sfiorai il seno delicatamente.
-Quanto sei bella..- le sussurrai all'orecchio.
-Non devi trattarmi così.- diceva, mentre sospirava, vogliosa di me.
*FINE FLASHBACK*

Isa's POV

- Ma non preoccuparti, io avrei dovuto staccare poco dopo..- dissi, con aria indifferente.
-Sembri molto assonnata, o semplicemente stai diventando anche tu una aspirante alla bocciatura?-.
Cosa intendeva dire con quelle parole? Voleva sfruttarmi per qualche lezione, illudermiò? Ah, certo, voleva fare il Nicolas Vaporidis della situazione, che si scopa la maestrina per farsi impartire lezioni, cotta di lui, in "Come Tu Mi Vuoi".
-Sì, probabilmente voglio farmi bocciare.- dissi, con un sorriso beffardo stampato in faccia.
Zayn mi guardò perplesso. Victoria stava per addormentarsi in piedi.
-Ti va di fare due passi? Vorrei dirti una cosa.-
A quel punto dissi si, congedai Victoria, che non si reggeva più in piedi per il sonno, ero stata più resistente di lei.
-Senti, riguardo a ieri..-. Zayn stava formulando una frase, ma non lo lasciai finire.
Non so perchè pronunciai quelle parole, forse ero troppo stanca per ragionare, forse volevo darmi la zappa sui piedi, forse quegli occhi da cerbiatto mi avevano catturata, mentre diceva quelle parole o forse quella era una sfida con me stessa.
-Sì, ti aiuto. Sono in grado di svolgere anche gli esercizi del quinto. E' un modo per integrarmi a Londra. Adesso devo scappare, mio fratello mi fa cenno con la mano. Ci si sente- dissi, mentare sorridevo come un ebete.
-No, aspetta, dammi il tuo numero.-
A quel punto mi sentii sprofondare.
Gli scrissi il mio numero sul suo smartphone, poi volai via.
Lui sorrise. Cosa nascondeva dietro quel sorriso, cazzarola?

2 giorni dopo


Zayn's POV
Probabilmente quest'anno mi avrebbero fatto passare a scuola, avevo intenzione di metterci un po' d'impegno. Il diploma mi serviva davvero.
Quella ragazza mi avrebbe aiutato, non sapevo bene perchè mi ero affidata a lei. Forse mi ero fidato della sua spontaneità, mi sembrava una ragazza sincera, forse un po'ingenua.
Si era fidata di un tipo come me. Non avevo capito perchè lei avesse accettato la mia proposta. Pensai che Taylor non avrebbe dovuto saper niente, almeno per le prime volte. Non volevo metterle strane idee in testa.
*Taylor, ci vediamo stasera, adesso vado al cimitero. Un bacio*.
Le inviai un messaggio, affinchè non mi spuntasse a casa improvvisamente.
Quando le dicevo così, lei non veniva mai. Il problema sarebbe sorto nei prossimi giorni, quando avrei dovuto inventarmi qualcos'altro.
Qualcuno suonò alla porta, sicuramente era Isabella.

Isa's POV
Era giunto il famoso giorno. Dovevo aiutare Zayn coi compiti, ma non avevo idea di cosa dovessi fare. Perchè cazzo mi ero infilata in questo pasticcio? Chi me l'aveva fatto fare? 
A queste domande non sapevo rispondere. L'unico motivo che mi spingeva a compiere quest'azione era uno: quel ragazzo era stato l'unico che mi aveva attratto così tanto in sedici anni di vita. Non bastava?
Mi accinsi alla porta, suonai. Il cuore mi era appena salito in gola, diamine. Cercai di trattenere il mio nervosismo, di celarlo almeno.
-Ehy, ciao.-
Zayn mi aprì. Era terribilmente bello e sexy. Indossava una felpa rossa, dei pantaloncini blu e delle vecchie ciabatte. I suoi capelli erano poco curati, ma li avrei accarezzati per ore, fissandolo in quegli occhi profondi. In Versione trasandato mi faceva eccitare, questo è il termine giusto, di più.
-Ciao.- dissi timidamente, oltrepassando la porta. Lui fece entrare me, poi mi seguì, chiudendo la porta dietro di sè.
La casa non era molto accogliente, sembrava piuttosto piccola. I mobili che la arredavano erano davvero pochi, alcuni di essi sembravano piuttosto vecchi. Anche le pareti non avevano un bell'aspetto, erano scrostate. Nonostante la casa non fosse in ottime condizioni, regnava un rigoroso ordine e un profumo di pulito stuzzicava le mie narici.
-Non è granchè. Scusami, ma vivo da solo, mi pago io l'affitto dell'appartamento, infatti, come vedi, non è molto spazioso.-
disse, mentre mi guidava verso una stanza.
-Figurati, non è per nulla un problema.-
-Non vivi coi tuoi?- chiesi, incuriosita, poi.
-Mia madre è morta, mio padre vive all'estero.- rispose freddamente.
-Oh, scus..- non mi fece completare.
-Non scusarti, tutti che si scusano..per cosa?- disse, accennando un sorriso.
Decisi di non andare oltre con le domande, avevo già fatto una bella figura.
-Ci mettiamo in cucina, non vorrei sembrarti un maniaco.- disse, mentre ridacchiava e versava in due bicchieri dell'aranciata. Poi mi porse uno dei bicchieri.
-Fai il barman anche qui?- gli chiesi.
-Coca cola classica, zero o light, signorina?- mi disse, con uno sguardo malizioso, mentre sorseggiava la bevanda, appoggiato su un mobile della vecchia cucina.
-Ti ricordi ancora?- sorrisi.
-Sono operoso, quando lavoro. Ho anche una memoria di ferro, saprei dirti ogni particolare di quella serata. Ogni tuo dettaglio.-
Rimasi pietrificata per qualche istante, poi, lo sfidai.
-Cosa indossavo?- chiesi.
-Non mi credi? Un vestito blu, cortissimo, delle zeppe bianche.-
-Non era cortissimo, hai sbagliato.- risposi, arrossendo.
-Come vuoi, prendi quel libro sul tavolo e inizia a fare la maestra.- 
Afferrai il libro, distrattamente feci cadere una matita giù dal tavolo. 
Zayn si abbassò per raccoglierlo. Guardai prima il suo fantastico di dietro, poi il suo profilo assurdo. Zayn poi si alzò, la sua felpa si spostò leggermente sul collo, e fui capace di vedere un succhiotto proprio lì. 
Zayn si accorse del mio sguardo e si coprì timidamente quella parte, sedendosi, facendo finta di niente.
Aveva fatto l'amore con Taylor, il cuore mi battè più forte. 
-Cominciamo?- disse, tossendo e guardandomi perplesso.
-Sì..- risposi, sfogliando il libro, non sapendo da dove cominciare.
Sì, non capivo un cazzo di quel libro!


 
Che gioco fa Zayn? Recensite, fatemi sapere cosa ne pensate e lo saprete :D

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Scusami... ***


6- Scusami...









 



-Perchè ti sta vietando di uscire?! Avevi detto che confidava molto in te.- 
-Abbiamo litigato e non ne vuole proprio sentire. Non posso nemmeno svignarmela, oggi ha il giorno di riposo! 

Cazzo..Scapperei via.- sussurrò Vic al telefono, probabilmente per non farsi sentire da sua madre, che non le permetteva di uscire da quella sera da supermegasbronza.
-Ma si è accorta di qualcosa, per caso? Mi dispiace averti messo nei guai.- mi rivolsi a lei dispiaciuta.
-Ma no, tu non c'entri nulla, Isa. E' solo un momento che passerà. Spero molto presto, visto che per colpa sua mi sto 
perdendo la Notte Bianca!-. Victoria, in quel momento, aveva molta ira in corpo. Pensai che sarebbe potuta scoppiare da un momento all'altro, era troppo impulsiva. L'avevo capito, nonostante la conoscessi da una settimana o poco più. 
-Vabè, non esiste mica una sola Notte Bianca, Vic, nemmeno io ci andrò..-
-Ma che si fotta mia madre, sarà una cosa fichissima, e io, a causa della sua isteria insensata, dovrò rimanere a casa! 
Cazzarola, ho quasi diciassette anni, credo che io possa pretendere un po' di libertà-. Vic aveva alzato la voce, improvvisamente.
Rimasi in silenzio, impaziente che la sua rabbia si placasse.
-Comunque, come è andata la lezione con Malik? E' stata utile per il tuo programma di integrazione a Londra?- mi chiese Vic, 
con evidente tono ironico. Era evidente che non le piaceva che lo frequentassi perchè odiava Taylor, l'avevo intuito da quelle poche volte che mi aveva parlato di lei. Non sapevo cosa le legasse un tempo perchè non era mai scesa nel dettaglio, parlandone.  Il motivo per cui non l'avesse fatto non lo conoscevo. Forse ci conoscevamo da troppo poco per confidarci il nostro passato.
 Io, di conseguenza, avevo rispettato il suo volere perchè non ero una ficcanaso per natura. Non amavo invadere la privacy altrui, insomma. 
-Diciamo che è andata, non mi sono orientata proprio bene. Vuole solo che lo aiuti in matematica, il suo punto debole è quello. Oggi ho cercato su internet l'argomento della lezione successiva, credo andrà meglio...spero.- le dissi insicura.
-Tu sei cotta di quello. Almeno ti ha pagata?- mi chiese, arrogante.
-Voleva darmi dei soldi, ha insistito parecchio... ma non ho accettato! Non lo faccio mica per denaro, io non ne ho bisogno. 

Invece, credo lui ne abbia.- 
-Sfruttatore. Quando devi andarci?- mi rispose Vic, prontamente.
-Oggi aveva matematica, quindi tra un'ora, alle 18:00, sarò da lui. Mia mamma, come ieri, sa che vado a studiare da te. Non 
mi vieterebbe di andare da lui probabilmente, ma non voglio metterla a conoscenza di nulla. Chissà cosa crederebbe quella.-
-Crederebbe bene!Troppe balle, Isa. Ci metteremo presto nei casini, stai attenta con quello. Ci sentiamo tra un po'.- disse così, poi riattaccò.
Non mi sentivo più le orecchie. Avevo parlato con Victoria per mezz'ora, e per ben un'ora e mezza con Federica. Con 

quest'ultima avevo parlato di Zayn. 
*Ma è un bonazzo pazzesco questo tizio! Ma cosa aspetti?*
Queste erano state le sue parole, dopo averle mostrato la foto di Malik.Avevo celato il mio interesse nei confronti del moro.
A Federica mancavo tanto, aspettava che arrivassero le vacanze natalizie presto per venirmi a trovare. Poi, essendo venuta a 
conoscenza della mia nuova vita movimentata a Londra, non stava più nella pelle di incontrare le persone che avevo avuto modo di conoscere in così poco tempo. Temevo tanto che la nostra amicizia potesse svanire, a causa della distanza. Gli amici vanno e vengono, così si dice, no? Io speravo tanto che questo detto fosse errato.


Scelsi degli abiti accuratamente, prima di dirigermi da Zayn. Non volevo sembrare una tipa poco curata e nemmeno una fissata con il look. Decisi di mettermi dei jeans neri attillati, un maglioncino bianco con scollatura rotonda, stivaletti beige abbinati ad una sciarpa che misi per coprirmi un po' la parte che rimaneva nuda a causa dello scollo. Rimaneva poco tempo, erano le 17:50. Cazzo, sarei arrivata tardi!
Mi truccai poco, posi poca attenzione anche ai capelli, che lasciai naturali. Erano molto lisci per natura, non sembravo disordinata. Infilai l'occorrente per studiare nello zaino, poi corsi giù per le scale per farmi accompagnare da Tony, che mi lasciava a casa di Victoria, che distava poco da casa di Zayn, fortunatamente.
-Dove cazzo sei, Tony?-
-Ehi, ehi, calmina, andiamo. La prossima volta vai a piedi, meno pizzuta, sorellina- disse, arrivando direttamente dalla 
cucina.
-Forza!- dissi, mentre lo spingevo fuori, verso la macchina.


Arrivammo davanti casa di Victoria.
-Devo venirti a prendere oppure ti accompagna lei?-
-Non penso possa accompagnarmi, ti faccio sapere tra un po'-
-Ok!-. 
Tony sfrecciò via, meno male che non aspettava che suonassi! Erano le 18:10, dovevo correre verso casa di Malik.
Corsi per un bel tratto di strada, fino a quando non giunsi davanti a quella porta, sfinita, senza fiato. Suonai e lui aprì.
-Vieni da una maratona, per caso?- mi chiese, sorridendo.
-N-no, ero solo in ritardo, non volevo fare tardi. Un impegno è un impegno.- risposi col fiatone.
-Ti preoccupi così tanto? Non solo mi fai la lezione gratis!- disse, mentre ci dirigevamo in un'altra stanza rispetto a 
quella del giorno precedente.
-Dove andiamo?- chiesi, incuriosita.
-Nella mia stanza, stiamo più comodi, per te è un problema?- mi chiese, mentre mi fissava dritto negli occhi.
-No, tranquillo.- dissi, intimidita da quello sguardo, che mi faceva impazzire.
Zayn aprì la porta e accese una piccola stufa. Poi, prese il libro e il quaderno dallo zaino, per poi sedersi sulla sedia, 
accanto alla scrivania. 
Io mi tolsi il giubbino, lo posai sul suo letto perchè era l'unico posto libero che avevo trovato.
Mi voltai verso di lui, che in quel momento stava fissando ogni parte del mio corpo. Arrossii immediatamente e mi sedetti 
nella sedia che stava accanto a lui.
-Sei tutta rossa, forse con la stufa fa troppo caldo, la stanza è effettivamente piccola.- disse, senza accorgersi del mio imbarazzo.
-No, no, sto bene così, davvero.-
Lui mi sorrise e iniziammo a studiare. Dopo una mezz'ora Zayn, già affamato, andò a prendere dei biscotti dalla cucina. Me li 
offrì ed io accettai volentieri.
-Mangio continuamente, sai? Questo è niente.- disse, mentre affondava la mano dentro la busta che conteneva quei dolciumi. 
-Non si direbbe, sei molto magro.-
-Io ritengo di essere in forma.- disse, poi, lui.
Mh, guarda un po' il tipetto, poca atostima, pensai.
Poi il mio sguardo si imbattè un'altra volta sul muro di fronte, sul quale erano appesi molti quadri. Non resistetti più 
dalla curiosità.
-E quelli? Li hai fatti tu?-
-Beh sì, ma non sono niente di serio.-
-L'ultimo a destra mi fa impazzire.- dissi, fissando quel magnifico disegno. Il paesaggio era floreale. Immersa in quella 
fantastica natura si trovava una giovane donna nuda, della quale, però, erano visibili all'osservatore solo uno dei due seni e parte del ventre. Il resto del corpo, infatti, era coperto da fiori colorati. Il viso, al quale facevano da cornice dei lunghi capelli color oro, era bellissimo, caratterizzato da lineamenti estremamente delicati. Gli occhi enormi marroni erano estremamente sensuali, insomma, il suo sguardo era molto erotico.
-Sai, mi sono ispirato ad una ragazza che ho incontrato una sera di qualche mese fa, mentre facevo il barman. Me ne sono innamorato.- diceva, mentre si portava la mano davanti alla bocca, perchè piena di biscotti.
-E ci hai fantasticato così tanto?- chiesi, rendendomi conto di essere troppo invadente.
-Di solito non lo faccio mai, ma in questo caso fu estremamente facile.- disse, mentre mi guardava coi suoi occhi furbi.
Pensai che la sua ragazza doveva essere gelosa. Il suo ragazzo appendeva un quadro di una ragazza, sulla quale aveva 
fantasticato, nella propria stanza. Io sarei impazzita.
-Anche io disegno, ma la mia vera passione è il cinema.-. Isabella, ma chi te l'ha chiesto?
-Davvero? Potresti farmi vedere qualche tuo schizzo, a me piace tanto parlare di arte.- 
-Hai scopiazzato Klimt in quel quadro.- dissi, poi, un po' dispettosa.
-Ma? L'ho solo preso in considerazione..- disse, mentre rideva. L'avevo stupito.
-A parte tutto, mi piacerebbe tanto una cosa così.-
-Cosa?- chiese Zayn, senza capire cosa volessi dire.
-Che qualcuno mi facesse un ritratto, prendendomi come musa ispiratrice.-
-Magari ti succederà, se qualcuno perde la testa per te.- si voltò improvvisamente verso di me, dopo aver fissato il quadro 
per un po'.
Io abbassai lo sguardo, non riuscivo a reggere il suo per più di cinque secondi.
Poi Zayn si alzò e si sfilò la felpa che indossava.
-Sto impazzendo dal caldo, me la tolgo, scusami, ma non ce la faccio più.- disse, accaldato.
-Se vuoi, puoi spegnerla..-. Non fui molto convincente nel dire quelle parole, perchè rimasi incantata, vedendolo in 
canottiera. Non era muscoloso, ma aveva un fisico definito. E la sua pelle scura mi faceva andare gli ormoni in subbuglio.
-Che dici, riprendiamo?- disse, risedendosi.
-Sì..-. 


Andavamo avanti con la lezione, ma io ero un po' impacciata e lui odiava quella materia come non mai. Quindi avevamo più scherzato, che studiato. Tra di noi, adesso, c'era più confidenza ed io ero molto più sciolta.
-Prova a fare questo, dai! Ce la devi fare, è una cretinata!- dicevo, senza speranze, con la testa sulla scrivania, mentre ridevo come una pazza.
-Allora...-. Stava intento a svolgere l'esercizio, ma non c'era proprio nulla da fare.
-No, Zayn, non si fa così! Con te nemmeno Einstein ci riuscirebbe.- dissi, mentre ridevo, stando dietro di lui.
-O forse sei tu una frana a spiegare?- si girò verso di me, con sguardo beffardo.
-Io? Beh, allora non ti aiute..-. Non ebbi il tempo di finire di parlare che Zayn iniziò a farmi il solletico.
-Sei tu la frana, giusto? Dillo!- diceva, divertito, mentre io non respiravo quasi più. Poi caddi sul suo letto e Zayn finì 
su di me.
-Ok, ok, sono io a essere una frana!- dissi, quasi senza voce, ormai.
Zayn smise, ancora ridevamo. Mi resi conto di avere il suo viso attaccato al mio, i nostri corpi erano davvero vicini. Il mio 
cuore iniziò a battere più forte del solito, sentivo di avere le vertigini.
Lui mi guardava gli occhi e le labbra coi suoi occhi veloci. Si avvicinava di più a me, con una mano mi sfiorò il fianco per sbaglio. Si imbarazzò. Io ero davvero morta dall'emozione. In quel momento volevo che mi baciasse, mi tenesse stretta a lui.
Il mio respiro si faceva più pesante, mentre lui mi guardava negli occhi, ancora. Poi il suo cellulare squillò, era un sms.
-Scusami...- disse, alzandosi.
Quel momento mi sembrava essere durato una vita.


Alle 20:30 ero già a casa in compagnia di Victoria e sua madre. Mamma aveva deciso improvvisamente, su due piedi, di passare la Notte Bianca fuori insieme a me e a Tony, nonostante papà fosse fuori per lavoro. Voleva rendere quella serata speciale per me. Così, avevo preso la palla al balzo per convincere la mamma di Victoria a venire insieme a noi. 
Sentii di essere davvero felice quella sera.
-Ci divertiremo.- dissi, con gli occhi che mi luccicavano, abbracciando forte Victoria.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Così, d'istinto. ***


7- Così, d'istinto.














 



-Tony, cavolo, andiamo! E' tardissimo e lo specchio non ne può più di te!- gridai a Tony, che non ne voleva proprio sentire di indirizzarsi con me a scuola. Erano già le 8:14, e questo voleva dire che mancava solo 1 minuto al suono della campanella.
-Ok, ok, stavo notando solo che queste cazzo di occhiaie, stamattina, rovinano il mio fascino! Sarebbe stato meglio stare a casa ieri sera. Altro che notte bianca.- 
Afferrai Tony per un braccio e mi diressi verso l'auto.
-Ciao mamma!- gridammo assieme, prima di chiudere la porta. Lei ricambiò.


-Cazzarola, è tardissimo!- urlai a Tony che camminava tranquillamente, mentre io, invece, correvo per il cortile, dirigendomi verso la mia classe. 
Guardavo il cellulare che faceva le 8:30. In quel momento pensai che mi trovavo nei guai, la professoressa di prima ora era davvero severa, insegnava fisica e matematica. 
Bussai alla porta, ansiosa. Qualcuno disse "avanti".
-Signorina Lee, si accomodi pure.- disse con aria severa.
-Mi scusi davvero Mrs Co..- 
-Non deve scusarsi, deve semplicemente venire interrogata, adesso, insieme a... vediamo un po'.. Miss Harrison.-.
Sentii molti sospiri di sollievo dentro quella classe, nessuno voleva trovarsi al mio posto in quel momento. Victoria mi guardò perplessa. 
In quell'istante odiavo Mrs Connor e quel suo modo di dare del lei agli alunni. In quell'istante le avrei urlato contro degli insulti malefici, davvero. 
-Siete tutti sotto esame, non tirate sospiri di sollievo.- disse, mentre fulminava con lo sguardo ogni singolo alunno, scorrendo per i banchi. 
Io non avevo ripassato nulla e, tra l'altro, mi mancava una parte di capitolo, che non avevo studiato, a causa delle lezioni con Zayn e l'inaspettata Notte Bianca.
In 3 parole: ero totalmente impreparata.
Mi accostai con Cindy Harrison alla cattedra. Lei aveva sicuramente studiato, era troppo sicura di sè. 
In quella mezz'ora di interrogazione, risposi a 2 domande su 10. Grazie a Mrs Connor avevo capito che stavo sbagliando di grosso a trascurare i miei impegni scolastici. Era l'unico mio dovere di figlia e io me ne stavo fregando davvero. 
- Harrison, 7. Lee..- si voltò verso di me mentre suonava la campana della seconda ora -devo parlarle in privato.-
Ci allontanammo, uscimmo dalla classe. 
-Signorina Lee, avevo avuto un'altra impressione su di lei, forse mi sono sbagliata.-
-I-io mi scuso davvero, non mi era mai capitato di fare una figura del genere ad una interrogazione. Deve perdonare la mia superficialità.- mi scese una lacrime, mentre dicevo quelle parole.
-Spero potrà recuperare alla prossima lezione, anzi, lo pretendo.-
-Certamente, Mrs Connor.-
-Questa interrogazione per me vale 3, ma può rimediare, adesso vado. Arrivederci.-
-Arrivederci.-
Mi cadde il mondo addosso dopo quelle parole.

Durante le ore scolastiche avevo pensato e ripensato a ciò che era successo. Avevo maturato l'idea che non era più il caso di seguire Zayn. Tra l'altro non ero nemmeno in grado, quindi il pomeriggio stesso sarei andata a casa sua e gli avrei esposto le mie intenzioni. 
Suonò la campana della quinta ora.

-Senti, Isabella, è solo un voto, puoi recuperare senza dubbio.- disse Victoria, mentre ci dirigevamo verso il cancello.
-Sì, lo so..lo so benissimo.-. Mi pervadeva una tristezza dentro. Non avrei potuto più passare quelle ore con Zayn, che mi aveva fatto sentire le vertigini quel pomeriggio. Era stato il pomeriggio più bello della mia vita, forse? 

Mentro ero immersa nei miei pensieri, scorsi Zayn tra la folla. Sentii il dovere di dirgli tutto in quel momento, iniziai a correre verso di lui. Victoria rimase indietro. 
Solo dopo un po' mi arrestai. C'era Taylor accanto a lui. I due sembravano essere occupati in una discussione accesa. Zayn, dopo qualche parola, le voltò le spalle. Lei, orgogliosa e piena di sè, si diresse verso la direzione opposta senza mai voltarsi. Zayn, invece, si era voltato una volta verso di lei.
Dopo la scena, decisi di non dire nulla a Zayn, non era il caso di parlargli dopo quanto era successo. Gli avrei parlato il pomeriggio a casa sua.



-Scusami, se ho quest'aspetto terribile, ma è stata una giornataccia.- disse Zayn, mentre stava accovacciato e rovistava dentro lo zaino per prendere i libri. 
Per me non aveva affatto un aspetto terribile, ai miei occhi diventava sempre più bello, giorno dopo giorno.
-Senti..io dovrei parlarti.-
Si voltò verso di me.
-Certo, dimmi, sono qui.- disse, mentre mi fissava.
Finì di dire quelle parole, e il trillo del campanello di casa sua fece sussultare entrambi. 
-Cazzo...- disse, mentre si portava le mani ai capelli.
-C-cosa c'è?- dissi, impaurita.
-Aspettami qui, non ti muovere da qui, va bene?- mi disse con gli occhi sbarrati.
-Certo..- risposi a bassa voce. Non ne capii il motivo.
 
Sentii dalla camera una voce femminile che si rivolgeva con dolcezza a Zayn. Lui, invece, sembrava molto più aspro in tutto ciò. Non capivo bene cosa dicessero, a causa della lontananza tra l'entrata e la stanza.
Repentinamente la porta della camera di Zayn si aprì e la figura di Taylor si presentò davanti ai miei occhi.
Aveva l'aspetto di una ragazza stupita. Mi sentivo colpevole, abbassai lo sguardo. Poi il suo volto cambiò, riuscii ad intravedere la rabbia e la delusione in quel volto, in un solo istante.
-Sei un bastardo! Un grandissimo bastardo!- iniziò a gridare quelle parole contro di lui in un pianto, mentre gli dava  dei pugni sul petto. Io mi alzai e mi diressi verso la porta, senza salutare nessuno. 
-Isabella!- urlò Zayn, affacciandosi alla porta, mentre io correvo verso casa di Victoria. 

Zayn's POV
Non sapevo più cosa fare, non ne potevo più di Taylor.
-Io non ti amo più, Taylor, che tu voglia capirlo o no!-  le urlai arrabbiato.
-Tu ti sei fatto quella! Mentre stavi con me!-. 
-Noi non stiamo insieme da 1 mese. Non mi sono fatto nessuno! Ti sto vicino solo perchè ti voglio bene e so che stai da cani, ma queste scenate non le tollero più. Opprimi la mia vita, mi dici che sono un povero sfigato, uno senza famiglia. E poi perchè mi vieni dietro? Per rendemi la vita più infelice?-.
-Zayn, sei l'unica cosa che ho in questo mondo di merda, lo vuoi capire? E tu te ne vai con quella bambina, cosa ha lei che non ho io?-. Piangeva a dirotto sul letto. Il cuscino e le lenzuola erano macchiate di beige e nero, il suo trucco stava andando piano piano via. 
Il mio cuore si faceva minuscolo, quando la vedevo in quello stato. Le nostre vite disastrate si erano incontrate qualche mese fa e noi avevamo cercato di dare forma a qualcosa di buono, ma Taylor non faceva per me e io l'avevo finalmente capito. Non era la ragazza che io mi aspettavo. Credevo fosse una dolce creatura da salvare da un mondo che lei non voleva più. Taylor, invece, era solo una viziata, che amava sentirsi adorata da chiunque avesse voluto farlo. E io, inizialmente, l'avevo fatto. Mi ero innamorato di lei, avevo perso letteralmente la testa. Quei quattro spiccioli che guadagnavo erano riservati a lei, nonostante io ne avessi davvero più bisogno. Le preparavo da mangiare, le rifacevo il letto, anche quando lei mi mandava a fanculo. La aspettavo sveglio fino a tardi. Stava fuori per giorni insieme ai suoi colleghi uomini ed io mi ero sempre fidato di lei. Non avevo mai fatto tutto questo per una ragazza. Ma avevo sbagliato a farlo con lei. 
-Non mi credi neanche..Taylor, noi non dobbiamo vederci più. Dimenticati questa casa, dimenticati di Zayn.- le dissi, mentre le aprivo la porta.
Lei iniziò di nuovo a piangere come un'isterica. In quel momento la odiavo davvero. Non riuscivo più a piangere con lei. Lei non mi amava neanche, io ero solo uno dei suoi passatempi.
-Non hai mai capito che tu sei l'unica cosa che non avrei mai abbandonato. Eri la cosa più preziosa che avevo, più di qualunque altra cosa. Ma adesso sarò di nuovo sola, ti lascerò in pace, come tu hai detto.- disse così, mentre si puliva gli occhi. Poi mi baciò con passione, ma io non sentii più nulla per lei. 
-Vattene- dissi, mentre abbassai lo sguardo, comunque triste.
Sbattè forte la porta.
Mi buttai sul divano, all'entrata. Pensai che Taylor mi sarebbe mancata, ma non avrei dovuto cedere.
Improvvisamente, pensai a Isabella che doveva dirmi qualcosa e alla nostra lezione lasciata in sospeso. Isabella girava da qualche giorno nella mia testa, ero incuriosito da quella ragazza spuntata dal nulla. Mi aveva colpito la sua naturalezza, la sua aria da bambina. Forse, mi aveva colpito quanto mi aveva colpito Victoria, quando la conobbi. Questo non aveva nulla di positivo ed inolte, avevo intenzione di divertirmi un po' con gli amici. Non lo facevo da troppo tempo e non avevo tempo da perdere con un'altra.
Le scrissi un SMS. Poco dopo lo schermo del cellulare si illuminò, lessi la sua risposta.
*Zayn, scusami se ti ho messo nei guai, volevo solo dirti che non ho più tempo per darti delle lezioni, mi dispiace davvero, ma oggi ho pure preso un votaccio. E' stato comunque bello passare questi giorni con te, sei simpatico. Ciao..*
Non so il motivo per cui sentii un grande fastidio. Non so perchè non fare quella lezione mi turbava così tanto. Forse quella ragazza mi aveva dato sicurezza, senza neanche rendersene conto in quei giorni. Poi, pensai che non dovevo pensarci troppo su. Lanciai il cellulare sul tavolino davanti a me, afferrai un foglio A4 che si trovava al mio fianco, sul bracciolo del divano. Afferrai una matita dal tavolino e iniziai a disegnare il volto di quella ragazzina. Così, d'istinto.

Isa's POV
Me ne stavo zitta a tavola, avevo mangiato qualche boccone del pollo che aveva preparato mamma per cena. Pensavo a quel voto, alla disperazione di Taylor, alla mancata risposta di Zayn. Dentro mi sentivo confusa e estremamente triste.
-Isabella, stai bene?- mi chiese, poi, mia madre preoccupata
-Sì, non ho fame. Punto.- mi alzai di scatto e mi diressi in camera mia, senza proferire parola. 
Mi venne una voglia tremenda di contattarlo, per svuotarmi almeno del suo pensiero.
Decisi di chiamarlo, mi venne un grande coraggio improvviso. Il telefono squillò un paio di volte.
-Pronto-. Era lui.
-Perchè non mi hai risposto?- dissi, con voce un po' cupa.
-Scusami, ero un po' scosso per tutto. Ho capito che non vuoi più farmi la lezione, sta tranquilla.-
-Pensavo ce l'avessi con me, volevo solo chiarire tutto.-
-No, però io devo consegnarti una cosa.-
-Cosa?-
-Sto venendo da te.- riattaccò velocemente. Non mi diede nemmeno il tempo di parlare. 
Aspettavo ansiosa che arrivasse. Solo dopo un quarto d'ora mi sorse una domanda in mente.
Come diavolo sapeva dove abitavo?



-Ciao Tony.- disse Zayn, mentre stringeva la mano a mio fratello.
*CAZZAROLA, SI CONOSCEVANO, NON DOVEVA SAPERE NULLA TONY!* 
Mi avventai alla porta per salutarlo, timorosa che loro pronunciassero la parola "lezione".
-Ciao, ma tu conosci mio fratellO?!- chiesi, quasi urlando.
-Sì, frequentiamo la stessa classe..non lo sapevi?- disse, ridendo.
-Sorellina, vai di là a completare i compitini- disse Tony, con sorriso beffardo. Non sapeva nulla fortunatamente.
-Ehy, carino, anche io conosco Zayn. M-me l'ha presentato V-Victoria al Young!- 
-Sì, ma ora evapora!- disse, spingendomi verso la cucina. Zayn mi guardò come per farmi intendere qualcosa. 
Scambiarono due chiacchere in salotto, poi Zayn gli diede dei fogliettini.
-Grazie, amico, sei un grande!- gli disse Tony.
-Vabè, io vado. A domani Tony, spero di non averti disturbato e che  possano esserti d'aiuto.- gli disse, dandogli una pacca sulla spalla.
-Zayn, dimenticavo, dovevo dirti una cosa riguardo a-al bar del Young, ti raggiungo fuori.-
Tony mi fulminò con i suoi occhi. Per la prima volta era stato geloso di me.
Mi diressi verso la porta, imbarazzata. Tony rimase lì a guardarci, gli feci presto segno di smammare. Mi assecondò. 
-Tu sei pazzo, mi fai rischiare la morte.- dissi, ridendo, spaventata.
-Tuo fratello non lo sa, lo so. Tranquilla.- 
-Cosa hai dato a mio fratello?-
-Dei bigliettini per copiare domani al compito di fisica, ma è stata una montatura per darti quello che ti spetta.- disse così, mentre prese qualcosa dalla tasca dai pantaloni e me la pose in una mano. 
Era una banconota.
-No, Zayn, non devi, davvero.-. Cercavo di restituirgli quei soldi, ma non c'era modo per darglieli.
-E' un'offesa nei miei riguardi- dissi, ancora.
-No, è giusto così. Tu mi hai aiutato e io devo darteli.- mi chiuse la mano, mi guardò e mi sorrise. 
-Non li prenderò mai, non li voglio.-
-Allora cosa posso fare per te?- disse, guardandomi con sguardo timido.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Avvertimento ***


Salve a tutte le lettrici :)
Ho apportato delle modifiche "formali" alla storia. Il personaggio che interpreta la protagonista non è più Sofia Vassileva, ma Taylor Swift.  Ho preso questa decisione in quanto ho trovato, durante il corso dei capitoli, che la sua figura fosse più idonea per interpretare Isabella. Un'altra novità: ho inserito in ogni capitolo un'immagine locandina. Spero vi piaccia molto. 
Siete contente delle modifiche fatte? Fatemi sapere!

Al prossimo capitolo, baci :* :*

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Tu non lo sai. ***


8- Tu non lo sai.















 
-Se davvero insisti, puoi offrirmi la colazione domattina.- affermai, mentre le mie guance si accendevano di rosso.
-Starbucks?- mi chiese, sorridente, mentre si mordeva il labbro.
Un silenzio imbarazzante ci faceva compagnia. Mi venne istintivo parlare a bassa voce.
-Perfetto, ci vediamo all'angolo di questa strada alle..?- 
-Facciamo le 7.30. Va bene?- Zayn mi rispose quasi sussurrando.
-Sì, adesso è meglio che io rientri, si è fatto tardi e qui fuori si congela davvero.- dissi così, mentre sfregavo forte le mani per creare del calore.
-Lo vedo, stai tremando. Buona notte Isabella.- così disse, avviandosi verso l'auto.
-Ciao.- gridai più forte per farmi sentire e facendogli cenno con la mano.
Lui ricambiò, poi  il motore della sua vecchia macchina fece un gran chiasso. Dopo qualche secondo Zayn non c'era più.
Rimasi per qualche istante immobile davanti alla porta di casa, scrutando il paesaggio circostante. L'aria era gelida e un alone di nebbia copriva  a metà le case di fronte a me, rendendo invisili i tetti. Un silenzio sacro regnava su tutto il vicinato, non vi era nemmeno l'ombra di qualche essere. Il rumore di un ticchettio richiamò la mia attenzione. Era la signora Hill, che era appena tornata dalla sua passeggiata con la sua deliziosa cagnetta. Entrambe accennammo un saluto, poi la signora entrò a casa. A quel punto, non resistetti più dalla voglia. Feci qualche passo avanti, poi, piano alzai lo sguardo al cielo. Niente Proprio niente. Non c'era ancora nemmeno l'ombra di un astro brillante nel cielo, come la prima volta in cui parlai con quel ragazzo dagli occhi furbi. -Cosa cerchi?- mi aveva chiesto lui. Mi illudevo ancora una volta che avrei potuto scrutare una miriade di puntini luccicanti su di un magnifico cielo blu cobalto. Non sarebbe più accaduto che nonna, nella sua casa in campagna in provincia di Palermo, avrebbe potuto dirmi -Isabella mia, se dovessi mai sentirti triste una sera, non esitare ad andare qui, fuori, e a sdraiarti su questo magnifico prato. Non esitare ad alzare gli occhi e goderti lo spettacolo che il cielo ti può offrire.-.


Erano già le 7.30. Avevo detto una delle solite frottole a mia madre per andare a fare colazione con Zayn: sì, ero a colazione con Victoria.
-Ciao, mamma, vado!- urlai così dal piano di sotto, non mi rispose, ma ignorai il fatto che, probabilmente, non mi avesse sentito. Afferrai il mio zaino e mi diressi fuori. Freddo gelido come al solito. Iniziai a percorrere la via alberata, ma non vedevo Zayn all'angolo, così, iniziavo ad agitarmi. 
Poco dopo intravidi un auto accostarsi all'angolo, aveva messo la freccia, era lui. Poi, quella macchina iniziò a fare dei suoni assordanti, adesso ero sicura che fosse la macchina di Zayn. Un'espressione di sollievo nacque sul mio viso.
Velocemente mi diressi verso di lui. Raggiunta l'auto, entrai repentinamente là dentro, morta dal freddo, nonostante fossi attrezzatissima: guanti, sciarpa e giubotto ultraimbottito.
-Si muore dal freddo.- dissi, non sentendomi più le guance nè il naso.
-Ma no, si vede che sei una forestiera.- sorrise e poi iniziò a mettere in moto.
-Ma questo è freddo vero e proprio. E siamo solo ad Ottobre, io ad Ottobre indossavo le canotte! E poi giuro di non aver mai indossato tutta questa roba insieme, mi infastidisce parecchio essere imbottita da tutta questa lana!- affermai, infastidita, mentre mi aggiustavo la sciarpa che mi scivolava continuamente a causa della sua lunghezza.
-Immagino sia tutto davvero nuovo qui per te, ma ti accorgerai che non è proprio una tragedia.- disse così, con le mani sul volante, attento alla strada.
-sì, il trasferimento mi ha scossa.-
-Bisogna solo crederci nella vita. Il trucco è tutto lì. Anche mia madre quando arrivò qui a Londra, era piuttosto spaesata.
E non aveva nulla con sè, nè una casa, nè dei soldi, nè un marito, solo un bambino di 3 mesi da crescere. Eppure c'è riuscita, son venuto fuori io, ma sono qui alla fine. E poi, io qui vivo da solo, e se ce l'ho fatta io, possono farcela tutti.- disse tutto così velocemente, come se volesse sfogarsi così, in un colpo solo. 
Zayn aveva avuto delle difficoltà nella vita, così, si era creato un'enorme corazza, per non farsi distruggere da nessuno che avesse voluto farlo.
-Io credo che tu abbia una bassissima autostima.- mi voltai verso di lui, con uno sguardo deciso. Anche lui si voltò sorridendomi con piacere, poi continuò.
-Sai, quando sei entrata a casa mia, non ho notato degli sguardi sgradevoli, nè delle cattive affermazioni. Probabilmente, avrai pensato che quell'appartamento fosse una topaia, ma non mi hai giudicato. Questo mi ha colpito davvero.-
-Non credo sia una cosa importante, tutto qui.- gli dissi, allargando le braccia e sorridendo.
Ricambiò.
-Scendi, siamo arrivati.-
Ci avviammo insieme verso la caffetteria. Una folla di studenti, intenti nelle loro discussioni, circondava quell'edificio. 
Fecimo fatica ad attraversare quel mucchio di gente. Zayn, durante il percorso, salutò un po' di gente. Poi entrammo nel locale.
-Cosa vuoi?- mi chiese, accostandosi al banco.
-Un cappuccino con panna.-
Zayn ordinò per entrambi la stessa cosa.
Impazienti, in silenzio, aspettavamo le nostre golose bevande calde.
Il ragazzo dal banco ce le porse, dopo qualche minuto. Pagò, chiaramente, tutto Zayn. Con quella bevanda che mi riscaldava le mani gelide, ci allontanammo dal banco e ci sedemmo in uno dei graziosi tavolini.
Il silenzio non si arrestava ancora, Zayn era un tipo così. Era troppo sulle sue, credo che sarebbe stato zitto per ore, se nessuno gli avesse rivolto la parola.
-Non sei così sfigato come vuoi far credere.- mi rivolsi a lui così dopo qualche sorso di cappuccino.
-Conosco un po' di gente, il lavoro e la scuola me lo consentono. E' normale.-
-Non tutti quelli che lavorano e studiano sono salutati da così tanta gente, soprattutto da così tantagente di sesso femminile.- gli dissi così, senza vergogna, con uno sguardo furbo. 
-Mi imbarazzi. Sì, le ragazze mi ronzano attorno, ma spesso mi infastidiscono. Le trovo abbastanza noiose.-
-E poi sei pure fidanzato, quindi...-.
Non permise che io finissi di parlare.
-No, con Taylor è finita.-.
Lo disse con così tanta freddezza che pietrificò persino il mio di cuore.
-E lo dici così? Cioè, sembravate affiatati.- dissi un po' sconvolta.
-Sì, ma è finita e io so raggiungere la mia tranquillità velocemente. Insomma, pensi che dobbiamo vivere in dipendenza delle altre persone? Nessuno e dico nessuno si preoccuperà di come tu possa stare, fuorchè di te stesso. Devi contare su di te, tutti sono pronti a voltarti le spalle o comunque a pensare alla propria vita, prima che alla tua. Non voglio fare l'uomo di mondo, per carità, ma è così. E.. fidati.- si zittì molto preso.
-Forse sei troppo cinico.- affermai, poi, un po' perplessa.
-Le situazioni mi hanno indotto a esserlo. E' tardi, dovremmo andare a scuola.-. Si alzò velocemente e si avviò verso la macchina, senza aspettarmi.
Lo raggiunsi un po' fredda.
Accese l'auto e iniziò a guidare, senza proferire parola, guardando fisso, verso la strada.
Mi dispiaceva vederlo così chiuso, mi dispiaceva aver detto quelle parole. Ero forse stata troppo diretta? Desideravo che lui mi parlasse apertamente della sua vita, del suo passato. Tutto sembrava terribilmente misterioso e io non pensavo avrei potuto resistere a lungo. Mi sembrava di trovarmi a casa davanti a un film bloccato. In quel caso era facile premere il tasto play, ma adesso come dovevo fare? Cosa dovevo fare?
-Scusa la mia invadenza, Zayn.- dissi quelle parole perchè erano le uniche che io avessi trovato.
-La tua non è invadenza, Isabella. Io sono così. Chiamami lunatico, chiamami strano. Starei un giorno intero a parlarti di me, ma forse il giorno dopo non vedresti nemmeno l'ombra di Zayn. Non so spiegarti il perchè, però è così.-
-Capisco. Siamo arrivati.-. Stavo per aprire lo sportello, ma mi fermò.
-Ti ho spaventata forse.- iniziò a ridere come un matto, poi la sua espressione cambiò, si fece più seria.
-Scusami, tu, Isabella.- si rivolse a me con un tono così gentile. La sua voce calda sembrava essere la più bella melodia mai  scritta. Poi si accostò a me col viso. La sua mano sfiorò per la prima volta il mio volto con una dolcezza infinita. Le sue dita sfiorarono la mia fronte, poi la mia guancia. Quella carezza fu leggera, lenta e soave. Io chiusi gli occhi e sospirai per un attimo. Zayn spostò i miei capelli biondi. Aspettavo che le sue labbra bagnate toccassero le mie, che le sue mani forti e grandi scendessero giù per il collo verso il mio seno, il mio ventre e ancora più giù. Ma non accadde. .Istintivamente, posi la mia mano sulla sua spalla, coperta dal felpone bianco che indossava. Poi la spostai sul collo, dove vi era quel segno ormai sbiadito di un succhiotto di un amore passato. La mano si aprì in una piccola carezza. 
Velocemente Zayn spostò la mano, io aprii gli occhi repentinamente. Vidi gli occhi sbarrati di Zayn verso una direzione. 
Guardai là anche io. C'era Tony e Zayn era morto di paura. Era uscito con la "sorellina" di Tony Lee, in fondo.
-Ciao Zayn.- dissi velocemente, scesi di scatto dall'auto, timorosa che Tony potesse vedermi. 
Zayn si allontanò subito, ridendo, forse elettrizzato dalla paura.
-Isabella, ti caccerai nei guai.- dissi così a me stessa, ridendo di gusto, anch'io, dirigendomi verso la classe.




-No, no, Isabella. Tu, quel tizio non devi vederlo proprio più. Ma lo capisci che non è il tipo di cui devi innamorarti? Devi ascoltarmi.- urlava così Victoria verso di me. Eravamo nella sua stanza, avevamo studiato assieme fisica, dovevo riparare l'interrogazione con Mrs Connor. 
-Ma tu non lo conosci!- gridai, arrabbiata, anche io.
-Ah, ma, perchè tu? Tu lo conosci? Isabella, quello è strano, mi basta sapere che è stato con quella svitata di Taylor. E, ascoltami, è già tanto sapere questo!-. Spostò i cuscini dal letto e ci si lanciò sopra con uno sguardo disperato.
-Piace anche a te, questa è l'unica cosa che posso pensare.- dissi così, forse un po' velenosa.
-Cosa? Tu..tu.. pensi davvero che io possa volerti soffiare il ragazzo? Isabella, tu non sai un cazzo! Non sai nulla di quello che è successo con quella lì. Non hai idea, sta zitta!-.
Victoria sembrava agitarsi parecchio, diventò rossa e iniziò a tremare. Poi pianse.
Andai ad abbracciarla, senza pensarci due volte.
-Scusami, no. Io ti voglio bene, scusa per quello che ho detto.-. Non sapevo come rimediare, l'avevo fatta piangere. L'unica amica, l'unica persona sincera che avevo trovato a Londra e io la stavo trattando in quel modo solo per un ragazzo.
-Isabella, tu non lo sai.- diceva così tra i singhiozzi, piangeva ancora fiumi di lacrime. Gliele asciugavo continuamente, mentre le accarezzavo la testa e i lunghi capelli castani.
-Dimmi cosa è successo, rimarrà un segreto. Lo prometto.-
Victoria alzò la testa, mi guardò per un secondo.
-Mi fido di te.- disse con gli occhi simili a quelli di un panda, ormai.
Mi fece sedere sul letto e iniziò a parlare.
-Eravamo amiche per la pelle, frequentavamo la stessa classe. Taylor era una ragazza d'oro, un'amica vera. Le cose iniziarono a mettersi male per lei quando, a causa di problemi familiari ed economici, iniziò a cercare lavoro. Così iniziò a mandare la propria candidatura ovunque, online, nei locali, agenzie di ogni tipo, davvero ovunque. Poco dopo la individuarono delle case di moda ed iniziò passo passo a fare sempre più successo. La sua influenza mi fece venire voglia di seguire questa strada. Invidiavo il suo modo di porsi, di camminare, che si faceva sempre più elegante. Ma soprattutto invidiavo il suo corpo che diventava sempre più esile. Quando le proposi di parlare di me nell'agenzia, sai cosa mi rispose? Che il mio corpo era troppo robusto e che mi toccava fare una dieta ferrea per entrare a far parte di quel mondo. Così mi fidai di lei. Iniziai a diminuire le porzioni, ma non vedevo miglioramenti, così, non esistettero più porzioni. Mangiavamo insieme la frutta e la coca cola durante il giorno. Questi erano i nostri pasti. Quando le dicevo che avevo ancora fame, mi diceva che ero debole, fragile e che questo mondo non faceva per me. 
 Così, per non perdere lei e quel mondo, mi ammalai. Diventai anoressica e, poi, bulimica. Arrivai a pesare 38 kg. Mia madre si accorse di tutto e mi fece ricoverare in una clinica specializzata per mesi. Guarii e capii che così sono bellissima. Taylor non mi rivolse più la parola, non mi venne mai a trovare in clinica. Forse temeva che reclutassero pure lei, visto che tutt'ora è malata. Ma non era questo il motivo. Per Taylor io non ero stata forte e potevamo essere amiche solo e solo se io avevo le sembianze di uno scheletro, proprio come lei. L'altra volta mia madre ha trovato vomito in bagno e ha dubitato di me, per questo ero incazzata. Questo è tutto, Isa.-. si alzò, come sfinita, e posò i libri negli appositi ripiani.
Senza parole, rimasi davvero senza parole.
-Non volevo, davvero, Victoria, scusami.- gli dissi, sentitamente dispiaciuta, con le lacrime agli occhi.
-No, non scusarti. Ma stai in guardia con quel tipo.- Vic continuò a parlare con gli occhi bassi.
Improvvisamente sentii squillare il mio cellulare.
Mi alzai, andai a prenderlo. Lessi *Un SMS da "Zayn"*. Il cuore mi salì in gola, iniziai a tremare, ma cercai di celare tutto questo a Victoria. Cercavo di placare il mio sorriso.
*Seratona al Young oggi 12 Ottobre 2013, Uomo 10 sterline + consumazione, Donna free entry.*
Iniziai a sentire un formicolio ovunque. Probabilmente Zayn aveva mandato l'SMS a tutti per sponsorizzare la serata, ma poco importava. Dovevo andarci, dovevo andarci, dovevo andarci! Dovevo convincere Victoria, senza destare sospetti.
-Vic..-
-Sì?-
-Stasera c'è una serata al Young.- dissi trepidante.
-Come lo sai?- chiese, osservandomi con sospetto.
-Ho letto dell'evento adesso su Fb. Ci andiamo? E' un bel posto.-
-Ma se non sei mai voluta andarci!-
-Ma che dici, è un posto fichissimo, magari facciamo colpo con qualche bel maschione.-. MI avvicinai a lei, dandole qualche gomitata, scherzosamente.
-Ma c'è Zayn.- affermò, accennando una smorfia.
-Ops..l'avevo dimenticato. Su, preparati!-







Eccoli :)

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2104206