who really knows me.

di bookscansavealife
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Siete sicuri di volermi leggere? ***
Capitolo 2: *** 1. Tutto cominciò così... ***
Capitolo 3: *** 2. Lucifero versione femmina mestruata. ***
Capitolo 4: *** 3. Non devo piangere. ***



Capitolo 1
*** Siete sicuri di volermi leggere? ***


Credo di essere nessuno.
Nessuno mi ha mai visto in faccia.
Nessuno mi ha mai voluto parlare.
Nessuno mi ha mai preso la mano e detto: ‘Ehi, va tutto bene.’
Nessuno sa la mia storia.
Nessuno mi conosce.
Nessuno vuole conoscermi.
Nessuno si è mai posto il problema di chiedere a se stesso: ‘Ma chi è?’
Nessuno, tranne lei.

Quella ragazza dai capelli tinti di un rosso fiammante; quella ragazza dagli occhioni verdi, tendenti al miele, profondi come una voragine; quella ragazza dalla voce sublime, che riusciva e che riesce a sciogliere la mia anima tormentata.
Lei è tutto quello che mi è rimasto.
Si chiama Hayley Williams.

Solo lei sa la mia storia e cerca di aiutarmi ogni giorno di più.
Volete sapere come?

Provate a leggermi, se ci riuscite.

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Capitolo 2
*** 1. Tutto cominciò così... ***


Se state leggendo questo, vuol dire che vi ho perlomeno incuriosito.

Volete davvero sapere la mia storia?
Cercherò di raccontarvela nel miglior modo possibile ed in terza persona, impersonandomi in voi, cosicché possiate provare quello che provo io.
Mettetevi comodi, la storia è lunga e anche alquanto contorta.

È una quattordicenne normale, come tutte le altre. Va a scuola, sopporta i professori, studia quanto basta, odia smalti, trucchi vari, ha qualche amica, ascolta tanta musica, sa suonare il pianoforte e si diletta a cantare.
Apparentemente, sembra normale. Appunto, sembra.
Non è una ragazza come le altre. Ha un mondo dentro di lei, si legge nei suoi occhi meravigliosi tendenti al verdone, quasi color miele. Si legge sulle sue labbra, rosse e carnose. Si legge sulle sue lentiggini e sui segni dell’acne giovanile. Si legge sui suoi lunghi capelli ramati. Si legge sul suo corpo, lungo e slanciato. Solo che non tutti riescono a leggere e a interpretare il suo mondo. Tutti, tranne una persona: Hayley Williams.
È la sua migliore amica, nonché sorella.
Ma perché lei sa tutto, dall’inizio. La fine, spera la ragazza che si fa chiamare ‘nessuno’, con la n minuscola, arriverà presto, ma sarà altrettanto presto ostacolata da Hayley.


Era un giorno come tutti gli altri. Il sole era alto nel cielo di Nashville, la rugiada brillava sul praticello di casa Williams e la piccola Lizzie cominciava ad affaccendarsi per il suo primo giorno di scuola media.
- Io sono pronta! – esclamò felice sulla soglia di casa, aspettando sua sorella, di qualche anno più grande, che doveva accompagnarla.
- Io anche, andiamo? – domandò quest’ultima, che le prese la mano. Lizzie la ritrasse immediatamente.
- Che fai? Mi prendi per mano? Ma dai! Sono un po’ cresciuta, non ti sembra? – scherzava mentre prendeva in giro la sorella per la sua altezza. Nonostante fosse più piccola, Lizzie era veramente altissima rispetto ad Hayley, ma mai nessuno ci faceva molto caso perché non erano molto conosciute.
- Ops, hai ragione! – rise lei, mentre entrambe si avviavano verso la scuola, un’enorme casa giallo senape sovrastata da un tetto di mattoni rossi e circondata da un meraviglioso cortile, punteggiato di siepi e fiorellini qua e là. Mentre la piccola grande Lizzie si incamminava verso il grande cancello nero, Hayley sussurrò: - Fa’ attenzione, piccola… - ripensando a ciò che lei aveva passato lì dentro.
Già, doveva davvero far attenzione. Chi l’avrebbe mai detto che quell’edificio diventasse anche l’inferno di Lizzie?

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Capitolo 3
*** 2. Lucifero versione femmina mestruata. ***


Mentre Lizzie si incamminava verso l’enorme e squallidissimo portone d’entrata, infilò il suo paio di cuffiette nelle orecchie, con ‘Highway to Hell’ degli AC/DC, gruppo che adorava, a palla. Mentre fischiettava, sovrappensiero, andò a sbattere per caso contro una ragazza, bellissima.
Lunghissimi capelli biondi incorniciavano un viso che aveva il colore della Luna, due occhi color ghiaccio brillavano come non mai, due labbra sottili, che Lizzie non avrebbe mai immaginato che fossero perfide. I libri che aveva in mano caddero per terra bruscamente.

- Oddio, scusami… Aspetta, ti do una mano. – mormorò Lizzie, dispiaciuta.
- Ma vattene, minorata mentale! Fai attenzione a dove cammini, idiota! – sbraitò la bionda, in preda all’isterismo, spingendo via la povera ragazza, che cadde malamente per terra, perdendo i sensi.

Tutti aiutarono la ragazza bionda, TUTTI.

Nessuno, invece, si degnò di aiutare la piccola Lizzie. Si rialzò da sola, riprendendo le cuffiette e tutto il resto. 

- Mi sa che sto per andare dal diavolo. Ho appena incontrato Lucifero versione femmina mestruata… - pensò Lizzie, scuotendo la testa.
Entrò in aula. Era una di quelle squallidissime aule bicolore che sembrava essere un enorme Cucciolone. Ma di dolce lì, non c’era praticamente niente tranne il suono della campanella che urlava “Corri a casa, scappa da questo inferno!”. Si sedette ad un banco, vicino ad una ragazza dai capelli nero corvino e dagli occhi a mandorla, ancora più neri dei capelli.

- Ciao, io sono Kim! Tu? – la ragazza le porse la mano. Lizzie la strinse e le sorrise dicendo: - Lizzie, piacere di conoscerti! –.
- Da quel che vedo, anche tu ascolti gli AC/DC, brava! – esclamò Kim, mentre leggeva il titolo della canzone che aveva messo in pausa. “Thunderstruck”.
- Fa sempre piacere trovare qualcuno con i tuoi stessi gusti musicali… - sospirò serenamente, pensierosa. Lizzie annuì, pensierosa anche lei. I loro pensieri furono interrotti da un suono assordante.

“Driiiiiin!”

La campanella trillò, il professor McKenzie entrò e la lezione cominciò.

Avevano inizio i tre anni peggiori della sua vita, anche se forse potevano essere resi un po’ meno catastrofici grazie alla ragazza dagli occhi a mandorla.
Gli occhi ghiaccio avevano però tatuato sul suo cuore tanta, forse troppa paura.

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Capitolo 4
*** 3. Non devo piangere. ***


Per tutta la lezione, Lizzie non badò minimamente alle parole del professor McKenzie.
Pensava e ripensava all'episodio con la ragazza occhi ghiaccio, che ormai aveva soprannominato Lucifera.
 
Era frustrante, era decisamente frustrante.
Non aveva fatto niente, però era stata trattata in malomodo.
Lei avrebbe potuto difendersi, ma non lo aveva fatto.
Non lo aveva fatto perché non voleva dare quello che aveva appena ricevuto.
Odiava la violenza, in tutti i sensi
 
Cominciò a girarle la testa, ad avere un forte senso di nausea mentre pensava.
Si sentì sola, abbandonata a se stessa, nonostante avesse Kim accanto a lei.
Kim però non sapeva niente, né Lizzie era intenzionara a voler dirle qualcosa. Aveva paura.
 
Aveva paura del fatto che a dirlo, ci sarebbe stato un altro episodio del genere.
Aveva paura di sembrarle quella debole, che si lascia abbattere da tutto ma soprattutto da tutti.
Aveva paura, aveva tanta paura.
 
Non vedeva l'ora di tornare a casa, da Hayley, sua sorella.
A lei avrebbe detto tutto, lei era l'unica che poteva capirla.
Sentì che due lacrime stavano fuoriuscendo dai suoi occhioni meravigliosi.
- Non devo piangere, non devo piangere, non devo piangere, non devo piangere! - si ripeteva Lizzie, chiudendo gli occhi e stringendo le palpebre. 
- Piangerò a casa - si disse, - lì almeno so chi mi può asciugare le lacrime. -
 
"Driiiiin!"
La campanella trillò nuovamente. Poteva tornare a casa.
 
Infilò le cuffiette nelle orecchie.
"The Waiting One" degli All That Remains.
Mise su i suoi occhiali da sole e si incamminò velocemente verso casa, dopo aver salutato Kim.
Strinse i denti, ma le lacrime uscirono da sole.
Il primo giorno di inferno era giunto al termine, fortunatamente.

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