Non potevo lasciarti

di himself
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Non un’altra volta, Rose ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

Rose soffoca un «Ti» nelle lacrime e cerca l’equilibrio delle parole. Prende un bel sospiro. Il Dottore la guarda, non smette di guardarla. Apre la bocca per dire qualcosa, ma all’inizio non riesce. Riprende fiato.
«Ti amo», e mostra un sorriso doloroso, nascosto dalle lacrime che le rigano il viso.
Il Dottore è lì, un mezzo sorriso. Oh, anche lui la ama. Continua a guardarla.
«Anche questo è vero», dice lui con la voce spezzata dalle lacrime non ancora versate. Trattiene il pianto.
Rose annuisce, e il suo volto spruzza una felicità mischiata con la tristezza e il dolore.
«E credo che..», continua il Dottore alzando le ciglia, forse per cercare di non piangere.
Rose sospira, cercando la calma, ma la calma non arriva. Solamente un’intensa paura. La paura dell’abbandono.
Un’ennesima lacrima le riga il viso.
«Se questa è l’ultima occasione che ho per dirlo..», continua il dottore in una bocca stanca. Stanca di sorridere in modo falso, quella bocca, quelle labbra, vorrebbero solamente contorcersi verso il basso. E quegli occhi, oh. Quegli occhi! Vorrebbero solamente bruciare di meno e piangere.
Il vento sposta i capelli di Rose, ma continuano a guardarsi. Lei non da peso al capello che le si è accostato alle labbra.
Continuano a guardarsi, sfidando ogni legge del vortice spazio-temporale.
Il Dottore poi trova il coraggio. E parla.
«Rose Tyler..».
Rose scoppia in lacrime, i capelli e le lacrime le rigano il viso. Non c’è più speranza, ormai. Stringe gli occhi per cercare di non piangere, ma alla fine scoppia e soffoca in un pianto doloroso. Si copre gli occhi con la mano, e la morbidezza di quel pullover viola le asciuga, almeno un po’, le lacrime.
Abbassa il viso e piega la schiena, distrutta. Continua a piangere. Non un pianto rumoroso. Un pianto con pochi gemiti, un pianto doloroso, veramente doloroso.
Il Dottore non c’è più, è andato. Il tempo era terminato. E Rose non saprà mai se quel ‘Rose Tyler’ era un ‘Ti amo’, ma lo spera così tanto!
Porta le mani tra i capelli, cercando di trovare tranquillità, ma niente. Si volta verso Jackie, Pete e Mickey. La madre le corre incontro, così come Rose, e si abbracciano.
«Mamma..» singhiozza.
«Oh, figlia mia!».
Rose affonda il viso nell’incavo della spalla della madre, mentre il vento scompiglia loro i capelli.
«Dottore», urla disperata.
«Dottore, non» continua, ma le parole le si spezzano sulle labbra, le pronuncia, allora le pronuncia col fiato, senza parlare, «puoi lasciarmi».
Le lacrime continuano a rigarle il viso, un pianto disperato. Si accovaccia e si dimena tra le braccia della mamma e nella sabbia.
«Su, figlia mia, su», la mamma l’accarezza.
«Dottore», sospira nel pianto, è più calma adesso. Guarda lontano, nel vuoto.
«Oh, figlia mia» dice Jackie in tono premuroso, “il Dottore è andato..” continua rammaricata.
Il vento è forte, Rose è in piedi e cammina verso la terra che dista pochi metri dal mare. A causa del vento le è quasi impossibile sentire né la madre né Mickey. Ma sente qualcosa, un suono familiare a tutti.
«È il suono» dice Mickey avvicinandosi a Jackie. Pete lo segue a ruota.
«Quel suono» ripete, a bocca spalancata.
«È impossibile» dicono Pete, Jackie e Mickey all’unisono.
«È il TARDIS» sussurra Rose in un sorriso.
Una cabina alta, blu, compare sulla sabbia, a pochi centimetri dall’erba.
«Dottore!»
Rose corre verso la cabina, ma si ferma a metà strada. Una figura alta e slanciata esce dalla porta sinistra del TARDIS.
«Sto cercando Rose Tyler», dice in tono sarcastico.
È lui. Il Dottore. È di nuovo lì, da lei.
«Oh, Dottore» sospira e, correndo verso di lui gli lancia le braccia al collo.
Lui la prende in braccio, e la fa girare.
«Dimmi che sei vero» gli sussurra all’orecchio una volta che la mette giù, ma continuando ad abbracciarsi l’un l’altro.
Il Dottore ha le lacrime agli occhi. Gli bruciano, ma stavolta non le nasconde.
«Non potevo lasciarti, non potevo stare senza di te, Rose».



Spazio Autore:
Spero che il primo capitolo di questi 'episodi-fanfiction' vi sia piaciuto, che sia stato alla vostra altezza in qualche modo.
By the way, recensite e fatemi sapere se devo continuare!
- himself

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Capitolo 2
*** Non un’altra volta, Rose ***


A/N: Mi dispiace tantissimo, ma per questo giovedì non posterò il capitolo per miei problemi, vedrò di rifarmi giovedì prossimo con un capitolo più lungo!

 
01 - Non un'altra volta, Rose
“È.. per caso, sai, arrivato Natale?” chiede Rose in aria misteriosa accennando con un sorriso il pacco regalo che aveva in mano il Dottore.
“Più o meno”, le risponde. Entrambi si sorridono a vicenda.
“Dottore.. è passato un giorno, da quando sei qui e n-”
“Non ora, Rose.. però dimmi: dov’è tua mamma?” chiede il Dottore interrompendola.
“È al..” si interrompe un attimo, chiude gli occhi per ricordare, “è al negozio della cugina dell’imp-” di nuovo: interrotta.
“Rose..”, la ferma. Le accarezza una spalla e le chiede: “Cosa succede?”, poi poggia il pacco regalo sul tavolo del nuovo appartamento di Jackie – ma vecchio per Pete.
Rose abbassa il viso, ma il Dottore lo alza con due dita.
“Rose” sussurra in tono premuroso. “Io sono qui” le dice.
“È questo..” inizia. “È proprio questo, Dottore. Come ci sei arrivato? Cosa è successo?” si ferma per un attimo e lo guarda negli occhi. “Cosa mi stavi dicendo?” sussurra, per poi riabbassare il viso.
Il Dottore l’abbraccia, senza dire parola.
“Rose.. c’è un tempo per raccontare tutto” – “Te lo prometto”.
“Ma.. torneremo a casa?” chiede con angoscia, ancora tra le braccia del Dottore. Della persona che ama.
“Oh, perché? Qui è fantastico! Insomma..” dice mentre gira per la cucina. “Un mondo parallelo, delle persone parallele, una vita parallela. Cioè, guarda fuori! Ci so-”
“Dottore”, lo riprende Rose in tono calmo. “Dimmi la verità” – “Solo la verità”, si avvicina a lui.
“Rose, ti porterò dovunque tu voglia andare. Non voglio più perderti, nemmeno per un secondo”, si avvicina al suo viso. “Credimi”.
“Dottore..” sussurra Rose.
Lui l’abbraccia, e lei scoppia in lacrime. Un pianto fatto d’angoscia e paura.
La paura del domani, la paura del futuro. La paura di perdere qualcuno. La paura di perdere lui, il suo Dottore.
 
“Ehi ragazzi! Sono tornata, oh ciao Cassandra” saluta Jackie entrando dalla porta. Rose si gira verso l’entrata.
“Mamma”, dice, e le da un bacio sulla guancia.
“Oh, Dottore.. cos’è quel muso lungo? Andiamo! Sei con noi, ora. Non sei contento?” chiede Jackie in un sorriso.
Al Dottore spunta subito un sorriso che va da un orecchio all’altro, e prende il regalo che aveva lasciato pochi minuti fa sul tavolo da pranzo. “Jackie!” sussulta. “Questo”, si avvicina, “è per te!”, dice porgendole il pacco.
“Non dovevi disturbarti, Dottore.. oh, grazie!” sorride. Poi chiede: “Cos’è?”
“Oh, è una scolapasta.. non sapevo cosa prenderti, ieri, quindi ho optato per questa scodella coi buchi. Strano il mondo parallelo!” dice inarcando un sopracciglio.
“Guarda che esistono anche nel nostro mondo”, dice Rose ridendo, seguita dalla risata del Dottore.
Ma entrambe le risate si fermano insieme. Mondo nostro, aveva detto Rose. Sembrava strano. Quel mondo, poi, non era tanto diverso. Non era diverso dalla Terra originale. Anzi, sembrava una Terra 0.2, era tutto perfettamente uguale – se non fosse stato per la presenza di Pete –. Entrambi si guardano in disagio. Poi Rose abbozza un sorriso.
“Bel nome Cassandra per un cane! Non potevate chiamarlo Luna? (Jackie fa una smorfia con la faccia).. oppure Sheila?” propone, ma sa che non ci sono speranze per quei nomi, quindi ride.
“Oppure.. Raxacoricofallaptorius!” dice Rose tutta d’un fiato.
Tutti e tre ridono all’unisono.
“Oh, un giorno imparerò a dirlo anche io” dice Jackie posando la spesa in frigo e nella dispensa.
Il Dottore e Rose si scambiano un’occhiata.
“Allora..” incalza Rose, “vuoi vedere la mia camera? Cioè, intendo.. stanotte hai dormito sul divano, e non hai ancora visto niente della mia camera..” azzarda.
“Certo” risponde. “Certo, andiamo”.
 
“Quindi questa è la tua camera” – “La tua camera tutta rosa”, dice in tono disgustato.
“Ehi, non prendere in giro il rosa” ribatte Rose da comandante.
“Oh, no Signore. Scusate la mia arroganza, e la mia ignoranza verso il rosa, Rose” dice serio – si fa per dire – poi riprende: “Signora! Signora Rose”. Entrambi ridono, e il Dottore si mette a curiosare in giro, mentre Rose sta semplicemente appoggiata alla porta con le mani nelle tasche dei jeans.
“Ho avuto paura” dice Rose.
Il Dottore si gira di scatto, guardandola fissa negli occhi.
“Paura di perderti”.
“Si, anche io, Rose..” gli risponde il Dottore.
Lui si avvicina alla porta.
“Dottore.. i-io voglio che dimentichi quello che ti ho detto, quello che ti ho detto ieri” dice Rose impaurita.
“Non posso, ma soprattutto non voglio” dice avvicinandosi ancora di più a Rose, fino a sfiorarle il viso con il suo “dimenticare”.
Rose abbassa il viso.
“Perché ti nascondi da me?” le chiede premuroso. “Hai un viso bellissimo Rose, un sorriso bellissimo. Non nasconderti, almeno non da me”, continua. Poi aggiunge: “Rose, io t-”
“Cos’hai provato?” domanda Rose interrompendolo – forse non voleva ancora sapere la verità. “Cos’hai provato quando sono.. tecnicamente, morta?”, alza il viso per guardarlo e sorride.
Il Dottore ritira le labbra, per poi dire: “Vuoto, vuoto assoluto. E amore, e ho provato odio. Tristezza, rabbia, furia!” le risponde.
“Oh, Dottore” sospira Rose e lo abbraccia. “Non avrei dovuto lasciare quella leva” dice nel suo collo.
“Non avrei dovuto lasciartelo fare. Dio solo sa quanto ho amato Pete in quel momento” sorride nei suoi capelli.
“Cosa succederà.. adesso?” chiede Rose. “Sarà tutto come prima? Passeremo la nostra vita nel TARDIS cercando guai da risolvere, alieni da uccidere o liberare, demoni da combattere?”
“Solo se vuoi che accada, Rose” le risponde premurosamente.
“Dottore, questa è la tua vita” si stacca.
“Oh, certo. Io continuerò a viaggiare. Magari mi sono sbagliato e c’è qualche Signore del Tempo in giro per galassie e mondi, chissà. Ma io tornerò sempre da te, se tu non vuoi rimanere nel TARDIS. E sappi che,” le prende le mani per rassicurarla “che se tu vuoi rimanere con me nel TARDIS, allora verremo a far visita ai tuoi genitori ogni volta che tu vuoi..”, dice insicuro.
“Ma?” chiede Rose, captando la sua paura.
“Non voglio mettere a rischio la tua vita. Non un’altra volta, Rose” la guarda negli occhi.
“Dottore.. io so badare a me stessa, sapevo a cosa andavo incontro..” risponde Rose.
“Rose.. non voglio far preoccupare i tuoi genitori, o Mickey, o Bel-Nome-Cassandra” dice ridendo sull’ultima parte della frase. Ride anche Rose. “Mi piace il tuo sorriso”, le dice. Sembra quasi vulnerabile alla sua presenza.
“Quindi.. se non mi porterai con te nel TARDIS” dice, “non lo vedrai per molto.. e so che ti mancherà, mio caro Dottore” conclude.
“Oh, tu si che sai com-”
 
“Dottore!” urla Jackie dalla cucina.
Rose e il Dottore corrono per le scale e si precipitano in cucina.
Jackie è in piedi, con le mani tremanti.
“Pete, Pete!” urla.
“Papà!”
Pete è steso a terra, senza segno di vita.
“Rose qual è il numero dell’ambulanza?” chiede il Dottore nel panico, con il telefono di casa in mano.
“Qui abbiamo il teletrasporto, portiamolo in salotto!” risponde.
Rose e il Dottore lo prendono per le spalle e i piedi, si posizionano, insieme a Jackie, nel teletrasporto e Rose preme i numeri 943 per l’ospedale più vicino.
 
 
“Il dottore.. cioè il medico di tuo padre, non il Dottore Dottore” dice Jackie un po’ confusa.
“Mamma.. che dice il dottore-medico?” chiede Rose alzandosi dalla sedia d’attesa.
“Sta bene, è stato solamente un infarto, ma sta bene adesso. Si riprenderà, dovranno soltanto tenerlo in osservazione per questa notte”
“Mamma.. un infarto?” si porta le mani alla bocca, dallo stupore e dal dolore che provoca quella innocua parola. Innocua all’apparenza.
“Si, figlia mia.. ma non vuol dire che ne avrà altri! Non preoccuparti per tuo padre, lui starà, sta già bene!” si convince Jackie, perché lei sa qualcosa che Rose non sa, e non vuole dirglielo nemmeno per scherzo.
Rose l’abbraccia e si sorridono l’un l’altra.
“A proposito.. dov’è il Dottore?” chiede Jackie.
“È andato al TARDIS, c’era qualcosa che non andava con il cacciavite sonico, continuava a fischiettare e lampeggiare.. non so, quella roba lì” risponde.
“Beh, senti, Rose.. puoi andare da lui, rimango io con tuo padre, stanotte, non preoccuparti. È solo per una notte, alla fine. Tu vai pure dal tuo Dottore” le dice, e le sorride. Un sorriso gentile, un consiglio da mamma, da amica.
“Grazie mamma” e se ne va baciandola in guancia.
 
“Dottore! Dottore, apri!” urla Rose al TARDIS.
La porta si apre, il Dottore è preoccupato.
“Rose, vattene a casa. Il TARDIS sta avendo dei problemi” e ritorna indietro a spingere pulsanti e tirare leve.
“Cos’ha?” chiede entrando e chiudendosi la porta alle spalle.
“Non lo so..” dice. “Davvero Rose, vai a casa!”
“Non ti lascio da solo, Dottore” gli dice. Si guardano per un momento, un istante.
Poi il TARDIS conduce il suo stesso ballo e scompare nell’universo.
“Tieniti forte!” urla il Dottore, ma Rose sa già, ormai, come fare.
Il volo dura una manciata di secondi, l’impatto non è forte.
“Tutto okay?” chiede il Dottore preoccupato.
“Tutto okay. Scopriamo dove siamo..” dice Rose.
“E non mi chiedi nemmeno se sto bene?” dice schizzinoso, ma in tono simpatico, da caricatura.
“Come stai?” sospira sarcasticamente.
“Oh, che bella compagna di viaggio che ho!”
Rose gli fa la linguaccia.
“Forza, usciamo”, dice mettendole una mano attorno alla spalla.
 
Usciti, il luogo sembra familiare, ci sono già stati prima. Tira vento, e ai piedi di Rose capita un foglio informativo.
Entrambi rimangono scioccati dalla notizia e dal luogo, e data, in cui si trovano.
 
Continua…
 
Spazio Autore:
Ho fatto un errore gravissimo l'altra volta: non ho specificato che quello era il prologo, ma ho cambiato titolo e tutto, adesso!
Allora, ho visto che la storia su per giù è piaciuta, e qualcuno mi ha fatto delle domande, a cui ora risponderò:
“I capitoli saranno tutti della stessa lunghezza?” — Rispetto al precedente, assolutamente NO! Come ho specificato prima, avevo scordato di dire che era il prologo.
“Mi raccomando, aggiorna presto, okay?” — Altro punto che avevo scordato di aggiungere nel precedente Spazio Autore: sì, aggiornerò tipo ogni giovedì - iniziando da oggi! -.
“Come ha fatto il Dottore a tornare da lei? E come si evolverà la storia tra i due?” — Okay, queste due domande sono le mie domande preferite, ma mi dispiace doverti dire che in questo capitolo non ho svelato niente, da come avrai visto, ma forse dal prossimo capitolo si inizierà a intuire qualcosa (se non hai intuito niente da questo). Riguardo la storyline Ten/Rose, non so come si evolverà. Certo, è chiaro che Rose ama il Dottore. Ed è chiaro anche che il Dottore ama Rose.. o forse no?

A giovedì!

 

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