Vuoi scommettere??

di ciarychan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La fortuna non è dalla mia ***
Capitolo 2: *** Maledetto Inu-coso! ***
Capitolo 3: *** Luna Park Moon ***



Capitolo 1
*** La fortuna non è dalla mia ***


-no, kagome non sbattere il cancellino sulla finestra ti potrebbe…-non finì la frase che il cancellino scivolò dalle mie mani e cadde per terra. -oh, merda!- dissi, affacciandomi e assicurandomi che non passasse nessuno di li. La fortuna non era con me. Era da quella mattina che mi capitavano cose strane; per esempio ero arrivata in ritardo a scuola e il prof non mi aveva fatto la solita romanzina lunga tutta l’ora, e a mensa ero riuscita a prendere le mie adorate cotolette con le patatine fritte. I miei occhi guardarono in basso cercando di capire che avevo beccato. Un giovane dalla criniera argentata alzò lo sguardo verso di me. Se non fosse stato per il dolore non se ne sarebbe neanche accorto. -ehi, tu! Scendi subito qui- sbraitò, lanciandomi il cancellino, ma non arrivando fino al terso piano ricadde su chi l’aveva lanciato. La faccia del giovane divenne bianca. “sembra che gli hanno dato del borotalco o della cipria” pensai sghignazzando e scendendo. Quando arrivai al piano terra cercai di assumere una faccia da cagnolino bastonato, così mi avrebbe perdonato in fretta e non se la sarebbe presa. Ma come ho già detto prima la fortuna oggi non era con me. -ehi tu! Si può sapere perché vai a lanciare cancellini dal terzo piano?- mi aggredì, sventolandomi davanti agli occhi il cancellino. Ok, adesso i miei occhi da gatto di shrek erano spariti, lasciando il posto ad una faccia da orco arrabbiata. -scusami! Sai com’è non so resistere, lancio cancellini alla gente a me antipatica- lo fulminai con lo sguardo facendolo smettere di guardarmi in cagnesco. Gli presi il cancellino dalle mani e mi voltai diretta sulle scale. Proprio mentre stavo facendo il primo scalino le mie orecchie udirono qualcosa a cui non seppi trattenermi. -ma guarda un po’, chi mi doveva capitare…una prugna secca- disse con tono tanto basso che fu dura per le mie orecchiette udirlo ma lo il fatto stà in questo: era tanto basso ma le mie orecchie lo udirono lo stesso. Mi voltai, guardando la sua figura maschile dirigersi verso il cancello della scuola. Un in tormentabile rabbia mi nacque dentro, non riuscendo a controllare le mie reazioni. Feci come un lanciatore di baseball pronto a lanciare una pallina ma a differenza di lui io avevo un cancellino in mano. Lo vidi volare e subito mi resi conto dell’azione che avevo fatto. Questa era davvero una giornata di merda, come si suol dire. Tutto quello che successe dopo fu tanto rapido che non mi resi conto di quello che facevo la maggior parte del tempo. Corsi su per le scale mentre quel ragazzo si girava e a passo veloce raggiungeva il luogo dove mi trovavo tre secondi prima. -dannata! Torna qui se hai il coraggio!- lo sentii gridare dal piano terra mentre i suoi passi echeggiavano lungo le scale. Mi nascosi nella prima classe che trovai… a dire il vero non era proprio una classe…osservai meglio, cercando di capire cosa ci facesse della stoffa che sapeva di muffa sotto il mio naso. Sospirai, maledicendo la dea bendata: mi trovavo nello sgabuzzino. Ma sapevo che se fossi uscita mi sarei trovata di fronte lui e non mi invitava l’idea di chiacchierare in modo “pacifico” con lui. Sentii il suono dei suoi passi girare l’angolo, segno che si stava allontanando. Abbassai la maniglia di metallo ed uscii, tirandomi dietro il secchio e la scopa. Ma nello stesso istante cadi sopra qualcosa di morbido. “grazie a dio la fortuna non mi ha abbandonato del tutto” pensai aprendo gli occhi. Ritirai tutto quello che avevo pensato un attimo prima e gli diedi fuoco, mentre due occhi ambrati mi fissavano come se volessero uccidermi. Diventai rossa come un peperone. -chiedimi scusa e ti lascio andare- mi disse intrecciando le sue braccia intorno alla mia vita. -non ci penso neanche, sei tu che ti sei comportato da cafone!- gli risposi cercando di slacciarmi da quella catena infrangibile di ossa e carne. -ah, adesso sarei io che mi sono comportato male. Ti devo rammentare, prugna secca, che sei stata tu a buttarmi il cancellino sulla testa- spiegò, stringendo ancora di più la morsa che mi stava torturando il fegato e la milza. -facciamo una cosa, io ti chiedo scusa solo se mi batterai nella corsa. Chi arriva prima giù, nel giardino vince- proposi sapendo che non avrei potuto perdere. Avevo già un piano in mentre: scivolare giù per le scale, come succedeva spesso nei cartoni. -va bene e chi perde domani deve venire a scuola con solo una maglietta- aumentò la posta in gioco con un largo sorriso sulle labbra, in fondo le stava simpatica quella ragazza. -affare fatto?- chiese allungando una mano in segno di patto. Ce la stringemmo e subito mi mollò, dirigendosi in fretta e furia giù per le scale. Anch’io feci lo stesso ma al posto di scendere ogni scalino mi sedetti sulla ringhiera della scala e la scesi a tutta velocità e con estrema facilità. Ero abituata ad usare quel metodo siccome nell’ora di pranzo dovevo fare il più in fretta possibile per scendere dal terzo piano al primo altrimenti rimanevo a bocca asciutta. Lo salutai con la mano mentre mi avvantaggiavo. Ero quasi arrivata a destinazione quando qualcosa mi bloccò. Rimasi a guardarmi in torno cercando di capire perché non mi stessi muovendo. Guardai vicino al mio piede e notai qualcosa di rosa e appiccicoso: un cewingum. Cercai di togliermelo ma senza successo. Mi faceva anche un po’ schifo toccare qualcosa smagiucchiato e sbavazzato da qualcun altro. E mentre io ero intenta a togliermi quella mega roba rosa il ragazzo dai capelli argentei mi superava, arrivando per primo al traguardo. Lo guardai sconcertata. Non era possibile, ero stata battuta…da uno sconosciuto. NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!! Non poteva essere, era un sogno vero?? Mi diedi un pizzicotto. Ok, non era un sogno…se fossi stata sola mi sarei messa a piangere. Non era giusto!! Lo vidi che si avvicinava con un grande sorriso. -bene, accetto le tue scuse e ti aspetto domani con solo una maglietta…a proposito come ti chiami?- mi chiese ridendo. Lo fulminai con lo sguardo. Volevo ucciderlo, ma ancora di più volevo disintegrare quella dannata cosa rosa che si era attaccata ai miei pantaloni e che tenevano il mio corpo attaccato alla scala. Ma che ci avevano messo dentro?? L’attac?? -kagome e posso avere l’onore di sapere il tuo nome?- gli chiesi cercando di stare calma. -inuyasha. Bè ci vediamo domani mattina prugna secca, e guai a te se non vieni!- mi disse sghignazzando. E ora che cosa avrei fatto?? Oddio, oggi era proprio una giornata no! E come ho straridetto prima la fortuna non era dalla mia parte e qualcosa mi diceva che non lo sarebbe stata neanche domani.

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Capitolo 2
*** Maledetto Inu-coso! ***


-Accidenti alla mia scommessa- mi dissi, camminando all’ombra di un albero. Avevo scelto, quella mattina, di passare per un parco che sapevo essere deserto siccome dicevano che c’erano spiriti e cose varie…e poi doveva essere abbattuto entro qualche mese, massimo cinque o sei.

Le guance mi bruciavano dalla vergogna. Giurai a me stessa che se in quel momento avessi incontrato qualcuno mi sarei scavata una fossa da sola e mi sarei sotterrata come fa un cane con il proprio osso e addio scommessa con quel tipo. Non mi ricordavo neanche come si chiamava…aveva un nome buffo….

Pensai, incominciava con la in…in…in…in…

-Inagasha?- mi chiesi, cercando di scaldarmi le mani, anche se non erano l’unica parte che doveva essere riscaldate. In effetti le mie gambe stavano congelando dal freddo siccome ci avvicinavamo all’inverno e l’autunno stava per finire. 

“Gliela farò pagare” pensai, sperando che la mia amica Sango si fosse ricordata di portare i pantaloni di ricambio. “In fondo aveva detto che dovevo arrivare a scuola con solo una maglietta, arrivare non starci tutto il giorno” quel pensiero mi rese di buon umore fino a quando non vidi il lungo viale della scuola pieno di ragazzi.

“Cos'era il raduno maschile? Quel dannato Inu-coso deve aver spifferato tutto ai suoi amici…quando lo vedo gli tiro il collo!!” pensai mettendomi un berretto sulla testa e tirando giù la visiera. Non volevo certo che mi riconoscessero!

Attraversai a passo spedito la via, sentendo la ghiaia scricchiolarmi sotto i piedi e gli sguardi dei giovani fissi su di me. Mi stavo già pentendo della mia scommessa mentre cercavo di tirare giù il più possibile la maglia extra large di mio fratello quando qualcuno mi mise le mani sui fianchi. 

Saltai come se avessi dei trampoli ai piedi. 

-Ehi, prugna secca non pensavo che venissi davvero!- la sua voce orripilante mi arrivò alle orecchie. In quel momento volevo imitare la zia cattiva di Malfoy nel sesto film : -come ti permetti tu! Lurido mezzosangue!!-.

Mi trattenni, non sarei mai riuscita a imitare la sua voce. Sbuffai sonoramente e senza lasciar dire qualcos’altro mi girai e ripresi la mia camminata verso la mia classe. 

-Ehi, dove vai?- mi chiese, stando al mio passo, mentre tutti gli studenti dell’istituto ci guardavano. 

-In classe!- ringhiai, tirandomi con un gesto secco, ancora più giù la maglietta. 

Sentii uno “strack”….non era possibile….

Vidi gli occhi ambrati di Inuyasha fissi sulla mia spalla. Guardai anch’io: una spaccatura che arrivava al seno si era creata per la mia troppo forza e mostrava il mio reggiseno con le tartarughe. Rimasi impassibile, maledicendo quella stessa maglietta e il suo creatore. Non restai neanche a farmi ridere in faccia da quel ragazzo dai capelli argentei. Se quella giornata sarebbe finita come la precedente c’era da essere molto preoccupati. 

 

-Avanti- disse il professore di scienze, alzando gli occhiali a mezzaluna e dirigendo il suo sguardo verso la porta, dove una ragazza dai capelli neri e con solo una maglietta lo stava guardando, vergognandosi: Eccomi, presente all'appello!.

-Mi…Mi scusi professore ma vorrei chiedere se Sango ha dei pantaloni da prestarmi- chiesi, voltandomi a guardare il banco della mia migliore amica. 

Cioè..o Dio ce l’aveva con me o avevo fatto dei torti a qualche divinità suprema fatto stà che la mia amica non c’era…e ora come avrei fatto con la scommessa?? Non potevo girare per la scuola semi nuda??

-Mi dispiace ma la signorina Sango se ne è andata via alla seconda ora perché non si sentiva bene- mi spiegò il professore, guardando con molto interesse le mie cosce. Gli studenti trattennero una risata nel vedere il professore tanto interessato a me. 

-Comunque, non posso permettere di farla girare in quello stato perciò mi aspetti nell’aula di scienze, e ringrazi che non le abbia messo la nota- esordì con autorità. Sussurrai un “va bene” e mi diressi verso il laboratorio.

Per fortuna che a quell’ora non c’era nessuno. 

-Ehi, prugna secca- non ci potevo credere, non ci potevo credere…com’era possibile che io lo incontrassi ogni volta che volevo rimanere sola?

Mi girai, vedendo inuyasha appoggiato al muro che mi osservava con aria da strafottente. Si avvicinò a me, abbassando il viso per poter vedere meglio il mio. –Cosa vuoi?- gli chiesi, ormai stufa di quella atmosfera. Passarono attimi di silenzio in cui lui mi guardava e basta.

-Non ti conviene andare nel laboratorio, soprattutto conciata così- mi stuzzicò, tirando su il lembo di stoffa strappata. Gli misi a posto la mano, cercando di assumere il tono più gentile che avevo .

-Non sono affari che ti riguardano! Il professore vuole solo darmi un paio di pantaloni siccome, come avrai notato, ne sono sprovvista- gli spiegai a denti stretti. 

Sentii i suoi occhi ambrati su di me, come se mi stesse osservando per cercare di trovare il trucco. 

-Vuoi scommettere?- mi chiese. 

“No, Kagome non devi cedere…non devi accettare altrimenti finirai come sei adesso..o forse peggio” pensai. Questa volta ero io che cercavo il trucco. –o hai troppa paura?- la frase fatale che mi fece scattare il timer. Come in una bomba strinsi la mano che mi porgeva da circa cinque minuti. Lo guardai con aria di sfida, come se stessimo per fare un duello con le pistole tipico del west. 

-Se lui non ci proverà, cosa assai probabile, tu mi darai dei pantaloni…-spiegai, stringendo ancora di più la mano. 

-Se invece ci proverà tu dovrai…- continuò lui guardandomi e facendomi un sorriso beffardo. Constatai quasi subito che quando faceva quel sorriso la sua subdola mente stava escogitando qualcosa di terribile, molto terribile. 

-Dovrai…uscire con me per un intero pomeriggio- mi disse. Rimasi a bocca aperta. Qualcuno mi spieghi dove stà l’inganno? Un indizio? Qualunque cosa!

Perché mi aveva chiesto di uscire con lui? Mi voleva far fare delle brutte figure? Cosa aveva in mente?

E mentre pensavo a queste cose mi dirigevo verso il laboratorio si scienze, senza rendermi conto che la campanella dell’intervallo stava suonando e che una miriade di studenti si fiondava fuori dalle aule e si accalcava sulle macchinette. 

 

L’aula era buia e puzzava di sostanze chimiche. 

-Allora sei venuta- mi disse il professore, apparendo da dietro uno scheletro. Faceva un certo effetto…se li avessi visti da lontano non li avrei di sicuro distinti. 

-Bè si. Allora dove sono i pantaloni?- chiesi ingenuamente, guardando gli occhi quasi bianchi dell’uomo. 

Mi sentii sollevare e spingere sul tavolo freddo. In un nano secondo il peso del corpo del professore era sopra di me che spingeva, cercando di farmi aprire le gambe ma che io tenevo ostinatamente chiuse. 

-Eddai, fai la brava durerà tutta la durata della ricreazione, ovvero un quarto d’ora/ venti minuti- spiegò l’uomo, riuscendo in fine a infilare le sue gambe fra le mie. Sentii la sua bocca percorrermi il collo mentre cercavo di urlare. Appena capì il gesto mi mise qualcosa di viscido in bocca; non sapevo cosa fosse, siccome era buio, e aveva un sapore orribile. Le mie mani erano state bloccate dalle sue mentre mi baciava sulla collo e cercava di rompermi quel che rimaneva della maglietta. 

In quel momento ammisi che aveva ragione inuyasha e che ero stata davvero una stupida, come avevo fatto a non capire che il professore mi voleva solo portare a letto?

E io da brava oca giuliva ci ero cascata in pieno traendo subito conclusioni affrettate. Sentii uno strappo e un altro ancora e capii che mi aveva rotto quasi tutta la maglietta. –Fai la brava- continuava a dirmi, mentre mi dimenavo e cercavo di liberarmi le mani, ma era inutile. Quei suoi baci, carichi di saliva, mi davano fastidio e il suo alito da morto era nauseante, mi veniva da vomitare. 

Mi bloccò le mani con una sola delle sue e con l’altra cercò di sfilarmi le mutande. Una calda lacrima mi scese sulla guancia. Non volevo perdere la mia verginità in quel modo! Insomma!

Stavo per lasciarmi andare siccome quel suo odore mi faceva avere dei capogiri ma proprio quando stavo per chiudere gli occhi vidi la porta aprirsi di scatto.

Il professore si ritirò cercando di vedere chi fosse il mio salvatore. Tutto quello che accadde in seguitò fu come attutito dai miei sensi. 

Il ragazzo che picchia il professore; mi riveste delicatamente e mi copre con una sua giacca, mi prende in braccio e mi porta via…

Via da quella camera, 

via da quel mostro

via da quell’odore pestilenziale. 

Mi lasciai cullare da quel torace muscoloso, mentre vedevo tante facce diverse passarmi davanti, senza riconoscerle.

-Te l’avevo detto- mi disse il giovane. In quel momento capii chi era. Un po’ riluttante appoggiai la testa sul mio salvatore e mi lasciai trasportare da quelle braccia muscolose. Non avevo neanche la forza di controbattere

"chissà dove mi stà portando?" pensai, sentendo l'aria frizzante che mi saliva su per le narici. Avevo capito che eravamo fuori in giardino...

In fondo in fondo ero felice, anche se non lo avrei ammesso mai. 

 

 

*** Angolino dell'autrice.

Ciao a tutte/i, cosa ne pensate di questo capitolo? Il prossimo sarà più avvincente anche perché si svolgerà in un.. Non vi anticipo niente, lascio a voi l'immaginazione;)

Ringrazio Chocola_22 (anche per aver messo la storia fra le preferite, mi fa molto piacere), choppy_choppy, DeadMaster29 e gattinabianca per aver commentato.

Ringrazio anche quelle che la stanno seguendo: Charly e Beky, choppy_choppy, pillina28, shiroganegirl e Wichax94. Sono molto contenta:)

Siccome sono nuova accetto consigli per chi ne ha, non mi offendo.. anche se sono una permalosona. Però dagli errori si impara, no? Quindi se c'è qualcosa che non vi è piaciuto ditemelo pure senza peli sulla lingua. 

Al prossimo capitolo!

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Capitolo 3
*** Luna Park Moon ***


Oddio, oddio….ODDIO!! Frugo nell’armadio senza trovare qualcosa di carino, o adeguato alla situazione. Anche se mi rode uscire con lui vorrei almeno fare una bella figura. Cerco e ricerco nei cassetti e nelle varie cose di mia madre, siccome a volte (togliete anche l’” a volte”) mi prende in prestito dei vestiti e non me li restituisce mai. Sposto le magliette da una camera all’altra per poi trasportarle nuovamente nello stanzino dove c’è un specchio lungo e l’armadio a muro. Alla fine decido di mettermi una maglietta verde erba con sopra disegnato paperino che fa segno di stop…anche se penso che non terrebbe lontano nessuno fifone com’è. Guardo i vari tipi di jeans, pantaloni, pantaloncini e gonne ma nessuno sembra adatto alla situazione. Poi all’improvviso, come illuminato da un raggio divino il mio occhio cade sopra dei jeans, scuri vicino alle caviglie e mano a mano che sale lo sguardo si schiarisce il colore. Un tic nervose mi invase. Certo che è strano il signore, mi aiuta in queste stupidate e non quando ho veramente bisogno d’aiuto. Porca puzzola! Me li infilo in fretta e furia e dirigendomi giù in salotto prendo le scarpe da ginnastica. I capelli li avevo lasciati sciolti, siccome me li ero appena lavati volevo far vedere la loro lucentezza. Infilai le scarpe e prendendo una borsetta uscii avvertendo mia madre. Camminai lungo il viottolo e uscendo dal cancello mi diressi verso il parco; dove, contro la mia volontà, avevo l’appuntamento con inuyasha. Qualche minuto dopo… “ma dove sarà finito?...e poi dicono di noi femmine che ci mettiamo tanto a prepararci” sbuffai accavallando le gambe e guardandomi in torno. Mi ero seduta su una panchina all’ombra di un albero. Un gruppo di mamme passò davanti a me guardandomi con aria critica e pendendo per mano i loro bambini, portandoli via, temendo qualcosa. Cos’è? Sembravo una pervertita? Un rombo di una moto mi fece togliere l’attenzione dal gruppetto di donne e guardando quel deficiente che aveva parcheggiato davanti a me, sfiorandomi i piedi. Per poco non me lo pestava con la ruota. Trattenni i lamenti cercando di calmarmi. Insomma…non potevo litigare con chiunque. -allora vuoi andare in un motel?- mi chiese il guidatore trattenendo una risata. Questo era troppo! Potevo sopportare prima ma uno che mi veniva li scambiandomi per una prostituta era davvero troppo. -mi dispiace deluderti ma non stavo aspettando un deficiente come te! CAFONE!- dissi alzandomi e mettendomi a sedere su un'altra panchina, distante da quell’altra. Guardai l’orologio del cellulare. Era in ritardo. -ehi, prugna secca, non mi hai riconosciuto?-. quella voce. Quel nomignolo tanto odioso. Quella figura che si toglieva il casco. Quella criniera argentata Quegli occhi ambrati che assomigliavano al miele. Inuyasha… Mi guardava sghignazzando per, forse, la mia faccia da ebete. Ero rimasta davvero scioccata. -dai Sali- disse porgendomi un casco. Aveva delle buffe orecchie da orso. -e queste cosa sarebbero?- chiesi, accarezzandole. -le ho messe ieri, ti piacciono?- disse infilandosi il casco e togliendo il cavalletto della moto. Saltai sul sedile posteriore e mi aggrappai alla sua vita, con il ridicolo casco da orso. Mise in moto e partimmo a tutta velocità, sgommando sopra la ghiaia. Vedevo le case sfrecciarmi di fianco. Sentivo che accelerava. Forse per guadagnare il tempo perduto oppure per solo divertimento. Mi strinsi alla sua vita per evitare di volare via. Chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare pensando che se mia madre mi vedeva sopra una moto di un ragazzo mi avrebbe rinchiusa nella stanza più alta della casa. Non so perché ma odia le moto; eppure quando papà era ancora vivo ci saliva, eccome se ci saliva. -ehi prugnetta siamo arrivati, ritira gli artigli- mi disse togliendosi il casco e spegnendo il motore. Tolsi le mie braccia che circondavano la sua vita e mi tolsi il casco, cercando di capire dove mi aveva portato. Un insegna grande e luminosa diceva: “Luna parck Moon”. Fissai quell’insegna con sguardo paralizzato. Sentivo le urla di paura di alcuni ragazzi che stavano facendo le montagne russe. Poi… Con tocco dolce sentii la mano di inuyasha prendere la mia e senza rendermene conto stavamo camminando mano nella mano. Cioè per meglio dire lui mi trascinava, siccome ero rimasta paralizzata. L’unica cosa che mi piace dei luna parck sono le giostre con i cavalli che vanno su e giù. -bene, da cosa incominciamo?- chiese, guardando il cartellone dove era raffigurata la mappa dei giochi. Lo vidi riflettere. Pensandoci bene sembrava anche carino con quell’aria seria. Si voltò verso di me, con un enorme sorriso stampato sul viso. Non portava nulla di buono. -che ne dici di andare sulle montagne russe?- chiese. Ecco! Lo sapevo. -dai, dai andiamo- mi trascinò via prima che potessi chiedere aiuto o inventarmi una scusa. Uffa. Decimo la fila e più andavamo avanti più le mie gambe sembravano paralizzate. -senti…non è che potremmo fare un altro gioco? Sai com’è non vorrei che tu vomitassi- dissi con aria da “so tutto”. -oh, non ti preoccupare. Ci sono abituato quindi non vomiterò, il mio stomaco è resistente!- spiegò avanzando di qualche passo. No! Perché dici così…mi sa che mi toccherà fare il giro della morte con uno che ride di fianco a me invece che urlare di paura. Dopo un quarto d’ora di fila ci fecero salire. Un ragazzo con un cappellino verde faceva avanti e indietro gridando di allacciarsi bene le cinture e tirare giù la sbarra. -sei pronta?- mi chiese guardandomi. Non risposi. Avevo il cuore che andava a mille. Ok lo ammetto, non sono una di quelle persone che prenderebbero in mano una tarantola o un pitone e neanche una di quelle che si lancia in mezzo al fuoco per salvare un gatto. Di solito mi piace definirmi “persona che preferisce evitare gli stati di paura” ma in questa situazione preferisco darmi della “fifona”. La sottospecie di trenino si mosse. -oddio- sussurai, appoggiando le mani sui manubri. Involontariamente al posto del manubrio sinistro avevo preso la mano di inuyasha. Salimmo un in alto e poi…feci appena in tempo a vedere una discesa verticale che il cuore mi salì alla gola. Non riuscivo ad urlare, mi limitai a chiudere gli occhi sperando che tutto questo finisse al più presto. -ehi, guarda che abbiamo finito, dai andiamo- aprì gli occhi. La “cosa” che tenevo stretta nella mano sinistra scivolò via. -ah…ah! Si arrivo- dissi uscendo dal vagone, barcollando. Raggiunsi inuyasha dopo essermi perfettamente rimessa in equilibrio. -bè adesso cosa vuoi fare?- mi chiese, guardandosi in torno. Non feci neanche a dire quello che volevo fare che mi prese per mano e mi trascinò verso una fila. -ti piacciono i fantasmi?- mi chiese, guardandomi. Stranamente era serio. Feci segno di no con la testa. Lo vidi ridere. -perché ridi?- chiesi. In tanto un gruppo di cinesi si era messo dietro di noi, bloccando la mia unica via d’uscita. Alzai lo sguardo. Stavo per mettermi a piangere. Una scritta diceva: “casa dei fantasmi…non adatta a quelli con problemi di cuore”. -inuyasha, ti devo dire una cosa…- iniziai, crogiolandomi. -dimmi- fece lui, avanzando e portandomi con lui. -soffro di mal di cuore- dissi, mettendomi una mano sul seno sinistro e facendo la faccia sofferente. Lui mi guardò con un sopracciglio inarcato. Scoppiò in una risata. -sapevo che eri una prugna secca ma non pensavo fossi vecchia a tal punto- disse trattenendo una risata. -smettila di chiamarmi prugna secca! E poi non sono vecchia!- gridai, diventando rossa per la vergogna. -dai, è il nostro turno- mi disse, prendendomi per mano e trascinandomi dentro una bocca di un fantasma. Che qualcuno mi aiutiiiiiiiiiiiiii Un aria fredda ci investì. Un brivido mi percorse. -inuyasha, dove sei?- chiesi, non vedendoci niente, siccome era buio, e non sentendo la sua presenza. Avanzai a tentoni, cercando di capire dov’ero. -inuyasha…- sussurai con le lacrime agli occhi. Non mi piaceva quel posto. Potevo accettarlo se c’era qualcuno con me, ma adesso che mi trovavo sola… -INUYASHA!!- gridai. Una piccola luce verde mi volteggiò di fianco. Oddio! Uno spirito. Avanzava dritta. Si fermò. La segui. Forse voleva essere seguita. Mi fece fare qualche metro poi svanì. Toccai il punto da dove era scomparsa ma non sentii niente. Qualcosa toccò la mia spalla destra. -inuyasha sei un cretin…- mi voltai trovandomi davanti uno spirito. Se era finto l’avevano fatto davvero bene. Urlai con tutto il fiato che avevo in corpo e incominciai a correre in una direzione, poi in un'altra. Ogni volta che mi voltavo vedevo o un fantasma o uno spirito; finchè non sbattei contro qualcosa. Caddi a terra, con le lacrime agli occhi. -kagome sei tu?- la voce di inyahsa mi investì. Ecco dov’era quel cretino!!! Mi alzai. -sei tu…inu…ya…sha?- chiesi con voce tremante. Dopo quello che avevo passato mi potevo aspettare di tutto. Ma se era uno scherzo non so cosa facevo! -no, mago merlino, chi vuoi che sia?- si, ora avevo la certezza che era lui. -dai, andiamo, voglio uscire al più presto- mi prese una mano e incominciammo ad avanzare nel buio più totale. -lo sai, pria una tipa ha urlato talmente forte che mi ha assordato, chissà chi era quella stupida- spiegò. Divenni rossa. Quella tipa ero io. Ehm… Qualcosa ci passò davanti. Strinsi ancora di più la mano del ragazzo. -ehi, non dirmi che hai paura- disse. Gli tirai una sberla, non troppo forte, sulla testa. Scommettevo quello che volete che stava ridendo. -ahi!! Che cosa ho fatto?- chiese massaggiandosi il punto danneggiato. -hai riso!- spiegai trattenendo un improvvisa rabbia. Vedemmo tutti e due una luce, questa volta ne gialla ne verde ne rossa. Ma eravamo certi che quella era l’uscita. ******************************************* Buonasera! Mi scuso e stra scuso per il mio ritardo (ben 3 anni! un record!!). Comunque eccomi qui! E spero di non assentarmi più per così tanto tempo! SCUSATE! Non so perché poi quando lo pubblico mi mette tutto attaccato senza gli spazi… io e la tecnologia non andiamo molto d'accordo!! è_é Vedrò di risolvere il problema, se effettivamente c'è e non sono io! -choppy_choppy: ciao cara! Scusa il ritardo ma ecco la loro uscita. Spero ti sia fatta due risate:) Il prossimo capitolo arriverà a breve!;) -Charly_chan, gattinabianca, pillina28, yuki_kaggy, Saphira_chan: scusate il ritardone! non so come farò per farmi perdonare!!! Magari vi aggiungo qualche capitolo in pochi giorni;) -LullabySunshine: yesssss!! Mi sa che allora l'hai già letta! Adesso la volevo un po' revisionare (tempo permettendo)

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