Te haré mi Princesa

di Minori Kuscieda
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Arrivo a Buenos Aires: lo Studio ON BEAT! ***
Capitolo 2: *** Nuove amicizie, prove e...Diego. ***
Capitolo 3: *** Tu gli piaci, me l'ha detto lui! ***
Capitolo 4: *** Maxi e Nata: la gelosia di Ludmilla! ***
Capitolo 5: *** Bacio mancato! ***
Capitolo 6: *** Dalla Spagna con la Chitarra: ritorna Tomas! ***
Capitolo 7: *** Appuntamento. O meglio...non appuntamento! ***
Capitolo 8: *** Halloween: chi ha detto che le paure non possono servire? ***
Capitolo 9: *** Accoppiata una coppia...scoppierà un'altra? ***
Capitolo 10: *** Camilla è ancora indecisa. O no? ***
Capitolo 11: *** Una brutta sorpresa! ***
Capitolo 12: *** Furto allo Studio! ***
Capitolo 13: *** La verità su Luigi Flores: tutto è finito bene! ***
Capitolo 14: *** Glielo dirò, costi quel che costi! ***
Capitolo 15: *** Buon Compleanno, Anita! ***
Capitolo 16: *** Naxi: L'amore che non ha fine! ***
Capitolo 17: *** Leonetta: Amore nella tempesta! ***
Capitolo 18: *** Il regalo di Marco: la felicità di Francesca! ***
Capitolo 19: *** Codigo Amistad: Best Friends Forever! ***
Capitolo 20: *** Iniziano i preparativi, tema amore! ***
Capitolo 21: *** Lo spettacolo di fine anno! ***
Capitolo 22: *** Epilogo: ti renderò la mia principessa! ***



Capitolo 1
*** Arrivo a Buenos Aires: lo Studio ON BEAT! ***


Arrivo a Buenos Aires: lo Studio ON BEAT!

In viaggio. Su un aereo. Mi trasferisco.
Sto lasciando Firenze per raggiungere una città di cui non so nulla: Buenos Aires.
Mia madre è argentina e mi ha rassicurata dicendomi che Buenos Aires è una città fantastica e che mi farò nuovi amici.
Sarà anche così, ma a me manca già la mia citta, le mie migliori amiche, i miei parenti e la mia scuola…
Che sciocca, non mi sono ancora presentata… Sono Anita Iglesias.
Come ho detto prima, mia madre è argentina; mio padre, invece, è da una parte spagnolo e da una parte italiano. Sono nata e cresciuta in Italia, almeno fino ad adesso…
Amo la musica, mi piace cantare, suonare e ballare e sono costantemente alla ricerca di un principe azzurro.
Io a Firenze studiavo musica e, se non mi fossi trasferita, avrei già iniziato il secondo anno.
Chissà adesso cosa farò a Buenos Aires…
Intanto mi godo il viaggio, poi si vedrà.
 
Quando arriviamo nella nostra nuova casa, prendo la mia valigia e salgo le scale dirigendomi verso quella che sarebbe diventata la mia nuova camera.
Lascio il trolley vicino al letto ed esco di casa: riordinerò tutto dopo, ora voglio visitare il quartiere.
Esco dal cancello e prendo la strada che va a destra, e arrivo davanti al cancello della casa che sta accanto alla mia.
Noto un ragazzo che sta uscendo: ha gli occhi verdi, capelli scuri ed è molto carino.
Ragazzo: Ciao!
Anita: C-ciao!
Ragazzo: Tu devi essere la ragazza che abita qui vicino, quella nuova!
Anita: Esatto. Sono Anita Iglesias e mi sono appena trasferita con i miei genitori. *Gli porgo la mano*
Ragazzo: *La stringe* Leon Vargas! Credo che mio padre e il tuo siano colleghi…
Stavo per rispondere ma Anna, la domestica, mi chiamò dicendomi che dovevo rientrare.
Anita: Beh, ci vediamo! Ciao!
Leon: Ciao!!
Il ragazzo si allontanò e io rientrai in casa.
Papà: Hai conosciuto il figlio del vicino?
Anita: *Annuisco* Mi sembra molto simpatico.
Mamma: Anita, tu a Firenze studiavi musica…immagino tu voglia continuare!
Anita: Certo! La musica è la mia vita…
Mamma: Bene, il padre di quel ragazzo ci ha consigliato una scuola di musica, ballo e canto! Ti piacerebbe andarci?
Anita: Siiiii! *Urlo come un’ossessa*
Papà: *Ride* Ci andremo domani, ora vai in camera tua e metti in ordine!
Salgo le scale e corro in camera: non vedo l’ora di vedere la nuova scuola!
 
Il giorno dopo…
Con i miei genitori stiamo andando allo Studio ON BEAT, la scuola di cui mi hanno parlato ieri.
Entriamo e un uomo ci accoglie.
Uomo: Salve, sono Pablo, il direttore dello Studio.
Papà: *Stringe la mano a Pablo* Marco Iglesias, e questa è mia moglie Stephanie.
Pablo: Immagino siate venuti qui per parlarmi di vostra figlia, come mi avete accennato per telefono.
Mentre gli adulti parlavano io mi guardavo intorno, affascinata. Un sacco di ragazzi camminavano, suonavano, sentivano la musica con le cuffie e chiacchieravano animatamente.
Ero sbalordita da quel posto e sarei rimasta li per sempre se non fosse stato per mia madre che mi trascinò nell’ufficio del direttore.
Stephanie: Noi prima di venire a Buenos Aires abitavamo a Firenze e mia figlia ha già frequentato il primo anno della scuola di musica, e adesso avrebbe dovuto fare il secondo anno ma mio marito si è trasferito per lavoro, e noi l’abbiamo seguito. Ora Anita vorrebbe continuare a studiare musica, e questa scuola mi sembra adatta.
Pablo: Bene, iniziamo a firmare i moduli. Visto che la ragazza ha già frequentato un’altra scuola, non ci sarà bisogno dell’esame di ammissione, ma i professori la metteranno comunque alla prova.
Io ero letteralmente nelle nuvole, immaginavo i giorni nello studio.
Pablo se ne accorse e chiamò un certo Beto, che arrivò correndo rischiando pure di inciampare.
Pablo: Mentre io faccio firmare delle carte ai signori, tu porta Anita a fare un giro per lo studio e poi portala da Angie, nella sala di canto.
Beto, che scoprii essere il professore di musica, mi portò in giro per lo studio, rischiando di farsi male parecchie volte.
Anita: Sta bene, signor Beto?
Beto: *Si rialza* Si si, mi capita parecchie volte. Ci sono abituato!
Anita: *Rido* Beh, almeno so che non mi annoierò qui dentro!
Beto: *La prende sotto braccio* Andiamo da Angie, la prof di canto!
Ci avviciniamo ad una porta alla fine del corridoio. Beto bussa e da dentro si sente una voce di donna.
Donna: Avanti!
Beto apre la porta ed entriamo.
Beto: Ciao Angie! Ecco a voi una nuova studentessa dello studio! *Mi indica*
Io mi guardo intorno e sorrido: quanti volti nuovi, e sembrano tutti simpatici!

*Angolo Autrice*
La storia è nata da un mio sogno ;) Come vi sembra? Recensite!
 

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Capitolo 2
*** Nuove amicizie, prove e...Diego. ***


Nuove amicizie, prove e…Diego.


Donna: Ciao, io sono Angie, la professoressa di canto! Perché non ti presenti alla classe?
Mi volto verso di lei e annuisco timidamente, per poi voltarmi di nuovo verso i ragazzi.
Anita: Ciao a tutti! Sono Anita Iglesias e vengo dall’Italia. Ieri mi sono trasferita qui con la mia famiglia, ma prima abitavo a Firenze, dove studiavo musica.
Mi piace cantare e suonare, per questo inizierò a frequentare lo studio e non vedo l’ora di fare nuove amicizie.
Angie: Allora Anita, conosci qualcuno di questa classe?
Mi guardo intorno e riconosco Leon. Sorrido, almeno non sarei stata sola il primo giorno.
Leon mi sorride e si alza.
Leon: Angie, Anita è la mia nuova vicina di casa. Ci siamo conosciuti ieri.
Annuisco, mentre lui mi prende per mano e mi fa sedere vicino a lui.
Angie: Ora che abbiamo fatto le presentazioni, continuiamo la lezione!
La prof. non fa in tempo ad aprire il registro che qualcuno bussa alla porta ed entra.
È il direttore. Tutti si alzano in piedi, e io li imito.
Pablo: Seduti ragazzi. Vedo che avete conosciuto Anita, la nuova alunna. Lei è già al secondo anno, quindi non ha bisogno di fare l’esame di ammissione.
Mi raccomando, comportatevi bene! Buona lezione!
Quando Pablo uscì, seguito da Beto, Angie prese il registro e lo aprì iniziando a scorrere i nomi per vedere chi chiamare a fare un esercizio.
Ad un tratto chiuse il registro e mi guardò, sorridendomi.
Deglutii e mi alzai.
Angie: Se non te la senti non importa, verrai domani a fare un esercizio!
Anita: N-no! Voglio venire.
Angie: Prego allora, canta!
Angie si mise vicino agli alunni per lasciarmi spazio vicino alla tastiera.
Anita: La canzone però non è completa, posso cantarne solo un pezzo?
Angie annuì.
E al suo cenno iniziai a cantare.
 
¿A qué estás esperando,
no ves que estoy aquí?
si ahora das un solo paso
tú llegarás a mi.
 
No hay tanta distancia
entre nosotros dos
me faltan hoy tus manos
una eternidad,
y no lo puedo soportar.
 
Y por qué no encuentras ya
palabras ni un por qué
y ahora ves, te paras.
 
Si ahora tu te vas
yo ya no puedo ver
el brillo en tu mirada
nos hacen el amor
y yo no puedo ser
ni una mitad de nada.
 
No me hablas mas
no me escuchas ya
y no llegas
tu me matas con esta distancia
y me siento como consecuencia
la mitad de nada.
 
Quando finii di cantare i ragazzi applaudirono. Io arrossii e andai a sedermi al mio posto.
Angie: Complimenti, sei brava!
Anita: G-grazie!
Angie: La canzone è proprio bella, cerca di continuarla.
Anita: Ci proverò.
A quel punto suonò la campanella ed Angie ci salutò. Tutti si alzarono ed uscirono dalla stanza.      Io rimasi ferma li, seduta, senza muovermi. Stavo maledicendo la mia timidezza.
Poi qualcuno mi chiamò.
Leon: Ehi Anita, vieni! Ti faccio conoscere i mei amici.
Mi alzo e lo seguo in una stanza molto ampia, con un pianoforte e un palco; vicino a quest’ultimo c’erano i ragazzi che erano poco prima nella classe di canto.
Leon: Vieni, ti presento tutte le ragazze!
Uno alla volta le indicò e mi disse il nome: le ragazze si dimostrarono subito molto simpatiche e amichevoli. Una ragazza bionda, invece, si presentò da sola.
Ragazza: Io sono Ludmilla Ferro, la stella dello studio e nessuno mi ruberà il posto!
Anita: Ehi stai calma, io sono venuta solo per studiare e farmi nuovi amici, non voglio rubarti il posto!!
Dissi innocentemente; tutti risero.
Ludmilla: Ma…ma come ti permetti di rispondermi così?!
Ragazzo: Ludmilla, finiscila una buona volta!
Dietro la bionda apparve un ragazzo dai capelli scuri, alto e molto affascinate.
Ragazzo: Ciao, sono Diego e faccio parte del gruppo!
Anita: Ciao.
Ero rimasta affascinata da qual ragazzo: così tenebroso, ma con un lato tenero e protettivo.
Tornai con i piedi per terra quando iniziarono ad arrivare altri ragazzi, amici di Diego e di Leon.
Anche loro si presentarono, e quando suonò la campanella mi guidarono nell’aula di musica.
Anche Beto mi chiese di suonare una canzone con uno strumento.
Mi diede alcuni spartiti e scelsi ‘Te Creo’.
Beto: Con quale strumento la suonerai? Ci sono chitarre, violini, tastiera, batteria…
Beto continuava a correre di qua e di la per la stanza mostrandomi tutti gli strumenti, e come immaginavo finì per cadere a terra.
Anita: Mi scusi, Beto. Ma preferirei suonarla con il mio strumento. Posso?
Beto: Ma certo! Tutto quello che vuoi!!
Si rialzò e si sistemò vicino agli alunni.
Dalla mia borsa presi il mio strumento…il flauto traverso.
E iniziai a suonare, mentre con la voce mi accompagnava Violetta, sotto proposta di Beto.
Quando finii di suonare, Beto si congratulò e proseguì con la lezione.
L’ora di dopo c’era lezione di ballo con Gregorio, che si rivelò essere il più severo dei prof.
 
Quando finirono le lezioni, tornai a casa. Leon mi accompagnò, visto che dovemao fare la stessa strada.
Anita: Sai, sono tutti molto simpatici i tuoi amici! Soprattutto Violetta, è molto talentuosa e bella.
Leon: Già, è proprio questo quello che mi ha fatto innamorare di lei.
Lo guardai… Avevo capito bene?
Leon: Si, siamo fidanzati!
Anita: State bene insieme. Sembrate fatti l’uno per l’altra. E…Diego, invece, è…fidanzato?
Leon ci pensò.
Leon: No, siamo stati rivali in amore per un bel po’ ma poi Violetta ha scelto me e lui ha dovuto arrendersi. Perché questa domanda?
Anita: *Scrollo le spalle* Così, curiosità.
Arrivata davanti casa, lo salutai ed entrai.
Perché avevo fatto quella domanda? In realtà non lo sapevo nemmeno io.
O forse lo sapevo ma non lo volevo ammettere…
Diego…mi piaceva?  

*Angolo Autrice*
Ecco il secondo capitolo.
L'ho messo oggi, così presto, perchè per due giorni non potrò aggiornare.
La canzone (Non completa!) è di Nek e si chiama La mitad de nada ;)
Com'è?

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Capitolo 3
*** Tu gli piaci, me l'ha detto lui! ***


Tu gli piaci, me l’ha detto lui!


Era già passata una settimana da quando ero arrivata a Buenos Aires, e in quel tempo avevo capito che lo Studio era veramente la scuola adatta a me.
Violetta e le altre erano diventate le mie migliori amiche, anche se ancora non avevo dimenticato quelle vecchie a Firenze.
Io e Leon, ogni mattina, ci incontravamo vicino al cancello di casa mia e andavamo a scuola insieme. Era diventato il mio migliore amico, ma niente di più…
In fondo, anche se mi fossi innamorata di lui, non avrei avuto nessuna possibilità: lui era fidanzato con Vilu, e da quello che vedevo la amava molto.
Certo, Leon non era male come ragazzo (Basta pensare all’attore che lo interpreta ;D N.D. Minori), ma non corrispondeva del tutto al ragazzo dei miei sogni, al mio principe azzurro…
Il mio ragazzo ideale era più un ragazzo…beh si, un ragazzo come…Diego.
Ed ecco che penso di nuovo a lui! Cosa non molto strana visto che, in questi giorni, l’ho pensato talmente tanto che si sarà sentito le orecchie fischiare in un modo assurdo.
Qualche giorno fa, insieme a Violetta, Francesca e Camilla, ci siamo ritrovate a parlare di ragazzi: Francesca era fidanzata con Marco e Camilla era indecisa tra Dj e Broduey.
Ho approfittato dell’occasione per sapere com’era fatto Diego di carattere, visto che lo conoscevo da poco.
Diego, da quello che mi hanno detto, è un ragazzo attraente e testardo. Sicuro di se e, a volte, arrogante. Ma in fondo è dolce e romantico.
Perfetto, direi.
 
Mentre penso a tutte queste cose, sono seduta a tavola a fare colazione. Lancio uno sguardo all’orologio del salone e…
“Oh caspita, è tardissimo!” Penso, afferrando la borsa.
Mio padre e mia madre non ci sono, la domestica è uscita a fare la spesa, così afferrò la chiave, esco di casa, chiudo la porta e vedo Leon che mi aspetta, come al solito.
Leon: Buongiorno!
Anita: Buongiorno! Scusa il ritardo, non trovavo il quaderno di musica.
Leon: Tranquilla, è poco che aspetto! Andiamo?
Annuisco e ci avviamo per raggiungere la scuola.
 
Quel giorno Angie ha la felice idea di far svolgere un esercizio a Diego.
Come se non bastasse, dopo che Diego ha svolto l’esercizio con successo, gli chiede di cantare una canzone!
E io, mentre Diego canta Entre tu y yo’, continuavo a guardarlo, affascinata.
Pensavo che era veramente carino: e non mi accorsi che, quando finì di cantare, io ero ancora assorta nei miei pensieri e non avevo sentito ne la campanella suonare ne Vilu chiamarmi.
Violetta: Anita?! Torna tra noi! *La scuote per le spalle* Dobbiamo andare a lezione di danza!
Anita: Eh?! Oh si, arrivo!
Francesca: Mi spieghi cosa guardavi? O meglio…chi guardavi?
Violetta: A chi pensavi?!
Anita: Io non pensavo, e non guardavo  nessuno! 
Camilla: Anita Anita, ce ne siamo accorte tutte quante!
Anita: C-cosa?
Camilla mi afferra per un braccio e Fran per l’altro.
Violetta: Eri incantata a guardare Diego, mentre cantava!
Anita: N-non è v-vero!
Francesca: Su su, ammettilo: un pò ti piace! *Fa l’occhiolino*
Anita: Beh, magari un pochino! *Bisbiglio*
Violetta: Ah ah, lo sapevamo!
Leon: Ragazze, muovetevi! Altrimenti Gregorio si arrabbia!!
Finalmente le ragazze smettono di fare domande e raggiungiamo in fretta l’aula di danza…perché Gregorio, quando si arrabbia, è peggio di una caria.
 
Alla fine della lezione ci ritroviamo tutti al Resto Band, per prendere qualcosa da bere.
Le ragazze a un tavolo, e i ragazzi ad un altro…
(Ragazzi)
Luca: Allora ragazzi, cosa vi porto?
Maxi: Per me un frullato alla pesca, per Leon uno al mirtillo e per gli altri alla fragola…
Luca: D’accordo! E tu Diego, cosa prendi?
Diego non dava segni di voler rispondere, era molto assorto nel pensare a qualcosa.
Leon: Diego? Torna sulla terra! *Gli sventola la mano davanti*
Diego: Eh? Cosa? Ah si, ordino un frullato all’albicocca!
Risponde, quando finalmente si accorge di Luca; quando quest’ultimo si allontana, i ragazzi iniziano a fargli domande.
Marco: A cosa pensavi?
Diego: A nulla!
Leon: A chi pensavi? *Alza un sopracciglio*
Diego, che aveva inteso dove voleva andare a parare l’amico, sbuffò.
Diego: Mi piace… *Guarda un punto*
Maxi: Chi? *Si guarda intorno*
Leon: Si capisce. Ti piace…Anita.
Diego annuisce, mentre gli altri sono tutti scioccati.
 
(Al tavolo delle ragazze)
Nata: Serio, ti piace?
Anita: Si, un po’! *Ammetto timidamente*
Nata: Wow! È fantastico, benvenuta nel club delle innamorate!
Anita: Tu...ne fai parte?
Nata: *Annuisce* Mi piace Maxi! Siamo stati insieme per un bel po’, ma poi ci siamo lasciati per colpa di Ludmilla. A me ancora piace, ma non so cosa ne pensa lui…
Anita: Colpa di Ludmilla?
Camilla: Si, Ludmilla tratta Nata come un cagnolino, e non vuole che lei pensi ad altri ragazzi così li ha fatti lasciare!
Nata: Ti correggo: mi trattava! Ora ho detto basta e, infatti, non sto quasi più con lei.
Anita: Che cosa cattiva da fare, però. Lei non è mai stata innamorata?
Violetta: Per quanto ne so io…solo di un paio di ragazzi. Che l’anno ricambiata solo fino a quando non hanno capito con chi avevano a che fare veramente.
Saremmo andate avanti a parlare ancora per molto, se non fosse stato per i ragazzi che ci vennero a chiamare per dirci che la lezione di Beto stava per cominciare.
Stavo per alzarmi per prendere la borsa, ma questa mi cadde a terra.
Mi piegai per raccoglierla, ma una mano mi precedette.
Anita: Oh, grazie.
Presi la borsa e alzai la testa, per riconoscere…
Diego: Prego.
Rimasi a guardarlo per un po’, ma poi Violetta mi chiamò e mi allontanai da lui.
 
Dopo l’ora di Beto, le lezioni erano finite e tornai a casa.
Durante il tragitto Leon mi fece una domanda che non mi sarei mai aspettata.
Leon: Ascolta, non voglio impicciarmi, ma per caso…ti piace Diego?
Anita: Come fai a saperlo? Comunque si, un po’.
Leon: *Sorride* Forse non dovrei dirtelo, ma non posso evitarlo.
Lo guardai preoccupata.
Leon: Ti gli piaci. Me l’ha detto oggi…
Rimasi senza parole fino a casa.
Era veramente così? In fondo Leon non poteva mentirmi, non ne aveva alcun motivo.

*Angolo Autrice*
Sono riuscita a liberarmi dall'impegno e ho messo il capitolo 3 :D
Vi piace? 
Anita sa che piace a Diego, e Diego saprà che piace ad Anita?
Scopritelo seguendo la storia! Minori<3

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Capitolo 4
*** Maxi e Nata: la gelosia di Ludmilla! ***


Maxi e Nata: la gelosia di Ludmilla!


Il giorno dopo pensavo ancora a quello che mi aveva detto Leon.
Mi faceva stare bene pensare che Diego ricambiava il mio amore ma avevo paura nel confidargli i miei sentimenti perché avevo paura di soffrire.
Quando arrivammo a scuola, Diego si avvicinò a me e a Leon senza darci il tempo di entrare nello studio.
Diego: Ciao Anita, ciao Leon!
Arrossii nel vederlo.
Anita: Ciao.
Diego: *Indica leon* Ti dispiace se te lo rubo un attimo?
Anita: No, fai pure. Io vado a cercare le altre!
Li saluto e, mentre entro nello studio, li sento bisbigliare.
Diego: Allora?
Leon: Si, ho chiesto.
Diego: E…?
Leon: *Sorride* Si.
Poi, però, non riesco a sentire più nulla perché mi avvicino agli armadietti, senza notare che Diego mi guardava da lontano. Poso le mie cose ed entro nell’aula di danza, dove trovo solo Maxi.
Anita: Ciao Maxi! *Mi siedo accanto a lui*
Maxi: Ehi.
La prima cosa che pensai in quel momento era che quello non poteva essere il vero Maxi: lui era sempre così allegro, ma quella mattina, nella sua voce, c’era un non so che di triste e malinconico.
Anita: Cos’hai?
Maxi: *Sospira* Vedi, a me piace una ragazza, ma non so come dirglielo…
Anita: Dimmi un po’…questa ragazza è Nata?
Maxi alza la testa di scatto e mi guarda.
Maxi: Come fai a saperlo?
Anita: È stata lei a raccontarmi che prima stavate insieme, ma che poi vi siete lasciati per colpa di Ludmilla.
Maxi: Già, andava tutto bene e poi… Non ti ha detto più niente?
In quel momento entrano altri ragazzi, seguiti da Gregorio.
Gregorio: Tutti ai vostri posti!!
Mi alzo da terra e mi dirigo verso le altre ragazze, ma poi torno indietro verso Maxi…
Anita: Ah, mi ha detto che ancora le piaci!
Gli faccio l’occhiolino e mi avvicino a Vilu e alle altre per iniziare la lezione.
 
La lezione è lunga e stancante, e quando finisce tiriamo tutti un sospiro di sollievo.
Mentre ci diamo una bella rinfrescata, ne approfitto per dire, a Violetta e alle altre, quello che ho scoperto su Maxi.
Violetta: Allora?
Camilla: Cosa ti ha detto Maxi?!
Mi guardo in torno per vedere se Nata c’è, ma di lei non c’è ombra e quindi dico a tutte quello che so.
Anita: A Maxi…piace ancora Nata! Me lo ha detto lui! E mi ha detto che ha paura di dirglielo!
Francesca: Ma dobbiamo fare qualcosa, allora! Loro formano una coppia fantastica, non è giusto che stiano lontani!
Violetta: Ma cosa?
Proprio in quel momento suona la campanella, e senza perdere tempo ci dirigiamo nell’aula di canto.
Proprio li, alla fine della lezione, Angie ci da uno spunto per il nostro piano…
Angie: Allora ragazzi, vi do un compito: vi metterò in coppia e dovrete scrivere o arrangiare una canzone. Tra una settimana vi ascolterò e vi metterò il voto. D’accordo?
Annuiamo tutti, ed Angie inizia a scegliere le coppie.
Intanto, mi si accende la lampadina sulla testa.
Mi volto verso le altre e spiego a tutte il piano; visto che sono tutte d’accordo con me, mi alzo e vado da Angie.
Anita: Angie, posso chiederti un favore?
Angie: Ma certo, dimmi!
Anita: Ehm…possiamo uscire fuori dall’aula?
Annuisce e usciamo.
Le parlo del piano e le dico quello che voglio da lei.
Lei accetta, e rientriamo.
Angie: Allora, siamo rimasti alle coppie per il compito…
Estrae un foglio e inizia a scrivere…
Angie: Camilla e Dj, Violetta e Leon, Francesca e Marco, Nata e Maxi…
Mi giro verso Nata e vedo che sta guardando Maxi, mentre sorride.
Camilla mi fa l’occhiolino e, senza farci vedere, un batti cinque è assicurato.
Poi Angie continua.
Angie: Ludmilla e Broduey, Andres ed Emma e, infine, Anita e…
“Oh mio Dio” Penso tra me e me “Tutti hanno già un partner, questo vuol dire che io starò con…”
Angie:…Diego. Bene, queste sono le coppie. Tra una settimana voglio i lavori compiuti.
Ci saluta ed esce dall’aula.
Diego: Ehi Anita. Io avevo un’idea per il compito…
Anita: D-dimmi…
Diego: Possiamo continuare insieme la tua canzone incompleta!
Anita: È un’idea fantastica, così almeno ho un aiuto per finirla!
Diego: Bene allora! Io vado dagli altri, a dopo.
Si avvicina a me e mi da un bacio sulla guancia.
Arrossisco fino alla punta dei capelli, e quando si avvicina Fran quasi le salto addosso dalla gioia.
Francesca: Almeno ora sai di avere una possibilità!
Anita: Si, almeno credo.
Mi tocco la guancia e poi esco in cortile con le altre; non facciamo in tempo a sederci che arriva Ludmilla alquanto imbufalita.
Ludmilla: Voi, brutte formichine! L’avete fatto a posta, vero?!
Violetta: Cosa avremmo fatto stavolta?
Ludmilla: Vi ho viste! Siete state voi a far mettere in coppia insieme Maxi e Nata!
Anita: Anche se fosse così…perché sei così arrabbiata?!
Ludmilla: Perché…perché Nata non deve stare con Maxi! Ne con nessun altro! *Incrocia le braccia*
Anita: Ma per…
Non faccio in tempo a rispondere che dietro alle spalle della bionda appare Nata.
Nata: Lascia stare Anita, faccio io!
Ludmilla si gira, sorpresa.
Ludmilla: N-Nata! Hai sentito tutto?
Nata: Non tutto, ma quanto basta per capire che tu sei gelosa!
Ludmilla: G-gelosa? Io?! Ma quanto mai!
Nata: Si, lo sei! Ammettilo! Sei gelosa perché, se io sto con Maxi, tu vieni tagliata fuori. E hai paura…paura che io possa lasciarti sola, senza amici. Perché nessuno ha il coraggio di avvicinarsi a te, sanno tutti che persona sei.
Nata era letteralmente arrabbiata. Ludmilla fece per parlare, ma la riccia la fermò.
Nata: Ma io non sono come te, Ludmilla. Io amo Maxi, e voglio stare con lui. Ma per me l’amicizia è importante, ecco perché, anche se insieme a Maxi sto bene, non potrò mai dimenticare le amiche. E, quando mi dimostrerai che sei cambiata, torneremo di nuovo tali.
Violetta: E, se vorrai, potrai unirti a noi!
Ludmilla: Io? Unirmi a voi? Mai! Preferisco stare da sola! Ludmi se ne va!
Si allontana con passo svelto e sparisce nello studio.
Camilla: Cambierà, secondo voi?
Nata: Beh, è quello che speriamo!
 
Intanto nello Studio…
Ludmilla: Io cambiare? Si sbagliano di grosso! *Si gira a guardare Nata e le altre che ridono insieme* O forse dovrei?

*Angolo Autrice*
Ecco il capitolo 4 :D
Cosa succederà nel prossimo? Ludmilla cambierà veramente? E Maxi e Nata? ;)
Alla prossima!
P.S. Ringrazio tutti quelli che hanno recensito (E che seguono la mia storia) fino ad adesso:') 
 

 
 

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Capitolo 5
*** Bacio mancato! ***


Bacio mancato!


Quel sabato mattina, poiché non si andava a scuola, ero nella mia camera ad esercitarmi con il primo pezzo della canzone, quando sento il telefono squillare; sullo schermo appare il numero di Nata.
Anita: Ehi Nata!
Nata: Anita! Io non so proprio come ringraziarti…
Anita: Per cosa? *Mi siedo sul letto e incrocio le gambe*
Nata: Violetta mi ha riferito che l’idea della coppia per l’esercizio di Angie è stata tua, e grazie a te io e Maxi stiamo di nuovo insieme!
Anita: Ma è fantastico! Racconta!
Nata: Ieri sono uscita da scuola e stavo tornando a casa quando Maxi mi ha raggiunta e mi ha chiesto di uscire con lui. Infatti ieri sera siamo andati al parco e li mi ha detto che mi ama ancora e così ci siamo rimessi insieme!! Tutto grazie a te!
Nella voce di Nata c’era felicità e un pizzico di emozione.
Anita: L’ho fatto con piacere! Insieme siete una coppia fantastica e non è giusto farvi stare separati.
Nata: Grazie mille! Beh ora vado, ciao Anita!
Anita: Ciao Nata, a lunedì!
Posai il cellulare sulla scrivania e rincominciai ad esercitarmi. Ma poco dopo suonò di nuovo… Osservai lo schermo e, cosa strana, il numero era sconosciuto. Premetti accetta e risposi titubante.
Anita: Pronto?
???: Ciao Anita!
Riconobbi subito quella voce.
Anita: D-Diego?
Diego: Indovinato!
Anita: Ma è il tuo numero questo?
Diego: No, è quello di mio padre. Io non avevo soldi per chiamarti. Ecco, io volevo chiederti…
Anita: Cosa?
Diego: Visto che dobbiamo lavorare sulla canzone, domani pomeriggio vuoi venire allo studio con me?
Anita: Allo studio?! Ma è domenica!
Diego: Domani pomeriggio lo studio è aperto per un Open Day e Pablo ci ha dato il permesso di andare li a studiare, se vogliamo. Ci vieni?
Anita: Certo. A che ora?
Diego: Facciamo alle quindici e trenta davanti allo studio?
Anita: D’accordo, a domani!
Diego: A domani scricciolo!
Chiusi il telefono e rimasi distesa sul letto.
Scricciolo? Mi aveva chiamata scricciolo!
Sorrisi e ripresi a cantare, felice più che mai!
 
Domenica, 15:20
Anita: Esco! Vado a studiare con degli amici!
Anna: Devi essere a casa per le sette, ricordalo!
Anita: Si si, tranquilla!
 
Quando arrivo allo studio Diego ancora non c’è. Mi siedo sulle scale per aspettarlo e dopo dieci minuti arriva.
Diego: Scusa il ritardo. Entriamo?
Annuisco, mentre lui mi porge la mano e mi aiuta ad alzarmi.
Entriamo nell’aula di musica e lui si avvicina alla tastiera. Mi chiede il testo della canzone, glielo porgo e lo osserva.
Diego: Penso che vada meglio la chitarra!
Si siede e prende lo strumento appeso al muro.
Per prima cosa proviamo insieme il primo pezzo della canzone; poi, con le sue idee e le mie, la riusciamo, finalmente, a completare.
Per concludere la proviamo tutta e, quando la finiamo di cantare, Diego aveva le mani intorno alla mia vita e le mie erano sulle sue spalle. E le nostre labbra erano molto vicine…
Diego stava cercando di baciarmi!
Sarei dovuta rimanere li, chiudere gli occhi e assaporare quel bacio, e invece? Cos’ho fatto? Sono scappata!
L’ho allontanato di scatto e, afferrata la borsa, sono corsa via, fuori dallo studio, lontana da Diego.
Ho corso fino a casa, mi sono chiusa in camera, piangendo.
Piangevo perché ero stata proprio una stupida. Sognavo da tempo il momento del mio primo bacio e adesso, che finalmente avrei potuto averlo, sono fuggita via.
Perché poi? Diego mi piaceva, lo amavo. E sapere che ricambiava i miei sentimenti mi rendeva felice, eppure quando ha cercato di baciarmi non sono sembrata poi così tanto…entusiasta.
Chissà cosa avrà pensato lui in quel momento…
Con tanti dubbi in testa mi addormentai, senza cenare, con i vestiti e le scarpe, ancora con le lacrime agli occhi.
 
Il giorno dopo, durante il tragitto casa-scuola, ero silenziosa e giù di morale.
Leon se ne accorse ed era abbastanza preoccupato perché, dopo la lezione di Beto, Violetta venne a parlarmi, dicendo che il suo ragazzo mi aveva trovata strana quella mattina.
All’inizio non volevo spiegarle quello che era successo, ma poi mi convinsi che parlarne con qualcuno mi avrebbe sicuramente aiutata.
Le raccontai tutto, compresi i miei sentimenti e i miei dubbi.
Anita: Ecco perché ho paura che, dopo quello che è successo, Diego non voglia più parlarmi.
Conclusi, amareggiata.
Violetta: Ascolta Anita, come tutte le ragazze anche tu sogni il tuo principe azzurro e il tuo primo bacio. Ma non vuol dire che, come le altre, sei pronta per il primo bacio o per esternare i tuoi sentimenti. Devi solo avere pazienza e aspettare, perché poi anche tu sarai pronta. E poi, io non credo che Diego non voglia più parlarti…
Indicò qualcosa dietro di me, e io mi voltai… Diego mi sorrideva, un sorriso dolce e un po’ timido.
Violetta: Io vi lascio soli! A dopo, Anita.
La salutai e poi mi girai per non vedere Diego negli occhi.
Diego: Ascolta Anita…
Anita: Mi dispiace per ieri. Non sarei dovuta scappare così. MI dispiace tanto.
Diego: N-no aspetta. Tu non devi dispiacerti di niente. Sono stato io lo stupido… Non avrei dovuto provare a baciarti, è troppo presto.
Anita: Già, troppo presto… *Mi volto verso di lui e gli prendo le mani* Tu…tu mi piaci!
Diego: Anche tu, e per questo ti aspetterò. Aspetterò finché tu non sarai pronta. Per adesso potremmo provare ad uscire insieme e vedere come va tra noi.
Annuii e lui mi abbracciò.
Era tutto così fantastico, magico ,e sarei rimasta abbracciata a lui per sempre.
Pablo: Ragazzi, dobbiamo fare un annuncio!
Come non detto…
Io e Diego ci allontaniamo e, mentre lui va dai suoi amici, Violetta e le altre si avvicinano a me.
Pablo: Allora, la notizia mi è arrivata ieri, e io ve la dico oggi. Ci sarà una sorpresa per voi, che ora entrerà dalla porta...
Pablo si avvicinò a quest’ultima e la aprì.
Pablo: Prego entra.
Tutti eravamo eccitati… qual era la sorpresa?! 

*Angolo autrice*
Cosa (ma soprattutto CHI) è la sorpresa?!
Vi dico solo che contribuirà al forse cambiamente di Ludmilla! 
Dedico questo capitolo, sia a tutti quelli che seguono la storia, e soprattutto a Pocha96, a Britney_99, a Ary_6400 che l'hanno recensita <3

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Capitolo 6
*** Dalla Spagna con la Chitarra: ritorna Tomas! ***


Dalla Spagna con la chitarra: ritorna Tomas!


Dalla porta fece capolino un ragazzo alto con i capelli scuri, e una chitarra al seguito.
Aveva un’aria simpatica e amichevole.
Violetta: Tomas!
Violetta, Camilla, Francesca, Leon, Nata, Maxi, Andres e Broduey si avvicinarono a quello che, come poco prima aveva detto Vilu, scoprii essere Tomas.
Io, Marco, Diego e Dj rimanemmo in disparte.
DJ: *Sottovoce* Ma chi è?!
Diego: Leon mi ha parlato di lui: è un ex alunno dello studio, nonché ex assistente di Beto, che l’anno scorso si era innamorato di Violetta, e per questo non andavano molto d’accordo.
Anita: Eppure adesso mi sembrano…amici.
Marco: Forse perché ora Vilu sta con Leon, e Tomas non è più innamorato di lei!
Quando Marco finì di fare le sue supposizioni, Violetta e gli altri si stavano avvicinando.
Francesca: Ehi ragazzi, vogliamo presentarvi Tomas, un nostro caro amico!
Tomas: Ciao! Sono Tomas Heredia, e frequentavo lo studio l’anno scorso.
Violetta: Loro sono Diego, Anita, Marco…
Francesca: …il mio ragazzo! *Abbraccia Marco*
Violetta: Fran, non mi interrompere! *Le fa una linguaccia* L’ultimo è Dj!
Tomas strinse a tutti e quattro la mano.
Dj: Tu sei l’ex assistente di Beto?!
Tomas: Si, per entrare allo studio e pagarmi le lezioni ho lavorato qui.
Dj: Io ho provato a fare l’esame, ma non sono riuscito a passarlo. E così mi sono ritrovato a fare da assistente per stare nello Studio. Ma come mai hai smesso di frequentarlo?
Tomas: Io vengo dalla Spagna, e l’anno scorso mi sono trasferito qui con mia madre per curare mia nonna. E alla fine dell’anno sono tornato in Spagna, ma se Pablo accetta riprenderò a seguire le lezioni!
Pablo: Tomas andiamo! Devi firmare delle carte e io devo parlare con i tuoi genitori!
Tomas: Arrivo! Io vado, ci vediamo dopo!
Tomas seguì Pablo, ma non fece in tempo ad uscire dall’aula che una ragazza bionda gli saltò al collo.
Tomas: Ludmilla, che piacere rivederti! *Tono un po’ meno entusiasta*
Ludmilla: Tommy! Quando sei tornato? Rimarrai qui?
Tomas: Sono tornato ieri, e si, rimarrò qui.
Ludmilla: Uuh evviva! Potremmo stare sempre insieme, potremo studiare insieme, fare esercizi insieme…
Tomas: Ludmilla io ora devo andare, ci vediamo dopo!
Ludmilla: Ciaooo Tommy! *Gli schiocca un bacio sulla guancia*
Tomas era alquanto imbarazzato dal comportamento di Ludmilla e, mentre la bionda si allontanava, noi guardavamo la scena divertiti.
 
Durante l’ora di musica Tomas rimase nell’ufficio del direttore e, quando la lezione finì, ci dirigemmo tutti al Resto Band dove lui era intento a parlare con Luca.
Ci avvicinammo a lui ma non facemmo in tempo a iniziare a chiacchierare, che Ludmilla arrivò e si mise in mezzo.
Ludmilla: Tommyyyy! Vieni con me, lascia perdere queste formichine! *Lo afferra per un braccio*
Tomas: Ludmilla asp…
Non fece in tempo a finire la frase che Ludmilla lo trascinò fuori dal locale come una furia.
Francesca: Non cambierà mai!
Nata: Già, ma in fondo dobbiamo capirla… è sola, deve trovare una vittima.
Tutti risero; da quando Nata si era allontanata da Ludmilla era molto più sicura di se.
 
Intanto, fuori dal locale.
Tomas: Ludmilla, perché non sei con Nata?
Ludmilla: Perché io e Nata non siamo più amiche! *Fa la faccia triste*
Tomas: Cosa è successo?
Ludmilla: Ecco vedi…lei era fidanzata con Maxi e io li ho fatti lasciare.
Tomas: Perché? Cos’ha Maxi che non va?
Ludmilla: Maxi, come tutti gli altri ragazzi, allontanerà Nata da me…
Tomas: Ho capito, è solo gelosia! Gelosia e paura…perché se Nata si fidanza penserà più all’amore che all’amicizia.
Ludmilla: Gelosia? Paura? Anche tu con questa storia adesso!!! *Fa per correre via ma Tomas la afferra per un braccio*
Tomas: Ludmilla, non andartene e ascoltami! Non sono tornato solo per gli amici e per lo studio…*Ludmilla alza la testa e lo guarda* Sono tornato anche per…te. Mentre ero in Spagna ho pensato molto a te, e mi sei mancata molto, devo ammetterlo.
Ludmilla: E? Che vuoi dire?
Tomas: Io provo qualcosa per te… Non è ancora molto forte il sentimento, ma qualcosa c’è, lo so.
Proprio in quel momento Ludmilla inizia a piangere, nessuno le aveva mai detto cose del genere.
Tomas: N-non piangere, dai. *Posa la sua mano sulla guancia*
Ludmilla: Piango perché…i miei sentimenti verso di te sono sempre stati sinceri. Ma tu non mi hai mai creduta, per colpa di Violetta…
Tomas: Non pensare a Violetta, adesso. Pensa a noi due. Ascolta, che ne dici se provassimo ad uscire insieme? Ma tu devi promettermi una cosa…
Ludmilla: Cosa?
Tomas: Non ti chiedo l’impossibile. Voglio solo chiederti di chiedere scusa a Nata e di provare ad essere più gentile e amichevole verso tutti…
Ludmilla: *Sorride* Per fortuna non era l’impossibile…
Tomas: Allora, ci proverai?
Ludmilla annuì, e Tomas l’abbracciò, stranamente felice di averla rivista.
 
Il giorno dopo.
Eravamo tutti seduti davanti allo studio, quando arriva Ludmilla, seguita da Tomas.
Ludmilla: Ciao.
Tomas: Ciao a tutti! Ludmilla voleva dirvi una cosa…
Ci guardiamo tutti in modo strano.
Ludmilla: Si, ecco…io…volevo…
Tomas: Avanti Ludmilla! Non è difficile!
Ludmilla: Io volevo chiedere scusa a…Nata.
Nata trasalì a quelle parole: non poteva credere alle sue orecchie! E neanche noi altri ci riuscivamo…
Tutti guardammo Ludmilla, curiose di sentire se c’era dell’altro.
Ludmilla: Nata, mi dispiace per tutto quello che è successo e sono felice che tu e Maxi siate tornati insieme. E poi…vorrei che tutti mi perdoniate per il mio comportamento, anche quello dell’anno scorso.
Broduey: Si, e magari vuoi chiederci se puoi diventare nostra amica perché desideri cambiare!
Tutti scoppiarono a ridere. Io no… quando vidi che Ludmilla, la supernova Ludmilla, iniziare a piangere, provai dispiacere verso quella ragazza che voleva solo trovare amici.
Mentre tutti gli altri continuavano a ridere, Ludmilla girò i tacchi e cercò di correre via, ma l’afferrai per un braccio e la costrinsi a girarsi e a guardarmi negli occhi.
Anita: Tieni, prendi questo. *Le porge un fazzoletto*
Ludmilla: Cosa vuoi tu?
Lo disse scossa dai singhiozzi, mentre afferrava il fazzoletto.
Anita: Io ti credo.
A quelle parole tutti mi guardarono, come se avessi bestemmiato.
Leon: Ma Anita…
Anita: Zitto tu! *Sguardo omicida* Ascolta, se veramente vuoi provare a cambiare atteggiamento, noi ti daremo una possibilità. Ma, se ne combini una delle tue, non ci saranno scuse che tengano: perderai la nostra fiducia, per sempre. È un patto…ci stai?
Ludmilla annui e mi ringraziò, poi suonò la campanella ed entrammo tutti.
Violetta si avvicinò a me.
Violetta: Sei sicura di quello che hai fatto?
Anita: Non c’è nulla di male a dare una possibilità a qualcuno, e se lei la sprecherà, come ho già detto, non gliene daremo un'altra.
Guardai Violetta e sorrisi, sicura di me.
 
*Angolo autrice*
Tomas è tornato, ma non è più innmorato di Violetta! u.u (Nessuno deve toccare Leon e Vilu, nemmeno Tomas ;D)
Ludmilla ha fatto una promessa ad Anita, ma la manterrà?!
Grazie a tutti per le recensioni, a presto :3

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Capitolo 7
*** Appuntamento. O meglio...non appuntamento! ***


Appuntamento. O meglio…non appuntamento!


Una settimana dopo l’arrivo di Tomas, Ludmilla faceva del suo meglio per essere gentile.
A volte perdeva le staffe e si arrabbiava, ma riusciva sempre a calmarsi contando fino a dieci o ripensando al patto che avevamo fatto.
Tomas ci aveva detto che uscivano insieme e noi, dopo lo shock iniziale, eravamo felici per loro; Nata e Maxi erano più felici che mai; tra Marco e Fran tutto andava a gonfie vele e Leon e Violetta festeggiavano il loro primo mese insieme.
L’unica ad essere indecisa era Camilla che, come mi aveva detto, non sapeva se le piaceva più Dj o più Broduey…
E, che dire?, tra me e Diego andava a meraviglia.
Ancora non mi aveva invitata ad uscire con lui, ma di solito andavamo insieme, durante l’intervallo, al Resto Band: ma le nostre uscite non superavano un frullato e l’angolo vicino alla scuola…
La sera, poi, mi chiamava al telefono e parlavamo fino a quando non morivo dal sonno e lui mi dava la buonanotte.
 
Era martedì sera, e io avevo finito di cenare.
Ero nella mia camera a leggere un libro distesa sul letto, quando squilla il telefono.
Ed era, anche quella sera, Diego.
Diego: Buonasera scricciolo! Ti disturbo?
Anita: Buonasera. No, anzi… non vedevo l’ora di sentirti.
Il quel momento Diego si mise e ridere.
Anita: Perché ridi? Non mi credi? Va bene, allora chiudo! Ciao! *Allontano il telefono dall’orecchio*
Diego: No aspetta! Io volevo chiederti una cosa…
Anita: *Riavvicino il telefono* Dimmi.
Diego: È da un po’ che desidero chiedertelo…ma non ho trovato il coraggio.
Anita: Ora il coraggio ce l’hai…allora chiedimelo.
Diego: Domani sera…vuoi uscire con me?
Anita: È…un…
Diego: Si, è un appuntamento. Allora? Accetti?
Ci pensai un po’…non potevo lasciarmi scappare questa opportunità!
Anita: Io…si, accetto!
Diego: Ci vediamo alle sei e mezza al parco?
Anita: D’accordo.
Diego: Perfetto. Ci vediamo domani a scuola. Buonanottescricciolo.
Anita: Buonanotte Diego.
Chiusi la telefonata e spensi il cellulare. Mi distesi sul letto, sotto le coperte.
Non potevo crederci: Diego mi aveva invitata ad uscire! Il mio primo appuntamento con un ragazzo!
Mi addormentai sorridente e felice, pensando alla sera dopo.
 
Il giorno dopo, alla fine delle lezioni, stavo uscendo dallo studio con le Vilu e le altre, quando mi si avvicinò Diego.
Diego: Allora ci vediamo stasera?
Anita: *Annuisco* A sta sera.
Diego mi da un bacio sulla guancia e si allontana, salutando tutte.
Mi volto verso le mie amiche che mi guardano con sguardi indagatori.
Tutte(Tranne me): Tu ora devi raccontarci tutto!
Mi prendono per un braccio e mi trascinano al Resto Band, dove inizio a raccontare tutto.
 
Sono le cinque e mezza di pomeriggio, e sto frugando nell’armadio per vedere cosa mettermi.
Camilla mi ha spiegato che devo mettermi qualcosa di comodo, qualcosa che mi faccia stare a mio agio. Opto per un vestitino con la gonna lilla e il pezzo di sopra bianco, con una cinta nera alla vita.
Le scarpe nere con un po’ di tacco, e un po’ di trucco sugli occhi.
Sono talmente felice che mi viene voglia di cantare: così metto la base della canzone che ho nel cuore, e inizio.
 
Non so se va bene
Non so se non va
Non so se tacere
o dirtelo ma
Le cose che sento
qui dentro di me
Mi fanno Pensare
Che l'amore è cosi
 
Ogni istante!
Ha un non so che
d'importante! Vicino a te
E mi sembra che tutto
sia facile
E ogni sogno diventi realtà!
 
E la Terra può essere il Cielo!
E' vero! E'vero!
Che mi abbracci non ho più paura!
Di amarti! Davvero
E lo leggo nei tuoi occhi!
Ti Credo! Ti Credo!
 
Ma se ti avvicini
Mi sposto più in là
Mi sento una Bimba nell'oscurità!
Non so se è normale
Alla mia età!
Non riesco a parlare con semplicità
La mia Mente Comincia già
A Viaggiare In Libertà
E mi sento ancora più fragile
ma più piena di felicità!
 
Che ti piaccio e mi cerchi
Ti Credo Ti Credo!
 E' vero! E'vero!
Che la terra può essere il cielo
 E' vero! E'vero!
Se mi abbracci non ho più paura!
 
E lo leggo nei tuoi occhi
Ti Credo ! Ti Credo
Che ti piaccio che mi cerchi!
Ti Credo ! Ti Credo
 
Non so se va bene
Non so se non va
Non so se tacere
o dirtelo già

 
Ecco, sono pronta.
Prendo la mia borsa ed esco di casa.
Arrivo al parco con cinque minuti di ritardo, ma di Diego nemmeno l’ombra.
Non mi preoccupo, anche l’altra volta ha fatto tardi.
Mi siedo su una panchina, do un’occhiata al telefono e aspetto…
Aspetto, ma passa un’ora e Diego non arriva. Sul telefono non c’è nessun messaggio e, per quanto ne so, non ha cancellato l’appuntamento.
Sono le otto e mezza e lui ancora non si è fatto vivo.
È tardi…torno a casa.
Non ho fame; salgo in camera, spengo il telefono, mi distendo sul letto e piango.
Lo sapevo, non mi sarei mai dovuta fidare dell’amore.
Perché quando ti spezzano il cuore, fa male…troppo male.
 
Intanto…
Era minimo la decima volta che provava a chiamarla, perché non rispondeva?
Per l’ennesima volta compose il numero e premette ‘chiama’ ma, dall’altro lato del telefono, rispose la stessa voce antipatica.
‘Il cliente da lei chiamato non è al momento raggiungibile.’
Arrabbiato, spense il telefono e lo buttò sul letto.
Diego: Anita…mi dispiace. È tutta colpa mia…

*Angolo Autrice*
Diego non è andato all'appuntamento...perchè? E Anita lo perdonerà?
Vedrete nel prossimo capitolo:3 A presto!

Questo è il vestito di Anita!

 
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Capitolo 8
*** Halloween: chi ha detto che le paure non possono servire? ***


VORREI FARE UN SONDAGGIO, A CUI RISPONDERETE NELLA RECENSIONE (O ANCHE COME MESSAGGIO PRIVATO):
CAMILLA LA PREFERITE CON BRODUEY O CON DJ?! IO CON DJ ^^ 


Halloween: chi ha detto che le paure non possono servire?


La mattina dopo mi alzai controvoglia all’idea di andare a scuola e di vedere Diego.
Quando accesi il telefono trovai ben tredici chiamate e un messaggio…tutti del ragazzo che la sera prima mi aveva dato buca.
Aprii il messaggio e lo lessi.
“Anita, ti prego rispondi. Ti devo parlare.”
Scossi la testa e misi il telefono nella borsa: non volevo parlare con lui, non dopo quello che mi aveva fatto.
Scesi al piano inferiore senza salutare nessuno e quando uscii di casa; davanti al cancello c’era già Leon che mi aspettava.
Leon: Buongiorno.
Lo salutai con la mano e mi avviai, silenziosa, verso lo studio, seguita da un Leon preoccupato.
Quando arrivai nell’aula di ballo, tutte mi si avvicinarono, eccitate. Anche troppo…
Violetta: Allora?
Francesca: Racconta!
Non risposi, mi limitai a stare seduta su una sedia a testa bassa.
Nata: *Mi scuote per una spalla* Allora, com’è andata?
Anita: *Tiro su con il naso* Volete davvero sapere com’è andata?
Tutte annuirono ed io alzai la testa di scatto.
Anita: È andata uno schifo! Diego…non si è presentato! Sono stata due ore ad aspettarlo, ma non si è fatto vivo.
In quel momento tutte videro le mie lacrime.
Nata: Oh Anita! *Mi abbraccia* Noi non lo sapevamo…
Anita: Non importa.
Mi persi nell’abbraccio di Nata, mi piaceva tutto quest’affetto.
Ma quando alzai la testa, vidi Leon che stava entrando nella sala con Diego.
Lui incrociò il mio sguardo e mi sorrise.
Si stava avvicinando, sicuramente voleva parlare con me, ma io non ne avevo nessuna voglia.
Mi allontanai da Nata e dalle altre e, prima che lui potesse afferrarmi per un braccio per fermarmi, corsi fuori dall’aula, diretta in bagno.
Diego: Io…non capisco perché è scappata!
Violetta: Forse perché non ha nessuna voglia di parlare con il ragazzo che le ha spezzato il cuore non presentandosi all’appuntamento?!
Violetta era arrabbiatissima con Diego, e quasi non si gettò su di lui per picchiarlo.
Diego: Lo so, sono arrabbiato con me stesso. Ma se solo volesse ascoltarmi le spiegherei tutto!
Nata: Vado a parlarle, forse la convinco.
 
Mi ero chiusa in bagno, non volevo uscire da li. Poi qualcuno entrò…
Nata: Anita, sei qui?
Uscii dal bagno e mi asciugai gli occhi.
Nata: Anita! Finalmente ti ho trovata! Dobbiamo andare a lezione!
Anita: No, non voglio parlare con Diego.
Nata: Lui vuole parlarti! Prova ad ascoltarlo…
Anita: *Scuoto la testa* No, adesso non me la sento. Sto ancora male…
Nata: Va bene, non parlerai con lui, per ora. Ora andiamo, tra un po’ arriva Gregorio e…
Anita: Non voglio ballare, oggi. Mi accompagni da Pablo a chiedergli se posso saltare l’ora di ballo?
Nata mi prese per mano, annuì e andammo insieme nell’ufficio del direttore.
Spiegai a Pablo che non mi sentivo bene e che volevo saltare l’ora di Gregorio, e lui mi diede il permesso di rimanere nel suo ufficio per quell’ora.
Nata se ne andò, e io rimasi li, da sola, a pensare…a Diego.
Perché non me lo riuscivo a togliere dalla mente?
Avrei dovuto ascoltarlo? No, avevo troppa paura, paura di soffrire.
 
Un’ora dopo Pablo ci radunò tutti nel corridoio della scuola.
Pablo: Vi ho chiamati perché volevo parlarvi dell’idea mia e degli altri professori.
Angie: Tra tre giorni sarà Halloween, e noi avevamo pensato di organizzare una festa in maschera, e di trasformare lo studio in una casa degli spettri.
Molti ragazzi annuirono, felici dell’idea.
Camilla: E noi cosa possiamo fare?
Antonio: Nello stanzino delle occasioni speciali ci sono degli scatoloni pieni di addobbi: qualcuno può dare un occhiata li e scegliere quelli più adatti, e qualcun altro potrebbe, invece, crearli.
E abbiamo anche deciso che oggi e domani la scuola sarà aperta il pomeriggio per permettere, a chi vuole, di venire qui per lavorare ai preparativi.
Tutti eravamo molto eccitati all’idea di trasformare lo studio in una casa stregata, e non vedevamo l’ora che arrivasse Halloween.
Pablo: Vedo, dalla vostra eccitazione, che siete tutti d’accordo. *Tutti annuirono* Ora però andate nelle vostre aule, e oggi pomeriggio chi vuole venire è il benvenuto.
Mentre tutti si smistavano nelle aule, io, Violetta e il resto del gruppo, ci dirigemmo nell’aula di canto.
Angie: Allora, iniziamo a sentire le canzoni per l’esercizio che vi ho assegnato. Iniziano Diego e Anita…
Anita: Ehm…Angie, io non mi sento molto bene e non voglio cantare. Potrei farlo domani l’esercizio?
Angie: Ma certo. Per adesso Diego ci canterà la canzone che avete fatto insieme.
Diego prese la chitarra e iniziò a cantare, lanciandomi ogni tanto uno sguardo, come per farmi capire qualcosa.
Quando finì, mi alzai e chiesi a Angie se potevo tornare a casa perché non mi sentivo bene.
Lei parlò con Pablo e, dopo aver chiesto a Leon di accompagnarmi a casa, mi diede il testo di una canzone su cui mi sarei dovuta esercitare, per poi fargliela ascoltare dopo Halloween.
Salutai tutti e uscii dall’aula. Mentre camminavo insieme a Leon per tornare a casa, mi arrivò un messaggio.
“La canzone era dedicata a te.”
Leon: So benissimo che dopo quello che ti ha fatto non vuoi parlare con lui, ma Diego vuole solo spiegarti perché non si è presentato all’appuntamento.
Anita: Lo so, ma non ce la faccio.
Quando arrivai davanti casa salutai Leon, entrai in camera e mi distesi sul letto ripensando alle telefonate serali di Diego e a tutte le risate che vi eravamo fatti, fino alla sera prima,
quando mi aveva fatta soffrire.
 
31 ottobre, Halloween.
Era finalmente arrivato il giorno della festa in costume dello studio.
Tutti avevano fatto un lavoro fantastico, e la scuola sembrava proprio una casa degli spettri.
La scritta ‘studio ON BEAT’ era stata coperta da un telo gigante, dove era stato scritto con un colore rosso ‘Casa degli spettri’.
Sulla porta erano state lanciate uova, oltre ad essere state macchiate di rosso per creare il sangue.
L’intero era stato addobbato con disegni di zucche, fantasmi, streghe e scheletri.
Era veramente fantastico e reale!
 
Alle sette lo studio era già pieno di ragazzi in costume.
Con i miei amici ci eravamo dati appuntamento li, e infatti, nonostante i costumi, riuscimmo a trovarci tra la folla.
Io e Diego ancora non ci parlavamo. O meglio: ero io che non volevo parlare con lui.
Diego: Uffa, ancora non vuole parlarmi!
Sconsolato si sedette su una panchina, insieme a Camilla, a Leon e a Violetta.
Violetta: Poverina, deve esserci rimasta proprio male.
Leon: Dobbiamo provare a convincerla. Iniziamo a pensare ad un piano…
Erano tutti intenti a pensare, quando un eccitato Maxi si precipitò da loro.
Maxi: Ragazzi ragazzi, andiamo a farci un giro nella casa degli spettri?!
Al quel punto Camilla lanciò un urlo e scattò in piedi.
Camilla: Ho avuto un’idea! Chiamate Anita ed entriamo nello studio.
Nessuno aveva capito cosa voleva fare Camilla, ma tutti si fidavano.
Nata: Anita, noi entriamo nella casa. Vieni?
Annuii e li raggiunsi. Eravamo: Leon, Violetta, Camilla, Dj, Maxi, Nata, Ludmilla, Tomas, Diego e io.
Quando entrammo nello studio la porta si chiuse con un rumore sordo alle nostre spalle. Noi ragazze cacciammo un urlo di terrore, e qualcuna si aggrappò al rispettivo ragazzo.
Solo io rimasi vicino a Diego, ma senza avvicinarmi troppo.
Camilla: *Bisbigliando* Il piano A non ha funzionato, passiamo al B.
A qual punto, cosa strana, iniziarono a sparire tutti, come risucchiati dal terreno.
Prima Ludmilla e Tomas, poi Nata e Maxi, poi Leon e Vilu e poi Camilla e Dj.
Morale della favola? Ero rimasta sola…insieme a Diego.
Non potevo tornare indietro, entrare nello studio equivaleva a farsi tutto il percorso, fino a raggiungere la porta sul retro.
Camminavamo tranquilli, quando delle urla di persone uccise non raggiunsero le nostre orecchie.
Le urla erano state talmente forti e inaspettate che smisi di camminare e urlai.
Anita: V-voglio tornare indietro.
Dissi afferrando la prima cosa che mi capitò sotto tiro…cioè la mano di Diego.
Lui mi vide spaventata, e mi abbracciò.
Diego: Su, manca poco. Stai tranquilla, ci sono io.
A quelle parole mi sciolsi, misi le mani intorno al suo collo e in qual momento desiderai rimanere li con lui per tutto il tempo. Ma Diego mi allontanò.
Diego: Ascoltami, ora devi ascoltarmi. Voglio solo dirti perché l’altra sera non mi sono presentato all’appuntamento: ero già pronto per venire al parco quando mio padre mi ha detto
che dovevo accompagnarlo a fare un servizio. Ho cercato di ribattere, ma mi ha praticamente costretto. Mentre ero nella riunione con mio padre, mi sono ricordato che dovevo chiamarti,
ma il mio cellulare era scarico, e poi mi sono dimenticato. Anita, io non volevo farti soffrire perché tu mi piaci…io ti amo.
Solo in quel momento mi accorsi che stavo piangendo. Mi abbracciò di nuovo, e poi uscimmo dallo studio, mano nella mano.
Quando gli altri ci videro sorrisero, e corsi ad abbracciare Camilla. Avevo capito che era stata una sua idea, e non sapevo come ringraziarla.
Camilla: Missione compiuta!
Tutti scoppiarono a ridere mentre Dj metteva la musica, e la festa iniziava a farsi più movimentata.
Che dire? Il più bel Halloween della mia vita! 

*Angolo Autrice*
Capitolo più lungo ma importante u.u Anita ha perdonato Diego, e ora? Ci sarà un altro appuntamento? **
Alla prossima! Ecco una foto creata da me di Diego e di Anita! (Scusate se è un pò gigante >.<)

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Capitolo 9
*** Accoppiata una coppia...scoppierà un'altra? ***


Accoppiata una coppia…scoppierà una altra?


Il giorno dopo ero felice di andare allo Studio, perché Diego, che mi aveva riaccompagnata a casa dopo la festa, mi aveva riferito che doveva dirmi una cosa molto importante.
Lo avevo pregato di dirmela in quel momento, ma lui era stato irremovibile e, dandomi un bacio sulla fronte, mi aveva augurato la buonanotte.
Quella mattina, arrivata a scuola, nell’aula di canto Diego mi chiamò in disparte per dirmela, ma venne interrotto da Angie che, entrata in classe, iniziò la lezione.
Angie: Allora Anita, hai preparato la canzone?
Disse, rovistando tra alcuni fogli; io annuii e mi alzai.
Anita: Ehm Angie, Diego potrebbe accompagnarmi con la chitarra?
Angie: Ma certo. Quando sei pronta incomincia, io ti ascolto.
Sorrisi a Diego e li alzò, afferrando la chitarra. Si sedette su una sedia, e io iniziai a cantare.
 
Si no hay nada que decir
ni nada de que hablar
no hace falta explicarte
 
Si guardas todos los secretos
de mi vida y de mis sueños
Sì, lo sabes
 
Eres la unica cancion
que siempre escribiré
siguiendo mis latidos…
Cada palabra,
cada nota que me daz
me hace sentir
que estoy contigo
 
Es coneccion entre tu y yo
en cada verso de esta cancion
Tu voz y la mia
en cada acordo
en cada rima
 
Es coneccion entre tu y yo
en cada verso de esta cancion
Es tan distinto junto a ti
Soy lo que soy si estas aqui
 
Si no hay nada que decir
ni nada de que hablar
te regalo el silencio
Y escucho todo lo que sientes,
lo que pasa por tu mente
Ya lo sabes
 
Eres la unica cancion
que siempre escribiré
siguiendo mis latidos…
Cada palabra,
cada nota que me daz
me hace sentir
que estoy contigo
 
Es coneccion entre tu y yo
en cada verso de esta cancion
Tu voz y la mia
en cada acordo
en cada rima
 
Es coneccion entre tu y yo
en cada verso de esta cancion
Es tan distinto junto a ti
Soy lo que soy si estas aqui.
 
Mentre cantavo, lo sguardo si posò su Diego che, accanto a me, suonava la chitarra, continuando a guardarmi. Gli sorrisi e, l’ultima strofa della canzone, la cantammo insieme.
Quando terminai l’esercizio Angie mi mise una A e continuò la lezione.
Tornai al mio posto, e Camilla si avvicinò a me e mi sussurrò all’orecchio.
Camilla: Se non stavi attenta, gli saresti saltato addosso e lo avresti baciato!
Anita: *Rido* Esagerata!
 
L’ora dopo, mentre ci dirigevamo nell’aula di danza, io e Diego ci allontanammo dagli altri. Finalmente stava per dirmi quella cosa!
Diego: Visto che al nostro ultimo appuntamento io non mi sono presentato, voglio farmi perdonare.
Anita: E come?
Diego: Stasera…vuoi uscire con me? Alle sei e mezza al parco, come l’altra volta.
Anita: Verrò solo se mi prometti che ci sarai.
Lo guardai. Era la seconda volta che mi dava un appuntamento, e speravo con tutto il cuore che sarebbe andato bene.
Diego mi prese le mani.
Diego: Ci sarò, te lo prometto.
Mi abbracciò, e prima di ricevere una nota da Gregorio entrammo in classe.
 
Ore 18:15
Ero pronta. Pronta per andare al parco, per vivere, finalmente, il mio appuntamento.
Scesi in salotto e mi diedi un’ultima occhiata nello specchio.
Marco: Dove vai?
Anita: Vado al parco.
Marco: Cosa ci vai a fare al parco?!
Anita: Papà! Ho sedici anni, quasi diciassette! Non sono una bambina!
Marco: Anita! Dimmi con chi esci!
Anita: *Sbuffo* Con delle amiche, andiamo a prendere un gelato!
Marco: Va bene, torna per l’ora di cena.
Lo salutai con la mano ed uscii di casa.
Certo che mio padre sa diventare proprio insopportabile a volte! E per colpa sua, sto facendo anche tardi!
Arrivo al parco, e mi guardai intorno. Diego…non c’era.
Non faccio in tempo a sedermi su una panchina che qualcuno mi arriva alle spalle e con un ‘Bu’ mi fa spaventare. Mi alzo di scatto e mi giro.
Anita: Diego! Mi hai spaventata!
Diego: *Ride* Avanti scricciolo, andiamo?
Quando ride, quando mi chiama scricciolo…è perfetto. Rido e, quando vedo la sua mano tesa, la afferro, ma subito dopo la lascio, rossa in viso.
Iniziamo a farci un giro per il parco, e poi andiamo a prenderci un gelato.
Lo mangiamo seduti sull’erba, sotto un grande albero. Iniziamo a parlare, fianco a fianco, ridiamo, scherziamo, cantiamo e, senza accorgermene finiamo molto vicini: io ero seduta sulle sua ginocchia e lui aveva la schiena appoggiata al tronco dell’albero.
Stavamo ridendo, quando lui smise di colpo e mi posò una mano sulla guancia.
Diego: Sai Anita, all’inizio mi piaceva Violetta. La amavo, e tanto. Ma poi lei ha scelto Leon, e io mi sono arreso smettendo di credere nell’amore. Ma poi sei arrivata tu, e mi sono innamorato di te. Sul serio, tu mi piaci.
Misi la mia mano sulla sua e, quando lui si avvicinò con le labbra, chiusi gli occhi.
Non sapevo quanto era distante da me, ma ad un tratto sentii le sue labbra toccare le mie. Mi rilassai. Da quanto sognavo questo momento! Ricambiai il bacio, e quando le sue labbra si staccarono, ci abbracciammo.
Diego: Vuoi stare con me?
Anita: S-si. Sognavo solo il momento in cui me lo avresti chiesto.
Rimanemmo abbracciati ancora un po’, e quando ci alzammo da terra continuammo a camminare, mano nella mano.
 
Intanto a casa di Leon…
Leon: Lara, che ci fai qua?
Lara: Dobbiamo parlare!
Lara entrò in casa come una furia e, chiusa la porta, si buttò al collo del ragazzo, cercando di baciarlo.
Sfortuna volle che Violetta, che proprio in quel momento scendeva le scale di casa Vargas, vide tutto e, arrabbiata, uscì da quella casa sbattendo la porta, ignorando Leon che cercava di fermarla per spiegarle tutto.
Tutto sotto lo sguardo soddisfatto di Lara…
 
*Angolo Autrice*
Scusatemi, ma ieri non ho potuto aggiornare perchè sono stata al mare **
Questo è il capitolo 9, e finalmente Diego e Anita stanno insieme *w*
Invece Leon e Violetta? Litigheranno? Lara non poteva farsi i fatti suoi e starsene a casa sua?
A presto, Minori :3

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Capitolo 10
*** Camilla è ancora indecisa. O no? ***


Camilla è ancora indecisa. O no?


Di solito, durante il tragitto casa-scuola, Leon era sempre allegro; ma quella mattina c’era qualcosa che non andava…
Già quando lo avevo salutato mi era sembrato diverso: aveva alzato semplicemente una mano, e si era avviato senza dire una parola. Come se non bastasse, ogni tanto lo sentivo sbuffare.
Anita: Cos’hai stamattina?
Gli chiesi, ad un tratto. Lui alzò la testa, mi guardò, e la scosse. Poi sbuffò (Oh si, avrei voluto prenderlo a schiaffi).
Leon: Ieri sera Violetta era a casa mia, quando è arrivata Lara. Ha cercato di baciarmi, Vilu l’ha vista ed è scappata. Ho cercato di fermarla, ma non ha voluto sentire ragioni.
Anita: E perché sbuffi? Le spiegherai tutto oggi.
Leon: Anche a me è sembrata una buona idea. Ma…se non mi vuole parlare?
Anita: La convincerò io.
Leon: Lo faresti veramente?!
Anita: *Annuisco* Basta che adesso la finisci di sbuffare!
Leon: D’accordo! Ora andiamo!
Leon mi prese per mano e iniziò a correre.
Anita: Aspetta! Lo Studio non si sposta e Violetta nemmeno!
Urlare era inutile, tanto non si sarebbe fermato.
Arrivati allo studio, Diego mi corse incontro.
Diego: Ciao Leon! Buongiorno scricciolo!
Mi da un bacio sulla guancia, molto vicino alle labbra.
Leon: Scusa un attimo Anita! *Afferra Diego per un braccio e si allontana*
Leon: *Bisbigliando* Non dirmi che tu e lei…voi…
Diego: *Annuisce* Siamo fidanzati da ieri sera, dopo il nostro bacio nel parco!
Leon: Sono così felice…
Diego: Perché?
Leon: Primo perché sono tuo amico, e secondo…se sei fidanzato, non c’è il rischio che ti ri-innamori di Violetta! *Incrocia le braccia*
Diego: Vorrei ucciderti, ma adesso devo andare da Anita!
Leon: Vai vai! Io vado a cercare Violetta!
Leon diede una pacca sulla spalla a Diego e si allontanò, mentre quest’ultimo si avvicinava a me.
Diego: Entriamo?
Annuisco e, mano nella mano, entriamo nello studio.
Non facciamo in tempo a raggiungere l’aula di musica che Violetta, Camilla, Francesca, Nata e Ludmilla si avvicinano a noi, dopo aver notato le nostre mani unite.
Camilla: Voi…state insieme?!
Io e Diego annuiamo insieme e Francesca mi salta al collo, entusiasta.
Violetta: Oh che bello, sono così felice per voi!!
Ludmilla: Beh, già che ci siamo…voglio dirvi che anche io e Tomas stiamo insieme…
Tutti la guardiamo.
Ludmilla: …da una settimana!
Anita: Ma è…fantastico! Perché non ce lo hai detto prima?
Ludmilla: Volevo prima vedere come andava, se era una cosa seria. E ora che stiamo insieme da un po’, ho deciso di dirvelo!
Camilla: Allora io sono l’unica zitella!
Tutte scoppiammo a ridere.
Violetta: Devi deciderti, perché tu i corteggiatori li hai!
Camilla: Ti sembra facile!
La ragazza incrociò le braccia, offesa.
Diego: Ehm ragazze, io entro in classe, ci vediamo dopo.
Diego si allontanò, ma poi tornò indietro.
Diego: Ah Vilu…Leon ti sta cercando!
Violetta trasalì, come spaventata.
Violetta: Ah, grazie Diego.
Quando Diego si fu allontanato, Violetta era ancora ferma nel punto di prima, con la testa bassa. Tutte la guardavamo, un po’ scioccate.
Violetta: C-cosa c’è?
Nata: Non vai a cercarlo per vedere cosa vuole?
Violetta scosse la testa, e fece per allontanarsi, ma la fermai.
Anita: Ti posso parlare?
Violetta annuì e, salutando le altre, ci spostammo vicino agli armadietti.
Anita: Non vuoi parlare con lui? Leon vuole solo spiegarti perché ieri sera Lara…
Violetta: Tu…tu sai cos’è successo? Leon ti ha raccontato che ieri si è baciato con Lara?
Anita: Baciato? Ma che stai dicendo? Lei ha cercato di baciarlo, ma lui l’ha respinta!
Violetta: Tu gli credi?
Anita: Se gli credo? È normale che credo a Leon, è il mio migliore amico! E poi lui non sarebbe mai capace di baciare Lara se è fidanzato con te! È innamorato perso, lo sai questo?
Violetta annuì.
Anita: Allora perché non vuoi parlare con lui?!
Violetta: N-non lo so. Ho paura che…possa essersi innamorato di Lara.
Aprii bocca per ribattere, quando qualcuno mi anticipò.
Leon: Non è vero, non sarà mai vero. Io non posso innamorarmi di un'altra. Io amo te, e basta. È stata Lara a cercare di baciarmi, io non avevo nessuna intenzione di farlo. Volevo spiegartelo, ma tu sei scappata via.
Violetta: S-scusa, io…non so perché ho pensato una cosa del genere, so che mi ami.
La ragazza corse ad abbracciare Leon e poi si avvicinò a me.
Violetta: Grazie Anita!
Anita: Prego! Ora andiamo in classe, prima che si arrabbiano!
Ero felice per tutti e due, si erano riappacificati e non rischiavano di lasciarsi.
L’unica rimasta da aiutare era Camilla, ancora indecisa.
 
Ora di pranzo, fuori la scuola…
Dj: Camilla Camilla! Aspettami! Ti devo dire una cosa…
Camilla: Dj! Cosa c’è?
Dj: Ascolta, è da un po’ che voglio dirtelo, ma non ho trovato il coraggio. Ma ora sono sicuro che non posso tenermi tutto dentro…
Camilla: Dimmi, non farmi preoccupare!
Dj tirò da dietro la schiena una rosa rossa con un fiocco.
Dj: Camilla, tu mi piaci! Accetta questa rosa.
Camilla: *Prende la rosa* G-grazie. Io non so che dire…
Dj: Non dire nulla, accettala e basta. Ciao!
Dj scappò via, lasciando la povera Camilla piena di dubbi.
La ragazza si incamminò verso casa, guardando quella rosa rossa.
Nessuno gliene aveva mai regalate, e riceverne una da Dj, insieme a quella dichiarazione, la faceva sentire tre metri sopra il cielo, come se stesse toccando le stelle.
Forse aveva deciso…

*Angolo Autrice*
Saaaalve c: 
Quant'è dolce il nostro Dj? *w* (Altro che Broduey u.u)
Camilla si è decisa, finalmente. Ma avrà il coraggio di dichiararsi?
Lasciate una recensione? :D A presto ^^

 

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Capitolo 11
*** Una brutta sorpresa! ***


Voglio ringraziare con tutto il cuore tutti quelli che hanno recensito la storia e quelli che la seguono! Grazie mille, davvero <3

Una brutta sorpresa!


Quella sera, a cena, mio padre iniziò a farmi strane domande.
Marco: Come va la scuola?
Anita: Bene. Ultimamente ci sono molti compiti e interrogazioni perché si avvicina Natale e la fine del quadrimestre.
Marco: Preparati bene, non voglio brutti voti. E le amiche? Sono simpatiche?
Anita: Si, papà. Ci vogliamo molto bene e ci aiutiamo sempre.
Marco: Immagino che ci saranno anche molti…ragazzi.
A quelle parole spalancai gli occhi e quasi sputai il succo: possibile che mio padre avesse capito che ero fidanzata? Cercai di essere il più naturale possibile.
Anita: È normale.
Marco: E…c’è qualche ragazzo che ti piace?
A quella domanda persino mia madre trasalì.
Anita: Papà! Ma che domande sono? E anche se fosse non verrei a dirlo a te.
Mi alzai dalla tavole e salii in camera mia; ma non entrai, rimasi ad ascoltare mio padre e mia madre che parlavano.
Stephanie: Marco, posso sapere cosa ti prende?
Marco: Nulla, volevo solo chiacchierare con mia figlia.
Stephanie: Ma...chiedergli cose così INTIME?
Mia madre calcò la parola.
Mio padre non rispose, visibilmente assorto nei suoi pensieri.
Stephanie: So che ti preoccupa il fatto che Anita possa trovarsi un ragazzo, ma devi accettarlo…ha quasi 17 anni, e sta crescendo.
Marco: Sarà difficile…
Entrai in camera, preoccupata dalle parole di mia madre: come l’avrebbe presa mio padre venendo a sapere che ero fidanzata?
Presi il cellulare e composi il numero di Diego, e lui rispose dopo un po’.
Diego: Buonasera scricciolo!
Anita: Buonasera.
Lo dissi con tono triste, preoccupato, e lui se ne accorse.
Diego: Ehi, cos’hai?
Anita: Niente, è che…
Diego: Che? Dai, dimmi.
Anita: Ho sentito mia madre e mio padre parlare e…non so se lui prenderà bene il fatto che sono fidanzata.
Diego: Ho capito…sei l’unica figlia femmina, e ha paura che tu possa crescere troppo in fretta e allontanarti da lui.
Anita: Ma…dovrà pur capire che non sono più una bambina. Come farò a dirgli che sto con te?
Mi rannicchiai sul letto, quasi piangendo.
Diego: L’unica soluzione è far passare un po’ di tempo, e vedrai che poi lui capirà.
Anita: Lo spero.
Diego: Su su, stai tranquilla. Ora vado, ho ospiti a casa, e non vorrei che mia madre mi chiami urlando.
Anita: *Risi* Vai vai, altrimenti chi la vuole sentire!
Diego: Buonanotte!
Anita: Buonanotte.
Spensi il telefono e rimasi contenta del fatto che Diego riusciva sempre a farmi ridere.
 
Il giorno dopo, allo studio.
Violetta: Anita Anita!
Ero appena arrivata allo studio quando Vilu mi corse incontro, mi prese per mano e mi trascinò nell’aula del palco, dove le altre stavano parlando.
Nata: Anita, finalmente sei arrivata!
Anita: Si, ma non capisco cosa succede!
Francesca: Camilla deve dirci una cosa, ma aspettavamo il tuo arrivo.
Tutte guardammo Camilla.
Ludmilla: Allora?
Camilla: Ah si! Ieri all’uscita della scuola, Dj mi ha raggiunta e mi ha regalato una rosa rossa, e mi ha detto che gli piaccio.
Tutte lanciammo degli urletti eccitati.
Violetta: E poi?
Camilla: Io non sapevo che dire, e lui si è allontanato e mi ha salutata. Durante il tragitto verso casa, ho ripensato ai miei dubbi e alla mia indecisione. E credo di aver capito che…
Anita: Che…?
Camilla: Dj…Dj mi piace!
Violetta: E…quando glielo dirai?
Camilla: Non so se…ne avrò il coraggio.
Nata: Ti aiuteremo noi, sta tranquilla!
Camilla: Serio?
Tutte annuimmo e Camilla ci strinse in una abbraccio di gruppo.
 
Durante la pausa avevamo già pensato ad un piano. Ci ritrovammo tutti al Resto Band, compreso Dj. Camilla era salita sul palco e, presa la chitarra, aveva iniziato cantare.
Cantò ‘Te Creo’ con tutto il sentimento che aveva nel cuore, guardando Dj, che non sembrava aver capito un accidente di quello che stava succedendo.
Alla fine della canzone, Camilla ci sorprese.
Camilla: Io…volevo dedicare questa canzone ad un ragazzo…Dj!
A quelle parole Dj sussultò, guardando Camilla e sorridendole. La corse ad abbracciare e, fuori dal locale, la invitò ad uscire quella sera stessa.
La sera mi inviò un messaggio, che aveva inviato a tutte.
‘Io e Dj siamo usciti insieme, ci siamo baciati e ora stiamo insieme. Grazie!’
Ed un’altra coppia era stata unita!
 
Quella notte a Buenos Aires era tutto tranquillo. Nel parco non c’era nessuno, lungo le strade non si aggirava nemmeno un’anima viva, era una di quelle tante notti dove non succedeva nulla.
Ma in una parte di quella tranquilla città, qualcosa stava per accadere…
Qualcuno, troppo coperto per scoprirne il volto, si aggirava per lo Studio ONBEAT, con passo furtivo e attento.
Entrò nell’aula di musica, poi in quella di ballo e infine in quella di canto, chiudendosi tutte le porte alle sue spalle. Poi uscì dalla finestra rotta, in silenzio, senza dare nell’occhio.
Perché in fondo in giro non c’era nessuno, e nessuno poteva vederlo…
 
Il giorno dopo, come sempre, i ragazzi aspettavano Antonio che avrebbe aperto lo Studio.
Antonio: Pronti per un’altra giornata di studio?
Antonio inserì le chiavi nella serratura e aprì la porta; i professori precedettero gli alunni nelle aule, ma ne uscirono poco dopo, bianchi in volto come se avessero visto un fantasma.
Ma avevano visto qualcosa di peggio…
Gregorio-Angie-Beto: Pablo, Antonio!
I tre professori corsero fuori, con il fiato affannoso.
Pablo: Calmi, che succede?
Tutti gli alunni, compresi noi, li guardavamo.
Beto: Qualcuno ha rubato tutti gli strumenti dall’aula di musica!
Angie: Non solo, anche tutto quello che c’era nell’aula di canto e di ballo…
Tutti ci guardammo preoccupati, incapaci di crederci.
Pablo entrò nello studio, nel suo ufficio, e, appena entrato, la finestra rotta attirò la sua attenzione. Poi uscì e guardò gli alunni.
Pablo: Ragazzi, un furto…lo Studio ha subito un furto. 

*Angolo Autrice*
Cami e Dj stanno insieme** E Anita non sa come dire al padre che ha un ragazzo!
Lo Studio invece è stato derubato...ma chi è stato?
Scopritelo nei prossimi capitoli ;) Recensite! Minori <3

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Capitolo 12
*** Furto allo Studio! ***


Furto allo Studio!


La polizia arrivò poco dopo, a gran velocità e con le sirene che producevano un rumore assordante.
Molti ragazzi, sotto richiesta di Pablo, se ne erano andati, ma io, Vilu, Fran, Cami e gli altri avevamo insistito per rimanere, e il direttore si era visto costretto a non insistere.
Le domande era troppe. E la cosa più brutta era non poter dare una risposta…
Chi avrebbe potuto fare una cosa simile?
Cosa se ne faceva uno di tutti quei strumenti e apparecchiature?
L’agente Rodriguez, accompagnato da Pablo e da Antonio, ispezionò la finestra rotta e poi le sale vuote, affiggendo il nastro segnaletico ovunque.
Tutti noi, insieme ai tre professori, eravamo nella sala riunioni (Quella con il pianoforte!), increduli.
Angie: Io proprio non mi capacito…
Violetta: Già. A cosa serve rubare tutti quegli strumenti?
Leon: Ma poi…come hanno fatto a portarseli via?
Diego: Dovevano avere per forza un mezzo, e anche grande!
In quel momento entrò Pablo, seguito da Antonio.
Angie: Allora? Cos’hanno detto? Hanno scoperto qualcosa?
Domandò Angie, precipitandosi dal direttore.
Pablo: Stanno cercando degli indizi, e delle impronte utili.
Tutti rimanemmo senza dire una parola, quando Angie insieme a Violetta proposero di smorzare l’attesa e il silenzio cantando una canzone.
Leon si sedette al piano e iniziò a suonare, accompagnato da Tomas e da Diego.
 
Veo, veo que ves
Todo depende de
que quieras ver
Piensalo bien
antes de actuar
Si te enamoras
te puedes lastimar
 
Oye, escuchame bien
respira y deja de temblar
cual papel
Si crees que si,
vuelve a intentar
Y no te rindas
ni por casualidad
 
Mira, en serio,
intenta cambiarlo
Piensa que quieres
y corre a buscarlo
Siempre tu puedes
volver a intentarlo
otra vez
Tu puedes (otra vez)
Si quieres
 
Veo, veo que ves
Olvida todo
y diselo de una vez
Si cees que si,
no puedes fallar
serà tu sueño hecho realidad
 
Mira, en serio,
intenta cambiarlo
Piensa que quieres
y corre a buscarlo
Siempre tu puedes
volver a intentarlo
otra vez
Tu puedes (otra vez)
Si quieres
 
Lo sé y tu sabes
que que si lo sientes
Va a suceder
Entonces sì,
no puedes fallar
Lo que imaginas serà realidad
 
Mira, en serio,
intenta cambiarlo
Piensa que quieres
y corre a buscarlo
Siempre tu puedes
volver a intentarlo
otra vez
Tu puedes (otra vez)
Si quieres
 
Quando finimmo di cantare l’agente entrò nella sala con un sacchetto di plastica in mano.
Agente: Signor Pablo, abbiamo trovato, fuori dalla finestra rotta, questo guanto. Pensiamo che debba appartenere per forza al ladro, e che, con la fretta di uscire, lo abbia fatto cadere. Conosce qualcuno a cui possa appartenere?
L’agente mostrò a Pablo il guanto nero, e lui lo osservò pensieroso.
Pablo: No, non mi pare di averlo mai visto.
Antonio: Io…io l’ho già visto!
Tutti ci voltammo verso Antonio.
Agente: Ci dica.
Antonio: Non ne sono sicuro, ma dovrebbe appartenere a…Luigi Flores.
Agente: Luigi Flores, eh? Indagheremo. Grazie dell’aiuto. Ora vi preghiamo di consegnarmi la chiave dello studio e di andarvene, vi chiameremo se ci sono novità.
Antonio consegnò la chiave all’agente, e tutti insieme uscimmo dallo studio.
Fuori dallo Studio ci salutammo tutti.
Anita: Ci sentiamo stasera per telefono?
Dissi, prendendo Diego per mano.
Diego: Certamente, tanto stasera non ho ospiti. Possiamo parlare quanto vuoi.
Mi diede un leggero bacio sulle labbra e si allontanò, mentre io e Leon ci avviavamo verso casa.
Leon: Io ancora non capisco chi può aver fatto una cosa del genere.
Anita: Io ne so quanto te. Dobbiamo solo aspettare e sperare che la polizia trovi qualcosa.
Leon: Già. Anche perché credo che per un po’ non potremmo andare a scuola.
Anita: *Sospirai* Speriamo in bene.
 
Centrale della polizia.
Poliziotto: Capo! Abbiamo trovato l’uomo che stavamo cercando…
Agente: Chi è?
Poliziotto: Luigi Flores, periferia di Buenos Aires. Risulta avere anche un furgone, quello con cui, sicuramente, avrà rubato gli strumenti…
Agente: Bene, chiama a raccolta quattro o cinque poliziotti e raggiungiamolo a casa sua…
 
Intanto, in una casa nella periferia di Buenos Aires.
???: Antonio Antonio, caro fondatore dello Studio, te la farò pagare stavolta…

*Angolo Autrice*
Ecco, forse si è scoperto chi è il ladro. Ma perchè lo ha fatto? Perchè vuole farla pagare ad Antonio?
Scopritelo nel prossimo capitolo! Baciiii :*

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Capitolo 13
*** La verità su Luigi Flores: tutto è finito bene! ***


La verità su Luigi Flores: tutto è finito bene!


Quando l’agente Rodriguez arrivò alla periferia di Buenos Aires fece spegnere le sirene alle volanti, per paura che Luigi Flores potesse scappare.
Il cancello dell’abitazione era aperto, e all’interno si intravedeva una luce.
L’agente suonò alla porta e, dopo un po’, aprì un uomo alto, magro, con i capelli bianchi e una barca incolta.
Agente: È lei il signor Flores?
L’uomo squadrò l’agente dalla testa ai piedi, e poi annuì.
Agente: Agente Rodriguez, capo del dipartimento della polizia di Buenos Aires. *Mostrò il documento di riconoscimento* Abbiamo un mandato di perquisizione per la sua casa. Lo studio ONBEAT ha subito un furto; abbiamo trovato questo guanto, e siamo risaliti a lei…
A quelle parole Flores trasalì impercettibilmente, ma poi si rilassò: non doveva preoccuparsi, a casa sua non c’era nessuna prova.
Fece entrare i poliziotti e gli fece strada in tutte le stanze della casa, fino a farli uscire nel giardino sul retro, dove, come aveva previsto, non trovarono nessuna prova che lo potesse incriminare.
L’agente, alquanto sospettoso, lasciò la casa e ritornò alla centrale.
Agente: Qui qualcosa puzza, e quell’uomo non me la conta giusta!
 
Intanto Flores, nel buio della sua casa, afferrò la cornetta e compose un numero. Dall’altra linea telefonica rispose un uomo un po’ preoccupato.
???: Pronto?!
Nessuna risposta.
???: Pronto?!
Flores: Antonio, che piacere sentirti di nuovo…
Antonio: Luigi! Cosa vuoi da me?
Flores: Quello che non mi hai dato cinque anni fa.
Antonio: So che sei stato tu a derubare lo studio. Dimmi dove hai nascosto la refurtiva!
Flores: E secondo te io te lo direi? La polizia a casa mia non ha trovato niente, ma, come hai detto tu, sono io il colpevole.
Antonio: Lo sapevo…quei guanti li avevi anche cinque anni fa!
Flores: Vuoi sapere dove sono finite le cose rubate allo studio?
Antonio annuì.
Flores: Bene, domani alle otto di sera vieni in via Salinas numero 5. DA SOLO!
Antonio: Da…solo?
Flores: Si, da solo. Se vieni insieme a qualcuno…i tuoi strumenti faranno una brutta fine.
Flores scoppiò in una fragorosa risata e posò la cornetta, lasciando Antonio preoccupato e nervoso.
Avrebbe dovuto chiamare qualcuno e sarebbe dovuto andare da solo?
L’unica priorità, adesso, era salvare lo studio!
 
Giorno dopo, 20:00.
Antonio era arrivato in quella via da almeno dieci minuti.
Quella sera faceva maledettamente freddo, tanto che, pur avendo il suo giubbotto più pesante, tremava.
E adesso ci si metteva anche la paura!
Era assorto dai suoi pensieri quando le luci di un camion lo abbagliarono; il veicolo si fermò davanti a lui, e ne scese un uomo dallo sguardo freddo.
Flores: Sei venuto.
Antonio: Devo salvare lo studio, e tu non me lo impedirai.
Flores: Aaaah lo studio! Ricordo ancora quel che successe cinque anni fa: eravamo amici, noi due. Dovevamo essere soci… Dovevamo fondare insieme lo studio! Ma tu cosa hai fatto? Mi hai cacciato, hai detto che non ti servivo. Io sono finiti sul lastrico, mentre tu davi vita allo studio 21. Poi mi sono ripreso, e ho iniziato a lavorare, ma non era mai abbastanza! Non sarei mai riuscito a superarti! Non ti ho mai perdonato per quello che hai fatto, e adesso mi vendicherò.
Antonio: Noi non eravamo amici! Tu facevi finta di esserlo…per convenienza.
Flores: Già, hai ragione. E andava tutto bene prima che tu scoprissi che la mia amicizia era un falso. Ma adesso metterò la parola fine alla storia dello studio e della tua vita…
Flores si stava avvicinando pericolosamente ad Antonio, che indietreggiava, spaventato.
Stava per aggredirlo quando le sirene della polizia spezzarono il silenzio, e due auto fecero capolino dalla curva.
Flores: Dovevi venire da solo!!!!!
Sbraitò. La polizia si avvicinava, lo avrebbero preso. Si mise nel furgone e partì a tutto razzo.
Flores: Ti rovinerò, ti manderò sul lastrico! Fosse anche l’ultima cosa che faccio!
Detto questo accelerò, e, sterzando con tutta la forza che aveva, mise di lato il furgone, che si schiantò contro una albero.
Pablo: Antonio!
Pablo scese dall’auto della polizia e si precipitò da Antonio.
Antonio: Che ci fai qui?
Pablo: Sono passato da casa tua e ho visto il biglietto appeso alla finestra, ho chiamato la polizia e siamo corsi qui! E siamo arrivati giusti in tempo!
La polizia, intanto, si stava avvicinando al furgone. Avevano tirato Flores dal sedile dell’autista e lo avevano ammanettato. Aveva perso i sensi perché aveva sbattuto la testa, e lo stavano portando all’ospedale per poi interrogarlo quando si sarebbe ripreso.
Un poliziotto, aprendo gli sportelloni posteriori scoprì la refurtiva: gli strumenti dello studio ONBEAT, e alcuni erano messi male!
Pablo riaccompagnò Antonio a casa, e poi se ne andò.
 
Intanto nelle casa dei ragazzi il telegiornale annunciava gli ultimi sviluppi del caso dello studio.
Giornalista: Si è risolto in fretta il caso della rapina avvenuta allo Studio ONBEAT la scorsa notte. Il ladro è Luigi Flores, un signore che abita in periferia, nemico di Antonio, il fondatore dello studio. Flores, quando ha sentito che la polizia stava arrivando si è schiantato con il furgone contro un albero, ferendosi la testa e apportando molti danni al carico di strumenti. Per fortuna è finito tutto per il meglio.
Anita: Finalmente! Spero solo che Antonio stia bene!
Finii di bere il mio succo mentre con una mano spegnevo la tv.
Anita: Vado in camera.
Salii nella mia stanza e, lavata e indossato il pigiama, distesa sul letto chiamai Diego.
Diego: Sera ciccina!
Anita: Sera testardo!
Diego: Cos’ho fatto?
Anita: Quante volte ti ho detto che non devi chiamarmi così?
Feci la finta offesa.
Diego: Su su, non ti arrabbiare!
Anita: Sei impossibile! Hai sentito al Tg?
Diego: Si, poco fa. Hanno acchiappato il ladro! Speriamo che Antonio stia bene!
Anita: Credo di si, altrimenti l’avrebbero detto che era rimasto ferito! Credo…
Stavamo parlando, quando la porta della mia camera si aprì.
Marco: Con chi stai parlando?
Nascosi subito il telefono sotto il cuscino.
Anita: N-nessuno.
Marco: Ma se avevi il telefono vicino all’orecchio!
Anita: C-con un’amica! E ora esci dalla mia camera, su!
Lo spinsi via e chiusi la porta. Ripresi il telefono e tirai un sospiro di sollievo.
Anita: D-Diego ci sei ancora?
Diego: Si. E immagino che quello fosse tuo padre!
Anita: Esatto. Ora capisci perché ho paura di dirglielo? Entra persino nella mia camera senza permesso, e vuole sapere con chi parlo! Se gli dico che ho un ragazzo…mi farà il terzo grado!
Diego: *Ride* Su dai, aspetta che lui capisca che sei cresciuta e poi glielo dirai!
Anita: Spero che lo capisca prima che io faccia vecchia!
Mi diede la buonanotte e mi addormentai. Non vedevo l’ora di vedere che Antonio stava bene e di riiniziare a studiare!
 
*Angolo Autrice*
Non vedevo l'ora di metterlo, e così l'ho messo!
Il caso si è risolto e il ladro è fuori gioco!!!! 
E Anita ha sempre paura di dirlo ai genitori! Ce la farà? u.u
A presto :D Recensite:3

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Capitolo 14
*** Glielo dirò, costi quel che costi! ***


Glielo dirò, costi quel che costi!


All’inizio delle lezioni Pablo ci aveva detto che Antonio stava bene, non era ferito e che, in quel momento, era alla centrale di polizia per testimoniare contro Flores, che, così, sarebbe finito in prigione.
Ci sarebbe venuto a trovare appena terminata la dichiarazione.
Ormai io e Diego stavamo insieme da una settimana, e ancora non lo avevo detto ai miei.
Da un lato credevo che era presto per dirglielo, ma dall’altro volevo dire tutto, per togliermi un peso.
Violetta: Anita?
E poi avrebbe dovuto accettarlo, ero cresciuta…
Camilla: ANITA!!!!
Sussultai quando sentii urlare il mio nome.
Anita: Eh? Cosa?
Francesca: Eri completamente con la testa tra le nuvole, cos’hai?
Anita: Scusatemi, è che…ho un problema e non so come risolverlo.
Nata: Racconta, forse possiamo aiutarti.
Anita: Tutte voi siete fidanzate, no? Ma…lo avete detto ai vostri genitori?
Aspettai con ansia le risposte delle mie amiche: Violetta l’aveva detto a German, e lui, conoscendo il ragazzo e la famiglia, ne era stato molto felice; Francesca lo aveva detto persino al fratello, ma nessuno ancora conosceva Marco di faccia; i genitori di Nata lo sapevano, ma lei non era ancora pronta per far conoscere il fidanzato alla famiglia; il padre di Ludmilla conosceva Tomas e il padre di questi, e, appena venuto a conoscenza del fidanzamento della figlia, aveva invitato gli Heredia a cena; Camilla, proprio come me, aveva paura a dirlo, ma si stava preparando per affrontare l’argomento.
Violetta: I tuoi lo sanno?
Anita: *Sospirai* No, ed è questo il problema! Non so se dirglielo! Non so se mio padre prederà bene la cosa, lui mi crede ancora piccola per queste cose!
Violetta: Proprio come mio padre! Anche lui non voleva che mi fidanzassi o che parlassi con un ragazzo, ma quando io e Leon ci siamo messi insieme la prima volta, appena tornata a casa gliel’ho detto!! Ho sputato subito il rospo, e lui dopo un po’ se n’è fatto una ragione!
Anita: E se mio padre non lo accetta?
Violetta: Lo farà, prima o poi. Deve capire che sei cresciuta e che, avendo quasi diciassette anni, dovrai avere le tue prime esperienze in amore!
Ci pensai su un attimo, e poi capii che Violetta aveva ragione: mio padre doveva capirlo che non ero più la sua bambina, e prima gli dicevo che avevo un ragazzo, prima lo avrebbe capito.
Anita: Hai ragione. Tutte e cinque lo avete fatto, lo farò anche io! Oggi stesso, quando torno a casa.
Camilla: Così si fa!
In quel momento entrò Pablo, e richiamò l’attenzione di tutti.
Solo dopo, quando tutti fecero silenzio, ci accorgemmo che Antonio era vicino a lui.
Pablo: Antonio è tornato un’oretta fa dalla centrale della polizia. Flores si è ripreso e lo stanno interrogando, ma è sicuro che finirà in prigione per almeno due anni e poi, visto che non ha parenti qui a Buenos Aires, lo metteranno in una casa famiglia.
Antonio: Ragazzi, appena sono tornato dalla centrale abbiamo fatto con Pablo i conti dei danni arrecati agli strumenti. La polizia ci ha suggerito di farci pagare i danni da Flores, ma io non ho accettato, perché non voglio i soldi che potrebbero servire a quel poveretto.
Diego: Antonio, sei sempre troppo buono!
Antonio: *Ride* Si Diego, lo so. Ma Flores ha più bisogno di quei pochi soldi che ha, e noi ne possiamo fare a meno.
Violetta: Ma come facciamo per gli strumenti inutilizzabili?
Angie: Vi abbiamo chiamati qui per parlarvi di questo. Avevamo pensato di organizzare una raccolta fondi, una specie di spettacolo dopo noi faremo musica e quelli che verranno a vederci potranno donare un’offerta. Se riusciremo a trovare i soldi necessari procederemo all’acquisto del materiale, altrimenti Antonio sarà costretto a chiedere aiuto ai vostri genitori.
Camilla: I nostri genitori saranno sempre disponibili! Almeno i miei…*Camilla guardò Vilu e gli altri, che annuirono* e quelli dei miei amici!
Pablo: Lo sappiamo, ma chiederemo ai vostri genitori solo se c’è veramente bisogno! Ora andate nelle vostre classi, e con i professori iniziate a pensare a qualcosa da fare per la raccolta di domani!
Nella classe di canto io, insieme agli altri e ad Angie iniziammo a buttare giù qualche idea per lo spettacolo del giorno dopo: quali canzoni cantare, chi doveva esibirsi, per rendere tutto perfetto.
 
Quando tornai a casa, presi coraggio e chiamai i miei genitori per dirgli tutto di Diego.
Marco: Allora? Cosa devi dirci?
Anita: E-ecco…io…sono…
Mi bloccai, dovevo veramente dirglielo? Mio padre, come quello di Violetta, l’avrebbe accettato con il tempo?
Marco: Sei…?
No, non ero pronta…
Anita: Io sono…felice di frequentare lo studio!
Non aspettai una loro risposta, corsi in camera mia e mi gettai a peso morto sul letto.
“Codarda, sono sola una codarda!” Pensai.
 
La mattina dopo non si andava allo studio, ma direttamente al parco, dove bisognava preparare tutto per lo spettacolo.
Pablo e Gregorio con le loro auto avevano portato tutto al parco, dove, quando arrivai, tutti stavano montando le luci e gli strumenti.
Diego: Anita! Devo dirti una cosa!
Disse Diego, venendomi incontro all’entrata, dandomi un bacio leggero sulle labbra.
Anita: Cosa?
Diego: Ieri sera ho detto ai miei che…sono fidanzato.
Lo guardai, incredula. Diego lo aveva detto ai suoi! E io? Io non ce l’avevo fatta!
Anita: E…l-loro cosa hanno detto?
Diego: Nulla, l’hanno presa bene. Erano felici, e non vedono l’ora di vederti. E mia madre mi ha detto che non devo farti soffrire, e che non devo prenderti in giro, come se io non ti amassi veramente.
Anita: Io…io ancora non l’ho detto.
Diego: Non importa, devi dirlo quando sarai sicura.
Anita: Spero presto.
Ci avvicinammo agli altri per aiutarli nei preparativi.
 
All’ora di pranzo tornai a casa, pensierosa. Avevo preso una decisione, dovevo dirglielo, costi quel che costi!
Anita: Mamma, papà, tra un po’ io vado al parco per lo spettacolo, ma prima devo dirvi una cosa importante…
Stephanie: Dicci tutto, cara.
La tranquillità di mia madre mi diede coraggio.
Anita: Io…una settimana fa…
Mi bloccai, vedendo mio padre che mi guardava.
Marco: Su, continua.
Anita: Si, ecco…da circa una settimana sono fidanzata con una ragazzo che si chiama Diego e che viene con me allo studio!
Dissi quella frase con tutto il fiato che avevo in gola, e poi aspettai la reazione dei miei genitori.
Stephanie: Oh tesoro, sono così felice per te! Congratulazioni!
Mia madre mia abbracciò, e quasi mi stritolò.
Anita: Grazie mam…
Marco: Cosaaaa?! Tu…tu sei fidanzata?
Annuii con calma.
Marco: Anita! Hai solo sedici anni!!
A quella frase non ci vidi più dalla rabbia ed esplosi.
Anita: SOLO sedici anni? SOLO? Ne ho quasi diciassette, papà! E io e quel ragazzo ci amiamo, e tu non mi impedirai di stare con lui solo perché PER TE sono ancora una bambina.
Presi la borsa e aprii la porta.
Marco: Anita torna qui! Dove credi di andare?
Anita: Mi dispiace, ma devo andare al parco, per lo spettacolo. E li ci sarà anche Diego… Ciao!
Uscii di casa sbattendo la porta, e mi misi a correre per raggiungere il palco il prima possibile.
 
Arrivata li Violetta mi venne a chiamare.
Violetta: Sei venuta! Hai fatto tardi!
Anita: Scusa, mi sono addormentata! (Scusa banale, ma efficace!) Dov’è Diego?
Violetta: Li, vicino ai ragazzi.
Corsi verso di lui e lo abbracciai.
Diego: Ehi!
Anita: Devo dirti una cosa!
Diego: Me la dirai dopo, ora dobbiamo cantare noi due!
Salii sul palco insieme a lui e, quando i riflettori si accesero, iniziammo a cantare la nostra canzone.
(Angolo Autrice: Le parti blu sono di Diego, quelle rosse di Anita e quelle viola insieme)
 
¿A qué estás esperando,
no ves que estoy aquí?
si ahora das un solo paso
tú llegarás a mi.

 
No hay tanta distancia
entre nosotros dos
me faltan hoy tus manos
una eternidad,
y no lo puedo soportar.

 
Y por qué no encuentras ya
palabras ni un por qué
y ahora ves, te paras.

 
Si ahora tu te vas
yo ya no puedo ver
el brillo en tu mirada
nos hacen el amor
y yo no puedo ser
ni una mitad de nada.

 
No me hablas mas
no me escuchas ya
y no llegas
tu me matas con esta distancia
y me siento como consecuencia
la mitad de nada.

 
¿En qué estás pensando?
me dices: ¿cómo estas?
aunque se que estoy corriendo yo
me quedo aquí
porque esta vez yo luchare por ti.

 
¿Y por qué no tienes ganas ya de compartir,
no sientes que te apagas?
 
Si ahora tu te vas
yo ya no puedo ver
el brillo en tu mirada
nos hacen el amor
y yo no puedo ser
ni una mitad de nada.

 
No me hablas mas
no te escucho ya
y no llegas
tu me matas con esta distancia
y me siento como consecuencia
la mitad de nada.

 
No me hablas más
no te escucho ya
y no llegas,
no me tocas ya
no sonríes mas
y te escondes.

 
Y no me buscas mas
yo no te encuentro ya
si te vas adviérteme
si me matas con esta distancia
yo me siento como consecuencia
la mitad de nada.

 
Alla fine della canzone ci baciammo, un bacio lungo e passionale.
E, come avrei scoperto dopo, tutto sotto lo sguardo dei miei genitori.
Stephanie: Non vedi com’è felice? Non puoi crederla ancora una bambina, ormai è una donna. E se ama quel ragazzo, tu non le puoi impedire di stare insieme a lui.
Marco sorrise: la sua bambina…era proprio cresciuta!

*Angolo Autrice*
Anita lo ha detto ai genitori, e Marco l'ha vista mentre si baciava! E ora cosa le dirà?
Lo studio riuscirà a fare abbastanza soldi? Scopritelo nel prossimo capitolo!
A presto e grazie e tutti quelli che hanno recensito e che recensiranno** <3 Questa storia non sarebbe nulla senza di voi! :* :* :*
 
 

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Capitolo 15
*** Buon Compleanno, Anita! ***


Buon Compleanno, Anita!


Le persone nel parco applaudirono calorosamente, e quando scendemmo dal palco non mancarono i complimenti dei nostri amici.
Dopo di noi si sarebbero esibite Violetta, Camilla e Francesca con ‘Junto a ti’.
Io e Diego le stavamo ascoltando mentre ci tenevamo per mano, quando una voce mi fece trasalire.
Marco: Anita!!
Mi voltai di scatto e vidi mio padre con le braccia incrociate sul petto e uno sguardo assassino.
Solo dopo notai che stava guardando la mia mano, incrociata a quella di Diego. Feci per allontanare la mano, ma quella del mio ragazzo me la strinse ancora di più; sapevo cosa voleva dirmi con quel gesto: “Non ti preoccupare, ci sono io!”
Lo sguardo di mio padre, che alzò un sopracciglio e iniziò ad avvicinarsi, si spostò su Diego.
Avevo paura. Mio padre aveva assistito al bacio, cosa aveva pensato? Cosa avrebbe detto? Strinsi ancora di più la mano di Diego e lo guardai…persino lui era poco tranquillo.
Mio padre, a volte, faceva paura, ma presi coraggio…dovevo farlo per Diego!
Anita: Papà…
Mio padre mi guardò, uno sguardo che diceva ‘non sono qui per parlare con te!’.
Si avvicinò a Diego, fino a trovarsi faccia a faccia con lui.
Marco: Tu saresti Diego, eh? Il fidanzato di mia figlia. Io sono Marco Iglesias.
Diego: S-si, signore. Diego Dominguez.
Mio padre strinse la mano a Diego e poi mi guardò.
Marco: Anita, se non fosse stato per tua madre io ti avrei portato via da quel palco con la forza; lei, però, mi ha fatto capire che ormai sei cresciuta, e se ami questo ragazzo io non posso fermarti. E tu *guarda Diego*…io ti do la mia fiducia, ma se farai soffrire mia figlia, te la vedrai con me.
Anita: Papà!
Diego: Stia tranquillo, signor Iglesias. Non potrei mai far soffrire Anita!
Diego mi posò la mano sulla spalla.
Mio padre ci guardò e sorrise.
Marco: Ora continua lo spettacolo, ci vediamo a casa.
Ci salutò con la mano e si allontanò.
Anita: Papà…aspetta!
Si voltò.
Anita: Grazie.
Mio padre sorrise e si allontanò mentre io e Diego tornavamo dai nostri amici, mano nella mano.
 
Dopo lo spettacolo Pablo ci aveva riuniti tutti allo Studio.
Pablo: Io e Antonio abbiamo contato il ricavato dello spettacolo…
Tutti i ragazzi dello Studio si strinsero intorno al direttore.
Pablo: Il ricavato copre le spese, e avanza anche qualcosa da poter mettere nella cassa della scuola.
Tutti noi esultammo: lo spettacolo era stato un successo!
E Pablo aveva già ordinato gli strumenti nuovi, che non tardarono ad arrivare per far ripartire al meglio lo studio, dopo quello che era successo!
 
-Una settimana dopo lo spettacolo, 16 novembre.
Aspettavo qual giorno da tantissimo tempo, perché era la prima volta che festeggiavo il mio compleanno a Buenos Aires, insieme ai miei nuovi amici.
Visto che era sabato, e non si andava a scuola, il venerdì prima avevo inviato un messaggio a tutti, per invitarli alla mia festa.
I miei genitori mi avevano dato il permesso di organizzare la festa in casa, visto che Anna era bravissima a fare i dolci e ed era sempre stata lei ad organizzarla fin da quando ero nata!
Stavo dormendo tranquillamente quando i miei genitori entrarono in camera mia con un mazzo di fiori in mano urlando ‘BUON COMPLEANNO!’
Anita: Grazie.
Risposi strofinandomi gli occhi, con la voce ancora assonnata.
Mi misi seduta sul letto e, dopo il consueto bacio sulla fronte, mi alzai e iniziai a prepararmi.
Mentre mi vestivo accesi il cellulare e iniziarono ad arrivarmi, uno ad uno, i messaggi d’auguri dei miei amici. Risposi a tutti e poi scesi a fare colazione.
Mentre addentavo il cornetto al cioccolato, mi squillò il telefono.
Anita: Pronto?
Solo dopo mi accorsi di aver risposto con il boccone in bocca.
Diego: *Ride* Ho interrotto la tua colazione?
Anita: Diego! Scusami, ma ho risposto senza pensarci…
Diego: Tranquilla! Ho chiamato nel momento meno opportuno… Buon Compleanno, tesoro!
Anita: Grazie amore mio.
Diego: Cosa vuoi per il tuo compleanno?
Anita: Ascolta, evita di fare regali giganteschi. L’importante per me è che tu venga alla festa…
Diego: Si, ma io voglio farti un regalo speciale.
Anita: Sei tu il mio regalo speciale. Io devo uscire, ci vediamo stasera. E mi raccomando…non voglio regali esagerati!
Diego: Si si, tranquilla! A dopo cucciola.
Finii di fare colazione e presi la borsa, poi raggiunsi mia madre, che mi avrebbe portata a fare shopping.
Mi serviva un vestito da indossare alla festa, e girai mezzo negozio con mia madre prima di trovarne uno adatto: un vestitino azzurro che mi arrivava al ginocchio, con un corpetto a fantasia semplice e delle ballerine dello stesso colore con un po’ di tacco.
Era proprio carino, e mi stava molto bene!
 
Quella sera, alle sette, iniziarono ad arrivare i miei amici: Leon, Violetta e poi, tutti insieme, gli altri.
Avevo messo la musica, e si ballava. Nel salone Anna aveva messo una tavola piena di cose buone da mangiare.
La cosa che mi preoccupava era che alle otto meno un quarto Diego ancora non era arrivato.
Ero preoccupata…perché non arrivava? Se ne era scordato? No, era impossibile!
Alle otto andai ad aprire la porta, e mi ritrovai davanti Diego.
Anita: Sei venuto! Pensavo te ne fosti scordato!
Diego: *Mi diede un bacio sulle labbra* No, come avrei potuto? È che non sapevo cosa regalarti, e ho fatto tardi perché ho girato tutti i negozi di mezza Buenos Aires. Buon compleanno!
Mi porse una bustina rossa, con un fiocchetto sopra.
La presi e la aprii. All’interno c’era una scatolina a forma di cuore. La aprii e dentro c’era una catenina con due ciondoli: una D e una A.
Diego: Ti piace?
Anita: È bellissima! Grazie!
Gli saltai al collo e lo abbracciai. Poi lo guardai: era così bello, dolce, perfetto.
Anita: *Sussurrando* Lo sai che…ti amo?
Diego: Anche io. Tantissimo.
Mi avvicinai a lui e le nostre labbra si unirono in un bacio dolce e passionale.
Poi ci staccammo, mi accarezzò una guancia e raggiungemmo i nostri amici per festeggiare.

*Angolo Autrice*
Auguriiii Anita :D
Diego...dolcissimo**
Il papà di Anita ha accettato il fatto che lei è fidanzata! Yuppi ^^
Lasciate una recensione? Grazie mille, Minori :*
Questo è il vestito di Anita per il suo compleanno! Carino?

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Capitolo 16
*** Naxi: L'amore che non ha fine! ***


VISTO CHE STO PROGETTANDO UN'ALTRA STORIA, VORREI FARE UN SONDAGGIO A CUI RISPONDERETE NELLA RECENSIONE: COSA NE PENSATE DELLA COPPIA TINI X PABLO ESPINOSA NELLA REALTà?

Naxi: L’amore che non ha fine!


Nata aveva deciso che, essendo fidanzata da un mese, era arrivato il momento di presentare Maxi ai suoi genitori.
Quella domenica mattina lo aveva detto ai suoi, e loro avevano proposto alla primogenita di invitare Maxi a cena quella stessa sera.
Aveva un po’ paura. Chissà se i suoi genitori avrebbero trovato in Maxi il ragazzo giusto per lei.
Si era preparata: aveva indossato una gonna blu con una camicia bianca, si era truccata ed era scesa in cucina per dare una mano alla madre.
Erano circa le otto e un quarto quando il campanello suonò.
Nata finì di mettere i piatti sul tavolo e corse ad aprire.
Era Maxi, ma era diverso: era vestito con dei jeans scuri, la camicia e la giacca, mentre teneva il cappellino in mano.
“Gli manca solo la cravatta!” Pensò Nata
Maxi: Buonasera.
Disse, e diede un bacio a Nata sulla guancia.
Nata: Ma come ti sei conciato?
Maxi: Mi sono vestito più elegante. Voglio fare bella figura!
Si giustificò Maxi, porgendo a Nata un portadolci in plastica trasparente, dal quale si intravedeva un dolce al cioccolato a dir poco favoloso.
Nata lo prese e fece entrare Maxi in casa, guidandolo in cucina.
Nata: Lei è mia mamma.
Disse la ragazza, dando alla donna il dolce.
La madre di Nata lo appoggiò sul mobile e strinse la mano a Maxi.
Maxi: Piacere, sono Maximiliano Ponte, ma voi potete chiamarmi Maxi.
Mamma: Sono Marta, la madre di Nata. Tesoro *Si rivolge alla figlia*, porta Maxi in salotto, tra un po’ dovrebbe arrivare tuo padre.
Nata prese Maxi per mano e lo condusse nel salotto, dove si sedettero sul divano. Poco dopo arrivò Marta, con un vassoio pieno di stuzzichini.
Marta: Allora Maxi, anche tu studi musica?
Maxi: Si, le mie passioni sono il Rap e l’Hip Hop.
Nata: Sai mamma, Maxi è il miglior ballerino dello studio!
Marta: Bene, così potrai dare ripetizioni a mia figlia.
Nata: Mamma! Ma che dici?
Maxi: Con piacere, signora!
Nata: Maxi, anche tu! Guardate che io a ballare non faccio schifo come credete!
In quel momento la porta si aprì e il padre di Nata entrò nel salotto.
Maxi si alzò in piedi e si presentò; poi la madre di Nata li avvisò che la cena era pronta, e si sedettero a tavola.
 
Finita la cena…
Maxi: Grazie per la cena. Complimenti, era tutto buonissimo!
Nata: Noi due abbiamo finito, possiamo alzarci?
Senza attendere la risposta Nata si alzò e afferrato Maxi per il braccio lo trascinò fino alla sua camera.
Chiusero la porta alle loro spalle e si sedettero sul letto. Unirono le loro mani in una stretta indissolubile e per un po’ di tempo rimasero così, immobili.
Poi Maxi, mentre si metteva a gambe incrociate seduto sul letto, si sporse verso Nata e la baciò.
Nata ricambiò il bacio e si mise nella stessa posizione del ragazzo, avvicinandosi piano piano a lui, finendo col sedersi sulle sue gambe. Tutto mentre le loro labbra rimanevano unite, si cercavano, si volevano.
Maxi, per la prima volta, unì la lingua a quella di Nata.
Passarono così alcuni minuti, poi Maxi alzò la mano e iniziò a sbottonare la camicia della sua ragazza, mentre lei gli sfilava la giacca.
Poi Nata iniziò a sbottonargli la camicia e, ancora prima di finire, Maxi la spinse, facendola distendere sul letto. Poi iniziò ad accarezzarle i fianchi, per poi scendere sempre più giù, fino a sbottonarle la gonna…
(Il resto lo immaginate voi!;) Minori)
 
Maxi: Ora devo andare! Altrimenti mia madre inizierà a chiamarmi.
Il ragazzo afferrò la giacca e, insieme a Nata, scese nel salone.
Davanti alla porta Maxi e Nata si baciarono di nuovo, con passione. Poi Maxi se ne andò, mentre Nata tornava nella sua camera per mettersi a letto e dormire, sognando il suo Maxi.
 
Il giorno dopo allo Studio Nata era più raggiante che mai.
Anita: Nata…ma cos’hai? Oggi sei alquanto felice!
Nata: Devo raccontarvi assolutamente una cosa!
Violetta: Dicci tutti!
Ci stringemmo tutto intorno alla nostra amica.
Nata: Ho fatto conoscere Maxi ai miei genitori, e ieri sera è venuto a cena da noi. Poi ci siamo chiusi in camera e…
Nata si fermò, alzò un sopracciglio, ma non continuò la frase.
Camilla: E…?
Nata: Proprio non immaginate?
Si mise le mani sui fianchi e continuò a guardarci.
Anita: Non dirmi che tu e Maxi…?
La guardai stupita… Possibile che la timida Nata avesse fatto quelle cose con il suo ragazzo?
Nata annuì, e tutte le altre capirono al volo.
Ludmilla quasi urlò e abbracciò Nata, seguita da noi tutte.
Volevamo chiedere a Nata com’era stato se non fosse entrata Angie in classe, con dei fogli in mano.
Angie: Ragazzi, tutti seduti. Devo dirvi una cosa.
Tutti ci sedemmo ai nostri posti.
Angie: *Ci distribuisce i fogli* Questi…
Andres: Compito in classe a sorpresa?!
Urlò Andres, prima che Angie potesse finire la frase.
Angie: Si, è un compito a sorpresa. Ma non da fare qui in classe…
Andres tirò un sospiro di sollievo e tutti ridemmo.
Angie: Visto che sta finendo il quadrimestre e si avvicina Natale, dovrete svolgere questo compito a casa, e portarmelo dopo le feste, insieme ad una canzone scritta da voi.
Tutti annuimmo.
Andres: E chi non lo consegna?
Angie: *Guarda Andres con sguardo assassino* Avrà un brutto voto!
Andres si zittì subito, e abbassò lo sguardo, seguito a ruota dalle nostre risate.
 
Dopo la lezione di Angie, chiedemmo a Nata com’era andata quella sera.
Nata ci raccontò tutto, da quando Maxi era arrivato a casa sua, a quando si erano chiusi in camera, distesi sul letto. Ci disse che un po’ di paura l’aveva avuta all’inizio, ma che dopo tutto si era trasformato in qualcosa di speciale, magico, dolce e indimenticabile.
 
*Angolo Autrice*
Ma quanto sono dolci questi due? ** Io li amooooooo!
Ringrazio Camy_Love00 per avermi dato l'idea per questo capitolo <3 Questa è per ringraziarti, e per ringraziare tutti quelli che recensiranno.
 
 
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Capitolo 17
*** Leonetta: Amore nella tempesta! ***


Un altro sondaggio(sempre per la storia a cui sto lavorando): cosa ne pensate della coppia TINI X DIEGO nella realtà? Rispondete, grazie mille! P.S. Io la preferisco alla TINI X PABLO *o*

Leonetta: amore nella tempesta!


Erano finalmente arrivate le vacanze di Natale!
Quella mattina faceva abbastanza freddo, ecco perché ero rimasta a casa, nella mia camera, sotto le coperte, con il compito in mano; ma la voglia di studiare era sotto i piedi, così mi alzai per prendere un libro.
Non feci in tempo a iniziare a leggerlo che il cellulare iniziò a squillare. Era Violetta.
Anita: Ehi Vilu!
Violetta: Ciao Anita! Scusa se ti disturbo, ma io e le ragazze abbiamo avuto un’idea e volevamo sapere cosa ne pensi.
Anita: Che idea?
Violetta: Visto che si avvicina Natale, sia io che le altre vogliamo fare un regalo ai nostri ragazzi. E immagino che anche tu voglia regalare qualcosa a Diego…
Anita: Si, c’avevo pensato. Ma non so proprio cosa regalargli…
Violetta: Siamo tutte nella stessa situazione. E avevamo pensato di andare oggi pomeriggio, tutte insieme, al centro commerciale. Anche per consigliarci sui regali!
Anita: Per me va bene. Siamo tutte?
Violetta: Si, tu, io, Cami, Fran, Ludmi e Nata. Ci vediamo alle quattro al parco!
Anita: Perfetto, ci sarò! A dopo!
Violetta: A dopo!
 
Parco- 16:15
Camilla: Ragazze!
Violetta: Finalmente! Aspettavamo solo te!
Camilla: Scusate, ma i miei genitori mi hanno fatto l’interrogatorio, e io…
Nata: Tu?
Camilla prese fiato.
Camilla: Ho dovuto dirgli…che sono fidanzata!
Francesca: Che?! E loro?
Camilla: Mio padre un po’ si è arrabbiato perché non gliel’ho detto subito, ma poi, insieme a mia madre, è rimasto molto contento.
Violetta: Fantastico!
Anita: Così ci siamo tolte tutte un peso!
Ludmilla: Andiamo? Il centro commerciale ci aspetta!!
Stavamo camminando tutte lungo il marciapiede quando, non si sa perché, iniziammo a cantare.
 
[Ludmilla]
Aunque no quieran, caen poco a poco
Con mis encantos yo los puedo dominar
De mí no pueden escapar
 
[Nata]
Cuando me miran, van quedando bobos
Se paralizan pues soy espectacular
De mi no pueden escapar
 
[Violetta]
Esta tarea no es rutina
Nosotras somos genuinas
Ahora quién, quién ganará
 
[Tutte]
Irresistibles (siempre tan fabulosas)
Increíbles (bonitas, muy hermosas)
Divertidas y peligrosamente bellas Bellas, somos bellas
 
Irresistibles (siempre tan fabuloasa)
Increíbles (bonitas, muy hermosas)
Divertidas y peligrosamente bellas Bellas, somos bellas
 
[Anita]
Los hipnotizos con mi pelo largo
Con mi perfume los hechizo sin hablar
De mí no pueden escapar
 
[Camilla]
Esta tarea no es rutina
Nosotras somos genuinas
Ahora quién, quién ganará
 
[Tutte]
Irresistibles (siempre tan fabuloasa)
Increíbles (bonitas, muy hermosas)
Divertidas y peligrosamente bellas Bellas, somos bellas
 
Irresistibles (siempre tan fabuloasa)
Increíbles (bonitas, muy hermosas)
Divertidas y peligrosamente bellas Bellas, somos bellas
 
[Francesca]
Yo soy única, enloqueces con mi música
Divas en acción, somos pura diversión
Ouoh oh oh
Y somos pura diversión
[Tutte]
Irresistibles (siempre tan fabuloasa)
Increíbles (bonitas, muy hermosas)
Divertidas y peligrosamente bellas bellas, somos bellas
 
Irresistibles (siempre tan fabuloasa)
Increíbles (bonitas, muy hermosas)
Divertidas y peligrosamente bellas bellas, somos bellas
 
Finimmo di cantare ed entrammo nel centro commerciale ridendo.
Iniziammo a girare tutti i negozi, alla ricerca di una regalo perfetto per i nostri fidanzati.
Erano le sette quando ognuna di noi tornò a casa con il regalo in mano.
 
Violetta tornava a casa con la busta azzurra in mano, al cui interno c’era il regalo di Natale per il suo Leon: una camicia e un bracciale con la L.
German, Angie e Roberto non erano a casa perché erano andati a comprare dei regali da mettere sotto l’albero. Olga era rimasta a casa, e appena Vilu aprì la porta la domestica le si avvicinò.
Olga: Vilu, sei tornata. Una mezz’oretta fa è arrivato Leon, e ti sta aspettando in camera tua.
Violetta: Oh grazie Olga! Nascondi questo da qualche parte, non voglio che lo vedo adesso! Glielo darò la mattina di Natale.
Violetta consegnò il pacco a Olga e salì in camera sua.
Aprì la porta e trovò Leon affacciato alla finestra. Si accorse che lei era li e si voltò, sorridendole.
Leon: Scusa se mi sono presentato senza avvisarti, ma volevo farti una sorpresa…
Violetta: Che sorpresa?
Violetta si sedette sul letto, seguita da Leon; quest’ultimo caccio dalla tasca della giacca uno scatolino lilla e lo porse a Violetta.
Leon: Questo è il tuo regalo di Natale, ma ho voluto dartelo prima.
Violetta: Ma…
Leon: Niente ma. Aprilo.
Violetta lo aprì e trovò un braccialetto d’oro con gli charmes argentati. Lo prese in mano e lo osservò con gli occhi lucidi.
Violetta: È-è bellissimo! Grazie.
Violetta abbracciò Leon, e quest’ultimo gli agganciò il bracciale intorno al polso destro.
Poi la baciò. Violetta ricambiò il bacio e si trascinò sul letto fino a distendersi.
Leon aveva capito benissimo cosa voleva fare Violetta (Non è stupido, eh! XD). Si distese sopra di lei, attento a non farle male, e continuò a baciarla. Poi infilò una mano sotto la maglia di lei, mentre la ragazza si sbottonava i pantaloni e gli sfilava la maglietta.
Intorno non c’era nessun altro, solo loro: due ragazzi che si amavano, e che erano rimasi insieme sempre e comunque, anche in mezzo alla tempesta.
 
Non voglio scrivere altro, perché il rating è giallo e non posso (O non voglio? XD) andare oltre! Lascio libero arbitrio alle vostre testoline intelligenti, fantasiose e perverse (?)! Immaginate voi, vero? ;) Minori.

*Angolo Autrice*
Ma quanto sono pucciosi? Io amo la Leonetta (Anche se la Dieghetta non mi dispiace affatto u.u, ma Dieguzzo è impegnato qui)!!!
Dedico il capitolo a Carol_LEONETTA4EVER, a cui regalo questa foto fatta da me! Spero ti piaccia :3
 
 

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Capitolo 18
*** Il regalo di Marco: la felicità di Francesca! ***


Il regalo di Marco: la felicità di Francesca!


Il 24 Dicembre…la Vigilia di Natale!
Quella mattina mio padre fece una cosa che non mi sarei mai aspettata…
Lasciate che vi racconti!
Mi ero appena svegliata quando, sul comodino accanto al letto, non trovai più il cellulare.
Lo cercai ovunque: sulla scrivania, nei cassetti, nella borsa, nell’armadio, ma niente!
Scesi in salotto ancora in pigiama e iniziai a cercarlo li.
Ero disperata! Proprio non riuscivo a trovarlo.
Afflitta mi buttai sul divano. Dov’era? Io l’avevo lasciato sul comodino.
Marco: Anita, cos’hai? Ti vedo scoraggiata!
Anita: *Sospirai* Non trovo il mio cellulare. Stamattina sul comodino non c’era…
Marco: Il tuo cellulare?
Lo guardai.
Marco: Era in cucina, l’ha trovato Anna sul mobile, e me lo ha dato.
Mio padre cacciò il telefono dalla tasca e me lo diede.
Anita: In cucina? Ma com’è finito li?
Marco: Lo avrai dimenticato ieri sera.
Fece spallucce, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Anita: Sarà, ma io mi ricordo di averlo lasciato sul comodino ieri sera, prima di andare a letto.
Mi alzai dal divano e corsi in camera a cambiarmi.
Mentre frugavo nell’armadio per cercare una cosa da mettermi, la busta rossa decorata con un fiocco blu attirò la mia attenzione. Dentro c’era il regalo per Diego: un ciondolo con il suo nome e i tre CD della saga thriller che gli piace tanto.
Decido di mandargli un messaggio.
‘Buongiorno Tesoro! Devo darti una cosa. Quando possiamo vederci? Va bene stasera, prima di cena?’
Poco dopo mi rispose
‘Stasera? No, non posso. Io e la mia famiglia siamo stati invitati da un amico a cena, e non si sono! Facciamo domani mattina!’
‘D’accordo, a domani mattina!’
Proprio non immaginavo quello che avrei scoperto quella sera stessa all’ora di cena…
 
Mia madre mi aveva detto di vestirmi elegante, ma io non capivo perché.
In fondo eravamo solo noi, a cosa serviva vestirsi bene?
Comunque, visto che mia madre, quando inizi a contraddirla, diventa intrattabile, decisi di fare come mi diceva.
Quando scesi in salone, un particolare sulla tavola attirò la mia attenzione: invece di quattro posti, la domestica ne aveva apparecchiati otto!
Ora, due erano le possibilità: o Anna si era dimenticata come si contava, o mio padre aveva invitato qualcuno a mia insaputa.
Anita: Papà! Ma perché ci sono otto posti a tavola?
Marco: Ah, non te l’ho detto? Ho invitato delle persone…
Anita: Chi?
Proprio in quel momento suonò il campanello, e Anna uscì dalla cucina per andare ad aprire.
Marco: Ora lo scoprirai!
Mamma mia quanto mistero!
Mio padre seguì Anna alla porta, e accolse i nostri ospiti, che altri non erano che…
Anita: Diego?!
Si, avete capito bene! Il mio ragazzo con la sua famiglia!
Diego mi salutò con la mano e, seguito dai genitori, entrò in casa.
Marco: Anita, ti piace la sorpresa?
Anita: No…cioè si…papà! Ma perché non mi hai detto nulla?!
Diego: Se te lo diceva che sorpresa era?
Anita: Tu…tu taci!
Mentre gli adulti si allontanavano, io continuavo a stare ferma li, al centro del salone, con le braccia conserte, arrabbiata.
Diego: Avanti su, non far finta di essere arrabbiata!
Anita: Oh, ma io non faccio finta. Sono arrabbiata…
Diego: Esagerata!
Anita: I-io sono esagerata?! Io non ne sapevo nulla, mio padre ha fatto tutto da solo…
Diego: …usando il tuo telefono…
Anita: …prima non sopporta il fatto che io sia fidanzata, poi invita persino il mio ragazzo a cena a Natale! E tu? Tu sei suo complice! Aspetta…il mio telefono?
Diego: *Annuisce* Mi ha chiamato stamattina, e ha voluto parlare con mio padre. Devo dire che è stato molto gentile!
Anita: Ah, è andata così, eh? Ha preso il mio telefono senza permesso e dopo ha fatto anche finta di niente… Ora vado a dirgliene quattro!
Feci per correre in cucina, ma Diego mi fermò, tirandomi e stringendomi a se.
Diego: Su su, calma! Proprio non ti piace il fatto che io sia qui?
Anita: No…cioè si, sono felice. Ma…mi sono sentita…estranea. Il fatto che ero l’unica a non saperlo…
Diego: Una sorpresa è una sorpresa!
Disse, prima di mettermi una mano sulla guancia, farmi alzare sulla punta dei piedi, e sfiorarmi le labbra con le sue.
Proprio in quel momento arrivò mio padre, che tossì, per richiamare l’attenzione.
Anita: P-papà! Noi…
Marco: Avanti ragazzi, è pronto in tavola!
Mio padre ci mise le mani intorno alle spalle e ci trascinò fino alla sala da pranzo, dove ci sedemmo in tavola, per cenare.
 
Quando arrivò mezzanotte, anche se avevamo finito di mangiare, eravamo ancora seduti a tavola.
Mio padre aprì lo spumante e brindammo, dandoci gli auguri.
Anita: Vieni nella mia camera, devo darti una cosa.
Dissi nell’orecchio di Diego, appoggiandogli una mano sulla spalla.
Salimmo in camera, e gli diedi il regalo.
Anita: È-è il mio regalo di Natale per te. Aprilo.
Diego lo aprì, e dalla sua espressione capì che era rimasto molto contento.
Sia avvicinò a me, e dopo avermi sussurrato un ‘grazie’, mi baciò. Stavolta seriamente…
Avvolsi le braccia intorno al suo collo e rimanemmo in quella posizione per un bel po’.
Poi, non so perché, iniziai a sbottonarmi la maglia. Lui se ne accorse…
Diego: Vuoi…?
Anita: *Deglutii* C-ci provo…
Mi distesi sul letto e, per un po’, intorno a me, il mondo era sparito. Non mi trovavo nella mia camera, ma su una stella. La stella che brillava dell’amore che provavo per Diego.
 
Intanto Francesca, tutta incappucciata e infreddolita, aspettava Marco.
Francesca: Giuro che se mi fa aspettare anche solo un altro minuto…
Non finì la frase, che un ragazzo le posò la mano sugli occhi.
Marco: Chi sono?
Francesca: Marco! Finalmente!
Marco: Scusa se ti ho fatto aspettare, ma mia madre non voleva farmi uscire!
Francesca: Veloce, cosa devi darmi? Io mi sto congelando!
La ragazza si strinse nelle spalle, quando Marco le appoggiò sul collo una sciarpa, calda e profumata. Poi le consegnò dei guanti, e un bracciale.
Marco: Ti piacevano così tanto, e io te li ho comprati!
Francesca: Oh Marco, non dovevi! Rispetto al regalo che ti ho fatto io, tu avrai speso una fortuna…
Marco: Non importa, il tuo amore mi ripaga di tutto.
Il ragazzo sorrise e si avvicinò a Francesca, le mise le mani sui fianchi e la baciò.
Proprio mentre sulla città iniziavano a cadere piccoli fiocchi di neve…

*Angolo Autrice*
Dolci Marco e Francesca** 
Capitolo dedicato sia ai Marcesca, sia alla coppia Diego x Anita (Dieghita)!
Regalo ai fan della Marcesca questa foto :3 Recensite!
 
 
 
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Capitolo 19
*** Codigo Amistad: Best Friends Forever! ***


Codigo Amistad: Best Friends Forever!


Dopo le vacanze di Natale, tornare a scuola era dura per tutti.
Ci aspettavano altri quattro mesi di scuola, carichi di compiti e interrogazioni, che quel giorno non tardarono ad arrivare…
 
Quella mattina tutti gli studenti erano radunati in aula magna, dove Pablo ci aveva accolti.
Pablo: Innanzitutto, ben tornati!
Ragazzi: Grazie, Pablo.
Pablo: Dopo le vacanze vi aspettano quattro mesi di duro lavoro. Mi raccomando, fate del vostro meglio per essere promossi. Ora andate in classe e buon ri-inizio.
Il direttore ci salutò e se ne andò, mentre gli altri ragazzi si smistavano nelle loro classi.
Violetta: Allora ragazzi, come avete passato le vacanze?
Tutti risposero che erano andate bene, ricche di gioia e di regali sotto l’albero.
Anita: Bene, nonostante la “sorpresa”! *Mimai le virgolette*
Camilla spalancò gli occhi.
Camilla: Uuh, che sorpresa?
Disse con gli occhi lucidi di emozione.
Anita: Oh niente di che. Mio padre ha solo invitato, la sera della Vigilia, Diego e i suoi a passare con noi il Natale.
Il luccichio negli occhi di Cami si spense, lasciando il posto ad uno sguardo sorpreso. Tutti mi guardarono.
Tutti(Tranne Anita e Diego): Cosaaaaaa?!
Erano scioccati, come me, quando lo avevo scoperto.
Francesca: Racconta!
Angie: Ragazzi, in classe! Volete una nota di gruppo il primo giorno?
A quelle parole corremmo in classe e prendemmo posto.
Angie: Oh finalmente! Volevate anche del caffè e i pop-corn già che c’eravate?
Tutti annuimmo e ridemmo, mentre Angie scuoteva la testa e sorrideva.
Angie: Bando alle ciance! Mi avete portati i compiti?
Tutti cacciammo i fogli compilati, e Angie li raccolse.
Angie: Bene, li correggerò e ve li ripoterò domani!
La prof. mise i fogli nella cartellina, e poi ci guardò tutti, uno ad uno.
Nata: Angie, smettila di guardarci così, ci metti paura!
Disse la riccia, con una vocina stridula, nascondendosi dietro a Maxi.
Angie: *Ride* Scusami Nata! Credetemi, non voglio mettervi paura! Stavo solo pensando ai gruppi per l’esercizio che dovete fare!
Violetta: Che esercizio?
Angie si avvicinò a noi e ci guardò. Poi sorrise.
Angie: Vi metterò in gruppi di maschi e femmine. Dovrete scrivere una canzone, con il tema a vostro piacere. I gruppi sono: per le femmine, Violetta, Camilla, Francesca, Anita, Nata e Ludmilla; mentre i maschi…Leon, Dj, Diego, Maxi, Tomas e Marco.
Camilla: Per quando dovrebbe essere prona questa canzone?
Angie: Mmm…dopodomani la voglio vedere!
Tutti: Sissignora!
Angie rise di gusto, seguita da noi.
Angie: Oggi avete proprio la voglia di scherzare!
Dj: Angie…posso farti una domanda?
Angie: Dimmi Dj!
Dj: Io…non faccio parte dello studio, ma tu mi hai messa lo stesso nel gruppo!
Angie: Non dovrei dirti nulla, ma… io, Beto e Pablo abbiamo deciso di metterti alla prova, e di farti allenare un po’ con i ragazzi, così potrai imparare qualcosa da loro!
Dj: Wow! Grazie! Farò oro di questa opportunità!
Angie: Adesso…che facciamo?
Tutti ci guardammo in faccia, e poi la guardammo.
Angie: Correggeremo i compiti, tutti insieme!
Tutti: Noooooo!!!
 
Alla fine della lezione, tutti mi si strinsero intorno, curiosi di sapere tutti i particolari del 24.
Anita: Che vi devo dire? Non è successo niente di spettacolare! Mio padre la mattina ha chiamato Diego di nascosto da me, con il MIO cellulare, e li ha invitati. Io non ne sapevo nulla, e Diego non mi ha detto nulla, mi ha tenuto nascosto tutto! Poi la sera ho visto la tavola apparecchiata per più persone, e poco dopo ho scoperto il piano di mio padre! Non sapete che nervoso, ma poi è andato tutto bene, e abbiamo passato la Vigilia insieme! Fine!
Camilla: Niente di più? Ci aspettavamo un racconto…piccante!
Anita: No, solo que…
Non finii di parlare, che Diego mi interruppe.
Diego: Come niente di più, Anita? Ti sei scordata il momentointimo nella tua camera.
Spalancai gli occhi, sapevo che doveva dire questo!
Francesca: E non ci dici nulla, eh? Vuoi tenerci allo scuro di tutto! Aaaah cattivooona!
Camilla: Ora tu vieni con noi al Resto Band e ci racconti tutto!!
Anita: Ma…
Protestare fu inutile, perché mi presero sotto braccio e, insieme alle altre, mi costrinsero a raccontare tutto.
Alla fine avevano tutte uno sguardo sognante, e mi guardavano in un modo…strano, che mi faceva paura.
Anita: Ora, possiamo parlare di altro?
Camilla: Eh? Di cosa?
Anita: Avevo pensato, oggi pomeriggio volete venire a casa mia? Così iniziamo a preparare la canzone.
Violetta: Idea super fantastica!
Francesca: Ma non diamo fastidio?
Anita: Ma stai scherzando? Dirò ad Anna di preparare una torta al cioccolato tutta per noi!
Nata: Affare fatto, allora! Verso che ora possiamo venire?
Anita: Oh, quando volete! Dopo le tre sono disponibile; prima ancora pranzo, perché mio padre arriva tardi!
 
Alle tre e mezza suonò il campanello di casa, Anna andò ad aprire e Violetta, Francesca, Camilla, Nata e Ludmilla entrarono in casa; le presentai ai miei genitori, e dopo un ‘Non ci scocciate, se non per portarci la merenda!’ che non ammetteva repliche, le feci salire in camera, e chiusi la porta, pronte a comporre!
Francesca: Io ho già una base che ci potrebbe servire. Forse non è il massimo…                                     
Camilla: Dai, suona.
Fran prese la chitarra e iniziò a suonare, e poco dopo, chissà perché, avevamo il testo già pronto.
 
[Francesca]
No se imaginan de que cosas hablamos
Estando en nuestro sitio especial
[Tutte]
Conversar
[Violetta]
De moda, chicos, mùsica i vacaciones
Sueños que se vuelven
Canciones jugando
[Camilla]
Secretos entre melodias
Con mis amigas siempre imaginar
[Tutte]
Un mundo magico ideal
Hablamos de todo siempre falta mas
Planeta de las chicas, exclusividad
La clave son las risas
Codigo amistad (x2)
[Anita]
Aquì el tiempo se nos pasa volando
Todo es importante gritar
[Tutte]
Confesar
[Nata]
Entre nosotras no hay detalles pequeños
Nada se nos puede escapar de las manos
[Ludmilla]
Secretos entre melodias
Con mis amigas siempre imaginar
[Tutte]
Un mundo magico ideal
Hablamos de todo siempre falta mas
Planeta de la chicas exclusividad
La clave son las risas
Codigo amistad (x2)
Planeta de las chicas (exclusividad) (x2)
La clave son las risas codigo amistad
[Violetta]
Misterios pasiones
Secretos de cada corazòn
Amores los sueños
[Altre]
Las llaves de la amistad
[Tutte]
Planeta de las chicas exclusividad
No hay detalles pequeños
Planeta de las chicas exclusividad
Siempre mi corazòn
Planeta de las chicas exclusividad
La clave son las risas
Codigo amistad (x2)
 
Anita: Non c’è che dire, proprio una bella canzone!
Dopo un abbraccio di gruppo, rincominciammo a suonare, fiere della nostra amicizia.
 
*Angolo Autrice*
Mi scuso per il ritardo, ma ho avuto ospiti a casa e non ho potuto scrivere e aggiornare ;)
Spero nel vostro perdono u.u
Capitolo dedicato alle mie migliori amiche (Vi voglio un mondo di bene) e a tutti quelli che hanno un'amica/o del cuore!!!!!!!!
Aspetto recensioni, Minori :3
 
 
 

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Capitolo 20
*** Iniziano i preparativi, tema amore! ***


Iniziano i preparativi, tema amore!


La canzone ad Angie piacque moltissimo. Ci fece i complimenti perché il tema che avevamo scelto per ispirarci era bellissimo, e la canzone invitava all’amicizia vera. Ci mise, a tutte e sei, una A+.
 
I mesi di scuola passarono velocemente.
Era arrivato maggio, il mese in cui lo studio si adoperava per organizzare lo spettacolo di fine anno.
Quella mattina Pablo, Antonio e i tre professori ci avevano radunati in aula magna.
Antonio: Allora ragazzi, come sapete l’anno scolastico sta volgendo al termine. Anche quest’anno  vogliamo organizzare lo spettacolo, scegliendo un tema a piacere, per interpretarlo con le canzoni.
Pablo: Volevamo chiedervi se qualcuno di voi ha idee per l’argomento di quest’anno.
Mentre tutti i ragazzi pensavano ad un argomento da inscenare, notai molte mani unite in segno d’amore, tra cui quella mia e di Diego, e ripensai a tutto quello che era successo da ottobre, quando ero arrivata a Buenos Aires, a maggio, quando avevamo quasi terminato l’anno.
Senza pensare alzai la mano.
Angie: Dicci Anita.
Anita: Ehm…beh…l’amore?
Era più una domanda che un’affermazione.
Tutti gli altri studenti mi guardarono e io mi feci piccola piccola.
Anita: Non è un’idea magnifica ma…
Stavo per dire che non c’era bisogno di guardarmi in quel modo, quando tutti i ragazzi dietro di me, dissero si, approvando la mia idea.
Angie: Grande idea, piace a tutti!
Anita: Ehm…g-grazie.
Diego mi mise la mano sulla spalla e mi diede un bacio sulla guancia.
Diego: Sei grande! *Bisbigliando*
Gli sorrisi.
Pablo: Il tema ‘amore’ piace a tutti, è inutile pensare ad altri argomenti. Qualcuno ha idee per inscenare l’argomento scelto?
Violetta alzò la mano.
Violetta: Alcune coppie, naturalmente composte da ragazza e ragazzo, potrebbero cantare canzoni d’amore.
Dj: E poi alla fine ci potrebbero essere i baci!
Tutti guardammo male Dj, e lui si nascose dietro il pianoforte per paura di essere picchiato.
Antonio: Dj, nessuno vuole farti del male, esci da li dietro!
Dj, timoroso, uscì allo scoperto, e si rimise al suo posto, vicino a Camilla.
Pablo: La tua idea non è male, ma non a tutti potrebbe andar bene!
Dj: A me e a Camilla va benissimo! Possiamo farlo senza problemi!
Camilla: E chi te lo ha detto?!
Tutti scoppiammo a ridere, mentre Camilla guardava il suo ragazzo con uno sguardo assassino.
Angie: Facciamo così, Dj: del bacio ne parleremo dopo aver fatto le coppie per le canzoni.
Dj annuì, mentre Camilla reprimeva l’istinto di strozzarlo.
 
Durante la pausa eravamo tutte un po’ preoccupate...
Sbuffammo all’unisono, proprio mentre accanto al nostro tavolo passava Angie.
La donna si girò, e ci guardò.
Angie: Ragazze, su con la vita! Cos’avete?
Francesca: L’idea delle coppie che cantano canzoni d’amore è molto carina, ma…
Camilla ci guardò, prima di continuare.
Camilla: …abbiamo paura che…noi potremmo non capitare con i nostri ragazzi, e se Pablo accetta la proposta del bacio…
Angie: Capito! Voi avete paura che i vostri ragazzi, baciando un’altra ragazza, potrebbero…
Violetta: Non dirlo, non dirlo!
Angie: …innamorarsi di lei.
Nata: Ecco, l’hai detto!
La riccia si nascose il volto nelle mani. Mentre noi altre appoggiammo la fronte sul tavolo.
Angie: State tranquille, farò in modo di farvi capitare con i vostri fidanzatini…
Guardammo Angie.
Ludmilla: Lo faresti veramente?
Angie annuì.
Angie: È vero, sono la vostra prof, ma sono prima di tutto una vostra amica!
Ci fece un occhiolino e noi l’abbracciammo.
 
Dopo la pausa Angie ci lasciò da soli nell’aula di canto, mentre lei andava a parlare con Pablo.
Quando entrò in classe, poco dopo, aveva un foglio in mano.
Angie: Io e Pablo abbiamo deciso le coppie per lo spettacolo.
Noi ragazze deglutimmo, quando Angie iniziò a dirle, una alla volta.
Angie: Vilu e Leon, Nata e Maxi, Ludmilla e Tomas, Fran e Marco, Camilla e Dj, Anita e Diego, Emma e Andres. Poi ce ne saranno altre, ma le principali saranno queste…
Diego: Ma dico, lo avete fatto a posta?
Angie: Dovete parlare con le vostre ragazze!
I ragazzi si girarono, e dopo avergli fatto l’occhiolino, scoppiammo a ridere.
Angie: Basta su, serietà! Ora dobbiamo scegliere le canzoni da cantare…
Tutti smettemmo di ridere. Quello si che era un problema…
I ragazzi si guardarono, poi si rivolsero ad Angie.
Leon: Noi ragazzi abbiamo una mezza idea, lasciate fare a noi!
Noi ragazze e la prof. facemmo spallucce.
 
Alla fine delle lezioni tutti i ragazzi erano fuori la scuola.
Noi ragazze uscimmo e li trovammo li, seduti sul muretto, intenti a sfogliare una marea di fogli.
Anita: Allora campioni! Cosa state combinando?
Mi sedetti sulle gambe di Diego e gli schioccai un bacio sulle labbra.
Diego: Abbiamo scelto le canzoni per lo spettacolo! Una per ogni coppia!
Anita: Noi quale canteremo?
Diego: Oh quella che ho scritto io! Yo soy asi!
Anita: Io voglio cantare più parti, però!
Diego: La canzone l’ho fatta io, e io canterò più parti!
Anita: IO!
Diego: IO!
Anita: No, io! Perché sono la tua ragazza!
Diego: Ah, è così? Allora facciamo una gara di solletico!
Anita: S-solletico?
Non feci in tempo a spostarmi che Diego mi stinse per i fianchi e iniziò a farmi il solletico.
Anita: *Ridendo* N-no…finiscila!
Diego: No, mai! Continuerò fino a farti piangere!
Anita: Diego bastaaa! Mi arrendo!
Diego: Oh ti arrendi, eh? Allora ti do una tregua!
Smise di farmi il solletico e mi diede un bacio vicino alle labbra.
Dj: Ah ragazze! Buone notizie! Pablo ci da l’ok per i baci alla fine della canzone…ma senza esagerare!
Camilla: Alla fine l’hai avuta vinta!
Disse Cami, avvicinandosi minacciosamente a Dj.
Dj: N-no Cami, tesoro, non farmi male. Se non vuoi possiamo anche evitare di…
Camilla saltò al collo di Dj.
Camilla: Evitare? E perché? Sono tanto felice, è una bellissima idea!
Schiocco un bacio sulla guancia di Dj e tutti scoppiammo a ridere.
Sarebbe stato uno spettacolo meraviglioso!

*Angolo Autrice*
Finalmente si sta avvicinando la fine della scuola per i nostri ragazzi ;) E stanno preparando lo spettacolo di fine anno**
Dove ci saranno tante coppie!
Queste sono le canzoni che canteranno:
Vilu e Leon: Voy por ti
Nata a Maxi: Ahi Estare
Ludmilla e Tomas: Entre tu y yo
Fran e Marco: Nuestro Camino
Camilla e Dj: Cuando me voy
Anita e Diego: Yo soy asi
Emma e Andres: Dile que si
Spero che il capitolo vi sia piaciuto! A presto :3 Minori!

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Capitolo 21
*** Lo spettacolo di fine anno! ***


Lo spettacolo di fine anno!


La mattina dello spettacolo, non solo perché era l’ultimo giorno di scuola, allo Studio tutti i ragazzi erano eccitati.
Correvano qua e la, tra l’aula di canto e quella di musica, andavano in quella di ballo per poi tornare in quella del direttore per chiedere consigli sui cartelloni da appendere ai muri.
I professori erano pieni di cose da fare: consigliavano la musica, la scenografia, ascoltavano le basi delle canzoni, i musicisti, e le canzoni stesse, davano un’ultima occhiata ai balli.
Lo spettacolo sarebbe iniziato alle sette e mezza: dopo la presentazione, avremo cantato l’inno dello studio, e poi avremo iniziato con le canzoni d’amore.
Io e Diego saremo stati i penultimi delle coppie.
 
Alle sette il teatro era pieno: c’erano i miei genitori, insieme a quelli di tutti i miei amici.
C’erano ragazzi che si sarebbero iscritti l’anno prossimo, e persone che erano venute solo per curiosità.
Alle sette e mezza precise Antonio uscì sul palco, fra gli applausi della gente.
Antonio: Buonasera a tutti, e benvenuti allo spettacolo di fine anno dello studio ON BEAT. Non voglio dilungarmi in discorsi inutili, quindi mi limiterò a dirvi buona serata e buon divertimento.
Antonio fece un piccolo inchino e tornò dietro le quinte, dove noi dello studio eravamo pronti a dare il meglio.
Al segnale di Pablo salimmo sul palco ed iniziammo ad esibirci.*(Vai nell’angolo autrice!)
 
Alle fine il pubblico applaudì calorosamente e noi, dopo un inchino di gruppo, ci ritirammo dietro le quinte per prepararci per gli sketch sull’amore.
Angie, prima di incominciare, andò sul palco e recitò una frase bellissima.
Angie: L’amore è la più saggia delle follie, un’amarezza capace di soffocare, una dolcezza capace di guarire. Wiliam Shakespeare.
Tutti applaudirono, il tendone si aprì, e sul palco salirono Leon e Vilu.
Poi Nata e Maxi, Ludmilla e Tomas, Fran e Marco, Cami e Dj…
Angie: Anita e Diego, tra un po’ tocca a voi!
A quelle parole trasalii. Iniziai a camminare su e giù per i camerini, nervosa e agitata.
Diego: Ehi Anita, fermati! Così mi fai venire il mal di testa!
Diego mi si piazzò davanti e mi fermò, tenendomi per le spalle.
Anita: S-sono così agitata…tutta quella gente…il bacio…AIUTO!
Lo abbracciai forte, nascondendo la faccia nel suo petto, protetta dal suo abbraccio.
Diego: Non è la prima volta che ti esibisci in pubblico, o sbaglio?
Anita: *Scuoto la testa* No, non sbagli.
Diego: Allora di cosa hai paura?
Anita: E se sbaglio qualcosa? Se cado? Non ci voglio nemmeno pensare!
Diego: Non ci pensare nemmeno, non succederà mai! Ti sei esercitata molto, e nulla potrà andare storto. E poi, canterai con me, concentrati sul tuo bellissimo ragazzo e sul suo amore…
Anita: Modesto tu…
Diego: *Ride* …vedrai che andrà tutto a meraviglia!
Mi allontanò da lui e mi diede un bacio sulla fronte.
Diego: Il bacio più bello teniamolo per dopo!
Mi fece l’occhiolino proprio mentre Cami e Dj rientravano nel camerino e Angie ci annunciava al pubblico.
Tra gli applausi della gente e i riflettori, riuscii a vedere i miei genitori e Anna che mi applaudivano.
Rilassata e tranquilla, insieme a Diego, iniziai a cantare.
 
[Anita]
Escucha y siente
Sube el volumen vas a enloquecer,
enloquecer,
enloquecer, Oh...
 
[Diego]
Entiende y siente, de corazones rotos,
soy el rey, yo soy el rey,
soy el rey, Oh...
 
[Anita y Diego]
Escucha mi cancion
 
[Anita]
Haz lo que te dicta el corazon
[Diego]
En mi ritmo ponte a bailar
Esto es especial
[Anita y Diego]
mi estilo te va a conquistar
 
[Diego]
Tues pies ya se mueven al compas,
Se que no lo puedes evitar
[Anita]
Es como sin alas volar
[Anita y Diego]
Mi estilo te va a conquistar
 
[Anita]
Y es que yo soy asi
Mi vida es alocada
Siento que voy a mil contigo todo cambia
 
[Diego]
Y es que yo soy asi
Con solo una mirada
Vas a quedar de mi
Por siempre enamorada
 
[Anita]
Escucha y siente
Mil mariposas hay dentro de mi
Si te acercas asi
 
[Diego]
Entiende y siente
Estoy aqui la fiesta va a empezar,
va a empezar,
la fiesta va a empezar
 
[Anita y Diego]
Escucha mi cancion
[Anita]
Haz lo que te dicta el corazon
[Diego]
En mi ritmo ponte a bailar
Esto es especial,
[Anita y Diego]
Mi estilo te va a conquistar
 
[Diego]
Tues pies ya se mueven al compas,
Se que no lo puedes evitar
[Anita]
Es como sin alas volar
[Anita y Diego]
Mi estilo te va a conquistar
 
[Anita]
Y es que yo soy asi
Mi vida es alocada
Siento que voy a mil contigo todo cambia
 
[Diego]
Y es que yo soy asi
Con solo una mirada
Vas a quedar de mi
Por siempre enamorada
 
[Diego]
Oye Muneca
Yo soy asi
Pregunta por ahi
Pero contigo...
 
[Anita]
Todo cambia
Cuando te acercas a mi
[Diego]
Tus ojos me hacen sentir que estoy volando, volando
 
[Anita]
Tu precensia,
mi mundo completa
[Diego]
Te haré mi princesa, hoy con un beso
 
[Anita y Diego]
Escucha mi cancion
[Diego]
Tues pies ya se mueven al compas,
Se que no lo puedes evitar
[Anita]
Es como sin alas volar
[Anita y Diego]
Mi estilo te va a conquistar
 
[Anita]
Y es que yo soy asi
Mi vida es alocada
Siento que voy a mil contigo todo cambia
 
[Diego]
Y es que yo soy asi
Con solo una mirada
Vas a quedar de mi
Por siempre enamorada
 
[Anita]
Y es que yo soy asi
Mi vida es alocada
Siento que voy a mil contigo todo cambia
 
[Diego]
Y es que yo soy asi
Con solo una mirada
Vas a quedar de mi
Por siempre enamorada
 
Diego, alla fine della canzone, mi prese per i fianchi e mi sollevò in aria.
Poi, così come eravamo, poggiai le mani sulle sue spalle, e piegai la testa verso la sua. Le nostre labbra si unirono e ci baciammo, sotto lo sguardo entusiasta del pubblico, che applaudì.
Mi fece scendere, mi prese per mano e, rivolti alla platea, facemmo un inchino e uscimmo di scena.
Dopo di noi si esibirono Andres ed Emma, e poi altri ragazzi.
Alla fine salimmo tutti sul palco, con uno striscione con su scritto ‘Lo studio ON BEAT vi ringrazia!’.
Il pubblicò si alzò in piedi e applaudì.
Tutti noi scendemmo dal palco, e ci dirigemmo verso i nostri genitori. Dopo i saluti e i complimenti andammo al Resto Band, dove avevamo organizzato un rinfresco solo per i ragazzi dello studio, i loro genitori, Antonio, Pablo e i tre professori.

*Angolo Autrice*
* (Questa è la canzone che cantano) 
http://www.youtube.com/watch?v=2ktbRW_S2-I ;)
Questo è il capitolo 21, il penultimo capitolo!
Eh si, avete letto bene. Il prossimo sarà l'ultimo!!!! 
A presto, Minori!
 

 
 
 
 
 
 

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Capitolo 22
*** Epilogo: ti renderò la mia principessa! ***


Epilogo: ti renderò la mia principessa!


Lo spettacolo era piaciuto a tutti, e il giornale locale ci aveva riservato un posto in prima pagina con il titolo ‘ON BEAT – Lo Studio colpisce ancora’.
Inoltre, Antonio aveva rilasciato un’intervista dove spiegava che per lui era un piacere gestire lo studio, e che doveva ringraziare i suoi alunni e i professori se la scuola era arrivata a quel punto.
 
Ormai le vacanze erano iniziate da due settimane, quindi era troppo presto per ri-iniziare a studiare. Semmai avrei iniziato ad agosto…
Non che i prof. ci avessero dato chissà quali compiti, ma era comunque troppo presto, e non mi andava di rimettermi con la testa sopra i libri.
E poi quel giorno avevo da fare…
Da Buenos Aires partiva un autobus che portava in un villaggio vicino al mare, dove potevi affittare una casa per due settimane; il villaggio era ad un kilometro da una spiaggia pulita e spettacolare.
Appena l’avevamo saputo, tutti aveva avuto la stessa idea: andare al mare solo noi.
I nostri genitori, all’inizio, non erano molto felici di mandarci soli, ma vista la nostra insistenza, alla fine accettarono.
 
La mattina saremo partiti alle otto, quindi alle sette ero già sveglia, per controllare la valigia e preparare le ultime cose.
Alle sette e mezza suonò il campanello di casa. Io ero in camera, e sentii mio padre andare ad aprire la porta.
Marco: Oh Diego, entra su. Siediti, posso offrirti qualcosa? Anita ancora non è pronta.
Bene, sapevo cosa cercava di fare mio padre: fare il terzo grado e la paternale, non solo a me, ma anche a Diego.
Intervenni subito, per evitare l’evitabile.
Anita: Papàààà! Io sono pronta, ora scendo.
Scesi di corsa le scale.
Anita: Puoi andare a prendermi la valigia? È vicino al letto.
Mio padre, sbuffando, salì le scale. Io sorrisi, soddisfatta.
Diego: Avevo come l’impressione che tuo padre non stesse per iniziare una chiacchierata amichevole…
Anita: *Annuisco e faccio l’occhiolino* E io l’ho fermato giusto in tempo.
Mi avvicinai a lui, gli diedi un bacio sulla guancia e poi presa una fetta di pane con la marmellata che Anna mi aveva preparato.
Anita: Ne vuoi un po’?
Lo dissi con il boccone in bocca, lui rise e scosse la testa.
Marco: Cavolo Anita, cosa ci hai messo in valigia?!
Mio padre scese le scale con calma, volendo evitare di cadere.
Anita: Sono due settimane, non due giorni!
Dissi, alzando le spalle, facendola sembrare la cosa più naturale del mondo.
Marco: A proposito di queste due settimane…
“Oh no, ecco che rincomincia!” Pensai
Dovevo fermarlo.
Anita: Oh, è tardi. Diego *Lo prendo per mano e con l’altra prendo la valigia* andiamo. Ciao papà!
Usciamo di casa in fretta e furia, sorpassiamo il cancello e finalmente…
Anita: Libertàààà!
Diego: Sei malvagia! Non sai neanche cosa voleva dirti tuo padre.
Anita: Oh no, io sapevo cosa voleva dirmi, sei tu che non lo conosci bene.
Diego: Bah, convinta tu!
Mi prende per mano, mi da un bacio sulle labbra e ci avviamo per raggiungere gli altri.
 
Il viaggio in autobus fu piacevole.
Quando arrivammo al villaggio, il signore proprietario delle due case che avevamo affittato, ci fece fare un giro turistico e poi ci mostrò le nostre abitazioni.
Erano i numeri 34 e 35: la prima aveva tre camere, con due letti singoli per ciascuna, due bagni, un salone e una piccola cucina. Aveva poi un balcone molto grande, che si affacciava sul mare.
La seconda era molto simile, ma aveva tre camere con due letti singoli, e una con un letto matrimoniale.
Ci eravamo messi d’accordo prima su come dividerci nelle case: io, Diego, Vilu, Leon, Maxi e Nata nella 34; Ludmilla, Tomas, Cami, Dj, Emma, Andres, Marco e Fran nella 35.
Le due case, inoltre, erano divise da una staccionata, dove c’era una porticina che potevi usare per raggiungere, più velocemente, l’altra abitazione.
Tutto perfetto!
Quando entrammo in casa noi tre ragazza decidemmo subito le camere che ognuna si doveva prendere per dormire con il rispettivo fidanzato, senza dare voce in capitolo a quest’ultimi.
Anita: Diego, andiamo! Dobbiamo mettere in ordine la nostra camera.
Diego: Ai suoi ordini, signorina!
Diego prese le valigie ed entrammo in camera: era carina ed accogliente, con due letti appoggiati alla stessa parete e, difronte a questi, due armadi abbastanza grandi.
C’era uno specchio e un balcone, da dove si vedeva il mare.
Anita: *Mi appoggio alla ringhiera* Wooow! Magnifico!
Diego mi si avvicinò e mi mise un braccio sulle spalle.
Diego: Già.
Poi mi diede un bacio sui capelli, e io appoggiai la testa sulla sua spalla.
 
Intanto nella casa 35…
Francesca: Il letto matrimoniale lo prendo io!
Camilla: No, io!
Francesca: IO!
Camilla: IO!
Marco: Avanti, non litigate!
Francesca: Zitto!
Ludmilla: Camilla e Francesca, finitela! Neanche siamo arrivati e già litigate. Per evitare ulteriori litigi…il letto matrimoniale me lo prendo io!
Emma: Quando si dice ‘tra i due litiganti il terzo gode’!
Ludmilla: Esatto!
La bionda prese la sua valigia e, seguita da Tomas, entrò nella camera.
Dj: Avete visto? Ora nessuna delle due ce l’ha! Andiamo *Prende Cami per il braccio*!
Marco: Ludmilla ha fatto la cosa migliore!
Le due coppie si diressero nelle loro camere, lasciando Andres ed Emma soli nel salone, forse gli unici ‘normali’ in quella casa.
 
Il giorno dopo ci svegliammo di buon’ora, e alle nove e mezza eravamo già in spiaggia.
Faceva veramente molto caldo; mentre aspettavamo prima di entrare in acqua, giocammo a pallavolo nel campo dietro gli ombrelloni.
Prima di entrare a farci il bagno cantammo una nuova canzone scritta da noi, per ricordarci che l’estate non era infinita, ma noi ci saremo divertiti, e che saremo stati sempre amici.
 
[Violetta]
Si te sientes perdido en ningun lado
Viajando tu mundo del pasado
[Leon]
Si dices mi nombre yo te iré a buscar
 
[Anita]
Si crees que todo esta olvidado
Que tu cielo azul esta nublado
[Diego]
Si dices mi te iré a encontrar
 
[Francesca]
Es tan fuerte lo que creo y siente
[Marco]
Que ya nada detendrà este momento
[Camilla]
El pasado es un recuerdo
[Camilla e Dj]
Y los suenos crecen siempre creceran
 
[Tutti]
Ya verás que algo se enciende de nuevo
Tiene sentido intentar cuando estamos juntos
Algo se enciende de nuevo
Tiene sentido intentar cuando estamos juntos
Cuando estamos juntos podemos soñar
 
[Ludmilla]
Si sientes que nadie te espera
Que no encontrarás la manera
[Tomas]
Si dices mi nombre, yo te iré a buscar
 
[Nata]
Si crees que solo un recuerdo
Y que tu interior esta desierto
[Maxi]
Si dices mi nombre, te voy a encontrar
 
[Emma]
Es tan fuerte lo que creo y siento
[Andres]
Que ya nada detendrá este momento
[Tutti]
El pasado es un recuerdo
Y los sueños crecen, siempre crecerán
 
[Tutti]
Ya verás que algo se enciende de nuevo
Tiene sentido intentar cuando estamos juntos
Algo se enciende de nuevo
Tiene sentido intentar cuando estamos juntos.
 
Ya verás que algo se enciende de nuevo
Tiene sentido intentar cuando estamos juntos
Algo se enciende de nuevo
Tiene sentido intentar cuando estamos juntos.
 
Quella sera, nel letto, non riuscii ad addormentarmi subito. Non era per il caldo, e neanche per il fatto di aver cambiato letto.
Mi alzai e andai sul balcone, ad osservare il mare al buio e la luna che si rispecchiava nell’acqua.
Tirai un forte sospiro, quando sentii una mano poggiarsi sulla mia spalla.
Diego: Non riesci a dormire?
Scossi la testa.
Diego: Come mai?
Alzai le spalle, facendogli capire di non averne la minima idea.
Diego si sedette sulla sedia che c’era nel balcone e mi tirò a se, facendomi cadere sulle sue gambe.
Diego: Ti vedo pensierosa…
Anita: *Annuisco* Pensavo a…
Smisi di parlare, continuando a guardare la luna.
Anita: …a quando sono arrivata a Buenos Aires, a quando ho iniziato a frequentare lo studio, e a quando ho conosciuto voi, i miei amici. E, soprattutto, te… Mi hai cambiato la vita. Quando sono arrivata in Argentina, l’unica cosa che volevo era tornare a Firenze, per paura di non trovare amici. Poi ho incontrato Leon, e poi Violetta, Camilla e tutti gli altri. Poi c’eri tu. Non so perché, ma appena ti ho visto…mi sei piaciuto, mi sono innamorata di te. Poi Leon mi ha detto che ti piacevo, e io non potevo crederci. Poi hai cercato di baciarmi, l’appuntamento, tu che non sei venuto, io che mi sono arrabbiata…
Smisi di parlare, accorgendomi di avere le lacrime agli occhi.
Anita: Ti rendi conto che se io fossi rimasta a Firenze, non ti avrei conosciuto?
Lo abbraccia di slancio. Lui ricambiò il mio abbraccio, stringendomi forte a se, come a darmi sicurezza.
Diego: Mi sono sempre ritenuto fortunato ad averti conosciuta. Sei una ragazza speciale, Anita. E io ti amo. *Mi bacia sulle labbra* Ora però rientriamo, non vorrei che prendessi freddo.
Mi prese in braccio e rientrò nella camera, mi poggiò sul letto e mi coprì. Poi fece per allontanarsi, ma io lo presi per la manica del pigiama.
Anita: Mi fai una promessa?
Diego: *Si siede sul letto* Quale?
Anita: Diego Dominguez, prometti che mi amerai per sempre…
Diego: Prometto.
Mi abbracciò, e si distese con me sul letto.
Prima di addormentarci mi diede la buonanotte.
Diego: Tranquilla, ti amerò per sempre. Ora sei il mio scricciolo, ma presto ti renderò la mia principessa.
Ci addormentammo così, abbracciati.
Finalmente avevo trovato il mio principe azzurro, ed ero sicura che con lui sarei stata felice per tanto tantissimo tempo.
 
*Angolo Autrice*
E questa Fiction è giunta al termine... Devo dire la verità, dispiace tanto anche a me:( Mi ero affezionata ad Anita e a Diego insieme!
Vabbè...saranno sempre nel mio cuore :3  Non penso di scrivere il seguito, perchè ho in programma di iniziare un'altra storia!!! 
Voglio ringraziare TUTTI quelli che hanno recnesito la storia: innanzitutto... Carol_LEONETTA4EVER, ali_01, Julia Duchannes, Cucciolapuffosa, Selenator00, Camy_Love00, Pocha96, Ary_6400 3 Britney_99. Poi ringrazio TUTTI quelli che hanno seguito la mia storia, tutti quelli che l'anno messa nelle preferite e nelle ricordate.
GRAZIE MILLE A TUTTI <3 <3

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