Viaggio nella rete!

di S_Nity
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap. 1 -teletrasporto ***
Capitolo 2: *** Samuel il grande ***
Capitolo 3: *** Una nuova compagna di viaggio ***
Capitolo 4: *** In internet tutto è possibile ***
Capitolo 5: *** when you wish upon a star..your dream came true ***
Capitolo 6: *** Il ragazzo della giungla ***
Capitolo 7: *** Fuori dalle...storie ***



Capitolo 1
*** Cap. 1 -teletrasporto ***


Ed ecco ancora qui la vostra S_Nity, con ancora un’altra storia paranormale

Ed ecco ancora qui la vostra S_Nity, con ancora un’altra storia paranormale! Ma questa volta l’idea non è mia ma di Mr Vale... grazie! ^__^

Come già avevo annunciato, in questa fan fic i protagonisti saranno gli autori! Per ora sono:

Mr Vale (Devil), Blak Raven (Jin), Darth Harion (Harrison), e S_Nity (Angela)! Chissà, forse col tempo si aggiungerà qualcuno! ;-)

Per cui adesso, dopo questa breve premessa, posso solo augurarvi buona lettura!

 

 

Come al solito lei era da sola, davanti al suo computer. Aveva circa quindici anni, anche se i suoi lisci ed uniformi capelli neri la facevano sembrare quasi di due anni più giovane. Le sue dita scorrevano velocissime sulla tastiera ed era particolarmente concentrata sullo schermo: tipico degli hacker. Smise un attimo di scrivere e prese un CD dalla borsa vicino a lei; lo inserì e avviò il programma in internet. “Il programma è inserito, ora devo solo vedere se funziona” diede una fugace occhiata allo schermo ed inserì i suoi dati “Nome: Jin Mikima... Password: kensij73260AS91... Ricercare: KONAMI, progetto 00172... invio”. In quel momento la schermata cambiò e comparve una completamente diversa “Funziona!”. Osservò attentamente la pagina per qualche secondo, poi entrò in un computer per prelevare alcune informazioni. Improvvisamente ci fu un errore nel sistema e lo schermo divenne completamente bianco. “Ma che diavolo...”

 

Alla stessa ora la tester Angela Heaven stava lavorando ad un videogioco dentro un locale spazioso, insieme a tanta altra gente che si occupava di mansioni diverse. Era una ragazza di quattordici anni, piuttosto bassa. Aveva capelli biondi e occhi di un verde scuro; la maglia bianca che portava le dava quasi davvero un aspetto angelico: non era stato scelto a caso il suo nome. “Devil, corri!” disse improvvisamente, alzandosi in piedi e chiamando un  sedicenne con un ampio cenno del braccio.  Lui indossava vestiti neri e il suo aspetto era tutto l’opposto di quello della ragazza. In pochi secondi fu da lei. “Cosa c’è?” chiese un po’ stupito: Angela non aveva mai avuto dei problemi con il computer. “è entrato un hacker nel sistema, non riesco a liberarmene” disse lei. “Strano...” Devil prese quindi ad armeggiare con il pc per qualche secondo, dopodichè lo schermo diventò bianco. “Cosa...?”

 

In quel preciso istante, uno scrittore sui diciotto anni, quasi diciannove, stava con le mani ed i lunghi capelli bruni incollati alla tastiera, nei quali incespicava con le dita mentre tentava di finire un capitolo. All’improvviso si accorse che la tastiera non digitava i caratteri correttamente. “Maledizione!” imprecò Harrison, menando un pugno di straordinaria potenza al Case, visto che il computer non lo trattava in maniera migliore. “Non è possibile che i computer ce l’abbiano SOLO ed esclusivamente con me!”. Fece per menare un altro pugno, ma si interruppe appena vide lo schermo diventare bianco. “Ecco, lo sapevo che...”

 

_ .-•*’ֿ)†(ֿ‘*•-. _

 

Una persona camminava a vuoto, nel biancore assoluto in cui si ritrovava. “Che razza di scherzo volgare mi hai fatto, stavolta?!” fu Harrison, col fare di chi è abituato ad essere maltrattato dal proprio computer. Lo scrittore si guardò intorno spaesato “Quando ho detto che avrei passato le vacanze solo, non intendevo esattamente questo... qui intorno vedo solo bianco, accidenti a me!”. Dopo alcuni minuti che gli sembrarono un’eternità, scorse due figure in lontananza. “Ehi, voi! Mi sentite?” cominciò a muovere le braccia cercando di farsi notare, mentre correva loro incontro.

 

“Ok, ora prova a spiegarmi questo” disse Angela sottovoce, mentre leggermente spaventata si guardava intorno. Devil la guardò, l’espressione tra il sorpreso e lo smarrito “Non ho la minima idea di cosa ci sia capitato... né di come possiamo ritornare da dove siamo venuti”. Il ragazzo rivolse lo sguardo verso l’alto, per spostarlo nuovamente davanti a sé: fu lì che notò qualcosa o, per meglio dire, qualcuno. “Ehi, riesci a vederci?” gridò Devil in direzione della figura che si stava avvicinando a loro due. Harrison annuì con un segno deciso del capo e corse loro incontro. “Per caso sapete che diavolo sta succedendo qui?” disse il ragazzo un po’ brusco, dopo aver raggiunto i due. ”Se lo sapessimo, probabilmente avremmo già trovato il modo per andarcene, non trovi?” rispose Angela un po’ nervosa, prima di continuare a parlare “Comunque io mi chiamo Angela e lui” continuò indicando il ragazzo di fianco a lei “... lui è Devil” concluse, tendendo la mano a quello strano ragazzo, il quale guardò con distacco le esili ma rovinate dita che gli erano state poste davanti. “Io Harrison” rispose, senza stringerle la mano. “Allora? Che si fa?” chiese Devil. A rispondergli fu Angela “Non saprei, di solito sei tu quello che mette a posto i disastri combinati dagli altri”. Intanto Harrison aveva notato qualcuno che si guardava attorno spaesato a circa cento metri di distanza, dietro le spalle dei due. “Ehi, tu!” la figura girò lo sguardo verso di lui, mettendo in mostra lineamenti vagamente orientali che si potevano notare sul suo viso. Cominciò quindi ad avvicinarsi velocemente agli altri, sempre continuando a guardarsi intorno. “Qualcuno sa spiegarmi cosa sta succedendo qui?”. “Non lo sappiamo” le rispose Devil “Ma dobbiamo cercare di capire proprio questo, se vogliamo uscire di qui”. La ragazza appena arrivata si presentò “Io sono Jin, Jin Mikima”. Detto questo rivolse uno sguardo agli altri, che si presentarono a loro volta. In quel momento qualcosa parve venire in mente ad Harrison “Per prima cosa dobbiamo sapere come siamo entrati in questo posto... sempre che così si possa definire”. Gli rispose Devil “Buona idea... noi due” affermò, mettendo una mano sulla spalla di Angela “Stavamo lavorando al computer, quando il sistema ha smesso di funzionare correttamente e poi...” continuò, cercando di ricordare cos’era successo “...è come se all’improvviso ci fossimo ritrovati qui”. “Io” cominciò Harrison “Stavo come al solito litigando con il pc... ho quasi distrutto il Case con un pugno, e sembra che lui si sia vendicato!” rivolse lo sguardo verso Jin “E tu, Mikima?” la ragazza restò un attimo in silenzio, a misurare gli sguardi degli altri  “Anche io stavo lavorando al computer” disse lei con fermezza. “E cosa stavi combinando, di preciso?” chiese Devil. La risposta della ragazza non piacque a nessuno “Stavo lavorando dei dati... ehm... riservati” continuò senza esitare, ma solo dopo aver sostenuto gli sguardi dei presenti “Della KONAMI, progetto 00172... ma sembra che qualcosa non abbia funzionato correttamente”. “Tu sei l’hacker che ha provato ad entrarmi nel sistema!” l’aggredì Angela. Jin rispose tranquilla, anche se un po’ indispettita “Allora? E poi non sono affari tuoi”. “Certo che lo sono!”. Ad interrompere le due fu Devil “Smettetela, litigare non ci servirà a molto. Io credo di aver capito cosa ci è successo”. Gli altri smisero immediatamente di discutere e rivolsero lo sguardo verso Devil, attendendo che continuasse a parlare. “Stavamo tutti lavorando al pc, giusto? Probabilmente qualcosa è andato storto, forse i nostri dati sono stati compromessi, ma... Harrison lo guardò spazientito “Vuoi andare al punto o ci girerai attorno per ancora qualche ora?!”. “Calmati, lo stavo appunto dicendo... siamo stati trasformati in dati e mandati in rete”. Si guardarono l’un l’altro, un po’ intimoriti da quell’affermazione. La prima a proferir parola fu Jin “Perché allora qui è tutto bianco? Per quanto mi risulta, internet è pieno zeppo di cose di ogni tipo”. Harrison le rispose quasi subito “è semplice: siamo stati mandati in un “buco”. In poche parole, qui non c’è nulla”. “Forse se raggiungiamo la rete possiamo trovare un modo per uscirne” intervenne Angela. Devil Annuì “Si, stavo pensando la stessa cosa. Ma come ci arriviamo?”. Rispose sempre Angela “Hai detto che siamo dei dati, giusto? Bene. Ciò vuol dire che ogni nostra azione è formata a sua volta da dati” sorrise con aria soddisfatta “Lasciate fare a me!”.

Angela era accovacciata e stava dando le spalle agli altri. Muoveva le mani e le braccia come se stesse armeggiando con qualcosa, anche se in quello spazio c’era solo un infinito e deprimente bianco. Harrison ruppe la quiete per primo, mettendosi alla sinistra di Angela in modo da poter capire cosa stava facendo. “Ma cosa...!?” infatti aveva visto che le mani della ragazza avevano aperto un buco e vi si erano infilate. Ciò che lo faceva rimanere perplesso fu però che lei non aveva “qualcosa” su cui aprire il buco: l’aveva aperto e basta. Angela si alzò quindi in piedi e affermò soddisfatta “Finito! Ho creato un collegamento per la rete, ma c’è un problema”. “Cioè?” rispose Jin: se prima era intimorita dall’idea di essere rinchiusa nella rete, ora ne era quasi eccitata. “Io ho aperto il passaggio, ma qualcuno lo deve allargare. Ho solo provveduto a fare in modo che, se riusciamo a passare da lì, ci ritroviamo nel bel mezzo della rete”. “Faccio io!” disse Jin con prontezza. Angela si scostò da davanti al buco, grande poco meno di un pallone da calcio. Quindi la hacker si prese le dita tra le mani e le piegò in modo impressionante, ricavando un suono sordo per ogni dito. Jin si allontanò quindi di qualche metro dal bersaglio, lo studiò con attenzione per un paio di secondi e vi si scagliò sopra con una rapidità fuori dal comune, emettendo un urlo acutissimo. Quel “buco” adesso era almeno dieci volte più grande, quanto basta per farci passare qualcuno senza troppe difficoltà. Uno dopo l’altro vi entrarono e si guardarono attorno: videro milioni e milioni di schermate, edifici ed oggetti dei più vari, con miliardi di cavi di collegamento che partivano da punti precisi e si collegavano ogni altra cosa. Il tutto era sempre posto dentro il solito bianco, ma qui quasi non si vedeva.

“Grandioso!” esclamò eccitata Jin. Harrison invece non sembrava molto contento “Cosa?! Siamo rinchiusi nel bel mezzo di internet senza sapere se mai riusciremo a venirne fuori e tu sei divertita? Io le donne non le capirò mai...” finì, scuotendo il capo e posandosi una mani sui capelli. “Guardate” disse Devil, accennando uno dei punti dal quale uscivano i cavi di collegamento; ma in quello che aveva indicato i cavi sembravano più “pieni” che negli altri, come se fosse sovraffollato. “Quello deve essere Google”. Angela quindi alzò lo sguardo sull’edificio indicato da Devil, sopra del quale si poteva distinguere nettamente un cartellone sul quale si stagliava la scritta in caratteri gialli e azzurri “GOOGLE”. “Eh già, non ci sono proprio dubbi!” confermò la tester, girando il capo verso gli altri. Lei sorrise affascinata, Jin ridacchiava divertita, Devil si guardava attorno con aria soddisfatta e Harrison teneva il broncio e continuava a sbuffare, cupo in volto. “Ma è mai possibile che proprio voi non capiate?” sbraitò Harrison in faccia agli altri “Qui siamo esposti a TUTTO quello che c’è in rete!”. “Che cosa vuoi dire?” replicò Jin, offesa dal tono del ragazzo. Le rispose Devil, mentre si guardava attorno preoccupato “Sta parlando dei virus. Qualcuno ha qualche idea sul come salvarci la pelle?”. “Ho in mente una cosa” cominciò Angela, passando lo sguardo tra i presenti “Conosco qualcuno che potrebbe aiutarci!”.

Continua... ;-P

 

Allora, com’è? So che non sono il massimo a scrivere, ma questo non è proprio il mio genere, scusatemi!^^’’’’ Comunque ho deciso che il prossimo capitolo lo scriverà Darth Harion (ahahah!Come sono malvagia!). Lascio tutto nelle tue mani, poi starà a te passare la palla! ^__-

Ciao!!!

 

 

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Capitolo 2
*** Samuel il grande ***


-Adesso sputa il rospo: da chi ci stai conducendo

-Adesso sputa il rospo: da chi ci stai conducendo!- sbottò Harrison stufo della mancanza di chiarezza degli altri.

Angela sbuffò –Ma non sai fare niente di meglio che lamentarti?-

-Si: AGIRE!-

-Sto cercando di tirarci fuori da quest’impiccio: gradirei anche il tuo aiuto, se ne sei capace!-

-CERTO che ne sono capace!- urlò Harrison –Ho avuto per parecchio tempo delle grane coi virus, e so di cosa sono capaci quei diavoli! E visto che siamo dei dati, non sarà piacevole se su di noi verrà sovrascritta una parte di programma, corrotti, o semplicemente eliminati!-

Angela stette per rispondere a tono, ma Devil la interruppe –Non ha tutti i torti, qui siamo esposti. Se conosci qualcuno che veramente può aiutarci, bisogna sbrigarsi!-

Angela sembrò calmarsi, lo stesso non si potè dire di Harrison.

-Chi è questo?- chiese Devil

-Si chiama Samuel.- rispose Angela –Lavora come programmatore. è uno che sa come muoversi, potrebbe aprirci una backdorr.-

-Samuel?- chiese Jin non molto convinta –Non l’ho mai sentito nominare…-

-Io invece si.- tutti rimasero sorpresi nel sentire quell’affermazione da parte di Harrison

-L’ho conosciuto quasi per caso. Stavo chiedendo in un forum se qualcuno sapesse come liberarsi dai virus, lui mi ha insegnato le basi per combattere questa guerra. Il resto l’ho imparato sul campo.-

-Almeno siamo d’accordo sul farci aiutare da lui.- fu Angela

-Ma siete sicuri che possiamo fidarci di lui?- disse Jin –Io non lo farei…-

Harrison decise di essere più scortese del solito –Zitta hacker! Per quello che riguarda la fiducia, sei l’ultima persona alla quale mi rivolgerei in tutto il globo!-

-COSA!? Ma che ti ho fatto io!?-

-Non mi fido dei  sabotatori e degli spioni che siete voi! Se c’è una cosa che odio dopo i virus, siete voi hacker!-

Jin pensò bene di mollare uno schiaffone ad Harrison, per le offese ricevute. Harrison non restituì il favore.

Si limitò a squadrarla peggio di prima.

-Se non la smettete di litigare, vi faccio smettere io!- urlò Devil esasperato –Harrison! Abbiamo già abbastanza problemi, senza che ti metta a litigare con tutti i presenti! Dobbiamo mantenere la calma, tu invece ci fai sfiorare l’isteria!.-

Cosa che parve impossibile, Harrison si calmò –Allora andiamo da Samuel. Lui conoscerà un metodo per salvarci la pellaccia.-

Angela guidò rapidamente il gruppo alla casella postale samuelthegreat@Libero.it, sicura che avrebbe trovato li l’aiuto tanto sperato.

 

Una figura alta, ossuta, con in testa una massa di filo di ferro spinato arrugginito che ad uno sguardo distratto sarebbero sembrati capelli, con una stampella appoggiata negligentemente in un angolo, ed un piede ingessato posato ancor più negligentemente sulla scrivania.

“Samuel il Grande” un tanto geniale quanto eccentrico programmatore, stava finendo di scrivere un programma di difesa, quando il computer gli avvisò di una e-mail in arrivo.

Aprì la casella, e lo schermo si riempì di quattro figure, tutte pigiate tra loro, che una di esse si sveltì a spingere via le altre.

-SAMUEL! TI PREGO SALVACI!- urlò Harrison, che venne prontamente spinto via dallo schermo da Angela

-Samuel! Abbiamo bisogno di aiuto!- fu esagitata Angela

-Harrison? Angela? Che ci fate li dentro?- fu Samuel

-Voremmo saperlo.- furono in coro i quattro cercando di conquistarsi un minimo di spazio nello schermo –Siamo prigionieri della rete.-

-Adesso ragazzi, siate seri: cosa ci fate la dentro?-

-Siamo stati trasformati in dati e scaricati in rete!- urlò Harrison –Non ci credo neanche io che sono qui!-

-Guarda Harrison, se voi siete di dati, tu sei un esperto di computer-grafica!-

-Vuoi per caso una dimostrazione visiva?-

-Ma se non sai nemmeno usare paint!-

-Appunto!- così dicendo, Harrison torse la testa di 180°, mettendosi praticamente la fronte sul collo.

-La mamma lo dice sempre che devo mettere la testa a posto.-

Samuel restò talmente stupefatto che non riuscì a dire altro che:-Va bene, mi hai convinto…-

Devil rimase di sasso –Ma basta così poco per convincerlo?-

Harrison rispose –Samuel è uno dei pochi che sa quanto sia negato nei disegni elettronici.-

-Certo che devi essere proprio una schiappa se trova più facile la trasformazione di persone in dati che te bravo nella computer-grafica.- fece notare Jin

-Non sai quanto…- ammise Harrison

-Samuel, ci devi aiutare!- interruppe Angela –Devi aprirci una backdorr in un luogo sicuro aiutarci ad uscire di qui!-

-Luoghi sicuri? Più facile a dirsi che a farsi, ma forse c’è n’è uno che non è troppo pericoloso.-

-E qual è?- chiesero nuovamente in coro i quattro

La risposta agghiacciò e divertì allo stesso tempo tutti:-Il sito EFP…-

 

 

Nota di Darth Harion: Uff… finita. Mi scuso per l’immenso ritardo, ma ero in piena crisi in questo periodo.

Ora mi tocca passare la palla a Mr Vale, e che il potere della Forza sia con te, amico mio!

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Capitolo 3
*** Una nuova compagna di viaggio ***


EFP, il miglior sito di fanfic esistente in rete si stagliava davanti ai nostri “eroi”

Titolo: una nuova compagna di viaggio

Finalmente sono riuscito a scrivere questo capitolo, lo so che fremevate dall’impazienza e mi scuso per il “piccolo” ritardo. Prima di cominciare vorrei ringraziare Ysi che è entrata in questo progetto (ehehe ora sono cavoli tuoi!!!) Bene buona lettura!

 

EFP, il miglior sito di fanfic esistente in rete si stagliava davanti ai nostri “eroi”.
-Bene, e ora?- chiese Angela guardando quella enormità.
-E ora entriamo e cerchiamo la backdoor che Samuel dovrebbe averci aperto- Rispose Devil con apparente calma

-Beh allora che aspettiamo?- Fece Harion spazientito…

All’improvviso i quattro vennero sovrastati da un’ombra e dopo aver deglutito si voltarono lentamente. Un enorme essere mostruoso li sovrastava, sembrava un insetto troppo cresciuto, con sei zampe e due enormi pinze che si allungavano ai lati della bocca.

- S-secondo voi cos’è?- chiese Jin leggermente intimorita

- Saprei riconoscerli ovunque- esclamò Harion – è un VIRUS!!!

I nostri intrepidi (si come no) eroi cominciarono a fuggire da quel essere andando in quattro direzioni differenti ma sempre verso EFP, finendo così in punti differenti del sito.

Una specie di vortice inghiottì Devil che si vide circondato da mille colori
- E si che non ho fumato niente di strano- pensò fra se e se.
Alla fine del vortice il ragazzo si ritrovò in una stradina di una piccola città e guardandosi attorno notò un ragazzino che lo stava guardando con occhi straniti.

- C-come hai fatto a-a comparire dal n-nulla- chiese quello stupefatto e un po’ impaurito
- Beh ecco io…Io sono un alieno venuto da lontano e sono qui in missione segreta- Rispose Devil non sapendo cosa dire.

- Si e io sono babbo natale, inventatene una migliore amico- Fece quello con fare ironico.
- Va beh quante storie, prova tu a inventare qualcosa di meglio saputello; piuttosto- si fece serio – Sai dirmi dove siamo?

- Beh siamo a ……..- gli rispose quello.

-A?- Chiede ancora il ragazzo insistendo.

- Cos’è l’Amore?- Chiese improvvisamente il ragazzino ricevendo per tutta risposta una strana occhiata. Devil capì che era meglio chiedere a qualcun altro e così si avviò altrove lasciando quello strano ragazzino con una domanda in sospeso.

Continuando il suo cammino giunse ad una casetta di legno abbandonata in cima a una collinetta. Improvvisamente sentì uno strano rumore, tipo un urlo, provenire dal cielo e guardando in alto vide un puntino nero farsi sempre più grande e vicino; e più si avvicinava più si faceva nitida fino ad assumere la fisionomia di una persona. Devil si accorse troppo tardi della traiettoria che stava seguendo e venne colpito in pieno ruzzolando con quella fino ai piedi della collinetta. Dopo essersi ripreso dalla caduta guardò chi l’aveva colpito è notò una ragazza sui 16 anni coi capelli mori che le cadevano sulle spalle e gli occhi fra il verde e il marrone.
- E tu chi saresti?- Chiese Devil stupito.

 La ragazza dopo essersi ripresa dal volo lo squadrò un attimo – Ciao io sono Isa  e tu?- fece quella con un sorriso.
- Il mio nome è Devil…. Ma da dove arrivi?- Chiese il ragazzo incuriosito.
- Io…. Ma dove siamo? Io ricordo solo che stavo leggendo una fic e poi lo schermo è diventato tutto bianco e mi sono trovata a precipitare, il resto lo sai – Rispose quella.
- Una fic hai detto? Che fic era? – Fece Devil insistentemente.

- Mi pare s’intitolasse… “Cos’è l’amore?”… Era ambientata in un luogo simile a questo – disse Isa guardandosi attorno.

-Ora è tutto chiaro… per quanto ti sembri strano, siamo proprio dentro la fic che stavi leggendo, per qualche strana ragione siamo stati catapultati nella rete, vieni con me; ce ne sono altri nella nostra stessa situazione e ora stiamo cercando una backdoor che dovrebbe averci aperto un amico fuori di qui – Concluse il ragazzo

- Ok ho capito… mi sono addormentata leggendo la fic e ora sto sognando – Esclamò la ragazza; poi volse lo sguardo al cielo – Guarda ne sta arrivando un altro come me – Concluse indicando un puntino nel cielo.

Devil guardò nel punto indicato dalla ragazza poi ritornò sulla ragazza – Quello non è un’altra persona come te….Quello è il virus che mi ha attaccato prima!- Urlò per poi afferrare Isa per un braccio e cominciare a correre inseguiti da quel essere.

Dopo alcuni minuti di corsa sfrenata inseguiti dal virus i due ragazzi giunsero ad un porto.

- Presto su quel peschereccio!- Esclamò a fatica Devil rimasto ormai quasi senza fiato. Con foga salì sull’imbarcazione e si mise a cercare qualcosa in fretta e furia, - Trovato!- esclamò infine prendendo in mano un piccolo arpione, ma era già troppo tardi perché il Virus li aveva raggiunti e fluttuava sopra le loro teste; il colpo di pinza fu abbastanza potente da piegare in due la barca che affondò per metà, ma non abbastanza rapido da colpire i due ragazzi che si buttarono in mare per schivarlo. Risaliti in fretta sul molo notarono che il loro inseguitore era rimasto incastrato con le pinze nell’imbarcazione e da predatore era divenuto facile preda per l’arpione che lo trapassò da parte a parte facendolo svanire in un cumulo di dati che si dissolsero al vento.
- Beh niente male! – Si complimentò la ragazza che ricevette un semplice grazie come risposta.

All’orizzonte il sole stava ormai per calare e un ragazzino comparve davanti agli occhi dei due ragazzi, - Cos’è l’amore?- Chiese quello; Isa rimase un attimo dubbiosa – Non so… non avevo ancora finito di leggerla questa fic…- disse infine; - Vai su quella collinetta là in fondo ragazzino – la interruppe Devil indicando una piccola collina – Là troverai la tua risposta – Il ragazzino si diresse allora dove gli era stato detto e la ragazza guardo con uno strano sguardo il ragazzo – Hai per caso già letto questa fic?- chiese infine, - No, peggio….l’ho scritta io!- Rispose quello – E ora andiamocene!- concluse incamminandosi per chissà dove seguito dalla sua nuova compagna di viaggio.

 

Spero che vi sia piaciuto, lo so lo so non sono bravo come gli altri due ma ci provo comunque, ora passo la palla a Blak Raven. Buona fortuna!!!

 

Nota di S_Nity x Leo: caro Leo, siamo contenti che ti sia piaciuta questa fic. Se vuoi provare ad entrare mandami una mail con il profilo del tuo personaggio e poi vedremo, ok? Ciao!

 

P.S: Mr Vale, insomma, tu meno bravo di me?

Ciao!

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Capitolo 4
*** In internet tutto è possibile ***


Ed ecco che questa sadica esagitata si appresta a lasciare il segno su questa fic…in altre parole: la rovinerò definitivamente

Ed ecco che questa sadica esagitata si appresta a lasciare il segno su questa fic…in altre parole: la rovinerò definitivamente T_T

 

 

Cos…ma che…dove diavolo era?!

Di sicuro era all’interno di efp, non c’erano dubbi. Anzi, riconosceva vagamente lo scenario nella quale era incappata.

Era una città immersa nella neve, che scendeva fitta dal cielo. Un sacco di gente le passava accanto, urtandola di tanto in tanto.

 Continuando a chiedersi dove avesse già visto quello scenario, si incamminò alla ricerca di qualche punto di riferimento.

Stava iniziando a perdere la pazienza, a furia di gente che le pestava i piedi, quando delle urla attirarono la sua attenzione. Provenivano da un bar dall’altra parte della strada…che strano…perché aveva l’inquietante sensazione di conoscerlo?!

“Forse  è di una fanfiction che ho letto tempo fa…” pensò Jin mentre attraversava decisa la via, evitando le macchine per un soffio.

Una volta davanti al locale, aprì la porta, ed il campanello sopra di essa trillò allegramente. Oltre alla sfilza di vecchietti seduti ai tavoli, intenti a giocare a scacchi, notò subito qualcosa di strano…o meglio, era seduto al bancone!

Era un quartetto formato da due ragazze e due ragazzi, che discutevano animatamente sul fatto di un certo perizoma rosa metallizzato.

-Ehi…che cavolo, il perizoma rosa è una scena della mia fanfiction sui Tokio Hotel! Quindi…- si avvicinò di più al bancone, scrutando per bene i quattro, e per poco non si prese un infarto.

Erano loro! Sulla sinistra stavano chiaramente Alice e Laura, mentre poco distanti da lei c’erano…Bill e Tom Kaulitz dei Tokio Hotel!

Jin assunse i tipici sintomi della malattia più cogliona a questo mondo: occhi a forma di cuore e bava che colava dalla bocca.

Fortunatamente aveva un sedativo in tasca, per quando il suo cane a casa la prendeva d’assalto, perciò architettò un piano in meno di due secondi.

Si avvicinò zitta zitta a Bill, e gli toccò lievemente una spalla.

-Scusa, tu sei per caso Bill Kaulitz?- chiese con aria innocente, nascondendo tutto dietro alla schiena.

-Ehm…sì, mi conosci per caso?- rispose lui con un sorriso di quelli che bucano lo schermo.

-PERFETTO!- esclamò la ragazza, prendendo la mira in una frazione di secondo con il sedativo, e sparando il proiettile dritto addosso a Bill, che si accasciò sulla sedia, totalmente addormentato. –Bene, ed ora vediamo se riesco a craccare la password da qui per quel sito internet privato di accessori per Pokémon…- si concentrò un attimo, per poi pronunciare a voce alta delle lunghe cifre di numeri in varie lingue, senza sbagliare mai la pronuncia.

Pochi secondi dopo, nell’aria si udì come un rumore di vetri rotti, e davanti a Jin apparve un piccolo globo di luce, tutto formato da piccoli pixel luminescenti che a breve avrebbero assunto la forma dell’oggetto appena sottratto al sito internet di cui aveva appena distrutto le barriere protettive. Bastò poco perché tra le mani della ragazza ricadesse una piccola sfera bianca e rossa: una Poké- Ball.

-Ed ora mi sentirò una idiota per il resto della mia vita, ma…VAI, SFERA-POKÈ!- urlò lanciando l’oggetto contro al povero Bill, che ancora dormiva, e che venne risucchiato da una luce rossa.

Jin raccolse la piccola sfera, con un sorriso imbarazzato; si sentiva parecchio stupida nell’aver appena compiuto quel gesto tanto impossibile, ma nessuno si ricordava mai che nella rete internet tutto era possibile, compreso catturare il cantante di una band con una sfera poké, se si aveva la fantasia di pensare una cosa simile, e se si conoscevano le password giuste, cosa che un haker sapeva di sicuro.

Si voltò sul resto del locale, che la guardavano a dir poco sconcertati, e come non capirli!

-Ehm…bene, signori e signore, sappiate che tutto questo ve lo scorderete non appena sarò potuta uscire dalla rete, ed avrò cancellato l’episodio dal file word di questa fanfiction…ah, Alice- si voltò verso la ragazza – mi spiace, ma Bill viene con me, chiedo scusa. Ed ora…arrivederci a tutti!- detto questo, schizzò velocemente fuori dal bar, sentendosi gli urli di terrore delle persone.

Incredibile, tutto d’un tratto, con Bill Kaulitz nella tasca dei pantaloni, quell’avventura si faceva tutta molto più interessante. Il problema ora era…come uscire dalla fanfiction?!

-Vediamo…se io posso alterare le cose in questa sorta di mondo, in pratica sono come un mouse interno... quindi, vediamo un po’ se riesco a…-disse tra sé e sé, saltando sul piede destro, come se esso fosse stato il tasto di un mouse.

Incredibile ma vero, una colonna di opzioni si materializzò davanti a lei, e ancora mezza incredula, scelse con un dito la scritta che diceva “Esci da questo file”.

In pochi secondi, tutto il paesaggio intorno a lei si disintegrò in tanti piccoli pixel, che caddero nel vuoto sotto di lei. Ora si ritrovava proprio sopra alla homepage di EFP, a metà fra la categoria Anime/manga e Cartoni/fumetti americani.

-E adesso? C’È NESSUNOOOOOO?- urlò iniziando a camminare tra una sezione e l’altra, che formavano delle sorta di corridoi, alla ricerca disperata di qualcuno.

Chi avrebbe potuto trovare? Stava andando nella direzione giusta?

 

 

Ecco terminato il mio capitolo, scommetto che quando scriverò io vi strapperete i capelli dalla disperazione, eh? ^^ Sì, lo so, sono malata. Comunque, ora passo la palla ad Ysi, auguriiiiiii! XD Ed ora questa pazza se ne va! Ciauo a tuttiiii!

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Capitolo 5
*** when you wish upon a star..your dream came true ***


Hai trovato un baco su EFP, per questa non vedi il testo della storia.

Segnala il problema cliccando qui.
Si tratta di un form per violazioni del regolamento, ma copiate pure quanto scritto in grassetto nella casella.
La storia con indirizzo 'stories/S_/S_Nity/191096.txt' non e' visibile.

L'amministrazione provvedera' a fare il possibile per sistemare.
Grazie in anticipo per la preziosa collaborazione.

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Capitolo 6
*** Il ragazzo della giungla ***


Hai trovato un baco su EFP, per questa non vedi il testo della storia.

Segnala il problema cliccando qui.
Si tratta di un form per violazioni del regolamento, ma copiate pure quanto scritto in grassetto nella casella.
La storia con indirizzo 'stories/S_/S_Nity/196314.txt' non e' visibile.

L'amministrazione provvedera' a fare il possibile per sistemare.
Grazie in anticipo per la preziosa collaborazione.

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Capitolo 7
*** Fuori dalle...storie ***


La biondina era a terra; aprì gli occhi e li batté ripetutamente cercando di mettere a fuoco l’ambiente circostante, con scarsi risultati

La biondina era a terra; aprì gli occhi e li batté ripetutamente cercando di mettere a fuoco l’ambiente circostante, con scarsi risultati. Di certo non era aiutata dalla scarsissima luce presente. Con le mani tastò il terreno alla disperata ricerca degli occhiali. Le sue dita incontrarono vari ramoscelli prima di trovarli. Li pulì un po’ dalla terra e li indossò.

-Rotti…- Gemette esasperata quando si accorse che vi era una lunga crepa sulla lente sinistra. –Pace, dovrò arrangiarmi così-.

Si rimise in piedi e osservò meglio attorno: l’oscurità celava agli occhi la maggior parte di quel luogo, riusciva a vedere ben poco… quelle pietre levigate e dritte… erano forse…

-TOMBE???- Gridò a sé stessa, in preda ad un attacco di panico. Girò due volte su di sé, cercando di guardare in tutte le direzioni contemporaneamente. –Questo vuol dire che sono in un…-

-Cimitero?- Concluse per lei una figura nell’ombra. –No, tu non sei in un cimitero. Sei nel mio cimitero.-

La sagoma fece un passo avanti. Aveva il volto coperto e non lasciava intendere nulla di buono, ma la ragazza fu lo stesso rassicurata di una presenza umana in quel posto.

-Chi…chi sei?- Chiese provando a farsi coraggio.

-Io… io sono… il becchino!- Un ghigno affiorò alle sue labbra.

-Ma tutto questo io l’ho già visto… Bloody Hell? Possibile che sia davvero la fan fiction di Devil??- Una volta presa consapevolezza del fatto, prese la parola –Io sono Angela. Senti… becchino… ho bisogno del tuo aiuto per uscire da qui-

-Vieni- Disse lui con un cenno della testa e cominciando a camminare.

La ragazza corse per qualche metro e si affiancò a lui. I due proseguirono così, camminando in religioso silenzio l’uno affianco all’altra per un tempo indefinito. Fu Angela la prima a rompere quella quiete opprimente.

- Ma… tu sei consapevole di essere solo un insieme di dati che prende forma dalla fantasia dei lettori? Sai che tutto questo non è la realtà?

Il becchino scoppiò in una fragorosa risata e si girò a guardarla.

-Questa è la mia realtà. Io sono di questo mondo come tu sei di fuori e, per quanto mi riguarda, è solo la tua realtà ad essere vacua e priva di significato. Inoltre- continuò girando lo sguardo verso di lei –Per quel che vedo, anche tu ora sei come me! Solo un’accozzaglia di numeri senza un vero significato, no?

Il becchino si fermò.

Le ombre delle tombe disegnavano lunghe ombre sul terriccio scuro. L’aria era statica e pesante, odorava quasi di chiuso.

Improvvisamente, quasi senza che la ragazza se ne accorgesse, alzò la mano e gliela poggiò sulla guancia, in modo deciso eppure incredibilmente delicato.

-Credi che io non provi delle emozioni, dei sentimenti??- Le chiese lui. I suoi occhi erano colmi di lacrime, eppure non c’era pianto nella sua voce.

Il silenzio dominò di nuovo per qualche secondo.

-La tua mano è così…- C’era insicurezza nella voce della giovane.

-Calda?- Finì per lei la frase. –Ne dubitavi, vero?

Angela abbassò lo sguardo. Si sentiva così in colpa per quello che aveva detto. Non le era nemmeno venuto in mente che avrebbe potuto ferirlo parlandogli in questo modo, esattamente come ci si potrebbe rivolgere ad un automa.

-Io…- Sospirò e trovò finalmente il coraggio di guardarlo negli occhi –Mi spiace…-

Un sorriso amaro si fece spazio nel suo volto e scosse la testa, quasi più a se stesso che a lei. Le cinse le spalle con un braccio e ripresero a camminare. Le uniche due cose che scandivano il passare del tempo erano il ritmo dei loro passi e il battito dei loro cuori.

Dopo quasi un’ora le ombre erano scese ancora di più e Angela quasi non distingueva i lineamenti del ragazzo a fianco a lei. Perché in fondo di un ragazzo si doveva trattare… la voce sembrava ancora immatura sebbene fosse così alto. Ma poi… aveva età? In fondo era nato già…

-Siamo arrivati- La voce del becchino la riscosse dai propri pensieri.

La ragazza guardò davanti a sé: una lapide con una fossa scavata davanti… ma la fossa era vuota. Quasi ci cadde dentro quando fece un passo avanti. Sporgendosi, non riusciva a vedere il fondo.

Il becchino si avvicinò alla lapide e tirò fuori un accendino. Fece cenno all’altra di avvicinarsi. Click. Dieci centimetri di fiamma guizzarono all’improvviso e per un momento la ragazza si ritrasse, stringendo gli occhi che si erano ormai abituati all’oscurità. Due smeraldi nel buio. Questo pensò il becchino vedendo il riflettersi del fuoco negli occhi di lei.

Angela si avvicinò per leggere l’iscrizione sulla lapide, anche se non ne capiva lo scopo. Dopo qualche istante strabuzzò gli occhi e ricadde all’indietro. Era diventata bianca come un fantasma e cominciava a sudare freddo.

-CHE DIAVOLO DI SCHERZO è MAI QUESTO??- Urlò verso l’altro rialzandosi in piedi. –Perché sul quella lapide c’è inciso il mio nome? Ti sembro forse morta??-

Senza aspettare una risposta la ragazza raccolse un sasso da terra e lo lanciò nella fossa.

Attese.

Niente rumore, niente sasso che incontrava qualcosa su cui sbattere, niente fondo. Bella sorpresa, vero Angela?

-Devi saltarci dentro se vuoi uscire da qui-

-Dovevo immaginarmelo…- La ragazza guardò esasperata la fossa. Si preparò a saltare quando il becchino le posò una mano sulla spalla.

-Tu credi…- Cominciò lui - … credi che potrei mai essere amato? In fondo- Allargò le braccia e si guardò con un breve risolino isterico –In fondo hai ragione tu, sono solo un software… un verme… un verme che vive nel buio senza il coraggio di affrontare il mondo là fuori…-

Angela gli si avvicinò e fece scivolare giù il fazzoletto nero che gli copriva il viso. Lentamente si alzò in punta di piedi e posò le proprie labbra sulla guancia del ragazzo. Sì, ora poteva vedere benissimo che non poteva avere più di 18 anni.

-Sai…- disse lei –A volte anche i vermi meritano di essere amati…-

Saltò nella fossa.

Sapeva che non l’avrebbe rivisto mai più.

 

La caduta fu stranamente breve. Il tempo di caricare una pagina web pensò. Quando arrivò in fondo cadde sopra a quel degenerato che avrebbe riconosciuto ovunque, nonostante lo conoscesse da qualche ora: Harrison.

-Prima quel sasso e poi questa esaltata!!! Cos’altro mi dovrà capitare adesso??-

-Beh, le disgrazie non arrivano mai da sole- Disse Jin dietro di lui.

 

Scusate per il ritardo d’aggiornamento -_-‘ chiedo venia. Sono stata una settimana ferma perché non mi andava di scrivere le ultime due battute T-T non mi lincerete mica, vero??? In ogni caso adesso tocca al nostro amatissimo (seee) Darth Harion!

Ciao e commentate!! ^_-

 

 

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