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di Piccola Alex
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Traffico in Corso Buenos Aires ***
Capitolo 2: *** Casa nuova, vita nuova! ***



Capitolo 1
*** Traffico in Corso Buenos Aires ***


CASA NOSTRA

Traffico in Corso Buenos Aires

Cosa accadrebbe se, compiuti vent’anni, avendo vinto un consistente premio ad un concorso, vi ritrovaste a convivere in due monolocali uniti su due piani con i vostri due amici più intimi? Forse azzardereste un "Che figata!"… eh sì… proprio come pensarono questi tre ragazzi prima di arrivare nell’appartamento e cominciare una nuova avventura, colma d’imprevisti divertenti, pericolosi e …insoliti.

… tu chiami e poi,

noi tutti ubbidiamo…

E tra chi nomina il tuo nome invano

Ci sono anch’io…Milano, Milano!

14 Settembre 2005. Milano, Corso Buenos Aires. Ore 15:50.

La Uno rossa, in coda per il traffico milanese, era colma di bagagli…un’ora di attesa per percorrere 50 m in centro città non era riuscita a scoraggiare il buon umore dei tre ventenni nel veicolo.

L’aria condizionata era al massimo, necessaria per sopravvivere all’insopportabile afa.

Il volume dello stereo dell’auto era accettabile…

Alla guida vi era Camilla… composta, mani sul volante, sudata per il caldo estivo…

I suoi lisci capelli castani erano legati sulla nuca in una codina non troppo lunga, occhi nocciola esploravano vetrine di costosi negozi … un bel sorriso sognante dichiarava "Ehy, che belle scarpe…ma a che prezzo!"

A fianco ad ella, Micol stava a gambe incrociate sul sedile, imprigionata dalla cintura di sicurezza, il braccio destro appoggiato sulla sporgenza del finestrino chiuso e la mano sinistra gesticolante che accompagnava il suo insistente cantare sulle note della canzone diffusa dallo stereo.

Nel tuo veleno che noi respiriamo …

ci sono anch’io…

Milano, Milano!

 

Occhi neri ed emozionati guardavano Milano attraverso il finestrino… mentre rossi capelli spettinati ricadevano sulle guance, ribellandosi al fermaglio arrangiato nella fretta di partire.

-Nel tuo veleno che noi respiiiriaamooo… ci sono anch’io! Milano, Milaaanoo!_-

-Dai cambiamo canzone!! Non ne posso più!!- Esclamò Luca spazientito.

Luca. Alto e abbastanza robusto. Era al centro dei sedili posteriori, con la testa appoggiata tra quelli davanti e l’espressione supplicante. Biondi capelli a caschetto strusciavano sul sedile di Micol e occhi color grano fissavano lo stereo.

Senza attendere una risposta, allungò una mano verso lo stereo e rapidamente schiacciò un pulsante. Una nuova voce esplose all’interno dell’auto.

Are you gonna be my girl!

 

-Yeah! La mia preferita!!!!- Gridò entusiasta la rossa.

-Eh… so scegliere bene, io!- Aggiunse Luca… e di conseguenza, Micol inarcò un sopracciglio ripensando a COME era stata scelta quella canzone dal suo amico… schiacciando un pulsante a caso.

-Micol non gridareeee!!!- disse Camilla, rimproverando l’amica.

-Ops..-

-Ma quanto cazzo manca??!!-

-Non chiederlo a me, con questo traffico…-

-Ehy, Luke, non ti scaldare… abbiamo già la temperatura sufficientemente rovente, o sbaglio?-

-Dai… raga! Stiamo per rendere ufficialmente nostra una casa! Uno spazio tutto nostro!!-

-Sì, ci si potrebbe fare un film: "Le due sciure* e il pervertito"- (*dal milanese)

-Pervertito io??!! No… solo un po’ maniaco…- commentò il ragazzo facendo la linguaccia a Micol.

Finalmente l’auto imboccò una via laterale, meno trafficata, che permise al veicolo di accelerare.

-Manca poco… e per fortuna! Il caldo ci sta squagliando…- commentò Micol.

Finalmente trovarono uno stretto viale circondato da palazzi abitati.

Dal finestrino si scorgevano balconi affacciati, completi di panni stesi ad asciugare, bandiere pacifiste qua e là, vasi senza fiori, finestre a vetri complete di imposte blu, chiuse o aperte…. Mura grigie.

Finalmente l’auto rallentò… ritrovandosi in una via molto stretta e corta, oscurata dall’ombra dei palazzi.

Una lunga fila di automobili sostava affiancando il marciapiede asfaltato e ricoperto in gran parte da mozziconi e pezzi di carta.

Fortunatamente, Camilla avvistò un posto libero per parcheggiare non troppo distante dall’imponente portone verde scuro.

-Si scende!- Esclamò la mora.

Le due portiere si spalancarono, permettendo a due ragazze di eguale statura di scendere dall’auto (cogliendo l’occasione per stiracchiarsi).

-Ragazze…. Aiuto!! Help me!- rise Luca, intrappolato nei sedili posteriori, tra valigie colme e zaini incastrati tra loro.

-Che facciamo? Lo lasciamo lì e scappiamo?-

-Micol ti ammazzo…-

-Non ti agitare, Luca! Guarda che poi cade tutt…- non fece in tempo a finire la frase che Camilla, spostando il sedile si ritrovò sui piedi un pesante borsone nero, con la lampo semiaperta, dal quale scivolarono fuori un paio di boxer.

Impossibile descrivere l’espressione della ragazza, che rimase immobile, squadrando Luca e scandendo chiaramente le parole –La prossima volta stai fermo…ok?-

-Ops…- Luca, ridendo, mise a posto i suoi effetti personali e chiuse la borsa.

Le due ragazze estrassero dall’auto alcuni bagagli, liberando l’amico.

I tre avevano con sé solo lo stretto necessario per i primi giorni di convivenza, il resto, lo avrebbero recuperato dalle rispettive famiglie in un secondo momento.

Si caricarono il più possibile di bagagli, svuotando l’auto …per poi chiuderla.

Si avvicinarono al portone, esausti per il caldo.

-Micol….. le chiavi…-

-Le chiavi…-

-Già… le chiavi… le chiavi… LE CHIAVI?!?!!!!…….ops….-

Grazie al caldo, la voglia di Luca e di Camilla di strozzare Micol, svanì dopo qualche istante.

-Ma dai! Scherzavo!! Le ho qui…da qualche parte…aspettate…-

L’espressione sempre più accigliata dei due attendenti non sembrava rassicurante… e presto si trasformò in un’occhiata gelida verso la rossa intenta a cercare nelle infinite tasche del suo zaino…

-Ta-daaaa!- gridò trionfante la ragazza estraendo un mazzo di chiavi completo di scoby doo, da una tasca interna.

Entrarono nel silenzioso atrio dalle pareti biancastre, dove l’oggetto più interessante notabile fu un foglio di carta quadrettata appeso sulla porta dell’ascensore con un’evidente scritta: "GUASTO".

Salirono le scale… apparentemente infinite.

Al primo pianerottolo, un gatto nero osservava silenzioso e quieto i tre nuovi inquilini salire verso il secondo piano;

al secondo pianerottolo, una pianta grassa minacciò loro il passaggio;

al terzo un’anziana signora in vestaglia e bigodini era intenta a passare lo straccio bagnato (e si arrabbiò molto a vedere come il suo lavoro veniva distrutto dal passaggio dei nostri tre protagonisti);

al seguente un bel ragazzo palestrato sui ventidue anni, dai capelli bruni e gli occhi chiari (che indossava solo un paio di jeans) era appoggiato al muro con un cellulare in mano. Accennò un "ciao" accompagnato ad un sorriso diretto alle due ragazze.

Arrivarono al quinto. L’unico piano differente dagli altri: buio, polveroso… vi era un portone soltanto, ma non marrone come gli altri appena visti, bensì grigio metallizzato.

-Ma…non era così..-

-Ma il palazzo è quello giusto?-

-Certo!-

-E il piano?-

-…-

-…-

-…-

-Che scemi, questa è la soffitta!!- commentò esausto Luca.

Scesero le scale fino a ritrovarsi di nuovo al quarto piano. Il ragazzo in jeans non si trovava più sul pianerottolo, ma la porta di casa sua, dalla quale proveniva il suono di una radio, era socchiusa.

Il portone di fronte, l’unico senza zerbino in tutto il palazzo, si presentava identico agli altri, ma dalla vernice della maniglia meno consumata.

Micol teneva in mano le chiavi.

-Posso… posso avere questo onore?- chiese quasi timidamente.

Luca e Camilla si scambiarono un’occhiata in segno di approvazione ed annuirono.

Le chiavi penetrarono nella serratura.

 

 

 

 

 

-----------------------------------------Wow! Ho concluso un capitolo! Anzi… ho lasciato in sospeso una situazione! Mi farebbe immensamente piacere sapere un parere sincero dai lettori…per favore! Vi ispira? Volete ipotizzare come continuerà? Recensite! Grazie, un salutone!

Piccola Alex

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Casa nuova, vita nuova! ***


Lentamente, la porta d’ingresso venne aperta

Casa nuova, vita nuova

 

Lentamente, la porta d’ingresso venne aperta.

Tre visi curiosi guardarono sorridendo la prima stanza accessibile.

Un pavimento ricoperto di polvere ed intonaco bianco scrostato dalle pareti.

Muri color bianco sporco… disordine. Una stanza completamente spoglia, vuota.

Solo una porta-finestra a vetri, con la tapparella abbassata per metà, in un angolo della stanza, illuminava di luce fioca la sala d’ingresso.

Davanti a loro, infondo alla stanza, una porta in legno verniciato e maniglia lucidata conduceva al cucinotto collocato dietro alla sala, nel quale si trovava un’altra porta-finestra che collegava, per via di un balconcino, la sala d’ingresso.

-Io apro la finestra …- annunciò prontamente Camilla, raggiungendola, dopo aver appoggiato le valige in un angolo.

Luca avanzò in direzione del corridoio, carico di valige.

Micol si chiuse la porta alle spalle per poi seguire Luca.

Il rumore della tapparella, che veniva ritirata e lasciando entrare la luce del giorno, irruppe per qualche secondo nel silenzioso appartamento, seguita dal rombo di una moto passante per la via e la sirena di un’ambulanza chissà quanto distante.

Camilla, con le mani ai fianchi, osservò poi la sala d’ingresso sbuffando…e pensando a quanto lavoro avrebbero dovuto ancora fare prima di rendere completa la loro nuova casa.

-Per fortuna che manca solo questa sala, da verniciare…-commentò tra sé e sé.

Intanto, Luca raggiunse la sua stanza.

Aprì la porta, ritrovandosi davanti ad una camera con finestra, sufficientemente larga per ottenere un buono spazio proprio.

Il letto si trovava alla sua destra, proprio dietro la porta.

Sulla branda era appoggiato solo un materasso.

-Aaah! Casa nuova, vita nuova!….che figata…!- esclamò entusiasta.

A differenza della sala d’ingresso, le pareti, come nel resto dell’appartamento, erano ben verniciate di bianco pulito e il parquet era sistemato e appena lavato.

Sotto la finestra, vi era una bella scrivania affiancata ad un grande armadio.

Il biondino raggiunse in fretta la cassettiera, cercando di individuare nuovi possibili nascondigli…(ehm…coscienza pulita…eh, Luca?…*commento dell’autrice*)

Micol salì la scala a chiocciola nera metallica, raggiungendo quella che era la soffitta, tramutata da loro in un secondo piano abitabile, dove sarebbero state collocate le camere delle ragazze.

Il secondo piano, era piuttosto piccolo (essendo un’ex soffitta…) e comprendeva due stanze accessibili dal breve corridoio che terminava con una porta chiusa e mimetizzata con la parete che i tre ragazzi avevano incontrato per errore cercando il giusto piano, prima di entrare nell’appartamento.

Le camere delle ragazze erano molto simili a quella di Luca…

Spettava ai tre personalizzare le proprie stanze.

Trasportarono ciascuno le proprie valige nelle rispettive stanze, per poi ritrovarsi in sala d’ingresso.

-Uff…. raga…qui c’è troppo casino, è meglio se lo arrangiamo un po’… domani arrivano i mobili…- disse Camilla incrociando le braccia e cercando nello sguardo dei due amici un segno d’approvazione.

Con aria leggermente svogliata i due annuirono.

-Arg! Mi stavo dimenticando… l’auto è in sosta vietata!! Torno subito!-

-Vai, corri, Camy!!-

La ragazza uscì in fretta dall’appartamento, chiudendosi la porta alle spalle.

Luca osservò la scena… e quando si voltò, trovò Micol con due scope in mano, una delle quali stava porgendo all’amico.

-Eh….al lavoro…-

 

 

 

 

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